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Diíettoíe e Hmmlnlstiatope : Beijvcnuto Celli, Via magenta H. 18, ROmil
Homo, \2 irraggio ^9^0 = anno ffl . ZI. 20
("ittttTmrt A ♦ Pentecoste! — Lo Spirito di Ge‘ tV e 1« Religione
n divorzio — Preghiere intempestive — Giovanni Valdes — Non repressione, ma cura pre-'
ventiva — « Oggi, se udite la sua voce... • —
Un Docciolmo di rosa senza spine — Costanza Baer
Cavalié — Avvisi Ufficiali — Valli Valdesi — I nostri
Missionari — Da le antiche province — Mentre si com
memorava Garibaldi ed i Mille ! - Notizie di Toscana
1 li fiori — Ancora del Congresso per
la Morale — Sesto Congresso delle scuole domenicali
Carteggio abruzzese — L’Italia non vai più della
Spagna — Corriere Siculo — Oltre le alpi e i mari —
La missione « Romande » — Un'eloquente statistica
— Una nuova Religione — Il libro dei libri — Una
bella proposta di Victor Monod — Roosevelt a Bruxelles — Sotto le finestre di Edoardo VII — Un terzo
Congresso prò libertà in Spagna —Una Bibbia cotta
in forno — Leggendo e annotando — Moody — Libri
e periodici ricevuti — Numeri arretrati —La Cometa
di Halley secondo il Celoria - Tolstoi e la Cometa
— Un . per finire » — Sotto l’incubo !
PENTEeeSTEl
Dei discepoli, adunati nel cenacolo la mattina della
prima Pentecoste cristiana, il libro degli Atti apostolici dice: « E tutti furon ripieni di Spirito Santo ».
Chi non volesse riescir troppo superficiale potrebbe far sopra questo testo tre discorsi. Le idee
contenutevi sono tre infatti, e ciascuna di queste
tre idee apparisce straordinariamente feconda: 1)
Spirito Santo; 2) ripieni ; 3) tutti. Non possiam
far tre discorsi ; non possiamo nemmeno farne uno
solo. Ci accontentiamo di offrire queste tre idee alla
meditazione dei nostri Lettori, in ricorrenza della
sempre cara e commovente e edificante festa di Pentecoste. Vogliano dunque i Lettori meditarci)su e
a lungo. — 1) Lo Spirito Santo (che nel Nuovo
Testamento è chiamato anche diversamente: Spirito,
Spirito di Dio, Spirito del Cristo) altro non è che
l’attuazione della soave promessa di Gesù : « Se alcuno mi ama, osserverà la mia parola, e il Padre
mio 1 amerà, e verremo a lui e faremo dimora prèsso
di lui». Le Spirito Santo è Dio, è Gesù Cristo con
noi ed in noi ; è la vita divina, che s’è immedesimata col Cristo, e che può, in grazia della postra
comunione col Salvatore, immedesimarsi con noi,—■
2) Questa vita divina del Cristo in noi può riescire
più 0 meno intensa. Uno può aver ¡icevuto lo Spirito Santo, senz’esserne « ripieno ». Ma i discepoli
ne « furono ripieni ». Ed anche noi saremo « ripieni di Spirito Santo », se vorremo e se io chiederemo con insistenza a Colui, intorno ai quale il
nostro. Maestro ha detto : « Se voi che siete cattivi,
sapete dar buoni doni ai vostri figlioli, quante' più
il Padre ^celeste darà lo Spirito Santo a quelli òhe
glielo ^^'dlomanderannol » — 3) Nella prima Pentecoste^ cristiana furon * tutti » ripieni di Spirito Sptel
tutti I apostoli e discepoli,, nomini e <10000,, tutti-l
Oh, se si potesse dir altrettanto di noi, cari Lettori ! che splendida Pentecoste sarebbe mai questa
dell’anno 1910 !
LO SPIRICI CE$ÌI
Si son veduti dei tempi in cui l’uomo, scannando
l’uomo che credeva diversamente da lui, era ben persuaso di offrire un sacrificio piacevole a Dio. Abbiate
in orrore que’ massacri esecrabili. Come mai uccidere
un uomo potrebbe piacere a Dio, che ha comandato all’uomo di non uccidere? Quando il sangue dell’uomo si
sparge .<^nlla terra per farne offerta a Dio, i demoni accorrono per beverie e per entrare in coloro che l’hannó
sparso.
Non si comincia a perseguitare se non quando si di
spera di convincere; e colui che dispera di convincere
ovvero bestemmia in sé stesso la potenza della verità
ovvero manca di fiducia nella verità delle dottrine ch’e
gli propaga. Che stoltezza di dire agli uomini • Cre
dete 0 morite! La fede è figlia del verbo: essa pene
tra nel cuore con la parola e non col pugnale.
Gesù passò facendo il bene, traendo a sè con la sua
bontà, e commovendo coq la sua dolcezza le anime più
indurite. Le sue labbra divine benedicevano, e non maledicevano se non gl’ipocriti. Non volle carnefici per
apostoli. Ai suoi diceva : « Lasciate crescere insieme
fino alla mietitura il buon grano ed il loglio ; il padre
di famiglia li separerà in su l'aia. Ed a quelli che lo
incitavano a far scendere il fuoco dal cielo sopra una
città incredula, rispose : « Voi non sapete di quale spirito voi siete ».
Lo spirito di Gesù è uno spirito di pace, di misericordia e d’amore. Coloro i quali perseguitano nel nome
suo. che scrutano la coscienza con la spada, che torturano il corpo per convertire l’anima, che fanno versar lagrime invece di asciugarle: quelli non hanno lo
Spirito di Gesù. Guai a chi profana l’Evangelo facendo
di esso un oggetto di terrore ! Guai a chi scrive la
Buona Novella sopra un foglio macolato di sangue !
Eicordàtevi delle catacombe. In quel tempo vi si. trascinava al patibolo, vi si cacciava a migliaia in fondo
alle prigioni, vi si confiscavano i beni, vi si calpestava
come il fango delle pubbliche strade; non vi restava,
per celebrare il vostro culto proibito, che rifugiarvi
nelle viscere della terra.
Che cosa dicevano i vostri persecutori? — Eggj
covano che eravate propagatori di dottrine pericolose •
che la vostra setta (la chiamavano cosi) turbava l’ordine e la pace pubblica ; che, trasgressori delle leggi
e nemici del genere umano, voi scalzavate le basi dell’impero sovvertendo la religione dell’impero. Ed in cotal distretta, e sotto una cotale oppressione, che cosa
domandavate ? La libertà ! Voi reclamavate il diritto
di obbedire a Dio solo, di servirlo, di adorarlo secondo
la vostra coscienza.
E quando, anche errando nella lor fede, altri reclameranno da voi questo medesimo diritto sacro, rispettatelo in essi come volevate che i pagani lo rispettassero in voi. Eispettatelo, perchè non ne scapiti la memoria dei vostri confessori, per non contaminare le ceneri dei vostri martiri. La persecuzione ha due tagli :
essa ferisce a destra ed a sinistra. Se voi più non ricordate gli ammaestramenti di Cristo, ricordatevi delle
catacombe! (Dal Lamennais) y.
L’Arte G la PGligionG
(Il Cìrcolo vizioso deìi'onorevoìe Credaro)
L’idea che la religione possa essere sostituita dall’arte, come mezzo di procurare la più alta educazione
del carattere, è tutt’altro che una peregrina trovata di
chi attualmente impera alla Minerva. La si può far
risalire ai Greci ed è evidente che il più eccelso
spirito che raccolse e riassunse in sè tutte le tendenze della gente più estetica che sia mai vissuta,
lo spirito del divino Platone, non se n’accontentò e
senti bisogno di ricorrere all’Idea del Bene, che nel
suo sistema venne sempre più ad identificarsi con Dio.
Nei tempi moderni fu propugnata dallo Schiller, che
sostenne che il grande nemico della moralità è l’impulso sensibile e sensuale, il quale troverebbe il suo
correttivo e moderatore nel buon gusto estetico, che
richiede moderazione, rispetto della forma, senso del
limite. L arte utilizzerebbe cosi l’elemento sensibile
ed utilizzandolo ce ne redimerebbe : l’educazione
estetica quindi, accanto alla intellettuale, se non
produce la buona volontà, però la sostiene e rafforza svolgendo il sentimento di ciò che è nobile ed
elevato. In questa guisa si sperò che soprattutto il
teatro drammatico potesse sostituire la chiesa e di
ventare il futuro tempio dello spirito umano.
Ora noi non vogliamo punto negare l’efficacia educativa altissima del senso artistico, ma la storia e
l’analisi ce ne rivelano pure i limiti.
L’altissimo senso estetico non impedì la decadenza
morale, intellettuale e politica della Grecia, nè l’evoluzione della filosofia verso concezioni sempre meno
estetiche e più mistiche.
^ Lo stesso Schiller vide che mentre l’interesse estetico riguarda specialmente l’imaginazione e ciò che
appare, ciò che è espressivo, l’etico va assai più
al fondo e tocca le inclinazioni del volere. L’interesse estetico è destato si dal terribile che dal sereno, si dall’orribile che dal bello.
Riguarda il come, non il quid. Esteticamente
Macbeth non è meno perfetto di Amleto, Ariele non
meno di Caliban. Il raffinatissimo senso estetico del
Werther non valse a impedire che la di lui moralità non n’avesse anzi avuto a soffrire. Il senso del
bello può essere in conflitto con quello del buono ;
può militare contro le virtù che si esplicano nel silenzio e nell’ombra. Può creare il gusto dell’essere
meri spettatori e critici, può distogliere dall’azione,
può creare la ipocrisia della forma. Chi può sostenere che l’immensa fecondità artistica del Rinascimento abbia misurato 0 prodotto un’immensa e proporzionale fioritura etica in Italia? Che cosa ci dice
poi in proposito l’esperienza storica ? Non ci dice
forse dessa che i nuovi grandi stili architettonici,
0 le nuove scuole di pittura e di musica sono sorte
sotto 1 impulso etico-religioso ?
E qui che viene a galla il madornale circolo vi-
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LA LUCE
¡10S0 dell’antielericale ministro della Minerva ; egli
ibtribuisse l’efficàcia educatrice del Cristianesimo ai
noi prodotti artistici ; ma perchè ebbe desso espansione artistica? A noi par proprio vero il con■ario : come la statuaria e l’architettura greca
ono l’espressione di una fede neirarmonia intriniäca fra l’uomo e l’universo, di quella fede che
¡bocciò nella mitologia degli dei d’Omero, cosi l’arhitettura e la pittura non si spiegano senza la
irza deUVr/ea cristiana^ senza la consacrazione della
aternità, MVinfanzia, del dolore, delle arti manuali, senza quel senso della trascendenza del diesino, che strappò al Manzoni quei due versi mirabili :
Questa polve che ti sente,
Che s’inchina innanzi a Te.
E lo stesso dicash della musica, la più moderna
’ra tutte le arti. Doy’è che dessa ha fiorito di più ?
dh-esso i popoli ove tutto inclina a tener basse e
modeste le capacità estetiche, dove lo sguardo e
’udito non sou rapiti dalla bellezza della natura cir(iostante e dove viceversa tutto invita a concentrazione di volere e di pensiero ; dove il senso del pec(;ato è più profondo, dove la fede religiosa fu forte
abbastanza da operare una Riforma, dove il senso del
sublime, che emana dalla poesia biblica piena della
srascendenza di Dio, volle ano sfogo e l’ebbe in
Haydn, in Bethowen, in Händel, in Wagner ; dove
finalmente — e non a caso — fu più profondo l’inlusso deirAntico Testamento, e cioè della poesia del
popolo più musicale dell’antichità, del popolo che fu
anche il più religioso e celebrò in un salmo indimenticabile le arpe sospendenti la loro lande nella
terra d’esilio. Gli è che l’arte è educatrice ov’è al servizio ài grandi intuizioni della vita, anzi della Intiiisione della vita, ov’è l’espressione sensibile dell’ideale, ove celebra l’universale e dà lampi e bagliori che introducono al regno deH’Eterno. La bella
forma pullula dalla buona sostanza. E per questo
che il detto dell’on. Credaro è un detto miserabile
e superficiale, soprattutto deplorevole sul labbro d un
pedagogista, ma comprensibilissimo su quèllo d’un
politicante radicale, del radicalismo cho predomina in
Italia.
