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ECO
DELLE mm VALDESI
Past. TACCIA Alberto
10060 ANGROGNA
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno 98 - N. 37
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TORRE PELLICE - 20 Settembre 1968
^mTnÍTl Claudiana Torre Pcllice - C.C.P. 2-17557
CONCRETEZZA DELLA CHIESA
II
In una stagione di vertiginose
scoperte e riscoperte come la nostra, parecchi frutti buoni devono
pur maturare; fra questi, di importanza mi sembra la costante
sottolineatura della chiesa « locale » — cioè riferita a un preciso
ambiente geografico e socioeconomico — come elemento di fondo per una ecclesiologia rinnovata.
E’ in sostanza un ritorno a una
accezione de! termine « chiesa »
che passa dal Nuovo Testamento
a gran parte degli scritti della
Chiesa Antica, compreso Cipriano
di Cartagine! Naturalmente la
semplice accettazione del fatto che
la chiesa è un avi cnivuento constatabile là dove io Spirito Santo
muove delle creature, e le riunisce attorno alla Parola di Dio e al
sacramento, non elimina tanti problemi e quesiti che oggi premono
fortemente. Ogni comunità è un
corpo vivo ed ha per capo Gesù
Cristo: è immagine visibile d’una
realtà che si confessa per fede:
«.Credo... sanctam ecclesiam
tholicam », credo la (e non nella)
santa chiesa universale.
Tutto questo sarebbe perfino
ovvio se spesso — a leggere o
ascoltare delle affermazioni consenzienti con quanto sopra — non
fossimo sfiorati dal dubbio che,
posto con esattezza il principio, ci
si guardi dal trarne pratiche, inevitabili conseguenze. L'appello alla chiesa locale non* è demagogia
ecclesiastica, e nemmeno manovra
tattica per sbarazzare il terreno
da (vere, presunte?) sovrastrutture, ma chiara, pacifica volontà di
edificare la chiesa del Signore solo col suo Evangelo, e non con un
altro.
Questo conduce ad alcune conte.vtazioni di fondo, che vanno meditate da chiunque si ponga di
fronte alla concretezza della chiesa locale. Degli esempi pratici, col '
preciso scopo di mettere in chiaro
1 problemi:
— le Chiese Ev. Valdesi, attraverso ii Sinodo, danno vita a degli
organismi (stampa, centri giovanili, federazioni, ecc.), e questi s’imprimono un proprio* ritmo, fanno
la « loro » strada: deve o non deve
la chiesa locale controllare se questa strada è anche la « sua »? deve
o non deve dire il suo « no » quando lo ritenga necessario?
— la chiesa locale che riceve l’invito a mandare, per es., un gruppo
di credenti a un convegno, a un
campo, a un congresso... deve o
non deve esaminare l'argomento
proposto, l’ambiente psicologico
di chi invita, e incoraggiare o meno « fra i suoi membri » tale iniziativa?
Dobbiamo contestare a chiunque
il diriito di considerare una comuni :: come un campo di cocomeri
o una \ igna sulla strada, dove c’è
solo una sia pur modesta riserva
umana da prendere e utilizzare secondo le proprie idee, la propria
visione del mondo, ecc. Una comunità non è un fantasma, e neppure un corpo vile sul quale si possano tentare sperimentazioni « dal
di Inori », come un professore in
sala anatomica: è concreta, è viva, è fatta di tante creature che
soffrono, che pensano, che si sono
date o hanno accettato un modo
comune, locale, di vivere il culto
e la testimonianza nella città terrena. Noi amiamo le nostre chiese e ci rallegriamo perchè si sta
distruggendo il muro che sembrava separare i pastori dagli altri
credenti: sempre più spesso accade che la contestazione pastorale non sia che genuina espressio-»
ne della fede della comunità locale.
A proposito di pastori, fin tanto
che ogni chiesa non arriverà a riconoscere nel suo seno i propri
pastori senza affidarsi alla « sistemazione del campo di lavoro » fatta in via amministrativa, si pone
un grave problema di coscienza
per i pastori « comandati »: hanno
essi « il dovere » di giudicare e
condannare la comunità in nome
di una propria ecclesiologia, di
proprie scelte socio-politiche? quale è il limite della loro mano libera? Anche qui, va contestata una
mentalità liberal-protestante, secondo la quale « chi paga comanda »; la chiesa locale ha sempre il
dovere di valutare la predicazione
e l’azione pastorale del proprio
operaio. Consigli di Chiesa e Assemblee sono là soprattutto per
questo, perchè nulla vale quanto
stro e giudice dei fratelli, e con
una pazienza nutrita di carità aiutarlo a ritrovarsi con tutti gli altri,
a vedere attorno -i sè degli amici
anche nel dissenso, a capire che la
sua dignità sta nell’essere un membro del corpo di Cristo, e nulla
più .
Oggi ogni comunità, piccola o
grande che sia, ha davanti a sè
un compito splendido proprio nell’ambito geografico in cui vive. Dio
ci offre l’occasione di una testimonianza in ogni .rettore, in ogni
campo: dobbiamo ridurre le chiese al tipo di vita di quelle famiglie che hanno un « ragazzaccio »
e si limano, spendono energie, perdono la pace, tutto nel battagliare con la loro nuova generazione?
la famiglia di Dio non ha « ragazzacci » di ogni età, a cui pensare?
Nessuna persona anziana o adulta, come nessun
giovane, può dire “la Chiesa siamo noi,, - Chi può
escludere quelli che Cristo ha incluso,J^I dono
della fede e l’assistenza del suo Spirito ? e quale
“gruppo,, può allontanarsi talmente dalla regola
della carità, dall’umiltà, da ritenersi unico depositario della vera dottrina? Siamo tutti contestati
da Cristo, ribelli e pur richiamati all’Evangelo
una fede professata secondo l’Evangelo, e la nostra unità entra in
crisi —*le'comunità si liquefànno! — nella misura in cui altri
evangeli distraggono le intelligenze, sviano le volontà.
Una volta messa in moto la ruota della contestazione, bisogna che
essa giri. Proseguo: su quale base
biblica si sottolinea, si esaspera fino allo scisma, la distinzione fra
giovani e non giovani, gente « di
destra » e « di sinistra »? lo spirito di .queste « distinzioni » è evangelico? e, in sostanza, sono tutti
la chiesa locale o no? Forse la
Chiesa deve sperimentare una sorta di squadrismo, per contestare
finalmente quanto v’è di fascista,
di profondamente reazionario, in
certa « Giovinezza, giovinezza ».
Nessuna persona anziana, o adulta, come nessun giovane, può dire
« la chiesa siamo noi »: questa è
follìa pura. Chi può escludere quelli che Cristo ha incluso, col dono
della fede è l’assistenza del suo
Spirito? e quale « gruppo » può allontanarsi talmente dalla regola
della carità, dall’umiltà, da ritenersi unico depositario della vera
dottrina? Siamo tutti contestati
da-Cristo, ribelli e pur richiamati
al giogo dell’Evangelo, altro che
heroici furori!
Il fascismo nacque dalle delusioni e dall’accidia della borghesia
con i suoi « ufficiali » per diritto
ereditario: erano figli di papà, e
non avevano mai saputo cos’è l'umile fatica quotidiana. S’empirono la bocca di gran paiole, e empirono gli altri di batoste. Oggi non
è possibile ridare carta bianca ai
figli di papà, nemmeno nelle chiese. Bisogna aiutarli a capire che
una chiesa non è a loro disposizione, anche se sono assuefatti ad
avere tutto senza fatica, a portata di mano; bisogna insegnare loro 1 umiltà anche se per eredità
sono convinti che il popolo (compreso quello dei credenti) è ciuco
e va costretto alle proprie idee;
bisogna insegnare loro che l’uomo
non vive di solo pane, anche se
non è mai mancato loro il companatico e si sentano commuovere le viscere al solo pensiero dell’ingiustizia umana.
Bisogna contestare la pretesa di
chiunque voglia stabilirsi a mae
Cristo è cibo comune, l’Evangelo
è lampada a ogni piede: guai alla
comunità che «'^ópfe » evangeli
diversi a seconda delle età, delle
culture, delle posizioni mondane.
Essa fomenta scismi e eresìe, come avvenne fra i belli spiriti di
Corinto nell’età apostolica.
Questo richiamo vuole ricordare una preoccupazione apostolica
del tutto trascurata proprio oggi
che, a dritto e a traverso, è un
gran parlare di ecumenismo: l’unità. Tutto il Nuovo Testamento, e
poi la letteratura sub-apostolica, è
percorso da questa preoccupazione, ed è naturale: quando gli uomini non sono tenuti insieme da
comuni interessi, o dalla coercizione, l’unità non è sempre in pericolo? Senza dubbio dalla Parola
di Dio essa è affidata con pressante cura a tutti i credenti, ed ha
l’unico suo connettivo nella passione per la verità non disgiunta
dalla carità.
Attraverso i secoli — sappiamo
che ciò fa ridere i figli di papà,
che ancora hanno questo secolo —
le Chiese valdesi hanno avuto la
preoccupazione dell’unità, l’hanno
espressa accettando una Confessione di Fede comune. Dio le ha
confortate, permettendo loro
di non sparire come polvere nel
giro di una generazione, facendo
loro portare il messaggio fino ai
nostri giorni. Per questo siamo
Chiesa.
Qra, la felice riscoperta dell’importanza della chiesa locale può
risolversi in una drammatica liquidazione se proprio ogni chiesa locale non ha vivissimo il senso
dell’unità, e non contesta decisamente il diritto di essere considerata una Cecoslovacchia, nella quale per amore o per forza s’accetta
un « credo » dai confratelli. Liquidare le comunità locali — così
come sono, per cominciare l’opera — significa non vedere il mondo nel quale viviamo, non capire
la situazione del valdismo in Italia. Il ritorno al liberal-protestantesimo, verniciato a nuovo ma
identificabile, distrugge quel rinnovamento biblico che appena cominciava a far presa sulle chiese,
e porta al caos, non all’unità.
In riassunto, si potrebbero formulare queste tesine:
LOCALE
II
— la chiesa locale è una realtà
concreta, viva; ha per solo capo
il Signore, e all’interno come in
rapporto alle altre chiese partecipa dell’unità: in,Cristo e nella
consapevole adesione alla Confessione di Fede.
— la chiesa locale deve vagliare
alla luce della Parola di Dio gli organismi ecclesiastici e le loro iniziative prima di incoraggiarne
l’espansione nel suo seno.
— la chiesa locale deve vagliare
la predicazione e l’azione di chi
esercita un ministerio, anche se è
mandato d’ufficio, e deve poter
rifiutare un servizio che esuli dalla testimonianza propria della
chiesa.
— nella chiesa locale le distinzioni
per età, professione, censo, decadono davanti al giudizio della Parola che chiama tutti a pentimento e nuova vita.
— la chiesa locale deve reagire
alla violenza usando la pedagogia
dell’Evangelo, riportando ognuno
alla sua vera dignità di fratello fra
fratelli.
— la Chiesa locale più gelosa custode della propria autonomia in
Cristo è quella che più forte ha
la percezione del legame che la
unisce a tutte le altre chiese professanti.
— la chiesa locale deve voler capire il tempo, le sue necessità, e
fare proprie le preoccupazioni ,
la propria generazione, nel luogo
in cui vive, e quindi rompere il
guscio del ghetto che minaccia
sempre la comunità, per testimoniare la carità di Dio in Cristo
a tutti gli uomini.
Luigi Santini
TrasferimenLi
pastorali
Nel corso delle ultime sedute tenutesi a Torre Penice dal 4 al 7 settembre la Tavola Valdese ha deciso tra
l’altro la sistemazione del campo di lavoro per Tanno ecclesiastico 1968-69.
