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Anno 121 - n. 39
11 ottobre 1985
L. 500
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a: casella postale - 10066 Torre Pellice
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
Punti
di vista
Un’antica ’profezia’ pellerossa
■ tradotta in linguaggio modersto — dice : « Quando la Terra
s -rà malata e gli animali scompirsi, arriverà un gruppo di persone di ogni fede, razza e cultur:i, che riporterà il mondo alla
stia antica bellezza. Questa nuova tribù si chiamerà i ’Guerrieri dell’Arcobaleno’ ».
Così si era ’battezzata’ la nave
f i ologico-pacifìsta Rainbow Warrior del movimento Greenpeace
{pace verde), semiaifondata da
«lue cariche di dinamite nel porto neozelandese di Auckland dai
servizi segreti francesi e che ha
causato la morte del giornalista
portoghese Fernando Fereira.
La nave pacifista era in procinto di partire alla volta di Mururoa, un atollo che fa parte dell’arcipelago della Polinesia francese ed è sede di esperimenti
nucleari bellici. Subito dopo l’attentato, il gnvemo aveva negato una qualsiasi responsabilità
e lo stesso presidente Mitterrand aveva definito il fatto come « criminale, stupido e assurdo ». Un’indagine da lui ordinata assolveva 1 servizi segreti.
Poi, la notizia-bomba del quotidiano Le Monde: sappiamo per
certo cbe la nave è stata affondata proprio da questi ultimi.
Nuovo ordine di Mitterrand al
primo ministro Fabius per nuove indagini. Le responsabilità
governative vengono riconosciute: il ministro della Difesa Hernu dà le dimissioni, mentre l’ammiraglio Lacoste, capo dei servizi segreti, viene rimosso dalia
sua carica.
L’« affaire Greenpeace » è così ufficialmente chiuso (?), dopo che ii potere ha mostrato il
suo volto più odioso, col ricorso alla menzogna, alla violenza,
al delitto di Stato.
A COLLOQUIO CON IL SEGRETARIO DEL CONSIGLIO DELLE CHIESE IN SUD AFRICA
Quando un bianco varca il confine
La crisi che stiamo vivendo è la prima tappa di una guerra civile che conoscerà tempi lunghi
e sofferenze - Il Consiglio delle Chiese del Sud Africa starà vicino a chi lotta per la giustizia »
« C’è chi dice che sono pazzo
( tra questi qualche volta mia
moglie!), chi dice che sono un
bianco infiltrato nel Movimento
di liberazione nero, chi mi accusa di puntare alla carriera politica o di avere il gusto del martirio... In realtà cerco solo di ubbidire a quella che credo essere
la volontà di Dio ».
Il pastore Beyers Naudé è
una persona di circa 65 anni, dalla forte carica comunicativa, dotato di calore umano e capacità
di testimonianza, disponibile, gentilissimo, che vive il suo impegno
in difesa della popolazione nera
del Sud Africa con evidente spirito vocazionale. L’ho incontrato
in occasione di un viaggio nello
Zimbabwe per un incontro mondiale indetto dalla CCPD (Commissione sulla partecipazione delle chiese allo sviluppo) del Consiglio Ecumenico delle Chiese e
ho avuto modo di ascoltarlo in
una relazione pubblica e in conversazioni private.
va alla Chiesa riformata olandese bianca,msntre ora da molti
anni è pastore della Chiesa riformata olandese nera. Come sappiamo questo cambiamento non
è solo una « sfumatura di colore » ma è una scelta che ha cambiato radicalmente la sua vita.
« I problemi più impensati sono
nati nella mia vita dopo questa
scelta, ma tutto questo è stato
compensato da un infinito amore
ricevuto. Il dispiacere più grosso
che mi porto dentro è per i miei
fratelli bianchi che non riescono
a vivere la felicità che viene dall’amore e la fratellanza dei fratelli neri ».
Le chiese
sudafricane
Naudé viene da una famiglia
conservatrice boera. Appartene
La popolazione totale del Sud
Africa è oggi di circa 31.000.000
di cui 4.75Ó.000 bianchi.
Il 90% dei bianchi è cristiano.
Il 70% dei neri è cristiano.
Il 90% dei coloured è cristiano
Il segretario generale del Consiglio delle Chiese del Sud. Africa
Beyers Naudé, un pastore di origine olandese che ha rinnegate
l'apartheid.
(figli di bianchi e di serve nere).
Dei cristiani il 90% sono protestanti e il 10% cattolici.
La Chiesa riformata olandese
DAI CULTI DELL’ASSEMBLEA BATTISTA
bianca raccoglie circa 3.000.000
di bianchi. E’ su posizioni conservatrici, sostiene il governo e non
fa parte del Consiglio Ecumenico
delle Chiese. Tutte le altre chiese protestanti (salvo alcune pentecostali e battiste) fanno parte
del Consiglio. I cattolici hanno
una posizione di osservatori nel
Il Regno di Dio nell’ordinario
Diceva ancora: il regno di Dio è come un uomo che getti il
seme nel terreno, e dorma e si alzi, la notte e il giorno; il seme in
Ma che cos’è questa Greenpeace? E’ un movimento internazionale suddiviso in quindici
sedi nazionali (si spera che
quanto prima possa giungere
anche in Italia ) che conta attualmente un milione e mezzo
di soci e duecento persone impiegate a pieno tempo. I trenta
miliardi di lire annui necessari
alla sua vita sono reperiti mediante quote di iscrizione, raccolte di fondi, spettacoli, ecc.
Dal 1971, legarsi agli arpioni delle baleniere sovietiche, appendersi per giorni alle inquinanti
ciminiere tedesche, far da scudo a cuccioli di foca bastonati
a morte, entrare nelle aree dei
tests nucleari è il lavoro quotidiano della gente di Greenpeace.
Ora, un’altra nave che porta
questo stesso nome ha preso il
posto di quelk affondata e sta
andando a Mururoa, navigando
attorniata da quattro navi militari francesi che, non si può negare, hanno il ’diritto’ di fermaria, una volta che stia per entrare nelle acque territoriali, in
omaggio alla « ragion di Stato ».
Non lasciamoli soli questi uomini sul loro guscio, anche se
ormai i mass media abbandoneranno Targomento perché non
farà più notizia: certamente milioni e milioni di ’gente comune’ come noi li seguirà e li accompagnerà col pensiero, con
l’incoraggiamento e con la preghiera.
— Roberto Peyrot
tanto germoglia e cresce senza che egli sappia come. La terra da
se stessa dà il suo frutto : prima Ferba, poi la spiga, poi nella spiga
il grano ben formato. Quando il frutto è maturo, subito il mietitore vi mette la falce perché l’ora della mietitura è venuta.
(Marco 4: 26-29).
Il titolo che è stato dato a questo passo è « la parabola del seme che da sé germoglia e cresce » e sicuramente credo che
questa sia una possibile interpretazione. Quello però che mi colpisce in questo passo è che in
effetti il seme ha sì una parte,
ma vi sono altri protagonisti: vi
è l’uomo, vi è la terra e vi sono
altri protagonisti minori come
l’erba, la spiga e poi alla fine
di nuovo l’uomo che fa la mietitura. A me pare che due considerazioni debbano essere fatte
riflettendo su questa parabola.
La prima considerazione è che
il Regno di Dio si attua nell’ordinario. Il Regno di Dio si attua
in ciò che proprio perché è ordinario è dato da noi quasi per
scontato, in ciò che, proprio perché ordinario, non è sottoposto
in fondo al nostro potere. Tutto
ciò che accade intorno a noi, che
noi prendiamo come evento che
comunque si verifica — il sole
che sorge, i fatti semplici della
vita, il fatto che scendendo giù
di casa normalmente incontriamo le stesse persone, il fatto che
non cambiano le leggi fondamentali del nostro vivere di ogni
giorno, il lavoro, le parole che
diciamo — ecco, tutto questo costituisce l'ordinario sulla base
del quale noi aggiungiamo le nostre abitudini, dalla mattina
quando ci alziamo a fare il caffè, prendendo la macchinetta da
quell’angolo (e se qualcuno si è
dimenticato di metterla al suo
posto abituale l’ordinario ad un
tratto viene meno e quindi ci troviamo quasi sperduti)... Questo
è l’ordinario. Questa parabola
dunque ci dice: guarda che il Regno di Dio si attua nell’ordinario. Dovremmo riflettere su questo, perché allora non possiamo
dare niente per scontato. Non
possiamo dare per scontato per
esempio l’affetto, la pazienza, il
sostegno dei nostri cari che è
ordinario, che ogni giorno noi verifichiamo. E’ una cosa normale,
naturale, ma non per questo può
essere data per scontata. La bontà, la giustizia di Dio si attuano anche nell’ ordinario e
se .si attuano nell’ ordinario
significa che nemmeno un piccolo dettaglio di ciò che accade
è casuale o ci appartiene. E se
si attuano nell’ordinario ciò significa che il Regno di Dio non è
relegato all’ambito ristretto della
chiesa, della comunione dei santi, dei credenti, ma si diffonde
nel nwndo intero.
Il Regno di Dio si attua in
mezzo alle persone indipendentemente dalle loro appartenenze ecclesiastiche perché il Signore regna. E quindi dobbiamo sviluppare quella sensibilità spirituale
che ci permette di non dare per
scontato nemmeno quello che accade nel mondo intorno a noi:
siamo chiamati ad avere gli occhi aperti a ciò che Iddio fa in
ogni angolo di questa terra, in
ogni situazione umana.
Il secondo pensiero è questo:
la parabola finisce con una gran
festa, la festa della mietitura.
Questa scena della mietitura è
un po’ contraddittoria perché
l’atto del tagliare — soprattutto
l’immagine della falce che taglia
— ci fa ricordare il giudizio. Allo stesso tempo però questa scena è una scena di festa perché
nelle società contadine, specie
nelle società mediterranee, la
mietitura è una delle feste più
gioiose dell’anno. Quelli di voi
che hanno vissuto un po’ in campagna quando ancora non c’erano le macchine che facevano questo lavoro, sanno la gran festa
che si fa intorno alla mietitura.
Quando si miete si canta, poi si
raccoglie il grano, lo si batte, è
una gran fatica, si suda, si raccontano le barzellette. Alla sera
quando tutti sono stanchi si mangia, si beve e si balla. Non so se
in Palestina si facessero queste
cose, ma dovunque sono andato
nei paesi mediterranei, in ogni
modo la mietitura era una festa.
Eppure, in fondo, una festa che
si basa su una morte. Questo è
il Regno di Dio, così si attua il
Regno di Dio. Il Regno di Dio si
conclude con la vittoria del Signore e con la chiamata a raccolta dei suoi, dovunque egli li ha
sparsi. Ma si basa su una morte.
Ed è in virtù di quella morte che
si può gioire. Paolo Spanu
Consiglio nazionale, ma sono
membri di alcuni Consigli regionali.
La Chiesa cattolica in Sud Africa ha da tempo una posizione
molto disponibile verso la popolazione nera e molti dei suoi preti e laici impegnati sono vicini al
Movimento di liberazione.
Tre milioni e mezzo di neri appartengono a chiese cristiane indigene, la più grossa delle quali
è la Zion Christian Church e sono su posizioni di rispetto delTapartheid. Si prestano anche a
strumentalizzazione da parte di
bianchi vicini al governo che si
servono di loro nella propaganda
contro il Movimento di liberazio
Questo quadro delle chiese cristiane sudafricane fa capire come
ci sia una grossa tensione all’interno delle chiese in questo momento. Il Consiglio delle Chiese
vive al suo interno queste tensioni ed è ferma opinione del suo segretario Naudé che le chiese non
possano più trincerarsi dietro il
paravento della neutralità.
Nardo ci ha consegnato un documento del Consiglio, che ha
definito di « teologia profetica »
(vedi le pagine centrali di questo
numero, n.d.r.). 11 Consiglio lo
sta facendo circolare per raccogliere firme di pastori e laici.
« E’ una sfida contro la neutralità per evitare che le chiese caschino nella trappola delle proposte riformiste del governo ».
La situazione
attuale
« Stiamo vivendo una situazione di crisi che si caratterizza a
diversi livelli — ha detto Beyers
Naudé —. Lotta di razza: i bianchi controllano ogni settore della
Tot! Bouchard
(continua a pag. 3)
"ÎU:'
2
2 fede e cultura
Il ottobre 1985
SEPARATISMO E COORDINAZIONE NEI RAPPORTI TRA CHIESE E STATO
Il resoconto del dibattito che
si è svolto nella recente Assemblea straordinaria delle Chiese
battiste dedicata al problema
delle intese (Eco-Luce n. 37,
27.9.’85) evidenzia ii fatto che in
seno alla Assemblea si sono contrapposte due diverse posizioni,
da una parte i sostenitori di una
linea separatista, e dall’altra i
fautori di un incontro con lo
Stato mediante le intese, risultati questi poi decisamente prevalenti.
Nel tentativo di conciliare le
posizioni, l’articolista dice che la
posizione assunta dall’UCEBI è
quella di un « separatismo per
mezzo di intese », affermando che
questa fu pure l’idea originaria
deirintesa con la Tavola Valdese.
La tesi, affascinante in sé (e
confesso di esserne stato abbagliato anch’io, allorché studiai
per mie esigenze l’iier deU’intesa siglata il 21 febbraio 1984) è
da rigettarsi.
Esaminando infatti lo sviluppo storico della questione, ed approfondendone i fondamenti storici, teologici e giuridici, si vede come essa falsi le prospettive.
Separatismo
I cardini del sistema separatista, auspicato da una minoranza
all’interno delle Chiese battiste,
furono emmciati in modo sistematico da Alexandre Vinet, teologo vissuto a Ginevra nel secolo
scorso, e consistevano in questi
principi fondamentali: Te^aglianza di tutti i cittadini nei diritti civili e politici, indipendentemente dalla fede da loro prò
Due modelli diversi
E’ da rigettare la tesi secondo cui nei rapporti con lo Stato la Tavola
valdese avrebbe attuato un « separatismo per mezzo di intese »
lessata; la libertà di azione della
Chiesa nella sfera che le è oropria; l’assenza di comunione di
atti o istituzioni tra Chiesa e
Stato.
Ciò è conseguenza deH’intendere il sentimento religioso come
sentimento individuale, la Chiesa
come comunione di persone che
hanno un medesimo sentimento
di questo genere, lo Stato come
istituzione garante del pacifico
convivere civile, che assume su
di sé il compito di soddisfare le
necessità di carattere sociale
dell’uomo.
Per vedere attuato il sistema
separatista, Vinet osserva che il
passo fondamentale da farsi è la
« conversione del cuore » dell’uomo, che dovrebbe interiorizzare
il messaggio delTEvangelo, per
poi agire in conformità ad esso
nella società civile.
Quali le conseguenze sul piano
pratico, nell’impostare le relazioni tra Stato e Chiese secondo il
sistema separatista?
La Chiesa non dovrebbe assumere compiti propri dello Stato,
ma adempiere semplicemente e
con pienezza il suo compito di
predicazione della Parola del Signore quale fondamento di una
società diversa da quella presente, una società fondata sui valori della libertà, della pace, della
giustizia, dell’amore, con tutti i
corollari che da questi valori
conseguono.
D’altro canto lo Stato dovrebbe
assolvere al suo compito istituzionale garantendo alTuomo le
strutture fondamentali per il suo
vivere quotidiano.
Ciò significherebbe, per esempio, che la Chiesa non dovrebbe
avere proprie scuole, ospedali, ricoveri per anziani, ma dovrebbe
preparare il « cuore » degli uomini che all’interno di scuole,
ospedali, ricoveri per anziani lavorano, la cui organizzazione dovrebbe essere compito dello
Stato.
Il credente, che nella società
civile (ossia lo Stato) e nella società religiosa (ossia la Chiesa)
ha parte, dovrebbe avere chiara
coscienza di questa sua doppia
appartenenza, agendo come cittadino della società civile con la
mentalità del cittadino della società religiosa.
Tutto ciò è di difficile realizzazione nella realtà delle cose (la
fede fa dire al credente che la
cosa è difficile a realizzarsi, ma
non impossibile).
La Chiesa vive nelle contraddizioni della società nella quale
si trova a dover operare, e deve
accettare compromessi con la sua
stessa identità; ciò la porta ad as
sumere compiti che non sono
suoi propri.
Lo Stato ha esigenza di regolamentare i rapporti tra il suo ordinamento e le strutture che alla
Chiesa fanno capo, e che non possono rimanergli indifferenti.
Coordinazione
In un sistema di coordinazione
di rapporti, la Chiesa può chiedere allo Stato due cose (ammesso che accetti il sistema nel quale lo Stato la pone): o di essere
riconosciuta come entità particolare all’interno della società civile, con particolari bisogni da
salvaguardare, e quindi chiedere
allo Stato per le attività svolte,
gestite da essa, un trattamento
di tipo diverso da quello fatto
dallo Stato medesimo nei confronti di altre istituzioni che
svolgono, gestiscono attività similari. Oppure chiedere di essere
trattata alla pari con queste « altre istituzioni » (che possono essere le più diverse), inserendosi
quindi nella disciplina del « diritto comune » per tali attività.
L’intesa tra il Governo italiano
e la Tavola Valdese, strumento in
un sistema di coordinazione di
rapporti tra ordinamento statale
e ordinamenti diversi da esso, si
è posta in questo secondo ordine
di idee, con il rifiuto di privilegi
o ingerenze da parte statale negli affari della Chiesa.
Tutto ciò riguarda naturalmente solo le attività svolte dalla
Chiesa che vanno al di là di quelli che sono i suoi compiti istituzionali, di nredicazione ed annuncio del messaggio dell’Evange'o.
Altro discorso riguarda la organizzazione della Chiesa, per la
quale lo Stato dovrebbe assicurare la più ampia libertà di azione (nei limiti imposti dalle regole del pacifico convivere civile).
Parlare dunque di « separatismo per mezzo di intese » risulta
essere un non senso, perché il
separatismo non prevede « intese », e le intese sono strumento
aH’interno di un sistema di
coordinazione di rapporti che con
il separatismo non ha nulla a che
fare.
La Chiesa valdese ha accettato
di inserirsi nel sistema adottato
dallo Stato italiano per le confessioni religiose diverse da quella cattolica romana, condividendone tutte le contraddizioni.
Se le Chiese battiste accoglieranno il principio delle intese
(come ormai sembrano aver fatto), lo facciano con coscienza di
causa, assumano le cose per quello che sono, traendone le conseguenze.
L’importante, comunque sia, è
che le Chiese (di qualsiasi denominazione), mantengano fedeltà
alla vocazione loro rivolta, di essere testimoni delTEvangelo di
Gesù Cristo al mondo che ancora
in lui non crede, e che solo in lui
può trovare una certezza sicura.
Paolo Gay
LEGGI FERREE
Vn lettore dissente dalla proposta
dd un ’'giubileo” in cui siano rimessi
i debiti contratti dal Terzo Mondo
avanzata dal Comitato Centrale del
Consiglio Ecumenico e commentata
da Giorgio Gardiol (n. 36/20.9.85) e
scrive tra l’altro:
Sarei stato, invece, compietamente
con Voi se si fosse aperta una grandiosa sottoscrizione fra tutti i cristiani
riformati o meno ed aperta anche a
tutti gli « uomini di buona volontà »
nel mondo, per raccogliere una somma
con cui sanare, almeno In parte, gli ingentissimi debiti dei paesi del terzo
mondo, sollecitandoli nel contempo a
spendere meno, a non litigare con i vicini, a fare meno rivoluzioni e a lavorare di più se desiderano condurre
una esistenza terrena meno disagiata.
A me pare inammissibile, anche alla
luce del Vangelo e della parola di
Dio, che la « Chiesa « possa dire al
fondo Monetario, cioè ad altri: noi
personalmente non tiriamo fuori un soldo; voi invece siete tenuti a rinunciare ai vostri denari per un principio
che non è nemmeno vostro, ma nostro! Da quando in qua il decimo comandamento è stato abrogato? Forse
da quando alcuni uomini, tra l’altro
atei, hanno attribuito un valore trascendente agli scritti di Carlo Marx?
Perché allora non guardiamo più a fondo la situazione nei paesi dove tale
filosofia è diventata obbligatoria?
Ritornando al nostro discorso penso
che Ella abbia letto sulla stampa d'informazione come molti economisti di
diverse nazioni abbiano ipotizzato, nella deprecabile ma per fortuna assai
remota ipotesi di un mancato pagamento dei debiti al Fondo Monetario,
il determinarsi di una crisi economica
mondiale di vastità senza precedenti
con conseguenze inimmaginabili per i
paesi industrializzati ma. soprattutto,
per quelli sottosviluppati. Come non
esiste, e non può esistere, una casa
con il r piano senza il piano terreno
su cui poggiare, così non esiste e non
può esistere una ■ economia » secondo la visione del CEC ma solamente
I'« Economia > con le sue rigide leggi,
assai più ferree della stessa legge
di gravità che oggi in particolari condizioni si è riusciti a superare. Solamente ponendo ogni sforzo, non per
migliorare le fuggevoli condizioni materiali di vita, sempre in evoluzione,
ma per trasformare in maniera sostanziale lo, spirito delTuomo, potremo spe
rare di modificare anche le leggi economiche. Ma dovremo cercare di convincere le persone che tutti possono
e devono « dare », che non esiste dualismo tra quelli che possono dare e
quelli che possono solo ricevere, che
solamente Iddio è giudice di quanto è
giusto che ognuno dia e che tutti devono in primo luogo ringraziare giornalmente il Signore per quello che possiedono e per quello che possono donare agli altri.
Con I migliori saluti.
Reto Bonifazi, Terni
DIVERGENZE
Alla lettera di Marco Rostan (n. 36/
20.9.’85), Francesco Carri replica con
una lettera di cui a motivo della lunghezza, possiamo pubblicare solo la
seconda parte.