L’educazione della democrazia ! E’ impresa* più difficile di quel a voi e ai vostri colleghi sembri,
on. Credaro ! Domandate al Rnskin, il poeta e il
profeta della religion della bellezza se la ritien
separabile dal Cristianesimo. Non vi siete mai chiesti
perchè è in Inghilterra e non in Italia che è stato
possibile un Rnskin ! L'educazione della demoa-asia! Ecco tre parole di cui certo non vi siete
mai chiesto appièno il significato. Che cos’è educazione ? Certo, direte voi, l’arte di condurre ciascuno ■
a realizzare tutta la pienezza della sua natura umana.
Va benissimo. Ma che cosa intendete per natura
umana ? Ecco il problema. Forse \'nomo del biologo 0 quello del fisiologo, o quello dello psicologo,
0 quello del sociologo, o quello della storia ? Ma
questi son solo vari e astratti aspetti dell’uomo concreto, il quale è anche, in taluni dei suoi più grandi
esemplari, religioso e mistico. Perchè, pertanto,metter
da parte la religione e cercarle dei sostituti nella
filosofia, nella scienza, nell’arte, invece di coordinarla organicamente con queste, invece di studiarla,
capirla e renderla come queste libera e capace di
progresso ? Come potersi illudere che l’arte possa
distogliere l’uomo dal chiedersi gli eterni problemi
e dal sentirsi essere spirituale, individuazione dello
Spirito ?
L’educazione della democrazia! E che intendete per
democrazia? Forse la somma degli abitanti del paese?
Vi suppongo abbastanza colti per vedere che una
nazione è un organismo spirituale, che essa non è
solo la somma delle teste dei suoi abitanti, ma è
questa somma trasformata in sintesi dalle comuni
tradizioni storiche e culturali, dai comuni bisogni ed
interessi. Ebbene, qnal è l’educazione che si conviene
non solo ai singoli individui, ma pure a ciò che vive
in essi tutti, all’anima nazionale? Qual è l’educazione che più potrà renderli devoti al bene comune ?
Non è forse quella che riposa sulla fede in una comune origine e destinazione suprema e solidarietà
profonda ? Non è sempre stata la religione la forza
sociale piò capace di ingenerar la massima coesione ?
Anche supposto che le sue attuali forme siano
pervertite e antiquate, che cosa ciò» mostra se non
il dovere di liberamela, di ristabilire il suo equilibrio
col resto della cultura, sì che possa tornare a compiere la .sua funzione normale di elevatrice costante
del potenziale delle energie dello Spirito ? E non è
forse' la democrazia, precisamente perchè è il più
alto regime di vita sociale e quindi il più difficile
e instabile, la forma di vita collettiva che più ha bisogno di una educazione, la quale invece di trascurare
0 la scienza, o l’arte, o la filosofia, o la religione,
si giovi d’esse tutte e cerchi qnal è la loro combinazione sintetica più feconda di buone disposizioni
volizionali neU’individuo o nella società! Adagio,
pertanto, onorevole Credaro, a credere nelle sostituzioni ! Prima di condannare il passato, cerchiamo
di capirne e riviverne ciò che in esso è eterno e
universale. La causa della educazione della buona
volontà ha bisogno di meno religiosità formale e
scadente, ma di più religiosità sostanziale e profonda
e sarà questa che darà anche nuovo vigore alla nostra vita pubblica, alla nostra letteratura e alla nostra arte. Fino a che, anche i più responsabili per
l’indirizzo culturale della nostra educazione saranno
rei d’ignoranza psicologica e storica e di superficialismo settario, come quello che caratterizza il discorso Credaro a Venezia nel suo punto culminante,
la educazione della democrazia non sarà che una
frase vuota di senso e la democrazia, che più ciancia
di educazione, continuerà a essere la più ineducata
e la più grave minaccia all’avvenire della nazione.
Angelo Crespi.
IL DIVÒRZIO
Magistralmente ne tratta Fabio Fedi in due articoli
di « Riforma Laica », esaminando nel primo « le ragioni a favore », e confutando nel secondo le obiezioni
che contro l’invocata riforma si adducono.
Dice con ragione Fautore che « contrastare, al divorzio in nome della religione è assurdo » ; ma codesto assurdo egli non dimostra. Ora, siccome 1 ostacolo maggiore ha carattere religioso, è necessario abbattere questo anzitutto.
La Chiesa Romana e alcuni Protestanti combattono
il divorzio in base alla Bibbia e specialmente in base
a certe dichiarazioni di Cristo, citando, naturalmente,
solo quelle che al loro assunto convengono e dimenticando le altre.
Sappiamo quanto facile fosse il divorzio presso gli
Ebrei ai tempi di Cristo e prima. Bastava che una
donna commettesse una lieve mancanza, che sciupasse,
per esempio, il desinare', o che fosse semplicemente venuta a noia al marito, perchè questi avesse la facoltà
di mandarla via, consegnandole, come viatico, la « scritta
del divorzio ». Contro tali abusi immorali, perpetrati
dall’uomo a danno della donna, insorse Gesù. In due
occasioni almeno, Egli condanna il divorzio, permesso
da Mosè per la « durezza dei cuori » ; lo condanna
come « regola » e pel modo scandaloso con cui veniva
applicato, ma non già come « eccezione ». In tutte e
due le circostanze, infatti. Egli proibisce all’uomo di
mandar via la sua moglie « salvo che per cagion di
fornicazione » (1).
Il Maestro non fa cenno di altri motivi che possano
nella vita sociale moderna autorizzare il divorzio, perchè
Egli non faceva opera di legislatore sociale, bensì di riformatore religioso ; ma l’importante è che nè anche
per lui il matrimonio era indissolubile, nè tampoco un
sacramento, come è diventato per la Chiesa di Rpma.
Se Egli dice di non separare ciò che Dio ha congiunto,
non vuole d’altra parte che si tenga congiunto per forza
ciò che € a’ fatti » è già separato. Ora, l’infedeltà di
uno dei coniugi o di entrambi infrange il vincolo matrimoniale, lo rende irrito e nullo... a meno che le due
parti contraenti si adattino a vivere in quella condizione anormale. Sui gusti non si discute ; ma se il
coniuge tradito domanda la separazione formale, già
compiuta nel fatto, egli ne ha tutto il diritto anche
in nome della legge religiosa ; c salvo che per cagione
di fornicazione ».
A meno di volere arzigogolare sulle parole e di far
dire loro il contrario' di ciò che dicono,' si deve'cenvenire che Gifisto stesso ha ammesso il divorzio, sia purecome eccezione (e tale ha da essere sempre)- e per un
caso solo. Dunque, il matrimonio non è indissolubile,
ed è, sopra questo», in errore, come sopra molti altri
punti, la Chiesa Rbmana che lo ritiene tale e-il suo giogo
vuole imporre anche a chi crede diversamente : iniquo
dispotismo, che ha sempre esercitato a danno di chi daessa dissentiva-in materia di dottrina o di disciplina
ecclesiastìcai.
Eppure è sopra questo errore, è sopra qpesta eresia
che si basa tutta' l’opposizioue- che in Italia al divorzio
si muove; edà appesta eresia religiosa e sociale (perchè
l’istituto del mati'imonio non è di pertinenza della chiesa)i
che sottostanno tuttora il Governo Italiano e il Parlamento !'
S’ha un bel vantare la sovranità dello Stato ; le son
parole continuamente smentite dai fatti. Son treiit’anni
da che si presentano progetti di legge sul divorzio, annunziati solennemente persino dal Re, e non se n’è mai
fatto nulla-; perchè ? perchè; la Chiesa non ha voluto.
Questa, e non- altra, è la verità. S’illudeva pertanto e
affermava cosa, contraria alla realtà l’onorevole Luzzatti,.
quando ■ diceva- l’altro giorno- che il divorzio ù « questione da trattarsi con soli riguardi giuridici, morali e
sociali».
Dovrebbe essere, ma non lo è. Con una franchezza,,
sto per dire con una sfacciataggine che l’onora, il marchese Grispoltì, sul « Momento », prospetta la questione
nei suoi veri termini. « L’atto dello Stato che, senza,
nessuna aatorissasiom della Chiesa, dichiara di voler
regolare da solo, non le semplici conseguenze-civili, ma,
l’essenza stessa del matrimonio, è un atto, per sua natura stessa, ostile alla Chiesa ».
Avete inteso?'El>pure, per vergogna nostra, è propriocosi 1 Crispolti è nel vero e i nostri legislatori si attaccano a sofismi 0 dicono la menzogna. Si, 1 unica ragione per cui l’Italia non ha ancora il divorzio, è perchè
la Chiesa non ne ha dato l’autorizzazione e si è semprea-vuto paura di fare un atto ad essa ostile. Quando sL
è- tentato, per burla, di fare qualche cosa, è-bastato chei petenti d’Italia, composti di beghine, di fanciulli e di
sacerdoti, si rivolgessero al Governo, perchè non se ne
parlasse più. Che i preti sostengano l’indissolubilità deli
matrimdn-io-.. per gli altri, lo si comprende ; ma che
legislatori i quali si vantano- indipendenti e magari superiori alla Chiesa e ai suoi dogmi facciano altrettanto,
non lo si capisce più. Cioè, lo si capisce fin troppo. Pazienza ancora se si trattasse di rendere il divorzio, o-bbligatorio, Fopposizione sarebbe fino ad un certo punto
giustificata ; ma si tratta solo di renderlo- possibile a
chi dalle circostanze è costretto a ricorrervi per uscire
daU’inferno di una vita in comune, che la Chiesa, con
atroce ironia, continuerà a battezzare col nome di santità, e indissolubilità del matrimonio. No, nè anche
questo si può ottenere,, perchè la Chiesa è padrona e
schiavo è lo Stato.
« Paure religiose »-,. o elettorali, « e un misoneismo
testardo, » dice il Fedli^ « sono ora i soli ostacoli ad una
pronta attuazione »ma quegli ostacoli sono per la nostra gente più forti di tutte le validissime ragioni che
militano a favore della riforma.
Enrico Rivoire.
(1) Matt. V. 32, XIX. 9.
PRE6HIERE INTEMPESTIVE
E’ noto come i nostri briganti classici usassero pregare prima di fare un buon colpo, e spiegassero anche
la loro generosità fino al punto di raccomandare alla
Madonna l’anima della loro vittima, nel mo-uento in
cui la stavano spacciando al! altro mondo. Si è briganti, ma si è pure religiosi e figli devoti di S. Madre !,
èeneralmente i grandi assassini passano pure in preghiera gli ultimi istanti di loro vita ; come, per citare
Fnltimo, quel Muff che aveva ammazzato non so quanta
gente e che fu giustiziato l'altro giorno a Lucerna.
Ascoltò la messa,* rècitò preghiere fino al patibolo, fece
per bene la toiletta dell’ anima e mentre la sua testa
cadeva, un sacerdote innalzava innanzi a tutti i reclusi
il calice del sacrifizio. Se invece di pregare tanto alla
fine, i signori assassini avessero pregato prima, avrebbero risparmiato delle vittime e conservata la loro te^
sta. Però non si può dire che il pentimento venga mai
troppo tardi, il ladrone informi, e tali macabri spettacoli hanno qualcosa di profondamente triste e di commovente insieme. Certo, Iddio è infinitamente misericordióso e può pefdonare anche là dove l’nomo perisce.
Più strano m’è parso il caso di quel Moran che, a
S. Francisco, uccise con un pugno il suo avversario,
3
LA LUCE
per divertimento del pubblico s’intende, e poi passò, tutta
la serata nella sua cella in ginocchio a pregare perchè
guarisse. Il mattino dopo invece, il povero Mac Carthy
era morto. Ecco, invece di accopparlo e poi pregare per
lui, non era più semplice... e più sicuro non accopparlo
affatto ? Parrebbe di si.
