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LA BUONA NOVELLA
(IIOUNALE DELLA EVANGELIZZAZIONE ITALIANA
Si>guciidi> la vcriUi ndla i ai ith
Efes. IV. li.
Si distribuisce oyni Venerdì. — Per cadun Numero cenlesimi 10. — Per caduna linea d’inserzione cenlesimi 2(1.
Coiidìxioiii d’AHMOciaxione t
Per Tìiri-no — l’n Anno L. —A domicilio L. « .
Sei mesi .3. — >3
Tre mesi • *. — ■ t •*
— PnoviNcit, I„ « aei.
— . 3 9».
Per Kranciu c Sriizera franco a destinazione, e per l’Inghilterra franto al confine lire » S»
per nn anno, e lire S per sei mesi.
l.c Associazioni si ricevono; in Torino airiffllzln «lei fclornnii«. via Valcnlino ca.'j
Kcllora, N» 12, 3" piano; e dui Frulolli riunca librai, via U. V. dogli Angeli, cufu P.linlia
— A Genova, alla t:ap|iollu Vnliipoo, nnira di S. Chiara.
Nelle provincie, presso lutti gli ¡mslali per mezzodi Vanii,i, che dovranno essero inviati
franco al Direttore della Bros.i Novf:i.i.A e non altrimenti.
All’estero, ai seguenti indirizzi : Losnr.A, dai sigg. Ninsbolt « C. lihrai, 21 Herners-stroeu
Pakici, dallalihrenaC. Meyrucis, rue Tronchet,Nimes, dal sig. Peyrot-Tinel libraio- I.ioxf
dai sigg. Denis et Pelit Pierre librai, rue .Neuve, IS; Gistviui, dal «ig. K. Heroud litiraiu:
Losassa, dal sig. Delafontaine libraio.
CHE COSA È IL PUOTESTAMISMO?
IV.
Dietro la fatta promessa, eccoci disposti ad
annoverare lo cose che rigettiamo nel cattolicismo romano : non ne addurremo le ragioni,
in primo luogo, perchè ora non intendiamo
dilTonderci troppo; secondariamente, esse ragioni furono dette e ridette le tante volte, e a
quando a quando, secondo l’occasione, or l’una
or l’altra viene già da noi riprodotta; per terzo
diciamo, che se alcuni desiderano d’instruirsi
con fondamento in proposito, non devono contentarsi di leggere semplici articoli da giornali ; assistano eziandio alle regolari lezioni
che da noi si tengono sia ne’ templi sia nelle
scuole. In somma vogliamo solo al presente
confermare il fatto e nulla più : respingiamo
adunque:
Il culto dei Santi, quantunque s’abbia tutto
il rispetto per la memoria loro; ma r’è un Dio,
ed anche un sol Mediatore di Dio e defili w>mttti, Criifto éreHt ttomo; 0 inoltre, noi li conserviamo intatti i dieci comandamenti, e i clericali ne cancellarono uno affatto;
Il cullo della vergine Maria, spinto, in una
parte della cristianità, ad un tal grado d’idolatria che si può benissimo asserire chela si collocò al disopra di Cristo, specialmente oggidì
che, dopo scorsi diciotto secoli, alcuni scribi
a Roma decisero cho la di lei concezione fu pari
a quella del Redentore, immacolata, cioè seuza
il peccato d’origine;
Le preghiere pei morti, perch’elleno sono
APPENDICE
1 CINQIE MARTIIU DI CHAMBÉRY.
VII.
Lettera di Giovanni Calvino
ai cinque prigionieri.
»Fratelli miei, non appena fummo in conoscenza della vostra cattività, che mi affrettai ad
inviare un messo per avere sicure notizie di voi,
ed essendo possibile, per soccorrervi. Egli parti
giovedì scorso a tre ore dopo mezzogiorno, e
ritornò ieri a sera, e bea tardi. Or egli cerca
di trovare il mezzo onde farvi pervenire le nostre lettere, e per Conoscere in che modo potremmo alleggerire la vostra afflizione. Non
occorre esprimere a parole quanta cura abbiamo di voi, e in quale angoscia ci tenga la vostra
del tutto inutili, stantechè dopo la morte segue
il giudicio definitivo, com’ò pur detto nella
stessa dottrina romana;
Il culto in lingua ignota, anzi morta, perchè
non idonea airedificazione d’alcuno; la Bibbia
è la pura fonte della verità, ma se non si logge
scritia in lingua propria, non la si potrà mai
conoscere; è d’uopo dunque concludere che i
clericali abbiaao paura di essa;
Le pretensinni de’papi al jn-imato; eppure,
se alcuno tunl exxn'e il primo, aia l'ultimo di
tutti, e il serrilnr di tutti — « xrnza mutarsi e
divenir come i piccoli funciulli, non si entra
punto nel regno de'cieli, cos\ disse il divino
Maestro ;
Il culto della croce, delle reliquie, delle ossa
e delle vestimenta de santi, dei santi luoghi e
dell'acqua e terra sante \ i pellegrinaggi, ecc.;
Il illibato forzato de’ preti, sovra di che un
papa ha detto che se vi furono delle buono ragioni per imporlo, ve nc sarebbero di migliori
per sopprimerlo ;
L’infallibilità della Chiesa, de' papi e dei
concilii, se non foss'altro, perckè tutti hanno
variato ;
L'uso de' rosarii, i quali non servono se non
che ad accostumare gli uomini a vane ripetizioni, ed uccidono lo spirito della preghiera ;
La messa e il dogma della transubstanziaiione, non solo perch’è assurdo e bizzarro,
ma eziandio antibiblico ;
Cinque de' sette sacramenti, perchè non furono instituiti come tali da fiesù Cristo, cioè
il matrimonio, la cresima, gli ordini, l’estrema
unzione e la confessione ;
prigionia. Io non dubito — poiché un sì gran
numero di fedeli prega incessantemente |»er
voi — che il nostro buon Dio non sarà per esaudire i loro voti ; e veggo dallo vostre lettere
com’esso abbia già cominciato ad operare sopra di voi ; se per l’infermità della carne vi
trovate esposti a lotte dure e difTicili, anziché
stupirne, magnifico il Signore perchè vi rende
superiori ad esse.