Ecco quali sono i cambiamenti: il
pastore Guido Colucci è trasferito dalla comunità di Verona a quella di
Pisa; la comunità di Verona sarà curata dal pastore Alessandro Vetta, di
Brescia; il pastore Aldo RutigUano è
trasferito da Rorà a Pelonica Po con
la cura di Mantova; il candidato al
ministero Davide Gatto si occuperà
della comunità di Rorà; l’anziano evangelista Felice Bertinat sarà coadiutore del pastore Pier Luigi Jalla a S.
Germano Chisone ; il pastore Ernesto
Ayassot avrà in cura la comunità internazionale di lingua inglese di Torino, la comunità di Biella e quella metodista di Vercelli; il pastore Samuele Giambarresi da Pachino a Catania
e il pastore Eugenio Rivoir da Catania
a Pachino; il pastore Pietro Santoro
da Torino alla comunità di Palermo,
quale coadiutore del pastore Pietro
Valdo Panasela.
Inoltre, in seguito alle già avvenute elezioni nelle chiese autonome dì
Roma, piazza Cavour, Torino, C. Vittorio, e Bobbio Pellicè, ricordiamo che
i pastori di queste comunità saranno
rispettivamente Alberto Rihet, Carlo
Gay e Bruno Bellion.
Infine a Venezia sarà attuata l’integrazione tra la comunità valdese e
quella metodista.
TORINO
Una eooferenza pubblica
mli’Asseoibfea di l^ppsalu
Sabato 5 ottobre, alle ore 21, nel salone della Chiesa Valdese di Corso
Vittorio, a Torino, il prof. Vittorio
Subbia terrà una pubblica conferenza
su « Le nuove tendenze della Cristianità all’Assemblea del Consiglio ecumenico delle Chiese, a Uppsala ».
• ■iiiimmiiiiiiiiiiiii
luriimiiiiiiimiiiHiiiiiiiiiiii
Mossa in guardia di un teologo luterano norvegese
Il rischio della
'"manipolazione,, ecumenica
Ginevra (Iwf) — Un noto teologo norvegese Eia dichiarato, facendo un bilancio delFAssemblea di Uppsala, che mentre « in certe direzioni il dialogo ecumenico si è notevolmente esteso... in altre è stato seriamente limitato ».
Il dr. Per Lònnìng, decano delia cattedrale di Bergen, ha dichiarato in una relazione
al Comitato esecutivo della Federazione luterana mondiale : « Il grande ostacolo al dialogo, nell'ecumenismo di oggi, come in tutto
il mondo odierno, e la manipolazione : pochi
dirigono la macchina e i più sono ingranati
dalla macchina ».
Egli ha lodato Timpulso dato da Uppsala al
movimento ecumenico e l’accento posto sulla responsabilità cristiana nel mondo, ma al
tempo stesso ha rivolto interrogativi taglienti contro la direzione impressa al movimento
da coloro che ha definito i « managers ecumenici » e i « secolarizzatori ».
Ora, anche se le Chiese non sono vincolate dai pronunciamenti e dai documenti del
CEC, ne sono però influenzate e guidate.
« piaccia loro o no riconoscerlo ». E mentre il
dr. Lònning ha riconosciuto che « in linea
di principio non vi è nulla di errato in questa guida ecumenica », è stato particolarmente critico su ciò che considera una tendenza
a un « superficiale secolarismo teologico ».
Egli ha affermalo che se « in una certa
misura le persone che guidano il lavoro teologico negli istituti accademici e quelle che
svolgono il lavoro nei gruppi di studio e nelle commissioni ecumeniche sono le stesse...,
resta il fatto che lo sviluppo teologico a livello sempre più alto diventa una questione
di managers, burocratica. Il futuro della teologia sembra essere meno nelle mani degli
studiosi di teologia che dei managers ecumenici: ed e un fatto che merita seria riflessione.
Se la mia osservazione è esatta, le Chiese dovrebbero opporsi coscientemente al fatto di
istituzionalizzare una rete teologica che potrebbe essere troppo facilmente controllata
da gruppi (cricche!) teologici ».
A proposito delle dichiarazioni su temi politici, il dr. Lònning ha citato le difficoltà
incontrarti dai gruppi ecumenici e causa della
varietà della loro formazione, costituiti come
sono di membri provenienti da vari paesi, e
ha affermato che il risutato pratico è stalo
che cc talvolta si c parlato in termini profetici, talaltra in termini diplomatici, talalira
ancora si è taciuto. La voce profetica è rivolta a paesi con una cultura politica sufficiente per permettere loro di ricevere queste
critiche senza cercare di rivalersi contro le
Chiese, mentre si parla in termini bistratti,
sui principi, o in termini diplomatici, su questioni concrete, là dove si sente la necessità
di una parola, ma una parola troppo chiara
e netta creerebbe difficoltà indesiderate; infine si tace quando dire una parola sincera
determinerebbe una reazione violenta ». Riconoscendo che « non vi è soluzione facile al
dilemma di fronte al quale ci troviamo », il
teologo ha però insistito sul fatto che « Vattuale gioco semiprofetico non può durare...
Occorre applicare un^unica misura, un’unica
norma; non dovremmo continuare a parlare
una doppia lingua ».
Un gindizin su Uppsala
Hannover (Iwf) ■ L’Assemblea di Uppsala
del CEC si è svolta sullo sfondo dì un mondo
f( che sta diventando un mondo », ha commentato il vescovo luterano Hanns Lìlje.
Il noto uomo di chiesa, che a Uppsala è
stato eletto fra ì sei membri della presidenza
del CEC, ha richiamato Pattenzìone sui numerosi delegati dei paesi africani, che hanno partecipato <c con un’oggettività naturale
e perfettamente integrati ».
Quest’Assemblea, egli ha dichiarato, ha reso chiaro ebe la prima esperienza ecumenica è finita e che anche il « secolo della Chiesa » è finito.
Mentre la prospettiva originale del CEC era
(( il mondo davanti a Dio », esso coinvolge
ora tensioni fra Dio e il mondo, ha detto il
vescovo Lilje, constatando che le Chiese non
vivono più in un mondo nel quale sono desiderate e benvenute e che esse devono quindi sviluppare con realismo nuovi atteggiamenti.
Egli ha insistito sul fatto che la cristianità deve riconquistare un punto d’orientamento e sviluppare forze che possano trasformare lo scontento generale in un impulso
positivo progressivo.
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pag. 2
20 settembre 1968 — N. 37
L’estate in Valle d’Angrogna Alla Fiiresteria La Roccia^lia di Pradpitoni«
Riassumendo brevemente i principali avvenimenti d^'attività estiva, vogliamo innanzitutto ricordare coloro che ci hanno lasciato.
Nel mese di maggio hanno avuto luogo ad
Angrogna i funerali di Bertin Emilio della
Sterpa, deceduto all’età di 90 anni. Ancorché
da diversi anni residente a Torre Pellice, egli
è sempre rimasto fortemente affezionato alla
sua Valle di Angrogna. Nel mese di giugno
ci siamo nuovamente raccolti nel Tempio per
circondare la salma di Mara Costantin dei
Raggio, deceduta a 76 anni, dopo lunghissimi anni di malattia e sofferenze quasi ininterrotte sopportate con grande serenità e fede. E’ ora entrata nel riposo celeste. Ai primi di agosto decedeva all’ospedale di Pomaretto, Maddalena Rivoirg di 84 anni, anche
essa è entrata nella pace del Signore dopo
parecchi anni di infermità. Il 25 agosto con
grandissima affluenza di parenti e amici han.
no avuto luogo le esequie di Ricca Rivorrà
Aline del Martel, stroncata alla ancor valida
età di 68 anni, da breve e gravissima malattia. Pensando a coloro che ci hanno lasciato,
confermiamo la nostra piena solidarietà nel
dolore alle famiglie nel'lutto, ma altresì la
nostra fede sicura nella promessa di resurrezione e di vita in Cristo Gesù.
Ma nella vita di una Comunità alle note
tristi si alternano le liete. Il 1 settembre, nel
Tempio del Ciabas, in una atmosfera molto
raccolta e serena, con vasta partecipazione
di congiunti e conoscenti, ha avuto luogo il
matrimonio di Renato Bertin del Passel con
Jeannette Garnier della Fornasa. Renato Ber.
tin ha terminato a Parigi i suoi studi di teologia e farà ora il suo anno di prova in una
Parrocchia del Nord della Francia; egli non
vi si reca da solo, ma con 1’« aiuto convenevole » che il Signore gli ha dato. Accompagnamo questi giovani sposi con tutto il
nostro affetto e con l’augurio di un ministerio veramente benedetto, nella viva speranza di vederli un giorno all’opera nella
Chiesa Valdese.
L’il agosto, sempre nel Tempio del Ciabas, veniva battezzata Elena Kitchen di William e Ada Geymonat. Alla piccola Elena e
ai suoi genitori l’augurio della guida continua e della benedizione del Signore.
Un vivissimo benvenuto a Luca figlio di
Valdo e Laura Travers della Ciauviera, nato
il 25 maggio e a Malvina figlia di Dorino e
Urna Buffa della Cassetta, nata il 1 luglio.
Felicitazioni ai genitori e un augurio di ogni
bene nel Signore ai bambini. L’ultima domenica di maggio si è sposato a Frali Rino Ricca del Martel con Rosalba Berger di Frali.
Il nuovo focolare è venuto a stabilirsi ad
Angrogna t ce ne rallegriamo vivamente e
rinnoviamo agli sposi il nostro augurio affettuoso. Rallegramenti vivissimi da parte
della nostra Comunità al Past. Coisson e alla
sua signora per la nascita di Jean Daniel.
Quest’anno, per la prima volta. l’Unione
Femminile ha tentato di organizzare il proprio
Bazar nel mese di agosto. Dobbiamo dire che
l’esperimento è perfettamente riuscito e il
lavoro non indifferente delle nostre sorelle è
stato coronato da successo. Oltre alla partecipazione degli Angrognini abbiamo avuto la
visita di molti villeggianti e amici delle Parrocchie vicine che ci hanno validamente aiutato a mettere il « tutto esaurito » sul banco
del buffet e della pesca. Un’ altra nota nuova
è stata la partecipazione dei giovani che hanno rappresentato un breve atto comico che
h.a contribuito ad attirare il pubblico e a
dare un tono diverso a questa manifestazione tradizionale. Ringraziamo ancora l’Unione
Femm.. i giovani della Filodrammatica e tutti coloro che con doni e 'contributi hanno
permesso il pieno successo della manifestazione.
Anche questa estate abbiamo accolto e salutato gruppi di passaggio e manifestazioni
varie. Ricordiamo la Festa di Canto delle Corali della Val Pellice che per la prima volta
quest’anno ha avuto luogo nel nostro Tempio.
La visita della Scuola Domenicale di S. Germano Chisone, che dopo aver partecipato con
noi al Culto dell’Ascensione ha compiuto una
visita ai luoghi storici delle Valle. L’accampamento per due giorni presso la nostra sala
di un gruppo di giovani inglesi di Sheffield,
i quali hanno anche partecipato al nostro Culto, cantando alcuni cori religiosi giovanili
moderni accompagnati da chitarra. Sempre in
tema musicale anche quest’anno abbiamo
avuto la visita di un gruppo di trombettieri
tedeschi che, uniti a quelli Valdesi, ci hanno
offerto un Culto-concerto terminato con la
celebrazione della Santa Cena. Il messaggio
centrale ci è stato portato dalla Sig.na Laura
Nisbet, che ci ha parlato delle sue esperienze missionarie nel Gabon. Ci ripromettiamo di
mantenere i contatti con lei, interessandoci
a questo aspetto dell’opera missionaria. La serata si è conclusa intorno a una tazza di té,
allietata da canti tedeschi e italiani, che
hanno sottolineato il reciproco affiatamento.
Ai primi di Settembre nella nostra sala abbiamo accolto la riunione dei Concistori di
San Giovanni, Torre e Angrogna per l’esame
e la discussione dei problemi comuni a quello che ormai viene definito il « Presbiterio
della bassa Val Pellice ». Al Culto deU’8 settembre abbiamo avuto la visita di un gruppo
di tecnici della radio televisione tedesca che ha
ripreso alcune parti della nostra funzione :
ci dispiace che R Culto fosse poco frequentato.
