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LA BUONA NOVELLA
SeKitfndo U veriil nHU rarilè
IV. 15.
Si dislribuisce ogni Venerdi. — Per cadun Numero centesimi 1®. — Ter caduna linea d’inserzione cenlesimi 20,
Condizioni d’Ansoriazione t
Per Tornito - Un Anno L. A domicilio L, • • — Provi!(cie L. • *0.
Sei mesi .a. — . 3 ftO — ■ S SS.
Tre mesi > «. — ■ * *S —.SS*.
Per Francia e Sriizera franco a destinazione, e per l’Inghilterra franco al conBne lire » S«
per un anno, e lire » per sei mesi.
Le A»»uiiailoni si ricevono; in T<»i:<nall'rnuio ilrl klornair,viale del He, num li.
— A (Ìoaova, alla t'appellH « MldpMr. mura di Chiara.
Nelle provincie, prc»«o tulli gli (’//¡rii po$lali per moziodi Kui/iia, che dovranno eascre iuviaii
franco al Direllore della DroNA Niivklla c non allrinienti.
AH'ealero, ai seguenti iudiriiii: l.n^tnnA, dai sigg. Nlmlicli e C. librai, 2i Heruori-sireet;
P»*i«i, dallalibreriaC. Meyruci», rue Tronchet, NmE«, dal sig. Hcyrol-Tinel libraio-1 iu\kdai aigg. Dcnis el Pelil Pierre librai, rue Neuve, il; (ìiskvka, dal sig. E. lirn'ud' Ubraii»
Losa:).-!«, dal aig. Uclafontaine libraio.
S- Pietro è egli stato mai a Roma ? — Consecrazione del Tempio evangelico di Nizza. —
Richiamo. — Appello in favore della libertà
di coscienza. — Notizie. — Annunzi.
S. PIETRO È EGLI STATO MAI A ROMA?
Ricorderanno i lettori gl’ improperii di ogni
liorta che per avere la Buona Novella stampato
alcuni articoli di un suo amico, che dava a questo
quesito uno scioglimento negativo — essa si
tirava addosso per parte d’uno degli scritlori
AbW'Armonia. Mancando allora da Torino, come
manca ancora al presente, l’autore del surriferito scioglimento, noi promettemmo a pome
suo, che appena gli sarebbe l’opuscolo destinato a combatterlo pervenuto, egli si sarebbe
affrettato a rispondere, sia per confessarsi caduto in errore, qualora fosse stato il caso, sia
per dimostraro con più evidenza ancora la verità del suo assunto. E noi non ebbimo da pentirci della nostra prome.^sa, poiché fin dal mese
scorso il signor F____sebbene appena convalescente da una grave malattia ci mandava i
primi capitoli della sua risposta, la quale quando
sarà compiuta e data alle stampe, mostrerà agli
imparziali su tal materia ciò che valgano gli
scherzi e le ingiurie a fronte della potenza dei
ragionamenti e dell’evidenza dei fatti. Intanto,
e perchè Cn d’adesso possano convincersi i leilori della Buona Novella che il signor F.. ..
non si è lasciato niente affatto spaventare dalle
smargiassate con cui l’anonimo scrittore delì’Armonia gli si ô falto incontro, scorrano i
geguenli squarci del primo capitolo del libro
che annunziamo.
ALL’EDITORE DELU B. NOVELLA
Stimatissimo Signore,
« Circoslanze cho ella conosce molto bene, mi
hanno sino ad ora vietalo di preparare una
risposta all’opuscolo speditomi da Torino, intitolato : Viaggio di s. Pietro a Koma impugnato
dai Valdesi del Piemonte, con falsità, cavillosità e malafede incredibili. Sono al presente
appena sufficientemento ristabilito da poter affrontare una tai fatica : nondimeno farò il possibile per seguitare il mio * esame » , aggiugnendovi quello osservazioni che mi parranno
richieste dai varii capitoli dellopuscolo che,
cou tanta violenza, ha impugnali i miei articoli
stampati nella Buona Novellai imperocchò sono
più che mai convinto, anche dopo aver ponderato con somma attenzione gli argomenti del
mio avversario, che non esislono, neH’anlichilà
primitiva, nemmeno lo vestigia di un’autentica
tradizione, che il grande apostolo della Circoncisione abbia mai visitato la capitale del Ponente .....
