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Anno 6*. — N“ 7.
Il SERIE
15 Aprile 1857.
LA BUONA NOVELLA
GIOB.YUE DEILA EVAXCELIZZiZIOXE ITAIIAAA
Seguendo la verità nella carità.
Efes. IV. 15.
PREZZO 01 ASSOCZAZIONE
ìtT lo SUlB (Cnuro a dnlìDaziofieJ . . . F 3 v
fir la Snzura e Fraseia, |j. ...» 4 25
P«r l'iBgbiUem. id.......» 5 5«
Per altri paesi (frane« fina al eonilBe). . » 3 x
IftB si rieeiond assoclatiati per meno di no anao.
LE ASSOCIAZIONI 8l RICEVONO
Jn Torina all’UOÌEio d«l Giornale, iial»ddEe, R* 31.
Ielle proTÌBci« presse igiti gli llDzii postati per
Beilo di Vaglia, cìie dorraaiKi essore hiTiati franco
al fiirellore deUa Buoua Novella c bob altrineoli»
All’estero, ai soguonti indirizzi: Parisi, dalla libreria C. Meyrueis, rue Tronehec,2; Ginevra, dal sig. E Beroud libraio; ingmiterra per mezzo di fraoro bolli
jigle»i spedici franco al Direttore della Baona NoTelU.
SOMMAHIO
(ierolamo Savonarola. II. — Unità della Chiesa. — Il Cristianesimo infra i Giudei. — Notizie italiane. — Notizie estere.
GSaOLASlO SAVONAROLA
Jérime Sa^onarole précnrsenr de la Reforme d’après les ouvrages originaux et les principaux liistoriens par TUÉODURE PALL , première
partie. ConversiOD et yocation de Savonarole, rérormcs monastiiiues.
Getiève, chez I. CDERBl’llt'Z, I8S7 (1).
II.
Il signor Paul s’introduce alla vita del Savonarola con un
prospetto del secolo xv. Questi quadri generali, co?l n«cessarii aU’intelligenza del personaggio che si vuole rappresentare, sono ora tanto triti, che credevamo poter saltare a
piò pari tutta questa parte ; ma gettativi gli occhi, trovammo
(1) Quest’opera trovasi vendibile al Deposito dei Libri Religiosi, Viale
del Re, N» 31.
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tale pienezza ed originalità di sapere, che dovemmo leggerla per intero, e fu con nostro grandissimo frutto e diletto. Il sig. Paul non è iin mero compilatore. Egli attinge ai
fonti, e anima tutta la sna dottrina di un tal fervore cristiano
del vero, che pare rinnovi la storia. Cosìi trapassando tra le
sozzure del papato, le arguzie della scolastica, il sudiciume
del monachiSmo, egli è ,si veramente indegnato e sì naturalmente schivo, che ne usciamo con orrore, ma non con istomaco; corno segue quando leggiamo le nude e ciniche testimonianze dei contemporanei, ¡.asciate queste potenze declinanti
e venendo alle nuove, com’egli le chiama, egli sembra respirare e riaversi, e noi, insieme con lui, crediamo uscire
dalle orgie pagane ed entrare alle catacombe dei primi cristiani; e nelle testimonianze di sangue, nell’amore dei libri
divini, nelle stesse e.stasi della fede, nella nuova coltura e
rigenerazione della politica, crediamo rinascere. La Riforma,
ed è il suo grande onore, nacque insieme dalla fede e dalla
scienza , non solo dalla scienza divina, ma dall’umana ; il
progresso letterario, che ridusse il papato alle abominazioni
e alle follie del vecchio impero romano, portò la Riforma al
sano studio dell'antichità, alla vera interpretazione delle
sacre carte, a dar un nuovo impulso al coltivamento delle
lingue classiche, e a perfezionare e a rendere un atto stromento letterario, le lingue volgari. Lutero fondò la nuova
letteratura tedesca, dandole una lingua ricca, varia, energica e flessibile nella sua versione della Bibbia. La versione
della Bibbia e i libri liturgici della Chiesa d’Inghilterra sono
classici. Calvino, con le sue Inslituzioni, fu uno dei fondatori della lingua francese. E se la Riforma non fosse stata
soffocata in Italia, la nostra letteratura non sarebbe morta.
Unita al progresso scientifico, la libertà religiosa avrebbe
eccitato una nuova fioritura delle lettere ed una nuova
grandezza della nostra nazione. Galileo e l’inquisizione ci
dicono quello che sarebbero stati e quel che avrebbero prodotto Galileo e la Riforma. Ma la nostra terra non era ancor
espiata. Noi avemmo due secoli di sonno vile ed inerte, con
qualche raro sogno della nostra rigenerazione,. I nostri pensatori 0 morirono sul rogo o languirono in terra straniera.