Durante l’estate il Pastore è stato molto impegnato nel lavoro di preparazione della controrelazione sinodale. Per questa ragione e a
causa di altri impegni egli è stato spesso sostituito per la predicazione domenicale. Esprimiamo un vivo ringraziamento ai Pastori
che durante l’estate hanno predicato l’Evangelo aUa Comunità; Pastori Roberto Jahier,
Bruno Rostagno. Ivo Bellacchini, Ermanno
Rostan, Renato Bertin, Archimede Bertolino,
Gustavo Bertin.
Un’epidemia di epatite virale, per fortuna
a decorso benigno, si è diffusa fin dal mese
di giugno nella nostra Valle; i casi colpiti,
tutti bambini o giovani, sqno a tutt’oggi circa
una quarantina. Non chiare le cause delTinfezione, d’altra parte diffusa in larghe zone
del Piemonte e d’Italia, che in Angrogna ha
tuttavia raggiunto una intensità preoccupante. Dopo parecchie incertezze si stanno prendendo provvedimenti sanitari a cui si chiede
la collaborazione della popolazione nell’osservanza scrupolosa delle più normali norme
igieniche soprattutto nell’alimentazione e nella
immediata denunzia e isolamento in ospedale
dei casi sospetti. Si provvederà pure alla disinfezione dei locali pubblici e delle abitazioni degli ammalali, sperando così di fermare .al
più presto e definitivamente il decorso dell’epidemia che, ove dovesse estendersi anche
agli adulti potrebbe avere conseguenze molto
più gravi. Intanto rivolgiamo a tutte le famiglie colpite un pensiero affettuoso e l’augurio
di un pronto ristabilimento.
L’estate 1968 è stato un periodo buono
per la Foresteria Rocciaglia di Pradellorno.
Prima di tutto, a tempo di primato, è stata
terminata la costruz one della « Dependence ». situata in un prato dietro la Foresteria
stessa : la nuova casa si presenta molto accogliente, con un vasto salone, una balconata affacciata sui boschi di abeti e larici; diciotto posti-letto che completano le disponibilità della Foresteria, senza dover ricorrere
all oneroso affitto dei locali del tempio, che,
oltre tutto, si erano rivelati disagevoli, sia
per la lontananza che per la disposizione interna dei servizi. La « Dependence », appena finita, ha già ospitato sette persone, che
si sono dimostrate soddisfatte della nuova sistemazione, soprattutto per la grande tranquillità che regna nel salone-riposo, riservato
agli studi, alla lettura, alle conversazioni dei
residenti, senza essere disturbati dal continuo
viavai della gente di passaggio.
Dall'album degli ospiti rileviamo alcuni
dati interessanti : da 500 a 600 persone sono
passate in pochi mesi, alcune soltanto per
brevi ore, altre per un soggiorno più o me
..................................................
Nella Comunità evangelica
italiana di Zurigo
L’attività si è svolta intensa anche durante Testate: il segno più notevole del vasto
interessamento di molti fratelli e simpatizzanti è dato dalla frequenza alle riunioni giovanili, che si sono tenute una volta al mese.
Argomenti attuali p vitali sono stati posti
in discussione, alla ^lale hanno preso parte
quasi tutti i 40 presenti (in media).
La Scuola Media ^P.M. Vermigli annovera 16 licenziati e oro^ossì tra i 21 candidati,
che si sono prescniati agli esami.
Durante tulla I estate, con notevole impegno degli insegnai!li. sono state tenute riunioni serali di ripas.^o é^di aggiornamento. Talché, alla vigilia (It ila ripresa autunnale, quasi tutti gli allievi sono in forma e già allenati per un ìmmedido rilancio dello studiò.
L’imminente anno scolastico dovrà collaudare la nostra Scnola con un metodo più rigoroso e con una sedazione piu accurata.
Le Lezioni aviMimo inizio il 21 settembre
e Tinaugurazione deNanno scolastico si terrà il 5 ottobre c n prolusione letta dalla
prof. Heidi Fri<' Micetti su a Cultura e
Scuola ».
Le assemblee il àcido autunnale hanno
avuto inizio T8 s cU nbre. Sono stati rieletti
LETTORI
no prolungato; 4 gruppi di tedeschi — circa
una quarantina di persone per volta — inviati dal pastore Geymet, hanno pranzato
alla Forester a; altri gruppi sono venuti per
il tè, come per es.: uno, numeroso, di giovani inglesi, guidati dal figlio del compianto capitano Stephens; un gruppo di danesi:
una colonia di ragazzi cattolici, giunti stanchi ed assetati a piedi da Montoso; un folto numero di persone dal Foyer Villa Elisa
di Torre Pellice; ed infine il simpatico grup.
po di sette nostre Diaconesse, accompagnate
dal pastore Taccia, per una giornata di di
stensione.
Oltre a questo c’è stato rincontro dei soc
-della « s.p.a. Pradellorno», riuniti in as
semblea: il pranzo di 32 muratori al ino
mento della posa del tetto della « Dépenden
ce »; un soggiorno per studio e riposo di al
cuni amici della chiesa dei fratelli, che pren
dono sempre parte al culto nel nostro tem
p;o dando il loro messaggio, vivamente ap
prezzato da tutti.
Dobbiamo ringraziare in modo particolare
alcune persone: i volonterosi della corale di
S. Giovanni che sono venuti a cantare una
sera insieme con le ospiti tedesche; il gruppo della sig.na Renata Voswinkel di Francoforte, che viene ormai regolarmente da tre
anni e ogni volta porta una nota di giovinezza. di letizia, di esemplare attività nel remoto villagg’o di Pradeltorno; ed infine Tef
nel Concistoro i membri scaduti per compiuto quinquennio (Adolfo Hodel, Eugenio Maag,
Annie Ruegg) e sono stati eletti tre diaconi
(Elena Fishli, Hansjakob Keller e Luis Navarro).
Si terranno a Zurigo le annue assemblee
di a Voce Evangelica » e dell’Associazione
Chiese Evangeliche df lingua italiana della
Svizzera dal 27 al 29 settembre.
Le prossime assemblee della comunità dovranno affrontare, oltre i problemi locali, quelli presentati dal Sinodo, nonché quelli che
concernono l’appartenenzadella nostra comunità alle suddette organizzazioni in Isvizzera.
In merito alla preparazione delle assemblee,
abbiamo lanciata e raccomandata Tiniziativa
dell’inchiesta a mezzo di moduli. Non tutti
si sentono in grado di interloquire nelle assemblee. Ma tutti possono riflettere e rispondere ad un questionario. Anche la nostra
comunità lo ha effettuato : su circa 60 elettori attivi ben 45 hanno risposto, esponendo
loro punti di visita. Riassunti dal Pastore alTinizio dì ogni assemblea, sono un rapido e
pertinente avvìo alla discussione ed alla de.tiberazione.
Culto radio
domenica 29 settembre
Past. AURELIO SBAFFI
Milano
domenica 6 ottobre
Past. SERGIO AQUILANTE
Villa S. Sebastiano (L'Aquila)
fidente servizio della Foresteria, diretto quest’anno con competenza dalla gentile signora
Muraglia.
Ricordiamo a tutti i valligiani che la Foresteria è abbonata al « Bollettino della Società di studi valdesi » e possiede un’ampia
scelta di giornali opuscoli riviste delle varie
comunità, istituti, gruppi di servizio, scuole,
asili valdesi di tutta l’Itala, che è messa a
loro completa disposizione, onde, com’è nostra viva speranza, essi possano essere più
informati dell’opera della nostra chiesa. Anche questo piccolo servizio dovrebbe contribuire a svolgere quella funzione di presenza
evangelica, che è negli intenti della Foresteria Rocciaglia.
L'équipe della Foresteria ’'Rocciaglia'*
SCRIVONO
La questione dei “cartelli” sinodali
Un lettore, da Massello:
Caro direttore,
devo esprimere il mio radicale dissenso sul tuo tentativo di interpretazione del voto sinodale finale, non
perchè ritenga sia male fare tentativi del genere, che anzi, penso sia
bene dirsi le cose in faccia anche in
questo campo, ma per la sostanza della tua interpretazione che, se vedo
bene, attribuisce i risultati delle elezioni al desiderio della chiarezza evan.
gelica. Si impongono, neU’analisi dell’orientamento dei voti, innanzitutto,
delle considerazioni quantitative :
mentre per le votazioni sulla Costituzione Unitaria, che richiedeva la maggioranza dei due terzi, si arrivava a
stento alle 130 presenze, per le elezioni della Tavola si è giunti a 154.
Da dove sono giunti i 25 disertori
dell’assemblea per le questioni pure
di primaria importanza? Perchè sono
giunti proprio R venerdì pomeriggio?
E' lecito pensare che dei fratelli lavorino e possano rendersi liberi solo
mezza giornata nè, d altra parte, abbiano avuto modo di farsi sostituire.
Tuttavia è un po’ strano che il numero dei votanti sia sceso bruscamente a 90 per le elezioni del membro onorario della CIOV per risalire
altrettanto bruscamente a 104 per le
elezioni della Commissione d’Esame
(eletta a maggioranza relativa), dopo
un incidente occorso alla « destra »
nelle elezioni CIOV. Come minimo,
credo che si possa chiedere ai fratelli
giunti appena in tempo per salvare
« in extremis » la situazione elettorale del Sinodo di essere almeno seriamente presenti il venerdì pomeriggio.
Comunque non credo che queste con.»iderazioni permettano di dire che le
elezioni costituiscano un richiamo alla chiarezza evangelica. Ma v’è di
più. L’« Eco-Luce » ha riportato abbondantemente il contenuto dei cartelli esposti dagli studenti sui vari argomenti di discussione e quello sui
risultati deUe elezioni della Tavola.
Questi cartelli sono stati portati a viso scoperto, tutta Fassemblea ha visto
chi li aveva scritti, chi li esponeva,
ohe cosa c’era scritto da davanti e da
dietro. Ma è stato portato alla presidenza anche un cartellino, che si credette bene di ce.stinare subito perchè
avrebbe portato una discussione su
«li un piano meschino che non si desiderava e che, invece, a giudicare da
alcuni echi post-sinodali riportati sull’n Eco-Luce », non si è evitalo per
questo. Tale cartelRno, forse incautamente perso da uno dei « lavoratori
deü’ultima ora » di cui sopra, recava
l’elenco dei candidali della « destra »
da volare. Non si sapeva nè chi Taveva scritto, nè' chi Taveva perso, nè
se ce n’erano stati molti. Era, comun.
que, un sintomo di costume che esclude radicalmente un richiamo alla
chiarezza evangelica. Non è certo la
prima volta che si verificano fatti del
genere : capitò cosi anche per controbilanciare nel seggio del Sinodo una
presidenza di « centro-sinistra » alcuni anni fa; segno che questa non era
una reazione ai cartelli degli studenti.
Permettimi anche una parola per
fatto «piasi personale. Mi sembra ingiusto che in una « cronaca della settimana smodale », quando si giunge
alla FUV si espongano solo le proprie
opin’oni e non quelle che hanno ispirato il Sinodo ad approvare l’O.d.G.
della FUV. Non desidero esporle qui
ed ora. Caso mai un’altra volta. Ma
ora accetto la tua critica; la vera que.
stione è queUa confessionale. Ma allora ti dico anche che credo che le
confessioni sono fatte di uomini e
non di dogmi. E allora ritengo che
Paolo Sbaffi e Paolo Spanu — ma
dietro i nomi dei segretari GEM e
MGB ne vedo tutta una lista di altri
che tralascio per brevità — s ano assai più vicini alla confessione austera della Ginevra di Calvino che non
alcuni della « élite » valdese.