In sintesi desidero dire a Marco Rostan che nelle zone terremotate ho
grande preoccupazione per le cattedrali
nel deserto, le odio e amo invece i terremotati cioè azioni loro corrispondenti
che hanno precise finalità e tempi.
Condivido e ho condiviso le molteplici esperienze del volontariato in azione in queste zone, valuto e peso
le loro osservazioni critiche e costruttive e traggo alcune conclusioni.
Su questo mi sembra che ci siano
delle divergenze, sensibilità, intuizioni, diverse tra il sottoscritto e il S.A.S.
Nel caso specifico di Ruvo del Monte, stando al contenuto della relazione
del S.A.S., si parla a cinque anni dal
terremoto, di intervento che diventa
sempre più rischioso, di macchina messa in moto che non si può fermare e...
ogniqualvolta si propone un rallentamento di corsa accuse di disfattismo,
di irresponsabilità, di mancanza di spirito di servizio, tutte sul piano personale, volano come quaglie nonostante
i pareri di alcuni tecnici giunti dall'Emilia Romagna che proponevano altre
direzioni, trasformazioni, azzeramenti, ecc.
Altro punto di attrito, per usare un
termine contenuto nella lettera di Rostan e che può richiamare nella mente di qualcuno chissà quali scintille e
fuochi di artificio, che in realtà non
ci sono mai stati, va ricercato nelTim
magine riflessa che la gente di Ruvo
del Monte si fa circa la F.C.E.I. come
impresa edile e manageriale di grande peso.
Penso che non bisogna sottovalutare
la voce del popolo, di gente dal cervello fine e scarpe grosse, gente dalla
quale ho tratto alcune espressioni contenute nella mia precedente lettera unitamente ai toni ironici adatti a chi,
forse inconsapevolmente, si pone e si
considera al di sopra di tutti e di tutto.
Di fronte alla gente di Ruvo è l’immagine di cui sopra che ci deve rappresentare e/o condizionare?
lo credo proprio di no, qualcuno forse questo problema neppure se lo pone.
Penso che nel profondo delle questioni ci sia una verità; la chiesa pur
di salvare la sua vita non è più abituata ad accettare parole come fine
corsa, errori, sconfitte, ravvedimento,
trasformazione.
Eppure per risorgere a nuova vita
sotto vari aspetti e settori si rendono
necessarie tante morti.
Termino la presente nel comunicare
a Marco Rostan che contemporaneamente alla sua lettera me n'è giunta una
da parte di un gruppo di volontari di
Monteforte Irpino: chiedono come comunicare agli altri alcune osservazioni
critiche a seguito del loro operato nelle
zone terremotate.
Ho consigliato di scrivere alla "Luce"
e subito ho comunicato loro che già
ci sono in redazione altre lettere che
per il momento sono ferme.
In questa situazione comprendo fraternamente l'arduo compito del direttore del settimanale, contro il quale non
bisogna prendersela se qualche volta
fa emergere a mezzo stampa un malessere che circola e che viene presentato con uno stile e una forma che ciascuno è libero di darsi come vuole.
Nella eventualità che giunga una
lettera da parte di quei volontari, ho
consigliato di trattare di un solo argomento e con chiarezza altrimenti Marco
Rostan sarà soggetto ad un ulteriore
grido di rabbia.
Infine non ho dimenticato la grande
possibilità di intervento che ci verrà
data dalla prossima assemblea della
F.C.E.I. convocata a Palermo ai primi
di novembre.
Francesco Carri, Rapolla
NON MESCOLARE
Ho fermato l'attenzione alla data delT11 agosto su quella splendida raccolta di pensieri, per ogni giorno dell'anno, di Giovanni Rostagno e qui ne trascrivo queste frasi: ■■ Il cristianesimo
è la religione della felicità e chi quella felicità conosce ti può dire che è la
sola perfetta e la sola purissima che
vi sia quaggiù. E' la più intima perché
interessa quello che vi è di più intimo in noi ed ha le sue fonti inestinguibili nelTEvangelo che solo può appagare le nostre più profonde aspirazioni. E' la più completa perché penetra tutte le nostre facoltà e si rivela
in tutte le manifestazioni della nostra
vita ».
Parole inconfutabili sotto ogni aspetto e in rapporto alle quali non è assolutamente possibile trovare un confronto in nessun pensiero, in alcuna
filosofia, in nessuna teoria o ideologia
umana.
Come è pertanto possibile avere tentato di mescolarle con la caduca, opinabile e contrastata politica, frutto della
sempre discutibile mentalità umana?
E per di più con la politica nostrana,
notoriamente derisa da tutto II mondo?
Si è detto che la Chiesa deve influire sui problemi sociali per ragioni di
giustizia e di pace ma seguendo le linee di quale « sistema »? E dove si
trova questo « sistema • da imitare?
Quale regime del mondo può servire da
modello?
Si vuole forse pensare che questo
modello scaturisca proprio dal nostro
Paese col suo... splendore politico,
economico, pacifico, civile, umano e
cristiano?
E allora perché dobbiamo impancarci della politica che divide gli animi,
turba la mente e lo spirito, mette il
dissidio e lo scompiglio nelle comunità? Lasciamo pure (ovviamente) libero ogni membro di pensare ed agire in conseguenza come meglio crede,
ma la nostra Chiesa Valdese, come
istituzione, bandisca totalmente dal suo
seno la politica (di ogni forma e colore) ed i relativi riflessi, per dedicarsi
intensamente alla santa opera della
evangelizzazione (anche fra noi!) che
deve essere Tunica missione assegna
taci da Dio: « Andate ed evangelizzate »
e non « Andate e politicizzate »!
Noi dobbiamo restare ben fermi sul
nostro incrollabile trinomio: Fede, Speranza e Carità operando alacremente
con tutti i nostri mezzi e le nostre
forze sospinti dall'immancabile Amori,
di Dio!
Ed apriamo le porte a tutto il genere
umano che cerca disperatamente (senza trovarla perché ignora o non vuole
ascoltare e capire) la vera strada della
sua pace e della sua salvezza.
Ferruccio Giovannini, Pisa
SERMONE POLITICO
In merito al sermone del pastore
Bonnes (n. 35/13.9.85) vorrei dire che
il pensiero del Cristo è stato completamente travisato portandolo dai
piano spirituale al piano politico; vorrei domandare ai lettori: spiritualmente che cosa vi ha portato? A me nulla ed il guaio più grosso è che ha la
pretesa di essere un sermone (discorso, ragionamento fatto in pubbliche
adunanze di soggetto religioso), come
già dissi, io lo definirei -un articolo da
giornale di partito: si parla di mafia,
di droga, di potere politico, di militarizzazione, di etica, di immigrati, di
Cristo ed il suo nome è citato sette
od otto volte esclusivamente a sostegno di tesi socio-politiche.
Il pastore non tema: i veri credenti
non sono solo venditori di colombe o di
buoi per l'olocausto; tenendo il Cristo al centro della Chiesa e di se
stessi, i credenti annunciano la vera e
unica salvezza non perdendo di vista
10 scopo a cui sono chiamati, prima
11 Regno di Dio, dopo le altre cose.
Mario Goletti, Torre Pel lice
MILANO
Dagli Ebrei
Il prof. Giorgio Sacerdoti, presidente
della Comunità israelitica di Milano,
ha scritto al past. S. Ricciardi ringraziando per la solidarietà espressa dal
Sinodo in occasione dei recenti attentati contro Istituzioni ebraiche milanesi. » La sensibilità e la vigilanza nei
confronti di qualsiasi sintomo di antisemitismo, egli scrive, rappresentano
la migliore garanzia che il pregiudizio
e la violenza non si diffondano di nuovo nella nostra società ».
3
11 ottobre 1985
fede e cultura 3
TRADUZIONE INTERCONFESSIONALE IN LINGUA CORRENTE
La TILC e l’imprimatur
Sul punto più discusso riguardo alla nuova traduzione biblica
— l’imprimatur cattolico — abbiamo chiesto un intervento al direttore della Società biblica.
1 nostri lettori sono stati ampiamente informati sui problemi
riguardanti la traduzione interconfessionale della Bibbia (TILC)
che è ora a disposizione del pubblico italiano. Non è quindi il caso di ritornare sulle tecniche usate e sul metodo di trattare le ambiguità, le parafrasi e le metafoic. Ci siamo anche fermati a suo
tempo suH'uso del canone ebraico anziché su quello tradizionale
e sulla ricomparsa, a parte, dei
dcLiterocanonici o apocrifi. Rimane l’argomento sorto al punto di
andare in stampa: Vimprimatur.
Nel 1968 l’Alleanza Biblica Universale firmava con il Segretariato per la Promozione dell'Unità
dei Cristiani il documento sui
principi per la traduzione interconfessionale della Bibbia. In
qiieH’occasione fu contemplata la
possibilità di usare Vimprimatur.
1 primi Nuovi Testamenti se ne
.-r'.no serviti ampiamente. Con il
:-!assare del tempo e la proposta
di nuove soluzioni, da parte cattolica, Vimprimatur, dato dal
■cescovo locale, poteva semplicemente essere conservato nel cassetto della parte interessata. Nel
1976 esce in Italia il Nuovo Testamento e il Comitato d’Edizione segue queste nuove indicazioni. Oggi, a nove anni di distanza,
ci troviamo in un contesto diverso. V’è un nuovo codice di diritto
canonico e intorno ad esso prendono piede le prime interpretazioni. Il Comitato d’Edizione si è
mosso con grande cautela e senso
di responsabilità. Il risultato è
noto a tutti: la Bibbia porta Vimprimatur del Presidente della
Commissione Episcopale Italiana.
Il fatto è spiaciuto a molti protestanti. Sono uno di loro! Avrei
voluto presentare a testa alta
non solo un unico testo ma anche un unico volume senza distinzione, senza riserve e senza
ombra di amarezze per nessuno.
La TILC è infatti un evento storico unico che precede di anni i
frutti delTincontro tra le chiese
e anticipa il futuro dei nostri figli. E’ un gesto cristallino di speranza e collaborazione che raccoglie enormi consensi tra la nostra gente più povera di cultura
religiosa.
Tuttavia è prassi delle Società
Bibliche, a livello mondiale, di
offrire alle chiese la migliore
traduzione possibile dei testi biblici, anche in equivalenze dinamiche, e di non interferire sul
modo di ricezione. Se una chiesa
vuole usare o non usare Vimprimatur, includere od escludere i
deuterocanonici, non le possiamo
negare questo diritto. L'A.B.U.
offre alle chiese un testo, non altro! Per questo v’è un’edizione
con imprimatur che riguarda la,
maggioranza delle richieste in
Italia e un’edizione senza imprimatur e senza deuterocanonici
per quelle chiese e quegli individui che hanno fatto una scelta
diversa. Oggi è possibile avere
l’edizione piccola e tascabile senza imprimatur e senza deuterocanonici. E’ la scelta preferenziale di minoranza emersa dalle
nostre consultazioni. Avere questa possibilità anche per i formati medi e grandi, non fa problema; è semplicemente, per il
futuro, una questione di richiesta e di fondi.
L'A.B.U. ha dato il via alle
stampe tramite il Dr. Jean-Claude Margot, che è stato uno dei
nostri consulenti europei e che
ha seguito tutte le fasi del nostro lavoro. A quel momento
avevamo superato la prova che
l'A.B.U. esige dai suoi traduttori.
L’imprimatur cattolico viene in
un secondo momento. Se è vero
che ci presentiamo con due edizioni, non del testo biblico, ma
del volume, è anche vero che abbiamo servito le chiese secondo
le loro esigenze così come era
previsto nel 1968.
L’imprimatur è un segnale che
la gente cattolica, e forse nella
sua parte più secolarizzata, s’attende, ma il segnale ha anche un
altro messaggio: Non si torna
indietro. Lo si dice con una firma e un nome di massima garanzia. Molti evangelici ricordano i tempi in cui la gente diceva
che la loro Bibbia era falsa e
ancora conoscono il peso di essere costantemente identificati ai
Testimoni di Geova. L’imprimatur non permette queste confusioni e il perdurare di queste
difficoltà e lo fa con autorevolezza davanti alla nostra gente.
Davanti a Dio siamo tutti e sempre mendicanti. Renzo Bertalot
Quando un bianco varca il confine
(segue da pag. 1)
vita quotidiana; lotta di classe:
difesa dei privilegi da parte di
chi detiene il potere; lotta per
l'educazione: sempre rifiutata ai
neri per mantenerli in stato di
soggezione; lotta religiosa: ogni
distorsione del messaggio cristiano viene usata senza scrupoli ner
avallare le azioni repressive ».
I protagonisti della lotta sono;
— Gli studenti e la gioventù in
generale che stanno pagando i
prezzi più alti della crisi.
— I lavoratori organizzati che
difendono i diritti per tutto il
mondo del lavoro.
— Le organizzazioni civiche spontanee di opposizione che agiscono nei quartieri con consigli e comitati di lotta organizzati.
— Le organizzazioni delle donne
che rappresentano un settore
di lotta meno ufficiale ma indispensabile per il proseguimento della battaglia.
— La stampa locale: unico reale
strumento di informazione.
— Le organizzazioni politiche
(Movimenti di liberazione).
— Le chiese e organizzazioni religiose che gradualmente, ma
sempre di più, stanno prendendo posizione.
I problemi più caldi in questo
momento sono:
1) Il problema dell’educazione. In ogni scuola c’è un comitato che lotta per il diritto alTeducazione per tutti. Il ministro dell’educazione ha dichiarato che
per evitare disordini verranno
chiuse 455 scuole! Il numero di
giovani tra i 15 e i 24 anni in
carcere in attesa di processo è
altissimo.
2) La lotta politica contro le
proposte riformiste del governo.
Spaventato dalla crisi, il governo
cerca di ricorrere ad alcune concessioni, ma è ferma convinzione
degli organismi in lotta che ogni
proposta all’ interno dell’ apartheid sia inaccettabile.
3) La risposta alla campagna
ideologica fatta attraverso alcune chiese con appelli al dovere
del buon cristiano e la campagna
di calunnie fatta contro i Movimenti di liberazione con accuse
di comunismo, ateismo, terrorismo e delinquenza.
« E’ certo — ha aggiunto il pastore Naudé — che la crisi che
stiamo vivendo non è una delle
tante rivolte nate dall’esasperazione. Si tratta di una prima tappa di guerra civile che conoscerà
tempi lunghi, sofferenza, brutalità e morte ma da cui non si torna indietro. Il popolo nero sudafricano si è organizzato ed è
deciso a proseguire fino alla vittoria, i bianchi d’altra parte non
molleranno facilmente e ci vorrà
ancora del tempo prima che capiscano che questa volta la brutalità repressiva non spezzerà la
resistenza.
Il Consiglio delle Chiese starà
vicino a chi lotta per la giustizia
con ogni mezzo. E’ stato creato
un « fondo di emergenza » per i
funerali delle vittime della repressione, per l'assistenza legale
ai carcerati, per l'aiuto alle famiglie dei detenuti o dei morti,
per i rifugiati e per chi è costretto a vivere nella clandestinità. Il
lavoro di informazione interna è
un altro importante nostro compito (sapete più voi dalla vostra
televisione su auello che succede
nelle nostre città che noi stessi
attraverso i nostri canali ufficiali). Ogni aiuto nel settore dell’informazione dall'estero è fondatnentale e i canali delle chiese
possono far molto per questo ».
vano agire al di fuori delle leggi
di Dio. E' così nato uno studio di
alcuni passi della Bibbia (Torre
di Babele, Pentecoste, Paolo nell’Areopago...) che, colle distorsioni necessarie, ha fornito una
base teologica alla scelta della
separazione delle razze. E’ stata
la chiesa a chiedere allo stato le
leggi sull’apartheid ».
La violenza
L’apartheid
Interrogato specificatamente
sull’origine delTapartheid Naudé
ha dato una risposta che mi ha
colpito: « L’apartheid ha radici
teologiche. I calvinisti della Chiesa riformata olandese avevano bisogno di una giustificazione o
avallo teologico alla loro azione.
Per serietà e coerenza non potè
Presentazione
ufficiale a Roma
La posizione sulTuso della violenza è stata espressa da Naudé
in modo molto chiaro e incisivo:
« Il Consiglio delle Chiese respinge fermamente l’idea che la violenza sia la soluzione ai problemi del Sud Africa. Prendiamo atto però del fatto che la cristianità non ha mai elaborato né qui
né altrove una strategia di lotta
nonviolenta. Ci troviamo come
cristiani in un contesto di scontro che da sempre ha posto i suoi
fondamenti nella violenza. Dichiararci nonviolenti oggi non è
possibile e la posizione di neutralità non impedisce che noi ci
schieriamo di fatto con l’una o
l’altra violenza ».
Ho sentito una vicinanza fortissima con questi fratelli così
lontani, che vivono una situazione così diversa dalla nostra oggi.
In quella settimana densa e
ricchissima ho incontrato molte
persone indimenticabili; gli africani dello Zimbabwe impegnati
con slancio e speranza nel difficile processo di reale autonomia
del loro paese, così profondamente colonizzato da richiedere un
lungo e delicato lavoro di ricostruzione di identità; ho conosciuto un’eccezionale compagna e
sorella della Namibia, Norah, impegnata con uguale passione e
amore nella lotta di liberazione e
nella ricerca di testimonianza e
ho sentito lì a due passi il grande Sud Africa, colle sue colpe, la
sua nobiltà e il suo sconvolgente
dramma umano.
Toti Bouchard
La nuova traduzione interconfessionale della Bibbia in lingua
corrente è stata presentata al
pubblico domenica 29 settembre
a iRoma. Ospite della Chiesa episcopale americana (S. Paolo entro le mura) un folto pubblico
ha preso visione delle tappe salienti che in tredici anni di lavoro hanno prodotto quello che
oggi è un documento unico in
Itaha; la Bibbia tradotta da cattolici ed evangelici in una lingua
intesa per i lettori non abituati
al linguaggio ecclesiastico.
L’attore F. Giacobini ha offerto un toccante saggio di lettura
di brani dell’A.T. e del N.T.. Il
noto biblista cattolico E. Galbiati ha sorpreso persino i traduttori mentre evidenziava i pregi
della traduzione in questione sotto l’aspetto della linguistica, della tecnica delle equivalenze dinamiche e degli aiuti per il lettore.
La Bibbia è stata offerta simbolicamente ai carcerati e agli
emarginati e a questo scopo è
stata ritirata, fra gli altri, da
due suore di colore di suor Maria Teresa di Calcutta. La Bibbia
è stata offerta anche a vari altri
esponenti delTambiente ecclesiastico cattolico.
L’ambiente protestante era
praticamente assente, fatta eccezione per lo sparuto numero di
traduttori e congiunti, peraltro
mai invitati ad intervenire. Era
presente anche l’ufRciale dell’Esercito della Salvezza, M. Vinti, ma in funzione di interprete.
Non rm esponente delle chiese
evangeliche italiane ha avuto modo di portare il suo contributo,
non una realtà evangelica, casa
di riposo, ambiente giovanile o
altro è stato fatto oggetto del
dono della Bibbia. Eppure non è
da ora che gli evangelici hanno
scoperto il valore della Bibbia
per sé e per gli altri! E dire che
la manifestazione era organizzata e gestita dalTAlleanza Biblica
nella persona del suo direttore
per l'Italia, Dr. R. Bertalot. Certo, ha parlato il Dr. L. E. Holmgren, inglese, per TABU e S.
Bösch, svizzero, per la Società
biblica svizzera, ma degli evangelici italiani, ad eccezione della
nota storica della Dr.ssa M. La
Posta Bertalot, nessuno ha visto
o udito niente.
Questa costante ricorre puntualmente nei giorni seguenti.
Lunedì 30 settembre il gruppo
costituito per questi momenti di
presentazione ufficiale — organizzatori, responsabili di società bibliche, ospiti (undici cattolici e
due evangelici), traduttori accompagnati da un congiunto —
ha un incontro presso la sede
del Segretariato per l’unità dei
cristiani.
Lì, il Dr. Holmgren ripercorre
le tappe dal 1966 quando incontra il cardinale Bea e pongono i
principi guida per le traduzioni
interconfessionali della Bibbia;
mons. Mejia. in sostùuzione del
cardinale Willebrands, rifà la
storia della traduzione.
Il piatto forte del lunedi, comunque, è l’incontro col papa.
Dopo estenuanti ore di attesa, alleviate in parte da mons. Mejia
che si improvvisa cicerone, illustrando affreschi e arazzi della
sala delle udienze Clemente Vili,
arriva il papa e prende posto
sul trono con un’aria stanca e
quasi distratta. E’ sempre il Dr.
Holmgren che legge un indirizzo
di saluto inframmezzato di Your
Holiness (Sua Santità) a cui il
papa risponde leggendo un paio
di cartelle che un segretario
gli ha messo in mano.
Seguono l’offerta della Bibbia,
con copertina bianca, portata dal
piccolo Luca Bertalot, sorrisi di
circostanza, strette di mano e.
per i cattolici, baciamano, foto
di gruppo e via.
Nel pomeriggio, organizzatori,
ospiti, traduttori e congiunti incontrano la giunta della EGEI
per presentare la Bibbia a quello
che è stato considerato un ambito rappresentativo degli evangelici. L’incontro avviene nei locali sussidiari di Via Firenze 38.
Prendono la parola il cattolico
don C. Fiore e P. Fueter per
TABU. Il discorso in francese
non è tradotto e chi lo capisce
rimane poco entusiasta. Risponde
il presidente della FCEI, past. A.
