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LA BDOniA NOVELLA
GIORNALE RELIGIOSO
PBEZZO DMS!I(0CIAZ10^'E
(i (fom.iet7ioj
Torino, per ud anno L. C,00 L.7,00
— per sei mesi » 4,00 » 4,50
Per le provincie e l’estero franco sino
ai conlìni, un aono . . L. 7,20
per sei mesi, » 5,20
A)>;6£vovte; Si èv iyinn
Segnvnilu la verità nella cariti
Efes. IV. 15.
L’Ufficio della BUONA NOVELLA è io
Torino, presso la libreria Evangelica
di GIACOMO BIAVA, via Girlo Alberlo,
dirimpello al Calfè Dilei.
Le associazioni si ricevouo in Torino allo
slesso Ufficio.
Gii Associati delle Provincie potranno provvedersi di un vaijlia postale,
inviandolo franco alla libreria Biava.
Operare e Prevedere, ossia un eiempio da imitarsi infra di noi. l. L’asSOCiaZiOne,
— Eiposizione Evangelica. — / libri apocrifill. — Minioni Evangeliche.— Cina I.
— 11 Caltoliciamo agli Stati-Uoiti, — Notizie religioie. —Cronaclwtta politine,
OPERARE E PREVEDERE
OSSIA
UN ESEMPIO DA IMITARSI INFRA DI NOI
I.
L^associazione.
Nella parrocchia di Schoenefeid si
è formata un'associazione sotto il titolo di Società per prevedere ed operare. Diciamne alcune parole.
Sortendo dai bianchi sobborghi di
Lipsia, sulla verde pianura, dove ai
diciotto di ottobre del 1813 1’ obbrobrio dell’Alemagna fu lavato nel
sangue, vedi alto ergersi davanti a te
un assai bel campanile: è il campa'
nile di Schoenefcld. Alla battaglia di
Lipsia le fiamme il ridussero in cenere, e ne fusero la campana. Fu piii
lardi riedificata la chiesa, ma la Comune si trovava sì povera, che per
molto tempo non polè avere altro
che una campana di ferro, il di cui
aspro suono rassomigliava al grac-
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chiare del corvo. Ed ora esce da
quella torre ua armonioso concerto,
ehe ogni volta che l’odi, sembra risuonarti ali'orecchio: prevediamo e
operiamo, prevediamo e operiamo.
Ascoltate ed intenderete bene ; imperciocché lo spirito e la vita di Gesù
Cristo regnano nella parrocchia di
Schoenefeid.
Regge quella parrocchia un pastore
del quale non imporla gran fatto che
10 dica il nome. Lo inscriva Iddio
nel suo libro, che meglio vi starà. Il
nostro pastore è più sapiente di altri
in buon numero^ imperocché ha letto
11 XIII Capitolo dell’Evangelo secondo
Giovanni, io ha compreso e se lo è
stretto al cuore; o piuttosto non è
per lui un argomento di scienza, ma
una grazia di Dio. Il Capitolo XIII
dell’Evangelo di Giovanni cl narra
che Gesù lavò i piedi a’ suoi discepoli
e disse loro: Io vi ho dato esempio,
acciocché, come ho fatto io, facciate
ancora voi; se sapete queste cose, voi
siete beati se le fate. II pastore lesse
adunque questa Parola nella Bibbia,
ed a se stesso applicandola cosi fra
sè ragionava; «Noi, noi siamo coloro
a cui volge 11 Signore questa Parola.
Io son d’avviso che nuiruomo, piti di
tìoi pastori cristiani, ha la vocazione
ed il dovere di preoccuparsi dei bisogni de’ suoi fratelli. Ma se ci stiamo colle mani in mano< e che lasciam
giacere il miserabile nella sua miseria, qual coraggio avrem noi di salire
sul pergamo, e di annunziare ai nostri parrocchiani la Parola di carità?
Quale una nube di fumo trasportata
dal vento, tale sarà la nostra predicazione ». Così rifletteva il pastore di
SchtEnefeld.
Ecco arriva l’inverno del 1846-47,
seco traendo la carestia, la distretta,
le strida disperate. Le patate periscono, quasi colpite da maledizione;
lepoche raccolte morbose e putrefatte.
Era quello il tempo che un buon pensiero poteva valere un tesoro. La
parrocchia consta di dieci o dodici
borghetti, rinfusamente vicini l’uno
aH'altro, dove le genti vengono ad
accalcarsi a migliaia, siccome accade
nelle vicinanze delle grandi città di
commercio e d’aCfari. Ma paralizzati
erano gli affari ed il commercio, e il
pane era salilo a sì alto prezzo, che
i poveri non vi potevano arrivare.
Dappertutto fame e scoraggiamento.
La porta del pastore assediata da
mane a sera ; ei dava quanto poteva
e di pili. Ma che poteva egli fare ? Ad
ogni istante gli era forza rispondere :
« Non posso : Iddio sa che io vorrei
poter fare; ma, ohimè, non posso ! »
I fratelli del vicinato mandarono qualche soccorso ; ne vennero anche da
luoghi lontani; molte offerte furono
deposte nelle nlanl del Pastore. Gran
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gioia era per lui quando poteva recarsi
da una casa all’altra a sollevar dalle
pene un padre o una madre di famiglia, quand’anche il suo soccorso non
potesse valere che per uti sol giorno.
Ma tutlo ciò era un gettar acqua sopra un ardente vulcano, ed il nostro
pastore chiaramente vedea che dolce
cosa è, senza dubbio^, il dare, e che
meglio vale dare che ricevere ; ma il
dare quanto basti per brevi momenti
è un ripiego che alla fine non raggiugne nulla. Ogni maniera di pensieri e di progetli gli si aggirava pel
capo per veder di trovar qualche stabile provvedimento; ma il concepire
un piano e l’abbandonarlo era tutto
uno. Tutta quella calamità gli si presentava a guisa di densa nube dove i
suoi occhi non potevano penetrare.
Allora stendeva le mani al cielo, e
chiedeva al Signore, a Colui che è
consiglio ed opera, di additargli un
cammino per mezzo a si fosbhe tenebre.
Un mattino, merttrtì traversava la
campagna per recarsi ad un casale
della sua parrocchia, per visitarvi
qualche infelice, gli venne fatto d’incontrare una donna, ch’egli ben riconobbe, imperocché il figliuolo di
lei usava al catechismo. — Come
state? — Oh! assai male, risposala
donna. — In che? dimandò il Pastore. La donna, nulla dapprima ri
spose, raa il Pastore, accorgendo*
essere in quel silenzio nascosto alcun
che di straordinario, insiste domandando; al quale essa in fine risponde;
— Io vo, ahimè! iu prigione, e con
me anche mio Aglio. — In prigione !
