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Anno 118 - n. 30
23 luglio 1982
L. 400
Sped. abbonamento postale
I gruppo bis/70
BIBLIOTECA VALDESE
1006G TORRE FEILIC:
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
ALLA CAMERA SI DISCUTE LA RIFORMA DELLA SCUOLA SECONDARIA
Sull’onda della travolgente vittoria ai Mundial della « valanga
azzurra » il presidente Spadolini
ha ricordato ai suoi ministri, ad
un anno dall’ingresso nella stanza dei bottoni, la necessità del
« gioco di squadra, senza solisti» anche in politica per vincere
la partita finanziaria e puntare
alla scadenza della legislatura.
L’Italia è di nuovo tutta in tribuna, in attesa del 31 luglio,
quando il governo scenderà in
campo per presentare al paese
i provvedimenti atti a risanare
il cronico dissesto della finanza
pubblica. Si parla già di una
nuova tassa patrimoniale che
avrebbe ottimi effetti psicologici
perché darebbe soddisfazione
agli strati più umili della popolazione, notoriamente sprovvisti
di proprietà immobiliari. Poi, alla vigilia di questa partita governativa, ci si chiede se Spadolini
farà giocare i soliti aumenti di
benzina, di trasporti... Ma ciò
che maggiormente preoccupa sono gli inevitabili tagli che verranno inferii (la cosa è certa) ai
settori previdenziale e sanitario
che messi insieme costituiscono
quasi il 40“/« della spesa pubblica. In sostanza prima di ferragosto, quando gran parte del movimento operaio è in relax, sapremo a quale nuova austerità
economica dovrà sottostare il
popolo italiano che in questi anni, benché sia stato ripetutamente chiamato a nuovi sacrifìci economici, non ha ancora visto migliorare né i livelli d’inflazione
né quelli dell’occupazione. Purtroppo per noi, poco trapela dalle carte segrete di questa partita
se non che la coalizione che ci
governa punta ad un goal del 13
per cento d’inflazione prevista
per il 1983. Ma attraverso quale
strategia non ci è dato ancora
di conoscere.
In tema di tasse, in Italia, l’unico dato certo è stato il condono fiscale che finisce per premiare i disonesti. Per un problema di disorganizzazione cronica, si finisce per regalare, a
chi non ha fatto il proprio dovere di contribuente, un formidàbile sconto il cui gettito dovrà
essere comunque rastrellato da
qualche altra parte e lo sarà attraverso nuovi inasprimenti fi'
scali. Tra questi ultimi, ne segnalo uno, particolarmente pe
sante : gli scatti progressivi ap
plicati alle telefonate urbane.
Questa nuova tassa sulla con
versazione telefonica urbana fi
nisce proprio col colpire ie per
sone, che specialmente in città
vivono nella solitudine, nel
la tristezza dell’emarginazione
Situazioni in cui un telefono può
rappresentare moltissimo. E’ un
punto di riferimento, un ponte
gettato con il fuori, con la vita.
Basti pensare ai figli che telefonano agii anziani genitori; alle
persone disperate che cercano
una parola di conforto. Un non
vedente ha confessato alla radio
in questi giorni : « Vivo anche
grazie al telefono. Alla sera incrociamo telefonate con amici e
conoscenti. Purtroppo esco raramente di casa perché economicamente non posso sempre permettermi una guida... ». Saranno
anche questa volta gli strati più
umili, i minimi della nostra società, a lare i maggiori sacrifici
per far uscire l’Italia dalla recessione? Giuseppe Platone
L'ora di religione nella secondaria
Viene affermata la concezione dell’insegnamento religioso come ’’dovere” dello stato e come
’’diritto” dell’allievo. Una riforma che non intacca la sostanza dell’ora di religione com’è ora
Il 30 giugno scorso, nell’indifferenza generale, si è avviato il
dibattito parlamentare sulla riforma della scuola secondaria superiore. Dopo dieci anni di dibattito in parlamento e dopo almeno vent’anni di dibattito tra
le forze culturali e della scuola,
ha preso finalmente il via una
discussione su una riforma che
è molto attesa dopo quelle della
scuola media inferiore del '62 e
della formazione professionale
del '78.
Purtroppo questo dibattito
parlamentare si svolge nella quasi completa indifferenza della
stampa e della opinione pubblica. I problemi della crisi economica e morale del nostro paese
sono enormi e i giornali debbono giustamente riferirne, ma crediamo che anche sulla questione
della « riforma della scuola secondaria » sia indispensabile interessare i cittadini perché si
tratta di un progetto che — se
approvato condizionerà di
molto la vita delle nuove generazioni.
Il progetto di legge
Secondo il testo in discussione
alla Camera la nuova scuola secondaria avrà una durata quinquennale (divisa in un biennio
comune a tutti gli indirizzi e un
triennio di indirizzo). E’ articolata in 16 indirizzi (contro gli
attuali 200) raggruppati in 4
aree; artistica, linguistico-letteraria, scienze sociali, naturalistica - matematica e tecnologica. Il
progetto prevede inoltre che fino
al 10% dell’orario complessivo
delle lezioni può essere dedicato
ad insegnamenti scelti dagli organi collegiali o da gruppi di almeno 20 studenti.
Il corso degli studi si conclude con un esame di diploma che
ha '’al&re di esame di stato, che
è quindi immediatamente spendibile nel mercato del lavoro, e
che consente l’accesso alla università tenendo conto della corrispondenza tra l’indirizzo e il
corso di laurea scelto.
Inoltre è previsto che gli istituti professionali vengano parzialmente inseriti nella nuova
scuola superiore e parte nel sistema regionale di formazione
professionale. In questo secondo
caso dopo il biennio di scuola
secondaria dovrebbero esservi al
massimo due cicli formativi di
formazione professionale.
L’ora di religione
Per quanto riguarda la religione il progetto prevede: « L’inserimento della religione è assicurato nel quadro delle finalità della
scuola secondaria superiore. L’esercizio del diritto di usufruire
dell'insegnamento della religione
1 PIETRO 4: 8 - PROVERBI 17: 17
L ^amicizia
Soprattutto vogliatevi molto bene tra voi, perché l’amore cancella
una grande quantità di peccati. (1 Pietro 4: 8).
L’amico ama in ogni tempo; è nato per essere un fratello nella
distretta. (Proverbi 17: 17).
Il lavoro che faccio mi porta
a contatto con persone assai diverse fra loro per età, esperienze, interessi, occupazione, istruzione e cosi via. Contatti che a
seconda dei casi sono diretti o
mediati, frequenti o rari, profondi o formali. Ma qualunque sia
il rapporto esistente fra me e loro, c’è un aspetto che sembra
prevalere su ogni altro: è da una
parte il bisogno, e dall’altra parte l’insufficienza, di quello che
nel linguaggio biblico chiamiamo amore.
Quand’ero ragazzo (ma sento
dire ovunque che è una condizione comune a tutti i giovani)
la faccia dell’amore che aveva
importanza massima era quella
dell’amicizia. Se n’è molto parlato in altri tempi ma oggi non
più, forse accantonata da altri
sentimenti più attuali (c’è anche
qui «un tempo per ogni cosa»)
o forse offuscata dal sospetto di
possibili « ambiguità ». Non voglio certo trattare di amicizia in
termini romantico-cavallereschi
ma, se mi riesce, guardarla alla
luce dei due brani riportati sopra.
Prima di arrivare alle parole
citate, Pietro ricorda che l’amore di Cristo ha inchiodato lui sulla croce e noi alla salvezza. Subito dopo ci fa sporgere, come
in « Uno sguardo dal ponte », sul
« mare di corruzione » (la quale non è una storia di oggi, ma
una storia purtroppo eterna). In
ultimo ci annuncia « la fine di
tutte le cose ». Ci dice: « Siate
giudiziosi e sempre pronti alla
preghiera, soprattutto... ».
Soprattutto. Prima di ogni altra cosa, dopo ogni altra cosa,
oltre ogni cosa, sopra qualsiasi
cosa, sopra, appunto, a tutto,
« Vogliatevi molto bene, perché
l’amore cancella una grande
quantità di peccati ».
No confini
Se l’amicizia è un sentimento
sentito, vissuto e spesso sofferto
in modo speciale nella giovinezza, bisogna dire tuttavia che nella maggior parte dei casi essa
non è praticata al livello indicato da Pietro. Ci sono amicizie interessate, che non sono amicizie
ma avidi calcoli (vedi ancora i
Proverbi ai cap. 14, 18 e 19), e
sappiamo benissimo che non tutti gli amici amano in ogni tempo, non lutti sono nati per essere
fratelli nella distretta. Ma non è
in negativo che qui voglio spendere qualche parola stdVamicizia,
bensì in positivo. Nel libro dei
Proverbi ci sono altri tre bellissimi testi al riguardo [cap. 18 e
27) oltre a quello che ho trascritto, e tutti ce la presentano in modo altamente suggestivo, come in
effetti essa è o dovrebbe essere.
Limitandoci a Proverbi 17: 17,
il tipo di amicizia proposto ha
due connotazioni.. In primo luogo non conosce confini temporali o geografici, assenza o lontananza non possono immiserirla.
Coloro che sono amici potranno
magari trovarsi « lontano dagli
occhi »: il ricordo potrà impallidire un poco ma non saranno
« lontani dal cuore »; il non frequentarsi spesso attenuerà in
certi casi la forza del loro sentimento ma non la sua verità.
No barriere
In secondo luogo l’amicizia descritta in Proverbi 17: 17 non conosce barriere di situazioni, non
ci sono traversie della vita che
possano spezzarla. Avverranno
sicuramente incomprensioni, inevitabili divergenze, contrasti; ma
nel momento del bisogno c’è
l’aiuto, perché un amico è nato
per essere un fratello; vale a dire per compiere dei gesti di fraternità e di solidarietà, non soltanto morali ma anche materiali.
Anche materiali. Se no che fratello è?
Tuttavia il Nuovo Testamento
scavalca l’immagine di Proverbi
17: 17, pure già colma di molti
riposti significati. Come scopo ultimo dell’amiciz.ia Pietro vede
l’amore che « cancella una grande quantità di peccati ». Questo
amore che copre una « moltitudine » di peccati (traduz. Riveduta) non è certo semplice diplomazia, noncuranza, laissez-faire
o.. piaggio, il silenzio complice di
piccole menzogne o grandi imbrogli, ruberìe, nefandezze. E’
l’amore che « solleva il fratello »,
Come cantiamo con un vecchio
inno, che fascia le piaghe, cura
le ferite. Gli amici autentici non
sono compagnoni debosciati, ma
maturano insieme coraggio e
chiarezza, perdono, pace, riconciliazione.
Renzo Turinetto
è regolamentato in forme che garantiscano il rispetto della libertà di coscienza e non diano luogo a discriminazioni. L’istituzione, i contenuti e le modalità dell’insegnamento sono definiti d’intesa tra lo Stato e i rappresentanti delle diverse confessioni religiose in conformità degli articoli 7 e 8 della Costituzione ».
Così come è formulato questo
articolo lascia ampi spazi ad interpretazioni diversificate e, persino, opposte.
In sede di discussione il ministro Bodrato ha già chiarito che
l’insegnamento della religione si
configura come un « dovere » della scuola che deve assicurare l’insegnamento della religione, ma
che questo dovere « si configura
come un diritto degli studenti a
fruire dell’insegnamento della religione, senza quindi costituire
alcun obbligo ».
Ma all’obiezione comunista e
radicale che se l’insegnamento
della religione fosse veramente
considerato « un diritto soggettivo » degli studenti la legge doveva prevederlo esplicitamente e
non con una formula ambigua
quale quella sopra riportata, la
maggioranza (DC e partiti laici compresi) faceva blocco sulla
primitiva formula e respingeva
gli emendamenti chiarificatori.
Tutto come prima?
Se ho ben letto l’articolo approvato, in pratica la nuova legge mantiene intatta la vecchia
impostazione dell’ora di religione cattolica: insegnamento per
tutti, con facoltà di chiederne
l’esonero. In più vi è l’afFermazione che l’insegnamento della
religione avviene « nel quadro
della finalità della scuola ». Si
tratta di una innovazione, perché
autonomamente, senza obblighi
derivanti dal Concordato o dalla
Costituzione, il legislatore afferma che non c’è vera scuola senza religione.
L’unica concessione che la DC
ha lasciato ai suoi partners laici
di governo è che, a livello del tutto ipotetico, vi potrà essere nella scuola anche l’insegnamento
— a spese dello stato — di altre
religioni diverse dalla cattolica.
Per il resto lo stato continuerà
a spendere soldi per pagare gli
insegnanti di religione e nella sostanza il confessionalismo cattolico continuerà ad essere premiato.
La battaglia per una scuola laica rimane dunque tutta da fare e
l’esonero continuerà ad essere
una pratica di lotta per chi vuole una scuola laica.
II progetto di riforma della
scuola secondaria non tiene conto delle intese raggiunte tra le
nostre chiese e lo Stato. Dicono
infatti le intese; « La Repubblica
italiana, allo scopo di garantire
che la scuola pubblica sia centro
di promozione culturale, sociale
e civile aperto all’apporto di tutte le componenti della società as
Giorgio Gardiol
(continua a pag. 8)
2
2 vita delle chiese
23 luglio 1982
CHANFORAN 1982
ALLE VALLI VALDESI
I prossimi
appuntamenti
Di seguito forniamo l’elenco completo dei principali appunta
rnenti riguardanti le manifestazioni del 450” Anniversario dell’adesione dei Valdesi alla Riforma protestante avvenuta a Chanforan
nel 1532.
Domenica 8 agosto: al Capoluogo di Angrogna culto alle 10.30 con
un gruppo giovanile tedesco. Riflessione bilingue su Chanforan,
segue in Sala pic-nic organizzato dallo stesso gruppo giovanile.
Domenica 15 agosto, nel quadro del tradizionale incontro valdese,
quest’anno all’Inverso Rolandi di Torre Pellice, si terrà alle
14.30 una drammatizzazione del processo al Barba Griot con
un dibattito in diretta col pubblico. Seguono pezzi musicali della « Chabriols Band » della tradizione spiritual negro-americana.