Eppure, quanta gente si trova nel caso di Moran
Si fa il male e poi si prega Dio o la Madonna o qualche santo perchè vi pongano riparo e ne facciano^/ors’anche venir fuori del bene. Il suggerimento a pregare
cosi è antico: « buttati giù di qui, diceva Satana a
Gesù, e Dio darà ordine ai suoi angeli che ti tolgano
in mano ». Ammazza o fa del male al tuo prossimo e
poi prega non ne venga danno nè a te nè a lui I Strano
modo di pregare, in verità, e strano concetto ancora
sulla funzione e l’efficacia della preghiera ! Invece di
pregare dopo, a cose fatte e quando non c’è più rimedio, a meno di un miracolo, thè non entra come regola
nell ordine di natura nè in qxiello di Dio, il cristiano
avveduto prega prima e ripete in ogni tempo, sapendo
quanto sia fragile anche lui e facile a cadere : « Padre
non abbandonarci alla tentazione ». Difficilmente poi
riesco a comprendere come un uomo, il quale ne ammazza altri per brutale malvagità o per semplice sport
sia capace di pregare e di pregare come si conviene
Egli è in rapporti di parentela troppo stretta, almeno
lo si direbbe, col bruto primitivo, perchè possa elevarsi
di punto in bianco fino alla spiritualità, per quanto embrionale essa sia. Ora, con un colpo, ti spaccia un suo
simile, che non gli ha forse fatto alcun male, e un momento appresso si rivolge a Dio e parla con Luii Ma
vi pare ?
Gli stessi rapporti di parentela col suddetto bruto
primitivo mantengono quegli spettatori, i quali vanno
in visibilio quando due uomini si massacrano a vicenda
metodicamente, o girano per sei giorni entro una pista
chiusa, come rapiti daH’infernale bufera dantesca;: o si
sfracellano in còrse pazze su per le vie del mondo.
Il fatto di S. Francisco ha prodotto « enorme impressione »... per la morte del povero Mac Carthy, s’intende ? Ohibò! Nel ventesimo secolo e in certi ambienti,
non si conoscono certe sensibilità. Si teme che l’esito
fatale di questa lotta ne possa impedire un’altra fra
due campioni famosi! Ecco tutto.
« Voi vedete, conclude uno dei suoi spiritosi articoli
anonimi il Corriere della Sera, voi vedete quanta sensibilità c’è nei circoli sportivi e che importanza vi acquista la morte d’un uomo ».
Decisamente, è la zoocrazia che sale. ; ’
Hnvieo I^ivoipe
GIOYflNlVI YALDES
Quantunque spagnuolo per la nascita e l’educazioue,
possiamo considerarlo come dei nostri, e vedere in lui
il nobilissimo campione della causa del Vangelo in Italia
al secolo XVI.
Giovanni Valdes, di nobilissima famiglia, nacque sul
finir del secolo XV in Cuenca nella Nuova Castiglia.
Studiò giurisprudenza, e per diversi anni seguì la corte
spagnuola. E Curione bellamente dice di lui : « Cavaliere- di Cesare, ma più onorato e splendido cavaliere
di Cristo ». Difatti, fin dal 1828, egli aveva intuito
quale dovesse essere il vero cristianesimo, una religione
del cuore compenetrante la vita tutta. E lo sue idee
espose in un dialogo intitolato Mercurio e Caronte. Eesosi sospetto alla Inquisizione, dovette lasciare e per
sempre, la sua patria. Fu a Roma dal 1631 al 1533
dove si occupò di lettere, e per alcuni mesi pure gentiluomo di camera dello stesso papa Clemente VII. Ma
fece ben presto ritorno a Napoli, dove già aveva per
poco tempo soggiornato prima di recarsi a Roma. In
quella città fissò definitivamente la sua residenza. Abitava una villa lungo l’amena spiaggia del mare, vicino
a Chiaia, e quivi esercitò una grande influenza sul movimento della Riforma. Ingegni eletti si formarono alla
sua scuola. Notiamo: Oehino, Vermigli, Carnesecchi,
Flaminio, fra Benedetto da Mantova, l’autore del Beneficio di Cm/o, Galeazzo Caracciolo, marchese di Vico,
e le gentildonne Vittoria Colonna, marchesa di Pescara,
Giulia Gonzaga, duchess.a del Trajetto, Isabella Manrica. Costanza de Avalos, duchessa d’Amalfi, la Cibo
ecc. Dice bene lo storico Jules Bonnet : « Gli uomini
più insigni, le donne più ragguardevoli gli si facevano
intorno, e in quel circolo scelto, in cui gioventù, bellezza, ingegno, raggiavano d’uno .eguale Splèndere, egli
sembrava adempiere ad una missioiie‘cui gli conferivano lo straordinario talento e una chiamata dall’alto ».
Già il Curione aveva pur scritto : « Pareva che costui
fosse da Dio dato per dottore e pastore di persone nobili e illnstri...»
La inflnenza del nobile spagnuolo fu estesissima, non
solo a Napoli, ma in buona parte d’Italia, specialmente
nelle provincie meridionali. Lo storico A. Caracciolo
afferma che in Napoli « se ne appastarono tanti e particolarmente maestri di scuola, che arrivarono al numero di 3000 come si conobbe poi quando si ritrattarono ». Persino parecchi arcivescovi e vescovi erano
amici suoi e favorevoli alle sue idee.
Valdes fu uno scrittore indefesso e lasciò molte opere,
per lo più commenti sulla Scrittura. Le dottrine da lui
professate sono del tutto evangeliche, e si riassumono
nella giustificazione per mezzo dello Spirito Santo. Mori
nel 1541, prima che infierissero le tremende persecuzioni che dovevano distruggere l’opera sua.
Enuieo OQeyniei».
yVbi7 repressione, ma cura preventiva
Una povera donna racconta al magistrato i propri
guai. Ha un marito che si ubbriaca sempre e che la
picchia e che fa patir la fame ai figlioli. — Cara mia
— le dice il magistrato — non c’ è che un rimedio :
chiuderlo in prigione. — Non sarebbe meglio — risponde con saggezza la sventurata — non sarebbe
meglio per me e per i miei figlioli che Lei facesse
chiudere le osterie e lasciasse mio marito libero di
procurarci il pane ? (Da The Sunday at home).
« Oggi, sz udite la $ua voce... »
Un tale aveva intenzione di assicurar la casa contro gl’incendi ; ma ritardò, e il fuoco gliela distrusse.
— Aveva intenzione di correre in aiuto al vicino in
pericolo ; ma ritardò, e ii vicino se ne morì. — Aveva
intenzione di smettere l’ubbriachezza e la vita dissipata ; ma ritardò e la sua salute ne fu rovinata. —
Aveva intènzione di pensare seriamente alle cose della
religione; ma ritardò... e Dio gli disse: « Stolto! questa stessa notte la tua anima ti sarà ridomandata! • (Da
The Sunday at home).
Un bDCGiDlino di rosa senza spine
Una madre faceva dir la preghiera al suo bimbo.
Il bimbo ripeteva le parole che la madre proferiva
via via. Ma alla fine egli volle aggiungerci qualcosa
di suo ; « Oh, Signore » disse « fa ch’io sia un bocciolino di rosa senza spine. Amen ». (Da The Sunday at
home).
Costanza Bacr Cavalle
Ci scrivono da Dossobuono (Veronese):
(A. C.) Assai commovente e edificante riuscì il
seppellimento della nostra cara ed amata sorella Costanza Baer Cavalié rapita all’affetto dei suoi cari la
sera del 26 aprile. Ella apparteneva alla Chiesa Evangelica Valdese di Verona.
La compianta signora Baer era cristiana fin dalla
sua giovinezza ed aveva scelta la buona parte, che
non le doveva esser tolta ; essa aveva posta l’unica
sua speranza in Gesù; si teneva presso la Croce e
perciò è spirata serenamente e quantunque nella
grave età di 76 anni, col cuore in giubilo.
Le opere sue corrispondevano alla sua fede; era
umile, caritatevole, giudicando tutti gli altri migliori di sè stessa. Aveva per ogni afflitto una parola
di conforto e fin dove lo poteva aiutava il bisognoso.
Per i funerali si riunì un buon numero di evangelici e di non evangelici ed il Sig. pastore G. Silva
fece un discorso appropriato alla circostanza e che
speriamo avrà lasciato nel cuore di tutti un vivo desiderio d’imitare la cara defunta, consacrandosi a
Gesù, Salvatore di tutti i peccatori, che credono in
Lui e che mettono in pratica i suoi comandamenti.
Fu un discorso ben fatto e soprattutto ben sentito,
in cui con fedeltà vennero descritti l’animo e gli atti
della cara morta, cavandone per ognuno de}le applicazioni pratiche, che certo avran fatto del bene e edificato gli ascoltatori.
Si formò quindi un lungo corteo di carrozze, ohe
accompagnò la salma al Cimitero di Verona, distante
circa otto Chilometri. Due ore furono impiegate in
tale tragitto. Sulla strada, ogni cascinale ogni villetta diede il suo saluto, e gli uomini che accorrevano sulla porta, quantunque non vedessero nessun
prete in stola, si toglievano rispettosamente il cappello: segno questo di un vero progresso compiuto
dal popolo : che, una volta, se mancava il prete, le
manifestazioni di riverenza erano censurate se non
proibite.
Coi treni mattutini, altri parenti ed amici della
cara defunta eran giunti alla stazione di Porta Nuova
e si unirono a noi, talché arrivando al Composanto,
il corteo era abbastanza numeroso. Ancora là sulla
fossa il Sig. Silva proferì un discorso commovente
intorno alla speranza del cristiano ; discorso che fece
versare molte lacrime agli uditori.
Certo, le parole del Pastore han fatto del bene a
tutti, raffermando la fede degli uni, aprendo innanzi
agli altri le prospettive di una vita nuova, tutti eccitando a seguir Gesù « Capo e compitor della fede »,
Ed ora tutto è terminato: il tuo corpo, cara defunta, giace sotterra, ma la tua anima è in Paradiso;
tu sei felice e per sempre vicina al tuo Salvatore.
Noi piangiamo la tua dipartita; per te invece è incominciata una vita di pace e di gioia, come tante
volte l’hai sospirata quaggiù. Faccia Iddio che seguiamo il tuo esempio, scegliendo come te la buona
parte ed allora anche noi, quando, presto o tardi,
saremo chiamati, otterremo una perfetta felicità,
quale è quella che tu, infallantemente godi fin d’ora.
AVVISI UFFICIALI
Distretto Italia Meridionale.
Il pastore Giosuè Tron, presidente della commissione esecutiva del distretto Italia Meridionale, ci annunzia che la conferenza distrettuale è convocata pel
giorno 8 giugno alle ore 10, a Napoli e sarà aperta
con un culto a cui presiederà il pastore G, Bertinat.
Distretto Siculo. «
Il pastore Luigi Rostagno è di ritorno da la Svizzera e riprende la direzione del suo distretto.
VALLI VALDKSI
Torrepellice — Le società missionarie « Pradeltorno »
e « Zambesia » e la società delle signore offersero « un
tè d’addio » al missionario Adolfo Jalla, che ritorna
in Affrica.
— La signorina Paolina Peyrot, insegnante nelle
scuole elementari, ha ottenuto presso l’Università di
Genova il diploma di professoressa di lingua francese,
riuscendola prima fra 34 candidati e candidate 1 Congratulazioni !
1 NOSTRI MISSIONA RI
(O. J.) Il signor Adolfo Jalla torna per la quarta
volta allo Zambesi (Affrica australe). Egli ha lasciato
a Torrepellice, presso il fratello prof. Giovanni, le
sue due. bambine. Il Signore l’accompagni e benedica
nel sttoMùhgo viaggio e nella sua bella missione !
J)a le antiche province
Sanremo — I Lettori sanno che all’ainmiuistrazione
del periodico II Pensiero di Sanremo eran giunte
molte richieste di quel numero esaurito in cui comparve la risposta Janni alla conferenza Podrecca. Orbene, nell’ultimo numero (8 maggio) di detto periodico la risposta Janni vien ripubblicata parola per
parola... a sodisfare alle « richieste postume », il cui
numero è divenuto • molto ragguardevole ! »
Mentre si conunemorava Garibaldi ed i Mille!
