1
Prezzo l*lre 6
Anno LXXVn . N. 32
TORRE PELLICE. 22 Agosto 1947
Spedizione in &l>bonainento postale ■■ I Grappo
SETTIMANALE DELLA
jjjj^Q
/ V
pi ettda 'ia vot^ï'ta 'Ci4ce net
coop^'t'to 9e(^ii nomini
( Gesù)
VALDESI
CHIESA VALDESE
“Sfo imparaio ad essere conienio nello slafo
in cui mi irovo... „ Filippesi 4: 1-13
^CET IN TE^
Chi è mai Vupmo che qui parlo
e che è in grado di dichiarare di
essere ^’contento” nello stato in cui
trova.? Quale specie di raro fenomeno rappresenta quest’uomo
che si distingue da tutti gli uomini
che conosciamo, tutti scontenti dei
loro stato? Qual'è il segreto di quest’ uom^o? Dove quest’uomo ha travolto la capacità e ha trovato la possibilità di esserle ’’contento” in ogni
situazione della vàia?
Forse è un uomo dal carattere facile e Ottimista al punto di vedere
tutte le cose rosee e da non perdere
la sua serenità e il suo buon umoh
re davanti a nessuna difflcpltà? Le
lettere che quest’uomo ha lasciato
non testimoniano certo di un carattere superficiale e irriflessivo; un
uomo che ha\ scritto ppit Epistola
ai Romani non è un uomo che piglia leggermente la vita. E dtaFfronde egli stesso afferma nella parola che abbiamo davcuiti; ”hd imparato”. Questo significa che non éta naturcde, non era spontaneo per
lui essere ’’contento”. Non siamo
qui davanti a una questione df temperamento\{ siamo davanti ad una
questione di fede.
Perchè noi, continuamente, siamo
scontenti dello stapo fn cui ci troviamo? Perchè se noi siamo in stato rii povertà, se io stipendio non
basta ad arrivare alla fine del mese,
se la lira è diventata cartaccia e non
ha più potere di acquisto, non serve
più a domprare le cose di cui abbiamo bisogno, noi siamo scontenti e ci
lairientiamo e andiamo spandendo
le nostre lamentele fra tutte le conoscenze e ce la prendiamo con la
guerra e con ¡i capitalisti e con k
oscure manovre della reazione e
con i partiti neofaiscisti e con npn so
chi altro ancora? Perchè?
Perchè se dipèndiamo da aStri e
dobbiamo subire tutti i giorni delle
umiliazioni, se siamo stati messi in
una data situazione di famiglia o di
ambiente o di lavoro o di località,
non ci sentiamo di sopportare il nor
stro stato è vorremtno a tutti i costi
evaderne e et amareggiamo e ci raitristiamo la vita pensando in continuazione ai nostri sogni infranti,
ai nostri desideri delusi, alla nostra
volontà contrariata, al nostro orgo^
glio flerito, alle nostre nostalgie insoddisfatte, alla nostra persona,
non abbastanza messa in luce
e non abbastanza ammirata?
E se, aH’opposto, siamo nell’ahhondanza e non dobbiamo essere
preoccupati per i nostri mezsff finanziari e abbiamo tùia sede che ci
piace 'e abbiamo un lavoro che ci
appassiona e abbiamo ima casa co
moda e calda e ridente e siamp circondati da molti affetti e U nostro
nome •gode moka considermìone
nell’ambiente in cui viviamo e poS'
siamo vedere quasi tutti i nostri desideri soddisfatti e ppssiamo anche
morgoglirci del punto a cui abbiamo saputa arrivm^, perchè siamo
ugaohn^e scontenti dello sttfio in
cui ci trov&imip p siamo pienfi di
paure e di timoni e di preoccupazioni e desideriamo qualche cosa S
più 0 qualche cosa di diverso? Perchè?
***
Le risplo^e pfOrebbeTo essere
molte e varie. Chi ha tenderne so
COMUNICATO
La prossima Sessione Sinodale
si aprirà, D. v., LUNEDI’ 1”
SETTEMBRE alle ore 15,30 nel
Tempio Valdese di Torre Pellice,
con Un ctdto presieduto dal Pastore Rtoiberto Jahier e la oonsacrassione al S. Minietero dei Candidati : Girardlet Giorgio, Micol
Ed^oardo, Santini Luigi, Sommani
Franco e Toum Gpriano.
Tutti i Membri del Sinodo,
Ministri di culto e Dielegati, sono
convocati per le ore 15 nell’Aula
Sinodale della Casa Valdese, per
presemsiare all’apposizione della
firma all’atto d|i accettazione, della
Confessione di iedie dIeUa Chiesa
Valdieee da parte dtei’ sunnominati Candidati al S. Ministero.
Immediatamentè dopo il culto
i Membri del Sinodo si recheranno neH^Alila Sinodiale, per costituirsi in Assembla sotto la presidenza del più anziano di età fra
i Minisitri ^ culto in attività di
servizio presenti e prodiere all»
nomina del Seggio definitivo.
IL Moderatore
della Chiesa Valdese:
Virgilio Sommani
Torre Pellice, 16 Agosto 19'47
ciali iMtrèbbe rispondete che la so- '
cietà non è attrezzata in modo da
poter offrire all’uomo un ambiente
pienamente soddisfacente; chi ha
tendenze morali potrebbe rispondere che l’uomo è scontento del suo
stato morale ei non può certo trovare fuori di sè quel che ghi manca
in sè stesso; chi ha tendenze filosofiche potrebbe rispondere che l'uomo tende oltre sè siesso/, al continuo
superamento del suo io, verso nuor
vi ideali; chi ha tendenze religiose
potrebbe rispondere che Vuojno in
nulla e di nulla può essere soddisfatto perchè il suo cuore anela al
divino.
Ma sono queste evasioni più che
risposte, evasioni dai problema con'r
creta. E il problema concreto è
quesàj]: noi siamo] sooìitenti nello
stato in cui ci troviamo, perchè non
crediamo.
Non crediamo ; cioè crediamo
troppo' appunto alla nostra situazione, ai nostri desideri, ai nostri
progetti irrealizzabili, alle nostre
preoccupazioni , alla nostra sensibilità, al nostro carattere, alla misura
del nostro stipendio, alla qualità
del nostro lavoro, al nostro livelle^
sociale, all’ambiente da cui siamo
circondati, alìb stato in cui ci trovimnp': e non crediamo abbastanza
al nostro Signore Gesù Cristo
E allora accade che concediamo
tròppo spazio a tutte queste cqsel e
troppo' poco spazio al nostro Signore Gesù Cristo; concentriamo la nOr
stra attenzione più su tutte queste
cose che sul nostro Signore Gesù
Cristq; c’interessiamo di più di tutte queste cose che del nòstro Signore Gesù Cristo; ci appassioniamo di
più di tutte queste cose che del nostro Signore Gesù Cristo. Còsi noi
e il nostro statto d’animo dipendiamo dallo stato\ in cui ci troviamo,
siamo dominati dallo stato in cui ci
troviamo.
Chi crede nel Signore Gesù, Cristo PUÒ’ essere aontento nelio stato in cui si trova, perchè Cristo lo
ha liberato da tutte queste cose, lo
ha liberato dai sogni e dai timori,
lo ha reso un uomo libero dagli uòmini e dalle cose, dagli uomini che
lo circondano e dalle cose che vogliono incidere su di lui. Egli è,
come letteralmente dice l’Apòstolo
nella lingua originale, un \” autorchico” un itamo che basta a sè stesso, indipendente, sicuiio, contento,
possòno essergli date ed essergli
tòlte ricchezza e povertà, penuria e
abbondanza, fame e saizietò, patria
e ambiente, soddisfazioni e umiliazioni, persone da cui è amato e
persone che egli amac egli PUÒ’ paSisare in mezzo a tiit^e queste cose co
nte un dominatore di ogni situazione, perchè il Cristo in cui egli crede
è il Signore di tutte le cose. Ed egti PUÒ’ quindi guardare tutte le
cose con sguardo di signore e può
mettere su tutte le cose il segnq
della signoria di Cristo.
« Il mondo e la vita e la morte e
le cose presenti e le cose future :
tutto è vostro » (I Cor. 3 : 22). Egli
PUÒ’ passare in mèzzo a tutte le
cose sorridendo di segreto sorriso
vittorioso : perchè Cristo ha vinto
ogni cosa. Le cose vengono e passar
no, ma Cristo è lo stesso, ieri e oggi e dimora in eterno. Le cose vengono e muoiono, ma Cristo viene!
Egli potrà essere tribolato e turbato in molte maniere, ma niai ridotto all’estremo; potrà essere per*plesso, ma mai disperato; potrà essere atterrato ma non ucciso (I Cor.
4: 8); potrà essere fiaccato talvolta,
ma non si tasscerà dominare da cfosa
alcuna (I Cor. 6: 12) e da ogni si-tiiazicne si rialzerà Ubero della libertà di Cristo
aio ho imparato ad essere con
tenllo nello «tato in cui mi trovo. Io
posso ogni cosa in Colui che mi fortifica
E’ il segreto dell’uomo che-ha
scritto per la prima volta questa par
rota ai cristiani di Filippi E’ il segréto aperto a ognuno che creda.
E’ segreto di fede.
Passa questa parola nel grigio e
neiP Opprimente della nòstra viita
quotidiema e vi porta il saffio Kb&ratore di Cristo, la conoscenza, della
àua ’’dunamis”, della sua potenza,
che ha da rimaner nascosta nell’intima dèi cuori credenti sino al giorno in cui starà manifestata.