Perdona lo sfogo, anche se 1 ho formulato di mia esclusiva iniziativa e
non su invito di altri delegati, laici
0 pastori.
Claudio Tron
Ho detto chiaramente che vi erano
delle scorie, nelle votazioni finali; re
sto nonostante tutto, dopo avere seria
mente riflettuto, del parere che dietro
questo voto nel suo complesso vi è
un'indicazione spirituale, cos'i come
ho cercato di esprimerla; e penso che
sarebbe un serio errore vedervi una
semplice ' manifestazione di politica ec
clesiastica reazionaria. Alla Chiesa è
stata presentata -— in modo poco sod
disfacente, sia per il modo sia soprat
tutto per il contenuto —- una nuova
linea di vita e di azione;, la Chiesa
ha ascoltato e, per il momento, ha voluto manifestare le sue nette riserve
di fronte a tale linea. Anche se non
tutto era limpido (ma c’è qualcosa di
tutto limpido nella Chiesa come in
tutti noi?), io penso seriamente che
vi è stato un desiderio di chiarezza
evangelica, nel Sinodo, senza drammi. con serietà.
Le tue considerazioni quantitative
non mi convincono. Credo che basti
rifarsi alla memoria, e se no ai verbali. per constatare' che ogni anno vi
sono ampie schiarite nei banchi sino
dali nel corso di certe sedute, che poi [
il plenum si ricostituisce per le nomine della Tavola e che segue un
nuovo calo per le ultime votazioni. Lo
si può senz’altro deplorare, ma non è
una novità di quest’anno. E poi, perchè mai i '^lavoratori delVulùma
ora” (! ) dovrebbero essere tutti voti
di quella che chiami troppo facilmente ''la destra”? Ti potrei fare qualche
nome di ’’lavoratore dell’ultima ora”
che ha sicuramente votato in senso
opposto.
Benché anch’esso non sia una novità di quest'anno, deploro come te il
’’cartellino” anonimo del quale parli,
nel modo piu netto; riconosco l'esempio di sincerità che i giovani spesso ci danno e ne sono loro molto grato, anche quando, dissento.
Quanto al fatto quasi personale, sarò veramente contento se verrà spiegato anche sulle nostre colonne il
senso e l’ispirazione delVO.d.g. del
Congresso FUV: quanto aU’O.d.g. sinodale in proposito, votato per divisione punto per punto e poi di nuovo
tutto insieme, la sua votazione è stata abbastanza pasticciata, come ha fatto notare — dopo — un membro del
Sinodo, senza contraddizioni; e un
po’ pasticciati risultano anche a questo proposito i verbali, come ho potuto constatare di persona. Si, la vera
questione è quella confessionale. Il
fatto che Paolo Sbaffi e Paolo Spanu
e molti altri fratelli battisti e metodisti siano, come dici (occorre però
vedere se vi si riconoscono), dei riformati, così come fra noi vi sono fratelli valdesi che denotano qualche
tratto di orientamento battista o nietodista, non mi pare un argomento
determinante; si tratta di casi personali, che non annullano l’effettivo
sussistere di diversità confessionali
reali. Scusa — e mi scusino i fratelli
che hai citato! —, ma prolungando
(molto!) le Unee della tua affermazione, si potrebbe affermare che Hans
KUng ('’Martin Luther KUng”!) è
in fondo protestante, e qualcuno lo
ha fatto. Io sono sinceramente lieto
se un comune approfondimento riformato (di cui noi valdesi siamo i primi ad avere bisogno) affianca fraternamente il maggior numero possibile
di evangelici italiani, pur nel prezioso integrarsi di tendenze e ispirazioni
complementari. Ma non concepisco
una fusione organica a livello giovaii.le, fino a che non vi sia una fusione organica, seguita a un’esplicita
confessione comune della fede, a livello delle Chiese delle quali i giovani fanno parte; e questo non perchè
i giovani devono essere chiamati "a
rapporto” dal rispettivo Sinodo —
spero che mi crederai —, ma perchè
nel loro Sinodo essi possono e devono
lare il loro apporto e vivere nella comunione fraterna. Seguendo la via
mila quale ci si è incamminati, mi
,)«re inevitabile che i giovani considerino gradatamente l'assemblea fedeale (giovanile o meno) assai più
casa loro” che non il sinodo di quella che dovrebbe essere ancora la loro
Chiesa, la sua espressione e compagne a loro più vicina, immediata.
Penso che nè gli uni nè gli altri
vremmo vantaggi dal costituire una
repubblica dei ragazzi” e una "repubblica degli anziani”; sarebbe counque un peccato, una colpa, una
'.iattura fra generazioni altrettanto
grave di una frattura classista.
Scusa anche tu il mio sfogo, e rievi la mia fraterna stretta di mano,
¡ella gioia autentica di poter parlare
■osi chiaramente fra noi e, ne sono
ronvinto. capirci anche dissentendo.
Gino Conte
I n lettore, da Zurigo:
Caro e stimato direttore,
ricevo ora il n. 35 dell*« Eco-Luce »
in data 6 seti. c. a. ed in merito alla
conclusione del secondo capoverso della prima colonna dell’articolo di fon(Jo. sento il dovere di aggiungere la
.seguente precisazione.
La citazione alla quale mi riferisco
suona: «...la presidenza del Sinodo,
ili questo caso {affiss'one di manifesti
anonimi ed irresponsabili sulla balconata della gallerìa, corsivo del sottoscritto) a nostro avviso troppo indulgente 0 parziale, avrebbe dovuto chiedere che venissero rimossi ».
Quando apparvero i primi manifesti. indubbiamente lesivi della serietà
c della responsabilità del Sinodo, conscio del pericolo, anche per Tavvenire, di un tale sistema di esprimere le
proprie opinioni o i propri irresponsabili giudizi, mi recai dal Presidente per preavvisarlo che, alla ripresa
dei lavori, avrei chiesta la parola per
mozione d’ordine sulla procedura sinodale ed in particolare sulla carenza del Seggio a tutelare la serietà e
la libertà' del Sinodo, unico organo
responsabile. Il Presidente mi pregò
di soprassedere e si impegnò a far
rimuovere i mani festi. Ed infatti,
quella mattina, i manifesti furono rimossi. Ma per riapparire o il pomeriggio 0 il giorno successivo, senza
che, a mia conoscenza, la Presidenza
sia intervenuta. Ho meditato a lungo. nel corso della seduta, se era mio
dovere richiamare il Seggio « all ordine » ed al mantenimento di un im
pegno. Prevedendo che il mio intervento sarebbe stato durissimo, nella
tensione dell'aula sinodale, tacqui nell’intento dj «non profanare l’Agape di
Dio, g’à tanto proclamata e profanata.
Così pure avevo preparato un breve intervento scritto, al termine dei
lavori, per proporre che si sorvolasse
sul consueto ringraziamento al Seggio « per il modo ecc. ecc. » e ne avevo fatto cenno ad alcuni membri del
Sinodo. Siccome poi il Moderatore
stesso propose Tarli colo conclusivo di
ringraziamento, per riguardo alla sua
carica rinunziai a prendere la parola,
tanto più che l’esito delle votazioni
aveva chiaramente indicato il pensiero del Sinodo. Non d mentichino, infatti, i nostri giovanissimi, e i loro
corifei, che i deputati delle nostre
Valli, se pur parlano poco, hanno con
le scarpe grosse... il cervello fine! E
lo hanno manifestato prima di risalire a.i monti...
Non vorrei, se ancora permetti due
righe, che quanto sopra mi dovesse
classificare nel museo dei dinosauri.
Anzi, dopo 42 anni di ministero, mi
sento così giovane nello spirito che
ho voluto anticipare la mia partenza
per il Sinodo al fine di erudirmi ed
aggiornarmi al contatto con le giovani generazioni... e sono salito anch io
al «santuario» per udire.« voci profetiche ». Ero in prima fila : ho anche notalo, accanto ad indiscusse capacità diaÌetTche ed eccezionali preparazioni culturali, non poca confusione ideologica e teologica, nonché
velleitarismi autoritari e dogmatismi
che pensavamo superali.
Sono stato, tuttavìa, favorevole ad
ascoltare, in Sinodo, Tannunziata voce profetica. Non siamo stali ricompensali nel nostro atto di fiducia: nè
ili senso formale, perchè gli dèi non
si sono degnati dì scendere dalTOlimpo. nè in senso sostanziale, perchè gli
argomenti non mi parvero nè fondamentalmente biblici nè pertinenti:
esasperazione psicologica e verbale di
chi non ha trovato la propria via!
Condivìdo, pertanto, il g'udizio conclusivo del Deputato di Torino, che
aveva votato contfo : « Mi sono ricreduto... abbiamo fatto bene di ascoltarli... li avevamo sopravalutati ».
Amen. Cordialmente
Elio Eynard
Rispondendo alla
Signora Rochat
Una lettrice, da Torre Pellice:
Al suo primo interrogativo:
Lungi da me l’idea d’un qualsiasi
ricatto. Se mi astengo (e con me'pos
sono essere molti) dal contribuire per
la Chiesa Valdese non è affatto per le
idee non collimanti del Sig. Moderatore. Egli può seguire tendenza e colore che più gli aggrada: a me è assolutamente ind fferente, ma nelTamhito della Chiesa non deve entrare
nessuna forma di politica nè di destra
nè di sinistra. La Chiesa in tutta la
sua struttura è Chiesa di Dio, dove il
credente viene per trovare conforto e
pace a.i suoi affanni. Deve essere del
povero còme del ricco, del servo come
del padrone, deve essere un’oasi di
serenità dove il sermone deve imperniarsi unicamente sui Vangeli e Sacre Scritture e non su disquisizioni
politiche. E il Sinodo dove i nostri
rappresentanti sono riuniti per discutere • i problemi inerenti alle Chiese
non deve assumere veste d'un vero
comìzio elettorale. Le discussioni a
molti forse parrebbero monotone ma
certo sarebbero più d’gnitose.
2“) Quando dò il mio contributo
non ho mai fatto questione se il Pastore mi fosse simpatico o meno. Do
a quelle comunità o a quelle attività
della Chiesa dove mi pare che il bisogno d’aiuto sia più urgente e sentito. Mi è spesso capitato di dare a
luoghi di culto o a persone a me coni,
pletamente ignote.
3“) Senza volerlo, non pecca un po
d’orgoglioso Farisaismo, prospettando
un interlocutore tipo Catone il censore per raddrizzare le idee del singolo. sentirsi mandati da Dio per fare
riflettere e fare accettare umilmente
delle critiche salutari? (ripeto le sue
parole!). Se la discussione è umile e
serena è senz'altro ben/accetta e ci si
può intendere ma non certo su quel
tono.
4") Date a Cesare quel ch’è di Cesare... Come ripeto, nella vera Chiesa
Cristiana non ci deve essere orientamento politico. Ognuno fuori di Essa
la pensi come più gli aggrada rispettando Topinione altrui quale essa siaOgni persona è responsabile delle pròprie azioni ed è dato a Dio solo di
giudicare. Solo allora si otterrà una
Chiesa vivente e compatta nei suol
membri.
Ed infine non con la violenza ma
con buona volontà di tutti quanti uni.
ti nel nome di Cristo, cercheremo di
risolvere i nostri problemi per quanto gravi essi siano.
Da qui passa rintegrilà «Ielle nostre
Chiese nelle Valli, la vita di tutte le
Chiese e la sopravvivenza di tutti i
nostri Istituti.
Distintamente
Maria Grill
3
20 settembre 1968 — N. 3*
pag. r
Servi di Gesù Cristo
Una piccola scuola moderna
« Paolo, servo di Cristo Gesù »
(Romani 1: 1). « Paolo e Timoteo,
servitori di Cristo Gesù » (Filippesi 1: 1 ). « Paolo, servitore di
Dio» (Tito 1: 1). «Giacomo, servitore di Dio e del Signor Gesù
Cristo » (Giacomo 1: 1). « Simon
Pietro, scr\itore e apostolo di Gesù Cristo» (2 Pietro 1: 1). «Giuda, servitore di Gesù Cristo »
(Giuda 1: 1)....
