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f
Anno 121 - n. 10
8 marzo 1985
L. 500
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a : casella postale - 10066 Torre Pellice
delle valli valdesi
SETTIMANALE
Punti
di vista
UNA SETTiMANA Di LOTTA PER LA ViTA iN AMERiCA CENTRALE
10 parto, disse triste alla ragaz
[za,
per poco, aspettami e ritornerò.
11 soldato è partito ma prima
[della primavera
a casa è tornato, in una tetra
[bara di zinco.
L’aurora non vide della vita,
cadde bocconi e la terra ne coprì
[la ferita;
cadde bocconi non in guerra, ma
[in pace
quando stava spuntando la stella
[deU’amore.
Anche tu sognavi una ragazza,
le avevi dato un flore, ma non
[l’hai avuta per te.
Solo quando cadesti sulla bian[ca neve
scrivesti col sangue il suo nome.
Il vento ha dissipato su Kabul
[il fumo oscuro,
con un altro, per strada, cam[mina la ragazza;
quella che aveva promesso: « A[ spetterò ».
La neve è sciolta, e scomparso
[è il nome.
Piange la madre, sta ritto il pa[dre come ombra,
come molti cuori che non son
[tornati,
come molti che alle soglie della
[vita
son tornati a casa in una tetra
[bara di zinco.
Questo samizdat (ciclostilato
in proprio, diremmo noi) dal titolo « per un caduto in Afghanistan » sta circolando clandestinamente in Unione Sovietica. E’
l’immagine di come — a livello
poetico — si sta sviluppando in
URSS l’opposizione alla guerra
in Afghanistan. Una guerra quella dell’Afghanistan, non dichiarata, dove sono impegnati 140
mila soldati deli’esercito sovietico e che è già costata in cinque
anni ai sovietici almeno 8.000
morti e 16.000 feriti oltre la perdita di 600 tra elicotteri ed aerei da combattimento.
Una guerra contro la resistenza interna afghana, divisa in sette organizzazioni principali che
ancora non trovano una unità di
azione, viste le difl’erenti ipotesi politiche sulle quali sono sorte, che ha procurato centinaia
di migliaia di morti alla popolazione civile e l’esodo forzato di
oltre 3 milioni (su 16 milioni
di abitanti) in Pakistan.
Una resistenza afghana che è
resa possibile dal massiccio aiuto che gli Stati Uniti le forniscono: 70 milioni di dollari nel 1984
e, si prevede, 280 milioni di dollari nel 1985 (New York Times).
Una guerra dunque che è destinata a diventare ancora più
drammatica.
E’ una guerra lontana, dhnenticata dai grandi mezzi di comunicazione del nostro paese, eppure sono migliaia le persone
che vi muoiono ogni mese.
Si ha l’impressione che nessuno voglia una soluzione politica
alla questione afghana: non l’Unione Sovietica che non indica
alcuna soluzione aceettabile; non
la resistenza troppo divisa ed
incapace di ritrovarsi in un fronte unito; non gli USA cui è conveniente finanziare un conflitto
contro rURSS per procurarne
l’isolamento intemazionale.
Ma la via della pace si fa strada con difficoltà anche in URSS
ed è con questo movimento che
i pacifisti occidentali devono saper trovare collegamenti, al di là
degli schieramenti ideologici.
Giorgio Gardiol
Se gli Stati Uniti invadono
Migliaia (di cittaidini USA hanno firmato un impegno di disubbidienza civile o di protesta legale che scatterà se gli Stati Uniti inaspriranno il loro intervento nell’America Centrale
Il manifesto della settimana « Lotta per la
vita in America centrale » con un motto di
Oscar Romero: « Dobbiamo ripetere continuamente anche se sarà una voce nel deserto: no
alla violenza, sì alla pace ».
« Dall'esperienza del Vietnam il Pentagono ha
evidentemente concluso che le vere dimensioni e i
pericoli di un intervento all’estero devono essere
tenuti nascosti al popolo degli Stati Uniti. Cercando di evitare una massiccia introduzione di truppe
americane quale si ebbe in Vietnam nel^ 1965, gli
operatori politici stanno costruendo perciò uno scenario di invasione in America centrale in modo_ lento e circospetto. Per questa ragione l’amministrazione Reagan ha scelto in primo luogo di rafforzare
e appoggiare le strutture militari locali, in secondo
luogo di impiegare la CIA e le forze speciali, adottando una strategia di "guerra nascosta". Infine, dichiarando "vitale” per gli interessi statunitensi l’intera regione, l’Amministrazione Reagan sta accuratamente preparando l’opinione pubblica ad appoggiare un intervento delle truppe combattenti USA
qualora ciò si rendesse necessario ».
Inizia cosi una massiccia documentazione distribuita negli Stati Uniti dal « Gruppo interreligioso
sull’America centrale » in vista di una settimana di
mobilitazione fissata per il 17-24 marzo. E le recenti dichiarazioni del presidente Reagan e del Segretario di stato Shultz sembrano dare pienamente ragione all’analisi di questa strategia che è in atto
da tempo: martellare nella testa degli americani
che il rovesciamento del governo sandinista del Nicaragua è una fatale necessità.
« Impegno di resistenza »
Ma gli americani non stanno a guardare e rnolti
di loro non sono disposti a rendersi complici di
questa politica. I giornali hanno riferito deH’opposizione del partito democratico a questa politica
repubblicana. Ma poco si sa da noi della vasta opposizione che ha come punto di riferimento non tanto un partito politico quanto un movimento religioso.
MARCO 12: 28-31
Ama Dio, te stesso, il prossimo
« Or uno degli scribi che li aveva uditi discutere, visto ch’egli
aveva loro hen risposto, si accostò e gli domandò: Qual è il comandamento primo fra tutti? E Gesù rispose: Il primo è: Ascolta,
Israele: il Signore Iddio nostro è l’unico Signore; ama dunque il
Signore Iddio tuo con tutto il tuo cuore e con tutta l’anima tua e
con tutta la mente tua e con tutta la forza tua. Il secondo è questo: Ama il tuo prossimo come te stesso. Non v’è alcun altro comandamento maggiore di questi ».
Questi versetti sono noti a tutti, specie a coloro che frequentano i culti domenicali, poiché quasi mensilmente sono letti per
preparare alla confessione di
peccato. Gesù riassumeva così
tutta la legge mosaico e gli scritti profetici, cioè tutta la rivelazione veterotestamentaria.
Amare Dio: lo si può fare a
parole o nella realtà pratica. Dire « Signore, Signore », oppure
« Lode a Dio! » non è dijfftcile,
ma alla parola deve seguire l’azione coerente che riconosca veramente Dio Signore di tutta la
nostra vita e lodarlo e far sì che
altri Lo lodi per mezzo nostro,
il che non è cosa facile. Amare
Dio dedicandogli il primo nostro
pensiero, la prima nostra preghiera, il primo affetto del nostro cuore, la ubbidienza filiale,
e quindi sottomettendo la nostra
alla sua volontà: questo è amarlo con tutto l’essere nostro. Non
vergognarsi di confessare il suo
nome sempre, dovunque, a qualunque costo, anche con sofferenze fisiche e morali. Dedicargli
la nostra vita intera, vivere in
comunione con Lui, andare ove
Lui ci ordina e fare quanto Egli
ci ispira. E’ un impegno non
facih e ci vuole l’aiuto del suo
Spirito che ci adotta e ci fa sentire «figlioli di Dio».
Amare se stessi: non è un incoraggiamento all’egoismo, ma
il preparare il metro, la misura
di amore per gli altri. Se non
amiamo di star bene, non possiamo preoccuparci che anche
gli altri stiano bene. Se non
amiamo la pulizia per noi stessi
non potremo far sì che altri abbiano la possibilità di avere la
pulizia. Se non amiamo la cultura non potremo far quasi nulla affinché anche gli altri conservino la propria cultura o l’acquistino se non l’hanno. Noi vogliamo avere cibo, alloggio, vesti, lavoro: non possiamo farne
a meno, come tutti, e questo ci
deve spingere a far sì che anche
il prossimo abbia quello che vogliamo avere noi. In poche parole, noi desideriamo e facciamo di tutto per avere i conforti
odierni: acqua calda e fredda,
auto o un mezzo di locomozione
minore per gli spostamenti, una
casa accogliente, un letto con
lenzuola pulite e un buon pasto
quotidiano...
Pensiamo, quando abbiamo
tutto ciò, ai nostri fratelli?
Ama gli altri, il prossimo,
quanto ami te stesso. Questo
comandamento è un freno al nostro egoismo, al nostro spirito
accaparratore o alla nostra avariz.ia che vuole sempre accumulare.
Giovanni Battista predicava di
dare un mantello all’altro che
non lo possedeva e di condividere il cibo con chi aveva fame.
Qggi potremmo dire, a chi ha
tutto o quasi tutto doppio, di
condividere con altri che nulla
hanno: chi ha due auto ne dia
una a chi non ne ha e che ne ha
bisogno; chi ha due case ne apra
una a chi è senza alloggio, chi
ha tanti cappotti ne dia uno al
fratello che trema di freddo,
specie in questo inverno così rigido.
Ora poiché lo spirito cavillatore può trovarsi pure oggi in
tante persone che chiedono come il dottore della legge: «E
chi è il mio prossimo?» (Luca
10: 29), dobbiamo dire ancora
Liborio Naso
(continua a pag. 2)
Lo scorso anno, dopo che il
coinvolgimento militare degli
Stati Uniti in America centrale
era arrivato ad un punto tale
che un’invasione in quella zona
appariva sempre più chiaramente come lo stadio successivo dell’escalation militare, in agosto
negli Stati Uniti partì una campagna di resistenza di massa.
Scopo dell’« Impegno di resistenza » era di annunciare un
piano coordinato di resistenza
nonviolenta in caso di invasione
per ostacolare all’interno e rendere più difficile aH’esterno l’invasione stessa.
Da allora ad oggi decine di
migliaia di cittadini americani
hanno firmato 1'« impegno di resistenza » e si mobiliterebbero,
non appena venisse data la notizia di un’invasione, con questo
piano;
— Un segnale di azione raggiungerebbe responsabili e gruppi a livello statale e locale.
— Gli aderenti si raccoglierebbero su tutto il territorio nazionale in un luogo prestabilito,
una chiesa o una sinagoga; questi luoghi di culto diventerebbero punti di raccordo per ricevere e scambiare informazioni,
per pregare e scambiarsi sostegno reciproco, per preparare
successive azioni.
— L’ufficio distrettuale di ogni
senatore e di ogni deputato verrebbe occupato pacificamente
finché il membro del Congresso
non voti per la cessazione dell’invasione.
— Da ogni parte del paese delegazioni partirebbero per Washington per impegnarsi in azioni nonviolente di disubbidienza
civile alla Casa Bianca in richiesta della cessazione dell’invasione.
— Se l’invasione avvenisse in
Nicaragua il movimento « Impegno di resistenza » si coordinerebbe con altri movimenti (come « Testimoni per la Pace »,
il « Comitato di (ìittadini in Nicaragua », ecc.) inviando, ove
possibile, e ritenuto utile da
queste associazioni, altri cittadini americani a raggiungere
quelli già in Nicaragua per unirsi a loro in azioni di resistenza
nonviolenta.
Una prima mobilitazione di
all’erta si è avuta lo scorso 12
novembre quando l’amministrazione Reagan ha raggiunto l’acme della tensione con la creazione di un possibile pretesto di
invasione intorno all’affare dei
MIG al Nicaragua.
In seguito, dal 2 all’S dicembre un’azione congiunta in tutto
il territorio ha promosso una
vasta campagna di sottoscrizione dell’impegno. Il gruppo di
coordinamento si è riunito in
dicembre a New York e ha discusse le modalità di un ulteriore allargamento della rete. E’
staio deciso di dedicare una settimana per ognuno dei primi tre
mesi delT85 per attività locali di
reclutamento. La prossima settimana, 17-24 marzo, ha come
Franco Giampiccoli
(continua a pag. 12)
2
2 fede e cultura
8 marzo 1985
TEOLOGIA PROTESTANTE E MINISTERI - 3
Il sogno di una chiesa
senza strutture
La chiesa non può non avere una disciplina e un’organizzazione,
ma queste non devono diventare il surrogato dello Spirito Santo
Oggi c’è la tendenza, nelle nostre chiese, a reagire a tutto
quello che sa di autoritario, a
tutto ciò che sembra troppo regolato, troppo codificato; la vita
della chiesa si dovrebbe realizzare in rapporti spontanei, liberi,
fraterni. Non è però sicuro che
questa tendenza sia un vero
superamento dell’ autoritarismo.
Anche qui, la storia della chiesa
nell’Ottocento ha degli esempi
da fornirci. Il nome a cui tutti
gli avversari dei regolamenti si
possono a buon diritto richiamare è quello di Rudolph Sohm,
vissuto tra il 1841 e il 1917. Perché Sohm? Perché quest’uomo,
giurista e professore di diritto,
autore di im’opera intitolata Diritto ecclesiastico e pubblicata
nel 1892, è stato il più fiero avversario del diritto quando viene
applicato alla chiesa. Per lui la
chiesa e il diritto ecclesiastico
stanno in un contrasto inconciliabile; dove regna il diritto ecclesiastico non c’è più la chiesa;
dove la chiesa vive non c’è bisogno di diritto ecclesiastico.
NON E’ APARTHEID
Egregio direttore,
nel mìo articolo « Religione e nazionalismo neìle isole britanniche » un
paragrafo è stato intitolato « un apartheid europeo », ii che ne stravolge
il significato. Ne desumo che la redazione non conosca ii significato di
« apartheid » (= sviluppo separato di
una maggioranza oppressa imposto da
una minoranza ai potere) e neppure
quello di • pluraìismo » (= il diritto
del cliente a scegliere « forse anche
illiberalmente » il suo proprio servizio sociale, come ad esempio, l'educazione) .
Ovunque nel Regno Unito ci sono
scuole di stato cattoliche in risposta
alla richiesta della minoranza cattolica. Allo stesso modo ogni Dipartimento scolastico è obbligato a mantenere
almeno una scuola secondaria solo
femminile per soddisfare i bisogni dei
genitori musulmani che non vogliono
che le loro figlie frequentino scuole
miste.
L'Atto parlamentare istitutivo dell'Istruzione moderna del 1944 specifica
come unica indicazione obbligatoria
nel curriculum scolastico che « ogni
allievo riceva un'istruzione religiosa in
base alla sua specìfica confessione ».
lo chiamo questo pluralismo e non
apartheid.
Ossequi.
Richard Newbury, Torre Pellìce
PRECISAZIONI
Gentile Direttore,
leggo da un paio d'anni, e con interesse « La Luce ». Ho notato spesso,
però, un forte spirito dì parte, e di
sinistra per giunta. Non posso biasimarvi per questo in quanto questo caratterizza qualsiasi giornale che scende
nella politica. Ciò che non mi sembra
giusto, però, per un giornale cristiano,
è di pubblicare delle notizie « di parte»
senza aver prima investigato adeguatamente la problematica. Faccio riferimento all'intervista concessa dai tre
giovani della Federazione Giovanile
Evangelica circa lo sciopero dei minatori in Inghilterra.
Con tutto il rispetto per i giovani
mi domando se è possibile formarsi un
giudizio su una situazione così complessa durante le brevi • vacanze natalizie », e specialmente quando hanno
visitato soltanto una zona dell'Inghilterra, Se la scena delle mense — come
se fosse il terzo mondo — fosse diffusa in tutto il territorio britannico
ove ci sono le miniere, la situazione
sarebbe veramente tragica, ma non lo
La comunità del
Nuovo Testamento
Il punto di partenza è giusto;
meglio di molti teologi del suo
tempo. Sohm ha saputo cogliere
le caratteristiche dell’ordinamento della chiesa nel Nuovo Testamento. In questa chiesa non esìste ancora un ordine gerarchico,
fondato sulla sottomissione e sull’obbedienza al vescovo e ai presbiteri. Questa è stata im’involuzione posteriore al Nuovo Testamento, documentata per la prima volta nella I Lettera di Clemente e poi affermatasi sempre
più pesantemente nel cattolicesimo romano. La chiesa delle
origini viveva non in base a rma
organizzazione gerarchica, ma in
base ai doni dello Spirito, dati
a ciascun membro. Tuttavia non
si aveva una situazione disordinata e caotica, perché sorgevano anche dei doni che si esplicavano nell’ insegnamento, nella
direzione della comimità, nell’esercizio della disciplina. La co
munità aveva dei dirigenti, ma
questi non agivano per una autorità posseduta in proprio e imposta agli altri con la forza, ma
per effetto dei doni ricevuti; il
loro insegnamento, le loro decisioni, erano sottoposti al consenso di tutta la chiesa. Se quindi
vi era obbedienza, questa non
era forzata, imposta, ma data in base a un consenso; e
questo consenso non aveva il significato di un atto che esprimesse la volontà della chiesa, ma
aveva il significato di un riconoscimento dei doni che soltanto il
Signore può dare.
Disciplina non vuol
dire autoritarismo
L’autoritarismo è quindi una
degenerazione dell’ ordinamento
vigente nella chiesa primitiva,
una conseguenza del peccato che
riprende il sopravvento, mentre
la chiesa primitiva viveva nella
forza della resurrezione di Gesù
Cristo e della vita nuova che ne
proviene. Quando all’esercizio
dei doni, dei carismi, si sostituisce la stanchezza, la paura della
divisione, la mancanza di fede
nell’opera dello Spirito, si cerca
una garanzia nell’organizzazione,
con incarichi fissi, il restringimento del potere di decisione ad
alcuni dirigenti, che si trasmettono il potere senza bisogno del
riconoscimento della comunità.
Sohm ha rasione nell’indicare
nel Nuovo Testamento, e più precisamente nelle comunità paoliniche, l’ordinamento a cui la
chiesa anche oggi deve ispirarsi.
Ha torto nell’identificare troppo
pesantemente il diritto ecclesiastico con la sclerosi e l’autoritarismo. Il diritto è per lui sempre
connesso con la forza e il dominio. Ma anche lui deve ammettere che la chiesa primitiva aveva un ordinamento. Il problema
è quindi di sapere di che tipo
dev’essere il diritto nella chiesa,
non di negare la necessità di un
diritto, di una disciplina. La chiesa non può non avere una disciplina, e anche un’organizzazione,
se deve vivere su questa terra,
nella storia. Ma l'organizzazione
non deve diventare il surrogato
dello Spirito Santo; deve al contrario essere concepita in modo
da permettere il reciproco riconoscimento dei doni e da non
creare ostacoli alla vita, all’azione e al servizio che ne deriva.
Bruno Rostagno
Ama Dio
(segue da pag. 1)
una parola su ciò. Gli ebrei al
tempo di Gesù per lo più credevano che era prossimo: il parente, il membro del proprio clan,
della propria sinagoga o in senso lato ogni altro correligionario. Lo straniero o l'eterodosso
era quindi escluso. Nella parabola del buon Samaritano Gesù
ci insegna che ogni persona di
religione, di razza, di ceto o nazione diversa, in quanto ha bisogno, diviene nostro prossimo.
La legge dell’amor fraterno ci
spinge a guardare all’uomo che
porta sempre — più o meno velata — l’immagine di Dio e ad
aiutarlo (cfr. Luca 10; 30-37).
Quindi noi cristiani se incon
A colloquio con i lettori
è. Anche i minatori sanno comportarsi
con dignità, anche nella ristrettezza
della paga agli scioperanti, ben sapendo che chi sciopera non ha diritto ad
uno stipendio. La situazione è tragica,
ma in un altro senso — e scrivo con
informazione di prima mano, in quanto
ho molti cari amici implicati nello
sciopero —• in quanto un’alta percentuale dei minatori non vuole scioperare, vuole ritornare al lavoro, ma sono
impediti dalla violenza degli oltranzisti, stimolati dal loro capo, Scargill (che ha avuto un incontro con una
persona non meno spregevole di Gheddafi, un altro sovvertitore dell’ordine).
Questi minatori stanno usando la situazione mineraria per tentare di sovvertire il governo della Sig.ra Thatcher;
le sofferenze della maggioranza degli
altri minatori che vogliono lavorare non
Il interessano; vogliono la testa della
Thatcher, come hanno ottenuto quella
di Ted Heath, ma la Thatcher è fatta
di una stoffa diversa. Lo sciopero dei
minatori aggiunge voti ai conservatori, in quanto la gente è stanca dell’atteggiamento dei laburisti e nel futuro non voteranno per loro, e lo dico
anche se personalmente ho sempre
votato laburista perché sono figlio di
un minatore.
La notizia che la polizia è pagata
500 sterline la settimana deve essere
compresa bene. Su questo punto I
giovani evangelici sono stati proprio
ingenui, inghiottendo tutta la propaganda della sinistra. La verità è questa.
La polizia può raggiungere anche 500
sterline la settimana, ma questa somma include molte ore straordinarie,
un rimborso per il rischio che prendono nell’affrontare i picchetti (poiché
spesso anche la polizia è malmenata
dai minatori), nonché la ricompensa
per la trasferta in un altro luogo di lavoro. Poi, per quanto concerne il confronto con le 120 sterline settimanali
dei minatori, anche questo è tendenzioso.
La verità è che 120 sterline settimanali sono semplicemente la base minima,
e tutti i minatori fanno straordinari
(come la polizia) e lo stipendio effettivo dei minatori è fra i più alti di
tutti gli operai nel Regno Unito... e lo
meritano.
Poi, il dire che « ben pochi figli di
minatori si possono permettere di andare all'università visto gli alti costi
delle tasse universitarie inglesi», dimostra che I giovani evangelici non sono
stati in contatto con la realtà inglese.
