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ECO
DELLE VALLI VALDESI
Spett.
BIBLIOIECA VALDESE
TORRE PELLICB
(Torino)
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XCI — Num. 38
S 0
|!na cori* l*'
/ Eco: L. 1.300 per l’interno | Eco e la Luce: U 2.000 per TiTiterno | Sped\z. .hh. po.ule • 1 Groppo I TORRE PELLICr
ABBONAMENTI •; ^ ^ ! L. 2.R00 p<*r lV«f#*ro | Carahìn rf'-nfltrir.go tir» 50 | Ammin. Clandiana Torre Pellice » C. ■ *_______________
SI RIPReiDE
Veramente, per i moltissimi che non
conoscono che brevi periodi di interruzione del lavoro e di riposo, la « ripresa » è già ben dietro le spalle. Tuttavia, in tante e tante famiglie figli e
nipotini si preparano a riprendere la
via della scuola, e così nell’aria c’è
veramente un’atmosfera di « ripresa »
generale.
Non dimentichiamo tutti i grandi e
gravi problemi della scuola, e della
scuola italiana in particolare. Avremo
modo di riparlarne. In questo momento in cui si riaprono le aule sco'astiche. vorrei soifermarmi un momento
sul valore della scuola, sulla bellezza
della vocazione all’insegnamento, sul
dono grande di conoscere e compren
dere.
Ci ripensavo l’altro giorno, mentre
tra una folla di intervenuti partecipavo al servizio funebre di una delle nostre maestre, in una delle nostre chiese delle Valli. Tutta quella gente raccolta e assorta, vecchi e ragazzini, genitori e figlioli, ascoltava l’annuncio
trionfante della risurrezione in Cristo;
e ripensava al tempo stesso a tutto
CIÒ che quell’insegnante aveva rappresentato per tante e tante famiglie, per
tante generazioni di ragazzi.
Pochi hanno una vocazione bella
quanto rinsegnante; pochi hanno come loro tutta la vita a che fare con le
giovani piante, spesso spinose o ribelli ma fresche di vita, capaci di
slanci; con cuori non tutti nè sempre
limpidi, ma pure ancora ricettivi. E i
siorni, i mesi più grigi e scí>raggiMÚ-r
possono fiorire all’improvviso dello
sguardo avido di sapere, dell’affetto
profondo di chi scopre, accanto ai
vincoli del sangue, il legame vero della ricerca e della conoscenza. Non per
niente nell’antichità gli alunni chiamavano spesso « padre » il maestro, e
anche nell’.Antico Testamento i discepoli dei profeti sono chiamati « figlioli
dei profeti ».
L’nsegnante vero, a q|ualunque livello, ha ricevuto da Dio il dono generoso di poter dare molto, a molti. E
vero, anche su di di esso si esercita
penosamente la grigia pressione quotidiana delle difficoltà, della routine,
delle incomprensioni, deH’ingratiiudine, dei peccati di intemperanza o
d’omissione. Ma il dono rimane, la
vocazione arde alla radice della vita,
e ben vengano le folate che spazzino
via le ceneri soffocanti.
Vive pure — forse troppo nascosta
0 taciuta, ma vera — la gratitudine
di molti verso i loro maestri: come io
in questo momento ripenso con profonda e affettuosa riconoscenza agli insegnanti veri che dal primo giorno di
scuola — verso cui mi avviai con una
gran voglia di battermela a gambe (e
io feci davvero!) — fino ad oggi, mi
sono stati maestri non solo di nozioni
ma di vita. Questa mia testiinonianza
non ha qui altro valore se non quello
di esprimere, ne sono convinto, il sentimento dei più verso quanti hanno
ricevuto dal Signore la vocazione al
ministero dell’insegnamento. Sia loro
dato di viverla cristianamente.
Gino Conte
Di fronte alla guerra e
alle esplosioni nucleari
Giuislamcnle l’iillimo numero de La Luce
ha dalo ampio rilievo alle manifestazioni
dei pacifisti inglesi contro gli armamenti
nucleari del loro paese, guidali dal filosofo Bertrand Russell, manifestazioni
seguite da un processo che ha fatto rumore e che si è concluso con condanne da
quattro giorni a un mese di carcere per i
molli imputali, fra cui il Russell stesso.
★
Domenica 24 settembre è in Italia che
si è invece avuta una manifestazione pacifista : la « marcia della pace » Perugia-.As6isi, compiuta da numerosi aderenti al movimento per la non-violenza guidalo dal
dal prof. Aldo Capitini. Quasi tutta la
lUampa — che aveva dato ampia notizia di
una manifestazione di aderenti della CISL
romana contro le esplosioni nucleari riprese dairURSS — ha ignorato questa iniziativa, perchè evidentemente non garba a
molti che la « protesta » contro la violenza
— e quella terribile delle armi nucleari —
sia rivolta in lutti i sensi, e non serva qua.
le strumento propagandistico di parte.
D’altra parte una nota redazionale de
L'Espresso ha fatto giustamente notare elle
l’appo.ggio significalo da Togliatti verso la
iniziativa di Capitini si riduce anch’esso
ad una manovra propagandistica, in quanto
non si vede come il PCI possa a cuore
aperto manifestare contro le armi nucleari. Comunque si giudichi Pimpegno del
movimento di Capitini — e di ogni movimento non-violenlo e pacifiista — niente è
più disonesto che accusarlo di partigianeria aperta o segreta, o cercare di inquadrarlo inleressalamenle nelle proprie mosse politiche. Molte e pesanti sono le accuse che questi pacifisti sentono piovere su
di loro: siete degli ingenui, degli irriducibili utopisti; senza volerlo fate il gioco
degli uni o degli altri, ovvero date, senz’accqrgervene, esca al già troppo diffuso
''qtfflùfiqflTtRfó’"pòtire^ tra»rando^ di considerare realisticamente la situazione e gli
impegni da assumere concretamente e di
volta in volta... E tuttavia, anche se alcune di queste accuse hanno una parte di verità, con la loro affermazione questi uomini e queste donne ricordano ai qu.ittro
venti il valore della vita, l’urgenza e la
bellezza della pace, richiamano ad un nonconformismo coraggioso. Sono esigenze che
non si possono soffocare.
■A"
n Consiglio ecuménico delle Chiose aveva pubblicalo unq dichiarazione, se-opdo
la quale « la ripresa delle prove nucleari
senza consenso internazionale e senza controllo accelererà sicuramente la corsa agli
armamenti, aumenterà i rischi di guerra a
inciderà sulla salute delle generazioni presenti e future ». Ed aiggiungeva : « Noi speriamo che la coscienza universale sarà
commossa e che l’opinione pubblica sarà
scossa, in modo che invece di una ripresa
generale delle prove si possa avere piuttosto una ripresa dei negoziati, condotti in
tutta sincerità, per pervenire ad un solido
accordo ]per la cessazione delle prove atomiche ». Va ricordato che il C.E.C. ha
sempre protestato contro gli esperimenti
nucleari, da chiunque venissero compiuti.
★
Riportiamo una dichiarazione fatta recentemente da Janos Radar, primo segretario del partito comunista ungherese, e
recentemente tornato alla carica di primo
ministro della Repubblica magiara, sostituendo Ferenc Muennich considerato un
po’ meno ’duro’ di lui. Radar si è cosi
espresso : « Approviamo interamente la decisione dell’Unione Sovietica — e la consideriamo pienamente ragionevole — di riprendere gli esperimenti d’armi atomiche.
Domenica 8 ottobre a Pinerolo
( ore 14,30 )
CONVEGNO
DEI CONCISTORI
DELLE VALLI
La inaugurazione deiranno scolastico
COLLEGIO VALDESE
Torre Pellice
La inaugurazione dell’anno scolastico 1961-62 avrà luogo, per tutte le
classi della Scuola Media e del Ginnasio Liceo, lunedì prossimo, 2 ottobre, alle ore 15, nell'Aula Sinodale.
Alunni ed insegnanti sono convocati per le ore 14,30 nelle singole
classi, ove si procederà a regolare appello e a ulteriori comunicazioni.
La prolusione sarà tenuta dal prof.
Gino Costabel, il quale tratterà il seguente argomento: «Questi nostri
l'agazzi ! ».
Tutta la popolazione ed in modo
particolare i parenti degli alunni sono cordialmente invitati a prendere
parte alla cerimonia di inizio del nuovo anno scolastico, che auguriamo
profìcuo e non privo di soddisfazioni
a studenti e a docenti.
poiché tale decisione è stata presa nell interesse della sicurezza di tutto il mondo
socialista, per ’domare’ i suoi aggressori.
Nella misura in cui l’Unione Sovietica fa
valere, verso ì suoi amici eome verso i suoi
nemici, la sua forza che basta ad allontanare gli avventurieri della guerra, essa rende servizio a lutta 1 umanità, poiché spaventa cosi la reazione, gli sbandali, quelli
i^he sono posseduti dallo spirilo della guerra, e difende in tal modo la pace ». Qiiesla
dichiarazione non è molto nuova. Ci interessa in modo particolare perche nel rimpasto governativo ungherese Janos Peter,
ministro aggiunto per gli affari internazionali, diviene ministro titolare: il Peter è
Tex-vescovo riformalo di Dehrecen; membro dal 1950 del Consiglio mondiale della
pace, deputato al parlamento magiaro dal
1953, si dedicò sempre più decisamente
vita politica; nel 1956, al tempo della
drammatica crisi nugiherese, prese nellaLuenle posizione filos/ivietica, e da allora
fece carriera. Pigli ha indubbiamente pesalo sull’allineamento della Chiesa l'iformala d’Unglieria — almeno ufficialmente —
alla politica governativa, di cui dà prova
il bollettino ufficioso d’informazioni delle
Chiese magiare. Della situazione e dell’alleggiamenlo reali di quelle Chiese, sul piano delle singole comunità e degli indivi
dui, sappiamo poco o
certo uno dei ’satellìi
focati e silenziosi.
nulla: PCnglieria è
i’ socialisti più sof
A quanti non Vhnnno ancora letto consigliamo vivamente la lettura di un ottimo
volumetto: Helmut GoUwilz^r: «Les phrélieiis et les armes atomiques », Genève
1958 {¡presso la Claudiana, L. 6401.
