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ECO
DELLE mill VALDESI
Spett.
biblioteca valdese
TORRE PELLICE
(Torino)
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XCIV - Nutn. 4 ABBONA.VirM' '
Una copia Lire 40 1
Eco: L. 2.0;:0 per I’inlerno
L. 2.Ü00 per Pesterò
Soeitizione in abbonamento postale . I Gruppo
Cambio di indirizzo Lire 50
TORRE PELLICE. 24 Gennaio 1964
Ammin. Clindian* Torre Pellice • C.C.P. 2-175S7
Il mondo, terra di missicne
Colpo d’occhio retrospettivo suH’impegno
missionario evangelico nel corso del 1963
re —
me ’runpi
Il Vescovo Lessile Newbigin, direttore della « International Review
of Missions » ha ripreso, dopo due
anni di interruzione, una vecchia
tradizione pubblicando nel numero
di Gennaio un resoconto sulla situazione delle Missioni Evangeliche nel
mondo. Essendo il ÌNewbigin Capo
della Divisione della Missione e della Evangelizzazione del Consiglio
Ecumenico, egli è particolarmente
bene informato ed aggiornato su
quello che le Chiese stanno compiendo nel mondo per annunziare
ai popoli il Vangelo di Cristo.
Però fin dall’inizio egli fa osservare che non ha seguito esattamente !.i tradizione, poiché ha incluso
nel suo resoconto anche i paesi dell’Eurojta, dell’America e dell’Australasia, che nei resoconti precedenti erano soltanto menzionati nella loro qualità di paesi cristiani, responsabili delle Missioni all’opera
negli altri continenti.
<( li mio resoconto — dice l’autoconsidera i sei continenti codi missione’. I lettori
vedranno che l’Europa, il Nord
America e l’Australasia, non sono
con-iderati soltanto come ’paesi che
mandano dei missionari’, ma .anche
in quanto parte del Campò di Missione della Chiesa y>.
Il resoconto prende in considerazione tutti i paesi del globo, cioè
104 nazioni, e la sua lettura dà allo
Stesa» tempo l’impressione di una
grande varietà, e di una straordinaria somiglianza. Varietà, per esempio. nel volume di informazione ricevuta e utilizzata: quattro linee
per la Spagna e il Portogallo, tre
pagine per gli Stati Lniti, e tre pagine e mezzo per ITndi.a. \arietà
pure circa le relazioni esistenti fra
chiese e governi, dalla Cina Comunisla dove la Chiesa Cristiana non
ha la possibilità >li comunicare col
resto del mondo, alla Repubblica
d’Israele, dove il governo cerca di
ostacolare l’opera delle scuole cri
stiane e rifiuta la nazionalità israe
liana agli ebrei convertiti al cristia
nesimo (decisione della Corte Su
prema del 6 Dicembre 1962); dal
Sudan, dove moltissimi mission.ari
sono stati espulsi dal gov^erno (tutti
i 30 missionari della Sudan United
Mission, quasi tutti quelli della Missione Presbiteriana, quasi metà del
personale della Missione Anglicana,
e un centinaio di missionari cattolici), alla Colombia dove le relazioni tra protestanti e cattolici sono
molto migliorate, anche se nulla è
stato cambiato nelle leggi che ostacolano l’opera delle Chiese Protestanti, all’India dove le Corti Supreme hanno salvaguardato la libertà di azione delle Chiese, la dove
le autorità locali cercavano di imporre la loro volontà per 1 ammissione degli alunni e la nomina dei
professori nelle scuole missionarie.
Il Vescovo Newbigin rileva natu
raímente con cura tutti gli sforz
fatti per promuovere la collabora
zione fra le Chiese e le Società M*ts
sionarie, e particolarmente i pro
grossi verso l’unione organica delle
Chiese. Fatti di quel genere sono se
gnalati in più di 40 paesi. E qui aò
cora si nota una grande varietà nel
le situazioni e nella natura dei con
tatti stabiliti. In Africa acquistano
particolare importanza le Facoltà di
Teologia interdenominazionali, la
cui fondazione è incoraggiata dal
Consiglio Ecumenico. Sono menzionate la Scuola di Teologia di Alice
nel Sud Africa, quella di Yaounde
nel Cameroun, per le chiese dell’Ex
Africa Equatoriale Francese, la creazione di una licenza in Teologia all’Università di Makerere nell’Uganda per i paesi dell’Africa Orientale,
e una Facoltà di Teologia nel Madagascar.
A proposito della proclamazione
del Vangelo per mezzo della Radio
il resoconto menziona che la emittente fondata nel Febbraio 1963 ad
Addis Abeba (Etiopia) sta sviluppando le sue emissioni, in collaborazione con gruppi regionali incaricati di preparare i programmi in
varie lingue. Per esempio ve ne sarà uno a Yaounde nel Cameroun,
per la preparazione dei programmi
in francese. Nell’America Latina è
stata pure impiantata una emittente a Lima nel Perù, che raggiungerà quasi tutti i paesi di quel conlinente. E’ noto infine che si sta
creando una emittente prote.stante
nella Svizzera.
E’ quasi impossibile parlare di
tutti i campi in cui sono jnenzionati
sforzi fatti in comune da Chiese di
varie denominazioni: traduzione
della Bibbia, pubblicazione di giornali e riviste, opere sociali, innari,
centri di studi sociali, corsi di preparazione alla testimonianza per
laici, corsi di aggiornamento per pastori, indagini su problemi particolari, inchieste sulla situazione delle
chiese in date regioni... ecc.
In parecchi jiaesi stanno maturando progetti per la fusione organica di chiese, e i seguenti saranno
realizzati fra poco: le Chiese Metodiste ed Anglicane del Pakistan Oricntale, i Luterani e la Chiesa Lni
ta nell’India Meridionale, la Chiesa Unita e i Metodisti nella Rhodesia del Nord, e le tre Chiese del
Madagasc.ar Settentrionale.
Per qu.anto concerne l’Europa il
Newbigin insiste sulla scristianizzazione delle masse in tutti i paesi, e
1’.assenteismo d.ai culti, ma parla pure di un interesse abbastanza vivo
in certi ambienti per i problemi
fondamentali della vita umana e
della fede: l’esistenza di Dio, chi è
Dio, perchè viviamo.
Sottolinea pure i movimenti laici,
particolarmente forti nella Germania, nella Scozia e in altri paesi. Segnala pure gli sforzi fatti da molte
Chiese per seguire lo sviluppo delle
grandi città industriali, creando nuove parrocchie e costruendo chiese
nei quarticTi periferici.
Ci sarebbe pure molto da dire
sulle conferenze e consultazioni,
mondiali, nazionali e regionali, organizzate dal Con»iglio Ecumenico,
o da Consigli Cristiani nazionali affiliati al Moviinetito Ecumenico, e
sui contatti tra Protestanti e Cattolici.
L’impressione generale che si
ha, leggendo questo resoconto, è da
un lato della debolezza delle Chiese
evangeliche dinanzi alla massa pagana *che le circonda, e dall’altra
di una varietà impressionante di iniziative e di sforzi fatti spesso in
collaborazione, e non più isolatamente come accadeva pochi .anni fa.
Sembra scorgere tanti focherelli accesi nel più fitto delle tenebre, e la
cui luce s’avviva e brilla più fulgida, nella misura in cui si uniscono
per divampare insieme.
R. Coisson
AL CAMPO INVERNALE DI AGAPE
Le ’’buone parole,,
del signor Pastore
Una ottantina tli giovani esaminano B discute no la
predicazione prima e dopo la **grande svolta,.
Il campo invernale di Agape, che
ha riunito quest’anno un’ottantina di
campisti italiani e francesi dal 27 dicembre al 5 gennaio, ha avuto come
oggetto lo studio del rinnovamento
teologico tra le due guerre, nella prospettiva di puntualizzare l’atteggiamento delle chiese protestanti oggi.
Il ritorno, dopo vari anni, ad un tema di riflessione speciflcamente teologica, era un’esigenza già avvertita nel
campo 1962-63, e la scelta centratasi
sul momento chiave del pensiero protestante di questo secolo ha riscosso
un VÌVO' initeresse da parte dei campisti permettendo cosi, un lavoro vasto
e fecondo che ha fatto di questo uno
dei campi invernali più riusciti degli
ultimi anni. A ciò ha contribuito anche in misura sostanziale una rivalutazione del lavoro di gruppi, cui quest’anno era affidata, anziché la discussione sulle relazioni svolte, l’analisi
diretta di alcuni testi strettamente col
legati con il tema del campo, CiOè alcune delle prediche più significative
nate nei periodi presi in esame
Questo lavoro di esegesi diretta,
oltreché rivalutare in modo decisivo
ia funzione dei campisti nell’ambito
del quadro generale di studio ha permesso una effettiva presa di contatto
con uomini, idee e fatti studiati in
precedenza in sede storica.
Ma por r&Adersi pienamente conto
della portata storica e ideologica che
la frattura del 1933 implicava, era necessaria innanzitutto' un analisi del
Inchinarsi davanti
allidolo «unità»?
pensiero’ teologico precedente, tanto
più per poter poi valutare il peso dell’eredità oggi. I primi due studi quindi, del prof. Mario Miegge e del past.
Franco Giampiccoli, si sono centrati
sul pensiero protestante dalla Riforma ffno alla prima guerra mondiale,
con interesse particolare per il secolo
scorso. Il prof. M. Miegge, svolgendo
la prima relazione sulla teologia liberale, ha tracciato un quadro completo di quel particolare prodotto della
coscienza protestante che nel secolo
XIX fu il protestantesimo liberale,
dalle sue prime enunciazioni neil’opera di Schleiermacher, a cavallo
tra illuminismo e romanticismo, fino
alle ultime conseguenze nel Troeltsch,
appena prima della guerra mondiale.
Un secolo dunque di storia e di storia
del pensiero: in cui la coscienza protestante, strettamente legata alla cultura laica dell’epoca e per essa al suo
frutto più importante, il liberalismo,
tentava di ricostituire su basi umane
e sentimentali quel ponte tra chiesa e
mondo che la frattura illuminista tra
trono e altare aveva irrimediabilmente compromesso. Da vaghi presupposti kantiani, il protestantesimo liberale conduceva di fronte al mondo
della cultura accademica laica ima
apologia del cristianesimo, facendone più che un messaggio divino, una
dottrina morale per persone colte, e
risolvendo d’altro canto il rapporto
tra l’ùomo e il suo Dio in ima colta
(segue in 3“ pagina)
Quest'articolo è stato preparato dal pasi.
iMkas Vischer del Dipartimento "Fede e
Costituzione" del C.E.C.. e osservatore delegato del medesimo al Faticano II. a proposito della settimana di preghiera per l’unità.
Ogni anno, in molte Chiese separate le une dalle altre, cristiani riccminciano a intercedere per l’unità. La Set.
timana di preghiera per l’unità cristana va sempre più diffondendosi.
L’anno scorso é stata introdotta iii
parecchie nuove chiese e in divers’
nuovi paesi, e si può ormai affermare
senza tema d’esagerare che tende a
costituire sempre più un legame fra
i membri della cristianità...
