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^ TornorrrrA
Casa Va riero
'102RE PSLLICS
DELLE VALLI VALDESI
Settimanale
della Chiesa f aldine
" Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Anno LXXXVIII - N. 31
Una copia 30
ARRnNAlwiriNiTì l P*'' I Luce: li. 1.800 per rintemo | Spediz. abb. postale • li Gruppo
f L. 1.600 per l’estero | L. 2.500 per l’estero j Cambio d’indirizzo Lire 40,—
TORRE PELLICE — 1 Agosto 1958
Ammin. Claudiana Torre PcUice • C.C.P» 2"17557
Buona volontà?
Dopo le giornate di tensione a proposito del conflitto medioorientale — su cui insistiamo perchè non si tratta di una questione locale
bensì di portata mondiale — ecco scatenarsi la girandola della diplomazia, delle note e contro-note trasraesse dall’uno all’altro dei « grandi » governi. Si fa fatica a tenerci dietro. La parola d’ordine di questi
giorni? Negoziare. Evidentemente nessuno ha voglia di rischiare im
conflitto generale; e quindi, di buona o di mala voglia, non resta che
la via dei negoziati. Ma, sinceramente, è una via che appare cosi
ingrata, cosi falsa, così esasperantemente lenta e spesso senza senso,
che non vorremmo davvero essere fra
quelli che ne portano la diretta responsabilità !
AU’inclrca, la parabola dei rapporti
diplomatici di queste settimane è la
seguente. Immediatamente dopo l’intervento anglo-americano nel Libano
e nella Giordania, Kruscev da Mosca
intimò il ritiro dei due corpi di spedizione qualificando apertamente
questo intervento come « aggressione » ; chiese pure in modo imperativo
la riunione immediata di una corife
renza « al vertice » ( che riunisse cioè
soiianto i rappresentanti dei Grandi
paesi: U.S.A., Gran Bretagna, Fran
eia, U.R.S.S. ed eventualmente India)
che discutesse il grave problema creatosi nel Medio Oriente. Nelle loro risposte, i tre Grandi occidentali diedero prova che il fronte unreo' del Patto
Atlantico non era senza incrinalure:
nisenhower rilìutò qualsiasi riunione
al vertice che non avesse luogo neil'ambito delle Nazioni Unite, e precisamente nel Consiglio ai »icurezza'
quindi a New York; nè, del resto, questa risposta, fattasi aspettare, mostrava un troppo* caldo entusiasmo.
Una più viva volontà di accordo si notava nella risposta di Macmillan, cne
proponeva una riumone del Consiglio
ai sicurezza cui fossero invitati pure
1 rappresentanti di quei paesi ael ivie
aio oriente che, pur non lacenOone
parte, erano i più direLtameme mteressati al dibattito! De Gaulle, infine,
proponeva al contrario una riunione
ristretta e segreta dei 4 Grandi in Eu
iopa, a Ginevra ad esempio: torse
pensava, in tal modo, di poter far
maggiormente sentire il punto di vista « europeo » e più particolarmente
irancese.
Tutto questo non ha però seguito
ia linea semplice e schematica che
potrebbe Sembrare; ma ogni documento è stato preceduto, accompagnato, seguito da una ritta rete di
consultazioni fra i vari paesi. Mosca,
intanto, attendeva — pur sollecitando le risposte occidentali — con una
pazienza che dava la rallegrante impressione di una sincera ricerca di
accordo e di pace. E veniva fatto di
iremere contro le tergiversazioni occidentali, americane in particolare. ,
come si può scherzare cosi col fuoco ì
Poiché gii « alleati » — è strano come
sia più facile essere « allea ti » nell attaccare che nel vivere in pace — no.i
avevano avuto il coraggio di condurre fino in fondo una manovra milita
re, che forse neppure politicamente sj
giustificava, era chiaro che l’unica
cosa da fare era di ritirarsi nel mi
glior modo possibile. L’unico seris-j
cne la « spedizione » poteva avere era
di far sentire la validità delie forzj
occidentali: ma non pare che la dimostrazione sia stata molto probante.
Perciò bisognava negoziare. Partite,
finalmente, le risposte, più o meno
candide messaggere di pace, alla volta di Mosca, quai’è stata l’accoglienza russa? Purtroppo non quale la si
sarebbe immaginata e spierata. Kruscev, dopo avere in un primo tempo
accettato la proposta anglo-americana di una riunione del Consiglio di
sicurezza dell’ONU, facendoci ulteriormente rallegrare per la buona volontà russa, ha ora cambiato idea ed
ha annunciato che desidera e propone
ancora il convegno al vertice ristretto, in Europa — anche a Mosca! —
secondo la richiesta francese. Ahimè,
era troppo bella la colomba della pace spiccante il volo dal Cremlino. Come ci pare deplorevole il temporeggiare di parte degli occidentali, così
è doveroso dire che questa contropro*posta russa fa la netta impressione di
essere una pura mossa tattica per accentuare i disaccordi e le latenti rivalità fra i paesi del non del tutto
compatto «blocco» occidentale; non
dettata dal desiderio di giungere al
più presto ad un accordo, che le precedenti dichiarazioni lasciavano sperare. Ci sarà buona volontà bastante
a dipanare una tale matassa?
Ma c’è una spiegazione, al fallimento di questa «buona volontà» da cui
tutti — o quasi — paiono mossi, e che
perla cosi gramo frutto. La buona volontà di Kruscev è la buona volontà
del giusto giudice, che insorge contro
raggressicne, dimenticando con molta
facilità — diplomatica, certo! — altre
aggressioni: una buona volontà che
può anche credersi sincera, ma che
è intimamente falsa ed ipocrita; finché Mosca giudicherà l’Occidente dal
l’alto di un piedestallo e solleticherà
in questo senso demagogico e super
bo i nazionalismi afro-asiatici, non si
potrà parlare di sincera, fattiva buo
na volontà. E purtroppo la stessa gra
ve riserva è da fare sulla buona vo
lontà di Eisenhower e di Poster Dui
les; quest’ultimo ha dichiarato: « Non
accetteremo la parte di rei sul banco
degli imputati. Andremo alla conferenza non come accusati, ma per denunciare la minaccia alla pace e alla
sicurezza derivante dalle minacce indirette contro i piccoli paesi » ; che
pensare di una buona volontà che ha
tali fondamenti? si rende conto. Poster Dulles, che ci dicono zelante mem
bro della Chiesa presbiteriana, della
parte che la confessione di peccato
na nel nostro culto, e di come essa
debba informare la vita?
E che dire di questi Grandi, Kruscev, Eisenhower, De Gaulle, che progettano una conferenza che porti ad
un accordo sulla situazione del Medio
Oriente, e non prendono nemmeno in
considerazione, o rifiutano nettamente la partecipazione di rappres jntanti
di questi paesi, Israele compreso? Ricercano davvero una giusta soluzione,
ricercano davvero il benessere di questi popoli, o il paternalismo nasconde anche qui la più fredda volontà di
potenza, in questo caso la ricerca di
una accettabile spartizione di questa
fcnrtamentale zona del globo?
Il Signore ci guardi dalla buona volontà dei « giusti » e da quella dei
« padroni ».
g. c.
PER LA CHIESA CATTOLICA IN ITALIA
11 Concordato è veramente segno
di potenza o di debolezza ?
I
>'
L’ANSA comunica che ha avuto luogo a
Cama doli un corso di aggiornamento per il
clero, diretto dall’Istituto cattolico di attività sociale (I.C.A.S.), avente per tema;
« I cattolici e lo Stalo italiano », rivelatosi
necessario poiché le vicende degli ultimi
tempi lianiio messo in evidenza la grande
confusione delle idee su quest’argomento:
ogni sforzo compililo per chiarire i rapporti fra Chiesa e Stalo tn Italia deve considerarsi salutare. 1 temi delle lezioni sono
stati : 1 cattolici e il rinnovamento dello
Stato italiano; Aspetti giuridici dei rapporti fra Chiesa e Stato oggi in Italia; I cattolici e la democrazia; I cattolici e i partiti
politici; I problemi della scuola e i cattolici; L’azione sindacale in Italia; Il rinnovamento del costume morale.
Non sappiamo ([naie sia stato il tenore
di questo corso, anche se ai può immaginarlo con una certa approssimazione. Ci
auguriamo in ogni caso che sia stato veramente un tentativo chiarificatore. Poiché,
davvero, regna una grande confusione a
proposito del Concordato, e degli obblighi
e dei diritti che esso sancisce per la Chiesa
come per lo Stato.
Alla luce della nostra storia anche recentissima, suona infatti ironia il commento che l’O.s.sereniore Ramano (12 febbraio)
dava anche quest’
____ . dell’anniversario
della Conciliazione: « Trattato e Concordalo sono il fondamento sicuro della buona
armonia fra la Chiesa e lo Stato in Italia ».
Siamo ben lungi dal condividere questa
certezza. Riandando infatti agli eventi della
nostra vita nazionale, anche soltanto negli
ultimi mesi, col caso clamoroso del vescovo di Prato (e dei suoi emuli...), con la dichiarazione elettorale dell’Episcopato italiano, con la politica clericale che si fa
innegabilmente sentire nella scuola e nei
mezzi di diffusione pubblici, non possiamo
far altro che pensare che si tratta di una
interpretazione per lo meno parziale.
