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PROPUGNA IL BENE SOCIALE
MORALE RELIGIOSO DEGLI ITALIANI.
O jéP^ ^^9 ^9 ^^9 j£F9J^9/S*9 ^9 ^9
ABBONAMENTI : Interno ed Eritrea, anno L. 3 ; Semestre L. 1,50.
Estero : anno L. 5 ; — semestre L. 3. — Per inserzioni, prezzi da convenirsi.
Dlrettoie e Hmminlstiatope : Bcovcnuto Celli, Via fflagenta II. 18, KOfflfl
Homa^ 2 (Siugno ì(9^Q = ^nno » ZT. 25
, L'On. Murri e la politica ec^UliullCIilO ♦ clesiastica — Audacia, più audacia ancora ! — Curiosa condizione del Clericalismo in Germania — Un profilo di Gesn di
Nazareth — Calvino e la musica — Scienza e
religione— Discorrendo di fideismo — Leopardismo
moderno — L’istruzione religiosa secondo il prof.
Plournoy — Tu quoque ? — L’incurabile ibridismo
dei nostri governanti — Anarchismo cattolico romano
— Chiesa clericale e Chiesa popolare — Un sunto
della nostra enciclica — Gli Israeliti si volgono verso
Gesù — Tratta delle bianche — Lo specchio rivelatore — Qual è il maggior Comandamento ? — L’amore che ci abbisogna — Una venditrice di pesci —
Lampade — Avvisi Ufficiali Facoltà di teologia
(Firenze) — Scuola Maestri Evangelisti « Matteo Prochet » — Valli Valdesi — Il nuovo Tempio di Genova
— Distretto Italia centrale — Nella città dei fiori —
Rivista Cristiana — Carteggio abruzzese — Cronachetta Romana — Il pellegrinaggio svizzero — Processione e baruffa — Tra < Frusta • e sciabola — Al
Congresso degli insegnanti secondari — Oltre le alpi
e i mari — Gli estremi si toccano—Lista dei futuri
papi — La Francia non vuol andar a Canossa — Ancora dei socialisti inglesi —La peggior scomunica —
Roberto Koch — Come fu sfruttata la cometa —Lettere americane — Movimento missionario laico —
L’opera di un ex prete — Cristiani divorati — A più
di mille metri — Libri e periodici ricevuti Sotto
l’incubo !
Col primo di lugiio
cominceremo, piacendo a Dio, la pubblicazione d’un
nuovo lavoro del prof G. Bartoli intitolato Aliri
sacra, faxo.es; e, invece di restringerci a una
mezza pagina per volta com’era nostra intenzione,
ne riempiremo una pagina intera. Col primo di luglio apriremo un nuovo abbonamento alla Luce,
il quale non costerà che una sola lira. Con una sola
lira i nuovi abbonati potranno avere la Luce
per sei mesi (da luglio a dicembre)! Gli Amici vogliano procurarci molti di questi nuovi abbonati.
L’On. Muppi B la politica ecclesiastica
L’ou. Murri ha pubblicato un volume dal titolo
« Della Religioue, della Chiesa e dello Stato con
speciale riguardo alle relazioni fra la Chiesa e lo
Stato nella vita e nelle leggi italiane. » Come si desume dal titolo, questo libro del deputato prete,
battagliero, assai, intende sviscerare il problema della politica ecclesiastica italiana, e dargli una soluzione quale la democrazia e i tempi desiderano e
ormai impongono.
Dopo un cenno storico sui rapporti tra la Chiesa e lo Stato, l’A. espone quel che si debba fare per esplicare le maggiori riforme. E perciò
occorre che il nuovo anticlericalismo debba avere
un contenuto religioso, perchè quello cui siamo da
lungo tempo avvezzi, cioè l'anticlericalismo delle piazze e dei giornali popolari « ebbe magra ed inutile vita, nelle miserie della media ed infima coltura, e confuse la sua storia con quella di una demoQrlizia
senza eroismi e senza ideali, contenta di correre
dietro aU’anmento dei salari e di volgarizzare fra
le. plebi i luoghi comuni dèi materialismo positivistico, indifferente ad ogni problema spirituale, scettico ed utilitario, nel quale si era espressa la dege
nerazione morale della borghesia italiana. » Parole
giustissime, ma temiamo molto che saranno inascoltate, poiché la nostra democrazia vuol continuare
ad essere quel che è, antireligiosa e sdegnosa dei
grandi problemi dello spirito.
Il Murri, a questo riguardo, non risparmia i varii partiti della nostra democrazia, i socialisti, i
repubblicani, i massoni, i radicali. I socialisti si sono appagati di ostentare la loro concezione naturali.stica della vita e di diffondere questa servendosi
delle risorse note della propaganda anticlericale.
I repubblicani che avrebbero potuto trovare in Mazzini un fervore religioso, un tono di spiritualità inquieta, hanno intieramente ignorato l’anima e il pensiero di Mazzini, fatta eccezione per pochi solitari.
I massoni vissero ed operarono in una cerchia ristret ■
ta di insegnanti e di professionisti che vi cercarono
i mezzi di avanzare i loro affari. (?) Non possono
per i loro metodi e i loro fini facilitare un movimento anticlericale e vivo, espumente il rinato vigore delle preoccupazioni spirituali. In quanto ai
radicali il Murri dice testualmente co.sl: « sinché mancò lo stimolo di una preoccupazione politica, anche
essi, come in genere le frazioni più avanzate della
borghesia, non fecero che un anticlericalismo dì
piccoli dispetti e di dogmatismo a rovescio. Mancava ad essi il senso di una funzione della religiosità
e della religione positiva che convenis.se rimettere
nella loro via e costringere nelle formule di una
laicità corrente e serena. E le ragioni di questo
vanno cercate nella povertà spirituale della borghesia italiana, nella volgarità dei suoi istinti di conquista e di preda, con i quali considerò la vita
pubblica e lo Stato. »
Sono pur interessanti i dati riguardanti l’Italia
ecclesiastica. Vi sono nel nostro paese 258 diocesi
con 20 mila parrocchie. I sacerdoti secolari sono
60,960 oltre i millecinquecento viventi in Roma. I
seminari hanno 19,480 alunni, oltre quelli di Roma che ne hanno altri 1200. I conventi maschili
sono 1181, con 8052 sacerdoti e 4485 laici; i convejiti femminili 2751 con 30,648 religiose. Gli istituti di educazione maschili sono 538 con 51,327
alunni, quelli femminili 1322 con 106,400 alunne.
Non vi sono compresi i conventi e gli istituti di
èducazione che sono in Roma, anche questi numerosissimi. Come si vede l’esercito clericale è veramente formidabile.
Nell’ultima parte del suo libro, l’A. si diffonde
nello spiegare i progetti suoi di riforma atti a rihvigorire lo spirito religioso in Italia.
Il Murri propone, dunque, di abolire l’insegnamento del catechismo nella scuola primaria, e di
stabilire invece lo studio della religione nelle scuole medie e di ristabilire la cattedra di storia delle
religioni nelle Università. In quanto ai 'rapporti
deiritalia con la Chiesa, la Santa Sede deve perdere ogni privilegio, in modo che essa rientri pie
namente e liberamente nel diritto comune ; abolizione quindi della legge delle guarentige. Per quel
che riguarda le diocesi e le parrocchie, il Murri è
di avviso che bisogna costituire come nucleo amministrativo della vita ecclesiastica la fabbriceria : abolire le mense vescovili per sostituirvi le fabbricerie
cattedrali. Dovrebbero pure essere aboliti i canonici ; e qui citiamo testualmente tant'è sa perita la
descrizione che il Murri ne fa : « Certo nessun spirito religioso si commoverebbe per la sparizione dei
canonici, di questi nomini che nelle cattedrali semideserte, nelle ore nelle quali ogni altro nomo che
non viva del lavoro altrui è al lavoro, si raccolgono indolenti e distratti, si trasmettono nelle sacristie, mentre indossano la cappa d’ermellino o di seta. l’nltimo pettegolezzo raccolto, e vanno in coro :
dove poi con le voci monotone, discordi, nasali nelle quali sbadiglia un’anima sonnolenta e svogliata,
si palleggiano i versetti dei salmi e le antifone latine ; la vecchia nenia, nella quale non vibra mai
un fremito solo di commozione religiosa, rialza ogni
tanto, con sforzo meccanico, il tono gradualmente
abbassato. » In quanto ai seminari devono essere sottoposti alla sorveglianza dello Stato, e avere programma di studi pari a quello delle scuole governative, per evitare che i giovani quando non si sentissero più disposti al sacerdozio, si trovassero senza mezzi atti ad affrontare la lotta per la vita. Infine bisogna far rientrare tutte le associazioni religiose nel comune diritto d’associazione.
Tali, in breve, le idee dell’on. Murri intorno alla politica ecclesiastica che dovrebbe tradurre in atto la nuova Italia : idee giustissime alle quali anche gli evangelici devono acconsentire. Ma temiamo
che per molto tempo non se ne farà nulla. Non ha
rifiutato Fon. Luzzatti di proporre un nuovo diritto ecclesiastico ? Finché non avremo al governo
nomini usciti tutti di un pezzo dalla democrazia, le
riforme svolte dal Murri non saranno mai attuate.
Il Briand dell’Italia è ancora di là da venire.
Enrico Meynier.
Audacia, più audacia ancora!
Noi siamo riguardosi verso i nostri avversari, cauti
nei nostri passi, ponderati nelle nostre parole, modesti
nelle nostre finalità, timidi nelle nostre speranze, incerti nella nostra volontà, titubanti nelle manifestazioni del nostro amore, contenti del poco. Le nostre
preghiere mancano di polmoni ; ci facciamo piccoli, piccini, per far posto a tutti, per non disturbare nissuno;
quasi dómandiamo scusa per la nostra esistenza.
Dove sono le audacie, le sacre follie di un Mosè in
favore della liberazione d’Israele, di un Paolo per la
redenzione del mondo, dei Valdesi per la conquista della
loro patria, di Garibaldi per la re.stituzione a libertà
dell’Italia sacra ?
, Ma quando ci rifaremo alFinsegnamento ed alle ispirazioni di Gesù, alle fonti dalle quali F umanità trae
2
LA LUCE
gioventù eterna, quando saremo « teofori », come amavano chiamarsi i cristiani primitivi, cioè portacqri di
Dio, allora cresceremo in tutte le nostre facoltà: i/nostri cuori si dilateranno si da abbracciare il mondo, le
nostre speranze acquisteranno ali d’aquila, le nostre audacie si ritempreranno nelle epopee cristiane, che hanno del
leggendario tanto sono magnifiche, i nostri entusiasmi
e la nostra costanza avranno tutti i fremiti della'gioventù e tutte le tenacie dell’ uomo maturo, la nostra ■
potenzialità avrà qualche cosa delle forze misteriose,
che vengono significate nella immane parola « fatale ».
Saremo audaci ! E l’avvenire sarà preda nostra 1 Perchè Iddio benedice quelle nature che violentemente si
spingono verso la luce ; egli le benedice in quanto le
dota di magnetismo divino,* cosi che irresistibilmente
trascinano dietro a sè le moltitudini. Ma Dio respinge i
tiepidi, dissipa grindolenti, le persone inerti, le nature
ambigue, gli uomini pipistrelli, che sempre suscitano
ribrezzo. Le mezze coscienze sono disprezzate dalla
terra e rifiutate dal cielo.
