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ECO
DELLE VALU VALDESI
Past. TACCIA Alberto
10060 ANGROGNA
Sellimanale
della Chiesa Valdese
Anno 99 - Num. 16
Una copia Lire 60
ABBONAMENTI Í Eco: L. 2.500 per l’interno Spedii^ione in abbonamento postale . I Gruppo bis TORRE PELLICE - 18 Aprile 1969
[ L. 3.500 per l’estero Cambio dì indirizzo Lire 50 Ammiu. Claudiana Torre Pellice • C.CJ*. 2-17557
Violenza
Quest’ultima settimana ha seg:nato,
per ntalia, un record particolarmente
grave di violenza, dai fatti di Battipaglia alla serie di rivolte nelle carceri
di Torino, Milano e Genova.
Non è nostro compito né approvare
e magari incoraggiare, né condannare
queste violenze. Vi è sempre, nelle loro manifestazioni, una componente irriflessa, sub-umana, stolida. Se i parlamentari giungono talvolta a cazzottar'Si (ma se le loro violenze si riducessero a questo, sarebbe davvero poco
male...), se uno strato evoluto della
popolazione come gli studenti, e quelli
universitari in particolare, si abbandonano talvolta al vandalismo che costerà per il riattamento di tanti atenei
parecchie diecine di milioni, chi andrà
a gettare la pietra su una folla inferocità per la minacciata ulteriore riduzione di posti di lavoro o su gruppi di
detenuti ammutinati, decisi a fare di
tutto per spezzare una condizione anch’essa spesso sub-umana? Daltro lato,
quanto spesso Timmaturità civile guida la reazione violenta delle nostre
"forze dell’ordine: se i feriti certo
certo non mancano neppure fra le
loro fila, i morti però cadono quasi
sempre soltanto daU’altra parte della
barricata, e Avola è solo il penultimo
nome di un elenco che potrebbe essere
lungo e che varremmo con tutto il
cuore fosse fermato a Battipaglia. Ma
dietro a questi uomini della forza pubblica, certo sottoposti a pressioni psicologiche e talora fìsiche gravi, quanta violenza inguantata e legale, burocratica e irreprensibile, altrettanto e
più stolida nella sua sordità e cecità
umana.
La storia umana pare mostrare che
sono stati rari i passi innanzi fatti
senza violenza. Le esplosioni violente
1)pn sono che ascessi dolorosi e spesso
=^ndenti, i quali rivelano le ^avl m-'
fezioni che minacciano il corpo sociale. In certe condizioni la violenza non
può non scaturire, è come una triste
necessità biologica. Purtroppo la violenza, al limite quella rivoluzionaria
non è un bisturi asettico come quello
del chirurgo è essa stessa carica di
umanità e di peccato e infetta mentre
risana. Quello che conta, comunque, è
chiedersi quali sono le cause di tale
violenza. È questo il discorso che si
comincia a fare anche nella Chiesa,
un po' ovunque, ponendosi il problema teologico della violenza. Esìste ima
situazione assolutamente priva di violenza, pacificamente neutra? non possiamo che scegliere fra due violenze?
la violenza minore? la violenza meno
ingiusta? Soprattutto, troviamo indicazioni nella Parola di Dio? Se il Signore ci chiede di porgere l’altra guancia, non ci chiede però di porgere la
guancia dell’altro.
E allora domandiamoci: non subisce
forse violenza (da quanto tempo?) materialmente e spiritualmente, una popolazione meridionale falcidiata dalla
disoccupazione e dall’ emigrazione?
Quanti di noi, pacificamente sistemati, accetterebbe di avere la famiglia
smembrata o forzatamente trapiantata in ambiente estraneo, cittadini dei
"treni del sole”?
E non subisce forse violenza, matC'
rialmente, il mondo dei detenuti (co
me quello dei reclusi in tanti manico
mi, o dei piccoli "ospiti” di tanti "ca
ritativi” ospizi), soggetti a un regolamento notoriamente e palesemente fascista, sul quale non può incidere in
modo sostanziale l’indubbia buona volontà manifestata qua e là da funzionari e personale seri e umani? Non vogliamo fare del sentimentalismo, i detenuti sono spesso tutt’altro che stinchi di santo, sebbene ci sarebbe molto
da dire sulla violenza che conduce tanti di loro alla condanna. Comunque,
l’art. 21 della Costituzione afferma tra
l’altro che « le pene... devono tendere
alla rieducazione del condannato ». Ci
rendiamo conto di che beffa sia questo, quando un uomo è immesso nell’universo carcerario? Un uomo privato nella grandissima maggioranza dei
casi della possibilità (e magari dell’obbligo, ma retribuito ) del lavoro ; un
uomo sostanzialmente reciso dal mondo, per la drastica censura delle informazioni ; un uomo — ricordava giustamente in questi giorni A Galante Garrone — privato forzatamente, a volte
per periodi molto lunghi, di un normale rapporto sessuale; un uomo del
tutto affidato alla "carità” e alla buona volontà altrui, su un piano che
sfugge difficilmente al paternalismo
più pesante; un uomo privato di ogni
intimità, in un ambiente spesso sovraffollato, in una promiscuità penosa.
Dov’è, allora, la violenza estremamente violenta, il peccato estremamente peccante?
UN1NTERVISTA DEL DR. WILLIAMS
SEGRETARIO D^LA CONFERENZA DELLE CHIESE EUROPEE
La sfida di un'Europa divisa
alla comunione cristiana
Il dr. GIen Garfìeid Williams, segretario della Conferenza
delle Chiese Europee ( CCE ), non è uno sconosciuto fra
noi : molti Sinodi Valdesi hanno conosciuto questo pastore battista del Galles, arguto e sempre così partecipe
e spiritualmente sensibile, quale rappresentante del CEC
prima ( è stato per molti anni segretario regionale per
l'Europa del Dipartimento dell'Aiuto Interecelesiastico ) e
nella sessione 1968 quale rappresentante della CCE; e
non solo in quelle occasioni ufficiali, ma in tanti problemi della vita delle Chiese evangeliche italiane egli è stato vicino a noi, partecipe e fraterno. Tanto più lieti siamo stati di due sue recenti visite in Piemonte. Il l" marzo egli ha dato, a Torino, una conversazione sul problema della coesione delle Chiese in un'Europa divisa ; la
sua esposizione piana e vivace, sostanziata di una larga
conoscenza personale ai quattro canti del nostro 'piccolo'
continente, nonché della precedente conoscenza ecun;enica, è stata seguita da una discussione in cui gli è stata
offerta occasione di dare ulteriori informazioni e chiarimenti sull'opera e sulle responsabilità della CCE. L'indo
mani egli predicava nel tempio di C. Vittorio, facendo
sentire l'attualità di un testo quale quello di Isaia 45,
dove l'Eterno chiama Suo 'unto' nientemeno che Ciro re
dei Persiani, perché questi lo deve servire nel suo disegno di salvezza ; così i cristiani non devono essere soltanto i delicati e fedeli custodi della loro interiorità, ma
devono vivere alla luce di questa straordinaria e universale sovranità di Dio. Infine il past. Williams ha trascorso
due giorni a Pinerolo : dopo la predicazione di domenica 13 aprile, nel pomeriggio egli ha parlato a un buon
gruppo di responsabili delle comunità delle Valli, nel
tempio di Pinerolo, e ha presentato loro, e discusso con
loro, la situazione, i problemi, le prospettive delle Chiese nell'Est europeo (v. in 4" pag. una relazione). L'indomani ha attivamente partecipato al colloquio pastorale
delle Valli. Ringraziandolo molto per queste sue stimolanti venute fra noi, che ci auguriamo si ripetano periodicamente, e augurandogli un buon lavoro per l'utile comune, gli abbiamo posto alcune domande, prima del suo
rientro a Ginevra, cui egli ha gentilmente risposto.
— Può descriverci brevemente il costituirsi della Conferenza, delle Chiese
d’Europa, la sua composizione e la sua
struttura attuale?
— La prima Conferenza si è tenuta
nel 1959. La seduta costituente ha avuto luogo a bordo di una nave, in vista
delle coste danesi (è, penso, il primo e,
sinora unico caso di questo genere,
quale sede di una conferenza ecumenica!), nell’autunno 1964. In quell’occasione la Conferènza si è costituita e
da quel momento ha tenuto sinora
una sessione a Pörtschach, in Austria
nel 1967. La prossima si terrà nell’aprile 1971, probabilmente in Danimarca.
Oggi la C.C.E. raggruppa 93 Chiese,
in tutti i paesi europei ( salvo, purtroppo, l’Albania), dalle Azzorre agli
Urali, dairislanda a Cipro. La sua
struttura: siamo sinora riusciti a conservarla estremamente semplice e contiamo continuare su questa via: l’assemblea della Conferenza si riunisce
ogni tre anni ed elegge un Comitato
consultivo che ha una sessione annuale regolare; negli intervalli il lavoro è sbrigato sia dalla staff ginevrina (le mie due segretarie, una delle
quali è una valdese, la sig.na Ada Silenzi, ed io; sarà forse necessaria l’assunzione di un’altra persona a pieno
tempo, ma non intendiamo ampliare
ulteriormente il gruppo di lavoro centrale) e da responsabili o gruppi di lavoro concentrati su un dato tema;
questo decentramento di responsabilità non solo ci permette di rendere
estremamente agile la "centrale” di
route de Ferney, ma assicura un radicamento molto più profondo nella vita
delle Chiese locali, e quest’ultimo
aspetto è determinante.
Federazione delle Chiese
Evangeliche in Italia
Dìeiiiarazione sul riconoscimeuto
(fiuridico della obiezione
o
di coscienza
Lu GUiiila del Consiglio della Federazione. su mandato del Consiglio stesso, ha for?nulato la seguente dichiarazione, che è stata
inviata al Governo e ai Parlamentari i qfiali
si occupano del problema.
La Federazione delle Chiese Evangeliche in
Italia, ritenendo che rimpegno cristiano è
coerente jnanife.stazione di amor fraterno e
di rifiuto della violenza.
RICHIAMA l'attenzione del Governo e
del Parlamento sulla situazione personale di
quanti scontano con il carcere la propria
obiezione di coscienza al servizio militare,
RICONOSCE in tale obiezione una manifestazione di convincimenti religiosi e morali degni del massimo rispetto, tutelati dai
principi di libertà sanciti dalla costituzione,
SO'TTOLINEA la neces.sità che anche nel
nostro Paese venga dato riconoscimento giuridico alla obiezione di coscienza, cosi come
da tempo è avvenuto nella quasi totalità dei
Paesi del mondo occidentale,
CHIEDE pertanto al Governo ed al Parlamento di impegnarsi ad approvare nel più
breve tempo possibile una adeguata legge
che riconosca il diritto del cittadino ad essere esonerato dal servizio militare per motiri
di coscienza ed a prestare un servizio civile
alternativo.
— Vi è dunque una analogìa fra i
campi d’interesse della CCE e quelli
del CEC: vi è qualche rapporto fra i
due organismi?
— Il nostro lavoro è indipendente,
ma naturalmente si svolge in costante
rapporto con quello del vari Dipartimenti del CEC (N. d. r.: questo rapporto è particolarmente agevole in
quanto il dr. Williams, prima di essere
chiamato alla se^rptefia della CCE, è.
' stato se'gretarìo“ regionale iter l’Éurópa
del Dipartimento di Aiuto inter-ecclesiastico del CEO. Noi costituiamo una
delle conferenze regionali nelle quali
un certo numero di Chiese si stanno
raggruppando : la Conferenza delle
Chiese dell’Asia Orientale, la Conferenza panafricana delle Chiese, la Conferenza delle Chiese Latinoamericane,
quella delle Chiese del Medio Oriente;
la più giovane è quella delle Chiese
del Pacifico e ne è in costituzione una
per le Chiese della zona caraibica.
Scopo di queste conferenze è, da un
lato, raccogliere le idee, i problemi, le
proposte a livello universale e interpretarle nel quadro di una data regione, e d’altro lato contribuire, con la
rifiessione e l’azione regionale, a quelle della Chiesa tutta.
— Quali sono i principali problemi
cui la CCE si trova di fronte e quali
i compiti elle si prefigge? C’è una vocazione cristiana specificamente europea?
_— Direi che ci troviamo di fronte a
cinque grandi sfide e ad esse ci tocca
rispondere, manifestando una coesione
fra noi, che superi le tensioni interne
alla « grande » Europa.
