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ECO
DELLE VALLI VALDESI
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE PELLICE
Sellimanale
della Chiesa Valdese
Anno XCVI - Nuni. 23
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TORRE PELLICE — 10 Giugno 1966
Ammin. Claudiana Torre PeUice - C.C.P. 2-17557
ilttnalità valdesi
CINQUANTENARIO VALDESE A BRESCIA
Commemorazioni. La Chiesa di Brescia ha
festeggiato, il 15 maggio, il cinquantenario
della costruzione del suo tempio, che è stato
restaurato grazie allo sforzo notevole compiuto da quella comunità. Anche il gruppo dì
Pescolanciano sta per ricordare lo stesso cinquantenario. e sarà un’occasione per un incontro di Chiese del IV distretto in quella
località abruzzese.
Le Conferenze distrettuali. Giugno è il mese delle Conferenze distrettuali : a Pomaretto (8-9 giugno) per il I distretto; a Genova
(29 giugno) per il II; a S. Fedele Intelvi
(18-19 giugno) per il III; a Roma (Via IV
Novembre. 19 giugno) per il IV; a S. Giovanni Li))ioni (29 giugno) per il V; a Grotte
(29 giugno) per il VI.
II Sinodo 1965 (A. S. art. 34) aveva deliberato « cbe la Tavola snellisca al massimo
la relazione a stampa basando la relazione
deirattivilà delle Chiese sulle relazioni delle
Commissioni distrettuali e cbe il costo della
relazione a stampa sìa a carico delle Chiese )). Si è voluto ovviare jn tal modo all’eccessivo dispendio rappresentato dall’ampio fa.
scicolo stampalo per i membri del Sinodo:
v‘era però clii giustamente temeva che in tal
modo si perdesse un po’ il contatto con la
vita delle singole comunità; è quindi necessario cbe raiiello intermedio, a livello distret.
tuale. sia ])ienaniente efficiente, e poiché nel
rapporto al Sinodo saranno stampate solo le
relazioni delle Commissioni distrettuali e gli
atti delle Coni’erenze distrettuali, è necessario che cpiesli organi e queste assemblee,
tempestivainent? informati dalle singole chie.
se, discutano e segnalino al Sinodo i proble
mi particolari o generali di particolare rilie
vo, e il Sinodo conservi un effettivo ed effi
cace contatto con la vita di tutte le chiese
La Tavola ha così stabilito le deputazioni
delle Conferenze distrettuali al prossimo Si
nodo: T distretto, 19; II, 6: III, 5; IV^ 5;
V, 3: Vi. 4: in totale, 41 deputati.
Regione rioplatense. Dopo i contatti avuti
in loco dal Moderatore Giampiccoli, nel corso
della sua recente visita a quelle chiese e della
sua partecipazione alla Conferenza rioplatense, la nuova Commissione per la Costituzione
Unitaria si è già messa al lavoro per la parte
italiana (Moderatore Giampiccoli, past. A.
Comba c A. Ribet, prof. G. Peyrot), studiando soprattutto il capitolo sul Sinodo, che in
questo momento di transizione riveste naturalmente un’importanza particolare. Ci rallegriamo dì appi’cndere che nel corso del mese
di giugno sarà in Italia il past. W. Artus, e
che a fine luglio giungerà per una breve visita il past. N. Berton, anch’egli membro del.
la Commissione esecutiva del VII Distretto.
Agape. In seguito a un contrasto sorto fra
il direttore di Agape e il Comitato esecutivo, contraslo che non ha potuto essere risolto nè dal Comitato generale nè dalla Tavola
Valdese nel senso desiderato dal direttore, il
past. G. Girardet ha presentato le sue dimissioni. accolte con vivo rammarico, poiché se
Agape è stala spesso discussa, ha ricevuto
dall'opera del past. Girardet un vivo impulso, e sinceramente spiace che essa si concluda in modo non privo di amarezza. Poiché il
Comitato generale aveva precedentemente designato, per lo scadere del mandato del past.
Girardet. il past. F. Giampiccoli a futuro
direttore di Agape, la Tavola, a norma dello
statuto di Agape, lo ha nominato a tale incarico. a partire dal prossimo settembre, men.
tre per i mesi estivi assumerà temporaneamente la direzione il vice-direttore pastore
S. Rostagno, coadiuvato dal Comitato esecutivo e dal gruppo residente.
Nei nostri IsUtutL Dagli ospedali agli istituti per bambini alle case di riposo, preoccu,
panie è la scarsità di vocazioni al servizio.
Da tempo si insiste sulla molteplicità di ministeri nella Chiesa, sulla necessità di esprimere la propria fede in un servizio effettivo
verso i fratelli; molti nostri istituti mancano
talvolta gravemente, di personale. E’ urgente
che la predicazione dell’amore si traduca in
una incarnazione deiramore: tutte le chiese
devono sentirsi impegnate in questa ricerca.
Attualità
protestante
È uscito il terzo opuscolo della
Collana recentemente lanciata
dalla Claudiana.
FRANCO GIAMPICCOLI
Cosa vuol dire essere santi?
Pag. 24, L. 100
Ordinazioni alla Claudiana, Via
Principe Tommaso, 1 - Torino
c.c.p. 2/21641. Ricordiamo la possibilità di abbonamento annuo
a 10 opuscoli : L. 850, franco
di porto.
Aggiornamento pastorale. Da tempo richiesto, si è avuto quest’anno il primo — e
riuscito — corso di aggiornamento teologico,
per un gruppo di sei pastori che dal 5 al 12
maggio si sono raccolti alla Facoltà Valdese
di Teologia. I professori ordinari della Facoltà e i proff. M. Miegge, A. Molnàr e
G. Peyrot hanno dato una serie di lezioni e
diretto alcune esercitazioni, seguite con il
più vivo interesse. Il risultato di questo primo esperimento appare nettamente positivo
e potrà, lo speriamo, continuare e migliorare (specie per il numero di partecipanti) in
avvenire.
Verso la Federazione. Il Comitato per la
preparazione dello Statuto delia futura Federazione delle Chiese Evangeliche d’Italia ha
lavorato alacremente e consegnato il progetto
messo a punto, che sarà inviato alle Conferenze distrettuali per un primo esame, in vista della discussione sinodale: il Sinodo infatti dovrà esaminare il rapporto in prima
lettura, rinviandolo quindi all’esame delle
Chiese; rilievi e commenti saranno trasmessi
tempestivamente a] Comitato preparatorio, in
vista di eventuali modifiche del progetto,
che sarà quindi sottoposto al Sinodo 1967,
prima della convocazione del III Congresso
Evangelico, previsto per l’autunno 1967.
Le nostre contribuzioni. Si è ormai conclu.
so l’anno ecclesiastico ed è giunto il momento dei bilanci. Sebbene si avverta un lento
miglioramento nella tempestività dei versamenti delle chiese alla cassa centrale, occorre in questi giorni stringere i tempi e fare
ogni sforzo per giungere a una soluzione favorevole del bilancio ordinario.
— Vari studenti e candidati in teologia
saranno in parecchie nostre comunità per le
« sostituzioni estive »; e interesserà i lettori
conoscerli e la loro destinazione : cand. Berutti (Rodoretto, 1/6 . 30/9); stud. Campi
(Milano, 28/8 - 20/9); stud. Pioppi (Como,
20/8 . 20/9); cand. Del Priore (Verona,
15/7 . 15/8); stud. Besset (Trieste, 1-31/8);
stud. Michelotti (Roma, 1/8 . 15/9); stud.
Ribet (Campobasso, 1-20/7); stud. Chiavenulo (Taranto, 1-31/8; Catanzaro, 1-30/9);
cand. Santoro (Messina, 1-31/7).
Si augura a questi giovani una felice conclusione dell’anno accademico, con il riconoscimento di una buona preparazione agli esa.
mi, e quindi un ministero benedetto per loro
come per le comunità in cui saranno accolti.
L’augurio riconoscente va pure al pastore
emerito G. Bertiu, che dal 20/7 all’8/8 sostituirà il collega di Firenze.
Splenda la vostra luce; TEvangelo
La nostra comunità bresciana, circondata dalla solidarietà fraterna
della Chiesa, ha rimeditato in questa tappa la sua vocazione, che
è quella rivolta ad ogni comunità: essere testimoni del Signore
Brescia. Il 25 mag^o scorso ha avuto luogo la celebrazione del cinquantenario del tempio della comunità
valdese, alla quale hanno partecipato
pastori e gruppi di fratelli della Lombardia, Veneto, Emilia e Liguria.
Fin dalle ore 8 del mattino i convenuti sono stati accolti nella sala attigua al tempio, dove veniva loro offerto xm buon caffè e dove potevano
scambiare nella gioia fraterna il primo cordiale e affettuoso saluto.
Alle ore 10,30 un’assemblea che gremiva il tempio rimesso a nuovo ha
preso parte al culto con celebrazione
della S. Cena presieduto dal Moderatore, past. Neri Giampiccoli. Egli ha
annunziato la parola di Dio contenuta in Marco 4; 21-22 mettendo in
evidenza il grande significato che una
piccola e debole chiesa acquista dalla
vocazione che le è stata affidata dal
Signore di essere in questo mondo
banditrice del Suo regno che viene.
Ed ha quindi, nella presente circostanza, esortato in modo particolare
i fratelli bresciani a mettere « la lampada» al posto che le è proprio; affinchè la luce deiravangelo illumini
gli uomini del luogo in cui sono stati
chiamati ad essere i testimoni del
Signere.
Dopo il culto tutti i presenti sono
stati accolti nella sala dove le signore
della Società di Cucito offrivano un
piccolo rinfiesco e dove più tardi i
giovani della chiesa prestavano il frar
terno servizio a quanti rimanevano
nel locale per concimare la colazione
al sacco.
Alle ore 15, nel tempio, ha avuto
luogo la seconda parte della giornata
celebrativa.
Dopo il benvenuto dato ai presenti
dal fratello Angelo Nencini della comunità di Brescia ed il canto deH’inno 29 deirinnario Cristiano («Forte
rocca è il nostro Dio »), il Past. Alfonso Alessio, nel suo discorso commemorativo, ha tracciato brevemente nelle sue linee principali e più si
gnificative la storia della Comunità.
Nata dalla testimonianza dei primi
pionieri valdesi usciti dalle Valli (fra
i quali G. T. Turino di Milano), la
Comunità conobbe periodi luminosi e
meno liuninosi nel corso del suo consolidamento. Conobbe anoh’essa, al
pari di altre comunità della zona, il
travaglio del continuo peregrinare da
un locale all’altro nella ricerca di un
ambiente per le proprie riimioni, finché non le fu possibile avere il suo bel
tempio in via dei Mille. Terminando,
egli ha esortato la Comunità, che ha
condotto durante questi ultimi 12 anni, a continuare nel suo consolidamento e nella fedele opera di testimonianza nella città.
Quindi Timponente assemblea ha
cantato il « Giuro di Sibaud » che ha
unito in un sol cuore e in una sola
anima la Chiesa Valdese delle Valli
e del campo di evangelizzazione.
Poi hanno espresso i loro significativi messaggi i pastori: A. Sbaffi di
Milano, T. Soggin di Como, A. Comba di Bergamo, G. Colucci di Verona,
nonché il Dott. Isenburg di Milano in
qualità di presidente del Presbiterio
Lombardo ed il Sig. F. Ferretti di Verona quale capogruppo F.U.V. del terzo distretto.
Qualcuno di loro, accennando alla
celebrazione che aveva luogo, ha ricordato come in ogni caso il vero tempio è e rimane sempre la chiesa vivente formata dai credenti, alla quale
deve serrire il tempio fatto in muratura e non viceversa. Altri, prendendo lo spunto dal potente canto del
« Giuro » eseguito poco prima, ha
messo in rilievo la realtà delle chiese
del campo di evangelizzazione divenute a loro volta comunità di credenti
che portano la testimonianza dell’Evarigelo in ogni parte del nostro
paese. Altri ancora, ricordando ai fratelli bresciani che al momento in cui
veniva costruito il loro tempio essi
ricevevano con ciò un grande dono,
che li rendeva ricchi, richiamava la
loro attenzione sulla realtà che tale
tempio è ora un « debito » che essi
hanno verso la popolazione della propria città, alla quale sono debitori della testimonianza dell’Evangelo.
