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ANNO LXXIV
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Torr»; Pellice, 2^9ovembre 1943 í íh ,
Spett. Biblioteca Valdese
Nulla sia più forte della vostra fede I TORRE PELLICE
, (Gianavello)
ABBONAMENTO
Italia e Impero . Anno £. 20 — Semestre L. IO
Estero...............» » 30— » » 15 .
Ogni cambiamento d’indirizzo costa una lira— La copia Cent. 40
Poveri in ispirilo
Povero in ispirilo è chi nell’intimo
non è affatto occupato idi sè stesso, ha
passato sul suo Io una sentenza di morte, non è nè disperato, perchè " sa che
non può attender nulla di buono da sè
stesso, nè orgoglioso, perchè sa che
quello che vi è di buono non è suo, ma
gli è dato per grazia.
PeiTohè povero è portato a desiderare
e prendfene le ricchezze che il Signore
mette a sua dispòmlone, e sapendo che
Iddio usa tanti mezzi per arricchirci ha
1 animo aperto sempre più a ricevere.
Più irioco diviene più si sente povero,
perchè lo spirito assetato scopre più di
quello che lui ha conseguito; il divino
scontento non lo rende impaziente ed
agitato; pur essendo affamato e assetato è in pace perchè sa che deve ricevere
dall’Alto.
La povertà di spirito è radice e base
di tutte le altre beatitudini.
Perchè povero fa cordoglio, giacché
SI sente mancante, misurandosi non alla
misura degli uomini, ma a quella di
Dio, e fa cordoglio per altri. Perchè
fuomo di cordoglio è mansueto, sa come
^ avvicinare, trattare altri,
g; Intanto la fame e sete di giustizia di
P una vita santa, in ogni lealtà e
di pervenire ad essere oomie C5esù, nocresce sempre:, però non.^
f 710 rende severo con gli altri; anzi Io fa
più misericordioso.
^ Il suo cuore si va elevando alla puI rità vera e vede sempre meglio Iddio,
g Dovunque passa spande pace perche
I riddio della pace è in lui. Come cresce
si manifesterà sempre più diverso dagli
altri, e ciò gli attirerà persecuzioni:
però nelle sofferenae è possedirto
da
una allegrezza che diviene giubilo dello
di
Spìrito e farà parte di quel popolo
cui è detto; Beato il popolo che sa cosa
è il giubilare (Sai. 89; 15).
G. Petrelli
da « Il Figliuol dell’Uomo »
< L’alterazione dei rapporti dell’uomo
con Dio ha trascinato con sè quella dei
rappòrti dell’uomo con l’uomo; si sente
che la società, stato di Dio, e senza cui
1 uomo non è creato, se non a metà, nel
suo vero signifloato non esiste; si isentè
eh essa non e reale. che per la comunione d'egli spiriti in un pensiero, e che
il primo effetto della religionie è d’organizzare una tale società. a. Vinci
Fuori di me, non potete fœr rmlla!
(Giov. 15: 5). Questa sentenza divina è
oggi iscritta come un giudizio, attraverso tutte le glorie umane e tutti i valori
di questo motido. Una cosa rimane:
tutto ciò che trionfalmente è stato fatto senza di Lui, è uguale a nulla da^vanti a Dio ed airEternità; allori appassiti, foglie morte.
Beati saremo noi se queste rovine ci
condurranno alla fede, al desiderio ardente di volere ormai tutto fare cdn
Lui, per Lui, per mezzo di Lui.
Perchè il nostro paese possa resistere
nella prova che è là e che nessuno può
non sentire, gli occorre una razza nuova di cristiani che accettino con gioia
la disciplina salutare del Cristo. Soltanto cosi si potrà salvare la patria, la famiglia, le nostre anime.
W. Lâchât
C N I B S A V A L D E S B
Riguardate alla roccia onde foste tagliati
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Olraller«! »poi. aiNO COSTABIL
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AMMINISTRAZIONE e ïM»AZIONE :
~ Via Carlo Alberto, 1 bie — TORRE PELLICE
I nOSf pìÌca n Mei
N. 109 - UN I
Non mancano, nel nostro Innario cristiano, i cantici utilizzati di* solito prima o dopo la Confessione dei peccati.
Essi anzi 'sono raccolti in un’apposita rubrìca, la idecima, intitolata Pentimento
e Perdono. Ne sono stati raggruppati,
in quella sezione, una trentina, precisamente dal N. 99 al N. 128.
E quanti di essi sono diventati « popolari » tra noi, voglio dire ben conosciuti e molto amati. Ricordo il Signore.
abbi di noi pietà, con musica del rimr
pianto nostro maestro evangelico Adolfo Baci. Ricordo il Dal fondo del mio
duolo con musica di Bach. Ricorido il
Cosi qual sono così vero, così vissuto di
T. P. Rossetti e il Benignamente guardami di G. B. Desantis e l’O Redentor
divino di Camillo Mapei: gloriosa falange, consacrata falange, di pionieri e
di precursori.;. Ricordo il Venite, venite
al Signore con parole di Edoardo Taglialatela e musica tratta da Pasiello:
un cantico che è, per me, legato a vibranti esperienze spirituali e di cui
m’occuperò forse un giorno.
Ma — fra tutti quei cantici di pentimento e di pendono — quello entrato
forse maggiormente — è còn un carattere quasi liturgico — nell’uso delle no stre chiese è il N. 109 (versione italiana di E. Giampiccoli, melodia di G. C.
Stebbins):
Mi prosterno a Te dinnanzi
O Signor, col mio peccato;
La Tua voce m’ha chiamato,
E il mio cuore aspira a Te!
Com’è fortemente espresso il sentimento deirumiliazione! Non importa se
quest’inno non viene cantato in ginocchio. Se l’atteggiamento esteriore dovesse esprimere lo statò d’animo interiore, non basterebbe del resto nemmeno 1 inginocchiarsi. Prostrati si dovrebbe stare e... c.ò complicherebbe m,olte
cose... No! quello che conta agli occhi
di Dio ciò che Dio vede — non è se
Si sta in piedi per il canto e seduti per
la preghiera, 0 viceversa; ma è « il cuore rotto e lo spirito contrito ». Perciò
e con la nostra coscienza così disposta
(jon la nostra personalità interiorre prostrata, che ciascuno di noi credenti, veramente pentiti, dovremmo rispondere aH’invito 'di Dio.
Perchè Dio è quello che chiama. E
questo il nostro^ cantico lo esprime fortemente:
La Tua voce m’ha chiamato
L’iniziativa della salvezza è di Dio.
Siamo salvati per la grazia di Dio e la
fede stessa è « un dono di Dio ».