1) In primo luogo, l’Europa ha disperatamente bisogno della vera missione della Chiesa, che è quella di annunciare e manifestare la Parola di
Dio, come Cristo ci ha mostrato: una
missione di riconciliazione, questo è
l’essenziale. Dobbiamo parlare meno di
pace e più di riconciliazione: questo è
il contributo essenziale che noi e noi
soltanto possiamo e dobbiamo dare.
2) (5ui in Europa le Chiese hanno
l’occasione di incontrarsi con il comunismo che da un lato si presenta come
un fenomeno in parte determinato da
antiche carenze cristiane e dall’altro
appare stabilito in società evolute, un
comunismo esso stesso in evoluzione:
si tratta di due caratteristiche peculiarmente europee.
3) Pare concludersi il periodo di
una situazione confessionale chiusa.
Specialmente interessanti e nuovi sono i contatti con l’ortodossia, con le
grandi Chiese ortodosse dell’Oriente
europeo; e questo è appunto possibile
soltanto in Europa. Singolari sono i
punti di contatto fra la spiritualità
delle Chiese ortodosse e quella delle
Chiese pentecostali : in nessun’ultra
Chiesa odierna vi è infatti, come in
queste due Chiese, una tale certezza
della presenza dello Spirito Santo nel
culto.
4) Qui in Europa abbiamo l’oppor
tunità di incontrarci con organizzazio
ni economiche sovranazionali. In fu
turo si andrà sempre più verso il su
pranazionalismo : sarà nostro compi
to particolare di Chiese, vegliare a che
non si ceda al rischio di schiacciare
interamente l’uomo, con le sue caratteristiche particolari.
5) Infine, qui e soltanto qui in Europa noi incontriamo su scala continentale un mondo decristianizzato ; un
fenomeno che non si identifica con
quello più generale della secolarizzazione.
— Come caratterizzerebbe la situazione delle Chiese europee?
— In primo luogo, tutte o quasi le
.nostre ;Ghiese hanno un passato glorioso, un presente difficile, un futuro incerto.
Si va accentuando ovunque la situazione di diaspora: anche nelle maggiori Chiese storiche si è ormai preso
coscienza che la Chiesa è una minoranza, spesso assai piccola, fra la popolazione, nella società; e questo rinnova il senso vocazionale di dover essere lievito nella pasta, spezzando i
compromessi e i vincoli dell’epoca costantiniana.
Siamo poi continuamente posti di
fronte ai problemi della divisione dell’Europa. Tengo a insistere sul fatto
che, malgrado le apparenze, la divisione più grave non è quella fra Est e
Ovest, ma quella fra Nord e Sud. La
prima è essenzialmente politica, la seconda è essenzialmente economico-sociale; la prima risale soltanto a poco
più di vent’anni fa, la seconda è antica, secolare. Tutta la fascia settentrionale è nell’emisfero evoluto, « ricco »,
quella meridionale sfiora (e in certi
casi vi è immersa) l’emisfero del sottosviluppo, con tutti i suoi riflessi culturali e spirituali. Considero d’importanza primaria che le Chiese europee
abbiano coscienza di questo fatto. Ora,
le nostre idee correnti sono plasmate
più dalla propaganda che dalla verità.
È dunque compito delle Chiese prendere coscienza di questa verità e dirla.
Vi è infine la sfida ecumenica; e pochissime sono le Chiese pronte all’ecumenismo. La situazione, qui in Europa, è più difficile che in ogni altra
regione, per l’antichità di radicate tradizioni. Eppure noi dobbiamo tendere
a non dover più parlare delle Chiese
di Europa, ma della Chiesa di Cristo
in Europa. La Chiesa di Cristo è multiforme, ma vive in reciproca coesione.
— Dottor Williams, Lei insiste molto su questa « coesione » delle nostre
Chiese europee: che significa a livello personale, a livello delle nostre comunità?
— 1) Un senso di solidarietà, che
ci aiuti a superare le mura confessionali che da secoli ci hanno separato,
sia sul piano locale sia su quello generale.
2) Un senso di responsabilità, che
ci spinga a sentire come nostri i problemi che si pongono in ogni zona
particolare dell’Europa: responsabilità
sia sul piano spirituale che su quello
pratico.
3) Un senso delle proporzioni: siamo pochi, siamo diventando sempre
meno numerosi, il mondo se ne infischia di noi; eppure, se Dio è Dio,
l’uomo ne ha bisogno, e quindi ha bisogno di noi, del nostro annuncio e
della nostra testimonianza.
4) Infine e soprattutto, il senso del.
la potenza di Dio : non è una frase pia,
ma intendo la forza spirituale capace
di rendere efficaci, al di là di ogni
ragionevolezza e speranza, la piccola
opera di questi pochi.
Si terrà a Roma dal 14 al 16 maggio
Il Sinodo congiunto
metodista - valdese
Come annunciato da tempo, dal
14 al 16 maggio si terrà a Roma il
Sinodo congiunto della Chiesa Valdese e della Chiesa Metodista d’Italia. Per ciò che concerne la Chiesa
Valdese, si tratterà di una convocazione straordinaria del Sinodo — un
fatto che non si verificava da lungo
tempo —, quindi di sessioni valide
e deliberanti come quella della convocazione ordinaria estiva. Quanto
alla composizione, si tratta del Si
nodo 1968 riconvocato con gli stessi
partecipanti; se alcuni delegati del
le chiese autonome o delle conferen
ze distrettuali non potessero parte
cipare, saranno i sostituti eletti a
suo tempo a subentrare, senza che
si ricorra a ulteriori elezioni. I membri laici ex-officio (Tavola, CIOV,
Facoltà di Teologia, Commissioni
d’esame) sono quelli eletti dal Sinodo 1968; i membri con voce consultiva non parteciperanno al Sinodo,
non avendo da riferire sugli argomenti per i quali sono stati nominati.
Il Sinodo congiunto si aprirà la
sera di mercoledì 14 maggio, alle
ore 21, nel tempio (valdese) di Piazza Cavour; la predicazione sarà data dal prof. Vittorio Subilia. Subito
dopo il Sinodo Valdese si riunirà
per i preliminari della sessione (controllo dei membri, elezione del Seggio).
Giovedì 15, giorno dell’Ascensione, la sessione congiunta si terrà nel
tempio (metodista) di Via XX Settembre : la giornata sarà dedicata
all’analisi e al dibattito dei problemi delVintegrazione fra le due
Chiese.
Nella stessa sede, la giornata di
venerdì 16 sarà dedicata ai problemi della predicazione e alle risoluzioni finali.
Sui due temi principali i membri del Sinodo riceveranno quanto
prima le relative documentazioni. È
tuttavia peccato che, con un intervallo di parecchi mesi fra le due
convocazioni sinodali, tali documentazioni non abbiano potuto essere
sottoposte alle comunità: questo
avrebbe dato un altro significato al
prossimo incontro romano. Per altro, la Tavola Valdese ha stentato
assai, dopo vari solleciti, ad avere
qualche risposta e qualche documento in seguito ai programmati dibattiti locali sulla predicazione...
Ad Angrogna, il 25 aprile
Convegno
di primavera
dell’A.I.C.E.
L’nnmiale Convegno primaverile dell’Associazione Insegnanti Cristiani Evangelici si
terrà ad Angrogna S. Lorenzo (Locali della
Chiesa Valdese g. c.) venerdì 25 aprile p. v.
Il tema dell’incontro è quello della linguistica applicata all’insegnamento dell’italiano
e del francese. Dopo una breve trattazione
generale del tema, i partecipanti svolgeranno
un lavoro di gruppo secondo le esigenze del
momento.
L’inizio è fissalo per le ore 9,15; il pranzo si svolgerà presso la Foresteria Valdese
di Torre Pellice, dove gli insegnanti potranno poi partecipare ad un dibattito suUa funzione della predicazione nel mondo contemjKtraneo.
Durante rincontro, verranno date precise
informazioni circa il prossimo Campo latino
di Strasburgo (1.5-22 luglio P- v.). che ha
come tema la contestazione giovanile studentesca e che prevede come oratori il prof.
Voeltzel, il prof. Raynal, il prof. Molnar.
A tutti gii interessati, il C.N. rivolge il
più caldo invito a partecipare alla riunione.
Il C.N. deWA.I.C.E.
2
pag. 2
N. 16 — 18 aprile 1969
DUBBI E PERPLESSITÀ SUI DOCUMENTI
DEL PRE-CONGRESSO GIOVANILE DI INTRA
Lotta a! capitaUsmoŸ
Leggendo il documento conclusivo del
Congresso regionale di Intra, in cui vengono riassunti gli elementi caratterizzanti del
programma ^concordato dai giovani riuniti in
congresso, non si può non restare fortemente perplessi dinanzi alla linea teologica che
lo ispira, ammesso che sia lecito gratificare
del titolo di « linea teologica » la vaga infarinatura neotestamentaria del documento
che si compendia nella enunciazione della
necessità di « portare » la « spada » nei valori del « mondo » onde far posto alla « pace », c( annunzio del Regno di Dio ».
Le perplessità e i dubbi sorgono legittimi
proprio quando viene data la traduzione pratica deH’enunciato precedente in termini eminentemente politici che, all atto pratico, non
riescono a distinguere la voce di questa comunità che si dichiara fedele aH’Evangelo
da quella di un qualsiasi organo di ispirazione politica; e maggiormente ne sorgono,
anz , quando viene richiesta una adesione
alle iniziative prese da questi organismi politici. E ciò è ancor più grave quando questa confluenza di mezzi e di fini viene auspicata nei confronti di associazioni, quali il
Movimento Studentesco i cui ideali animatori sono ormai esclusivamente la violenza
e l’anarchia e, colmo del paradosso, le cui
dottrine ispiratrici sono dich aratamente avverse ad ogni forma dì religione e, in particolare, al Cristianesimo.
Adesione e collaboraz one sono invocate
contro il comune nemico che viene smascherato nella denuncia centrale del documento:
« la divisione più scandalosa e importante
di oggi non è né quella confessionale, né cui
ca 10: 40) a causa del quale Cristo ci dirà:
« Tu ti affanni e ti inquieti di molte cose,
ma di una cosa sola fa bisogno ».
Sembra però che d\ questo monito non si
tenga conto affatto nel documento, che conclude Tenunciazlone teorica della linea d’azione concordata dai congressisti con la esposizione di tre punti, nei quali è incredibilmente sovvertito l’ordine della predicazione,
cosi come lo insegna a noi il Nuovo Testamento attraverso le parole di Cristo, la testimonianza della comunità primitiva e la
missione dell’apostolo Paolo. E’ scritto infatti nel documento che prima è necessario
Tannuncio di liberazione agli oppressi e dì
richiamo al ravvedimento rivolto agli oppressori, dimenticando però che l’umanità
non è divisa, di fronte al messaggio della
salvezza, in categorie economiche e politiche,
ma è tutta quanta oppressa dal peccato e
quindi interamente bisognosa dell’annuncio
universale del perdono in Cristo. E’ scritto
poi che occorre portare la testimonianza deli’uomo nuovo e quindi, ultima cosa (••!), testimoniare Cristo vittorioso e risorto.
Questa posizione che. come è scritto nella
parte finale del documento, assegna il posto
più importante a un confuso attivismo sociale e relega in un momento solo successivo Tannuncio della croce, rischia di accostarsi pericolosamente ad una forma di giustificazione per opere.
L’assoluta priorità che spetta all’annuncio
di Cristo risorto deve invece essere il fondamento della nostra missione nel mondo.
« Ravvedetevi, dunque, e convertitevi, onde i vostri peccati siano cancellati » (Atti
3: 19). Questo è il fulcro della predicazione
dì Pietro nel tempio e questo deve essere
l’argomento della nostra predicazione : un richiamo al ravvedimento e al r nnovamento
in Cristo che genera l’uomo nuovo, che « essendo stato affrancato dal peccato è divenuto servo della giustizia» (Rom. 6: 17) ed
impegna in questo servizio le sue membra
che cerca ormai di distogliere dalle azioni
peccaminose.
Eugenio Novara
studente (esterno) in teologia
Non c'è più posto
per me, nella Chiesa?
