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ANN© LXXVI
Torre Pellice, 22 marzo 1946
Sig. prof, leoflio ron»
Colteilo
n. 12
Ü
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w
L'ECO DELLE VALLI
Nulla sia più forte della vostra fedel
(Gianavello)
SETTIMANALE DELLA
A B B Ö N A M E N T 0
Italia : Annuale...................L. 150,— Semestrale L. 75,—
Estero 300 175
Ogni cambiamento d’indirizzo costa Lire Cinque — La copia Lire 4,—
CHIESA VALDESE
Riguardate alia roccia onde foste tagliati
Isaia LI: 1.
REDAZIONE : Via Sibaud, 7 - Bobbio Pellice
AMMINISTRAZIONE; Via Carlo Alberto, 1 bis - Torre Pellice'
O
d
o
ini//ioni
Fra le Conferenze ecumeniche che hanno avuto luogo ultimamente a Ginevra
prima è stata quella del Consiglio Internazionale delle Missioni, riunitosi per la prima volta dopo il 1939, dal 16 al 19 febbraio.
Era presente il dr. John R. Mott, fondatore del Comsiglio e suo venerato presiden
te onorario.
Malgrado le attuali difficoltà di organizzazione e di viaggi, si riunì un numero imponente di delegati, provenienti dagli Stati
Uniti, dal Canadá, daH’America latina, dalla
Gran Bretagna, dalla Germania, dalla Francia, dall’Olanda, dalla Danimarca, d^lla Svezia, dalla Svizzera, daH’India dall’Ìndonsshi
e dalla Cina. .
In dieci giorni la delegazione cinese percorse, in aereo, la distanza di 26.000 chilometri che separa Shangai da Ginevra.
Furono presentate interessanti relazioiil
sui problemi economici e sociali, sulla ’'literatura cristiana in Africa, sulla missione
fra i Giudei. Commovente fu la relazione
•sulle «missioni orfane», cioè tagliate da’la
guerra dalle Società missionarie da cui dipendevano. Quanto è stato fatto sotto gli auspici del Consiglio internazionale per quel’e
missioni bruscamente private di risorse materiale e di personale, è una testimonianza
luminosa della realtà della Chiesa universale.'
La guerra non ha rallentato l’impulso missionario neanche nei paesi occupati, come
la Francia, l’Olanda, la Danimarca- Anzi si
rileva dovunque un accresciuto interesse per
le missioni, che si esprime non solo in una
rallegrante liberalità, ma in numerose vocazioni missionarie, specialmente fra la gioventù femminile.
Raramente in campo missionario la causa
dell’Evangelo è stata così fortemente osteggiata come in questi ultimi anni, ma le chiese non hanno cessato di vivere e di manifestare, nella loro prova, la potenza di Dio.
Mai il messaggio biblico è parso così attuale
e la collaborazione è stata così intima fra le
varie Società missionarie.
Dopo uno (sguardo sul passato recente,
il Consiglio intemazionale delle Missioni s’è
posto di fronte al compito che gli sta dinanzi, alla necessità urgente di una intensificata
azione missionaria nel mondo.
In vista di quest’azione s’è .riunito in sedtita con il Consiglio ecumenico delle Chiese, il 20 febbraio, pe»- concretare, in campo missionario, un’attività comune: L’unità
d’azione è stata decisa rer ottenere dovunque
la libertà religiosa, al fine di diffondere le notizie concernenti il movimento ecumenico e
di studiare la possibilità della creazione d’un
ufficio in Estremo Oriente. S’è chiesto che
un posto maggiore venga riservato all’elemento femminile e giovanile, che sia intensificata in tutti J paesi la diffusione della letteratura evangelica e sia particolarmente curata la preparazione di missionari.
La Conferenza s’è conclusa dopo un lavoro fecondo, sottolineando l’urgenza del lavoro missionario in tutti i continenti.
I rivolgimenti che in seguito alla guerra
osserviamo intorno a noi e prevediamo per
domani nella nostfa vecchia Europa, sano
probabilmente meno importanti di quelli che
si produrranno nei paesi dove sono sorte le
Chiese della Missione. Ad ogni modo dovunque si prevedono trasformazioni politiche, sociali, economiche di portata rivoluzionaria. Ci
troviamo in presenza d’un mando sconvolto,
sofferente, pervertito e più che mai perduto.
E noi sappiamo che solo l’Evangelo può assicurare fondamenta solide aH’edificio mondiale in ricostruzione.
Nessuna creazione umana e terrestre, nessuna politica, nessuna scienza, nessuna filosofia, nessun passato, nessun avvenire, possono suscitare fra gli uomini una vita che non
sia tosto colpita di caducità, poiché tutto ciò
è emanazione di questo mondo, e la « figura
di questo mondo passa», inesorabilmente.
Ma dovunque le anime si lasciano rigenerare dalla parola vivente di Dio, la Chiesa risorge, e dovunque risorge la Chiesa, rinasce
la società e rifiorisce il paese.
