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SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTISTE, METODISTE, VALDESI
Spedizione in a. p. 45% - art 2 comma 20/B legge 662/96 ■ Filiale di Torino
In caso di mancato recapito restituire al mittente presso ¡'Ufficio PT Torino CMP Nord
Anno Vili - numero 24-16 giugno 2000
Lire 2000 - Euro 1,03
^f^ngeh e omosessualità
‘•■IMARIABONAFEDE ‘
■ BIBBIA E ATTUALITÀ ■
LA CHIESA TRA
DIO E CESARE
«Rendete a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio»
Marco 12, 17
La parola di Gesù farebbe pensare
a una soluzione definitiva del
problema dei rapporti fra chiesa e
stato. Non è così, ogni epoca deve
definire sempre daccapo che cosa è di
Cesare e che cosa è di Dio per poter
rendere a ciascuno ciò che è proprio,
e non peccare di omissione in un caso 0 di integralismo neU’altro. «Unicuique suum»; questo è il motto che
l’Osservafore romano, il quotidiano
del Vaticano, porta come sottotitolo
della testata, a rivendicare il suo spazio e ruolo E infatti. «Lo Stato e la
Chiesa cattolica sono, ciascuno nel
proprio ordine, indipendenti e sovrani» (art. 7 della Costituzione). Già,
ma ancora una volta; qual è il «proprio ordine»? Ci sono due sovranità a
confronto, ciascuna delle quali rivenir dica la propria giurisdizione. La storna di questo confronto è lunga: comincia al tempo dell’Impero romano, passa nella lotta per le investiture, nella formulazione di Bonifacio
Vili con l’immagine del sole,e della
luna o delle «due spade», nella Rivoluzione francese e americana, trova
un suo punto di equilibrio nella formula cavouriana «libera chiesa in libero stato», e arriva fino a noi nella
formulazione costituzionale.
CREDEVAMO che la democrazia
e la laicità avc.ssero posto dei paletti fermi suirargomento. Ci eravamo sbagliati. Anche la Costituzione,
come tutte le leggi, viene applicata
per i nemici e interpretata per gli
amici. L’art. .33, per esempio, in riferimento alle scuole private dice semplicemente «senza oneri per lo stato». Anche se «in Claris non tìt interpretatio», gli interpreti non mancano mai. L’equilibrio che si era trovato nella formula costituzionale viene
rime,sso sempre in questione. Questo
non ci sorprende: è del tutto naturale che due sovranità, poste Luna accanto all’altra, cerchino di affermarsi
a spese dell’altra. E una volta che
l’equilibrio viene messo in di.scussione, si sa da dove si comincia ma non
dove si arriva. Dubito fortemente
che questo scivolamento trovi le sue
radici ne «La città di Dio» di Agostino o nella «dottrina dei due regni» di
Lutero. Certamente non in Paolo.
IN quanto cittadino mi appello ai
principi di libertà, di democrazia e
di laicità, che ispirano la carta costituzionale, e mi rivolgo allo stato perché rimanga fermo su queste posizioni. In quanto credente, mi rivolgo... a
chi? Il Nuovo Testamento parla ai
credenti e rivolge loro delle indicazioni per il rapporto che devono avere con le «autorità», parla cioè alla
chiesa. Allo stato si resiste quando
perdendo i connotati di «ministro di
Dio» (Romani 13) assume quelli di
«bestia» (Apocalisse 13). Altrimenti
la chiesa serve, rispetta e onora lo stato nelle sue manifeiìtazioni storiche.
Di certo non si serve dello stato per
raggiungere i suoi scopi. Quando si
comincia a confondere fra Cesare e
Dio, non solo tutto diventa possibile,
ma la chiesa stessa diventa «incredibile». Fra peccato di omissione e peccato di integralismo, chi riporterà
l’equilibrio fra Dio e Cesare?
Domenico Tomasetto
La (denuncia (della commissaria europea per l'Occupazione e gli Affari sociali
Molestie sessuali sul lavoro
Anna Diamantopoulou, che nel passato ha subito nnolestie, vara un provvedimento
che dovrà passare al vaglio delle sedi europee competenti. Il ruolo delle chiese
DORIANA GIUDICI
Fa sempre un certo effetto scoprire che anche le persone potenti e
importanti hanno sofferto, come
quelle più deboli, soprusi e ingiustizie. Ecco perché, la scorsa settimana, si è riparlato della questione delle molestie sessuali sui posti di lavoro. Anna Diamantopoulou, greca,
quarantenne, commissaria europea
per l’Occupazione e gli Affari sociali,
ha denunciato di avere subito nel
passato delle molestie; e, forte di
questa sua esperienza negativa, ha
ribadito la necessità di rendere noti
questi soprusi. Il silenzio, la paura
del giudizio altrui, è solo un regalo
gratuito a chi offende e umilia.
La notizia ha fatto, ovviamente, il
giro di tutte le redazioni giornalisti
che d’Europa e per qualche giorno
sono tornate in prima pagina le parole d’ordine che da anni le donne
lanciano ai politici, ai giudici, ai sindacalisti, agli imprenditori. Se molestare sessualmente qualcuno è un
atto grave, farlo sul posto di lavoro,
approfittando di una diffusa cultura
misogina o della condizione di subalternità della lavoratrice, è ancora
più grave. Spesso il danno che si arreca non è solo «di immagine» o psicologico, ma economico. La stessa
commissaria ha confessato di essere
stata costretta, seppure ne aveva
molto bisogno, a lasciare il lavoro.
Anna Diamantopoulou, colta (è laureata in ingegneria), di successo (è
esponente di spicco del partito socialista greco, il Pasok) si colloca così, in quanto donna, accanto alla
lunga schiera delle altre molestate.
Secondo un nuovo studio europeo
le italiane, le greche e le spagnole sono «più a rischio» (il 60% delle lavoratrici è stata molestata) anche se
complessivamente il 35% delle donne europee ha subito delle molestie
almeno una volta, durante la vita lavorativa. Anche l’Istituto nazionale di
statistica (Istat) rileva che negli ultimi
tre anni ci sono stati 44.000 casi denunciati (e quanti non denunciati?)
per violenze o ricatti sessuali sia sul
luogo di lavoro che in occasione di ricerca di lavoro. Per quanto riguarda i
molestatori, si tratta in genere di datori di lavoro o di colleghi. Di preferenza sono più colpite le vedove, le
divorziate o le separate. Queste ulti
Segue a pag. 15
Osservatori (del Cec
Elezioni nello
Zimbabwe
Un gruppo ecumenico internazionale, coordinato dal Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), monitorerà le prossime elezioni politiche
nello Zimbabwe, indette per il 24-25
giugno. La decisione è stata presa al
termine di una visita di otto giorni
(22-29 maggio) di un gruppo di responsabili del Cec e della Federazione luterana mondiale (Firn), su invito del Consiglio nazionale delle chiese (Zcc), preoccupato per il regolare
svolgimento della prossima scadenza elettorale. Durante la visita, il Cec
e la Conferenza delle chiese di tutta
l’Africa (Cela) hanno deciso di formare un gruppo ecumenico internazionale di 40 «osservatori di pace»,
che giungerà in Zimbabwe poco prima delle elezioni e ripartirà qualche
giorno dopo, (nev/cec)
Debito paesi poveri
Il ddl italiano
va migliorato
È in discussione alla Camera dei
deputati (Commissione Esteri) il disegno di legge per la riduzione del
debito dei paesi a più basso reddito
e maggiormente indebitati. In una
audizione di fine maggio, la campagna «Sdebitarsi-Jubilee 2000» ne ha
messo in evidenza i limiti chiedendo
che il testo definitivo (che si auspica
venga approvato prima dello svolgimento del vertice del G7 di Okinawa
del 23 luglio) contenga benefici reali
per le popolazioni dei paesi indebitati, preveda la cancellazione dei
crediti che continuano a generare ripagamenti, porti alTaumento delle
risorse finanziarie disponibili, consenta di stimare il valore reale e la
natura dei crediti italiani, disponga
l’adozione delle necessarie misure
transitorie. (nev)
ì Valli val(desi
La gestione
delle acque
In base alle più recenti direttive
europee, parlando di trattamento
delle acque, ai concetti di captazione
e di erogazione viene ad aggiungersi
quello importante della depurazione. L’innovazione tuttavia rischia di
mettere in difficoltà soprattutto i Comuni più piccoli. Inoltre, e questo riguarda in particular modo il Pinerolese, una legge nazionale potrebbe
affidare la gestione di tutti i servizi
relativi alle acque ad aziende società
per azioni. L’Acea, dunque, il consorzio che da alcuni anni gestisce
molti servizi di smaltimento dei rifiuti e gestione dell’energia e del gas
nel Pinerolese, dovrebbe porsi sul
mercato a livello competitivo rilanciando con nuovi investimenti.
A pag.n
L'OPINIONE
CATTOLICI
E DEMOCRAZIA
Le polemiche sul «Gay Pride», ma
anche sulla fecondazione assistita,
sollevano alcuni interrogativi di fondo sulla presenza delle confessioni religiose nella società democratica, laica e pluralista. Lo stato democratico
garantisce a ogni cittadino', di qualunque orientamento, la stessa libertà
in ogni tempo (anche in quello che
per una confessione religiosa è un anno santo) e in ogni luogo (anche in
quello che per una confessione è il
centro della cristianità). Questa libertà implica anche il diritto di contestare e di contrapporsi. Non si possono garantire i diritti della maggioranza più di quelli delle minoranze, salvo
fare degli uni dei privilegiati e degli
altri dei «tollerati». Per questo, la situazione delle minoranze è la cartina
al tornasole che indica lo stato della
libertà in un paese.
Più ancora dell’offensiva della gerarchia cattolica, preoccupa la mancanza di orgoglio democratico da parte dei destinatari di questa offensiva,
l’incertezza nel mostrare passione civile per la libertà di tutti, la difficoltà
a sostenere con convinzione le ragioni
della laicità come l’ambito che non discrimina né privilegia nessuno. Qui
pesa certamente l’opportunismo politico che fa apparire remunerativo l’ossequio alle gerarchie cattoliche. La laicità è debole nel nostro paese. Far crescere una serena coscienza laica della
nostra democrazia è dunque un compito prioritario.
Molti ritengono la manifestazione
del «Gay Pride» una «provocazione»
per la Chiesa cattolica, per la sacralità
dell’Anno Santo e per lo stesso papa,
per cui ci si adopera per evitare l’offesa limitando la «provocazione» e si ottiene che si impedisca il passaggio dei
manifestanti davanti alle chiese cattoliche. E qui, come cristiano, vedo una
contraddizione per così dire «interna»
alla visione cristiana. Nelle chiese davanti a cui i gay non potranno sfilare
si invoca, come in ogni chiesa cristiana, il nome di Colui che ha vissuto la
sua missione non solo senza cercare o
avere garanzie, onori e sostengo del
potere, ma li ha anzi rifiutati come
una tentazione. Gesù (per i cristiani il
Figlio di Dio!) si è lasciato discutere,
contestare, rifiutare e schernire, fino
alla croce. Non si è offeso perché gli si
mancava di riguardo, non ha preteso
rispetto per la sacralità della sua' persona e della sua missione. Ha chiamato alla fede, che è ben altra cosa. La via
che egli ha percorso l’ha indicata anche a coloro che lo volevano seguire.
Come possono allora pretendere coloro che lo vogliono rappresentare vicariamente uno status che egli non ebbe e non volle? Perché chiedere per la
chiesa qualcosa che il Signore della
chiesa ha escluso per sé? 11 nome stesso di Gesù impone a chi quel nome
confessa di non pretendere privilegi,
riguardi particolari, ossequio, sostegno da parte del potere o aree protette.
1 cattolici testimonino le convinzioni
della loro confessione (anche quelle
che essi ritengono essere «morale naturale») nella pluralità delle voci del
nostro tempo, senza richiedere una tutela maggiore di quella accordata a
tutte le altre voci, senza pretendere di
essere esentati dalla contestazione. Lo
richiede non solo il patto democratico
che anch’essi hanno sottoscritto, ma la
parola di Colui che essi, come noi, vogliono seguire.
Daniele Garrone
2
PAG. 2 RIFORMA
r
ancora il
Maestro?”.
^^Ma Gesù, udito
quel che si diceva,
disse al capo della
sinagoga: “Non
temere; solo abbi
fede!”. '^’’E non
permise ad alcuno
di accompagnarlo,
salvo che a Pietro,
Giacomo
e Giovanni suo
fratello.
^Giunsero a casa
del capo della
sinagoga;
ed egli vide del
tumulto e gente che
piangeva e urlava.
^^Entrato, disse
loro: “Perchéfate
tanto strepito e
piangete? La
fanciulla non è
morta, ma dorme”.
^"E ridevano di lui.
Ma egli li mise tutti
fuori, prese con sé il
padre e la madre
della bambina e
quelli che eran con
lui, ed entrò là dove
era la fanciulla.
^'Epresala per
mano, le disse:
“Talithà kumì!”che
tradotto vuol dire:
“Ragazza, ti dico,
alzati!”. '"Subito la
ragazza si alzò e
camminava,
perché aveva
dodici anni.
E furono subito
presi da grande
stupore; ^'ed egli
comandò loro con
insistenza che
nessuno lo
risapesse; e disse
che le fosse dato da
mangiare»
(Marco 5, 22-23; 35-43)
All’As
Della Parola
VENERDÌ 16 GIUGNO 20nn i V0JERDÌ16 Gl
<^^Ecco venire uno
dei capi della
sinagoga,
chiamato lairo,
il quale, vedutolo,
gli si gettò ai piedi
^''e lo pregò con
insistenza,
dicendo: “La mia
bambina sta
morendo. Vieni a
posare le mani su
di lei, affinché sia
salva e viva”.
^^Gesù andò con
lui; molti
seguivano (...)
Vennero dalla
casa del capo della
sinagoga, dicendo:
“Tua figlia è morta;
perché incomodare
«TALITHÀ KUMÌ!»
QuaniJo Cesò parla, la sua parola trasforma, invita a vivere, mette in movimento
ridà dignità. Basta la sua sola parola per rimette in piedi e per fare risorgere
MARIE-FRANCE MAURIN
Due sole parole di Gesù, «Talithà kumì», «fanciulla, alzati», formavano il tema proposto
dalle donne indonesiane per la
Giornata mondiale di preghiera
2000, e siamo loro riconoscenti
per questo suggerimento, mentre ci incamminiamo verso il terzo millennio. Queste parole aramaiche sono riportate soltanto
da Marco, mentre Matteo e Luca
non hanno l’aramaico «Talithà
kumì». In Marco, primo Evangelo scritto, abbiamo la freschezza
del primo racconto, nella lingua
stessa quotidiana di Gesù, soprattutto per rivolgersi ad una
ragazza dodicenne.
«Donna, perché piangi?»
VENTANNI fa, alla chiusura
mondiale della prima grande ricerca ecumenica sulla «Comunità delle donne e degli uomini nella chiesa», la prédicatrice aveva scelto per il suo sermone nella cattedrale gremita di
Sheffield in Inghilterra «Donna
perché piangi?». È l’interrogativo
di Gesù a Maria di Magdala che
piange davanti alla tomba vuota
perché crede che qualcuno abbia rubato il corpo morto di Gesù, mentre Gesù è risuscitato.
Per l'evangelista Giovanni che lo
narra, sono le prime parole di
Cristo risorto «Donna perché
piangi?». Adesso, circa un quarto
di secolo dopo questa ricerca
ecumenica, sembra che un passo avanti sia stato fatto, perché
in questo inizio del XXI secolo,
non si parla più di pianti di donne, ma ecco che risuona questa
parola forte di Gesù, rivolta prima di tutto alle più giovani ma
valida per tutte, che chiama ad
alzarsi, che le chiama alla pienezza di vita, cioè a risorgere;
«Fanciulla alzati, te lo dico».
In questo nostro periodo della
storia, le donne vittime vengono
spronate a rialzarsi. E non solo
loro ma coloro che, uomini o
donne, sono messi al margine,
che diventano i relitti della terra,
che si sentono o sono rigettati
per ragioni di mentalità, di abitudini, di razza, di povertà o di
violenza. Ormai basta la sottomissione se significa accettare la
sopraffazione, basta il cadere in
depressione mortale perché la
vita ti schiaccia, basta arrendersi
in un silenzio mortifero. L’incontro mondiale delle donne a
Pechino, due anni fa, dove tanti
drammi sofferti in solitudine sono stati finalmente messi in comune, e anche la lunga ricerca
del Consiglio ecumenico sul Decennio di solidarietà delle chiese
con le donne, sono stati due importanti iniziative per sollevare
tanti problemi di umiliazioni e
sofferenze per milioni di donne.
Gesù libera e rialza
Preghiamo
O Signore il tuo progetto per il creato è sempre
buono...
Mentre entriamo nel terzo millennio, ci trasciniamo ancora problemi vecchi. Portiamo ancora i debiti dei nostri genitori. Ci confrontiamo anche con
la confusione e la complessità della tecnologia
avanzata.
Lottiamo contro pratiche economiche che schiacciano la vita di chi lavora e che distruggono le nostre foreste e i nostri oceani. Ma non siamo senza
speranza. Non siamo impotenti.
Cristo è morto per noi ed è risorto.
In Cristo siamo perdonate e perdonati.
Cristo ci chiama a vivere una vita esuberante.
(da Liturgia Gmp2000, Indonesia)
Rialzare, liberare, far risorgere, questo è l’agire di Gesù Cristo in mezzo alle creature
umane. Per Marco è Tunica risurrezione che racconta, prima
di quella di Gesù. Luca ha anche
quella, più spettacolare del semplice letto mortuario della bambina nella sua implacabile immobilità, del figlio unico della
vedova di Nain, durante il funerale, e Giovanni narra la risurrezione di Lazzaro, ancora più impressionante perché già sepolto.
Ma non è qualcosa che va da
sé. Quanti ostacoli sul cammino
di Gesù; il padre, disperato, spera in Gesù, ma c’è un primo
ostacolo: la donna dal flusso di
sangue, che ritarda l’andare al
capezzale della ragazza; questa
donna non chiede niente, cerca
solo di toccare Gesù; lui si ferma
per dialogare con lei, e tirarla
fuori dal suo silenzio impostole
da una società per la quale le
leggi sulTimpurità condizionavano tutta la vita. Mentre guariva la donna, la bambina è morta. Parallelismo rovesciato. Dopo la prima scena della richiesta
di aiuto da parte del padre della
ragazza, si erano tutti incamminati, seguiti da una gran folla; e
lì viene intercalata come una
parentesi la guarigione della
donna, sola in mezzo a tanti,
malata da 12 anni, cioè l’epoca
della nascita della ragazza. Per
strada Gesù prende il tempo
non solo di sanare la donna, ma
di reintegrarla in una società
che rescindeva. Per i tre Evangeli c’è un nesso evidente tra la
reintegrazione della donna rigettata dalla sua società, e il ridare la vita alla figlia del capo
della sinagoga, nell’età in cui si
entrava in quella società diventando adulta, pronta al matrimonio. Insieme le generazioni
sono chiamate a liberarsi.
Secondo ostacolo, la folla. A
Gesù basta invece un piccolo
numero di discepoli, i più intimi; le grandi folle avide di curiosità creano confusione, spesso si
lasciano trascinare dai pochi, in
cerca di esercitare un certo potere nefasto su tutti gli altri. Terzo ostacolo sulla strada dell’irruzione della vita nuova, le tradizioni. Gesù sconvolge gli usi funebri e caccia fuori tutti: hanno
già messo in moto le loro cerimonie e i loro riti funebri. Non
solo la morte è stata constatata,
ma è già celebrata. Via tutto
quello, Gesù porta la vita.
Quarto ostacolo i denigratori,
che non solo mettono il dubbio
negli altri, ma squalificano Gesù, ridono di lui dicendo: «Non è
morta, ma dorme». Gesù «vede
la ragazza come Dio già la vede»
(E. Schweizer).
alla tua vita». Risvegliati alla tua
libertà. Alzati ragazza, ragazzo,
da una situazione di non vita in
cui la storia umana vorrebbe
mantenerti, perché vorrebbe ripetersi uguale a se stessa, senza
dare senso alla tua vita.
E allarghiamo, seguendo il testo di Marco: alzati, tu che-ti accontenti di lamentarti senza
cambiare niente, e tu che ridi e
rimani incollato ad adeguarti alla società dominante, senza vedere la novità di Dio. Alziamoci
tutti e tutte dalle nostre abitudini che ci pietrificano in una
morte sociale, per impegnarci
invece a sostenere le vittime di
tante sofferenze, ricercando
l’amore per gli altri che solo Dio
può darci.
«Non temere»
Il potere della parola di Gesù
IN Gesù si rivela il potere della
sua parola: «Giovinetta, io te
lo dico, levati»; quando Gesù
parla la sua parola trasforma, invita a vivere, mette in movimento, ridà dignità e rimette in piedi; è parola di vita nuova, come
la sola parola di Dio ha messo in
moto la creazione del mondo:
qui non c’è bisogno di imporre
le mani alla ragazza come chiedeva il padre, in segno protettivo; solo una mano tesa accompagna il «Talithà kumì». La sua
parola basta: non servono i
grandi gesti, ma le parole essenziali. Noi vorremmo aggiungere
per oggi, con le nostre parole
umane attuali, anche se con un
po’ di retorica.
Gon Drewermann, che prima
scriveva; «Solo se la fanciulla
muore al padre, la figlia di Giairo
vivrà; intraprendi la strada che
sei in grado di percorrere da te,
decidi da te la direzione da dare
SAPPIAMO che oggi i più
grandi miracoli avvengono
nel cuore delle persone. Gesù ha
riconosciuto la debole prima fede del padre, fiducioso quando
si getta ai piedi di Gesù, ma poi
la sua fede ha bisogno di essere
rinsaldata, perché intorno a lui
ci sono tante forze contrarie che
la soffocano; Gesù lo incoraggia:
«Non temere; solo abbi fede»;
«non temere» è l’esortazione
che risuona quando Dio si rivela. II padre aspettava un miracolo, Gesù lo pone in un rapporto
personale e fiducioso con lui.
Anche noi abbiamo bisogno
di sentire questo «non temere»
per non essere troppo premurosi con le nostre figlie e i nostri figli, nipoti, catecumeni, catecùmene e giovani, al punto da
condizionarli. Basta una mano
tesa, Dio si rivelerà loro nelle
parole più semplici della vita
quotidiana. Questa risurrezione
è annuncio del mondo nuovo di
Dio, già presente in Gesù, anche
se senza apparenza chiede di
non divulgare la notizia e culminerà con la risurrezione di Gesù
stesso, e la vittoria definitiva
sull’ultimo nemico, la morte.
Evochiamo quello che si profila dinanzi a noi, nel prossimo
decennio in cui il Consiglio ecumenico delle chiese sta lanciando un programma per combattere contro tutto quello che è
collegato con le potenze di morte nel mondo. Siamo invitati ad
esortare chi ne è vittima ad alzarsi, e ad aiutarli, bambini e
bambine per primi.
(Prima di due meditazioni)
Note
omiletiche
Quattro scene, geograficamente, si susseguono
nel racconto di Marco
presso il mare, per via, ¡n
casa, in camera della ragazza, in decrescendo
spaziale, sempre più ristretto; ma c'è un crescendo di intensità: la ragazza gravemente malata, morta, risuscitata.
Gli episodi di risurrezioni, in tutti e quattro g|¡
Evangeli (Marco, Matteo
Luca: la figlia di Giairo'
Luca; il figlio unico della
‘vedova di Nain; Giovanni'
Lazzaro) proclamano il ritorno in vita (alla fine Gesù raccomanda di dare da
mangiare alla ragazza).
Ma queste persone saranno morte più tardi. Per gli
autori degli Evangeli annunciavano già e preparavano la risurrezione di
Gesù stesso, definitiva, e
stimolavano i loro lettori
ad avere fede nella risurrezione. Nei Vangeli sinottici i due racconti, la
guarigione della donna
con un flusso di sangue e
la risurrezione della figlia
del capo della sinagoga,
sono strettamente legati
e imbricati, uno interrompe l'altro e la stessa disposizione si ritrova nei
tre Evangeli.
Drewermann, teologo
cattolico del dissenso, interpreta quest'episodio in
un modo psico-sociologico che ha il suo valore se
si pensa che due capitoli
prima Marco aveva trattato dei rapporti di Gesù
con la sua famiglia e della sua scelta di una famiglia allargata a chi fa la
volontà di Dio. Scrive: «La
"figlioletta" non riesce
più a vivere, e giace come
morta nella sua camera. È
inevitabile l'impressione
che tutte e due le cose
siano interdipendenti:
l'aver viziato e ridotto la
sua personalità e la sua
malattia mortale all'ingresso dell'età adulta...
un'infinita catena di angoscia e di sensi di colpa... La probabilità di sbagliare è troppo grande, e
ancora preponderante è
la dipendenza dal padre,
il dovere, addirittura, di
farsi proteggere da un
padre tanto premuroso...
e dall'altro lato la spinta
a dispiegare le ali della
sua propria vita».
Quest'episodio ci annuncia Gesù che chiama
da morte a vita, spazza
via chi intralcia l'irruzione
della vita nuova, chi si accontenta di piangere o chi
ne ride all'esterno o all'Interno delle comunità. Dio
vuole la trasformazione
del mondo, delle mentalità e dei cuori, vuole la risurrezione. Gesù lo dimostra in tutto quello che fa
e nei suoi incontri con la
gente, e ci chiede di entrare con fede, come il padre della ragazza, nello
stesso processo.
Si potrebbe seguire più
a fondo, in un altro contesto, la pista della fede
del padre, e l'opposizione
tra timore e fede, tra credere e aver fiducia.
Per
approfondire
Predicazione tenuta a
Trieste la domenica 6
marzo 2000 in occasione della Giornata mondiale di preghiera delle
donne.
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Usa: 1
- Il Nuovo Testamento
annotato. Voi. I, Claudiana, Torino, 1965.
- Eduard Schweizer, Il
Vangelo secondo Marco,
Paideia, 1971.
- La Bibbia delle donne, voi. Ili, Claudiana,
1999.
- Eugen Drewermann,
Il messaggio delle donne,
Queriniana, 1993.
3
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PAG. 3 RIFORMA
Stiche
Intervista a Miguez Bonino, esponente argentino delia teologia della liberazione
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Come perdonare se non c'è pentimento?
Il prof. Miguez Bonino, a Ronna per l'apertura del processo per i «desaparecidos» italiani
di origine argentina, ha ringraziato le chiese valdesi e metodiste per II loro sostegno
MANfREPO PAVONI
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mede di en', come il palazza, nello
3.
cre
idire
ermann,
e donne,
TOSÉ Miguez Bonino è uno
I I dei più importanti teologi
Sella liberazione: è argentino,
0ietodista e presidente dell’assemblea permanente dei
' diritti umani. In occasione
‘ del processo per i desaparecidos italiani di origine argentina, che si è aperto il 7
giugno davanti alla Corte di
assise di Roma con l’audizione dei testimoni, gli abbiamo
rivolto alcune domande.
-la Chiesa valdese ha con1 trìbuito con un sostegno concreto alVaperturn del processo
per i desaparecidos italiani di
origine argentina e al viaggio
di akuni testimoni. Qual è la
sua opinione su questo importante processo contro l’impunità in Argentina e in ogni
paese dove sono stati offesi i
diritti umani?
«Innanzitutto vorrei salutare tutti i fratelli e le sorelle
delle chiese valdese e metodista. Questo processo, insieme a quello tedesco e spagnolo, rappresenta un momento fondamentale per la
lotta contro l’impunità in
America Latina e in particolare in Argentina. La questione
dei processi all’estero è altresì fondamentale proprio per
l’Argentina che non ha potuto compiere il cammino della
giustizia a causa delle tristemente note leggi di “Obediencia debida e Punto final".
Crediamo importante che i
delitti di lesa umanità ricevano un giudizio internazionale
e non solo nazionale poiché
Il professor José Miguez Bonino
sono temi che riguardano
tutta la comunità umana sia
in Argentina che in altri paesi
del mondo».
- Pensa che questo processo
come gli altri intentati in Europa potranno contribuire a
mettere fine al muro di impunità che vige attualmente in
Argentina?
«Penso di sì. Per fortuna ci
sono attualmente in Argentina dei delitti che non possono
essere compresi nelle due leg
gi di impunità e sono quei delitti che riguardano la scomparsa dei bambini nati da giovani donne che venivano sequestrate illegalmente nonostante fossero incinte e poi
costrette a partorire durante la prigionia. La maggioranza dei loro bambini (si parla
di più di 200 neonati) venivano poi affidati a famiglie
di militari. Per questi casi si
stanno aprendo processi nei
confronti dei responsabili».
- Lei, prof. Bonino, insieme
ad altri teologi cattolici e protestanti, è uno dei rappresentanti maggiori della teologia
latinoamericana della liberazione. Qual è a suo parére la
sfida della teologia di fronte
al tema dell’impunità?
«Dal punto di vista teologico la parola chiave è il perdono in quanto grazia di Dio e
non merito umano. La grazia
del perdono però può essere
significativa se esiste un pentimento e una volontà di
cambiamento. Purtroppo la
situazione attuale non permette al perdono di esercitare la sua funzione di trasformazione e di critica. Il perdono di Dio deve portare i responsabili ad accettare la
propria responsabilità e la
necessità di una riparazione.
Pensiamo per esempio dal
punto di vista luterano a tutto il disi'orso della legge che
compie la giustizia».
- Dunque il perdono può
essere esercitato soltanto in
una situazione di pentimento
e di autocritica...
«Certo, se no si tratta solo
di una copertura superficiale
ai gravi delitti commessi. In
Argentina tutti sappiamo chi
ha commesso i crimini e
ogni figlio di desaparecidos è
a conoscenza dei responsabili della morte dei loro genitori, eppure non si è verificato alcun caso di vendetta
personale. Tutti hanno detto
no alla vendetta personale
perché ci si aspetta una parola di giustizia della comunità umana».