Dal 20 al 21 agosto, nel quadro delle Giornate storiche organizzate'
dalla Società di Studi Valdesi, si svolge il XXII Convegno di
studi sulla Riforma, presso l’aula del Sinodo di Torre Pellice:
interventi e dibattiti sul tema di Chanforan.
Domenica 22 agosto: ore 10, sui prati di Chanforan (presso il villaggio del Serre di Angrogna) culto con Santa Cena. Predica il
Moderatore Giorgio Bouchard. (Servizio di posteggio subito
dopo il Serre lungo la strada che va verso Pradeltorno recentemente asfaltata). Cantano le Corali riunite di Esslingen ed Angrogna.
Sabato 28 a Pradeltorno: ore 21, concerto-testimonianza della Corale valdese di Angrogna; « Cantare il Sermone sul monte », letture e meditazione.
Domenica 5 settembre: ore 10.30 culto a Pradeltorno, predica Giorgio Tourn, pastore a Torre Pellice. Inizio passeggiata storica a
cura della Società di Studi Valdesi, pic-nic. Tardo pomeriggio
rinfresco alla Sala di Angrogna.
Domenica 12 settembre: Giornata popolare commemorativa del Sinodo di Chanforan. Predica G. Platone, pastore ad Angrogna.
Agape fraterna. Concerto delle Corali Valdesi. Discorso commemorativo della Società di Studi Valdesi. Serata fraterna. La
giornata si svolge ad Angrogna.
XV AGOSTO
Il tradizionale incontro delle chiese valdesi avrà luogo quest'anno
in località Inverso Rolandi, nel
territorio del comune di Torre Peliice.
Ore 10: Culto, con predicazione
del pastore battista Michele Sinigaglia;
Ore 11; «Terremoto: che cosa resta da fare? » (Toti Bouchard);
Domande e interventi dei pubblico.
Ore 14. « Comiso e il movimento
per la pace in Sicilia » (Lucia
no Deodato) ;
Ore 14.30: Spettacolo su Chanforan.
L inverso Rolandi si raggiunge
dalla strada provinciale per Bobbio Pellice deviando dopo Torre Peilice verso il cimitero.
La deviazione sarà segnalata da
un cartello indicatore.
Il posteggio è ubicato di fianco
alla strada dell'Inverso, a pochi
minuti dalla località dell'incontro,
che potrà essere raggiunta a piedi.
La Commissione Esecutiva
del r Distretto
ARREDAMENTI
Mobilificio
GIUSEPPE GRIVA
FABBRICA • ESPOSIZIONE
Via S. Secondo, 38 - PINEROLO - Tel. (0121) 201712
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Specialità
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Far conoscere la storia valdese
PINEROLO — Un modo per
conoscere la storia valdese è
stato offerto dal gruppo dei cadetti i quali, dopo aver attinto alle fonti storiche, hanno prodotto
un piccolo lavoro teatrale in
dieci quadri sulla figura di Valdo che hanno presentato alla
comunità la sera del 29 maggio.
I dieci quadri, arricchiti di scenari e costumi, andavano dalla
Lione di Valdo alla Roma papale con dialoghi dei concittadini
e dei familiari di Valdo in cui i
ragazzi hanno dato libero sfogo
alla loro fantasia, ma hanno dimostrato di saper cogliere il messaggio di quella prima pagina di
storia valdese.
La serata si è conclusa con
una serie di canti dalle parole
semplici ma impegnative che i
cadetti hanno cantato, accompagnati dalla chitarra, con uno slancio ed una gioia che hanno fatto
un gran piacere agli ascoltatori.
Forse il gruppo cadetti potrebbe
far riascoltare alla comunità questo lavoro o portarlo in altre
comunità a cui fosse gradito.
L’augurio è che proseguano in
questa attività e ci diano magari
in futuro un’altra pagina di storia valdese.
• È stata battezzata la piccola Chantal Gönnet e sono state
benedette le nozze di Bruna Rivoira e Romano Guglielmino.
• Hanno terminato la loro
esistenza terrena dopo lunghe
sofferenze: Dina Costantino v.
Godlno e Elisa Leger v. Pons.
Il Signore rimanga vicino a chi
è nella gioia e a chi è nel dolore.
• Il culto del 18 luglio è stato
presieduto da Agostino Valenti
che ringraziamo per il suo messaggio.
Gioia e dolore
POMARETTO — Il 14 luglio
ha avuto luogo il funerale della
nostra sorella Clot Lidia v. Bounous, deceduta presso l'Ospedale
valdese di Pomaretto all’età di
86 anni. Ai familiari in lutto giunga la simpatia cristiana della comunità tutta.
• Sabato 17 luglio è stato benedetto il matrimonio di Bounoiis Marco e Long Giorgina. A
questi sposi che si stabiliranno ai
Robert di Inverso Pinasca, preferendo in tal modo rimanere nel
piccolo borgo anziché andare ad
abitare dove maggiori sarebbero
le comodità vanno gli auguri e
le felicitazioni della comunità
tutta. Che lo Spirito del Signore
rimanga sempre con questo
nuovo focolare.
• Domenica scorsa 11 luglio è
stato battezzato Barai Andrea
di Ivo e Ribet Cinzia. Che lo
Spirito del Signore aiuti questo
bambino a crescere sotto la sua
guida e protezione. Giungano a
lui ed ai genitori gli auguri della comunità. La famiglia Barai si
è trasferita a Perosa Argentina,
dove ha preso dimora, da Pinerolo. Benvenuti dunque nella
nostra comunità.
• Sono nati: Elena di Cianalino Silvia e di Peyran Fulvio;
Moreno di Giai Luciana e di Gaydou Renzo.
Un benvenuto ai nuovi nati ed
auguri ai rispettivi genitori.
• Martedì 27 alle ore 21 al
Teatro del Convitto avremo un
incontro con i giovani olandesi di Ede, con proiezione di
diapositive e canti. Tutti sono
cordialmente invitati.
Corso di cucina
PRAROSTINO — Il program
ma delle attività estive per i ragazzi comprende quest’anno anche un corso di cucina, articolato in quattro domeniche.
Il primo di questi appuntamenti è avvenuto domenica 11 luglio
con la partecipazione di alcuni
giovani i quali, prima hanno dedicato una mezz’ora alla lettura e
commento di una parabola e al
canto, e poi hanno realizzato un
pasto completo (e squisito) sotto la guida di esperte mamme.
Il corso è stato pensato per la
domenica mattina proprio per
dare modo ai genitori, all’uscita
del culto, di unirsi ai loro figli
per un pranzo comunitario, e di
avviarli con la loro presenza e il
loro esempio verso una delle tante espressioni della vita della
Chiesa.
I giovani hanno risposto con
entusiasmo a questa iniziativa e
tutti si sono intrattenuti a giocare nel pomeriggio.
Si è pensato di raccogliere
già da questa giornata delle offerte per l’acquisto di un tavolo
da ping-pong, per dare ai ragazzi
un’altra possibilità di stare insieme divertendosi.
Per le prossime domeniche si
prevede di avere un maggior numero di allievi e si attendono più
genitori, anche in qualità di « insegnanti » in cucina.
Matrimonio
SAN SECONDO — Maria Ro
salia e Giulio Griglio si sono
sposati il 4 luglio nel comune di
Grugliasco. Agli sposi che si stabiliscono a Miradolo giunga l’augurio sincero e gioioso della comunità.
• Il culto di domenica 25 luglio
sarà presieduto dal pastore Arnaldo Genre che ringraziamo fin
d’ora.
Dépendance
delia Sala
ANGROGNA — È in distribuzione la circolare di chiesa con la
relazione morale e gli appuntamenti dell’estate. Allegato alla
stessa compare il progetto di costruzione di una dépendance della Sala, articolata in due locali,
per potenziare questo strumento
comunitario.
• Il prossimo incontro del comitato pro-Chanforan si terrà il
3 agosto (martedì) alle 21 a casa
del pastore.
• Lunedì 26 inizia, in località
Barbota, il campeggio dei giovani evangelici di Esslingen coi
^-ezi
ASSICURAZIONI
AGENZIA GENERALE DI TORRE PELLICE
di ARNALDO PROCHET
TUTTI I RAMI DI ASSICURAZIONE
quali avremo un culto sul tema
di Chanforan a conclusione del
loro studio.
• Il 24 giugno, nello Utah (U.
S.A.) è mancato all’età di 99 anni Pietro Monnet, originario di
Buonanotte, fratello di Susanna
deceduta recentemente in Angrogna, ai Jouve, all’età di 88 anni.
Associazione
Amici del Collegio
Avete in qualche angolo della
vostra soffitta o della vostra cantina oggetti di cui non vi servite
più e che non volete gettare
via?
Vi offriamo l’opportunità di liberarvene in modo utile e originale mettendoli a disposizione
dell’Associazione Amici del Collegio che organizza per Domenica 29 agosto dalle ore 9 alle
12.30 sotto i portici della Casa
Comunale di Torre Pellice un
mercato delle pulci il cui ricavato servirà ad incrementare il
fondo destinato alle borse di studio per i futuri allievi della 1*
Media del Collegio Valdese.
Ringraziandovi per la collaborazione che ci auguriamo attiva e concreta, vi preghiamo di
telefonare per eventuali informazioni a; Dott. Enrico Gardiol,
Viale Trento 14, tei. 91277, Torre
Pellice; Sig.ra Bianca Sappé,
Corso Gramsci 37, tei. 91998, Torre Pellice.
Società
di Studi
Valdesi
I Valdesi e la Riforma
Il programma di celebrazioni
del 450° anniversario di Chanforan prevedeva una Mostra sul tema « I Valdesi e la Riforma » da
inaugurarsi il 25 luglio. Per una
serie di difficoltà sorte nel frattempo, ed in particolare per l’accavallarsi di iniziative a Torre
Pellice nello stesso periodo, la
inaugurazione della Mostra è fissata per domenica 8 agosto alle
ore \1 nei locali del Collegio valdese, dove già si era tenuta la Mostra dello scorso anno.
Rimarrà aperta sino a domenica 29 agosto.
8abato 24 luglio
Via della Repubblica, 14
Telefono (0121 ) 91820
□ TELEPINEROLO
CANALE 56
Alle ore’ 20.05 va in onda la trasmissione ■ Confrontiamoci con l’Evangelo »
(a cura di Marco Ayassot, Franco Davite e Attilio Fornerone).
Domenica 25 luglio
□ RADIO KOALA
FM 96.700 • 90300 - 93700
Alle ore 12.45: Culto Evangelico a
cura delle Chiese Valdesi del II Circuito.
□ GIORNATA DEL
RIFUGIO
LUSERNA SAN GIOVANNI — Alle
ore 14.30 inizia la « Giornata del Rifugio Re Carlo Alberto ». Sono invitati tutti i membri delle nostre chiese.
□ CENTENARIO DEL
TEMPIO
CHIOTTI — Si svolge con inizio alle
ore 10 la rievocazione del <■ Centenario del Tempio ». Culto presieduto
dal Moderatore, pranzo, bazar, interventi e mostre sulla storia della comunità.
3
23 luglio 1982
vita delle chiese 3
Sinodo delle chiese
valdesi e metodiste
Il Sinodo, secondo quanto disposto dall’Atto n. 79 della
sezione sinodale europea 1981, è convocato per
domenica 2Z Agosto 1982
I membri del Sinodo sono invitati a trovarsi nell’Aula
Sinodale della Casa Valdese di Torre Pellice alle ore 15.
II culto di apertura avrà inizio alle ore 15.30 nel tempio
di Torre Pellice, e sarà presieduto dal past. Giuliana Gandolfo.
II Moderatore della Tavola Valdese
Giorgio Bouchard
LA GUERRA DELLE
FALKLAND-MALVINE
Come credente sono ben consapevole di quanto le guerre con il loro
ineluttabile sacrificio di vite umane
siano contrarie alla volontà del Dio
d'Amore e di quanto grande sia il
bisogno di pentimento da parte dei
Paesi che nel corso della storia hanno presieduto ai destini di popoli meno sviluppati per essere spesso venuti meno alla volontà divina circa il
rispetto della personalità umana.
Come cittadina britannica mi sento
in dovere di chiarire, dopo aver letto
l’articolo di Ruben Artus, quello cbe
mi sembra un grave fraintendimento
dei motivi che hanno spinto la Gran
Bretagna a reagire all'azione dell'Argentina.
La BBC (che è un ente di informazione autonomo, non legato al Governo) ha recentemente mandato in
onda alcune interviste agli abitanti
deile Falklands-Malvine, nelle quali si
mette bene in risalto come il problema di questo tragico conflitto (con
tutte le conseguenze che potranno verificarsi in futuro) non sia stato, (contrariamente a quanto pensano tutte le
persone con cui ho parlato, e gli stessi mass media italiani) di carattere
territoriale ma sia invece strettamente legato agli abitanti che vivono in
queile isole.
Anche se tanto la Gran Bretagna
che l'Argentina non sono indifferenti
all'aspetto strategico rivestito da questi territori e alle risorse minerarie
dell’Atlantico meridionale e dell’Antartico, si tratta di considerazioni che,
per quanto concerne la Gran Bretagna,
non hanno, a mio parere, inciso oltre
il 15% nella decisione presa dai Governo britannico.
Per la Gran Bretagna la libertà dell'individuo è sempre stato un principio fondamentale dello spirito britannico, con assoluta precedenza su
qualsiasi altra considerazione.
Come per Gibilterra e l’Irlanda del
Nord, così per le Falklands-Malvine,
se gli abitanti, per quanto esigui di
numero, esprimono democraticamente
la volontà di rimanere sotto la Corona
britannica la Gran Bretagna sente di
avere l’assoluto dovere di rispettare
e difendere questa loro volontà, per
quanto grande sia il prezzo da pagare. Questo è quanto non ha mancato
ripetutamente di sottolineare il Primo
Ministro Britannico, Signora Margaret
Thatcher, in varie occasioni.
