1
ECO
DELLE VALLI VALDESI
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE PELLICE
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XCVl 1 Una conia - Nuni, 5 Lire 40 ABBONAMENTI \ Eco: L. 2.000 por l’interno Spedizione in abbonamento postale - I Giuppo bis TORRE PELLICE - 4 Febbraio 1966
/ L. 3.000 per l’estero Cambio di indirizzo Lh— 50 Ammin. Claudiana Torre Pellice . C.C.P. 2-17557
IL MINATORE
Ore 7: e’è il cambio della guardia; la natura è avvolta in un manto di neve fresca; i minatori escono
a gruppi dalla miniera della G., rac
colti, pensosi; in una povera barac
ca, dove troneggia un rudere di stu
fa, si raccolgono a turno « le senti
nelle » vaganti lungo il piazzale. Si
entra: sorridono i minatori ai volti
amici; strette di mano, scambio di
pensieri e poi nella miniera, insie
me, per qualche ora soltanto, noi,
mentre loro, i minatori, staranno
per dodici ore consecutive per un
diritto, per un sacrosanto diritto; si
cammina in silenzio per un tratto,
poi ecco l’incontro con « gli occupanti n: ruvide panche, tavoli improvvisati, sono mensa e giaciglio
ad un tempo nel breve spazio della
galleria.
A un incrocio c’è una lunga tavolata di Sardi; s’ingegnano di passare il tempo con un po’ di musica,
qualche gioco di famiglia; uno di
loro ha otto figli, tutti piccini: otto
bocche da sfamare, l’alloggio, i vestiti mentre la paga, tolti gli assegni,
s’aggira su un netto approssimativo
di 70.000 lire per un lavoro sotterra, dove si contrae la silicosi, dove
la vita si accorcia di vari anni... Poveri emigranti: dalla Sardegna alla
miniera del Piemonte in un mondo
e clima diversi, come tanti altri ancor più lontani, la cui vita è tessuta
di aniarezze, separazioni, sofferenze morali senza nome...
Vicino ai Sardi, i forti contadini
della fascia alpestre che di padre in
figlio fanno la consegna d’un lavoro
ingrato, che stronca a 50, 60 anni
quelle querele umane vinte da un
nemico insidioso, la silicosi. Nell’ambiente caldo, soffocante le maschere servono a poco; dopo « una
volata » di mine, nel fitto polverone res|)irare con la maschera è una
impresa ardua; aggiungasi al fumo
delle mine l’odore del legname in
deco7uposizione, l’umidità apportatrice di malanni notevoli, gli sbalzi
di tem[)eratura, ecc. Sono !ì insieme, uniti questi figli della montagna, silenzioni, sbocconcellando un
po’ di j)ane e salame fatto in casa
oppure giocavido a scopa, aspettando con fiducia il frutto del loro sacrificio.
Ci si addentra nel cuore della miniera là dove la montagna è tutta
impregnata, rigurgitante di talco:
perforatrici, pale meccaniche, attrezzi vari sono lì accanto ai minatori, come corn])agni per venti, trenta, quarant’anni, al cospetto della
bianca ¡»avete di talco, inesauribile;
li, nella terra dei morti, sono sepolti
per un buon terzo della loro esistenza prima di gioire per breve tempo,
con fiato corto, coi « polmoni pieni )) gli ultimi mesi o anni della loro ])ensione...
Si giunge dalla parte di Salsa dove la natura silente, ammantata di
neve, con frangio di verde e i punti
grigiastri delle case, la singoiar contrasto col mondo della miniera.
A tutti i minatori inviamo un pensiero affettuoso ed augurale invocando l’assistenza di Colui che ha
fatto di Suo Figlio, l’Unigenito, il
Minatore per eccellenza sceso nelle
profonde gallerie dell’egoismo umano per condurre tutte le (reature
verso la luce, verso l’amore per gli
umiliati e gli oj)j>ressi. Miiumus
L’opuscolo
del XVII febbraio
GUSTAVO BOUCHARD
La Scuola Latina
di Pomaretto
A cura
della Società di Studi Valdesi
L. 100
(f Pregate dunque il Signore delL messe,
che munJi degli operai nella sua messe »
(Matteo : 36-38)
L' appello pressante che Gesù rivolge ai suoi discepoli non vi ha mai
sorpresi?
In effetti, Dio ha inviato il Figlio nel mondo, non l’ha risparmiato, ma l’ha dato per tutti noi : e questo nella sua sovrana libertà.
Non solo non c’entriamo per nulla, ma la sua iniziativa era così
estranea ai pensieri degli uomini, è rimasta così incompatibile con i
desideri dei loro cuori, che non abbiamo fatto « nessun caso » di suo
Figlio. La nostra salvezza non sta nell’esaudimento di nostre preghiere; è la vittoria che l’amore onnipotente di Dio ha riportato contro
di noi! E d’ora in poi, fino all’Avvento del Signore, Egli conduce a
termine i suoi piani di misericordia trionfando della nostra infedeltà.
Ma allora, è il caso di supplicare Dio di far di tutto per la salvezza delle moltitudini senza pastore? Dovremmo forse convincerlo
a reclutare dei messaggeri affinchè il suo Evangelo sia annunciato ai
popoli d’Africa e d’Oceania? Per parlare semplicemente, non sarebbe
un rovesciare le parti, osare implorarLo di amare con il nostro amore?
per comprendere il senso dell’esortazione di Gesù, basta che non la
■I stacchiamo dalla Buona Novella. Il perdono che da Lui riceviamo
non è un semplice tratto di penna tirato sulle nostre colpe. Dobbiamo
vivere del suo perdono, sì da immetterci nella sua comunione, e da
dimorare in Lui. E dimorare in Lui è più che essere resi beneficiari
della sua salvezza. D’ora innanzi siamo chiamati ad amare com’Egli
ama e a volere ciò che Egli vuole. La sua causa diventa la nostra. Ci
è accordato il privilegio incomparabile, nel tessuto della nostra esistenza, di partecipare alla sua opera di misericordia. E il servizio del
Regno non è nè quello di strumenti nè quello di mercenari, ma di
figli. Dio aspetta anzitutto da voi e da me che accettiamo di incontrarLo per ascoltarLo e risponderGli con una fiducia totale, affinchè
non restiamo estranei, in qualche modo « esterni » alla sua volontà,
ma che Gli chiediamo con fervore di realizzare ciò che concorre
alla sua vittoria. v
■#
. %J:---
uando Lo preghiamo, la sua gioia non è quella di registrare la
VJf nostra passiva acquiescenza a ciò che fa oggi e farà domani, ma
di associarci alla sua lotta e di vederci impegnati nelle sue più concrete iniziative; sua gioia è che insistiamo con più semplicità e con
più audacia affinchè Egli realizzi i suoi piani.
Pierre Lestringant
(dal Journal des Missions Evangéliques)
La nostra sola sicurezza:
un costante richiamo all'Evangelo
Cattolicesimo protestante
e protestantesimo cattolico
E’ urgente che i protestanti italiani sappiano discernere la loro particolare responsabilità nel clima ecumènico odierno. Gli
stessi lennini oggi usatissimi di « eenmeniaino » e « dialogo ecumenico » rivestono
i significati più diversi' e sottendono da
parte cattolica o protestante intenzioni assai vari«. Le premesse teologiche in base
alle quali protestanti e cattolici si accostano al dialogo o lo respingono sono ancora spesso contradditorie.
Che pensare dunque delle possibilità di
un dialoigo tra cattolici e protestanti che
consista nel « prendersi sul seri'o » come
già ricordava Barth nel lontano 1927?^
E poi, dialogo ecumenico ha da essere,
incontro, ma tra quali protestanti e tra
quali cattolici?
Infatti protestanti e cattolici presentano
oggi ancora molti volti diversi, e — direbbe un fenomenologo — differentissimi modi di porsi. Non si vedo allo stato attuale
come sia possibile un dialogo tra certi strati
settari e diinsl del protestantesimo italiano
e altri' strati molto conservatori del cattolicesimo italiano o con certi ordini monastici, per non citare che casi estremi.
D’altra parte vi è da entrambe le parti
un igiustiÈcato timore ohe, mentre i più
consaipevoli — valutando le difficoltà di
un dialogo onesto, che non lasci nell’ombra le reali divergenze dogmatiche e strutturali delle varie chiese '■—- si astengono,
altri elementi guidali da Un irenismo entusiastico e superficiale, creino un clima
di confusione pseudoeoumenica, e lascino
alimentare troppo ingenui e superficiali'
.consensi.
Dunque, allo stato attuale, che fare?
Potremmo, come protestanti italiani, a
contatto con taluni degli aspetti più chiusi
del cattolicesimo, concludere che sostanzialmente nulla è mutato nel Cattolicesimo?
Ci pare che dobbiamo dar prova di una
maggiore sensibilità nei confronti del reale
travaglio del Cattolicesimo odierno.
Nimiiiiiiiiniimiiiiiiiimiiiiimi:
Lottano
per il buon
HANNO RAGIONE
diritto
in Val
Germanasca
tV I minatori della Val Germanasca e
della Val Chisone hanno occupato le
miniere di talco e non torneranno indietro facilmente.
★ La loro azione ripropone decisamente ai poteri costituiti e alla opinione pubblica la gravissima situazione del Pinerolese.
★ Beloit, Mazzonis, CVS, RIV, Talco
Grafite : una democrazia deve saper
trovare gli strumenti per muoversi
energicamente nell'interesse di tutti.
La legge non può essere l'eterna salvaguardia dei privilegi di chi economicamente è più forte.
monotonia dai lavoratori,
(Agape, 30 gennaio). Quello che immediatamente colpisce è la tranquilla decisione
degli uomini di picchetto sul freddo piazzale
della Gianna, davanti all’imbocco delle gallerie, e di quelli che dentro, a turno di dodici ore, presidiano le miniere di talco della
vai Germanasca. Sin dal primo giorno, il 17
gennaio, la stampa ha dato rilievo a questa
occupazione : colpisce la determinazione di
questi minatori, l’universalmente riconosciuto loro buon diritto; come colpisce la natura
del lavoro, tra i più duri e pericolosi, e cerio non tra i meglio pagati, al quale qui ci
si dedica da generazioni.
Non si tratta di un episodio che per breve
tempo interessi, l’opinione per poi sfociare
in un nulla di fatto. E ciò per tre motivi.
Primo, perchè i fatti che hanno determinato l’occapazione sono di un’estrema gravità, c questa gente non ha intenzione di
essere presa in giro : essa si attende l’osservanza da parte della ditta dei contratti, collettivi e aziendali, liberamente pattuiti e sottoscritti, la cui inadempienza è ni centro
deiratluale situazione; si attende inoltre precise garanzie circa il rispetto anche per il
futuro dei contratti e delle norme di legge
sul lavoro in miniera, giacche sin qui la società Val Chisone non si è certo segnalata
per la sua .scrupolosità in materia.
In secondo luogo, la situazione economica
del pinerolese sta subendo da tempo colpi
che hanno messo in crisi una zona tradizionalmente produttiva e la questione della Tal.
co Grafite è la goccia che fa traboccare il
vaso.
Tanto più che qui non sembrano valere
quei motivi di « crisi del settore », di « ristrutturazione », di « difficoltà finanziarie »
che sono stati più volte avanzati, con mortificante monotonia, per giustificar« situazioni il cui prezzo è sempre pagato, con altret
tanto mortificante
dalla jjopolazione.
Si parla, da parte della società Talco Grafite, di eccessiva incidenza dei costi di lavoro, di aumento dei noli marittimi, di concorrenza. E sia; lo si dimostri. Si amerebbe
sapere, da fonti ufficiali, il prezzo di vendita
del talco (è .segreto militare?), l’ammontare
della produzione annua, con i rispettivi dati
di confronto sul mercato internazionale (ivi
compreso il talco indiano, alla cui distribuzione non .sembra sia estranea la Talco Grafite), nonché la posizione in tale mercato di
una società che ha in concessione dallo Stalo
lo strultamento di enormi riserve d! materiale purissimo, di aite qualità competitive
(e quindi prodotto di interesse r.ezionale).
