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Torre Pellice, 4 Dicembre 1942-XXI
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Italia e Impero
Estero
ABBONAMENTI
'. ' . Anno L. 20 — Semestre L. 10
4 4 4 » » 30 — » » 15
Convegni degli Anziani
Ricordiamo che i Convegni degli anziani e diaconi avranno luogo domenica
6 dicembre alle ore 14.30 a Torre Pellice, nell’aula dell’Asilo, e a Pomaretto
martedì 8 dicembre alle ore 9.30^ nella
Scuola Latina.
Rinnoviamo un caldo invito a tutti i
membri dei Concistori a voler essere
presenti.
CHIESA VALDESE DI TORINO
La Chiesa circonda di tutta la sua
calda, fraterna simpatia le famiglie ohe,
sono s ate particolarmente provate nel
corso delle ultime incursioni aeree4
In base, .alle notìzie finora raccolte il
numero delle vittime fra la fratellanza
valdese è esiguo; ulteriori precise informazioni saranno comunicate appena
possibile.
Essendo danneggiato il Tempio di
Corso Vittorio, il culto domenicale ha
luogo alle ore 10.30 nel Tempio di Corso
Principe Oddone, 7: le altre attività
sono, per ora^ sospese,
Poiché la Casa Parrocchiale è inabitabile, ruffìcio della Chiesa in Torino
è trasferito presso la Direzione dell’Ospedale Evangelico (Via BerthoUet, 36,
tei. 60.680) dove, ogni giorno, dalle 11
alle 12 uno dei Pastori si trova a disposizione dei fedeli. In Torre Pellice, Casa Valdese, (tei. 96) è inoltre, sistemato
u» Ufficio provvisorio della Chiesa di
Torino, aperto al pubblico il martedì, il
giovedì e il sabato di ogni settimana
dalie 10 alle 12.
1 Membri delle Chiesa di Torino,
attualmente fuori Città, sono pregati
di segnalare immediatamente il loro
indirizzo.
Coloro che hanno bisogno di consiglio per la loro sistemazione potranno
ottenere utili ragguagli dai loro Pastori:
co» l’aiuto di Dio, a nessuno mancherà il fraterno soccorso della Chiesa. Attualmente sono a disposizione delle famiglie sfollate alcuni alloggi offerti dalla consorella Comunità di Rorà.
I Corsi di Catechismo saranno ripristinati e lezioni' individuali saranno istituite a Torino ed in ogni altra località
ove se ne presenterà la possibilità: perciò i catecumeni si considerino sempre
iscritti ai corsi della Comunità di Torino.
'Tutti', ì catecumeni attualmente nella
Val Pellice sono convocati per martedì
8 dicembre alle ore 15 in un’aula del
Collegio Valdese, in Torre Pellice.
La Scuola domenicale avrà luogo,
a Dio piacendo, ogni dom,enica alle ore
14 nella Sala dell’Asilo Infantile nella
Caisn Unionista in, Torre Pellice, cominciando da domenica 13 dicembre.
Per mantenere salda la compagine
della Chiesa si terranno nella Val
Pellice (dove attualmente il maggior numero di famiglie è stabilito) delle riunioni domenicali pomeri&ne: la prima
avrà luog®, Dio volendo, domenica 13
dicembre alle ore 15 nella Casa Unionista di Torre Pellice e la seconda a
Litóerha San Giovanni (Sala Albarin)
alle ore 15 di domenica 20 dicembre.
Siamo certi che tutti i torinesi che lo
potranno saranno presenti a tali fraterne riunioni.
Sarà svolta, nel limite del possibile,
la piu intensa cura pastorale per tutte
le famiglie e raccomandiamo a tutti i
fedeli,, nel nome del Signore, di mantenere saldi fra di loro i vincoli dell’unione fraterna nella carità di Cristo.
La « Dorcas » terrà la sua riunione
inaugurale venerdì 11 dicembre, aUe ore
15, inella Casa Valdese: non solo le signore facenti parte della Società, ma
tutte le sorelle della Chiesa di Torino
sono cordialente invitate.
Nulla Bla più forte' della vosira fede t
tGianavello)
OlreHore : Prof. OINO COSTABEL
ri”*.
AMMINISTRAZIONE: Via Carlo Alberto. 1 bis - ToBU Pillici
REDAZIONE: Via Arnaud, 27 - Torre Pellice
Ogni cambiamento d’indlrlzzo costa ima lira
Cent. 30 la copia
La Casa Valdese di Borgio è aperta
?e può accogliere quanti desiderano traI ¿Inferirsi in Riviera.
' Voglia il Signore, che guida la sua
■*Xhiesa, concèdèrci la grazia che Torà
I'“' della prova non passi invano nella noi atra vita, ma vi' susciti la volontà ferma di una più ardente consacrazione all’opera del Regno di Dio.
« Siate pazienti nelTafflizione, perseveranti nella preghiera » (Rom. 12: 12).
Il Signore ci benedica e ci guardi' !
Vostri nel Signore i Pastori
■'Via BerthoUet, 36 - Topino
Casa Valdese - Torre Pellice.
PARLIAMO UN POCO DELLE NOSTRE FAMIGLIE
La parola d’ordine qhe le nostre parrocchie hanno ricevuto quest’anno è « la
famiglia cristiana ».
I nostri lettori ben sanno che il problema della rivalutazione della fami'glia
cristiana è stato dibattuto in questi ultimi anni in tutte le Chiese cristiane con
una urgenza particolare.' Supponiamo
che Timperversare di certe ideologie relative al libero amore, Testendersi del
divorzio, e in generale l’epoca agitata in
cui viviamo, abbiano minacciato in modo tale i principi fondamentali del cristianesimo, da provocare un grido di allarme da parte della Chiesa.
«'Tuttavia - qualcuno dirà - tutto questo non riguarda noi bravi Valdesi, in
questo angolo nascosto del mondo, dove
che riuniscono intorno a loro una coro
na di figli e li educano neU’amore
Dio e nella, fedeltà alla sua Parola.
di
MA NON IGNORIAMO IL PERICOLO.