E il mio cuore aspira a te
Sì, certamente: aspira; ma è tardo ad
aprirsi, è lento a riscaldarsi, è « incapace di fare alcun bene ». E quando si
pente il nostro misero cuore, ciò non
costituisce daweiro per lui un atto meritorio, un’opera buona; egli non fa altro che rispondere alle sollecitazioni divine, 'agli appelli dell’instancabile pietà e deirinesauribile misericordia del
Padre. Il nostro stesso « atto di contrizione » è provocato dagli appelli del-'
l’amore divino.
* * Ut
'«I PENTIMENTO
Prosternato davanti aU’Eterno, il credente rievoca con dolore ed orrore le
^innumerevoli sue colpe: povero figliolo
ip"prodigo, egli a lungo è andato errando
|s“per le fallaci vie del mondo. Ma è gxun#-'ta finalmente l’ora sacra, l’ora delle vinli, talvolta angosciose, decisioni. Egli
è finalmente risoluto — il credente pen; tìto, il credente che domanda il perdo.nq — egli, per grazia, è reso finalmente
. capace deU’atto di volontà che segna
' ^l’inizio di una vera conversione. Egli
vuole ubbidire ai comandamenti delTEtemo. Egli vuole lottare, con Lui e
i pàr Lui, per il trionfo del Suo Regno;
t Quante volte la Tua, legge
Pura e santa trascurai!
Md osservarla voglio ornai '■
E combattere con Te.
Per il colto di famiglia
Siamo lieti di annunziare che una simpatica inizioftiva del pastore E. Geymet
metterà fra breve, a disposizione delle
famiglie Vaddesi, un calendario con una
meditazione quotidiana e l’indicazione
di letture bibliche.
Mentre‘Ci riserviamo di patìame pisi
diffusamente a suo tempo, ci augnuriomo
che tutte le famiglie Valdesi vogliano
servirsi di questo prezioso strumento^ di
edificazione che sarà messo in vmdita
fra una quindicina di giorni.
L’atto' di volontà che segue l’umiliazione provoca; il desiderio della purificazione totale; il credente deciso a vivere come un figliolo di Dio è un aspirante alla santificazione. Oh, purtroppo, ci saranno ancora infiniti ostacoli
da superare, innumerevoli tentazioni da
vincere, e quante e quante dolorose e
tristiss me ricadute! Ma la decisione è
presa, la via è tracciata: sulla carta della Vita, la rotta è. segnata.
E nello stesso tempo, il credente invoca il perdono tottale, cioè non il perdono umano per il quale noi, pur irimettendo le offese, però le ricordiamo; ma
il perdono divino che non tien conto
dei nostri falli, che li cancella de-fì-niti-va-men-te, che cioè li diment.ca.
Tutto questo, il credente lo domanda
perchè — nonostante tutte le sue debolezze, malgrado tutte le sue manchevolezze — egli non è solo a lottare contro
le circostanze avverse, contro gli altri,
contro sè stesso. Egli non è solo nel suo
sforzo di fedeltà, nella sua risoluzione
di ubbidienza. No! gloria a'Dio, gloria
a Dio. Quando ancora egli pecca e si
sente venir meno, egli getta uno sguardo fiducioso e supplichevole verso la
Croce. E l’affanno si placa, e l’angoscia
vien meno e la pace si ristabilisce nel
cuore tormentato, neU’anima travagliata. Gloria a Dio, gloria a Dio che ci ha .
dato il suo Figliolo, « acciocché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia
Vita eterna ».
Cantiamola con tutto lo slancio di
tutto l’essere nostro rultima strofa:
Bianca rendi come neve,
Deh! Ten prego, l’alma, mia;
I miei falli, o Padre, oblia,
Chè Gesù mori per me.
Giovanni E. Melile
Piamprà.
Morale da caffi
La cosiìdetta cronaca scandalistica contro cui si sono ripetutamente scagliati i
giornalisti che si preoccupano anzitutto degli interessi spirituali dèi loro popolo, è realmente scomparsa. Non sappiamo se gli scandali siamo diminuiti di
numero o di gravità; comunque è un
fatto di cui bisogna prender atto e rallegrarsi. Nessuno potrà m,ai dire tutto
il male ' che' hanno fatto alle coscienze
non àncora saldamente formate le descrizioni di certe manifestazioni del peccato, in cui, per esempio, l’adulterio finiva coll’essere presentato sotto una veste se non giustificabile, per lo meno seducente.
Sta fiorendo per contro, nella cronaca
cittadina, un genere di resoconti che non
si sa bene in che rubrica classificare.
Scandalistici non sono, filosofici neppure; morahstici a propriamente parlare,
no, immorali assolutamente neppure.
Appartengono in fondo al genere descrittivo, e si potrebbero forse considerare come la manifestazione di im nuo-,
vo modo dì pensare, dì un nuovo costume che ha le sue leggi ed il suo tempio.
IL NUOVO TEMPIO;
è il caffè; non ci si vende più l’autentico
caffè, mia un surrogato, anzv-Jalora^ il
surrogato di un surrogato; m,^ l’ambiente è sempre lo stesso: discreto, accogliente; luci e toni smorzati, si parla a
bassa voce; nubi non troppo dense di
sigarette di quasi-tabacco creano un’atmosfera che, se non è igienicamente delle più pure, contribuisce ad avvolgere
cose e uomini in modo che tutto si confonde in una nube propizia ai discorsi
misteriosi, agli sguardi erranti vagamente in attesa délVaffare.
Dunque in un caffè di Porta Nuova
due commercianti, un bel giorno, gettarono le basi di un’impresa magnifica:
si trattava nientemeno che di una società che doveva fondere i monumenti
in bronzo, di Torino. Un « grande affare », un’occasione d’oro: oggi 0 mai
più! I due amici sborsarono 150 mila
lire e non le videro mai più.
Poi in un altro caffè maturò un altro
affare gigantesco. Un bravo agricoltore
si vide offrire un’occasione meravigliosa; un « grande affare »: oggi o mai piiù;
un appezzamento di terreno da dissodare del valore di circa 2 milioni per 700
mila lire. Il terreno fu visitato: era un
buon affare! Il contadino comprò da
due mediatori. Solo poi risultò che il
terreno apparteneva al Municipio e che
non era in vendita. Il contadino non rivide il suo danaro mai più.
♦ ♦
Poi in uri caffè un industriale pagò
800 mila hre una collana storica che ne
valeva 900! Però come imitazione era
riuscita!
Ed infine, ultimi, per ora, due signori
di Mondovì, in un caffè ancora conclusero un ottimo affare. Pagarono 700
mila lire per ottenere 400 sterline d’oro;
soltanto, alla resa dei conti, nel sacchetto c’erano delle castagne secche e non
delle sterline!