.\lLiitre, con la ripresa autunnale, la Facoltà Valdese di Teologia si accinge a riaprire i battenti, giunge la lieta notizia che diversi gio\ani hanno già inoltrato
domanda d’iscrizione al primo
anno; sei o sette almeno, se stame. bene informati, un numero
eornunque rilevante sia in sè sia
- e più ancora — in rapporto
alle iscrizioni di questi ultimi anni che, come ognuno sa, sono state pochissime.
Che cosa significa, nelle condizioni critiche in cui la Chiesa e
la teologia oggi si trovano, questo netto incremento di iscrizioni
presso la nostra Facoltà? Come
Tii.u vi sono, in numero ben superiore a quello degli anni scorsi,
dei giovani desiderosi di iniziare
gli studi teologici, pur conoscendo (e forse condividendo) le critiche, talvolta radicali, che quest'anno in particolare e ancora
recentemente all’ultimo Sinodo
sono state mosse alla teologia insegnata in Facoltà, e alla Facoltà
stessa coni’è ora strutturata e articolata? Che cosa spinge questi
giovani a prepararsi a diventare,
in un modo o nell’altro, nel contesto parrocchiale o in qualunque
altro, dei predicatori dell’Evangelo, proprio in un tempo come il
nostro in cui si parla, a ragione,
di crisi della predicazione sul piano della forma e più ancora sul
iiiano del contenuto?
È difficile pensare — tanto vale riconoscerlo apertamente —
che i neo-iscritti in Facoltà si sentano attratti dalla Facoltà in quanto tale, o dalla Chiesa così Com’è
0 dal « mestiere » di pastore, o
dalla prospettiva di ' svolgere la
loro futura attività nel quadro
tradizionale della parrocchia. Queste realtà oggi non entusiasmano
nè attirano nessuno: tanto evidenti sono i loro limiti, le loro carenze, le loro insufficienze, da molti
punti di vista, non ultimo quello
dell’Evangelo stesso. C’è stato forse un tempo in cui, malgrado tutto, la Chiesa, il pastorato e, di riflesso, la Facoltà di Teologia esercitavano un certo « fascino » (ci si
passi il termine), costituivano un
invito e una promessa, giustificavano un impegno. Il motto di Paolo Bosio; « Per Cristo e per la
Chiesa » esprimeva bene questa si
1 nazione e lo stato d’animo che ne
J( ;iva\a. Oggi non è più così. Un
iv slogo cattolico olandese ha scriti i di recente un libro sulla Chiesa
chiamandola senza mezzi termini
« la tomba di Dio », e tutti hanno
sentito parlare dell’ultima novità
nel campo della teologia; la teologia della « morte di Dio ». Anche
se queste sono posizioni estreme
e già a prima vista assai poco consistenti alla luce dell’Evangelo, è
"orò indubbio che in un clima
son ituale di questo genere non ci
: da stupirsi se le Facoltà
l' l ooiogia si svuotassero del tutto. f nnc spiegare allora il considerevoi aumento nel numero di
iscritti in Facoltà proprio mentre
tutto lasco rebbe supporre che il
già sparuto drappello di studenti
in teologia si sarebbe ulteriormente assottigliato? La risposta a questo interrogativo la troviamo nei
\ersetti citati all’inizio; Paolo, Timoteo, Giacomo, Pietro, Giuda si
presentano tutti alle loro comunità, e al mondo, con l’identico appellativo di « servitori di Gesù Cristo ». Assai diversi tra loro per indole, formazione, esperienze, orientamento teologico, si incontrano tutti nella comune qualifica di
« servi di Cristo ». È la prima cosa che essi dicono quando parlano
di se stessi, la prima cosa che viene loro in mente quando pensano
a se stessi, la più autentica descrizione della loro identità personale: è il loro biglietto da visita, diremmo oggi.
« Servi di Gesù Cristo »: uomini,
cioè, che non possono parlare di
se senza parlare di Cristo (a differenza di molti cristiani, di ieri e di
oggi, che non possono parlare di
Cristo senza parlare di sè); uomini
che non possono spiegare chi sono
loro senza spiegare chi è Gesù: il
Signore. È da lui che dipendono,
è a motivo di Gesù che essi sono
quello che sono: dei servi. Non
solo nel senso che compiono un
servizio, anche permanente e continuato, ma nel senso che sono dei
servi. Non dunque uomini liberi e
autonomi, che scelgono e si impegnano in un determinato senso,
ma « prigionieri di Cristo Gesù »
(Filemone 1). Prigionieri non di
un sogno, di un’idea, di un’esperienza, di un programma, ma di
una Persona, di un Altro, che essi
hanno conosciuto e riconosciuto
come il Signore, il loro Signore,
perchè non han potuto resistere
alla sua chiamata. Non hanno scelto, sono stati scelti. Cristo si è appropriato di loro. « Non siamo nostri, ma del Signore » dice Calvino
con lapidaria concisione. E il pio
J. A. Bengel soggiunge: « Tutto il
mio cristianesimo consiste in questo, che sono proprietà del mio
Signore Gesù Cristo, e questa è la
mia unica gloria e tutta Va mia felicità ».
« Servi di Gesù Cristo »: oggi si
insiste molto — e giustamente —
sul servizio che i cristiani devono
rendere agli altri ed è stato scritto un bel libro dal titolo programmatico; « La Chiesa, serva degli
uomini ». Anche l’apostolo Paolo
10 dice; « Mi son fatto servo à tutti » (I Corinzi.9: 19). Ma appunto:
ci si può fare servi degli altri, ma
non ci si può fare servi di Cristo.
Paolo si è fatto servo di tutti, ma
è Cristo che lo ha fatto suo servo.
11 farsi servi degli altri dipende
dalla nostra obbedienza e coerenza
di fede, è una nostra decisione;
Tesser servi di Cristo dipende dalla sua chiamata, è una sua decisione. ■"
Ecco perchè vi sono dei giovani
che si accingono a studiare teologia. Non perchè la Chiesa, o la teologia, o la Facoltà siano oggi parcolarmente attraenti, tutt’altro.
Ma perchè, indipendentemente dalle vicende, liete o tristi, della Chiesa e della teologia, c’è Qualcuno
che chiama e si rivela a uomini e
donne come Signore, facendo di
loro i suoi servitori. Le circostanze esterne e interne della Chiesa,
della teologia e della stessa fede
variano e possono essere, di volta
in volta, favorevoli o sfavorevoli,
incoraggianti o deprimenti. A viste umane, oggi sono senza dubbio
sfavorevoli, o quanto meno critiche. Ma appunto, non è dalle circostanze, qualunque esse siano,
che dipende la chiamata al ministero evangelico.
Le circostanze non sono mai determinanti. Determinante è solo il
Signore.
Paolo Ricca
"Casa Gay,
riapre
i banenti
per
il cerso
invernale
Facoltà Valdese
di Teologia
L’apertura del nuovo aimo accademico si
avrà sabato 26 ottobre, alle ore 18, con una
prolusione nell’aula magna. L’indomani il
culto di apertura si terrà, alle ore 10,45, nel
tempio di Via IV Novembre.
La sessione autunnale di esami avrà luogo dal 23 al 26 ottobre, òon possibilità dì un
prolungamento dì se.-- ione nei giorni 1 e 2 novembre per gli stud i il ti eterni non residenti
in .Roma.
Le domande d’iscrizione al I anno e di
iscrizione agli esami devono pervenire alla
Segreteria, Via Pteiro Cossa 42, 00193 Roma, entro il 10 oU-s »re.
Ci si può iscrive I come studente regolare
o come studente est. mio (per il conseguimento del diploma di cultura teologica); ricordiamo anche la p<^ssibilità di iscriversi al
corso biennale di formazione teologica per
laici.
Per iscriversi alU: Facoltà come studente
regolare occorre fame domanda per iscritto
al Consiglio, preselit;mdo entro il 10 ottobre:
a) il certificali» di nascita;
b) il diploma li maturità classica o altro diploma considerato equipollente dal Consiglio;
c) un attestato fornito dal Concistoro o
dal Consiglio di Chiesa della comunità di cui
lo studente fa parte, risultino i ca
- ratteri morali e spiritjualt-^el medesimo e la
sua iscrizione da almeno due anni a una comunità evangelica;
d) un certificato medico comprovante la
sua sana costituzione fisò a;
e) l’importo della la sa d’immatricolazione (L. 5.000),
E’ opportuno allegar^ alla domanda due
fotografie formato tessila.
Eventuaii richieste di borse di studio dovranno essere allegate a ila domanda, precisando la misura della iior.-^a richiesta.
Con i primi di ottobre, con l’apertura dì
tutte le Scuole, anche Casa Gay riapre i
battenti nella sua sede di Torre Pellice. ancora ammodernata da lavori di restauro all’interno e provvista di nuove attrezzature
per cucina, e laboratorio.
Quésta Scuola-Convitto, nella sua modestia, realizza tuttavia in parte quel carattere
di scuola pilota che tutte le nostre istituzioni
dovrebbero avere, essendo per ora l’unica nel
suo genere in Italia. Essa tende a dare, a
ragazze che hanno compiuto i corsi della
scuola d’obbligo, o che comunque abbiano
superato i quattordici anni, non solo una pre.
parazione tecnica in alcuni rami specifici
dell’attività femminile moderna, ma una formazione più completa della personalità. Le
alunne vengono educate a prendere conoscenza, attraverso i mezzi di informazione di cui
dispongono, dei fatti e dei problemi di attualità e a discuterli comunitariamente, così
pure avviene per quelle questioni di natura
diversa che si pongono all’attenzione delle
ragazze nell’età della adolescenza. Altro scopo della scuola è quello di dare o comunque
cèrcare con le allieve, un orientamento professionale. I corsi tecnici approvati dal Consorzio Provinciale per ITstruzione Tecnica
(riconosciuto dal Ministero per l’Istruzione)
e per i quali le allieve sono tenute a dare
un esame finale iu presenza di una commissaria del Consorzio, sono: cuoca, taglio,
guardarobiera ed assistente all’infanzia, .Qltre
alle esercitazioni pratiche in cucina, in ÌSoratorìo o presso un asilo dì infanzia, vengono impartiti corsi di cultura generale, italiano, matematica, puericultura, pronto soccorso, francese ecc. I corsi sono naturalmente
impartiti da professori qualificati. Le ragazze per la partecipazione ai culti, catechismi,
unioni cadette e giovanile sono pienamente
inserite nella comunità locale di Torre Pellice; presso la scuola è dato un corso dì (c religione » che consìste tuttavia per lo più nel.
la discussione, secondo una impostaz'one e
iiiiiiiimimMiiiiiiiiiiiimiiimtiiiiiiiiiii
IIIItllItlIIKIIIIIIIIII
■ IIIIIIIIMIIIIimlllllllllllMIIII:
CAMPO TEOLOGICO AD AGAPE
Che cos’è la nuova teologia?
L)al 2 al 10 settembre ha avuto luogo ad
Agape un Campo Internazionale suirargomento : « Che cos‘è la nuova teologia ». Hanno
partecipato al Campo 16 italiani, 15 tedeschi,
3 svizzeri, 2 irlandesi, 1 inglese ed 1 signora
polacca, sotto la direzione del pastore Aldo
Comba. La presenza di numerosi tedeschi, la
maggioranza dei quali ha dimostrato una buona preparazione teologica, ed alcuni anzi una
cultura teologica d’alto livello, ha conferito al
Campo un eccezionale interesse.
Sergio Hostagiio ha tenuto la conferenza di
apertura « Sul metodo storico-critico » di cui
h.i fatto, con grande competenza ed in chiare
linee sintetiche, la storia fino ai nostri tempi.