Dal 25 al 27 aprile si terrà, a
Ecumene, il
Congresso GEI
nel quale i rappresentanti della
Gioventù Evangelica Italiana affranteranno questi temi : I rapporti interni della GEI - Il cattolicesimo e il suo dissenso interno - La società e la contestazione. Le relazioni introduttive
sono state pubblicate sul n. 1-1969
di « Gioventù Evangelica » e hanno sostituito oggetto dei lavori
di una serie di pre-congressi regionali. I due interventi che pubblichiamo in questa pagine si riferiscono al pre-congresso tenuto
a Intra.
Nel pomeriggio del 27 si terrà in
appendice del precedente, il
Congresso FUV
con questo ordine del giorno ;
Modalità di partecipazione alla
Federazione Giovanile Evangelica - Nuovo statuto F.U.V.
turale, né ideo'ogica^ ma è la cUvis one del
lavoro a lutti i livelli, la divisione degli uomini e dell’uomo provocata dal capitalismo ».
Dunque, lotta al capitalismo.
E‘ qui che si inserisce, con le sue contraddizioni. la linea teologica. Il documento esorta la Chiesa a ricercare una linea fedele all Evangelo impegnandosi in quella pred cazione cristiana che « vive nella tensione tra
l'annuncio della ’pace e della 'spada ». 11
cristiano vorrebbe predicare la « pace » ma
deve prima porre la « spada ». Ma non può
essere questa la « spada » di cui si fa menz one in Matteo 10: 34 dove è narrato che
Cristo ammaestrava i dodici dicendo : « IVou
pensate ch'io sia venuto a metter pace sulla
terra; non son venuto a metter pace ma spada ». La spada che ci divide è Cr.sto stesso,
l'annuncio del perdono che otteniamo per
Lui ed in Lui. il pericolo, che ci minaccia
o^ni momento, di rinnegare Cr sto. di cui
Egli stesso ci ricorda Tirreparabile gravita
dicendo: «Ma chiunque mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io rinnegherò lui
davanti al Padre mio che è nei cieli » (Matteo 10: 33). Questo porre la spada cui accenna il documento non va dunque interpretato
in senso « evangelico » ma solo come un intervento della Chiesa nel mondo per portare
la « paca ». Ma anche qui il Nuovo Testamento è esplicito neU'annunciare senza equivoci che Cristo « è Lui che è la nostra pace »
(Ef. 2: 14) e poiché in Cristo siamo giustificati Paolo ricorda ancora che « g letificati dunque per fede, abbiam pace con D;o »
(Rom. 5: 1).
Dunque la Chiesa, sczgiiendo la fedeltà
all'Evangelo. deve andare in questo mondo
per testimoniare Cristo nostra pace. Ma questo testimoniare Cristo nostra pace non è un
atteggiamento intellettuaLstico, come molti
oggi vorrebbero, né una vuota speculazione
teologica in cui non trova alcun posto la
fede vissuta; costituisce invece 1 imprescindibile fondamento dell obbligo che compete
aH'uomo inler;ormente rinnovato di amare
le creature del mondo, anche se attorno a
lui è solo ostilità, perché Cristo ha ordinato:
« Ama il tuo prossimo... Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi per.seguilano » (Matteo S: 43 e segg.).
Qual'è allora la veste concreta che deve
assumere questo amore nel suo manifestar.,!
verso il prossimo? E’ la via della duplice testimonianza : del perdono in Cristo e dell amore per il prossimo che spinge a soccorrerlo nel bisogno : due testimonianze che si
svolgono parallele, in due momenti contemporanei, inscindibilmente legate dalla fede,
ma di cui la prima è il fondamento necessario, la seconda è solo conseguenza. Non
giova cadere nelTerrore di una cura smodata per le opere che non giustificano, ripetendo ottusamente lo .sbaglio ammonitore di
Marta « affaccendata in molti servizi » (Lu
Caro direttore,
il Documento conclusivo del Precongresso della Gioventù Evangelica, tenutosi il mese scorso qui: ad Intra, reca tra l’altro la seguente frase : « ...in
questa tensione unitaria e dissenziente, qual è la testimonianza che la chiesa deve portare?.. » « ...Un annuncio di
liberazione agli oppressi ed un richiamo di ravvedimento rivolto agli oppressori ed a chi (anche inconsciamente) collabora con essi». (Nuovi
Tempi n. 12 del 23-3-’69).
Ho riflettuto a lungo su queste parole, e sono venuto nella determinazione di non poter più partecipare alla
vita della Chiesa, data la mia posizione di Direttore di un Cotonifloio, e, di
conseguenza, collaboratore delToppressore. Il fatto curioso è che mentre da
un lato mi trovo Tindice puntato, per
l’attività che svolge, nella mia coscienza non mi sento affatto a posto, essendo ben diversa la mia natura. Piglio di
operai, giunto al diploma perché, essendo mio padre mutilato di guerra,
ero esente dalle tasse, e quindi alla
laurea, lavorando prima come operaio
e poi come assistente, in una Filatura,
mi sono formato spiritualmente con
ideali di genuino, autentico Socialismo
(dove, per me, questa parola voleva
dire essere dalla parte degli oppressi,
di coloro che soffrono per l’ingiustizia
umana, o per la |»vertà, contro ogni
sopraffazione e violenza, contro chi
sfrutta, e vicino ai lavoratori sfruttati,
contro ogni ricchezza che suoni offesa dei molti, dei troppi diseredati); ho
avuto, una decina dì anni fa, Timmensa gioia di constatare come i miei
principi di fratellanza umana, di giustizia, di pietà pef quelli che sono poveri ed afflitti, sono già stati enunciati
duemila fa, e costituiscono l’ossatura
di quella possente rivoluzione che è
stata chiamata « Cristianesimo »!
Come posso io, con tau principi, svolgere un’attività che deve essere drasticamente indirizzata verso la realizzazione degli intendimenti più conservatori di un gruppo di signorotti, per i
quali l’unica legge valida è quella del
profitto, e del sempre più deciso sfruttamento? Fino a quando durerà questa lotta che, quotidianamente, si combatte in me, e dove mi porteranno questi continui conflitti della mia coscienza? Verrà certamente il momento della rottura, e ciò potrà verificarsi qualora venissi a trovarmi, nuovamente,
nella terribile situazione in cui mi sono trovato l’anno scorso, con l’alternative : licenziare o andarmene.., dramma più doloroso di quanto possa sembrare ad un osservatore superficiale,
non angustiato dai molti scrupoli che
rigidi principi morali sollevano in me,
facendomi rendere conto come esista
veramente qualcosa di più terribile
della perdita del proprio posto di lavoro: farlo perdere agli altri!
Nel Maggio ’68 presentai a questo
settimanale il mio piccolo, grave problema che non mi dava pace, dichiarandomi pronto ad abbandonare il
mio attuale lavoro, e ad affrontare la
disoccupazione, piuttosto che seguire
l’ordine che avevo ricevuto di licenziare una quindicina di operai...; mi
sentivo come l’obiettore di coscienza
che si rifiuta di sparare, in conseguenza di quei principi evangelici che ho
accettato, promettendo di non venire
ad essi mai meno, al momento della
mia ammissione e professione di fede
nella Chiesa Evangelica Valdese, per
cui dovevo lasciare ad altri il tremendo incarico che la Ditta mi aveva imposto. Si trattava di una affermazione
di coerenza cristiana che non poteva
conoscere alternativa, ed ero pronto a
tutto: fortunatamente, il programma
di ridimensionamento non fu poi attuato, ed io ebbi salvo il posto, ma la
mia posizione è però sempre precaria,
perché mi trovo continuamente in
conflitto fra la mia coscienza ed il lavoro che debbo svolgere.
Ora, la lettura di quel brano del do.
cumento dei giovani non mi riconosce
alcuna attenuante: collaboro con l’oppressore, quindi debbo ravvedermi, e
poiché Gesù ha detto, in Matteo 5: 24
« Lascia quivi la tua offerta dinnanzi
all’altare, e va prima a riconciliarti
col tuo fratello ; e poi vieni ad offrire
la tua offerta »... finché io non mi sarò
riconciliato con i miei fratelli, che collaboro ad opprimere, non potrò unirmi a loro nell’ascolto della parola del
Signore.
Sarò grato a chi mi vorrà cortesemente illuminare, criticando o approvando questo mio atteggiamento. Grazie. Giorgio Morbo
Pianificazione
ecumenica per
le olimpici 1972
Moìiaco/B. (epcl) ^ L’amministrazione
generale delle Chiese [evangeliche e 1 arcidiocesi cattolico-romana di Monaco di Baviera intendono creare in comune un centro
ecclesiastico e d’informazione nel « Villaggio ecumenico » sull’Obervviesenfeld di Monaco. Come ha comunicato il presidente del
Comitato olimpico evangelico, l’Oberkirchenral H. Greifenstein, è slato indetto a questo
scopo un concorso per architetti, con premi
per una somma totale di 24.000 DM (circa
3 milioni e mezzo di lire). Inoltre a ciascuno dei diciannove ardi'letti invitati, della
Germania occidentale e dell Austr a, è stato
attribuito un compenso di 4.000 DM. La costruzione comune comprenderà sia una chiesa evangelica che una chiesa cattolica, e un
centro comunitario per ciascuna confessione. 11 terreno su cui si costruirà si trova al
centro del Villaggio oliinit co, fra il centro
dei negozi, una zonp verde e un gruppo di
edifici d’abitazione.
Parabole del Regno
La rete e i pesci
(Matteo 13 V. 47-50)
La parabola della rete concentra la nostra attenzione sugli ultimi
tempi in cui Dio eserciterà il Suo giudizio. Prima di allora la Chiesa
adempie più o meno fedelmente la sua missione e la storia del mondo
continua fra sussulti, errori e conflitti.
Certamente Dio non attende la fine del mondo per esercitare i suoi
giudizi. Quante grandezze terrene sono già state distrutte, quante potenze politiche sono già scomparse nella vergogna ! « Io punirò il re d’Assirla », diceva l’Eterno per bocca di Isaia, « per il frutto della superbia
del cuor suo e dell’arroganza dei suoi sguardi alteri. Poiché egli dice: Io
l’ho fatto per la forza della mia mano... ho rimosso i confini dei popoli,
ho predato i loro tesori, ho detronizzato dei re e la mia mano ha trovato, come un nido, le ricchezze dei popoli» (Is. 10: 12). Le nazioni del
mondo sappiano dunque che il Signore le giudica nel giorno in cui esse
si gloriano della loro intelligenza e della loro forza.
Tuttavia la parabola della rete ha interesse particolare per la Chiesa cristiana e per noi. Sull’orizzonte della storia umana, essa preannunzia una scelta ed un giudizio; accadrà in quell’ora qualcosa di simile a
ciò che avviene quando i pescatori traggono a riva la loro rete : « i pescatori la traggono a riva quando è piena; e, postisi a sedere, raccolgono il
buono in vasi, e buttano via quel che non vai nulla ». Quali siano i pesci
che non valgono nulla, la parabola non lo dice; essa si limita a parlare
di una scelta fra ciò che è buono e ciò che non lo è. Quanto alla sorte
finale di « quel che non vai nulla », nessuno di noi la conosce con precisione; non mi sento di prendere alla lettera l’annunzio della «fornace
del fuoco » e lo « stridor dei denti », come se, per convertire gli uomini
a Dio, non ci fosse niente altro che quella prospettiva. Purtroppo, quanti cristiani hanno già spedito in quella fornace (e forse spedirebbero
ancora) chi non la pensa come loro!
Verrà il giorno in cui, dal vasto mare della storia, la rete sarà tirata
a riva e Dio solo giudicherà, nel tempo e nel modo che Egli vorrà. L’annunzio del giudizio non è né il primo né il solo messaggio che la Chiesa
deve rivolgere agli uomini di generazione in generazione; tuttavia esso
appartiene certamente al messaggio che Gesù Cristo rivolge alla Chiesa
ed al mondo. L’ora della scelta finale verrà e porrà termine ad ogni con
fusione, ad ogni ipocrisia, ad ogni presunzione umana. Sta scritto che
«il Signore conosce quelli che sono suoi» (2 Tim. 2: 19); a maggior ragione la prospettiva del giudizio finale dovrebbe essere come uno squillo
di tromba, capace di svegliare i dormienti. La storia umana non è immutabile ed eterna; al limite dei tempi ci sarà l’ora di Dio, la 25“» ora,
cioè l’ora che sfugge ai nostri calcoli ed alle nostre misure. Nessuno di
noi sottovaluti l’annunzio contenuto nella parabola della rete e dei pesci.
* * *
Al termine di questa breve esposizione ci limitiamo a fare alcune osservazioni generali.