Nè mi dite che per agitare potentemente le coscienze,
per determinarle all'accettazione dei sommi valori spirituali, per provocare una elevazione sociale e religiosa
occorrano, in un medesimo individuo, la voce di un demagogo, il petto di un tribuno, l’energia di un Calvino
e l’anima amante di un San Giovanni. ^
Ognuno di noi, chiunque egli sia, porta in sè un piccolo eroe, un piccolo genio : è il nostro amore, è la capacità che abbiamo di lavorare per gli altri ; guai a
noi se lo uccidiamo ! Ma se lo costodiamo cosi che, pur
rimanendo in terra, cresca risplendente di luce celeste,
egli ha per sè le promesse di questo mondo e di quello
avvenire. ¡1
Valga a rendere più palpabile la mia convinzione
una leggenda che ho trovato nei Fioretti di S. Francesco, preziosi, più che per la lingua loro, per lo spirito di pietà che li anima. Leggevo in essi che^ nella
città e nelle contrade di Gubbio, ai tempi di Si Francesco, appariva un lupo grandissimo, terribile 6 feroce,
il quale non solamente divorava gli animali, ma eziandio gli uomini; e tutti i cittadini stavano in gran paura;
nè si poteva difendere da lui chi in lui si scontrava
solo ; si venne a tanto che per paura nissuno era ardito
d’uscire fuori della terra. S. Francesco ebbe compassione di questi uomini ; benché i cittadini al tutto ne
10 sconsigliassero, usci fuori della terra coi eompagni, tutta la sua fidanza ponendo in Dio ; e prese il
cammino verso il luogo dov’era il lupo ; lo vide accorrere colla bocca aperta, lo appressò, lo chiamò e gli
disse cosi : « Vieni qua, frate lupo, io ti comando dalla
parte di Cristo che tu non faccia male , nè a me nè a
persona ». Mirabile a dire 1 Immantinente il lupo chiuse
la bocca, ristette di correre, venne mansueto come un
agnello, gittossi ai piedi di S. Francesco a giacere, senti
una predica di ravvedimento, fece la pace con tutto il
popolo, ebbe l’assicurazione di ricevere ogni giorno la
spesa necessaria e promise di non offendere più nè gli
nomini, nè gli animali, nè niuna creatura. E poi il detto
lupo vivette ancora due anni : entrava dimesticamente
per le case da uscio ad uscio senza far male a persona
e senza esserne fatto a lui ; e fu nutrito cortesemente
dalla gente ; e andandosi cosi per la terra e per le case,
giammai niun cane gli abbaiava dietro. I cittadini veggendolo andare cosi mansueto per la città si ricordavano meglio della virtù di S. Francesco, alla lode di Cristo.
Lo so, questo miracolo non è mai avvenuto, queste
parole non sono mai state pronunciate, S. Francesco
non ha mai convertito un lupo ; però, ed in questo sta
riposta una verità eterna, la nostra leggenda ci testimonia di un uomo cosi largo nel suo amore da capire
nature proterve quanto quella del lupo, cosi audace nella
sua fidanza in Dio, cosi persuaso della potenza/ di Cristo da non dubitare mai del buon esito delle sue imprese e da conseguire perciò cose, ritenute impossibili
per sempre e da tutti.
È vero, il testamento di S. Francesco fu bruciato
sulla testa di uno tra 1 suoi discepoli più zelanti, ma
la parola di Dio rimane in eternò. È vero, le ceneri dei
nostri profeti sono state sparse ai venti, ma fecondano
11 terreno per nuove generazioni. E’ vero, le anime dei
nostri grandi apparteogòho al passato, ma aitano il
petto di migliaia d’italiani e vegliano. E’ vero, i gemiti degli oppressi e le preghiere del popolo non sono
uditi dalle nostre fazioni dirigenti, ma assediano il trono
di Dio. Intorno a noi i concittadini si agitafiip come
mare ed aspettano ; il cielo si curva su di noi, ci guarda
benedicendo ed aspetta ; tutti aspettano da noi atti di
cristiana audacia, quali furono visti nel giorno di Pentecoste, per unirsi a noi nella grande riscossa religiosa,
per benedire.
Perchè tardiamo? Beati hvolonteToei, gli audaci, i
violenti, perchè « sforzano il regno e _l0' rapiscono » ;.
si, ;« beati, dice lo spirito ».
G. GpìHI
li
Che la Chiesa-romana sia maestra di opportunismo
è risaputo, ma è sempre interessante il vedere come
essa resti fedele alla massima « Dove i Papisti sonO'
in maggioranza vogliono comandare conformemente ai
propri principii ; dove per contro sono in minoranza
vogliono esser governati in virtù dei principii di libertà professati dagli Evangelici ».
Ora siccome in alcuni stati della Germania, per esempio, nel Mecklemburgo, la Chiesa romana non gode
ancora di tutte le prerogative di cui gode la chiesa
nazionale, evangelica luterana, il Centro, composto di
rappresentanti papisti, si atteggia a paladino della libertà di coscienza e di culto e col famoso Toteraneantrag, progetto di legge, riguardo alla tolleranza religiosa, vuole far prevalere la propria potenza e ottenere, p. es., la libertà di organizzare e spiegare in
pubblico tutte le processioni che a lui pare e piace. E
gli. Evangelici dovrebbero adattarsi a vedere la processione del Corpus Domini, istituita precisamente in
odio di libertà di coscienza e del culto professato dagli evangelici, chiamati, nel famoso decreto, semplicemente eretici.
Se poi gli Evangelici si oppongono a che le vie e
le piazze vengano da essi papisti occupate e la circolazione impedita, essi strillano come aquile ferite e domandano ad alta voce : libertà, libertà, libertà !
Ma il bello si è che quando i dotti evangelici che
conoscono a fondo la storia politica e religiosa della
Chiesa romana, tiran fuori certi fatti incontrovertibili,
come gli scritti di Tommaso d’Acquino, che condannano al rogo gli eretici, 0 la famosa bolla Unam Sanctam di Bonifazio Vili, questi liberali papisti nei loro
discorsi e nei loro giornali (p. es. la Kölnische Volkszeitung, da non confondersi colla rinomata Kölnische
Zeitung) ripudiano addirittura come medievali e insostenibili quelle vecchie dottrine, meritandosi il
plauso di certi ingenui Conservatori, evangelici, e non
accorgendosi, 0 fingendo di non accorgersi della contraddizione in cui cadono.
Il sillabo di Pio IX predica esattamente la stessa
dottrina dell’Aquinate e la famosa Enciclica di Leone
XIII, del 1® novembre 1885, che, a prima vista, pare
un documento informato a spirito di cristiana modernità, in fondo, in fondo. Chi ben consideri, non contraddice alle dottrine dei suoi infallibili predecessori.
Quel papa riconosce bensi la podestà civile ma la vuol
ligia alla chiesa, la quale, sebbene professi di avere
orrore dello spargimento del sangue (Ecclesia abhorret
a sanguine) — nessun papa infatti ha mai strangolato
di propria mano un eretico — pure ha sempre fatto
uso del braccio secolare (carnefice) per spedire all’altro
mondo i credenti di altre confessioni religiose, si chiamassero essi Gioffredo Varaglia 0 Giov. Huss 0 G. Lud.
Pascale 0 Giordano Bruno.
In buon punto per calmare i bollori liberaleggianti
dei clericali germanici è venuto il libro del Padre Lépicier prof, di dogmatica alla Propaganda a Roma.
In quel libro « De stabilitate et progresso dogmatis » il servita autore (che ha poca parentela spirituale con quell’illustre servita che fu Paolo Sarpi) dimostra come due e due fan quattro che la chiesa (papale) non ha soltanto il dovere di scomunicare gli eretici, bensi il diritto di farli morire.
Alle querimonie sollevate dalla Kölnische Volkszeitung e dai principali personaggi del centro il Lépicier risponde che se de facto lo stato moderno più non
accetta la dottrina inedievaie in ordine alle relazioni
tra Chiesa e Stato, de jure lo Stato moderno è dalla
parte del torto e non dovrebbe esistere se non ligio e
prono alla Chiesa. ^
E il suo libro è stato pubblicato coll’ approvazione
dei superiori, fra i quali c’è anzitutto quel Pio X a cui
fanno omaggio anche i capi delle nazioni protestanti,
per non dir nulla della maggioranza dei deputati al
Parlamento italiano impotente a promulgare la tanto
desiderata e promessa legge sul divorzio.
Et nane erudiminiX
Paolo Calvino.
Svizzera, Geraianla, Scaadiaavla
Luce, rivolgersi al pastore Paolo Calvino, presso il
sig. 0. Wanner, Éonigstrasse 35,(Germania)
faiiprofìlD JìBbsùiIì Hazaretli
La QasfsèP'à ■‘Riproduce‘da un volumetto
della collezione di Profili, diretta ed edita dal professore Formiggini di Modena, le pagiue coucernenti la
esistenza storica di Gesù di Nazareth, del venerando professorOj B. Labanca. Questi si diffonde a parlare dei documenti storici, quali la testimonianza di Giuseppe
Flavio, che accetta come autentica solo in parte, la testimonianza dei Talmud, gli scrittori romani come
Lampridio, Svetonio, Plinio il Giovane, Tacito, i primi
documenti cristiani, come l’Epistola di Barnaba, le
epistole di Clemente romano, di Ignazio ; l’Epistola di
Policarpo ai Filippesi, i frammenti di Papia, infine le
epistole di Paolo e di Giacomo. Di poi l’A. passa a
discorrere dei Vangeli apocrifi assai numerosi, nei quali .
resta indubbia la reale esistenza di Gesù, benché si
trovi spesso accennata la vita con invenzioni fantastiche, frivole e bizzarre, e dei Vangeli canonici, nei quali
sono copiosi ricordi intorno alla vita di Gesù. Infine
il Labanca discute le quistioni dell’epoca e del luogo
di nascita di Gesù. Qui egli si discosta dalle opinioni
tradizionali órtodosse.Ad esempio, crede che Gesù sia nato,
a Nazapth, oppure in una piccola località vicina chiamata pure Betlemme, d’accordo con parecchi critici,
fra i quali, il pastore- protestante Giran (V. Jésus de .
Nazareth, librairie Nourry, Parigi 1909).
Naturalmente il Labanca non accetta la nascita miracolosa quale è raccontata in Matteo e in Luca : però
egli dipe che la loro affermazione può intendersi in
un si^ificato largo, non ristretto, cioè nel significato
che in Gesù sia intervenuto nel concepimento uno speciale infiusso divino. Era, inoltre, persuasione presso,
gli Ebrei, che le persone geniali e privilegiate fossero
concepite. ,ln modo miracoloso, per un’azione dello Spirito Santo. La stessa persuasione, continua il Labanca, .
non mancava del tutto appresso i pagani. Ne sono indizi il « Demonio » di Socrate , la « Mens agitat mo-lem », di Virgilio ; il « Deus est in nobis » dei poeti..
Da quanto si è detto, conclude l’A., è da indurre, che
Gesù venne creduto, sotto diverso rispetto, figlio di:
Giuseppe e figlio dello Spirito divino.
* *
Il Oiornale cCItalia, d’altra parte, riproduce dal medesimo,,volume contenente, il profilo di Gesù Ie_ pagine)
riguardanti la sua figura esteriore.
Premésso che la figura esterna di Gesù dovea. essere, senza dubbio, amabile ed affascinante, considerando,
la potente efficacia che esercitava su quelli che lo circondavano, 0; le parole di Luca, le quali fanno presentire la sua cresciuta statura e robustezza, il Labanca
dice che non vuole già occuparsi della sua,, fisionomia,,
come si è variamente rappresentata, attraverso i secoli,
nelle tele, nelle tavole e nei marmi, ma betsi accennare come si sia creduto e figurato nei primi secoli. E’ interessante notare come, mentre i padri greci,
interpretando certi passi biblici in maniera strana, si
sono figurati Gesù brutto, anche perchè- la bellezza
doveva essere divina, non umana, altri padi-i, per lo
più latini, per influssi occidentali, proclamarono Gesù
assai bello ed avvenente. Il Labanca, per conto suo,
vede nell’Apocalisse 1(12,17, tolto quello ohe vi si trova
per lo scopo apocalittico della visione,, e alcuni paragoni proprii della fantasia orientale, disegnata la figura di Gesù nelle sue linee essenziali. E quindi essa
dovea essere piuttosto attraente, che repellente. L’A,.
non crede poi autentica la descrizione che di Gesù dà,
Publio« Lentubo, proconsole romano in Giudea sotto Tir
berio (15-33), creduto contemporaneo ed amico di Filato. Ora quella descrizione del ritratto di Gesù nelle
sue fattezze particolari più importanti è quella che. influì taiito in tutti i secoli. Ma è interessante riprodurla i^ui.