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ta Bibbia tradotta da uij Italiano non potè penetrare fra noii
Imposto silenzio a Dio , i sacerdoti romani ci cullarono
con lo leggende dei santi , e con le scempiaggini delle
Sette Trombe. Favole aaili, che non avevano neppure il
prestigio delle avventure ariostesche, furono il pascolo della
moribonda intelligenza italiana.
Il Savonarola era nato a tempo per dar le mosse alla Riforma. 11 suo destino l'aveva condotto in una religione dove
la fede era più viva, sebbene un poco selvaggia. Lo stesso
destiao l’aveva condotto nel principale asilo del paganesimo,
nella culla della tirannide lusinghiera e perverti trice, a Firenze. Firenze fu la Capua intellettuale di Roma. Da Firenze
ebbe Roma Leone X e Clemente VII, e una gran parte della
corruzione degli altri papi. Firenze, dilungatasi dalle vie di
Dante, s’era tulfata nelle raffinatezze del lusso e della scienza
greca nel loro colmo di decadenza e di corruzione. Firenze
puredominava l’Italia per la sua coltura e la sua lingua. Vinto
il paganesimo nella sua ròcca e nel suo fiorito nido, l’Italia
avrebbe fatto gran passi nella via di salute. Quivi adunque il
Savonarola esercitò l’ingegno e l’eloquenza ; quivi combattè
le sue prime battaglie, prima contro l'ingegno proprio inesperto e la propria ribelle parola ; poi, rafllnatosi nelle guerre
con quei sottili avversarli come i primi padri della Chiosa
contro i filosofi gentili, ottenne trionfi che la tirannide e la
superstizione crederono necessario dovere soffocare in un
rogo.
Chiunque ha letto i predicatori di quel secolo, vede di
tratto la differenza che li separa dal Savonarola. Tutti odorosi dei fiori del gentilesimo, o tutti irti di spine scolastiche,
non rendono più idea della semplice ed efilcace parola cristiana. Già Dante aveva al suo tempo fulminato la falsa predicazione, che non cercava con le sue scede che a fare ben
ridere. Il Boccaccio mise in ridicolo in un personaggio delle
suo Novelle un impostore di reliquie. Egli nel franco e vibrato scherno ha preceduto Lutero. Telzel ora un fià Cipolla, un impostore d’indulgenze ; e ¡danari ch’egli carpiva erano rubali come quelli che affluivano al frate po’suoi
crocioni segnati sui bianchi abili de' villani coi carboni, eh«
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avevano arrostito san Lorenzo. Tutta la leggenda, ora pia a
tenera, ora forte e sublime, delle lotte del cristianesimo era
divenuta una risibile farsa in bocca dei predicatori. Essi
competevano coi buffoni da teatro o coi mattaccini da piazza,
e la fede non avrebbe potuto resisterò se Iddio non avesse
suscitato i suoi nuovi profeti nei riformatori, che furono un
freno ed un correttivo ai disordini degli stessi papisti.
Questi predicatori erano come i sofisti e i declamatori dell’antichilà. Il Savonarola, al contrario, era commosso profondamente dai pericoli della religione e dalle sciagure che
al suo prevedere sovrastavano all’Italia. Egli piangeva caldamente nello scriverei suoi sermoni, e talvolta il piantoglieli
faceva interrompere. Pieno di passione, egli saliva sul pergamo
e lasciava traboccare il suo animo. La parola, aiutata dalla
simpatia degli uditori, correva franca e copiosa, e infervorandosi per una mutua reazione, l’evangelizzatore ed il popolo, ne veniva uno straordinario commovimento, quel
commovimento che è il principio della penitenza, quando il
cuore non è al tutto depravato, e una sola velleità, un fiore
cho non allega, quando ò il sussulto prodotto da una recitazione quasi teatrale. A certi quadri della passione, mostrando come il Signore confitto in croce apriva le braccia
ai peccatori ripentiti, il popolo sciamava : misericordia,
misericordia.' 0 nobili trionfi della fede! Ci vollero i secoli
di perversione papale per ammortarla nel cuore degli
Italiani!
Il popolo si convertiva, abbandonava i piaceri, le delizie
usale ; si adusava alla vita austera del cristiano. Ma l’indurato nel peccalo, Lorenzo de’Medici, non si convertiva,
neppure al letto di morte. Almeno il tentava. — Ora ecco
il Borgia, carico di tutte le corruttele ed ignominie del
mondo. Egli non tenia piti di convertirsi; egli tenta invece
di sedurre l'apostolo ; gli offre la porpora; il semplice
amico di Dio la rifiuta. Non potendo sedurlo, il Borgia pensa
a spegnerlo. Come avrebbe potuto reggere sotto l’impeto della
parola del Savonarola? II pontefice aveva mestieri di volger
gli occhi dall’inferno, peravere il cuore lieto agli incesti, la
mano ferma a mescere il veleno, la voce non tremante ad or-
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dioare l'assassinio! Ma la voce di Cristo, di cui si diceva il
vicario, gli parlava per bocca deH’uinile fraticello, ed egli
doveva sopprimerla. Egli doveva far animo alle ultimo follie
pagane di Leone X, alle ultimo spogliazioni della curia,
perchè Dio suscitasse i suoi nuovi profeti, che veramente,
come la leggenda racconta di san Francesco e saii Domenico,
sostennero coi loro omeri ia cadente Chiosa.