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tempio. È’ la'*Àior{(|è del « bi^n iitare »,
dell’« occasione d'oip »; oggi% nfai pi^
o tu, o cento altri. jn ^ ,.,
Coscienza? onestà? principii morali?
E chi se ne preoccupa della cowcienaa'quanido con 150 mila lire si può fondere tutto il bronzo delle statue di Torino? :*»
E’ gmàto di concepire un’impresa sijiiile? NelFambiente del caffè, sì! Quello che non incappa nelle sanzioni del
Codice è permesso, anche se non è giusto: tutto sta nell’esser jwbi. A f<^a
di voler esser furbi si perdoni? 150 nula
lire: quésto, per irne, è giusto.
E chi se ne preoccupa éeiVionestà
quando con 700 mila lire si possono
comprare dei terreni che valgono 2 milioni nei dintorni di Torino?
E’ onesto, mio buon agricoltore, un
affare simile? Nell’ambiente del caffè,
sì! La bona fides di cui già il pagano
Cicerone parlò vi diventa un impaccio
che si lascia da parte. Se vi è della
gente che non sa vendere per due milioni quello che due milioni vale, di chi
la colpa? Ciascuno pensa ai suoi affari;.
tanto se il colpo non lo faccio io, lo fa
un altro. A forza di voler pensare solo
ai propri interessi si nerdono 700 mila
lire. Io non trovo che la cosa sia poi
tanto disonesta!
E chi se ne preoccupa "dei priucìpi moràli quando si possono avere 400 sterline d’oro per 700 mila lire?
E’ evidente che un mercato come questo porta un grave colpo alVmteresse
della comunità, che la solidarietà sociale ne soffre i contraecolpi ma parole
come: solidarietà hanno ancora im significato vero e proprio quando, in xm
modo qualsiasi, si può mettere al sicuro il proprio capitale?
I princìpi morali sui quali bene o
male era impostata la nostra vita a^ocia=ta nel passato, valgono ancora in tempo di guerra, oppure hanno xin valore
hmitatamqnte al tempo di pace, in cui
si può svolgere una condizione di vita
normale?
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‘X ^ % . \ rii a’ ¿
UN PROBLEMA
molto serio e molto grave è questo. E
noi lo sentiamo, anche se, per rispetto
alla nostra particolare tradizione non
osiamo affrontarlo coraggiosamente. Nei
caffè invece la soluzione è stata trovata e l’uomo se ne serve tranquillamente: vi è un surrogato di morale di coscienza, una miscela di onestà.
Bisogna esser grati al caffè ed ai suoi
affari: il primo ci rivela quello che noi
non osiamo conf^sairci Nessxmo vorrebbe frodare apertamente il suo prossim,o: è anti-evangelico, immorale, ed
anche pericoloso. Ma fare un buon affare anche se l’Èvangelo e la morale
ne soffrono, questo è... im altro affare!
E’ questa però una nuova morale?
una morale di guerra? oppure è sempre
la stessa morale di uomini che hanno
sistematicamiente preso il Vangelo per
accantonarlo, nella loro vita, a scopo
edificativo o pedagogico, per uso e. consumo dei vecchi e dei bambini, della
domenica e delle grandi solennità?
Fotograjo
Divisione Carabinieri « Pastaio »
COMUNICATO
Il Generale Comandante la Ditmione:
Umberto Giani
Si avvertono i carabinieri, che si trovano in famiglia privi di regolari documenti, che i termini di presentazione
alle Legioni che hanno giurisdizione sul
Comune nel quale essi attualmente si
trovano, scadono improrogabilmente il
20 corrente per i sottufficiali ed il 25
per gli appuntati e carabinieri.
Ih un numero della « Vie Prat^dante», tfieferd Huikens bà inciso all’acquaforte'le fattezze del signor Pichegrou un
malato stanco e sfiduciato nel suo lettino, nella corsia di un ospedale. Nulla
lo distrae, nulla lo anima. Cioè, soásate,
ecco arriva il giornale ed il signor Pichegrou « ffl ardma, i suoi occhi mezzo
assonnati s’aprono, grandi, spalancati e
cercano di assorbire il più presto possibile le ultime notizie ».
Tutto passa ^ in .seconida linea, anche
la colazione; rinfermiere Ip abbandona
alla sua lettura, ma presto un colpo di
campanello lo richiama; il signor Pichegrou ha bisogno della sua p>enna e di
un foglio di carta. E subito eccolo lanciato neiresposizione « dei pkmi strategici che evidenterherite devono ispirare
le operazioni delle truppe sul fronte meridionale, i ptorì’ dei vari stati maggiori
di cielo, di terra di mare. Egli è sicuro
di tutto, conosce tutto, nulla lo induce
in errore, nulla gli fa commettere uno
sbapiio. U suo viso si è anirnato, diventa rosso di gioia. « Non sono un profeta,
ma vedrete... ».
«Passato questo momento di esaltazione, bisogmerà aspettare le prossime notizie perchè il signor Pichegrou riprenda
gusto alla vita ».
E tutto qu^to, caro signor Pichegrou
è perfettamente comprensibile, però « ho
paura, talvolta, che queste notizie siano
la sola cosa che vi tenga ancora attaccato alle cose di quaggiù; ho paura che la
vittoria dei vostri amici dia l’unica causa della vostra gioia e dei vostri sorrisi.
So bene che le vostre condiaiorii non
sono nè liete nè facili, so che soffrite;
ma non potreste cercar di trovare, netlla
vostra giornata, un’altra gioia: rendere
tm servizio ad un altro ammalato, chiedergli notizie della sua salute, ascoltarlo invece di rintronargli gli orecchi
con le vostre divagazioni strategiche?
« Sapete che finite con Tesser considerato come un essere noioso? Eppure
non lo siete! ».
Dalle vicende del povero signor Pichegrou, l’acquafortista passa a considerazioni più generali, anch’esse non
inutili.
« Quanto è vero pél signor Pichegrou,
lo è anche per npi stessi. Noi siamo talmente assorbiti dalle nostre preoecupazùmi, dalle nostre discussioni politiche
o dai ruostri piani strategici che dimentichiamo la nostra vita interiore.
« Io non voglio sermoneggiare, lo
stesso perdo molto tempo in queste discussioni, ma vorrei correggermi, provare a pensare ad altre cose.
«Un amico ci ha comunicato, a questo proposito, una suggestiva statistica; eccola:
« (Il calcolo è fatto sulla base di 313
giornate lavorative nell’anno solare,
considerando le giornate di 8 ore).
« 5 minuti persi ogni giorno = in un
anno 3 giorni, 2 ore,, 5 minuti.
« 10 minuti persi ogni giorno — in un
anno 6 giorni, 4 ore, 10 minuti.