In lina, lettera apocrifa indirizzata al Senato., pubblicata, da Fabritius si descrive cosi la persona di
Gesù;..,« In questo tempo apparve un uomo, che vive
infine ,ad ora, uomo dotato di grande potenza. Lo chiamano <uu grande profeta ; i suoi discepoli lo appellano
figlio .ài Dio. Il suo nome è Gesù Cristo«) Risuscita i
mortile guarisce ogni infermità. Quest’uomo è di statura alta e ben proporzionata, con una fisonomía piena
di benignità, ma anche splendente ; talché coloro che
lo vedono, lo amano e temono ad un tempo. I suoi capelli èono di colore del vino, dorati alla radice, fluenti
senza arricciarsi ; ma dalla linea delle orecchie in giù
inanellati e lucidi e spartiti per lo mezzo alla guisa
dei Nazzareni. La sua fronte è piana e liscia; il suo
viso sènza difetti ; il colorito è roseo, ma non soverChiamepliei Tespressiope fief volto è ingenno, e beni-
3
LA LUCÈ
gna. Il naso e la bocca sono di disegno poro.: Laiba rt
è piena, dello stesso colore dei capelli, e divisa per lo
mezzo. Gli occhi sono azzurri, oltre ogni dire brillantL
Nel riprendere e rampognare è formidabile ; .neirùisegnare ed esortare è mite ed amabile. Nessuno lo vide
mai ridere, ma molti lo videro piangere. E’ alto di
statura, le mani ha lunghe, diritte. Nel parlare èV
ciso e grave, non essendo dedito alla loquacità. In bellezza sorpassa i più degli uomini ».
Il Labanca in questo studio, generalmente, come
sempre, dimostra molto buon senso storico e grande
obiettività. ;<•
Ent>ieo CQeynien.
Calvino c la musica
Riproduciamo questo bel brano del « Marzòcco » di
Firenze ; i
« Tutte le arti procedono da Dio e debbono esser tenute per invenzioni divine. Esse sono instillate da Lui e
ci fanno contemplare la sua bontà». Così diceva Calvino, il
quale —, a quanto afferma la « Bibliotbèque TJniverselle »
non fu affatto quel nemico d’ogni bellezza che le cronache hanno fantasticato. Una prova dell’interessamento
amoroso che il grande riformatore portò alle èrti belle
la si trova nella campagna ch’egli condusse in favore
della musica. Calvino fu riformatore anche in* musica.
: Egli volle che i cori non si cantassero più in latino,
lingua che, non compresa, impediva la libera effusione
della melodia, e volle che la melodia fosse « moderata
e maestosa ». Niente è più significativo che seguire Calvino nel suo cómpito quotidiano. Egli raduna intorno
a sè tutti gli uomini di vero talento. Appena*conosce
la. presenza di Marot, l’autore del « Tempio di (Cupido »»
non esita, malgrado il suo passato equivoco, à chiamarlo. Marot tradusse i salmi in versi francesi e non
credette certo di far opera dogmatica. Calvino stesso
confessa « per esperienza » quale grande influenza
avesse in lui la bella musica e conclude, come Platone,
che nulla v’è che possa, quanto la musica, commuovere
i cuori degli uomini e plasmarli. Calvino si rendeva
tanto ben conto degli effetti della musica, che cita
Saiit’Agostino e i cori organizzati da Sant’Ambrogio
nella chiesa di Milano al IV .secolo durante la persecuzione ariana.
Le melódié sacre ebbero tanto effètto, ésegiiitè fù cò«mune, che il santo fu accusato di stregoneria. Egli rispose « che vi è nella musica una forza a cui nulla è
superiore ». Il riformatore possedeva tutte le qualità
.necessarie per dare ad una chiesa nuova un’arte musicale rigeneratrice. Calvino non permetteva che i compositori seguissero il loro capriccio ; ma discuteva con
loro, se li faceva amici. Bourgois, Frane, Davantès fu,roEO tra i musici ch'egli predilesse, difese, inspirò. BourgoLs specialmente trovò in Calvino un grandissimo protettoire e dovette a lui la liberazione dai lacci della giustizia. ;Uua viva preoccupazione del riformatore fu poi
• quella dell’iuseguameuto della musica. Egli voleva che
.musica e canto fossero insegnati ai fanciulli, amati e
'imitati cosi spesso dalla folla. Nè ha ragione chi dice
■che Calvino si opponesse al canto a molte parti. Se
•questo fosse vero, egli non avrebbe protetto Bourgois,
autore fin dal lò47 di salmi » a quattro parti ». Che
^Calvino avversasse la musica è quindi una vera leggenda ».
,,-n—
SCIENZA E EEXIGIONE (1)
COUCILIjtZIOXEl
Una nobile vìttima della calunnia.
« Siamo circondati da fenomeni > mi fa notare l’inerediilo,: •, e voi stesso del; reéto Favete ticonosciuto.
Come uscirne ? Nel mondo dei fenomeni noi possiamo
spaziare a piacere : la scienza è possibile. Ma chi ci
assicura che esista dell’altro oltre ai fenomeni? non
esiste nulla, c — posto che esista — come conoscerlo ?
con qual mezzo arrivarci P Noi siamo immèrsi nel
mondo dei fenomeni — avete detto bene — come il
pesce nell acqua; la Metafisica dunque è impossibile I
La scienza è possibile, ma la Metafisica che ha la
pretensione di spingersi oltre l’estremo confine della
regione fenomenica — è, più che altro, un’utopia >.
Oh, povera Metafisica! quant’è calunniata! quant’è
disconosciuta! ■— Io vorrei, terminando il mio lavoro,
dire appunto due parole a favore di questa nóbii vittima della maldicenza umana.
Aut aut.
Certo, noi viviamo nei fenomanf e vi siamo ingol
li) OODtinuaziOne V. numero precedente.
fati fio sopra la punta de’ capelli; ma potrebbe il pesce (in questo scritto — bisogna confessarlo — il pesce ci ha servito assai : dobbiamo essergliene riconoscenti !,) potrebbe il4>esce sostenere, senza tema di venir mai contraddetto: < Oltre racqda, io cui io me
sto da mane a eera e da sera a mane, non esiste nulla,
non esiste aria libera? » — Noi, che trascorriamo i
nostri giorni mortali fuori dell’acqua, nell’aria libera
per l’appunto, saremmo in grado di rimbeccar a dovere, proprio salatamente, il filosofastro pseudopositivista guizzante a qualche palmo sotto la superficie dei
mari: € Caro'pesciolino mio, pea? poter dire: < non
esiste aria ! l’aria è un mito ! » bisognerebbe essere una
qualche volta usciti da l’acqua e in discrete condizioni
sia fisiche che intellettuali, e non boccheggiando com’uno che si trovi più di là che di qua come avviene
a te, pesciolino mio adorabile, quando ti si pesca o
con l’amo o con le reti ; ed essersi guardati un poco
d’intorno e aver avuto modo di verificar le cose con
calma e sangue freddo. Oh, se tu avessi mai potuto
uscire in buone condizioni fisiche e intellettuali e non
già a codesto modo da far spavento come un moribondo agonizzante, le faccende andrebbero un po’ diversamente. Ti si potrebbe credere... 'Vero è che, se
tu avessi potuto una qualche volta uscire, pur conservando tutta la tua naturale perspicacia, non diresti quel che tu dici ; non diresti : * L’aria è un mito !
l’aria non esiste! • diresti il contrario: » L’aria esiste;
e, quand’io sostenevo che non esistesse, pigliavo un...
granchio madornale ! >
Cavate la morale da la favoletta, o cortesi Lettori.
Per sostenere con certezza assoluta che non esistano
se non fenomeni — come certuni fanno — bisognerebbe
avere sporto la testa per un attimo almeno fuori del
mare dei fenomeni ; bisognerebbe cioè essere stati almeno per un attimo... metafisici ! Chi non sia stato
metafisico non può dire : « Non esiste nulla oltre ai
fenomeni >; non lo può dire, per l’unica ragione ch’e’...
non lo sa. Chi poi anche per un solo attimo sia stato
metafisico non dovrebbe ritrovarsi in cuore l’ardire
di sbeffar la Metafisica e neppure di pigliarla a gabbo
o di trattarla alla leggera; perchè anche lui, alla fin
de’ conti, è un metafisico.
Dunque siete o non siete metafisici ? — Se non siete,
l’attitudine che vi sì addice non è quella dell’incredulo d’un momento fa: l’altitudine ehe vi si addice
è quella del silenzio. Ma, se invece siete anche voi metafisici, oh, abbiate la squisita gentilezza di non guardarci più d’ora innanzi con codesto provocante fare
da sopracciò: trattateci da buoni eolleghi ; poiché, in,
verità, voi siete nostri colleghi.
Chi è ben' convinto che non esistano che fenomeni
e non è riescilo o imagina di non esser riescilo ad
andar più in là dei fenomeni è certamente un essere
affatto innocuo e inetto a distruggere la Metafìsica ;
perchè egli non ne sa nulla assolutamente, nè prò nè
contro.
Chi poi sia andato più in là, per ciò stesso che-è
andato più in là, è un metafisico ; e quindi, s’egli dicesse male della Metafisica, noi gli potremmo dar la
baia senza tanti scrupoli rinfacciandogli la sua contraddizione : e la Metafisica sarebbe salva.
No !... Sì !.. .
Un pesce esce in buon senno da l’acqua, si dà una
guardatina d’intorno, e — frenando a stento la gioia
che gl’invade subitaneamente il cuore — esclama:
»Ve l’avevo detto io? Sostenevo che non c’è aria!.
e infatti non c’è!.»
Un altro pesce.... metafisico arriverebbe forse a
conclusioni contrarie, e—contraddicendo all’egregio
suo collega sullodato — farebbe notare che l’aria c’è
invece.. E... forse noi uomini saremmo del parere
di questo secondo umilissimo pesce metafisico I
Non dobbiamo aspettarci infatti ehe i signori Metafisici parlino dal primo fino all’ultimo tutti a un modo. Gli uni diranno: Andai, vidi, e vidi che non c’è
nulla oltre ai fenomeni : vuoto perfetto ! — Gli altri :
Andai, vidi, e secondo me c’è qualche cosa oltre ai
fenomeni.
Due categorie dunque di Metafisici, e gli uni stanno pel no e gli altri pel sì. Chi ha ragione? Chi ha
torto ?
(Continua)
Discorrendo di fideismo
La Luce s’è già occupata del-Fideismo : ma quanto
se ne potrebbe ancora scrìvere! Le seguenti rapide
considerazioni non saranno dunque soverobiÀ
Che cosa non sia.
Gesù ha detto; < Non chiunque mi dice : < Signore,
Signore », entrerà nel regno dei cieli; ma chi fa la volontà del Padre mio, ohe è nei cieli ». San Paolo sostiene che la fede dev’essere < operante in carità ».
Ban Giacomo asserisce essere morta quella fede che
non sia feconda di opere buone. L’ « ortodossia della
intelligenza » non ha nulla che vedere con la fede
mezzo di salvezza.
Eccellenti prineip!! Ma sono forse quelli per cui il
Fideismo si contraddistingue da altre tendenze teologiche? — No; poiché questi principi sono anche
quelli di noi, che non siamo fideisti.
^ Che cosa sia.
C'è nn principio veramente distintivo del Fideismo,
ed è questo : < La salvezza si ottiene mediante la fede,
' indipendentemente da le credenze ». Questo principio
soltanto s’ha coscienziosamente a ricordare quando si
voglia d^inire il Fideismo.
; U Ménégoz e le < credenze ».
Che cosa il Ménégoz (< il più autorevole rappresentante > del Fideismo) intende per < credenze ? >. —
Intende forse semplicemente le aride formule escogitate da teologi, da concilii, a esprimere i cosi detti
dommi ? — No ! Per < credenze > il Ménégoz intende :
1) le dette formule ; 2) i fatti dell’Evangelo riferentisì
alla persona di Gesù Cristo stesso (come, ad esempio,
la sua morte in croce): intende perfin le linee che entrano a costituire il profilo di Gesù Cristo Salvatore.
In che siam d’accordo.
Col Ménégoz siam d’accordo sur un punto. Con lui
diciamo : < La salvezza si ottiene mediante la fede indipendentemente da le credenze » (formule dommatiche, varianti da teologo a teologo). La fede non può
aver per oggetto delle formule (quand’anche queste
fossero la perfezione stessa). Non si ha fede che in
una persona e in quel che una persona è. Per estensione, nel linguaggio comune, tutti noi riferiamo la
fede anche alle cose; ma quello comune non è linguaggiò proprio. In realtà, la fede ha sempre per oggetto una persona.
In che non siam d’accordo.
