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LA BUONA NOVELLI^
GIORNALE della' EVANGELIZZAZIONE ITALIANA
Seguendo la veiiti oeUa carità. — Efks. TI. 14.
PREZZO DI ASSOCIAZIONE j LE ASSOCIAZIONI SI BICEA’ONO
Per lo Stato [franco a destinazione] 3 00 ^ In Tohiso alt’Uffizio del Giornale, via del Principe
Per la Svizzera e Francia, id............. 4 25 j Tommaso dietro il Tempio Valdese.
Per l’Ingliilterra, Id..................... 5 50 ! Nelle Protisoie presso tutti gli CfflzJ postali per
Per la Qettnania id..................... 6 50 \ mezzo di Vìgliì, che dovranno essere inviati
Non si ricevono associazioni per meno di un anno. ^ franco al Direttore della BtroNA Novella.
All’estero, a’ seguenti indirizzi : Parigi, dalla libreria C. Meyrueis, rue Rivoli ;
Ginevra, dal signor E. Beroud libraio ; Inghilterra per mezzo di franco-bolli
inglesi spediti franco al Direttore della Buona Novella.
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SOMMARIO
Il fanciullo ebreo di Bologna ed i giornali clericali. — Dcdicaaione al Signore del Tempio Valdese
in Genova. — Preghiera recitata in occasione della dedioaiìone del Tempio suddetto. —11 CatTouco e rOpiNiONB, a proposito del Tempio Valdese di Genova. — Cronaca della quindicina. —
Ànnunsii.
IL FANCIULLO EBREO DI BOLOGNA ED I GIORNALI
CLERICALI.
I nostri lettori ricordano quel fanciullo ebreo, per nome Mortara, che, mesi sono, d’ordine del sant’Uffieio, venne barbaramente
strappato d’imbraccia ai genitori, pel fatto d’ essere stato a quel
bambino, aH’insaputa dalla fam' -Ha, da una fantesca cattolica che si
tenevano in casa, amministrato lattesimo. La stampa periodica di
tutt’ i paesi ha protestato colia nias.sima energìa contro questa nefandità, a tal segno che i diarj clericali non hanno creduto prudente
di rimanersi piiì a lungo silenziosi, ed alla lor volta, hanno portato
in campo l’argomento, provandosi a giustificare ciò che altri proclamavano, con ragione, un’infamia di che, ai tempi cui siamo giunti, un
sol governo al mondo potea essere capace, quello del papa. Chi voglia
farsi uua giusta idea ili ciò che sia il Romanesimo, almeno quale ci vien
da’ suoi organi officiali rappresentato, legga con attenzione i brani che
pili sotto trascri\damo dai medesimi, e ci dica dopo, se v’irà al mondo
cosa pili umiliante per l’umana natura, dcH’influenza stragrande cho
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esercitano ancora tuttoil uomini i quali, dopo essersi resi colpevoli di
sì orrendi delitti, non solo non se ne vergognano, ma con un cinismo
che supera quanto si sareblje mai immaginato, pretendono a niente
meno che ad essere dairopinion pubblica, non folo giustificati, ma
anche elogiati !
Il primo brano che noi citiamo è àe\YOsservatore Bolognese,c^\màì
di fonte affatto officiale; ecco come si esprime:
“ Finalmente l’abbiamo saputa, l’abbiamo scoperta l'orrenda,
“ l’inumana, l’incredibile cosa che è questo ebreo di Bologna! Il cre“ dereste? Nientemeno di quello che diciamo in due parole: Un
“ fanciullo, figlio d’una famiglia ebrea, il quale in pericolo di
“ morte era stato battezzato nell’infanzia da una fantesca, ed avendo
“ or tocco l’uso di ragione, è stato messo imun luogo d’educazione,
“ perchè venga allevato nella religione cristiana a cui appartiene.
“ Niuno ignora tra noi essere severamente proibito dalle leggi
“ ecclesiastiche a chicchessia di dare il santo Battesimo ai bambini
“ ebrei, dissenzienti i genitori, per la manifesta ragione di non aver
“ poi 0 a togliere di mano ai parenti il proprio figlio, per alle“ vario cristianamente, oppure lasciare che un fanciullo cristiano sia
“ educato e cresciuto da ebreo. Ma se ciononpertanto un bambino
“ ebreo vien battezzato validamente, che fare allora ? Niente di
“ pili ovvio e necessario, pare a noi, di questo, che giunto il fan“ ciullo all’ età del discernimento, educarlo neUa religione cri“ stiana. E così appunto ha ordinato la Chiesa. Ma, e se non pre“ stano il loro assenso i genitori, si ha egli a strapparlo ad essi di
“ forza? Noi protestiamo, che a questo pimto sentiamo tutta la
“ gravità del fatto: noi ci penetriamo della condizione di quel padre,
“ ili quella madre infelici : riconosciamo il dovere in clùcchessia di
“ rispettare il dolore e i pianti indivisibili da quella terribile violenza,
“ il dovere di procacciare ogni via possibile per evitarla o l'cnderla
“ meno penosa; ma se non si può altrimenti, allora noi che sappiamo
“ che vi son dei mali che voglionsi reputar beni, non possiamo
“ condannare quella violenza. E che? dovrebbe dunque la Chiesa
“ permettere che im fanciullo cristiano venisse allevato nel Giu“ daismo? e ¡potrebbe essa sconoscere così un suo figlio? potrebbe
“ apprezzare così poco, anzi sprezzerebbe ella così la grazia di Dio
“ e i doni dello Spirito Santo, che quel fanciullo ha avuto la bella
“ sorte di possedere, lasciando chc esso, o non sapesse mai di averli
“ arati, 0 mai non imparasse a conoscerli ed apprezzarli ? ”
“ Essa pertanto, sebbene abbia vietato di battezzare, dissenzienti
“ i genitori, i figli degli ebrei, dato però il caso suddetto, vuole,
“ che giunto all’uso di ragione, venga educato nel cristianesimo, sia
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“ pur auchc d'uopo di farlo malgrado dei^enitori. Couforme a ciò,
“ essendosi conosciuto, die un figlio di una famiglia ebrea dimo“ rante in Bologna, il quale già toccava l’anno ottavo, era stato
“ nella sua infenzia certamente battezzato; per ordine venuto di
“ Eoma fu fatto .sapere alla .suddetta famiglia dover essii consegnare
“ quel suo figlio, affinchè esso venis.se cristianamente allevato ed
“ istruito, e fu intatti condotto in luogo apposito d’educazione in
“ Roma, dove i genitori iwssono, quando vogliono, visitarlo, e riceve
“ un’educazione gratuita, e non certo inferiore a quella ch’esso
“ avrebbe avuta in seno alla sua famiglia.