Ci piace distinguere nettamente, nei lavori
del Campo, due fasi successive : la prima dedicata a Rudolf Bultmann (presentatore Aldo
.Comba) ed ai suoi allievi (presentatore Osivaìd
Bayer, giovane e valente teologo della scuola
di Tubinga), la seconda dedicala a Jiirgen
Moltmann (presentatore Dielmar Stoller).
I lavori si sono svolti, com'è ottimo costume ormai ben sperimentato ad Agape da molli anni, con studi di seminario (i partecipanti
essendo divisi in gruppi), discussioni, letture,
ecc.
1) La teologia del Bultmann e della sua
scuola è apparsa alla maggioranza non molto
interessante ed anche non convincente. Il concetto fondamentale che nulla, nel racconto
evangelico, sìa storico, alLinfuori dell’esistenza
dì Gesù uomo, e che tutto il resto sia mito
aU’infuori d’iina sola verità trascendente (e
quindi meta-storica) : a Gesù è il Signore »
(I Cor. 12: 3). è sembrato d'un intellettualismo arido, esasperato e quasi ripugnante alle
esigenze della grande maggioranza dei credenti.
Ma non si tratta soltanto di questo. Personalmente teniamo a dire che non proviamo
nessuna difficoltà a credere che i miracoli
evangelici, lungi daH’essere dei miti, siano
fatti realmente, materialmente accaduti. È
stato detto: « Di fronte al fatto che io sono
stato salvato in Gesii Cristo, non ho bisogno
di credere anche che Egli abbia passeggiato
sul mare » : perchè questo miracolo è ben poca e misera cosa al confronto del primo. Noi
rispondiamo capovolgendo il discorso.: a Di
fronte al fatto che io sono stato salvato in
Gesù Cristo non ho più nessuna difficoltà a
credere che Egli abbia passeggiato sul mare ».
Perchè chi ha potuto fare un miracolo immenso come il primo, do^ rehhe essere stato
tr£Utenuto da fare anche un miracolo minimo
come il secondo? (Cfr. Mar- 2: 10).
0 ancora : Colui che sa fare cose meravigliose (tedesco: Wunder. nel senso di «cose
ammirevoli »), può certamente fare anche miracoli (tedesco: Mirakel. nel senso di «cose
fisicamente inspiegabili » ...oggi, ma forse spiegabili domani!).
Dopo ciò, l’opera di ricupero del massimo
possibile dì storicità del racconto evangelico,
a cui con immenso amore ed infinita pazienza
ed ingegnosità si dedicano gli allievi del Bultntanu (soprattutto Kasemann e Fuchs), perde
ai nostri occhi molto del suo interesse. Se non
andiamo errati, ci sembra di poter dire che
il Bultmann ha ripreso un indirizzo tipico del
prolcslantesimo liberale portandolo alle sue
estreme conseguenze, mentre i suoi allievi cercano di risalire la china nello sforzo di salvare il salvabile.. Se cosi è, preferiamo allora di
gran lunga Karl Barth che ha dimostrato, già
cinquant’anni fa, perchè il protestantesimo
liberale debba essere superato, e come lo possa
essere.
2) Ben diversa impressione ci ha fatto, e
cosi a molti altri partecipanti al Campo, la
nuova teologia del Moltmann. una teologia viva. straordinariamente vicina alle preoccupazioni del mondo moderno. Del « diamante che
ruota », attraverso il quale passa, rifrangendosi in mille modi, la luce di Dio prima di
raggiungere il credente (il diamante è la
Parola espressa nelle Sacre Scritture, secondo
un’immagine splendida rievocataci da Sergio
Rostagno; ma questi ha dato il nome di « poliedro » o « prisma » al concetto che, per ovvie ragioni dì comune comprensibilità, noi preferiamo chiamare « diamante », cfr. Divina
Commedia III, 2. 33), Moltmann contempla e
descrive la faccia che è più visibile all’umanità delFoggi : la faccia della speranza, che si
potrebbe anche chiamare la faccia della contestazione. Vale la pena di riportare il seguente bellissimo passo.
« Se il Dio che ha chiamati in vita ogni
cristiano ed ogni pastore, si aspetta da loro
qualcosa di diverso da ciò che la società industriale moderna si aspetta ed esige da loro,
la Cristianità deve osare prendere la via del
vangelica, di problemi posti dalle ragazze
stesse.
Uno dei problemi più delicati è quello finanziario. La scuola, pur essendo collegata al
Comitato della Casa delle Diaconesse, è praticamente autonoma. Le rette pagate dalle
allieve vengono tenute a un livello molto
basso per venire incontro a richieste di famiglie modeste. Per casi particolari sono pre.
viste ulteriori borse di studio. Le iscrizioni
per l’anno 1968-69 sono aperte : il numero
dei posti è limitato, perciò invitiamo tutti
coloro che hanno interesse a volersi affrettare. Iscrizioni o richiesta di ulteriori informa,
zioni devono essere indirizzate presso la scuola: «Casa Gay», Via Volta 2, 10866 Torre
Pellice (Torino). Eventuali offerte, molto
gradite anche queste, possono essere versate
sul c/c n. 2/33592 intestato a Gasa. Gay Torre Pellice (Torino). a- t.
l'esodo (termine che rievoca, per analogia, il
fatto storico degli ebrei primitivi), e considerare le sue funzioni sociali come una nuova
cattività babilonese. Soltanto quando essa appare. dal punto di vista sociale, come un gruppo che non è totalmente adattabile, e quando
la moderna integrazione di tutti con tutti fallisce nei suoi confronti, soltanto allora essa entra in un rapporto, conflittuale ma fecondo,
con questa società. Soltanto quando la sua
resistenza mostra che si tratta d'un gruppo
inassimilabile e non raggiungibile (tedesco:
nicht - arrivierbare), soltanto allora essa può
trasmettere a questa società la sua speranza ».
(J. Moltmann, « Theologie der Hoffnung »,
Chr. Kaiser Verlag, München 1964, p. 299).
La storia viene concepita dal Moltmann come
una serie di eventi che ricevono il loro impulso e la loro spiegazione da un unico evento
meta-storico (tedesco; geschichte - stiftendes
Ereignis, cioè v evento che fa storia n), e questo evento supera la razionalità dell’uomo, perchè la « spiegazione » è comprensibile solo alla luce della fede. La Risurrezione (è questo
r« evento che fa storia ») « illumina, mette in
questione e trasforma tutto il resto della Storia. Il mondo con cui quest'evento è proclamato e ricordato con speranza, dev'essere presentato come un modo di ricòrdare la Storia
totalmente governato da quell'evento stesso,
tanto nel contenuto quanto nella procedura »
(Ibid. p. 163).
Ci auguriamo che il Moltmann e i suoi allievi conducano avanti questa nuova teologia,'
che sembra rispondere in modo persuasivo all’ardua complessità dell’angosciosa problematica del pensiero moderno.
Tullio Viola
Robert Brunner
Parola di Dio
e parola umana
L. 500
Editrice Claudiana Torino
Il col. Pau[ Tzaut a Torino
lina campagna
d’evangelizzazione
Il Colonnello ..Paul TZAUT, il quale in
questi ultimi anni ha tenuto in Europa tutta
una serie di campagne di evangelizzazione od
è conosciuto per la sua predicazione chiara e
sentita, sarà a Torino da Domenica 29 Settembre a Martedì 8 Ottobre.
In questo periodo il Colonnello terrà ogni
sera, alle ore 20,45, una riunione di evangelizzazione nella sala di Via Principe Tommaso 8c sul tema : « La risposta di Dio alVinquietudine umana ».
Nel pomeriggio degli stessi giorni alle
15.30, escluse le Domeniche, il Colonnello si
indirizzerà ai credenti in una serie di riunioni d'edificazione.
Gli evangelici torinesi sono fraternamente
invitati a partecipare a queste riunioni e a
portarvi amici e conoscenti.
Ruben Vinti
I familiari, commossi per la simpatia ricevuta in occasione della improvvisa scomparsa del loro caro
Emilio Sappei
di anni 58
ringraziano tutti coloro che con scritti, fiori, parole di conforto e presenza
ai funerali hanno preso parte al loro
immenso dolore.
S. Germano Chisone, 3 settembre ’68.
AVVISI ECONOMICI
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pomeridiane per attività commerciale.
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qualità. Trasporto e recipienti compresi nel
prezzo. Per informazioni e listino completo
di altre confezioni scrivere a: SCEVOLA
PAOLO . CaseUa Postale 426 . 18100 IMPERIA ONEGLIA.
4
pag. 4
A PROPOSITO DELLA CRISI CECOSLOVACCA
20 settembre 1968 — N. 37
Messaggio delle Chiese cecoslovacche
ai coocitladioi ed a lotii i credeoti
Già nei numeri scorsi abbiamo segnalato ai
nostri lettori le dichiarazioni delle singole
Chiese cecoslovacche di fronte alVaggressione
russa e di alcuni alleali, perpetrata ai danni
della loro nazione. L'ultimo bollettino del soepi,
il n. 32, rende ora noto il messaggio rivolto
in comune dalle Chiese cristiane cecoslovacche, messaggio che trascriviamo:
In questi giorni angosciosi in cui il
rumore dei carri armati in Cecoslovacchia minaccia la pace del mondo intero, le nostre preghiere implorano il
Principe della pace di salvare tutto ciò
che ci è caro.
Noi ci rivolgiamo a voi, cari fratelli
cristiani, e a voi, cari concittadini.
Facciamo appello al vostro senso di
responsabilità per risolvere la crisi nella quale ci troviamo, in collaborazione
col nostro Stato sovrano, col suo Governo legale e con tutta la popolazione. Ricordatevi che solo la potenza
dello spirito ci permetterà di controllare la situazione. Solo la superiorità
della responsabilità morale e della ragione può efficacemente trionfare sulle passioni incontrollate e sulle soluzioni affrettate e preparate male. Noi possiamo esprimere la nostra disapprovazione per l’occupazione in modo effica^
ce con delle dichiarazioni dignitose e
ben fondate. Evitate gli slogans offensivi ed i proclami provocatori.
A questo proposito, attiriamo la vostra attenzione sullo slogan tentatore
della neutralità che, nelle attuali circostanze politiche, potrebbe venir interpretato come un tradimento del
movimento socialista internazionale
cui il nostro popolo si sente ancora
fortemente attaccato.
Non abbiamo mai voluto e non vogliamo essere degli spettatori indifferenti a questo mondo. Sappiamo che
in una società socialista democratica
una gran parte del programma cristiano deU’Evangelo di Gesù Cristo viene
realizzata. Per questo motivo noi respingiamo la neutralità nello stesso
modo in cui rifiutiamo l’occupazione.
Noi dichiariamo che col nostro Governo legale e col partito comunista non
ci allontaneremo dalla via del nostro
socialismo democratico ; essa è la sola
che conduca al vero avvenire della Cecoslovacchia.
Fratelli e sorelle, facciamo appello
a voi ; partecipate a tutte le decisioni
ed azioni — nelle fabbriche e nei campi — che hanno lo scopo di assicurare
la vita economica del nostro paese.
Ascoltateci, madri dei soldati di tutti
gli Stati partecipanti all’occupazione
del nostro paese. Parlate ai vostri figli
che già conoscono il peso di gravi conflitti morali nel vedere il nostro popolo
sènza difesa, e la cui vita viene minacciata da un atto di agpessione. Evitate che macchino ulteriormente le loro
coscienze colpendo delle persone e dei
bimbi innocenti.
Cristiani dell’Unione Sovietica e degli altri paesi socialisti, fratelli e sorelle del mondo intero, unitevi a noi
nel nostro sforzo, con la preghiera e
con un’azione concreta.
Le chiese cristiane della Cecoslovacchia unite nel Consiglio ecumenico.
La chiesa cattolica romana.