Non v’é qui una promessa piena di
efficacia? Non é già una prima realizzaz’one deU’unità, se possiamo, malgrado le differenze, riunirci cosi, per
una preghiera comime? Non è una
cosa che vada da sé, il poter pregare
insieme per l’unità. La nostra divisione è cosi profonda da raggiungere le
nostre stesse, concezioni rispettive dell’unità...
Ma questa comunità di preghiera ci
spinge a procedere? Possiamo soste
nere che l’unità alla quale Cristo ha
chiamato i suoi discepoli si realizza
sempre più fra noi? E’ necessario porre con insistenza questa domanda,
perché il semplice fatto’ di aver pregato insieme non prova ancora che
stiamo crescendo nell’imità. E’ possibile che la preghiera per l’unità diventi un surrogato dell’unità propriamente detta. Ogni anno ci riuniamo; ma
procediamo? Ci preoccupiamo dei problemi concernenti l’unità, ma poi, ci
lasciamo mettere in moto? La preghiera per l’unità può diventare un prosternarsi annuale di fronte all’idolo
’Unità’, un gesto pio senza portata
reale per la vita della Chiesa. Questo
pericolo è oggi tanto più grande perchè ciascuno parla della necessità di
una maggiore unità, e questo tema è
continuamente affrontato.
Come neutralizzare questo pericolo
inferiore? Anzitutto rivolgendoci veramente al Signore dell’imità, nelle nostre preghiere. Soltanto accostandoci
a lui potremo riaccostarci gli uni agl’
altri. La parola di Cristo « Cercate
prima il Regno di Dio e la sua giustizia, e il reste vi sarà dato in soprappiù », può applicarsi pure al problema
dell’unità. Il fine è la signoria di Cristo, non l’unità in sé stessa. Dove
Cristo comincia a regnare veramente,
ne sgorga una unità mediante la quale gli uomini possono diventare i segni della grazia di Dio nel monde.
Ma appena l’unità diventa soggetto,
senza essere vincolata a lui, i nostri
sforzi sono vanificati. Potremo scambiare eccellenti conversazioni, approfondire continuamente la nostra co^
iioscenza dei problemi dell’unità e col
tempo acquistare un vasto sapere sull’insieme della cristianità, con tutte le
sue correnti e le sue tradizioni. Ma
nel momento in cui dovrebbe scaturire rimpegno, il muro si drizzerà davanti a noi, sempre ugualmente alto:
le complicazioni di una storia secolare
e soprattutto il peso di quelli che consideriamo dati immutabili. Perciò il
tema della Settimana di preghiera per
il 1964 è stato scelto con intenzione:
dobbiamo riflettere sui rapporti fra il
Pastore e il gregge, sapere a che pun
to dobbiamo dar fiducia al Signore,
se vogliamo essere liberati dai legami
del passato.
La via dell’unità non ci appare ar>cora in modo molto chiaro, oggi. Sappiamo che il Cristo vuole l’unità dei
suoi discepoli. Il compito ci appare
evidente. Ma considerando le contraddizioni che ci separano, ci appare subito che. umanamente parlando, esse
sono irriducibili. Come potrebbero mai
sfociare nell’unità? Non c’è dunque da
stupirsi se si scopre una certa rassegnazione, fra molti di coloro che si
consacrano intensamente ai problemi
dell’unità. Non lavoriamo forse per
uno scopo certo nobile, ma irrealizzabile? Come potrebbe diventare uno,
ciò che è notoriamente opposto? L’unità, in tal caso, non implicherebbe
la rinuncia da parte di uno alla verità a cui si era consacrato e il riconoscimento che era nell’errore? Ecco la difficoltà fondamentale in cui si dibatte
la cristianità divisa. Siamo perfettamente coscienti del fatto che il Cristo vuole ohe siamo uniti, ma ci è impossibile abbandonare la verità. Come
superare questo ostacolo? Non è evidentemente possibile evitarlo con soluzioni facili. Troppo grande è la nostra responsabilità nei confronti del
la verità. Non possiamo neppure immaginare che 1’« altro » abbia il dovere di rinunciare alla verità a cui serve, mentre noi possiamo restare quel
che siamo. Abbiamo tutti un profondo bisogno di rimanere quello che siamo, o almeno di rimanere nella linea
di quello che siamo sempre stati: perciò spesso noi difendiamo una verità
non tanto perchè ne siamo irrimedia
burnente afferrati quanto perchè abbiamo bisogno di essa per non perdere la
continuità con il passato. L’oscurità
che la via dell’unità attraversa, ci
spaventa; l’incerto, l’ignoto ci fanno
arrestare e abbiamo spesso bisogno
della « verità » per proteggerci. Non è
importante ricordarci a questo punto
chi è il nostro Pastore, colui che ci
precede su questa via? Il Pastore si
riconosce da questo segno : che è risuscitato dai morti. Perciò non possiamo compiere la Sua volontà se ci
acconteniqmo di aggrapparci a ciò che
Culto Radio
ore 7.40
DOMENICA 26 GENNAIO
Past. Guido Mathieu
(Chiesa Valdese di Roma)
DOMENICA 2 FEBBRAIO
Past. Alfredo Scorsonelli
(Chiesa Metodista di Napoli)
ci rassicura. Non possiamo avanzare
che seguendolo, anche quando questo sembra esigere la rinuncia a^ noi
stessi in un’oscurità piena di incertez-za. Per tutti noi la via deU’unità è
una via ohe ci conduce alla risurrezione attraverso la morte. Molte cose
che amiamo, che ci sono familiari ed
alié quali ci pare impossibile rinunciare, devono morire per far posto alla Sua volontà. Ciò che il Cristo esige da noi è sempre talmente nuovo,
ohe dobbiamo lasciar dietro di noi
quello che crediamo di possedere, per
esser pronti insieme ad accogliere l’avvenire che Egli ci offre. Possa la settimana di preghiera concorrere a lasciarci di nuovo impregnare di questa
verità. Lukas Vischer
Lukas Vischer è uno degli studiosi d'ecumenismo più lucidi e più appassionati e più
chiaramente protestanti, uno degli ’’osservatori" appartenente al ’’residuo santo” — per
dirla con Paolo Ricca (v. Gioventù Evangelica. genti. 64) — che non ha piegato il ginocchio. neppure per moto di cortesia: la
sua parola ha dunque per noi un peso, il suo
avvertimento ci tocca a fondo ed e impossibile non sentire l’afflato evangelico di questo
ammonimento di fronte a quello che fin dal
1948 (ne Il movimento ecumenico ») Vittorio Subilia ha chiamato "il farisaismo delle chiese''. Quello che però non è chiaro —
e ciò giustifica, a nostro avviso, molte perplessità — è in che cosa, concretamente,
dobbiamo morire per rinascere alVunltà. Per
essere veramente profetico, un annuncio alle chiese dev'essere preciso: biblicamente
preciso, attualmente e realmente concretizzato, esem.plificaio. Di questo abbiamo bisogno: ed è quello che non troviamo, neppure
nell'arlicolo di Karl Barili: "Riflessioni sul
Concilio Vaticano II", pur stimolante e vivo
(v. in 3» pag.). Pure, questa meditazione
ardua, questa predicazione concreta e circostanziata noi chiediamo ai nostri profeti e
ai nostri dottori. Perchè lo Spirito che soffia,
libero, che parla alle chiese, le interpella e
le richiama, sia uno Spirito di chiarezza e
non uno Spirito di confusione.
UOMINI DELLE VALLI
RICORDATE
Terzo convegno
degli agricoltori
delle Valli Valdesi
Torre Pellice
25-26 gennaio
Informazioni e prenotazioni
presso i Pastori.
2
pag. 2
N. 4 —24 gennaio 1964
La vocation
d^EÆÔchioi
Ezéchiel 2-3
Ezéchiel a eu une vision: la vision
de la présence de l’Eternel. Cette vision, il faut maintenant qu’il
la transmette. Il faut qu’il accomplisse, parmi les déportés d’Israël
en Mésopotamie, la tâche prophétique que le Seigneur lui a confiée.
Et c’est du cheminement de cette
tâche que Dieu va lui parler maintenant, en toute vérité, en lui disant
tous les combats qui seront les siens
mais la force aussi qui sera la sienne.
ARRIVI
IN CLAUDIANA
P. BoNiNa.rd: Commentaire à rEvangile selon Matthieu, nella serie « Commentaire
au Nouveau Testament » della DelachauxNiestlé, Neuchâtel-Paris 1963, L. 4.900.
V.4R1 : Le Saint-Esprit. iJna serie di studi
sullo Spirito Santo nell’Antico c nel Nuovo Testamento, nell’insegnamento c nella
predicazione di Lutero. nell’Ortodossia
orientale, nel quadro della teologia trinitaria, creatore della santificazione dei cristiani, Labor et Fides, Genève 1963, Lire 1..S30.
B. Martin: Veux-tu guérir? Réflexions sur
la cure d’âme des malades. Labor et Fides,
Genève 1963, L. 2,000.
P. Tournier: L'aventure de la vie. Delachaux-Niestlé, Neuchâtel-Paris. 1963, Lire 1.500.
Vari : Surménage et repos. Rapporti al 7“
Congresso medico-sociale protestante. Delachaux-Niestlé. Neuchâtel-Paris. 1963, Lire 1.400.
A. PiTTavino: Storia di Pinerolo p del Pinerolese. Edite. Bramante, Milano 1963,
L. 3.500.
va de l’avant, porteur de la parole
de Dieu qui secoue mais qui sauve.
Tout d’abord, un geste symbolique. Le prophète est écrasé par
la vision qui vient de l’éblouir. Mais
l’Eternel ne le laisse pas en proie
à cet écrasement. Il étend vers lui
sa main de père. Et voici le serviteur debout, et avec lui le Maître.
Alors le Maître parle. Et sous la
forme de deux avertissements qui
peuvent apparaître comme les deux
strophes du même message (2: 1-9
et 4: 4-9) il dit à son envoyé combien sa mission va être dure au
milieu d’un peuple rebelle, d’un
peuple qui ne cessera de s’endurcir,
d’un peuple qui ne voudra pas écouter. Mais ces perspectives pessimistes ne sont pas seules. Entre elles apparaît une révélation précieuse et douce : l’Eternel offre à son
serviteur un livre, son livre, qui est
tout rempli certes de plaintes et de
gémissements, mais qui, lorsque son
serviteur l’a « mangé », lui laisse
dans la bouche un goût comparable
à celui du miel. Ezéchiel aura à
dire des paroles qui lui feront mal,
mais, en définitive, elles lui feront
du bien p.arce que ce seront les paroles de l’Eternel.
Ainsi secoué, et ainsi soutenu
Ezéchiel va vers les hommes de son
peuple, là où ils sont, sur les bords
du fleuve Kedar, en terre étr.angère,
en terre païenne. Il y reste d’abord
silencieux, se rendant encore mal
compte de ce que signifie, de ce à
quoi peut servir son travail dans de
pareilles circonstances. Que va-t-il
pouvoir pour persuader cette masse
rebelle’'' Mais de nouveau ici Dieu
intervient et, p.ar une image, il lui
révèle les possibilités magnifiques
de son action. Il sera une sentinelle.