Le ultime elezioni politiche hanno san
zionato il successo della DC, in un modo
che ha lasciato molti perplessi sulla reattività delle masse italiane a certi problemi
democratici, poiché per quanto l’Italia sia
un paese a stragrande maggioranza cattolica, si penserebbe che non siano molti a
desiderare un paese fortemente clericaliz
Concordato rimane un serio ostacolo: non
soltanto per le minoranze non cattoliche,
bensì proprio per tutta la vita politica e
civile italiana, che appena tentava i suoi
inizi democratici.
Però, non soltanto per lo Stato italiano,
e per le minoranze « ammesse » il Concor
zato. Apatia? Immaturità politica? Vedre- dato è un male profondo: sono convinto
mo se nella nuova legislatura il Governo
saprà avere veramente quell’apertura democratica che prometteva, saprà evitare di
far sempre passare la causa (terrena) della
Chiesa Cattolica prima di quella dello Stato, se la DC eviterà di essere un partito
prima cattolico (Vaticano) e p»oi italiano.
In ogni caso, il popolo italiano ha, mi pare,
confermato il fatto che se, nel nostro paese, sono molti a brontolare contro i « preti
armeggioni » come qualcuno li ha chiamati
in periodo elettorale, non molti hanno poi
la maturità politica e civile necessaria per
uscire dallo sterile pettegolezzo da barzelletta e prendere un impegno serio in conseguenza.
D’altra parte, sono fermamente convinto
che dobbiamo renderci conto che il Concordato è quello che è; e che il Cattolicesimo romano, e in modo particolare la Curia, proprio per la loro visione integralista della « Chiesa-Regno di Dio in terra »,
sono portali evidentemente a trarre dal Concordato stesso tutti i vantaggi possibili « a
maggior gloria del Signore » e per il « bene » della nazione. Era il rischio che si
correva quando fu stipulato; che si corse
di nuovo quando fu accettato dalla Costituente ed entrò a far parte della Costituzione... Lo si corse con leggerezza, invero
non ainmaestrati dal passato anche recente;
ed ora se ne portano le conseguenze. Quindi, se è abbastanza ipocrita, da parte vaticana, fare del Concordato la garanzia della
buona armonia politica e civile in Italia, è
illuso chi accetta senza riserve il Concordato stesso, e poi recrimina contro le conseguenze. Per parte nostra, diciamo che il
NOTIZIE IN BREVE
In agosto si terrà a Lourengo Marques (Mozambico) il Congresso del
rUnione mondiale delle organizzazioni femminili cattoliche. L’Unione
conta 89 organizzazioni affiliate in
più di 40 paesi, con circa 36 milioni
di iscritte; la sede è a Parigi. L’Unio
ne ha già condotto due grandi campagne su scala mondiale: una dal
1952 per lo sviluppo della personalità
cristiana della donna e l’altra, dal
1955, contro la fame nel mondo. L’Unione è una delle più importanti organizzazioni internazionali. (ANSA)
Le ferrovie federali tedesche hanno costruito il primo vagone-cappella
(cattolico), che è in servizio sulla li
nea AugustiLAdeIried e permette ai
fedeli di raccogliersi in preghiera nel
corso del viaggio.
In Inghilterra lo sfollarsi delle città verso il mare e la montagna è seguito da organizzazioni turistiche, in
particolare quelle dei « campi di vacanza», che offrono in loco tutti i
servizi igienici, d cucina e di bucato.
Oggi in tutti qurati campi sorge una
cappella e cappellani della Chiesa an
glicana vi presiedono regolarmente
i culti, spesso ben frequentati.
Ad eccezione di 200 persone, i 10.000
rifugiati ungheresi giunti in Svizzera
hanno trovato alloggio e lavoro, grazie all’operà del Soccorso Svizzero,
che riunisce le opere assistenziali protestanti e cattoliche e, da poco, la
Croce Ressa Svizzera.
In una delle pawocchie di Boston
(USA) si ricelebra il giovedì, alla fine
del pomeriggio, il culto della domenica precedente, per ovviare in qualche
modo alla dispersione dei fedeli ne:
wev:k-ends.
A Los Angeles, la quarta città degli
Stati Uniti, dal 1945 sono stati costruiti numerosissimi luoghi di culto;
in questi tempi la frequenza media e
stata di un tempio alla settimana.
Un luogo dì raccoglimento e di preghiera, aperto ai credenti di ogni c:,n
fessione, è stato installato al 39.o piano di un nuovo grattacielo a Dallas
(USA).
Il Vaticano ha rifiutato di partecipare ad una conferenza religiosa al
massimo livello, proposta dal Dipartimento di Stato americano, in cui i
capi delle Chiese Cattolica, Prote
stanti e Ortodosse, dell’Islam, del
Buddismo e dell’Ebraismo avrebbero
studiato un’azione comune contro la
propaganda comunista. La conferenza avrebbe potuto aver luogo a Roma,
data l’intrasferibilità del Pontefice
romano. Siamo certi che non solo la
Chiesa cattolica avrebbe rifiutato una
iniziativa del genere.
La Congregazione dei Religiosi sta
studiando la possibilità di creare un
nuovo ordine, quello dei Girovaghi. I
suoi membri vivrebbero a bordo di autocappelle, spostandosi contmuamente nelle zone agricole industriali, dove
il clero parrocchiale è considerato insufficiente. Se l’esperimento darà buoni risultati, l’iniziativa sarà estesa a
tutti i paesi cattolici.
A Roubaix l’industriale Lepoutre,
ordinato sacerdote all’età di 69 anni
dal Cardinale Peltin, ha celebrato la
sua prima Messa davanti agli operai
di quelli che finora erano i suoi sta
bilimenti. (ANSA)
La TV italiana ha offerto ai telespettatori, il 21 luglio scorso, un documentario archeologico sulla storia biblica, dalle torri della pianura babilonese ai ruderi egiziani della città di
Ramses II, ai ruderi e alle ricostru
zioni della terra d’Israele, fino ai tempi d’Erode.
I quaccheri svedesi vorrebbero poter
sostituire il loro periodo di servizio
con un « servizio civile per la pace ».
Una domanda in questo senso è sata
indirizzata al governo svedese.
Giazie al Comitato nazionale delle
Unioni cristiane olandesi, centoventi
bambini provenienti dai campi di rifugiati di Amburgo potranno passare
le loro vacanze nei Paesi Bassi. Dopo
una settimana in un campo di vacanze delle U.C.J.G., i bambini saranno
ospitati da famiglie.
All’Istituto ecumenico di Bossey si
è tenuta una conferenza di due settimane in cui delegati di 25 paesi hanno
discusso dell’evangelizzazione e della
vita della Chiesa nelle città industriali.
La più grande trasmittente missionaria protestante dell’Oriente, con
sede a Manilla, dispone ora, nell’isola di Okinawa, di un terzo centro di
diffusione su onde medie, mentre ne
ha già 7 su onde corte; il suo programma è diffuso in 38 lingue.
Si è tenuta a Copenhagen una riunione di specialisti del cinema cristiano, organizzata dall’« Interfilm ».
che sia tale per la stessa Chiesa romana;
non per la politica vaticana, certo; non
per la preminenza della Curia in Italia, ma
per la Chiesa di obbedienza romana; questa distinzione, che la dottrina cattolica naturalmente rifiuta, mi pare invece giustificata e doverosa. Alcuni mesi or sono, in
un breve riesame dei primi dodici anni
della propria attività, la redazione de 11
Gallo — una piccola ma coraggiosa e libera
rivista cattolica laica, edita a Genova —
scriveva fra l’altro: « Uscivamo da un ventennio che aveva maturato un Concordato;
e che aveva visto dei rapporti di reciproco
ossequio fra Chiesa e Stato (reciprpeo, e
manifestato alVoccasione con modi coreografici: « il popolo ha bisogno anche di
questo — si diceva — di vedere e di toccare », e in tale dichiarazione ed opinione
molti erano] d'accordo, « maestri » della
vita religiosa e « maestri » della vita politica). La Chiesa, in sostanza, godeva di una
situazione pratica di privilegio f anche. se
la lettera della legge dava la parità agli altri culti), e la cartolina-precetto era d’uso
per la comunione pasquale dei « balilla »
e per le adunate del « Partito ». Era naturale che ci chiedessimo, al mutar delVatmosfera, quale significato potesse avere quel
tenore di rapporti, e fino a qual punto reciproco ossequio e privilegio avessero veramente giovato, o non giovato, o avessero
negativamente influito sulla vita spirituale
e civica degli italiani, in quanto cittadini
della Chiesa (Corpo Mistico) e in quanto
cittadini dello Stato ».
E’ veramente molto bello e rallegrante
che questa problematica sia espressa con
tanta sincerità, non da anticlericali o « laicisti », ma da un gruppo di laici cattolici
che non si vergognano certamente di dire
chiara la loro fede e che cercano la verità
evangelica ed il suo necessario attuarsi
umano.
Vi sono dunque dei cattolici che non sono cosi sicuri come le supreme Gerarchie
che il Concordato (e quanti ne ha stretti, la
Curia, nei vari paesi del mondo?) sia un
trionfo del Cristianesimo cattolico; a loro
noi ci affianchiamo, cercando di spogliarci
di ogni orgoglio e di ogni smania proselitistica, nel considerare che il Cattolicesimo ha voluto, ai giorni nostri, rinnovare il
grave rischio corso dalla Chiesa di Cristo
fin dalla ormai lontana età costantiniana;
divenire religione dello Stato; essere tentata di dominare anziché di servire, iUudersi di abbracciare tutto il « popolo », per
cui è divenuto, ad es., uno slogan che il
popolo italiano è cattolico: ora se cattolico
vuol dire cristiano, allora il popolo italiano non è cristiano, come non lo è alcun
popolo.
