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*TÌ
ECO
DELLE VALU VALDESI
IBLlOTiiCA VALÙSSE
0066 TOPRE PEILICE
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno 111 - Num. 50
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Torre Pellice, 20 dicembre 1974
Amm.: Via Cavour, 1 bis - 10066 Torre Pellice - c.c.p. 2/33094
Messaggio del Moderatore Aldo Sbatti
Come testeigereno Natale
di fronte alla sfida della secolarizzazione
e alle mistificazioni della "festività" ?
In questi ultimi decenni, l’indagine storica prima e poi gli interrogativi posti dalle varie correnti
di pensiero che sono confluite nel
movimento della « secolarizzazione », ci hanno resi attenti alle mistificazioni della « festa » di Natale.
Ne abbiamo preso atto non senza notevoli difficoltà. Per il nostro
popolo, il Natale è realmente divenuto altra cosa da quello che
avrebbe dovuto essere. Per molti
nostri contemporanei il Natale è
semplicemente una occasione per
evadere almeno per un breve tempo dalla dura realtà cotidiana.
Le nostre comunità devono rendersi conto di come facilmente il
Natale possa essere banalizzato,
svuotato del suo preciso significato per la fede. Così, mentre ci prepariamo al Natale come singoli
credenti e come comunità, dovrebbe essere presente in noi tutti « timore e tremore », poiché
non siamo mai abbastanza vigilanti contro il pericolo di rendere
vano per noi e per il nostro popolo l'avvenimento che a Natale
ricordiamo con tanta naturale
commozione.
L’incontro
Secondo la
il nostro Dio
rivelazione biblica,
è un Dio che « viene » verso l’umanità, che non l’abbandona. Nel canto delle creature celèsti.; al momento della natività è detto che Dio « gradisce »
la nostra umanità, viene a noi in
Cristo per soccorrerci, salvarci.
Gesù è questo movimento di Dio
verso l’uomo. Egli è l’Emmanuel:
« Dio con noi ».
Una delle tematiche centrali del
Natale è proprio l’annuncio di
questa iniziativa di Dio di incontrare l’uomo, di interpellarlo nella sua realtà di creatura che soffre perché dominata da un potere di iniquità che l’opprime e condiziona. Questo incontro può essere determinante per Tiiomo, può
mutare radicalmente la sua mentalità ed i suoi piani. Natale è molto concretamente questa possibilità d’incontro, questa occasione
di lasciarci interpellare dal Signore perché Egli pronunzi una parola vera sulla nostra esistenza.
Quando Egli ci incontra, prende
la parola in modo sovrano e libero ed è dall’ascolto di questa parola che può scaturire il «nuovo»
nella nostra esistenza.
Quanto siamo insensati! All’avvicinarsi del Natale noi predisponiamo una quantità di incóntri,
alcuni puramente convenzionali,
altri certo più validi nell’ambito
della famiglia, ma quanti di noi
si preparano « con timore e tremore » all’incontro del Signore
che viene a noi?
Il confronto
Questo incontro ha primaria
importanza. Ma sarebbe un ridurre la portata del messaggio di Natale il metterne in luce solo questo aspetto. Come già annunciavano le antiche profezie e come
Gesù stesso afferma, precisando
il mandato ricevuto dal Padre, il
Signore è venuto « per evangeliz
zare i poveri... a bandir liberazione
ai prigionieri ed ai ciechi ricupero della vista; a rimettere in libertà gli oppressi » (Luca 4: 18).
Tutta la tematica che riguarda
il nostro « essere per gli altri »,
ci trova particolarmente attenti.
Il Natale, l’avvenimento della
« incarnazione », pone al credente
una nuova esigenza: quella di ricercare, nello spirito del Signore,
un diverso rapporto con l’uomo.
Il mandato che Gesù ci ha affidato è chiaro: essere nel mondo degli strumenti suoi di liberazione.
Ma come risponiJere.,a questa esigenza? Come essere inseriti nella
storia quali testimoni dell’evangelo? Qrbene, nel nostro impegno
per liberare l’uomo da ogni condizionamento ed oppressione, anzi quanto più abbiamo compreso
che l’evangelo ci costringe ad essere dalla parte dei diseredati e
dei « minimi », tanto più dobbiamo confrontare il movente della
nostra azione ed i modi del nostro
« servizio » per l’uomo, con il modo come il nostro Signore ha
adempiuto la sua missione nel
mondo. Questo confronto diventa
sempre più urgente per chiarire il
senso e la portata delle nostre
scelte e dei nostri interventi nella
storia del nostro tempo.
Alcune indicazioni quanto mai
significative ci vengono offerte
proprio dal modo in cui è avvenuta l’incarnazione ed altre ancora più chiare dal modo in cui il
Signore ha adempiuto la sua missione.
Quando la Parola incarnata ha
posto per un tempo la sua tenda
fra noi (Giovanni 1: 14), la dimora della Parola fatta carne è stata umile come la tenda del beduino nel deserto.
Il Signore assumendo la condizione umana, l’ha accettata totalmente. Egli non ha rivendicato la
propria dignità, la propria « gloria », ma « annichilì se stesso
prendendo forma di servo e dive
nendo simile agli uomini » (Filippesi 2: 5). Il suo « essere per l’uomo » si è attuato in una partecipazione diretta alla condizione dei
poveri e disprezzati del suo tempo. Il suo « servizio » per l’uomo
ben può essere caratterizzato dal
suo rapporto con il lebbroso: Egli
« non è venuto — dice l’evangelo — per essere servito ma per
servire e per dare la sua vita... ».
Una esistenza che’si dona a tutti
senza alcuna esclusione: anche a
Giuda Egli lavò i piedi.
Un confronto leale, continuo,
con il modo in cui il Signore è
stato per gli altri, per liberarli e
soccorrerli, si impohe ad ognuno
di noi e questo confronto non può
avvenire se non con « timore e
tremore ».
La proclamazione
del messaggio
In determinate situazioni può
avere significato anche quella che
è stata chiamata la « predicazione
implicita ». Ma tutti abbiamo la
sensazione che il tempo è ormai
« abbreviato » I pericoli cui l’umanità va incontro sono talmente
reali e incombenti che è giunto il
momento in cui l'annuncio del
messaggio delTevangelo deve essere proclamato apertamente,
senza pudori o complessi derivanti dalla sempre possibile sua strumentalizzazione. E poiché siamo
nel tempo di Natale, sia proclamato apertamente e con franchezza il messaggio: « Non temete,
perché ecco vi-reáy ilibuon annun^
zio di una grande allegrezza che
tutto il popolo avrà: Oggi nella
città di Davide vi è nato un Salvatore che è CNsto, il Signore ».
Siamo debitori di questo annuncio al nostro popolo. Il nostro
popolo non deve essere ulteriormente privato della conoscenza di
questo messaggio che è potenza
di liberazione, di questo annuncio che solo può far rinascere alla speranza che è in Cristo.
Il venir meno alle esigenze di
« servizio » che dobbiamo compiere nel mondo, è certamente
grave infedeltà al mandato ricevuto da Cristo, il non proclamare
con franchezza il messaggio di
salvezza e riconciliazione dell’evangelo, può essere molto concretamente, nel nostro tempo, il peccato « contro lo Spirito Santo »
del quale Gesù parlava con sconcertante severità. Aldo Sbaffi
Il governo uruguayano
sospende le pubblicazioni
del “Mensajero Vaidense”
Al momento di andare in macchina
apprendiamo che con decreto del 6
dicembre il presidente uruguayano J.
Bordaberry ha sospeso le pubblicazioni del « Mensajero Vaidense », il mensile delle chiese valdesi nell'area rioplatense, che si pubblica a Paysandù.
Il motivo della misura — il direttore
è sotto processo — è dato dal fatto
che nel numero del luglio scorso si faceva menzione di un articolo apparso
sulla « Luce », nel quadro della discussione relativa alle manifestazioni delT8° centenario: in un articolo, G. Girardet aveva fra l’altro proposto che
in quest’occasione le chiese valdesi offrissero fondi per aiutare i detenuti
politici del Vietnam, del Cile e dell’Uruguay, e che si vendesse qualche edificio ecclesiastico inviando il ricavato
al Consiglio ecumenico delle Chiese
per il suo programma a favore dei
movimenti di liberazione.
Nel decreto del 6 dicembre, agli artt.
1 e 2, sono contenute affermazioni infamanti contro il Consiglio ecurnenb
co, i suoi organi, i suoi dirigenti; si
afferma che esso incoraggia l'attività
sovversiva a livello mondiale. Fin dal
1962 è stato diretto da « il marxista
nordamericano E. Carson Blake » e
ora da « Philip Potter che si fa propagandista del caos e dell’anarchia per
la rivoluzione sociale, favorendo sempre e ovunque la sovversione globale
nei cinque continenti ».
Il 16 dicembre Alan Brash, vicesegretario generale del CEC ha inviato
al presidente Bordaberry un telegramma nel- quale si domanda « il rispetto^
della libertà religiosa, della libertà di
informazione e dei diritti umani delle
chiese efo persone che in Uruguay sono in relazione diretta o indiretta con
il Consiglio ecumenico », e_ si chiede
una rettifica entro 15 giorni, riservandosi altrimenti di intentare azione giudiziaria tramite gli organi delTONU, e
delTOSA (Organizzazione degli Stati
Americani), strumenti che sono stati
ratificati dall’Uruguay.
Daremo, nel numero prossimo, più
ampia informazione su questa vicenda
che illumina una volta di più i metodi
di un regime dittatoriale.
C’E’ SEMPRE QUALCHE ERODE
Per i cristiani del Ciad
è tempo di persecuzioni
Il Ciad, la repubblica che si trova al
cuore dell’Africa centro-settentrionale,
è uno dei paesi delTAfrica francofona
in cui gH' strascicln- d« còlomaiis-mo
si prolungano maggiormente. Il regime del presidente N’garta Tombalbaye, originario del meridione del paese, animista, si regge in forte misura
grazie al permanere di militari francesi e ad aiuti deH’ex-metropoli. Egli
deve infatti fronteggiare da anni forti
gruppi di ribelli, che si reclutano sopratutto nella parte musulmana della
popolazione, anche etnicamente diversa dal gruppo al potere. Ancora nei
giorni scorsi la stampa ha riferito di
scontri fra le forze governative e i lo
Uno sceneggiato su Mese
alla televisione italiana
Da Domenica 22 dicembre la televisione
italiana trasmetterà sul programma nazionale, in sette puntate, lo sceneggiato: Mosè: la
legge del deserto, una ricostruzione dell’Esodo. Sarà protagonista l’attore Burt Lancaster.
Nutriamo sempre un certo sospetto — spesso
più che giustificato alla prova dei fatti —■
su queste “ricostruzioni bibliche". Staremo a
vedere.
MEDITAZIONI D’AVVENTO
LA STELLA
(Apocalisse 1, 7)
DEL MATTINO
« lo sono la radice e la progenie di Davide, la lucente stella mattutina»: questa è l'ultima presentazione
che Gesù fa di se stesso nell'ultimo libro della Bibbia. La
lucente stella del mattino è un'immagine per dire che la
venuta di Gesù segna la fine della lunga notte dell'umanità e l'inizio di un giorno nuovo. Le stelle splendono di
notte ma Gesù si paragona a una stella del mattino per
far capire che non è più notte fonda : « le tenebre stanno
passando, e la vera luce già risplende » (I Giovanni 2:8).
I primi cristiani hanno visto in Gesù una luce in
grado non soltanto di illuminare la notte ma anche di
farla passare e trasformarla in giorno. Il cristianesimo
non è un illuminismo, non è una visione o concezione
del mondo. E non è neppure una questione privata dei
cristiani i quali, anche nella notte, ci vedono. I primi
cristiani non han detto: Gesù è la nostra luce, ma: Gesù è la luce del mondo.
Che cosa han dunque visto In lui di tanto potente
da trasformare la notte in giorno, così da poter paragonare Gesù a una stella del mattino, non della notte?
Han visto amore. Tutto il resto è secondario. E si son
detti : questa è una svolta nella storia, l'aurora di un
mondo nuovo. Questo amore ci fa passare dalla notte al
giorno, inaugura una nuova epoca umana. « Chi ama il
suo fratello dimora nella luce e non v'è nulla in lui che
lo faccia inciampare»: ehi ama, non sbaglia. «Ma chi
odia il suo fratello è nelle tenebre e cammina nelle tenebre e non sa ov'egli vada, perché le tenebre gli hanno accecato gli occhi» (I Giovanni 2: 10-11): ehi non
ama, non vede. L'unica cosa veramente nuova nel mondo è l'amore. I primi cristiani l'hanno visto apparire e
vivere concretamente in Gesù e perciò hanno riconosciuto in lui la lucente stella del mattino, che annunzia
la fine della notte e l'inizio del giorno.
Non è un caso che colui che si paragona a una lucente stella mattutina dica anche di sé: «lo son la
radice e la progenie di Davide », cioè la mia provenienza non è solo celeste ma anche terrestre. Gesù non ci lascia scrutare solo il cielo: egli «scende dal cielo» (Giovanni 6: 33). Menzionando Davide, Gesù ci invita a considerare anche la storia : « la verità germoglia dalla terra » (Salmo 85: 11 ). Gesù è figlio di Dio ma anche figlio
dell'uomo. I pastori han dapprima guardato in alto verso
gli angeli messaggeri di Natale, ma poi, per vedere Gesù,
han dovuto guardare in basso, in una mangiatoia. 1 magi
han dapprima guardato in alto verso la stella misteriosa,
ma poi, per vedere Gesù, han dovuto guardare in basso,
in una casa qualunque. Natale significa proprio questo:
chi vuole scoprire Gesù non guardi troppo in alto, guardi
piuttosto in basso.
Paolo Ricca
ro ausiliari francesi, da un lato, e i
guerriglieri delle « Forze popolari di
liberazione », dall’altro.
Forse per affermare il radicaméiitb
indigeno del proprio regime e per "coprire” Tappoggio Straniero, il presidente Tombalbaye ha rilanciato lo « yondo », un rito di iniziazione tribale degli adulti, prima rimesso in vigore
(era stato vietato ed era caduto in disuso durante il periodo coloniale) e
poi reso obbligatorio, lo scorso agosto, nel quadro di un’ambigua "rivoluzione culturale” ciadiana. Segregati
durante 45 giorni, gli iniziati sono sottoposti a tutta una serie di prove "purificatrici” che devono trasformarli in
"véri uomini”.
I cristiani costituiscono il 5% della
popolazione (4 milioni di abitanti), il
52% sono musulmani, il resto animisti
0 adepti di antichi culti pagani. I cristiani del Ciad si trovano dunque oggi,
come fra Tincudine e il martello, presi fra l’ostilità delTtsIam e il ritorno
ufficiale alle tradizioni africane pagane, sostenute pbn o^i mezzo dal potere al governo. Ed è venuto, per questi cristiani, il tempo della persecuzione.
Le notizie filtrano con molta difficoltà da questo appartato e segreto paese sahariano, ma l’attenzione si è concentrata su di esso, almeno in Francia,
in occasione della visita ufficiale del
presidente Tombalbave a Parigi, a metà novembre. In quell’occasione il segretario deH’Alleanza evangelica francese è stato ricevuto dal capo di Stato
africano e gli ha ricordato la gravità
della situazione dei cristiani nel suo
paese. Subito dopo, in una conferenza
stampa, N. Tombalbaye ha smentito
le notizie affermando che non erano
stati resi di pubblica ragione « né i
nomi delle vittime, né i persecutori, né
1 luoghi in cui si sarebbero svolte tali
persecuzioni ».
L’Alleanza evangelica francese ha
immediatamente reagito con questo
comunicato, diffuso a Parigi il 21 novembre U.S.: lo pubblichiamo più avanti, riprendendolo da « Réforme » del 7
dicembre.
Lo stesso giorno, sempre a Parigi,
la Lega internazionale contro il razzismo e l’antisemitismo ha affermato in
un comunicato che i tredici pastori di
primo piano della Chiesa battista sono stati passati per le armi nel 1973 e
che numerosi cristiani sono stati sepolti vivi; altri, feriti a morte, sono
morti senza cure nella savana. Secondo resoconti ancora diffìcilmente verificabili di rifugiati dal Ciad oltre 120
pastori e laici indigeni sarebbero stati
passati per le armi nel Ciad dal novembre 1973, da quando cioè è iniziata la "rivoluzione culturale”. Ambienti
bene informati segnalano che la morsa si stringe sempre più su coloro che
si oppongono, in nome dell’Evangelo,
allo « yondo » e che sono per questo
perseguitati, torturati e uccisi. In molti villaggi la chiesa è scomparsa, di(continua a pag. 2)
2
pag. 2
N. 50 — 20 dicembre 1974
Lettura di stol'ia
. lU . , • •'l»'»- Il J W
(segue da pag. 3)
Nuoro, 1807 - Roma, 1876), bella figura
di prete patriota e democratico. Di
grande interesse documentario, il Diario è presentato da imo studioso recentemente scomparso. Bruno Josto
Anedda, introdotto e curato da Carlino Sole e Tito Orrù. Per contrapposto a questo lavoro scientifico, vorrei
pure accennare a una recente pubblicazione, che si presenta come « romanzo», edita da Mondadori: Cinque
bombe per l’Imperatore, di Guido Artom. È im romanzo, sì;, che narra la
vicenda di Felice Orsini; i monologhi
interiori, le descrizioni sgorgano evidentemente dall’immaginazione garbatissima dell’autore; ma la base documentaria è così precisa, come si può
vedere in trasparenza, che si tratta
quasi di un godibile libro di storia.
La cesura del 1870, messa in rilievo da Maselli per le vicende degli evangelici « liberi », coincide anche a un
dipresso, com’è noto, con la svolta che
porta il movimento operaio in Italia,
dalla prevalenza mazziniana, a quella
socialista-anarchica in cui hanno larga parte i seguaci di Bakunin. Gli ultimi due decenni dell’800 vedono poi
svilupparsi anche in Italia, in misura
significativa, quell’economia industriale che comporta la formazione di una
consistente massa proletaria. Correlativamente gli internazionalisti italiani
evolvono verso indirizzi politici più
affini a quelli prevalenti nell’Europa
occidentale. Si colloca fra il 1880 e il
1920 l’indagine sociologica svolta da
Arnaldo Nesti in Gesù socialista. Una
tradizione popolare italiana; altro volume della Claudiana, comparso già
da qualche mese, ma del quale, per
colpa mia, 1’« Ebo/Luce » non ha finora dato una recensione, né tale potrà
dirsi propriamente questo accenno. Ma
so che nel frattempo il volumetto ha
avuto ottima accoglienza e larga diffusione, e veramente le merita per il
vivo interesse che presenta la raccolta (contenuta in 130 pp. sulle complessive 243 del volume) di testi anarchici e socialisti; poesie popolari, opuscoli, articoli di giornale. Alla raccolta è premesso un saggio sociologico
che intende identificare il significato
dell’anticlericalismo popolare, comune
denominatore dei testi riportati, appunto con la figura di un « Gesù socialista » : « esperienza collettiva... che...
introduce nel vivo di una fenomenologia religiosa, comunemente deformata
e sottovalutata».
Non è facile, per chi si abitua a ragionare storicamente, seguire il filo
del ragionamento sociologico, che si
sposta rapidamente fra tempi e per
luoghi diversi. Né bisogna pensare che
l’anticlericalismo popolare sia un affioramento soltanto proprio della fine
dell’800. Basterà ricordare, in proposito, quanto diceva, degli abitanti di
Montevarchi in Toscana, un rapporto
di polizia del 1835 (citato nel recente,
bel libro di Franco Della Feruta su
sinsrszsumsijunsmsínsíiísiimnmisíiumiínsmnsíjñisíjrasisísmsisinsisiminsirisamsin
Leggendo
il sermone
sul monte
Chi cerca trova
« Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; picchiate e vi
sarà aperto; perché chiunque chiede riceve, chi cerca trova, e
sarà aperto a chi picchia » (Matteo 7; 7-8).
Questa volta il "buon senso” umano non può fare a meno
dal classificare il Signore Gesù fra i pazzi e i visionari, o per
essere proprio indulgente, come un illuso e un inguaribile ottimista, del tutto fuori dalla realtà. La triste esperienza umana è
qui a provare che assai di rado chi chiede riceve, chi cerca trova,
e, se imo picchia alle dure porte dei suoi simili, non gli viene
aperto se non a prezzo di molta insistenza e fatica.
Ma che cosa chiedono gli uomini? Che cosa cercano? E dove
vogliono entrare? Che cosa li spinge a chiedere e cercare? Che
cosa desiderano? Qual’è l'impulso che li muove nel desiderio e
nella ricerca? Naturalmente sempre e solo un impulso egoistico,
che non sa cercare se non quello che falsamente la natura umana ritiene buono, seinpre e soltanto quello che può affermare ed
accrescere la nostra persopalità con gli,,elemept;.di qpesta terra:. _
successo, ricchezza, prestigio,'e soprattutto possesso, padronanza non solo sulle cose, ma persino e specialmente sul prossimo,
sugli altri uomini e donne. Ma sono queste veramente e sempre
cose buone? cose che scendono dall’alto, e che ci fanno abitare
fin d’ora nell’altro mondo, nel Regno di Dio? Sono cose che il
Padre celeste ci può dare? Perché il Signore Gesù, seguitando il
discorso, dice: « Se dunque voi che siete malvagi, sapete dare
buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei
cieli darà egli cose buone a coloro che glielo domandano! » (Matteo 7: 11). Dobbiamo dunque cercare e chiedere « cose buone »,
dobbiamo cercare di entrare sempre e soltanto nel Regno dei
cieli, adesso, subito, perché è il solo vero bene che possiamo avere. Se lo vogliamo davvero, il Signore ci dice che ci sarà aperto,
che ci è già aperto. E come lavoreremo meglio, anche sulla terra, quando saremo veramente cittadini dèi Régno che non avrà
mai fine!
