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ECO
DELLE mm VALDESI
Spett.
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE PELLICB
ITorino)
Settimanale
della Chiesa f aldase
Anno XCV - Num. 35 ABBONAMENTI \ L. 2.800 per I’estero Spedizione in abbonamento postale - II Gruppo TORRE PELLICE — 3 Settembre 1965
Una copia Lire 40 / Eco: L. 2.000 per I’inierno 1 Cambio di indirizzo Lir- 50 Ammin. Claudiana Torre Pellice - C.CJ*. 2-17557
La Chiesa Valdese
è ad una svoitaŸ
Il Sinodo 1965 si è concluso con una notevole mole di
lavoro compiuto (due sedute serali, oltre a quella del Corpo pastorale); va dato atto anche quest’anno al Seggio,
e in particolare al presidente, prof. M. A. Rollier, e al vice
presidente, past. E. Ayassot, di aver saputo condurre con
mano ferma e gentile i non sempre ordinati lavori di
un’assemblea abbastanza disparata e vivace, e soprattutto
relativamente numerosa qual’è quella sinodale. Di notevole aiuto sono state le « istruzioni integrative » circa i
lavori sinodali, già da due anni alla prova, e che il Sinodo, su proposta della Commissione d’esame, ha reso definitivamente operanti.
f'itiirno è stato pure il lavoro preparatorio svolto dalla
C. ci’e (past. E. Aime relatore, past. Gianni Bogo, dott.
Renato Giampiccoli e Sergio Bianconi), come pure il suo
contributo nelle sedute; nel complesso, l’ordine dei lavori
è stir o determinato, insieme al rapporto della Tavola, dai
punr SUI quali essa aveva richiamato l’attenzione e che
soni iati oggetto di discussione approfondita, sulla base
di or.hm del giorno già pronti; spesso questi ultimi sono
stati naturalmente, riveduti o mutati, ma forniscono coup un materiale preparatorio insostituibile. Malgrasiche voce di preoccupazione per l’importanza cre: i he pare assumere la C. d’e. e il suo rapporto, è
i to dire che essa può in qualche modo monopoliz/ fare » il Sinodo, in quanto rimane piena libertà
nio e di appello su qualsiasi aspetto della vita
u tiiesa, via via che si scorre il rapporto stampato
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iposito di quest’ultimo — che costituisce veracosi com’è, un lusso un po’ esorbitante le nostre
là — si è dato mandato alla Tavola di limitarlo
mente, in futuro, mentre la spesa sarà accollata
onalmente alle singole comunità; è stato tuttavia
on accedere alla proposta di alcuni, che volevano
i, abolire i rapporti delle singole chiese: pur limiintelligentemente a ciò che veramente è « nuovo »
.que degno di esser messo in evidenza, essi debboiiiuare a dare il polso- della vita della nostra Chiesi svolge non nelle alte sfere, ma in modo primario
ed ps:-.: n/iale proprio sul piano locale, nella vita concreta
di ogiii comunità.
Ora 1 segretari stanno mettendo a punto verbali e atti,
a CUI i! tingiamo per rendere nel modo più esauriente e
fede ,sibile, in questo numero e nei prossimi, l’eco dei
diba - sinodali, e collaborare così all’opera di informazione . c ' delegati e pastori sono ora chiamati a portare
in t _ 1 "Tiiunità.
r-r .non Sinodo? S-ì, nel co-mplesso lo si può affermare;
certo - Olite questioni potevano giungere alla nostra rnassimo '"mblea maggiormente preparate dalle comunità,
ma omplesso si può notare un interesse rallegrante
(buona la partecipazione, a cominciare dal culto mattutino), una discreta autodisciplina negli interventi, e alcuni
momenti veramente felici, a proposito di problemi che pur
erano di particolare delicatezza. Si è avuta fermezza su
certe questioni che lo richiedevano, spirito fraterno là
dove i dissensi si manifestavano più vivi. Nei confronti
del Cattolicesimo, la posizione generale è stata molto ferma, ma non soffocante nei confronti della minoranza
che considerare doverosa una maggiore « apertura » ; nei
confronti della via che i fratelli valdesi sudamericani,
nella loro maggioranza, vogliono seguire in modo più
autonomo, pur serbando l’unione fondamentale con le
chiese d’Italia, l’atteggiamento del Sinodo ha saputo contemperare un fraterno avvertimento per certe intemperanze affrettate e un cordiale rallegramento e augurio
per la vitalità di quelle chiese e il loro senso vocazionale.
Rimaste aperte, invece, altre questioni, come quella dei
rapporti con la Chiesa Metodista, il problema della presenza della Chiesa nel mondo e della sua politicizzazione,
quello della non-violenza e dell’obiezione di coscienza. Su
tutti questi temi riferiremo via via nelle prossime settimane, come pure su quelle, cruciali, dei nostri istituti
d’istruzione, di assistenza, e su quello finanziario, più dolente che mai: in tutti questi campi, si è fatta sentire una
netta volontà di impegno e potenziamento; bisogna che
ora essa si traduca nella vita di tutte le chiese nei dodici
mesi che ci stanno di fronte, se vogliamo che al prossimo
Sinodo ciò che è stato detto rivesta effettiva realtà.
Il Sinodo è stato indubbiamente dominato, in misura
che ci pare eccessiva, dal cambio di moderatura e di una
parte almeno della Tavola; era comprensibile e forse inevitabile, anche se certo pathos e certe manifestazioni paraelettorali avrebbero dovuto esser lasciate da parte. Non
c’è nulla di strano che vi siano tendenze diverse, che si
controllano a vicenda, che vi siano nella chiesa coloro
che si possono definire ap-prossimativamente « conservatori » e «progressisti» (è indubbio che quest’ultima tendenza ha prevalso nelle votazioni; si può anche notare
che la nuova Tavola è essenzialmente centro-nordica e
cittadina, il che sottolinea l’importanza di un lavoro distrettuale efficiente e ricco d’iniziative, senza per questo
entrare in tensione con il «potere cenirale»); quello che
è essenziale, è il riferimento degli uni e degli altri all’unico
e comune Evangelo e la coscienza sempre viva in tutti di
costituire un solo corpo, di essere chiamati a un comune
servizio. E’ quanto ha affermato, con calore e commozione, nel suo sobrio messaggio, il Moderatore Neri Giampiccoli, e riportiamo qui sotto le sue parole. Abbiamo affidato
grandi responsabilità a un gruppo di uomini; sono tuttavia responsabilità che in misura e in modi diversi competono a tutti noi; ed è in questo senso di comunione che
rivolgiamo loro un augurio fraterno, fiducioso, solidale.
WMB Comprensioni svariate
e
omplementari della nostra vocazione
Messaggio del Moderatore Giampiccoli
Vi ringrazio per la fiducia che avete voluto accordarmi, e in questo momento avverto la responsabilità e
l'impegno che ne derivano.
E' normale che nei giorni del Sinodo, specialmente in occasione di
elezioni, ci sia una certa tensione, talvolta anche una certa inquietudine ;
'on è normale che questa continui.
Se noi crediamo, come credo, che,
attraverso questo nostro strumento
così umano di scelta, la vocazione del
LA MUOVA
TA V OL A
VALDESE
Past. Neri Giampiccoli
AAocderatore (1965)
Past. Achille Deodato
Vicemoderatore (1965)
Past. Carlo Gay (1961 )
Past. Aldo SbafTì (1961 )
Past. Pier Luigi Jalla (1963)
Prof. Giorgio Peyronel (1963)
Dott. Aldo Ribet ( 1965 )
L'anno fra parentesi indica
l'anzianità ; i membri della Tavola sono rieleggibili per un
settennio.
Signore si faccia conoscere, dinanzi a
questa m'inchino.
Vorrei però che, di fronte alla grave responsabilità che m'incombe, fosse chiaro a tutti che non si tratterà di
posizioni di parte, o addirittura di
prepotenza. Vorrei che fossero subito dissipate quelle inquietudini che
potrebbero esserci, umanamente comprensibili, spesso anche giustificate.
Perciò io dichiaro in questo momento, in piena coscienza, la mia totale
lealtà verso la Chiesa valdese. Una
lealtà che è determinata non semplicemente dagli affetti e dalla riconoscenza, ma dalla profonda convinzione del valore e del significato della
vocazione della nostra Chiesa, in questo tempo e in questo momento, qui
dove il Signore l'ha posta per essere
testimone del Vangelo. Sono profondamente convinto della chiarezza e
della forza di questa vocazione.
Fra noi spesso discutiamo anche accanitamente, accaloratamente, sopra
il modo con cui siamo chiamati ad
esserle fedeli, ma essa è certo evidente nell'animo di tutti. E che si manifesti con un richiamo e una esigenza di coerenza e di fedeltà di popolo,
oppure come presenza dibattuta e
aspra nei punti più difficili della vita
delle popolazioni in mezzo alle quali
dobbiamo predicare, o che si manifesti nel tumulto delle grandi città, o
nei tentativi e nelle ricerche delle piccole pattuglie che con amore e spe
Per una reale
libertà religiosa
Si su che il problema della libertà religiosa — su cui in luglio si è avuto ad Agape
un campo internazionale e interconfessionale
che ha avuto notevole risonanza — è parecchio dibattuto, non solo in sede religiosa (si
attende il documento relativo che dovrebbe
essere votato dalla prossima sessione conciliare vaticana) ma anche in sede civile internazionale. Abbiamo pubblicato, due settimane or sono, una parte del documento relativo a questo problema pubblicato dalla
Commissione delle Chiese per gli Affari Internazionali. organo del Consiglio ecumenico
delle Chiese: documento che, dopo essere
stato sottoposto agli « esperti » delle varie
Chiese membri (e da noi il prof. Giorgio Peyrot. titolare deU'Ufficio Legale della Tavola
e del Consiglio Federale, ha fornito un ampio rapporto critico al riguardoJ. sarà inoltralo alla relativa commissione di studio del
ro.N.ij.
Il problema è stato affrontato in sede sinodale. perchè il prof. Peyrot ha sottolineato
che se gli « esperti » devono metter.' a disposizione i loro doni, è la Chiesa tutta quindi
il Sinodo, che deve esaminare le questioni,
valutare i progetti, prendere posizione. Si è
fatto acutamente notare che si assiste, anche
in campo ecclesiastico, a una ricerca di compromessi, puntando soprattutto sull'equivocità del termine « ordine pubblico ». il cui
mantenimento giustificherebbe una certa limitazione della libertà religiosa: è comunque
singolare che il Vaticano II, il governo delrU.R.S.S. e Varcivescovo di Madrid accettino
quella formula, che evidentemente si presta
ad essere usata in modi assai disparati: qualcuno si è persino chiesto, in Sinodo, se non
andiamo incontro a un certo ripristino, nelle
alte sfere internazionali, del principio « cuius
regio eiiis religio ». per cui il globo sarebbe
cortesemente suddiviso, ad alto livello, in sfere dinfliienza religiosa^ debitamente controllata dai poteri. Una commissione, formata
dai past. Carlo Gay e Franco Giampiccoli e
dal prof. Giorgio Peyrot, ha esaminato immediatamente i documenti più recenti relativi a questa questione, e ha presentato in
Sinodo un o.d.g.. volato nella forma seguente:
11 Sinodo Valdese mette in guardia contro formulazioni equivoche di un diritto fondamentale
ranza cercano nuove vie di testimonianza, il senso profondo di tutte queste cose, qui nelle Valli come a Riesi,
nelle città come Torino e Milano come
nelle campagne del Sud, il senso profondo di tutto questo è sempre e soltanto rendere testimonianza al nuovo
mondo del Regno di Dio, di cui non
siamo altro che un annuncio, una
speranza, una indicazione per gli
uomini del nostro tempo.
