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Italia e Impero
Estero
ABBONAMENTI
. . Anno L. 15 - Semestre L; 8
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DIrattora : Prpf* OINO COSTABEL
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Cent. 30 la copia
J)ieUe tenebre Bella notte
Il popolo che giaceva nelle
tenebre ha veduto una gran
luce. Matt. 4: 16.
Cos’erano quelle tenebre nelle quali
giaceva il popolo di Zàbulon e di Neftalí ?
Probabilmente l’ignoranza e l’errore,
con la depravazione e la miseria che ne
derivano, perchè tale è il significato
consueto di questa parola nella Sacra
Scrittura. Non sapremmo aggiungere
altre parole per illustrare le tenebre di
quelle regioni.
Possiamo parlare, però, con conoscenza di causa, delle tenebre nei nostri paesi, perchè non passa giorno che
esse non ritornino sul nostro capo, al
termine del lavoro quotidiano, quando
scende la sera.
Ed è gran ventura, perchè esse hanno, sul destino umano, la più grande importanza: durante il giorno, gli uomini
sono tutti mischiati gli uni con gli altri,
nella via, sul lavoro, nelle case e sembrano tutti press’a poco uguali; ma non
appena scendono le prime ombre della
sera, si separano e vanno qua e là, ciascuno al suo luogo, come i discepoE in
quella notte fatale: ed è proprio qui, nel
luogo di ciascuno, che la gran luce di
Cristo vuole risplendere per portare
paco, conforto e salvezza.
Usciamo adunque un momento, fratelli, nelle tenebre della notte e ci accompagni il Signore con la sua luce!
Jnermi
Attorno tutto è silenzio e tranquillità,
le vie si son fatte deserte, i negozi son
chiusi e, nelle case, un profondo sonno
cade sugli uomini. E’ venuta la notte in
cui nessuno può operare, l’ora dell'abbandbno, dell’impotenza e delFattesa;
l’ora in cui l’uomo cade in balia di eventi inattesi: Questa notte avrete occasione di caduta, diceva Gesù ai discepoli e Questa, notte stessa l’anima tua ti
sarà ridomandata, sentenziava una voce
al capezzale del ricco epulone.
Chi può immaginare le cose nuove e
forse dolorose, impreviste, che la notte
o il domani porterà con sè? Se il sonno
non venisse a mettere il suo Suggello di
pace ed oblio sui nostri occhi, le notti,
sarebbero piene di preoccupazioni e di
angoscie. Qualche volta, le preoccupazioni prendono il sopravvento, cacciano via il sonno e fan passare quelle notÜ dette bianche, ma in realtà cosi oscure.
V’è una luce, tuttavia, che può rischiarare queste tenebre ed io la intravedo, come una aureola luminosa, al capezzale di molti che si sono coricati col
cuore pien di pace e di speranza, senza
nessun timore della notte o del domani:
son coloro che sanno di poter cojltare
suH’aiuto dell’Eterno-, e le cui labbra
han mormorato nella preghiera della
sera:
Padre, tu sai le cose di cui abbiamo
bisogno... Io mi coricherò in pace e in
pace dormirò, perchè Tu sei meco.
fuochi fatui
Ma non tutti dormono! Nella via oscura, a guisa di lucciole, brillano qua
e là alcune luci che gli uomini hanno
accese per sostituire quella del sole e
prolungare la loro giornata e ottenere
così ciò che non fecero a tempo di giorno: c’è della gente che lavora alla luce
di una lampadina elettrica o a gas di
carburo, già stremata di forze per tante
ore di attività e che fatica e fatica ancora; ma com’è pallida la luce artificiale e come stanca gli occhi!.
Oh se tutta questa buona gente potesse conoscere la propria illusione: Invano andate tardi a riposare e mangiate il pan di doglie; Egli dà altrettanto ai
suoi diletti mentr’essi dormono.
.quelle distrazioni e quel piacere che il
igiorno ricusò.
Ma, come le luci artificiali, anche
questa gioia è effimera e non dupa più
¿he la notte e, come quelle danneggiano gli occhi, così questa avvelena il
sangue:
L’altra notte, passai per caso vicino
, ad una betola piena di gente che cantava. Ne vennp fuori un ragazzo alto
, due .spanne, mezzo avvinazzato; mi pas' sò vicino e, poiché mi riconobbe, disse
forte una bestemmia. Lo riconobbi anch’io, era un mio catecumeno! Credo
che una stilettata non mi avrebbe fatto
più male... Povero ragazzo mio, preda
della notte fonda dell’empietà! Perchè
non ho io potuto mostrarti lo splendore
qjfefeggBaa'.Il , ........-......
Torna il Natale, la festa cristiana tutta sorriso di gioia, la festa che riecheggia agli uomini l’angelico annunzio:
« Oggi vi è nato un Salvatore » {Luca
2:11).
Ma vi può essere posto per una gioia
simile in tempi cqsì tuirbati ? Non si addirebbe di più vòlgere il pensiero alla
tragedia, del Golgota ?
Si narra che Leonardo da Vinci, contemplando un giorno degli uccelli che
gvevano nidificato fra le rovine del Co^ losseò, pensasse che nè la, potenza costruttiva dei Cesari, nè la violenza distruttiva dei barbari avevano supposto
neppure un istante di lavorare per le
creature delle quali è detto: « Non seminano, non mietono, non raccolgono in
granai, e il Padre vostro celeste li nutrisce » (Matteo 6: 26).
Dio sovrasta e domina le realtà costruttive come quelle distruttive. Esse
Tioìi rappresentano mai dinanzi alle sue
possibilità, nè un assoluto positivo, nè
<un assoluto negativo. Per la sua potenza
Betleem ed il Golgota si fondono in un
medesimo mistero di grazia, di amore,
di vita. Era per questo che l’Apostolo
Paolo poteva scrivere: « Tutte le cose
cooperano al bene di quelli che amano
Dio ». (Rom. 8: 28).
Sì, tutte le cose cooperano al bene
vostro e di coloro che con voi amano
Iddio, e perciò, nonostante tutto, rallegratevi nel Signore.
Per quanto sia oscura la notte, rechiamoci in ispirito presso la culla di
Colui, che discese nell’umiliazione di
un mondo immeritevole, per lo.rgire a
piene mani la ricchezza dei doni della
. §razia del Padre.
‘i-' In una delle più belle e significative
^ pitture del Bumand si vedono i pav'stori di Betleem in contemplazione del
^ nato Redentóre'. Ve ne sonò di giovani
è di anziani; v’è chi ha lo sguardo pen"soso, chi sorpreso, chi lieto, chi raggiante di fede, secondo Vintima stato d’animo di ciascuno. Il Redentore non si
‘ vede; ma i pastori sono tutti irradiati
/ della laice che parte dalla culla del nato
Figliuolo di Dio.