Soltanto le soluzioni della fede sono abbastanza ardite e rivoluzionarie per rispondere all’attesa degli uomini.
Urge pertanto una collaborazione sempre
più intima fra la Chiesa e la Missione.
La Chiesa deve prendere coscienza, in modo netto, del suo compito apostolico ; la Missione deve considerarsi al servizio della
Chiesa ed ambedue devono recare al. mondo che perisce l’annunzio della salvezza.
R.
La parola di Dio e la Gliiesa
In molte chiese evangeliche, sul tavolo
della Santa Cena, c’è un libro aperto,: la
Bibbia.
Non è certo a scopo di ornamento che quel
libro è posto davanti ai fedeli, ma per un motivo denso di significato. Esso deve del continuo ricordare ai fedeli che la Chiesa cristiana non può esistere senza il fondamento
della Parola dì Dio e che la sua missione
prima ed essenziale è di proclamare quella
Parola in tutta la sua integrità davanti al
mondo.
Non è sempre stato così, nel passato, e
non lo è neppure sempre oggi.
In molte chiese cristiMie la Parola di Dio
è stata ed è ancora oggi velata, nascosta, sostituita da ideologie e da dottrine umane ; la
sua autorità unica e sovrana è stata superata o messa in dubbio dall’autorità degli uomini 0 degli idoli.
Perciò è necessario ripetere oggi, come al
tempo della Riforma, che la Chiesa cristiana,
indipendentemente dalla sua apparenza, dalla
sua grandezza, dal suo splendore terreno o
dalla sua universalità, esiste soltanto là dove la Parola di Dio è fedelmente predicata e
dove i sacramenti sono rettamente amministrati.
La Chiesa cristiana è fondata sulla
Parola di Dio, espressa per mezzo di Gesù
Cristo e degli apostoli; qualsiasi altro fondamento sottrae alla Chiesa il suo carattere
essenziale e la trasforma in una istituzione
terrena, culturale, religiosa, sociale. Quella
stessa Parola crea del continuo la Chiesa;
essa rende gli uomini credenti e, per mezzo
dello Spirito Santo, li conduce a Cristo, autore e compitore della loro salvezza..7o credo. scriveva Lutero, che non posso con la
mia ragione e la mia forza credere in Gesù
Cristo, mio Signore, nè venire a Lui; ma lo
Spirito Santo mi ha chiamato per mezzo del
Vangelo, mi ha illuminato con i suoi doni, m
ha santificato e conservato nella retta fede...
D’altra parte, se la Parola di Dio è il fondamento della Chiesa, essa ne costituisce
anche il limite. In certe epoche della storia
si possono introdurre nella Chiesa molti errori sotto le sembianze della verità e si possono porre altre .rivelazioni sullo stesso piano
della rivelazione cristiana. Nel processo della nostra salvezza, accanto alla fede nel sacrificio di Gesù Cristo si può porre anche la
osservanza di determinati riti o di particolari precetti della Chiesa, si può parlare della grazia di Dio e delle opere degli uomini
senza fare alcuna distinzione, si possono
mettere sullo stesso piano l’Evangelo e le
leggende dei santi, sì può trasformare la missione della Chiesa in quella d’una associazione qualsiasi di elevazione spirituale o di
beneficenza.
La Parola di Dio è presente nella Chiesa
per precisarne i compiti e per limitarne il
messaggio. Essa sola è la verità e non può
tollerare accanto a sè o al di sopra di sè errori, degenerazioni, contaminazioni, pericolosi sbandamenti dottrinali e morali. « Sola
Scriptara )), dicevano i Rifomatrori protestanti, dì fronte al maestoso, imponente edificio
della Chiesa del loro tempo, ma pieno di errori e di deviazioni dal puro insegnamento di
Gesù Cristo Si può ben dire della Chiesa
ciò che l’apostolo Giovanni diceva dei singoli credenti : « Chi passa oltre e non dimora nella dottrina di Cristo, non ha Iddio. Chi
dimora nella dottrina, ha il Padre e il Figliuolo ».
* * *
E’ titolo di gloria delle Chiese evangeliche
aver rimesso la Parola di Dio al centro della loro vita e del loro culto. Nelle ore del
dubbio, della persecuzione, della prova, le
chiese cristiane di tutti i paesi sono state potentemente fortificate dalla Parola di Dio, vi
vente e permanente. Alle violenze ed alle
imposizioni dei regni di questo mondo, le
chiese cristiane hanno potuto resistere con la
sola arma della Parola di Dio
Ma anche nelle ore della pace, la Chiesa
non può fare altro che predicare con fedeltà
il messaggio della Sacra Scrittura. Non possiamo pensare ai nostri culti senza pensare
anche al messaggio che scende dal pulpito,
malgrado le debolezze dei predicatori, con
l’autorità della Parola di Dio.