Non è facile per nessuno andare all’Università in Inghilterra in quanto
c’è il numero chiuso, ma per coloro
che studiano ed hanno i necessari voti
per ottenere un posto dì studio, c'è la
generosa assistenza governativa per
coloro che non hanno un reddito sufficiente come io — figlio dì un minatore — ho sperimentato. Questa assistenza è disponibile anche per gli
studi teologici. Quindi, anche questa
è un'altra inesattezza di informazione.
lo deploro lo sciopero che oltre a lacerare la società, lacera pure le famiglie, famiglie dei minatori evangelici
che conosco; io condanno l'atteggiamento sia del governo che del megalomane Scargill e compagnia. Sono
contro una buona parte della politica
della Sig.ra Thatcher, poiché alla fine
tutti quanti perderanno; non ci saranno vincitori. Ciò che chiede è che
« La Luce » consideri più profondamente una situazione prima di pronunciare un giudizio che non è completo,
per non dire tendenzioso. Nello stesso
numero sotto il titolo « Dove va l'America », ad Ecumene, è stato invitato un
sostenitore del Rev. Jackson, allora
perché non è stato invitato un sostenitore di Reagan? Ancora uno spirito
di parte... ma con tutto questo mi piace il suo giornale.
Distinti saluti.
Timothy Whitehead, Livorno
PERCHE’ E’ FINITO
Sempre sul tema dello sciopero dei
minatori inglesi — che come è noto
è crollato alVinizio di marzo — un pastore riformato inglese scriveva piii o
meno le stesse precisazioni del lettore
di Livorno aggiungendo alcune note
interpretative del fallimento dello
sciopero,
Qggi (11 febbraio) quasi una metà
dei minatori lavorano. Chiaramente lo
sciopero sta per crollare. Per che cosa?
1) Il "leader" dei minatori, Arthur
Scargill, ha rifiutato l'aprile scorso di
permettere un voto nazionale, dividendo così fatalmente il sindacato. Fin
dall'inizio almeno II 25 per cento dei
minatori restavano al lavoro come al
solito.
2) Scargill ha sempre rifiutato di
condannare la violenza di alcuni pic
chetti, vista ogni giorno sulla televisione, che ha provocato la ritorsione dei
poliziotti; alcuni sono morti, molti i
feriti. I minatori non hanno avuto libera scelta se lavorare o no; sono stati
intimiditi dalla minaccia d'essere picchiati.
3) La domanda di Scargill che nessuna miniera deve essere chiusa fino
a che l'ultimo sacco di carbone è
stato estratto è ovviamente impossibile ed assurda.
4) Le miniere che operano stanno
producendo abbastanza carbone per
alimentare le stazioni di energia elettrica.
5) L'Ente Carbonifero Nazionale è
sostenuto vigorosamente dal governo
che, a mio parere, vuol vedere il sindacato dei minatori schiacciato e umiliato.
lo credo che la Thatcher con tutte le
sue opere sia assolutamente disastrosa
per questo nostro bel paese. I sinodi
di tutte le chiese hanno adottato risoluzioni critiche nei confronti del governo. Alcuni vescovi ed altri responsabili delle chiese hanno predicato
e scritto contro la sua politica; invero
la Thatcher e i suoi ministri sono in
collera con la Chiesa anglicana. Ma
Scargill non è l’alternativa!
La Thatcher e Scargill tutt’e due
sono fondamentalisti con cui non è
possibile discutere niente.
I minatori dello South 'V’orkshire, la
Scozia e Sud Galles certo soffrono
terribilmente. Il mio cuore è commosso nel leggere della simpatia dei tre
giovani italiani per I loro fratelli inglesi.
Dobbiamo pregare il Signore che faccia venire sulla terra la pace e la giustizia.
Grazie mille per il suo settimanale
eccellente.
Peter S. Klllick
Pastore della Chiesa Riformata
Unita - Inghilterra
QUANDO E’ SORTA
Cari fratelli.
ho letto nel n. 5 del nostro settimanale, il servizio su Villa San Sebastiano, e mi rallegro perché II nostro giornale ha voluto dedicare uno spazio a
questa Opera. Non mi riconosco però
nella descrizione delle attività tra la
fine degli anni '60 e gli inìzi degli anni
'70. lo, insieme ad altri, anche compagni di scuola non evangelici, ho inizla
triamo uno straniero ( turco,
nordafricano, asiatico, jugoslavo o sudamericano) che si trova in qualunque bisogno per fame, disoccupazione, solitudine,
ignoranza della lingua e dei costumi nostri... abbiamo il preciso dovere di fermarci, andargli incontro e farci dire come
possiamo essergli di aiuto. Amarlo non vuol dire solo dargli
delle belle parole, ma cercare
lavoro per lui, tradurre nella
lingua dell’ambiente quello che
egli cerca di far capire nella sua
propria lingua, procurargli un
alloggio, aiutarlo a inserirsi là
ove si trova, ove le difficili circostanze o la cattiveria di altri lo
hanno costretto a venire.
Ma non vogliamo suggerire
quel che si può fare: ognuno che
sa amare il prossimo da sé troverà il modo migliore per aiutare. Liborio Naso
to a collaborare con il Centro Evangelico di Servizio nel 1969, e con alti
e bassi ho continuato fino al '76/’77.
A me risulta (anche sulla base delle
relazioni che il pastore Aquilante faceva periodicamente a noi del gruppo
di lavoro) che l’Qpera era stata iniziata ai primi degli anni '60, durante il
ministerio pastorale del pastore Di
Muro, con un asilo infantile e una cooperativa agricola di servizio. Nel 191)'..
poiché i bambini che avevano l'eti;
per l’asilo erano pochissimi, si costituì una « comunità scolastica » (pasto
comunitario, studio, assemblee, proiezioni, ricerche,"dibattiti”, ecc.), e s
proseguì con la cooperativa cercando
di sviluppare soprattutto una coscienza
cooperativistica, e, ovviamente, la struttura stessa della nostra cooperativa
rinnovando e arricchendo il parco macchine.
Nel corso di quegli anni si sono
prodotti vari documenti (di alcuni vi
accludo fotocopia); ci sono state anche due trasmissioni della rubrica televisiva "Protestantesimo". Uno di questi documenti (1970), è aperto da un
breve scritto di Mario Miegge, che
aveva insegnato ad Avezzano per diversi anni. Mi sembra che qui abbiamo
una descrizione molto appropriata dell'attività svolta nel periodo In questione;
« Il lavoro che sì vien costruendo
nella cooperativa e nel Centro di studio di Villa San Sebastiano risponde
ad una scelta precisa e difficile nello
stesso tempo: sì vuol produrre un mutamento nelle strutture della vita quotidiana (nella condotta economica,
nell'attività didattica, nei rapporti tra
le persone e ì gruppi) in una zona e
in un ambiente apparentemente condannati alla disgregazione e all'abbandono...
...Cercare di ricostruire, in questo
ambiente, una solidarietà nel lavoro,
tentare un esperimento modesto ma
nuovo di cooperazione, utilizzare il
tempo libero dei ragazzi in un'opera
culturale collettiva, imparare a discutere e decidere insieme: tutto questo
significa per molti di noi, a Villa San
Sebastiano, come altrove, far politica
nella vita quotidiana e contrastare con
pazienza e tenacia i "programmi" che
distorcono lo sviluppo della società
italiana.
Per il gruppo di Villa San Sebastiano
questa pazienza e questa tenacia hanno peraltro una precisa qualificazione:
dipendono da un atto di fede, dalla
speranza e dall’Impegno di un mondo
nuovo, testimoniato dalla predicazione
evangelica ».
Fraterni saluti.
Ornella SbaffI, Roma
3
p
8 marzo 1985
fede e cultura 3
E’ PRIVILEGIO?
Un’autentica distrazione
Fondi raccolti dallo Stato per i propri fini istituzionali andranno a favore di un’istituzione ecclesiastica che ha fini totalmente diversi
In occasione dell’esame da
parte della Camera dei deputati degli Accordi di revisione del
Concordato, firmati il 18.2.1984
e già approvati dal Senato, verrà preso in considerazione anche il disegno di legge 2337 presentato dal Presidente del Consiglio il 3.12.1984, concernente
« disposizioni sugli enti e beni
ecclesiastici in Italia e per il
sostentamento del clero cattolico in servizio nelle diocesi », su
cui le varie Commissioni della
Camera hanno già espresso il
loro avviso. Da indiscrezioni
giunte sino a noi sembra che il
dibattito parlamentare debba aprirsi subito dopo il rientro del
Presidente Craxi dalle Americhe; cioè verso il 10-15 marzo.
NeH’imminenza di tale dibattito merita prendere di nuovo in
considerazione alcuni aspetti del
progetto legislativo steso dalla
Commissione italo-vaticana, circa il finanziamento che lo Stato si accinge a varare a favore
della Chiesa romana.
Se si tralasciano le norme
transitorie che fissano per i
prossimi 4 anni le somme, aggirantesi su varie centinaia di miliardi, che verranno versate più
0 meno seguendo il sistema ora
vigente, vale la pena di esaminare le innovazioni su cui Stato e Vaticano si sono accordati
per lanciare il già tanto lodato
sistema di « autofinanziamento
ecclesiastico ».
Di scarso rilievo è in definitiva la norma di cui all’art. 46 del
disegno di legge con cui a decorrere dal periodo di imposta
1989 (da pagarsi nel 1990) si consente ai contribuenti di « dedurre dal proprio imponibile complessivo le erogazioni liberali (i
doni cioè) fino all’ammontare di
2 milioni a favore dell’Istituto
centrale per il sostentamento del
clero della Chiesa cattolica italiana », In fondo, si può ancora
capire che chi dona possa scartare dall’imponibile dell’IRPEF
1 doni fatti. Ciò avviene anche
in altri paesi.
L’8 per mille
Quello che invece non può
convincere nessuno è la pretesa
legittimità con cui si è prevista
all’art. 47 del citato disegno,
un’autentica distrazione del gettito delle imposte raccolte dallo
Stato per i propri fini istituzionali, a favore di una Chiesa i
cui fini — al pari di quelli di
ogni altra confessione religiosa
— esulano totalmente dai fini
dello Stato.
Sarebbe stato comprensibile
fosse stata istituita, come avviene in altri paesi, una imposta
ecclesiastica a favore della Chiesa romana, gravante sull’imponibilr IRPEF di quanti dichiarino (la stragrande maggioranza degli italiani, si suol dire) di
essere cattolici. Tale criterio è
già in atto per gli ebrei; poteva essere esteso. Ma questo è
stato proprio ciò che non si è
voluto fare. Non si è voluto che
i cattolici; quelli veri, quelli disposti a pagare un contributo
per la loro Chiesa, mater et magistra, potessero esser contati.
Infatti, come traspare anche tra
le righe del citato disegno di
legge, la Chiesa romana non ricerca tra la popolazione un consenso attivo, libero, basato sulla fede dei credenti; ma — non
dico soltanto, ma certo in primis — ricerca un consenso passivo, obbligato, da parte di
quanti risultano cattolici « anagraficamente » perché battezzati, ma in realtà sono dei semimpermeabili alla incidenza reale
dell’annuncio cristiano. Costoro,
si sa, si adattano ad un’obbedienza distratta di fronte alle
istanze ecclesiastiche. Un tale
criterio di massa rende di più.
Infatti secondo il nuovo sistema « a decorrere dall’anno finanziario 1990 una quota pari
all’8 per mille dell’imposta sul
reddito delle persone fisiche, liquidata dagli uffici sulla base
delle dichiarazioni annuali, è destinata in parte a scopi di interesse sociale o di carattere umanitario a diretta gestione statale e, in parte, a scopi di carattere religioso a diretta gestione
della Chiesa cattolica» (art. 47).
Non si creda — come è apparso intuitivo a tanti ingenui
—- che i cattolici che si dichiarano tali a mezzo del mod. 740,
faranno confluire nelle casse
della loro Chiesa soltanto T8
ner mille del loro singolo gettito IRPEF. La precitata norma precisa infatti che « in caso
di scelte non espresse da parte
dei contribuenti la destinazione
si stabilisce in proporzione alle scelte espresse ». Il che significa che l’atteggiamento di ogni
contribuente potrà essere triplice: o devolvere allo Stato quell’8 per mille che, per il fatto
stesso che lo richiede come imposta, già gli spetta; o devolverlo alla Chiesa romana; o non
dire nulla come faranno presumibilmente gli indifferenti, quelli che non valutano queste cose, o che non vogliono impegnarsi o compromettersi, e i «laicisti » che non accettano di dichiararsi in tema di religione. Ma
essi così operando manifestano,
a termini di legge, un consenso
nassivo, obbligato a favore del
versamento dell’8 per mille del
gettito globale annuo dell’IRPEF a favore della Chiesa romana.
Per capire meglio il sistema,
rapportiamo a lOO la totalità dei
contribuenti ; quanto alla destinazione dell’8 per mille (in pratica varie centinaia di miliardi)
poniamo che 40 esprimano di
volerlo dare alla Chiesa (sarebbe quel 40% che ha votato contro il divorzio e l’aborto), e che
lo scelgano di conservarlo allo
State. Si avrebbero così 50 contribuenti silenziosi. Alla Chiesa
romana però non andrà solo il
40% del gettito totale IRPEF di
quell’armo, in quanto il detto totale verrà assegnato «proporzionalmente alle scelte espresse ».
Le 50 dichiarazioni non espresse verranno ripartite 40 a favore della Chiesa e 10 a favore dello Stato, per cui nelle casse ecclesiastiche scivolerà l’80% del
gettito globale dell’8 per mille
dell’IRPEF. In tal modo coloro
che nella loro indifferenza hanno taciuto vengono obbligati ad
esprimere un consenso passivo
a favore della Chiesa romana.
Per coprire l’operazione predetta, che integra gli estremi del
privilegio ecclesiastico in materia finanziaria, nella « Relazione
sui principi » presentata in Parlamento l’8 agosto 1984 è detto
che l’8 per mille potrebbe esser
devoluto anche a favore « di altre confessioni religiose interessate sulla base di intese con esse » (pag. 26). In tal modo per
mantenere un privilegio a chi
di dovere si cerca di estenderlo
ad altri, fingendo una generosità pelosa.
Gli Ebrei dicono no
Forse qualcuno ha pensato che
a questo rubinetto a denari
avrebbero attinto .quanto meno
gli ebrei, prossimi a riprendere
le trattative per la loro intesa.
Invece no! Consterebbe infatti
che l’Unione delle comunità ebraiche abbia inoltrato al Presidente del Consiglio in data
15.2.’85 il nuovo progetto per la
loro intesa. Ma in esso non solo
non è in alcun modo previsto
un accordo in relazione all’8 per
mille del gettito globale delriRPEF, ma sarebbe stato manifestato un aperto rifiuto di tale sistema di finanziamento.
Risulterebbe inoltre che gli
ebrei stiano intraprendendo
un’azione sul piano politico perché questa questione dell’8 per
mille venga altrimenti risolta.
Verrebbe richiesto un provvedimento generale che consenta
soltanto la destinazione di una
percentuale del gettito di detta
imposta dovuta da ciascun contribuente, secondo la volontà da
lui espressa a favore della confessione religiosa cui appartiene, ove questa abbia convenuto
con lo Statp di avvalersi di tale
sistema di finanziamento. E’
dubbio che nel corso del dibattito parlamentare una tale proposta possa trovare appoggi ed
il Governo essere indotto a procedere alle conseguenti modifiche legislative. Invero si tratterebbe pur sempre di un sistema
col quale si devolverebbe a favore di una o più confessioni
religiose una parte di una imposta dovuta allo Stato.
Orbene di fronte al sistema
previsto dal disegno di legge
2337, e davanti alla nuova proposta avanzata dall’ebraismo italiano, sarebbe interessante conoscere quale potrebbe essere
l’atteggiamento delle altre confessioni religiose ed in particolare quello delle Chiese evangeliche. E’ possibile che vi sia nelle nostre file qualcuno che possa pensare che se non si arraffa anche noi questa occasione
per avere le disponibilità economiche necessarie, sì perderebbe ancora una volta l’autobus?
E’ quanto cercheremo di chiarire una prossima volta.
Giorgio Peyrot
NAPOLI — Il Consiglio delle Comunità Evangeliche organizza per sabtrto
9 marzo, ore 17.30 alla Sala Santa Chiara (Piazza del Gesù nuovo) una tavola
rotonda su « Dialogo ecumenico e matriimonì interconfessionali ». Relazioni
del prof. Giovanni Cerreti e del past.
Franco Giampiccoli; interventi del
Gruppo interconfessionale GIAEN e
delle Comunità di base di Napoli.
FERRARA — Domenica 10 marzo alle ore 10.30 avrà luogo presso la Chiesa battista, via Mayr 110/A, la Giornata mondiale di preghiera organizzata
dalla FDEI Emilia Romagna. Predicherà
il pastore Mirella Abate.
PADOVA — Sabato 16 marzo presso
la Chiesa metodista, riunione del Collettivo di assistenza pastorale agli
omosessuali. Ore 15.30 riunione di
preghiera e meditazione; ore 16 incontro con Giovanni Dall’Orto del Gruppo
Abele di Torino per la presentazione
del libro di Martin Sherman « Bent »
sullo sterminio di omosessuali sotto
il nazismo.
FEDERAZIONE CHIESE EVANGELICHE
Una lettera
al presidente
della Corte
costituzionale
Abbiamo dato notizia in dicembre del fatto che la Corte Costituzionale ha finalmente preso in esame i ricorsi che hanno sollevato
l'eccezione di incostituzionalità del R.D. 577 del 1928 che afferma,
art. 27: « A fondamento e coronamento dell’istruzione elementare m
ogni grado è posto l'insegnamento della dottrina cristiana secondo la forma ricevuta dalla tradizione cattolica ». La Corte non ha ancora pronunciato alcuna sentenza. In attesa, la
Federazione delle Chiese evangeliche ir, Italia ha recentemente
preso l’iniziativa di sollecitare una sentenza che sia coerente
con le precedenti sentenze che hanno contrastato ogni discriminazione in materia religiosa. E’ da rilevare che la Federazione ha messo in rilievo come il R.D. del '28 sia ora in netto contrasto con la
legge di attuazione dell’Intesa 449/84 in cui all’art. 9 è assicurato da
parte dell’ordinamento scolastico « che l’insegnamento religioso ed
ogni eventuale pratica religiosa, nelle classi in cui sono presenti
alunni che hanno dichiarato di non avvalersene [dell’insegnamento
religioso cattolico'], non abbiano luogo in occasione dell’insegnamento di altre materie ». ., , „ r- j
Riportiamo per esteso la lettera che il presidente della Federazione ha indirizzato al presidente della Corte Costituzionale.
Prof. Leopoldo Elia
Presidente della Corte
Costituzionale
Palazzo della Consulta
Roma
La Federazione delle Chiese
Evangeliche in Italia, sottolineando
che il Parlamento italiano, in
corretta attuazione dei principi
contenuti nella Costituzione in
materia di libertà religiosa, ha
recentemente approvato, con la
legge 449/84, norme incompatibili con l’art. 27 R.D. 577 del 1928,
che la Corte Costituzionale ha
negli anni trascorsi emesso sentenze assai illuminate che hanno
cancellato dall’ordinamento giu
ridico italiano norme che rappresentavano una palese espressione di un regime illiberale,
che all’udienza dell’11/12/1984
la Corte Costituzionale ha sottoposto ad esame la costituzionalità dell’art. 27 di detto R.D.
577/28, che rappresenta un residuo di tale regime illiberale e
discriminatorio,
auspica che, al più presto, la
relativa decisione sia resa pubblica e che tale decisione corrisponda alle aspettative di chi
vede nella Costituzione italiana
un baluardo contro ogni discriminazione in materia religiosa.
Il Presidente
Aurelio Sbaffi
PALERMO: SULLA RELIGIONE A SCUOLA
Dibattito non gradito
Una tavola rotonda suU’insegnamento di religione nella scuola dopo il nuovo Concordato e
l’Intesa con le chiese valdesi e
metodiste, che doveva aver luogo venerdì 15 febbraio al liceo
« Meli » di Palermo, per iniziativa del suo preside, il prof. Aldo
Zanca, è stata improvvisamente
vietata con un fonogramma del
provveditorato tre ore prima
deH’avvenimento.
Alla tavola rotonda avrebbe
dovuto partecipare un rappresentante della curia arcivescovile di Palermo, insieme con Piero
Trotta, membro del Consiglio
della Federazione delle chiese
evangeliche in Italia e Nino Fasullo della rivista « Il Segno ».
La mattina stessa di venerdì il
Giornale di Sicilia aveva nubblicato la notizia che la curia
arcivescovile non aveva ritenuto
di aderire all’invito.
Due giorni dopo l’assemblea
Convegno sul dopo-terremoto
Dal 16 al 17 marzo, presso il 'Villaggio ’’XXIII Novembre” di
Monteforte Irpino (Av.), organizzato dal Servizio di Azione Sociale
della FCEI, si svolgerà un convegno sul tema; « Dalla ricostruzione
alla trasformazione; il ruolo del Villaggio nel futuro dell’avellinese ».
Sabato pomeriggio, con inizio alle ore 16, alcune relazioni di
Augusto Della Sala, presidente delle ACLl irpinesi, Ugo Santinelli,
della Facoltà di Sociologia di Salerno e Giorgio Bouchard, Moderatore della Tavola Valdese, presenteranno gli aspetti che caratterizzano la società avellinese. Domenica i lavori proseguiranno in gruppi su alcuni temi specifici (attività sociale, prospettive del lavoro
culturale, presenza cristiana).