Il sig. Paul lascia il Savonarola al punto che la sua prima
profezia s’avverò, la venuta in Italia di Carlo Vili. L’Italia,
peccatrice incorreggibile, perdeva un’indipendenza, di cui
non sapeva usare che a pervertirsi, e tornava ad essere il
vessato scacchiere delle ambizioni e guerre straniere. Il papato trovava negli stranieri ora il suo punto d’appoggio, ora
il suo castigo ; ma sfruttandosi continuamente, ed indebolendosi senza rimedio, credeva salvarsi ostinandosi nella
persecuzione dei credenti e nella soppressione dolla luce. —
Il Savonarola cresceva di riputazione e di forza per l’avveramento delle sue predizioni, e tanto piii era necessario di
abbatterlo.
Noi abbiamo toccati alcuni punti del libro del sig. Paul ;
ma non abbiamo neppur dato un’idea della gran sostanza di
quest’opera , che fa un ritratto vivo e spirante del frate .
come riformatore monastico , come riformatore morale e
civile , come predicatore e teologo. I passi citati delle sue
prediche sembrano veramente eloquenti anche al presente,
liberi dallo strascico dell’antico italiano , e recati in vivo e
moderno francese. 11 sunto dei trattati teologici è fatto con
mano maestra.
Noi abbiamo voluto ispirare intanto il desiderio di leggere
quest’opera, eccitare i fedeli ad associarvisi, ed animare l’autore a pubblicare la seconda parte. Quando l’opera sia compiuta , noi rianderemo la materia, e promettiamo un pieno
studio sopra il Savonarola.
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UNITÀ DELLA CHIESA
La parola Chiesa significa radunanza ; ma eziandio una
quantità d’individui, sia che facciano conversazione o trattino affari in un caffè, in una sala, in una piazza, formano
radunanza, vale a dire sono insieme riuniti ; dunque la parola Chiesa deve indicare di più.
Presa nel senso materiale di un tempio, la Chiesa è appunto un luogo di riunione, destinato però all’esercizio del
culto esteriore e pubblico che si presta al Signore.
Se è poi un luogo di riunione per l’esercizio del culto
esteriore e pubblico da prestarsi al Signore, ecco allora che
la parola Chiesa acquista un senso elevato, poiché fa d’uopo
supporre che tutte le persone ivi raccolte sieno credenti ia
quel Dio che vanno ad adorare insieme; e se non lo fossero,
costituirebbero bens\ un’assemblea qualunque, ma non l’assemblea collo scopo suespresso, ossia la Chiesa nel significato religioso.
Dunque sono i credenti che formano la Chiesa, credenti
in modo che Cristo abiti nei cuori per la fede [Epist. agli
Ef. Ili, 17) ; e se la Chiesa è formata dai credenti, cioè da
uomini fortificati in virtù per Io spirito di Dio, in guisa da
non avere che un cuore ed un’anima [Ef. HI, 16 — Atti, IV,
32), ne conseguita che la vera Chiesa, nella sua perfezione,
non esiste in alcun luogo visibile distinto, ma è costituita
da tutti que’fedeli che pure in ogni luogo si trovano sparpagliati e confusi con individui privi dello spirito necessario
di Dio.
In questo consiste il senso elevalo, come dissi, della parola Chiesa; significato spirituale: e in esso troviamo allora
l’unità e l’universalità della Chiesa medesima. La Chiesa
universale o cattolica abbraccia tutti i credenti che furono,
che sono e che saranno, da Adamo sino alla fine del mondo,
e si estende non solo per tutti i luoghi della terra nostra, ma
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— Hi —
eziandio per quanti altri mondi vi possono essere neU'univcrso : il dire adunque com'è insegnato ne' catechismi romani, che la Chiesa cattolica ò quella governata dai preti è,
se non foss’altro, un restringere l’idea sommamente grandiosa di Chiesa.
Ma, si aggiunge, l’unilà 6 fra i caratteri che distinguono
la vera Chiesa, e tale unità emerge nella romana , che ha
per capo visibile il papa.
Se si guarda la Chiesa quale semplice società, può essere
che il papa no sia l’unificatore, come il re è l’unificatore di
uno Stato, o come il presidente lo è di una repubblica; che
sia, in una parola, il capo di un governo, però di un governo
ristretto, perchè in ogni caso la Chiesa romana non è che
una piccola parto della cristianità che trovasi fuori di quel
governo. Ma il fatto sta cho nella Chiesa si tratta di fede,
non di governo, sebbene anche i parziali governi sieno utili
e necessarii, se non foss’altro per ridurre universale o cattolica la fede suddetta in Cristo; si tratta non d'unità governativa ossia politica, ma spirituale; si tratta di ridurre ad
unità la Chiesa ch’è una pluralità. Ora in tal senso la Chiesa
di Roma è la più disunita.