Si comprende che l’adeguata allegrezza di un Natale come l’odierno, non
può esser se non nelle caratteristiche di
uvxt, beatitudine interiore; quella che
scaturisce da una oómpleta fiducia in
Dio, tale da emanciparci dagli accasciamenti senza speranza, tale da illuminare le sembianze di un sorriso, anche
quando gli occhi siano velati di lagrime.
Andiamo al Cristo comunque possa
essere il nostro stato d’animo, ed Egli
non mancherà, no, d’illuminarci in
qualche modo della sua luce, luce che
non teme alcuna notte, luce che guida,
conforta, e dà pace nella fede e nella
speranza.
E mentre, ricordando, contempliamo,
ci giunga come wn’eca soave la parola
dell’apostolo: « Colui che non ha risparmiato il suo proprio Figliuolo, ma l’ha
date per tutti noi, come non ci donerà
Egli anche tutte le cose con Lui ? »
(Rom. 8: 32).
La benedizione dell’Eterno sìa sopra
a Voi (Salmo 129: 8).
Il Moderatore:
Virgilio Sommani.
Questi « diletti » deU’Eterno posseggono una luce dinanzi alla quale le lampade a gas di carburo e quelle ad arco
voltaico; scompaiono come non fossero
e impallidisce persino la luce del sole:
Non siate con ansietà solleciti per la
vita vostra... guardate gli uccelli del
cielo... il Padre vostro li nutrisce... Non
siete voi assai da più di loro?' Quel che
chiederete al Padre nel nome mio, Egli ve lo darà.
£uci menzognere
Poco più lontano veggo altre luci: c’è
un ritrovo mondano dove gli specchi e
le lampade che adornano l’ambiente
danno uno sfolgorio che abbaglia *chi
viene da fuori. Ci sì diverte qui, si
cerca di ottenere dal cuore della notte
di Colui che è la Luce del mondo, dinanzi a cui le luci della betola son così
scialbe e fallaci?
E come te sono tanti altri, giovani e
vecchi, gente illusa, avvolta nelle ombre della notte, circondata dagli angeli
di Satana, sedotta dai loro lacci, tanto
che non è forse esagerato affermare che
la maggior parte dei peccati e quelli più
gravi, si commettono di notte. Oh se potessero venire in possesso della « Luce
del mondo », come si tramuterebbe in
vittoria la loro sconfitta: che Dio si mostri e, in un baleno, vedrem dinanzi a
noi il terreno le schiere ostili abbandonar.'
Un lamenio
Passando vicino ad una casa, odo un
lamento. C’è qualcuno che, soffre, un
malato, forse un’anima in lùtito, un
cuore in pena per una causa che ignoro.
Ma so che di notte si soffre tanto e che
il buio non è mai così fitto come allora: Come batton le tempia, come pungono i dolori e come durano interminabili le ore in una notte, di malattia!
E come si ridesta la mente e come
prende a sanguinare il cuore, nelle notti che seguono la dipartita di una persona cara: le loro sembianze ci riappaiono dinanzi con tanta nitidezza, che
qualche volta allarghiamo le braccia
soli con le nostre lagrime ed il nostro
dolore.
Altra volta è il rimorso a guisa di sottile tortura, o l’ansietà per una persona
cara, oppure una di quelle innumerevoli cause per cui questa vita può trasformarsi in una valle di lacrime.
Una luce sola è capace di diradare le
tenebre del dolore, la luce di Natale, il
cui messaggio giunge come un balsamo
salutare al credente che geme nella sua
cameretta:
Pace in terra... ecco io sono con voi...
le sofferenze del tempo presente non
hanno punto da esser paragonate con la
gloiia che ha da esser snanifestata a
nostfo riguardo... non t’ho io detto che
se tu credi, tu vedrai la gloria di Dio?
Lo. morte non sgrà.più... EgU asciugherà
ogni lacrima dagli òcchi loro...
Un canto
Talvolta, nel silenzio della via, s’ode
l’eco armoniosa di un canto sacro. C’è
vicino, un tempio, od un luogo ove dei
credenti sono adunati per pregare insieme e cantare le lodi del Signore. L’oscurità si dilegua e risplende una luce
divina.
E’ proprio qui che sì temprano le
armi invincibili, per combattere la potenza delle tenebre. E’ qui che la potenza di Dio scende sulla debolezza dei
suoi servi per renderli invincibili, è qui
che si stranpano al cielo i grandi esaudimenti e le supreme consolazioni, che
lo scoraggiamento si muta in isperanza
e la tristezza in letizia. E’ qui che la
salvezza diventa sicuro retaggio di gente che già fu perduta e che i mortali
imparano a parlare di vita Eterna e a
guardare con familiarità verso il cielo.
E’ qui che le tenebre sì squarciano perchè il cielo, come in quella prima notte,
torna ad aprirsi sopra la terra...
Sempre così
ì; s’io continuassi il mio viaggio notturno fino in capo al mondo, sarebbe
sempre così: sempre le tenebre fitte
della, terra che una luce sola può diradare, ma diradare perfettamente.
Tu non potresti mai fare il conto delle benedizioni e delle consolazioni che,
in questa Notte. Santa, scenderanno a
portare luce e speranza nei cuori travagliati, sui campi di battaglia, come, nel
petto di tanti credenti...
Tu potrai, però, come gli angeli in
quella notte e insieme a tutta la Chiesa
universale, cantare:
Gloria a Dio, nei luoghi altissimi, pace in terra fra gli uomini ch’Egli gradisce!
E allora, un raggio di quella luce si
poserà anche sul tuo capo.
/ Enrico Geymet.
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’: ’ ^ Oggi è Natale! Che bella cosa! Che
bellissima cosa anzi: anzitutto si fa festa, po’ si fa un pranzetto speciale. E’
vero che questi non son tempi da scialare, ma, comunque, '--una bottiglia 'di
buon vino, la si può ancora snidare! E
un pranzo più ricco del solito, via, senza
sprecai, lo si può ancora combinare,
perchè, dopo tutto, è Natale una volta
sola all’anno! »
E questo ragionamento natalizio che
il signor X. sta rimuginando da qualche giorno, è un modo tutto particolare
di preparare la celebrazione del Natale,
ma è un modo ctie è meno raro di quanto si vuol credere.Natale è un giorno
di gioia, si dice, e quindi si vuole concretizzare questa gioia in una celebrazione materiale, precisamente perchè
si è incapaci dì sentire una letizia spirituale. Se si dicesse al sullodato signor
X. che egli è un materialista, egli protesterebbe, e come! - —=
« Niente affatto! - vi direbbe egli -;
10 oggi sono contento perchè è Natale,
^ e quin<^ voglio fare _un buon pranzo. »
Che si possa celebrare Natale in modo diverso, è cosa che non gli passa
neppure per la testa; per lui la gioia Ji
Natale è puramente e semplicemente
«una manifestazione particolare del
sentimento umano e universale della
letizia. »
Se Natale è gioia per il signor X.* è
malinconia per il signor Z.. . ’
E’ il giorno dei ricordi del tempo che
fu!: i begli afini giovanili, quando a Natale nevicava sul serio; quando i ragazzi credevano ancora a Babbo Natale che
scendeva per la cappa del camino, con
la sua gerla ed i suoi doni. Ma oggi! sì!:
«storie», sghignazzano i bimbi! «E
come faceva babbo Natale, con la sua.