Informazioni ed iscrizioni presso l’Ufficio S.A.S., tei. 06/4755120483768.
della chiesa metodista e valdese
di Palermo-Noce ha preso posizione di fronte all’intervento
dell’autorità scolastica e al rifiuto della curia arcivescovile di
Palermo notando che « tale intervento e tale rifiuto contraddicono apertamente al ruolo di
promozione culturale degli organi dirigenti della scuola ed alle
offerte di collaborazione della
gerarchia cattolica italiana alla
’’promozione dell’uomo ed il bene del paese”, valori che non possono prescindere da un contesto
nel quale la libertà ed il confronto democratico prevalgano su
ogni forma di autoritarismo ».
Ed ha quindi manifestato viva
preoccupazione per l’accaduto
esprimendo « piena solidarietà a
coloro che sono stati costretti a
subire tale pesante attacco aPa
libera espressione e diffusione
delle idee ».
Per parte sua l’avv. Trotta ha
scritto una lettera pacata al card.
Pappalardo affermando la necessità di un « metodo del dialogo e
del confronto tra posizioni in un
quadro di tolleranza e pluralismo » e la propria convinzione
che il cardinale vorrà condividere « l’auspicio che gli organi preposti all’ amministrazione della
scuola favoriscano, anziché ostacolare, ogni attività tendente a
fare di essa un centro di promozione culturale, sociale e civile
aperto all’apporto di tutte le
componenti della società ».
La lettera, che è stata pubblicata dal quotidiano palermitano
« l’Ora », è restata, a tutt’oggi,
senza risposta.
4
4 vita delle chiese
8 marzo 1985
GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA
1« DISTRETTO
La pace nell'azione
Cultura della pace
« Se le donne non lottano fino
aH’ultima energia contro il flagello che s’awicina, che il sangue dei loro figli ricada sulle loro teste. Saranno state complici
del delitto che non avranno avuto l’energia di impedire ». E’ una
frase di Romain Rolland, anni
'30, che sintetizza bene l’urgenza
dell’impegno delle donne per la
pace, che è stata al centro della
Giornata Mondiale di Preghiera
svoltasi a San Secondo, domenica 3 marzo.
Nel corso del culto, MarieFrance Coisson, che ha predicato, ci ha ricordato che « la pace
attraverso l’azione » oggi significa informarsi e informare per
vivere, con conoscenza di causa,
il proprio impegno a risolvere i
conflitti.
Sui conflitti sociali e di altra
natura si era già discusso sabato 2 pomeriggio, in un incontro
tra una trentina di donne, a Villar Perosa, insieme con Elena
Vigliano.
L’esame di passi neotestamentari difficili (come il « caso » della donna adultera) si è accompagnato a tecniche di espressione nuove proposte da Gisela
Schoier.
A Villar Perosa abbiamo vissuto un momento di preparazione
biblica e spirituale alla giornata
di preghiera che, nel pomeriggio
della domenica, ha raccolto, nella moderna sala di San Secondo,
circondate da una efficiente ospitalità, circa 250 donne provenieriti oltre che dalle Valli, da Torino, da Bassignana, e dalla Liguria. Erano presenti anche rappresentanti dell’Esercito della Salvezza e battiste.
La liturgia era stata preparata
dalle donne cristiane dell’India,
un mondo lontano che ci è stato
chiaramente illustrato.
Il tema della pace è stato quindi ripreso da Graziella Revel, la
quale ha invitato a lavorare per
la pace che Dio dà e ci fa conoscere attraverso Cristo.
Ha fatto seguito un’informazione accompagnata dalla visione delle diapositive sugli armamenti, presentate dal past. Luciano Deodato che ci ha fatto comprendere quanto non sia più rinviabile il nostro impegno contro
la militarizzazione della società
in cui viviamo.
L’incontro di preghiera che si
vuole sia vissuto in comunione
spirituale con migliaia di altre
donne, in ogni parte del mondo,
non è stato dunque un’occasione
per mettersi « l’animo in pace »,
ma uno stimolo a riflettere per
agire, chiedendo forza a Dio'.
I diversi momenti dell’incontro
sono stati caratterizzati da una
ricerca di nuovi linguaggi e di
animazione. Può forse interessare saper che la colletta della
GMP ha superato il mezzo milione e verrà inviata al « Servizio Migranti » della Federazione
delle Chiese Evangeliche in Italia.
D. F. P.
Questo è il calendario delle
prossime riunioni del Progetto
« Cultura della pace e protestanti nel Pinerolese » :
— 6 marzo 1985 : gruppo « archivio e documentazione »
ore 21 ;
— 11 marzo ’85 ; gruppo « educazione alla pace », ore 14.30 ;
— 11 marzo ’85: gruppo di Coordinamento del progetto, ore
21;
— 19 marzo ’85: gruppo sostegno volontaria, ore 21;
— 21 marzo ’85 : gruppo « riflessione teologica », ore 14.30 ;
— 21 marzo ’85 : gruppo « informazione alle comunità », ore
21;
— 25 marzo ’85 ; gruppo « cultura protestante - disubbidienza
civile », ore 21.
Tutte le riunioni hanno luogo
a Pinerolo, nei locali della chiesa ir. via dei Mille, 1 ; tranne
quella del gruppo « cultura protestante - disubbidienza civile»
che si terrà a Pomaretto nei locali del Convitto valdese.
Sempre nell’ambito delle at
tività del progetto è in fase di
preparazione una visita di un
gruppo di circa 35 giovani svedesi del Movimento Cristiano
per la Pace (la stessa organizzazione da cui proviene Gisela,
che sta lavorando con noi quest’anno). Questa visita che si
svolgerà nei periodo di Pasqua
avrà la durata di 4 giorni e prevede rincontro con diverse realtà della nostra chiesa.
Stiamo preparando anche un
seminario per il pomeriggio-sera
del 13 aprile sul rapporto tra la
nostra cultura protestante ed il
problema della non-violenza e
della disubbidienza civile. E’ prevista la partecipazione di Mario
Miegge.
Giovedì 7 marzo
Venerdì 8 marzo
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI □
Il nostro essere chiesa
SAN GERMANO — Domenica 17 febbraio si è tenuta a San
Germano l’assemblea di chiesa
sul tema; Il nostro essere Chiesa. Circa centoventi persone erano presenti; un segno, questo,
che l’argomento era sentito come importante. Sotto la presidenza di Andrea Ribet, ha iniziato il past. Paolo Ribet che ha
parlato della chiesa nella Bibbia, prendendo lo spunto dal
passo di I Pietro 2, a cui ha fatto seguito Clara Bounous Bouchard che ha tracciato le varie
ipotesi di chiesa presenti nelle
nostre comunità. Un terzo intervento, di Aldo Garrone, ha
presentato delle proposte di lavoro per la comunità di S. Germano.
Alcune ipotesi di lavoro sono
state tracciate per il futuro. Riconoscendo che la fede diventa oggi per molti un problema,
si è proposto un catechismo per
gli adulti o un momento di riflessione in cui si possano approfondire gli elementi fondamentali della fede. Una seconda proposta è quella di costituire un gruppo di visitatori
che curino i collegamenti con
gli isolati e gli anziani.
Per consentire una maggiore
partecipazione al culto si è chiesto inoltre di istituire un gruppo di lettori che partecipino anche alla costruzione della liturgia. Si è chiesto infine che la
comunità di San Germano si
apra al contatto con altre chiese, che si dia di nuovo vita ad
un gruppo giovanile, ad una filodrammatica, e che il Conci
storo ritrovi un numero adeguato di anziani. Tante idee,
tanti progetti che dimostrano
come l’assemblea sia stata un
momento di crescita per tutti.
• Domenica 24 febbraio si è
svolta presso l’Asilo di San Germano la festa del volontario. Il
lavoro dell’Asilo è sostenuto dall’aiuto di 42 volontari e volontarie, che hanno prestato il loro
servizio, chi con un impegno più
regolare e preciso, come l’infermiera e la fisioterapista, o come quelle giovani che prestano
un servizio quotidiano per tre
mesi. Vi è anche chi dà il suo
aiuto in momenti di emergenza,
ad esempio la scorsa estate sono state ritinteggiate diverse camere. A tutti l’Asilo ha voluto
dare un segno della sua gratitudine organizzando questa festa
e dando a tutti un ricordo.
Per la vita dell’istituto è importante che delle persone diano parte del loro tempo; è una
dimostrazione di affetto, dello
spirito con cui il lavoro viene
fatto. Questa è una linfa vitale
per tutta l’attività diaconale.
• Lunedì 11 febbraio è stato
celebrato il funerale del nostro
fratello Silvio Durand, di anni
80. Ci uniamo al cordoglio della
famiglia, ricordando l’opera di
salvezza compiuta per noi nella
resurrezione di Cristo.
• Riunioni quartierali; giovedì
7 marzo ai Gondini; sabato 9 a
Porte; martedì 12 marze a Costabella; mercoledì 13 marzo ai
Chiabrandi; giovedì 21 marzo a
Villa; martedì 26 marzo ai Ga
II ISSS ha portato nella libreria
di via Montety?'lio \\ a Pinerc'o i libri della
m mmeditrice
Claudiana
Annunciandolo ricordiamo le nostre specializzazioni
i2caMjJ!hf .
adondo&r^
giochi educativi e libri
per bambini e ragazzi
montagna, natura,
agricoltura
rossini ; mercoledì 27 marzo ai
Balmas; giovedì 28 marzo ai
Gianassoni.
• Venerdì 15 marzo, ore 20.30,
Assemblea di Chiesa sul documento sinodale su ; « La sessualità nella Bibbia e nel nostro
tempo ».
Solidarietà
PINEROLO — Dopo lunga infermità hanno terminato la loro esistenza terrena Nelly Bertalot ved. Prandino e Giulia Simond ved. Sarù. A quelli che
piangono la solidarietà fraterna
della chiesa.
Il laboratorio
artigiano
RORA’ — In alcuni anni di
lavoro, il Laboratorio Artigiano
di Rorà si è conquistato un piccolo ambiente di affezionati, che
vi lavorano e danno la loro collaborazione in vario modo; Comunità Montana, obiettori, membri della comunità, senza dimenticare i bimbi e i ragazzi
che partecipano ai corsi che periodicamente si tengono.
Sabato 9 e domenica 10 marzo
saranno ospiti del Laboratorio
Artigiano e della chiesa Bruno
e Marilena Giaccone, con la figlia Francesca. Provenienti da
Asti, hanno un’esperienza molto
ricca alle spalle, come animatori di comunità di base dell’Astigiano, e come artigiani esperti
nell’arte del telaio e della tessitura. Ora frequentano la chiesa
metodista di S. Marzano e seguono corsi di teologia presso
la nostra Facoltà. Ci prepariamo ad accoglierli e a « sfruttare » le loro competenze.
Giovani
.\NGROGNA — «Se siamo
torti, uniti, diamo forza, unità,
anche agli altri. Se dalle Valli
viene l’esempio di passività, di
una chiesa mortorio, forse la
crisi attuale diventa ancora più
grave e nella nostra crisi rischiamo di trascinare anche gli altri... ». (gualche provocazione
cordiale, un po’ di autocritica
mista a un leggero pessimismo
ma a tutti è parso chiaro il desiderio di voler costruire qualcosa insieme. Questa la prima
impressione del culto della gioventù organizzato dal gruppo
FGEI Prassuit-Verné che verrà
riproposto a Pradeltorno e al
Serre. Il prossimo week-end il
gruppo sarà a Viering.
• Continuano le riunioni sul
tema della pace con il filmato,
realistico e impressionante, dal
titolo « Profezia ». Prossimi incontri: ni al Capoluogo, il 12
al Martel, il 13 al Prassuit-Verné
e il 14 agli Odins-Bertot (ore 20).
Filodrammatica
VILLAR PEROSA — Sabato
2 marzo la Pilodrammatica ha
replicato con successo la commedia ’Amici per la pelle’. Alla
serata ha partecipato anche la
Banda dell’Unione Musicale di
Inverso Pinasca.
• Riunione quartierale; Grange, mercoledì 13 marzo, ore 20.30,
(famiglia Chambon).
• La comunità si rallegra per
la nascita di Andrea, di Leon
Maytre e Danila Vinçon, e di
Cristina, di Luciano Tonghini e
Silvana Peyronel.
• Lunedì 25 febbraio ha avuto luogo il funerale di Fernando
Rostagno di Inverso Pinasca. Ai
figli ed alle figlie esprimiamo la
solidarietà della comunità.
• Sabato 16 marzo, ore 20.15,
incontro del Concistoro con i
eonfermandi. Alle ore 21 incontro del Concistoro con il Comitato Foresteria-Convitto.
Notizie
PRAMOLLO — Sabato 23 febbraio è stata replicata la recita
« Un ispettore in casa Birling »
e anche in questa occasione, come la sera del 17 c’è stata una
buona affluenza di pubblico che
ha mostrato di apprezzare sia
la commedia, sia l’impegno di
chi l’ha rappresentata.
• Il 3 marzo, domenica della
gioventù, anche a Pramollo il
culto è stato presieduto da alcuni giovani della FGEI : sono
stati Enrica, Paolo, Andrea e
Claudio a portarci il loro messaggio, ricco e molto stimolante e di questo li ringraziamo con
tutte il cuore, sperando di avere altre occasioni per stare insieme e riflettere sulla Parola di
Dio.
• Domenica 10 marzo, dopo
un breve culto, avrà luogo l’assemblea di chiesa per esaminare e discutere la relazione morale e finanziaria 1984.
• lì 5 febbraio si sono svolti i
funerali di Germana Peyronel
ved. Jahìer, deceduta aH’età di
79 anni presso l’ospedale di Pomaretto. Ai familiari esprimiamo le condoglianze e la solidarietà cristiana di tutta la comunità.
DIACONALE
TORRE PELLICE — Presso la Foresteria Valdese alle ore 20 ha inizio il corso di formazione per il personale de!
settore « case per anziani ». Relazione
del dr. Paternoster su « La sessualità
degli anziani ».
Domenica 10 marzo
n AMICI OSPEDALE
VALDESE
DI TORRE PELLICE
TORRE PELLICE — Alle ore 15 presso
la Casa Unionista si tiene l’assemblea
annuale ordinaria dei soci.
□ FORUM TEOLOGICO
SAN SECONDO — Con inizio alle
ore 14,30, prosegue la riflessione sul
tema della ritualità. Il dibattito sar.t
preceduto da due relazioni: una sulla
critica della teologia protestante contemporanea (B. Rostagno). l’altra sulla critica al rituale nel discorso di riforma degli anni ’60 (C. Tron).
_______Lunedì 11 marzo_______
□ PROGETTO PACE
PINEROLO — Alle ore 14.30 nell.
sala delle attività della chiesa valdese
si riunisce il gruppo di lavoro « educazione alla pace ».
La riunione è aperta a tutti gli interessati.
□ INCONTRO PASTORALE
TORRE PELLICE — Alle ore 9,15
inizia l’incontro pastorale del 1° Distretto sul tema: « Per un'etica della
trasgressione ». Introducono il tema
Luciano Deodato e Ruben Artus, Nel
pomeriggio, dopo alcune comunicazioni sulle attività e sui problemi comuni alle chiese del Distretto, il
dibattito proseguirà.
L’incontro avrà luogo presso la Sala
Unionista.
Giovedì 14 marzo
□ COLLETTIVO BIBLICO
ECUMENICO
PINEROLO — Presso la Chiesa Valdese alle ore 20,45 si tiene la riunione del Collettivo Biblico Ecumenico. Sul tema de ■■ I ministeri nel
Nuovo Testamento » parlerà il teologo
cattolico Severino Dianich, parroco a
Caprona (Pisa) e autore di un volume
sull’argomento (ed. Paoline).
Domenica 17 marzo
n INCONTRO MATRIMONI
INTERCONFESSIONALI
PINEROLO — Alle ore 15 presso
la Casa della Giovane, Via Silvio
Pellico 40, il past. Sergio Carile, del
gruppo SAE sulla catechesi, parlerà
sul tema « Per una catechesi ecumenica ».
Oltre alle coppie interconfessionali
l’incontro è aperto a tutti gli interessati.
5
F
8 marzo 1985
vita delle chiese 5
ALTRI ECHI DELLA « SETTIMANA DELLA LIBERTA’«
il capitale, non l’uomo
Palermo
Perché gli immigrati in Italia?
Quale è lo stato dell’accoglienza
da parte del nostro paese? Cosa
possiamo fare? Queste domande
con la ricerca delle risposte sono
state presentate a circa centocinquanta persone (evangelici, collaboratori del Centro Diaconale e
del CESE, amici, ecc.) daH’introduzione svolta da Alfonso Manocchio nell’ambito della Settimana della Libertà. E’ seguita
un'agape a cui hanno partecipato
oltre una diecina di immigrati,
(eritrei e mauriziani), che in precedenza avevano animato la discussione del tema introdotto.
L’orizzonte in cui si è mosso il
relatore è stato quello ampio del
rapporto Nord-Sud, per la giusta
lettura del quale ha analizzato
alcuni indicatori economici '[reddito pro-capite dei PVS (Paesi in
via di sviluppo), esportazioni degli stessi e situazione debitoria
nei confronti del sistema bancario internazionale rappresentato
dal FMI (Fondo Monetario Internazionale)]. Ne è disceso l’evidente progressivo impoverimento dei
PVS e la loro colonizzazione economica a partire dall’immediato
dopoguerra, che per molti di questi paesi segnò l’inizio dell’indipendenza politica. La colonizzazione economica significa espropriazione della sovranità di questi stati e l’imposizione di politiche economiche impopolari. Di
qui nasce in linea retta un movimento di popolazione di milioni
e milioni di persone, che dall’emisfero sud (con rare eccezioni) si dirigono verso l’emisfero
nord del globo, costituito da PS
(Paesi Sviluppati), dove incontrano un altro movimento di popolazione che si muove in senso
circolare, cioè all’interno degli
stessi PS. I due movimenti si
sommano dando origine ad alcuni fenomeni che noi possiamo
osservare: paesi mediterranei
come l’Italia, la Grecia e la Spagna sono contemporaneamente
paesi di emigrazione e di immigrazione, in cui prosperano il
« mercato del lavoro parallelo »
(nero e clandestino) a quello regolare, la xenofobia, l’esportazione di manodopera in molti
PVS ecc.
La legislazione europea, a partire da quella elaborata in sede
decisionale dall’QCSE (Organizzazione pel' la Cooperazione e lo
Sviluppo Economici) non è andata oltre al limite delle compatibilità con l’economia e il profitto. Nel contrasto ha sempre
vinto il capitale e non l’uomo.
L’Italia non solo si è uniformata
in materia all’Europa, ma si è
trovata del tutto impreparata.
Finora ha fatto fronte al milione
circa di immigrati con circolari
ministeriali di sapore chiaramente poliziesco e senza dar seguito
alla direttiva dell’QIL (Qrganizzazione Internazionale del Lavoro) n. 143, che apre un discorso
egualitario e sociale.
Al « che fare? » si è risposto
con numerosi interventi, che hanno trovato la loro operatività
nella costituzione di una commissione mista (immigrati e italiani). all’interno della quale trovare le soluzioni idonee sia per i
problemi esistenziali sia per anelli più grandi che richiedono collaht)razioni e alleanze.
A. M.
Felonica
E’ ormai consuetudine che
un certo numero di membri della Chiesa Battista di Ferrara
siano presenti a Felonica per il
17 febbraio, e non sono mai
mancate durante l’anno ecclesiastico occasioni di reciproco
incontro, ma è questa la prima
volta che la storica data è stata
celebrata dalle due comunità
riunite assieme per un unico
culto. Nel corso del quale, dopo
una rievocazione storica del 17
febbraio 1848 fatta dal pastore
Bruno Costabel, il pastore Carmine Bianchi ha parlato sul tema della « settimana della libertà » e cioè « Lo straniero che
è dentro alle tue porte ».
Lo straniero non è per noi il
compagno di viaggio con cui alla fine condivideremo il frutto
del lavoro comune; è visto invece da noi come colui che alla
fine non ci servirà più, anzi potrebbe essere l’attentatore alle
nostre conquiste, al nostro benessere.
Dobbiamo ricordarci che il Signore stesso fu rifiutato e considerato straniero nella Sua patria.
La lettera a Diogneto ci fa rilevare che gli antichi cristiani
vivevano come se fossero pellegrini nei paesi in cui abitavano.
Anche la Chiesa dei nostri
giorni dovrebbe rinunciare alle
false sicurezze che il mondo propone, come la sete di guadagno
e di potere, per poter vivere da
pellegrina nel mondo, per meglio comprendere e porsi al servizio degli stranieri che la nostra società rifiuta.
Al termine della predicazione
della Parola è stato cantato il
tradizionale « Giuro di Sibaud»
ed il culto ha avuto la sua con
con la Cena del Si
elusi one
gnore.
I convenuti si sono poi ritrovati nei locali comunitari per una
agape fraterna, eccellentemente
preparata dalle sorelle di Felónica
Nel pomeriggio uno studente
nigeriano, che normalmente frequenta la comunità di Felónica,
ha parlato delle sue esperienze
e delle sue difficoltà d’inserimento nell’ambiente locale.
Ne è seguita una interessante
conversazione.
Con un tè offerto dall’Unione
femminile ospitante si è conclusa una giornata di fraternizzazione veramente benedetta.
M. B.
dese non solo nel cercare i contatti all’estero per facilitare l’ambientamento in situazioni molto
diverse, ma anche nel porsi come canale di emigrazione (53
persone soltanto nel biennio ’56’58). Unica novità positiva portata da questo grande movimento di popolazione è stata la costituzione della Chiesa Valdese
all’inizio di questo secolo. L’incontro si è concluso con alcune
considerazioni non molto ottimiste sul futuro del paese: secondo attendibili stime statistiche,
alle soglie del nuovo millennio
la popolazione orsarese dovrebbe aggirarsi sui duemila abitanti, cioè la metà di oggi, un quarto della popolazione degli anni ’50.