S. Diana Beerbohm, Torre Pellice
VIAGGIO IN ISRAELE
La lettera di Danilo Venturi (Eco n.
29 del 16 luglio scorso) a proposito
del nostro progettato viaggio in Israele
mi ha sorpreso ed amareggiato per
il siio poco fraterno sarcasmo.
La decisione dei Concistori di Angrogna e di Pomarelto di accogliere la
disponibilità del past. Gérard Cadier
a guidare un « nostro » viaggio in quelle regioni è stata basata innanzitutto
sul desiderio di conoscere meglio il
quadro in cui si è svolta la vita e
l'insegnamento di Gesù ed in cui si è
costruito tutto il messaggio biblico. Sapendo quanto il pensiero ebraico si
esprìme facendo uso di immagini prese dal quadro della vita di tutti i giorni e sapendo quanto Gesù stesso ha
seguito questo modo di comunicazione (vedi le parabole e le immagini
deH’evangelo di Giovanni), ci è sem
MEDICINA
SESSUALE?
PROTESTANTESIMO
IN TV
2 AGOSTO
II RETE ore 22.50
IL CANTO
DI UN POPOLO CHIESA
Storia valdese attraverso il
canto eseguito dalle corali
delle Valli Valdesi.
16 AGOSTO
II RETE ore 22.50
ATTUALITÀ'
Informativo sulla vita delle
chiese evangeliche in Italia e
all’estero. Servizi previsti:
Sinodo, Campi lavoro zone
terremotate. Centri Estivi di
Incontro.
MANIFESTAZIONE EVANGELICA A SERRAVALLE SESIA
"Essere facitori di pace"
La chiesa di Vintebbio ed il VI circuito hanno promosso una interessante iniziativa sul tema dell’impegno dei credenti per la pace
brato importante cogliere questa occasione in vista di una migliore comprensione di tutto il messaggio biblico.
Siamo però coscienti che la Palestina oggi è drammaticamente al centro della storia che stiamo vivendo e
che la nostra responsabilità di credenti
non ci permette di rimanere indifferenti. Cercheremo quindi in secondo
luogo di capire qualcosa di più dei
grossi problemi che stanno alla base
del dramma che si sta consumando in
questi giorni, senza avere certamente
la pretesa di ritornare poi con la verità
in tasca da insegnare agli altri. Nessuno di noi ha la vocazione di « maestro di verità », ce ne sono già troppi in giro!
Non capisco poi perché un viaggio
in Israele non suscitava problemi al
tempo della intransigente ma leale Golda Meir ed invece suscita problema
al tempo deH’ex terrorista Menaham
Begin? Forse che andare in un qualche paese significa avallare la politica
di chi è al potere? Se cosi fosse dove
potremmo recarci in piena tranquillità
di coscienza? D'altra parte i problemi
di oggi non hanno le loro radici nel
passato? Bisogna anche tener conto
che la politica di Begin è tutt'altro che
condivisa dal 100% della popolazione! Avremo occasione di incontrare anche degli arabi perché grazie a Cadier
ed alle sue conoscenze il nostro viaggio ci metterà a contatto anche con
loro.
Quanto poi al problema dell'avere o
del non avere la grana per questo
viaggio, sappia Venturi che coloro
che si sono già iscritti non sono dei
milionari (che avrebbero scelto altri
viaggi con altri programmi) ma gente
che con sacrificio mette da parte questa
somma per potersi togliere quello che
forse è stato il sogno di tutta la sua
vita. Tante volte tutto dipende da come vogliamo utilizzare quei pochi o
quei molti soldi che abbiamo in tasca...!
Renato Co'i'sson, Pomaretto
Chiedo gentilmente se si può evitare ohe l'Eco-Luce diventi un trattato
di medicina sessuale: sterilizzazione
della donna, impotenza ecc. ecc. Non
nego che si tratti di problemi, ma
penso che sarebbe meglio trattarli su
riviste mediche.
Adesso. sull’Eco-Luce, si sta esagerando un po'. Grazie,
Nelly Rostan, S. Germano
In collaborazione con la chiesa di Vintebbio, il VI Circuito
ha organizzato a Serravalle Sesia, il 12 e 13 giugno u.s., una
manifestazione sul tema : « Essere facitori di pace », che si è
articolata in due momenti.
Il sabato
L’incontro del sabato mirava a
coinvolgere sul tema della pace
le forze politiche-culturali-ecclesiastiche serravallesi. Le adesioni sono pervenute da parte
dell’Accademia « R. Colombo »,
della Parrocchia di Serravalle,
della sezione del PCI e del Gruppo Indipendente di Bornate.
Il tendone eretto nella piazza
principale del paese, oltre a servire da riparo, è servito per allestire una mostra sulla pace
e disarmo con materiale messo
a disposizione dalla Pax Christi
di Ivrea.
La tavola rotonda
Nella serata ci si è ritrovati
per ascoltare gli interventi sul
tema della pace. Il complesso
« La Promessa », ( giovani avventisti di Torino) ha aperto la manifestazione con composizioni
proprie.
Dopo il saluto del past. Di Lorenzo, hanno preso la parola
Maurizio Ambrosini per la locale parrocchia cattolica, il past.
Valdo Benecchi, Ezio Accetto
rappresentante del PCI e Carla
D'Inverno per il movimento
delle donne.
Maurizio Ambrosini ha richiamato nel suo intervento l’azione
della Chiesa cattolica per la pace, ed ha concluso indicando «la
famiglia, la scuola, la chiesa e
la politica come luoghi ove si
educhi alla non violenza e a calcare sentieri di pace » sottolineando che i cristiani dovrebbero impegnarsi di più ad usare
lo strumento delTobiezione di
coscienza per costruire la pace
nella fraternità, secondo l’indicazione di Francesco: « Signore, fa’ di noi degli artefici di pace ».
« Che tipo di pace noi vogliamo? » — si è chiesto il pastore
Valdo Benecchi —. Il problema
è urgente e non più delegabile
ad alcuna struttura ma da assumersi in proprio insieme a
quelli che « caparbiamente costruiscono la pace per vocazione ».
La Bibbia, al contrario del
mondo, ci dice che se si vuole
la pace bisogna preparare la
giustizia, che è il vero nome
della pace : essa germoglierà
solo sul terreno della giustizia.
Nel nostro paese « non v’è
pace — anche se non stiamo
guerreggiando — perché non c’è
giustizia » e noi non possiamo
non adoperarci per ricercare unà
maggiore giustizia sociale. Benecchi ha poi indicato una via
per costruire la pace: la via della solidarietà.
Ezio Accetto, per il PCI, ha
ricordato la realtà del nostro
mondo nello stesso momento in
cui si invoca la pace. Lo scenario è di guerre molteplici, di
corsa agli armamenti.
L’impegno, perciò, è in una "sola direzione: « lotta per il disarmo, congelamento delle armi, alt
all’armamento e agli arsenali »
non perché si crei « un equilibrio
del terrore » ma perché si giunga « ad un negoziato di riduzione
progressiva delle armi e degli arsenali » avendo come « obiettivo
una Europa denuclearizzata, il
Un momento della tavola rotonda
superamento dei blocchi contrapposti e del divario tra Nord e
Sud del mondo ».
Carla D’Inverno, cattolica vicina alla Chiesa evangelica, ricordando ai presenti che già nel 1980
la giornata delT8 marzo fu dedicata dalle donne al tema della pace si è chiesta : « Perché noi vogliamo la pace? perché i missili a
noi europei fanno paura? ». Ma
non può essere cosi, « alla luce
dell'Evangelo che ci dice con
chiarezza che dobbiamo stare
dalla parte degli umili, degli oppressi, degli afflitti. Cristo ci ha
chiesto di lottare oggi, tutti i
giorni, a fianco dei poveri, degli affamati, degli oppressi. Io
immagino il Nazareno che parla protestando con forza, protestando contro la storia dell’uomo violento. Cosa vuol dire vivere le Beatitudini se non essere
a fianco di tutti i popoli in condizione di sfruttamento, oppressione, mancanza di libertà?».
Agli interventi, come si era deciso, non è seguito un dibattito
ma si è lasciato spazio a quanti volevano intervenire. Significativo l’intervento di Primo Bertone, poeta locale, che per l’occasione ha composto e letto una
sua poesia « Sole spento », alla
pace nel mondo.
La domenica
Se il tema di sabato è stato:
« Essere facitori di pace », quello
di domenica 13 ne è stato un
completamento: « Gesù dona pace ». Si è vista la partecipazione
di numerosi fratelli e sorelle provenienti dalle Chiese del Circuito
della Lombardia e Piemonte Orientale oltre a numerosi ’’esterni” alle nostre chiese.
Il pastore Claudio Pasquet ha
portato il suo messaggio con tre
brevi riflessioni su altrettanti
passi biblici.
L’immagine profetica di Isaia,
dei popoli che distruggono le loro armi, per fabbricare con esse
strumenti di lavoro (Is. 2: 2-4), la
promessa delle beatitudini (Matteo 5: 9) e le parole che vengono dall’epistola di Paolo ai Romani (8: 38-39), sono stati i temi
di una interessante predicazione.
Nel pomeriggio ancora un concerto e un ringraziamento al Signore per le giornate trascorse.
Una valutazione
Come valutazione riportiamo
il parere di una sorella di 'Vintebbio: « Non dobbiamo guardare i risultati. Persone ne sono
venute tante, ci hanno visto, sentito, hanno potuto vedere la nostra letteratura evangelica esposta sul banco... noi abbiamo seminato, forse con poca fede contando più su noi che sull’essere
dei semplici servitori del Signore, lasciamo il resto al Signore
ed al suo Spirito santo. Dobbiamo essere gioiosi: la nostra gioia deve scaturire dall’aver cercato di ottemperare al dovere cui
Cristo ci ha chiamati, dall’aver
fatto di tutto, con umiltà, per
trasmettere alla gente che è solo
in Dio, e nella ricerca della via
che Egli ci ha indicato, che il
mondo può trovare la pace che
Egli ci ha promesso. Al termine
di questi due giorni dobbiamo
rivolgere a Dio un ringraziamento per averci concesso di organizzare tutto ciò, nel suo nome
e come servitori suoi».
Alessandra Delvecehio
Renato Di Lorenzo
Corpo pastorale
Il corpo pastorale è convocato per sabato 14 agosto
alle ore 9 nell’Aula Sinodale
della Casa \?aldese di Torre
Pellice col seguente OdG:
1) esame di fede del candidato Eugenio Bernardini;
2) studio del materiale preparatorio in vista dell'Assemblea di 'Vancouver;
3) relazione della Commissione per il culto e la liturgia;
4) proposta di un nuovo catechismo;
5) varie.
* * =:<
Se l’esame di fede del can
didato avrà esito positivo, il
.sermone di prova verrà tenuto nel tempio dei Coppieri
(Torre Pellice), alle ore 17
del giorno
21 agosto
Tutti i membri delle Chiese
Valdesi, metodiste, libere, nonché gli invitati al Sinodo sono cordialmente pregati di assistere all’esame di fede e di
partecipare alla discussione
del sermone di prova.
Il Moderatore
della Tavola Valdese
Giorgio Bouchard
4
^ fede e cultura
23 luglio 1982
PROPOSTE PER L’EVANGELIZZAZIONE COI MASS MEDIA
UN LIBRO DI HELMUT GOLLWITZER
Comunicazione dell’Evangelo II senso della vita
In questi ultimi tempi « La
Luce » ha pubblicato due articoli e una notizia su cui mi pare valga la pena di concentrare
la nostra attenzione; uno scritto
di Giuseppe Platone (« Per una
teologia dell’informazione »), una
intervista a Giorgio Bouchard di
ritorno daH’America e la notizia
che a Trieste sta per iniziare i
prograrnmi una radio evangelica, gestita da battisti, metodisti
e valdesi.
Nel suo intervento Platone
mette molto acutamente a fuoco le nostre carenze nel campo
deH’mformazione (io direi, più
estensivamente, della comunicazione), ed invoca al riguardo un
approfondimento, l’acquisizione
di una maggiore consapevolezza.
Per parte mia credo che una
« teologia » in proposito sia già
bell e pronta e non occorra altro
che prenderne atto. Il Dio della
Bibbia è, per antonomasia, un
Dio che comunica (anzi, noi lo
conosciamo solo per questo), addirittura un Dio la cui essenza
è Parola; quanto a noi, il nostro
dovere di evangelizzare si traduce né più né meno nel compito di comunicare a tutti la
Buona Notizia.
Se questo è vero, non ci resta
altro, più modestamente, che approfondire le problematiche e le
tecniche della « comunicazione
per eccellenza », alla quale il Signore ci ha chiamati, discutendo strategie, ipotesi di lavoro
esperienze fatte.
La nostra stampa
Il discorso in proposito è molto arnpio e complesso; certo non
esauribile in un articolo di giornale. Mi limito quindi a tracciare una scaletta di argomenti, augurandomi che intorno a ciascuno di essi sia possibile aprire
un dibattito o approfondire il
discorso.
Ecco i punti che meriterebbero di venire approfonditi.
1) Raggruppamento di testate.
E motivo di scandalo per molti
che esista un così elevato numero di pei iodici evangelici, ciascuno per lo più con poche centinaia di lettori.
Non è ipotizzabile un giornalebase con supplementi periodici
(giovani, teologia, catechetica,
ecc.)? Che questi sunplementi
escano a cura di organismi vari,
diversi dalla redazione (EGEE
FCEI, Facoltà) non mi pare crei
ostacoli tecnici insormontabili.
Non è ipotizzabile, addirittura,
un giornale unico per valdo-metodisti e battisti, cosi come esisteva un giornale unico per vaidesi e metodisti anche quando
questi erano separati?
2) Rivista per l'esterno. Il paradosso della nostra situazione
e che, fra tante testate, non ve
ne sia una presentabile aìFesterno Hn termini di contenuti, di
taglio, di linguaggio). Praticamente ogni gruppo esistente in
Italia ha la sua pubblicazione
« di vetrina »; unici assenti gli
evangelici. II caso di « Quaderni
piacentini » (tanto per fare un
esempio) è la testimonianza che
quando vi sono idee e una impostazione adeguata, anche una
rivistina nata in una modesta
realtà di provdncia, con i costi
tirati all’osso, può diventare un
fatto di rilievo nella cultura nazionale.