« I fratelli Laborie e Trigalet hanno a consolarsi di ciò che i loro prossimi parenti si rassegnano pietosamente alla volontà di Dio. Del
resto, voi avete cos'i ben profittato alla scuola
di Gesù Cristo, cho non vi occorre d’essere
esortati con lunghe lettere; basta solamente
che pratichiate ciò che avete appreso ; e poiché
é piaciuto al vostro Maestro d’impiegarvi a
questo servizio, continuate l’opera che avete
così ben cominciata. Comechè per adesso vi
sia tolto il mezzo d'edificare colla vostra dot
l.a festa del Corpus Domini, l'eletazione dell’ostia, la campanella della messa, la processione del santo Sacrammto, ecc.;
I.a confejì.iiom obbligatoria al prete; (Jesii
Cristo ha detto ; conoscÀ te stesso ; ora [ler conoscere so medesimi, conviene che il penitente,
0 non altri, sia il confessore, lo scrutatore, l’interprete de’ proprii falli, discendendo nel suo
interno c ricercando diligcntemonte ogni parte
della coscienza ; nn peccatore jiuò trarre di
certo grandi beneficii dal consigliarsi coi ministri; ma questa consulta mornlo e libera,
utilissima, non ha nulla a che fare colla confessione de’preti, che in luogo d’investigare
gli altri, superficialmente, dovrebbero conoscer
se stessi;
Il rifiuto del calice ai fedeli; basti vedere
come Gesìi Cristo instituí la santa Cena ;
Il dogma del purgatorio, che non ha allro
appoggio cho un passo, forse, .... de’libri
apocrifi ;
La tradizione, come venne formulata dal
concilio di Trento (ISfiJ) e col valoro datole;
La proibizione falla ai laici rii leggere In
Bibbia ;
L'assimilazione de' libri apocrifi (non inspirati] ai libri veramente inspirati;
Il lusso e la pompa nel culto; ognuno può
da sé giudicare sesia conforme allo spirito del
Vangelo spendere enormi somme ne' sacri atldobbi e lasciare nell’indigenza tante onorate
famiglie, oltre di che l’abbondanza e il lusso
degli atti esteriori, introdotti dai clericali, non
sono che una sostituzione al difetto del culto
interiore ;
trina coloro cui avevate dedicato l’opera vostra,
nondimeno la testimonianza cho renderete alla
verità non lascierà d’editicarli da lontano; imperciocché il Signore darà a questa testimonianza tale virtù da ragionare meglio cho non
sappia umana voce. Quanto ai mezzi che ci
fornisce il mondo, noi vorremmo trovarli lali
da potervi liberare; e faremo, per quanto sarà
in noi, tutti gli sforzi possibili: ma Dio ci consiglia a guardare più in alto.
«Quello che importa sopratutto si è che voi
abbiate piena fiducia nella sua bontà, colla
certezza che Egli tenga e le vostre animo
ed i vostri corpi sotto la sua protezione ; e
se il .sangue de’ suoi fedeli gli è prezioso, lo
dimostra col fatto su di voi, ora che vi ha
scelti per suoi testimonii. Se gli piace servirsi delle vostre vite per conservare la sua
veritiì, oltreché un tale sacrificio è, come sapete , sommamente aggradevole , consolatevi
2
La distinzione fra poveri c ricchi, por eseni]iio, nelle sepolture ;
La saltezza per le cerinumie e per le opere,
la proibizione di certi alimenti iu certi giorni
e stagioni, il valore superstizioso accordato
a certi atti;
Jm tariffa adottata per una massa di cose,
como preghiere, sedie, messe, ricevimento di
catecumeni, baltesiuii, dispenso, benedizioni
ecc.: non è già perché non troviamo giusto che
il (irete viva dell’altare, ma perche è ripugaante
alla coscienza il vedere equiparate le cose sante
ad oggetti di commercio, c la chiesa ad una
bottega.