In questa vocazione perenne della
nostra Chiesa io credo fermamente e
per questo ad essa non rinuncerò
mai.
Certo, i problemi che ci stanno davanti sono grandi e complessi ; non
ne farò l'elenco : li avete uditi tutti
nei dibattiti di questo Sinodo e molti
ne abbiamo ancora dovuto lasciare da
parte. Molti di essi sono stati finalmente impostati con chiarezza nuova ; dovranno essere affrontati con
coraggio ; si dovranno operare delle
scelte, che saranno talora tristi, talora
liete ; quello che conta è che insieme
veramente cerchiamo e troviamo ogni
giorno il senso della nostra comune
vocazione di valdesi in questo tempo.
Fratelli, vi prego, assistetemi, con
il vostro affetto cordiale, che mi avete un momento fa manifestato ; più
ancora, con il vostro consiglio, con il
vostro dissenso amichevole, con la
vostra preghiera.
E che il Signore ci aiuti.
Neri Giampiccoli
Il Sinodo della Chiesa Valdese, informato
sulle esigenze essenziali in tema di libertà
religiosa, espresse in sette punti dalla Commissione fra le Chiese per gli Affari Internazionali in data 11 Luglio 1965 (v. Eco-Luce
n. 33 del 20-8-1965), esprime la propria favorevole impressione riguardo a diversi punii affermali :
1) che la stessa libertà civile debba essere riconosciuta a tutti gli uomini, credenti e non credenti;
2) che la libertà religiosa comporti la
libertà di cambiare religione senza discriminazioni dei diritti civili;
3) e 4j elle la libertà religiosa debba
comprendere la libertà di manifestare in
ogni modo le proprie credenze e di manifestarle in modo individuale e collettivo, pubblico e privato;
5) che la libertà religiosa consenta di
stabilire rapporti ecclesiastici individuali e
collettivi e di far circolare idee e informazionu al di sopra delle frontiere nazionali;
6) che le diverse legislazioni nazionali
dovrebbero adeguarsi ad una norma internazionale di libertà religiosa con potere determinante sulla legislazione nazionale e
non viceversa.
Il Sinodo esprime tuttavia la propria perplessità e un’impressione sfavorevole riguardo airultimo punto (7) in cui i limiti
della libertà religiosa sono previsti con un
richiamo aH’ordine pubblico. Essendo infatti ambiguo l’uso del termine « ordine
pubblico )) — che nel quadro del diritto
consuetudinario anglosassone ha ordinaria
menie il significato-di assenza di disordino?
mentre ha un signifificalo del tutto diverso
nel quadro dei paesi latini che applii ano la
codificazione del diritto civile in cui l’ordine pubblico assume il senso di restrizione
esercitata dai poteri di polizia per evitare
mutamenti della situazione in atto e corrisponde a ciò che nel costume anglosassone
è espresso dalla dizione « public policy »
— il Sinodo invita la CCAl a riconsiderare
il problema per evitare il pericolo di confusioni e di indebite restrizioni dei diritti
di libertà in tema di religione, tenendo conto delle prescrizioni che su questo argomento sono state formulate in seno aU’ONU.
{Commento del testo dei progetti dei patti
internazionali relativi ai diritti deiruomo —
Doc. A/2929 par 113, ONU Assemblea Generale New York II Sessione 1955) e della
proposta, formulata in quella sede, di sostituire respressione « nell’interesse dell’ordine pubblico )) l’espressione « per prevenire il disordine ».
Il Sinodo, nel cliiedere questa precisazione in materia di libertà religiosa, afferma che il concetto di limile in materia di
libertà religiosa possa essere ancor oggi validamente espresso da quanto contenuto nell’Art. 4 della dichiarazione dei Diritti dell’uomo e del cittadino del 26 Agosto 1789
che precisa: «La libertà consiste nel potere fare tutto ciò che non nuoce ad altri;
così l’esercizio dei diritti naturali di ciascun individuo non ha per limiti che qu^i
che assicurano agli altri membri della società il godimento di quegli stessi diritti ».
Il Sinodo in breve
li Sinodo, udita la proposta della Tavola,
riconosce Yautonomia della Chiesa di Villar
Perosa.
Il Sinodo prende atto con viva soddisfazione che TAUeanza Presbiteriana e Riformata mondiale (sez. europea) ha accettato di
avere la sua prossima Assemblea a Torre
Pellice nel 1967, e invita la Tavola a dare
tutto l’appoggio possibile alla preparazione
di detta Assemblea.
Il Sinodo, con riferimento all’art. 26 degli
A. S. 1964, rinnova alle comunità Tinvito
a dedicarsi, durante il prossimo anno, allo
studio del rapporto delVAssemblea di Nuova
Delhi sul « Servizio ».
Vengono riconfermale queste commissioni
ad referendum :
— la commissione ecclesiologica;
— la commissione sul problema della nonviolenza (il problema, presentalo in Sinodo,
non ha potuto essere sufficientemente dibattuto, tanto più che non era stato affrontato,
nello scorso anno, che da pochissime comunità);
— la commissione di studio sull’insegnamento religioso nelle scuole medie statali.
La Commissione d'esame sull’operato della
Tavola e del Consiglio della Facolta di Teologia, che dovrà riferire al Sinodo 1966. è
risultata così nominala : Past. Alfredo Sonelli, Past. Ernesto Ayassot, relatore, dott.
Marco Gay, Prof. Marcella Gay. La Commissione d’esame sull’operato della CIOV è
risultata così nominata: Past. Edoardo Mìcci,
relatore, Past, Marco Ayassot, Doti. Geraldo
Winkelmann, Dott. Dario Varese.
La prossima sessione .sinodale ordinaria si
aprirà, a Dio piacendo, domenica 21 agosto
1966 a Torre Pellice, con un cullo presieduto
dal Past. Liborio Naso {suppl. il Past. Paolo
Marauda).
Nei prossimi
numeri
Dibattiti e ordini del giorno sinodali su :
— la Chiesa Valdese dalle due parti dell’Atlantico:
— la Chiesa Valdese nell’ecumene: rapporti con Chiese sorelle all’estero e in Italia,
sia neU’ambito della costituenda Federazione
sìa con la Chiesa Metodista; rapporti con
il Cattolicesimo;
~ presenza nel mondo e politicizzazione
della Chiesa;
— i nostri Istituti d’istruzione, nel quadro del problema della confessionalità della
scuola;
—- la situazione finanziaria; i nostri stabili;
— la nostra attività assistenziale.
2
N. 35
3 settembre 1965
RULimiSCENZt
Come, dimora
l amore di Dio
Imminente
missione
in noi ? (lei trombettieri
Due pastori valdesi ent^iU^^ *?|(^ 1 Longo che lascia, dopo 27 anni, il la
sfanno, in emeritazione : il past. Seiffredo Colucci, che dopo un ministero
svolto in numerose città italiane dirige attualmente « Villa Olanda », e il
pasf Silvio Long, che è reduce da un
periodo di molti anni al lavoro fra le
nostre comunità rioplatensi, e che nei
mesi scorsi ha dato aiuto prezioso in
varie chiese e in particolare a Genova.
Il Sinodo, per bocca del Moderatore
E. Rostan, ha espresso loro, con semplicità e con calore, la gratitudine della Chiesa ner il loro ministero impegnato e fedele, con l’augurio di poter
ancora mettere i loro doni a frutto,
per la predicazione dell’Evangelo e la
cura pastorale.
Due dei membri della Tavola Valdese scadevano dal loro mandato, e un
terzo ha declinato un’eventuale rielezione, per ragioni di lavoro. Il past.
Ermanno Rostan e il past. Alberto
Ribet. che durante sette anni hanno
portato la responsabilità rispettivamente della moderatura e della vicemoderatura, sono stati calorosamente
ringraziati per la loro opera. Ogni anno la Commissione d’esame mette a
fuoco, con la forza delle cose documentate, la mole di lavoro che grava
sui membri della Tavola, e in modo
particolare sul moderatore ; poiché
negli ultimi anni questi è stato ripetutamente assente anche durante periodi assai lunghi, per giri di visite all’estero. nel Sud e nel Nord America
in particolare, grande è stata la responsabilità portata, in queste occasioni, dal vicemoderatore, accanto a
un’impegnativa attività pastorale. Il
dott. Ugo Zeni, che per sei anni è
stato apprezzato membro laico della
l'avola, per ragioni di lavoro dichiarava che non avrebbe comunque potuto accettare una rielezione.
A tutti e tre il Sinodo ha espresso
con applauso caloroso la gratitudine
di tutta la Chiesa ; essa si estende,
naturalmente, anche agli altri membri della Tavola, che hanno sostenuto_ con impegno e capacità molteplici responsaÙlità : sono i momenti
in cui realizziamo che il Signore non
le ha fatto mancare i doni di governo; pur nel dissenso che può sussistere, nell’uno o nell’altro, per Questa o
quella _ posizione assunta dai nostri
.« amministratori », non si discute l’impegno, la serietà, la consacrazione con
cui questi uomini hanno messo a disposizione senza risparmio i loro doni ;
anzi, si può riconoscere che non sempre essi sono stati sostenuti abbastanza, là dove giusto e necessario, dalla
collaborazione di tutti. Com’è stato ricordato in Sinodo, è il Sinodo ad esercitare, in obbedienza al Signore, l’autorità, e la Tavola ne è investita solo
in _ forma di delega e a termine ; proprio per questa realtà « organica »
della chiesa, tutti sono corresponsabili di una vita delforganismo che
sia obbediente al Signore, nè possono
crearsi alibi scaricando le proprie responsabilità suUe « autorità ».
Al past. Ermanno Rostan, che ha
« passato » la moderatura in un momento d’infermità, il Sinodo ha rivolto e la Chiesa tutta rinnova di cuore
un augurio affettuoso di poter presto
riprendere il ministero pastorale, risanato e con forze rinnovate.
* * -i!
Vi sono, nella chiesa, persone che
per la loro funzione sono più in mostra, maggiormente conosciute; ve ne
sono altre che svolgono invece un lavoro « subalterno » e spesso oscuro ;
eppure senza di loro la vita delle chiesa sarebbe impossibile, e il loro servizio, il loro ministerio, se solo ci si sofferma a pensarci, si rivela essenziale.
A una di queste persone il Sinodo ha
pure voluto esprimere la _ propria riconoscenza : alla signorina Selma
4
NUOVI
DISCHI
a cura della Corale Valdese
di Torre Pellice diretta dal
M.o Prof. Ferruccio Corsani
con accompagnamento d'organo
UN 4524 Forte Rocca è il nostro DioBen può la fede abbattere
Fino alla morte - Vieni Divino Spirito.
UN 4526 Cristo è risorto - Alleluia
(Palestrina 1594) - Il Signore risuscitò - Voglio servirli sempre.
UN 4527 Gloria al Padre - Celebriamo il Signore - A Te innanzi giubilanti - O quanto
la Tua casa - Se potessi annunziarti.
Prezzo per ogni disco Lire 1.000 più spese di porto e tasse.
Rivolgersi alla Claudiana per questi come per ogni altro disco evangelico.
vero che ha fedelmente svolto quale
segretaria del moderatore. E’ difficile
calcolare le decine di migliaia di lettere. le centinaia di migliaia (o i milioni?) di fogli ciclostilati che in tanti
anni sono passati sotto le sue mani,
i verbali che ha trascritto, gli atti che
ha messo a punto, le pratiche che ha
seguito, i problemi tecnici e umani di
cui è stata silenziosa e riservata testimone. Lungi dall’inaridirsi in un
lavoro che avrebbe potuto apparire
amministrativo nel senso più tecnico,
abbiamo sempre sentito ben vivo in
lei il senso della chiesa, della vita di
questo corpo di credenti, con le loro
miserie e le loro speranze, con la loro
fede. Si parla oggi molto di ministeri laici svariati; il pensiero corre comunque al modo con cui la signorina
Longo ha vissuto U suo lavoro fra noi.