lunga barba bianca? Come doveva diventar nera, dopo tanti viaggi, su e giù
per la fuliggine! »
Com è riniasto male, l’egregio signor
Z., quando s’è sentito dire dai suoi figli: ^
« E adesso che c’è il termosifone, babbo
Natale verrà giù per 1 tubi del termosifone,? »
E rimasto male, il buon vecchio (mica tanto poi) papà, e si è lanciato in una
lunga divagazione sulla bellezza deUa
poesia, sulla verità profonda dì tante
kggende che avevano cullato la sua '
infanzia. Ed i ragazzi lo hanno lasciato,
con le sue leggende e con la sua poesia,
•con 1 suoi ricordi, di quando era lieto a
Natale perchè cantava in coro:
Sotto splendido stellato...
Oggi egli prova una strana commozione: la sua gioia è quella di un uomo
che è lieto dì ritornare, per qualche
istante, un bàmbino, capace di commuoversi.
Ben venga Natale con la sua gioia
serena: lasciare per un giorno il travaglio usato, il quotidiano affanno, per
sentire che, nonostante tutta la nostra
azione orgogliosa ed ardita, il mistero
ci circonda; e, in questa oscurità che
potrebbe essere opprimente, ecco, si
accende una fiammella, ed un’altra,’ed
un altra ancora; ed un chiarore dolce si
spande che trasfigura le cose, e dà un
nuovo volto ai bimbi...
« Non temiate, non temiate
— Grida un angelo ai pastor —
Buone nuove v’ho portato.... »
Buone nuove?
11 signor Z. sta sognando ad
aperti, e si sorprende a cantare,
una'volta;
« Oggi è nato il fanciuUino... »
Come una volta? Ecco, proprio come
una volta no!
occhi
come
Strano! c’è un verso che egli ha dàmenticato: già! Eccolo!
Oggi è nato U, Salvator!
’ Mah!
Oggi è nato il fanciullino;
questo però è rimasto; e celebriamolo
jr fanciullino, con i bambini. Ridiven„ tiamo bambini, rimaniamo in casa:
‘Non è forse Natale la festa della gioia
della famiglia?
4
Poi, c’è un terzo Natale, il vero Natale! E badate che questo vero non significa che la gioia pura della famiglia,
e la letizia delle tradizioni siano un
peccato! No certo! Ma questo vero significa soltanto che il punto di vista è
un altro. Anzi questo terzo nuovo Natale non esiste!
Esiste soltanto un modo di celebrare
. Natale.
E questo io vorrei, amico lettore, che
noi ce lo prospettassimo.
Natale; è chiaro; si tratta del giorno
natalizio per eccellènza: il giorno natale di Gesù Cristo. Ora, celebrando la
nascita di Gesù, così come noi facciamo,
possiamo, come si è giustamente osservato, correre un grave pericolo: prendere il fatto in sè, separarlo dal suo in_ sieme, e ricordarlo come una data avulsa dal quadro storico in cui essa deve
essere situata il, che sarebbe disastroso,
perchè il quadro è unico, anche se noi,
per comodità, o per qualche altra ragione, ne fissiamo momentaneam.enle
solo un dettaglio. Il Natale non può essere considerato come un momento indipendènte della storia di Gesù. Come
osserva acutamente G. L. Leuba,, (*) nel
momento di Natale si intravede già il
Venerdì santo, Pasqua, Pentecoste. E’
la tragica realtà cui non possiamo sfuggire: la « gioia » di Natale, la luminosità del canto angelico, contengono la
« tristezza » del Golgota e il « crocifiggilo » della folla, così come l’inno trionfale della Risurrezione, e l’effusione
dello Spirito Santo.
Gioia, tristezza, inno , irionfaìè7
spressioni nostre, umane, di cui possia- '
mo misurare còsi tutta la relatività. E’
della nostra gioia, che intendiamo parlare a Natale; è della nostra tristezza
che intendiamo parlare il venerdì santo; è alla gioia dell’uomo, oche dall’uomo parte che noi ci riferiamo semr
pre. Ma il problema è diverso; qui si
tratta della gioia assoluta, perfetta « di
quella gioia che è l’oggetto primo, la
gioia originale che giudica le nostre
gioie, che le illumiria veramente^ che le
conferma o le condanna, che, in ogni
caso, le rinnova dandoci la sola vera
gioia. K Perchè Natale, ripetiamolo, è il
natale di Gesù Cristo. La buona novella
che gli angeli cantano in coro, che i pastori odono silènti, è qualcosa di più
che un bel quadro poetico, che parli al
nostro sentimento: è l’annunzio che
quanto i profeti hanno annunziato attraverso i secoli, ed ì giusti dell’Antico
Patto hanno visto per fede, è realtà
concreta nel quadro della storia: Dio è
diventato uomo in Gesù Cristo.
Nella pienezza della libertà del suo
amore il Creatore, in Cristo Gesù, è diventato creatura. Ora, sì possiamo parlare ai gioia, di vera, etebna gioia, delusioni, amarezza, sconfitte, in una parola: peccato, dove sona le tue catene?
Oggi è Natale: l’Antico patto, si rinnova: Dio ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza, una volta, nel giardino di Eden; Dio ha ridato all’uomo,
oggi, in Betlemme, la divina immagine:
l’umanità di Cristo Gesù. Giorno di glo^
ria! Giorno di gioia!
Sì, perchè non si tratta della scoperta ‘
di un nuovo profeta, o dell’annunzio dì
nuove dottrine; ma è la via che si apre
davanti agli uomini, che camminavano
nell’oscurità e nel dubbio. La via, non
dimentichiamo, che condurrà a Pentecoste, passando per il Golgota, e la Risurrezione, ed avrà il suo termine, per
gli occhi degli uomini, nella luminosa
M
7:0
giornata dell’Ascensione. La via che.
noi, senza eccezione, dobbiamo percorrere,'dovunque noi viviamo. Una via
lunga e faticosa, dove potremo esser
tentati di fermarci, o di deviare. Ma una via che vedrà la nostra vittoria, perchè la meta è sicura, e perchè Dio ci ha
amati per primo.