SCELTE
« Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che porta alla perdizione, e molti sono quelli che
entrano per essa. Stretta invece è la porta, ed angusta la via che
mena alla vita, e pochi sono quelli che la trovano » (Matteo 7: 13-14).
Agli uomini naturali piacciono le strade larghe, nemmeno le
autostrade sembrano loro abbastanza larghe, ed insistono perché diventino sempre più larghe. Si guasta il paesaggio: e che
importa? La natura non è al servizio dell’uomo che può rovinarla a suo piacere? L'importante è correre, correre sempre più
veloci; così si afferma la personalità. « Com’è bravo! Ha messo
mezz’ora da Milano a Torino ».
Anche qui il Signore Gesù rovescia le preferenze dell’uomo.
« Non cercate le porte e le strade larghe; preferite quelle strette ». Il solito guastafeste. È così comodo andare, anche a piedi,
per le strade larghe. Sono così belle le porte alte, larghe e maestose. A passarci ci si sente più grandi. (Sempre l’affermazione
della personalità). Non importa che cosa si sarà dopo, non importa la meta ultima di quella bella strada larga. Adesso, qui ed
ora, è piacevole andare su di essa. Chi conosce il futuro?
Il Signore Gesù Cristo sa dove conducono tutte le strade degli
uomini, anche prima che siano fatte. Tutte le opere degli uomini
hanno per scopo la loro gloria, la loro affermazione. Non importa che siano giuste od ingiuste: basta che siano convenienti. Solo così si vìve bene. Ma la parola del Signore Gesù Cristo, il Rovesciatore, dice invece che così si muore. « Chi vuol salvare la
sua vita la perderà ». E non vale che gli uomini si affannino a
persuadersi del contrario. Siamo posti davanti ad una scelta:
morire oggi per vivere in eterno; vivere oggi per morire in eterno. Non c'è altra alternativa. Naturalmente, morire, in questo
significato, vuol dire rinunziare a tutto quello che ci soddisfa
solo per adesso, che non ha in sé il fondamento dell’eternità, che
non dura per l’eternità. In molte nostre azioni può essere un seme di durata, di sicurezza, di tutto quello che, lo sappiamo o no,
cerchiamo sempre invano.
Il Signore voglia guidare le nostre scelte con la forza della
sua Parola.
Lino De Nicola
Mazzini e i rivoiuzionari italiani);
« Son tutti di un colore, e, inclusive i
bambinetti che vehgon su, azzardano
proposizioni contro i preti, e contro
chi comanda, e mettono in ridicolo
Santa Filomena e altre cose sante di. cendo che son tutti botteghini di preti
'e cose simili»... Ma per quanto scarsi
siano i miei strumenti nel campo specifico in cui si muove l’autore, a me
pare che le sue deduzioni siano corrette, e tali le hanno ritenute recensori più di me autorevoli. Ed è veramente molto interessante constatare in
quegli scritti, ormai lontani da noi,
affiorare popolarrnente un vero così
lontano, tante volte insegnato di nuovo, tante volte nuovamente dimenticato, che ogni volta, si deve riconquistare con fatica : la presenza di Gesù dalla parte degli oppressi.
Ancora qualche breve segnalazione
prima di concludere. A proposito di
anarchici, vorrei segnalare, a chi segue con partecipàzione sul piano storico i dibattiti politici della sinistra,
la raccolta di scritti di Francesco Saverio Merlino (1856-1930), pubblicata
recentemente in sedizione economica
da Feltrinelli, a éura di Nicola Tranfaglia : libro che accosta le rifiessioni
di Merlino alla si|a parabola politica,
e può suscitare oggi nuove rifiessioni.
Allo sbocco dato da Lenin e dalla
Rivoluzione d’ottobre, dai suoi successivi sviluppi, al movimento operaio, ci
portano le relazioni raccolte sotto il
titolo Problemi di storia dell’Internazionale comunista, frutto di un convegno tenutosi a Torino nel 1972, e da
poco pubblicate à cura della Fondazione Einaudi. Il Curatore del volume,
Aldo Agosti, presenta ora il primo volume di una raccolta ragionata di testi sullo stesso argomento, pubblicazione degli Editori Riuniti, comparsa
in questi giorni ifi libreria; La Terza
Internazionale. Storia documentaria.
Ne parleremo una prossima volta, allorché, come è prevedibile, al primo
faranno rapidaménte seguito gli altri
volumi.
Augusto Comba
RECENSIONI: '
Storia dei Valdesi, Claudiana, Torino
1974: voi. I, À. Momitt, Dalle origini all’adesione alla Riforma, pp. 370, L. 7.000; voi. II,
A. Armano Hugon, Dal sinodo di Chanforan
all’Emancipazione, pp, 327, L. 6.000; D. MaSELLi, Tra risveglio e millennio. Storia delle
chiese cristiane dei Eratelli (1836-1886), Ed.
CÌlaudiana, Torino 1974, pp. 330, L. 5.000.
SEG-NALAZIONI:
Storia d’Italia, Ed. Einaudi, Torino 197374 : voi. I, I caratteri’ originali, pp. 1074, L.
15.000; voi. Ili, Dot primo settecento alVunità, pp. 1544, L. 20.000; voi. V. I documenti,
2 tomi di Compì, pji. 2172, L. 30.000; F.
Furet, D. R!ichet, Im rivoluzione francese,
tradì it.,; Ed. LatérzàT Rari 1974, pp. 684, L.
9.0.00; AA. yV., Macini e la 'Polonia, Czytéinià "tSqfekà',;’Wa?^wa-'Ràriu Ì973, pp. 100,
s.i.p.; P. SanfilipPo, Le vicende elettorali
di G. Mazzini, Cèntro napoletano di studi
mazziniani, Napoli 1974, pp. 55, s.i.p.; G.
Asphoni, Diario pieliticai ,1855-1876, profilo
biografico di B-JorM Àfedda, introd. e nòte di C. Soie ,e T.:|OrrÌÌ,i voi. I (1855-1857),
« i^llectanèa Oòndìtana » (Facoltà di scienze
politiche di Cagliari), Ed. Giuffré, Milano
1974, pp. 689, L. iLoOO; G. Ahtom, Cinque bombe per l’imperatore. Ed. Mondadori, Milano 1974, pp. 358, L. 4.000; A. Nesti,
Gesù socialista. Una tradizione popolare italiana, lìd. Claudiana, Torino 1974, pp. 243,
L, 2.900; F. Delia Feruta, Mazzini e i
rivoluzionari italiani, Il “partito d’azione”
1830-1845, Ed. Feltrinelli^ Milano 1974, pp.
468, L. 6.000; F. S. Merlino, L’Italia qual
è. Politica e Magistratura. Fascismo e Democrazia, a cura di N- Tranfaglia, Ed. Feltrinelli, Milano 1974, pp. 370, L. 3.500; AA.
VV., Problemi dell’Internazionale comunista,
a cura di A. Agosti, Fondazione L. Einaudi,
Torino 1974, pp.-353, s.i.p.; A. Agosti, La
terza Internazionale. Storia documentaria.
Editori riuniti, Roma 1974, voi. I in 2 tomi
indivis., pp. 880 e 329, L. 9.000.
Notiziario Evangelico Italiano
Il Centro Evangelico di Solidarietà
di Firenze ha avuto in ottobre la sua
Assemblea. Poiché il C.E.S. è l'espressione delle Comunità evangeliche fiorentine, è stato fatto un appello alle
chiese affinché partecipino il più attivamente possibile al lavoro di questo.
Sei sono le denominazioni rappresentate : la Chiesa Battista, Metodista,
dei Fratelli, Episcopale Americana,
Valdese, Riformata Svizzera. I servizi svolti dal Centro sono: sociale, assistenziale, scuola (elem. e media),
servizio informazioni turistiche riguardo alle comunità evangeliche. E a
questi si è aggiunto da poco il « Posteggio» per disadattati, il quale cerca di mettere insieme ogni pomeriggio alcune persone che si sentono depresse ed evitate dagli altri aiutandole a riprendere fiducia nella vita. Si
pensa di creare per il « Posteggio »
anche un piccolo laboratorio artigiano per avviare queste persone al lavoro.
Esiste al Centro anche una biblioteca di quasi 1000 volumi che si vorrebbe accrescere e rendere pubblica
nel rione di S. Croce, facendola anche sede di riunioni di informazione
popolare.
Per tutte queste attività occorrono
fondi, e gli aiuti di ogni genere (anche vestiario, biancheria, coperte,
mobili, giornali, riviste, libri) saranno accolti con riconoscenza.
Centro Ev. di Solid., Via Manzoni
21, 50121 Firenze, c.c.p. 5/20840.
Un agricoltore solitario è Paolo Rosa di Firenze, che vive attualmente
nel villaggio di Petifù, in Sierra Leone (Africa), dove ha fondato una
scuola di agricoltura in una zona dove le condizioni economiche sono disastrose. Egli ha seminato riso e altre
cose e queste colture cominciano a
dare frutto. Lavora insieme con la
gente del villaggio e vive con loro,
per loro. È un missionario laico. Ogni
aiuto che si vuole inviare a questo
agricoltore solitario, anche sementi,
può passare per il C.E.S. di Firenze.
Casa Materna di Portici, con i suoi
bambini, si prepara a festeggiare il
Natale con gioia. Ricordiamo che questa casa vive di doni e i doni possono
essere inviati a : Casa Materna, 80055
Portici, c.c.p. 6/3886.
L'Editrice Uomini Nuovi pubblica
un libretto della Collezione « I tascabili eun » intitolato Quando i Coreani
pregano di Kurt Koch. Dopo un breve
riassunto di storia politica della Corea, l'autore, che vi è stato due volte, parla del risveglio religioso di
quel paese tormentato, diviso in due
dal 38° parallelo e dove — secondo
Kurt Koch — i cristiani pregano ancora.
Inda Ade
FACCIAMOLI
LEGGERE
Sempre appassionanti per i ragazzi sono le avventure siotterranee nei misteri delTinterno della terra. L’austriaco Wilhelm Meissel con Una traccia nella caverna (Ed. La Scuola, Brescia, 1.500), premiato con il « Città di Vienna » e
l’OeS’terreicher Staatspreis », fa un bel racconto dove i tratti psicologici dei vari
personaggi danno all’avventura il suo significato.
Non abbiamo spesso dei libri australiani. Nei suoi «Delfìni d’acciaio» Bompiani ci fa conoscere Ivan Southall in La buca della volpe (L. 1.200), un libro che
in Australia ha vinto il massimo premio per la letteratura infantile ed è stato
tradotto in 18 lingue, fra cui la nostra. lÈ un romanzo molto fine, si ambienta
nella brughiera australiana e culmina nel momento in cui l’avidità -deH’oro si
bilancia con la salvezza di un ragazzo precipitato in una voragine. Da questa
lotta morale nasce la validità della storia.
Fra tutta la serie degli Oscar Mondadori (L. 600-800) che si presenta in una
veste allegra con copertine invitanti, rie segnaliamo alcuni: Jean George, La casa
nell’albero, sìrapeitìcsi storia di un ragazzo che passa un anno a contatto oon la
natura, scavandosi la casa in un vecchio tronco e vivendo alla Robinson, di ciò
che trova. Utilissimo per imparare segreti di campeggio e notizie riguardo animali e piante. W. Price, Verso il buio dei grandi abissi, è fantascienza sottomarina: in una città costruita sotto la Grande Barriera Corallina australiana due
ragazzi conducono delle ricerche naturalmente originali e interessanti per chi ama
la vita che è nel mare. Invece H. Beam Piper, Il piccolo popolo, è fantascienza su
un pianeta lontano, in un anno lontano, fra creature strane. La fantascienza è la
fiaba dell'età della tecnica. Carlo Moriondo, Hanno rapito la Juve, riguarda i tifosi. Il redattore capo di « Stampa Sera » scrive una buffa faccenda che sarebbe capitata alla Juventus mentre giocava in America.
Charles Boardman Hawes, La fregata nera (Mondadori, L. 2.500) fa parte di
una Collana in cui Mondadori si propone di presentare, oltre i classici letti e
riletti, autori meno noti in Italia. Questo Ch. Boardman Hawes, americano, ha
una fertile immaginazione e quando il figlio gli chiede: « Dov’è l’avventura? », risponde: « Dietro ogni angolo ». Con questa premessa, il libro — di avventure piratesche al tempo di re Carlo e di Cromwell — si annuncia ricco di movimento
e di brio e i ragazzi possono vivere con passione queste avventure. Ma il libro
ha anche il suo messaggio e oltre le vittorie di mare propone anche delle vittorie più profonde, del proprio cuore, che rivelano una ricchezza maggiore. L’autore
ha avuto nel 1923 il più ambito premio per la letteratura giovanile americana.
Berta Subilia
Persecuzioni contro i cristiani nei Ciad
(segue da pag. 1)
strutta. Negli ultimi giorni sono stati
espulsi numerosi missionari francesi
e svedesi. Invece due missionari protestanti svizzeri, arrestati il 19 novembre, sono stati rilasciati in seguito a
un secco intervento presso le autorità
del Ciad da parte deH’ambasciatore
svizzero a Lagos (Nigeria).
UN COMUNICATO
DELL’ALLEANZA EVANGELICA
FRANCESE
Il pastore Pierre Widmer è stato ricevuto a lungo dal sig. Tombalbaye,
martedì 19 novembre. Il passo aveva
lo scopo di attirare l’attenzione del presidiente Tombalbaye sulla situazione
tragica dei cristiani nel Ciad e per
chiedergli di rispettare la libertà di coscienza cessando di imporre loro l’iniziazione.
Tale pratica non può infatti essere
giustificata in nome della fede cristiana. All’opposto, fin dai principio il cristianesimo, l’Evangelo di Gesù Cristo
chiama i’uomo ad abbandonare ogni
pratica pagana, ogni tipo di occultismo, per vivere nella fede nel solo Salvatore, nel solo Signore.
Tutta ia Bibbia si oppone al culto
degli idoli, aiia magia, alie pratiche degli stregoni; il suo insegnamento esige
dall’uomo che appartenga a Dio totalmente, corpo, anima e spirito.
Un cristiano non può quindi, in buo
na coscienza, partecipare a cerimonie
pagane, anche se sono ordinaté dalio
Stato. Perciò tanti cristiàrii sono stati
perseguitati daila Roma pagana e nei
corso dei secoli. Perciò oggi ve ne sono tanti che soffrono nei paesi d-sii’Est. E così pure nel Ciad numerosi
cristiani evangelici hanno dovuto soffrire da un anno e hanno pagato con
la vita ii rifiuto di rinnegare la loro
fede e la loro promessa di fedeltà a
Gesù Cristo.
Si conoscono nomi, luoghi e circostanze ben precisi. Non sono stati resi
di pubblica ragione per prudenza. Ma
il presidente Tombalbaye sa benissimo
ciò che è accaduto a Doba e nella regione, a Madana, a Kara, a Kokau, nel
distretto di Ter etc.
Da parte sua l’Alleanza Evangelica
Francese ha espresso al presidente della Repubblica Francese la propria inquietudine circa la situazione religiosa
nel Ciad:
DICHIARAZIONE
DELL’ALLEANZA EVANGELICA
TRASMESSA AL PRESIDENTE
DELLA REPUBBLICA FRANCESE
31 ottobre 1974
Signor Presidente,
nel momento in cui sta per incontrare il presidente Tombalbaye della
Repubblica del Ciad, ci permettiamo
di attirare la sua attenzione sulla situazione difficile che devono affrontare
i credenti evangelici di quel paese, e
di cui la stampa e la radio si son fatti
l’eco.
È in corso una rivoluzione culturale
tendente a rendere obbligatorie cerimonie di iniziazione spesso brutali. In
un discorso pubblico, pronunciato alcuni mesi fa, il presidente Tombalbaye
ha dichiarato che tali cerimonie non
erano incompatibili con la fede cristiana o musulmana. Di fatto, esse comportano spesso pratiche animiste, inaccettabili per cristiani autentici. Finora,
del resto, ci si è ben guardato dal volerle imporre alle popolazioni islamiche del Ciad. Sappiamo invece che cristiani che hanno rifiutato di sottomettervisi sono stati messi a morte, spesso con crudeltà raffinate.
L'Alleanza Evangelica Universale —
fondata nel 1846 — ha sempre cercato
ed è spesso riuscita a proteggere la libertà religiosa di minoranze cristiane
minacciate. In quanto rappresentanti
deli'Alleanza Evangelica Francese abbiamo preso l'iniziativa di rivolgerci a
lei. Signor presidente, perché intervenga presso il presidente Tombalbaye in
favore dei nostri fratelli perseguitati.
È certo che la sua alta autorità potreb^
be contribuire utilmente a fare ristabilire nel Ciad una vera libertà religiosa, conforme alla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo.
Gradisca, Signor presidente, l’espressione della nostra più alta stima.
A nome dell’Alleanza Evangelica
Francese,
il presidente
André Thobois
3
r
20 dicembre 1974 — N. 50
Valdese un po’ sciovinista, quando ho creduto di avere scoperto
o studiato qualcosa d’interessante mi sono affrettato a darne notizia ai lettori di questo settimanale, cominciando da quando 33 anni
fa Davide Bosio mi pubblicò un articolo nientemeno che su Schopenhauer,
per giungere a una serie di articoletti
nel genere « vaticanista » scritti anni
fa quando studiavo il cattolicesimo
postconciliare, e cos'i via.
Ora che sono un modesto professionista nel campo della storia specialmente del Risorgimento, vorrei una
volta al mese riferire su letture m libri di storia recentemente pubblicati,
magari semplicemente segnalandoli, o
facendo notare per quali aspetti possono interessare gli evangelici in quanto
tali, e s’intende in quanto partecipi
della vita politica e culturale del nostro tempo. Spero che non spiacera
un tono di familiare conversazione,
con variazioni, quand’è il caso, verso
il serio o verso il frivolo ma non
troppo.
LETTURE DI STORIA
a cura di AUGUSTO COMBA
Tutti dicono che l’interesse per la
storia è crescente in Italia, e basta a
confermarlo il notevole successo di
una bella e impegnativa pubblicazione
com’è la Storia d’Italia Einaudi, che
verdeggia ormai negli scaffali di numerosi lettori.
Ha destato anche interesse il fatto
che quest’opera sia stata presentata all’estero in luoghi cos''; diversi come
Oxford e Varsavia, e non ha guastato,
per suscitare l’interesse del pubblico,
che ci sia stata anche qualche polemica fra gli storici, sulla formula scelta
da chi l’ha diretta. Sono finora usciti il
primo, il terzo e il quinto volume, quest’ultimo in due tomi. Sta per uscire
o sta uscendo il secondo, e questo mi
darà occasione di riparlarne per disteso nel prossimo articolo, forse anche
a lettori che nel frattempo ci avranno
fatto un pensierino é‘àvranno approfittato del periodo naifalizio per regalarsela o per farsela regalare.
Questa volta farei "ùn torto al mio
dichiarato sciovinisrnó valdese se non
dedicassi lo spazio che mi si concede
anzitutto a un carnet piuttosto nutrito
di cose da segnalare nell’ambito delle
nostre pubblicazioni.
La nuova “Storia dei vaMesi”
Eccoci dunque a parlare della nuova Storia dei Valdesi, prevista in tre
volumi. La Claudiana che la pubblica
ha compiuto buona parte della bella
impresa, ed offre già i due primi : Dalle origini ail’adesione alla Riforma, di
Amedeo Molnar, nella traduzione di
Luigi Santini; Dal sinodo di Chanforan all’Emancipazione, di Augusto Armand Hugon. Il terzo sarà opera di
Valdo Vinay e si pensa che possa comparire fra circa un anno.
L’argomento era troppo importante
per parlarne genericamente. E poiché
mi sembra che quando un lavoro è importante e ci tocca da vicino si debba
dare la parola, per un intervento critico, a uno specialista autorevole, ho
chiesto al prof. Giuseppe Ricuperati,
che insegna Storia moderna all’Università di Torino, di parlarne ai lettori dell’« Eco/Luce » in forma d’intervista (e ho scelto a ragion veduta uno
studioso di storia moderna anziché un
medievalista, dato che finora per ovvie ragioni il primo volume, che in parte è la versione italiana de Les Vaudois
au Moyen âge di Gönnet e Molnar
uscito in precedenza, ha già goduto di
maggior copia di commenti).
Eccomi dunque in presenza del prof.
Ricuperati, il cui volto simpatico incorniciato da una barba nera che lo
fa rassomigliare un po’ a Fidel Castro
è ben noto ai frequentatori dei convegni storici di Torre Pellice, e gli
chiedo :
• « Che cosa mi dici della nuova
“Storia dei valdesi” edita dalla
Claudiana? ».
« Bene, confesso di aver letto la nuova storia dei Valdesi — presentata
dalla Claudiana — in modo alquanto
disordinato. I miei interessi in qualche
modo professionali mi avevano portato piuttosto verso il secondo volume.
Dal sinodo di Chanforan all’Emancipazione, scritto da Augusto Armand
Hugon, da anni infaticabile promotore
dei convegni di storia religiosa che si
tengono in estate a Torre Pellice. In
realtà dopo la lettura di questo volume, ho sentito il bisogno di ripercorrere la vicenda valdese dalle sue origini e sono stato in qualche modo preso dal fascino della proposta nella sua
totalità. Amedeo Molnar, che è uno
studioso di fama internazionale, aveva
offerto recentemente, insieme con G.
Gönnet, il volume Les Vaudois au
Moyen âge, di cui quest’opera è una
versione ridotta nell’apparato critico.