Anzi, essa si è sempre pure riservata
un suo lavoro, un servizio particolare,
prima, per ben 25 anni, alla direzione
dell’« Amico dei fanciulli » — ed è lungi dall’essere dimenticata — curando
poi sempre la letteratura infantile, assumendo infine un vero e proprio ministerio in favore di carcerati.
Le auguriamo ora, con affetto e gratitudine un sereno riposo; sappiamo
che sarà comunque ancora operoso e
ne ringraziamo il Signore.
« Ma se uno ha dei beni di questo mondo, e vede il suo fratello
nel bisogno, e gli chiude le proprie viscere, come dimora l'amore di Dio in lui? »
{1 Glov. 3:17)
Culto radio
ore 7.40
Domenica 5 Settembre
Pastore GIULIO VICENTINI
Domenica 12 Settembre
Pastore FRANCO RONCHI
E’ una domanda che ci siamo rivolti spesso, e non per gettare sul
prossimo quell’ombra di un giudizio
che scade nel pettegolezzo, ma per un
esame di coscienza.
Crediamo che appartenere a Cristo, oggi, essere membri di una comunità evangelica, significhi « anche »
ritenere un insieme di dottrine, « anche » partecipare come protestanti alla vita della città; ma soprattutto significa avere l’amore di Dio dimorante in noi. E questa presenza di Dio
nella Sua creatura deve spezzare ogni
chiusura: il cristiano è aperto alla
vita, pronto a percepire il significato
delle cose, disponibile.
Purtroppo talvolta noi sembriamo
disponibili — con le parole, le dichiarazioni ecc. — ma nulla che ci costi
veramente, che valga veramente per
noi, sappiamo mettere a disposizione
del fratello. Del ¡rateilo nel bisogno
E questa aridità ci condanna, ci riduce a polvere della terra.
E’ vero che attorno alle nostre comunità circolano persone pronte a
profittare, talvolta autentici imbrogliapopolo, oppure rottami umani incapaci di reinserirsi nella vita quotidiana. Molti di questi non sono « fratelli », secondo l’accezione che Gio
vanni dà al termine: ma il buon samaritano incontrò un fratello, sulla
sua strada?
Ed è anche vero che « il bisogno »
del fratello è difficile stimarlo: c’è
'quello che senza pudore lo vanta, lo
gonfia, in una sorta di vantato diritto. E qui, nella valutazione del reale bisogno, e dei modi di alleviarlo,
ci occorrono viscere di misericordia,
B dedizione senza rimpianto. Che
l’aiuto fraterno sudi nella nostra mano, prima di essere consegnato, ma
ooi non sia ricordato nè per vanto nè
per lamento!
Ed in fine, tutto questo sembra riguardare « uno che ha dei beni di
questo mondo ». E chi non ne ha? chi
e povero? Tutti abbiamo conosciuto
persone che piangevano miseria e accumulavano per comprarsi l’appartamento, accusavano il disagio economico e facevano grosse spese per la
casa, progettavano acquisti costosi...
E' COSÌ difficile stabilire chi è che non
ha beni di questo mondo, ed è così
sfacile per ognuno di noi metterci comodamente fra coloro che non ne
hanno. E’ questione di coscienza, e di
disponibilità d’animo. L’esperienza ci
dice che là dove l’amore di Dio dimora v’è una inesauribile fonte di benedizioni che nei modi più diversi raggiungono il fratello nel bisogno. E
nulla è più grande, più vero secondo
l’Evangelo di vedere un bisognoso, un
fratello, nel quale Dio dimora; egli è
ricco, poiché « ogni cosa » è sua.
Luigi Santini
Chi bisogna pregare ?
‘Vieni, o Spirto del Signore,
ci battezza col Tuo fuoco!,.
Un mio corrispondente, che vive in
paese cattolico e dell’ambiente subisce, anche se in modo involontario, la
suggestione, mi scrive per sottopormi
un quesito intorno alla preghiera. Eccolo : « quale delle tre Persone della
Trinità occorre pregare maggiormente, o se ciò non abbia importanza; e
quando si deve pregare il Padre, quando il Figlio Gesù, e quando lo Spirito Santo? ».
Gli ho risposto ampiamente; ma
poiché ritengo che il problema sollevato possa interessare i lettori di
questo giornale, riproduco qui di seguito le rifiessioni che ha destato in
me il quesito sottoposto. Sarò ben
lieto che esse possano illuminare qualcuno.
I
Anzitutto, occorre fare una premessa generale. 11 vero cristiano, od alm.eno colui che si sforza di vivere conformemente alla Parola di Dio, non
si pone il problema « a quale Persona della Trinità occorra rivolgere la
propria supplicazione con maggior
frequenza » od intensità.
Non se lo pone, perchè, in quel caso, evidentemente, il pregare una delle tre Persone anziché una della altre
due supporrebbe che, di quelle altre
tlue lasciate in disparte, almeno una,
in certi casi, « potrebbe pregarsi un
poco meno ». E questo « un poco
più » e « un poco meno », altrettanto
evidentemente dipenderebbero dalla
intenzione, dall’oggetto della preghiera, dalla familiarità con la Persona divina stessa, dal timore per Essa, e chi
p;u ne ha più ne metta...
Ora, non occorre spendere molte
carole per spiegare che tutto ciò è
puro paganesimo, pura superstizione
oltreché pura mancanza di fede! E
perciò non è cristiano.
E' segno che ogni tentativo dello spi
rito umano, della .logica, del sentimentalismo, di « (distribuire » le preghiere fra le Persone della Trinità,
costituisce uno schermo dietro il quale bisogna ravvisare una vera e propria tentazione da parte del Maligno.
Ili
E Gesù Cristo? Poiché Gesù Cristo
è l’Intercessore e l’Avvocato che noi
abbiamo presso il Padre (per inciso:
non ne abbiamo altri. Lo ha detto lo
stesso apostolo Pietro), le supplicazioni a Dio dovranno essere fatte PER
TRAMITE DI LUI.
Pertanto, ogni preghiera fatta a Dio
dovrà terminare « in nome di Gesù »
(F'ilippesi cap. 2, vers 10), « per amore di Gesù ».
IV
E’ lecita, cristianamente parlando,
l’espressione « per i meriti di Cristo »,
che molti pronunciano in fine di preghiera?
Riteniamo che essa non sia propriamente evangelica, per i motivi seguenti :
a) Colui che intercede è a uguale
distanza tra le due parti (Dio e la
creatura), essendo nello stesso tempo
Figlio di Dio e Figlio dell’uomo. Se
la sua intercessione fosse fondata su
azioni meritorie, questo « equilibrio »
verrebbe a mancare.
b} La dottrina dei meriti da far valere davanti a Dio — quali che siano
questi meriti, e di chiunque essi siano — è estranea al Nuovo Testamento, e perciò non è evangelica.
Nell’Antico Testamento, ovvero la
si ritrova in forme che denotano una
religiosità di tipo « commerciale »
Giacobbe a Bethel, per esempio), ovvero se ne fraintendono comunemente i termini, come nella nota profezia
di Isaia, ove è detto <( per le sue lividure noi abbiamo avuto la guarigione », cap. 53, versetto 5. Infatti, in
questo passo le sofferenze dell’Uomo
di dolori sono la conseguenza del nostro peccato, il quale è perdonato in
noi perchè la sua punizione si trasferisce sul Servo dell’Eterno. Ma il concetto del merito e della sua sovrabbondanza non è biblico, bensì delli
teologia cattolica.
cj Gesù è Figlio di Dio, e come tale Egli preesiste al Creato (« prima
che Abramo fosse, io sono! », Giovanni cap. 8, versetto 58), e quindi
non può essere che la sua persona
umana presenti o rivendiehi dei meriti alla sua essenza divina!
d) Infine, l’idea del peccatore salvato per i meriti di Cristo può... condurre molto lontano, come ognuno facilmente comprende, sia dal punto di
vista di una pericolosa sonnolenza
spirituale, che da quello di una deprecata « inflazione » di meriti da parte
h semi-dei, di santi, e via dicendo.
V
(in
II
Detto questo, poniamoci pure la domanda : CHI dev’essere pregato? La
risposta non può essere che una :
DOBBIAMO PREGARE DIO, E
DIO SOLTANTO. Si veda in proposito Tammonimento dato da Gesù
Cristo a Satana, nel corso della terza
tentazione, in Matteo cap. 4, versetto 10.
Aggiungasi inoltre che, appunto,
Tammonimento viene dato a Satana,
e non ad un qualsiasi essere umano.
I’EVANfiElO ALIA RADIO-TV
DELIA SVIZZERA lIAllAiA
Domenica 5 settembre
ore 9.15: Conversazione evangelica alla radio, past. Guido Rivoir
Domenica 12 settembre
ore 9,15; Conversazione evangelica alla radio, past. Otto Rauch
Televisione; alla fine delle trasmissioni, circa alle 22 : « La Parola del Signore », past. Guido
Rivoir,
Lo Spirito Santo può essere oggetto
delle nostre preghiere? Ma che cos’è
sostanzialmente lo Spinto Santo?
Esso è un DONO — un dono di
Dio — e perciò non pia) essere (^getto di preghiera (si prega il Donatore.
n.on il dono).
Lo Spirito Santo è però anche una
Persona della Trinità, ossia Dio — o
Gesù Cristo — in quanto AGENTE
di vita spirituale, di ispirazione, di
di esperienze interiori, di colloquio
con l’Eterno, di doni particolari (dalla conoscenza alla guarigione e alle
'ingue, ecc).
E’ dunque lecito rivolgere le proprie preghiere a Dio. chiamandolo
« Spirito onnipossente », « Spirito di
Verità», « Spirito di Luce », « Spirito Creatore », perché Dio è, infatti,
SPIRITO (come ha detto Gesù, cfr.
Giovanni cap. 4. versetto 24; il testo
fondamentale per ogni specie di culto
e la base deH’ecclesiologia).
Questo Spirito Creatore e Redentore invoca appunto il bell’inno evangelico : « Vieni, o Spirto del Signore — Ci battezza col Tuo fuoco! »
T eodoro Bai ma
Sabato li settembre giungeranno al Castagneto di Villar Pellice 45 trombettieri dei
Baden per offrire alle nostre comunità qualche « ora di festa ». Eccone il programma :
Domenica 12 sett. ore 10 Culto a Villar
Perosa — Martedì 14. ore 20: Visita a Per.
rero Mercoledì 15. ore 20: Visita ad _4ngrogna (predica G. Bouchard) — Giovedì 16,
ore 20: Visita a Prarostino (predica C,
Tourn) — V enerdi 17, ore 20; Visita a Pomaretto (predica A. Taccia) — Sabato 18,
ore 20 : Visita a Torre Pellice (predica A.
Taccia) — Domenica 19, ore 10,30: Visita
a Torino (predica M. Ayassot): ore 15 : Visita a Rivoli (persso i Battisti) — Martedì 21,
ore 20: Visita a Borgio Verezzi (Casa Valdese) — Mercoledì 22, ore 20 : Visita a San
Marzano Cliveto (presso Chiesa Metodista) —.
V’enerdi 24, ore 20 : V isita a Carema (presso Ivrea).