B perché mai ? — iXon avevamo nulla
da mangiare, allora.^... — Avete rubato ! La donna noti risponde motto,
ed il pastore sente come un monte
rovesciarglisi sul cuore, e schiacciarlo
sotto il suo peso. — La madre ed il
figlio, due ladri! la madre ed il figlio in prigione!..... Eppure questo
giovine viene da me ad istruirsi nella
Parola di Dio!
Non vi era nulla da farci ; era impossibile. E il Pastore credeva vedere
il suo Dio venirglisi davanti e colmarlo
de’ suoi rimproveri. Molte altre dolenti storie si affacciarono alla sua
mente, dalle quali tutte traeva questa
terribile conclusione ; La fame partorisce il peccato, il peccato parlorisoe
la fame. Ah non può andar più così
alla lunga ! Ed in cuor suo gridava :
aiuto ! aiuto I Ma donde verrà l’aiuto?
— Ascoltate il seguito del racconto.
Pochi giorni dopo, il maestro di
scuola di un vicino casale gli disse
aver ricevuto da persona benefica una
forte somma di danaro per soccorrere
1 poveri. — Come meglio si potrà
impiegare ? dimandò il maestro. II
pastore esamina profondamente la
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questione : Come questo danaro potrà
essere veramente utile? — Un raggio
di luce passa per la sua mente e gli
rivela il partilo da prendersi; — Conviene che ne parli al mio gregge. —
Furono allora le sole sue parole.
Scrive un breve invito ai suoi parrocchiani, Io fa stampare e lo manda
a tutli membri i della sua parrocchia.
L’invilo era concepito così: « Tutli
quelli che desiderano concertarsi col
pastore intorno ad un rimedio da applicarsi alla presente calamità, tutti
quelli che sono disposti a coadiuvarlo
coi loro lumi e colla loro altività,
sono convocati alla sala di scuola di
Volkmansdorf pel 10 febbraio, alle
ore due pomeridiane. Sono pregati di
essere puntuali, imperocché fa notte
di buon’ora ».
Giunto il giorno stabilito, quanti
credete voi che alle due si trovassero
riuniti nella sala di scuola di Volkmansdof? — Appena quindici, di tutta quanta la comunità. — Ma il Pastore non fu perciò discorato. —
Quindici, sono tre più di dodici; e
dodici uomini hanno messo il mondo
in fuoco. — E pieno di confidenza,
rende grazie a Dio dal secreto del
suo cuore pe’ suoi quindici assistenti.
Non vi era però alcun casale che non
fosse rappresentato almeno in un membro dell’assemblea. Prima di recarsi
alla riunione, il Pastore avea matu
ramente e saldamente meditato il suo
piano, e presi serii consigli da due suoi
amici, l'uno dei quali era il suo suffraganeo, l’altro il suo Signore e Salvatore; e tutti due gli avevano promesso
una fedele ed attiva assistenza. Arrivato dunque all’ora precisa al luogo
del convegno si fa a parlare così:
« Miei cari amici, la nostra parrocchia è in tale uno stato, che spezza
il cuore: la fame ed il peccalo la
trascinano nel precipizio. 11 nostro
ospizio de’ poveri non può nulla —
e presto ogni villaggio non sarà piìi
che un ospizio di poveri ». E qui
fa loro un quadro delle tristi condizioni in Schoenefeid, in Volkmansdorf
in Rendnitz, e di tutto ciò ch’egli,
come Pastore, vi ha veduto: dispiaceri domestici, mendicità, fanciulli
educati al vizio, ebbrezza, impudicizia
— Storia palpitante da far dirizzare
i capelli sul capo ! — Ei narra loro
come a Berlino, ad Amburgo, ed in
altre città si provvegga, per lo amor
del Signore, ai poveri e ai derelitti ;
come per la ingegnosa organizzazione
di molti stabilimenti, tanti e tanti
sventurati abbiano veduto il pane entrare nelle loro case, ed abbian sentita la pace entrar ne’ lor cuori. « Per
la qual cosa io son di parere, soggiunse, che non ci è permesso il darci
un istante di tregua sino a che non
abbiam seriamenente messo la mano
5
all’opera di misericordia. Egli è di
mestieri, sappiatelo bene, egli è mestieri di giungere a questo triplice
risultato: insegnare, innanzi a tutto,
il risparmio al povero, imperocché il
risparmio è una mina d’oro; quindi
far si che colui il quale non ha nulla
da porre in serbo sia assistito, ma
convenevolmente assistito ; e finalmente impedire che i fanciulli si perdano , ammaestrandoli alla scuola
nella Parola di Dio; ed ove ciò non
basti ad arrestarli nella corsa dei
vizio, ricondurli al loro Salvatore per
mezzo della dolcezza e della severità.
Questo è lo scopo che d convien
raggiugnere, nè sono io che vel dico;
ma si ii vostro Salvatore, il quale ve
Io annuncia con la possente sua voce.
Convien obbedire. Ed ora la delibezione è aperta ».
Gli astanti presero allora l’attitudine di persone che si lambiccano il
cervello, e si tennero per qualche
istante nel profondo silenzio della meditazione. Una voce finalmente si fece
intendere : « 11 signor Pastore ha ragione.....— Certamente ha ragione,
disse un allro; ma.....— Sì, ma.....
disse un terzo.—E: ma... ma... ma...
dissero lutti i quindici l’un dopo l’altro. — Che cosa é codesto ma? domandò il Pastore. — Ma, come fare?
si rispose; come è possibile il persuadere alle persone il risparmio, l’as
sisterli, il sorvegliare la gioventù.? —
E il Pastore: Non è così impossibile,
come vi sembra. Si tratta semplicemente e anzi tutto, di metterci tutti
all’opera con una intiera fede nel soccorso del nostro Iddio, e poscia di
prender la cosa pel suo buon lato.
Vedete? non si tratta qui di fare come
si fa a Berlino o ad Amburgo; imperocché Schoenefeid non é nè Berlino, né Amburgo, ma Schoenefeid è
Schoenefeid. Se volete , io sin d'ora
v’indicherò io qual modo io penso
che debbasi cominciare. Io propongo
adunque, che tutti quelli fra di voi,
i quali si sentono qualche disposizione, qualche tendenza pel buon esito
della cosa, si uniscano e vengano
siccome un sol uomo , a mettere le
loro buone idee e la loro attività al
servizio dei poveri. Chiunque é membro dell’associazione, appartiene di
cuore e per l’amore di Gesii Cristo ad
ogni infelice della parrocchia di Schoenefeid. Suppongo che la nostra associazione sia composta di ventisette
membri. Questi ventisette devono formare una cassa di previdenza, distribuire soccorsi, e sorvegliare la gioventù. Se mi si domanda: chi si occuperà della cassa di previdenza?