“ Noi crediamo, anzi sappiamo di certo, che sebbene il giovi“ netto partisse di casa senza difficoltà (come ora sta molto contento
“ della sua condizione), ciò per altro non avvenne senza gran guajo,
“ massime della madre; nè ce ne maravigliamo ; come non ci ma“ ravigliamo che gli ebrei abbiano fatto suonare la tromba ai quat“ tro venti con imo scalpore, che Dio vel dica: e quindi che la Gaz“ zetta dAugusta gridi come un’ossessa contro alla tirannica intoUe“ ranza di Roma, che il Débats, molto amico degli ebrei più che dei
“ cristiani, vengafuori ancheper l'Ebreo di Bologna colle solite ipocri te
“ smorfie, che tutta la stampa irreligiosa, eretica, giudea, abbia detta
“ la sua contro un fatto che è legale, ragionevole, provvido, bene“ fico, benché costi molte lacrime a una madre, solo per ciò infelice,
“ ch’ella non conosce la verità e la sorte di suo figlio ”
it Armonìa di Torino volendo in fatto di cattolicismo non essere
superata da nissuno, e neanco àaìXOsservatore Bolognese, premette
alla riproduzione di questo articolo, le seguenti parole:
“ Noi pubblichiamo quest’articolo, e sebbene non tocchi a noi
“ approvare o disapprovare la Chiesa, tuttavia per far piacere alla
“ Gazzetta dichiariamo di approvare pienissimamente il Sant’Of“ fido. ”
“ Il fatto è semplice. Il sig. Mortara, ebreo, ebbe un figlio che
“ fu battezzato. Ora questo figlio, gitmto all’ età di otto anni,
“ vuole essere educato cattolico, e la madre invece si oppone. Tra
“ la volontà della madre ebrea e del figlio battezzato dee vincere
“ la volontà del figlio. Questo insinuano il buon senso, l’onestà, la
“ legge ecclesiastica. ”
Finalmente il Campanile (acciò probabihnente non si potesse aver
dubbio di sorta .suH’unanimità del Clero nell’approvare simili enormezze) esce anch’egli a ragionare di quel fatto nei seguenti termini :
“ Si tratta d’un ragazzo ebreo affidato ad uua fantesca cattolica,
“ la quale credette bene di battezzarlo. Non potendosi dopo questo
“ sacramento più abbandonare quel povero ragazzo al culto israeli-
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“ tico, il governo pontifici^ lo ha ritirato dai parenti per fargli dare
“ un’educazione cattolica......”
“ Se il piccolo ebreo fosse caduto sotto le ruote di una vettura e
“ vi fosse rimasto morto, i giornali irreligiosi domanderebbero essi
“ al governo pontificio di restituirlo ai suoi parenti? No certamente.
“ Tutto al piti domanderebbero un’indennità pecuniaiia, e tutto fì“ nirebbe così. Contro la forza maggiore la legge non tiene ! E’ un
“ as.sioma vecchio quanto il mondo. Nel fatto presente bisogna rite“ nere che il sacramento del battesimo conferito al ragazzo, ha
“ ucciso l’ebreo, lo ha irrimediabilmente ucciso; e non ci è piiì forza
“ d’uomini nè di papi, capace di farlo riwere, perchè (se i giorna“ listi liberali leggessero il catechismo?) esso impì'ime un carattere
“ indelehile! ”
“ Dunque l’ebreo è morto, i genitori suoi sono rimasti senza
“ ragazzo......”
Non aggiungeremo riflessi a queste citazioni. Una dottrina, un
sistema che porta frutti di tal fatta, e che, anziché adoprarsi a
nasconderli, li mette in piena luce, cercando perfino di farli credere
ottimi......e che non solo non -viene respinto con isdegno, ma anzi
viene propugnato e difeso da immense moltitudini, è la prova più
lampante e piii dolorosa che dar si possa del profondo abbassamento
in cui l’umanità è caduta, riguardo alla verità ! “ Volunt decipì,.
decìpìantur ! ”
DEDICAZIONE AL SIGNORE
DEI
TEMPIO EVANGELICO VALDESE IN GENOVA
Giovedì, 14 del corrente, come era stato annunziato, ebbe luogo, favorita
dal tempo piiì magnìfico che si potesse desiderare, questa commovente cerimonia. Quantunque non fosse giorno festivo, riempiva il Tempio, fin dalle
undici, una folla immensa, composta per la maggior parte di nazionali, evangelici e cattolici romani, e di stranieri in Genova residenti, fra cui presso
cho tutt’ i Consoli delle potenze protestanti, i pastori delle chiese inglesi e
svizzere, e numerosi membri delle medesime, nonché della Chiesa scozzese,
della quale, disgraziatamente, a cagione di malattia, il pastore trovavasi assente. L’adunanza Evangelica italiana presieduta dal sig. Mazzarella si
trovava altresì rappresentata dal suo presidente e da varj membri della
medesima; infino dalle Valli Valdesi e luoghi circonvicini erano concorsi a
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quella festa oltre al signor Moderatore c due dei suoi colleglli membri della
Tavola, il sig. Deputato e banchiere G. Malan, e parecchi pastori e ministri lieti di associarsi ad un’avvenimento che, anni sono, non avrebbero
ardito sperare, e di stringere mano di fratellanza a tutti quei fratelli nella
fede, antichi c nuovi, chc Iddio ha suscitato loro sulle spiaggie incantate
del Mediterraneo.