E’ vero che molte persone trovano il nostro culto freddo e scheletrico, centrato com’è sulla proclamazione del Vangelo di Cristo; esse bramerebbero qualcosa di più attraente o di più emotivo.
La ricerca del godimento estetico o di upa
emozione più o meno sentimentale nell’ora
che è prima di tutto un’ora di raccoglimento
e di adorazione è un segno di superfioialità
religiosa comune, purtroppo, agli uomini di
tutti i tempi. Troppe anime si appaga'no di
musica, di odor d’incenso, di colori e di cerimonie più 0 meno sfarzose quando si trovano nel tempio ; troppi cristiani evangelici
desiderano una predicazione dolce e soave,
che non urti la loro sensibilità morale e li
trasporti in un mondo di beatitudini, forse
anche di sogni. Con tutto ciò, il culto in ispirito e verità, il culto che non produce
tanto una sensazione voluttuosa, ma che parla alle coscienze per sottometterle alla volontà di Dio, è negletto o maltrattato.
L’odor degli incensi o l’eco d’una piacevole, soltanto piacevole, predicazione, ijon
ci aiuteranno mai a vivere cristianamente,
combattendo sulla terra, qui ed ora, il buon
combattimento della fede e della vita cristiana.
Ci vuole qualcosa di più ; ci vuole la Parola che caratterizza l’ora del culto e la rende diversa da tutte le altre ore. Quella Parola ha in sè il potere di operare nei nostri
cuori, di guidarci nelle esperienze della vita,
di riaccendere in noi il lucignolo fumante della nostra fede, di rinnovare le nostre coscienze e di pOfrre in noi il prezioso seme
della verità, della carità, deH’ubbidienza a
Dio.
Dobbiamo esser grati di udire il messaggio della Parola di Dio dall’alto dei pulpiti,
nell’atmosfera della comunità raccolta in adorazione .Non dobbiamo render vana con la
nostra indifferenza l’opera della grazia di
Dio e l’eflficacia della Sua Parola.
Ritroveremo sempre nella vita l’ora trascorsa nel tempio per ascoltare l’eterno messaggio del Signore. Essa ci aiuterà in tanti
modi diversi ad affrontare la vita, con tutte
le sue vicende, e ci parrà tanto più benefica
quarto più noi l’avremo ricevuta con fede in
Colui che è stato nel mondo l’incarnazione
della Parola ed è venuto in mezzo agli uomini, pieno di grazia e di verità.
Più tardi, sul tramonto della nostra esistenza, quando faremo il conto delle ore da
noi vissute, benediremo Iddio per la Parola
Ch’Egli ci avrà fatto tante volte udire nella
Chiesa e ripeteremo con il Salmista : m Beati
quelli che hanno in te., o Eterno, la loro forza, che hanno il loro cuore alle vie del santuario! Essi vanno di forza in forza e comj pariscono alfine davanti a Dio in Sion».
i
I E. Rostan.
iiimmihiliiiiiiiliitmuM
Un problème qui reste
Je ne sais pas à quel point sont arrivés les
pourparlers en vue de l’ouverture d’un Casino dans notre petite capitale vaudoise^. J'ai
lu avec satisfaction les dispositions générales de nos autorités civiles et je .m’en suis
réjoui, car c'est un symptôme réconfortant.
Et peut-être faut-il aussi se réjouir de la
tentative de nos autorités locales, car beaucoup de monde a été obligé de prendre position ; beaucoup de braves Vaudois ont dû
se demander si le problème économique qui
semblait devoir primer toute autre considération, était vraiment le problème essentiel
Il est bon, quelquefois, de recevoir un
coup de poing dans les yeux, pour être amené à constater qu’on allait de l’avant comme un aveugle !
En réalité, chez nous, il ne s’agit pas d’aveuglement, car personne n'a défendu la
moralité, voire l’honnêteté des jeux de hazard ; personne n’a considéré les maisons de
jeu comme des maisons plus ou moins estimables. Mais on a fait et l’on fait très souvent une distinction subtile, qui semble très
forte sur le plan juridique ; on distingue entre les maisons de jeu, publiques, avouées, et
celles clandestines. On condamne sévèrement
les dernières, on justifie et l’on protège les
premières.
Le malheureux qui se ruine dans une auberge ou dans une maison privée est un fou
ou un imbécile, dont l’opinion publique peut
se gausser. L’individu qui perd son argent
dans un Casino avoué, est un monsieur qu’il
faut traiter avec respect. La police a le droit
et le devoir d’appréhender le premier; elle
a le droit et le devoir de protéger le second.
La loi est claire, nous n’avons qu’à nous
y soumettre. Du reste, les Romains qui connaissaient la loi disaient, sans l’ombre d’un
sourire, que l’excès de justice est une souveraine injustice.
^ Aussi. ...n'appuyons pas. Mais appuyons,
légèrement, si vous voulez bien le permettre, sur un côté moral, sur un raisonnement
captieux, qui va au delà du Casino de La
Tour, et des maisons de jeu.