« 20 minuti persi ogni giorno in un
anno 13 giorni, 20 mémti. .
« 30 minuti persi ogni giorno — in un
anno 19 giPmi, 4 ore, 30 minuti.
« 60 minuti persi per giorno ~ in un
anno 39 ghmi e 1 ora.
« Se dunque perdiamo un’ora di tempo nella nostra giomaki (Èia fine dell’anno sorto 39 giornate di 8 ore che noi
abbiarrw perso. ».
Non è poco! Eppure vi è un altro conto che vorremmo ancora fare, un’altra
tabella che desideriamo presentarvi.
E’ della giornata del buon barba Barbetta càie vontei parlarvi. Una giornata
faticosa, in cui le occupazioni si succedono; gode di buona salute, lui, per fortuna, e quasi quasi gli vien da invidiare
il signor PUdiegrou che può star tEMi
'^quillo nel suo letto a leggere il ^ospnale
■' ed a fare dell’alta strategia. Bcfrbd BarV betto non ha tempo da perdere lui, neppure per^fla politica,' neppure, «Jiimè,
per il buon Diof ^ ^
La preghiera prima dei pa&ti (oh! an- i
tichè'hiemór'e'delle lezioni di catechiiijsmo!): non c’è tempo; la mensa comune
' accomuna soltanto i comuni affari e le
comuni materiali preoccupazioni.
La preghiera al mattino è diventata
'un’ironia quando la prima preoocupagione con l’alba che sorge è il timore
che la pioggia continui, che i prezzi au'-i mentine.
ii La preghiera della sera sarebbe una
bestemmia, se si rivolgesse a Dio quan, do tutta la giornata ha visto il trionfo
di Io: Io ho seminato, Io ho irrigato, Io
ho fatto crescere...
E per Dio?
Per Dio barba ha accantonato un’ora:
l’ora tradizionale della domenica mattina.
A barba Barbetta appartengono 365
^ giorni, cioè 8.760 ore; a Dio egli conI cede, contando qualche solennità extra^ domenicale, 54 ore ; rimangono 8.706
ore.
Con questa differenza: che ideile 8.706
j ore, che gli 'appartengono in proprio,
^0'barba fa quello che vuole: sono cosa
sua, sua proprietà: in quelle ore egli dà
tutto sè stesso per ottenere il massimo
-, rendimento, mentre delle 54 ore che
apparterrebbero a Dio, egli in fondo si
considera Exncora come il signore, e
-quindi, siccome non ne ritrae un utile
immediiato, le considera come qualche
cosa di superfluo: è quindi un uditore,
distratto, non partecipa. .
Delle 24 ore che gli appartengono,
un giorno, barba ne consacra in madia
7 al sonno. Sono 2555 ore in un anno,
quasi perse, secondo lui; e se non fosse
che senza di esse Torganismo non potrebbe reggere, egli le ridxurebbe ancora. Ma certi limiti non si possono impunemente oltrepassare. Le 54 ore che
egli consacra, cioè: concede benignamente a Dio, sono dello stesso genere:
rientrano in quelle necessità di rilassamento di cui lo spirito ha bisogno.
Niente di più.
Finché un giorno barba Barbetta si
accorgerà che di quelle 8706 ore egli
non era signore, ma concessionario. Ma
sarà troppo tardi. ra. cr.
La Chiesa nel mondo
UNA PREGHIERA
Evangile et Liberté ha pubblicato recentemente il testo della preghiera liturgica che deve essere pronunziata alla
fine del culto domenicalLe m tutte le parrocchie della Chiesa Riformata di Francial, nelle due zone. Questo testo ha ottenuto l’approvazione del Consiglio Nazionale della Chiesa Riformata di Francia. L’afflato dì profonda spiritualità che
l’anima ne fa una pagina che sarà indubbiamente fonte di spirituale comunione per tutti i credervti. Ne diamo la
traduzione per i nastri Icttcyri:
« In questi giorni di prova, l’anima
nostra sospira a te, oh! Dio; noi siamo
venuti qui per cercare la tua Parola, e
Tu hai nutrito le anime nostre con le
tue consolazioni. Sii Tu benedetto per
la luce che spandi sui giorni cupi e per
la forza che Tu compì nella nostra debolezza.
« Concedi ora che i nostri cuori portino davanti a Te la loro angoscia e la
loro speranza.
« Ti preghiamo per tutti quelli che
soffrono; per le nostre famiglie fiaccate
dalla guerra e 'dalle sue conseguenze,
disperse dalla prigionia, dalla requisizione o dall'esilio; per quelle che la morte ha mutilate e che il tuo amore avvolge di im’etema speranza.
« Ti preghiamo per i nostri soldati prigionieri, per i nostri fratelli e le nostre
sorelle privati della libertà. Annali Tu
pazjejíza e di fedte, 'affinchè la prova
i>tefppri te loro anime e ch’essi tornino
^a imi piq forti, uniti, cre4enti.
, « Ti Diaeghiamo per le nostre Chiese,
l'tmico-’asilo iè cui noi respiriamo ancora un’atmosfera di pace e di speranza; conservale tu in piedi, queste case
di Dio, neìTora in cui vacillano tutte le
costruzioni degli uomini.
«Ti preghiamo per la patria, affinchè la sua prova che ogni giorno si fa
più grave ste alleviata dalla speranza è
virilmente sopportata. Concedi a quelli che sono responsabili davanti a Tè del
suo avvenire uno spirito di servizio e
di fedeltà ’ affinchè Topera loro prepari al popolo nostro dei giorrd di indipendenza, di giustizia e di pace. >
« Infine, Signore, ti preghiamo per
tutti i popoli oggi l’un contro l’altro armati. Nel tumulto delle armi e Tesasperazione delTodio, non lasciarci dimenticare che Gesù Cristo, il nostro Signore,
è morto per tutti, affinchè tutti siano
riconciliati in Lui, nel pentimento e
nelTumiiiazione ».
SCUOLA SOCIALE
Ricorre qiuest’anno il 25“ anniversario
della fondazione della Scuola di Studi
sociali dì Ginevra, ben nota negli ambienti evangelici della Svizzera e dei
vari paesi europei.
Lo scopo di questa Scuola, cesi come
lo 'definiscè lo Statuto, è il seguente:
« Nel primo anno, la. Scuola sociale offre alle giovani che hanno terminato la
loro istruzione secondaria una cultura
femminile generale, cioè una educazione
orientata verso i doveri civici e sóciali e
un complemento d’istruzione dal punto
di vista economico, giuridico e sociale,
che le ponga in condizione di meglio
comprendere.il compito ch’esse devono
adempiere nella famiglia e nella società». In questo primo anno i corà non
sono d’indole specializzata, ma la giovane è posta in condizione di potersi orientare per la sua formazione proifessìon»- le: si hanno corsi di economia politica,
sulla famiglia idial punto idi vista ist luzionale, di econo!m.ia domestica, di puericoltura, di psicologia, di letteratura da
un punto di vista pratico, di stenografia
e dattilognaifia.