Ma avviene talvolta, quando uno si
attarda u contemplare le onde in tempesta che si infrangono sugli scogli, che
sia d’improvviso innondato dagli spruzzi di un’onda più violenta delle altre. E
può anche darsi che mentre ci consideriamo al sicLxro, un po’ dello spirito del
mondo s’infiltri nella compagine del pompólo Valdese, e lo minacci nella sua
parte essenziale: la famiglia.
Vi sono dei sintomi che in alcuni casi sono addirittura allarmanti, in altri
casi minacciano di diventarlo. Occorre
La Tua parola è una lampada sul mio sentiero.
Salmo 119: 105.
Si ignorano certi perventimenti dell’istituto familiare e dove si riconosce Tindissolubilità del vincolo matrimoniale.
Non c’è quindi ragione di innalzare nessun grido di allarme nelle Valli Valdesi:
da noi non esiste un problema della famiglia ».
SIAMO GIUSTI.
Orbene, siamo giusti: TE vangelo non
è stato per tanti secoli predicato nella
sua purezza, senza aver portato dei
frutti, e noi possiamo umilmente ringraziare Iddio, perchè vi sono nelle nostre Valli numerose famiglie cristiane.
Vi sono ancorà, nei rustici casolari, delle belle figure di credenti, affiancati da
dele umili, ma ferventi dònne cristiane,
nei Valdesi molta vigilanza, se non vogliono un giorno trovarsi in piena crisi
della famiglia, e occorre pure ricordare
che quando una crisi giunge al suo culmine, sia i popoli che gli Individui spesso non sono più in grado di rendersene
conto, ed allora è la fine.
MATRIMONI NON BENEDETTI.
E’ allarmante, per la saldezza della
famiglia Valdese, ad esempio, il modo
tragicamente leggero con cui molti Rovani contraggono i vincoli del matrimonio. Una volta l’autorità dei genitori
sui figli si faceva m,olto maggiormente
sentire, ed era naturale, sopratutto per
una giovanp, di consultare sua madre,
quando gli affetti del cuor© facevano
intravvedere il possibile compagno della vita. Oggi le relazioni fra i giovani e
le giovinette sono certamente improntate a maggiore superficialità. Si contraggono matrimoni nel vortice del ballo, senza che la ragione abbia la sua pa->
rola, e quando la ragione parla, è spesso per suggerire matrimoni di semplice
interesse. Non facciamo poi che menzionare il problema cosi doloroso dei matrimoni misti e la piaga cosi estesa di
quelli affrettati.
Quando una famiglia ha queste origini e queste basi - e quante famiglie
Valdesi si trovano in queste condizioni
- è evidente che la sua compagine ne
rimane compromessa. '
, GENITORI SENZA AUTORITÀ’.
Ed è allarmante ancora per la saldezza del nostro popolo e della nostra
Chiesa, la menomata autorità dei padri
in seno alle loro famiglie.
L’autCKrità di cui parliamo non riguar
da la semplice attitudine di comandare,
i'n quanto l’uomo ha la voce più grossa
e il braccio più forte. Noi lamentiamo
piuttosto nei capi famiglia Valdesi l’assenza di quella autorità intima e profonda che nasce^ spontanea da ima intensa vita spirituale, da un amore profondo per il Signore. Abbiamo conosciuto dei figli su cui le paterne esortazioni e i ripetuti consigli esercitavano
una scarsa iMluenza, ma che ricevettero un’impressione indelebile, perchè il
padre, energico ed autoritario, soleva la
sera riunire la famiglia per leggere
qualche versetto e innalzare una preghiera a un Dio invisibile e presente.
Oggi Tautorità dei ]iadri si indebolisce in seno aUe nostre, famiglie e quarto
allarmante fenomeno si accompagna
con l’assenza delTelemento maschile nei
nostri templi.
Così la crisi deUa famiglia si delinea
anche alle VaUi sempre più minacciosa,
anche se uno spirito farisaico vorrebbe
suggerirci che non siamo peggiori, anzi forse im po’ migliori dei nostri vicini. Gli aspetti progressivi di questa
crisi sono evidenti: si incomincia con il
fondare leggermente una famiglia, in
quanto nella scelta del compagno o della compagna della nostra vita esuk
completam,ente qualsiasi considerazione spirituale. Poi il padre trascura la
sua stessa vita spirituale, ignora il culto di famiglia e dimentica la via del
tempio. Egli non può andare al culto
perchè sa che i suoi figli sono testimoni
della sua vita irreligiosa di tutti i giorni della setti'mana. Vien cosi meno la
sola vera autorità dei genitori sui figli,
e solo più si conserva Tautorità esteriore del più forte verso il più debole. Fragile autorità che peserà sui' figli come
un giogo, e da cui sarà sempre, più assente l’affetto, il rispetto, la comprensione!
C’è dunque veramente im pericolo
che minaccia la nostra famiglia Valdese, e si può esiprimere con questo grido
di allarme: manca ih troppe famiglie una vera vita spirituale, e le conseguenze si risolvono in ima disgregazione profonda di molte famiglie: nei rapporti
fra marito e moglie, fra genitori e figli,
fra fratelli e sorelle.
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CONCLUDENDO.
Occorre* che '.si staìsilisoa' uiia reazio-;t"
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ne energica, tenendo presente che, l'in
I debolimento della fanüglia flgnifica tadebolimento della Chiesa e viceversa.
Noi vóglianio delle famiglie cristiane,
perchè deisideriamo delle Chiese viven-,
ti. I
Noi perciò pregheremo e lavoreremo
perchè ognuno dei nostri più umili casolari, in. fondo ai valloni e su per gli
erti pendìi, ospiti una famìglia veramente cristiana.
Umili casòlari che noi amiamo non
solo per i ricordi del passato, non solo
per quel po’ di benessere che ci possono offri're, ma sopratutto perchè in essi noi vediamo - un’immagine di quella
« casa non fatta da mano d’uomo, eterna nei cieM » (2 Cor. 5: 1), dove le nostre famiglie, ora indebolite dal peccato
e decimate dalla morte, saranno rico- struite per sempre. Roberto Nisbet.
'raali«
Le nostre più vive felicitazioni ai nostri correligionari maggiore degli alpini
■G. Toum, e tenente Carlo Malati, delrartig.liferia alpina, ambedue in zona di
occupazione e promossi rispettivamente
tenente colonnello e capitano.
