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BibliotQCa Vali533
(Torino)
rî^TTTAT?
DELLE VAlfLT VALDESI
Qnindicinal•
deUa Chiesa Valdese
" Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo,
Anno LXXXil — Num. 11
Una copia L. 20
ABBONAMENTI
{
Eco: L. 600 per Tiiiterno I Eco e La Luce: L. 1000 per Tinteriio I Spedìz. abb. postale II Gruppo
L. 1000 per Testerò
L.'dOOO per Testero | Cambio d'indirizzo Lire 30*—
TORRE PELLICE — 23 Maggio 1952
Ammin. Claudiana Torre Pelliee • C.C.P. 2-175/17
Ascensione
Il vostro cuore non sia turbato;
abbiate fede in Dio e abbiate fede
anche in me! Nella casa del Padre
mio ci sono molte dimore; se no, ve
l’avrei detto; io vo a prepararvi un
luogo: e quando sarò andato e vi avrò
preparato un luogo, tornerò e v’accoglierò presso di me, affinchè dove
sono io, siate anche voi; e del dove
io vo sapete anche la via.
Ancora un po’, e il mondo non mi
vedrà più; ma voi mi vedrete, perchè
io vivo e voi vivrete. Son proceduto
dal Padre e son venuto nel mondo;
ora lascio il mondo e torno al Padre.
Quanto agli undici discepoli, essi
andarono in Galilea sul monte che
Gesù aveva loro designato. E vedutolo, l’adorarono; alcimi però dubitarono. E Gesù accostatosi, parlò loro
dicendo : ogni podestà mi è stata data
in cielo e sulla terra. Andate dunque,
ammaestrate tutti i popoli, battezzandoli nel nome dei Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo, insegnando loro d’osservar tutte quante
le cose che v’ho comandate. Ed ecco,
io sono con voi lutti i giorni, sino
alla fine dell’età presente.
Ma voi riceverete potenza quatido
lo Spirito Santo verrà su voi, e mi
sarete testimoni e in,; Gerusalemme,
è in tutta la Samaria e la Giudéà', e
fino all’estremità della terra.
E dette queste cose, mentr’essi
guardavano, fu elevato; e una nuvola, accogliendolo, lo tolse dinanzi agli
occhi loro. E com’essi avevano gli
occhi fissi al cielo, mentr’egli se ne
andava, ecco che due uomini in vesti
bianche si presentaron loro e dissero :
Uomini Galilei, perchè state a guardare verso il cielo? Questo Gesù che
è stato tolto da voi e assunto in cielo.
verrà nella medesima maniera che
l’avete veduto andare in cielo.
Dio lo ha sovranamente innalzato
e gli ha dato il nome che è al di sopra
di ogni nome, affinchè nel nome di
Gesù si pieghi ogni ginocchio nei
cieli, sulla terra e sotto la terra, ogni
lingua confessi che Gesù Cristo è il
Signore, alla gloria di Dio Padre.
Poi vidi in mezzo al trono e alle
quattro creature viventi e in mezzo
agli anziani, un Agnello in piedi, che
pareva essere stato immolato... ed
esso venne e prese il libro dalla de
stra di Colui che sedeva sul trono. E
le quattro creature viventi e i ventiquattro anziani si 1 prostrarono davanti all’Agnello..4 e cantavano un
nuovo cantico, dicendo: Tu sei degno di prendere il |libro e d’aprirne
i suggelli, perchè sèi stato immolato
e hai comprato a pio, col tuo sangue, gente d’ogni |tribù e lingua e
popolo e nazione e^ne hai fatto per
il nostro Dio un re^o e dei sacerdoti. E tutte le creatpre che sono nel
cielo e sulla terra è sotto la terra e
sul mare e tutte le cose che sono in
essi, le udii che dicevano: A Colui
che siede sul trono |e all’Agnello siano la benedizione ò l’onore e la gloria e l’imperio, nei'secoli dei secoli.
(Dalla Parola Eterna)
Lo Spirito Santo
A quanti non è capitato di prendere in mano una Bibbia, sfogliarla da
un capo all’altro, leggere qua e là
qualche versetto, e di deporre poi il
libro dicendo: «Non fa per me»?
Poi qualche anno più tardi, dopo che
qualche cosa di peculiare è capitato
loro, questi medesimi hanno riletto
i medesimi passi e ora ogni parola
ha suscitato echi nei loro cuori, come un responso di Dio.
Donde questo cambiamento? Lo si
può spiegare in due modi: dalla parte dell’uomo come dall’altra. Si può
dire: «Dio ci ha aperto il cuore »,
Feste di canto delle Corali
A Pinerolo
Domenica, 4 c. m., il tempio di Pinerolo
ha accolto una imponente massa di cantori,
anche se le Corali numericamente erano
ridotte; Torino (sig.ra Salma), Pinerolo
(sig. Vicino e Pastore Rostan), S. Germano
(sig.ra Bert) e Pomaretto (sig. Bazzetta).
Era pure presente un gruppo di Massello
che non si è ancora, per quest’anno, lanciato-da aoloi ma che ha preso parte ai
canti d’insieme, dando così un segno di solidarietà con le altre Corali. Ci auguriamo
di vedere l’anno prossimo, questa piccola
Corale esibirsi da sola e che questo serva
di incoraggiamento ad altri gruppi delle
parrocchie di montagna, ricordando che !e
feste di canto non sono concerti di esibizione, ma semplicemente una manifestazione dell’amore per il canto sacro di molti
membri delle nostre comunità.
Nei canti d’insieme si è notata la buona
preparazione delle singole corali; non è
Sei piedi di terra
Il 17 febbraio è un incontro fra tutti
coloro cbe credono in una stessa fede,
che vogliono riaffermare in questa unità spirituale il principio eterno di libertà.
Mai come oggi, in cui la guerra fa
strage in una remota parte del mondo
6 su di noi ne incombe paurosa la minaccia, dovremmo sentire più urgente
il problema della libertà, della solidarietà, dell’amore, ed invece non vediamo che episodi di crudeltà, di odio,
di fanatismo, di oppressione, ohe ci
fanno dubitare di noi e che ci tengono
assediati da paure, da ansie, da trepidazioni.
Il nostro incontro vuole essere una
rievocazione del passato, degli uomini
ohe hanno dato la vita ed i beni per
costruire un mondo più giusto, più libero, più solidale.
Mi toma alla memoria oggi ima dichiarazione del celebre abate di Saint
Cyran, giansenista tinto di eresia, che
il cardinale di Eichelieu aveva incarcerato per soffocarne la voce.
Dalla sua prigione, dopo aver serenamente constatato che « la via angusta che aveva scelto lo aveva costretto
a sposare una prigione piutt-'isto che
un vescovado sotto un g('ve;’nc che
non voleva che degli scliiavi » continuava ; « Voici six pieds de terre où
on ne craint ni chancelier ni personne.
Il n’y a point de puissance qui nous
puisse empêcher de parler ici de la vérité comme elle le mérite »,
Anche noi possediamo questi « sei
piedi di terra » dove nessun grande
della terra può impedirci di proclamare la verità e di reclamare la libertà, Per difendere questi « sei pie
di di terra » che sono il nostro inviolabile tesoro, molti di coloro che ci
hanno preceduto hanno dato la loro
vita.
Se è vero che siamo chiamati a libertà dobbiamo tuttavia conquistarla
e difenderla contro ogni minaccia, specie nel campo spirituale e religu.s'o, e
tanto più restiamo impegnati in quanto questo costa sacrifizi e rischi per
noi e per le nostre famiglie.
E ’ solo difendendo la libertà che noi
costruiremo davvero il « ponte della
bontà », perchè saremo allora più tolleranti gli uni verso gli altri, perchè
rispetteremo di più le opinioni dei nostri avversari, perchè avendo abbandonato dietro di noi tutte le passioni
umane che offuscano il nostro spirito
ci saremo elevati alla superiore dignità di cittadini.
E’ questo l’ideale a cui dobbiamo
tendere e l’augurio migliore che possiamo formulare ricordando la data
del 17 febbraio, sacra alla libertà del
popolo valdese.
____ A. Piltavino
Questo è il messaggio che l’Avv. .4. Pittavino. Consigliere Provinciale, ha inviato ai
Valdesi di Pinerolo in occasione della storica data del 17 Febbraio. Esso contiene
una nota degna d’essere riudita oggi ancora
e da molti. Siamo perciò lieti di pubblicarlo. Red.
Oh parola divina, alta come il firmamento, profonda come l’abisso, più dolce del
miele per colui che crede e ama! Ma spada a due tagli, tuono e lampo, fuoco che
minaccia, distrugge e annienta per colui
che nega e odia.
possibile però ottenere in essi una esecuzione perfetta, data la massa dei cantori e
dato anche il fatto che il tempo per la prova generale è sempre inolto limitato. Per
. questo fatto appunto sarebbe desiderabile
che tutti i cantori si impegnassero in
modo tale da non più tenere gli occhi continuamente abbassati sull’innario e poter
cosi seguire maggiormente il tempo e le
sfumature indicate da chi si agita a volte
invano dinanzi a loro i si sforza nella direzione degli inni*(hc^*^igiàmo forse questo dai bambini delle nostre Scuole Domenicali?).
La scelta degli inni d’insieme è stata buona quest’anno ; canti non troppo astrasi e
ricercati, di buona armonia e facile esecuzione e perciò, se ancora sconosciuti dalle
nostre comtmìtà, facilmente lanciabili nelle nostre assemblee, dove si odono troppo spesso gli stessi inni.