« Alle giovani che seguono i quattro
semestri e fanno il prescrìtto periodo di
tirocinio, la scuola dà la preparatone
professionale necessaria alle carriere sociali aperte alle donne ».
Il miglior modo di chiarire quali sono
queste carriere sociali alle quali la Scuola apre la via, ci è offerto dalla statistica
dei posti occupati dalle éx-'allieve stesse, Troviamo così delle exHallieve che
dirigono « case materne orfanotrofi,
« foyers », ospizi, case del soldato, ispettrici di economia domestica, assistenti
ausiliarie di polizia per la rieducazione,
bibliotecarie », in tutti i centri della
Confederazione, ed anche in molti ambienti evangelici di altre nazioni.
Se non si è ancóra raggiunto Tideale
di assicurare un posto ad ogni allieva,
la direzione si è sempre preocccupata e
sempre si preoccupa di mettere ci'^cuno al posto che gli è più adatto, ed al
quale egli è più adatto. (V. pr.)
PREDICAZIONE
Nella Svizzera alemannica la predicazione sembra abbandonare sempre più
il genere del « discorso religioso », per
ritornare alla predicazione dei Riformatori. La predicazione cioè hà per oggetto delle pericopi ed anche dei libri
nel loro complesso, ¡sotto forma di « legon continue», qome si dice in gergo
teologico. Questo ritorno ad un genere
di oratoria che era stata abbandonata,
sembra coincidere con un rinnovamento
della teologia riformata che è particolarmente sensibile nelle Chiese sotto
la croce. (V. pr.)
ANCORA E SEMPRE
Si parla cioè dì nuovo del ministero
laico. La Costituzione e il Regolamento
generale della nuova Chiesa di Neuchà
ì
3
:ì;^j̧o de;.,le
tei vi hf consacrato una p?rt0 4i* primo
piano. . ^ - - .
Una scrittrice; Elsy Leutwyler ha
pubblicato in lingua tedesca un tratta»
tello d’indole pratica sullo stèsso argomento: La collaborOizione^lmca nelle
Chiese Evangeliche riformate.
¿ (V. pr.)
PROBLEMI INTELLETTUALI
I Allo scoipo di permettere agli universitari, agli intellettuali in genere, a
quanti eéercitano una libera profèssione di confrontare ì grandi problemi della loro professione e della loro pietà,
^ le Associazioni di studenti cristiani hanI no chiamato la raccolta, nella prima
Í quindicina di settembre, a Viaumarcus
* (Neuchâtel), in collaborazione con i cap. pellani delle Università di Zurigo, Lò- '
6‘ sanna e Ginevra, studenti, insegnanti
medici, pastori, artisti, economisti, banr chieri, ecc.
11 programma prevedeva, al mattip,. no: esposizione delfinsegnamento biblip co-sul diritto, la verità, là sofferenza,
f. l’ordine sociale; al pomeriggio: studio
F. della singola professione in sè stessa,
r II primo giorno era riservato alla teologia: che cosa è la teologia in relazioI ne alla Parola di Dio? Il seçonid’o giorno
: alle lettere: cos’è l’umanesimo? Il terzo
.. ai problemi sociali: esiste un ordine soL cíale ed eocmomico che possa rìchiamoirsí edVordine di Dio? Il quarto al dirit■ ^lo; Quale rapporto bisogna riconoscere
tra la giustizia di Dio e la legislazione
j, urna?!a? Alla medicina era riservato uno
studio, in quanto ministero. ^ ^
Non vi è bisogno di ricordare che alla
trattazione seguiva la discussione, la
conversazione feconda.
J. de S.
UNA ESPOSIZIONE
In un campo di ufficiali francesi prigionieri in Germania (Oflag), numerosi
prigionieri evangelici hanno organizzato
una-r’ggposMtoWft nésBÌGto8a4e -ehe, alla
prova dei fatti, si è iriisolta in una magnifica testimonianza di fede evangelica.
Una grande vetrata (in carta trasparente!) era al centro dello stand e rappresenitava la vittoria della croce sugli idoli
pagani. A dèstra ed a sinistra, numerose tavole, decorate con carte e fotografie, riassumevano la storia delle missioni evangeliche, con precise statistiche.
Una notevole collezione di opere sulle
missioni era a idisposizione dei visitatori, a ciascuno dei quali, in omaggio veniva offerto un Nuovo Testamento. In
quattro conferenze venne delineata la
storia delle missioni evangeliche, il loro
spirito, la loro attualità, i pionieri: F.
Coillard. (S. E. P- !■)
lit
5
Il pastore signor R. Nisbet ha redatto la XLI relazione annua della Casa
Valdese delle Diaconesse.
Delle difficoltà che si sono dovute affrontare e supèrare, il direttore fa cenno soltanto in quanto esse sono specifiche dell’opera cui egli ha consacrato
il suo cucire e la sua intelligenza. Le
difficoltà generali, mnbientali, sono un
presupposto del quale bisogna prudentemente tener conto, ma che costituiscono oggi, per il direttore, la normale
amministrazione. Così il pastore R. Nisbet può « con ànimo sereno » render
-conto di un’attività che è stata intensa
come non mai.
■Se la chiusura tìelEospedale di Genova prima, di Torino poi, in seguito
alle conseguenez dei bombardamenti
può apparire esteriormente come una
riduzione del campo di lavoro, poix è
certo una, riduzione dell’intensità del lavoro che si è potuto registirare. Purtroppo infatti, in tutti gli istituti ospe-.
dalieri, delle Valli particolarmente, si
è registrata un’aumientata affluenza di
degenti, e tra la popolazione locale, e
tra gli,sfdilati. s«' ; ■: r
Ancora una volta non ci rimane se
non ammirare l’opera delle nòstre diaconesse, le quali, in numero di 20, dico
di sole 20, comprese le 4 presso la Casa
Madre, hanno tenutçô(oh.\ i 38 anni di
Suor Eugenia!), crediamo di poter dire
talora oltre il limite: gli ospedali di
Torre - Pellice. e di Pomaretto; l’Asilo
dei Veeçhi di San Germano e di Luserha Sàn Qioyanni; il Rifugio Re Carlo
Alberi»; .l’assiatenza a Torino; l’Asilo
dei Vecchi di Vittoria.