'Tutti coloro che hanno preso la parola, terminando il loro messaggio,
hanno invocato per la Comunità le
benedizioni del Signore per un fedele
e buon lavoro di testimonianza.
Infine, a nome anche della Comunità, il pastore locale ha espresso i
pensieri ed i sentimenti di gratitudine al Moderatore, ai fratelli delle comunità rappresentate, a quanti hanno portato e inviato il loro messaggio,
alla Corale di Como che sotto l’esperta guida del Maestro Zanfrini ha arricchito con i suoi bellissimi cori il
programma del mattino e del pomeriggio. Concludendo, egli ha detto ;
« ora la nostra preghiera al Signore
è di aiutarci a poter fare tesoro degli
ammaestramenti, dei consigli, delle
esortazioni e auguri fraterni che ci
sono stati espressi; per un arricchimento spirituale; in vista di una testimonianza sempre più coraggiosa e
fedele nelTambiente in cui siamo stati chiamati ad operare ». Ed ha quindi
invocato a sua volta le benedizioni di
Dio per ima testimonianza fedele di
ciascuna delle nostre comunità e di
tutte insieme.
Dopo il canto dell’inno 194 delTInnario Cristiano, il Past. Guido Colucci ha concluso con la preghiera e la
benedizione.
Alle ore 17, nella sala, ai presenti è
stato offerto un ricco tè, dando cosi,
loro occasione di potersi ancora salutare gli uni gli altri prima di riprendere la via del ritorno. In tale momento è stata espressa la particolare
gratitudine di tutti alle si^ore della
Società di Cucito di Brescia, che mediante la magistrale e generosa organizzazione dei servizi logistici hanno
reso più che mai confortante e piacevole la giornata trascorsa insieme
nella comunione fraterna. C. V.
min immuni iiiumnmiiHi
iiiiiiiiiiiiiiiimiiiiin
iiiiiiiiniMHHiiiiin
La Conlerenza metodista
Riunita a Roma, ha approfondito l’organico piano di
lavoro delineato lo scorso anno - il Metodismo italiano di fronte alla costituenda Federazione evangelica e alla Chiesa valdese - Per una stampa unitaria
Nei giorni 18-22 maggio ha avuto luogo
a Roma Tannuale Conferenza della Chiesa
Evangelica Metodista d’Italia.
Al culto liturgico di inaugurazione, nella
neoclassica aula adiacente al tempio di via
Firenze 38, erano presenti, oltre ai pastori e
laici m&mbri della Conferenza, numerosi rap.
presentanti di Chiese Evangeliche, la delegazione valdese e un folto pubblico. La Conferenza ha proceduto subito all’elezione della
presidenza che dirigerà i lavori e che resterà
in carica fino alla Conferenza dell’anno prossimo. Sono risultati eletti : il past. Mario
Sbaffi, Presidente; il Dr. Fulvio Rocco, vice
Presidente; il past. Angelo Incelli, Segretario.
Durante la consueta operazione di verifica dei
membri, la Conferenza ha dato voto deliberativo ai pastori valdesi che curano comunità
metodiste, e voto consultivo a un membro
della Facoltà Valdese (prof. V. Vinay), in
cortese risposta a deliberati analoghi del Sinodo valdese scorso.
Messaggi
Il Presidente e il vice Presidente hanno
poi rivolto i loro messaggi che hanno dato il
tono alla Conferenza.
« Noi non possiamo evangelizzare — ha
detto il Presidente Sbaffi — se l'amore di
Cristo non ci costringe e se non siamo mossi
dalla potenzo dello Spirito Santo. ... Se noi
fossimo pronti a lasciarci costringere da que
sto amore e a lasciarci guidare da questa po
lenza, noi saremmo veramente attuali nel no
stro tempo, ... non discuteremmo più di evan
gelizzazione ma evangelizzeremmo. ...La Chie
sa sarà fedele solo quando ciascuno dei suoi
membri sarà un evangelizzatore, un testimone,
cioè, della liberazione ricevuta, delVamore di
cui è stato oggetto, della verità che ha tro
vaio, della salvezza di cui ha fatto espe
rienza ».
F citando la relazione dì una vasta cara
pagna dievangelizzazìone nelTAmerica Latina,
ha precisato;
« L'espansione di ogni movimento è in ragione diretta della sua capacità di mobilitare
e mettere all’opera la totalità dei suoi membri nella propagazione costante dei propri
principi. ...La crescita rapida e stupefacente
della Chiesa cristiana del primo secolo era
dovuta precisamente a questo: l’audacia di
tutti i credenti, la loro incessante testimonianza e. da ciò, la loro potenza di moltiplicazione ».
Il vice Presidente, dott. Rocco, nel suo
messaggio, ha denunciato con molla franchezL
za il peccato delle comunità, cioè nostro:
« Non basta dire — ha precisato — che ci
umiliamo di fronte a Dio per le nostre divisioni e per le nostre debolezze, e non basta
studiare nuove soluzioni organizzative. Bisogna anche operare con decisione e chiarezza
di idee, ... ridare un contenuto vitale alle comunità, ... dare una prospettiva valida al processo unitario dell’Evan golismo italiano, ... essere realistici al vertice (della Chiesa) e consapevoli alla base, essere severi con se stessi
e meno meschini negli atteggiamenti di ogni
giorno, riempirsi meno la bocca di versetti
biblici e amare di più i fratelli ».
Plano organico
di lavoro
I lavori veri e propri della Conferenza sono
cominciati il giorno successivo con la lettura
del Rapporto del Comitato Permanente. Degno però del massimo rilievo è il piano organico di lavoro che lo stesso Comitato Permanente ha presentato, in relazione a parte.
Per i lettori valdesi dirò che bisogna rifarsi
a un o.d.g. della Conferenza dello scorso anno. Poiché la stampa valdese, allora tutta pre
CONTINUA
IN TERZA PAGINA
I calzari
Efesini 6: 15
Grande impressione dovettero fare nelle città e nelle campagne
i calzari dei legionari. Fra piedi scalzi di contadini e servi, sandali
rozzi di corteccia o pelli di operai e mercanti, leggere calzature di
dame o di filosofi, le pesanti suole di cuoio saldamente allacciate alle
gambe dei soldati erano scarponi da boscaiolo in un salotto.
Il fatto è che un legionario doveva essere in condizione di procedere spedito, non solo sulle strade imperiali, ma nelle sabbie della
Siria e le paludi della Germania, nelle nevi della Britannia e le
foreste delle Gallie. Una legione equipaggiata di tutto punto ma mal
calzata non era utilizzabile.
La vita cristiana è certo, costituita da quell’atteggiamento di resistenza e di stabilità, retta e sostenuta dalla giustizia di Dio (la corazza), ma è caratterizzata da un elemento dinamico: la prontezza, lo
zelo, la dinamica dell’evangelo. La fede non è solo resistenza alle
tentazioni, fermezza: è marcia, slancio, scatto in avanti. Quando non
sia animata da questa immediatezza e prontezza, da questa volontà
di andare avanti in nuove testimonianze e nuovi impegni, la fede
cristiana perde il suo carattere fondamentale.
Molti scambiano purtroppo la durezza di cuore con la solidità
d’animo; la vita e le prove rendono forti, si dice spesso; menzogna,
rendono duri, insensibili, distanti e il combattimento della fede non
ha nulla a che fare con la resistenza stoica, è invece costantemente
spinto e animato dallo slancio gioioso della speranza, è un impegno
pronto, spontaneo, lieto, costantemente spinto innanzi dalla inesauribile vitalità dell’evangelo.
Prontezza a cogliere le occasioni, a valutare gli uomini, a rinnovare se stessi e gli altri con la nostra parola. Gesù ha saputo morire
con questo dinamismo della grazia, con questa spontaneità della giustizia divina, guardando i suoi compagni di agonia e i soldati romani
come uomini già rinnovati dall’evangelo della grazia, ha saputo vedere con occhi aperti e nuovi il ladrone facendolo partecipe del
suo regno.
Di questa prontezza ci è fatto dono e vocazione nell’evangelo;
possano le nostre comunità spesso stanche, rassegnate, immusonite
scoprirne il benefico sapore!
Giorgio Tourn
2
'•\g. 2
N. 23 — 10 giugno 1966
Il servizio
della comunità cristiana
ADELFIA
Centro Giovanile Evangelico
Vittoria (Ragusa)
La Chiesa cristiana nel mondo non
può essere indifferente di fronte alle
condizioni di vita di milioni di creature umane ed agli avvenimenti del suo
tempo. Essa esiste non T>er conformarsi al mondo, perdendo di vista la propria vocazione, ma per manifestare la
sua presenza nel mondo con una testimonianza ed un servizio ben qualificati. . ,
La missione della Chiesa nel mondo è volentieri considerata sotto il
profilo del « servizio ». E’ evidente che
la predicazione della Parola di Dio è
il primo servizio compiuto dalla Chiesa cristiana; i cristiani, tuttavia, invece di estraniarsi dalla società in attesa della fine dei tempi e del rinn^
vamento di ogni cosa, sono chiamati
a vivere in mezzo agli uomini ed a
servirli, nel nome di Cristo, con atti
di solidarietà e di amor fraterno. La
loro disponibilità sarà tanto più pronta e fattiva in quanto avranno compreso la portata delle parole ^ Gesù
Cristo ai suoi discepoli; «Il Figliuol
deU’uomo non è venuto per esser servito, ma per servire e per dare la vita
sua come prezzo di riscatto per molti» (Marco 10: 45). .
Queste parole di Gesù costituirono
la ragione determinante di ogni servizio cristiano da parte della comunità e ne indicano anche il carattere
fondamentale. Non possiamo accoiitentarci di una retta predicazione della Parola di Dio, di un solido insegnamento catechetico, di buoni regolamenti; tutto ciò è indispensabile alla
vita della comunità, ed è cattivo segno
quando lo si trascura, ma non e suL
ficiente. Di fronte a certe situazioni
la Chiesa cristiana non può non sentire l’esigenza di un servizio ; per esempio di fronte alle sofferenze degli uomini, alla loro fame, alle loro schiavi;
tù fisiche e morali, al desideno di
una esistenza libera e giusta, all odio
ed alle guerre. In questo caso il servizio cristiano penetra nella realtà associata, nella vita concreta degli uomini, comprendendo in questo tennine «uomini» tanto i fratelli in fede
quanto le creature umane di ogni con.
dizione sociale e di ogm educazione
civile e religiosa che Iddio ha pure
amato, anche se non lo sann^ niediante il sacrificio redentore di Cristo
Gesù.
IL FUOCO
dello
SPIRITO
Lo Spirito di Dio è spirito di rinnovamento. Noi siamo soliti dire.
« Che ci posso fare? Son fatto così ».
Siamo convinti di aver ereditato un
certo carattere dai nostri genitori e
che ormai non c’è nulla <la fare,
« siamo fatti così ». Diciamo spesso
che come è impossibile cogliere mele da un pero, così è impossibile
mutare il carattere di un uomo. Ma
colui che ha creato il melo ed il
pero, cioè Dio, può farlo e realmente lo fa. La Bibbia è piena del messaggio del rinnovamento ; « Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono
passate: ecco, son diventate nuove».
Come l’amore, anche questo è un
miracolo dello Spirito Santo.
Nel Nuovo Testamento lo Spirito
Santo è in modo particolare lo spirito della « comunità » di Gesù, lo
spirito della Chiesa. Lo Spirito Santo, infatti, è spirito di comunione:
trae fuori i singoli dal loro isolamento e ne fa « un corpo ». Purtroppo questo aspetto del suo operare si nota in genere molto poco in
seno alle nostre chiese, e ciò è segno che lo Spirito Santo vi è poco
presente. Lo Spirito di Dio si riconosce dalla comunione come il fuoco
dalla luce e dal calore che spande.
E come il fuoco infiamma tutto ciò
che raggiunge — e se non lo fa è
un fuoco fatuo o un fuoco artificiale — così anche la vita generata
dallo Spirito Santo infiamma ciò
con cui viene a contatto. Cosi si è
propagata la Chiesa di Gesù Cristo
nel mondo ,così la Riforma in pochi anni ha infiammato l’Europa.