Scopo della visita è quello di stabilire dei
rapporti fraterni in Cristo tra credenti separati dalla distanza, dalle frontiere e dalla
lingua. Le trombe degli Ospiti vogliono dar
risalto e letizia alla perenne vocazione della
Parola di Dio.
I Trombettieri Valdesi
DONI RICEVUTI
PER ECO-LUCE
O)
tdo
:o)
olino
Do
ondo
100;
Giovanna Berger (Pomaretto) L. 200; Ernesto Jahier (Pomaretto) 500; Guglielmo
Pons (Pomaretto) 1.000; Bartolomeo Volat
(Perosa) 200; Fam. Rostagno (Pomaretto)
200; Emanuele Tron (Perosa) 200; Corrado
Peter (Perosa) 500; Ernestina Rivoir (Francia) 200; Nancy Lapise (S. Giovanni) 200;
Emma Micol (Riclaretto) 200; Adele M.ittone Rullino (Coazze) 300; Sorelle Bonin ( Vallar Perosa) 300; Santo Carisse (Reggio Calabria) 500; Eugenia Borione (Torino) '.00;
Giulio Genre (Abbadia Alpina) 500; Silvio
Campatelli (Cerignola) 300; Eli Costabe! (Genève) 200; Van Boouven (Irlanda) 500; Guido Varese (Milano) 200; Giuseppe Gio-,:iolè
(Livorno) 500; Lila Albertazzi (Balma ilicilese) 1.000; Franco Michelangeli (Koma)
2.000; Alfredo Plebani (Milano) 1.000: Lene
Proietti Bounous (Torino) 300; Fede .\1 'etto
(Condove) 500; Enrico Costantino (Penero)
.500; Elisa Peyronel (Rielaretto) 300; IL rico
Griglio (Svizzera) 200; Umberto Piyiiinel
(Rodoretto) 500; Peter Rostan (U.S.A.) 110;
Elvina PognanI (Mantova) 150: Gemili.- Peruggia (Arezzo) 500; Rsoiua Giachetti (Pisa)
1.000; Attilia .Jaeger (Miinao) 300; Irene
Avogadri Teiigei (Bergamo) i li
cher (Bergamo) 1.000; EmiJi. U k I
rino) 2.000; Levi Clot Varizia (Rir-b.
200; Attilio Pons (Pomaretto) l.OOO- IG
Helbing (Argegno) 400; Nicoli ut \
500; Lina Rezzani (Milano) I
Mauro (Milano) 1.000; Valdo P I
sca) 100; Giacomo Vigna (Tonno) ;i(Hi
menico Romeo (Reggio Calabria) l.OOO:
liano Rocco (Forano Sabino) :>(iii: l-yp
Long (Pomaretto) 200; Arturo Cono- (
retto) 50; Ernesta Cambino (Pom:rr,-ii,i ......
Past. Taccia (Angrogna) 1.000; Geom. Gino
Rostan (Perosa) 2.000; Angelo Patete (Le.scoianciaiio) 200; Mario Alessandri (Getiicce)
100: Giulio C-esarò (Palermo) 1.000; Dr Claudio Comba (Verona) 1.000; Marcella Pons
(Perosa) 200; Dino Fornerone (Abbadia. 500;
Vitale Jahier (Pomaretto) 250; Gimani.i Benech (Torre Pellice) 500; Rocco (L-diani
(Forano Sabino) 500; Bruno Silvani (Svizzera 200: Gaetano Naso (Riesi) 50; I lirico
Peyrot (Perrero) 500; Abele Pons (P Cirero)
200; Luigia Peyran ved. (Maniglia di i’err.)
200; Armando Peroni (Genova) 500; Charlotte Grilli (U.S.A.) 1.185; A. Hübsch (Trieste) 2.000; Aurelio Scarpone (Como) 450;
Cecilia Besozzi (Torre Pellice) 500; Eugenio
Caracciolo (Carunchio) 500; Armando Borelli
(Segezia - Foggia) 2.000; Paolo Grill Fritz
(Messina) 500; Elena Ritter (Catania) 500:
Prof. Silvio Pons (Firenze) 500; Marina Durst
(Ouchy - Lausanne) 60; Lina Pasche Ito (Pomarcito) 200; Enrico Artier (Pomaretto) 200;
A. Peyronel (Le Creusot) 400; E. Berger
(Bergamo) 1.000; M. Spadaro (Ponzano) 400:
E. (pianassi Revel (Castellamonte) 200; M.
Musacchio Pons (Aosta) 1.000; M. Godino
Proehet (Torino) 500; Enrico Pons (Torino)
1.000; Guido Bolturi (Torino) 1.000; M. Malan (Torino) 200; Giorgio Neumann (Firenze) 500; Evelina Pons (Torino) 500: \ aldo
Giaiero (Rivoli) 500: Enrico Mariotli (Torino) 300; Aldo Giacone (Torino) 1.000; Maria Cescri (S. Piero in B.) 500; Daniele
Massobrio (Torino) 500; H. A. Vi irtb (Roma) 8.000; Enrichetta Berlin (Torino) 300;
Otto Wolekner (Zurigo) 200; Margherita
Fragnoli (Firenze) 500; Letizia lotti (Firenze) 1.000; Daniele Riboli (Berzo S. F.)
500; Marcello Pons (Perosa Arg.) 200; T. G.
Castiglione (Ginevra) 700; Enrico Poet (Perrero) 100; Maria Bounous (Pomaretto) 250.
«In memoria di Alice Coissoii - .-Viigrogna»,
N.N., L. 3.000: fam. Delmonlc (Aosta) 600.
Grazie! {colili mia)
m LIBRBRIR
KARL BARTH : Antologia, a cura di
Emanuele Riverso, « Il portico »,
Bempiari, Milano 1964, L. 2.500.
K.4RL 3ARTH : La proclamazione del
_ Vangelo, Boria, Torino 1964, L. 700.
KARL BARTH; Réalité de l’homme
nouveau. Labor et Fides, Genève
d. HAMER: La Chiesa è una comunione. Morcelliana, Brescia 1964,
p. 264, L. 2.000.
PIERO JAHIER: Poesie. Opere 1,
Vallecchi, Firenze 1964, page. 140,
L. 1.500.
3
3 settembre — N. 35
pag. 3
La nonvìolenza dei Valdesi
Lontane ascendenze di una obiezione di
coscienza motivata daiia fede in Cristo
ECHI DI UNA MISSIONE DI PACE
NEL VIETNAM
Resoconto della Conferenza tenuta dal
prof. Amedeo Molnar, della Facoltà teologica di Praga. al Congresso del
iMovinieiito Internazionale della Riconciliazione (branca francese) tenutosi a
Bievres il 13-14 Marzo 1965, sul tema:
« yon-vio!enza e Riforma ». Il Sinodo
ha discusso il problema, senza giungere
a una presa di posizione: le comunità sono seriamente sollecitate a studiarlo nel
corso del prossimo anno.
Si sa che il principio della nonviolenza
non fu adottato da nessuno dei grandi riformatori del XVI sec.; Lutero, promotore
della 2^ Riforma, insistette su motivi
di coscienza, su una distinzione tra la persona privata del cristiano e la sua persona
pubblica. La prima sarebbe legata alle esigenze d amore dinanzi ai nemici, alla nonviole n/a; la seconda ai contrago, dovrebbe
considerare la giustizia sociale, pur utilizzando la contraddizione che nel regno di
questo mondo i precetti del Sermone sul
monte non hanno valore decisivo, poiché questo regno è governato da una legge
generale, diversa dai principi dell’Evangelo, ma anch'essa divina e che preserva il
mondo dal precipitare nel caos. Avvicinandosi alla soluzione presentata dal costantinismo al problema della presenza cristiana
nella ‘^ocielà. Lutero limita la portata del
Sermom“ sul Monte al solo campo dell’etica
individuale del credente.
I ruUlesi : malgrado il carattere molto
frammentario delle fonti a nostra disposizione. esse lasciano però intravedere l’interesse eoe VI sarebbe a seguire le grandi tappe de i esegesi del « sermo-ne », fatte dagli
uomm; della 1'^ Riforma; soprattutto per
iiMoniaiiza degli atteggiamenti ch’estro dinanzi ad una società materia*
< /iolenta.
.feriti scoperte dei nuovi documenti
ome la conversione di P. Valdo,
u cii Lyon, ebbe come prima consegioiosa affermazione del Sermone
,'i^ considerato non solo come sem/ c.msiglio » evangelico che impe<■ dei volontari, ma piuttosto come
come norma valida per tutti
;ì:ì' e fu proprio questa rivendica
■i <' mise la « chiesa dominante » in
[»unto di respingere i valdesi —
al margine della cristianità
U traverso una storia più volte
>; iina presso i valdesi e poi presiti radicali, riscontriamo conti'C beatitudini dell’Evangelo sei uo come fonte inattaccabile di
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sa. La tesi valdese del carattere escatologicamente inevitabile di una sofferenti subita
dai cristiani da parte di una chiesa pseudocristiana. fu ripresa poi dagli bussiti. Soffrire per conto dei propri vuol dire partecipare all opera di Cristo con la speranza che
grazie alla Sua vittoria « ...vincerà chi subirà
la morte... ». Questa scritta — vince colui
che è ucciso — la si legge nelle lettere scritte da Huss a Costanza, così come qualche
anno dopo nelle predicazioni di J. Zelivsky.
Per la prima Riforma la sofferenza non è
un valore in se stessa, ma la possibilità sempre attuale di una testimonianza cristiana
autentica.
Il pensiero valdese rimase a lungo nella
clandestinità per la maggior parte dei paesi
europei. Questa clandestinità forzala, il carattere minoritario del movimento, l’aiutarono a rimanere fedele per qualche tempo
al comportamento nonviolento. La situazione
cambierà bru.scamente nel XV sec. ed in
particolare in Boemia dove i valdesi, prese
le armi, riusciranno con una rivoluzione vit.
loriosa (violenta) a creare nuove condizioni
di vita sociale ed ecclesiastica. Più tardi, an.
che l’ala radicale dei Taboriti (del sud Boemia) si metterà a capo della rivoluzione, mettendo in piedi un’armata popolare che combatterà per 15 anni contro le armate del
papa Martino V e deH’ìmperatore Sigismondo.
(N.d.T. . T-jìitarono in seguito — senza
molto successo — di giustificarli i professori
deirVniversìtà di Praga, nel 1419, appellandosi alla tesi delia "guerra giusta"'' già avan
zata di S. Tom muso e ripresa poi da un
libro di ÌP yctifJ.
Lasciando da parte le cosidette « guerre di
religione » che si svolsero per tutta la metà
del sec. XV I. e gli episodi di guerra sostenuti dai valdesi nel periodo delle più violente persecuzioni (1655) e fino agli anni che
precedettero la reintegrazione nei propri diritti (sotto Vittorio Amedeo II . 1694) in
cui non era più pensabile parlare di nonviolenza. e dimenticando per un attimo l’impegno dei valdesi (e dei cristiani in genere) assunto nelle guerre seguenti e nelle due gran,
di guerre mondiali, rimane invece da chiederci quale debba ossere oggi la nonvìolenza
dei valdesi, il loro quotidiano rifiuto della
violenza, del servizio militare, dell’obbedien.
Za a leggi ingiuste. 1 impegno preciso contro
ogni ingiustizia, sopruso, discriminazione raz.
ziale. ecc. Confessando,di essere imbarazzato
nel dare « una precisa risposta » mi limito
invece a .sottoporre tale riflessione alla discussione che seguirà, ed alla coscienza di
ogni valdese, nella luce e nella prospettiva
dell'insegnamento nonviolento della prima
riforma.