La sentinelle a une fonction modeste. Elle n’est pas toute l’armée. Elle
ne peut pas à elle seule vaincre l’ennemi. Mais elle peut veiller. Elle
peut avertir. Elle peut crier à pleine
voix pour que ceux qui dorment se
réveillent quand l’ennemi est là. Et
en veillant, en criant ainsi, en réveillant ceux qui dorment et en les
lançant au combat, elle les sauve!
Malheur à la sentinelle qui ne crie
pas. A cause d’elle il y a des êtres
qui mourront! Gratituile et bonheur
pour la sentinelle qui crie. A cause
d’elle il y a des êtres qui vivront.
Bien sûr, les endurcis ne se réveilleront et ne se lèveront pas tous.
Mais ceux qui se réveilleront seront
sauvés et leur prophète sera sauvé
avec eux. Avec de telles promesses,
avec une si grande tâche, il vaut la
peine d’aller de l’avant. Et Ezéchiel
Cependant Dieu a encore quelque
chose à dire à son serviteur.
L’Esprit-Saint et, avec celui-ci, la
main divine est sur lui. Mais il faut
qu’il sache qu’il n’aura pas uniquement des oppositions spirituelles à
surmonter. Il rencontrera des résistances matérielles. On mettra sur
lui des cordes pour le lier, c’est-àdire qu’on essaiera de le chambrer
pour le faire taire. Pis encore, la
maladie physique frappera mystérieusement le serviteur de l’Eternel.
Il souffrira d’un mal, probablement
d’un ordre épileptique, qui parfois
lui coupera réellement la parole.
Mais justement, à ces moments où
la parole lui sera véritablement interdite, la parole lui sera rendue
par Dieu lui-même. Il pourra, ô
merveille, élever la voix et dire :
(( Ainsi psrle l’Eternel ». Les uns
écouteront, d’autres fermeront leurs
oreilles, mais il restera que, contre
vents et marées, sur la terre païenne, l’Eternel aura parlé non seulement à son prophète, mais à sort
peuplé par son prophète^ afin que
l’on sache que, partout, toujours,
il est l’Eternel.
Ezéchiel peut se mettre au travail, il n’est pas seul sur son chemin.
A. Æschimann
(Dal Journal des Missions Evangéliques)
Un inno per il 17 Febbraio
« Ma il giusto vivrà per fede »
{Paolo Apostolo )
m li ' -r1 BEN PUO LA FEDE AB'BATTE- RE LE
2 CHI PRENDE A SCUDO VA LI - DO LA
3 DI J :^i FÉ’GLI EROI,CHE IMPA-VI - -DI -t-jLJ J J J J _ r» # . 1 ~ Zi SFI
MURA PIÙ POS-SEN z I TRISTI CEPPI INH
FEDE NEL Si- ONORE AL MAL NON Puo SOC-DAR.ONO ILDE-STI-NQ, col LORO ESEMPIO
J J J J » I , J J
■FRANGERE E VINCER NEI CI- MENTI.
■CÒM3E-RE E MAI NEAVR/C TI-MO-RE,
FU LG I - DO e| addì -TA - NO IL CAM M l-NO.
». I I I I I
Del loro zelo fervido 5 ) Ardor gioioso, intrepido,
sappiam la gran mercede : il nostro cuore accenda !
la Vita incorruttibile Lottiam ! E a noi mirabile
il giusto avrà per fede. l'Eterna Luce splenda !
Pubblicato a cura della Commissione Valdese per il Canto Sacro, per gentile concessione della Commissione Interdenominazionale per il nuovo innario. Copie del presente inno (stampato in formato adatto per poter essere
inserito neirinnario) possono essere richieste fin da ora, al prezzo di L. 10
la copia a foglietto, L. 25 a cartolina. Libreria Claudiana, Via Principe
Tommaiso, 1 - Torino. Per le Valili alla sede di Torre Pellice.
la libertà reli|io$a
in India
i> >>iMiiiiiiiiitiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiii{iMiMMiiiiiiiiiiiiiiiiitmiiiiiMmiiiiiiiiitiiiiiiitMiiiiMriiiiiiiiMiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiimiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiitiiiiiiiiiiimiii m
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IKIIIIIIIUIIIIIIIIIIIIIItlUI
Cristianesimo e decolonizzazione
Il testo che pubblichiamo è una conversazione tenuta dal pastore e missionario Roland De Pury alla Radiodiffusion Télévision Belge, per la trasmissione ”La voix protestante”; esso è sta
to pubblicato in Paix et Liberté, il settimanale protestante belga.
Devo cominciare col precisare che
cosa intendo per « chiesa vivente » ;
evidentemente non una chiesa africana ; non una chiesa che sia il flor:
st,{ è altrettanto ’straniero’ per l’Europa come per TAfrica e che di conseguenza è altrettanto a casa sua in
itfrica quanto in Europa.
Prender coscie^a di questa verità
elementare, di questa nazionalità de!
suo Signore e Dio, è per la Chiesa la
condizione necessaria e sufficiente della sua universalità e della sua sovrana libertà, dovunque si trovi, in mezzo al ribollire dei nazionalismi e delle passioni religiose. E’ per lei la sola
L^Evangeio non è una religion
ne europea, nè africana, nè
la ^^retigione universale „
re di una qualsiasi religiosità indigena e che si confonda con una religione. Intendo la Chiesa una, santa, universale e apostolica, e sottolineo ’apostolica’, cioè la chiesa fondata sulla
testimonianza degli apostoli, che di
questa vive e ohe la proclama a tutti
i popoli, la chiesa che è in ascolto di
questa testimonianza quale risuon:i,
nella Scrittura.
Non abbiamo purtroppo finito con
l’obiezione indefinitamente rinnovata,
verso il cristianesimo ’religione europea’. Cerchiamo di liquidare una volta per tutte i malintesi che si accumulano attorno a una tale espressione. Anzitutto, il cristianesimo non è
una religione, è la buona novella del
perdono di Dio per tutti gli uomini,
religiosi o irreligiosi, la buona no-vella
di ciò ohe il Dio che nessuna religione aveva mai scoperto, il Dio sconosciuto, ha compiuto una volta per tutte nella Storia, p>er salvare gli uomini,
e porre termine a quel complesso di
precauzioni, di timori, di interdetti, di
riti e di credenze con cui gli uomini
si sforzano di padroneggiare le potenze soprannaturali che li dominano, e
di sormontare la morte. Ciò ohe Dio
ha compiuto nella Storia, nella storia
europea, se TEvangelo non è una religione, non è neppur esso europeo. Un
minimum di geografia non guasterebbe. Da quando la Palestina è in
Europa? da quando i profeti e gli apostoli sono degli europei? Gesù è forse
Fiammingo o Vallone, o Svizzero, o
Slavo, o Russo, o Inglese? Eppure Filato aveva avuto cura di designarlo a
tutti i popoili e in tutte le lingue: Gesù di Nazareth, re del Giudei. Il re
dei Giudei, ebreo egli ste.sso, indigeno
palestinese, di quel piccolo paese al
crocevia di tre continenti. Non soltanto Dio, il Dio della rivelazione, è
il Dio degli Ebrei, ma è divenuco e.gli
stesso un Ebreo, non ha vissuto che
in mezzo agli Ebrei e tutti i suoi apostoli sono Èlbrel.
La Bibbia è una storia ebraica, un
libro integralmente ebraico. La cosa
ci disturba un po’, evidentemente. Tanto meglio cosi! E’ il solo modo dì
prender finalmente coscienza ohe Ge
possibilità di essere al tempo stesso
esempio e strumento di una vera de
colonizzazione.
Non ci possiamo far nulla, eppure
passiamo il nostro tempo da peccatori, da eretici che cercano di mutare lo
stato delle cose, e dì nazionalizzare,
naturalizzare, europeizzare o africanizz.are Gesù, di annetterlo, cioè, in
altre parole, di colonizzarlo. Orbene,
è evidente che un Gesù americanizzato o malgascizzato o germanizzato,
un Gesù africanizzato, cioè colonizzato daU’Africa, non potrebbe assolutamente giovare alla decolonizzazione
delTAfrica. Voglio semplicemente dire
hhe la Chiesa non sarà Tleilemento
fondamentale della decolonizzazione
dei popoli a meno ohe non sia essa
stessa decolonizzata e veramente libera, cioè al servizio di un Signore
che non sia 'alienato’ da alcuna piotenza religiosa o profana, di im Signore
che per lei sia veramente ciò che ci
dice la testimonianza biblica, « innalzato al di sopra di ogni dominazione,
di ogni autorità, di ogni potenza, di
ogni dignità e di ogni nome che possa
esser nominato, non solo in questo secolo, ma anche in quello avvenire »,
come seiive Paolo agli Efesini.
Perciò la Chiesa della quale voglio
qui parlare, a proposito della decolonizzazione, non è una religione europea, nè africana, e neppure quella religione universale che ci si sforza periodicamente di promuovere e che gli
uomini di oggi, come Toynbee e
Young, (e, in altra forma, Paolo VI,
n.d.r.), tentano di rimettere di moda.
Fssa è il Corpo di Cristo, il Corpo di
un Ebreo crocifisso e risuscitato sotto
Ponzio Pilato, a Gerusalemme. 1930
anni fa. Di questa Chiesa oi domandiamo quale può e deve essere il compito nei paesi in via di decolonizzazione, compito ohe considero decisivo,
La decolonizzazione di cui si parla
è un fenomeno assai complesso, e la
presenza della Chiesa di cui parliamo
potrà farsi sentire a vari livelli' e in
medi diversi.
In questo momento non abbiamo
tempo che di affrontare un uunto, assai rapidamente, quello della decolo
nizzazione politica. Se, in linea di
principio, è condotta a termine, se
le maggior parte dei paesi africani sono rappresentati all’O.N.U. e se non
si può fare a meno di ammirare come
questi giovani Stati si sono comportati a Addis Abeba e come prendono
a cuore la soluzione pacifica dei loro
contrasti, resta comunque il fatto che
questa decolonizzazione non avrà alcun senso se non comporta un minimum di democrazia, cioè di separazione dei poteri. Non metto qui sotto
accusa il partito unico che si vede costituirsi quasi dovunque e riconosco
che gli Africani non hanno torto
quando ci dicono ohe non possono pa
garsi il lusso di un’opposizione parlamentare, che non hanno équipe di
ricambio e che è necessario raggruppare tutte le forze vive del paese, per
doppiare il capo dello sviluppo. Lo
ammetto, pur senza sottovalutare
quante' tale situazione sia pericolosa.