Passa questa! pareffa sui twstri
volti che non sanno sorridere e vipOrta la gioia del giorno in cui i figliuòli di Dio saranno manifestati
nelia libertà della redenzione.
” Rallegratevi del continuo nel
Signore. Da capo dfòo: rallegratevi.
Non siate con ansietà solleciti di cosa alcuna. Il ^Siignore è vicino., Il
Signore viene” (Filip- 4: 4-6).
Vittorio Subilia
DN ‘SYNODE MONDIAL. EN PREPARATION
Noue avons souvent parlé du
ntonvemenit cejCKaj.miquè des Eglises, expression du sentiment de l’unité spirituelle de tous les disciples
du Christ, et expression concrète
de l’obeïssance à sa parole.
L’effort qui se poursuit dans cette
direction depuis 1938 s’approche de
sa conclusion, dans le sens d’organisation permanente de cet effort.
L’Eglise Vaudoise qui a, dès
l& première invitation, accepté d’être membre du Conseil, dans son
stage de formation, se dbit idie mettre
tous ses membres à même de comprendre la portée et le sens die ce
mouvement et doit, se préparer,
surtout spirituellement, à participer
avec sa délégation officielle à l’Assemblée Générale de 1948 espèce de
« Synodle Mondial » des disciples du
Christ. Nous croyons ne pas avoir
de meülerrr moyen pour cette préparation que dte publier graduelle^
ment toute la partie essentielle de
la brochure publiée par le Conseil
Œcuménique lui-même, où sont résumés les travaux préparatoires de
l’Assemblée.
Voici donc la première introduction;
La première Assemblée du Conseil œcuménique des Eglises, est appelée à se réunir à Amsterdam, du
22 août au 5 septembre 1948. Le
Conseil œcuménique qui est, dbpuis
1938, «en voie de formation» sera
officiellement constitué lors dte cette
session
«Le Gonsleil oecuménique des Eglises est ime réunion d’Eglises
qui acceptent « notre $eigneur
Jésus-Christ comme Dieu et comme
Sauveur ». Il groupe différenitefl
communions chrétiennes de toutes
les parties du; monde qtd> sur la base de la simple confession de foi citlessus formulée dans sa consititution, ont accepté dl’en devenir membres, en réponse à l’invitation dù
Comité provisoire db Conseil. Quatre-vingt-treize Eglises, de trentetrois payai,, appiaïteinant à pirèsîjue
toutes les brandies importantes de
la chrétienté (l’Eglise catholique
romaine exceptée) en font actuelleiment partie. Il est |wobable que le
nombre dbs >E^ses piarticipantes
dépassera la centaine dès l’été 1948.
Les délégués officiels 9^’eUeg enver
ront constituieront la iiTemière Assemblé.
Le Conseil œcuménique est quelque chose de tout à fait nouveau
dans la chrétienté, sans précédent
dans les dix-neuf siècles de l’ère
chrétienne. Mais c’est également la
conséquence directe dbi dteux mouvements antérieurs: le Conseil œcuménique du Christianisme pratique
et la Conférence universelle de «Foi
et Constitution» qui, dans les conférences d’Oxford et d’Edimbourg
pendant l’été 1937, prirent la résolution de s’unir dans la création du
Conseil œcuménique. En vue de sa
formation, une conférence comprenant des représentants des deux mouvements initiaux et de quelques autres mouvements œcuméniques ainsi que des associations confessionnelles mondiales fut convoquée à Utrecht, en. HoUanidte, en mai 1938;
c’est là que fut rédigée la « Constitution du Conseil». Les arrangements préliminaires et l’organisation des activités temporaires furent
confiés, jusqu’à la formation officielle du Conseil, à un Comité provisoire de trente-quatre membres (actuellement porté à 4D).
Le Conseil œcuménique devait, à
l’origine, être formé par les Eglises ayant pris part aux mouvements
initiaux; «Christianisme pratique»,
«Foi et Constitutioin », mais il fut
décidé, dès le début, que toute» Ite
Eglises réponidanti aux Oondition»
requises et idiéhireuses de se joindre
au Conseil seraient invitées à y participer.
Les Eglises seules peuvent être
membres du Conseil, afin qpe celuici s’enracine fermement dans leur vie
mai», dès l’origine, il fut jugé déeirablé que des rapport» étroit» fos8©nt établis entre le Conaeil et d’autre» groupemients chrétien» universels- C’est ainsi que le Conseil international dos Mission» est intimement
associé avec le Conseil œcuméniqpie
et de» arrangements onti été pris afin que nombre d’activités importante» soient assumée» en commun.
A l’origiiie, il avait été projeté
une première réonion de l’Assemblée du Conseil duranti l’été 1941.
Maix la deuxième guerre mcmdiale
intervint. En oouséquenoe, une organisation provisoire, conçue pour une
période intérimaire de deux ans, a
dd poârter le Conseil œcuménique
à travers huit d^ années les plin
décisives et les plus tragiques de l’histoire de l’humanité. Le» résultat»
étonnent les plus sceptiques et confondent les plu» critiques. Bien qu’il
restât, techniquement parlant, « en
formation », le Conseil œcuménique
sous la conduite de son Comité provisoire, a agi comme s’il était oomplètiemént ednstitué- Pendant ces
années de guerre, il a manifesté son
caractère et sa force et a mis en œuvre, au nom et au bénéfice des. Eglises, un programme d’aide dépassant
de beaucoup les prévisions les plus
optimistes de ses promoteurs. Il n’est
probablement pas exagéré d’affirmler
que 1© Conseil est actuellement « un
facteur plu» important dans la vie
^s E glises chrétiennes et du monde »
qu’il ne serait devenu, s’il avait pu
se développer pendant dix années
normales du temps de paix. U’Assemblée d’ Atastierdam se réunira donc,
non pour donner naissance à un
corp» nouveau, mais plutôt pour assurer le développement d’un orgaQ.iaTn|P. fonctionnant déjà avec vigueur
et ayant subi l’épreuve du feu.
L’Assemblée constitue « l’autorité
principale» du Coinseil. Ses obligations les plus importantes sont dte
ordre législatif. Elle se trouvera èn
face d’une acounudation dTaffaires
exigeant examen et décision. Mai»
cette Assemblée doit être beaucoup
plus qu’une session administrative.
La pluspart de» confession» chrétienne» les plus importantes - l’Eglise catholique romaine mise à part s© réuniront pour la première foi»
en la personne de leurs délégué» offlciels- Ceux-ci auront à chercher des
lignes de conduite pour le» Eglises,
oon cernant le» problème» essentiels
de notre époque. En conséquence,
plu» de la moitié du temps de» réunions sera occupé par. les grandes
question» de la foi et du message
chrétiens. Afin que «toutes le» Eglises» apportent- dan» ces £»cus»ions
«le meilleur dte leur sagesse et de leur
vision», une étude préparatoire va
se poursuivre an sein des Eglises
membres dju Conseil- (à suivre)
HENRY P. VAN DUSEN
Président d* la Commisêion JCEtudê*
du Contail oeeuméniçut des Eglises
2
L'ECO DELLE VALLI VArBT-RT
LA FESTA DEL
NELLA VALLE
T^po poco promettente fin dalla
vigilia, addirittura proibitivo nella
' notte! Le speranze anche dei più ottinusiti sembrano naufragare sotto
gli ■ scrosci del forte temporale notturno- Le prime luci del mattino
sembrano portare con se alcuni bagliori di sperane... un po’ di rosa
verso la pianm-a (laggiù dove tanto
si sarebbe desidlerata la pioggia!)
nuvoloni neri però verso le vette
(proprio dove'tanto si sarebbe bramato un po’ di sereno!). Ogni tanto
un colpo di vento ohe spazza un angolino di cielo e lascia intravedere
tra le nubi sdrucite un frammento
di azzurro... e poi, doccia fredda alle speranze, un rovescio di acqua-..
Incertezza dunque nel cielo e sulla
terra, indecisione tra gli uomini che
vorrebbero partire per il Bessé ..
ma non vorrebbero aver fatto la gita
invano o peggio, per prendersi un
malanno ■
Comunque ci sono sempre nel
mondo degli « ottimisti», più numerosi di quanto forse si crederebbe
e costoro danno l’esempio : partono, Tra uno scroscio d’acqua e l’altro compiono il percorso verso il
vallone di Subíase, si soffermano
qua e là al riparo, poi imperterriti
riprendono, sempre speranzosi nella
vittoria del vento ohe tormenta le
nubi...
Qualcuno, il cui «ntu&iasmo è sfato smorzato o,'. luio seioscio di pioggia improvviso che lo ha sorpreso
lontano da ogni ricovero, toma indietro scoraggialo, ma j più proseguono e giimgono alla mèta. La perserveranza e l’ardimento hanno vinto e la pioggia sconfitta sarà costretta a sostare per alcune ore onde lasciare ai vittoriosi di godere del loro
trionfo. Alcune centinaia di persone
sono ormai sul luogo del convegno,
tra di essi si notano le avanguardie
di Rorà ohe hanno percorso rumorosamente la Valle oon il loro mezzo motorizzato incoraggiando sul
percorso ciclisti e pedoni.
La località del convegno è davvero tra le più beUe che potessero essere scelte, è im vero ¡leccato che a
goderne non siano che poche centinaia di convenuti anziché i qualche
mila che facilmente ci sarebbero
stati se il tempo l’avesse permesso.
Un vasto spiazzo erboso, contornato
di alberi, offre la sua comoda e fresca (anche troppo I) ospitalità, accanto V.S. gruppo di case albergano
un posto di ristoro provvidenziale
per molti.