< Si potrebbe dalla confidenza che mostra
l’autore dell’opuscolo nel proprio trionfo, e dal
disprezzo con cui egli parla di coloro che hanno
impugnato la verità della leggenda del Viaggio
di s. Pieiro a Roma, essero indotti a credere
che siiTatto viaggio sia una verità storica ben
provala, non mai negata, neanco posta in dubbio, se non da certi protestanti non troppo rinomati per la loro erudizione. Ma il fatto si è
che molli cattolici romani essi stessi, di erudizione non dubbia, e assai stimati infra i proprii
correligionarii, hanno manifestalo dubbii gravissimi intorno al detto viaggio. Citiamo ad
esempio il celebre Carlo Du-Moulin (A. D. 1566)
del quale il padre Calmet parla come di zelante
catlolico, e di cui l’erudizione, la sagacità critica e l’immacolata onestà sono lodale dai suoi
coetanei lutti : l’opinione chc queslo dotto ha
esternala suU’argomento in proposito è assai
somigliante alla mia, cioè che non abbia mai
esistito un’autentica tradizione che l’ApostoIo
abbia lascialo l'Oriente : * Jamais , scrive egli
« in un luogo delle sue opere, jamais n’allé( guèrent et ne mirent en avant la diU fable
c du siège de Sl.-Pierre à Rome, el du primai
t d'iceluy à eux successivement dévolu, ce qu’ils
c n’eussent pas obmis, s'il en eût esté aucune
« chose •• claire démonstrance qu'il n’en estait
*rien; dit que la dite fable n’avoit encore esté
« controuvée » (Cuablbs Du-Moulin, vol. IV,
p. 460).
« 11 padre Leland, celebre antiquario inglese
(A. D. 1552), e Marsilio, rinnomato scrittore
italiano (A. D. 1324) ambedue menzionali da
Calmet sono dello stesso parere ; come lo sono
ancora il padre Caron, francescano irlandese,
eminentissimo (A. D. I666)''ed il padre Arduino,
gesuita francese (A. D. 1729), il quale credeva
essere probabile che la testa dell’Apostolo fosse
stata portala da Gerusalemme a Roma. « Petri
« saltem caput Romam postea fuisse delatum a
t christianis ex hierosolymis omnino credimm:
« ibique religiose illud coli oporterc. Ad Ro« mam venisse Petrum necesse nun est ». (Ved.
SiMOJt, Miss, et mart.s. Petri, p. )57\—Ellendorf, dotto tedesco del secolo noslro, ha scritto
un’opuscolo molto stimato sullo stesso argomenU), intitolalo ; « Isl Pelrus in Rom utui
* Bischof der römischen Kirche geiresenT Einn
t historisch-Kritische L'ntcrsuchiiny ron J. El
* Imdorf ». Itaccomando que.sl’opera alla seria,
meditazione degli scrittori delIMrmwtta.
Ma è inutile proseguire quesla enumerazione.
Baronio stesso, che si è faticato più di chiunque
e non ha lasciato sforzo intentato aireffello di
rendere credibile il racconto d'Eusebio sul pro
posilo, ha francamente confessato cho dopo la
separazione degli Aposloli siamo del tutto al
buio intorno ai fatti loro. « Quod vero pertinel
« ad res ab ipsis apostolis gesta», postquam ab
€ invicem semel separati sunt, res quidem aequé
M per obscura est. Cum enim apostolorum no« minf tamfncta quam scripta rcprrinvtur eattt
* supposititia, nec si quid de illis a reris sfn^
€ ccris que scriptoribus ?iarratum sit, integrum
« et incorruptum omnino remanjierit, in dcspe€ ratianem piane quondam animum dejiciunt
* posse unquam assequi quod verum , certum
tque subsistai*. [Annales, A. D. 44, § 42).
Altri hanno creduto s. Pietro essere stato
crocefisso a Gerusalemme, p. e. Niccolò de Lira,
teologo eminentissimo del xiv secolo ; e s. Gerolamo stesso nel suo Commentario sopra
s. Malico, XXIII, 34, dice cho i Gil'uëi crocefissero ». Pietro; e vi sono taluni Padri cho hanna
imaginato che Babilonia, donde s. Pietro scrisse
le sue lettere e dove morì, fosse Gerusalemme
Ved.Guotii,Synopsis inPetr.,p. 1541). Nòvof
gliamo qui omettere ciò che disse in proposito
nelle sue note sul N. T. il molto dotto .Scaligero,
sebbene protestante : Nam de ejus Romam adcentu et supremo capiti supplicio ibidem nenvu
qui paullo humanior fuerit credere potest.... .
Che la tradizione non sia stala, ogni quafvolla ha parlato, fedele testimonio, ce ne porge
la prova evidentissima un papa stesso, Innocenzo I, il quale non esitò di respingere la tradizione, quantunque generalmente diffusa ai
suoi tempi, dell'andata di s. Paolo in Ispagna;
tradizione che pure era appoggiata dalla testimonianza di Cirillo di Gerusalemme; di s. Gerolamo (inEsaiam,XI, 1.i), di sant’Atanasio (ad.
Diac.), di s. Crisostomo (ad Ilobreos, [iraef.),
di Teodoreto (in 2. Timot., IV, 17), di Gregorio Magno (in Giov. XXllI, 22) e di molti
altri.