Con ciò diamo termine al novero delle cose
che rigettiamo nel caltolicismo-romano; dicemmo a principio il perchè non ci fermiamo sovra
esse per addurne le ragioni: tuttavia parleremo
di una causa prima, generale, funestissima,
per cui la chiesa di Roma trovasi fuori del Vangelo e perduta negli errori, cioò faremo un cenno
sulla tradizione, e chiuderemo così l’articolo
presente.
Si suol diro dai clericali che di dieci parole
insegnate dalla òbiesa romana, nove non si trovano nella Bibbia; mirabile confessione 1 poichò
se quell’una, pogniamo, contenuta nelle sacro
Scritture è perfetta, e non può essere che tale,
a che servono le altro? so poi si trovano iu
contraddizione, come si fa a tenerlo anch’esse
{ter vere ? Come concedere a questo parole tradizionali un valore assoluto, quand’è noto che
ogni notizia s’altera subito col primo passaggio
drtll’una bocca all’altra?
E infatti la tradizione non ò che la memoria
cavata, non da scritture, ma da racconti passati da labbro a labbro ; or iigi*riamoci le alterazioni cho devono aver subito per giungere
a noi, traversando secoli di barbarie, di frodi
c d’iniquità! senza parlare delle molte cose
introdotte che non appartengono alla tradizione.
Ma per vedere a colpo d’occhio le funestissime conseguenze di ossa, basta considerare gli
Ebrei all’epoca di Gesìi Cristo, poiché la chiosa
romana é la copia fedele, il rinnovamento della
chiesa farisaica. Sembra che in origine i Farisei uon abbiano avuto allro torto che di accor
col pensare che, ponendo ogni cosa nelle sue
mani, non perderete nulla ; poichò se Egli si
degna metterci sotto la sua protezione, durante
questa vita caduca, cou pi'u ragione, togliendoci via di qua, mostrasi fedele guardiano delle
anime nostre.
«Quanto al consiglio che domandate, temo
clic non sia piii a tempo, giacché, a quel che
sento, voi avete fatto piena dichiarazione della
vostra fede. E poiché il Signore vi ha guidato
sino a questo punto, non potete piii retrocedere,
e conviene in tutto sottoporvi alla provvidenza
del Signore. Però badate cho la vostra prudenza, nel rispondere, sia degna dello Spirito
di Dio, senza ricorrere alle astuzie del mondo.
So io sfiorassi che la vostra supplica ¡lotesse
giuguere sino al ro, non cercherei d’impedirlo;
ma credo che chi ve l’ha promesso non abbia
voluto che disviare alquanto le vostre pene;
tuttavolla non oso proimrvi di rifiutare l’olTerta
dare anch’essi alla tradizione religiosa un’autorità eguale a quella della legge di Dio; colpa
gravissima che si trasse dietro gravissime conseguenze, poiché riuscì niente meno cho al più
spaventevole delitto, alla crocifissione del nostro
Divino Salvatore.
La parola fariseo signitica separato e infatti
i Farisei erano una setta, non già perchè avessero un culto a parte, ma perchò l’avevano ridotto a pure formalità, e ne erano talmente
scrupolosi osservatori che venivano considerati
como più virtuosi e pii ; ma la maggior parte
aveva oìolta ipocrisia ed un’altissima opinione
dello loro pretese virtù. Ebbene, che scorgesi
oggidì nel romanesimo? la divina formula, adorare Iddio in ispirito e verità, ridotta sensuale
e fittizia; il culto vero interno, associato ad un
culto esterno semplice e maestoso, mutato in
un fascio insopportabile e vano di minuzie e
di osservanze superstiziose; al modello di preghiera breve, affettuosa e sublime, insegnata
da Gesù Cristo, si vedono sottentrate inutili ripetizioni, ch’è quanto dire cambiata la qualità in
quantità, mentro gli atti religiosi non bisogna
contarli, ma pesarli ed apprezzarli; e le antiche
melodie de’ salmi o le nuove armonie degl’inni,
tenore, forti e concise, lasciate da parte ed introdotte in vece noiose litanie e scipiti fioretti, idilii
e madrigali. Scorgesi pure nel romanesimo, non
più l’unico Mediatore Gesù Cristo, ma una moltitudine senza fine di mediatori, poiché lo catacombe ne somministrano sempre di nuovi, all’occorrenza; non più la fede come Gesù Cristo
e gli apostoli predicavanla, fonte vera delle
opere buone, ma le opere stesse, regola della
fede; quindi è ch’essa vien misurata dalle genuflessioni 0 dagli inchini, dal più o meno lungo
mover de’labbri, dal numero delle ostie distribuite e dalla calca ne’ templi, quasiché molti
non vi si rechino per essere veduti e lodati non
da Dio, ma dagli uomini: in una parola, nel
romanesimo lo spirito é scomparso in ogni istituzione divina, il simbolo occupa il luogo della
cosa simboleggiata, precisamente come nel
mosaismo farisaico; eppure h> spirito è quel
che titifica, la carne non giota a nulla; le parole che io ri ragiono sono spinto e vita, e
questo parole di Gesù Cristo furono dette ai
ch’egli vi ha fatto; perocché nella formola che
mi avete inviato, non troverei nulla a correggere tranne , ove sia possibile, il paragone
d’Achab e cose simili che converrebbe un pii’
addolcire. Ho teputa questa copia presso di me.