Rispondo : questo incarico verrà confidato a nove membri.— Chi sarà incaricalo dei soccorsi ? Allri nove —
Chi presterà le sue cure alla gioventù?
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— I nove che rimangono. Tre volle
nove fanno ventisette. Ciascuno sceglie
il genere di lavoro pel quale ha più
attituditie q più inclinazione, e la Società potri^ assomigliarsi ad ijna casa
divisa in tre stanze. Non sono tre società, m£^ una sola, e siccome in una
casti si aprono porte per vedersi, parlarsi e passare da una stanza all’altra,
così vi sarà comunicazione continua
tra le diverse nostre sezioni. Voi fate
parte, per esempio, del comitato di
risparmio, io di quello di educazione:
voi udite parlare di una famiglia in
fipcadenza, che non sa amministrare
i sqoi affari; e voi la visitate per
predicare 4 quella l’economia.— Oppure frammezzo i fanciulli, ne trovale uno che si demoralizza; e voi venite a darne cpnlo alla Società, dicendole: Il tal giovinetto prende mala
piega — e li| Società dice a me: andate voi, ed QGcupatevene. In tal modo
un affare ne trae seco e pe faciiità un
tjllro, Ma in ogni cpsa qhe noi imprendiamo, sia sempre nostra regola
e nostra guida la Parola di Dip, senza
di che non vi e per noi benedizione;
e i nostri sforzi sarebberq quelli del
l’agricoltore che si ponesse ad arar
nella sabbia. Dite ora le vostre opinioni ».
La dispussione incominciò : 1 ma e
i se vennero di nuovo in caippp, e il
Pastore dovette caricare a mitraglia
su quel compatto battaglione; ma fi
nalmente l’avversario depose le arm
e si diè prigioniero.—Si, il sig. Pa
store ba ragione, faremo sicp'om’ egl
disse. — Benissimo ! Datevi la mano
da questo punto noi siamo un sol
corpo, un’anima sola. Iddio sia con
noi. — Che nome prenderà la nostra
associazione ? — Si chiamerà Società
per prevedere e opera,re. — Chi ne
sarà il capo.? — II nostro Pastore :
ogni corpo deve avere un capo. —
La Società si dividerà in tre sezioni :
quella del risparmio, q^ella dei soccorsi, e quella dell^ educaziope; a
quale volete voi appartenere — ciascuno sceglie: — ma ci vuol danaro:
— chi vuol contribuirne? — Diedero
tulti, secondo le loro facoltà. — Chi
terrà la cassa? — Sarà il suffraganeo,
il quale verrà assistito da tre 0 quattro membri che seconderanno in tal
modo il Pastore nelfopeca dpU’amniinistrazione generale.
Come furonp ben d’accordo intorno
tutlocip, si decise che il Comjtato di
educazione aprirebbe una scuola per
insegnare alle giovinette a cucire e a
far calze, e che sarebbero messi a disposizione del Comitato di risparmio
de’ grossi libri da contoj e si deliberò intorno a moltp allre specialità.
Il primq di aprile, cioè in capo a sei
settimane, tutto era in pronto, e la
7
benedizione dei Signore discese sopra
l’Associa/.ione.
Ed ora , vuoi sapere , o lettore ,
quale fu la benedizione del Signore?
Non dovrai aspettare sei settimane,
se vuoi continuarmi la tua attenzione.
ITrad. dal Ted. del dot. Wicueun).
ESPOSIZIONE EVANGELICA
I Libri Apocrifi.
II.
La seconda ragione per cui noi non crediamo alla canonicità di quei libri è che
la Bibbia slessa vi si oppone; e noi abbiamo questo principio, che quando troviamo una dichiarazione sia di Concilii sia
di papi, 0 di chiunque altro, contraria
alla Bibbia, non possiamo ammettere una
tale dichiarazione; imperciocché ammettendola aaaulleremmo la parola dì Dio.Che
realmente la Bibbia sì opponga alla canauicità di quei libri dichiarali canonici dal
Concilio di Trento a noi sembra vederne
due prove, unanegaliva, positiva l’altra.
La prova negativa la deduciamo dal sileuzio di Gesìi Cristo e degli Apostoli.
Egli è un fatto non contrastato da alcuno cbe tali libri non esistevano uel canone degli ebrei al tempo di Gesù Cristo
e degli Apostoli; ciò posto, o la Sinagoga
uon aveva mai voluto riconoscere la divinità dì quei libri; o se la aveva riconosciuta per un tempo, nou la riconosceva
più allora: nell’uno e Dell'altro caso gli
ebrei sarebbero stati rei. Ma Gesù Cristo
e gli Apostoli che su tante altre cose di
minore iraportauza hanno rimproveralo i
Giudei, uome Don li avrebbero rimprove
rati del gravissimo delitto di non riconoscere in quei lihri la divina rivelazione?
0 quei libri non erano mai stati qel canone, ed allora Gesù Cristo e gli Aposloli
col loro silenzio hanno dichiarata la POD
canonicìlà di essi: o vi erano prima e i
Giudei li avevano tolti; ed allora percbè
Gesù Crislo e gli Apostoli han taciuto?
Iddio aveva espressamente vietato d>
aggiungere ai libri ispirati divinamente
non solo altri libri, m» anche una parola:
0 Non aggiungete nulla a ciò cbe io vi
comando, e non ne dimiuuile nulla »
(Deuter. IV, 2): « Prendete guardia di far
tutlo ciò che io vi comando; non sopraggiungetevi uulla, e non diminuitene nulla a (Deut. XII. 52j; « Avvegnaché noi,
od un angelo del cielo v’evangelizzassimo
oltre a ciò che v’abbiamo evangelizzato,
sia anatema.....Se alcuno v’evangelizza
oltre a ciò che avete ricevuto sia anatema i> (Galat. I, 8, 9J. « Io protesto... cbe
se alcuno aggiunge a queste cose, Iddio
manderà sopra lui le piaghe scrìtte in questo libro ■ (Apoc. XXII, 18). Ora aggiungere altri libri a quelli divinamente ispirati è violare aperlamente gli ordini di Dio
ed esporsi ai minacciati castighi. — Nà si
dica questa prova essere una petizione di
principio, ponendosi per dimostrato ciò
che è in questione, cioè che i libri da noi
chiamati apocrifi sieno un’aggiunta alla
parola dì Dio: imperocché sebbene tale
potesse sembrare questa prova, se fosse
isolata, nel complesso però ed unita alle
altre, forma tale un’unione da dimostrare fino all’evidenza che i vescovi del Concilio dì Trento aggiungendo al canone i
libri apocrifi sì sono resi, alla nostra maniera di vedere, violatori del precetto
divino.
