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ECO
DELLE VALLI VALDESI
Spett.
BIBLIOIECA VALDESE
TORRE PELLICB
(Torino)
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XCIV - Num. 21
Una copia Lire 4(t
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Eco: L. 2.000 per I’interno
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TORRE PELLK E. 22 Maggio 1964
Ammin. ClaudiaBa Torre Pellice • C.C.P. 2-17557
’’...membra del Suo corpo,,
Convegno interdenominazionale
giovanile a Cerignola
La chiesa di Filippi era una buona
comunità alla quale l’apostolo era molto affezionato; ma qualche contrasto,
come avviene spesso anche nelle nostre comunità, ne turbava la pace. L’apostolo la esorta con molto tatto (vv.
i-5) ad avere un medesimo sentimento, un medesimo amore, a stimare gli
altri più di se stessi, a non far nulla
per vanagloria, ad avere il riguardo
non alle cose proprie, ma anche a quelle degli altri. Riassume tutte le esortazioni così: abbiate fra voi il sentimento che si ha come membra del
corpo di Cristo.
Quale sentimento? L’apostolo Paolo spiega mostrando Cristo: era in
forma di Dio, era lo splendore di Dio;
ma non ritenne ciò con l’avidità con
cui si afferra e si tiene una rapina
Cristo annientò se stesso, scese nel nostro nulla, nella nostra vanità, prese
forma di servo, cioè la nostra forma
divenendo simile agli uomini. Cfr. 2
Cor. 8 ; 9 ; essendo ricco si fece povero... questa è la solidarietà del Signore con noi, la sua povertà diviene
la nostra ricchezza, la sua morte diviene la nostra vita. Il mistero di questa
sua discesa nella nostra condizione è
rumore di Dio. Per il suo amore Cristo ha sentito con noi e per noi, ha
avi.to riguardo alle cose nostre. L’amoie è solidarietà, è comunione, è
servizio.
L'amore si concretizza nel servizio,
altrimenti rimane una vuota parola.
Quante volte abbiamo sulle labbra paiole che rimangono soltanto parole,
perchè non diventano servizio! Ma Cristo ha preso forma di servo ; « Io sono
fra voi come colui che serve.. », « non
sono venuto per essere servito ma per
servire... ». Cristo sana i malati, sfama le folle, caccia gli spiriti immondi,
libera dal peccato. Il suo servizio ha
I espressione più alta nella sua lotta
ti emenda per la nostra redenzione sul'u croce.
Ora noi siamo chiamati a essere
membra del suo corpo, cioè strumento del servizio di Cristo oggi nel mondo. Perciò non possiamo essere animati da quel medesimo sentimento d’amore che serve: ognuno individualmente e tutti come chiesa. Non può
essere un servizio forzato. La carità di
Cristo ci sospinge. Nella società umana sono altri impulsi che muovono la
gente, sono gli impulsi del vecchio
Adamo, brama di avere, di dominare,
di farsi servire (essere uguali a Dio),
lotta per 1’esistenza, rivalità, antagonismi. Gli impulsi del vecchio Adamo
sono talmente parte della nostra natura che senza Cristo non ci sarebbe
possibile fare altra cosa. Soltanto in
Cristo come membra del suo corno,
governante dal suo spirito è possibile
per noi entrare nel suo servizio, servire come strumenti per il suo servizio.
Non si tratta di un programma speciale, ma di uno spirito nuovo, di un
orientamento nuovo nella nostra vita,
nella vita delle nostre famiglie e delle
nostre comunità.
Poiché Cristo ha preso forma di servo, anche la sua chiesa non può avere
che forma di serva nel mondo. Il servo non è da più del suo signore. Non
vi è nulla di più assurdo, dal punto
di vista del Vangelo, di una chiesa privilegiata che domini nel mondo. La
comunità cristiana è per la città e non
II città per la comunità. La comunità
non è per se stessa, per curare la propria pietà, come Cristo non è venuto
nel mondo per se stesso, ma per il
mondo. Certamente, come ogni famiglia si interessa ai propri membri, anche ogni comunità si occuperà dei fratelli bisognosi, ammalati, soli, sfiduciati... Ma tutto non può finire lì. L’onentamento di ogni famiglia cristiana
non può essere quello di un piccolo
egoismo collettivo, così anche la comunità deve essere orientata non ver
so se stessa, ma verso il popolo in cui
vive. La su-i testimonianza a Cristo
SI concreta come servizio. La predicazione deH’Evangelo si deve incarnare
nella vita della chiesa per essere efficace, una dimostrazione di spirito e di
potenza.
Si sta studiando in questi ultimi tem pi per rinnovare la moltitudine di ministeri (cioè servizi!) nella chiesa. E'
bene, perchè se la chiesa deve assumere forma di serva, bisogna che impari
a servire. Questo servizio non può essere compiuto soltanto da alcuni popoli, ma da tutta la comunità. In tutta
comunità deve essere quel medesimo sentimento d’amore che spinge a
servire.
La croce è oer Cristo il culmine
del suo servizio e ogni servizio nella
chiesa non può essere compiuto che
su quella via. Per Cristo la croce è
stata un supremo atto di obbedienza.
L la nostra obbedienza (se è quel sentimento che si ha come membra del
corpo di Cristo) non può compiersi se
lion seguitando Cristo sulla medesima
via.
Ciò significa anche lasciare che Dio
prepari il domani, l’avvenire della
Chiesa ne! mond v. Non più dominio,
privilegio, ma servizio in situazioni
nuove, diflicili, impensate.
Il domani di Dio non è soltanto la
croce, ma molto più la resurrezione e
'a gloria del suo regno. Al Venerdì
Santo segue la Pasqua e l’Ascensione.
La croce non è fine a se stessa. La
Resurrezione e l’Ascensione del Cristo è la conferma da parte di Dio che
vita vera non è quella che gli uomiìi pensano seguendo gli impulsi del
vecchio Adamo, ma la vita manifestata da Cristo nel servizio d'amore, nell’obbedienza al P.idre Celeste fino alia m.orte sulla Croce.
A Cristo è dato un nome che è al
di sopra di ogni nome, cioè ogni potestà nei cieli e sulla terra (Matt. 28:
20). Nel Signor Gesù Cristo Dio è Dio
e Signore del mondo. Il Venerdì Santo sembrava che Cristo avesse perso
il mondo (c che avesse avuto ragione
Satana, quando gli aveva detto che per
possedere i! mondo avrebbe dovuto
prostrarsi dinanzi a lui). Ma a Pasqua
e all’Ascensione il mondo è veramente di Cristo, salvato da Cristo e signoreggiato da lui.
Anche la Chiesa, quando sembra
conquistare il mondo mediante alleanze e compromessi col mondo, lo perde. Ma quando lo perde, per essere
con Cristo in un medesimo Spirito di
servizio e di obbedienza al Padre, in
realtà lo possiede, con Cristo e come
Cristo.
Oggi partecipiamo al regno di Crito confessando il suo nome e piegando le ginocchia. So la Chiesa, cioè noi
he di essa siami parte, celebriamo e
confessiamo il nome di Cristo servendo con spirito di obbedienza e di amo■e, non sarà forse un segno manifesto
che egli ha potestà su di noi, che regna in noi e fra i.oi? 1 pittori antichi
ritraevano il Cristo glorioso con stimmate. Non è forse questa una buona
interpretazione del nostro testo, perchè il Cristo innalzato alla gloria è
Colui che ha servito e che serve per
amore obbediente fino alla croce?
Valdo Vinav
L'unità delle Chiese
Evangeliche d'Italia
Una giornata forse poco propizia, il 25
aprile scorso per andare a Cerignola in vefpa per partecipare al co'nvegno inlerdenoininazionale giovanile, dato il tenipo incerto, con rafl&che dì vento violento, miste
a piogge intermittenti. Ciò però non ha
coinpromeisso un’affollata pariecipazione di
giovani delle Chiese Baltiste e Valdese della Puglia, Campania, Abruzzi e Molise,
giìunli con i mezzi più vari. Ad attendere
1 congressisti c’era una ben indovinata lazzi di latte caldo con biscottini servita con
soninio amore dalla signora Castiglione coadiuvata da alcune giovani e signore anziane del luogo.
I lavori sono iniziati alle 9,45 con un
culto d’apertura presieduto dal fratello Nlco Pantaleo il quale ha preso spunto dal
salmo 62 w. 5-8: Essi non pensano che a
farlo (‘adere dalla sua altezza; prendono
piacere alla menzogna; benedicono con la
bncca, ma internaniente maledicono... In
Dio è la mia salvezza e la mia gloria; 1-a
mia forte rocca e il mio rifugio sono in
Dio. Ha fatto una breve, sentita, esauriente
meditazione. L’inno 29, cantalo in coro, ha
scaricato in parte reniusiasmo accumulatosi
nel rivederci insieme così numerosi per
trattare di un argomento che tulli sentivamo. Dopo i saluti dei vari partecipanti —
ciica 70 pensoiie — si è subito passato alla
elezione del seggio die veniva cosìi comiposio: presidente ìNico Pantaleo (Chiesa Battista di BariJ, segretario Leonardo Casoria
(Chiesa Valdese di Orsara di Puglia), eletto ’malore causa’ dopo i non ben capiti
rifiuti della sig.na Cielo e della sìg.na Miriam Castiglione. Ila poi preso la parola il
relatore tarantino Daniele Propalo, capogruppo della FLV del V distretto, panilando
811 « Il iiroteslanlesimo ed il messaggio nell ora presente ».
Subite dopo la guerra si è assistito ad
una netta ripi^esa di volon'à da parte dei
giovani protestanti, per riunire le forze
evangelidie. I frulli di questo desiderio li
possiamo constatare nel comitato redazionale misto fra battisti, metodisti e valdesi
dii alcuni periodici: Gioventù Evangelica e
Presenza Cristiana; indire a NapoM ed a
Bari, periodicamente gli studi dell’Unione
Giovanile sono tenuti in comune fra le varie denominazioni. Il consiglio federale delle Chiese EvangelM'he — prosegue il Propalo — in una seduta dello scorso anno
esprimeva la cenvinzione deirutilità di un
convegno giovanile per la « predisposizione
di strumenti necessari per la realizzazione
di un nuovo organico ». Da tempo si è sentita la necessità di unificare tutte le varie
denominazioni evangeliclie in un’umca cliiesa evangelica italiana. Alcuni tentativi sono
stati fatti in precedenza senza concreti risultati. Oggigiorno i tempi sono mutati e
soprattutto c’è nella maggioranza una convinzione matura e desiderio di vederci uniti sotto una stessa bandiera: CRISTO. Possiamo considerare le nostre denominazioni
come segno dì vitalità e di ricchezze? Non
è che ci siano delle rivalità fra i vari « fratelli separati », ma è certo che <'osì come
siamo, abbiamo un frazionamento che defi*rma il Messaggio e disperde le forze. In
teoria alfermiamo di avere l’unità ¡n Cristo, ma questa unità non può non materia
lizzarci. Uno degli ostacoli all’unificazione
c il fallo che ci sì attacca con troppo accanimento a dei momenti storici ed ai nostri
« grandi » a cui siamo affeziona'.i Umiliairoci davanti a Dìo — suggerisce il Propalo — e confessiamo ì nostri pec(‘ali e le
nestre vergogne. Siamo in vista di un congresso intemazionale evangelico; preghiamo per la sua buona, concreta riuscita. Rii chi dell’esperienza del passato, parliamo
preparati e, soprattutto, con buona volontà Solo così — conclude il relatore — su
po‘rà avverare quanto detto nell’Evangelo
{continua in 3.a pag.)
LO SPIRITO CREilTORE
Dio è dovunque ed è sempre il medesimo. E' il Creatore, che continuamente si muove nella sua creazione
reailizzantìo Tordiine, il mutamento ed
il compimento; agisce con una potenza che vivifica, riunisce, separa e riconcilia tutto ciò che è in riferimento
con l’uomo.