Formatasi l’adunanza, il pastore-evangelista della Chiasa Valdese in Genova, sig. Charbonnier, salì nel pulpito, cd in mezzo aH’universale raccoglimento recitò, con voce commossa, la preghiera che qui appresso trascriviamo,
e colla quale egli, a nome dell’intiera assemblea dei fedeli ivi radunati,
quella casa di orazione solennemente consacrava al Padre, al Figliuolo cd
allo Spirito Santo. A questa preghiera ."issociavasi l’Adunanza non chc con
un amen sonoro, e che procedeva dal cuore, col canto dell’inno seguente
dettato appositamente per la circostanza :
A te tre volte santo,
Eterno Re dei re,
Noi solleviamo il canto,
Sull’ali della fè.
DaU’immortal soggiorno,
Ti volgi a noi Signor,
Ravviva in questo giorno.
La speme e’I nostro amor.
In questo loco scenda
La pace tua. Signor:
Quivi il mortai ti renda
Culto gradito ognor.
Fa che pe’ tuoi divoti
Un nuovo sia Betel :
Seconda, o Padre, i voti
Della tribù fedel !
Qui della tua Parola
Splenda la face ognor;
Qui trovi aUa tua scuola
Salute il peccator.
Qui di Gesù la voce
Gl’insegni i tuoi sentier ;
Appiè della sua croce
Tutti ci unisca il ver.
Deh! tu daH'alto scendi,
Spirto consolator:
Purga, soccorri, accendi
Ogn’alma ed ogni cor.
A te Gesù sia gloria;
Sia laude eterna a Te !
Cantiam la tua vittoria
Redenti alla tua fè.
Al sig. Charbonnier succedette nella bigoncia il sig. Geymonat, per alcuni anni pastore-evangelista di quella nascente Chiesa, ch’egli ha in gran
parte adunata, ed in seno alla quale vive sempre cara ed onorata la sua
memoria. Egli portando in mano la sacra Bibbia, la presentò all’Assemblca
come il Libro dei libri, in cui sta consegnato il Patto dell’Etenio Iddio
cogli uomini sue deboli creature, ove trovasi dichiarata l’amorosa volontà
di quel Padre celeste verso i suoi figli ribelli, ove a noi vien posta in piena
evidenza la vita e rimmortalità; come la regola suprema di fede e di vita
alla quale tutti, nella Chiesa, e pastori e fedeli, c tutte quelle chiese che
pretendono al nome di cristiane devono conformarsi; e fatto voto perchè da
quel pulpito non fosse mai più rimossa quella divina Parola, che anzi ne scendesse sempre inoltrata e pura, a consolazione c salvezza di tutte lo genera-
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zioni chc verrebbero ivi ad adorare, egli stesso l’aprì e vi lesse nell’Evangelio di S. Giov. al capo iv, il sublime trattenimento di nostro Signore
colla Samaritana, dal quale scaturisco in modo così solenne e lampante ad
un tempo quale sia il culto che Iddio che è spirito assolutamente richiede
dai suoi adoratori. Lesse ancora, tutta l’Assemblea stando in piedi, i
Comandamenti della legge di Dio e la Confessione dei peccati, dopo di cho
rAssemblea lodò nuovamente Iddio col canto di un inno, ed il sig. Moderatore, incoiubenzato di spezzare in quel giorno di solenne festività il pane
della Parola al numeroso uditorio, ascese alla sua volta nel pulpito. In un
discorso sopra Luca xii, 8, commendevolissimo per chiarezza e semplicità,
nello stesso tempo che per forza e moderazione, ma sovra tutto per lo spirito
francamente evangelico di cui era informato, egli—passando a rassegna l’un
dopo l’altro sì varj modi in cui Gesii Cristo va confessato; nella sua Parola,
primieramonto , proclamandola, innanzi a tutti, suprema regola di fede
e di condotta alla quale tutti devonsi piegare; in secondo luogo nel suo
sacrificio per noi, ritenendolo per conto proprio, e predicandolo agli altri
come unico fondamento della nostra salvezza; in terzo luogo, infine, neUa
vita ch’Egli, por lo Spirito Santo, infonde nel cuore dei suoi redenti, e por
la quale veniamo dai nostri sentimenti e dalle nostre azioni fatte sante, manifestati al mondo veri figliuoli di Dio,—egli dico, seppe presentare al suo
numeroso uditorio un quadro impressivo e completo, nella sua brevità, di
quella fede che da quel giorno in poi verrebbe in questo Tempio predicata. Incitò quindi i fedeli evangelici, a qualunque nazione appartenessero,
dimoranti in Genova, a fare a gara onde adempiere con sempre maggior
esattezza ai grandi obblighi che questa fede impone loro ; e rivolgendosi,
terminando, agli abitanti di quest’inclita città, gli accertò che i loro compaesani, professori di quella fede, non verrebbero mai meno ai doveri di
benevolenza, di carità, di amor patrio che scaturiscono per essi dalla loro
(qualità di cittadini di uno stato costituzionale e libero, poiché tali doveri
hanno in quella fede appunto il loro pifi saldo fondamento.
Quel discorso, sebbene lungo più del solito, venne ascoltato colla più religiosa attenzione dalla folta udienza.