La decolonizzazione politica e la democrazie in Africa non postulano forzatamente il pluralismo dei partiti,
ma comunque, e tanto' più, la separazione dei poteri, cioè l’indipendenza
rigorosa della giustizia, della cultura,
della Chiesa nei oenfronti di questo
partito. E’ qui Timportanza estrema
della presenza della Chiesa apostolica
Mi direte, io so, che proprio qui es
sa si è largamente squalificata con
quindici secoli di clericalismo e di con
fusione dei poteri. E’ vero, ma si può
anche rispondere che finalmente essa
ne è quasi guarita o che per questa
ragione dovrebbe poter aiutare l’Africa a non prendersi questa malattia
interminabile e diabolica. Sì, la Chiesa sembra aver finalmente capito di
non essere stretta nell’alternativa
« perseguitata-persecutrice » ma che c’è
un terzoi termine, quello di una piena
libertà di essere sé stessa e soltanto
sè stessa in una società laica, e ohe
tale è la situazione per lei normale
e desiderabile. Non ha diritto, infatti,
di augurarsi la persecuzione. « Non
esporci alla tentazione», le insegna a
chiedere il suo Sigriore. Naturalmente,
ha ancor meno diritto di augurarsi
privilegi temporali e ima situazione
nella quale i non-cristiani fossero, se
rjqn perseguitati, almeno in una qualsiasi forma di inferiorità politica od
economica.
Il solo Stato cristiano è dunque lo
Stato laico. E’ una verità così, forte
che la si può infine constatare : la laicità non esiste che là dove TEvangelo
è annunciato e dove esercita una reale influenza. La laicità è veramente
un frutto del cristianesimo. Altrimenti, dominano il clericalismo e la confusione dei poteri.
Credo dunque che la cosa più essenziale dal punto di vista politico, quella ohe può dare un contenuto politico alla decolonizzazione : la laicità dello Stato. la libertà universitaria, la libertà d’informazione e d’espressione,
l’indipendenza della giustizia e. aggiungo, il minimum di senso civico e
di spirito di solidarietà, senza i quali
nessun governo può svolgere Proprio mandato, tutto questo iinn i-- slt
senza una chiesa vivente, cap;':— di
esorcizzare i più terribili demoni, U
demone della concentrazione dei no
teri, il demone della tirannia al quale
si accompagna così facilmente ;1 demone dell’anarchia. Ciò che oggi mi
inquieta, in Africa, è altrettanto la
tendenza generale alla dittatura, oiiantc l’assenza quasi generale di obbedienza alle autorità dello Stato come
a quelle della Chiesa.
Mi direte: mia le Chiese africane sono in grado di assumere questo compito e hanno la coscienza di essere la
salva^ardia delle libertà politiche?
Vorrei davvero rispondervi: sì, ma
constato ancora quanto purtroppo vi
si sogni uno Stato p>rotestante e. in
mancanza di esso, quanti siano .spinti dalle loro tende'nza pietiste a ritirarsi dalla vita politica e a costituirsi
un prc'prio mondo piccolo, con le sue
scuole, le sue opere, i suoi movimenti, il che è un’altra forma di clericalismo-.
Soltanto alcuni fedeli, ma di forte
valore, hanno compreso quale dovreb
/# soto stato
“oristiano,, è
lo Stato laico
be essere la loro presenza nel mondo:
essi sono risoluti a edificare il loro
giovane paese, a contribuire alla decolonizzazione. Grazie a Dio, vi sono
in Africa cristiani che stanno liberandosi dal pietismo clericale nel quale troppe missioni li avevano cre.sciu
ti. Non dico che per ora siano molto
numerosi: ma essi sono il sale della
decolonizzazione polìtica e la salvaguardia di questa decolonizzazione:
dobbiamo fare di tutto per aiutarli e
sostenerli. Non parlo naturalmente di
coloro che politicizzano eternamente
TEvangelo e che fanno della demagogia, bensì di coloro che cercano le vie
di una presenza cristiana dis’nteressata e fedele nella comunità civile,
uomini che hanno un pensiero politico e il senso del bene comune, uo
mini ìntegri, che non si lasciano comprare e che creano attorno a loro una
autentica atmosfera di fiducia. Penso che senza di loro non si potrà coslruire nulla di valido e di durevole.
Nella misura in cui le giovani Chiese
sapranno formare tali uomini e mandarli nel mondo politico, saranno una
forza costante di decolonizzazione Ma
dove questi uomini mancano, dove
bisogna pagare le cose gratuite, dove
il pubblico ufficio è un mezzo per
sfruttare il popolo anziché servirlo,
non ci si venga a parlare di decolonizzazicne.
Roland di' Purv
Madras (soepi). - la India il Consiglio
cristiano nazionale ha incaricato le Chiesemembri di « esercitare una costante vigilanza circa misure legislative o d'altro genere
prese dal governo, che potrebbero attentare
alla loro libertà religiosa o all'indipendenza
istituti cristiani ».
L assemblea, a cui erano rappresentate 23
Chiese membri e 14 consigli regionali affiliati, ha deciso la costituzione in ogni Stato I
(I India è una federazione) di un comitato che
faccm appello a giuristi qualificati e che potrebbe passare rapidamente ad un'azione le
cui linee generali sarebbero le seguenti: difendere le garanzie costituzionali riguardanti
la libertà religiosa; proteggere le organizzazioni volontarie che si occupano del servizio
sociale o che esercitano un'attività umanitaria e culturale; curare che i tribunali si pronuncino, qualora il governo non rispetti
certi diritti elementari.
L assemblea ha deciso che tutte le Chiese
di una medesima regione, commesa la Chiesa cattolico-romana, dovrebbero cooperare su
questo plano ma, ha precisato, « è della massima importanza che esse prendano conoscenza delle ragioni precise ner le qimli il
governo promulga questa o quella legge e
siano pronte a cooperare con esso, dovunque è necessario porre la società al riparo
dagli elementi antisociali, dalla corruzione
in tutte le sue forme, dallo sfruttamento socíale e economico ».
La libertà .degli istituti cristiani d'istruzione è stata, in certi casi, sottoposta ai trihunali indiani, i quali in linea, generale hanno
difeso 1 diritti dei cristiani,..consklerandoli
una comunità minoritaria, che può legittimamente fondare istituti, senza ’ indebiti in
teryenti del governo. Il problema deve tuttavia esser seguito da vicino.
E’ stato inviato un me.ssaggio al governo
indiano, chiedendogli di fare « tutto il possibile per giungere a una soluzione pacifica
del conflitto indo-pakistano ». Nuovi comitati saranno costituiti per studiare i prolilerni
internazionali e i rapporti fra la Cliiesa c
lo Stato.
n Consiglio ha eletto il suo nuovo presidente che, per la prima volta, è una donna,
la sig.na Renuka Mukerij, direttrice del Collegio femminile di Madras.
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24 gennaio 1964
N. 4
pag. 3
DUO PReemeRe
Tempo fa, in un ospedale di Milano. una donna di asso< ¡azione cattolico (una di quelle che girano liberamente per gli ospedali portando agli ammalati la ’’buona stampa"), ad un degente che aveva dichiarato la propria
fede cristiana evangelica, dette un manifestino edito dall’UNITAS, un’associazione fondata dai cattolici per l’unione spirituale dei cristiani, contenente una preghiera per il ritorno dei
’’fratelli separati all unica vera Chiesa”.
Quella preghiera diceva così:
ESSI Tl CERCANO. SIGNORE!
Signore Gesù Cristo, .Amico degli
uomini, ti preghiamo per coloro che si
sono distaccati dall’Ovile che tu hai
affidato a Pietro e ai suoi Successori.
Ti preghiamo per i nostri fratelli assenti dalla casa paterna. Essi hanno
ìa.sciato questa casa in giorni di angoscia e di tempesta, sono partiti portando qualche tesoro di grazia, abbandonando doni preziosi.
Perdonaci Signore, di aver così poco amato i nostri fratelli, di non saper
trattenerli nella ma casa.
Presto forse, o Gesù Salvatore, i tesori di una goltà.verrqnriq esauriti, non
basteranno più a saziare^ la loro fame,
a illuminare i loro passi. ■
Essi ti cercano SigEbrkl Fa che ritrovino la strada, o tu che sei là Via.
Fa che il loro cammino a tastoni li
conduca alla luce o tu che sei la verità.
E a noi. Signore, tuoi fedeli, dona
l’umiltà, molta umiltà, affinchè possiamo rendere la tua Casa, che è nostra e loro, accogliente e dolce, tutta
irrndiante la tua tenerezza.
In te. Gesù Amore, tutto sia consumato.
♦ * ♦
A parte la sintassi, la presunzione,
la mancanza di rispetto verso il Signore (la lettera iniziale del ”tu” con il
quidc la preghiera si rivolge al Signore è minuscola, mentre Ovile, cioè il
Vaticano, i Successori, cioè i papi, la
Casa, cioè la chiesa cattolica, hanno
la iniziale maiuscola); a parte auella
casa ’’dolce” e quella ’’tenerezza” nell ultimo periodo che ci fanno tornare
alla memoria una canzonetta degli anni ’’trenta”, dobbiamo o riconoscere
che tanto zelo ’’ecumenico” suona per
noi come un rimprovero. Noi, finora,
non abbiamo una preghiera ufficiale
per i nostri fratelli, che non sono soltanto separati, ma anche ’’allontanati". Perciò, dato che finora non abbiamo fatto circolare nessun manifestino
nè tento meno abbiamo avuto il permesso di importunare malati e vecchierellc con visite non richieste nelle camere e nelle corsìe degli ospedali, vogliamo sottoporre ai nostri lettori una
preghiera, invitandoli, con duella libertà di espressione che ci distingue,
a suggerirci eventuali variazioni. Eccola qui:
ESSI TI HANNO PERDUTO,
SIGNORE!
Signore Gesù, Redentore di tutti gli
uomini. Ti preghiamo per coloro che
r!a secoli si sono allontanati sempre
più dalla vera Fede Cristiana e dalla
Chiesa di cui Tu sei l’unico Capo e
fondatore e che hai affidato a tutti i
credenti.
Ti preghiamo per i nostri fratelli
cattolici. Essi hanno preferito alla Tua
Parola quella degli uomini e hanno
cercato altri dèi. nell'abbaglio della
pompa esteriore.
Perdonaci, Signore, di aver così poco amato i nostri fratelli da non aver
saputo ricondurli, con la testimonianza e la evangelizzazione, sulla strada
aella Verità.
Es.si Ti hanno perdilo. Signore; tra
simulacri ed altari, tra riti funebri e
superstizioni, rivestendo d’oro una
creatura mortale per eleggerla a viceDio.
Quando Tu lo vorrai, o Salvatore,
avranno ancora sete di Te e ritorneranno a cercarTi, o Gesù Crocifisso,
¡uggendo ogni forma pagana della loro fede.
Convincili che solo per m.^z'^o 7 uo
si giunge al Padre, che per Te soltanto siamo salvi; aiutali a scacciare i
mercanti dal Tempio e ad aprire gli
occhi davanti alla Tua verità.
E a noi Signore, Tuoi, servi mutili,
ispira carità profonda, fa’ che dimentichiamo i roghi, le persecuzioni, gli
stermini del passato, gli abusi e le oppressioni del presente, affinché sappiamo andare incontro ad essi con fraternità cristiana; e .soprciHuttc rafforza la
nostra Fede perchè non ci importa essere separati dai fratelli purché siamo
uniti al Padre.