Non possiamo misurare la profemdità della sua sapienza; neppure possiamo definire esattamente il mode e
la diinamica complicati della sua presenzia. In Cristo, tuttavia, giamo stati
invitati a prendere coscienza del disegno immutabile di Dio, suggellato dalla vita di un uomo. In lui siamo stati
invitati a antrare nel disegno di Dio
Vieni,
Spirito Creatore
in favore deU’uomo, quale si svolge
nel corso della storia.
Abbiamo ragione di parlare di « Spirito Creatore», poiché Lattività creatrice di Dio in Cristo non si compie
a distanza. Si compie per noi e, di
conseguenza, attraverso Tinfluenza
personale di altre persone ; ma si compie anche in noi e quindi, in fondo,
soltanto in accordo con la nostra risposta. A dire il vero, qualunque sia
il grado di sofisticazione del nostro
cristianesimo, non sempre sappiamo
ciò che avviene. Generalmente non
siamo nemmeno disposti a renderce
ne conto. Tuttavia la proclamazione
centrale dell’Evangelo è che in Cristo
Dio si la conosicere nel modo piu intimo e personale, si che la realtà di
Dio ci è più vicina di quel che possa
mai essere la realtà di qualsiasi essere umano. V’è un'incommeiisurabile
misericordia nell'cpera che Dio compie per noi in Gesù Cristo, ma c è pure una giustizia alla quale non possiamo sottrarci. A causa deli’una e
deH’altra tutto ciò che costituisce la
nostra vita — ogni angola nascosto
del nostro cuore — è posto sotto giudizio 0 ha la sua importanza. Siamo
dunque chiamati in Cristo a dare una
risposta totale a ciò che egli ha comp’uto, gettandoci a corpo morto nelropera che ora egli compie nel mondo. Nulla di ciò che riguarda l’uomo
è indifferente al suo disegno, perchè
nulla sfugge al suo amore.
a nuova creazione
Cn
Chi voilesse trarre da quanto precede una simpatica fllosofla spicciola
rischia di andare incontro a una de
lusione. Il fatto è che non possiamo
semplicemente inghiottire tutte queste grandi parole («misericordia»,
«.giustizia», eoe.), incrociare le braccia, e fare come se avessimo « finito
i nostri compiti ». La portata dell’amore di Dio è univeirsale, ma è anche
storica: cioè egli ci raggiunge là dove
siamo, immersi fino al collo nella corrente convulsa, tumultuosa e rapida
della vita che scorre. Talvolta questo
amore proviene dalla scelta particolare di Dio che scompiglia tutte le savie spiegazioni.
^ Nel corso della storia recente dell’uomo, Dio è apparso fra gli uomini
e ha creato il popiolo d’Israele; poi ha
posto in mezzo a questo popolo il Salvatcre del mondo. E’ evidente che
quando egli stabilisce il proprio dominio sul mondo, si tratta di ima buona notizia! eoco quanto egli ha già
fatto per noi, quanto sta facendo in
noi, ed ecco perchè non dobbiamo
aspettarci di poter tutto comprendere da soli. Con la vita, la morte e la
resurrezione di Gesù, Dio ha detto;
« Sono per l’uoimo, ed è cosa definitiva ». Non ha detto, però, che l’uomo
se la cavava benissimo e che nessuno
aveva ormai più da peroccuparsi minimamente nè del cielo nè dell’infer
no. Permane dunque un mistero quanto alle intenzioni di Dio nei confronti di ogni uomo e dell’umanità. La nostra sorte non è determinata dalla fatalità, perchè il suo modo di agire verso l’uomo è spirituale : è il modo dell’amore. O piuttosto, numerose possibilità ci sono offerte, fra cui la più
straerdinaria è quella di essere sorpersi dalla grazia di Dio. « Se dunque
uno è in Cristo, è una nuova creatura
(o creazione). Le cose vecchie sono
passate : ecco, sono divenute nuove »
Ci Cor. 5: 17).
Lo Spirito di Cristo
Quando lo Spirito Creatore pene
tra nella vita della Chiesa e, attraverso la sua testimonianza, nel mondo,
Dio ci dà la possibilità di confessare
— con tutto l’essere nostro — che
« Dio ci ha riconciliati con sè in Cristo » e « ci ha dato il ministero della
riconcdiliaziome » (2 Cor. 5: 18).
Per il cristiano questo è un fatto 8
non Io spiegheremo inventando semplicemente nuovi argomenti o mutando il nostro linguaggio. Questi due tipi di tentativi potrebbero forsi aiutarci a metterci in condizioni di spirito migliori. Ma resta sempre il fatto con cui bdsognia fare i conti: il
fatto deirincamazione e delle sue durevoli conseguenze, il fatto del ministero di Cristo e della nostra partecipazione a questo ministero mediante
lo Spirito.
Questo fatto, irriducibile e irrevocabile, ha spinto la Chiesa a sviluppare la dottrina della Trinità. Se lo
Spirito non fosse staio promesso —
quest’ altro « avvocato » di cui Gesù
aveva promessa la venuta, per cui
aveva pregato ; questo « Spirito di verità » ohe è veramente da Dio, come
lo era Gesù, e ohe porta all’uomo la
verità di Dio (v. Giov. 14; 15-26, 15;
26-27, 16: 12-15) — se questo Spirito
non fosse stato promesso, tutti questi
fastidi d sarebbero stati evitati.
Avremo potuto installarci in una
confortevole analogia del padre e del
figlio — come parecchi hanno fatto —
avremmo allora potuto considerare
Gesù come il più grande dei profeti
e il cristianesimo come la più ammirevole delle idee. Ma Dio ha sciupato
tutto questo. Ciò che ha continciato
in Cristo, l’ha continuato nello Spirito; ed era inevitabile che sorgessero
degli interrogativi su un Dio ohe vuole agire in tal modo.
Una luce ha brillato (è necessario
a ggiungere : non grazie al ragionamento ma grazie allo Spirito e non grazie
agli apostoli soltanto ma attraverso
la predicazione di Gesù?). Questa luce metteva in evidenza U fatto che
Dio è e agisce nella storia inquadrando, da una parte e dall’altra, la persona di Gesù. Egli è il Padre, conosciuto dal popolo d’Israele; è il Cristo; è lo Spirito; questo corrisponde
a una sorta di « precedenza » nei suoi
rapporti con l’uomo; ma l’ordine non
è assolutamente fisso e i modi con
cui Dio si manifesta nella storia non
seno assolutamente distinti l’uno dall’altro. Ad esempio non abbiamo da
preoccuparci se in tutto l’Evangelo di
Luca si parla dello Spirito co:oie di
un elemento attivo nella vita, di Gesù.
Non lasoiamcci sconcertare dal fatto
che in tutto il resto del Nuova Testamento le funzioni della « Parola »
eterna (Cristo) e dello Spirito sembrano spesso confondersi. Non ci
aspettiamo infatti di vedere il Dio
imo levarsi di fronte a noi sotto l’aspetto di tre persone aventi ciascuna
le suii oaratteristìche particolari —
sebbene siamo comunque perfetta
mente liberi di dire in ognuno dei tre
casi : « Dio è cosi da ogni eternità ».
L’espressione familiare « Dio in tre
persone» proviene dal tentativo fatto dai nostri padri nella fede vissuti
nel l'V sec., per esprimere questa ve
rità su Dio; tale formula non vuole
assolutamente affermare che Dio ha
tre personalità (Essi utilizzavano il
termine persona, che si riferisce al
modo con cui Dio si presenta, come
un personaggio appare sulla scena di
un teatro. Il termine non aveva il
senso più organico, individualistico
che diamo oggi ai suoi derivati). Ma
la testa comincia davvero a girarci
quando tentiamo di immaginarci se
— e in tal caso, come? — il Gesù del
rAscensione può essere presente dovunque Io Spirito è alTopera. Sarebbe
follia respingere que.sta difficoltà qualificandola come un « semplice problema tecnico», perchè, dopo tutto,
colui del quale ci occupiamo è il Dio
che si rivela in Gesù Cristo. Non dobbiamo tuttavia permettere che questa
difficoltà veli il problema essenziale,
cioè che tutto ciò che viene detto, nel
Nuovo Testamento, a proposito dello
Spirito di Dio è contenuto nella confessione che è lo Spirito di Cristo
(Molti aspetti di questa confessione
dovrebbero essere considerati in Rom
8: 9-11; 1 Cor. 12: 3; Gal. 4: 3-7; Efe«
2; 17-22; RI. 1; 19; 1 Giov. 4: 1-3).
La nostra
confessione dì fede
Siamo giunti, ora, al punto in ciu
molti lettori saranno tentati di accantonare questi problemi e di preferire di accontentarsi di una fede « più
semplice». Di fatto, qui più che in
qualsiasi altro pomto abbiamo ogni
ragione di essere scettici, e dobbiamo
quindi fare pienamente uso di tutta
le nostre facoltà critiche, chiunque
siamo. Infatti il significato ultimo di
{continua in 3.a ¡Higina^
2
P"ü- 2
22 mxas
1964
\. 21
e marxisti
Il Protestantesimo italiano e il dialogo fra le due fòrze che dominano la vita del nostro paese
Firenze, maggio 1964
L’altra sera, durante una conferenza-dibattito su «Marxismo e religione», si udì in Palazzo di Parte Guelfa l’intervento di un clerico-fasoista ;
nessuna lunga argomentazione potrebbs rendere il senso d'insofferenza, di
stupore ohe passò per l’uditorio. Non
sono trascorsi ohe pochi anni, ma l’intero armamentario antioomunista for
nito dal fascismo e dairequivoco pontifloato di Pio XII sa di arcaico, è
sfuocato ed irrimediabilmente fuorigioco. L’ala più sensibile del cattolicesimo-romano se ne rende ben con
to, e tenta tenacemente l’apertura di
unaoperazione compiuta sul terreno
della realtà e della lealtà.
Il marxismo
è ateo
Nel corso di numerosi dibattiti, culminati con l’apporto autorevole del
Prof. Lucio Lombardo-Radice della
direzione centrale del P.C.I., un atteggiamento sostanzialmente di forza è
sempre emerso neiroratore comunista: chiunque fosse, esso non ha mai
negato l’ateismo di fondo della dot
trina marxista ; questo, LombardonRadioe l’ha rilevato fino alle estreme
conseguenze, la fede nella sparizicne
del ’’fenomeno religioso”. Di tale lealtà, presupposto per un dialogo autentico, dobbiamo prendere atto, ché il
pregiudizio è talmente forte da supporre sempre nei comunisti doppiez
za e inganno.
A questo punto, dovremo noi cristiani semplicemente sbattere la porta e rifiutare di rivolgere la parola ai
’'senza Dio?” Certo, questo sarebbe
l’atteggiamento più facile, ricco di
pathos settario e di semplicismo acritico. Ma il fatto è che nel mondo
centinaia di milioni, nel nostro paese una buona quindicina di milioni
di persone sono comuniste, e fanno
propria la visione msirxista della vita, propongono schemi d’esistenza,
soluzioni marxiste a problemi nei quali siamo coinvolti e per ima precisa
responsabilità di credenti e per il
fatto elementare ohe camminiamo
coi piedi sulla stessa terra.
Il cristiano sa ohe il marxista è
ateo, ha sulle generazioni passate
llnnegabile vantaggio d’un interlocutore ’’mondano” che non si camuffa,
non si traveste da credente; il cristiano, aggi, è costretto a prendere sul
serio una quantità di parole del Signore — raccolte in particolare nelievanigelo secondo Giovanni che
ieri non eirano che luoghi comuni
della pietà introversa delle sètte. Se
v’è da dolersi, eccome, per il dilagare
deU’incredulità, v’è pur da prendere
atto d’una sorta di franchezza nuova,
di chiarezza di scelte, propria della
società contemporanea.