Per un non specialista, e per di più
non religioso, ma interessato alla storia religiosa come storia sociale, come
sono io, questo volume medievale ha
l’innegabile vantaggio di essere scritto
non dall'interno di un’ottica meramente confessionale, ma di spaziare nella
storia europea, di saper far vivere in
grandi spàzi geografici e concettuali le
vicende di questa originale minoranza
religiosa che nasce nel clima delle sette religiose parallele al francescanesimo. La sfida al costantinianesimo implicita nella proposta valdese prima
della Riforma è ricostruita dallo storico nei due tagli essenziali, quello diacronico e spaziale; dall’iniziativa di
Valdo ai primi contatti con la Riforma; da Lione, di quella che diventerà
la rue maudite, fino a Praga ».
0 « Bene, e ora vuoi parlarmi in particolare del secondo volume? ».
« Con il secondo volume in qualche
modo la storia inevitabilmente si chiude nell’ambito spaziale piemontese,
anche se non mancano i riferimenti
all’esperienza calabrese e ai rapporti con tutti i paesi europei della Riforma che partecipano alla resistenza di
questa piccola comunità oppressa, ma
mai cancellata definitivamente dallo
Stato assoluto. La tecnica storiografica dell’Armand Hugon corre forse il
rischio di essere più interna, condizionata dall’esiguità del mondo descritto — una comunità che oscilla
dai 13.000 ai 15.000 membri — dalla
stessa drammaticità delle vicende, in
cui monotonamente lo Stato assoluto
alterna momenti di passività ostile a
feroci aggressioni. Nel complesso
emerge un documento importante. Armand Hugon ripercorre le vicende
narrate nelle vecchie « Storie dei vaidesi» (in particolare in quella dello
dalla) e rioffre un quadro complessi
vo del rapporto fra una piccola comunità religiosa e la volontà di annullarla da parte dello Stato assoluto.
Dietro il Piemonte infatti c’è il modello francese, che in più di una occasione offre non soltanto l’esempio, ma
anche la forza armata per distruggere
fisicamente la comunità valdese. Anzi,
immediatamente dopo la revoca dell’editto di Nantes l'operazione, come
documenta l’Hugon, stava per riuscire, essendo stata condotta con particolare spietatezza e ferocia. In qualche modo solo la modificazione delle
alleanze diedero un piccolo spiraglio
ai valdesi, che seppero con tenacia riconquistare gli spazi perduti. La protezione dei paesi protestanti e la spregiudicatezza di Vittorio Amedeo II che
aveva bisogno degli inglesi fecero il
resto. Il sovrano piemontese utilizzò
i guerriglieri delle valli, che avevano
fatto una notevole esperienza militare, contro i francesi ».
• «Grazie, e ora vorrei chiederti, riferendomi a quello che hai detto
in principio sul tuo “interesse professionale” per questo volume, di esprimere
quelle critiche ed eventuali divergenze
che uno specialista non può non aver
da dichiarare nei confronti di un altro
specialista. Questo non per indurti a
tormentare Armand Hugon (so la stima e l’amicizia che hai per lui), ma per
un’esigenza generale e una particolare.
La prima riguarda l’esercizio dell’indagine storiografica, in cui per tante ragioni succede quasi sempre che i meridionali studiano il Sud, i . toscani la
Toscana, i marxisti il movimento operaio, i cattolici il movimento cattolico.
i valdesi il movimento valdese; e quando è possibile far emergere spunti dialettici, confrontandosi con chi ci guarda dall’esterno, bisogna approfittarne.
La seconda è che per noi valdesi tutta
questa Storia nel suo insieme (già lo
si è visto nei dibattiti sul medioevo) risponde a un’esigenza di ricupero, in
profondo, d’identità, è un punto di partenza necessario per procedere oltre nel
nostro cammino ».
« Ecco, io allora direi, proprio a proposito di ciò di cui parlavo poco fa,
che i rapporti fra Piemonte ed Inghilterra sulla comunità valdese forse potevano essere maggiormente documentati. Ho notato in questo caso l’unica
pecca bibliografica di un testo per il
resto molto ricco e pieno di confronti con il dibattito generale. Su Molesworth (e non Malleswort) e la sua mediazione a favore della comunità esiste un articolo di F. Venturi, che poteva dare indicazioni abbastanza significative. Inoltre alla Biblioteca nazionale di Torino nelle carte Berta, bibliotecario del Sovrano piemontese, ci
sono numerosi riferimenti (per quanto ricordo) sulle successive conferenze sul problema valdese da parte degli
esperti piemontesi.
Un fatto indicativa sullo stesso problema; Vittorio Amedeo, diventando
re, aveva sentito il ¡bisogno di essere
esaltato in una storia' che superasse
quella puramente cronologica e medaglionesca che gli aveva fornito l’abate
di Lavriano. L’incarico era stato affidato ad un pr£ffès,saré napoletano,. Bernardo Lama, che aveva partecipato
alle riforme scolastiche ed insegnava
nella nuova università. Questi nella
sua Histoire de la maison de Savoye
(che doveva sostituire il Guichenon)
chiama i valdesi brigants. Il Mellarède, uno dei più importanti funzionari
del periodo, censurando il manoscritto, dice che bisognava togliere l’espressione, perché le potenze protestanti, alleate al Piemonte (siamo alle soglie
della guerra di Successione polacca)
avrebbero potuto risentirsi.
A proposito delle scuole, forse sarebbe interessante vedere come i vaidesi abbiano reagito alle riforme scolastiche di Vittorio Amedeo II. L’Hugon dà parecchi dati suH’800, ma probabilmente il problema si sarà posto
anche nel ’700, quando il Piemonte
creò una fitta rete di scuole secondarie in tutto il territorio. Non si tratta
di una implicita critica, ma piuttosto
di una curiosità che può essere indicativa dell’interesse con cui ho letto
questo testo. Anche i rapporti fra comunità valdese e Illuminismo, a cui
l’Armand Hugon aveva già prestato
attenzione, meriterebbero di essere approfonditi e in qualche modo collocati in un ambito anche più vasto. Alle
origini dell’Illuminismo italiano c è la
figura di Radicati di Passerano, un
piemontese che partendo da una società arretrata come era lo Stato sabaudo della sua giovinezza, respirando
probabilmente un clima nuovo legato
anche alle riforme del 1720, si apre al
deismo e finisce protestante, dopo aver
scritto i Discours che sono uno fra i
documenti più radicali del deismo europeo. C’è poi il contatto con Ginevra, in cui il rinnovamento teologico
in senso « sociniano » apre importanti
contatti con la cultura italiana (cfr.
per esempio la « Bibliothèque italique», a cui collaborarono Vernet e
Turrettini — i pastori cari al Ruifini
__ e che segue le vicende culturali e
politiche del Piemonte).
0 « Conclusione? ».
« Nel complesso si tratta di un’opera che ripropone sinteticamente un
contributo (che non è mai stato marginale) della storiografia valdese a
quella italiana ed europea. Anche il
materiale iconografico è di notevole
interesse e fa partecipare a queste vi<
cende, che il Molnar ha saputo narrare forse con maggiore ampiezza di
prospettive, e che l’Armand Hugon ha
ripreso con .una partecipazione simpatetica jiiù tradiziohàlè, ma che nòn toglie efficacia al quadro d’insieme ».
Protestanti e Risorgimeiito
In qualità di lettore che ha avuto
occasione, per gentile concessione dell’editore, di leggere in manoscritto il
lavoro di Armand Hugon già alquanto
tempo fa, col risultato di rettificare
imprecisioni di altri autori sui temi da
lui trattati, debbo aggiungere, oltre all’attestazione di validità già recata da
Ricuperati, l’attestazione della piacevolezza ed essenzialità della narrazione, e poiché in quella lettura apprezzai fra l’altro sotto questo aspetto il
capitolo sul periodo della Rivoluzione
francese, vorrei, prima di passare ad
altra pubblicazione della Claudiana,
menzionare, per coloro cui interessa
l’argomento, la comparsa in traduzione italiana, pubblicata nelle edizioni
Laterza, di una storia della Rivoluzione francese di F. Furet e D. Richet ;
lavoro importante, che spero di recensire prossimamente altrove.
In piena età delle rivoluzioni, dagli
anni 30 del secolo scorso, si avvia una
vicenda che particolarmente ci interessa, quella che Domenico Maselli, per
la Claudiana,, ha esposto nel terzo volume testé uscito della collana di « Storia del movimento evangelico in Italia » ; Tra risveglio e millennio. Storia
delle chiese cristiane dei Fratelli (18361886).
È abbastanza noto che le Chiese cristiane dei Fratelli si rifanno a un movimento religioso sorto in Inghilterra
appunto negli anni dopo il 1830, moviniento che ebbe il suo centro più rigoglioso a Plymouth. Da cui (malgrado la successiva amplificazione e diversificazione, a seguito della quale il
termine non sempre risulta preciso) il
nome di « plymoutisti » che venne dato loro. All’origine di questo movimento religioso, che contrappose al razionalismo e al latitudinarismo della Chiesa d’Inghilterra di quel tempo un acceso spirito millenaristico, una fervida dedizione cristiana d’individui e di
comunità, fu la predicazione di Edward Irving, di Francis William Newman (fratello di quel John Henry che
risolse una crisi analoga aderendo al
cattolicesimo, di cui divenne il più cospicuo esponente nell’Inghilterra delr800), e di alcimi altri, fra cui John
Nelson Darby, personalità assai forte
e rilevata, assai più radicale e intransigente degli altri capi del movimento.
I suoi seguaci pertanto, nella misura
in cui effettivamente si potevano chiamare « darbisti », avevano la tendenza
a contrapporsi e staccarsi da tutte le
altre confessioni, comprese le comunità « plymoutiste ».
In Italia il movimento ebbe come
suo massinào esponente il conte Piero
Guicciardini, di antica e cospicua famiglia fiorentina. Accanto a lui il più
tenace animatore delle « Chiese cristiane libere» fu Teodorico Pietrocola
Rossetti, assai bella figura di credente, nato negli Abruzzi e partecipe a 23
anni dei moti del ’48-’49 a Naijoli e a
Livorno, poi a quanto pare della resistenza popolare al colpo di stato autoritario di Luigi Napoleone Bonaparte
nel dicembre 1851, quindi esule in Inghilterra, dove entrò a far parte del
gruppo di emigrati che, passati all’evangelismo, redigevano 1’« Eco di Savonarola », infine per invito del conte
Guicciardini tornato in Italia nel ’57
per dare impulso ad Alessandria a
quella Chiesa cristiàna libera. È noto
che nello stesso ambito furono attivi
personaggi di notevole rilievo come
Luigi De Sanctis, Bonaventura Mazzarella e Vincenzo Albarella d’Afflitto.
La vicenda delle Chiese cristiane libere è molto complessa, si sparpaglia
in varie parti d’Italia, specialmente in
Piemonte, in Toscana, nelle Puglie, è
appoggiata all’estero da gruppi inglesi
e ginevrini (e, dopo il 15 aprile 1860,
anche Nizza, altro centro che appoggia i Fratelli, diventa estero). Dal 1870
ventidue comunità locali si uniscono
per formare la « Chiesa cristiana libera in Italia» di cui ha fatto la storia
Giorgio Spini in L’Evangelo e il berretto frigio ; altre trenta chiese, quasi tutte in Piemonte e in Lombardia, rimangono allo stato di comunità autonome, anche se in qualche modo collegate attorno a Rossetti e Guicciardini,
venendo « sempre più a qualificarsi come plymoutiste, puf essendo attaccate
con violenza dai settari seguaci del
Darby ». Dopo la morte di Rossetti
nel 1883 e di Guicciardini nel 1886 si
conclude la fase « risorgimentale » in
senso lato di queste comunità. Com’è
noto, l’autore del libro, Domenico Maselli, oltre a insegnare Storia medioevale airUniversità di Firenze, è attivo come « operaio » in uno dei raggruppamenti in cui si collegano le comunità attuali.
n compito certamente quanto mai
arduo di raccogliere in una descrizione sufficientemente, completa e omogenea fatti e interpretazioni riguardanti persone così molteplici e diverse e
cinquant’anni e più, è stato assolto da
Maselli con maestria, certamente grazie a un impegno di lavoro rilevantissimo, come si deduce anche dai numerosi riferimenti alla consultazione di
archivi in luoghi diversi e alla ricca e
talvolta rara bibliografia costantemente indicata in appoggio alle tesi svolte.
Così,', malgrado la complessità del disegno e la rapidità della lettura, posso
dire di aver chiaro un argomento di
cui sapevo ben poco e che, come me,
interesserà praticamente tutti gli evangelici italiani; anche perché i discendenti spirituali, o per via di generazione, dei personaggi anche secondari
della storia si sono a loro volta sparsi e rimescolati nella diaspora evangelica italiana e sono presenti spesso
anche in comunità diverse da quelle
dei « Fratelli ».
Critiche? Se ne debbo fare, mi pare
di poter dire due cose. L’argomento
così attraente e ricco delle correnti religiose nell’Italia e nell’Europa dell’80O farebbe desiderare che l’autore ci
dicesse talvolta qualcosa di più (non
che non ne parli, comunque) dell’humus sociale e politico su cui s’impianta l’impulso millenarista dei « Fratelli ». All’origine delle meditazioni di Irving e degli altri iniziatori del movimento, spiega Maselli, sta la medita
Dai rivoluzionari
alla Rivoluzione
pag. 3
zione del gesuita cileno Manuel de Lacunza, trasferitosi a Imola nel 1772, le
cui opere profetiche ed apocalittiche
traducono le inquietudini del tardo
Settecento. Ora, quando queste opere
vengono meditate in Inghilterra intorno al 1830, anche l’isola britannica è
investita dal soffio rivoluzionario di
quegli anni. La ripetuta menzione della città di Bristol ci fa pensare agli
« incendi di Bristol », di cui parla sovente Mazzini, alludendo ai tumulti
che in quella città, a fine ottobre del
1831, segnarono il punto più acuto di
una crisi politica, che fu quasi una rivoluzione. Cos'„ le propensioni rnillenaristiche dei contadini piemontesi che
accedono al messaggio di Rossetti e
degli evangelisti plymoutisti maturano in una atmosfera collettiva, non
certo puramente psicologica e individualistica...
Ma mi rendo conto che l’autore nori
avrebbe potuto conseguire una cosi
robusta sintesi se si fosse abbandonato via via alle suggestioni interpretative.
Un secondo ordine di critiche potrebbe toccare stuccature marginali,
di dettaglio, su fatti e personaggi dell’epoca. Per esempio, alle pp. 154-5, si
dice; «la massoneria, di cui il Rattazzi era esponente, si trovava ad avere
più punti in comune con gli evangelici
di chi, come il Cavour, in sostanza registrava con fatica e con profondo disgusto il tentativo di propagandare
nuove fedi nel paese »; Su questo pimto sarebbe da dire che TepOca in cui
sono significative le connessioni massoniche di Rattazzi e Cavour (e quelle di quest’ultimo non sono meno rilevanti di quelle di Rattazzi) non è ancora quella in cui le connessioni massoniche diventano più significative per ■
il movimento evangelico nel suo insieme ; quel più tardo ’800 in cui si ha il
fenomeno del « massonevangelismo »,
di cui già parlava Gangale in Revival.
Come si vede, però, i miei rilievi andrebbero su circostanze assai poco note e in parte ancora inesplorate. E così dirò che il Jean-Pierre Comba cui si
accenna im paio di volte, principale
esponente del gruppo darbista di Angrogna, non è poi un personaggio cosi
isolato che non se ne possa dire qualcosa di più. È tempo che tutti sappiano l’orribile verità : quel Comba, già
maestro di scuola (régent) in Angrogna, che si fece darbista e teneva riunioni di settari nella sua casa ai Jouves, altri non era se non il padre di
Emilio Comba, il distinto storico e pastore valdese che spesso compare in
altre pagine del libro di Maselli ; il
nonno, quindi, di Ernesto Comba, professore di teologia e moderatore valdese. Ahimè s\, e un altro figlio di
Jean-Pierre, Adolfo, pure lui pastore
nei Grigioni poi a Genova quindi direttore della Casa delle diaconesse, ebbe a sua volta una discendenza di pastori benissimo inseriti nella struttura
ecclesiastica valdese. Ecco una prova,
fra tante possibili, di quello che dicevo
circa l’interesse per tutti i rami del
protestantismo italiano della storia di
quei millenaristi, che pur negavano di
essere protestanti.
Tornando a considerazioni più importanti sul libro di Maselli, ancora
questo vorrei dire ; il riserbo dello storico, la serietà di un narratore che ha
ben presente il contenuto religioso delle cose di cui parla, necessitano im tono « oggettivo », distaccato. Ma non
tanto che non ne traspaia, e non sia
deducibile dai fatti medesimi — l’evangelista Gaetano Giannini che, dopo
aver rischiato il linciaggio a Barletta,
di nuovo lo rischia, tranquillo, a Terlizzi; lo stillicidio dei tumulti popolari contro gli eretici ; gli operai che perdono il lavoro, i braccianti che non
vengono più ingaggiati — l’intensità
spirituale che si cela in tutto questo.
Così la spoglia descrizione delle « àgapi » (gli « evangelisti » arrivano da lontano per ferrovia, o su carri, da paesi
diversi del Piemonte, della Lombardia,
della Liguria; hanno con loro le donne e i bambini; si adunano, pregano,
cantano, celebrano la Santa Cena,
pranzano insieme, stanno insieme fino a sera; nei giorni seguenti gli
« operai » discutono i problemi ecclesiastici) suscita im quadro indimenticabile. E i nomi di tanti paesetti, persi fra le colline o nella pianura, fanno
immaginare quei contadini che, mentre lavorano solitari, vedono talvolta
sull’orizzonte e sentono in cuore i segni della speranza, della salvezza che,
alla fine, verrà.
deirSOO
d’Ottobre
Prima di abbandonare i temi risorgimentali per passare ad altri più vicini a noi vorrei nuovamente accennare ad alcune pubblicazioni recenti e
degne di nota.
Non propriamente recente è un opuscolo su Mazzini e la Polonia pubblicato nel 1973 a cura della « Sala di lettura italiana» di Varsavia, contenente
i saggi, tradotti in italiano, di quattro
studiosi polacchi. Ma sono grato a un
noto studioso del valdismo medievale, il prof. Romolo Cegna, componente dell’Istituto di cultura italiana a
Varsavia, che me ne ha inviato alcimi
esemplari. Infatti, avendolo distribuito fra i principali mazzinologi torinesi, ho constatato che nessimo ne ave
gruppi cosìi frastagliati, suirarco di va notizia. E qui lo segnalo agli altri
studiosi cui possa interessare. Agli
stessi studiosi segnalo un opuscolo del
pastore Paolo Sanfllippo, Le vicende
elettorali di G. Mazzini, a cura del
Centro napoletano di studi mazziniani, opuscolo che mi propongo di recensire in altra sede.
Così,, certi personaggi che fanno la
loro comparsa nel libro di Maselli,
Monsignor Carlo Emanuele Muzzarelli, Pietro Sterbini, già figure rilevanti
nella Repubblica romana, e che poi,
esuli, si accostano alle Chiese cristiane libere, compaiono, con numerosi altri, in una pregevole pubblicazione
scientifica della Facoltà di scienze politiche di Cagliari, il Diario politico
1855-1876, di Giorgio Asproni (Bitti,
(continua a pag. 2)
4
pag. 4
N. 50 — 20 dicembre 1974
NATALE ’74: MESSAGGIO
DEL SEGRETARIO GENERALE DEL CEC
Un tempo di ravvedimento
Confrontiamo seriamente il nostro stile di vita con
quello di Colui che essendo ricco, se fatto povero
per noi, per arricchirci con il suo impoverirsi
Generalmente si considera Natale un tempo di festa. È la fiera
annuale delle nostre società consumistiche. Ma quest'anno sarà più
che mai un tempo di fame per milioni di uomini.
Durante tutto il 1974 siamo stati costretti ad acquistare coscienza delle minacce che gravano sulla sopravvivenza della razza umana.
Sappiamo che più della metà della popolazione umana è sottoalimentata. Quattrocentosessanta milioni di uomini, di donne, di bambini
sono minacciati dalla fame e dalla morte. Le risorse del mondo sono
spietatamente sciupate dalle nazioni ricche e dai ricchi delle nazioni
povere. L ascesa dei prezzi, risultato di una penuria reale o provocata, ha determinato ovunque un’inflazione galoppante incontrollata.
La speculazione monetaria ha fortemente aggravato la situazione, impedendo praticamente ai paesi e ai popoli più poveri di farvi fronte,
o anche soltanto di riguadagnare il loro ritardo. La recessione economica, la xenofobia di cui sono vittime i lavoratori stranieri, l’agitazione politica e sociale, il dominio crescente del totalitarismo in numerose parti del mondo, la violenza e l’oppressione hanno segnato, nel
corso di quest’anno, la nostra vita quotidiana.
Il 1974 è stato pure un anno in cui si è imposta pubblicamente
all’attenzione delle nazioni la questione della violazione dei diritti
dell’uomo, il bisogno di sostituire all’affrontamento la collaborazione
promuovendo Un órdine economico internazionale più giusto, l’urgenza dei problemi della povertà in relazione con la sovrapopolazione,
soprattutto nelle regioni sottosviluppate, e infine la crisi alimentare
mondiale. Abbiamo pure avuto la nostra parte di catastrofi naturali,
che hanno danneggiato sopratutto coloro che erano meno preparati
ad affrontarle o a sopravvivere loro.
Questa più viva coscienza delle condizioni d’esistenza dei nostri
fratelli urnani dovrebbe forzarci a rivedere la nostra falsa interpretazione dell evento di Natale. Il nostro Signore non è venuto rivestito
dell’opulenza^ del potere e del prestigio divini. È nato in una stalla,
poiché non c’era posto nella locanda. È stato un bimbo rifugiato, poiché Erode — il prototipo del tiranno, prodotto dell'insicurezza del
potere ingiusto e cupido — aveva deciso di assassinare tutti quelli che
potevano essere dei liberatori potenziali. In verità, quando l’apostolo
Paolo lancia un appello ai Corinzi sediziosi perché sostengano i fratelli più poveri di Gerusalemme, si riferisce all’Incarnazione: « Conoscete infatti la grazia del nostro Signore Gesù Cristo: Lui, ricco, si è
fatto povero per amor vostro, affin di arricchirvi con la Sua povertà » (2 Cor. 8: 9). E nella sua lettera ai Filippesi Paolo evoca le cause
fondamentali della situazione tragica in cui ci troviamo, parlando
dell amor di sé e dell’interesse personale che ci spingono a denigrare e a dominare gli altri. Cristo è stato proprio l’opposto, spogliandosi spontaneamente di tutto l’apparato conferito dai privilegi, facendosi uomo, e presentandosi come un servo, uno schiavo.