Molto si è scritto di Dag
Hammarskjoeld. I pro
blêmi in cui è stato
coinvolto sono così complessi, che si comprende come
sia stato tanto discusso. Ma
che si guardasse a lui con
diffidenza o disprezzo o
aperta ostilità da Londra e
da Parigi, da Madrid e da
Bruxelles, come da tutto
Voltrecortina, ci pare significativo dello sforzo d'imjHtrzialità — ”se non col
cuore, con la ragione**, diceva — di questo *primo
funzionario* deWONU che
ha sentito la sua missione
ben al di là delVordinaria
amministrazione burocratica. E* possibile che nel suo
sincero sforzo pacificatore
egli abbia talvolta errato:
accanto ai successi di Suez
e del Medio Oriente e di
Biserta, il fallimento di Budapest ( ma non fu colpa
sua) e del Congo. Il Congo,
con il suo intrico odioso e
tragico di odi di stirpi, di
torbidi interessi politici ed
economici in lotta alVultimo sangue, fu fatale a Mr
H. : con molli suoi uomini,
ha ,pagato con la vita Verrore di aver creduto di poter
piegare con i **caschi azzurri** il Katanga alla sua posizione.
Uomo onesto e sincero,
infaticabile e tenace ’viaggiatore della pace*, mente
aperta e sagace, potenziale
’terzo gramle*, è stato riconosciuto che ’’nel ’servizio*
(inteso secondo la rigorosa
morale luterana) trovava un
senso alla vita”. Di pochi
si può dire lo stesso.
Il segretario generale del
C.E.C., ì'isser *t Hooft, ha
inviato questo telegramma
alla segreteria dell*ONU :
’’Sentiamo con la segreteria
delle N. U. la grave perdi
ta di un capo amato e degno di fiducia. Possiate ricevere la forza di continuare la lotta per la pace”. Poiché davvero il cielo è cupo.
Dna rappresentanza valdese a Italia CI
SCUOLA LATINA
Pomaretto
L'inaugurazione dell'anno scolastico avrà luogo lunedì, 2 ottobre, alle
ore 15 e sarà presieduta dal Moderatore della Tavola Valdese.
Le visite «i rappresentanza sono assai spesso parecchio noiose, per chi
le riceve e per chi le fa. Ma non è stato cosi, almeno da parte nostra, per
i rappresentanti valdesi che martedì
26 settembre sono stati ricevuti da
un gruppo di personalità torinesi, nel
quadro delle celebrazioni centenarie
dell’unità d’Italia.
Convinto animatore deU’iniziativa
è stato il past. Ayassot, che ha trovato
un’eco amichevole e cordiale nel Comitato di « Italia ’61 » — di cui anche
egli fa parte — nel Prefetto e nel Sin
baco di Torino.
Cosi martedì mattina, sotto la guida cortesissima di un cerimoniere —
il col. Durando — e di una hostess di
;< Italia 61 », una rappresentanza valdese con a capo il Moderatore E. Rostan è stata ricevuta in Prefettura, al
Municipio, nelle varie mostre celebrative.
Componevano il gruppo i membri
della Tavola Valdese e il past. W. Ar
tus, insieme ai rappresentanti degli
Uffici della Tavola e di alcune opere,
quali gli Istituti d’assistenza e d’istruzione, Agape, eco., a due membri del
Concistoro della Chiesa Valdese di
Torino (il decano, ing. Decker e il
dott. Guido Ribet, presidente della
Commissione dell’Ospedale), oltre, naturalmente, il past. -Ayassot.
La prima tappa è stata in Prefettura, dove ii Moderatore Rostan ha rivolto al Prefetto dott. Saporiti un
breve messaggio di saluto, esprimendo la riconoscenza per l’accoglienza —
dal 1848 nessuna rappresentanza valdese era stata ricevuta in visita ufficiale a Torino — ed il si^ifìcato della pre.senza valdese a Torino, che con
tale visita si voleva sobriamente ricordare. Il dott. Saporiti rispondeva
con un saluto parimenti cordiale, soffermandosi poi un momento a considerare il valore particolare dello sforzo sociale valdese per quanto riguarda gli istituti assistenziali e d’istruzione.
Quindi il gruppo valdese — ima
quindicina di persone — si portava a
Palazzo Burgo, dov’è la sede del Comitato organizzatore di « Italia ’61 » e
qui veniva cordialmente accolto da
due membri di questo comitato, gli
on. Marazza e Giachero. Pure a loro
il Moderatore Rostan rivolgeva un saluto grato e dignitoso, ricordando ancora il significalo che ha per noi la
presenza valdese nel nostro paese, e
1 Torino in particolare, dove la ’’colonia” valdese è più numerosa e più
ricca di personalità impegnate in varie branche della vita associata. Rimaniamo ben coscienti non solo del
nostro esiguo' potenziale numerico, ma
dei nostri limiti gravi di infedeltà nella testimonianza evangelica. Tanto
più forte rimane l’esigenza di un impegno cristiano in ogni campo della
Nel quadro delle celebrazioni centenarie, ricordata la
presenza valdese in Italia, e a Torino in particolare
nostra Chiesa, nel suo impegno di
vita, anche sociale. Nella sua cordiale
risposta l’on. Marazza mostrava di
aver avvertito il senso della visita e
di questa modesta ma netta affermazione ; non di noi, ma deU’Evangelo
di cui sentiamo la responsabilità verso il nostro popolo.
Era poi la volta del Palazzo del Comune. Nella sala consiliare il Sindaco
dott. A. Peyron riceveva con la più
viva cordialità la rappresentanza valdese, esprimendole sentimenti di stima sincera per la comunità valdese,
la lui conosciuta alle Valli durante
1 periodo della Resistenza — ideale
continuazione dello spirito risorgimentale — e la cui presenza a Torino è
seriamente apprezzata. A ricordo deirincontro, consegnava una medaglia
cemmemorativa delle celebrazioni
centenarie al Moderatore, il quale ri
cambiava le espressioni di stima, ribadendo anche qui quale valore, non di
orgoglio ma di seria responsabilità, noi
vogliamo dare alla nostra presenza
cristiana nel paese e nella città. Egli
consegnava quindi all’Ospite — come
aveva fatto con quelli precedenti —
una copia appositamente rilegata del
la « Storia dei Valdesi » di E. Comba.
Come a Palazzo Burgo, seguiva un
rinfresco, durante il quale il Sindaco
si è cordialmente intrattenuto a discorrere con i suoi ospiti, in particolare con il Moderatore. Era presente
pure la prof. Frida Malan, consigliere comunale, che ha poi mostrato ai
visitatori la grande sala consiliare;
Abbiamo notato con piacere la stima
che si ha per lei in Comune, e il grato
ricordo che vi ha lasciato con il suo
lavoro l’in-g. Ravazzini, verso cui il
Sindaco Peyron, che è stato suo compagno di scuola negli anni della giovinezza, ha avuto manifestazioni di
vero affetto.
Sosta meridiana, durante la quale
è stato offerto un ottimo pranzo nell’accogliente refettorio dell’istituto degli Artigianelli. Seguiva, nel pomeriggio, la visita alla Mostra storica del
Risorgimento, estremamente ricca ed
interessante (i visitatori sono stati
leccati nel ritrovare alcuni documenti del nostro Museo Valdese), e ad alcuni padiglioni delle Mostre di Corso
Polonia, nella piccola città di « Italia
31 ». Qui ancora sono stati ricevuti, a
nome del Comitato organizzatore, dai
gen. Coisson, che ne è membro, e cortesemente guidati nella visita, purtroppo rapida perchè l’ora era tarda.
Il gruppo dei rappresentanti valdesi prova una viva riconoscenza per il
modo così amichevolmente cortese
con cui è stato accolto da tutti i suoi
ospiti di questa giornata, e soprattutto una viva gioia per la stima che,
tramite loro, è stata espressa a tutta
testimonianza e di servizio.
Perchè questa visita? Non abbiamo chiesto favori, se non quello
di ricordare eiie ci siamo anche noi,
e che siamo convinti — in tutta umiltà e con tutta decisione — di avere
una parola da dire e una responsabilità da portare, accanto a tutti gli altri, nella no,stra vita nazionale e cittadina. Non la presenza ufficiale di
una istituzione ecclesiastica abbiamo
rappresentato, ma l’impegno silenzioso — sentito da molti, anche se mai
abbastanza — di tanti valdesi nel loro lavoro quotidiano, nel loro sobrio
j onesto apporto alla vita civica, nella fede e nella speranza che il illuminano e li radicano nell’Evàngelo.
Certo, tutto questo si esprime difficilmente in rapidi discorsi di circostanza. Anzi, non è cosa da discorsi.
Eppure era ciò che stava dietro la reciproca cordialità degli incontri. Giustamente il Moderatore Rostan ha ripetutamente affermato che non siamo
una setta sprezzante del mondo, ma
una Chiesa che, senza minimamente
pretendere all’infallibilità di alcuna
delle sue posizioni umane, serbandosi
umile di fronte al mondo, annuncia
pure lietamente e appassionatamente
l’Evangelo di Cristo, convinta che esso soltanto sia la luce delle nazioni.
I Valdesi dei secoli addietro non hanno mai temuto di aver a che fare ufficialmente cor. le proprie autorità civili (e non sempre queste erano molto... urbane!): il sospetto oggi abbastanza diffuso nei confronti di tali autorità e il desiderio di non aver nulla
a che fare con loro risale assai più
alla deformazione pietista del secolj
scorso o ad un atteggiamento partigiano, che non alla nostra eredità riformata, e alla rivelazione biblica, che
implicano piuttosto lealtà e fiducia —
e intercessione —, naturalmente affiancate dalla necessaria vigilanza cri
stiana e se necessario da una cristiana
obiezione di coscienza, ma mai preconcetta.
Non possiamo concludere, però, senza notare che se questi incontri non
devono essere sottovalutati, non devono neppure, d’altra parte, rappresentare per noi un oggetto di vanto sterile e soddisfatto. Le visite ufficiali
valgono solo per quel che c’è dietro.
Ci è stata manifestata una stima che
sappiamo di non meritare abbastanza; sappiamo comunque che non rispondiamo abbastanza alla nostra vocazione evangelica: tale stima, forse
la tacita attesa di molti ci sia di stimolo. Ma pà dovrebbe bastare la precisa vocazione che ognuno di noi ha
ricevuta dai Cristo ■ di essergli testimoni, nel mondo e per il mondo.