Altri cantici, una fervida preghiera, la benedizione impartita all’assemblea
ed una collctta a prò degli innondati di Savona, colletta che fruttò fr. 106,
40 cent, posero fine a questa semplice ma augusta funzione, colla quale il
culto in ispirito e verità venne solennemente e publicamente inaugurato
nella capitale della Liguria. Il Cattolico, come in giorno che ricorda una
grave sventura nazionale, venne fuori colla prima facciata tutta listata in
nero; e noi ci facciamo benissimo capaci come quell'avvenimento, che per
gli amici deU’Evangelo è cagione di giusto tripudio, lo sia di pianto a lui
cho nulla paventa come quell Evangelo fedelmente c puramente annunziato;
ma anziché condolerci con lui, facciamo voti perchè le cagioni ch’egli ha
di temere, anziché scemare, vadano vieppiù crescendo, e diventi quella casa
che ha permesso Iddio venisse dedicata al di Lui nome, un vero Betel, una
vera porta dei cicli, por un numero ognor più grande di anime.
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Quello che vogliamo fiu’c altresì, prima di chiudere (luesto nostro resoconto, si è primier-imente di congratularci colle autorità e coUa popolazione
di Genova por Io spirito di vera ed illuminata tolleranza di cui, in quest’occasione, diedero prove non dubbie, che a noi è soave cosa il constatare ; ed
in secondo luogo d’esternare la nostra più sentita gratitudine, come a quei
cristiani d’ogni denominazione, dell'Inghilterra e della Scozia segnatamente,
che colla loro generosità concorsero aU’erezione di quest’ edificio, così a quei
fratelli nella fede, di ogni ceto o di ogni paese, i quali, coirassociare alle
nostre le loro preghiere in un tal giorno, ci diedero testimonianza a noi
tanto preziosa deUa loro cristiana benevolenza. Si abbiano poi, in modo
singolare, i nostri più vivi ringraziamenti, i signori Moder e Jorand, il primo
per quella intelligente e solerte vigilanza coUa quale, dal collocamento della
prima pietra fino a quella deU’ultimo banco, egli volle tener dietro ai lavori
del Tempio ; il secondo per quella sua instancabile attività a promuovere
nella Chiesa ogni sorta di bene, della quale numerose prove dovemmo notare ancora in questa circostanza. — Una conferenza fraterna alla quale
intervennero pa.stori, professori ed evangelisti, allo scopo d’avvisare ai mezzi
di promuovere, con sempre maggiore efficacia, l’opera di Dio nella nostra
patria, pose fine a quella bella giornata:
PREGHIERA
EECITATi
IS OCCASIONE DELLA nEDIOAZIONE DEI. TEMPIO EVANGELICO VALDESE IN GENOVA
Signore Iddio nostro, glorioso ed onnipossente. Padre, Figlio e Spirito
Santo, un solo Dio, Dio d’Israele a cui niuno è pari, nè disopra dei cieli,
nè in sulla terra di sotto. — Tu che sei stato, sei e sarai infiuo alla consumazione dei secoli la rocca di salvezza, la sola speranza del tuo popolo. —
Noi umilmente ti supplichiamo di abbassare gli occhi tuoi sopra i tuoi servitori qui radunati per consacrare a Te, Padre Eterno, all’ Eterno tuo
Figliuolo Gesù Cristo, ed allo Spirito Santo, questa casa di orazione, che
per tua gran bontà e misericordia ci fu dato erigere in questa città.
Quanto è grande la grazia che ei fai ora, e quanta la consolazione chc
ne provano i nostri cuori!
Sia lodato eternamente il tuo nome , imperciocchè ad onta delle crudeli
persecuzioni, dell’esilio e della morte che furono per più secoli nella terra
d’Italia la sorte di chi ti voleva adorare in ispirito ed in verità, tu non hai
permesso che fosse spenta la fiaccola della tua Parola in queste contrade,
riservandoti sempre un munero di tcstimonj fedeli in mezzo alle tenebre
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deH’erroi-e e della superstizione. Sia lode al tuo Nome, imperciocchè, per
divin tuo volere, sono spezzate le catene della schiavitù spirituale; e noi in
questa felice provincia d’Italia, patria nostra, ti possiamo servire secondo
li tua Parola, con libertà, e senza più incorrere, a motivo della nostra fede,
la privazione dei nostri diritti come uomini e cittadini. Deh! non permettere,
0 Signore, che mai noi ci mostriamo indegni dei favori che tu ci hai concessi, ma anzi venga il tuo Spirito in noi, onde colla nostra fede fatta palese
da opere di vera santità, rendiamo onorevole il tuo glorioso Evangelo fra
gli uomini.
Ed ora, o Dio grande e misericordioso! dall’alto cielo stanza della tua
dimora, gradisci la debole ed umile offerta di questa Casa eretta alla tua
gloria e perchè il tuo Nome sia in essa adorato e santificato. Padre nostro!
1 cieli ed i cieli dei cieli non Ti posson capire, e quanto meno una cas.a
fatta con mani d’uomini. — Però Tu hai promesso che laddove due o tre
saranno radunati nel tuo Nome, quivi sarai Tu ancora in mezzo di loro. —
Oh! trovati te ne supplichiamo in mezzo di noi in questo giorno; e fa pur
sentire sempre la tua santa presenza, in mezzo al tuo popolo, ogni qual volta
egli si radunerà in questo luogo per pregarti ed adorarti !
Noi umilmente ti supplichiamo di dare in abbondanza la tua grazia ai
tuoi servitori che annunzieranno il tuo Vangelo in questo luogo, onde siamo
uomini di fede, di zelo, di pietà illuminata e vera, di costumi illibati, di
buon’esempio in ogni cosa alla greggia, e sieno dispensatori fedeli della santa
e sola infallibile Parola tua.