On dit, et nous l’avons entendu plus d’une
fois: «Le mal existe, c’est une réalité; Il
faut e.n tenir compte ; nous sommes a réalistes » et nous voulons empêcher qu’il ne déborde ; il y a des sanatorium pour les poitrinaires, il ,y a des maisons de jeu pour les
malades du jeu, et il y a certaines autres
maisons pour certains autres malades. Des
maison avouées, bien entendu, où le malade
est assuré qu’il ne sera frustré par nulle fraude de son avoir mal acquis, que nulle atteinte ne sera portée à son physique détraqué.
Il serait absurde de vouloir s’opposer à un
fleuve en le supprimant ! Soyons réalistes,
élevons des quais sur les rives pour empêcher qu’il ne déborde et ne perde ses eaux
dans la campagne. Si vous vouliez rompre
le lit de son eau et bâtir une digue en, son
cours, vous provoqueriez un effroyable -'lésastre. La morale est une chose excellente,
enseignez-la aux enfants pour qu’ils la respectent. et sachent s’en servir avec prudence quand ils seront grands ».
Je vous prends m mot! C’est, du reste,
aussi un sujet actuel que celui du torrent
qui a débordé, et pour lequel il faut construire des quais! Comparaison n’est pas raison, mais votre comparaison n’est certes pas
dénuée de raison. Elevez des quais sur les
rives : « le torrent coulera plus sûrement
en son lit et suivra plus certainement son
cours naturel». C’est simple, c’est clair,
c’est la réalité. Et c’est pour cela que nous
protestons avec force contre toutes ces maisons avouées, du jeu ou d’autres choses !
Nous protestons fortement parce que nous
considérons iniuste de permettre au péché
«de couler plus sûrement en son lit et suivre plus certainement son cours naturel ».
Libre qui veut de sourire du mot : péché ; libre qui veut de faire l’esprit libre et ^rt
en faisant de... l’esprit sur ces notions... surannées. Nous serions toutefois fort curieux
de savoir pourquoi ces messieurs qui défendent les maisons avouées de jeu, de mauvaise vie, ne prônent pas aussi l’institution
de maisons avouées du vol, du meurtre, de
l’adultère.
Car, soyons réalistes! Le vol, le meurtre,
l’adultère existent autour de nous, ¡’allais
2
L’ECO .DELLE VALLI VALDESI
dire au milieu mêmiU de notre ^oèiété chrétienne. Ne faudirait-il donc paé aussi enrayer le mal, empêcher qu’il s’étende
etc., etc.? f ’
_ Les joueurs sont des malades, dites-vous;
s’ils ne joueront pas ici, ils joueront ailleurs,’
par conséquent votre responsabilité est dégagée, même sur le plan de la morale chrétienne.
Oh ! que la logique de Satan est subtile
■Mais, ^ dites-moi, serait-ce- donc chrétien
que d’abandonner un malade à son sort?
Que dis-je <( abandonner à son sort » ! Il faut
dire: lui offrir un endroit sûr où il puisse
m
........................................Ili
cultivt^, si je puis ainsi-îqi’expripier, ;sa ma,ladifi^',. Un asile rendu in^j^olableî- par protectipn de la loi, dans lequel le mal|dé*aura'
tous-les moyens de suivre sorji; cours'tiatu-'^i;
tel )»>'de déchéance morale, au vu et au .su*
de cette société qui spécule sur cette maladie, pour s’épargner des sacrifices que son
manque de vie ■¿hrétienne a rendus néces-"saires.
Le Casino s’ouvrira-t-il?
Je n’en sais rien de précis, mais le problème reste. Il vaut la peine de se le poser.
O. I
:ÍÁ-n
O'KllllllllllllllllllNIIIIIIHIilll
5CQI1I ÜCI Tcnpi
Sotto certi aspetti la situazione religiosa
attuale in Italia fa ricordare quella immediatamente posteriore al 1870, quando nella penisola l’anticlericalesimo e ranticattolicesimo
alzavan forte la voce e dall’Alpi alla Sicilia
trovavan proseliti e seguaci; la Chiesa Valdese, lanciata all’evangelizzazione, mandava
al lavoro degli eminenti pastori come Paolo
Geymonat, Emilio Comba, Matteo Prochet,
che trovavano vasti campi già dissodati dalla fervente polemica di un Mazzarella e un
De Sanctis. Allora il Papa era assente dalla
vita politica italiana, ed il popolo accorreva
volentieri ad udire l’Evangelo, foriero di libertà nuova a ohi tanto a lungo aveva soggiaciuto all’assolutismo papale.