2
pag. 2
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
N 38 — 29 settembre 1961
Il penlqiHt jiie libera
Gei^çsi^4$ï ^-8
Le parole che Giuseppe rivolge ai suoi fratelli, nel momento in cui
rivela loro la propria identità, assumono un risalto potente non
soltanto perchè rappresentano il culmine di una tensione drammatica
che finalmente si spezza e si risolve; ma soprattutto perchè Giuseppe,
rivelando il proprio nome, rivela al tempo stesso il nome dì Dio, e con
la sua storia espone il piano liberatore di Dio verso il Suo popolo. Perciò c’è qualcosa di grandioso in questa sua dichiarazione pur così carica
di emotività umana. « Io sono Giuseppe... Mio padre vive tuttora? ...Deh
avvicinatevi a me! ». Ma subito, forse dinanzi allo sbigottimento dei
fratelli memori del loro gesto di odio: «Ma ora non vi contristate, nè
vi dolga di avermi venduto... ». Il piano di Dio è presentato da Giuseppe anzitutto come un annuncio di consolazione, di speranza, di abbandono risoluto di ogni forma di disperazione per il proprio peccato, per
il proprio passato. Ciò che importa ormai è riconoscere che Iddio si è
swvito persino della trasgressione dei Suoi figli per condurli alla salvezza. Infatti Giuseppe dice « Iddio mi ha mandato innanzi a voi per
conservarvi in vita » : il peccato è stato trasformato in fonte di vita per
gli uomini stessi che lo hanno consumato; per conservare voi in vita,
voi che vi siete eretti ad arbitri della vita di un fratello e che ora avete
paura di morire. La misericordia di Dio accorre prima di tutto verso
coloro che hanno peccato. Ma il senso di questa incomprensibile misericordia è rivelato dalle parole che seguono, e che si riferiscono al grande
piano divino : « perchè sia conservato di voi un resto sulla terra, e per
salvarvi la vita con una grande liberazione ». Il « resto sulla terra » e
la « grande liberazione », ecco le due linee, orizzontale e verticale, che
costituiscono la nostra storia, la storia della salvezza. Quella storia in
cui le narrazioni bibliche della vita di Aibramo, Isacco, Giacobbe, di
Giuseppe e di tutti i personaggi dell’Antico Testamento s’inseriscono
non già come fatti leggendari ed improbabili, ma come fatti che ci riguardano, storia della nostra storia, avvenimenti verificatisi « per noi » : così
come le narrazioni evangeliche relative alla persona del Cristo, come
le vicende attuali della chiesa nel nostro mondo tormentato e diviso,
come i fatti di cui leggiamo oggi sui giornali, che ascoltiamo per radio
0 vediamo alla televisione; ovvero (dice dimessamente ma efficacemente
il grande Barth) come la posta che ci arriva al mattino, quando chiediamo: « C’è qualcosa per me? ».
Ed ecco l’uomo che è stato toccato dalla grazia di Dio completare
gioiosamente il suo messaggio ai fratelli : « Non siete dunque
voi che mi avete mandato qua, ma è Dio ». Ed ecco la vera liberazione,
la più segreta e la più vivificante; non solo una liberazione di carattere storico, fatta di accadimenti esteriori, che portano i fratelli di Giuseppe a salvarsi dalla carestia e dalla morte; ma una liberazione intima,
profonda, per cui tutti gli uomini, quelli che fanno violenza e quelli che
la pbiscono, si riconoscono tutti ugualmente oggetto della misericordia
divina, che è la sola protagonista della nostra storia. Tutti ugualmente
peccatori, e tutti ugualmente perdonati, nel riconoscimento che ogni
iniziativa è in Dio solo, e che noi viviamo, giorno per giorno, ora per
ora, di questo Suo intervento nella nostra vita, ossia della Sua fedeltà.
Il messaggio di Giuseppe ai fratelli, è dunque un annuncio di profonda gioia, che si staglia sullo sfondo di vicende sanguinose, e che può
parlare anche a noi con la stessa limpidezza di linguaggio, senza che ne
spostiamo una virgola, alla luce della rivelazione di Cristo. Esso è quasi
una completa confessione dì fede: il perdono di Dio trasforma la storia
del peccato in storia della salvezza, fa della condizione umana, anziché
il campo dell’assurdo e delle forze distruttive, il campo d’azione dello
Spirito Santo che dà significato a tutti i minimi dettagli della nostra vita.
Così anche oggi ognuno di noi può dire a se stesso; non ti contristare
del tuo peccato, esso non conta più, è stato trasformato in un pretesto
di fedeltà da parte del tuo Dio; e quanto più grande ti appariva Tombra
del tuo peccato, tanto più potente il risalto in cui esso è chiamato a mettere l’opera di Dio in te.
XJel nostro mondo attuale la parola « peccato » sembra aver perso
la sua funzione: essa designa infatti una categoria religiosa,
e al fine orecchio del laico moderno conserva odore di sacrestia. Ci sono
tanti sinonimi più gradevoli, da usare al suo posto, per abolire quel
richiamo a una realtà trascendente (e giudicatrice) che la parola implica.
E se l’uomo moderno non « pecca » più, neppure ha più bisosno di
essere « perdonato ». Con questo rifiuto l’uomo, lo sappia a no, tende
a porsi fuori della storia della salvezza, compiendo il più titanico e
assurdo atto dì ribellione che si possa concepire.
Eppure questo nostro mondo è assetato di perdono, di riconciliazione, di misericordia, realtà alle quali esso dà i fittizi nomi di « pace
mondiale », « tregua nucleare », « fraternità tra i popoli » nel tentativo
di sfuggire ancora e sempre all’incontro decisivo col suo Dio.
Preghiamo quindi non per riuscire a conquistare la pace ma perchè
Iddio non ci dia pace, non ci lasci pace finché non sapremo — noi tutti,
credenti e non credenti — riconoscere che non saremo mai capaci di
conquistare la pace, ma solo di distruggerla continuamente; che la buona
volontà capace di crearla e mantenerla non può essere che obbedienza
alla volontà del Padre; e che tutta la nostra storia non è che la storia
di una « grande liberazione », ossìa dono di Dio perennemente offerto
a chi lo sappia accettare con umiltà e riconoscenza, come un messaggio
dell’amore perdonante del Padre. Rita Gay
NOTIZIE IN BREVE
^ Dopo evsser «lato per molte settimane al
centro deiraltenzione intemazionale, il
'Laos sembra infighiottito dal silenzio... «Semailles et Moisson >, nota che dal punto di
vista politico la situazione non miglior.!
affatto; peggiora anzi gradualmente; ed
una conseguenza è il fatto che è sempre
più problematica l’azione missionaria com’è stata fin qui concepita.
Ma se si prospetta necessario un ripiegamento, non bisogna perder di vista il
fatto che i Laosiani stabiliti in Tliailandia sono più numerosi di quelli che vivono nel Laos stesso: c’è dunque, a sud del
Mékong, un ampio campo missionario da
sviluppare. Intanto il lavoro prosegue a
Thakhel e Savannakhet.
Alla presenza di personalità civili e religiose è stata inaugurata la prima Accademia evangelica nel Giappone: servirà a
coordinare le diverse attività laiclie, a organizzare riunioni di studio sperimentale,
ad esempio un seminario sul marxismo. Si
spera che sarà un centro di diffusione c di
rinnovamento cristiano nefl Giappone.
■A" Venl’anni fa veniva tradotta in giapponese h'Institution de la religion chrétienne
di ,1. Calvin, poi largamente diffusa e studiata in questo paese dell’Estremo Oriente,
mentre si faceva sentire l’esigenza di una
versione di tutte le sue opere. Si è coslituila un'a.ssociazione che .spera di poter
pubblicare in cinque anni Vopeni omnia.
in cinque volumi.
t/k II gruppo liberale del partito poipolare
svedese, studiando un programma di rifor.
me, considera lo statuto di Chiesa di Stalo
(qual’è in Svezia) incompatibile con la
piena libertà religiosa, e chiede che tutte
le comunità religiose siano su di un piano
di uguaglianza nei loro rapporti con lo
Stalo, abolendo la situazione privilegiala
della Chiesa luterana, in specie per ciò
che riguarda le questioni fiscali e il registro dello stato civile.
A Roma e a Firenze
Insediamenti pastorali
Domenica 17 settembre il past. Carlo Gay
è stato insediato quale pastore titolare della nostra chiesa di Roma (Piazza Cavour);
egli è stato presentato alla comunità che
l’aveva designato dal past. Guido Matliieu.
Domenica 24 è stato insedialo a Firenze,
il past. Luigi Santini, designato dall’Assemblea di quella chiesa quale proprio conduttore. Ha presieduto il culto d’insediamento il past. .Alberto Ricca.
BUENOS AIRES
Facnltad Evangelica
de Teologia
Da alcune .settimane ha iniziato i suoi
corsi presso la Facultad Evangelica de Teologia di Buenos Aires il past. Alberto Ricciardi, professore designato dal Sinodo a
sostitutiire il prof. J. A. Soggin, richiamalo in Italia per ricoiprire la cattedra di Antico Testamento presso la Facoltà Valdese
di Teologia, a Roma. Egli si trova attualmente in Palestina, per un periodo di studio presso ristitulo Biblico e l’Università
di Gerusalemme, offertogli dal governo
israeliano.
Alla Facoltà di Buenos Aires i corsi sono frequentati, quest’anno, da 56 studenti
(16 di primo anno): 20 argentini, 12 cileni, 9 uruguayani, 4 Itoliviani, 3 peruviani,
2 paraguayani e 2 spagnoli. E’ chiaro quale
largo raggio d’azione abbia quella Facultad
de Teologia in tutta l’America latina, ed è
rallegrante di vedere ben rappresentata la
Chiesa Valdese, sia fra i docenti che fra
gli studenti.
Dalla Resistenza
alla Costituzione
Il 27 settembre 1956 moriva Piero Calamandrei, « ResUtenza » lo ricorda ampiamente nel suo numero di settembre. Vogliamo ricordare anche noi quesVuomo che
è stato una delle coscienze più vigili e meditate della resistenza al nazi-fascismo^ negli anni clandestini e in quelli di lotta aperta^ e, poi^ uno degli apostoli pih appassionati di una vita italiana rinnovata, costitu
zionale nel profondo.
**Da Calamandrei gli uomini della lotta
per la libertà ebbere Vinterprelazione p ’<
illuminante delle ragioni della loro lotta.
