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ECO
DELLE VALU VALDESI
BIBÎ.IOTECA VALDESE
TORRE PU,LICE
Sellimanale
della Chiesa Valdese
Anno XCVJ - Nuni. 31
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TORRE PELLICE — 12 Agosto 1966
Ammin. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
amWi)M
Nel suo discorso d’apertura della Conferenza ginevrina « Chiesa e Socielà » il
past. W. A. Visser ’l Hooft, segre'.ario generale del C.E.C., ha dichiarato:
('i si porrìi una domanda: « Avete il diritto di purhire? ». Con il loro attaccamento
allo stata quo. con la loro incapacità a leggere i segni dei tempi, con il loro silenzio
nel momento in cui i grandi problemi della
giustizia sociale e deh’indipendenza nazionale si sono fatti acuti per la prima volta,
le Chiese — si dice — avrebbero perso qualsiasi diritto di dare consigli o indicazioni
di ipialunque tipo. Non cercheremo di giustificare le Chiese o noi stessi. V’è troppa
verità in queste accuse, perchè si possa non
tenerne conto. Vi sono però due cose che
possiamo rispondere. La prima è che, dai
tempo di Amos al tempo di Martin Luther
King, le critiche più acerbe contro il popolo di Dio sono sempre venute dalle
Chiese e dalla gente della chiesa. La seconda è che non parliamo perchè ci piaccia
infilare la nostra parola negli affari del
mondo, ma perchè ci è impossibile vivere
con Dio, con il nostro prossimo e con noi
stessi cercando il silenzio.
Nella seduta del 25 luglio, i partecipanti
alla Conferenza hanno volato alcuni testi
importanti, di cui citiamo alcuni estratti. A
proposito dello sviluppo eeonoinico e sociale in una prospettiva mondiale: << È urgente
che le Chiese comprendano le reali difficoltà che I governi e le autorità internazionali
affrontano nello svolgere il loro compito.
Ciò implica uno sforzo ecumenico più intensi- per scoprire la verità a proposito dei
renporti fra le potenze e della situazione sociaie ed economica a live'lo nazionale e internazionale » (rapp. l).
Il rapporto n, sul compito dello Stato in
un’epoca rivoluzionaria, conclude fra l’altro : « Rigettiamo ogni idolatria della nazione che implica una dominazione su altri popoli o distrugge l’unità dell’umanità.
Quando la legge rappresenta un potere statale arbitrario, gli uomini possono avere il
diritto e il dovere di disobbedirgli ».
11 lapjjurlo in sulla ricerca di nuove formule di collahorazione internaziona’e approva le dichiarazioni precedenti del Consiglio ecumenico delle Ch.ese sul Vietnam e
aiferma: " La presenza militare massiccia
degli Americani e il costante aumento dei
loro effettivi nel Vietnam, come pure il
lungo e continuo bombardamento di villaggi del Sud e di obiettivi a poca distanza
dalle città del Nord non possono giustificarsi ». 11 documento aggiunge che « le
Chiese dovrebbero chiedere con insistenza
ai loro governi di ra ifienre appena possibile e metiere in vigore la Convenzione
delle Nazioni Unite sulla soppressione di
ogni forma di discriminazione razzia, e,
adottala dalla XX Assemblea; dovrebbero
pure chiedere loro di appoggiare la creazione di un ufficio dell’Alto Cornmissariulo delle N.U. per i diritti dell’uomo, u
quale sorvegli l’applicazione della Convenzi(yne
lo -i'.esso giorno, il 25 luglio, sulla Place
des Nalions, i giovani della Conferenza,
seguiti da 300 parlecipanti, da membri del
personale del C.E.C. e da giornalisti, hanno
organizzalo una marcia pacifista. Per man
restare il loro impegno di cristiani ne
mondo, hanno letto la dichiarazione che
segue.
Siamo persuasi che, dopo
guerra porta in sè il germe di suimdio
generale e dello sterminio di ogni forma d
vita. Prendiamo l’impegno di lavorare
un avvenire senza guerre.
Crediamo che il confluito vietnamita e
In tragedia più terribile dellora presente.
Chiediamo con insistenza la cessazione immediata delle ostilità.
Sappiamo che le risorse e le conoscerei .
utiuali dell’uomo rendono possibile if ^’binazione di ogni .sofferenza, sia essa dova
all’ignoranza, alla povertà o ala malattia.
La giustizia economica, politica e sociale e
una responsabilUà universale e non può
essere realizzala se non attraverso un i cooperazinne internazionale. ÌMneiamo un appello affinchè le ricchezze mondiali suino
ridi.slrihnitp con maggiore equità e f‘ff‘bcie
lune le risorse e conoscenze dispnnibiU
siano me.s.se in atto aU’in'crno di ogni mizinne e ha paesi ricchi e paesi poveri.
Crediamo che la lotta per lo stalnhmenlo
di valori umani universali è minacciata
dall’oppressione e dalla discriminazione razziale, etnica e culturale. Lanciamo un appello affinchè .si ponga termine all opijressione e alla discriminazione sotto qualsmsi
forma, non soltanto so'to quella visibile
dell’fipartlieid, ma anche so to queLe sollili del paternalismo. ,, ir
la nostra presenza qui è simbolo dell impegno di tutto l’essere nostro, anima e
corpo.
QUINDICI AGOSTO VALDESE
L’evangelismo italiano fra Congresso e Federazione
PORTE DI ANGROGNA
Ore 10 Introduzione di trombe.
Culto presieduto dal Past. Alberto Taccia.
Moderatore Neri Giampiccoli : Evangelismo italiano fra Congresso e Federazione.
Ore 14.30 Introduzione di trombe.
L'istruzione secondaria alle Valli : Prof. A. Armand-Hugon.
La scuola dell'Uliveto a cura dell'Ospedale Valdese di Torino.
L'attività della Claudiana : parlerà il dr. C^rlo Papini.
La colletta sarà devoluta a favore del riassestarriento degli stabili
di valore storico della Chiesa di Angrogna Capoluogo.
RICLARETTO
Ore 10 Introduzione di trombe.
Culto presieduto dal Past. Cipriano Tourn.
Dr. Fulvio Rocco: Evangelismo italiano fra Congresso e Federazione.
Ore 14.30 Introduzione di trombe.
Istruzione secondaria alle Valli: Past. Gustavo Bouchard e
dr. Roberto Malan.
La scuola dell'Uliveto a cura dell'Ospedale Valdese di Torino.
Lucien Luntadila - Segr. Gen. del movimento Kimbangista Congo.
La colletta sarà devoluta a favore dei lavori di adattamento del
Convitto di Pomaretto.
N. B. - Tutti sono invitati a portare con sè l'Innario. Si raccomanda
inoltre vivamente di osservare e di fare osservare il più assoluto silenzio
durante il culto, i canti e l'ascolto dei messaggi.
NOTE LOGISTICHE
Come già annunziato, la festa del XV Agosto per la Val Germanasca avrà luogo
a RICLARETTO nella località « Pian drEicialie », al Km. 3 dal villaggio di Chiotti,
sulla strada carrozzabile di Riclaretto. Sarà predisposto un parcheggio e organizzato
un servizio di buffet caldo e freddo. Si troverà pure acqua fresca.
La colletta sarà destinata alla ricostruzione del Convitto di Pomaretto.
In caso di cattivo tempo, la riunione si terrà nel Tempio di Chiotti.
Le porte d’Angrogna (cosi chiamate perchè luogo di intersecazione di varie strade) è uno dei punti panoramici più belli della Valle, sia guardando verso la pianura,
sia volgendosi verso la Val d'Angrogna e la Val Pellice. La località prevista per rincontro sorge nelle immediate vicinanze, aU’ombra di secolari castagni, in un vasto anfiteatro naturale.
Come si arriva. L’accesso alle Porte d’Angrogna è costituito da una bella strada
asfaltata che si diparte dallo stradone provinciale d’Angrogna all’altezza della località
Bruere. Soltanto rultimo Km. non è asfaltato, ma ugualmente percorribile con autovetture. Sul posto giovani incaricati del servizio d’ordine instraderanno gli automezzi
ai posteggi prestabiliti. Al fine di evitare ingorghi, specie per il ritorno, sarà stabilito
un senso unico che tutti gli automobilisti sono vivamente pregati di osservare : il deflusso delle macchine è infatti previsto per la strada Porte d’Angrogna - Vernò - Prassuit - San Lorenzo dove si ricongiunge con lo stradone provinciale. La strada non è
tuttavia accessibile ai pullman che dovranno recarsi fino a San Lorenzo da dove si
raggiunge la località dell'incontro con una passeggiata dì mezz’ora, per ombrosi e pittoreschi sentieri che saranno debitamente segnalati. A piedi^ si arriva facilmente alle
Porte d’Angrogna sia da Prarostino, sia risalendo la collina di San Giovanni.
In caso di cattivo tempo la festa avrà ugualmente luogo nel tempio di Angrogna
Capoluogo e nella sala attigua.
Dopo il programma del pomeriggio, se desiderato sarà organizzata una comitiva
guidata da giovani di Angrogna per visitare i luoghi storici della Valle.
A disposizione di tutti sarà allestito un buffet. Vi sarà pure una vendita, una lotteria e una pesca a cui tutti sono invitati a partecipare.
La voce dì lin buddista vietnamita
____________: -----— ___________________
Prima che Questione poiitica, è questione di sopravvivenza - Gii
americani hanno con sè soie ii iacchè che fanno deii'anticomu^
nismo un commercio - QuaPè dunque ii vero onore da difendere ?
Che la situazione nel sud-est asiatico si aggravi, è chiaro a tutti: il
progressivo potenziamento del massiccio intervento statunitense, l’incessante escalation dei bombardamenti nel Nord-Vietnam (ricordiamo come
gli apparecchi dei « liberatori » difficilmente sgranano le loro bombe solo
sugli obiettivi «bellici»...), da un lato; dall’altro la dura presa di posizione del Soviet Supremo, a Mosca; il patetico giro d’appello alla pace di
Indirà Gandhi, e il riconosciuto insuccesso deUa missione a Mosca del
segretario generale delle Nazioni Unite, U Thant; altrettanti segni allarmanti. Il Consiglio ecumenico delle Chiese ha nelle scorse settimane rivolto una volta ancora il suo appello al governo americano, affinchè
alle parole di pace sottentri una effettiva ricerca di pace; e in questa
pagina riferiamo sulle prese di posizione della Conferenza ginevrina
« Chiesa e Società ». Pubblichiamo qui sotto un documento, diffuso in
Italia dalla sezione italiana del Comitato internazionale di coscienza per
il Vietnam (lo stesso che già aveva diffuso l’appello «Sono i nostri fratelli che uccidiamo », da noi pure pubblicato ). Si tratta di un sunto,
curato dal segretario esecutivo di quel Comitato, Alfred Hassler, di ciò
che in conferenze e interviste, nel Nord America e nell’Europa occidentale, ha detto il monaco buddista vietnamita Thich Nhat Tanh (a
Roma egli ha tenuto una conferenza-stampa TU luglio, e una pubblica
conferenza nel Salone Brancaccio il 12), il quale sta appunto cercando'
di rompere i miti di destra e di sinistra che per larghi settori dell’opinione pubblica occidentale deformano la visione reale delle cose. Si
tratta di un documento che non leggerete sul vostro quotidiano, sia esso
dì calore rosa, nero, bianco, rosso, giallino o mimetizzato. Pensiamo che
valga la pena di ascoltare la voce di quest’uomo, nato nel Vietnam
centrale 40 anni fa, ora direttore dell’Istituto di Studi Sociali defi’Università buddista di Saigon, docente di filosofia della religione, pubblicista, direttore di un settimanale e di una casa editrice buddista, in
aperto contrasto con il « regime Ky », pur senza essere affatto un
comunista.