Nel. nome Tuo, Gesù Salvatore.
Amen. Marco
Se Roma ci superasse.
Karl Barth brontola contro gli Ottaviani
protestanti: fino a che punto ha ragione?
Ancora una t olta, ci rifacciamo all’ultimo certa « paralisi spirituale », per cui esse non
numero (4/1963) della rivista « Protestantesimo ». In una rassegna redazionale, ’’Tra
le due sessioni del Concilio”, viene fra l’altro valutato criticamente uno scritto di Karl
Barth. apparso la scorsa estate, e che ha
fatto un certo rumore; pubblicato in inglese sulla ’’Ecumeiiical Beview” (luglio ’63),
è ora stato pubblicato pure in francese, a volumetto. da Labor et Fides di Ginevra: Réfléxions sur le deuxième Concile du Vatican.
Il parere di Karl Barth si ascolta sempre con
grande interesse; ma è forse la prima volta
che si chiudono le sue pagine con un senso
di delusione.
Il vecchio leone brontola la sua insoddisfazione per Tatteggiamento a suo giudizio
troppo misuratamente formale di fronte al
Vaticano II da parte del Consiglio Ecumenico. che si sarebbe limitato a registrare la
possibilità di futuri contatti. Da parte sua
tuttavia non affronta in riuesta sede il problema di fondo del Cattolicesimo : constata
che nel Cattolicesimo si sta producendo « un
certo slittamento di terreno », « un movimento spirituale » die nessuno avrebbe potuto prevedere cinquant’anni or sono. « Questa non è una ragione per sognare che i cattolici romani possano diventare "evangelici”
nel nostro senso, che sia domani o dopodomani o in altro tempo ». Ma, riferendosi al rito
quotidiano, praticato al Concilio, della intronizzazione dell’Evangelo sull’altare dove
si celebra la Messa (1), Barth si domanda se,
nonostante tutto. Cristo non stia ritrovando
il suo posto al centro della fede dei cristiani
romani e del pensiero dei teologi romani.
Egli osserva che, nel dialogo fra le Chiese,
bisogna considerare con attenzione non tanto
le rispettive dottrine e istituzioni, quanto
piuttosto il dinamismo della Parola e dello
Spirito che le muove. Ora, a suo giudizio,
c'è attualmente nelle Chiese Evangeliche una
costituiscono delle ecclesiae semper reformandae^ in esse gli elementi « progressisti »
formano una minoranza, non prendono una
posizione netta per la questione del disarmo
e della pace, in America non riescono a risolvere il problema deU*integrazione razziale,
in Germania fanno scaramucce sulla demitizzazione, suirermeneutica e questo genere
di cose, dovunque abbondano « gli Ottaviani protestanti », « stretti e larghi, confessionali e liberali, episcopali e presbiteriani-sinodali, eternamente ottimisti o eternamente tragici ». Proprio all’opposto di quanto
sembra avvenire nel campo dì Roma, i cui
uomini dimostrano una flessibilità e una
apertura, che non può non rendere pensosi.
Donde una domanda paradossale, preceduta
da una riserva : « Che cosa succederebbe se
Roma (senza cessare di essere Roma) riuscisse un giorno semplicemente a sorpassarci e a
porci in ombra quanto a rinnovamento della Chiesa per mezzo della Parola e dello
Spirito dell’Evangelo? Che cosa succederebbe se dovessimo scoprire che i primi sono
gli ultimi e gli ultimi i primi, che la voce
del buon Pastore ha trovato una eco più
chiara laggiù che da noi? ». Dovremmo allora imparare da Roma, non delle particolari dottrine o liturgie o istituzioni, ma a
essere mossi e vivificati da uno spirito nuovo. « Il problema posto dal Concilio Romano al Consiglio Ecumenico delle Chiese non
è forse quello del ravvedimento e quindi
del rinnovamento delle nostre Chiese, di tutte le Chiese non romane riunite nel Consiglio Ecumenico? ».
Per valutare queste prese di posizione bisogna prima di tutto tener conto che le pagine di Barth non sono un articolo meditato, ma la semplice riproduzione di alcuni
pensieri espressi in úna conversazione col
doti. W. A. Visser’t Hooft. Bisognerebbe inoltre tener qui presente che i giudizi espressi
Le ^^buone
dei signor
parole,^
Pastette
^continua dalla 1“ pagina)
esperìBiiza storica, mettendo cioè in
primo piano quanto toccava l’uomo :
la storicità, l’individualismo, la religione, la morale. In un mondo caratterizzato dalla Restaurazione e dal
pensiero idealista, il protestantesimo
liberale non si preoceupava di eostituire un’alternativa al mondo, ma di
inserircisi, aecettando e facendo proprie non poco delle idee della Restaurazione, e modellandosi non a ca^ su
un tipo di eoncezione del mondo idealista. Questo potè durare per circa un
secolo finché, ,^à corroso da nuove
esigenze, non si trovò mutO' e attonito di fronte al macello della prima
guerra mondiale, senza avere una parola di fede da dire al mondo: nel
Troeltsch, ultimo teologo liberale, che
si trova muto di fronte allo spaventoso massacro’ di 'Verdun, il protestantesimo liberale si trova muto di fronte
ad suoi problrani di fondo. Dopo una
discussione su tre aspetti della relazione, il campo diviso in gruppi ha
analizzato una predica di tipo liberale tenuta nel 1913 da Christian Geyer,
nella quale si trovano con molta fac’.lità gran parte degli elementi che il
prof. Miegge aveva nella sua relazione rilevato a proposito del protestantesimo liberale. Si tratta di una pre
dica in cui il sentimento religioso’ delTuomo si risolve in un generico naturalismo, e anziché costituire un’alternativa al mondo, si iiiquadra molto
bene in una visione unitaria dei dove
ri verso Dio, il prossimo e la patria:
fino al dovere di dare se stessi su un
campo di battaglia.
Il past. Franco Giampiccoli, ha allargato la sua analisi agli aspetti
c(!ntrastanti che dopo la Riforma caratterizzarono il pensiero protestante : da una parte studiando il razionalismo che in breve tempo costituì una
vera e pronria scolastica riformata, e
dall’altro la reazione sentimentale,
antiteologica, praticistica, soggettivista, che si suole indicare col nome di
ha condotto sulla sostanza teologica
del pensiero di Barth ha mostrato come questa frattura si compisse innanzitutto sul terreno teologico. Dopo la
discussione sulla relazione di Bouchard, centratasi suiranalisi della
Confessione di Barmen e sul problema dei rapporti tra chiesa e stato, i
gruppi hanno preso in esame una predica di Barth, centrata suH’elezione
d’Israele, e pronunciata in un tempo
in cui già le persecuzioni aptisemite
acquistavano' in Germania carattere
drammatico.
La relazione del past. Sergio Rostagno, ha preso in esame la rivoluzione
dalla teologia dialettica nel camno più
provengono dall’uomo che nella nostra generazione ha fatto di più per smuovere le
Chiese Evangeliche e produrne il rinnovamento: di fronte all’inerzia spirituale di vasti strati di queste Chiese (forse in particolare delle Chiese svizzere che formano l’ambiente di Barth) si deve supporre che un
fattore non teologico di amarezza abbia influenzato negativamente il giudizio del teologo? Non sarebbe conforme al temperamento dell’uomo. Comunque non siamo certo noi
a essere teneri verso le nostre Chiese Evangeliche : eppure, senza nessuna intenzione
apologetica e senza ottimismi illusivi, ma
proprio guardando al fermento che c’è in
tutti i settori del Protestantesimo della nostra generazione, alla volontà di revisione,
allo slancio di iniziative nuove, ci pare che
il giudizio di Barth sia eccessivo e ingiusto
nei confronti del Protestantesimo. E per contrasto sia esageratamente positivo nel valutare la vitalità presente del Cattolicesimo.
Ma, con ogni probabilità, per giungere a
una approssimazione maggiore, si deve superare il limite delle interpretazioni di tipo
storico, psicologico e anche teologico: Barth
parla pensando alla sovrana libertà di Dio,
che può rigettare i suoi eletti e far sorgere
dalle pietre dei figliuoli ad Abramo, può
chiamare da oriente e da occidente è scacciare nelle tenebre di fuori quelli che abitano la sua casa, può afppunto trasformare
gli ultimi in primi è '1 primi in ultimi.' In
fondo il dibattito Catfojicésimo-Protesfantesimo è qui trasceso, insieme alle questióni di
maggiore o minore fedeltà — o, peggio,
di prestigio — dell'uno''o dell’altro : se il
paragone non si prestasse a identificazioni'non
appropriate, che sono lontane dalle ùostre intenzioni e che potrebbero produrre spiacevoli
suscettibilità, saremmo tentati di dire che
siamo sulla linea dei detti evangelici secondo cui i figliuoli delle tenebre àóno più avveduti 'dei figliuoli della luce, i Niniviti si
ravvidero alla predicazione di Giona méntre i Giudei non accolgono il messaggio di
colui che è più che Giona. E’ un ammonimento: i protestanti, con tutto il loro biblicismo, sembrano rimanere inerti, i cattolici sembrano lasciarsi smuovere dalle sollecitazioni della Parola e dello Spirito di Dio.
Barth terminando stabilisce l’inscindibilità di rinnovamento e di unità della Chiesa : le Chiese non possono giungere a unirsi se non si ravvedono e non si rinnovano.
Ineccepibile. Ma avremmo riconosciuto meglio il timbro della sua voce — quella che
è risuonata nel colloquio con i Riformati
ad Amsterdam nel 1948, che aveva disgustato i molto dignitosi rappresentanti delle
High-Churches è messo fieramente in imbarazzo le autorità del Consiglio Ecumenico —
se si fosse posto questa domanda : il docile o.ssequio che da un po’ di tempo a questa parte certe Chiese e personalità protestanti dimostrano verso il Cattolicesimo e
che è di tanta consolazione per le sue alte
sfere, non è per caso dovuto — anche —
(su un piano più profondo delle questioni
dottrinali o liturgiche o organizzative che
sono sul tappeto e in cui si fa un gran parlare di reciproche aperture), a un segreto
rifiuto del rinnovamento fondamentale della
Chiesa, cioè a conservatorismo e diciamo pure a destrismo (coperto da aggiornamenti vari) ecclesiastico, politico e sociale, che può
ammettere un cauto trasformismo che non
scomoda posizioni raggiunte, ma non può
tollerare una messa in questione radicale da
propriamente teologico : sottolìnean'
pietismo. Centrata la sua analisi sul do la riscoperta dell’escatologia, che
pietismo il past. Giampiccoli ne ha poco aveva interessato il teologo Ube
messo in luce gli aspetti più caratte- rale, Rostagno ha spiegato dallinter
ristici che ancora oggi sopravvivo- no il nuovo valore attribuito alla Pa- ^
no in parte nella coscienza protestan- rola di Dio nel pensiero Barthiano, parte della Parola di Dio?
te • una diffidenza verso la teologia, da che rifiuta di considerarla come buo- Rimane comunque il fatto che, data la
una parte, cioè una confusione confes* ne. dottrina morale per persone colte, responsabilità ecclesiastica e teologica che
sionale all’insegna della pietà cristia- o come campo d indagine stoiiO’grafi- pesa sulle spalle di Karl Barth, i giudizi
ca e archeologica, ma che le riafferma espressi in queste pagine sembrano privi di
la qualità essenziale di Rivelazione. prudenza critica e sanno per lo meno di
Questa prospettiva non rifiuta, anzi prematuro, dal momento che il Concilio è
si avvale di tutta la critica storica. ancora in fase di svolgimento. Ci paiono più
cui il liberalesimo aveva sottoposto i fondate e più realistiche le dichiarazioni re
Testi Sacri; ma se ne avvale posta la se dal dott. W. A. Visser't Hooft alla ses
premessa che essa vale per quello che sione del Comitato centrale, del Consiglio
è, cioè come strumento metodologico Ecumenico, che ha avuto luogo alla fine del
libri
L’ultimo quaderno
FUV - GEM > MGB
Redigere una recensione sul contenuto del
Quaderno F.U.V., GEM e MGB - Storia recente d'Italia (1918-1948) di G. Rochat,
non è impresa tanto facile per due ragioni.