La tua Parola e niente altro chtì la tua Parola risuoni in questo recinto ;
quivi sieno proclamate quelle stesse dottrine che il tuo apostolo Paolo già
predicava nella nostra patria. — Non permettere mai che questa Casa di
orazione venga profanata, o con dottrine umane, o con superstizioni e pratiche contrarie alla divina tua rivelazione.
Ti supplichiamo altresì di spandere il tuo Santo Spirito sopra tutti coloro
che verranno quivi ad adorare Te o Padre e Gesù Cristo tuo Figliuolo, ed
ascoltare la tua Parola, e partecipare quivi ai santi sacramenti del battesimo e della Comunione spirituale al corpo ed al sangue dell’Agnello senza
macchia, da Te istituiti.
Come profumo a Te accetto, salgano sempre le loro supplicazioni fino al
trono della tua misericordia ; e ne scenda in risposta il tuo Spirito che
converta, che illumini, e faccia sì che ognuno che in questo luogo awà conosciuta la tua verità, mostri la sua fede con opere di carità, di lealtà, di
santità, onde veggendole gli uomini diano gloria a Te, Padre celeste, ed
a Gesù Cristo nostro Signore.
Crèati in questa città una Chiesa numerosa, fedele e vivente, di cui, come
diceva l’apostolo della chiesa che in allora era in Eoma, la fede possa essere
pubblicata per tutto il mondo.
Giacché negli andati tempi dell’afflizione Tu hai pure sempre coperti
della tua protezione i tuoi fedeli testimonj nella nostra patria, dando loro
fede c coraggio onde conservare illesa la verità quale è in Gesù, cd onde
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la luce non fosso messa sotto al moggio ; giacché ci fai ora la grafia di
poterci radmiare pubblicamente in una casa di orazione a Te consacrata,
noi ti supplichiamo di fare si che in questo luogo ed in questa città la Parola
tua, lampada ai nostri piedi e lume ai nostri sentieri, sia sempre fedelmente
annunziata a tutte le generazioni futuro onde, Tu abbia in questa città un
gran popolo d’eletti, redenti nella morte di Cristo, purificati nel suo sangue
e zelanti di buone epere.
Signore Iddio, Re dei re proteggi e fa salvo il nostro Augusto Sovrano
Vittorio Emmanuele II, dalla cui giustizia ed illuminata tolleranza abbiam
ricevuta la facoltà di edificarti questa Casa di preghiera.
Benedici e fa salva la Costituzione di questo reame ; visi svolgano e prosperino ogni giorno maggiormente le civili e religiose libertà, sotto il giusto
e saggio reggimento del Re, del Ministero, e del Parlamento, e vengano pure
ridonate la pace e la prosperità a tutta Italia.
Benedici e fa salve le autorità governative e amministrative di questa città.
Benedici e fa salvi tutti coloro, sovrani o sudditi, concittadini nostri o forestieri, che ci sostennero nei giorni della prova, e furono nelle tue mani a
nostro riguardo strumenti delle tue benedizioni.
Benedici e fa salvi tutti coloro che ci sono venuti in ajuto per erigere questa casa di orazione ; ricohnali della tua grazia ohe è la sola vera ricchezza.
Benedici e fa salvi coloro che hanno diretti i lavori di quest’edificio, e
coloro che li hanno compiuti.
Infine benedici, o Signore, tutti coloro che si adoprano a diffondere i lumi
fra di noi, a fugare i pregiudizj, a far progredire la civiltà—E siccome non
mai sarà il mondo fatto salvo se non colla religione pura e vivificante del
Figliuol tuo Gesù Cristo — religione d’amore e di santità — affretta, te nc
supplichiamo, quei fortunati tempi in cui ognuno ti conoscerà, o Dio del
Vangelo, ed in cui le nazioni tutte insieme con noi ti adoreranno, radunate
in un medesimo spirito al pié della croce.
Converti i peccatori, mantieni ed ajuta nel cammino loro i tuoi santi, c
siati questa Chiosa che tu ti sei raccolta in questa città, edificata sul solo
fondamento degli apostoli e profeti, essendone Gesù la pietra angolare ed il
capo del cantone.
GloriaaDio nell’alto de’cieli, pace suUa terra e benevoglienza fra gli uomini.
Esaudisci, o Signore, queste nostre suppliche, in nome e per i meriti di
G. C. nostro Salvatore e Mediatore, amen !
IL CATTOLICO E UOPINIONE
A PROPOSITO DEL TEMPIO VALDESE DI GENOVA.
Abbiamo detto come, il giorno deUa inaugm^zione del Tempio
Valdese di Genova, il Cattolico venisse fuori colla prima facciata
listata in nero. Dopo ciò nou sarà discaro ai nostri lettori il leggere
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le parole colle quali egli accompagnava questa dimostrazione del
suo cordoglio. Eccole :
“ Giorno di lutto gli è questo per la Cliìesa genovese. Noi non dubitiamo di qualificare così l’infausto dì, in cui sotto l’ala di un governo che a
far pompa di liberalismo protegge il libertinaggio, viene inaugurata solennemente fra noi la scissura religiosa nel Tempio così AeiUi Evangelico Valdese, che si apre oggi ai figli della Liguria ad un culto che non è il culto
cattolico. Tutti i buoni Genovesi, che serbano in cuor loro quel caldo affetto
alla Religione verace che distinse mai sempre e fe’ sì gloriosi i padri loro,
videro con ribrezzo nel recinto della nostra città innalzarsi quelle mura
scomunicate; forse con maggior ribrezzo eziandio trovarono fin dal giorno
8 nella nostra Gazzetta ufiiciale annunciato, e ripetuto nel giorno 9[; che
la solenne dedicazione del Tempio avrà luogo giovedì 14 del cmrente alle oì-e
11 antimeridiane. Chi sa, se dopo l'avvcniinento nefasto non toccherà loro
leggerne su qualche nostro giornale la narrazione, come di cosa bella e gloriosa per la città nostra?