J. HROMADKA .
Delusione, dolore
e vergogna
Subito dopo Voccupazione, il prof. Joseph
Hromadka, presidente della Conferenza Cristiana per pa Pace, docente presso la Facoltà
teologica ’’Comenius” di Praga, ha inviato
questa lettera all’ambasciatore sovietico a Praga, Cervonenko.
Praga, 22 agosto 1968
Eccellenza,
nel 1958 in una sala del Cremlino a
Mosca mi fu conferito il premio Lenin
per l’amicizia e la pace internazionale.
Nel mio paese sono poche le persone
come me così affezionate al popolo sovietico. Sono stato innumerevoli volte
nel suo paese — anche con mia moglie
— su invito di amici russi. Ho moltissimi amici nel Movimento per la Pace
e nella Chiesa, ortodossa russa.
Negli ultimi anni, giorno per giorno,
ero turbato dalla sensazione che nel
nostro stato il vecchio regime (prima
di gennaio) uccideva l’amore del nostro popolo per l’Unione Sovietica, che
il Partito Comunista perdeva la sua
autorità e che la struttura della nostra
società socialista stava dissolvendosi
a causa dell’incapacità politica, econo
«iHitiiiiimiiuiumiiiiimiiiii
Echi della settimana
INGANNO AMERICANO?
Due giornalisti americani, William C.
Baggs del Miami News, e Harry S. Ashmore
ex redattore capo dell’Arkansas Gazette, hanno pubblicato un libro dal titolo « Missione
ad Hanoi: una cronaca della doppiezza nelle
alte sfere », in cui affermano di « aver direttemente partecipato alla preparazione delle
conversazioni americana-nordvietnaniite, e
che queste sono bloccate a causa delle ’’tortuosità dannose e, senza dubbio, fatali” dei
negoziatori americani.
I due giornalisti affermano ’’d’essersi incontrati con un rappresentante del presidente Ho Chi Minh, il 31-3 u. s. ad Hanoi, nel
momento in cui venne conosciuto il discorso
del presidente Johnson che annunziava la
sospensione parziale dei bombardamenti sul
Vietnam del Nord. Essi resero allora frequenti i eantatti, fiduciosi che Hanoi accettasse di negoziare, poi ’’prepararono, punto
per punto, col loro interlocutore la procedura da seguirsi nel corso delle future conversazioni”. Infine partirono da Hanoi portando con sè un promemoria in cui Hanoi precisava la sua posizione e, di ritorno a JVashington, s’intrattennero con diverse persone
responsabili del segretariato dj Stato, fra le
quali Averell Harriman ».
Secondo Baggs e Ashmore, « Hanoi aveva
fatto sapere a Washington :
1) che, accettando di negoziare prima
dell’arresto totale dei bombardamenti (s"intende : sul Vietnam del Nord), riteneva di
fare il ’’massimo possibile delle concessioni”;
2) che non poteva prendere in considerazione ’’alcun nuovo atto di reciprocità, prima dell’arresto totale di quei bombardamenti”;
3) che, dopo l'arresto totale dei bombardamenti, tutto avrebbe potuto esser rimesso in discussione, ivi compresa una mutua
’’descalation” dei combattimenti nel Vietnam
del Sud;
4) che, d’altra parte, l’arresto totale dei
bombardamenti avrebbe lasciato ”un margine
considerevole di manovra, qualora gli USA
fossero pronti ad accettare una forma qualunque di governo di coalizione a Saigon, includerUe il F.N.L. (= Fronte Nazionale di
Liberazione, organismo politico del Vietcong)” ».
Pertanto Baggs e Ashmore affermano che
« l'atteggiamento di Harriman, consistente
nel far dipendere l’arresto dei bombardamenti da un gesto di reciprocità da parte di Hanoi, è sbagliato ».
(ili autori insistono: ai nordvietnamiti
avevano fatto chiaramente sapere che, se essi
accettavano un contatto contemporaneamente
alla prosecuzione dei bombardamenti, non
avrebbero invece potuto cominciare a negoziare seriamente prima che i bombardamenti
stessi fossero fatti tacere completamente ».
Gli autori concludono: a ed ora il presidente
continua a lagnarsi che i vietnamiti abusano
a cura di Tullio Viola
della sua tolleranza e della sua buona fede...»
Naturalmente noi non ci sentiamo di giurare su quanto affermano i due giornalisti.
Ma non esitiamo a dichiarare che le loro affermazioni ci s-embrano molto verosimili. Si
sa : ci sono le elezioni .del presidente americano di mezzo!... E intanto l’orrenda guerra
del Vietnam continua, continua il delitto più
atroce che sia stato commesso dopo la seconda guerra mondiale. Con esso continua il
lento, progressivo deterioramento della politica in ogni parte del globo.
GLI STATI POLIZIESCHI
•Jc Sappiamo ormai che l’URSS è uno stato poliziesco. Nè gli USA, nè la Francia sono
molto lontani dall’esserlo. Piccoli stati europei (Spagna, Portogallo, Grecia...) lo sono in
pieno. Quale sarà l’avvenire di tutta l’Europa? Sentiamo oggi la voce d'un « colonnello »
che tuona da Varsavia:
« I perfidi appelli degl’imperialisti, dei
revisionisti e dei sionisti, diretti a umanizzare e a democratizzare i rapporti sociali ed
economici nei paesi socialisti, sono rivolti
contro il socialismo: la situazione creata in
Cecoslovacchia l’ha dimostrato » (Da un discorso pronunciato dal generale Mieczyslaw
Moczar, segretario del partito e membro supplente dell’Ufficio Politico, domenica 15-9
ad una cerimonia patriottica).
« Evocando l’intervento polacco in Cecoslovacchia, il generale ha sottolineato che, tenendo conto della situazione esistente, ”la
Polonia aveva dovuto fare ciò che ha fatto” ».
« ’ Da quando la Repubblica Popolare di
Polonia e nata”, ha proseguito il generale,
”la questione del socialismo è diventata una
questione nazioimle. L’appartenenza della Polonia al campo socialista e l’alleanza con
l’URSS sono un bisogna vitale che procede
dalla ragione e dal cuore. Questo fatto storico noi lo chiamiamo la Ragion di Stato polacca, la via polacca” ».
UNA LETTERA
DI BERTRAND RUSSELL
E’ stata scritta al « Times » in data
16 c. In essa, l'illustre filosofo afferma che
« l'URSS prepara nuovi orrori in Cecoslovaccia », e dichiara d’aver appreso da un'« eccellente fonte d’informazione », che le autorità
sovietiche hanno l'intenzione d'organizzare,
« secondo la migliore tradizione staliniana »,
un processo di personalità cecoslovacche, allo scopo di « far deviare su questi ’’capri
espiatori” il malcontento causato dall’intervento militare dell’URSS ».
Lord Russel chiede, in conclusione, « ai
socialisti e ai comunisti del mondo intero, di
opporsi a simili modi d’agire ».
(Da « Le Monde » del 15-16, e del 17.9.’68)
mica e culturale della direzione del
partito e dello stato.
Il processo di rinnovamento iniziato
nel gennaio di quest’anno costituiva
un vigoroso tentativo di rafforzare la
autorità del partito comunista, di risvegliare nel nostro popolo il senso di
responsabilità per TafEermazione del
socialismo, di ravvivare l’amore per il
popolo sovietico e di fare del socialismo una forza dinamica nella vita internazionale.
Ero a conoscenza del fatto che questo processo di rinnovamento non veniva compreso correttamente nell’Unione sovietica. Durante i miei viaggi
all’estero mi veniva chiesto ripetutamente se non temevo l’intervento sovietico. A tali domande rispondevo decisamente che ritenevo impossibile un
simile intervento perchè avevo una
grande considerazione della saggezza
politica di chi era a capo dell’Unione
Sovietica.
Perciò l’occupazione da parte dei cinque alleati socialisti nostri vicini mi
colpisce ancora più dolorosamente. Il
mio sentimento più intimo è di delusione, dolore e vergogna. Non c’è nella
mia vita tragedia più grande di questo
avvenimento. A questo riguardo sono
costernato allo stesso modo di Alessandro Dubcek, che ha dovuto subire
ferite cos’.i profonde da parte dei suoi
amici più cari — i compagni sovietici.
Temo che nel nostro popolo sia accaduto qualcosa di irreparabile ; la perdita dell’amore e del rispetto per il
popolo sovietico per molti decenni non
potrà essere riparata. Il patto di aipicizia tra Cecoslovacchia e Unione Sovietica è stato distrutto. C’è il pericolo che l’amore del nostro popolo si trasformi in odio e che i nostri amici più
vicini diventino i nostri nemici.
Il Governo sovietico non avrebbe potuto commettere un errore più tragico.
E’ una sventura incalcolabile. Il peso
morale del socialismo e del comuniSmo è stato scosso per un lungo tempo. Solo un ritiro immediato delle armate di occupazione potrebbe mitigare almeno in parte la nostra comune
sciagura.
Dr. J. L. Hromadka
Professore della Facoltà Comenius
di Praga, Presidente della Conferenza
Cristiana della Paoe.
:l
Chiese del silenzio
Silenziose sono state le Chiese dei paesi
d’oltrecortina. sull’occupazione della Cecoslovacchia, salvo le Chiese del paese occiipato,
che invece hanno espresso con tutta chiarezza la propria opposizioni'. Nell’ambito stesso
della Conferenza cristiana per la pace (CCP),
l’organizzazione ecclesiastica permanente che
raggruppa delegazioni delle Chiese protestanti e ortodosse dei paesi dell’est e una
forte rappresentanza di movimenti cristiani
nei paesi occidentali e nel terzo mondo, vi
sono stati atteggiamenti divergenti. Mentre
il segretario generale della CCP, il cecoslovacco Jaroslav Ondra, ha immediatamente
espresso la propria vibrante deplorazione e
il presidente della CCP. il prof. J. Hromadka, anch’egli di Praga, ha rivolto all’ambasciatore cecoslovacco a l’raga, Cervonenko, la
lettera sdegnata e accoraia che pubblichiamo
in questo numero, mentre infine varie sezioni regionali della CCP come quella francese e quella tedesco-occidentale — hanno
espresso senza attenuali ti la loro condanna
deiraggressione, tutto l e.st è rimasto silenzioso. Ricordiamo in una precedente Conferenza di Praga delegati prendere posizione
contro la « pax russo-americana »; ma abbiamo atteso invano da Mosca, da Berlino, da
Varsavia, da Budapest, da Sofia la notizia di
qualche protesta. Vi è stato chi si è comunque rallegrato del silenzio : le Chiese hanno
espresso almeno il proprio riserbo nei confronti dell’operazione cecoslovacca, di fronte
ai loro governi. Pur riconoscendo le limita. zioni di libertà d’informazione, d’azione e di
espressione in cui vivono, è pur sempre poco
veramente troppo poco.
Questa volta i metropoliti, i prelati, i rappresentanti russi, e in particolare mons. Nikodim, non hanno fatto grandi dichiarazioni. come le avevano fatte in tante occasioni,
del resto con ragione, nei confronti di altri
imperialismi. Eppure non si tratta di credenti privi di informazioni, avulsi da contatti
diretti e costanti con l’occidente, con altre
Chiese e con altre fonti d’informazione. Ma
la ragion di stato è prevalsa, cambia il Costantino di turno ma il coslantinianesimo rimane intatto.
Eppure, non sono stali tutti silenziosi, a
Mosca. Ecco la corrispondenza da quella
città che « Le Monde » del 4 settembre ha
pubblicato sotto il titolo: «L’onore del popolo russo » :
Mosca. L’unica manifestazione pubblica che
ci sia stata nelVURSS contro Vintervento nrmato in Cecoslovacchia, si è svolta lunedì 26
agosto, a pochi metri dalla chiesa del Beato
San Basilio, nello spazio storicamente designato come ”il luogo del supplizio” ed e durata solo pochi minuti. I partecipanti sapevano benissimo che cosa li aspettava. La loro
intenzione era ben chiara e deliberata : volevano assumere una posizione davanti alla storia, e testimoniare contro un atto che ha
sconvolto la coscienza di migliaia di cittadini sovietici^ intimiditi o impossibilitati ad
esprimere in pubblico la loro protesta.