Alternati con l’esecuzione collettiva dei
cinque inni indicati dalla Commissione e
da un pezzo d’organo (Arioso dall’Oratorio del Messia di Handel) molto' ben interpretato dalla sig.ra Bert, sono stati eseguiti i cantici e i cori delle singole Corali.
Molto apprezzati dal pubblico intero i cori: Corale dall’Oratorio di Natale di
Bach, con accompagnamento d’organo
prof. Ferrerò M. (Torino), coro di Pasqua
di Bach (Pomaretto), Ancien Noel polonais (S. Germano), coro di Pasqua di Bost,
da « I Cento Canti » (Pinerolo).
Ci sia permesso ora di fare alcune osservazioni generali e particolari sulle Corali presentatesi. La preparazione è apparsa
ottima sotto tutti gli aspetti: si nota però
in certe Corali uno scarso concorso di voci maschili (eppure nelle nostre Unioni,
in gite organizzate la voce non manca a
nessuno!), ift altre invece sono voci che .si
staccano dalle altre (forse per farsi notare?
Ci auguriamo di no, perchè lo scopo delle
nostre Corali è di fondere le nostre voci
insieme nel canto di lode a Dio), in altre
ancora si notano dei... distratti che non
sempre attaccano e finiscono con gli altri.
Abbiamo ad ogni modo molto goduto nelFascoltare tutta la fioritura di canti e musica, ed abbiamo avuto l’occasione di constatare che le nostre Corali « vivono » e ci
auguriamo che tutte siano « viventi » sempre nelle nostre comunità, portando il loro contributo, non solo nelle grandi occasioni, ma anche nei culti domenicali ed
eventuali riunioni. Ricordiamoci che il
canto sacro è una delle più belle manifestazioni della Chiesa di Cristo per dimostrare l’amore e la devozione verso il suo
Capo spirituale.
La festa si chiude con un saluto ed un
augurio da parte della Commissione del
Canto Sacro (pastore sig. Debély), e le parole conclusive del Vice Moderatore pastore sig. Rostan, il quale propone, tra l’altro,
cbe la Commissione citata, e in particolare
la Corale di Torino che in modo lodevole
si è presentata in questa festa, e che più
delle altre è vicina agli studi della RAI, si
occupi della riproduzione di nuovi dischi
per le nostre trasmissioni domenicali, essendo i vecchi già molto sfruttati. M. T.
A Torre Pelliee
Torre Pelliee ha avuto il privilegio, l’il
corr., di ospitare, per il loro radano annuale le Corali, della Val Pelliee.
Il tempio essendo in riparazione per il
centenario della sua fondazione, la festa si
è svolta nella grande aula della Casa Valdese, gremita come nei giorni di piena sinodale.
Alle ore 15, dopo il benvenuto dato dal
pastore Ayassot, ha la parola il presidente
del Canto sacro, Past. Aìme, che tutti ci
compiacciamo di rivedere fra noi, ristabilito in salute.
Sono presenti aUa festa le Corali di Torre Pelliee, San Giovanni, Angrogna (Centro) e Rorà. Particolarmente e simpaticamente notata quest’nltima che, dopo alcuni
anni di assenza, si presenta di nuovo al
pubblico, avendo, sotto l’esperta direzione
del Sig. Rudy Windsor, organista, superato non poche difficoltà organizzative. L’assenza di alcune Corali pone in evidenza,
una volta ancora il problema, di difficile
soluzione, che consiste nel trovare, nelle
comunità montane, i dirigenti idonei e di
reclutare gli elementi capaci e volonterosi
per le Corali stesse. L’esecuzione degli inni della raccolta italiana e francese, presentati separatamente dalle singole Corali
e di quelli d’insieme, sotto la guida del
Sig. Aime, è stata vivamente elogiata.
Con lodevole maestria, vengono eseguiti,
in fine, dalle quattro corali presenti, i cori
seguenti: Gloria a Gesù vincitor, di Masset (Rorà); Chant de Noel, di Adam de la
Halle, (Angrogna); Il Signor risuscitò, di
Plumhof (S. Giovanni); Christ est ressuscité
di Mayer (Torre Pelliee) sotto la direzione
dei sigg. Windsor, .àime, Albarin e della
signorina Revel.
• Il folto pubblico ha manifestamente gustato tale esecuzione e si è vivamente compiaciuto con i bravi cantori che non si sono risparmiati nelle loro fatiche.
Certo è che quando tutte le Corali, anche quelle più remote, avranne riposto all’aspettativa generale, le nostre Chiese possederanno in esse unrt strumento lifficacissimo all’elevazione del culto pubblico. E’
necessario, però, che tutti si sforzino, sia
pur con le limitate forze di cui possono
disporre, di fare quanto è loro possìbile
in questo senso, senza lasciarsi scoraggiare
da falso pudore. Dal canto suo, il pubblico
delle nostre Chiese seguirà sempre con
simpatia comprensiva qneUo sforzo <• sarà
sempre pronto a incoraggiare i volonterosi
su quella via, purché il nostro canto sacro
sia sempre più l’espressione semplice e
spontanea dei nostri sentimenti religiosi, e
non solo ricerca di virtuosità.
Ci Io cantero all’Eterno, dice il salmista,
perchè m’ha fatto del bene ». In questo
perchè c’è tutto un programma per le nostre corali; c’è, in ogni caso, la loro ragion
d’essere. Arte, si, ma sia, prima di tutto,
il canto, espressione di bisogni spiritnalì,
di riconoscenza a Dio. E. T.
come accadde a quella mercantessa
di porpora di Filippi (Atti 16) oppure si può dire che lo stesso Spirito di Dio ha parlato con il lettore
attraverso la parola della Bibbia.
Se Dio non apre il cuore, noi non
siamo capaci effettivamente di comprendere la parola della Bibbia. Essa ci può apparire interessante, istruttiva, sconcertante, e sta bene: ma
'scuotere il cuore, si che noi diciamo:
« Dio parla con me. Egli stesso con
me stesso », questo lo può la parola
della Scrittura, solo quando sopravvenga lo Spirito Santo. Possiamo dire la stessa cosa di una predica: noi
possiamo ascoltare una bella predica,
anche senza lo Spirito Santo, ma in
tal caso noi non ascoltiamo la Parola
di Dio. La Parola di Dio ci può essere pronunciata da un qualsiasi uomo
lungo la via o in casa, sotto l’azione
dello Spirito Santo.
Ma lo Spirito Santo non parla soltanto. Lo Spirito Santo è una potenza fattrice, è una potenza prodigiosa. Là dove Dio si introduce con il
suo Spirito in una vita, è tempre accompagnato da qualche cosa di miracoloso.
Il primo e probabilmente il più rilevante risultato di questa miracolosa operosità dello Spirto Santo è che
il cuore umano precedentemente inquieto, lacerato, ribelle, si placa.
« Pace con Dio ». Per conto nostro
noi siamo in lotta con Dio e quindi
con gli uomini. La cosa più meravigliosa che possa essere realizzata in
un uomo nella sua vita terrena è che
egli sia restituito all’ordine con Dio.
Donde una seconda immancabile
conseguenza: la gioia. Molti uomini
ritengono di credere in Dio, ma essi
si rivelano cosi turbati nel corso della loro vita da non apparire diversi
dai molti che non credono. C’è qui
evidentemente un abbaglio. Chi veramente ha incontrato Dio, chi ha
inteso Dio parlargli e dirgli ; « Tu sei
mio figlio », costui evidentemente
non può essere più di cattivo umore,
perchè in lui è sgorgata ima grande
gioia, che non conosce più fine. Essa
può essere ricoperta di cenere, ma
non può essere più spenta.
Il terzo risultato è l’amore: cioè
l’apertura dell’anima verso gli altri
uomini. Finché noi non siamo nell’amore, l’altro è per noi sempre uno
straniero. Noi siamo chiusi per lui ed
egli ci è estraneo.
Noi usiamo dire: sono così. Come
tu non puoi trasformare una mela in
pera, così tu non puoi trasformare
il carattere di un individuo. Ma si
che lo può Colui che ha fatto e le
mele e le pere, il Creatore! Ed Egli
lo fa. Per questo la Bibbia è satura
del messaggio della rinascita. « Se
uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate,
ecco sono diventate nuove ».
Questo è il prodigio dello Spirito
Santo.
« Se voi che .siete malvagi, sapete
dare buoni doni ai vostri figliuoli,
quanto più il vostro Padre Celeste
donerà lo Spirito Santo a coloro che
glielo domandano » (Luca 11: 13).
E. Brunner da « La nostra fede ».
Voi che fate U male e non volete perdonare le offese, perchè non temete il luogo
ove finirete fra il pianto e lo stridar dei
denti, come Gesù vi ha tante volte uwertùlo? Poiché non volete essere salvati. Egli
per causa del Ubero arbitrio, non può soivarvi, benché Egli lo voglia tanto per l’immenso suo amore. F. M.
2
2 —
Facciamo il pùnto
Sui « lavori del Sinodo » varie pergeñe hanno già formulato il loro pensiero ed il giornale lo ha pubblicato
volentieri come contributo allo studio di un problema di interesse collettivo e, diciamolo pure, di particolare importanza. E’ innègabile che
uno stato di disagio esiste in questo
campo ed è andato accentuandosi in
questi ultimi ultimi anni, probabilmente per motivi di indole varia.
E’ dimque stato bene che il problema fosse additato all’attenzione
del pubblico e, per quanto ci riguarda, siamo disposti a mantenere aperta la discussione nella speranza che
essa costituisca un valido aiuto alla
soluzione delle difficoltà ora esistenti.