La domenica successiva, 17
febbraio, si sono incontrate ad
Orsara le tre comunità della
provincia di Foggia. Il culto, la
abbondante àgape fraterna, la
conversazione pomeridiana sulla situazione in Nicaragua accompagnata dalle proiezioni di
diapositive del past. E. Bernardini, hanno fatto trascorrere
una giornata lieta e diversa alle oltre cento persone convenute.
Si è concluso così un periodo
molto intenso di attività iniziato con la settimana di preghiera
per l’unità dei cristiani in cui,
oltre ai consueti incontri e rifiessioni, è avvenuto un piccolo
fatto « storico » : per la prima
volta a Troia, una cittadina di
diecimila abitanti tra Orsara e
Foggia, conosciuta per il suo
ambiente piuttosto chiuso e clericale (ci sono ben sei parrocchie!) un pastore evangelico,
E. Bernardini, ha parlato in una
chiesa cattolica sul tema della
pace alla presenza di circa 180
persone. L’incontro è stato il
frutto di alcuni contatti e collaborazioni, maturate con un gruppo di cattolici e il prete della
parrocchia in cui si è svolto rincontro, che hanno consentito un
dialogo franco e fraterno.
E. B.
Orsara
Nell’ambito delle manifestazioni del XVII Febbraio, la
Chiesa Valdese di Orsara, in
collaborazione con il Centro di
Animazione culturale — costituito con il nostro impegno determinante — ha organizzato
una conferenza dibattito tenuta
dal prof. A. Cericola su « Gli
Orsaresi nell’emigrazione ». Il
relatore ha esposto, tra gli altri,
alcuni dati riguardanti la flessione demografica dovuta al
flusso migratorio dell’ultimo secolo ed ha sottolineato il ruolo
svolto dalla locale Chiesa Val
ASSOCIAZIONE EV. DI VOLONTARIATO
Il punto un anno dopo
L’Associazione Evangelica di
Volontariato a poco più di un anno dalla sua nascita ha fatto il
punto del cammino percorso nell’assemblea svoltasi a Firenze
dall’8 al 10 febbraio u.s. Dalla
relazione del Consiglio appare
che quest’ ultimo periodo di
espansione dell’attività in cui si
CORRISPONDENZE
Il culto con i bambini
PACHINO — E’ dal mese di
ottobre che i bambini della
scuola domenicale partecipano
regolarmente alla prima parte
del culto. La loro è una partecipazione attiva: leggono i brani
della Bibbia relativi all’invocazione e al tema di riflessione
che il pastore propone loro, cantano (utilizzando l’innario dei
ragazzi) e a volte leggono qualche preghiera, una «ministoria»
o una parabola moderna, domande e risposte che creano un
dialogo su un tema specifico,
sono i mezzi per comunicare un
breve messaggio. Il tutto nello
spazio di quindici/venti minuti
e poi, silenziosamente, si svuotano i primi quattro banchi, i
bambini raggiungono le rispettive classi e il culto riprende con
la confessione dei peccati.
In questo quadro di partecipazione attiva domenica 16 dicembre i ragazzi della classe biblica hanno presentato alla comunità un « audiovisivo », realizzato da loro stessi, sul problema della droga; i bambini
della scuola domenicale, invece,
hanno interpretato una breve
recita sul problema della paura,
realizzata dalla monitrice Gudrun Gullotta. Domenica 20 gennaio, riservata alla CEvAA, il
culto è stato, in buona parte,
condotto dai bambini e dai ragazzi utilizzando il materiale inviatoci.
E’ quindi da cinque mesi che
stiamo vivendo, con profonda
riconoscenza al Signore, questa
esperienza di un culto che, per
un terzo della sua durata, si discosta dai canoni tradizionali ;
l’intenzione è di far vivere il culto come un momento fondamentale anche per la vita dei
bambini.
Dal mese di ottobre il gruppo
dello studio biblico è impegnato
nell’esame del documento dell’ARM : « Chiamati ad essere
testimoni dell’evangelo oggi ».
Col mese di marzo iniziamo lo
studio della lettera ai Romani.
Da qualche mese s’è costituito un « gruppo ecumenico per
robiezione di coscienza», composto da due sacerdoti e un obiettore per la parte cattolica, dal
pastore, un ex obiettore e un
membro del consiglio dì chiesa
per la parte evangelica. Si sono
prodotti, sino ad ora, tre « fogli». Il primo era un questionario che è stato distribuito a un
migliaio di ragazzi ed ha ottenuto oltre seicento risposte. Gli
altri due erano di carattere informativo: uno con due esempi
biblici di obiezione di coscienza
espressi col metodo del fumetto,
l’altro con la indicazione degli
articoli più significativi delle
due leggi che in Italia ammettono l’obiezione di coscienza. Ora
si sta lavorando per mettere in
scena « L’obbedienza non è più
una virtù » di don Milani.
Domenica 3 febbraio, infine, è
stato celebrato il primo matrimonio secondo le Intese. L’ufficiale dello stato civile ignorava
la legge, per cui si sono avuti
inizialmente degli ostacoli, ma
dopo un colloquio col pastore e
una telefonata dello stesso ufficiale al suo collega di Pinerolo, tutto s’è appianato e Corrado
Cicciarella e Giuseppina Amenta hanno potuto dire il loro si
secondo le norme dell’ordinamento valdese, davanti ad una
chiesa gremitissima di parenti,
amici e fratelli. Alla nuova coppia rinnoviamo l’augurio per
una vita benedetta dal Signore.
Filo diretto
AGRIGENTO - Giovedì 14 febbraio ha avuto luogo una serata
ecumenica presso il salone parrocchiale di S. Francesco. Hanno partecipato il rev. Ginex, il
pastore Bonnes, ed il pastore
avventista Rodolfo Ferraro che
ha parlato sul tema ; « La beata
speranza », riproponendo un argomento caro alla propria chiesa, ma con contenuti che suscitano più perplessità che adesione. Se è fuor di dubbio che la
chiesa vive nell’attesa di Cristo,
rimane aperto il problema di come la chiesa viva quest’attesa.
Cattolici ed avventisti, nella predicazione e nelle preghiere, hanno trovato la risposta nel « dare
il cuore a Gesù » ; noi valdesi
siamo rimasti zitti — non era
un dibattito — perciò non potevamo essere polemici. L’unica
amara constatazione è che gli incontri ecumenici di preghiera
hanno un senso se sono il risultato di un lavoro precedente in
comune, altrimenti si corre il
rischio di fare dei monologhi tra
sordi. Significativa, in questo
senso, l’assenza della chiesa pentecostale (assemblee di Dio) che
in altre occasioni, aveva partecipato.
Nella stessa serata il pastore
Bonnes veniva invitato ad un
dibattito in diretta in una televisione privata sul tema «la fede oggi ». La tavola rotonda presieduta dal prof. Taglialavoro
vedeva anche la partecipazione
di un seminarista, un sacerdote, un ex prete. Dopo un primo
approccio sul come ognuno dei
presenti sia giunto alla fede e
un filmato che raccoglieva una
serie di interviste a cattolici militanti e a giovani non-praticanti
il discorso è approdato sul « come » vivere questa fede.
Da una parte il discorso individualista, intimista di una fede
vissuta come rapporto personale col Signore, che vuole parlare al cuore dell’uomo, in cui è
presente la solitudine del prete,
la sua crisi di identità, il consumo del religioso, il preparare
alla morte e dall’altra il discorso della morte dietro le spalle
perché la lucè della resurrezione di Cristo illumina già la nuova vita che possiamo vivere qui
ed ora, una fede che si apre al
nuovo di Dio, in cui la vita diviene condivisione, compartecipazione, lotta per la costruzione della giustizia e della pace.
Una ventina di telefonate, solo
alcune delle quali sono però andate in onda, hanno contribuito
a vivacizzare il dibattito.
è superato il centinaio di soci, è
stato caratterizzato sia dallo sviluppo dell’impegno in settori già
sperimentati (servizi alle persone in strutture per minori, anziani, handicappati ecc.) sia in quello dei settori emergenti quali le
librerie, la radio-TV, i movimenti
per la pace.
E’ proprio in questi nuovi ambiti emergenti che l’assemblea
ha dato mandato al Consiglio di
approfondire la conoscenza ed
eventualmente istituire specifici
progetti di intervento nei settori
della protezione civile, dei movimenti per la pace, del servizio ai
migranti dai paesi in via di sviluppo e per il reinserimento sociale di ex detenuti o dissociati.
Un programma quindi molto vasto che richiederà tempo ed energia per essere sviluppato. Come
contributo di approfondimento
l’assemblea ha ascoltato due interessanti testimonianze di membri di organizzazioni che attuano
progetti nel terzo mondo con
cura particolare dei rapporti con
le strutture di base dei luoghi
dove operano. Interessante pure
il momento di riflessione biblica
sul testo di Matteo 5: 13 « Voi
siete il sale della terra... ». Questo
imperativo molto forte rivolto al
credente di spendere la libertà
ricevuta nel mondo, responsabilmente e in un rapporto di solidarietà ha posto in chiara luce
l’impegno che l’Associazione dovrà continuare.
Nella prima serata, alla presenza di un buon numero di volontari che hanno così avuto modo di conoscersi, vi è stato uno
spazio per confrontare le loro
aspettative ed esperienze, di sentire i quesiti posti all’Associazione nel suo insieme e di verificare i meccanismi di funzionamento.
Un altro tema sollevato nella
relazione del Consiglio è stato
quello del rapporto tra l’Associazione ed i problemi dell’occupazione giovanile. Su questo argomento è stato ribadito il fatto
che l’Associazione può anche essere uno spazio per il dibattito
sulle tematiche del lavoro, ma la
sua caratteristica primaria è
quella di garantire degli spazi di
sperimentazione ai volontari che
confrontandosi con situazioni reali di necessità possono affinare
proprie capacità pratiche e di
rapporto con gli altri, utili anche
per il loro futuro. Nell’insieme
quindi un dibattito interessante
che verrà proseguito.
L’assemblea si è conclusa con
il rinnovo del Consiglio che è risultato così composto: Adriano
Longo, presidente. Laura Deodato. Marco Jourdan, Sergio Nisbet, Giovanna Scifo, membri.
A. L.
6
6 prospettive bibliche
8 marzo 1985
ALL’ASCOLTO DELLA PAROLA
La tentazione
del “trono di Satana”
Una delle lettere alle sette chiese è indirizzata a Pergamo \
Vi si dice di questa città che
essa è il luogo « dove abita
Satana », « dov’è il trono di Satana» . Che cosa significa? Le risposte
possibili sono diverse.
Molti dei e saivatori
In Pergamo vi era un altare famoso
dedicato a Zeus, ma la città era anche un centro importante del culto di
Asclepio [ = Esculapio, il dio della medicina] spesso chiamato Soter, Salvatore ^ e vi si adoravano pure divinità egiziane. Vi aveva un posto centrale il culto di Sabazio, frutto di
uno strano connubio con il culto giudaico di Yahweh-Sabaoth [« l’Eterno degli eserciti »]. Infine non è senza significato il fatto che Pergamo
fu la prima città dell’Asia in cui venne edificato un tempio ad Augusto e
alla dea Roma l II trono di Satana è
dunque stato identificato da alcuni
con l’altare di Zeus, da altri con il
culto di Asclepio o con il culto dell’imperatore.
Ciascuna di queste ipotesi può essere sostenuta validamente: per
esempio Asclepio aveva come simbolo il serpente e questo può essere
considerato un segno della sua affinità con Satana. D’altra parte il martirologio di Antipa, menzionato in
questo passo (v. 13), sembra alludere a una persecuzione in nome del
culto imperiale.
Un concentrato
di sincretismo religioso
12 All’angelo della chiesa di Pergamo
scrivi: Questo dice colui che ha la spada
affilata a due tagli:
13 Io so dove tu abiti, cioè là dov’è il
trono di Satana; tuttavia tu rimani fedele al mio nome e non hai rinnegato la fede in me, neppure al tempo in cui Antipa, il mio fedele testimone, fu ucciso fra
voi, là dove Satana abita.
APOCALISSE 2: 12-17
14 Ma ho qualcosa contro di te: hai alcuni seguaci della dottrina di Balaam, U
quale insegpiava a Balac il modo di far
cadere i figli d’Israele, inducendoli a man
In Samaria, a Efeso, nel cuore dell’Asia Minore, a Colesse: e questa
volta eccoci, sempre seguendo le pagine di W.A. Visser ’t Hooft in La
fede cristiana dinanzi cd sincretismo, al quarto e ultimo esempio che il
segretario generale del CEC dà dello scontro fra la predicazione cristiana originaria e la tentazione del miscuglio religioso, tipica dell’epoca
(ma non solo di allora). Questa volta l’esempio è cercato nelle pagine
dell’Apocalisse, nella lettera a una delle «sette chiese dell’Asia» (Minore) ; in realtà, come risulta anche alla semplice lettura, e come sottolineano tutti i commenti, se la chiesa di Pergamo è l’esempio forse più
compiuto di questa tentazione penetrata nella fede e nella comunità
cristiana, si trattava però di una situazione presente, in forme e con
gravità diverse, nel complesso delle chiese di quella regione, e forse di
ogni regione. Quelle « sette » chiese sono esempi della totalità della comunità cristiana.
a cura di GINO CONTE
La risposta tagliente
Essa porta il giudizio di Colui che
detiene la spada a due tagli, la spada
della Parola decisiva di Dio. La chiesa di Pergamo ha sostenuto fermamente la Sua causa e il Suo nome
che è al di sopra di ogni nome. Essa
non lo ha rinnegato quando è apparsa chiaramente la necessità di una
scelta decisiva: la fedeltà e il martirio o il rinnegamento e la vita terrena.
ni! Ma il Capo si presenta e ha in
mano una spada snudata.
Tutto dipende ora dal saper mantenere l’integrità della propria fede;
non vi è posto per il più piccolo
compromesso con il sincretismo. Il
Signore stesso darà battaglia contro
tutti coloro che mungeranno di quel
cibo impuro. Ma quelli che rimarranno fedeli riceveranno la manna,
cioè il pane di vita, la pietra bianca
e il nuovo nome che attestano la
loro nuova cittadinanza nel regno
dei cieli.
Per questo gioiello di civiltà grecoromana e di pietà orientale il Cristo
non ha che questa secca valutazione:
« trono di Satana ». Il chirurgo lucido non può lasciarsi sedurre dalla
bellezza di un corpo che sa in cancrena. Eppure non è con Pergamo
che il Signore ce l’ha maggiormente;
non chiede ai cristiani di profanarne i monumenti o di turbarne
le processioni; altri avversari minaccia la sua spada (v. 16). Comincia però con il lodare il pugno di cristiani,
duramente provati, perché confessano fedelmente il suo nome deriso
dall’ambiente pagano fanatizzato. Il
Parrebbe dunque che tutte queste
varie ipotesi possano essere riunite
assieme e se ne potrebbe concludere
che « il trono di Satana » indicava
tutte le manifestazioni della vita religiosa di Pergamo come l’esempio
pili spinto di un completo sincretismo.
Il culto dell’imperatore è parte integrante del sistema sincretistico e
dà al sincretismo uno status ufficiale; non si chiede ai cittadini di rinunciare alla loro fede e ai loro riti, ma
di aggiungere al loro pantheon un altro dio, sia pure in posizione di pre
La nota dominante di questa lettera è perciò: resistete al sincretismo
fino al martirio.
W.A. Visser’t Hooft
E le nostre Pergamo?
mincnza.
Questa interpretazione del trono
di Satana in senso più ampio, viene
confermata dal fatto che il pericolo
maggiore per la chiesa di Pergamo è
costituito dall’ eresia di Balaam
cioè dalla tentazione del compromesso con gli idoli in genere. Questo indica qualche cosa di più del culto
imperiale.
Qual è il messaggio dell’Apocalisse dinanzi a questo sincretismo?
Sia permesso aggiungere, a conclusione, queste riflessioni del
Brùtsch,non prive di agganci odierni; sottili venature di sincretismo
ci tentano infatti costantemente.
Si dice spesso, oggi, « tutto è politico » ; a molto maggior ragione si
deve dire: « tutto è religioso », anche in piena secolarizzazione.
Prestigiosa città, Pergamo, celebre per la sua bellezza, la sua cultura, il suo fervore! Quanto avrebbe
potuto sentirvisi felice, la chiesa, se
la fede cristiana fosse il coronamento, la fioritura diretta dei valori uma
non mescolare - 4
giare carni sacrificate agl’idoli e a fornicare.
15 Così anche tu hai di quelli che professano similmente la dottrina dei Nicolaiti.
16 Ravvediti dunque, altrimenti fra poco
verrò da te e combatterò contro di loro
con la spada della mia bocca.
17 Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese. A chi vince io darò
della manna nascosta e una pietruzza
bianca, con scritto sopra un nome nuovo
che nessuno conosce, se non colui che lo
riceve.
mondo ’’illuminato” fa presto a usare brutale violenza contro coloro che
non si lasciano incantare dal suo fascino. Un primo martire, Antipa, ne
ha fatto l’esperienza sanguinosa.
Caso isolato? Il Signore vi discerne
un primo colpo di mano del Nemico,
che precede Tattacco in forze. La
chiesa farà bene a restare in stato d
all’erta, confessando il suo Signore.
Per resistere bisogna essere uniti
Senza squalificare la comunità va
lorosa, Gesù segnala un punto debo
le in lei. A che serve la vigilanza delle
sentinelle, se una quinta colonna sabota airinterno? Alcuni membri de!
la comunità sono in colpa. Hanno
cercato la guarigione nella grandiosa
piscina di Esculapio Salvatore (« bisogna provare di tutto! »)? Si sono inginocchiati davanti al gigantesco altare di Zeus o hanno sacrificato a
Cesare-Dio («pura formalità!»)? No,
Con parenti, amici o colleghi hanncpartecipato a banchetti idolatrici
(« non si può sempre starsene in
disparte! »). Qra, chi porta alle labbra la coppa pagana, deve berla fim in fondo: l’anarchia dei sensi segui
la religione naturale. Chi partecipa
alla tavola del Signore, non può festeggiare (né servire) a quella dei demoni (I Cor. 10: 21). Chi vive della
Parola di Dio, non può mescolar’
tutte le religioni.
Charles Brütsch
' Pergamo, a circa 70 km. a nord di
Smirne, era città di antica civiltà, centro
del regno degli Attalidi, passata ai Romani nel 133 a. C., che ne fecero la capitale dell’Asia proconsolare. Città colta,
aveva una ricca biblioteca e, secondo Plinio, il boicottaggio dei librai alessandrini nella fornitura di papiro alla città rivale avrebbe spinto questa all’invenzione
e all’uso della pergamena. Città religiosa,
era luogo d’incontro di molti culti, e possedeva fra le sue glorie (oltre a un anfiteatro di 60.000 posti) una delle « sette
meraviglie » dell’antichità, il gigantesco
altare a Zeus Soter (Salvatore), la cui base misurava m. 37x34, splendidamente ornato. Ma la città doveva soprattutto la sua
fama aW'Asklepieion, tempio di Asclepio e
al tempo stesso scuola di medicina; vi veniva adorato questo figlio di Apollo, sotto il suo emblema, il serpente; folle accorrevano alla fonte curativa (termale?) che
vi si trovava, e si tuffavano in un’ampia
piscina di marmo da essa alimentata. In
questo cqntro dall’antica e profonda tradizione culturale e religiosa verrà, nel IV
secolo, l’imperatore Giuliano l’Apostata, a
iniziarsi nella filosofìa religiosa neo-platonica, prima di immergersi, nella vicina
Efeso, nella scienza dei misteri e della
magia (cfr. Ch. Briitsch, Ciarle de l’Apocalypse, Genève 1966, p. 63).
^Come abbiamo detto, l’appellativo di
« Salvatore » era dato non di rado a divinità pagane, in particolare a Zeus, divinità
somma, e ad Asclepio, dio della medicina.
Le piscine curative, come quella che si
trovava neWAsklepieion, erano diffuse, e
quasi sempre abbinate a un santuario; ce
n’era almeno una anche in Gerusalemme (ma, caratteristicamente, non abbinata a un santuario), quella di Betesda,
cfr. Giov. 5: 1 ss. Il Briitsch, nel commentario citato, riporta (p. 63) questo commento di uno studioso cattolico, Horst
Dallmayr (non è chiaro se, e quanto,
critico): « Non è blasfemo pensare a Lourdes... La sorgente, i bagni, il santuario
che li domina, i numerosi miracoli attestati — ecco molti paralleli ».
^ Non a caso, essendo Pergamo la capitale amministrativa della provincia pioconsolare dell’Asia. Ma gli « augustei » ne
punteggiarono presto le province dell’impero romano, proposta (ma presto imposizione) religiosa e segno politico, simbolo del cementato connubio trono-altare, che in età imperiale i laici romani avevano abilmente mutuato dall’Oriente.
*11 Briitsch (op. cit., p. 65) nota: «Il
giudaismo tardivo vede in Numeri 31: 16 il
nocciolo essenziale della storia di Balaam,
divenuto il ’’tipo” del corruttore d’Israele.