(^)uesto è il modo di operare dello
Spirito Santo.
Che cosa è dunque lo Sjtirito Santo? Iddio presente, in azione, che
redime e ci raggiunge nella Parola
del suo Figliuolo.
Emil Brunner
(«Ln nostra fedey> pagg. 103-104)
Naturalmente c’è un servizio cristiano che interessa direttamente la comimità ed i suoi membri; si tratta di
un servizio fraterno, compiuto con
amore e nel nome di Cristo il quale
disse ai suoi discepoli : « Se dunque
io, che sono il Signore e il Maestro,
vi ho lavato i piedi, anche voi dovete
lavare i piedi gli uni agli altri » ( Giov.
13: 14). C’è qui un invito aH’abbassamento ed al servizio fra quanti si riconoscono uniti nel nome del comune
Signore e Salvatore. La comunità cristiana non risponderà mai abbastanza a questa precisa vocazione. L’amor
fraterno nella comunità locale non è
di per sè una facile forma di servizio;
non tanto perchè esso richieda talvolta notevole dispendio di tempo e di
energie, quanto per la sua mancanza
di spettacolarità e di risonanza dinanzi agli uomini. Effettivamente è più
facile perorare la causa della giustizia, specialmente con allirsioni a situazioni lontane da noi, anziché essere giusti nei nostri rapporti umani
con i fratelli della comunità, ben sapendo che l’amore si manifesta anche
con atti di giustizia e di misericordia.
Questo non significa ridurre il servizio cristiano ad un sentimentalismo
religioso privo di efficacia all’esterno
o, peggio ancora, ad un vago qualunqmsmo religioso ; significa effettivamente « servire » nel senso pieno e
realistico di questo termine (cosa che
facciamo troppo raramente) mettendo in pratica l’esortazione apostolica :
« Portate i pesi gli uni degli altri, e
così adempirete la legge di Cristo »
(Gal. 6; 2).
9):
Dobbiamo tuttavia tornare al nostro pimto di partenza e ricordarci,
come dice ancora Karl Barth, che
ogni «comunità (e per essa ogni cristiano) ha un debito verso il mondo;
esso consiste essenzialmente nel far
s':, ohe, in essa e in ognuno dei suoi
membri, si attui una inutazione ed
una illustrazione dell’amore di cui Dio
ha amato il mondo... Colui il quale
vuole annunziare il Regno di Dio agli
uomini deve mostrare che egli ha interesse per loro così come sono, creature in distretta come lui pure è in distretta. Ma là dove i cristiani non possono amare gli uomini, come riusciranno a convincerli che Dio li ha amati e che Egli li ama?».
La Chiesa cristiana non è chiamata
ad organizzare dei « fronti » o delle
« crociate » contro il mondo, è chiamata a far conoscere il nome e la potenza di Cristo ad ogni creatura perchè si ravveda e creda. Oggi si parla
molto di una « vocazione politica » della Chiesa ; l’espressione è per lo meno
ambigua e causa di alcuni malintesi.
Se per « vocazione politica » s’intende
una partecipazione più o meno aperta
da parte della Chiesa alla vita politica
nei suoi aspetti quotidiani e concreti,
dubito assai che Gesù Cristo abbia rivolto ai suoi discepoli una vocazione
« politica ». Se invece s’intende che la
Chiesa, in quanto tale, debba assumere una responsabilità « politica » di
fronte a certe situazioni della storia,
allora posso anche ccmprendere una
tale esigenza, ma a condizione che,
nell’assumere la propria responsabilità, essa sia mossa da motivi di fedeltà
a Dio, solo Signore e solo sovrano, sen
za essere condizionata o addirittura
orientata da una politica di partito.
Nei suoi pronunciamenti o nelle sue
scelte, pur inserite nel tessuto della
storia umana, la Chiesa deve prima
di tutto riferirsi al suo Signore e ricordarsi della vocazione che Egli le ha
rivolto.
Direi piuttosto che Gesù Cristo ha
chiamato i suoi discepoli sulla via del
« servizio ». Naturalmente quel « servizio » non è una parola astratta e
non forma dei cristiani disimpegnati.
Il mondo ha bisogno di parole chiare
e vere, ma ha anche bisogno di atti di
amore, di solidarietà di coerenza, di
riconciliazione talvolta di resistenza e
persino di separazione. E ciò tanto
nella comunità dei credenti quanto
nella vita pubblica. C’è una resistenza
alle potenze del mondo che è segno di
fedeltà a Cristo, ma c’è anche una
separazione dal mondo che è segno di
ubbidienza a Lui ed alla Sua chiamar
ta. Una chiesa che confessa Gesù Cristo nella sua opposizione all’oppressione, alla tirannia, allo sfruttamento degli uomini ed alla discriminazione razziale, senza però dimenticare che il
Signore la chiama innanzi tutto ad
essere stnunento di riconciliazione fra
i popoli e fra gli uomini, rende un servizio a Dio ed alla società. Deve, però,
rimaner Chiesa di Gesù Cristo, con
chiarezza ed originalità di voce, e non
trasformarsi in organizzazione politica o sindacale. E nessuno dimentichi
che la Chiesa serve il mondo anche
quando prega per esso, se veramente
è capace di pregare e di intercedere
per « tutti gli uomini, per i re e per
tutti queili che sono in autorità» (I
Tim. 2; 2), invece di limitarsi a parlare ed a ragionare come un qualsiasi
partito politico, fosse pure il più serio
di tutti. Anche allo Stato la Chiesa
rende un servizio se è capace di ricordargli, nel nome deH’Eterno, i suoi limiti nel rispetto della coscienza dei
cittadini. Ma non si dimentichi che,
secondo il Nuovo Testamento, anche
i cristiani hanno dei doveri verso lo
Stato, pur essendo consapevoli che lo
Stato non è padrone nè delle creature
nè della loro coscienza. Stato e nazione sono sotto il giudizio e la miseri
cordia di Dio ; ma la Chiesa non sfugge alla mano del suo Signore, il quale
l’abbassa ed a suo tempo la rialza.
Il vero problema, tuttavia, rimane
quello del nostro impegno personale e
comunitario. Che cosa facciamo noi
in verità per tradurre in atti il nostro
servizio nel mondo? Ci accontentiamo di belle frasi o di qualche offerta
in denaro che serva ad acquetare la
nostra coscienza un po’ tormentata
ovvero entriamo nella via del servizio,
sia pure di un modesto servizio cristiano?
Le porte sono aperte in varie direzioni. C’è chi si impegna, nel nome di
Culto radio
ore 7,30
Domenica 12 Giugno
Pastore LUIGI SANTINI
Firenze
Domenica 19 Giugno
Pastore LUIGI SANTINI
Firenze
Cristo, in aree sottosviluppate e depresse per offrire agli uomini alcuni
segni dell’amore di Dio, creando le
premesse di una vita umana migliore.
C’è chi offre un anno di servizio negli
istituti di assistenza in favore dei sofferenti o delle persone anziane, un anno che si chiama « diaconale ». Ho letto di alcuni giovani svizzeri che hanno
offerto uno o due anni di servizio alITndia per aiutare praticamente certe
popolazioni nel lavoro o nel miglioramento del lavoro agricolo. Conosco
delle persone in Inghilterra e negli
Stati Uniti le quali offrono alla comunità civile uno o due pomeriggi della
settimana per occuparsi di un servizio
sociale nelle famiglie, specialmente là
dove la convivenza, il lavoro o la disoccupazione creano non pochi problemi morali e sociali. Anche l’aiuto
agli analfabeti è un servizio utile, tanto più utile se è compiuto nello spirito
cristiano dell’amore. Molte persone
delle nostre comunità, specialmente
fra i giovani, se si guardassero attorno
con occhio attento e con impegno, invece di limitarsi ad una critica alla
chiesa « introversa e conservatrice »,
troverebbero non poche occasioni di
servizio o addirittura le inventerebbero a beneficio della loro comunità e
della società. Bisogna cercare di dare
un senso ed un contenuto alla propria
vita, ricevendo il messaggio di Cristo
e ricordandoci, sia pure nel rispetto
dei dovuti limiti, che Egli « andava
attorno facendo del bene » ( Atti 10 :
38).
Oggi c’è già chi adempie un « servizio » cristiano nel mondo e nel nome
del Signore. Non bisogna dimenticarlo mentre si corre dietro alle novità o
ad altre forme di servizio. Anche nella
nostra Chiesa ci sono delle persone
che hanno fedelmente servito o che
servono il Signore in favore degli uomini del loro tempo. Ci sono dei servizi che si compiono silenziosamente e
umilmente, senza « far suonar la tromba » dovunque si vada. E non si sottovaluti il servizio di molti fratelli
compiuto sotto il segno dell’aiuto, dell’incoraggiamento e della speranza
cristiana.
Ad alcuni è dato di fare cose grandi,
sempre in un senso relativo però; ad
altri è dato di fare cose piccole e modeste, nel giudizio degli uomini. Ciascuno operi secondo i doni che ha ricevuto, ma operi veramente e non
parli soltanto. Per servire il mondo
neU’amore di Cristo non occorre andare lontano ; ci sono ogni giorno delle occasioni propizie dinanzi a noi,
purché non viviamo soltanto per noi
stessi ma piuttosto come cristiani
aperti verso gli uomini del nostro tempo, sensibili all’esortazione apostolica
che dice : « Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome_ del
suo Figliuolo Gesù Cristo, e ci amiamo
gli uni gli altri, come Egli ce ne ha
dato il comandamento. Perchè chi non
ama il fratello che ha veduto, non può
amar Dio che non ha veduto. E questo
è il comandamento che abhiam da lui:
che chi ama Dio ami anche il suo fratello » (I Giov. 3: 23 e 4; 20-21).
Ermanno Rostan
Per una spiacevole svista, di cui ci scusiamo con gli interessati, nel comunicato pubblicato alcune settimane or sono, contenente
il programma dei campi estivi, si è avuta
una confusione fra il Campo Cadetti e il
Campo Studi. Precisiamo:
■ CAMPO CADETTI
5-17 luglio
TEMA : Il singolo e la coinanilà tra il
mondo e il Regno. Direttore: past. G. Scuderi; collaboreranno i past. S. Giambarresi e
S. Briante. Possono partecipare giovani dai
1.3 ai 16 anni. Quota di partecipazione: Lire 8.000 + L. .500 d’iscrizione; inviare le
domande entro il 30 giugno al past. Giovanni Scuderi, Via Garibaldi 60, Vittoria (Rg-).
■ CAMPO STUDI
19 luglio - 2 agosto
TEMA : Vocazione della Chiesa e vocazione
nella Chiesa. Direttori: past. S. Briante e
S. Taccia; collaboreranno i past. S. Giambarresi e G. Scuderi. Quota di partecipazione: L. 10.500 -t- L. 1.000 d’iscrizione, da
inviare con la domanda entro il 6 luglio al
past. G. Scuderi, Via Garibaldi 60. Vittoria (Rg.).
■ CAMPO RESPONSABILI
3-11 agosto
Saranno esaminati il ministero e la preparazione del responsabile nelle Unioni giovanili e nella Chiesa. Direttore past. S. Briante.
Quota di partecipazione: L. 6.000 + L. 1.000
di iscrizione (ai giovani che parteciperanno
anche al Campo studi non è richiesta la quota d’iscrizione) da inviare con la domanda
entro il 30 luglio al past. G. Scuderi, Via
Garibaldi 60, Vittoria (Rg.).
PERSONAL! A
Il piccolo Giovanni è venuto a rallegrare la casa di Donatella e Gabrie
le Torchia, a Villar Perosa. Partecipiamo vivamente alla gioia dei genitori e dei nonni, in particolare il Vicemoderatore Past. A. Deodato e la Signora, con un cordiale augurio per i!
neonato.
iinMimuiMiii,ii
Un seminario - incontro ecumenico
organizzato dall’U.C.D.6. a Roma
Il 19 e 20 marzo di questa primavera si
è tenuto a Roma presso l’Unione Cristiana
delle Giovani, nel suo salone di via Balbo 4,
un Seminario ecumenico. Esso è stato il quar.
to in ordine di tempo promosso dall’associazione, poiché nel 1963, ’64 e ’65 avevano
avuto luogo in To>'.<e PeUice analoghi incontri, più modesti, come ogni inìzio richiede,
ma iniziatori di una tradizone che speriamo
buona e proficua.