L’anticlericalismo risorgimentale e postrisorgimentale, come tutte 1« opposizioni
che Dio scatena contro la sua Chiesa infedele, sono stati un’occasione offerta a Roma di ravvedersi dalle sue illusioni e da'
suoi errori. I.a stipulazione del Concordato
ha dimostrato che Roma non ha voluto
comprendere. Ma rimangono nel Cattolicesimo coscienze cristiane vigili sul vero
bene della Chiesa, alla ricerca della vera
via in cui si serve Cristo nel mondo; che
sanno discernere nell’anticlericalesimo risorgente un nuovo avvertimento del Signore. Ringraziamo Dio di darci, in loro, un
segno vivo e lieto che il Cattolicesimo, veramente, non è tutto di « preti armeggioni » e di masse soddisfatte del paternalismo
con cui le si guida.
Gino Conte
2
1 —
L’ECO DELLE TALLI VALDESI
Due pregevoli raccolte
di predicazioDi
Pubblicate con cura e finezza dalle
Edizioni Berger-Levrault, ci giungono
due nuove e pregevoli raccolte di predicazioni, che ci danno una riprova
della vitalità del Protestantesimo
francese.
La prima di queste raccolte è dovuta al pensiero ed alla penna del Pastore Marc Boegner, Presidente della
Fédération Protestante de France,
che pubblica anche quest’anno — dando così loro una più grande e richiesta diffusione — le sue predicazioni di
Quaresima, tenute nella Chiesa di
Passy (Parigi), e ritrasmesse dalla
Radiotélévision Française. Quanti già
conoscono le serie precedenti (La vie
trionphante. Le chrétien et la souffrance, Les sept paroles de la croix)
vi ritroveranno con riconoscenza quella finezza culturale e quell’elevata spi
ritualità cristiana che fanno di Marc
Boegner una figura indimenticabile
un interprete potente e umanissimo
della Parola di Dio.
Le sei predicazioni tenute quest’anno* sono state centrate sul tema de
« La nostra vocazione alla santità ».
NOTRE VOCATION A LA SAINTETE - Recueil des prédications de
Carême 1958 du Pasteur Marc Boegner, avec une post-face sur « La
présence réelle ». Berger-Levrault,
Paris 1958, pp. 152, fr. fr. 420.
CERTITUDES DE LA FOI - Recueil
de prédications radiodiffusées publié par la Fédération protestante
de France, avec une préface de
Marc Boegner. Berger-Levrault, Paris 1958, pp. 146, fr. fr. 450.
Santità che è anzitutto di Dio, e di
Lui soltanto; ma che ci è da Lui
richiesta come una vocazione. Santità
non per alcuni soltanto, esseri eccezionali e soprannaturali, ma per noi
tutti, chiamati da Dio a rispondere r
questa « vocazione impossibile e che
la paura », affln di ricevere, nel pentimento e nella fede, la luce e la pace
di cui gli uomini hanno tanto bisogno. Così si realizza la Comunione dei
canti, quella Assemblea dei credenti
a cui si riferisce il Credo e che è infinitamente al di sopra di ogni chiesa
visìbile ; comunione che ha il suo centro' vitale nella Santa Cena, l’ultimo
atto della passione di Cristo, il fondamento della comunione di quanti
ripongono in Lui la loro salda speranza. A questo ptmto il Pastore Boegner ha aggiunto una breve appenuice in cui ricorda e chiarisce il pensiero dei Riformatori sulla « presenza
reale » di Cristo nella Comunione.
La seconda pubblicazione che presentiamo raccoglie invece 24 predicazioni radiotrasmesse dalla Radiodiffusion Française la domenica mattina, alle 8,30.
(Questa raccolta è apparsa necessar
ria dall’abbondantissima corrispondenza degli ascoltatori, specie gli isolati senza luogo di culto, gli ammala
ti, o quanti desiderano meditare qualche istante la ricchezza, l’altezza, la
profondità della Parola di Dio. Lettere di protestanti e di cattolici, tutti
desiderosi di poter leggere e rileggere
il testo delle predicazioni che li han
colpiti, sulle onde della radio.
Ne è risultato ixn bel volume, raccolto in una copertina illustrata da
fotografie prese nel corso di imo dei
culti, ritramessi come d’abitudine
dalla Chiesa de l’Etoile, a Parigi.
« Certitudes de la fois », tale è la
certezza offerta al lettore che ritroverà qui 24 delle migliori predicazioni
del 1956 e 1957, seguenti l’ordine dell’anno ecclesiastico, dall’Avvento a
novembre. Doi>o una bella prefazione
del Pastore Marc Boegner, ecco, in un
denso e luminoso, i messaggi dei riformati, dei luterani, dei riformati
evangelici, dei battisti, tutti attenta
unicamente a pronunciare le parole
di spoeranza, di perdono e di fede che
riconfortano ed elevano. Riportiamc
in buona parte, in questa pagina, una
di queste predicazioni, quale esempio
tipico ed invitante della loro semplicità, della loro immediatezza, della loro vivezza.
Queste due opere di edificazione nel
senso più alto e più forte del termine
potranno essere lette e rilette; servire
di base a molte meditazioni; portare
molti frutti. Le raccomandiamo con
grande fiducia e gratitudine.
g. c.
Tutti i lettori
del nostro giornale
sanno che quest’anno cade il 1“ Centenario di Lourdes.
Abbiamo tutti letto sui giornali dei grandi pellegrinaggi organizzati quest’anno in occasione
di grandi e solenni cerimonie per la
celebrazione del centenario. Il papa
stesso ha scritto una Lettera-Enciclica
in occasione di questo avvenimento.
Forse non è disutile che anche noi
ricordiamo i fatti occorsi cento anni fa
a Lourdes.
Bernadette Soubirous era la prima
di quattro figli di un mugnaio. Era nata nel 1844 e la sua infanzia era stata
difficile e penosa essendo la sua famiglia povera ed in continue difficoltà.
La bimbetta era andata assai poco a
scuola e nel 1858 si preparava alla prima comunione studiando con fatica il
suo catechismo. •
La prima apparizione avvenne il
giovedì 11 Febbraio: mentre Bernadette stava per attraversare il canale
davanti alla grotta di Massabielle « essa sta per mettere un piede nell’acqua
gelata quando un rumore attira la sua
attenzione. Nel crepaccio della roccia,
a destra, brilla una luce bianca, dolce e viva nello stesso tempo. Poi si
manifesta qualche cosa. Aureolata di
un alone luminoso e vestita di bianco,
una giovane o piuttosto una bimba airi ncirea della sua altezza la guarda e
la saluta... Le mani tengono un rosario... » (1).
Lourdes: I‘ centenario
La seconda apparizione, anche silenziosa avvenne nel medesimo luogo
la Domenica 14 Febbraio. Dal 19 al
4 Marzo vi saranno delle apparizioni
quotidiane; ma le apparizioni più importanti sono state quelle del 18 Febbraio e del 25 Marzo. Mentre le prime e le ultime due sono state apparizioni silenziose nelle altre Bernadette
ha dialogato con la « Signora ».
La « Signora » esorta ripetutamente
alla penitenza e guida essa stessa Bernadette ad atti di penitenza per i peccatori (Bernadette scava la terra con
le mani, beve acqua motosa, mangia
erbe amare ecc.). Un secondo motivo
delle conversazioni è la esortazione
della « Signora » di andare dai preti
e dire loro di far costruire in quel
luogo una cappella. Il terzo motivo
è la rivelazione del proprio nome con
queste parole : « Io sono l’Immacolata
concezione ».
La ricostruzione delle apparizioni
e delle parole pronunciate in esse non
trova unanimi gli storici, ma nei motivi centrali, ai quali abbiamo accennato, v’è concordanza.
Via via che le apparizioni si rinnovavano le amiche di Bernadette ed una
folla crescente di curiosi si sono recati al luogo delle apparizioni, ma
solo Bernadette ha
veduto ed udito la
« Signora ».
Il vescovo di
________________ Tarbes, Laurence,
nel 1862 dichiarava autentiche le apparizioni : « Nói
giudcihiamo che l’Immacolata Maria,
Madre di Dio, è realmente apparsa a
Bernadette ».
Quanto a Bernadette stessa nel 1866
lasciò Lourdes ed entrò nel convento
di Saint-Gildard a Nerves, convento
di Suore di Carità.
A soli 35 anni Bernadette morì. Numerose testimonianze mediche ce la
descrivono come una creatura rachitica, dallo sviluppo assai ritardato, con
anomalie al cuore e malata di polmoni.
Quanto a Lourdes, la gente ha cominciato ad accorrervi. Il primo miracolo fu quello verificatosi nel corso
delle apparizioni: lo scaturire della
fonte d’acqua benefica.
Molti altri miracoli e guarigioni a
centinaia si manifestarono nel corso
degli anni seguenti e fino ai nostri
giorni.
In un prossimo articolo vorremmo
vedere quale valore questi fatti hanno
nella pietà del cattolicesimo romano e
quale sia la nostra posizione di evangelici di fronte a questo aspetto della
pietà cattolica romana. F. S.
(1) R. Laurentin: Sens de Lourdes 1955
cilato da P. Petit: Lourdes, les protestiinis,
la Iradition chrétienne 1958.
VACANZE E RIPOSO
Ecco una bella parola da scrivere sulla prima pagina delle vacanze!