Sta di fatto che i bilanci 1962-63 c 1963-64
della Talco Grafite denunciano un utile netto di oltre 320 milioni, un ammortamento
Torre Pellice, 6 febbraio
CONVEGNO AGRICOLTORI
comprensorio
di bonifica montana
della Valle del Pellice
Presidenza: dott: Ettore Bert, con
l’intervento del geom. Edoardo Martinengo. dell’Assessorato Provinciale alla Montagna, e del prof. Alberto Baridon, dell’Istituto Nazionale delle
piante da legno.
La riunione, che avrà Inizio alle
ore 9,15, si terrà nella Biblioteca Valdese; pranzo alla Foresteria (iscriversi entro venerdì 4 presso il Pastore Deodato, tei. 20.09, o la Segreteria
di Agape, tei. 85 14).
di 408 milioni e forti aumenti del patrimonio. Sono cifre rispettabili. I dati sui salari
forniti dalla società non trovano conferma
in nessuna delle buste paga che abbiamo potuto controllare. « L’Eco del Chisone », settimanale cattolico di Pinerolo, citava recentemente il procuratore generale di Milano, secondo il quale è « aberrante la concezione
economica di quegli imprenditori che, avendo guadagnato ieri 50 milioni e oggi solo
49, considerano il milione in meno... una
perdita irreparabile... ».
Ora è necessario indicare una via di uscifa
e seguirla, e dare ai minatori un appoggio
chiaro, concreto ed ampio, con tutti i mezzi
che spettano di diritto ai cittadini. E’ giunto
il momento di porre un argine al franare
della situazione di tutto il pinerolese. Altrimenti sarà veramente una frana sulle cui
conseguenze è bene che tutti riflettano seriamente. Non amiamo drammatizzare nè avanzare proteste violente e generiche. Siamo
spinti dalla nostra coscienza di credenti, e
questo per noi non è un gioco. Crediamo di
essere stati chiari.
Veniamo al terzo punto. Ogni qual volta
uno dei complessi produttivi della zona è entrato in crisi ci sono state dichiarazioni, attestazioni di solidarietà, interessamenti : ma si
è sempre concluso con un nulla di fatto. 1
casi Mazzonis e CVS sono gli esempi più
clamorosi. Legalmente e giuridicamente, a
quel che pare, « non si può far nulla ». Nel
caso della Talco Grafite, viste le gravi inadempienze della ditta, i minatori hanno chic,
sto sin dai primi giond, appoggiati in questo da consigli comunali della valle, la revoca della concessione. Ebbene, subito si è
prospettato da varie parti l’argomento delle
« difficoltà legali e giuridiche di intervento ».
Non vogliamo entrare qui nel merito di questo problema. Certo è che tali difficoltà non
sono insorte, giorni fa, quando la forza pub
CONTINUA
IN SECONDA PAGINA
Uno degli aspetti più veri del Cattolicesimo attuale è — si deve ammetterlo —
la riscoperta del Vangelo, offerto alla lettura dei fedeli senza le limitazioni e le
cautele di un tempo. E basta leggere i documenti cattolici conciliari iter accorgersi
di come il richiamo a passi biblici sia abbondante e costante, anche se per noi protestanti non risulti sempre convincente.
Inoltre vi è —■ da parte cattolica —• l’accettazione elle l’dncontro con i protestanti
avvenga su di una base comune, che è il
Vangelo, inteso come Parola di Dio. A
questo tipo di incontro noi protestanti non
possiamo sottrarci, e del resto non possiamo che rallegrarcene.
Abbiamo molte cose da dire agli amici
cattolici, ma abbiamo autorità ¡per farlo solo se le nostre critiche non sono basate su
un certo modo di ibtendere, da protestanti,
la Parola di Dio, ma sono rigorosamente
fondate sull’autorità della Parola di Dio,
che deve richiamarci e riformarci costan
temente, noi e i cattolici*. Pertanto i veech
libri di polemica, caustici e brillanti, d
facile e talora amena lettura, non sembra
no sufficientemente seri, e deiffiono essere
abbandonatT^ e il dialogo si fa estremamen
te più impegnativo, ipoichè ognuno dei par
tecipanti, colla severità che esige ’a P*
rola di Dio, impegna se stesso e la pro
pria fede.
E lo stesso metro, lo stesso giudizio de
ve essere esercitato sia verso le nostre co
munita che verso la Ohiesa cattolica, et
anche ciò deve avvenire eontemporauca
mente, poitjhè non sembra che la Parola di
Dio consenta di usare giudizi diversi e di
scriminativi quando la si riferisca alla propria o ad altre confessioni di fede!
E’ però vero che il dialogo ecumenico
fluisce per assumere un duplice aspetto : da
un Iato, all’interno di una singola confessione, esso diviene un richiamo all’unità
in Gristo nonostante le varie possibili correnti; d’altro lato il dialogo interconfessionale (ma non semibra possibile ih,; iiiio
proceda senza l’aTro).
Vi è però ancora —■ ed in questo trova
la sua giustificazione il titolo apparentemente contradditorio ed esasperatamente
dialettico di queste note —• un particolare
motivo che deve spingerci, cattolici e protestanti, al dialogo ecumenico. Ed è il seguente: chi oggi consideri, obiettivamente,
la prassi abituale, la composizione, l’attività e là teologia media delle varie comunità nostre, non avrà difficoltà a constatare
come essa non si discosti molto da quelle
(•orrispondenti di molte parrocohie cattoliche. E le une e le altre a volte paiono talmente secolarizzate da potersi ben dire di
loro quello che osserva Ellul : « La sociologia impiegata con metodo severo .priva
la Ohiesa di gran parte di quelli che riteniamo segni significativi, oi>ere delia fede,
espressione della verità ». Quanto si verifica in esse è aissai più simile a quello ohe
accade di regola in un qualsiasi' gruppo so
CONTINUA
IN SECONDA PAGINA
11111111111111111111111111111111111111111111111111111
liMIIIIIIffl A mSERM SAI GIOVAI!
la nuova scuola-convitto
per ritacilati psicliici
Domenica 23 gennaio è stata ufficialmente inaugurata — ma funziona
da parecchie settimane, sebbene non
ancora a pieno ritmo — l’ultimogenita delle istituzioni sociali-assistenziali valdesi : la Scuola-convitto per
minorati e ritardati psichici istituita
presso lo « Uliveto » di Luserna San
Giovanni dal Concistoro della Chiesa
Valdese di Torino (Commissione dell’Ospedale), con il concorso della Provincia.
Dopo una cerimonia tenutasi nella
Sala Albarin gentilmente concessa
dalla comunità di Lusema S. Giovanni, autorità e ospiti sono stati guidati in un giro di vìsita al nuovo Istituto. Daremo prossimamente una
cronaca più ampia della manifestazione e una presentazione, anche fotografica, della nuova opera, di cui
ci rallegriamo vivamente, sperandor
che sia debitamente apprezzata nellei
nostre Valli e oltre: si tratta di miqiB
iniziativa che s’inserisce tempestlvs^l
mente nel quadro di un proibitosi elno
oggi è venuto in primo piailòrsint^fi
nendosi aU’attenzione ^re
l'iui-'ijB'llR 9 olnsxn
2
pag. 2
N. 5 — 4 febbraio 1966
VALDESI E METODISTI
DECISIONI E rinvìi
L'INTEGRAZIONE Hanno ragione
e le sue garanzie
Il sistema dell’integrazione comporta in sè sue garanzie proprie per il
mantenimento non solo, ma lo sviluppo dei precipui caratteri distintivi delle chiese delle due denominazioni. E la prima di tali garanzie — è
bene ricordarlo ancora una volta —
è che tale sistema fu proposto e fu
accettato quale superamento definitivo del vecchio immaginoso progetto di pervenire alla fusione ed all’assorbimento reciproco in una nuova
chiesa denominazionale unitaria, dove tutto avrebbe dovuto esser nuovo
e nulla del preesistente doveva esservi conservato perchè specchio di un
passato che si voleva, ormai concluso e finito.
E la garanzia sta in questo che da
entrambe le parti si è, lentamente
invero e forse ncn ancora compiutamente compreso che il sistema denominazionale unitario è, sul piano
ecclesiologica, una via che non si attaglia per porre le nostre rispettive
chiese in grado di operare insieme.
Mentre la via dell’integrazione, senza possibili ritorni neppure parziali
su posizioni ormai superate, porta attraverso ia « autonomia ecclesiastica » ed alla « unione di chiese », ad
« una vita ecclesiastica in comune ».
Ma vi sono anche altre forme di
garanzia aii’interno del sistema stesso dell’integrazione. Su questo argomento noi esponemmo chiaramente
il nostro avviso nel Sinodo del 1963
con rm discorso consegnato per iscritto a verbale. In esso cercammo di
precisare i contorni ed i caratteri
dell’integrazione in atto, i suoi sviluppi, le garanzie reciproche che era
conveniente prestarsi a tacitare ogni
dubbio. Tale discorso ebbe la ventura
di esser valutato per il suo apporto
di chiarificazione.
Senza volervi insistere qui, diremo
solo che in sintesi tali garanzie insite
nel sistema risiedono nel lavoro comune inteso a stabilire in ogni singolo aspetto dell’integrazione quanto
di valdese e di metodista è proprio
aile situazioni esistenti da integrare
e porre l’imo a profitto dell’altro.
Infatti, parrebbe ovvio dirlo, la integrazione si fa tra valdesi e metodisti perchè essi testimoniano insiem.e
della realtà della loro fede comune,
su cui non v’è alcun dubbio; e non
p>er vederli sparire in una sintesi
amorfa per via della perdita delle rispettive loro connotazioni. Allora cercammo di precisare quali erano i valori di fondo a cui, come valdesi non
ci sentivamo di poter rinunciare a
rischio di non essere più quello che
siamo e di non riconoscerci più neila vita comime demani; e prospettammo concrete forme di garanzia da
attuarsi nel corso dell’integrazione
perchè ai metodisti, alle loro chiese
ed alle loro strutture venisse assicurata una medesima situazione; e
cercammo di indicare quale pwteva
essere l’apporto che i valdesi avrebbero potuto conferire all’integrazione per condurla in porto sulie basi
anzidetto.
Da allora sono passati quasi tre
anni, ma una risposta altrettanto
precisa, chiara, concludente ai quesiti posti per conoscere quali erano i
valori fondamentali loro distintivi a
cui i metodisti non intendevano rinunciare ma addurre come loro apporto specifico all’ integrazione, e
quali garanzie avrebbero offerte per
il contemporaneo mantenimento dei
caratteri peculiari nostri, ncn l’abbiamo ancora sentita. Conveniamo
che essa non è dovuta a noi personalmente, ma tuttavia non v’è stata.
In comnenso taluni fatti, talune decisioni di carattere pratico ci dicono
che anche da parte metodista si intende camminare, almeno da parte
dei dirigenti maggiormente impegna
ti e responsabili, su questa medesima
via; e non saremmo noi ora a reclamare una risposta sul piano teorico,
convinti come siamo che i fatti contano e dimostrano assai di più. Tuttavia di fronte alla generalità degli
interessati un dovere reciproco di
chiarificazione sussiste; ed esso sarà
tanto più convincente nei fatti dimostrativi di quella chiarezza di intenti che occorre al buon fine dell’operazione intrapresa.
Noi indicavamo come contenuto irreversibile dell’ apporto valdese all’integrazione : a) «un regime sinodale di chiese autonome e di missione ad un tempo, dove chiese e missio
PERSONALIA
E’ mancato il prof. Adolfo Tron, per
parecchi anni professore e preside alCollegio Valdese di Torre Pellice. Alla
vedova e a tutti i familiari esprimiamo la nostra più viva simpatia cristiana.