Sbaffi, con un discorso che ha
dato l’impressione di prendere le
distanze dalla nuova traduzione
gelando così ogni sorriso sulle
labbra dei traduttori. L’atmosfera si intiepidisce un po’ quando
il past. G. Fuligno dichiara che
questa nuova Bibbia è proprio
quello che gli serviva per far
comprendere, sia dal pulpito che
negli studi biblici, il messaggio
della parola di Dio senza bisogno
di ricorrere a precisazioni aggiuntive che sono appannaggio
degli addetti ai lavori. Per il past.
Fuligno questa Bibbia risponde
alle esigenze pastorali nel lavoro esegetico ed ermeneutico di
sempre.
Il martedì, nella sede della
Conferenza episcopale italiana,
la Bibbia viene consegnata al
cardinale U. Poletti. I discorsi
sono tutti cattolici con la partecipazione del Dr. R. Bertalot.
Nella tarda mattinata viene tenuta una conferenza stampa
presso la libreria Ave in Via della Conciliazione. Giornalisti non
ve ne sono molti e ad eccezione
di uno delTANSA, gli altri sono
di testate minori.
Presiede mons. Abiondi, vescovo di Livorno, gestisce don C.
Ghidelli, parla don C. Bozzetti,
consulente-traduttore, e lo svizzero, consulente delTABU, Dr. J.
C. Margot. La conferenza, pensata per presentare gli aspetti tecnici della traduzione, alle domande dei giornalisti tende a trasferirsi sull’ecumenismo e sui suoi
arretramenti oltre che sul problema della Bibbia nella chiesa,
intendendo per chiesa quella cattolica, perché quelle evangeliche
erano come assenti. Ma qui la
discussione si fa strozzata, la
conferenza sta per trasformarsi
in un dibattito a più voci in cui
anche « il pubblico » prende la
parola. Viene decretata la fine
della conferenza per mancanza
di tempo.
Certo la nuova traduzione della Bibbia deve ancora essere affrontata, discussa e studiata in
altre sedi, nelle sedi del confronto comunitario dove i discorsi
non debbono essere né di circostanza, né di vertice. E’ lì che
si misura la capacità dell’evangelismo di far parlare la Bibbia,
di sottoporsi al suo giudizio per
un appello al ravvedimento e a
nuove scelte di vita. Se come
evangelici abbiamo perso Tappuntamento ufficiale, vediamo di
non perdere quelli fattivi e di essere i primi, dopo essere stati
gli ultimi. Salvo Rapisarda
Evangelici
in Abruzzo
Da martedì 8 ottobre 1985 con
frequenza settimanale per 10 appuntamenti, ore 14 seconda rete
RAI e ore 18,15 terza rete RAI
( replica nella rubrica « Abruzzo
insieme »): Le chiese evangeliche
in Abruzzo, La Riforma del XVI
secolo, Il sorgere e la vita delle chiese evangeliche battiste,
metodiste e valdesi: commenti
e interviste. A cura delle chiese
evangeliche abruzzesi. Un appuntamento da non perdere.
4
4 vita delle chiese
Il ottobre 1985
UNA GIORNATA DI FESTA
Nel mondo dei valdesi tedeschi
Calendario
Dornholzhausen è una piccola
ordinata cittadina tedesca (in
procinto di festeggiare il suo terzo secolo di vita) da qualche anno ormai incorporata nel più
grosso comune di Bad Homburg,
venti minuti di treno a nord di
Francoforte. Quando però nuove
famiglie si trasferiscono ad abitare in quel sobborgo, e vanno
ad iscriversi alla locale chiesetta
protestante, vengono a conoscenza di una storia e di un mondo
particolare, probabilmente a loro ancora ignoto, ma al quale si
affezionano presto fino a diventarne loro stessi protagonisti attivi e convinti. Quella chiesetta
infatti, se pur tedesca, è una
chiesa valdese come pure la cittadina, fondata nel 1699 da circa
200 valdesi profughi da Pragelato, nella Val Chisone.
A volte sfugge a noi italiani
la reale entità e l’importanza di
questo mondo valdese-tedesco,
eppure di paeselli e cittadine
come Doriiholzhausen fondati
dai valdesi in Germania sul finire del 1600, se ne possono contare ben altri 19, un numero addirittura maggiore di quello dei
paesi e cittadine delle Valli Vaidesi. I nostri fratelli valdesi- tedeschi, dei quali oggi almeno l’80
per cento lo sono di loro volontaria adozione, hanno una coscienza molto viva della loro identità
e della loro storia, come pure
un profondo sentimento ed affetto per noi protestanti italiani, con i quali si sentono parenti
particolarmente stretti. Da 49 anni i membri delle chiese di queste 20 cittadine hanno fondato
la Deutsch-Waldenser Vereinigung (Unione dei valdesi-tedeschi) che accanto ai suoi scopi
prioritari (1" - collegamento fra
le loro 20 Comunità; 2° - relazioni
con i valdesi italiani; 3° - cura
della storia e dei centri storici
e musei valdesi in Germania),
organizza anche una giornata
annuale di festoso incontro tra
i valdesi della Germania. Quest’anno ha avuto luogo qui, oggi,
a Dornholzhausen.
Ospiti dall’Italia sono stati i
pastori Bruno Rostagno e Giuseppe Platone che, per via dell’alto numero dei partecipanti,
hanno presieduto a due culti paralleli, nella chiesa e nella casa
comunitaria. Dopo il pranzo in
comrme nei locali dell’ex-municipio, sono stati rivolti all’assemblea i saluti da parte del pastore
Achenbach della Comunità ospitante, da parte del Sindaco di
Bad Homburg che ha intrattenuto gli ospiti con una breve rievocazione storica dell’arrivo e dell’insediamento dei profughi vaidesi nelle loro terre, da parte
del past. Ebert, presidente della
Deutsch-Waldenser Vereinigung
e del pastore Mordant, ospite
dal Luberon. Ha preso poi la parola il pastore Bergner in rappresentanza della Landskirche
dell’Hessen-Nassau, sottolineando da un lato la vitalità di fede
propria della Chiesa valdese e
dall’altro l’importante contributo dei valdesi presso la chiesa
regionale di cui fanno parte, nel
movimento di ’’laicizzazione” della Chiesa stessa. Abbiamo poi
avuto gli affettuosi saluti del pastore Diisse, presidente dell’Unione degli Ugonotti tedeschi, il
quale ha significativamente ricordato come « essere Riformati
non è un orgoglio ma un incarico; saper portare cioè l’esempio
di quanto una chiesa riformata
sia sempre e continuamente da
riformare nella dinamica della
fede e dell’impegno nel mondo ».
Il pastore Rostagno nei suoi saluti ha informato l’assemblea di
come in Italia si sia sviluppato
un interesse storico per i valdesi
del tutto parallelo a quello registrabile qui in Germania e che
ha già portato migliaia di visitatori tedeschi nelle sale del Museo valdese di Schonenberg (una
delle 20 cittadine valdesi), e come da parte nostra si cerchi di
rispondere a questo interesse
non con l’esaltazione folkloristica del nostro piccolo mondo, ma
con l’annunzio deH’Evangelo, la
’’voce” della Chiesa accanto a
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Festa del raccolto
LL’SERNA SAN GIOVANNI
— Sabato 12 c.m. con inizio alle ore 14.30, nella Sala Albarin,
avrà luogo la tradizionale Festa
del Raccolto con esposizionevendita di prodotti dell’agricoltura e pane casereccio con servizio di buffet e dolci.
Venite ed acquistate molti
prodotti! Ma soprattutto venite
per poterci incontrare e conoscerci meglio nella gioia della
comunione fraterna.
La sera, alle ore 19.45, ci sarà
una « marenda sinoira » molto
semplice ma altrettanto simpatica. Chi desidera intervenire è
pregato di prenotarsi al più presto presso il negozio di alimentari Malan-Chauvie ai Bellonatti o presso l’edicola MalanotMeynet agli Airali, versando la
quota di lire 8.(X)0. Nel corso della serata un relatore parlerà su
alcuni aspetti della vita agricola.
Anche il culto del mattino sarà particolarmente dedicato al
tema della riconoscenza e del
ringraziamento.
• Durante il culto di domenica scorsa la comunità ha dato
il benvenuto ai candidati al Ministero Susanne Labsch e Vito
Gardiol inviati dalla Tavola quali coadiutori nel lavoro pastorale delle chiese di S. Giovanni
e Angrogna.
Li ringraziamo per la collaborazione che essi daranno e
chiediamo al Signore di benedirli in questo loro ministero.
Ringraziamento
PRAMOLLO — Ringraziamo
di cuore il fratello Gianni Long
che ha presieduto il culto di domenica 8 settembre.
• Lunedi 23 settembre ha avuto luogo il funerale di Silvio
Long, dei Ciotti, deceduto alla
età di 70 anni presso l’ospedale
di Pomaretto, dove era stato
ricoverato da pochi giorni.
Alla sorella ed a tutti i familiari esprimiamo le condoglian
ze e la solidarietà cristiana di
tutta la comunità.
Dall’estate
rorenga
RORA’ — Nel corso dell’estate hanno predicato la studentessa in teologia Silvia Rutigliano, il prof. Jean Gönnet ed il pastore Gustavo Bouchard, che
ringraziamo. Il 15 settembre abbiamo avuto la gradita visita di
due sorelle del Comitato europeo dell’A.R.M., che si riuniva in
Torre in quei giorni, la portoghese sig.ra Rodriguez, e la svizzera sig.ra Reber, che ci hanno
parlato della situazione della
chiesa rispettivamente in Portogallo, e in Kenya, dove la signora Reber ha a lungo lavorato. Nella stessa occasione abbiamo ascoltato anche un messaggio di Raffi Semerdjan, libanese
armeno, proveniente da un campo svoltosi ad Adelfia sul problema del nord e del sud, in Italia e nel mondo.
• L’Assemblea di Chiesa è
convocata per domenica 27 ottobre, nel contesto del culto
domenicale, alle ore 10.30. All’ordine del giorno un primo
esame del lavoro svolto dal Sinodo 1985, le indicazioni date
dal Sinodo alle chiese, e un preventivo programmatico per l’anno ecclesiastico appena iniziato,
sia dal punto di vista economico che da quello delle attività
che si intendono svolgere.
Appuntamenti
VILLAR PEROSA — L’Assemblea di Chiesa avrà luogo
domenica 13 ottobre alle 10 nel
tempio. Paolo Ferrerò farà una
relazione sul Sinodo, seguita da
discussione sul programma dell’anno. H 6.10 ha avuto luogo il
culto di apertura della scuola
domenicale e del catechismo.
Tre culti nel periodo estivo sono stati presieduti da Luigi Mar
chetti. Teofilo Pons e Luciano
Deodato.
• In agosto è stato celebrato
il funerale di Igino Giustet.
• In settembre sono stati battezzati; Cristina di Luciano Tonghini e Silvana Peyronel; Diego
di Livio Barus e Cinzia Pascal;
Simone di Osvaldo Pascal e Gina Comba.
• Si sono sposati; Luciano
Bounous e Antonella Nonnls;
Daniele Serre e Patrizia Viol.
• Venerdì 11 alle 20.30 riprenderà la corale.
• Riunioni quartierali: 15 ottobre; Chenevières; 16 ottobre;
Tupini; 23 ottobre; Dubbione;
24 ottobre; Vivian.
Tutte le riunioni avranno inizio alle ore 20.30.
Lavori
al Bagnóou
ANGROGNA — Il tempo
di queste ultime settimane, se
non ha favorito la campagna, ha
comunque favorito l’andamento
dei lavori al « Bagnóou ; maison
d’ia pas » dove, a 1.500 metri di
altitudine, non si è perso un
giorno (salvo la domenica) per
andare avanti nella costruzione.
Mentre stiamo scrivendo la ditta Peyronel d’Angrogna sta mettendo in posa le ultime lose di
copertura alla casa distrutta dal
bombardamento tedesco nell’inverno del ’44, ormai compietamente rifatta, e che verrà inaugurata, Dio volendo, la prossima estate.
Assemblea di chiesa
PRALI — Domenica 13 ottobre è convocata l’Assemblea di
Chiesa, a partire dalle ore 10.
All’o.d.g. le relazioni dei deputati alla Conferenza Distrettuale e al Sinodo, e informazioni
sulla scuola di Ribba e sulla ristrutturazione della Scuola di
Villa.
• La nostra fraternità va ai
familiari di Silvio Rostan, deceduto improvvisamente ; i funerali hanno avuto luogo martedì
T ottobre a Pomaretto.
quelle che sono le sue ’’mani”; le
sue opere diaconali. Infine il pastore Platone ha condotto tutti i
partecipanti in un piacevole viaggio visivo in America, tra i vaidesi degli Stati Uniti, attraverso
la proiezione di una serie di diapositive sul tema.
NeH’assemblea, tra la gente,
oltre ad alcune signore vestite
in costume valdese, si possono
notare con meraviglia qua e là
volti che presentano tratti straordinariamente simili a quelli,
ritratti da Guido Odin, della gente delle nostre Valli, ma molto
più numerosi sono i volti ed i
lineamenti decisamente tedeschi.
Tra questi ho raccolto le impressioni di una giovane studentessa
tedesca, entrata da qualche anno
in una Comunità valdese. La sua
scelta è determinata dal fatto
che ha trovato i valdesi credenti
vivi ed impegnati, i gruppi giovanili particolarmente attivi e
preparati. Le è piaciuta molto la
predicazione al mattino di Giuseppe Platone alla quale ha assistito; è convinta che il detto
biblico debba essere vissuto nel
mondo, anche politicamente. « Una comunità deve saper esprimere delle scelte »; le piacciono i
valdesi perché « si pongono nella chiesa tedesca sempre e senza esitazioni su questa linea ».
Ed in effetti si può registrare
una viva coscienza sociale tra i
valdesi in Germania. A questo
proposito due anni fa, per esempio, proprio uno di questi 20 paesini valdesi, Walldorf (poco a
sud di Francoforte) è diventato
famoso in tutta la Germania per
la sua eroica opposizione alla costruzione della famigerata ’StartBahn West 18’, un’ennesima pista
di decollo dell’aeroporto di
Prancoforte, che avrebbe comportato il massacro di rigogliosi ettari di foresta. Gli abitanti
di Walldorf hanno raccolto decine di migliaia di firme e sono
scesi per mesi in piazza sopportando le numerose cariche della
polizia per scongiurare l’enorme
colata di cemento e asfalto sulla
foresta, e proprio la Chiesa valdese della cittadina, aiutata dall’attiva solidarietà dei Verdi tedeschi, è stata il centro di quella protesta,
Alberto Romussi
Domenica 13 ottobre
□ SAE PIEMONTE
TORINO — Alle ore 9.30 si tiene
presso il Seminarlo Maggiore (viale
Thovez 45 - autobus 52 dalla staziona
di Porta Nuova) una riunione sulla traduzione interconfessionale della Bibbia. Meditazione di padre Corrado Trabucchi. Comunicazioni dei pastori Enrico Paschetto e Daniele Garrone. Liturgia ecumenica a cura dei giovani
del SAE. L'incontro ha termine alle
ore 18.
□ FORUM TEOLOGICO
VILLAR PELLICE — La prima riunione
del secondo anno di attività avrà luogo
al Castagneto con inizio alle ore 14.30.
Come deciso nell'ultima riunione di
giugno, il tema di quest'anno sarà;
La risurrezione.
Il punto centrale del messaggio cristiano è oggi spesso inteso come una
delle possibili risposte al problema
della morte. Come si può parlare oggi
di risurrezione?
□ BAZAR
PRO ASILO DEI VECCHI
SAN GERMANO — Con inizio alle
ore 14.30, avrà luogo presso la Sala
Valdese l'annuale Bazar deH'Asilo. Tutti
sono cordialmente invitati a partecipare e mostrare così la loro solidarietà nei confronti di questo istituto.
______Sabato 19 ottobre
□ CONVEGNO MONITORI
I CIRCUITO
TORRE PELLICE — Presso la Casa
Unionista di Torre Pellice alle ore
16.30 sono convocati i monitori del 1
circuito. Dopo una introduzione alla
teologia di Marco (past. G. Tourn) verranno discussi problemi organizzativi.
Domenica 20 ottobre
□ INCONTRO UNIONI
FEMMINILI
SUL SUD AFRICA
PINEROLO — Presso la Chiesa Val
dese, alle ore 14.30, Febe Rossi Cavazzuti parlerà alle sorelle delle Unioni
Femminili sulla situazione del Sud
Africa.
Per il servizio pullman rivolgersi; Val
Pellice ad Adriana Beflion, tei. 900271,
Val Germanasca a Viola Rostan, tei.
81610.
UNA SIMPATICA TRADIZIONE
Coi valdesi di Walldorf
Puntualissimi, come già avviene dal lontano 1953 che segnò
la ripresa di fraterni contatti
fra Torre Pellice e le Valli e la
comunità dei discendenti valdesi della oggigiorno fiorente cittadina di Walldorf, li abbiamo avuti fra di noi, questi cari fratelli, dal 24 al 28 settembre,
guidati dai sigg. pastore Werner Schneider e dr. K. Hein
Kubb. Dunque è stata una autentica gioia rivedere dei fratelli che da anni ritornano alle
Valli, mai assenti, dal ’53, come
i sigg. Franz ed Adelheid Zilg.
In tutte le visite a opere ed istituti, al Museo di Torre come a
Frali, Rodoretto, Bobbio, Angrogna ecc. infaticabile come interprete la signora Cristina Cerìcola.
La comunità di Torre, con un
folto gruppo di fratelli di Luserna S. Giovanni, ha riservato
una serata nel Salone della Foresteria auspice il « Comitato
ricevimenti » sempre impegnato.
Un ricco buffet, messaggi da
ambo le parti e a nome della
Ginevra italiana un cordiale benvenuto da parte del Sindaco
M. Armand Hugon. I giovanis
simi del Coretto hanno allietato rincontro.
Ad arricchire il soggiorno si
è a'vuta una visita nell’Albese.
Il venerdì pomeriggio una prima visita alla fattoria Veglio,
guidati dal dinamico Gobello;
indi al Castello di Grinzane, sede dell’Enoteca Regionale. Un
paesaggio meraviglioso. Vengono fornite tutta una serie di notizie storiche sulle vicende di
Grinzane e dei Conti di Cavour
dalla guida locale. Poi una cena
seniora al Ristorante Albese. Un
felice rientro a Torre ma sino
a tarda ora si fraternizza con
messaggi e canti nel Salone dell’Hòtel du Pare.
Ancora una volta sono stati
rinsaldati i fraterni vincoli fra
noi delle Valli ed i fratelli di
Walldorf: i Coutandin, Pons,
Tron ecc. Sono passati 32 anni
dal primo incontro che ben tosto fu foriero di tutta una serie
di nuovi incontri, di scambi di
visite e non per la sola comunità di Torre Pellice ma per
molte altre comunità delle Valli
e di vari Istituti. Grazie, amici
di Walldorf.
d. a.
5
11 ottobre 1985
vita delle chiese 5
VERSO L’ASSEMBLEA DELLA FEDERAZIONE
Giustizia di Dio:
promessa e sfida
'< Giustizia di Dio: promessa e
^ùda » è il tema generale della
prossima Assemblea della Federazione delle Chiese Evangeliche
ir. Italia che si terrà dal 31 ottobre al 3 novembre prossimi presso il Centro diaconale « La noia » di Palermo.
1 130 delegati in rappresentanza dell’Esercito della Salvezza, delle Chiese Cristiane Libere,
ci Ila Chiesa Apostolica, della
Comunità ecumenica di Ispra
V arese, delle Chiese Luterane in
Italia, delle Chiese Valdesi, dell’Opera delle Chiese Evangeliche
Metodiste in Italia, deH’Unione
delle Chiese Evangeliche Battisle in Italia e gli oltre 50 invitati di altre chiese evangeliche
italiane, delle Federazioni delle
e Illese protestanti europee e di
\ ari organismi ecumenici dibatteranno per tre giorni un tema
impegnativo centrale nell’azione
delle chiese evangeliche.
Dopo l’approvazione dell’Intesa con le chiese rappresentate
vìalla Tavola Valdese e Tinizio
di trattative con altre chiese
evangeliche, la presentazione di
alcuni disegni di legge per il superamento della legge sui « culti ammessi », si è aperto in Italia un processo legislativo di riconoscimento della piena libertà degli evangelici in materia di
organizzazione religiosa che l’Assemblea dovrà valutare. Osserva
a questo proposito il rapporto
del Consiglio della Fcei:
« Una novità di rilievo è data
dal mutato sistema di rapporti
chiesa-stato. Quali che siano le
fondate riserve che le nostre
chiese nutrono sui contenuti del
« nuovo » Concordato, non si può
negare che ci troviamo di fronte a una situazione nuova: il
contenuto pluralistico della Costituzione ha finalmente avuto
un principio di attuazione, e
Timmenso potere di cui gode la
chiesa cattolica non è più formalmente agganciato al sistema
statale, ma si trova situato nel
bel mezzo della società, sia pure
in condizioni di netto privilegio.
La verifica di massa dell’incidenza della chiesa è così facilitata,
e si aprono spazi per l’intervento di tutte le chiese: queste nuove prospettive sono percepibili
anche a livello di immagine pub
blica, di inviti e di rappresentanze.
La società italiana sembra
dunque avviarsi a una fase di
modernizzazione che sembra
imboccare una ’terza via’ tra
confessionalismo e laicizzazione:
le chiese vengono riconosciute
de facto (e spesso de jure) come ’focolari morali’ della maggioranza dei cittadini, come riserva di volontariato, come radicate forze culturali, e perfino
come indiretta fonte di legittimazione dello stesso contratto
sociale democratico. Questa nuova via, certo altamente problematica, pone delicati problemi
alle coscienze delle nostre chiese, ma apre anche spazi d’intervento significativi e interessanti ».