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La prova positiva che nui aliliiamo nella
Bibbia per escludere i libri apocrifi è nel
capo III, vers. 2 della lettera di s. Paolo
ai Romani. L’apostolo c’insegna che gli
oracoli di Dio furono fidati ai Giudei.
Ora se gli oracoli di Dio erano stali confidati ai Giudei, quei suli libri del Vecchio
Testamento saranno oracoli di Din che i
Giudei avevano avuto in custodia; dunque
nessuno di quei libri che la Sinagoga non
riconosceva come parola di Dio lo saranno: e se i libri apocrifi non erano parola
di Dio per la Sinagoga che aveva avuto in
consegna lutta la parola di Dio, noi non
possiamo credere che un libro che una
volta non era parola di Dio divenga tale
duemila anni dopo, per la dichiarazione
di 53 uomini. Difaiti posto che si dovesse
dar valore al decreto di Trento, noi vedremmo in quel decreto una contraddizione: quei libri sarebbero parola di Dio
perchè un decreto iorallibile li ha dicUiacbiarati tali; non sarebbero parola di Dio
perchè la Bibbia li toglie da quel novero; e siccome noi crediamo più all’autorità della Bibbia che a quella dei Concilii, così non possiamo ritenere tali libri
per canonici.
La terza ragione per cui noi non crediamo alla canonicità di quei libri è la
testimonianza dei Giudei, i quali ci attestano che non hanno mai ritenuli per
divini e per canonici quei libri. Eppure
essi erano stati prescelti dallo Spirilo
Santo ad essere depositarii degli oracoli
di Dio. La testimonianza dunque de’Giudei deve essere di uu gran peso circa
l’arametlere o lo escludere tali libri dal
canone: imperciocché i soli Giudei sono i testimonii competenti di un tal Talto.
Giuseppe lo storico che fioriva nel primo
secolo della Chiesa, nella sua risposta ad
Appione, lib. I, dice così : « Nulla vi può
essere di più certo quanto i libri autorizzali tra noi : essi non possono essere
soggetti a contestazione alcuna; imperciocché non sono stati approvati se non
che quelli scritti dai profeti da più secoli io qua secondo la pura verità per la
ispirazione e il movimento delio Spirilo
di Dio ». Numera poscia lo storico i libri che dalla Sinagoga erano ritenuti per
sacri e canonici, che sono appunto nè più
nè meno quelli che luitora ritengono gli
ebrei, e che sono nelle nostre Bibbie:
parla poscia cosi dei libri che il concilio
di Trento ha credulo dichiarare di divina autorità. « £ stato anche scritto ciò
che è avvenuto da Artaserse fino a noi;
ma siccome non vi è stata più come vi
era prima la catena dei profeti, non si
è dala a quei libri la medesima fede che
ai primi di cui ho parlato, e per i quali
niuno oserebbe nè togliere, nè aggiungere , nè cambiare una sola parola ».
Ognuno sa di quale autorità sia la teslimonianza di Giuseppe allorquando specialmente parla di cose religiose della
sua nazione.
Ma gli ebrei sono un testimonio vivente per deporre che i libri dichiarali
divini e canonici dal concilio di Trento
Doo lo sono mai stati fra di loro : e con
questo fatto, ecco quale diviene la nostra posizione intorno ai libri dei quali
è composta la Bil)bia. Noi abbiamo per
la nostra dottrina un testimonio viveole;
non già un individuo, ma una nazione ;
non già un partito, ma una religione;
un testimonio qualificato , quello a cui
Dio stesso aveva confidato i suoi oracoli,
quello da cui noi gli abbiamo ricevuti.
9
Ritenendo dunque noi gli stessi libri che
riteneva e ritenne la religione giudaica,
possiamo ragionevolmente essere accusati di avere adulterata la Bilibia, perchè
non alihiamo voluto aggiungervi quei libri che non avevamo ricevuti da chi solo
poteva darceli ?
È un fatto incontestabile che gli Ebrei
dei nostri giorni hanno la loro Bibbia come l’avevano gli Ebrei antichi-, ma in essa
non hanno quei libri che il Concilio di
Trento ha dichiarato canonici e che noi
chiamiamo apocrifi. Ora incominciando
dai Profeti veniamo giù lino a Gesù Cristo
ed agli Apostoli: diamo poscia un colpo
d’occhio su tutti I secoli della Chiesa fìno
ai nostri giorni, e non troveremo nè un
papa, nè un concilio, neiipure quella di
Trento, nè un padre, nè nn teologo sensato accusare gli Ebrei di aver tolti dal
loro canone que’ libri. Dimque o quei li‘ bri non sono mai stati nel canone degli
Ebrei, o questi li hanno tolti: se si dice
che li hanno tolti, noi preghiamo i clericali acciò vogliano prendersi la pena d'istruirci quando, dove, da chi, in quale
occasione, perchè si è commesso un simile attentato? Li preghiamo a spiegarci
ancora perchè i clericali, la inquisizione,
e gli allri nemici degli Lsraeliti che li
hanno accusati tanlo spesso e tanto volentieri di Ionie altre cose o più leggiere
0 false interamente, non li hanno poi mai
accusati di avere adulteralo laBibbia togliendo quei libri dal canone? Intanto
però che attendianio, e li attenderemo per
molto tempo, questi schiarimenti, ci si
permetta di credere in pace che questi
libri non han falto mai parte delle Sacre
Scritture. Se dunque quel popolo che secondo S. Paolo aveva in custodia gli ora
coli di Dio non aveva in custodia quei libri, ci si pern.etta di credere che quei
libri uon sono oracoli di Dio.