Il oattoiioesimo
fiorentino
Siamo in Italia, nella terra che a
suo tempo fornii renonne maggioranza dei teologi del Concilio di Trento, in un paese sul quale la Curia Romana ha esercitato da secoli una pesante tutela; tutto- questo lo avvertia
mo ancora, anche a Firenze, dove l’arcivescovo mons. Ermenegildo Florit
ha il suo daffare a contenere le iniziative del fertile sindaco prof. La
Pira ed a controllare un ben fornito
gruppo d’ecclesiastici e laici d’avanguardia. , .
Eppure è questo gruppo che dà il
tono alla vita religiosa profonda della città, e tenta esperienze nuove, animato da autantico amore per la causa della sua chiesa. Le ispirazioni
france-si — di « Esprit » in particolare — sono traspa-renti ; il linguaggio.
i\ modo nuovo per il nostro paese di
proporre ed esprimere problemi ed attese sono tali da generare una sorta
di solidarietà nel protestante e, al
contrario, perplessità non poche nei
cattolico-curiali. Se fra i sacerdoti
v’è chi sostanzialmente gioca al moderno ma in realtà tenta di fare il
furbo, se v’è chi esprime in modi salottieri la smania della notorietà, pure emergono personalità ricche °
d’evangelico ardore; a Firenze non
c’è solo il pur simpatico scolcpio don
Balducci, quello dei contestato articolo sull’obbiezione di coscienza, ccl
suo troppo ingenuo ecumenismo dal
largo sorriso buono, le gran braccia
aperte!
Il laicato cattolico-romano «di sinistra » non mi pare numeroso, ma
preparato e combattivo : Giovannoni,
Gozzini, Pistslli, Zolo, — per dare
alcuni nomi — hanno meritato il rispetto e l’ammirazione anche di chi
non condivide le loro idee, e non è
poco in un’Italia faziosa. Un anno fa
si tenne a Firenze un convegno dei
redattori di riviste — « rivistine », con
qualche centinaio d’abbomti, povere
quanto certi fogli evangeiici e gli
atti di quel convegno, raccolti sotto
il titolo «Una Chiesa povera per un
mondo ricco », danno la misura della
maturità dell’ala più avanzata del
cattolicesimo nostrano.
C’è qualcosa che unisce singolarmente questi cattolici e i comunisti:
il mito di papa Roncalli. Per una pre
dilezione ohe sa d’incantamento, essi si rifanno al magisterio di quel
pontefice con aippassionata nostalgia:
è lui che, infatti, ha dissipato il clima
da crociata, ha aperto la strada al
dialogo, dando una sorta di legittimità
a un’azione che, nel grigio conformismo italiano, isa d’audacia, d’avanguardia.
Il mito di Papa
Giovanni XXiii
Ma col passare dei mesi — non degli anni, tanto presto vanno le cose!
— Taocento ronoalliano dei cattcl-ici
Risveglio? Non basta assicurare, e dimostrare, che l’unica preoccupazione
è quella di testimoniare la fede; il
protestantesimo italiano medio preferisce stare alla finestra (quand’è in
chiesa) e ccnoludere con un trionfante « l’avevo detto, io! » allo spetta^
colo di un mondo in agonia.
Ma il problema vero, a mio avviso,
si intravede quando si tenta di ragionare, gomito a goimito, con i due interlocutori. U marxista ha una preoccupazione precisa: stabilire un dialogo ccn le masse « cattoliche » italiane, ed evitare accuratamente Paperficrentini ha toni sempre più ango- ^lùettameide reli
sciosi, il richiamo alla « Pacem in
terrls » si accentua con una tenacia
che sa di disperato amore per una rivelazione i cui contorni si fanno sempre più vaghi. La proclamata non reversibilità di certe po'sizioni sembra
divenire sempre più un mito sofferto, un tentativo di intimidazione e di
rottura. i marxisti — e il prof. Lombardo-Radice l’ha detto chiaramente
— si rendono conto del pericolo par
celliano del nuovo pontificato, e propendono per una reazione precisa,
massdicioia; ma i cattolico-romani osservanti hanno ben altre difflcoltà. Tl
pontificato di papa Giovanni assomiglia sempre più a una parentesi
che lentamente, inasorabilmente, si
chiude: quale potrà essere, domani, la
posizione di questi laici intelligenti e
coraggiosi, per non parlare dei sacerdoti ? Un don che si spienge
lentamente in una cortina di silenzio, un don obbligato a tacere in una sorta di relegazione, meritano da un lato vera ammirazione,
ma dalTaltro sono segno conturbanti.
Una spiegazione della plùriennale
presenza del prof. G. La Pira a capo
della amministrazione cittadina è forse questa: egli è estremamente utile
sia ai comunisti ohe ai cattolici di sinistra. Il nostro sindaco calzato alla
domenicana ha trovate e iiniziative a
getto continuo', raccoglie a Palazzo
Vecchio' personalità di culture e fedi
diverse, proclama le tesi più avanzate del cattolicesimo-romano, non esita a imbarazzate la curia vescovile.
Ciò dà coraggio alla pattuglia dei laici, provoca una sorta di intimidazione sui reazionari e, mentre sul terreno del dogma non offre alcun appiglio, in pratica rompe l’isolamento
dei oattolicd e soillecita il dialogo. E
di questo anche i comunisti hanno
bisogno. Insomma, dalle rive del Tevere il messaggio di papa Giovanni
s’è trasferito, e vive laicamente, su
quelle dell’Arno.
Il diaiogo
Sul quotidiano cattolico fiorentino,
e più volte a voce, Mario Gozzini ha
posto ai marxisti una domanda precisa: esiste una lotta antireligiosa in
Russia? ne condividete i motivi ideologici? Dalla risposta dipende, a suo
avviso, la passibilità di un vero dialogo. Il recente « rapporto Ilitchev »
al Presidio del PCUS ha infatti rimesso sul tappeto una quantità di
questioni, e provocato non lievi imbarazzi alle direzioni nazionali dei
vari partiti comunisti. La risposta è
stata precisa: il PCI si rifà alle tesi
del suo decimo congresso, ha una via
italiana al sO'Cialismo e non intende
fare propria le prassi russa; anzi, un
esperto autorevole come LombardoRadire ha dichiarato che il marxismo
ha una dottrina in continuo' assestamento e giorno verrà, egli ritiene, in
cui anche i teorici russi rivedranno a
fondo la loro posizione rispetto alla
religicne. Non lo-tta, dunque, ma ccesistenza tra ideologìa e fede cristiar.a ; non sopraffazione, ma contronte
sul banco di prova degli anni, dei secoli. Il dialogo si risolve in una sfida
ideale fra due fedi, ed in un invito a
discutere insieme e collaborare per
la edificazione di un mondo migliore,
più giusto e più umano.
A questo punto, è evidente, ci sarà
chi griderà al tatticismo, alla « consueta diabolica perfidia » dei comunisti che mettono nel sacco quegli ingenui dei cristiani. E’ infatti diffìoile,
lo riconosciamo, liberarsi, dal sospetto di non essere di fronte a un’azione a largo raggio, mirante a convincere i credenti a votare comunista
pur restando' buoni cattolici. Ma è
giusto vivere sospettando sempre il
male e basta? è veramente utile? è
realistico? Il marxismo, lo ripetiamo,
è ateo, ma propone soluzioni valide
per problemi ohe sono anche nostri,
porta in sè fermenti ideali che sono
anche nostri, e la più sciocca delle
posizioni sembra quella di chi preferisce stare a guardare una nave che
affonda piuctosto che accorrere al
SOS lanciato da una emittente « straniera ».
Il terzo
interiooutore
La posizione di un interlocutore
protestante, in concreto, è piuttosto
malcomoda. Deve fare i conti con una
latente op'posizione interna ■ quanti
infatti, non gridano al « basta con la
po'.itica » o addirittura al « co>munista » non appena si tenta di uscire
dal linguaggio e dalla tematica de!
zione significa appunto la volontà di
chiudere la questione sul terreno propriamente religioso, ed in tale inquadratura noi protestanti, inutili elementi di disturbo, siamo da accantonare. Il cattoldcesimo ha un obbiettivo egualmente preciso : riagganciare
alla sua istituzione quei credenti che
votano rosso, intravedere la possibilità d’una coesistenza della sua chiesa — così coirne essa è, totalmente —
con un mondo marxistdzzato e, nel
contempo, evitare assolutamente la
apertura di una crisi sul piano dei
dogmi e delle credenze ; in questo
quadro, noi protestanti siamo amabilmente sopKportati in omaggio alIfecumenismo ronoalliano, non oltre.
Posizione malcomoda dunque, quel
la d’un interlocutore, il quale è nel
gioco ed è pure fuori-gioco. Ora, proprio perchè crediamo a una missione,
a un compito affidatoci dal Signore
che ncn per caso ha suscitato dei credenti evangelici nel nostro paese, troviamo insoddisfacente — talvolta rinunciataria fino a una sorta di pigra
viltà nascosta dietro la cortina fumogena dei bei versetti biblici — la nostra presa di coscienza delle responsabilità dell’ora. i profeti portarono
una parola di Dio inoairnata, riferita
stirettamente a un contesto' storico;
Gesù Cristo fu maestro anche in questa volontà di incidere nel tempo
(Suo) la Parola atemporale, eterna.
E noi, pro'te'stanti in Italia, Cosa vogliamo essere? cosa abbiamo da dire?
Una oonoiusione
inoonciudente
Non ho la risposila in tasca, il mio
predotto da smerciare ; per carità !
Però, non credo alla scusa ohe « siamo troppo pochi », vedo piuttosto
tante forze giovani
che si perdono
perchè, per l’insofferenza deU’età, mal
si adattano al clima delle nostre conventicole. Ed ho solidale ammirazione
per chi ha la santa voglia di rompere
i vetri e gridare « aria, aria ! », e di
spalancare le porte perchè la comunità non sia per l’ibernazione ma per
la vita, al servizio del prossimo nel
neme di Cristo'.
Giorni or sono mi trovavo vicino a
un banco di vendita di Bibbie quando è accaduto un fatterello da nulla.
Si avvicina un tipo alto e corpulento,
viso gioviale, spailleggiato da. un ragazzone di figlio altrettanto compiaciuto di vivere. — Tho, la Bibbia! In
America in tutte le stanze d’albergo
ce n’è una. A volte la leggevo. Compriamone una. — Il figlio annuisce,
la venditrice-missionaria sorride e offre una scelta di legature. — Lei, signorina, è americana? no? allora, è
tedesca. — Nemmeno, la signorina è
scozizieise. Un grande sorriso illumirm
ili faccione nasuto alla toscana dell’uomo che esclama: — Ah, il vostro
magniflcoi wisky. Lo Scotch è il.. —
Tace di botto, la missionaria s’è fatta
ressa in viso e dice compunta: — E’
ia vergogna del mio paese. — Dopo
un àttimo, quello riprende: — Vergogna? e perchè? Voi avete deH’ottimo
wisky e noi abbiamo il nostro Chian■':i. — Quella è sempire sulla confessilo
ne di peccato, ma l’altro: — Se lo vede lei il Chianti in Scozia? Ogni paese
ha il suo ben di Dio, basta misurarsele e riccnoscere che c’è del buono anche in quello degli altri. Il Chianti vero è buono sa, e anche lo Scotch! —
Ma la missionaria seguita l'atto di
contrizione sulla vergogna del suo paese, remone acquista senza entusdasmo
lo, Bibbia che costa meno e, prima di
andarsene, dà uno sguardo desolaito
allo stand preparato con tanto amore
per rOpera, con raria di chi si chiede
che razza di mondo ha per un istante
sfiorato.