3) Stampa locale. Lo sviluppo
del decentramento ha prodotto
la nascita di un numero elevatissimo di testate. I fogli laici e
di sinistra sono solitamente ben
disposti^ ad accogliere articoli di
evangelici, sia di informazione
su se stessi, sia di pai tecipazione
a dibattiti di interesse generale
(p. es. la religione nelle .scuole).
4) Strutture pubbliche. Le
strutture amministrative locali
in Italia sono oggi straordinariamente aperte, per ospitare gruppi di cittadini nelle loro varie
attività. Da qualche tempo uno
dei numerosi gruppi biblici (costituiti da fratelli di chiesa) che
operano a Milano e provincia ha
preso l’abitudine di convocare le
riunioni mensili, anziché in case private come in passato, nella
biblioteca comunale, affiggendo
ogni volta in zona diversi manifesti, che invitano la popolazione a intervenire. L’esperienza
fatta finora si dimostra valida e
promettente.
La radio e la
televisione
Un altro discorso tutto da fare
riguarda la radio e la TV. Importante in proposito la testimonianza di Bouchard il quale, confrontatosi con la realtà americana, ha tratto motivi di apprezzamento nei confronti di questi
« media », che spesso da noi sono ancora considerati con ostilità, solo per il cattivo uso che
di essi fa una parte della cosiddetta « chiesa elettronica ». Questo mezzo, stando aH’affermazione di Bouchard, pare rispondere
efficacemente alle esigenze degli
amm'icani. Sarebbe interessante
verificare se e in quale misura
esso sia in grado di rispondere
anche alle esigenze degli italiani contemporanei. Certo, dal dopoguerra ad oggi, siamo passati
attraverso una rivoluzione sociologica che, per essere avvenuta
gradualmente, giorno dopo giorno, molte volte non è stato possibile percepire in tutta la sua
forza sovvertitrice.
Basta pensare a come si sono
progressivamente svuotati quei
tipici luoghi d'incontro (e di formazione d’opinione) che ancora
non molti anni fa erano le parrocchie cattoliche, e le anti-parrocchie laiche, cioè le sezioni
dei partiti di sinistra, le case del
popolo. Basta vedere come si sono svuotate le piazze in occasione dei comizi elettorali.
Questa tendenza a rinchiudersi nell’individuale e nel familiare è un fatto obiettivo dell’odierna società italiana: bisogna tenerne conto. D’altra parte essa
non è necessariamente indice di
decadimento e di involuzione: rispetto al dopoguerra, anche se
è in costante declino il numero
degli iscritti alle organizzazioni
di massa, non vi è dubbio che il
livello medio di consapevolezza e
sensibilità politica e sindacale
degli italiani si è notevolmente
elevato e generalizzato. Questa
situazione, in fase rapidamente
evolutiva, ci suggerisce l’elencazione di alcuni altri argomenti,
sui quali meriterebbe confrontarsi.
5) Migliore utilizzo delle trasmissioni RAI. Un dato sul quale
di solito sorvoliamo con noncuranza è la « audience » media del
culto radio: oltre 1 milione di
ascoltatori. Si tratta in realtà di
una cifra enorme (tanto più tenuto conto dell’orario di trasmissione); inoltre, poiché gli
ascoltatori non sono sempre gli
stessi, ma vi è una certa rotazione, per valutare 1 contatti realizzabili in un mese tale cifra va
moltiplicata per alcune volte (e
questo è solo un piccolo campione di quella che potrebbe essere 1’« area protestante »). Per
utilizzare meglio il contatto, bisognerebbe invitare gli ascoltatori a scrivere, richiedendo l’invio gratuito di qualche pubblicazione, o di un corso biblico a dispense. I nominativi raccolti dovrebbero poi essere passati ai
pastori operanti in zona, per un
tentativo di contatto personale.
6) Insegnamento in Facoltà.
Sarebbe opportuno prevedere,
come materia complementare.
un corso sulla teoria e la pratica
della comunicazione di massa.
I) Quadri locali. Le nuove necessità operative drammatizzano
l’esigenza di preparare nuovi operai, istruendo adeguatamente i
« laici » delle chiese. Per questo
occorre però una mentalità nuova che, senza a nulla rinunciare in
termini di serietà di studio, sia
volta a favorire concretamente
queste vocazioni e a semplificare
le procedure. Il contrario di
quanto avviene oggi, ad esempio,
per la formazione dei predicatori locali: parecchi testi e dispense sono esauriti e chi intende
sostenere gli esami deve ogni volta traversare mezza Italia.
Le radio locali
Ho deliberatamente tralasciato di citare le radio locali, anche
perché un esauriente discorso
sull’argomento è già stato fatto
da queste colonne. Chiaramente
però anche quello è un settore
sul quale dovremo sempre più
misurarci.
Nel quadro di questa sperimentazione si inserisce la notizia
che viene da Trieste.
Dobbiamo essere grati allo Spirito per questa iniziativa e anche ai nostri fratelli del Triveneto, che stanno investendo tanti
dei loro talenti (non solo finanziari, ma di impegno, di lavoro)
in un’impresa che se, come speriamo, avrà buon esito, potrà
costituire un’indicazione preziosa
e un’esperienza essenziale per le
altre chiese evangeliche.
Perché questo avvenga dobbiamo pregare; ma anche contribuire generosamente alla sottoscrizione aperta dai fratelli triestini,
sia come singoli credenti che come chiese.
Aurelio Penna
Ho letto il piccolo libro, una
settantina di pagine, poi l’ho
passato a tre persone diverse
fra loro per età, cultura, esperienze, educazione religiosa, ambiente sociale, familiare ed economico. Casi e situazioni individuali a parte, il giudizio dei
tre è piuttosto omogeneo e, se
vogliamo, agghiacciante per chi
crede già di aver trovato o capito il senso della vita: nessuno
dei tre è contrario al libro, ma
10 giudica irreale, « dato il punto a cui le cose sono giunte »,
dicono. Nonostante il riflusso e
11 privato che ci riconsegnano
molte mode rétro, i valori di
un tempo non ci sono più.
« Che significa, in generale, vivere in un modo che abbia senso? » (p. 13). Secondo Gollwitzer
significa essere necessari per gli
altri, lasciarsi utilizzare da Gesù
allo scopo che altri arrivino alla vita: il samaritano (pp. 14-15).
È uno scopo vano, obiettano i
miei interlocutori; anche questi
altri approderanno allo stesso
tipo di vita che facciamo noi e
avranno le medesime sensazioni.
La vita non ha un senso, nessuno
è in grado di darglielo, né per sé
né per chiunque. « Che cosa posso sperare, quale può essere fi
contenuto della mia speranza? »
(p. 20). La morte, la stupidità,
la cattiveria del mondo la impediscono; e poi, speranza in chi?
(pp. 22-23). I tre sono d’accordo
con l’autore qui: « Il senso della mia vita non dipende più dalla durata della mia esistenza, dal
fatto che termini con la morte
fisica oppure no» (p. 26). Probabilmente avrò paura della
morte quando verrà, ammettono,' ma non è già una morte il
vuoto che cl attanaglia adesso,
anche se indaffarati e senza mai
tempo per tutto? (Infatti abbiamo rispolverato un vecchio as
UNA PRODUZIONE DELLA CORALE DI TORRE
“Veglia al mattin...
Saranno grati in molti, di questa nuova produzione della Corale Valdese di Torre Pellice. Il
complesso, diretto dal M.o Ferruccio Corsani, ha già al suo attivo numerose incisioni di inni
evangelici e di cori valdesi e
protestanti. Qra ha preso la felice iniziativa di curare la registrazione, in una piacevole musicassetta edita dalla Claudiana,
di due tipi di cullo, con una rio
ca serie di inni (9) che, come
appunto nei nostri culti, rispondono alla Parola di Dio, letta e
predicata. Ciascuno dei due culti è inquadrato da pagine organistiche.
In che senso, due tipi di culto? Il primo segue lo schema di
un culto tradizionale, sia pure
senza il momento della confessione di peccato; il pastore Paolo Ribet legge il cap. 6 dell'Evangelo secondo Giovanni e nc predica la parte finale; quattro inni
fanno da efficace controcanto
(n. 87, 102 da cui il titolo della
«cassetta», 86, 103). Il secondo,
pur seguendo uno schema analogo, sostituisce però a un’unica
predicazione una serie di brevi,
efficaci note e riflessioni bibliche
su una serie concatenata di testi: Atti 2: 44, Matteo 6: 33, Luca 2: 11, Colossesi 3: 15; ciascuna di esse sfocia naturalmente
in un inno (n. 156, 97, 91, 257, oltre all’Amen finale, 193), facendo
tra l’altro sentire come l’innologia evangelica più autentica
trova nella Parola di Dio la sua
sostanza e ad essa risponde, « a
tono ».
Perché ’scegliere’ Luna o l’altra forma? La prima permette
una più approfondita riflessione
su un dato testo, l’altra un approccio forse più rapido e incisivo a tutta una serie di testi;
in entrambi i casi predicazione
e inni si fondono nel culto, che
è ascolto della Parola e risposta
a Colui che c’interpella. La predicazione più ampia riflette tono
e atmosfera dei nostri culti consueti, i messaggi più brevi sono
forse più adatti all’ascolto puramente auditivo ché caratterizza
il mezzo tecnico riproduttivo. Gli
inni sono di una gamma vasta,
limpidi, anche se forse la Corale di Torre ci ha dato esecuzioni anche più rifinite (lascia un
po’ a desiderare, forse però soprattutto per la qualità della registrazione, l’esecuzione dell’inno 91); ma, appunto, questi non
erano concerti, ma culti, e come
tali si propongono.
Molti, che dispongano di un
mangianastri, ascolteranno o riascolteranno con piacere e con
flauto questa «cassetta»; soprattutto, ma non certo esclusivamente, isolati della diaspora,
anziani, che vi ritroveranno almeno in parte vivi momenti di
culto comunitario. Grazie dunque.alla Corale e ai predicatori
per questa bella iniziativa; la
« cassetta », cui auguriamo di essere la prima di una serie, potrà
essere utile anche per trasmissioni evangeliche da radio locali.
Gino Conte
« Veglia al mattin... ». Messaggi
e inni evangelici, a cura della
Corale Valdese di Torre Pellice e dei pastori Paolo Ribet e
Giorgio Tourn. Claudiana Editrice, Torino 1982. Cassetta
Prince stereo, L. 6.000.
sioma: si può avere le mani piene e il cuore vuoto). Per questo
la domanda « Chi è Dio » di p.
27 non ci riguarda. Vorremmo
che ci riguardasse, ma non è
così, benché sia triste confessarlo. Ha ragione il libro quando dice che i nostri iddii sono
mammona, il sesso, il partito,
la morte, il nulla ecc. (p. 32),
ma l’aver ragione non cambia
le cose. Ha più ragione ancora
quando sostiene che la radice
di ogni male è la « mancanza di
amore, che è mancanza di senso », e che si dovrebbe marciare
« verso una nuova umanità, che
vive come società fraterna in
comunione con la vita eterna »
(p. 37). Ma proprio qui casca
l’asino, o meglio cascano le chiese. Se c’è una cosa di cui esse
(tutte) difettano, è proprio la
fraternità, in ciò allineandosi con
« una società classista » (p. 43)
« come lo è anche la nostra... I
fratelli... si salutano come fratelli
in Cristo, senza che nulla cambi
nel loro reale essere separati...
surrogato di fraternità al posto
di fraternità reale... Essi sono
fratelli perché sono tutti figli,
figli di Dio... L’uomo viene costituito soggetto autonomo »; è
il « ristabilimento dell’umanità
quale Dio creatore l’ha pensata:
una famiglia senza alcun capo, in
libertà, uguaglianza e fraternità » (pp. 53-56), dove Gollwitzer
non teme di risuscitare una celebre formula. « O quel che succede nella chiesa ha degli effetti
all’esterno producendovi parità di diritti, oppure quel che
succede all’esterno produce effetti nella chiesa, e distrugge
anche in essa la parità di diritti...
Questa separazione fra dentro e
fuori è una schizofrenia, dietro
la quale si cela un interesse,
quasi che l’Evangelo potesse lasciare intatti gli ordini esistenti,
che sono però dei disordini alla
luce della creazione di Dio » (p.
60).
Si può dunque accusare chi
non attinge senso dalla vita, se
ciò che dovrebbe succedere non
succede e succede ciò che non
dovrebbe? I tre amici che mi
hanno discusso il libro ci tengono a dirlo: non ci si mette
contro Dio, semplicemente lo si
ignora. Si perde il senso della
vita senza interrogarsi, dunque
questo libro va bene per chi
s’interroga. Ma per gli altri?
Per gli altri non so, ho riconosciuto. Ma almeno per voi e
per tutti coloro che come voi si
interrogano, prelevo una frase
da un seminario effettuato da
alcune donne evangeliche: « Il
senso della vita è stato tradizionalmente racchiuso nel « ciò che
realizzo », oppure nel riferirsi a
un’altra persona (il senso della
mia vita sei tu), oppure nella
gestione di se stessi (il senso della mia vita sono io, per quello
che sono). Oggi queste tre posizioni sembrano inaccettabili. Io
posso solo dire: il senso della
mia vita proviene da fuori di
me, da UNO diverso da me; ma
questo senso concretamente lo
gioco e lo spendo io ».
Accostiamo ora Gollwitzer:
« Una vita realizzata è dunque
una vita che non ruota su se
stessa, ma che viene vissuta in
rapporti aperti verso gli altri...
L umanità... è l’oggetto di una
iniziativa di aiuto e di salvezza
presa da un altro » (pp. 16 e
23). Nulla da spartire con le
«nevrosi religiose» (p. 46), ma
consapevolezza serena, riconoscente e liberatoria di un « individuo che è piuttosto responsabile egli stesso per la sua vita » (p. 47). «Il senso della vita
è un senso ricevuto ».