La Chiesa cristiana sulla terra non è il Regno di Dio; un giorno il
Regno verrà e la Chiesa non sarà più. Nel frattempo la Chiesa non nasconda il suo messaggio e non lo lasci manipolare dai falsi profeti; anzi,
10 proclami, lo diffonda con fede e con convinzione, senza scoraggiarsi
se molta gente non lo ascolta. Quand’è che TEvangelo è stato universalmente accettato?
Ma dov’è la Chiesa oggi? Quali sono i suoi confini geografici? Qual’è
la sua entità numerica? Dove sono i veri cristiani? AlTinterno e all’esterno delle chiese ì giudizi sono duri, spietati, intolleranti. Per fortuna che
11 nostro destino non dipende da chi grida più forte; quanto alla Chiesa,
essa è prima di tutto nelle mani del suo Capo, non in quelle dei conservatori o dei rivoluzionari. Nessuno di noi possiede le chiavi del Regno
di Dio; a meno che qualcuno non pretenda di aprirne la porta con delle
false chiavi ! Che cosa dev’essere la comunità cristiana : una chiesa multitudinista o una comunità di confessanti? una chiesa di popolo o una
setta di puri e di trasfigurati?
Il vento del giudìzio e della scomunica sta soffiando anche sulle nostre chiese. La comunità dei credenti e dei confessanti è certamente l’idee
le verso cui bisogna tendere, nella fedeltà all’Evangelo e con carità fra
terna, senza giudizi personali prematuri, poiché « ciascuno porterà il suo
proprio carico» (Gal. 6: 5). Esiste qua e là il pericolo del settarismo, ma
anche il rischio della unilateralità e della infallibilità nel modo di con
cepire la missione della Chiesa. Per conto mio ringrazio il cielo che la
rete dell’Evangelo raccoglie « ogni specie di pesci » dai più belli ai più
brutti, ed essa è tratta a riva soltanto « quando è piena ». Oggi, molti
pescatori cristiani, se potessero, la svuoterebbero prima, in nome dei
loro principi e delle loro convinzioni. Ma la scelta finale non dipende
né da loro né da noi; è affidata al Signore e nessun altro può prendere
il Suo posto di Giudice e Signore.
In quel giorno, là sulla riva eterna, ci renderemo conto che non tut
te le nostre scelte (questa parola è oggi di grande attualità) corrispon
derarmo alla Sua, non tutti i nostri giudizi saranno confermati da Lui.
Per questa ragione dovremmo, ridimensionare i nostri nomi e le nostre
opere sotto il profilo dell’umiltà. Le braccia di Gesù Cristo si riveleranno
più grandi e più sicure delle nostre braccia. E la nostra sola speranza
rimarrà Lui, il crocifisso ed il risorto.
Lui solo, il quale fin da oggi ha una parola di perdono: per voi e
per me.
Ermanno Rostan
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
Ringraziamo, seppure con rilardo il Pastore
Giorgio Bouchard per la sua interessante, originale conferenza, tenuta al teatro di Pomaretto, seguita da dibattito e della quale aspettiamo il sunto per la pulihlicazione da parte
dei nostri collaboratori. Ci rallegriamo per le
buone rappresentanze delle comunità della
valle.
In occasione del cullo di Pasqua hanno
espre.sso lai oro decisione di servire il Signore : Coucourde Giorgio, Kostan Daniele, Refourn Attilio, Pons Riccardo, Rivale Claudio,
Roslan Mauro, Breusa Dario. Tron Rina, Barai Fiorella, Coucourde Ariana, Gardioì Elena,
Mas.se] Nella, Beux Marisa. Micol Loredana,
Antonio Adamo. Il gruppo ba visitato gii Istituti la domenica delle Palme a San Giovanni.
Luserna e San Germano; ba iniziato nella sera deirUnione lo studio d’un testo in vista
della predicazione in un clima di seria ’partecipazione.
Ringraziamo quei genitori c i catecumeni
che hanno dato con gioia e generosità la
loro offerta, quale concreta riconoscenza a
Dio.
La Corale ha partecipato al culto di confermazione con due cori, guidati da Speranza Grill. La sera di Pasqua una fanfara germanica ha suonato al tempio con.sentendo di
terminare la giornata in uno spirito di gioia.
I nostri auguri ai coniugi Angelo Di Bernardini ed Helga Stirenberg rispettivamente
infermiere e direttrice del nostro ospedale,
uniti in matrimonio dal Pastore Aime, nel
pomeriggio di pasquetta; inviamo i nostri
caldi auguri a Mario Rostagno ed alla sua
compagna Jeanne Riggio sposatisi a Cannes
nella Chiesa riformata e stabilitisi a Torino.
Il Pastore Cipriano Tourn ha dato un prezìo.so messaggio domenica 13 ed ha battezzato Grill Laura di Giovanni e Baret Elda. .Lo
ringraziamo di cuore e domandiamo a Dio
che la creatura battezzala sia una promessa
del Regno.
Mancano otto giorni alla chiusura ilei
conti e la cifra da raggiungere è ancora alta. La Tavola ci avverte che il mancato raggiungimento delle cifre richieste da parte
delle chiese comporterà la vendita dei nostri
stabili c l’estero non ci invierà la quota parte di due terzi dei molti milioni corrispondenti al nostro debito, se noi non diamo l'altro terzo versando regolarmente la cifra indicataci dalla Tavola.
Contro la fame
nel mondo
Pubblirliianio un nuovo elenco
(Ielle oiFerte pervenuteci ed informiamo i lettori die, non appena
raggiungeremo la cifra di 1 milione
di lire, provvederemo al preannunciato invio al Centre familial della
Chiesa evangelica del Gabon, allo
scopo di aiutarlo nella sua assistenza ai bambini denutriti ed ammalali.
A questo scopo rinnoviamo ai lettori il più caldo e fraterno invito a
far jiervenire le loro generose sottoscrizioni inviandole al conto (*orrente postale n. 2/H9878 intestato a
Roberto Peyrot, corso Moncalieri
70 - 10138 Torino.
Da Plnerolo: B. e I. Garro L. 3.000.
Da Roma: B. Rocchi L. 20.000.
Da Felónica: D. Maiagò 5.000.
Da Rapolla: G. Anziani 1.000.
Da Francoforlp : V. A. 3.000.
Da Angrogiia : R.M.F.C. 1,000; Un gruppo d; bambini 2.075,
Da Torre Pellice: A. C. 5.000.
Da S. Germano Chisone: R. Piseddu per
confermazione 5.000; N. N. 2.000.
Da Lvvad'ìia (Tv): T. Vaini 1-000.
Da Venezia: C. Bocus 500: D. LspoOaniia
2.500; G. Ispotlamia 2.500.
Da Torino: E. Tarditi 3.000.
Totale L. 58.575; tot. pree. 636.461: i'i
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3
18 aprile 196^ — N. 16
pag. 3
DUE INTERVENTI SUL PROBLEMA
DEI NOSTRI ISTITUTI D ISTRUZIONE SECONDARIA
I lettori ci scrivono
Disarmo delle Valli:
operazione programmata 7
Il problema del Collegio e la pubblicazione
•della Relazione della Commissione ad referendum hanno poslo in luce, se ancora ve ne
era bisogno, lo stalo di disagio e di frattura
che è ormai stabilmente esistente nelle nostre
Comunità e in modo del tutto speciale nelle
Valli. Infatti la relazione sulTistruzione secondaria non va considerata disgiunta da altre
nianifestazioni tendenti al disarmo delle Valli,
come ad esempio il manifesto apparso per il
XVII febbraio e, volendo andare più indietro,
da quanto è successo alle Giornate del Ciabas,
nel periodo presinodale e dalla contestazione in
forme illegali del Sinodo stesso. Si osservi, per
inciso, che si ritrovano sempre più o meno le
stesse firme.
In particolare, per tornare airultima manifestazione, cioè alla pubblicazione della relazione
della Commissione ad referendum suiristruzione secondaria, si deve notare che essa è avvenuta in forma del tulio illegale. L atto del Sinodo
con il quale tale Commissione veniva istituita,
non disponeva aiTatto ehe la sua relazione debia essere preventivamente studiata dalle Chiese: si tratta cioè di una Commissione ad referendum ed è contro ogni norma che essa
pubblichi la relazione e la dia in pasto al grande pubblico, prima che il Sinodo Tabbia valutata.
Questa illegalilà viene poi avallata dalla
Tavola, tant'è vero che il iModeralore, nella
circolare n. S delJMl marzo scorso, indirizzata
ai pastori, anziani, eco. ]a propone allo studio
delle Chiesti per l'esame del problema dell’istruzione secondaria. Si sa come generalmente si svolgono le discussioni nelle Chiese, nor• malmente in modo affrétlato. in aml>ienti poco
preparati, magari seguite da votazioni o giudizi impegnati\i. non sufficientemente meditati. È da notare inoltro che mentre questa
relazione ha r>itenuto la dignità di stampa e
molta propaganda, quella della Commissione
permanente, che aveva riferito in antecedenza non è stata pubblicata e di essa
non ne esisU>no che poche decine di copie
(vedi circolare citata). È pertanto giustificato
il sospetto che. con un atto di forza illegale e
contando sulla remissività delle nostre Comunità, si desideri che la relazione della Commissione ad referendum giunga al Sinodo praticamente... ipprovata.
Quanto sopra è stato già accennato dal professor Annand-Hugon nelParticolo apparso sul
n. 13 (leirEco-Luce; tuttavia si ritiene che
«a bene ancora chiaramente evidenziare tale
fatto in modo che j valdesi, in ispecìe delle
Valli, si rendano conto in modo chiaro della
realtà della siluazione. che trascende il ;problema, seppure eslremamcnle importante, della sopravvi\enza oppure della chiusura del
Collegio e delle scuole medie di Torre Pellice
e di PomanMlo.
La relazione della Commì.ssione ad referendum è ha.'Hla ehiaramente su impostazioni
ideologiche e [perianto pone a maggior o minor
scadenza per le no.-^itre Comunilà, la questione
generale se tali irleologic non evangeliche debbano o non delibano tro\arc cittadinanza ufficiale e preminenza della Chiesa. In altre parole si tratta di un'azione di carattere generale,
portala avanli con procedure e tattiche ben
note nel « mondo ». ma non accettabili nella
Chiesa.
Comunque, come os.'^erva Arniand-Hugon. la
cosa è fatta '■ tanlo vale formulare alcune
osservazioni sulla relazione in oggetto. Naturalmente si I l atta di poche o.sservazioiii. che
non è possibile, nei limili di una nota per il
giornale, discutere oltre 30 pagine di stampa!
1) La elìlusura del Collegio deve aver
luogo perciìé è istillilo classista, preparatore e
sostenitore della borghesia. Ma .si vorrebbe
sapere, nellainhilo delle nostre Comunità
valdesi, quale definizione può essere data della K borghe.sia ». È un fatto di cuìUira? Allora
sono borghesi i firmatari della relazione, i pastori e in genere lutti coloro che non si contentano ilelia lettura dei fumetti e dei rotocalchi. È un fallo di danaro? È un fatto di atteggiamenti particolari di pensiero e di ideologie politiche e sociali? A meno che. come
scherzosamente un tale o.sservava. borghese è
chi non è militare! chiaro che una definizione di ehe cosa è « la borghesia » si rende
necessaria, perché in difetto le statistiche tradotte dagli estensori della relazione sul numeJ'o di alunni di estrazione borghese e non borghese sono fasulle e tendenziose. Una chiarificazione sul significalo reale della parola
borghesia, a])plicala al contesto della situazione religiosa e sociale delle Valli, è necessaria,
allo scopo di evitare equivoci grossolani; sembra infatti die anche il prof. L. A. Vaimal, nei
suoi articoli « 1 fatti c il mito », ultimamelile apparsi siiH Eco-Luce. sia incorso in errori
di valutazione su <juei valdesi, usciti dalle
Valli, datisi a commerci e alle libere professioni, e non .secolarizzatisi, come ora si 'lìrebbe. Doni (K'versi. capacità diverse, culture di''crse, non classi diverse. Giuseppe Malan ad
esempio, citalo da L. A. Vaimal, fu sempre —
anche po.sto in ambiente diverso da quello tradizionale e con rcsponsaliilità grandi e pressanti —. il fratello delle Comunità di origine.
San Giovanni c Angrogna.