...E Dio disse: Facciamo l’uomo a
immagine e somiglianza; e signoroni égli sui pesci del mare, è sugli
uccelli del cielo, e sugU animali, e. su
tutta la, terra, e su ogni rettile che striscia sulla terra.
E Dio creò ad immagine sva; lo creò
ad immagine di Dio: li creò maschio e
femmina.
E Dio li henedi e disse: Crescete,
moltiplicate, riempite la terra e signoreggiatela, e dominate sui pesci della
terra e sugli uccelli del cielo e su ogni
animale che si muove sulla, terra. (Genesi : 26-28).
Ora l’Eterno Iddio disse: non è bene
che l’uomo sia solo, facciamogli un
aiuto consapeatole...
Pertanto il Signore Iddio immerse
Adamo in un sonno profondo, ed egli si
addormentò; e Dio prese una delle coste
di Adamo e rassodò la carne al suo posto.
E l’Eterno Iddio foggiò la costa che
aveva tolta a Adamo in donna e la condusse ad Adamo.
E Adamo disse: Codesta ora è veramente ossa delle mie ossa, carne della
mia carne; e costei sarà chiamata donna
poiché è stata tolta dall’uomo.
Perciò l’uomo lascierà suo padre e
sua madre e si unirà alla stia donna; e
saranno due in una carne sola.
(Genesi 2; 21-24).
La famiglia alla luee della S. Serittura
L’istituzione della famiglia è di origine divina. Fin dalle prime pagine della
Genesi vediamo che il coronamento
dell’opera della creazionè è segnato dall’apparizione di Eva e della sua unione
con Adamo: « Questa finalmente, escla^ ma quest’ultimo, è ossa delle mie ossa e
carne della mia carne. Ella sarà chiamata donna perchè è stata tratta dall’uomo. Perciò l’uomo lascerà suo padre
e sua madre e si unirà alla sua moglie,
e saranno una stessa carne » (Genesi 2:
23-24).
Siamo posti in presenza di una scena
soave e poetica che ha come sfondo una
natura meravigliosa: due esseri che non
conoscono ancora ü peccato si amano
con tutte le loro forze e con purezza assoluta di cuore. Al termine della sua
opera creativa Dio Stesso « vide tutto
quello che aveva fatto ed ecco era molto buono» (Genesi 1: 31). Però il peccato non tarda a venire: anche la famiglia dovrà subirne gravi conseguenze.
La donna, in quanto madre, avrà « pene
e dolori » e l’uomo mangerà il frutto
della terra « con affanno » tutti i giorni
della sua vita. La terra produrrà « spine e triboli » e l’uomo mangerà «il pane col sudore del suo volto » finché non
ritorni alla terra d’onde fu tratto.
Adamo ed Eva che, un tempo, erano
vicini a Dio e parlavano liberamente
con Lui, come figlioli col padre, ne sono
stati allontanati dal peccato ed hanno
1637. Disputa teologica a Luserna San
Giovanni, nel cortile della casa di Tommaso Margher, sorvegliante della chiesa. La riunione ha luogo all’aperto - in
pieno freddo decembrino - non essendosi trovato un locale neutro sufficientemente ampio a raccogUere tutti gli
astanti. Sono presenti dieci o dodici monaci ed ecclesiastici cattolici, alcuni
gentiluomini e numerosi cavalieri italiani, che erano alloggiati nelle valli; e,
per parte vaSdese, oltre ad un gran pubblico, diversi pastori. I disputanti sono,
da una parte. Padre Placido Corso, e
dall’altra il pacare Antonio Léger. La
<Mscussione, iniziatasi la mattina, prosegue animatissima fino a tarda ara, tantoché, verso le guattro del pomeriggio,
dei lumi debbono essere accesi. Infine,
nessuna delle parti accennando a decisi ere, per 7M>n essere convinta di inferiorità dall’altra, la discussione è rinviata all’indomani. ' I monaci incolonnati
escono dal cortile cantando, AnU>nio
Léger e lo storico Gilles chiudono per
parte loro la riunione con una preghieta
di rendimento di grazie a Dio. r. b.
paura del loro Creatore. Ed il peccato genera peccato. Il primo grande
dramma famigliare non tarda a scatenarsi. Caino si scaglia contro Abele e
10 uccide in un impeto di ira e di gelosia. La prima famiglia creata da Dio
per la felicità si trova improvvisamente
nel lutto e fra le lacrimie...
Ma l’istituzione della famiglia resisterà, per volontà stessa di Dio, ai col- »
pi terribili del peccato; essa ne porterà
11 marchio senza per altro esserne distrutta. Ed anche dopo la caduta, la
S. Scrittura parla delle compassioni di
Dio verso la famiglia. In seno al popolo
eletto il padre e la madre considerano
i figli come un dono ed ima benedizione
di Dio. Il più grande desiderio di una
donna è quello di aver figlioli (esempio
Anna ed Elisabetta) mentre la mancanza di prole è una prova durissima e talora viene considerata come un segno
palese dello sfavore divino. Una famiglia numerosa è, presso Israele, « un
premio » da parte del Signore
L’educazione dei figli viene fatta direttamente dai genitori. Non appena ü
fanciullo incomincia a parlare, sua madre gli insegna alcuni versetti della
Legge ed i maschi, dal quinto anno in
poi, vengono educati direttamente dal
padre. Il fanciullo 'dall’età di’ dodici
anni in poi viene presentato al Signore
nel tempio e diventa membro della co- '
munità religiosa. Fino al tempo di Mosè
l’unica autorità, religiosa è il capo di fanüglia il quäle « invoca il nome del Si-'
gnore » offre sacrifici, attende alla preghiera, alla purificazione, alle decime,
alla circoncisione...
Da Mosè in poi alcune l^gi regolamo
il matrimonio e l’educazione dei figlioli.
L’autorità dei genitori è grande: i figli
devono loro rispetto e venerazione;
ohiimque disprezza padre o madre può
essere passibile della pena di morte.
L’istinto fanigliare, nella vita d’Israele, non presenta sempre tm quadro
ideale: renano talora la poligamia e la
corruzione più spaventoso;; ma $enza
alcun dubbio quel popolo nel corso di
lunghi secoli di storia travagliata deve
la sua forza alla compattezza delle singole fairnìglie che hanno la coscien^ di
formare tutte insieme una sola grande
famiglia.