A. Mollar
{traduzione di Paolo Turin)
Proprio a questa valutazione di quale sia
oggi la vocazione rivoltaci dalla Parola di
Dio attraverso la testimonianza discutibile
ma seria di questi padri’ nella fede, il Sinodo richiama fermamente le nostre comunità. red.
L’Asia agli Asiatici
Dal IT giugno al 12 luglio *65 mi è toccato il gran privilegio di far parte di un
gruppo di ecclesiastici e laici, protestanti cattolici ed ebrei, che compivano una « missio*
ne di pace » nel Sud-Est dell’Asia.
Allarmato dall’aggravarsi della guerra nel
V ietnam. il ramo americano del Movimento
Internazionale della Riconciliazione ha formato di urgenza un « Comitato di ecclesiastici per il Vietnam ». il cui scopo è di svegliare l'opinione americana sul pericolo della
scalata (escalation) verso la terza guerra mondiale. e di proporre ragionevoli basi per un
« cessate il fuoco ».
Ognuno dei membri di questa delegazione
aveva un suo compito particolare : incontrare
rappresentanti di ogni campo, raccogliere
dalla loro bocca informazioni di prima mano
sulla situazione nel Vietnam, affermar loro
la volontà di pace di larghi ambienti reli*
giosi degli USA. Adempito a questo compito. tutti i delegati si ritrovarono ad HongKong e. dopo aver confermato le informazioni raccolte in ogni campo, redassero una
dichiarazione (i-. a p. 4).
Come tutte le dichiarazioni, anche questa
è il prodotto di un compromesso. Alcuni la
troveranno troppo fiacca, altri troppo radicale. ma bisognava che fosse redatta in modo da riuscire accettabile sia da parte dei
comunisti del Nord-Vietnam, che dai credenti americani, alcuni dei quali confondono
la guerra del Vietnam con una crociata con
libri
Un conlrìbulo della Claudiana
L’IMPEGNO POLITICO
del
cristiano
■ \ aldese « La Noble Leçon », iniTiulere il male per il male e ca: valdese come colui il cui stile
nbra a tutto il mondo degno di
per essere conforme alla volontà
■ o. Questo poema, che porta la
sec.. non fa che riassumere
Ncddcsi precedenti: «Per nessun
può avere il diritto d’attentare
umana ». I cristiani veramente
«;’(» ('he vissero prima dell’avvenjjcralore Costantino, non hanno
, dlato alcuno; sono stati al conine delle persecuzioni. Lo stesso
u menlo in cui decise — come lui
•ma di non preoccuparsi per
senne giudicato da Henri de
‘gnu di predicare l'Evangelo. Una
u( sulle quali il legale pontificio
! suo giudizio fu il disinteressaGelido per la sorte dei «crociati»
la mancanza di spirilo bellico
minacce del Saladino,
La uom loìenza dei valdesi constatata alcune volle duranle i primi quattro secoli
della loro esistenza storica, in quasi tutti i
paesi europei, non fu un principio astratto
c rigido. Sotto tale aspetto essa non presenta
alcune analogia con il dualismo metafisico
dei catari. I^resso i valdesi la nonviolenza,
così come la povertà, non erano che la conseguenza pratica d'un impegno vitale della
fede a servire e seguire G. Cristo. Più che
un princì])io che basterebbe abbracciare, essa
e una presa di posizione personale {N.d.T.
Oggi diremo un'obiezione di coscienza personal e).
Una preghiera valdese, inedita lino ad oggi, conservata in un manoscritto di Cambridge c clic pare sia del XIV sec., mette in
luce questo contrasto che mi sembra essenziale per la nonviolenza della prima Riforma.
L autore non parla più a nome di una comunità costituita; al contrario si fa portavoce
di coloro che. sempre pronti a spostarsi da
un luogo aH'altro. prendono su loro stessi il
fardello dei loro simili per portarli alla conoscenza dcll'Evangelo. L’autore prega per
coloro i quali, come lui, compiono la stessa
missione. L'insicurezza e rìnstabililà della
loro vita è tormentata da tribolazioni, viaggi. prigionia, miseria ecc. Si tratta si di rivolta contro una chiesa ricca di successi, di
conquiste, che ha finito per falsare lo spirito
di vServizio e la passione del sacrificio, ma
questa rivoluzione non è violenta. Il « barba » valdese prega non solo per i fedeli, ma
anche per la conversione dei nemici che per.
seguitano pastori e popolo. Lo fa in uno spinto di perdono, alimentato da riconoscenza
per la remissione dei peccati dei quali Dio
ci ha graziali. La nonvìolenza fa parte integrante del concetto della chiesa che la prima Riforma mette avanti come « concetto
nuovo ». Se la chiesa dell’anticristo è la persécutrice e fa ricorso alla rivoluzione violenta e brutale, la vera Chiesa di Cristo afferma
di essere pronta a soffrire e a subire anche
il martirio.
Si eonosce — sìa ben chiaro — tutta una
certa teologia della sofferenza; essa è accentrata attorno alle sofferenze che il singolo
cristiano incontra. Diffusamente la teologia della prima Riforma insiste suUa portata escatologica delle sofferenze che subiscouo coloro 1 quali seguono il Crocifisso. Per ì
valdesi ad esempio, soffrire a causa di una
falsa cristianità è un segno della vera Chie
Un'ampia seduta sinodale è stata dedicata ad esaminare il problema della presenza cristiana nel mondo, e
si è parlato a lungo dell'impegno politico del cristiano :
un fatto che, non certo assente fin qui, comincia bra ad
essere discusso apertamente e assunto coscientemente
da cerehie sempre più larghe delle nostre chiese.tl problemi sono molti, numerosi i rischi, forti le tensioni,
quanto più sono nebulose o irriflesse ( cristianamente e
biblicamente irrifìesse) le idee di molti membri di chiesa. E' ovvio che non si possono dare ricette e soluzioni ;
bisogna che ogni credente e ogni comunità lavori, mediti, legga, discuta, approfondisca in sè e con gli altri
questo lato ineliminabile e centrale della sua vita "é della
sua testimonianza al mondo. Per cooperare ;a porre questo problema, a destare questo interesse e questo lavoro
personale e comunitario, la Claudiana ha pubblicato un
volumetto della « Piccola Collana Moderna », che qui
presentiamo. Un primo passo, ma necessario.
« Come ci sono falsi iddìi, ci sono pure
falsi diavoli... » dice il Darchon ad un
certo punto del suo volumetto. Fra quest:
falsi diavoli non es'llamo a dire ('he ci sia
la politica. 1 valdesi hanno sempre fatto della politica; notevole in quest’ultimo secolo della nostra storia l'adesione — che oggi
ci appare spinta fini all’ingepiiità. proprio
mentre diciamo 'In- bisogna fare della politica — agli ideali ed alle attuazioni del Kisergìmento; il inililare di molli nostri fratelli in fede nelle file del fascismo, anche
se dobbiamo .iconoscere che talvolta lo loro
intenzione fu, non di attuare i programmi
del Duce nelle nostre Valli, ma di impedire clic altri venissero ad attuarli in modo
integrale e violento, dando una vernice di
fascismo a criteri amminislativi e politici
non ortodossamente fascisti. Quanto ci siamo bruciati in questi giochi estremamente
pericolosi è inutile dirlo.
Oggi, di fronte airaffcrmazione sempre
più generale che occorre fare un’altra politica. quella che sembra la logica conseguenza di quella inaugurata da quei nostri fratelili ohe scelsero un po’ più di venti anni
fa la politica della Resistenza, non è infrequente sentir dire che la cliiesa e i cristiani
non devono fare della politica. Questo ci
sembra significare, a esprimerci ¡n un modo un po' brutale, che occorre eontinuare il modo nascosto, un po’ vergognoso, alieno da compromessi palesi, ma pieno di comprome,ssi occulti, di fare della polìtica conformistica. che abbiamo seguito in passato. Il
Darchon dice in chiare lettere che la politica non è regni' del diavolo e che il cristiano che fa della politica non si sporca più
di quello elle dice di non farne.
Tuttavia ci sembra che quando si jiassa
all’esigenza di qualcosa di più concreto il
Darchon non sia sufficientemente coraggioso Si limita ad alcune considerazioni del
lutto generiche, che in sostanza non vanno
oltre un umanitarismo senza mordente, larvatamente paternalislico, molto meno deciso della prefazione del Prof. .Touvenal che i
lettori (leirEco-Liicfc hanno trovato su queste colonne qualche settimana fa. Molto opportunamente, dunque, sono state agghinle
in appendice le « Tesine sul comporlamenlo
politico del cristiano » del Prof. Subilla.
Solo qui, iiifaiti, ci sembra, è delineato in
maniera soldisfacente, anche se succinta.
Patteggiamento politico che il cristiano, anche secondo il Darchon, deve .assumere.
Non SI tratta, evidentemente, di fare una
politica di partilo; ma siamo convinti che
faccia parte della necessaria umiltà della
chiesa il riconoscere che il Signore le rivolge un richiamo anche attraverso i partiti. La
chiesa costantiniana e borghese deve riconoscere il richiamo che le è rivolto dai parliti di sinistra, anche se la sua politica non
potrà mai coincidere completamente con
quella di questi partiti .La chiesa chiamala
ad annunziare il Regno, a scorgerne e a farne scorgere i ,-egni nell’economia presente,
non potrà esimersi dal dire che questi segni si trovano nella giustizia umana e non
nella sopraffazione dell’ucmo sul suo prossimo; nella libertà e nel rispetto del prossimo e non nelle ideologie e nei sistemi, in
teoria e in pratica, totalitari — quindi sarà
necessario anche smascherare dove questo
totalitarismo esiste, dicendo ben chiaro die
è più subdolo quando si infila non al livello dello stato e della legge, ma al livello delTimprenditore, che abiimente si copre
n n lina legge sedicente liberale, o in altro
modo, comunque, al livello privato; la
chiesa in sostanza, non potrà, a meno di
tradire la sua vocazione, sottrarsi all’obbligo di dire quale sia la politica che persegue
valori in analogia con quelli del Regno, anche a costo di adoperare un linguaggio frain.
iendibile, magari adoperato dai partiti, sia
[iure con uno spirito diverso.
La libertà civile può essere in analogia con
quella dei figliuoli di Dio; la giustizia umana può essere in analogia con quella di
Dio; la pace internazionale può essere in
analogia con quella di cui Cristo è il Principe. Lo sfruttamento delTuomo e Tabbandono dei miseri al loro destino ; l’ambizione di carriera personale anziché il desiderio di migliorare le condizioni di lutti; la
proclamazione orgogliosa della superiorità
della propria razza e delTinvincibilità del proprio esercito o dei propri successi scientifici o
economici ; la riduzione di intere categorie ad oggetti e non più a soggetti di decisione: Tincoraggiamento dato a queste ca
tegorie affinchè si accontentino di palliativi
alla propria dignità e libertà, non sono in
analogia coi valori del Regno. Sono la manifestazione secolare delle « potenze spirituali della malvagità ».
Questo discorso meriterebbe di essere approfondilo in mezzo a noi dove tanto comunemente si Irede ancora che uno « faccia
onore alla propria origine valdese » quando
diventa dirigente di fabbrica, perchè è stalo riconosciuto una persona fidata. Non si
tratta per noi di fare carriera perchè applichiamo diligeiilemente la legge, ma di
rinunziare a fare carriera perchè denunciamo un'ingiustizia della legge affinchè un giorno lutti — e non soltanto noi — stiano meglio. E per stare meglio non intendiamo tanto
un allargamento del cosiddetto miracolo eco.
nomico — che non ha termini di analogia
con valori del Regno ■— al maggior numero
possibile di persone, ma una vita civile improntata a quegli altri valori che abbiamo
visto possono essere in analogia con quelli
del Regno. Anche qui, naturalmente, si trai,
terà di vedere questa possibilità come tale, e
non come una necessità, come un sistema,
come un possesso.