Democrazia e violenza
Il problema della giustizia e
della tensione tra giustizia di
Dio e testimonianza concreta dei
credenti nella situazione italiana, che ha costituito da sempre
una preoccupazione dell’azione
sociale delle chiese evangeliche,
è un altro nodo sul quale si interrogheranno i delegati a Palermo. Infatti la società italiana in
questi ultimi anni ha visto il
consolidamento della economia
che però si è tradotto sul piano sociale in un « incremento della disoccupazione, specie giovanile e femminile » e
« nella crescita di nuove marginalità e povertà ». Qsserva il
Consiglio: « E’ aumentata la
segmentazione sociale ed il divario tra chi ha e chi non ha.
Qggi il 10% delle famiglie possiede il 55% della ricchezza nazionale, il 10% della popolazione è in condizione di povertà e
il 20% vive in condizioni di forte disagio economico. In tale
quadro alcuni mali storici del
nostro paese rischiano di aggravarsi. La nuova segmentazione
sociale porta alla ricerca di soluzioni autonome, individuali o
di gruppo, ai propri problemi,
alTabbandono di criteri etici di
responsabilità collettiva e di solidarietà sociale. Si è così abbassata la soglia dell’illecito ed affermato uno spregiudicato affarismo talvolta intrecciato col po
tere politico, sono cresciuti i fenomeni malavitosi e di violenza ».
Ed è appunto a questi fenomeni, analizzati nel caso concreto della realtà siciliana, che
è dedicato un momento importante dell’Assemblea. Sul tema
« Democrazia e violenza: problemi e speranze nella Sicilia di oggi » è infatti organizzata la tavola rotonda aperta al pubblico
che vedrà la partecipazione del
Sindaco di Palermo Qrlando,
dei proff. Giarrizzo e Barcellona e del giornalista Fava. In queste contraddizioni le chiese evangeliche italiane sono chiamate a
proclamare la buona notizia deli’Evangelo che dà il senso alle
nostre vite sia individuali che
collettive.
Gli strumenti della Fcei, i servizi, sono adeguati ad aiutare
le chiese e i singoli ad assolvere
questo compito? E’ l’aspetto di
« ordinaria amministrazione »
della Assemblea.
Verranno analizzati i vari servizi, da quello Stampa-RadioTelevisione a quello Migranti
che è confrontato col problema
delToltre un milione di clandestini in Italia, dal Servizio Istruzione ed Educazione, al Servizio
di Azione Sociale il cui intervento nell’area terremotata del mezzogiorno dà alcune indicazioni
alle chiese per la loro azione sociale, dal Servizio studi (che andrà ristrutturato) aU’amministrazione i cui compiti di relazioni intemazionali si sono moltiplicati. Per tutti l’Assemblea
dovrà dare indicazioni chiare su
come procedere.
L’Assemblea che si riunirà a
Palermo avrà di fronte una Federazione in buona salute anche
se i problemi e le incertezze,
specie finanziarie, per il futuro
non mancano.
In questo quadro di possibilità aperte va letto il motto dell’Assemblea tratto dalla lettera
alla Chiesa di Filadelfia del libro dell’Apocalisse (3: 8): « Ecco, io ti ho posta dinanzi una
porta aperta, che nessuno può
chiudere, perché, pur avendo
poca forza, hai serbata la mia
parola e non hai rinnegato il
mio nome ».
Giorgio Gardiol
CORRISPONDENZE
Una presenza nel quartiere
TORINO — La « barriera di
Milano », sobborgo popolare di
Torino, organizza ogni anno una
manifestazione pubblica con attività di natura folkloristica,
culturale, ricreativa e commerciale. Quest’anno anche la chiesa
valdese (presente in zona con la
sala di via Nomaglio) è entrata
nel programma con un banco libri Claudiana e un concerto della Corale in una chiesa cattolica. Il programma di canti (una
rapida presentazione dell’anno
liturgico dall’Avvento a Pentecoste con melodie provenienti da
diversi periodi innologici, dal Medio Evo al revival, e una seconda parte con canti popolari e
con riferimento storico) presentato con brevi e puntuali introduzioni, è stata una positiva occasione per sottolineare e qualificare la nostra presenza e la
nostra testimonianza. Un plauso
alla Corale che sotto la guida
del nuovo direttore Paolo Calzi
ha saputo preparare il concerto in una settimana, attingendo
al patrimonio esistente, ma integrando anche parecchi nuovi
elementi che hanno numericamente allargato il gruppo e sottolineato il suo carattere ecumenico e internazionale con fratelli provenienti dalla Chiesa Battista, dalla Chiesa evangelica dì
Lingua Inglese e dall’Esercito
della Salvezza.
RIMINI — Domenica 13 ottobre ore 10 in un culto di Santa
Cena presieduto dal sovrintendente delTVIII circuito Dr. Da^
nilo Venturi avrà luogo l’insediamento del past. Iginio Carera.
BERGAMO — Domenica 20 ottobre alle ore 15 avrà luogo la
inaugurazione della Casa di riposo di Gorle via Arno 14.
DALLA CIRCOLARE DELLA TAVOLA
Liberamente
creativi e fedeli
fino alia morte
Indirizzata a poco meno di un migliaio di responsabili delle
chiese valdesi e metodiste inseriti in un ministero a pieno tempo
o svolto nel tempo libero, parte in questi giorni la prima circolare
della Tavola valdese per l’anno 1985-86. In essa il moderatore Giorgio Bouchard, aprendola con la citazione del versetto « Sii fedele
fino alla morte, e ti darò la corona della vita» (Ap. 2: 10) rivolge una domanda:
GENOVA — Venerdì 25 otto
bre in via Assarotti 21 alle ore
18 il pastore Giorgio Toum terrà una conferenza su « La Bibbia nella tradizione valdese »
(nel 450“ anniversario della Bibbia di Qlivetano).
Domenica 27 ottobre nel tempio di via Assarotti alle ore 16.30
la Corale Evangelica di Torino,
diretta dal prof. Eugenio Tron,
terrà un concerto dalTOrgeibuchlein di J.S. Bach.
LA SPEZIA — Domenica 27
ottobre alle ore 11 nel corso del
culto presieduto dal past. Carlo
Gay sarà insediato il past. Eugenio Stretti.
PESCARA — Domenica 17 novembre. a partire dalle 10.30,
nei locali della Chiesa metodista,
via Aterno 27, avrà luogo l’Assemblea del XII circuito Abruzzo-Molise. All’ordine del giorno
notizie dal Sinodo, evangelizzazione, programmi RAI sugli evangelici -in Abruzzo, elezioni.
Quante volte nella nostra vita
abbiamo posato lo sguardo su
questo versetto, stampato sul
fondo dell’aula sinodale? Migliaia
di volte certamente, tanto da farne una sorta di motto, una esortazione alla nostra costanza, alla
nostra capacità di resistenza nella storia; c’è voluto il centenario
di Paschetto per ricordarci che’
questa è una parola del Cristo
delTApocalisse: non una esortazione sapienziale, non la pretesa
di una sorta di giuramento, ma
ima delle parole con cui il Signore guida, conforta e sorregge la
sua chiesa in mezzo alle insidie
della storia e nella nresenza dello Spirito.
Possa questa Parola essere di
conforto anche per noi come per
la chiesa di Smirne, nella stagione interessante e insidiosa che
stiamo vivendo. Qccasioni e tentazioni si frammischiano nella
vita che ci circonda, senza che ci
sia dato preventivamente di stabilire la differenza tra le une e le
altre: solo una paziente ricerca,
un umile ascolto, un aperto dialogo fraterno ci permetteranno
di aprirci ima via in mezzo alle
molte novità, senza rinchiuderci
in un ghetto, ma anche senza
conformarci al presente secolo.
Mentre noi ricominciamo le nostre attività, i protestanti francesi celebrano con intelligenza e dignità il 3“ centenario della Revoca delTEditto di Nantes, cioè
del più grosso (e vano) tentativo
di cancellare la testimonianza
evangelica dalla vita di una delle
più significative nazioni d’Europa; Tanno prossimo toccherà a
noi ricordare l’analogo tentativo
compiuto a danno dei valdesi,
poi nel 1987 l’esilio, e nel 1989 il
« glorioso rimpatrio ». Quegli avvenimenti tragici e vittoriosi
hanno collocato il protestantesimo italiano nel bel mezzo della
storia europea, proprio quando
nasceva (da evangelici!) tanta parte della cultura politica, scientifica e filosofica del mondo moderno: oggi il momento è favorevole
per sottolineare le radici protestanti della tolleranza, dello spirito democratico, della distinzione tra chiesa e stato e di tante
altre cose.
Riusciremo a farlo senza rinnegare la nostra primogenitura,
ma anche senza ricercare nel nostro patrimonio storico una legittimazione che ci viene dalla
sola Parola di Dio e dalla vocazione che ne discende? Riusciremo ad essere liberamente creativi in mezzo alle novità del.'a storia, e insieme « fedeli fino alla
morte » sulla base delTEvangelo?
Non lo possiamo sapere, perché
ad ogni esperimento di testimonianza cristiana, è connaturato
il rischio dell’infedeltà, dell’errore, anche del fallimento spirituale. Ma possiamo sicuramente contare sul fatto che non ci mancherà l’assistenza e la guida del Signore, il quale ha già pronta nella sua mano la corona della vita:
per noi.
L’ospedale di Torre
La circolare prosegue riportando e commentando alcuni atti sinodali. Primo fra questi quello che chiede « una più diretta
e fraterna solidarietà contribu
tiva » a favore del progetto del
nuovo ospedale di Torre Pellice.
Dopo aver menzionato il « progetto San Salvo » che due anni
fa incontrò la positiva risposta
delle chiese, il moderatore scrive:
« La CIQV è a vostra disposizione per ogni necessaria informazione, per l’invio di materiale illustrativo, per visite e colloqui: si tratta di verificare la nostra capacità di impegno in un
settore delicato e decisivo della
nostra testimonianza “civile” e
anche della nostra solidarietà
fraterna.
Del resto c’è già chi ha pagato di persona per questa impresa: operatori brillanti e affermati hanno lasciato dei posti remunerativi e gratificanti
per rilanciare questo nostro
ospedale. Si tratta ora di non
lasciarli soli, con quel distacco
corretto e un po’ freddo che talvolta ci caratterizza, ma di sostenerli con solidarietà e anche
con fattiva speranza ».
Finanze
« Tallone d’Achille » sono chiamate le finanze della Tavola,
sempre troppo esigue per i compiti che pure la chiesa assegna
all’amministrazione. Non che la
Tavola non riceva offerte, avverte la circolare, ma l’enorme maggioranza di questi doni sono
condizionati, per una casa di riposo, per un centro di cultura...
Commentando l’atto sinodale
che invita le chiese a rivedere
i loro impegni per l’anno in corso, il moderatore definisce "inquietante” l’attuale situaziorie finanziaria e scrive:
« La Tavola raccomanda dunque vivamente questo problema
all’attenzione di tutti i concistori, consigli di chiesa, e dei singoli fratelli.
E’ in preparazione, su richiesta sinodale, un’apposita documentazione che permetterà alle
chiese di esaminare la questione finanziaria nel suo complesso, in vista di una soluzione positiva che non dubitiamo sia alla portata delle nostre forze, così come essa è sicuramente all’altezza della nostra fede ».
Due problemi
da dibattere
A commento di due atti del
Sinodo che incaricano le chiesedi studiare due problemi importanti, la Tavola annuncia il prossimo invio della necessaria documentazione. Si tratta del problema del regime fiscale che verrà applicato alla Chiesa cattolica dal 1989.
« Dobbiamo accettare questa
offerta come una preziosa occasione che ci è offerta di inserirci dinamicamente nel processo
di modernizzazione della democrazia italiana, o dobbiamo respingerla come pericolosa tentazione di conformismo? ».
L’altro tema di studio indicato dal Sinodo è la diaconia e le
Sue nuove prospettive. Si tratterà di studiare il documento della CIOV « l’evangelicità degli Ospedàlf valdesi » e altri studi che
verranno forniti alle chiese.
6
6 obiettivo aperto
Il ottobre 1985
UNA SFIDA
PER LE CHIESE
DEL SUD AFRICA
Dopo una breve introduzione in cui si afferma che il tempo dell’attuale crisi del Sud Africa è un « kairos » (Luca 19: 44), un momento favorevole in cui Dio chiama gli uomini ad un’azione decisiva,
il documento del Consiglio delle Chiese del Sud Africa sottopone ad
una serrata critica i luoghi teologici che ricorrono nel discorso degli
uomini dello Stato e della Chiesa.
La «teologia dello Stato» si serve di passi come Rom. 13 (soggezione alle autorità) o di concetti come « legge e ordine » per sostenere il regime dell’apartheid. A questa « teologia dello Stato » il
documento contrappone il dovere di resistere alla « bestia che sale
dal mare » (Ap. 13) e di ubbidire a Dio anziché agli uomini (Atti 5: 29).
Il dio di cui parla la « teologia di Stato » è il contrario del Dio che
« trae giù dai troni i potenti e innalza gli umili» (Luca 1: 52).
La « teologia della Chiesa » in un modo limitato e molto prudente avanza delle riserve sull’apartheid; i suoi punti fermi sono
comunque la riconciliazione, la giustizia, e la nonviolenza. Ma Dio
riconcilia forse il male col bene? E’ possibile una vera riconciliazione senza giustizia e senza ravvedimento? La giustizia di cui parla
la « teologia della Chiesa » è la giustizia della riforma che si aspetta
dall'alto, che è richiesta con appelli rivolti sempre ai bianchi. Perché non si rivolge mai questo appello agli oppressi? Solo dal basso
può venire una vera giustizia, non dalle riforme introdotte dai Faraoni
di questo mondo. Nel campo della violenza è violenza tutto ciò
che viene dalle township nere, nulla di ciò che viene dall’abuso del
potere dello Stato. Ma nella Bibbia le cose sono chiamate con chiarezza: la violenza è la caratteristica degli oppressori e la Bibbia
non proibisce l’autodifesa bensì la vendetta. La « teologia della
Chiesa », conclude il documento, porta molti cristiani e leaders
ecclesiastici ad uno stato che è vicino alla paralisi.
Verso una teologia
profetica
L’attuale «momento della verità» (Kairos) esige dai cristiani una risposta biblica spirituale, pastorale e soprattutto profetica. In queste circostanze non
è sufficiente ripetere generici
principi cristiani. Abbiamo bisogno di ima risposta ardita e
incisiva, una risposta profetica
perché parli alle circostanze
particolari di questa crisi, una
risposta che non dia l’impressione di sedersi sulla linea di
divisione ma che prenda posizione in modo chiaro e senza
ambiguità.
Analisi sociale
Il primo compito di una teologia profetica per il nostro
tempo consiste in un tentativo
di analisi sociale o di ciò che
Gesù chiamerebbe « capire quel
che accade in questo tempo
(Kairos)» (Luca 12: 56). (...)
Sarebbe molto sbagliato vedere l’attuale conflitto semplicemente come una guerra razziale. Esiste certo una componente razzista ma non abbiamo
di fronte due razze o nazioni
equivalenti, ciascuna con i propri egoistici interessi di gruppo. La situazione di cui qui ci
stiamo occupando è una situazione di oppressione. Il conflitto si svolge tra un oppressore
e un oppresso. Il conflitto si
svolge tra duo cause irriconciliabili di cui l’una è giusta e l’altra ingiusta.
Da una parte abbiamo gli interessi di coloro che beneficiano dell’attuale stato delle cose
e che sono decisi a mantenerlo
ad ogni costo, anche a costo di
milioni di vite umane. E’ nel lo
ro interesse introdurre una serie di riforme in modo da garantire che il sistema non sia
radicalmente cambiato e che essi possano così continuare a beneficiare di esso così come hanno fatto nel passato. Essi beneficiano del sistema perché esso
li favorisce e consente loro di
accumulare grandi quantità di
ricchezza e di mantenere un livello di vita eccezionalmente alto. Ed essi vogliono essere sicuri che questo sistema continui a funzionare anche se qualche adattamento si rende necessario.
Dall’altra parte abbiamo coloro che non beneficiano in alcun modo del sistema quale è
ora. Essi sono trattati come
semplici unità di lavoro, ricevono salari da fame, sono separati dalle loro famiglie dal sistema del lavoro migrante, sono
spostati di qui e di là come bestiame e scaricati nelle riserve
a morir di fame; e tutto questo per il beneficio di una minoranza privilegiata. Non hanno
voce in capitolo nel sistema e
ci si aspetta che siano riconoscenti per le concessioni che sono offerte loro come briciole.
Non è nel loro interesse che
que.'sto sistema continui sia pure in qualche forma « riformata » o « rivista ». Non sono più
disposti ad essere schiacciati,
oppressi e sfruttati. Essi sono
decisi a cambiare radicalmente
il sistema in modo che non favorisca solo pochi privilegiati. E
sono decisi a farlo anche a costo
della loro vita stessa. Ciò che
vogliono è giustizia per tutti.
Questa è la nostra situazione
di guerra civile e rivoluzione :
una parte è impegnata a man
tenere il sistema ad ogni costo
e l’altra parte è impegnata a
cambiarlo ad ogni costo. Nessun
compromesso è possibile tra
questi due progetti opposti. O
c’è giustizia piena e uguale per
tutti o non c’è giustizia.
La Bibbia ha molto da dire
a proposito di questo tipo di
conflitto, di un mondo diviso in
oppressori e oppressi.
L’oppressione
nella Bibbia
Se cerchiamo nella Bibbia un
messaggio sull’oppressione scopriamo, come altri in ogni parte del mondo stanno scoprendo,
che l’oppressione è un tema centrale che percorre tutto l’Antico e il Nuovo Testamento. Gli
studiosi della Bibbia che si sono dati la pena di studiare il
tema dell’oppressione nella Bibbia hanno scoperto che ci sono
non meno di venti diverse parole in ebraico per descrivere la
oppressione. Come dice un autore, l’oppressione è «una categoria strutturale di base della teologia biblica » (T. D. Hanks, God
so loved thè Third World, Orbis
1983 p. 4).
Oltre a ciò, la descrizione dell’oppressione che si trova nella
Bibbia è concreta e vivida. La
Bibbia descrive l’oppressione come l’esperienza di essere schiacciati, degradati, umiliati, sfruttati, impoveriti, defraudati, ingannati e asserviti. E gli oppressori sono descritti come crudeli,
spietati, arroganti, avidi, violenti,
tirannici e come il nemico.
Descrizioni di questo genere
possono solo essere state scritte originariamente da un popolo che ha avuto una lunga e penosa esperienza di ciò che significa essere oppressi. E in effetti
quasi il 90“/o della storia del popolo giudaico, e più tardi di
quello cristiano, la cui storia è
narrata nella Bibbia, è una storia di oppressione interna e internazionale. Israele come nazione è stato costruito su una
esperienza dolorosa di oppressione e di repressione in quanto popolo di schiavi in Egitto.
Ma ciò che ha cambiato tutto
per questo gruppo particolare
di oppressi è stata la rivelazione di Jahvéh. Dio si è rivelato
come Jahvéh, come colui che
ha compassione di coloro che
soffrono e che li libera dai loro
oppressori.
« Ho visto le disgrazie del mio
popolo in Egitto, ho ascoltato
il suo lamento a causa della durezza dei sorveglianti e ho preso a cuore la sua sofferenza. Sono venuto a liberarlo dalla
schiavitù degli Egiziani... Il grido degli Israeliti è giunto fino
a me e ho visto come gli Egiziani li opprimono» (Es. 3; 7-9).
Attraverso la Bibbia Dio appare come il liberatore degli oppressi. Egli non è neutrale. Non
cerca di riconciliare Mosè e Faraone, di riconciliare gli schiavi
israeliti con i loro oppressori
egiziani o di riconciliare il po
polo giudaico con qualunque dei
suoi successivi oppressori. L’oppressione è peccato e non si può
scendere a compromessi con esso, deve esser tolto di mezzo.
Dio si pone al piano degli oppressi. Come leggiamo nel Salmo 103: 6, « Il Signore agisce
con giustizia : vendica i diritti
degli oppressi ».
Né l’identificazione con gli oppressi si limita all’Antico Testamento. Quando Gesù si levò in
piedi nella sinagoga di Nazareth
per annunciare la sua missione
si servì delle parole di Isaia:
« Il Signore ha mandato il suo
Spirito su di me. Egli mi ha
scelto per portare il lieto messaggio ai poveri. Mi ha mandato
per proclamare la liberazione ai
prigionieri e il dono della vista
ai ciechi, per liberare gli oppressi, per annunziare il tempo
nel quale il Signore sarà favorevole» (Luca 4: 18-19).
Non può esserci dubbio che
qui Gesù sta assumendo la causa dei poveri e degli oppressi.
Egli ha identificato se stesso
con i loro interessi. Non che
egli si disinteressi del ricco e
dell’oppressore. Questi egli chiama a ravvedimento. I Cristiani
oppressi in Sud Africa sanno da
lungo tempo che essi sono uniti
a Cristo nelle loro sofferenze.
Attraverso la sua sofferenza e
la sua morte sulla croce egli è
diventato una vittima dell’oppressione e della violenza. Egli
è con noi nella nostra oppressione.
La tirannia e la
tradizione cristiana
Nella lunga tradizione cristiana connessa all’oppressione, la
parola che è stata usata maggiormente per descrivere questa
forma particolare di peccato è
la parola « tirannia ». Secondo
questa tradizione, una volta che
sia stabilito fuor d’ogni dubbio
che un determinato governante
è un tiranno, o che un determinato regime è tirannico, esso è
privato del diritto morale di governare e il popolo acquisisce
il diritto di resistere e di trovare i mezzi per proteggere i
suoi interessi contro l’ingiustizia e l’oppressione. In altre parole un regime tirannico non ha
legittimazione morale. Può essere un governo de facto e può
anche essere riconosciuto da altri governi e essere perciò il governo de .iure o legale. Ma se è
un regime tirannico, è, da un
punto di vista morale e teologico, illegittimo.