Il cristianesimo delle origini ha ripreso
questa valutazione (2 Pietro 2: 15; Giuda
11; Apoc. 2: 14). Balaam è il modello anticotestamentario degli gnostici libei'tini
che disgregano la chiesa con la loro eresia ». A questi sono affiancati i Nicolaili
(di cui si parla anche in Apoc. 2; 6), un
movimento eretico di cui non è chiara
Porigine dell’appellativo; si tratta probabilmente di un gruppo sincretista, che si
chiama cristiano ma che in realtà conserva divinità pagane e raffigurate come angeli o demoni le adora (o venera? sottili
distinzioni, cui la teologia cattolica indulge...) offrendo loro sacrifici.
7
8 marzo 1985
obiettivo aperto 7
IL DIFFICILE COMPITO DELLA CHIESA IN UNA SOCIETÀ’ IN SFACELO
INDONESIA: LE MANI SULL’ARCIPELAGO
La miseria crescente della maggioranza della popolazione all’ombra di un regime che copre la corruzione ®
pratica la politica della ’’porta aperta” al supersfruttamento proveniente dall esterno mantenendosi con a
«Terre Nouvelle», il periodico delle Chiese protestanti deila
Svizzera romanda dedica gran parte del suO' ultimo numero (n. 31
del gennaio-marzo 1985) aUTndonesia, esaminandone sia la situazione civile, politica ed economica con tutte le sue drammatiche
contraddizioni, sia quella religiosa, con particolare riferimento al
protestantesimo. Trattandosi di notizie di prima mano fornite col
massimo scrupolo di serietà ed obiettività, riteniamo a nostra volta interessante darne un’ampia sintesi ai lettori.
L'Indonesia, uno dei più grandi paesi asiatici per la sua numerosa popolazione, è anche un
paese dove le disparità sono fra
le più schiaccianti e gli attentati ai diritti dell’uomo molto frequenti. La macchina oppressiva
e repressiva dei militari restringe fortemente le libertà. In teoria. il regime dovrebbe far rispettare i cinque princìpi della
Costituzione; la fede in un solo
Dio, l’umanesimo, l’unità, la democrazia e la giustizia sociale.
Ma questo regime, minato dalla
corruzione e dalle estorsioni, ha
sempre maggior difficoltà a fronteggiare la situazione.
Solo il 40 per cento dei deputati viene eletto dal popolo, mentre gli altri vengono scelti dal
governo eletto dai militari.
Si calcola che il 30 per cento
del bilancio va in fumo a causa
della corruzione. I funzionari
sono così mal pagati che sono
obbligati ad « arrangiarsi » per
ottenere un complemento indispensabile di stipendio per mantenere la famiglia. Un alto funzionario afferma: « Se un giorno
il comunismo vincerà da noi, sarà perché non abbiamo saputo
correggere le nostre debolezze e
non abbiamo estirpato questo
tumore; la corruzione dell’amhiente ed il suo vergognoso corteo di ingiustizie ».
Una miseria
dilagante
Secondo il Ministero del Lavoro la percentuale di disoccupazione e di sotto-occupazione
raggiunge circa il 20% dei lavoratori. Ben 30 milioni di adulti
sono senza impiego. La povertà
dei contadini si accentua vieppiù
Qualche
dato
L’Indonesia è una repubblica unitaria presidenziale,
sostenuta dai militari e retta attualmente dal gen. Suharto. Già colonia dei Paesi Bassi, è indipendente dal 1945.
Ben 13 mila isole costituiscono l’arcipelago indonesiano, che si estende a sud della penisola indocinese, fra gli
oceani Indiano e Pacifico. La
sua superfìcie è di ca. 2 milioni di kmq. mentre la popolazione ammonta ad oltre
150 milioni di persone.
La grande maggioranza è
costituita da musulmani (ca.
80%) mentre i cristiani sono
circa il 7%. Vi sono poi induisti, animisti, buddisti.
Le risorse minerarie sono
date dallo stagno, dal carbone e dal petrolio. Molto cospicue quelle della pesca, mentre il patrimonio forestale è
estesissimo. Le coltivazioni
forniscono essenzialmente riso, mais, manioca, zucchero,
caffè, scia, arachidi, olio di
palma, noci di cocco, tabacco.
L’industria, in fase di sviluppo, produce cemento, pneumatici, stagno, filati di cotone
(importato), ceramiche, sigari, sigarette, fertilizzanti.
mentre più del 60% degli abitanti
dei villaggi vivono al di sotto del
minimo vitale. La lunghezza della loro vita, in media, non supera i 48 anni.
Allo stesso tempo, i grossi
proprietari, gli ufficiali e la gente ricca delle città si impossessano delle terre e provocano delle
sfrenate speculazioni. A Giava,
su 4,6 milioni di famiglie contadine, il 55% di esse si dividono
solamente il 22% delle terre
coltivabili, mentre il 4% se ne è
accaparrato il 34%.
Questo atteggiamento, favorito
dal regime, contro i contadini è
un tratto caratteristico della politica di sviluppo condotta dal
governo. Si tratta di una politica
generatrice di povertà in tutti i
campi, a cominciare da quello
della sanità. Se si tien conto che
un contadino o un salariato, o
un operaio, guadagna da 150 a
200 rupìe al giorno (pari a ca.
250/300 lire) è chiaro che è impossibile acquistare contemporaneamente del vestiario, delle
medicine e pagare l’affitto.
Secondo la Banca mondiale,
l’Indonesia risulta al terzo posto nella produzione mondiale di
riso. Ciò malgrado, la carestia
infierisce in diverse regioni del
paese e nelle bidonvilles che si
estendono attorno alle principali città. Si ritiene che la gente
stipata in queste zone rappresenti oggi un terzo della popolazione urbana. Per di più, questo
numero si accresce quattro volte più rapidamente di quello generale della popolazione. Ad
esempio, ogni giorno un migliaio
di Agli di contadini abbandona
le campagne dove non trova da
vivere e viene ad ingrossare queste masse. Si prevede che la capitale, Giacarta, nell’anno 2000,
conterà oltre 21 milioni di abitanti.
I nuovi migranti si ammucchiano in condizioni inimmaginabili. Costruiscono le loro baracche sui bordi di luridi canali
di scolo, contenenti tutte le immondizie gettate dagli abitanti.
In questi canali, i bimbi fanno
il bagno e le donne « lavano » la
biancheria. Queste acque immonde servono anche come bevanda.
La penetrazione
del Giappone
Al pari di altri paesi tropicali
l’Indonesia, ricca di foreste, conosce attualmente un disboscamento suicida, con gravissimo
pregiudizio per i suoi abitanti.
Numerose compagnie straniere
(specie giapponesi) radono al
suolo sistematicamente la foresta vergine e denudano le montagne. Tutto questo provoca la
rottura di un già precario equilibrio ecologico; da qualche anno, le inondazioni si susseguono
alla siccità, mentre l’erosione
del suolo si accentua sempre di
più. Questo sfruttamento massiccio e indiscriminato è drammatico per quelle popolazioni,
che non sono in grado di fronteggiarlo.
La politica della « porta aperta » agli investimenti stranieri
consente — in modo particolare ai giapponesi — di operare
un vero e proprio saccheggio del
paese. Infatti il governo indonesiano è in grado di basarsi su
di una solida stabilità politica,
su un’abbondante ricchezza naturale e su bassissimi salari, in
Una visuale della Giacarta-formicaio che si va addensando sui
bordi dei canali di scolo.
un paese dove il sindacato è
praticamente impotente. A tutt’oggi i giapponesi hanno investito oltre 5 miliardi di dollari (pari ad oltre 10 mila miliardi di
lire). Essi operano in tutti i
campi economici: industrie tessili, miniere, e soprattutto nel
massacro delle foreste.
La penetrazione del Giappone
è così massiccia ed i guasti così
estesi da aver suscitato l’arrabbiata reazione degli studenti, che
hanno recentemente manifestato
in occasione della visita del primo ministro Tanaka: parecchi
di loro sono stati gettati in prigione.
Questa invasione di investimenti ha invero dei grossi effetti
sull’economia del paese: parecchie ditte nazionali e locali sono infatti condannate al fallimento. Ormai, un gran numero
di piccole aziende tessili sono
scomparse, dato che non hanno
i mezzi per tener testa alle grosse fabbriche straniere.
Un popolo
dimenticato
Ma oltre ai gravi problemi di
carattere socio-economico, la popolazione deve anche subire innumerevoli attentati relativi ai diritti umani. Le azioni arbitrarie
da parte dei militari sono quotidiane. L’esempio più drammatico
è stato fornito dalTinvasione del
Timor orientale nel 1975 il cui
popolo è rimasto isolato e dimenticato malgrado le Nazioni Unite
ne abbiano riconosciuto il diritto
aU’autodeterminazione. Ma, fino
ad ora, né l’estrema violenza
della repressione, né la strenua
lotta di quel popolo per la sopravvivenza sono riuscite a risvegliare la coscienza della comunità internazionale.
LA COMUNITÀ’ PROTESTANTE INDONESIANA
Lunga marcia verso l’unità
Il cristianesimo è penetrato
in Indonesia dopo la caduta del
regno indù e durante l’apogeo dei
susseguenti regni musulmani,
nella scia dell’espansione dei paesi occidentali. I portoghesi lo
introducono nel XVI secolo e
poi gli olandesi in quello successivo; più tardi giungeranno i
missionari indipendenti.
Pur essendo inizialmente legate all’espansione coloniale, le
Chiese non hanno tardato a radicarsi nel paese, in modo particolare quelle sorte dal movimento missionario del XIX secolo. Oggi, il cristianesimo viene
accettato come parte integrante
della vita nazionale.
Nell’intento di trovare una
propria unità i cristiani, nel
1950, creano il Consiglio delle
Chiese d’Indonesia, denominato
« Dewan Gereja-gereja di Indonesia » (DGI). Il processo di
unificazione è tuttora in corso.
I membri del Consiglio, che attualmente raggruppa oltre l’80
per cento dei cristiani non cattolici sono considerati gli unici
rappresentanti della comunità
protestante indonesiana.
Ma, dopo 35 anni, com’è la
prospettiva di questa Chiesa unita? I giovani in modo particolare mostrano una certa impazienza. Il problema più arduo
risiede nella differenza etnica e
geografica delle varie Chiese. Esse sono maggiormente condizionate dalle loro particolarità et
nico-culturali che non dalle rispettive dottrine. Tuttavia, notevoli progressi sono stati fatti.
Oltre ad un’azione concertata in
favore della missione e dell’uso
e della suddivisione delle risorse
umane e materiali, si manifesta
una maggiore unità di base: celebrazione comune di sacramenti, reciproco riconoscimento dei
ministeri e dei membri delle
Chiese. La maggior parte delle
Chiese-membro del Consiglio
hanno aggiunto al loro nome
ufficiale la menzione « in comunione col DGI ». Si dimostrano
in tal modo consce di far parte
di una comunità cristiana più
vasta.
Le Chiese hanno anche realizzato dei sicuri progressi ecumenici nei nuovi villaggi nati dal
piano di sviluppo. In queste regioni i cristiani, staccatisi dalle
Chiese madri, hanno dato vita a
nuove comunità cristiane indipendenti. Queste comunità hanno diverse denominazioni: parrocchia ecumenica, comunità
cristiana ecumenica indonesiana, chiesa protestante ecumenica, ecc.
Nel 1982 il Comitato centrale
del DGI ha deciso di riconoscere queste nuove comunità ecumeniche e l’evidente ruolo che
esse hanno nella vita delle Chiese dell’intero paese. Le Chiesemembro del Consiglio hanno
ammesso in tutta umiltà che
questi gruppi sono l’opera dello
Spirito Santo e che incitano
le Chiese indonesiane a scoprire
modi e mezzi nuovi per realizzare la Chiesa unita.
I motivatori
NeH’intento di far cambiare
qualcosa nel campo sociale, i
responsabili delle Chiese cristiane hanno deciso di mobilitare
le forze vive disponibili. Hanno
creato dei corsi per « motivatori » da mettere soprattutto al
servizio dei villaggi. In questo
modo le Chiese prestano la loro
voce, la loro forza a coloro che
non possono parlare. Ma chi
sono i motivatori? Come il loro
stesso nome indica, si tratta di
giovani uomini e donne che devono « motivare » gli abitanti ed
aiutarli a trovare in loro stessi
i modi di migliorare la propria
situazione. Oggi i motivatori sono già più di trecento. La loro
attività, vòlta soprattutto a promuovere uno sviluppo rurale,
sociale, educativo nonché spirituale permette di far guadagnar
loro la fiducia di tutti. Grazie alla loro attività, alcune cose stanno cambiando mentre la fede
cristiana progredisce.
« La ricchezza, affermano i
motivatori, è rappresentata dal
lavoro di tutti ». Essi, intanto,
hanno scelto di vivere poveramente fra i poveri. « Per comprendere veramente gli uomini
— affermano — occorre vivere e
mangiare come loro ». C’è molto
da fare per scuotere la popolazione dalla passività e dall’ignoranza. Da un lato, manca una
tecnologia che consenta una sufficiente alimentazione, i servizi
medici sono del tutto inadeguati
e le poche scuole esistenti sono
sovraccariche di allievi.
Per contro, come dice un motivatore, « a Giacarta gli scienziati atomici preparano nei loro
laboratori lo choc del futuro ».
« Vi sono in realtà due Indonesie — prosegue —. Quella del benessere che raggruppa il 10 per
cento della popolazione. Il 90
per cento accetta amaramente e
con rassegnazione questa situazione ».
Il lavoro in prospettiva di questi animatori è immenso. Basti
pensare che sono ben 5761 i villaggi sparsi in Indonesia. I motivatori, durante il loro instancabile lavoro ricordano a tutti
che Gesù è venuto in questo
mondo difficile, che ha dimorato in mezzo agli uomini e che
la Chiesa, popolo di Dio, è un
segno della Sua presenza. Essa
deve partecipare ai dolori ed ai
tormenti degli uomini. Essa è
coinvolta nei loro problemi.
Con la loro azione, i motivatori dimostrano che la testimonianza cristiana richiede un impegno globale. « Le Chiese d’Indonesia, conclude uno di essi,
hanno una triplice missione: rincontro, la solidarietà e la testimonianza. E’ quello che cerchiamo, in tutta modestia, di realizzare ».
a cura di Roberto Peyrot
8
8 ecumenismo
8 marzo 1985
PROTESTANTESIMO NEGLI STATI UNITI I PROTESTANTI NELLA STAMPA ITALIANA
9 chiese verso Tunione
Per un dialogo
L’unione, che dovrà riguardare la fede, il culto e
dovrebbe azzerare le diverse tradizioni - Timori
la testimonianza, non
di una ’’super-chiesa”
interreligioso
« E’ un momento molto importante. Dopo 22 anni di lavoro, siamo giunti ad un documento di accordo teologico. Questo adesso sarà esaminato dalle
chiese per l’approvazione finale ».
Così, il 30 novembre 1984, concludeva il suo discorso il rev.
Gerald Moede, segretario generale della commissione per l’unione di nove tra le più importanti chiese protestanti americane. Quel giorno infatti, alla
unanimità, 90 rappresentanti delle Chiese Metodista episcopale
africana e Episcopali Metodiste
africane di Sion, della Chiesa
Cristiana (Discepoli di Cristo),
della Chiesa episcopale metodista cristiana, della Chiesa episcopale, del Consiglio internazionale delle Chiese comunitarie, della Chiesa presbiteriana
americana, della Chiesa unita di
Cristo e della Chiesa metodista
unita, decidevano di chiedere alle loro comunità di accettare un
testo teologico di 28.0(K) parole.
come base di una intesa che dovrebbe sfociare neH’unità visibile delle nove chiese sopra
nominate.
Anche se non si attendono risultati definitivi prima di trequattro anni, si può dire che in
questa riunione tenutasi a Baltimora, nel Maryland, siano state gettate le basi per la formazione di una nuova Chiesa Unita, che con i suoi 23 milioni di
membri risulterebbe essere di
gran lunga la più grande chiesa
protestante del Nord America,
superiore in numero a quella
Battista, che assomma 14 milioni di menibri. Ricordiamo, per
facilità di paragone, che negli
Stati Uniti ci sono circa 52 milioni di cattolici romani.
La notizia è stata data con rilievo dal New York ’Times del
1° dicembre e da tutti i periodici
delle chiese protestanti americane. Il cammino, iniziato nel
1962 sull’ondata dell’entusiasmo
ecumenico, è stato lungo ed irto
di difficoltà, specie dopo lo stai
Echi dal mondo
cristiano
a cura di CLAUDIO PASQUET
Arrestati pastori
anti-apartheid
(NCC News) — Il segretario
generale del Consiglio Nazionale delle Chiese statunitensi, pastore Arie R. Brouwer, e il vescovo Philip Cousin, presidente
del medesimo, sono stati arrestati, a fine gennaio, per aver
dimostrato in Washington contro il sistema dell’apartheid. Con
loro anche una ventina di dirigenti ebrei e di chiese metodiste,
riformate, battiste, ortodosse,
che sono stati accusati per
aver contravvenuto alle disposizioni che vietavano di dimostrare nelle adiacenze della ambasciata sudafricana.
La partecipazione di esponenti di diverse chiese alle manifestazioni anti-apartheid è una
tappa del programma antirazzista del Consiglio nazionale delle chiese, che intende sensibilizzare il governo nordamericano
e manifestare la netta opposizione dei cristiani al sistema
sudafricano. Tra le iniziative, il
boicottaggio della propaganda
di vendita dei Kruggerands, le
monete d’oro sudafricane.
fiuenza all’estero del protestantesimo francese, e verrà attribuito nel quadro della commemorazione del terzo centenario
della revoca dell’Editto di Nantes.
Gruppo anti-apartheid
al Parlamento europeo
(BIP) — Fondato a Copenaghen sotto gli auspici del Comitato speciale delle Nazioni Unite contro l’apartheid, questo
gruppo raccoglie attualmente
una ottantina di deputati di 16
paesi europei, e dovrebbe estendersi ai 21 paesi del Consiglio
d’Europa, secondo il suo presidente, il deputato democratico
cristiano olandese Jan Nico
Schölten.
L’obiettivo del gruppo è incoraggiare i governi a prendere
delle misure nei confronti del
Sud Africa e promuovere azioni
di solidarietà in favore delle popolazioni oppresse della Namibia
e del Sud Africa.
Moon e l’Università
cattolica della Piata
Riconoscimento
a Giovanni Gönnet
(BIP) — Il premio Paul Malan, assegnato da una giuria di
cui fanno parte rappresentanti
della Società di Storia del Protestantesimo francese, specialisti valdesi e un membro della
famiglia Malan, è stato assegnato per il 1984 al prof. Giovanni
Gönnet.
Nato a Ginevra nel 1909 da
genitori originari delle Valli Vaidesi, il Gönnet è stato premiato
per l’insieme della sua opera.
Fin dalla sua tesi di laurea in
lettere (Prolegomeni alla storia
del valdismo medievale) l’autore si è interessato alla storiografia del « dissenso » religioso dal
XII al XVI secolo, pubblicando
un centinaio di opere e articoli
sulle eresie e l’inquisizione nel
medio evo, sul valdismo europeo
e sulla Riforma in Europa e in
Italia.
Nel 1985 il premio sarà riservato ad un’opera storica sulla in
Commemorando
l’Editto di Potsdam
lo subito all’inizio degli anni ’70,
quando un primo documento
che mirava a una completa unione ed integrazione delle nove
chiese venne giudicato irrealistico. L’attuale bozza di accordo,
più limitata, prospetta comunque l’unione delle chiese in questione per quanto concerne materia di fede, di culto e di testimonianza evangelica, pur conservando ognuna elementi delle
proprie tradizioni e patrimoni
religioso-culturali. Ogni chiesa,
secondo le indicazioni di un apposito documento, dovrà però
in qualche modo modificare liturgie, procedure e regolamenti,
per permettere una reale integrazione con le altre.
Ad esempio, le assemblee presbiteriane, che non hanno mai
avuto vescovi, dovranno accettare il principio di gerarchia,
mentre le chiese metodiste, che
finora non avevano mai richiesto delle dichiarazioni di fede
scritte, dovranno uniformarsi a
una delle due previste dalla
Chiesa Unita.
« Ora ringraziamo tutti il nostro Signore » : questo è l’inno
familiare a tutti i protestanti
americani che è stato cantato,
dopo il voto favorevole, dai delegati presenti a Baltimora. Ma,
come si diceva, il cammino verso l’unione definitiva sarà ancora lungo. Al di là dell’entusiasmo dei delegati e di molti
membri delle chiese in questione, si sono già levate alcune voci critiche, che paventano la
creazione di una chiesa troppo
monolitica (o come è stata definita, di una « superchiesa »).
Per questa ragione il rev. Moede
avverte che la prevista unione
non creerà una chiesa uniforme, ma rispetterà molte diversità di tradizione, di liturgia e
di pratica religiosa.
Roberto Gìacone
La preparazione della Settimana di Preghiera per l’Unità,
in calendario per fine gennaio,
ha dato un certo spazio nella
stampa, specie quella cattolica,
a varie iniziative a contenuto
ecumenico, direttamente o indirettamente collegate alla ricorrenza, di cui alcune meritano di
essere segnalate :
— il card. Martini, arcivescovo di Milano, ha pubblicato ima
pastorale in cui viene riaffermate con efficacia il principio
della solidarietà cristiana, non
estraneo alle nostre orecchie;
— il past. battista americano
Jackson ha visitato il papa con
cui ha convenuto, secondo la
stampa, sulla opportunità di insistere per facilitare ogni tipo
di accordo che allontani lo spettro delle armi nucleari;
— il Comune di Roma ha organizzato un incontro tra le autorità religiose operanti nella
città con lo scopo dichiarato di
dar vita a un « Centro per il
dialogo tra le religioni », che
aiuti a studiare e risolvere i problemi della città. A Roma la
Comunità musulmana ha ormai acquistato notevole consistenza (ed ha avuto la sua moschea); quella ebraica ha forti
tradizioni locali ; quella protestante (non del tutto omogenea
tra chiese storiche e chiese libero-carismatiche ) è attivamente presente; quella cattolica ha
avuto una autorevole presenza.