Dunque, per tornare alla relazione, il Collegio c le scuole medie valdesi devono essere
chiusi perché classisti-borghesi : che i borghe
poi si facciano a Piiierolo non importa •—
non si facciano però a Torre Pellice. E la diniostrazione viene data con statistiche che nessun ente del « mondo » — industrie, istituti
culturali, di mercato, ccc. — accetterebbe.
2) La relazione accenna più volte ai mi
nierosi istituti tecnici e professionali funzio^nti a Pinerolo c in vari Comuni delle Valli.
il riferimento alle scuole medie di vario
tipo per l’ottenimento di titoli di studio a
tnedio termine vuol essere un incoraggiamento
giovani a seguire tali vie. la Commissione
dimostra carenza di informazioni circa la possibilità di concrete sistemazioni. In pratica vi
è attualmente una inflazione di tali titoli e la
sistemazione decorosa di molli diplomati diventa ogni giorno più difficile. Il sottoscritto
ha potuto constatare direttamente tale difficoltà e sarebbe estremamente perplesso, se richiesto, a dare incoraggiamenti a seguire
tali studi.
3) La testimonianza. Praticamente la testimonianza delle scuole valdesi, sia del Ginnasio-Liceo sia delle Scuole Medie, viene negata dalla relazione: non viene vista la necessità del culto settimanale, né quella delle lezioni di religione. In particolare se queste
ultime .sono considerate obbligatorie nei programmi, la Commissione non vede perché esse
debbano avere un carattere confessionale, (pagina 4). Un’azione di testimonianza per parte
dei docenti sarebbe peraltro cattedrattica e
quindi autoritaria (pag. 18). Siamo dunque ai
luoghi comuni banali che si possono leggere
in qualsiasi giornale in tempo di contestazione.
Sta bene peraltro istituire una scuola media serale a Cinisello assolutamente aconfessionale : questa scuola però a si propone anche
una ricerca di nuovi metodi didattici, tecnicamente e politicamente diversi da quelli della
scuola tradizionale ». Si tratta forse di corsi
di una nuova religione?
E su questo argomento non sembra valga la
pena di insistere oltre.
4) La relazione si dilunga sui Convitti
esistenti, da istituire e da potenziare. .Non viene però approfondito l’argomento del Convitto di Torre Pellice, per quanto si riferisce
alle nostre lacune, in ispecie per i giovani del
Liceo. È questo un argomento che sembra
tabù anche se su di esso a più riprese in
riunioni pubbliche si è parlato. L’Amministrazione poi di questo ente sembra essere
molto rigida in fatto di rette, per cui giovani
che forse verrebbero volentieri a studiare a
Torre Pellice ne sono impossibilitati per la
spesa. In certi casi l’Amministrazione è impietosa e se ne possono fornire le prove.
Quello che è certo è che molta responsabilità è dovuta al Convitto nell’attuale spopolamento del Liceo.
Perché questo argomento, certo noto ai relatori, non è stato trattato più ampiamente?
Numerose altre osservazioni critiche potrebbero essere fatte a carico della relazione, ad
esempio sulla valorizzazione, nel campo delle
scuole medie statali, di situazioni particolari,
che, come è stato notato in un precedente articolo, denotano almeno incoerenza. Chi legge
la relazione potrà facilmente rilevarle.
In conclusione, quando si giunge alla fine
della relazione ci si rende conto che la soluzione del problema della istruzione secondaria alle Valli su linee « chiaramente alternative rispetto alle conclusioni presentate negli
ultimi anni » è molto semplice: chiusura immediata del Collegio di Torre Pellice e chiusura graduale delle Scuole Medie di Torre
Pellice e di Pomarctlo, ché non possono essere prese come seria alternativa le proposte di
attività marginali, certamente buone, ma di
altro ordine di importanza.
Quello che conta contrapporre sostanzialmente alle 30 e più pagine della relazione e
che sembra essere la parte essenziale del problema della istruzione vista dalla Chiesa, è
quanto segue :
Il Collegio nelParco delle 8 classi e la Scuola Latina sono il solo mezzo di cui la Chiesa
— e in particolare le Valli — dispone per
una seria preparazione culturale in vista dell’università della gio\ entù locale e, con opportuna presontazione, ])robabilmente di molta
gioventù evangelica <' non evangelica. E con
questo non si vuol dire che il Collegio debba
avere solo l’orientanu:nte classico. Il travaglio
della riforma della scuola italiana potrà creare
delle soluzioni diver.'c e complementari, che
dovranno essere esaminate e valutate. Dovrebbe apparire però chnn o che la rinuncia .ad un
istituto di cultura e di preparazione alla cultura sarebbe gravissima colpa.
Il problema va visto come rivalutazione di
quanto è stato crealo ed ha funzionato in
modo egregio per tanto tempo, in una seria
azione di coordinamento degli istituti scolastici con i convitti, e non con la distruzione di
quanto esiste senza neppure la capacità di proporre alternative com rete, ma esclusivamente
basando l’azione di (¡i.sarmo su ideologie che
con la Chiesa non In. imo riferimento, ma che
con il loro carattere dogmatico impediscono
una visione serena rlclla situazione obiettiva.
Concludendo e in armonia con quanto è già
stato pubblicato in merito, la relazione della
Commissione ad ref^ rendum è piena di contraddizioni e di imoerenze, la documentazione è in buona pari: non aderente aU’argomento, talune affermazioni e deduzioni sono
basate su dati stati lei non validi, non dimostrati e non dim strabili, il conto economico incompleto, in xiuanto inesistente per le
alternative proposte.
Buona la forma 1' Leraria.
Guido Ribet
Discutibili le conclusioni della Commissione sinodale per l'Istruzione
[Ina sentenza senza appelln
La Commissione sinodale suH’Istruzione ha
emanato nei confronti dei due imputati. Collegio e Scuola Latina una sentenza che si
racchiude in una sola parola : chiusura. E
vero che per le Scuole Medie ed in particolare per la Scuola Latina sono state accolte
le attenuanti generiche, ma gli effetti della
sentenza non sono annullati ma semplicemente dilazionati.
Concordo su alcuni punti con la Cornmis.sionc, soprattutto su quello di natura finanziaria, collegato perciò con rinteresse o
meno delle nostre comunità. Difatti su un
bilancio per l'istruzione d’una quarantina di
milioni le chiese delle Valli, maggiormente
interessate rispondono eon una cifra di lire
700.000, assolutamente sproporzionata a
quella delle spese; perciò le proteste, 1 vari
sentimentalismi che esplodono di quando in
quando non mi commuovono troppo, poiché
le lesioni colpiscono il cuore, il mondo dei
ricordi ma non il jiortafoglio. tranne le debite eccezioni. Come sempre c’c un gruppo
di impegnati, sia al Collegio che alla Scuola
Latina mentre la maggioranza del popolo si
libera facilmente da eventuali scrupoli con
un'offerta insignificante, come imperitura riconoscenza per gli insegnamenti ricevuti, per
quanto la Scuola ha fatto per i loro figli ccc.
In altre parole le nostre opere rientrano
nei clima dei consumi, per cui si consuma il
conforto, l'ass'stenza nei vari Istituti per gli
anziani, asili per bambini, ospedali c scuole,
mentre per i nostri figli si continua a sognare la loro carriera, il salario immediato e
raramente un serviz'o concreto, gioioso per
una delle tante opere alle quali tanto ci teniamo. Perciò il discorso sul piano economico va fatto per vedere se è giusto essere solo consumatori od anche produttori di questi
beni tanlo utili alla famiglia evangelica.
LA TESTIMONIANZA
SOTTO ACCUSA
Non sono d'accordo invece con quanto la
Commissione scrive a pag. 8, in r ferimento
alla testimonianza: è scritto che la vocazione della chic.sa nel campo del'isiruzionc è
(( vocaz'one al servizio » e la testimonianza a
Gesù Cristo è .soltanto implicita, perché « se
volesse rendersi esplicita dovrebbe far leva su
di un motivo estraneo alla fede >i e cioè all'insegnamento. Ed a pag. 18 si scrive ancora « ridcntificazionc della .scuola con uno
strumento di testimonianza è una posizione
costantiniana. L'annunzio non si può valere
infatti di attrazioni di altro tipo che la croce di Cristo: non può valersi del braccio secolare ma neanche delle materie di studio
di una scuola ». Circa il modo di testimoniare nella Scuola la Commissione scarta, ed
anche noi, quella autoritaria, quando l'insegnante predica dalla cattedra e scarta anche
gli altri due modi : l’atmostera delle scuole
evangeliche e la pedagogia protestante, impregnate di visione sintetica della testimonianza.
E prosegue ; « se è vero, come sembra si debba
ammettere eon . von Loewenich che il
cattolicesimo è un'armonica somma di autorità e sintesi... la visione della scuola come
strumento di testimonianza che presuppone
appunto uno od entrambi di questi poli del
cattolicesimo implica dunque una sorta di
criptocattolicizzazione delle confessioni non
cattoliche che accettino una simile impostazione ». La testimonianza, secondo la commissione si riduce ad una scelta tra le varie
pedagogie, quella che si addice ad un contesto di agape... ».
Seguendo il filo di questo ragionamento la
Scuola Latina ad esempio ha un carattere di
confessionalità, sia per il culto giornaliero
(fatto d’una breve meditazione e padre nostro) sia per la scarsa presenza cattolica (abbiamo peraltro anche alunni cattolici di Poraaretto c della zona cattolicissima della Val
Pragelato). sia per quella certa influenza
evangelica che la commissione abilmente denuncia come « criptocattolicizzazione ».
Sono d’accordo offe le lezioni di relig one,
a .secondo delle classi, devono essere, come
spero lo siano, luogo di dibattiti, discussioni,
sempre partendo da una conoscenza bblica.
indispensabile ma il bandire 1 insegnamento
biblico nelle nostre scuole per far posto soltanto ad altri pulpiti, decisamente formativi per i nostri ragazzi ma su direttrici molto
lontane dall'evangelo per non dire in contrasto. questo no. Che si debba rivedere tutta rimposlazione e del culto e della religione e del modo di impostare la linea pedagogica, le strutture nelle nostre scuole d’accordo ma mi fa paura la vostra paura che la
B hhia contamini di criptocattolices:mo i nostri istituti. Oppure voi temete il confronto
libero sjjontaneo tra la Bibbia c gli altri testi che comunque formano i nostri figli?
CHE COS E'
IL L.AICISMO
Avete scritto che gli Istituti dovrebbero
avere un’impostazione laica. Cosa vuol direi'
Su questo argomento avevamo scritto alcuni articoli con altri due colleghi, apparsi nel
N. .'?(> del ,'>-8-'66 dell’« Eco delle Valli» in
risposta ad un articolo « quel che ne pensano gli altri » dal quale risultava che il nome « valdese » sembrava Postacolo maggiore
per Io sviluppo delTIstituto: cioè si voleva
che l'Istituto fosse decisamente laico. Tra
l’altro neH'articolo si diceva: i professori
non devono interferire nel dialogo perché
verrebbe a mancare quell equilibrio che deve
essere salvaguardato ed il collegio assumerebbe carattere confessionale; e si diceva
n Dco Gratias » non si è avvertito sin qui
il peso di un’influenza da parte dei professori valdesi, segno dello scrupolo « sic » che
essi hanno di non far trapelare il proprio
convincimento affinché la personalità dell’alunno possa svilupparsi unicamente in base alle proprie convinzioni e reazioni personali ».
Orbene i termini « laico », « laic’smo »
che indicavano nel medioevo in senso dispregiativo il popolo di contro il clero monopo
(continua in 4“ pag.)
Perchè
e come collaboro
Caro direttore,
la lettera apparsa su « L’Eco-Luce »
dell 11 c. a firma Aldo Long, mi offre una buona occasione per esporre
al nostri lettori, dopo più di due anni di mia ininterrotta collaborazione
con la rubrica « Echi della Settimana », il perché e il come di tale mia
collaborazione.
In un recente incontro alla Galleria d’Arte Moderna di Torino, il prof,
Norberto Bobbio ha distinto tre diversi poteri che attualmente vengono
esercitati dalle autorità costituite; il
potere economico, qu Ilo pol.tico, e
quello dell’,nformazione. Questo terzo potere praticamente non esisteva
nel secolo scorso, mentre in questo
secolo esso è andato gradualmente
crescendo, fino a diventare di grande
importanza e di terribile forza, pari
a quelle dei primi due.