Renzo Turinetto
Helmut Goi.LwixzeK. Interrogativi
sul sen.so della vita. Torino. Clandiana 1982. [). 72. !.. 3.800.
5
23 luglio 1982
obiettivo aperto 5
UN PROBLEMA DEL NOSTRO TEMPO: IL CONSUMISMO
PER UNA SOCIETÀ’ RINNOVATA
certo che i mass-media hanno una notevole influenza sulla cultura del nostro tempo, specialmente
sui bambini che recepiscono con molta facilità le
informazioni che gli si propongono. La televisione gioca
un ruolo importante nel loro sviluppo mentale e fìsico; le
ore passate davanti al « piccolo schermo » sono spesso ore
di passività e le immagini a loro proposte sono sovente
senza contenuto.
Non solo la televisione ci invita a comprare; la pubblicità ha invaso le strade, la ritroviamo al cinema, perfino
le riviste più impegnate non le sfuggono.
In questo periodo di benessere (e di cassa integrazione) si deve produrre molto e quindi creare consumatori, e
questo lo sappiamo fare bene. Comprare significa essere
qualcuno, vuol dire comunicare con qualcuno e chi non
può comprare è emarginato. Questo fenomeno può essere
recepito nella sua pienezza sotto le feste quando comperare diventa frenesia, diventa un obbligo, si compera tutto,
specialmente se è caro. Infatti l’assurdità del nostro tempo
è che non ci si fida più di quello che costa poco — più caro
è più siamo soddisfatti del prodotto. Alcuni prodotti subiscono « miglioramenti » con tale velocità che il modello
comprato poco prima è già vecchio e inutile; la moda ci
costringe a comprarne un nuovo modello per sentirci alla
pari con il progresso. Ci disfìamo di prodotti ancora buoni e validi per acquistarne dei nuovi, creando montagne
di detriti indistruttibili. Per soddisfare i nostri desideri
vengono sfruttate al massimo le risorse naturali senza pensare a cosa lasceremo alle generazioni future. Non sarebbe male invece riprendere un vecchio costume degli Indiani d’America i quali ogni volta che prendevano delle
decisioni avevano sempre in mente 3 periodi storici: il
passato, il presente, il futuro.
E’ impressionante invece come la mentalità dell’uomo
di oggi sia impostata verso un benessere personale, ed immediato. Si va verso una « cultura del desiderio » senza
pensare alla validità ed alla realtà di questi desideri, non
considerando « l’altro », il più debole, l’emarginato, le generazioni future.
Consumare è bello?
Consumare è bello. Anzi, consumando una parola di un attore consumato (nel sesso che si
offre settimanalmente al consumo di milioni di telespettatori)
diciamo che è « un sacco bello »!
Consumare fa parte della vita, anzi il consumo è vita. È
vero dal punto di vista biologico; è vero dal punto di vista
storico; è vero dal punto di vista
economico: si produce per consumare! senza consumo non c’è
produzione, senza produzione
non c’è consumo... non è un assioma capitalistico, ma un dato
presente in natura.
Detto questo però sorgono i
problemi; uno di carattere economico/ecologico, l’altro di carattere etico.
Il problema economico/ecologico investe l’equilibrio produzione-consumo. Il nostro può
essere solo un accenno — non
siamo delle esperte in materia
— ma è fuor di dubbio che nel-,,
le società cosiddette avanzale
si consuma più di quanto si produce; pensiamo cioè allo sfruttamento intenso del suolo (colture
intensive ad es.) e del sottosuolo (petrolio ad es.) che rompe
i ritmi di produzione presenti in
natura Per cui abbiamo un forte
consumo di materie prime —
senza assicurare un adeguato
ricambio — per produrre beni
materiali destinati ad un consumo più o meno immediato, più
o meno privilegiato, con scarse
o nulle possibilità di riciclaggio.
E questo ci introduce nel secondo problema cioè l’aspetto
etico. Punto fermo, per un’analisi
del nostro consumismo, può essere considerato questo passo
della I Corinzi 6: 12 ; « Ogni cosa
mi è lecita, ma non ogni cosa è
utile. Ogni cosa m’è lecita, ma
io non mi lascerò dominare da
cosa alcuna ». Affermata la li
bertà dei consumi scopriamo
il limite della « liceità » degli
stessi; cioè l’utilità ! Nella nostra breve analisi della situazione di Pachino e della nostra comunità abbiamo constatato che
possiamo parlare di « società
opulenta » (nel senso indicato dal
Galbraith) in quanto s’è raggiunto un tenore di vita ragionevolmente confortevole per la
stragrande maggioranza — compresa la presenza dei due estremi: da una parte un gruppo ristretto che vive una situazione
di vera e propria opulenza, e
una sacca di miseria che per taluni è « dignitosa », ma per i più
è « indegna » — al quale fa da
contrasto uno « squallore pubblico » nel senso che mancano
i servizi essenziali: strade, verde, ospedali, ecc. AH’interno di
questa « società opulenta » abbiamo il cosiddetto « consumo
cospicuo» (uso stravagante di
.merci, o servizi costosi al fine
di dar prova di status e ricchezza ) che si manifesta ad esempio con l’ostentazione di pellicce, mentre manca il freddo;
di case lussuose, mentre mancano le relazioni sociali.
Assodato a questo punto che
la liceità ha di gran lunga superato il limite dato dall’utilità
ci siamo chieste se potevamo
parlare, all’interno dello specifico pachinese, di « società dei
consumi» (una società cioè che
attribuisce un valore sproporzionato ai beni di consumo visti come il bene massimo in sé).
Per dare una risposta abbiamo
fatto una breve analisi:
1) il nostro sistema socio/
culturale è ancora contadino o
post-contadino della 1’ e 2' generazione ed induce ancora al
risparmio e all’investimento in
beni durevoli;
2) il sistema economico si
fonda sull’agricoltura e sul ter
ziario; il primo è proteso al risparmio e all’investimento per
l’acquisto di nuove proprietà in
vista dell’accrescimento del reddito prima ancora che del capitale ; il secondo è forse più disponibile per il consumismo, in
quanto mancano le prospettive
di risparmio e di investimento
e quindi è demotivato nell’acquisizione della 1° casa, in città,
e della 2“ casa, al mare.
La conclusione è che, rispetto
alla relazione fatta recentemente dal ministro del bilancio sui
consumi in Italia, siamo ancora
alla prima fase del consumismo,
cioè all’acquisto di beni durevoli, o fondamentali: terreni,
casa, arredamento, vestiario. Il
« voluttuario » non è ancora « il
bene massimo in sé » anche se,
tantissimi, tendono a considerare l’acquisto di beni di consumo
come un segno di riscatto sociale.
I! « consumismo » è dunque
una realtà nella quale siamo
pienamente coinvolte e sembra
un processo inarrestabile.
Come credenti sentiamo che
il modello propostoci è falso e
anche se non sempre riusciamo a ripetere con l’apostolo
Paolo « io non mi lascerò dominare da cosa alcuna » in
quanto subiamo i condizionamenti, le sollecitazioni che ci
provengono, pure siamo convinte
che oggi si imponga la necessità ,di conciliare la liceità con
l’utilità, convinte che il Signore
ci chiama più a spenderci, che
a spendere, a condividere, più
che a consumare.
U. F. V. - Pachino
Difendere la natura
La Lega Femminile di Como
ha discusso il tema ' propostoci
su « Il Consumismo », partendo
da un questionario che abbiamo
così articolato:
1 ) A quali settori della nostra vita può estendersi il fenomeno
del consumismo?
2) Per frenare questo processo
che ha conseguenze molto negative, quali potrebbero essere le misure adeguate da adottare?
3) Come comunità di credenti
quale è o quale potrebbe essere il nostro comportamento?
Raccogliamo in questa nota alcuni pensieri che riflettono globalmente la discussione.
La naturale capacità dell’uomo
di trasformare il proprio ambiente, è in grado di arrecare a
tutti i popoli i benefici dello sviluppo e la possibilità di migliorare la qualità della vita. Qualora venga applicato avventatamente tale potere, esso può provocare un danno incalcolabile.
Infatti la meccanizzazione e la
industrializzazione dei processi
produttivi influiscono indubbiamente migliorando il tenore di
vita della popolazione da un lato, mentre dall’altro si verifica
una maggiore richiesta di prodotti di ogni tipo, favorendo così il consumo sempre crescente
di cose non indispensabili.
Il consumismo naturalmente
dà origine all’inquinamento dell'aria atmosferica e delle acque
superficiali, marine, ecc. L’incalzante incitamento, svolto con
tutti i mezzi possibili di propaganda e di pubblicità, a consumare una quantità sempre maggiore di beni anche in misura
eccedente ai reali bisogni, invoglia il consumatore a disfarsi di
prodotti ancora buoni e in grado di servire, per acquistarne di
nuovi.
L’umanità può ancora salvarsi ma ha bisogno di una « svolta
della coscienza » o di una « rivoluzione culturale » che conduca
ad una modifica radicale del concetto di valore.
La natura per la sua hellezzO-,
per la sua struttura ed utilità,
esprime un inno di lode all’Eterno ma perché così rimanga, va
rispettata e rivalutata. Non solo.
Noi come credenti non possiamo e non dobbiamo dimenticare
che se l’uomo è stato preposto
da Dio a « rendersi soggetta la
terra », questo non significa devastarla: come dobbiamo ricercare un corretto rapporto con Dio
nella ubbidienza e nella fede, come dobbiamo ricercare un corretto rapporto con i nostri simili in una diaconia di amore, così
dobbiamo ricercare un corretto
rapporto con la natura evitando
di sconvolgerla mediante indiscriminate forme di violenza.
U.F.V. - Como
Un nuovo stile di vita
Come comunità, come credenti, è giusto che ci si occupi di
problemi che, in fondo, sono puramente materiali? Analizzando
il pensiero di Calvino possiamo
trovare una risposta a questo
quesito. Devo innanzitutto confessare che mi ha sempre dato
noia leggere nei libri di testo la
definizione di Calvino come « padre del capitalismo ». Proprio
nei suoi pensieri ho trovato la
grande differenza tra l’uomo materialista e l’uomo che fa dipendere tutta la sua vita da Dio, non
in modo ascetico, anzi, il suo
impegno sia individuale sia sociale testimonia concretamente la
volontà divina.
L’uomo creato da Dio viene
posto in un mondo perfetto che
può soddisfare appieno le sue
necessità. « Le benedizioni divine sono tante che la terra sopravanp per tutti i suoi abitanti sicché la moltitudine degli
uomini, per infinita che sia, trova a collocarsi in qualche parte
del mondo ». Tuttavia nella libertà datagli da Dio l’uomo si lascia corrompere dal peccato. La
sua natura sociale viene trasformata in egocentrica ed individualistica; « si lascerà marcire
il grano nei granai affamando il
prossimo per non vendere a basso costo ».
Anche la società perde la sua
realtà naturale e Dio istituisce
un potere politico per non far
regnare il caos. Quella terra che
le Scritture chiamano fertile, a
causa dell’uomo viene maledetta benché innocente. La collera
di Dio si manifesta in questo rapporto creatosi tra la natura e
l’uomo. Ma Dio nella sua infinita
bontà non abbandona l’uomo alla sua misera condizione; attraverso Cristo egli è riconciliato
con Dio. L'uomo nuovo che ha
ritrovato la pace con il suo Creatore scopre che non può vivere
solo, individualisticamente; la
sua sarà necessariamente una vita sociale perché Cristo unisce
gli uomini con un legame indissolubile.
L’uomo e la società
« Tutti hanno gli stessi diritti
ai benefici della creazione e Dio
dà a tutti ciò che la terra produce. Tutti hanno un posto e
nessuno è troppo nella società ».
Il credente, non potendo scindere la sua natura in materiale c
spirituale perché è tutto preso
dallo Spirito, lotterà perché questi diritti che Dio dà a tutti siano rispettati. Sarà coinvolto nel
potere politico in modo da non
esserne sopraffatto. Il cristiano,
dice Calvino, sarà, sia sul piano
politico sia sul piano ecclesiastico, un riformatore perenne in
modo da rendere la vita della
sua comunità e della sua città
sempre più secondo gli oriJini
divini.
Anche la famiglia ritroverà la
sua vera unicità in una ricerca
costante e comunitaria di Dio. La
ricchezza, il denaro, hanno un
valore diverso pensando che tutto è « da Dio per il bene comune » e non per una nostra esigenza personale.
La comunità
Come abbiamo visto, la vita
concepita « all’inizio dei tempi »
è una vita sociale, quindi la redenzione dell’uomo non può essere individuale ma è strettamente legata alla comunità. La
chiesa, o meglio la comunità dei
credenti, ha in onesto mondo
un compito importantissimo. Anche se imperfetta essa deve rappresentare sulla terra la « nuova
.società » nella quale le relazioni
umane sono restaurate da Gesù
Cristo. E qui che l’«ordine primitivo » della società, come era
stato stabilito da Dio, cerca di
prendere vita.
Nella comunione spirituale in
Gesù Cristo non esisteranno differenze fra ricchi e poveri, maschio e femmina, non vi sarà più
separazione fra uomini di diver-^
se nazionalità. I doni dello Spirito verranno riconosciuti comunitariarnente, anche le relazioni
economiche saranno riordinate
e nelTinterno della chiesa Cristo
stabilirà, tra i suoi membri, una
giusta distribuzione dei beni. Solo se la chiesa riuscirà ad adempiere in pieno lo spirito voluto
da Dio sarà un mezzo di restaurazione della società, altrimenti
parteciperà alla distruzione dell’umanità.
La comunità intorno
alla Santa Cena
E’ attraverso la S. Cena che
la comunità manifesta la sua riconciliazione con Dio e unisce i
suoi membri, perché non si tratta .solo di una promessa per il
futuro bensì qualcosa che si deve concretizzare nella vita di oggi per la riabilitazione dell’uomo
e della società. Siccome il peccato cerca sempre di alterare la
volontà divina, noi dobbiamo essere uniti come « il pane, che è
formato da molti granelli, talmente mescolati insieme da non
poterli distinguere, così noi dobbiamo essere uniti da una fratellanza indissolubile », altrimenti lo stesso pane può essere spezzato e gettato ai cani.