Natale è, e sarà, spero, quest’anno un tempo di ravvedimento, di
metanoia. Un tempo nel quale saggeremo le nostre vite e quelle delle
nostre società alla luce della vita incarnata di Cristo. Un tempo nel
quale comprendiamo che soltanto una trasformazione radicale delle
nostre mentalità e dei nostri atteggiamenti, quindi dei nostri stili di
vita e delle nostre strutture economiche, politiche, sociali, razziste e
sessiste, ci permetterà di far fronte alle minacce che attualmente planano sul nostro pianeta. Un tempo nel quale ci ricordiamo di queste
parole, con Dietrich Bonhoeffer, incarcerato e condannato dalla tirrannia: «Non è un qualsiasi atto religioso a fare del cristiano quel
che è, bensì la sua partecipazione alla sofferenza di Dio nella vita del
mondo. Questa è la vera metanoia ». Un tempo nel quale, di fronte
alle minacce che pesano sulla nostra sopravvivenza, ci distogliamo
dalla paura, fiduciosi e pentiti, per guardare alla gioia di vivere con
gli altri, e per loro, nella libertà e nell’unità che ci ha portato e ci
porta ogni Natale.
Oggi, mentre ci prepariamo alla 5“ Assemblea del Consiglio ecumenico delle Chiese, che avrà come tema « Gesù Cristo libera e unisce », ricordiamoci che è Dio ad averci mandato, nella libertà del suo
amore, il proprio Figlio affinché egli si unisca a noi e ci liberi dalle
nostre esistenze divise e torturate; rendendoci capaci di unirci ai nostri fratelli umani, grazie a un amore autentico, ad atti di buona volontà coraggiosi e innovatori, nella semplicità e nella spontaneità di
una vita solidale.
Natale è quindi un appello alla metanoia, al vero ravvedimento,
quest’anno, al tempo stesso nelle nostre vite individuali e sociali, in
quanto Chiese e in quanto membri della comunità del Consiglio ecumenico delle Chiese. Ci sia dato, nell’anno che viene, di ricevere la
fede incrollabile che ci faccia portare frutti degni del nostro ravvedimento, nei nostri atteggiamenti, nelle nostre parole e nei nostri atti.
Philip Potter
segretario generale del CEC
llllllilllllllllllllllliiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii;ii
# Il past. Martin Niemöller è stato eletto
presidente della nuova associazione tedesco-occidentale degli obiettori di coscienza,
che raccoglie i circa 25.000 aderenti alla
« Società tedesca per la pace » e la sezione
tedesca deU’«: Internazionale degli obiettori di
coscienza ». La fusione è stata decisa dai 700
delegati delle due organizzazioni riuniti il
24 novembre a Bonn. Pacifista militante e
Premio Lenin della pace, il past. Niemöller
è stato membro della Chiesa confessante sotto
ii nazismo; presidente della Chiesa evangelica di Hessen-Nassau dal 1947 al 1964 e uno
dei sei presidenti del CEC dal 1961 al 1968.
Cristiani per ii sociaiismo?
Missione e servizio ai Congresso
metodista di Gerusaiemme
Gerusalemme (soepi) — « Consideriamo le lotte per la giustizia economica, per la libertà politica e per il
rinnovamento culturale altrettanti elementi nella liberazione totale del mondo attraverso la missione di Dio » —
ha dichiarato il past. Emilio Castro al
Congresso metodista tenutosi a metà
novembre a Gerusalemme. Rivolgendosi ai 2.500 partecipanti venuti da 50
paesi per preparare la campagna
« World Mission 75 », il direttore della Commissione Missione ed Evangelizzazione del CEC ha trattato il tema: « La salvezza oggi — un dibattito
permanente ».
« La salvezza significa novità di vita,
la rivelazione dell’umanità vera nella
pienezza di Dio. È salvezza dell'anima
e del corpo, dell’individuo e della società ». L'evangelizzazione non può essere una fuga nella religiosità; esige
invece una partecipazione alla lotta
per trasformare tutti i fattori alienanti della vita umana.
Rilevando alcune obiezioni mosse
all’evangelizzazione in quanto « esclusivismo cristiano o occidentale », il
past. Castro ha risposto che « l’Evangelo non ci invita a riconoscere la nostra sapienza, bensì a testimoniare di
un dono che abbiamo ricevuto senza
aspettarcelo, per grazia, per portare il
nostro contributo al dialogo fra gii
uomini e al servizio al nostro prossimo, unendoci a lui nel perseguire scopi comuni ».
Per il teologo uruguayano « la predicazione dell’Evangelo cessa di essere esclusivista e diventa credibile quando non chiede nulla per sé, ma conduce gli uomini a Colui il cui stile di
vita si legge nelle mani e nel fianco
trafitti ».
Nel corso della consultazione che ha
seguito il Congresso, i 180 delegati delle Chiese metodiste nel mondo hanno
chiesto uno stile di vita più semplice
nei paesi ricchi e contributi più generosi di aiuto al mondo.« Il sacrifìcio e
CATTOLICESIMO
Questioni di etica
famiiiare a sessuaie
9 L’arcidiocesi cattolica di Sydney (Australia) ha deciso di studiare i motivi
che spingono un numero crescente di minorenni a sposarsi e a divorziare poi entro
breve tempo. Un’indagine statistica ha dimostrato che tra i cattolici del Nuovo Galles del
Sud dal 1967 al 1972 il numero dei divorzi
di cattolici è raddoppiato, e i due terzi di
questi riguardano coppie di coniugi al di sotto dei veut’anni. I sacerdoti deH’arcidiocesi
consigliano di non celebrare i matrimoni richiesti da minorenni anche nel caso che la
ragazza sia incinta.
9 Cattolici newyorkesi hanno contestato
l’ingente somma (4 milioni di dollari,
oltre 2 miliardi e mezzo di lire) destinata al
controllo delle nascite fra i minorenni della
metropoli; i contestatori vorrebbero che la
somma fosse investita in altri programmi sociali.
9 Mons. J. T. McHugh, direttore della
Divisione per la vita familiare della
Conferenza episcopale, USA, ha denunciato
alla magistratura l’uso di due pillole contracettive come contrarie alla legge del Congresso in merito i secondo uno studio condotto in tutto il paese sulla meccanica delle due
pillole antifecondative incriminate, esse non
sono preventive, ma servono a procurare l’aborto e contravvengono quindi alla legislazione sui contracettivi vigente negli USA.
(Relazioni religiose)
Le considerazioni svolte da P. Ricca
sul tema « Cristiani per il socialismo »
(Eco-Luce n. 45) meritano, a mio avviso, maggiore approfondimento, ma
necessitano soprattutto di una chiarificazione preliminare, essenziale, volta
a precisare in modo netto ed inequivocabile, quale sia il vero significato
che si attribuisce al termine « socialismo ». Senza questa precisazione fondamentale e aprioristica ogni discorso
diventa vana esercitazione astratta, utile solo a confondere le idee. A costo
di sembrare noioso, ripeto ora la domanda (già formulata in un mio precedente articolo sulle colonne del giornale): A quale « socialismo » storico e
ideologico, dunque, si riferiscono i fautori del movimento? Oppure a quale
nuovo socialismo — ammesso che esista — essi intendono ispirare la loro
azione?
La bandiera rossa del socialismo è
sventolata da molta gente nei paesi
non (ancora) assoggettati all'ideologia
e alla « prassi » marxista, e da tutti
i popoli a regime comunista (di obbedienza moscovita o cinese od in equilibrio instabile fra i due colossi) ma
non è dato sapere se i « cristiani per
il S. » abbiano fatto una qualche scelta in proposito.
Si può anche dare una risposta generica: che il socialismo significa
« lotta » per il progresso sociale, per
la liberazione dell’uomo (e della donna!) per la vera democrazia, la giustizia, la dignità della persona umana
etc. etc., nonché contro ogni forma di
sopraffazione, di discriminazione razziale e sociale, di sfruttamento etc. In
questo senso, io credo, siamo tutti socialisti.
Oppure si tratta essenzialmente di
lottare contro il « sistema capitalistico-borghese » di stampo liberale, ancora — in parte — in auge in Occidente, per sostituirlo con un « sistema socialista », imperniato — ahimè — sul
capitalismo di stato.
Tutto questo è evidente.
Il termine è quindi non solo generico, ma polivalente ed estremamente
ambiguo tanto è vero che nel nostro
GERMANIA FEDERALE
La “politica religiosa,,
del partito liberale
Bonn {Relazioni Religiose) - Il recente congresso del partito liberale tedesco (FDP) tenutosi ad Amburgo ha approvato con 262 voti a favore, 82 contrari e 4 astensioni, un documento con
il quale viene' proposta una graduale
revisione dei rapporti tra Stato e Chiesa nella loro attuale impostazione e la
realizzazione di un nuovo ordinamento articolato in tredici tesi essenziali.
Nel documento varato dalla FDP
vengono toccate tutte le questioni fondamentali della libertà di fede, della
neutralità dello Stato sul piano religioso-ideologico, della eliminazione di
ogni influenza reciproca tra Stato e
Chiesa. Sulla base di tale impostazione, la FDP sottolinea che il diritto alla libertà di fede comporta anche che
l’appartenere o meno ad una comunità religiosa non debba in alcun modo
divenire fonte di vantaggi o, al contrario, di discriminazioni. Tutti i cittadini, cioè, devono risultare uguali davanti allo Stato, sia dal punto di vista
amministrativo, che legislativo e giudiziario.
Da quanto sopra consegue che devono essere eliminati i privilegi speciali
concessi alle comunità religiose, ma
non ad altre istituzioni laiche, come
pure deve essere abrogata e sostituita
diversamente nell’ambito delle Chiese
la tassa religiosa fino ad oggi in vigore.
Sempre in base a tale principio, i
sacerdoti e i seminaristi, i pastori e
gli studenti in teologia sono tenuti a
prestare servizio militare o civile, al
pari di tutti gli altri cittadini tedeschi.
La neutralità dello Stato deve esplicarsi, secondo le tesi enunciate dalla
FDP,nella astensione da qualsiasi influenza nella sfera della Chiesa, con la
rinuncia, tra l’altro, ad ogni intromissione nella assegnazione degli ulRci ecclesiastici e alla rituale formula del
giuramento di fedeltà alla Costituzione. In nessuna circostanza i cittadini
devono essere indotti a dichiarare la
propria appartenenza religiosa, qualunque essa sia, in modo particolare
all’atto dell’assunzione negli uffici
pubblici o per ■a'walersene come metro di valutazione personale.
D’altro canto, ciascun appartenente
ad una comunità religiosa ha il diritto di decidere liberamente la propria
uscita dalla Chiesa al compimento del
quattordicesimo anno di età, median
le privazioni nei paesi sviluppati sono
inevitabili, se il livello di vita nei paesi in fase di sviluppo deve innalzarsi
senza esaurire la terra », dice il messaggio pubblicato dai metodisti, i quali riconoscono al tempo stesso « il diritto e la necessità, per i popoli oppressi » nei paesi in fase di sviluppo,
di organizzarsi e di lottare per « questa giustizia che è la prova dell'amore
di Dio per loro ».
te una semplice dichiarazione volontaria in tal senso.
Secondo il documento liberale tedesco, affinché sia rispettato pienamente
nelle regolamentazioni e negli usi delle istituzioni federali il principio della
neutralità religiosa-ideologica dello
Stato, è necessario rivedere le varie
formule religiose e i simbolismi attualmente adottati nelle pubbliche istituzioni, quali ad esempio la formula
di giuramento in vigore nei tribunali.
Deve essere, inoltre, rigorosamente
controllata, caso per caso, l’opportunità della presenza della Chiesa, per
mezzo dei suoi rappresentanti, negli
organismi pubblici, quali le associazioni giovanili, le assemblee scolastiche
o i consigli dirigenti della radio e della televisione. Il criterio dovrebbe essere quello di vagliare, in ciascuna circostanza, l’eventuale apporto della
partecipazione della Chiesa nelle varie associazioni in relazione alle funzioni e agli scopi che queste ultime
si prefiggono.
Per quanto riguarda la scuola, il
documento del partito liberale sostiene che gli istituti di istruzione statali
debbono mantenere in tutto il territorio nazionale un carattere di neutralità religiosa e ideologica. Gli studenti
possono a loro scelta assistere alle lezioni di religione o optare ver i corsi
di scienza delle religioni. Non viene,
tuttavia, contestato alla Chiesa il diritto di gestire scuole private. Tutti
coloro, comunque, laici o religiosi,
che operano nel campo dell’istruzione,
della sanità o di altri servizi sociali
e che in tale qualità ricevono sovvenzioni statali, devono essere sottoposti
a trattamenti imparziali e obiettivamente giustificati. Rimane affidata
esclusivamente alla responsabilità della Chiesa l’assistenza morale e religiosa nell’esercito federale e nelle carceri, a opera di sacerdoti scelti e retribuiti dalle comunità religiose alle quali appartengono.
La FDP sottolinea, inoltre, la necessità di giungere con la Chiesa ad un
accordo, in base al quale vengano dichiarati inadeguati i patti statali e i
concordati che attualmente regolano
i rapporti tra Chiesa e Stato. In luogo
di tali sistemi, resi inattuali dal loro
stesso carattere straordinario, dovrebbero essere adottati singoli accordi,
conclusi dopo una approfondita revisione di tutta la materia. La stessa definizione di enti di diritto pubblico
conferita alle chiese risulterebbe impropria in quanto le attività che ad
esse competono non vengono designate dallo Stato. Si dovrebbe, quindi, attribuire alle associazioni religiose uno
stato giuridico più adeguato, sulla base di un nuovo diritto associativo che
tenga conto della sfera d’azione e delle particolarità ideologiche delle associazioni stesse. E. T.
Paese « lottano » (o dicono di lottare)
almeno tre partiti con rappresentanza
parlamentare e parecchi altri gruppi e « movimenti » della sinistra e delTultra-sinistra (Lotta continua, il Manifesto, le Brigate Rosse, Potere operaio etc.). Questi ultimi, anzi, dichiarano — e qualcuno lo dimostra con i
fatti — di voler adoperare ogni mezzo,
comprese le violenze, le rapine, i sequestri di persona, l’assassinio, per
conseguire il fine ultimo che è, appunto, la « rivoluzione socialista ».
Quale scelta fanno i cristiani per
il S.? Quale modello « storico » intendono seguire? Forse nessuno. Può anche darsi. Però, cari amici, se siete
sinceri, dovete ammettere che non potete mettere in disparte i vari « modelli storici » che stanno davanti a noi.
La Rivoluzione d’Qttobre in Russia, la
« lunga marcia » di Mao qualcosa vi
hanno pure insegnato. Esse costituiscono avvenimenti « emblematici » ed
« esemplari » della storia del socialismo nel mondo, o no?
Avete studiato certamente i testi
classici' che debitamente glorificano
questi eventi grandiosi della storia
contemporanea. Ma avete provato a
guardare al di là, oltre le cortine fumogene deU’agiografia ufficiale — per
molti versi assai fuorviante dalla verità — dei sacri testi marxisti-leninisti-stalinisti-maoisti?!
Quanti fra voi hanno letto — cito
un solo esempio che credo valga per
tutti — i due volumi di A. Solgenitzyn
« Il primo cerchio » e « Arcipelago Gulag »?
(Qualcuno, su Nuovi Tempi, ebbe a
scrivere tempo addietro che Solgenitzyn è bensì un « credente », ma dalla
« tipica mentalità borghese » e quindi
non meritevole di attenzione — cito a
memoria —. Queste sono colossali baggianate, nella più benevola delle ipotesi, di qualcuno che non ha letto « Arcipelago Gulag » e non lo ha meditato; se lo ha fatto, è' in assoluta malafede).
Leggano dunque i giovani — e i non
più giovani — questo libro. Si renderanno conto delle proporzioni quasi
inimmaginabili del martirio quarantennale sofferto dal popolo russo nel
« paradiso dei lavoratori », modello luminoso e impareggiabile di libertà, di
giustizia, di progresso...
Ho detto « quarantennale » perché
non è vero (e il libro lo dimostra) che
le fucilazioni in massa, lo sterminio
di decine e decine di milio,ni di uomini, donne e bambini sia stato unicamente opera di Stalin, limitato cioè
al periodò della sua criminale dittatura. Le « eliminazioni » extra-giudiziali,
le fucilazioni, le condanne senza processo cominciarono già con Lenin, per
sua espressa volontà e furono perpetrate anche dopo la fine della guerra
civile. Nelle stragi staliniane, poi, furono dapprima coinvolti i « nemici
della rivoluzione », poi i socialisti democratici, poi i socialisti rivoluzionari, poi gli anarchici, i trotzkisti ed infine anche i buoni comunisti di osservanza bolscevica, soprattutto i capi
della rivoluzione stessa. (Sistemi analoghi, d’altronde, furono seguiti anche
negli altri paesi dell’est europeo egemonizzati dalTU.R.S.S. E le persecuzioni non sono finite neanche dopo la
morte di Stalin, come la cronaca di
questi anni dimostra).
Lettura istruttiva dunque, decisiva,
che fuga ogni dubbio, ogni incertezza, ogni perplessità ed anche ogni residua speranza di trovare qualcosa di
veramente umano in regimi affermatisi all’insegna di una « disumanità »
integrale e della più sanguinaria ferocia.
Non posso, e non voglio, entrare nei
dettagli citando fatti, nomi, cifre di
cui « A. Gulag » offre una vastissima,
agghiacciante e documentata testimonianza. Leggere questo libro significa
scorgere il vero volto di un « regime
socialista » (o che ha profanato, se volete, questa parola).
Scriveva giustamente T. Vinay su
« Notizie da Riesi » (articolo riportato
anche su Eco-Luce) che i lagers sovietici non devono farci dimenticare
le prigioni del Sud-Vietnam. Certo, e
neanche quelli nazisti, né la tragedia
cilena, né l’apartheid sud-africano; ma
neppure queste situazioni, passate e
presenti, debbono farci dimenticare
l’immensità della tragedia del grande
popolo russo.
Aldo Long
Diplomazia e ideologia
L’avvicinamento del Vaticano ai paesi comunisti non diminuisce i contrasti fra marxismo e cattolicesimo, afferma il quotidiano del p. c. magiaro.
Budapest {Relazioni religiose) —
L’organo del Partito comunista ungherese ha affermato che, nonostante
l’atteggiamento più realistico mostrato dal Vaticano nei confronti dei paesi comunisti europei negli ultimi anni, le differenze ideologiche tra marxismo e cattolicesimo non sono diminuite. Il quotidiano comunista aggiunge che attualmente per la Chiesa cattolica è di vitale importanza la ricerca di un compromesso con i paesi socialisti europei. Tale compromesso sarebbe giustificato anche come un passo della diplomazia vaticana a favore
di una maggiore sicurezza europea.
^
5
pag. 5
ETIOPIA
La Conferenza
l’Africa chiede
per i detenuti
Nairobi (soepi) — La Conferenza
delle Chiese di tutta l’Africa (CCTA)
ha chiesto al Comitato rivoluzionario
delle forze armate etiopiche (Derg) di
permettere a osservatori di organizzazioni internazionali di assistere ai faturi processi contro i detenuti. La
CCTA menziona in particolare l’Organizzazione per unità africana (OUA), la
Commissione internazionale dei giuristi e Amnesty International. L’appello
della CCTA chiedeva pure il rispetto
scrupoloso dei diritti degli accusati a
processi equi e a dibattiti pubblici, inclusi il diritto alla difesa e quello a
interporre appello. La CCTA ha inoltre chiesto che « i diritti dell’uomo
non siano nuovamente violati con una
sentenza eccessiva nei confronti di
quanti fossero dichiarati colpevoli ».
Il can. Burgess Carr, segretario generale della CCTA, ha comunicato
quest’appello al Derg nel corso di una
conferenza stampa tenuta a Nairobi
poco dopo la notizia dell’esecuzione
di una sessantina di personalità civili
e militari etiopiche.
« È un’immane tragedia — ha detto
la CCTA — che una rivoluzione, la quale fino all’ultima settimana si era svolta in modo esemplare, degno di tremila anni di maturità politica dell'Etiopia, abbia generato, in un traboccare d’incoerenza e di vendetta, una situazione che potrebbe provocare una
grande effusione di sangue e una guerra civile, questo deterioramento della
situazione deve senza alcun dubbio essere considerato un tradimento della
buona fede rivoluzionaria degli studenti, dei lavoratori e dei contadini etiopici e, come tale, deplorata da tutti
coloro che hanno sperato vedere la fine del feudalesimo e il progresso verso una giustizia politica, economica e
sociale nel paese ».
Il can. Carr ha pure sottolineato che
l’Africa « e di fatto il mondo intero »
temeva per la sorte delTimperatore
Hailé Selassié, « un capo il cui contri
delle Chiese di tutta
processi pubblici
poiiticì
buio all’arbitrato pacifico dei conflitti
in Africa (...) gli aveva valso la più
profonda gratitudine e la più grande
ammirazione dei popoli di tutto il
mondo ».
MAROCCO
La speranza cristiana
in ambiente africano
e musulmano
Marrakesh (soepi) — Messi quotidianamente a confronto con un mondo spesso diverso dal loro, i protestanti del Marocco avevano scelto quale
tema del loro sinodo « Render conto
della speranza che è in noi ». Riuniti il
16 e 17 novembre a Marrakesh, i delegati al sinodo della Chiesa evangelica
del Marocco hanno cercato di formulare una prima risposta allo studio
lanciato, sotto questo titolo, dal Dipartimento Fede e Ordinamento del CEC.