Per potere dell’informazione noi intendiamo sostanzialmente la propaganda (o « quello che ha per scopo la
propaganda »), la quale sj esercita attraverso la stampa, il cinematografo,
la radio e la televisione. Qualcuno potrebbe credere che. in una qualunque
democraz a, tale potere s a, per definizione, libero. Non è proprio cosi!
Per limitarmi a parlare dell’Italia (un
allargamento del discorso ad altre nazioni mi porterebbe lontano dall’argomento), e per esprimermi in termini
precisi, dirò allora che il detto potere è libero per molto meno della metà (per es. soltanto nella misura del
20 o del 30%). Più della metà non
è libero, perché nelle mani d’una certa categoria, relativamente ristretta, di
persone : quelle che detengono effettivamente gli altri due poteri, cioè il
potere economico ed il potere politico.
Orbene tali persone, formando un’oligarch a, ed esercitando tutti e tre i
suddetti poteri, hanno per scopo di
mantenere l’ordine costituito :
a) col potere economico, favorendo lo sviluppo della cosiddetta « Società dei consumi »;
b) col potere politico, potenziando e perfezionando speciali tecniche
di dominio e, in particolare, quello
speciale strumento di repressione che
è la polizia. (Con ciò non mi sogno
di dire che la polizia sia sempre, in
ogni società, uno strumento di repressione; dico solo che essa è tale, qui
ed ora, in Italia);
c) col potere delT,nformazione,
addormentando le coscienze.
Come fanno i detentori del potere
ad addormentare le coscienze, oppure
a mantenerle addormentate? Basta,
per rendersene conto, apzire gli occhi
e le orecchie : cioè leggere i giornali
cosiddetti indipendenti o d’informazione, andare un po' al cinematografo,
guardare un po’ la televisione ed
ascoltare un po’ la radio. Il 70 o l’80
per cento di tutta quella farragine
(appunto d’« informazioni », abbracciando con questa parola anche le
« suggestioni » d'ogni genere) è fatto
sapientemente in modo che la grande
maggioranza degli Italiani si addormenti, 0 resti addormentata.
Questa specie di sonno è quella che
io ch'amo « spolit cizzazione ». E" una
parola di comodo e molto usata, ma
che si presta allequivoco. In realtà
essa non significa « mancanza di idee
politiche » : significa « mancanza di
cose enza politica » (cosa ben diversa). cioè significa avere poche idee
confuse, basate su informazioni accettate senza senso critico e perciò, almeno in parte, false; significa d re
« io non mi occupo di politica », o
(con falsa modestia) « io non m’intendo di politica »; ma in realtà s gnifica semplicemente essere un conformista, un sostenitore, un difensore
dell’ordine costituito.
Orbene, per quanto sia un fatto
mo.to, molto doloroso, bisogna onestamente. sinceramente riconoscere che
il protestantesimo italiano è pieno,
dico « pieno », di spoliticizzati, cioè
di conform'sti, E la mia opera è stata, e intende continuare ad essere (se
« L’Eco-Luce » me lo consentirà) un
p’ccolo contributo (nella misura in
cui le mie forze me lo permettono)
alla politicizzazione o, se si preferisce, alla « despoliticizzazione » del
protestantesimo italiano.
So bene che metto le mani in un
vespaio: ma non me ne importa nulla, anzi mi fa piacere. Se qualche lettore vorrà saperne di p ù, sarò lieto
d’entrare in maggiori particolari. Per
ora mi riterrei soddisfatto, Se si cercasse di capire quello che dico, e non
mi si facesse dire quello che non dico.
Quanto al « come » della mia collaborazione, dico soltanto che sono
perfettamente cosciente della grande
responsabilità che mj sono assunta, e
che cerco una cosa sola : il rispetto
più assoluto della verità.
Perciò sarebbe bene che il Long si
informasse meglio: informandosi meglio, egli scoprirà che ciò che io ho
riportato dall’« Astrolabio », sia sulle
condizioni della Polizia in anni non
lontani (Ma il Long ha veramente
letto con attenzione quel mio primo
articolo?), sia sugli avvenimenti di
Torino, a Piazza Castello (8 marzo
c. a.), è scrupolosamente, esattamente
vero. Io sono stato non solo testimone oculare, ma altresì parte in causa.
Il Long non parli di « citazioni anonime ». Qualunque mia citazione è
tratta da riviste e giornali seri, dei
quali è data l'indicazione esatta. Qualora io non citi l’autore, questo può
esser subito ritrovato seguendo la corrispondente indicazione: e se poi non
si trova il nome dell’autore, s’intende che il direttore della rivista o del
giornale è pronto ad assumersi ogni
responsabilità in merito.
Il Long mi offende, chiamando i
miei scritti « diffamatori », e parla di
« insulto squalificante solo per chi lo
dà ». Per parte mia. non voglio offendere il Long, perché lo ritengo in
buona fede, onesto.
Co; più cordiali saluti dal tuo
Tullio Viola
Sulla
confermazione
Un lettore, da Renens:
Caro direttore,
a Ginevra non si è mai stati teneri
con la confermazione. L’innario, in
uso nei tempi di Calvino, rilegato insieme al catechismo e alla liturgia,
era nelle mani di tutti. Nello « Avertissement aux lecteurs touchant le
Catechisme » si poteva leggere :
« ...c’esi la Confirmation, quon appelle, oh il n'y a que singeries. sans
aucun jondement ». E Calvino notoriamente paragona la confermaz one
al nodo gordiano. Con questo non voglio dire che fossero nel torto i padri
del pietismo, che hanno operato per il
meglio, né che siano automat'camente giuste tutte le proposte moderne
intorno alla confermazione. Il vero
problema è il battesimo.
Cordialmente
Sergio Rostagno
miMiiuiiiiiniimiiimiiiMiiiiimiiiM
FRALI
Domenica 30 marzo i ragazzi della scuola
di Ghigo hanno concluso... le manifestazioni
del 17 Febbraio! La recita che viene generalmente fatta la donienica più vicina al 17
ha dovuto essere rimandala per ragioni unicamente tecniche ed è stata recitata con successo a fine marzo. Un ringraziamento alla
insegnante L. Viglielino ed ai ragazzi che
hanno realizzalo questa serata alla quale fia
partecipato la corale della Comunità ed il
gruppo corale della Scuola Domenicale.
Il giorno del 17 febbraio ha visto le varie
attività nel quadro dato a questa ricorrenza
ormai da diversi anni. Culto del mattino ben
frequentalo, con predicazione su Deut. 9: 6:
H Sappi dunque che non a motivo della tua
giustizia, l'Eterno, il tuo Dio li dà il possesso di questo buon, paese; poiché tu sei un
popolo di collo duro ». Agape fraterna nei
locali della Chiesa, organizzata e realizzata
anche quest'anno dai Sigg. Berger e dai loro
collaboratori che ringraziamo sentitamente.
Interventi della corale e della banda musicale di Frali hanno contribuito al buon successo del pomeriggio che si è fraternamente
prolungalo fino verso sera.
Un intervento di storia valdese: Chiesa e
popolo in Val Germanasca (illustrazione di
alcuni documenti del Museo di Frali dal
1600 ad oggi). Come da diversi anni le collette sono stale inviate al Faslore Vinay a
Riesi.
Il 20 marzo abbiamo avuto la visita della
coppia missionaria Adnet della Società di
Parigi che ha illustralo il lavoro in Polinesia.
Le confermazioni del venerdì santo sono
state tre: Giovannino Barus, Gino Pascal
(Ghigo) ed Eraldo Tron (Cugno). La giornata di Pasqua si è svolta in pieno ambiente natalizio con un metro e mezzo di neve
ed alcuni quartieri bloccati dalle slavine
che continuavano a scendere da molte parti.
Nonostante questo c'è stato un buon culto,
con un tempio assai pieno fra prallni, campi di Agape e turisti evangelici. Fortunatamente il blocco delle strade causato dalle
valanghe non è durato a lungo e già il giorno seguente i mezzi ani neve potevano aprire il transito, sìa pure a senso unico alternato, permettendo così ai molti turisti di ritornare alla base in tempo utile per il lavoro
e lo studio. Se ora il tempo si manterrà favorevole e caldo fra non molti giorni assisteremo ancora una volta ad una incredibile
« esplosione della primavera » con i fiori che
sbocciano a pochi centimetri dalla neve.
11 23/1 è nata Silvana Ghigo di Guido e
di Amelina Peyrot (Ghigo). Ci rallegriamo
con questa famiglia e con Dino e Dina Peyrot che hanno potuto finalmente avere a casa il piccolo Giovanni ¡1 quale ha trascorso
in ospedale i pr.'mi mesi della sua esistenza.
Alla scuola elementare di Ghigo due nostre sorelle si sono alternate nell’insegnamento: la Sig.ra Gabriella Tourn che aveva
in.segnato finora nelle classi superiori è stala
sostituita dalla Sig.ra Wanda Ruligl ano, titolare della cattedra e proven ente da Mantova.
Il Museo di Frali cerca un collaboratore
o collaboratrice per il servizio nel mese di
luglio e d agosto. Sistcmizione nei locali
della Chiesa, mezza giornata libera nei giorni feriali. Si prega di prendere contatto con
la Chiesa dì Pral;.
PERSONALIA
Il 12 aprile, nella Basilica di S. Silvestro
in Trieste, si sono uniti in matrimonio ,4ntonio Meucci e Rossana Giovanella. Giungano agli sposi i migliori atiguri di felicità nel
Signore.
4
pag. 4
N. 16 — 18 aprile 1969
Notiziario Una sentenza senza appello
ecumen ico
a cura di Roberto Peyrot
IL PASTORE BLAKE HA INCONTRATO
IL PRESIDENTE NIXON
Washington (soepi) - Il presidente degli
USA, Nixon, ed il segretario generale del
CEC, Blake, si sono incontrati alla Casa
Bianea. Il pastore Blake ha diehiarato che
si trattava, per il Cec, di contatti senza uno
scopo particolare; in tale occasione ha dato
a Nixon qualche notizia sul viaggio recentemente effettuato in Medio Oriente.
Accompagnato da due personalità del Cec,
il pastore Blake ha aggiunto che Nixon ha
manifestato un vivo interesse per il Consiglio ecumenico, ed in modo particolare per
la sua ricerca di soluzioni giuste e pacifiche
ai conflitti che scuotono il mondo.
Il pastore Blake, cittadino americano, ha
pure detto di aver parlato con Nixon del
problema del Medio Oriente e del ruolo che
doveva avere la politica estera degli Stati
Uniti in questa regione.
Il segretario del Cec ha concluso esprimendo la speranza che gli USA prendano l’iniziativa di un’azione non solo con le grandi
potenze e le Nazioni Unite, ma anche con
Israele e con gli stati arabi.,
Il pastore Blake ha pure avuto un incontro con J. Cisco, del Dipartimento di stato,
incaricato per il Medio Oriente.
LA CONFERENZA CRISTIANA
PER LA PACE
E LA SICUREZZA EUROPEA
Varsavia (soepi) - Il comitato di lavoro
della Conferenza cristiana per la Pace (detta di Praga) riunitasi a Varsavia a metà febbraio, ha proposto una conferenza al vertice
sulla sicurezza europea.
Siccome la NATO scade quest’anno, la
CCP ha chiesto lo scioglimento dei blocchi
Est-Ovest e ha aggiunto che la cosa dovrebbe essere accompagnata da « garanzie multilaterali di integrità territoriale e di noningerenza negli stati situati in questi blocchi. Pensiamo in modo del tutto particolare
al caso delle due Germanie e di Berlino-ovest.
Per questo caldeggiamo vivamente una conferenza sulla sicurezza europea ».
Nel boUettino-resoconto della Conferenza
di Varsavia, la sola allusione alla situazione
Cecoslovacca è la seguente : « Il Comitato di
lavoro ha ascoltato la relazione dei Fratelli
cèchi sulla situazione in Cecoslovacchia ».
L’anno scorso questo problema aveva rischiato di provocare una scissione in seno alla
CCP.
Il Comitato ha pure preso posizione relativamente al Vietnam, alla Nigeria, al trattato di non-proliferazione, all’America Latina
e al Medio Oriente.
Dopo aver diehiarato la propria solidarietà eoi popolo vietnamita « che deve essere
libero di risolvere i propri problemi senza intralci », il Comitato ha precisato : « In tutto il mondo si sostiene vieppiù la giusta causa del popolo vietnamita; chiediamo a tutte
le Chiese ed a tutti i cristiani di contribuire
a creare un clima che favorisca una soluzione giusta e pacifica del conflitto ».