La via di qu-sta vocazione politica resta
da studiare; ha alle siie spalle un documento approvato al Congresso Evangelico
del maggio scorso, ha alle sue spalle il volumetto del Darchon, col suo valore di presi di coscienza del problema; la prefazione
e l’appendice di questo, col valore, sia pure
sotto punti di vista diversamente sfumali,
di precisazione dei termini del problema
stesso. Ma la via resta da studiare; il non
studiarla costituirebbe una fuga dinanzi alla vocazione die ci c, rivolta; è da studiare
con, coraggio maggiore di quello che abbiamo avuto in passalo. c. t.
JACQUES DARCHON: Impegno politico del cristiano. Trad. Gino Costa
bel. Prefaz. di Roberto Jouvenal.
In appendice "V. Subilia: Tesine sul
comportamento politico del cristiano. Claudiana, Torino, 1965. L. 600.
PRQ LO RIUISTB
Nel n. 7-8/1965 de « II Mulino » segnaliamo un articolo di Alfonso Prandi su
« L apostolato dei laici oltre il clericalismo ».
Meramente al di là di una clericale « mobilitazione del laicato », qual è spesso presente
pure nel nuovo corso uiFiciale cattolico, è
assai interessante ritrovare in quest'articolo
di un laico cattolico impegnato tutta la di*
scus.sione in atto fra noi sulla presenza della
chiesa nel mondo, la critica della pretesa di
costruire una « socielas cliristiana » di tipo
costantiniano, e tutta la problematica ecclesiologica e sui ministeri, dibattuta in modo
particolare da « Diakonìa ».
— L'ultimo numero di « Diakonia », uscito in questi giorni, contiene il rapporto tenuto
dal Past. Neri Gìampiccoli al II Congresso
Evangelico, a Roma, su « Posizioni ecclesiologiche nel Protestantesimo italiano: convergenze e divergenze ». Questo documento è
stalo d'importanza fondamentale per le discussioni congressuali, e determinante nella
stesura del documento ecclesiologico comune,
votato dal Congresso, uno dei suoi frutti più
signibcativ i. Nello stesso fascicolo, di Sergio Rostagno: « Riesi : il progetto e la predicazione ». una presentazione del valore ultimo dei servizio cristiano a Riesi: « rinnovare la predicazione non significa usare parole
moderne o giornalistiche, ma parole che hanno un senso nel discorso mai finito che annodano gli uomini fra loro ».
PERSONALIA
Paolo Lucani si è laureato in scienze politiche presso l’Università di Roma, a pieni voti e lode. Al neo-dottore
i nostri vivi rallegramenti e auguri.
tro (1 Tateismo che demoralizza la nostra gio.
venlù ».
Questo appeUo tende anche a dar voce alle
suppliche silenziose della povera gente e dì
quanti abitano villaggi e montagne nel Viet.
nam. i quali, come noi abbiamo constatato,
non capiscono nulla di questo conflitto, sono
sballottati fra i due campi, cercano istintivamente rifugio presso quelli che credono
più forti, e reclamano la fine dei bembardamenti, dei massacri arbitrari, delle esecuzioni
sommarie e del terrorismo in tutte le sue
forme.
A causa del recente miglioramento delle
relazioni tra la Francia e il Nord-Vietnam,
io. come francese, avevo ricevuto la missione di recarmi ad Hanoi, capitale del Vietnam
settentrionale. La mia domanda di visto venne accolta con gran favore dagli agenti diplomatici di Ho-Chi-Minh, ma, ahimè, la di.
sorganizzazione delle comunicazioni postali e
telefoniche, dei trasporti terrestri e aerei e
dei servizi amministrativi nel Vietnam del
Nord, che i bombardamenti americani hanno provocato, è di una tale dimensione che
la risposta alla mia domanda non è potuta
giungere a tempo. Aspettando dunque il visto che non arrivava mai, ho dovuto passare
9 giorni a Phnom-Penh, capitale deRa Cambogia. Chi consulta una carta geografica dei
paesi dell’Indocina constata che la Cambogia occupa una parte deRa valle deR’enorme fiume Mekong, fra il Laos e la Cocincina, ambedue praticamente in guerra.
Ora, in questa situazione precaria, il principe reale Norodom Sihanouk, che è a capo
del governo in seguito a plebiscito, è riuscito
sinora a conservare la neutralità della Cambogia rompendo le sue relazioni diplomatiche con gli USA, uscendo daU’AIleanza militare presieduta dagli USA (S.E.A.T.O.) e
rinunciando agli aiuti economici e militari
dell'America.
Non tardai a scoprire che la Cambogia
(Phnoin-Penh si trova a 100 km. soltanto da
Saigon e riceve liberamente la letteratura e
i visitatori provenienti dalla Cina e da Hanoi). resta oggi il posto migliore per informarsi sulla situazione del Vietnam. Nelle
capitali in guerra (Hanoi e Saigon) non si
sentono che argomenti di propaganda.
Grosso modo si può giudicare la situazione del 1965 in Asia paragonandola a quella
del continente americano agEinizi del 19^^
secolo : i paesi europei, allora al colmo della
loro potenza. Inghilterra, Spagna, Francia,
Porlogallo, riteiievano ancora TAmerica una
terra coloniale. Le loro rivalità si ripercotevano sulla politica degli Stati americani. Gli
USA, che per primi avevano conquistato la
loro indipendenza, si erano messi a capo
di un movimento di indipendenza che interessava tutta FAmenca, nel 1823 il Presidente Monroe proclamava la sua famosa dottrina: L’America agli americani.
Ebbene, oggi la Cina è il primo Stato che,
dopo la disfatta del Giappone, può sfidare
regeinonìa dei bianchi nell’Asia sud-orientale e che osa proclamare : « L’Asia agli asia.
tìci ». talché, sebbene il comuniSmo e l’onnipresenza dei commercianti cin^i nelle città e nei villaggi del sud-est dell'Asia faccia
paura alle popolazioni di queste regioni, Fap.
pelle dei gialli alla fierezza nazionale e razziale risuona più forte che non tutte le seduzioni, promosse dai bianchi, di prosperità
e di libertà.
Un altro elemento gioca a vantaggio della
Cina e questo è l’aiuto dell’America, militare. finanziario o economico, riversando
dollari su società urbane o rurali che ancora sonnecchiavano nell’epoca patriarcale e
scatenando in tal modo una sfrenata speculazione. un arricchimento accelerato, illimitate bramosie fra le classi possidenti o i nuo.
ni ricchi. Corollario: jl contadino, attirato
dalia sete del guadagno, abbandona la campagna e viene ad accrescere incessantemente
le bidonvilles sottosviluppate che gonfiano le
città. Questi centri sottoproletari, miseri e
gelosi della prosperità dei ricchi, sono esposti alla propaganda marxista.
La Cina conosce bene questo e aspetta la
sua ora. Non però Fora dell’espansione territoriale, di cui non sa che farsene. Perchè
mai aggiungerebbe ai suoi problemi particolari quelli dell’Asia sud-orientale? Se vuol
trovar terre vergini da colonizzare, le troverà in Siberia, non certo al Sud.
No, quel che la Cina aspetta è la decomposizione dei vecchi Stati dall'amministrazione corrotta, che la circondano al Sud. Sono Stati la cui disintegrazione è accelerata
dall’intervento militare dell’uomo bianco.
Mentre sulla terra gli americani si sforzano
di costruire uno sbarramento militare allo
scopo di formare una diga alla marea comunista, e mentre i loro elicotteri solcano il
cielo, un marxismo sicuro di se ste-sso s’infiltra nel Icrreno spugnoso dei villaggi e
delle città.
Le popolazioni sofferenti, scosse dall’eccesso di benefici e di mali che sì rovesciano su
di ei^sc. nonché dalFincapacilà della vecchia
borghesìa locale di riorganizzare il paese,
scivolano nella disperazione, nel nazionalismo e si rassegnano a poco a poco a cingere il ferreo busto dell'austerità comunista,
capace esso solo di guarire la loro colonna
vertebrale mal in arnese.
Di questa situazione è cosciente, dicevo,
il princip? Norodom Shianouk. il quale, come dice lui stesso, cammina su di una corda lesa. Essendo re. é sceso volontariamente
dal suo trono, per farsi nominare dal suo
popolo, per mezzo di plebisciti, capo dello
Stalo, e ora aggira le posizioni dell’estrema sinistra promovendo riforme agrarie o industriali molto moderate. Soprattutto costruisce
scuole e università. L'economìa della Cambogia viene distrutta dalla paccotiglia americiuia e si rallenta, le imposte danno poco,
la moneta del paese si svaluta. E Je posizioni de! principe sono minate dal mercato
nero e dalla corruttela dei funzionari. Nel
Nord del Vietnam un funzionario scorretto
CONTINUA
IN QUARTA PAGINA
4
pag. 4
N. 35 — 3 settembre 1965
Inchiesta ne! Vietnam
da
Un gruppo di rappresentanti del M. I. R. presenta un»
dichiarazione a conclusione di un viaggio in Indocina
Collaborazione
fra Centri sociali
Il documento che segue è una dichiarazione sul Vietnam, rilasciata al termine di un
viaggio d’inchiesta compiuto in Indocina da
un (i Comitato d’urgenza » costituito da un
gruppo di « ecclesiastici » sotto gli auspici del
Movimento Internazionale della Riconciliazione. Ne faceva parte pure il Past. A. Trocmé,
di cui pubblichiamo in questo stesso numero
un articolo particolare.
Hong-Kong, luglio 1965,
Siamo stati nel Vietnam,, dove abbiamo
incontrato dirigenti di diverse religioni e
stretto con essi dei legami che, speriamo^ si
riveleranno durevoli, permettendo una miglior comprensione mutua e la ricerca di
scopi comuni.
Ci siamo intrattenuti con studenti, soldati,
giovani volontari del lavoro, dirigenti sindacalisti, insegnanti, funzionari americani e
sud-vietnamiti, antichi partigiani del Vietcong riguadagnati, neutralisti, partigiani del
Vietnam del Nord e del Fronte Nazionale di
Liberazione, che e lo strumento politico del
Vietcong. Ci siamo recati a Saigon e nelle
province sud-vietnamite; abbiamo camminato per le strade di città e casali ancora disputati dai combattenti, sotto il rumore e in
vista delle fucilate.
Abbiamo trovato una situazione molto complessa, in cui è di^icile affermare che uno
dei campi abbia assolutamente ragione o interamente torto, piuttosto che l’altro. In appoggio di una tesi o delValtra opposta^ abbiamo registrato serie parallele di fatti, che
paiono inconciliabili, dacché questi popoli
sono in guerra. Quali che siano le cause di
questa guerra, siano esse dovute alla violazione degli accordi firmati nel 54 a Ginevra, ovvero ad altre circostanze storiche, ciascuno dei due campi è preso oggi nella rete
L’Asia
agli Asiatici
SEGUE DALLA TERZA PAGINA
vien fucilato, nella Cambogia, dove sussistono le libertà democratiche, i suoi avvocati
lo tirano dai guai. Anche sul piano internazionale il difficile gioco di Shianouk non è
meno incerto. I giornali e le riviste della
Cambogia sono piene d’imprecazioni contro
l impcrialismo americano, ed è vero che que.
st’ultimo, col pretesto della libertà, esercita
una grave pressione su quelli che non si abbandonano fra le sue mani. Shianouk invece moltiplica gesti amichevoli verso la Cina,
ed è vero che la Ciña si astiene con ogni
cura dall’esercitare la più piccola pressione
sulla Cambogia : non interviene nella sua
politica interna.