Alle cose già dette intorno alla testimonianza degli Ebrei aggiungiamo la seguente rillessione. Gli Ebrei avrebbero
avuto grandissimo interesse a falsifìcare
i libri del Vecchio Testamento, siccome
nel seno stesso del cristianesimo molte
selte avrebbero voluto falsificare, mutilare, interpolare i libri del Testamento
Nuovo; ma niuno vi è potuto riuscire ,
imperciocché sta scritto che « neppure
un iota, 0 un punto della Legge trapasserà finché non sia trapassato il cielo e la
terra » (.Malt. V. 18.) Avrebbero, diciamo, avuto gli Ebrei un immenso interesse ad alterare le S. Scritture ; imperciocché profezie così chiare, così dettagliate che dimostrano colla maggiore
chiarezza predetta la vila, la morte, la
predicazione, la dottrina, il luogo, il
lempo de:la venula del Redentore fino
alle menome circoslanze: l’abbandono e
il castigo della nazione, la distruzione del
tempio e deH’altare, la cessazione del regno, del sacerdozio, del sacrificio, dimostrano la ostinata durezza di quel popolo;
durezza dì cuore predetta chiaramente in
molti luoghi delle S. Scriilure; cose che
per l’onore della loro nazione avrebbero
dovuto cancellare. Ma tale si è la economia della divina Provvidenza : la S. Parola di Dio non ha mai pututo, nè potrà
mai essere alteratadagli uomini: equando
gli uomini hiin cercato di alterarla, Dio ha
suscitalo i zelanti riformatori acciò la sua
S. Parola restasse intatta secondo le promesse.
Conchiuderemo per quello cbe riguarda la testimoniaDza dei Giudei con
10
ua passo di un celebre cardinale, e dotlissimo teologo, cioè il Cardinal Gaetano,
e speriamo che una tale autorità riescirà
non discara ai clericali, i quali sanno che
il Cardinal Gaetano, uno dei più dotti
teologi del suo tempo, fu scelto dal papa
per andare in Germania a rappresentarlo,
e per convincere colla sua dottrina il riformatore Martino Lutero.
Ecco le sue parole che traduciamo letteralmente dal suo commentario sulla
leltera ai Romani. «Tutti i Cristiani ricevono un doppio beneficio dall’apostasia
e dall’ostitiazione degli Ebrei : uno di sapere quali sieno i veri libri dell'Antico
Testamento ; imperciocché se tulti gli.
Ebrei si fossero convertiti alla fede di
Gesù Cristo, allora il mondo avrebbe sospettalo cbe i Giudei avessero inventate
tutte le promesse intorno a Gesù Cristo
jl Messia: ma i Giudei persistendo ad essere i nemici di Gesù Cristo, ci rendono
testimonianza che non vi sonp altri libri
canonici fuori di quelli che essi stessi
hanno come canonici riconosciuti «. Noi
non diciamo nè più nè meno di quello
che diceva il Cardinal Gaetano, e perciò
non possiamo comprendere come egli sia
morto cardinale, sia stimalo per ottimo
teologo, le sue opere non sieno all’indice,
mentre noi siamo tenuti per eretici e
scomunicali.
Ma siccome l’autorilà del Cardinal Gaetano, generale dei Domenicani, deve risuonar grata alle orecchie dei clericali,
citeremo di lui ancora un passo tolto dal
suo commentario sul libro di Ester. Parla
in quel luogo il cardinale teologo dei libri apocrifi e dice cosi : « Gli altri libri,
cioè di Giuditta, di Tobia e dei Maccabei
sopo posti da s. Girolamo fuori del ca
none, e collocati fra gli apocrifi in un col
libro della Sapienza e dell'Ecclesiastico,
come apparisce dal suo prologo detto
Galeato. Nè tu, o lettore, poco esperto
nella sacra scienza, devi turbarti, se in
qualche luogo troverai questi libri collocati fra i canonici, o da qualche Concilio,
0 da qualche teologo: imperocché tanto
le parole di quei Concilii, come di quei
teologi debbono essere ridotte al senso di
Girolamo, e secondo II suo sentimenlo
espresso ai vescovi Cromazio ed Eliodoro,
tanto questi, quanto altri libri somiglianti
che si volessero porre nel canone della
Bibbia, non sono canonici, cioè regolari,
nè idonei a confermare i dommi della
feda- Possono però chiamarsi canonici
nel sensp che servono di edificazione ai fedeli; e come tali soltanto ricevuti ed autorizzati nel canone de|la Bibbia. Con tale
distinzione potrai ben comprendere quello
che dice s. Agostino nel |ib. II della Dottriqa Cristiana, il decreto del Concilio
Fiorentino, sotto Eiigenio IV, gli altri
scritti dei Concilii provinciali di Cartagine e di Laodicea, e i decreti dei papi
Innocenzo e Gelasio ». Noi accettiamo
interamente quesla dottrina del cardinal
Gaetano, e preghiamo i clericali a spiegarci come nqi possiamo essere chiamati
su questo eretici, mentre conveniamo con
gno dei loro pii; grandi teologi.
(Continua),
MISSIONI EÏAMELlfflE SELLA CALI
Nel XIX Secolo (1).
Il nostro diletto Salvatore aveva detto
ai suoi discepoli ; Andate ed ammaestrale
(t) Dal supplemento al n» delta Sinioin«
religieuse-
11
tutti i popoli, battezzandoli nel nome del
Padre, e del Figliuolo, e dello Spirito
Santo. A malgrado di quest’ordine formale di andare a predicar l’Evangelio
ai pagani, immersi nelle tenebre deli’idolatria, non si erano, sino al decimonono
secolo, falli dal cristiani evangelici se non
pochi sforzi per obbedire al comando del
Signore Gesù. Il riformatore Calvino ,
aveva, è ben vero, concepito il progetto
di spedire missionarii ai pagani, e giù
aveva incomincialo a porlo in esecuzione
Dell’America del Sud; i Moravi avevano
pur essi realizzato lo stesso progetto nel
diciottesimo secolo ; ma non erano questi
se non ben deboli cominciamenti. Infine,
da circa un mezzo secolo, le socielà missionarie slabilironsi, primamente in Inghilterra, poscia in Olanda, in Alemagna, in
Francia, in Isvizzera e io quasi tulli i
paesi proteslanli. I)a quell’epoca Iddio ha
colmata quest’opera rii benedizioni, e non
più pochi deboli missionarii lottano penosamente in qualphe luogo tenebroso della
terra; ma ti si schiera davanti un esercito
numerosQ il quale conia i suoi soldati a
migliaia; una battaglia ordinata, nella
quale, menlre i combattenti guardano ai
cielo il loro Capo, le loro braccia, spesso
mancami, sono fortificate dalle preghiere
de’turo fratelli, i quali chiedono ia vitioriu a Colui che ba loro promesso ii suo
potente soccorso. Noi possiam dire col
Salmista: La destra del Signore fa prodezza : ta destra del Signore è innalzala :
la destra del Signore fa prodezza (Sai .118,
V. 13 e 16J. Quale migliore esempio possiam noi dare di questa fedeltà e di quesla bontà del Salvatore, di quello che si
è fatto nella Cina da un mezzo secolo in
qua ?