Ora se non ostante tante e lali testimonianze
Innocenzo I negò affatto (vedi Conc,, loin. II,
2
p. 1245] l’andata dell’aposlolo in Ispagna, sarà
egli cosa così straordinaria che da altri, per
ragioni non meno fondale, anzi più fondale ancora, venga negata la presenza di s. Pieiro a
Roma? Non sono lo autorità uguali? E perchò
dovranno i viaggi di s. Pietro essere considelati come articoli di fede , mentre saranno tenuti come favolosi quelli di s. Paolo? Chi d’altronde non sa conio la tradizione sia stata le
molte volle convinia di falsità enormi? Chi non
ricorda le False Decretali, il Dono di Costantino, la I.eyije.nda aurea ed altre tradizioni dello
stesso tenore, di cui ehbimo di già a diro che il
falso è la regola, ed eccezione il vero?....
Il mio avversario crede di asserire un gran
cho, dimostrando (ciò che non ò venuto in
mente à nissuno di contrastare) che da molli
dotti proteslanli 6 sialo ammesso il fallo della
venuta di s. Pietro a Roma. Ma che per ciò?
Mancano forse gli esempii di cose sinceramente
credule come falli da uomini anche dottissimi,
0 che poi il progresso della scienza, una critica più sagace hanno dimostrato essere false?
Sappiamo benissimo chc da parecchi protestanti
eruditissimi è stalo accettato come fatto ciò che
noi contestiamo; ed abbiamo accuratamente esaminata la loro testimonianza, ma l’abbiamo trovala di poco 0 niun valore. Sarà queslo nostro
asserto un nuovo delitto di cui ci saremo resi
colpevoli agli occhi deirJn/io?wa.!’e quando la
stessa infallibilità a cui pretende ìa Chiesa romana, si crede di doverla restringere al domma
ed alla morale solamente, e non mai estenderla
«Ila sloria, ai falli, saremo noi costretti ad accettare come irrevocabile l’opinione di queslo o di
quel dottore d’infra i noslri, e tanlo più sopra un
punto di critica slorica? e non avremo agli occhi
deir.4r»ionio stessa il dirilto di fare per lo meno
ciò, che senza incorrere nel biasimo della loro
Chiesa, han fallo parecchi dotti e celebri domenicani e benedettini? Il Bdsnage adunque, l'Ugo
Grozio, il Newton , il Cave e se vene sono
altri, non fanno autorità presso di noi, se non
in quanto possono dimostrare vere le loro asserzioni.....
L’osservazione deH’aulore dell’opuscolo, p.15,
cho « niuno degli scrittori antichi aiTatto negò
« mai la venuta di Pietro alla città capitale » è
di nissun valore per provare ciò ch’ogli intende
provare. Nissuno negò mai la di lui venuta a
Cantorbery , ben chò questa supposizione sia
stata asserita come falto da alcuni. La cosa a
cui noi dobbiamo badare si i', non già se una
circostanza sia slata negala, ma so sia appoggiata su primitive ed autentiche testimonianze,
poiché, come già dicemmo, la mera (radirione dei secoli posteriori non vale un’acca. E
in queslo consentiamo del tutto col Bower,
l’autore delle Vite dei Papi, una volta membro
della Chiesa romana, il quale dice : ♦ Per met« lerci a coperto dell’ impostura, dobbiamo iral« tare la tradizione como un ben conosciuto
< mentitore , al quale non apprestiamo niuna
« fedo, se non in quanto chc ciò ch’egli dico ci
tvien confermata da altra persona di veracilà
€ non sospetta. Finché le cose ci sono detto da
«lui solo, dobbiamo sospendere il nostro giu« dizio, non rigellatido assolulamenlo quello
« cho vien asserito, poichò può accadere tal
« volta che anche un mentitore dica la verilà ;
« ma non avvenga cho daU’unica sua autorità
«l’ammettiamo come vera. Che s. Pietro sia
« stato a Roma, ch’egli sia stato vescovo di
« Roma,lo dice solamente la tradizione, la quale
« nel medesimo tempo ci discorre di tali e così
« curiose circostanze intorno alla di lui venuta
« nella capitale, alla dimora chp vi fece ed al
« suo partirsene che, nell'opinione di ogni uomo
« sincero, il lutto deve apparire como romanzo
« e niente più ».
Faccia il confronto il lettore tra questo modo
gravo e jjacato di proporre la sua opinione,
che adopra il noslro amico, e gli epiteti insultanti , i frizzi di cattivo gusto a cui ricorre
ad ogni riga, per così dire, il suo contraditlore,
e solo da queslo giudichi da qual parte si comballa a prò del vero.
CO.\SECRAZIOM DEL TEMPIO EVANGELICO
DI NIZZA.