E’ davvero peccato che la nuvolaglia scesa molto in basso veli con una impenetrabile cortina lo scenario
dei nosiCri monti, la cui corona mirabile suggerirebbe certo alla conbcmplazioine più elevati pensieri e
più serene meditazioni che non la
grigia coltre che rapisce all’occhio
le cose più alte- Attraverso alla nebbia, quasi squarciandola con gli
sproni 'dei suoi picchi selvaggi di nuda roccia ecco il vallone di
Subiasc « il vallone degli invincibili » che pare serbare nella cmdezza
del suo paesaggio qualcosa del tormento di secoli passati, ma non dimenticati.
La adunanza mattutina, (fissata
per le 10) comincia con qualche ritardo perchè molti hanno subito' soste e rallentamenti sul loro cammi
no a causa del cattivo tempo e moli
hanno anche tardiate nella partenza
Come ad ogni 15 agosto il program
ma comprende canti, lettura Bibli
ca, preghierej messaggi. Tutto è
quest’anno intonato ad un unico,
importante, attuale argomento ;
LA VOCAZIONE
XV AGOSTO
DEL PELLICE
ta dalla Chiesa, sul compito che essi hanno da assolvere in seno ad essa e per essa verso il mondo che ci
circonda
una parte dii attore di primo piano
negli avvenimenti politaci e guerreschi del mondo, nulla di tutto questo. La vocazione dei Valdesi è quella che gli ha valso il nome di «popolo della Bibbia », vocazione profetica, missionaria. Tale vocazàìone
si è spesso nel corso dei secoli trasformata o meglio manifestata in vocazione di martirio, anche allora,
anzi forsle più aUoi'a che mai si trattò di vocazione alla testimonianza
cristiana.
1 discorsi sono interrotti dù canti
giovanili cui offre lo spunto la raccolta « Pleines voix » (finalmente
giunta ed in ctlstribuzàone!).
gi-ande espeiàenza è stata fatta una
volta di .più > la realtà dell’ecumenismo sulla base dii Cristo.
Seguono e chiudono la giornata
altri canti ancora poi Tassemblea si
scioglie ed i vari gruppi riprendono
la via di casa.
AJla vocazione storica segue come
argomento, la vocazione attuale diel
popolo valdese. Ne parla il Pastore
Bert. La Chiesa Valdese è, oggi in
un modo particolarmente urgente,
chiamata a portare l’Evangelo al popolo Italiano. Vi sono oggi nuove
Poi una nota ancora che invita a
un viaggio, questa volta alquanto
lontano. Il Cand. Teol. Giorgio Girardet ha partecipato al Convegno
Ecumenico della Gioventù a Oslo.
Oslo è lontana dlall’Italia ed il problema deir ecumenismo, sebbene vicino al nostro cuore, è pur sempre
la proiezione alquanto distante (purtroppo ancora!) ,dèl mondo cristiano che sogniamo e per il quale siamo chiamati ad operare. L’oratore
ci parla della profonda impressione
che ha ricevuta e che con lui hanno
ricevuto tutti i partecipanti al Congresso al quale la gioventù di tutto
il mondo era rappresentata. Una
L’ora (Hello spirare del termine di
armistizio sta per scoccare. Le nubi
ohe sono state: costrette sul tardo
mattino a concedere un armistizio...
riaprono le ostilità, chi non si affretta a scendere per il vallone è
proditoriamente assalito alle spalle
dalle avanguardie del temporale ohe,
a ondate successive, incalza, quasi a
riprenidere il tempo perduto, per aversi la rivincita- Ma ormai che importa? Il programma è stato svolto
dal (rrincipio alla fine, si ritorna
canilandlo vittoriosi anche sotto la
pioggia che non riesce a diluire la
soddisfazione che la giornata ha lasciato nel cuore dei partecipanti.
L’inviato spedale dell’Eco
il culto, rivolgen(lò ai presenti uu
messaggio biblico. Il canto dpi nostri inni francesi sali al cielo come
espressione- della nostra gioia e dlella nostra fede, ma non riuscì a richiamare altra gente, per la quale
il 15 Agosto era ormai una data tramontata.
Una vecchietta così commentava:
« Se i nostri padri avessero temuto
un pò di pioggia.. ! »
Dopo il messaggio dèi Pastore, il
sig. Jacques Picei, da Ginevra, fedele amico dei Valdesi al di qua e al
di là delle Alpi, disse ai presenti alcune calda, appropriate parole di
saluto e di fede cristiana.
A lui, che non temette di attraversare il Lazara per assistere alla
festa, diciamo la nostra parola di
gratitudine.
Dopo alcune parole del pastoie
Rostan sulla località storica e suUe
vocazioni pastorali, la festa, molto
semplice ma non meno gradita, eb
porte che si aprono, nuove possibilità ohe gi prospettano in ogni parte
d’Italia. Dalle Alpi agli estremi lidi
della Sicilia la nostra Chiesa riceve
l’appello di coloro che chiedono che
la luce evangelica sia loro recata...
« la messe è grande, ma pochi sono
gli operai!». Nello scorso anno molti degli appelli che ci sono stati rivolti sono rimasti senza risposta
perchè ci mancano gli uomini dia inviare nel campo della missione!
Ecco qninefi, terza nota della mattinata, la chiamata che si rivolge direttamente e personalmente ai giovani presenti ed agli assenti.
Il Pastore Nisbet, vicemoderatore,
presenta il bisogno urgente della nostra Chiesa di oggi: abbiamo bisogno di pastori, di missionari, di diaconesse! Oggi ancora e nuovamente
il Signore rivolge al suo popolo la
sua voce cc chi manderò? » ed alla
chiamata del Signore alla quale i
giovani che o(5ono l’appello devono
rispondere prisma di tutto e sopratutto per amore per il Signore si aggiunge la vo(5azien6 implorante che
giunge a noi dal mondo che soffre
sman-ito. All’amore per Dio si unisce, quale nota di vocazione, l’amore per il prossimo. Chi rimarrà
insensibile al dùplice appello? Chi
risponderà come il profeta «eccomi,
manda me»? C%i, come S. Paolo
sulle rive dell’Egeo, risponderà alla
visione implorante di un mondo che
perisce perchè ha smarrito Dio?
Il pomeriggio Valdese
U Pastore Geymet dopo Ig lettura
del racconto dl^a vocazione del
profeta Isaia (Isaia 6) e (Iella ohiamata dei primi discepoli (Luca 5)
tratta Pargomento,della « vimaadone
storica (Ìel popolo Valdese ». Il nostro popolo non ha ricevuto ohe questa vocazione {Mxticokte. Non una
vocazione artistica o letteraria, non
una vocazione scientificsa che lo chiami a brillare, come popolo, nel campo delle ricerche e delle «coperte
scientifiche e nemmieno una vocazione politica o militare che gli dia
Il XV agosto all'Albarea
La nostra festa .tradizionale ha avuto quest’anno un carattere quanto mai modjesto.
Il tempo, a volte piovoso, a volte
incerto, ne ha quasi totabnentie impedito la oelebrazipne, privando in
tal modo' (sentinaia e centinaia di
persone della gioia della commiione
fraterna, all’ombra degli alti e robusti larici di Saint-Thomas, non
lungi dall’Albarea.
La località scelta per la riunione
è infatti facilmente raggiungibile da
chi non teme di soUevarsi «in più
spirabil aere », in una posizione
quasi sconosciuta e -certamente fra
le più belle delle nostre Valli. Bisognerà ricorchrsene in avvenire,
nel fissare la festa del ] 5 agosto.
Non dunque i (caratteristici grup
pi di persone in marcia fin dalle
prime ore del mattino, non il suono dei corni ed il canto dei giovani
delle Valli, non il vociare dei vari
dialetti Valdesi e non la presenza
dei... pastori sul luogo della riunione, ma semplicemente alcuni volonterosi, vaganti da una località
all’altra, da una casa all’altra, intenti a scrutare il cielo, in attesa d4
essere radunati per unai sia pur semplice riunione.
E la riunione fu fatta all’aperto.
Dopo aver consumato il pasto in
una «grangia», il Pastore Ermanno
Rostan, unico superstite fra i vari
oratori della giornata, riunì attorno
a sè una sessantina di persone, provenienti da Pramollo, da Praiostìno, lia Pomaretto, da Riclaretto e
per.sino dalla Svizzera e presiedette
he termine con la preghiera
Concludendo, ci permettiamo di
dare alla Comnussione Distrettuale
il suggerimento seguente.
Annunziando sui giornali le feste
del XV Agosto, bisognerebbe, sempre pensare all’eventualità de.l cattivo tempo e allora :
ovvero stabilire che la celebrazione verrà fatta nel tempio più vicino,
ovvero, cosa che noi riteniamo
ancora migliore anche se dovessero
mancare alcuni oratori, rimandarè
senz’altro la festa alla domenica seguente.
In tal caso, tempo permettendio.
siamo sicuri che ci sarebbe modo di
festeggi.are degnamente la data del
XV Agosto.
Del resto, se i Valdèsi della Valle.
Germanasca avessero seguito l’esempio dì quelli della Val Pellice, la festa sanebbe stata ugualmente coronata da successo- (e. r-)
[ DI f
[
ai Convegno Giovanile dei Colle della Croce il 10 agosto
A questo punto inteiTuzione per
Ig niereiicia al sacco, si pongono in
vendita i fascicoli che la Tavola ha
fatto stampare per prospettare alla
Chiesa il problema delle vocazioni.