Da lui le trasposizioni liriche più toccanti.
Le sue epigrafi danno alla Resis*enza runica poesia epica ch'essa abbia avuto ” (Ferruccio Porri),
Calamandrei non e stato solo lo storico
e il cantore della Resistenza, ma qualcosa
di più. Egli ha ’gridato lottando e inveito
per difendere’ la Resistenza; e, nello stes:o tempo, con la pacala acutezza del giurista, ha indicato le vie per trasfonderla e
risolverla in costume civile, in instituzioni
?. leggi € sentenze. E’ stato lui che, dopo
aver subito avvertito nelVaria quella che
chiamava la ’desistenza', ha insegnato agli
italiani come si poteva e si doveva ritornare, non a parole ma nei fatti, dalla desistenza alla re.dstenza" (Sandro Galante
Garrone ).
Vogliamo ricordare Calamandrei in quest’anno centenario in cui — è ancora Farri
("Maurizio”) a parlare — ’’non per colpa
e responsabilità dei Comitati organizzatori,
ma per colpa e responsabilità di questo
paese che si crogiola così beato nella ere
iità fascista, si è prodotta a Torino, fra
discorsi e sfilate, un’alluvione aulico-qualiinqiiista che ha già provocato varie reazioni. La storia nazionale di ferma alla
’Canzone del Piave’, dopo la quale si stenle un mare lattiginoso senza rive ed approdi e su di esso galleggia soltanto il sacrificio del solito povero fante. !m guerra di
liberazione e lo sforzo partigiano in questo
quadro non ha dir'Vo a ricordo e la Costi'azione repubb ivana è un trascurabile fatto iburocratico”. Alla Mostra storica del
Risorgimento la Resistenza è però ricor
data.
E’ evidente che lo spirito della Resistenza non trova la sua più profonda espressione nelle ’adunate oceaniche’ — come
quella che si terrà a Torino il ottobre
— e neppure nr* conferimento della medaglia d’oro al gonfalone di Boves. Esso
live dovunque, nella lotta oscura di ogni
giorno, si resiste al qualunquismo, al tira
a campare, al chi me lo fa fare, all’ignoranza compiaciuta, all’egoismo arrivista, all’indifferenza come al fanatismo politici.
Ci auguriamo che, qualche volta almeno,
specie i più giovani, abbiano voglia di interrompere ì ritmi sdiliquiti o ossessivi di
cui tanti si dilettano, e di abbassare il loro
piek*up sul ’’Discorso sulla Costituzione”
pronunciato da Calamandrei a Milano nei
1955. e inciso su disco fi). Dalla capacità
di vibrare ancora seriamente a quella calda parola, si può valutare la speranza del
nostro domani italiano.
(1) Disco Cetra, Collana Lelteraria Documento CL 0149 (33 giri, 17 cm.l.
LA VRAIE LUMIERE DU MONDE
Les Eglises et les affaires internationales
Les chrétiens qui se réuniront à New Delhi auront à affirmer d’une
façon concrète que Jésus Christ est la lumière d’un monde déchiré
Christ, lumière d’un monde désorienté et déchiré par'sa propre anarchie
et par sa propre inhumanité; quelle
signification peut-irbien y avoir dans
la juxtaposition d’une telle lumière et
d’aussi terrifiantes) ténèbres? Nous
pouvons dire immédiatement que cette lumière a pour tâche de mettre au
jour bien des choses qui essaient de
se cacher et de révéler les erreurs qui
peuvent passer pour vérité dans les
ténèbres, aussi bien que d’éclairer
d’un jour éclatant ce qui est réellement vrai et humain.
Une grande partie du danger de la
mésentente internationale d’aujourd’hui provient de I habitude que les
nations, les cultures et les idéologies
ont prise de se considérer elles-mêmes
très sérieusement comme la lumière
de l’humanité. Leur cause est pour
ainsi dire identifiée à celle de l’humanité, leur victoire à la victoire de la
justice; cependant, dans presque chaque pays, il y a des disciples du Christ
qui apprennent plus eu moins fidèlement à se soumettre, eux et la nation
à laquelle ils appartiennent, au Juge
eî Sauveur uevant lequel aucun homme vivant n’est justifié. Il est difficile de le faire au milieu de l’orgueilieuse confiance en soi des sociétés occidentales, du patriotisme passionné
jt ambitieux des jeunes nations ou de
l’esprit d’auto-justification que l’on
voit partout dans les pays marxistes.
Mais l’Eglise ne refiête la lumière
de Dieu au milieu des ténèbres du
monde que lorsqu’elle commence par
reconnaître, dans la repentance, la
vraie source de la lumière et les réelles altérations que celle-ci met au
jour et révèle dans nos propres afïâiles.
La solidarité oecuménique des Eglises aujourd’hui est d’un grand prix
à cet égard. Ainsi par exemple, au moment de la crise de Suez, les Eglises
de Grande-Bretagnç et de France ont
pu en appeler aux membres de la
Commission des Eglises pour les Affaires internationales (organe du C.
O. E. et du C. I. M. à qui est confiée
la responsabilité dans ce domaine)
pour qu’ils les aident à porter un juslC jugement sur la situation et les
devoirs de leurs propres pays. Car les
membres de cette commission pouvaient mettre à leur disposition les
points de vue développés au cours des
années précédentes ou exprimés à
l’instant de communautés chrétiennes sur toute la terre. Ce n’est pas
tant que les Eglises se trouvent ainsi
mieux à même de prendre en considération l’opinion publique mondiale,
mais l’opinion chrétienne mondiale
peut les aider à soumettre leurs jugements à Celui qui est la lumière de
l’humanité.
Dans les dangers plus graves encore dont les armes atomiques et les divisions du monde menacent l’humanité, c’est un service analogue qui est
rendu. Car les Eglises du monde ne
reflètent la lumière du monde que
lorsque leur préoccupation dominan
te est le bien véritable de toute l’humanité. Cela ne signifie pas qu’elles
puissent connaître le fond même des
conflits graves et sérieux — et souvent mêmes insolubles — des nation.s
et des groupes de puissances, mais
qu’il leur est interdit de désespérer
d’une réconciliation qui rende justice
la vraie nature et à la vraie desti
née des hommes. En pratique, cela signifie deux choses: le refus catégorique de permettre que la guerre froide,
U que la haine d’un conflit racial en
arrive à diviser les Eglises chrétiennes (et Ja communion oecuménique
elle'-même témoigne de la résolution
chrétienne ici). Plus une communau' ou une Eglise nationale a consciene de sa participation au corps de
Christ tout entier sur toute la terre,
plus sa prière et sa conduite rempliront cette fonction.
Plus concrètement encore, par le
truchement de la CEAî, cette résolution peut peser assez lourd dans des
affaires comme les négociations pour
le désarmenent. Les membres de la
CEAI assistent régulièrement à des
sessions des Nations unies à NewYork, et sont en contact avec des délégués à la Conférence pour la cessation des expériences nucléaires, en
tant que représentants de l’opinion
chrétienne générale, étant prêts à toute déclaration ou à toute aide qui soit
en leur pouvoir, pour s’opposer à la
volonté de mésentente. Une telle activité exige une bonne connaissance
technique des données du problème
en discussion, à un niveau professionnel supérieur à celui du membre d’Eglise moyen. Mais son fondement et
son origine sont dans la préoccupation et dans l’intercession des milliers
de communautés chrétiennes de chaque pays, qui cherchent à refléter la
lumière du monde avec sagesse et
discernement au milieu du désarroi
des nations.
H]on pas que la paix en elle-même
i-® soit le seul but de l’homme véritable, car on peut concevoir une sorte
de paix dans laquelle les hommes troquent leur dignité humaine contre la
mise à l’abri du danger physique. Une
telle paix ne saurait durer et n’est
qu’une anesthésie temporaire et décevante. En Jésus-Christ, l’humanité
peut voir enfin ce que les hommes sont,
aussi bien dans leur dignité que dans
leur rébellion, ainsi que la fin suprême à laquelle ils sont destinés. Cette
lumière doit aussi être réfléchie dans
les conflits des nations: assurer le
respect des races que les puissants et
les privilégiés ont sous-estimées, défendre les minorités et les non-conformistes, établir une justice équitable devant les tribunaux et, simultanément, tendre à une liberté religiem
se qui permette aux hommes de voir
la lumière et de l’adorer. Chaque com
munauté chrétienne doit être un microcosme de cette vie vraiment humaine, projeatée en Christ sur la
grande toile du monde où les organisations oecuméniques se sont mises
au travail et sont continuellement à
l'oeuvre. Ainsi la CEAI a travaillé à
as.surer dans les constitutions des nouveaux Etats les dispositions qui donnent un fondement légal à ces exigences élémentaires de justice. Elle
a été très active dès le début dans la
élaboration de la Déclaration des
Droits de l’homme par les Nations
unies, et s’est efforcée de ramener les
généralités de cette déclaration au niveau de l’élaboration de codes de
comportement qui seraient reconnus
internationalement, en particulier en
c-3 qui concerne la liberté religieuse.
Et là où la liberté religieuse est délibérément violée, il a été possible a
des représentants de la CEAI de prendre des mesures pour enjoindre les
geuvernements de modifier leur politique intérieure intolérante. En relation plus immédiate peut-être avec
les conflits de nos jours, le COE et la
CEAI ont tous deux été à même d’agir au nom de la solidarité chrétienne mondiale pour rapprocher dans un
dialcgue fécond ceux que le sentiment
de profondes injustices divisait. La
réunion de la conférence consultive
des responsables africains et européens du COE et des Eglises membres en Afrique du Sud en décembre
1960, pour examiner la question raciale, n’aurait pas été imaginable .sans
l’initiative du COE. Une consultation
politique analogue eut lieu la même
année en Rhodésie, et créa un climat
de confiance personnelle et de compréhension hautement appréciée.