Ma non siam d’accordo col Ménégoz sur un altro
punto : respingiamo il principio essenzialmente fideistico; lo respingiamo come madornale eresig — non
pure teologica, chè sarebbe poca cosa al paragone,
ma psicologica —: « La salvezza si ottiene mediante la
fede indipendentemente da le credenze » (intendendoper » credenze » le linee stesse che l'Evangelo tracciae senza le quali non sapremmo nulla di Gesù Cristo
nostro Signore e Salvatore).
(Continua)
Ccoparbismo moberno
In un articolo pubblicato da Arturo Calza nel Gi'ormle wTtalia 'siamo' siati colpiti da questo brano:
« Tutti noi che sentiamo aver la vita umana più largM'‘eonfini che quelli segnati dalle necessità materiali, "che crediamo che essa non sia e non debba es: sere’Costretta solo tra gli affari e l’ambizione e il danaro,^ e intravvediamo, con la fede o con la ragione o
con Un felice accoppiamento di esse, più larghi orizzontíf all’infnori di questa civilizzata miseria in cui
ci dibattiamo ; tutti noi, innanzi all’azzurro sterminato
dei cieli, ci siamo posti quésto terribile problema;
« donde veniamo e dove andiamo ». Pare che le stelle
ce lo offrano e ce lo impongano con la formidabile regolarità del loro moto, con la immanenza perpetua
della* loro essenza immutabile : ma sono pietose e protettrici, e paiono compatire la debolezza nostra e la
ignoranza. »
In questo brano si discerne la stessa tendenza pessimistica del Leopardi, quantunque forse un poco mi.
tigata.' Non^v’è dubbio, chi non abbia una fede bene
precisa non può'snntire che cosi; ed è già molto che
senta cosi. L’anima in questo principio di secolo e dopo
tant’orgia di materialismo sodisfatto, si desta e si dibatte e viorrebbe levarsi a volo, per strappare ai mondi
il lorp^ segreto. Tornando addietro fino al Leopardi, si
è fattó in reàltà un passo innanzi ; ma non basta. A
noi páre che chi abbia tanta nostalgia di verità, tanta
.sete .deU’invisibile, tanto tormento del mistero, dovrebbe cercare, cercare sempre, cercare dovunque, instaucabilmente. Perchè nou frugate in voi ? perchè non
interrogate — oltre che le mute stelle — le anime
sorèlle che forse avran fatto esperienze diverse e più
calmanti delle vostre ? perchè non dite a Gesù, anima
ideale : Rivelami tu quel che tu provi ?
l’istruzione religiojajmd^ il prof. Fiournoy
Al »_^colloquio dei pastori nazioaaii della Svizzera
romando » si trattò il tema : « L’insegnamento religioso anteriore al catecumenato ». Relatore, tra gli
altri, l’illustre T. Flpurnoy prof, di psicologia sperimentalé all’università di Ginevra ; il quale espresse
questi bellissimi pensieri : Il periodo del catecumenato è il momento in cui il carattere sboccia volgendosi verso la vita cristiana : è un periodo di iniziazione tendente alla conversione. L’istruzione religiosa
4
LA, LUCE
che precede il catecumenato dev’essere molto semplice
e molto elementàte. Non bisogna sihsi^ére ^'siii pSnti
■profondi delia religione, ma pi'resentàtià nei'^iiol*’èieménti concreti e mostrare il Gristò nèfl" suo aspètto
più luminoso e attraente. Si eviti di suscitar nel fanciullo l’idea che la religione sia una cosa separata
dal resto della vita, poichù è invece 1’atomosfera
in cui la vita ha da svolgersi. Si eviti del pai;'!
di ;far credere che la religione sia, cosa spiae^vplp,
noiosa. Bisogna sopprimere nell’insegnamentoi „ religioso tutto ciò che sa di scuola orrdinaria : esam^, lezioni da studiare, punti, ecc. — Fatti, fatti, senza dissertazioni mòrali, lllustrandóli coh lhcl^iò‘nl'o con proiezioni. Bisogna, inoltre, preparàrè i fàihóiulli rfi fàturi
assalti dèll’incredulltà, prevenirli contro li vizio èoéì
che venga loro in orrore, agguerrirli contro lof èèoraggimento. La religione dèv'essere mostrata al fanciullo in modo, da svolgerne il coraggio, l’energia, ia
fiducia nel Dio protettore e consolatore, la certezza
della vita futura. II fanciullo si trovi in grado di
fare l’esperienza della bontà di Dio provando la
bontà di coloro che gliene parlano ».
Così il Flournoy, uomo celebre quanto Cesare Lombroso e Enrico Morselli. Se potessimo aver anche noi
in Italia un professor Flournoy!
TU QU OQUE ? j
Anche monsignor Bonomelli, che è una delle menti
più aperte del Cattolicismo romano d’Italia, si è dichiarato, in un opuscolo, contrario al divorzio. Ma perchè? — Non ha mai letto il vescovo di Cremona il
sermone sul monte proferito da Gesù F — Gesù non
insegna il divorzio; Gesù non consiglia di rimandar
la moglie per un capriccio; il matrimonio è, deve essere indissolubile ; ma Gesù — il vostro Maestro, o venerando monsignor Bonomelli, — ammétte il divorzio
in caso d’infedeltà ; e, siccome la parola di Gesù non
è uh trattato di casistica, siccome lo spirito dell’ Evangelo è uno spirito largo senza grettezza alcuna,
non sarà lecito di intendere che anche in qualche altro caso — oltre all’infedeltà — sia cristianamente approvabile il divorzio ? Pensino i Lettori a una povera
donna che abbia il marito al bagno penale condannato
a vita, a 30 anni, a 20, e sia pur soltanto a 10 ! — Gli
antichi rimandavan la moglie anche per il solo motivo che la moglie avesse lasciato bruciar l’arrosto.
Non sia così tra noi,., ma il divorzio, in certi casi, è
necessità assoluta, ed è cosa ammessa da Gesù Cristo.
itiFidisnio dèi nostri
Ormai è malattia cronica, anzi incurabile ! r La libertà
di scienza e più ancora la libertà di coscietìza son
cosa sacra. Eispettiamo dunque la coscienza di tutti;
ma, come suoi dirsi, esf modus in rebus. Per rispettar
la coscienza di Pio X, non è necessario ch’io vada a
baciargli la sacra pianella. L’on. Luzzatti,— dopo aver
scritto un bel libro su la « Libertà di Coscienza e di
scienza » — dovrebbe ora scriverne nn altro dal titolo : « Il rispetto delia propria coscienza. » - Che bisogno c’era — io domando — che Luigi Luzzatti, presidente del Consiglio dei ministri ed israelita per
giunta, andasse con l’on. Valenzani a Frascati e assistesse da un terrazzino allo sfilar della processione del
Corpusdomlni ?
Anarchismo cattolico romano
---------- t
La Chiesa cattolica romana non vuole la precedenza
del matrimonio civile, vuole dunque l’anarchia. Chi
non vede che ne verrebbe infatti un’immoralissima
anarchia ? Il signor Tizio si sposa in chiesa ; ha... intenzione di sposarsi anche al municìpio ; ma di buone
intenzioni è lastricata la via dell’infèrno. Il fatto è
che il signor Tizio non va al municipio. Dopo tre
mesi, rimanda la moglie. Chi gli può dît nulla ? E
non si vuole il divorzio ! Non sarebbe divorzio questo,
e il peggiore di tutti, perchè non sotto la tutelii d’un
magistrato, ma in balia dell’arbitrio d’un ûâtît» capriccioso 0 peggio? — La signora Caia rimati vedova. Per testamento il morto consorte le ha lasciato
l’nsufrutto d’una certa sostanza, di cui la vedovella
potrà godere fin ohe non passi à seconde nozze. La signora Caia, a cui fan gola i bei biglietti di banca che
le frutta la sostanza del consorte... rimpianto, vorrebbe
tuttavia riprender... marito. Per amor dei biglietti, si
sposerà in chiesa solamente : doppia immoralità, se pòi
alla sig.ra Caia, per voler suo o del nuoyò marito,
succedesse qualcosa di simile alla storia dei signor Tizio e mogliera. .
Si potrebbero citar altri cast. Non è anarchismo
questo? .
. ; n .{hiesa jiericidB e. Chiesii papolate.
Una chiesa cléricàlè può, morirsene senza che se ire
piovi gran perdita. Quel 'òhe ci abbisogna è’ nnà
Chiesa denioòraticà. (Da un recente discorso dell’illùStre pastore Cario Wagner di Parigi).
Un sunto della nostra encielica
Se dovessimo' scrivere un’enciclica contro iljModer-nismo e ia Massoneria, ci esprimeremmo nel modo seguente, che forse . . . non coincide del'tutto con quello
tenuto da Pio X neU’enciclica da lui pubblicata Taltiro giorno.
Ai Mòdèrnisti diremmo; Voi non siete tutti dello
stesso colore ; parecchi di voi conservano poco più che
il norne di cristiano; parecchi di voi per contrario sono
più cristiani del Papa : tra questi due estremi corre
tntt’un’iride di tinte più o meno attraenti. Comunque
la pensiate* conservate gelosamente la vostra libertà ;
la coscienza: è superiore a Pio X 1 Se quelli di voi
specialmente che occupano la sinistra, l’estrema ala sinistra dell’arcobaleno modernista, vorranno scendere di
qualche piano più giù del cervello (chè la loro religione è religione di cervello) faranno bene : più giù
troveranno coscienza e cuore, cioè a dire gli organi
spirituali con cui si sente Dio e ci si congiunge con
lo Spirito di Gesù Cristo.
Verso i Massoni saremmo anche più severi (verso i
Massoni italiani soprattutto, intendiamoci). Voi avete
messo nel dimenticatoio T« Architetto », come lo chiamate, e questo non è un breve,passo addietro. A che prò
del resto oggi — mentre splende il sole della libertà
— rintanarsi e lavorar sott'acqua? I tempi son mutati ¡'Senza contare che le vostre lotte non han proprio nulla dell’edificante; senza contare che voi vi sostenete, vi proteggete l’un l’altro, fin nei tribunali : e
questo non va, non va !
Qli Israeliti 5! volgono verso Qesù
Secondo The North American Bewiew — citata da
la « Vie Nouvelle » — da qualche anno in qua l’attitudine degli Israeliti rispetto a Gesù sarebbe cambiata, Senza riconoscerlo per Messia, vedono però in
Lui un successore dei loro propri profeti. Stando al
detto deT^fof. Isidoro Singer sì non di rado'in molte’
sinagoghe si odono discorsi in «ni si fa l’elogio di
Gesù ». Nel 1899, per invito del dottor Punk, un
certo numero di Israeliti, teologi, storici e filosofi egregi d’Europa e degli Stati Uniti, dettero il loro parere circa al pensiero dei loro propri correligionari per
ciò che concerne Gesù. Il dottor Kolher disse Gesù
èssere stato un modello di pietà, di pazienza e di umiltà e per gli Israeliti dell’oggi essere un ideale di
incomparabile bellezza. «■ Gesù , è l’anima delTanima
nostra, carne della nostra carne » dice Max NordauTeodoro Reinach vede in lui il continuatore degli antichi profeti; e così la pensa del pari Giacobbe Schifi.
Tratta deìh bianche
^ Che il lavoro della Società per là protezione delle
ragazze e quello del Comitato per la soppressione deicommercio delts, giovinette, non sia superfluo nè inutile, lo si vede dal numero assai rilevante di casi in
cui gli riesce di metter la polizìa sulle tracce di
qnegl’infami negozianti di carne umana.
Ne venne scopèrta testé una coppia marito e moglie,
giovanissimi, ebrei slavi, òhe cercavano d’indurre ragazze giovani e possibilmente belle, a recarsi nelTAmericà del Sud in posizioni straordinariamente ben retribuite, in onoratissime famiglie, ohe viceversa poi
erano case di malaffare. Il tribunale di Amburgo condannò i' dite furfanti a un anno è 9 mesi di carcere,
a 1200 marchi dì multa, alle spesò processuali e a 5
anni di perdita dei diritti civili — pena troppo mite
a parerò dell’ùmile scrivente, ohe, per certi delitti, vorrebbe veder ■ripristinata la gógna e là'pubblica bastonatura.
Paolo Calvino.