All’infuoii di Israele il mondo pagano
GÌ offre, salvo eccezioni, uno dei quadri
più desolanti che si possano immaginare. Nella famiglia regna sistematicamente la corruzione; i rapporti fra i vari membri che la compongono poggiano
su basi assolutamente impossibili. La
parola stessa « famiglia » a noi tutti così
cara deriva dal latino « famulus » che
significa « servo, schiavo ». La famìglia
pagana pu.ò essere definita una riunione di schiavi che appartengono a un
solo padrone. Nel mondo pagano lo stayto è tutto: l’individuo non ha un grande
valore. Il matrimonio è spesso abbassato al livello di una pura funzione sociale, un dovere di cittadini. Da una simile concezione della famiglia esula teoricamente, se non sempre nella pratica,
ogni senso di intimità e di affetto. La
concezione pagana della famiglia non
offre dunque per noi alcunché di particolarmente interessante.
Nel Nuovo Testamento l’atmosfera
che circonda la famiglia è di una purezza adamantina. Non v’è traccia di* poligamia nella rivelazione cristiana. Benché Gesù non abbia istituito il matrimonio, si può dire che, con l’apparire del Cristianesimo, la famiglia sia
stata qualcosa di nuovo, di infinitamente superiore non solo ad ogni concezione del mondo pagano, ma della stessa
economia giudaica. La presenza di Gesù ralle nozze di Cana è altamente significativa ed ha « circondato il matrimonio di una soave corona ». Per esprimere la forza del legame che unisce gli
sposi davanti a Dio il Cristo dichiara:
« non sono più due, ma uno; quello dunque che Iddio ha congiunto, l’uomo non
10 separi ». Il Nuovo Testamento giunge
fino al punto di farci comprendere che il
miatrim.onio è come « l’immagine sublime della mistica unione di Dio coi popolo dei credenti » .
Gesù ha stabilito il principio della
indissolubilità del vincolo coniugale ed
11 dovere della assoluta fedeltà reciproca dei coniugi.
Il Vangelo non fa distinzioni fra l’uomo ,e la donna, ma presenta ad ambedue
la stessa morale e la stessa salvezza.
L’anima della donna ha un valore uguale a quella deiruom.o. Tutte cose che a
noi sembrano naturali, ma che, per il
tem|x) nel quale furono pronunciate,
hanno prodotto una vera rivoluzione nel
modo di pensare degli uomini.
Ai tempi di Gesù il matrimonio non
era (preceduto da una celebrazione civile o religiosa ma si svolgeva nell’intimità della famiglia. Gesù stesso non ha
stabilito alcun rito speciale ed m Marco
10: 6-9 ha soltanto sottolineato e completato l’insegnamento contenuto nella
Genesi.
Lo stato del matrimonio non è dunque una istituzione indispiensabile per
la trasmissione della vita fisica in seno
al mondo, m,a un’unione morale che de?ve assiamare agli sposi un' aiuto reciproco e diventare, per logica conseguenza, un’unione di anime sie vuole essère stabile e duratura. La rivelazione
cristiana infonde nella famiglia quel
senso dell’infinito e deH’eterno che le
dà un carattere di unione spirituale. La
famiglia che ha in Gesù il suo vero capo ha come mèta la perfezione. Il tempo che passa e le tribolazioni della vita
non fanno che cementare maggiormente la compattezza del nucleo familiare.
Soltanto, perchè tutto questo avvenga,
è necessario che, In seno ad ogni famiglia che si fonda, Gesù possa essere come fu a Cana l’osjüte desiderato e benedetto.
Ma per il buon andamento della famiglia è indispensabile una gerarchia
che è chiaramente stabilita nelTepistola
di S. Paolo agli Efesini e, in forma più
succinta ma con gli stessi concetti, in
quella al Colossesi.
L’apostolo incomincerebbe, secondo il
parere di un commentatore, con lo statólire un principio generale di mutua
sottomissione; « sottoponetevi gli uni
altri nel timore di Cristo». L’auto
rità che dev© regnare in seno alla* familia è dunque quella che Cristo stes^
so ispira. S. Paolo analizza quindi quali
devono essere le relazioni fra i coniugi,
fra i genitori e figliuoli.
Il marito è il capo deUà famiglia, colui cioè che porta il peso più grave di
responsabilità. La moglie gli deve ubbidienza, ma ubbidienza nell’ordine
stabilito dal Signore, proveniente
dall’affetto e dalla dolcezza della
donna che non è fatta per Tindipendenza ma per avere al suo fianco qualcuno che la sostenga e la protegga. Naturalmente, se questa ubbidienza è « nel Signore » essa non è sottoposta ai capricci della natura umana. L’apostolo, infatti, dice ai mariti: « amate
le vostre mogli ».
Al padre ed alla madre sono affidate delle tenere creature da allevare ed
educare. Immensa è dunque la loro responsabilità. Essi devono perciò esigere
dai loro figli « ubbidienza ». Questa
« ubbidienza » non proviene solo da una legge naturale (i figli dipendono essenzialmente dai genitori), ma è chiaramente affermata dalla S. Scrittura.
Essa dice infatti: « onora tuo padre e
tua madre ». Gesù stesso ci dà in proposito un grande esempio; egli stava
« sottomesso » a Giuseppe e Maria.
L’apostolo non tralascia di dirci ancora che il dovere non è tutto dal lato
dei figli: « e. voi, padri, non provocate
ad ira i vostri figlioli.... ». I figli non sono dunque in balia del buono o cattivo
umore dei loro genitori; essi non devono curvarsi perchè presi da spavento
del castigo ma ubbidire con sentimenti
di affetto filiale a genitori che compiono i loro doveri ispirati dall’amore e
dalla luce della fede cristiana. Un’educazione che non impone ai figli una sottomissione legale e paurosa ma che deve essere, ad un tempo, seria e dolce.
La famiglia, quando è stabilita su
queste basi, forma un tutto armonico;
ogni membro di essa ha, accanto ad innegabili diritti, imprescindibili doveri.