La gioventù cattolica lombarda si è riunita a Congresso in una piccola città posta alle porte di Milano, nel giorno in cui tutta la Patria nostra festeggiava di pari sentimento il cinquantenario di quel giorno glorioso, in cui Garibaldi coi suoi prodi Mille salpava da Quarto, compiendo quelPalta, temeraria impre
sa che è tra le più meravigliose che ricordi la storia,
j Questa grande adunata delle reclute giovanili del
I partito clericale lombardo, con l’intervento del cardinale Ferrari, di vescovi, di circa novanta Società con
1800 congressisti e 72 bandiere, ha sorpreso gli abitanti di quella piccola città, che da tempo sostiene
una lotta accanita contro l’invadenza del partito clericale. La stampa democratica locale commentando
questo fatto ben a ragione pose questo dilemma * o
che abbiano voluto erigere... un eontr’altare alla ma
nifestazione garibaldina, o che abbiano scelto il 5 di
maggio per commemorare cattolicamente l’imbarco dei
Mille. »
Questi fatti gravi colpiscono l’animo nostro e credo
che non sia il caso di lasciarli passare inosservati,
senza fare qualche modesta considerazione sul nuovo
orientamento che il pariito clericale va ogni giorno
meglio assumendo.
È innegabile che da anni il partito suddetto non
fa altro che seguire la rotta della propaganda socia
lista per trascinarsi dietro le moltitudini, specialmen
te nella Vandea lombarda, dove adoperano tutti i mez
zi, dagli spettacoli teatrali, dai cimematografi e dai
concorsi ginnastici alle così dette gite religiose, dai
convegni federali ai banchetti, riducendo la religione
ad uno sport e ad un passatempo non senza parate
esteriori.
4
4
LA LUCE
Ma tutto ciò sarebbe ancora poco : il peggio si è che j
con solenne mistificazione, il partito clericale s’è mes- |
so a partecipare a tutte le cerimonie destinate a festeggiare date patriottiche, come l'anno scorso, nella ri- |
correnza del cinquantenario del 1859 e quest’anno
(incredibile a dirsi !) in quella della gloriosa spedizione dei Mille.
E questi fatti succedono in special modo in quei
piccoli centri, dove il clericalismo mira ad imperare
e a tenere vincolati a sè il commercio e gli interessi
locali. ■'
Certamente tutto ciò torna a svantaggio del sentimento religioso del popolo ncstro, che vede, in grazia
del partito clericale, la religione ridursi ad un com'
mercio. Purtroppo è così : gl’ideali di una fede non
brillano più per il nostro popolo ; i partiti furoreggiano e cercano di conquistar nuovi aderenti, strappandoli agli altri partiti : e tutto questo lavorio puramente mondano serve a distruggere nelle nuove
generazioni la coscienza religiosa, che dovrebb’essere
la guida per il progresso e il perfezionamento delle
creature umane.
Ritornando al Congresso della gioventù cattolica
lombarda, tenutosi nel giorno in cui l’Italia commemorava Garibaldi ed i Mille, dirò solo che la gentile
cittadina ospitale non sapeva come qualificare il convegno ; tanto vero che la banda clericale che aveva
allietato il banchetto, suonò a richiesta degli inter.
venuti, la Marcia Reale (capite!) Tlnno di Garibaldi,
e, come se ciò non bastasse, la Marsigliese e l’Inno
dei lavoratori ! Chi ci capisce nulla ?.
Gaspare Gandini.
Notizie d.1 Toscana.
Rio Marina. — Carissima Luce, Nelle ore pomeridiane di giovedì e venerdì u. s., t’ho vista circolare sui
banchi del nostro ba&zar ed ho notato che le signorine dell’Unione t’accoglievano molto gentilmente. Ora
tu sai meglio di me che le gentilezze vanno ricambiate; e io ti suggerirei di ricambiarle dicendo, per
benino, ai tuoi lettori come erano carini quei lavori
d’ago, quei dipinti ad olio e quegli oggettini del1’ „ albero della cuccagna. „ E di’ pure che erano in
massima parte dovuti alle unioniste, ma non dimenticare che una parte rilevantissima l’aveano preparata, molto gentilmente, alcune alunne delle classi
4'» e 5” elementare ed altre antiche scolare della pre.
sidentessa, Sig.na P. Cignoni. Poi di’ con termini un.
po’ magniloquenti dei compratori che l’hanno mag
giormente colpita : i membri della giunta municipale,
che hanno voluto intervenire, col Sindaco in testa, e
dare in tal modo una prova di stima all’U ni^ne e alla Chiesa. Potrai terminare col dire che resito della
vendita è stato molto soddisfacente e se desideri andare a ruba, qui a Rio, domenica prossima, manda un
plauso ed un augurio a questa U. C. D. G., alla sua
instancabile presidentessa e a tutti coloro chè cooperarono alla buona riuscita della fiera. Tuo E. E. T.
Nella città dei fiori
{T. L.) Anche quest’anno ha avuto luogo la tradizionale passeggiata dell’Ascensione, alla quale prese
parte la gioventù maschile e femminile delle due
chiese valdesi e della chiesa svizzera, oltre a un
certo numero di amici più anziani, ohe per la circostanza ridiventano giovani. Mèta dell’escursione
fu una delle vette del monte Albano (Pietra Marina,
600 m.) con vasto panorama nel territorio di Pistoia
e nella valle dell’Arno.
Giunti sulla cima, il pastore G. E. Melile ci rivolse
una breve, succosa allocuzione, ricordando il significato religioso di questa festa. La pioggia, che a più
riprese mise alla prova la pazienza dei gitanti, non
valse però a turbare l’allegria e il buon umore. Da
tutti sempre apprezzatissime sono queste gite, le
quali, oltre al giovamento fisico ohe procurano a coloro che vi partecipano, sono un utilissimo mezzo di
fortificare i legami di stima e di cordiale amicizia
tra gli evangelici fiorentini.
— (O. J.) La signorina Olimpia Ravazzini ha conseguito il diploma di professoressa di lingua tedesca,
presso quest’istituto di Studi Superiori. Vivecongratulazioni I
ANCORA DEL CONGRESSO PER LA MORALE
Egregio Signor Direttore,
Mi è stato chiesto da varie persone come 'mai la
Lega della Croce Violetta, che da più di dieci anni
sostiene una crociata contro la bestemmia e il turpiloquio, non abbia preso parte al Congresso Internazionale contro la pornografia e la bestemmia, che
ebbe luogo a Roma nel mese scorso.
Mi conceda. Egregio Signore, di rispondere a questa
domanda che molti si fanno, sulle colonne del suo
giornale, destinato appunto a far luce là ove ce n’è
bisogno.
Appena seppi dai giornali che ci sarebbe stato in|
aprile un Congresso Internazionale a Roma contro la
pornografia e la bestemmia, scrissi subito per avere
maggiori informazioni, avendo l’intenzione di prenderci parte.
Non mi si rispose. A quanto pare il presidente della
Lega per la moralità pubblica di Torino, e altresì
presidente del Comitato Centrale, non era punto al
chiaro sulla questione.
Il Bollettino mensile della Lega per la moralità
pubblica, nel Suo numero di marzo, si limitava ad
annunziare che la Conferenza internazionale diplomatica contro la pornografia era rinviata al 18 aprile
(ebbe luogo a Parigi), e che ufficialmente dal Governo
Italiano erano stati eletti il signor prof. G. Ruzzati di
Pavia e il nobil’uomo Girolamo Calvi di Milano.
Pensai allora che i giorali erano stati male informati, che si trattava di una « Conferenza diplomatica » nella quale le nostre varie Leghe non avevano
nulla da vedere.
Grande fu dunque la mia sorpresa quando lessi nei
giornali quotidiani, l’inaugurazione a Roma, di un
Cqngresso Internazionale contro la pornografia e la
bestemmia.
Scrissi subito per sapere per qual motivo la « Croce
Violetta > non era stata nè invitata, nè prevenuta del
fatto, facendo essa parte come Società aderente, della
Lega per la Moralità Pubblica.
Così venni a sapere :
T) Che il detto Congresso non fu dovuto all’iniziativa nè del Comitato Centrale, nè di nessuna delle
varie Leghe per la moralità pubblica.
2) Che il Comitato Centrale, ricevuto una prima Circolare, scrisse per avere maggiori schiarimenti in proposito. Come risposta, aveva ricevuta una seconda circolare in cui erano già formulati i temi per il Congresso, indicati tutti i nomi dei membri del Comitato
Promotore, di cui un solo nome era conosciuto dal
Comitato Centrale.
3) Temendo che un Congresso, bandito come internazionale, mentre non lo fu per niente, non potesse
essere cosa molto seria, con simile preparazione, il
Comitato Centrale si accontentò d’inviare i suoi auguri! di riuscita e... basta.
Ed infatti il Bollettino della Lega per la moralità
pubblica del mese di aprile, che avrebbe dovuto dare,
ed anche molto prima, schiarimenti in proposito,
non diceva assolutamente nulla intorno a quel Congresso. Inseriva invece, molto gentilmente, una succinta, ma succosa, relazione dei due ultimi anni di
attività della « Lega della Croce Violetta >.
Ed è così che rimasta al buio dì tutto, la < Lega
della Croce Violetta » non potè prendere parte a quei
Congresso ; e ne aveva assai diritto per l’opera da
essa proseguita da vari anni e non senza successi.
Un Congresso, che si dichiarava internazionale, per
l’importanza degli argomenti da trattarsi, per alcune
personalità che vi presero parte, meritava una ben
altra preparazione.
Si doveva dare una maggiore diffusione all’invito,
aver cura d’informarné tutte le c Leghe per la moralità pubblica > e tutte quelle Associazioni ad esse
attinenti per comunanza di ideali e di scopi.
Se tutto questo fosse stato fatto, il Congresso
avrebbe avuto importanza maggiore, ed i suoi ordini
del giorno avrebberó avuto quella autorità che, costituito il Congresso come lo fu, attualmente non possono avere.
Rigrazìandola, Signor Direttore, deil’ospitalità concessami, Le porgo ì sensi della mia più alta stima.
Giov. Rochat
Presidente della « Lega della Croce Violetta ».
Sesto Congresso delle scuole domenicali
Si adunerà a Washington nei giorni 19 24 del corr.
maggio. — Il Comitato Nazionale italiano delle scuole
domenicali (presidente : E. Piggott, tesoriere : J. Gordon Gray, segretario generale : È. Filippini) caldamente invita i direttori, i monitori e gli alunni delle
scuole domenicali d’Italia a pregare — nella domenica, 22 maggio — per il buon esito del Congresso;
spera JShe quel giorno il Comitato stesso potrà « con
sicura coscienza > inviare a Washington un telegramma che dica a quei nostri fratelli : < in Italia si prega », e chiede ai direttori delle scuole domenicali
alcune parole di relazione della solenne giornata.
Carteggio abruzzese
Ci scrivono da Gissi : (G. Volpitto) Invitato dagli
Evangelici di qui, il sig. G. Bertinat — pastore a
Chieti — venne a tenere parecchie conferenze su la
vita del nostro divin Salvatore Gesù Cristo, illustrandole con proiezioni luminose. E molti furono
quelli che udirono per tal modo l’annunzio della
buona novella della salvezza.
Il 29 aprile, accompagnammo il pastore Bertinat
a Casàlanguida; dove il nostro tempietto si riempì del
fior fiore della popolazione. Molto apprezzata specialmente lai ebùferenza proferita il giorno successivo
intorno: a lEièsi 5, 14. Grande attenzione e grande
rispetto, • ' --‘os.Jjv
Il 1. maggio .eravamo di nuovo qui a Gissi; e il
signor Bertinat presiedette in quel giorno a tre radunanze, rivolgendosi, in una di esse, ai bambini
della scuola domenicale ; i quali appresero tante
belle cose ed un nuovo inno, che ora essi van cantando anche fuori di chiesa.