L'ONU E LA DISCRIMINAZIONE
RAZZIALE
Ginevra (soepi) - Il segretario generale
dell’ONU, Thant, ha comunicato che col 13
marzo è diventata operante la Convenzione internazionale per l’eliminazione di tutte
le forme di discriminazione razziale.
Per quanto riguarda le Chiese membri del
Cec, il segretario aggiunto D. Micheli ha accolto con soddisfazione la nuova Convenzione ricordando che le Chiese si sono sempre
preoecupate di questo problema.
La IV Assemblea del Cec ad Uppsala dice infatti nella relazione della IV sezione :
« Il razzismo contemporaneo svuota tutti i
diritti dell’uomo del loro significato e minaccia in modo imminente la pace mondiale. La politica ufficiale di certi governi (ma
quella ”di fatto” non è forse fin peggiorei),
la violenza razziale instaurata in vari paesi,
il ruolo del fattore razziale nei riguardi del
fosso esistente fra nazioni ricche e nazioni
povere, tutto ciò pone in rilievo il carattere
estremamente critico dell'attuale situazione.
Solo un'azione immediata che attacchi il male alla radice potrà evitare che la violenza e
la guerra si estendano al mondo intero ».
NUOVI CONTRASTI
SULL'INTERCOMUNIONE
Città del Vaticano (soepi) - « Accettare
Vintercomunione fra la Chiesa cattolica da
una parte, e le comunioni protestanti dall’altra, è accettare l'equivalenza dell’eucarestia cattolica e della cena protestante » scrive
nell'« Osservatore romano », il cardinale C.
Journet.
Per questo motivo egli ritiene che la Chiesa cattolica non potrà mai accettare questa
equivalenza poiché — egli precisa — il giorno in cui lo facesse avrebbe cessato di esistere e sarebbe diventata protestante.
« I protestanti favorevoli all'inter comunione — prosegue il cardinale — diranno che
credono quello che noi crediamo e che di
conseguenza possono essere accolti nella nostra eucarestia. Il motivo è dato dal fatto
che essi considerano secondario, accidentale
e destinato un giorno a sparire tutto ciò che
ci differenzia quando parliamo della presenza reale del Cristo. Se essi credessero veramente a questa presenza reale, come l affermiamo noi, verrebbero ad essa e non potrebbero
più sopportare per uno solo istante di esserne separati ».
Direttore responsabile: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
(segue dalla 3“ pag)
lizzature delle cose sacre e profane, sono stati valorizzati dal movimento valdese, come
dichiarava il Prof. d’Entrèves alle giornate
teologiche ad Agape nel 1959 su « Protestantesimo e Laicismo ». Difatti il d’Entrèves precisava : « La rivalutazione del laicismo era ascrivibile alla trasformazione sociale ed economica della società medioevale ed
al progressivo affermarsi dei movimenti di
riforma religiosa tra cui, voi Valdesi siete
stati i maggiori antesignani ed i soli sopravvissuti ed a quale prezzo, alle vicende dei
secoli »; ed il prof. Balmas, alle giornate
teologiche del 1950 al Ciabas ricordava che
il nome « laico » fondamentalmente spregiativo viene rivalutato dalla Riforma, trasformato ed arricchito d’un potente contenuto
umano e religioso; e difatti, prosegue il Balmas, U momento culminante che realmente
decide le sorti della Riforma è l’appello di
Lutero al « Laicato » la scoperta cioè che il
popolo sinora subordinato ad una casta infallibile è in realtà il buon popolo di Dio,
la chiesa, con conseguente ristabilimento della dignità del credente. L’evoluzione ulteriore del valore del termine « laicismo » prende
lo spunto dalla Riforma, poi si accentua l’aspetto umano e sfocia nella glorificazione
dell’autonomia e sufficienza umana. Laicismo
diventerà perciò sinonimo di lotta per l’affrancamento dello spirito umano da ogni
impaccio e subordinazione dottrinale, tradizionale, dogmatica. Quindi il movimento valdese e la Riforma hanno conferito un senso,
un valore al termine « laico » « laicismo »
mentre si vorrebbe da parte di una certa
corrente laica liquidare ogni testimonianza
valdese, confondendola con il confessionalismo cattolico; questi proclama la subordinazione dell’ordine civile, laico a quello religioso per cui ad esempio con l’art. 7 della
Costituzione la scuola è praticamente sotto
controllo clericale, mentre nella linea del
pensiero evangelico si forma proprio nel dialogo ispirato alla Parola di Dio una personalità libera da tutti i giochi, le servitù, i
miti, gli autoritarismi ed aperta a tutti i
problemi umani; si forma cioè una coscienza responsabilie davanti a Dio che giudica,
ama e redime; ed è l’evangelo di Gesù Cristo che può evitare al laicismo di diventare
precisamente come ricordava ancora il d’Enna specie di religione a rovescio, al
trettanto fanatica e intollerante quanto ha
potuto dimostrarsi talora la religione cristiana.
SINT UT SUNT
AUT NON SINT
Orbene in omagg'o alla libertà laicista dovremmo noi lasciare che altre ideologie, altre influenze operino in misura formativa e
non solo informativa nella vita dei nostri ragazzi? Per c'tare ancora il prof. d’Entrèves
ricordiamo quello che ci diceva ad Agape :
« Non attenuate troppo per un puro spirito
irenico la vostra protesta, in modo che i
Valdesi ”sint ut sunt aut non sint” e cioè
siano quello che jn realtà il loro nome significa altrimenti scompaiono. In un paese
e tra uomini portati troppo al compromesso
ed alTaccomodainento è importante la presenza protestante ». Portare il messaggio nei
termini e nei modi del rispetto dell’altrui
idea o confessione significa proprio, come
dice la commissione, « che l’annunzio non si
può valere di altre attraizoni che della croce di Cristo ». Ne consegue che « la situazione di tensione per conciliare le due esigenze, dovere di una testimonianza evangelica e garantire la formazione della personalità in un clima di Ibiertà » non si delinea
affatto perché la testimonianza evangelica' è
determinante per la struttura della vera personalità dell’uomo.
Il mio timore, cari commissari, è proprio
questo di veder scomparire nei nostri Istituti
di ogni tipo la testimonianza intesa come
servizio, come predicazione vivente della croce di Cristo come lo dimostra il vuoto di
presenze valdesi nelle nostre opere e la carenza di un’incidenza evangelica nel senso
profondo del termine.
SCUOLA LATINA
CONVITTO DI POMARETTO
Altri hanno espresso il loro pensiero sul
Collegio e perciò per la maggior conoscenza
mi limiterò, terminando, ad alcuni rilievi
sulla Scuola Latina. Non posso pensare innanzitutto alla chiusura della Scuola Latina,
sia per la sua influenza evangelica che in
un clima di assoluta libertà vi si compie, sia
per l’interesse per tutti i casi umani, difficili che si presentano in sempre maggior numero, sia per gli strettì legami con il Con
Echi della settimana
Tip. Sub«ipia3 s.p.a- - Torre Pellice (To)
« DOVE LE ARMI
HANNO PARLATO...
„.non si può più parlare amicizia! ».
Con queste parole inizia un documento redatto dagli studenti della Scuola Superiore
di Chimica di Praga,. e destinato a servire
di base per la presentazione delle vendìcazioni degli studenti cecoslovacchi al Plenum
del Comitato Centrale. Il documento cosi
continua :
« Ogni uomo semplice nel mondo intero è
nostro amico. Ma colui che s^arroga il di~
ritto di cambiare il mondo^ a mano armata
e come meglio gli sembra, non è e non può
essere considerato un amico. Per questa ragione noi respingiamo fermamente la tesi secondo cui Vantisovietismo si confonde con
Vanticomunismo e con Vantisocialismo, come
pure respingiamo la dottrina sovietica sulla
sovranità limitata. I nostri rapporti coi cinque paesi socialisti non potranno normalizzarsi, Se non dopo che Vultimo carro armato
e Vultimo soldato stranieri avranno abbandonato il nostro territorio »,
Dopo questa dichiarazione fondamentale,
se ne leggono altre secondo cui a Vinvasione
sovietica fu ’'un atto di violenza arbitraria”,
e l’ingresso delle unità tedesche una ’’farsa
cinica”. ’’Siamo fermamente convinti che il
governo cecoslovacco, se non vuole isolarsi
completamente dal suo popolo, non pub permettersi nulla che possa dar ragione agli occupanti e giustificare gli avvenimenti dell’agosto 1968”.
Il rifiuto di riconoscere la controrivoluzione e qualunque cambiamento nella' direzione del partito (particolarmente con riferimento a Dubcek, Svoboda, Cernik, Smrkovsky), la fine di ogni persecuzione d’idee politiche, infine il rispetto della libertà di creazione artistica e scientifica, saranno (secondo
le previsioni) le principali rivendicazioni
che verranno presentate, sotto minaccia di
sciopero illimitato, al Plenum il 17 aprile ».
A queste notizie (tratte dalla « Gazette de
Lausanne » del 12-13.4."69) aggiungiamo alcuni interessanti giudizi pubblicati nell’editoriale de « Le Monde » del 10 c.
«Tutte le notizie provenienti dalla Cecoslovacchia confermano che quel paese e giunto a una svolta molto dolorosa della sua storia, già tanto sventurata. I provvedimenti
presi contro la stampa non sono, senza dubbio, che un inizio: ma quanto se ne sa è
sufficiente per definirli fra i più draconiani
dall’invasione (agosto ’68) in poi. Ovunque
sembrano aver preso l’iniziativa i conservatori vecchi e nuovi, a tal punto che una
’’censura” senza precedenti ha potuto essere
inflitta da alcuni colleglli (col permesso dello stesso Dubcek!) niente meno che a
Smrkovsky, uno dei ’’grandi” del quadrumvirato di gennaio.
In realtà, la vera ragione di questa svolta
è, ancora una volta, un cambiamento d’atteggiamento da parte di Mosca (•••)• E' bastato Un pretesto (le manifestazioni antisovietiche del 29.3 che hanno, è pur vero, assunto proporzioni di sorprendente ampiezza), per veder Mosca ricavare il volto brutale dell’estate passata. Tutto quel che si sa
della visita in Cecoslovacchia del maresciallo Gretchko, il quale non era stato invitato
dalle autorità di Praga, testimonia che, questa volta, sarebbe all’ordine del giorno la
’’maniera forte”: annunciando che le truppe d’occupazione sovietiche in Cecoslovacchia verrebbero aumentate (ciò che, oltre a
tutto, qualifica eloquentemente la ’’libertà
d’azione” del governo cecoslovacco nel quadro del trattato dell’ottobre 1968!), e defi
a cura di Tullio Viola
villo, con la prospettiva d’una sempre maggiore integrazione di lavoro, fermo restando
la situazione giuridica della Scuola Latina
parificata. Nel corso di questi ultimi anni
la frangia evangelica della diaspora italiana
compresi gli emigrati della Svìzzera, è andata aumentando e la missione della Scuola come del Convitto è fondamentale, non disgiunta dairelemento spirituale che ne deve
costituire l’ossatura, proprio per la soluzione di problemi dei regazzi, laddove fallisce
l’apporto di natura psicopedagogico.
Per questa missione, specialmente al Convitto, non è sempre facile trovare elementi
preparati, sotto il profilo psicopedagogico e
animati da una fede profonda tantoché ogni
anno i quadri si formano con carattere di
provvisorietà. Il ragionamento vale per le
iniziative che la Commissione ha indicato.
Ci auguriamo che il dibatt’to che ne seguirà ci consenta di vedere meglio e con più
chiarezza in tutti i nostri problemi e ci consenta di guardare a tutta la situazione e alle
prospettive future, senza spirito di parte, senza preconcetti in vista d’una testimonianza a Cristo ed a Lui soltanto.
Interpretando il pensiero dell’attuale Commissione del Convitto di Pomaretto non riteniamo di accettare il giudizio della commissione sinodale nel confronto che implicitamente essa fa con la passata gestione, alla
quale riconosciamo un intelligente contributo ventennale per i nostri bambini della
Valle e della diaspora italiana e normalmente di estrazione modesta. Perciò, se la linea
del passato può essere criticabile nei suoi
metodi, come altri potrebbe criticare l’attuale per la diversa impostazione, il giudizio
della Commissione, nella sua visita lampo, ci
è parso ingiusto e non meditato. La nostra
Commissione ha ritenuto di fare questa precisazione per la conoscenza che essa ha delle
due gestioni nei pregi come nei difetti.