♦ ♦ *
Ultimamente il dett. Geraldo Mathìeu, dopo quarant’anni di lavoro,
ha lasciato la direzione del feltrificio
Crumière di Villar Peliice. In una
riunione le maestranze dello stabilimento gli hanno espresso il cordiale
apprezzamento per la sua opera e
l’augurio di un riposo sereno e ancora operoso (insieme all’augurio per
il suo successore sig. Aldo Frache). Ci
associamo cordialmente all’apprezzamento e aU’augurio.
ne in espansione si riconoscono tra
loro e vivono come Chiesa in un sol
corpo», b) «Un ordinamento che
anche in periferia, oltre che in. sede
centrale, si articoli in una gerarchia
di assemblee e di organi collegiali di
governo», c) «Il governo sinodale
delle nostre chiese, garanzia della nostra libertà interna ». d) « La Tavola
valdese espressione della comunità
dei Sinodo tra una sessione e l’altra ». E non bisogna dimenticare inoltre che le Chiese valdesi costituiscono diggià un unico corpo neila zona
italo-elvetica ed in queila rioplatense,
dove, come abbiamo già incordato, il
concetto di integrazione con ie iocaii chiese metodiste è avviato. Il problema del mantenimento di tale unità con i nostri fratelli sudamericani
è per noi e non solo per noi essenziale
come garanzia di rimanere totalmente al di fuori di qualsiasi denominazionalismo unitario a carattere nazionalistico, che in un’avvertita coscienza ecumenica sarebbe financo un
assurdo.
In pari tempo precisavamo che in
quanto vaidesi « non intendiamo porre preclusione alcuna all’apporto metodista aH’unione delie nostre chiese. Anzi intendiamo rispettare tutto
quello che i metodisti ritengono apportare nell’integrazione alla casa
comune per camminare insieme ». Il
discorso invece che noi non faremo
mai nei riguardi dei metodisti è quello di dir loro ohe consideriamo apporto positivo da parte loro la rinuncia a taiune delle loro caratteristiche
peculiari anche delle minori. Ma è
ovvio che riterremmo sommamente
ingiusto che una tale richiesta ci venisse anche solo larvatamente rivolta
dai metodisti.
Da quanto si è svoito in questi anni, crediamo di poter asserire che
una tale realtà vada imponendosi
dalle due parti neil’animo dei più. Si
tratta pertanto di mettersi a lavorare
di buzzo buono, liberi da preconcetti,
fuori da ogni irritazione perchè le
cose magari non vanno come personalmente si vorrebbe (in fondo quelli
che sembrano i più aggressivi e facili
al rimprovero verso i’aitro come allo
scontento, sono in buona misura dei
sentimenfaii affezionati all’impresa ;
bisogna che si calmino ! ), ed esa,minata la situazione nei suoi dettagli
ad ogni livello, vedere di voita in
volta di fare la somma dell’apporto
reciproco.
Procedere per integrazione ed inserimento celie Chiese metodiste e
valdesi in un lavoro comune significa
agire in modo che il piano operativo
progettato si attui per somma del rispettivo apporto di valori spirituali
ed ecclesiologici, e non per differenza
sottraendo dail’un campo quello che
l’altro non avverte come suo proprio
o forse non sente ancora come un
dato positivo da ricevere.
E con questo poniamo la parola
fine, per il momento almeno, a queste nostro già troppo lungo discorrere.
Giorgio Peyrot
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
blica è intervenuta per consentire che la Val
Chisone caricasse e portasse via del talco
dai magazzini del Malanaggio, dove si trovano forti riserve di greggio che permetterebbero alla ditta di affrontare in condizioni
di netto vantaggio una lunga lotta con i minatori. Vogliamo essere realisti. Il talco appartiene alla società Val Chi.sone che può
disporne, e sta bene. Ma quando la stessa
società contravviene a contratti legali e non
paga agli operai somme regolarmente pattuite sembra che non si possa far nulla (se un
privato cittadino non paga, giungono gli
uscieri, ma per una ditta le cose regalmente
non stanno cosi). Si ha in conclusione una
situazione assurda, in cui la « giustizia » che
le leggi devono servire finisce grottescamente deformata. E questo non può avvenire.
Riteniamo pertanto che il più ampio e vigile appoggio debba essere dato ai rappresentanti eletti e alle autorità costituite, dai consiglieri comunali ai parlamentari della zona,
onde si prendani quei provvedimenti concreti che la giustizia impone.
II discorso è serio. Le continue didicoltà
legali in cui si urtano tutti i tentativi di risolvere codeste questioni neirintercsse primo
della collettività pongono drammjtcamente
un problema che dovrebbe essere di prassi
normale in una democrazia : adeguare costantemente le leggi e gli organi di esecuzione a nuove condizioni economiche e so
Termina qui l'esposizione, invero assai
ampia, ma assai ricca e penetrante, che il
pfof' Peyrot ci ha dato dei rapporti caldometodisti: gliene siamo molto grati. Forse
qualche lettore vorrà intervenire, su questo
o quel punto particolare come sull’impostazione generale: raccomandiamo però la massima concisione, o non ci sarebbe possibile
pubblicare questi interventi.
(red.)
Culto radio
ore 7,30
Domenica 6 Febbraio
Domenica 13 Febbraio
Pp.St. LIBERANTE MATTA
uiiiiiiiiiiiiiiNtiiuim
iiiiiiiiuiiiiiiiiiiiinmmiimiit
I lettori ci scrivono...
E’ possibile pi'egare
con i fratelli cattolici?
Una lettrice, da Torino:
f( In verità vi dico ; Se due di voi
sulla terra s*accordano a domandare
una cosa qualsiasi, quella sarà loro
concessa dal Padre mio che è nei cieli.
Poiché dovunque due o tre son radu*
nati nel mio nome, quivi son io in
mezzo a loro » (Matt. 18 : 19-20). Con
la lettura di queste promesse del nostro comune Signore Gesù Cristo ha
avuto inizio una riunione di preghiera interconfessionale cattolico-prole,
stante. Riunione molto semplice: nessuno presiedeva: sul tavolo c'era soltanto una Bibbia, simbolo di quello
che, durante un anno di incontri,
aveva unito il piccolo gruppo: la meditazione comune della Parola di Dio.
Si sono quindi alternati un cattolico
ed un protestante nelle letture bibliche e nelle preghiere comunitarie. Per
le letture erano stati scelti il Salmo
96 e I Giovanni 4: 7-5: 5. II testo
delle preghiere di umiliazione e confessione di peccato contro Timità e di
supplicazione per Vunità della Chiesa
era quello pubblicato sull'« Eco-Luce »
nello schema per la settimana di preghiera. Dopo la lettura del passo della
T. Epistola di Giovanni vi è stato un
lungo momento di meditazione c preghiera spontanea : e non. c'era divisione. nemmeno nelle intenzioni della preghiera. In sede preliminare c era
stata una chiarificazione al riguardo.
« Tutto quello che è nato da Dio
vince il mondo: e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra
fede. Chi è colui che vince il mondo,
se non colui che crede che Gesù è il
Figliuol di Dio?» (T Giov. 5: 4-5).
Le divisioni confessionali appartengono al « mondo »: nella fede in Cristo possono essere superate.
Insieme cattolici e protestanti abbiamo professato la nostra fede recitando ¡I « Credo apostolico ».... pure
divisi abbiamo potuto dire: credo la
« Chiesa universale ». perchè di fatto
Cristo è il Signore della Chiesa, che
nella fede è e deve essere una. a-jche
se .storicamente divisa. La riunione si è
conclusa con il canto comune del «Ve.
ni. Creator Spiritus ».
E stalo possibile pregare insieme
con dei fratelli cattolici, pur nella
chiara con.sapevolezza delle nostre divisioni e delle differenze dogmatiche
e strutturali delle chiese alle quali
apparteniamo, perchè durante un anno intero cì .«ianio incontrali c confrontali e talvolta purtroppo anche
scontrali, ma .'soprattutto i>fTchè abbiamo ascoltato e meditato in.«iemp la
Parola di Dio che ci giudica tutti, e
cattolici e protestanti, c ci richiama
al ravvedimento. Giuliana Pascal
Tulle le dii'isinni confessionali apjxtrtengono al mondo, ma diversamente suddivisa e la responsahiliu) di tale
« mondanità ». rcd.
l n lettore, da Frauenfeld :
I^:ggo « La Luce » dal 1931. l.a
trovo sempre più conforme ai miei
sentinienii’ e la apprezzo mollo. Dio
benedica il vostro lavoro e faccia
del nostro giornale un messaggero
sempre più degno del nome che
porta. Cari saluti e auguri.
Domenico Di Toro
Cattolicesimo protestante
e protestaotesimo cattolico
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
cíale che non a quello che dovrebbe accadere per l’oipera miracolosa e imprevedibile
dello Spirito Santo.
Un esame poi meno superficiale, deve
fonvincerci di come vi siano ormai ricche
sovrastriitture teologicamente cattoliche nelle nostre comunità .protestanti, e non pochi
alleggiamenti protestanti in quelle cattoliche !
Infatti, se si considera che uno degli
elementi essenziali del Cattolicesimo è l’esigenza costantemente presente di un umanesimo cristiano, cioè di quella che i nostri'
Riformatori hanno definito piuttosto durainenie come « teologia della gloria », nel
senso che si finisce col sottovalutare l’Opera di Dio per dare gloria all’uomo, soUolïneando le possibilità umane di operare bene acquistando in qualche modo dei meriti
per la salvezza, dobbiamo onestamente os■servare che una mentalità -simile è quella
di non pochi' protestanti. E’ questo uno
degli aspetti del protes'.ante.simo che abbiamo definito « caitolico ». 11 « soli Deo
gloria » è spesso sentito come elemento di
tale morlificazione (in campo protestante)
delle is.anze morali aulogiustificalive da
sollecitare da parte di molti un ricupero
delle possibilità umane e della buona volontà deH’uomo. Vi è alla base di questo
ritorno protestante verso posizioni cattoliche, per lo pi'ù inconsapevole, una ineoniprensione teotogica fondamentale del « soli
Deo gloria » che diviene comprensibile solíanlo alla luce dell’Agape, dell’Amore di
Dio fatto carne per la creatura.
Soddisfazione di .se. ilei proprio lavoro,
della propria carriera (non parlo beninteso dei casi in cui una problematica religiosa relativa a questi falli nemmeno si è
posta, ma di quelli di prolesiaiilI cris'.ianamen e impegnali) sono l ostanleinenle presenti e ¡■oiilimianien'.e risorgono coinè tendenza a II canilalizzare noi stessi », a rivcndiiare il nostro valore l'ntrinseco, ad
aulogiiistificarci ed aiiloassolverci.
E la posizione di prudente attesa, di
manca o impegno di troppi nostri laici,
trova per la più la sua ragion d'essere in
una (inconsapevole) fiducia nella «mediazione » operata daU'opera del pastore o di
pochi altri Impegnali a portare il peso
delle comunità.
Sono questi solo alcuni spunti, che melilerebhcro un ben più aptirofondilo esame
eil una analisi più alellagliala.
In camipo ca'.lolico si fa ogni' giorno più
viva la lendenza, così lipicamcnle protestante. di assuiiicre gclosanicnle le proprie
responsabilità, di pensare colla propria lesta. di ohiellari- in base alla propria cosri'eiiza iiid.V'iduale, indtiiienidenlcnimle
dunque dalla coscienza generale della chiesa, di andare con ro corrente anello .se è
neeessario opporsi ad una ecrla linea gerarchira. In questo senso si può parlare di
un lallollccsimo prolesliintc. Non oseremmo parlare di un ritorno alla Bibbia, alle
fonti primitive del Grislianesiino, poiché
,-nl terreno del puro Evangelo le varie, reciproche ricchezze eonfcssionali protestanti
e eatloliche si ridiieono talora a pora cosa,
e « .si ltano » non pochi .settarismi e Iradizionalisiiil sia cattolici che protestanti, e
non poche sovra si rii II ore non suffieientemeiite fondale! Il solo alleggiamenlo vero
sembra e.sscre allora quello di una rouiune
eonfe.s-.ìone di peeeato.