Ma che succederebbe se gli Americani evacuassero il Vietnam meridionale? Nessuno
osa pensarci, tranne lo stesso Sihanouk, che
dice : — In tal caso avrei almeno risparmiato al mio popolo 15 anni di guerra civile! —•
Comunque, la piccola coraggiosa Cambogia
indica l’unica strada da seguire; rassicurare
la Cina, la quale sembra non abbia nessuna
ambizione territoriale nel Sud-est asiatico,
uscendo dalla S.E.A.T.O.
Le grandi potenze dovrebbero incoraggiare
la costituzione di una fascia di paesi neutrali
che, a simiglianza della Cambogia, del Pakistan, del Giappone disporrebbero di se stessi e adotterebbero un atteggiamento non aggressivo, sia nei riguardi della Cina che degli USA.
Bisognerebbe garantire a questi paesi, per
mezzo di un accordo fra grandi potenze (anzitutto Cina e USA), la fine degli interventi
dall’estero, sia politici che militari; questa è
probabilmente l’unica base per un ampio negoziato che può salvare il mondo da una
terza guerra mondiale.
Questo programma può entusiasmare gli
Svizzeri, che hanno visto, da 150 anni in qua,
riuscire la loro avventura neutralista. C’è an.
che di che ispirare ugualmente la Francia e
l’Europa occidentale, le quali non hanno alcun desiderio di servir da campo di prova alla
prossima guerra di scalata (escalation).
Ma non è troppo tardi ormai per il Sud-est
asiatico? La decomposizione del Laos, della
Tailandia, della Malesia, dell’Indocina non è
avanzata fin troppo? A queste domande il
nostro gruppo non ha potuto rispondere. Si
può forse rispondere a tali problemi in 12
giorni soli d’inchiesta senza fine?
Ciò che è certo, è che le Chiese hanno un
dovere preciso, non possono identificare il
loro avvenire con quello di formazioni politico-religiose nello stile del defunto regime
di Ngo-Dinh-Diem nel Vietnam meridionale.
Confondere la causa del Vangelo con la crociata anticomunista, che bugìa sarebbe e che
pazzìa!
La Chiese non possono in Europa come in
America e in Asia, che riversare tutto il
paese della loro influenza dal lato di coloro
che sì rifiutano alla violenza, di destra o di
sinistra. Se l’aspetto militare della non-violenza si chiama neutralità, ebbene, abbiamo
il coraggio d’indossare i panni del neutral
smo, senza dimenticare, come precisa la dichiarazione di Hong-Kong, che non è la pace
che costituisce lo scopo finale dei nostri
sforzi, ma la giustizia.
Solo quando taccieiio i cannoni comincia,
come oggi in Africa, la guerra dei credenti
contro la povertà, il sottosviluppo, lo sfruttamento, l’ingiustìzia. Allora cominceremo,
insieme con Gandhi e con Martin Luther
King, a scoprire le leggi di questa guerra
senza violenza. Ingaggiamoci dunque a fondo
in questa e cerchiamo di perfezionarne la
tattica, se vogliamo evitare la distruzione totale della vita e della fede sulla terra.
André Trocmé
Pastore della Chiesa riformata
di St.-Gervais a Ginevra
dell’interpretazione unilaterale che dà a questi fatti.
Siamo stati commossi e impressionati dal
coraggio e dalla convinzione che, d'ambo i
lati, dimostrano i combattenti di questa guerra, ma siamo stati anche spaventati dai metodi di violenza e di terrore che, in maniere
diverse, vengono sistematicamente impiegati
dai due campi. Siamo stati in egual modo
sconvolti dalle suppliche appassionate di certuni che. d’ambo i lati, chiedono che si fermi
questa guerra, sebbene non ci sia, a vista
d uomo, alcuna possibilità di vederla finire
presto con la vittoria militare di un campo
o dell’altro.
Gli Americani devono rendersi conto del
carattere tragico delle sofferenze sopportate
dal popolo vietnamita, durante 25 anni di
guerra. Noi pensiamo con spavento al prolungarsi di questa guerra, per non dire al
suo dilatarsi.
Ma la pace non è soltanto la fine di un
conflitto militare: la vera pace è inseparabile
dalla giustizia. La vera soluzione per il Vietnam implica la giustizia, la libertà e una
indispensabile trasformazione sociale.
Protestiamo perciò contro Vatteggiamento
delle grandi potenze che si son servite e si
servono tuttora dei villaggi vietnamiti per
mettere alla prova l’efficacia delle loro ideologie contrarie: « Guerra di liberazione nazionale » contro « Arginamento del comunismo per mezzo della forza militare ».
Per migliaia di vietnamiti, la guerra è
diventata un mode di vivere: l’esistenza
umana vi è avvilita e brutalizzata dai due
partiti. I quali, lungi dall’essere il risultato
del movimento in astratto di forze politiche
impersonali, son concepiti e condotti da uomini che pretendono ovvero che si possa contenere il comunismo per mezzo della forza
militare, ovvero che le trasformazioni sociali
non possano essere ottenute che con questi
stessi mezzi.
Il dilemma dinanzi a cui si trovano gli
USA è di ordine morale: non si tratta solo
di sapere se devono continuare la guerra che
si allarga, o ritirare unilateralmente le loro
truppe dal sud del Vietnam. Si tratta soprattutto di scegliere fra la continuazione ostinata della loro attuale politica militare, e
l’ostinata volontà d’intraprendere tutti i passi
possibili in vista di un negoziato. Allo scopo
di allargare il campo d’azione e di decisione
dei partecipanti a un tale negoziato, bisognerà invitarvi tutti i paesi il cui avvenire è in
gioco ìlei Vietnam. In ogni caso gli USA
debbono anzitutto metter termine al bombardamento del Vietnam del Nord. Sarebbe questa una dimostrazione di buona fede e consentirebbe loro di lanciare un appello al
((.cessate il fuoco ».
Insieme con la maggioranza degli americani, noi auguriamo che tutta la questione
venga portata dinanzi alVONU, in cerca di
una soluzione. Ahimè, anche richiedendo l’intervento dell’ONU, sappiamo bene che la libertà d’azione di questo organismo è compromessa seriamente, per la ragione che non
ne fanno parte nè il Vietnam settentrionale
nè quello meridionale nè la Cina Popolare.
Ciò malgrado noi chiediamo che si convochi
una conferenza sul Vietnam, alla quale siano
invitati tutti i paesi e tutte le formazioni politiche implicate in questo conflitto. Nessun
trattato di pace, nessuna soluzione politica
avrà valore senza la loro partecipazione.
Ed ecco ora^ a nostro modo di vedere, in
quale spirito i negoziati dovrebbero esser
condotti:
a) Sforzo per conciliare gl’interessi del
Fronte Nazionale di Liberazione e quelli del
governo del Vietnam meridionale.
b) Avvio verso l’indipendenza reciproca
dei due Stati, il Vietnam del Sud e quello
del Nord, ed anche verso la loro riunificazione, secondo la loro propria decisione.
c) Istituzione di garanzie internazionali
tali che bastino ad impedire ormai ogni intervento politico o militare che venga dall’estero.
d) Estensione di queste garanzie agli
altri paesi del Sud-Est asiatico.
e) Disposizioni che incoraggino la ripresa di rapporti commerciali fra i due Vietnam.
f) Ritiro di ogni sorta di truppe straniere per una data epoca.
g) Ampie garanzie accordate alla libertà di coscienza e alla libertà di pratica religiosa.
Senonchè il « cessate il fuoco » e rimpianto di un meccanismo adatto a conservar la
pace non sono che i primi passi verso la
vera opera di guarigione e di cooperazione
internazionale, che dovrà succeder loro. Piani
su grande scala, come il « Piano per lo sviluppo della valle del Mekong », piani su piccola scala, cercati da uomo a uomo e da
gruppo a gruppo, nel quadro del governo e
fuori dei governi, debbono puntualizzare i nostri sforzi.
Tali piani devono essere gradualmente internazionalizzati sia nella loro concezione che
nella loro direzione. Non saranno messi in
opera se non dietro invito dei paesi beneficiari. Coloro che li attueranno dovranno
avere profonda conoscenza sia della lingua
che dei costumi dei popoli tra cui lavoreranno; dovranno esser capaci di identificarsi con
essi, considerandoli come egualmente partecipi di un’opera da attuare in comune.
Ma per costruire insieme la pace del mondo, bisogna acecttare due principi complementari: la responsabilità comune e l’interdipendenza dei membri della famiglia delle
nazioni.
La guerra dev’essere assolutamente condannata; ma ai nostri sforzi non basta voler la
pace: dobbiamo ancora scoprire forme nuove d’impegno non militare a servizio della
giustizia. Da troppo tempo siamo vissuti nel
quadro semplicistico delle guerre tra i popoli,
fra ideologie, fra razze nemiche. Oggi abbiamo scoperto che i veri nemici dell’umanità,
quelli che sono stati i suoi nemici da sempre, si chiamano l’ingiustizia, la povertà e la
malattia. L’orgoglio nazionale^ l’abuso del potere, l’odio, la guerra, sono insieme effetti e
causa di questi mali. Compiacerci di tali pratiche, vuol dire rinnegare la nostra umanità.
E al contrario, concentrando il fuoco dei
nostri attacchi contro questi nemici reali dell umanità, invece che contro altri membri
della famiglia umana, noi camminiamo nel
senso di una Storia diretta da Dio.
Dr. Harold A. Bosley, pastore della Chiesa
Metodista del Cristo, New York.
Molto rev. William Crittenden, vescovo anglicano della Pennsilvania. presidente del
Comitato Consultivo della pace della Chiesa anglicana episcopale degli USA, Vicepresidente del Consìglio Nazionale delle
Chiese (Federazione protestante).
Dr. Edwin T. Dahlberg, cappellano del Seminario Teologico Corzer, ex-Presidente
della Convenzione Battista d’America e del
Consiglio Nazionale delle Chiese (Federazione protestante).
Dr. Dana Me Lean Greely, presidente della
Associazione Unitaria-Universalista di Ame
Alfredo Hassler, segretario generale del Movimento di Riconciliazione negli USA
membro della Confederazione internaziona.
le per il disarmo e la pace.
Sig.na Elmira Kendrick, presidente della Federazione Nazionale degli studenti cristiani.
Rev. Giacomo M. Lawson, pastore della Chiesa Metodista centenaria, Menfi (Tennessee).
Dr. Howard Schonier, presidente del Seminario Teologico di Chicago.
Sig.ra Howard Schomer, membro^della Lega
Internazionale delle donne per la pace e
la libertà.
Rev. sig.ra Annelee Stewart, ex-presidente del
ramo americano della Lega Internazionale
delle donne per la pace e la libertà.
Giacomo Weinstein, rabbino del K.A.M. di
Chicago, presidenie della conferenza nazionale dei Rabbini di America.
Molto rev. Edoardo Murray, curato della parrocchia cattolica del Sacro Cuore, Roslindale (Boston, Massachusetts).
Membri associali: past. Martin Niemöller,
co-prcsidente del Cons, ecumenico delle Chiese, Wiesbaden, Germania; past. André Trocmé, della Chiesa Rilormata di St. Jervais, Gi
1 problemi sociali della nostra città sono
numerosi e gravi o richiedono, per essere
quali.G meno avviali ad una soluzione, un
impegno ¿ocíale che trascende le possibilità
dei singoli centri di lavoro che operano da
anni nella città. Da questo tipo di considerazioni è sorto il tentativo di lavoro comunitario fra i vari centri sociali della Città
almeno per quanto riguarda i problemi più
generali, messo in aito durante questo anno.