Venuti da Tangeri, Agadir, Kenitra,
Rabat e Casablanca, hanno espresso
l'unanime desiderio di definirsi in relazione al loro ambiente africano e
musulmano. Il dibattito, variamente
orientato, sarà ora portato nelle chiese locali, che proseguiranno lo studio
fino all’aprile prossimo. Il sinodo ha
pure rieletto la commissione esecutiva e il suo presidente, il past. Schmid
di Casablanca. (N.d.r. Ricordiamo che
per vari anni sono stati membri attivi
di questa Chiesa evangelica alcuni nostri fratelli: i coniugi Gönnet a Rabat
e i coniugi Calvetti a Casablanca).
La Federazione
Luterana Mondiale chiede
Rispetto per
i diritti deiruomo
Ginevra (soepi) — « Lo sviluppo della situazione in Etiopia continua ad
attirare l’attenzione del mondo. Le
Chiese della Federazione Luterana
Mondiale (FLM) si associano agli organismi cristiani, ai governi e alle organizzazioni intergovernative che pregano e sperano che i dirigenti di questo paese si proporranno come scopo
costante lo sviluppo di una società
che riposi anzitutto sulla pace, sulla
giustizia e .sui diritti dell’uomo » — è
.detto in un comunicato pubblicato il
3 dicembre dalla FLM e firmato dal
suo presidente, Mikko Juva, e dal co
segretario generale, Albertus Maasdorp.
Ricordando la preoccupazione costante per i diritti umani che la FLM
ha espresso e mostrato a varie riprese, il comunicato prosegue: « Con il
resto del mondo, la FLM è stata prefondamente sconvolta dall’esecuzione
sommaria, il 23 novembre, di ex-ministri, personalità e ufficiali. In piena
coscienza cristiana, essa deplora e condanna in qualsiasi paese misure simili che portano all’esecuzione di esseri
umani privati del diritto a una procedura legale e a un’assistenza giudiziaria ».
Il comunicato sottolinea poi che i
cristiani della famiglia luterana internazionale « supplicano e pregano perché i principi della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo siano applicati nel caso di 'coloro che sono ancora detenuti ». La FLM, che conta 53
Chiese-membro in tutto il mondo,
« chiede con forza che prima di qualsiasi giudizio collettivo o sentenza, sia
rigorosamente dimostrata la responsabilità personale delle persone detenute ».
9 II Segretario generale delTAlleanza universale delle Unioni cristiane dei giovani
(ACDG) ha annunciato che il 23 novembre,
in Etiopia, è stato messo a morte su ordine
del Consiglio militare provvisorio Li] Endalkacev Makonnen, presidente dell’Alleanza
universale dal luglio 1973. Dal 1965 Makonnen era associato all’Alleanza come uno dei
vicepresidenti. Al momento della sua elezione
ala direzione delTAlleanza, era ministro delle
comunicazioni, telecomunicazioni e poste del
governo etiopico. Aveva a più riprese presieduto il Consiglio di sicurezza delle Nazioni
Unite, quale ambasciatore d’Etiopia presso
TONU.
Pollai razionali? No, baraccamenti per operai e minatori neri alla periferia di
apparentemente lindi e funzionali, in realtà squallidi, e recintati. (foto EPE )
Il Sudafrlca si ritira dai Comitato
iotergoveroativo per le mlgrazienì europee
(soepi) — Il governo sudafricano ha
deciso di ritirarsi dal Comitato intergovernativo per le migrazioni europee
(CIME), che aiuta i migranti europei a
installarsi all’estero. Il direttore del
CIME, J. Thomas, ha comunicato la
decisione il 18 novembre, in occasione
della 38* sessione del Consiglio del CIME, e ha dichiarato: « Capisco perfettamente il desiderio dell’Africa del
Le nnzioni unire nonno oiCHinnnro il 1975
9 II Tribunale superiore amministrativo
siriano ha annullato il decreto governativo che nel 1968 aveva espropriato tutte le
scuole cattoliche, quale reazione alle proteste
cattoliche perché il governo di Damasco aveva decretato di sostituire i direttori degli istituti d’istruzione privati con funzionari ministeriali. In seguito alla sentenza di Damasco,
le scuole cattoliche tornano ai rispettivi Ordini e Congregazioni religiose.
ANNO INimNiaiONAlE
DELU DONNA
(spr) — Uno dei gruppi di lavoro della consultazione
del Consiglio ecumenico delle Chiese su « I diritti dell’uomo e la responsabilità cristiana » tenutasi a St. Pölten,
in Austria, a fine ottobre (ne abbiamo ripetutamente parlato), ha dichiarato; «Anche quando l’uguaglianza fra gli
uomini e le donne è legalmente garantita, è lungi dall’esser
messa in pratica e s’incontra di frequente una discriminazione sociale in casi concreti. Un’iUustrazione di questa
discriminazione è il numero relativamente basso di donne che occupino posti chiave nella Chiesa come nello Stato. Anche nei paesi socialisti, noti per la loro legislazione
progressista al riguardo, le donne non sono ancora sempre in condizione di portare un pieno contributo, alla pari, nella società a causa delle idee fatte, da esse accettate,
circa il ruolo della donna nella famiglia e nella società. La
storia mostra che l’uomo ha dominato la donna; questa
tradizione si perpetua nella Chiesa odierna. La reticenza,
da parte di talune donne, a utilizzare i loro diritti e ad
assumere i loro nuovi ruoli, contribuisce anch’essa a mantenere questa discriminazione ». L’Anno internazionale della donna, indetto dalle Nazioni Unite, aiuterà a risvegliare l’attenzione su questo complesso di problemi. II Service de presse réformé ha chiesto a Brigalia Barn di introdurre il tema; B. Barn, anglicana sudafricana, è a capo della Divisione del Programma di educazione e di rinnovamento del Consiglio ecumenico delle Chiese.
Il problema della parità di diritti
fra l’uomo e la donna ha occupato a
lungo l’attenzione dell’ Organizzazione
delle Nazioni Unite. Saran presto trent’anni dalla firma della Carta delle N.
U., a San Francisco. Questa Carta, la
Dichiarazione universale dei diritti delTuofno, con altre -dichiarazioni internazionali, vieta la disctiminazione basata sul sesso; eppure i diritti e le libertà che esse proclamano sono ancora rifiutati a molte donne nel mondo.
Tale rifiuto si presenta in modo diverso nei vari paesi; in alcuni, si tratta
delle leggi vigenti, in altri di costumi
e di atteggiamenti tradizionali, in altri
infine di un miscuglio di fattori legali
e tradizionali. L’ultima dichiarazione
votata su raccomandazione della Commissione -delle N. U. per lo Statuto della donna data dal 1967: la Dichiarazione per Teliminazione della discriminazione nei confronti delle donne, la
quale completa la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, enunciando i principi e i criteri della parità
PERU
Due Società
missionarie,
protestante,
runa cattolica e i’aitra
sostengono un programma comune
A
Basilea (soepi) — Per la prima volta nella loro storia la Società missionaria di Basilea e la Società missionaria cattolica Betlehem di Immensee
collaboreranno a un programma missionario comune. Si tratta di mettere
del personale a disposizione delle Chiese del Perù per un lavoro nelle bidonvilles del porto peruviano del Callao.
Le decisioni relative a questo programma come pure alla sua realizzazione, a partire dal 1976, dipendono
esclusivamente dalla commissione ecumenica delle Chiese peruviane. A fine
settembre responsabili delle due società avevano messo a punto il programma in una riunione con mons.
Vallejos, vescovo cattolico del Callao,
e con il vescovo Bahamonde, della
Chiesa metodista del Perù.
La Missione Bethlehem invierà due
sacerdoti e una coppia di laici, che la
Missione di Basilea si incaricherà di
preparare. Da parte protestante ci si
sforza attualmente di trovare quattro
persone disponibili per questo lavoro
a lungo termine, al Callao. Arrivando
in Perù questo personale missionario
sarà introdotto dalle Chiese locali nella lingua e nella situazione generale
del paese.
0 II teologo giapponese Kenzo Taga-wa ha
iniziato l’insegnamento del Nuovo Testamento presso la Facoltà di teologia protestante dell’Università nazionale dello Zaire, a
Kinshasa. Ha già insegnato a Tokio, Yokohama e Gottingen; è specialista delTEvangelo secondo Marco, sul quale ha -già pubblicato due opere.
dei sessi. Il -grande
successo è stato
costituito dal numero crescente di paesi che hanno riconosciuto i diritti politici alle donne: alTepoca della fondazione delTONU, erano soltanto 35, attualmente pochi degli Stati membro
non prevedono tali diritti nella loro
legislazione. Eppure, malgrado tutto,
la partecipazione reale delle donne alle decisioni e alTamministrazione, a
livello internazionale come a quello
nazionale, resta ridotta. Non vi è alcun paese nel quale la donna partecipi
alla pari agli organismi politici nevralgici. L’Assemblea generale deU’ONU
non fa eccezione: nel 1973 accanto a
2369 delegati uomini non si contavano
che 180 donne; 55 paesi non avevano
nominato alcuna donna nella loro delegazione e 44 non avevano che una
donna delegata. I g-overni non hanno
riconosciuto che una tiepida priorità
al problema.
Piena integrazione
deiie donne neilo sforzo
giobale per lo sviluppo
Adottando la strategia internazionale per il Secondo Decennio delle N. U.
per lo Sviluppo, nel 1970, l’Assemblea
generale ha indicato come uno degli
obiettivi da incoraggiare « la piena integrazione delle donne nello sforzo globale di sviluppo ». Per accelerare la
promozione della donna, l’Assemblea
ha proclamato il 1975 Anno Internazionale della Donna (AID). -Helvi Sipila, vice segretaria generale allo sviluppo sociale e agli Affari umanitari,
è stata eletta segretaria generale delTAID e della Conferenza delle N. U.
Un momento capitale che segnerà le
celebrazioni delTAID sarà un’importante Conferenza intergovernativa delle N. U., che si terrà a Città del Messico nel -giugno 1975. Si spera che tutti
gli Stati membro invieranno delegati
a questa Conferenza.
Il tema delTAnno internazionale della donna sarà Parità, sviluppo e pace.
Secondo la proclamazione fatta nel dicembre 1972 dalTAssemblea generale
delle N. U. l’AID ha lo scopo di intensificare un'azione concertata in questi
settori:
« a) promuovere la parità fra uomo e donna;
Alcune delle 150 partecipanti al colloquio sul sessismo, organizzato
dal CEC a Berlino, lo scorso agosto.
« b) assicurare la totale integrazione della donna nello sforzo globale
per lo sviluppo, soprattutto sottolineando la responsabilità e il ruolo importante delle donne nello sviluppo
econòmico, sociale e culturale, a livello nazionale, regionale e internazionale, in particolare durante il Secondo
Decennio delle N. U. per lo Sviluppo;
« c) riconoscere l’importanza del
contributo crescente che le donne danno allo sviluppo di rapporti d’amicizia
e di collaborazione fra gli Stati e al
rafforzamento della pace mondiale ».
Si spera che l’Anno internazionale
della donna non sarà che un inizio. I
governi e altre organizzazioni lanceranno nuove iniziative e continueranno gli sforzi in tal senso ben oltre il
1975.
Che significato avrà per le Chiese
l’Anno internazionale della donna,
e quali riflessi nella loro vita?
Qual è il messaggio delTAID per le
Chiese che proclamano l’unità e la pienezza delle persone e che al tempo
(continua a pag. 8)
Sud di regolare questi movimenti di
popolazione secondo il proprio sistema ». L’indomani il CIME ha votato la
chiusura del proprio ufficio nell’Africa
del Sud.
Due anni fa il Consiglio ecumenico
delle Chiese aveva attirato l’attenzione del CIME sul ruolo dei migranti
bianchi verso il Sudafrica, i quali perpetuano e rafforzano « le strutture razziste esistenti » dei regimi minoritari
bianchi nell’Africa australe. Il past.
Potter aveva scritto al riguardo al sig.
Thomas: « Siamo convinti che l'attuale migrazione di Europei, incoraggiata
da un’organizzazione intergovernativa,
verso paesi che praticano /’apartheid
è un problema che dovrebbe essere urgentemente affrontato dal Consiglio
del CIME ». Il Comitato centrale del
CEC, riunito a Utrecht nelTagosto
1972, aveva chiesto alle sue Chiesemembro di scoraggiare la migrazione
bianca verso il Sudafrica, la Namibia,
lo Zimbabwe (Rhodesia), l’Angola, il
Mozambico e la Guinea-Bissau, dato
che tale migrazione perpetua e aggrava la discriminazione razziale sul mercato dell’impiego.
9 A Johannesburg il Dipartimento « Giustizia e riconciliazione » del Consiglio
delle -Chiese sudafricane ha organizzato un
colloquio sui diritti delTuomo; conclusione :
,( La -Chiesa ha il dovere di occuparsi dei problemi relativi ai diritti delTuomo, ma la situazione in Africa del Sud rende assai duro
questo compito ». La Chiesa non ha soltanto
una « missione profetica », ma può avere un
ruolo vitale creando cc una piattaforma di
dialogo e di confronto ». Le Chiese possono
difendere i diritti alla libertà, alTistruzione,
alla parità di salari e all’uguaglianza davanti
alla legge.
Oltre un milione
di cristiani sudafricani
s'impegnano per l'unità
Johannesburg (spr) - Il 24 novembre in
tutta l’Africa del Sud sono stati celebrati
culti d’impegno per l’unità, riunendo anglicani, congregazionalisti, metodisti ® presbiteriani, in molti casi anche nella celebrazione della santa cena. Questi culti — in edifici ecclesiastici e pubblici e all’aperto — si
presentavano come testimonianza all’unità non
solo della -Chiesa, quale « popolo di Dio », ma
di tutta l’umanità.
I partecipanti, valutati nell’insieme a un
milione, hanno potuto aderire personalmente
alla « Dichiarazione d’intenzione d’unione »
cui le loro Chiese si erano impegnate.
Tutte queste persone parlavano una dozzina di lingue, e questi uomini e donne di
tante razze hanno promesso « di pregare e di
lavorare per la pienezza di quest’unità in Cristo, che crediamo sia la sua volontà ».
II 24 novembre ha segnato l’inizio di una
intesa fra le Chiese, secondo la quale ognuna di esse ha a cuore il benessere dell’altra, e
tutte insieme si impegnano a proseguire una
unica missione : far conoscere con le -parole
e con gli atti la salvezza del mondo per mezzo di Gesù Cristo.
Le Chiese delTAlleanza riformata mondiale che s’impegnano in questa manifestazione
di unità visibile sono le Chiese presbiteriane
bantù e tsonga, la Chiesa presbiteriana dell’Africa australe e la Chiesa congregazionalista unita dell’Africa australe.
BOTSWANA Una Gongregazionallsta eletta
ministro dei cemmercie e deirindnstria
Gabarones (spr) — A Gabarones si
è annunciato che una congregazionalista del Botswana è stata nominata ministro del commercio e dell’industria;
è la signora Gaositwe Chiepe, membro
della Chiesa congregazionalista unita
delTAfrica australe.
La signora Chiepe è stata nominata
al nuovo posto dopo cinque anni di
servizio quale Alto Commissario per il
Botswana a Londra, periodo durante
il quale è stata pure ambasciatrice del
suo paese presso cinque nazioni europ>ee. Rappresentava il suo paese — che
ha conseguito l’indipendenza nel 1966
— nei negoziati economici con la CEE.
Di fronte allo sviluppo delTindustria
mineraria del Botswana, il posto ora
occupato dalla signora Chiepe è considerato della massima importanza. Infatti notevoli giacimenti di rame, di nikel, di zolfo, come -pure la produzione
di diamanti in rapida estensione, assicureranno probabilmente al Botswana
l’indipendenza economica entro i prossimi dieci anni.
La signora Chiepe ha fatto i suoi
studi al noto istituto di Tigerkloof,
fondato dall’antica London Missionary Society, e all’Università di Bristol,
in Gran Bretagna; questa Università le
ha conferito il dottorato onorario in
lettere nel 1971.
6
pag. 6
CRONACA DELLE y ALU
N. 50 — 20 dicembre 1974
LA PIATTAFORMA DI DISTRETTO SULLA SCUOLA
Decreti delegati
Pubblichiamo la piattaforma di Distretto sulla scuola. Essa è stata
preparata dalla Commissione Scuole del Consiglio di zona insieme ai sindacati, agli incontri di quartiere, agli studenti, ai gruppi di base ed è stata approvata dai delegati di fabbrica nel Convegno tenutosi il 29 novembre. Si tratta dei punti fondamentali su cui basarsi per la presentazione
delle liste di genitori e di insegnanti per l’elezione degli organi collegiali
Sul piano della Comunità Montana Val Pellico,
precisazioni del Presidente
La proposta di piattaforma elaborata per il distretto cerca di individuare
obiettivi precisi sui temi: gratuità ed
edilizia, selezione e tempo pieno, diritto allo studio e personale della scuola.
GRATUITA’
a) Libri e materiale didattico per
tutta la scuola dell’obbligo, libri e sussidi per le superiori.
1) Aumento degli stanziamenti regionali per una completa copertura
delle spese per libri e sussidi didattici in tutta la scuola dell’obbligo e gestione sociale dei fondi per la costituzione di biblioteche di classe.
2) Per le superiori richiesta di lire 80.000 per classe alla Cassa Scolastica per la costituzione di biblioteche
nella prospettiva di una tendenziale
sostituzione dei libri di testo.
3) Richiesta agli enti locali di contributi sufiflcienti a coprire tutte le
spese per il materiale didattico di consumo per ogni classe nella scuola materna, elementare e media.
4) Sussidi ai figli dei lavoratori a
basso reddito utilizzando e ampliando
le attuali disponibilità finanziarie rappresentate dai contributi della regione
e da assegnare senza alcun criterio
meritocratico.
b) Mense.
1) Gratuità completa e istituzione
dove non esistono delle mense nelle
scuole materne, elementari e medie.
2) Mensa a prezzo politico per le
superiori aperta ai lavoratori e ai pensionati in attesa dell’istituzione della
mensa sociale cittadina e del completamento delle mense aziendali.
c) Trasporti.
1) Completamento dei trasporti
gratuiti nella scuola dell’obbligo.
2) Riapertura della vertenza sui
trasporti per le scuole superiori a par- tire dalla piattaforma presentata dal
movimento studentesco : rifiuto degli
auirienti, abbonamento a corse, miglioramento delle condizioni di viaggio.
d) Medicina scolastica. Servizio di
assistenza, sanitaria diffuso dappertutto continuativo ed adeguato alle esigenze delle varie situazioni locali.
e) Abolizione del Patronato per una
gestione democratica e realmente controllabile dei servizi previsti.
EDILIZIA
a) Conoscenza e controllo dei piani
di investimento.
b) Costruzione di asili nido nei vari comuni del distretto.
c) Costruzione ed istituzione di scuole materne nei vari comuni del distretto e sistemazione dei locali precari ancora utilizzati.
d) Sistemazione in tutto il distretto
dei locali scolastici delle elementari e
medie antiquati ed igienicamente inadatti.
e) Sollecitazione da parte dei comuni per il rapido completamento delle
costruzioni iniziate e per im veloce avvio dell’iter per le nuove costruzioni.
f) Nelle scuole superiori sistemazione dei servizi (biblioteche, locali mensa, palestre) e dei laboratori per tutte
le scuole. Adeguamento dei locali per
Sabato 21 dicembre alle ore
20,30, presso la Sala Albarin di
Lusema San Giovanni
ASSEMBLEA PUBBLICA
sui Decreti Delegati, promossa
dalla FGEI e CGIL-Scuola.
P
P
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4»
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4»
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4»
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T- d
la naturale crescita della popolazione
scolastica.
g) Per le scuole superiori netto rifiuto del mimero chiuso.
TEMPO PIENO
Estensione della scuola a tempo pieno nelle scuole dell’obbligo come uno
dei momenti della lotta contro l’emarginazione scolastica che colpisce per
primi i figli dei lavoratori per la realizzazione del diritto allo studio e per
la gestione democratica di base della
scuola.
LOTTA ALLA SELEZIONE
Una scuola gratuita con edifici funzionali anche per più ore di lezione
non è ancora necessariamente la scuola che serve davvero ai lavoratori : una
scuola che non seleziona, non divide,
non insegna a diventare carrieristi ed
individualisti.
a) No alle bocciature nella scuola
dell’obbligo, alle pluriclassi, alle classi differenziali.
b) Riduzione del numero degli allievi per clsisse (max. 25) in tutti gli
ordini di scuola.
c) Apertura di tutti gli organi di gestione (consigli di classe, di interclasse, collegio dei docenti e cons. di ist.)
alle forze sociali, ai sindacati, consigli
di fabbrica e comitati di quartiere ecc.
In particolare apertura delle riimioni
per la scelta dei libri di testo, per il
controllo dei contenuti di insegnamento e dei criteri di valutazione, come
primo passo per rendere pubblici tutti gli atti e le decisioni della scuola
(abolizione del segreto d’ufficio).
d) Libertà di sperimentazione sostenuta da finanziamenti adeguati sia per
quanto riguarda i metodi e i contenuti sia per quanto riguarda gli ordinamenti e le strutture esistenti (orari,
programmi, sistemi di valutazione, esami, ecc.) e collegata all’esperienza delle 150 ore.
e) Per le superiori, ricerche, lavori
e studi a gruppi autogestiti dagli studenti, anche nelle forme di valutazione nella prospettiva di superare la tradizionale selezione meritocratica.