Nel capo IV deirEpistola agli Efesii si scorge che la
Chiesa è il perfetto adunamento dei santi, di tutti quelli
che « si scontrano nell’unità della fede e della conoscenza del
Figliuol di Dio, seguitando verità in carità, e crescendo in
ogni cosa in Colui ch’è il capo, cioè in Cristo [non già nei
papa], conservando l’unità dello spirito, perchè v’è un corpo
unico ed un unico spirito ; corae ancora noi siamo stati chiamati in un’unica speranza; e v’è un unico Signore, una fede,
im battesimo ». In altri termini, la Chiesa universale o cattolica deve costituire, come dice Pietro nella 1“ Epistola, capo 11,
la « generazione eletta, il reai sacerdozio, la gente santa, il
popolo d’acquisto, la casa spirituale». La Chiesa è la generalità; ora l’individuo non può che spiritualmente entrare
in comunicazione interna ed effettiva con quella generalità ;
od in qual modo? Col mezzo della fede in Cristo, e Cristo è
lo spirituale unificatore di essa Chiesa, ossia dolla moltitudino dei credenti.
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Ecco il perchè nelle sacre Scritture la Chiesa è chiamata uh
corpo, il cui capo e centro è il Dio-Uomo ; con questa similitudine del capo e del corpo s’intende l’unione delle anime formanti l’unità perfetta. «Noi che siamo molti, dice Paolo ai
Romani, capo XII, siamo un medesimo corpo in Cristo, e
ciascun di noi è membro l’un dell'altro». Veggasi pure il
capo XII della P Epistola ai Corinti. In Gesù Cristo risiede l’unità, perchò Gesù Cristo è l’unità stessa che contiene la dottrina e la fede in essa dottrina, e per la quale si
riuniscono in Lui tutti i credenti.
Roma, come suol dirsi, scambia le carte in mano, getta
la polvere negli occhi; mostra l’unità di un governo despótico e dice ; « Vedete 1 la Chiesa romana è una ». Ma dov’è la
vera ed intima concordia dei cuori e degli spiriti? Mostrino
i clericali di trovarsi in pace con tutte le altre Chiese cristiane? invece non mantengono forse con esse ostinata contestazione? Una legge politica, i vantaggi materiali, la paura
di perdere il mestiere e il salario li tengono stretti fra loro ;
e l’ignoranza , l’abitudine, la comodità tolgono ai seguaci
del papismo la facoltà e l’impulso di manifestare le proprie
idee : ma si levino questi impedimenti, e si vedrà allora
quale specie di unità vi sia nel romanismo, riguardo ad ogni
punto di fede. Se nelle Chiese evangeliche havvi conflitto,
questo non versa che sovra opinioni e non sovra i dogmi
costituenti l’essenziale del cristianesimo ; conflitto naturalissimo, perchò il dogma stesso è quello che crea ossia fa
nascere le opinioni, non cessando per questo di essere immutabile : in ogni caso la discordia non è già prova di errore, bensì la non conformità alla parola di Dio, ed ognuno
può convincersi assai facilmente che la Chiesa papale non
vi si conforma, ed è eoa quella in perfetta contraddizioas.
0.
IL CRISTIANESIMO INFRA I GIUDEI
« Supponete che trovinsi qui fra di voi, immersi nella più
profonda miseria, i parenti di uno che sia stato vostra
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gran benefattore: una tal vista non sarebbe ella stimolo potente alla vostra coscienza oade eccitarvi a far loro qualche
bene? e questa non vi rimorderebbe qualora, colle mani in
mano, colle labbra atteggiate a sorriso, o almeno con indifferenza, voi vi faceste quella miseria a considerare? Or bene,
quel gran benefattore che io supponeva, voi, come cristiani,
10 avete nella persona di Gesù Cristo ; i parenti di lui, secondo
la carne, sono quei Giudei che appunto per aver disconosciuto
11 tempo della loro visitazione, sono precipitati in quella profonda miseria spirituale e morale in cui li vediamo immersi
da oltre 1800 anni ! Come potrete voi, durando a chiamarvi
Cristiani, rimanervi insensibili, indifferenti a quel grande infortunio di tutt’un popolo ?