Gustavo Bouchard
Notiziario
Evangelico
Italiano
iiiriiiiiiiiiiiiiiiiniii'
iiiiiiiiitimiiiiiiimiiiiiiiii
iiiiiiiiiimiiuiiiiii
nendo la situazione a Praga ’’più grave di
prima del 21 agosto’% il Gretchko avrebbe
chiaramente invocato lo spettro di quel ’’secondo intervento”^ di 'cui a Praga corre voce fin dai primi giorni dell’occupazione.
Detto questo, si ha il diritto di chiedersi
quanta, in tutte queste minacce, è la parte
del ’’bluff”, e se veramente l’équipe di Dubcek non abbia altra via d’uscita all’infuori
d’una ritirata generale, molto prossima Ma
capitolazione. I dirigenti sovietici, che sono
già stati seriamente scottati dai loro rovesci
politici dell’agosto scorso, sarebbero in grado (oggi più di ieri) d’affrontare la resistenza della popolazione, d’imporre i propri
agenti con speranze ragionevoli di successo?
E soprattutto, sarebbero essi disposti a sfidare nuovamente l’opinione mondiale, in particolare l’opinione dei partiti comunisti, poche settimane prima d’un congresso la cui
preparazione è stata per loro oggetto di tante preoccupazioni?
E’ vero che, non senza motivo, le reazioni
estere non sembrano preoccupare gran che
i ’’falchi” di Mosca, che il lento lavoro di
erosione effettuato dai loro amici, a Praga,
intorno a Dubcek, e quello diretto ad asfissiare le forze di polizia, aprono loro indubbiamente delle prospettive migliori. In ogni
caso, ogni giorno che passa si vede meno che
cosa possa restare del cosiddetto ’’corso di
gennaio” e della équipe che aveva promesso
d'applicarlo ».
LA SVIZZERA MODELLO
DI REGIONALISMO?
La Svizzera occupa in Europa un posto singolarissimo, che attira tanto le critiche più severe (Si veda per es.; J. B. MauBoux, Du bonheur d’être suisse sous Hitler,
Edit. J. J. Pauvert, Parigi), quanto quelle
più elogiative. Fra le seconde segnaliamo
quelle dell’estensore (residente in Svizzera)
d’una lettera a « Le Monde » (pubblicata
ni c.).
« La Francia, l’Italia ed alcuni altri paesi
potrebbero imparare molte cose studiando le
Costituzioni di questo paese, e il modo in
cui i suoi cittadini le applicano {■■■). Abitando qui già da dieci anni, ho potuto convincermi della grande superiorità delle istituzioni svizzere, al confronto con quelle della Francia. Basta citare, per prova, la rispettiva situazione delle minoranze linguistiche
nei due paesi.
Tre quarti di tedeschi, quasi un quarto di
francesi, 4% d’italiani: ognuna delle lingue
corrispondenti, tanto nel suo rispettivo territorio quanto nell’ambito della confederazione, gode assolutamente degli stessi diritti. Del resto la Svizzera non protegge soltanto le sue ’’grandi” lingue. Considero un
grande privilegio l’aver potuto studiare la
sua quarta lingua nazionale, il romancio, parlato da circa quarantamila Grigionesi. Questi montanari imparano a leggere, a scrivere, a cantare nella loro lingua materna.
Quarantamila abitanti di lingua romancia! Di fronte a un tale trattamento, che fa
onore alla Svizzera, che cosa mai fa la F rancia dei suoi milioni d ubitanti di Guascogna,
d’Alsazia e di Lorena? delle sue centinaia di
migliaia di Bretoni, di Corsi e di Catalani?
E il basco, questo tesoro linguistico, merita
forse che ci se ne interessi meno del romancio? ».
Son cose da meditare, in attesa che le regioni vengano istituite in Italia come in
Francia.
donvegoo a Valleetosia
I monitori delle Scuole Domenicali del 2<>
Distretto nonché i predicatori laici sono invitati a partecipare a un convegna per trattare dei problemi che maggiormente li interessano, e che avrà luogo mercoledì 30 aprile alle ore 17, proseguendo fino al pomeriggio del 1p maggio. Ci è stato gentilmente assicurato rintervento dei Pastori Paolo Ricca
e Thomas Soggin e del Prof. Roberto Eynard.
Allo scopo di incoraggiare la partecipazione ad ambedue le giornate, la Commissione Distrettuale offre il soggiorno gratuito a
VaUecrosia per i partecipanti che giungeranno nel pomerìggio del 30, a condizione
che preannunzino il loro arrivo alla direzione della Casa Valdese per la gioventù - 18019
VaUecrosia (Imperia). Chi giungerà nella
mattinata di giovedì verserà un contributo
di lire mille, sempre che si prenoti in anticipo.
La Commissione distrettuale
III imiiiiMMiiiiiiiii
a cura di Renato Balm»,
Dalle Chiese Battista
— Nella sua ultima riunione il Comitato
per ITstruzione delVUCEBI ha deciso di affidare ai propri membri lo studio analitico di
vari problemi da portare a soluzione. Oltre a
quello dell’informazione dei giovani relativa
alle loro letture ed alla loro preparazione culturale generale e alle attività dei vari campi
della gioventù operanti in Italia e all’estero
« per la realizzazione di vacanze proficue per
la loro formazione spirituale e intellettuale »,
spicca per la sua importanza il problema dei
convitti, usili e doposcuola che sarà esaminalo
sotto vari aspetti : programmi di lavoro, ricerca del personale specializzato e sua disponibilità, attrezzature relative e programmi dell’autorità pubblica e statale.
— Clima ecumenico a Pordenone. La festa
dell’albero di Natale, priva delle consuete recite dei bambini, ha avuto come animatori la
corale della chiesa e quella cattolica intitolata
al Beato Odorico che, dopo essersi esibite singolarmente, hanno cantato assieme l’inno
(( Così qual sono... ».
Sempre a Pordenone il 12 febbraio il pastore è stato convocato nella « Casa della Madonna Pellegrina » dal Rettore del Seminario
Vescovile per avere un incontro con una cinquantina dì giovani parroci. « Sono state tre^
ore dì intensi colloqui per rispondere alle varie domande che gli interlocutori ponevano al
Pastore, il quale nella generale panoramica
di argomenti, ha reso testimonianza della veridicità ed efficacia della Parola di Dio sempre attuale, tanto da far concludere al Rettore con il termine : Ckincordo in pieno con
quanto il Pastore ha esposto ».
— Settimana di evangelizzazione nelVIrpìnia..
Dal 3 al 9 febbraio si è svolta a Bisaccia una
settimana di predicazione tenuta dal Pastore
Emidio Santini di Genova. Questi, insieme
con il Pastore locale Castelluccio, ha fattoanche visita al Circolo giovanile di cultura da
poco aperto nel paese e ricco di forze m ove
anelanti al progresso ed al rinnovament i ed
ha avuto in incontro col Parroco.
— Corsi estivi e campeggi. L’Istituto petania ha in programma dal 16 al 30 luglio un
corso estivo al quale possono partecipare ragazze, signorine e signore fra i 14 e i 40 anni.
Il corso si articola in due programmi s: tlimanali con frequenza minima di una s itimana. A Zamaro, in provincia di Reggio Calabria, a 100 metri d’altitudine, si svolgeranno due camp-i estivi dal 15 al 30 luglio e dal
1 al 15 agosto. Dal 29 luglio al 4 agosio si
terra poi nel Seminario Battista Europeo di
Ruschlikon presso Zurigo una serie di conferenze che avrà per tema : (c Imparare ad essere il popolo di Dio in un’età rivoluzionaria ».
Le lingue usate saranno il tedesco, il francese,
l’inglese ed altre eventuali.
Per informazioni rivolgersi rispettivamente
alla Signorina Virginia Wingo, via Anteln. 14,
00141 Roma; al Pastore Isaia Saliani, vh’ GAmendola 2, 89022 Cittanova (R. C.) fd al
Pastore Wolgang Müller, Schillerstrass«' 53,
5678 Wermelskirchen (Germania Occidenale)
C. I. 0. V.
Doni in memoria del dr. Emanuele
Quattrini per Ospedale Pomaretto:
Elena Pascal, Massello L. 10.000; Emma e
Adolfo Tron, Massello 10.000; Enrico e Leonie Gaydou, Massello 10.000; Adelaide Pons
e Laura Micol, Massello 10.000; Alda e Giorgio Pons, Massello 10.000; Arturo Meytre,
Massello 5.000; Rino Tron, Massello 5.000;
Guido Tron, Massello 5.000; Enrico Micol,
Massello 5.000; Giulio Tron, Massello 3.000;
Edoardo Micol, Massello 2.500; Silvio Tron,
Massello 2.000; Fam. Barai, Massello 1.000;
Olga Barai, Salza Pinerolo 2.000; Letizia e
Giovanni Grill, Bordighera 20.000; Unione
Femminile di Pinerolo 50.000; Emilio e Elena Godino, Pinerolo 10.000; Beniamino e
Attilia Grill, Pinerolo 5.000; Fam. Luigi Marauda, Pinerolo 10.000; Enrico Pascal, Fontane 5.000; Fam. Peyran, Bessè 8.000; Giulio Tron, Gardiola di Rodoretto 3.000; Renato Tron, Perosa Argentina 5.000; Clara
Rostan, Pomaretto 5.000; Enrico Artero, Pomaretto 5.000; Giosuè, Susanna, Pierino e
Walter Ribet, Pomaretto 10.000: Federico e
Valentina Baret, Pomaretto 2.000; Arturo e
Luigi Pons, Pomaretto 2.000; Alma Tron,
Luciano e Franca Pascal, Pomaretto 1.000;
Clorina, Arturo e Giacomino Bernard, Pomaretto 10.000; Emanuele Genre, Pomaretto
5.000; Emanuele Tron e fam., Perosa Arg.
lO.OOÒ; Alina Genre in Ferrerò, Perosa Arg.
3.000; Rino e Rina Tron, Perosa Arg. 5.000;
Aldo Vinay, Ivrea 20.000 Marianna GrillGardiol, Perosa Arg. 5.000; Elisa Long, Abbadia Alpina 5.000.
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Per informazioni con listino completo scrivere a: PAOLO SCEVOLA - Casella Postale 426 - 18100 IMPERIA
ONEGLIA.
(Da « Il Messaggero Evangelico » - ÌNLuzoAprile 1969).
Dalle Chiese dei Fratelli
Dal 13 al 25 gennaio si è tenuto a Ai mite
S. Angelo un corso di studi biblici con la
partecipazione di una ventina di fratelli provenienti dalle assemblee della provine vi di
Foggia. Sono stati oggetto di studio i seguenti
argomenti: La Chiesa, Omiletica, Dalla nuova
nascita all’uomo compiuto, Le dispensai ioni,
I testimoni di Geova, La dottrina della salvezza, Vita cristiana. Evangelizzazione personale.
Le serate sono state occupate da esercita/ioni
pratiche della predicazione.
— Il 1° e il 15 maggio si svolgeranno due
agapi fraterne rispettivamente a Perugia c a
Gabicce Monte.
(Da « Il Cristiano » - Aprile 1969).
RINGRAZIAMENTO
I familiari del compianto
Enrico Eynard
riconoscenti e commossi per la profonda dimostrazione di stima tributata al loro caro, ringraziano sentitamente quanti in qualsiasi modo, con scritti, con fiori e con opere di beneficenza
hanno reso onore alla sua memoria.
In modo particolare ringraziano la
Direzione e il personale dell’Ospedale
Valdese, il Dottor De Bettini, i Pastori Sonelli e Rostagno, i signori Romana e Ezio Armand-Hugon ; le persone
che l’hanno assistito ; quelle che con la
loro presenza lo confortarono durante
la sua lunga degenza.
Torre Pellice, 18 aprile 1969.
RINGRAZIAMENTO
I figli e partenti tutti del compianto
Giulio Alessandro Micol
commossi per la dimostrazione di simpatia tributata al loro Caro, ringraziano di cuore quanti hanno voluto partecipare al loro dolore.
Un ringraziamento particolare alia
Sezione A.N.A. di Perrero.
« L’Eterno è il mio Pastore, nulla
mi mancherà ».
(Salmo 23: D
Forengo-Chiabrano 13 aprile 1969.