♦ ■
Le proposte fatte fino ad ora contengono talvolta dei punti di vista
identici, tal’altra volta totalmente
nuovi. L’articolo di Gustavo Ribet
accennava sopratutto ad una riforma procedurale (decentramento della massa di lavoro attualmente concentrata nelle giornate sinodali, divisione dei membri del Sinodo in varie commissioni, funzionamento dell’ufficio di presidenza ecc. ecc.);
mentre l’articolo di Emilio Corsani,
ben rilevando il presente disagio,
sottolineava alcuni aspetti di carattere amministrativo e morale (ecces. siva lunghezza delle relazioni delle
Commissioni esaminatrici, maggiore
disciplinatezza nei membri del Sinodo, il buon esempio che deve partire prima di tutto dai pastori ecc.
ecc.): quella disciplinatezza che,
molte volte ed ingiustamente, è qualificata come una forma di autoritarismo nella chiesa, mentre invece e
assoluta condizione per un lavoro
serio, redditizio-, mantenuto nei giusti limiti di tempo e con il concorso
di tutti. In questo caso la disciplina,
invece di essere autoritarismo, diviene collaborazione volonterosa,
consapevolmente accettata nelFinteresse collettivo.
Alcune delle proposte fatte non
dovrebbero essere di difficile attuazione anche quest’anno, senza modificare sostanzialmente l’ordine dei
lavori. La creazione delle commissioni, per quanto utile sotto molti
aspetti, ci lascia più pensosi. Nei nostro piccolo Sinodo non dovremmo
forse preoccuparci di imitare la procedura dei grandi Congressi o addirittura del Parlamento; ma piuttosto quella di altri Sinodi (per es.
quelli deUe Chiese Riformate di
Francia, di Svizzera, di Scozia e di
Inghilterra) dove alcune commissioni permanenti (Evangelizzazione,
Missione, Finanze ecc. ecc.) riferiscono per mezzo del loro Presidente
sui fatti sostanziali dell’almo ecclesiastico, lasciando poi un po’ di tempo ad argomenti di carattere secondario o alle interrogazioni. Il fatto
che, da noi, c’è una sola Commissione Esaminatrice di tutto l’operato
della Tavola fa sì che la Commissioae stessa creda di dover riferire su
tutto, ridicendo ogni anno su vari
problemi le stesse, identiche cose,
con. enfasi maggiore o minore.
Cplpisce il fatto che, mentre in
quasi tutti i Sinodi delle Chiese Riformate (per non parlare che di
quelle a noi più vicine) si conosce in
precedenza l’ordine ed il contenuto
dei lavori, con assegnazione del tempo alle Commissioni incaricate di riferire, da noi il Sinodo ha tendenza
ad allungarsi (mentre dovrebbe essere più breve) e, come ben dice il
Corsani, spesse volte in un’atmosfera di « confusione, di intralcio e di
perdita di tempo ».
♦
A questo punto bisognerebbe parlare della proposta De Nicola, pubblicata in questa stessa pagina: una
proposta che ha del buono, indubbiamente, m3 che amplifica i termini della discussione e coinvolge la
struttura di tutto il nostro ordinamento ecclesiastico. 11 suo stesso concetto di « chiesa » ci farebbe scivolare facilmente da un ordinamento
presbiteriano verso il congregazionalismo. E forse bisognerebbe che ci
attenessimo per ora all’argomento in
discussione.
Nondimeno, afferma De Nicola, il
problema dei lavori del Sinodo è
connesso a quello di una -iforma
dell’ordinamento ecclesiastico. Perchè? Per il fatto, per es., che le Con
ferenze Distrettuali o Regionali, se
non fossero contenute in un solo
giorno, potrebbero e dovrebbero sviscerare varie questioni generalmente demandate al Sinodo e che sono
invece di competenza del Distretto.
C’è del vero, a parer nòstro, in
questa obbiezione. Il Sinodo è generalmente troppo carico o lo si rende
troppo carico col divagare su ogni
questione ecclesiastica. Le Conferenze dovrebbero servire ad api»rofondire i problemi; al Sinodo dovrebbero giungere le risultanze, cosi come abbiam visto fare al Sinodo della
Chiesa Riformata di Francia nella
complessa questione del battesimo.
Ci stiamo anche chiedendo se non
potremmo uniformarci a quanto avviene dovunque all’estero ed avere
il nostro Sinodo alla fine dell’anno
ecclesiastieo, a chiusura cioè delle
H discorso andrebbe per le lunghe
e, forse, qpialcun’altro avrà anche
qualcosa di utile da dire. Non ci nascondiamo il fatto che la nostra Chiesa, in molti suoi organi direttivi,
(Conmstori o ConsigU di Chiesa presieduti dai Pastori, Commissioni Distrettuali, Tavola) riconosce ai pastori una funzione direttiva o amministrativa che si esprime anche in un
rapporto di « maggioranza» di fronte ai laici. Non intendiamo parlare,
a questo proposito, nè di un ingiustificato ed inesistente clericalismo
nè della altrettanto ingiustificaia asserzione che soltanto i nostri fratelli
laici hanno il bernoccolo della organizzazione e della amministrazione.
Nella nostra Chiesa ci sono stati, grazie a Dio, degli esempi di pastori e
di laici buoni e fedeli amministratori; e, se non è sempre stato cosi,
non è il caso di insistere troppo su
di una tale divisione con criterio puramente amministrativo. Rimane però il fatto che, all’estero, dei Consi
di una volta all’anno, e non necessariamen
te strangolando le sue sedute in un solo
giorno, dovrebbe trattare tutte le questioni
inerenti all’attività reciproca delle chiese
vicine.
In connessione con un’idea generale sul
l’attività ecclesiastica nel seno di ogni Re
gione, che potrà essere trattata in altra oc
casione, il Sinodo regionale dovrebbe or
ganizaare, nell’interesse comune, la predi
razione dell’Evangelo nel rispettivo terri
torio, tendendo ad ottenere il massimo ri
sultato pur con mezzi ristretti; e perciò pu
re, sia detto di passata, la riunione delle
chiese in Regioni dovrebbe essere fatta in
modo vin po’ diverso da quello che ora a
presenta. Anche di questo si potrà parlar
in seguito.
Sinodo
e Tavola Valdese
Ogni Sinodo regionale, poi, nominerebbe i suoi delegati al Sinodo generale, anche questi in proporzione del numero complessivo dei membri comunicanti delle
chiese rappresentate: per esempio, uii de
r
1 LAVORI DEL SINODO
attività e dei conti, con un bilancio
morale e finanziario; alcune difficoltà di carattere pratico (disponibilità
dei delegati ecc.) potrebbero essere
facilmente superate, col vantaggio di
avere un bilancio più aderenti alla
realtà,, la possibilità di effettuare i
traslochi in estate e di riprendere
l’attività regolare prima del solito in
certe chiese, oltre ad un tempo di
maggiore libertà personale in estate.
La Conferenza Distrettuale più importante dovrebbe aver luogo all’inizio dell’autunno per l’impostazione del campo di lavoro nel Distretto
e per lo studio o l’applicazione delle
decisioni Sinodali.
Crediamo che, senza voler fare
delle grandi innovazioni per rivoluzionare tutto un passato, anche in
questo settore della vita della Chiesa
si potrebbero recare alcune modifiche atte a dare aU’attività ecclesiastica maggiore aderenza alla realtà,
senza temere di uscire dalla cc routine » di un rigido conformismo ormai tradizionale.
♦
Rimane il problema della composizione del Sinodo nella sua partecipazione laica (non tema il De Nicola di adoperar questo termine almeno per esigenze di carattere pratico!)
gli di chiesa sono presieduti talvolta
da laici e così pure il supremo organo esecutivo della Chiesa nel suo insieme: il Consiglio Sinodale. Non è
detto che, in tutto, noi si debba guardare alle Chiese estere; anzi è bene
che conserviamo la nostra fisionomia
spirituale ed ecclesiastica; ma non
cadrebbe il mondo, se un Concistoro
o la Commissione Distrettuale fosse
presieduta da un fratello laico, un
fratello cristiano, s’intende, capace
di impegnarsi con Cristo e per il
servizio di Cristo.
putato ogni 200 membri, più i pastori.
Cesserebbe così l’assurdo uso di mandare
un numero di deputati « laici » uguale al
numero dei pastori, quasi che si trattasse
di due forze pericolose che dovessero neutralizzarsi a vicenda, mentre dovrebbe sparire ogni distinzione fra « laici » e pastori,
distinzione di carattere razionalistico che
non si trova nel Nuovo Testamento. Il Si
nodo generale, così composto, tratterebbe
soltanto gli argomenti di carattere generale di tutta la « Confederazione valdese n,
e potrebbe utilmente dividersi in Commissioni, come propone giustamente il Ribet, rimaenndo ben distinti dai regolamenti, una volta per tutte, gli argomenti che
possono essere definiti in sede di commissione da quelli sui quali debba necessariamente deliberare il Sinodo intero.
Fra una sessione e l’altra del Sinodo generale rimarrebbe in funzione la Tavola,
per la quale mi sembra si possa utilmente
tornare alla forma primitiva, e cioè componendola con tre pastori e due laici se
si vuol continuare in questa distinzione;
ma io preferirei cinque membri comunque eletti — salvo a far partecipare alle
sue sedute i presidenti delle Commissioni
regionali, che conserverei nella loro forma presente, o parte di essi, secondo la
estensione delle questioni trattate.