Con queste parole , presso a poco , preludeva , settimane
sono, nel tempio valdese di questa capitale il reverendo Lauria, missionario infra gl’israeliti, ad una relazione ch’egli
era stato invitato a presentare sul progresso dell’Evangelo in
mezzo ai Giudei ; e se prima di averlo udito, quell’indifferenza
cui accennava, esisteva probabilmente in molli fra gli astanti,
siamo più che persuasi che quando egli ebbe terminato, conquistato avea alla causa di quel popolo provvidenziale l’interesse e la simpatia di quante persone si erano portate ad
udirlo. E lo stesso, ne siamo certi, accadrebbe dei nostri lettori, qualora potessimo trascriver loro per intiero quell’interessante relazione. Ma vietandocelo il poco spazio di cui disponiamo, cercheremo di supplirvi alla meglio, dando di essa
i fatti più rilevanti e più atti a raggiungere quello scopo.
Stando al signor Lauria, quel grande interesse che , da
qualche anno a questa parte, va ognor crescendo in seno alle
Chiese evangeliche per il popolo d'Israello , avrebbe avuto
origine sul finire del secolo scorso, in Inghilterra, in occasione
di un appello fatto dalla Società delle Missioni di Londra ai
Cristiani di tutta Europa per ottenere missionarii. Sopra tre
studenti dell università di Berlino che sentironsi spinti a rispondere a questa chiamata, e a tal fine si portarono a Londra,
si trovava un giudeo convertito, il signor Tray. Al suo arrivo
in quella gran metropoli il suo cuore s’acc^se di santa pietà
nel vedere i suoi fratelli in quella misera condizione in cui
si giacevano, lontani da Dio , disprezzati ed abbandonati dagli uomini; e con uno zelo veramente apostolico egli cominciò a farsi in mezzo di loro banditore delle compassiom
di Dio in Gesù Cristo. E ciò non senza evidente successo ;
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ohò anzi molti Giudei furono dalle sue parole riscossi dal
loro spirituale torpore ed indirizzati a Gesù Cristo , il vero
pastore d’Israel e suo Redentore. Questo fatto alla sua volta
risvegliò l’addormentato spirito dei Cristiani in Inghilterra:
videro che vi era speranza ancora per Israello ; cotainciaroiio a studiare con più attenzione le profezie che ad esso
si riferiscouo; compresero il loro dovere verso i discendenti
di Abramo, i fratelli di Gesù Cristo e degli Apostoli, secondo
la carne; e costituitisi in Società allo scopo unico di evangelizzarli, presto fabbricarono, a tal fine, una chiesa, della quale
pose la prima pietra il padre dell’attuale regina , ed in cui
preghiere e predicazioni si fecero in ebraico, nel linguaggio dei
Patriarchi stessi. Dall lushilterra, e parte per opera di quella
Società medesima, quell’interesse si propalò in altre contrade.
Cosicché non v’ha a quest’ora paese, nè Chiesa evangelica
che direttamente o indirettamente, non concorra, nella misura
della sua fede, alla grande opera di ricondurre Israello al suo
Pastore , e .riporlo ia possesso de’ suoi privilegi di popolo
caro a Dio, eletto e prezioso sovra ogni altro.
I risultati di quest'opera, singolarmente in Inghilterra, in
Olanda, in Germania, in Polonia e a Gerusalemme stessa,
ohe sono i paesi ove sono più appariscenti, noi vogliamo ,
colla scorta del sig. Lauria, mettere sott'occhio ai nostri
lettori.
In Inghilterra vivono circa 24,000 Giudei, di cui 20,000 in
Londra e circa 4000 dispersi in altre città del regno. Sui
20.000 che fanno dimora a Londra, oltre 2000 hanno abbracciato il cristianesimo, e fra questi 54 sono stati consacrati
ministri nella Chiesa anglicana ossia episcopale, e circa 60
in altre Chiese evangeliche. Parecchi fra quei convertiti sono
ricchissimi , e non è molto tempo che si sono costituiti in
Società allo scopo di popolare la Palestina di Giudei convertiti, offrendo un di loro, a tale scopo, Fingente somma di
60.000 lire sterline, ossia un milióne e mezzo di franchi. Il
sig. Lauria aggiunge ohe non passa quasi giorno, che non.
attesti il battesimo di qualche israelita, uomo o donna, ia
quella gran metropoli del inondo.
In Olanda , e segnatamente in Amsterdam, i Giudei sono
ignoranti quanto mai , immersi nelle superstizioni e per
soprappiù infensissimi al nome cristiano ; il che non deve
arrecar meraviglia se si rifletta che sono siffatti Giudei discendenti di quei disgraziati ohe in Ispagna ebbero tante e
11
— nij —
90SÌ atroci persecuzioni (Ja indurare per parte di chi indegnamente si chiamava di un tal nome. Tuttavia anche d’in mezzo
a quel popolo che lasciava cosi poco a sperare, il missionario
può, d'anno in anno, raccogliere dei frulli; ed esiste ora in
Amsterdam una comunità composta di parecchie centinaia
d’israeliti convertiti, fra cui si possono citare nomi illustri
per varii rispetti , come sarebbe un sir Mosè Salvadore, il
dottor Cappadose , il dottor da Costa, il famoso poeta, il signor Pinto, ecc., ecc.