Il recente incontro di Roma era stato preparato con cura e con amore da una commissione, interna al movimento U.C.D.G., che
è convinto della necessità, per un’associazione
cristiana interconfessionale come la nostra,
sia in campo mondiale come in campo nazionale, di approfondire le ragioni per cui essa
appunto è tale e di studiare i mezzi per una
attuazione migliore e più cosciente della sua
posizione cristiana ecumenica.
I convenuti erano numerosi : socie, amici e
amiche dell’opera, come pure rappresentanti
dì altre associazioni a sfondo evangelico e
cattolico. Erano state diffuse in precedenza
alcune circolari di preparazione con bibliografia sul tema «Quale espressione religiosa
può assumere oggi l’UCDG, associazione cristiana, ecumenica e al tempo stesso laica? ».
L’argomento è stato introdotto da due oratori : dal pastore Mario Sbafli della Chiesa Metodista Italiana, quale voce protestante e dal
padre Dino Bellucci, S. J. della Pontificia
Università Gregoriana, quale voce cattolica
II pastore Mario Sbaffì ha iniziato il suo
studio presentandosi come un « semplice credente, anche se pastore, che vive i problemi
della propria fede e della propria appartenenza alla Chiesa in questo tempo che non è
solo il tempo dell'atomo e delle conquiste
spaziali, ma anche il tempo di una primavera spirituale che si annuncia nella vita della Chiesa per ridestare la sua vocazione e la
sua responsabilità di testimone nel mondo )).
Dopo aver fatto un breve excursus storico attraverso il sorgere e lo svilupparsi del movimento ecumenico nel mondo, ha citato la
affermazione fatta nella terza conferenza mon.
diale di Lund (1952) « di partire dal Centro,
che ci è dato in comune, ed esaminare insieme la cristologia per rinnovare, da questo
punto di vista, il nostro modo dì comprendere le differenze di principio che separano »
le diverse confessioni cristiane. E poiché la
unità è un dono che ci è stalo fatto da Gesù
Cristo c che non ci è mai stalo ritirato, la
Chiesa può oggi riprenderne coscienza: infatti « assistiamo oggi nel mondo ad un anelito di unità quale forse non si era mai manife,=51310 nei secoli passati, ma anche in questa presa di coscienza vi é il sempre ricorren.
te pericolo... di lasciarci condizionare dal
mondo )> ricercando una unità di tipo « utilitario » che farebbe astrazione dalla verità
che é in Cristo, cioè una « unità fine a se
stessa» senza tener sufficiente conto della ne>
ce.ssìtà di rinnovamento deiruomo in Cristo.
La pazienza di Dio verso dì noi in questo
campo deve renderci consapevoli che senza di
essa non può esservi spirito ecumenico. « La
pazienza implica che noi accettiamo rincomprensione, il giudizio affrettato, la posizione
precostìtuita, senza scoraggiarci... che scorgiamo n=*l naufragio di una nostra tesi l’invito ad approfondirla, e che sappiamo attendere il manifestarsi delFazione di Dio, e accettare di essere umiliati nella soddisfazione
derivante dalle nostre particolari forme di
cultura cristiana, di metodi intellettuali, di
spiritualità ».
Nella prospettiva di quanti credono che il
cristianesimo é cosi vasto e aperto a tutti,
che la volontà di Dio guarda al Suo popolo
nella sua totalità « di tutte le nazioni promosse in posterità ad Abramo », la fedeltà
confessionale consìste nel ringraziare Iddio
per l’unità di cui si fa l’esperienza nella propria confessione e nel domandargli una maggiore coscienza di unità con i fratelli delle
altre confessioni, neH’impegno di un continuo rinnovamento alla luce della Sacra Scrittura, di fedeltà a Cristo, di ubbidienza agli
impulsi dello Spirito Santo. « Il cammino
ecumenico è un cammino, che richiede coraggio, disponibilità, impegno nell’azione con.
creta, superando la distanza tra le dichiarazioni delle assise ecumeniche e la concretezza deH’azione ecumenica ». Concludendo
il pastore Sbaffì ci ha ricordato che occorre
imparare che cosa significhi « amare l’altro »,
evitando queU'amore che é semplicemente
amore verso noi stessi, le nostre convinzioni,
i nostri principi, e invece « rivestirci della
carità che é il vincolo della perfezione ».
Lo studio dì padre Bellucci, che ha seguito subito quello del pastore SbaflTi, si é presentato con tre ordini di idee: il primo suUa
constatazione della nuova situazione ecumenica venutasi creando nel mondo attuale,
per la quale padre Beliucci ha fatto anch egli
una rapida ricostruzione degli eventi storici
deireoumenismo, puntualizzando molto efficacemente che :« L’ecumenismo nei suoi inizi pionieristici e nei predominante assenteismo delle Chiese, ancora chiuse in uno
splendido isolamento mutuo, non poteva sorgere se non per iniziativa di singoli fedeli e
non poteva svilupparsi se non quasi al margine delle Chiese, per quanto mai venisse interpretato in chiave anticcclesiastica. Forse il
principale compilo di movimenti come il nostro... fu quello di sensiliilizzarc le Chiese
aindea ecumenica e di portarlo all’accettazione d(d principio ecumenico, creando una
esigenza, mo.stramio la via pratica alla realizzazione di una convivenza cristiana ecumenica »... « Non esiste oggi al mondo, come
sappiamo, alcuna grande chiesa cristiana che
non abbia preso ufficialmente posizione nei
confronti dcirecumenismo e a favore delrecutnenisuio ». Egli ha quindi sviluppato il
concetto della penetrazione di questa idea
ecumenica nelle Chiese stesse e della apertura che vi ha portalo: (f Fare deirecumenismo
quindi non vuol dire dissociare le nostre persone e la nostra vita cristiana dalla chiesa dì
Cristo, anzi deve aiutarci a vivere meglio la
vita della nostra chiesa. In tal modo potremo
anche dimostrare quanto sia calunniosa nei
confronti dell’associazione quella cortina dì
sospetti, che la offusca agli occhi di certuni,
come se essa tendesse quasi intrinsecamenl ■
e per natura sua a distaccare coloro che \u
frequentano dalle proprie chiese ».
Il secondo ordine di pensieri sviluppato ehpadre Bellucci partiva dalla domanda: in
che cosa l’associazione, in quanto fa parte di
un movimento laico, si distingua dalle altre
forme che il movimento ecumenico ha assunto e se abbia, come associazione indijicndente, una sua validità ecumenica, ed ha affermato e sviluppato i concetti che l’UCDG
ha quattro traiti caratteristici che sono : la
volontarietà (e quindi i suoi membri si dichiarano liberamente impegnali in un compito ecumenico), l’indipendenza organizzativa
(per cui offre una permanente e strutturata
possibilità di vita ecumenica associata Ira in.
dìvidui profondamente interessali), Tinteresse per l’educazione ecumenica dell'individuo
(che sviluppata nell’associazione porta poi il
suo contributo nella chiesa), e infine il carattere di servizio (per cui Tindividuo e l’associazione non tendono a svilupparsi per utile
proprio, ma per ravvivare e rìpresentare sempre di nuovo ai suoi membri il più vasto
campo della chiesa, anche nelle sue attività
locali, perchè Tecumenìsmo non rimanga un
fatto di vertice ma scenda a livello locale).
Per il terzo ordine di pensieri intorno alla
nostra apertura al mondo moderno e alla
nostra missione come laici ecumenici nel
mondo, il discorso, per i limiti di tempo, è
stato più breve, ma dopo il suggerimento di
leggere il volumetto « I laici nel Concilio »
dove sono riprodotti i passi del Concilio Vaticano II che interessano il laicato e l’apostolato dei laici, e di leggere la pubblicazione
del Consìglio Mondiale delle Chiese « LAlTY », il padre Beliucci ha trattato dell’« azione evangelizzatrice, che ogni credente sente
davanti a una persona che non crede in Cristo, nel tentativo di sviluppare in lei il bisogno di un contatto religioso e redentivo con
Dio » che la porti a sentire il desiderio di
reinserìrsi nella chiesa per un maggiore aj)profondimento della sua fede nascente.
Con questi due studi, quali base di ricerca,
si sono sviluppati i lavori del seminario: i
convenuti hanno posto domande agli oratori
c, dopo la loro partenza, nel pomeriggio o
nella seconda giornata, hanno jiroseguilo nel.
lo studio di (juesti pensieri con particolare
riferimento alle attività concrete dell’UCDG.
Divisi in due gruppi^ hanno tentato di risjKmdere alle varie domande, preparate dalla
commissione ecumenica. Ira le quali: Che
cosa intendiamo con le parole « espressione
religiosa » deU’UCDG? E’ sufficiente che la
« C » della nostra sigla corrisponda ad una
nostra posizione cristiana « privala » oppure
dobbiamo mettere in comune la nostra fede
CONTINUA
IN QUARTA PAGINA
3
10 giugno 1966 — N. 23
pag. 3
COME COMPRENDERE
L'A SCENSIONE
Il falso_______
e il vero scandalo
LA CONFERENZA METODISTA
Un metodismo “riformato,,?
Perchè non riconoscerlo con franchezza? La festa dell’Ascensione è uno
dei punti chiave del malinteso che
spesso separa la Chiesa dalla società
moderna.
La Chiesa infatti professa l’elevazione del Cristo presso di Padre, quaranta
giorni dopo Pasqua, e riconosce in questa elevazione una delle tappe più significative delTitinerario del Figlio di
Dio. Ma la società moderna stenta a
concepire quest’evento. La scienza ha
posto fine alla concezione del mondo
nella quale poteva venirsi ad inserire
in modo naturale il fenomeno, certo
singolare, di un’elevazione corporea
dalla terra al cielo.
E’ dunque importante non solo che
la Chiesa proclami ciò che crede, ma
che non faccia mistero di quello che
non crede. Altrimenti innumerevoli
cristiani finiranno per « gettar via il
bambino con l’acqua del bagno»; per
sottrarsi alla predicazione dell’Ascensione per non avere chiarito, in tempo
utile, il fenomeno dell’Ascensione. Vediamo meglio.
Oggi il vento (che spira dal nord)
soffia nel senso della «demitizzazione».
Questo termine, un po’ barbaro, designa Timpresa alla quale si è votato il
grande teologo tedesco Rudolf Bultmann. Quest’autore stimola la Chiesa a esprimere l’Evangelo spogliandolo delle concezioni di carattere mitico
che erano correnti nell’antichità e che
sono inaccettabili per l’uomo moderno.
Non impegneremo qui una discussione approfondita su tale programmaj
sul suo valore e sui suoi limiti, sui suoi
rischi e le sue virtù. Ma si può almeno
notare che tutti quanti — spesso senza saperlo — praticano in qualche misura la « demitizzazione » di cui il
Bultmann si è fatto l’araldo. Tutti, o
quasi, nella Chiesa riconoscono che
dobbiamo francamente rifiutare le
concezioni cosmologiche delle mitologie antiche. Non crediamo più che il
cielo è « al di sopra » nella terra, nè
che i luoghi infernali si nascondono
« al di sotto » del terreno cha calpestiamo ogni giorno. Sicché la più elementare onestà intellettuale, e la stessa
preoccupazione di una testimonianza
efficace devono impegnarci a indicare
chiaramente la nostra posizione su
questo punto. La predicazione della
Ascensione ha per noi la medesima
portata che per gli apostoli. Ma il fenomeno dell’Ascensione non s'inserisce più nel medesimo quadro culturale. La cosa va da sè? Forse. Ma è ancor meglio dirlo.