Miseria, ma è una conclusions questa? è cosi che si chiude uno scritto
che voleva affrontare un argomento
che concerne cinquanta milioni e passa di creature? S’inviecohia male, tappati in casa, con le presine' della
« Idralitina » e un’aria pesante da dormire in piedi. E dire ohe, fuori, le colline del Chiianti e di Val di Sieve sono
verdi dì grani, cenerine d’oliveti, gialle di ginestre, mentre le viti gemmano ancora; e nella grand’aria lavora,
spera, soffre, una umanità che canimina, cammina, sotto lo' sguardo del
Dio nascosto. L. Santini
Un convi^dtio a Siena
o
delle Ctiiese Vcane
Mercoledì 7 maggio lia avuto luogo a
Siena un Convegno delle comunità toscane
Si sono pertanto rilrovate nella città del
Prillo le rappresentanze di Firenze, Pisa,
Livorno, Lucca e Prato accolte ccn squisita signoriliità dai fratelli senesi.
Alile ore 11 nella chiesa, letteralmente
gremita ai è svolto il colto tenuto dal Pastore Alido Comba dii Pisa sull tema della
Ascensione.
Nel nomeriiggio, alle ore 16, gli intervenuti si sono ritrovati nel tempio per ascoltare una Interessantissima conferenza de!
Pastore Santini di Firenze sulla vita e le
opere del Dott. Giuseppe Comandi collegate alla storia della evangelizzazione in
Toiscama. La nobile figura di questo fervoroso e generoso apo'Stclo del Signore è stata efficacemenle lumeiggiata e tratteggiata
daU’oratore che è stato vivamente complimentato ed applaudito.
Il Pastore Ricca ha preso dipoi la parola
per ringraziare Foratore e per porgere il
caloroso saluto della comunità senese a
tutti gli intervenuti, con l’augurio fervido
di potersi con più frequenza ritrovare ])cr
trascorrere così liete e serene giornate sot
tc lo sguardo e la benedizione del Signore.
F. G.
ASILO DE! VECCHI
San Germano Chisone
A persona capace e volonterosa of
fresi posta di 2" cuoca. Condizioni economiche buone e tutte le assicurazioni sociali previste dalle norme. Riyol
gersi direttamente alla Direttrice.
iSuor Velia Bosco o all’Ufficio CIOV
Via Roma 3, Torre Pellice.
— Nel quartiere di Gardiola si è spenta
la no-stra sorella Cailerina Pons ved. Gerire, due giorni prima del suo ottantesimo
compileanno e dopo lunghe s-olferenze soliportate con aicceitazione oristiiana. La C.omunità rinnova alla famigilia in lutto FiRpressione della sua simipaitia fraterna.
— Doimenica 10 maiggio ha avuto luogo
Faisisemblea di Chiesa nel corso della quale sono stati eletti idelegaili i fraleìili Emiilio
Peyrol di Ghigo e Rocco Alabiso di Agaue per la Conferenza diislrettuale e il Irateilo Luigi Peyirot di Ghigo per il Sinodi .
avvisi economici
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Revel, via Rosta 7 bis, Torino.
iiiiniiiiiniiiiimiiiiii
La corale svizzera
in visita a Palermo
Grande è stala la gioia clic ci è stata arrecata dalla visita delia Corale Svizzera,
organizzata dal Pastore, V. Arsuffi di Winterthur e diretta cosi bene dal Maestro, F.
Bosshard. Se la preparazione è stata lunga,
impegnativa, il viaggio faticoso, le spese
considerevoli, per quesli nostri cari fratelli che dedicano le loro ferie di Pasqua ad
una coisìi efficace testimonianza cristiana in
mezzo a noi, i he viviamo come una piccola
sparuta minoranza in un mondo die tende
ad isolare la nostra azione, possiamo dire
die la loro fatica è anipiamente ricompensala dai benerfici che ne ricavano le nostre
Comunità.
Quesit’an.no la Corale è venuta in Sicilia
per un periodo di due settimane, dal 6 a!
19 aprile. Il programma ha avuto inizio a
Palermo ed è terminalo a ÌNapoli. La Corale
era comiiosla di 43 coralisti. A' porto di
Palermo, alFairrivo del piroscafo da Napoli. il Pastore e un gruppo di giovaui ed i
membri della Comunità era ad accoglierli.
Era uno sventolare di fazzoletti, era un
levare le braccia in segno di saluto. Anclie
Suor Hedi Brunn con la sua cuffia bianca
era all’arrivo degli ospi'ti attesi. Un grosso
pullman era pronto per It asportare i nuovi
arrivati attraverso la città e 1 isola.
11 primo contatto c la prima impressiono
sono stati dati dall’inconlro con gli alunni
dell’lsliluto Valdese die si trovavano tutti
in Chiesa, coi loro grembiuli neri e i colletti bianchi. Dopo alcune parole di saluto
de! Pastori Panasela, Arsuffi, Mattehy, si è
inizóta... una gara di canto tra gli alunni
della scuol-a e i membri della Corale, gara
vinta naluralimenle dai rioistri fratelli Svizberi ! Successivamente sono stati visitati I
locali delle atlività, l’ambulatorio medico
diretto dal Dr. M. Paratore, coadiuvato da
Suor Hedi Brunn, i locali scolastici, il cen
irò di Assistenza. Il Pastore ha ilhistirato il
significato di questeatlività die sono segno
dell’amore di Cristo, e non hanno altro fine che quello di rendere un servizio nello
spirito delibi parabola del buon samaritano.
Cari rammarico non abbiamo visto arrivare
il Pastora della Chiesa Valdese di lingua
italiana d' i Zurigo, Dr. E. Eynard. che doveva essere il coTifereiiziere areonipagnatole tlella Corale. Una iniiprevista indkposiz'one Taveva rastrello a rinunziare al suo
viaa^io e ri Ira privali deMa gioia dì rivederlo nella nostra Cliie^a, ove egli fu Pastore dal 193à al 1936. Pertanto una canfereìtza su « I fratelli separati e il Concilio
Vaticano li » lia dovuto essere tenuta da*
nostro Pastore, La conferenza annunziata
da uno dei maggiori e più diflusi quotidiani di Palermo, ha richiantato un folto uditorio ccniposlo di evangelici delle varie denaminazioni, e da un numero rilevante di
Calloliiei e Siimpatizzanti.
11 Pastore ha messo bene in chiaro, senza possiihilità di equivoci o di incertezza,
che sosa gli evaiigeli<‘ii coscienti e consapevoli del palrìnionìo sipirìtuale di fede che
essi nossiierlono, initendono per Ecumenismo. Se « i rapporti sono cambiati, i motivi di dissenso permangono » in tutta la
loro chiarezza, savanli alla coscienza evangelica, (*he non sii lascia influenzare da iaciili sentimentalismi, nè da nostalgie e che
non è proclive a cedimenti di qualsiasi natura ner quanto riguarda il saldo fonidanienii> delia Verità che è in Cristo Gesù.
La conferenza è stata apprezzala per L
ima chiarezza anche dai Ca't'*ol'ci intervenu\] e successivmente il Pastore è stato invi!-ato a partecipare ad un gruppo di studio
del Vangelo, fatto da un Sacerdote con
iiniversiian Cattolici.
11 martedì la Corale ha visitato la « Casa
del Fani'iullo u a’ia TVoce. Un altro nuvolo
di hamilvni che hanno caiitato con lo stesso
shjncio ed entus/ìasmo le lodi del Signore.
Naturalmente questa volta nessuna gara è
stala fatta... perchè conosciamo ormai abbastanza la bravura elei nostri coralisti.
Nel pomeriggio di marledi è stato visitato il locale che abbiamo aperto di recente
nei pressi di Cortile Cascino. Il Ptislore hii
illustrato il senso della nostra presenza evangelica in uno dei quartieri più depressi
della nostra città. Siicces&ivameme una riunione è stata temila nel Cortile, all’aperto
sono staili cantati degli inni e rivolti dei
messaggi. Numerosi agenti di Polizia in
borghese erano intervenuti... per rpoteggerci. La visita dei nostri amici lia porlalo
una insolita animazione nel Cortile, >ve la
gente vive in uno '<laio di abbandono, di
!rascurilczza c arrelralezza, è s'alo come se
un raggio di speranza di una viia migliore
ii!)bia per un momenlo illuminalo il loro
euore.
1 membri della Corale hanno vivamente
apprezzalo gli sforzi ('he la nostra Chiesa
eomn'e per portare un po’ di sollievo maleriale e mo"aìe al’e numerose famiglie che
cram-ai da alcuni anni sono in conlatlo diretto con noi e i frutti cominciano a manifestar.«]. La giornata si è cotudusa con una
visita e Sferra'a^allo, ove la piccola comunità ci attendeva. Per roceasione Piaz
za Baglìcello (che per il 17 febbraio ora
diventala Piazza dei Valdesi per Fenorme
falò acceso!) era illuminata dì luce... Valdese. Il locale era naturalmente insufficien-'
te per accogliere tante perisone. Sicché dopo un breve Culto, presieduto dall’-'^nzìa
no Scianna e, dei messaggi del Prof. E.
Amaroso, pioniere della testimonianza evangelica in questo sobborgo, dei Pastori ^ •
Arsuffi, Maltbey e Panascia, la seconda parte si è svolta all’aiperto. La Corale ha car.
lato degli inni in italiano e in tedesco. Aicuni inni sono stali cantali insieme ai fratelli dì Sferracavallo con reciproca edihea
zione.
Il programma prevedeva naturalmente anche una adunanza alla Noce la sera de*
mercoledì. Essa ha avuto luogo con una
partecipazione compatta da quanti da ai
cuni anni costituiscono un’altra picocli
Clresa Valdese, in un quartiere popolare
della città. La storia della costituzione di
una nuova opera educativa denomnala.
!« Casa del FauciuHo » che si affianca da
alcuni anni alFlslituio Valdese e che c sorretta dal Comitato Svizzero della H.E.K.S..
e di un nuovo posto di evangelizzazione,
ha vivamente interessato e coinmosso i nostri cari ospiti. Se la Cbiiesi è un n rpe
che vive ed è un organismo sano e com
pleto deve aveve piedi per camminare e
hia('('iia per operare.
L’opera di Sferracavallo, della Noce e
di Cortile Cascino sono braccia, ])ropaggi
ni, tentacoli dallo stesso corpo operante
della Chiesa.
La sera di mercoledì nel salone sottostante la Chiesa, era preparata una Agone
che doveva concludere e coronare non so
lo la giornata, ma le Ire giornale trascorsa dai nostri amici svizzeri a Palermo. Essi si sentivano a casa loro, non solo per la
bella bandiera svizzera preparata da Suor
Hedi, ma sopratu'lo per lo spirilo fraterno, accogliente e la cordialità c’on cui lutia la Comunità Lì ha acrrlii. Davvero non
SI .poteva concludere meg^lio l’incontro fra
1 erno.
Siamo molto grati agli organizzatori e ai
membri della corale per la loro visita, per
! messaggi (die ci hanno rivolte, ner il
( i.nto delle lodi di Dio, per le prove concreP rii unnre die ('i hanno dato in tante occa-ioni e in tanti modi e ci auguriamo die
i doni ricevuti possano servire alla gloria
di Dìo e ad arrlcdiire semre più la noqra vita .spirituale,
Damiano Scianna
3
22 insgio 1961 — N. 21
pa«
. 3
Convegno
a Cerignola
(segue dalla 1“ pagina)
secondo San Giovanni rap. 17 v. 21; « Che
siano tulli uno affinchè il mondo creda ».