Ijibk- specchio rivelatore
Un giovane, dopo aver fatto uda cospicua eredità,
s’era dato al bere. — Sua moglie tentava invano ogni
mezzo per distoglierlo da l’orribile/vizio. — Una aera, nel tornare a,casa ubbriaco, cadde e si ferì malamente nella faccia. ^ La mattina ? di poi, al suo destarsi, la moglie gli mise dinanzi agli occhi uno specchio. — Come mai mi sono sfigurato così P— domandò il giovane. — Carlo, rispose la povera donnSj sei
venuto a casa così ieri sera; devi esser caduto/' —
L’uhh^iacone non poteva idistogliefre lo sguardo da lo
specchio. .
Tutta là sua miseria morale gli apparve e gli fece
■‘Orrore. Da quel giorno non bevve più. fDa The Sunday dt homé).
Qual è il maj^lor Comandamento ?
CÓm’è sOréhne la domanda fatta a Gesù ! Nella nostra coscienza, nel Vangelo, nelle tradizioni troviamo
prescritte tante regole, indicati tanti doveri ! Non
V’è dùnque un Comàndamento che primeggi su gli
altri ? Per il discepolo, per te, per me, tutto è tànto
semplice ? Ascolta la risposta del Maestro : Sì, vi è un
Comandamento che sta al disopra di tutti gli altri,
poiché essi) li contiene tutti. Questa regola d’oro é :.
Tu amerai.... e poi ?. .. niente altro.! Amare ! Ecco
la legge suprema, la legge unica della vital Quanto
più tu rifletterai su questa risposta, in apparenza
paradossale per la sua semplicità, tanto più ne scoprirai il significato profondo. Senza amore tu non sei
nulla, ùé uomo, né cristiano. Non hai né morale, né
pietà. M», ñon appena il tuo cuore, sotto l’influenza
dello Spirilo, cominci à batterà, tu ti sentirai unito
a Dio e all’uomo, ed avrai cosi trovato il segreto di
tutti ituoi doveri e di tutti i tuoi privilegi. Sentirsi
e sapersi amati da Dio in Cristo ed amarlo, non è
questa tutta la religione Cristiana ? Agire secondo
l’ispirazione di un cuore santamente amante, ecco la
base dì ogni morale.
Ora ohe tu sai quale sia il principale, l’unico Comandamento, va, tutto compreso di quello, e dà alla
tua condotta questa caratteristica unica : l’Amore......
e tu vivrai della più bella, e più soave vita che si
conosca.
Perciò riguarda sempre a Cristo, che è l’amore persoñificato- Il frutto dello Spirito Santo è l’amore !
(Vers la Paix di E. Soulié).
Tito Celli.
b’aroorc c^c ci abbisogrja
Non amate di parole, ma di fatti. — Il benessere
altrui vi tenga impensieriti più del vostro. — Rinunziato al vostro io, per vivere una vita di sacrifizio. —
Soltanto l’amore per Dio e in Dio può svelare alTuomo
il segreto del vero amore. — Signore, trasforma in opere le nostre parole, trasforma i nostri voti in atti
d’abittòijlisiiHieI (Odd.^odWEvangéliste di Coortevoi^.
UHU MEHDITHICE DI PESCI
Non potrò mai dimenticare — dice un articolista
del < Journal de l’Evangélisation » il quale descrive
n» suo viaggio a Boulogne-sur-Mer — non potrò mai
dimenticare lo sguardo luminoso d’una pesoivendola.
Si dà pensiero delle donne più povere di lei. Testimoniar di Gesù nell’ambiente in cui vive le è caro
assai : » Non so spiegare le cose » ella dice c ma venite a vedere e vi sentirete vinti c {saisisX
Iv
Gesù nel sermone sul monte ha detto ; « Non si
accende una lampada per metterla sotto il moggio ;
ma la si mette sopra il candeliere ed ella splende a
tutti coloro che sono nella casa. Cosi risplenda la
luce vòstra innanzi agli uomini, affinchè veggano le
vostre!buone opere e glorifichino il Padre vostro, il
Padre che è nei cieli ». (Matt. 5;15,16) 1) — Che cosa
siamo? — Lampade — 2) Spente o accese? — Accese — 3) Fummo sempre lampade accese? — No,
€ eratjamo tenebre ». — 4) Da chi ci è venuta la
luce ? — Da Lui, da Gesù : « Siamo luce nel Signore » — 5) Qual è il nostro dovere come lampade
accese ? — Eìspléndere — 6) Dove ? sotto il moggio? -f Oh, per carità, no: a che servirebbe? — Sul
candeliere — 7) Pensate ai quadri dei pittori olandesi.
Una stànza buia in ogni suo angolo; ma una lampada proietta un vivo bagliore su tutte le faoce. « Risplenda la vostra luce nel cospetto degli uomini ».
Ecco tì. nostro dovere preciso. — 8) Che luce è
la nostra? — Morale, essenzialmente morale, e si risolve in € buone opere » — 9) Sarà efficace? — Non
c’è nula di più efficace delle « buone opere », della
buona condotta, di un cristianesimo vissuto, di una
vita' crtstiana frutto della comunione intima con Dio
e con Gesù. — 10) Chi ci vedrà dirà : « Ecco, egli è
stato opn Gesù ; ecco, un pallido ritratto di Gesù » e
glorifii^erà colui che ci è Padre; le opere buone dei
discepoli rivelano il più bel carattere di Dio : la
bontà,,l’amore, la paternità. — Tale è lo scopo di ogni
j vita cristiana.
I
5
LA LUCE
AVVISI UFFICIALI
Distretto Italia centrale e Sardegna.;
La sessione di quest’anno della conierenza Italia
centrale e Sardegna, si aprirà, Dio volendo, nel locale
delia chiesa di Livorno, il giorno 15 giugno corr. alle
ore 10 ant. con un culto pubblico presieduto dal sig.
Pietro Chauvie di Rio Marina. i
B. Revel.
FACOLTÀ DI TEOI^A (FIRENZE)
Il Consiglio della Facoltà fa noto : 1) che la sesstOMe
d’esami semestrali (2. semestre) è fissata per la settimana 13-18 giugno; 2)che la sessione d!esami\generali è stabilita per i giorni 20 giugno e segiienti ;
3) ohe le domande per essere ammessi alla sessione
d’esame generali debbono esser fatte al decanorproL
E. Bosio D. D., Via de’ Serragli 51, Firenee, nOn più
tardi del 10 giugno; 4) che l’ultimo termine per la
presentazione delle tesi è il 10 giugno. !
Per il Consiglio '
Prof. G. Lnzzi, segretario.
Scuola Maestri Eoangelisti “MATTEO PROCHET,.
(Trentaduesima lista)
Somma precedente....................L. 32.621,10
Signora Turino, in memoria del marito » , 50.—
E. J. C...........L. 10 ... * 253.—
London Ladies Auxiliary » 40:6:0 . . » 1017,55
» » » » 5.— . . » 126,50
Bequest of Sir James Gowan, Barrel,
Ontario, through the London Ladles
Auxiliary, Doll. 300 (L. st. 61:10:3) . . » 1555,60
Totale L. 35.623,75
VALLI VALDKSI
Frali. — (P. G.) — Elezione del Pastore. Domenica
scorsa con grandissima maggioranza di voti (50 su 55
votanti) è stato eletto pastore di questa chiesa il Signor Luigi Marauda evangelista a Torino.
IL NUOVO TEMPIO DI GENOVA
Domenica prossima, 5 giugno, alle ore 101J2, si inaugureranno il nuovo tempio e i nuovi locali, in via
Assaròtti. Alla cerimonia parteciperà il presidente del
Comitato d’evangelizzazione, sig. Arturo Muston, il
quale deporrà, secondo la consuetudine, la Bibbia sul
pulpito e proferirà le parole e la preghiera di consacrazione. Dopo di che, il cav. dott. Teofilo Gay,
rappresentante della Tavola Valdese di cui è segretario,
predicherà il sermone inaugurale. Nel pomeriggio,
alle 17, conferenza del pastore di Torino, sig. Ernesto
Giampiccoli, sul tema : < La nostra ragion d’essere
nell’ora presente. >
Al pastore locale, sig. Francesco Rostan, capodistretto
dei Piemonte, della Liguria e di Nizza, e a tutti i
membri della cara chiesa di Genova le nostre congratulazioni vivissime e i più fervidi auguri.
Distretto Italia centrale
Ci scrivono da S, Martino in Strada :
(S. Fantueci). — A Pentecoste, gradita visita del
pastore 0. dalla di Firenze; ammissione di quattro
nuovi membri; una quinta persona avrebbe anch’essa
fatto con gioia il passo solenne, ma un parente socialista glielo impedì, con poco rispetto della libertà
di coscienza. La sala di culto era piena. I discorsi prò
feriti furono vivamente apprezzati e fecero certamente del bene. Si ebbe anche una recitazione di versetti per parte d’una fanciulla della Chiesa; recitazione che commosse l’uditorio profondamente. Dio benedica questa sventurata Romagna; la quale — lasciato
il papismo — non ha saputo far altro che gittaTsi in
braccio all’ateismo.
Nella città dei fiori
(L. M.) — La mattina di giovedì scorso, via Maffia
(ben nota a chi s’interessa delle scuole e dell’educatorio valdesi) offriva uno spettacolo gaio di bambini
pulitamente vestiti, allegri, turbolenti; affannati a
trovar posto sopra alcune diligenze. Che vocìo, tra le
raccomandazioni delle mamme, i saluti.il vivacenventolar dei fazzoletti! Era la scuola domenicale (di via
dei Serragli) un’ottantina di alunni, ohe, col direttore,
coi monitori e con le monitrici, partiva per una scampagnata al Ponte degl« Scopeti, su la via di S. Casciano.
E. non ostante qualche minaccia del tempo, la scampagnata riuscì ottimamente : un pranzetto alla beH’ombra
degli alberi; un correre, un divertirsi animato; la gradi
ta visita di parecchie persone che, nel pomériggrtì, vén-"
nero,a render più lieta la festa; qualchc/fotografia;
neesùn gqaio,; e la sera — di ritorno a Pirénze — una
chiusa degnai della giornata, sotto il lóggmto del'pàlazzp Salviati; dove il pastore G. E. Melile profèrì una
preghiera e rivòlse consigli agli alunni. Dal ouòiiè
dunque vive grazie a* lui e alla sua signora ordinatori
della scampagnata e provveditori alle . . . mense.
Rivista; CristianaP
Sommario del N. 5 (maggio 1910) testé pubblicato :
* Per la * Fiorita » — Considerazioni sulla violenza
nel campo morale e spirituale, G. E. Melile—Budda
o Cristo ? H. T. Gay — Il carattere del quarto Vangelo, E. Bosio — Religione e religioni, B. Labanca—
Il Cristianesimo al bivio, V. Garretto — II' Fideismo,
E; Meynler — Cronaca del movimento religioso, D.
Jànni — Dalle Riviste e dai Giornali — Note bibliografiche, G, R. - T. L. »
Abbonarsi presso il signor 0. dalla. Via Serragli, 51,
Firenze; L. 5 l’anno, estero Rivista a Bollet
tino Omiletico insieme : L. 6 ; estero L. 7,50.
Carteggio abruzzese
(Pasqualoni). — Domenioa 22 maggio, battesimo di
unaicara bimba, l-a madrina era cattolica romana. Fu
una bella occasione quella per annunziare ad un oltre
modo numeroso e attento uditorio alcune verità dell’Evangelo. Auguri alla bimba, ai genitori, a tutti !
Gronachetta Romana
Domenica scorsa, visita dell’Associazione Cristiana
della Gioventù al Palatino, con la intelligente scorta
del cav. prof. U. Leoni.
— All’Unione delle Giovani, un trattenimento offerto da le ragazzetto della < sezione cadette >.
Il pellegrinaggio svizzero
____•
Il Semeur Vaudois dedica un articolo al pellegrinaggio di cinquecento Svizzeri al Vaticano, capitanati
da monsignor Peri Morosini di Lugano, dal vescovo
di San Maurizio nel Valais, ecc. < Passando a IMilano
la forte coorte » dice il Semeur « s’ è ricordata del
gran S. Carlo Borromeo, e questo ricordo l’ha accompagnata sino ai piedi dei S. Padre; il quale ha ascoltato tutta un’omelia di monsignor Peri Morosini; in
cui, tra le altre, era anche questa frase : < La chièsa
cattolica svizzera non è meno perseguitata adèsso ohe
al tempo del Borromeo ! »
Ma come si fa a dire cose tanto false, tanto contrarie alla verità dei fatti ?