Nessuno ha un comando assoluto: dinanzi ad ognuno dei membri della famiglia sta lo stesso dovere di amore reciproco e di ubbidienza al Signore.
Ogni individuo poi non è solo vincolato, per natura, ad una sola, ma a varie
famiglie e quindi ancora alla propria
nazione ed alTumanità intera.
Dio è il Padre di tutti: dunque tutti
gli uomini sono fratelli e formano, nella loro totalità, una sola grande famiglia amata da Dio e redenta dal sangue
del suo Figliuolo Unigenito, Gesù Cristo, nostro Signore. u. b.
rail iiniuii min
ORFANOTROFIO FEMMINILE
L
Bertin rag. cav. Stefano L. 20,~
Berton Maestra Elvina 20.—
Affettuoso saluto alle orfanelle dal-
la banabina P. D. 500,—
Giuseppe Pons, in memoria 5 —
Gallian Bauer 500,—
Malan Emery 10,—
In memoria di Ida Malanot
Fouqué ' 50,—
AJess. Pasquet, in memoria 100,—
Elide Platzer, in memoria 20,Targetti ' 10,Mathieu ved. Eynard 100,—
Silvana Spadea 10,Lina Coisson 15,—
Sorelle Viglielmo 40,-*
Una gentile donatrice 5,—
Melania Peyronel 10,—
Hurzele Lidia 50,—
In m,emoria di Elena Pons, i con-
giunti 300,—
Carolina Gay Durando 25,—
Riconoscente al Signore 5,Gardiol Dino e Marta 50,—
Girardi cav, Mario 200.-^
Miuroante Elena 50,—
Eynard Stefano, In memoria della
moglie 200,—
Seguito in quarta pagina
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E’ nota la serena, cidma, intima vita
famigliare di Lutero; col suo nwitrimonio il Rifonrnaitorè volle « sxiggellare la
sua dottrina agli occhi dei deboli » poi?
•chè « credeva la sua fine prossima, vedendo che i popoli non meno dei principi erano in furore contro di lui ». Spogliandosi delle ultime veistìgia d’asoetismo monacale, proclamò con la sua condotta la legittimità e la santità del matrimonio, instaurò il focolare del distia-no e del pastore. In quel focolare Lutero ci appare con la semplicità del suo
cuore di fanciullo, tenero, affettuoso
gioviale, riconoscente a Dio, animato da
quella fede che afferrava lagni occasione per elevarlo nelle sfere celesti. Lutero amava la sua famiglia con tutta l’anima: era la sua creazione e una delle
sue opere più belle. Amava Ja moglie,
compagna fedele, -comprensiva, affettuosa, amava teneramente i sei figli per
i quali fu un padre incomparabile; con
essi pregava e cantava mattina e sera, p
s’intrattetneva a lungo sui più sviariati
argomenti, severo ed indulgente ad un
tempo, mosso sempre da] più profondo
affetto.
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Lutero, e con luì tutta la Riforma,
considerava la famiglia come una istituzione divina. E tale appare infatti dalla rivelazione biblica. « Non è bene che
l’uomo sia solo; io gli farò un aiuto che
gli sia convenevole », disse il Signore
dopo la creazione dei cieli e della terra. E Dio formò una donna della stessa
natura deU’uomo in modo che Adamo
potè dire: « Questa, finalmente, è ossa
delle mie ossa e carne della mia carne ».
L’uomo e la donna sono originariamiente un solo e medesimo essere, sono le
due parti di una vivente unità voluta
da Dio. La solitudine è la morte di ogni
gioia e di ogni feconda attività: chi vive .solo non è spronato nè al lavoro nè
al progresso e, in genere, non risponde
al fine per il quale è stato creato. Certo, indipendentemente dal vincolo familiare, esistono altri vincoli che legano
l’uomo alla società, ma di fronte a quello son tutti di importanza secondarla e
relativamente fragili. Anche l’amicizia
più salda ha i suoi limiti: il tempo e la
distanza separando le persone separano
i cuori; la diversità di carriera o dì fortuna, talvolta di semplice opinione, bastano non di rado a infrangere le più
antiche amicìzie. Il vincolo matrimoniale è il più stretto, il più intimo, il
più sacro. Nessun amore, se non quello
dovuto a Dio, dev’essere più grande
deH’amore che lega il marito all? moglie.
Se l’apostolo esorta le mogli ad essere « soggette ai loro mariti come. al Signore» questa relazione di dipendenza
implica un affetto che non può esistere
realmente in uno dei coniugi senza esistere nell’altro. L’evangelo pone la moglie in condizione di dipendenza dal
marito, ma associandola a tutti i suoi
interessi materiali, morali, religiosi,
rende gli sposi uguali davanti a Dio ed
esige affetto reciproco ed incondizionato. L’affetto cristiano deve santiñcare
l’affetto naturale e prevenirne ogni incostanza od abuso. Anche le possibili
differenze di carattere e diveigenze di
gusti 0 di idee non alterano negli sposi
cristiani il fondo dell’affetto e non ne
dissolvono l’integrìtà. Ai fini della salvezza l’Evangelo pone l’uomo e la donna esattamente sullo stesso piano e addolcisoe con l’amore cristiano gli affetr
ti dell© ineguaglianze che possono eMstere fra di essi. S’intende che la santa
ralazione matrimoniale non può esistere che fra un sólo uomo e una sola donna. Dio creò un uomo, poi una donna e
le due creature formarono interne la
creatura perfetta secondo la mente del
Creatore*
Tuttavia Dio non orieò l’uomo e la
donna soltanto l’uno per l’altra. Creandoli Dio li volle associare a sè nell’opera
delia creazione. La famiglia si completa
nei figli; nei figli, diciamo, non nel figlio. L’uomo e la donna devono diventare spqisi, gli sposi devono diventare
genitori. E ciò non solo per ubbidire alTimpulso deH’istinto e delle leggi naturali ma per libera adesione dell’anima;
non per consuetudine o necessità o fatalità ma in virtù di un atto consapevole
e volontario; non protestando contro le
inevitabili fatiche e rinunzie che implicano la paternità e più ancora la maternità ma trasformando in legami del
cuore e dello spirito il legame del sangue e associandosi alla mente di Dio
che ci ha creati perchè creassimo a nostra volta.