Come farò? Cosa farò? Come resisterò al peccato che mi sovrasta, quando le mie forze sono così deboli?
Oh amico! Hai tu dimenticato così ^
presto?
« E’ Dio solo che ha preso questa
straordinaria iniziativa, di diventare
uomo e compiutamente uomo, per noi,
tperchè noi anche diventassimo uomini
'.'ttZ sua.,seguito. E nulla in noi era degno
che ci sia ridato, nel Figliuol di Dio, .il
Figliuol dell’uomo, e, nel Figliuol dell’Uomo, la possibilità per noi di essere
uomini... »
E non temere; tu sarai uomo perchè
« Dio non ci domanda, anzitutto, di fare, ma di ricevere »,
Oggi è Natale!
Cl.
C") G. Leuba: Il Massaggio di Natale
(n. 3-4 della Rivista « In Extremis). Da
questo studio sono tratte le varie citazioni in corsivo, di questo articolo.
4'
»
¥lQmm Bl fÌMTfili
Vigilia di Natale, a sera. Nella vasta
cucina, dai pochi mobili massicci di legno grezzo, imbruniti dal tempo e dal
fumo, il focolare è acceso e Anna si affacòenda per preparare la cena... Oh !
non il tradizionale cenare, ma qualcosa
che concili le restrizioni imposte dalla
guerra, con il desiderio che la festa sia
riconosciuta. Di quando in quando la
donna va sulla porta e guarda lungo il
-■ s«ìtiero, per vedere se i suoi arrivano.
Il figliuolo, Silvio, è sceso giù. al tempie, per assistere alla festa deU’albero
di Natale, il marito è anche lui in paese
a ritirare certi denari, ed ha detto, nel
partire, che tornerà eoi ragazzo: ma
viene notte, ed essi non giungono.
Vi è poca neve quest’anno, ma tuttavia essa, nel crepuscolo brilla, fredda,
mentre una sizza tagliente scende dalle
vette e fa rabbrividire i grandi alberi,
vicino alla casa.
Anna rientra, un po’ pensierosa: ritardano...
Poi il suo pensiero va più lontano, all’altro figlio, soldato.
Allora siede vicino al focolare, e resta immota, col pensiero laggiù, dove egli è al dovere e al pericolo.
Prega.
Prega per il figlio, per i suoi compagni, per tutti i soldati, che anch’essì
sono figli di mamma.
E per la Patria prega, e per tutti gli
uomini, perchè tutti' hanno bisogno di
perdono e di amore.
La scpote l’arrivo di Silvio, che entra
intirizzito, ma contento, della festa, dei
canti, delle recite, delle preghiere. Contento, anche se ha dovuto fare la strada da solo e nell’attraversare il bosco,
laggiù, ha provato un vago senso di timore.
...No, egli non ha visto suo padre:
quando la festa ha terminato, egli ha
atteso per up bel po’ che il babbo venisse a prenderlo.
Poi si è deciso ed è tornato, solo .
Anna abbassa la testa. Ella indovina
doye è suo marito, all’osteria, come
sempre quando ha tempo e denaro.
Ella è ormai rassegnata a questa abitudine del marito, anche se ne soffre;
ma stasera egli non avrebbe dovuto
andare, non avrebbe dovuto dimenticare il figlio, costringerlo a fare la lunga
strada da solo.
Stasera, che è la vigilia di Natale!
...Ma... e che importa del Natale, al
marito?
La domanda che si è rivolta quasi inconsciamente accresce la tristezza di
Anna.
Niente gliene importa: egli non erede più. Si dice ancora Valdese: forse
crede di esserlo veramente: ma può essere Valdese chi ha abbandonato la
Chiesa e la Fede? Non sono esse che
hanno creato il popolo Valdese, che lo
hanno segnato di im crisma che è tutto
suo, che lo distingue e che dovrebbe
renderlo superiore?
Ed esiste ancora il carattere valdese
quando un uomo ha spezzato i vincoli
spirituali con la sua gente? ■
Anna soffre dell’incredulità, o alme
no dell’indifferenza del marito; ella
sente che è proprio ora il momento di
credere, dì snerare, di pregare maggiormente con uno zelo più ardente: ora
che la prova è più ardua e la vita più
dura. Oh! poter essere uniti nella preghiera, col suo uomo e il suo ragazzo, e
presentare a Dio anche quell’altro figlio, soldato, laggiù, dove la Patria l’ha
mandato.
Niente... La notte è venuta, Silvio,
stanco, si è addormentato su una seggiola, col,capo appoggiato ad una tavola, dopo aver chiesto quando sarebbe
giunto il babbo, e quando si sarebbe cenato. II.fuoco sta per spegnersi ed Anna, tristemente lo ravviva. :
Altro tempo passa. Finalm,ente, fuori
nella notte, risuona un canto. Anna tende l’orecchio;, non s’inganna è suo marito che arriva, finalmente.
Ubbriaco ? Non del tutto, ma un po’
brillo si; è allegro però è questo è già
qualcosa, perchè a volte torna col viso
cattivo, ed allora brontola, impreca, bestenunia, malcontento ed oscuro.
« Ho tardato un. po’, ma è niente, vero ? ...E’ Natale, e ci vuole allegrìa !...
Vede Silvio addormentato; si ricorda ;
solo allora che doveva tornare con lui. *
. «E’ giunto bene?» domanda.
La moglie risponde a bassa voce.
« Si... non ha avuto timore... o almeno non troppo ».
<¡11 marito tace un momento, forse ^
pensa.
Ad un tratto domanda:
« E l’altro ha scritto ? » i
La moglie, col capo, accenna di no. .
Solo allora egli sembra accorgersi della sua tristezza, vorrebbe fargliela dimenticare, e non sa come.
« E’ pronta la cena ? Su, a tavola che
ho una fame ! Una fame ! ...Sai ho tardato un po’, perchè ho trovato degli
amici...- Un po’ di allegria non fa male:,
è Natale infine ! »
Natale! E che vi è nella sua casa, nellà sua anima per ricordare la soave ;
Festa cristiana, altro che quella cena ~
già fredda che ora la moglie sta riscal- 4
dando ? Forse v’è qualcosa nell’animo
della dorma, forse nei sogni del ragazzo: '
ma ciò è celato: per lui non vi è nulla, ‘
e, senza rendersene . conto, soffre. |
Ma che fa Silvio? Sogna? m
Escono dalle sue labbra, incerte dapprima e confuse, poi sempre più chiare
le noti dolci e solenne insieme del
« Notte benigna ». ,
E il padre ascolta.