Il tempo non sembra migliorare
molto, ma sembra almeno che il pericolo imminente della pioggia sia
scongiurato ed ecco giungere alcuni
rinforzi : gruppi di gitanti che la
pioggia ha fermato sulla via o trattenuti a casa i quali vogliono almeno godere della parte pomeridiana
della festa valdese.
All’adunata delle 2,30 i partecipanti sono (piindi in numero notevclmcnte aumentato.
Il Pastore Jahier è il primo oratore del pomeriggio e richiama la
attenzione dei presenti sui ricordi
storici legati alla località del Convegno cd al vaBone del Subiasc. Le
gesta degli « invmcibili », la loro
strenua resistenza, il loro ardire ed
il loro attaccamento aUe Valli ed|
alla fede sono rievocati brevemente
e viva(5emente.
Rappresentante dei fratelli in fede di oltr’Alpe, parla quindi il Pastore Svizzero Pasohoud, il (piale reca i saluti ed i sentimenti di fraternità delle Ohìeses e della gioventù
che egli rappresenta alla festa.
La F.U.V. è ufficialmente rappresentata dal suo Capo-gruppo per le
Valli il Pastore Deodato che prende
la parola (¡naie rappresentante e responsabile del nostro movimento
giovanile.*)Egli ríchiama l’attenzione
dei giovani sulla missione loro affida
SuJ i’olle della Croce si sO'Uo incontrati il 10 scorso giovani cristiani
d’Italia, Francia e Svizzera per una
affermazione di fraternità in Cristo.
La nota proposta a dare il tono della giornata era:
LA RICONaLIAZIONE
Nella notte, che avrebbe d|t>vuto
essere di partenza per tutti coloro
che il lavoro aveva trattenuto ancora il sabato pomeriggio, un violento temporale sembra compromettere in modo definitivo l’inc»ntro
progettato.
Ma ec(X) con i primi albori della
domenica il vento provvidenziale
spazzare le nubi ed un meraviglioso
cielo terso e sereno promettere una
giornata ideile più luminose.
Sul coUe, sebbene brilli il sole, si
rabbrividisce an(x»ra p<3T la frescura che il temporalè ha lasciato, e intanto i giovani giimgono, qualcuno
con mi po’ di ritardo, e sono ben
presto numerosi, circa un migliaio,
in maggioranza francesi edi italiani e
un gruppo di una (piarantina di
Svizzeri.
AUe 11 ora francese (12 per noi
con l’ora legale) ha inizio il Culto
presieduto dai (juattro pastori ptlesenti : due francesi, due italiani : i
Pastori J. Meyer (pastore attualmente a Marsiglia), J. Cadier (pastore ad Arideux nella vi<?ina Valle
del Queyras) e i nostri R. Jahier di
Villar e Bertinatti Bobbio. E’ un
Culto di Comunione, lo presiede il
pastore Jahier che commenta brevemente il testo 2 Corinzi 5: 18; La
riconciliazione tra gli uomini e le
nazioni dipende daUa riconciliazione degli uomini con Dio
Questa ri(x>nciliazione non avviene se non in Cristo che ci ha riconciliati con Dio per mezzo del suo
sacrificio. Segue la celebrazione della Comunione, il grandje eterno segno della riconciliazione. I 4 pastori in toga si alternano nella celebrazione del rito cui molti dèi giovani presenti partecipano mentre gli
altri assistono commossi. Il pane ed
il vino della Comunione erano stati
offerii ]>e¡^ il rito d.ai oolnvenuti
stessi, elementi venuti dalla Francia, dalla Svizzera e dall’Italia si
fondevano così in un solo gesto di
spontanea offerta là sul Colle del
quale in quel momento non si poteva non ricordare il nome significativo: Colle della Croce.
Il Pastore Svizzero di Jussy (presso Ginevra) il quale afferma che la
gioventù del suo paese, avendo avuto il jfrivilegio immeritato di essere liiparmiata dalla guerra e dì
non f‘..?ere ¡uvs&ata per le dure esperienze ¡.er cui invece soffrirono
i giovani di tante altre nazioni, desidera sentirsi solidiale alla gioventii
che ha sofieito e partecipare ai suoi
problemi ed alia gioia della sua riconciliazione;.
La riunione pomeridiana
Dopo la colazione al sacco consumata rapidamente per riscaldare le
membra un po’ intirizzite dal freddo: la riunione pomeridiana.
Si smxtedono! per rivolgere un breve messaggio ai convenuti : il Pastore Meyer che partecipò al primo
incontro enl Colle della Croce prima della guerra e ricorda commosso quei legami di fratellanza allora
stabiliti che il conflitto fratricida pareva volesse spezzare in modo definitivo.
Il Pastore Bertinatti che rammenta (jome per il cristiano la fraternità
non si basi su di un vuoto sentimentalismo umano, ma sulla vivente fede in Cristo.
Il pastore Cadfier che riprendií: il
concetto della fede quale base di ogni espresBÌoiie di fraternità.
Il CappeRano Militare Aùierioano ohe rappresenta al convegno il
protestantesimo di oltre oceano e
che ha èilevate parole per esprimere
,'a solidarietà fraterna dei fratelli di
ogni parte del mondo anche le più
distanti.
Il seguito di tanti messaggi viene ral-lfeigratlo dal caiitio 'cli lalcuni
cori (alcuni membri della corale di
Torre Pellice) ed in modo particolare dal canto dèi gruppo dèi 40
Svizzeri parlecipanti al raduno.
Alla fine della liuuione la preghiera c la benedizione' (pastore Ca
dier) ed il canto dell’addio. Un migliaio di giovani formano la catena
della fratellanz,'!, le mani si strin
a Dio all’u
gono, 1 cuori si elevano
nisono con le voci. In mezzo a tan
ta gioventù, stretto alla catena dei
giovani, cantando con loro, è la venm'anda figura difello scrittore francese Benjamin Vallotton che ha voluto ritrovarsi con quei giovani per
i quali tante pagine vibranti di amor© cristiano egli ha scritto
li sole declina alTorizzonte, la
via del ritorno per ambo i versanti
è lunga...; ben presto gruppi festosi
di giovani scendono cantando per
Tuno e per l’altro pendio, tornandlo
al lavoro nelle rispettive patrie terrene, ma hanno vissuto lassù snl
colle (( Della Croce » alcune ore nella ■ visionle della patria comune ; la
patria della riconciliazione con Dio
e con gli uomini.
L'inviato speciale dell’Eco
3
L-ECQ DELLE VALU VALDESI
Vieille et nouvelle roche
J) e la vieille
ei de la nouvelle roche
. Qu'on me permette de me mêler comme
"referee” à la dispute entre la vieille ei
la nouvelle roche,, ce que Mr. Ermanno
Rostan a déjà fait d’une façon excellente;
mais fe vouéihis présenter un different
point de vue.
Les deux révérends Anglicans ont raison
tous les deux, et de même iant la vieille
f.
que la nouvelle roche ont également raison. Cela parait paradoxal, mais ne l’est
pas, c'est qu'ils se rapportent à deux iti
stitutions bien distinctes en employant le
même terme d'église cathoilique; et qui
sont, d’un côté l'église conçue comme ensemble des fidèles et comme ertseignement, de l'autre la hiérarchie romaine.
Avec la première nous pouvons avoir
des rapports spirituellement profitables d’une part et d’autre, nous ne pouvons pas
ni devons en avoir avec la seconde.
Nous pouvons nous pousser jusqu’à admettre qu'il y a dans le catholicisme des
valeurs, indiscutablement chrétiennes, surtout sentimentales, que la Réforme a mis
de côté. Ce sont justement ces valeurs
qui expliquent la nostalgie du catholicisme dont l’Eglise Anglicane souffre et qui
serait dangereux de porter parmi nous; l’Italie n’est pas l'Angleterre ou les EtatsUnits et l’Eglise Vaudoise est une avantgarde, tandis que l’autre est sûrement retranchée dans sa forteresse. Nous pouvons
reconnaître loyalement dans un catholique
sincère, parmi un fatras, de superpositions
que nous détestons, une piété, un esprit
de rénonciation supérieurs aux nôtres;
mais prenons garde que de semblables admissions ne nous conduisent à oublier
Vautre face de l’édifice.
La hiérarchie romaine esi ce qu’elle est,
ce qu'elle a toujours été, ce que risque de
devenir toute hiérarchie ecclésiastique
quand une église devient officielle. Comme elle est plus ancienne que les autres,
la hiérarchie romaine a poussé le processus dêgénéraéif plus loin que les autres.
C’est dommage que la m.ort ait récemment
ravi deux témoins véritables de ce qu’est
cette hiérarchie, dont ils avaient fait part:
les professeurs Giorgio Bartoli et Buonaîuti, deux éminents chrétiens qui auraient^
pû arriver au faîte de la hiérarchie, si leur
conscience ne les avait obligé d’en sortir. Comme les temps ne sont plus favorables à ¡'Inquisition, on a cherché de toutes façons à les faire rentrer au bercail, à
force de promesses, de cajoleries,, de pressions morales. Le professeur Bartoli, ancien gésiiife, et partant bien renseigné, disait à ses amis: Prenez garde, ils n'ont
pas changé!
Il faut se souvenir que ces deux hommes, grâce à l'étude assidue et profonde
de la Bible, avaient fini par sortir non seulement de la hiérarchie romaine, mais du
catholicisme, comme, avant eux, avaient
fait Valdo et Luther. Nouvelle garde,
prends-en note!
Le dualisme dont nous parlons n'est du
reste pas chose nouvelle. Dante, fervent
catholique, a jugé la hiérarchie romaine
plus sévèrement que les pamphlets anticléricaux d’aujourd’hui.