Il Sinodo generale potrebbe riunirsi
come adesso, una volta all’anno, nella stagione ritenuta più adatta; ed a questa riunione dovrebbero seguire, quasi immediatamente, quelle dei Sinodi regionali, nelle
quali dovrebbe essere organizzato il lavoro
evangelistico nella Regione, Un’altra riunione, almeno, i Sinodi regionali dovrebbero tener prima del Sinodo generale, per
eleggere i loro deputaci a questo e per formulare la relazione sul lavoro svolto. Parecchie altre riforme dovrebbero essere portate, come dicevo in principio, ai nostri ordinamenti; e per tutte è necessaria la convocazione di un Sinodo costituente che dovrebbe riunirsi al più presto, senza limitazione di tempo, per poter svolgere un lavoro utile e definitivo, mirante a porre gli
ordinamenti delle nostre chiese in armonia
sempre più compiuta con la Parola di Dio,
dalla quale ogni attività della Chiesa deve
essere diretta. Lino dc Nicoltt
Si parla troppo!
La discussione è dunque aperta.
Mentre scriviamo-ci giungono gli articoli di Gustavo Comba e di A.
Giampiccoli che pubblichiamo. Il
Comba dice: « Ritengo che di pari
passò con la procedura sia necessaria
una certa riforma morale e spirituale ». E’ bene , t^e iquesta nota sia
fatta vibrare nella speranza che sia
anche udita.
Ameremmo conoscere il parere di
qualche Valdesè‘delle Valli. Vorranno essi, i rappresentanti delle vecchie chiese e delle più numerose, lasciar cadere nel ' silenzio questo argomento che pure li riguarda? Non
sarebbe buon segno.
Ermanno Rostan
Una riforma radicale
Le considerazioni di Gustavo Ribei, pubblicate nel n. 9 dell’Eco &u questo argomento, sono molto interessanti e tempestive. E’ infatti necessario procedere ad una
riforma radicale dei nostri istituti direttivi
e di tutto l’ordinamento della nostra denominazione — come ho avuto occasione di
dire altra volta, non mi sento di dare il nome di chiesa all’organismo costituito dalle
congregazioni locali, perchè secondo la
Scrittura queste sole hanno diritto a portarlo nell’ordinamento terreno, ed il Sinodo del 1839 ha fatto molto male ad introdurre questa variante alla buona regola stabilita dai nostri padri. Per l’insieme delle
chiese, o parrocchie, locali mi piacerebbe
fosse assunto il termine adoperato dal buon
pastore Amedeo Bert di «Confederazione
valdese ». E questa potrebbe essere la prima riforma, più importante di ()uello che
può sembrare, perchè vorrebbe significare
una maggior fedeltà alle Scritture .tn-hc
negli argomenti formali.
Veramente l’esigen/a fondamentale sarebbe quella di ridare alle chiese il senso
della loro autorità intera su tutte le questioni che riguardano la loro vita. Il Cristo,
Signore vivente e presente della Chiesa,
che vuole manifestare la Sua azione sovrana nel mondo attraverso le frazioni della
Sua Chiesa universale che sono le chiese
locali, è realmente presente nelle loro adunanze, se sono tenute secondo la Sua Parola, e le ispira direttamente attraverso le
rivelazioni che dà ora ad uno o. a all altro
dei loro membri. La chiesa locale è (|uindi
l’organo naturale, supremo e diretto, della
volontà di Dio nel mondo, e può e deve da
sola risolvere tutti i problemi e decidere
tutte le controversie, parlaiido in modo infallibile in nome del Signore che è presente in essa, se è una vera chiesa. Ma poiché,
qui ed ora, le necessità del tempo e dello
spazio hanno ancora potere sul corpo non
ancora glorificato della Chiesa, è necessario
con mezzi umani supplire alle deficienze,
che ne derivano, prima fra tutte quella di
non potere tutti i membri della Chiesa convenire materialmente nello stesso luogo.
L’organizzazione
distrettuale
S’impone quindi la necessità di organi
che, senza essere in sè superiori alle chiese,
ne ricevano per un tempo una parte dell’autorità, per motivi e su argomenti ben definiti, e possano su essi deliberare in nome
delle chiese. E’ naturale quindi che questi
organi siano composti da rappresentanti liberamente, cioè sotto l’ispirazione del Signore, eletti da ogni singola chiesa, e, come pare giusto, in proporzione al numero
dei suoi membri. Questi organismi non
dovrebbero essere troppo| numerosi, per
evitare gl’inconvenienti rilevati anche dal
fratello Ribet; e, d’altra parte, taluni argomenti possono interessare solo una parte
delle chiese, mentre altri sono d’interesse
generale.
Proporrei quindi che fosse conservato il
presente istituto dei Distretti, e concordo
pienamente sulla necessità che ad essi venga
attribuita una funzione più alta che non
sia al presente. Ogni gruppo di chiese vicine dovrebbe perciò costituire un Distretto, che avrebbe come organo espressivo
una Conferenza, o Sinodo distrettuale o
regionale.
Al Sinodo regionale sarebbero deputati
da ciascuna chiesa alcuni suoi membri, in
proporzione al numero dei comunicanti :
per esempio, due per le chiese che contassero fino a 300 membri, tre per quelle che
ne avessero da 300 a 1.000, quattro per
quelle che superassero i 1.000. I xjastori,
naturalmente, interverrebbero tutti, ed il
Sinodo regionale, che dovrebbe riunirsi più
Ho letto con molto interessa gli articoli di G. Ribet ed E. Corsani. Mi
permetto di interloquire sull’argomento. Per il buon procedimento del Sinodo credo che quello che bisogna
combattere sopra tutto è la logomachia. Mi pare che si potrebbe ottenere
lo scopo istituendo la regola che nessuno possa prendere la parola se non
si è precedentemente iscritto presso
l’ufficio di presidenza. Prendiamo ad
esempio l’argomento principale del Sinodo : l’operato della Tavola. Ogni
membro del Sinodo ha a propria disposizione la relazione della Tavola.
La legge, la studia (chi sa quanti lo
fanno tempestivamente?), si annota
gli argomenti sui quali ha qualche cosa da dire e si iscrive per parlare su
tali argomenti. Se uno non si è iscritto, non può parlare. A ehi parla potrà
rispondere il Moderatore o il Presidente della Commissione d’esame.
Cosi per gli altri argomenti aiTordine del giorno. Le commissioni ad referendum dovrebbero sempre far stampare le loro relazioni. I membri del
Sinodo ne prendano visione ed eventualmente si iscrivano per parlare sull’uno o sull’altro argomento prima che
le relazioni vengano in discussione. Il
fattc> di doversi iscrivere per avere diritto di parlare credo che molto frenerebbe la logomachia cui ho accennato
sopra.
Il Sig. G. Ribet si augura l’istituzione di commissioni che trattino hi
separata sede alcuni argomenti e ne
riferiscano in seduta plenaria, ma egl
stesso comprende la difficoltà per dare
esecuzione pratica alla sua idea. D'altra parte mi permetto di ricordare che
queste commissioni esistono già... soltanto non funzionano. Voglio diro che
le Conferenze Distrettuali dovrebbero
(.‘ssere quelle che studiano taluni argomenti e ne riferiscono al Sinodo il
quale dovrebbe semplicemente prender atto delle decisioni prese dalie singole Conferenze Distrettuali. Mi spiego con un esempio : Alla conferenza
distrettuale del 1® Distretto dovrebbe
essere demandata la relazione della
Ciov e la relazione della relativa commissione d’esame : il Sinodo nei suoi
atti dovrebbe iscrivere le deliberazioni prese al riguardo dalla Conferenza
Distrettuale.
Un altro punto da studiare m separata sede ossia a mezzo delle Conferenze Distrettuali è quello dell’Evangelizzazione. Il Sinodo scorso ha esaminato e discusso lungamente la questione risolvendola con un deliberato
che esorbitava dal proprio compito legislativo per entrare in quello esecutivo, vale a dire deliberando che sia consacrato in quest’anno un milione per
l'opera di evangelizzazione. Ma questo
studio del nostro lavoro d’evangelizzazione è meglio che sia fatto da chi...
deve fare l’evangelizzazione, senza tanti discorsi. Si valorizzino le Conferenze Distrettuali e le relative commissioni esecutive; si stabilisca ad asem-^
pio ohe il 5 O 6% delle contribuzioni
delle singole Chiese siano- naosse a diposizione delle Commissioni iJistrettuali, d’accordo con le singole conferenze ed il problema deU’Evangelizzazione potrà essere studiato credo
meglio e con risultati più pratici che
non con lunghi discorsi davanti all Assemblea Sinodale ed al pubblico più
0 meno interessato.
Guardando al passato trovo che spesse volte l’operato del Consiglio della
Facoltà di Teologia viene soffocato dalle questioni impellenti dell’operato
della Tavola e da altre questioni pure
alio studio del Sinodo. Ed è un peccato, perchè la Facoltà di Teologia non
dovrebbe essere così sacrificata. Ritengo che l’esame del suo operato dovrebbe essere abbinato ad una riunione
non tanto di relatori del campo deU'.Kvangelizzazione quanto ad un appello
specialmente dedicato ai giovani; ed
una serata dedicata alla Scuola di Teologia ed ai giovani dovrebbe essere
proficua e lasciar così più tempo al Sinodo di discutere gli argomenti all’ordine del giorno. Anche in questo caso
i deliberata presi in tale serata dovrebbero essere semplicemente ripetuti ni
seduta plenaria del Sinodo e iscritti ne
gli atti relativi.