Processione e baruffa
Alludiamo alla processione che, uscita da la chiesa
di S. Maria Liberatrice nel quartiere popolare del
Testaccio a Roma, finì in un parapiglia di botte e arresti, in grazia dei socialisti e degli anarchici che di
processione non volevan sapere. Noi (sarebbe inutile
scriverlo) non approviamo la condotta di questi ultimi ; ma non approviamo nemmeno le processioni, che
costituiscono come un insulto ai libero cittadino che
passa, e deve fermarsi, e vedere, e sentirsi urtare da
da quella dimostrazion di religiosità tutta esteriore,
coreografica; che lo irrita, se è incredulo; che gli
stringe il cuore — come avvenne all’apostolo Paolo in
Atene — se è cristiano. Quando mai in Italia, per il
bene di tutti, dei Cattolici romani stessi, si vorrà intendere che la libertà, appunto perchè appartiene a
tutti, deve vietare ad alcuni di attraversar la via
agli altri obbligandoli ad assistere per forza ad uno
spettacolo che non vorrebbero vedere. Non ci sono i
templi per le funzioni ? E non riesce cento volte più
seria e dolce e confortante la religione nascosta nell’intimità del luogo destinato al culaio, anzi in quel
tempio che è il nostro cuore? Come mai si sono tanto dimenticate queste parole, che pur furono proferite da Gesù : « Quando farai orazione, entra nella tua
cameretta e serra il tuo uscio ?.»
Tra Frusta » c sciabola
Il fatto sarà, certo, ormai noto ai Lettori che leggono i fogli quotidiani. La « Frusta » periodico clericale fa dispensar, stara pati eccitanti i militari all’indisciplina e li fa dispensare davanti ad una caserma.
Un ufficiale sequestra quegli stampati. Ingiurie della
€ Frusta. » Sfida a duello. Il direttore della c Frusta »
accetta e non accetta ; non accetta, perchè è cristiano.
Questo il fatto per summa capita rerum. Tuttavia,
■quanto s’è riferito basterà per imbastire un po’ di conffmento. Abbiam,.già detto e ridetto che noi vogliamo libertà per tutti, e quindi anche per i clericali. Ma conià potremmo approvare — quantunque non siamo militaristi — rincitamento all’ind'sciplina, alla ribellione ?
Per cambiar la faccia del mondo, occorre un’evoluzione ;
forse occorrerà una rivoluzione ; ma anche le rivoluzioni — per essere veramente efficaci — d=‘vono venir
preparate profondamente nella coscienza del popolo.
Il che equivale a dire che devono rivestir il carattere
di rivoluzioni pacifiche e con fondamento morale. Non
ci par tale la rivoluzione che voi. Clericali, cercate di
produrre : e prova ne sia il fatto che per secoli voi
avete governato il popolo d’Italia e il popolo d’Italia
è tuttora credulone e semianalfabeta. — Perchè non si
vede di buon occhio che i militari frequentino i vostri circoli ? Perchè voi rappresentate le tenebre. Ma
fate brillare innanzi agli Italiani la luce splendida di
amore, di santità, di libertà, di progresso, di fratellanza,
che .è la luce dell’Evangelo, e allora vedrete perfin lo
sciabole farsi arrendevoli innanzi ad essa. La.... frusta,
intanto, adoperatela un pochino anche per le vostre
proprie spalle !
91 Congresso degli Insegnanti secondari
Tra i discorsi proferiti in questo congresso ci è
piaciuto in maniera del tutto particolare quello della
professoressa Amadori, che insegna pedagogia nella
più numerosa scuola normale di Roma. Ella ha insìstito su vari punti importanti — che l’indole del nostro periodico ci vieta di toccare — ma ci piace di notare come la intelligente professoressa abbia perorato con vera cognizione di causa e con maschia energia a prò del benessere materiale dei poveri maestri e delle povere maestre rurali, che non possono
darsi con ardore al loro apostolato, perchè a stomaco
vuoto si lavora alla stracca ! La professoressa. Amadori è una mente larga e una coscienza retta, e sa in
scuola render giustizia alla religione cristiana professata dai Riformatori del secolo decimosesto e da
gli Evangelici dell’oggi.
OLTRE LE flUFl E I fl/lRI ^
Francia
Parigi.,— Il Comitato prò libertà di coscienza e di
culto a Jiadagascar ha espresso la sua gratitudine al
deputato F. de Pressensé, ohe di detta libertà si fece
propugnatore, ponendo a rischio la propria popolarità e il proprio avvenire politico. — Se tutti i deputati lo Imitassero anche in . . . Italia !
— Si è or ora pubblicata una nuova edizione della
Bibbia in 8. con molte note storiche, geografiche, esegetiche. Dal 15 del prossimo giugno verrà posta in
vendita, a L. 7, 8, 12, 25 la copia — secondo la legatura — presso la * Société biblique de France, 48,
rue de Lille, Paris ».— Su carta di gran lusso, da 30 a
40 lire la copia.
’ La Boccella. — Il concorso per il monumento al
sindaco Giovanni Guiton, intrepido difensore della
Ròcoella, è stato vinto da lo scultore Ernesto Dubois
e da l’architetto Renato Patouillard-Demoriane. L’eroe
verrà raffigurato vestito da guerriero, mentre con
un gesto pieno di forza esprime la risoluzione di difender sino alla fine la città assediata.
Belgio
Le suore infermiere dell’ospedale dì Saint-Jean fecero sciopero, perchè la direzione aveva introdotto
un’infermiera laica. Il Consiglio da cui dipende l’ospedale ha di poi deliberato di rinunziare alle suore
e di valersi di infermiere evangeliche della Scuola di
Losanna, che gode di fama mondiale. (Così, VIndépendance belge).
Bussia
Dugento famiglie israelite sono state brutalmente
espulse da Kieff per mezzo della forza.
— Il governo russo mira a toglier pian piano alla
Finlandia tutte le sue libertà. Si è pubblicato un disegno di legge tendente a convertir la Finlandia in
semplice provincia russa.
Stati Uniti
UAnnuaire eatholique riferisce la seguente statistica. — Negli Stati. Uniti i Cattolici romani ammonterebbero a 14 milioni 447,327; di cui 2 milioni722,649
nello Stato di Nuova York; 1 milione 373,772 nel
Massachussetts ; 242 mila nel Rhode-Island, ecc. 1 Cattolici xomani, a cagione dell’ < atmosfera americana
fatale al Cattolicismo », a cagione delle < scuole pubbliche », crescono assai meno in questi anni che in
passato, non ostante l’immigrazione.
H prof.
ti alla Luce.
a. Eiot
(86, Romeyn St., Rochester N.
Y., America) riceve abbonamen-
6
6
LA LUCE
Gli estremi si toccano
A Bourges diecimila pellegrini si genaflettoho in*
nanzi a < due goccioline coagulate » del sangue di
Gesù,
Augagneur, l’ex governatore di Madagascar, sostiene
che noa ci sarà pace finché le Chiese non siano schiacciate e l’idea religiosa distrutta.
Due sorta di fanatismi, ma fanatismi. ''■>
____________________<__________________________
Lista dei futuri papi ^
« Notre-Dame de miséricorde », periodico cattolico
francese, ricorda per coloro a cui « possa premére » la
serie dei futuri papi, ciascuno dei quali è contraddistinto da un motto destinato a dipingerne la tendenza.
Ignes ardens (fuoco ardente): Pio X, il papa piesente.
Seguiranno i papi dai seguenti distintivi : 1) Religio
depopulata (religione devastata). — 2) Fides intrepida
(fede intrepida). — 3) Pastor angélicos (pastore angelico). — 4) Pastor et nauta (pastore e marinaro). —
6) Flos florum (fiore di fiori). — 6) De medietate lunae (dal mezzo della luna). — 7) De labore solis (da
la fatica del sole). — 8) De gloria olivae (da la gloria
dell’olivo).
E dopo ? — Dopo, punto fermo, a quanto pare ; o
piuttosto la... fine del mondo per... Roma. La famosa
profezia dice : « Dopo di che, la città dei sette colli sarà
distrutta e il Giudice terribile giudicherà il popolo »,
— Otto papi soli, in ogni modo ?....
La Francia non vuol aodar a Cartojja
E non ei vada! Fàrà molto bene. Perchè ima nazione, dove regnano cento pensar! diversi, dovrebbe
accordarsi col capo d’una frazione dì seguaci di una
data religione ? — Mantenga il. Pontefice le relazioni
che più gli piacciano coi cattolici di Francia, senza
tuttavìa contrastare alle leggi di quello stato. E basta! — A noi cristiani evangelici idee come queste fan
l’effetto di essere tanto elementari, che ci sembra quasi
ridicolo il trattarne. E però propendiamo a .credere
che l’Evangelo, come ci ha scossa la coscienza e riscaldato il cuore, così ci abbia del pari illuminata la
mente e reso più retto il giudizio. — 11 meriéó non è
nostro;'* ...
Ancora dei socialisti inglesi«
Delle radunanze di Lilla han parlato il Tetnps e il
Siede. I fogli socialisti di Francia ne,han detto solo
poche parole. Un giornale di Parigi chiamò l’inglese
Keir Hardie un < anacronismo vivente », un essere
del passato, perchè, oltre che socialista, è cristiano. Al
che Paolo Passy, nel suo discorso, rispose : • Se un
socialista cristiano sembra oggidì un^ anacronismo
vivente, gli è perchè rappresenta il tipp dell’avvenire
anziché un ricordo del passato».— Il Témaignage, come
noi, benedice Iddio per Pavvenimento di IdHa. — I
nomi non fan niente alla cosa. Del resto ci son già
troppi nomi! Inoltre —come ripetiamo—■ « cristiano
sociale » non dice tutto quel che siamo o vogliam
essere. Non ci chiameremo mai così, e neppure, s’intende, < cristiani socialisti > ; ci chiameremo » (»h
stiani », che dice di più, che dice tutto ; nSa Dio ci
guardi dal rinunziare anche per un solo momento a
ciò che il Gasparin chiamava < la passione dell’eguaglianza ! ».
La pcggior scomunica
Come i Lettori sanno, il Dr. Koch, professore alla
scuola di teologia cattolica di Braunsberg (Lycoeum
Hosianum) è stato destituito. Egli interpreta il fa*
moso passo « Tu sei Pietro »... sostenendo ch’eMO
non implica che l’apostolo abbia esercitato nella chiesa
un’autorità assoluta e infallibile, nè che l’a^bia tra*
smessa al vescovo di Roma : la tesi papale non regge.
Nella prefazione al libro, che ha provocato la dei|[i*
tuzione, il Dr. Koch ha scritto queste belle paròle
< Colui che manifesta apertamente ciò ohe, dòpo lun*
ghi anni di serie ricerche, è pervenuto a credere è
certo di evitare il più terrìbile degli anatemi, l’aàa»
tema della verità ingiuriata e della coscienza tortn*
rata » (Da la < Semaine religieuse »). )
ROBERTO KOCH
E’ morto questo benefattore del genere il&iano. Li
sua cura contro la tubercolosi non si è mdltrata Infallibile. Ma quante fatiche, quante ansie il tentativo
avrà fruttato airillnstre medieoi Egli è con^ una colonna miliare su l’aspro calle per cui gli uomini hon
da salire. Deponiamo anche noi un fiore reverenti sul
cuore dell’eroe. — In alto, sempre più in alto, o Fratelli,. con lai«seìenza per guida, con la coscienza per
ammónitriee, con la religione del Cristo per conforto
e sper.anza irradiante sn la .vita-intera di qua c.di là
della tomba!
Com« fu sfruttata la cometa
Secondo il Chrétien, negli alberghi, nelle osterie e
nelle pubbliche piazze di Moravia e di Galizia, oratori improvvisati invitavano le popolazioni spaventate a premunirsi contro... rimminente catastrofe. E
i discorsi terminavano iuvariabilmente così : « Se volete, quando avverrà la fine del mondo, entrar subito in paradiso, provvedetevi di queste lettere commendatizie presso S. Pietro ». — E una moltitudine
di persone comprava le lettere commendatizie, q tre,
a cinque e fino a dieci fiorini Tuna.