In seguito la comunità tutta si è divisa in
quattro grupipi per distmlere e portare il
proprio contributo per rispondere ai quesiti oosti dal relatore stesso. Alle 13 jjrecise,
fall del presidante ha fatto ricordare a tutti che il pranzo al sacro ci aspettava. Anche questa volta abbiamo potuto sperimentate roBpitalità cerignola che ha fatto sì
che innaffiassimo il nostro pane con della
birra e .tranciata. Alle 16,30, riadunata nel
tempio Valdese per un breve dibattito. I
capi-aruprpo designati hanno letto 'le risposte ;il questionario: 1* Demanda: L’unità
delle Clriese Evangeliche: necessità della
fede e della ubbidienza al Signore della
Cliie;-a, o desiderio di semplliee unione amminislrativd e ndesi astica? Risposta: Riteniamo ’unione come unità di fede; quella
aniininiis'-rativa sarà una conseguenza. —
Domanda: Pensate che r>undone apporterebbe benefiche i onseguenze per l’effioaoia e
b penetrazicne della testimonianza evangelice? Risposta; Sì, ma le conseguenze non
interessano in quanto l’unione non deve essere fatta per le conseguenze. — 3” Domanda : Come pensate che si possa, in pratica,
realizzare ¡’unione? Risposta: Con delle
iniziative sociali eomuni; con la conoscenza e iliscussione delle diversità teologiche
delle denomintzioni; la federazione deUe
chiese è giudicata da alcuni il mezzo per
raggiungere in seguito l’unità, da altri il
fine. 4“ Domanda; Co'sa poissiamo fare
noi sul piano locale per accelerare i tempi
deiruuione delle noiSlre Chiese? Risiposla:
Inlaiisiiicare gli incomlri fra le diverse comunità Iter acquistare una ricchezza spirituale ed essere più aperti e, soprattutto,
pregare.
E’ seguito un accalorato dibattilo che ha
visto sorgere il seguente ordine del giorno
stilato dai fratelli Leandro Pagano, Nicu
Pantaleo e Daniele Propato aipprovaito unanmemente:
"/ giovani evangelici battisti e valdesi di
Puglia. CAimnanin, Abruzzi e Molise, riuniti a convegno in Cerignola (Foggio) il 25
aprile 1964, in vista del prossimo Congresso Evangelico Italiano, manifestano sensibilità e interesse per i problemi concernenti Viinione delle chiese evangeliche italiane: ausoicano che detta unione sia quanto
prima realizzata in uno spirito di lealtàfede e obbedienza al Signore; sono convinti che l'unione, intesa come unità visibile,
apporterebbe benefiche conseguenze all opera di testimonianza e di evangeìizzaziorie ;
precisano che, fermo restando l’obiettivo
fondamentale di una unione organica della
chiese evangeliche in Italia, a questa si Pttssa arrivare attraverso la fase intermedia di
una federazione di chiese; esortano le comunità locali nonché gli organi centrali responsabili ad approfondire la conoscenza
deUe rispettive posizioni teologiche e delle altrui, discutendole in un dibattito chiaro ed onesto, onde contribuire più concretamente all’avanzamento del regno del Signore’’
I ri culto presieduto dal Past. Parlanti
(■oniiultore della Chiosa Ballista di Altamnra, ha chiuso il convegno.
Nardino Casorio
libri
Pr
all’
Che 1 ateismo dilaghi, oggi, è un fatto:
affermarlo è divenuto un luogo comune. Intendiamo qui sia l’ateismo filosòfico e poli
tico, sia 1 ateismo de facto dì quanti, ovunque, indipendentemente dalle barriere politiche e dalle differenze di classe, vivono in
un materialismo che vede in questa esistenza
1 orizzonte e il Ornile di ogni cosa. Non uniremo la nostra voce al coro delle cassandre
benpensanti : può darsi che la situazione
odierna non sia, in fondo, affatto radicalmente diversa da quella di altri periodi; può darsi che lo scardinamento della « società cristiana » — e cosi pure la crisi introdotta in
nazioni di antica religiosità dalle rapide trasformazioni sociali e tecnologiche — stia
producendo in realtà un benefico processo di
chiarificazione; può darsi, malgrado Tinsorgere di nuovi miti, che dai colpi mortali inferii alla « religione » risulti una piò palpitante apertura alla fede neirEvaiigelo dì Cristo, predicato in tutta la sua ampiezza, testimoniato con umiltà e con incrollabile certezza.
Per questo ci è parso bene pubblicare in
questa collana una serie di contributi che affrontano, da prospettive diverse, Tateismo
contemporaneo. Si tratta di conferenze date
a un convegno di studio di giovani universitari, da parte di noti studiosi di sociologìa,
letteratura, filosofia, teologìa, in un'interessante quanto simpatica convergenza interconfessionale.
« Processo aH’ateismo »? No davvero. Piuttosto, umile ascolto di ciò che Dio vuol far
comprendere alla Chiesa, attraverso gli accesi attacchi o la bonaria ironia o la cupa
disperazione deU’ateismo odierno: obbediente
accettazione del rude richiamo a una predicazione e a una testimonianza cristiane me
no esposte a una critica corrosiva in larga
misura giustificata.
ocesso
ateismo?
Soltanto oltre questa accettazione e questa purificazione, si drizza 1 ultimo « scandalo », quello inevitabile, essenzialmente legato
alla predicazione cristiana dell incarnazione
e della croce di Cristo; scandalo per la religiosità di qualsiasi tradizione, follia per il
razionalismo di qualsiasi tendenza. Ma forse
l’ateo che sofl're nella sua incredulità e non
si stanca di cercare e non si accontenta di
banalità religiose ed ecclesiastiche è più vicino al cuore di Dio. al suo mistero, alla sua
segreta ti ragione ». al limitare della w rivelazione », di quanto non sia il religioso, anche il « cristiano » adagiato nelle molli piume di un consolante conformismo.
Certo, il « salto della fede rimane la porta
stretta attraverso la quale devono passare e
ripassare coloro che Cristo chiama a sè dai
più diversi orizzonti umani, a costituire la
sua Chiesa. Tasserablea dei suoi testimoni,
non dei suoi propagandisti o difensori.
(Dalla Prefazione)
E MAURIS, H. H. SCHREY, P. H. SIMON, G. MARCEL, P. BONNARD:
L’ateismo contemporaneo. Piccola
Cc'llana Moderna n. 4, Claudiana,
Torino 1963, pp. 108, L. 500. Traduzione di Gino Costabol. Dall incRce.
L’ate’:n;.o marxista — La negazione
di Dio nella letteratura contemporanea francese — L’ateisino filosofico e la dialettica della coscienza religiosa — Il Nuovo Testamento co
nosce una forma di ateismo?
Un interessante confronto con questo volumetto è dato da un altro, comparso recentemente, di chiara impostazione marxista:
M VERRET ; L’ateismo moderno.
Editori Riuniti, Roma 1963, pp- 295,
L. 1.000.
Lo Spirilo croatoro
(segue dalla pagina)
questa confessicme di fede, è che la
fede cr^tiana è veramente importante, perchè Cristo è veramente importante. Se lo Spirito che viene non è
lo Spirito di Cristo, non c’è fede cristiana; non c’è che un compisse di
principi generali, una storia commovente o una illusione nata da uno
spirito malato.
Quattro affermazioni fondamentali
sono contenute in questa confessione
che lo Spirito Santo è 'o Spirito di
Cristo. In primo luogo, lo Spirito rende testimonianza alla realtà di Cristo, introducendoci nella corrente della missione di Cristo nel mondo. Ciò
che si è prodotto una volta per tutte
nella vita, nella morte e nella resur
rezione di Gesù è costantemente attualizzato in noi dalTazione dello Spirito di Dio in noi. Questi non aggiunge nulla di essenziale a ciò che Dio
ha detto e ha fatto in Gesù Cristo.
Non introduce, neEa rivelazioiie di
Dio, un’èra nuova, diversa da quella
precedente. Semplicemente, introduce l’influenza di Cristo nel nostro
Invito
a Mannheim
La difficoltà di reclutare in alcune
località dei gruppi corali al completo
ci permette di estendere l’invito anche aS membri della comunità che
non siano specialisti del canto. Domandiamo loro ad ogni modo uno
spirito di fraterno amore e un sorriso
di Valdese cordialità. Preghiamo tutti di affrettare al massimo le prenotazioni.
Avvertenza
per la pensione di
E’ già suffCBso più volte ohe alouni coltivatori diretti o mezzadri, ollenuta, per
rag'gluiiili limiti di età, la pensione di vec chdaia «d avendo cessalo ogni attività agricpla hanno provveduto a eli,ledere la cancellazione dell’assicurazione senza curarsi
di chiedere il prcseguimento volontario per
la moglie e gli eventuali familiari pregiudicando in questo modo il dilritto, agli s'.es,
si, di godere in futuro della pensione di
vecchiaia. Ne consegue che chi ha perduto
anche un solo anno di assicurazione, pur
essendo in età pensionabile, dovrà attendere che siano trascorsi — in base alla legge
— almeno 15 anni di assicurazione e, nella
miigliore delle ipotesi, fino al 1971.
Nel periodo compreso tra il 1" gennaio
1918 ed il 31 dicembre 1971, il diritto alla
nensione di vecchiaia nella Gestione speciale dei ccltivai.ari diretti, coloni e mepadri è riconosciuto all’età e con i requisiti
contributivi indicati nella seguente tabella
con l’avvertenza che 104 contributi sono
ragguagliati a n. 1 contributo annuo.
ta dell'agricoltore
invalità e vecchiaia
El'A’
iVum. contributi giornnl
im
208
312
416
Num. anni
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
_________ ____ _ godere dtf.le
dispO-sizioni transitorie esposte non si deve
MUerrouipere il versamento dei rontribuli
"eppure per una settinxana.
Quindi coloro che per qualsiasi motivo
CI ssaiio rattiviià di coltivatori diretti, mez
.-Inno Donne 1 omini
1958 65 65
^959 65 65
196fi 65 65
1961 65 65
1962 65 55
1963 65 65
1964 64 65
1965 63 65
1966 62 65
1967 61 65
1968 61) 65
1969 60 65
1970 60 65
1971 60 65
Ne ( -f psegue che per poter
zadri e cole ni, se vogliono mantenere la
( ontinuità assiourativa per la pensione di
vecchiaia e invalidità debbono, contemporaneamente alla domanda di cancellazione
a,ll’Uffiicio Prov. Contr. Agricoli Unificati,
presentare domanda di versamento volontario presso ristituto Naz. Previdenza Sociale.
Circa le domande di pensione, purtroppo
moilte sono giacenti presso l’Islituto della
Previdenza Sociale, in attesa di esame.
Gli interessali che da più tempo (magari
due anni...) pazientemente aspettano, possono chiedere notizie per mezzo dell’Organizzazione sindacale cui sono iseritli.
Chi abbia un caso personale da risolvere,
può inviare quesito a questa Rubrica.
mando, come per mezzo di Gesù introdusse la sua influenza n^ mondo
da Cesare, di Giuda, di Pietro, di Toma e di Giovanni
In secondo luogo, questo Spirito che
è collegato a tutto ciò che Dio com
pie in Cristo, è dato anzitutto alla
Chiesa di Cristo. Questo gruppo ben
concreto di uomini, di donne e di bambini è la comunità per eccellenza nella quale dobbiamo attendere la venuta dello Spirito: il luogo, nel mondo,
in cui si confessa che « Gesù Cristo
è venuto nella carne» (1 Giov. 4: 2).
Dio non limita la stia attività alla
Chiesa. Tutt/ivia questa comunità è
U solo luogo in cui Dio può ^sere
davvero riconosciuto per. quel che è:
'< il Dio e Padre del nostro Signore
Gesù Cristo» (Ef. 1: 3); perciò è anche il solo luogo in cui è veramente
conosciuto come il Padre nostro, in
cui possiamo scoprire ohe lo Spirito
di Dio « attesta al nostro spirito (die
siamo figli di Dio» (Rom. 8: 16).