I Giudei di Germania sono forse i meglio educati e i più rispettabili di tutta la discendenza di Giacobbe; masono altresi, generalmente parlando, i più irrequieti, sentendo che v’ha qualche
cosa di torto nel loro sistema, volendo riformarlo, provandosi a
ciò, chriuun modo chi nell altro, senza potervi riuscire. Colà,
piucchè altrove, i Giudei paiono di es.sere in uno stalo transitorio; e mentre sono poche le loro scuole, molti sono quei genitori che mandano i loro figli nelle scuole cristiane, e chiedono
che tali sieno educati. Questa condizione spirituale di una grandissima parte dei Giudei di Germania veniva da un gran rabbino di Amburgo chiaramente accennata sul suo letto di morte.
Pregato dai suoi amici di dir loro qualche cosa di cui potessero
ricordarsi dopo il suo trapasso: » Di due cose, rispose loro, io
sono certo, ma di una no ». Invitato a spiegarsi più chiaramente: «Io sono certo, riprese egli, che muoio giudeo; sono
ancora certo che i miei nipoti morranno cristiani ; ma come
morranno i miei figli, questo non lo so». Quello che si può
aggiungere si è, che non v'ha quasi villaggio in Germania
dove non si trovino Giudei convertiti al cristianesimo. Nelle
città poi sono numerosissimi, e rinvengonsi nelle cattedre
delle università come professori, nei pulpiti di molte chiese
evangeliche come predicatori , nei tribunali come magistrati
eminenti, ed in ogni compartimento della vita cosi pubblica
ohe privata. {Contìnua)
G. P. M.
Notizie Italiane
Asti. — Progressi dell’Evangelo. — Ecco quanto ci vien
i.CTÌtto da un nostro amico di passaggio,iu quella città :
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« Domenica ho avuto in casa del nostro caro fratello M...»
due adunanze, una alle 3 e l’altra alle 7 pom., a ciascuna delle
quali intervennero più di 100persone. In quella delle 3 amministrai il battesimo al neonato del sullodato fratello, e non
posso esprimervi con parole la commozione che provai compiendo a siffatta funzione in una città ove finora il battesimo,
secondo il rito evangelico, non era forse mai stato amministrato cosi pubblicamente. Un vantaggio fra gli altri di questa
pubblicità è questo : che presso coloro che furono testimonii
di tal cerimonia non varrà più la calunnia dei preti, colla
quale cercano di screditarci presso i loro aderenti, che cioè
noi non battezziamo i nostri figli. Domani mattina, piacendo
a Dio, faccio conto di partire per Alessandria, da dove, potendolo, vi farò pervenire qualche riga ».
Alessandria. — Notizie consolanti. — Lo stesso fratello ci
scrive da questa città:
« Ciò che mi è stato dato di constatare in Asti non è nulla
in confronto di quello che ho potuto vedere coi miei occhi
in Alessandria. Cinque sere di seguito vi annunziai la parola
di vita ad udienze di 150, 200 ed anche più persone , e non
dubito punto che se il locale avesse potuto capirne il doppio,
non sarebbe stato grande di troppo. Ora riflettete che a quella
medesima ora, in un’altra parte della città, si teneva un’adunanza presso a poco uguale nel locale spettante alla Società
Evangelica, di cui la sede è a Genova, e ne è capo principale
il M...... Chi siano la maggior parte degli accorrenti, e da
quali sentimenti spinti essi vi intervengano, io non lo posso
dire, non conoscendone individualmente che una parte, e la
minima. Ma ciò che posso asserire si è che dalla quasi generalità non si potrebbe desiderare maggiore attenzione, nè, in apparenza, maggior brama di essere ammaestrati nella Parola che
salva. Il processo iniziato contro al M..... accusato d'insulti
alla religione dello Stato, spero abbia da sortir l’effetto di
tutti i processi consimili, quello cioè di porre maggiormente
in vista le verità evangeliche che troppi fra noi, anche fra le
persone colte, ignorano del tutto. Addio I pregate per me , e
credetemi tutto vostro in G. C. ».
S. Pier d'Arena. — Un matrimonio evangelico. — « È da
qualche tempo che la società antievangelica dei Paolotti lascia
in pace i nostri fratelli. Essa ha potuto insinuarsi nelle famiglie che frequentavano le nostre adunanze e colle arti della
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calunnia e delle minaccie insidiare la fede di alcuni e farli
vergognare della croce e del Vangelo di Cristo, ma non essendo riuscita a smuovere altri dal santo proposito di praticare le dottrine del divino Maestro, e veggendo ormai inutili
tutti i suoi sforzi, ha pensato di abbandonare alloro malanno
questi eretici ostinali avivere secondo il Vangelo. È perciò
che pochi bensi ma fermi in G. C. possiamo radunarci senza
più alcun timore per adorare Iddio in ispirilo e verità.