Il dì 27 novembre segnerà una bella pagina
per la città di Nizza. In quel giorno, sulle rive
incantevoli del Mediterraneo, dedicavasi al Signore la prima cappella evangelica nazionale;
opera di semplice forma, di finissimo gusto, in
islile greco, dell'esimio architetto signor Boyer.
Un sole splendido e puro, aprendo i cuori alla
gioia, mirabilmente assecondava la pia funzione.
All’ora prestabilita concorreva nel nuovo tempio numerosa assemblea ; cristiani evangelici
di quasi tutte le comunioni , fratelli nazionali
sì della città che d'altrove, e parecchi abitanti
di Nizza mostravano nei composto contegno ,
nella sostenuta attenzione, per ben due ore, il
più vivo interessamento;
Il pensiero di mescolare, come dal programma
si rileva, le due lingue francese e italiana, fu
piuttosto di buon effetto. I cinque pastori che
siedevano alla tribuna si divisero il programma
nel modo seguente :
а) Invocazione del nome di Dio, in italiano
(Rev. Turin).
б) Canto del Te Deum, in francese ;
c) Lettura della Bibbia, in italiano. Salm. 84,
(Rev. Charbonnier).
J) Preghiera di dedica, in italiano(Rev. Malanf.
e) Allocuzione del Moderatore, in francese.
Canto di due altri versi del Te Deum.
Predica in francese (Rev. Pilatte). Preghiera,
(Idem).
Canto della Doxologia, in francese. Benedizione in italiano.
Il discorso del Moderatore mirò in sostanza a
far risaltare i sensi di gratitudine di cui andiamo debitori all'Altissimo, donatore supremo
d’ogni bene; quindi al Sovrano, al governo, alle
autorità locali e ai nostri amici, che con tanto
amore concorsero all'opera. Sensi di umile merariglia esternò poi, che Idiio si degni concedere a noi di mietere con giubilo un campo
bagnato dalle lacrime dei padri; quindi pressante
invito a battere le medesimo orme di fedeltà al
Signore. Il signor Pilatte trattò con chiarezza e
forza il passo :« L'ora viene, e già al presente è.
che i veri adoratori adoreranno il Padre in ispirilo e verità ; perciocché anche il Padre domanda
cosi che l'adorino » (Giov., IV, 23).
Dilucidata in poche parole la circostanza del
testo, ne svoige il pensiero:
Iddio ha bisogno di adoratori, li richiede.....
non per sè,ma per farli beati... Ma non vuole già
adoratori bugiardi e falsi, ma veraci, in ispirito
e verità. Dilucidando il senso di tali parole , fa
risaltare la differenza che passa dal falso al vero
culto. —Ma dove sono cotali adoratori? Si cercano, ma ben pochi si ritrovano sulla terra; ben
pochi in questa adunanza. Non ci perdiamo di
animo, Iddio è quello che li richiede, e a ciò li
prepara. Il tempo viene ed è venuto pel mondo
intiero, che conta più Cristiani, mostra più zelo,
che in qualunque altra epoca; è venuto per questa umile città , che ha veduto alcuni suoi figli
entrar, pietre vive nel tabernacolo di Dio in ispirito; non ci perdiamo d’animo. Il vangelo non è
di disperazione, bensì l'incredulità , che negli
ultimi suoi conati di distruzione, di morte , ne
appiana la via alla Parola della speranza, della
vita e dell’amore.
Speriamo che questa funzione cristiana lascerà
in molti cuori, dolce ed incancellabile memori*.
Alle quattro un banchetto fraterno radunava
a.\\'Hótel de la Grande Bretagne alcuni fratelli
franco-italiani e amici stranieri. Parole di meritato ringraziamento furono rivolte al Comitato,
cui rispose l’onorevole signor liutt. Non si potea
in tale occorrenza tacere il nome del re di Prussia, indefesso propugnatore della causa evangelica in Italia; e l'egregio signor di Bunsen con
parole di simpatia si mostrò degno rappresentante dell’augusto sovrano. Un membro del Comitato fece il compendio ristrelto dell'opera in
Nizza, l'origine sua, le vicende diverse. Si fece
un appello ai fratelli nazionali, onde corrispondano a tanto amore e imitino tanto zelo cristiano
dei figli della Riforma. — Si estenda sul Mediterraneo nuovo cordone sanitario ad espellere
non già la peste d'Oriente, ni,a quella più mortifera e da secoli indigena , delj'ignoranza, della
superstizione e del peccato. Unì> dei fratelli grigioni ringraziò pel culto ottenuto, e dichiarò che
essi ancora concorrerebbero per quanto il comportassero le loro forze.