Naturellement cefte statue de Janus qu'
est l’Eglise catholique change d'aspect
selon le point de vue. Dans les pays protestan,ts on en aperçoit la face nord, celle
de la piété: plus on s’approche au centre
on en distingue mieux la face sud, celle
de la politique et du despotisme, jusqu’à
ce que on ne voit plus que celle-ci.
Pour bien en juger, il faut regarder la
statue de côté. On saura alors se garder
du danger que la souriante face nord ne
fasse passer aussi la revêche face sud.
Aux amis tant de la vieille que de kt
nouvelle roche je conseille d'aller voir le
film "Les clefs du paradis" s'ils ne l'ont
pas encore fdit. C’esf un film honnête
et vrai qui montre un vrai missionnaire
dans une vraie Chine aux prises avec l’incompréhension de ses chefs. La hiérarchie romaine, qui pourrait tant aussi bien
être anglicane ou autre, n'y esf pas trop
maltraitée, tant il est vrai que le fUm est
récomandé à tous par le C.C.C. - Centro
CattoUco Cinematográfico - qui probablement compte sur la superficialité du public
pour qu’il ne s'aperçoive pas de l'intention
polémique. Le film leur en dira plus que
dix articles, i
Et je finis en répétant ce que je dis depuis des années à mes frères vaudois: Pre
nez garde que le snobisme intellectuel qui
est si répandu parmi nous, ne vous porte
à )des compromis dangereux; tenez-vous
en à la consigne de Janavel, qui n’éfait
pas snob ni intellectuel, mais seulement
un Vaudois intégral.
Que rieo ne soit plus fort que votre foi !
Entendez-vous? Votre foi vaudoise, et
non quelque chose d’aproximatif c'est surtout en matière de fidélité qu’il nous faut
prendre exemple de nos frères catholiques.
A. Eyniard
Lettera aperta a R. Turin
Caro Roberto,
idlato che i casi déla vita raramente ci coinicedono d’incontrarci, ■ è
pure simpatico di nitrovarci sulle colonne deH’Eco delle Valli, se il Direttore vorrà gentilmente pubblicare quer
^ta mia.
iRilferendomi aH’articolo intitolato;
«'Deux oipiiniions » in, data 25-7-1947,
tengo a farle sapere ohe io pure mi
affianoo al Vescovo Dixon e...a lei
ne,'iraffeirmare (e sarebbe ora!) Phe ocoorre assolutamente trovar© un terreno comune (( iper un lavoro di coopera,zìone e dii recilproco laàuto » com’egli
dice, ,fra noi e i -fratelli cattolici- All’estero e anche neila viidina Francia,
palstori, preti, e rabbini già si riunisooino regolarmtente onde appartare aiuto ■
al prossimo a mezzo di comuni opere
'assistenziali, airinfuori di ogni polemica e ilontani da qualsiasi confessionalismo. In varie nazioni questa « barriera dei ghiiaioci'> che da secoli pesa su
ambe le parti è stata superata. Come
lei dice benissimo, «non si tratta affiatto di abdi'Care o fare concessioni contrarie alla nostra coscienza », ma. bensì
di saper vedere cd .apprezzare senza
prevenzioni il lato comune (e c’è) che
ci unisce -ai oattolibi, anziché so.fferimarci sempre .a considerare il lato negativo che .loro .stessi tanto spesso deplorano sinceramente.
A mio avviiso non è tanto il peccato
della disiunione dhe è grave (è poi
davvero necessario che tutti la pensino ad- un m.odo? se questo fosse il volere dii Dio, Egli certamente ci avre-bbe elargito un cervellb ulguiale a quello delle api, dèi .castori o delle formiche) ma ciò che costituiisce il vero
((Scandalo.)) è il in.ois.tro atte;ggia'nento
shagllato (e questo da ambe te parti)
verso chi non condivide tutte le nostre credenze. (iLe faccio grazia deille
en'ormità udite a questo proposito, (è
stata una lezione!) nella città di OaTvino, e anche, per qoa.nto in tono minore, .alle Valli)
Il Sig. Rostan afferma che il Rev.
Hougton (( non ha offeso i cattolici »
■ (questi devono 'averei certamente un
ottimo carattere !) quando ©gl? ha dichiarato ; ((-L’Egliise oathol'iq.ue est une
m.eniaice perpétuellé pour la liberté reli|gieuse (e pàissi ancora per il’Italia),
la pureté d© la doictriine et la .mise en
prati,que des primrfpes chrétJens dans
la vie ». Q,ues.te due ultime affermazioni mi semibrano addirittura temerarie ; se è coisl, se la ipu.rezza della
fede e la messa .in pratiica dei' iprfnoi.pii cristiani sono unla prerogatìva dei
« soli protestanti » (il Rev. Houigton
)parlla cHiatro) idhe differ'enza c’é', fra’
noi e l’intransSglente Ouriia romtaha
per )ls^ ’qulale islolio ili. cbtto%©;^iìmoi
contiene la veha fede?..- non ne vedo più lalcuna!
Ciò equivale _ esattaim.ente all’affermazione che P. Lombardi fece in una
sua conferenza (tenuta nel teatro deb
la nostra città) come qualmente ortodossi e protestanti .possono, si, essere
brava gente, ma non possono tendere
nè tanto meno raggiungere la santità
(ri'Servata ai sdì cattolici). Tale cervellotica affermazione suBloitò' fra vani udito'ri una vera indignazione (due
di questi, bad?, vanno tutte le mattine
a messa) e un giovane medico (cattolico .osservante) mi disse iseccatissimo ; « iPropffo questa sera doveva
veniire lei, Pignorai ! Pon (pirenda, la
.prego, le cose laila lettera e si ricordi
che è un gesuita dhe ha parlato, non
lutti, creda, la ipensiiarpo così!)).
Quella sera appunto toccai con mano le due correnti, i due .punti di vista dhe vigono anche sulEfaltra sponda, e cioè : quella intransigente e
sefÉaria e l'altra, quella ohe deplora
t^ile attìeggifiimiehto o. tiene mlolto ajd
essere con noi su un piano di oompretnisione e di amicizia.
QiUeste due correnti, per Chi non 1©
sapesse, esistono pure fra 11 clero oat'Miicao ; anche lì coinè succede fra
noi, vi è la destra e la sinistira Io ho
il privilegio di, parlare spesso a,cuo.re
aperto di queste ‘cose con un giovane
sacerdote (iti qual© non è, intendiamoci, un diissidente) ; egli con altri suoi
compagni s’interessaino di noi e speicialmente dì O'gni .notizia ecum.enioa:,
di tali congressi, dei nostri giornali,
essi mi nlarrano dei colleghi francesi
ch.e liavorano in collaborazione con pastori 'av.anigelici, mi dissero che yo.rrebbero fare lo stesso in Italia... Chi
tenderà loro la mano? No.i che viviamo da ianni in am.biente nettamente
oattoliloo (diicenido noi, includo altre
due amiche valde-sii che la pensano,
oomie mie) abbiamo sentito sempre la
•necessità di un atteggiamento di
((Comprensione » anziché di orgogliosa 'supenioirità. Questo cercare i punti di conta.tto (.piuttosto che .gli altri
negativi) noi lo abbiiamo fatto da tempo e i fratti sono tali da .non lasoiare
■alcun duibbiìo sulla bontà delia nostra
tesi
Alle « Valli )) specMmente TatmCsfera che si respira .piresentemente è
unlaltna Mi hanno assicurato che la
lotta è indiispansabile, e così la polemica, li conitradittorii e via dicendo.
Sarà!- . .può darsi Che tutto ciò aia
nleaes^rio ; oignuno di 'nioi segue, le
propriie convinzioni, la propria via, il
proprio temperamento. Parò, di una
cosa sono aonvinitiissima, ed è che lei
ed io, Cairo Rlobeirto, laiiruinlibono col
Vescovo iDixon, abbiamo .<( isdelto k
buona parte » la quale ((ni>n; ci verrà
tolta» e ciò è assai conisolante!
Con molti cordiali saluti’.
Mina Rossi Servettaz
Precisazioni
—. Ben volentiteri pubblichiamo la
lettera della Signora Mina Rossi Servettaz e ci permettiamo farla seguire da una precisazione.
Abbiamo Fimpressione che si stiano forzando i limiti della discusadone, quando si parla di intolleranza,
di incomprensionte, di orgogliosa superiorità nei confronti dei cattolici romani. Nessuno, il quale abbia
il cuore sensibile all’insegnamento
del Vangelo, può lasciarsi dominare
da tali sentimenti. Nè il Rev. Hougton, nè il « Vaudois de la vieille roche », nè il sottoscritto. Ogni eoopferazione possibile, sul pian© delFampre drktianoi, fra battolici ed
evangelici, non può che essere efEcace
tanto più efficace, quanto più onesta e sinceramente dettata daUo Spirito di Cristo, estranea cioè ad ogni
spirito di compromesso o di interesse terreno.
Ma ci domandiamo: è egli mai
possibile che R nostro giudizio sulla
Chiesa cattolica romana, sulla suà
dottrina, suRa sua politica, debbano
neoessariamentle con durre ad una
mancanza di fraternità e di solidarietà nella buona lotta?
Crediamo fermamente di no; e ci
riteniamo liberi di aprire gli occhi
nostri e di formulare i nostri giudizi sul cattolioesimo, per cercare di
vedliirlo quale esso è, non. attraverso,
alle lenti affumicate di un comodo
sentimentalismo o di una falsa pace,
tanto più che la Parola di Dio ci eso^ e ci insegna ad investigare le
Scritture e ad esaminare la nostra
fede e la nostra testimonianza pfer
sapere fino a che punto esse sono
conformi alla verità.