Ci sono certo alcune differenze di opinione nella tradizione
cristiana a proposito dei mezzi
che possono essere usati per sostituire un tiranno, ma non c’è
mai stato dubbio sul nostro dovere come cristiani di rifiutare
di cooperare con la tirannia e
di fare tutto il possibile per rimuoverla.
Naturalmente tutto dipende
dalla definizione di tiranno. A
che punto un governo diventa
un regime tirannico?
La tradizionale definizione latina di un tiranno è hostìs boni
communis — un nemico del bene comune. Lo scopo di ogni
governo è la promozione di ciò
che è chiamato il bene comune
del popolo governato. Promuovere il bene comune significa
governare nell’interesse e a beneficio di tutto il popolo. Molti
governi a volte si trovano in
contraddizione con questo scopo. Ci può essere questa o quella ingiustizia perpetrata ai danni di una parte del popolo. E
cedimenti di questo tipo devono certo essere rilevati e criticati. Ma occasionali atti di ingiustizia non fanno di un governo un nemico del popolo, un tiranno.
Per essere un nemico del popolo un governo dovrebbe essere ostile al bene comune per
principio. Un tale governo agirebbe contro gli interessi del
popolo nel suo insieme e per
manentemente. Questa eventualità sarebbe chiarissima nei casi
in cui la politica stessa del governo fosse ostile al bene comune e in cui il governo avesse
un mandato di governare nell’interesse di una parte del popolo
e non nell’interesse di tutto il
popolo. Un tale governo sarebbe
irriformabile per principio. Qualsiasi riforma cercasse di introdurre non sarebbe intesa a servire il bene comune ma a servire gli interessi della minoranza da cui riceve il suo mandato.
Un regime tirannico non può
continuare a governare a lungo
senza diventare sempre più violento. Mentre la maggioranza
del popolo comincia a esigere i
suoi diritti e a premere sul tiranno, il tiranno farà ricorso a
forme sempre più disperate, crudeli, grossolane e spietate di tirannia e repressione. Il regno
di un tiranno finisce sempre in
un regno del terrore. Ciò è inevitabile perché fin dal principio
il tiranno è un nemico del bene
comune. (...)
Tutto ciò conduce alla domanda se l’attuale governo del Sud
Africa è tirannico o meno. Non
c’è dubbio su ciò che pensa la
maggioranza del popolo del Sud
Africa. Per essi il regime è certo
il nemico del popolo ed è proprio così che lo chiamano : il
nemico. Nella crisi attuale, più
che per il tempo addietro, il regime ha perso qualsiasi legittimazione agli occhi della gente.
Ha ragione o torto il popolo nel
pensare in questo modo?
L’apartheid è un sistema per
cui un regime minoritario eletto
da un piccolo settore della popolazione riceve un esplicito
mandato a governare nell’interesse e a beneficio della comunità bianca. Un rhandato di tal
genere è per definizione ostile
al bene comune di tutto il popolo. In effetti, dal momento che
cerca di governare nell’interesse
esclusivo dei bianchì e non nell’interesse di tutti, finisce per
governare in un modo che non
è più nemmeno negli interessi
7
11 ottobre 1985
obiettivo aperto 7
« Una parte è impegnata a mantenere il sistema ad ogni costo
e l’altra parte è impegnata a cambiarlo ad ogni costo.
Nessun compromesso è possibile tra questi due progetti opposti».
V Non è facile amare i propri nemici; ma dobbiamo ricordare che
il più grande atto d’amore che possiamo compiere sia per
gli oppressi sia per i nostri nemici che sono oppressori
consiste nell’eliminare l’oppressione ». « Il conflitto e la lotta
dovranno intensificarsi nei mesi e anni che vengono, perché
non c’è altro modo per eliminare l’ingiustizia e l’oppressione ».
Così afferma un « Commsznto teologico alla crisi politica del
Sud Africa » preparato da un gruppo di lavoro del
Ccnsiglio delle Chiese del Sud Africa e sottoscritto il mese scorso
da 111 teologi provenienti dalle più diverse tradizioni cristiane
sudafricane. Esso non pretende di essere verità rivelata,
ma chiama le chiese a studiare, dibattere e prendere posizione.
Ne pubblichiamo in forma quasi integrale la 4“ e 5“ parte
nella persuasione che la sfida che esso rivolge alle chiese
non sia limitata al Sud Africa.
d; :j1ì stessi bianchi. Diventa un
nemico di tutto il popolo. Un tiranno. Un regime totalitario. Un
rt gno del terrore.
Questo significa che il regime
Diinoritario dell’apartheid è irreformabile. Non possiamo aspettarci che il regime dell’apartheid
sperimenti una conversione o
\m cambiamento di mentalità e
Cile abbandoni totalmente la po]:rica dell’apartheid. Non ha ricevuto un mandato in questo
senso dal suo elettorato.
Qualsiasi riforma o arrangiamento esso decida dovrà quindi essere fatto nell’interesse di
coloro che hanno conferito il
mandato. Singoli membri del
governo possono sperimentare
una reale conversione e pentirsi
ma, se ciò avviene, non possono
che andare fino in fondo, semplicemente abbandonando un regime che è stato messo in piedi
proprio per la sua politica dell’apartheid.
E’ questo il motivo per cui
abbiam.o raggiunto l’attuale punto critico. Più la maggioranza
oppressa diventa insistente e
preme sul tiranno per mezzo di
boicottaggi, scioperi, sollevamenti, incendi e perfino lotta armata, e più questo regime diventa
tirannico.
Da un lato userà misure repressive : detenzioni, processi,
uccisioni, torture, bandi, propaganda, stati di emergenza ed altri metodi disperati e tirannici.
Dall’altro introdurrà riforme
che saranno sempre inaccettabili per la maggioranza perché
tutte le sue riforme devono garantire che la minoranza bianca rimanga in sella.
Un regime che è per principio il nemico del popolo non
può improvvisamente cominciare a governare nell’interesse di
tutto il popolo. Può essere solo
sostituito da un altro governo,
un governo che sia stato eletto
dalla maggioranza del popolo
con il mandato esplicito di governare nell’interesse di tutto il
popolo.
Un regime che ha fatto di se
stesso il nemico del popolo ha
per ciò stesso fatto di sé il nemico di Dio. Le persone sono
fatte a immagine e somiglianza
di Dio e qualsiasi cosa viene fatta al minimo tra loro vien fatta
a Dio (Matt. 25: 40, 45).
Dire che lo stato o il regime
è il nemico di Dio non significa
dire che tutti coloro che sostengono il sistema sono consapevoli di questo. In generale non
sanno ciò che fanno. Molte persone sono state accecate dalla
propaganda del regime. Spesso
sono molto ignoranti riguardo
alle conseguenze delle loro scelte. Comunque una tale cecità
non rende lo stato meno tirannico o meno nemico del popolo
di Dio.
D'altra parte il fatto che lo
stato è tirannico ed è un nemico di Dio non può giustificare
l’odio nei suoi confronti. Come
cristiani siamo chiamati ad amare i nostri nemici (Matt. 5: 44).
Non è detto che non dovremmo
avere nemici o che non dovrem
mo identificare i regimi tirannici come nostri nemici. Ma una
volta che li abbiamo identificati
come tali, dobbiamo sforzarci di
amarli. Questo è spesso difficile. Ma dobbiamo anche ricordare che il più grande atto di amore che possiamo compiere sia
per gli oppressi sia per i nostri
nemici che sono oppressori, consiste nell’eliminare l’oppressione, nel destituire i tiranni e stabilire un governo giusto per il
bene comune di tutto il popolo.
Un messaggio
di speranza
Al cuore dell’evangelo di Gesù Cristo e al centro stesso di
ogni vera profezia c’è un messaggio di speranza. Nulla può
essere più importante e più necessario in questo momento di
crisi in Sud Africa che il messaggio cristiano della speranza.
Gesù ha insegnato a parlare
di questa speranza come della
venuta del regno di Dio. Noi crediamo che Dio è all’opera nel
nostro mondo trasformando situaziom disperate e negative in
bene, così che il suo « regno venga » e la sua « volontà sia fatta
in terra come in cielo ». Crediamo che bontà, giustizia e amore alla fine trionferanno e che
tirannia e oppressione non possono durare per sempre. Un
giorno « Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi» (Apoc. 7:
17; 21: 4) e «lupi e agnelli vivranno insieme e in pace » (Is.
11: 6). La vera pace e la vera
riconciliazione non sono solo
desiderabili, ma sono assicurate
e garantite. Questa è la nostra
fede e la nostra speranza.
Come mai il potente messaggio della speranza non è stato
illustrato nella « teologia della
Chiesa », nelle dichiarazioni e
nei pronunciamenti dei dirigenti ecclesiastici? E’ per il fatto
che essi si sono rivolti agli oppressori anziché agli oppressi?
E’ per il fatto che non vogliono
incoraggiare gli oppressi a sperare troppo?
Mentre giorno per giorno la
crisi si fa più profonda, ciò che
oppressori e oppressi possono legittimamente chiedere alle chiese è un messaggio di speranza.
La maggior parte degli oppressi in Sud Africa, e specialmente i giovani, haimo speranza. Essi agiscono con coraggio e senza timore perché hanno una speranza certa che la liberazione
verrà. Spesso i loro corpi sono
spezzati ma nulla può spezzare
il loro spirito. Ma la speranza
ha bisogno di essere confermata, ha bisogno di essere mantenuta e rafforzata, ha bisogno <h
essere diffusa. La gente ha bisogno di sentir dire sempre di
nuovo che Dio è con il popolo.
D’altra parte l’oppressore e
coloro che credono alla propaganda dell’oppressore sono disperatamente pieni di paura. Essi devono esser resi consapevoli dei mali diabolici del sistema
attuale e devono esser chiamati
a ravvedersi ma devono anche
ricevere qualcosa in cui sperare. Finora essi hanno false speranze. Sperano di mantenere lo
stato esistente e i loro privilegi
speciali, con l’introduzione di
qualche arrangiamento, e temono qualsiasi alternativa reale. E
invece c’è molto più di questo
da sperare e nulla da temere. In
questo non può forse aiutarli il
messaggio cristiano?
C’è speranza. C’è speranza per
tutti noi. Ma la via di questa
speranza sarà molto dura e dolorosa. Il conflitto e la lotta dovranno intensificarsi nei mesi e
anni che vengono perché non
c’è altro modo per eliminare la
ingiustizia e l’oppressione. Ma
Dio è con noi. Etobbiamo solo
imparare a diventare strumenti
della sua pace anche se a prezzo della vita. Dobbiamo aver
parte alla croce di Cristo se vogliamo aver la speranza di partecipare alla sua risurrezione.
Sfida all'azione
Il Dio dalla
parte degli oppressi
Dire che ora la Chiesa deve
prender posizione inequivocabilmente e coerentemente al fianco del povero e dell’oppresso significa trascurare il fatto che
la maggioranza dei Cristiani in
Sud Africa lo ha già fatte.
La maggioranza della Chiesa in
Sud Africa è di gran lunga povera e oppressa. Certo non si
può dare per scontato che coloro che sono oppressi si dedicano alla loro causa e lottano
per la loro liberazione. Né si
può presumere che tutti i Cristiani oppressi siano pienamente consapevoli del fatto che la
loro causa è la causa di Dio.
Ciò nonostante resta vero che
la Chiesa è già dalla parte de
decisamente dall’altra parte per
essere uniti nella fede e nell’azione con coloro che sono oppressi. Unità e riconciliazione
aH’interno della Chiesa stessa
sono possibili intorno a Dio e a
Gesù Cristo che possono esser
trovati dalla parte del poveri e
degli oppressi.
Se questo è ciò che la Chiesa
deve diventare, se questo è ciò
che la Chiesa nel suo insieme
deve avere come suo progetto.
no queste forze del male oggi
in Sud Africa. Anche l’unità e
la condivisione che confessiamo
nei nostri culti di Santa Cena
e nelle nostre messe devono
esser chiamate per nome. Sono la solidarietà del popolo che
invita tutti quanti ad unirsi alla
lotta per la pace di Dio in Sud
Africa. Il ravvedimento che predichiamo deve esser chiamato
per nome. E’ ravvedimento per
la nostra corresponsabilità nel
II pastore riformato Allan Boesak, leader del Fronte Democratico
Unito che raggruppa 700 organizzazioni anti-apartheid.
gli oppressi perché è da quella
parte che si può trovare la maggioranza dei suoi membri. Questo fatto ha bisogno di esser
percepito e confermato dalla
Chiesa come insieme.
AH’inizio di questo documento si è detto che la crisi attuale
illustra le divisioni nella Chiesa.
Siamo una Chiesa divisa proprio
perché non tutti i membri della
nostra Chiesa hanno preso posizione contro l’oppressione. In
altre parole non tutti i Cristiani si sono uniti a Dio che «vendica i diritti degli oppressi »
(Sai. 103: 6). Per ciò che riguarda la crisi attuale, c’è una sola
via davanti a noi verso l’unità
della Chiesa ed è quella che deve condurre i Cristiani che si
trovano dalla parte degli oppressori o seduti sulla linea di divisione ad attraversarla per porsi
come dobbiamo dunque tradurlo in azione concreta ed efficace?
Partecipazione
alla lotta
I Cristiani, se già non lo stanno facendo, devono decidersi a
partecipare alla lotta per la libertà e per una società giusta.
E’ necessario che le campagne
di massa per boicottaggi e astensionismi siano sostenute e incoraggiate dalla Chiesa. Sarà a
volte necessaria la critica, ma
l’incoraggiamento e il sostegno
saranno ugualmente necessari.
In altre parole l’attuale crisi è
una sfida per l’intera Chiesa ad
andare al di là di un « ministero
da crocerossina » verso un ministero di coinvolgimento e partecipazione.
Trasformazione di
attività ecclesiastiche
La Chiesa ha le sue attività
specifiche: culti domenicali, culti di Santa Cena, battesimi, scuola domenicale, funerali, ecc. Ha
anche il suo modo specifico di
esprimere la sua fede e il suo
impegno nella forma delle confessioni di fede. Tutte queste attività devono essere ri-formate
per essere più pienamente coerenti con la lede profetica connessa al Kairos, al tempo particolare che Dio ci sta offrendo
oggi. Le forze del male di cui
parliamo nel contesto del battesimo devono esser chiamate
per nome. Sappiamo quali so
la colpa per la sofferenza e l’oppressione nel nostro paese.
Molto di ciò che facciamo nei
nostri culti ha perso il suo significato per i poveri e gli oppressi. I nostri culti e sacramenti
sono stati atti a rispondere ai
bisogni dell’individuo per il suo
conforto e la sua sicurezza. Ora
è necessario riappropriarsi di
queste stesse attività di chiesa
perché servano ai veri bisogni
religiosi di tutto il popolo e promuovano la missione liberatrice
che Dio affida alla Chiesa nel
mondo.
Campagne speciali
Al di là e al di sopra delle
normali attività è necessario che
la Chiesa abbia speciali programmi, progetti e campagne
connessi con le particolari necessità della lotta per la liberazione in Sud Africa oggi. Ma qui
bisogna fare particolarmente attenzione. La Chiesa deve evitare di diventare una « terza forza », una forza tra l’oppressione
e l’oppresso. I programmi e le
campagne della Chiesa non devono costituire un doppione di
ciò che le organizzazioni del popolo già stanno facendo e —
cosa ancor più importante —
la Chiesa non deve portare confusione nel problema sviluppando programmi che si contrappongano alla lotta delle organizzazioni politiche che rappresentano realmente le rivendicazioni e le domande del popolo. C’è
bisogno di consiglio, coordinamento e collaborazione. Abbiamo tutti lo stesso scopo anche
(continua a pag. 'i2y
8
8 ecumenismo
Il ottobre 1985
In una foto di alcuni anni fa, tre segretari generali del Consiglio
Ecumenico: W. Visser’t Hooft (destra), Ph.-Potter, E. Carson Blake.
UN LUTTO PER IL MOVIMENTO ECUMENICO
Eugene Carson Blake
Ad un mese di distanza dalla
morte di Willem Visser ’t Hooft,
un altro lutto ha colpito la famiglia ecumenica: il 31 luglio è
morto, a Stamford (Connecticut,
USA) il secondo segretario generale del Consiglio Ecumenico
delle Chiese (CEC), il pastore
Eugene Carson Blake, statunitense, presbiteriano. Carson Blake è stato segretario generale
del CEC per un periodo relativamente breve, solo cinque anni, ma ha guidato la « barca »
del CEC « in un periodo di transizione diiììcile, ancorché pieno
di promesse », come ha ricordato
Emilio Castro, l’attuale segretario generale, annimciando la
morte del suo predecessore al
Comitato Centrale, riunito proprio in quei giorni in Buenos
Aires (dal 28 luglio all’8 agosto).
Eugene Carson Blake, che era
nato il 7 novembre 1906, aveva
speso una vita al servizio dell’ecumenismo, senza con questo
dimenticare la sua appartenenza
al mondo riformato.
«Perspectives Réformées», nel
suo numero di settembre, ricorda giustamente il suo impegno
non solo nel CEC, ma nella sua
chiesa d’origine, la Chiesa Presbiteriana Unita negli USA, di cui è
stato « Stated Clerk » (dirigente
esecutivo) dal 1951 al 1960, e nella Alleanza Riformata Mondiale,
da lui seguita fin dal 1948 (quando partecipò come delegato della sua chiesa all’Assemblea generale di Ginevra), per oltre 20
anni, attraverso cinque Assem
blee generali: in Princeton, nel
1954, dove presentò una conferenza introduttiva sul tema « La
libertà e la responsabilità della
Chiesa nel rapporto ’’Chiesa e
Società” »; in San Paolo, nel
1959, dove introdusse il tema
« Il Servizio dello Stato »; nella
Assemblea di Francoforte sul
Meno, nel 1964, e infine alla Assemblea di Nairobi, dove, nella
sua veste di segretario generale
del CEC, tenne il sermone di apertura.
La sua azione si caratterizzò
per una forte fedeltà alla sua
fede riformata accompagnata
da un altrettanto forte senso di
appartenenza al più vasto e ampio mondo ecumenico.
Per esempio, fu in seguito ad
un suo personale impegno che
l’ARM giunse ad intendere la
sua responsabilità nel campo
del mutuo aiuto tra le chiese
non in un senso restrittivo, limitato alle chiese membro, ma
nel quadro dell’impegno interconfessionale; come egli disse:
« Il mutuo aiuto ha delle implicazioni ecumeniche che vanno
al di là della nostra famiglia riformata ».
Non fu estranea alla sua azione
una capacità di denuncia sociale
adeguata ai tempi in cui visse.
Nel 1963, fu incarcerata per aver
guidato una dimostrazione antisegregazionista negli USA; nello
stesso anno, prese parte con
Martin Luther King, con un discorso pubblico, ad una massiccia marcia antisegregazionista
che ebbe luogo in WarShington.
Anche l’impegno USA nella guerra del Vietnam fu da lui più
volte criticato e denunciato.
Il suo mandato nel CEC fu caratterizzato dall’impulso dato al
« programma di lotta contro il
razzismo », deciso dalla Assemblea generale del CEC di Uppsala (1968), e da una grande sensibilità verso la partecipazione
delle chiese alle lotte dei paesi
in via di sviluppo. S. R.
dal mondo
cristiano
Tutta una serie di appuntamenti è prevista per i prossimi
mesi, come ci informano vari
mezzi d'informazione di diverse
chiese e movimenti.
Poggio Ubertini
« Il Cristiano » delTagosto e
dell’ottobre 1985 ricorda il « Convegno di autunno » che avrà luogo a Poggio Ubertini dal 31 ottobre al 3 novembre, sul tema
« Signore, insegnaci a pregare ».
L’oratore invitato è Jonathan
McRostie, di Operazione Mobilitazione.
Sono previste serate con un
dramma rappresentato dagli studenti dellTstituto Biblico Evangelico di Roma, e una presentazione attraverso audiovisivi di
varie attività di evangelizzazione nel mondo. Vari temi particolari saranno affrontati, a partire dalla riflessione sulla preghiera nella Bibbia e nella chiesa primitiva, per giungere alle
esigenze attuali legate al nostro
sistema di vita. Prenotazioni entro il 15 ottobre, a: Michele Spina, Via del Mezzetta, 2m - 50135
Firenze. Età minima 17 anni (se
non accompagnati dai genitori);
portare un documento d’identità, la Bibbia, possibilmente un
sacco a pelo.
Lugano
Il giornale « Uomini nuovi »
presenta il « 3” congresso del
pieno Evangelo », per il 9 e 10
novembre 1985, a Lugano, pubblicizzato anche dalla circolare
TEV del 1“ ottobre 1985, narticolarmente dedicato ai credenti di
lingua italiana.
Tra gli oratori il direttore della casa editrice » Uomini nuovi », Giuseppe Laiso. Per maggiori informazioni, scrivere a
a cura di Sergio Ribei
« Uomini nuovi », Casella Postale 3023, 6901 Lusano.
Genova
Notizie anche dalle due navi
Logos e Doulos, che periodicamente visitano anche il nostro
paese. Ultimamente la Logos ha
operato nella zona dei Caraibi,
distribuendo Nuovi Testamenti,
libri, opuscoli. La Doulos ha visitato Portogallo e Spagna. La
Doulos sarà a Genova per circa
3 settimane, dal 14 novembre al
3 dicembre. Più tardi è possibile che la nave visiti un altro
porto in Italia. Il coordinatore
del programma Doulos è a disposizione di chi lo desidera per
preparare il programma genovese (conferenze, seminari, visite
di giovani della Doulos in città
vicine, partecipazione a riunioni domenicali). Gli si può scrivere indirizzando a: Michael
Bosshardt, presso Stanley Cochrane. Via del Ferraio 13, 15047
Spinetta M. (Alessandria).