1) perchè il lasso di tempo che intercorre
tra il 1918 e il 1948 comprende in una rapida successione di eventi, fatti ^ ed episo i
ri; fole Imnnrtanza storica per l’Italia, che
di tale importanza storica per
poche righe di commento non potranno
dare una pallida idea degli argomenti trattali: 2) perchè l'autore del Quaderno, con
felice scelta ed oculata disposizione, è riuscito a condensare in cosi breve sintesi a
cronaca di tali avvenimenti, per cui il recensore si trova a dover redigere la sintesi
della sintesi.
Il Quaderno, preceduto da una breve introduzione, è suddiviso in cinque ®lvdi, ve
ramente ben impostati, sia come elaborazione di un materiale così vasto, sia come
incisiva presentazione dei fatti.
Tenuto conto della forzata limitazione di
questa pubblicazione, bisogna riconoscere che
lo scopo di tali studi è stato pienamente raggiunto, perchè essi sono in grado di presentare con poche considerazioni essenziali un
chiaro panorama degli eventi che hanno
sconvolto il mondo. Ogni studio, poi, e coro
piotato da una vasta bibliografia, molto uti.e
per orientare il giovane e il meno giovane
verso letture più impegnative e complesse,
per mezzo delle quali potrà approfondire ed
estendere le sue conoscenze su tale periodo
Storico.
Per meglio far comprendere al lettore le
cause contingenti che avevano predisposto
l’ambiente politico e sociale di allora ad accettare l'avvento del fascismo, il primo studio fa un breve giro d'orizzonte sui motivi
che provocarono la 1“ guerra mondiale e
sulle circostanze che, dopo la vittoria, crearono il clima adatto per la nascita del_ mo
sionale all’insegna
na che si cura di fare il bene, e_ non
di astrattezze dottrinali; e un distacco dal mondo laico della cultura, dall’altra, che conduce la chiesa su un
piano extra-politico di non impegno.
A questo proposito la predica studiata dai gruppi risultava particolarmente significativa, in quanto non „ --------------- , ., ^ r . mz, r. .
preoccupandosi minimamente dei rap- per meglio comprendere il senso deUa 1 agosto 1963 a Rochester, N. Y. H Segretaporti di tipo sociale, inquadrava la Parola. Un’altra importante scoperta, no generale ha dichiarato che la situazione
benevolenza e Tinteressamento dei pa- che è poi una riscoperta, è il valore attuale è ancora caratterizzata da una reladroni nei confronti dei servitori nella concreto che la teologia dialett’ca dà tiya incertezza circa il vero significato di
conservazione più aperta dei rapporti alla Trinità: non più mistero inccm- ciò che sta avvenendo al Concilio Vaticano,
di dipendenza preesistenti. La predi- prensibile. e anche un po’ assunto, ma Bisogna guardarsi tanto da un esagerato scet
ca, di Enrico Merle D’Aubigné, tenu- concreta espressione del triplice rap- ticismo, quanto da un atteggiamento roman
ta’ nel 1823 è un esempio di sermone porto che Dio stabilisce con l’uomo : tmo. « Ci occorrono degli uomini che da una
del Risveglio, il movimento che si rial- di sovranità, di rivelazione, di grazia, parte comprendano che lo Spirito è all'ope
laccia per mclti lati alTesperienza del Attraverso quest’analisi, Rostagno ha ra nel nuovo esame di coscienza e nelle ri
pietismo e ha suscitato tra i campi- spiegato il contenuto teologia della torme della Chiesa cattolica romana e che
.. * ______1.* Jr „ __; /~iz>v-i-Fzxomr»T-if o -f o.r1oiC/«>o tutte le Cniesp hanno rta ___1.I_
sti accese e interessate discussioni.
Dopo queste due relazioni che hanno delineato, sia pure a grandi linee,
ma efficacemente, il pensiero protestante e la storia delle chiese fino alla prima guerra mondiale, la relazione del past. Giorgio Bouchard ha affrontato storicamente il problema dei
chiesa Confessante tedesca, introducendo così, i campisti all’esame della
predica di Gollwitzer ad una comunità confessante tedesca, una settiniana
dopo la tragica notte degli specchi, in
cui si mette in rilievo che il rapporto
cristiano col prossimo, lo si può avere solo in funzione del ravvedimento
che vimento fascista. Dopo queste premesse, l’Au- (¡risi e della nuova teologia, alla lu- e del pentimento
tore prende l'avvio alla trattazione vera e ^e della Situazione concreta della chiepropria della storia d’Italia, nei limiti di tedesca dopO la guerra. Nella Stia
tempo già precisati, che si conclude nel V® lunga e seguita relazione, Bouchard
studio sulla crisi della resistenza e sulla guer- puntualizzato l’atteggiamento lira fredda. . . berale in senso teologico e nazionali
Per terminare è necessaria una^ sta in senso politico della chiesa Evan
La serie di studi è stata infine conclusa dalla relazione del past._ Giorgio
Girardet che ha analizzato^ il rinnovamento teologico e in particolar mode un punto della Confessione di
Barmen nella prospettiva del cristia
sul punto III del V studio dove Taf- gejiea tedesca, seguendo mano a ma- nesimo sociale; partendo dalle nosi
fermazione : « .,-chc la sinistra è in netto
declino e la DC orientala verso destra sempre più chiaramente... », è modifieata nel
momento attuale dalla formazione di un
Governo di centro-sinistra. .
La lettura di questo Quaderno e caldamente raccomandata tanto ai giovani delle
nuove generazioni, quanto alle persone di
età matura che hanno vissuto quelle travaeliate giornate: agli uni per trarne salutari
fnsegnamenti e agli altri per non dimenticare nel benessere e nella tranquillila attuale il tragico periodo arteora^-i -omo a
gTorGio Roch.vt : Storia recente dTtalia
(1918-1948) — Un quaderno l.U.V. —
GE.M. — M.G.B., L. 2.50. Anche presso
la Claudiana.
no, parallelamente al sorgere del movimento nazionalsocialista, l’involuzione della chiesa, attraverso i gruppi
dei Cristiano-tedeschi, fino alla costituzione della chiesa di stato, asservita al regime: in questa prospettiva
va vista la presa di posizione che la
chiesa (confessante assunse con la dichiarazione di Barmen del 1933, ispirata dalla coscienza teologica di Karl
Barth. Tanto maggiore importanza
assume allora, anche in sede storica la
frattura che la teologia dialettica portò nei confronti del quieto vivere di
una chiesa legata alle manifestazioni, anche le peggiori, della società che
la nutriva: e l’analisi cffie Bouchard
zioni sostarizialmente liberali dello
Hamaek, Girardet ha mostrato come
il problema, quando superi le dimensioni del tatticismo spicciolo, vada al
centro stesso del rapporto tra Storia
e Parola, cioè vada visto in ultima
analisi alla luce della frase « Cristo è
il Signore»: come del resto avvertì
lo stesso Barth. Strettamente collegati sono i problemi della testimonianza e del servizio nel mondo, da una
parte, e degli empi legami, cioè dei legami ideologici (5ol mondo, dall’altra.
Il campo si è concluso con due discussioni generali, la prima sul tema
specifico di riflessione, che ha puntualizzato la modernità e l’urgenza
tutte le Chiese hanno da impararvi qualche
cosa (2), ma che comprendano anche che,
pur offrendo delle nuove possibilità di conversare e di collaborare, le questioni fondamentali che ci separano rimangono delle inflessibili realtà ». g
(1) Se non andiamo errali il rito non è
una innovazione: è stato praticato anche nel
Concilio del 1870, in cui fu promulgato il
dogma della infallibilità...
(2) Da un punto di vista riformato, saremmo forse più cauti nell’affermare che lo
Spirito è all opera. Di quale Spirito si tratta.'' E concepiliile l’azione dello Spirito senza una chiara, esplicita, coerente subordinazione alba Parola? Già Calvino, a proposito
di Cattolicesimo, dichiarava: «Ils n’allegueni
que le saincl Esprit, et ne le mettent en
avant à autre fi, que pour conserver, sous
ombre d’iceluy, des doctrines estranges et
diverses de la Parole de Dieu », cosicché si
ha I assurdo di una Chiesa « gouvernée par
le sainct Esprit, sans la Parole de Dieu»
(I C. IV-8-13).
della problematica barthiana; e un
secondo sull’andamento del campo,
da tutti riconosciuto come perfettamente riuscito e come modello per i
campi invernali degli anni a venire.
Cesare De Michelis
4
pag. 4
N. 4 —24 gennaio 1964
Il Presbiterio lombardo
è una realtà
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
Sulle nostre eolonne abbiamo già dato
notizia dei primi passi del « presbiterio
lombardo , il gruppo* pilota che ha avvia*
to a una prima attuazione ciò dia da qualdie anno si discute sulla stampa, in sinodo,
e •— meno — nelle assemblee di chiesa locali. Il « presbiterio lombardo », riunente
le chiese di Bergamo, Brescia, Como e Milano, è una realtà; modesta ancora, ina cera e finora unica, in questa forma, da noi.
11 Vicepresidente della Commissione del
111 Distretto — e membro di una di queste
c.:nn nilà e del suo Consiglio — il dott.
R. Ise?nburg, ha cosi scritto in proposito:
« Uno dei compiti delle nostre Commissioni e Conferenze distrettuali è quello di
creare e mantenere [ contatti fra le Chiese
di una stessa zona.
<( Nella speranza di raggiungere meglio
questo scopo, di stìniclare utili scambi di
idee e dì discussioni, di tracciare le linee
di un’azione comune alle quattro Chiese dì
lina stessa regione, sì è da poco costituito
il Presbiterio Lombardo.