DIRITTO ALLO STUDIO
a) Attuazione e generalizzazione a
tutti i livelli di scuola dei corsi delle
150 ore con garanzia di stabilità per il
personale insegnante e aumento degli
organici del personale non insegnante.
b) Inserimento delle 150 ore nell’attività ordinaria della scuola come una
delle strade per cambiare la scuola e
i contenuti.
c) Apertura dei corsi agli studenti,
ai non lavoratori, ai militari di leva
(per l’abolizione dei corsi Cracis) e alle scuole popolari.
d) Provvedimenti a favore dei lavoratori studenti.
DEMOCRAZIA
NELLA SCUOLA
a) Diritto di assemblea aperta agli
esterni.
b) Abolizione del voto di condotta
e delle norme fasciste sulle sanzioni
disciplinari.
c) Abolizione dèi consiglio di disciplina degli studenti che risponde ad
ima logica puramente repressiva : il
funzionamento della scuola nei suoi
vari aspetti deve essere affidato ad
una effettiva gestione sociale.
d) Rifiuto della delega permanente
e revocabilità degli eletti.
e) Sostegno alle piattaforme degli
studenti che si propongono di salvaguardare e ampliare gli spazi di democrazia conquistati negli ultimi anni
contro i progetti di regolamentazione
dei decreti delegati.
Riconoscimento dell’organizzazione
democratica unitaria degli studenti.
Leggo sul n. 48 di codesto settimanale la corrispondenza relativa all’assemblea aperta indetta da questa Comunità e svoltasi in Torre Pellice il
giorno 3 dicembre :, rilevandovi gravi
inesattezze, ritengo di dover chiedere
alcune rettifiche, che mi appaiono sostanziali.
Innanzi tutto, il corrispondente ha
confuso quanto detto riguardo alle linee generali d’impostazione del piano
di sviluppo economico-sociale della
Valle (del quale il corrispondente non
fa cenno) con quanto riguarda il programma degli interventi da operare
con la somma di L. 151.000.000 messa
a disposizione dafiii Regione.
Sul primo punto la Comunità intendeva avere un prinio contatto con la
popolazione della Valle ed è stato detto che seguiranno via via numerose
consultazioni pubbliche, da tenersi nei
singoli Comuni, per assicurare una
reale partecipazione della popolazione
alla formulazione di questo atto fondamentale per la programmazione valligiana. In questo primo contatto, di
carattere prevalentemente informativo, era, tuttavia, interessante sentire
già il parere degli intervenuti, che risultavano essere pèrsone, in genere,
già impegnate sui vari problemi della
Valle e, quindi, particolarmente preparate ad esprimere un giudizio di
massima sulle grandi linee di programmazione proposte dalla Comunità come diretta conseguenza dello Statuto e sostanzialménte cos'i riepilogabili: a) obiettivi settoriali: industrializzazione non massiccia, un turismo
che consenta un reale godimento dell’ambiente naturale, un’agricoltura fondata sulla coopcrazione; b) strumento principale per il conseguimento di
tali obiettivi : la stesura di un piano
urbanistico di valle ; c) principale tipo
di investimenti: quéÜi volti al potenziamento e alla creazione dei servizi.
Il secondo punto; di interesse più
immediato, portava obbligatoriamente a delle scelte immediate, da presentare entro il 31 dicembre alla Regione: il limitatissimo tempo a disposizione non consentiva una consultazione a tempi lunghi e costringeva la
Comimità a presentare agli intervenuti delle indicazioni molto precise, scelte, tuttavia, alla luce di quei principi
generali, sui quali Soprattutto si desiderava avere l’òpinione della popolazione. Le scelte proposte per gli investimenti erano queste: 1) redazione
del piano di sviluppo (che è obbligatoria) - spesa L. 14.0CW.OÓO; 2) redazione del piano urbanistico di valle (che
costituisce la scelta fondamentale) spesa L. 30.(K)0.000 ; 3) coordinamento
dei piani commerciali comunali (che
aiuta i Comuni* ari adempiere ad un
proprio preciso obbligo e costituisce
un corollario del piano urbanistico) spesa L. 8.000.(K)0; 4) potenziamento
dei servizi interni della Comunità (ed
in particolare deU’Uflficio Tecnico, che
rappresenta il siipp'orto indispensabile
per la bonifica montana e per lo sviluppo tìell’agricoltura, intesa soprattutto come cOoperàzione) - spesa lire
14.000.0(K); 5) interventi per i’agricoltura (e precisamente interventi di consulenza per i coltivatori) - spesa lire
2.500.000; 6) svolgimento di un’indagine - studio sul problema dei trasporti
(che costituiscono evidentemente un
settore fondamentale per la vita e lo
sviluppo della Valle) - spesa L. 1 mi
lione; 7) prpgramma di interventi per
la tutela della salute dell’età evolutiva
(che rappresenta il più importante intervento operativo e che, affiancandosi ai già varati programmi per i servizi
domiciliari ed i centri d’incontro, da
un lato, e per l’assistenza scolastica,
d’altro lato, viene a coprire un’ampia
area della prevenzione sociale) - spesa
L. 15.000.000; 8) interventi per l’insegnamento della lingua francese (che
vogliono essere il primo, modesto, passo di una politica di valorizzazione della cultura locale) - spesa L. 1.500.0(K);
9) interventi per scuole materne ed
asili nido (che vogliono rendere possibile l’istituziorie nei vari Comuni della
Valle — e non solo nel Comune di Torre Pellice, come erroneamente scritto
dal corrispondente — l’istituzione di
scuole materne e. soprattutto, di asili
nido) - spesa L. 65.000.000.
Il corrispondente scrive, poi, che il
silenzio della maggioranza degli intervenuti può essere attribuito « ad un
tacito consenso sugli indirizzi presentati, oppure ad un disagio diffuso per
il fatto che comunque le scelte sono
già state fatte senza una reale consultazione della base della popolazione ».
Elbbene, io non so se effettivamente vi
fosse tale « disagio diffuso », ma penso che sia il « consenso sugli indirizzi
presentati » sia il rilievo sulla mancata « reale consultazione » avrebbero
dovuto essere manifestati, almeno da
chi, con la propria preparazione, era
in grado di farlo, senza difficoltà o disagi di sorta. Sarebbe stato possibile,
allora, approfondire i motivi del consenso oppure chiarire che le indicazioni — e non già le scelte, perché tali
sono solo le definitive deliberazioni del
Consiglio — potevano — e possono
tuttora, per quanto riguarda le linee
generali — essere sottoposte a revisione e che solo per le decisioni immediate (e cioè l’impiego dei 151 milioni) non era stato possibile, per la
già accennata limitatezza di tempo,
una più vasta ed approfondita consultazione, mentre, come si è detto, per
il piano di sviluppo tale consultazione,
doverosamente, verrà attuata.
Il corrispondente aggiunge, poi, che
il disagio per le scelte già fatte «è stato rilevato dall’intervento di due rappresentanti sindacali i quali hanno lamentato il fatto che la Comunità abbia deciso di intervenire in determinati settori senza avere interpellato prima le organizzazioni sindacali e gli
operatori di questi settori. In questo
modo saranno certamente sfuggiti all’attenzione della Comunità certi problemi reali ed immediati che andrebbero risolti con urgenza ». Tali affermazioni mi lasciano completamente
esterefatto, perché, non solo non ho
sentito tali critiche negli interventi dei
sindacalisti, ma, anzi, ho trovato nelle
loro parole il pieno consenso alle linee
attualmente seguite dalla Comunità
(con ogni riserva, naturalmente, per
quanto riguarda le future attuazioni)
tanto, che in uno degli interventi la
nostra Comunità è stata definita all’avanguardia. È da aggiungere che, comunque, non poteva essere lamentata
la mancanza di consultazione nei confronti delle organizzazioni sindacali, in
quanto queste sono rappresentate nella Commissione permanente per il pia
Cominita Montana Valli Chisonn n Gnrnaaasca
La Comunità delle Valli Chisone e
Germanasca ha tenuto la sua consultazione popolare il 7 dicembre. Bisogni analoghi, ma individuazione di lacune o scelte diverse hanno portato a
un piano stralcio diverso ' che qui
utilizza 213 milioni. (L. 213.533.500 per
l’esattezza). Qui la parte del leone
l’hanno i trasporti. AH’agricoltura sono
assegnati 10 milioni con un programma articolato di interventi promozionali. Mancando di documentazione
non mi soffermo su un esame più analitico. Sarà interessante confrontare i
piani delle due Comunità anche durante le loro attuazione Ottimo segno che
rappresentanti dell’una e dell’altra,
con i loro Presidenti, abbiano reciprocamente assistito a entrambe le consultazioni. Un legame istituzionalizzato potrebbe dare buoni frutti in attesa, secondo noi, di un distretto alpino
più importante che un comprensorio
di Pinerolo con la alquanto obsoleta
nozione di polo di sviluppo.
E la Comunità Pedemontana?
Il distretto scolastico, come già suggerito, potrebbe iniziare la giunzione
fra le due Comunità e parte della Pedemontana.
' G. Malan ha scritto insieme, la scorsa
settimana, quest’articolo e quello già pubblicato sulla C. M. Val Pellice.
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
ANGROGNA
Serata di canti
Il Teatro Angrogna organizza per la sera
di sabato 28, alle ore 20,45, presso la sala
valdese di San Lorenzo, uno spettacolo di
canti popolari italiani dalla tradizione contadina alla nuova realtà operaia, dal titolo ;
« Dai campi e dalle officine ».
INDUSTRIA E TURISMO
DelTindustria e del turismo si è parlato poco, forse perché queste attività sono contemplate nei piani di sviluppo e urbanistici, e perché rientrano in altri interventi. È stata rievocata l’area industriale proposta fra San
Secondo e Cavour, buona per entrambe le Comunità. Si stia attenti alla
sottrazione di terreno agricolo. Questo vale per le autostrade, ma vale anche per le aree industriali. Ci sono
Paesi, come la Bulgaria, che hanno
per questo severe legislazioni di salvaguardia.
Incidentalmente, al tempo stesso è
stata avanzata la richiesta che gli
ospedali locali possano venire incontro anche alle necessità locali, almeno
urgenti, senza bisogno di ricorrere a
quello di Pinerolo. La stessa tendenza
a valorizzare di nuovo gli ospedali locali si trova nel Paese che è stato considerato a lungo un modello per l’organizzazione sanitaria, la Gran Bretagna, ed è nella politica dell’attuale governo laburista. ' '
Il turismo richiederà un discorso
approfondito. Non si tratta solo delle
sue malefatte. Il termine turismo è
ambiguo. Non c’è solo il turismo delle
grandi stazioni di sci, che ci riguarda
poco in Val Pellice, di più nelle Valli
del Chisone e della Germanasca. Non
c'è solo il turismo domenicale che
sporca rendendo poco, ma a determinate condizioni è un diritto della gente che viene dalla pianura e dalla città, come è nostro diritto scendere.
C’è anche il turismo degli indigeni che
sciano o fan passeggiate al Pra o al
Barbara o a Frali, o vanno al mare.
C’è soprattutto qui un turismo culturale, come a Siena, un turismo che si
può definire residenziale (è ancora turismo?), un andare e venire di oriundi
o indigenati. Lo si deve chiamare tu
rismo? Comunque pone dei problemi.
Il primo è quello dell’appartenenza
alle Valli, dei diritti e doveri di questa popolazione part-time, che in queste Valli c’è sempre stata. Ricordate
gli emigranti stagionali, o per una stagione della vita. Oggi ci sono i migranti giornalieri, o pendolari, e nessuno li
definirebbe turisti... Si profilano cosi,
dal punto di vista politico, amministrativo, sindacale, culturale, emotivo,
eccetera se si vuole, delle doppie cittadinanze. Gustavo Malan
A Torino ’’personale”
di Egle Scroppo
Dopo avere esposto le sue prime opere alla
XXV Mostra d’Arte di Torre Pellice e alla
XII Quadriennale Nazionale d’Arte di Torino, Egle Scroppo, figlia del pittore Filippo
Scroppo, ha dato vita alla sua prima ’’personale”, comprendente oli, tempere e disegni,
alla Galleria d’arte Cassiopea di Torino. La
mostra ha avuto un buon successo e ce ne
rallegriamo con la giovanissima pittrice, con
l'augurio migliore.
(Illllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll
PRO ULIVETO
Bufalo Miletto Fede (PR) L. 10.000; Bein
Mirella, T. P. 5.000; Odette Balmas in memoria di Fredy Balmas 50.000; N.N., Roma
450; in ricordo di Paola Davit, medici e personale del « Maria Vittoria » 200.000; Barbara Spinelli (To) 5.000; in memoria del piccolo Paolo Percwati (Pinerolo) : la famiglia
e gli amici : prof.ssa Giorgetla Milanese, professoressa Graziella Serafini, prof.ssa Luisa
Pochettino, prof.ssa Silvana Rigois (genovese,
prof.ssa Francesca de la Forest, prof.ssa Luisa
Bonanno, prof.ssa Wanda Giovannelli, alunni
della 3’ A Scuola Media « Brignone » Pinerolo, fam. Lisdero, fam. Koch e Sileccbia,
fam. Buttiero e Bruna, fam. Sito, Sig.ra Donata Giustetlo: Totale L. 107.000.
no di sviluppo, che già si era pronunciata sia sulle linee generali sia sul
programma di interventi.
Ho voluto precisare quanto sopra,
anòhe dilungandomi nei particolari, sia
per assicurare, anche con questo mezzo, la migliore informazione possibile,
sia perché l’impegno di amministratori e funzionari della Comunità, pur accanto agli inevitabili errori, sia riconosciuto nelle sue giuste dimensioni: le
critiche costruttive sono ben accette,
ed anzi, sollecitate, ma debbono rispettare la verità dei fatti.
Con i migliori ringraziamenti per la
ospitalità che vorrete concedermi ed
i più cordiali saluti.
Il Presidente
Arch. Piercarlo Longo
Precisazione
In merito all’articolo « La gestione
dell’assistenza » pubblicato sul n. 48 di
questo settimanale, si precisa che la
frase « Si è infine sottolineata ancora
una volta l’urgenza di aprirsi ai contatti con le organizzazioni operaie, con
i sindacati, in modo che il discorso
dell’assistenza non venga fatto senza
di loro come fino ad oggi è successo
(cfr. dibattito sinodale sulla CIOV) »,
non era riferita alla CIOV in primo
luogo, come la parentesi può suggerire, ma a tutta quanta l’assistenza che
la nostra chiesa offre nei vari settori:
minori, anziani, ospedali.
Il riferimento fra parentesi al dibattito sinodale sulla CIOV voleva semplicemente ricordare quanto fosse stata contrastata questa esigenza. Come
giustamente fa osservare la sottocommissione CIOV sull’ospedale di Pomaretto (anche tramite un inserto nella
Circolare alle comunità delle valli),
questa esigenza di apertura verso i
sindacati e le organizzazioni operaie è
in pieno svolgimento.
E. Genre
San Germano
Chisone
La sorella Irma Avondet ved. Gallian
ci ha lasciati, all’età di 73 anni, dopo
un tempo di grandi sofferenze. Pensiamo con affetto ai figli, alla sorella, al
fratello, ricordando loro la parola che
abbiamo meditato insieme: «Se muoiamo con Cristo, con lui anche vivremo ».
l giovani della « Rostania » hanno
visitato gli ospiti della nostra Casa di
riposo e i malati delTQspedale di Pomaretto. Sappiamo che il loro passaggio e i loro canti sono stati vivamente
apprezzati.
’L’Unione Femminile ha tenuto domenica 15 la sua festa natalizia, presenti una cinquantina di sorelle. Il pomeriggio è trascorso veloce, con un
programma preparato e svolto da un
folto gruppo di sorelle e comprendente culto, canti, lettura dialogata di un
racconto di Natale e, in una seconda
parte, due scenette comiche. Un piccolo bazar ha permesso d’inviare un’offerta a favore dell’opera negli Qspedali Psichiatrici di Torino. Il pomeriggio
si è chiuso con il thè tradizionale. È
stata una bella occasione d’incontro
fraterno. Notata con piacere la presenza di un bel gruppo di sorelle di Porte e di una giovanissima: speriamo
che il suo esempio sia seguito da molte altre.
Ricordiamo brevemente il programma di fine anno:
— Venerdì 20, ore 15, culto alla Casa
di riposo con partecipazione della
Unione Femminile;
— Sabato 21, ore 20.30, culto a Porte
con la partecipazione dei trombettieri di Villar Perosa;
— Mercoledì 25, ore 8.30, culto con
santa Cena alla Casa di riposo; ore
10, culto di Natale, con s. Cena;
— Giovedì 26, ore 14.30, festa di Natale nella sala;
— Domenica 29, ore 10.30, culto; ore
15, concerto spirituale nel tempio;
— Martedì 31, ore 20.30, culto liturgicon di fine d’anno con celebrazione
della santa Cena.
Come gli altri anni, non ci sarà culto il giorno di Capodanno.
Giovanni Conte
La figlia Paola, la cognata Adelina,
i nipoti Depetris della compianta
Celina Tourn ved. Rìvoira
ringraziano tutti quelli che sono stati
di aiuto durante la lunga malattia in
particolare il Dott. Marinaro, la cara
amica Dénise, le famiglie Goss, Fornero, Pontet, Benech e tutti quelli che
sono stati loro vicini compreso il Pastore Coi'sson, con fiori, scritti e presenza nella triste circostanza.
Ponte Vecchio, Rorà, 14 dicembre 1974
AVVISI ECONOMICI
CASA Evangelica per bambini cerca subito
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Giolitlo 011/542131 Torino.
7
20 dicembre 1974 — N. 50 VItS, problCITll,
1.
Per i ragazzi della Scuola Media del Collegio Valdese '»■
Tempo di incontri
Secondo un'antica tradizione i ragazzi dei nostri istituti d'istruzione secondaria
fanno visita, nel periodo prenatalizio (e del resto non esclusivamente in
quel periodo) agli ospiti di qualche nostro istituto d'accoglienza. Ecco come,
quest'anno, due gruppi della Scuola Media del Collegio Valdese di Torre Pellice hanno incontrato, rispettivamente, i ragazzi di « Casa Gay » e gli anziani
della Casa di riposo di San Giovanni.
pag. 7
PACHINO
A Pachino, in casa della signora e
del pastore Bonnes è giunta la piccola
Debora. Una mattina, nel giardino dell’Asilo Valdese « Il Redentore », ai piedi di una palma i bimbi hanno trovato, fresca arrivata, la più piccola: Debora, appunto. La Chiesa di Pachino
l’ha accolta con gioia e si rallegra vivamente con il pastore Bonnes e la
sua gentile compagna, con l’augurio
migliore. E. T.
Red. Ci associamo noi pure fraternamente alla gioia e all'augurio.
OGNI TRE SETTIMANE A TORRE RELUCE
E' npiESfl II cmuniiio miimhei
Martedì 17 dicembre, una ventina di
ragazze e ragazzi del doposcuola del
Collegio Valdese accompagnati da alcuni insegnanti, hanno fatto visita agli
ospiti di « Casa Gay ». Il pomeriggio
si è svolto in una atmosfera di allegria particolarmente vivace nel corso
della partita di calcio e attorno a due
grandi teglie di pizza. Nel complesso,
possiamo affermare che questo primo
contatto tra i ragazzi di Torre Pellice
e la comunità di « Casa Gay » ha avuto
un buon successo, il che fa ben sperare per altri incontri ed altre forme di
collaborazione. Pensiamo che tra qualche tempo potranno essere organizza
te alcune forme di incontro tra studenti, insegnanti e famiglie al fine di
aiutare i ragazzi di « Casa Gay » a divenire una « comunità aperta ».
Non abbiamo voluto fare nulla di
trascendentale andando alla Casa di
Riposo di Luserna S. Giovanni a prendere una tazza di cioccolata con i suoi
33 pensionati e presentare un piccolo
spettacolo; abbiamo soltanto pensato
che la nostra visita avrebbe potuto
servire a rompere la monotonia di tutti i giorni ed essere un motivo per ravvivare i ricordi del passato.
È così che un gruppo di ragazzi del
doposcuola della Scuola Media Valdese si è incamminato verso Luserna S.
Giovanni. Il tragitto a piedi ha servito a mettere a punto ancora alcuni dettagli e fare le ultime raccomandazioni dimenticate però al momento opportuno. Siamo arrivati abbastanza
puntuali e abbiamo trovato gli anziani
già pronti comodamente... ad aspettare. Aspettavano la festa che era stata
■loro promessa.
Il mini-speaker, piuttosto emozionato, ha annunciato il programma.
Con « Notte Benigna » i ricordi sono
andati molto indietro nel tempo quando ancora gli alberi di Natale avevano
le candeline e le noci ricoperte di carta stagnola.
Canzoni varie e canoni si sono alternati con combinazioni ritmiche. Alcune difficoltà tecniche come pure l’esiguità dello spazio riservato per i vari
esercizi hanno procurato piccole emozioni temporanee. Il « clou » del pomeriggio era però l’interpretazione di
Monique ne « Il Lago dei Cigni » e nella « Czarda » di Ciaikovsky. La nostra
piccola ballerina classica è stata veramente brava e non so chi applaudiva
di più: gli anziani o i compagni di
scuola.
Speriamo di tutto cuore che questo
simpatico pomeriggio abbia potuto •
servire ad accostare due generazioni
talmente diverse.
Gli insegnanti responsabili
I lettori ci scrivono
DA PACHINO:
VOLETE AIUTARCI?
Leggo « La Luce » che nii porta tanta
gioia e tanta luce divina nel mio cuore.
Alla cara sorella Edina Ribet, che con la
« Bibbia nel mondo » ci porta su tutti i
continenti, il mio compiacimento.
Il nostro asilo Valdese « Il Redentore »,
vive di carità e Tamore lo circonda. Mi sono
proposta un progetto, che sul principio era
solo una mia idea, ma che con l’aiuto del
caro pastore Sergio Ribet si fece concreta.