Il sogno del ragazzo continua: egli
rivive la sua festa di letizia e di Fede,
e, dalla sua bocca escono, rotte ma
chiare le parole dell’annunzio degli '
Angioli ai pastori, brani di poesie, aV-.
cune frasi udite dal Pastore e che più
hanno colpito la sua mente e il suo
cuore. « La Fede che dà la salvezza...
Il Salvatore che si carica del peccato
degli uomini.... La gioia dei redenti.... ,
Il bisogno di andare, umili e fidenti,
presso la culla di Betleem... » ^
Il padre ascolta, assorto. - ?
La voce misteriosa che sale dall’ani- ”
ma del suo bambino, che egli, quella ■
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~';i-, '-’ -2> Vj-W,
L’ECO DELLE .VALLI VALDESI
■ ,'iiv
trova ' echi
sera stessa ha dimenticato,
misteriosi nel suo cuore....
; tLa cena è pronta.
..Egli desta il ragazzo, che, sorpreso
|-;fissa sul padre i suoi grandi occhi neri,
poi acquista subito coscienza.
’>■« Buon Natale, babbo. »
« Buon Natale, Silvio. Ceniamo? »
Ora sono tutti e tre a tavola; ed ecco,
egli si alza, egli, cerca dì rammentare
|le paróle che usava suo padre e benedice la tavola.
La moglie lo guarda sorpresa e contenta; il bimbo trova naturale quella ''
'preghiera pur così, inconsueta in casa
/'aiua. Ogni falsa allegrezza causata dal
i“^j^ino, è ormai scomparsa-dal volto deL
jT l’uomo, ed egli è calmo ma sereno,
¿^»quando dice:
Domattina voglio venire al culto con '
voi.... '
E poi rivolto alla moglie.
‘ « Ho inteso accennare a un non so
^■che di risveglio... Mi spiegherai, poi...
^Sai. credo proprio che senza Dio e sen- ■
za Gesù non si possa andare avanti... »
Lontano, laggiù, in paese, una
J. L.
'"campana squillava....
Vt è un proverbio che, se non erro,
l'rdice; ' « Natale coi tuoi Pasqua dove
» ed è certo che quella del Natale
un’ora che tutti vorrebbero poter tra,^Is'còrrere a casa loro nella dolce intimità
'$ familiare.
■ La tradizionale riunione di famiglia
^.'intorno al ceppo di Natale ha qualche
_^'-eosa di così significativo che quelli che
fej-poisono non badano a viaggi ed a spese
pur di potervi patrtecipare.
M'
nel
Senza dubbio anche quest’anno
vNaiale che viene molti militari avranno
f- questo privilegio, ma non tutti, perchè
sarebbe evidentemente impossibile; e
^ noi vogliamo assicurarvi che, partico3,;ìarTnente in quel giorno, il nostra penf: -siero andrà a voi con simpatia dalle noli stre case e dalle nostre Chiese, di modo che nel vostro isolamento non vi
^sentirete dimenticati.
Per passare un buon Natale però,.,
•/non crediate che sia indispensabile passarlo m famiglia: ovunque il credente si
trovi può rallegrarsi del Natale, perchè
esso non è, come purtroppo abbmmo
I,preso l’abitudine di pensare, una bella
occasione di trovarci insieme e fare un
kpo’ di festa. Ma è anzitutto il ricordo e
la commemorazione di un fatto: la vernata di'Cristo nel mondo. Il Natale è,
5 e vuol essere per noi, l’annunzio antico
Ìe pur sempre nuovo del lieto messaggio
« Emmanùele, cioè Dio con noi ».
Di questo e soltanto di questo, il criatiano si rallegra in comunione coi frag- tellj quando è possibile e nell’intimità
'^idel cuor suo quando ei si trovi isolato.
% Il messaggio di Natale \è il più bel
^ tnessaggio che possiamo ricevere, è il
i^tnessaggio di cui oggi in un modo particolare sentiamo la necessità. « Dio con
noi», è ancora un messaggio personale
in quanto che anche se diretto a tutti gli
^Uomini, io devo considerarlo come di^refto a me personalmente.
^ I lieti messaggi ci rallegrano sempre
■^povunque ci troviamo per le buone nozt
I tizie che ci recano, ci rallegrano sopra^utto quando apportano un miglioramento alla nostra situazione, alla nostra vita.
Natale era e Hi0ne l’annunzio di un
dfrande miglioraìnénto per rumanità,
tanto per quel che concerne la vita ter^tena quanto la vita futura. RallegriaÌl.-moci dunque anche se lontani, anche se
^«oli, accogliamo questo grande messagÈs gio nel nostro cuore: esso è per noi.
/ Ecco; noi vi vediamo nelle caserme e
*tti campi di lotta aprire in un momento
di requie il vostro Evangelo per rileggervi ancora una volta l’annunzio della
i,< Suona Novella e ripetere « é Natale;
pio con noi, Dio con me », e ci uniamo
a voi per ripetere la stessa grande verità. E con questo; vi auguriamo a. tutti
V di poter passare un Buon Natale sptto
lo sguardo del Signore.
Alfredo Janavel.
L’opuseolo di Storia Valdese
per il XYll Febìjraio
La Società di Studi Valdesi ha deciso
di pubblicare anche quest’anno, nella
ricorrenza del XVII febbràio, il tradizionale opuscolo destinato a ricordare
ai Valdesi la storia dei padri ed a rievocare e nutrire in loro i più nobili sentimenti di fede e di patria.
L’opuscolo di quest’anno è stato redatto dal pastore Paolo Bosio, col titolo:
Rinnegamentq ed abiura dì Valdesi
perseguitati.
Esso è posto a disposizione delle co;^nità valdesi e degli amici alle condizioni seguenti: L. 0,65 la copia per
più di 30 copie; L. 0,75 la copia, per
copie singole o per meno di 30 copie:
Dato il prezzo veramente modesto e data la bontà dello scopo, siamo sicuri
che tutte le comunità valdesi si affretteranno ‘ad ordinarne un buon numero,
per rendere più efficace il valore morale e spirituale della celebrazione.
Le ordinazioni, accompagnate dall’importo, devono essere fatte al più
presto, ed in ogni modo entro il 20 gennaio, alle Arti Grafiche « L’Alpina » Torre Pellice - o per mezzo del C. C.
P., N. 2-9034, intestato al prof. Teofilo
Pons - Torre Pellice.
Per evitare confusioni e ritardi, i signori Pastori sonò vivamente pregati di
provvedere al più presto alle loro prenotazioni, in modo da facilitare h compito della Società.