■il li! «
Affermare, come fa il Rev. Hougton, che la Chiesa cattolica romana è
«nne mienace pterpétuelilqi pomlr la
Mberté religicuse, la pureté de la
doctrine et la mise en pratique des
principes chrétiens dans la vie», significa esprijReire, in mod|o forse un
po’ duro, una verità di cui non c’è
da offendersi- Quando il Protestantesimo diventa infedele neUo spirito
e neUa prassi alla Parola di Dio, deve
essere giudicato con altrettanta severità. a
La libertà religiosa è sempre stata
misconosciuta dikil Cattolicesimo Romano, non solo in Italia, ma in tutti i paesi diove ciò è stato possibile
e con tutti i mezzi a sua disposizione. Potremmo darne alla Sig.ra Rossi Servettaz le prove documentate.
Anche negli stati più diemocratici dtel
mondo, se il Cattolicesimo romano
potesse operare, opererebbe per una limitazione deÙe liberta civili,
politiche e religiose: ess'o non può
agire altrimenti.
Quanto alla purezza della fede,
dobbiamo deciderci : ovvero con
l’autorità deUa Parola di Dio, ovvero con la Parola di Dio addomesticata, limitata e qualche volta nascosta dalle sovrastrutture dogmatichle,
dottrinali, ritualistìdie e pagane die
trovano nel Cattolicesimo un terreno fertile al loro sviluppo.
La messa in pratica dei princi.pii
cristiani non può non recare l’impronta di una falsa interpretazione
ckittrinale.
Il ohe non significa ohe i Protestanti soli siano attivamente cristiani,.
Cattolici e Protestanti hanno entrambi bisogno dii imparare a afare fi. bene».
Vuol dunque dire tutto ciò che
noi ci innalziamo a giudici' ^veri ©d
orgogliosi, nella nostra tronfia sìcuùezza? Ghie abbiamo perso il senso
della fratenità cristiana?
No, carità © verità debbono poter
camminare insieme; e, dopo tutto,
prima di condannare gli errori altrui, dobbiamo avere fi coraggio di
condannare e «Hi eliminare i nostri,
quelli deUe nostre chiese o dei nostri
cateohiemi, quelli delle nostre labbra e dei nostri cuori
E abbiamo certo un buon lavoro
da fare!
Quanto poi alle VaUi ed all’atmosfera polemica che sembra regnarvi,
non s’impressioni troppo la Signora
Rossi Servettaz. Non abbiamo ancora perso il senso della fraternità umana e cristiami!
Ma non possiamo permettere che
si spacci per verità ciò ohe è errore.
Non possiamo dormire somn tranquilli, cuUati dolcemente da una
(cpace religiosa» che ha tutta 1 aria di essere una preparazione alla
guerra.
Ermanno Rostan
Alla Cosliluenla
La Repubblica detta norme per la
tutela (delle minoranze linguistiche
Questa ag^unta all’articolo delk
Cosfiitazione ohei tratta delle autonomie
è passato pressoché inosserviato e
nemmeno tutti i quotidiani toninesi lo
haiino citato ndlfe loro relazioni sui
lavori dell’Aiàsembiea Costituente.
Questo antiicolio ha per noi, abitanti
delle Va;llii. Vaidesii, un grand© valore
ohe ooitorre sottolineare 'ancoira. una
volta.
Per sgombrare iS terreno una volta
per tutte da m'alihteai che potrebbero
sorgere occorre premettere che k esigelnza .della rtostra zona 3 pa>rticokri
autoniomiiie, se è determinata in sede
storiifa dalla apacnale ipopolazione delle nostre Valli, per la sua storia dii secoli 6 per esigenze molto precise di
tutela delle sue canattie!ri'Stì,c’hie sia rel!i.gioi9.e cih,e di vallate alpine di confine, non è una esigenza di ,parte! delk
nostra popolazione, bensì una esi-genza di tutta la popolazione che per diversi motivi ..capisce il vantaggio di se.ntir tutekr© que'll© oh© sono le caratteristiiche del paese in 'oui vive e eh© in
palrtilookre riconosce il valore democratico di .qualsivtoglk decentramento
neirordinamento aniministrativo e oulturale del nostro paese. .Ne sia prova
il fatto ohe hanno colkborato alla riohieetta di quanto fino ad oiggi ottenuto personalità cattoliche delk vallata
non oumierose per fort.un.a, persone
e di fuori, mentre va si sono opposte,
valdesi che non hanno pomipreso l’importanza dell’argomento.
C’è un altro elemento ohe occorre
mettere in chiaro per mia(g!giormen.te
comprendére il valore deH’attuale, se
pur apparentemente ilimitato nostro
successo. Si è eh© la Costituent© ha
approvato k concessione di ampie autonomie ad altre zone mistilingui fra
le quali quella molto discussa e discu(ibile nelk sua estensione al Trentino ;
inoltre è stato approvato il criterio nella organ,izzazione amim.mistrat.iva dello
Stato delle autonomie regionali.
Ohi scrive ed i suoi amici hanno
semipire avversato il centralismo « prendo e non do » di Roma; qualsiasi decentralizzazione è dunque per essi un
fattore ipositivo anche se compiuto
contro k logica e tecnicamente errato.
(Contro k logica e tecnitìamente errot.0 essi ritenigono k concesjsione di
automo-mie a zone (le regioni) determinate unicamente da confini amministrativi. Inoltre, nel come si è arrivati
alla iOonoes(sii.one delle .autonomie regioniaili, appare chiaro eh© uno dei movefniti all’ail)provlazi.on© dfeirairticolo in
questionie è stato prettamente politico
e di politica im.mediata.
Gli organismi regiionalì più preparati ad imprimere il loro tono ai giovani
organi della reigion© saranno quelli' del
oleiro Cattolico che dispone in linea
storica delFespetìonza fatta quando l’Italia non era e al suo posto c’erano altrettanti staterelli ed, in linea amminfetrativa, dalle sue sed.i e (Jalk sua
fouroanazia ohe non discuterà, ma eseguirà ordàni .
Di qui il pericolo per una zona come k nostra .dhte' fonda le sue richieste di autonomiia su motivi ben determinati, e sono quelli di cui ho pairlato
in principio, di vedere non solo respinte le sue fichiieslte, ma, n©ll’mtemo dii
urta aiutonomia regionale, dii trovarsi
ancor ipdù isolata e non .tutelata da un
organo centrale che per avere maggiori reisìponsab'ilità lanche ihiernazionali
deve sempre esser© pi.ù largo di' vedute.
Di qui il valore da non sottovalutalre del sùcceseo ottenuto riuscendo a
farci garantiré -nella iCostltuzione Repubbfiicana ohe aLa Repubblica detta
norme per la tutela delle minoranze
linguistiche ».
Questo paragrafo servirà anche per
i greco-albanesd dèli’Italia meridionale, per i .catalani di Algh-ero in Sicilia, per la popolazione di altre yalkte della cerchia allpina piemontese, ma
è stato dedi-caito partiicolármente a noi,
come risulta dai verbali della seduta
dell' Assemblèa dove Fon- Trisitanio Codiignok si è sioffermato a parlar© a
lungo delle nostre valli e deìlè nostre
popolazioni.
Come si è arrivati in porto ? Si può
dir© clhe 1© basi dell’attuale successo
siano state .poste a ChiVasso helF autunno del ’43 quando, nei giorni tristi deirinyasione tedesca, là .si trovarono i rappresentanti delle vallate alpine valdesi con quelli della Val d’Aosta (tre erano j ‘nostrì rappresentanti e
fra i Valdostani c’era il martire Emilio
Chanoux) e 'insieme firmarono un ma.nifesto : incontro e manifesto ormai
storico
A'il’on. Tristano Codi'gnola ed ai suoi
aimid il merito di aver saputo abilmente imipostare il problema e vincerei con facilità una battaglia che poche ore prima era data per irrimediabilmente compromessa. A Mario Rollier l’aver aissistito 'Codignok con la
sua competenza specifica. A Gustavo
Malan ed a A-bele Geymonat, l’aver
pazientemènte preparato il miateriale di
appoggio che fu poi inviato all’Assemblea Costituente. Ed ancora al Centro
Evaingelico di Cultura l’aver propagandato, «1 Comitato di Utilità Pubblica della Val Pelliice e al .Sindaco dS
Pineroilo Pittaviino l’aver ra^pcomandato, alle Giunte Comunali di tutti i nostri paesi Faver all’un,animità approvato fe. rich5estti> particblaH aiutonomife.
A tutti quanti iFaver avuto il senso della mlisura.
La Repubblica detta norme per la
tutela delle minoranze linguistiche.
Può voler dir tutto 'per noi come
può voler dir ben poco. Ocoorr© pre>parare le norme da far dettare alla Repubblica per il nostro caso, ora che
essa d è .impegnata a dettarle.
.A1 lavo«) dunque 'Su questa strada.
Roberto Malan
4
Í«
L'ECO DELLE VjOJU VALDESI
WJkMl A'^ICN OSLO
Le jwtenr Daniel Armand Hugon
©l sa jeune épouse M.Ue Alice Rivoir arrivèrent à Ja Colonie du Rosario Oriental le 27 novembre 1877.