Recentemente, durante il suo viaggio negli USA e nell’Europa Occidentale il monaco
buddista vietnamita Thich Nhat Hanh ha
messo in rilievo che la sua è una missione
umanitaria, intesa a comunicare all’Occidente il desiderio profondo di pace del popolo
vietnamita, e ad invocare aiuto per assicurare la pace. E’ tuttavia comprensibile che
nel corso di conferenze stampa e di convegni egli sia stato assediato da domande di
natura più strettamente politica, che miravano a chiarire ai suoi ascoltatori il carattere
degli avvenimenti che si verificano in Vietnam e che coinvolgono i Buddisti. Quanto
segue è un sommario dele sue risposte alle
domande postegli con maggiore frequenza.
A.H.
1. - E’ erroneo interpretare la tensione esistente fra il Governo Ky ed i Buddisti come
l’espressione di una lotta per il potere fra due
fazioni contendenti nell’ambito della società
Vietnamita. Le azioni dei buddisti sono il
punto culminante di un sentimento crescente di frustrazione e di disperazione da parte
del popolo vietnamita dopo più di venti anni
di guerra, a cui non scorgono termine. Rappresentano la mobilitazione delle forze nazionaliste non Vietcong contro un Governo
che è considerato soltanto come un prolungamento della politica estera americana. L’obbiettivo immediato è un governo civile ed
indipendente; la sua motivazione è l’anelito
di pace; l’indipendenza del Governo dipende
dalla sua effettiva libertà di prendere le sue
COMUNICATO
Il Sinodo della Chiesa Valdese si aprirà, D. v.
DOMENICA 21 AGOSTO
alle ore 15,30
con un culto nel Tempio valdese di Torre Pellice presieduto dal Pastore
Liborio Naso, con la consacrazione al Santo Ministero del Candidato
Bruno Bellion.
I membri del Sinodo sono convocati per le ore 15 nell'Aula Sinodale della Casa Valdese per alcuni atti preliminari.
Subito dopo il culto i membri del Sinodo si riuniranno nell'Aula
sinodale per costituirsi in Assemblea, sotto la presidenza del più anziano di età tra i ministri di culto in attività di servizio e per procedere alla
nomina del Seggio definitivo.
NERI GIAMPICCOLI
Moderatore
della Tavola Valdese
Torre Pellice, 8 agosto 1966
decisioni relative alla guerra ed alla pace.
I Buddisti non aspirano ai poteri politici per
se stessi, ma ad un Governo civile a cui parteciperanno tutti i gruppi religiosi.
2. - E’ erroneo, analogamente, instaurare
un parallelismo fra l’agitazione guidata dai
buddisti contro Ky, contro gli USA e contro la guerra e le poche controdimostrazioni
definite « cattoliche ». Dimostrazioni antigovernative, per quanto di iniziativa buddista,
hanno incluso Vietnamiti appartenenti a tutti i credi religiosi. Poiché i buddisti sono i
più numerosi, e poiché il buddismo si identifica largamente col nazionalismo nel Vietnam, i buddisti sono diventati il punto focale
di questa espressione di sentimento nazionale.
3. - Colonne e colonne di stampa ci dicono che i cattolici sono antibuddìstì ed anticomunisti. Mi si è chiesto se i buddisti ed i
cattolici potrebbero collaborare per la pace
e per instaurare un governo stabile e se il
timore dei cattolici e l’odio del comunismo
sono intensi come si dice. A questo proposito occorre fare parecchie precisazioni. Per
prima cosa il desiderio più intenso della
gente dei villaggi, buddisti come cattolici, è
la fine della guerra. Essi ne soffrono direttamente e la possibilità che la loro religione
possa essere impedita da un regime comunista non è molto importante di fronte al pericolo immediato dei bombardamenti e della
guerra.
La situazione è più complessa nelle città
dove si trova la maggior parte dei capi religiosi. Molti capi cattolici vengono dal Vietnam del Nord, e nutrono sentimenti anticomunisti molto forti; si sono identificati così
completamente con gli USA, da isolarsi in
gran parte dal popolo. Ma vi sono altri, giovani sacerdoti e laici, anch'essi anticomunisti, che non credono però alla possibilità di
combattere efficacemente il comunismo ricorrendo a mezzi militari. Al pari dei giovani
Buddisti essi tentano dì affrontare i prolile, mi veri del Vietnam, l’esigenza di pace e di
ricostruzione sociale, ben sapendo che è questa la strada per contrastare il comunismo.
4. - I comunisti propriamente detti costituiscono soltanto una picola parte del F.L.N.
(Vietcong), per quanto possano tenerne in
pugno la direzione. L’influenza del F.L.N.
non deriva dalla fede dei vietnamiti nel comunismo, ma dalla affermazione costante del
Fronte di combattere esclusivamente l’imperialismo americano e i suoi « lacchè » sudvietnamiti. Il 90 per cento della popolazione
è composto di contadini che parlano soltanto
il vietnamita e non comprendono minimamente le differenze esìstenti tra le motivazioni addotte dai Francesi e quelle degli
Americani : essi vedono soltanto degli Occidentali di Razza Bianca (americani più numerosi di quanti francesi abbiano mai visti)
che occupano il loro paese, controllano i loro uomini politici, bombardano i loro villaggi e uccidono il loro popolo. Anche quando
si presta ascolto alla pretesa americana di difenderli dalla aggressione (di altri vietnamiti), la cosa è molto meno convincente delle
argomentazioni del F.L.N. Ogni giorno che
la guerra si protrae, torna quindi a vantag
CONTINUA
IN SECONDA PAGINA
Abbi misericordia di noi,
abbi pietà dei nostri sforzi
così che davanti a Te
nell’amore e nella fede
nella giustizia e nell’umiltà
possiamo seguirti
con abnegazione, perseveranza e coe incontrarti nel silenzio. [raggio
Donaci un cuore puro
affinchè possiamo vederti,
un cuore umile
affinchè possiamo udirti,
un cuore pieno d’amore
affinchè possiamo servirti,
un cuore pieno di fede
affinchè possiamo vivere la Tua vita.,
Dag Hammarskjdld
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pag. 2
N. 31
12 agosto 1966
GLI EMIGRATI
Industrie
e non emigrazione
Abbiamo cercato di passare in rassegna in questa serie di articoli la situazione attuale della emigrazione italiana, rispondendo nel contempo alle
obiezioni di quei (molti) che non vogliono o non ritengono opportuno occuparsene.
Vorremmo che da questo esame alcuni punti fossero risultati chiari e
in particolare:
— che l’emigrazione è fenomeno massiccio che interessa larghi strati della
nostra popolazione e che ha conseguenze gravi sulla nostra (e altrui)
situazione politica, sociale e religiosa.
— che l’emigrazione, come avviene
attualmente, in modo cioè più che libero, caotico, porta ad indubbie e inutili sofferenze e crisi ;
— che dunque non è affatto sufficiente che le Chiese, quando lo fanno, rimedino a una parte delle conseguenze della attuale emigrazione; è loro
compito, oltre e prima di questo, di
rendersi conto delle cause profonde
del disagio e di levare la loro voce e
di mettere in atto ogni altro provvedimento per rimediarvi;
— che solo a questa condizione, cioè
solo se le Chiese non si saranno limitate a una qualche forma assistenziale, ma si saranno impegnate sul
fondo del problema, esse potranno accogliere con riconoscenza i frutti di
grazia che Dio trae anche dagli errori
umani e in particolare la meravigliosa fioritura di nuove Chiese e gruppi
di credenti che avviene tra gli emigrati ;
— che allo scopo di esercitare una
azione efficace ed effettiva occorre che
le Chiese dispongano di strumenti
funzionali e come tali non devono essere considerati Comitati di persone
armate solo di buona volontà, ma
gruppi di persone che siano in grado
di elaborare una politica, cioè un sistema di pensiero, e possano poi realizzarlo mediante l’opera di una persona interamente addetta a questo
lavoro;
— che in definitiva l’emigrazione offre
alle Chiese la possibilità di dinmstrare a fatti, e non solo a parole, il loro
interessamento per il mondo contemporaneo e in particolare per il mondo
operaio, nella sua espressione attualmente meno compresa e più evangelicamente « povera ».
Il Comitato Europeo per le Migrazioni, dopo uno studio sulla Sicilia,
ha espresso il parere che l’emigrazione possa essere considerata come un
positivo fattore di incontro tra civilizzazioni diverse, a condizione che non
avvenga, come ora accade, sotto la
pressione della necessità economica
e nel quadro di uno spiccato egoismo
sociale ed industriale. Affinchè ciò accada, occorre un’opera radicale di riforma delle mentalità e, quindi, dei
sistemi attualmente in atto. In attesa
di questa riforma e allo scopo di prepararla gradualmente, il Comitato ha
affermato di ritenere necessario che,
per il momento, il flusso migratorio
venga limitato e che vengano piuttosto offerte agli aspiranti alla emigrazione concrete possibilità di lavoro e
di vita nei Paesi di origine.
Si comprenda bene, ciò che cos’, si
propone va in senso opposto alla lo^gica della meccanica economica: ai
Paesi Che richiedono la mano d’opera
supplementare si domanda non solo
di rinunciare a questa mano d’opera e
ai guadagni che essa produce, ma di
investire dei mezzi rilevanti all’estero ;
ai paesi di emigrazione si chiede di
rinunciare ai comodi redditi provenienti dalla emigrazione e alla ancora
più comoda valvola di sfogo soci^e
che essa rappresenta e di prendere invece sul serio le responsabilità costituzionali relative alla istruzione e al
lavoro dei cittadini. È dunque una via
che può solo essere indicata nel quadro di una rinuncia a una piatta meccanica economica, una via che soltanto le Chiese conscie della loro responsabilità e del messaggio loro affidato,
possono indicare. Che poi questa via,
apparentemente illogica, rappresenti
a lungo andare la soluzione più positiva, anche economicamente parlando, è un fatto che spesso accade, ma
che altrettanto spesso sfugge al materialismo gretto di molti osservatori.