^ Ci si consenta qui, come testimonianza dello spirito animatore della nostra
Casà’di riprodurre un brano, semplice
.è’ tàle, nella sua schiettezza, da parlare
in modo da essere inteso:
«A Vittoria Suor Leonia Stalle è rimasta a capo del suo Asilo per Vecchi
con coraggio e serenità grandi. Le sue
lettere, scritte nel corso dei bombardamenti erano tutte irrvpregnate da un
senso di profonda calma, e solo cinque
giorni prima dell’invasione essa scriveva: « Grazie a Dio im questo momento
sto bene, ma passiarno dei momenti terribili giorno e notte per i bbmbardamenti. Non vi date pertisierio per me;
sono molto tranquilla. Coi i miei vecchi ci’ rifugiamo negli angoli dei muri,
ma il nostro rifugio sicuro è nel Signore; .a Lui appartiene la nostra vita;
siaSno nelle sue mani e in Lui siamo
felici ».
1i^;-
Rostagno
I problemi più importanti per lo svilupnó deH’opera sono sempre quelli ben
noti al nostro pubblico valdese, poiché
un ampio dibattito ha lavuto luogo, sul
nostro giorniale, precisamente suH’ideale del diaconato femminile e sulle possibilità della sua attuazione. Purtroppo
la relazione deve avvertire che da più
di un anno- non si è più avuta un’ammissionie.- Siamo lieti di segnalare, a
questo propsito, ravvèinuta pubbldicazio- ne di un raciconto di I. Z.: Il sopno e la
fiaccola, che pone nella sua luminosa
evidenza la figura della d%:ones:sa.
I progetti di una Casa Madre e di
una Scuola-Gonvitto, se non possono
evidentemente essere ora attuati, sono
sempre allo studio, in modo che la loro
realizzazione possa aver luoigo non appena i tempi lo permetteranno.
La preparazione delle novizie è stata
come sempre accurata, dal lato tecnico,
mentre è da salutare con gioia e rico»
niosoenza la possibilità che il direttore
della Casa ha avuto di poter riunire
alla Casa Madre quattro novizie par un
semestre, particolarmente dedicandosi
alla loro preparazione religiosa, che ha
potuto anche avvalersi della collaborazione e deiresperienza del prof. G. Rostagno e della sua signora.
La relazione si astiene dal fare previsioni o preventivi; muove sul piano della fede, della realtà cristiana, con
una nota con la quale vogliamo terminare; *
« Pur nelle limitazioni angosciose del
tempo attuale, noi ringraziamo il Signore per il servizio che ci ha affidato. Anzi
è proprio quando aumentano le di-fficoltà quando aumentano le rovine e in
maggior numero sulle vie del mondo cadono le vittime della malvaigità e del
peccato, che più è necessaria l’opera del
buon Samaritano ».
Ma, forse, in queste parole c’è un preventivo di azione spirituale: il solo preventivo fondato sull’amore cristiano.
C.
Rendiamo noto che riùdirizzo del sovrintendente del 3° Distretto è: dott. A.
Ribet (presso Cianferotti) - Viale della
Costituente, 1 - Siena.
-l» "iftgnora Alessandrina
Trincherà * ha tratteggiato dal vero un
gei^q episodio di vita famiUBre che i
bambini leggeranno con diletto e
co^iprofitto. Nonostante tutte le difficolfii <Jel m.omento, in tutte le dispense
si possa ancora trovare qualattiri la gola dei più piccoli! E
in .tutte le case qualche bimbo ci sarà
cer^lfaicoiria che tenti di curiosare nella ®i^nsa! In quanto alla sveglia, quell3,,ci'^ve puie essere, ma forse la suonei^ ò guasta, o sono... guasti gli oreechjfeiflei bimbi?
mo dunque ravventura di Lii suoi fratellini e sorelline: si
diyttftìranno e diventeranno migliori.
Ulti sémplice, commovente racconto, o
méigha una pagina di vita vissuta narra
I. alle giovanette delle nostre chiese.”liilessun fronzolo, nessuna retorica;
i semplicemente riferiti: la vita di
una giovane, Teresa Scala: una fanciulla iW«tlgalica di Torre del ' Greco (Napoli),, che-vede luminoso davanti a lei
l’ideale della diaconessa. E rambiente
che non sembra dei più propizi alla sua
voGaÉcHie rafforza invece, con la grazia
di jDio, la vocazione stessa; solo, quando la meta sembra raggiunta, il Signore dischiude un’altra via, più oscura, più
tormeiitosa: la sofferenza; una poliartrite prostra il corjx) di Teresa Scala
che beila sua fede trova la luce, sempre
più . pum e consola quelli che la circondtBio.
« La fiaccola del servizio, del diaconato che la giovane teneva, alta, è caduta; chi la rialzerà? ».
C”)- A. Rostagno Trinchera: La sveglia
di Lid'uccia (Libreria Editrice Clauidiana) _ Racconto dal vero - L. 3:
(*f) I. Z.: Il sogno e la fiaccola - Racconto - L. 1,20.
nn
Cronaca Valdese
;/^Formùljifù)ap i migliori auguri per il
nuovo focolai« che cosi è stato fondato
A'ipvpcando su^ ?posi la contine Ijenodizione del Signore.
ANGROGNA (Serre)
,S Nel corso delle ul^time riunioni quartìerali di Pradeltomo e Buonanotte, sono
stati battezzati i bambini: Giovanni Sarà
di Bartolomeo e Giulia; Italo Ernesto
Benech di Aidtelm.o ed Alina.
11 Signore circondi e guidi con la Sua
grazia questi bambini ed ispiri i loro genitori nel mantenimento delle promesse
fatte a loro riguardo.
— Martedì 16 corrente abbiamo accorapagnato alla loro ultima dimora terrena le spoglie mortali di Bartolomeo
Malan deceduto ai Moundins alla età
di 82 anni in seguito a breve malattia.
Sulla vedova, sui figli e sui parenti tutti invochiamo le consolazióni del Padre.
e. a.
LUSERNA SAN GIOVANNI
Lunedi 15 novembre hanno avuto luogo i funerali del nostro venerato fratello sig. capitano Geniale Qo'ati, deceduto dopo brevissima malattia aH’età
di anni 84, nella sua villa ai Nazzarotti.
Egli era stato il primo podestà del nostro comune e lascia in quanti lo hanno
conosciuto un buon ricordo di grande
attività di fede vivente. Fra i numerosi parenti, amici e conqscenti intervebuti al servizio funebre, erano pure'
presenti il podestà dott. ing. G. Vaciago
ed il Segretario capo.
Alla figlia che lo ha circondato delle
sue cure premurose, ai figli, ed in particolare modo al colonpiéllo .conmi. Giulio, prigioniero in Jndifi, ignaro della
sua dipartita, inviamo l’espressione delle nostre sentite condoglianze.