Ma uè il -'allolieesimo ebe vi può essere
in seno al protestantesimo odierno, nè il
proteslantesiìmo che vi può essere in seno
al cattolicesimo odierno potrebbero costituire un elemento di unione, basata in tal
caso su elementi eonfassionali o strutturali
comuni.
Se rincontro tra protestanti e cattoliVi
non avviene sul terreno Evangelico della
Parola di Dio, si presentano per entrambi
gravi rischi.
Per i protestanti vi è il rischio die, dopo
aver fatta piazza pulita degli idoli e delle
iconi più appariscenti, dopo aver cercato di
ridimensionare la cliie.sa, riconducendola
a linee di servizio più umili, risorga, pungente e viva, la nostalgia di assicurarsi un
po.ssesso spirituale ,e di salvarsi. I valori
umani respinti a volte rabbiosamente o persino ingiustamente .si ripresentano subdolamente chiedendo di essere reintegrati alla
personalità.
Per i -.-altolici vi è —■ ci sembra — la
tentazione di confondere la libertà (il libero e lame!), cioè una apparente o reale
dimestichezza collo studio perscnale della
Scrittura, una maggiore disinvoltura nel
trattare e .lisculere di problemi spirituali,
colla libertà del cristiano pura e semplice.
Troppo spesso si traila di due l.berlà diverse, ben dlffercnteiiienle radicale!
Per entrambi — protestanti e cattolici, vi
è poi la loinuiic tentazione di un incontro
a metà strada Ira le due confessioni, in un
clima di c'iniiproinesso cris.laneggiante cerlaiucnie infedele aU’Evangclo.
Poicliè sembra evidente die nè il proles'anlesiiuc' catlolico, cioè (piaiilo vi è di
cattolico nel proleslanleiimo odierno, nè
il I alloli'cesiiiio protestanle, cioè quanto
vi è di prilestanle nel cattoiiccsiiiio odierno po^^ono cs.serc considerali seriamente
collie elememi d; unione o di incontro.
Ci sembra anzi che un simile modo di ve
ilere aprirebbe la strada a dolorosi frainlendiiucnti. N in si vuole negare tulio quanto vi è di bmino. ii ile, valido in entrambi
le confessami. Ma solo ecuinenlsino possibile è rincontro in Cristo.
Cristo che nega ! nomo e le sue possibilità in una maniera totale e radicale, e non
lascia snssislere alcune istanza umana, ma
clic poi ci iliiama a servirlo colla pace e
colla tranquillità dei « servi imitili » idiiamandoci « amie i ».
Nè I Sditili alibi della smaliziala coscienza prolps ante, nè i superficiali entusiasmi
dei cattolici, talora più iiigemii, potranno
mai eludere rimpegno fondamentale con
Cristo.
.Sembra allora che la ragione ulliSna dell’essere i Crisliani così divisi è il reciproco, dovcro.so ricliianio ad un continuo
dialogo c confrr.nlo clic non lasci sussister“
alila sicurezza di quella di un costante ricliiaiiio all’Evciigelo. Enrico Pasctd
ciali. Tra i protagonisti delPazione economica non si devono creare squilibri tali da permettere ad alcuni di determinare indisturbati il benessere, la vita, il futuro della stragrande maggioranza. E’ accaduto che alle cri.
si succedutesi nel pinerolese si è reagito come se fossero catastrofi naturali, di fronte
alle quali non si può opporre che la pietà
spesso tardiva, retorica e passeggera per i
soì>ravvissuli. Questo non può bastare.
Dieiotto anni or sono questo paese si è
data una Costituzione, nella quale tra Taltro
sta scritto: « L Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro » (art. 1); « E’
compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e Tuguaglianza dei
cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione
di tutti i lavoratori aH’organizzazione politica, economica e .sociale del Paese » (art. .1);
« La Repubblica riconosce a lutti i cittadini
il diritto al lavoro e promuove le condizioni
che rendano effettivo questo diritto .. (art. 4);
« L’iniziativa economica privata è libera. Non
può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza. alla libertà, alla dignità umana » (art.
di); « La proprietà privata è riconosciuta e
garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo
scopo di assicurarne la funzione sociale... »
(art. 42); « Ai fini di utilità generale la legge può riservare originariamente e tiaslerire,
mediante espropriazione e salvo indennizzo,
allo Stato, ad enti pubblici o a comunità di
lavoratori o di utenti, determinate imprese
o categorie di imprese, che si riferiscano a
servizi pubblici essenziali o a fonti di energia o a situazioni di monopolio ed abbiano
carattere di ¡ireminenle interesse generale »
(art. -4.3).
E’ evidente il contrasto tra questi fondamentali principi del nostro vivere comune
e le situazioni che abbiamo descritte. Diciotto
anni sono molti. Consideriamo pacatamente
le difficoltà, gli .-contri di interessi, le vicende del gioco politico, ma chiediamo che si
passi a trasformare gli articoli della Costituzione in strumenti efficienti di regolamentazione della vita economica e di intervento
nei casi di necessità.
Questa richiesta ha un riferimento preciso
ai vari problemi pendenti nel pinerolese. Qui
e ora è quanto si chiede per i minatori della
Talco Grafite. Il sistema democratico deve
fornire, giacché li prevede, modi e metodi di
intervento. L’alternativa sarebbe il suo discredito assoluto, il che non potremo accettare.
II nostro non è un vago appello. Nè una
protesta dettata dai sentimenti del momento. Nei più diversi settori d’opinione pubblica qui nel pinerolese si vanno affermando
pensieri e prese di posizione simili al nostro
atteggiamento che, è chiaro, non intende rimanere sul piano dell enunciazione verbale.
Parliamo dunque come cittadini mossi, come abbiam già detto, da quella coscienza
cristiana che per noi è molla determinante
e di non facile usura. Figli di una tradizione riformata che impone severità e rigore,
ci riteniamo impegnati, in ogni senso, con
coloro che ci vivono accanto: oggi, intanto,
e finché durerà la loro lotta, in pieno e vivo
consenso con i loro obiettivi, con i minatori
della Talco Grafite.
(Articolo preparato da un gruppo di
residenti di Agape, e diffuso nel ’’Servizio informazioni del centro ecumenico: lo facciamo nostro). red.
IiiIMìmiì
Dopo il festival di Sanremo
ic E cos. anche il Festival di Sanremo 1966 è passato, agitando gli
animi di chi predilige la musica leggera, e le borse di chi la vende.
L’aspetto veramente mercantile di
questa come di altre annue esplosioni di canzonette è stato ben messo in
evidenza, in un'intervista alla. T\f
(il 28 gennaio, in «Cronache italiane») da una cantante (Ornella 'Vanoni) e da un «paroliere» di cui mi
sfugge il nome. Per la "Vanoni, la
canzonetta italiana è destinata più
che altro al ballo e le parole in essa
ncn contano; invece in Francia — essa ha detto, alTincirca — c’è più poesia; generalmente la musica è composta su un testo già scritto, che « dice qualcosa » per conto suo.
Il «parebere» ha detto che essendo la canzonetta soprattutto un genere commerciale, occorre dare al
pubblico sentimenti che lo soddisfino, specialmente quelli che la vita gli
nega; perciò, in questi tempi di congiuntura, si punta sulla speranza,
venduta a un tanto il disco. Questi
concetti ,espcsti francamente da persone non sospettabili di spirito critico (verso sè stesse?), rivelano quanto
ci sia di artificioso, di poco spontaneo, di non-popolare nelle canzonette
che ci martellano in ogni ora del giorno e in ogni occasione, (Salvo, benin
teso, pochissime eccezioni ove c’è intelligenza, arte e originalità; ma
ahimè quanti sanno distinguerle?).
F.C.
DONI RICEVUTI PER ECO-LUCE
Beiix Fairiro, S. Gi'rinano (Gorge) L. .'iOO;
Boticharii Davide, S. Germano (Villa) 2(M),
Boucharil Edvieo Rarloloiiico. id.2(K); ,|ahier Davide, id. 200; .Tahier Edmondo, id.
200; Peyr iiiel Eiiinia e Corrado, id. 200;
Revel lilla, id. 200; Travers Aldo, Id. 200;
Raima» Margherita, id. 500; Bounoiis Enrico, S. Germano (Croce) 2.000; Bouehard
Carlo Alberto S. Germano (Giahotà) .500;
Marlinat Giulio, Villar Pcrosa 500; Long
Barinlomeo, Praniollo .500: Sippei Pieirn.
Inverso Porle 200; Cri i Enrico, Gondini,
■S. Germano 200; Long Meym'er Ilda, .S.
Germano 300; Honegger Emilia, Albino
(Bergamo) 5.000; Giacchetti Rosico, Pisa
300; Doria Annunciato, Genova 200; Dardanelli Anita, S. .Secondo 500: Meytre Ore.»te. Massello 300; Wirth H. A., Roma
8.000.
(continua) Grazie!
3
4 febbraio 1966 — N. 5
Crimine cristiano nel Camerún
Il dramma di Bangangté
Fernutriti nazionfilistici
tensioni politiche e religiose
Il 21 agosto scorso, a Bangangté, è stata
scritta una delle pagine più desolanti e
oscure della storia della Chiesa; c’è da chiedersi se esiste un precedente : è uno di quegli avvenimenti che vi gettano in fondo a
una voragine, e ci vogliono settimane a risalirne, se pur ci si riesce.
Che un giovane insegnante missionario,
richiesto e nominato dalle autorità africane
della Chiesa, sia soppresso tre giorni dopo il
suo arrivo, e con lui una giovane madre dì
cinque figli che abitava la stessa casa, era
qualcosa di inimmaginabile. E mi toccava
tanto più direttamente in quanto si trattava
della moglie del mio successore alla Scuola
pastorale di Ndongué, che succedeva a sua
volta a Bernard Kopp (1).
Ho creduto in un primo tempo a un crimine razzista, com’era stato per Bernard
Kopp, di cui gli assassini ignoravano nome
e professione (come certamente quelli del
pastore Reeb). Ma a Banganté, in una casa
missionaria, le cose non potevano essere andate cosi.
E si apprese abbastanza presto — e il processo l'ha ora provato — che si trattava di
tutt altra cosa, di una cosa infinitamente più
sordida e incredibile : un complotto cristiano! dei collaboratori e dei fratelli del nuovo arrivato, di un operaio della Chiesa e di
un membro eminente della comunità!
Fra i quattro condannati a morte, oggi
giustiziati, ve infatti il primo interessato alla sparizione di R. Waldvogel, François
Ydnya, uno dei principali insegnanti del collegio evangelico, che aveva appena trascorso
due anni a Auch per un corso di formazione
quale ispettore scolastico elementare e che al
suo ritorno, nel luglio 1965, era stato nominato ispettore delle scuole protestanti della
regione di Bangangté, funzione che faceva
di lui una delle personalità della città. Ma
dobbiamo credere che questo non gli bastasse.
Sebbene senza maturità classica, sognava di
dirigere la scuola secondaria e si faceva chia.
mare « Signor Direttore »!
Sono però sicuro che questo ragazzo, anche se avesse progettato il crimine, non avrebbe mai osato passare all’esecuzione, in
un altro clima che in quello Bamiléké —
ove da sei anni infuria la lotta dei ribelli e
dove si è presa l’abitudine di uccidere — e
«e non fosse stato manipolato da un uomo
di smisurata ambizione, Nya Thaddée, anch’egli un tempo insegnante nelle scuole pro.
testanti, poi deputato al Parlamento federale
e animatore di una cooperativa, il <c re » di
Bangangté e una delle colonne della parrocchia.
E’ stato questi a procurare a Yndya la
banda di assassini, gruppo ¿i ex-ribelli tornati alla vita civile (il capo della banda e
uno degli assassini sono stati condannati a
morte, gli altri all’ergastolo; il secondo degli assassini è ancora latitante). Non è difficile immaginare le parole con cui l’uomo
politico ha soffiato sulla brace delPambizione delusa per farne scaturire la decisione infernale : (f 1 colonialisti sono sempre all’opera. Guarda chi viene installato al posto
che meriti. Un ]>ianco. ancora e sempre. Ecco un'altra macchinazione dell’imperialismo!