Non tutta la stampa (l’edizione
romana del Corriere ne è un
esempio) ne ha riferito con corretta compiutezza; ma l’idea è
nuova e chiama anche le nostre
Comunità ad impegni non indifferenti.
— Famiglia Cristiana pubblica
un articolo sulla situazione a Livorno, dove il vescovo Abiondi
svolge opera ecumenica apprezzata sia dal past. Scuderi che
dalla Giunta comunista della
città, che ha affidato aH’esame
del Sinodo diocesano un suo
messaggio di partecipata comprensione ;
— oltre a tutte le iniziative locali che si stanno ormai generalmente orientando verso partecipazione di presenza protestante a manifestazioni cattoliche e viceversa.
Altre interessanti segnalazioni:
— il caso di un fratello metodista di Padova che non riesce
ad avere le autorizzazioni per
esercitare l’obiezione di coscienza e viene quindi sottoposto a
processo ;
— la Stampa riprende l’argomento della ammissione delle
donne alle attività sacerdotali,
ormai in via di soluzione nella
chiesa anglicana, ma sempre rifiutata dalla gerarchia cattolica;
— lo stesso giornale riferisce
sulla diffìcile situazione in Russia dei pentecostali, cui viene rifiutato ogni permesso di espatrio (qualche migliaio di richieste inevase);
— il Penice ricorda la parteci
pazione valdese, attraverso il dr.
Luigi Appia, alla costituzione
della Croce Rossa Internaziona
le;
— il Giornale dell’Ingegnere
pubblica un articolo suU’etica
del lavoro nelle concezioni protestante e cattolica ; ed una rievocazione di Lutero centrata sugli aspetti economici del suo
pensiero ;
— il Manifesto dedica un ampio studio alle posizioni di Gioacchino da Fiore, e ritorna, con
F. Gentiioni, sul problema dell’insegnamento della religione
nelle scuole.
Niso De Michelis
• Segnalazioni e ritagli per
questa rubrica vanno inviali
direttamente al curatore:
Niso De Michelis, via S. Marco 23, 20121 Milano.
a cura di Sergio Ribet
Risveglio pentecostale
(SNOP) — Il conferimento
del dottorato honoris causa a
Sun Myung Moon, da parte del
rettore della Università cattolica della Piata, in contrasto con
le direttive date dalle legittime
autorità ecclesiastiche, è stato
definito un esempio di alleanza
« contro natura » di certi ambienti cattolici preoccupati di lottare contro il comunismo.
(BIP) — La Federazione protestante francese e la Federazione delle chiese evangeliche
della Repubblica democratica
tedesca hanno organizzato un
ciclo di incontri su « Identità e
vocazione del protestantesimo ».
Un mom.ento importante di questo ciclo sarà la commemorazione, in Potsdam e in Berlino,
dell’Editto di Potsdam, che, il
29 ottobre 1685, permise a circa
25.000 ugonotti di stabilirsi nel
Brandeburgo, trovandovi rifugio.
Su « Risveglio pentecostale »,
organo ufficiale delle chiese cristiane evangeliche « Assemblee
di Dio in Italia », mensile, troviamo in seconda pagina di copertina una dichiarazione di fede,
che ci sembra riassumere bene
la posizione di fede dei fratelli
pentecostali.
L’inizio del movimento italiano si può far risalire al 1908,
quando un emigrato italiano, da
(3hicago, dove aveva incontrato
l’evangelo in una comunità pentecostale di lingua italiana, tornando in Italia fondò una serie
di piccole comunità a Roma, in
Calabria e in Abruzzo. Si chiamava Giacomo Lombardi (cfr.
annuario evangelico, '83-’84, ed.
Claudiana, p. 91 sg.). Perseguitate negli anni che vanno dal
1935 al 1944, le Assemblee di Dio
sono state riconosciute giuridicamente come Ente Morale di
Culto con decreto della Presidenza della Repubblica il 5 dicembre 1959. Ma lasciamo loro la parola, trascrivendo il « credo »
che compare, ogni mese, sulla
loro pubblicazione.
Creatore e Signore di tutte le cose e che nella Sua unità vi sono
tre distinte persone: Padre, Figliuolo, Spirito Santo. CREDIAMO che il Signor Gesù Cristo fu
concepito dallo Spirito Santo ed
assunse la natura umana in seno
di Maria Vergine. Vero Dio e vero uomo. CREDIAMO nella Sua
vita senza peccato, nei Suoi miracoli, nella Sua morte vicaria,
nella Sua resurrezione, nella Sua
ascensione alla destra del Padre,
nel Suo personale ed imminente
ritorno sulla terra in potenza e
gloria per stabilire il Suo Regno.
CREDI AMO ed accettiamo l'intera Bibbia come la ispirata Parola di Dio, unica, infallibile ed
autorevole regola della nostra fede e condotta. CREDI AMO in un
solo Dio, Eterno, Onnipotente,
CREDIAMO che l’unico mezzo
di purificazione dal peccato e per
il ravvedimento è la fede nel
prezioso sangue di Cristo. CREDIAMO che la rigenerazione
(nuova nascita) per opera dello
Spirito Santo è assolutamente
essenziale per la salvezza. CREDIAMO nella liberazione dalla
malattia mediante la guarigione
divina, secondo le Sacre Scritture, per la preghiera, per la somministrazione dell’unzione dell’olio, per l’imposizione delle mani. CREDIAMO al battesimo nello Spirito Santo, come esperienza susseguente a quella della
nuova nascita che si manifesta,
secondo le Scritture, con il segno iniziale del parlare in altre
lingue e, praticamente con una
vita di progressiva santificazione, nell’ubbidienza a tutta U. verità delle Sacre Scritture, nella
potenza per l'annuncio di v Tutto l'Evangelo » al mondo. CREDIAMO ai carismi e alle grazie
dello Spirito Santo nella vita dei
cristiani che, nell’esercizio del sacerdozio universale dei credenti,
si manifestano per l’edificazione,
l'esortazione e la consolazione
della Comunità Cristiana e, conseguentemente, della società umana. CREDIAMO ai ministeri
del Signore glorificato, quali strumenti di guida, d’insegnamento,
di elevazione e di servizio nella
Comunità Cristiana, rifuggendo
da qualsiasi forma gerarchica.
CREDIAMO all’attualità e alla validità delle deliberazioni, riportate in Atti capitolo quindici, del
Concilio di Gerusalemme. CREDIAMO alla resurrezione dei
morti , alla condanna dei reprobi
e alla glorificaz.ione dei redenti.
CELEBRIAMO il battesimo in
acqua per immersione, nel nome
del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo per coloro che fanno
professione della propria fede nel
Signor Gesù Cristo come loro
personale Salvatore. CELEBRIAMO la Santa Cena, sotto le due
specie del pane e del vino, rammemorando così la morte del Signore ed annunziandone il ritorno, amministrata a chiunque sia
stato battezzato secondo le regole dell’Evangelo e viva una vita
degna e santa davanti a Dio ed
alla società.
9
8 marzo 1985
cronaca delle Valli 9
Con la
propria
faccia
CONCISTORI DI MASSELLO E PERRERO-MANIGLIA
Solidarietà con gii operai
della Filseta
Le chiese valdesi dell’alta vai Germanasca si preoccupano per la grave
situazione occupazionale - Un appello al sindacato ed agli enti locali
In clima preelettorale come
quello che viviamo in queste settimane si sente ripetere abbastanza frequentemente il luogo
comune secondo cui, almeno nei
piccoli comuni come la maggioranza di quelli delle Valli, le liste dovrebbero prescindere da
qualsiasi linea politica. In pratica si auspicano liste di candidati "capaci", cioè disposti a
presenziare con puntualità alle
sedute dei Consigli, intelligenti
nel modo di affrontare le questioni, non avvezzi a contare le
ore perse dal punto di vista del
loro lavoro e dei loro svaghi personali.
In sostanza questo discorso
ricalca quello ormai abbastanza
scontato per cui gli amministratori non vengono più scelti tenendo conto della chiesa di cui
fanno parte ma in base a criteri
puramente amministrativi. Questa scelta ha una sua logica ed
è fondata su una nozione laica
dello stato e, per conseguenza,
degli enti locali. Se non vogliamo che lo stato sia cattolico, non
possiamo volere che il comune
sia valdese.
C'è da domandarsi, tuttavia,
se le due questioni sono veramente parallele, se la laicità nei
confronti delle fedi religiose
debba tradursi in una neutralità di fronte alle scelte dei partiti per quanto riguarda l’amministrazione dei comuni.
C'è da domandarsi, piuttosto,
se la scelta degli amministratori non dovrebbe tener conto, al
limite, anche del modo con cui
vivono la loro fede, non nel senso di chiedersi a quali chiese
sono iscritti, ma nel senso di
chiedersi quanto rispettano le
scelte degli altri e quanto sanno
prescindere dalle loro convinzioni per esempio nell’amministraz.ionc del denaro.
Uno può, ad esempio, essere
convinto, anche in quanto credente, dell'opportunità delle
scuole non statali (ad esempio
per tutelare la cultura cattolica
o protestante) e, quindi, trascurare nelle sue scelte amministrative le scuole pubbliche. Questo
rischio è assai più pesante se
dalle scelte religiose si passa a
quelle politiche. Tutta una serie di problemi che vanno dalla
pace, alle tariffe di certi servizi
gestiti dai comuni, alle scelte
che riguardano l'iiso dei fondi
che non sono mai sufficienti a
conrirc le csigcnz.e di lutti, sono
itd' (In richiedere risposte che
si rimano o in una linea politica o in un'altra. Allora è certaine'ite vero che non è necessario rhe gli amministratori siano
¡.scritti ai partili o che può anche essere utile che non lo siano
per garantire una certa libertà
e tìessihililà nei confronti delle
discipline di partito. Ma una
certa scelta di linea è inevitabile e il ritenere che possano esserci amministratori apolitici o
è un'ingenuità o mio anche essere un discorso al limile disonesto quando è fatto da chi aspira a diventarlo. E’ molto meglio
che le liste di candidati indichino chiaramente qual è la loro
linea, in modo che gli elettori
possano esprimere il loro voto
nel modo più cosciente possibile.
Claudio Tron
I Concistori delle Chiese vaidesi di Perrero-Maniglia e di
Massello esprimono la loro solidarietà col Consiglio di fabbrica della Filseta — stabilimento
di Penosa Argentina — mediante
la seguente lettera aperta:
« Il Concistoro, cosciente della grave situazione occupazionale della 'Valle e della nuova minaccia di riduzione dei posti di
lavoro costituita dallo smantellamento del reparto filatura
deciso dalla Direzione della Filseta, esprime al Consiglio di
fabbrica e ai lavoratori della Filseta la sua solidarietà.
II Concistoro appoggia tutte le
VILLAR PELLICE
Chiude la
Crumière?
Nelle ultime settimane le voci
su una prossima chiusura della
Crumière di Villar Pellice si sono fatte sempre più insistenti.
Di certo si sa soltanto che i padroni della fabbrica, residenti in
Francia, hanno espresso molto
chiaramente l’intenzione di liquidare definitivamente la propria
attività industriale in Italia.
In un primo momento sembrava che i tempi previsti per
la chiusura fossero molto ristretti — si è parlato addirittura di qualche settimana! — ma
poi sembra sia andata affermandosi l’ipotesi di un rilancio dell’attività della fabbrica.
Al momento non ci è possibile
verificare la veridicità di tali
voci, e soprattutto avere un riscontro effettivo su una soluzione prospettata come una possibilità di rilancio per un’attività
che, nel suo piccolo, costituisce
ancora un caposaldo occupazionale in una realtà già gravemente colpita dalla disoccupazione.
M. P.
iniziative delle organizzazioni
sindacali che ricercano una soluzione positiva al problema.
Si impegna inoltre di stimolare ulteriormente la discussione
su questo problema all'interno
delle chiese valdesi della zona
e dei suoi organismi di coordinamento.
Come credenti riteniamo sia
doveroso richiamare gli enti locali e le forze politiche alle loro
responsabilità rispetto all’occupazione in valle ».
il Concistoro di Perrero
Maniglia
il Concistoro di Massello
DIBATTITO A TORRE PELLICE
Quale ruolo per
i piccoli comuni?
Il 23 febbraio a Torre Pellice
c’è stato un convegno organizzato dal PCI sul tema: « Piccoli
Comuni e Comunità Montane.
Quale posto nella riforma dello
Stato? ». Partendo dalla considerazione che i comuni non son
qualcosa di diverso dallo Stato, è stato riconosciuto che
essi sono Enti di rappresentanza generale della popolazione e
scopo precipuo è quello di interpretare il vivere civile.
La Regione, dotata di potere
legislativo, è coronamento delle
autonomie locali.
Fra le società industriali avanzate il nostro paese è uno dei
pochi che ha queste caratteristiche essendo la nostra Repubblica fondata sulle autonomie locali.
Nell ’immediato dopoguerra
(1945-46) vi è stato uno sviluppo
accentuato del concetto di autonomia locale, seguito poco dopo da un arretramento con grave attacco alle autonomie stesse. Negli anni ’60-70 si è avuta
invece una grande fase nel processo delle autonomie culminata con l’attuazione delle Regioni e l’apertura di ampi spazi democratici.
Se dal centro si avvia un processo inverso come sta avvenendo le autonomie locali si bloc
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FERRERÒ — La petizione popolare, con la quale 268 abitanti del comune di Ferrerò chiedevano la denuclearizzazione del
territorio comunale, promossa
dalla chiesa di Villasecca, è stata presentata dalla giunta al
Consiglio comunale nella seduta del 25 febbraio.
I consiglieri presenti hanno
espresso un certo apprezzamento per l’iniziativa, che tuttavia
non è stata tradotta in delibera,
in seguito alle dichiarazioni degli amministratori, i quali si sono detti assolutamente certi che
il COREGO l’avrebbe respinta.
In sostituzione, è stata approvata una delibera molto generica che delega alla giunta la facoltà di assumere iniziative a
favore della pace tra i giovani e
i giovanissimi per un avvenire
più sereno.
Nuovo ufficio
postale
cano. E’ questo il risultato di
precise scelte governative.
Si otterrebbe un’inversione di
tendenza se gli Enti locali recuperassero un ruolo negli accertamenti fiscali (patrimonio questo dell’amministrazione austroungarica nel Lombardo-Veneto)
e se a livello di Regione fosse
affrontata la tenuta del Catasto
Urbano che offrirebbe un’immediata occupazione soprattutto a diplomati.
Con la proposta di trasformazione, della Provincia in Ente
intermedio con compiti di programmazione, in sostituzione di
ciò che è l’attuale Comprensorio, si faciliterebbe il complesso
problema dei piccoli Comuni
(non diversa è la situazione di
alcune Comunità Montane la cui
soDpressione è prevista) attraverso un sistema di deleghe e
del loro accorpamento in un
Consiglio di Municipalità. Non è
stata scartata la costituzione di
Consorzi per la gestione di determinati servizi nei piccoli Comuni, altrimenti non realizzabili proprio per ragioni finanziarie.
Altro fondamentale argomento è stato sollevato dagli interminabili iter burocratici, meri
controlli cartacei invece di controlli di efficacia con l’uso di
strumenti che la tecnica moderna offre.
A. K.
FERRERÒ — L’ufficio postale troverà tra breve una sede
definitiva in un locale situato
nell’edificio dove ha sede il municipio, ex-albergo Regina, al
piano più basso lungo la strada
provinciale.
Si è anche trasferita in un locale adiacente l’esattoria consorziale, lasciando il vecchio municipio, che verrà probabilmente messo in vendita.
L’ufficio postale aveva anche
dovuto abbandonare la sede precedente, considerata pericolante
ed era stato ospitato in modo
provvisorio in due stanze degli
uffici comunali.
La nuova sistemazione risponde meglio a tutte le esigenze,
meno che a quelle di chi vuol
parcheggiare l’automobile, a causa della mancanza di uno spazio utile sulla strada provinciale.
Malattie infettive
TORRE FELLICE — La Comunità Montana Val Pellice,
istituendo per legge il Servizio
di Igiene Pubblica nell’ambito
delle competenze delegate dalla
riforma sanitaria all’U.S.S.L., ha
avviato gli accertamenti delle
malattie infettive nei Comuni
della Valle con mezzi e personale propri.
Nella fase di rodaggio i dati
relativi alle malattie infettive
dell’ultimo biennio (1983-84) pervenuti all’Ufficio di Igiene pubblica tendono all’aumento.
I decreti ministeriali del ’75
e ’83 fanno obbligo di denuncia
da parte dei medici che ne siano venuti a conoscenza. I dati
si riferiscono a 65 malattie infettive nel suddetto periodo.
Però per ottenere un serio e
reale risultato dall’indagine è
indispensabile rendere più attenti a questo fine medici e
strutture sanitarie (ospedali e
laboratori di analisi).
A questo scopo la Comunità
Montana vuole valorizzare il
canale informativo onde la rilevazione risponda effettivamente alla situazione reale. La collaborazione con il Ministero della Sanità e, in particolare, con
l’Istituto Superiore di Sanità si
rivelerà efficace in questo campo.
Diamo di seguito l’elenco delle malattie infettive riscontrate
in Valle nel mese di gennaio
1985: epatite virale casi 6, paratifo 1, varicella 1, toxcplasmosi 1. La Comunità Montana
si è impegnata a pubblicare
mensilmente i casi che si verificheranno.
10
10 cronaca delle Valli
8 marzo 1985
LUSERNA SAN GIOVANNI UNA LETTERA DELLA PRESIDENTE DELLA C. M. VAL PELLICE
La politica
degli indipendenti
di sinistra
Il dibattito pubblico organizzato dagli indipendenti di sinistra del pinerolese a Luserna
S. Giovanni sul tema ’Cosa significa fare politica come indipendenti di sinistra’, ha visto una
ampia partecipazione di pubblico.
Angelo Tartaglia, consigliere
comunale di Torino, ha illustrato brevemente il senso implicito della scelta di essere indipendente di sinistra, soffermandosi
in particolare nell’individuazione di quelle che possono essere
considerate le discriminanti che
comportano una scelta di campo all’interno della tradizione
socialista e comunista.
In particolare, secondo Tartaglia, la scelta di una collocazione
a sinistra significa negare quella logica del conflitto grazie alla quale ancora oggi si giustificano, sia a livello economico,
sia a livello sociale, sia a livello
dei diritti umani, tutti quei criteri selettivi che organizzano
una società divisa in classi. La
selezione, assimta come criterio
in grado di strutturare e costruire un nuovo ordine politico ed
economico, porta inevitabilmente alla discriminazione ed alla
emarginazione di coloro che alTintemo di questa società sono
indifesi e deboli. Nella scelta a
sinistra, ha continuato Tartaglia, c’è l’esigenza di affermare
e difendere la dignità di ogni
individuo che conta per quello
che è e non per quello che ha.
Quindi Tartaglia ha affrontato i! problema della crisi dei
partiti ed in particolare il problema della partecipazione e
della militanza.
Affrontare la crisi della politica sipiiflca mettere in discussione il funzionamento formale
della nostra democrazia, il ruo
Su proposta della Commissione Pace della Chiesa Valdese di
Torre Pellice, venerdì 15 febbraio, Paolo Naso del C.U.D.I.P.
di Catania ha tenuto una « lezione » agli studenti dell’Istituto
Bosso e Plana di Torre Pellice
che, in centocinquanta, si sono
ritrovati nel tempio valdese, non
disponendo la cittadina di altri
ampi locali per conferenze.
Naso abilmente ha intrattenuto il giovane uditorio sul tema:
« La militarizzazione del Mediterraneo dal dopoguerra ad oggi ». I paesi della NATO, trovandosi di fronte a una serie di
« vitali interessi » (politici, economici e militari) nel bacino mediterraneo e ritenendoli minacciati, danno molta importanza
al « fronte sud ».
Viceversa l’Unione Sovietica
tende a sfruttare i vari conflitti medio-orientali e si sforza di
metterli sotto il suo controllo.
Essa ha l’ambizione di creare
« stati fantoccio » e, accerchiando l’Europa occidentale, legarla
al suo dominio. Autorevoli fonti
Nato tenderebbero a smitizzare
questa ipotesi di conflitto che
d’altronde da altri non viene né
scartata né sottovalutata. Così
si motiva, ha spiegato Naso, la
militarizzazione della Sicilia. Le
basi atomiche e militari di Comiso e Sigonella si inseriscono
in questo panorama di difesa. La
presenza della « Rapid Deplcyment Force » è un’altra concentrazione militare terrestre, aerea
Difficoltà per
la difesa deil’ambiente
lo del partiti e delle organizzazioni o delle associaziom.
La politica dei partiti è fatta
per una società che oggi non è
più riconducibile alla nostra. In
questo senso gli strumenti attuali della politica, ed i partiti
sono uno di questi, risultano in
ritardo rispetto alle esigenze
della società. E’ per questo che
è importante far crescere quell’insieme variegato di movimenti che esprimono da una parte
forme della politica meno vincolate alla logica dei partiti, dall’altra parte ipotesi di partecipazione diretta al di fuori dei
canoni.
L’esperienza degli indipendenti di sinistra si colloca esattamente in questa linea di ipotesi
e sperimentazione politica, proponendosi come punto di confronto e di pubblicizzazione per
tutte quelle iniziative significativamente emergenti.