Oggi, in quésto cruciale dopoguerra, nel
quale il mondo si sforza di liberarsi da un
gravoso passato, noi scorgiamo, quali segni
dei tempi nuovi, un insieme di fatti e di correnti ideologiche che concorrono a destare le
genti dalla prona ubbidienza alla Chiesa Ro. mana e le chiamano ad una vita diversa. Può
darsi che il secondo cinquantennio di questo
secolo segni la crisi del cattolicesimo itabano e mondiale, se esso non troverà ancora
nel suo seno qualche linfa vitale o qualche
ricostituente per mantenersi in vita.
E’ infatti evidente come larghi strati del
popolo italiano, dopo la rivolta all’assolutismo
politico, alla dittatura, si siano posti ad esaminare seriamente la posizione del Cattolicesimo. che perpetua in un’Italia che vuole
èssere democratica, un’istituzione assolutista
ed una dittatura spirituale. L’attacco parte dai
ceti colti e dal popolo, con diverse espressioni, a cui però non è estranea una considerazione politica evidente : che il Vaticano è stato amico de! fascismo e l’ha accompagnato, favorendolo fin sull’orlo della
tomba.
I partiti di sinistra svolgono una decisa
lotta anticlericale, che può anche subire alterazioni di fisionomia in periodo preelettorale, ma che fa parte della loro sostanza :
le invocazioni allo stato laico che risuonano
ogni giorno vanno intese come espressione
di rivolta alla Chiesa che fino a ieri fu maestra della vita politica italiana. .A Torino esce
un giornaletto «Civiltà Nuova», a Milano
il «Giordano Bruno» che hanno sferrato
una violenta campagna anticlericale ; forse ì
ne esistono altri in altre città, mentre ab- j
biamo notizie di pubblicazioni, di cqnferen- j
ze. di atteggiamenti che sventolano tutti la |
medesima bandiera : anticlericalismol Ribellione di spiriti dunque, che dà seriamente dq, pensare alle autorità vaticane.
Esse reagiscono naturalmente e svo'gon.
un’intensa, poderosa attività volta a controbilanciare le perdite. La politica fa parte pili
che mai dei messaggio che il Vicario di Cr sto ’diffonde oggi tra gli uomini : di essa se n:
serve mirabilmente, pur sapendo di adoperare
un’arma a doppio taglio, perchè con altrettanta abilità l’insegna può essere mutata; oh
felice adattamento de! versetto : « Date a
Cesare quello che è di Cesare^ ».
Ciò che però vogliamo rilevare, e che l i
Chie.^a Romana non riuscirà a controbattere,
perchè forse la sua missione si sta esaurendo, è il fatto che lo spirito che oggi anima i suoi oppositori non è soltanto anticlericale, ma è sopratutto antireligioso e anticristiano.
A questo punto appare la gravissima responsabilità della Chiesa Romana, la quale
sola volle chiamarsi cristiana ed oggi è combattuta sì, ma non sola, perchè le freccie avvelenate che la colpiscono, l’identifics.no con
il Cristianesimo. E quel clero che non seppe portare al mondo la purezza dell’Evangelo si vede oggi condannato insieme col suo
messaggio, rimasto lettera morta per milioni di uomini ! Nietzche e Shaw. Marx e
Garibaldi muovono oggi di nuovo all’assalto
di Roma !
E noi?
Noi che faremo di fronte alle nuove gravi
responsabilità che ci incombono come Valdesi. come cristiani?
Il problema è di capitale importanza; abbiamo gli uomini e le energie per risolverlo?
Ed è più facile per la nostra azione rivolgersi ad un popolo ateo o miscredente o ad
un popolo cattolico? Ridare la fede o correggerla ?
Tali i compiti che la storia ci prepara : a
meno che vogliamo mantenerci osservatori,
col comodo periscopio delle Valli e dei centri di evangelizzazione.
Augusto Hugon.
COMHÉHORATION
du 17 février, à Genève
Le dimanche 17 février, les protestants
genevois ont eu le privilège de pouvoir entendre plusieurs prédicateurs venus dans leu.viile pour assister aux réunions du Conseil
oecuménique des Eglises. Alors que le pas
leur Marc Boegner, président de l’Eglise réformée de France, occupait la chaire de Calvin, à la cathédrale de Saint-lPierre, M. Roberto Nisbet, Vice-Modérateur de l’Eglise
Vaudoise, prêchait au temple de Saint-Gervais. Ce temple, une des plus anciennes églises de Genève, était rempli jusqu'aux derniers bancs par une foule de fidèles; on remarquait tout spécialement de nombreuses
dames vaudoises portant le seyant costume
des Vallées. M. Nisbet fut introduit, au début du culte, par le pasteur M- Dominicé,
Vice-Modérateur de l’Eglise de Genève, qui
exprima la joie de notre Eglise de pouvoir
accueillir un membre de la Table Vaudoise
et la sympathie de tous les protestants rie
Genève pour les Vallées Vaudoises si cruellement éprouvées par la guerre.
Après la lecture de la liturgie, M. Nisbet
prononça une forte prédication sur le texte
si actuel de Matthieu 9, v. 36: «Voyant la
foule, il’ fut ému de compassion pour elle,
parce qu'elle était languissante et abattue
comme des brebis qui n’ont point de berger».