Lettere americane
I delegati Valdesi sono venuti e ripartiti da parec
chi giorni. Probabilmente, mentre scrivo, il Presidente,
Signor Muston, sarà già di ritorno a Roma. Non dispiacerà tuttavìa ai lettori ch’io accenni alla visita
di lui, é del signor Clot qui nella città del fumo, come
vien spesso chiamata la città di Pittsburg. Al ricevimento ufficiale dato nella « Trinity Church » il 15
Aprile scorso non vi era la gran folla che si sarebbe
potuta desiderare, ma l’accoglienza fu cordialissima.
Tra gli accorsi per salutare i nostri rappresentanti
erano sei pastori Italiani: i signori Billour Tron e
l’umile sottoscritto, che rappresentavano i Valdesi di
nascita, il simpatico signor Barone frutto delTópera
nostra in Palermo e i signori Musso e Mescellara che
tengono alto in questo paese il vessillo della fede
evangelica. Il presidente, Dr. Mc-Clurkin fece una
trovata molto geniale-e ci obbligò, un po’ contro la
nostra volontà, a cantare un cantico in Italiano per
avere un saggio del come si canta nelle chiese nostre
italiane. Senza aver dinanzi nè musica nè parole,i cantanimo con brio l’inno: « Innalzate il vessil della
croce ». Presentati dal Presidente summentovato parlarono in perfetto inglese ed in modo molto interessante i signori Muston e Clot su l’opera d’evangelizzàzione Tn Italia. La 'sei’à aà àedediinò giorno pila
chiesa italiana di cui è pastore il signor Fortunpo, i
delegati nostri, quantunque stanchi dai loro viaggi, ci
rivolsero di nuovo la parola in modo da edificare l’assemblea ed eccitare lo zelo pel Vangelo in quei nuovi
convertiti. Il signor Muston disse del dovere! che
ognuno ha di risolvere il problema religioso e mprale
per conto suo, dopo esame maturo della questione,,
senza affidare la sua sorte a nessun demagogo il quale
pretenda di offrirgli una soluzione bell’ e fatta| del
problema. Il signor Clot ci diede una conferenza! con
illustrazioni per mezzo di lanterna magica riuspndo
molto interessante. •
II sabato, 16 aprile, avemmo il piacere di a^er i
nostri due amici ospiti benvenuti a McDonald ove
trascorremmo assieme alcune ore felici, parlando degli amici lontani e dell’opera evangelica in Italia, cui,
quantunque assenti da anni, è rimasto però sempre! avvinto il nostro cuore per grande affetto e per ricordi
dei tempi che furono. La Domenica tanto Puno quanto
l’altro dei nostri delegati ebbero il privilegio di parlare mattina e sera in chiese importanti, ove lasciarono di sè e dell’opera che rappresentano una impressione molto favorevole.
Il lunedi seguente il signor Mnston si rivolgeva alTadnnanza dei pastori delle chiese Presbiteriane, e i
commenti, che sentii più tardi sulle parole del nostro
Presidente, sono molto lusinghieri pel signor Mtston
e4 affettnosi peiF la Chiesa nostra.
Ci fn nn rincrescimento generale in questo mondo
evangelico che il Prof. Bartoli, a cagione della sua
malferma salate, non abbia potuto venire fino a noi,
per darei il beneficio della sua parola eloquente e
dotta. Speriamo di vederlo fra noi in altra occasione
I cari nostri amici ci lasciarono il lunedi sera, 18
aprile; il signor Muston per recarsi a Washington e
Baltimore, ove doveva raggiungerlo il Prof. Bartoli
alquanto rimesso in salute ; ed il signor Clot per recarsi nel Delaware ed a Filadelfia. Il signor Clot tìfece tra noi nua breve apparizione dal 25 al 29
aprile dando ogni giorno una conferenza.
Avemmo il privilegio dì. averlo a McDonald, ove
io avevo affittato un teatro, perchè un più numeroso
pubblico potesse sentire la sua parola convinta, sulle
sorti e sulle aspirazioni della chiesa nostra.
Enrico Garron.
Movimento missionario laico
A Chicago (Stati Uniti) s’è radunato un Congresso
nazionale del « Movinaento missionario laico » ; il qual
« Movimento » è una società fondata tre o qoattr’anni
òr sono ed ha per scopo di «condurre tutti gli nomini
al Cristo durante la presente generazione ». La società,
in quest’anno 1910, ha indetto 75 convegni principali
e un centinaio di secondari, con l’intervento complessivo di 125 mila persone appartenenti a tutte le condizioni. In una sola città, il « Movimento » ha raccolto
325 mila franchi per le Missioni. In una città dell’Indiana si son chiusi i magazzini, per dar modo agli impiegati di assistere al convegno. — Si mira ad unire tutti
i cuori e a farne uno solo. — Al convegno di Chicago assistevano 4500 uomini, ciascuno dei quali aveva pagato L. 2,50 0 L. 5oL. 7,50 ogni giorno per entrare.
Brìo, allegrezza, entusiasmo generali ! -■ Cosi dice G.
Paolo Oook, testimone oculare e auricolare, scrivendo
ndV Evangéliste.
L’opera òì un ex prete
Un ex prete bavarese, Gossner, ha fondato fra i
< Kol » dell’India centrale una missione cristiana evangelica, ohe comprende 71043 membri di chiesa battezzati, 20653 catecumeni adulti, 217 scuole con 7139
alunni, 322 insegnanti indigeni, 52 missionari e 6 diaconesse (infermiere). (Dal Chrétien).
Crisfìani^oraH
Ne parla la « Semaine religieuse » di Ginevra ; e
si tratta dei missionari Orazio Hopkins e Ettore Macpherson ; i quali or che è poco furono uccisi e mangiati insieme con un certo numero di indigeni cristiani,
nell’isola Savage (arcipelago Tenga), da una masnada
di indigeni pagani proveniente da altre isole.
1\ più di mille metri
H*,41*ceannato a varie caratteristice dei Pralini. Potrei
rilevarn«! dell’altre : per esempio, il gusto per la lettura, gusto così pronunziato, alcune volte, che le signore le quali prendono le nostre ragazze in servizio,
ne sono tormentato.La colpa è in parte del signor Bonnet
ohe ha saputo arricchire la biblioteca parrocchiale
di an buon numero di libri dilettevoli, istruttivi ed edificanti, ed è colpa anche deU’inverno che qui, come
s’è detto,: dura sei o sette mesi dell'anno. Non già che
i Pralini, in quella stagione, sleno senza lavoro ; chi
da falegname, chi da calzolaio, chi in un modo e chi
nell’altroj tutti sono occupati. 'Ve n’bauno poi che si
rivelano artisti nel fabbricare piccoli oggetti di legno
bianpo, quali cucchiai, forchette, mestoli,ecc., tanto ohe
mi sòno domandato, più d’una volta, se non sarebbe
il ca^o di promuovere una Esposizione di piccole
industrie. Ciononostante essi sanno trovare il tempo
di leggere ; ad esempio, nelle lunghe veglie di dicembre
e geiiqnio, nella stalla, alla fioca luce delle loro Incernè primitive, mentre le loro donne, le mamme specialmente, filano con la rocca sotto l’ascella e facendo
girare il rouet (una specie d’aspo da filare) soù pronte
a calìiiare i nervi ai bimbi turbolenti con lacrostina
di formaggio che tengono in saccoccia. Il rouet è uno
dei pochi oggetti ch’esse portarono con sè, dalla casa
paterna, il dì delle nozze. 8u 120 famiglie oinquantuna sono abbonate alia biblioteca. Ve ne sono poi 21
che ricevono VEcho des FaW^es settimanale, 20 il giornale del medesimo titolo mensile, 19 la Lanterna pinerolese e 5 la Luce{\).
Ma quello soprattutto che fa onore ai Pralini è il
rispètto di cui sanno circondare il toro paàtore. Ebbi
una prova dì ciò, alcuni mesi or sono, quando, entrando
nella Scuola della Villa a presiedervi un’adunanza, vidi
le 90 persone che la gremivano alzarsi come un sol
nomo, Confesso che questo segno di deferenza usato,
non àlla mia persona, ma alla carica che rivesto, mi
fece piacere. Non riesoivo quasi a persuadermi ebe
mi trovassi nel mio stesso villaggio natio.
I Pralini non sono soltanto rispettosi, sono pure generosi verso il pastore, generosi d’ogni specie di prodotti agricoli (mi diceva ultimamente il pastore Giraud
che dorante la malattia ch’egli ebbe a Frali, i parroecbiàni gli portarono 36 dozzine, contate, d’uova),
ma specialmente di patate che m\m, non occorre ch’io
(1) Parlo della Parroocliia e non del Comune che è
assai ^più esteso.
7
LA LUCE
lo dica, sono squisite, come è squisito, d’altronde, ogni
prodotto di qnesti monti, non esclusa l’acqua,' preferibile, massime quella dei Guigou, a tutte le tacque
« bactèri'Ologicamente'pure » di questo mondo. Vé&jga
pur qui un pastore patatlvoro, non lo sarà mai abbastanza per i Pralini. Ben presto dovrà egli stesso
cominciar a distribuir patate, nel vero senso della parola, a ohi crede possano far piacere (quantunqe non
ci sia un tal bisogno a Frali) se non vorrà lasciarle
andar a male, per poi gettarle in pasto agli uccelli.
Ho fatto il nome del signor Giraud. Mi sia; lecito,
àvanti di terminare con alcune osservazioni su)la vita
religiosa dei Pralini, il .ricordare quanto egli fece per
loro, oltre che per mezzo della predicazione e della
cura pastorale, nei quattordici anni di ministeijio trascorsi in questa Parrocchia. Quando, nell’autuqno del
1889, il signor Giraud venne a Frali, i locali scolasiici e di culto lasciavano assai a desiderare. Non avevano avuto alcun ristauro, e l’aria, o almeno l’umidità, vi entrava da tutte le parti..C’ara perfino una
scuola, che invece di vetri alle finestre, avea: della
carta da giornale. Figuriamoci come si stava allegri nei
giorni di tormenta! Nè questa era la sola specialità
di quella scuola. Altra curiosità che mi colpiva da ragazzo era che i bambini colà non avean bisogno di lavagna potendo essi scrivere magnificamente col gesso
sulle pareti catramose pel fumo.
Convinto che un pastore, per esser fedele alla sua
missione, deve occuparsi possibilmente, anche del progresso materiale della chiesa ch’egli dirige (il quale
progresso materiale deve poi contribuire, per riflesso,
sul progresso spirituale), egli si diè subito all’opera
e in pochi anni avea rimesso a nuovo, risanandole con
delle volte nei sottosuoli quasi tutte le scuole qUartierali. Alla Villa gli scolari essendo piuttosto numerosi, una trentina ogni anno, egli pensò di dividerli
in due classi affidando quella dei più piccini a
un nuovo insegnante cui ebbe cura di assicurare
un modesto salario. Per avere il locale necessario
egli fu costretto d’ingrandire la scuola inalzandola di
un piano. Nel capoluogo soprattutto si ritrovano le
tracce della sua operosità. Qui non era il caso di restaurare, ma ben piuttosto di edificare dalle fondamenta. Infatti i vecchi locali scolastici erano infelicissimi, e in quanto all’abitazione degl’insegnanti, non
c’era che una sola stanza per la maestra e due misere stanze per il maestro di cui una doveva anohe
servire da ufficio telegrafico. E l’edificio nuovo sorse
ampio, arioso, splendidamente arredato, obese il pre
I
Bidente del caduto Ministero l’avesse visto l’avrebbe
preso per modello dei nuovi edifici scolastici ch’egli
avea in animo di costruire. Insieme alle scuole sorsero anche gli àppàrfainenti, chiamiamoli così, degli insegnanti che ora possono ben dirsi, senza timore di
offendere nessuno < i piu altolocati > del paese.