Fortemente preoccupato dopo il recente e controverso tentativo di colpo di stato
Lettera pastorale del Cec alle chiese delle isole Figi
Pubblichiamo il testo della lettera pastorale che il Consiglio ecumenico delle cliie.se
(Cec) ha inviato alle sue chiese membro
nelle isole Figi:
«Proviamo una profonda inquietudine di fronte ai recenti avvenimenti verificatisi nelle isole Pigi, iniziati con marce di protesta nelle strade e proseguiti
con l’occupazione degli edifici del Parlamento e con la presa in ostaggio di
funzionari governativi da parte di un
gruppo di uomini armati, il 19 maggio
scorso. Questi avvenimenti hanno gettato il paese in una grave crisi politica, e
il presidente Ralu Sir Kamisese Mara è
stato costretto di dichiarare lo stato di
emergenza. Il Gran Consiglio dei notabili ha tenuto diverse riunioni per tentare di risolvere la crisi.
Rappresentanti dell’Onu e del Comuionwealth si sono recati nel paese per
esprimere alle parti interessate la preoc
cupazione della comunità internazionale di fronte all’evoluzione della situazione. Nonostante la condanna unanime
dell’intervento armato, i rapporti tra il
presidente Ratu Sir Kamisese Mara e il
capo del gruppo armato sono tuttora in
una impasse. Di conseguenza, il paese è
virtualmente paralizzato, la popolazione
soffre e l’incertezza aumenta.
Il Consiglio ecumenico delle chiese
(Cec) condanna severamente l’intei-vento
armato che si fa beffa della volontà popolare espressa nel processo democratico. Il
Cec appoggia l’azione delle chiese delle
Figi per sostenere una società ugualitaria
e tollerante. Chiama le parti interessate a
riconoscere il carattere sacro della costituzione e a rispettare la legalità nel paese.
Il processo consultivo, lungo e approfondito, che è sfociato nell’adozione della
presente costituzione non deve essere
abbandonato alla leggera.
Apprezziamo le iniziative che avete
preso per cercare una soluzione pacifica
al conflitto, nel dialogo e nella preghiera. È impegnandosi concretamente che
la Chiesa rende una testimonianza vivente. Essa rafforza la propria testimonianza quando contribuisce a guarire le
ferite della discordia e del conflitto.
Il Cec esprime la propria simpatia a
tutti coloro che hanno subito gli effetti
del crollo dell’ordine pubblico. Vi chiediamo di trasmettere l’espressione della nostra simpatia alle vittime e a tutte
le persone colpite da questi avvenimenti. Preghiamo per loro, per voi e per tutta la popolazione delle Figi, e ci sforzeremo di sostenere le vostre iniziative
per instaurare una pace giusta e duratura attraverso il dialogo, la cooperazione e l’edificazione di un clima di fiducia
e di comprensione reciproca tra le parti
interessate». (Cec info)
! più
confede
Il nuovo organismo ecumenico comprenderebbe anche cattolici ed evangelicali
Usa: verso un Consiglio nazionale di tutte le chiese?
lamento
Claudia
veizer. Il
3 Marco,
die donudiana.
Il Consiglio nazionale delle
I chiese degli Stati Uniti (Ncc)
1 valutando la possibilità di
j creare una nuova organizzaI ^>one ecumenica, che comprenda tutte le maggiori conJf®sioni cristiane inclusa la
I Chiesa cattolica e alcune deI ''oniinazioni evangelicali. La
I Proposta è stata elaborata
I ourante l’ultimo incontro del
I esecutivo del Ncc,
' si è riunito a Washington
I «f «23 maggio.
I nobert Edgar, segretario
generale del Ncc, intervistato
Negli ultimi anni, ha spiegato, «il dialogo con la Chiesa
cattolica (la maggiore confessione cristiana del paese)
e con le chiese evangelicali è
andato crescendo e non si
esclude che queste denominazioni possano essere interessate a creare insieme un
dall'
, - agenzia ecumenica Eni,
_a spiegato che la Conferen
^ episcopale degli Stati Unie l’Associazione nazionale
elle chiese evangelicali so° Rià state interpellate, e
pPe anche la Convenzione
batti
lata del Sud verrà presto
'aformata della proposta.
organismo ecumenico nazionale più ampio, così come
accade già in altri paesi, in
particolare in Gran Bretagna,
Canada e Australia».
«È giunto il momento per le
comunità cristiane degli Stati
Uniti di riavvicinarsi e di riconciliarsi», ha aggiunto Edgar, riferendosi ai disaccordi
teologici tra le chiese membro del Ncc, dalle più moderate alle più liberali sul piano
teologico, e alcune chiese più
conservatrici degli Usa.
In realtà, le 35 chiese mem
bro del Ncc non rappresentano neanche la maggioranza
dei cristiani americani. Oltre
alla Chiesa cattolica romana,
la Convenzione battista del
Sud, che è la più grande chiesa protestante del paese,
nonché altre chiese evangelicali e pentecostali, non sono
membri del Ncc, creato 50
anni fa. Attualmente, ne fanno parte protestanti, anglicani e ortodossi. Secondo Wesley Granberg-Michaelson,
segretario generale della
Chiesa riformata in America,
la decisione potrebbe essere
facilitata dal fatto che «la
realtà ecumenica si evolve
più velocemente a livello locale che a quello nazionale:
esistono già, a livello di singoli stati del paese, consigli
ecumenici di cui fanno parte
anche rappresentatiti cattoli
DAL MONDO CRISTIANO
Brasile; il Consiglio (jelle chiese
Lettera aperta al presidente Cardoso
«Il governo chieda scusa ai nativi»
BRASILIA — Con una lettera aperta al presidente Cardoso,
il segretario del Consiglio latinoamericano delle chiese
(Ciai), Luiz Reixeira, ha chiesto che il governo si scusi con le
organizzazioni dei nativi brasiliani per il duro intervento della polizia durante le manifestazioni commemorative dei 500
anni dall’arrivo dei portoghesi. «La violenza con la quale è
stata repressa la marcia pacifica di protesta degli indigeni
brasiliani - dice la lettera - è un eloquente esempio di ciò che
hanno significato per loro questi ultimi 500 anni», (nev/icp)
ci, pentecostali, evangelicali».
Se vi saranno risposte positive da parte delle chiese
interpellate, una prima evoluzione del Consiglio delle
chiese Usa potrebbe avvenire già a partire dal 2003. Questa proposta è stata fatta
mentre il Ncc deve far fronte
a gravi problemi finanziari.
Con un deficit di quattro milioni di dollari nel 1999, il
Ncc cerca di ricostruire «le
sue riserve finanziarie molto
intaccate» e rischia una «crisi
di tesoreria» che potrebbe
«protrarsi durante l’estate»,
precisa una dichiarazione del
Ncc. Impegni finanziari anteriori delle chiese membro,
doni supplementari e una riduzione del personale potrebbero migliorare la situazione entro la fine dell’anno,
ha detto Edgar. (nev/eni)
\ Gran Bretagna
Premio della pace a un diplomatico
deirOnu, dimissionario per protesta
LONDRA — Alto funzionario dell’Onu mandato in Iraq per
verificare l’effetto delle sanzioni economiche rassegna le dimissioni troncando una brillante carriera, rendendosi conto
degli effetti devastanti che l’embargo produce sulla popolazione civile. È in breve la storia del diplomatico tedesco
Hans von Sponek, a cui per il suo gesto è stato conferito
martedì scorso il «Premio Coventry per la pace» del 2000.
L’onorificenza vuole ricordare la distruzione della cattedrale
anglicana di Coventry, città rasa al suolo dall’aviazione tedesca durante la II guerra mondiale, e viene attribuita «a chi si
impegna per la pace e la riconciliazione». (nev/eni)
Sino(Jo delle chiese protestanti del Reno
Proposta la costituzione di un Sinodo
europeo delle chiese protestanti
STRASBURGO — Riunito a Strasburgo dal 15 al 17 maggio
scorsi, il Sinodo annuale delle chiese protestanti del Reno ha
lanciato l’idea di costituire un Sinodo europeo delle chiese
protestanti «per favorire il processo di integrazione in Europa sia delle nazioni che delle chiese». Il Sinodo, secondo la
proposta, dovrebbe trovare collocazione all’interno della
Conferenza delle chiese europee (Kek). Del Sinodo del Reno,
costituito nel 1961, fanno parte 21 chiese protestanti dei
paesi attraversati dal grande fiume. (nev/epal)
I Filippine
La segretaria del Consiglio nazionale
delle chiese critica duramente Estrada
MANILA — «Le Filippine vengono offerte su un vassoio
d’argento al miglior compratore». Dura critica al presidente
Joseph Estrada da parte di Sharon Rose Ruiz-Duremdez,
battista, segretaria generale del Consiglio nazionale delle
chiese filippine (Nccp), la prima donna eletta alla guida di
una grande organizzazione ecumenica in Asia. Secondo ia
Duremdez, il governo del presidente Estrada sta lentamente
ricreando «i giorni bui della corrotta presidenza di Ferdinando Marcos negli Anni 80». (nev/eni)
4c L'Esercito (della Salvezza negli Stati Uniti
Soccorsi 33 milioni di nordamericani
NEW YORK — Nella tradizionale «settimana dell’Esercito
della Salvezza» negli Usa (21-28 maggio) sono stati resi noti
alcuni dati sull’opera dell’Esercito negli Usa. Fondato a Londra 135 anni fa, oggi con 14.000 centri in oltre cento paesi,
l’Esercito nel 1999 ha soccorso oltre 33 milioni di nordamericani, fornendo vitto, alloggio e cure sanitarie: circa 1 milione
e mezzo in più di interventi rispetto al 1998. (nev/icp)
I Irlanida (del Nor(d
La presidente dell'lrlanda all'apertura
dell'Assemblea presbiteriana
BELFAST — La presidente dell’lrlanda, Mary McAleese, ha
partecipato all’apertura dei lavori dell’Assemblea generale
della Chiesa presbiteriana irlandese, il 5 giugno a Belfast. È la
prima volta che un presidente della Repubblica partecipa
all ’Assemblea da quando questa si tiene a Belfast. (nev/ppo)
Dialogo tra anglicani e cattolici
Una commissione mista affronterà
il tema di una eventuale riunificazione
TORONTO — Sarà una commissione mista, paritetica, ad
affrontare in futuro il tema di una eventuale riunificazione tra
anglicani e cattolici. È il risultalo di un incontro di cinque
giorni tenuto a Toronto, Canada, tra leader delle due confessioni, guidati dall’arcivescovo anglicano di Canterbury, George Carey, e dal cardinale Edward Cassidy del Segretariato vaticano per l’unità dei cristiani. 1 primi incontri su questa ipotesi, per lo più a carattere informale, risalgono al 1970. (nev/eni)
Dati statistici in Cina
100 milioni di credenti
PECHINO — Secondo dati ufficiali diffusi dal governo di Pechino, in Cina vi sono circa 100 milioni di credenti e 85.000
luoghi di culto. Il culto buddista è il più diffuso con 43.000
templi e oltre 200.000 monaci, seguono i musulmani con 30
mila moschee e i cristiani con circa 12.000 chiese. (nev/me)
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4
PAG. 4 RIFORMA
Cinque interessanti profili storici nel recente volume di Marco Mari
Pensatori cristiani della democrazia
Da Pietro Verri alla nonviolenza attiva di Aldo Capitini: percorsi intellettuali che hanno
contraddistinto l'impegno dei credenti nella società. Il pensiero e l'azione di Bonhoeffer
MAURIZIO ABBÂ
Ripercorrere la storia
della democrazia significa ripercorrere la storia europea dal Settecento ad oggi.
Nella teoria politica moderna
la riflessione sulla democrazia è partita nel settembre
del 1748 quando a Ginevra
esce VEsprit des lois di Montesquieu. Da quel giorno
molte idee e molti pensatori
hanno dato il loro contributo
alla ricerca della miglior forma di governo sino, e siamo
giunti al nostro secolo, alla
teoria del diritto di Hans Kelsen. Ma che cos’è la politica?
E la democrazia?
Certo bisogna essere consapevoli che nella politica si
riscontra «la duplice valenza
di un medesimo sforzo, che è
al tempo stesso cooperativo
e conflittuale» scrive Marco
Mari*, nel dosaggio tra queste due tensioni, continuamente in bilico e in discussione: tra ricerca del bene comune e difesa degli interessi peculiari, si svolge la lotta
politica. La democrazia assunta come la migliore forma
di esercizio della prassi politica rischia tuttavia di essere
una semplice affermazione
di buona volontà. Per questo
è bene ribadire la convinzione che «non sia solo una mera etichetta, né tantomeno
una semplice tecnica di gestione del potere, quanto
piuttosto un preciso ideale di
vita sociale» (p. 17).
Nel volume, il cui linguaggio scoraggia a tratti per il
tecnicismo: i saggi infatti sono apparsi originariamente
su riviste specializzate possiamo trovare cinque rapidi
profili su personaggi molto
diversi tra loro e anche, in
parte, di epoche diverse: cinque figure che hanno lasciato
Un'edizione deiia marcia Perugia
una traccia importante con il
loro pensiero e il loro agire.
Jacques Maritain: inizialmente aveva simpatie nazionaliste ma poi, soprattutto
davanti alle vicende della
guerra civile in Spagna, condannò il totalitarismo fascista.
Questo è certamente uno dei
suoi contributi maggiori alla
storia del pensiero occidentale. E questo è un dato assodato. Interessante è per le implicazioni politiche nel pensiero
politico e sociale cattolico, è
la netta distinzione, teologicamente esatta, da lui tratteggiata tra chiesa e cristianità,
che permetterà il dispiegarsi
defl’impegno cattolico nella
lotta politica. Invece è discutibile e fragile la distinzione tra
i due tipi di umanesimo delineati: uno teocentrico, cristiano, e uno antropocentrico,
frutto della cultura rinascimentale e della Riforma.
Emmanuel Mounier: l’obiettivo di questo filosofo è
stato quello di conciliare
Kierkegaard e Marx, esisten
Assisi ideata da Aldo Capitini
zialismo e marxismo. La via
filosofica praticata da Mounier, il «personalismo», pone
come metro di misum 1 singolo senza trascurale le necessità delle fasce più deboli,
ponendo la massima attenzione alla giustizia sociale.
Dietrich Bonhoeffer. il noto
teologo evangelico, partito da
posizioni nazionalistiche,
giunge in seguito a conclusioni pacifiste: aveva in progetto un viaggio in India per
imparare da Gandhi la filosofia della nonviolenza, ma di
fronte alla tragedia della Germania nazista decide di partecipare in prima persona a
un attentato a Hitler. In Bonhoeffer pensiero e azione sono strettamente connessi e
concretamente presenti in
ogni momento. In una onestà
intellettuale limpida anche
nei momenti più drammatici.
Aldo Capitini: è stato il promotore del Movimento nonviolento in Italia. La svolta
della sua vita avvenne in seguito alla firma dei Patti Late
ranensi: come può la Chiesa cattolica, si domandava,
scendere a patti con il regime
fascista, arrivando pertanto a
legittimarlo? Capitini pensava che la fede non può trovare accomodamenti con chi
esercita il potere nella violenza e quindi nella sopraffazione. Era un propugnatore di
una sintesi al massimo ideale
e pratico tra liberalismo e socialismo, in cui non venissero
mortificate né la libertà né la
giustizia: un «liberalsocialismo» che accogliesse il meglio delle due tradizioni. Di
Capitini resta fondamentale
il contributo per una educazione alla pace, mentre il fascismo e poi la guerra fredda
proponevano: «se vuoi la pace prepara la guerra». Capitini propose invece il suo programma ideale: «Se vuoi la
pace, prepara la pace».
Pietro Verri: con la sua opera facciamo, cronologicamente un balzo indietro alla
fine del Settecento, in piena
età dei Lumi. Il rispetto della
carta costituzionale è una
delle basi fondanti del pensiero di Verri, che ravvisa
inoltre la necessità della divisione dei poteri e la partecipazione e il consenso del popolo. La politica imbevuta di
senso morale e non per il potere solamente, «questo sembra anche essere il monito di
un illuminista, nella consapevolezza della fine della sua
epoca, a popoli e governanti
per evitare, da una parte assurde resistenze al divenire
storico e, dall’altra, che la voglia di nuovo che cavalca la
storia si trasformi in indicibile bagarre» (p.l09).
(*) Marco Mari: Democrazia
e responsabilità. Maritain,
Mounier, Bonhoeffer, Capitini
e Verri. Roma, Armando editore, 1999, pp. 112, £20.000.
RIVISTE
Studi ecumenici II Cec futuro
• Allestimento scenico da un romanzo appena pubblicato
Un Gesù incontrato a 7 chilometri da Gerusalemme
L’ultimo numero della rivista Studi ecumenici pubblicata
dall’Istituto San Bernardino di Venezia (Castello 2786; tei.
041-5235341; fax 041-5228323; e-mail: isevenezia@libero.it,
direttore Tede Vetrai!) propone in apertura
un articolo di Lukas Vischer («Un tempo
della creazione») che prende le mosse da
una delle affermazioni delTAssemblea di
Graz ’97, e uno del teologo cattolico Luigi
Sartori dedicato al futuro del Consiglio ecumenico delle chiese. Vetrai! poi commenta
il modo in cui l’ultima assemblea generale
dello stesso Cec ha affrontato il tema «Unità
e diversità». Abbonamento annuo £ 45.000.
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Culto radio
Ogni domenica mattina alle 7,27 sul primo canaleradio Rai, predicazione e notizie dal mondo evangelico
italiano e estero, appuntamenti e commenti di attualità.
Il volu
TELEVISIONE
Protestantesimo
PAOLO FABBRI
Accade qualcosa di inusuale a 7 km da Gerusalemme, che attraversa l’usuale violenza, senza cambiarla ma lasciando una traccia indelebile. A 7 km da Gerusalemme (ed. La vita felice)
è un romanzo di Pino Farinotti dal quale Fabrizio Caleffi ha tratto una messa in
scena di cui è anche regista.
Alessandro (Gerry Galasso) è
un giovane pubblicitario abituato a manipolare scene,
eventi, volti, passando con
facilità da una realtà concreta a una virtuale, fine a se
stessa, a entrare nell’immaginario della gente fino a
confondersi con la realtà
concreta e prevaricarla. Questa doppia realtà penetra
nell’animo di Alessandro, lo
pervade; il primo impulso di
fronte a una scena è quello di
La porta che divide la Gerusalemme araba dal settore israeliano (foto E. Correnti)
utilizzarla per uno spot. E i
sentimenti, i legami più profondi che fine fanno? È dibattuta, l’interiorità di Alessandro, ma anche insoddisfatta.
Il rapporto con la moglie
(Simona Brenna, interprete
anche delle altre figure femminili) e il figlio è in crisi, ma
egli è sempre attratto da loro.
Vive in un mondo competitivo ed egoista, ma con momenti di generosità e interesse per gli altri. In questo contesto Alessandro vince un
viaggio in Palestina, a Gerusalemme, dove si trova, senza
sapere come, a camminare
per una strada nel deserto,
diretto alla Città santa. Compare un uomo intabarrato
come un frate, ebe lo ferma e
si qualifica come Gesù (Fabrizio Caleffi). La prima reazione è ovvia: compatimento
e derisione. Lo sconosciuto
però insiste, peraltro senza
troppa enfasi, rammentandogli che da bambino lo chiamavano Nani. La derisione
persiste, ma con un dubbio: il
giovane vuol mettere alla
prova l’uomo e gli chiede di
mostrargli il cane Leo, ed ecco questi comparire felice;
poi è la volta della madre, del
padre, di un’amica ebe aveva
perso un bambino e non se
ne era più risollevata.
La figura di Gesù comincia
ad assumere contorni concreti, da pseudo-millantatore, l’uomo però impone autorità, pare quasi uscito da uno
schermo di realtà virtuale per
farsi carne e sangue. Il dialogo si fa serrato, ed emergono
episodi chiave della vita di
Alessandro; quando cercò di
aiutare un amico in difficoltà,
esponendosi finanziariamente, per poi trovare chiuse le
porte di altri presunti amici
ricchi: quando accettò di curare la campagna pubblicitaria di un politico, per poi passare alla concorrenza attratto
da una posizione idealistica,
in realtà specchietto per le allodole. Quella forza morale
che esiste al di là di ogni realtà virtuale viene fatta emergere da Gesù, la cui figura diventa dominante senza imporsi, anzi con momenti di
autoironia, che ne sottolineano la «normalità», senza intaccarne l'autorevolezza.
Viene allora la domanda
chiave del protagonista: ma
allora mi hai fatto venire qui
tu? Ebbene sì. Allora; perché?
Prima della risposta i due si
trovano in auto verso Gerusalemme. A 7 km l’auto si ferma e Gesù scende con una
scusa. Subito dopo Alessandro è coinvolto in una sparatoria (fuori scena), da cui
scampa pur con un inquietante foro bruciacchiato sulla
camicia all’altezza del cuore.
Gesù ricompare, c’è ancora
tempo per qualche domanda. Il foro, sei stato tu? Sì, sono stato io a salvarti e anche
la tua amica che aveva perso
il bambino ha superato la crisi e ripreso fiducia nella vita,
mentre tua moglie ti aspetta
fiduciosa. Allora basta così, ci
salutiamo... ab. ancora una
domanda: esiste l’inferno?
Guardati intorno, è la rispo
sta, e capirai che cosa è l’inferno. La risposta alla domanda ultima si completa
con la metafora drammaturgica: Gesù, il Gesù incontrato
sulla via di Gerusalemme era
un Gesù virtuale, il Gesù reale era già dentro Alessandro
ed è stato trovato.
La rappresentazione è stata
presentata nello spazio della
libreria Tikktin di Milano con
mezzi quasi inesistenti, ma
ha tenuto gli appassionati
spettatori attenti per tutte le
due ore e un quarto. Si tratta
certamente di una messa in
scena ancora da elaborare,
ma ci sono tutti gli elementi
per portarla nei teatri maggiori. La macchina teatrale
tiene, la recitazione di Caleffi
è calibrata, senza mai eccedere nell’enfasi o nell’ironia,
riesce a conferire piena autorità al personaggio di Gesù.
Galasso tratteggia bene il personaggio di un giovane inquieto in ricerca, incredulo al
punto giusto, mai troppo saccente; la sua propensione
al bene appare però un po’
troppo evidente. Brava Simona Brenna a reggere tutte le
parti che il regista le impone.
Nella congerie di proposte
sulla Bibbia che ci vengono
propinale in questo Anno
Santo, questa merita molto
più di altre di percorrere le
scene per la sua essenzialità e
il sostanziale rispetto della figura di Gesù, per la sua straordinaria attualità nella ricerca multimediale, per quel
rapporto diretto, senza intermediari, fra l’uomo e Dio.
Rubrica televisiva di Raidue, a cura della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, trasmesse
a domeniche alterne e, in replica, il lunedì alle ore 24 circa e
alle ore 9,30 del lunedì successivo. Domenica 25 giugno, alle
ore 23,50, andrà in onda: «Le famiglie più piccole del mondo;
denatalità e procreazione in ottica protestante». La r eplica sarà trasmessa il 26 giugno alle ore 24 e il 3 luglio alle 9,30 circa.
PROTESTANTESIMO IN TV
La Russia e la fede
DAVIDE ROSSO
La Russia e la fede. È un
binomio difficile e che
negli anni è sempre proceduto a fasi alterne segnate
da posizioni nette da parte
dello stato e della chiesa ortodossa, ma anche un rapporto di forte spiritualità che
caratterizza la popolazione e
che in qualche modo forma
Tessere della società. Di questo e anche dei nuovi equilibri che si vanno costituendo
dopo il passaggio del timone
dello stato russo a Putin ha
parlato in un suo servizio
Protestantesimo nell’ultima
puntata andata in onda su
Rai 2 domenica 11 giugno
(replica sempre sulla stessa
rete lunedì 19 alle ore 9).
Quella che viene mostrata
nel servizio è una realtà fatta
di voglia di ordine, di ricostruzione della morale ma
anche di paura di una svolta
autoritaria, di un ritorno al
passato, che pregiudicherebbe la libertà ottenuta.
A fianco di tutto questo vi
sono le chiese. Quella ortodossa innanzitutto, con la
sua tradizione e la sua forte
spiritualità ma anche quella
luterana e battista e non ul
tima quella musulmana (anche se per la verità nel servizio di Protestantesimo viene
solo citata marginalmente).
Una realtà complessa quella
russa che presenta però la
voglia della popolazione e
delle chiese di rinascita in
una situazione di liberta.
Traspare dagli interventi dei
vari personaggi intervistati
nel corso del servizio la necessità di una ricerca di fede.
che non necessariamente
passa per la Chiesa ortodos;
sa, che fondi e caratterizzi
l’essere cittadino nella società. Le immagini accompagnano le parole e ne sono
complemento. Mostrano
masse di cittadini in corteo
politico ma anche religioso,
persone sole e mercati vuoti
di persone ma pieni di enetce. Contraddizioni di un
paese potenzialmente ricco
anche di multiculturalità, vista tra l’altro la sua estensione, che fatica a esserlo, lU
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16 GIUGNO 2000
Cultura
PAG. 5 RIFORMA
Le molte interpretazioni dell'apostola di Gesù nella tradizione cristiana
aria Maddalena, donna dai molti volti
Testamento, in cui la sua figura si intreccia e si sovrappone a quello di altre donne
alTarchetipo sensuale della peccatrice penitente contrapposto a quello dello madonna
UPIA MAGGI
c futuro
xi pubblicata
ilio 2786; tei.
zia@libero.it,
le in apertura
(«Un tempo
‘ le mosse da
Assemblea di
attolico Luigi
Consiglio ecuoi commenta
blea generale
1 tema «Unità
ino £ 45.000.
aria Maddalena è la
donna dai molti volti;
jto perché la sua figura
Nuovo Testamento si inceda e si sovrappone a
iella di altre donne, come la
ÈWtrice che lava i piedi a
¡SÌi.di cui parla Luca, oppul'adultera non lapidata, di
ijd racconta Giovanni.
Mìa identificano con MaBefania, sorella di Marbé amica intima del Signore,
lualcUnO persino con la stesjjiadre di Gesù. Ghi è allora
lfe; di Magdala? Si possofare alcune affermazioni
;e sulla sua identità, lapido parlare le fonti bibliuà Con certezza di lei sapliamo che gli Evangeli la riardano come prima testione oculare della resurreione, discepola appassionae fedele, e probabile leader
fella chiesa primitiva. Giorni addirittura la ricorda
iome la sola testimone, colei
file può affermare con auto■evolezza apostolica: «Ho vi0 il Signore».
Sempre più, nel corso dei
scoli, la chiesa perderà però
p ricordo della donna che per
prima ha visto il risorto per
|ïalotizzare il volto della peccatrice redenta. Poche traditìoni, soprattutto nella chiesa
brientale, la ricorderanno coinè apostola. Maria Maddalena verrà sempre più trasfornata fino a diventare archeipo della penitente. L’adulm graziata di Giovanni ri;everà in dono dalla tradizio
lo radio
mo canale rado evangelico
ttualità.
ne il nome di Maria di Magdala: sarà pertanto colei che,
nonostante la propria inadeguatezza, i propri numerosi
peccati sessuali, verrà accolta
e perdonata dal Signore. Tale
accostamento tra la penitente e la discepola risulterà particolarmente vincente perché
permetterà alla Maria di avere un passato, certo costruito
dalla tradizione, un passato
ingombrante che la renderà
meno credibile come possibile apostola. Si insinua su di
lei il sospetto di aver seguito
Gesù perché, innamorata,
non tanto per ragioni di fede.
L’arte figurativa, la liturgia, la
spiritualità, la tradizione popolare e la teologia la ricorderanno come l’ex prostituta,
lasciando sparire nella nebbia ogni ricordo dell’immagine biblica. Un eccellente esempio in proposito ce lo offrono le ultime biografie televisive di Gesù.
La riflessione delle donne
da qualche anno riscopre la
complessità di questa figura,
come risulta da alcuni studi
recentemente pubblicati, e
svolge un’accurata ricerca
esegetica per risuscitare il
personaggio biblico di Maria
di Magdala, separandola dalla Maddalena penitente della tradizione. Il tentativo non
è certo quello di ritrovare
y ipsissima verta del personaggio biblico. Le fonti per
tratteggiare un quadro completo sono poche. Eppure
quelle poche informazioni
bibliche vanno in direzione
opposta rispetto al personag
itesimo
della Federailia, trasmesse
ore 24 circa e
;5 giugno, alle
le del mondo;
La replica salle 9,30 circa.
lì
(an
il volume con Maria Maddalena
In grande esercizio
esegesi
D titolo Maria Maddalena,
'lire il mito rispecchia bene
ifiducia dell’autrice di potee,attraverso questo lavoro,
iterare dalle catene della
Nizione la Maria evangelia. La ricerca delle donne ha
üciHamente segnato dei
ifflti di non ritorno, ma tantose sono ancora da chiacome a esempio se l'ENgelo apocrifo di Maria si
ferisca davvero alla Maria di
fegdala. Il giudizio delle stuiose al riguardo non è uñatee. È molto probabile che
*ogura di riferimento sia la
fessa apostola testimone
fella resurrezione, dato mol\Probabile ma non certo,
sto che il frammento delteangelo copto non menTOamai Magdala, l’imporpte centro commerciale sul
reo Tiberiade da cui provieF a Maria biblica.
u| l'^^ggior pregio dell’opera
Lsther de Boer è nella sua
S^Pllcità’ a volte quasi petee. Il suo libro può essere
da chi non ha nessuno
teento esegetico, anzi, da
don conosce affatto il ma''tee biblico. In questo sen®*to si presenta tion solo
jjl,®Jtn’opera di ricerca spej ma come lavoro pe
gOgico-pastorale. Inoltre,
'3 Pdt se il libro non agñih chiavi di lettura
P**to delle donne sulla
biblica, esso, in
5."® concisa e chiara, offre
sintesi del cammipPdrcorso.
sp®¿^‘^olarmente interesìg la parte dedicata
del Vangelo secón% il percorso si fa
Jbrn '^l®’ ad emerge tutta
Iddio ® esegetica della
Sa olandese. Questo
Evangelo, conservato solo In
una piccola parte, ha avuto
una vicenda complessa prima di arrivare al pubblico. È
stato scoperto nel 1896 eppure ci sono voluti più di cinquant’anni per pubblicarlo.