Quando il piccolo gruppo dei manifestanti
si avvicinò al ’’luogo del supplizio”, dove nel
Seicento furono uccisi per mano del carnefice Stienka Rasin e gli Streltsy, e dove si af
ùmii'O la faine nel mondo
Come avevamo annunciato, è stato
aperto un conto corrente postale, sul
quale possono essere effettuati i versamenti a questo scopo. Esso è intestato
al dr. Roberto Peyrot, corso Moncalieri
70, 10133 Torino, e reca il n. 2/39878.
Preghiamo tutti coloro che effettuano
versamenti, per conto proprio o di altri, di servirsi preferibilmente dì que-,
sto c.c.p., onde facilitare e unificare le
registrazioni. Naturalmente, se qua e
là altri modi di versamento saranno
preferiti o più facili, ogni offerta è comunque bene accettai Continueremo
a dare notizia della nostra azione mediante il giornale. E grazie di cuore a
tutti coloro che continuano a rispondere.
Abbiamo ancora ricevuto queste offerte :
Da Torino: N. N. L. 5.000; Evelina Taceia 1.000; Lisette Rostan 1.000; B. e M. Finino 1.000; Maria Bellina 500; Albina Peyronel 1.000; Emma Barbero 1.000; Maria Sacco 500; Destefanis Montalbano 1.000.
J. A. Soggin, Roma 5.000; N. N., Massello
5.000; G. e L. B., Lus. S. Giovanni 3.000;
M. F. e R. Coisson, .ingrogna 1.000; Vittoria
Ugolini, Torre Pellice 1.000; R. e E. Coisson, Torre Pellice 2.000.
Totale L. 29.000. Totale precedente Lire
679.350. Totale generale L. 708.350.
POMARETT
Nel corso dell’estate abbiamo celebrato i
seguenti battesimi :
Chambon Tiziana di Ernesto e Bouchard
Milena; Bernard Enrico di Giacomino e Laura Ribet; Martinengo Massimo di Alessandro e Ribet Giannina.
Nel mese di agosto è stato celebrato il
matrimonio*^ dì Rostan Encuco e Costabello
Maria. Nella chiesa di Villar Perosa si è sposato il nostro responsabile Baret Giorgio e
Peyran Graziella.
Che l’impegno dei genitori per i loro bimbi sia tenuto sempre presente e la promessa
degli sposi sia concreta ogni giorno sotto il
segno della fedeltà.
Ringraziamo i nostri collaboratori che hanno predicato recentemente : Jahier Gianni,
Franco Calvetti, Claudio Tron, Ricciardi Salvatore, Prof. Giovanni Gönnet.
Ricordiamo le prossime attività :
Sabato 21 : riunione plenaria di quanti intendono lavorare nella chiesa e fuori per discutere il programma di studio che si avvierà nel corso dell’inverno per la preparazione
di predicatori laici, responsabili della Scuola
Domenicale ecc. in comunione con le altre
parrocchie del presbiterio della Val Germanasca. Il corso è libero per giovani e non giovani. L’incontro si terrà nella sala delle attività.
Domenica 29 : culto alla cappella del Clot
Inverso ore 10,30.
Domenica 6 ottobre: culto di inizio delle
attività con scuola domenicale, catecumeni e
adulti alle ore 10. Alle 9,30 sono convocati
i catecumeni del 2, 3 e 4 anno mentre nel
pomeriggio alle ore 14 i catecumeni del primo anno.
Domenica 13 ottobre alle ore 14,30 riunione delle sorelle di chiesa particolarmente le
madri dei bimbi della Scuola Materna.
Rallegramenti a Ebe Raima che ha conseguito il diploma di maestra elementare e a
Ines Marchetti per aver superato l’esame di
maestra di scuola .materna per la parte orale
in attesa dell’anno di tirocinio ambedue nella sessione estiva.
Un saluto a Sommani Lina che lascia Pomarelto dopo un ventennio di insegnamento
molto apprezzato da tutti i bambini e come
collaboratrice della parrocchia. La chiesa di
Pomaretto ricorda il ministero del papà Virgilio Sommani nel tempo dell’emeritazione e
l’opera della Sig.na Sommani come insegnante.
Appello : Desideriamo lanciare una appello per la colletta in natura (patate, mele ecc.)
per il Convitto e l’ospedale di Pomaretto. Per
l’Inverso P. si può convogliare i doni presso il responsabile Renato Long, per la zona di
Fleccia; presso Bario Coucourde e l’anziano
Arturo Coucourde per il Clot; presso Attilio
Ribet per la Faiola.
Per la zona di Pomaretto direttamente al
Convitto dove verrà fatta la ripartizione per
l'ospedale. Per la zona di Masselli e Lausa
presso gli anziani e diaconi; per Perosa presso Tron Emanuele e per la zona dei Maurini presso Viola Rostan.
figgevano gli ukase degli Zar, moltissimi poliziotti in borghese erano già sul posto. I manifestanti, fra cui si notava una giovane donna con un bambino in braccio, ebbero appena il tempo di gridare e di spiegare un piccolo cartello con la scritta « Giù le mani dalla Cecoslovacchia! ». Sommersi da una folla
di agenti del KVB furono trascinati, anzi
quasi portati in braccio negli automezzi in
attesa. Il primo e assai significativo gesto dei
poliziotti fu di mettergli la mano sulla bocca
per impedire che si rivolgessero alla gente che
si radunava.
Oltre a Larissa Daniel {la moglie dello scrittore recluso) e a Paul Litvinov, nipote dell’ex
ministro degli Esteri sovietico, furono arrestati : la signora Gorbanovskaia, il linguista Constantin Barbitski. il poeta Vadime Delonay,
l’operaio Vladimir Brudliuga e il critico d’arte
Victor Heimberg. La Gorbanovskaia e i suoi
figli sono poi stati rilasciati. Gli altri saranno
perseguiti per schiamazzi nella pubblica via,
perche le autorità non vorranno mai arrivare
ad un processo in cui gli accusati possano far
sentire la loro voce. Forse un giorno si ricorderanno i nomi di questi pochi cittadini sovietici, il cui grido isolato di protesta, lanciato in quel luogo storico, si è ripercorsso in molte coscienze. Viene fatto di pensare inevitabilmente alla lamentazione dell’ ’’innoccente”
che nel Boris Godunov annuncia le sventure della santa Russia.
Ma, almeno apparentemente, non vi erano cristiani fra loro.
ISotiziario
ecumen ico
___ ______a cura di Roberto Peyrot
AZIONE DEL CEC E DELLE CHIESE
PER LE VITTIME DEL TERREMOTO
IN IRAN
Ginevra (soepi) - Una équipe specializzata
è stata inviata a Teheran dal Cec per esaminare la forma migliore con cui procedere,
da parte delle chiese membri, per portare dei
soccorsi a seguito del recente terremoto.
Dopo il terremoto che si ebbe nell’Iran nel
1962, le chiese avevano ricostruito un villaggio intero, Esmatbad, con 306 case, dei negozi,
un centro ricreativo, uno stabilimento di bagni, ecc.. Esse avevano pure contribuito alla
ricostruzione sia di chiese che di moschee.
Nel frattempo, in questi giorni il servizio« Christian Aid » inglese ha provveduto al1 invio di 5 mila coperte per aereo a Teheran,
a nome delle organizzazioni affiliate.
L’agenzia protestante tedesca « Diakonische
Werk » ha inviato per aereo dei medicinali
per un valore di 12 milioni di lire, 100 tende, 1000 coperte, 1000 materassi pneumatici. ecc.
Il comitato di Soccorso della Chiesa della
Norvegia ha inviato al Cec 6 milioni di lire,
mentre la Christian Agency for Social Action'
del Consiglio cristiano indiano ha pure offerto oltre 600 mjla lire, che rappresentano una
giornata di salario di tutto il suo personale.
LE CHIESE U.S.A.
CONTRO LE VIOLENZE
DELLA POLIZIA A CHICAGO
New York (soepi) - I presidenti del Consiglio nazionale delle Chiese degli Stati Uniti ed il Consiglio della Sinagoga d’America
hanno condannato la « hriUalità » esercitata
dalla polizia contro i manifestanti pacifisti a
Chicago, durante la notte in cui il vice presidente Humphrey venne designato dalla
convenzione democratica quale candidato alla presidenza degli USA.
In una dichiarazione comune indirizzata al
presidente Johnson, al vice presidente, al sindaco ed al capo della polizia di Chicago, il
sig. A. Flemming ed il rabbino J. Rudin
hanno manifestato lo choc e l’umiliazione risentiti dalla nazione americana in occasione delle suddette azioni.
« Se rion abbandoniamo queste pratiche pagane, ci apprestiamo a vivere in uno stato
poliziesco invece che in una nazione sovrana
per le sue concezioni della libertà e della giustizia ».
Durante gli scontri fra i manifestanti e la
polizia, è stato arrestato un centinaio di persone e parecchie altre sono state ferite.
Scuola Latina di Poioaretto
Risultati scrutini ed esami sessione autunnale 1967-68 :
Promossi dalla P* alla IP: Raima Giancarlo, Baudissard Elide, Bertalot Mauro, Capostagno Luigino, Cogno Walter, Frache
Franco, Gelso Marco, Genre Norma, Nicolò
Giovanna, Peyronel Amalia, Rostan Dino.
Promossi dalla IP alla IIP: Cogno Loris,
Gattuso Liborio, Granerò Cinzia, Malan Renato, Menusan Laura, Meytre Mauro, Peyron-el Enrico, Piccoli Maurizio, Rivale Anna,
Tron Enr’co, Tron Ginetta.
Licenziati dalla Scuola Media: Barus Giovannino, Ferrerò Valdo, Jourdan Gino, Maurino Mauro, Pons Anna, Richard Dario, Richard Renato. Rostan Giovanna, Rochon
Amelita. Talmon Ezio.
L’inaugurazione dell’anno scolastico 19681969 avrà luogo, a Dio piacendo, il 1° ottobre alle ore 15. La direzione
1/4/, PELLICE
Assegnazione borse di studio
del (lonsiglio di Valle
Il Presidente del Consiglio ‘della Val Pellice rende noto che, con bando in data 10
settembre 1968, viene indetto pubblico concorso per rassegnazione delle borse di studio .annuali istituite da questo Consiglio di
Valle, e precisamente:
— L. 30.000 per alunni licenziati dalla 5*
classe elementare e che si siano iscritti
alla prima classe di una scuola media inferiore nell’anno scolastico in corso;
— L. 40.000 per alunni che si siano iscritti
alla 2® e 3“ classe di una scuola secondaria inferiore;
— L. 60.000 per alunni iscritti a qualsiasi
classe di una scuola secondaria superiore.
E’ in corso dì approvazione una deliberazione che prevede il raddoppio del numera
delle borse suddette.
Gli aspiranti devono ris.edere in uno dei
Comuni facenti parte del Consiglio di Valle
(da Bricherasio a Bobbio Pellice), appartenere a famiglia particolarmente b’sognosa (con
riguardo al numero delle persone a carica
del capofamiglia e della residenza disagiata)
ed avere riportalo una media di voti pari a
8/10 per ì licenziati dalla scuola elementare
ed i 7/10 per gli altri.
Le domande devono essere presentate entro il 30 settembre 1968 alla Direzione Didattica od ai Capi Istituto competenti.
Per informazioni rivolgersi alle suddette
Autorità Scolastiche od alla Segreteria del
Consiglio di Valle (Segreteria Comunale di
Torre Pellice).
Il bando è pubblicalo presso i Comuni
della Val Pellice e le Scuole ed Istituti interessali.
Direttore responsabile: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
_____________n. 175, 8-7-1960______________
Tip. Subalpina s.p.a. - Torre Pellice (To>