« Il numero però crebbe nella domenica scorsa per modo,
che la sala delle nostre preghiere era insufficiente a contenere
le persone accorse, non tanto persentirela Buona Novella, quanto per assistere alla benedizione di un matrimonio, che per la
prima volta ebbe luogo nella nostra piccola chiesa. Il servigio
divino, e la sarra cerimonia furono celebrati con di voto rispetto
e raccoglimento ; il cuore potè ricrearsi in Dio e accompagnare le preghiere e i cantici spirituali perchè in lingua intelligibile al popolo; e le benedizioni invocate sopra gli sposi
riuscirono di edificazione anche per coloro che accorsero più
per curiosità, che per amore della parola di vita. Tutti ritornarono alle loro case con qualche buon sentimento e persuasi
che i loro concittadini, i quali abbandonarono il papismo per
abbracciare il cristianesimo, non sono quegli empi ed increduli che dal pulpito e dagli altari sono indicati.
« Questa circostanza mi arrecò inaspettata consolazione ,
perciocché vidi ritornare al uulto evangelico alcuni di coloro
che per Intrighi dei Paolotti aveano abbandonata la comune
raunanza, e che per segno di penitenza non solo aveano bruciato il libro di Dio, ma ancora per espiare il loro peccato si
obbligarono a far celebrare messe per un determinato tempo.
Fra costoro fuvvi un vecchio, cho commosso, dopo il divin
servigio, insistette per aver di nuovo una Bibbia per leggerla
in famiglia, promettendomi di voler d'ora innanzi essere perseverante nella fede ch’è in Cristo Gesù.
« Voglia il Signore benedire i loro propositi, e a Lui chiamarli con quel pentimento che ebbe Pietro dopo di essersi
vergognato del suo avvilito Maestro ; e noi non cessiamo di
fortificarli colle nostre preghiere, e di combattere il maligno
colla perseveranza nelle opere di evangelica carità.
[Nostra corrispondenza).
Firenze, l» aprile 1857. —Lotta e Trionfo. — In una mia
antecedente vi diceva delle diiBcoltà incontrate da uu nostro
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fratèllo che 'voleva contrarre matrimonio. Le stesse si sono
verificate per altri trovatisi in caso consimile ; ed il bello si è,
che mentre i preti si rifiutano a fare il matrimonio, quando si
domanda loro il certificato constatando che si sono rifiutati,
non lo vogliono dare.
Ma di un altro fatto più interessante, perchè dimostra la
potenza della fede nei credenti, io voglio trattenervi. Circa la
metà del ,p. p. mese, un nostro fratello fu colto da grave malattia , che in quattro giorni lo ridusse a tale stato da non
più lasciare speranza di guarigione. Conosciuto dai medici il
pericolo , avvisarono la famiglia del malato perchè lo facessero sacramentare; ma questi, sentito di che si trattasse, vi si
oppose nel modo più reciso, dicendo che dei preti egli non avea
nessun bisogno. Grande fu allora della madre e degli altri parenti del malato l’agitazione ed il terrore... Nello stesso giorno
pertossi il priore della cura di Santo Stefano a far visita al moribondo, il quale, a cagione d’una forte affezione al polmone
sinistro e dell’eruzione migliarica, complicata da una forte infiammazione, appena poteva con gran fatica alitare qualche
parola. Il priore cercò stornarlo dalle massime evangeliche e
disporlo a ricevere i sacramenti della Chiesa romana, ma il
moribondo rispose : « Io protesto contro le vostre dottrine, e
credo nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo. Gesù Cristo
mi basta , non ho bisogno di voi ». 11 prete insistè per circa
mezz’ora, ma supplicato dall’ammalato di lasciarlo in quiete,
finalmente si ritirava, ma non per molto tempo. La sera del
giorno medesimo vi tornò unitamente al curato, e riprincipiarono la battaglia, ma inutilmente combatterono. Uno di loro,
tratto fuori un crocifisso, io pose sulle labbra del malato;
questi, stesa la mano, respinse quell’immagine dicendo : «Non
fatemi questo torto -s. Il prete allora lo scongiurò a voler recitare un’orazione alla Madonna , ma il malato diceva: «Io
prego solamente Iddio »; ed il prete : « Dunque non credete nei
Figlio n; il malato: « Non mi fate quest’accusa. Egli è il mio
salvatore ». Allora i preti dissero: « Voi siete per scendere
nella sepoltura e volete resisterei per voi non c’è salvezza,
siete dannato; per voi non c’è che l’inferno, non c’è remissione
dei peccati, siete perduto ■». Ed il malato a loro: « Non tocca
a voi a giudicarmi, io ho chi mi giudica ». Il giorno appresso
il priore ebbe il coraggio di ritornare ; fece nuovi- tentativi,
ma invano; e quando vide che l’ammalato si professava di essere Evangelico e non si rimoveva, allora il priore, commosso,
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SI mise le mani al viso e pianse (non so se questo era dàU'igno*
ranza o dall'astuzia). Allorché i preti lasciarono la casa, fecero delle dimande ai parenti del malato per sapere i nomi di
quelli che frequentavano, e in ultimo dissero: « S’egli muore,
noi non lo porteremo via; faremo i nostri passi presso la Delegazione di governo, ed il vostro figlio sarà portato via sopra
un carretto ». Via questi, giunsero due missionarii a fare
nuova guerra aH’ammalato. Esso non poteva parlare, poiché
non v’era in lui alcun miglioramento, ma si sforzava di confessare che era ed è Evangelico. I missionarii intavolarono un
lungo discorso basato sull’autorità di sciogliere e legare, autorità conferita alla Chiesa; si appoggiarono al Concilio di
Trento, ed in molti modi tentarono questo credente afflitto
nel corpo, ma fortificato nello spirito, il quale ripeteva di
credere « nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo, ma negli
uomini no». I missionarii dicevano; «Noi abbiamo avvisato
in ogni chiesa che si facciano preghiere per voi; noi speriamo
che dimani voi muterete pensiero ; prometteteci di raccomandarvi a Dio ». Ed il maialo disse : a Senza dubbio , questo è
quello che io voglio». Essi offersero all’ammalato di chieder
loro qualunque cosa di cui avesse bisogno, dichiarandosi pronti
ad assisterlo in qualunque modo; il malato li ringraziò.