« La sua attività, all’inizio, è consistita
essenzialmente in riunioni bimestrali, tenute a Bergamo, dei pastori o dei membri
delegati dei Consigli delle quattro Chiese,
del presidente della Commissioaie distrettuale e di altri invitati occasionali.
« Le riunioni si svolgono con un programma stabilito dì volta in volta, di cui
indichiamo alcuni punti:
— informazioni sui principali fatti avvenuti nelle rispettive comunità,
— dii&cussìone degli studi da svolgere per
disposizione sinodale e loro eventuale
ripartizione fra le Comunità;
— studi in seno alla stessa riunione presbiteriale ;
-- accordi per conferenze e scambi di pulpiti.
« In una rerohia meno ristretta, sì è svolta la nrimavern scolsa a Brescia, sotto l’egida del Presbiterio, un incontro di membri delle quattro Chiese, ed è sperabile che
altre analoghe iniziative si attuino più frequentemente e con sempre più numerose
adesioni.
« Difatli le riunioni presbiteriali dt Bergamo non sono fine a se stesse, ma devono
ronduire a una migliore conoscenza reciproca delle Comunità e a un maggiore interesse delle une per le altre. Alle comunità stesse ne verrebbe certo arricchimento
spirituale e benefìcio pratico; e saranno poi
proprio questi incontri e questa conoscenza reciproca a consentire al Presbiterio —
attualmente ancora in fase sperimentale —
dì consolidarsi e di affermarsi ».
In occasione del Natale, le quattro Chiese sì sono unite nel pubblicare un bollettino unito (la testata, « I.’Araldo », è quella
del bollettino milanese^ riportante le notìzie e gli aimunci relativi alle varie comunità ; è probabile che tale iniziativa sia
continuata.
CENTENARIO A COMO
In evidenza fra le quattro chiese del Presbiterio lombardo è, quest’anno, quella di
Como, che celebra il suo centenario. Le celebrazioni sono iniziate in questi giorni, con
una conferenza tenuta dal prof. J. A. Soggin, della Facoltà Valdese di Teologia sul
tema: «/Z Concilio Vaticano II. Impressioni e commenti di un protestante italiano »;
per il 31 gennaio è atteso il prof. Giorgio
Spini, dell’Università di Firenze, il quale
parlerà su « L’Evangelo davanti alle rivoluzione del nostro tempo »; in febbraio il
past. Luigi Santini tratteggerà la storia dei
cento anni della comunità. Daremo notizia
più ampia dello svolgersi delle celebrazioni
centenarie dell’evangelismo comasco.
Del sereno e gioioso periodo natalizio,
ricordiamo come « particolarità » di questo
ai.no la forma inconsueta della « festa delralbero » per i bambini: i bimbi dell.i
'scuola domenicale, dopo il culto mattutino
della domenica 22 dicembre, si sono riuniti nella sala per il pranzo in comune (queste agapi si rendono particolarmente utili,
a Como, data la dispersione di tanti membri di chiesa nella dia.sporal ; quindi è stata
loro offerta dairUnione giovanile la recita
di una commedia « Un Natale fatto così »,
scritta per loro da un membro della comunità; al termine, si è acceso l’albero e si
sono diisstribuiti i doni. Una bella giornata.
Per il 26 gennaio è in programma a Como
tini: festa in lomiinp per i bambini delle
Scuole Domenicali e per quelli della Scuola Europoa di Ispra-Varese, con un programma di giochi preparato in comune, nei
quadro dei rapporti che vìa via si stringono fra le due comunità
BERGAMO
Da Bergamo, si segnala la buona attività
del « gruppo del Vangelo n, curato oltre che
da! past. N. Giampiocoli, dai sigg.ri Lucia
no Gay e Giuseppe Tosi; dopo alcune sedute dedicate alla lettura del Sermone sul
monte, si è passati a studiare il tema della
prossima assemblea generale dell’Alleanza
Rifornurta Mondiale: Vieni, Spirilo creatore!'. si tratta di una serie di ricerche bibliche sul tema generale dello Spirito Santo:
la sua azione nel credente e nel riniiovanicn'.o della Chiesa.
In novembre si era avuta una serie di visite gradite: il past. Paolo Marauda che ha
parlato della Chiesa Anglicana e della sua
funzione nella situazione ecumenica; il past.
Gino Conte che ha presentato il problema
della stampa nel quadro della testimonianza evangelica; il past. Franco Sommani, che
ha illu.slrato il tema del servizio del pros.
s:mo nella Chiesa e la sua cri.si nel nioi.'iento attuale.
BRESCIA
Brescia, buona ripresa, nel complesso,
dopo che il timore di rimanere, almeno temperaneamente senza cura pastorale in loco
era stato fugato dall’acceltazione, da parte
del past. Alessio, della richiesta della Ta
vola affinchè rimanesse ancora un anno in
quella sede. Promettente Fattività delFOnione giovanile, grazie |)ure alla collaborazione impegnata di alcuni fratelli.
MILANO
Da Milano, si segnala buona riuscita del
bazar dell’inizio di dicembre: ad malora
tendo. A parte il risultato materiale, molti
.si sono rallegrali dell’occasione che questa
manifestazione offre ai membri di chiesa di
ritrovarsi e di conoscersi, cosa difficile e
rara, dispersi nella grande metropoli. Si
piogena di rinnovare, di tanto in tanto,
quest’opportunità.
Nel mese di dicembre sono state tenute
due conferenze: una dal past. Franco Sommani su « Angoscia e solitudine dell’uomo
moderno » e una dal past. Alberto Ribet su
« Il messaggio di Natale per l’uomo moderno ».
POMÄRETTO
Recenlemenle abbiamo relebrato il servizio funebre di Balma Alessandro deceduto all’o&pidale di Pomaretto dopo breve
malattia. Conoscevamo bene « Barba Sandre )) dei Gilly e l’abbiamo apprezzato per
la sua fedeltà aH’EvangeÌo, la ricchezza
del suo pensiero e raffeUo che egli aveva
per la sua chiesa. Molta parte della comunità era presente alle esequie per esprimere il pensiero di solidarietà ai parenli. sopraMutto alla figlia Evelina ed aì figlio Enrico a cui va la nostra profonda simpatia.
Siamo riconoscenti al gruppo di sorelle
di chiesa che lia recato un dono ed un
pensiero di atfelto a tutti i ricoverati della
parrocchia negli ospedali psichialri<*i di
Torino. Siamo grati per questa collaborazione e queste visite compiute assieme al
Pas'-ore. In programma abbiamo una se
AN6B0GNA (Capoluogo)
— Riferendo la cronaca di queste ultime
settimane, ricordiamo con .particolare .piacere le celebrazioni natalizie iniziate jl 22
Dicembre con la tradizionale « Festa dell’albero », dedicata a grandi e piccini. Buona partecipazione delk Comunità e buona
prejiarazione dei bambini che hanno eseguilo con bel garbo e senza intoppi il programma preparato con cura dalle Insegnanti, che ancora ringraziamo. Così pure rin
graziamo la Signora Rivoira Bolla Amandina del B.anssan, che anclie quest’anno ci
ha fatto omaggio di un beUissimo pino. I
bimbi hanno ricevuto il dono di un libro
e della tradizionale brioche.
—• Il Cullo di Natale ha visto la solita
numerosa partecipazione in prevalenza maschile (le donne stanno forse a casa a preparare... il pranzo?). Per Foccasione la Corale ha cantato un ben riuecito inno : « Jésuf quitte son trône ». Anche i Culti di
fine d’anno al Serre e Capodanno al Capoluogo sono stati discretaïiïeilte ' ben frequentati. La Corale ha cantato al Culto di Capodanno : « Quel doux repos », dagli Psaumes et Cantiques. Ricordiamo ancora le feste dell’albero soolasticlie, tutte ben riuscite, malgrado la sempre maggior scarsità di
bambini e la simpatica iniziativa dei giovani del Prassiuit-Vemé che hanno visitato,
la sera del 23 dicembre, le persone anziane del loro quartiere, portando loro un
piccolo dono con un inno e una preghiera.
— Nel mese di dicembre ricordiamo ancora la partecipazione dei membri delle
Lnioni femminili di Anigrogna ai Convegno FFV di San Germano Chisone e il 15
dicembre il Culto di insediamento dell’anziano dei Pons, Signor Alfredo Maian, elet
to nelFAssemblea d| Chiesa di novembre.
— Prima di Natale hanno avuto luogo
due runioni straordinarie ai Maian e ai
Raggio per raggiungere queste zone non
dotate di scuole quartierali. Dopo Natale
sono iniziati gli scambi di riunioni Ira i
due Pastori di Angrogna, ohe, insieme, visitano lutti i quartieri delle due Comunità.
I temi trattati sono: «] problemi della fame nel mondo », e « 11 valore e senso del
Culto cristiano ».
— In questo periodo abbiamo avuto la
celebrazione di due matrimoni. Il 14 dicembre tra Buffa Dorino della Roccia e Rivoira
lima della Cassetta; il 12 gennaio tra Maian
Marcello di Prarostino (ma di origine angrogninat e Bertin Graziella del Bcuntoun.
Ai due nuovi focolari, il primo dei quali
si è iStabilito ad Angrogna ed il secondo a
Pinerolo, va l’augurio molto affettuoso di
una lunga vita serena e felice nel Signore.
— Accanto ai matrimoni .ricordiamo . le
na-soite: Eric, secondcugmito di Pietro e
Pierino Gaydou nato il 25 settembre scorso; Rinalda, secondogenita di Renzo e Anita Benecb del Ciabot, nata l’8 novembre
scorso; e infine, recentissimo, Marco nato
il 17 gennaio primogenito di Elmo e Aniina Maian del Prassuit. Ai piccoli e ai loro
genitori felicitazioni e auguri nel Signore.
— Domenica sera 12 gennaio la filodrammatica di Prarostino è venuta da noi a recitare la commedia brillante: «Quel galantuomo di papà »; è stata molto apprezzata
la spigliata e sicura recitazione dei pur giovani attori, così come il contenuto della
commedia non privo di un utile insegnamento morale. Un grazie agii attori ed un
arirvederci alla prossima volta.
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— Hanno ultimamente terminato la loro
corsa terrena: Geymonat Susanna, del Resse, di anni 72, e Gaydou Caterina nata Garnier, del Centro-Saret, di anni 81. La prima
si è spenta improwi-samente ; la .seconda dopo un alternarsi — durato parecclii mesi —
di salute un po’ più o un po’ meno buona.
.Abbiamo accompagnato le loro spoglie mortali al campo dell’estremo riposo terreno
rispettivamente il 21 dicembre e l’8 gen
naio. Ai familiari e ai parenti tutti rinnoviamo l’espressione della nostra cristiana
simpatia e della nostra fraterna solidarietà.
Ci è giunta notizia che a Filadelfia è deceduta Anna Robert nata Allio, originaria
di Villar Pellice. La chiamata le è giunta a
distanza di poche settimane da quella della
sorella Suselte in Claudel. Per quanto lontana da molti anni, aveva conservato un -rivo rico-rdo ed un grande affetto per la sua
parrocebia d’origine. Esiwimiamo le nostre
vive condoglianze a tutti i parenti.