Che il Signore fecondi la semenza della sua Parola
di vita 1 Un grazie di cuore al nostro caro visitatore! /.)■■
L’Italia non vai più delia Sp^é^a
Il signor Antonio Cornelio ci riferisce cose che
sembrano incredibili. A Orsara di Puglia, la Lega
Socialista festeggiò il Primo Maggio con bandiere e
musica e discorsi. Parlò l’avvocato socialista Montuori. Un operaio evangelico, il signor C., socio di détta
Lega, chiese quindi di parlare e gli fu concesso. Il
C. dimóstrò il motto dei socialisti « Libertà, eguaglianza, ecc. » essere anche motto del Cristianesimo
di Cristo (non del Papa, s’intende). Tutti ascoltarono
in religioso silenzio ; ma, dopo, l’avvocato suddetto riprese la parola per notare che il Cristo e San Paolo
hanno ormai fatto il loro tempo e che il socialismo
ha ben altri ideali e ben altri pensieri (il pane...,).
Non basta. I clericali minacciarono la popolazione dì
sopprimere (quest’anno almeno) la festa di S. Michele;
e quel giorno (1“ di maggio, ch’era domenica) non si
diede la consueta benedizione in chiesa. Il più bello
si è che il,; C. fu chiamato poi innanzi alle Autorità
ad audiendum verbum, e dichiarato passibile di con"
travvenzione.
Se i fatti qui narrati ci son stati riferiti con scrupolosa esattezza (e non abbiamo nessuna ragione di
dubitarne) sarebbe tempo che anche noi ci svegliassimo come i nostri fratelli di Spagna ; chè certo, l’Italia non vale più della Spagna in fatto di libertà di
coscienza e di parola.
^ Qorriere ficaio
Grotte (Otello). La data del 1- maggio fu solennemente festeggiata anche nel nostro paese.
Ad iniziativa del Circolo Evangelico e della Società
Operaia fu organizzato un imponente corteo che, preceduto dalla banda cittadina e dalle rispettive bandiate,^ si avviò al grido dì « evviva il lavoro » verso
il (^sidetto Cozzo dell’oro, amena collina, che è luogo
tradizionale pér la celebrazione di detta festa. Quivi
gli avvocati Bellavia, Marrelli, Seminerio e il pastore
Moggia c’intrattennero egregiamente sul significato
del* !• maggio, riscuotendo calorosi e meritati applausi.
La sera poi nel locale del Circolo Evangelico, il sig.
Michele Smiroldq lesse una elaborata ed applaudita
conferenza è infine i signori Crespi, Russo, Trobia e
Moggia dissero belle parole di occasione che furono
coronate da sincere ovazioni.
OLTRE LE ALPI E I nm\
'. Svizzera
Locamo. — Il 16 corrente « si farà l’inaugurazione del nuovo fabbricato dell’Istituto Evangelico a
Rivapiana di Minusio ».
—-;Ci è pervenuta la Relazione illustrata 1908-09 di
quel medesimo istituto; il quale pare proceda assai
bené. ■
— E’ stata pubblicata la 3. Relazione del Comitato
promotore della bell’opera prò fanciulli bisognosi di
bagni marini.
Neuchâtel. — Il Sinodo della Chiesa Evangelica
indipendente da lo Stato ha approvato con voti unanimi; la seguente dichiarazione: « Il sinodo ecc.
esprime la sua simpatia alle persone che si adoperano per la revisione del processo di Francisco Ferrer, giustiziato il 13 ottobre 1909 nella fortezza di
Montjuich ».
Ginevra. — Presso la Facoltà di Teologia (evangelica) indipendente da lo Stato, si darà — cominciando da l’autunno prossimo — un corso di lingua
« ronga », lingua parlata da moltissime tribù dell’Affrica. Così i giovani studenti di teologia che inten-i
dessero di andar missionari nel continente nero conosceranno, terminando i loro studi, una lingua uti-,
lissima nell’opera loro.
— Il Museo storico della Riforma ha fatto nuovi
acquisti, tra cui la « Semaine Religieuse » ricorda :
una copia dell’ « Interim » di Calvino con dedica autografa a BuUinger; una lettera di Melantone e una
di Teodoro di B'eza.
— L’8 corrente, il medico Raoul Hoffmann e il
pastore Adolfo Hoffmann intrattennero in tedesco ì
5
giovani deH’Associazione cristiana (3, rue Général-Diifour) su ia morale pratica.
Wrancia
Parigi. — Nei giorni or ora scorsi, Frank Thomas
ha tenuto alla Casa Verde (129, rue Marcadet) quattro conferenze per le . anime stanche del materialismo », trattando i temi seguenti : 1) Son pazzi i credenti ? — 2) E’ sopraffatto Dio? — 3) Perchè morire? — 4) Il più grande amico del popolo.
Il 29 corrente e fino al 2 giugno, « convegno
cristiano >, destinato a fortificare la fede di chi già
crede, a suscitarla in chi non crede ancora ma vorrebbe credere. « Speriamo » dicono i promotori (pastori E. Salllens e G. Boissonnas e ingegnere O.
Beigbeder) . cbe molte anime stanche e travagliate
VI troveranno riposo, forza, conforto e allegrezza per
1 azione efficace dello Spirito Santo ». Le radunanze
SI terranno in vari luoghi (Tempie du Saint - Esprit,
5 rue Roquépine ; salle Gaveau, 45 rue de Boótie, eco.
ecc.) Vi parleranno o presiederanno i signori Dióny,
Tophel, Saillens, Appia, Gout, Gonnelle, Malzao e
tant’altri. Temi che si tratteranno : 1) Il peccato — 2)
La Dottrina cristiana : la sua importanza _ 3) La
Dottrina .cristiana ; la sua essenza. -4) La Grazia_
5) La vita cristiana : i suoi ostacoli — 6) La vita
cristiana : i suoi fautori — 7) Il Cristo e il Tempio
- 8) Evangelizzazione - 9\ Missioni - 10) Il Cristo e
l’oltretomba —11) In qual modo dovremmo lavorare
al risveglio del nostro popolo.
— Il 18 aprile scorso, per impulso dell’Ufficio internazionale contro la letteratura immorale (fondato
nel 1903 a Losanna, in Svizzera), il governo francese
convoco rapresentanti di tutti i governi ad ufi
congresso diplomatico; in cui si è redattoci disegno
d’un concordato internazionale contro le pubblieazioni oscene. ,
Grenoble. - Nei giorni 13, 14 e 15 del venturo
agosto, SI adunerà in questa città un Congresso an-^
tialcoolista, promosso da la Croce Azzurra dell’Isère
col concorso del Comitato nazionale della Società*
francese prò Temperanza, delle Logge dei . Buoni
Templari » di Parigi, della Gran Loggia dell’ordine’
indipendente dei » Buoni Templari „ di Francia, dei
lavoratori antialcoolisti di Brest, ecc. - II Congresso
mirerà a dimostrare che l’azione antialcoolista deV essere al tempo stesso preventiva, curativa e profondamente riformatrice e a tal fine il Congressosvolgerà i punti seguenti : 1) Efficacia dell’astinenza
e della temperanza nella lotta antialcoolista; 2) 1’ astinenza totale e l’ordinamento operaio; 3) il problema della viticultura e l’astinenza ; 4) modi e mezzi
di propaganda astensionista in Francia : dipegno di
ederazione; 5) in che deve consistere un caffè antialcoolista; 6) legislazione fiscale internazionale degli
a cool ; 7) cenno storico intorno al movimento antialcoohsta d’astinenza completa in Francia. — La tessera per intervenire al Congresso costa franchi 5, e
si paga anticipatamente. (Da la “ Vie Nouvelle ».
Cette. Dal 17 al 19 corrente, conferenze straordinarie d’evangelizzazione. Il Comitato ordinatore vi
invita « tutti coloro che si dànno pensiero delle sorti
del regno divino. , Vi si tratteranno i seguenti argomenti: 1) Il rimedio dell’ateismo (oratore: Chabas)
— 2/La nostra guida: la S. Scrittura (Gounelle e
laure) — 3) Verso la religione (Trial) — 4) Le nostre difficoltà e i nostri vantaggi (Frank Thomas)5) Sarà privo di religione l’uomo avvenire? (Frank
Thomas).
Germania
Monaco. — Dal 1881 ad oggi — dice la . Vie Nouvelie » — c’è un gran progresso dal lato della temperanza. Erano 37 le birrerie, ora sono 22. Ogni abitante bevava in media 465 litri per anno, ora ne
beve 266. Sono ancor troppi — notiamo noi: il
vino e la birra (tanto meno poi i liquori) non sono
necessari, sono anzi nocivi alla salute del corpo e
dell’anima.
Belgio
Gràoe-Berleur. - Cinque conferenze in contraddittoria alla Società operaia, sui temi: 1) Perchè non
possiamo essere cattolici (romani) — 2) Che cos’è la
Religione cristiana evangelica ? - 3) Che occorrerebbe
al popolo? — 4) Il processo di Gesù — 5) Come efficacemente lottare contro il clericalismo? — Oratori; il
pastore Rambaud e il signor Dawirs. Contraddittore:
Il socialista Van Belle, che parlò fino a un’ora e
mezzo di seguito. Risultato pratico: in una suceessiva gita di propaganda evangelica a Gràce-Berleur,
piu d^i 10(1 persone accorsero a udire la predicazione
dell Evangelo e i Nuovi Testamenti recati non basta
^no a sodisfare a tutte le richieste (Dal Chrétim
Belge).
Svezia
Stoccolma. — L’Unione della Gioventù sociale democratica ha tenuto un congresso a Stoccolma. 1197
membri presenti approvarono unanimemente (così
lèggiamo nella . Vie Nouvelle .) la proposizione seguente : Visto che l’alcoolismo è il più grave ostacolo
all emancipazione sociale ed economica del proletariato, di Congresso giudica : 1) doversi favorire le società antialcooliste e la loro propaganda — 2) invitare
le società prò astinenza a insistere sul carattere sociale del movimento antialcoolista — B) escludere da
le feste eco. dell’Unione stessa tutte le bibite fermentate. — 4) propugnare nelle conferenze, tenute sotto
gli auspici dell’Unione, l’idea che l’alcoolismo è il
maggior ostacolo al progresso. — I giornali che l’Unione pubblica non conterranno d’ora innanzi nessun annunzio concernente le bevande alcoollche. Tutte
le persone dipendenti da l’Unione dovranno essere
astemie.
Stati Uniti
Wew York. — A New York c’è un albergo, in cui
non si sento mai., una sola parola : il proprietario
Salomone Morris, infatti, i camerieri, i cuochi ecc. e
tutti i forestieri sono sordomuti, e si parlano servendosi delle dita.
.Affrica
Il missionario dottor de Prosch aveva condotto seco
un indigeno zambesiano diciassettenne. Morto il dottore, questo giovanetto — che non intende la lingua
dell’Uganda — si sentì smarrito. E’ stato raccolto
pietosamente a Entebbe, e alla prima occasione verrà
rimpatriato. (Da la «Semaine Religieuse »).
19 MISSIONE “R0M9N0E,,
, E’ questa la missione delle chiese libere dei tre cantoni evangelici svizzeri di lingua francese. — La sua
origine risale al 1869, allorquando i due giovani Ernesto Creux e Paolo Berthoud offrirono i loro servizi
al smodo della chiesa libera vodese, desiderando essi
lavorare fra i pagani. — Dopo lunghe trattative, fu
deciso nel 1872, tra il sinodo vodese e il comitato di
Parigi, che i due giovani in questione lavorerebbero
per conto della propria chiesa nel Lessuto sotto la direzione della Missione francese. — Due anni dopo, avendo
essi trovato un terreno in cui Dio li chiamava a lavorare presso un ramo del popolo Eonga, a nord del
Transvaal, essi, col consenso di ambedue i comitati
lasciarono il Lessuto per il loro nuovo campo di lavoro agli Spelonten. Il sinodo del cantone di Vaud,
radunato a Yverdon, decise la fondazione della Missione vodese. Nel 1881, si associarono alla chiesa di
Vaud anche « la chiesa indipendente » di Neuchâtel e
la « chiesa libera » di Ginevra, e la missione prese
allora il nome di Missione delle chiese libere della
Svissera romanda, abbreviato poi, nel 1895, in quello
di Missione romanda. Infine, nel 1907, anche « l’Associazione cristiana evangelica » di Ginevra fu ammessa
a far parte della missione.