Tuttavia, -soffia su~noi -tin-altroi'-ven—■
to, dall’ovest. Il filosofo protestante
francese Paul Ricoeur sviluppa in
questo momento im’opera che non ha
ancora, nelle nostre contrade, tutta
l’udienza che merita. Anche il Ricoeur
s’interroga sulla « dem.itizzazione » e
ne ha segnati molto opportunamente
i limiti in questi termini:
« Non dobbiamo far semplicemente
nostro il Dunto di vista deH’uomo moderno e dire : ’’Ora bisogna dire le cose diversamente, perchè siamo gli uomini d’oggi”. Debbiamo pure lottare
contro certi aspetti di questa modernità, nella misura in cui è essa stessa un
principio d’opacità, di accecamento,
di oblio ». Si tratta allora, secondo il
Ricoeur, di eliminare il falso « scandalo » (per es. le concezioni cosmologiche dell’antichità) per rimettere in
luce il vero « scandalo» (per es. la sovranità di Cristo significata dall’Ascensione). V’è qui un duplice compito, che incombe alla teologia, e che
deve ripercuotersi a livello della predicazione della Chiesa e della testimonianza dei cristiani.
Torniamo all’Ascensione, in questa
prospettiva. Notiamo in primo luogo
che Timmagine che generalmente ce
ne facciamo è debitrice assai più dei
pittori e degli scultori medioevali o
rinascimentali che non del testo stesso della Scrittura. Gli artisti hanno
« mitclogizzato » la Scrittura. Ecco perchè, sul nostro giornale, per quanta
ammirazione nutriamo per le grandi
opere d’arte del passato, non vi ricorriamo volentieri per illustrare i nostri
articoli. La Scrittura infatti non ci
descrive per niente quest’Ascensione
che l’arte cristiana, con tanti dettagli immaginari, ha divulgata nel corso
dei secoli in un lin^aggio visivo oggi
invecchiato. La Scrittura, molto semplicem.ente, ci narra che una nuvola
ha sottratto Gesù agli sguardi dei suoi
apostoli.
E allora, seguendo la linea del vescovo anglicano Robinson, autore di
un libro che ha fatto chiasso, muteremo il linguaggio tradizionale come si
rivolta un guanto? Esprimeremo,
d’ora in poi, in termini d’interiorità
quello che l’antico linguaggio esprimeva in termini d’esteriorità? Parleremo del profondo, dove prima si parlava dell’Alto? Forse. Ma non sta qui
l’essenziale.
L’essenziale è che, rifiutando le concezioni cosmologiche delTantichità,
cioè « il falso scandalo », si esprima
chiaramente « il vero scandalo », cioè
la sovranità di Gesù Cristo su ogni
creatura.
L’Ascensione è infatti il momento e
il luogo in cui sono smascherate tutte
le potenze e tutte le dominazioni che
in apparenza reggono il corso del
mondo. L’Ascensione è la rivelazione
d’una sovranità nascosta che da quel
momento impregna la storia degli uomini con le sue esigenze e con i suoi
giudizi, con i suoi impulsi e le sue liberazioni. È, Tindomani di Pasqua, il
segno precorritore del veniente Regno
di Dio. È, alla vigilia di Pentecoste, la
costituzione della comunità cristiana,
simbolo provvisorio e imperfetto agen*-te storico -di queisto -regno- al quale-sa- rà sottoposta, per la sua salvezza, l’intera creazione.
Ecco TAscensione, terreno preferito
del malinteso scavatosi fra la Chiesa
e la società. Ecco l’Ascensione, momento d’una rivelazione decisiva che
non deve nulla, se non Taccessorio, a
ccncezioni sorpassate. Ecco TAscensione, fonte della nostra certezza ed
efficace stimolante della nostra volontà di servizio, in questo mondo ritardatario che crede ancora al proprio
potere e ah’efficacia illimitata della
propria potenza. Jean-Marc Chappuis
(da « La Vie protestante »)
Che cosa dicono i cattolici
della nostra evangelizzazione?
Sull'ullimo numero di « Concilium », rivista caltoliea (di avanguardia), e comparso un
articolo deirargentino Jorge Mejia: «Missioni non cattoliche in regioni a maggioranza cattolica? ».
Sappiamo che nel passato revangelizzazìone da parte di Chiese ortodosse o evangeliche
non era ammessa dalla Chiesa cattolica, per
cui le missioni non cattoliche erano combattute come un male.
Ma oggi la valutazione cattolica delle
Chiese cristiane non romane è mutata; nel
Decreto suirccumenismo è detto: « le Chiese
e comunità sejxirate... non sono affatto spoglie di significato e di peso., perchè lo Spirito
di Cristo non ri usa di servirsi di esse come
strumenti di salvezza ». Appoggiandosi su
questa affermazione conciliare il Mejia può
sostenere che « se le Chiese e le comunità
ecclesiali non cristiane hanno un senso nel
piano di Dio e possono essere utilizzate come
mezzi di grazia, è difficile negare ad esse'
ogni capacità di esercitare una legittima missione ».
Perciò, in certe situazioni, l'evangelizzazione non solo non è un male, ma può essere
considerata un bene che la Chiesa cattolica
« può tollerare ». Condizione fondamentale
perche Tevangelizzazione sia accettata è che
essa sia « missione », non « proselitismo »,
I « annuncio del nome del Signore », « seria
proclamazione evangelica ». non « semplice,
caccia al proselito^ terrena e non celeste., negativa e non positiva, contrastata e non pacifica ». Infatti c ammesso che « la predicazione autenticamente missionaria delle Chiese non rattoliche è. nel suo contenuto essenziale. una predicazione di Gesù Cristo e un
invito a convertirsi a lui mediante la fede.
E’ inoltre un annuncio della Parola di Dio
I contenuta nella Sacra Scrittura, con la quale
i fedeli sono messi a contatto immediato ».
E' accettata la missione delle Chiese non
cattoliche quando essa raggiunge dei cattolici
per varie ragioni lontani dalla Chiesa, che
vivono « come pecore che non hanno pastore y>. L'autore deirartìcolo riferisce la situazione delle grandi zone agrarie e pastorizie
A ogni uomo il suo posto, a ogni posto
il suo uomo
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
del suo paese, « ma — prosegue — chi oserebbe negare che la stessa situazione si estenda oggi alle città industrializzate, ai sobborghi squallidi, alle regioni minerarie? Normalmente tutti questi uomini sono battezzati
nella fede cattolica, però la loro inserzione
vitale nella Chiesa comincia e finisce con
questo atto. Sappiamo quanti e quali gravi
problemi pastorali crei questa cristianizzazione incompleta ,che prevediamo tale e non
siamo in grado di completare. Pertanto, se in
mezzo a questi ^^fedeli a metà compaiono
missionari non cattolici, con intenzioni e credenziali sufficienti per una evangelizzazione
autentica, anche se purtroppo limitata, che
diremo? Affermeremo che è preferibile la totale ignoranza di Cristo ad una conoscenza
imperfetta, la totale atonia religiosa o la superstizione ad una conversione cristiana parziale? »
DIFFICOLTÀ PRATICHE
Da quanto enunciato le nostre Chiese dovrebbero sentirsi incoraggiare ad una evangelizzazione incontrastata, chiamate quasi co.
me collaboratrici, anziché rivali, dalla Chiesa
cattolica nelTannuncio della Parola di Dio.
Ma, dallo stesso articolo, sorgono immedia,
tamente delle difficoltà quando si scende sul
terreno pratico. Infatti, secondo il Mejia, la
nostra missione, ovviamente « non potrà fare
cattolici » i fedeli ai quali si rivolge, e la
Chiesa cattolica non potrà accettare che essi
vengano e convertiti iì ad un'altra Chiesa:
a Si tratta di vedere se Vevangelizzazione di
cui trattiamo ha per fine la 'conversione' da
una Chiesa ad un altra, o non piuttosto la
conversione dell uomo battezzato alla realtà
del suo battesimo, e in ultima istanza, alla
fedeltà verso il Signore di tutti ».
In realtà come agire? Possiamo noi accettare la posizione dell’articolista per cui la nostra missione a potrebbe forse preparare la
via all'evangelizzazione cattolica mediante la
predicazione delle verità che abbiamo in comune »? Certamente no. Ed è forse qui la
difficoltà della nostra « evangelizzazione ecu0j0i,Ì03 )) ; Giuliana Pascal
sa dalla pubblicazione dei documenti del
II Congresso delle Chiese Evangeliche Italiane. non ne ha parlato, lo riporto qui per
esteso :
La Conferenza della Chiesa Evangelica Metodista d’Italia, radunata in
Roma dal 23 al 27 giugno 1965,
preso atto del rapporto del Comitato Permanente,
riafferma che l’evangelizzazione è
vita e ragion d’essere della Chiesa.
Esprimendo il suo accordo con
To.d.g. votato nella riunione del Comitato Permanente tenutasi in Firenze in data 8 giugno 1964,
propone le seguenti linee di lavoro:
1) Il lavoro evangèlico deve essere
particolarmente potenziato nelle zone
rurali e nelle zone periferiche delle
grandi città in collaborazione con altre Chiese eventualmente presenti ed
in tutte le zone dove non vi sia altra
presenza evangelica.
2) L’integrazione con la Chiesa
valdese sia sollecitata e sviluppata con
il massimo impegno.
3) L’attuale strutturazione dei Circuiti sia riveduta per essere resa niù
funzionale ai fini dell’evangelizzazione.
Dà mandato al Comitato Permanente di formulare un piano organico
di lavoro sulla base dei principi sopra
esposti da presentarsi allo studio della prossima Conferenza previo esame
da parte dei Circuiti.
Il piano ora presentalo si articola in 4 par.
ti : premesse (teologiche) ; considerazioni di
carattere generale; proposte per la riorganizzazione del campo di lavoro; problemi di carattere finanziario.
Una parola su ciascuna parte si impone.
Ogni buon Riformato sottoscriverebbe le premesse teologiche : sola gratta, sola Scriptura,
sacerdotium universale; la Chiesa è la Comunità che annuncia il Regno in modo concreto
nel tempo in cui vive, lo annuncia con il servizio ed è alla ricerca costante ed effettiva
dell’unità con il suo Signore e con i fratelli.
Anche le considerazioni di carattere generale non possono avere che il consenso : la
Chiesa ha per fine l’evangelizzazione, ma non
è possibile evangelizzare, oggi, se non in comunione con altre Chiese là -dove esse sono
-presenti;- tutta Ìa-cemnratà 4eve-e©ntirsi impegnata e deve rendere attuali e operanti i
ministeri (cosiddetti) laici; bisogna accentua,
re, infine, la collegialità^ nel compimento del
ministero cristiano, con (azione congiunta tra
Comitato Permanente, Circuiti e Comunità.
Le proposte che il piano prevede di conseguenza sono quanto mai concrete, anche se,
qua e là, opinabili : suddividere le comunità
locali con capo-gruppo responsabile (secondo
la prassi metodista); riorganizzare i Circuiti
allo scopo di maggiore funzionalità sul piano
locale; accentuare le responsabilità della Con.
ferenza al governo della Chiesa mediante la
creazione (in via sperimentale) di una Commissione d’Esame; prolungare da 5 a 7 anni
il termine massimo di rieleggibilità del Comitato Permanente; aOeviare il Presidente da
incarichi amministrativi per consentirgli di
dedicare maggior tempo ai compiti specifici
della sua carica.
I problemi finanziari connessi con il piano
(molti e gravosi) sono affrontati serenamente
e realisticamente, innanzittiitto impegnando
personalmente ogni membro di Chiesa e poi
prospettando un quinquennio per la completa
attuazione del piano stesso.
La discussione che ne è seguita, è stata
lunga e complessa, ovviamente. Si trattava
infatti del vero punto focale di tutta la Conferenza. Unanime è stato l’accordo sui principi; vivace, al contrario, il disparere sulle
attuazioni pratiche dei medesimi. Punto dolente sono stati i trasferimenti di personale,
ritenuti eccessivamente numerosi da molti, ri.
baditi come indilazionabili da altri. Ai primi
è sembralo saggio non trasferire un pastore
che fa bene e la cui comunità è contenta;
per i secondi il piano aveva senso solo se attuato integralmente, anche se con sacrificio
da parte di qualcuno. Ambedue le posizioni,
in fondo, sono giustificate -e denotano eguale
amore per la Chiesa.