E non si creda che sia una via inattuabile: a prescindere da tutto ciò
che viene da tempo detto e fatto (sia
pure in misura inadeguata) per le
economie dei Paesi in via di sviluppo,
a prescindere da quanto così drammaticamente è stato indicato in Svizzera
dal « rapporto Biéler », è ciò che cerchiamo di attuare in Italia per due
Regioni assai diverse, ma ugualmente
vittime di difficoltà economiche: la
Sicilia e le Valli Valdesi. Per la Sicilia il problema di base è la creazione
di scuole e di centri di formazione tecnica: è quello che con tanta efficacia
stanno facendo il Pastore Vinay a
Riesi e il Pastore Panasela a Palermo ; quest’opera va incoraggiata e aiutata, e quando si sia riusciti ad avere
un sia pur piccolo gruppo di persone
adeguatamente preparate, è anche necessario che esse trovino un impiego
nella regione, che cioè venga loro dimostrata visibilmente l’imirortanza e
la efficacia degli sforzi fatti; è necessario insomma che delle piccole e medie industrie si installino nella Sicilia centrale e settentrionale, in ag
giunta ai cosidetti (e discutibili) « poli
industriali » della Sicilia orientale.
Nelle Valli Valdesi la preparazione
esiste già ed esistono od esistevano le
industrie nelle quali applicarla, industrie che erano il fondamento della
economia regionale. Ora, per cause
sulle quali sarebbe troppo lungo insistere su queste colonne, queste industrie sono chiuse o in crisi: nuove
iniziative e nuovi apporti di capitale
possono ristabilire una situazione che
rischia di divenire grave in breve lasso di tempo. Nell’una e nell’altra regione è dunque necessario che l’opera
della Chiesa si diriga a,nche e piuttosto verso la creazione di nuove fonti
di lavoro, e non soltanto verso l’assistenza spicciola : è quello che ci siamo
sforzati di indicare e di attuare, speriamo non senza successo, in questi
ultimi mesi.
E le considerazioni sopraddette ci
appaiono valide anche a prescindere
da ciò che si possa o si debba pensare
della struttura attuale della società
industriale: il problema di fronte al
quale noi ci troviamo è quello della
sopravvivenza immediata, o almeno
deH’immediata necessità di evitare la
crisi dell’emigrazione a vaste masse di
popolazione e lascia impregiudicate le
direttive a lungo termine.
È ovvio però che tutto questo comporta, da parte dei possibili investitori, una comprensione ben diversa dei
fenomeni economici e sociali, e, da
parte défilé Chiese nostrane, una revisione notevole della loro attività e,
prima ancora, della loro mentalità.
E poiché ogni revisione implica uno
sforzo non piccolo, è comprensibile che
essa sia spesso considerata inutile o
utopica: con il rischio di doverla comunque fare quando sarà troppo
tardi. Pierlidgi Jalla
Opere valdesi
in Firenze
ASILO « ITALIA ». Per sorelle anziane. Via Serragli, 49.
ISTITUTO « FERRETTI » Per bambine e giovinette. Studi in ogni tipo
di scuola pubblica. Via S. Pellico, 2.
ISTITUTO « GOULD ». Per ragazzi. Studi in ogni tipo di scuola pubblica. Via Serragli, 49.
Informazioni e domande vanno rivolte « alla Direzione », impersonalmente, e corredate da una lettera di
presentazione del pastore o dell’anziano della comunità evangelica di
provenienza. Le Opere sono naturalmente protestanti, aperte ai membri
di qualsiasi Chiesa. Le alunne e gli
alunni degli Istituti hanno una educazione evangelica, prendono parte
alle attività della comunità locale,
sono assiduamente seguiti nei loro
studi. Qualunque sia il « caso », la ragione che li ha condotti nell’Istituto,
hanno tutti lo stesso trattamento, le
stesse possibilità di farsi una strada.
PERSOMAUA
Si sono sposati a Mialet (Gard) il
Past. Renato Coïsson e la Sig.na Marie-Frane« Maurin. Un augurio fraterno alla nuova coppia pastorale e un
particolare benvenuto alla Signora
Coïsson, riformata francese cévenole,
che conosce la nostra Chiesa e ha già
prestato il suo apprezzato servizio
d’insegnante in una delle nostre opere
del Meridione, l’Asilo e Doposcuola di
Pachino.
4: * «
La casa del Pastore Teodoro Magri',,
a Luserna S. Giovanni, è stata ailietata dalla nascita della terzogenita,
Gianna. Un augurio affettuoso per la
piccola e a tutta questa famiglia pastorale.
TORRE PELLÌCE - 29-30 agosto 1966
Vili (jonve^no di (iludi sulla Hiforma
ed i Hoviinenli| religiosi in Italia
LUNEDI' 29 AGOSTO :
Ore 15: Apertura del Convegno. Saluto del Presidente della Società di Studi Valdesi. Elezione della presidenza del Convegno.
Ore 15,30-19: Comunicazioni.
Giovanni Gönnet: Sguardo sulla cosidetta « letteratura » valdese: problemi di sistematica e di attribuzione.
Raoul Manselli : L'Anticristo di Mattia di Janov.
Delio Cantimori : Marginalia Lutherana.
Attilio Agnoletto: Appunti sull'escatologia di F. Melantone.
Valdo Vinay: P. M. Vermigli e la rivolta dei contadini in Cornovaglia
e nel Devonshire durante il regno di Edoardo VI.
Albert Chenou : A proposito di Taddeo Duno.
MARTEDÌ' 30 AGOSTO :
Ore 9-12: Comunicazioni.
Robert Kingdom : Démocratie et église : aspeets de la querelle disciplinaire chez les Calvinistes au XVI siècie.
Salvatore Caponetto: Sulle fonti del « Benefìcio di Cristo».
Henri Meylan : Alerte à Genève (nov.-déc. 1560).
Antonio Rotondò: La giovinezza di Fausto Sozzini (1539-74).
Enea Balmas : Note sul teatro riformato italiano del '500: Josias, di
« M Philone ».
Lino Marini: L'opposizione curiale a Pietro Giannone.
Franco Venturi: Un pastore valdese illuminista: Jacques Brez.
N. B. - Le comunicazioni saranno contenute entro i venti minuti, onde
consentire le eventuali discussioni.
Ore 12: Chiusura dei lavori. Fissazione del programma del convegno successivo.
La Commissione :
Delio Cantimori
Eugenio Dupré Theseider
Flenri Meylan
Augusto Armand Hugon
Note logistiche: I partecipanti al Convegno, salvo richiesta contraria, saranno ospitati presso la «Foresteria Valdese» (pensione completa L. 1.700). Per qualsiasi informazione e chiarimento, rivolgersi al
prof. Augusto Armand Hugon, Torre Pellice (Torino).
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iiiiimiMiiliiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiii ululili III III
mmnimiiiimiiiiin
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La voce dì un buddista vietnamita
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
gio del Fronte, per quanto riguarda Tappoggio dei contadini.
5. - Pertanto Telemento essenziale della
guerra non è di carattere militare, ma psicologico. Gli USA, come la nazione più potente del mondo, possono verosimilmente riportare una vittoria militare, ma soltanto al
prezzo della distruzione di tutto il paese e
del suo popolo; e prima di riportare tale
vittoria, perderebbero ogni traccia di appoggio popolare.
D*altro canto, se gli USA chiarissero in
maniera inequivocabile che desiderano veramente la pace e se si impegnassero a lasciare il Vietnam una volta assicurata la pace,
i Vietcong perderebbero allora gran parte
del loro seguito. Se gli Stati Uniti compissero sforzi strenui e sinceri per porre termine alla guerra, ed i VietCong cercassero
invece di continuarla, i contadini che desiderano fervidamente la fine della guerra si
rivolterebbero senz’altro contro i VietCong.
I VietCong se ne rendono conto e quindi
non potrebbero rifiutare la loro cooperazione
se gli USA compissero uno sforzo reale per
la pace.
6. - I contadini ne hanno abbastanza della guerra, ed il loro interesse per quel che
si chiama « libertà » e « democrazia » è trascurabile rispetto al loro interesse per la loro
pura e semplice sopravvivenza. Quasi nessuno di loro sostiene il governo Ky, e soltanto una minoranza appoggia attivamente il
Fronte; questi ultimi non agiscono tanto perchè sono spinti dal loro attaccamento al comunismo o dalla paura della tattica del terrore (per quanto il terrore venga usato da
entrambe le parti), ma piuttosto dal fatto
che essi vedono nel Fronte l’unica alternativa all’alleanza fra Ky e gli USA. L'intervento degli USA ed il succedersi di governi
instaurati da colpi di stato a Saigon, hanno
permesso al Fronte di monopolizzare praticamente tutte le rivendicazioni nazionaliste.
7. - La maggior parte dei vietnamiti nutrono sospetti riguardo alle intenzioni americane. Molti di essi ritengono che gli USA
si interessino al Vietnam essenzialmente come ad una base contro la Cina. Essi non
accettano la tesi che la guerra sia stata provocata da una invasione proveniente dal Vietnam del Nord. Essi adducono come vere
cause della guerra le violazioni degli Accordi
di Ginevra da parte degli USA e di Diem e
le successive repressioni operate dal regime
di Diem.
8. - Nelle città del Vietnam del Sud sono
molte le persone che appoggiano la guerra
e la alleanza tra Ky e gli USA; essi agiscono
in tale modo perchè vivono letteralmente
della guerra e delle immense somme di danaro che riversano nel paese gli USA e le
truppe americane. Le stesse persone strombazzano il loro anticomunismo, mentre molti
che sono sinceramente anticomunisti rifiutano di definirsi come tali, perchè una simile
dichiarazione autorizza generalmente a ritenere l’autore come uno « pagato dagli americani ». Nel Vietnam ranticomunismo è diventato un commercio.
9. - I buddisti costituiscono la grande maggioranza del popolo Sud Vietnamita. Senza
l'ostacolo deU’intervento militare USA e l’appoggio USA ai colpi di Stato delle giunte ,
militari, pertanto, i buddisti si troverebbero
in una posizione politica di forza per trattare
coi VietCong. E’ perfino probabile che nei
VietCong la proporzione dei buddisti sia ele
vata come nel resto del Paese e che essi
siano anzitutto fedeli al buddismo.
10. - I buddisti non accettano la tesi che
non esistano alternative all’infuori della vittoria o della resa. Sussiste un’altra possibilità I la • eombinaziont’f della cessazione dei
bombardamenti nel Vietnam del Nord e del
Sud e di tutte le azioni militari offensive da
parte degli USA, e Tinstaurazione di un Governo non militare ed indipendente nel Vietnam del Sud.
Poiché sarebbe materialmente impossibile
ritirare immediatamente tutte le forze USA,
una simile proposta non sarebbe realistica da
un punto di vista politico. Comunque, un
impegno solenne di ritiro totale entro un
lasso dì tempo ben determinato, verrebbe
suflFragato da iniziative americane di grande
rilievo in questa direzione. Malgrado tutta
la pubblicità che le è stata dedicata, la «pausa» dei bombardamenti nel Vietnam del Nord
per la durata di 37 giorni, non era una mossa in questo senso, considerando in particolare che fu seguita dall'arrivo di altri rinforzi USA. Se neppure i Sud Vietnamiti credono nelle intenzioni di ritiro degli USA,
come possiamo aspettarci che ci credano il
Fronte ed i Nord Vietnamiti?