La sera di questa bella giornata terminò con
una riunione all'antica cappella — pressanti considerazioni furono presentate sulla necessità dell’unione, sì ne’sentimenti che nell’opera —unione
nei punti fondamentali, tolleranza nei secondarii, cooperazione massima di tutti alla diffusione
del Vangelo.
Un sentimento di gratitudine al Signore e di
gioia fraterna e di dolce speranza per l’avvenire
riempiva tutti i cuori.
L’indomani sera, 23, il signor Pilatte ebbe l’ottimo pensiero di aprire la casa sua per una conversazione.
Numerosa riunione di ogni nazione , di ogni
classe, componendo le due congregazioni francese-italiana , con alcuni amici inglesi, avev*
iuteso il pensiero e corrisposto all’appello de’
pastori.
Dopo parziali colloquii, piacevolmente coperti
dall’armonia de'cantici, giravano per le sale i rinfreschi ; quindi il signor Pilatte in una viva allocuzione si fece a reclamare tra'l pastore e la
greggia rapporti più intimi, rapporti, dicea, cosi
preziosi , ma pur troppo difficili, con una popolazione mobile ed incessantemente rinnovata.
Un fratello fece risaltare la bella e benefica missione della donna cristiana in seno alla Chiesa,
il vero diaconato nel senso biblico.
Un altro fratello reclamò quel benefico diaconato a favore della donna italiana, abbellita da
cosi pregevoli doti, ma da falsa e corruttrice re-
3
ligione pur troppo avvilita. Insistette sull’obMigo imposto a tutte le comunicai evangeliche
di cooperare aU’evangelizzazione. Sui gran principii che furono nel passato, e saranno nell’avvenire ancora, la forza della Chiesa cristiana.
Si terminò colla lettura della Parola, un cantico e la preghiera.
Tutti ebbero in quella dolce serata una prova
parlante che la pietà ha le sue gioie, le sue pure
delizie, non turbate dal rammarico dell’ indomani.
Una signora , che per la prima volta interveniva a consimile riunione, nell’esternare la sua
viva soddisfazione, si meravigliava come nel suo
paese non si avesse il pensiero di passare cosi
piacevolmente il tempo, associandovi la religione. Ed un distinto Italiano con profondo sentimento dicea : Ecco ciò che ci vuole alla noslra
Italia, il germe prezioso del nostro rinnovamento. Questa è una delle più belle feste ch’io
abbia goduta in vita mia.
RICHIAMO.
Un noslro amico ci nianila, sopra una frase
del nostro carteggio delle Valli, pubblicalo nel
num. 47, le seguenti osservazioni che ci a.scriviamo a dovero di rendere di pubblica ragione;
I lettori valdesi del n. 47 della Buona Novella
hanno compreso benissimo con quale intenzione
il vostro corrispondente abbia accennato, nominalmente, alle due parrocchie di Bobbio e di Pojnareto, come a quelle chenon mandarono i loro
maestri di quartiere a Torre, dove si doveva dar
loro, per lo meno, alcune direzioni di cui senza
dubbio abbisognavano. Senza dare a quest'osiervàzione importanza maggiore di quella che 8Ì
meriti, ed all'unico scopo di allontanare, per
quanto dipende da me , il biasimo tacitamente
inflitto alla mia parocchia, credo mio dovere di
osservare :
1, Che non ho ricevuto nissun invito di mandare maestri a Torre, la circolare del signor Sotto^ispettore delle scuole valdesi al sindaco ed al
pastore del Pomareto non essendomi stata parteicipata prima deH’ll del corrente.
die io era assente dalla mia parrocchia
quando ebbe luogo a Torre la raunanza dei
maestri.
3. Che concistoro e consiglio comunale non
poterono nominare i maestri di quartiere che it
dì 11 novembre, e che quindi sarebbe stato più
che difficile mandarli a Torre otto giorni prima.
4. Finalmente, assicuratomi del concorso dei
due maestri della scuola tecnica, io aveva già
preso gli opportuni concerti per dare regolarmente ai maestri dei Pomareto, e per tutto il
tempo che deve durar la scuola, non solo alcune
direzioni, ma una serie di lezioni dalle quali credo
Ji poter aspettare ottimi risultamenti. E forse
dovranno a questi provvedimenti,maestri e scuole
di Pomareto, di essere trattate non meno favorevolmente di quelli delle altre parrocchie.
Il pastore di Pomareto
P. Lantaret.
Pomareto, 26 novembre 1856.
Appello in favore della liberlà
di coscienza
particolarmente indirizzato agli uomini r.he
reggono i diversi Stali europei dalla Società
religiosa degli Amici, riunitasi a Londra,
in seduta annuale, nell'anno corrente l8o6.
(Cnnliiiuaziuiic.)