Non rischi nulla, il crimine sarà attribuito
ai ribelli ».
Resta comunque il fatto sconvolgente, inconcepibile che tutto questo sia avvenuto in
un'opera cristiana, con complicità che si
ignoreranno sempre ma che pesano in modo
intolleral)ile sulla comunità di Bangangté; e
che tutti abbiano potuto pensare freddamente di sopprimere con R. Waldvogel la signora Markhoif. eh,’ sapevano essere là in vacanza. (,)ui ci vengono le vertigini*, sappiamo che il martirio è « normale » e che bisogna esservi pronti; ma una morte ricevuta
dalla mano <li fratelli e di collaboratori che
si è venuti ad aiutare in affettuosa fraternità,
chi mai se lo è aspettalo?
Come (lelinire un simile crimine? Molti
elementi si mescolano, lo vediamo. In ogni
caso, non si tratta dì risentimento personale.
Avrebbe certo potuto essere così, specie in
un istituto scolastico. Uno dei miei compagni
di maturità è stato ucciso da uno studente
in medicina che aveva fallito i suoi esami: e
a Losanna! Ma qui è impossibile. Roland
Waldvogel, arrivato da tre giorni appena,
non poteva ancora avere personalmente susci,
lato alcun scniimenlo pro o contro. Si tratta dunque senz'altro di gelosia, di ambizione
delusa contro colui che. sì suppone (a torto)
riceverà il posto agognato: ma con dietro
un'eccitazione ideologica e razzista (è infatti
poco probabile che sarebbe stalo assassinato
un nuovo direttore africano) e la complicità
di elementi marci che si lasciarono montar la
testa: tutto ciò in un clima di violenza affermatosi ila molti anni.
CRISTIANI
DIVENUTI ASSASSINI
Resta il fallo che questi due cadaveri pesano in modo insopportabile e che si affronta qui una dimensione particolare delTìgnominia. Costituiscono una terribile messa in
questione di tutta la politica delle scuole dette cristiane, c soprattutto dell’incredibile
leggerezza con cui si pensa, in tutta innocenza. di ])oter fare della demagogia anticolonialista, che rovina l'Africa peggio che lo stesso colonialismo, e trasforma in razzisti c in
as/?assini persino dei servitori della Chiesa!
Fatte le debite analisi e riflessioni, queste
due morti, che sì aggiungono a quella di
Bernard Kop[), ci chiamano a star vicini, con
una preghiera vigile e forse con i necessari
soccorsi, ai loro familiari, sconvolti dal dolore
(otto orfani, un ve<lovo, una vedova, tre coppie di genitori) e anche, forse anche maggiormente, ai cristiani del Camerún atterrati,
ai responsabili della Chiesa, per portare con
(1) Il pastore Bernard Kopp è stalo ucciso
in un attentato terrorista a Duala, nel giugno 1960.
loro Li vergogna del loro paese, di cui sono
state violate tutte le leggi dell’ospitalità tradizionale, e della loro Chiesa che ha crocifisso una volta di più il suo Signore.
UNA GRAZIA IMPOSSIBILE
Confesso che comprendo e approvo la Ghie,
sa evangelica del Camerún per non aver richiesto la grazia dei condannati. Perchè tale
richiesta potesse essere non equivoca, sarebbe stato necessario che la Chiesa evangelica
del Camerún avesse in antecedenza assunto
una posizione di principio contro ka pena di
morte. Altrimenti la sua richiesta in favore
di noti protestanti, che più di chiunque altro avevano meritato l’applicazione di tale
pena, sarebbe stata compresa come una specie di connivenza : a La Chiesa protegge i
suoi. I cristiani sono al di sopra delle leggi ».
D altra parte, in un paese in cui la pena di
morte esiste, se non è applicata in un caso
come questo, non può esserlo mai più. Bisogna dunque modificare il codice.
Si può evidentemente discutere il carattere
pubblico dell’esecuzione — le nostre lo furono per dei millenni... E’ certo buona cosa
che non lo siano più. Ma con che diritto
vieteremmo ai paesi africani di pensare che
per popolazioni ancora poco istruite e male
informate, tale pubblicità abbia un valore
informatore e formativo?
In ogni caso, non possiamo che rendere
omaggio alla polizia per aver agito con rapidità e efficacia, e alla giustizia camerunese
per aver pronunciato una sentenza che l’onora e per aver cancellato — per quanto può
essere cancellata dagli uomini — la vergogna di quella giornata.
NeU’Alabama, quando si uccidono dei negri e dei bianchi integrazionisti, i bianchi
indigeni approvano e i tribunali assolvono.
Qui, quando si uccidono dei bianchi, i negri
sono costernati c i tribunali condannano.
Ognuno può valutare la differenza.
Roland de Pury
(da Reforme)
L'assassìnio del missionario Stubg
alla luce della situazione in Indonesia
Anche in Italia si è largamente
parlato del non più recentissimo
mancato colpo di stato indonesiano.
Tuttavia alcune notizie pervenuteci
attraverso fonti ben informate interessano forse i lettori del giornale,
anche perchè servono a spiegare almeno in parte il brutale assassinio
del missionario Stuby.
All’indomani del colpo di stato
abortito si vedevano a Diakarta manifesti come questi : « Abbasso gli
atei, viva la religione ! » — intendendo
per religione quella mussulmana —
oppure : « La Cina di Pechino è anch’essa nazionalista». Due slogan
che inquadrano bene la duplice componente religiosa e politica della rivoluzione mancata e soprattutto della
reazione ohe si è scatenata con una
violenza, a detta di testimoni oculari,
assolutamente terrificante e ohe è
stata particolarmente terribile al
centro ed all’est di Giava, due zone in
cui il comunismo aveva particolare
seguito.
Il colpo di stato non è riuscito per
un filo. Lo stesso generale Nassution si è salvato permiracolo saltando da una finestra e a prezzo di una
frattura, mentre il suo aiutante, ohe
aveva indossato la divisa del suo superiore, si faceva uccidere al suo posto e mentra la sua piccola bimba
veniva uccisa dal fuoco forsennato
della « squadracela ».
I rivoluzionari avevano compilato
accuratamente delle «liste nere» di
dirigenti da eliminare. Vi erano inclusi anche alcuni dirigenti cristiani.
Ci si è stupiti di questo fatto, dal
momento che i comunisti non sembrano usare in genere la tattica di
uccidere prima di prendere il potere.
Questo si spiega però con la situazione geografica dell’Indonesia, formata
da ben tremila isole abitate. Non è
dunque sufficiente, per impadronirsi
del potere, occupare la capitale. E’
necessario occupare saldamente tutte
le isole se non si vuole che una reazione si sviluppi immediatamente alla periferia. Così, il partito comunista
di obbedienza pechinese ha cercato
di impiantare elementi a lui fedeli
dovunque possibile, eliminando al
tempo stesso gli elementi, ecclesiastici, civili e militari di destra o considerati tali.
La situazione religiosa spiega anch’essa i metodi usati. In Indonesia
l’Islam è la religione del 70-80 per cento
della popolazione; e la religione ha
sempre avuto una portata politica
in tutte le comunità islamiche.
Ma accanto all’Islam vi è una Chiesa cristiana eccezionalmente forte :
3.700.000 protestanti (in certe zone il
protestantesimo rappresenta il 90%
della popolazione) e 1.300.000 cattolici
circa II cristianesimo ha dunque un
peso maggiore ohe, ad esempio, in
Cina: ecco perchè si è cercato di eliminare la sua influenza (come quella
mussulmana).
Tuttavia (quale onere!) i nomi dei
missionari non sembrano essere stati
.sulle « liste nere » e ciò che è accaduto al noissionario Stuby sembra
esser stato un’eccezione.
LA FIERA AFFERMAZIONE DI TERTULLIANO È ANCORA VALIDA
Il sangue dei cristiani è semenza della Chiesa
In Cristo non c’è giudeo nè greco,
barbaro o scita, europeo o dajak
L 8 ottobre scorso, a Tumbang-Lahang, nel
Kalimantan (Borneo merid., Indonesia), un
missionario svizzero, André Stuby, e stato vittima di un aggressione presso la Scuola di
agricoltura in cui insegnava, ed è deceduto
rindomani. La moglie ha avuto il coraggio
di scrivere, la notte dopo il decesso, una
« lettera » agli amici, difusa poi dal Dipartimento missionario delle Chiese protestanti
svizzere; ne riportiamo il testo quasi integralmente
Una lunga notte, buia e interminabile.
Suor Margarete, Otto Schiipbach, Ukur, il
meccanico di Pertanian ed io siamo coricati
sul pavimento di una grande stanza appena
rischiarata da una lampada ad olio, e cerchiamo il sonno. Non abbiamo chiuso occhio
da ieri alle 20, ma non ne potevamo più;
ho dormito anch’io un paio d’ore. Per fortuna Ukur riposa bene. Ieri sera, appena rientrato da Kasongan, dov'era andato a cercare
medicinali indispeusabili per Pambulatorio
sprovvisto, è stato dieci ore filate al timone
della nostra barca a motore, conducendola
con mano maestra da Lahang alle rapide di
Katingan, quasi in secca, poiché volevamo
ad ogni costo tentare di vincere la corsa per
la vita di mio marito e speravamo contro
ogni speranza che un miracolo di Dio ci
permettesse di condurre André vivo a Bandjarmasin. Per via abbiamo dovuto imparare
che la nostra volontà non era quella di Dio.
lersera, verso le cinque, lo ha liberalo da sofferenze indicibili e l'ha ripreso con .se. Ora
riposa in pace, nella camera qui accanto,
vegliato da tutta la comunità cristiana di
kasongan. Fuori, degli uomini segano e inchiodano la cassa. Non conosciamo questi
uomini così vicini a noi in Cristo. Trentun
ore fa, ai primi presentimenti deila morie,
André ha espresso il desiderio di essere sepolto a Tumbang-Lahang, Dobbiamo deporlo
nella bara, ai tropici si seppelliscono subito
I morii.
Non si è trattato di malattia, nè di inci
dente. E' un colpo deliberato del Maligno
che cerca di distruggere l’opera di Dio.
Veiiertlì sera André celeltrava il cullo se
rale, presieduto a turno dai vari collabora
tori. Per due sere consecutive ci eravamo
sforzati di dare ai nostri amici e agli alliev
un’introduzione alle leltere a Timoteo e d
far loro intendere i verss. 1-11. Avrei volen
tieri accompagnato André al culto, come fac
ciò quasi sempre, ma Alain non era ancora
coricato e non voleva essere lascialo. André
lo ha coricalo nel suo Icitino, come tulle le
sere, l'ha bacialo e ci ha lasciali. Sono rimasta vicino ad Alain per pregare con lui, e
poi tendere .su lui la « kelaraba », contro le
zanzare, e cantare un cantico della sera accompagnandomi con lo xilofono che gli piace tanto. So ora che Dio ha voluto, questo
venerdì sera, che restassi a casa perchè ad
Alain rimanesse almeno la mamma. Infatti,
mentre tornava, vicinissimo a casa, André è
stato colpito alle spalle da un giovane (era
quasi certo che si trattasse di uno degli allievi, sebbene non potesse identificarlo):
quando si è voltato verso lo sciagurato, ha
ricevuto in pieno viso un colpo d’un lungo
« pisan » (quei lunghi coltelli-sciabola che
ogni Dajak porta sempre con sè, per ogni
uso). Se il colpo non fosse stato deviato gli
avrebbe spaccato il capo; non lo ferì che
leggermente; il secondo colpo lo raggiunse,
gli recise quasi il braccio destro. L’assassino
prese la fuga. Stavo scrivendo, annotavo i
progressi del nostro piccolo, che illvmina le
nostre giornate. Ho udito, sul sentiero di
casa nostra, un urlo che mi ha fermato il
cuore, mi è penetrato fino al midollo. Non
aveva nulla di umano, mi è parso il grido
di un animale ferito, o forse uno scherzo
discutibile dei nostri allievi che a volte hanno idee stravaganti; non pensavo che era il
grido di morte del mio André... L’ho trovato
che mi chiamava, calmo ormai, steso in una
larga pozza di sangue; Max stringeva il suo
braccio con un cavo di gomma. Il dolore
atroce non gii aveva tolto coscienza : « Ascol.
ta, Marlies, non avere paura: non so se Dio
mi T-enderà la vita o se mi richiamerà a sè.