A. Giampiccoli
AttMlità del problema
Caro Direttore»
Considero di estremo interesse Viniziativa di Gustavo Ribet, sia per la sua tempestività, sia per la sua costruttività.
Due volte, durante gli ultimi anni, ho
segnalato la necessità che sui lavori del Sinodo, su quello che è stato fatto e su quello che converrà fare si pensi e possibilmente sia aperto un dibattito tempestivo,
in modo che a coloro che saranno chiamati
a prendervi parte e ne abbiano la buona
volontà, sia dato di farsi una preparazione.
A questa necessità risponde la tempestiva iniziativa di Gustavo Ribet.
La costruttività della proposta è poi eccellente, poiché suggerisce un piano pratico, che ha fatto le sue prove in tanti campi, e particolarmente in congressi estremamente complessi e numerosi, che sono riusciti così nel breve termine di tempo nel
quale necessariamente devono operare, a
portare a buon fine i loro lavori.
Bisogna ora pensare a quello che si deve
fare perchè questa riforma riesca. Non sto
a ripetere che la tempestività della prò
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L'ECO DELLE VAlLÌ VaLDESI
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posta è già un apporto positivo. Il cambiamento nelVordine dei lavori effettuato lo
scorso anno, nella sua applicazione fu improvvisato, anche se pensato da tempo.
Poiché certo molte altre persone vorranno interloquire, non sto ad esaminfire tutti gli aspetti della questione, ma uno solo.
Ritengo che di pari passo con la procedura sia necessaria una certa riforma mo *
rale o spirituale. Mi riferisco al concetto
di Assemblea Sovrana, che si sente menzionare in Sinodo con molta frequenza, e
quanto alla sovranità con eccessivo riavvicinamento a quelVattributo della sovranità che è il comandare, il potere. QuesPultimo, come accenna Rihet, da assembleare
tende a diventare personale e ad afcenirarsi su di un limitato numero di persone.
Nell attuale forma di discussione questo e
forse inevitabile, pur col grave inconveniente che i **leaders** si sentono (o crerlono di sentirsi) nella necessità di dover
essere competenti e quindi d"interloquire
su ogni questione.
Occorre dunque che il concetto di sovranità si traduca, specialmente nello spirito e nella mente dei meglio qualificati,
in concetto di Servizio : ricerca della possibilità che le mie idee possano servire agli
altri, anziché ricerca della possibdità che
gh altri possano seguire le mie idee.
Per quanto scettico. Beniamino Franklin,
quando le sedute della costituente divennero troppo burrascose, chiese che Vassemblea si raccogliesse in preghiera prima di
ogni discussione, affinché davanti a Dio
ognuno sentisse la necessità di combattere
il proprio orgoglio.
La discussione per ”commissioni*' aiuterà moltissimo, e sarà molto aiutata dalla
idea del **servizio**.
Nella pratica bisognerà ancora trovare
qualche procedura perchè Fattuale prassi
delle repliche e delle controrepliche non
si riprcsenti in sede di dssemblea plenaria.
A questo proposito Fazione di chi presiede è importante, ma non basta, .^nni fa
proposi che ognuno che lo voglia possa
parlare solo una volta su ogni argomento.
Ognuno si prepari, e allora dirà tutto quello che ha da dire, e le commissioni interessate o Famministrazione risponda q tutti in una volta. Anche quésta è una prassi
acquisita in molte assemblee. Se noti si dirà tutto, pazienza o... tanto meglio. Si eviteranno le cose inutili o quanto meno secondarie, e si parlerà delle più importanti,
il che, salvo errore **erat in votis**.
Cordialmente. Gustavo Comba
Un saluto
Domenica mattina e pomeriggio, a piccoli gruppi, noncuranti del cattivo tempo,
alcune diecine di persone salivano fino al
Roc di Prarostino, per porgere a Suor Melania Cardon, ora in attività a Milano, i
loro sentimenti di riconoscenza per il bene compiuto durante i suoi ventiquattro
anni all’Ospedale Valdese di Torre Pellice.
Fra le persone presenti, neU’intimità della l'esticciuola, il Sig. F. Bounous come
amico ba elogiato l’opera feconda e cristiana di Suor Melania, compiuta con spirito
di sacrificio a favore di quanti avevano bisogno di cure e le ha augurato ogni bene
nella nuova sua missione.
Brevemente ha preso la parola il Dott.
Prearo, ricordando il bene fatto .ii partigiani nel triste periodo della guerra in
montagna ed altre prove della sua grande
generosità- A nome dei presenti e degli
assenti che non possono dimenticare quan'
to Suor Melania ha fatto, offriva un bel
l’orologio d’oro, ricavo delle offerte ricc
vate, e un memoriale in cuoio 3on atte
stato d’infinite firme ¿1 simpatia e ricono
scenza. ‘
Con un nodo alla gela, la suora molto
commossa di questa dimostrazione di simpatia, ringraziava di onore, i presenti e gli
assenti.
Un grazie di cuore ài sigg. Bracco (orologeria), Sig.na Olga Jouve, Sig.ra Toia,
Sig. A. Frache, Sig. L. Pizzardi, per la
loro generosa partecipazione all’iniziativa,
ai Sigg. Lorenzino Albino per le deliziose
e saporite torte, ed infine a tutte le persone che con offerte, scritti e fiori hanno con.
tribuito a creare una lieta giornata di solidale simpatia e riconoscenza, augurando
a Suor Melania ogni bene.
E. G.
Voce delle comunità
Francobolli valdesi
F. U. V.
Convegno sportivo
di primavera
Pinerolo, 2 giugno 1952
PROGRAMMA
8.10: Aperiura. 8.30: Inizio delie gare.
12-14: Intervallo per la colazione.
17.15: Cer ìmonia conclusiva: premiazione
e saluti.
Al mattino saranno condotte a termine
le gare, aperte a tutti. Come è noto sì tratta di cinque gare di atletica leggera, corsa
piana m, 80 e m. 1200, staffetta 3x350, salto in alto e lancio del peso e dei due tornei a coppie di bocce e di ping-pong.
Caleidoscopio, il programma ricreativo
vario, proseguirà nel pomeriggio ad esso
csclusivamente riservato.
Ricchi premi, sia per le gare che per
« caleidoscopio », vi attendono.
I particolari li potete trovare sui volantini inviati da tempo alle Unioni.
Da qualche tempo, le emissioni di francobolli tipicamente cattolici non nono più
sole a ricordare fatti, avvenimenti e uomini della religione cristiana (o adiacente).
Anche il mondo e la vita del protestantesimo fa capolino, con emissioni di caratteristica ispirazione evangelica, c di intonazione « liberale », come ne fan fede quel
recente francobollo della Sarre, con le effigi di Lutero e di Calvino, o quello del Brasile, raffigurante le carta geografica di quel
paese, sulla quale una mano stende ed offre la Bibbia, simbolo eloquente, nelVanniversarlo della Società biblica per il Brasile,
della vera e propria marea di conversioni
alFEvangelo, che ogni anno si registra Laggiù — si parla di diecine di migliaia di convertiti, provenienti dal caltolicesimoi
Ultima venuta, e certo per noi fra le più
interessanti, è ora una serietta di valori, sui
quali appaiono i legni caralierislici — Oiealemeno! — del Valdismo.
Trattasi di una emissione sudajricqntl del
1949, destinala a commemorare il centenario dell’arrivo dei pionieri che colotiizzarpuq il Sud Africa e che, com’e noto, erano
ugonotti. Tra questi esuli erano dei protestanti di Francia, di Olanda, qualche tedesco, e dei Valdesi italiani.
Due dei valori della emissione, cui ci riferiamo, ricordano l’immigrazione l'aldese
in Africa meridionale. Uno dei due è un
trittico, al cui centro troneggia il carutiPristico candeliere valdese, posto, secondo l’uso invalso modernamente, sopra la Bibbia.
Ma la luce viene, giustamente, dal cero acceso. Non vi sono le sette stelle (o le tredici stelle, secondo l antico affresco di Pra7 ostino), ma, al loro posto, tutt’intorno, le
punte degli scudi iricligeni, disposti a raggera, in doppia fila. Non sappiamo se Vallegorìa ri riferisca all’omaggio indigeno tributato alla civiltà (raffigurabile nella luce),
o ad un’allusiqne di indipendenza locale...
La Bibbia aperta vuol essere comunque
simbolo di pace e di fraternità.
Al lato del candeliere, è raffigurala una
donna in cuffia Valdese. L’equivoco non è
possibile. Chi ha sottomano l’incisione riprodotta nel volume del Léger (e creata a
Leiden, in Olanda) non può non riscontrarne la stretta parentela, tanto più notevole,
in quanto, appunto, è facile che quell’immagine olandese fosse familiare ai pionieri
boeri, ossiano olandesi essi stessi. Evidentemente, il creatore del bozzetto filatelico
ha avuto presente <f^e incisioni prokve
nienti da quella fonte^
Resta l’altro valore : ‘ esso rappresenta un
quadrato carro dei primi pionieri, in marcia verso le fertili terre del sud. Da un lato, presso ad un albero, in maniera ancora
più evidente che nell’altro francobolLo, è di
nuovo una donna, con la cuffia valdese.
Essa sostiene con le br'accia un agnello, ed
è in atto di restituirlo al gregge, schieratole
non lontano. Filatelico
Bambini al mare
Il vostro bambino ha bisogno di
mare? Volete per lui un ambiente
sano ed evangelico?