Quando questo ha già corninciato a
prodursi altrove — e come possiamo
esser sicuri che la cosa non si ha cumin<dato a verificare qua e là? — già
La Chiesa vi ha germogliato sotto la
influenza vivificante dello Spirito Santa. In terzo luogo, lo Spirito non è soltanto il sostituto di CrLsto: quando
lo Spirito viene. Cristo viene. Ciò che
è vertuto, un giorno, a compiere nella
carne, lo compie ora spiritualmente in
noi nella nostra carne. Non che diventiamo una società di piccoli cri
sti. Non possiamo mai imitare veramente ciò che egli ha fatto. Non siamo neppure creature in scala ridotta,
benst creature, non siamo dei piccoli
redentori, ma uomini a cui è stata
accordata la redenzione. Eppure, in
noi e per mezzo nostro, Cristo crea
nomini nuovi, salva ciò che era perduto e spezaato. Venendo nel suo Spirito, ei rende capaci di diventare non
dei piccoli cristi ma dei cristiani: il
popolo (M Cri.sto. Perciò Paolo paria
alternativamente del fatto di essere
«in Cristo» e di vivere «per lo Spirilo ». E’ una sola e medeslnta realtà.
In quarto luogo, lo Spirito di Cristo
viene nella Chiesa con uno scopo pre
caso. Viene per rinnovarla, impegnat.a
com’è nel compimento ctella missione
di Cristo per il mondo Quando esclamiamo : « Vieni, Spirito Creatore ! »,
domandiamo proprio questo: questo,
o nulla. Domanidiamo al Creatore di
agire in noi, facendo di noi uomini
nuovi, cominciando dalla comunità
del popolo dì Cristo nella quale viviamo.
(continua) Terence Tice
VII LAR PEROSA
— La nostra Comunità ringrazia sentitamente il fratello AWo Paolasso per la bella
pittura offerta all’Unione Giovanile.
Culto radio
ore 7.40
DOMENICA 24 MAGGIO
Pastore Mario Sbaffi
(Chiesa Metodista di Roma)
DOMENICA 31 MAGGIO
Pastore Mario Sbaffl
(Chiesa Metodista di Roma)
I lettori ci scrivono
Fuori tempo massimo
Catania, 9-5-1961
Caro Direttore,
Probabilmente questo mio inler\emo è « fuori tem.po maissimo », ma,
(la ima liarte, il mio mestiere di manovale ecplesiastiico mi lascia a»ai
poco tempo per scrivere e, dall’altra, io dovevo queste righe, se non
altro per quella solidarietà che ei
h.a legato agli Amici torinesi, ora
.Sf ilo accjisa, quanido lo scorso anni)
j'i-cnaravamo inisieme, tu, gli Amici
tcrinesii ed io, proprio il documento
ciu- è 'Stato poi accettato dal Sinodo,
od Ita, io credo, contribuito a rendere ('onoreti i progetti di unione
valdese-metodista.
Aippnnto per questo io pensi)
lite un fomlamentale desiderio di
< oncrelezza abbia determinalo la lettera degli Amici torinesi, lettera che
Ila dato ravvio ad un dihattiito spesso as.sai interasisante, merito questo
che anche non va negato ai suoi iniziatori.
Dicevo desiderio di concretezza;
('ertamente lia ragione Giorgio Girardet quando afferma che 1 unione
valdese-metodista non è die un modesto aspetto nostrano del problema
ecumenico e ancora che questo problema non è che uno degli aspetti
del rinnivamento radicale della Clriesa: e questo rinnovamento noi tutti
1(1 vogliamo in modo continuo, sofferto, quasi ossessivo, perchè sappiamo che il nostro essere chiamati per
grazia deve assolutamente tradursi
nel nostro vivere la grazia nelle nuove e conia-ele circostanze del nostro
tempo. Ma, appunto per questo, noi
non prossianio attendere che la nuova (Chiesa ci venga consegnata da
qualche laboratorio ecclesiastico, tutta pronta e agghindata, come un uovo (li Pasqua, indiscutibile come le
istituzioni romane; ma dobbiamo
farcela UiHi insieme, parlandone tra
noi ed anche arrabbiandoci, affrontando problema dopo problema, cer
candone il volto giorno per giorno
faticosamente e anche doloros-ainente, e questo è un a-spetto della Croce', di cui giustamente parla Girar
det. , ,
Pe- cui se oggi parliamo di unita
e di quel particolare aspetto dell’unità die è l’unità veldese-motodista,
non per questo dSmeaitichianio la
nuova Chiesa o ne sviamo la rieerca dietro una questione istituzionale, ma anzi cerchiamo di realizzarla,
incominciando me destamente da una
quistlone che speriamo di saper risolvere e la cui attualità è dimostrala dalla appassionato partecipaz.ione al dibeUito su di epa.
E ancora vivere la grazia in questo tempo signifira viverla concreta
mente tra e per gli uomini e le
donne di questo tempo. Ciò vuùl dire tra l’altro, rendersi conto che gli
uomini e le donne del nostro tempo
sono veramente slancili dei rouian;-(,iismi alla «vogliamoci bene» o
dei neoromanticismi alla <> Uiiesa
(he deve morire»: essi voglnmo sapere, praticamente, come la Cluesa,
che morirà quando il Suo Signore
vorrà e le mi istituzi(>n,i muoiono
ad ogni generazione, può e de-vc vivere la sua fede oggi e (juindi, tra
l’altro, in che modo viverla nell incontro con i fratelli.
E poidiè questi uomini e queste
donne non sono cascati dalla luna
T provengono da una stona, che
non è solo quella della evoluzion.
biologica e istituzionale, ma sopra.lu'lto la storia di Dio per loro, sa
rebibe altamente deridwabile, come
molti degli interventi Iranno sap^temenle sottòlineato che si dicessuna buona volta ohi sono, e .osa
rappresentano questi Metodis.i e que
S'i'i Valdesi di cui si parla, lenendo
presente che il k no""« », tanto Meiodista quanto Valdese, non e soltanto una etichetta da « supermarket « e non è neppure un feticcio
dii adorare sentimentalmenle, ma una '
realtà teologica, dogmatica e socia- :
le, elle dobbiamo ricordare, anche
per decidere di superarla, se vogliamo agire sul piano della realtà.
Questa è, mi pare, la concretezza reclamata dal .Sinodo Valdese come da quello Metodista. E se ora
i nostri Amici torinesi vi ritornano
nel modo che argutamente tu definisci « scarpone », non ha fatto alIre tanto, per fortuna, anche Franco Giampiccoli a proposito della
Confermazione, anche lui risvegliando un’e.-o interessantisima a proposito dii un aspetto particolare del nostro vivere il Cristianesimo adesso?
Può darsi che fai-cia parte del tempo nostro la necesslà di usar gli scarponi. anziicliè i delicati, ma spesso
inconcludeinti, scarpini di altri tempi!
E infine una ultima piccola osservavzione a proposito del termine
(I laici ». E’ ovvio che il Presidente
della Commissione Ministeri non ha
usalo, proprio lui, questo termine in
senso spregiativo, ma per abitudine
E tuttavia, proprio in vista di
quella edificazione di una Cliiesa in
cui tutti siamo in diverso modo impegnati, che sia dunque Chiesa di
popolo e Chiesa confessante, questo
termine, che presuppone la esi.stenzi di un clero separato, tonietto derivato (la istituzioni, appunto, clericali, dovrebbero sparire, anche dalle nostre abitudini.
Oppure essere usato per tutti coloro che, per grazia, fanno parte del
popolo dì Dio. (Juanto a me, ringrazio Iddio di sentirmi in tal senso
laico e anche, incidentalmente, di
avermi permesso di vivere abbastanza « nel mondo » da poterlo comprendere ed amare, piuttosto ohe
giudicare.
.Scusa per il ritardo e per l’ini'onsistenza di quest-a nota, ma una pa
loia dovevo a te e a tutti gli Amici
torinesi, sotto pena di essere accusato di (( miascherainento fistituziicuale ». Molto rordialmenle
Pierluigi falla
Cercheremo di fare tesoro
Roma, 15-5-’64
Caro Direttore,
« Mùsou qu’is capìsen pà toùtio
gnaulo èntèr lour »! (Pen.so che non
si capiscano sempre neppure tra loro!}. Questo commento, piuttosto
duro, è di un nostro ,\nziau9 delle
Vaili, delegato al Sinodo, al quale
avevo chiesto il proprio parere circa
una interminabile disctissione sinod.i'e — qualche anno fa — alla quale avevano parteciiiato soprattutto i
inaiggiori « c-ailiibri » della nouvelfa
rague.
Nella sua semplicità, questo giudizio è valido anche per buona parte degli articoli e delle polemiche
che la nostra stampa evangelica ci
aininanniscc con massiccio « impegli) » c martellante regolarità. Aiii he ECO-LUCE non va esente da
(tuesla critica anche se, paragonato
ad altri fogli più... « scapig'liati »
( f onie « Gioventù Evangelica »,
« Diakonia », « Presenza Evangeli
ca »1 il no.stro settimanale potrebbe
essere add-itato a modello di chiarezza e semplicità, tanto sul piano
loncettuale che su quello fermale,
stilistico.
Imperversa, sovrano, dispotico, irrjidtu cibile, sui non sullodati foigli
della cosiddetta (( avanguardia », imo
siile irto, come un cespuglio di ginepro, di neologismi, di termini astrusi, di paroioni — taluni dei quali
costituiscono vere e proprie offese,
non dico al pudore, ma certamente
al buon gusto (letterario)... con patente -violazione dei cancni fondamentali della lingua italiana, i quali
poggiano, anzitutto, sulla CHIAREZZA e sulla SEMPLICITÀ’.
Qualche esempio? Ne avrei a hizzpffe.
Preso «possesso» di alcuni termini, appartenentii al linguaggio
lemiuo, filosofico o teologico, (come « lemalica », « dialettica », « proIhleiìiatica », « escatologia », « catar
si » e simili) i nostri baldi « avanguardisti » non la finiscono più di
discetitare, manipolando questi lermìni in tutte le salse, tematizzando,
problemizzando, escato-logizzando e
via discorrendo. Essi vogliono, ad
ogni pie’ sospinto, « strutturare » e
« iiistrutturare », « simbolizzare »,
« demitclogizzare », « radicalizzare »,
0 assolutizzare » e « relativizzare »,
<< strumentalizzare » ed « evidenzia »
(!) sommergendo, affogando i lettori
sotto questo flusso torrenziale, questa marea inarreistabile di vocaboli
orrendi e mostrucsi, lasciandoci senza fiato e 1— quel che è peggio —
senza idee.
Ho sempre amato quegli scrittori
(ed oratori» che sanno unire ad una
autentica « originalità » e « solidità »
di pensiero, chiarezza e precisione
di linguaggio. Perdo resto a bocca
amara quando leggo (o ascolto) tiri
tere piene di paroioni — strumenti
di una nuova retorica insana — che
non significano nulla di serio, di
ciliare, onesto, comprensibile, accet
labile dalla mente e dal cuore.
Mi domando come facciano a re
sistere a questo andazzo i lettori
(valligiani, operai, contadini) che co
B'tituiscono pur sempre la stragran
de mag^'oranza deULa popolas^i'one
evangelica — tanto a Massello come
a San Germano od a Torino, a Forano come a Ferentino, a Palermo
tome a Pachino e Mazara del Vallo
— i quali, nella migliore delle ipcLesi, hanno a malapena compiuto gli
studi deUe scuole elementari Î
E ci meravigliamo, poi, se le
« campagne » di abbonamento alla
nostra stampa danno scarsi risultati
e se la Tavola deve ogni anno « colmare il deficit» dei giornali! E ci
stupiamo, i;ltresì, se molta gente diserta i culti domenicali, le confeì'enze e le rìuniioni a carattere religioso ! !