Un allievo ha voluto uccidermi. Perchè? lo
capisci, tu? Che cosa ho potuto fare di male?
Il braccio è quasi strappato. Se muoio, vorrei essere sepolto qui, a Lahang. c tu tornerai ili Svizzera con Alain e il piccolo che
deve nascere ». Spossato, dovette tacere. Suor
Margarcle già tornava con materiale da sutura; ma mjri avevamo che narcotici dchoiissimi; l’infermiera lavorava febbrilmente,
ma sono stali per lui momenti di soilerenza
intollerabile. Uno dopo l’altro entravano tutti
i nostri fedeli amici Dajak, tutti con lo stesso stupore iji. VÌ.SO, incapaci di comprendere.
Il fiotto di sangue ristagnò, infine; ma i dolori persistevano mortali; tulle le iniezioni
calma:iti erano senza effetto, e abbiamo dovuto assistere alla lolla senza poter fare nulla: le riostre preghiere, le nostre parole, i
nostri segni d’affetto l’hanno aiutalo a -sopportare. Al principio il corpo si tendeva; a
poco a poco si è abbandonalo, ma le sofferen.
ze perduravano; non si sentiva più il polso,
1 avambraccio era come morto, i nervi recisi. Verso mezzanotte, Margarete e Kàgi mi
prendono da parte e mi dicono che la barca
a motore è pronta, c'è abbastanza benzina.
AlFallia — non si può viaggiare di notte —
saremmo partiti, cercando di giungere alla
foce del fiume, c di trovare li un battello
per Bandjarmasin. Sapevamo quanto il viaggio era arrischialo, ma ne parlavamo con fiducia. Verso il mattino, André stava lievemente meglio, c abbiamo deciso di tentare
il tentabile. André non pensava ,i sè, non
aveva che un timore: che il viaggio fosse al
di sopra delle mie forze. Com'era stata terribile, la notte, ora che era al termine! Ci ave.
va cosi avvicinati, anche più di prima. I
nostri amici indonesiani hanno vegliato con
noi tutta la notte, chi gli faceva aria, ehi gli
inumidiva le labbra, la fronte e il torace,
ehi gli teneva la mano. Gli allievi, poi, lo
hanno delicatamente portato in barella, giù
per la china ripida, fino .-:lla barca : se il
braccio si fosse mosso, avrebbe ripreso a sanguinare. Tutti ci avevano accompagnato in
riva al fiume e ci stringevano la mano; la
barca si staccò dolcemente. Bapa Lilis, il nostro amministratore, ci accompagnava. Aveva saputo che il mare era cattivo, ma spc
rava di potè» richiedere telefonicamente un
piccole aereo, da Kasongan. Questa nuova
possibilità ci rese un po’ di speranza; ma
sparì presto, durante il viaggio. Il polso si
affievolì due volte, la seconda comprendemmo che l’agonia giungeva. Non ho mai visto
morire un uomo, ma non ho avuto bisogno
di guardare suor Margarete per sapere. Dopo
tutta questa sofferenza, André ha potuto spirare in pace. Per me è stata una grande
forza vedere e sentire che non se ne andava
solo; parecchie volte ha detto, con fede incrollabile, a Gesù è con me ». Fino alla fine
ha pensato a noi e non a sè, ha cercato di
consolarci e darci coraggio. Quando tutto è
stato finito e i tratti del suo volto si sono
definitivamente distesi, non ho pianto come
prima avrei immaginato. La sua forza era
entrata in me, mi aveva fatto dono della sua
fiducia, della sua salda fede. Perchè lamen'
tarmi Í ha ora la pace eterna a cui tutti
aspiriamo per tutta la vita. Perchè sarei tri
ste? ha ricevuto la corona della vita. Non
posso essere che piena di riconoscenza e di
gioia per lui; almeno per ora, è così, da che
ci ha lasciati. Chiedo a Dio di conservarmi
questa forza, di essere con me e con tutti
coloro che da questa morte sono colpiti nel
l’intimo.
Devo dire ancora una cosa. André avreh
he desiderato sapere chi aveva fatto il colpo
non per accusarlo ma per perdonargli e to
gliergli dal cuore questo peso schiacciante
Nessuno ancora si è denunciato. Anche se
non sappiamo chi è, André ed io abbiamo
perdonato sinceramente il colpevole e pregato Dio di mostrargli la via che conduce a
Lui. Desideriamo che anche voi gli perdoniate. I suoi fratelli e le sue sorelle hanno
riparato in mille modi ciò che egli ha fallo.
Ancora in ultimo André ha parlato in indone.siano; un segno, per me, del posto che i
nostri fratelli e sorelle dajak avevano nel
suo cuore.
Se qualcuno, letto questo, pensa ; « Perchè Dio ha permesso questo? André ha espo.
sto invano la sua vita e abbandonato quelli
che amava... », non lo pensi più. Durante
questi due anni André ha dato tutto quello
che poteva dare, e ciò non resterà .senza fruì,
lo. anche .se non Io vediamo. La sua morte,
il modo con cui l'ha affrontata e accettata
porterà certamente fruito. Penso a questa pa.
rola (non so dove si trovi): « i martiri sono
la semenza della Chiesa ». Subito dopo essere
stato ferito, André ha pregato : n Signore,
dammi la forza dei martiri»! Dio l'Ini esaudito.
Marlies Stuby-Gretler
Da notare che quest’ixltimo lavorava in una zona considerata « calma », mentre si era temuto per la vita
di altri missionari al lavoro in una
città portuale non molto distante e
nella quale erano avvenuti numerosi
torbidi. Purtroppo, come spesso accade la catastrofe si è abbattuta proprio là dove non ce lo si aspettava.
L’assassino del sig. Stuby è un allievo — uno dei «migliori»... — della
Scuola di Agricoltura che il prime
dirigeva a Tumbang Lahang. Si è
saputo che quattro allievi, di cui almeno due cristiani, avevano preparato l’assassinio da quindici giorni,
attendendo il momento propizio, e
che uno di loro (non cristiano, se può
consolarci un po’) ha colpito il suo
insegnante non appena ha potuto
coglierlo da solo.. Sembra che in generale gli indigeni non attacchino
mai le donne o i bambini. Questo
spiega perchè si è atteso ohe lo Stuby
fosse solo per ucciderlo.
Tre aspetti di questo fatto sono ai
nostri occhi particolarmente tristi.
Innanzitutto è assai probabile che
tutti gli allievi della scuola sapessero
quel ohe si stava preparando e nessuno ha parlato. Inoltre il missionario è stato attaccato alle spalle e, ben
inteso, nell’oscurità. Infine si è chiaramente tentato di tagliargli la testa
di netto. Se non si può che constatare con tristezza il silenzio complice
di tutta la scolaresca, gli altri due
aspetti cui si accennava si spiegano
invece coi costumi locali. E’ antica
consuetudine dei Dajak dì attaccare
i nemici alle spalle. D’altra parte ima
delle credenze più comuni di questo
popolo è che il potere di una persona
risiede nel suo capo e che, impossessandosene, ci si impossessa anche
della sua potenza o comunque la si
può controllare.
Questa è stata probabilmente una
delle ragioni dell’uccisione del missionario che, dando uno sviluppo assai
lusinghiero alTinsegnamento professionale, aveva dimostrato, secondo la
mentalità locale, di possedere un potere particolare. Ma forse il processo
che ha portato a questa uccisione è
stato avviato inavvertitamente dal
missionario stesso, cshe può aver urtato la suscettibilità dell’allievo. E si
sa ormai quanto questo sia facile.
Dato il momento in cui tutto è avvenuto, è anche assai probabile che la
propaganda cinese abbia suscitato
una specie di scoppio di nazionalismo xenofobo nelle menti di una parte almeno degli allievi. E’ infine probabile che altri villag^ limitrofi siano
stati gelosi dello sviluppo preso da
Tumbang Lahang, a causa della presenza della scuola d’agricoltura, e abbiano voluto eliminare Torigine di
tale fatto. Comunque sia, si è trattatato di una violenta rivolta, del paganesimo. Si vede quanto sia talvolta
d’ificile comprendere certe mentalità
e certe reazioni, e anche quanti elementi possono concorrere al verificar.sì di fatti come quello di Tumbang
Lahang.
Poco dopo l’assassinio dello Stuby
si è tentato di uccidere anche il direttore indigeno, che è però stato avvertito in tempo della cosa. Di fronte
ad una situazione come questa, si apprezza al suo giusto valore l’atteggiamento cristianamente sereno della
Sig.ra Stuby e ci si sente vicini a lei
in questo momento cc.sì duro.
Intanto in Indonesia la situazione
rimane estremamente incerta. Per
ora si scivola sempre più a destra
(c’è naturalmente da chiedersi: con
quali correspon.'-abilità occidentali?)
e i generali dettano legge, mentre Sukarno rimane presidente perchè sarebbe ancora più complicato di doverne cercare un altro, e anche se
ncn deve apprezzare particolarmente la situazione in cui si trova. Ma
non si è certo trovata una soluzione
e l’odio suscitato dalla visione alla
televisione dei corpi mutilati dei generali insorti sarà duro a morire. Intanto l’inflazione imperversa causando l’aumento vertiginoso dei prezzi
(anche di 20 volte ed oltre in pochissimo tempo ! ) Il malcontento è
grande ed è pericoloso. Che il Signore vegli sulla sua Chiesa laggiù in
questo momento di prova.
Giovanni Conte
NOVITÀ’ CLAUDIANA
“ Oietrich Bonhoeffer
e la Chiesa sotto il nazismo
Pagine 88, 8 tavole f.t., copertina a 2 colori. L. 650
Una voce profetica del nostro tempo — straordinariamente viva ed
attuale -- che la furia nazista non è riuscita a far tacere. I martiri
della « Chiesa confessante » tedesca parlano ancora.
n i ro^ particolarmente pensato per i giovani, ma ricco di interesse
per ogni età. Una pagina di storia troppo poco nota in Italia.
4
pag, 4
N. 5
4 febbraio 1966
'IJ
írr
Evangelizzazione Le Chiese Evangeliche di lingua
e Diaspora italiana del sud-Grigioni in Svizzera
Uno dei grossi problemi degli evangelici
in Lombardia, come in tutta Italia tranne le
Valli (e non solo dei Valdesi, beninteso), è
di natura geografica; la nostra situazione di
dispersione, di diaspora per usare il termine
del N. T., ostacola nnolto la formazione di
vere e proprie comunità e indebolisce anche
il lavoro di evangelizzazione. Un certo rimedio c’è sotto la forma di quattro centri cittadini, che fungono da catalizzatori, da punti
di riferimento e di incontro, offrendo tutti i
servizi della parrocchia (culto, istruzione religiosa, attività sociali e culturali...) Però
anche nel centro stesso i soliti quesi'i si pongono: (vedi soprattutto Milano) come stabilire una vera comunità di tutti i membri
iscritti, come ottenere una buona partecipazione, come toccare gli assenti, gh isolati,
come attuare la cura d’anime?