Quel vasto paese meritava, per più di
un lilolo, l’interessamento dei cristiani
evangelici ; per la sua estensione, poiché
contiene i cinque ottavi dell’Asia : per la
immensa sua (lopolazione che raggiunge
la cifra di 366 milioni, vale a dire il terzo
della specie umana; per la sua civilizzazione, più antica di quella della nostra
vecchia Europa ; finalmente e soprallulto
per la sua idolatria, che può dirsi una
delle più grossolane che abbiano esistito
sopra ia terra. Kppure sino ai giorni nostri nulla si era fallo per far conoscere la
Bibbia ai Cinesi. Egli è ben vero cbe nell’oitavo secolo, i Nesloriani aveano fatti
alcuni discepoli, e slaliilile alcune congregazioni cristiane iu quel paese; ma il
tempo le aveva fatte scomparire, e senza
i monumenti storici ullimamente scoperti
ci dovremmo tenere alle congetture intorno agli elfelli prodotti dalle fatiche
missionarie di quei cristiani. Sappiamo
che nei secoli x\i e xvii, i Gesuiti e i Domenicani avevano lavorato con successo,
almeno apparente, alla conversione dei
Cinesi; ma le discussioni di questi ordini
rivali cagionarono ben tosto la ruina delle
loro chiese nascenti. Avevano tradotto in
cinese un buon numero di opere scieiitificlie, letterarie e religiose; ma perchè
non avevano voluto pubblicare il Libro
per eccellenza, la buona Parola del nostro Dio, il loro edifizio, fondato sulla
sabbia mobile delle umane tradizioni,
non tardò lunga pezza a crollare dopo che
furono espulsi e perseguitali. Anche oggidì lavorano a rialzare le distrutte loro
chiese, e a spargere tra quei popoli la
loro dottrina tradizionale; ma tulio pi fa
sperare, phe quando i Cinesi possederanno e leggeranno la Bibbia, oconie essi
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medesimi dicono, il Libro, abbandoneranno inlieramenle gl’insegnamenti dell’uomo, per seguire unicamente i comandamenli di Dio. Veniamo ora a parlar dei
lavori dei nostri missionarii, che divideremo in tre periodi.
PRIMO PERIODO
UorlsBon e GutzlafT.
(1807-1842).
Abbiam quasi vergogna a dirlo : sino
al 1807, nulla o quasi nulla era stato fatto
per la Cina. A quest’epoca s*llanto un gio vane di meschina apparenza prese a cuore
la DobiI causa, in mezzo alle derisioni
de’ suoi conoscenti e a molte maniere di
scoraggiamento. Allorquando, curvato su
i manoscritti cinesi, cercava di comprendere quella maravigliosa scrittura, ia
quale conta più di centomila segni geroglifici, un orgoglioso incredulo gli disse:
« Pretendete voi convertire i Cinesi? » ed
ei gli rispose con fermezza : « Non io ,
ma spero che Iddio li convertirà». Roberto Morisson, questo apostolo della Cina,
non sapeva allora ch’egli consacrerebbe
alla sanla opera i ventisette ultimi anni
della sua vita; che Iddio per mezzo di
lui farebbe ancora più di quello ch’ei non
osava sperare ; ma che dopo avere soggiornato in una cameretta affumicata, lavorando al lume di una lampada, esponendo ogni giorno non solo la sua vila, ina
anche quella del suo istitutore cinese,
potrebbe, otto giorni innanzi alla fine
della sua terrena carriera, scrivere le parole seguenti : « Quanto le cose sono mu<1 tale a Canlon dopo il mio arrivo nel
« 1807! Or fa ventisette anni, io lavorava
«solo, in segreto; ed ora i miei occhi
9 veggono degli allievi cinesi, degli stu
« denti missionarii, delle tipografie inglesi
« che stampano di continuo Bibbie in lin« gua cinese. Ho consacrato a quest'opera
« metà della mia vita ; ma il giorno de
li dina ...» Diffatti il 1“ agosto 1834,
Roberto Morisson lasciò questo mondo ,
dopo avere terminata la grande opera
alla quale la sua vila era slata sì utilmente e sì laboriosamente consacrata, la
traduzione della Bibbia. Questo fedel
servo, compiuta la sua opera, fu da Dio
chiamato a sè.
Oltre le sue fatiche letterarie , Morisson non era stato inutile ; ma tali erano
ia sterilità del suolo, e le diflicollà che
incontrava, che in sette anni non vide alcun Cinese abbracciare la fede evangelica.
Il primo a ricevere il battesimo fu Tsaa-ko, giovane intelligente che sopravvisse
poco lempo alla sua entrata nella Chiesa
di Cristo; poi venne Leung-a-fah, il quale
fin da quel punto ba sempre dato gloria
al suo Dio, in mezzo a grandi persecuzioni e a grandi prove, e che ora pure,
vecchio canuto, predica ogni giorno a’suoi
compatrioti, eccitandoli ad abbandonare
il culto degli idoli e ad adorare il Creatore dei cieli e della terra.
Durante queslo primo periodo delle
missioni evangeliche, le leggi che proibiscono ai forestieri di penetrare nell'im
pero cinese erano troppo rigorose per
permettere ai discepoli di Gesù di percorrerlo scopertamente; ma non perciò si rimasero oziosi. Aspettando con ansietà il
momento in cui Dio loro permetterebbe
di penetrare in quella fortezza di Satana,
la circondavano da ogni lato coi loro lavori, preparando nell'ombra le armi formidabili colle quali speravano combattere
contro « l’uomo forte e bene armato » che
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sino a quel punto aveva difeso cim tanto
successo le porte del suo regno.
Trovando nei paesi vicini alia Cina,
Duraerose colonie di emigranti, a Malacca,
a Singapore, a Bankok, a Batavia, fondarono staliilimenti di educazione, sparsero
varii libri delle Sacre Scritture, stabilirono missionarii coadiutori e si prepararono in tal modo aU’attacco pel giorno
che l’Eterno vorrebbe loro assegnare. Uno
di essi più valente che gli allri, dopo aver
vìssuto alcuni mesi frammezzo agli emigrali cinesi, ed avere, mercè la facihlà
prodigiosa di cui Iddio lo aveva dolalo,
imparata la loro lingua con una purezza
sino allora insolita In un forestiere; mercè
anche il suo colore olivastro e i suoi lineamenti quasi mongoli, sebbene fosse di
origine germanica, Carlo Gutziaff, vestito
da cinese, percorre dapprima le coste e
vi diffonde a migliaia libri della Parola di
Dio; poi ardimeuloso penetra nell’impero,
viene adotlalo da un membro di quei
dans che dividon fra loro le famiglie cinesi come quelle della Scozia; percorre
il paese, vi annuncia liberamente l’Evangelio, e forma preziose relazioni. Le sue
conoscenze nell’arie medica, non meno
che la sua adozione gli aprono le porle, e
dispongono gli animi In suo favore, Ma
GutzlafT non è il solo a preparare il terreno per la semenza. 11 dottor Medhurst,
missionario inglese, ed altri pure riuniti
a Canton, continuano l'opera che Morrisson aveva incominciata. (continua)
Il CATTOLICISMO
AGLI STATI UNITI.