La studiosa olandese offre
una chiave di lettura per avvicinare dunque un testo tanto
affascinante quanto complesso, anche perché frammentario. Questa chiave di lettura e
squisitamente riformata: «lasciar parlare il testo».
Maria incoraggia e consola
i discepoli, è invitata da questi a condividere con loro gli
insegnamenti che il Signore
ha rivolto solo a lei. Pietro e
Andrea mettono in dubbio
l’affidabilità delle parole di
Maria e questa cerca di persuaderli della sua onestà. Levi interviene difendendola e
criticando l’irruenza di Pietro: «Se il Salvatore l’ha resa
degna, chi sei tu per respingerla?». Che il Vangelo si inserisca all’interno di un dibattito già presente sul ruolo
della donna nella chiesa presentando la posizione di chi
vede nelle donne delle legittime discepole?
Ciò che Maria insegna nel
suo Evangelo è complesso
perché necessita l’introduzione di categorie gnostiche
a noi lontane. Non può essere qui sintetizzato. Bisogna
fare la fatica di leggere direttamente il testo, affiancato
da un buon commento. Anche come commento esegetico del Vangelo secondo
Maria, il libro di Esther de
Boer è un valido strumento
per quelli tra noi più corag
giosi che se la sentono di av
venturarsi nella lettura dei
Vangeli apocrifi, (l.m.)
gio della peccatrice redenta.
Le donne di fronte a una così
complessa evoluzione non si
limitano a studiare le metamorfosi del personaggio. Si
interrogano soprattutto sulle
ragioni che hanno spinto la
chiesa a censurare, sfigurare
0 trasfigurare la figura di Maria. Ne escono motivazioni
complesse: alcune evidenziano come ci sia stato da parte
delle autorità ecclesiastiche
un vero complotto per rimediare allo scandalo di una resurrezione annunciata in primo luogo alle donne. Una
Maria peccatrice appare meno pericolosa di un’apostola
che rispecchia una chiesa di
uguali, dove la vocazione
apostolica non ha connotazioni sessuali.
Altre motivazioni sembrano scaturire dal tentativo di
contrapporre l’archetipo
della Maddalena penitente a
quello della madonna, figura sicuramente meno erotica nella sua perfezione e
santità. La prima, sensuale
e così presente con il corpo,
sembra poter bilanciare l’astrattezza della vergine madre di Dio e offrire d devoto
una figura femminile di riferimento meno angelica e per
questo più vicina ai percorsi
spezzati dei comuni mortali.
Un’opera che ben rappresenta quanto sopra accennato è quella di Lilia
Sebastiani'. Un libro coinvolgente, corposo, di ampio
respiro, che spazia dalle fonti bibliche a quelle apocrife,
dalla letteratura all’icono
grafia, percorrendo tutto il
medioevo fino all’età moderna, sempre alla ricerca dei
mille volti della Maddalena.
Una parte della ricerca
femminile riflette invece sugli aspetti positivi del simbolo racchiuso nella peccatrice
accolta. 11 libro di Benedlcta
Ward" è un testo di spiritualità che tenta di far conoscere, partendo dall’archetipo
della Maria penitente, alcune
madri del deserto. Queste
monache hanno in comune
un trascorso sessuale poco
ortodosso. Nella tradizione
orientale sono venerate come madri e maestre, il loro
insegnamento di vita permette ai devoti di credere
che è possibile la redenzione
e la santità anche dopo aver
conosciuto una vita disordinata e immorale.
È all’interno di questo vasto dibattito che si colloca il
libro di Esther De Boer, pubblicato di recente dalla Claudiana". La studiosa olandese,
una pastora riformata, cerca,
attraverso le fonti bibliche,
quelle patristiche e facendo
un’oculata esegesi dei frammenti delTevangelo gnostico
di Maria, di riconsegnare alla
storia l’immagine di Maria di
Magdala, apostola e leader
della chiesa primitiva.
(1) L. Sebastiani: Tra/sfigurazione. Queriniana, 1992.
(2) B. Ward: Donne del deserto. Ed. Qiqajon, 1993.
(31 E. De Boer: Maria Maddalena. Torino, Claudiana,
2000, pp. 176. £25.000
La Maria Maddalena evocata nel film «Jesus Christ Superstar»
Vallombrosa, 11-13 settembre
La religione nella società
dell'incertezza
«La religione nella società
dell’incertezza. Per una convivenza solidale in una società multireligiosa» è il titolo
di un convegno che si terrà
all’Abbazia di Vallombrosa
(Fi) in collaborazione con la
facoltà di Scienze politiche
dell’Università di Siena nei
giorni 11-13 settembre prossimi. «La religione è sempre
stata e rimane tuttora - scrivono gli organizzatori -, uno
degli aspetti strutturali del sistema sociale che più è investito dai processi di trasformazione; tali processi si presentano in modo contraddittorio, dove gli epigoni più rilevanti si verificano nel riemergere dell’etnocentrismo,
del fondamentalismo, del relativismo etico e, più in gene
rale, di tutti i fenomeni caratterizzati come “nuove religiosità” (...). Per questo, categorie concettuali che tradizionalmente hanno definito il
fenomeno religioso quali
quelle dell’universalismo e
del particolarismo sono oggi
da rianalizzare nella mutata
situazione sociale e culturale
anche nel nostro paese».
A confrontarsi su queste
tematiche saranno fra gli altri Franco Garelli, Eugenio
Stretti, Enzo Pace, Maria Del
Pra. Per informazioni e iscrizioni (entro 30 luglio); dott.
Fabio Berti, Dip. Scienze storiche, giuridiche, politiche e
sociali, piazza San Francesco
71, 53100 Siena. Tel. 0577232743; fax; 0577-232754; email: bertif@unisi.it
Un recente libro tratteggia la personalità della filosofa ebrea morta ad Auschwitz
Le complesse radici del pensiero di Etty Hillesum
_________MAURIZIO ABBA_________
Anche in Italia cresce l'at
tenzione verso una protagonista del pensiero filosofico
del Novecento: Esther (Etty)
Hillesum (1914-1943): filosofa
ebrea olandese, uccisa a 29
anni ad Auschwitz, ha lasciato
un’impronta di rilievo nella
storia del pensiero del XX secolo, in particolare nella dimensione interculturale e interreligiosa, che la rendono
attuale e in anticipo sui tempi; una donna che ha lasciato
aperta la porta all’incontro
con Dio e con grande dinamismo affettivo non solo nella
vita privata ma anche e soprattutto nello studio dei classici del pensiero di tradizioni
diverse ha saputo rendere'vitale il proprio percorso di ricerca e meditazione.
Le principali fonti del suo
pensiero sono la Bibbia e il
Talmud, ma anche le Confessioni di Agostino, Tommaso
da Keinpis, e poi il Decameron, Michelangelo e Leonardo, Rainer Maria Rilke, Dostoevskij (il russo era la lingua
materna della madre di Etty);
ancora Jung, e il Corano-, le religioni delTOriente. Etty Hillesum non è per il sincretismo
che annulla le differenze, ma
si pone alla scuola del pensiero senza preclusioni. Fuori discussione la sua appartenenza all’ehraismo, il suo pensiero è stato invece spesso da
parte cristiana oggetto di tentativi di «battesimo», senza
dubbio fuori luogo e fuorvinnti. La filosofa olandese ha voluto ampliare il proprio orizzonte conoscitivo là dove le
culture e le religioni si incontrano, nel pieno rispetto delle
reciproche identità. Etty Hillesum non si è sottratta alla
tragedia che ha colpito il suo
popolo e l’umanità, la Shoà e
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il 7 settembre 1943, con tutta
la famiglia, è deportata ad Auschwitz: nessuno ne tornerà.
Ora questo libro di Nadia
Neri", ps coioga anriista, tra
le maggiori studiose in Italia
di Etty Hillesum, sottolinea
con competenza il contributo
fondamentale di Jung. Il libro
è prezioso, riporta brani dell’edizione integrale del Diario
(ancora inediti in italiano), e
con stile semplice e altamente
divulgativo riesce a evidenziare la rilevanza e l'ampiezza
delle sorgenti del pensiero a
cui Etty attinge. Sono descritti
i paralleli con altri personalità
rilevanti come Anna Frank,
Primo Levi, Edith Stein, Philip
Mechanicus (il cui libro In dépôt, dal taglio giornalistico,
sul campo di transito di Westerbork, in cui è stata Etty
Hillesum, è stato tradotto in
inglese ma non in italiano). A
Etty Hillesum viene spesso
accostata Edith Stein, filosofa
ebrea, allieva di Flusserl, convertita al cattolicesimo e diventata suora carmelitana,
mentre la terza filosofa che
viene menzionata da molti è
Simone Weil (1909-1943). Etty
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I lillestim non ha mai rinnegato il proprio ebraismo: il compito filosofico e religioso che
tiveva davanti a sé era sempli( e e grandioso, tenuto conto
che non è stato costruito èd
elaborato comodamente a tavolino in anni tranquilli, bensì
in mesi e anni in cui erano
crescenti le feroci persecuzioni nei confronti degli ebrei.
Le sue idee sono chiare: bisogna togliere il marciume
che è in noi, come premessa
per cambiare la società; e aiutare gli altri a disseppellire
Dio dal proprio cuore attraverso l’amore e un atteggiamento di compassione, futto
questo per «aiutare Dio», una
tematica che fa evidentemente tremare i polsi, eppure questa giovane donna ebrea la
propone risolutamente. Soprattutto a orecchie protestanti questo voler «aiutare
Dio» suona, a tutta prima,
empio. Al di fuori ovviamente
di ogni forma di cooperazione
e di corredenzione umana alla
salvezza, questa sì veramente
blasfema, rettamente inteso il
voler aiutare Dio può rientrare nel nostro portare frutti
buoni; si pensi alle prime parole di questa preghiera: «Dio
tacerà sempre, se non gli pre. sti la tua bocca, Dio non agirà
mai, se non gli presti le tue
mani», riportata in In attesa
del mattino, (Comitato italiano per la Cevaa, 1991, pag.
91). «Aiutare Dio»: si tratta di
un’espressione nuova, ma comunque già biblicamente
rammentato (Giudici 5, 23;
«Maledetti coloro che non
vennero in soccorso del Signore»), un’espressione nuova per un compito antico e
sempre attuale a cui siamo
chiamati; essere testimoni del
Dio d’Israele. Etty Hillesum è
stata una testimone. E noi?
(*) Naoia Neri: Un’estrema
compassione. Etty Hillesum,
testimone e vittima del lager.
Milano, Bruno Mondadori,
1999, pp. 176. £18.000.
Le opere in Italia
Il Diario e le Lettere 1942-1943 di Etty Hillesum sono state
pubblicate da Adelphi, anche se in traduzione parziale.
Alcune biografie sono disponibili in italiano: Clraziella Merlatti, Etty Hillesum, Un cuore pensante, Editrice Ancora; Paul Lebau, Etty Hillesum. L’itinerario spirituale, Edizioni Qiqajon; dello stesso autore: Etty Hillesum. Un itinerario spirituale. Amsterdam 1941-Auschwitz 1943, Edizioni Paoline; Pascal Dreyer. Etty
Hillesum. Una testimone del Novecento, con una nota di Marcella Filippa, Edizioni Lavoro; presso questa editrice è annunciato
di prossima pubblicazione anche Sylvie Germain, Etty Hillesum.
6
PAG. ^RIFORIMA
Società
venerdì 16 GIUGNn^i VENERDÌ
i
Decenni di disagio psichico, la chiusura dei manicomi e infine la casa famiglia
La sofferenza psichica, una testimonianza
Dalla clinica e l'elettroshock da giovane alla ripresa, poi di nuovo uno grave crisi e un altro
ricovero fino alla sistemazione in uno situazione protetta. L'incontro con i protestanti
ITALO BENEDETTI
CLAUDIA è una signora di
70 anni, disagiata psichica dalla giovane età. Vive in
una casa famiglia con le sue
«amichette», come le chiama.
Ogni lunedì passa da casa
mia per parlare. Passiamo insieme un’oretta, parlando del
più e del meno: libri, fatti di
politica, cronaca, malattie, vicende personali. Viene da me
(ma frequenta altri indirizzi
evangelici) perché «le mie
amichette non solo intellettuali». Effettivamente la signora Claudia è una donna di
grande cultura, con un passato lavorativo di alto livello e
tuttora mantiene vivi, per
quanto può, molti interessi. I
suoi modi sono sempre eleganti e si esprime in un italiano perfetto. La conversazione
è sempre piacevole. È stata
sua l’iniziativa di far conoscere qualcosa della sua storia.
Era moglie di un funzionario del Pei, che aveva conosciuto a 19 anni, a 21 era impiegata come segretaria presso l’Accademia di Polonia a
Roma. Dopo sei anni decideva di lasciare suo marito e il
suo posto di lavoro. Era in
una pensione di via Genova
con le valigie pronte per partire per Parigi, dove si sarebbe
stabilita per lavorare come segretaria di una coppia di professionisti italiani, insieme ai
quali stava partendo, quando
delle persone a lei estranee
entravano nella sua camera e
la trasportavano di forza al
Parco delle Rose, clinica psichiatrica dove la ricoveravano
e dove le sarebbe stato praticato l’elettroshock. Ancora
oggi la signora Claudia ne
parla con sofferenza definendola «la clinica maledetta».
Da allora ha dimenticato
molte cose. «L’elettroshock
mi ha vuotata - dice - mi ha
lasciato tracce indelebili».
Uscita dalla clinica, la signora Carrer tornò a casa dei genitori. Non faceva niente tutto il giorno, perché era annoiata e depressa. Così i genitori si convinsero che andava di nuovo ricoverata,
questa volta a Villa Grazia,
dove rimase sette mesi, ma
per fortuna senza subire elettroshock. Oggi ricorda la severità dell’ambiente, ma considera che tutto ciò fu comunque sopportabile. Precisa che le spese cliniche furono sostenute dai genitori e
• non dal marito.
Tornata a casa dei genitori
in buone condizioni, la signora Claudia si convinse che era
meglio essere indipendenti e
cercarsi un lavoro, ma non in
Italia. Sulla Gazzetta Ufficiale
era uscito un concorso per
funzionari presso la Cee a
Bruxelles. Sostenuto il concorso, lo vinse. Non aveva ancora trent’anni. A Bruxelles fu
trattata molto bene: le furono
anticipati i soldi del viaggio e
fu accompagnata dalla stazione all’appartamento ammobiliato che avevano trovato
per lei. Ha lavorato per dieci
anni alla sezione dei Paesi
Bassi della Cee, poi purtroppo
ebbe una crisi. «Non so - racconta - come ho ripreso il treno. Avevo allucinazioni e delirio. Uno psichiatra mi visitò
al lavoro e mi consigliò di tornare al più presto a Roma. Mi
diedero il passaporto e dei
soldi. Non passai neanche da
casa. Sono partita solo con la
mantella, senza valigia. Non
so come arrivai a Roma, ero
in preda alle allucinazioni.
Alla stazione sono stata
prelevata e portata alla neuro,
un luogo che non conoscevo.
Non avevo nulla, se non la
borsetta». 1^ signora Claudia
istruzione limitata, una sola
ha fatto il ginnasio. «I miei
rapporti - dice - sono soprattutto fuori. Ho poche amicizie, ma le vado sempre a trovare». La signora frequenta la
piccola biblioteca ebraica del
Sidic e quella della Facoltà
valdese, visita «la signora Patrizia dell’Unione, che mi regala sempre Riforma». «Le
mie amicizie sono poche, ma
tutte intellettuali», tiene a
venne visitata da medici e psichiatri che decisero il ricovero
all’ospedale Santa Maria della
Pietà. Aveva ormai 40 anni.
Rimase ricoverata, con alcuni
periodi di congedo, per un
anno. La legge sul divorzio
non esisteva ancora. Il marito,
interpellato, l’aiutò con una
somma insufficiente. La signora rimarca: «Non fece il
proprio dovere, approfittò del
mio carattere e della mia
mentalità evoluta, favorevole
al divorzio, che non volevo essere mantenuta da nessuno».
Uscendo dal Santa Maria
della Pietà la signora Claudia
ha incontrato i protestanti in
quanto si era rivolta all’Esercito della Salvezza, al quartiere San Lorenzo di Roma, dove le era stata data una camera nel Foyer femminile. «Nel
frattempo - racconta - volevo
sistemare le cose con mio
marito. Volevo divorziare». In
questo periodo Claudia si
manteneva con dei piccoli lavori di traduzione che le pro
curava un’amica che lavorava alla Fao. «Guadagnavo bene; purtroppo ricadevo continuamente malata. Per tre,
quattro anni sono andata,
per brevi periodi, con Tart. 4,
al Santa Maria della Pietà».
Nel 1980 uscì finalmente la
legge 180 «Basaglia» e nel
1983 la signora entrò nella
Casa famiglia del Centro di
igiene mentale (Cim), dove
risiede tuttora con quelle che
chiama sue amichette, nello
storico quartiere Monti di
Roma. «La casa è grande, ma
anche cinque persone sono
tante». La signora condivide
l’appartamento con Luciana,
con Franca «che ha tre figli
che sono stati adottati e che
quindi non può più vedere»,
con Giuseppina «che ha un
figlio di 30 anni che la viene a
trovare e dal quale va la domenica» e con Luisella «che è
vedova senza figli». 1 rapporti
sono molto buoni «anche se
c’è molta differenza culturale». Tre di loro hanno una
precisare.
La signora Claudia, nella
Casa famiglia, ha una cameretta con l’uso della cucirla e
del bagno. «È comodo - dice
-. La casa è molto pulita e viene sempre la signora delle
pulizie, ma è a nostre spese. Il
mio vero problema è l’insonnia. Guardo la tv, e per fortuna leggo molto: Riforma e lo
“Zabaione (sic) di pensieri”
che è la rivista curata da una
psichiatra del Cim di via Palestra che la pubblica praticamente con le sue sole forze».
La settimana è tutta programmata: il venerdì al Cim
per la visita psichiatrica («sono dieci anni che ci vado»); il
martedì viene a casa l’infermiere che porta i farmaci fino
al venerdì. Ogni sei mesi la
visita medica al San Giacomo
(«ho problemi cardiaci, sa?
Potrebbe anche scrivere che
sono molto legata alla nostra
assistente sociale»).
«È molto per me avere
questa casa, perché altrimenti morirei per strada. Cosa farei senza? Sono anche
molto contenta che abbiano
chiuso gli ospedali psichiatrici, è un inferno!». La signora Claudia mi ha consegnato
un enigmatico biglietto nei
quale c’è scritto; «Non mi dare la gioia del pianto, perché
voglio soffrire di più».
Le testimonianze raccolte dalla scrittrice Fabrizia Ramondino
La necessità vitale di potersi raccontare
Nel 1998, anno in cui ricorre
il ventennale della legge 180 che
ha sancito, almeno da un punto
di vista istituzionale, la chiusura dei manicomi, la scrittrice
Fabrizia Ramondino trascorre
due lunghi periodi nel Centro
donna salute mentale di Trieste
per raccontare il mondo del disagio e della sofferenza. Tra le
voci di donne che affollano questo romanzo-diario* c’è quella
di Assunta Signorelli con la sua
testimonianza «Perché ci siamo
lasciate raccontare», di cui vi
proponiamo alcuni stralci.
La psichiatria si sa, per dar
senso al proprio agire, raccoglie la storia dei matti («anamnesi»), utilizza linguaggi
«scientifici e neutrali» con
l’intento di nascondere la
propria distanza dalla concretezza del quotidiano, tenta di ricondurre alla sfera della razionalità emozioni, affetti, sentimenti estranei alla ragione, costruisce categorie
diagnostiche fondate su una
normalità determinata su base statistica e, così facendo,
non può e non riesce mai a
dar conto del «praticamente
vero» della sofferenza. Parla
di malattie e patologie utilizzando l’uomo o la donna che
soffre come oggetto di ricerca
e studio perdendo così, di necessità, il singolo, che o diventa soggetto narrante del
suo malstare o scompare,
perché «alieno» e privato del
diritto alla propria parola.
Mentre ti racconta, la psichiatria ti interpreta, ti reinventa, secondo un modello
astratto, e tu, uomo o donna,
sparisci, la tua corporeità si
deforma, perde i suoi confini
naturali, per mescolarsi nell’
indistinto magma della scienza; frasi, grida diventano indifferenziati; il tuo dolore si
chiama «depressione», la tua
gioia «maniacalità»; e a nessuno importa se quel grido,
quel riso segnalavano un fatto, una sconfitta o una vittoria che volevi comunicare.
(...) È per questo motivo
che fino a oggi abbiamo sempre rifiutato di partecipare al
«delirio collettivo» della messa in scena delle «storie vere»,
di parlare delle donne del
Centro donna come di casi
emblematici, buoni per i numerosi talk show televisivi o
per una narrativa di presunta
scientificità che da anni inonda il mercato. Volevamo
raccontarci come individui e
come collettività, cercavamo
un modo, una forma che rendesse possibile questo; e numerosi sono stati, in questi
anni, i tentativi fatti; dai corsi
di scrittura a quelli teatrali, fino ad arrivare alla produzione di due video. Tentativi
parziali, che alludevano a
una realtà complessa e articolata, mai fino in fondo
compiuta.
E così siamo andate avanti
finché una scadenza, un convegno sui vent’anni della legge di riforma psichiatrica, e
una scrittrice, Fabrizia, non
ci ha permesso di dar corpo e
forma a quello che era sì un
nostro desiderio ma anche,
crediamo, un dovere nei confronti di quanti, uomini e
donne, si pongono per necessità o virtù il problema di
come contrastare la sofferenza e il malstare di questo nostro tempo. (...)
Lei racconta come l’abbiamo chiamata, l’impegno che
insieme ci siamo assunte e
quanto è accaduto durante la
sua permanenza a Trieste.
Ciò che non dice è come quel
suo stare con noi, quel suo
quadernino nero fitto di appunti, quella sua attenzione
discreta e partecipe ci abbiano dato forza e consapevolezza, come sia stato facile fidarsi e affidarsi a lei, quanto ciascuna di noi abbia imparato
da quel suo continuo guardare ed esserci, e quanto sia stato importante scoprire che
narrarsi non solo è possibile,
ma addirittura divertente e
gratificante. (...) Fabrizia ci
ha reinventato dandoci la parola e la voglia di continuare e
ricominciare la nostra avventura dalla nuova casa di via
Andrena degli Orti dove ormai ci siamo trasferite.
(*) Fabrizia Ramondino: Passaggio a Trieste. Einaudi, 1999,
pp. 309-311.
Per la
pubblicità su
tei. 011-655278, fax 011-657542
La forza della Parola
La voce di chi è senza
potere alcuno
I
ETTORE ZERBINO*
Lf INTERVISTA del pastore
I Italo Benedetti ritrae un
momento del ministero della
Parola. Ma è un momento
singolare, perché la Parola
suscita una crisi, ogni volta
che viene a sollecitarci per
bocca di coloro che non sono
autorizzati, che sono messi a
tacere. Chiunque può essere
testimone, ma la testimonianza di chi è senza voce e
senza potere è un evento cruciaie, decisivo. Così è quando
si arriva ad ascoltare i bambini, i poveri e gli ignoranti, gli
sfruttati, reietti o etnicamente
segnati ed emarginati; così
succede per le vittime, nelle
diverse situazioni in cui si
può andare a finire nella condizione «impossibile» della
vittima... Ma nel giorno, nel
momento in cui qualcuno
che era senza voce prende la
parola, avviene un rivolgimento inimmaginabile; la verità si impone, ma la sua forza
si afferma, con nostra somma
sorpresa, proprio là dove non
ce la saremmo mai aspettata,
in situazioni di debolezza e di
follia. Ma è così che ci è garantito un discernimento indubitabile giacché, se mai ci
fossimo ingannati confondendo (come è facile!) la forza
del parlare della Verità con il
parlare della Forza, del Sapere e del Potere, in quel momento, in cui parla la debolezza e la follia, ogni inganno
è vinto e ogni libertà ci è restituita: perché nulla ci costringe, se non la forza stessa
del trascurabile. Se chi parla è
una/uno che non conta niente possiamo ascoltare quel
parlare non perché «conta
molto», ma per il molto che
ha da dire, attraverso una voce che può essere rivelatrice,
poiché dirà ciò che mai nessuno ha voluto ascoltare.
Ma i professionisti del rapporto con la follia, con la devianza, con la sofferenza psichica, sanno questo? Gli psichiatri meditano sul messaggio di «debolezza» e «follia»
che passa attraverso la loro
esperienza? Credo che debba
essere la comunità credente a
ricordarglielo. Credo che la
persona psichicamente sofferente abbia un carisma invisibile e un ruolo che coincide
proprio con ciò che provoca
la sua esclusione. Infatti la
persona a disagio o deviante
ha da ridire e da reclamare,
insomma ha da dire, ma il suo
parlare è fatto in modo tale da
essere considerato come una
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7
16 giugno ^ VENERD^ie GIUGNO 2000
Vita Delle Chiese
PAG. 7 RIFORMA
Presentato a Napoli il libro di Franco Scaramuccia su Edward Clarke
Un'avventura che continua
L'attività missionaria dislocato per un lungo periodo a La Spezia ha lasciato dei frutti che
continuano ancora oggi a svilupparsi: e noi, quale idea abbiamo oggi della missione?
MARTA P'AURIA
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* giovedì 25 maggio si è svolta
Èia presentazione del libro
MJn'àwentura di fede. L’opera missionaria di Edward
fclarke (1820-1912)« (ediz.
Iciaudiana) di Franco Scaramuccia, nella città partonopea per l’occasione. L’iniziativa è stata organizzata dal, l’Associazione delle chiese
.-ìiattiste di Napoli e dintorni
(Aben) e ha visto la parteci' {|iazione di una sessantina di
^ persone, la cui attenzione è
Stata catturata dalla chiara
esposizione fatta dal pastore
Emanuele Casalino.
Il saggio di Scaramuccia
non è solo la biografia di un
interessante personaggio, appunto Edward Clarke, che ha
trascorso un lungo arco di
tempo (dal 1866 al 1912) come missionario nella cittadina italiana di La Spezia, dove
vi fondò una missione destinata a sopravvivergli. Ma è
anche un tentativo, come
scrive il professor Domenico
Maselli nella prefazione al libro, di coprire una lacuna
nella storia del protestantesimo italiano. Lacuna che è innanzitutto di carattere storiografico. È noto infatti che,
fatta eccezione per alcuni
opuscoli divulgativi, manca
una ricerca sistematica sul
battismo italiano. Sebbene al
battismo aderirono personaggi di primo piano della vita culturale e politica italiana
come Giuseppe Gangale, il filosofo-giurista Bonaventura
Mazzarella, Ludovico e Enrico Paschetto. Dunque la storia del battismo italiano è
tutta da scrivere, e certamente il libro di Scaramuccia rappresenta un primo passo in
questa direzione.
Il saggio presenta una puntuale descrizione del contesto
nel quale maturò l’idea da
parte di alcuni missionari inglesi di venire a predicare in
Italia. In particolare i protestanti inglesi guardavano con
molto interesse il Risorgimen■ to italiano che rappresentava
l’opportunità per ritornare a
predicare Cristo nella penisola e attaccare il papismo nella
sua cittadella. Suggestivo è il
racconto della vita e dell’opera missionaria di Edward
Clarke che nei momenti di
maggiore difficoltà, dovuti al
clima di intolleranza cattolica
e alle ristrettezze economiche, amava ricordare le parole
di Gesù «Io sarò sempre con
voi, fino alla fine».
Nella sua esposizione il pastore Casalino si è particolarmente soffermato su due
aspetti peculiari dell’opera
missionaria a La Spezia, messi in luce dall’autore. Il primo
è lo spirito libero di Clarke
nel suo lavoro missionario: il
predicatore infatti continuò
la sua opera senza accettare
di essere sostenuto da alcuna
organizzazione ecclesiastica
ufficiale, anche se questo
non gli impedì di raccogliere
i fondi necessari per acquistare una sede stabile («Casa
Alberto») per la missione. Il
secondo è che gran parte dei
primi evangelisti-pastori italiani (Dassio, Tofani, Enrico
Paschetto e altri) e probabilmente alcune comunità o comunque parecchi membri
delle stesse, provenivano dai
ranghi delle chiese libere.
«Questo innesto - ha detto
Casalino - ci dice che il battismo italiano non è solo frutto
di missione esterna ma ha
delle proprie caratteristiche
italiane. Ciò dà al battismo
del nostro paese caratteristiche uniche, difficilmente riscontrabili altrove». Anche
quest’ultimo è un interessante filone di ricerca tutto da
approfondire.
I numerosi spunti hanno
dato vita a un dibattito vivace e partecipato. In particolare il saggio di Scaramuccia
è risultato una provocazione
nell’attuale dibattito sul tema
della «missione». Se infatti la
missione intorno alla quale la
nostra vocazione ricerca fondamento e motivazione è linfa vitale per noi, come possiamo parlare oggi di missione?
Come possiamo ritornare a
essere una chiesa missionaria? Forse, in un momento
storico in cui ampio è il «mercato del religioso», si può provare a parlare di missione se,
come comunità di credenti,
sapremo «agire» localmente su questioni urgenti, come
la globalizzazione, l’ingiustizia economica, Timmigrazione, avendo uno sguardo che
guardi in alto a un mondo di
giustizia più vera.