E vero che avrei potuto darle uua forma diversa,
ma amo meglio che, ove bisogni presentarla,
vada iielmodo che Dio ve I ha ispirata, sperando
ch’EgU la farà meglio fruttificare. Se il mondo
non accetta una protesta cosi giusta e sanla,
per lo meno sarà approvata dal Signore, dai
suoi angeli, profeti od apostoli, e da tutta la
sua Chiesa; oltreché i fedeli, vedendola, avran
di che glorificare il Signore per avervela dettata col suo Spirilo.
«Non mi dilungherò più oltre, tanto più
che il nostro fratello Guglielmo (G. Farei} s’ò
trovato in caso di scrivervi.
• «Ciò posto, carissimi fratelli, io finisco supplicando il nostro buon Diodi mantenervi nella
suoi discepoli nell'occasione che mormoravano
perch’egli aveva insegnato, in figura, che avrebbero dovuto mangiare la sua carne e bere il
suo sangue, e i discepoli, in luogo di cogliere
il senso spirituale, stavano attaccati alla lettera;
essi però compresero bene l’errore in seguito,
non sappiamo se avverrà lo stesso pei clericali.
Qui ci riposiamo: in altro numero poi diremo quale sia la nostra fede, poiché non basta
negare, non credere; bisogna credere per avero
l’eterna salvezza.
Al Giornale Ik RAGIONE.
Riceviamo la seguente lettera di un nostro
egregio collaboratore (I).
Gentilissimo sig. Direttore,
Vi prego d’inserire nel prossimo numero del
vostro riputato giornale le seguenti linee:
I lettori della Bnona Novella ricorderanno
la polemica che ebbe luogo tra me e il ch. sig.
Ausonio Franchi. Dopo un bel pozzo (il cho
non é gran male), ei si risovvieiie finiilmonto
de’miei articoli,‘ de’ quali, or sono due mesi,
prometteva a’benevoli lettori della sua Ragione
(di cui godo d’esser nel numero), d’esporre gli
argomenti, afTinchò li valutassero equamente.
Ma eccolo che dichiara non volere adempiere
al promesso, dopo averne fatto la seconda lettura ; e per quanto si voglia dire in contrario,
bisogna pur permettere, anche ad un filosofo
del suo valore, di gustare i benefici effetti del
rileggere. Si vede che le stranezze dette da mo
avevano, se non altro, il piccolo merito di non
rendersi visibili di primo lancio al perietrauto
ingegno del chiarissimo filosofo. Egli quindi
ha sceltò quello chè altra volta aveva chiamato
un facile appello alla dignità del silenzio; e
solo non si è accorto, facondo com’ò, che quel
mezzo a valere per quanto é possibile ha bisogno d’esser completo. Infatti il piccolo saggio
di critica che ha dato nella sua noticina mostra
che il silenzio può riescir sempre facile, ma
(1) Questa lettera doveva essere inserita nel
numero della scorsa settimana: circostanze particolari ne ritardarono il ricevimento.
sua santa guardia, di governarvi col suo Spirito, d’armarvi di forza e di costanza per combattere, }>er modo eh’ Egli trionfi in voi, sia
per la vita e sia per la morte, o di farvi sentire
quanto importi il riporre ogni nostro contento
in lui solo.
« Essendo comune la presente, perciò non vi
ho fatte particolari raccomandazioni a nome
do’ miei fratelli ; ma credo siate ben sicuri cho
ed essi e un gran numero di fedeli o tutto
quanto il corpo della nostra Chiesa pensan di
voi come è loro convenienza e dovere ».
A questa lettera i cinque prigionieri fecero
una risposta in comune, che noi daremo nel
numero vegnente; seguiranno poi le notizie
concernenti la loro tragica fine, e con esso, daremo termine a questa dolorosa narrazione.
(Il fine nel prossimo numero)
3
non sempre dignitoso. Egli ha in sè mille ragioni di non sapere qual razza di critica adoperare, quando ha necessità di trovare identificazioni tra termini prosi in duo diversi ordini
d’idoe, e presi col chiaro intento di far risaltare
un vizio di metodo neiravvorsario. A trovare
dapertutto sifTatte equazioni è necessario uno
sforzo erculeo, ch’è troppo al di sotto di quel
merito reale che, a dilTeronza di altri, io con
piacere riconosco in lui. Ma quante risorse non
ha egli! Ragioni? ei dubita. Dubiti? egli ragiona. Usi la logica? ed eccovelo a parlarvi di
sentimento. Parli di questo? ed ei ti richiama
alla logica. Nè basta. Ti cade giìi dalla penna
a nominare un vascello, e li chiede conto della
nautica ; parli del giuoco del lotto, e ti pianta
lì per intimarti un problema matematico. E
pure fra tante razze di critica una ne mancava,
ed eccola venir su bella e fresca.....stava per
dire come una rosa, ma temo una quistione
botanica. Con voi, dice egli, non so adoperare
nessuna di quelle risorse, nessuna di quelle
critiche; e a criticarvi è bastante che io dicbinri
non sapere quali di esse [lotrui adoperare. E
i lettori dovranno contentarsi di dire non già
l’ipse dixil, che è vieto molto dogmatico, ma
\'ìpw tneuit, che è un metodo nuovo e singolarissimo.