Pastore Ribet da Pachino dove hai sofferto,
sei a Torino, ma tu devi aiutarci. L’aiuto
del Signore non verrà menò in questa opera
intrapresa. Non temo i miei 80 anni, ho il
dono di Dio di perseverare.
Vorremmo comprare, non subito, un pulmino che serva a prendere e riaccompagnare
i bimbi che abitano lontano, a raccogliere i
fratelli anziani o malati che la domenica
non possono venire in chiesa; ad andare con
1 bimbi a Scicli, la chiesa metodista sorella
c visitare i bimbi di quell’asilo <t Aldo Schirò ».
Con le bambine della nostra Scuola Domenicale che rinunziano al gèlatino della domeniea abbiamo già da parte L. 9.300. Tramite il pastore Edoardo Micol, di Villar Pellice ho avuto dalle Socie unioniste L. 20
mila. 11 Signore è con noi e ripetiamo con
l’apostolo Paolo: tre son le cose che durano:
fede, speranza, carità, ma la più grande è
la carità. E mi rivolgo soprattutto ai Pastori che hanno lavorato nel campo di Pachino.
Faremo un bazar. Accettiamo tutto e con
tede attendiamo
Ester Thobia
Via Principe Amedeo 28
RICORDANDO
ALFREDO ROSTAIN
Signor direttore.
Mi ha profondamente colpito l’articolo
<( Ricordo di Alfredo Rostain » pubblicato
nel numero del 6 dicembre.
La Tavola, il Sinodo, gli stessi compagni
di Facoltà lo hanno dimenticato: ritengo
quindi che i lettori dell’Eco-Luce saranno
grati al fratello che ne ha rievocato la nobile figura.
Mi auguro che molti, d’ora innanzi, lo ricordino sottoscrivendo doni in memoria destinati ad opere concrete di testimonianza
evangelica e il giornale ospiterà certo volentieri la sottoscrizione.
Personalmente, invio Lire 25.000 pro Collegio di Torre Pellice e Scuola Latina di
Pomaretto.
Cordiali saluti. G. B.
IMPRESSIONI VIVE
E SINTESI VITALE
Roma, 14 dicembre 1974
Caro direttore,
per ragioni indipendenti dalla mia volontà
non mi è stato possibile prendere parte a suo
tempo al convegno napoletano dei « cristiani per il socialismo », movimento le cui attività mi interessano e cerco di seguire con attenzione da tempo. Ho avuto però in proposito varie ed esaurienti informazioni da alcuni amici : cattolici, protestanti, socialisti
che vi hanno partecipato. Ovviamente tali informazioni sono risultate orientate ad intonazioni differenti, anche se non difformi, circa relazioni, dibattiti, conclusioni, prospettive, critiche.
Leggo ora sull’Eco-Luce del 22.XI (il periodico mi giunge con il consueto ritardo postale), le <t impressioni vive » di Sergio Ribet sul detto convegno e desidero ringraziarlo per il valore della sintesi che ha saputo
cogliere e presentare con una percezione dia
lettica « que me gusta ». Vorrei quindi segnalare le prospettive vitali da lui indicate
a quanti ritengono di dover riflettere suUe
tematiche del movimento ed a coloro che, sentono di potersi adoperare nelle linee del
convegno neUe occasioni ad essi offerte dal
Signore per rendergli la loro testimonianza.
E ciò con i migliori auguri per gli uni e per
gli altri. Giorgio Pethot
LA PALESTINA
NON e; L’ALABAMA
. , .. :'i niTorine; L5 dicembre'1974
Caro direttore.
Nei suoi « Echi della settimana » apparsi
nel n. 49 dell’« Eco/Luce » (13 dicembre),
sotto il titolo « Se in U.S.A. sorgesse un nuovo stato... )),TullioViola riporta da un articolo del francese « Le Monde » un tentativo
di trasposizione del problema ebraico in America che lo stesso Viola definisce « un’ipotesi
immaginaria e suggestiva o una similitudine
atta a chiarire maggiormente il problema
cosi complicato e difficile che travaglia il
Medio Oriente ». Si tratta in sostanza di questo: immaginiamo che gli U.S.A. siano al
posto degli arabi e che abbiano dovuto cedere ai negri americani (al posto di Israele)
in Alabama « un modesto territorio, nel quale la popolazione nera d’America, dopo 300
anni di schiavitù, troverebbe infine una patria d’uomini liberi ». Avrebbero diritto gli
Ü.S.A. di distruggere il nuovo Stato nero?
No, naturalmente, è la risposta.
Sembra strano che Tullio Viola — sempre cosi prudente e scrupoloso nelle sue belle
« note » — non abbia colto l’insidia celata
in questa « trasposizione » che imbroglia le
carte a tutto vantaggio di Israele.
L’equazione U.S.A: = Stati arabi e « giovane Stato nero » = Israele non regge almeno per tre motivi che rendono le due situazioni profondamente diverse.
1) Gli U.S.A. sono uno Stato federale
unito da secoli e con una fortissima coscienza nazionale (si pensi allo « zio Sam »), mentre i paesi arabi sono nazióni separate con
tradizioni e regimi molto diversi. Non è lecito perciò paragonare la situazione del popolo palestinese costretto a vivere in esilio
in Giordania (paese rivelatosi- a più riprese
tutt’altro che amico) con quella dei bianchi
dell’Alabama costretti a stringersi un pò’
per fare spazia ad un piccolo stato negro
nel loro immenso territorio, avendo alle spalle l’enorme estensione degli Stati Uniti d’America. Sono due situazioni imparagonabili
perrfié profondamente diverse.
2) Ma la seconda diversità, seandalosamente sottaeiuta nell’articolo di « Le Monde », è ancora più grave. I bianchi americani dell’Alabama hanno una responsabilità
diretta nella « schiavitù reale o mascherata »
dei negri americani e può quindi essere giusto chiedere loro un sacrificio territoriale in
compenso. 'Ma è invece noto che i popoli arabi non hanno alcuna responsabilità diretta
nella secolare persecuzione antiebraica di cui
si è macchiato l’Occidente « cristiano » e in
particolare nell’orrendo massacro perpetrato
durante la seconda guerra mondiale. L’Occidente bianco colpevole (non solo Hitler, perché anche l’Inghiterra rifiutò di ricevere le
navi cariche di profughi ebrw!) fu ben contento nel 1948 di scaricare il peso del sacrificio sulle spalle del popolo palestinese incolpevole. E l’oscuro complesso di colpa dei popoli occidentali verso il popolo ebraico (al
di là della solidarietà fra regimi capitalistici) spiega ancora in gran parte la mancanza
di obiettività deU’opinione pubblica europea
nel giudicare il problema medio-orientale.
3) La terza ragione per cui il paragone
è totalmente inaccettabile sta nella ignoranza
Carlo Rapini
(continua a pag. 8)
TRIESTE
Da segnalare, nelle ultime settimane:
il 1 novembre la chiesa locale ha ospitato l’incontro delle comunità del Triveneto, organizzato dalla Federazione
evangelica regionale e centrato sub
l’evangelizzazione; la chiesa battista di
Pordenone ha dato un buon apporto
alla giornata con la sua Corale.
Prosegue l’attività integrata delle
chiese metodista e valdese; il 2 dicembre si è avuto una seduta congiunta
dei due consigli di chiesa, per concordare le attività da svolgere in comune
e soprattutto in vista délVassemblea
valdo-metodista che si terrà nella chiesa metodista di Scala dei Giganti il 12
gennaio.
La Scuola Domenicale può contare
quest’anno su due 'nuovi giovani monitori, Elena Caucci e Paolo Macchioro;
il 15 dicembre si è avuto un culto prenatalizio con la partecipazione attiva
dei bambini. I predicatori laici Mano
Macchioro e Frdhco Busetto hanno
presieduto culti a Trieste e a Monfal
cone. ...
A metà novembre la comunità si e
dovuta accomiatare da Ada e 'Federico
Pioppi, che si sono trasferiti a Roma;
una parola di fràtema stima e gratitudine è stata rivolta in particolare al
fratello Pioppi, per molti anni membro
del consiglio di chiesa.
L’Unione femminile ha proseguito
la sua attività: da segnalare il riuscito
bazar di solidarietà, il 1 dicembre, una
seduta interdenominazionale in cui
Laura Carrari ha riferito pll’incontro
internazionale di iStudio biblico (Strasburgo, settembre), infine la prossinm
seduta del 15 gennaio, in cui le proff.
L. Carrari e S. Marini introdurranno la
di scussione sui deo-eti delegati che si
spera recheranno nuova vita alla struttura scolastica.
iitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiBfijiniiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii^
Nuovo indirizzo
■ (¡I.-, ■
Il pastore Sergio ¡.'^ibet comunica il suo
nuovo indirizzo-i-iNia ;-Pelraioa i4t4j 10126-Torino, tei. 01Ì-650.84:24.
Sabato 30 novembre si è tenuta a
Torre Pellice una riunione programmativa in vista della ripresa del Collettivo Bonhoeffer. Come nei due anni scorsi, il collettivo, che raccoglie
partecipanti dalle Valli, da Torino, dal
resto del Piemonte e da Milano, intende svolgere un programma biblico
teologico connesso con i problemi della società dando spazio e importanza
alla dimensione comunitaria di questa
ricerca. Per questo il lavoro si svolge
trascorrendo insieme un giorno e mezzo ogni tre settimane. Ecco alctme indicazioni generali;
Programma — Sabato pomeriggio;
Introduzione ad uno studio critico del
Nuovo Testamento (a cura di Giorgio
Tourn). Sàbato sera: studio interpretativo di un passo del N.T. connesso
alla predicazione della domenica mattina (a cura di Paolo Ricca). Domenica pomeriggio; analisi dei modi in
cui oggi si rende conto della fede evangelica (ricerca collettiva, coordinata
da Franco Giampiccoli).
Sede — Sede delle riunioni sarà di
nuovo Torre Pellice. Pernottamento
alla Foresteria; pasti al Convitto femminile e lavoro alla Casa umonista di
via Bekwith.
Date — Gli incontri avranno luogo
ogni tre settimane con inizio alle 16 del
sabato e termine alle 17,30 della domenica. Il calendario prevede 10 riumoni nelle seguenti date ; . , «
21-22 dicembre, 11-12 gennaio, 1-2
febbraio, 22-23 febbraio, 15-16 marzo,
5-6 aprile, 26-27 aprile, 17-18 maggio,
7-8 giugno, 21-22 giugno.
Il Collettivo Bonhoeffer è aperto a
tutti coloro che vogliono prepararsi
per ima testimonianza evangelica nel
contesto della società moderna e nella chiesa.
Uiua uggiva . 4***v***fc^* —
DIBATTITO
Politica, culto, prodicaziono
In un recente articolo pubblicato su
questo -giornale (n. del 6.XII), il fratello Sellari esprime la sua opinione sull’annoso problema del fare politica in
Chiesa. Egli così conclude: In chiesa
non si deve fare politica, questa resti
fuori della Chiesa, e a giustificare questa sua tesi afferma; I suoi componenti sono di estrazione sociale e politica
diversa, entrare in questo campo, potrebbe provocare diserzioni dal culto
domenicale, compito della Chiesa è
promuovere la giustizia, la pace, senza fare chiasso, né scendere in piazza.
Sino a questo punto sono in parte d’accordo con l’amico Sellari, in Chiesa di
regola non si deve fare politica, per
questo ci sono sedi più adatte. Ma
purtroppo ci sono dei momenti storici
dentro e fuori del nostro Paese, in cui
è impossibile, anche in Chiesa, alla luce dell’Evangelo non esprimere il nostro giudizio. Non si può timarsi^ le
orecchie per non sentire le_ grida d’angoscia, le invocazioni di milioni di nostri fratelli che muoiono di stenti e di
fame; chiudere gli occhi per non ve^
dere quello che succede intorno a noi
né rinchiudersi nella cittadella della
nostra religiosità. La lampada accesa
della fede va posta in alto e non sotto
il moggio. SB: in. chiesa fosse iinpossibile, per opportunismo o per altre ra
gioni, anche solo sfiorare questi argomenti, noi ci renderemmo inconsciamente complici di queste brutture. Gesù stesso mentre annunciava la salvezza degli uomini mediante il Suo sacrificio, li esortava a praticare la giustizia
e l’amore in questo mondo, dimostrandosi non troppo tenero verso coloro
che a queste cose si opponevano. A
questo punto mi chiedo. Anche Lui faceva politica? Se difendere i poveri,
gli oppressi, i deboli vuol dire fare politica, allora si può affermare di si.
Anche per questa ragione fu fatto uccidere, credendo così di tappare quella bocca che li denunziava. Gesù è risórto per completare la sua opera di
salvezza e ancora oggi ci rinnova l’invito a praticare la giustizia. Anche
Martin Luther King apostolo della pace, fedele servitore di Gesù, quando
guidava la lunga marcia dei quattrocentomila, contrariamente a quello che
afferma il fratello Sellari faceva della
politica in favore degli oppressi e per
questo fu ucciso. Noi non siamo di
questo mondo, ma ci viviamo sottoposti a tutte le conseguenze che questo
vivere sociale comporta.-È nostro dovere,, con l’aiuto del Si^ore, recepire
la via più consona agli insegnamenti
ricevuti. •
Sergio Riposto
L’Assemblèa pinerolese dei cristiani contro la violenza istituzionalizzata
Una strana "triniti" ; chiesa esercita patere
Sabato 14 si è tenuta a Pinerolo la
preannunciata Assemblea di credenti
di alcuni gruppi di comunità del pinerolese cui, per porte evangelica., hanno aderito Agape e la FGEI valli. Il cinema Roma era gremito di partecipanti. Com’è noto, il motivo della convocazione di quest’incontro su CHIESA-ESERCITO-POTERE era dato dalf imminente, procèsso a Torino contro
due sacerdoti datk>Kci della comunità
di S. Latzàró, incAminati di vilipendio
alle forze armate (si veda il n. 49).
Ma il motivo di questa convocazione
era assai più vasto: la necessità sentita, da parte di molti credenti, di rompere il silenzio che, attorno all’esercito, vi è nella Chiesa. Il tema è stato
affrontato, per parte evangèlica, dal
pastore Pàolo Ricca e, da parte cattolica, dal teologo Pierangelo Gramaglia.
Ricca, partendo da una solidarietà
incondizionata con questi imputati e
con tutti quegli altri — credenti o
non credenti — che contestano la funzione e i fini dell’esercito ha detto che
in questi prócessi, parecchie volte è la
stessa parola di Gesù (quel Gesù la cui
« immagine » campeggia alle spalle del
giudice) a trovarsi sul banco degli imputati. Mentre, da un lato, la Chiesa
ufficiale ha accettato l’esercito con
messe, culti e cappellani, dall’altro viene richiesto il diritto umano e « religioso » di essere contro l’esercito, contro questa strana « trinità » costituita
da Chiesa Esercito Potere. E ora che
finalmente si invertano le parti: non
è chi dice NO agli eserciti che deve
giustificarsi, ma sono coloro che dicono SI che devono motivare la loro
scelta da un punto di vista cristiano.
Gramaglia nel suo intervento ha fatto una panoramica sul progressivo asservimento/alleanza della Chiesa cattolica coi vari poteri costituiti, culminato poi con il Concordato col regime
fascista, tuttora operante. Egli ha anche ricordato come, nel campo dell’arte (musica e letteratura) sia andato consolidandosi, nel corso dei secoli,
il connubio Dio/Patria: quante volte,
nell’inno nazionale, è invocato il nome
di Dio? Solo col Concilio vaticano
l’autorità ecclesiastica — con un dubitativo « pare giusta » a favore dell’obiezione di coscienza — ha modificato in parte il suo atteggiamento, in netto contrasto però colla sua secolare sicurezza nell’affermare la « sacralità »
del servizio armato. Ed anche questa
sia pur « timida » presa di posizione
viene subito ridimensionata dall’affermazione successiva che comunque il
soldato rimane il « ministro della sicurezza ».
Successivi interventi hanno ancora
ribadito la necessità di assumere precise responsabilità di denunciare situazioni scandalose (ad esempio, il bilancio della difesa è di dieci volte superiore a quello della sanità), di lanciare appelli alle gerarchie ecclesiastiche, di battersi per l’abolizione del concordato e per radicali modifiche nell’insegnamento del catechismo, ecc.
Ha anche preso la parola uno degli
imputati, don Barbero il quale ha sottolineato che il Vangelo della pace invita alla lotta cosciente contro il potere, quale concretizzazione storica
dell’amore cristiano.
Alla fine dell’incontro è stata presentata una dichiarazione (che forse
avrebbe potuto denunciare in modo
più perentorio il famigerato trinomio)
che riportiamo qui appresso e che è
stata sottoscritta dalle centinaia dei
convenuti.
r. Pi
SULLA «REPRESSIONE» A PINEROLO E IN GENERALE:
UNA DICHIARAZIONE DI CREDENTI CRISTIANI
Pinerolo, 14 dicembre 1974
I dati parlano di una considerevole repressione (solo a Pinerolo 200 denunce dal ’68 al ’72) portata avanti dai vari organi della Magistratura e dell’Eser-.
cito ai danni delle persone che lavorano per ima società più giusta.
Contro questa repressione si sono già espressi a suo tempo i vari gruppi
politici e sindacali. .
Noi___di fronte al quadro della situazione locale e nazionale, che registra
numerosi processi diligentemente avviati, conservati e celebrati, mentre altre
gravissime responsabilità vengono avvolte nel silenzio — vogliamo unirci alla
protesta come cristiani
dicendo che
privare della libertà una persona, impedendole di manifestare e propagandare il suo dissenso nei confronti del cosidetto « ordine costituito », non
solo è proprio di un regime che mette se stesso prima delle persone e quindi
cessa di essere veramente « democratico »=espressione del popolo,
ma è contraddittorio per un regime che si fregia di etichette cristiane;
la croce di Cristo infatti, che si ostenta nei locali dell’istituzione statale, indica
la vittima e lo strumento della repressione, attuata dalle forze militari e politiche della Palestina alleate con le caste sacerdotali, contro Gesù che — venuto per salvare l’uomo, tutti gli uomini — non poteva ammettere la falsità, la
prepotenza, la corruzione e le ingiustizie dei potenti.
La speranza che Cristo ha portato e l’amore che ha acceso non si arrestano di fronte alle repressioni, ma spingono noi credenti
— a continuare la presenza attiva a fianco delle persone che si impegnano
nell’affermazione della verità e nella rivendicazione della giustizia, chiedmdo
ai responsataiU della vita pubblica vera libertà, memori della parola del Signore : « Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati...
Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli»
(Matteo 5, 6 e 10); «Per questo sono venuto nel mondo; per rendere testimonianza alla verità» (Giovanni 18, 37);
— a demmeiare come insostenibile un Concordato che appoggia e consacra con il nome di Cristo dei poteri costituiti che — come tali — continuano a
mettere in croce la gente che esprime la propria opinione critica, i poveri che
lottano perché sia fatta loro giustizia, i cristiani che predicano concretamente
il "Vangelo della pace. Il Signore ha detto: «Voi sapete che quelli che passano
per capi delle nazioni, le governano con imperio, e i loro grandi esercitano potere su di esse. Ma non così/dev’essere tra voi» (Marco 10, 42-43).
8
pag. 8
I NOSTRI GIORNI
N. 50 — 2C dicembre 197-1
UNA NUOVA ALLUCINANTE DENUNCIA
CILE; carcere, tortura, esilia
Un libro di testimonianze dirette di ex prigionieri e torturati, sfuggiti
alla barbarie fascista, che illustra la realtà cilena
E passato poco più di un anno da
quando il legittimo governo del presidente Allende è stato brutalmente rovesciato dai militari golpisti, ed in questo arco di tempo le notizie e ie denuncie, da parte di organismi internazionali laici e religiosi (basti ricordare il Tribunale Russell 2° ed il Consiglio ecumenico delle Chiese) hanno
confermato all’opinione pubblica mondiale la gravità della tragedia del Cile,
nonché le pesanti responsabilità dell’imperialismo statunitense.
Ne abbiamo una nuova, agghiacciante testimonianza con la pubblicazione
di un volumetto a cura delle edizioni
Alternative-Claudiana, dal titolo: Cile:
carcere, tortura, esilio (pagg. 132, L.
1.500).
Come vien detto nella prefazione, il
volumetto « non è altro che la raccolta di una serie di testimonianze dirette di cileni sfuggiti alla barbarie fascista. Sono testimonianze mantenute —
a scapito anche di una brillante traduzione, nella loro forma primitiva (n.
d.r.: e tanto più drammaticamente "ef■fìcaci”). Il rispetto estremo di questi
documenti non può che rappresentare
un doveroso atto di solidarietà con
chi — operai, impiegati, studenti, contadini — ha voluto contribuire alla denuncia delle barbarie commesse contro il proprio paese, contro il proprio
popolo, contro essi stessi, attraverso
il racconto doloroso della propria
esperienza personale. Un fascicolo di
testimonianze destinato a tutti, perché
tutti comprendano: questo è l’obbiettivo della pubblicazione. Testimonianze che diano la possibilità ad ogni lettore, al dilà di ogni grado di formazione e militanza politica, di farsi un’idea
concreta di cos’è stato il Cile a partire
daini settembre 1973 ».
I racconti dei profughi, che sono
stati incontrati in Italia ed in parte
anche nel nostro ambiente, si snodano
con una spaventosa concordanza, pur
provenendo essi da varie provincie cilene: da Santiago, da O’Higgins, da
Concepción, da Bio Bio, da Valdivia,
da Osorno. Torture di tipo fisico, quali
false fucilazioni per cercare di strappare la confessione, colpi con pugni,
calci, bastoni e fruste, scosse elettriche in ogni parte del corpo, immersione per ore in acqua, isolamento in celle buie, sospensioni per le mani legate, iniezioni di droghe varie. Torture
di tipo psicologico, quali false comunicazioni di. fucilazioni, di condanne all’ergastolo, di trasferimenti in campi
di concentramento (analoghi a quelli
nazisti), rélègazione in posti sconosciuti, ecc. ecc.