Una protesta ferma, benché tranquilla, contro
l'esercizio dell'autorità deH'uomo sovra il suo
simile in cose di religione, fece parte della nobile testimonianza che i padri nostri, quando
surse la nostra società nel secolo decimosettimo,
stimaronsi chiamati, sotto l'ispirazione e l'insegnamento del Santo Spirito, a rendere al Cristianesimo primitivo che volevano stabilire nella
sua purezza e possanza. Le vedute loro ad un
tempo chiare e semplici in proposito, il loro coraggio e pazienza nella persecuzione come sudditi inglesi, unitamente all’esempio dato nel praticarne i principi), allorché furono eglino stessi
investiti dell’autorità pubblica negli Stati di .lerseye nella Pensilvania, hanno molto contribuito,
crediamo, a far ottenere l'ampia libertà di coscienza che ora esiste, e siamo felici di riconoscerla, cosi io cotesto paese come neH’America
del nord. Il loro fedele attaccamento , fondato
sovra un’umile confidenza in Dio, in ordine a ciò
ch'essi reputavano essere legge di Lui, e la sottomissione loro all'autorità civile quando cotesta
autorità non *i opponeva all’obbedienza verso
Dio, hanno appianata, sotto la benedizione dell'Altissimo, la via ai lor capi temporali. La legislatura britannica dettò leggi cbe mitigarono il
codice penale ed estesero i nostri diritti civili;
poscia, delle disposizioni legali diedero successivamente alla nostra società numerosi privilegi,
fra cui si possono citare il tranquillo esercizio
del culto pubblico secondo la nostra coscienza ;
la completa validità legale de' matrimonii celebrati conforme agli usi nostri; ia piena e intera
sufficienza della nostra affermazione , in luogo
del giuramento , in tutti i casi iu cui è d'uopo
dare testimonianza o farsi ammettere in uu pubblico ufficio; in fine la grande mitigazione nelle
leggi che concernono il servizio militare e le
tasse ecclesiastiche.
È nostra convinzione (e questa convinzione è
appieno confermata, a nostro avviso, dalla storia
passata e dalla condizione presente sia dell'Inghilterra, sia delle altre nazioni d'Europa) che il
compimento perfetto de' principii di libertà religiosa contribuisca potentemente al bene temporale e spirituale insieme delle nazioni, aumentando nel loro seno il numero dei cittadini leali
e fedeli, degli uomini tementi Iddio ed osservatori dei loro varii doveri per la di Lui gloria e
per l’onore del lor paese. Ed ecco gli uomini che
costituiscono la vera forza del governo sotto il
quale essi vivono, e che danno allo Stato i migliori elementi di sicnrez/.a.
Ciò essendo vero, noi raccomandiamo le fatte
considerazioni all’attenzione generale, franca e
sincera. In nome di qucH'amore che si estende a
tutti quelli che amano il nostro Signore Gesù
Cristo noi dobbiamo compiangere molti aucora
de’ nostri fratelli in Gesù Cristo , qualunque sia
la denominazione loro, che sebbene non abbiano
commesso alcun delitto, sebbene siensi astenuti
di entrare ne'piani o movimenti politici, tuttavia
soffrono per la causa della coscienza nei diversi
paesi d’Europa, unicamente perchè la religiosa
lor fede scostasi da quella dello Stato. In certi
casi eglino sono membri delle chiese alle quali
i loro antenati erano uniti pel corso di molte generazioni ; in altri casi, quegli uomini furono
condotti per convincimento a mutare comiinione
religiosa o ad adottare delle vedute difli'rcnti d*
quelli! ch’eglino contrassero neH’educazione loro,
perché le risguardono como più ronforini alla
Rivelazione divina. Le nostre simpatie sono eccitale a prò di molti di questi sinceri discepoli
del nostro divino Salvatore, benché ci sieno stranieri e non si uniscano punto a noi nella professione esteriore del culto : il nostro cuore è profondamente commosso per essi e per tutti coloro
che sono perseguitati per ia causa di Gesù Cristo. AllorqiilÌndo i jiotcntati cristiani sostengono
a voce unanime la quistione della libertà religiosa
presso i Maomettani, non sarebbe forse un soggetto di giusto rimprovero so uno di essi, invocando il nome di Gesù Cristo, continuasse, sotto
il pretesto di qualche legge stabilita ad altro, a
perseguitare i suoi fratelli, sia dentro i confini
della Chiesa orienl.nle o della occidentale, sia io
uno degli Stati protestanti? E quanto colali atti
indebolirebbero ogni reclamo falto ai principi
pagani o maomettani in favore dei diritti delia,
coscienza!