Il sig. Franchi però cho è dolalo di forte
penetrazione di mente, ha preteso di far qualche
cosa col suo silenzio; e io ammetto di Ijuon
grado che i silenzi pigliano importanza dalla
persona che li adopera, e nou nego la sua,
poiché non ho bisogno di sconoscere i meriti
d’un avversario per mettermi contro. Mi permetterò spiegargli con un dilemma ciò ch’io
penso del suo silenzio. Egli ha attaccato nelle
suo opere non pochi grandi e piccini, e gran
parte viventi: nessuno gli ha risposto, ch’io
sappia. Il loro silenzio indica la sua vittoria?
Faccio ora un’equazione: mi metta neH’ultimo
gradino della scala, ma, gentile cd imparziale
com’è, mi concederà un posto nell’equazione.
Indicherà forse che lo dispregiano e lo credBno
indegno di risposta? E con la sua potente matematica tiri fuori un’altra equazione, e io accetterò in pace la parte che mi tocca, la quale,
se non ¡sbaglio nelle proporzioni, sarà ben’piccola, perchè son molto piccolo io stesso.
In non so, sig. Direttore, se voi vogliate
replicare al^i risposta che il nostro filosofo fa
alla Buona .\ocella. Leggendola mi sono accorto che, tra il faceto e il serio, egli ha riconosefuto che ha bisogno di studiare meglio ciò
che ha preteso di combattere. E questa è la
parie che nelle nostre polemiche sommamente
10 onora, poiché si vede che alla svegliatezza
deH’iugegno egli unisco lealtà e modestia. Non
è colpa nostra se in Italia siamo indietro in fatto
di studii religiosi ; ma è merito del sig. Franchi
11 riconoscerlo chiaramente, ed è scusabile effetto della sua naturai vivacità se vi mesce un
sapore di scherzo. Lasciamolo dunque in pace:
il silenzio gli gioverà, e quando lo avrà rotto,
avremo di certo qualche volume, ove il cristianesimo potrà esser combattuto, ma in modo
degno d’un filosofo, cui la natura ha dotato di
sì ricco e maneggevole ingegno, e che [ler i
falli della sua vila ha mostralo d’esser franco e
coscienzioso. Uenchè io non sia dolio, pure
posso riconoscere cho i dotti d'Italia, la Dio
mercè, meditano per stampare e non viceversa,
per non esser costretti a cangiar sempre di tono
lungo il loro maestoso passaggio fra mezzo la
umanità. Non dubito che in quanto a questo il
signor Franchi voglia apjiartonere aila scuola
ausonia.
Quanto a me, m’ha gentilmente fatto sapere
che tacerà fino alla soluzione d’un’equazione,
che spero però troverà alla terza lettura do’miei
poveri articoli, che sono riusciti così innocenti,
benché riletti, a non esser criticabili. Mi pare
però che por lui filosofo sarebbe meglio a proposito di cercare un’altra equazione, che si(;uramente gli darebbe la .chiave per una protologia: è un’equazione non ancor trovata in
filosofia, ma che desterebbe stupore, mentre
ora il semplice accoppiamento de’ suoi termini
genera il silenzio negli avversari. L’equazione
da cercarsi sarà tra lo scetticismo e il razionalismo, e Ira questo e il sentimentalismo. Non
sarà piccola cosa di vedere llurae, Kant e Jacobi
unificati nel sig. Franchi.
Per ora mi adatto al silenzio sino a che gli
piacerà : gli risimnderò quando avrà trovato la
razza di criliia adattiibile a’ miei poveri argomenli. So il silenzio intanto significa disprezzo,
non me lo darà credo) che come razionalista,
ed io m'appellerò al signor Ausonio scettico,
onde ne dubiti un pochino; e ricorrerò infine
al sig. Ausonio sentimentalista, perchè senta
che non è facile dispregiare chi ha lottalo in
tanta povertà d’ingegno con gentilezza, rispondendo ad ogni argomento e mostrandogli reverenza e stima.
Gradite, sig. Direttore l'assicurazione de’miei
sentimenti di rispetto e di cordiale alTezione
Genova, 25 giugno I8Ì53
Vostro B. Maszarella.
XOTIZIE RELIGIOSE.
Tokino. — Il lliuistro Evangelista iu Torino,
R. sig. G. Pietro Meille, nominato dall’ultimo
Sinodo (unitamente al Ministro Evangelista in
Nizza, sig. Pilatte) a rappresentare la Chiesa
Evangelica Valdese presso l’Assemblea generale
della Chiesa d’Irlanda, approfitterà di tale occasione per visilare eziandio altre Chiese nell'interesse del V'angelo, e rimarrà quindi assente
per qualche mese ; in questo frattempo nelle
funzioni del R. sig. Meille venne surrogato regolarmente il R. B. Malan, Pastore.