La conclusione del dibattito è data dal seguente o.d.g. approvato dalla Conferenza:
La Conferenza della Chiesa Evangelica Metodista d’Italia, riunita in
Roma dal 18 al 22 maggio 1966,
approva le premesse fondamentali
per la riorganizzazione del campo di
lavoro e le soluzioni di carattere finanziario contenute nel piano organico, presentato dal Comitato Permanente in esecuzione del mandato ricevuto dalla Conferenza 1965; (riferito
sopra);
raccomanda alla sessione pastorale
(unica competente a decidere i trasfe
rimenti) di attuare, nella linea prevista dal piano organico, quei trasferimenti che si rivelino indilazionabili,
sin dal prossimo anno ecclesiastico;
raccomanda che, nell’ ambito dell’attuale piano di riorganizzazione del
campo di lavoro, per quanto concerne il complemento della revisione dei
Circuiti e il trasferimento dei pastori,
si tenga conto della esigenza emersa
dal dibattito di una più completa e
approfondita consultazione delle Comunità direttamente interessate;
dà mandato al Comitato Permanente di procedere, nel tempo più breve
possibile, a tale consultazione e a intensificare il contatto con le Comu
nità per promuovere un’azione evangelica più compatta, coerente, incisiva, armonica a tutti i livelli.
Anche le altre proposte del piano sono approvate; solo la Commissione d’Esame, per il
momento non è passata, ma ne è stalo demandato lo studio a una Commissione.
Bisogna dire, a breve commento, che il
Comitato Permanente, nel presentare il piano, ha dimostrato chiarezza di vedute e coraggio di attuazione. Chiarezza di vedute, per.
che ha enunciato principi teologici precisi e
incontestati, e ha individuato l’urgenza di
un’azione evangelistica programmata. L’ha
poi effettivamente programmata in due direzioni : essere presenti nella periferia deUe
grandi città, dove la Chiesa è quasi assente,
e nelle zone agricole dell’Abruzzo e della Lu
cania, dove da anni la dispersa presenza me
todista ha scarsa presa suUa popolazione (co
me noi valdesi, pure). Ha dimostrato coraggio, perchè non ha esitato, con conseguenze
concrete facilmente intuibili, a rivedere quasi
tutte le sistemazioni attuali dei pastori e degli evangelisti, in base al principio (inconfes
salo ma soggiacente) a ogni uomo il suo po
sto, a ogni posto il suo uomo.
In Conferenza, tutti erano consapevoli che
il piano era solo uno strumento che vale per
Tu»o che ne è fatto, e che vale soprattutto se
lo Spirito è all’opera. Di conseguenza, la Con.
ferenza si è dimostrata cauta; un certo freno
lo ha posto, ma non ha bloccato, come To.d.g.
dimostra. Anche questo è segno dell’opera di
Dio in uomini che hanno la medesima fede,
i medesimi intenti, lo stesso servizio, al di
sopra di valutazioni personali contingenti,
per quanto obiettive in un senso o nell’altro.
Da parte dei pastori direttamente interessa,
ti c’è stata piena adesione di disponibilità, sia
pure maturata dopo lunga, seria e tormentosa
riflessione. Più di qualche pastore ha rimesso
del suo. Si dirà che questo rientra nel dovere di servizio, certamente, ma io mi inchino
di fronte a questi pastori e ringrazio il Signore per avermi messo davanti agli occhi un
esempio vivo della sua grazia operante. Vi
ringrazio anche da queste pagine, fratelli metodisti.
Organo unitario
di stampa
La Conferenza ha poi esaminato il particolareggiato Rapporto del Comitato per l’organo unitario di stampa, in connessione con la
richiesta del II Congresso Evangelico e in atInazione di un apposito o.d.g. della Conferenza 1965.
Le finalità e il contenuto dell’auspicato
nuovo giornale, quali appaiono dal rapporto
(anche se nel testo sono assai frammischiati),
si articolano attorno a due -esigenze : il colloquio interno in seno al protestantesimo pluri.
denominazionale e il colloquio esterno, con
il cattolicesimo e con il mondo. Per quanto
riguarda il colloquio interno, ¡1 rapporto prò.
pone che il giornale estenda e promuova la
conoscenza reciproca tra il protestantesimo
italiano, favorisca un costante aggiornamento
teologico, svolga azione propulsiva della Federazione, accresca la coesione e l’unità dell’evangelismo nostrano, informi le Chiese sui
problemi interni del protestantesimo mondia.
le, documenti, con appropriate cronache, la
vita defie Chiese e delle Comunità, offra alle
nostre Chiese una chiara visione della realtà
umana nella quale esse sono chiamate a operare.
Per quanto riguarda il colloquio con Tester,
no, il rapporto propone che il nuovo giornale
attui una predicazione protestante nei modi
propri di un giornale, pubblichi articoli di
divulgazione biblica e di -edificazione, apra
dibattiti su temi di fondamentale importanza,
instauri un confronto permanente con le cor.
renti vive di pensiero, religiose e laiche, specialmente con il cattolicesimo, contribuisca a
formare un’opinione pubblica protestante e
fornisca un’ampia documentazione su ciò che
avviene in tutto il protestantesimo.
Quanto alla struttura della direzione e della
redazione del giornale, il rapporto propone
una équipe di lavoro residente a Roma, composta di almeno 7 persone, coadiuvata da responsabili regionali, corrispondenti e collaboratori fissi; più un comitato di direzione
con funzione rappresentativa delle denominazioni aderenti e garante della « linea » del
giornale fissata in precedenza.
La Conferenza ha espresso il proprio pensiero approvando il seguente o.d.g.:
La Conferenza della Chiesa Evangelica Metodista d’Italia, riunita in
Roma dal 18 al 22 maggio 1966,
preso atto del Rapporto del Comitato per l’organo unitario di stampa,
riaffermando il proprio desiderio
che si giunga al più presto alla realizzazione di questo Organo unitario di
Stampa secondo To.d.g. già approvato nella precedente Conferenza 1965,
sicura che la consapevolezza della esigenza di una stampa unitaria sia comune a tutte le denominazioni operanti in Italia,
approva il Rapporto del Comitato
per quanto riguarda le finalità, il contenuto e la struttura ohe si intende
dare all’organo di stampa unitario ;
sì impegna a sostenerlo nei modi e
nei termini che le competeranno nel
complesso degli sforzi comuni;
auspica che sia mantenuta la testata di « Presenza Evangelica » che rappresenta storicamente il primo risultato positivo di questo tipo, a livello
di tutta la Chiesa, in una fattiva collaborazione interdenominazionale nel
campo della stampa, non cessando in
tal modo, nè di nome, nè di fatto, la
continuità dei due periodici delTevangelismo unito;
raccomanda al Comitato Permanente uno studio approfondito dei problemi finanziari cormessi con il nuovo periodico, in rapporto alle possibilità effettive delle Chiese;
auspica altresì che l’impegno della
Conferenza, nel quadro indicato dal
Rapporto del Comitato promotore,
l’apporto individuale e comunitario
dei membri della Chiesa Metodista, e
il sostegno fraterno delle Chiese e Organizzazioni all’estero favoriscano la
soluzione dei problemi connessi a tale periodico unitario.
Rapporti
con la Chiesa valdese
La Conferenza dello scorso anno, con apposito o.d.g., aveva espresso parere favorevole sul Rapporto della Commissione mista
Valdese-Metodista. Il nostro Sinodo valdese,
invece, ha rimandato ogni deliberazione, in
merito, al Sinodo che si terrà l’agosto prossimo, perchè non tutti i Distretti si erano
pronunciati. La Conferenza metodista, quindi,
non aveva nuUa da decidere, e nulla infatti
ha deciso. Tuttavia l’annoso argomento non
è passato sotto silenzio. Gli interventi che cj
sono stati hanno auspicato il proseguimento
delle trattative in corso, sia per quanto riguarda le proposte del Rapporto (ormai famoso), sia riguardo i processi di integrazione
già in atto e futuri. Qualche riserva c’è stata
pure, ma espressa da un membro deUa delegazione valdese. Pronte dichiarazioni di benvolere, da ambo le parti, hanno servito da
contropeso. Cammino lungo, ma non impossibile.
Per comodità dei lettori, riporto To.d.g. me.
todista dell’anno scorso :
La Conferenza della Chiesa Evangelica Metodista dTtalia, riunita in
Roma dal 23 al 27 giugno 1965,
preso atto del contenuto degli oo.
dd.gg. pervenuti dai Circuiti, tutti esprimenti parere favorevole sul Rapporto della Commissione mista ■Valdese-Metodista,
riafferma quanto è stato espresso
dalla Conferenza 1964 mediante To.
d.g. relativo al Rapporto stesso che
accetta, approvandone le proposte in
seconda lettura,
ribadisce ohe tale Rapporto non
mette in discussione i nomi delle due
Chiese,
raccomanda alle Comunità di svi-„
luppare al massimo l’integrazione sul
piano locale secondo le linee del Rapporto stesso e, nel medesimo tempo,
di fare oggetto di approfondito esame
il concetto di autonomia ecclesiastica
riferito alla Comunità locale come è
illustrato nel 2» capitolo del Rapporto
Valdese-Metodista.
Federazione
La Conferenza ha avuto sott’occhio il testo
integrale del Progetto di Statuto deUa Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, ma
non lo ha preso in esame nei particolari. Ha
espresso tuttavia il suo parere, sia pure in
forma abbastanza generica, approvando il seguente o.d.g.:
La Conferenza della Chiesa Evangelica Metodista d’Italia, riunita in
Roma dal 18 al 22 maggio 1966,
esaminati i documenti elaborati dal
Comitato per la Federazione delle
Chiese Evangeliche Italiane,
riafferma la propria decisa volontà
di proseguire, coerentemente con gli
oo.dd.gg. aptprovati dalle precedenti
Conferenze, ai fini della Federazione ;
approva Timpostazione e i lineamen.
ti generali dello Statuto della futura
Federazione nrevisti dal Comitato;
auspica ohe i lavori del Comitato
stesso possano concludersi nei termini previsti dal Congresso;
dà mandato al Comitato Permanente di promuovere e sostenere con particolare impegno tutte le attività relative alla Federazione.
Conclusione
Alla fine dei lavori sono stati eletti quali
membri del Comitato Permanente i pastori
Sergio Aquilante, Pier Paolo Grassi, Massimo
Tara, nonché i laici Dr. Emidio Sfredda,
Dr. Teofilo Santi, Dr. Sergio De Ambrosi.
La domenica 22 maggio, alle ore 11, nel
tempio di vìa XX Settembre, ha avuto luogo
il culto solenne di chiusura della Conferenza,
con la celebrazione della S. Cena e con la
consacrazione dei pastori Giovanni Lento e
Massimo Tara. Ha presieduto il cullo il Presidente Sbaffi e ha predicato il pastore Francesco Cacciapuoti.
Giulio Vicentini
N.B. - Gli ordini del giorno della Conferenza
di qiiest'anno sono siali ripresi dalla lettura degli Atti, non dalla loro pubblicazione ufficiale, inesistente al momento della
stesura di quesie note.
PER ANNA
Abbiamo ancora ricevuto alcune offerte «per Anna», la ragazza eritrea
segnalataci dalla missionaria Paola
Tron: Elena Selis (Torre P.) L. l.(X)0;
E.P.G. (Lus. S. Giov.) 5.000. Grazie.
4
pag. 4
N. 23 — 10 giugno 1966
GENOVA
Evangelizzazione all’aperto
Un setuioiirio-iiiciiütro eeuuienieii
organízzütü ilairU.iJ.li. a Roma
SEGUE DALLA SECONDA PAGINA
AGGIORNAMENTI
Postille all'Indice
Le Chiese Evangeliche di Genova hanno
tenuto, nel mese ài aprile, una serie di riunioni di evangelizzazione nelle piazze della
Val Polcevera. In due sabati un forte gruppo di evangelici delle diverse Chiese si è recato a Certosa, Rivarolo, Bolzaneto e Pontedecimo. Appena giunti sulla piazza designata, veniva rapidamente istallato il piccolo pulpito della sala di Comigliano, gentilmente
messo a disposizione dalla Chiesa Battista,
mentre un gruppetto di « tecnici » era alTopera per sistemare gli altoparlanti del
a Centro Vita ». Quindi si iniziava : due stro
fe di un inno, poi un breve messaggio; han
no parlato Giuseppe Barbanotti e Dino Tu
fello, due evangelisti della Chiesa dei Fra
teUi, specializzati in questo genere di riu
nioni. Seguiva una pausa, durante la quale
si cantavano ancora alcuni inni. Nel frattem.
po si intrecciavano le conversazioni con i
passanti che si erano avvicinati, venivano distribuiti degli opuscoli e un volantino, contenente un messaggio appropriato e Tindirizzo
di tutte le chiese evangeliche di Genova, era
diffuso da un attivissimo gruppo di fratelli,
fra cui si distinguevano anche alcuni giovani
della nostra unione; del volantino furono dif.
fuse quasi 4.000 copie. Infine ecco la voce
tonante del Pastore Santilli, il quale concludeva la riunione sottolineando il significato
della nostra presenza e ponendo ancora una
volta Taccento sull’efficacia liberatrice dell’Evangelo per ogni creatura. Ogni riunione du.
rava circa un’ora. La più riuscita fu quella
di Certosa, sia per il carattere della piazza,
che si prestava a meraviglia, sia, forse, per
la particolare apertura della popolazione.