11. - Come sarebbe possibile agli USA ritirarsi onerevolmente? Cosa è l’onore? Il rispetto della fedeltà americana alla democrazia ed alla autodeterminazione è ben noto,
ma non vi si rimane fedeli se non lo si dimostra anche nel Vietnam, La cessazione dei
bombardamenti e del fuoco contro i Vietnamiti non lederà tale onore; questo onore è
stato invece intaccato gravemente dall’atteggiamento del Vietnam del Sud che non ha
rispettato gli Accordi dì Ginevra; il Vietnam
del Nord ed il Fronte hanno motivi molto
fondati per non aver fiducia negli USA, e
ci vorranno delle azioni radicali, di grande
rilievo, per superare tale diffidenza.
Quali potrebbero essere tali cc azioni di
grande rilievo »? Una potrebbe essere la cessazione dei bombardamenti sia nel Nord che
nel Sud. Un’altra, l’ordine alle truppe terrestri di non impegnarsi in nessuna azione offensiva. Quindi un impegno senza ambiguità
di rispettare gli Accordi di Ginevra, ivi compresa una dichiarazione pura e semplice di
ritiro delle truppe e delle basi militari entro
un perìodo di tempo determinato (per es. un
periodo di otto o dieci mesi).
ESERCITO DELLA SALVEZZA
Missione sotto la |enda
in Val Penice
A Torre Pellice dal 7 al 13 agosto, alle
ore 16, in Via Mazzini 11 e a Bobbio Pellice
(sotto la tenda) dal 6 al L5 agosto, alle ore
20,45, saranno tenute riunioni di evangelizzazione ed edificazione presiedute dal Col.
Tzaut e Signora, dal T. Col. Bordas e Signora (Capi per Tltalia) e da altri ufficiali.
Sabato 13 agosto, a Bobbio Pellice, giornata della gioventù : riunioni alle ore 10 15 - 17.
Lunedi 15 agosto, ai Coppieri dì Torre
Pellice, raduno sotto i castagni^ alle ore 10
e 15.
12. - Con chi si dovrebbero intavolare le
trattative per porre termine alla guerra? Noi
condividiamo l’opinione dì quanti affermano
che il Fronte dovrebbe partecipare a qualunque trattativa in quanto partecipa alla
guerra, così come vi deve partecipare un Governo indipendente, rappresentativo e legittimo del Vietnam del Sud. Le trattative verteranno sui problemi dei vietnamiti e quindi
sono i vietnamiti a doverle condurre.
13. - Mi si chiede se non ritengo che anche i Nord Vietnamiti debbano ritirare le
loro truppe e perchè non rivolgo il mio appello anche ad essi.
Naturalmente ritengo che dovrebbero ritirarle. Io desidero la cessazione della guerra
ed attraverso la dichiarazione del Comitato
Internazionale di Coscienza per il Vietnam,
diffuso in tutto il mondo nel mese di gennaio (« Sono nostri fratelli quelli che uccidiamo»), ho già invitati sia i Nord Vietnamiti che il F.L.N. ad assumere la loro parte
di responsabilità per porre fine alla guerra.
Sono tre i motivi per cui non ho insistito su
questo appello durante il mio viaggio.
1) Ho parlato in Occidente e negli USA,
e non credo che il mio uditorio comprendesse
di solito delle persone che avessero un’influenza politica diretta ad Hanoi.
2) Molti Occidentali cercano di liberarsi
dal sentimento di colpevolezza a causa delle
azioni USA nel Vietnam, sostenendo che le
truppe americane si trovano laggiù soltanto
a causa dell’invasione proveniente dal Vietnam del Nord. Questo non corrisponde a verità e non si dovrebbe permettere ai miei amici del mondo occidentale di rifugiarsi dietro a questo mito. Le infiltrazioni gravi dal
Nord sono iniziate soltanto molto tempo dopo che il dominio USA sul Vietnam del Sud
era un fatto acquisito, e che il governo sudvietnamita appoggiato dagli USA aveva rifiutato di procedere alle elezioni già convenute.
Truppe nordvietnamite si trovano nel Vietnam del Sud ed io desidero la loro partenza;
ma la ragione principale della loro presenza
è pur sempre l’intervento americano che non
solo si è verificato, ma aumenta senza sosta.
3) Il Vietnam del Nord adduce due motivi a giustificazione della presenza delle sue
truppe nel Vietnam del Sud: la violazione
delle disposizioni degli Accordi di Ginevra
che prevedevano le elezioni per la unificazione del Paese, e la presenza delle truppe
USA. Il Vietnam del Nord ed il F.L.N., che
non dispongono dei mezzi logistici USA, dipendono dall'aiuto dei contadini sudvietnaraiti. Se tale aiuto venisse a mancare nè il
Vietnam del Nord nè il F.L.N. potrebbero
continuare la lotta con efficacia. Quindi il
problema più importante è questo : sapere
perchè i contadini li aiutano ed in quali circostanze ritirerebbero loro tale aiuto. E’ la
risposta a tale domanda che ho cercato di
esporvi, e credo che sia molto chiara. La via
più efficace per spingere le truppe nordvietnamite al ritiro e per disarmare il F.L.N.,
consiste nel persuadere i contadini sudvietnamili dell’esistenza di un mezzo migliore
per porre termine alla guerra ed assicurarsi
l’indipendenza. Tutto questo è possibile soltanto se si instaura un Governo indipendente, civile e rappresentativo del Vietnam del
Sud, libero di prendere le decisioni ultime
in materia dì pace, e se si sottolinea la volontà degli Stati Uniti di porre fine al conflitto cessando tutti i bombardamenti e le azioni offensive terrestri ed annunziando il
calendario del loro ritiro totale.
Società dì Studi Valdesi
L’Assemblea annua dei soci avrà
luogo la sera di domenica 21 agosto
nella sala sinodale, col seguente ordine del giorno :
1) Relazione morale;
2) Relazione finanziaria;
3) Elezione del seggio;
4) Prof. Augusto Armand-Hugon :
Tra leggenda e realtà: i minerali e
1 tesori nascosti nelle Valli.
Il pubblico è cordialmente invitato.
Il Seggio
Culto radio
ore 7,40
Domenica 14 Agosto
Pastore SERGIO AQUILANTE
Parma
Domenica 21 Agosto
Pastore EMANUELE BUFANO
Piacenza
Bailio-TV deliò Svizzera Itaiiaua
Domenica 14 agosto - ore 9,15 - Conversazione evangelica alla radio (Pastore Otto
Ranch). « La Parola del Signore », alla
fine delle trasmiissioni televisive (Pastore
Guido Rivoir).
Domenica 21 agosto - ore 9,15 - Conver.sazione evangelica alla radio (Pastore Guido Rivoir). « La Parola del Signore » alla
fine delle trasmissicni telev isive (Pa'Slore
Guido Rivoir).
DONI RICEVUTI
PER ECO-LUCE
Lina Miegge (Avenzano) 2.000; Ivo Parenti (Livorno) 1.000; Maria Lindi Zini
(Zurigo) 1.000; A. Durbec (Marseille)
3.325; Lidia Masse! v. Poet (Perrerc)
.300; Max Roslan (Milano) 1.000; A- e M.
Palmery (Milano) 500; Hìlda dot (Franre)
790; Rolando Tron (Rodoretio) 200; Clara Schopf Berner (iBasilea) 500; Angelo
Botturini (Prevalle) 500; Giovanni Laelscli
(Poinaretto) 835; Alberto Ferrerò jr. (Perrero) 500; Lydia e Mira Gay (Genova)
1.000; Maria Ceseri (S. Pietro in Bagno)
500; Silvana RNoira (Torino) 400; Linda
Beri (Torino) 3.000; Maria Coisson (TaU«erna S. Giovanni) 200; Clricsa Valdese Pomaretto 5.000; Luisa Stein (Milano) 3.000;
E.G. (Villar Perosa) 5.000; Emilio Garrou
(Torino) 300 Grazie! (continua)
Pensione Balneare
Valdese
BORGIO VEREZZI (Savona)
Direttore : F. Chauvie
Aperta tutto T anno
Spiaggia propria
Ideale per soggiorni
estivi e invernali
3
pag. 3
12 agosto 1966 — N. 31
Come le Chiese i/aldesi hanno risposto sul problema della uiotenza e
detCobiezione di coscienza, in vista del prossimo dibattito smodale
CHI VUOL SALVARE LA SUA VITA, LA PERDE
J.ll— • rvi s
In tre Sinodi consecutivi la Chiesa Valdese è stata posta di fronte al
problema della violenza e dell'obiezione di coscienza, e sia per mancanza di tempo, sia per insufficiente chiarimento dei problemi, ha rimandato una netta presa di posizione. Contemporaneamente ha lavorato una commissione di studio ( prof. Salvatore Caponetto, past. Gino
Conte, past. Luigi Santini, dott. Claudio Tron, past. Giorgio Girardet presidente) che ha presentato al Sinodo 1965 e alle Chiese una relazione.
Quest'anno essa è stata studiata in molte delle nostre comunità, e il
problema sarà certamente — lo speriamo ! — affrontato in Sinodo, in
modo definitivo. Non anticipiamo la relazione della Commissione di stu
dio, che riferirà in Sinodo sui risultati dello studio delle comunità ; ma,
d'accordo con la Commissione stessa, e considerato il valore che hanno
parecchie delle prese di posizione delle Chiese, pubblichiamo in questa
pagina un'ampia documentazione, rallegrandoci che la maggioranza
delle nostre comunità abbia meditato seriamente il problema, e che i
loro pronunciamenti esprimano in genere di più che generico conformismo a un progressismo di moda. Ci pare risulti chiaro che il problema
deH'obiezione di coscienza iti senso specifico è avvertito come aspetto
particolare (certo non trascurabile!) di un piu ampio impegno di vigilanza e di presenza.
Dio non ha dato
licenza di uccidere
In riferimento al problema generale della
violenza, sollevato dal Sinodo 1963, la Chiesa di Pachino, riunita in Assemblea il 2S
maggio 1966, ha fatto la seguente dichiarazione :
1. - Dio ha comandato agli uomini di
« non uccidere » per proteggere la vita dell’uomo jieccatore dalla furia omicida del suo
simile. Nessun uomo può dunque sopprimere la vita di un altro uomo. Dio solo infatti
può decidere di troncare la vita dell’uomo
peccatore, pt>nendo line al suo tempo di grazia per eseguire il suo giusto giudizio. Ma
finche durerà il tempo di grazia, che è il
tempo nel quale viviamo, ogni omicidio commesso da privati cittadini o da pubblici funzionari o da opposti eserciti in campo di battaglia non fa altro che anticipare, per illecita decisione di uomini, il tempo del giudizio
per tutta rumanità. La licenza di uccidere
che gli uomini ricevono in tempo di guerra
non può essere spiegata che con la rottura
del patto di grazia da parte di popoli che hanno voluto deliberatamente scatenare contro
gli altri, ma anche contro se stessi, quella
furia omicida che Dio, nella sua grazia, vuole fermare col suo comandamento.