POMARETTO
Sabato, 6 novembre, abbiamo celebrato nel tempio il matrimonio di Davide Baret fu Paolo, di Gombavilla, con
Elsa Coucourde di Vittorio, del Clot di
Inverso Pinasca.
HODORETTO
11 giorno 2 ottobre è stato celebrato
il matrimonio fra Emilio Richard, di
Villa e Alma Peyrot, dì Orgere. Il Signore benedica gli sposi e dia loro di
consacrare le loro forze pèr il loro benessere spirituale e per l’armonia famigliare.
— Siamo riconoscenti ai pastori Ermanno Rostan e'Alfredo Janavel per i
loro messaggi ricchi di insegnamento e
di vero conforto.
ROMA
Sabato 30 ottobre, si è addormentato
nel Signore in età di 79 :a,nni il prof.
GIORGIO BARTOLI
In seguito ad una crisi spirituale pròvocàta dallo studio approfondito della
Parola di Dio, il prof. Bartoli, dotto Gesuita il quale era anche stato per diversi anni redattore di « Cmltà Cattolica », era uscito dalla Chiesa Roinana
ed aveva fatto domanda nel 1908 di far ,
parte della Chiesa Valdese.
Era uomo geniale ed enciclopedico;
accanto ad una profonda competenza in
materie teologiche, filosofiche e letterarie, aveva acquistato conoscenze vaste
nei rami più svariati dello scibile umano, tanto da esser considerato come
ima autorità .in materie idi fisica e chimica nonché in patologia: anche recentemente si era recato in Spagna come
esperto minerario ed aveva anche prestato la sua opera di specialista per una
miniera negli Abruzzi.
Nella sua lunga ed attiva vita egli
aveva viaggiato in tutto il mondo e contava amici ed ammiratori specialmente
in India, in Africa, in America.
In questi ultimi anni egli risiedeva a
Roma dove era in contatto con nume'Tosì cristiani indipendènti e rendeva la
sua testimonianza in ambienti intellettuali ove contava numerosi amici.
Benché sì fosse allontanato dalla Chiesa Valdese per una sete forse eccessiva
di indipendenza da ogni legame umano,
egli aveva conservato una speciale stima per essa, di cui si trova la eco nel
suo testamento spiritaialè nel quale ha
espresso anche il desiderio che il suo
funerale fosse presieduto dal Pastc^
deÙa Chiesa Valdese di Piazza Cavour
col quale era in rapporti di amicizia spirituale e che lo ha assistito in questi
ultimi anni.
Al suo funeree, semplice per sua
— Domienica 14 novembre ha a’vu'to í
luogo, nella cappella del Clot Inverso
Pinasca, il culto inaugurale <Jri corsi ^
Scuola domenicale^ del luflgp se®4lo
distribuzione dei premi dì merito.
§ono stati premiati: Romqno Gardiai,
Ripmildo Long. Bruna Long, Ergldti Bertafino, Elsa L'èger, Itda Coueaurde, Luir
gi ^aret.e Gino Long.
In qpella occasione è pure stato ailiminiistrato il Battesimo al piqeqlo Ùfo
Cpugourde di Aldq e di Yvonne Rochen,,
del Clot. La gra;zia del Signore accompagni bambino e genitori.
— Due lutti. h'?hno gettato un velo •
di tristezza sulla, nostra famiglia parrocchiale. Bùbo infatti decedute all’Ospedale di Pomiaretto, la prima dopo
lunghi mesi di perinanen^a nel nostro
iIrtitutÒ e la seconda dopo breve malattia, lè nostre sorelle: Luigia Enrichetta
Vinay nata Grill in età di 86 anini, e
Cìemèntina Ñicol nata Tron, in età di
anni. Ambedue .queste sorelle han- ,
no conoscìu'to niella loro vita numerose
e dure prove delle^ quali però hanno saputo trionfare soetènute come erano da
una incrollàbile fiducia nel Signore.
« Beato Tuomo ohe sostiene la pró-ya,
perchè essendosi reso approiratà rice^
verà la corona della vita che il Signore ha promesso la quelli che lo amano ».
A tutti i parenti rinnoriamo la nostra sentita simpatia cristiana. ¿' .7
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I ' espiressa volontà, come semplice è stata tutta la sua vita, assisteva un gruppo di amici fra i quali alcune peiìsona^ lità scientifiche. *• ^ ‘ ' a '
Il pastore P. Bosio, dopo aver dato
lettura del suo testamento spirituale, vibrante affermazione di fede evangelica,
ha messo in evidenza oltre aUe doti intelletfuali e culturali del prof. Bartoli,
il suo amore per il Salvatore e il suo
attaccamento alla Parola di Dio; nonché il suo carattere adamantino, onesto
fino allo scrupolo, che lo ha portato ad
affrontare molte lotte ed amarezze in
ogni campo.
Sulla modesta croce che verrà posta
sulla sua tomba, il prof. Bartoli ha voluto che fossero poste le sue estreme
' parole di testimonianza:
V'isse alla pres&iza di Dio
e nelVamore del Cristo
e fu felice
La Chiesa Valdese rende omaggio ali^
memoria di questo fedele credente il
quale per diversi anni la servì con zelo
e consacrazione in Italia e airestero: ed
esprime ai parenti la sua cristiana simpatia per la dolorosa' sepiarazione.
SAN GERMANO CHISONE
Ogni credente della nositra parrocchia, guardando ai giorni passati, dica:'
« L’Etemio è la mia forza e il mio scudo
in lui s’è confidato il mio cuore, e son
stato soccorso;
perciò il mio cuore festeggia ».
(Salmo 28: 7).
e guardiando aU’mvenire:
« Tu sei l’Mdio mio,
I miei giorni sono in tua mano ».
(Salmo 31: 15).
« Insegnaci dunque a così contare i nostri giorni
che acquistiamo un cuor savio».
(Salmo 90: 12).
L’Amministrazione Centrale ha invitato tutte le paroochie a versare entro
la fine di d/icewbre la contribuzione annua. Tutti i membri comunicanti sono
pertanto invitati a m’©ttere nella busta
che verrà distribuita il saldo della loro
offerta annua per la Chiesa. Nessun’altra busta verrà .distribuita sino al prossimo anno ecclesiastico, che ha inizio
il 1° aprile 1944.
Chi rifletta alle condizioni attuali della Chiesa Valdese divisa in due dalla linea di combattimento e. oberata .di nuovi e sempre più pesanti carichi e urgenti necessità, risponderà di buon animo a. questo invito e cercherà, secondo
le proprie possibilità, di aumentare la
contribuzione in proporzione del diminuito potere d’acquisto del denaro.