Cercliiamo di dire pane al pane e
vino al vino e di chiarire anzitutto
a noi stessi il nostro pensiero prini i
di affliggere U prossimo con tutta
la (( temat ica e la pmblematica »
che ci iravaglia e die nessuno capisce.
E ricordiamoci del buon vecchio
adagio del Boileau, tanto spesso citato dal nos.ro professore Jean Coisson: «Tout ce qui se conçoit bien,
s’exprime clairement»! (non c’è bisogno di traduzione, vero Direttore?).
Con i migliori saluti dal Suo
Aldo Long
Travolti da questo foga chiniamo,
in scherzosa umiltà^ il capo. Cerche^
remo di far tesoro della lezione dei
Boileau.
Conferenza del Primo Distretto
La Conferenza distrettuale avrà luogo in Angrogna
(Capoluogo) i giorni 27 e 28 maggio. I lavori avranno
inizio mercoledì 27, alle ore 21, nel tempio con una commemorazione di Giovanni Calvino
4
oag.
22 magfrìo 1964 — N. 21
LE COLONIE ESTIVE DELLA CHIESA DI TORINO
Bimbi al mare
e in montagna
Sono aperte le iscrizioni ai turni
òelle Colonie estive sia a Borgio Verezzi ohe a Rorà.
Gli interessati sono pregati di farci
pervenire, appena possibile, le domande di ammissione, tenendo oonto ohe
ù termine ultimo per la richiesta di
ammissione ai primo turno è la fine
di Maggio e per il secondo turno entro la prima decade di Giugno.
Nella assegnazione dei posti sarà
tenuto conto della precedenza nella
presentazione delle domande.
La precisazione dei documenti da
allegare sarà inviata direttamente alle famiglie presso l’indirizzio indicato
nella loro domanda. Rimane Asso il
termine di età per le ammissioni tra
1 nati dopo il 1“ Luglio 1952 e prima
del 31 Dicembre 1957.
Al MARE: BORGIO VEREZZI i
turni saranno ripartiti cos;i:
P turno femminile : dal 26 giugno al
16 luglioi 1964
2» turno maschile; dal 17 luglio al 6
agosto 1964;
3‘ turno femminile: dal 10 agosto al
31 agosto 1964;
4i> turno maschile: dal 2 settembre al
23 settembre 1964;
In MONTAGNA: RORA’ - PIAN
FRA’ (altitudine mt. l.KW) ci saranno
2 turni:
1' turno femminile : dal 1° luglio al
29 luglio 1964;
2 ’ turno maschile : dal 1® agosto al
29 agosto 1964.
Tanto per la Colonia di Borgio che
per quella di Rorà valgono le stesse
dispoisizioni circa Tetà dei bambini e
sarà tenuto conto della precedenza di
arrivo delle domande.
In ogni caso, data la finalità delle
nostre colonie sarà data la preferenza ai bambini che risulteranno più
bisognosi sia dal punto di vista sanitario (in base al certificato medico)
sia per condizioni economiche della
famiglia (in base alla dichiarazione
del Pastore).
E’ bene spiegare che, per ovvie ra
gioni di equità, cercheremo di dare la
preferenza ai bambini ohe non hanno
mai usufruito delie nostre Colonie e
che, comunque la Commissione si riserva, nei limiti della disponibilità
dei pesti, ogni decisione per i bimbi
che ne hanno già usufruito più volte.
Desideriamo' chiarire fin d’ora, che
per adeguarci alle Superiori Autorità
Sanitarie, che vigilano sul buon andamento della Colonia, dovremo esigere la più sorupcilosa osesrvanza del
regodamento che vieta le visite dei
genitori e parenti ai bambini durante
i turni delle colonie. Si tratta di provvedimenti che hanno un evidente
6'CO'P'o sia disciplinare che sanitario e
che le ramiglie evangeliche dovrebbero es.sere le prime a comprendere e
rispettare, anche in quella atmosfera
di familiarità fraterna che distingue
le nostre istituzioni.
VIGILATRICI ED INFERMIERE
La Direzione delle Colonie sarebbe
lieta di ricevere offerte di collaborazione di giO'vani valdesi disposte a
prestere la loro attività quali vigilatrici ed infermiere.
Per le vigilatrici si darà la prsferenz.a a Signo're e Signorine munite
di adeguata preparazione pedagogica.
Per le infermiere è d’obbligo un diploma di infermiera legalmente valido.
La direzione delle Colonie Valdesi
VILLASECCÄ
— Lutto. Tragico inciidenle stradale ha
troncato la vita della nostra soreila Bouiiouis Luigia in Peyronel, mentre tornava
alla sua casa al Peyroneo il 17 aprile, all’età di 83 anni. 1 funerali sono stati una
occasione di lestianoniare della nostra speranza in Cristo. Alla fanniglia in lutto vada
la nostra simpa't'ia cristiano.
— Battesimi. Il Santo Batleainio è stato
amministrato alla piccola Peyronel Marisa
di Cesare e Ferrerò Anita di Chiotti, ed a
Peyronel Rosanna di Levi e di Peyronel
femanda del Peyroneo. Iddio beni dica i
teneri agnelli che Egli si coniipiace di aggiutigere alla sua greggia.
— Confermazioni. Sette nuovi membri sono stati ricevuti mediante pubblica cenfessione della loro fede la domenica delle Palme, esiti sono: Poet Marisa, Poet Odelta,
Gri'Il Elsa, Ferro Luedana, Ghigo Riccardo,
Genre Enzo, Girand Giancarlo. Il Signore
aiuti questi cari giovani e dia loro la forza e la gioia dii rimanergli fedeli hno alla
fine.
— Visitti. Giovedì 7 maggio, giorno delrAsccnsiionc, abbiamo ricevuto la gradii:!
visita deirUniome delle Madri di Luserna
San Giovanni acconipagnate daiI Pastore
Jahier e Signora. Es'se hanno pairieciipato al
culto con la nO'Stra comunità ne] tempio
dii Gbio'lti arriccliendo con un be'll’inno e
con un messaggio fr.tterno del Pastore
Jahier che ringraziamo ancora di cuore.
— Bazar. Ricordiamo a luit i i membri
di Chiesa e a tutti i numerosi e cari amici
delle comunità vicine che il tradizionale
baz.ir si terrà quest’anno domenica 31 maggio dalle ore 14 alle 17 circa. Molto gradite 'Saranno le offerte e i visitatori.
PERSONALIA
La famiglia pastorale di Guido e
Luciana Colucci, a Verona, si è lietamente accresciuta con la nascita di
Alessandra. A tutti loro il nostro augurio più cordiale!
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
TORRE PEUICE
— L’ultimo periodo delle caratterieti'clie
« attività » inveraalii della Cliìesa volge al
termone.
Con le settii'inana di Pasqua sono terminate le liunioni tll quartiere con dei culti
con S. Cena. In queste riunioni dove ¡1 numero dei partecrnaintii è modesito e tutti si
conoscono, convìvono vicini gli uni agli
altri ci pare che la S. Cena acquisti un significato vìvo e profondo die qualche volta non Ila nei culti delile grandi feste.
Durante la settimana santa abbiamo avuto una affluenza partiLcolarmente numero a
ai culti, culminante al (ulto dì Pasqua nel
corso del quale circa 450 persone si som
avvicinate alla S- Cena.
La domenica de'^le Palme sono stati confermati 32 catecumeni ed il nostro augurio
t la nostra speranza sono che ognuno di
essi sia una forza giovane e viva nella vita
della Chiosa.
— Sarebbe jnileressante studiafre le ragioni per le quali lo feste di A&cens’one e di
Pentecoste soro cosi poco « sentite d nella
nostra comunità. Sta di fatto (die il giorno
deH’Ascensione c’erano soltanto una (cinquantina di parlecipanti al culto fra i quali, però, abbiamo notato diiversi giovani.
Il gir.rno di Pentecoste abbiamo avuto una
normale pariecii)«z’onie al culto.
— Il lo maggio abbiamo potuto fare la
nostra tradizionale passeggiava alla Sea II
tempo, un po’ incerto, è stato clemeule e
ci ha lavc’ati godere la partecipazione al
culto del mattino, vivaci e ccmbatlute le
gare dei giovani nel corso del pomeriiggio
e nelPinsieme ottimo lo spirito (die ha animai o questa giornata.
— In questi ultimi tempi sono stati numerosi i matrimoni fra giovani della nostra Comunità e a lutti rinnoviamo il nostro auigurio di una vita felice sotto lo
sguardo e nella guida del Signore.
— Alla fine di maggio ed ai primi di giugno avranno luogo gii esami di catec'hisino
per i primi tre anni.
— E’ indetta per domenica 24 mag
gio l’Assemblea di Chiesa col seguente ordine del giorno: 1) lettura e à.^‘
scussione della relazione annua; 2)
nomina dei delegati alla Conferenza
distrettuale; 3) nomina del delegato
al Sinodo. F. S.
S. GERMANO CHISOHE
— Domenica 24 Maggio alle ore
10,30, dopo un breve culto liturgico,
avrà luogo la riunione dell’ASSEMELEA DI CHIESA nel corso della quale verranno fatte alcune comunicazioni suU’attività svolta durante l’ultimo
anno amministrativo e si procederà
alla nomina dei delegati alla Conferenza distrettuale ed al Sinodo.
— Il pomeriggio, alle ore 15, avrà
luogo nella nuova sala l’annua VENDITA DI BENEFICENZA.
Un gruppo di collettrici visiterà 1
diversi quartieri della parrocchia per
ricevere le offerte. Queste ultime IJOSsono anche venire consegnate direttamente al presbiterio.
Raccomandiamo vivamente a tutti
di essere presenti per acquistare i vari oggetti esposti e che sono il frutto
del lavoro assiduo e perseverante dell’Unione Femminile.
II provento verrà devoluto a varie
opere della chiesa secondo le indicazioni che riceveremo.
:Isj: ;ì((
m
— DoiiieTiica 17 maiggio nel c.orao del no
stro culto è a'taito p'resen-tailo al BaiUesimo
il bimbo Pontet Sergio di Ernesto e di Pontet Maria (albe'rgo Cenitrc). La grazia del
Signore acconipagni sempre il bimbo ed i
suoi! cari
— M nostro fraterno benvermito alla nostra sorella Gönnet Elena che, andata sposi al ni Siro fraitello Cliatibonnier Alberto
di Alberto dell’Abses sabato 16 maggio a
\illar P'ell'ce, .diirven'Ja meniibro della nostra comunità di Bobbio Pelhee.
— Domenica prossima 24 maggio nel cor
so del noisilro cullo sarà data lettura della
Relazione annua morale e finanziaria del
( oncistoro e procederemo alla nomina dei
(ielra.gati alla Conferenza distrettuale ed al
Sinoiio. Ci auguriamo che, data l’iiiniportanza degli argomenti, rasseiniblea dei partecipanti al culto sarà pariticolairmenie numerosa ! e. a.
RODORETTO
— Una bella giornata ed una ottima collaborazione da parte della Comunità lian110 determiinato la buona riuscita del Bazar dell’Ascensione. La Cemunità ha risposto con generosità offrendo lavoro e materiale per la preparazione dei vari banchi
e accorrendo conipalta ¡1 giorno della ma
nifestazione ohe ha realizzato un imporlo
toltale di oltre 300.000 lire, devolute per il
nuovo tempio ; la nostra riconoscenza va
a lutili i coialboraitori, dai ragazzi che hanno raccolto le offerte nei qurlieri, all’Unione d'elle M'adni, al Si'g. Luigi Rostan che
ci ha faciilitalo la preparazione dei dolci
a tulli colloro che hanno acquistato il materiale così raccolto e preparato.