Sono convinta che questi pensieri di Calvino, collegati con la
necessità di trovare un nuovo
stile di vita, ci danno un fondamento sul quale possiamo costruire; fondamento basato sulla
fedeltà a Dio che solo in Gesù
Cristo può aiutarci a cambiare
anche la società in cui viviamo
e il nostro modo di vivere in
essa. Lidia Ribet Noffke
pagina a cura della F.F.E.V.M.
6
6 cronaca delle Valli
23 luglio 1982
Consulta
giovanile
Pinerolo avrà la sua consulta
giovanile. Lo deciderà con tutta
probabilità il consiglio comunale
di questa settimana. Non c’è che
da rallegrarsi di questa decisione
che consentirà al Comune di seguire con più attenzione i problemi dei giova.ni. A Pinerolo infatti finora le iniziative a favore
dei giovani sono state episodiche,
mal coordinate tra di loro e soprattutto non costruite con la
loro partecipazione.
C’è speranza che con la decisione della consulta giovanile le cose cambino e finalmente si decida di ascoltare la loro voce. 1
problemi dei giovani sono molti.
Per cominciare il lavoro. Entrano infatti in questi anni nel
mercato del lavoro i giovani nati negli anni ’60, gli anni del boom
delle nascite, e tanti, troppi, non
trovano lavoro. Sono costretti a
lavori di tipo precario, ad « arrangiarsi » stagionalmente con la
raccolta delle mele, delle pesche,
con la vendemmia. Oppure sono
costretti al lavoro nero, senza garanzie, né diritti sindacali.
Tra i compiti della consulta
vi sarà certamente, e prioritario,
l’analisi di questa situazione. Non
si può però soltanto analizzare
una situazione, le forze politiche
dovranno dare anche una risposta al problema del lavoro giovanile.
Già ora si sa che esistono molti posti vacanti nel settore sanitario (mancano infermieri, ìcenici di laboratorio) eppure la scuola per infermieri ne diploma non
più di una quarantina l’anno (numero che serve appena per coprire i posti di coloro che vanno in
pensione), una vrima risposta
potrà essere quella di allargare
il numero di coloro che possono
scegliere questo tipo di formazione professionale.
/ problemi della formazione
professionale dovrebbero essere
centrali nelle preoccupazioni degli amministratori pubblici in
questa fase di recessione economica e di rapidi cambiamenti
tecnologici.
Altro problema da affrontare è
quello della droga. In questi ultimi anni il fenomeno si è sviluppato in « progressione geometrica ». Non sono solo più le droghe leggere o l’alcool a circolare
tra i giovani, anche l’eroina è
comparsa e si è diffusa rapidamente. Uno stretto controllo sociale, tipico di una società di provincia, fa sì che i giovani che
hanno la volontà di disintossicarsi non ricorrano ai servizi per
tossicodipendenti sul territorio
(o lo facciano solo in situazione
di emergenza). E’ necessario pertanto adeguare tali servizi alla
mentalità e alle esigenze di questi giovani.
Inoltre occorre prevenire la
tendenza a ricorrere alla droga
offrendo ai giovani alternative
alla marginalizzazione, possibilità
di impegno nel campo del tempo
libero, dello sport, delle attività
culturali.
I centri sociali devono diventare luopii di animazione per le
attività giovanili, l’impegno per
una società di pace dovrà essere
perseguito offrendo concrete possibilità di svolgere un servizio civile alternativo a quello militare presso strutture degli enti
pubblici.
C’è speranza se questo accadrà.
Giorgio Gardiol
■ Hanno collaborato a questo
numero; Franco Davite, Dino
Gardiol, Vera Long, Luigi
Marchetti, Paola Montalhano,
Giorgio Tottrn.
UNA INIZIATIVA DEL COMUNE DI TORRE PELLICE
Il bilinguismo aiie valli
Potersi esprimere in varie lingue è un vantaggio economico e culturale
In breve
Veramente non di bilinguismo
si dovrebbe parlare, ma di quadrilinguismo, se si vuol superare l’antiquata distinzione fra lingua e dialetto. (Cos’è una lingua? E’ un dialetto che ha fatto
fortuna e a cui circostanze storiche e politiche hanno fornito
il crisma dell’ufficialità: il toscano per l’italiano, il fiammingo
per l’olandese, la lingua d’oil per
il francese, tanto per fare qualche esempio).
Infatti buona parte della popolazione delle nostre valli, oltre all’italiano e al francese, parla correntemente il piemontese
e il patois locale che non è altro
che una variante del provenzale
od occitano. Ma, a parte queste
considerazioni filologiche, le Valli Valdesi sono classificate, anche in molte guide turistiche, come bilingui italo-francesi, e questo bilinguismo, nato da circostanze legate alla storia del Valdismo, ha costituito certamente
un apporto che, assieme ad altre componenti, ha posto le nostre popolazioni su uno stand
culturale superiore a quello di
altre valli alpine.
La lotta del fascismo contro
tutte le minoranze linguistiche,
che ha obbligato a sospendere
l’insegnamento del francese nelle nostre scuole, ha soppresso
tutte le pubblicazioni in tale lingua e considerava un grave atto
di antipatriottismo il parlarla in
pubblico, è stata il maggior attentato a questa situazione di
bilinguismo.
Dopo la guerra, l’avvento
dei mass media (radio, TV, giornali e riviste), tutti in italiano,
non hanno certamente favorito
il ritorno a questo bilinguismo,
specie nelle nuove generazioni.
Cosa parlavano i Valdesi nel
XVI secolo, all’epoca del Sinodo
di Chanforan? Sappiamo che i
« barba » che hanno inviato quesiti ai Riformatori ginevrini lo
hanno fatto in occitano e le risposte di Ecolampadio e Bucero
sono state in latino, che i «barba », dotati di cultura, comprendevano. Tuttavia non sappiamo
in quale lingua si siano tenute
le discussioni. Probabilmente saranno state per lo più in occitano, lingua a quell’epoca molto
conosciuta, per quanto, sia l’italiano che il francese possono essere stati utilizzati, perché il resoconto che abbiamo di quella
riunione è stato redatto in italiano (sia pure sgrammaticato
ed « occitanizzante ») ma d’altra
parte è stata decisa la traduzione della Bibbia in francese. Anche il piemontese doveva essere
conosciuto dato che l’eresia valdese era estesa in molte località
della pianura antistante alle nostre valli e diversi pastori del
XVI secolo erano di origine piemontese.
Secondo lo storico Gilles i salmi erano in origine cantati in
occitano, poi in francese quando apparvero le prime edizioni
in quella lingua, per passare all’italiano nel 1621, quando vengono stampati in questa lingua.
La peste del 1630 avendo causato la scomparsa di quasi tutti
i pastori, questi furono sostituiti da svizzeri e francesi che non
conoscendo l’italiano predicavano nella loro lingua, che era compresa dalla popolazione. Questo
bilinguismo lo si nota anche fra
gli scrittori del XVII secolo:
Gilles aveva cominciato la sua
storia in italiano, ma la pubblica, nel 1644, in francese Léger
pubblica nel 1669 la sua Histoire
Générale des Eglises Evangéliques des Vallées du Piémont ou
Vaudoises in francese, ma dai
testi italiani e occitani che cita
e traduce si riconosce la sua
perfetta conoscenza di queste
lingue.
L’esilio (1687) e il soggiorno
all’estero fanno sì. che al Rimpatrio (1689) il francese primeggi
sull’italiano e questo durerà per
tutto il XVIII secolo e fino alla
prima metà del XIX. La conoscenza di questa lingua è stata
per i Valdesi una porta aperta
verso il protestantesimo europeo
francofono in tempi in cui qualsiasi apertura intellettuale verso
l’Italia era ostacolata dalle severe restrizioni del trattato del
1561 sempre in vigore.
L’italiano comincia a guadagnar terreno dalla seconda metà
del secolo scorso, ma il francese
rimane ancora lingua di uso corrente fin dopo la prima guerra
mondiale e, praticamente fino
agli anni ’30.
Potersi esprimere in varie lin
gue è non solo un arricchimen
to culturale, ma anche un pos
sibile vantaggio economico, co
me ben sanno molti dei nostri
concittadini che hanno potuto
ottenere migliori impieghi grazie alla loro conoscenza di un’altra lingua.
E’ un patrimonio che non do
vrebbe essere perso ed è con
piacere che plaudiamo all’inizia
tiva del Comune di Torre Pellice
Ditta Pasqualino RIDETTO
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LUSERNA SAN GIOVANNI
che ha voluto promuovere, per
il 10 e 11 settembre, un « convegno di studio » su II bambino e
la formazione bilingue, poiché
è proprio dall’infanzia che deve
cominciare questo lavoro di ricupero di questa cultura che si
sta perdendo.
Osvaldo Coisson
COMUNITÀ' DI BASE
Campo estivo
A Ca’ Nostra di Riclaretto dal
25 al 29 agosto si svolgerà un
campo aperto di vita comunitaria, di studio e di confronto su
« Quando la fede è liberazione »
organizzato dai giovani delle comunità cristiane di base del pinerolese. Tale iniziativa si rivolge anche alle famiglie e a quanti
intendono unirsi nella ricerca.
La casa è situata a mille metri di altitudine in una splendida posizione. Ecco alcune tematiche che verranno affrontate
con relazioni e confronti tra i
gruppi. « Uomini e donne tra integrazione e liberazione », « Che
tipo di uomo e di donna ci sembra necessario per vivere con
senso gli anni ’80»: relatori Alberto Barbero e Clelia Roetto.
Nel secondo giorno si svolgerà
sotto la guida di Josè Maria Castillo una riflessione teologica
su « Quando la fede porta alla
alienazione ».
« Diventare protagonisti è una
impresa difficile: l’utopia sana e
l’utopia malata » è invece il tema
del terzo giorno in cui si rifletterà sul rapporto che esiste tra
impegno nella comunità di fede
e impegno nel sociale e nel politico. Guiderà questa ricerca
Pierfranco Gili.
E’ inoltre prevista una tavola
rotonda su « Imparare a leggere
e farsi un metodo », e un’altra
su « La carta dei diritti del cittadino malato » con la partecipazione di Gianni Losano.
Le prenotazioni vanno eseguite
entro il 30 luglio presso la sede
della Comunità Cristiana di Base di Pinerolo (Corso Torino
288, tei. 0121/22.339), oppure presso Amalia Chiesa (011/9086244).
Francesco Orrù
Liliana Brun
Bombe al Colle
della Croce
BOBBIO PELLICE - Una pai
tuglia della Guardia di Finanza
in perlustrazione nei pressi del
Colle della Croce ha scoperto
quattro bombe di mortaio inesplose. Si tratta di residuati
bellici della seconda guerra mondiale. Allo scopo di evitare dolorosi incidenti la zona è stata,
isolata in attesa dell’intervento
degli artificieri.
Arriverà il metano
SAN SECONDO — Il comune
ha finalmente raggiunto un accordo con la Snam per la fornitura di metano ai cittadini e alle
imprese artigianali e industriali.
Si prevede che la prima erogazione del metano potrà avvenire
entro la fine del 1984.
Stages per geometri
e ragionieri
PINEROLO — L’azienda municipalizzata AMGAS ha accettato di far svolgere presso i propri uffici uno stage per allievi
dei corsi dì geometra e ragioniere dell’Istituto M. Bunlva di Pinerolo. Gli stages che avranno
luogo nel corso di questa estate
permetteranno ai giovani una
migliore conoscenza del tipo di
lavoro che si prospetta loro dopo la scuola e rappresentano un
primo momento per l’integrazione tra scuola e lavoro auspicata
da molti.
L’AMGAS è la prima azienda
ad aver accettato questa proposta di formazione professionale,
speriamo che ne seguano altre'
Domenica 25 luglio
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Giornata del Rifugio
"Re Carlo Alberto”
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7
23 luglio 1982
cronaca delle Valli 7
ITINERARI ALLE VALLI - 8
Podio di Pomaretto
Punta Tre Valli - Bovile
a cura di G. Baret e di R. Genre
(c Sois fidèle jusqu'à la mort et je
te donnerai la couronne de vie ».
Ottavia de Laurentiis Waldis
ha chiuso la sua lunga luminosa giornata.
Lo partecipano con animo commosso e riconoscente i figli, i nipoti, i pronipoti. gli amici.
Catania. 30 giugno 1982
RINGRAZIAMENTO
I familiari della compianta
Elisa Leger ved. Pons
ringraziano il personale medico e infermieristico degli Ospedali di Torre
PeUice e Pomaretto per l’assistenza prestata alla loro cara durante la lunga
malattia.
Pinerolo. 17 luglio 1982
Località di partenza.
Censieri (Pomaretto) 1047 m
Dislivello: 592 m
Tempo del percorso: h 3
Raggiungiamo la borgata Cerisieri (li Sireisie), base di partenza per la nostra escursione, percorrendo in auto da Pomaretto
4-5 Km di strada asfaltata (salvo
gli ultimi 2-300 m). Imboccata
questa strada, ripida e stretta
nei pressi della Scuola Latina, ci
inoltriamo nella solatia regione
che sovrasta il vecchio abitato di
Pomaretto. Questa regione, denominata il Podio (lou Peui) era fino a mezzo secolo fa interamente
coltivata a vigneto; nella parte
più occidentale, veniva prodotto
il rinomato Ramìe, « il vino che
lascia libera la testa ma fa vacillare le gambe », come scriveva il
Casalis nel Dizionario degli Stati
di S. M. il Re di Sardegna (1847).
Oggi, rovi e boscaglia dominano
quasi ovunque; solo qualche volonteroso viticultore cura ancora tenacemente qualche vigneto.
Anche i « ciabot », nei quali ogni
viticultore disponeva di tutta la
attrezzatura per fare il vino (tini, torchio, tinelli, brente, ecc.),
sono crollati o stanno crollando.