2. - La vita dell’uomo non è sacra in se
stessa, ma perchè Dio la protegge, la redime
e la salva per mezzo di Gesù Cristo. Chi uccide Fuomo. tenta di togliere a Dio l’oggetto
del sue amore. E’ pertanto legittimo domandarsi se le stragi che si stanno compiendo
nel Vietnam e quelle che i modernissimi e
potentissimi eserciti cristiani e non cristiani
si preparano a compiere, nelle loro quotidiane esercitazioni, non siano una rivolta contro
Dio. E poiché dei giovani cristiani hanno
preferito la prigione alla prospettiva di diventare assassini dei loro fratelli, la Chiesa
unisce la sua voce alla loro, ncmdando allo
Stato che esso è un ministro di Dio per frenare la furia omicida dei cittadini, non per
scatenarla mediante l’arte della guerra imposta anche a coloro la cui coscienza si ri
^^3!* - La violenza che si manifesta nelle
guerre e nelle rivoluzioni non è che l’estrema conseguenza di tutte le tensioni che hanno fatto degli uomini e delle nazioni una folla di concorrenti ipocriti, i quali, sotto i
manto della legalità e della difesa dei sacri
diritti delFuomo, effettivamente mirarlo a
prevalere gli uni sugli altri, determinando situazioni insostenibili, le quali, in una società che, pur chiamandosi cristiana, ha nh“'
tato la croce di Cristo, non possono non sfociare nell’assassinio e nella guerra.
Non è pertanto sufficiente che il Smodo del
la nostra Chiesa si pronunzi contro la guerra e in favore dell’obiezione di coscienza.
Perchè non ci siano più guerre, nè rivoluzioni. nè assassini!, almeno nel cosidetto
mondo cristiano, occorre che i credenti imparino a subire qualche torto e rinunzino
a provocare la violenza altrui, anzi imparino a pregare per i propri nemici, ad amare i
propri avversari come Cristo li ama, a vincere il male col bene e soprattutto imparino
a vivere neU’economia del perdono e del dono dei propri beni e di se stessi per la felicità altrui.
4. - Consapevoli di vivere in un mondo
determinato non dalla legge di Cristo e
neanche dalla legge di Mosè, ma dalle leggi
economico-sociali che gli uomini hanno ritenuto di dare a se stessi per difendere e conservare, anche con la violenza, le loro situazioni di privilegio; coscienti di non poter
scindere le proprie responsabilità dalle responsabilità del mondo in cui vivono, i membri della Chiesa di Pachino si umiliano dinanzi all’Iddio Onnipotente confessairdo pubblicamente la loro corresponsabilità in tutte
le tensioni che sfociano nella violenza ipocrita, untuosa e ammantata di legalità del
tempo di pace, e nella violenza armata del
tempo di guerra. Esprimono la loro fiducia
in Colui che è la pace della Chiesa e del
mondo intero, perchè tutti gli uomini, credenti e non credenti, siano riconciliati con
Dio e siano anche riconciliati fra di loro, mediante la potenza dello Spirito Santo.
* Oltre alle prese di posizione riportate in
questa pagina, hanno comunicato il loro consenso di fondo con la relazione della Commissione sinodale, si sia o no espresso in un ordine dei giorno, le seguenti comunità: Agrigento, Aosta, Bari, Grotte, Riesi, Villasecca,
Vittoria; d’accordo pure Pinerolo, ma con
sfumature di riserve più forti. Ricordiamo
ancora, pure consenzienti, gli ampi documenti votati (e già da noi pubblicati nei mesi scorsi) dalle comunità di Biella, Como e
Torre Pellice.
* Sul modo di lavoro, c’è da notare che in
parecchie comunità si è lavorato sia in riunioni quartierali o di gruppo, sia all unione
giovanile, giungendo poi in un secondo tempo, ma non sempre, a un’assemblea di chiesa; pur restando l’assemblea l’unico organo
capace di decisione, pare confermarsi l’efficacia del lavoro capillare preliminare; in
un caso (Palermo) il problema è stato anche
affrontato in sede di predicazione domenicale.
* In varie comunità il problema della violenza — armata e disarmata — è stato affrontato nei suoi aspetti più ampi e differenziati; a Bari una delle riunioni preparatorie
è stiita costituita dall’esame e dalla discussione della « lettera » di don Milani; ancora
a Bari si è insistito sull’opportunità di una
azione comune — in vista del riconoscimento giuridico dell’obiezione di coscienza
con le altre denominazioni evangeliche italiane; a Riesi si vede con favore l’idea di sostenere organismi come il Movimento Internazionale della Riconciliazione; a Cerignola
l’incarceramento di un giovane « testiinone di
Geova » obiettore, parente di valdesi, ha reso
il problema di particolare attualità; in sede
di unione giovanile uno solo dei giovani si e
dichiarato contrario all’obiezione di coscienza.
Lanciamo in Italia
la «proposta Biéler»
La Chiesa Valdese di Forano, udita la Relazione della Commissione Sinodale su « La
Chiesa davanti al problema della violenza »
(A. S. 30 e 31 del 1963 e 51 del 1964), dopo averla discussa,
— dichiara di concordare in linea di massima con il contenuto della Relazione;
_____ in merito al problema del crescente divario economico tra paesi occidentali e paesi
sottosviluppati, sottopone all attenzione del
Sinodo la proposta del pastore svizzero A. Biéler, già accolta favorevolmente da altre Chiese evangeliche, e chiede al Sinodo di appoggiarla, farla conoscere in Italia anche fuori
delle nostre Chiese, creando se possibile un
movimento d’opinione tale da spingere U
Governo Italiano a prendere posizione in
merito a tale proposta;
___ insiste sul carattere universale deU’azio
ne cristiana per la pace;
___ propone che il Sinodo discuta la frase
contenuta a pag. 4, 1" capoverso deUa Relazione : a La nostra scelta... non potrà perciò
non qualificarsi come scelta politica... » e
chiarisca in particolare la differenza tra
« scelta politica » e « scelta partitica »;
_____ considera equivoca o perlomeno discutibile la frase contenuta a pag. 5, 2» riga.
« Le nostre comunità dovrebbero riconoscere
che l’obiezione di coscienza in ogni sua for
La comunità di Milano, riunita in assemblea... , .
ritiene che la predicazione della riconciliazione in Cristo debba avvenire là dove
gli uomini s’incontrano, nella realtà del peccato sempre presente:
nelle tensioni internazionali,
nelle controversie di lavoro,
nella vita della chiesa,
nella famiglia e nella vita di tutti 1
giorni, j,
addita alle comunità il dovere di stu
diare le cause della violenza, demistificando
le ideologie; .
impegna le comunità a sentire la pro
pria corresponsabiiilà e a non isolarsi m una
posizione di indifferenza, di sterile giudizio
e di rinuncia, ma
ad annunciare, cioè a far conoscere in
modo credibile che l’unica riconciliazione e
attuata in Gesù Cristo, dai credenti che come
singoli e come comunità la traducono nella
loro esperienza quotidiana.
Il problema
della non violenza...
La nostra lotta
e le nostre armi
I partecipanti alle riunioni di qu.artiere
della Chiesa di Angrogna Capoluogo, dopo
aver studiato la posizione della Chiesa davanti
al problema della violenza, sono giunti alle
seguenti conclusioni :
a) Parlare di pace e riconciliazione, secondo l’Evangelo non vuol dire riferirci ad
elementi secondari della rivelazione biblica,
ma annunciarne uno degli aspetti essenziali,
la pace e la riconciliazione di Dio con gli
uomini per mezzo di Gesù Cristo. Le caratteristiche del Regno di Dio annunciato e inaugurato da Cristo sono infatti, amore, perdono. riconciliazione, giustizia, pace. Questi
sono anche i frutti dello Spirito Santo, che
sorgono da una vita rinnovata dalla potenza
dell'Evangelo, La violenza, la sopraffazione,
l’oppressione, Finginstizia, 1 odio, la guerra
sono frntto del peccato e della disobbedienza
delFuomo e sono perciò sottoposte al giudizio
di Dio.
b) Compilo della Chiesa è dare testimonianza a Cristo, principe della pace. Questa
testimonianza non deve essere data soltanto
con la parola, ma con la concretezza di atteggiamenti e prese di posizioni in situazioni
determinate. L’Evangelo della pace deve essere vissuto innanzitutto nell’ambito della
Comunità cristiana in concreti atti di amore,
solidarietà, riconciliazione, perdono, rifiutando e denunciando la validità dei motivi di
odio e di lotta che sorgono tra gli uomini
e che spesso penetrano nella vita della Comunità stessa. Questi motivi, se giustificati,
devono essere affrontati e serenamente dibattuti sulla base dell’Evangelo.
c) La Chiesa, che predica e vive la pace
di Cristo, non rimane per questo neutrale
ed indifferente; essa conosce una sola lotta
ed una sola violenza: quella contro le forze
del male ovunque si manifestano. Tuttavia
questo combattimentò «non è contro sangue
e carne, ma contro le forze spirituali della
malvagità» che operano nel cuore dell uomo
come nella vita associata. La lotta e condotta
« rivestendo la completa armatura di Dio, la
verità a cintura dei fianchi a corazza de h
giustizia, la prontezza che da l’Evangelo della
pace, lo scudo della fede, 1 elmo della salvezza e la spada dello Spinto che e la Parola di
Dio » (Ef. 6: 10-17). La Chiesa non può dunque tacere contro ogni manifestazione di violenza di menzogna e di ingiustizia che si
compie tra gli uomini, ma deve, premiere una
posizione cosciente e chiara, lasciandosi per
questo determinare non dalle circostanze o dal
conformismo del momento, ma dall obbedienza al suo unico Signore.
d) Per quel che concerne 1 obiezione di
coscienza al servizio militare, riconosciamo in
questo atteggiamento una possibilità di predicazione dell’Evangelo della pace m modo
concreto e coerente nel rifiuto di partecipare
a qualsiasi azione di violenza. Esprimiamo
agli obiettori una piena solidarietà morale e
sosteniamo che il loro diritto debba essere
legalmente riconosciuto. Auspichiamo che,
accanto al servizio militare, venga istituito
un servizio civile, affinchè i giovani credenti
che sentono questo dovere di testimonianza,
senza venir meno alle loro convinzioni, possano ugualmente e più utilmente rendere un
vero servizio al loro paese.
A Palermo, il problema è stato affrontato
soprattutto dal pulpito, nella predicazione
poi discussa fraternamente; ed ecco alcune
note del pastore.
Il principio della non violenza fi diffonde
oggi anche in ambienti non cristiani. Vi e
una vasta gamma di ideologie ispirate al
principio della non violenza. Si potrebbe fare
una lunga lista di «apostoli della non vio
^^'ruttàvia non dobbiamo dimenticare che
questo principio è inseparabile dal contesto
del messaggio cristiano e non può e
sere attuato senza lo spinto di Cristo anzi
corre pericolo di essere strumentalizzato politicamente.