“ Sventura ! Somma sventura per noi, che, scissa così l’unità della Fede,
ci incamminiamo, se non ci guardi la misericordia di Dio, nella via che
trovarono piena di sangue e di guai l’Alemagna, l’Inghilterra, la Svizzera ed
anco la Francia, la quale se andò libera da una generale infezione, pure
assaporò di troppo le dolorose e funeste conseguenze che reca in una nazione la difForenza del culto ! Ed i nostri governanti per la paura ridicola
deH’influenza clericale, per l’astio giansenistico contro l’autorità pontificia,
per una folle lusinga di conquistare l'Italia palpando le passioni di pochi e
sconsigliati figli di lei, introducono fra noi questa funestissima delle scissure.
“ Un foglio che si gloria del nome di Cattolico non potrebbe oggi altrimenti comparire che coi contrasegni di lutto. Questo lutto sappiamo che è
diviso con noi da tutti i fratelli della nostra Fede; siam certi che lo sarà
eziandio da quelli, che ora ingannati e travolti plaudono forse alla novità,
e non sanno ciò di che questa funesta novità è gravida. ”
A questi inverecondi piagnistei, rispondeva l'Opinione di Torino
con un bellissimo articolo del quale stimeremmo delitto il defraudare i nostri lettori. Eccolo nella sua quasi integrità ;
“ Il Cattolico di Genova è in lutto. Jeri ci giungeva tutto listato in nero,
con un articolo, le cui prime parole, aggiunte al segno di mortorio, ci fecero
rabbrividire.
“ Giorno di lutto, ei scriveva, ò questo per la chiesa genovese. ’’
“ Chc è, che non è? E’ sopraggiunta qualche sventura all’arcivescovo
CUiarvaz?
“ Monsignore .sta bene e d'altronde chi conosce le sue relazioni con quel
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giornale, comprende di leggieri che ii Cattolico nou vestirebbe a bruno e
non farebbe udire voci disperate di dolore, qualora qualche disgrazia avesse
colto il suo capo diocesano.
“ Che fu dunque?
“ La grande, la dolorosa, la triste notizia è questa: Giovedì, 14 del corrente mese, fu inaugurato in Genova il Tempio Valdese ; in quel giorno una
parte, benché piccola, della popolazione, ha potuto radunarsi nella casa del
Signore e recitare le sue preghiere; in quel giorno fu dimostro chc la libertà di coscienza in Piemonte non è una derisione, e che, sotto il regime
costituzionale, la libertà dei culti è riguardata come im diritto de’ cittadini
e rispettata dal governo.
“ La sètta clericale non aveva risparmiate fatiche e raggiri per impedire
che a’ protestanti fosse accordato di aprire un Tempio. Quando si avvidero
che gl'intrighi erano andati a ^'uoto eche la ragione prevaleva, ñi uno sciamare, uno strepitar continuo che si suscitavano scandali e si cercava di abbattere la roccia del cattolicismo.
“ La sètta non comprendeva che accusava se stessa e faceva torto al cattolicismo, esprimendo il dubbio, che per essersi elevato in Genova un tempio evangelico, la religione cattolica avesse a menomare e crollare.
“ Uomini di poca fede, i quali, mentre afiFermano ch’eglino soli hanno
veduta la luce e gli altri giacciono tutti nelle tenebre, mostrano poi di temer
in siffatto modo, che queste prevalgono, che un po’ di nebbia li rende qua«i
increduli al sole!
“ Ma perchè è sorto un Tempio Valdese, le chiese cattoliche sono minacciate, i parrochi non lianno più autorità, la parola del sacerdozio non è più
efficace?
“ Genova non ha da paventare alcun pericolo dal nuovo Tempio, bensì
ha da rallegrarsi, che i tempi volgano a tollaranza religiosa, e che i cittadini ed i forestieri che vi attrae il suo commercio, o la bellezza del cielo c
della marina, e la mitezza del clima, possano radunarsi e pregare secondo
la loro fede nella casa del Signore.
“ I clericali che non si stancano di parlar di religione ed esaltarne gl’influssi sulla società, sono i primi a rinnegarla.
“ La religione non è per loro che un sìmbolo di politica retrogi'ada ed
una bandiera di reazione. Dichiarano che la lor fede é la sola vera; ma in
luogo di dimostrarlo con argomenti razionali, quasi pretenderebbero di convincerne gli awersarj coi tormenti, i quali sono di certo argomenti più calzanti di quelli che porgono la ragione e la storia.
“ L’odio contro il protestantismo li accieca in siffatta guisa, che quasi
preferiscono vi siano increduli, atei a migliaja, anziché alcuni seguaci di
Lutero.
B’ forse perché reputano più facile la conversione al protestantismo, che
non l’incredulità? Forse perchè l’odio tra fratelli è più implacabile, che non
fra stranieri?
“ Noi lasciamo al Catlolic^ il risolvere questi quesiti. Esso ci risponderà
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che non trattasi di ciò, ina che Genova è scandolezzata vi siano state erette
quelle mura scomunicate,
“ E’ in questa guisa che il Cattolico allude al Tempio Valdese, come se
fosse un convegno di viziosi od un nido di birbanti, e non un luogo di preghiera.
“ Ma il Cattolico supera se stesso scrivendo le seguenti parole, le quali
recitate in tuono tragico sulla scena, debbono produrre un maraviglioso effetto
“ Sventura ! somma sventura per noi, che scissa così V unità della
fede ecc. erx.