Ora in questa situazione di diaspora si
può vedere con il Prof. Vinay una forza,
una vocazione, una apertura per la evangelizzazione, ma si può anche constatare una
mancanza : la mancanza di un pastore che
la curi, dicono alcuni. Non esiterei a rispondere che Matteo 5 : 13 (voi siete il sale della
terra) non è una parola specificamente riovlta da Gesù ai pastori. A me pare che una
certa parte della nostra diaspora, dispersa
nella Limbardia proprio in posizione strategica, proprio come il sale deve essere disperso sul cibo, soffre non per mancanza di pastore, ma di sapore. Si potrà ridarle un gusto, una forza, un'azione mandando uno specialista ad occuparsene? Lo si spera, dato
che questo è una soluzione prospettata, però
rimane chiaramente inteso che egli non sarà
in grado di far niente se non ottiene quella
risposta, quel risveglio di coscienza evangelica senza i quali la sua opera sarà una missione solitaria in terra straniera e perderà
molta della sua possibile efiicacia. Il problema non dovrebbe essere cioè quello di servire la diaspora, ma di potersene servire per
la evangelizzazione.
In questo senso ci si è messi a lavorare
nel più grosso dei nostri centri : lavoro giovanile finora, essenzialmente pratico e preventivo — di censimento e di inchiesta, nonché di incontro fraterno con gli isolati, per
capirne i problemi particolari a ^conda del
posto di lavoro, della provenienza, dello stato
di famiglia... — e destinato a fornire all’accennato specialista da venire un quadro generale non troppo vago delle questioni che
avrà da affrontare. In questo senso anche il
presbiterio lombardo si sforza di costruire
imo schedario della dispersione lombarda per
poter meglio discernere il suo volto ed i suoi
bisogni, e soprattutto le sue possibilità e capacità di servizio nella proclamazione dell’Evangelo al mondo circostante, che tanto
lo ignora. I. F. Rebeaud
L’asilo evangelico
di Milano
A Milano, prima di fiatale, la presidenza
della Casa di cura internazionale evangelica
ha riunito i medici che con essa hanno colla^
borato per esprimere loro parole di apprezzamento e di riconoscenza ma purtroppo anche
di addio. La benemerita casa di via Monte
Rosa sorta quasi un secolo fa per generosità
di benefattori svizzeri è stata gestita salda’
mente e fedelmente dai vari consigli di amministrazione designati attraverso i decenni
dalla Colonia svizzera; è stata sempre diretta dfdle diaconesse di Neumiinster che seppero darle — e sapranno conservarle — una
impronta inconfondibile dovuta allo spirito
cristiano associato alValta qualificazione professionale. Sorta come Asilo evangelico nel
1878 e successivamente trasformata in casa
di cura, riprende ora la sua funzione originaria di luogo di riposo per persone anziane.
Di questo genere di opera sociale si sente effettivamente maggior bisogno che non di
un piccolo ospedale in tempi di generale
mutualizzazione e di complessi ospedalieri
largamente sovvenzionati. Ed è facile prevedere che molte saranno le famiglie e le persone che ne trarranno vantaggio allorquando saranno realizzati i programmi stabiliti.
Pur vedendo con nostalgia chiudersi nella
sua funzione ospedaliera quello che abbiamo
continuato a chiamare ’lAsilo*\ abbiamo
buoni motivi di rallegrarci per i previsti sviluppi di questi programmi: tanto più se si
pensa che la casa di riposo sarà gestita da
una fondazione che svolgerà pure altre forme di attività nelVambito del mondo protestante milanese. Noi Valdesi siamo lieti che
la presidenza ascolti volentieri la voce dei
nostri, presenti in consiglio, e sappiamo che
vennero tenute in particolare conio le idee
espresse dal Moderatore quand^era {»astore a
Milano. Speriamo che i membri delle nostre
chiese sappiano dimostrare in avvenire un
interesse sempre più fattivo e concreto per
le nuove forme di attività del vecchio « Asilo » che si stanno delincando.
SAN SECONDO
— Una simpatica vecchietta ci ha lasciati,
lunedì 17 gennaio. Si tratta di Codino Clementina ved. Codino^ deceduta nella sua casa alla Lombarda, dopo pochi giorni di malattia, airetà di anni 79. Finché le sue facoltà auditive glielo hanno permesso, la nostra sorella frequentava regolarmente i nostri culti domenicali.
Alla sorella di 86 anni e ai nipoti esprimiamo la nostra viva simpatìa.
— La domenica delle Missioni sarà celebrata con un culto presieduto dal missionario
sig. Roberto Coisson, domenica 6 febbraio.
Nel pomeriggio egli rivolgerà pure un messaggìo all’Unione Femminile. Fin d’ora gli
diamo il più fraterno benvenuto.
Il « Presbiterio » lombardo confina con un
forte gruppo di chiese sorelle nella vicina
Svizzera di lingua italiana. Non parlerò delle
Chiese Evangeliche del Canton Ticino che
hanno una storia parallela a quelle della
Lombardia ed hanno usufruito anche degli
stessi nostri pastori.
Voglio accennare invece a quelle Chiese
delle due valli di Bregaglia e di Poschiavo
che si trovano subito dopo il confine di Chìavenna, le prime; subito dopo il confine di
Tirano in Valtellina, le seconde.
Queste Chiese risalgono all’epoca della
Riforma. I Riformatori che lasciarono traccia profonda nelle due vallate erano degli
esuli italiani : Giulio della Rovere detto
(( Giulio da Milano » e poi dopo Pier Paolo
Vergerlo ex Vescovo di Capodistria, e parecchi altri ancora, che arrivarono specialmente
nella seconda metà del 1500.
Ma l’opera di riforma non toccò soltanto
le due vallate ma si estese subito a Chiavenna ed a tutta la Valtellina, tanto che si sa
di Chiese Evangeliche esistenti i Sondrio,
Tirano, Morbegno, Bormio, Teglio e in moltissimi altri posti ancora. Anche nel Ticino,
parte delle valli Mesolcina e Calaiica erano
passate alla riforma. Ma la riforma fu sof
focata nel sangue in quelle valli. F' famoso
il massacro iniziato il 20 luglio 1620 che
passò alla storia col nome di « sacrj macello della Valtellina m. La riforma fu talmente
perseguitata, che nella Valtellina sparì del
tutto; nella valle di Poschiavo la popolazione
protestante da maggioranza passò in minoranza. Ed attualmente gli evangelici sono
circa il 10% della popolazione dì quella valle, raccolti nelle due Comunità di Brusio
e di Poschiavo.
Restò soltanto completamente evangelica
la Val Bregaglia con le sue otto Comunità.
Attualmente queste Chiese hanno due pastori nella Val Poschiavo e due nella Val
Bregaglia (un posto pastorale è ancora vacante). Le due \alli insieme non avranno
più dì duemila protestanti.
Coloro che vanno in Svizzera a S. Moritz
su quegli splendidi campi di sci, sappiano che
passando jl confine dopo Chìavenna, entrano
a Castasegna in zona di maggioranza evangelica, con regolari Culti domenicali!
Speriamo nel futuro di potere stabilire con
quelle Comunità, anche mediante il Centro
di S. Fedele d’Intelvi, maggiori contatti cd
incontri fraterni.
r. S.
Dii, fOiSICLKI DI MLLE
Il Presidente rende noto che, con bando
in data 2 gennaio 1966, viene indetto pubblico concorso per Tassegnazione delle borse
di stiglio annuali istituite da questo Consiglio di Valle, e precisamente:
L. 30.000 per alunni licenziati dalla 5^
classe elementare e che si siano iscritti alla
prima classe di una scuola media inferiore
nell'anno scolastico in corso;
L .40.000 per alunni che si siano iscritti
alla 2^ e 3^ classe di una scuola secondaria
inferiore;
L. 60.000 per alunni iscritti a qualsiasi
classe di una scuola secondaria superiore.
Gli aspiranti devono risiedere in uno dei
Comuni facenti parte del Consiglio di Valle
(da Bricherasio a Bobbio Pellice), appartenere a famiglia particolarmente bisognosa
(con riguardo al numero delle persone a carico del capofamiglia e della residenza disagiata) ed avere riportato una media di voti
pari a 8/10 per i licenziati dalla scuola elementare ed i 7/10 per gli altri.
Le domande debbono essere presentate entro il 10 febbraio p. v. alla Direzione Didattica od ai Capi Istituto competenti.
Per informazioni rivolgersi alle suddette
Autorità Scolastiche od alla Segreteria del
Consiglio dì V^^alle (Segreteria Comunale di
Torre Pellice).
Il bando è pubblicato presso i Comuni
della Valle e le Scuole ed Istituti interessati.
Il Presidente
(Dr. Proc. Ettore Beri)
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
BOBBIO PELLICE
Giovedì 20 gennaio, davanti ad una foltissima assemblea ehe gremiva la sala Unionista il Pastore Paolo Rieca ci ha intrattenuti per circa due ore parlandoci del Concilio Vaticano II ed analizzando il valore
effettivo delle sue conclusioni. Lo ringraziamo vivamente per la sua visita e per quanto
egli ci ha detto in modo cosi interessante.
— Sabato 29 gennaio, davanti ad un numeroso gruppo di rappresentanti delle Unioni Giovanili della Val Pellice ospitati dalla
nostra Unione nella nuova sala Unionista, il
Pastore SoneUi ha svolto con profondità e
competenza l’argomento « i matrimoni misti ». Alcuni interventi di giovani e di Pastori hanno avuto la opportunità dì precisare alcuni ptmti essenziali della questione.
Dopo la proiezione di interessante documentario a colori sul folklore americano, il convegno era sciolto. Ringraziamo le varie Unioni che vi hanno partecipato.
— Il nostro culto in francese del 30 gennaio è stato presieduto dal Pastora sig. Lazier del Castagneto che ringraziamo ancora
qui per il suo vibrante messaggio di argomento missionario.
— Domenica 30 gennaio hanno avuto luo
go i funerali della nostra sorella Geymonat
Anna nata Mondon deceduta alla sua abitazione in Via Gap. IVlondon dopo lunga malattia sopportata con spirito di fede, alla età
di anni 81. Al marito, ai figli, alla nuora, al
genero ed ai parenti tutti esprimiamo ancora la nostra viva e fraterna simpatia cristiana ricordando insieme che Gesù Cristo, quale primizia di coloro ehe dormono in Lui, è
veramente risuscitato dai morti e ci consola
in ogni nostra afflizione. e. a.
PERRERO - MANIGLIA
L Unione giovanile ha avuto la gioia di
ricevere la visita dei giovani di S. Germano
Chisone, accompagnati dal past. R. Coisson,
il sabato sera 12 dicembre. In un clima di
fraterna comunione hanno potuto discutere,
cantare e giocare insieme conservando un
ottimo ricordo della serata trascorsa insieme.
Nel tempio di Ferrerò, il 18 dicembre,
hanno celebrato il loro matrimonio Roberto
Massel (Ribbe) e Ada Peyrot (Cro.s-etto). Ad
essi rinnoviamo i nostri migliori auguri di
benedizioni e felicità nel Signore.
I nostri giovani, con encomiabile impegno e dedizione — a loro tutti il nostro ringraziamento affettuoso — hanno offerto alla
comunità, la domenica 19 dicembre, una riunione familiare molto gradita ed apprezzata.
Le celebrazioni del Natale hanno avuto il
loro fervore consueto. Ricordiamo con gratitudine i nostri culti, ai quali erano rappreA*intate quasi tutte le famiglie; a P-errero la
valida partecipazione, cosi apprezzata, della
Corale. Le feste delTAlhero a Maniglia il 25
colla gradita collaborazione dell’insegnante
sig. R. Genre. del Gruppo Corale e di alcuni trombettieri di Pomaretlo; a Ferrerò il 26
coi bambini della Scuola domenicale locale
diretti dalla Sig.ra Rivoira.
I giovani deirUnione, ligi ad una loro
tradizione, hanno voluto aspettare, insieme,
dopo un’agape fraterna da loro egregiamente
organizzata, Tanno nuovo. Nota interessante : s'erano aggiunti ad essi, espivi graditi,
alcuni membri d'una unione vicma. Una
buona rappresentanza dei nostri giovani ha
partecipato all’incontro delle Unioni a Chiotti il 22 gennaio.
— AITetà di 82 anni si è serenamente addormentata nel Signore la nostra venerala
sorella Maddalena Menusan ved. Poèt, presso la sua figliuola a Pomaretto. 11 servizio
funebre s'è svolto il 5 gennaio e la sua salma è stata accompagnala al cimitero di San
Martino per essere deposta nella tomba di
famiglia.