La Cam Valdese di Vallecrosia (da
non confondere con la Casa Valdese
di Borgio Verezzi i cui turni balneari sono stati annunziati nell’ultimo
numero del giornale) vi offre le seguenti possibilità :
1 giugno - 28 giugìUK 15 posti per
bambine dai 6 ài 14 anni:
2 luglio - 30 luglio : 35 posti per bam
bine dai 6 ai 14 anni;
3 agosto - 31 agostft: 35 posti per
bambini dai 6 m 14 anni.
Per il turno intero, quota giornaliera di L. 600.
Per meno di 20 giorni, L. 650. Non
si accettano ospiti per meno di 2 settimane. All’atto dell’iscrizione versare la terza parte. della quota complessiva. Viaggi, vestiario e cure mediche straordinarie a carico della famiglia.
I bambini devono giungere muniti
dei seguenti certificati; vaccinazione
antivaiolosa, antidifterica, attestato
del medico dichiarante che nel Comune di provenienza non esistono
casi di malattie contagiose.
Per informazioni ed iscrizioni:
Pastore Luigi Santini - Casa Valdese
di Vallecrosia (Imperia).
Tempio (del Ciabas
I Culti quindicinali alle ore 15 (tre poni.)
avranno luogo nelle seguenti prossime domeniche.
25 Maggio: in italiano;
8 Giugno {ottava di Pentecoste): con Santa
Cena, in francese.
22 Giugno: in italiano.
Angrogna ( Capoluogo )
Nél corso dell’Assemblea di Chiesa che
ha avuto luogo durante il culto del 27
aprile la nostra Comunità ha udito la lettura della relazione del Concistoro sull’attività ecclesiastica svolta durante l’anno
1951-52. Si è inoltre deciso di continuare
i lavori della nostra nuova sala di attività.
Nel corso della medesima assemblea veniva eletto alla unanimità quale nuovo anziano per il quartiere dei Pons il nostro
fratello Bertin Luigi delle Sonagliene. Il
Signore gli conceda la sua grazia onde poter efficacemente svolgere il suo ministero
nel quartiere affidato alle sue cure. Il nuovo Anziano è stato insediato nel corso del
nostro culto dell’ll maggio.
Il nostro Bazar ha avuto un buon successo e ringraziamo ancora vivamente tutte le
persone che hanno collahorato in vario modo alla sua riuscita ed i generosi donatori.
La Chiesa ha nominato: quali suoi delegati alla Conferenza Distrettuale: Malan
Alfredo (Pons) e Pons Stefano (Bric); quale suo delegato al Sinodo: l’Anziano sig.
Luigi Malan (Ciabas). e.
dall aw. Ettore Serafino. Grazie a questi
fratelli in fede per il loro aiuto.
— La Chiesa sarà rappresentata alla Conferenza Distrettuale dai seguenti delegati:
Anziano Luigi Serafino, Fornerone Valdo,
Garro Beniamino.
Il giorno di Pentecoste, il culto avrà
anche luogo a S. Secondo alle ore 8 del
mattino con la celebrazione della S. Cena.
Villar Pellice
Bobbio Pellice
In questi ultimi tempi abbiamo accompagnato al campo del riposo: il 24 aprile,
Meyron Davide, degli Arbaud, dipanai 84.
La sua dipartenza è avvenuta in modo calmo e sereno; il 28 dello stesso mese, Geymonat Maria, dei Cortili, di anni 68. Per
diversi anni insegnante al nostro Asilo Infantile, essa si fece amare dai bimbi e da
tutti quelli che la conobbero per la sua
umiltà e la sua forte fede; ¡1 16 c. m. Rostagnol Giovanni Daniele, degli Eissart, di
anni 82. Con lui scompare una delle più
belle figure di credente. Egli potè ripetere
con l’apostolo Paolo; c( Ho combattuto il
buon combattimento ».
Alle famiglie afflitte rinnoviamo l’espressione della nostra simpatia cristiana.
11 lo maggio è stato creato un nuovo focolare da Cairus Davide (Cairus) e Rostagnol Maria (Rostagnol) che si sono uniti
in matrimonio nel nostro tempio. Auguriamo agli sposi gioia e benedizione dal Signore.
Il 27 aprile abbiamo ricevuto la gradita
visita delle mamme di Pramollo, accompagnate dal loro pastore. Serbiamo, di quel
giorno, un caro ricordo.
Domenica 11 maggio, le nostre mamme
hanno fatto una bella gita. Dopo aver visitato Avigliana e Sestriere, sono state accolte fraternamente dalle mamme di Pomaretto, alle quali diciamo ancora il nostro
grazie.
NeU’assenza del Pastore, il culto della
domenica 11 maggio è stato presieduto dal
Sig. E. Paschetto. Lo ringraziamo per il
suo messaggio.
Tre nuovi focolari domestici sono stati
fondati nella nostra parrocchia:
Il 3 maggio: Bertinat Alberto Paolo con
Bouissa Ivonne, entrambi del quartiere del
Centro.
Il 10 maggio (mattino): Rosti Ercole con
Long Maria. Lo sposo è nn simpatizzante
della nostra Chiesa di Aosta e la sposa è
Villarese.
Il 10 maggio (pomeriggio) : Berton Paolo con Rosani Ernestina. Entrambi del
quartiere dell’Inverso.
Tre feste nuziali che hanno saputo unire
ogni volta la gioia con la dignità e con la
sobrietà, e dove i numerosi parenti ed
amici accorsi, i fiori spesi con profusione
per adornare il tempio e tutti i piccoli
dettagli delle ^ostre care vecchie tradizioni valdesi, han fatto bella corona alla cerimonia celebrata nel tempio, con le solenni promesse degli sposi e con la predicazione della Parola di Dio.
Gli sposi Rosti-Long sono partiti per
Aosta ove vanno ad ingrossare i ranghi di
quella nostra comunità.
Gli sposi Bertinat-Bouissa e Berton Rosani invece, rimangono tra noi, per rafforzare la nostra compagine e darci — lo auguriamo sinceramente — un esempio di
vita famigliare sempre nobile ed edificante.
Abbiamo partecipato con tutto il cuore
alla gioia di questi cari giovani fratelli e
con tutto il cuore altresì abbiamo invocato
sulla loro unione le benedizioni del Signore.
Villasecca
Pinerolo
Un culto dedicato alla « famiglia cristiana » è stato celebrato domenica 11 Maggio,
alla presenza di una bella assemblea e delle
due Scuole Domenicali. Nel pomeriggio,
l’Unione Cadetta femminile ha offerto alle
due Unioni delle Madri di Pinerolo e i:an
Secondo un trattenimento molto piacevole.
e cordiale, che ha lasciato in tutti un ottimo ricordo ed è stato al tempo stesso una
manifestazione di riconoscente affetto.
— Il « bazar")) a favore della Chiesa, accuratamente preparato dall’Unione femminile di Pinerolo, si è svolto nel pomeriggio del 18 corrente e si è rivelato ancora
una volta utile a varie necessità con il suo
buon risultato finanziario. La sera, la gioventù è stata presente con un programma
di canti, musica e recife; le persone che
hanno popolato la sala hanno trascorso una
piacevole serata in quell’atmosfera di fraterna convivenza che fa del bene. A quanti
in vario modo hanno collaborato, un sincero ringraziamento.
— Nell’assenza del Pastore, il culto dell’Ascensione sarà presieduto dal Past. em.
Arnaldo Comba e quello del 25 corrente
Il giorno di Pasqua fecero la loro Prima
Comunione i seguenti catecumeni confermati il dì delle Palme: Berteechio Alma,
Clot Varizia Zita, Peyronel Emilia, Tron
Alma; Viglielmo Lina, Bounous Severino;
Giacomino Emilio, Guglielmet Attilio ,Guglielmet Guido, Micol Edmondo, Peyret
Emilio, Peyronel Silvio, Peyrot Elio.
Sono stati ultimamente battezzati: Peyronel Ida Cristina, Otto e Lisa Elena di Eli
e di Clot Varizia Elena; Giacomino llda di
Enrico e Barus Ida; Ferrerò Renata di Augusto e Massel Idà.
11 Signore benedica tutte queste nuove
reclute della Sua Chiesa.
Richiamati dal Signore: Clot Pietro, di
anni 35 (Barneo); Peyronel Giov. Giacomo,
di anni 76 (Linsardo); Menusan Hartolomeo, di anni 62 (Chiotti). Tre vuoti sensibili lasciano nelle nostre file questi nostri
fratelli che, sebbene in circostanze diverse,
risposero con egual fede all’invito rivolto
dal- Salvatore ai « travagliati ed aggravati »
(S. Matteo 11: 28) : « è il mio versetto »,
soleva dire il Menusan... E’ ora l’invito
che il Salvatore ripete agli afflitti tutti, ai
quali la Chiesa rinnova l’espressione del
suo affetto cristiano.
DOMENICA 29 GIUGNO
celebrazione del cenlenario
del Tempio di Torre Pellice
ore 10,30
ore 15
ore 21
Cullo solenne.
Concerie di musica sacra strumenlale e corale.
Fiaccolafa dal Tempio
dei Coppieri al Tempio
Nuovo.
t
Non ci fermiamo .su due capitoli che riguardano delle località fuori delle nostre
Valli: Pelosa c Valle del Chisone verso Fe
nestrelle {una volta anch’essa « Valdese »)
Per non ripetere cose risapute, non ci fer
miamo nemmeno sopra un capitolo intra
duttivo dedicato alla Valle di S. Martino
Riportiamo una frase soltanto che farà sor'
tidere oppure farà riflettere i membri della
nostra « Società di storia Valdese )) :
« Sono per la maggior parte nude e deserte quelle falde montuose, cui non riscaldano i benèfici raggi del sole, ma pare
che — anticamente — fosse la Vallea tutta
ricoperta di boschi e selve, giacche ^chianiavasi Vallis densa, in lingua latina, e dieevansi Val-denses i primi suoi abitanti ».