Au cours du culte, le chœur de la colonie
vaudoise sou.s la direction de M. E. Pasquet
chanta en français le Serment de Sibaud qu'
impressionna particulièrement l’assistance, et
en italien le « Rimpatrio ».
En sortant de Saint-Gervais beaucoup de
vaudois et de leurs amis pensaient à l’a igoisse qui nous étreignait il y a un an, lorf
de la célébration du 17 février 1945 en pensant jux Vallées, et cette année nous avons
rendu grâce à Dieu pour Ses délivrances.
Les Vaudois se rendirent ensuite à la
Brasserie de l’Univers pour prendre part au
banquet traditionnel du 17 février. Cette
annt'e plus de 83 personnes prirent part au
repas, alors qu’il y a quelques années la
fête du 17 ne réunissait pas plus de 40 participants. Cela prouve que la Société de secours mutuel des Vaudois de Genève qui a
fêté l’an dernier .son lOO.e anniversaire est
encore très vivante !
Cette année de nombreux amis des Vaudois avaient te.nu à participer à leur fête et
à venir .saluer le Vice-Modérateur de l’Eglise Vaudoise. Après le repas, la partie officie!
le de la fête se déroula, sous la direction de
M. P.a.'iquet. M. Emile Benech, le vénéré
président de la Colonie Vaudoise, évoqua les
nombreux liens qui unirent Genève aux Va'lées depuis l’époque de la Réforme, il releva le fait que pour la première fo's un membre de la Table Vaudoise assistait à la commémoration du 17 février à Genève, cérémonie qui a lieu dans notre ville depuis
1848.
M. Nisbet apporta ensuite le message de
l’Eglise Vaudoise et le désir de l'Eglise d’obtenir la pleine liberté religieuse en Italie; il
conclut par ce qui doit être le mot d’ordre
de chacun de nous :’ « Les hommes ont détruit en cherchant leur gloire, nous voulons
recon.struire en cherchant la gloire de Dieu».
Il nous est impossible de donner un compte-rendu des nombreuses allocutions qui furent prononcé*es ; citons cependant les messages du pasteur G. Rivoir, de Lugano, qui
parla de l’œuvre entreprise par le Comité
pour l’Eglise t les Vallées Vaudoi.''es et qui
nous fit le tableau de l’immense tâche qui at
tend rEgli,se Vaudoise et de la nécessité df •
poursuivre nos efforts. M. le pasteur Métraux, rédacteur du Semeur Vaudois, nous
dit combien les Vaudois sont à l'ordre du
jour et la nécessité de créer des liens entre
FEDERAZiONE delle UNIONI VALDESI
Tutta la gioventù delle parrò chie della
Val Penice ò invitata al Convegno Generale che avrà luogo, a Dio piacendo,
aTorre Pollice, Domenica 24 alle ore 15.
tir
Argomento
LA FOI DE LÀ
JEUNESSE RÉFORMÉE
Oratort; Un Unionista c A. Girardet, Aumônier de la jeunesse paroissiale de TEglise
N^ationale du Canton de Vaud.
% Dopo gli siudi: Rondes, bans etc. 0
CRINACA VALDESE
Circondati da uno stuolo di parenti, hanno contrattn matrimonio il 16 corrente nel
tempio di S, l.oronzo, Rivoi.ra Enieslò fu
Neri, dell’Ai-vni', e Rivo'ira Pierivu di I.orenzo, dei Fi'assuit.
Voglia il Signore spargere le Sue più preziose benedizioni sul novello focolai'e.
Lusievna _ 36. Giewamni
Domenica 3 marzo ha avuto luogo il tollerale del sig, Giovanni Geymavat, spento.si
sereaaniente alPotù di 89 anni al Saret. Alla
fa.imglia in lutto le- nostre *se.ntite condoglianze.
Il 13 marza., con partecipazione cornrno.s.sa di numerosi jiarenti ed amici è stato celebrato il funerale della nostra venerata sorella sig.ra Malia Malanot naia Comba, rte(lediifa al Bras, dopo grandi .sofferenze,’ all’età di 72 anni. Al marito, al figlio, anziano
del quartiere degli Airali, ed alla sua famiglia, così dolorosamente provati, ai parenti
tutti ripetiamo l’espressione della nostra proionda .simpatia invocando per essi le consolazioni del Padre.
— Sabato 16 marzo è .stato celebrato nel
no.stro Tempio il matrimonio del sig. Edoardo Reilion, dei Bellion .superiiori, con la signorina Estvrina Bastia, dei Davit. Il Signore benedica e guidi que.sti sposi felici.