Gesù Cristo non vuole dare un nuovo codice di diritto penale. Non si rivolge ai giudici che siedono in tribunale perche pronuncino solo sentenze di assoluzione, ne alle forze dell’ordine perchè non mettano le mani
addosso ai malfattori. Sarebbe un vero sovvertimento dell’ordine costituito (Romani
13: 4').
Gesù Cristo vuole che i suoi discepoli introducano neUa società un comportamento
umano nuovo, destinato a rivelare il carattere superficiale dei codici penali m vigore,
che non possono far vivere gli uomini nella
pace, nè nella giustizia.
Non crediamo che la Chiesa debba esprimere il suo pensiero sul problema della non
violenza, che fa parte integrante di tutto il
messaggio evangelico ed è da esso inseparabile La chiesa può solo accentuare un messaggio in certi momenti storici particolari,
può p. e. preparare la opinione dei politici
al riconoscimento giuridico della obiezione di
coscienza, tuttavia ci sembra superfluo che
le. comunità esprimano il loro pensiero riguardo alla non violenza.
Gesù Cristo si rivolge all’uomo colpito per
dettargli il suo comportamento in quanto
cristiano, perchè di fronte alla legge stabilita, precaria ed insufficiente, faccia risplendere la moralejjttiuova del Regno, solo atta a
spezzare per sempre la catena interminabile
della violenza e della vendetta. P.V.P.
...non è un
problema
La comunità evangelica valdese di Campobasso ha votato all unanimità questa db
chUirazione sottoscritta dai consiglieri di
chiesa:
La comunità... ritenendo che il problema
della non-violenza è inesistente per ogni anima che crede nella Parola di Dio,
dichiara che il prossimo — che dobbiamo amare come noi stessi non s ha da
uccidere in nessun caso: la guerra cosiddetta
giusta non regge di fronte al VI comandamenta del Decalogo, come non jegge di fronte all’Evangelo del nostro Signore Gesù Cristo;
e che inoltre la legittima difesa da una
aggressione proditoria è soltanto una disavventura, dalla quale ci terrà lontani il Signore.
La Chiesa di Pomaretto si richiama al pensiero della Commissione sinodale, quando afferma: non conosciamo altro modo di suP®"
rare la violenza se non la vittoria che Cristo ha riportato sulle potenze avverse una
volta per tutte;
conferma la linea della Commipione in
riferimento alla necessità di una viva testimonianza nelle situazioni che di volta in volta si presentano, nei modi e nei termini in
cui lo Spirito dice di agire; d credente può
perciò essere chiamato a essere testimone di
Cristo ora in una fabbrica, per creare un clima d’amore là dove regnano forme oppressive e di violenza, ora come obiettore di coscienza quale vivente predicazione contro le
forme ideologiche che deificano la patria,
l’esercito, con conseguenze spaventose;
approva le conclusioni della Commissione e richiede al Sinodo un ordine del giorno
In favore del riconoscimento giuridico dell’obiettore di coscienza.
Sia a Reggio Calabria che a Messina conversazioni in varie riunioni hanno praticamente portato a queste conclusioni:
1) Il problema della non-violenza è parte
viva della testimonianza del credente. Quando e laddove U credente non manifesta la
sua volontà reale di pace e la condiziona, il
messaggio dell’Evangelo è svilito e tradito.
2) La pace di cui parla il credente non
può essere che pace in Cristo e quindi innanzitutto annuncio di perdono. Essa non
va intesa come atto eroico particolare, ma inclusa fra gli atti necessari della vita del credente; va insomma considerata nel contesto
di tutta la testimonianza cristiana : il credente, come è chiamato a fare tante altre cose,
cosi è chiamato ad adoperarsi alla pace.
3) Anche -se la pace di cui parla il credente è e non può essere altro che pace in
Cristo, egli deve sentirsi obbligato a lottare
insieme con tutti coloro che. anche se non
cristiani, si adoperano alla pace nel mondo :
gli altri lotteranno in nome di altri ideali,
il credente lo farà nel nome di Cristo senza
tacerlo.
S. B.
ma (non limitata al rifiuto del servizio militare) è una testimonianza resa al Signore
della Chiesa »;
__ appoggia la proposta della Relazione
secondo oui il Sinodo dovrebbe riconoscere
negli obiettori di cdicienza cristiani dei testimoni e ministri dell’Evangelo.
L^Assemblea di Chiesa di Caltanissetta ha
votato questo ordine del giorno:
Come credenti non possiamo non obbedire
al Comandamento di Dio di « Non uccidere » e come cristiani non possiaino non seguire l’esempio di Gesù Cristo che ha dato
la sua vita per gli altri.
Come cristiani evangelici diciamo no alla
guerra e ad ogni violenza. Simpatizziamo
con gli obiettori di coscienza che sanno pagare di persona la propria convinzione a favore della non violenza e sosteniamo con loro,
che siano riconosciuti quei diritti di libertà
di coscienza di ogni cittadino di non prendere le armi. Auspichiamo che la nostra Nazione riconosca presto il diritto degli obiettori di coscienza e che non faccia più guerre, ma che promuova piuttosto un disarmo
generale e che essa stessa devolva le somme
stanziate per gli armamenti in opere pubbliche di bene quali ospedali, scuole, strade, ecc.
Lo spirito
di Caino
e la Croce
L’Assemblea della comunità di Vallecrosia,
riunita il 17 aprile 1966, dopo ampia discussione sull’atteggiamento che il cristiano deve
prendere di fronte al problema della guerra,
unanimemente afferma che le guerre ehe hanno insanguinato la terra e che minacciano
l’umanità di totale distruzione, sono un prodotto dello spirito di Caino, e pertanto sono
incompatibili con l’insegnamento di Gesù Cristo: «Non contrastate al malvagio, anzi se
uno ti percuote sulla guancia destra porgigli
anche l’altra, ed a chi vuol litigar teco e toglierti la tunica, lasciagli anche il mantello »
(Matt. 5: 39) e soprattutto con la legge che
riassume la volontà di Dio : « Ama il tuo
prossimo come te stesso »;
deve tuttavia lamentare che la scarsa capacità dei cristiani di prendere la croce, impedisce lo»o di seguire il Signore fino al sacrifizio e di portare le esigenze del Regno
di Dio fino alle sue estreme conseguenze;
esprime la sua simpatia a quei credenti
che a causa della fedeltà al loro ideale cristiano si espongono volontariamente a gravi
pene detentive e auspica che il Parlamento
italiano, seguendo l’esempio di molte altre
nazioni, promulghi una legge che stabilisca
un servizio alternativo più gravoso e più lungo che quello militare.
■ir
L’Assemblea di chiesa di Sanremo, dopo
animata discussione sul problema della obiezione di coscienza,
ritiene che la guerra non possa essere
altrimenti considerata che come una manifestazione dell’azione satanica nel mondo,
confessa che la Chiesa non ha raggiunto una pienezza di fede indispensabile per
pronunciarsi in modo categorico nei confronti della liceità della partecipazione del cristiano alla guerra,
ritiene che ogni credente in Cristo debba
considerarsi impegnato a lottare per il mantenimento della pace, inspirandosi alla parola del Signore ; Beati quelli che si adoperano alla pace perchè essi saranno chiamati
figliuoli di Dio,
fa voti perchè lo Stato italiano promuova al più presto una legge che riconosca, con
tutte le cautele necessarie, l'obiezione di coscienza.
La Chiesa Valdese di Venezia, riunita in
Assemblea (...) ha discusso l'argomento proposto dal Sinodo alle Chiese, a proposito del
problema della violenza e ritiene opportuno
che il Sinodo si pronunci a favore del riconoscimento giuridico dell Obiezione di coscienza. Ritiene inoltre che il servizio militare obbligatorio debba essere sostituito, per gli
obiettori, con un servizio civile.
4
pag. 4
Il problema
della
non violenza
SEGUE DALLA TERZA PAGINA
N. 31 — 12 agosto 1966
COSENZA
La comunità, almeno nella sua maggioranza, è favorevole a una legge che riconosca
il diritto di obiettare all’uso delle armi per
motivi di coscienza; ma l’obiezione ste^a
non sembra condivisa e prima ancora sentita
dai suoi membri.
ASILO ITALIA
FIRENZE
Fra poco sarà messa in distribuzione la « Relazione Annua », secondo la
consuetudine. Ogni anno si rinnova
il miracolo di questa piccola Opera
mantenuta in vita per un atto dì fede
d’una comunità, un’Opera che conta
— nel suo cammino modesto, lontano
da appelli reclamistici — un numero
crescente di amici solidali. In questo
« largo ai giovani ! » che affascina il
mondo, ha un significato evangelico
autentico questa premurosa fraternità per le persone anziane.
Segnaliamo che le circostanze consentono oggi all’Asilo Italia (via Serragli 49, Firenze) di accogliere altre
sei sorelle anziane, qualunque sia la
confessione evangelica alla quale appartengono.
Per informazioni, basta scrivere alla
Direzione dell’Opera, all’indirizzo sopra indicato.
Diamo questa segnalazione con riconoscenza al Signore, che ci permette
di aprire la porta della solidarietà
verso persone che Egli ama.
XV Agosto in Val d'Angrogna
L’assemblea della Chiesa valdese di Roma
(Piazza Cavour) ha discusso animatamente
i vari punti della relazione di studio:
L’unanimità è stata espressa solo sul principio generale che Cristo volle la pace e non
la violenza come base dei rapporti umani e
come fonte dei rapporti fra Dio e l’uomo:
Cristo non s’impose agli uomini se non con
la persuasione d'amore, che dalla croce si
forma nel servizio completo fatto di sacrificio.
Ma il dissenso sul riflesso di tale atteggiamento sulla nostra vita nei nostri rapporti
con la società è stato notevole. Non avendo
raggiunto una conclusione definitiva, l’assemblea, avvertita la portata e la gravità dell’ai>gomcnto, ritiene che la questione debba essere delibata attraverso una discussione sinodale orientatrice, ma non definitiva, perchè
le prese di posizione dovrebbero avvenire in
sede delle varie assemblee di comunità.
C G
VILLAR PELLICE
Durante l’inverno, nel corso delle riunioni quartierali, abbiamo anche fermato la nostra attenzione sul problema della non-violenza e degli obiettori di coscienza. La comunità però non ha creduto di potersi pronunziare su tale grave e complesso problema
sul quale, del resto, sAio stati manifestati
pareri diversi. Comunque è stato auspicato
da molti che gli obiettori di coscienza possano vedere presto riconoscinti i loro diritti
con la promulgazione di una legge a loro favore. E. M.