Ai genitori Dio ha conferito una particolare autorità in virtù della quale
hanno diritto all’onore dei figli. Per impedire che il mondo peccatore diventi
un caos Dio ci sottopone ad autorità
la volontà di Dio, nella dipendenza reciproca deH’uQmo e della donna e dei loro fiigli, ha per sè le più preziose benedizioni. La dove l!autiH-ità del capo
famiglia è maggiórmente lispettata,
maggiore è pure il riispetto' per l’autorità civile; dove mag^ore è Tubbidìenza
e più rigorosa la disciplina più piacevole è il vivere sociale e più gratide la
'prosperità.
La vita che comincia col circondare
d’un rispetto sincero la prima autorità
che incontra sul suo cammino; la vita
che trova la propria edùèazìone all’om,^^a d’un felice santuario domestico e
che ha nei genitori che essa rispetta ed
ama un tale incoraggiamento alla virtù
che non è superato se non dall’incoraggiamento che le viene dal’amore di
Dio, è una vita che ha tutte le premesse
d^l benèssere fisico e morale, e le più
solide garanzie della felicità. Il fanciullo che al focolare domeStAco prende coscienza di un’autorità superiore alla sua,
apre il suo cuore al sentimento della
dipendenza e della fratellanza, nasce
alla vita sociale, impara che nessuno
quaggiù vive soltanto per sè stesso, ma
che il riposo, la prosperità, la felicità
J^ìsogna saperlo : il piano dei nostri sacrifizi pecuniari ha bi^
sogno di una revisione totale, duello che ci vuole, non sono soltanto
dei doni più considerevoli, ma sono dei principi nuovi.
(Adolfo JVÌonod)
umane fra le quali la prima in ordine di
tempo e di dignità è l’autorità dei ge^
nitori. Il primo dovere che l’essere
umano incontra nella sua carriera terrena è il dovere che lo lega a coloro che
gli hanno dato, la vita. Pertanto l’onore
dovuto ai genitori è degno di occupare
il primo posto nella gerarchia dei doveri che sono alla base dèlia vita sociale.
La coscienza naturale fornisce ad ogni
uomo una certa conoscenza di Dio e sveglia in lui una forma più o meno rudimentale di culto; così la natura insegna ad oigni bambino ad amare e a rispettare i suoi genitori. Ma conie la
cosciènza naturale dev’essere guidata,
corretta, illuminata dalla rivelazione biblica, così ristinto filiale per portare
tutti i suoi frutti deve crescere nel clima della fede cristiana. Di tutti i comandamenti del Decalogo forse nessuno
era così scrupolosamiente osservato nella casa d’Israele come il comandamento di onorare il padre e la madre.
Nell’ordire dei comandamenti l’onore
dovuto ai genitori vien dopo l’onore
dovuto a Dio. Ma nell’ordine della natura vien prima. Infatti per il bambino
il padre è al tempo stesso padre e dio.
Il bambino non può riconoscere un essere superiore a suo padre. Non v’è sa^
pienza, forza, coraggio che egli non possegga; è il migliore degli uomini, è il
più grande dei padri, è colui al disopra
del quale non esiste nessimo. Il cuore
che si innalzerà più tardi a'il’amore e
all’adorazione del Padre celeste, per un
lungo periodo di tempo non lo conosce
e non ne sente il bisogno. Gli basta '
il padre terrestre che Dio riveste di
autorità agli occhi del figlio e nel quale
il figlio, anche fatto adulto, riconosce
sempre una particblare dignità e un ségno dell’autorità stessa di Dio.
Abbandonato alla legge di natura il
figlio si emancipa insensibilmente dal
padre e talora anche presto e in modo
completo e definitivo, non dissimile in
questo dall’uccello che dopo un periodo di inevitabile dipendenza, acquistata
la sua autonomia, segue il suo destino
senza più curarsi nè del suo nido nè di
òhi il nido ha costruito. Ma per il crédente Tautoriità dei genitori non ditninuisce con il passare degli anni. Non
diirfnitdace perchè ha il suo fondamento
in Dio e non soltanto nel sangiie, nei
sentimenti naturali di dipendenza, di riconoscenza, di solidarietà fra quelK che
vivono sotto lo stesso tetto e partecipano alla stessa mensa. ,
T * •
La vate famigliare radinata, secondo
della famiglia hanno per condizione
prirnia l’affetto reciproco che fa di ciascuno il servitore di tutti e di tutti i servi di ognuno.
La rivelazione biblica fa risalire a
Dio direttamente la creazione deU’istituto familiare. Basta questo solo fatto a
indicarne il valore fondamentale e insostituibile, l’altissima dignità.
La Riforma ha rimesso in luce questo
valore e questa dignità. Le nostre comunità valdesi compenetrate di spirito
biblico e riformato hanno sempre tenuto in grandissimo onore la vita di famiglia, considerandola giustamente come
il fondamento della vita religiosa, morale e civilie. Così la dobbiamo considenare oggi ancora. Alh. R.
ÇRONflQflySâESC
ANOROONA (Capoluogo)
Come una fiammella a cui manca l’alimento, s’è spenta ai Giovo d’Angrogna
in età di 77 anni, Giulia Saret vedova
Bertalot.
Ai figli ed ¡alle figlie, vicini e lontani
rimane un dolce ricordò.
L’Eterno è per noi tm rifugio d’età in
età.
ANGROGNA (Serre)
Nei' giorni 24 e 25 corrente decedevano subitamente a Pradeltorno di morbo
crudele due bimbi della nostra Chiesa: Benech Alma di anni 12 e Benech
Edi di anni 3 ambedue figli di Giovanni
e Luisa Benech.
La Comunità si stringe intorno alla
famiglia così tragicamente colpita nei
suoi' affetti ed invoca su di essa le benedizioni e le consolazioni del Padre.
c. a.