Cosi che, ora, la missione è diretta da nn Consiglio
ove siedono sette membri del cantone di Vaud, sei di
Neuchâtel e quattro di Ginevra. Di questi 17 membri
del Consiglio, quattro con due segretari costituiscono
Il seggio 0 comitato esecutivo. Inoltre, il Consiglio nomina le commissioni speciali che sono, presentemente
la commissione medica, quella degli « immobili », quella
della cassa pensioni e quella della verifica dei conti.
Esistono poi tre società ausiliari : quella che si occupa
dei figli de missionarìi, quella dei prestiti per la costruzione di nuovi stabili e le società della gioventù i
CUI membri si trasformano, ora in collettori e collettrici, ora in distributori del Bollettino della missione
Di due che erano in principio, i missionarii sonò
attualmente 69 ; cioè 18 pastori consacrati, 3 medici
8 assistenti, 21. signora e 19 signorine. Fra essi seb^
bene la missione abbia subito molte perdite d’operai
trovansi ancora i venerandi fondatori, signori Creux e
Berthoud, quest’ ultimo emeritato.
Gli operai indigeni sono 85; uno solo, per ora è
regolarmente consacrato. ’
— La prima stazione, fondata nel 1875, è quella di
Valdezia. Altre 6 stazioni son state in seguito stabilite negli Spelonken, 7 nella provincia dell’ Affrica portoghese di Lorenço Marques (ove trovasi il ramo principale della razza ronga) e due nel Transvaal, a Pretoria e Johannesburg. Vi sono poi 65 altre località
visitate.
A Lorenço Marques, Chikhoubane ed Elira, negli
Spelonken, havvi pure una missione medica, aRlkatla
una scuola di evangelisti ed una scuola normale a
Lemana. Quasi tutte queste stazioni sono organizzate
in chiesa coi loro evangelisti e concistori indigeni; da
alcuni anni il sinodo locale funziona sotto la guida dei
missionari.
La missione conta 17(X) comunicanti nel Transvaal
e 3000 sul litorale portoghese, i quali devono servire
come di lievito per la conversione del loro popolo. —
Sia nel Transvaal che nella colonia portoghese, il gq^
verno incoraggia l’istruzione e vede con piacere la cooperazione dei missionarii ; onde anche le scuole prosperano alla gloria di Dìo, essendo in numero di 86
con 2716 alunni.
Ecco un esempio delle buone disposizioni delie au-r
torità verso la Missione. La signorina Braissant (ora defunta) raccontava, in data del 13 settembre scorso, una
gita che fece colla scuola di Antioka fino a Magoulé,
per assistere, invitata, alTinaugurazione d’un monumento commemorativo della battaglia combattuta nel
1895 dai portoghesi contro griudigeni. « Il governatore, signor Freire d’Andrade, presiedeva ; finita la funzione, i nostri bimbi cantarono un cantico in portoghese e riscossero molte lodi. Vi fu anche un banchetto coi soliti brindisi. Il missionario Guye parlò in
modo semplice e chiaro e produsse una eccellente impressione. Il governatore rispose in francese e bevve
alla salute di tutti coloro che lavorano per il bene degli
indigeni ».
Spigoliamo alcuni altri fatti. La signora Eberhardt
scrive, da Elim, di una buona vecchia che ha chiesto
di far parte della chiesa. Alla domanda se credesse in
Gesù rispose : « Si, io credo in Gesù, egli mi ama, io
l’amo e gli appartengo, e ciò mi basta ». Malgrado la
sua età e la sua indigenza, trova sempre modo di portare la sua contribuzione ; e allora la si vede arrivare
raggiante d’allegrezza. — La medesima signora parla
ancora del seppellimento della bambina d’un anziano.
Di solito, le donne in tali circostanze urlano e strepitano, e fanno mille contorsioni. Per evitare una simile
scena, il padre della defunta prese la parola al servizio fatto in chiesa e disse : « Amici, vi prego di non
far chiasso al nostro ritorno dal cimitero; ninno strilli
nè in casa nè fuori. Se volete consolar mia moglie, recatele un versetto dei Salmi od una parola del Vangelo ; cosi soltanto le farete del bene. Dio ha cosi voluto; egli sa quel che ha fatto». E il pover uomo non
ha più che una figlia, malata anch’ essa senza speranza
di guarigione.
A Valdezia, per la ricostruzione della cappella, i fratelli tutti lavorarono gratuitamente, tanto che la sola
spesa fu quella della compra dei materiali. L’architetto
fu il missionario stesso signor Rosset.
E non soltanto si prestano i fedeli per edificarsi una
chiesa, ma anche per evangelizzare i villaggi dei dintwni. Lo stesso signor Rosset racconta che, dopo una
gita di quii gènere, gli anziani vennero a trovarlo e
gli dissero : « Monéri, ecco quello che ci occorre ; scuotiamo la nostra pigrizia e visitiamo i villaggi »._Per
fino gli allievi della scuola di Lemana (Spelonken)
vanno, ogni 15 giorni, evangelizzando le borgate circostanti.
I catecumeni sono stati, l’anno passato, circa 400.
A Elim, il missionario Eberhardt li divide in quattro
classi : egli afiSda i più giovani ad uno degli evangelisti, un gigante che li tratta col massimo rispetto,__
i mezzani ad un giovane venuto dalle scuole del Lessuto, — e tiene per sè la classe superiore per prepararla al battesimo ed aU’ammissiòne. La quarta classe
è quella dei vecchi, affidati ad un altro evangelista
sorridente, mansueto e paziente. — Le contribuzioni
delle chiese dànno una media di nove lire per ogni
membro nel Transvaal e otto sul littorale.
Nelle due eittà di Pretoria e Johannesburg, oltre la
predicazione figli indigeni venuti da varii luoghi dei
Ronga, vi è ancora un’ opera interessante tra i prigionieri, i lebbrosi e presso i minatori.
Nella colonia dei lebbrosi, che sono 420, vi sono 77
cristiani; dieci altri son morti in pace col Signore.
F. Grill.
Un’ eloquente statistica
La Reyue de géographie et de statistique di Yienna
divide i popoli d Europa in tre classi, a seconda del
numero dei coscritti analfabeti e degli sposi che non
san fare il proprio nome. La prima classe (quella dei
più ignoranti) è costituita dei popoli di confessione
greco scismatica; la seconda, dei popoli cattolici romani del mezzogiorno d’Europa; la terza (la più colta),
del popoli cristiani evangelici. Et nuno erudimini!
UNA NUOVA RELIGIONE
In Francia s’è costituita una < Lega internazionale
di Liberi pensatori spiritualisti » per cura specialmente di Giovanni Barès redattore del Reformate.
Questo periodico mira a riformare... Che cosa ? 1) L'ortografia francese. Benissimo ! — 2) La società civile.
Ottimamente 1 — 3) La religione. Qui comincian le
dolenti note. Il Barès e con lui i membri della Lega
6
— quantunque c liberi pensatori » — ammettono un
Ente supremo ; ma sembran dire (e dicono del resto) :
Dell’Ente supremo non ti curar ; curati invece degli
uomini : e la tua sarà il nec plus ultra delle religioni.
Come nota il Protestant, questo tentativo è un ridurre la religione a morale, o piuttosto un far della
morale nna religione. Nessuno deve disconoscere l'importanza della morale ; ma la religione — nel senso...
antico della parola — è pure importantissima, e non
può ridursi a semplice morale.
C’è in Francia un « Catechismo dei Liberi pensatori » il quale esclude naturalmente ogni specie di...
clero, ma non esclude però le... feste. Son chiamate
« feste della Nazione • e soh quattro : 1) la domenica
di gennaio : festa del sempreverde, che fin dal tempo
degli antichi Galli era simbolo di ospitalità e di letizia. — 2) la domenica d’aprile : festa degli alberi e
dei fiori, che indicano il ritorno del Sole e il risvegliarsi della Natura. — 3) la domenica di luglio: festa della mietitura, che ci dà il pane. — 4) 1» domenica d’ottobre : festa della vendemmia e delle frutta,
che ci procurano bevande e cibo tanto utili quanto
gradevoli. — Come si vede, ai nuovi religiosi non di
spiacciono le libagioni ! E da tutto questo, certo, ri'
sulta che di una religione l’uomo abbisogna, e che se
non riesce a sentire tutta la bellezza d’una religione
già esistente (di quella di Gesù Cristo, per es.) se ne fabbrica nna da sè, magari barocca assai come è quella
accennata di sopra.
cevuto una lettera in cui lo si ammoniva per ciò che
concerne la sua smania d’ammazzar migliaia d’animali « nostri fratelli inferiori! » (Riassunto dal Chrétien Belge).
IL LIBROJftM LIBRI
Come annunziammo, a Parigi si sono pubblicati manifesti da affiggersi alle cantonate; a scopo d’evangelizzazione. Questi manifesti, illustrati da la matita del
missionario Christol, recano testimonianze rese alla
Bibbia da Vittore Hugo, dal Taine e dal Renan. Vi
si leggono anche queste parole : * Ogni anno si spargono nel mondo più di 10 milioni di copie dei Libri
sacri, in quasi 420 lingue differenti. Di nessun libro
la diffusione può nemmen lontanamente paragonarsi
a quella delle S. Scritture. Sarebbe la Bibbia così gradita da l’uomo, così umana, cioè così vera, s’ella non
fosse divina ?»
Uoa bella proposta di Victor fOonod
Victor Monod, che scrive in vari periodici di Francia
— ^ome«Foi et Vie,» -Le Christi^pisme» ecc.—
autore d’un importante libro : « Le probline de Dieu
et la théologie chrétienne depuis la Réforme», ha espres
so or è poco una bella idea in vista dell’evangelizzazione della Francia (idea che potrebbe attuarsi con
frutto anche in Italia). Ecco che cosa il Monod propone
Pubblicare con gran cura un catalogo-campionario
delle S. Scritture, illustrato e arricchito di testimonianze favorevoli alla Bibbia dovute a uomini noti
(egli cita Renan, Jaurès, Van der Velde, ecc.) Inviarlo
a tutti i notai, avvocati, medici, uffiziali civili e mi
litari (occorrerebbe per ciò in ogni provincia un incaricato speciale). Se qualcuno acquistasse un Nuovo
Testamento o una Bibbia, gli si invierebbe un altro
catalogo ut supra per offrirgli altri libri, come «Qu’ est.
ce que la Bible ? • di Enrico Monnier, » Introduction du Nouveau Testament • di Fargues, ecc. (Noi
in Italia dovremmo tradurre libri adatti, oppure— se i
nostri corrispondenti conoscessero il francese — offrir
loro libri buoni che in francese non mancano). Ne
verrebbe un carteggio, di certo; sì stabilirebbe una
corrispondenza tra l’incaricato della spedizione (il qual
dovrebbe essere un vero cristiano, serio, colto e senza fanatismi) e quei signori ; e chi sa — esclama il
Monod — chi sa che l’incaricato non riesoisse a costi.
tuirsi una chiesa di.corrispondenti ? In ogni modo
__ egli soggiunge — il tentativo sarebbe un ottimo
mezzo per indagare l’ambiente e per scoprire quali
classi tra i nostri concittadini siano accessibili all’Evangelo e quali non siano.