Hl'l ais la face du monde est déshonorée par le péché qui fait que la
moitié de l’humanité a faim alors que
la technique rapporte des richesses
fabuleuses à un petit nombre. Les
unes après les autres, les Eglises de-s
pays riches se sont émues, au moins
en paroles, de cette grande injustice,
mais la complexité du mécanisme financier et administratif international décourage ceux qui cherchent à
entreprendre des actions pratiques. A
raison, ils attendent de leurs organisations internationales, qu’elles les
guident et qu’elles aéfinissent les
obstacles qui entravent la création de
une assistance économique saine aux
pays moins favorisés. De ceci s’est
chargé la CEAI en accomplissant
beaucoup de recherches, à la fois en
rapport avec lés organes et les agences de rONU, et en fonction de ce
que des organisations bénévoles telles
que la Division d’Entraide des Eglises du COE peuvent faire. On a déjà
enregistré un gran nombre d’études
utiles préparées par la CEAI pour la
information des Eglises, mais il faut
faire encore bien plus pour mettre au
point tous les détails en vue de
l’action.
Bien entendu, les membres de la
CEAI ne sont que Ip, partie exécutive
d’un système compliqué de consultations et de discussions qui se déroulent d’un bout à l’autre de la famille
chrétienne universelle: ceci, grâce à
une équipe de représentants de la
CEAI dans plus de 25 pays, en majorité laïcs de plusieures dénominations
(1), ayant l’expérience des relations publiques; grâce à des comités intercon
fessionnels sirécialisés dans la question, dans un plus grand nombre de
pays encore; enfin grâce à de très
nombreux experts qui mettent leurs
informations et leurs conseils en ces
matières à la disposition de la CEAI.
Travaillant ensemble, il ont la certitude que, dans la réussite ou dans
l’échec, leur service pourra, d’une manière ou d’une autre, répandre la lumière de l’Evangile sur les conflits
des peuples, et leur montrer le chemin de la vie. Alan Booth
Secrétaire général de la CEAI
(1) Le reiprésemlanl italien vaiidois em le
(Ir. Giorgio Peyrot.
3
29 settsmbie 1861 — N. 38
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
l»g- 3
Presenza valdese in Bermania
In questi ultimi anni le relazioni
ed i vincoli che uniscono le Chiese
Valdesi alle antiche jmrrocchie di
origine Valdese in Germania si sono intensificati. Non possiamo che
rallegrarcene, perchè tutto ciò che fa
parte della nostra storia Valdese ci
interessa e ci aiuta al tempo stesso
a ringraziare Iddio per tutto ciò che
la Sua grazia ci ha largito nel tempo
della prova come in quello della libertà.
In occasione del 25" anniversario
della fondazione della Associazione
dei Valdesi di Germania, diretta dal
Past. Ludwig Zeller, è stato chiesto
al. Moderatore un messaggio di solidarietà.
Pubblichiamo questo messaggio in
uno spirito di fraternità cristiana e
di responsabilità di fronte ai doveri
di oggi.
A Sel'onenberg ( Wurtemberg) si trova questa lapi
de che ricorda:
” Arruuul .piantò qui per la
prima rolla in Svevia le
palate. Quale benedizione
portò così, pacificamente,
l’eroe glorioso!”.
Su questa pacifica gloria
dell’eroe certo nessuno farà obiezioni.
Alla maniera di Aldous Huxley
Ijuesl» bravo H* Secolo
A l’Association
des ïaudois d’Allemagne
Messieurs et chers Frères en Jésus-Christ,
le Pasteur Zeller me prie de vous envoyer un message à l’occasion du prochain 25' anniversaire de la fondation de votre Association.
Je le fais d’autant plus volontiers que je rentre maintenant d’un séjour
dans la région du Baden-Württemberg, précisément à Herrenalb.
Je garde un touchant souvenir de la visite que j’ai faite à Schonenberg, Dimanche matin 3 Septembre avec ma femme et quelques
atnis Vaudois d’Italie. Le Dimanche précédent j’avais participé au
culte à Palmbach (ancienne La Balme) et à Mutschelbach, avec le
Pasi Miiller. Quelques jours après je me suis rendu à Pérouse et Piiiaclie, en passant par Mühlacker pour voir le monument à Henri Ar
nanti. La campagne était très belle et riche en fruits; j’ai pensé avec
çiiujtion aux Vaudois qui l’ont parcourue et habitée il y a plus de 25('
an-i en venant des Vallées sous le signe de la persécution et de la souffrance. Les noms des Tron, Héritier, Vinçon, Roux, Pastre, Contandiu
et d’autres que j’ai lu sur les pierres tles cimetières m’ont parlé du
pa-^sc et du témoignage de ces Vaudois loin des Vallées d’on étaient
pari i s leurs ancêtres,
1! y a sans doute un lien spécial t{ui nous unit: c’est celui d’une
meme foi en Jésus-Christ, notre vie et notre paix. Mais nous ne pouvons pas éviter de souligner l’existence d’un autre lien, aujourd’hui
souvent oublié à cause de l’éloignement et des années, et pourtant si
réel et si profond dans l’histoire de notre peuple. Nous avons été unis
dans une longue résistance et dans une même fidélité au temps de la
persécution; nous devons l’être aujourd’hui dans une même expression de foi et dans un même témoignage de notre vie, afin que les
paroles « Lux lucet in tenebris w ne soient pas seulement gravées sur
les parois des temples, mais aussi dans nos coeurs.
Votre Association fête son anniversaire et manifeste son intérêt
pour l’Eglise Vaudoise. Je souhaite que les liens qui nous unissent
soient encore plus visibles et que nous puissions tous grandir dan.s
la connaissance de Jésus-Christ, notre Seigneur, en vue de Sa gloire
et d’une plus profonde vie chrétienne.
Je vous salue, chers Frères et Amis des Vaudois, au nom de toutes nos Eglises en Italie et dans le monde. Que Dieu bénisse vos communautés et vous accorde la grâce de glorifier le Seigneur au temps
de la prospérité.
Je salue d’une façon spéciale le Past. Ludwig Zeller, le Prof.
Matiiieval, ainsi que tous les membres du Comité. ^ ^
” Les justes croîtront comme le palmier; Ils s'élèveront comme
le cèdre du Liban... Plantés dans la maison de l’Eternel, dans les parvis de notre Dieu, ils se couvriront de fleurs. Ils porteront encore, des
fruits dans la blanche, vieillesse; il seront vigoureux et verdoyants,
pour annoncer que P Eternel juge avec équité... C est lui qui est mon
rocher, et il n y a point en lui d’injustice (Ps. 92, v. 13-16).
Ermanno Rostan
Modérateur de l’Eglise Vaudoise
CATTOLICI
a New Delhi
Come di consueto il Consiglio ecumenico delle Chiese ha invitato numerose Chiese che non ne sono membri ad inviare i
propri osservatori alla Assemblea di New
Delhi. Fra gli altri, vi saranno cinque cattolico-romani, nominati con Vautorizzazioni del Segretariato per l’unità cristiana
istituito in vista della preparazione del
secondo concilio Valicano.
Due di essi verranno dall’India, e saranno designati in accordo con il card. Garcias. arcivescovo di Bombay. Gli altri tre
sono: il prof. Jan Groot, delegato della
gerarchia olandese per l’attività ecumenica; il F. M. ]. Le Guillou, membro del
Centro ’’Islina” di Parigi, autore dì ’’Missione e Unità”, e il P. E. DujJ. direttore
dell’Istituto dell’Ordine sociale di S. Louis
(Missouri), che ha scritto ”Il pensiero sociale del Consiglio ecumenico delle Chie,se”. (soepi)
Sembra che la gente sovietica, alla
quale nel corso (Jegli ultimi mesi sono
state preisentate a Mosca ben tre mostre tecniche e pratiche del progresso
civile negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e in Francia, abbia visitato gli
stands, non dirò senza batter ciglio,
ma certo senza mostrare una gran
meraviglia verso ciò che, indubbiamente, era presentato conie il raglio
di quei paesi dal punto di vista della
praticità, del conforto, del buon gusto, e via dicendo.
Il giornalista E. Emanuelli — il quale conosce la Russia per esservi stato
e per averla studiata im.parzialmente — postilla quell’atteggiamento, imprevisto in tutti, ma soprattutto nelle classi meno abbienti, con una duplice constatazione. Una parte del
pubblico, di fronte a quel progresso,
commentav:! ; « ecco quel che anche
noi avremo prossimamente, grazie
agli sforzi diuturni dei nostri governanti comunisti » ; e l’altra : « come è
mai possibile che, con simili progressi in campo sociale e tecnico i popnoli
occidentali siano ancora alle prese
con la miseria e con i problemi sociali? » (ossia; se nel paese Z una fabbrica sforna centinaia di migliaia di
macchine Y aH’anno, perchè i cittadini di quel fortunato paese non ne
hanno tutti una?).
E’ questo secondo interrogativo che
dà da ijensare. Non che i russi siano
in diritto di form-ularlo, e gli occidentali no. Ma resta il fatto estremamente imbarazzante, che in un paese qualsiasi — come per esempio l’Italia —
delle zone abbiane l’energia elettrica,
ed altre no; che in certe parti del
paese ci siano delle scuole per tutti,
e in altre domini l’analfabetismo; che
il telefono sia per i ricchi od almeno
per gli abbienti, e non per i poveri
(che ne hanno bisogno quanto e più
semmai, degli altri ) ; che dei chirurghi di chiara fama siano a disposizione di una parte della popolazione, e
non dell’altra (se in teoria la scienza
Gl scrivono
“La nostra speranza
è nei nostri sforzi
0 nei disegni di Dio?,,
Bergamo, 19-9-1961
La Chiesa dì oggi è in orisi, ogni vero
membro sente le orribili scosse e soffre,
perchè è aderente a questo corpo.
Mille voci si sentono, ognuno dice la
sua: chi parla dei servizi nella Chiesa, chi
fuori della Chiesa, chi cerca delle modifìclie, chi addirittura vorrebbe capovolgere
lutto il sistema della Chiesa, ma in tutto
ciò nessuno si rende conto della propria
meschinità. Dio non ha bisogno nè delle
tue, nè delle mie chiacchiere, con cui crediamo di risolvere il problema di Dio, cioè
della Chiesa, dando delle indicazioni o direttive per i singoli servizi, perchè Dio
stesso si occupa della Sua Chiesa e il Suo
intervento non mancherà. O volete essere
■ iù di Dio, o gente di poca fede? Gesù
dice: Un cieco non può guidare un altro
cieco, perchè ambedue cadranno nella fossa. Se voi Conduttori non credete nella potenza dello Spirito di Dio, come si può
pretenderlo dai semplici credenti? Voi demolite così le opere di Dio con le vostre
azioni e teorie e calpestate le cose più sacre, nel trattare Dìo come uomo. Se voi
credeste in Dio e nel Suo Spirito, facendo
la volontà di Dio, non la vostra, voi credereste anche nelle Sue potenti promesse.