— La domenica seguente là Comunità di
Praili si è rallegrata nel ricevere le Corali
e le Scuole Domenicali dell’alta Valle per
la loro festa di canto. Erano presenti oltre
l-ìO ragazzi e memlhri delle Corali, un buon
numero di Pi’alini ed altri fratelli provenienti dalle comunità della Valle nonché
alcuni turisti in visita a Frali. Questa occasione oi ha messo ancora una volta in
luce come il nuovo complesso del tempio
e della sala rappresentino un ottimo strumento di lavoro e di testimonianza nella
attuale situazione di Prali.
— Con 1» festa di canto la nostra Corale
ha terminato il suo anno di a'ttivi'tà durante il quale i .suoi membri li anno lavorato
con serietà, impegno e con risultati veramente buoni.
— L’Unione delle Madri si è recata, la
domenica 26 aprile, in gita a S- Giovanni,
accolta con cordialità, affetto e gonero.sità
dalla comunità locale. 11 Pastore e la Signore, con un gruppo di collaboratrici Iranno permesso di svolgere un programma di
interesse vario. Rinnoviamo il nostro rin
graziamento e l’Unione delle Madri sarà
lieta di accogliere a Frali le sorelle di S.
Giovanni in una prossima occasione.
— In sosli'tuzìoTie del Pasiot'e, ancori
inipeiinalo a Rodoretto. hanno predicato il
Pasi. Alberto Taccia dì Angrogna ed jl
Sig. Claudio Tron.
— ULinianisnte lianno avuto hiogo due
serate cinematografiche: una organizzat-^
dalla comunità ed una dal M° Amalo della Scuola Elementare di Pomaretto.
— Nel quartiere di Cougn è nata il 10
aprale la piccola Mirella Peyrol di Adriano
e Franca Pascal. La comunità porge il suo
augurio alla hiniba ed invia un nenstiero
afìettuoso alla madre *'coverata in ospedale
— Nel ponieriggìo di domeni(“a 19 aprile
abbiamo avu'.o il nostro tradizionale Bazar
primaverile di beneficenza. Tutto era stato
prejparaito ('on cura e impegno, nia il teiiiipo
è silalo decisamente contrario. Tuttavia il
risultato è stato buono, il che ci ha perme‘=;s’3 dì realizzare una certa somma, che
è stata devoluta per le spese, par altro rilevi'rti, sositenute dalla Coniun'tà per la riparazicne della scucia dei Grill. Ringraziariio ani'ora tutte le persone che hanno of
Ìl -0 la loro collaiborazione
— Domenica 26 aiprile, nel pomeriggio,
(’è stata Tesame dei catecumeni II risullate è stato di&cire'o per la maggior parte;
per qualcuno, è stato scarso. Peccato che
nessun parente sia mai presente a questo
esame !
—■ La nostra scuola domenicale, con un
buon gruppo dii genitori, si è recata, domenica 3 maggio in gita a Praniollo, con
un capace autcpuliman. Accompagnavamo i
binbin! la Signora Pfeyrot e le monitrici.
Depo aver partecipato al culto, nel pomeriggio hanno preso parte alla festa di canto
con due inini (il N. 2$ della raccolta francese e il 357 di quedla italiana).
— 11 giorno della Ascensione, g;iovedi 7
maggio, un gruppo di sorelle dell’Unione
delle Madri e una parte della Corale, ha
fatto una gita a Biella - PiedicavaUo, fraternamente accoliti dalla Comunità valdese
dì quella località. Abbiamo celebrato il
cullo nel bel le-mpie'ilo di PiedicavaUo con
i fratelli di Bie’fla, durante il quale la nostra corale lia eseguito due cori. Il pomeriggio è trascorso allegramente, tra canti e
giuochi, sulle rive del torrente Cervo, Al
r'torno, abbiamo visitalo la città di Biella,
il lago Viverone e Ivrea. Ringraziamo ancora i fratelli di Biella e PiedicavaUo
" Domenica lo maggio, nel corso del
cum:o, si è tenuta la Assemblea di Chiesa.
AliTordine del giorno: la relazione del Concistorc, nomina dei delegati alla conferenza di jtireltuale (li fratelli Marco Avondet e
Ernesto Paschettoì, del delegato al Sinodo
(Gay Virgilio e Avondet Marco senior), dei
revisori dei conti (Gardiol Alessio e Robert Alessandro), vacanza della parrocchia.
E’ seguito, per ogni argomento, uno scambio di idee tra vari membri delJ’assemMea
— 1 culti di Pentecoste, tanto al Capoluogo che a Roccapìatta, lianno visto una
afFIuenza piiiUosto modesta f !^, forse a causa dei lavori di fienagione già cominciati(?r.
E’ seguita la celebrazione della S. Cena.
Nel corso del (ulto a S. Bartolojiieo è stato
amministrato il Santo Battesimo a Paschetto Rita, dì Ide e di Forneron Ersilia, dei
Badoni. Il Signore conceda la sua grazia
a questa bambina e dia ai genitori ed ai
j)adrini di adoperarsi affincliè ('resca in que
sta grazia e nella viva «oiminione della
c Illesa.
— Ringraziamo la filodrammatica dell’Unione Giovanile di Pinerolu per la graditissima visita e la recita (veramente ottimal
oiTertaci domenica 17 maggio sera.
- Lunedì 20 aprile hanno avuto luogo,
nel tempio, i fuuerali della nostra sorella
Griglio Matilde, del Padio, decerliita presso l’Ospedale Civile di Pinerolo, dopo lunghe sofferenze, all’elà di 76 anni. Esprimiamo a parenti vicini e lonlani la nostra
viva simpatia cristiana.
— I culti del periodo e.slivo, da domenica 7 giugno sino alla fine di settembre,
a\ ranno luogo alle ore 10.
I culti mensili al Roc, la prima domenica (alle ore 8), e a Roccapiatta, la terza
domenica (alle ore l5).
Convitto Maschile Valdese
-14-
TORRE PELLICE
LE ISTALLAZIONI: una piscina coperta (13x6 m.) per l’estate e l’inverno, tennis, campo di foot ball, palla a volo e palla canestro, ottima posizione di mezza montagna. Sci con impianti di risalita.
ESTATE- dal 1« luglio al 31 agosto si accettano ragazzi dagli otto ai
quindici anni per vacanze organizzate; possibilità di studio in vista
degli esami di riparazione (massimo due materie).
INVERNO: le iscrizioni per elementari, scuole medie, scuole professionali e ginnasio-liceo sono aperte.
RETTE: per le finalità del Convitto che si rivolge soprattutto al pubblico evangelico, le rette sono molto modeste in rapporto alle attrezza
ture sportive messe liberamente a disposizione dei ragazzi senza supplementi,
BORSE DI STUDIO: sono messe in palio alcune borse di studio (metà
retta) per alunni particolarmeiile meritevoli di modeste condizioni
economiche.
INFORMAZIONI: scrivere al Convitto Valdese TORRE PELLICE (TO).
ANGROGNA (Serre)
Riaissumiaimo hrevenienle le notizie prinriipali, dato ('he da cii-cii un mese non ne
avevamo mandalo.
— Il 12 aprile al Serre ha avuto luogo
l'annuale bazar organizzato anche quesPanno dall’Unione femimnile. Per concom tanZ( dii a'itre .attività in altre parrocchie ha
avuto meno visitatori dei due anni precedeniti ma l’incasiso è stato buono.
— 11 l9 aprile ha avuto luogo rassemblea
di clhiieisa per la chiusura delPanno ecclesiastiico, con lettura delle relazioni morali e finanziarie delPanuo 1963-1964. Abbiamo anticipalo quest’anno, epr varie circostanze,
di alcune domeniche l’assemblea che nella
nostra comunità dii montagna de-re per for
za aver luogo o rulitima domenica di aprile o al massiimo alla prima domenica di
magigio, cioè priima ohe Pestaile porli l’anr.uale disipieirsione d'ei mieiuibri dii Cliieisa ('he
salgo'no agl» alpeggi. Al termine sono stati eletti qualii deputaiti alla Conferenza dàs'irettuale i Signori Buffa Emiiliio dii Pradeilitorno e Riivoira Pierino del Cacet. Per
'il S'ino'do è stata eletta la Signora Arma'U.d
Rose Emma ved. Bertalot.
Sempre il 19 aprile ha aniche avuto, nel
pomeriiggiio dopo il culto al Serre, Peisaime
dei cateicumeini dei tre primi corsi, alla
P'reisC'nza del Co'ucistoro. Il Pastore si è
raiPegirato ohe una parte del Couiciatoro almeno fosse presenile agli esami e si augura
che ques'io si.sle»na, in voga daU’a'Uino scor'so appena nella no'Stra co'muniità, continmi
negli anni venturi perchè oltre a conferire
un-a maggiore impronta di serietà agli esami pierme'tte al Pastore di avere una visione meno personale, e quindi più collegiale
e pe'reiò a suo parere più giusta, de'i limiti e delle pretese a cui deve essere sotlopos'to un corso di oaite'chi'smo. Non vi sono
comunque stati dei rimandati.
— Il 26 aprile una raipipreaen'ta'nza deM’Lnione Femminile si è recata a Bobbio Pel
lice in visita a tale ccmun'ità, con rUnione
Fem'minile del Capoluogo. Le parteciipanti
sono tornate liete della buona accoglienza
ricevuta e felici per la bella giorna'ta trascorsa.
— Il 3 maggio jia avuto luogo al ’Capoluogo la fes'ta di canto delle Scuole dome
nical'i. Anche gli alunni del Serre vi hanno
pireiso parte attiva quest’anno. Presentan.
doisii però non da soli (dato il loro nuimem mol'.o esiguo ancora ridotto per quanto
riguarda il cantol bensì con gli alunni delia Scuola domenicale del Capoluogo.
— L’Unione Giovanile ha chiuso la sua
attività il 5 maggio, con una siimpatica sera-la che ha raggruppato i membri dopo la
seduta intorno ad un piatto... veramente
eccezionale: la pizza napo-letana preparat! dall’uniioiniiista Rene Moinnet, barman a
Pinerolo, e... jìiemontese! (si sentiva anche dalla pizza!).
— Il 17 maggio, nella Chiesa del Serr-,
è stata battezzata la piccola Manuela Chauvie di Giulio e di Orlina Rertin. Il Signore
CGUceda a questa bambina di potere un
giorno, con piena consapevolezza, conferm.are l’alleanza del suo Battesimo, e conceda ai genitori ed ai padrini di essere fedeli alle pro»nesse fatte per questo tenero
agnello della greggia del Signore
Direttore resp.: ('-ino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175. 8-7-1960
Vip. Subalpina s.p.a. - Torre Pellice (Toi
I figli e-d i p’areniti tutti oommio-ssi e
niocincscsinti per le testimo'nianze di
affetto tributate al loro caro
Giovanni Enrico
Ferrerò
richiamato dal Signore, dopo lunga
m-alattilla, all’età di 67 anni, ringrazàano di cuore quanti hanno voluto,
in qualsdaisd modo, dar loro prova di
simpatia nel loro immenso dolore.
« Venite a me, voi tutti che siete travagliati ed aggravati, ed
io vi darò riposo »
(Matt. 11; 28)
Barbencia di Perrero-, 10 maggio 1964
La famiglia di
Caterina Pons
ved. Genre
deceduta a Gardiola il 13 maggio 1964
all’età di 79 anni, cQmmo'S,3a per le
manifesitaaioni di simpatia ricevute in
occasione di questa dolorosa circostanza, ringrazia quanti hanno preso parte al SUO' dolore ed al suo lutto.
« Poiché voi moriste, e la vita
vostra è nascosta con Cristo in
» ( Colossesi 3: 3 )
Gardiola, 14 maggio 1964
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