Le borgate del Podio (Deirine,
Blegieri, Eimar, Cerisieri, Rei,
Bouciart, Paure), disposte fra gli
800 e i 1200 m di altitudine, erano abitate in passato da oltre 250
persone, che vivevano esclusivamente delle risorse agricole delia zona. Oggi, la sola borgata Cerisieri è ancora abitata tutto l’anno da due famiglie, in tutto quattro persone.
Poco prima di raggiungere i
Cerisieri, sostiamo un attimo al
Eric Soulaydet, a quota 950 m
circa, per rievocare due leggende storiche; quella del coraggio■so montanaro, armato di archibugio e appostato sulla sovrastante « Roccio d’ia Bàiso », che
respinse un distaccamento francese durante le persecuzioni e
quella del gigantesco larice destinato al tetto del tempio di
Pomaretto, in costruzione nel
1826, sfuggilo ai 32 pur abili
montanari che lo trascinavano a
ralle e precipitato lungo il ripidissimo pendio fino alla Germanasca (cfr. G. Baret - Pomaretto
<: in Val Perosa » - Ediz. 1979).
Giunti ai Cerisieri e posteggiata la nostra auto nel piazzale,
notiamo subitq la bella scuola
Beckwith, la fontana col lavatoio
in pietra, il forno della borgata,
le « iose » dei tetti che gli stessi
abitanti della borgata estraevano da rocce sfaldabili della zona
( non certo regolari come quelle
di Luscrna!). Ricordiamo che ai
Cerisieri, nel novembre del 1686,
si radiina,rono gli Invincibili della Val San Martino prima di partire per l’esilio in Svizzera.
Iniziamo ora la nostra escursione. Attrav'ersiamo la borgata
in dii'czione est; seguiamo la mulattiera in lieve salita denominata « Vio dal Crét »; sostiamo un
attimo attraversando « là Bara »,
gli stretti e ripidi campi che ad
ogni primavera occorreva « ertuurnà » (l iporlare la terra con
la gerla dal fondo alla cima del
campo), mentre un nodo ci stringe la gola considerando l’improba fatica dei nostri avi per poter
sopravvivere. In 7-8 min. dalla
borgata, raggiungiamo « Rocciogiio »; dall’alto di questa roccia,
sulla quale è facilmente individuabile una preistorica coppella
di 7-8 cm di diametro (e alcune
altre più piccole parzialmente
rovinate) si gode una splendida
vista sulla Val Perosa fin verso
Villar. Ricordiamo che quivi,
quando la vicina borgata era ancora abitata ed i terreni erano
accuratamente coltivati, alla vigilia del XVII febbraio, veniva acceso un gigantesco falò, cui seguiva un fantastico spettacolo
pirotecnico quando i giovani si
divertivano a buttare la brace
giù dalla roccia; questo spettacolo non lo vedremo mai più: i
terreni incolti, invasi da! bosco
e dai rovi, le foglie secche non
più raccolte (in passato « lou
gias»‘veniva accuratamente rastrellato per farne il letto del bestiame nella stalla) rendono
estremamente pericolosa l’accensione di fuochi nella zona.
Dalla roccia, volgiamo a sinistra (direzione nord); l’antica
mulattiera è ormai quasi del tutto scomparsa: occorre quindi
procedere nella boscaglia (rovi,
querce, pini). Il disagio è comui>
que di breve durata: in 20 min.
raggiungiamo Punta Ceresa 1267
m. Questo interessante punto panoramico, indicato localmente
col nome di « Seo d’ià Pountia »,
è l’ultimo contrafforte della lunga cresta che si stacca dal M.te
Barifreddo e divide le valli Chisone e Germanasca. Questa cresta segnò fino al 1713 il confine
fra Piemonte e Delfinato e, ne!
tratto che percorreremo fino a
Punta Tre Valli, è pure linea di
confine fra il comune di Pomaretto e l’ex-comune di Meano annesso a Perosa nel 1928. Della
passata importanza storica di
punta Cerosa, testimoniano alcune incisioni: sulla roccia della
cima sono incise due croci, di
cui una sormontata dal giglio di
Francia sul lato verso la Val Chisone; un po’ più in basso, a grossi cara! Ieri, sono incise le iniziali M P (Meano Pomaretto) c l’anno 1763.
Percorriamo ora il comodo
sentiero che segue la larga cresta, dapprima erbosa e poi boschiva (faggi); lasciamo a sinistra
il sentiero proveniente dalia borgata Paure c in circa mezz’ora
raggiungiamo « lou Coulét » 1417
m. Svoltando a sin. nel bosco,
troviamo poco lontano la mulattiera proveniente dai Paure; la
seguiamo in ripida salita all’ombra della fitta faggeta. Quando
usciamo dal bosco, siamo ormai
vicini a Punta Tre Valli (Roccio
Trei Avài) — 1639 m — (25 min.
dal Coulét). E' questo un pxmto
panoramico notevole: secondo
l’antica toponomastica, questa cima domina su tre valli: Pragelato, Perosa e San Martino; si gode inoltre un’ottima vista sulle
cime della Val Chisone: Ciantiplagna, Pelvo, Qrsiera, Cristalliera, Rocciavré, Bocciarda. Anche
qui, sulla roccia della cima si
possono individuare alcune incisioni; una coppella e segni di
confine (croci).
Il vasto pianoro che da Punta
Tre Valli si estende verso il Colle della Buffa e i prati Muret si
presenta a primavera inoltrata
come un immenso parco ombreggiato (pini, abeti e larici),
con splendide aiuole naturali di
rododendri.
Ci dirigiamo ora verso la cresta sud di Punta Tre Valli. Prima di iniziare la discesa verso
Bovile, ci fermiamo ancora un
attimo sui roccioni ben visibili
della cresta boscosa, ove troviamo incise le iniziali P/B (Pomaretto'Bovil&), per contemplare le
cime della Val Germanasca: Ghinivert, Pignerol, Lungin, Barifreddo, Vergia, Frappie, Rocca
Bianca, Punta Cialancia, Gran
Truc.
Scendiamo ora verso Bovile
nel fitto bosco di larici, abeti e
pini seguendo la cresta rocciosa
al margine delle proprietà private (orati). A tratti esistono tracce di sentiero che non ci preoccupiamo di seguire, visto che il
percorso nel bosco è divertente
e non presenta difficoltà di sorta.
Sbuchiamo nei prati di Bovile
aH’altezza della borgata Grange
1322 m; notiamo al irmite del bosco delle pietraie e dei muraglioni a secco che hanno tutto l’aspetto di antichi ripari di difesa.
Poco sotto la "Grotto d’Plenc”,
caratteristica casetta dell’Associazione Gruppo Amici della
Montagna di Bovile, di recente
costruzione (40 min. da Punta
Tre Valli), troviamo l’ottimo sentiero che attraverso i versanti
sud ed est di Punta Tre Valli, in
piano o in lieve discesa, in 40 minuti, ci porta a raggiungere la
carrozzabile del Podio fra le borgate Bouciart e Rei, donde in 15
min. siamo di ritorno ai Cerisieri.
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RINGRAZIAMENTO
« Ritorna anima mia al tuo riposo » (Salmo 116 : 7)
Serenamente è mancata nel novantacinquesimo anno la nostra carissima
mamma
prof. Jeanne del Pesco
nata Maggiore
lo annunciano i figli Giovanni. Paolo
e Piero con le rispettive famiglie e
parenti.
Un ringraziamento particolare a Germaine per Taffetto filiale di tutti questi anni.
La mamma riposa da oggi nel Cimitero di Torre Pellice.
Torre Pellice, 14 luglio 1982.
RINGRAZIAMENTO
(c La mia grazia ti basta »
(2® Corinzi 12: 9)
I familiari di
Elena Viglìelmo
ringraziano quanti sono stati loro vicini con Tespressione di simpatia e affetto. Un ringraziamento particolare alla
direzione e al personale deH’Asilo di S.
Germano.
Villasecca. 15 luglio 1982
RINGRAZIAMENTO
cc L'Eterno è il mio pastore, nulla
mi mancherà ».
(Salmo 23 : 1)
La figlia ed i nipoti di
Lidia Clot ved. Bouneus
ringraziano tutti coloro che con la loro presenza, hanno voluto prendere
parte al loro dolore. Un ringraziamento
particolare al Pastore Renato Coisson.
ai dottori e personale infermieristico
dell’Ospedale Valdese di Pomaretto.
Pomaretto, 19 luglio 1982
Pro Ospedale Valdese
di Pomaretto
Doni pervenuti nel mese di maggio
L. 125.00'0: I compagni di lavoro
di Ughetto Franco e Mario, in mem.
del padre Ughetto Natalino Giulio, Perosa Argentina.
L. 113.500: I compagni di lavoro di
Domard Guido, in mem. della mamma
Toya Adele Domard, Ferrerò.
L. 50.000: I figli di Laggiard Severino. ringraziando per l'assistenza:
Clot Marta in Peyronel, Riclaretto;
Fornerone Silvia, Prarostino, in mem.
dei miei cari: Berteli Giulia e Giovanna, Prarostino, in memoria Berta
Gönnet GardioI; Bouchard Alberto e
Rita, San Germano.
L. 30.000: Martoglio Teresina Bertoli. Villar Perosa.
L. 25.000: Castagno Caterina. San
Germano, in memoria della cara cognata Elena Rostan Castagno.
L. 20.000: Ribet Ferdinando e Olga,
Pramollo; 1 nonni, in occ. confermazione Besson Denise. San Germano: Rivoira Lidia, San Germano, in memoria dei miei cari.
L. 10.000: Giraud Giovanni. S. Germano, ricordando Oscar Bouchard: Annalisa, San Germano, ricordando la cara amica romena Mariana; Mamma e
Alfio, San Germano, in mem. di tutti i
nostri cari: Bosio Lina v. Bounous, S.
Germano, in memoria del marito e
padre Bounous Enrico.
L. 5.000: Bouchard Sappei Emma,
San Germano, ricordando cugine e
cugini.
Pro Istituti Ospitalieri
Valdesi
Doni pervenuti nel mese di maggio
L. 50.000; Costantino Alina ved.
GardioI. San Secondo: C. C., San Germano.
RINGRAZIAMENTO
« Uerba si secca, e il fiore cade;
ma la parola del Signore permane in eterno »
(Pietro 1: 25)
(c Tu mi condurrai col tuo consìglio e poi mi riceverai in gloria »
(Salmo 73: 24)
l familiari di
Cesare Alessandro Robert
ringraziano le gentili persone che con
dimostrazioni di affetto hanno partecipato al loro dolore. Un grazie di cuore ai vicini dì casa, ai pastori Cipriano
Tourn, a Arnaldo Genre e al dott. Ross
Sebastiano Raul.
Prarostino. 19 luglio 1982
RINGRAZIAMENTO
« Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho serbata la fede »
(2 Tim. 4: 7)
L’8 luglio in Roma è serenamente
tornato alla casa del Padre
Guglielmo Angiolillo
magistrato
Lo annunciano la moglie Lucia Revel. le figlie Gioia, Franca e Simonetta con i generi e nipoti, la sorella Amalia e la cognata Maria con le rispettive famìglie, e i parenti tutti.
La famiglia ringrazia il Dott. Vittorio Sacerdoti, per le amorevoli cure
prestate al loro caro, i pastori Scuderi
e Zotta. e tutti quanti hanno manifestato la loro simpatìa nella triste occasione.
Roma. 19 luglio 1982
AVVISI ECONOMICI
LA DIREZIONE dell’Istituto Uliveto
di Luserna San Giovanni, casa per
handicappati gravi, cerca urgentemente un’infermiera generica da inserire nel proprio organico. Per maggiori informazioni si prega di telefonare al seguente n. 0121/90.253.
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U8L 42 - VALLI
CHIS0NE-GERMANA8CA
Guardia Medica:
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 81000 (Croce Verde).
Guardia Farmaceutica:
DOMENICA 25 LUGLIO 1982
Perosa Argentina: FARMACIA CASOLATI - Via Umberto I - Tel. 81205.
Ambulanza:
Croce Verde Perosa; tei. 81.000
Croce Verde Porte: tei. 201454
USL 43 - VAL PELLICE
Guardia Medica:
Notturna: tei. 932433 (Ospedale Valdese) .
Prefestiva-festiva: tei. 90884 (Ospedale Mauriziano).
Guardia Farmaceutica:
DOMENICA 25 LUGLIO 1982
Luserna S. Giovanni: FARMACIA
SAVELLONI - Via F. Blando 4 - Luserna Alta - Tel. 90223.
Ambulanza:
Croce Rossa Torre Pellice: telefono 91.288.
USL 44 - PINEROLESE
(Distretto di Pinerolo)
Guardia Medica:
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 74464 (Ospedale Civile).
Ambulanza:
Croce Verde Pinerolo: 22664.
8
8 ecumenismo
_____________ALL’INCONTRO ANNUALE DI VILLINGEN
Il lavoro e lo solidarietà
del Gustav Adolf Werk
23 luglio 1982
DIBATTITO
Villingen, una bella cittadina
di 40.000 abitanti, alle porte della
Foresta nera, ha ospitato l’annuale festa dell'opera Gustavo
Adolfo (GAW) della regione Badén. Alcune migliaia di persone hanno preso parte ai vari momenti della festa che ha avuto
inizio venerdì 18 giugno con una
conferenza del prof. Paolo Ricca su: « La Riforma in Italia Riflessioni in occasione del 450°
anniversario del Sinodo di Chanforan » e si è conclusa lunedì 21
con una visita guidata ad alcune signiflcative località della Foresta nera.
Numerosi gli ospiti di varie
chiese riformate d’Europa, dall’Est e dall’Ovest, tutte realtà
protestanti che vivono in una
situazione di diaspora e che sono sostenute nella loro testimonianza dal Gustav Adolf
Werk. Come giustamente ha ricordato il presidente del GAW
R. H. Riess, spesso l’opera di
questo organismo è meglio conosciuta nelle chiese della diaspora europea e mondiale che
in Germania stessa. I progetti di
aiuto fraterno sono infatti centinaia e sono rivolti in ogni parte
del mondo dove esiste una minoranza protestante. Anche in
Italia si conosce il GAW essenzialmente per il suo sostegno
finanziario. Ma che cos’è più precisamente questo organismo?