Roosevelt a Bruxelles
L’ex presidente ha ripetuto nella sala dei festeggiamenti all’Esposizione di Bruxelles, la conferenza già
proferita alla Sorbona di Parigi. È stato presentato
all’assemblea da Cartón de Wiart deputato cattolico
di Bruxelles, che « salutò in lui il nobile e grande
cittadino d’una nobile e grande nazione, e l'uomo a
cui nulla d’umano è estraneo. » Vlndépendanee Belge
scrive : « Il discorso del signor Roosevelt ha tra gli
altri meriti quello d’esser morale. Ne spirano — come da l’oratore stesso - l’onestà, l’ingenuità, la rettitudine. È il discorso d’un democratico e d’un ga.
lantuomo ». E il Chrétien Belge aggiunge per proprio
conto: « È il discorso d’un cristiano ». Perfino un
foglio anticristiano fa l’elogio del discorso, dicendo
in un bell’articolo, tra le altre cose: « Inchinatevi reverenti : ecco anzitutto un uomo onesto, araldo dell’azione creatrice, unicamente al servizio del bene »|
Trima di lasciare il Belgio, Teodoro Roosevelt ha ri
SOTTO LE F1HE5THE DI EDOflHDO VII
Luigi Barzini, che scrive meno prolisso e più concettoso del De Amicis, rapido ma meno ruvido di A.
Cesare Abba, dipinge bellamente nel Corriere della
Sera Londra che piange il suore morto. Da l’attraente
pittura stacchiamo un branetto solamente. Piove, e
tira vento, un vento gelido. La moltitudine si pigia
sotto le finestre della camera ove giace la salma di
Edoardo VII. « Improvvisamente una scena singolare
e inaspettata si svolge. Da un gruppo di uomini in
uniforme che porta una bandiera si leva un inno sacro. É una rappresentanza dell’ Armata della salute
che ha ricevuto il permesso di varcare il cancello e
canta, avanti all’ingresso centrale del palazzo. La folla
ascolta con rispetto e quando il coro intona alla fine
l’inno nazionale, il popolo sì unisce a lui sommessamente. Le teste si scoprono e la preghiera, benché
mormorata, sale a un’intensità di emozione veramente
solenne.
Questo popolo profondamento religioso finisce sempre col versare nella preghiera la piena delle sue
gioie e dei suoi dolori. Ha bisogno di pregare ».
Un terzo cengresso pro libertà in Spagna
I lettori rammentano: il primo congresso si adunò
a Madrid, il secondo a Salamanca. Ed eccone un terzo,
a Valencia « jardin do flores » (giardino fiorito), nel
teatro Pizarro, rigurgitante di persone (tra le quali
non poche signore) : piena la platea, piene le gallerie,
pieni i palchi. Parla per primo Daniele Regaliza, il
pastore evangelico di Valencia stessa, il quale coi
signori Uhr e Maten — ha avuto l'idea di convocare
questo terzo congresso « per la libertà dei culti. »
Seguono altri oratori. Un pastore evangelico, Adolfo
Araujo (che parlò anche nel precedente congresso di
Salamanca): egli scioglie un inno a Valencia la bella
e un inno del pari al Cristianesimo vero, che insegna « la perfetta libertà. » Rosendo Nacher, redattore
del giornale Valencia Nueva, elogia l’opera della Riforma e gli sforzi da lei fatti « por desligar las conciencias del yugo teocrático » (per sottrarre le coscienze al giogo teocratico). Policarpo Román, altro giorna.
lista, con calda parola dipìnge la tristissima condizione di Spagna che s’è resa ridicola innanzi al mondo
europeo. Marco Miranda, redattore del giornale El
Pueblo e rappresentante del partito repubblicano di
Valencia, si dice entusiasta dell’azione pro libertà, azione iniziata coi noti congressi dai Cristiani Evangelici ; ai
quali, più che a chicchessia, riconosce il diritto di chiedere la libertà santa, poich’essi furon sempre vittime
d’una reazione furibonda. Francisco Oviedo, presidente del Congresso, riassume i discorsi precedenti,
tra gli applausi fragorosi della grande assemblea.
mus nutrito di attivi fermenti morali ohe è in fondo
all’anima di tutti i teologi della Riforma, quel sostrato morale che solo fa l’uomo perfetto, perchè lo
spinge a mettere sempre in correlazione le sue azioni
con le sue idee.
E r « Avanti ! » nota : « Il Bjornson ebbe un’alta e
perenne preoccupazione morale in tutta la sua vita
di scrittore.... Egli fu apostolo infaticabile della purezza del costume, sia nell’uomo come nella donna,
non solo in una conferenza ripetuta in tutta la Norvegia, ma soprattutto in un’opera di teatro, ^ * H
Guanto », che, anni or sono, produsse larghe discussioni nel mondo intellettuale. Per Bjornson chi è
puro vince. Il suo stile, oratorio e lirico, è sempre
ispirato dal desiderio di essere compreso. Scrittore di
battaglia, egli non scrisse che per difendere o per
provare, ed ebbe una fede immensa negli uomini.
Un ardore sereno, una visione splendida dell’avvenire illuminano tutta la sua opera ».
unñ BlBBlñ COTTñ in FORnO
Si conserva nell’Ohio (Stati Uniti d America) e appartiene a un membro della pia chiesa Morava, il quale
l’ha avuta in eredità dai padri. Eccone la storia ohe
togliamo dal Chrétien Belge. Al tempo della persecuzione, i cattolici romani davan la caccia alla Bibbia
per bruciarla. I cristiani evangelici tentavano tutti i
mezzi per sottrarre il sacro volume alla rabbia dei
persecutori. Una donna ricorse a questo espediente :
involse con cura la sua Bibbia in un panno, ci pose
attorno della pasta, dando al tutto la forma di pane,
e" mise questo pane di nuovo genere con gli altri a
cuocere nel forno. La casa venne perquisita, ma ehi
poteva mai imaginare lo strattagemma di quella buona
cristiana? SI che la Bibbia fu salva, e tornò ad esser
letta avidamente.
Leggendo e annotando
La stampa nostra ha degnamente parlato del grande
scrittore norvegese Bjoernson. Era figlio di un pastore evangelico. Benché non si fosse consacrato al
ministero evangelico, come prima era sua intenzione,
si conservò nella sua opera di scrittore sempre quale
pastore di anime: e ciò, non ostante il suo allontanarsi dalla concezione che prima aveva del Cristianesimo. Tuttavia egli sempre esaltò la fede e il cristianesimo, e in lui si fece mirabile la fusione del
naturale col soprannaturale, e sì ritrova l’affermazione possente della possibilità del miracolo sulla
terra, a patto della più grande fede, affermazione
rappresentata in « Oltre il potere nostro ». Gli è che,
nota qui un critico della • Tribuna », c’era di sotto
all’incrostazione teologica della sua anima, quell hu
Monsignor Bonomelli ha testé pubblicato, un opuscolo sulla scuola laica. 1,6 sue idee sono così riassunte ne la « Stampa.
. Secondo quanto egli scrive, non è possibile concepire la scuola lai.ca che non sia al tempo stesso anticristiana. Riprendendo la massima di Massimo d’Azeglio, il quale sosteneva ohe, oltre il ministro dell’istruzione, ci vorrebbe anche quello della pubblica
educazione, il Bonomelli afferma che duplice è lo
scopo della scuola: istruire ed educare; ma crede altresì che non vi possa essere efficace istruzione se
non basata su un principio religioso, quale che esso
sia. Deh! che un giorno noi siamo costretti a ripetere il doloroso grido di Seneca: » Postquam docti
prodierunt, boni desunti » Secondo il Bonomelli, la
scuola laica è demolitrice di ogni idea di dovere e di
morale, e perciò essa è eminentemente antisociale.
Nella scuola laica — egli dice — il maestro potrà
insegnare egregiamente a leggere, a scrivere, a far
di conti, potrà insegnare la grammatica, la ginnastica, il canto, il disegno, tutto ciò che volete, potrà,
m una parola, istruire, ma educare giammai. Quando
egli, lasciando la parte di istruttore, pigliasse quella
di educatore e dirà : Figliuoli, voi dovete essere ubbidienti ad ogni autorità, dovete essere sinceri, pazienti, temperanti, giusti, caritatevoli, facili al perdono
delle offese ricevute, umili, modesti e pudichi, non
potete toccare la roba altrui, non offendere la fama
nè la persona dei vostri fratelli, dovete, in breve, es°sere virtuosi «, che altro avrà egli insegnato ed inculcato se non il catechismo cattolico nella parte pratica? Il Bonomelli vorrebbe ohe si continuasse ad
applicare la legge Casati nel senso che l’insegnamento
religioso venisse impartito a tutti coloro che ne facessero richiesta ed è contrario alla restrizione che
si vorrebbe imporre all’educazione religiosa, facendola impartire solamente dai sacerdoti e nelle chiese.
Cita l’esempio di altre nazioni liberali ove l’insegnamento religioso nelle scuole è stato applicato con
successo, e parlando della scuola laica in America,
narra ohe in essa non si cominciano mai le lezioni
aenza una preghiera comune; ogni giorno vi si fa la
lettura della Bibbia, dell’antico e nuovo Testamento;
quando gli allievi sono seduti ed è terminato l’appello nominale, il maestro legge un inno, poi lo
canta e tutti in coro lo accompagnano. Poi egli leggo
un capitolo della Scrittura, infine recita una preghiera, semplicissima, ringraziando Dio dei benefici
ricevuti ed esortando tutti ad essere ubbidienti. Venendo poi a parlare della neutralità scolastica, il
vescovo di Cremona sostiene che essa, se pure è ammissibile idealmente, in pratica non è possibile perchè troppo spesso nella scuola si insinua la preponderanza delle lotte comunali e politiche. Ma dove la
neutralità del maestro — scrive il Bonomelli — apparisce maggiormente impossibile è nell’ insegnamento. Egli deve parlare ai suoi alunni dell origine
del mondo, dell’origine dell’uomo, della sua fine. Dovrà pur qualche volta dire se l’uomo finisce tutto
nel cimitero o se vi è un’altra vita, oltre la tomba.
E’ mai possibile sfiorare uno di questi altissimi problemi senza fare partigiane affermazioni di principio? L’opuscolo di Bonomelli termina affermando che
l’iniziativa del clero nella questione dell’educazione
e dell’insegnamento non debba essere considerata con
diffidenza. Noi uomini di chiesa, -— egli scrive — non
siamo nemici da combattere, ma amici da accogliere;
siamo alleati che offriamo la nostra forza lealmente,
senza secondi fini al servizio della patria comune ».
A parte l’esagerazione dei mali derivanti dalla
scuola laica — mali che, in ogni caso, potrebbero essere diminuiti 0 combattuti mediante l’istruzione religiosa impartita nelle scuole di religione o di catechismo— il Bonomelli prudentemente tace il fatto che
TAmerica del Nord, dove la scuola laica non è in
urto o in contraddizione con i principii religiosi, è
eminentemente protestante, e, quindi, un ambiente
saturo di Evangelo. La stessa cosa certo non sarebbe
7
possibile nei paesi latini, eminentemente cattolici, e
quindi non preparati a tal genere di scuola laica.
LA LUCE
Non sappiamo se l’On. Luzzatti che ha così sapientemente parlato alla Camera della questione religiosa
in correlazione col momento politico nostro e coi
vari problemi che a quella si connettono, avrà il codi affrontare e di porre la questione del di
yorzio, che. pure, per ragioni di alta moralità, si
impone oramai. Ora tutti quelli che riguardo al divor
zio hanno o idee preconcette o obbiezioni che ere
dono formidabili, sono pregati di leggere un bellis
simo studio che su detto argomento si legge nel fascicolo di aprile della . Riforma Laica >>. Il problema è posto bene, eie obbiezioni che generalmente
gli si fanno sono demolite con argomentazioni poderose.
Enrico Jleyuier.
M © © D Y
Fascette di giornali.
Oramai o bene o..... male Dwight Lyman Moody
era divenuto oratore; e quindi doveva provare il bisogno d’un orizzonte più largo di quel che fosse il
suo piccolo Northfleld ; doveva provare il bisogno di
occupazioni un po’ meno terra terra di quelle a cui
lo costringeva la sua condizione di contadino e di taglialegna.