II 13 gennaio abbiamo accompagnato al
campo del riposo di Maniglia la spoglia mortale della nostra sorella Margherita Rosta n
ved. Rostan, spentasi serenamente nel suo
Signore, all’età di 75 anni, al Vallone.
Alle famiglie colpite da questi lutti rinnoviamo l’espressione della nostra simpatia
— Domenica 6 febbraio, TUnione femminile di Ferrerò avrà la gioia di ricevere la
vìsita alle 14,30 della missionaria A. Gay.
POMARETTO
Tra le visi'le gradite di questi ultimi
tempi ricordiamo quella della Sig.na Giovanna Laetsch e della sua amica Laurence:
esse ci hanno presentato con diapositive e
conferenze un prezioso panorama della
vita d’Israele del tempo d’oggi, all’Unione
femminile, alla parrocchia nel suo insieme poi, ed alla Scuola Latina infine. Ringraziamo di cuore le ambasciatrici d’Israele nella speranza di aver ancara altre visite del genere e così interessanti'.
— Reeenteimente è stalo celebrato il servizio funebre di Tron Riccardo di anni 16
deceduto dopo lunga agonia per un male
tremendo menitre il nostro catecumeno si
preparava alla Confermazione; tempo di
riflessi'one e di vigilanza per noi tutti che
resliamo e per i catecumeni in particolare.
Alla famiglia del nostro responsabile
BIELLA
La non-violenza e l’Evangelo
Anche quest’anno il giorno dell’Epifania
la comunità si è raccolta per la festa dell’albero. Senza recite, quest’anno; i bambini
hanno detto poesie e cantato inni, e ringraziamo Paola Fresia e la sig.ra Bonomì E’
stata poi presentata l’opera che il past. Tullio Vinay e i suoi collaboratori stanno svolgendo a Riesi, mediante la proiezione di una
interessante serie dì diapositive.
T culti serali presso le famiglie continuano a registrare vivo successo, e ciò costituisce pure una notevole e utile esperienza per
i giovani che svolgono questo servizio.
Sono riprese le riunioni del giovedì sera, con
una serie di studi su « La resistenza della
Chiesa al nazifascismo ».
Diamo qui sotto il testo di un documento
approvato dai partecipanti alle riunioni del
precedente ciclo di studi su « La non-violenza
e VEvangelo » ;
« Nel mondo contemporaneo il ricorso alla
violenza privata ed alla guerra costituisce
un elemento basilare della società che aumenta continuamente e che trascina gli uomini alla rovina.
« Nella società moderna che crede alla
forza di persuasione degli eserciti, al diritto
individuale degli Stati, alla intimidazione
nucleare cd alVequilibrio del terrore; nello
società che crede alla divisione delle sfere
di influenza fra Dio e Cesare, e che tende a
sottrarre a Cristo la signoria su tutto l'uomo;
la Chiesa si trova in uno stato di confessione, in cui essa è chiamata a riesaminare la
propria fede in relazione all'Evangelo ed a
confessarla con estrema chiarezza, dichiarando con le parole e con i gesti richiesti dalla
occasione che essa serve un solo Signore e
che a questo Signore essa si sottomette completamente lasciando che egli giudichi i costumi. le tradizioni ed i metodi di questo
mondo.
«Al mondo che accetta la guerra ed ogni
sottospecie di violenza la Chiesa è chiamata
ad annunziare l'amore di Dio che non verrò
mai meno, Vabbassamento della eroe.?, la salvezza per la »ola grazia del Signore, la fede
piena e sicura nelVopera di Dio. Nella si-tiiazione attuale il messaggio evangelico deve
essere annunciato concretamente, mediante
segni che lo rendano inequivocabile e che
mantengano il suo carallere ''scandaloso '.
(( Tale messaggio la Chiesa è chiamata ad
annunciare poiché vive nellaltesa della manifestazione del Regno di Dio e della redenzione del creato: ma la Chiesa non può dimenticare che dalla venuta di Cristo Iddio
ha preso a regnare ed il suo Regno e dunque presente, nel segreto della fede, noto
solo a coloro ai quali è dato di udire e vedere. Il Regno di Dio e presente solo nel segreto, ma non per questo meno presente.
Tulti coloro che confessano la loro fede in
Dio sono comunque chiamati a vivere secondo la legge del Regno di Dio.
« ''Delle loro spade fabbricheranno vomeri, delle loro lance roncole; una nazione non
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7*1960
avvisi economici
VILLAR PEROSA
¡______
— Messaggi alfa RIV. Come ogni anno,
il 12 dicembre abbiamo dato alle mae
stranze dei tre turni dei messaggi, portai
dai past. Jalla e Geymet e dal cand. iheol
B. Bellion. Messaggi incisivi* e brevi, ascoi
iati con molta attenzione nel grande refet
torio ; abbiamo quindi distribuito un va
lendarietto evangelico offe;to dalla CIOV
e dalla nostra comun’tà.
— -Assemblea lestante e raccolta, al culto natalizio; la Corale canta due inni (i
coralisti sono aumentati!).
— Numerosissimo il pubblico alla festa
dei banibi'ni: è proprio vero che i piccoli
esercitano un fascino sui grandi... Recite e
canti, anche a solo, e tre cadetti esordiscono con le loro trombe! Un dono a tutti i
bambini presenti; e il pubblico ha risposto con slancio alla colletta che ha coperto
le spese della festa e permesso Tacquisto di
una tromba per i Cadetti.
Raccolto il cullo di fine d’anno, cenrato sulla predicaz one delle profezie relative alla fine di questo (mondo. Quindi
una sessantina di fralel'i e sorelle si radunano nelle « catacombe » per attendere
lietamente insieme Tanno nuovo. Serata
veramente riuscita, serena e fraterna, con
il buon concorso di tulli', e la collaborazione di molli che vivamente ringraziamo.
La sera del 17 genna'o il na.si. Paolo
Ricca Jia tenuto anche da noi la sua interessantissima conferenza sul Vaticano 11;
è sialo un vero pecc'alo che fossero relativamente pochi glt inlervenutì, fra cui abbiamo notato con piacere alcuni cattolici,
che hanno pure partecipato alla successiva
disciiissione. Ringraziamo di cuore il past.
Raolo Ricca per la sua gradi'ta « lappa »
fra noi.
Il 23 gennaio è stato celebrato il mairimonio del nostro giovane fratello Bruno
Pontet con la sig.na Mirella Gili (Pirieroio); rivolgiamo l'I più fraterno augurio a
questi giovani sposi che si siabiliscono fra
noi, alle Case Fanfani.
Tron Attilio la nostra profonda simpatia
per la dura prova dove la fede ha sorretto
coloro che si sono confidati sempre nel
Si'gnore.
— Riunioni prossime: giovedì 3 f<^bbraio: riunione ai Masselli; venerdì 4 febbraio: Clot-Inverso; domenica 6 febbraio:
i catecumeni del 4« anno di catechismo di
S. Germano e di Pomaretto si incontreranno a Pomaretto aUe 14; domenica 6 febbraio : la missionaria Jallà parlerà al culto
del maliino e nel pomeriggio alla cappella
di Perosa all’Unione femminile di tutta
la parrocchia.
Rìco-rdiamo sin d’ora ehe la giornata del
XVII sia svolta con spirito di umiltà e
consacrazione sfrondando lutti gli elementi
non sani. I petardi debbono scomparire da
una festa che non è pagana.
leverà più la spada contro Valtra e non impareranno più la guerra" (Michea 4: 4). La
profezia di Michea si riferisce al Regno di
Dio: nelVattesa che tutte le nazioni salgano
al monte delVEterno. oggi essa è adempiuta
nella misura in cui i credenti confessano la
loro fede nel Regno di Dio e si comportano
secondo la sua Legge.
X Come i credenti della Chiesa primitiva
affrontavano il martirio confessando che Cristo è il .Signore aldisopra delle potenze di
questo mondo, così oggi la Chiesa c chiama
ta a confessare la signoria di Cristo nel ri
fiuto categorico della guerra e della violen
za come fini e mezzi estranei all'Evangelo
l credenti sono chiamati ad annunziare Vamore di Dio, ad amare e pregare per i loro
nemici, a combattere con le armi della luce,
a rendere bene per male. Accettare deroghe
do questi comandamenti vissuti da Cristo significa tradire lo stato di confessione in cui
il Signore ha posto la Chiesa e svuotare di
senso la vocazione di Cristo.
« Davanti al fenomeno di obbietlori di coscienza credenti, i quali rifiutano di portare
le armi e di vestire iuniforme per annunciare al mondo il giudizio di Dio sulla guerra e la sua grazia che porta nuovi cieli e
nuova terra, la Chiesa deve riconoscere la
propria colpa nelVaver dimenticato di annunciare VEvangelo nella sua totalità, ed
indicare ai propri giovani Vobbiezione di coscienza come una possibilità loro offerta dalla grazia di Dio per affermare nella situazione odierna la loro fede in colui che rifiutò
per se persino la legittima difesa ».
RADIO lUn^TECEAlEKI
Domenica 6 febbraio. — Ore 9,1.'> Conversazione evangelica, past. Guido Rivoir.
Direttore resp. : Gino Conte
Tip. Subalpina s.p.a. . Torre Pellice (To)
LA CHIESA Valdese di Torino cerca coppia di coni'agi valdesi senza prole per
r.astodia tempio e portineria slahile.
Scrivere Concistoro, Via Pio V, 15.
RINGRAZIAMENTO
Nipoti e parenti di
Maria Luisa Pons
(Kairer)
ringraziano .sentitamente tutti coloro^
che, in occasione della sua dipartenza, hanno partecipato al loro lutto.
Esprimono la loro particolare riconoscenza alla Direttrice, al personaledeli’Asilo di San Germano e-a tutte
le persone ohe le sono state vicino nei
giorni della solitudine e della malattia.
Torre Pellice, 31 gennaio 1966.
Le Seigneur a cru bon de rappeler
à Lui, dans sa 91me année
Césarine Long
veuve Durand
en laissant dans l’affliction, mais non
sans espérance, les fils. Adèle, Liviet
ta et Aldo, le frère, les beaux-fils et
petits-fils.
La famille, touchée par la sympathie et l’affection que lui on témoignées ses parents et amis, leur exprime ici sa profonde reconnaissance.
« Venez à Moi, vous tous qui
êtes travaillés et chargées,
et Je vous soulagerai».
(Matthieu 11: 28)
« Ils ne sont pas perdus, ils
nous ont devancés »
Pignerol, le 24 janvier 1966.
RINGRAZIAMENTO
La moglie e gli amici del compianto
Ubaldo Oiearis
ringraziano sentitamente quanti hanno preso parte al loro dolore. Un rin
graziamento particolare rivolgono al
la Direttrice, a Suor Dina e a tutto il
personale deU’Ospedale Valdese, al
Pastore Signor Sonelli e ai Dottori
De Bettini e Pellizzaro.
Torre Pellice, 28 gennaio 1966
RINGRAZIAMENTO
Le famiglie Bastia e Benech commosse per la grande dimostrazione di
stima e simpatia tributata al loro caro
Alberto Bastia
riconoscenti ringraziano tutti coloro
che con scritti e presenza presero
parte al loro immenso dolore.
Ringraziano in particolare modo il
Dott. Scarognina, il Pastore Jahier e
i vicini di casa.
Luserna S. Giovanni (Malanot)
24 gennaio 1966.
RINGRAZIAMENTO
La famiglia del caro compianto
Riccardo Tron
profondamente commossa per le dimostrazioni di affetto e stima tributate al caro Estinto, ringrazia tutti
coloro che di presenza, con fiori e
scritti, hanno partecipato al suo grande dolore.
Un grazie particolare al Sig. Dott.
Peyrot, al Sig. Pastore Bouchard, alla Sig.ra Rosalba Sanmartino e ai
dirigenti e amici delTIst. ONARMO.
Pomaretto, 22 gennaio 1966.