— È aperto il processo contro f’ arcivescovo
Fransoni, or dimorante in Francia com’è noto,
per la sua enciclica di ribelfioue contro la
Legge sui conventi, e di eccitamento al dispregio dell’autorità legislativa. È notevole che uon
ua parroco, a quanto*consta, ha data pubblicità
alla suddetta notificanza; ed è pur notevole che
alcuni conventi ricorsero al Governo rccfamando
contro f’abuso che Roma fa in questo momento
dell’invio di visitatori, i quali si fanno pagar
molto care le loro ispezioni.
— Si parla del seguente aneddoto : Un frate
francescano dell’Annuuziata, tempo fa. portò ad
un farmacista suo parente tre pesanti casse colla
preghiera di custodirle; in seguito il farmacista,
accortosi elio ne mancava una ed avendo fondati sospetti sul garzone del negozio, corse a
denunziare la cosa al Fisco, che rinvenne infiliti
il garzone imputabile del furto. Ma lo sjieziale
fu rimproverato acremente dal frate ]icr aver
deferita la causa al Fisco, il quale scopri «'lie In
casse contenevano oggetti appartonenli .ni mi
convento. Or dunque il procedimento è inizialo
e contro il frate e contro il garzone farniai isla,
e al frate, che fu già P. Provinciale, venne sequestrato un importante carteggio con parroolii ifulla
diocesi, i quali erano con essolui in tratlativo
per l’acquisto degli arredi trafugati, ad un prezzo
ch'ò il decimo del loro valore. Si venne eziandio
a scoprire un’altra corrispondenza della Corte di
Roma, la quale pretende di aver ella il diritto
di designare a quali chiese o corporazioni delibano essere dati, senza compenso, tutli gli arredi
chiesastri che sarà possibile di sottrarre all’inventario della cassa ecclesiastica.
•
— Si dice che certo cappellano della jirovineia
di Domodossola, nel giorno della festa di S. (iio.
Battista, si recasse fuori del paese verso la
Svizzera, di buon mattino, e che sulla pubblica
strada invitasse gli accorrenti alla festa a pagare
in sue mani le messe , mercanteggiando sul
prezzo di lire 3 se eolia Madonna scoperta, di
lire 2. 10 se a metà scoperta, e di lire 2 se intieramente coperta, dicendo loro che riuscirebbe
ad essi inutile il viaggio he non facessero almeno
celebrare una messa ciascheduno ai prezzi come
sovra fissati.
Ginbvrì,—Auemhlee rcliyioie annuali,
I fratelli venuti dall'estero per assistere alle
riunioni sono i signori Bridel e Bippert, pastori
a Losanna; Duplan, pastore nazionale di Montreux; Tomas, pastore a Yverdon; Jordan, pastore a Lutrv; Talliehet, pastore a Oron; Raiss,
pastore a S. Croce; Ilostache, di Bei, Favrod;
Petavel padre e figlio, di Neuchàtel ; (Jonin, pa^
store a Chambéry; Getaz; evangelista a Tlionon;
Appia, professore alla Torre; Chavannes, pastore
della chiesa Wallonne a Amsterdam; Auberjonois, pastore aLiège; Cook, pastore Weesleyn
a Nimes; Berard, pastore a Beaumont (Dróme):
Roberts, membro del comitato della Torcign aid
Society ; Robert Maefie di Liverpool ; Hengstenberg, candidato di Berlino.
—Società Biblica. — Venne questa fondata nel
1814 da una riunione di 25 amici del Vangelo ;
ne’primi anni evitava la distribuzione di Bibbie
ai cattolici-romani, ma ora formano essi una
parte principale delle sollecitudini della Società;
gl’introiti dell’anno ammontarono a 11,000 fr.,
e le spese a 9,573.
—Società delle Mistioni.—l)a.\ resoconto emerge
che l’interesse per le Missioni va crescendo ; le
stazioni già esistenti, in causa del loro sviluppo,
reclamano aiuti maggiori, e giungono continue
domande per fondarne di nuove. L’introito, nell’anno, fu di 21,260 franchi, cioè 6,670 più dell’anno addietro. Il sig. Micheli ha presentato un
colpo d’occhio generale sui campi diversi della
Missione di Bàie; L& Costa d’Oro al presento progredisce bene; i Negri sono solleciti a mandare
i loro figli alle scuole; fu instituito un seminario
onde formare missionari indigeni ; 62 negri si
convertirono durante l’anno. Di ottanta missionari che lavorano nella Cina, la società di Bàie
ne mantiene tre: la conversione di uno de'capi
i più fieri produsse grandi effetti ; un parente del
famoso pretendente al trono si è pure convertito.