Un giorno era appunto al bosco a spaccar ceppi,
quando gli venne fatto di aprirsi col fratello Edoardo
che lavorava con lui, dicendogli d’un tratto : . Senti- !
io non ci reggo più ! Qui non resto. Voglio andarmene a cercar lavoro altrove. »
Ma non andò subito. Prima tentò di scrivere a due
ZÌI negozianti in grosso di scarpe, i quali avevano il
loro magazzino in Boston. Gli zìi risposero un no,
senza tante cerimonie. Tuttavia Dwight Moody fu irremovibile; aveva risoluto di partire, e partì. Andò a
Clinton, dove già uno de’ suoi molti-fratei li lavorava,
e trovò impiego presso un cartolaio ; che lo mise a
scrivere indirizzi su le fascette di giornali. Che monotona occupazione ! Il nostro vivacissimo giovanetto
non ci si poteva adattare. Da mane a sera indirizzi,
sempre indirizzi — pensate I — c’è lavoro più da galeotti? ®
Vado a Boston — disse a sè stesso. — Ed eccolo a
Boston.
LIBRI e PERIODICI RICCVOTI
Coenobium, Anno IV, fascicolo II (marzo-aprile 1910). —
La Vita letteraria, Anno III, N. 4- (aprile). — La Cultura
contemporanea, Anno li, N. 8, aprile — L’Essenza della
Bibbia, brani scelti da Luigi Remi.
Numer^rretraM
Avvertiamo i nostri Lettori che i numeri arretrati
della Luce costano 10 centesimi la copia, e che la richiesta da qui innanzi dovrà sempre essere accora pepata da cartolina vaglia o da francobolli. Preghiamo
intanto coloro che ne hanno ricevuti di voler regolare il conto alla prima occasione.
UN “ UER FINIRE „
onn« monti d’Aquila siscriveaqual
oere elio ‘ Cara sorella, Ti faccio sa
^ maggio ci moremo. E sono venuti i
giornali. Non sono usciti a Roma ? • — Testuale I
La cometa di Halley secondo il Celoria
^illustre astronomo di Milano ha detto il suo parere circa alla faniosa cometa. — Il 19 di questo mese
la cometa sara a 23 milioni di chilometri dalla terra*
e, siccome eli ha p p’ po’ di coda lunga appunto
pnnt chilometri, può darsi che con la
coda tocchi la nostra terra. Che avverrà? Ecco. Se la
coda contenesse degli idrocarburi, questi si combine
mo tutti quanti i... nervi ! Se contenesse carbonio, il
carbonio SI combinerebbe con l’ossigeno dell’aria,
e noi asfissieremmo ! Se contenesse cianogeno, noi
moriremmo avvelenati I — Ma il consolante è che la
coda della cometa — che forse avvolgerà la terra il
19 corrpte — non contiene nulla di tutto questo. E
che contiene dunque ? - Nulla ! - Nulla « — Sì nulla
La coda non e costituita di materia; ehè, se’ fosse!
a questore questa materia si sarebbe sparpagliata per
gli spazi jnterplanetpi. La coda . è urnSlla X db
Tnanm® E SÌ ride della creazione dal nulla 1
Ipomma, la coda e come un immenso effluvio di
raggi simili a quelli che emanano nel tubo Crookes
e che SI chiamano c raggi catodici ., oppure simili à
quelli che emanano dai corpi radioattivi e che si chia
mano raggi beta ; molto innocui.
TOLSTOI E L/i COI^ET/i
loiS una lettera privata il conte Leone Tolstoi nar
Se Sa°d?®nn Halley e della fine del mondo
alce. L. Idea di un urto fra la cometa e la terra int
seduce. La vita materiale non vai nulla. La vita ani.
rituale soffrirebbe per la distruzione della terra ^lò
stesso danno come la vita dell'Universn no,, 1°
d’una mosca. (Dal Giornale d’Italia)
esagerazione, non è vero. Conte ? ^ “
-Abbonamenti pagati:
1910
Mazzucco Fedele — Bosco Giuseppe — Martini Giuseppe —
Navarria Epifanio - ■ Navan-la Agata — Della Torre Giacomo
De Blasi Giuseppe — Decker Carlo — Decker 'William —
Baggio Evaristo — Renkema dott. E. U. — Beux Enrico _
Badolci Alfredo — Olivieri Giuseppe — D’Oyly Anna_ No
bili Andrea — Stiattesi Arturo — Basso Giov. — Basso Nicolino — Ferro Salvatore - Peruto (Cairo) — Pons Anna
Carmagnola — Cervi Carlo — Capponi cont. Luisa ~
Schauffer prof. Th. _ Vaglia N. 56 Torino (senza nome) Vaglia N. 46 Torrepellice (senza nome; e, come il precedente,
inscoperto) — Cio.cari (Brasile) — dalla Luigi — Roenneke
(Germania) — De Luca B. — D’Anna Leonardo — De Pierre
R. — Boglino Domenico — Stasio Arnaldo — Tron John prof.
De Carlo P. R. — Milanesi A. N. — Formicola Antonio
— Pascal Henry (Valdese N. C.) — Argento Nicolò — Barone dott. Thomas — Reale Giacinto — Ruggiero John —
Fornataro Leone - Capriotti John — Peruzzi Angelo — De
Rubo Agostino — Peyronel C. (N. Y.) — Fulton dott. — L.
Faraone — F. Argento — Arturo D’Albergo — E. Ogdeu Butler
Giovanni Mensi Sisto Noce — D. M. Balsam — Gius. Boccaccio — Alberto Billour — Thos. Fragaie - L. De Fhilippis
— Lydia Tealdo — A. E. Viola — M. Nardi — Joseph Brunn
— J. Charbonnier — B. Terruso — C. Lorenzon — A. S. Di
Miceli — G. M. Grant — Joseph Zambito — F. Sannella —
B. Boltumo — Carmine Fornataro — James Fazzone — M. Al
fani — Buffa (St. Mamert) — Agostinelli G. B. — Cav. Paolo
Canobbio — Giov. Severi — Costa Francesco — Balmas Alessio
— Bosio Davide — Ender W. — Rosset Pietro — Discepoli
Ornati Giovanna — Haupt (Berka) — E. Münch — Fleming
__________ (GonUnua)
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Domenico Giocoli, gerente responsabile
ÓOÍÍO Vimußo!
Proprietà riservata —- Riproduzione proibita
Amanda, che, colle braccia rosse e sode scoperte fino
al^ gomito e spolverate dì un leggero velo di fai;ina,
dimenava vigorosamente il grosso pezzo di pasta dura
e gialla, ruppe la prima il silenzio.
— E’ stata una bella sorpresa per noi il trovarvi
in cucina, Rachele. Pino a ieri la signora Tilde non
era sicura che avreste potuto scendere le scale col
vostro piede ancora malato.
— La signora Tilde s è sbagliata — ribattè la vecchia. — Figuriamoci !... Mi sarei fatta portar giù a
braccia, se non avessi potuto scender le scale da me.
Bel pranzo davvero salterebbe fuori, se non fossi qua
io a cucinarlo !
Ma la signora Tilde sa far bene — si arrischiò
a dire Nannetta — e anche l’ortolana...
— La Signora coi suoi dolori dì testa, davanti a
questi fornelli I Non ci mancherebbe altro I E l’ortolana I... Puf !... meglio non invitare nessuno piuttosto...
Che sa -fare l’ortolana ? l.a polenta e la minestra di
fagioli tutt’al più...
E la Rachele si diede a ridere, scrollando il capo in
atto di commiserazione.
— Quei signori dunque ringrazieranno la Madonna
che vi ha fatto la grazia di poter venire in cucina
— disse Nannetta — e mi par già di vederli a leccarsi i baffi.
E quelli che non ne hanno? — domandò maliziosamente Amandina.
— Zitte là, ragazze, e lavorate — disse Rachele, che
non voleva lasciar mettere in burletta i Reverendi.
Lavorarono per cinque minuti in silenzio, poi Nannetta ricominciò : .
— Soltanto uomini a tavola, eh ?
— Al solito — rispose Rachele — è cosa vecchia
oramai... Per la Signora e per tutti gli altri di casa
si apparecchia in saletta.
— "Vorrei esser dietro l’uscio e guardare per il buco
della serratura — disse Amandina.
— E io vorrei nascondermi dietro il sofà per sentire i loro discorsi.
— Sfacciatene! — disse Rachele, voltando il capo
A .........
dall’altra parte per non farsi vedere a ridere — non
avreste altro di meglio da fare ? °°°
— E, ditemi un po’, Rachele — chiese Nannetta —
credete proprio che quei signori verranno ?
— Chi? I Reverendi ? Son già qui da ieri sera •
hanno dormito al presbiterio. ’
n.«™..”' *" Il
— Oh bella! A meno che sieno tutti malati.. Ven
SannoT^'’^’ dovrebbero venire que
— Ma... si diceva in plàese...
«lirf - continuò Amanda venendo in aiuto
alla compagna, ohe sembrava un po’ titubante - si
diceva, prima di tutto, che Don Angelo non avrebbe
fatto inviti, e poi che, quand’anche egli li avesse fatti
»e»un„ di ,u,i signori „„bbe
Rachele scoppiò in una risata.
® Don Angelo non
avrebbe fatto i soliti iaviti?
— Ma... così... si diceva... sapete, se ne dicon tante 1
-Angelo da tre o quattro mesi è cambiato
come dal giorno alla notte - esclamò Nannetta.
Kacnele sospirò.
— Ve ne sarete avvista anche voi - proseguì la
ragazza non parla quasi più con nessuno, saluta
appena, è seno e scuro da far paura.,, e la gente cre
— Capisco, capisco — interruppe la vecchia — ma
insomma gl’inviti sono stati fatti ; ora ditemi perchè,
secondo voi, quei, Signori non avrebbero dovuto accettarli.
— Eh, andate là che lo capite meglio di noi il
perchè.
— Non capisco un bel nulla, vi dico ; ohe ragione
01 poteva essere? Bisognerebbe ohe fosso una ragione ben grave...
-- Altro che grave !... e tutti sono meravigliati che
abbiano accettato...
Ma, già... — disse Amandina ironicamente _______
quelli son gente istruita, son gente che non crede a
niente...
— E poi, anche se credesse — continuò Nannetta
rivolta alla compagna — capirai che, per non dar nell'occhio, e forse anche per non dare un dispiacere a
Don Angelo... che ne deve aver già tanti...
— Eh, cara mia... chi è causa del suo mal pianga
sè stésso... “
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— Non vorrei per nulla al mondo essere nei suoi
panni.»
— Mi fa compassione quella povera signora Tilde
che ci patisce tanto...
Rachele aveva smesso di lavorare, e cogli occhi spalancati e colle orecchie tese era stata ad ascoltare fuor
di sè per la meraviglia il dialogo delle due ragazze.
Di ohe mai parlavano, che cosa sapevano, che avevano
da rimproverare a Don Angelo ?...
— Insomma — esclamò quando quelle si chetarono
— parlate chiaro ; io non intendo una sola di tutte le
vostre chiacchiere.
Le due contadine si guardarono come per dire •
Possibile ?
— Ma come ? — disse Nannetta. — Lo sanno tutti
tutti ne parlano, e voi sola... ’
— Pensa che è stata più d’un mese chiusa in camera — suggerì Amandina.
— Già, più d’un mese in prigione! — disse amaramente Rachele —e in tutto questo tempo non ho mai
visto altre facce che quella della mia padrona, di
Maria e del dottore. Una o due volte è venuto anche
Don Angelo, del resto neppure un cane s’è ricordato
ch’io fossi al mondo.
— Beh ! non v’inquietate Rachele — disse Amandina, sbatacchiando il matterello col quale stirava i
fogli della pasta. — Che volete. non por voi che non
ne avete colpa, ma il fatto si è che nessuno viene più
volentieri al presbiterio ora...
— Che sciocchezze andate dicendo ? — fece Rachele
rossa di collera. — C’è la peste al presbiterio?
— Eh, meglio cento volto la peste !
— La signora Tilde, ieri ha dovuto pregare mia
madre per più di mezz’ora, perchè mi lasciasse venire
oggi...
— E Pippo ? — soggiunse Nannetta — Pippo m’ha
detto : — Bada, non ti trattenere neppure un minuto
piu del necessario o non parlare con chi m’intendo
io, sennò il nostro matrimonio va a monte.
— Ma perchè, perchè? spiegatevi ragazze, cbè non
ne^ posso più dalla bile a sentirvi parlar così —
gridò Rachele. — Mi pare che siate impazzite tutt’e due.
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