Vita della Chiesa battista di Mottola
Incontri e attività ecumeniche
Venerdì 28 aprile il gruppo giovani Fgei
della comunità battista di Mottola ha accolto
i giovani del pulmino «Teshuvà», progetto il
cui fine è stato quello di visitare, attraversando tutta l’Italia, i gruppi locali e far sentire la
Federazione dei giovani evangelici in Italia
una realtà vera e vicina (così come presentato nel fresco servizio della rubrica «Protestantesimo» domenica 28 aprile). La tappa, unica
in Puglia e durata purtroppo una sola serata,
è stata comunque un importante scambio
non soltanto di esperienze e idee, ma anche
di materiale: infatti, ogni gruppo visitato ha
affidato al pulmino bollettini, liturgie, riflessioni, canti da condividere con coloro che
lungo il percorso si incontravano. Anche il
gruppo giovani di Mottola ha colto questa
opportunità. Domenica 7 maggio infatti,
mancando il pastore. Rosaria lacobino e Virginia Mariani, con la preziosa collaborazione
della sorella Santina Speranza, hanno curato
il culto avvalendosi proprio del materiale lasciato dal pulmino, tra cui la riflessione (rivista e rivisitata) sulla «sentinella» di Ezechiele,
meditazione dialogata del culto conclusivo
del campo studi Fgei «E mi sudano le mani».
Venerdì 19 maggio le donne, ma anche parte della comunità, hanno incontrato la pastora Gabriela Lio, presidente del Movimento
femminile evangelico battista, in Puglia per
un convegno itinerante sul tema «La famiglia»
conclusosi a Bari domenica 21, e arricchita da
alcune preghiere tratte da una raccolta a cura
dell’Azione cattolica ragazzi.
Infine, domenica 28 maggio con uno culto
pomeridiano si sono conclusi gli incontri della
scuola domenicale: tema della vivacissima e
coinvolgente celebrazione curata da Giovanna
Speranza e dalle altre giovani monitrici è stato
«Quando dividere è moltiplicare» tratto dal terzo volume «Speciale feste» prodotto dal Servizio istruzione ed educazione (Sie) della Fcei. Ai
bambini e alle bambine è stato fatto dono di
un cappellino sul quale è stato dipinto un colorato pesciolino fosforescente, simbolo in tutto
il mondo di Gesù e della cristianità; mentre ai
tre ragazzi che hanno raggiunto la «maggiore
età» è stato fatto dono del libro «Il lungo cammino del popolo di Cristo». La colletta raccolta
è stata devoluta al Sie perché continui nella
sua importante e fondamentale produzione di
testi e materiale didattico, (v.m.)
Campo a Rocca di Papa
Donne della Riforma
nel XVI secolo
SHANTI HAGEN
T E donne nella Riforma protestante del XVI
secolo»: questo il tema del
campo teologico del gruppo
«Dorotea 2000», svoltosi al
Centro evangelico di Rocca di
Papa dal 28 aprile al 1° maggio 2000, organizzato dal Movimento delle donne evangeliche battista. La pastora Gabriela Lio e le relatrici Claudia Angeletti e Lisa Saracco
sono riuscite benissimo a
rendere l’argomento interessante e stimolante a tutte le
partecipanti, provenienti dalle chiese battista di Napoli,
Livorno, Carbonia e Roma.
Il campo si è aperto con
un’introduzione di Lisa Saracco sui problemi della metodologia storica in generale e, in
particolare, su quale metodo
usare per la storia delle donne. È molto difficile fare storia
delle donne a causa della
scarsa presenza delle loro testimonianze dirette e soprattutto perché la loro voce è stata soffocata dalla cultura misogina e maschilista del tempo. Le cose si complicano ancora per quanto riguarda la
storia delle donne della Riforma: è molto più semplice fare
la storia di sante e martiri,
poiché le loro gesta clamorose
sono state tramandate. Nel
movimento protestante è più
difficile trovare figure di spicco consegnatesi alla storia e il
lavoro di ricerca risulta veramente complesso.
Le figure femminili di cui ci
siamo occupate erano principalmente donne colte, che
hanno avuto la possibilità di
studiare, di vivere in ambienti culturalmente vivaci e anche di fare molti incontri che
hanno permesso loro di arricchirsi spiritualmente: donne quindi che hanno goduto
di un certo privilegio. Non
abbiamo, però, dimenticato
le donne del popolo, sicuramente più ignoranti delle
donne dei ceti più alti e prive
delle loro possibilità, ma che
hanno avuto anche loro un
ruolo importante nella storia
della Riforma. Nei monasteri,
pure, ci sono stati fermenti
riformatori, grazie alla circolazione di idee e libri con i
quali alcune monache erano
entrate in contatto. Anche in
questo caso è molto difficile
conoscere la storia di queste
donne, ma il sospetto che
qualche vento riformatore
spirasse nei monasteri nasce
dal fatto che, con il Concilio
di Trento, la Chiesa cattolica
firÌK.
Per godersi i privilegi della terza età
^^Mio padre è andato a
vivere da solo
Quando mio padre mi ha detto; "il desiderio di
indipendenza non va in pensione", io gli ho
proposto una soluzione residenziale.
Lui cercava un posto tranquillo, immerso nel verde,
io gli ho trovato una bella villa confortevole,
con un grande parco, facilmente raggiungibile
dalla città.
Lui voleva mantenere la libertà delle sue abitudini e,
io ho provveduto ad assicurargli anche un servizio
qualincato e un'assistenza continua.
Insieme abbiamo scelto La Residenza e siamo
felici di stare così bene insieme ogni volta che ci
vediamo.
M.iriarosa B.
-r .inni
giornalista
laj(esidenza
Via P. Lazzari, 25 21046 Malnate (Va)
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La Residenza: la serenità è di casa
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Fulvio Ferrarlo
Libertà di credere
La fede della chiesa
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Il libro espone i lineamenti fondamentali della fede cristiana (Credo di Nicea-Costantinopoli, accolto da tutte le chiese) che costituiscono il filo conduttore che
accompagna la riflessione attraverso le domande e le inquietudini della chiesa e della società
odierna, in un cammino che non
è obbligatorio ma si offre a ciascuno come lieta possibilità di
accogliere la chiamata alla «libertà di credere»
-1- H mmedStrìce Claudiana cardio 'T^ad'to abbonamenti
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La pastora Gabriela Lio
ha sentito l’urgenza di imporre l’obbligo della clausura
a tutti gli ordini monastici.
Dopo queste premesse generali, ci siamo avvicinate a
tre figure di donne, presentate da Gabriela Lio e Claudia
Angeletti: donne a noi del tutto sconosciute e che invece
abbiamo scoperto essere molto importanti ed interessanti:
Caterina Zeli, moglie di Matteo Zeli, personaggio importante della Riforma a Strasburgo, Olimpia Morato, vissuta a Ferrara fino al 1548 e
poi profuga in Germania a
causa delle repressione religiosa, Vittoria Colonna, la cui
vita fu caratterizzata da relazioni intense con letterati, artisti (Michelangelo) ed esponenti della Riforma (Ochino, Valdès) e dalla lettura degli scritti di eretici ed eterodossi. Tutte queste donne sono state coraggiose e accomunate da una notevole capacità
d’influenza politica basata su
iniziative personali spesso audaci e rischiose. Non hanno
esitato a sostenere le cause in
cui credevano, a esporsi al pericolo, predicando la loro fede
e persino dibattendo di questioni teologiche, dando il loro contributo nelle loro opere,
che, benché non famose, sono arrivate fino a noi.
Questo ci ha fatto pensare,
ci ha dato nuova forza e speranza. Non possiamo che
prendere esempio da queste
donne quando ci sentiamo
abbattute e abbiamo paura di
vivere ed esprimere la nostra
fede, il nostro amore per Dio
e per il prossimo. Conoscere
la storia, che a scuola ci sembra solo una materia noiosa,
ci permette di capire chi siamo, ci aiuta a scoprire la nostra identità e a vivere meglio
il nostro oggi, ma anche il
nostro domani. Da questa
esperienza abbiamo perciò
capito l’importanza della memoria: quella da recuperare e
quella da trasmettere.
Il campo teologico, però,
non si è solamente incentrato su quest’aspetto teorico.
Abbiamo lavorato anche sul
«teatro degli oppressi», rappresentando come in un
complesso scultoreo scene
di processi a donne e uomini
da parte dell’Inquisizione,
venendo così a conoscenza
di altre storie e personaggi.
Ci siamo esercitate anche
per imparare a fidarci le une
delle altre, come lasciarci
guidare in un percorso a occhi chiusi da qualcun’altra.
Nel fare questo ci siamo rese
conto di quanto sia difficile
metterci nelle mani degli altri senza preoccupazioni, ma
è stata anche una lezione sul
nostro rapporto con Dio: lasciamo che ci guidi senza affanno e paura; fidiamoci della sua mano, perché non ci
farà cadere.
8
PAG. 8 RIFORMA
I
STRETTO
VENERDÌ 16 GIUGNO 2000 VENERDÌ 16'
I Si è tenuta a Pramollo la Conferenza del distretto delle valli valdesi
Diaconia, predicazione, spiritualità
Questi temi si sono intrecciati continuamente nella discussione in cui si è parlato anche
di diaspora, ecumenismo, laicità e «Gay Pride», giovani, cultura, musei e luoghi storici
DAVIDE ROSSO
Diaconia e predicazione,
cultura e diaconia e ancora predicazione e testimonianza. Intorno a questi argomenti e al loro Intrecciarsi si è
sviluppata la discussione della prima giornata di dibattito
della Conferenza del I distretto che si è tenuta a Pramollo
il 4 e 5 giugno.
È stata una Conferenza
proficua che ha affrontato e
dibattuto temi importanti
sempre in seduta plenaria,
essendo stata abbandonato
almeno per quest’anno il lavoro in gruppo. Oltre a quelli
citati si è parlato di diaspora,
di ecumenismo, di laicità, di
giovani ma anche di «Gay Pride» e della proposta di installare un monumento ai valdesi
copia di quello esistente a
Steyr a Pinerolo. Alla fine dei
lavori sono stati prodotti quasi 30 ordini del giorno.
Si è parlato della diaconia,
del suo essere sempre più
azienda in opere diventate
grandi ma anche di spiritualità da recuperare, o rivalutare, di vocazione, dell’importanza delle opere perché utili,
visto che danno lavoro a molte persone, ma anche di servizio. La diaconia è parte della chiesa, è il modo in cui la
chiesa vive ma serve anche
un ripensamento, una ridiscussione dell’essere chiesa,
di riscoprire chi siamo, di riscoprire la predicazione e la
spiritualità. Quella sulla diaconia e la predicazione è stata una discussione difficile
che non a caso non ha prodotto ordini del giorno, praticamente tutti prodotti nella
seconda giornata di lavori,
ma utile che ha visto finalmente mettere sul tappeto lè
tematiche.
Discorso non molto diverso
quello che vedeva al centro il
tema «diaspora» riconosciuto
come problema non solo
esterno al territorio propriamente valligiano. Non è diaspora solo il territorio del Saluzzese o quello che si protende verso la pianura ma anche tutto sommato il campo
d’azione più strettamente vicino alle chiese. Il rischio oggi
è spesso l’omologazione questo vale per l’ora di religione a
scuola ma anche per l’ecumenismo e in genere per il
modo di rapportarsi al mondo. Ed ecco riaffacciarsi il
problema della predicazione
e della spiritualità o se si vuole quello della testimonianza
e della diaconia. L’indifferenza per la laicità ma anche la
realtà non certo partecipativa
di molti giovani nelle nostre
chiese, che spesso vive intorno all’aggregazione legata
all’iniziativa occasionale ma
che stenta ad andare oltre,
sono argomenti affrontati nel
corso del dibattito che inevitabilmente facevano andare il
pensiero alla discussione del
primo giorno, alla necessità
di pensare a vie nuove di comunicare ma anche al valutare le azioni passate per riprenderle, o abbandonarle,
pensando al futuro.
Le olimpiadi di Torino 2006
che si disputeranno per la
maggior parte a Sestriere in
vai Chisone e che toccheranno per lo più tangenzialmente
le Valli (Pinerolo sarà sede di
gara e Torre Pellice sede di allenamento, qualcuno parla
anche di un possibile coinvolgimento di Prali) si pensava
potessero essere uno dei temi
forti della Conferenza (esiste
per altro una commissione
della chiesa creata ad hoc per
seguire la questione olimpiadi) e invece l’argomento è stato glissato, toccato solo marginalmente; forse è un bene,
forse è giusto riflettere ancora
un po’ prima di affrontare il
dibattito o invece forse si è
parlato molto di olimpiadi
non parlandone direttamente
ma parlando di temi come il
coordinamento dei musei vaidesi, dei luoghi storici, di cultura, di opere e soprattutto di
predicazione e testimonianza.
Si è, volontariamente o no, affrontato il problema centrale
che sta a monte rispetto nel
porsi davanti a un àvvenimento come le olimpiadi che
può essere a seconda di come
ci si pone coinvolgente o tangenziale per le chiese.
Detto di che cosa si è parlato e di che cosa non si è parlato nel corso della Conferenza
vale la pena forse soffermarsi
ancora un momento su un
punto su cui i delegati hanno
voluto prendere posizione: la
questione del Gay Pride. La
Conferenza, come si può leggere negli atti riportati qui a
fianco, ha espresso una posizione netta dichiarando la
propria indignazione verso
atteggiamenti di valutazione
negativa e invitando al rispetto dei diritti delle minoranze
di esistere e manifestarsi.
Risposte comuni per i problemi comuni delle chiese e delle opere delle valli
Comunicare con più convinzione il nome del Signore
GIANNI GENRE
E stata questa una Conferenza distrettuale i cui
ordini del giorno non riescono a rendere conto della ricchezza del dibattito, aperto e
fraterno e della bella atmosfera cbe si respirava: sono
concordi i pareri dei delegati
che raccolgo alla fine delle
due giornate di lavoro che ci
hanno visti ospiti della chiesa
di Pramollo.
Perché, per una volta, un
giudizio positivo? Anzitutto
perché si avvertiva un maggiore senso di unità fra i diversi soggetti delle nostre
chiese che lavorano su questo
territorio definito come «valli
valdesi». L’impressione è che
la collaborazione non sia più
soltanto una bella intenzione
e che la comunicazione sia
molto migliorata. E sappiamo
che la comunicazione è condizione preliminare per costruire la comunione. Che si
analizzi la situazione dei nostri ospedali, delle nostre
strutture ricettive o del discorso culturale che cerchiamo faticosamente di fare passare, è certamente aumentata
un po’ in tutti la consapevo
lezza che dobbiamo lavorare
insieme; dobbiamo conoscere
e far conoscere ciò che ognuno di noi sta seguendo nella
propria fatica quotidiana. 1
problemi sono comuni, come
comuni possono essere le risposte che vanno cercate e i
nostri interlocutori chiedono
che il mondo valdese si presenti e dialoghi con una veste
sempre più omogenea e con
una voce sempre più unitaria.
Questo sta accadendo, perché
le condizioni esterne ce lo impongono. perché i campanilismi e i particolarismi ci saranno vietati nella nuova Europa
che avanza (anche se con lentezza) ed anche grazie alla paziente opera di collegamento
che la Commissione esecutiva
sta portando avanti.
11 dibattito della prima
giornata, provocato dalla relazione della Commissione
d’esame tutta composta dalla
generazione dei trentenni,
può essere apparso a una prima lettura come una riproposta, in termini anche abbastanza pesanti, della contrapposizione o comunque della
polarizzazione fra diaconia e
predicazione. In realtà non
era così e la Conferenza ha
li
La Commissione d’esame aiia Conferenza del i distretto
GLI INCARICHI
La Ced del I distretto è composta da Luciano Deodato, presidente; Liliana Viglielmo, vicepresidente; Marco Bellora, segretario; Maria Angela Anrico e Ida Peyronel, membri.
La Commissione d'esame per la prossima Conferenza è stata
eletta nelle persone di Anita Tron, relatrice, Paolo Ribet, Marco
Rostan, Tullio Parise, membri; (supplenti Anne Pilloud, Ester
Conterò, Massimo Gnone).
Deputato al Sinodo è stata eletta Franca Co'isson (supplente
Franca Benigno).
Delegati all'Assemblea Fcei sono stati eletti Sergio Ribet, Ada
Poét, Aldo Lausarot, Davide Rosso, Bruno Bellion, Claudio
Tron, Paolo Gay, Bruno Rostagno, Daniele GardioI, Mirella
Godine, Gianni Genre (supplenti Emma Gay, Vito GardioI, Judith
Elliot, Emanuele Fiume, Stefano Mercurio).
La Conferenza del 2001 si terrà a Pomaretto, sede alternativa
Rorà. Predicatore d'ufficio è stato designato il predicatore locale
Franco Siciliano (supplente il candidato Stefano Mercurio).
capito che si trattava invece
della proposta di un modo
diverso di vivere la fede evangelica. di recuperare, alTinterno delle nostre chiese e
delle nostre opere, una dimensione spirituale certamente non assente, ma non
sufficientemente esplicita. Le
generazioni più giovani chiedono alle nostre antiche
chiese, forse un po' ingessate
nell’espressione della loro
spiritualità, di ritrovare un
maggiore coraggio nel pronunziare il nome di Dio e
nella confessione della fede.
L’organizzazione delle nostre opere diaconali e dei nostri ospedali va difesa con
convinzione e con intelligenza, accogliendo la sfida a viverne le doverose trasformazioni senza nostalgie e senza
rimpianti nei confronti di un
«piccolo mondo antico» che
non può più esistere; ospedali e opere diaconali che sono
il frutto di una testimonianza
evangelica che, fin dal secolo
scorso, ha creduto nell’esigenza di dovere incarnare,
spesso silenziosamente, quasi con un certo pudore che ha
contraddistinto parecchie ge
nerazioni di credenti impegnati, la parola del Cristo che
pure non è mai stata taciuta.
Oggi, ci chiedono le voci giovani che rappresentano i
nuovi quadri della chiesa,
questa testimonianza, poderosa se confrontata all’esiguità numerica che sempre ci
ha sempre caratterizzati, può
e deve essere declinata insieme a nuove forme, audaci e
più fresche, di annunzio
gioioso, personale e comunitario, che Cristo regna e che
la sua Parola è portatrice, fin
d’ora, di significato, di perdono, di liberazione. Questa
proposta non andrà lasciata
cadere, nel pensare al rinnovamento dei nostri momenti
cultuali, ma anche della nostra pietà personale. Significherà imparare a comunicare
agli altri e a comunicarci reciprocamente che è nuovamente possibile pronunziare
il nome di Dio e quello di Cristo nella consapevolezza,
presente nel solco di tutta la
tradizione ebraico-cristiana,
che questo nome appena viene pronunziato non lascia
che nulla e nessuno rimangano come prima.
ILE PRINCIPALI DECISIONI
Diaspora
11) La Cd, dopo ampio dibattito sull'argomento della diaspora,
- prende atto del lavoro svolto dalle chiese per il censimento accurato della presenza valdese in diaspora e invita la Ced a richiedere i dati mancanti;
- prende atto che la chiesa tutta vive al proprio interno dimensioni di diaspora che probabiimente tenderanno a crescere nel futuro;
- si railegra deil'iniziativa delle chiese di Luserna San Giovanni e
Pinerolo da tempo intrapresa per la cura della diaspora e la indica
ad esempio alle altre chiese confinanti con la pianura;
- invita la Tavola valdese, di intesa con la Ced, previa analisi della situazione, a prendere in considerazione la possibilità di organizzare un lavoro continuativo nella pianura, eventualmente destinando un/a operaio/a alla cura dei membri di chiesa e alla ricostituzione di un tessuto comunitario.
Giovani
12) La Cd ringrazia gli/le animatori/trici giovanili per il lavoro
svolto, e chiede loro di continuare con serenità nell'impegno intrapreso. Invita inoltre la Ced a continuare nell'opera di coordinamento fra le iniziative previste dagli/lle animatori/trici giovanili e
dalla giunta locale della Fgei per proseguire nella fruttuosa collaborazione che ha caratterizzato finora il loro operato.
Cevaa
13) La Cd, consapevole che di fronte alle sfide poste dalla globalizzazione economica e culturale, ogni occasione di confronto e
di dialogo con altre culture possa essere opportunità di crescita
per tutti,
- chiede alla Ced e al gruppo da essa nominato di continuare
nell'impegno intrapreso per organizzare, in collaborazione con il
Comitato italiano per la Cevaa, la visita dell'équipe Cevaa;
- invita le chiese ad agevolare l'impegno preso dal gruppo di lavoro incaricato dell'organizzazione della visita dell'équipe Cevaa
affinché vengano utilizzate tutte le occasioni di incontro comunitario e assembleare per far passare le informazioni e stimolare
l'interesse dei fratelli e delle sorelle di chiesa.
Luoghi storici
14) La Cd si rallegra dell'avvenuto coordinamento tra il Centro
culturale valdese, il coordinamento musei e luoghi storici e il coordinamento delle strutture ricettive, e invita tali realtà a proseguire
in questo impegno di valorizzazione del patrimonio storico-culturale esistente in queste valli. Auspica altresì il più ampio coinvolgimento possibile dei Concistori e delle chiese nella comune riflessione sui temi della visibilità e dell'accoglienza turistica presso i
nostri luoghi di importanza storico-culturale, che presumibilmente
saranno oggetto di interesse e attenzione crescenti. Chiede alla
Ced di proseguire nella linea seguita nell'anno appena trascorso.
Ecumenismo e laicità della scuola
15) La Cd condivide le linee generali del documento emendato
sui «Rapporti col cattolicesimo pinerolese» e lo allega agli atti. [Il
testo del documento è pubblicato a pagina 14 de L'eco delle valli
valdesi],
16) La Cd ribadisce la sua più ferma opposizione all'insegnamento confessionale della religione nella scuola pubblica e chiede
alla Ced di adoperarsi affinché il difficile dialogo sulla laicità della
scuola sia tenuto presente nel dibattito ecumenico.
17) La Cd manifesta viva preoccupazione per l'indifferenza dimostrata da numerose famiglie valdesi nei confronti della laicità
della scuola, con la conseguente decisione di far frequentare a;
propri figli l'insegnamento della religione cattolica;
- ritiene che l'obiettivo di una scuola laica e pluralista debba essere riproposto con forza come aspetto qualificante della posizione protestante;
- appoggia perciò l'associazione «31 ottobre» recentemente costituita nell'ambito degli evangelici italiani e segnala a insegnanti,
studenti e genitori l'opportunità dì associarsi per condividere l'impegno di vigilanza sull'attuale situazione scolastica e di battaglia
affinché i fatti religiosi nella scuola siano affrontati in modo culturalmente valido da docenti lìberi da ogni controllo confessionale.
Musica
18) La Cd si rallegra per la recente uscita del libro «I Salmi della
Riforma 1» e attende con gioia la prossima pubblicazione delia nuova edizione dell'Innario cristiano per il prossimo novembre, confidando che esso giunga alle chiese come uno strumento per rinnovare il momento liturgico del canto. Invita tutte le chiese a dotarsi
tempestivamente di questo innario e a garantirne la massima conoscenza e diffusione all'Interno delle proprie attività ecclesiastiche.
Riforma-Eco delle Valli
20) La Cd, preso atto del calo di abbonamenti del settimanale
«Riforma-eco delle valli valdesi», chiede alle chiese di dedicare nel
corso del prossimo anno ecclesiastico almeno un'assemblea di
chiesa per valutare l'importanza di questo strumento che rappresenta la voce della realtà evangelica italiana; chiede altresì alle
chiese di sensibilizzare i propri membri affinché contribuiscano alla sua diffusione.
Kiskiminetas
21) La Cd chiede alla Ced di nominare una commissione che sviluppi il gemellaggio con il presbiterio di Kiskiminetas (Usa).
Classificazione delle chiese locali
22) La Cd, visto l'art. 57/SI/99 e la relazione della Cr sulle chiese
«in sofferenza»,
- ritenendo che una ridefinizione coerente delle varie categorie
(chiese autonome, costituite, in formazione) dovrebbe tener conto di tutte le categorie di chiese,
- avvertendo anche come problemi propri la diminuzione dei
membri delle chiese e la necessità di rivedere i criteri per la loro
classificazione,
- non è in linea di principio contraria all'abbassamento dei limiti numerici previsti dagli artt. 2 e 4 Ro. 4,
- ritiene che, per quanto riguarda le chiese metodiste «in sofferenza», non sia sufficiente ritoccare i requisiti numerici previsti dagli artt. 2 e 3bis R0.4M ma occorra tener conto del contesto del
circuito in cui le chiese sono inserite.
Varie
24) La Cd, ascoltata la proposta di installare a Pinerolo un secondo originale del monumento ai valdesi perseguitati installato a
Steyr (Austria),
- preso atto che a questo scopo si è costituito un apposito comitato nazionale,
- invita la chiesa di Pinerolo ad accertare la eventuale disponibilità della cittadinanza di Pinerolo, sia nelle sue componenti civili
sia nelle sue componenti religiose, a recepire e condividere tale
proposta,
25) La Cd dichiara la propria indignazione di fronte ai cedimenti
del governo e del Comune di Roma rispetto alle ingerenze della
Cei che si sono verificate quest'anno in diverse occasioni, non ultima quella del «Gay Pride», dove un diritto costituzionalmente garantito è stato riconosciuto con espressioni di valutazione negativa dello stesso;
- ricorda a dette istituzioni che il senso profondo della democrazia è non solo nella valorizzazione della volontà della maggiO';
ranza ma anche nel rispetto delle minoranze e del loro diritto oi
esistere e di manifestare.
Casa Cares
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t/FMERPÌ 16 GIUGNO 2000
VITA Delle
¡E
I programmi estivi dei Centri
CENTRO ECUMENICO
«L. MENEGON»
Casa Cares a Reggello (Firenze)
17 giugno-1“ luglio (campo cadetti, 813 anni): Io e gli altri: imparare a costruire insieme.
2-13 luglio: campo chiese della Consulta, autogestito.
14-28 luglio: campi autogestiti.
29 iugiio-6 agosto (campo donne): Comunicare, comunicare la fede.
2-8 agosto: campo teologico di Pullach
(Germania).
9-19 agosto: (campo famiglie): Gesù, i
credenti e i conflitti.
20-26 agosto: campo autogestito (Chiesa cristiana pentecostale di Trieste).
Il Centro è a disposizione di gruppi
autogestiti (minimo 20 persone): quota
giornaliera a persona £ 20.000. Per
informazione sulle quote di rimborso
spese dei vari campi e per iscrizioni rivolgersi a Silvano Fani, viale Miramare
15, 34121 Trieste, tei. 040-413081. Tel.
Centro ecumenico 042-7869087.
ADELFIA
26giugno-l° luglio: campo autogestito
della comunità alloggio del Centro
diaconale La Noce.
2-9 luglio: campo giovanissimi, 7-10
anni.
10-18 luglio: campo ragazzi, 11-13 anni.
19-30 luglio: campo giovani, 14-17 anni.
l"-5 agosto: campo autogestito della
Città Felice di Catania.
7-18 agosto: 1° campo famiglie.
19-29 agosto: 2° campo famiglie.
Il filo conduttore di tutti i campi è II
Mediterraneo come incontri di popoli,
culture e tradizioni. Per informazioni e
iscrizioni: Elisa Spada, via Archeologica
pref. 1, Carlentini (Sr). Tel. 095-993114.
CENTRO EVANGELICO BATTISTA
ROCCA DI PAPA
ECUMENE
AGAPE
18-25 giugno: (campo I-II-III elementare): Bisogna sempre spiegargliele le
cose ai grandi!
25giugno-5 luglio (campo 14-17 anni):
Libertà, alterazione, alienazione.
6-16 luglio (campo 14-17 anni): Ricomincio da tre.
16-23 luglio (XXI incontro fede e omosessualità): Il piacere.
25 luglio-l“ agosto (campo giovani
inernazionale 18-25 anni): Identità e
conflitti.
i^-S agosto (campo donne): C'è un tempo per ogni co.sa.
10-13 agosto (week-end etica): Ricettario di famiglia.
13-20 agosto (campo teologico internazionale): Liturgia e ritualità.
20-27 agosto (campo iV-V elementare):
Vivere senza.
27 agosto-3 settembre (campo politico
internazionale): Riprendiamoci la
politica.
3-10 settembre (campo l-II-III media):
Ci vediamo, al limite.
8 settembre: Network donne.
9-10 settembre: Assemblea degli amici
e delle amiche di Agape.
Per informazioni e iscrizioni: segreteria di Agape, 10060 Frali, Torino. Tel.
0121-807514, fax 0121-807690), e-mail
Agape@perosa.alpcom.it.
19-29 giugno (1“ campo ragazzi, 6-10
anni): Giro, giro tondo, gioca con il
mondo.
30 giugno-10 luglio (2° campo ragazzi,
11-16 anni): Facciamo la pace?
11-24 luglio (3° campo ragazzi, 14-17
anni): Tra cielo e terra.
25 luglio-6 agosto (campo anziani e famiglie): Pagine difficili della Bibbia.
8-19 agosto (campo studi): La Cena del
Signore. Fondamento biblico, sviluppo storico, implicazioni etiche, ecclesiologiche, ecumeniche.
Per informazioni e iscrizioni: Vera
Marziale lafrate. Centro evangelico battista, via Vecchia di Velletri 26, fraz.
Campi d’Annibale, 00040 Rocca di Papa, Roma. Tel. 06-9499014, fax 069496074, celi. 0338-8995000.
2 luglio-8 ottobre: campo lavoro (la
partecipazione minima è di 15 giorni).
4-13 luglio (campo piccoli cadetti per
alunni scuole elementari): DaU’Egitto al deserto, dal deserto alla terra
promessa.