— Il professore Petavel di Neuchàtel presenti
alcune considerazioni sullo stato attuale degli
Ebrei, fra cui sembra essere surto un movimento
salutare; testé fu loro mandato uu apjiello aifin-
4
chò vogliano riunirsi a Parigi ncH’epoca della
grande assemblea de’cristiani di tutto il mondo,
onde partecipare alle fratellevoli conferenze. —Il
professore Giorgio Appia salutò la Società delle
Missioni a nome della Chiesa evangelica delle
Valli piem., missionaria anch’essa e per la sua
natura e per la sua posizione. Lo era già nel
medio evo, e a prezzo del proprio sangue attraversò l’Italia: al sesto secolo ella si uni intimamente alle chiese riformate della Svizzera'e fu
nelle Valli italiane del Piemonte che Olivetano
raccolse i cinquecento scudi d’oro necessari per
la stampa della prima traduzione francese della
Bibbia. Oggidì questa Chiesa riprese l’opera missionaria, e fa udire ben lungi il messaggio del
Vangelo ; i suoi membri comprendono sempre
meglio tale dovere ; il missionario DuiTlo ricordò
loro teste con vive parole. Un compatriota di
Duff gli diceva un giorno: «perch# sei stato a
predicare in mezzo a’pagani? — Non tocca a me
rispondere, soggiungeva Duff, perchè non ci
fosti tu ? »
La Semaine Religieuse.
Inghilturra. — Si leggerà pure con interesse
il seguente sunto dei lavori evangelici compiuti
dalle società religiose dell’Inghilterra ueH’anno
testé decorso: è incoraggiante assai vedere che
i fondi raccolti dalle differenti opere abbiano
superato ogni aspettazione, avuto riguardo alle
difficoltà del tempo corrente per il prolungamento di una guerra colossale, in cui le gesta gloriose‘equilibransi collo più terribili sofferenze,
e per le tristissime risultanti circostanze che impongono alla beneficenza pubblica doveri maggiori.
Società Biblica Bntannica ed estera. — Seduta
del 2 maggio. — Introiti. — I doni e le soscrizioni ammontarono alla somma di fr. 1,622,000:
vendite di libri santi, fr. 1,490,000 ; fondi speciali e Nuovi Testamenti cinesi, fr. 288,000:
totale, fr. 3,400,000. Il numero intero di esemplari messi in circolazione quest’anno giunge ad
1,450,876; in confronto dell’anno scorso, v’ha un
aumento di 83,348 esemplari. Fra i numeri parziali pubblicati noteremo i seguenti : La Francia
ebbe 109,235 esemplari; la Prussia orientale 32,000;
il Belgio 27,000; la Svizzera e il nord dell’Italia,
compresi gli Stati Sardi, 25,639; l’OIanda 20,000;
S. Pietroburgo 6,818; Sierra Leone 5,000. La società collocò a Costantinopoli un agente, confidandogli quanto concerne la distribuzione delle
Sauté Scritture in questo campo cosi importante
della Turchia, della Crimea e delle provincie
Danubiane; due venditori sono in attività, l’uno
presso le truppe francesi, l’altro presso le inglesi.
Durante l’anno, 198 nuovi comitati furono aggiunti al novero delle Società ausiliario ed oggidì se ne contano 3313.
Sovietàde’Trattatireligiosi.— Seduta del 1 maggio. — Introiti.— Doni e soscrizioni fr. 2,155,000.
— NeH’elenco delle spose figurano doni gratuiti
di pubblicazioni della Società per una somma di
fr. 254,500. — Le operazioni di questa Società
abbracciano tutto il mondo: ell’ha stampato, nell’anno, in 112 lingue o dialetti, e il numero di
copie delle opere religiose d’ogni specie pubblicate ascese a 28,292,194; in guisa che nello spazio
di 56 anni, sia co’ jiropri torchi, sia col concorso
di altre società analoghe, ella produsse un totale
d'esemplari di circa 673,000,000. — Uno fra i discorsi più interessanti pronunciati in questa riunione, fa quello del missionario Gill, di Rarotonga, isola, trent'anni or sono, di selvaggi e
cannibali, dove l’apostolo della Polinesia, Wil
liams, perdette la vita cercando di farvi penetrare
il Vangelo. — Loistesso Gill alcuni anni addietro
portò a Rarotonga i primi trattati che la Società
vi mandò : in seguito ella stabili colà una stamperia, che al presente è in piena attività, ed il
lavoro tutto è fatto da giovani della generazione
posteriore alla caduta degli idoli. II frutto di tali
fatiche è stato benedetto in guisa che ne risultò
una completa rivoluzione nello stato spirituale
del popolo di Rarotonga, il quale or trova le sue
gioie nella predicazione de) Vangelo e nella lettura de’ libri di preghiera e utili che i missionari
han preso cura di comporre per lui; forse non vi
sono in quest’isola venti famiglie che non abbiano
adottato il culto domestico il mattino e la sera;
il genio per la musica sacra è soprattutto sviluppato negli isolani, e la Società li forni d’un libro
di cantici.
Società delle Missioni episcopali. — Seduta del
1 maggio. — Introiti.—In Inhhilterra, franchi
2,183,500. Allestero, fr. 423,000. — L’opera di
questa società mostra un progresso sostenuto ;
ell’ha oggidì 189 missionarii ministri e 1747 cooperatori d’ogni classe. Le 121 stazioni contano
17,889 comunicanti. Tutti questi numeri sorpassano quelli degli anni precedenti.