LUSERNA san GIOVANNI
Sabato 28 novembre, alla presenza di
numaerosi parenti ed amici, è stato celebrato il matrimoniò dèi sig. Giovanni
Rostagnol, della Fontana, con la sig.na
Edi dalla, dei Jalla. Riimoviamo agli
sposi felici i nostri affettuosi auguri di
ogni benedirione nel Signore.
penneRo-MANloLiA
Dopo breve malattia, è deceduta a
Pumeifrè all’età di 73 anni Pascal Maria vedova Ferrier. Un lungo corteo accompagnò le sue spoglie mortali nel cimitero di Perrero. Bissa fu madre esemplare di una numerosa famiglia a cui
vada respressicme della nostra più cordiale simpatia.
POMARETTO
Due volte la settimana scorsa il cimitero di Vivían si è aperto per ricever-."
vi le àpoglie mortali di due nostri fratelli di Inverso Pinasca: quella di Ribet
EmiUo del Robert deceduto in età di
38 anni ddì)d lunigà e penosa malattia.
Egli lascia due orfani ancora in tenera
età e la sua .compagna sul quali invochiamo l’aiuto dà Alto.,
E quella di Cóstabel Mberto di Viviàn decèduto egli pure dopo lunga malattia in età <ü 66 anni.
Alla vedova come ai numerosi figli e
figlie dì cui due sotto le armi e una in
Frància, rinnoviamo l’espr^sione della
nostra viva simpatia cristiana.
MMIA’
Domenica 22 novembre abbiamo avuto la gioia di ricevere la visita della
corale di Torre Pellice diretta dal suo
presidente il prof. A. JaUa e dalla sua
direttrice la sig.na Dora Revel. Il culto
nel tempio ne fu abbellito ed arricchito
col canto di due inni eseguiti con grande valentia. Nel pomeriggio gli ospiti
si riunirono nella Sala della Gioventù
con un gruppo di fratelli Rorenghi per
cantare altri cori e fraternizzare in ima
atmosfera di gioiosa simpatia. Esprimiamo. ancora alla Corale della Chiesa
di Torre Pellice la nostra riconoscenza
per la graditissima visita.
— Abbiamo terminato gli « Esami di
quartiere » nelle vari'e riunioni della
Parrocchia. Molti vi dimostrarono uno
spirito di buona volontà e di zelo veramente incorag^ante. Questa dimostrazione, purtroppo, non trova ancora la
necessaria conferma nei culti della domenica matüha.
— Domenica 29 novembre in una
simpatica e fraterna riunione serale, i
nostri giovani ci hanno offerto il modo
di versare una modesta contribuzimie
per rinvio dell’Eco ai nostri soldàli.
Furono caldamente applauditi.
— 20 anni d’insegnamento. Nd ccnrso'
deUa stessa serata, un gruppo di ex alunni, disse parole di viva riconoscenza
e dì cordiale felicitazione alla insegnante sig.na Albina Tourn che compie
quest’anno il suo ventesimo anno d’insegnamento in Rorà: alcuni bimbi recitarono una commedia scritta espressamente. Un ex alunno, ora insegnante
anch’esiso e studente teologo, disse un
discorso, alcune giovanette offrirono,, a
nome di tutti, un ricordo ed alcuni fiori.
A tutti rispose commossa la festeggiata.
SAN (ARMANO CHISOWE
L’il novembre è deceduto aH’Aisilo
dèi Vecchi Gaydou Pietro originario di'
Massello. Il 29 novembre Cardón Giovanni, originario di Prarostino.
— Ricordiamo a tutta la gioventù
della parrocchia Tannunciato Convegno
Interquartieraile per Domenica prossima alle ore 15.15 nella Sala delle Attività.
— Sabato 28 novembre abbiamo invocato la benedizione di Dio sugli sposi
Long Eli, Maresciallo maggiore del 3*
Regg. Alpini e Meynier Ilda di Villa.
Vivissimi auguri di cristiana felicità.
TORRE PELLICE
— Giovedì della settimana scorsa
abbiamo accompagnato al Campo santo
la spoglia mortale della sig.na Margherita Stallé di Rounc Ravadera, che il
Signore ha richiamato da questo mondo
all’età di 45 anni, dopo assai' lunga malattia e circondata dalle cure affettuose
dèi suoi genitori ai quali come pure a
tutti i congiunti esprimiamo ancora la
nostra vivía sbnpatia cristiana.
Nello stesso giorno ha avuto luogo
la sepoltura del sig. Augusto Benech,
deceduto aU’età di 46 anni. Da molti
anni era sofferente, assistíto amorevolmente dalla consorte sulla quale, come
sugli altri parenti, invochiamo le celesti' consolazioni.
— In memoria del caro padre, il prof.
Giovanni Gönnet e la sua s^ofa haxtno fatto un’offerta di L. 500 ‘alla Chiesa.
* — Le conferenze del prof. Lombardini comtíiiuiano ad attinare un buon
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pubblico. L’argomento della quarta
•onferenza (che avrà luogo nella Sala
dell’Asilo, Infantile domenica prossima,
6 dicembre, alle 16.30) è il seguente:
Correnti laterali deilla Rifoirma (AnabattisU, Mistici', Ahtìtrìnitari).
— Durante le tre ultime domeniche
dell’Avvento (nel Tempio valdese, alle
•re 10.30), il pastore studierà in tre dì•corsi il tema: L’avvenire secondo la
Parolla di Dio. Il primo studio, domenica prossima, 6 dicembre.
— Durante il culto di domenica scorsa, il pastore si fece l’interprete dei
sentimenti della comunità di Torre nell’esprimere parole di' calda simpatìa
verso coloro che dovendo abbandonare
le loro case nelle città colpite da incursioni aeree sono venuti in mezzo a
noi; e disse pure la sua vìva speranza
che i Valdesi, nei riguardi di quelli che
hanno bisogno di ixn aiuto ^irituale o
materiale si ricorderanno della regola
d’oro di Gesù: « Tutte le cose che voi
volete che gli ucohi'ni vi facciano, fatele
anche voi a loro ».
— n capo distretto, sig. Nisbet, ha
parlato nel culto di domenioa passata
della situazione finanziaria della Chiesa
Valdese, dei doveri che incombono a
tutti i membri, dei sacrifizi che sono
loro richiesti e delle benedizioni che
sono assicurate a chi vuol essere fedele
agli impegni assunti. Siamo sicuri che
ì suoi appelli non saranno resi vani dall’avarizia o dall’indifferenza riguardo
alle urgenti e grandi necessità della
Chiesa.