Giov. 14: 26: « Ma il Consolatore, cioè lo
SCIENZA E FEDE
Per molli di noi la parola «srienza» è
una parola molto {¡rande, tanto {¡rande elle
ri sembra impossibile non solo rapire e
ronoscere quello che essa indirà, ma anrbe
solo farcene un’idea. Per(-iò ci pare ebe
anebe i problemi connessi con la scienza
siano riservali agli specialisti e ebe le nostre numerose occupazioni ci impediscano
nel modo più assoluto di capirli e di dare
il nostro contributo alla loro soluzione.
In realtà la scienza dello scienziato è parente mollo prossima della nostra: per noi
la scienza è un oceano infinito inesplorato;
per lo scienziato è lo stesso. I dati che egli
conosce sono una rugiada al levar del sole
di fronte a quello che si rende conto di
ignorare: hanno, ai suoi occhi, pressapoc-t
lo stesso valore «die hanno per noi quelle
poche cose che sappiamo, per esempio sull’avvicendarsi delle stagioni o delle fasi luuari e simili.
Perciò il problema del rapporto fra scienza e fede esiste per noi come esiste per lo
scienziato, anche se non sempre ce ne rendiamo conto. Di fatto, tutti i dubbiosi e gli
sceltici che ci sono anche alle Valli, giustificano il loro atteggiamento con ar^uientazioni che ritengono scientifiche. Ed
anche se non lo sono, pongono lo stesso il
problema dei rapporti fra la scienza e la
fede, perchè per scienza, almeno quando
si considera questo problema, non si possouo solo intendere le scienze ufficiali, ma
tutto quello — per strampalato che sia —
che ogni uomo adotta per soddisfare — o
frustrare. — il proprio interesse e la prò
pria esigenza scientifica, due cose alle qua
li nessuno si sottrae in pieno. Altriment
ogni ricerca è oziosa ed astratta. In questa
prospettiva la ricerca si articola e si vivi
fica nel problema dei rapporti non solo d
fede e scienza, ma dei diversi modi di ini
postare la fede in rapporto alla propria vo
razione e di certe scienze ben determinale
o, addirillura, di dati ben precisi di esse;
dei rapporti fra credenti e scienziati, nei
quali entrano spesso molti altri fattori
estranei e alla fede e alla scienza.
Non si può risolvere in astratto ed una
volta per sempre questo problema: la
scienza progredisce e la fede sì rinnova.
Anche se i dati dell’una e dell’altra fossero sempre gli stessi — il che non è —. >1
problema si riproporrebbe perpetuamente
a nuovo, perchè cambierebbero gli uomini
che lo considerano. All’epoca della condanna di Galilei, uno scienziato poteva legittimamente dichiararsi ateo, perchè la
srienza sapeva cose contrarie alla fede come era impostata allora. Oggi nessuno
scienziato serio dice più questo. Oggi l’alei
snio cosiddetto scientifico, non si fonda su
quello che la scienza sa, ma su quello che
non sa: non sa le cose della fede (ed è
impossibile saperle), perciò le rifiuta: co
me si vede è un’impostazione molto meno
sidida, anche se è l’unica sostenibile.
Esiste un modo cattolico di considerare
il problema: il cattolicesimo, si sa, si imliiiscbia di molle cose che non lo riguardano o piuttosto ne!modo che non lo riguardano, dalla politica alla scuola, alla cultura ecc. In questo spirilo ha adottato, quasi esclusivamente, un sistema filosofico (altra parola grande, anche se ognuno, senza
saperlo forse, ha una sua filosofia) e, tanto
per non andar troppo indietro nei tempi.
Ita scelto quello di Aristotele, vissuto in
Grecia più di tre secoli prima di Cristo,
nella rielaborazione che ne ha fatto Tommaso d’Aquino. Colui che è forse il maggior rappresentante oggi di quel sistema,
il filosofo francese Jacques Maritain, ha
scritto un’opera sul problema del rapporti
fra le varie dottrine, appunto : « DISTINGUERE PER UNIRE - ovvero i gradi del
sapere », in cui dice delle cose anche interessanti ed in parte vere, ma la prospettiva in cui prende in considerazione il problema non è quella viva che abbiamo esposto. (La filosofia cattolica si presenta, infatti, in vari suoi autori, come filosofia
dell’essere; mai come filosofia della vita).
Egli prende in esame differenze di oggetto,
di metodo e simili, ripeto, interessanti, ma
non sempre aderenti alla tragieilà del prot'iema.
(segue, in 4» pag.)
Spirito Santo, il quale il Padre manderà
nel nome mio, esso vi insegnerà ogni cosa... » e Giov. 14: 12: «ehi crede in me
farà anch’egli le opere le quali io fo; anzi
ne farà delle maggiori di queste... ».
Annunziate queste promesse di Cristo
che purtroppo nel mondo moderno e anzitutto nelle Chiese moderne hanno perso il
loro significato. Ritornate ancora nella semplicità davanti ai piedi di Gesù per imparare da Lui ; perchè Egli si commuove ancora oggi come allora, vedendo le moltitudini che sono come pecore smarrite, senza
pastore.
La Chiesa purtroppo è diventata la Chiesa degli uomini, anziché di Dio e ai affida
più sul mantenimento materiale che su
quello spirituale. A capo della Chiesa sono
gli uomini anziché il Cristo; i membri sono paralizzati e il corpo sospira. Avanti!
— « bisogna rendere testimonianza nel
mondo! » è l’unica frase giusta di cui »i
ricordano ancora; ma come è impossibile
dire a un moribondo che giace nel letto:
Alzati! e vai sulla piata a fare i cento
metri di corsa, cosi è impossibile di rivolgere questo invito alla Chiesa che è ammalata e inferma. Ha urgente bisogno, inve
et, del medico curante, il Cristo che solo
può guarire e ristabilire questo corpo.
Sono pure inutili le disquisizioni tra Pastori e laici ; io considero perfino la parola
«laico» una offesa; perchè non ha senso.
Non siamo, noi tutti che crediamo in Dio,
i Suoi figliuoli e servitori di Cristo? Non
sono i Pastori che ci rendono capaci a un
servizio, nemmeno i credenti possono agire
secondo il loro capriccio per mettersi al
servizio di Dio, ma Dìo stesso dà l’incarico, inviando tanto chi ha ricevuto il dono
della predicazione, che quello della carità,
quello della guarigione ecc. ecc. Un sermone teologicamente perfetto, non serve a
nulla e diventa come un cembalo tintinnante. se un fratello giace ammalato a letto non sa a chi rivolgersi per essere assistito
da una preghiera pet la guarigione (Ciac,
ó. 14). Dove sono gli anziani nella nostra
(ibiesa che si occupano di questo servizio?
1 miracoli non hanno solo senso nel mon
do incredulo, ma anzitutto ne abbiamo bisogno noi nella Chiesa; perchè questi segni
di Dio ci convincano sempre di più deUa
potenza di Dio, per rendere maggior gloria a Dio in Cristo che vuol vivere nella
nostra Chiesa.
Così veramente comincia a scorrere il
sangue nelle vene e il corpo di Cristo comincia a rivivere. Lo Spìrito di Dio reagisce in ogni membro del corpo per rendersi utile al vero servizio di Dio. Ogni
membro sente la necessità dell’altro e ogni
membro ha cura del proprio corpo, al quale
si sente unito. Ogni membro comprende la
meravigliosa realtà di Dio verso l’uomo e
non può più fare a meno dì offrire la propria vita alla gloria di Dio.
Un credente della vostra Chiesa, cioè dell.i Chiesa di Cristo: Hans Liebschner
medica è alla portata di tutti, sappiamo benissimo che all’atto pratico una
buona percentuale di creature umane
muore per mancanza o per scarsezza
di cure, per ritardi di interventi sanitari, e cosi via) ; che insomma — il
vecchio slogan è sempre valido — degli uomini abbiano dieci paia di scarpe ed altri vadano a piedi nudi.
La scienza e la civiltà che non riescono a farsi strada, i»r essere alla
portata diretta, immediata di tutti;
non è forse questo il peccato originale
delle nazioni del nostro tempo? Si di;
rà : ci vuole del tempo... Ecco, che ci
voglia del « tempo » per inventare
qualche cosa di nuovo, è comprensibile; ma che ci voglia del tempo per
condividere un benessere col prosiamo
è questo un problema che fa a pugni
con la natura stessa della civiltà. Sarebbe come dire che è giusta quella
giustizia che caccia in prigione per 5
anni un innocente, poi gli apre la
porta del carcere quando s’è persuasa
che egli non ha partecipato al delitto
di cui lo si incolpava. Quella « giustizia » sarà pentita fin che si vuole, ma
non è giusta, e continuerà a non esserlo finché non saprà garantire la
libertà e l’onore dell’innocente (Dimenticavo che fatti del genere accadono purtroppo assai spesso: donde
la conclusione che la giustizia umana... con quel che segue).
8
La terra su cui viviamo fa parte di
un sistema stellare (il sistema solare)
che a sua volta fa parte di un colossale ammasso di corpi celesti, detto
galassia (altro nome della Via Lattea, quella fascia di stelle che vediamo nella notte attraverso il cielo da
parte a piarte).
Tutto ciò ci sembra assai esteso ; ma
non è niente! Di galassie simili alla
Via Lattea, se ne contano da due a
tre miliardi...
Ora, codeste galassie (come la nostra, e come il sistema solare, e come
la terra) sono in moto. Uno scienziato inglese, il professor M. Ryle, di
Cambridge, ha potuto scoprire che codeste galassie si allontanano a velocità sempre magg^iore quanto più sono distanti da noi. L’Universo si sposta a velocità spaventosa. Verso dove,
verso che cosa?
Ci sono due ipotesi affascinanti. La
prima è che questa espansione, questa fuga immensurabile dovrebbe dar
luogo ad una diffusione stellare dappertutto uguale: in tutte le regioni
dello spazio — per dir così — la medesima densità stellare (come succede
tra noi, quando calcoliamo la densità
della popolazione su un chilometro
quadrato). L’altra ipotesi è che agli
estremi confini dell’Universo ci debba
essere un affollamento di galassie (come quando per la forza centrifuga
una sostanza finisce per appiattirsi
alle pareti- del recipiente che la contiene).