Ci dice, infatti, ciò che le vacanze devono anzitutto ricordarci, e forse insegnarci: la vanità, cioè il vuoto, del lavoro che non è che uno sforzo teso e doloroso compiuto dall’essere umano tutto solo; sì, il vuoto
d’una fatica anche se ci si leva di
buon’ora e ci si corica tardi senza
accordarsi il minimo respiro.
Non è certo il lavoro in sè che la
Parola di Dio condanna! Al contrario, lo comanda. San Paolo giunge
a scrivere che chi non lavora non
deve neppure mangiare! Ma condanna il lavoro totalitario, quello che
diventa nella vita di un uomo o di
una donna una specie di tiranno,
pur dando loro al tempo stesso l’orgogliosa tentazione di credere nella
loro propria potenza, nel loro prO'
prio valore.
(ìuesto lavoro —- essa dice —- è n.
lavoro malvagio a sotto il sole », un
lavoro malato, un lavoro senza pace
e senza frutti, un lavoro che distrugge invece di costruire. Poiché è un
lavoro orgoglioso, che non sa restare al suo umile posto al cospetto di
Dio, il solo padrone e Signore.
Perciò Dio impone dei limiti alla
attività umana; traccia delle frontiere, al di là delle quali diviene un
lavoro empio : lo leggiamo nell’Ecclesiaste (2: 24-26), lo udiamo dire
da Gesù nel sermone sul monte
impano m leoate di Buonoìa e laidi andalR a iipoàaie
e mangiate il pane del doloie; I Bleino dà althettanto
ai ííuoi diletti, menile eàài dolmono. (d’almo 127: 2)
Nel corso della sua predicazione il Pastore Gagnier parafrasa così
una celebre pagina di Charles Péguy;
Je connais bien l'homme, dit Dieu
C'est moi qui l'ai fait... C'est un drôle d'être...
On peut lui demander beaucoup.
On peut lui demander beaucoup de coeur,
beaucoup de charité, beaucoup de sacrifice.
Mais ce qu'on ne peut pas lui demander,
Sacredie, c'est un peu d'espérance,
un peu de confiance, quoi,
un peu de détente, un peu de remise,
un peu d'abandonnement dans mes mains,
un peu de désistement.
Il se raidit tout le temps !
Or toi, ma fille, les vacances,
toi, mon fils, le repos, tu réussis,
quelquefois, tu obtiens quelquefois
cela de l'homme rebelle.
Qu'il consente, ce monsieur,
qu'il se rende un peu à moi...
Que sa tête ne marche plus.
Elle ne marche que trop, sa tête.
Et il croit que c'est du travail que sa tête marche comme ça...
Pauvre être. Je n'aime pas, dit Dieu,
celui qui ne prend pas de repos, je n'aime pas
celui qui ne prend pas de vacances...
(Matt. 6: 24-34). Poiché tutto ciò
che basta a sè stesso, tutto ciò che
fa a meno di Dio è empio.
Mai la Parolai di Dio ha domandato aH’uomo un lavoro di questo
genere. Al contrario, glielo vieta :
vieta il surmenage e il lavoro abbrutente. Come Dio ordina di lavorare, così vieta ad ognuno di non
pensare più ad altro che al suo lavoro. Gli vieta di tornare a casa alle nove di sera, di passare le domeniche sulle carte, di non voler prendere le vacanze. Proibisce le ore straordinarie che non lasciano più il
tempo al riposo. Condanna i regimi
sociali che le rendono indispensabili per l’economia di un paese o per
il bilancio di una famiglia. Non vuol
saperne di un « rendimento » spietato, sia alla moda russa o a quella
americana.
* :I: H:
Questo avvertimento vale del resto per ogni lavoro, anche per quello spirituale, che, a prima vista sembrerebbe non richiedere distensione. Ci si può riposare, al servizio di
Dio? Si, lo si può, e anzi lo si deve,
anche qui. Perchè anche qui, e qui
in un modo tutto particolare, l’uomo è minacciato dall’orgoglio; rischia di credere a poco a poco ai
propri piani, ai propri sforzi, e di
ammirare infine la sua opera personale, dimenticando che se è buona
non è che opera di Dio.
Certo non è senza ragione che il
comandamento del Decalogo parli
del riposo prima ancora di parlare
del lavoro: « Ricordati del giorno
del riposo ». Infatti non si comprende il vero senso del lavoro che partendo dai suoi limiti. Altrimenti rischia di diventare invadente, mostruoso, vano, vuoto.
Si potrebbe dunque dire che il riposo è destinato a mettere nella nostia attività una sorta d’humor, cioè
di farci scorgere, |>osato su di noi,
10 sguardo di Dio che sorride delle
nostre arie d’importanza, dei nostri
atteggiamenti pretenziosi e solenni
(piando parliamo del « nostro » laV oro !
Le vacanze non ci mostrano forse
che nulla di vitale si arresta, cpian-rlo
noi ci arrestiamo? Ciò che Dio fa.
continua. Egli continua a tenere tutto in mano, e ci ricorda che di fatto è
sempre Lui e Lui solo che tiene tutto in mano, non noi; il grande industriale ed il ministro non più che
11 piccolo impiegato.
Ecco dunque quale può e deve essere, se sappiamo ascoltare, il primo
beneficio del riposo: ci ricorda che
anche se rende molto e — come si
dice — dà molta soddisfazione, il
nostro lavoro è in sè stesso inutile e
vuoto se non rimane al posto di obbedienza che gli assegna il solo padrone e signore degli uomini e del
mondo.
A condizione tuttavia che questo
lavoro vano non sia sostituito a sua
volta da vacanze altrettanto vane. Se
c’è un lavoro vuoto ed empio, c’è
anche un preteso riposo non meno
vuoto e non meno empio.
Sembra anzi che lavoro e riposo
siano cugini primi! E’ ancora la Bibbia che mette spesso in guardia contro il falso riposo: Gesù racconta la
storia di un uomo che era fiero di
aver molto lavorato, molto guadagnato e che un giorno diceva a sè
stesso: « Riposati » e che mori proprio quel giorno. Il surmenage, l’agitazione, la febbre, la tensione del
lavoro hanno il loro corrispondente:
le vacanze in cui non si riesce a star
fermi, in cui bisogna correre il proprio paese o il mondo, secondo i
propri mezzi, divorare chilometri,
vedere e fotografare a passo di carica il maggior numero di monumenti
possibile, mostrarsi su una spiaggia
alla moda, andare alle Canarie quando (( bisogna esser stati alle Canarie », in Sicilia quando « bisogna aver visto la Sicilia ». Oppure, per
lunghe ore chiedere al sole e alla
crema per abbronzature di farvi, sotto una pelle d’ebano, dei polmoni
congestionati. O ancora pesticciare
in cadenza, jaer ore intere, su ritmi
da schiavi...
Come c’è un lavoro vano, c’è un
preteso rijaoso che non è che un piacere vuoto.
>5
Lavoro vano, vacanze vane: è precisamente questo cerchio che Dio
vuole rompere col riposo. Il riposo
è infatti il momento in cui, levandosi certo tardi e coricandosi di
buon’ora, si impara, ce dormendo »,
che il Signore è Colui che dà, e che
dà, perchè ama. « L’Eterno dà altrettanto ai saioi diletti, mentr’essi
dormono ».
Il riposo, dovrebbe essere l’ingresso della libera grazia di Dica
nelle nostre vite tese. In poche parole, il riposo deve essere la parabola della fiducia.
Fratelli e sorelle, il vero riposo
non è le vacanze, è la fede. O piuttosto, le vai'.anze non sono un riposo
che se sono vissute nella fede. Sa[tpiamc bene elle senza di essa, possono essere ancora terribilmente agitate, usanti, superficiali e vuote.
il riposo ci è iaic invecf, per ricordarci che Di(J è un Dio di grazia,
e che si prende cura di tutto. (...)
Cessate dunque di corrugare delle
fronti preoccupate! Perchè siete
sempre inquieti? Riposatevi infine
sulla fedeltà del Signore! Il suo re
gno viene. La sua giustizia trionferà.
Il suo Figliolo è risuscitato, il « giorno del riposo » lo ricorda, e, nella
Sac.-a Sciittura, annunzia il « grande ripose » di Dio.
F ' una specie di spensieratezza
che Dio ci offre per mezzo delle vacanze, se sappiamo riceverle come
vuole darcele. Sono invece della false vacanze, delle vacanze empie, se ci
preoccupiamo troppo di aggiustarcele bene noi stessi, se non sono l’ora
in cui si cerca d’imparare (infine!)
ad avere un po’ più di fiducia, un
po’ più d’abbandono.
Sono del resto questa fiducia e queabbandono che illumineranno poi il
nostro lavoro, quando riprenderà.
Impediranno che ridiventi un lavoro
senza pace e senza limiti. Ne faranno una specie di gioco, insieme serio
e liberato, perchè condotto dall’amore del Signore. (...)
Buone vacanze, diletti del Signore. Buone vacanze di distensione.
Buone vacanze d’abbandono nelle
mani di Dio.
Pierre Gagnier
(Da Certitudes de la foi, BergerLevrault, p. 98ss.)
Parodia del battesimo
Un giornale di So.liwerin (Germania Or.)
Ila pubblicato il resoconto della cerimonia
di « attribuzione del nome » ad un neonato, svoltasi negli uffici dello stato civile.