Personalmeiice sono entr ila verso la metà
di quest’anno a collaborare, come rappresentante del « Centro >j in un gruppo di lavoro
del « Cenacolo » che si occupava del proble.
ma di Montedomini, il famigerato ospizio
per persone anziane (ma vi sono anche dei
giovani) della eiità. Il problema era stato
affronlaro da questi giovani con grande serietà: alcuni di loro avevano fatto ricerche
« In loco )) e la documentazione raccolta su
lutti gli aspetti della vita di questo istituto
era particolarmente approfondita.
Per l’intervento di una commissione comunale che sì occupa appunto del problema dei vecchi, il lavoro è divenuto particolarmciiie delicato; si è allora cercato, mediante contatti politici ad alto livello con i
membri di questa commissione, di presentare il lavoro fatto e la documentazione raccolta anche ai fini di un possibile piano di
lavoro comune. In parte la cosa è riuscita,
ma il gruppo tiene a manlenere una certa
ar.ionomia che renda anche possibile una
lunzione di controllo sui lavori stessi della
commissione.
Intanto si è dato corso al piano di gruppo cercando di organizzare all’interno della
Facoltà di Architettura, dell’Istituto di sociologia, deiristituto di gerontologia un lavoro di seminari in cui variamente potrà inserirsi il lavoro personale dei componenti del
gruppo, in modo da trovare per questo problema la soluzione tecnicamente più adeguata.
Ho frequentalo quasi tulle le riunioni
del gruppo ed è stato assai interessante. Seguivo personalmente da rattìvità del Cenacolo e ne conoscevo la serietà e la profondità dell’azione, ma questo è stato per me
Un mezzo per la conoscenza ancora più approfondita del mondo cattolico, in pariico
lare quello fiorentino, così vario e vivo di
fermenti .spirituali, così ricce dì lotte interne sol o l’apparenza uniforme e granitica.
E questo il cattolicesimo delTavveniie,
un '•allolìcesìmo in marcia, largamente « risvegliato », in cui gli studi biblici e Tinipeano sociale stanno largamente superando
gli aspetti devozionali e dogmatici; certo, an.
che airinlerno del gruppo, esiste una mineranza di « prudenti » che accettavano
( on sospetto la stretta convivenza con «i
protestanti », ma in genere ho potuto sentire nella mia vita con loro una spontanea
e aperta fraternità, quale, ahimè, non sento
spesso all’interno delle nostre comunità
In complesso ho sentilo lavorando insitone a loro che « V’è un corpo unico ed un
unico spirilo, come pure siamo stati chiamali ad un’unica speranza, quella della nostra vo‘‘azione. V’è un solo Signore, una
sola fede, un solo battesimo, un Dio unico
e iPadre di tulli, che è sopra tutti, fra tutti
ed in lutti » (Efesini 4: 4-6).
Mila Mazzetti
...a Torre Pellice
Segnaliamo che anche nelle Valli Valdesi
è sorto un Centro di Assistenza che svolge
un lavoro simile a quello che ormai da sei
anni sì svolge a Firenze su base interdenominazìonale. Ci si può dunque rivolgere al nuo.
vo Centro a Torre Pellice, Via Fiume 23.
Se in ogni città, paese, villaggio in cui vive
una comunità evangelica si potesse coiiiare
su servizi come questi, si avrebbe una lunga
catena di solidarietà a testimonianza di una
stessa sincera fede in Cristo.
S. GERMANO CKISOR
I
L’annunciato trattenimento familiare, con il Bazar di beneflcenz: , di
domenica 5 settembre p. v. alla Casa
di Riposo per Vecchi, avrà ii izio
alle ore 14,30.
D/lLLE NOSTRE COMUNITÀ
BOBBlI PELLICE
ANGROGNA (Capoluogd)
La Comunità ringrazia vivamente il Pastore Sig. Alberto Ricca ed il Prof. Emanuele Tron che le hanno rivolto il messaggio
della Parola di Dio 1e domeniche 8, 22, e
29 agosto.
— La nostra riunione all’aperto ai Payants
domenica 8 agosto è siala presieduta dal Missionario Sig. Roberto Coissou e vi hanno partecipato rivolgendo messaggi molto apprezzati
la sig.na L. B. Rubai candidata in teologia
svolgente il suo ministero nella comunità di
Orlando, Johannesburg (Sud-Africa), ed il
Pastore Sig. Lazio Kiirti incaricato delle relazioni ecumeniche della Chiesa Presbiteriana
di Ungheria, residente in Budapest.
Ringraziamo questi fratelli e questa sorella per i loro messaggi.
— Ci rallegriamo vivamente con la famiglia di Giovanni e Laura Catalin di Via
Cromwell per la nascita del loro piccolo
Ettore, avvenuta il giorno 4 agosto presso
il reparto maternità delFOspedale Valdese di
Torre Pellice; auguri affettuosi al bimbo ed
a tutti i suoi cari.
— Nel corso cel nostro cullo la domenica
15 agosto è stata presentata al Battesimo la
bimba Charbonnier Lorena di Renato e Grand
Amalia (Via Sibaud). Il Signore benedica
questa bimba ed ispiri i genitori onde ella
sia guidata nelle Sue vie.
— Comunichiamo, a conoscenza dei par
tecipanti al raduno protestante italo-francese
del Colie della Croce che la colletta fatta
al culto ha fruttato complessivamente Lire
30.900 che sono stale devolute quest’anno
al Comitato Protestante della Televisione
francese. e. a.
IL RIFUGIO
e... la via
bililà
L’Istituto, fondato dal Pastore Guglielmo
Meille, che si trova sulle prime alture della
ridente collina di Luserna San Giovanni e
nel quale trovano ospitalità una sessantina di
persone, di ogni età e religione, tra breve
sarà meglio collegato alla borgata BeUonatti,
al Tempio valdese e al centro cittadino.
L’Amministrazione Comunale, con recente
deliberazione, ha provveduto a dare inizio
al riassetto della strada dì campagna che dai
BeUonatti sale al Rifugio Re Carlo Alberto.
Le comprensibili attese degli ospiti dell’Istituto, dei numerosi visitatori deU’estero e
viciniori e, perchè no, del personale che vi
lavora, saranno pienamente soddisfatte.
La strada sarà ancora migliorata e completamente asfaltata. L’isolamento, in cui vivevano i ricoverati, avrà termine. Così pure
gli inconvenienti per la difficile praticabilità
della strada, di cui gli ospiti erano i più
colpiti.
L’Amministrazione degli Istituti Ospitalieri Valdesi ha ringraziato .sentitamente il
Sindaco ed i suoi collaboratori di avere adot.
tato una deliberazione di tale importanza, per
una parte dei suoi amministrati, ^ che avrà
dei benefici riflessi sull’istituzione.
Come ogni anno il periodo estivo ha portato neUa nostra Valle gran numero dì visitatori, parenti e amici venuti qui per breve
periodo di riposo o per visitare i luoghi storici. C'3 ue siamo molto raUegrati anche se
non è sempre stato possibile •stabilire con
tutti dei contatti più diretti e più vivi. Ricordiamo la visita del nostro amico Pastore
Paul Berg con un folto gruppo di giovani
inglesi ed i gruppi di giovani inglesi stabiliti alia Ciauviera, il primo guidato da Miss
Havell e il secondo dal Past. Ward di Bexill :
questi gruppi hanno partecipato ai nostri
culti. Per la prima volta, stabilito nel bosco
del Passe], abbiamo avuto tra noi un campo
di giovani avventisti che hanno svolto una
attività di studio e ricreazione.
Tra gli avvenimenti importanti, ricordia
mo la domenica 8 agosto in cui, sull’altura
del Bagnau, è stata scoperta, a cura ed ad
iniziativa del Comune, una lapide alla memoria di Luigi Bertin. Con brevi parole il
nostro Sindaco ha ricordato l’interesse e la
viva e personale partecipazione di Luigi Bertin per tutti i problemi riguardanti lo sviluppo sociale della Valle, non esitando ad
impegnarvisi direttamente quando era necessario. In particolare è stato ricordato il
suo contributo per la sistemazione della «Via
Nova» (conosciuta con questo nome fin dal
1600), strada che collega le Porte d’Angrogna con le Bariole, la Vaccera, il Bagnau e
la zona degli alti pascoli. Luigi Bertin era
pure stato per parecchi anni zelante e fedele Anziano del Concistoro. La sua memoria
è di esortazione e di insegnamento per tutti,
specie per i più giovani.
— In agosto abbiamo avuto alcuni Battesimi : Marco Malan di Elmo e Amina Bertin,
nato il 17 gennaio 1964; Sandra Malan di
Alfredo e Carla Superti, nata il 13 novembre 1964; Marco Rodolfo Armoni di Ugo e
Arlette Ricca nato il 1° gennaio 1964; Marìsa Bertin di Erico e Piercarla Sartoris nata il 25 luglio 1964. Il Signore benedica que.
sti bambini e le loro famìglie affinchè queste mantengano fedelmente le promesse' assunte davanti a Dìo.
— Durante la seconda metà di luglio il
Pastore è stato in Sicilia per collaborare alla
direzione di un campo giovanile. Ringraziamo il Past. Gianni Bogo che lo ha sostituito per tre domeniche e il Past. Enrico
Corsani per averci rivolto il messaggio della
Parola la domenica 22 agosto.
— Ci rallegriamo e felicitiamo con Guido
Giordan dei Jourdans che ha brillantemente
conseguito il diploma magistrale all’Istituto
Ranieri di Pinerolo, raccogliendo così il frutto di un anno di non indifferente impegno
e sacrificio.
— La nostra Comunità partecipa, con profondo rammarico, al dolore per Timprovvisa
dipartenza del Prof. Mario Ferrerò, amato e
stimato da quanti lo conobbero, qui nella
Val d’Angrogna che Egli tanto amava e
dove spesso veniva per brevi periodi di riposo.
E prima di terminare vogliamo ricordare
un altro lutto che ci ha colpito (per un
disguido la notizia non è stata data a suo
tempo). Nel giugno di quest’anno mancava,
all’età veneranda di 89 anni, Michele Ricca
della Garsinera : figura molto caratteristica
e ben conosciuta nella nostra malgra
do la tarda età egli aveva sempre mani' nuto
vìvo il suo interesse per tutti ì problc: -i di
attualità. Egli lascia tra noi un vuoto - un
vivo rimpianto in quanti lo conobbero apprezzarono.
FRALI
I
Domenica 12 Settembre avrà
luogo a Frali la
FESTA REGIONALE
della montagna
a cui prevediamo anche la partecipazione di alcune nostre
Corali. In questa occasione il
culto avrà luogo alle ore 9,15
avvisi economici
CAUSA età^ cedesi adeguatamente AlbergoPensione Bobbio Pellice. Rivolgersi Claudiana.
CONIUGI piemontesi referenziati, 40enni
(moglie tuttofare, marito autista, cameriere, domestico) cercano occupazione piccola
famigJia. Monticone, Via Saluzzo 30 - To
Direttore resp.: Gino Come
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Cip. Subalpina a.p.a. - Torre Pellice (Toi
RINGRAZIAMENTO
I familiari del Compianto
Augusto Soulier
ringraziano tutti coloro che presero
parte al loro dolore nella luttuosa
circostanza.
Un particolare grazie al Dott. De
Clementi ed al Pastore P. L. dalla.
Lussie di Pramollo, 24 agosto 1965
VITALIZI
in Villa Condominiale 8 alloggi con
parco 1.200 mq. in Torre Pellice,
Via Ex Internati. Prenotasi per 1966.
Rivolgersi Tipografia Subalpina.