Firenze
In.One « Studenti Italiani per
Cristo » (casella postale 1521 50100 Firenze) ci informa di un
convegno mondiale per l’Evangelizzazione e per il Discepolato,
che avrà luogo dal 27 al 31 dicembre 1985, sul tema « 'Vieni e
seguimi’, un invito per cambiare il mondo ». Novanta località
in Africa, in Asia, in America,
in Australia e in Europa saranno collegate via satellite. Il convegno è dedicato in particolare
a studenti e laici. In Italia il
convegno si svolgerà a Firenze,
organizzato da Campus Crusade
for Christ International. Preghiera, unità del corpo di Cristo,
evangelizzazione, discepolato nella nostra nazione e nel mondo
a cura di CLAUDIO PASQUET
saranno i diversi temi trattati.
Per maggiori informazioni scrivere a « Expío 85 », all’indirizzo
degli « Studenti Italiani per Cristo ». Il telefono è 055/781920,
oppure 356297. La sede del convegno: Firenze Incontra - Centro
Affari e Centro Congressi, Piazza
Adua, 1 - 50123 Firenze.
Ecumene
■Anche nell’ambito della Federazione Chiese Evangeliche in
Italia avranno luogo tra non
molto due appuntamenti importanti. Ad Ecumene, il 12 e 13 ottobre, il Serviz’o Migranti della
FCEI organizza un convegno sull’immigrazione in Italia, un incontro orientato sull’impegno
concreto delle chiese e rivolto in
particolare alle comunità e agli
istituti impegnati sul problema
(nev’ n. 64).
Palermo
L’Assemblea triennale della
FCEI (la settima) avrà luogo a
Palei mo dal 31 ottobre al 3 novembre. Oltre ai lavori assembleari, è prevista una serata
pubblica, dedicata ad una tavola
rotonda sul tema « Violenza e
democrazia » (nev n. 64).
Castiglione
della Pescaia
Il prossimo incontro dei Gruppi Biblici Universitari (G.B.U.),
ci informa la rivista « Certezze »
dell’ottobre 1985, si terrà dal 1°
al 3 novembre a « La Salsicaia »,
in Castiglione della Pescaia
(Grosseto). Per informazioni sul
programma e per iscriversi rivolgersi a Tommaso Balma, Via
Ricasoli 55, 50122 Firenze.
Evangelizzazione dei
metodisti indonesiani
(British Weekly) — Cinquanta pastori hanno battezzato in
un’ora ben 2000 persone. Non si
tratta di un record da « Guiones dei primati », ma di una notizia riguardante l’evangelizzazione in Indonesia per opera della
locale chiesa metodista. Questa
chiesa si è impegnata per mesi
in un difficile lavoro di evangelizzazione, soprattutto nei villaggi di Karo ed il risultato è stato questo incontro collettivo di
neo-convertiti che sono stati battezzati nel corso di un culto comune.
Australia: bambini
alla^ Santa Cena
(Perspectives Réformées) —
La 4“ assemblea della Chiesa Unita di Austraha ha dichiarato
che per la chiesa era ora di ammettere i bambini battezzati alla Cena del Signore. La questione era stata lungamente dibattuta nella chiesa e nei suoi sinodi regionali nel corso dei tre
ultimi anni.
Svizzera: mostra
sull’esodo ugonotto
(Perspectives Réformées) —
Nell’occasione del terzo centenario della revoca dell’Editto di
Nantes, il museo storico « de
l’Ancient-Evèché » di Losanna
presenta una esposizione che
rievoca il più grande esodo dei
tempi moderni, l’esodo dei protestanti francesi (ugonotti) dopo la revoca del suddetto editto.
L’esposizione sui rifugiati ugonotti in Svizzera non si limiterà a presentare il grande esodo
dei protestanti dalla Francia,
ma cercherà di presentare l’influenza esercitata dai profughi
sulla vita e sulla storia dei cantoni svizzeri che li accolsero.
Svizzera: lettera del
pastore al banchiere
(SPP) — «Nel momento in
cui lei discute con il sig. M.G. de
Kock, presidente della Banca
del Sud Africa, noi vogliamo
presentarle la nostra profonda
inquietudine per quanto riguarda la situazione in quel paese ».
E’ quanto ha scritto, il 12 settembre, il pastore J.-P. Jornod,
presidente del Consiglio della
Federazione delle chiese protestanti della Svizzera, in una
sua lettera aperta al sig. P. Languetin presidente del direttorio
della Banca Nazionale Svizzera.
Il pastore aggiunge : « La rapida degradazione della situazione nell’Africa del Sud indica che
il tempo dei piccoli aggiusta
menti superficiali è terminato.
Il rifiuto del governo di iniziare
un dialogo sulle origini del problema con le personalità che
hanno saputo guadagnarsi la
confidenza della maggioranza nera rende la situazione socio economica sempre più esplosiva... ».
« In questo contesto le discussioni tra Svizzera e Sud Africa
assumono un carattere eminentemente politico. Ogni accordo
finanziario sarà immancabilmente compreso come un sostegno
da parte di tutta la Svizzera alla politica del regime sudafricano ». Il pastore Jornod conclude poi con queste parole : « Persuasi del fatto che una soluzione pacifica nel Sud Africa sia
anche interesse economico della
Svizzera, facciamo appello a lei
perché ogni sostegno concesso
al Sud Africa sia legato a certe
precise condizioni... affinché la
Svizzera non oscuri la rinomanza internazionale di cui gode e
contribuisca a sostenere in Sud
Africa l’azione pacifica di coloro che si oppongono al regime
dell’apartheid, regime che il governo svizzero ha condannato
ancora una volta recentemente »
Profuga consacrata
ai pastorato
(SPP) — La Chiesa di Ginevra ha consacrato la signora
Irénée Hannis al pastorato nel
corse di un culto tenutosi il 13
settembre all’Auditoire de Calvin. La signora Hannis è arrivata a Ginevra nel 1968 come profuga dalla Repubblica Democratica Tedesca.
Notizie dalla
CEVAA
• Ha preso avvìo, con il mese
di settembre, un’Azione Apostolica Comune della CEVAA a Roma, dove è giunto il pastore Bony Kwami Edzavé dal Togo per
lavorare tra gli immigrati francofoni. Il progetto prevede la
creazione di un centro di incontro in un locale di via Nomentana aperto agli africani e sostenuto dalle chiese valdesi metodiste di Roma. Al past. Edzavé e alla sua famiglia diamo un
fraterno benvenuto con l’augurio di un lavoro proficuo.
• Il Comitato CEVAA mette
a disposizione delle chiese un
audiovisivo sulla situazione in
Sud Africa, giunto dal Lesotho
tramite Laura Nisbet. Le diapositive riguardano il trasferimento forzato della popolazione nera da un villaggio ad un altro.
Chi le volesse utilizzare può richiederlo al past. R. Coìsson.
via Balziglia - Pomaretto (Torino).
______FEDERAZIONE BATTISTA EUROPEA
Piero Bensì presidente
Dal 26 al 28 settembre si è
svolta a Praga l’annuale riunione del Consiglio della Federazione Battista Europea (EBF)
che raggruppa i rappresentanti
di 26 Unioni battista membro,
per un totale di oltre 1.100.000
membri.
E’ stato esaminato il lavoro
svolto dal Comitato esecutivo e
dai vari dipartimenti e attività
delTEBF, in particolare il lavoro di collegamento tra le Unioni e lo sforzo speciale teso a fornire di Bibbie, innari e libri teologici le Unioni dell’Est che non
hanno la possibilità di stampare libri sul posto. Il Consiglio
ha appreso con gioia che ai Battisti russi è stata concessa finalmente la possibilità di istituire un Seminario teologico.
A condurre il Consiglio, che
tra l’altro ha approvato il testo
di una lettera a Reagan e Gorbaciov, è stato chiamato il pastore Piero Bensì (Italia) con la
vice presidenza del pastore Vasile Talpos (Romania). Segretario generale è stato confermato il past. Knud Wumpelman.n.
9
i: ottobre 1985
cronaca delle Valli ^
Alle valli
oggi
PANORAMA INFORMATIVO
Per non
scordare
Massello
Alcune settimane or sono. La
Suimpa di Torino pubblicò un
ai.icolo dal titolo ad effetto:
<: Dimenticati sui monti ». Vi si
pc ' lava di Massello al quale tocc .crebbe il primato del comune
P'iii povero della provincia di Torr:o.
L’ un po’ triste pensare che
c. .>i accorga dell’esistenza dei
c: nuni di montagna quando or??:.:£ sono quasi completamente
di abitati. La cosa più difficile
d. .. accettare non è comunque,
f i ■■ chi ancora vive lassù o per
. :: vi è nato, la sensazione di
¡.. 'ere poco protetti dalle istituriani pubbliche.
Ciò che opprime è il senso di
espropriazione che vive chi non
trova i canali linguistici necessari a far diventare « cultura » la
propria esperienza di vita: a renderla cioè capace di essere considerata per ciò che è, e non per i
fatti di costume, o per il mito del
rude montanaro che fatica, o per
altre interpretazioni folcloristiCric. Questi aspetti sono la gioia
del "cittadino” con registratore,
il quale trova nel racconto orale
una fonte inesauribile di spunti per preparare tesi di laurea,
condurre analisi sociologiche o
compiere ricerche sulla musica
popolare. Esiste una efficace
espressione in patois che tradotta suona più o meno così: « Siamo più infelici ("disgraziati”) di
quanto lo siano i sassi della stra(Li ■>.
Così si esprimeva ultimamente
una persona anziana molto provata da questo senso di emarginazione, dalla malattia, dal dispiacere di non potere, in vecchiaia, restituire alla propria esistenza un senso unitario, lei che
è stata così bella, attiva, intelligente, così capace di infondere
coraggio e speranza in chi ne
aveva bisogno, quando era una
giovane donna contadina piena di
energia, che aveva imparato a curare gli ammalati facendo là diaconessa.
I La sua sensazione, comune certo ad altre sue amiche dello stesso paese che hanno vissuto una
storia analoga alla sua, è di aver
« consumato » un tempo che nessuno è più in grado di riconoscere dentro di sé. Ciò che esse hanno vissuto non si può trasmettere perché qualunque cosa possano raccontare di sé non avrà
significato se non farà rivivere in
chi le ascolta un’immagine nella
quale riconoscersi.
Naturalmente, il problema non
consiste nella possibilità o meno di raccontare la propria gita,
bensì nell’avere l’umiliante sensazione che di te, come figura
sociale e come persona, qualunque cosa potrebbe essere detta,
poiché tu non esisti più.
Si ha l’impressione che non
possano bastare l’articolo di
giornale, o il lavoro di tipo storico o sociologico sulle interviste,
a dare un'idea viva e non mistificata della realtà delle popolazioni delle nostre valli; forse ci
vorrebbe qualcuno che sapesse
scrivere un romanz.o.
Graziella Tron Lami
Radio Beckwith
compie un anno
Gli scettici le davano una settimana di vita, gli ottimisti non
più di tre mesi, e invece in barba a tutto e a tutti, pur senza
mezzi. Radio Beckwith ha superato il primo anno di vita e appare ora in fase di rilancio, o
meglio di lancio vero e proprio.
Quando, quasi due anni fa,
due volonterosi giovani della
chiesa di Torre mi chiesero se
fossi^disposta a fare il direttore
responsabile di una radio evangelica locale, l’idea mi parve ottima ma velleitaria. Quando poi
mi resi conto della realtà finanziaria e redazionale, pensai che
una radio così composta non
avrebbe resistito un trimestre.
Non è il caso di tediare il lettore
con la storia delle nostre nobiltà e delle nostre miserie: ciò che
conta è che con il durissimo rodaggio, con le prove che abbiamo superato in pochi e con mezzi di fortuna, in certi periodi
forse con la sola forza che viene
dal non volersi arrendere, ormai
siamo certi di essere usciti dal
periodo peggiore. Non solo: abbiamo immagazzinato una esperienza tale da sopravvivere a
qualunque calamità.
Radio Beckwith è situata in via
Beckwith in un locale dell’ex
Convitto valdese per gentile concessione della Tavola. L’antenna, ereditata da Radio Trieste
Evangelica, che nel frattempo si
era ingrandita, è stata posta sulla torretta da Walter Tomasini,
che è anche colui al quale si ricorre d’urgenza per ogni guasto o inconveniente tecnico. C'è
anche chi ha investito, ovviamente a fondo perduto, una
gran quantità di dischi e cassette.
Molti privati ci hanno fatto
donazioni e prestiti, ma il repertorio è sempre limitato. Piastre
e registratori e macchinari vari
sono o eredità di Radio Trieste
o proprietà di benefattori. Trasmettiamo attualmente dalle 14
alle 23 sulla lunghezza d’onda di
91.200 Mhz della modulazione di
frequenza. Tutti quelli che lavorano con noi lo fanno come attività extra (non remunerata e
per ora neppure rimborsata), oltre al lavoro, la scuola o la famiglia. Chiaramente per resistere
un anno in condizioni simili ci
vuole una forte motivazione, oltre ad una notevole dose di cocciutaggine montanara (o valdese?).
Gli ideatori della radio volevano dar voce alla realtà di queste
valli cercando da un lato di riflettere problemi, aspetti, situazioni, dall’altro di fornire anche
un’indicazione, una testimonianza non solo religiosa. La scelta
del nome del famoso generale
VAL CHISONE E GERMANASCA
Giunta unitaria?
Probabilmente fra una ventina di giorni avremo la nuova
Giunta di Comunità Montana
Val Chisone e Germanasca e relativo Comitato di Gestione
USSL 42.
Dagli incontri dei partiti e
forze politiche presenti nel nuovo Consiglio di Comunità pare
stiano emergendo proposte di
Giunta unitaria. Si parla poco
dei programmi, e pare che l’interesse dei partiti sia piuttosto
puntato sulla spartizione dei posti in Giunta.
Certamente le forze determinanti, poiché numericamente più
consistenti, sono il PSI e gli im
dipendenti (che rappresentano
un serbatoio di forze di centrosinistra), che sicuramente anche
nella nuova Giunta avranno un
ruolo egemonico.
Quale sarà il ruolo del PCI,
della DC e del gruppo di indipendenti di sinistra di recente
formazione? Mentre gli indipendenti di sinistra si domandano
ancora quale debba essere il giusto atteggiamento per dare un
contributo utile nell’ambito di
tutta la sinistra, sembra che la
preoccupazione principale del
PCI sia quella di non rimanere
isolato.
Di fronte alla probabilità che
si formi una Giunta unitaria, ci
si domanda su quale programma potrebbe formarsi una coalizione. Quali saranno le possibilità di convivenza nella stessa
Giunta tra PCI e DC, dopo il travaglio delle elezioni amministrative di Penosa?
Il modificarsi delle alleanze in
alcuni comuni della Valle nel dcpo-elezioni di questa primavera
pone certamente non poche ipoteche per un confronto sincero
e reale. Si verificano situazioni
e tempi di incertezza e confusione, sintomi di una crisi della sinistra che viene utilizzata per
spostare a destra l’asse politico.
In questa situazione c'è però
da rimproverare ai partiti e alle
forze politiche la mancanza di
un contatto più stretto con la
popolazione; un confronto con
la base sui propri programmi
potrebbe essere un modo per superare la politica di parrocchia e
per farsi carico dei reali problemi della zona.
Intanto certamente sarebbe
utile che 1 partiti si facessero
portatori di scelte chiare.
Staremo a vedere se nella
scelta della prossima Giunta vincerà la chiarezza o la confusione, Mauro Meytre
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Beckwith era una specie di manifesto: come a lui si deve l’uscita dei valdesi dal ghetto alpino,
verso l’evangelizzazione, così la
radio doveva essere uno stimolo
e un punto di riferimento, interno ed esterno. Resta infatti nostro obiettivo raggiungere la pianura con la nostra problematica,
il nostro zelo ed impegno.
Radio Beckwith , che ha una
redazione centrale di sei persone e alcune redazioni settoriali
(verde, musicale, ecc.), ha tuia
quarantina di collaboratori che
le ruotano intorno. La sua attività si articola intorno ai poli:
impegno laico-impegno evangelico - informazione (riflettere la
realtà con onestà e obiettività) formazione (esporre il nostro
parere su come su tale realtà si
può influire). Pur avendo stretti
legami con le chiese locali, la
radio si mantiene autonoma, così come nonostante il costante contatto con gli enti locali, essa si riserva il diritto di
critica qualora ve ne sia motivo.
Qgni programma va in onda
anche in replica. Sono previsti
un culto settimanale e una rubrica (A confronto) di discussione su temi religiosi o etici.
A sfondo laico sono invece le
conversazioni che hanno luogo
nella rubrica Bla bla bla, quattro chiacchiere con... Sono anche a carattere prevalentemente religioso due programmi autonomi a cui abbiamo deciso di
lasciare uno spazio settimanale
in quanto facenti parte della
realtà locale: quello della TEV
e quello della chiesa pentecostale. Spazio autogestito ha anche Amnesty International e in
un futuro abbastanza immediato anche il « gruppo D », che si
occupa di tossicodipendenza, e
il Comitato per la pace Valpellice.
La rubrica verde è il gioiello
della radio. Il gruppo che vi ruota attorno è omogeneo e svolge
un’attività anche all’esterno. La
rubrica settimanale si occupa
oltre che di ambiente, ecologia,
protezione degli animali minacciati, anche di agricoltura, medicina alternativa, educazione ad
un diverso modo di concepire il
rapporto con la natura, e quindi l’esistenza stessa. Essa in genere si articola in due parti:
una di interviste su argomenti
scottanti (vedi un guardiacaccia
sull’apertura della stagione venatoria), la seconda consiste in
lezioni su soggetti vari, tipo iriquinamento, piogge acide, anticrittogamici, ecc... Da non trascurare la rubrica Nero su bianco, invito alla lettura: ogni settimana un libro vecchio o nuovo viene presentato in modo che
l’ascoltatore sia invogliato a leggerlo. In quest’anno sono stati
presentati i maggiori autori della letteratura italiana contemporanea, ma non solo. E’ in corso un « omaggio a Italo Calvino » in cinque puntate, e per
l’autunno si prevede uno speciale sulla figura di Pier Paolo
Pasolini. La radio registra ciò
che di importante succede in
valle. Quando si può si tenta di
essere presenti ovunque. Da segnalare alcuni speciali: il primo
in occasione della visita di Francesco Cossiga (intervista a lui,
Valdo Spini e Chiavante), di recente si sono avuti gli speciali
dedicati al Sinodo, alla giornata del Bagnóou (in questi casi un
registratore piccolo e leggero
sarebbe davvero il benvenuto!),
e l’ultimo risale a due settimane fa in occasione della riunione de! comitato europeo dell’Alleanza Riformata Mondiale. In
casi come questi i nostri inviati
realizzano servizi anche in lingue straniere, che poi vengono
doppiati negli studi. Se però si
tratta di lingua francese, mandiamo in replay l’originale perché crediamo che si debba coltivare o ripristinare il nostro
tradizionale bilinguismo. A questo proposito è allo studio e
verrà presto sottoposto all’attenzione della Regione, un progetto per l’uso e la valorizzazione sia dell’occitano (il patois
delle varie montagne) sia del
francese.
Molte iniziative bollono in pentola e persino alcuni soldini iniziano ad arrivare nelle nostre
vuote casse. Noi terremo duro
anche perché in tanti ci esortano a farlo; certo il modo migliore per garantire un futuro
alla Radio è di aiutarla. Perché
allora non farle un regalino (meritato, siatene certi!) per il suo
primo compleanno?
Erica Scroppo
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10
10 cronaca delle Valli
Il ottobre 1985
CORSO PER INSEGNANTI
S. SECONDO-PINEROLO
Educazione ai diritti umani
Per iniziativa del Gruppo in
Formazione Val Pellice di Amnesty International e con la collaborazione del Distretto scolastico n. 43, la Comunità Montana Val Pellice e il Comune di
Torre Pellice, avrà luogo a Tor
re Pellice, presso la Foresteria
Valdese, un Corso di aggiornamento per insegnanti con il seguente programma ;
Martedì 15 ottobre, ore 17 :
La dichiarazione universale dei
diritti dell’uomo. Precedenti,
Ferrovia Torino-Torre Pellice
TORINO - TORRE PELLICE
tenalf • feriale
2 2 2 2 2 2 2 2 2
2 2 b 2
TORINO P.N. ... •P 0.11 4.21 6.47 7.42 6.55 12.45 14.15 1500 17.35 18 38 18.51 19 40 22 42
NONE •P 0.34 4.46 7.17 8.16 9.21 13.10 14.36 15.24 17.59 19.20 20 03 23.05
AIRASCA •P 0.39 456 7.24 630 9.26 13.14 14.43 15.29 18 05 19.05 19.25 20.08 23 10
PINEROLO ■P 05S 5.34 7.44 8.44 943 13.30 14.58 15.45 18.21 1920 19.49 20 23 23 26
8RICHERASIO •P 1.09 5.53 7.59 8.56 9.58 13.44 15.12 16.00 16.35 19 34 20.08 20 36 23 41
TORRE PELL . . a 1 1 20 604 8.11 9.09 10.09 13.55 15.23 16.12 18 46 19.45 20 22 20.49 23 52
ienal« fDrìai* e Mila a feriale
2 C2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2b 2
TORRE PELL.. •P 350 5.04 5.38 6.17 7.17 9.43 11.54 12.43 14.02 17,19 1821 1954 21.00
BRICHERaSIO ■fi 4.01 5.16 5.51 6.28 7.29 10.00 12.05 12.54 14.13 17.31 16.36 20 07 21.13
PINEROLO • P 4.16 5.30 6.10 6.46 7.46 10.14 12.19 13.06 14.27 17.45 18.50 20.35 21 40
AIRASCA • P 4.30 5.46 6.27 7.00 7.59 10.26 12.37 13.28 14.45 18.07 19 04 2047 21 53
NONE •P 4 35 5.51 6.32 705 8.04 10.30 12.42 13.33 1449 18.12 1908 2051 22 07
TORINO P.N.... «1 ì 5.00 607 6.49 7.28 8.27 10.51 13.05 13.57 15.11 16 36 19 32 21.17 22 36
• SOSMIO nel atomi tostivi tino (127-X • dal 6-IV - b Torino P. Susa - c Tonno Ungono.
contenuto, fondamento e significato dei Diritti umani. Relatore: Amos Pignatelli, Magistrato.