Un affollamento di galassie! Ancora una volta: dove, davanti a che cosa, o a Chi? E per quale universale
assemblea? Sembra veramente che un
potere infinito, infinitamente savio,
infinitamente previdente, giochi a
rimpiattino con gli uomini, con tutto
il creato. E a misura che le creature
ritengono di avanzare verso la scoperta del mistero deH’Universo, quel
misterioso potere si allontana e sfugge alle indagini delle creature. All’estremo limite dell’Universo, là dove
tutti i mondi si raccoglieranno un
giorno. Chi è in attesa? Dio? Poiché
a circa 8 miliardi di anni-luce di distanza (un anno di cui ogni minuto
secondo significa trecentomila chilometri di distanza) il fiusso delle radioonde captate da M. Ryle risulta circa dieci volte più intenso che in prossimità del sistema solare di cui facciamo parte, l’estremo limite dell’Universo potrebbe non esser più l’Universo! Cicè: non più il creato, ma il
Creatore.
Oppure, poiché lo spazio è curvo, come dicono gli scienziati, ci si ritroverà tutti, alla fine della fuga, al punto di partenza? E allora sarà il giudizio? E quel Dio misericordioso, davanti a cui l’Universo fuggiva, gli si
farà incontro, faccia a faccia? In I
Corinzi XIII, l’apostolo Paolo, che
non era un astronomo, ma un credente, diceva : « allora conoscerò appieno,
come anche sono stato appieno conosciuto ».
In queste proporzioni senza proporzione, non è tanto la mente che si
smarrisce ; quanto il senso comune
(buon senso), che è uso a valutare la
santità e il peccato degli uomini ir
termini da... bancarella della fiera
paesana; il quale si mostra fuori di
ogifi realtà. Veramente colui che crede di risolvere ogni problema con il
senso comune (buon senso), è privo
del senso delle cose di Dio! r. b.
-jc In Scozia durante l’estate ai tengon-i
molti incontri e culli all’aperto, su colline
o fra i ruderi, numerosissimi, di antichi
templi. Quest’estate è stato ricordato in
modo particolare il 300» anniversario del
« covenani » che ai'cordò la libertà religiosa.
•ir Due missionari, un battista ed un
metodista, sono stati liberati a Luanda (Ango'ai dopo un periodo di detenzione. Il
primo ai recherà forse nel Congo, a lavorare fra i LSO.OOO rifugiali angolesi.
4
pag. 4
L’ECO DELLE VAIAI VALDESI
N- 38 — 29 settembre 1961
Facoltà Valdese
di Teologia
Sono aperte le domande di ammÌBsìpne
alla Facoltà di Teologia per l’anno accademieo 1961-62. Per Tiscrissione come Studente regolare occorre farne domanda per
¡«•ritto al Consiglio, presentando entro il
15 ottobre:
1) il certificato di nascita;
2) il diploma di maturità classica od altro
titolo giudicato equipollente dal Consiglio;
3) un attestato fornito dal Conisliglio di
Chiesa della Comimità di cui lo Studente
fa parte, dal quale risultino i caratteri morali e spirituali del medesimo e la sua
iscrizione da almeno due anni ad una Comunità evangelica;
4) un certific/ato medico comprovante la
sua sana costituzione fisica;
5) l’importo della tassa di immatricolazione.
Presentando gli stessi documenti, è possibile' iscriversi alla Facoltà anche come
studente esterno: la categoria degli esterni non dà diritto all’esercizio del ministero pastorale, ma è aperta a coloro che
intendono seguire gli studi teologici onde
avere la preparazione necessaria ad esercitare un ministero laico nella chiesa o
per fini culturali, scientifici o esigenze spirituali di ordine personale.
La sessione autunnale di estami decorrerà dal 30 ottobre al 2 novembre e le lezioni
inizieranno lunedì 6 novembre.
La prolusione è affidata al Prof. V. Subilia e sarà tenuta neH’Aula Magna sabato
4 novembre alle ore 17,30. 11 culto di apertura sarà presieduto dal Prof. V. Vinay e
avrà luogo nel Tempio di Piazza Cavour
Domenica 5 novembre.
Per gli studenti che devono sostenere
esami, il Convitto è aperto dal 29 ottobre,
per quelli che non hanno esami dal 3 novembre. Tutti gli studenti sono pregati di
essere in sede entro il 3 novembre, preavvisando il loro arrivo alla Direzione del
Convitto. Il Consiglio
Via Pietro Cosso, 42 - Roma
Lutto ira i fratelli
d'oltralpe
Un lutto ha colpito impro'wisamente i
fratelli d’oltralpe; la scomparsa del past.
Eugène Mannoni. Di origine ticinese, egli
iniziava a Napoli nel 1921 un ministero pastorale cbe poi proseguiva a lungo nel Cantone di Vaud, dove dal 1947 era direttore
del settimanale di quella Chiesa, il ben
noto « Semeur Vaudois ».
Partecipando vivamente a questo lutto,
l’Eco esprime la propria simpatia a quanti
ne sono colpiti in modo particolare. Nel
suo ultimo editoriale lo scomparso scriveva: « Le ehrétien met en Dieu sa confiance; il se prépare à faire face en sachant
que son Pére ne l’abandonnera pas ».
aas (DBSiDsiog
Contre un obstacle humain nous devons nous ' raidir ;
Mais il nous faut aussi savoir nous en servir
Pour nous y cramponner L’action providericielle
Enseigne à transformer le barreau d’une échelle
Dans un plus dominant moyen de s’élever.
On gagne un haut sommet de rocher en rocher.
Hélas! le pèlerin, dans sa rude escalade,
Ne trouve*pas toujours une douce esplanade:
Il chancelle, en songeant sur les chances du sort.
Entre la peur de vivre et la peur de la mort;
Il s’adonne au plaisir: il rit, il pleure, il souffre;
Il s’exalte en grandeur; il affleure le gouffre.
Et le gouffre commim, symbole du passé.
Lui semble, trop souvent, l’unique vérité.
C’est alors qu’il écoute un soupir de son âme.
Une voix qui, soudain, le réveille et l’enffamme i
En lui montrant l’attrait d’une auguste hauteur
Qui demande un élan candide de grandeur.
Une entière confiance en parfaite harmonie
Avec la vérité dont la grâce infinie
Dans une seule étreinte embrasse l’univers
et ses enfants: les bons ainsi que les pervers.
M.ais la suprême ivresse est la confiance pure
Dans le Dieu qui connaît notre humaine nature.
Heureux celui qui peut, jusqu’au dernier soupir.
Se glorifier en Lui, l’aimer et l’obéir! Giovannino
Scienza e fede
{continua dalla 3“ pag.)
Più concreta è un’opera (li Georges Gusdori-, a SCIENCE ET FOI (1), anche se
meno sistematica e anche se ron sempre
(iene abbastanza presenti le esigenze che
abbiamo più sopra esposto. E’ in vendita
alla Claudiana e la segnaliamo ai lettori
per l’interesse die ha per noi il problema
.lei modi e limili che abbiamo cercato di
fissare. L’Autore è professore di filosofia
all’Università di Strasburgo, ma il libro
non risente della specializzazione di chi lo
Ita scritto. Credo che interesserebbe molti
di noi perchè riprende in esame problemi
.He ci hanno spesso attratto, come il caso
di Galileo Galilei o quello di Lourdes, in
. ai, secondo il Gusdorf, c’è una confusione nel termine dei rapporti fra fede e
.‘tedicina.
Il libretto (120 pagine! consta grossomoao di due parti: una in cui si fa la storia
dei fraintendimenti e del cammino verso
,a soluzione pressoché stabile die l’autore
professa del problema; ed una in cui egli
espone il sUo pensiero.
i'orse il Gusdorf pecca di ottimismo
quando afferma che il problema è supereu. Ma ciò non toglie che l’esposizione sia
viva, piena di aneddoti divertenti ed acu
a, nonché la valutazione seria e avvincenie. Non tralascia di considerare le scienze
e la fede, oltre che in base alla diversità
,11 metodo e di oggetto, in base alla rispondenza die suscitano nello .spirito umano ed
alle esigenze die soddisfano. Questo implica die tutti se ne occupino, e non solo
. teologi e gli scienziati. Così infatti conclude il Gusdorf ;
« Il tempo dell’opposizione massiccia fra
scienza e fede è passato. Nella situazione
intellettuale attuale, la contraddizione è
superata ed esiste la possibilità di un nuovo concordato fra la. scienza, conoscenza
del mondo, e la fede, affermazione dell’uomo nel mondo. Questo concordalo non deve essere dibattuto in conferenze pubbliche fra i teologi e gli scienziati, preoccupati entrambi di imporre la loro supremazia; si impone, come un compito difficile,
ad ogni uemo, in privato, per la costruzione della sua propria vita, come un equilibrio .sempre rimesso in questione fra ciò
che sa e ciò che crede ».
E’ una bella con.lusione, che dimostra
il travaglio di un uomo che ha speso e
spende la sua vita nello studio di una del
le discipline i cui rapporti con la fede sono più p/roblematici : la filosofia. Non considera questo problema in concreto, come
ha fatto, per esempio,* Roger Mebl, ma è
presente dalla prima pagina all’ultima; e
così è sentita anche la; questione in quel'o
che riguarda le altrqi scienze; implicitamente, anche la nostra piccola scienza, che
spesso è pseudo-scienza. Perciò raccomandiamo la lettura del yolumetto. c. t.
(1) Georges Gusdorf: Science et foi,
S.C.E., Paris 1960. ,
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
PRAMOLLO
Abbiamo accompagnalo al campo dell’ultimo riposo terreno la spoglia mortale
di Sappè Enrichetta ved., nata Bertalot
dei Pellenchi. Essa ha accolto con molta
serenità la chiaimata del suo Signore giuntale nel .suo 83" anno di età. Malgrado la
giornata lavorativa e la lunga strada da
percorrere (esisa infatti è deceduta su alla
sua « mianda » degli Abeurou), numerosi
conoscenti ed amici sono venuti a porgerle
il loro ultimo saluto in occasione del suo
funerale svoltosi il giorno 19 settembre.
Al figlio e famiglia e a tutti i numerosi
parenti espriimiaino la nostra viva simpa
tia e rinnoviamo loro l’espressione della
nostra fraterna solidarietà in quest’ora di
lutto.