14-23 luglio (campo cadetti per le scuole medie): Sotto il tepee.
1“-10 agosto (campo giovani): Etica
delTascolto tra identità e differenze.
11-16 agosto (campo di Ferragosto):
Quasi mezzo secolo.
Ecumene organizza anche soggiorni
per famiglie e singoli, sul tema II cristiano davanti allo specchio. Per le quote di
rimborso spese e le iscrizioni rivolgersi
a Marco Molinari, a Ecumene, Contrada Cigliolo, 00049 Velletri (Roma). Tel.
06-9633310, fax 06-9633947, e-mail:
ecumene@allnet.it.
VILLAGGIO
DELLA GIOVENTÙ
26 giugno-6 luglio (1° campo famiglia):
Diaconia: Dio agisce.
7-20 luglio (campo giovanissimi, 14-17
anni): Mosaico, ovvero la forza del
sogno condiviso.
21 lugiio-4 agosto (2° campo famiglia):
Chiamati per trasformare il mondo?
Proposte per un nuovo percorso di
riflessione sulla vocazione e sulla
diaconia.
5-17 agosto (campo giovani, 18-35 anni): Responsabilità e servizio di fronte alla globalizzazione della povertà.
18-28 agosto (campo ragazzi, 11-13 anni): Vengo anch'io...no, tu no...perché no?
29 agosto-10 settembre (3“ campo famiglie): Diaconia: una scelta che rivoluziona la vita, la riempie di senso
e di relazioni umane.
Le quote variano a seconda del reddito e dei campi. Per informazioni e iscrizioni: direzione Villaggio della gioventù, Lungomare Pirgy 13, 00050 Santa Severa, Roma. Tel. 076-6570055, fax
076-6571527, e-mail villaggi@tin.it.
VILLAGGIO EVANGELICO
tfCENTRO INCONTRI»
22 giugno-2 luglio (campo piccoli, 8-11
anni).
giugno-luglio: (campo famiglie).
6-16 luglio: (campo adolescenti, 12-14
anni).
20-30 luglio: (campo giovani, 15-18). II
tema unico dei campi sarà Chi dice
la gente che io sia? (Matteo 16,13).
Per informazioni e iscrizioni rivolgersi al pastore Antonio Squitieri, tei. 0825680561. Il Villaggio evangelico è in via
Rivarano 18, 83024 Monteforte Irpino
(Av), tei. 082-5682698, fax 082-5683942.
CASA CARES
l“-8 luglio (campo precadetti, 7-12
anni): Salpiamo insieme alla ricerca del
tesoro.
27 agosto-5 settembre (campo cadetti, 13-17 anni): È una vita di paure o sono paure da vivere?
Per informazioni e iscrizioni: Casa
Cares, via Pietrapiana 56, 50066 Reggello, Firenze (tei. 055-8652001, fax 0558652900 e-mail cares@centroin.it).
Ecumenismo in Sardegna
A Sanf Antioco si discute
la Carta ecumenica
I II 2 maggio, alle ore 18
^6ll Pillo et è»
■^^ll’aula consiliare, si è conewsa a Sant’Antioco, con un
'Iiuattito ecumenico aperto,
^8a serie di conferenze orgaJ''zzate daH’Università della
®tza età e patrocinata dalla
amministrazione pubblica. In
Questo dibattito è stato dicusso il documento della
l'^arta ecumenica», le inizia''e socio-culturali intraprese
sile chiese cristiane locali,
ome il progetto nomadi e
appello giubilare per la canlezione del debito internaonale. Al dibattito hanno
Qp ecipato padre Francesco
di chiesa ortodossa
^urtu Sant’Elena, il paGiuseppe Miglio della
battista di Carbof, ’ 'I sacerdote don Salvatochi^a- della parroc
fi) ® “1 Giba e il professore di
“°sofia Gianni Cancedda.
“31 marzo, alle ore 18 nel
l’aula convegni dell’Associazione della terza età di Sant’
Antioco, il pastore Giuseppe
Miglio ha tenuto una conferenza dal titolo «Commenti e
riflessioni sul “Consenso cattolico-luterano sulla dottrina
della giustificazione’’». Il tema
ha suscitato un grande interesse fra i presenti che hanno
manifestato una notevole
sensibilità ecumenica e desiderio di continuare questo
percorso comune proponendo per il prossimo futuro altri
incontri, con l’auspicio di
creare anche una rete ecumenica nel territorio.
Chiesa valdese di Milano
Un compact disc
per cantare le lodi a Dio
La corale della Chiesa valdese di Milano ha appena inciso un Cd dal titolo Cantate
di cuore a Dio: una scelta di
canti del proprio repertorio
che vengono eseguiti in chiesa durante il culto nel corso
dell'anno ecclesiastico oppure in occasione di concerti e
manifestazioni ecumeniche.
Proprio una manifestazione
ecumenica è stata l’occasione per questa registrazione
dal vivo. Il programma è stato eseguito il 10 aprile scorso
nella chiesa di San Carlo al
Lazzaretto a Milano. Si tratta
di 14 canti di cui ben sei ori
Regala un
abbonamento a
ginali, cioè composti appositamente per la corale: le musiche sono tutte del direttore
della corale valdese, m.o Demetrio Costantino; i testi sono brani biblici oppure testi
scritti appositamente dal
maestro stesso, tranne uno
che si deve al pastore Antonio Adamo. Tenendo conto
dei mezzi di registrazione
non professionali il risultato
è più che decoroso. I brani
non originali sono noti (uno
per tutti il Giuro di Sibaud] e
quelli originali, molto belli,
saranno certamente apprezzati da chi ama il canto corale. Il Cd può essere richiesto
alla Libreria Claudiana di Milano (v. Sforza 12/a, 20122
Milano: teefono. e fax 0276021518; e-mail: libclaud
@tin.it) al costo di £ 25.000
più spese postali. Il ricavato
andrà a favore della Chiesa
valdese di Milano, (s.b.)
PAG. 9 RIFORMA
AGENDA
16 giugno
VITERBO — Alle ore 21, al teatro San Leonardo (via Cavour 9), il coro «Jubalheirs» (Georgia, Usa) tiene un concerto
di canti evangelici.
BOLOGNA — Alle 17,30, nella chiesa metodista (via Venezian 3), Simonetta Venturini interpreta lo spettacolo teatrale
«Voci di donne nella Bibbia: Èva, Regina di Saba, Maddalena». Musiche di Jolando Scarpa, regia di Ali Zarei.
18 giugno
ROMA — Alle 10,30 nella Rome Baptist Church (piazza
San Lorenzo in Lucina 35) e alle 20,30 nella chiesa battista di
via Teatro Valle 27, il coro «Jubalheirs» (Georgia, Usa) tiene
un concerto di canti evangelici.
19 giugno
TRAMONTI DI SOPRA (Pn) — Al Centro ecumenico «L.
Menegon» inizia il campo cadetti diretto da Andreas Kòhn.
24 giugno
COAZZE (To) — Alla chiesa valdese si inaugura la mostra
«Giordano Bruno, il rogo di una mente libera», che resterà
aperta fino al 16 luglio, venerdì, sabato, domenica, ore 16-20.
COAZZE (To) — Alla chiesa valdese, alle 21, si tiene un
concerto del coro «Carlo Mosso» dell’Associazione genitori,
insegnanti e sostenitori del Conservatorio.
25 giugno
MONTEFORTE IRPINO — A partire dalle 10 (culto), al Villaggio evangelico (via Rivarano 18), si tiene la giornata comunitaria di convegno sul tema: «Un progetto di rilancio per
Monteforte». Alle 11,30 relazione del direttore del Centro;
nel pomeriggio, a partire dalle 14,30, lavoro in gruppi sui temi tossicodipendenze, emigrazione, inserimento di ex detenuti. Per adesioni e informazioni, tei. 0825-682698.
22-29 luglio
CHIANCIANO TERME (Si) — Il Sae organizza il proprio
convegno annuale dedicato al tema: «Conflitti, violenza, pace: sfida alle religioni». Tra i relatori: Massimo Cacciari, André Birmelé, Giuseppe Platone, Ermanno Geme, Fouad Khaled Allam, Amos Luzzatto, Giovanni Cereri, Letizia Tomassone, Carlo Molari, Domenico Maselli, Paolo Ricca, Piero Stefani. Per informazioni e iscrizioni: tei. 02-878569; fax 0286465294; e-mail; e.milazz@flashnet.it
AVVERTENZA: chi desidera usufruire di questa rubrica deve
inviare i programmi, per lettera o fax, quindici giorni prima
del venerdì di uscita del settimanale.
or’ COMITATO PROMOTORE PER LA RISTRUTTURAZIONE
DELL’OSPEDALE EVANGELICO VALDESE DI TORINO
Dal «canto popolare» la musica «colta»
Concerto di
Carmine La Vecchia
Emiliana Borello
Filippo Mongiardino
Posto unico L. 25.000
L'incasso sarà devoluto per la ristrutturazione
e l'ampliamento dell'Ospedale Evangelico Valdese di Torino
Casa Valdese
00192 Roma via Alessandro Farnese 18
tei. 06-3218222, fax 06-3211843
Roma, non solo Giubileo
Offerta per un’estate a Roma
La Casa Valdese di Roma ripropone per il 2000 la propria offerta
speciale per famiglie e «under 25» per mesi di luglio e agosto, con
soggiorni minimi di 3 giorni.
Per le famiglie le tariffe applicate con trattamento di pernottamento e colazione a buffet, saranno le seguenti
Sistemazione in stanza a due letti L. 70.000 a persona
Sistemazione in stanze triple o quadruple L. 60.000 a persona
Pei i giovani «under 25» , sempre con trattamento di pernottamento 6 colazione a buffet, con sistemazione in stanze triple o
quadruple, sarà di L. 50.000
a persona.
Vi aspettiamo
Assunta Menna
Direttrice
Per aver diritto alla suddetta offerta
si dovrà presentare il presente coupon
Ili
10
PAG. 10 RIFORMA
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Commenti
^^ÄSl^SSISSi
EVANGELO
E OMOSESSUALITÀ
MARM BONAFEDE
Forse vale la pena di ritornare
sulla vicenda del «Gay Pride», la
manifestazione mondiale dell’«orgoglio» omosessuale che si
terrà a Roma in luglio, anche
perché ci sono state delle reazioni contrastanti anche in campo evangelico. In particolare,
l’Alieanza evangelica italiana
(Aei) ha emesso un comunicato
in cui prende le distanze dalle
posizioni espresso neU’ambito
della Federazione delle chiese
evangeliche in Italia e di cui
Riforma ha dato conto. L’Aei
«non riesce a vedere proprio
nessun orgoglio nella praticadella omosessualità. L’omosessuale praticante è sempre il benvenuto nella comunità evangelica, quando egli
si propone di
abbandonare
quella pratica
Nella Scrittura la
discriminante è la
tizza la vita degli altri, di chi è
diverso dalla maggioranza, come peccaminosa.
Le persone omosessuali, come quelle eterosessuali, possono essere persone degne o indegne, persone che amano, credono, sperano, vivono con dignità
la loro esistenza e la loro identità sessuale e con rispetto l’esistenza del loro prossimo; oppure persone che vivono una vita
disordinata e nociva nei confronti di se stessi e del prossimo. Ribadiamo con convinzione che, nella Scrittura, la discriminante è la fede e il vivere la
vita con amore e nel servizio
del prossimo, non l’identità
sessuale. Non si
tratta dunque di
relativismo teologico, ma del
massimo rispetto
per l’azione dello
che la parola di fç(jQ ç jj ]/j\/çfç ¡q ]/jfß Spirito Santo per
Dio condanna».
Mi sembrano
opportune due
considerazioni.
La prima riguarda la tutela del
diritto di esistere e di esprimersi di una minoranza, qualunque
essa sia, in uno stato laico. Salvemini, cinquant’anni fa ebbe a
dire, riferendosi alle manifestazioni spirituali di tipo estatico
delle minoranze pentecostali:
«Io non tremolo, ma se non difendo il loro diritto di tremolare, dove finisce il mio diritto di
non tremolare?». Il primo problema è quindi quello di ribadire con forza che in uno stato laico la salvaguardia della libertà
di ciascuno è salvaguardia della
libertà di tutti.
La seconda considerazione riguarda il fatto che il problema è
nato perché la manifestazione
gay avviene a Roma durante il
Giubileo cattolico e perché la
Chiesa cattolica si è pesantemente espressa per vietare agli
omosessuali di manifestare, interpretando la scelta di Roma
nel 2000 come una provocazione. Questo ci è parso grave anche
dal punto di vista della fede cristiana: intanto perché si può dare di questa scelta almeno un’altra interpretazione, e cioè il desiderio di essere accolti nel proprio diritto di esistere in quanto
persone omosessuali proprio
nella città che molti considerano
il simbolo della fede cristiana.
Poi perché crediamo che si faccia un uso distorto della fede e
della responsabilità che è data ai
credenti dal Signore quando, in
nome di Cristo e di una presunta
fedeltà alla Scrittura, si pongono
nell'amore e nel
servizio del prossimo
il quale «chiunque [ma proprio
chiunque] invoca
il nome del Signore sarà salvato» (Gioele 2, 32;
Romani 10, 13). Tornare al Signore e cambiare vita signifìca
vivere una vita libera responsabile e santificata, cosa che è possibile sia per le persone eterosessuali che per quelle omosessuali. Ma chi usa la Scrittura come il martello del giudice e si
permette, in suo nome, di «condannare» la vita di qualcun altro dovrebbe interrogarsi circa
la liceità di tale diritto e chiedersi se non stia prendendo il
posto di Colui a cui soltanto
spetta il giudizio.
Ancora, per fare chiarezza fino in fondo: la parola «orgoglio» non piace a nessuno, neanche a noi, ma è lampante che si
tratta di un termine che reagisce
a secoli di discriminazioni e sofferenze e, oggi, a chi vorrebbe
l’identità omosessuale vissuta
ancora nella vergogna e nel nascondimento. In ultimo, ma non
per importanza, emarginare, discriminare, condannare e bollare come peccatori e peccatrici
uomini e donne in base alla loro
identità sessuale e al fatto che
aspirano a vivere la loro vita
con pienezza è grave e, a mio avviso contrario al messaggio
evangelico e alla verità del cristianesimo perché, appunto,
«Dio ha tanto amato il mondo
affinché chiunque crede in lui
non perisca, ma abbia vita eterna. Infatti Dio non ha mandato
il suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il
mondo sia salvato per mezzo di
divieti generalizzati e si stigma- lui» (Giovanni 3,16-17).
REDAZIONE CENTRALE TORINO:
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Maffei. IN REDAZIONE: Alberto Corsani. Marta D’Auria. Massimo Gnone. Jean-Jacques Peyronel, Davide Rosso. Piervaldo Rostan (coordinatore de L'eco delie valli)
Federica Tourn. COLLABORANO: Luca Benecchi. Alberto Bragaglia. Avernino Di
Croce. Paolo Fabbri, Fulvio Ferrarlo, Giuseppe Ficara. Pawel Gajewski, Giorgio Gardiol, Maurizio Girolami, Pasquale lacobino. Carmelina Maurizio, Luca Negro. Luisa
Nitti, Nicola Pantaleo. Emmanuele Paschetto, Gian Paolo Ricco, Fulvio Rocco. Marco Rostan, Mirella Scorsonelli, Florence Vinti, Raffaele Volpe,
DIRETTORA RESPONSABILE Al SENSI DI LEGGE: Piera Egidi.
REVISIONE EDITORIALE: Stello Armand-Flugon; GRAFICA: Pietro Romeo
AMMINISTRAZIONE: Ester Castangia: ABBONAMENTI: Daniela Actis.
STAMPA; La Ghisleriana s.n.c. Mondovì - tei. 0174-42590.
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ordinario: L. 105.000: ridotto: L. 85 000; semestrale: L. 55.000:
■V sostenitore: L. 200.000
Fetorn ordinario: L. 170 000; v. aerea: L 195 000: semestrale: L 80.000;
sostenitore: L. 250.000.
Tariffe inserzioni pubblicitarie; a modulo (42.5x38 mm. Riforma - 37x45 mm, L'Eco delle
valli valdesi) £ 30.000. Partecipazioni; mm/colonna £ 1,800 Economici: a parola £ 1 000.
La testata Riforma è registrata dal Tribunale di Pinerolo con il numero 176/51.
Riforma-L’Eco delle valli valdesi è il nuovo titolo della testata
L'Eco delle valili valdesi registrata dal Tribunale di Pinerolo con il
n. 175/51 (modifiche registrate il 6 dicembre1999).
Il numero 23 del 9 giugno 2000 è stato spedito dall’Ufficio CMP
Nord di Torino, via Cebrosa 5, mercoledì 7 giugno 2000.
1998
Associato sKa
Unione stampa
periodica italiana
VENERDÌl 6 giugno,^,
VENERI
La riflessione sul (documento per LAssemblea-Sinodo
Peccato, grazia, salvezza
Non rinunciomo al linguaggio della tradizione biblica per «dire la
salvezza oggi» ma, come ha fatto la Riforma, spiegamolo bene
PAWEL GAJEWSKI
IL documento «Dire la salvezza alle donne e agli uomini del nostro tempo» è, finora, l’unico documento
bmv preparato in vista della
prossima Assemblea-Sinodo.
A mio parere però la sua portata, i suoi interrogativi, le
sue intuizioni, tutto questo
oltrepassa gli stretti confini
geografici e politici delle nostre chiese e ci porta ben oltre il nostro imminente appuntamento in vai Pellice.
Ho letto in questa prospettiva il testo di Andreas Kohn
«Dire la salvezza oggi» {Riforma del 26 maggio) marcate
da una notevole creatività
teologica e pastorale. Difficile
non condividere la sensazione che il nocciolo della questione è stato espresso nel
paragrafo 3.2.5 del documento: «C’è poi un altro grosso
problema, ed è quello del linguaggio: termini come “salvezza”, “grazia", “peccato” si
rivelano sempre più come
termini “interni” alle chiese».
Personalmente leggo queste
parole non come un’affermazione ma come un interrogativo; in altre parole, preferisco riformulare la frase così: i
tre termini fondamentali
dell’Evangelo, peccato, grazia, salvezza, diventano sempre di più termini «interni»
alle chiese?
Il linguaggio biblico
A questa domanda rispondo con un «no» piuttosto deciso: le parole peccato grazia,
salvezza, sono il più grande
contributo del cristianesimo
donato al patrimonio del
pensiero umano, un contributo che ha cambiato il modo di pensare e di intendere
l’intera esistenza umana.
Certo che le parole, inclusi questi tre grandi vocaboli, hanno bisogno di essere
spiegate, tradotte, raccontate
(potremmo imparare ancora
molto dagli ebrei). Tuttavia
nello sforzo di predicare
l’Evangelo oggi è importante
un modello di predicazione,
una confessione di fede che
non sia soltanto un collage di
termini inventati ad hoc per
sostituire il linguaggio biblico
e i riferimenti a una fede testimoniata nel concreto degli
eventi storici, spesso drammatici e sanguinosi.
Andreas Kohn invoca a
questo punto il dio Ermete,
proponendo questa divinità
greca come modello simbolico della funzione comunicativa. Ermete inventò la lira ed
era il messaggero degli dei.
ma questo simpatico dio greco, figlio di Zeus e della ninfa
Maia, aveva anche altre due
OGGI è la domenica di
Pentecoste, giornata nella quale i cristiani ricordano
la discesa dello Spirito Santo
sui discepoli riuniti dopo
l’Ascensione di Gesù, come
egli stesso aveva promesso.
In quel giorno lontano erano
presenti a Gerusalemme i
rappresentanti di popoli
molto diversi fra loro sia per
costumi che per linguaggio.
Eppure lo Spirito Santo fece
sì che tutti potessero comprendere il solo e unico messaggio che veniva dai discepoli: «Dio ha fatto Signore e
Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso». Diversità di linguaggi ma un messaggio unico, preciso, inconfondibile:
Gesù Signore e Salvatore.
Oggi i cristiani sono molto
divisi fra loro: diversità di linguaggi, diversità di liturgie,
gestualità diverse, teologie diverse. Eppure alcuni credenti
caratteristiche piuttosto particolari: ambiguità (il suo agire e il suo parlare non erano
mai del tutto chiari) e inafferrabilità (le mani e i piedi alati). Non credo che invocando
questa divinità greca si volesse invitare a una predicazione ambigua e inafferrabile.
Nell’annuncio del messaggio
evangelico occorre, però, andare molto cauti quando si
usano figure retoriche e simboli mitologici.
Un «Cristo su misura»
lean-Pierre Vernant nel suo
libro L’universo, gli dei, gli
uomini (Einaudi, Torino,
2000, pag. 63) racconta, per
esempio, il ruolo che Ermete
(Hermes) ebbe nella creazione della prima donna: «Gli
dei creano un essere fatto di
terra e acqua, in cui viene immessa la forza di un uomo,
sthenos, e la voce umana,
phone. Ma Hermes le mette
in bocca anche delle parole
menzognere, la dota di uno
spirito da cagna e di un temperamento da ladro». Ecco il
rischio di usare i linguaggi
che non sono propri del messaggio cristiano! Il dio Ermete
può servire per invitare a un
ripensamento del nostro modo di comunicare, ma potrebbe anche servire come
appiglio per un discorso piuttosto misogino.
Dopo questo gioco provocato da Ermete bisogna toccare una questione molto seria che, a mio avviso, non è
stata, finora, abbastanza approfondita nella discussione
sull’evangelizzazione. Chi o
che cosa occupa il posto centrale nel processo di comunicare la Parola? Qualche volta
sembra che al centro di questo processo stia il destinatario dell’annuncio che viene
visto quasi esclusivamente
da una prospettiva che è
quella soggettiva dell’annunciatore. Abbiamo quindi una
comunicazione tra due soggetti, nella quale la Parola è
solo il contenuto della comunicazione e questo contenuto
deve essere reso più comprensibile possibile. In tale
ottica dove dovremmo collocare l’oggettività e la sovranità della Parola rivelata
espresse con il motto «Sola
Scriptura»? Il «Solus Christus» può essere sostituito
con un «Cristo su misura» e
con un messaggio estemporaneo che relativizza la persona di Gesù e prescinde
completamente dalla storia?
Si dovrebbe aggiungere che
per un cristiano o una cristiana la parola «storia» significa,
prima di tutto, la storia della
fede consapevolmente vissuta e testimoniata.
Dire la salvezza oggi
Nessuno può negare la necessità di usare i linguaggi
dell’arte, della musica, della
poesia e della filosofia, per dire la salvezza oggi. Questa
scoperta, però, non è stata
fatta da predicatori postmoderni in cerca di identità. Varrebbe la pena di ricordarsi
qualche volta che Lukas Cranach, il Vecchio, Lukas Cranach, il Giovane, Johann Sebastian Bach, John Milton, Immanuel Kant, per citare solo
alcuni nomi più noti, erano figli di una corrente spirituale e
culturale che è sorta in Europa con affermazioni che iniziavano con «Sola» e «Solus».
sinceri e in buona fede sostengono che queste diversità
annunciano lo stesso messaggio: Gesù Cristo, Signore del
mondo. Ma le cose stanno
proprio così? Non nego che in
talune occasioni particolari
(ne faccio io stesso l’esperienza) le diversità portano comunque allo stesso messaggio. Ma si tratta di momenti
speciali, non della norma.
Quando una chiesa sostiene di essere fondata sulla persona di Pietro e non sulla sua
confessione di fede («Tu sei il
Cristo») parla un linguaggio
diverso dal nostro, ma annuncia anche un messaggio
diverso. Quando una chiesa
afferma che il vicario, il rappresentante di Cristo in terra
è un uomo che siede sulla
cattedra di Roma e non lo
Spirito Santo, parla un altro
linguaggio, ma dà anche un
diverso messaggio. Quando
una chiesa prende una dolce
fanciulla ebrea, Miriam di Nazareth, oggetto di una parti
limmM 0ì.tA
OG
oggi è un
altro gic
Provincia vaticana?
Nel sottotitolo reca scritto
«Oggi è un altro giorno»: è
l’ultimo nato fra i quotidiani, che nel suo n. 4 (26 maggio) apre sulla (Questione del
raduno gay a Roma. L’articolo di Francesco Bei critica
l’ossequio della politica italiana al Vaticano: «La Chiesa, si passi l’espressione, fa
il suo “mestiere”: legittimamente, come ogni lobby,
cerca di far prevalere la sua
visione, tanto più in Italia
dove a buon diritto può
vantare una maggioranza di
sostenitori tra i cittadini,
Nessuno può impedire ai
Papa di fare il Papa, il pròblema è invece la classe politica». E ancora: «Resta
grande (...) la distanza fra
l’ordinamento italiano e i
“desiderata” ecclesiali, domani potrebbe essere il turno del diritto di famiglia,
dell’aborto, o magari del divorzio. La Chiesa non può
adattarsi al Secolo, non èia
sua missione. Cerca giustamente di piegarlo alle sue
istanze, e sta alle istituzioni, ai politici, difendere quei
diritti per i quali possiamo
considerarci ancora una società aperta e non confessionale. Finora tuttavia lo
smottamento è stato continuo, un progressivo scivolamento di un pensiero laico,
debole e disorientato, verso
le braccia della Chiesa».
Munire
Verne religioso
Gli eroi dei suoi romanzi
non davano molto spazio a
Dio, anzi lo contraddicevano spesso; e tuttavia un interesse di Jules Verne perla
fede e la religione ci fu, tanto che uno studioso. Condolo della Riva, afferma che
nel 1884 ebbe udienza da
Leone XIJl. in ogni modo il
geniale scrittore affrontò,
magari di straforo, i temi religiosi. Della Riva, intervistato da Roberto Beretta (25
maggio) racconta delle simpatie, espresse nel Contedi
Chanteleine, per la Vandea
contro i giacobini, dovute
peraltro al suo conservatorismo in politica. Inoltre,
«se [Verne] fa un confronto
con i protestanti (come nel
racconto di un viaggio in
Inghilterra e in Scozia) av
vantaggia sempre i cattolici.
Ma Verne è molto incline a
cadere nei luoghi comuni e
non so quanto conpsca
davvero dei protestanti: tra
l’altro li accomuna senza
distinguere le confessioni».
colare vocazione divina, e ,
trasforma in «Maria Madre
Dio», «Maria Ausiliairicc*’
r«Immacolata Concezione^
r«Assunta in cielo»,
ascolta le preghiere dei i
creature umane soffere’'
parla un linguaggio i
te, ma annuncia anche un
verso messaggio. Quando u I
chiesa si pone come media I
ce fra Dio e l’uomo e disp
satrice di indulgenze
annuncia
messaggio. «I.à
to del Signore, qui vi e
esclama l’apostolo P^oio.
è così soltanto che si pun
lebrare la Pentecoste.
(Rubrica «Un fattO’
mento» della trasmissione ^
diouno «Culto evangelico" - ¡
dalla Federazione detteÇ' ..
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^ Tra l'AsI 10 e la facoltà di Medicina
Collaborazione didattica
L’Università di Torino ha inserito anche l’Asl di Pinerolo fra
gli enti con cui realizzare una collaborazione didattica. Così
l’ospedale di Pinerolo ospiterà alcuni medici che compiranno
la loro specializzazione al Civile. «È un modo per allargare
l’ambito delle strutture che possono sperimentare nuove tecniche di ricerca scientifica; ovviamente quelli che dimostreranno
la propria preparazione avranno le porte aperte nella nostra
azienda», puntualizza il direttore, Ferruccio Massa. Altri specializzandi arriveranno anche dalle Università di Milano e Siena:
all’Agnelli risulteranno così in specializzazione universitaria
quattro chirurghi, due cardiologi e due anatomo-patologi, un
radiologo, quattro anestesisti-rianimatori e un reumatologo.
)ì 7 <1
PAG. 11 RIFORMA
^ Al Rifugio Re Carlo Alberto
Il nuovo Centro Alzheimer
Inaugurazione ufficiale, sabato 10 giugno, per il Centro diurno per malati di Alzheimer del Rifugio Re Carlo Alberto di Luserna San Giovanni. Alla giornata sono intervenuti oltre al presidente del comitato di gestione del Rifugio, Mario Armand Pilón (nella foto), e alla vicepresidente, Elena Ravazzini Corsani,
anche il direttore generale dell’Asl 10 Ferruccio Massa e il presidente della Commissione sinodale per la diaconia della Chiesa valdese, Paolo Ribet. Il Centro diurno viene gestito in collaborazione con l’Asl 10 ed è in operativo da febbraio. La struttura è stata realizzata con fondi dell’8%o della Chiesa valdese e
con i contributi delle Fondazioni Specchio dei tempi e Crt oltre
che a quelli degli Amici del Rifugio e di molti sostenitori.
imo
I] Fondato nel 1848
V leOf: 1-f'Ìii.j.iAr ■
Nuove norme nazionali sul ciclo integrato delle acque modificheranno la materia
Cambieranno i servizi ambientaii
In base alle direttive europee la trattazione della risorsa idrica si arricchisce con il concetto di
«depurazione»; i Comuni più piccoli potrebbero, come sempre, andare incontro a nuove difficoltà
PIERVALDO ROSTAN ---- ------ --.
UNA serie di norme
nazionali potrebbe,
nel giro di poco tempo,
cambiare anche radicalmente tutta la rete dei
servizi ambientali legati
al cosiddetto «ciclo integrato delle acque», alla
distribuzione del gas metano, alla complessa partita rifiuti. Alcune decisioni in realtà non dovrebbero avere ricadute
sui servizi erogati ai cittadini trattandosi più che
altro di questioni burocratiche ma altre Invece
potrebbero avere ripercussioni sui cittadini
utenti, e anche pesanti.
Basti pensare alla questione acqua. La «Legge
Galli» è diventata una
frontiera, quasi una barricata su cui si sono attestate diverse amministrazioni comunali.