Convegno Evangelieo diTorino
Il giorno 6 gennaio (Epifania) avrà
luogo a Torino un Convegno di tutta
la gioventù Evangelica della città. A
questo Convegno parteciperà la gioventù della Chiesa Battista, della Chiesa
Metodista, della Chiesa dei Fratelli, e
della Chiesa Valdese che ospiterà .11
Convegno nelle sue sale di V. Pio V, alle
ore 15. Il Convegno è ispirato ai sentimenti e agli ideali di fratellanza propugnati dall’Alleanza Giovanile Evangelica. Parleranno alla gioventù ed a
tutti i membri delle diverse comunità
che sì vorranno unire ai giovani: il pastore Enrico Paschetto e il pastore Roberto Comba. E’ diffficile nelle attuali
condizioni richiedere alla gioventù delle Valli una partecipazione in massa;
tuttavia tutti coloro che potranno unirsi alla gioventù evangelica di Torino
saranno accolti con gioia fraterna.
NON DEV'ESSERE CHIUSOI
Tale è la unanime -risposta che in
questi giorni riceviamo da un numero
crescente di amici del nostro Collegio
di Torre Pellice:
Da Venezia: « Per il nostro caro ColIvigio, che non deve perire nè essere
mutilato ».
Da Villar Pellice: A. V.: « Un catecum,eno offre per il Collegio L. 25 frutto
dei suoi piccoli risparmi ».
Da Milano: « Quale ex allievo del
Collegio e consapevole di quanta utilità sia per le nostre Valli, rispondo con
vero piacere all’appello fattomi ». .
Da una parrocchia delle Valli: « Ho
interessato il Concistoro a questo proposito. Cercheremo come chiesa di
mandare una somma, forse esigua, .ma
die vuole essere un segno del nostro
interessamento. Anche le Unioni lo faranno. Io stesso contribuirò più tardi ».
Tutti - tutti sentono il piacere di rispondere al nostro appello!
Per Natale fate avere al vostro Pastore una generosa offerta per il Collegio. La Commissione Distrettuale.
Segnalazioni
Giovanni Rostagno: Il > dramma dell’A- '
postolo e dell’Angelo- di Satana Predica - Libreria Editrice Claudiana - Torre Pellice - L. 1.
JLa pubblicazione di prediche risponde ad una richiesta molto frequente, in
questo tempo in cui la tensione degli
spiriti fa desiderare più diffusamente la Parola di Dio.
Quella che segnaliamo oggi espónet presèhtan'dolo come un dramma
sacro, il capitolo 12 della seconda Epistola ai Corinzi, vers. l-Kh il dramma spirituale dell’Apostolo Paolo tormentato da una « scheggia nella carne »
e confortato dal Signore con l’austera
parola: « La mia grazia ti basta, perchè
. .jV.
la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza !»
Il sermone che viene oggi pubblicato,
è' stato predicato alcuni anni fa; ma
esso riveste, per il particolare momento
in cui la pubblicazione è stata decìsa
dall’Autore,, un carattere, di attualità e
di testimonianza, che non sfuggirà a coloro iche lo conoscono e lo amano. Ed è
con,questo" spirito che auguriamo venga
accolto e letto: come una parola viva e
vissuta, a cui resistenza stessa di chi
patla dice ogni giorno ad ogni ora: « Sì,
amen, cosi sia, Signor Gesù ». ‘ '
Siamo profondamente grati al prof.
Rostagno per .questa parola, con la quale continua, fino all’estremo limite delle sue forze, il ministero della predicazione: anche questa è forza che si compie, in, debolezza. E siamo certi di fare
cosa grata ai nostri lettori, annunciando
loro che altre prediche dello stesso autore seguiranno a breve scadenza. M.
Giovanni Miegge: Il piccolo campanaro
(Racconto di Natale) - Libreria Editrice Claudiana - Pag. 30 - L.
1,50.
La Claudiana ha pensato ai nostri
; bambini per le feste di Natale ed offre loro un grazioso racconto: Il piccolo campanaro. Giovanni Miegge narra
con semplicità ed amore le vicende del
piccolo Gianni, trapiantato, così d’iihprovviso dalla città in un paese di montagna e, perchè no, in un paese delle
Valli! Perchè dei ragazzi come Gianni,
ce n’è certamente più d’uno, fra i nostri monti, e ci auguriamo che anche
per loro, questo Natale sia un bel natale; se non proprio il più bello, almeno
uno ... bellissimo! A questo contribuirà certamente (il dono del grazioso racconto, arricchito dì una bella copertina
illustrata.
^ ■
L’Amico di casa giunge finalmente;
, un po’ in ritardo, e perciò tanto più desiderato. Come tutti i vecchi amici (ha
88 anni!) egli conserva il suo modo di
i vedere, il suo modo di parlare, il suo
modo di agire che lo hanno reso l’ospite
che non può mancare in nessun focolare
valdese. Gli diamo, anche quest’anno, il
più cordiale benvenuto. Con 80 centesimi, ognuno può assicurarsi l’arrivo dell’Amico di casa; è chiaro che nessuno
* rinunzierà a lui.
Le famiglie Paschetto e Meynier riconoscenti per le testimonianze ricevute in occasione della dipartenza della
lóro cara Mamma e NonTia
PASCHETTO MARGHERITA
VEDOVA PASCHETTO
ringraziano tutti coloro che, nel luttuoso evento la circondarono di tante premurose cure, dimostrando quale fosse
il rispettoso afetto per la cara Estinta.
Prarostino, 14 dicembre 1941-XX.
Il giorno 6 dicembre, Dio, chiamò improvvisamente a Sè
GABRIELLA DIDERO
all’età dì 72 anni.
La sorella, i fratelli, i nipoti ringraziano di cuore quanti presero parte al
loro dolore.
V/ILHESE
XUSERNA SAN GIOVANNI
Venerdì 1 corrente ha avuto luogo il
funerale del nostro fratello Giovanni
Pietro Benech, deceduto all’Odina, dopo lunga « dolorosa malattia in età di
67 anni. Alla vedova, alia, figlia ed ai
parenti tutti rinnoviamo respressione .
della nostra profonda simpatia.
POMARETTO
Dopo breve malattia la sera del 5 dicembre è deceduto al Clot Boulards di
Pomaretto, Ribet Antonio fu Giacomo
di anni 79. Egli era molto conosciuto
nella Valle avendo esercitato per lungo
tempo le funzioni di geometra. Finché
le forze glielo hanno permesso egli è
stato un assiduo frequentatore dei culti
e un membro fedele della Chiesa che amava. Egli lascia il ricordo di una persona retta, coscienziosa e precisa nel
suo lavoro, nonché modesta e pia. Lo
piangono la sorella Emma in Micol, i
cognati Micol Adolfo e Rostan Lidia
ved. Ribet con le loro famiglie. A loro
rinnoviam,o l’espressione della nostra
viva simpatia e della nostra solidarietà
fraterna.