— Un nuovo focolare si è creato nella nostra Comunità, esso è quello di Berton Alberto Giovanni (Inverso - Bollavecchia' e
(Il Gayard Ernestina Giovanna (Inverso
Cognetti).
1! Signore l’accompagni con la sua grazia.
— Ci hanno ultimamente portato il loro
messaggio : il Pastore Gustavo Berlin, che
ha presieduto il nostro culto la domenica 5
gennaio ; il Missionario Jean Nouvelon, della Società delle Missioni di Parigi e il Sig
Alberto Lazier — che sta attualmente completando i suoi studi teologici a Ginevra —
rispettivamente in occasione di una riunio
ne al Ciarmis e del raduno mensile dei Giovani alla Piantà.
Siamo loro molto riconoscenti e li ringraziami del loro molto buon messaggio.
— Le festività natalizie e di fine e principi(> d’anno sono state celebrate in un’atmosfera di letizia e di riconoscenza. Il tempo
mollo clemente e mollo bello ha favorito
lo svolgimento delle varie celebrazioni. Il
21 dicembre, nel pomeriggio, ha avuto luogo la tradizionale festa dell’Albero di
tale. 1 bambini — molto ben preparati dalla loro direttrice di canto, dalle loro monitrtej e dai loro monitori — hanno offerto al
numeroso pubblico accorso ad ascoltarli tutto un vasto programma di canti e di recite
molto apprezzato.
Un grazie di cuore a tutti quelli che hanno collaborato — con il loro lavoro o con |
loro deni — alla biion-r riuscita della simpEtica festa.
— 11 giorno 25 il nostro vasto tempio si
è gremito di fedeli, accorsi ad ascoltare il
lieto, grande annunzio di Natale: «Dio
ha tanto amalo il mondo, che ha dato il
Suo Unigenito Figliuolo, affinchè chiunque
(tede in Lui non perisca, ma abbia la vita
eterna ». Ha avuto luogo in seguito la relehi azione della Santa Cena alla quale hanno
preso parte numerosi fratelli e sorelle. Mollo buona pure la frequenza dei culti di fine
e di principio d’anno. Durante il primo sono stati ricordati j nomi dei fratelli e delle
sorelle -'hiamali durante Fanno ad una vit-a
di superiore servizio ed è .stala espressa alle
famiglie la solidarietà della Chiesa.
MASSEL
Abbiamo rivisto con vero piacere per al
cuni giorni il pastore Giorgio Tourn in
mezzo a noi. Vogliamo aaugurargli che i
progressi fatti fino ad oggi nella sua salute
continuino, anzi che si accelerino in modo
che possa riprendere presto il suo servizio
nella nostra chiesa.
Sia pure un po’ in ritardo vogliamo an<-he noi ringraziare il Moderatore per la
sua gradita visita, in occasione della quale
abbiamo potuto renderci conto che di vaidesi a Massello re n’è ancora qualcuno di
più di quello che sembrerebbe a vedere
uno dei nostri culli domenicali.
Le celebrazioni natalizie hanno seguito
il loro ritmo consueto, in quello che ha di
buono od in quello che ha di cattivo o, al
meno, di estraneo al messaggio del Natale.
L’U.G.V. continua la sua attività e k
frequenza e l’affiatamento sembrano incoraggianti. I giovani hanno organizzato una
piccola recita per domenica 5 gennaio che
Ila riscosso una notevole affluenza di pubblico e di amici anche non di Massello che
ringraziamo per il loro incoraggiamento.
Abbiamo .apprezzato anche lo sforzo di
questi giovani, soprattutto eli alcuni giovanissimi alle loro prime armi
avvisi economici
N A POLI (via dei Cimbri)
octnda visita per Pàsqua. Le famiglie elie
hanno lei malati dì qualunque infermità
sono pregali dì segnalare i nominativi alla
signora Chambon Lina per poter effettuare un giro eompleto. Ringraziamo le soreille per i doni riie hanno portalo ed aeeogliamo con gioia le offerte in quel senso
anche di deiiaro per le spese del viaggio.
Ricmdiamo le prossime riunioni: Martedì 28 gennaio ore 20,30: Faiola; mercoledì 29 gennaio ore 20,30 a Perosa e giovedì 30 alla stessa ora alla Lausa. Il 2 febbraio ( domenica' il missionario Coisson
visiterà la nostra ch'e.*a: darà un messaggio
a: bambini, presiederà il culto e parlerà
alla riunione delle sorelle di chiesa, anti
cipata per quella domenica in occasione
della visita del signor Coìsson.
Il culto alla cappella del Clot avrà luogo,
come stabilito, l’ultima dominiti, del mese e cioè il 26 gennaio.
La domenica 2 febbraio il missionario Roberto Coisson visiterà la nostra comunità :
parlerà ai bambini al mattino e poi presiederà il culto alle 10,30: nel pomerìggio, alla
cappella di Perosa parlerà alle sorelle di
chiesa, il che comprende un’età che va da
venti a cento anni! Diamo sin d’ora il benvenuto al missionario e ricordiamo che la
colletta andrà a beneficio delle missioni.
Annunziamo che in prossimità del XVII
febbraio che ci ricorda il grande dono della
Libertà che il Signore ci ha concesso, il gruppo dei responsabili, con anziani e diaconi
ha deliberato quanto segue: i giovani e responsabili di chiesa passeranno nelle famiglie per ritirare l’offerta generosa, a beneficio della cappella di Perosa e del deficit della cappella del Clot Inverso; inoltre ritireranno altresì le offerte per i festeggiamenti.
Siamo certi che la comunità tutta risponderà
con entusiasmo alPappello.
Le iscrizioni per il pranzo del XVII si ricevono presso i responsabili alTInverso e a
Pomaretto e Perosa presse i membri del
Concistoro e negozi che già nel passato hannoi. reso gentilmente il servizio. Le prenotazioni saranno improrogabilmente chiuse la
sera del 12 febbraio.
Il giorno 4 corr. il Signore richiamava
nella sua eterna gloria, la nostra sorella in
fede Durand Adelina da tutti conosciuta
come Tanta Retta. Tutta la Comunità ha
manifestato la propria simpatia cristiana
partecipando compatta ai funerali che hanno avuto luogo il giorno successivo.
Domenica 26 corr., alle ore 15, avrà luogo
olle Fucine ¡1 Culto mensile con S. Cena.
Unione delle Madri: domenica 9 febbraio.
11 periodo delle feste ri è iniziato per la
nostra Comunità con la celebrazione del
^atale per i nostri alunni delle Scuole Doiiienicali e Biblica.
La festa dell’Albero di Natale ha riunito
nel Tempii) j nos'ri ragazzi e un buon numero dì indulgenti spettatori, nei pomerig
gio del 22 dìc’enibre. 11 semplice programma di poesie e dialoghi si è iniziato con la
recita de « I Testimoni », dialogo ispirato
a personaggi biblici, con citazioni dei A^arl
autori sacri, opera del pastore Giorgio
Tourn e pubblicato nella Rivista « La Scuola Domenicale ». Mcllo applauditi i nostri
piccoli attori che, alla fine, hanno ricevuto
il loro dono: un bel libro, ì più grandi, e
un giocattolo j piccoli, oltre al solilo par(lielto di dolci.
Agape fraterna. La sera del 29 dicembi *
ha avuto luogo la tradizionale « cena di fine d’anno », organizza a dairUnìone Giovanile, e alla quale liannc partecipalo anche parecchi membri di Chiesa e amici, in
tutto 34 persone. Dalle 19 alle 24 grande
allegria, perfetto accordo, buon appetito
hanno caratterizzato la simpatica riunione.
Culti speciali. I culti di Natale e Capo
d’anno hanno visto riempirsi il nostro locale di culto. Con gioia abbiamo potuto rivedere anche amici ve*ruti a Napoli per le
feste. Alla Santa Cena ha partecipato la
quasi totalità dei presenti. Ottime le collette, destinate alla beneficenza locale e al
Rifugio (( Carlo Alberto ».
Battesimo. Al mito del 29 dicembre e
stato battezzato il piccolo Silvio Fiorio. figliolo del nostri fratelli Alberto e AraentiTia Florio. Padrini sono stati i coniugi
Elena e Luigi Simondi, sorella e cognato
della mamma del piccolo Silvio, venuti da
Torino. Il Signore benedica il caro bambino e la sua famiglia.
Conferenza. Nel pomeriggio dì domenica
5 gennaio, nel nostro Tempio, il pastore
Domenico Giani di Stoccarda, ha tenuto
una conferenza sul tema « L’utpera di evangelizzazioni fra i lavoratori italiani In
Germania ». La conferenza doveva essere
accompagnata da proiezioni luminose, ina.
disgraziatamente, il pastore Giani è stalo
vittima a Milano del furto della sua mai china da proiezioni con tulli gli aj'ccssori.
comprese le foto da proiettare. Ce nc rammarichiamo vivamente col pastcre (iianì,
mentre lo ringraziamo per la sua ìiiieres.
sante conferenza, seguita con atlenzìoiu’ da
un buon pubblico.
Setiinmna di ìtroghiem. La settimana dì
nreglìiera interdenomìnazìonale sì ,è svolta
dal 7 alFll gennaio, nelle varie CI)ie-.u
evangeliche della città. Nel nostro Tenìjìlo,
la sera di mercoledì 8 c. m., la riunione è
stata presieduta dal pastore Mario Afln-o.
della Chiesa Apostolica. E’ intervenuta pure una buona parte della corale di deità
Chiesa, che ha cantato due begli imii. ast oltati con piacere dai presenti.
Finanze. Abbiamo ormai oltrepassa!n la
metà dell’anno finanziario e possiamo di"
re, con comprensìbile soddisfazione- rlu^ lo
stato delle nostre finanze è coniorlanle. T.e
contribuzioni ordinarie superano di oltre
lOO.flOO L. cmelle dell’anno passalo alla
stessa scadenza. Var? eontribueìitì danno
ormai compreso che il segreto per dare di
più alla loro chiesa senza -forzo e quello dì
versare contributi regolari mensili: alcuni
hanno aumentato questi loro contributi.
Aspettiamo che il loro esempio sìa seguito
anche da altri. Anche le collette ai culti sono in aumento. I versamenti alla Tavola
Valdese sono fatti mensilmente o abbiamo
fiducia di arrivare facilmente al traguardo
che ci è stato richiesto. F. F.
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(Lericì) 1.000; Guido Frache (Castagnole
Moni.) 500; Savino Paradiso (Foggia) 500:
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Slringari Pons (Torino) 500: Persìde Rosin
(Biella) 4.000; Anna Tiìli (Roma) 500; Ruggero Heiiking (Genova) 1.000; Luciano Gatta! (Firenze) 500: Aldo Gay (Firenze) 5(X):
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Vica) 500; Maurizio Quagliolo (Castellamonte) 1.000; Eco Giorgi (Pisa) 500: Luigia
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Tip. Subalpina a.p.a. • Torre Pellice (To'