Il S. Battesimo è stato amministrato a
Angudetta Bleynat, di Marcello e Elda
dei Rosi e a Liliana Sappè, di Livio e Ivonne, deUa Ruata.
Il Signore accoimpagni con la Sua grazia
queste due piccole bimlte — inisieifie ai lo
ro genitori e ai loro padrini e madrine —
e le prepari a diventare dei fedeli membri
del Suo gregge.
Circondati da un grande numero di pa
retiti ed amici si sono uniti in matrimonio;
Renato Jahier (Bocchiardoni) e Rimi Me
nusan (Pellenchi).
Essi stabiliscono la loro residenza nel
territorio di S. Germano. Li accoimpagnano i nostri pensieri affettuosi insieme ai
nostri più sinceri voli di ogni benedizione
nel Signore.
Per quanto — stando al calendario — .sia
ufficialmente incominciato da alcuni giorni l’autunno, continua ancora la stagione
estiva: un sole caldo e splendente tutti i
giorni, quasi come al mese di luglio. La
pioggia tanto desiderata e tanto necessaria
non è ancora venula e tutto muore di sete,
tutto diventa sempre più secco e sempre
più brullo. Incomincia anche a scarseggiare in certe zone l’acqua. Speriamo presto
in una buona pioggia ristoratrice. Intanto
è necessaria — e la si raccomanda vivamente — la massima prudenza nell’accendere fuochi e nel bruciare sterpi nei campi e nei prati. Una disattenziione od una
imprudenza potrebbero avere conseguenze
disastrose, gravissime.
Col principio dell’anno scolastico entrerà in funzione il nuovo edificio fatto costruire dalla Amministrazione Comunale
sul piazzale della Ruata, non lontano dal
tempio.
Mentre ci congratuliamo vivamente con
l’Amministrazione Comunale per la realiz.
zazione di questa beUa e necessaria opera,
formuliamo i migliori voli per il suo funzionamento. Possa essa servire veramente
al bene cd al progresso del nostro vallone.
roba
POMARETTO
— Domenica, 27 settembre, nel corso del
culto è stata battezzata la piccola lido, di
Onorato e di Rivoira Elvira. Vegli il Signore su questa bimba e .sulla sua famiglia
— Sabato, 23 settembre, si sono uniti in
n.atrimonio nel nostro tempio Leone Motel e Erminia Benecchio. Agii sposi, cbe
si stabiliranno a Torino, auguriamo ogni
bene nel Signore
— Domenica prossima, 1 ottobre,
avrà luogo il culto di inaugurazione
della Scuola Domenicale. Ad esso intervengano tutti i bambini di tutti i
quartieri coi loro genitori. Naturalmente contiamo sulla presenza di tutti i catecumeni vecchi e nuovi.
— Lo stesso giorno, alle ore 15, avrà
luogo una importante riunione del
Concistoro.
— Domenica 8 ottobre, alle ore nove precise, inizieranno le normali lezioni di Scuola Domenicale. Ringraziamo sin d’ora eli:
Si presenterà per collaborare col pastore,
i.a frequenza a queste lezioni cd al culto
la parte dei doveri precisi di ogni catecumeno.
- Il culto di questa domenica sarà seguito da un’assemblea di chiesa nel corsi
■Itila quale verrà fatta una relazione dei
lavori e delle decisioni sinodali e verranno
trattate alte- questioni. .Si tratta dell’As6( mblea di ;< ripresa » e vorremmo die nessuno mancasse in questa occasione.
— Sempre l’8 ottobre avrà luogo, a Pinerolo, alle ore 14,30, un convegno di anziani e diaconi in vista di operare un rinnovamento della mentalità contributiva delle nostre comuni';*
— Giovedì, 12 ottobic. ore 9, inizio dei
corsi di catechismo. Tutti 1 catecumeni si
trovino puntualmente dinanzi alla sala delle attività.
— Venerdì. 21) ottobre, ore 20.30: .seduta
d’apertura dell’attività dell'Unione Giovanile.
— A partire dalTHltima domenica di ottobre riprenderann.) i culti in francese.
— La visita alla comunità di S.
Jean du Gard, che era stata fissata
per i primissimi giorni di ottobre ha
dovuto essere rinviata per ragioni indipendenti dalla nostra volontà. Tut,avia essa si farà senza fallo al primi
q novembre. Chi desidera prendervi
parte faccia pervenire al più presto al
pastore od agli anziani la sua adesio
»;e e prepari, se già non Tha, la carta
di identità. Faremo vidimare in segui
io tutti i documenti per l’estero. Affi ettatevi onde possiamo sapere che
tipo di veicolo noleggiare!
— Domenica 24 settembre al culto del
’iiatlino è stato impartito il battesimo a
Paola Volai di Walter e Celina Pranidini;
rinnoviamo ancora le esortazioni per i genitori e ner ìu chiesa tutta a essere di
esempio, nella preghiera e nella vita criptiana in vista della sana educazione dei
bambini.
— Domenica 1<* ottobre avrà luogo il
culto di inizio delle attività con la parleciipazione dei bambini e degli adulti; sarà
celebrata la Santa Cena; il cullo avrà luogo ancora alle ore 10- Doipo il culto avrà
luogo Tesame dei catecumeni.
— La domenica 8 ottobre avrà inizio la
Scuola domenicale alle ore 9 mentre i catechismi avranno inìzio nel pomeriggio alle ore 14 ne] tempio e per i quattro anni.
— Si racconranda di voler restituire entro settembre la busta che è stata data dagli
anziani e diaconi quale prima busta per la
colletta della chiesa.
— La domenica 8 ottobre udremo interessanti messaggi riguardanti la nostra
Chiesa Valdese ed i Vari problemi di maggiore attualità; non dimenticate di venire
al culto in tale occasione.
__Pro televisore Ospedale Pomaretto:
Laescbl Giovanni L. 2-000; Rostan Olga
(Lassine! L. 1.000. Sentiti ringraziamenti.
— Martedì 3 oli., ore 20,30, ripresa dell’U. G. dei Coppieri.
La comunità è stata molto colpita dalla
morte improvvisa della Sig.a Giuditta (,o
■slabcl .1. Giraudin, e lo ha mostrato con
' i sua partecipazione al servizio funebre.
Rinnoviamo qui l’espressione di affettuosa
siinpati:' di tutta la chiesa e in paiticolare
del Conci 510.0 all’Anziano Daniele Costa
bei ed ai figli. 11 caro ricordo della Scomparsa rimane in tutti noi, c c-on loro ci raccogliamo nella ferma speranza iella vita
eterna.
Un gruppo di genitori, i cui bimbi
sono stati alunni dell’Insegnante Sig.a
Giuditta Costabel n. Giraudin, desiderano esprimere, nella triste occasione
della improvvisa scomparsa della cara
Maestra, la loro profonda riconoscena. per il modo con cui essa, sapeva sC'
guire i loro figliuoli e guidarli con affetto materno nello studio e nella lo'o formazione. Il suo ricordo rimane
ben vivo nel cuore dei bimbi e dei familiari, cd è con questa memore riconoscenza che esprimono alla sua famiglia, e in particolare al marito ed ai
figli la loro vivissima simpatia.
PERSONALIA
Sabino 23 settembre è improvvisa^
mente mancata rinsegnante Signora
Giuditta Costabel Giraudin, mamma
del Pastore Brano Costabel. Al compagno, ai figli e ai familiari della
Scomparsa, che ha lasciato un profondo rimpianto, esprimiamo la nostra
simpatia fraterna nell’ora dura della
separazione e nella speranza cristiana.
★
Domenica 24 settembre il Moderatore della Chiesa Valdese, Past. Ermanno Rostan, e la sua compagna
Sig.ra Elsa Rostan Bertolè, hanno celebrato le nozze d'argento. Rivolgiamo loro un augurio affettuoso in questui giorni di gioia, per un cammino
ancora lungo e sereno, insieme, nella
testimonianza cristiana.
Libreria Sacre Scritture
Cambio di indirizzo
Cari Am-ci e So'•tenitori
La « Libreria Sacre Scritture » si è
trasferita in Via Dell’Umiltà, 33. Vi
preghiamo pterciò che da ora in poi,
mandiate tutte le Vostre richieste di
libri e tutta la corrispondenza per
noi, alTindirizzo di cui sopra. Vi preghiamo inoltre di passar voce ai Vostri amici e conoscenti del cambia
mento di indirizzo se non ne fossero
a concscenza.
Il numero del Conto Corrente Po
stale non è variato e rimane sempr:
1/756.
Fraterni saluti.
Guido R. Miegge
Direttore della Libreria
Sacre Scritture
Ringraziamento
L U C.D.G., Gruppo Assistenza, ringrazia di cut re i sigg. Italo e Carla
Aitus Martinelli di Crema per la loro
generosa offerta in memoria del com-o'p.ntc sig. Paolo Artus-Martinelli.
La famiglia della compianta
Enrichetta Martlnat
ved. Chauvie
nella impcssibilità di farlo singolarmente, ringraz a sentitamente tutte
le persone che in ogni modo si sono
associate al suo dclore.
Un ringraziamento particolare, al
Dott. Pelizzaro, a tutto il personale
dell’Ospedale Valdese, alla signora
Geymonat, al Pastore sig. Cipriano
Teurn e all’Unione Femminile di S.
Giovanni.
« La mia grazia ti basta »
(2 Cor. 12: 9)
Luserna S. G.cvanni, 22 sett. 1961
La famiglia di
Giuditta Costabel
nata Giraudin
insegnante
nell’impossibilità di farlo personalmente ringrazia quanti hanno partecipato al, suo dolore. In particolare i
Pastori P. Sommani e G. Conte, il
ntedico curante Dott. De Bettini, i vi
cini di casa, soprattutto la famiglia
di Eynard Enrico, il corpo insegnante
3 la sezione locale dei Donatori di
sangue.
Esprime ancora la sua riconoscenza
alla Signora Any Comba che sempre
le è vicina in ogni momento lieto o
triste e che si è prodigata verso l’estinta circcndandola con devozione e
affetto fino agli ultimi istanti di vita.
AVVISI ECONOMI tei \
rj\0RA svìzzera abilanle in Como ierra per le sue due bambine e por aislarla nella direzione della rasa, islitiitrice
l’Upare di sejiuire couipili ^scuola olemen'are e inedia. Scrivere al pastore
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