11 funzionario di servizio lia indirizzato una
allocuzione ai genitori, riguardo ai « modificati rapporti fra le persone nello Stato
socialista ». Al neonato stesso furono in seguilo rivolle con eloquenza frasi come queste: « con il tuo pensiero e coi tuoi atti,
crescerai come un pioniere del socialismo;
seguirai le tracce dei tuoi genitori come
membro F.D.J. (Gioventù tedesca libera);
con slancio andrai verso i tempi nuovi del
la fraternità fra i popoli ». Prima il fun
zionario aveva sottolineato che fra 14 anni
il neonato parteciperà, come pioniere e di
fensore del socialismo, alla consacrazione
della gioventù. U.P.E.
3
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
— I
THOMAS SIM
un ami des Vaudois
Un grand ami des Vaudois a été.
sans aucun doute, Thomas Sims, pasteur à Clifton, près de Bristol en Angleterre, un des tout premiers visiteurs anglais des Vallées du siècle
passé. Voici comment il entra en relation avec les Vaudois.
Le pasteur de Pramol, M. Ferdinand Peyran, dans un de ses voyages à Turin pour y retirer le premier
sémestre du Subside National Anglais
pour l’année 1814, le 15 septembre, en
montant en voiture vers l’heure de
midi pour retourner à Pignerol, rencontra le fils de M. Long banquier,
qui lui présenta un « aimable anglais,
que son extérieur seul prévenait en sa
faveur ». C’était M. Sims, avec lequel
il fit ainsi le voyage jusqu’à Pignerol
Une visite aux Vallées
Le soir, après souper, écrit M. Peyran dans ses « Memorabilia », « outre ce que nous avions dit en route
sur les Vaudois, de la situation desquels il désirait être instruit, nous
avons discouru plus particulièrement
de leur état politique et religieux, des
écoles grandes et petites, des Eglises
Vaudoises, du subside du Synode Wallon, etc. Je lui ai aussi représenté que
nous avions perdu toutes les places
de nos étudiants, à Lausanne et Bâle, et qu’il n’en restait qu’une des deux
de Genève. Comme il m’a fait entendre qu’il avait des amis et qu’il était
membre d’une Société qui faisait de
grandes charités annuelles pour la
propagation de la doctrine Evangélique, j’ai pris la liberté de lui recommander nos dites Ecoles et nos Etudiants pour le St. Ministère».
Pendant les quelques jours de son
séjour à la Tour, après une rapide
tournée jusqu’à Massel, le pasteur anglais accepta l’hospitalité qui lui fut
offerte par M. Bert, qui s’exprime ainsJ à son égard : « il recueillait de tous
côtés des notes propres à l’instruire
sur notre histoire et notre situation
sous tous les rapports, témoignant
une piété éclairée et un désir ardent
de nous être Utile. Il lui tardait de
retourner dans son pays pour travailler à nos intérêts. Nous avons appris
depuis qu’effectivement il avait d’abord écrit un ouvrage sur nos Vallées avec une espèce d’enthousiasme,
et qu’il destinait le produit pécuniaire de son ouvrage au soulagement de
nos écoles».
Et depuis l’année suivante il s’établit une correspondance entre le Modérateur Peyran et M. Sims sur la
possibilité et l’utilité d’établir un contact permanent entre les Vaudois et
la «British and Foreign Bible Society»
de Londres, dont le pasteur anglais
était membre. En effet on créa successivement une « Société des Traités » qui reçut de la Société de Londres un don généreux de 500 Bibles,
qui furent en partie distribuées gratis.
Ce fut aussi M. Sims qui prit l’initiative d’honorer, plus tard, la mémoire du Mod. Peyran, soit avec une
inscription latine qu’il fit placer sui
la façade de l’Eglise du Pomaret, soit
en faisant publier en Angleterre quelques écrits de M. Rodolphe Peyran,
en particulier les lettres qu’il avait
adressées au cardinal Pacca, pendant
les années que celui-ci passa dans le
fort de Fénestrelle, comme prisonnier
de Napoléon.
Son intérêt ponr les
colonies en Allemagne
Et comme en parcourant les Vallées et en étudiant l’histoire des Vaudois, M. Sims avait appris l’existence
des colonies vaudoises dans le Wurtemberg et ailleurs, en Allemagne, il
écrivit au pasteur Paul Appia, à Hanau, près de Francfort-sur-Main, pour
lui poser, a lui aussi, une quantité de
questions; combien d’Eglises vaudoi-,
ses se trouvaient en Allemagne et où;
quel était le nombre des fidèles de
ces églises: quelles étaient leurs conditions économiques: dans quelles Académies étudiaient les ministres de
ces différentes Eglises; quelle était
leur liturgie; quelles les moeurs actuelles, quelles les doctrines enseignées, les dogmes reçus, les livres de
dévotions préférés; si les personnes
savaient lire, s’il y avait des prières
de familles; combien de fois par semaine se célébrait le culte ; s’il y avait
des mss. anciens ou modernes concernant les Vaudois.
Ces demandes n’étaient pas l’indice
d’une simple curiosité: c’était la sympathie fraternelle qui voulait manifestée pour les Vaudois des Vallées qui
le poussait à s’informer avec tant de
détails sur leurs conditions écclésiastiques et sociales. Il prévoyait même
la possibilité d’un voyage en Allemagne p>our y visiter ces Eglises et surtout prévoyait, de la part de ses compatriotes, un intérêt réel pour les Vaudois qui, après la Rœtauration, se
trouvaient replongés dans les conditions misérables des siècles précédents.
Nous ne pouvons dire si le pasteur
anglais se rendit en Allemagne: mais
nous savons qu’il fit une seconde visite aux Vallées en 1823 accompagné
de deux de ses amis et amis des Vau
dcis eux aussi: William Plenderleath
Cf Durbin Brice.
H se confirma, dans cette deuxième
viMte, dans l’opinion qu’il s’était déjà
faite lors de la précédente, sur l’extrême pauvreté des Vaudois et sur la
fatigue exténuante à laquelle la population était obligée, pour retirer d’une
terre avare le strict indispensable à
la vie.
Mais ce fut l’instruction élémentaire qui l’intéressa tout particulièrement: il entreprit à cet effet une enquête en se rendant dans chaque Eglise: ses conclusions furent ensuite
adoptées par la Table, presque sans
aucun changement.
Bienfaits de la visite
de M. Sims
Ce que nous aimons souligner toutefois, c’est surtout l’intérêt qu’il suscita parmi ses compatriotes pour les
Eglises vaudoises et la population des
Vallées. A sa suite, des dixaines d’anglais prirent successivement le chemin des Vallées piémontaises, poussés par la même sympathie et animés
du même esprit philanthropique. A
sa requête, le célèbre William Wilberforce (toujours en vain il est vrai) fit
plusieurs tentatives pour obtenir le
rétablissement en faveur des 13 pasteurs vaudois et de leurs veuves, du
Subside Royal Anglais, supprimé lorsque le Piémont avait été occupé par
la France en 1797.
Le subside sera rétabli quelques années plus tard, grâce à l’intérêt pour
la cause vaudoise et aux efforts à cet
effet soutenus, par cet autre illustre
ami des Vaudois que fut le chanoine
de Durham, le Rév. Gilly. Ce fut
grâce à l’énergie déployée par ces deux
amis qu’on constitua a Londres, le 28
mai 1825, un Comité formé de personnages très distingués et haut>placés,
leis que les évêques de Londres, de
Winchester, le Llandaff, le secrétaire
d'Etat pour les affaires Etrangères,
George Canning, l’Ambassadeur à la
Haye, comte de Clancarty, le Chargé
d’affaires à la Cour de Turin, G.
Crawford et bien d’autres.
Le 26 janvier 1826 une somme avait
déjà été recueillie et destinée: à la
construction d’un Hôpital aux Vallées, à aider les étudiants de théologie et les écoles de quartier.
L’institution d’un hôpital était particulièrement soutenue et recommandée par un des amis de M. Sims, William Plenderleath, qui s’était convaincu de la nécessité d’vm tel institut, lors d’une visite aux Vallées pendant l’été de 1821, et pour l’érection
duquel il recueillit au sein de la congrégation anglaise de Rome, en 1822,
la somme de 270 francs, qui constituèrent comme la première pierre peur
la construction de l’édiñce destiné à
devenir l’hôpital et qui put être inauguré en 1824, avec des contributions
provenant des quatres coins de l’Europe.
Impoctance de la visite
de M. Sims anx Vallées
En terminant, il nous paraît de
pouvoir souligner l’importance de la
visite de M. Sims aux Vallées, en affirmant que sans la première visite
du pasteur de Clifton, en 1814, nous
n’aurions vraisemblablement pas eu
celle du docteur Gilly, qui conunença
à s’intéresœr à l’histoire des Vaudois
en 1815, l’année de la publication du
« Brief memoir » du Rév. Thomas
Sims, contenant le résultat des observations qu’il venait de faire chez nous.
Gilly lui-même nous le confirme lorsqu’il assure avoir été induit à entreprendre son premier voyage de découverte aux Vallées, par une lettre du
pasteur de Pramol, Ferdinand Peyran,
adressée à la « Society for Promoting
Christian Knowledge», en 1820.
Jusqu’alors, ajoute le Rév. Gilly,
j’avais eu des Vaudois une connaissance très imparfaite. Mais c’est à
partir de ce moment que naquit en
moi la décision de visiter ce peuple
dans son propre pays, au milieu des
Alpes Cottiennes. Et, comme nous avons déjà observé, ce fut la rencontre providentielle de Ferdinand Peyran avec M. Sims en 1814, qui mit le
premier en relation avec la Société
anglaise qui s’occupait à répandre
dans les autres pays les connaissances chrétiennes.
D’im autre côté, sans la visite du
Rév. Sims nous n’aurions pas eu celle du général Beckwith qui fut déterminée,'” conune tout le monde sait, par
la lecture du livre écrit par le doct.