Se esiste uu paese in cui tutto sembri
promettere a Roma uno sviluppo rapido
ed un trionfo quasi certo, è cerlamente
l’America del Nord. Solo che gettiamo
uno sguardo sulla sua storia, ci fa meraviglia che il cattolicismo non sia la religione dorainanle degli Siali Uniti, il
Maryland, uno dei più antichi Stali delrUnione, fu intieramente formalo da callolici ; lord Baltimore loro capo si distinse anche pel suo zelo religioso; la
Florida, dacché fu conquistata dalla Spagna sino al momento in cui si congiunse
agli Stati Uniti nel 1820, fu compiutamente soggetta all’influenza papi-la ; tutlo
il paese che si Irova nell'Ovest del Misslssipì e che comprende oggidì la Luigiana, l’Arkansas, il Missouri, sino al
Canada, apparteneva alla caltolica Francia, e fu realmente colonizzato sotto l’influenza dei Gesuiti. Tulio il nord dell’Unione, dall’imboccatura del San Lorenzo sino al Fond du Lac, villaggio
situato alfestremltà del Lago Superiore,
ebbe per primi possessori dei Francesi e
degli Inglesi papisti ; il Texas, sino alla
sua annessione nel 1847, era chiuso all’influenza protestanle, come lo sono
tuttora il Messico e la Spagna. Lo stesso
dicasi della California sino alla recente
sua ammissione nell’Unione americana.
Arroge a ciò l’immensa emigrazione d'irlandesi cattolici, che in meno di 20 anni,
hanno approdato a milioni agli Stati Uniti,
a segno lale che se ne incontrano in tutli
i villaggi e che sono conosciuti sotto il
nome di thè universal nalion-, si pensi
ancora alle popolazioni numerose che
libbandonano la Baviera, il ducalo di
Baden e l’Austria per traversare t’Oceano,
e si vedrà che avevamo ragione di ayermare che il callolicismo negli Stati Uniti
aveva dinanzi a se il più bello avvenire'
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Dirimpelto a questi fatti porremo le
cifre eloqueiili che troviamo nel censimcnto dello scorso anno.
Nel Maryland vi sono 63 chiese cattoliche, e 800 chiese prolestanti ; nella Florida di 152 chiese, binqué soltanto sono
cattoliche. Delle 278 chiese della Luigiana, SS solo ohliediscono al papa. Esistono gii (dal 1847) i64 chiese al Texai,
13 delle quali sodo romane; finàlméntè
il prolestanlismo è la religioue dell’imniensa maggioranza de’ Californesi. In
una parola, in tutti gli Stali Unili, dall’Oceano Pacilico aH'Allanlico, non esistono che 1,112 chiese romane, che possono contenere 621,000 uditori; il che
non forma se non la undecima parte delle
chiese meludiste, o il quarlo delle chiese
presbiteriane.
Che se consideriamo l’influenza morale dei cattolici, saremo vieppiù cuufermali nella nostra fede. Essi, in generale,
sono poveri, ignoranti e ben di rado somministrauo ai tribunali o al Parlamento
oratori o magistrati ; ma più facilmente
s’incontreranno in gran numero nei depositi di mendicità o nelle carceri pubbliche. In un’inchiesta fattasi, pochi giorni
fa, nella casa correzionale di Boston, si
è potuto verificare che di 40 fanciulli
rinchiusi per delitti e per crimini, 38
erano i nati di parenti cattolici. Finalmente in quasi tutte le pubbliche esecuzioni, si vede un prete accompagnare il
paziente, il che suiTieienteraente indica
la sua religione.
Sono fatti codesti che altamente parlano ; e quelli fra i noslri leltori che
bramassero verificarli, li inviteremo a
leggere il Census pubblicalo per ordine
del Congresso. fSemaine litligieuse).
NOTIZIE RELIGIOSE
Lonpra. La seguente notizia ci viene
data daH’Eco di Savonarola, dispensa di
marzo: «È nolo ai noslri lettori come
perchè anni fa, essendosi rinvenuto un
esemplare della traduzione inglese dell’aureo trattato di Aonio Paleario sul Beneficio della morte di Gesù Cristo, fu
dall’inglesB ritradotto in italiano, e varie
edizioni se ne sono falle in queste due
lingue. Ora poi siamo lieti di poter annunciare essersi ritrovato nella biblioteca
di Cambridge il manoscritto originale di
questo prezioso lavoro. Fra poco sarà
dato alla luce tale e quale egli è uscito
dalla penna del martire italiano, e si ha
parimente intenzione di farne stampare
il facsimile, conservando cosi finanche
tutte le cancellature e correzioni del manoscritto.
— La regina ha invilato tutti i regnicoli indistintamente a mettere in disparte
il giorno di mercoledì 26 corrente, come
giorno speciale di umiliazioni e di preghiere, onde impetrare da Dio il suo
aiuto nella ora intrapresa guerra.
— Il sig. Wire alderman e sceriffo a
Londra, ha dichiarato in un pubblico meeting, che il numero dei giovani delinquenti ha diminuito del SO per cento,
dopo lo stabilimento delle scuole dette
scuole cenciose (ragged schoois).
— Da un rapporto pubblicato dal rev.
dott. Armstrong, risulla che nell’anno 1833
più di 300 persone hanno abbandonata la
Chiesa romana per abbracciare la fede
protestante nella chiesa di San Paolo,
Bermondsey a Londra.
La domenica S febbraio del corrente
anno, nove persone hanno pubblicamente
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rintincialo agli errori del papismo per
abbracciare la fede evangelica, nella
chiesa di San Giacomo a Latcbford, vicino a Varington. È questa la decima
volta io due anni, che il rev. James
Wright, pastore di quella chiesa, presiede una simile cerimonia.
— Il senatore Cass, ha presentato alla
Camera un progetto di legge che obblighi il Governo federale ad oltenere dalle
potenze estere, pei cittadini Americani,
gli stnssi diritti religiosi che i loro sudditi godono in questi paesi.