Carlo Galante Garrone, exsenatore della sinistra indipendente, ha ricordato le sue esperienze di legislatura, la sua militanza, prima ancora nel Partito d’Azione, gli uomini incontrati, come Ferruccio Farri,
Carle Levi, Franco Antonicelli,
Tullio Vinay. Galante Garrone
ha sottolineato il particolare
rapporto che collega gli indipendenti di sinistra con il PCI.
Egli ha affermato che non esiste nessun tipo di complesso dì
inferiorità nei confronti di questa grande organizzazione di
massa, nei confronti della quale
è possibile e necessario esercitare il dissenso, che viene accettato come critica costruttiva in
vista degli obiettivi comuni; la
affermazione della giustizia e la
ricerca della libertà.
Mauro Pons
Dalla presidente della Comunità Montana Val Pellice riceviamo e volentieri pubblichiamo la
seguente lettera. Sull’argomento
ritorneremo in un prossimo numero.
Sul numero del lljl leggo con
stupore ed amarezza l’articolo di
Giorgio Gardiol « Difesa del paesaggio: occasione mancata » relativo alla decisione del Consiglio della Comunità Montana di
protestare contro il Decreto Galasso sulla conservazione del patrimonio paesaggistico e delle
bellezze naturali. Non credo di
poter accettare l’accusa di affiancarci a quanti hanno voluto e
promesso il condono edilizio, il
quale è contraddizione lampante
di ogni programmazione sul territorio, negazione di ogni pianificazione urbanistica e quindi
schiaffo morale per ogni amministratore che avesse cercato di
darsi degli strumenti in tal senso e di farli rispettare magari finendo in tribunale per non essere stato sufficientemente attento
ad ogni abuso che venisse perpetrato. Ma proprio il condono edilizio fa meditare gli amministratori locali, tenuti a far rispettare
le leggi, buone o cattive che esse
siano, mentre con un colpo di
spugna altre leggi più o meno serie cancellano anni di lavoro e di
educazione alla pianificazione.
Il decreto Galasso, su cui esprimo un giudizio totalmente positivo in astratto, in realtà non è
applicabile se non con i gravi
danni lamentati dal Consiglio della Comunità Montana: evitare di
toccare boschi, foreste, terreni
fino a 150 m. dai corsi d’acqua
e dai torrenti classificati pubblici
è di fatto costringere aH’immobilismo popolazioni ed amministrazioni montane, che poi di fatto
sono quelli che effettivamente tutelano l’ambiente. Ma facciamo
esempi, per meglio chiarire la situazione; la Comunità Montana
ha ottenuto un finanziamento per
la sistemazione idrogeologica di
un tratto del Torrente Angrogna
in località Barmafredda, ha fatto
il progetto, l’ha approvato, l’ha
mandato al Servizio Geologico
della Regione per il parere di
competenza, al Servizio Forestazione ai sensi della Legge 27/81,
tutti sono venuti a fare i sopraluoghi e ora occorre ricominciare da capo con la Sovrintendenza dei beni ambientali per rispetto al neo-decreto Galasso e intanto sono già passati
2 anni.
TORRE PELLICE
«Tegel»
di Bonhoeffer
ISTITUTI BOSSO E PLANA DI TORRE PELLICE
A lezione di pace
e navale con un elevato potenziale atomico.
Nel tracciare questo quadro
con chiarezza e conoscenza di
causa. Naso ha introdotto un discorso sul ruolo del nostro Paese e sulle sue autonome iniziative nel Medio Oriente.
Egli ha centrato volutamente
l’attenzione sulle iniziative che
si potrebbero esprimere, a livelli
diversi, per contribuire all’informazione sulla lotta contro la
catastrofe nucleare. Naso non
senza qualche indecisione ha
commentato le proposte su
quello che è possibile fare affinché non succeda l’irreparabile.
E’ un segno che fa sperare in
un futuro più giusto e di pace
il dialogo intercorso col giovane
uditorio che è stato attento nell’ascolto.
Italo Pons
Il maltempo ha rafforzato lo
scetticismo di chi già in partenza diffidava del testo teatrale,
proposto per il 17 dalla risorta
fllodrammatica di Torre Pellice.
Bonhoeffer gode fama di grande teologo, ma certo la sua firma non evoca immagini di divertimento e neppure di serena distensione.
Ebbene la ricompensa è stata
generosa; in quel tempio non
gremito e freddino con sorpresa
il pubblico si è visto presentare
da un gruppo di atteri di buon
livello un frammento di dramma
non facile, che valeva senz’altro
la pena di vedere.
Di fatto non l’evasione bensì l’impegno era lo scopo che chi
ha allestito lo spettacolo voleva
raggiungere.
Abili seno stati Alessandro
Bottazzi e Alberto Corsani nell’adattamento e bravi gli interpreti, ma la nostra riconoscenza deve andare ancor di più a Italo
Pons che da anni inseguiva il
progetto e alla cui tenacia dobbiamo l’occasione per una meditazione profonda e commossa.
Tutti siamo usciti pensierosi,
ma non affranti, nonostante che
l’argomento ■ di fondo fosse la
morte, la sua attesa, la coscienza di essa e il modo che ciascuno di noi ha di affrontarla. Pa
Mobilificio
GIUSEPPE GRIVA
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(di fronte Caserma Alpini « Berardi »)
rállele si svolgeva anche il tema, tanto caro a Bonhoeffer
del « cristianesimo inconsapevole », incarnato nel personaggio
di Heinrich, reso in modo sobrio
e toccante dallo stesso Pons. Il
suo dialogo con lo stranieromorte (una Milena Beux convinta e convincente) è stato uno dei
momenti di maggiore intensità
scenica ed emotiva.
Giorgio Tourn, durante il dibattito sul teste — scritto da
Bonhoeffer durante la prigionia
che si sarebbe conclusa col martirio — ha fatto notare che il
teologo della « Chiesa confessante » è conosciuto, più che per
le sue opere e per la sua vita,
soprattutto in virtù della sua
morte. Tuttavia, benché egli certamente ne fosse presago, la riflessione a cui ci induce è tutta
incentrata sulla vita e sui valori
e significati che in questa luce
essa acquista. Col tono di una
riflessione ad alta voce e non di
una predica il pastore Tourn ha
concluso che il tempo passato a
prepararsi per la morte è sprecate. Il fatto di essere cristiani
significa proprio l’essere libérati dal problema di come gestire
la nostra morte. Il Signore la
gestirà per noi; nostro compito
è preoccuparci di come viviamo.
Un altro modo, forse, di esprimere il concetto illustrato con
irenico sorriso da Mimmo Abate,
per cui la morte, nella fede, non
esiste. Esi.ste solamente la continuità della vita che è unica ed
eterna.
Con tocco sapiente Walter Tomasini ha dato profondità di
luci ed ombre alla scena allestita
intorno al pulpito su un palco
in realtà troppo basso.
Lo spettacolo dovrebbe essere
visto e ponderato da tutti, sìa
da coloro che per vari motivi
l’hanno perso il 17 sia dai membri delle altre comunità, delle
Valli e fuori.
Erica Scroppo
Cosa si farà ancora quando finalmente potranno iniziare i lavori con i 70 milioni assegnati 2
anni fa e con l’inflazione galoppante che ci ritroviamo? E dire
che erano per sistemazione idrogeologica a difesa dell’ambiente!
Altro es.: il Comune di Villar
Pellice vuole tagliare un lotto di
bosco ceduo giunto a maturazione: chiede l’autorizzazione al
Servizio Forestale, ma gli agenti non hanno tempo di fare le
martellate occorrenti, perché devono vigilare che Tizio non trasformi il prato in campo, per
piantare le patate, Caio non tagli
furtivamente dei larici ad uso
domestico, Sempronio non faccia
un decespugliamento per pascolare le mucche e un altro ancora
non faccia uno scavo a mano per
collegarsi con l’acquedotto comunale in zona di vincolo senza
la prescritta autorizzazione.
Così passano 2 anni e intanto
arriva il Decreto Galasso che impone di non toccare più niente.
Altro es.; il contadino ha bisogno di procurarsi legna da ardere e vuole tagliare un bosco ceduo di castagno (broppe); a norma del decreto Galasso non lo
può fare.
E poi si pretende che gli amministratori non si ribellino e
non protestino, quando sono in
continuazione accusati dai propri concittadini di impedire loro
interventi modesti ed innocui,
proprio per il rispetto di quelle
famose leggi per la difesa dell’ambiente.
Ma credo che queste situazioni contraddittorie che stiamo vivendo preoccupino solo gli amministratori seri, gli altri non
hanno bisogno di protestare: troveranno senz’altro altre strade
meno evidenti e più rapide per
eludere leggi e decreti.
Questo vorrei che comprendesse Giorgio Gardiol, un ottimo conoscitore delle leggi e giudice
acuto delle medesime, ma non
a conoscenza dei drammi quotidiani degli amministratori di
fronte ai continui impedimenti
che esse frappongono. Non è la
volontà politica che è venuta
meno per la tutela dell’ambiente;
molto le nostre Amministrazioni hanno fatto, pur senza arrivare ancora al piano di assestamento forestale.
Deliberare di farlo, come propone Gardiol, è possibile solo a
due condizioni; che ci siano i
fondi necessari e che i tempi di
realizzazione siano ragionevoli.
Per varare il Piano Regolatore
di Valle ci sono voluti 8 anni e
tanti milioni, grazie al continuo
mutamento delle leggi relative e
ora per aggiornare la relazione
geologica in riferimento alla sismicità ci vorranno altri tempi e
altre decine di milioni. Infatti i
Comuni hanno richiesto di fare
varianti al Piano, ma né loro né
la Comunità Montana hanno i
fondi e quindi aspettano e così
aspetteranno ancora per il ¡nano
di assestamento forestale.
In questo senso va letta la nostra protesta che non è un attacco alla protezione dell’ambiente,
ma una denuncia di inapplicabilità nella nostra realtà delle norme che dovrebbero promuoverla.
Disponibile a ritornare sull’argomento, se non sono stata sufficientemente chiara.
Franca Coisson
# Hanno collaborato a questo
numero: Martino Barazziioli,
Eugenio Bernardini, Arrigo
Bonnes, Clara Bounous Bouchard, Ivana Costahel, Daniela Ferraro Platone, Aldo
Ferrerò, Antonio Kovacs, Alfonso Manocchio.
11
8 marzo 1985
cronaca delle Valli 11
8 MARZO
In questo periodo in cui la nostra
chiesa riflette sugli stranieri è forse
bene non dimenticare un aspetto —
certo il meno importante rispetto a
tante tragedie — ma ohe comunque
ha il suo posto nel ventaglio delle varie situazioni: gli stranieri che sposano italiani potrebbero essere per tutti
una fonte di arricchimento, uno spazzar via le frontiere, uno scambio fra
mentalità diverse; ma per il momento
gli aspetti negativi predominano ancora su quelli positivi: in modo particolare per le donne.
Personalmente non ho altro se non
la mia esperienza, ed è ben poco. Spero che altre possano fare parte della
loro esperienza. Dopo un anno di servizio volontario in un'opera della chiesa taliana, ho sposato un pastore, e
l'ho visto come la possibilità di una
vita completamente disponibile nella
testimonianza e il servizio. Sbagliavo?
Ero convinta di no. Forse anche, all'inizio. non si conosce abbastanza la
situazione del paese per capire. Come
Ruth dicevo: « Il tuo paese sarà il mio
paese... ■>. Così oltre al mio impegno
nella comunità locale o nella chiesa
in generale, ho cercato di portare la
stessa testimonianza in vari impegni:
nel comune, la scuola, il consultorio
famihare, il movimento delle donne,
il movimento per la pace. Ho lavorato
con gioia volontariamente per alcuni
anni, pur sapendo che la mia situazione
non era chiara. Col passare degli anni. cresce il senso della perdita di
autonomia (dipenderà dalla cultura dalla Quale si proviene, e dalla propria
evoluzione), mentre al giorno d'oggi
l'autonomia è indispensabile per una
testimonianza credibile nella nostra
società; testimonianza della propria liberazione, come segno della liberazione
portata da Cristo nel mondo. Prima di
sposarmi insegnavo nel mio paese, ed
ero iscritta ad un sindacato. Ma, come leggevo in un articolo di una rivista « un laureato di un paese estero
(chiamato perfino dottore, in Italia) è
come se fosse un asino per l'Italia ».
Così in questi ultimi anni tento di
ricuperare un minimo di autonomia.
Nella chiesa per ora sembra impossibile. E siccome non ho mai voluto
prendere il posto di un italiano nel
lavoro sociale, cerco qualche cosa che
possa fare in quanto straniera, e compatibile con gli impegni nella chiesa
che ritengo di non abbandonare per
non tradire la mia vocazione personale: ho trovato poche ore settimanali nel pubblico, per un comune; ma
ora non ho più avuto nessun compenso
da un anno e mezzo.
Per una collega la situazione sembra peggiore: nel suo paese di origine
esercitava un ministerio nella chiesa.
Sposando un pastore italiano ha perso
il suo ministerio, e riconosce dopo
anni, che i suoi doni non sono stati
utilizzati! Forse in quanto donne. In
quanto straniere, ignoranti spesso della situazione italiana, non osiamo. I
mariti non si rendono conto? Non
vorremmo l'elemosina — come dipendenti dal proprio marito, con l'assegno
familiare alla moglie (che sarà anche
un peso dal punto di vista della chiesa) — ma un compenso anche minimo
per il lavoro che facciamo, in particolare se a tempo pieno (oppure almeno un
posto decisionale come « volontaria »).
Se è vero che, come io dice Fissa
Balasuriya, - nella massima parte delle società l'influenza e il potere dipen
dono molto dalla posizione sociale
di una persona », noi che non abbiamo più una posizione sociale, chi ci
ascolterà?
Capiremo tutti meglio i problemi
concreti degli stranieri esiliati e affamati che vengono in Italia attualmente,
se cerchiamo di risolvere i nostri problemi con inventiva.
Lettera firmata
ma è indispensabile che l'autore sia
da noi conosciuto. Preghiamo pertanto
ohi voglia mantenere l'anonimato di
indicare ugualmente 11 suo nome e
cognome e recapito telefonico od indirizzo, e di spiegare le ragioni per
le quali intende mantenere l'anonimato.
senterà un concerto di canti popolar
del Piemonte. Eventuali offerte sa
ranno devolute alla ristrutturazione del
l'Asilo per vecchi di San Germano
VALDESE
DI VILLAR
ETIMOLOGIE
POPOLARI
Abbiamo ricevuto una riflessione
« La chiesa al bivio » a firma un valdese di Villar Pellice. Preghiamo l’autore di mettersi in contatto colla nostra redazione (tei. 91334 II lunedì o
il giovedì pomeriggio) per comunicazioni in merito.
Vau-dois - è la traduzione ih francese di Valdese.
Soprattutto oggi alle Valli diamo
molta importanza alla prima parte della parola, cioè, vau - che significa
valgo ma ci scordiamo dell'altra metà
cioè devo. Ci gloriamo del passato
dei nostri padri ma dimentichiamo
quel che a loro dobbiamo, che per
grazia di Dio ci hanno tramandato la
nostra fede di cui oggi andiamo fieri,
ma non sappiamo dimostrare al
nostro prosqimo amore e fiducia,
chiunque esso sia, e non dimentichiamo che non è la tradizione che ci salva ma è la nostra speranza in Gesù
Cristo per mezzo del Suo Spirito Santo. Se pur esso abita in noi.
Mery Benech
Comitati per la pace
PINEROLO — Il Comitato per la
pace e il disarmo si riunirà venerdì
8 marzo 1985, alle ore 20,45, presso
la Camera del Lavoro (Via Demo, 8).
Concerti
CESTINIAMO
GLI ANONIMI
Riceviamo a volte alcune lettere destinate alla pubblicazione in cui rimane sconosciuto il mittente. Pubblichiamo anche « lettere firmate » o siglate.
TORRE PELLICE — L’8 marzo alle
oiffi 21, presso il Tempio Valdese si
terrà un concerto del l’Ensemble Instrumentale di Parigi organizzato dalla Associazione Musicale Riky Hartlet e dalla Comunità Montana. Musiche di Haendel, Boccherini, Vivaldi, Grieg. Ingresso
L. 3.500, o in abbonamento.
POMARETTO — Sabato 9 marzo alle
ore 21 presso il Tempio Valdese la
Camerata Corale €c La Grangia » pre
Pro Asilo Valdese
di Luserna San Giovanni
Pervenuti nel mese di gennaio 1985
L. 5.000: Perette Carolina Roncagllone; Cavo Ernesto, Genova.
L. 10.000: Violetta Vogt Fratterigo,
in mem. del marito; Magliana Lidia,
Torino.
L. 15.000: Buffa Marise, in mem. di
Mirtho Belli; Schenone Emma, in memoria del marito.
L. 20.000; Mirella e Ernesto Bein;
Beriarione Bice, Ivrea; Paschetto Ide e
Aniìa. S. Secondo; Falchi Velia, Genova; Enrica Malan Benech, in mem.
di M”'tho Belli.
L. 25.000; Patrone Bisio E., Genova.
L. 35.000: Norther Rodolfo, Torino;
Biglione Bice, Genova.
L. 40.000: bongo Beatrice e Piercarlo,
in mem. di Giovanni Canale.
L. 50.000; L. B., in mem. dei genitori;
In ricordo di Guglielmo dalla, la moglie
Lelia Gay; N. N.; Wilma Giacoletto
Mourglia; Rivoira Alberto, in mem. della moglie, Pinerolo; Mathieu Geraldo
e Anita, in mem. di Anita Mathieu v.
Eynard. Torre Pellice; ReveI Alice, in
mem. del marito: Comba llda, in mem.
dei suoi cari, Pinerolo; Prof. Giorgio
Peyronel. Milano: Rostagno Edoardo e
Aline; Meynet Marco-, Ritln dalla, in
mem. della inanima: Lupo Graziella,
in rne 11. di Lily Lupo Malan, Como; Lilia l.lalacrida, con vivi auguri, Como;
Chiesa Valdese di Imperia.
L. 80.000: Pavarin Rita, in mem. di Pavarin Giacomo, Rivoli: La Chiesa di
Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, Torino.
L. 80.000: S.P.A. Ing. Annovati e Figli. in mem. del padre del ns. dipendente Pons Ivo, Frossasco.
L, 100.000: Chiesa Valdese di Biella:
Mathieu Roberto, Torre Pellice; Henriette Lafond « Les Iris », Pully Losanne; Paolo Monti; Schellenbaum Irma, in mem. del marito, Genova; Laura
Monastier, in mem. di papà, mamma e
Dinette: Guido Sebastiani, in mem.
della Sig.ra Quaglia Maria, della quale
serbiamo un dolce ricordo, Roma.
L. 150.000: Martinat Emanuele e Eglantine, in mem. dei loro cari (ospiti
Asilo); Alimonda Rita, Genova.
L. 200.000: Marangoni Caterina, Ivrea;
ispodamia Bruno, in mem. dei miei
genitori (dono pervenuto a ottobre ’84),
Genova Sampierdarena.
L. 250.000: Chiesa Valdese di Angrogna; Telma Malacrida, Milano.
L. 300.000: Grill Ester, in mem. del
marito Bonjour Pietro (osp. Asilo): Allio
Ayassot Emilia, in mem. di Roberto
Allio, Roma.
L. 400.000: Fortunata Maggioni ved.
Pons; In mem. di Mirtho, i suoi amici.
L. 450.000: In mem. di Quaglia Maria, i parenti.
L. 500.000: Mirke e Davide Dogliani,
in mem. della mamma Quaglia Dogliani
Maria.
L. 918.555: Evitkirchengemeinde Buchschiag Forstweg 20, Dreicich, Germania,
L. 1.000.000: C. e R. P., in ricordo
dei loro cari Lydia e Francesco Valerio,
Emilia e Stefano Peyrot.
Pro Ospedale Valdese
di Pomaretto
Pervenuti nel críese di gennaio 1985.
L. 100.000: Tron Rosalba, Perosa A.,
in mem. di Brunetto Alma; Tron Luigi,
Perosa A., in mem. di Tron Giovanni
Enrico.
L. 50.000: Giaiero Germano, Inverso
Pinasca; Uva e Ferruccio Jourdan unitamente ai familiari. Torre Pellice;
Poèt Emma Tron, Riclaretto: Fornero
Natalina, Villar Perosa; Godino Daniele, Pinerolo; Micol Ernesto, Massello:
Alimonda Rita, Genova.
L. 25.000: Bigiione Eunice, Genova.
L. 20.000: Giacomino Marina, Perrero; Travers Renato, Pramollo, in mem.
padrino Long Eli; Zanin Pavan Liliana, Pomaretto.
L. 10.000: Liiia Malacrida, Como; Falchi Velia, Genova.
Pro Ospedale Valdese
di Torre Pellice
Elenco di doni ricevuti dal Concistoro
di Pomaretto e trasmessi alla CIOV.
PER RISTRUTTURAZIONE
Pervenuti nel mese di gennaio 1985.
L. 3.675.000: Chiesa di Zurigo.
L. 3.000.000: Fiammetta, Nello, Lucetta Geymonat, Torre Pellice, in memoria di Angela Geymonat.
L. 370.643: Gertrud Gianiel Wild, St.
Galien (Svizzera).
L. 250.000: Chiesa Valdese di Angrogna.
L. 200.000: Lega Valdese Femminile
di Como; Dastru Alfonso, Bobbio Pellice.
L. 140.000: Dipendenti Standa via
Mombarcaro Torino, in mem. Giorgio
Prochet.