TORRE PELLICE
Il culto di domenica prossima, 28
corrente, alle ore 10.30, nel tempio di
Villa, sarà presieduto dal pastore R.
Nisbet.
SAN GERMANO CHI30NE
Nella fiorente giovinézza. Long Olga
in Robert dopo di aver dato alla luce un
banibino, si è spenta alla vita terrena
senza aver avuto la gioia di vedere la
sua creatura.
. La ferale notizia ha profondamente
commosso tutta la parrocchia e in special modo il quartiere dei Mpartinat,,
dove la buona Olga era da tutti amata.
Al giovane marito setto le armi, al padre Long Paolo e famiglia esprimiamo
la nostra sentita simpatia fraterna. .
AU’accompagnamehto é al _ servizio
funebre che ha avuto luogo giovedì 18
corrente, nel cimitero-d’inverso Porte,
ha preso parte largo stuolo di parenti
e amici tutti in lacrime.
Dio voglia consolare i cuori afflitti
e dare a quelli che piangono la certezza che la cara dipartita non è mòrta
ma è vivente. Che il Padre degli orfani
prenda sotto la sua santa protezione il
piccolo Bruno!
[iimHniita II iptn Minili
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La Bible Annotée: nove volumi 8° brossura, in buono stato L. 150,—
Ernest Naville: Il padre celeste - 7 discorsi, a cura di A. Conti un voi.
16°, pp. 288, Pisa 1867 L. 3,—
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Rivoire, 8°, pp. 288, Roma 1907
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Fr. W. Foerstèr: Il Vangelo della vita 2 voi. 16°, pp. 519 L. 3,50
K. G. Roden: La tribù dei Mensa - 8°,
pp. 428 - Firenze 1890 L. 6,—
A'. Martini: La sacra Bibbia secondo, la
Volgata., 3 voi. 8°, pp. 2367, Milano
1850 L. 10,—
Bengel: Gnomon Novi Testamenti - 8°
pp. 1196 ,leg. mezza pèlle, Stuttgart
1860 L. 10,—
Kurtz: History of the Christian Church
- 2 voli; 8°, pp. 526, 488, leg. tela, Edinburg 1881 L. 16,—
Monastier: History of the Vaudois
Church - 16°, pp. 432, London 1848
L. 5,—
Schaff: A dictionary of the Bible - 8®,
pp. 960, leg. tela, Philadelphia L. 10,H. W. Beecher: The life of Jestis Christ
i 8°, .pp, 510, leg. tela. New York 1871
L. 8,—
H. Alford: The Greek Testament - 4
voi., 8°, pp. 918, 724, 750, 436, leg.
tela, London 1863 L. 30,—
N. Servettaz: Architetture religiose
moderne - Doxa ed. L. 10,—
RICHIESTE:
G. E. Melile: L’immagine di Gesù nella
Storia e nell’Arte (solo copie in ottimo stato, adatte per regalo).
4
fe
L’ECO DELLE- VALLI VALDESI
Vi'-?,’
di fanai^liai
lltditazionì preparate sui testi del Caleadario BMeo della Cliieea üerava)
Liined) Questo è l’amor di Dio: che
29 picein. osserviamo i suoi comandamenti . . 1 Gioy. 5: 3.
Evidentemente, il nostro amore verso
Dio è, pni|la di tutto, un sentimento
che inonda e fa sussultare il nostro
cuore.
Ma non è tutto li. Come il frutto sta
all'albero, così l’azione pratica dei nostro amore sta al sentimento che lo provoca. Anzi, ogni manifestazione di esso non ha valore che come espressione
di quella cosa ineffabile che è l’amore.
Inutile dunque, dire: « Signore, tu sai
che io t’amo » se non si fa tosto seguire:
Eccomi, per fare la tua volontà! Gli è
che, nel servizio cristiano, Tamore e la
obbedienza sono una sola e identica cosa: anzi, questà è la vera misura di quello. Ecco perchè Gesù, prima ancora
deir'Apostok), ha un’affermazione coi
me questa : « "Voi siete i miei amici,
fate le cose che io vi comando » (Giov.
15- 14). Ècco perchè Giovanni, l’apostplo deU’amore, mette, come dimostra-zione di questo, la pratica, irrefutabile
ed evidente per tutti, dei comandamenti di Dio, Da qui non si scappa: Se l’albero è buono, i suoi frutti debbono essere buoni. '
Martedì Noi abbiamo conosciuto
30 Oicem. l’amore che Dio ha per noi,
e vi abbiamo creduto.' 1 Giov. 4: 16.
Conoscere l’alnore di Dio dovrebbe
voler dite crederci. Come potrebbe essere altrimenti se quella conoscenza
vièh fatta sperimentalmente, intimamente? 'Voi che dite di aver conosciuto l’amore di Dio, ma ai quali mancano ancora elementi alla fede, venite e
considerate più da vicino e con maggiore attenzione l’amore che Dio vi ha dimpstrato in Gesù Cristo.
Sappiatelo: è per voi che Egli ha lasciato il suo cièlo e si è rivestito della
nostra umanità; è per voi che ha subito
lè ùmiliaziohi più profonde ed ha affrontato la morte più crudele. Sappiatelo bene: Tutto ciò Egli l’ha fatto per
l'umanità, ma lettore mio, se voi foste
sóli su questa tà^a. Egli l’avrebbe compiuto per Voi, solo per vói; per voi, solo per VOI, sarebbe nato nella rustica
stalla di Betlemme e per voi, solo per
YQ\, avrebbe asceso la croce sinistra del
i^plgQta. Tutta quella dolorosa storia
àppropriateVela dunque personalmente,
nel sentiménto profondo della vostra
indegnità, vivetela giorno per giorno e
poi, ditemi se, dopo aver cosi conosciuto
e,vissuto quell’amore, voi potreste dire
di lui: Io non ci credo! Comunque, rièòrdatevi di questa promessa che è anèhè'^ave minaccia: «Chi crede nel
Figliuolo ha vita eterna; ma chi rifiuta
di credere al Figliuolo non vedrà la vita ». (Giov. 3: 36). ■
Mercoledì Ogni carne è come un’erba
31 Dicem. g ogni sua gloria come il fior
deli'erba. :p’etba si secca, e il fiore cade, ma la pàrtold del Signóre permane
in eterno 1 Piet. 1: 24-25.
«Tutto ciò che finisce è breve» dice
S. Agostino.
Siamo sempre, infatti, stupiti di veder cosi presto finito un bel giorno soleggiato. Istintivamente, quando il sole scende all’orizzonte, noi esclamiamo:
Come, già fimto ? E potremmo aggiungere che tutto ciò che finisce è triste.