Giovedì 31 ottobre, ore 17:
L’educazione ai diritti umani:
Problemi di metodo. Relatore:
Claudio Tron, preside Scuola
Media.
Martedì 12 novembre, ore 17:
Amnesty International : un
movimento mondiale per i Diritti dell’ Uomo, indipendente da
qualsiasi governo, parte politica
e credo religioso. Nascita, struttura, attività. Relatore : Carlo
Ottino, docente di storia e filosofia - Liceo Classico.
Martedì 26 novembre, ore 17:
Amnesty International contro
gli arresti e le detenzioni arbitrarie, contro la tortura, contro
la pena di morte. Relatore: Roberto Jouvenal, avvocato.
Martedì 16 dicembre, ore 17:
Amnesty International e l’affermazione dei Diritti di libertà.
Relatore: Carlo Ottino, docente
di Storia e filosofia - Liceo Classico.
MUSEI VALDESI
Le visite didattiche delie scuole
In un colloquio con il pastore di Frali, emergono i limiti ma anche le
opportunità offerte da un museo, non ricco di mezzi, ma ben costruito
Il museo di Frali è molto frequentato da turisti nei mesi estivi, ma anche nei mesi invernali
è spesso meta di classi che inseriscono questa visita nelle loro
programmazioni di ricerca ambientale. Erika Tomassone, pastore a Frali, risponde ad alcune
domande sul possibile contributo
che il museo offre all’attività didattica.
— Quante scuole hanno visitato il museo nello scorso anno
scolastico?
— Una quindicina, provenienti
sia dalla nostra zona, sia da altre regioni.
— Le visite, di regola, sono inserite in un piano di lavoro, oppure sono puramente occasionali?
— Il liceo di Finale che è venuto a Frali la primavera scorsa
si era elaborato un programma
di conoscenza della vai Germanasca e della storia valdese. Erano ospiti di Agape e hanno visitato a fondo il museo, chiedendo notizie di storia locale. Vi
sono scuole, ma abbastanza poche, che arrivano dopo aver svolto una ricerca durante l’anno,
ad esempio sulla lavorazione del
latte o sulla flora e sulla fauna
della montagna. Una scuola della valle aveva richiesto in pre
cedenza le guide del museo per
preparare la visita: la loro ricerca si era svolta sul lavoro in
miniera, quindi si sono fatti accompagnare da un minatore che
ha spiegato questa parte tecnica, dopo che aveva dato loro
qualche informazione sulla storia valdese.
Fer altre classi invece, la gita
è solo di tipo turistico, entrano
ed escono e gli insegnanti non
sono in grado di sfruttare questa occasione. Abbiamo anche un
programma estivo, non prettamente scolastico, che si inserisce nelle attività organizzate dal
Comune di Torino, per « Estate
Ragazzi ». Lo scopo è più che altro ricreativo, ma al museo ci
vengono e i ragazzini si interessano, se uno può spendere un po’
di tempo a fornire loro le spiegazioni.
— Chi sono le guide?
— Nei mesi invernali, il pastore, durante i mesi estivi troviamo dei volontari. Quello che
vorremmo avere, però, è la partecipazione di persone del luogo, che saprebbero dare meglio
di me informazioni sulla vita locale.
— Avete in prospettiva degli
allargamenti?
— Furtroppo, il museo vive di
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I
L’autobus giallo
SAN SECONDO — Dal 9 settembre scorso sono state intensificate le corse di linea della
ditta Cavourese tra San Secondo e Pinerolo. Sono diventate
15 in direzione di Pinerolo e 17
da Pinerolo. Per ora il percorso urbano in Pinerolo non rag
giunge i punti più richiesti da
chi vorrebbe utilizzare il bus
giallo come bus urbano, ciò a
causa della mancanza di autorizzazione regionale a variare il
percorso.
Ecco gli orari:
Suburbano: S. SECONDO - PINEROLO - In vigore dal 9 settentbre 1985
U) 121 ni
S. SECONDO 5.1D 7,55 6.30 9,30 10,30 11,30 12,30 13,U 13,30 14,30 15,30 16,30 17.30 18,30
Miradolo 5.12 2.27 8,00 8,35 9,35 10,35 11,35 12.35 13,12 13,35 14.35 15,35 16,35 17,35 18,35
Pinerolo Gas. Berardi 5,14 7^B 8,62 8,37 6.37 10,37 1U7 12,37 13,13 13,37 14,37 15,37 16,37 17,37 18,37
Ponte Lemiha (Ospedali) 5,15 7,30 8,05 8,40 9.40 10,40 11,40 12,40 13,14 13,40 14,40 15,40 18,40 17,40 10,40
Pinerolo P.za S. Croce 5,1? 7,32 8,07 6,45 9,45 10,45 11,45 12,45 13,16 13,45 14,45 15,45 16,45 17,45 18,45
Pinerolo P.za Cavour 5,19 7,33 8,08 8,47' 9.47 10,47 11,47 12,47 13,19 13,47 14,47 15,47 16,47 17,47 18.47
Pinerolo Staziona FF.SS. 53 7J6 6316 8,50 9,50 10,se 11.5C 12,50 13120 13,5G I4.5C 15,50 16.50 17,50 18,5£
Pinerolo Stab. RIV-SKF 7.36 8,55' 9,55 10,55 11,55 12,55 13,55 14,55 15,55 16,55 17,55 10,55
Pinerolo Ist. M. Immac. 8,10
Pinerolo Centro Studi 7.40 8,10
Suburbano: PINEROLO - S. SECONDO (1) Non Si effettua il sabato; (2) Scuolabus
111 12) ni ni
Pinerolo Centro Studi 7,40 12.5C
Pinerolo Ist. M. Immac. 12,50|
Pinerolo Stab. RIV-SKF 9,00 lO.OQill.DO 12,00 13,00 14,00 15,00 16,00 17,05 18,00 19,00
Pinerolo Staziona FF.SS. 6.S0 7.43 8,15 9,05 10tS'lt.(B 12)6 12,55 1335 14.05 14,55 15,05 18,05 17,U 18,05 19,05123.00
Pinerolo P.za Cavour 6,55 7,45 8,17 9,08 10,08 11,08 12,08 13,0t 13,08 14,08 14,57 15,08 16,08 17,13 18,06 19,Q0Ì23,OJ
Pinerolo P.za S. Croce 6.57 7,47 8,18 9,10 lO.IOjll.U 12,10 13,01 13,10 14,10 14,58 15,10 16,10 17,15 18,10 19,10123,u4
Ponte Lemina (Ospedali) 7,00 7,50 6,25 9,15 10,15 (11.15 12.15 13,03 13,15 14.15 15,03 15,15 16,15 17,20 18,15 lO.lsb.üJ
Pinerolo Cas. Berardi 7,01 7,51 8,27 9,18 10,10 11,18 12,18 13,04 13,18 14,18 15,05 15,10 16,18 17,23 18,10 19,18 23, iu
Miradoio 7,03 7,52 8,30 9,20 10.20 11,20 12,20 13,05 13,20 14.20 15,06 15,20 16,2D 17,25 18,20 19,:: 23,1:
S. Secondo 7,05 7,55 8,35 9,25 10,25 11,25 12,25 13,U 1335 1435 15,15 15,25 16,25 17,30 1635 19,2^2330
offerte che consentono il suo
mantenimento, ma non molto di
più. Anche lo spazio è molto limitato. Noi abbiamo per esempio il percorso storico, ma per
le scuole non è molto utile, i documenti sono significativi ma
difficili da decifrare. Occorrerebbero cartelloni più grandi e testi più evidenti, oltre ad una
saletta per le spiegazioni dove i
ragazzini starebbero più attenti.
A volte, con alcuni gruppi, ci serviamo della sala della chiesa, unico luogo disponibile.
— Che cosa interessa di più
gli studenti?
— Gli oggetti di un tempo,
ovviamente, i fucili, i cartelloni
con fiori ed animali e quelli dei
lavori manuali. Abbiamo in programma di aggiungere la serie
fotografica con la coltivazione
della patata.
— E i professori, come si comportano?
— I professori sono una razza
molto strana, spesso dicono:
« Io sono cattolico, ma ho molti
amici valdesi e conosco bene la
storia valdese ». Fino ad un certo punto, può essere vero: ma
ricordo uno di questi che, passando davanti alla bacheca dedicata a Napoleone, disse tranquillamente ai ragazzi che i valdesi
dovevano proprio a lui la loro
emancipazione. E’ molto imbarazzante correggere questi errori storici. Durante la visita di
un gruppo di insegnanti che seguiva un corso di aggiornamento, è stata la lapide davanti al
tempio a suscitare sorpresa ed
una certa reazione. Non capivano, neanche dopo la spiegazione,
come si potesse riferire la frase
relativa al tempio profanato dagli idoli alle immagini sacre del
culto cattolico. Infatti, questa
espressione, che poteva avere un
senso nel secolo scorso, contiene una presa di posizione anticattolica che non è più proponibile adesso e, presentando la
storia valdese attraverso i documenti del museo, dobbiamo tenerne conto.
Liliana Viglielmo
E le tariffe:
Pinerolo - S. Secondo: biglietto L. 600, abbonam. settimanale
5 gg. L. 2.800, abbonam. settimanale 6 gg. L. 3.200, abbonam.
mensile 50 corse (6 gg.) L. 11.500,
abbonam. mensile lOO corse (6
gg.) L. 18.500.
Percorso urbano in Pinerolo:
biglietto L. 500, abbon. settima
nale 5 gg. (10 corse) L. 1.700, abbon. settimanale 6 gg. (12 corse) L. 2.100, abbon. settim. 6 gg.
(24 corse) L. 3.800, abbon. mensile 42 corse (5 gg.) L. 6.500, abbon. mensile 50 corse (6 gg.)
L. 8.000, abbon. mensile 84 corse
(5 gg.) L. 11.700! (sconto 10%),
abbon. mensile 100 corse (6 gg.)
L. 14.400 (sconto 10%).
COMUNITÀ' MONTANA VAL PELLICE - U.S.S.L. N. 43
Sede: 10066 TORRE PELLICE (To)
Piazza AAuston, 3 - Tel. (0121 ) 91.514 - 91.836
CONCORSI PUBBLICI
Sono indetti pubblici concorsi, per titoli ed esami, presso
l’Unità Sanitaria Locale n. 43, a:
— 2 posti di Assistente Medico Area Prevenzione e Sanità Pubblica - Disciplina Igiene Epidemiologica e Sanità Pubblica;
— 1 posto di Assistente Medico Area funzionale di Medicina Disciplina Psichiatria;
— 1 posto di Assistente Medico Area funzionale di Medicina Disciplina Medicina Legale e delle Assicurazioni Sociali;
— 6 posti di Operatore Professionale di T Categoria - Collaboratore - Infermiere Professionale;
— 1 posto di Operatore Professionale di T Categoria - Collaboratore - Logopedista;
— 1 posto di Operatore Professionale di T Categoria - Collaboratore - Personale di Vigilanza ed ispezione: Perito Chimico:
— 1 posto di Operatore Professionale di 1“ Categoria - Collaboratore - Ostetrica;
— I posto di Operatore Professionale di 2” Categoria - Infermiere Generico (Riservato alle categorie di cui all’art. 9 della
Legge 2.6.68, n. 482);
— 1 posto di Direttore Amministrativo Capo Servizio - Responsabile del Servizio Personale - Patrimoniale - Legale;
— 1 posto di Direttore Amministrativo Capo Servizio - Responsabile - Patrimoniale - Legale;
— 1 posto di Collaboratore Amministrativo;
— 2 posti di Assistente Amministrativo;
— 1 posto di Coadiutore Amministrativo (Riservato alle categorie di cui alTart. 9 della Legge 2.6.68, n. 482);
— 1 posto di Assistente Tecnico - Geometra;
— 1 posto di Assistente Tecnico - Perito Chimico;
— 1 posto di Operatore Tecnico - Autista.
La domanda, in carta legale, dovrà pervenire all’Ufficio
Personale dell’U.S.S.L. n. 43 - Piazza Muston, 3 - Torre Pellice
entro e non olire le ore 12,00 del 19 ottobre 1985.
Per ogni altra informazione rivolgersi all’Ufficio Personale
delTU.S.S.L. n. 43 - Piazza Muston, 3 - Torre Pellice - Tel.
0121/91514 - 91836. Orario apertura al pubblico: tutti i giorni
dalle ore 9 alle ore 12 escluso il sabato.
IL PRESIDENTE
CoissoN Prof.ssa Franca
11
11 ottobre 1985
cronaca delle Valli 11
PROPOSTA DI UN CANALE DI INFORMAZIONE PERMANENTE
Difendere l'ambiente
In riferimento alla lettera del Groppe. ambiente-Val Pellice pubblicata su
alcuni giornali locali la scorsa settimane vorremmo precisare quanto segue.
Un aderente del Gruppo ambiente si
è presentato presso il Servizio di igiene pubblica segnalando la presenza
di alghe lungo il corso del torrente
Ft'lice in quantità notevole.
Il tecnico del Servizio (dr. V. Veccf 'è) ha effettuato un sopraluogo per
evidenziare se sussistevano elementi
.. '.'irticolari » ohe potessero far pen-e ad un inquinamento provocato da
[j. ciche condizione specifica.
sopraluogo non ha evidenziato cond rioni che potessero far risalire ad
Lira causa specifica l'attuale stato del
Pe 'ice.
1 conseguenza di ciò non è stato
ercttuato alcun campionamento ritetif 'do che i risultati non avrebbero
tv cito elementi di maggiore conoscenze rispetto a quelli in possesso, deri enti dalie analisi effettuate in par
ticolare sugli scarichi civili degli impianti di depurazione.
Si ritiene pertanto che lo stato del
fiume Pellice sia determinato da più
cause concomitanti, cioè:
— funzionamento non ottimale dei depuratori;
— presenza di scarichi diretti nel fiume;
— poca acqua nel fiume;
— aumento della popolazione nel periodo estivo che ha peggiorato i primi due elementi.
Si fa presente inoltre che quando il
Servizio di Igiene Pubblica effettua
campionamenti, i risultati degli stessi
vengono segnalati alle Amministrazioni interessate, essendo il Sindaco l'Autorità sanitaria comunaie e non il Servizio di Igiene Pubblica.
Ci sembra però ohe dalla lettera pubblicata traspaia anche un altro problema: la comunicazione tra i cittadini e
l'attività svolta dal Servizio di igiene
Pubblica.
Tale rapporto attualmente è sicuramente limitato e legato ad un rapporto individuale del cittadino che attraverso esposti 0 personalmente si rivolge al Servizio di Igiene Pubblica.
La proposta che rivolgiamo alle testate locali e ai cittadini per migliorare tale rapporto è questa: « istituire attraverso i giornali un canale di comunicazione
tra le richieste di maggiore conoscenza dei cittadini singoli o di gruppi, dell’attività del Servizio di Igiene Pubblica ».
Da parte nostra siamo disponibili da
subito a rispondere anche settimanalmente alle eventuali domande dei cittadini.
Attendiamo una risposta dai responsabili dei giornali ed eventualmente le
domande dei cittadini.
Grazie.
il Referente del Servizio
di igiene Pubblica
Dr. G. Caruso
Il Vice-Presidente
M. Siq>pa
IN VAL
CAMONICA
Ho ietto con vivo interesse i'articolo
• ! Valdesi di Val Camonica » sul n.
3£ del 20 settembre c.a. e nell'interesse di chi legge mi sono permesso di
inviarvi una notizia che sicuramente
non è ancora giunta sul Vs. tavolo redazionale: nella cattolicissima Val Camonica anche se la presenza valdese
•e scomparsa nel 1972 è nata, nell'anno
in torso, una nuova Chiesa che si permette di allinearsi alla valdese, di
staccarsi contemporaneamente dalla
cattolica e di iniziare un cammino neli.a fedeltà alle leggi evangeliche.
Fer ora non siamo Che una minoran:a esigua di persone che compongono
Chiesa Cristiana Profetica, ma già
\ cntiamo in Valle Camonica un numer:; di fedeli più che soddisfacente e co
Comunità Montana Val PeMice
Sede: Torre Pellice
Piazza Muston, 3
Telefono 0121/91514 - 932262
Variante n. 1
al Piano Regolatore
Generale
Intercomunale
della Val Pellice
IL PRESIDENTE
In esecuzione della delibe; azione consiliare n. 44 del
2"-l 1-1984, esecutiva per de- jrrenza dei termini, e della
deliberazione deilla Giunta della Comunità n. 205 del 5.9.1985
divenuta esecutiva il 17.9.1985;
ita la legge regionale 5-121Ú77 n. 56 e successive modifi_.ie ed integrazioni
RENDE NOTO
;be la variante n. 1 al P.R.G.I.,
.elativa al recepimento delle modifiche apportate al
P.R.G.I. dai Comuni di Luser:ia San Giovanni e Bricherasio, è pubblicata per estratto
alTalbo pretorio presso il Corrane di Torre Pellice per
trenta giorni consecutivi e prec’samente dal 10 ottobre all’8
novembre 1985 ed è depositata con tutti gli atti relativi
presso i Servizi Tecnici della
Comunità Montana (Torre Pellice, via Caduti per la Libertà 4 - Tel. 0121/932262) affinché chiunque possa prenderne
visione.
Torre Pellice, 1 ottobre 1985
Il Presidente
f.to Franca Co'ìsson
si dicasi per le Valli Bergamasche,
per le pianure e per la zona di Milano,
lo mi auguro che la chiesa a cui
appartengo possa ulteriormente svilupparsi e possa un giorno essere organizzata come quella valdese e ancor di più mi auguro che fra le Chiese
della riforma possa nascere .un'attiva e
costruttiva collaborazione per il bene
degli uomini e per la gloria di Dio.
Che il Signore Gesù vi conceda
quanto vi proponete e che l'Universale
Dio illumini e guidi i nostri passi.
Nell'inviarvi i miei personali auguri
di ogni bene accogliete anche i miei più
cordiali saluti.
Chiesa Cristiana Profetica,
Regno (Bg)
PULIZIA
DELLA MONTAGNA
A nome del CAI - Amici del Po WWF e Pro Natura: mi è doveroso
esprimere un vivo ringraziamento a
tutti coloro che domenica 29.9 partendo dal Pian del Re hanno risalito i vari rifugi e colli e gli azzurri laghetti,
che purtroppo sono divenuti dei veri
immondezzai, per l'inciviltà di coloro
che per trascorrere una giornata all'aria aperta, godono nel distruggere
l'ambiente che li circonda.
E' stata una giornata veramente colma di entusiasmo e di lavoro colletti-,
vo, nessuno si è tirato in disparte, « a
parte i soliti curiosi ». Lo slancio dei
giovani e quello dei bambini penso, a
mio avviso, sia stato di vero monito
per coloro che di rispetto non sanno
il vero significato. Perché nel vedere
anche gente anziana scendere i sentieri
con sacchi colmi di immondizia, penso
che si dovrebbe riflettere, perché nessuno vuole assistere al degrado delle
nostre montagne e vallate, in special
modo nelTinquinare i corsi d'acqua e le
sorgenti.
Verso le ore 16.30 ci siamo ritrovati tutti insieme, con famiglie ed
amici, a terminare la giornata con
un'abbondante merenda a base di panini.
Ancora un grazie a tutti quelli che
hanno risposto a questo appello, che
ha permesso un buon risultato nella
raccolta dei rifiuti.
Cordialmente
Ercole Paschetto, Torre Pellice
sempre più funzionali le strutture esistenti.
La Chiesa Valdese assume in proprio il carico economico delle spese
di ristrutturazione: l'Associazione Amici dell’Ospedale — in appoggio — si
permette di rivolgere un caldo appello al fine di ottenere un contributo
ohe sia segno dì incoraggiamento e di
partecipazione. Si tratta della realizzazione di un'opera che, proseguendo
una tradizione più ohe centenaria, vuole essere a disposizione di tutti, ed
in particolare degli abitanti dell'USSL
43, in un settore così importante come quello del servizio sanitario.
Noi dell'Associazione Amici dell'Ospedale pensiamo che un contributo
degli utenti USSL 43, anche proporzionale ai reddito, darebbe modo di coprire in parte la spesa della ristrutturazione che dovrebbe aggirarsi sui
2.500 milioni.
Ringraziamo in anticipo tutte le famiglie che vorranno in modo tangibile
sostenerci in quest'opera.
Qualcuno potrebbe obiettare che è
lo Stato a dover pensare all'assistenza
sanitaria, ma dobbiamo rispondere che
lo Stato non ha la possibilità di intervenire nelle spese delle opere murarie:
ad ogni modo la Chiesa Valdese, a
tutela deirAmministrazione deH'Ospedale, ha firmato con la Regione Piemonte delle Intese per « finanziamento
a biiancio deii’attività sanitaria deii’Ospedaie » cioè tutto quanto è stato possibile ottenere.
Dr. G. Mourglia - Presidente Ass.