In sostanza, mentre in
base alla legge si stanno
creando ambiti di gestione ottimale di grandi dimensioni (siamo a livello
di provincia di Torino
tanto per fare un esempio
locale) molte amministrazioni locali, che avevano fin qui gestito direttamente i propri acquedotti, investendo negli
anni scorsi centinaia di
milioni di contributi statali, si erano fieramente
opposti alla scelta di un
unico grande ambito. Le
ragioni? Spesso si è parlato di intenzione di portar
via una delle poche risorse della montagna, con
nessun ritorno per le popolazioni locali salvo un
probabile aumento delle
tariffe oggi molto contenute. Nella realtà questo
sussulto di autonomismo
aveva indubbi limiti; non
tanto perché si prevedono ritorni economici alle
cotnunità montane sulla
base delle entrate delle
tariffe ma soprattutto
perché in linea con le direttive europee si parla
appunto di «ciclo integrato delle acque» e cioè non
solo di captazione ed erogazione ma anche, e soprattutto di depurazione.
E qui qualunque piccolo
Comune si troverebbe in
forte difficoltà. L’entrata
in vigore della legge sulle
acque comporta però dei
rischi. L’aspetto tariffario
ovviamente inquieta: se
in molte zone siamo oggi
sotto le 1.000 lire a metro
cubo, va detto che in altri
paesi europei siamo invece intorno alle 4.000 lire e
poiché per la gestione del
servizio idrico potranno
concorrere anche soggetti esteri, il rischio di aumento c’è, ancor ché bilanciato da un regime di
prezzi controllato.
Un altro elemento di
incertezza che riguarda
direttamente il Pinerolese è dato dalla probabile
approvazione di un disegno di legge nazionale
che imporrà la gestione
di tutta la partita di questi servizi, compresi i ri
fiuti, da parte di aziende
società per azioni. Ed è
per questo che i Comuni
del territorio stanno ragionando con il consorzio Acea che gestisce i
servizi rifiuti, gas, acqua
in molti comuni, pur con
situazioni diverse a seconda del paese (in alcuni tutto, in altri solo rifiuti, in altri ancora rifiuti e
acqua e via discorrendo),
di come ipotizzare il futuro di un ente che ha saputo nel corso degli anni
operare con efficienza
qualificandosi per le scelte strategiche mantenendo un regime tariffario
che, specie per i rifiuti è
fra i più bassi in assoluto.
Che l’Acea sia destinata a diventare una Spa è
scontato; lo è di meno
comunque il futuro per la
gestione dei servizi. Sarà
il compito dell’Acea quello di riuscire a posizionarsi sul mercato in modo da essere un soggetto
in grado di operare su
ambiti più ampi dell’attuale, con un nuovo assetto societario eppure in
collegamento con le amministrazioni locali. Ci
sarà necessità di investire: lo si sta già facendo
per lo smaltimento rifiuti
con il progetto di una
raccolta differenziata di
base fra frazione umida e
secca e conferimento in
discarica di una parte assai ridotta rispetto all’attuale. Dovrà essere fatto
altrettanto per l’acqua.
Autostrada Torino-Pinerolo
Verso il sollecito
completamento
«Il completamento dell’autostrada Torlno-Pinerolo è certo». Con tutti i
distinguo del caso, sono
queste le parole del sindaco di Pinerolo, Alberto
Barbero, del deputato
Giorgio Merlo e del senatore Elvio Passone. L’annuncio è stato fatto nel
corso di una conferenza
stampa in Comune nella
mattinata di lunedì 12
giugno. Una notizia che il
primo cittadino pinerolese e i 2 parlamentari danno ben volentieri, anche
se soprattutto Passone
non nasconde una punta
di amarezza per i tempi
di realizzazione dell’opera. In effetti la costruzione dovrebbe iniziare nel
dicembre 2001 per terminare solo 2 anni più tardi,
alla fine del 2003: «I tempi non sono solleciti come vorremmo, ma bisogna considerare le eccezionali difficoltà riscontrate». Giorgio Merlo sottolinea la necessità di inserire il tratto Volvera-Riva in un «rilancio di tutto
il territorio, soprattutto in
vista dell’appuntamento
olimpico del 2006».
All’incontro c’era anche l’Ativa, la società appaltatrice per la costruzione dell’autostrada: «Il
costo dell’opera - spiega
il presidente, Luciano
Marengo - ammonta a
120 miliardi per il solo
tratto Volvera-Pinerolo».
Una spesa che cresce ulteriormente se, oltre ai
nuovi 15 chilometri di
asfalto e cemento, si aggiungono la sistemazione della barriera di BeinascQ per il pagamento
di un pedaggio ifisso e la
costruzione del raccordo
Orbassano-Sito: opere
che Marengo definisce
«un tutt’uno» con il tratto autostradale.
«La Torino-Pinerolo è
in autofinanziamento»,
ricorda Barbero: questo
significa che l’opera si
farà comunque anche
senza aspettare l’approvazione, prevista entro
l’estate, della legge di
stanziamento dei fondi
stanziati per le olimpiadi
del 2006. Sono 1.091 i miliardi previsti per la sistemazione strutturale, di
cui oltre 300 verranno
destinati alla viabilità.
IL FATTO RELIGIOSO
NELLA SCUOLA
MARCO ROSTAN
■■
Un ordine del giorno votato nella recente Conferenza del I distretto si rivolge direttamente alle famiglie valdesi e invita genitori e alunni a un impegno più esplicito in favore
della scuola laica. È una
sollecitazione a non affrontare con leggerezza la
questione dell’insegnamento cattolico nella scuola, a non vederlo soltanto
come una questione personale rispetto
alla quale ciascuno può decidere come
meglio crede,
ma a considerarla anche
come una questione di
principio. E, in questi tempi grigi di crescente ossequio papista da parte di
istituzioni e organi pubblici, anche le questioni di
principio sono importanti:
noi protestanti abbiamo
fra queste l’obiettivo che la
scuola pubblica sia laica e
pluralista.
Forse bisogna spiegare
meglio che cosa vuoi dire:
scuola laica non vuol dire
scuola contro il cattolicesimo e tanto meno scuola
senza religione. Anzi noi
vogliamo che a scuola la religione si studi meglio che
adesso, perché in realtà nonostante l’ora di religione
cattolica, in fatto di religione in Italia c’è soprattutto
ignoranza. Bisogna studiare le religioni, capire come
la storia dei popoli è stata
fortemente determinata
dalle fedi e dalle istituzioni
religiose, nel bene e nel male. Bisogna farlo con insegnanti ben preparati e soprattutto liberi da qualsiasi
controllo confessionale.
Oggi questo non è possibile: dunque bisogna cambiare. Ma se nel frattempo gli
alunni continuano a frequentare l’insegnamento di
una sola religione i cui docenti devono avere il placet
del vescovo, le cose non
cambieranno mai. Inoltre
scuola laica e pluralista
non vuol dire scuola in cui
non si parla di morale, non
si fa educazione. Questo è
forse il timore principale di
molte famiglie che non si
prendono'fino in fondo la
responsabilità dell’educazione e la delegano alla
scuola, convinte che un po’
di religione, comunque essa sia fatta, non fa male.
Noi protestanti, pur essendo convinti che la testimonianza della fede ri
No alle scuole
confessionali
sì al pluralismo
all'interno della
scuola pubblica
guarda le famiglie e le chiese, e non la scuola, voglia- ,
mo che la scuola formi e
non soltanto informi, che
la scuola risponda agli interrogativi dei ragazzi sul
senso della vita, sui problemi che essi vivono, che la
scuola aiuti gli alunni ad
avere in testa delle cose
buone e giuste per cui vai la
MM—pena vivere, a
essere critici,
a saper scegliere da soli:
ma non pensiamo che
questi argomenti debbano essere relegati nell’
ora di insegnamento religioso cattolico, perché essi sono in
realtà gli obiettivi educativi
dell’intero Consiglio di
classe. A differenza dei cattolici noi non pensiamo che
quando c’è un problema
morale, la risposta debba
essere delegata al prete o a
chi per esso: per questo noi
siamo contrari alla presenza di un insegnamento religioso confessionale. Ma se
poi facciamo frequentare
l’insegnamento religioso
confessionale ai nostri figli,
siamo in contraddizione
con quello che crediamo.
Forse qualcuno pensa
che sarebbe più semplice se
a scuola ci fosse anche un
ora di religione per chi non
è cattolico: anche questo
non funzionerebbe, intanto
costerebbe parecchio (se si
pensa che sarebbe necessario avere l’insegnante protestante, quello ebreo,
quello musulmano e via dicendo). E poi di nuovo non
ci sarebbe il confronto, la
comprensione reciproca
delle diversità e dei perché.
Per questi motivi non vogliamo una pluralità di
scuole private confessionali e vogliamo invece il pluralismo religioso e culturale nella scuola pubblica. Di
queste cose bisogna parlare
di più nelle famiglie valdesi
e anche in quelle miste, così come alla scuola domenicale e nel catechismo. Ora
si è anche costituita un’associazione per la scuola laica e pluralista, promossa
dagli evangelici, a cui tutti
possono aderire, insegnanti, genitori, studenti, comitati, Concistori, e a cui si
può chiedere aiuto per
orientarsi e per decidere. È
una cosa importante, non
facciamoci assimilare anche sulla scelta che abbiamo il diritto e il dovere di
esprimere nella scuola.
12
PAG. 12 RIFORMA
E Eco Delle ^lli ^ldesi
VENERDÌ 16 GIUGNO 2000
venerdì H
Un Centro polivalente sorgerà a Villar Perosa
SAN GERMANO IN FESTA — Settimana di festa a
San Germano (nella foto il municipio): si comincia alle 21 di giovedì 15, agli impianti sportivi,
con cori alpini in concerto; fino al 19 prosegue
la festa patronale con corsa a piedi per il paese,
gare di bocce e balli tradizionali. Alle 14 di sabato 17, tradizionale giro dei fiori, a seguire gara
bocciofila e quadrangolare calcio giovanile; alle
19,30 cena campagnola e alle 21 gara al punto e
stima della pecora, a seguire ballo. Domenica
18, alle 10, mostra del gruppo artistico culturale
«Mastri artigiani». La festa termina lunedì 19,
con gara bocciofila a partire dalle 14,30, cena,
gara al punto, serata danzante.
MUORE 42ENNE: OVERDOSE — Il «male di vivere»
è probabilmente all’origine di un lutto che ha
profondamente scosso la vai Pellice: nella notte
fra mercoledì e giovedì scorso è stato trovato
stroncato da un’overdose Massimo Impiglia, 43
anni da compiere. In passato aveva attraversato
momenti difficili ma da tempo era impegnato
nel mondo della cooperazione. Lavorava come
responsabile di una cooperativa che gestiva interventi nel settore sociale.
AL PARCO ORSIERA, INCONTRI NATURALISTICI
— Il parco Orsiera-Rocciavré e riserve di Chianocco e Foresto (che compiono quest’anno il
ventennale) hanno in programma tre iniziative di
notevole interesse. Da sabato 17 giugno, fino a
giovedì 29, presso la sede di Bussoleno, mostra di
dipinti e disegni «Dall’orto botanico all’illustrazione botanica», a cura degli studenti del liceo artistico «Cottini» di Torino. Domenica 18 giugno
escursione con i guardiaparco; ritrovo alle 8 alla
sede del parco a Foresto di Bussoleno. Sabato 24
giugno, al rifugio Amprimo, ore 21, proiezione di
diapositive sugli aspetti naturalistici del parco.
CONTROLLO SUI CANI DA LAVORO — Sono
30.000 i cani censiti nell’Asl 10: uno ogni quattro
cittadini residenti. Di questi ben 3.000 sono i cosiddetti «cani da lavoro» ovvero quelli addestrati
per la guardia alle mandrie negli allevamenti
zootecnici. Si tratta di fatto dei cani a maggior
rischio poiché la brucellosi bovina (brc) può colpire anche loro. I focolai di brc sono ormai ridotti allo 0,1% del totale degli animali. Ora è stato effettuato il controllo sui cani e sui 18 casi
esaminati ben il 45% è risultato infetto: per gli
animali è stata disposta l’immediata terapia farmacologica per estirpare i focolai.
SUI SAGRATI NELLE CHIESE E NEI PARCHI COMUNAIT — È il titolo di un’iniziativa della Comunità montana valli Chisone e Germanasca:
una serie di concerti e incontri in luoghi e tempi
particolari. Si inizierà domenica 18 giugno alle
ore 17 alla chiesa della Natività a Salza di Pinerolo con un concerto di musica classica per
gruppo di chitarre e la «merenda sinoira» dopo
l’esibizione. Gli appuntamenti successivi il 25
giugno alle 17, con un quintetto di ottoni al parco comunale di villa Giuliano a Porte, e il 2 luglio alle 11,30, con un trio di chitarra e fiati alla
Chiesa di santa Maria Assunta-Ruà a Pragelato.
CONCERTO FINALE ALL’UNITRÈ — L’anno accademico 1999-2000 per l’Unitrè di Torre Pellice è
terminato il 25 maggio con un concerto degli allievi dell’istituto civico musicale Gorelli di Pinerolo. Nella prima parte il quartetto vocale (Silvia
Prot e Marilena Oddonino soprani. Elide Alloero
e Silvia Richiardone mezzi soprani), ha presentato un vasto programma con musiche di Bellini, Pergolesi, Vivaldi, Puccini, Bizet, Zandonai.
Nella seconda parte il quartetto d’archi (Georgia
Privitera e Giuseppe Grigolo al violino, Roberto
Galimberti alla viola e Eliana Laurenti al violoncello) si è esibito nel quartetto in mi bemolle
maggiore K 160 di Mozart e quartetto in do diesis minore «Crisantemi» di Puccini.
CHIUSE DELLE STRADE PER LA FORTE PIOGGIA
— Dopo due giorni di pioggia ininterrotta, lunedì 12 giugno la Provincia ha deciso di chiudere alcune strade per misura precauzionale, visto
Finnalzamento dei torrenti Chisone e Pellice. In
particolare è stato interrotta la strada Rivà a Bricherasio, la provinciale 152 tra Cavour e Vigone
al km 6,5, e la strada di Villafranca a Cantogno.
Una finestra aperta sulle valli
DAVIDE ROSSO
T TILLAR Perosa an\\ V no 2001: una finestra sulle valli». È questo
il titolo di un ambizioso
progetto presentato alcuni anni fa e ora in fase
di realizzazione che porterà alla costruzione di
un Centro polivalente su
due piani a Villar Perosa
che conterrà un teatrocinema da circa 300 posti, una sala polifunzionale e un Centro espositivo per i prodotti tipici
delle valli Chisone e Germanasca.
«Il Centro - dice il sindaco di Villar Perosa, Roberto Prinzio - vuole essere una vetrina posta a
fondo valle e quindi sulla
strada di chi si affaccia
con intenzioni turistiche
alla vai Chisone». Il Centro, che costerà a lavori
ultimati 3 miliardi e 300
milioni finanziati al 49%
da fondi europei, sorgerà
lungo la statale 23 all’altezza del bacino idroelettrico sul terreno donato
anni fa al Comune dalla
famiglia Agnelli. «Unitamente al terreno gli Agnelli presentarono all’allora amministrazione
uno studio per la realiz
zazione nell’area di un
parco urbano. Il nostro
progetto attuale prevede
di recuperare quello studio e di realizzare attorno alla struttura che sta
nascendo un parco che
andrà ad unirsi alla zona
verde già esistente lungo
il torrente Chisone».
Il progetto è quindi di
creare un Centro in grado
da un lato di proporre
l’offerta turistica di valle
ai visitatori e dall’altro di
avere una sala di una certa dimensione per incontri e dibattiti e un’altra
per il cinema e il teatro
ma è qualcosa che coinvolgerà l’intero quartiere
che dal bacino arriva agli
impianti sportivi di Villar
Perosa. L’intenzione è
anche quella di creare un
unica area verde che diventerà con ogni probabilità uno dei poli di quel
percorso naturalistico
«dell’acqua» allo studio
da parte del Comune di
San Germano che dovrebbe con un percorso
ad anello partire proprio
di qui per farvi ritorno
dopo aver costeggiato il
Chisone e raggiunto Villar
Perosa. «I lavori con il nostro Centro - dice ancora
Prinzio - stanno proce
dendo bene anche se dubito che si riuscirà a finire
entro il 2000 così come
previsto. Recentemente
comunque ci è arrivata la
comunicazione di un
possibile aumento del finanziamento europeo e
sono già iniziati, sia pure
a livello solo interlocutorio, i primi incontri per
localizzare i futuri gestori
delle strutture».
Il Centro con ogni probabilità sarà gestito solo
in piccola parte dal Comune che pare volersi riservare la gestione dell’area polifunzionale,
mentre preferirebbe dare in gestione il teatro e i
Centri espositivi e turistici. «Le offerte non mancano - conclude Prinzio per quel che riguarda la
parte legata al turismo
abbiamo già ricevuto
proposte da parte di diverse agenzie e per quel
che riguarda la proposta
di prodotti tipici pensiamo di dare l’area a questo destinata in gestione
a delle associazioni o dei
privati del settore. Per
quel che riguarda poi la
sala teatro-cinema abbiamo già avuto dei contatti con degli operatori
del settore».
Le iniziative di vari Comuni per alunni di ogni età
Al via «Estate ragazzi»
Fine della scuola, tempo di «Estate
ragazzi» in molti Comuni delle Valli:
dai più piccoli delle materne alla terza
media, ecco alcuni programmi.
A Torre Pellice, il programma (che si
svolgerà dal 19 giugno al 28 luglio, naturalmente dal lunedì al venerdì) prevede per i bambini dai 6 ai 13 anni giochi dedicati alla conoscenza del territorio, laboratori di attività espressive,
piscina, feste, attività ludico-motorie e
sportive, escursioni a piedi e un’eventuale gita di due giorni per i ragazzi più
grandi. La sede di incontro sarà la palestra di via D’Azeglio 10; il costo a carico
delle famiglie residenti in vai Pellice
sarà di 240.000 lire per l’intero periodo
(sono comunque previste formule diverse per chi non intende usufruire di
tutte le sei settimane); è prevista una
riduzione del 50% dal secondo figlio.
Possibilità di usufruire della mensa
(buono pasto per il primo figlio 6.000
lire, dal secondo, 4.000). Ulteriori informazioni presso l’Ufficio servizi scolastici del Comune.
Pinerolo organizza invece dal 3 al 9
agosto un soggiorno residenziale per
60 ragazzi (con un massimo di 4 portatori di handicap) a Pracatinat e i «pomeriggi estivi», dal 10 agosto all’8 settembre nella scuola elementare Parri,
dove verranno proposte varie attività
ludiche, sportive e di sostegno per i
compiti estivi. Nei mesi di giugno e luglio sono previste anche escursioni in
montagna, giornate in piscina, gite nel
circondario, laboratori di attività creative: per informazioni e iscrizioni rivolgersi al Comune. Pinerolo organizza
inoltre un soggiorno per ragazzi a Pietra Ligure, nella Casa di vacanze ex colonia di Cinisello Balsamo in via Pirelli
24: per il programma tei. 019-612156
oppure 019-615855.
Le attività di San Secondo si tengono
nel Centro polivalente fino al 7 luglio e
comprendono: giochi sportivi, calcetto, equitazione, tennis, pattinaggio, arrampicata, karaoke e altro; al termine
gita a Gardaland, escursione in montagna e festa finale. Gli orari vanno dalle
ore 14,30 alle 18 dal lunedì al venerdì, i
prezzi sono variabili (informazioni
presso il Comune). Per i piccoli della
scuola materna, Angrogna propone dal
3 al 28 luglio un programma che comprende passeggiate, equitazione, piscina; le quote vanno dalle 280.000 lire
per il primo figlio, alle 200.000 per il secondo e alle 100.000 per gli altri figli. Il
trasporto è compreso, il servizio mensa
invece è a parte e costa 6.000 a pasto.
Per le iscrizioni rivolgersi al Comune
oppure aU’Informagiovani di Luserna
San Giovanni (tei. 0121-902603).
Nubi sul Bacino innbrifero montano
Una gestione di transizione
È ancora intricata la situazione dell’ente Bacino
imbrifero montano: dopo
il coinvolgimento dell’ex
segretario e dipendente
comunale dell’amministrazione pinerolese Ferdinando Cervar, nell’inchiesta relativa ai presunti fondi sviati dal bacino imbrifero alla gestione del palaghiaccio,
in questi giorni la priorità
rochet
ASSICURAZIONI
ASSICURAZIONI
AGENZIA GENERALE
Corso Gramsci, 2 - Torre Pellice - Tel. 0121-91820 - Fax 0121-932063
sembra essere la visibilità
dell’ente. C’è ora un nuovo Consiglio di amministrazione, un nuovo presidente, l’ex sindaco di
Porte Giancarlo Griot, e
un nuovo segretario, il
funzionario comunale di
Pinerolo, Maglio.
Quest’anno sarebbero
200 i milioni da distribuire ai Comuni del territorio; alla sola vai Pellice
spetterebbe il 25% del totale, il resto ad alta e bassa vai Chisone. «Nei primi Anni 90 l’insieme dei
Comuni della valle ricevevano 29 milioni all’anno - denuncia Claudio
Bertalot, presidente della
Comunità montana vai
Pellice - poi sono diventati 20 e dal 1997 non è
pili arrivata una lira».
Un atto approvato dai
sindaci della vai Pellice
nel 1973 affidava la gestione dei fondi del Bacino imbrifero all’allora
Consiglio di valle, diventato poi Comunità montana, con il vincolo di destinarli al sociale. In questi giorni, però, è arrivata
ai sindaci una lettera dal
Bacino con la richiesta di
decidere la destinazione
dei fondi. Una richiesta
che sembra non tenere
conto dell’atto del 1973.
«Nel momento in cui ci
arriveranno i fondi - dice
Bertalot - vedremo la destinazione; bisogna tenere conto che Bricherasio
e Bobbio Pellice hanno
scelto di non affidare la
gestione dei servizi sociali alla Comunità montana. Si potrebbe quindi
ipotizzare un impiego
dei fondi nell’assetto
idrogeologico».
li Torre Pellice
Diaconesse
in festa
«I molti colori dell’infanzia», è il tema dell’annuale festa della Casa
delle diaconesse. La festa
è un momento per incontrare vecchi e nuovi
amici, per offrire agli ospiti momenti di gioia e
anche di musica. La scelta di quest’anno è solo
apparentemente in contraddizione, con molti
momenti dedicati ai più
piccoli; in realtà proprio
grazie ai bambini che in
molti casi le persone anziane possono ricevere
stimoli e momenti di autentica allegria, nella
«normalità» di una vita
familiare, nella normalità
di una famiglia acquisita
e allargata come quella
di una Casa di riposo.
Il programma definito
per la festa del 2000 prevede numerosi appuntamenti: martedì 27, alle
ore 20,30, nella Casa, incontro con il giudice Piercarlo Pazé e l’assistente
sociale Fiammetta Cullo
su «L’infanzia violata»;
venerdì 30, alle ore 21 in
piazza Muston, serata
con i «Danzatori di Bram»
e «Lina e i bad boys». Sabato 1° luglio pomeriggio
con attività, presso la Casa, con bancarelle, mostre, tè e spettacolo del
gruppo teatro della quinta elementare e medie di
Torre Pellice; la sera alle
ore 20,30, nel tempio,
concerto del «Free voices
gospel choir». Domenica
2, alle ore 10, culto nel
giardino, alle 12,30 pranzo all’aperto e nel pomeriggio ancora attività; alle
20,30, ancora nel tempio,
concerto di pianoforte di
Edoardo Turbil.
■•■Val Pellice
Raduno
dei Malan
Nel nome di «Malan»;
una famiglia i cui componenti hanno fatto il giro
del mondo. Dal 21 al 25
giugno un centinaio di
Malan si ritroveranno per
quello che, salvo smentite, dovrebbe essere il secondo raduno internazionale. Un primo infatti
venne effettuato negli
Anni 70 alla Seggiovia di
Torre Pellice. E stata la
posta elettronica a riunire i Malan: «La prima
proposta è arrivata dal
Sud Africa - spiega Mario
Malan, dell’hotel Gilly,
che farà da base per il raduno -: un certo Hercules Malan ci proponeva
questo incontro, inizialmente per agosto. Poi,
considerata l’affluenza
del periodo, abbiamo optato per giugno trovando
così ospitalità, oltre che
da noi, alla Foresteria
valdese e al villino Los
Angeles». Arriveranno da
paesi molto lontani: oltre
al Sud Africa, dagli Usa,
dal Brasile, Uruguay, Inghilterra, Australia, Olanda, Francia (c’è una forte
concentrazione nella zona di Mérindol); ha dato
forfait una Malan dalle
Hawaii. Niente male per
una famiglia con tutta
probabilità originaria
della vai Pellice e in particolare del triangolo Luserna, Torre Pellice e Angrogna. Per chi volesse
incontrare la famiglia
Malan, scoprendo magari qualche lontano parente, il raduno, fra gite e visite guidate, avrà il momento ufficiale di apertura e conoscenza giovedì
21 giugno alle 19,30 al
Gilly di Torre Pellice.
POSTA
Un operato condiviso
In merito all’articolo «Testimonianza e diaconia»
(n. 23 de Riforma-L’eco delle valli valdesi, pag. 11)
contenente valutazioni sulla Conferenza del I distretto, mi è sembrato ben poco felice l’inizio, dove l’autore si rallegra del fatto che non si sia discusso delle
olimpiadi del 2006. Come si sa, quell’evento non è
stato deciso da noi. Ma quando minaccia pioggia, è
bene avere un ombrello e se non lo si possiede, è opportuno comprarsene uno. Saggiamente dunque la
Tavola ha deciso di nominare un comitato che cominci già ora a pensare come affrontare quella questione, dato che essa non mancherà di avere un impatto sul futuro economico e sociale delle nostre valli. Che altrettanto saggiamente la Conferenza non ne
abbia discusso, è pura e gratuita opinione dell’articolista. Un buon giornalismo si basa su fatti realmente
successi, ed evita di fare processi alle intenzioni.
Dire poi che una Conferenza ha avuto paura di affrontare dei problemi temendo una spaccatura mi
pare lesivo della maturità di un’assemblea di persone chiamate a governare la chiesa e dunque a sciogliere gli eventuali nodi che ne mettono in discussione l’unità. La storia delle nostre Conferenze dimostra
ampiamente che quando ci sono state delle questioni esse sono state affrontate con coraggio, passione e
franchezza.
Per la cronaca è giusto rilevare che la Conferenza
ha approvato, senza riserve, l’operato della Commissione distrettuale, ivi compresa anche la posizione
assunta (ed evidenziata nella relazione distribuita per
tempo a tutti i deputati) a proposito del ruolo svolto
nel «Comitato 2006». Recriminare a posteriori è fuori
luogo e fuori tempo. La fiducia pressoché unanime
rinnovata, al termine dei lavori, all’attuale Commissione è chiaramente l’espressione di una reale sintonia tra la base e l’esecutivo e dunque un incoraggia'
mento a proseguire nelle linee di azione.
Luciano Deodato
presidente Commissione esecutiva del I distretto
presidente del «Comitato 2006»
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PAG. 13 RIFORMA
11 pinerolesi e la viabilità della loro città
Come cambia il centro
Una recente indagine rivela le modalità di adattamento
olla parziale chiusura al traffico automobilistico privato
pavide rosso
L^USO a fini commerI ciali del centro storico di Pinerolo da parte
dei pinerolesi è cambiato
dall’introduzione, avvenuta nel ’96, della zona a
traffico limitato (ztl). Ora
i cittadini si recano nel
centro più per passeggiare e meno per fare acquisti, anche se c’è comunque un 12% di persone
che ci vanno più di frequente rispetto a qualche
anno fa a fare acquisti e
un 59,2% che ritiene che
le condizioni del centro
siano migliorate con l’introduzione della Ztl.
Queste sono solo alcune delle indicazioni che
si possono trarre dai dati
presentati recentemente
daH’amministrazione comunale relativi alla seconda parte di un indagine compiuta dal sociologo Enrico Allasino sulla
situazione del centro storico pinerolese. La scelta
di far svolgere una ricerca di questo tipo è stata
presa dall’amministrazione anche per le sollecitazioni che arrivavano dalle associazioni di
commercianti e artigiani
preoccupati dalla situazione delle attività presenti nella zona. «Questa
seconda indagine - dice
Allasino - che è stata
condotta intervistando
circa 350 persone residenti a Pinerolo e che segue a una prima serie di
interviste condotta su
un campione di 110 tra
commercianti e artigiani
che svolgono la loro attività nel centro storico,
vuole dare all’amministrazione della città degli
strumenti per poter agire
sulla realtà del centro».
Quel che emerge dai
dati è che la ztl tutto
sommato sembra piace
re ài pinerolesi (il 64%
del campione dichiara di
recarvisi almeno una volta la settimana) anche se
alcuni (il 27,6%) vorrebbero un miglioramento
dell’assetto urbano e
dell’aspetto dell’area e il
63,4% riterrebbe utile si
organizzassero più manifestazioni e spettacoli.
L’amministrazione in
merito ai dati presentati
che vanno ovviamente
valutati tenendo conto
anche dell’analisi condotta sugli esercenti e
sulla situazione generale
del centro si è dimostrata
soddisfatta «anche se dice il sindaco, Alberto
Barbero - dovremo valutarli con attenzione per
decidere eventuali azioni
da intraprendere». Per
parte loro le associazioni
di categoria l’Ascom (per
i commercianti) e la Cna
(per gli artigiani) hanno
preso atto dello studio.
Un'attività particolare per gli studenti del Collegio
Un anno nel segno del teatro
Per gli allievi del IV anno del Collegio valdese la
parola «teatro» è stata,
per tutto l’anno, una costante. Infatti i programmi di studio comuni a
tutta la classe e quelli
specifici relativi ai singoli
indirizzi prevedono, nell’ambito della storia della
letteratura, lo studio dell’opera di famosi autori
di teatro. Nella letteratura inglese, l’immortale
William Shakespeare: abbiamo visto di tre versioni cinematografiche di
opere teatrali (Amleto,
Molto rumore per milln e
Sogno di una notte di
mezza estate).