IVREA
In merito alla relazione e alla proposta di
messaggio sinodale, ecco in sintesi le osservazioni fatte in una riunione della comunità:
1) Si è ritenuta opportuna la trattazione
specifica dell’obiezione di coscienza in relazione con gl’insegnamenti della Scrittura;
2) si è ritenuto opportuno citare un
esempio storico dal quale risulti quale avrebbe dovuto essere la posizione delle chiese di
fronte alla violenza; si propone che tale esempio sia dato dal periodo del fascismo e dell’ultima guerra mondiale, periodo nel quale
la chiesa non è stata chiara e decisa nelle
sue posizioni e ha mancato al suo compito di
guida nei confronti dei propri giovani;
3) si è ritenuto che sarebbe opportuno
chiarire che il disarmo atomico è una necessità e che il bando degli esperimenti nucleari
non è una soluzione del problema.
P. F.
CATANZARO
Anche senza ordini del giorno, ecco i risultati di una lunga serie di riunioni. In sostanza i partecipanti hanno ritenuto buono
il contenuto della relazione. L’unica riserva
sollevata da alcuni è stata quella della utilità
del riconoscimento dell’obiezione di coscienza da parte dello stato (e quindi dell’utilità
dei nostri passi in tal senso): se lo stato chiede im certo tipo di servizio — è stato detto —
e un credente ritiene di dover obiettare, non
si vede perchè dovrebbe richiedere allo stato
che la sua obiezione sia legalizzata; nè il problema cambierebbe se l’obiezione partisse da
una comunità intera, invece che da un credente o da un gruppetto sparso di credenti.
Altri invece — e sono la maggioranza fra
noi — ritengono che sia costruttivo, e quindi
utile allo stato, ogni nostro passo in favore
di una legislazione che permetta lo « sfruttamento » di tutti coloro (credenti e non credenti) che intendono servire lo stato in altro
modo, che essi ritengono più positivo. In tal
caso la nostra obiezione diventerebbe concretamente collaborazione e aiuto. Cosi da noi:
questo rapporto di tensione fra maggioranza
e minoranza non ha potuto trovare una soluzione di compromesso, ma ha portato a
una discussione che continua e che proprio
perchè tale ci sembra interessante sia per gli
uni che per gli altri. E. R.
Quest’anno la festa tradizionale del
15 agosto per la Valle del Pellice avrà
luogo nella Valle d’Angrogna. Diamo
fin d’ora a tutti i partecipanti il più
caldo benvenuto.
La località per l’incontro è una delle
più belle e, oltre a tutto, di facile accesso. La Valle d’Angrogna, cuore antico delle Valli Valdesi, è ricca di storia e di ricordi del passato. Ogni località, quasi ogni sentiero, gruppo di
case è stato teatro di vicende ora tristi ora gloriose che descrivono la volontà dei padri di essere fedeli aim
vangelo. Non vale fare della retorica
o dei sentimentalismi, la storia è
quella che è: vicenda di uomini con i
loro difetti, i loro errori e le loro de
bolezze, ma anche con la loro fede e
con una visione abbastanza chiara
circa le scelte spesso pesantissime che
altri uomini e le circostanze hanno
loro imposto. Venendo nella Valle
d’Angrogna non si possono ignorare
queste cose: esse sono tutt’ora valide,
non per un vano incensamento del
passato, ma per uno stimolo a trovare
oggi le vie della stessa obbedienza e
fedeltà all’Evangelo. Ed è un po’ in
relazione a questo passato ohe vogliamo accennare al progetto per il quale
saranno devoluti i proventi finanziari
della nostra festa. Quale segno ed
espressione della fede e della operosità dei padri ci sono rimasti parecchi stabili ohe, lungi dall’essere oggi
inutilizzati, sono ancora i validi strumenti per lo svolgimento e l’articolazione della vita della Comunità. Tra
gli stabili di competenza del Concistoro del Capoluogo ricordiamo: il Tempio (il primo Tempio Valdese costruito nel 1708); il Presbiterio (risale probabilmente agli inizi del 1700 e fu
la dimora del Pastore di Angrogna
dopo che Vittorio Amedeo II ottenne
di costruire un Convento sul luogo
dove_sorgeva l’antico presbiterio); la
«maison du régent » (al Capoluogo,
era la casa del maestro della Scuola
Valdese; acquistata nel 1732, rimodernata ed elevata di un piano nel 1839
per personale interessamento di Beckwith, è stata lo scorso anno rimessa interamente a nuovo); la Scuola
Grande (al Capoluogo; costruita con
l’aiuto di Beckwith nel 1835, ne sono
stati ricavati, alcuni anni fa, due locali per lo svolgimento di normali attività ecclesiastiche); a questa si aggiungono tre Scuole di quartiere (al
Prassuit-Verné, ai Pons e ai Jourdans)
dovute all’interessamento di Beckwith
e la Scuola del Martel costruita nel
1887 al tempo del Pastore Stefano
Bonnet. In queste scuole hanno luogo
regolari riunioni di quartiere, riunioni
giovanili e, in due di esse, la scuola
diurna. A questi stabili si aggiunga la
rMente Sala del Teatro costruita quasi interamente col lavoro volontario
dei giovani di Angrogna e inaugurata
nel 1952. Si tratta dunque di una decina di stabili di valore storico non indifferente, oltreché di attualità pratica, che gravano su un Concistoro che
vede ih anno in anno diminuire le sue
possibilità finanziarie a causa del progressivo spopolamento e della recente
crisi economica locale. Il Concistoro
sente nondimeno tutta la sua responsabilità nei confronti della Comunità
e della Chiesa tutta, per quel che concerne il mantenimento di questo patrimonio, condannato altrimenti a rapido deperimento e rovina sicura. Al
fine di dare una soluzione definitiva
a questo problema è stato stabilito un
piano di assestamento definitivo « operazione stabili », che parte dal radicale ammcdemamento di due stabili suscettibili di reddito, i proventi dei qua.
li dovrebbero fornire di anno in anno
una quota sufficiente per assicurare
un normale e continuo piano di restauri e manutenzione. Ma il punto
di partenza dell’ « operazione » è piuttosto oneroso e a questo scopo saranno devoluti tutti i proventi finanziari del nostro 15 agosto. Ringraziamo la Tavola Valdese che ci concede
di disporre della colletta e chiediamo
' a tutti una concreta collaborazione
che sia vera espressione di solidarietà
con noi, nel portare la non indifferente responsabilità che ci è stata affidata. Il Concistoro
di Angrogna Capoluogo
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
LUSERNA S. GIOVANKI
Il primo centenario
della Corale Valdese
VILLAR PELLICE
Ricorre quest’anno ¡1 primo centenario
della Corale Valdese di Luserna San Giovanni e la data sarà celebrata doinenica 4
settembre p. v., tutta la Chiesa si riunirà
intorno ai Coralisti in attività, celebrando
al mattino un culto speciale che avrà inizio
alle 10,15 ed al quale interverranno tre
corali.
La cerimonia proseguirà nel pomeriggio,
con l’intervento di 6 corali. 11 programma
dettagliato sarà pubblicalo su l’Impegno
(foglio della Comunità di San Giovanni).
Riteniamo che l’awenimen'.o meriti un
breve cenno s'orico, dato che la Corale di
San Giovanni fu la prima ad essere ccsliluita, fra tutte le consorelle.
L'attività ebbe inizio nel 1866, sotto la
direzione del maes ro di scuola Giacobbe
Forneron di Prarostino e sotto la denominazione di Leçon de chant.
(Juesta denominazione non deve trarre in
inganno, perchè risulta ben chiaro dalle testimonianze di due cc coralisti » dei primissimi tempi, che in seguito aissunsero la carica di direttori, che l’attività di tale « Leçon B era lo stessa che svolgono attuai
mente le corali delle nostre chiede.
Il Sig. Giovanni Revel (fratello del Pastore Davide Reve!) che coprii la carica di
sindaco di Lusema San Giovanni, membro
della Corale fin dal 1866, dìch ara che il
maestro di scuola Giacobbe Forneron, dire.s£c per primo la « Leçon de chant » ed :
cori eseguiti nel Tempio — senza harmonium — erano « d’un effet ravissant b.
Il sig. Giuseppe Long — originario di
Frali — per mollissimi anni insegnante a
Luserna S. Giovanni afferma esplicitamente
che la « Leçon de chant b assunse la denominazione di Corale nel 1875.
Ecco l’elenco dei direllori che cronologicamente guidarono la Corale:
Giacobbe Forneron da Prarostino 1866-67;
Giovanni Long da Inverso Pinasca 1868-73;
(Due anni di attività trascurabile).
Giovanni Daniele Cougn da Torre Pellice
1875-88;
Giovanni Pietro Peyrct di Luserna San
Giovanni 1889-92 ;
Giovanni Revel di Luserna San Giovanni
1892-93;
Nuovamente dal 1894 al 1901 Giovanni
Pietro Peyrol. (Nel 1898 o 99 guida la Corale. il sig. Giuseppe Long, il quale non
precisò Tanno).
Gi-vanni Revel 1902-1906;
Giovanni Daniele oCugn 1906-1907;
Adolfo Coisson da Frali 1908-1925 (attività interrotta per 5 anni essendo il direttore nonché insegnante, richiamato sot'o le
armi) ;
1925-1930 si alternano due dire tori; il
Prof. Adolfo Tron el il Pa slore Eugenio
Revel ;
Gustavo .4'barin dal 1930.
Il Comitato Organizza'ivo
iiiniiliiiimiiMiimiimiiiinimiiiiii
L’annuale convegno
al Colle della Croce
Domenica 31 luglio ha avuto luogo al Colle della Croce l’ormai tradizionale convegno
italo-francese. Il tempo non poteva essere migliore. La nebbia che il giorno prima sul
versante italiano andava e veniva era sparita
e nei pressi delle rovine del Rifugio Napoleone, davanti alla croce di legno cd al rustico
tavolo di pietra della Santa Cena resi popolari dalle fotografie della nostra stampa, si
stava bene al sole.
A molti italiani son saliti spontanei alla
mente i versi del Carducci : « su le dentate
scintillanti vette salta il camoscio... » quando un’insolita eccitazione e qualche grida di
richiamo ha galvanizzato i presenti : tre bei
camosci stavano infatti attraversando di corsa
e con salti meravigliosi, da una roccia ad
un’altra, il versante della montagna per sparire poi sulle vette più alte, spaventati da
tanta folla che li stava a guardare, gridando
dalla sorpresa, ma non certo con intenzioni
bellicose!
Alle 11,30 (ora legale italiana, 10,30 per
i france.si) ha avuto inizio il culto. Hanno tenuto la liturgia i Pastori italiani E. Aime e
R. Costabel. L’annuncio vigoroso della Parola
è stato fatto dal Pastore Gerard Merminod,
proveniente da Avignone, che conosce bene
la Chiesa Valdese.
Altri Pastori francesi ci hanno recato i
loro messaggi nel pomeriggio: il Past. Yves
Poulain, del Queyras, Fressinières, Briançon,
di una vasta diaspora quindi, e già noto alle
Valli, ed il Pastore Charles Monod, di Beau
Voisin nel Gard. Il saluto del Pastore René.
Mordant, di Marsiglia lo abbiamo trovato
sotto forma di biglietto posato sul tavolo della Santa Cena. Non potendo intervenire alTincontro era salito alcuni giorni prima al
Colle e, grazie all’assenza di pioggia, il servizio postale aveva funzionato ottimamente!