Questo tipo di evangelizzazione avrà forse
destato qualche perplessità in alcuni. Scendere nelle piazze è un metodo a cui non siamo più abituati e che ci pare contrario alla
serietà delle nostre chiese. Dobbiamo perù ricordarci che gran parte delle nostre comunità
sono nate proprio da una evangelizzazione di
questo tipo, e che oggi ì maggiori risultati
si ottengono appunto uscendo dalle chiese e
portando l’Evangelo in tutti gli ambienti della nostra società.
Vi è da dire piuttosto che il metodo usato
in queste riunioni non è Tunico, e forse non
è neanche quello che più ci soddisfa. Andare nelle piazze è bene, ma la testimonianza
che oggi soprattutto occorre è di essere presenti là dove si affrontano i problemi cruciali
del nostro tempo, con la nostra opera e 1 annuncio coraggioso dell’Evangelo.
Unione Femminile. — L’attività di questi
mesi è stata regolare : si è tenuto qualche studio e si è lavorato per rattìvità di assistenza.
Continua la raccolta di indumenti da inviare
alle nostre Opere in Italia. L’attività di quest’anno si è conclusa mercoledì 25 maggio,
con lina riunione in cui si sono prese in esame tutta l’impostazione dell’attività femminile e le prospettive di lavoro per l’anno
prossimo.
Unione Giovanile. — Un’agape fraterna in.
terdenominazionale chiuderà, sabato 11 nella
sala metodista di Sestri, un anno caratterizzato da un’intensificazione dei rapporti tra le
unioni giovanili evangeliche di Genova. Le
riunioni in comune hanno acquistato una regolarità che gli anni scorsi mancava; si sono
tenute ogni mese, in una sede fissa, con un
programma unico ; lo studio dell’Epistola ai
Romani. Questo è anche l’anno in cui la gioventù evangelica italiana sarà riunita in congresso nazionale per la sesta volta nel dopoguerra. Il VI Congresso, che si terrà in agosto a Santa Severa, viene dopo il II Congres,
so Evangelico e non deve smentire l’impegno
dei giovani per l’unità del protestantesimo
italiano. Perciò le nostre ultime due riunioni in comune sono state dedicate alla discussione delle tesi che saranno alla base delle
discussioni congressuali e che riguardano la
testimonianza comune delle nostre Chiese in
Italia. Le tesi sono state preparate dal Consiglio Nazionale della Gioventù Evangelica.
Visita alla comunità di Lugano. — Una
giornata a Lugano è sempre piacevole, tanto
più lo è stata quella del 15 maggio, in cui
abbiamo conosciuto i fratelli di quella comunità evangelica e abbiamo rivisto un Pastore
caro a tutta la nostra comunità, Silvio Long,
sempre dinamico e cordiale, che sta svolgendo un apprezzato lavoro a Lugano e nella vasta diaspora, con quei doni di comunicativa e
di sollecitudine pastorale che i nostri membri di Chiesa ben conoscono. L’accoglienza
della comunità luganese è stata cordiale e gènerosa, ed è stato espresso l’augurio che questo incontro rappresenti l’inizio di un’amicizia duratura fra le due comunità. Intanto,
i luganesi si preparano a restituirci la visita
in settembre; li aspettiamo con gioia, ringraziandoli per la loro fraterna ospitalità. La no.
stra comitiva era composta da una cinquantina di persone, compreso un gruppo della
Chiesa Metodista di Sestri. B. R.
in Cristo pregando assieme e promuovendo
incontri sul Vangelo? Pensiamo che le forme
esplicite di espressione religiosa debbano rimanere nell’ambito delle nostre Chiese perchè trasportate nell’associazione potrebbero
ostacolarci nel lavoro con il mondo esterno
che non è credente? Quali nuovi aspetti prende la posizione della donna nella Chiesa e
nell’associazione, oggi che essa viene a trovarsi iu una società secolarizzata?
A queste e altre simili domande abbiamo
cercato di dare le nostre risposte insieme,
socie e non socie, con i giovani e le giovani
del gruppo «Dialogo» di Roma: abbiamo sen.
tito quanto vasto potrebbe essere il nostro
lavoro di penetrazione per lottare contro la
indifferenza e, ancor più, contro la negazione dei valori della fede e quanto siano desiderate intorno a noi posizioni coraggiose, non
solo nel lavoro sociale dei nostri Foyers e dei
Centri educativi per bambine nel Sud, ma
anche nei nostri gruppi più stabili, dove a
volte la routine tende a logolare lo slancio
della fede e a sottovalutare la portata delia
nostra posizione religiosa, che, nel suo ecumenismo professato e vissuto intelligentemente,
ci può aprire la via di molti cuori.
L’UCDG pensa di potere, con tali tentativi
ecumenici, aiutare i suoi membri e le persone con cui viene in contatto, a ripensare la
loro fede, ben conscia che le profonde divergenze e le gravi divisioni tra i cristiani sono
ancor lungi dall’essere appianate, ma, poiché
l’oceano è formato di molte gocce, non vorremmo non continuare a portare il nostro
contributo alFecumenìsmo, anche se modesto
e spesse volte oscuro e ignorato.
Ketty Comba Muston
Nella rubrica « Postille », che cura regolarmente su « L’Osservatore Romano », Fran.
cesco Casnati, nel n. 105 (7-5-1966) scrive
deWindice dei libri proibiti^ « ora oggetto
delle nuove discipline conciliari », un tempo
(c uno dei pezzi forti della strategia anticlericale, insieme al rogo di Giordano Bruno, i
veleni di Lucrezia, le chiavi della Bastiglia
e Veppur si muove (...). Povero pensiero civile : è arrivato da solo, altezzosamente, senza divieti e appunto in ragione della sua
ialalità, ai traguardi infamanti dei campi di
sterminio e dei forni crematori ». Dunque,
siamo ai pezzi forti della strategia clericale.
« Fare la storia del suo contenuto è fare la
storia di quattro secoli di errori. In esso,
infatti, è registrata la storia dell’intelletto
umano contro cui insorse la Chiesa a tutela
del dogma e delia morale {della sua morale, n.d.r.)-. in tutti i campi, non in quello
religioso soltanto. Così, per fare un esempio,
decine di giureconsulti delle scuole tedesche
condannati dall’/ncZice significano la cura
della Chiesa di salvare i fondamenti del diritto latino e cristiano. E cosi è difeso il
diritto naturale contro le eretiche teorie di
certi filosofi sulla origine del giure, della
società, dell’autorità, come è condannato, nel.
le sue molteplici manifestazioni, il cesaropapismo » (con una disinvoltura incredibile,
viene condannato come contrario al diritto
naturale proprio il giusnaturalismo rinascimentale e illuminista! già, persino iì « diritto naturale » solo la Madre e Maestra ha diritto di definirlo... n.d.r.).
« Un’indagine che non si fermi alle apparenze rivela in sostanza questo: che le con
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
AH6R06NA (Serre)
Domenica 29 maggio sono stati hattezzati,
nel tempio del Serre, Odin Renzo ed Ivana
di Carlo e di Berlin Erica. Battezzi il Signore col suo Spirito queste creature che
noi abbiamo battezzato con acqua.
1 culti nei mesi estivi avranno luogo, nei
templi ed aU’aperto, secondo l’orario csitvo.
Diamo l’elenco per il mese di giugno.
Domenica 12: ore 9 nel tempio del Serre;
ore 14,30, all’aperto, al Bagnau.
Domenica 19: ore 10, nel tempio di Pradeltorno.
Domenica 26: ore 9, nel tempio del Serre;
ore 14,30, all’aperto, al Bagnau.
NAPOLI - via dei Cimbri
MASSEL
liiimimimimKimmiiuiMimiimiimmiiiimitimiiii
Radio-TV delia Svizzera Italiana
Domenica 12 giugno — Ore 9,15, conversa,
zione evangelica alla radio (Past. O. Ranch);
alla fine delle trasmissioni televisive
(ore 22 circa); «La Parola del Signore»
(Past. G. Rivoir).
MILANO
Una vivace primavera
Assemblee di Chiesa. — Durante l’As^mblea di Chiesa che ha avuto luogo venerdì 13
maggio, abbiamo ascoltato due relazioni sul
documento proposto dal Sinodo all esame delle Chiese sulla « non violenza ». Il cassiere
della comunità ha presentato il bilancio preventivo che è stato approvato. Quale « Anzia.
no di Chiesa » è stata nominata la signora
Simonetta Pinardi. Mentre e.sprimiamo al
nuovo membro del Consiglio il nostro augurio di un servizio fedele e gioioso nella comunità, ricordiamo con riconoscenza 1 opera
svolta in seno al Consiglio ed alla comunità
dalla signora Rita Rollier, la quale ^ayeva in
precedenza resa nota la sua impossibilità ad
accettare una nuova nomina.
Un’altra Assemblea di Chiesa, convocata
per venerdì 3 giugno, ha concluso la discussione sul documento della « non violenza » e
udito la relazione di una apposita Commissione che ha studiato il problema del sistema
contributivo nella Chiesa e per nominare i
nostri delegati alla Conferenza Distrettuale
del 18-19 giugno, ed al Sinodo della Chiesa
•Valdese che si aprirà a Torre Pellice la domenica 21 agosto.
Scuola domenicale. — Il 5 giugno è stata
celebrala la « domenica della famiglia cristiana », che ha concluso il nostro anno di
lavoro. Il giorno 2 i nostri ragazzi hanno
compiuto una gita a Intra e dintorni, insieme agli alunni della Scuola domenicale metodista, Negli ultimi tempi un gruppo di genitori ha organizzato vari incontri dei nostri
bambini : una prima riunione ha avuto luogo
subito dopo il culto nei nostri locali e dopo
un'agape in comune i bambini hanno trascorso un lieto pomeriggio; la domenica 17
aprile è stata organizzata una gita al Parco
Lambro e il giorno dell’Ascensione una gita
a S. Fedele d’Intelvi. Siamo grati ai genitori
che hanno preso così a cuore questa iniziativa. E al termine di un altro anno di vita
della nostra S. D.„ la comunità esprime viva
riconoscenza al direttore prof. Ezio Bonomi,
ai monitori e alle monitrici. Quanto ai corsi
di catechismo si deve notare una frequenza
da parte di alcuni parecchio saltuaria; e a
fine d'anno... ì nodi vengono al pettine!
La Domenica di Pentecoste abbiamo circondato con gioia alcuni catecumeni giunti
alla loro confermazione, ai quali auguriamo
di essere membri vivi e fedeli della chiesa.
Partecipava al culto la corale valdese di San
Germano Chisone. che nel pomeriggio ha
dato nel nostro tempio un apprezzatissimo
concerto : grazie a questi fratelli e sorelle di
esser venuti fra noi!
Unione Giovanile. — L’Unione Giovanile
ha continuato in questi mesi la sua attività
in collaborazione con i giovani Battisti e Me.
todisti. Nel ciclo di studi tenuto nei locali
della Chiesa Battista sono stati esaminati e
discussi i fondamenti bìblici delle teologie
protestanti dalla Riforma ai nostri giorni,
mentre nei locali della Chiesa Metodista, a
conclusione dell’attività ufficiale di quest’anno, si sono studiate le tesi preparatorie del
Congresso G.E.I, che si terrà nel prossimo
Agosto a S. Severa,
Parallelamente a questa attività di studio
è stata portata a termine l’inchiesta sulle famìglie evangeliche della periferia e del circondario di Milano; i dati ottenuti sono stati
quindi elaborati da Giorgio Rochat.