Nella letteratura italiana è stato affrontato Carlo Goldoni. Inoltre gli studenti dell’indirizzo europeo hanno studiato Molière mentre quelli dell’indirizzo classico hanno
analizzato il contesto storico e culturale in cui,
nell’antica Grecia, è nata
e si è sviluppata l'idea di
teatro.
Un’opera, la Lisistrata,
tradotta dal greco all’italiano nell’estate ’99 dagli
allievi della II liceo classico, ha subito nei primi
tiiesi di scuola alcuni
adattamenti che hanno
portato alla stesura di un
testo privo di particolari
riferimenti storici e geo
grafici e dai contenuti
molto attuali. Successivamente si è creato un
gruppo teatrale scolastico di una trentina di elementi che sotto la direzione di Guido Castiglia
della Compagnia «Nonsoloteatro» e la collaborazione degli insegnanti di
inglese. Maria Teresa Baronetto, e di greco. Marco
Fraschia, è riuscito con
grande divertimento a
produrre uno spettacolo
rappresentato per due
volte al teatro del Forte di
Torre Pellice nell’ambito
della rassegna II teatro
dei ragazzi e una volta in
versione molto ridotta in
occasione del ventesimo
anniversario degli scambi
del Collegio con il Bodelschwingh-Gymnasium di
1 lerchen.
L'iniziativa è stata realizzata grazie all’intervento della Comunità
montana vai Pellice, che
ha sostenuto parte delle
spese. Infine in questo
universo teatrale ci sono
stati momenti di confronto diretto con il teatro fatto da attori professionisti. Si è rinnovata la
proposta del Teatro stabile di Torino, rivolta a
tutti gli istituti superiori,
che offre la possibilità,
con un abbonamento a
prezzo agevolato, di se
guire alcuni spettacoli
della stagione teatrale
presso il teatro Alfieri di
Torino. A queste serate a
teatro si è aggiunta quest’anno la possibilità di
partecipare alla rappresentazione di un’opera lirica al Teatro Regio di
Torino, il The Rake’s Progress di Igor Stravinskij,
opera non molto conosciuta ma non per questo
poco interessante e coinvolgente. A conclusione
dell’anno scolastico una
veloce incursione a Siracusa (città in cui si svolge
ogni due anni, presso
l'antico teatro greco, il
Festival internazionale
del dramma antico) ha
permesso agli studenti
del IV anno e della III liceo classico di assistere
alla rappresentazione di
Edipo re, opera scritta dal
tragediografo greco Sofocle nella seconda metà
del V secolo a.C. Nel moderno allestimento realizzato dalla compagnia
del Teatro stabile di Torino, sotto la direzione di
Gabriele Lavia, non mancavano la drammaticità e
il fascino di un’opera che
è stata terreno di prova
per attori del calibro di
Vittorio Gassman.
»
William Jourdan
(IV anno)
Il 9 giugno a Prarostino
Il vino Priistinenc
di tutte le qualità
DANIELA GRILL
IL consueto appuntamento annuale con la
presentazione dei vino
«Prùstinenc rosso» e del
«Prùstinenc rosé», ha
avuto luogo venerdì 9
giugno, alle ore 18, al municipio di Prarostino: interverranno alla degustazione il presidente della
Comunità montana Pinerolese pedemontano.
Paolo Toletta, e l’assessore all’Agricoltura della
Provincia di Torino, Marco Bellion. In seguito chi
lo desidera potrà partecipare alla prima delle tre
serate eno-gastronomiche dedicate al vino locale, che si terrà alla trattoria «Tarin» di Prarostino.
Il vino «Prùstinenc»,
prodotto con le uve bonarda, barbera, dolcetto,
freisa e doux d’Henry, è il
risultato di una collaborazione tra viticoltori di
Prarostino, il Comune e
la ditta Dora di Frossa
sco, per cercare di valorizzare il patrimonio vitivinicolo dei nostri territori: un esperimento che
si avviò nel 1994, con la
produzione di 5.000 bottiglie di vino rosso: nel
corso degli anni è aumentata la produzione
del rosso ed è stata introdotta la novità del rosato,
più fresco e giovanile; nel
1996 il vino ha ottenuto il
marchio Doc, la Denominazione d’origine controllata pinerolese: un
salto notevole con cui si
è riqualificato il prodotto, che può essere portato sul mercato come vino
scelto per la sua qualità; nel 1997 si introduce
un altro esperimento, il
«Prùstinenc Robur», vino
ottenuto con l’affinamento del rosso in barriques, piccole botti di rovere che gli conferiscono
un particolare aroma
speziato, gradito agli amanti dei sapori forti, disponibile in autunno.
I canili del Pinerolese
L'estate e i cani
Almeno in teoria, bella
stagione vuol dire vacanze. In un intelligente spot
televisivo di qualche anno fa l’arrivo del mese di
luglio era associato all’abbandono dei cani
sulla strada; per il fastidio, l’ineducazione o il
menefreghismo dei proprietari. Ma qual è la situazione quest’anno? «La
pratica dell’abbandono dice Fides Balchi, presidente della sezione pinerolese della Lega nazionale per la difesa del cane - è in costante aumento: sono meno quelli
lasciati in strada, ma è
salito il numero dei cani
che vengono portati direttamente al canile. Ci
sono addirittura persone
che dicono di averli trovati, e poi dopo qualche
domanda scopriamo che
sono i proprietari e non
vogliono più tenerli. C’è
una totale mancanza di
sensibilizzazione: il cane
diventa un giocattolo usa
e getta, non un compagno per tutta la vita».
Nel canile di Cavour,
gestito dalla sezione locale della Lega, ci sono
più di 180 cani: per legge
ogni struttura non può
ospitare più di 100 cani,
ma il canile di Pinerolo è
ancora chiuso per ristrutturazione e così a
Cavour arrivano i cani di
10 Comuni della pianura. Il resto a Bibiana.
Ogni Comune dovrebbe
avere il suo canile, ma la
strada più praticata rimane quella della convenzione, con il pagamento alla struttura di
1.000 lire per ogni abitante: «Un contributo
minimo - commenta Fides Balchi - e le spese
sono moltissime». E così
le iniziative di raccolta
fondi diventano una pratica quotidiana per sopravvivere, insieme con
molto volontariato.
Qual è il destino dell’animale che finisce in
canile? «Le adozioni sono poche - dice Balchi ma c’è anche la possibilità di adottare il cane a
distanza con un piccolo
contributo economico
per il suo mantenimento». Oltre alle attività di
controllo Sanitario e rifugio, il canile si occupa
anche del recupero dei
randagi: «C’è un servizio
di cattura con 2 veterinari che funziona 24 ore su
24». Fides Balchi è presidente della sezione pinerolese della Lega dal
1990, che cosa è cambiato in questi anni? «C’è
più sensibilità, anche se
non mancano i casi di
maltrattamento».
H^NI • DONI • DONI • DONI • DONI • DONI • DONI - DONI • DONI • DONI • DONI • DONI
* Ristrutturazione
Casa delle
diaconesse
P®ùi ricevuti dai 1® dicembre
1999 ai 30 apriie 2000
^^-000: Marco e Franca EyTorre Pellice; Silvia Bal^as Milano, n.n.
Ettore Serafino, PineÈ Torre Pellice.
p,"'OOO: Irene e Nina Bounous
¿coietti, Torino.
■ 40.000: Mirella Argentieri ved.
Bein, Torre Pellice.
Evn Pellice: Laura
Barh-’ Giacone, Carla
Jni. '’ “aimonda Pone, Alice
scordando Maddalena
Qli-i ved. Bellion, Antonia Fi'f San Giovanni:
Lina Revel. Ivrea:
Ilo p . i^anone, Almerina e EmiPi6ùna Avondet,
«tostino; Artus Martinelli, Cre
ma; Annunziata Miserare, Torino; Letizia Baret Mourglia, Pomaretto; Neliy Zecchin, Venezia;
Paulette Travers Pons in ricordo
della cugina Elda Travers, Pinerolo; Guido Azzoni in memoria di
Daniele Marzone, Aosta.
£. 65.000: Eunice Biglione, Genova.
£. 70.000: Sauro Gottardi, Albisola Superiore (Sv).
£. 100.000: Torre Pellice: Luigia
Clot, Anna Balla, Alda e Tullio
Beux, Gianni Vaiò in memoria
dei propri cari, Mirella Poli, Alfredo Poèt Flugon, Bruno Gonin,
Carla Rollier. Luserna San Giovanni: Corrado Bellion, Tpe,
Sandra Bruno, Clelia Gaydou,
Piero Scarognina, Aldo Rostain.
Torino: Felicina (Suariento, Marcella Deslex, Elena Rollo, Liliana
Ribet. Ivrea: Silvana Tessaris in
memoria di Pippo Gay, Valdo
Del Priore, Erminia Gianotti. A.
Ribet in memoria del caro Piero,
San Secondo di Pinerolo; Lydia
Podio, Milano; Roberto Bourne,
Prarostino; Enrico Jahier, Venaria Reale; Esg, Dusseldorf; n.n.
£. 120.000: Renée, Reymond Arles (Ch).
£. 130.000: Consiglio direttivo revisori conti del Cai-Uget vai Pellice in memoria di Maddalena Rochon ved. Bellion.
£. 150.000: Matilde Benech in
memoria di Maddalena Rochon
ved. Bellion, Luserna San Giovanni; n.n.
£. 200.000: Torre Pellice: Daniele Rochat, Roberto e Bianca Malan, Marie-Louise De La Fontaine ved. Faure, Corale valdese di
Torre Pellice, Gisana Gay ricordando Pippo, Ida Cordin. Costante e Lelia Costantino, Pinerolo; Lamy Bertin in memoria di
suor Melanie e suor Susanna,
Angrogna; Paolo Gay, Torino;
Giulio Griglio, San Secondo di
Pinerolo; Huguette et Flans Fledinger, Svizzera.
£. 250.000: Torre Pellice: Valentina Rivoira, Alma Bertinat.
£. 294.301: Alfred Kunzier, Basel.
£. 300.000: Giovanni Bertalot,
San Germano Chisone; Elda
Coìsson, Angrogna; n.n.
£. 500.000: Torre Pellice: suor
Ermellina Pons in ricordo dei fratelli; n.n.; Paola Bein Peyrot ricordando Claudia, Paulette, Loris e Gisella. Luserna San Giovanni: n.n.
£. 750.000: Massimo Pulejo, Milano.
£. 954.058: Chiesa di lingua italiana, Zurigo.
£. 1.000.000: Miranda Giraud,
Pinerolo; Unione femminile valdese, Bergamo; I figli di Maddalena Rochon ved. Bellion in memoria della loro mamma.
£. 1.979.991: Friedericke Wacker Plankstadt, Germania.
£. 1.500.000: Mirella Desio in
memoria di Vanda Canfari, San
Secondo di Pinerolo.
£. 2.000.000: Enesto Imberti,
Torre Pellice.
£. 3.040.450: Ricavo mercatino
di Natale 1999.
NELLE CHIESE VALDESI
CAMPO GIOVANI — Bi sta organizzando un campo
giovani del I distretto che si terrà a Vallecrosia, sotto
tenda, il 4-7 settembre; tema sarà la musica e il costo,
viaggio escluso, è di 160.000 lire. Tutti gli interessati, di
età compresa fra i 15 e i 20 anni, devono mettersi in
contatto con Anne (0121-944418). Bono previste «borse campo» per chi avesse problemi finanziari.
INCONTRO ITALO-FRANCESE — Domenica 18, fino a mercoledì 21, si tiene alla Foresteria di Torre Pellice un convegno di pastori e diaconi francesi e italiani sul problema giovanile.
AGAPE — Dal 18 al 25 giugno, campo per bambini
dei primi tre anni dell’elementare; «Bisogna sempre
spiegargliele le cose ai grandi!» è il tema dell’incontro... alla scoperta di un mondo di fantasia fatto di
boa, foreste primitive e stelle, ma anche amicizia, fedeltà, mistero...
PERRERO-MANIGLIA — Domenica 18 giugno, alle
10, culto con assemblea di chiesa sulla Conferenza
distrettuale.
PRAROSTINO — Giovedì 15 giugno, alle 16, riunione ai Cardonatti. Domenica 18 giugno, in occasione
della festa del Faro, culto alle 9 al tempio di San Bartolomeo, alle 16, riunione al Collaretto. Giovedì 22
riunione ai Gay, alle 16.
SAN SECONDO — Domenica 18 culto alle ore 10
con assemblea di chiesa; all’odg relazione morale annua e relazione sulla Conferenza distrettuale.
VILLASECCA — Domenica 18 giugno, alle 9, culto a
Combagarino. Domenica 25, alle 15, riunione
all’aperto a Bovile.
RADIO BECKWITH EVANGELICA
FM 91.200-96.550. Tel. 0121-954194
Torre Pellice e il suo passato
Archivio e mulino
La storia, quella fatta di
atti, di ricerche di archivio ma anche quella rappresentata da un vecchio
mulino abbandonato negli Anni 70 e ora sapientemente ristrutturato e in
grado di funzionare, piace e coinvolge. E così a
Torre Pellice, malgrado
un tempo davvero inclemente, diverse centinaia
di persone hanno assistito sabato alla presentazione del bel volume dedicato da Hapax editore
all’archivio comunale e
domenica all’inaugurazione del mulino ristrutturato. Pagine di storia: le
prime riemerse soprattutto grazie al grande lavoro di Daniela Fantino
che negli anni scorsi ha
riordinato tutto l’archivio
comunale dando in qualche modo il via all’operazione libro preceduta da
alcune mostre tematiche.
Un volume davvero
bello e suggestivo, diviso
in due parti, una prima
fatta di note storiche su
alcuni temi in particola
re, di documenti e di
progetti, alcuni mai realizzati, la seconda a caratteristiche inventariali.
Di «responsabilità della
conservazione e di diritto agli accessi degli archivi» parlano il sindaco,
Armand Hugon, e il presidente della Comunità
montana, Bertalot, nella
presentazione; presupposti entrambi, per una
corretta fruizione o per
una scoperta delle pagine di storia del proprio
Comune da parte dei cittadini. L’aver unito nell’occasione l’archivio e il
mulino ha dunque trovato un suo «filo rosso» e
la presenza al taglio del
nastro del mulino ristrutturato di Mario Ghirardi, l’ultimo mugnaio a
Torre Pellice negli Anni
70, ha permesso a molti
dei presenti di riandare
indietro negli anni coi ricordi, ad altri di scoprire
fatti e figure forse mai
incontrati e che fanno
parte di un secolo ormai
tramontato.
LA TAVOLA VALDESE INFORMA MI
Servono posti letto per
l'Assemblea-Sinodo
Per la sistemazione delle/dei deputati al Binodo e
delle/dei delegati all’Assemblea generale delle Chiese
battiste abbiamo esaurito le capacità alberghiere in
vai Pellice e dintorni. Mancano ancora circa 60 posti
letto che vorremmo reperire presso le famiglie dei
nostri membri di chiesa, Tunica risorsa di cui possiamo ragionevolmente disporre. Il periodo richiesto va
dal mattino della domenica 20 agosto al mattino di
domenica 27 agosto. I pasti verranno consumati nelle
strutture dell’organizzazione, e cioè nella Foresteria
di Torre Pellice (metodisti e valdesi per tutto il periodo, con raggiunta dei battisti per i giorni di mercoledì
e giovedì) e nella sala di Villar Pellice (delegati battisti
negli altri giorni). È previsto un rimborso spese (lenzuola, ecc.). Chi fosse in condizione di accogliere una
o due persone dovrebbe avvisare subito Marco Bellora (Foresteria di Torre Pellice, tei. 0121-91801, fax
0121 -950049) incaricalo del coordinamento logistico.
Si è anche alla ricerca di qualche altro volontario o
volontaria che possa fare parte del «Gruppo di servizio» necessario per garantire l’organizzazione dei pasti
a tutti i deputati e delegati per tutta quella settimana.
Chi fosse disponibile, e per di più munito di un recapito valligiano e di un adeguato mezzo di trasporto, comunichi la sua disponibilità allo stesso indirizzo sopra
citato (Marco Bellora) per gli opportuni accordi.
La Tavola e il Comitato esecutivo Ucebi saranno
molto grati a tutte le famiglie e a tutte le persone che
risponderanno positivamente a questi due appelli.
Gianni Rostan, moderatore
14
PAG. 14 RIFORMA
E Eco Delle ^lli "\àldesi
ViNERDlieClUCNOj^
• Con i gruppi «Nomadi» e gli «Africa Unite»
Due concerti di grande rilievo
Tempo' (si fa per dire,
ovviamente visto il clima
dell’ultimo fine settimana) di concerti: il prossimo week-end vedrà ben
due appuntamenti di rilievo nel Pinerolese.
Sabato 17 i Nomadi,
nell’ennesima nuova formazione, saranno ospiti
del campo sportivo di Villar Perosa. La formazione
guidata da Beppe Carletti, unico rimasto fra i sei
«originari» Nomadi si esibirà sul palco coperto di
Villar, dopo il «Duo trinitario» di Cuba, isola con
cui il gruppo emiliano ha
da tempo stretto forti legami non solo musicali.
Nella tournée di quest’
anno i Nomadi propongono una raccolta dei migliori successi da titolo
«Sos, con rabbia e con
amore». 11 biglietto costa
25.000 lire ed è acquistabile in prevendita da Metrópolis a Luserna San
Giovanni, Rogirò a Pinerolo, Gelateria Oasi di Villar Perosa, bar ristorante
Valentino di Perosa Argentina, oltre a numerose
rivendite della pianura
pinerolese. E per chi non
potesse recarsi a Villar sabato 17, ovvero per i tanti
appassionati dei Nomadi,
anticipiamo che il gruppo
sarà nuovamente in zona,
e per la precisione a Lusernetta, domenica 23 luglio per un nuovo concerto. Domenica 18 a ospitare gli Africa Unite sarà il
campo sportivo di Luserna San Giovanni. Prevendita da Rogirò a Pinerolo,
Hollywoodstore a Luserna, Cinemastore a Saluzzo, Videovalli a Perosa Argentina, Hoolywoodvideo
a Frossasco, Video2000 a
Vigone, Topvideo a Villafranca e Celid a Torino,
via Sant’Ottavio.
Il concerto degli Africa
è organizzato nell’ambito
del progetto «Stazione 0»
della Comunità montana
vai Pollice e prevede mu
La prima formazione dei Nomadi
sica dalle 12 alle 2: prima
della nota band pinerolese si alterneranno infatti
sul palco Wot, Plastik
Flowers, Eucalictus, Su
dEuropa, Minerva, Fishband, Tbf (Croatia), Ailatiditalia. Ingresso lire
16.000; sarà in funzione
servizio bar e ristoro.
Collegio valdese di Torre Pellice
Finale in musica
Concerto di fine anno
del Liceo valdese, ottava
edizione. I torinesi Mambassa, i toscani Snaporaz, gli occitani Lou Serio! e i Lame di Luna:
quattro gruppi sul palco
per qualche ora di musica. Peccato che il tempo
di sabato sera fosse pessimo, umido e freddo,
peccato che l’acustica
del Palaghiaccio di Torre
Pellice non sia proprio
perfetta, e poi il prato del
Collegio è proprio tutta
un’altra cosa.
Traendo le prime considerazioni, il salvataggio
dalla pioggia è stato un’
operazione parziale che
non ha portato i risultati
sperati: se si esclude lo
scorso anno (sempre per
la pioggia il concerto si
tenne nei giardinetti di
piazza Muston) la quantità di pubblico affluito
nell’edizione 2000 è stata
decisamente minore.
Forse per la scelta dei
gruppi; forse, più semplicemente, per le condizioni atmosferiche avverse.
O forse rispetto alla grandezza del palazzetto:
qualche centinaio di giovani felicemente rumorosi e simpatici.
Musicalmente bisogna
sottolineare l’ottima esibizione dei Lou Seriol,
con il connubio di sonorità tradizionali occitane
e di ska, e dei livornesi
Snaporaz, già sentiti nel
film «Ovosodo» di Virzì,
con un rock energico.
L’incasso della serata sarà
devoluto all’adozione di
un bambino, al canile e ar
Radio Beckwith evangelica, che ha trasmesso il
concerto in diretta, un’esperienza che si ripeterà
domenica 18 con il concerto degli Africa Unite a
Luserna San Giovanni.
®Val Pellice
Ecomuseo
della
Resistenza
La vai Pellice, è noto,
ha partecipato attivamente alla guerra di Resistenza contro i nazifascisti; sono molte le borgate
segnate dagli scontri, e ripercorrere i sentieri dei
partigiani può essere un
buon modo per ricordare
questo importante pezzo
della nostra storia. E questo il senso dell’Ecomuseo della Resistenza che
viene inaugurato sabato
17 giugno: dopo gli interventi ufficiali degli organizzatori (dalla Comunità
montana al Comuni di
Angrogna, Bricherasio,
Luserna San Giovanni, in
collaborazione con l’Anpi
vai Pellice) a partire dalle
ore 10,30, nella sala consiliare della Comunità
montana, si potranno visitare i sentieri, accompagnati dalle «Guide d’Oc di
Moutagno Vivo» (la partenza è prevista alle 14,30
davanti alla sede della
Comunità montana). Il
primo itinerario si svolge
in vai d’Angrogna, zona
che vide l’insediamento
di diverse bande di partigiani delle formazioni di
Giustizia e Libertà: si arriva al Bagnoòu dove dai
resti della casa distrutta
dai tedeschi nel ’44 è sorta la Ca d’ia pais; da qui si
prosegue fino alla «Barma
dl’Ours», nelle cui baite si
stampò il giornale partigiano Il Pioniere, fino ad
arrivare alla borgata Buonanotte, dove il 4 marzo
’45 vennero catturati i
partigiani Riccardo Gatti
e Guglielmo Arini. Il secondo itinerario prevede
una visita alla mostra di
Bricherasio allestita da
Pierfrancesco Gili, autore
della Guerra di Bastian,
punto di partenza per un
percorso attraverso le vie
del paese. Per informazioni tei. 0121-9524211.
APPUNTAMENTI
16 giugno, venerdì
BARGE: Festa a Ponte Grana, fino a mercoledì 21, a
partire dalle 21,30, con esibizione di Semi Contact, a
seguire spaghettata gratis. Domenica 18 11“ raduno
equestre con cavalli di razza, con ritrovo alle 9, alle 14
gimkana equestre, a seguire serata danzante. Da venerdì 16 fino a lunedì 19, tutti i giorni alle 14 gare
bocciofile.
BIBIANA: Alle 20,45 alle scuole medie, don Morero
presenta il suo libro «Vent’anni di un secolo».
INVERSO RINASCA: Alle 21, nei locali della Pro Loco, «Festa della birra»; musica con «Lou Dalfin».
17 giugno, sabato
VILLAR PEROSA: Alle 10 raduno dei Vespa club,
con visita la forte di Fenestrelle.
TORRE PELLICE: Alle 15, presso l’Esercito della
Salvezza, vendita di beneficenza (abiti usati, pesca,
buffet).
RORETO: Alle 16,30, al Centro sociale, incontro su
«La Resistenza a Bourcet».
INVERSO RINASCA: Alle 19, per la «Festa della birra», assado su prenotazione, alle 21,30, concerto con
«Big Marna».
TORRE PELLICE: Nella sala Paschetto del Centro
culturale valdese, alle 17, inaugurazione della mostra
di pittura di Bruno Stizzoii, dal titolo «Passaggi». La
mostra resterà aperta fino al 9 luglio con il seguente
orario: giovedì, sabato, domenica, dalle 15 alle 18, i restanti giorni dalle 14 alle 17, rivolgendosi in segreteria.
18 giugno, domenica
PRAROSTINO: Alle 8,30, raduno della gara in line
su strada per il VII trofeo della Liberazione, percorso
di 70 chilometri da San Secondo a Prarostino.
INVERSO RINASCA: Alle 21, per la «Festa della birra», concerto del gruppo pop folk «Maxoil» e «Fabio
in thè mix».
LUSERNA SAN GIOVANNI: Dalle 12 alle 2, al campo sportivo, concerto «Spazio zero», con i gruppi Wot,
Plastik Flowers, Eucalictus, SudEuropa, Minerva, Fishband, Tbf (Croazia), Ailatiditalia e Africa Unite, ingresso lire 16.000.
23 giugno, venerdì
PRAGELATO: Alla borgata Gran Puy, «Lo fuoc de S.
Joan», musica e stuzzichini, in attesa dell’alba.
ANGROGNA: Nel tempio del Serre alle 21 la corale
di Angrogna invita tutti a una serata di canti spirituali
e storici.
TORRE PELLICE: Alla biblioteca comunale, alle 15,
nell’ambito del progetto «Pollicino», «C’era una volta
... e ancora ci sarà», laboratorio di lettura fiabe, il laboratorio proseguirà tutta l’estate con orari da definire nel corso del primo incontro.
TORRE PELLICE: Alla sede dell’associazione Libera
Officina, fino a sabato 24, dalie 18 alle 22, mostra finale degli allievi e delle allieve del primo anno di laboratori; domenica dalle 10 alle 18.
25 giugno, domenica
SAN SECONDO: Alle ore 9, nella sede del circolo
ricreativo Airali, via Aitali superiori 1, iscrizioni per
la biciclettata di 12 chilometri per le vie del paese.
Alle 21 la compagnia «Piccolo Varietà» e gli allievi del
corso di canto e recitazione presentano lo spettacolo
«Frittomisto 2, la sfida».
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Il documento suH'ecumenismo approvato dalla Conferenza del I distretto della Chiesa valdese
I nostri rapporti con il cattolicesimo pinerolese
Riportiamo qui di seguito il testò riguardante i rapporti con il cattolicesimo pinerolese presentato dalla Commissione ecumenismo del / distretto e
approvato dalla Conferenza distrettuale che si è tenuta il 4 e 5 giugno a
Pramollo.
1) I rapporti con il cattolicesimo
pinerolese non possono prescindere dalle difficoltà del dialogo a livello generale, determinate dalla strategia del vertice cattolico: viaggi papali, Sindone, beatificazioni, incentivazione della devozione popolare
(Padre Pio, Fatima, ecc.). A tutto ciò
si sono aggiunte nel 2000 le svariatissime manifestazioni del Giubileo,
in cui la pretesa della centralità romana è stata pesantemente riaffermata anche di fronte alle altre confessioni. Vediamo con preoccupazione come non si siano levate tra i
cattolici pinerolesi molte voci critiche su questo fatto. Vediamo altresì
con preoccupazione la mancanza
di un’autorevole voce laica nel Pinerolese (e in Italia) che riaffermi
la non subalternità dello stato a una
scelta confessionale.
2) Malgrado questi vari fronti, sui
quali la nostra opposizione non
può che essere netta ed esplicita, la
necessità del dialogo sussiste, per
due ragioni, una essenziale, l’altra
contingente. I.a ragione essenziale è
che l’unità in Cristo non è un obiettivo lasciato al nostro arbitrio, ma è
una realtà donata che costituisce allo stesso tempo un’esigenza alla
quale non possiamo sottrarci. I.a ragione contingente è che nella popolazione sia cattolica sia valdese è
presente un desiderio di pacifica
convivenza: quanto vi sia in questo
desiderio di genuino spirito evange
lico o di semplice amor di quieto vivere è difficile dire. Resta il fatto
che, in ambito civile e in iniziative
di solidarietà, valdesi e cattolici collaborano su un piano di uguaglianza e in buona armonia.
3) Va anche ricordato l’uso di alcune associazioni non religiose (Società operaia di mutuo soccorso,
Avis, Ana, Anpi, ecc.) di avere in determinate occasioni delle celebrazioni a carattere ecumenico. Non è
davvero il caso di condannare questo stato di cose come sintomo di
confusione, né di bollarlo come
equivoco. Se ne può prendere atto
con tranquillità e considerarlo, tutto
sommato, un fenomeno positivo.
Lo scopo del dialogo è semmai di ricordare che la collaborazione pratica non è tutto e che la riflessione
teologica deve continuare. In caso
di inviti a manifestazioni civili si veglierà a che venga data una testimonianza evangelica e non una copertura religiosa; due condizioni andranno tuttavia osservate, per partecipare a momenti a carattere ecumenico: a) che questi siano preparati insieme; b) che si svolgano secondo forme compatibili con quelle
ricevute dalla nostra chiesa.
4) Va preso atto che la diocesi di
Pinerolo promuove varie iniziative
degne di attenzione: ricordiamo le
tre sessioni del VI Sinodo diocesano
(la prima sul tema della famiglia, la
seconda sul tema dell’evangelizzazione, la terza sul tema dei sacramenti e dei ministeri), e le conferenze organizzate in occasione della
quaresima. Va altresì preso atto che
diverse parrocchie cattoliche, anche
di altre diocesi, hanno interpretato
il giubileo nel suo significato biblico
originale, promovendo iniziative di
solidarietà e visitando le comunità
e i luoghi storici valdesi in uno spirito di riconciliazione.
5) Un fatto positivo è la partecipazione delle sorelle cattoliche alla
Giornata mondiale di preghiera delle donne cristiane. È bene che questa iniziativa proceda come libera
attività delle donne, senza interventi da parte degli organi delle chiese.
6) Vi sono iniziative culturali che
nascono dalla collaborazione tra
cattolici e valdesi. A titolo di esempio ricordiamo, per il loro interesse
ecumenico, gli incontri sul tema
dell’Inquisizione organizzati nel
1999 dall’associazione «Parlar di
storia», dall’Archivio diocesano e
dalla Società di studi valdesi.