Egli è per questo chc noi presentiamo con rispetto, ma altros'i con insistenza , cotesta nostr»
istanza a tutti gli uomini che sono al potere fra
le diverse nazioni della cristianità, supplioaudoii
di por mano cou saviezza e coraggio aH’opera
dello riforme legislative ed amministrative in
tutto ciò che concnrne la liberlà religiosa. Possiate comprendere cd agire dielro intima convinzione chc l’interesse vostro tanto quanto il vostro dovere vuole cancellato dalle leggi tutto ciò
che opprimo la coscienza ; sia che l'oppressione
agisca sul culto pubblico, ovvero consista in
punizioni per dissensi religiosi, iu imposte per
sostenere pratiche c stabilimenti religiosi, levato
su quelli chc sono di uua credenza cóscienziosamente diversa ; sia per un intervento inutile nell*
celebrazione dei lor matrimonii, nella sepoltura
dei loro morti o neH’educazione religiosa dei figli. E, considerato che il nostro Padre celeste
diede all’uomo una rivelazione della sua volontà,
nelle Scritture deH'Antico e Nuovo Testamento,
nessuna autorità umana osi credersi in diritto
d’interdirne la libera cono.scenza che appartiene
a tutti per diritto sacro. Possiate voi in queste
materie, come in tutte quelle che si riferiscono
al governo degli uomini su cui ia provvidenza
deirOnnipotente vi ha stabiliti in autorilà, ricordarx'i che siete responsabili verso di Lui, il Padrone supremo dell'Univcrso : in guisa che facendo agli altri ciò che volete ch'eglino facciano
a voi stessi, e dedicandovi a governare nel timor
dei Signore , sotto l’induenza della sapienza e
della forza che provengono da Lui, voi riceviate
la sua benedizione per voi e per le vostro contrade rispettive !
Segnato a nome della suddetta assemblea d»
Giuseppe Thorp, tegretario.
Lione. — OlTesa alla libertà di culto. —Il Id
novembre nel tribunale correzionale di Lione ebbe
luogo un dibattimento per le riunioni religiose,
contrarie alla leggo, che si tengono a St.-Bel,
presso Lione. Il signor Bethmont , celebre
avvocato di Parigi assunse la difesa degli incolpati ; con essi egli credette pure difendere
4
il vero senso della legge che loro Tiene opposta. Disse che una causa è grande se tocca
Ja coscienza ; che ogni uomo temente Iddio e che
vuole adorarlo, vuole eziandio sapere s’egli abbia
soltanto la libertà di coscienza, e non quella di
iuanifeiitare in comune co’suoi fratelli le di lui
convinzioni religiose, e di soddisfare i di lui religiosi bisogni; in una parola vuol sapere se
abbia o no la libertà di culto, disse che a St.-Bel
non v’ebbero tumulti, dimostrarlo i processi verbali : che non v’ebbe nemmeno resistenza, poiché
ogni volta che l’autorità intervenne, ♦’assemblea
kì disciolse ; che s’ella si ricomponeva altrove,
era in virtù di un diritto che apparliene a tutti i
credenti : chc vi ebbe insistenza, non resistenza,
come dee aver luogo per ogni seria convinzione
in materia di culto. Disse nou essere la libertà
di ciiccienza una conquista da farsi, bens’i un
dono di Dio, e che nessuno può sognarsi di regolarla : essere un bisogno morale quello di adorare Iddio in comune. Disse aver l’imperatore
»ttuale dichiarato di volere che prevalgano i principii deir89, fra cui trovasi proclamata la libertà
de’ culti ; gli uomini dei diversi partiti essere andati d’accordo riguardo al diritto, alla sola condizione di non turbare lo Stato. Disse che le associazioni menzionate nel codice penale e nelle
leggi sono cose differenti dalle riunioni pel culto
propriamente detto ; che queste devono esser
pubbliche, aperte a tutti, non sottomesse all’arbitrio delle autorizzazioni, perchè un culto sincero non è libero se va soggetto all’arbitrio amministrativo; e la tolleranza non è libertà, come
la libertà non è tolleranza ; ecc., ecc.
Ad onta però della eloquente e calorosa difesa,
la Corte, adottando tutte le viste del ministero
publico, ha condannato l’evangelista signor Charpiot a 300 franchi di multa, ed altri 43 incolpati
•a fr. 16, dichiarando sciolta l’associazione.
Belgio. — Apertnra delle Camere. — In tale
occasione il re Leopoldo , nel suo discorso ,
espresse la soddisfazione che provava il governo
nell’osservare la marcia prosperosa degli stabilimenti superiori dell’istruzioue publica. Cotesta
dichiarazione fu considerata come una risposta
alle doglianze de’vescovi. Nel conflitto che surse
nel Senato riguardo all’indirizzo di risposta al
discorso della Corona, il signor Dedecker, miniatro dell’interno, proclamò di nuovo la ferma intenzione del governo di lasciare piena libertà ai
professori circa alla direzione dell’insegnamento
loro. Un senatore , sig. Forgeur, ha dichiarato
in tale incontro che i vescovi, nelle lor mosse ,
non erano stati sospinti che da uu interesse di
hottega.