Orâce à l’énergie du npuvieau pa-.
fiieur, à son intelligence, à son dévouement, l’Eglise fut réorganis!% et
reconnue par le Synode dé 1878
commle la dix-septième paroisse. Le
22 mars 1878 une assemblée d’Eglise gui eut rimportance d’une véritable assemblée ocmstituaitte, déioida que le nom de la communauté
vaudoise du Rosario' serait dorénavant; « Biglise de Colonia Valdense»
Et l’EigHse \eiut son organisation
"et son activité régulières : les cultes céilébréa au centre de la Colonie,
à La Paz, et dans les quartiers; les
écoles du dimanche avec 170 enfants;
les classes die catéchisme avec 100
élèvieis; le Consistoire avec 9 anciens
et 10 diacres; les registres avec 550
m,embres d’Eglise, 150 membres électeurs et une population de 1350
âmes.
Le pasteur Armand Ugon eut pour
quelques années un coadjuteur dans
la personne de l’évangéliste méthodiste François Penzotti et commença ime œuvre d’évangéjisation dans
la ville de Rosario. La vocation missionnaire des Vaudois se manifeste
toujours et partout: en Amériqule
comme en Europe ils annoncent l’Evaugile à ceux qui ne le connaissent
point. Seulement le 24 septembre
1893 on put inaugurer le templie de
dont la construction avait
commencé en 1868 et qui avait été
la cause die tant de luttes !
Dès l’année 1869 l’Assemblée d’Bglise avait décidé la construction
d’un^ autre temple au centre de la
Colonie où Ije Modérateur J. P.
Lantaret avait acheté le terrain. Le
21 avril 1892 eut lieu la cérémonie
solennelle du placement die Ja picarre foadjunientale. Dans un creux
pratigué dans ce bloc on déposa : un
exemplaire du Nouveau Testament
grec, un exemplaire des Règlements
de l’Eglise, un ex- des joumeaux «Le
Témoin», «Italia Evangélica», «Bollettino», «Estandarte Evangélico»,
un ex. du Rapport de la Table, les
Aettes du Syncüde 1891 et une plaque
en métal aitec l’inscription suivante, en latín d’im côté et en espagnol
dte l’autre:
"A la gippre de Dieu, ppur annoncer
et confirmer ta rédemption, en invoquât le nom du Pè?^, du Fils et
du Saint Esprit - l’Eglise de Colo^
nia Valdense plaoe la pierre fondamentale dé ce Tempícj aujourd'hui
21 Avril 1892”,
Le 15 novembre 1898, 50.me anniversaire de rEmaiicipation et 40.e
{uamyçrsaire de Ja Colonie du
Rosario Oriental, I© Têottxple, du
centre put être solennellement dédié au culte divin par le Vice-Moderateur, pasteur Henri Tron. En 1877
le prérident du Synode écrivait à
l’Eglise d© Colonia Valdense : « il
est absolument nécessaire qu’au
point de vue inteUeotuel vous soyez
supérieurs à la population qm vous
entoure. Si vous êtes égaux à elle,
vous serez absorbéis, si vous etes inférieur», vous serez ses serviteursi».
En 1878 on ouvrit 7 écoles, à charge d© l’Eglise et des parents des éléénergiqne du pasteur Armand Ugon
ves. En 1887, à la suit© de l’action
l’Etat s’migagea avec le Consistoire
à subventioimer les écoles à condition qu’elles se soumetiieint aux lois
die l’instniction publique et acceptent les programm.ee de l’école nalüonlale. -Le Consibtoiré gjarda la
propriété des locaux scolaires et 1©
droit d’exiger d’autres matières. Life»
colons compléteraient le traitement
de» régents. En 1909 toutes les Ecoles passèrent définitivement à l’Etat.
Le Consistoire céda les lo(»nx scolaires gratuitement; il se réserva de
s’en servir pour ^ réunion» religieuses ou autres- Dan» un prochain
article nous parlerons du Lycée de
Colonia Valdense.
Deux belles personnalités
Dan» ses 42 ans de ministère à Colonia Valdense, le pasteur Danid
Arinand Ugon, admirablement se
oon<M par sa digne épouse, déploya
une activité énorme. Il avait l’étoffe du pfiqnnier, l’envergure d’un
chef, l’autorité que lui donnait sa
consécration sans réserves à l’Eglise. Il s’occupa des intérêts spirituels,
intellectuels, matériels des colons.
La personnalité de M. Armand Ugon rayonna bien au delà des limites de Colonia Valdense. Il jouissait
de l’estime générale dans le pays et
de la confiance des Autorités politiques, parmi les^ell'es il comptait
de nombreux amis. Il s’émérita en
1919. En 1927 il eut la joie de célébrer ses noces dfor entouré de ses
12 fils, dont: 5 médecins (un est
actuellement très célébré' chirurgien et professeur à TUniversité de
Montevideo), 3 pharmaciennes, 1 avocat (actuellement Ministre de la
Court Suprême dejustioe), 1 banguier, 2 proïeeafeurs.
M- Armand Ugon (décédé en 1929)
eut pour successeur le pasteur Ernest Tron. M. Tren (né à Massel en
1887), après avoir été coadjuteur à
Milan et à Rome, vint en Amérique
en 1913. Il fut pasteur en Argentine
(Colonia Iris) du 1914 au 1918. En
1918, pieu après son mariage avec
M.lle la prof. Aima Arinand Ugon,
fiUe aînée dù pasteur Armand Ugon,
il rentra en Italie, rappelé sous les
armes. Congédié, il fut detix mois
pasteur à Rome et ensuite rentra en
Amérique en 1920. L© 25 avril de
cette année il fut nommé pasteur de
l’Eglise de Colonia Valdeinse dont
il est encore maintenant le conducteur spirituel.
Sous le pastorat de M. Tron l’Egüsie n’a fait que progresser. M. Tron
jouit de l’affection profonde de ses
paroissiens qui reconnaissent sa culture, son éloquence, ses talents musicaux, sa grande bonté accompagnée
par un sens d’humour qui rend sa
compagnie let sa conversation très
agréables. M. Tron, n’est pas seulement le pasteur de sa paroisse. Il
est un peu le pasteur ido» pasteurs.
Sa connaissance profonde de nos Co¡Qtûes et du monde uruguayen, le
prestige de son expérience et de son
dévouement, font de lui une autorité
qui s’impose à tous, dans l’Eglise
vaudoise et au sein des autres Egliaes Evangéliques. Nous sommes heureux de dire que le pasteur de Colonia Valdense est une des plus belles personnalités du monde évangélique sud-américain.
ALB. RICCA
Alcuni giovani Valdesi hanno partecipato alla seconda conferenza mondiale delta gioventù Qristiana a Osto
(Norvègia), dal 22 ìmgUo al F Agosto.
I giornali evangelici di tutto il mondo hanno parlato di questa Conferenza
e incominciano ora a darne il resoconto, narrando avvenimenti, esperienze, risultati di una settimana veramente ecumenica, vissuta nella fede in Gesù Cristo, il Signore.
In attesa di una relazione più dettagliata da parte di un partecipante, ci
limitiamo a fornire alcuni dati.
970 delegati dei movimenti giovanili cristiani, 230 rappresentanti di Chiese, provenienti da 70 nazioni diverse,
sono convenuti ad Oslo e hanno assistito alla seduta di apertura del Congresso, il 22 luglio a Filadelfia Hall.
II Segretario Geperde del Consiglio ecumenico delle Chiese, pastore
Visser't Haoft, il ministro degli Affari Esteri della Norvegia, il vescovo
luterano Berggrar, primate della chiesa luterana in Norvegia e ben conósciuto nel (mondo a causa deìld dina
fiera resistenza dlVoppressione nazista, hanno rivolto un messaggio di séluto a tutti i delegati.
Le vecchie chiese d'Europa erano
rappresentate; ma anche le giovani
chiese dell’Africa, delle Indie, della
Cina, della Birmania, della Malesia,
del Madagascar, del Vicino Oriente e
delle due Americhe. Razze, lingue,
nazionalità e chiese diverse, tutte unite
nel nome di Cristo, il vero Pastore
della Chiesa.
Gli Americani sono giunti ad Oslo
sul trasporto militare.- The marine
yumper. I 40 delegati cinesi viaggiavano con l’aereo messo a laro disposizione dàlia Miiss^iane luterani, insiér
me col pastore Niemóller e con la sua
signora. 1 Giapponesi non ottennero in
tempo l’autorizzazione necessaria a
questo viaggio. Non pochi delegati delFEuropa centrale e orientale furono in
grado di oltrepassare i loro confini e
di unirsi ai loro fratelli in fede: 25
Finlandesi, 11 Polacchi, 27 Cecoslovacchi, 14 Ungheresi, 4 fagoslavi. La
Chiesa ortodossa era rappresentata
soltanto da delegati risiedenti fuori
della Russia, particolarmente in Francia. (b. R )
BOBBIO PELLICE
Durante il trimestre maggio-luglio
si sono celebrati i seguenti liturgici.
BATTESIMI. — Catalin Alide di
Ernesto e di Pontet Fanny — Gönnet
Maria Luisa di Davide e di MelM Susanna — Goimet Lidia Maddalena.
—• Goimet Etam Laura di Stefano
e di Arduino Giuseppina
MATRIMONI, — Allio Stefano Antonio (del Villar) con Grand Giovanna — Rivoira Giovanni David© (del
Villar) con Rivoire Maddalena —
Bertinat Michele con Pontet Anna Ivonne.
SEPOLTURA. — Mondon Maria
(Costa) di 66 anni.
Mentre scriviamo abbiamo già dovute registrare altre due sepolture, il
1“ e il 3 agosto : Pontet Giovanni Pietro (Villa) di anni 63. e Gaydon Maddalena Vdd. Long (Campi) di anni
86.
—. Nella gioia e nel dolor© possiamo
sempre sentire la presenza del Signore!