7) Il Centro ecumenico di Agape,
anche dopo che si è conclusa la serie dei campi ecumenici che hanno
avuto una grande importanza negli
Anni Sessanta e Settanta, continua
a offrire occasioni di confronto e di
dialogo, con un’apertura che si è
estesa anche all’ebraismo.
8) 1 collettivi ecumenici, che negli Anni Settanta hanno costituito
un valido terreno di riflessione critica, talvolta in alternativa al dialogo ufficiale a livello di vertice, sembrano avere in parte esaurito la loro funzione. Per contro si assiste al
diffondersi di altre iniziative, a carattere episodico o continuativo:
studi biblici in comune, inviti reciproci (al culto del 17 febbraio, alla
messa in qualche particolare occasione), spazi aperti alla partecipazione valdese alla Festa dei giovani
a Pinerolo, manifestazione di Pentecoste nella stessa città, dibattiti
pubblici, eccetera.
9) Gli incontri delle coppie interconfessionali sono da incoraggiare.
Il gruppo che si riunisce a Pinerolo,
sorto in seguito agli incontri che
hanno preso avvio negli Anni Settanta, e a cui partecipano anche
coppie di Torino e di Milano, è molto vitale. Se si è arrivati al Documento comune sul matrimonio lo si
deve anche agli stimoli e alle idee
elaborate in questo ambito. Il gruppo ha una duplice funzione: da una
parte aiutare le nuove coppie a
orientarsi nella problematica dei
matrimoni interconfessionali; dall’
altra sensibilizzare le chiese locali
valdesi e le parrocchie cattoliche,
perché assumano le loro responsabilità nella preparazione e nella pastorale di tali matrimoni.
10) Per gli incontri (anche al di
fuori della Settimana di preghiera
per l’unità) siamo ancora alla ricerca di una formula soddisfacente. Si
oscilla tra la celebrazione liturgica'
che rischia di essere formale, e il dibattito, che rischia di essere aggressivo. Si deve elaborare un metodo
che permetta di rispondere a entrambe le esigenze: le celebrazioni
potrebbero essere più vivaci, aperte
anche a interventi spontanei; il confronto teologico non deve necessariamente avere la forma del dibattito: si potrebbe distinguere tra teiW
su cui vi è consenso e che possono
essere approfonditi con reciproco
stimolo e arricchimento, e temi su
cui permane il dissenso e che possono essere presentati con una
informazione sulle rispettive posizioni e sui passi avanti fatti nel dialogo ecumenico, utilizzando anche
documenti dei dialoghi pubblicati
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15,15, 17,15, 19,15, 21,15,
lunedì, martedì e giovedì, ore 21,15, Sognando l’Africa.
PINEROLO — La multisala Italia ha in programma, alla sala «Scento», Il gladiatore; feriali
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IDIolestie sessuali sul lavoro
me considerate «più facili» e
niù disponibili»; le altre sono
-gjiza un maschio che le diUda 0 «rivendichi la proorietào il possesso».
^Come si vede anche dalle
risposte ai questionari che sono alla base della ricerca
dell’Unione europea, ci troviamo ancora e sempre di
fronte a una vecchia conceàone del maschio cacciatore
e padrone. Non ha avuto torto
quindi il Consiglio ecumenico
delle cliiese quando nel 1988
lanciò il «Decennio in solidarietà con le donne», a sottolineare fortemente la funzione
e il ruolo della cultura dominante; una cultura a cui neppure le chiese riuscirono, nei
secoli, a imporsi; anzi, in mol' te realtà fornirono l’alibi teoI logico per indicare nella donnl la seduttrice. È la cultura,
così come viene diffusa dalle
^ scuole, vissuta in famiglia, ri' lanciata dai mezzi di comuniI cazione, alla base dell’arroI ganza e della maleducazione
I maschile. Ed è in questi ambiti, scuola, famiglia, radio,
giornali, televisione che oc* corre quotidianamente, con
1| costanza, dare battaglia.
Certamente ci potrà aiuta
re il provvedimento varato
dalla Commissaria europea
che si propone di modificare
una direttiva europea di ormai 20 anni fa, Il provvedimento però deve essere ancora approvato dal Parlamento europeo e dal Consiglio dei ministri. Esso contiene, indubbiamente, elementi
innovativi, tra i quali risalta
l’attribuzione di responsabilità per quei datori di lavoro
che non provvedono a impedire o a eliminare le molestie.
Questo era uno dei punti
qualificanti anche del primitivo disegno di legge italiano;
poi, durante il dibattito parlamentare, è stato cancellato.
A noi pare importante la sua
riproposizione: «risanare» i
luoghi di lavoro da violenze,
di qualsivoglia tipo, è indispensabile per rendere «paritaria» la condizione dell’uomo e della donna. Ma anche
alle comunità cristiane spetta
un compito specifico: nelle
scuole domenicali, il linguaggio inclusivo, l’educazione a
una sana e serena sessualità,
la pari dignità fra maschio e
femmina, dovrebbero essere
una costante preoccupazione
di chi insegna.
POSTA
I Evangelici
f e massoneria
( Leggo su Riforma n. 23 del
I 9 giugno le critiche di Giorgio
I Rochat al mio libro su Valdesi
I e massoneria. Mi risulta che
: altro documento è stato da
' lui inviato al Bollettino della
I Società di studi valdesi. Il ca! ratiere di Riforma mi obbliga
I a essere assai sintetico e a liI mitarmi ad alcuni punti,
j mentre potrò formulare una
j risposta più appropriata sul
I Bollettino. A settembre inol' tre il libro verrà presentato a
j Milano da Franco Della Peruftae Gian Paolo Romagnaiii:
'ilnvito cordialmente Rochat
ad aggiungersi ai suddetti
presentatori.
Sul punto 1) eccepisco che
il libro contiene anche nomi
di massoni viventi. Sul punto
2) ribadisco che secondo me
l’atteggiamento antimassonico prevalente fra i pastori vaidesi risale alla loro scelta del
Lettere brevi
Chiediamo ai lettori di intervenire con 15-20 righe.
liberalismo moderato fatta a
metà ’800 e durata fino al
1943. Poi la nuova generazione fece una scelta marxista.
Secondo me Barth è solo concausa del suddetto atteggiamento. Negli Anni 30 frequentavo giovanissimo i
gruppi barthiani, i cui animatori già non sapevano più nulla della massoneria, cancellata pochi anni prima da una
legge fascista. D’altra parte, il
destino massonico è cosa istituzionale: i massoni sono invitati a praticare la propria fede. Io resto barthiano.
Non ho scritto le cose che
Rochat mi attribuisce al punto 3). Le vicende degli Anni
50 non si sono svolte come
dice lui. Quanto al punto 4),
le mie affermazioni sulla situazione massonica in epoca
centrista sono documentabili. Rochat troverà comunque
in Della Peruta un interlocutore della stessa sua posizione politica, che per le sue ricerche conosce l’ambiente
massonico e potrà in generale confermargli quello che dico nel mio libro.
Infine, quello che più mi
stupisce nella lettera di Rochat è che ai punti 4) e 5) egli
Metodisti e valdesi e la quota dell'otto per mille relativa alle scelte non espresse
No a un meccanismo decisamente concordatario
Ho letto con attenzione l’intervento
di Bruno Ricca [Riforma del 2 giugno)
in tema di otto per mille (Opm), e voglio sinteticamente portare il mio contributo al dibattito. Ero tra coloro a favore dell’accettazione da parte delle
chiese valdesi e metodiste della quota
parte delle scelte espresse dai contribuenti alla voce Opm, sono della stessa
opinione oggi e sono contento che ci
siamo dati una struttura atta a gestire
degnamente questi fondi. Senza entrare nei dettagli, ritengo che ormai la gestione dei fondi Opm sia diventata, oggetto di forte visibilità verso l’esterno
per le nostre chiese, anche in misura
superiore al desiderabile (chi aveva
previsto, dati 1995, più di 200.000 scelte
espresse?).
Quella che non condivido affatto è la
logica che leggo tra le righe dell’intervento di Bruno Ricca: siccome siamo
bravi a gestirli, troviamo il modo di
averne di più, possiamo usare questi
soldi meglio di altri (lo stato che restaura chiese barocche). Mi sembra una
china pericolosa e da contrastare, non
solo pensando ai soldi investiti nelle
nostre opere in Italia, ma anche a quel
30% per il resto del mondo. In estrema
sintesi, quella che non condivido è la
logica della necessità della presenza
delle chiese laddove non ci sono altri
aiuti umanitari o progetti di sviluppo.
Non saranno le chiese a invertire la tendenza verso una sempre maggiore globalizzazione delle povertà; le chiese
possono e devono sapere da che parte
stare, portare segni di speranza e riconciliazione, ma senza vendersi l’anima
per strada. La nostra testimonianza e i
modesti risultati della nostra vocazione
di credenti nel mondo non si misurano
con i soldi che investiamo, ma con i
messaggi che possiamo trasmettere, le
denunce e le scelte responsabilmente
coerenti che possiamo fare.
Credo che lo spartiacque della nostra
rinuncia alla quota parte delle scelte
non espresse debba rimanere tale, non
solo perché non è mutata la logica concordataria sottesa a questo perverso
meccanismo, ma perché è una scelta di
libertà, di accettazione responsabile di
denaro proveniente da scelte consapevolmente espresse. In materia di gestione di denaro (pubblico e non) e quindi
in materia di gestione di potere (perché
di questo si tratta) dei paletti bisogna
pur darseli, non immutabili come dogmi ma neanche flessibili secondo la direzione del vento.
Nicola Rochat - Milano
La felice operazione che il Consiglio
della Fcei ha promosso insieme alla rivista Avvenimenti, facendo conoscere a
varie decine di migliaia di italiani il nostro pensiero sul giubileo biblico e una
selezione di musica e inni protestanti è
in gran parte merito di Bruno Ricca, oltre che del segretario del Consiglio, il
pastore Luca Negro, e del pastore Giuseppe Platone. Ritengo doveroso rivolgere loro un pubblico ringraziamento.
Sono invece meno d’accordo con il
fratello Ricca circa la sua proposta di
accettare anche la quota dell’otto per
mille relativa alle scelte non espresse.
Non c’è dubbio che i miliardi ricevuti in
questi tre anni siano stati gestiti bene e
con grande trasparenza nella valutazione e nell’assegnazione, e certamente
questo continuerebbe anche se i soldi
fossero di più. Mi sembra, per altro, che
le decisioni assunte a suo tempo dalle
nostre assemblee e in particolare dal Sinodo, con le limitazioni rispetto all’uso
dell’otto per mille (non per il culto) e rispetto alla provenienza, vadano ancora
riconfermate, perché in quel modo abbiamo inteso qualificare la nostra posizione, anziché accettare semplicemente di estendere anche alle nostre chiese
un meccanismo decisamente concordatario e privilegiato messo in atto per
la Chiesa cattolica. Molti italiani ancora
lo ignorano, tant’è che pensano che chi
non firma non dà i soldi né allo stato né
alle chiese, ma quando pazientemente
si spiega la faccenda, la gente capisce e
apprezza la nostra decisione. Sarebbe
forse peccato rinunciarvi.
Certo con più fondi aiuteremmo di
più: ma forse la vocazione a cui il Signore ci chiama in questi prossimi anni è
soprattutto quella di rinnovare con forza
la nostra vita di fede personale e di chiese, di vivere con più gioia e fermezza la
liberazione in Cristo e di annunciarla al
nostro prossimo. Senza diminuire il nostro impegno diaconale e senza chiudere gli occhi e le orecchie sugli affamati e
assetati di giustizia. Il Signore ci ha concesso di poter usare alcune ricchezze
per le nostre opere in difficoltà, per dei
progetti nuovi, per altri fratelli e sorelle
nel mondo. Alcune, non troppe, forse
perché ci potessimo ricordare anche
delle altre cose che Lui ci chiede.
Marco Rostan - Luserna San Giovanni
ostenta di ignorare totalmente quello che ho scritto nel
mio capitolo 7, dedicato all’attualità. Eppure, mentre ho
ribadito aspramente la condanna di Gelli e dei suoi fautori, ho posto, mi pare, una
domanda fondamentale: cosa
hanno fatto lo stato e il sistema politico dal 1970 al 17
marzo 1981 di fronte al fenomeno P2 se non tapparsi occhi e orecchie? Che cosa si
deduce da tale atteggiamento
ufficiale in cui maggioranza e
opposizione si sono trovate
perfettamente allineate?
Quanto allo stampede verso
le logge attuato dai mafiosi
nel ’93, mi sono basato nella
mia analisi su uno scritto
chiarissimo di Luciano Violante, che le scagiona. Anche
su ciò, ne verbum quidem. Ma
allora chiedo io a questo punto: queste sono critiche o attacchi alla baionetta? Io sul
terreno della violenza non ci
sto: sono un coltivatore della
tolleranza.
Augusto Comba
Torre Pellice
Passatempo
#1%
Sul lavoro
dre: «Quante persone lavorano qui
nella sua azienda?». Manager: «Oh, all’incirta una su dieci».
Banditi
Vengono arrestati due banditi che avevano
appena rapinato un vecchio signore di tutto
<1116110 che possedeva. Uno di loro, che conosceva le Scritture, così si giustifica: «Abbiamo
spogliato l’uomo vecchio che si corrompeva
<^on i suoi possedimenti ingannatori!».
Soluzione del cruciverba del numero scorso
X
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R I S
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C E
Il torsolo
La Genesi, ovvero: non ci si può beffare di
Dio. Dio domandò ad Adamo: «Hai tu mangiato la mela?». «No, Signore». Dio domandò
a Èva: «Hai tu mangiato la mela?». «No, Signore». «E allora - ribatte Dio - da dove vengono questi due torsoli?». Morale: potete
mangiare la mela di nascosto, ma prima o
poi il torsolo salta fuori.
Dall'avvocato
Un giovane avvocato ha appena aperto un
ufficio, e comunica al custode: - Se viene
qualche cliente mi avvisi prima. - Va bene
non si preoccupi. Dopo un po’ suona il citofono e il custode dice: - Avvocato, sta salendo
una persona per voi. - Va bene va bene, grazie. Allora l’avvocato socchiude la porta, si
mette dietro la scrivania e finge di parlare al
telefono per darsi un certo tono e una certa
importanza; entra la persona e lui fa segno
con la mano di accomodarsi, nel frattempo
parla di cause risolte con un amico immaginario, e si dilunga nel discorso per far sentire
al potenziale cliente di cosa lui è capace. Dopo un po’ dice all’inesistente interlocutore telefonico; - Ora ti devo salutare che ho qui una
persona; ci risentiamo, e fammi sapere per
quella causa, che aggiusto tutto io.
A questo punto l’avvocato si rivolge alla
persona e chiede: - Prego, mi dica in cosa
posso esserle utile. - A dotto’ so er tecnico
della Telecom, so’ venuto ad attaccò i fili der
telefono!
Profughi di
Eritrea-Etiopia
Caro direttore,
nel mio articolo sulla guerra fra Etiopia ed Eritrea
[Riforma del 2 giugno), c’è
un’imprecisione seria; infatti
io scrivevo che i profughi della guerra sono «centinaia di
migliaia» (più di 500.000 nella
sola Eritrea) e non «decine di
migliaia» come stampato. Ragione in più per aderire alla
sottoscrizione lanciata dalla
Fcei in queste settimane.
Bruno Tron
Luserna San Giovanni
Evangelismo
frammentato
Finalmente, dopo 35 anni,
gli evangelici italiani si ritrovano per celebrare insieme
un culto evangelico! È stata
la mia prima reazione, positiva, alla notizia anticipatami
da un caro fratello pentecostale, peraltro non presente
a piazza Cavour domenica
pomeriggio 14 maggio. Partecipare a un culto significa
condividere la comunione
nella fede e primariamente
la gioia della predicazione
evangelica che né le persecuzioni dei nostri padri né la
confusione del nostro tempo
possono toglierci.
Eppure, per ragioni differenti, al culto non erano presenti larghi settori dell’evangelismo italiano. L’unico pane, per usare un’espressione
biblica cara a Paolo Ricca, si è
presentato frammentato nonostante il lodevole sforzo
della Federazione delle chiese
evangeliche. Forse è il caso di
non scoraggiarsi e affrontare
un confronto con un convegno nazionale, non dissimile
per rappresentatività a quello
tenuto al teatro Eliseo di Ro-,
ma il 26-30 maggio 1965.
Oggi le nostre chiese storiche sono di fatto minoritarie
nel panorama evangelico italiano. Ma non lo è l’evangelismo nel suo insieme. Ricerche in corso nelle grandi aree
urbane italiane, Roma, Milano, Torino, Napoli, Catania,
Bari, Palermo, ma anche nel
Nord-Est, attestano una presenza evangelica di rilievo
che fa a tutt’oggi dell’evangelismo la seconda religione del
paese. Possiamo trovare ino
Esequie classiche
a 2 milioni 500 miia
L'impresa di onoranze funebri «Il Giubileo» offre un funerale classico a
2.500.000 lire e un funerale di lusso a lire 3.900.000 ¡esclusi eventuali diritti comunali, necrofori).
«Per un funerale di lusso con l'impresa “Il Giubileo" ho speso 3 milioni
900 mila lire: esattamente la metà rispetto a quanto mi era stato preventivato da un'allia impresa a cui avevo domandato il preventivo, richiedendo lo stesso tipo di servizio».
La dichiarazione della signora Maria Stella B., di Chivasso, pone
l'accento su un fenomeno di cui tutti hanno avuto la prova o, per lo meno, hanno sentito parlare: la grandissima differenza nei costi dei funerali, a parità di servizio.
Il caso della signora Maria Stella B. è emblematico (il cognome è
omesso per ragioni di privacy, ma si tratta sempre di persone che hanno
usufruito dei servizi dell'impresa «Il Giubileo»). E' cioè sufficiente informarsi, cercare un'alternativa all'«lmpresa di famiglia» presso la quale ci si è
sempre serviti, e scoprire che si possono ottenere prestazioni uguali nella
qualità, ma molto diverse nel prezzo, con un notevolissimo risparmio.
Decessi In ospnéale: consiglio al ParoniI
Non WHShtto h «linpre» deH'o$pndoh» né, tonto mono, é obbligalorio tervirti
di impmto «eotuiglìale». Negli ospedctì o tirulfure sanitario bisogna DfmDS»
IH dì chionguo, a decesso appmo owwnuto, segntdi guesfo o guell'ìmpma fu»
Mòre. U segnàktdatd, Mstil», gravano petontentento sul coste dei servkh.
ONORANZE SjSPFUNEBRI Sede (entrale ed esposizione
_______ C.so Bramante 56 • Torino
IL GIUBILEO lei. on.063.30,05
rivo di unione nella sfida che
ci viene dalla predicazione
evangelica (Romani 10) che
per gli evangelici, sia dell’età
della Riforma sia per quelli
del Risveglio, è stato il motivo
centrale della vita.
Un convegno sulla predicazione forse rilancerebbe le
nostre chiese storiche che
hanno difficoltà nella ricerca
di un linguaggio efficace per
la donna e l’uomo d'oggi; potrebbe aiutare chiese evangeliche più giovani che hanno il
problema di coniugare l’entusiasmo con una esegesi approfondita della Parola di
Dio. Quando si riflette sulla
ragione di fondo della nostra
presenza ciò che deve emergere è Colui che ci chiama,
anche se più di una volta abbiamo l’impressione di rivivere l’esperienza di Mosè sul
monte Nebo (Deuteronomio
34). Le nostre energie in materia di unità deH’evangelismo non necessitano di riconoscimenti immediati, ma
piuttosto della fiducia che «la
corona della gloria», che non
appassisce, è il dono esclusivo del Signore (I Pietro 5, 4).
Eugenio Stretti - Siena
m PARTECIPAZIONI ■
«lo canterò all'Eterno
perché mi ha fatto del bene»
Salmo 13, 5
Il 15 maggio è mancato
Carlo Alberto Acinelli
Lo annunciano, nella speranza della vita eterna, Fulvio e Enrica Acinelli con la famiglia tutta.
Un particolare ringraziamento
al diacono Massimo Long per le
sue parole di speranza.
Cavo (Isola d’Elba)
16 giugno 2000
RINGRAZIAMENTO
«lo ho pazientemente
aspettato l'Eterno,
ed egli si è inclinato a me
e ha ascoltato il mìo grido»
Salmo 40, 1
I figli e i familiari di
Emma Poèt ved. Peyrot
riconoscenti, ringraziano tutti
coloro che in vario modo hanno
preso parte al loro dolore.
San Germano Chisone
8 giugno 2000
I necrologi si accettano
entro le ore 9 del lunedì
16
PAG. 16 RIFORMA
VENERDÌ 16 GIUGNO 200o
Viaggio in Colombia, uno dei paesi latinoamericani più controllati dagli Usa - 2
■ ri ■ I ' H ri ■ ■
La nascita del «Frente social y politico»
Il «Frente» è un progetto di alleanze aperto a tutte le forze che scelgono la via nonviolenta
per cambiare il paese. Il suo principale animatore è la Cut, la grande centrale sindacale
BRUNA PEYROT
Nella puntata precedente abbiamo detto come
la Colombia sia percorsa da
tanti tipi di violenza: esercito,
polizia, guerriglieri delle Fare
e dell’Eln, paramilitari e delinquenza comune si contendono questo stato di 1 milione e 141.748 kmq con 42 milioni di abitanti. In particolare 1 gruppi guerriglieri e i paramilitari, braccio armato nato per offrire la propria custodia privata a possidenti di fincas e officinas (industriali e
proprietari terrieri), si contendono ogni metro di terra
mentre il governo sta a guardare, alternando incontri
strategici con i diplomatici
americani e trattative con i
rappresentanti ribelli. Per il
governo l’obiettivo prioritario
negli ultimi anni è diventato
la sconfitta del narcotraffico.
anche essere un paese ricco
perché possiede dai prodotti
agricoli alle materie prime:
frutta, verdura, caffè, olio,
fiori (quelli che da noi sono
piante da appartamento laggiù sono grandi come querce), zucchero, banane, mais,
riso, fagioli, carbone, nichel,
diamanti, petrolio... Il problema è che sono in mano a
poche famiglie imprenditoriali che tendono a produrre
per l’export e poco per investire nel proprio paese.
«narcocultivos»
Il controllo della terra
In realtà dietro c’è il problema concreto di sempre: il
controllo sociale ed economico della terra. La Colombia è una terra bellissima.
Quasi il 10% è fatto di parchi
nazionali (33) e di santuarios
de fauna y flora, con molti
esemplari di biodiversità in
via di sparizione. 3.000 specie di orchidee (soprattutto
nella regione di Antiochia),
150.000 tipi di piante, foreste
ancora inviolate dell’Amazzonia, 2.000 specie di uccelli,
fra cui il pappagallo, motivo
ripreso dall’arte popolare e
dotta. La Colombia potrebbe
Inoltre, negli ultimi decenni, si è aggiunto il traffico di
coca. I narcocultivos stanno
distruggendo il patrimonio
ambientale oltre che imponendo un nuovo stile di vita.
La Colombia è diventata il
primo esportatore di coca.
Nel 1999, con un incremento
dell’80% nel girò di cinque
anni, si è arrivati a 120.000 ettari coltivati a coca. I narcotrafficanti acquistano terre
(attualmente ne possiedono
oltre un quarto di quelle coltivabili) che trasformano
estensivamente in Campi di
coca, abolendo la diversificazione produttiva. Più coca e
meno caffè, mais, zucchero...
i contadini o vendono o sono
ricattati o accettano di essere
braccianti. Il risultato è comunque la liberazione di
molta forza lavoro perché ne
servono di meno.
Così secondo i calcoli della
Cut (Central unitaria trabajadora), il maggior sindacato
colombiano, si è arrivati fino
a circa due milioni di desplazados, senza terra che si precipitano in città in cerca di
un altro lavoro. Per contrastare le coltivazioni di coca si
sono messi in azione molte
strategie da parte del governo, finora inefficaci e talvolta
dannose per i diserbanti (glifosato, triclopyr, tebuthiuron) innaffiati per via aerea,
nocivi per tutte le coltivazioni. Con le somme spese (si
parla di 900 milioni di dollari)
si sarebbero potute dare sussidi e pezzi di terra almeno a
60.000 famiglie di contadini,
circa il doppio di quelle che
coltivano la coca. Il diboscamento e il bombardamento
aereo, per distruggere i narcocultivos provocano anche
l’inquinamento dell’acqua e
la scomparsa di ruscelli e torrentelli necessari al mantenimento equilibrato delle conche. Insomma, la coca non
significa solo droga in partenza per i mercati degli States e per l’Europa, ma dissoluzione totale delle antiche
comunità agricole colombiane, oltre che un danno al patrimonio del «verde» utile a
tutta l’umanità. Questo nodo
economico è ai centro di una
lunga disputa fra le Fare
(Fuerzas armadas revolucionarias de Colombia) e il governo, ripreso dalle proposte
del «Frente social y politico».
Il Frente è un progetto di
alleanze aperto a tutte le forze che in Colombia scelgono
la via nonviolenta per cambiare il paese; noi diremmo,
di centro-sinistra. Il suo prin
cipale animatore è la Cut, la
centrale sindacale guidata da
Luiz Eduardo Garzon, un uomo appassionato e coraggioso che sfida paramilitari e governo con i suoi appelli alla
democrazia.
Il Manifesto del «Frente»
Il 12 aprile scorso, alla presenza di 5.000 persone, Garzon ha presentato il Manifesto dei Frente che intende
presentarsi prossimamente
alle elezioni politiche del tardo autunno. Dai nativi eredi
dei Maya alle organizzazioni
delle donne, dai giovani ai
sindacalisti di ogni settore
della società colombiana, dagli intellettuali agli artisti, tutti hanno dato un contributo
alla costruzione di questo
Proyecto Abietto, e sottolineano tutti, en construccino. Sono sette punti molto forti, con
un linguaggio forse per noi
abituati ad abusarlo, in apparenza impreciso. Non dobbiamo però dimenticare che
nasce da un paese in guerra,
dove ogni parola assume veste concreta e rischiosa e dove se si dice di voler fare davvero democrazia, alla fine te
matan! Il primo punto può
dirci subito molto: «Affermiamo la nostra decisione di appoggiare e accompagnare la
soluzione politica negoziata,
sempre e quando questa sia
completamente estranea all’intervento nordamericano,
preservando l’unità e l’integrità territoriale della nazione e stabilendo una pace duratura in Colombia».
Luiz Eduardo Garzon, leader del «Frente»
I «gringos»
Tutti intanto discutono la
presenza Usa. Nel mio mese
di permanenza i gringos, in
tutte le versioni, hanno fatto
da sfondo ai miei dialoghi.
Nella cultura l’inglese vive
accanto allo spagnolo. Alla
Fiera del Libro di Bogotá (seconda settimana di aprile
2000) circa la metà era dedicata a produzione editoriale
inglese. Senza contare i 200
consiglieri strategici operanti
sul territorio contro i narcos
(e la guerriglia). «I gringos ci
sono già - mi dice con ironia
Marta Buritica, direttrice
deìi’Escuela sindacale per le
donne di Bogotá - gli europei
non devono temere il loro intervento!».
Tante identità
Il Frente, nei punti seguenti,
ribadisce poi il rispetto per le
autonomie regionali che in
Colombia sono molto marcate. Le identità sono tante, dalla costa agli Ulanos, le savane
(verso est, al confine con il
Venezuela), dalle città ordinate e pulite come Medellin fino
alla calma violenta di Bogotá.
Sono identità di tradizione et
nica e politica che la stessa
conformazione fisica della
Colombia ha favorito. Le tre
cordigliere la tagliano da sud
a nord e verso il confine con il
Perù, l’Ecuador e il Brasile, la
foresta amazzonica sbarrali
cammino a chi tenta di unificare il territorio sotto un’unica amministrazione.
La morfologia, come l'antica Grecia, favorisce l'isolamento delle città stato e delle autonomie locali che in
Colombia si traducono in
scontro o contemporaneità
possibile di poteri diversi:
guerriglieri, paramilitari, governo e malavita. La scommessa del Frente è difficilissima. Molti ci vogliono credere, ma nello stesso tempo
sono perplessi perché la via
democratica in Colombia è
sempre stata difficile. Forse
ora a farla perseguire c’è la
stanchezza di anni e annidi
morti. Non c’è famiglia che
non ne conti almeno uno. E
questa stanchezza non la si
vuole più trasmettere ai figli
che perdono la voglia di
combattere e fanno di tutto
per emigrare.
(2-continm)
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magi:
mai a
appro
verità
E un diritto di tutti, italiani e
stranieri. Per questo gli
ospedali evangelici curano
chiunque ne abbia bisogno, a
Ponticelli, nella perifieria di
Napoli, così come nel
quartiere San Salvarlo
a Torino.
Sono luoghi di cura,
certamente, ma anche spazi
di accoglienza e ascolto in cui
si riafferma la dignità della
persona
e il diritto alla salute.
Per questo le chiese valdesi e
metodiste hanno deciso di
investire una quota dell’otto
per mille, a loro
esplicitamente destinato dai
contribuenti,
per sostenere
gli ospedali evangelici.
Altri fondi saranno destinati ai
sostegno di progetti di
cooperazione allo sviluppo, di
accoglienza, orientamento e
formazione degli immigrati
extracomunitari.
Tutti i fondi
dell’8 per mille
destinati alle
chiese valdesi e
metodiste sono
stati investiti
esclusivamente
in progetti
sociali e
umanitari in
Italia e
all’estero.
Un dettagliato rapporto delt’utlllzzo
dei fondi ricevuti è stato pubblicato
sui maggiori organi di stampa
e su Riforma del 14 maggio 1999
E sarà, cosi
anche in futuro
Chiesa evangelica valdese (Unione delle Chiese metodiste e valdesi)
via Firenze 38 - 00184 Roma - tei. 06-4745537; fax 06-47885308; E-mail: TVmode@tin.it
sito Web: http://chiesavaldese.org
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