L. 100.000: Mostaccio Piera, Luserna
San Giovanni; Grindatto Aldo, Bobbio
Pellice: Gaydou Carla, Torre Pellice
Costantino Evelina, San Secondo; Gen
Coi'sson Stefano, Luserna San Giovanni; Rainero Francesco, Torre Pellice
Masoni-Regoll, Torre Pellice,
L. 50.000: Bucino, Bibiana; Bertin Sii
vio e Orletta, Angrogna; E.V. Buriini
Torre Pellice; Alimonda Rita, Genova
L. 30.000: Pastore Silvio Tron.
L. 25.000: Bigiione Eunice, Genova
L. 10.000: Pissanchi Giuseppe, Luser
na San Giovanni: Guida Aldo, Novi Lf
gore; Falchi Velia, Genova.
L. 6.000: Tamietti Maria, Torre Pellice.
In mem. di Umberto Mourglia, la
moglie e il figlio L. 150.000; Pastre Alice 20.000; Baret Italo 2.000; GardioI
Elisa 10.000; Chentre Assely 30.000; In
Pro Istituti Ospitalieri Valdesi
Perveriiiti nel mese di gennaio 1985.
L. 12.000: Fasulo Alfonso Paolo, Ber
gamo.
L. 10.000: Eliseo Veneziani. Trieste.
VASTA PRODUZIONE
croci
ugonoiie
m
oro e argento
da
Oreficeria BORNO
di TESI e DELMASTRO
Via Trieste, 24 - PINEROLO - Teiefono 3117
e presso le Librerie "Claudiana”
Dibattiti
PINEROLO — Le donne comuniste
ed il PCI organizzano per l’8 marzo
alle ore 21 presso l’Auditorium Comunale di Corso Piave un dibattito
sul tema « Anni di Piombo ». Verrà
proiettato il film « Anni di Piombo »
di M. Von Trotta.
Conferenze
mem. di Berger Giovanna, la figlia Susanna 20.000; Pons Marcella, in mem.
miei cari 15.000; Micol Laura e Adelaide 15.000; Pens Alma in Long 30
mila; Bleynat Ida ved. Charrier, in m.
di tutti i miei cari 30.000; Rostagno
Arturo 20.000; Rostagno Arturo, in m.
moglie Irma Rostan 20.000; Lageard
Filiberto 10.000; Bertalmio Lidia v. GardioI 25.000; Giaiero Ernesto e Celina
20.000; Long Griot Silvia, in m. tutti
miei defunti 30.000; Balmas Ester v.
ReveI 2.500; Clot Giulietta e Luciano
10.000; Ribet Giosuè Susanna e Pierino
20.000; Peyronel Ferruccio 20.000; Peyronel Cesare e Elvira 20.000; Maria
Meytre v. Peyran, in m. miei cari
10.000 e in m. carissima Ivonne Micol
Meytre 10,000; In m. di Baroelli Corrado, moglie e figlia 25.000; Micci Lidia
10.000; Long Elio e iris 10.000; Gardiol Eugenia e Dante 5.000; Ribet Walter e Vera 10.000; Ribet Luciano e
Ida 10.000; Ribet Flavio, in m. figlio
Dino 50.000; Long Umberto 80.000;
Bertolin Aldo 10.000; Baret Alberto, in
m. di Masse! Anna in Baret 20.000;
Vinçon Luigi e Emma 10.000 — Totale L. 779.500.
TORRE PELLICE — L'YWCA-UCDG
organizza un ciclo di conferenze sul
tema « La donna nelle religioni del
Medio Oriente ».
Le conversazioni tenute dal past. Ernesto Ayassot si terranno presso il
Centro di incontro alle ore 20.30 dei
seguenti giorni:
13 marzo: la donna nella religione degli egizi;
27 marzo; la donna nella religione della Mesopotamia;
10 aprile: la donna nella religione indiana;
24 aprile; la donna nella religione di
Zoroastro.
Ingresso aperto a tutti.
ce Meravigliosi sono i disegni
dell’Etemo e grande è la sua
sapienza ».
(Is. 28: 29)
Il 1“ marzo ha terminato la stia vita
terrena
Rocchi na Di Giorgio Ferrara
(ved. Casorio)
Ne danno l’anntmcio il figlio Nardino e il marito Ascanio.
Orsara di Puglia^ 4 marzo 1985.
AVVISI ECONOMICI
VEDOVO 62enne ev. valdese pensionato F.S. cerca compagna scopo matrimonio. Scrivere a Vincenzo Berretta, via Aldo IMoro n. 3 - 28037
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Guardia Medica :
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 81000 (Croce Verde).
Guardia Farmaceutica :
DOMENICA 10 MARZO 1985
Ferrerò: FARMACIA VALLETTI - Via
Monte Nero, 27 - Tel. 848827.
San Germano Chisone: FARMACIA
TRON - Telef. 58766.
Ambulanza :
Croce Verde Perosa: tei. 81.000
Croce Verde Porte: tei. 201454
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( Distretto di Pinerolo )
Guardia Medica :
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 74464 (Ospedale Civile).
Ambulanza :
Croce Verde Pinerolo: 22664.
USSL 43 - VAL PELLICE
Guardia Medica :
Notturna, prefestiva e festiva:
tei. 932433 (Ospedale Valdese).
Guardia Farmaceutica ;
DOMENICA 10 MARZO 1985
Bibiana: FARMACIA GARELLA - Via
Pinerolo, 21 - Telef. 55733
Bobbio Pellice: FARMACIA MEYNET - Via Maestra 44 - Tel. 92744
Ambulanza ;
Croce Rossa Torre Pellice; telefono 91.996.
1
12
12 uomo e società
8 marzo 1985
8 MARZO: OMAGGIO ALLA DONNA?
Desiderio di solidarietà
La tragica origine, spesso rimossa,e la finalità della festa della donna
non devono sbiadirsi in una troppo facile integrazione consumistica
Se gli USA invadono
« L’8 marzo è la festa della
donna, scegli un dono per lei » ;
questa è una inserzione pubblicitaria apparsa su un giornale
del pinerolese. Dovremmo essere contente ed appagate, finalmente la nostra festa ha un riconoscimento al pari della festa
degli innamorati o del papà. La
nostra festa diventa così l’occasione per rendere omaggio alla
donna o, come diceva un giornalista nel corso di una trasmissione RAI, alla femminilità. Non
sono però sicura che le donne
necessitino di un tale omaggio
e soprattutto non credo che
questo sia il senso della festa
dell’S marzo.
Vorrei riacquistare con voi un
po’ di memoria per ritrovare
quale è stato Tavvenimento fondante questa festa. Si va indietro nel tempo e si scopre che
tale avvenimento è lontano non
solo nel tempo ma anche idealmente dai mazzi di mimose, dai
doni e omaggi di colleghi, mariti, amici, compagni.
Il ricordo non è bello e come
accade spesso la memoria provoca sofferenza. Le operaie morte bruciate nella fabbrica che
avevano occupato sono l’awenimento fondante questa festa
che sorge fuori da vite e speranze uccise. Per recuperare il
senso dell’otto marzo, bisogna
fare questo legame con la memoria e leggere per noi oggi che
valore ha.
Festa per ricordare
Ricercare la pista della memoria è già qualcosa che va deciso, che non va da sé. La smemoratezza, la mancanza di continuità, la perdita del senso della storia ci rende infatti facili
prede di proposte che possono
suonare come un riconoscimento, un risarcimento per l’emarginazione di un tempo; se siamo senza memoria possiamo anche accettare che l’8 marzo sia
una festa in nostro omaggio,
un po’ neutra, innocua, senza un
taglio preciso. Ma se accettiamo di percorrere il cammino
della memoria e ci ritroviamo
davanti le operaie bruciate nella fabbrica, l’omaggio non ci
serve a nierite Seguendo il filo
ed il cammino della memoria,
l’8 marzo diventa festa per ricordare, per preservare il ricordo di quelle donne intese come
soggetti di protesta e come vittime scomode.
Tenendoci legati alla memoria possiamo focalizzare il nostro 8 marzo su chi fra noi è vittima. Le donne non sono per
definizione vittime ; affermare
questo sarebbe cadere in una
trappola fatale. Vi sono tuttavia
molte donne vittime e tra esse
coloro che vivono od hanno vissuto l’esperienza della violenza
sessuale o stanno sotto la sua
minaccia.
Sensi di vergogna o colpa per
non aver saputo evitare la violenza spesso assalgono queste
donne, una ferita aperta che incide sulla vita delle altre donne
ENTRO MARZO
Ringraziamo i moiti abbonati che hanno già rinnovato
il loro abbonamento.
L’amministrazione chiede a
tutti di rinnovare l’abbonamento entro marzo. Chi per
qualsiasi motivo non può farlo ora ci mandi due righe di
impegno per l’85 e l’invio non
gli sarà interrotto.
spaventate di fare prima o poi
dei « brutti incontri ». Gli stessi
giornali nelle loro cronache alimentano il senso di impotenza
di fronte alle gesta compiute da
cosiddette menti malate. Se la
violenza sessuale fosse « solo »
connessa alla malattia di qualche
individuo, alla sua eventuale
sfrenatezza in materia sessuale,
forse ci sentiremmo un poco più
sollevati. Se potessimo dimostrare poi che si tratta di una necessità biologica che fa perdere
il controllo ad un uomo contro
una donna che in qualche modo
« se lo sarebbe voluto » esponendosi in un luogo pericoloso
o vestendosi in maniera provocante, staremmo meglio.
Alla radice, il potere
Quando però ci viene suggerito da numerosi studi sulla questione che il primo scopo della
violenza e dello stupro è il potere, il fatto diventa inquietante. E’ inquietante perchè vuol
dire che la mia età, il mio stato
civile, il mio aspetto estetico,
l’abito che indosso, la mia andatura, contano relativamente.
Se c’è un potere insicuro di se
stesso che cerca di affermarsi
secondo modelli che gli sono
imposti socialmente senza riuscirvi, si rifà su chi si presenta
almeno sotto certi aspetti più
vulnerabile.
Donne e bambini diventano i
capn espiatori di tante frustrazioni per lo più del mondo maschile; ovviamente questo sembra accadere dove mancano le
mediazioni necessarie. C’è chi ha
tentato di collegare l’aumento
della violenza contro le donne
al fatto che con i movimenti
emancipatori le donne stesse hanno provocato gli uomini con
la ricerca della parità; se fossero state al loro posto nulla
di più grave sarebbe successo.
E’ il solito modo di accusare le
vittime ; un ragionamento diffuso ma che manca il cuore del
problema ; è proprio normale
che i rapporti tra i sessi siano
improntati ad una logica di potere? L’uomo che non sa vivere
la propria debolezza è il segno
di quelle storture nei rapporti
tra i sessi che noi paghiamo anche a caro prezzo. Se il problema è il potere, il cammino
per superare questa violenza è
lungo e il cammino della memoria incontra ancora molte vittime : le vittime della violenza
domestica in cui si consumano
donne isolate, impaurite, che non
riescono ad immaginare come
possono sottrarsene.
Mentre i media sguazzano tra
donne medico, magistrato, tassista, e a volte ad un livello più
locale, si interessano alla donna pastore assicurandola che è
un personaggio originale, il nostro 8 marzo vorrebbe vedere
dei passi concreti fatti per le
donne che non sono considerate
dei personaggi; l’oblio capace di
rendere invisibili persone scomode ha cancellato daH’8 marzo
di molti le operaie morte in fabbrica come cancella dalla nostra vista le vittime della violenza domestica. Ci sono diversi
casi che non arriveranno mai
in nessuna aula di tribunale,
che nessuno se la sentirà di denunciare per paura di vendette
e di un peggioramento della propria condizione.
E i casi che arrivano ai tribunali vivono mesi di paura, prima di ottenere una udienza, una
soluzione stabile. Noi che non
siamo enti pubblici abbiamo
difficoltà a trovare delle soluzioni ad esempio per una donna che abbia necessità di andarsene da casa, di ricominciare
a ricostruire un po’ di speranza.
Perché siamo in difficoltà? Perché la responsabilità è troppo
grande, o pensiamo che tocchi
all’ente pubblico o perché non
siamo in grado di vedere la gravità di certe situazioni? Se devo essere sincera affronto l’8
marzo con un certo sconforto.
Quest’armo dovrebbe essere più
il segno di un lavoro di solidarietà auspicabile che la deferente accettazione di un omaggio.
Erika Tomassone
DONNE IN CARCERE
La violenza peggiore
« Ci sono molte meno donne
che uomini in carcere per motivi di opinione, o sottoposte alla tortura. Ma la sorte di queste
donne è spesso più atroce di
quella degli uomini. A volte sono risparmiate a causa del loro
sesso. Ma quando delle donne
sono abbandonate fra le mani
di uomini senza scrupoli, hanno
da subire tutte le sevizie che
gli uomini subiscono, più alcune
altre; a volte gli uomini che le
fanno soffrire si vendicano su
di loro delle loro frustrazioni.
Così le donne imprigionate soffrono generalmente più degli
uomini.
Se la loro sorte è peggiore sarebbe perché sono più deboli?
Non è il parere di coloro che
sono passati attraverso i campi
di concentramento. David Rousset, che conobbe le prigioni naziste a Buchenwald scrive: ”Le
donne sono fuori dalla nostra
misura. Nelle prigioni e nei campi sono stato meravigliate dal
comportamento delle donne giovani o vecchie. La loro condizione era peggiore della nostra,
sempre. Però hanno dimostrato
risorse inesauribili, una costante volontà di rifiuto, in completa
rottura con le nostre prudenze
ed i nostri calcoli”.
Che l’umiliazione e la tortura
delle donne siane peggiori di
quelle inflitte agli uomini salta
agli occhi. Si pensa subito alla
violenza sessuale: sistematica in
certi paesi durante l’arresta di
donne. Ma c’è di peggio. Alcune
donne sono rimaste incinte e
hanno dovuto portare per 9 mesi, in celle sordide, un bambino
che sarebbe stato somigliante
agli aguzzini. Alcune hanno partorito con i ferri ai piedi. Spesso hanno visto morire il loro
bambino per mancanza di cure,
oppure il bimbo è stato loro tolto
per darlo, forse, alle famiglie di
uno dei carnefici. Anche se non
c’è violenza sessuale, è evidente
che una donna sarà sempre più
umiliata di un uomo di fronte
ad interrogatori maschili.
Poi ci sono i bambini lasciati a
casa dalle donne. Chi se ne occupa mentre sono in carcere?
Questa cura che le donne portano alla loro famiglia, gli aguzzini sanno sfruttarla. Alcune prigioniere sono rimaste impassibili, di marmo, sotto la tortura,
ma nel momento in cui si è minacciato di torturare il loro
bambino hanno accettato di firmare qualsiasi cosa ».
François de Vargas
(da notizie di A.I.)
(segue da pag. 1)
centro il 5° anniversario dell’assassinio dell’arcivescovo Oscar
Romero del Salvador.
Il movimento propone a tutti
i cittadini la sottoscrizione di
due tipi di impegno: o un impegno di azione nonviolenta di
disubbidienza civile o un impegno di azione di protesta nell’ambito della legalità. Ecco il
testo dei due impegni:
Impegno di disubbidienza civile. Se gli Stati Uniti invadono,
bombardano, inviano truppe
combattenti o inaspriscono in
qualsiasi altro modo significativo il loro inten^ento nell’America centrale, mi impegno a unirmi ad altri ner promuovere atti
di disubbidienza civile, secondo
quanto mi detta la coscienza,
presso gli uffici congressuali distrettuali, la Casa Bianca, o altri pre-designati presidi federali
degli Stati Uniti, inclusi edifici
federali, installazioni militari,
uffici della CIA, del Dipartimento di Stato ed altri luoghi appropriati. Mi impegno ad unir
Doni Eco-Luce
SOSTENITORI
Pavone Canavese: Bertarione Bice —
Bergamo: Giampiccoli Gustavo — Segrete: Beltrami Umberto — Milano:
Manzoni Elvina; Guldbransen Ester;
Rostan Max; Stein Luigia; Rollier Rita
— Sesto S. Giov.: Visco Gilardi Giovanni — Foggia: Rutigliano Romeo —
Ivrea: Vinay Aldo; Manfrini Daniela —
Parma: Palazzine Armando; Rabaglia
Tina; Rossi Primo; Zaino Enzo — Torino; Turchi Laura; Cavaglià Lido; Piccoli Aldo; Gai Cornelio; Crespi Giorgio; Ribet Aldo; Mussano Irma; Fiori
Peyronel Margherita — Cascine Vica;
Rostan Adolfo — Felonica Po: Barlera
Livio: Negri Norina — Roma: Pennington de Jongh Lilian; Angioiillo Zannino Gioia; Angioiillo ReveI Lucia —
Albisoia Sup.: Gottardi Sauro — Porte: Griot Giancarlo — Valtournanche:
Long Bruno — Moncalieri: Grandi Carlo — Savona: Ghelli Giovanni — Ruta:
Cielo Geremia — Vercelli: Trogliotti
Eulalia — Caresanablot: D'Inverno Carla
— Quarto S. Elena: Angioiillo Simonetta —■ Perrero: Tron Arnaldo — Aosta:
Azzoni Guido; Monaya Carlo — Riclaretto: Rostagno Emma — Luserna
S. Giov.: Rostan llda; Bertin Ivo; Bellora Alberto — Pinerolo: Vola Silvio;
Long Luciano; Fornerone Valdo; Fornerone Graja Jole; Pons Gianni; Eynard
Italo — Torre Pellice: Di Francesco
Ernesto; Bosio Emanuele: Ribet Anna;
Pisani Miriam; Lausarot Aldo — S.
Secondo: Paschetto Luisa; Paschetto
Judith.
DONI DI L. 16.000
Moncalieri: Bisi Valdo —- Luserna S.
Giov,: Bertalot Ada — Firenze: Verin
Pietro — Sondrio: Centro Ev. di Cultura — Oppeano: Menegatti Lidia.
ALTRI DONI
Biella: Chiesa Valdese L. 100.000 —
Torre Pellice: C.M.C. 20,000 — Napoli:
Cirica Luciano 1.500 — Canada: Guaita
Silvano 10.500 — Svizzera: Bartschi Bertaccini Teresina 50.000; Avondetto Peter Elisabetta 10.000; Bogo Kolliker Huguette 5.000 — Milano: Gay Margherita 15.000 — Vercelli: Artico Davide
24.000 — Brasile: Fam. Boero 5.000 —
Villar Porosa: Coucourde Violetta 5
mila — Firenze: Ricca Armanda 25.000
— Germania: Mangiapane Stefano
11.400 — Loanc: Pirazzini Raffaella
40.000 — Torino: Ravazzini Vittorio
24.000: Bleynat Roberto, in mem. di
Paolina Bleynat 20.000 — S. Fedele
Intelvi: Boiocchi Clementina 36.000 —
Siena: Rossi Renato 12.000 — Bari:
Castiglione Emma 20.000 — C.M.C.
400.000.
DONI DI L. 11.000
Cigliano: Bernini Giovanni: Bono Diego — Coazze: Mattone Elvidio — Pordenone: Pradolin Alessio Cristian —
Prato: Masera Giocondina — Torino:
Pascal Elena — Pavia: Sgorbiai Michele — Porte: Fornerone Guido —
Ivrea: Perini Daniele.
DONI DI L. 4.000
Pinerolo: Bounous Renata — S. Secondo: Pons Virginia — Prali: Grill 0reste — Riclaretto: Peyronel Letizia.
mi ad azioni nonviolente di disubbidienza civile per prevenire
o arrestare uccisioni e distruzioni che da tali azioni militari degli Stati Uniti siano infette alla
popolazione deH’America centrale.
Impegno di protesta legale.
Se gli Stati Uniti invadono, bombardano, inviano truppe combattenti o inaspriscono in qualsiasi
altro modo significativo il loro
intervento nell’America centrale
mi impegno ad unirmi ad altri
in atti di protesta legale, secondo quanto mi detta la coscienza, inclusa la partecipazione a
manifestazioni, veglie, volantinaggi, appelli al Congresso e alla Casa Bianca. Mi impegno anche a manifestare il mio sostegno a coloro che si impegnano
in azioni nonviolente di disubbi
dienza civile per impedire o fermare ulteriori uccisioni e di
struzioni in America centrale.
Un aiuto diverso
Il « Grupno di lavoro interiv
ligioso per l’America centrale ■
che sta preparando la settimana del 17-24 marzo è espressione
di organizzazioni protestan!!,
cattoliche, ebraiche, ecumeniche
e interreligiose e lavora in collegamento con 300 centri locai ■.
Per la settimana di marzo prevede manifestazioni alle sedi cia
strettuali dei membri del Congresso, campagna per la firm i
degli « impegni di resistenza >,
pressione sul Congresso che ha
in programma per sabato 2.3
marzo il dibattito suH’aiuto militare in America centrale. Domenica 24 marzo ogni comunità religiosa è invitata a cunrmemorare l’assassinio dell'arcivescovo Romero in una giornata di preghiera e di offerte. Ciò
che in quel giorno verrà offerto alla regione centro-americana
sarà cento un aiuto diverso da
quello che il governo statunitense sta inviando. Un’offerta di
aiuto materiale: ma sopraitun ■
l’offerta di una coraggiosa re-:stenza interna agli Stati Unir.
Franco Giampiccoli
• L'Eco delle Valli Valdesi »: Rea.
Tribunale di Pinerolo N. 175.
Redattori; Giorgio GardioI, Roberto Giacone, Adriano Longo, Mauro
Pons, Giuseppe Platone, Sergio
Ribet. Comitato di redazione: i redattori e: Mirella Bein Argentieri,
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Gabrielli, Marcella Gay, Claudio H.
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FRANCO GIAMPICCOLI
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00961 voi. 10 foglio 481.
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