..Restava il tempio, il quale, come I miei lettori'
ormai sanno, è il solo che sia stato risparmiato durante l’esilio. Si legge ancora la data della sua erezione, 1556, sopra una pietra della vòlta che lo unisce
alla casa vicina. Cosa degna di nota, scrive Henri Arnaud nella sua Histoire de la glorieuse Rentrée des
Vaudois dans leurs Vallées, è che il primo sermone
che 1 Valdesi abbiano udito, dopo il ritorno alle loro
Valli, sia stato proferito in un tempio ove avea predicato fedelmente il signor Leidet, quel pastore il
quale, per esser stato sorpreso cantando dei salmi
presso una rupe e per. aver voluto confessare pubblicamente la verità dell’Evangelo, perdette la vita
sul patibolo, d’ordine della Curia, l’anno 1686, nel forte
di S. Michele, presso Luserna.
Giunti a Frali, reduci dall’esilio, i Valdesi tolsero
dal tempio tutto ciò che sapeva di culto romano ;
quindi intonarono il salmo 74 : c D’où vient. Seigneur,
que tu noua a épars... > e l’Arnaud, per farsi sentire
tanto da quelli che erano dentro come da quelli che
erano fuori, salì sopra una panca posta nel vano della
porta e dopo aver fatto cantare un altro Salmo, il 129 :
« Dés ma jeunesse ils m’ont fait mille maux... » predicò facendo la spiegazione di alcuni versetti di detto
Salmo (1). Una lapide posta nella facciata sopra la
porta, l'anno del « Bicentenario » ricorda' questo glorioso avvenimento: • Ce terapie, profané par les
idoles (2) durant l’exil, fut le premier où les Vaüdois
rentrés dans leurs Vallées, célébrèrent le culte évangélique, 28 août 1889 ».
Chi lo vide allora (1889) e lo rivedesse adesso non
lo riconoscerebbe più, tanto è mutato internamente.
In luogo dell’antica « galleria » che occupava mezza
chiesa, rendendola buia quanto mai, due artistiche
tribune laterali con sole due file di panche ad anfiteatro, capaci ciascuna di una ottantina di persone;
e in luogo di quel nido d’aquila ch’era il pergamo e
che dava il capogiro a chiunque vi saliva per la prima
volta, un pulpito, troppo alto ancora, ma solido ed
(1) Ibid.
(2) E non < dai cattolici >, come disse ignorantemente o maliziosamente l’autore del libro: Un giro
nel Val San Martino.
elegante, opera d’un nostro membro di chiesa il quale,
senza possedere la patente di ebanista, ha eseguito un
capolavoro. Sebbene il nostro tempio sia ancora suscettiyie di”miglioramenti, si presenta tuttavia già
abbastanza sinlpatjeo soprattutto nei giorni di festa
quando, come al 17iebbraio, le bandiere pendono spiegate dalle tribune.
.. A proposito, dimenticavo di dire che anche le bandiere furono introdotte dal signor Giraud e dimenticavo di parlare di una cosa più importante ancora :
della campana. Quella che si avea prima sembrava un
campanello per chiamare a colazione. La nostra chiesa
non era però stata sempre servita così miseramente!
Prima del campanello era dotata di una magnifica
cam^na (fusa col concorso pecuniario o in oggetti
di metallo di tutti i Pralini in un prato che porta ancora il suo nome) la quale venne rubata al tempo delle
« distruzioni ». Portata a Virle presso Torino, si dice
che ogni volta che si provassero di suonarla il cielo
si abbuiasse e cominciasse a cadere la grandine ! ! Secondo un’altra versione, invece, pare si screpolassero
le pareti della chiesa, tanto òhe 1 Virlesi fecero sapere ai Pralini che se la rivolevano non avevano che
da pagare le spese di trasporto.
Il signor Giraud non deve aver saputo nulla di
questa cosa, chè altrimenti, invece di spendere un
mille lire all'ultima Esposizione di Torino, avrebbe
accettato l’offerta dei 'V'irlesi. Era desiderio del signor
Giraud, s’egli fosse rimasto più a lungo a Frali, di
completare l’opera sua, facendo alzare, di parecchi
metri, il campanile troppo basso per la grande campana che ora l’adorna. Sono felice di poter dire che
il suo desiderio sta per essere attuato poiché sono
già raccolti i fondi necessari all’impresa. E trattandosi
di una «- questione di campanile » non mi sono rivolto, per collettare quei fondi, che ai soli Pralini.
Lo slancio con cui hanno risposto al mio appello, specialmente quelli stabiliti all’estero, prova quanto sia
vivo nel loro cuore l’amore per il suolo natale.
Pietro Griglio.
LIBRI € PERIODICI RICCVOTI
L’Idea'moderna, N. 2-3 — Battaglie d’Oggi, N. 5-6 —
La riforma, laica, Anno XI, N. 5. — Rassegna Numismatica,
Anno VII, N, 3. — L’Alba, Anno XI, N. 5. — L’avanguardia, Anno 111, N, 5.
Domenico Giocoli, gerente responsabile
Tipografia deH’Istituto Gould, Via Marghera 2, Roma
Proprietà riservata — Biprodcusione proibita
— Quella maledetta bacchettona ! quella strega maligna ! quel demonio incarnato ! quell’infame, quella
svergognata 1
Per un pezzo Rachele non seppe che ripetere fra i
denti frasi simili a queste, ed anche più vibrate di
queste, contro Domitilla, per cui provava in quel momento un odio tremendo. Ma la vecchia non era donna
da perdersi in vane imprecazioni. Dopo quel primo
sfogo di rabbia furiosa, ritornò alle sue faccende mulinando nel cervello le più pazze idee a trar vendetta
della sua nemica ; e, mentre si aggirava per la cucina,
dimentica del suo piede malato; mentre soffiava nei
fornelli e scoperchiava le cazzeruole e grattugiava il
formaggio, e assaggiava le pietanze, usciva tratto
tratto in questa esclamazione : — Intanto, prima di
tutto, avanti sera la schiaffeggerò. Oh, se la schiaffeggerò ! Il resto verrà poi. — Tale pensiero' sembrava ridarle una certa calma, sicché ardeva di desiderio che il tempo volasse, che le faccende fossero terminate e che giungesse finalmente il sospirato minuto in cui avrebbe mandato ad effetto la sua risoluzione e dato sfogo al prurito che aveva nelle^mani
e alla bile ohe covava in cuore.
La signora Bernabei, prima d’andare in phiesa,
venne a chiederle se avesse bisogno d’aiuto in cucina. Rachele le rispose con malgarbo che sapeva benissimo fare da sè e che la lasciassero lavorare in
pace.
— Volete che vi mandi Maria, per darvi una mano ?
— le domandò la Signora cercando di rabbonire la
vecchia, che imaginava fosse così eccitata per il troppo
lavoro.
I '
— Non me ne parli, non me ne parli, per carità, signora Tilde — gridò la vecchia con gli occhi pieni
di lagrime.— Povera orfanella! Povera orfanellaildi
lasci stare, Signora; è meglio, è meglio per tutti, Vada
a messa, vada a messa.
— Ma ohe avete, Rachele, ohè.è successo ? lio'n siate
così nervosa, ve ne prego, in momenti di tanto tram
' busto... ^
— Vada a messa, vada a messa, le dico, è ^là dato
il secondo tocco, vada, vada ; mi lasci stare, mi lasci
stare.
La Signora se ne andò, sospirando. Ah ! era ben difficile la vita da qualche tempo!... Risalì le scale.
La bianca testa aveva dei tremiti, le spalle erano
incurvate, il passo era stanco e lento. Dieci anni sembravano esser trascorsi da quella placida sera di giugno
in cui, sei mesi prima, stretta al fianco del figlio sul
terrazzino delle rose, la buona vecchia signora aveva
contemplato con animo ancora sereno la deliziosa notte
plenilunare.
Suonò l’ultimo segno per la messa grande. La signora Tilde con Domitilla e i tre bambini uscirono
per la porta del giardino e si avviarono verso la
chiesa.
La folla dei contadini e delle contadine veniva su
per la gradinata, lenta, composta. Gli uomini passavano tronfi, ridicoli nei colletti troppo alti e pieni di
salda, colle mani penzoloni, sporgenti nere dal polsino candido della camicia, coi cappelli alla brava di
traverso sull’orecchio : le donne, più ridicole ancora,
si pavomeggiavano infagottate in corpetti di stoffa
sgargiante, troppo stretti per i loro busti, impacciate
nelle gonnelle troppo lunghe per le loro gambe.
Al presbiterio, dietro i cristalli d’una delle finestre
del primo piano, in contemplazione di quello spettacolo, si disegnava un delicato volto quasi infantile.
Errava su quel volto un sorriso lieve, che un’ombra di
mestizia velava. Quest’ombra conferiva ai lineamenti '
di Maria un non so che di più fine che non aves- '
sero avuto in passato. Si sarebbe detto ora che la
dolce faccina si fosse un poco allungata, e le guance'
si fossero fatte più pallide e gli occhi fossero diventati più grandi e più seri e più gravemente espressivi, come avessero gettato già uno sguardo sulla vita
e l’anima dentro ne avesse sofferto.
IX.
Ritte in piedi, l’una di fronte all’altra, nella mite
luce della camera da letto, cui solo un’antica lampada ad olio illuminava, le due donne si guardavano
in silenzio. Il contrasto fisico era sorprendente, ma
più sorprendente forse era il contrasto neH’espres»
sione dei volti. 8i udiva distinto nella grande quiete
notturna, succeduta al chiasso e alle baldorie di quel
giorno di festa, il respiro grave e un po’ affannoso
della vecchia Signora. Avvolta in una veste di flanella bianca, che le scendeva fino ai piedi, colle trecce
sciolte lungo le spalle, Maria aspettava, un po’ sor
presa, (^Ta Signora le Spiegasse il perchè della sua
venuta.
— Stavi per andare a letto? Mi rincresce — disse
la signora Bernabei — ma era necessario ch’io ti vedessi stasera. Tu imagini perchè son qui... No? Ebbene trdirò, figlia mia, che alcune circostanze speciali mi costringono a chiederti di nuovo... Capisci,
non è vero ? Son certa che in questi ultimi giorni
hai riflettuto e che ti sei convinta... Su via, figliola,
dammi tuna buona risposta.
Maria arrossì, scosse il capo e chinò a terra lo
sguardo.
— Ancora no ? — chiese ansiosamente la Signora.
— Sempre no, signora Tilde.
— Oh, non dire così, non dire così. Maria ! —
esclamò la Signora ; e o’ era una tale intensità di
supplica nella voce tremante di lei, che la fanciulla
se ne sentì tutta commossa. Pure crollò di nuovo il
capo e mormorò ;
— Non posso, e non devo dire altrimenti.
— Sempre la stessa ostinazione dunque ?
— Non so perchè dovrei cambiar di pensiero, signora Tilde. Non è ostinazione la mia, Lei lo sa bene ;
è convinzione religiosa.
-- Sei tanto giovane! Alla tua età, le convinzioni
religiose sono ancora tanto vaghe, tanto incerte !...
— Fórse, per chi non abbia avuto un padre come
il mio. Ma egli mi ha insegnato fin da quando ero
piccina^piccina a comprendere le cose di Dio. Le mie
idee sono chiare, la mia fede incrollabile.
— Ma Don Angelo t’ha pur dimostrato che, in fondo,
le differenze son poche ; dimmi che egli non è ancora rij^cito a persuaderti del tutto; che tu hai ancora qiwlche piccolo scrupolo, qualche dubbio, ma che
presto... '
i- — N(j| mai, signora Tilde. So di farle un gran dispiacere parlando così, ma non posso altrimenti. Ho accpnsen|ito volentieri, quando Lei me lo propose, ad
intrapprendere con Don Angelo un corso sulle dottrine oàttoliche, pensando a mio padre, che già parecohlé^Volte, negli ultimi due anni della sua vita,
avrebbè voluto cominciare con me un tale studio. Ne
era ^statj sempre impedito dalla sua salute malferma ;
però n® cessava di ripetermi : « Presto cominceremo ; nisogna conoscere bene le dottrine cattoliche
per sap^ difendere le nostre ». E difatti, mi sono
avvistanche anche in questo, come sempre, mio padre
aveva pigioue. Lo studio che da qualche mese sono
andata facendo con Don Angelo, e che proseguirò se
gli sembrerà opportuno, mi conduce a conclusioni del
tuttd.opposte a quelle che Lei vorrebbe, signora Tilde.
Io mV.seuto oggi più forte, più salda che mai nella
mia fede. Non può dunque essere che avvenga mai la
cosa che Lei desidera da me.
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