Ghe cosa pensano della trovata i nostri
eruditi storici?...
0
E veniamo senz’altro a VILLASECCA.
« Continuando a costeggiare la Gerraanasca e traversatala sopra un vecchio e stretto ponte, detto il Ponte Raut, ossia Ripido,
SI giunge al piccolo paesello di Villasecca,
tutto verdeggiante di prati e di vigneti ».
Il nostro Bisnonno accenna anzitutto ai
vecchi edifici religiosi, nella frazione di
Villasecca, « pur troppo in uno stato misero e cadente » e prosegue : « Ma vennero, or sono diversi anni, abbandonati tl
LO memoRie oi un Bisnonno
Gap. VII - Villasecca
tempio antico, il presbiterio e la scuola,
ed ergonsi ora, costrutti a nuovo c convenientemente — mercè i conati sovrumani
di quella gente stessa, dei suoi pastori e il
concorso più speciale di zelanti cristiani —
più abbasso, a piedi del colle, lunghesso la
pubblica via della Valle, nel casale detto
i Glossi ».
E’ doveroso qui ricordare che il vecchio
Tempio di Villasecca — il quale non ha
mai cessalo d’essere utilizzato per i servizi
religiosi — è stalo convenientemente restaurato in questi ultimi tempi, principalmente per opera dell’amico pastoie Luigi
Marauda.
0
Il nostro Autore si dilunga poi a parlare
di Giovanni Léger — Moderatore della
Chiesa — che era appunto pastore di Villasecca al tempo delle tremende e selvagge
persecuzioni del 1655-1665, culminate nella
revoca, in Francia, dell’editto di Nantes
(1685), a cui fece seguito, il medesimo an
no, nel vassallo Piemonte, un analogo bando di espulsione di tutti i professanti il
protestantesimo.
« In quei terribili frangenti — e sino al
momento in cui venne pronunciata contro
di lui sentenza di morte infamante sul pati!)olo, per cui dovette fuggire all’estero —
il Léger viaggiò senza posa in tutta l’Europa per invocare soccorsi, sussidi e intervento dei sovrani evangelici e delle chiese
consorelle ».
Rifugiatosi fin dal 1665 in Olanda, e diventato pastore della Chiesa wallona di
Leida, Giovanni Léger « vi v-ergò, ir lingua francese, la grande sua Opera, in due
volumi in foglio — con numerose incisioni
rappresentanti i più tremendi e commoventi episodi delle p^secuzioni nelle Valli — sotto il titolo di Histoire générale des
Eglises Evangeliques des Vallées Vaudoises
du Piémont etc. ».
Amedeo Beri si compiace a descrivere
minuziosamente il pittoresco frontispizio
del ponderoso volume. E — non contenendo il capitolo su Villasecca granché altro d’interessante —• riteniamo valga la pena — per « erudire » i posteri i quali non
hanno avuto agio di esaminare (¡’iella rarissima e preziosissima Opera — di riportare qui tale descrizione per intero.
« E’ il frontispìzio di quel libro espressivo .assai. Sostengono, in cima della pagina, due angeli — l’uno da un lato e l’altro
dall’opposto — lo stemma della Chiesa Val.
dese: cioè un candeliere con candela accesa, frammezzo a profonde tenebre, e circondato da sei risplendenti stelle, coll’esergo « Lu.» lucet in tenebris » (1). E sur tma
striscia che vi scorre dìssopra: a Antiqua
Gonvallhan insignia ». Sur un’altra striscia
che stendési a mezza pagina, sotto il Lux
lucet dell’esergo, è pure scritto; « Quamvis
uror, non comburor ; luctor et emergo »
(«Per quanto io bruci, non mi consumo;
lotto e riesco vincitore »). In mezzo trovasi l’intitolazione dell’Opera stessa. E la
fiancheggia, a destra, un vegliardo Ebreo
che tiene, nelle sue mani innalzate verso il
cielo, nn medaglione con entrovi il sacro
ardente pruno cui vide Mosè; e, a sinistra,
un altro vegliardo che, similmente ed in
altro medaglione, tiene la verga sempre
ri orila del medesimo profeta, mentre — al
disotto dell’intitolazione, e fiammezzo a
l’un e l’altro vegliardo — vedesi un’incndine su cui precìpitansi. un frate e un vescovo, cop una mazza ed una face, e su
cui batte con furore un fabbro che tiene in
mano un martello, presso il quale vedonsi
pontificali corone, vescovili tiare e pastorali baccoli, tutti infranti e disordinatamente giacenti, ed il seguente motto:
«Trituntur mallei, manet incus» («Sono
infranti i martelli, rimane rincndinc »).
E’ quel libro del Léger rarissimo ora, c
pochissime sono le librerie private o pubbliche che lo posseggono » (2).
Amedeo Beri
Al prossimo numero, FERRERÒ.
(1) Nello stemma Valdese del nostro Eco
delle Valli, la « candela accesa » si è trasformata in una vacillante fiammella e le
« sei risplendenti stelle » sono diventate
sette. 11 primo stemma è del 1669 (ha, tra
poco, 300 anni), il secondo è... moderno.
(2) Si può vedere alla Biblioteca deUa
Casa Valdese, G. E. M.
4
-t /.
4 —
Le Mémorial Huguenot
de Marseille
Les Eglises Réformées de Marseille ont
décidé de célébrer, à Pentecôte, la inémoire des protestants condamnés pour cause de
religion, qui ont souffert sur les galères et^
dans les cachots de la ville, de 1545 à 1750.
Il y en eût un grand nombre, plus de
3.500, de tout âge et de toute conditions,
originaires de toutes les églises de France
et même... des Vallées Vaudoises, ainsi que
le rappelait très utilement M. le Professeiu
Th. Pons, dans la brochure appréciée qu’il
a publiée l’an dernier, à l’occasion du 17
février.
Dès 1545, au lendemain des terribles mas.
sacres qui anéantirent les communautés
vaudoises du Lubéron, en Provence, de 7
à 800 prisonniers faits par le rinislre baron
d’Oppède, furent envoyés au bagne de Marseille, où ils disparurent peu-à-peu, morts
à la peine dans l’enfer des chiourmes.
Un siècle et demi plus tard, à partir de
'■ 1689, ils eurent pour successeurs une quarantaine de Vaudois du Piémont, tombés
entre les mains des troupes de Louis XIV
au cours de la « Glorieuse Rentrée ». Parmi eux se trouvait le célèbre Jean Musseton, chirurgien d’Arnaud, capturé près de
Cbiomonte, et qui demeura 25 ans sur les
galères, avant d’être libéré, en 1714. 11 participa à la fondation de la « Société des
Galères », destinée à secourir spirituellement aussi bien que matériellement, les
malheureux forçats huguenots.
Les cérémonies principales auront lieu le
lundi de Pentecôte, 2 juin, sous la présidence du Pasteur M. Boegner, président de
la Fédération Protestante de France, en
présence de plusieurs délégués, parmi lesquels M. le Pasteur Ricca représentera les
Eglises Vaudoises. Elles eomporteront le
matin un culte solennel au Temple de la
^Rue Grignan, puis dans l’après-midi une
manifestation publique dans les Jardins du
Pharo, enfin l’inauguration d’une plaque
cornmémorative au Château d’If, où plusieurs galériens protestant^ furent incarcérés.
Et c’est avec joie que les Eglises Reformées de Marseille accueilleront, en c« jour
mémorable, tous le fidèles désireux de célébrer à la gloire de Dieu, la costance
héroïque des Pères qui ont fait de Marseille, pendant deux siècles, un des lieux
émouvants du Protestantisme. ^
\
a) Certificò di nascita in carta da bollo
da L. 24. legalizzato per i nati fuori provincia di Torino.
b) Certificato di rivaccinazione o sofferto
vaiolo in carta semplice rilasciato dal
Sindaco.
c) Attestato di identità personale (per ohi
non è conosciuto dalla Presidenza).
d) Programma svolto.
e) Tassa di esame: L. 150 (da versarsi alla
Presidenza della Scuola unitamente alle
spese accessorie).
Per ulteriori informazioni rivolgersi alla
Segreteria aperta tutti i giorni dalle ore 10
alle 12.
Sono pure aperte le iscrizioni agli esami
di Licenza dalla Scuola Media ed a quelli
di Ammissione al Liceo, (he avranno inizio
lo stesso giorno alle ore 8.
Le domande rispettive d’iscrizione su carda bollo di L. 24 vanno p-esentate entro
i! 2 giugno prossimo. ¡1 Preside.
Socieià di Sludi Valdese
La moglie Ferro Albertina, i figli ed i
parenti tutti del rimpianto
Le famiglie Codino e Peyronel, profondamente commosse per la dimostrazione
di stima e di affetto tributala alla memoria del loro carissimo
Coop. Agricola
Alta Val Pellice
N. B. — Les renseignements sur le Mémorial, sont à demander 15 rue Grignan à
Marseille (6.o).
Uionieii esami anno scolasi. I95I-Ü2
SCUOLA LATINA
DI POMARETTO
Sono aperte le iscrizioni agli esami di
Licenza e di Ammissione alla Scuola Media per la sessione estiva 1951-1952.