— Due preti cattolici furono arrestati
In New-York , I’ uno per aver amministrato ad una fanciulla delle bibite perniciose con fine osceno, e l’altro per non
essersi presentato coWe testimonio nei
tribunali.
Messico. Per prevenire i Messicani dal
divenire erelici e perdere la salute eterna,
l’arcivescovo ha pubblicato un editto di
scomunica e di pene temporali , conlro
chiunque introducesse nella Repubblica
la Bibbia cosi detla protestanle. Intanto
gli ammalali negli ospedali, si lasciano
morire dì fame ; non ostante 1’ abbondanza di preti e frati, non si celebra la
messa cbe di rado in questi stabilimenti,
e non pochi muoiono senza soccorsi della
religione. 1 defunti di famiglie povere,
se non hanno chi per essi paghi le lasse
della chiesa, sono sepolti senza esequie,
e più volte i cadaveri rimangono esposti
per giorni e giorni, finché la polizia non
si muove a pielà dalle lagnanze del pubblico.
CROXACIIETTA POLITICA
Torino. — Nella tornata di ieri comio
ciò nella Camera dei Deputai!, la discussione del progetto di legge relativo agli
agenti di cambio e sensali.
— Dai riscontri ricevuti dalle provincie
risulta che le sottoscrizioni pel prestilo
superano il nimiero di 6,000 per ima
complessiva rendita di 1,500,000 franchi
circa.
Genova. — Una lultuosissima catastrofe avveniva nella notte del 21 al 25
tra Nizza ed Anlibo. 11 vapore napolitano
i’ErcoIano partito da Genova per Marsiglia, investiva contro il grossissimo vapore, anche questo napolitano, il Sicilia,
e cosi terribile ne era l’urto, che in pochi minuti ì’Ercolano colava a fondo, rimanendo vittime di questo tragico avvenimento, olire a 12 marinai, 37 passeggierì, inglesi, francesi, ed italiani, fra
cui delle intiere famiglie.
Lombardo-Veneto — Lo stato d’assedio è tolto dal 1“ del venturo maggio. Le
procedure per le trasgressioni, di cui
al § 2, sub. 4 e 5 della Risoluzione del
13 agosto 1855, sono soppresse, tranne
le ultimate medianle sentenza passata in
giudicalo. Le ulire pei delitti contemplati
nello stesso § 2, sub. 1, 2 e 3 sono rimesse ai tribunali ordinarii, salvo sempre
il caso dianzi espresso, e ove non presentino titoli di allo tradimento, sollevazione ecc.; la cognizione de’ quali è riservata ad una corte speciale di giustizia
per tulto il regno Lombardo-Veneto.
Firenze. ■— Corre voce che a Vienna
si debba trattare il matrimonio tra il gran
principe ereditario di Toscana e la sorella
della nuova imperatrice d’Austria.
Trieste, 26 aprile. Il vapore lUmalaja è arrivalo a Costantinopoli il 17 con
duemila Inglesi. Due palazzi sono stati
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preparati pel duca di Cambridge e pel
principe Napoleone. Le flotte sono presso
Varna. 1) lermine per la partenza de’Greci
reclamato è stato ollenuto. I Greci catlolici potranno restare in Turchia.
Parigi, 26 aprile. Si legge nel Moniteur: «Un sesto squadrone sarà formalo
nei 53 reggimenll di cavalleria».
Inghilterra. — Ordini dell’Ammiragliato prescrivono che tutti gli uomini
che non hanno ancora raggiunto l’età di
SO anni siano pronti a partire pel servizio
della marina al primo segnale. Ordini somiglianti furono comunicati ai guardacoste. {M. Chron.)
Vienna, 2ì aprile. Il numero delle
persone amnistiate per ofl’esa maestà sovrana e perturbazione della pace interna,
si diceva ascendere a 1,200.
Baden. — Il conflitio religioso del
granducato di Baden, lungi dal cessare,
si fa più grave. L’arcivescovo di Friborgo
dichiara in una pastorale, che lulti i mezzi
di conciliazione essendoslali invano esauriti, agirà oramai da sè solo secondo il
suo dovere, e non autorizzerà, nè diretto,
nè indiretto alcun iniervenlo dell’autorità
temporale nella esecuzione dei diritti e
doveri che gli appartengono, secondo i
principii annunziali nella memoria dei
vescovi della provincia ecclesiastica dell’Allo Reno. Il governo ha risposto a questa dichiarazione facendo occupare militarmente il locale del nuovo seminario
Stabilito dall’arcivescovo, impedendo colla
forza ai seminaristi di entrarvi.
Prevesa, 13. — La cillà d’Arla è distrutta. Giannina assediata da IS mila
insorti Faud-EITendi cerca di avere soccorsi per mare. Tulto l’Epiro è in insur
rezione. Le fortezze sono in mano dei
Turchi.
Costantinopoli, 15. — Bosquet è parlilo per Adrianopoli a stabilirvi il quartiere generale già preparalo: 20 mila francesi, 8,000 inglesi sono sbarcali a Gallipoli. — Bruat è giunto con 6,000 uomini.
— Le flotte sono a Baldjik.— A Kavarna
fu falla, illuminazione generale il 10 allorché il Banshée recò l’ordine di cominciar la guerra II Furious invialo a prendere il console a Odessa, fu cannoneggiato, beni’hè innalzasse la bandiera parlamentare.
La partenza delle flolte per Odessa è
imminente.
Amburgo, 2S. — Le squadre inglesi
bloccavano il golfo di Finlandia, e il
golfo di Butnia, divise iu due sezioni per
bloccare più strettamente quei mari.
Bucharest. — Paskewifih ha ordinato
l’evacuazione della piccola Valacchia. —
I corpi franchi sono sciolli.
Gallipoli. — Il vapore Napoleone è
arrivato. Una moschea è stata convertita
in caserma; ciò ha prodotto un’iudignazione generale tra i Turchi, — In Salonico si manifestò l’animosità degli Ulémas
conlro gli Inglesi. Il Bazar ed il Ghetto
furono incendiali.
Atenk, 21. — I vascelli francesi bloccano il golfo di Corinto. Vi è grano per
dodici giorni ancora. Suno impedite le
comunicazioni Ira il Peloponneso, e il
conlinenle greco. Lo ambasciatore inglese
ha minaccialo il blocco di Aiene, e la detronizzazione del Re di Grecia.
Diretlore P. G. MEILLE.
Grosso Domenico gerente.
TIP. SOC. DI À. POKS E COUP.