Seguito pagina due
Capp. Milit. Ten. Alfredo Rostaing 50,—
In memoria di Alessandro Martìnat
Beux 50,—
Maritano Severino 15,—
Ottavia Defilla 50,—
Ricca Dertin Margherita 25,—'
Giov. Boulard famiglia, in -memoria 25,—
Famiglia Balmas e Peyrot, in memoria del babbo 250,—
Comha Gustavo e Ketty 20,—
Angela Spoerry 50.—
A. e E., in memoria del caro babbo 500,—
Angela Long Griset, in memoria 10,—
Peyrot Ernesto 25,—
Ugolini 10,-1
Alcuni amici dell’orfanotrofio
ascoltando della buona musica 500,—
Bmma Giordano, in memoria della
«orella 200,—
Lina e Giov. Belotti, in memoria 50,—
P^rretti Cecile e Suzy 40,—
In memoria di Bahnas Faderico,
sorella e cognato Long 25,—
La cognata Balmas Giuseppina 20,—
I nipoti Olga e Emilio Beri 20,—
Anita Long 20,—<
Irma Mario Bianconi 30,—
Irene Walter Long 25,___
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Ha per scopo la preparazione di
giovani cristiane, che desiderano consacrare interamente la loro ^vita al
Signore, curando i sofferenti.
Si mantiene mediante offerte volontarie.
Diaconesse felici 1 Un’idcaic laagamente sognato che si ]»aè adhuare nella
vita delle nostre giovani.
Per informazioni e offerte rivoif#«i
al Direttore della Casa
SlQ. PasT. ROBERTO NISBET
Convitto Valdese
TORRE PELLICE (Törin«)
Cappellani Valdesi
Jé-fc"
Capii. Ermanno Rostan - Cappellaiso lii.
litaxe Valdese - Comando Presidio Hilitare -< Torino.
Ten. Davide Cielo - Capp^lano Mìlfeiare
Valdese - Delegazione Comando Supremo A. S. E. - P. M. 27.
Ten. AlfredK> Rostain - Cappellano Miktare Valdese - Quartier Generale - Divisione Alpina Taurinense - P. M. 2f t.
Indirizzi di Chiese Valdasi
I DISTRETTO:
Angrogna — Pastore : Arnaldo Comba.
Angrogna (Serre) — Pastore Edoardo
Aime.
BoWiio Pellice — Pastore : AlbertoRicca.
Luserna San Giovanni — Pastore : Loponzo Rivoira.
Massello — Pastore : Enrico Tron.
Ferrerò — Pastore : Oreste PeyroneL
Pinerolo — Pastore : Luigi Marauda.
Pomaretto — Pastore : Guido Mathieu
Frali — Pastore: Arnaldo Genre.
Pramollo — Pastore : Paolo Marauda.
Prarostino — Pastore : Umberto Bert.
Riclaretto — Pastore : Alfredo Janavel.
Rodoretto — Pastore : Arnaldo Genre.
Rotò — Pastore : Enrico Geymet.
San Germano Chisone — Pastore : Gustavo Bertin’
Tenere Pellice — Pastore : Giulio Tron.
Bissino — Chiese: Corso Vittorio Emanuele, 23 e Corso Principe Oddone, 7.
- Pastori; Elio Eynard, Via Pio V, 15
- Roberto Comba: Via Beirthollet, 34.
Villar Pellice — Pastore : Roberto Ja
hier.
II DISTRETTO:
Abbazia: « Chiesa dì Cristo ». Culto alle 16 - Pastore C. Gay, da Fiume.
Aosta: Chiesa: 11, Via Croce di Città Pastore: V. Subilia, Via XXIII marzo
n. 1.
Bergamo: Chiesa: Viale Vittorio Emanuele, 4 - Pastore: M. Moreschini,
Viale Vittorio Emanuele, 52.
Biella: Chiesa: Piazza Funicolaie Culto: la I, III, V domenica del mese
(da Ivrea).
Brescia: Chiesa: Via dei Mille, 4 - Pastore: D. Fomeron (ivi).
Carema: Da Ivrea: seconda domenica.
Como: Chiesa: Via Rusconi, 9 - Pastore: Carlo Lupo, Via T. Grossi, 17.
Coazze: Chiesa Valdese.
Cormaiore: Chiesa Valdese: Pastore
Vittorio Subilia.
Felonica Po: Chiesa Valdese - Pastore
Lami Coisson.
Fiume: Chiesa Valdese - 6 e 8 Via Pascoli (culto ore 10) - Pastore C. Gay,
Salita F. Colombo, 8.
Ivrea: Chiesa Valdese: Corso Botta, 5
- Pastore A. Vinay, Casa Bavera,
Via Cascinette.
Milano: Chiesa: Piazza Missori, 3 - Parstore Enrico Tron - Via Euripide, 9
Mantova: Chiesa: Via Bacchio, 5 (da
Felonica).
Piedicavallo: Chiesa: Via Carlo Alberto - Culto prima domenica del mese
(da Ivrea).
<S. Lucia di Quistello: Chiesa Valdese
(da Felonica Po).
Susa: Chiesa: Via Umberto I (da Torino).
Tramonti di Sopra: Chiesa Valdese (da
Venezia).
Trieste: Chiesa; Via S. Maria Maggiore
- Pastore Guglielmo Del Pesco, Piazza Libertà, 6.
Torrazza Piemonte: Chiesa Valdeso (da
Ivrea) terza domenica.
Verona: Chiesa: Via Duomo (da Brescia).
Viering: Chiesa Valdese (da Aosta).
Venezia: Chiesa: Palazzo Cavagnls S. Maria Formosa - Pastore E. Ayassot (ivi).
prof. QiKO CosTABKL, direttore responsabile
«ARTI GRAFICHE L’ALPINA - Torre Pelliee »
Tmm
In tempo di guerra tutti devono
imparare a tacere. Notizie, apparentemente innocue, su movimenti di truppe, di lavorazione negli atobilimenti miZifori,
possono giungere alVorecchìo
del nemico ed arrecare danni
incalcolabili. Nessuna ingenuità e nessuna indiscrezione. II
silenzio assoluto tu quafeiaH
notizia di carattere militar« é
un dovere di tutti gli italiani