Gilly à la suite de sa première visite
aux Vallées, en 1823, et qui a pour titre « Narrative of an excursion »...
El sans l’amitié profonde de ces
deux grands bienfaiteurs des Vaudois,
quel aurait été le sort de nos ancêtres du siècle passé? La réponse que
nous devrions donner à cette question nous aidera à mieux apprécier
les bienfaits directs et indirects de
cette visite d’il y a 114 ans et à exprimer notre gratitude à la mémoire
de M. Thomas Sims, qui fut aussi le
premier étranger qui sut reconnaitre
et apprécier les qualités remarquables
de M. Rodolphe Peyran, comme pasteur, comme Modérateur et comme
écrivain.
T. G. Pons
RISPONDENDO Al LETTORI
#/ nostro punto di vista
A proposito degli scopi e della forma della nostra stampa ecclesiastica
Siamo stati assai lieti di ricevere
varie risposte, dopo tutto più numerose di quel che temessimo in principio ; mentre ringraziamo coloro che
ci hanno scritto per il loro segno d'interesse ed' il lóro spirito di collaborazione, non possiamo impedirci di
deplorare un poco che questi siano
mancati, quasi totalmente, fra i lettori delle Valli, che avrebbero dovuto essere i più direttamente interessati. Confidiamo tuttavia che un dialogo possa sempre essere avviato.
Cercheremo ora di rispondere brevemente in merito alle varie questioni.
1 ) Alcuni si sono dichiarati più o
meno nettamente contrari a che si
parli dell'attualità politica su di un
giornale ecclesiastico come il nostro.
E pensiamo che anche fra quelli che
han taciuto molti la pensino allo stesso modo. Perciò teniamo a chiarire
un equivoco che ci pare sia alla base
di questa reazione. Quando diciamo :
parlare dell'attualità politica, cercare
di chiarirla e di commentarla, non vogliamo con questo dire che si debba
« fare della politica » nel senso di
sostenere un partito 1 L'esempio vaticano non è certo il nostro modello,
nè crediamo di aver dato prova di un
politicantismo di questo genere. D'altra parte — e siamo stati lieti di vedere come parecchi lettori ci hanno
rettamente inteso — noi viviamo sulla terra, in questo mondo, in questo
tempo, con i suoi problemi che sono
anche politici e sociali. Quando ci incontriamo, parliamo anche di questi ;
siamo, volere o no, inseriti nella realtà politica del momento, senza eccezioni, anche chi « non s'interessa di
politica », perchè il suo atteggiamento ha delle conseguenze politiche.
Pensiamo quindi che sia non soltanto
bene, ma necessario che si tenga conto di questo stato di cose anche nella
nostra stampa, come nella predicazione. Del resto, non si tratta di una
opinione personale, ma di una precisa indicazione del Sinodo 1956, che
si è cercato di seguire per quanto era
possibile, in questi due anni. Non
possiamo avere un giornale di pura
e semplice « edificazione ».
Qualcuno ha obiettato che ci sono
altri giornali per quest'informazione;
ma è così sicuro che, alle Valli in
ogni caso, questi siano così universalmente letti? e comunque, possiamo
considerare con indifferenza il fatto
che anche i giornali che si dicono « indipendenti » non sono affatto obietti
vi? Nella terribile confusione, voluta
o subita, che regna oggi, sentiamo
per la Chiesa la necessità di cercare
la verità, una verità libera dalle deformazioni delle ideologìe, degli interessi di partito o■■economici ; la verità che risulta dal fascio di luce inesorabile e purificatore che la Parola
di Dio fa cadere sulla realtà odierna.
Cerchiamo, con tutte le nostre forze,
di trovare e di dire questa verità, con
la massima obiettività che ci è possibile, con quel distacco che non è superiorità nè disinteresse ma che ci
viene dal desiderio di ascoltare veramente la verità di Dio sul nostro mondo. Non abbiamo certo la pretesa di
riuscire sempre particolarmente efficaci in questa ricerca ; e forse talvolta
anche la nostra « obiettività » dà adito a critiche: in questo senso consideriamo essenziale l'apporto dei lettori, con tutte le rettifiche e chiarificazioni che stimeranno necessarie. Ma
crediamo che Cristo'sia il Signore del
mondo, anche della politica ; e che
la Chiesa (non un Magistero, ma tutti
noi ! ) debba attestarlo.
2) Le stesse considerazioni valgono
per l'attualità sociale: anzi, forse, questo aspetto della realtà quotidiana
dovrebbe essere ancor più preso in
considerazione, perchè è il modo di
sottrarre la politica alle astrazioni
ideologiche e di applicarla concretamente alla vita reale. Sinceramente,
vorremmo che questa attualità sociale trovasse molto più posto sulle nostre colonne. Ma è qui che, più che
mai, manca la collaborazione, in particolare dei nostri laici. Quando mai
un insegnante si ricorda di far conoscere i veri problemi della scuola? o
un medico quelli del suo ministero?
o un membro di amministrazione comunale la situazione del suo comune? o uno studioso di agronomia i
problemi della campagna, e così via?
Non ce li possiamo inventare, noi,
questi problemi. Ma dobbiamo ricordare che non sono delle questioni
marginali ; in fondo, per il credente,
ognuno di questi problemi è un problema di fede e come tale va pensato, discusso, affrontato, nella comunione della Chiesa, di cui la stampa
è un mezzo.
3) Ci ha profondamente rallegrati
sentire come le notizie della Chiesa
nel mondo sono desiderate e considerate il centro del giornale: è un segno rallegrante di reazione a quel
provincialismo che, per forza di cose,
ci minaccia tutti.
4) Quanto alle notìzie delle nostre
comunità valdesi, concordiamo pienamente che non debbano essere
prolisse nè manifestazione, magari
inconscia, di personalismi. Dovrebbero, comunque, essere sempre attuali,
non un riassunto dell'attività ecclesiastica di due o tre mesi trascorsi. Riconosciamo, purtroppo, che le notizie
delle Chiese dell'evangelizzazione non
trovano che pochissimo posto sull'Eco (e viceversa quelle delle Valli
sulla Luce): a questo proposito siamo lieti di sottolineare le varie risposte che si sono espresse in favore dell'unifìcazione della nostra stampa. Attendiamo, al Sinodo, la relazione della Tavola al riguardo; ma ci pare che
questa voce, a cui ci associamo con
tutto il cuore, debba esser tenuta presente. Un giornale che riunisca le caratteristiche dell'Eco e della Luce, del
resto non così differenziati, con un
foglio, eventualmente intercalato, che
porti le notizie delle comunità sia delle Valli che dell'Evangelizzazione contribuirebbe pure a farci sentire un
solo corpo, come siamo, in Cristo e
nella nostra confessione di fede. Il
problema di un unico giornale per
tutte le nostre chiese merita di essere
seriamente considerato dalla prossima assemblea sinodale.
5) Attendiamo sempre con vivo
desiderio la partecipazione attiva dei
lettori : il giornale ne risulterebbe indubbiamente più vivo. Questo colloquio è nell'interesse dei lettori.
Va detto, infine, che un giornale
affidato a pastori in piena attività di
servizio, non può non risentirne:
questo fatto comporta necessariamente, non soltanto per mancanza di
tempo ma anche di concentrazione,
una spiacevole limitazione negli aspetti giornalistici e tecnici del lavoro. Si
sente pure assai la necessità di essere
maggiormente in contatto con agenzie giornalistiche che possano fornire prezioso materiale d'informazione
e fotografico. In fondo, sta anche ai
lettori di dire, con il loro impegno
per la diffusione del giornale, se questo sforzo vale la pena di esser fatto.
Detto questo, e nella speranza che
prosegua e si arricchisca il dialogo
appena iniziato, vi assicuriamo che è
con gioia che cerchiamo di svolgere
questo lavoro per voi, con voi.
Per la Redazione
Ermanno Rostan e Gino Conte.
Una lettera
Geni. Redattore,
sento il dovere di dire io pure le mie
impressioni sul giornale per rispondere all’invito rivolto più volte.
Da parte mia approvo nel suo complesso il giornale come è ed assicuro la redazione elle al suo arrivo lo leggo totalmente
perchè mi offre un diversivo e mi eleva
10 spirito con le sue notizie tristi e buone
dei fratelli in fede del vasto mondo.
Pur seguendo talvolta le notizie dei quotidiani trovo più piacere ai nostri giornali
per le profonde meditazioni, per le notizie delie chiese, per le informazioni deUa
nostra chiesa con le verità che talvolta
colpiscono e fanno riflettere e ci stimolano a correggerci in vista della nostra corsa cristiana. Leggo con piacere gli articoli che danno punti di vista nostri su vari casi o avvenimenti del mondo, seguiti
dalla morale cristiana o dal commento di
qualche anziano credente.
Buona la relazione delle varie conferenze distrettuali a cui desidererei partecipare o a convegni e congressi dei quali
non tutti fanno avere il resoconto per stimolare la partecipazione o far conoscere
11 lavoro compiuto.
Molti sono i laici ed i predicatori laici
che affiancano i pastori: perchè non vengono stimolati tutti (con una associazione
uomini, ecc.) onde la vita delle chiese tenda al risveglio? Perchè non si propone di
dare incarichi ad essi nella chiesa e fare
in modo che l'opera di tutti agevoli l’evangelizzazione? Ho finito di leggere or ora
la relazione sul Sinodo della Chiesa Belga
fatta dal Pastore Giorgio Tourn e mi piace l’opera che i laici compiono in quel
paese.