—^Siamo riconoscenti al pastore
svizzero Henri Marcel Schauenberg
per Ü Culto edificante ch’egli ha preceduto la Domenica 13 luglio. Egli ci
ha vivamente interessati nel pomeriggio della Domenica 20 luglio, in un’adunanza in comune con la Parrocchia
dì Villar. sotto il bel castagneto della
Piantà- Y
— Molte gradita la visita di due
comitive svizzere.
— Pure graditissime le visite del
l’Unione delle Madri di Angrogna e di
quella di Riclaretto, come pure delle
Scuole Domenicali di Perrero. di Pomaretto, e di San Germano
Siamo sotto iriropression© di una giwo
®ciagU|rd. '®! sedioenne PAOLO CHARBONNIER, figlio di Stéteio e dj Susianna Oharbonnieir, è stato abbattuto da un
fascio di legna caduto dalla teieferica per
la rottura di una camicolia. Poche ore
dbpo, egli spirava nell’Ospedale Valdese.
I funienaili, sivoltiisi al maittino del 9 c.
a Bobbio dóve la salma è stata trasportata, hanno attirato una grande folte, e
sono stati midlto commoventi. II giovane
Paoio era un nostro caro catecumeno.
'La sera diello stessa igiomo 9, abbiamo
ripreso te via del cimitero per laccompagnare le spoglie mortaLl di PAOLO PONTET fu Giaoomo, di anni 62, che ci hia
lasciati dqpo liunghissima maileittia.
Ancora una velia, inivochiama le consolazioni del Signore pei cuori afflitti. Rdsplenda in essi la benieifloa luce della speranza cristiainla.
G. Bertinatti.
LUSERNA S. GIOVANNI
Oomeniica 24 agosto i culto nel Tempio
dei Bellionatti aie ore 10,30 sarà presieduto dai Modenatone signor Vìpgìfo Sommani.
Nel pameriggio di detta donfetnica, alle ore 15,30, nella Sdia Albarin, avrà luogo l’annuo Saziar della nastra Comunità,
preparato dalia Società cucito « Le
Primtemps». Tutti sono cordialmente invitati. PÒ' dar modo a tutH di partecipare
a questa manifestazione, if culto al Ciahas per domenica 24 agosto è sospeso;
esso verrà ripresio a partk© dalla domenica 31 agosto.
GENEROSA MANCIA a chi consegnerà
alla Tipografia' Coromerdale, piccolo orologic da polso, smarrito sabato' 9 corrente, sul tratto della coOMna d| San
Giovianni dagli Odin. Ootmai' ai Pons
di Angrogna.
S. GERMANO CHISONE
Lunedì 4 coir- è stato celebrato nel
nostro tempio il matrimonio di ROSTAN Francesco di Torre Pellice e di
COSTANTINO Ilda dell’Inverso Pinasca.
Che la grazia del Signore accompagni questi cari sposi e arricchisca il
loro focolare di tutte le gioite vere e
durature.
Società
Pedagogica Valdese
Tutti gli insegnanti ©vangeilicd, di qualunquei ordine e grado, sono cordialmente invitati al CONG’R(ESSO ANNUO
della SOCIETÀ’ ich© avrà luogo a Torre
Pellice. D. V., il 30 e 31 agosto prossimo
venturo col seguente ordine del giorno ;
Relazione morale finanziaria;
Attività future;
Studio di problemi derivanti dalla nostra
posizione di minoranza in Italia;
Relazione sull’attività della Scuola Libera, sut - Villaggio Pestalozzi, sul Congresso di Rimini e di Rama;
Nomina del Seggio;
Varie.
Colibro ohe non potessero trovare allo'ggio per la sera del 30 agosto sono pregati
di informarne in tempo utile la preei'denza
che provvederà ‘per il meglio.
Tutti gli avvisi non firmati dalla presidenza non hanno nulla a ohe fare cola
nostra ¡attività.
Torre Pellico, 20 agosto 1947.
LA PRESIDENTE ; Amina Bosdo
Pellegrinaggio Valdese
per la settimafla pretistaati di Gi&evra
Gli interessati a questo peliegrinaggio
sul iqui^ /albb|$ainio Idato partiùolari ntei
precedenti numeri del giornale, prenidano
nota :
I. - Che le iscrizioni si chiuderanno irrevocabilmente il 29 agosto.
II. - Avendo il numero delle iscrizioni già
superato i 33 posti, sarà organizzato un
'secondfo autopullmiann [solo >qu)a'!bra vi
siano sufficienti prenotazioni per riempirlo.
III. - QH ,interessati debbono personallmente occuparsi del passaporto sdngoio
e non appena ottenutolo comunicarlo
senza indugio alla ,« VALDESIA ».
IV. - Ad ottenere il visto del consolato
stiizzero iprovvederanno gli organizza
tOTl,
IL COMITATO
Vacanza
alle Diaconesse
L’Amministrazione degli LO.V..
d’accordo con la Direzione della Casa
delle Diaconesse ha sempre provveduto a che le Diaconesse in servizio nei
nostri Istituti avessero un ben meritato mese di vacanza e ili riposa per,
rinnovare quelle forze che con tanto
zelo e fervore esse dedicano alla cura
degli ammalati.
Quest’anno però non abbiamo dì■sponibile un numero sufficiente di
Diaconesse e di aititi per dare un
turno dì vacanza alle diaconesse delT'Ospeitolte di iPomaretto. E pertainto
rivolgiamo un appello a quelle giovaìni donno dotalte del ,i(equi^ti irichiesti. che siano in grado di disporre
di qualche settimana del loro tempo
per consacrairlo al Signore ed agli
ammalati e nello stesso tempo dare una mano d’aiuto allo nostre, dìacones
se.
Per la CIOV
A- Comba, près.
ABBONAMENTI A
“lEtl DELIE NILI Uh
Italia .
Estero
ANNUALE SEMESTR.
L. 300 180
L. 600
0« ni cambiamento d'indirizzo
costa Lire DIECI
CONVITTO MASCHILE VALDESE
Cercaisó una 'Cuoca, un aiuto cucdiha e
una cameriem. Buona paga. Rivoligorsi
subita alte «inerioae.
ORARIO
FERROVIA Torino - pinerolq»
TORRE - PELLICE E BARGE.
In attuazione dal 4 Maggio 1947 :
Da Pinerolo partenze per Torino :
5,29 — 6,56 — 7,47 diretto — 13,10 —
13.42 diretto —. 17,16 _ 20,26.
Arrivi dia Torino a Pinerolo :
7,38 — 9 — 13,08 — 14,19 18,20
_ 18,59 — 19,42.
Partenze da Pinerolo per Torre Pellice
e Barge :
7,43 non va a Barge — 9,03 — 13,11 —
14,23 — 18,27 — 19,03 non va a Barge
19,46.
Partenze da Torre Pellice :
4.48 —6,10 _ 7,10 — 12,20 ^ 13.15
— 16,35 —. 19,42 — 20,65 festivo.
Partenze da Barge :
4,50 — 6,12 _ 12,24 — 16,35 —
tO>30 —, 20,46.
Arrivi dia Torre PeMice a Pinerolo :
5,25 — 6,53 — 7,41 13,04 — 13,40
— 17,13 — 20,23 — 21,31 festivo.
TRAMVIA PINEROLO - PEROSA
DAL 7 LUGLIO
Penosa partenza :
5 —- 6,10 ^ 7,25 — 9,40 — 11,45 —
13,10 _ 16,56 —, 17,50 — 18,50
20,30 festivo.
Pinerolo arrivo :
6,07 ,— 7,02 — 8,20 — 10,50 — 12 45
— 14,30 _ 16,55 — 18,45 — 19,45 —
21,22 'itestìvo.
Pinerolo partenaa :
4,40 — 6,10 —, 7,05 — 8,30 — 10 25
— 12,60 — 15 — 17,30 — 19,15 ' 20,16 festivo.
Perosa arrivo :
6 :— 7 — 8,06 — 9,35 — 11 30 — 14,15
— 16.05 — 18,30 — 20,10 _ 21,15
festivo.
LINEA AUTOMOBILISTICA
PINEROLO - AIRASCA - TORINO
Col 1° giugno è andato in vigor© il
seguente orario combinato tra la SAPAV
e la SATTI.
Pimerolo pari. : 7,45 — 11,45 —' 13,45
— 18,30 con arrivo a Torino alle 8,30 —
12,30 — 14,30 >— 19,15.
Torino part. : 7,30 — 12 — 17 — 19
con arrivo a Pinerolo alle 8,15 — 12,45
— 17,45 _ 19,45.
Direzione; Vin dei Mille, 1 - Pinerolo
Amministrazione; Via Carlo Alberto,
1 bis - Torre Pellice
Dir. Besp. Ermanno Rostan
ARTI GRAFICHE„"L’ALPINA,
Torre Pellice
VQ
I no/
re
EDIZIONE DEL CENTENARIO
DELL’EMANCIPAZIONE
Il Calendario della Famiglia
Valdese, a fogli mensili illastrati, con magnifica copertina
in tricromia, con passi biblici
e didascalie bilingui è in
preparazione
Prenotarsi presso l’Alpina o la
Claudiana di Torre Pallica. Prezzo
Lire 100 franco di porto
iimii-im-Eiii
Il dr. DANIILi BOCNAT
visiia a TORRE PELLICE
tutti i venerdì dalle
10 alle 12 presso il
dr. Gardioi Tel. 77
a POMARETTO
il 2* e 4' sabalo del
mese dalle 10 alle 12
presso r O • p • d a le
valdese
J
I
-ì