H 3 febbraio ha avuto luogo l’insediarriento del pastore Neri Giampiccoli, designato dalla Tavola quale titolare di questa comunità. 11 culto è stato presieduto dal pastore Roberto Nisbet, Vice-Moderatore, il quale,
dopo alcuire parole di esortazione rivolte ai
nuovo pastoie, ha ricordato alla Comunità i
suoi doveri ; poiché la Tavola ha iinalmente
potuto inviare un pastore stabile a Rodoretto, tocca ora alla Comunità di dimostrare la
.sua riconoscenza ed il suo amore verso la
Chiesa, dando prova di serietà, di spirito di
consacrazione e di buona volontà. Il pastoi’c
Giampiccoli ha quindi predicato sul testo
1 Corinzi -1: 23-24, dichiarando non es.ser\ i
altro programma possibile per un pastore
aU’infuori della predicazione della croce di
Cristo, ma facendo anclie notare che questo
e il programma ed il compito di tutta la Coimuiità.
Così, dopo molti aulii, Rodoretto ha nuovaurente un pastore titolare; la Comunità h;,
dimostrato di apprezzare questa attesa e ricsiderata decisione della Tavola, ed hn fottìi
al nuovo Pastore ed alla sua famiglia acco.glieiize fra_terne e liele.
--y II 17 febbraio è stato celelu'ato con
gioia: (lurante il culto nel feinjiio gremitis- \
simo. Il Pastore lia i-iconlatn alla Cormuiila
che se vi è motivo di allegrezza per le lil i
razioni di Dio concesse alla nostra Chies,. |
non hi.sogna dimenticare che la battaglia !
per la libertà di coscienza è lien lungi dal- '
Tesser terminata e che oggi più che mai bisogna die i Valdesi siano uniti e concordi i
|ier ottenere quello che è uno dei diritti più !
elenieutar.i di ogni popolo civile. Dopo il cni- |
fo abbiamo a.scoltato con simpatia le recite |
(> i canti dei bambini, accuratamenle pi-epa- I
rati dal maestro Enzo Tron e dalle signol ine Genre e Pascal. Il pranzo tradizionale
si è potuto fare solo alle Fontane, dove ha
avuto luogo m una atmosfera amichevole
eli allegra.
Dobbiamo jnirtroppo registrare anche
(Ine hitti, che hanno addolorato la nostra
Comunità: la, sera ilei 17 febbraio è deceduta a Seiveil Fanny Barai, dopo lunghe
sofferenze sopportate con pazienza e nella
. speianza; il 10 fet)liraio si è spento alle Fontane Gtoranm' Enrico Pasca), prostrato in
pochi giorni da un male invincibile.
tous les protestants de langue française. Nous
entendîmes également les discours des pasteurs Gafdiol de Lausanne, Dumont rie
Neuchâtel; ils évoquèrent en particulier les
relations qui existent depuis l’époque de
Guillaume Farei entre leurs églises et les
Vallées.
Les allocutions furent entrecoupées par
des chants exécutés par M. Pasquet et le
chœur de la Colonie. Monsieur le pasteur
Dominicé releva particulièrement la fidélité
des Vaudois envers leur église et apporta le
message de l’Eglise de Genève.
Comment ne pas terminer le récit de cette commémoration par ces quelques lignes
de i'Echo des Vallées du 1850 relatant le second anniversaire de TEmancipation le dimanche 17 février 1850;
« Puisse cette douce journée laisser de durables souvenirs dans nos cœurs et produire
des fruits abondants dans notre vie.
<1 Un grand privilège impose de grands devoirs. Vaudois ne l’oublions jamais ».
Jacques Picot.
«Scoloro che.piangalo siamo tutti vicini
COI! simput.ja, chiedendo a Dio che consoli
nolTuttesa e nella speranza,
i , Vili»
- Ire canUtinisticbe figure della nostra fa
*! Immio ancora lasciati in
(jU€Sti uitiuìi sette gioriLÍ,
All alba di ineicoteriì 13 u.s. il Signore ha
mprovvisamcnte, dolcemente richiamato a
Se la lustra sorella Madíialena Janavel vedova Jalmon, del Centro, in età di 74 anni.
Nel crogiuolo della prova, la nostra sorella,
che aveva perduto in modo improvviso ti'e
figliuoli, uno .fucilato dai tedeschi noi il
suo compagno, aveva raggiunto una profonda esperienza spirituale e l’assohita certezza della venta deH’Evangeio.