Ahche se la nostra giornata non ha
portato che dolori, c’è sempre nel suo
tramonto qualcosa di profondamente
mesto.
Gli è che la natura si è sempre ribellata Contro quel che passa. Perchè deve
passare la gioventù ? Perchè deve tramontare il sòie ? Perchè debbono avvizzirsi i fiofi ? Tanto gioconda è, pure,
la gioventù, tanto benefico il sole, tanto smaglianti sono i fiori !
Ecco: Iddio ci dà e poi ci toglie la nostra gioventù, fa sorgere e poi tramontare il suo sole, dà, per un giorno, lo
splendore al fiore per insegnarci ad
amare quel che non ha tramonto, quel
Che permane in etèrno: la parola del
Signore. Non già le pagine di un libro
ma la risposta al grido angoscioso delTanima mia. In un giórno come questo,
in una prova come l’attuale, grazie, o
mio Dio, per quella ^tua parola che non
pìassa e che m’inonda il cuore di una
santa allegrezza !
Giovedì Abbiate pace iñ me
1 Gennaio qìov 16; 33.
In qu^t’ora agitata, come accettare
per buona questa assicurazione di Gesù ? .
Prima di rispondere, dimmi, tu che
dubiti: Hai già provato di fare di Dio
il tuo rifugio ? Ti com,piaci nella sua
compagnia ? Vai da lui ogni mattina a
prendere la sua parola d’ordine ? Hai
provato il giogo di Cristo ? Ti sei messo
sulla sua via, ti sei lasciato guidare
dalla sua verità, hai vissuto la stia vita ?
Se no, capisco il tuo dubbio. Come
non si può giudicare del sapore di un
frutto senza gustarlo, tu non puoi appczzare la pace di Dio senza conoscerla.
Provati, dunque. Conoscerai così che
Iddio ti ama, indipendentemente da
qùtdlo che i giorni venturi arrecheranno, perchè anche l’avversità dovrà piegarsi dinanzi ad esso e servirti. Le mani che ti colpiranno, le malattie che ti
affliggeranno, i pesi che ti accascerannó, saranno i tuoi stessi ausiliarii. Le
pietre stesse lanciate contro di te si
ammucchieranno come un baluardo per
difenderti.
Tu, dunque, poni la tua debole manò
nella forte mano di Dio ed avrai pace,
la pace vera, la pace ,bella di Cristo.
Venerdì' Gesù vide Giacomo e Gio2 Gennaio vanni con Zebedeo loro par
dre che rassettavano le reti; e li chiamò,
Matteo 4: 21.
Seduti in fondo alla loro navicella,
essi riparavano dunque i loro arnesi di
lavoro prima di salpare per la loro fatica quotidiana: lavoro necessario, indispensabile. Reti aggrovigliate, reti
strappate avevano bisogno di essere rimesse in efficenza.
Qqella scena peschereccia, sulle rive
del mnr di Galilea, è un sìmbolo ì cui
ihseghanaenti mi. sembrano preziosi per
chiunque, in questo principio d’anno,
già pensa al lavoro che l’attende e si
prepara ad esso, con forze rinnovate, f
Suppongo che molti lettori dovranno
accingersi, essi pure, a un simile lavoro di riparazione. Non si è forti alla
lotta quando si è oppressi dai cattivi rii
cordi. Se ne incontrano più di quel che
si pensi, di quei feriti della vita che non
osano neanche più pensare ad un ritorno sul fronte dove si combatte e che sé
ne stanno inerti, disperando di sè, di
tutto e di tutti.
Evidentemente il peccato, quel maledetto roditore delle maglie della loro
anima, ha intaccato le loro reti: bisogna
assolutamente rimetterle in efficenza.
Ebbene, si ricordino costoro che, in
questo lavoro di riparazione, primo fra
tutti, è necessario l’aiuto di Colui che
Isaia (58: 12) chiamava « il riparatore
delle brecce ».
Ciò fatto, avanti, con lena, sull’alto
mare !
Sabato Venite a me, voi tutti che
3 Gennaio siete travagliati ed aggravati ed io vi darò riposo.
Matt. 11: 28.
La vita è lotta e, perciò, travaglio e
stanchezza. Pochi sono quelli che sfuggono a questa terna che, come gigantesca morsa, attenaglia tutte le esistenze.
Noi tutti... Provatevij un’istante, di
rappresentarvi la moltitudine di quei
travagliati ed aggravati: infermi, ammalati, morenti, diseredati, tutti gli affranti ed i feriti delle battaglie della
vita, quelli che hanno freddo e fame.
Che sono soli e piangono. Pensate ancora a tutti quelli che sono divorati da
una inquietudine mortale, da una sofferenza morale e che si sforzano di
dissimulare la loro ambascia, incomprensiblle ai più. Ricordatevi poi che
quella dolorosa sfilata dura da secoli
e che, come ve la figurate, non è che
una piccolissima parte della tragica
realtà.
E dinanzi a-quei ranghi susseguentisi
con ritmo sempre crescente, figuratevi
ora il Cristo, tutto solo, che invita:
V enite a me !...
Ergersi di fronte alla stanchezza ed
alla sofferenza umana, chiamare a sè
tutte le angosce, tutti i rimorsi, tutte le
agonie, offrirsi al dolore immenso come
la liberazione più grande ancora ...quale
^tójlia - o' quale ftiaestà ! Per te, fratello, che cos’è ?
E. Tron.
Prof. Gino Costabel, direttore responsabile
ARTI (iRAFiCHE . L'ALPINA» - Torre Pellke
L’imponente mole della nuova sede delia Filiale di Milano del pANCO DI ROMA,,'1
inaugurata il 19 luglio 1941-XIX alla presenza del Conte di Tonno e del Ministro>|
delle Finanze. |
BANCO DI ROMA
£
Banca d’interesse nazionale S. A. - Capitale e riserve L. 558.0(X).000
¿.fi
207 Filiali in Italia, nelle Colonie, nell’Egeo, nelHinpero ed aH’Esiero
ANTINEVRALCiCO
ALPHA BERTELLI
'•ML CONTRODOLORE"
PER NATALE
presso la Libreria Editrice Claudiana
e/IRTOLINfl ARTISTICA
(L’adorazione dei Magi)
comparizione inedita del pittore valdese
Arturo Peyrot.
Fine - Originale - Moderna — L. 0,30
Act«a, Acati, Vini, LI(|uorl, Sciroppi,
ORI, Madicinall, Profumi, Calla. >
IMPIANTI PER CANTINE
par Vini Sputnantl, par Aai|ua Bataaaa
a Salti • OaMapa gratta.
BELLAVltA - VIA f^NI. 1
La Ditta aan ha aaaaalU aa rapprataataaM.