I documenti richiesti sono i seguenti:
1) Domanda di iscrizione all esame in
bollo da L. 24; , , , n
2) Certificato di nascita in carta da bollo
da L. 24;
3) Certificato di rivaccinazione antivaiolosa e antidifterica in carta libera;
4) Documento di riconoscimento;
5) Programma di studio firmato dall’insegnante; . .
6) Tassa d’esame di L. 600 da versarsi in
presidenza. .
Le domande dovranno pervenire
presidenza, possibilmente, entro il 3 Giugno p. V.
COLLEGIO VALDESE
Gli esami di Ammissione alla prima classe
della Scuola Media avranno inizio lunedi
16 giugno, alle ore 9.
Le domande di iscrizione, in carta legale
da L. 24, debbono pervenire alla Presidenza entro il 2 giugno ed essere accompagnate
dai seguenti documenti:
Dopo una mattinata piovosa ci siamo ritrovati in buon numero nelle prime ore del
pomeriggio, per la nostra Assemblea Generale di ogni anno. Un predisposto e gratuito servizio di corriera aveva favorito i Soci
dell’Alta Valpellice intervenuti abbastanza
numerosi.
E’ viva nella nostra valle l’educazione
democratica che si sviluppa e si fortifica
coll’appartenere e col partecipare alla vita
delle nostre numerose società, dove ognuno
può esprimere liberamente le proprie idee.
E questo lo abbiamo notato nel susseguirsi dei lavori posti all’ordine del giorno, di
cui sarebbe troppo lungo fare anche un fugace accenno; vogliamo qui notare solo
l’essenziale: cioè la crescente capacità della nostra gente di esaminare e risolvere in
modo sempre più concreto questioni di carattere economico protondamente connesse
con il permanere dei nostri buoni valligiani sulle terre lasciate loro dagli avi.
Terre ricevute perchè le tenessero fedelmente, non già come un retorico « sacro
retaggio » ma perchè sapessero trarre da
esse, in ogni tempo, quanto è necessario
per una vita di testimonianza e di fede.
Per raggiungere questo scopo, occorre un
lungo e faticoso dialogo, non solo à parole
ma intessuto di concrete realizzazioni, talvolta ignorate. Si procede però fiduciosi,
alla luce dei risultati raggiunti, anche se
modesti e qualche volta temporaneamente
negativi.
Cosi dopo fraterne discussioni, abbiamo
terminato il nostro incontro con una bella
visita alla Scuola Valdese di Agricoltura e
di Economia Domestica, dove abbiamo ammirato le magnifiche mucche di razza Bruno Alpina, la stalla ed impianti accessori,
i prati, i campi ed anche un nuovo esperimento di sistemazione del terreno in pendio, preparato per essere coltivato a vigneto.
Ringraziamo in modo particolare ii Presidente e il Direttore della Scuola per le
loro esaurienti spiegazioni.
Terminata la visita siamo rientrati alle
nostre case con qualcosa di nuovo, con rinnovato interesse per le nostre istituzioni
economiche e per la nostra Scuola di Agricoltura, dove ci ritroveremo al tempo delle
messi e dove potremo sempre fraternamente
incontrarci.
Un vivo ringraziamento agli organizzatori per il bel pomeriggio trascorso insieme.
uno che c'era.
Per cura della Società di Studi Valdesi,
sarà pubblicala entro il prossimo agosto
la Bibliografia Vàldv^se, già preannunziata, un volume di circa 250 pagine in 8»,
redatto dai prof. Augusto Armand Hugon
e Giovarmi Gönnet, che conterrà l’elenco
completo e particolareggiato di tutte le
pubblicazioni sui Valdesi, stampate in
ogni parte del mondo, nelle 8 lingue più
diffuse, dal sec. XVI ad oggi, riguardanti
la storia, la situazione geografica, la chiesa, l’organizzazione ecclesiastica e civile,
la vita sociale ed economica, i costumi, le
tradizioni ed il folclore, l’espansione coloniale del piccolo popolo delle Alpi. Essa
sarà preceduta da una introduzione illustrativa, sia dal punto di vista storico, sia
da quello tecnico.
La Blibliografia Valdese sarà posta in
vendita al prezzo dì L. 1.900; per coloro
che si prenoteranno entro il 30 giugno, il
prezzo sarà ridotto a L. 800. Ai soci che
si metteranno in regola con la quota per
l’anno 1952-53 (L. 300), la Bibliografia sarà offerta come Bollettino (N. 93) della
Slocietà, mediante il modesto contributo
di L. 300.
Prenotazioni e quote sociali devono essere Inviate al nuovo cassiere della Società, sig. Luigi Jouve in forre Pellice,
via Roma (C. C. P. n. 2/844).
Considerando l’importanza ed il valore
della Bibliografia, siamo sicuri che essa
sarà accolta con largo favore non soltanto
dai Valdesi ma da tutto il pubblico degli
studiosi.
Bartolomeo Menusan ■ - '"¿üiirGodino
riconoscenti, ringraziano quanti furono loro larghi di simpatia nella lunga malattia
ed in occasione della dipartenza del loto
Dilettò; in ispecie, il Doti. E. Quattrini,
la signora Mafalda Viglielmo ed il pastore
L. Mar alida.
Chiotti, 29 aprile 1952
« Ciò che rende caro l’uomo è la
sua bontà (Prov. 19: 2»2).
La famiglia del compianto
riconoscenti ringraziano tutti 'poloro che
con Vinvio di fiorii con la loro presenza^
con scritti ed in qualsiasi modo furono
loro larghi di affetto nelVora angosciosa
del grave lutto che li ha colpiti. Un particolare e sentito grazie al Pastore ^ig>
Ayassot per le calde parole di conforto,
ai Colleghi ed amici F.F.S.S., al Geom.
Sig. Mantelli che volle ricordarlo con parole di affettuoso rimpianto ed al G. S. C,
A. I.
Torre Pellice, 13-5-52.
Michele Chambón
profondamente commossa per la dimostrazione di affetto e di stima ricevuta in occasione della dipartenza del loro caro e nella
impossibilità di farlo personalmente, sentitamente ringrazia quanti in qualsiasi modo
si sono uniti al loro dolore in modo particolare il Sig. Pastore Paolo Marauda, il
dott. Teodoro Peyrot e la RIV di Villar
Per osa.
Inverso Pinasca, 19-4-1952.
La famiglia del compianto
Baravano Pompilio
ImpianM frigoriferi
Riparazioni - Modifiche
PINEROLO
Viale Vittorio, 2 - Telef. 2651
Guido Bertalmio
Scuola Latina di Pomatello
Doni pervenuti allu Direzione dal 1 Gennaio al 31 Marzo 1952.
Pons Maria Luigia in mem. Giovanni e
Rosa Pons Karrer L. 500 — Balma Giulietta (Parma) L. 1000 — Coisson Lami, pastore lOOO — Clelia Vigliano Banchetti
(Bari) 1000 — Geom. Emilio Rostagno
(Alessandria) 1500 - Ida e Gina Bertalot
(Abbadia Alpina) 1000 — Cotonificio Val
di Susa (Perosa Argentina) 10.000 — Lastch
Giovanni (Perosa Argentina) 2000 — Baret
Ida e Guido (Pomaretto) 1000 — Rostagno
Nino (S. Antonino Susa) 5000.
La nostra gratitudine è assicurata ai gentili benefattori del nostro Istituto.
La Direzione
riconoscente e commossa per la dimostra
zione di stima e di affetto ricevuta in occasione della dipartenza del loro Caro, riti
grazia tutte le persone che con la loro presenza ni funerali e con scritti e fiori, hanno
preso parte al loro dolore.
Perosa Argentina, 3 Maggio 1952.
Dir. Resp. Ermanno Rostan
Autorizzazione Decreto 27 - XI - 1950
Tribunale di Pinerolo
Tip. Subalpina, s. p. a. - Torre PelHee
ORECCHI
NASO - GOLA
Doli. DANIELE KOCHAT
riceve in TOfFe ellìCà
Fuhrman 1 (presso Dr. Gardiol)
il VENERDF
dalle ore 10 alle 12.
a Torino riceve gli ahrigiorni,
dalle ore ld,30 alle IS in via
Bertkollet. 36 [OspedaleEvan/
gelico).
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Il dott. EMILIO FATTORI riceve ogni
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Tutta la gioventfi-Valdese delle valli è invitata a partecipare compatta al
Convegno di primavera
Agape: sabato 31 maggio - domenica 1« giugno
Programma :
testimonianze (11 lavoro nelle Unioni).
Sabato ore 11: Arrivo.
ore 12,30: Pranzo,
ore 16-18: Studio e
ore 19,30: Cena.
Serata varia.
Domenica ore 7 : Sveglia.
ore 7,45: Raccoglimento,
ore 8: Colazione.
ore 10: Culto nella chiesa di Praly.
ore 12,30: Pranzo.
ore 14,30-15,30: Studio (La nostra vita sotto
Santo).
ore 16,30: Canti e giuochi.
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Informazioni utili. — Il servizio di vettovagliamento (pasti) è predisposto solo
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-- La quota per i pasti per i 2 giorni (sabato-domemea) e d. L. 600. Inviare
iscrizioni al Past. Tullio Vinay entro giovedì 29 maggio.
— Mezzi di locomozione: tutti buoni! ..„rricra n da Pe
Treno p. da Torre Pellice 6,50; tram p. da Pinerolo 8,15, lorruia p. da r
Per il ritorno la domenica sera sarà organizzato, oltre il normale, mn servizio
fino a Torre Pellice.
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