E sabato scorao,- una vastissima rappresentanza della comunità e molti parenti ed
valle, hanno reso una
oeiia testimonianza di riconoscenza e di nf
Giovanni Gey’ ‘ che il Signore avev4
- hiainato a. Sè, dopo lunghi mesi di malatetà di 66 anni.
eg?? hs.'P ' da ventitré anni,
i-omiinuV deria
IT finc(!^¿ '1 ' con zelo ed atjio
^ to! ze* harmo permesso
,. ■ provato dagli orrori, e dagli spaven
avi' ni aÀico'avma
vulrrun Ho . allietati dal
duri d-ìiV figliuoli, entrambi re
diiei dalla glande tormenta
nienfJtolnÌH"d»n " dolorosa
neme (olpita dalla notizia della dinarten-zn
avvenuta a Torino ,¡1 17 corrente^ d m?.,'
Gonnet vedova
tn la L legame di, stima e rii
,inetto la legava alla nostra comunità in
seno alla onale, da molti anni, la famigii',
Ferrerò .soleva passare i mesi estivi nella
■sua liella villa dì Subia.se. E gli ultimi dn
t?"'fra nor completameu
re tra nm, avevano particolarmente stretto
I li elevato 1 reciproci vincoli spirituali■A queste famiglie nel duoh, ridiciamo la
nastra profonda partecipazione alla loro prova, illnminafa dalle certezze della Fede,
Pro Valli
f’FFTCI DI ASSISTENZA PER RONDI
NEfXE VAf.DliSI
nlie? V®.”' co.slitnifn in, dp
|UK.0 llliicio di APti7'ì !> f i!
TM- . ,por Hondìnc ('
Per la Val PelUce:
Signo,-a Anita Afathie-u Eynard
Via Condrè, 1 ^ TORRE PEl.i.Tfl
I ei la \ (U Sa.n Martino:
i-ùgnora Guido Matliieii
Presbiterio Valdese POMaRETT,
DONI RtCHVUTt
DAL CASSIERE DELLA TAVOLA VALDESE
nel mese di dicembre.
riconoscente
Pattini, iuo Lit'^àafMr
Remn^“f* H^r"rico, Uhea Eraldo, Rostaing Will’v, Cardón
ini.^--IM°‘^‘'’G. mSdP°«j"‘’ pr»"2n
L. 1,S4
di MartoTistrf' /‘"’im'“ k memoria
Ili nrof rirti-o ’ - S.L., nel anniversario mor
ie proi. (jio\anni .Rostagno, 100
ni.?m .boo'o"*" L- H-SO . Ano
I G'iìiminile ài Firenze : Chiesa di Trieste
L, „00 - Anoniino, .SODO. me.Me,
Per Islitulo di Valleclosia : Chiesa di Trieste 1 lino Anonimo, nOOO - .Margherita Gav e marito dntt. Emilio
in mem. diletta Madre, SOO ’
Per OrUnoirofio .,i Torre 'Pellke : Anonimo, L, .SODO
1 cresa Fioii. Aosta, 200.
Per Orfa'wtroño di Pomaieito : Anonimo, L, .SODO.
"1 -y'' Oermann: Anonimo, !.. 4000.’
! er Asan di San Giovanni : Anonimo L. ,4000.
Albehto Ricca: Direttore
Aii.oriz7.a7.ione N. P 3S6 dell'A.P.B.
Lino ITnc ,\hti Grahchiì - Torre Pellice
Le famiglie GFNRE e B/4TMAS. nel primo anniversario della tragica dipartita dei loro curi
Gino, Ugo e Dino
ritiirrazkno commosse le Unioni di Pomaretto, di Pinerolo e di S. Germano, i pastori simori Marauda e
Heriìn, le Autorità, i Capi Partigiani Favouf e Cotta
per ¡1 loro intervento alla Commemorazione, che ha
avuto /jzoiTO a Pinerolo e a San Germano ta domenica
10 marzo corrente.
!^el pomeri_i(gio di domenica 17 marzo chindava ¡a
sua vita terrena
Elisa Bonnet ved. Ferrerò
Angosciati ne danno l'annunzio : ^ il figlio Mario; il
¡rateilo Giovanni, pastore valdese, le sorelle Lidia e
Maria, colle rispettive famiglie Bonnet, Pons ì? Cimbro;
le cognate, i nipoti e i parenti tutti.
« Venite a me voi tutti che siete travagliati ed aggravati, ed io vi darò riposo».
' Matteo li: 28.
¡.e famiglie FFPRERO e BO.VN£'7' ringraziano sinceramente tutti coloro che hanno manifestato la loro simpatia e il loro affetto nella dolorosa circostanza.
’ Torino * Corso Sommeiller, 21.
AlLalba del 1!) corrente, dopo violenta e breve n<alattia
GmmmÙt
raggiungeva nell'aldilà il suo caro Babbo e la Nonna.
La mamma, la sorella, il fratellino, gli zil, i cugini
ed i parenti tutti annunciano la sua dipartita c ringraziano tutti coloro che in vario modo e con fraterna comprensione hanno preso parte al loro dolore.
Luserna S. Giovanni, 20 marzo 1946.
Lasciate i piccoli fanciulli venire a me.
Marco 10 : 14.
Le famiglie FORNERON ringraziano sentitamente tutti coloro che hanno voluto dtniostrare la loro simpatia
cristiana, in occasione della dipartita della loro amata
mamma
eOBJOIll MliliilEElTI ni fORnEROn
Prarostino, 15 marzo 1946
/ morti risusciteranno...
I Corinzi 15: 22.
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