Un altro saluto era stato inviato dalla signora Gertrud Hurst da Zurigo. Siamo stati
costituiti ambasciatori italo-francesi per ricambiarlo da queste colonne.
Presente anche la Signora Jeanne Niel, di
Fressinières, decana di questi incontri. Ne ri
corda parecchi. Alcuni di portata veramente
... storica, come quello che ebbe luogo subito
dopo la guerra e nel corso del quale essa
recò il messaggio di pace appositamente redatto dallo scrittore Benjamin Valloton.
Tanto al mattino, quanto il pomeriggio,
l’incontro si è svolto serenamente, senza essere mai disturbato, come invece talvolta è
avvenuto nel passato, da chiasso o canti
e della comprensione di quelle molte persguaiati di estranei allo spirito delTincontro.
Siamo lieti di potere dare atto della cortesia
sone che non essendo direttamente interessate aUo scopo religioso di questo convegno
ne hanno compreso lo spirito e molto correttamente hanno lasciato che ogni cosa si svolgesse con ordine e nella massima tranquillità.
Altra positiva caratteristica della giornata
è stata l’assenza di intervalli noiosi e di vuote attese. Era salito fin lassù, sempre cantando, un buon numero di membri della corale di Torre e del coro Valpellice. Non in
forma ufficiale, si intende, comunque le voci
erano buone lo stesso, ed erano persino accompagnate da una chitarra. L’infaticabile
Sergio Albarin faceva da « bout en train b
e le canzoni si susseguivano alle canzoni. I
francesi (e non soltanto loro) ne son rimasti
entusiasti ed hanno chiesto il bis per la
« Fête des moissons » a Fressinières che avrà
luogo la domenica 7 agosto.
La colletta, dedicata quest’anno ad un'opera della Chiesa Valdese è stata fatta per il
Convitto di Pomaretfo.
La giornata si è conclusa verso le 16 pomeridiane con il canto in francese del «Chant
des Adieux » che ha visto riuniti in una
grande catena dell’amicizia francesi e italiani
che cantavano tenendosi per mano. « Oui,
nous nous reverrons mes frères... » dice il
ritornello e queste parole sono state cantate
come una preghiera a Dio: preghiera di riconoscenza, perchè ancora una volta si era
siperimentato che è bello e piacevole che fratelli dimorino insieme e innalzino una preghiera di invocazione perchè anche negli anni
venturi possiamo ritrovarci. B. C.
Il 29 luglio abbiamo accompagnato al
campo delTullimo riposo terreno la spoglia mortale' della nostra sorella Susanna
Gönnet Ved., nata Cordin, di S. Cristoforo.
La chiamata ad una vita di isuperiore servizio le è giunta dopo una lunga giornata
terrena, vissuta nel lavoro e nella fede. Essa infatti era entrala da alcuni mesi nel suo
91" anno di età. Malgrado i suoi moki anni
essa però era rimasta di mente molto lucida
e fisicamente forte. Sempre molto riconoscente a chi si recava a farle visita, trovava
gioia nelTudir parlare e nel parlare lei stessa del suo Signore. Non di rado chi andava
a vederla per recarle una parola di incoragigiamenlo e di conforto se ne ritornava
poi lui stesso edificato e incoraggiato. Lascia il ricordo di una grande serenità e pace
trovate nella fede. Al figlio, alle figlie e
a tutti i numerosi parenti esprimiamo ancora la nostra fraterna simpatia e imploriamo ,su tutti loro le consolazioni e il conforto che vengono dal Signore.
Sono stati uniti in matrimonio: Paolo
Pascal (Serre) e Paola Dalmas (Teynaud);
Giovanni Bonjour (Bobbio Pellice) e Lillia
Gonin (Teynaud). Questi sposi hanno fissato la loro residenza : i primi al Teynaud,
i secondi nel territorio della parrocchia di
Bobbio Pellice. Rinnoviamo loro i nostri
più vivi e sinceri auguri di una lunga vita
in comune, arricchita di abbondanti e preziose benedizioni divine.
Il S. Battesimo è stato amministralo al
piccolo Riccardo, di Ferruccio e Silvana
Ricca, de! Centro-Saret. Il Signore lo accornpagni con le sue grazie, insieme ai suoi
genitori, a! suo padrino e madrina.
Ringraziamo i Pastori Sigg.ri Gustavo
Berlin e Edoardo Aime per i messaggi portatici in occasione dei culli da loro presieduti.
I giovani dell’Unione hanno tenuto il
loro « raduno b estivo recandosi in gita a
« Barma d Aut b. Dopo un breve culto celebrato nella storica <( barma B, essi sono
stati festosamente accolti nella casa dei Signori Luigi Garnier e Paolo Gönnet ed
hanno fatto onore alla gigantesca polenta ed
al bacino di latte appositamente preparati
per loro.
Nel pomeriggio i più giovani hanno prolungato la gita salendo ancora un po’ più
in alto verso « Gias SubiascB; gli altri si
sono accontenitaii di prepararsi al ritorno
riposandosi un po’ e godendosi il sole che
di tratto in tratto si faceva vedere.
I partecipanti alla gita conservano un grato ricordo della bella giornata vissuta insieme e rinnovano ai Signori Garnier e Gon.
net i loro più vivi ringraziamenti per la
loro fraterna accoglienza.
Abbiamo avuto tra di noi per un breve
periodo di vacanza due gruppi di fratelli
provenienti da lontano : un gruppo di giovani « Seouls B protestanti francesi, di Colmar, e un gruppo di giovani tedeschi, provenienti da Hochstetten (Baden). 1 primi
— che erano attendati lungo il Pellice —
hanno voluto dedicare una giornata di lavoro alla Chiesa, ripulendo tut'.i i dintorni
e le strade di adiacenza al tempio e il
cortile della scuola dell’Inverso; i secondi
— che alloggiavano alla Miramonli -- hanno visitato alcuni luoghi storici delle nostre
Valli.
Siamo grati a questi fratelli e a ques e
sorelle della loro visita ed inviamo loro da
lontano il nostro fraterno saluto e Taugiii io
di abbondanti benedizioni divine.
Sono giunti tra di noi, pei- il loro annuale periodo di vacanze, parecchi Villaresi
lontani e diversi amici. Porgiamo loro il
nostro cordiale benvenuto e auguriamo loro
una buona permanenza ed un buon riposo.
Nei giorni 13, 14, 15 e 16 agosto verrà
effettuala la visila alla Chiesa sorella di
« Le Sentier b Si ricorda ai partecipanti al
viaggio che il ritrovo è fissato per sabato
mattina alle ore 5,45 nel tempio, dove verrà
tenuto un breve cullo. La partenza avverrà
alle ore 6.
AH0RO0NA <Serr«)
— Ringvazianio il Dr. Guido Ribet per
aver presieduto, a Pradeltorno, il culto del
31 luglio.
— Il culto al Bagnati del 7 agosto ha segnato il termine dei culti all’aperto per
Testate 1966 Avremo infatti ancora i culti
a Pradeltorno il 14 (ore 10), presieduto dal
Pastore Giovanni Rogo di Losanna, idre ringraziamo sin d’ora, al Serre il 21, (ore 9i ed
a Pradeltorno il 28 (ore 10). Il rullo al
Bagnau che avrebbe dovuto avere luogo il
21 è sospeso a causa del cui o di apertura
del Sinodo.
• ^ agosto si è sposalo nel Gard (Fran
cia), il Sig. Renato Coisson, Pastore triolare del Serre di Angrogna, con Marie-Fran.
ce Maurin. La comunità invia a lui ed alla
sua gentile Signora molli auguri per una
lunga e felice vita coniugale benedella dal
Signore, e si accinge a dare il benvenuto
alla coppia pastorale quando verrà a stabilirsi al Serre.
Nel tempio del Serre, domenica 7 agosto, è stato amministralo il Batlesimo a
Buffa Silvia di Fernando e di Monnet Edmiina e ad Arnoul Oscar, di Aldo e di Monnet Frida. Voglia il Signore battezzare col
suo Spirito questi fanciulli che noi abbiamo
battezzato con acqua.
,,“T ^ agosto è deceduta ai Bertol, al
1 età di 76 anni, Chiavia Lidia. La salma è
stata tumulata nel cimitero di Angrogna Capoluogo il 4 Agosto. Rinnoviamo ai familiari Tespressione della nostra solidarietà
nel dolore e nella speranza.
Direttore resp.: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a. . Terre PeUice (To)
avvisi economici
GIOVANI architetti italiani in Tunisia iier
lavoro cercano persona per bambino ( i ique mesi. Rivolgersi Jervis ■ Torre P, 1lice.
CHIESA Valdese di Milano cerca per fw-e
settembre coniugi mezza età; portiera ['• r
stabile e custode per locali di cullo e
annessi. Per informazioni scrivere P;-'.
Aldo Sbaffi, Via della Signora 6, Milau j.
OSPEDALE Evangelico Valdese Torino cerca per servizio guardia medica notlurua
giovane medico evangelico, dal primo
settembre.
A VENDRE grande chambre, écurie, pai celle de jardin, bois, le toni situò ila ; •
le vieux Pomarel. Ferire: Claudiai a
Torre Pellice.
CERCO tuttofare fissa veramente capace,
desiderosa sislemazione definiùva. Siro
fine agosto presentarsi o scrivere Altimai'i
Via Provinciale 32, Torre Pellice. Se'tembre, Torino, Via Foscolo 25, teo-fono 606332.
RIN GRAZI AMENTO
Le famiglie Villielm e Gerire pr ilondamente commosse per la fraterna dimostrazione avuta nel giorti-j.
della dipartenza del loro amato
Nino
ringraziano tutti di cuore, in particolare Il Dott. Peyrot, il Pastore e Signora, gli amici che si sono tanto
prodigati e le Associazioni.
Pomaretto, 1« agosto 1966
RINGRAZIAMENTO
La famiglia Bernard, profondamente commossa per la grande manifestazione di simpatia ricevuta in occasione della dipartita della sua diletta
Fernanda
ringraaa tutti coloro che durante la
malattia le furono di aiuto e di conforto e che hanno partlcipato al loro
dolore con fiori e scritti.
Un ringraziamento particolare ì
Sigg Pastori Ayassot, Tourn, Genre
Deedato.
Pomaretto, 24 luglio 1966.
RINGRAZIAMENTO
« Il Signore è il mio pastore,
nulla mi mancherà ».
(Salmo 23)
Le famiglie Malanot, Bellion, Aillaud, nelTimpossibilità di farlo personalrnente, ringraziano sentitamente
tutti quelli che hanno partecipato al
loro dolore per la dipartita del loro
caro
Gustavo Malanot
che il Signore ha chiamato a Sé. il
31 luglio 1966.
Un particolare ringraziamento al
Doti. Enrico Gardiol e ai Pastori Sigg.
Jahier, Sommani, Magri, e Sonslli.
Lusema S. Giovanni, 4 agosto 1966