Un po’ di storia
Il nome deriva dal grande re
di Svezia Gustavo Adolfo (15941632), il « Leone di mezzanotte »,
che si batté nel XVII secolo per
il trionfo della Riforma nell’Europa del Nord e in Germania
in un tempo in cui Riforma e
Controriforma erano diventate
un fatto di grande portata politica per rassetto dell’Europa.
Gustavo Adolfo era però un credente profondamente convinto
della bontà delle idee portanti
della Riforma e si sentiva chiamato a compiere cose grandiose ispirate da alcune profezie
dell’Antico Testamento, per es.
da Isaia 41: 25 : « Io l’ho susci
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■ La Luce »: Autor. Tribunale di
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• L’Eco delle Valli Valdesi »: Reg.
Tribunale di Pinerolo N. 175, 8 luglio 1960
Stampa: Cooperativa Tipografica
Subalpina - Torre Pellice (Torino)
V______________________________________
tato dal settentrione, ed egli
viene; dall’oriente, ed egli invoca il mio nome; egli calpesta i
principi come fango, come il vasaio che calca l’argilla », o da Geremia (50: 3.9, ecc.). La sua idea
dominante non era molto diversa da quella che il riformatore
di Zurigo Ulrich Zwingli aveva
caldeggiato e per la quale si era
fatto ammazzare un secolo prima (Kappel, 1531): il progetto
di una lega evangelica che difendesse le conquiste della Riforma trovava nuovo terreno e
nuove possibilità e le sue campagne militari divenute famose ne costituivano la cerniera di
espansione. Dalla Svezia alla Baviera Gustavo Adolfo tentò di
ricucire un mondo protestante
capace di resistere e di conquistare terreno rispetto alla Controriforma. Ma come già era
successo a Zwingli questo progetto che si faceva strada con
le armi trovò la sua fine nel
campo di battaglia a Luetzen,
presso Norimberga, il 16 novembre 1632.
Nel 1841 e anni successivi, la
chiesa tedesca riprenderà questo
celebre nome Gustavo Adolfo
per dare inizio al lavoro di sostegno della diaspora protestante europea; lo scopo dell’associazione è precisato dal passo
di Galati 6: 10: « Finché ne abbiamo l’occasione facciamo del
bene a tutti, ma soprattutto ai
nostri fratelli nella fede». Nel
1946 l’Associazione Gustavo Adolfo diventerà « Opera Gustavo
Adolfo delle Chiese evangeliche
tedesche» (Gustav-Adolf-Werk
der EKD) e a partire dal 1948
il lavoro della Repubblica federale tedesca si separerà definitivamente da quello della Repubblica democratica tedesca.
Il Gustav Adolf Werk dunque
intende sostenere spiritualmente
e finanziariamente le chiese riformate che vivono in una situazione di diaspora, chiese minoritarie in un contesto culturale e
religioso cattolico. Con altri mezzi dunque continua l’opera di sostegno al mondo protestante che
il re di Svezia aveva iniziato nel
lontano XVII secolo nel mezzo
delle guerre di religione. Gli aiuti in una prima fase sono stati
rivolti in modo prioritario verso le chiese riformate in Austria
ma i progetti si sono presto moltiplicati ed oggi sono rivolti alle
chiese protestanti dei paesi dell’Est (Ungheria, Cecoslovacchia,
Polonia, Romania), dell’Ovest
(Austria, Italia, Francia, Spagna, Portogallo), all’America Latina, dove esistono diverse chiese di lingua tedesca. Ma ci sono molti altri progetti di aiuto
fraterno disseminati in ogni parte del mondo, rivolti all’ecumene protestante.
Dare ma
anche ricevere
La festa annuale del Badén
ha avuto quest’anno un carattere del tutto particolare: è cresciuta rispetto al passato la presenza della diaspora europea ma,
soprattutto, rincontro che aveva come motto: « Veracità nell’amore » (Ef. 4: 15), è stato
innestato nel significato della
decisione del movimento valdese
per la Riforma (Chanforan 1532.)
In quest’ottica la presenza valdese ed il contributo richiesto ha
rappresentato, di fatto, il punto
centrale della festa. Un contributo che gli organizzatori dell’incontro ed in particolare il
presidente del GA'W del Badén,
C. Ch. Epting, hanno voluto
mettere in rilievo e che ha avuto
alcuni significativi momenti di
informazione, di predicazione e
di contenuto teologico. Una presenza valdese dunque tutt’altro
che folkloristica. Essere ospiti
ed al tempo stesso invitati a dare il tono all’incontro è segno
non solo di grande fraternità ma
anche di grande attesa rispetto
agli stimoli che una piccola chiesa come la nostra può dare ad
una grande chiesa come quella
tedesca. E credo di poter dire
senza complessi che l’attesa non
è andata a vuoto, l’obiettivo che
gli organizzatori si erano proposti è stato in larga parte rag1 giunto. Lo è stato con la conferenza di apertura di Paolo Ricca
che ha suscitato vivo interesse
e partecipazione e la cosa si è
ripetuta domenica pomeriggio a
St. Georgen davanti ad oltre 1000
persone approfondendo il tema
« veracità nell’amore »; così corne lo è stato durante la serata
di sabato con il nutrito programma della corale di Angrogna,
molto apprezzato, con gli interventi del past. Platone e poi del
past. Tullio Vinay che ha parlato sul tema: «La responsabilità
dei cristiani nel nostro tempo ».
E ancora con la predicazione e
le informazioni avvenute durante
i culti del mattino la domenica
20. Ci si deve rallegrare di questo perché l’insieme dell’incontro
è stato tutt’altro che dello sbiadito turismo ecclesiastico...
Le riflessioni positive, gli interrogativi, che da parte nostra
si potrebbero sollevare sono
molti : mi limito a comunicarne
uno solo.
Noi siamo quasi per definizione, avversi ad una chiesa di stato ed abbiamo la tendenza a
considerare in un’ottica ben precisa ogni chiesa che si serve
dello stato per raccogliere le
quote dei singoli membri che si
dichiarano credenti, dell’una o
dell’altra confessione. Spesso
però ci fermiamo qui e non sappiamo scorgere oltre. È quindi
opportuno ricordare che i 200
milioni che la chiesa del Baden
ha raccolto quest’anno per l’aiuto fraterno alle chiese protestanti della diaspora (per l’Italia quest’anno gli aiuti sono stati
devoluti essenzialmente alla chiesa di Forano e alla Facoltà di
teologia) sono offerte libere, volontarie, che i membri di chiesa
danno al GAW per sostenere i
progetti di cui prima ho parlato.
Sono tutti doni destinati all’esterno e non all’interno. È una coscienza, una manifestazione di
solidarietà che spesso manca
alle nostre chiese che, come ben
sappiamo, non riescono neppure a mantenere il loro personale... Non c’è qui qualcosa da
imparare e da praticare, qualcosa da capire e da vivere, un
qualcosa che stavolta ci viene
da questi fratelli che sono membri di una chiesa di stato ma
che sarebbe ingiusto e limitativo scorgere soltanto in quest’ottica?
Ermanno Genre
La traduzione del
Nuovo Testamento
E necessario approfoncJire alcuni temi biblici
Che il discorso .sulla TILC si
allarghi è certamente un fatto
positivo, ma sarà comunque difficile poter « rispondere di volta
in volta » come viene auspicato
da Gönnet (La Luce, 25 giugno
1982). Io non sono il difensore né
della traduzione, né dei traduttori, né dei revisori, né dei consulenti nominati dalle chiese. Posso rettificare la comprensione del
contesto nel quale si vuole leggere l’opera svolta dai traduttori. Essa non ha nulla a che vedere con le descrizioni fatte da
L. Naso, con i « lazzi impertinenti » che G. Conte si attribuisce
o ci attribuisce e con il sentirsi
« menomato » nella propria capacità professionale di cui parla
Gönnet. Simili pensieri non sono
nati nella nostra sede di lavoro
e vanno quindi affrontati altrove.
Lo abbiamo già ricordato più
volte.
Ero debitore al collega Naso
di una risposta ulteriore su Matt.
16: 18. L’argomento del dito non
è stato accolto perché non ha il
consenso della maggioranza. Non
è infatti accettato dai riformati
ed è in forte calo anche nel mondo fondamentalista. Abbiamo voluto ricordare E. Comba ed altri
al solo scopo di coprire il più
arnpio spazio possibile vicino a
noi. Prendiamo volentieri atto
che né G. Conte, né G. Gönnet
lo condividono. Già Calvino si
era scostato da quell’interpretazione. Dopo l’intervento di Corsani non mi pare di dover insistere.
L’impostazione
della TILG
G. Conte parla di un’imposizione della TILC. Si possono leggere così anche la scelta del testo
per la predicazione, la linea di
un giornale o la posizione politica del pastore, ma non è la sola possibilità. Chi si è occupato
della TILC ritiene infatti di aver
portato scrupolosamente a termine il mandato ricevuto come
un servizio durato molti anni.
Prova ne sia il fatto che sono
state sollecitate letture alternative (rispettose del metodo, ma
di segno opposto) prima e dopo
la pubblicazione del N.T.
La TILC non è il nostro solo
interesse. Infatti la Diodati e la
Riveduta non sono mai state diffuse come lo sono oggi e questo
è un segno della fatica che sta
dietro ad un’operazione del genere. La Società Biblica, come
maggior ente diffusore della Riveduta, poteva progettare indipendentemente un aggiornamento del testo. Ha preferito invece,
in spirito di fraterna collaborazione con tutti gli evangelici, unire le proprie forze a quelle di altre organizzazioni evangeliche in
Italia. Non si è imposta dall’alto
per assumere il primo posto in
questa nuova impresa. Da que
L'ora di religione
(segue da pag. 1)
sicura alle chiese rappresentate
dalla Tavola valdese il diritto di
rispondere, nel quadro dell’agibililà scolastica, alle eventuali richieste provenienti dagli alunni,
dalle loro famiglie o dagli organi scolastici, in ordine allo studio del fatto religioso e delle sue
implicazioni. 1 relativi oneri finanziari sono a carico degli organi ecclesiastici competenti ».
Accettarle avrebbe significato
dire nella lepe che l’insegnamento della religione è in linea di
principio assente, salvo il diritto
degli allievi di richiederlo e pagarlo.
In settembre si terrà a Roma
un convegno della Egei sul tema
« Religione e scuola ». La tematica della religione nella scuola
secondaria non potrà esservi assente. Giorgio GardioI
sta apertura fraterna è nata, tra
l’altro, la coedizione con la Società Biblica di Ginevra (che non
fa parte dell’A.B.U. e non va pertanto confusa con la Società Biblica Svizzera) della nuova Riveduta. Abbiamo chiesto e ottenuto che il Prof. Corsani rappresentasse l’A.B.U. nei lavori di revisione e ci siamo riservati il
diritto di leggere il testo definitivo prima della stampa. Siamo
sicuri che questo fatto risponde
alle esigenze delle chiese italiane
e dimostra quanto lontani siamo
da uno spirito d’imposizione. La
Società Biblica spera così che
l’edizione della Riveduta, nella
sua nuova veste, possa continuare ad essere ampiamente diffusa
al minor prezzo possibile per il
lettore. E’ un grosso impegno,
al di là delle nostre forze finanziarie, che esige quella solidarietà delle chiese che non viene certamente incoraggiata da informazioni inesatte. Le informazioni esatte le abbiamo date su La
Luce del 16 ottobre 1981. Non
siamo invece d’accordo con quelle trapelate, attraverso La Luce,
in incontri genovesi.
L’augurio di G. Conte che la
TILC non sia « mai avallata »
dal Sinodo rimane aperto davanti a noi con molto imbarazzo. Il
Sinodo Valdese farà quello che
ritiene opportuno; noi ci limitiamo a non formulare auguri simili per il ministero del collega
Conte e dei suoi collaboratori.
Per quanto riguarda G. Gönnet lascio ai traduttori, se saranno incoraggiati ad uscire dal
loro silenzio, la risposta sul prologo di Giovanni e sulla quarta
beatitudine. Devo solo chiarire
che nessuna comunicazione scritta da parte di Gönnet è giunta alla Società Biblica, e che quando
mi sono trovato con lui a Bari
0 alla Facoltà Valdese di Teologia, è stata data risposta ai suoi
interrogativi. Ricordo ancora che
il termine « giustificare » è caduto perché, per il nostro destinatario, vuol dire « scusare »: ci si
giustifica o ci si scusa di essere
arrivati in ritardo o di essere
stati assenti... E’ un caso classico in cui la lettera tradisce il
contenuto. Gönnet è stato invitato più volte a voler verificare
che lo stesso fenomeno si ripete
nelle maggiori lingue europee come risulta dalle traduzioni in lingua corrente. Anche questa rettifica era doverosa.
1 metodi
di traduzione
Sono tuttavia convinto che questi interventi sono estremamente
riduttivi del problema che ci sta
a cuore. Sarebbe meglio puntare, a beneficio reale dei nostri
lettori, sull’illustrazione dei metodi e delle tecniche di traduzione. Per questo segnalo ai più coraggiosi:
1 - Charles R. Taber - Eugene
A. Nida: La traduclion: théorie
et méthode, A.B.U., Londra 1971.
2 - Jean Claude Margot: Traduire sans trahir, L’Age d’Homme, Lausanne, 19'79.
3 - Valdo Bcrtalot: Tradurre la
Bibbia, L.D.C. - A.B.U., Torino
1980.
Non sarebbe più utile per tutti
i lettori, e non solo per loro, approfondire alcuni temi essenziali
sul conte si affrontano oggi le
ambiguità del testo biblico oppure sul come vanno sciolte le
metafore?
Il futuro ci attende in questa
direzione che non può essere che
irositiva.
Renzo Bertalot