America. — 1 Mormoni. — Leggesi nel Times
ia seguente corrispondenza da Boston ;
« Sursero testé delle difficoltà che devono trar
acco la distruzione della comunità dei Mormoni.
La corte suprema d’Utah ha deciso che l’atto
organico estenda la legge comune su tutto il territorio, ed essendo quest’atto di sua natura una
costituzione, la leggo comune è al di sopra degli
statuti particolari de’ Mormoni. Tale decisione
rende la poligamia illegale tanto sul territorio
dei Mormoni,quanto lo è nell'Unione, e distrugge
tutte le leggi fatto per ordine di Moung. Tosto
chela comunità, al presente isolata, verrà in
contatto colla popolazione dell'Unione , la teocrazia dovrà estinguersi, e forse nel sangue ».
At
DEPOSITO DI LIBRI RELIGIOSI
Viale del He, A» 31.
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Conférence de Chrétiens evangéliques
de toute nation à Paris, 1855. Compte rendu publié aunom du Comité
de L’alliance evangélique,par Guii.
Monod , un vol. in-8°. . » 5 »
Lettres écrites d’Orient par Emiligk
Frossard, l’un des pasteurs chargés
de commencer l’œuvre des aumôniers protestants auprès de l’armée
française, 1 vol. in-S» .... » 2 50
Du beau dans la nature, l'art et la poésie, etudes esthétiques par Adolfe
Pictet, 1 vol. in-8“.....» 3 50
Mystère des Bardes de l’ile de Bretagne
ou la doctine des Bardes Gallois du
moyen âge, sur Dieu, la vie future
et la transmigration des âmes. Texte
original,traduction et commentaire
par Adolphe Pictet, 1 vol. . . » 1 50
Divin Guide du Voyageur par le révérend J. Hauilton. Traduction libre
de l’anglais par Gabriel Navillb ,
1 vol. in-12».......» 0 60
Trois siècles de luttes en Ecosse, ou
deux Rois et deux Royaumes par J.
H. Merle D’Adbigné .... » 3 50
Fictions et réalités ou les prétentions
de Rome mises en regard des faits.
Discussion franche mais amicale ,
par Ad. Baütt, pasteur ...» 2 50
Comment faire le bien? Directions et
récits, par Abbott.....» 1 50
Christ et le siècle. 4 discours par Félix
Bünqenbr........» 1 25
Caroline Perthèson L'épouse et la mère
chrétienne, par Charles Monkard
professeur à l'Université de Bonn » 2 0
Quelques merveilles de la nature et de
l'art, lectures instructives pour les
familles et les écoles, par A. Vül..............» l 25
Guide Biblique ou Harmonie et Commentaire pratique et populaire de
l'Ancien et du N. Testament, à l'u- .
sage des Evangélistes, des Instituteurs, des pères de famille et des
écoles, avec carte, d’après le Manuel d’éclaircissement sur la Bible,
de la Société de Calvv. par Dbscombaz, 3 vol.......» 12 i*
Histoire des protestants de France, depuis l'origine da la Réformation
jusqu’au temps présent, par G. de
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Etudes sur les prophéties ou entretiens
avec les frères de différents écoles
millénaires , accompagnées d'une
étude supplémentaire sur les caractères de l’église de Dieu, par J. Nio
GLl...........> 1 25
Marguerite Brun, ou confiance en Dieu,
traduit de l’anglais.....» 1 25
Conférences apologétiques sur Jésus
Christ, prêchées à Nimes en 1854,
par Ménard St-Martin ...» 0 00
Pourquoi nous baptisons nos Enfans,
étude historique et biblique sur
cette question par A. Henriqxjet,
pasteur.........» 1 0
Formulaire d'instruction chrétienne à
l'usage des Catéchumènes , publié
par C. O. ViGtTKT, et L. Tocrnier» 0 75
Le port. Scènes contemporaines par
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gris, 2 vol....... . » 5 0
Seppi ou crains Dieu, fais le bien , ne
redoute personne. Traduit de l'allemand de F. Hoffmann. ...» 1 25
La Conscience d’un Prêtre et le pouvoir
d’un Evêque ou droit imprescriptible des principes. 1856. 1 vol in-12«» 3 0
Les Noyaux de cerises oule pensionnat
de Carlton,parle révérend W.Adams» 1 60
Augustin,Troisiéme édition. 1 vol.in-12» 2 0
Vies de Latimer Baxter et Whitefield ,
ou l’évéque, le pasteur et le prédicateur, par J.-C. Rtle. ...» 0 80
Femmes Chrétiennes auxprémiers temps
de l’Église. Traduit de l’allemand
de Munter, par L. F. Boissard. » 2 0
Guide du lecteur de la Bible, destiné
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