Società delle Missioni di Londra. — Seduta del
10 maggio. — Introiti —Circa fr. 1,500,000. Questa società mantiene 160 missionarii in varie parti
del mondo; ne ha, per esempio, 15 nella Cina,
ed impiega egualmente nelle sue missioni circa
600 cooperatori indigeni, per l’apparecchio dei
quali fondò case di studio nella Cina, nelle
Indie, e nelle isole dell’oceauo Pacifico: vi si
trovano circa cento alunni. Si può misurare il
frutto del lavoro dal fatto che le isole del Pacifico hanno versato nella cassa della società Biblica, per compera di libri santi, fr. 71,700 ed
altre somme sono in viaggio.
— Un giornale inglese annunzia che a Roma
si fondò or ora un nuovo collegio onde pcovvedere’ringhilterra di preti, e soccorrere quegli
inglesi che passano al romanesimo. Un dottore
inglese raccoglie già, per tale oggetto, fondi nella
Gran Bretagna che dev’essere, senza dubbio,
oisar sensibile alle sbllecitudini dei settatori del
papa. Questo collettore è munito, com’è giusto
di commendatizie di molti vescovi romani.
Allkmagna.—La questione del lotto e dei giucchi di sorte comincia ad agitare l’Allemagna. Là
Prussia si mostra disposta a procedere con rigore contro questo flagello, e la Dieta di Francoforte ha domandato un’inchiesta in proposito.
Questo movimento è il frutto della discussione
e d’una memoria che hanno occupato l’assemble*
deH'Alleanza ecclesiastica a Francoforte l'anno
scorso. '
Amkr.ica. —Otto fra le Società religioso elicsi
riunirono in assemblee generali annuali a Nuo^%
•Tork ottennero in cumulo, durante l’anno, dollari
1,495,000, cioè 7,800,000 franchi di offerte volontarie.
— Scrivesi da Albauy che il sentimento pubblico diventa negli Siati Uniti sempre più illuminato e fermo contro ia grande piaga della
schiavitù.
—Uu giornale del Canadá ci riferisce la repentina morte di Daniele Gavin, anticamente uno
de’missionari Vodesi. Egli aveva ricevuto l’ordinazione anglicana dal vescovo di Quebec ed era
diveutato il pastoie di uu piccolo gregge di Ca
nadesi cattolici-romani, che hanno abbracciato
il Crislianesimo evangelico nel seno della chiosa
episcopale d’Inghilterra.
BOLLETTmO POLITICO.
Fu notificato al nostro governo da quello d'Inghilterra che sino dal 27 maggio scorso tutli i
porti, seni e baie del golfo di Finlandia sono
rigorosamente bloccati dalle forze navali di S. M.
Britannica e di S. M. l’imperatore de'Francesi.
—Assicurasi che sia venuto l’ordine per telegrafo di mandare in Crimea i cannoni del nostro
celebre Cavalli che hanno una portata sicura di
cinquemila metri.
— Il municipio di Torino decretò di ospitare
le lapidi commemorative dei Toscani, morti nella
guerra dell’indipendenza italiana, sotto l’atrio del
palazzo municipale, in vicinanza alla lapide dei
Torinesi già collocata: le lapidi toscane trovavansi nel municipio di Firenze, e vennero trafugate affinchè non fossero rapite dagli Austriaci,
come rapirono quelle che erano in Santa Croce:
è da due anni che Torino ne divenne il geloso
custode, e ciò onora grandemente la nostra capitale.
— La Presse annunzia che a Marsiglia giunsero ordini per apparecchiare l'imbarco di altri
40 mila uomini ; e l’Indèpendance dice che al ministero della guerra si fanno i quadri per inviare
in Crimea 80 mila soldati.
— Si dice che la leva per l’anno corrente in
Francia sarà di 140 mila uomini e che si preleverà un secondo decimo di tassa di guerra su
gli introiti delle contribuzioni indirette.
— Le Cortes in Ispagna hanno approvato il
decreto che porta la riserva dell’armata a 60,000
uomini.
— In Germania si spingono alacremente i lavori di Ulma; circa 1800 lavoranti, in gran parte
mur^lori. attendono alle fortificazioni.
— A Londra un' interpellanza fu indirizzata
nella Camera dei Comuni a lord Palmerston riguardo alla riduzione dell’armata austriaca; la
risposta che diede non è mollo soddisfacente,
che cioè il governo austriaco abbia dovuto congedare* una parte del suo esercito per considerazioni sanitarie. •
— In Crimea un luogotenente piemontese, il
signor Landriani, recatovisi per assistere alla
guerra come amatore, nella battaglia di Baiaclava lauciossi nel folto della mischia insieme
colla cavalleria inglese, e fu colpito da una palla
che gli fratturò una coscia: è sotto cura da sei
mesi, ed havvi speranza che guarirà; va poi dicendo : 0 Io zoppicherò sempre con piacere fin« che mi ricorderò la carica dei dragoni inglesi».
— Finora i nostri soldati in Crimea non sostennero fatti d'arme, perchò ogni volta che vanno
in cerca dei Russi, questi si ritirano.
— Da Cronstadt un vapore inglese porta in
Inghilterra 44 macchine infernali colà prese.
GroMNO l>unienlco gerente.