In queste ultime settimane mi commossero gli articoli su Guardia Piemontese e
sullo stato penoso in cui si trovano quei
nostri fratelli per la loro schiavitù morale
e politica ed il loro disagio materiale; non
si può far niente per loro? Come sentirei
volentieri qualcuno che parlasse di loro,
o qualche proposta per venire incontro,
e chissà che il Signore non tocchi il loro
cuore, in fondo sono figli di Valdesi e
non possiamo dimenticarli, sarebbe delitto, tante cose ci commuovono ed ì Calabresi di Guardia e di Fuscaldo, no? non
posso crederlo e quella maestra che ha promesso di ritornare a trovare Elena, perchè
non apre una sottoscrizione in loro favore? Non ho potuto non piangwe alla lettura di quegli articoli. Non sarò certamente il primo, ma dono con la mia famigliola L. 5.000 per i Valdesi di Calabria.
Buone le recensioni dei nuovi libri con
un piccolo sunto del contenuto e dei dati
utili per trovarli, nonché il prezzo.
Perchè non si cerca anche in vista del
colportaggio di invogliare in ogni chiesa
un laico a tenere un deposito della Claudiana ed i libri esposti (anche su un tavolo) onde ognuno possa trovare in ogni
istante qualche libro utile per regali, per
matrimoni o feste ecc.?
Preferirei infine che molti buoni articoli fossero segniti da firma perchè conoscendo forse lo scrittore ne apprezzerei
meglio il contenuto, e potrei eventualmente scambiare un po’ di corrispondenza.
Gradisca, Signor Redattore, i miei più
devoti ossequi ed il Signore la benedica
per il suo lavoro buono di testimonianza.
Suo aff.mo Giuseppe Longo.
Ivrea, 19 luglio 1958
Pubblicando la lettera del nostro fratello in fede di Ivrea desideriamo anche ringraziarlo per il dono di lire cinquemila per
i Paldesi di Calabria. Provvederemo a far
pervenire il dono a destinazione e, intanto,
ricambiamo i cordiali saluti ed auguri.
AOSTA
Il Maestro delle Elementari ad Aosta signor Erich Avondet, ex-studente
del Collegio Valdese di Torre Pellice,
ha, ultimamente, conseguito il Diplo
ma di Vigilanza Scolastica presso il
Magistero di Torino.
All’Istituto Tecnico di Aosta è stata, in questi giorni, abilitata Ragionìera l’ex-alunna della Scuola Latina
di Pomaretto, Odetta Coisson.
Vivi rallegramenti ed auguri.
4
Il ricco e il povero s'incontrano; l'Eterno li ha fatti tutti e
due.
Dai Proverbi
L'Eco delle Valli Valdesi
Come nell'acqua il viso risponde al viso, così il cuor dell'uomo risponde al cuore dell'uomo.
Dai Proverbi
LO SAPEVATE?
Fra i molti records vi è pure
quello delle chiacchiere: lo ha battuto, con un soliloquio ininterrotto di 55 ore Alate, un’italiana, che
ha cosi tolto la palma alla campionessa americana. Si spera di migliorare il primato...
Nel 1957 gli stranieri entrati in
Italia sono stati 14.639.033; essi
hanno rappresentato un’entrata,
relativa al turismo, di 350 miliardi di lire.
AU’ONU hanno presentato la
« dichiaraéione mondiale dei diritti degli animali». In mancanza di
meglio...
Per offrire un controllo sulla vita delle caserme francesi, molte di
queste saranno aperte alla libera
visita del pubblico.
I prodigiosi baffi di un attore inglese sono stati assicurati per 10
milioni di lire; ma la società assicuratrice gli ha proibito di fumare.
Nei loro rapporti per il primo
trimestre 1958, 48 società petroli
fere americane hanno dichiarato
un benefìcio netto totale di oltre
760 milioni di dollari, con una perdita del 32"/o rispetto al primo trimestre 1957.
Ha avuto luogo la tredicesima
esplosione nucleare U.S.A. dell’anno nel Pacifico.
Letto sulla porta di un cimitero
di villaggio : « Aperto il giovedì e
la domenica: in caso di urgenza,
ritirare la chiave dal tabaccaio».
Un vescovo metodista americano ha dichiarato che la «missione
interplanetaria » non è un’utopia ; secondo lui, i capi delle Chiese dovrebbero fin d’ora considerare la possibilità d’inviare dei missionari su altri pianeti...
Mario Riva e Gorni Kramer presenteranno il 29 agosto, alla_ Pro
Civitate Christiana di Assisi, il secondo festival di musica leggera
d’ispirazione religiosa. Don Giovanni Rossi, l’organizzatore del festival, è sicuro del successo, e_ spera che se ne otterrà la trasmissione televisiva alla RAI-TV.
Una generosa offerta
Un generoso Amico Svizzero, tra'
mite rinteressamento di un Industmle Torinese, membro della,
Chiesa, ci ha offerto la possibilità ai
inviare un gruppo di 24 b^bini bisognosi per un soggiorno di circa un
mese in una villa delle montagne
svizzere. ,
In tale villa vengano ospitati opu
estate per analoghi soggiorni ®stivi
bambini di vari paesi. L’inler^^
mento del fratello della nostra Chiesa ha fatto sì che l’invito venire
esteso quest’anno, e striamo
per l’awenire, a bambini valdesi it^
liani di Torino e zona limitrofa, i
periodo per il quale siamo invitati e il
mese di settembre.
Possono essere ricevuti bambini di
ambo i sessi di famiglie che ne abbiano bisogno, compresi neU’età dai o ai
10 anrü. (Sarà data la preferenza ai
bambini al di sotto degli 8 anni).
I bambini saranno accompagnati e
vigilati da personale nostro che li accompagnerà per tutto il periodo, nonché per i viaggi.
II soggiorno è completamente gratuito ed il fratello della nostra Comunità che he. preso interesse alla cosa
ha offerio di prendere a suo carico
tutte le altre spese di viaggio, passaporto eco...
Tutte le famiglie della Chiesa di
l ormo e delle Valli Valdesi che hanno desiderio di inviare i loro bambini
per tale soggiorno ne facciano subito
domanda al Pastore titolare. Il nostro ufficio (via Pio V, 15 - Tel 68.28.38)
e a loro disposizione per tutte le informazioni necessarie.
Nella scelta dei bambini sarà data
la preferenza ai più bisognosi ed a
quelli che risulteranno dalla visita
medica avere maggiore necessità di
tale soggiorno.
Devendo provvedere per tempo a
tutte le pratiche necessarie al viaggio,
ed al passaporto collettivo ecc... non
potremo prendere in considerazione
le domande di ritardatari giunte dopo il 15 agosto. Gli interessati non si
lascino quindi sfuggire una offerta così attraente.
Esprimiamo all’Amico Svizzero ed
al nostro Fratello torinese, che vogliono mantenere l’incognito, la nostra più viva riconoscenza per questa
possibilità Che ci permette di arricchire l’istituzione delle nostre Colonie estive per bambini, di questo allettante numero di una Colonia in
Svizzera. *•
IVntizie dalle nostre Comunità
R0RÂ’
Recentemente abbiamo celebrato le
esequie di Mourglia Cesare di Moungiuon : un folto numero di parenti ed
amici ha accompagnato la salma al
tempio di Rorà per ascoltare il messaggio della speranza cristiana. Alla
famiglia provata inviamo il nostro
pensiero di viva simpatia cristiana.
Lunedì 28 luglio nel tempio di Rorà
è stato celebrato il servizio funebre
del dr. Giovanni Enrico Meilie, appartenente alla schiera della famiglia
Melile che diede alla Chiesa valdese
un contributo notevole di opere sociali. Il dr. Melile era tm affezionato
alla comunità rorenga poiché ogni anno e in certi periodi anche d’inverno
era solito trascorrere con la famiglia
le sue vacanze, ed i suoi periodi di riposo alla « Melila » ch’egli aveva curato con molto amore. Si era soliti incontrarlo sui monti, nella sua tenuta
di Piamprà, sempre intento ad ammirare le cose della natura che egli aveva, con arte fine e delicata, messo in
particolare luce traendone motivi spi
rituali apprezzabili. Non dimentichiamo il suo bel volume « La terre chante » nella quale una serie di bozzetti
consacrati appunto alla terra, alle
persone di Rorà rimangorro una delle
sue opere più care ai cittadini rorenghi. Nel messaggio della Speranza
cristiana pronunciato a Rorà il Pastore ha ricordato uno dei bozzetti più
belli, « le marronnier d’inde », dove
l’esempio di una pianta da lui curata
gli consente di mettere in luce la
grande realtà della Potenza e dell'a
more di Dio dal quale siamo attratti.
La profonda conoscenza della natu
ra, dell’arte, direi, di tutto quanto ha
attinenza alla vita umana rendeva
piacevole e interessante il suo dialogo
tessuto di immagini, ricordi appassionanti.
Nel giorno delle esequie i cittadini
rorenghi hanno circondato la famiglia Meilie per esprimere la loro simpatia ed il loro attaccamento, soprattutto per le dure prove che si sono
susseguite a breve distanza, dapprima
con la dipartenza deU’mdimenticabi
le scrittore Vittorio Calvino, poi recentemente del colonnello Enrico
Meilie, deceduto durante mi volo sperimentale, ed ora con la dipartenza
del padre e nonno G. Enrico Meilie
A Torre Penice il Pastore Soihmani
ha celebrato l’ultimo atto della litur
già nel cimitero di Torre dove la salma è stata tumulata alla presenza di
un folto numero di amici.