In collaborazione col Movimento Cristiano
Studenti è stata organizzata una conferenza
pubblica al circolo Turati, dal titolo « La protesta degli studenti americani contro la guerra del Vietnam », argomento sul quale ha tenuto un’interessante relazione Bruce Donglass, segretario appunto della Federazione
Mondiale degli M,C.S.
Lega Femminile. — L’attività della Lega
Femminile termina lunedi 6 giugno con la
consueta Assemblea di chiusura. Rinnoviamo
alla Lega Femminile il nostro pensiero di riconoscenza per l’impegno che ancora una volta ha dimostrato nella organizzazione del tè
di beneficenza di domenica 8 maggio. Il licavato di questa manifestazione di solidarietà
è stato davvero incoraggiante.
Abbiamo avuto la visita molto gradita del
past. Alberto Ribet e della Signora, cui rinnoviamo il nostro saluto grato e augurale.
Riunioni quartierali. ■— Il comitato milanese valdese-metodista, pur senza riuscire per
il momento a organizzare un piano completo
di riunioni, ha deciso di dare inizio a questa
attività e in questi giorni si sono avute o sì
avranno le prime tre.
Con un culto speciale nel nostro Tempio,
la sera del 29 marzo, è stata insediata la
nuova Giunta del Comitato dell’Ospedale
Evangelico interdenominazionale di Napoli.
Il culto è stato presieduto dal nostro Pastore; numerosi gli intervenuti, membri delle varie Chièse Evangeliche della città per
i quali l’Ospedale evangelico, realizzazione
di un lungo sogno, rappresenta una necessità e un desiderio vivissimo. La grandiosa
costruzione del nuovo modernissimo Ospedale sorge nella zona di Pon'icelli, frazione
di Napoli in via di sviluppo e in cui l’Ospe.
dale, fin da ora, può definisrsi un centro
di evangelizzazione. La somma necessaria
per il definiitivo aijredamente del nostro
centro di cura è ancora piuttosto rilevante,
ma contiamo sulla Provvidenza del Signore
suU’aiuto dei fratelli evangelici e degli amici per affrettare il giorno dell’inaugurazione
della grande Clinica Evangelica.
La nuova Giunta è costituita dal Pastore
Salvatore Tcrtorelli, ìpresidente; Colonnello
Francesco Busi, vice-presidente; Pastore Mario Affuso, segretario e Signor Riccardo
Bachrach, tesoriere.
Al cullo di Pasqua, come sempre nelle
grandi occasioni, ha assistito un folto numero di fratelli con larga partecipazione
alla S. Cena.
Il giorno seguente gita interdenominazionale alla Villa Fiorita, gentilmente messa a disposizione dai proprietari, signori
Gruber. In serena letizia e fratellanza vi
hanno preso parte membri delle Chiese Melodista, Battista, Valdesi, deH’A.M.E.L, dell’Esercito della Salvezza, ecc.
Nei nostri locali, la sera del 12 aprile vi
è stato un simpatico incontro delle due Ghie,
se Valdesi di Napoli con un numeroso
gruppo di giovani svizzeri di NeuchS'.el, venuti a Napoli in gita turistica. Ai graditi
ospiti è stailo offerto un piccolo rinfresco.
Il nostro Pastore è stato assente da Napoli le domeniche 17, 24 marzo e 8 maggio
per molivi inerenti al suo lavoro pastorale.
È stato egregiamente sostituito ai culti dal
Diacene Eugenio Baglio il 17 marzo e dal
fratello Raffaele Caccaviello le altre due
domeniche.
Il 30 aprile, nel tempio della Chiesa Svizzera, il Pastore Cielo ha benedetto il matrimonio della nostra sorella Vittoria Lingria col signor Raffaello Romeo. Gli sposi
si sono stabiliti a Messina. La Comunità ha
visto con dispiacere allontanarsi da Napoli
la nostra giovane sorella che è stala un
membro attivo dell’U.G. e monitrice alla
Scuola Domenicale. Le auguriamo vita felice
e benedetta eoi suo sposo.
11 giorno dell’Ascensione nuova gita degli
evangelici napoletani, organizzala dalle
Unioni Giovanili; mela la Solfatara di Pozzuoli. La gita è riuscita molto bene.
Lutti. La Comunità ha preso parte con
viva simpatia al lutto che ha colpito il suo
Pastore con la morte prematura e quasi improvvisa di un suo nipote, giovane di soli
32 anni che lascia la mogPe e tre bambini.
Rinnoviamo alla famiglia Cielo le nostre
sentite condoglianze.
La nostra sorella Aurora Coslagliola in
Maresca ha avuto il grande dolore di perdere la sua prima figlioletta, di soli 15
giorni. Il Signore spanda su lei e i suoi familiari le Sue consolazioni.
Ammissioni. Al cullo di Pentecoste abbiamo avuto la gioia di ammettere a far
parte della nostra Comunità sette nuovi
membri i quali anche se già froquenlavano i
nostri culti, hanno voluto entrare a far
parte delia Comunità in modo completo.
Bissi sono: Anno Moria Rinaldi, Anna Cnrcavallo. Velia e Michele Coslagliola, Carmine Azzarello, Giuseppe Lemma e Nicola
Pagano che lia prima ricevuto il Battesimo.
Su questi nuovi membri di chiesa invochiamo le benedizioni divine. Che la loro
fede, di cui hanno dato testimonianza davanti alla Chiesa, possa mantenersi salda e
forte per tutta la loro vita e sia loro sempre di conforto e sostegno. F. F.
danne han sempre colpito ciò che attentala,
dopo ia gran frattura della Riforma, alla difesa della fede e della tradizione, li che significa che anche l’avversatissimo indice ha
concorso, nell’opera della Chiesa, alla difesa
dei valori universali contro cui le forze del
disordine (noi, tra gli altri, n.d.r.) si sono
per secoli accanite e ancora si accaniscono
nel nostro duro tempo ».
Capito? E sia chiaro che se l’Indice non
pare più, oggi, strumento efficace e opportuno a cattolici più <c progressisti » del Casnati, questi non l’hanno affatto sconfessato,
per ciò che riguarda il passato.
Direttore resp.: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a. . Torre PeUice (Tof
avvisi economici
Le nostre attività in questo volgere di fine
d’anno sono state particolarmente intense e
sentite: il numeroso gruppo di confermati
(Maresa Tron, Lucilla Tron, Edgardo Tron,
Violetta Tessere, Giorgetta Mìcci, Aurelia
Tron, Annalisa Micci, Graziella Pons, Giancarlo Micci) ha dato un .senso di speranza e
dì gioiosa fiducia ai nostri culti della Settimana Santa e mentre ci rallegriamo dì vedere questi giovani fratelli unirsi a noi nella
vita della chiesa ci auguriamo che le loro
energie siano poste al servizio del Signore in
modo mpegnato e serio. L’Unione giovanile
ha ripreso la sua attività quindicinale sospesa per alcune settimane in vista della serata
che è stata offerta alla comunità il 24 aprile
e che abbiamo offerto, in restituzione delle
precedenti visite, all’unione di Ferrerò. Bella giornata è stata anche per noi il 24 aprile
in cui abbiamo avuto la gioia di ricevere le
corali della vai Germanasca per la festa di
canto, malgrado la giornata non eccessivamente soleggiata abbiamo trascorso ore liete
nel nostro vecchio tempio per l’occasione
troppo piccolo. Ottimamente riuscito il Bazar
grazie alla collaborazione ed all’impegno di
alcuni ed alla generosità di tutti in doni ed
offerte.
Il battesimo è stato impartito a Loretta
Tron in data 17 Aprile. L’assemblea di chic.
Sa ha eletto quali suoi rappresentanti alla
Conferenza Distrettuale la Sig.na Edda Tron
ed il Sig. Ettore Meytre ed al Sinodo Fanziano Enrico Breuza.
La serena fraternità di queste ultime settimane è stata profondamente turbata dall’incidente in cui ha perso la vita il giovane
Ido Rostan ed è stato ferito il suo compagno
Giuliano Tron. Rinnovando i nostri auguri
di pronta guarigione a quest'ultimo esprimiamo la nostra fraterna simpatia al fratello Pietro Rostan così profondamente provato.
POMARETTO
Ricordiamo le prossime attività :
— Domenica 12, saggio dell'Asilo, alle ore
14.30 nel teatro.
— Domenica 19, bazar al Clot Inverso,
alle ore 14.30.
— Domenica 26. gita a Vallecrosia di tutta la Chiesa; prenotarsi al più presto.
CERCASI per portineria Torino prossimo luglio coniugi mezza età senza figli. Scrivere
Martini C. Peschiera 122 Torino.
RINGRAZIAMENTO
La vedova, i parenti tutti e in particolare la nipote Graziella, esprimono la più viva riconoscenza a quanti
hanno dimostrato la loro simpatia in
occasione della dipartenza del loro
caro
Eli Enrico
Bounous
In particolare, ringraziano i vicitii
di casa e il pastore Sommani.
Torre Pellice, 5 giugno 1966
RINGRAZIAMENTO
Le famiglie Pasquet, Paschetto a
Prache nella impossibilità di fatto
personalmente, esprimono il loro corn.
mosso ringraziamento a quanti, in pi i
modi, hanno partecipato al loro dolore, in occasione della dipartita della cara
Amandina
In modo particolare ringraziano 1
Pastore A. Sonelli, il Dr. G. De Bettini,
la Direttrice ed il personale dell’Ospedale "Valdese di Torre Pellice.
Torre Pellice, 6 giugno 1966
RINGRAZIAMENTO
I genitori del piccolo
Ezio Pons
chiamato improvvisamente a Dio nel
suo quinto mese di vita, ringraziano
tutti quelli che sono stati loro vicini
nel dolore, e specialmente la famigli i
Ernesto Zacco, il medico curante, il
Pastore Teofilo Pons e quanti altri
hanno testimoniato il loro affetto con
scritti e fiori.
Pramollo, 30 maggio 1966
DONI RICEVUTI
PER ECO-LUCE
Carla Rostain Zavaritt (Bergamo) l.OOO;
Rirrardo Berner (id.) 500; Maria Rivoir
(Luiserna S. Giovaraii) 300; Frilz Paolo
Grill (Messina) 1.000; Daniele Riboli (Berzo S. Fermo) 500; N. N. (Villar Pellice)
400; J. Pontier (Olanda) 800; Bruno Grilli
(Venezia) 1.000; fam. Giovannini (PLa)
1.000; Nella Gre,p.pi (Firenze) 1.000; Pietro
Verin (id.) 1.000; Rolando Tron (Rodoretto) 500; Maria Luisa Gallo (Almese)
700; Lidia lardella (Vallecrosia) 100; Valdo
Reynaudo (Villarfocrhiardo) 500; Irene
Fiorilla (Velletri) 500; Adoff Barai (Germania) 1.000; .Omerico Manrizio (Tradateì
3(K); Arnaldo Carsaniga (Padovai 1.000;
Domenica Romeo (Reggio Cai.) 1.000; Maria Sitadaro (Gorizia) 400: Angusta Manghelli (Veneziaj 500; Giuseppina Sberla
(Borni di sotto) 200; Armando Borelii (Segezia) 1.000; Ercole Salvali (Bari) 300: Angelo Platania (Pisa) 500: Pietro Varvelli
(Verona) 1.000; Secondina Galazzi (Biella)
500; Carla Roncaglione (Pont Can.) 1.000;
Mary Campese Genre (Pinerolo) 200; Ralph
Ferrara (USA) 1.345; Charlotte Grilli (USA)
985; Gustavo Vinçon (San Germano Chis.)
500; Liliana, Marita, Celina (Torre Pellicel
1.000; Giovanni van Raay (Borghi) 1.000;
Silvio Beve! (Pinerolo) 500. Grazie!
(continua)
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(Torino) accoglie ragazzi dai 7
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