Per chi ha visto i tempi della Resistenza e quelli della deportazione, questa lettura non è che una tragica, ennesima conferma dei sistemi del nazifascismo, per i giovani è una ineguagliabile « lezione » che nessuna cattedra può dare, « lezione » tanto più preziosa di fronte ai risorgenti e tutt’al
tro che trascurabili rigurgiti fascisti e
trame golpiste.
Chiudiamo queste note ricordando
che il ricavato della vendita del libro
(che si può richiedere alla Claudiana)
viene interamente devoluto al sostegno
della resistenza cilena. Pierre
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
Anche Chiese statunitensi
chiedono al Congresso
Un’inchiesta suiie
attività deila CIA in Ciie
Washington (soepi) - Il Congresso americano è stato fortemente pregato di far conoscere al pubblico il ruolo che lo scorso anno
la CIA (Central Intelligence Agency) ha avuto nel rovesciamento del governo Allende,
nel Cile. Dieci dirigenti di Chiese, docenti
universitari e leaders sindacalisti hanno rivolto al Congresso una lettera aperta riferendosi al fatto che recentemente si è scoperto
che 8 milioni di dollari appartenenti al Tesoro pubblico erano stati utilizzati per compiere « uno dei più sanguinosi colpi di Stato
del nostro tempo ». Il Congresso è stato invitato a decretare leggi tendenti a porre fine
alle violazioni dei diritti dell’uomo e all’aiuto
americano alla giunta cilena, e infine a non
coprire attività segrete della CIA. Firmatari
ecclesiastici della lettera*: Sterling Cary, presidente del Consiglio nazionale delle Chiese;
William P. Thompson, della Chiesa presbiteriana unita; arcivescovo lakovos, primate
della Chiesa ortodossa greca e il vescovo James Mathews, della Chiesa metodista unita.
1875; Anno ' ' della donna
(segue da pag. 5)
stesso esprimono la divisione? L’Anno
offre alle Chiese, e in particolare alle
organizzazioni femminili un’occasione
di unirsi, anche con altre, ovunque nel
mondo, per lanciare nuovi programmi
e al tempo stesso rafforzare instancabilmente il loro impegno a bloccare la
discriminazione contro le donne. Alle
donne delle Chiese quest’attenzione
concertata, a livello internazionale,
sulla partecipazione totale delle donne
offre un’occasione unica per porre l’accento sulle loro relazioni con le donne
in tutto il mondo e sulle loro preoccupazioni per loro, e per unirsi a loro
nelle loro lotte per essere integrate alia pari nello sviluppo di una società
consacrata alla pace e alla giustizia
per tutti i popoli.
A una consultazione mondiale, tenutasi nel giugno scorso a Berlino Ovest
sotto gli auspici del CEC, circa centocinquanta donne venute da ogni parte
del mondo per studiare il tema II sessismo negli anni 70: discriminazione
contro le donne, si sono accordate nel
chiedere alle Chiese di sostenere quanto più possibile l’Anno internazionale
della donna interessando i loro membri alla realizzazione dei suoi obiettivi, mediante programmi e attività organizzati dalle Chiese accanto a un appoggio dato dai governi per gli stessi
Scienziati italiani centra l'atamica
Oltre 130 scienziati italiani hanno inviato un monito e una mozione al ministro degli esteri Rumor in una lunga lettera nella quale espongono e
commentano i motivi della lorò richie
Fra l’altro viene detto: « Nessuno si
faccia illusioni. Una bomba atomica
non può mai essere uno strumento di
pace. Anche se viene definita ’sperimentale’ e vien fatta esplodere sotto
terra. Il fatto che una nazione come
l'India, per limitarci al caso più recente, costruisca ordigni nucleari, sottolinea una volta di più l’urgenza con
cui anche.ritalia deve ratificare il trattato contro la proliferazione delle armi nucleari (NPT), in modo da contribuire in concreto alla causa del controllo degli armamenti e della pace ».
Il documento prosegue poi con alcune chiarificazioni: « Innanzitutto bisogna precisare che la tecnologia delle esplosioni nucleari ’pacifiche' è essenzialmente identica a quella delle
bombe nucleari; il tritolo delle bombe è lo stesso delle mine per le cave
di marmo. In secondo luogo, la rinuncia ad acquistare la tecnologia delle
esplosioni nucleari non corriporta alcuna restrizione circa l’utilizzazione
dell’energia nucleare per la produzione dell’energia elettrica e la relativa
tecnologia. Infine, sebbene gli esplosivi nucleari a disposizione di Stati Uniti e Unione Sovietica siano molto sofisticati e sebbene siano stati fatti
enormi investimenti per trovare ftti~
Hzzazioni non belliche delle esplosioni
nucleari, a tutt'oggi non esiste ancora
una chiara indicazione su concrete ed
economiche utilizzazioni di tali esplosioni. Continua ad esistere il rischio
di contaminazioni radioattive ».
Abbiamo voluto anche in questa sede sottolineare ai lettori questa noti;
zia, apparsa sui quotidiani dei giorni
scorsi, perché ci pare che per la prima volta un nutrito gruppo di fisici,
scendendo dal piedestallo della « neutralità della scienza » prendano posizione contro la prevista necessità e le
future tentazioni (attribuite, a torto o
INCONTRO A TORINO
L'opinione pubbiico
e ii probiema delia pace
e degli armamenti
Tra gli oratori, Tullio Vlnay
a ragione, anche all’Italia) di un armamento atomico europeo.
Il documento inviato al ministro degli esteri è stato firmato da tre docenti dell’università di Roma, e precisa^
mente da Edoardo Arnaldi, ordinario
di fisica generale; da Francesco Calogero, incaricato di metodi matematici;
da Carlo Schaerf, straordinario di fisica per biologia.
H Per la terza volta in tre mesi e per la
quarta nell’anno l’URSS tiene, fra il 12
e il 30 dicembre, esperimenti di lanci missilistici nell’Oceano Pacifico; gli esperimenti
sono connessi con lo sviluppo dei missili intercontinentali sovietici, in particolare di
quelli a testate multiple nucleari (MIRV), che
rURSS sta perfezionando.
■ Con 182 voti favorevoli e 91 contrari il
Senato francese ha confermato la legge
che legalizza l’aborto, già passata all’Assemblea nazionale. Come in quella sede, cosi
pure in Senato socialisti e comunisti hanno
votato compatti a favore, mentre la maggioranza governativa è stata fortemente divisa.
■ In Birmania i disordini scoppiati, soprattutto ad iniziativa studentesca, in
occasione della morte di U Thant (al quale il
governo di Rangoon non avrebbe tributato i
debiti onori alla memoria), hanno fatto molte
vittime; vi sarebbero circa 1800 arresti e la
situazione permane tesa, l’opposizione al regime diffusa. Nella capitale vige il coprifuoco, università scuole, uffici sono chiusi.
■ Per la decima volta in quest’anno, il
governo sudvietnamita ha svalutato la
moneta nazionale, la piastra, portandola da
670 a 685 piastre per dollaro, battendo dunque anche la lira...
■ Nell’università del Wisconsin un gruppo
di ricercatori, dopo lunghi studi, sostiene che l’asma — che colpisce in media anche
il 4% dei bimbi sotto i cinque anni — è scatenata dai virus che provocano il raffreddore,
l’influenza e altre malattie delle vie respira
‘ torie. Gli antibiotici, ora normalmente usati
ritenendo che gli attacchi di asma seguissero
a infezioni batteriche, sarebbero inefficaci
contro infezioni di natura virale. L’équipe di
ricercatori si sforza ora di chiarire in qual
modo i virus provocano gli attacchi di asma.
■ Negli USA si prevede un buon raccolto
di grano, nel ’75 : l’annata meteorologi.
ca si prospetta favorevole e soprattutto le aree
coltivate a grano sono passate da 70 milioni
di acri a 72-78 milioni (le valutazioni variano), per cui la produzione dovrebbe salire da
1.800.000 bushels a oltre 2 milioni.
■ L’assenieismo ha registrata alla .FIAT
una diminuzione che, nello scorso ottobre, lo ha dimezzato rispetto all’anno precedente. Secondo PASCA, nel 1973 l’astensione
era, in media, del 16-17%; nei primi nove
mesi del 1974 è scesa all’11-12% e dal 1°
ottobre è scesa al 7-9%.
■ Per superare la scarsità di produzione e
di erogazione di energia elettrica nel Meridione d’Italia, è in allestimento e entrerà in
funzione la prossima primavera, a Brindisi,
un nuovo impianto termoelettrico, oltre a
quello già in funzione con due sezioni da 320
mila Kw ciascuna.
llllllllllllillllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllinimilllllllllllllllillllllllllllllllllllllllllllllllllllH
YASSER
ARAFAT
DI RITORNO
DA MOSCA
Echi della settimana
Il SERMIG di Torino ha organizzato, per
sabato 21 dicembre, una giornata di incontri
centrati sul tema ; « L’opinione pubblica di
fronte ai problemi della pace, degli armamenti, della fabbricazione e del commercio delle
armi, in relazione alla giustizia che vogliamo
realizzare qui nel Terzo mondo ». Nel pomeriggio, alle ore 15 (su invito e in sedi che
saranno indicate : per questo rivolgersi al
SERMIG, Via Magenta 12 bis) si terranno
tre incontri, introdotti da alcuni oratori, nei
quali la tematica generale sarà presentata in
relazione : a) alla realtà evangelica, b) alla
realtà politica, c) al mondo degli sfruttati.
La sera alle 21, nel Palazzetto dello Sport,
riunione plenaria, pubblica, in cui parleranno i vari oratori e si avrà libero dibattito.
Parleranno, nei vari incontri : il past. Tullio
Vinay, don Ernesto Balducci, Roger Garaudy,
mons. Bettazzi, Bodrato (DC), Gianotti (PCI),
Magnani Noya (PSI), G. Ceragioli quale
esperto di questioni del Terzo Mondo e C.
Del Piano sindacalista. Cordiale invito a tutti.
Uomo politico
di primo piano e ________________________
di grande abilità
diplomatica, ha saputo dare unità al
problema palestinese e ad inserirlo,
come un cuneo, fra le aspre rivalità
economiche che oppongono le nazioni
arabe alle potenze capitalistiche.
Ciò facendo, si può dire ch’egli s’è
già reso altamente benemerito verso i
suoi compatrioti palestinesi.
Al ritorno di Arafat da Mosca, « Le
Monde » (nell’art. di testa del n. 9294,
in data 3.12.’74) scrive quanto segue.
« Conquistata la sua nuova posizione
di leader palestinese riconosciuto dall’ONU, restava ad Arafat di consolidare, con il viaggio a Mosca, il vantaggio
ottenuto.
Tale viaggio ha innegabilmente irrobustiti i legami fra l’URSS e l’OLP. Per
la prima volta, il capo dell’organizzazione palestinese è stato ricevuto ufficialmente da uno dei membri della
troik sovietica, cioè da Alexei Kossyghin. Del resto il comunicato pubblicato al termine dell’incontro, plaude
alla decisione d’instaurare “un potere
nazionale indipendente, diretto dall’OLP, su ogni parte di territorio palestinese che sarà liberato dall’occupazione delle truppe israeliane". Proclama inoltre il diritto inalienabile del
popolo palestinese "alla creazione del
proprio territorio nazionale, fino alla
formazione del proprio Stato”.
Tuttavia non sembra affatto che le
due parti abbiano raggiunto un pieno
accordo. Lo dimostra il fatto che certi
problemi, spinosi e argomenti d'interminabili litigi, sono stati volontariamente lasciati nell’ombra. Per es. il comunicato tace sul punto fondamentale
in cui la posizione sovietica differisce
da quella delTOLP, cioè sulla questione delTesistenza dello Stato d’Israele.
Eppure Brefnev aveva riaffermato,
martedì 26.11, nel suo discorso d’UlanBator (capitale della Mongolia Esterna), la volontà sovietica di concedere
"precise garanzia alla sicurezza e all indipendenza di tutti guastati oggi implicati in quel conflitto”.
Ma come immaginare che i sovietici
Direttore responsabile: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
N. 175 • 8/7/1960 _____
Coep. Tip. Subalpina - Terre Pelliee (Torino)
a cura di Tullio Viola
potessero richiedere ad Arafat di firmare un comunicato nel quale venisse
affermato il diritto di Israele all’esistenza?
Analogamente il testo non associa
l’OLP al pressante augurio sovietico, di
vedere "i rappresentanti del popolo
arabo di Palestina partecipare alla conferenza di Ginevra;, con la stessa dignità e a pari livello degli altri partecipanti”.
La ripresa dei negoziati sul M. Oriente, voluta insistentemente dai sovietici, non sembra dunque aver avanzato,
neppure d’un passo, in conseguenza
della visita di Arafat a Mosca.
Le reticenze dell’OLP sembrano dovute, in parte, alle rivalità che minano
il movimento di resistenza palestinese
nel suo interno. Il fronte della contestazione interna araba, che comprende
le organizazzioni di fedayin categoricamente opposte ad ogni tentativo di soluzione negoziata del conflitto araboisraeliano, ha infatti lanciato, a Beyrut, una violènta offensiva contro la
“tendenza disfattista e capitolarde dell’attuale direzione politica palestinese” » (...) Anzi « gli avversari di Arafat
nell’ambito dell’OLP medesima, e i
gruppuscoli terroristi del fronte della
contestazione interna araba, sono pronti a tutto per impedire un’evoluzione
destinata, secondo le loro opinioni, a
“liquidare il problema palestinese". Per
aver le mani libere, Arafat dovrà probabilmente reagire, senza pietà, contro
i dissidenti. Le operazioni terrorisle come quella di Beith-Shean e (la sera del
30.11) di Rahanie, non possono che rendere, in ogni caso, più difficile il compito del leader dell’OLP.
La recente conferenza di Vladivostok
è sembrata incoraggiante per la pace
net M. Oriente, benché si .sia rimasti
ail’oscuro degli accordi presi da USA
ed URSS in quell’occasione. Ma si avverte che, dopo quel “vertice”, due
fatti positivi .sono accaduti:
1) l’accordo di separazione delle
forze militari sul Golan (regione siriana limitrofa ad Israele) è stato rinviato di sei mesi;
2) il cammino che dovrebbe condurre alla ripresa della conferenza di
Ginevra, sembra ora un po’ meno ripido.
Ma permane un ostacolo maggiore;
se i palestinesi si decidessero ad ac
scopi. Le Chiese avranno pure modo
di valutari le loro strutture interne e
di dar l’esempio garantendo una rappresentanza femminile adeguata nei
vari organi direttivi e nei comitati.
Si spera pure che la celebrazione
dell’AID porterà ad aprire un Fondo
speciale per la promozione di donne
viventi a un livello d’esistenza assai
basso e per altri programmi di aiuto.
Brigalia Barn,
anglicana
sudafricana,
dirige
il Programma
di educazione
e rinnovamento
del CEC.
ponendo l’accento sullo sviluppo politico, sociale e culturale delle donne
sia nelle zone rurali sia in quelle urbane. La crisi alimentare che attualmente infuria nel mondo dovrà pure essere seguita con attenzione particolare.
Una delle sessioni plenarie della
Quinta Assemblea del CEC, nel novembre-dicembre 1975, avrà per tema Le
donne in un mondo in trasformazione.
E incoraggiante; ma, in ultima analisi,
il problema della parità fra l’uomo e
la donna nella società dev’essere affrontato non solo nelle assise mondiali — per quanto importanti queste siano —, bensì a livello locale, dove la
comunità civile e la Chiesa sono chiamate a utilizzare il contesto più immediato per la loro azione e la loro testimonianza. Se la risonanza dell’Anno
internazionale della donna non penetra totalmente in quel contesto, la sua
efficacia sarà seriamente compromessa. Brigalia Bam
cettare d’intervenire alla detta conferenza, bisognerebbe
ancora convincere
gl’israeliani ad intapolare trattative il
cui esito inevitabile
sarebbe il dialogo
diretto con l’OLP. E, fino ad oggi, gli
israeliani si sono sempre ostinatamente rifiutati a un tale dialogo ».
BOOM DI FEDELTÀ’
Di fronte alla crisi economica che
ha colpito l’Occidente, v’è una piccola
nazione in Europa, stranamente in fase di « boom economico »: la Bulgaria.
Ma donde viene questa sua fortuna?
( « fortuna » nel significato comune della parola, non in quello nostro).
« “Fino a vent’anni fa”, dicono al ministero del Commercio con l’estero a
Sofìa, “i viaggiatori che venivano in visita da noi cercavano l’aroma delle rose di Kazalink o il profumo dei tabacchi preziosi. Oggi, a trent’anni dalla
fondazione della Repubblica popolare,
possiamo affermare di essere un Paese
industriale”. Se la Bulgaria sta godendo di un consistente sviluppo economico e industriale, oltre che alle proprie forze lo deve alla ferrea amicizia
che la lega all’URSS.
In trent’anni di regime comunista, i
bulgari, contrariamente ad altri paesi
dell’Est europeo, non hanno mai messo in discussione i legami con l’URSS
e ne hanno sempre condiviso la politica estera, appoggiando tutte le iniziative sovietiche: invasione dell’Ungheria
nel 1956, rottura con la Cina, invasione della Cecoslovacchia nel 1968. (...) E
l’integrazione fra le due economie è ormai totale. Buona parte dei prodotti
di base per l’industria vengono forniti
dall’URSS, l’Unione Sovietica è il primo partner commerciale della Bulgaria. Dal primo di settembre di quest’anno i vincoli sono diventati ancora più
stretti. Questa notizia, diffusa negli ambienti diplomatici di Vienna, aveva
fatto nascere il sospetto che, proprio
neii’anniversario della sua lotta di liberazione, la Bulgaria potesse chiedere l’annessione all’URSS. “Una supposizione senza senso”, dicono a Sofia.
“Abbiamo la nostra identità nazionale
e ci teniamo a mantenerla”.
Proprio il maggior benessere ha stimolato, nell’opinione pubblica bulgara, un maggior orgoglio nazionale. Considerata, sino a pochi anni fa, la cugina di campagna del “Comecon" (il Mec
dèi paesi dell’Est), la Bulgaria ha oggi
un livello di vita molto superiore a
quello della Polonia, della Romania e
della Jugoslavia ».
(Da « Panorama » del 12.12.1974).
Concentrazioni
nell’industria dell’auto
Una^ delle maggiori, case automdbilistielie
francesi, la Peugeot, ha assunto il controllo
della più specializzata casa Citroen. Le due
case continueranno la loro attività in modo
recìprocamente autonomo, ma pianificazione
e controllo della Peugeot dovrebbero valere
a raddrizzare la situazione finanziaria della
Citroën, la quale segna un deficit di oltre
3 miliardi di franchi; tale situazione è dovuta in parte al calo di vendite di automobili,
particolarmente sensibile in un settore ’“superiore” come, appunto, è quello della Citroën.
Migliore, malgrado la crisi, l’andamentoeconomico della Peugeot : nei primi nove
mesi del ’74 sono state vendute 553 mila
unità (contro 559 mila nel periodo corrispondente del ’73) all’interno e 173 mila (contro
128) all’estero.
Anche la situazione della Renault è discreta : sempre nei primi nove mesi del ’74
le vendite sono salite da 920 mila a circa 1
milione all’interno e da 600 a 635 mila aL
l’estero.
iiimuiiiuiiiiiiiiiitiHiiiiiiiiitiiiiiiiHiiiiiiiniiiiiiiniiiiiiiiiiiiii
Il satellite “Helios"
Da Cape Canaveral è stato lanciato con
successo il satellite a Helios », di produzione
tedesca : del peso di 4 quintali, è destinato a
immettersi in un’orbita solare che lo porterà,
nel punto più vicino, a soli 45 milioni di chilometri dal Sole. Sarà il primo oggetto di fabbricazione umana ad avvicinarsi tanto al
Sole. « Helios » impiegherà 192 giorni a
compiere un’orbita solare viaggiando a 241
mila km. l’ora, la velocità più elevata mai
raggiunta nello spazio interplaneHerìo.
Il progetto (c Helios », del costo di 240
milioni dì dollari (circa 150 miliardi di lire),
è finanziato congiuntamente dagli Stati Uniti
e dalla Germania Federale e consisti* in due
missioni gemelle (tra un anno sarà lanciato
il secondo satellite) destinate allo studio degli effetti del Sole sullo spazio interplanetario e sulla Terra. In particolare « Helios »
studierà i venti solari, i campi magnetici, i
raggi cosmici e la polvere cosmica.
La Palestina
non è l'Alabama
(segue da pag. 7)
del quadro mondiale in cui si situa oggi il
conflitto fra nazioni « ricche » a sviluppo tecnologico avanzato e paesi « poveri » o in via
di faticoso sviluppo. Paragonare gli U.S.A.
al popolo palestinese e Israele ad un « giovane Stato nero » significa capovolgere totalmente il quadro politico cd economico, chiamando poveri i ricchi e ricchi i poveri. Non
si vede proprio come una similitudine di
questo tipo possa a chiarire il problema »!
In realtà questo discorso e mistificante perché vuole occultare proprio la realtà della solidarietà fra paesi capitalistici avanzati a
danno dei paesi arretrati in faticosa via di
sviluppo. Per questo — è doloroso dirlo —
i fellah palestinesi costretti a vivere sotto le
tende dei miserabili accampamenti frequentemente bombardati dai Mirage israeliani
contano molto meno dei più « civili » ebrei
israeliani verso i quali avvertiamo una profonda solidarietà culturale e ideologica che
varrebbe la pena un giorno di analizzare.
Per concludere, mi dispiace che un giornalista così mistificante abbia usato come
pseudonimo il nome glorioso di Vercors, antica patria dei Valdesi francesi nel ’400 e teatro di eroiche lotte della Resistenza nel
1944-54. Carlo Papini
01534823534823485323535348532302230001010100
18814173