— Domenica 7 corrente è stato amministrato il Santo Battesimo a Fernanda e Adu Pontet di Alberto e di Lea
Gallian, del Saret dei Martinat, e a Bruno Pontet di Giovanni e di Caterina Ferrerò, dei Ronchi Superiori.
II Padre di misericordia' prenda sotto
la sua protezione questi bambini e le
loro famiglie e conceda a tutti la grazia che salva.
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
TORINO
Alla Ruata di Prarostino, dove si era
trasferita da circa un anno, si è sf>enta
nella giornata idei 16 novembre la nostra sorella signora Alessandrina Avon^
detto nata Gardiol, nell’età di 61 anno.
L’estinta lascia in quanti ebbero il
bene di conoscerla il ricordo di una vita
illuminata dalla luce dèlia fede in Cristo, consacrata alla famiglia ed all’opera del Signore.
I funerali si svolsero giovedì 18 novembre a Prarostino con largo concorso di congiunti e di amici. NeU’ora dolorosa della separazione, rinnoviamo al
marito cav. Federico Avondetto, già anziano del nostro Concistoro, ai figli dottor Ferruccio e Laura ed ai congiunti la
nostra viva' solidarietà nella prova e
nella speranza della v’ta eterna in Cristo Gesù.
TORRE PELLICe
— Il culto delle 10.30 domenica pros
sima sarà presieduto dal pastore R.
fiisbet. f
— Il signor Augusto Eynard e la signora Amalia nata Jourdan, dei Copini
Inferiori, hanno celebrato le loro nozze
d’oro. Per festeggiare il 50° anrùversario del loro matrimonio ebbe luogo domenica mattina, nel tempio, una funzione religiosa di gratìtudine al Signore
alla quale presero parte i figli ed i nipotini dei cari sposi ai quali rìnnovia'^
mo gli auguri di molte benedizioni divine.
— Società di Studi VaMesi. Il Museo
Storico Valdese, data l’impossibilità del
risoaldamento, rimarrà chiuso durante,
la stagione invernale. Coloro che desiderano visitarlo, possono rivolgersi al
direttore, prof. Attilio Jalla.
Per la stessa ragione, la Biblioteca
Storica non rimarrà più a|>erta nel pomeriggio del giovedì. Però .il vice-bibliotecario prof. Augusto Armand-Hugon è a disposizione degli studiosi che
volessero visitarla per consultazione,
ogni giovedì dalle 14.30 alle 16. j,’
VILLAR PELLICE ‘
Dipartenze. Nello spazio di pochi giorni, la nostra comunità è stata chiamata
a separarsi repentinamente da due cari
fratelli.
Nella notte di domenica 14 u. s., il
®^S^ore richiamava a Se, improvvisamente, nel sonno. Giovarmi Pietro Roux
fu Daniele, del Ciarmis, in età .di 78
anni. Bella figura di vegliaado e di credente, di cui sentiremo l’assenza particolarmente alle nostre riuniomi serali
cui egli recava spesso il contributo' della
sua fedele testimonianza. Ai fìgliuolij
alle nupre, agli affezionati nipotini, ai
parenti tutti diciamo ancora qui la nostra profonda partecipazione al loro
idiuolo e alla loro speranza.
Mercoledì mattina un lunghissimo
corteo di parenti ed amici accomp^nava al suo ultimo riposo terreno la ;^oglia mortale del caro amico Roux ed
era con noi, a rendergli gli ultimi onori,
il nostro fratello Daniele Baridon fu
Paolo, del Caviqn di Villa che, poche
ore dopo, in seguito a tragica sciagura
sul lavoro, era lui stesso subitamente
richiamato presso al Signore.
Dotato di non comune intelligenza e
di notevoli capacità amministrative, oltreché di uno squisito tatto cristìano,
egli era stato spesso chiamato a rivestire importanti cariche pubbliche nel Comune,. che lo ebbe suo capo negli anni
difficili del dopoguerra e di cui ora egli
era l’attivo vice-podestà.
Di lui così ha scritto aUa famiglia
l’Ispettore Provinciale deirAgricoltura:
« Io lo amavo come un fratello e l’ho
sempre considerato’ come l’esponente più
degno delle Vallate Valdesi, sia come
padre di famiglia che come cittadino e
appassioinato tutelatore del bene e degli
interessi locali ».
Le esequie, che si sono svolte alla
presenza delle Autorità sabato scorso,
nel nostro tempio, gremito malgrado il
tempo avverso, sono state una commovente testimonianza deH’unanime stima
e deU’affetto di cui il nostro fratello era
circondato nel suo Comune e nella valle.
Alla fedele compagna, ai figliuoli, ai
nipotini, al fratello prof. Paolo, che
.hanno accettato con cristiana fiducia la
dura prova, ripetiamo la nostra profonda simpatia.
— Nozze. Nel pomeriggio di quello
stesso sabato 20 corrente la chiesa era
chiamata a condividere la gioia di due
care famiglie di cui i figliuoli hanno
unito le loro vite davanti al Signore, nel
nostro tempio: il dott. Augusto ArmandHugon, ins^nante nel nostro Istituto di
Torre Pellice, e la sig.na Olandirut Susanna Bouissa, del Teynauid'.
Al nuovo simpatico focolare valdese
che si è stabilito nella nostra pairrocchia., al Teynaud, rinnoviamo i nostri
auguri di una lunga e benedetta oarriera al servizio di Dio e degli uomini.
, 3
il mattino del 13 novembre si spegneva, in Lusema Som Giovanni, il
€9P. Geniale Grati
Primo Podestà di Lusema San Giovanni.
I figli: Gemma; Giulio, prigioniero in
India; Guido, Gualtiero, con le loro famiglie e parenti tutti, dandone a/ngosciati il mesto anrmnzio, riinigraziana sentitamente quanti vollero essere pa/rteoipi
del loro dolore e furono loro di aiuto e
di coriforto in quella dolorosa circostanza, il sig. pastore L. Rivoira, il podestà
ing. G. VacUigo e quanti intervennero
al funerale.
Malattie dei Bambini
Dottor T. F. Laura
La famiglia BARIDON, profondamente commossa per le dimostrazioni
di affetto avute in occasione della tragica scomparsa del proprio marito, padre e suocero
Daniele
Ringrazia di vivo cuore il pastore signor Roberto Jahier e Signora, i fratelli Jalla, i vìcink, i parenti e tutti càloro che cercarono di alleviare il grande dolore.
Vice Primario Onorario Ospedale Infantile
Regina Marg)ierita di Torino
RECAPITO
Casa di Cura Dr. Camussi
Vìa C. Ciano, 13 - Tel. 17 - Pinerolo'
Riceve il Lunedì, Mercoledì e Venerdì
dalle 14 alle 16.
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20 novembre 1943.
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