“ Non credereste che sia il Tempio Valdese che ha scissa Vunità della
fedel Ma dove e quando mai è accaduto che l'erezione d’un Tempio scindesse l’unità religiosa? La scissura doveva esser anteriore, se si è sentito il
bisogno di aprir un Tempio, e veramente se non vi fossero stati protestanti
a Genova, niuno avrebbe pensato a farvi costrurre un Tempio, perchè a
niuno può venir in monte di edificar Tempj, perchè i topi vi facciano le loro
danse, ma soltanto perchè coloro che professano una religione e non hanno
conveniente luogo di riunione, possano ivi congregarsi ed adempier le prescrizioni del loro rito.
“ Si calmi adunque il Cattolico ! Il Tempio di Genova non è causa, ma
effetto di scissura. I protestanti hanno preceduto il Tempio, non il Tempio i
protestanti. Così è accaduto pel cattolicismo, per tutte le religioni, senza alcuna distinzione.
“ Quanto all’unità della fede che tanto sta a cuore al Cattolico, vogliamo
ammettere esser un’assai bella cosa, e che una nazione, la quale abbia una
sola religione e uon sia divisa da sètte, possa correr il pericolo di meno
perturbazioni.
“ Ma l’nnità debb’essere il portato della convinzione, o dell’indole della
popolazione, non debb’essere fittizia, artificiale, forzata. Che bella unità
religiosa era mai quella dell’Italia nel secolo decimosesto, quando si perseguifavano, s’imprigionavano, si abbruciavano i seguaci delle nuove idee luterane? Si credeva di avere estirpata la peste dell’eresia e si è seminata
l’incredulità e l’indifferenza religiosa.
“ Anche la Spagna si è ostinata a serbare l’unità della fede, ma a qual
prezzo? La Spagna decadde e dopo Filippo II non ha più potuto rilevarsi.
“ Ma il Cattolico ha gli esempj deU’Alemagna, dell’Inghilterra, della
Svizzera e persino della Francia!
“ Or bene, come si manifestano in quei paesi le dolorose e funeste conse^lenze che reca in una nazione la differenza del culto?
“ Non parrebbe che il sangue vi corresse a rivi e che le vie vi fossero
di continuo perturbate da rivolte e da micidiali lotte fra’ seguaci de’ differenti culti? ^ ^
“ Ma non vi accade tutto il contrario? Vi fu guerra civile, finché i pregiudizj cd il desiderio dell'unità della fede prevalevano al diritto ed alla
libertà. Eiconosciuttt c sancita la libertà di coscienza, protestanti c cattolic
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vissero concordi sullo stesso suolo, e le distiotisioni religiose cessaron d'esser fomite di civili discordie.
“ H Cattolico non poteva far di meglio per confutare lo proprie teorie:
egli ha addotto l’esempio di quegli stati, ove la libertà de’ culti è guarentigia al cittadino e la coscienza non è tm-bata da proibizioni e divieti come
in alcuni stati d’Italia.
“ Jla perchè ha dimenticati gli Stati-Uniti e le sue quaranta sette religiose? Ivi la libertà di coscienza e de’ culti è ampia c quasi senza limite.
Quali inconvenienti ne emergono ? Tutte le religioni hanno libero il campo
di fare propaganda, ivi è lecito a chiunque di abbracciar la fede che gli pare
vera, di erigere Templi, di predicare. Questa libertà non ha punto soffocata
l’attività religiosa, ed il cattolicismo non ha da dolersi di essere impacciato,
ili aver a combattere ostacoli che attraversino i suoi pregressi. Esso non ha
altri ostacoli, fuorché le contrarie convinzioni ; ma nelle sue manifestazioni
esterne non ha inciampi, nè impedimenti legali,
“ La tolleranza religiosa è indispensabile alla pubblica quiete, quando
pur non la si volesse considerare come un dovere dello Stato, come mi principio essenziale di pubblico diritto. Essa è .stata fonte di ordine e di prò- ^
sperità; e difatti i paesi dove la libertà de’ culti è sancita dalle leggi c praticata sinceramente, son pur quelli ove è minore l’indifferenza religiosa, ove
l’incredulità ha più ritegno, ove la pubblica tranquillità e la generale floridezza sono più estese e meglio assicurate.
“ E veramente gli uomini del Cattolico che fanno tanto scalpore pel
Tempio de’ Valdesi e che piangono la scissura dell’unità della fede, che
richiesero per tanto tempo, d’accordo co’ liberali, in Russia, in Prussia
senonchè la tolleranza religiosa? Che cosa domandano ora alla Svezia? Che
cosa pretendono dalla Turchia e dalla Cina?
“ Ma i liberali richiedono la libertà e l’uguaglianza per tutti, mentre i
clericali domandano per sè ciò che ricusano agli altri : vogliono la libertà
de’ culti, la libertà pei missionarj, la libera predicazione, e poi quando si
erige un Tempio Valdese cercano di attizzar il fuoco della discorilia e di
accender di fanatismo i popoli. Ma siate una volta logici e consentanei! Aspirare alla libertà religiosa per sè e negarla altrui, è un suscitare sospetti c
diffidenze ne' governi, è un dichiarare che per voi la libertà religiosa non
può essere cho un’arma da adoperarsi contro la libertà stessa.
“ Egli è sperabile che la tolleranza diverrà un dogma per tutti gli Stati
e che tutte le religioni troveranno ugual protezione nelle leggi. Quest’è la
missione della civiltà ed U debito de’ governi: i popoli non avranno che a
rallegrarsene. ”
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CRONACA DELLA QUINDICINA
Un nobile monumento di cristiana pietà, in una persona collocata in alto,
ci giunge dall’lNoniLTEREA, vogliamo parlare del testamento di S. A. R. la
fu Duchessa d’Orleans. Eccone alcuni brani: “ Questo è il mio testamento.
“ Nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo.— Morendo, racco“ mandò a Dio l’anima mia, e, nel Nome di Gesù Cristo, imploro la gi-ande
“ sua misericordia, pregandolo a volermi ricevere nell' eterne dimore, e
“ riunirmi colassù a tutti coloro che quaggiù ho pianti. Dò la materna mia
“ benedizione a' miei figli diletti, e prego il Signore di dirigerli durante la
“ lor vita, di dar loro giorni felici, e di conceder loro la felicità eterna,
“ dopo che avranno, su questa terra, nobilmente adempiuto il loro de“ stino. Depongo quivi per essi un supremo addio, ringraaiandoli per la
“ felicità che mi hanno procacciata durante la mia vita ... Dico addio a
“ mia madre, cui tanto devo; — ai miei fratelli e sorelle, pei quali mi son
“ sempre sentita penetrata di vivo affetto; — alla famiglia di mia madi-e,
“ la cui tenera ospitalità ha mitigato l’amarezza dell'esilio mio e dei miei
“ figli; — ai miei amici, ai miei servitori, la di cui fedeltà in mezzo all’av“ versa fortuna, mi ha penetrata per essi di un’attaccamento pieno di gra“ titudine ; — finahnente dico addio alla Francia che ho tanto amata, e
“ dove ho trascorsi gli anni più felici della vita mia!
“ Raccomando ai miei figli di non scordare mai, che “ il timore di Dio
“ è il principio della sapienza; ” che è quel timore guida nella prosperità,
“ e sostegno nell’avversità. Raccomando loro d’essere fedeli ai principj
“ che sono stati loro inculcati neU’infanzia... Possano eglino quella fedeltà ai
“ loro principi, manifestarla col loro coraggio a sopportare l’avversità e
“ l’esiglio ... Ei fu conforme ai supremi ammonimenti del loro padre che
“ venne diretta la loro educazione. ”
Dopo aver diretto ai suoi parenti ed amici altre raccomandazioni, e messo
ordine alle sue disposizioni testamentarie, la pia donna soggiunge: “ Pongo
“ fine quivi all’espressione delle mie supreme volontà, assicurando del mio
“ perdono tutti quanti trovansi nel easo di avermi offesa od aflBitta, e pre“ gando tutti coloro che io posso aver offesi od amareggiati a voler tutto
“ dimenticare. Le mie ultime parole per i miei diletti figli sono una preghiera
“ ed una benedizione. ”
Dalla Francia abbiamo sentito con piacere che la troppa arrendevolezza
del sotto prefetto del distretto di Yalencicnnc, por i proti, noU’aflfare di
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Manhcnge gli ha valso di essere posto a disponibilità dal sig. De Langle,
ministro degl’interni: prova chc la vittoria dei clericali non è ancora, iu
Francia, così completa come la darebbero a credere molti atti che snccodono in quel paese, quasi ad ogni giorno. Anche i miracoli, che vanno moltiplicandosi in modo quasi incredibile, non trovano tutti disposti ad accoglierli.
Ecco ciò che sul miracolo di Loxirdes, interrotto dalla polizia, scriveva, giorni
sono, a\YOsservatore CatloUro una pia signora di Tarbes: “ Io vi conosco per
cattolico così buono e così compiuto, che non posso non parlarvi della grotta
di Lourdes. Se vi giudicassi alquanto tiepido, non vo ne farei parola; ma
davvero cho quel preteso miracolo è un’a^iice che addolora tutt’ i veri credenti, e uu’occasione di pericolo per gli altri. Noi die siamo sul luogo, che
conosciamo le persone e lo cose, dividiamo, non dirò già lo sdegno, ma l'afflizione generale. Sulle primo la cosa veniva da molti trattata come una
facezia; poco a poco si è fatta miracolo; ma niuna persona alquanto scria vi
pone fede. Si crede che l'affare (poiché è mi affare) sarebbe caduto da per
sè, senza l’arrivo di un giornalista celebre e di un prelato dei suoi amici.
L’autorità civile ha operato ottimamente facendo chiudere la grotta, poiché
invece di un’in.<!pirata vo nc furono ad un dato momento tre ed anche quat
tro, la cosa essendo trovata eccellente. Tutto ciò ò tristo, assai tristo. ”
Da un altro lato, leggesi sul proposito, in un carteggio parigino dell’ Express, la seguente notizia ;
“ Il maire di Lourdes è stato costretto dalla pressione ecclesiastica a
rivocare il decreto cho vieta l'accesso alla grotta miracolosa di Massavielle.
Si può quindi ritenere per certo che, sebbene la commissione eletta dal vescovo non abbia ancora fatto il suo rapporto, il miracolo di Lourdes prenderà il suo posto appresso a quello di Salette ed a molti altri autenticati
dalla chiesa. Alcuni pensano che 1 miracoli si fanno ora in Francia così
frequenti che i preti debbono vergognarsi di confessarli. Vi è però ancora
un vasto margine, se la Chiesa non ha altro ritegno che la propria capacità
di dirigerli. In Italia, laddove i gesuiti predominano, non vi è guari città o
villaggio di qualche importanza che non abbia i suoi miracoli moderni, debitamente autenticati. ”
Scrivesi da Malta al Morning-Fost che tutti i padri gesuiti hanno poco
a poco abbandonato quell'isola è così quietamente che appena la gente se no
è accorta. La stessa corrispondenza soggiunge che il nuovo vescovo di Malta
avverso ai gesuiti, acquista sempre maggiore popolarità col suoi provvedimenti concilianti di polizia clericale, coi quali cerca di migliorar la situazione.
Un fatto semplicissimo in se stesso, ma che accenna tuttavia ad un vero
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... 308 ...
progresso delle idee di tolleranza nel nostro Piemonte, ai è la nomina testò
avvenuta di un valdese, il sig. Enrico Monastier di Torre, a professore di
lingua francese nel Collegio di Pinerolo. Quale conosciamo il sig. Monastier,
siamo certi che il Municipio che l’ha proposto ed il Ministero che ha convalidato la nomina, non avranno che da congratularsi del loro operato.
Domenico Grosso gerente.
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