Amici dell’Ospedale Valdese di
Torre Pellice.
c.c. n. 25.733 IBI - Torre Pellice
c.c. postaie n. 18777102
APPELLO PER
L’OSPEDALE
Crediamo che ormai tutti sappiano
che sono iniziati i iavori per ia ristrutturazione dell'Ospedale Valdese di Torre Pellice e, ci sembra, in modo concreto per rispondere adeguatamente
al servizio che è richiesto dalla popolazione ed elevare per quanto possibile
la qualità delle prestazioni, rendendo
Pro Associazione Amici
Ospedale di Torre Pellice
FONDO RISTRUTTURAZIONE
E DONI PER OSPEDALE
Offerte pervenute dall’1.7 al 30.9.1985
L. 3.660.884: Paroisse de Gryon (Sv.).
L. 2.000.000: Ade e Dr. Enrico Gardioi, T.P.
L. 1.866.663: James Poét. La Jolla
(Usa).
L. 1.659.600: Colletta Concerto Sinodo.
L. 1.500.000: complessive da Grazielia
Perrin in mem. genitori Maddalena e
Alessandro (Parvus) Pasquet e da Graziella ed Elena Perrin ricordando Giovanni Perrin, marito e fratello,
L. 1.000.000: Adelina e Guido Pasquet, T.P., in memoria Pasquet Maddalena e Alessandro (Parvus); Geom.
Ernesto GardioI, T.P., ricordando Maria; N. N,, L.S.G.; Past. Emilio Ganz
e signora, T.P,; Fam. Geymonat, Bobbio
P., ricordando papà; A.C., T.P., in
mem. Italo e Gina Mathieu; I.C.M., T.P.,
in mem. dei suoi Cari Anita, Italo e
Guido Mathieu; Prof. Paoia Michelin
Lausarot, T.P.
L. 500.000: Y.G.C., To, ricordando il
Dr. Frido Godino; Cercenà Francesco,
Bibiana; Luciana e Aldo Vola, T.P.
L. 400.000: Prof. Teofilo Pons e Signora, T.P.
L. 350.000: Fam. Blanc-Giovenale, T.
P., offerte raccoite in mem. Enrico
Blanc.
L. 345.000: ex Colleghi ed Amiche in
memoria Emma Civra.
L. 332.000: Heinz Kiibb, Waildorf.
i. 300.000: Laverdino Giida, To, in
mem. Seila Maria; Maria Urso Poiizzy, Miiano, in mem. Franco Faichi; N.
N., Masselio; Luigi, Maria e Lidia Rivoira, T.P.
L. 250.000: Fam. Bonjour, Bobbio P,,
in mem. deiia mamma Maria Michelin.
L. 249.500: Gruppo Sig. Vinçon, Perouse (Germ.).
L. 217.630: Evangel. Pfarramz, Perouse (Germ.).
L. 201.250: Hanni Merkli, Winterthur.
L. 200.000: Fam. Craviotti, Salice Terme, in mem. Franco Falchi; Fam. Brondino Bertaiot, T.P., in mem. [Domenico
Brondino; Cugine Cornelio, T.P., in
mem. Pia e Franco Falchi; Rosa Morello, Lus. S. G.; Congiunti Lasagne
Ferdinando, Bricherasio, in mem. Loro
Caro; Talmon Giovanni e Negrin Paolina, Villar Pellice; Silvia Cornelio,
T.P.; Famiglia Ferraro, Milano.
L. 111.148: U. Vollmer, Uhingen.
L. 110.000: N. N., Lus. S. G.
L. 104.000: Mirto, June, Judith e
Joanna Sappé, Jersey (G.B.) in mem.
Aldo Sappé.
L. 100.000: Laura Cesarò Mathieu,
Roma, in mem. Sig.ra Luigia Mathieu;
Lucilla Mathieu, Bordigitera, in mem.
Sig.ra Luigia Mathieu; Liliy Sigrist,
Zurigo; Priotto Wanda, Lus. S. G.; Giorgio Rapone, Milano, in mem. Franco
Falchi; Umberto Vaiente, S. Francisco
Cal., in mem. Maria e Costanza Gönnet; Ing. Innocenti, Miiano; Margherita Virginia, T.P.; Carlo Clot, T.P.; Generale Marioni, T.P.; M. e M. Lovato,
T.P.; Negrin-Bonjour, T.P.; Olga e Ruben Rivoira, T.P.; Frida e Roberta Pellegrin, in memoria di Pellegrin Aldo; Ricca Emilio, T.P,, in mem. Genitori e
Fratello; Comba Susanna, T.P., in memoria Marito e F.lli Comba; Condomini via Faichi, T.P., in memoria Domenico Brondino; Due sorelle N. N., Angrogna.
L. 86.000: Amici e conoscenti di Borgo Appiotti, T.P., in memoria di Clementina Giovo.
L. 80.100: Pastore M. Schneider,
Neuchâtel,
L. 80.000: N. N., T.P., in memoria
Galizia Gioacchino.
1. 75.000: Fina Rosa, San Secondo
di Pinerolo.
L. 70.000: Tempo Vittoria, Caseine
Vica; June Goff Taylor, T.P..
L. 65.700: Pastore Fritz, Baden-Baden.
L. 60.000: Albarin Liliana, Lus. S. G.,
in mem. cari Genitori.
L. 58.000: Girando Giacomo, L. S. G.
L. 50.000: Eynard Albina, T.P., in memoria dei Papà e della Madrina; Geymet Giacomo, T.P.; Charbonnier Alma e
Paschetto Eraldo, T.P.; Elsa Ricca, Villar
Peli.; Toscano-Ricca, Bibiana; Paschetto Ettore ed Edmea, Angrogna; Gönnet
Emilio, Viliar Peliice; Mimi Tron, T.P.,
in mem. della Figlioccia; Dr, Danilo
Mourglia, T.P.; Jeannette Villa, Roma,
in mem. di Sophie; E. F„ Lus. S. G.;
Fiorina Gönnet, Villar Pellice; Balmas
Maria, Bricherasio; Dr. Guido e Delia
Botturi, Torino; Chiavia Davide, Lus. S.
G.; Neiiy e Giovanni Saragosi, T.P., in
mem. propri Cari; Soreiie Trombotto,
T.P.; Giuiio Cesan, T.P.; Irene Cesan,
T.P.; Domenica Barotto, Bibiana; Elena
De Costanzi, T.P.; Coinquilini Fam.
Sappé, T.P., in memoria Aldo Sappé;
Ersilia Mathieu, T,P.; Giovanni e Paolo
Paschetto, Rorà.
L. 30.000: Emilia Barone, T.P.
L. 26.000: Farina Assunta, T.P.; M. et
M. me Wilson, Jersey, in mem. Aldo
Sappé; M. et M.me Penn, Jersey, in
mem, Aldo Sappé; André e Debbie
Sappé, Jersey, in mem. Aldo Sappé;
Robin Sappé, Jersey, in mem. Aido
Sappé,
L. 25.000': N. N.; Sig.ra Cranfield e
Figiie, T.P., riconoscenti al Dr. Gardioi;
Depetris Caterina, Lus, S. G,
L. 20.000: Baridon Maria, Lus. S. G.
L. 10.000: Sig.ra Krauze, Lus. S. G.;
Anna Maria Malan, T.P.; Negrin Guido, Bobbio Pellice.
L. 5.000: Agli Fiorella. T.P.
In totale L. 29.592.475.
C.C. n. 25.733 presso I.B.I. - Torre Pellice;
C.C.Postale n. 18777102.
« Io sono con voi tutti i giorni
fino alla fine »
(¡Matteo 28: 28)
E* mancato airaffetto dei suoi cari
Enrico Jourdan
di anni 82
Lo annunciano la moglie Marcella,
le figlie Fernanda con il marito Aldo
Comba, Alda con il marito Alberto Gabella, il fratello David con la moglie
Elena Poét, la cognata Emilia Barone,
i nipoti e cugini.
Torre Pellice, 7 ottobre 1985
La ipresente serve da partecipazione
e ringraziamento.
« Poiché in Te è la fonte della
vita, e per la Tua luce noi vediamo la luce »
(Salmo 36: 9)
E’ mancata all’affetto dei suoi cari
Giuseppina Meynet Emanuelli
La famiglia ringrazia tutti coloro
che hanno preso parte al suo dolore.
Torre Pellice, 2 ottobre 1985.
RINCRAZIAMENTO
I familiari di
Eugenio Combe (Dino)
riconoscenti per la stima tributata al
loro caro, ringraziano tutti coloro che
hanno preso parte al loro dolore con
fiori, scritti e parole di conforto.
Un grazie particolare al personale
dell’Ospedale Valdese di Pomaretto, al
parroco, ai pastori Renato Coisson di
Pomaretto e Archimede Bertolino di
San Secondo, alla figlioccia ed ai coscritti ed amici.
Pomaretto, 8 settembre 1985
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( Distretto di Pinerolo )
Guardia Medica :
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 74464 (Ospedale Civile).
Ambulanza :
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Guardia Medica :
Notturna, prefestiva e festiva:
tei. 932433 (Ospedale .Valdesej.
Guardia Farmaceutica :
DOMENICA 13 OTTOBRE 1985
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909031.
Ambulanza :
Croce Rossa Torre Pellice; telefono 91.996.
12
12 uomo e società
Il ottobre 1985
UN’ INDAGINE CONDOTTA IN LOCO DA UN’ASSOCIAZIONE AMERICANA {Jf\^ SfÌCla
Pacifismo in Unione Sovietica
Accanto al Comitato Pace russo, attivo dal 1949, che rappresenta il pacifismo ufficiale, da tre
anni opera il « Gruppo Fiducia » che non esita a criticare anche la politica militare russa
Chi vuole la pace? Solo alcuni
stati dell’Occidente^ oppure la
distensione è un sentimento diffuso tra la gente del globo, anche in quelle nazioni i cui governi destinano più fondi alle
spese per la « sicurezza » nazionale?
Una associazione interconfessionale americana, CALO, che
conta circa 25.000 membri e che
opera da dieci anni per una società più giusta e per un contesto pacifico, pubblica mensilmente un bollettino per informare
sulle azioni di pace che vengono intraprese in vari paesi del
mondo.
Uno degli ultimi numeri è stato dedicato all’Unione Sovietica.
Alcuni suoi inviati si sono recati di recente in Russia, hanno
parlato con la gente per strada,
hanno avuto incontri a vari livelli. Quali impressioni ne hanno
riportato? E’ quanto si cercherà di sintetizzare brevemente in
questo articolo.
La gente per strada
Il comune cittadino, per strada, parla prima di tutto di pace
e della sua paura di una nuova
guerra mondiale e biasima la
politica militarista del presidente Reagan. Troppo viva è ancora, nella memoria delle persone di oltre 60 anni, l’esperienza
della 2' guerra mondiale, delle
privazioni di ogni genere, della
quasi totale mancanza di cibo,
attraverso cui nessuno di loro
vorrebbe più passare. A Leningrado questo sentimento è particolarmente vivo: le persone
anziane, anche con una magra
pensione, dicono che va bene
così: purché pace sia.
Ma allora chi si deve biasima
• L’Eco delle Valli Valdesi »: Reg.
Tribunale di Pinerolo n. 175.
Redattori: Giorgio GardioI, Roberto Giacone, Adriano Longo, Mauro
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Ribet. Comitato di redazione: i redattori e: Mirella Bein Argentieri,
Valdo Benecchi, Mario F. Berutti,
Franco Carri, Paolo Fiorio, Bruno
Gabrielli, Marcella Gay, Claudio H.
Martelli, Roberto Peyrot, Massimo
Romeo, Marco Rostan, Mirella Scorsonelll, Liliana Viglielmo.
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FRANCO GIAMPICCOLI
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Pio V. 15 - 10125 Torino - tei. 011/
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delle Valli . La Luce » - Casella postale- 10066 To;'re Pellice.
Pubblicità: prezzo a modulo (mm.
49x53) L. 12.000 (oltre IVA).
Inserzioni: prezzi per mm. di altezza, larghezza 1 colonna: mortuari
350 - sottoscrizioni 220,
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Fondo di solidarietà c.c.p. 11234101
Intestato a < Lo Luce: fondo di solidarietà •, Via Pio V, 15 ■ Torino.
Stampa: Cooperativa Tipografica
Subalpina - Torre Pellice (Torino)
re per la corsa alle armi? Non
noi, sostengono i cittadini russi. « Noi teniamo solo il passo
deH’America. Là viene prodotto
il maggior numero di armi. E
dobbiamo adattarci se vogliamo
sopravvivere — sostiene un gruppo di persone in un ristorante
ucraino —. Abbiamo promesso
all’assemblea dell’ONU di non
usare armi nucleari contro quei
paesi che non le producono o
non le hanno accolte sul loro
territorio. Gli Stati Uniti non
hanno mai fatto una dichiarazione simile. Perché? ».
La gente comune sembra tutta
convinta e determinata sulla necessità di una pace duratura.
Karen Collins, della redazione
di CALC, ha avuto modo di assistere ad una marcia della pace
a Poltava, in Ucraina. E’ rimasta
colpita dal fatto che al ricordo
dell’invasione nazista e delle ferocie d'eH’ultima guerra, molte
persone piangessero ancora, a
più di 40 anni di distanza. «’ La
mia mente andava alle manifestazioni di pace nel mio paese
(gli USA, ndr) e mi ricordavo
la paura dei miei concittadini
verso i russi e la domanda; ma
i sovietici vogliono distruggerci,
o vogliono la pace? Ecco, questa
domanda mi pareva ora assurda... ».
Il Comitato Pace
Pace, da Mosca alla Georgia,
significa molte cose, per un russo: famiglia, educazione, una casa, figli sani, pieno impiego, cibo
a sufficienza, parità di diritti, rispetto per le persone anziane
ecc. Ma significa principalmente
e prima di tutto « assenza di
guerra e di distruzioni militari ».
Ed a questo scopo, fin dal
1949, è stato creato un Comitato Pace Russo, che fornisce costantemente informazioni sulie
iniziative di pace, coordina le
dimostrazioni di massa nelle città, nelle scuole e nelle fabbriche,
e gestisce un fondo considerevole, cui dalla fondazione a oggi
hanno contribuito non meno di
90 milioni di russi. Ad esempio
il 1° settembre 1983, è riuscito
ad organizzare contemporaneamente, in ogni parte del paese,
34.000 manifestazioni ”pro pace”
cui hanno partecipato più di 20
milioni di persone.
In Occidente, molti accusano
questo comitato di essere la cassa di risonanza delle decisioni
del governo e del partito. Ma
non è così: anche se, a differenza di altre nazioni, il Comitato
Pace non ha mai criticato la politica governativa.
In pratica, tutte le manifestazioni per la pace vengono gestite da questo potentissimo comitato. Ma esiste un altro gruppo
pace, che alcuni definiscono « alternativo » G « dissidente ». Fondato nel 1982, il « Gruppo Fiducia » sta facendo centinaia di
adepti, anche se il loro numero
è difficile da quantificare. Questo
gruppo è comunque spesso critico anche nei confronti della
politica militare russa, tanto che
i rapporti con il Comitato Pace
sono generalmente di conflitto.
Non è facile per un turista occidentale avvicinare quaiche
membro del Gruppo Fiducia, anche se molti americani hanno
avuto molteplici contatti.
I comitati pace americani (e
altrettanto potrebbero fare gli
europei) si sono chiesti a più riprese quale di questi due gruppi
di attivisti per la pace appoggiare. Molto difficile dare una risposta. Indubbiamente il Comitato Pace, per forza e numero di
aderenti, è enormemente più im
Un manifesto pacifista russo che parla un linguaggio universale.
portante. Ma il Gruppo Fiducia
mette comunque l’accento su
problemi importanti per un occidentale, quali la libertà individuale ed il diritto di parola del
singolo, contrapposti a volte ai
presunti vantaggi collettivi.
Certo, questa contrapposizione
è già stata strumentalizzata da
molti americani per suscitare
sotto una nuova luce la paura e
la prova di un risorgente comunismo, e per spingere il governo
USA ad approvare nuove spese
militari.
Ma al di là dei giochi di parte, delle incertezze e della frammentarietà di informazioni, è importante sapere che esiste tra la
gente, anche in Oriente, lo stesso nostro anelito di pace, espresso da popolazioni che hanno
già pagato nella 2’ guerra mondiale il più alto tributo di morti: e che non intendono pagarlo
di nuovo. Roberto Giacone
AMNESTY TRAFFICO DI ARMI
Da Messina
a Taiwan
Il Gruppo messinese di Amnesty International ha in adozione
da un anno e mezzo un prigioniero di opinione di Taiwan;
Yen Ming-sheng. Prima del suo
arresto, avvenuto nel 1976, egli
era un politico di opposizione
ma, accusato di voler commettere azioni per rovesciare illegalmente il governo, venne condannato a 12 anni di prigione. Amnesty lo considera « prigioniero di
opinione » perché non vi sono
prove che egli abbia usato o promosso la violenza e la sua è stata
un'opposizione verbale e pacifica
al governo.
Il Gruppo messinese chiede ai
lettori de « La Luce », disposti a
partecipare alle azioni in favore
di Yen Ming-sheng, di scrivere
una lettera cortese al Presidente
della Repubblica di Cina, per
chiedere la liberazione del prigioniero, appellandosi al diritto
di ognuno alla libertà di espressione.
Qualora lo si preferisse, si può
partecipare ad un invio al Presidente di Taiwan di biglietti da
visita. In questo caso basta mandare alla sede del Gruppo messinese il proprio biglietto (o di
amici), scrivendovi sopra la frase « in favore di Yen Mingsheng » e firmandolo.
Grazie di cuore a quanti risponderanno a questo invito.
Gruppo Italia 51
Amnesty International
Via Laudamo, 16 - 98100 Messina
His Excellency
Chiang Ching-Kuo
Office of thè President
Chieshou Hall,
Chungking S. Road
Taipei - Taiwan
Republie of China
Carteggio
Bettazzi
Spadolini
(Adista) — Monsignor Luigi
Bettazzi, vescovo di Ivrea e responsabile di Pax Christi, ha
esternato al Ministro della Difesa, Giovanni Spadolini, in una
lettera che è stata pubblicata su
il «Risveglio popolare» (19/9/
1985), alcune preoccupazioni sul
ruolo dell’Italia nell’ambito delle alleanze occidentali (la « forte influenza di pressioni — politiche ed economiche — degli
Stati Uniti ») e nel quadro del
commercio mondiale delle armi
( « non ci lusinga venire a sapere che il Ministro della Difesa
utilizzi le sue visite... per divenire promotore d’affari per le
industrie italiane che fabbricano armi »).
Il Ministro della Difesa, Giovanni Spadolini, ha risposto a
monsignor Bettazzi immediatamente e « punto per punto ». La
sua lettera è stata pubblicata
su « La Stampa » il 19 settembre.
Le comunità cristiane di base
torinesi e di Chieri, così come
la Redazione di Tempi di Fraternità, in una lettera inviata al
« caro fratello vescovo » Bettazzi, esprimono la loro solidarietà
« piena e totale » in merito alla
lettera inviata dal vescovo al
ministro della Difesa, « per le
denunce... riportate in merito alle deficienze dell’esercito italiano e alla servile politica militare attuata dal nostro governo ».
La solidarietà delle comunità
di base va anche a quanti hanno scelto l’obiezione fiscale alle
spese militari come forma concreta di lotta.
per le Chiese
del Sud Africa
(segue da pag. 7)
se abbiamo idee diverse sul significato finale di ciò per cui
stiamo lottando.
Disobbedienza civile
Una volta stabilito che l’attuale regime non ha legittimazione
morale ed è in effetti un regime tirannico, alcune conseguenze ne derivano per la Chiesa e
le sue attività. In primo luogo
la Chiesa non può collaborare
con la tirannìa. Non può e non
deve far nulla che possa apparire come una legittimazione ad
un regime moralmente illegittimo. In secondo luogo la Chiesa
non deve solo pregare per un
, cambiamento di governo, deve
anche mobilitare i suoi membri
in ogni comunità locale perché
comincino a pensare, a lavorare
e a pianificare in vista di uir
cambiamento di governo in Sud
Africa. Dobbiamo cominciare a
guardare avanti e a lavorare con
certa speranza e fiducia per ui
futuro migliore. E infine l’illegittimità morale del regime di
apartheid ha come conseguenza
il fatto che la Chiesa dovrà ari
che essere coinvolta occasionalmente nella disobbedienza civile
Una chiesa che prende le sue
responsabilità seriamente in que
ste circostanze dovrà alToccorrenza opporsi e disubbidire allo
stato per ubbidire a Dio.
Guida morale
La gente guarda alla Chiesa,
specialmente nel mezzo della
nostra attuale crisi, aspettando
da essa una guida morale. Per
fornirla, la Chiesa deve per prima cosa rendere assolutament r'
chiara la sua posizione e no i
stancarsi mai di spiegarla e di
intavolare un dialogo su di essa.
In secondo luogo deve aiutare
la gente a capire i suoi diritti
e i suoi doveri. Non ci devono
essere equivoci a proposito de’
dovere morale che hanno tutti
coloro che sono oppressi di resistere all’oppressione e di lottare per la liberazione e la giustizia. La Chiesa scoprirà anche che a volte è necessario frenare gli eccessi e fare appello
alla coscienza di coloro che agiscono in modo irragionevole e
selvaggio.
Ma la Chiesa di Gesù Cristo
non è chiamata ad essere un
bastione di prudenza e moderazione. La Chiesa deve sfidare,
ispirare e motivare il popolo. Ha
il messaggio della speranza che
ci sfida a risvegliarci e ad agire
con speranza e fiducia. La Chiesa deve predicare questo messaggio non solo in parole, sermoni e dichiarazioni, ma anche
attraverso le sue azioni, i suoi
programmi, le sue campagne e
i suoi culti.
GRATIS 3 MESI
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altri, un nuovo abbonamento all’Eco Luce per il 1986, il giornale
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lente nell’accreditare I versamenti.
Una telefonata serale alla segreteria telefonica (011/655.278) comunicante l’avvenuto versamento e l'indirizzo esatto del destinatario farà
partire immediatamente l’invio.