Desideriamo far giungere da qu^te
colonne il nostro pensiero di viva sim
patìa cristiana alla signora Meilie, alla famiglia tutta, ed ancora alla famiglia di Enrico Meilie per la perdita
immatura del valoroso pilota.
Nél mese di luglio le madri delle
Fucine hanno avuto il loro tradizio
naie bazar con la partecipazione di
amici rorenghi e villeggianti : abbia
mo rivisto con grande gioia l’ingegnet
Arturo Long e la sua famiglia e la so
rella Alice, l’avv. Bruno Bissaldi e la
sua famiglia, siamo stati lieti che l’incontro con i generosi benefattori di
Rorà sia avvenuto proprio alle Fucine nella scuola per la quale si sono
tanto adoprati. Siamo ri<»noscenti alla popolazione del quartiere per l’entusiasmo con cui ogni armo si prodiga per tale scopo e particolarmen
te un gruppo di famiglie più affezio
nate alla scuola dove si celebrano i
culti e le riunioni. Siamo lieti per i
doni cospicui della signorina Rivoira
Paola di Laveno, signora Adele Piva,
signora Letizia Benecchio. All’unione
delle madri e specialmente alla presidente Benecchio Ida, alla benemerita insegnante Ugolini Vittoria il no
stro pensiero di vìva riconoscenza.
Ringraziamo molto gli amici e Pasto
ri che recentemente hanno collaborar
to per le attività della Chiesa di Rorà :
il Pastore Tourn Cipriano di Ivrea
che ha presieduto il culto dell’ultima
domenica di luglio; il signor Joseph
Robert operaio di Parigi che ha predicato, tenuto una conferenza, parlato alle riunioni all’aperto e apprezzato da tutti per l’entusiasmo, l’amore
ch’egli porta alla causa del Signore.
Non dimenticheremo la riunione conclusiva alle Fucine tenutasi in collaborazione col Pastore Jahier e con i
messaggi del Prof. Gönnet, del Pastore di San Giovanni, dell’amico Joseph al quale i presenti hanno inviato
un saluto ed un applauso di congedo.
Ringraziamo il prof. Gönnet per la
sua sempre apprezzata collaborazione,
il dr. Vicari per i suoi messaggi e la
sua conferenza del mercoledì sera e
soprattutto per l’affetto che egli nutre
per Rorà.
Il Bazar della Comunità
di Luserna San Giovanni
Domenica prossima 3 agosto, a
cominciare dalle ore 15, nella Sala Albarin, avrà luogo l’ormai tradizionale Bazar di beneficenza in
favore delle opere assistenziali
della Comunità (specialmente
l’Asilo dei Vecchi e l’Asilo Infantile), fornito di un abbondante
materiale e di un ricco buffet. La
popolazione vi è cordialmente invitata.
Diamo un caldo ed affettuoso benvenuto ad un gruppo di svizzeri tedeschi ospiti di Rorà nella casa del « camoscio » riattato con la collaoorazione
veramente apprezzata degli amici villeggianti e dei rorenghi. Speriamo che
in futuro la casa possa rispondere sem
pre meglio allo scopo per cui é stata
acquistata, in vista dell’ospitalità di
gruppi di giovani stranieri ed italiani
TORRE PËI.LICË
Siamo ormai neU’estate già inoltrata, ma a differenza degli altri amii
Torre Pellice non ha ancora preso il
suo tipico aspetto esivo ; molti dei nostri amici estivi non sono ancora
giunti, sia per i ritardi nella fine delle scuole e degli esami, sia forse perchè molti sono attualmente al mare.
Comunque a tutti quelli che sono già
arrivati e a quanti stanno arrivando
la nostra Chiesa porge il più caldo
benvenuto.
Fra i molti visitatori che in questi
tempi sono passati per Torre Pellice
ricordiamo in particolare il Direttore
della Casa delle Diaconesse di Neumunster (Zurigo), il Dott. Du Brau,
Direttore di una grande Facoltà teologica in California, il Past. Roth
Presidente dei Comitato Vallone. Il,
Past. Roth ha presieduto il nostro
culto Domenica 13 luglio, e lo ringraziamo ancora da queste colonne; la
Sig.ra Frampton, degli Stati Uniti
d’America, grande amica della Chiesa
V^3ild6S€.
Molte poi le comitive di passaggio,
sia provenienti dai campi di Agape
sia di passaggio per alcuni giorni alle
Valli.
Il nostro tempio, che durante Testate teniamo sempre aperto, è visitato
ogni giorno da numerose persone, vii
leggianti o gente di passaggio, in particola: e il sabato e la domenica molti,
gitanti si fermano incuriositi a visitare la nostra chiesa. Vi sarebbe un
interessante lavoro evangelistico da
fare che speriamo di poter organizzare quanto prima.
L’Unione del Centro e quella dei
Coppieri hanno continuato la loro attività anche Testate. Se il numero dei
frequentanti è diminuito un po essendo molti giovani o impegnati in
esami o fuori sede, pure le sedute sono sempre piene di vita e rese interessanti dalTincontro di giovani di
differente provenienza.
Il tempo ha particolarmente favorito le riunioni all’aperto della domenica pomeriggio e fino a questo momento esse sono state frequentate da numerose persone così che abbiamo avuto degli incontri domenicali molto
simpatici.
Nei mesi di luglio e di agosto il
Past. Alberto Ricca ha accettato di
presiedere il culto domenicale aj
Coppieri e gli siamo vivamente neoncscenti di questo efficace aiuto alla
attività della nostra Chiesa. Ringraziamo anche il Past. R. Nisbet che ha
presieduto il culto nel tempio nuovo
il 22 Giugno.
ATTI L/TURGICI
Battesimi : Gaidou Uva di Enrico e
di Rivoira Odette.
Funerali : Comba Giulio, Medie Enrico, Stallè Augusto, Pasquet Afide
Lavizzari, Salvatori Ida, Meilie Giovanni Enrico.
Nella gioia e nel dolore la presenza
dell’amore di Dio sia sempre viva.
stato verso il suo popolo e per la
sua costante collaborazione. Pensiamo alla Vedova ed ai Figli già più
volle colpiti dal lutto, con cristiana
simpatia e diciamo loro il nostro fra
terno messaggio di speranza in Ges
Cristo.
La signorina Giuliana Gay, della
(Jiiesa Valdese di Pinerolo ha felicemente compiuto il corso dei suoi studi con il conseguimento della laurea
in agraria col massimo dei voti, lod
e dignità di stampa presso PUniversità di Torino.
La Chiesa di Pinerolo in particolare, dove la signorina Gay è monitrice della Scuola Domenicale, e i
molti amici valdesi esprimono alla
neo-dottoressa vive felicitazioni ed
i migliori auguri per un servizio cristiano nella Chiesa e nella società.
PERSONALIA
La redazione del giornale partecipa al grave lutto della famiglia
Meilie, colpita nei suoi affetti dalla
morte del Pastore Giovanni Enrico
Meilie, MTvenu^ 'a Piamprà il 26
agBJK». ---
I lettori dell’Eco lo ricordano m
quest’ora, ripensando a molti suoi
articoli, e soprattutto ai preziosi bozzetti che egli scriveva con profonda
sensibilità d’animo, col pensiero rivolto ai Valdesi delle sue amate Valli. Gli ultimi anni della sua vita sono
trascorsi sotto il segno della malattia e del lutto; ma fino al limite delle sue forze egli ha voluto rimanere,
in contatto con tutti noi mediante .1
giornale. . .
Nel rievocarne la memoria, gli siamo grati per l’amore che ha manife
« Dio è Amore »
NelTamata casetta di Piamprà (Val
Luserna) dopo sole 6 settimane dal
figlio aviatore
ENRICO
ha chiuso la sua nobile esistenza terrena il
Dott. Prof.
Giovanni Enrico Meiiie
PASTORE VALDESE
all’età di 76 anni
La moglie, i figli, i nipotini ed i
congiunti tutti addolorati ma fidenti
io partecipano agli amici.
I funerali avranno luogo nel Tempio Valdese di Rorà alle ore 15 del
28 corrente e la tumulazione seguirà
circa alle ore 17 nel cimitero di Torre
Pellice.
AVVISI ECONOMICI
CERCASI per fine settembre circa,
per famiglia delle Valli composta di
due persone, un domestico finito,
possibilmente anche autista — ima
cuoca finita e una guardarobiera finita, tutti di media età. Si prendono in considerazione anche una
coppia di coniugi senza figli, di cui
lui domestico finito e possibilmente
autista e lei, cuoca o guardarobiera, finite.
Le domande saranno prese in esa^
me a Agosto. Trattamento morale e
materiale ottimo. Si richiedono serie referenze, Rivolgersi al giornale.
VENDESI in Pomaretto Via Balziglia
fabbricato con 2 cantine - 2 vani a!
primo piano e 3 vani al secondo piano. Rivolgersi: Geom. Gino Rostan
- Via Roma, 33 - Porosa Argentina
Albergo della Posta).
CERCASI infermiera diplomata. Rivolgersi a Alma Bertalot, Ospedale
Evangelico Internazionale, Genova.
Redattore : Ermanno Rostan
Via dei Mille, 1 - Pinerolo
Tel. 2009
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice - c.c.p. 2/17557
Tipografia Subalpina - s. p. a.
Torre Pellice (Torino)
Prof. Dr. A. Boniscontro
Libero docente
in Ciinica Odontoiatrica ali'Università
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