.....Quello che poi sentirete con meraviglia e piacere si è,
che quel caro nostro fratello è ora quasi ristabilito. Or sono
otto giorni circa che il meglio ha cominciato, e d’allora in poi,
grazie ne sieno rese a Dio Padre de! nostro SignoreGesù Cristo
e nostro Padre, il miglioramento continua, e si spera vicino
l’intiero ristabilimento. (Nostra corrisp.)
Notizie Estere
Svizzera italìana. — Emancipazione dalla schiavitù clericale. — I consigli municipali di Berzona e di Loco, seguendo
l’esempio di quello di Mosogno rimandarono al vescovo di
Como l’indulto quaresimale e decisero di troncare per l’avvenire qualunque relazione con quel prelato.
Francia. — Decreti imperiali. — La nostra chiesa evangelica del Piemonte è libera, vale a dire sostiensi coi proprii
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saezzi ed è perciò indipendente dal góverno ; i nuovi templi
che vanno erigendosi sono la conseguenza necessaria del di
lei ingrandimento ; l’evangelizzazione cui attende non è altro
che il principio della libertà di coscienza messo in atto, mediante la predicazione del Vangelo, fatta non già per le piazze,
ma nei centri grandi o piccoli dove si raccolgono per udirla
tutti coloro che vanno in cerca del Salvatore ; e la predicazione del Vangelo è d’altronde naturalissima perchè proviene
dal géiiio operoso del cristianesimo stesso: il cristiano, s’è
veramente cristiano, dev’essere operoso , poiché si tratta di
estendere sempre più e meglio stabilire il regno di Dio sulla
terra, imitando con ciò Dio stesso. Padre,. Figliuolo e Spirito
Santo : « Il Padre mio opera infino ad ora, ed io ancora
opero X (Giov. V, 17).
5 ' Se dunque, ad onta che la chiesa evangelica piemontese
y non sia d’aggravio al governo e che il governo altro non fac' eia che rispettare il principio sacro della libertà di coscienza,
il partito clericale infuria contro di noi e contro il governo
medesimo , che direbbe se vedesse nel Piemonte uscire dei
reali decreti simili a quelli sottoscritti in Francia dall’imperatore, mediante i quali sei nuove parrocchie furono stabilite
nello scorso febbraio in sei circoscrizioni concistoriali, oltre
(l’essere stata concessa agli evangelici di Haguenau (dipartimento del Basso Reno) la costruzione di un tempio , e agli
antichi romanisti di Neuville nel Poitou, l’acquisto del terreno necessario per il medesimo scopo? E pel suddetto partito che tajiito accarezzava il governo di Francia, quante speranze deluse, specialmente dopo la recente condanna del vescovo di Moulins e il fermo contegno deU'Imperatore? A
proposito di quella condanna, fra i varii documenti è stato
presentato un registro , detto Registro delle anime, tenuto da
un curato , mercè il quale rendeva conto al vescovo della
condotta di tutte le persone alquanto notevoli del distretto ,
e gli indicava quelle che adempivano e non adempivano agli
obblighi religiosi; in breve, dava sopra tutte, sulla vita loro
privata, degli avvertimenti d’ogni specie. I consiglieri di Stato
rimasero assai impressionati per tale pubblicazione. — Giacché parliamo della Francia, annunzieremo che a Parigi la
vendita a prò’dei fanciulli missionarii produsse circa 10,000 fr.
cioè 2,000 più dell’anno scorso.
Ci'oisso llonienico gerente
Torino. — Stamperia deH’Unione TipograBco-Editrice.