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ECO
DELLE mLLT VALDESI
Sig.a
LONGO SELMA
Casa Valdese
TORRE PELLICB
/^nno LXXXIX - N. 48
Uni copi» Li re JO
ABBONAMENTI
Eco: L. 1.300 per l’intemo
L. 1.800 per Testerò
Eco e La Luce: L. 2.000 per Tinlemo | Spedir, abb. posUle ■ li Gruppo
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Settimanale
della Chiesa Valdese
torre pellice - *
CUudian« Torre Pellice • C-C-P- 2-1755'^
Ammin.
A ttivìtà
e opera
Il nuovo anno ecclesiastico è ormai
pienamente avviato in tutte le nostre
chiese; e, con esso, ognuno di noi ha
ricominciato a prendere parte alle varie attività della propria comunità:
scuola domenicale, unione, corale, cucito, filodrammatica, preparazione di
feste e di vendije di beneficenza, ecc.
In ogni comunità vi sono alcune o
tutte le attività che ho elencato, ed
anche più; e vi è sempre un gruppo
di membri responsabili che lavora insieme con il proprio Pastore, con un
lodevole spirito di collaborazione e
d’impegno.
Appunto pensando alla collaborazione laica, alla nostra attività come
membri di chiesa, vorrei fare alcune
riflessioni.
Innanzi tutto mi domando se, nel
nostro mondo religioso attuale, l’attività non ha preso il posto dell’opera
vera e propria, il posto della vocazione precisa.
Certamente noi siamo aitivi; ma la
nostra attività non è sempre risposta
ad una chiamata; non è sempre « operare per il Signore » con la visione del
Regno; non è sempre quell’opera per
la quale saremmo più adatti, quella
che ci permetterebbe di porre al servizio del Signore i nostri particolari
talenti.
Al contrario;: sembra-à volte che
anche l’attività in seno alla chiesa,
con i suoi aspetti così varii e le sue
tentazioni, che la portano sovente assai lontano dallo spirito di Cristo;
ordinaria amministrazione, routine, attivismo, desiderio di primeggiare, soddisfazione personale, possa davvero
costituire un ostacolo all r inclinare
l’orecchio ed ascoltare la voce » di
Dio che si rivolge ad ognuno di noi.
singolarmente, nel segreto del nostro
cuore.
Forse, se fossimo talvolta un po
meno attivi, ma più attenti a quella
Voce e più disposti ad obbedire, vi
sarebbe in ognuno di noi una più
chiara coscienza di che cosa sia il
servizio cristiano, vi sarebbero più
vite dedicate ad un’opera particolare,
più vocazioni.
Un’altra domanda, diretta conseguenza delle precedenti riflessioni, è
questa; nella nostra vita religiosa la
LA SETTIMANA
attività non ha preso forse il posto
della vita interiore?
A coloro che in riva al lago di Tiberiade avevano domandato a Gesù:
« Che cosa dobbiamo fare per operare
le opere di Dio? », Gesù diede questa risposta inaspettata : « Questa è
l’opera di Dio: che crediate in Colui
che Egli ha mandato ».
L’opera di Dio è, dunque, prima
di tutto un’opera tutta interiore, tra
Lui e noi, è l’opera della nostra fede: conversione del cuore, nuova nascita, santificazione, fino ad essere nel
nostro uomo interno « perfetti e completi, di nulla mancanti ».
E’ un’opera lei cui fondamenta insostituibili sono là meditazione della
Parola e la preghiera. E’ un’opera di
comunione e di ; maturazione spirituale, al cui confrónto la nostra attività
esteriore può essere, a volte, nulTaltro
che un rame rilonante ed un tintinnante cembalo.
L’attività cristiana, per avere un
valore, deve essere anch’essa soltanto
« un segno visibile di una grazia invisibile»; segno indispensabile nella vita
del credente, certo; ma quello che conta è l’opera di Dio in noi.
Ecco perchè a volte il nostro agire
è senza forza, senza risultato: perchè non è il frutto di una vita nascosta con Cristo in Dio, perchè non
procede da un ordine suo : « Calate
le reti dal lato destro della barca».
E così, come i discepoli che pescavano nel lago, durante la notte solitaria ed angosciosa, prima che Gesù si
mostrasse loro, anche noi « non prendiamo nulla ».
Che differenza vi può essere tra il
lato sinistro ed il lato destro della
barca? Nessuna. Ma vi è una differenza essenziale tra l’azione che svolgiamo per conto nostro, soli e mancanti di fiducia, e l’azione che è risposta ad un preciso invito del Signore,
allorché Egli è vicino e presente nella
nostra vita. ' . ,
Possa dunque la nostra attività di
quest’anno in seno alla comunità dei
credenti essere non soltanto interessante e molteplice, ma trasformarsi in
una vera e propria opera vocazionale.
Possa essere esclusivamente frutto
della fede, vale a dire: avere in Cristo salde radici, e da Lui ricevere nutrimento consistenza vittoria. (Voce)
L'ora
della socialdemocrazia
La scorsa seUimana-«i è tenuto a Roma
il Congresso del P.S.If.l., che si è concluso
con un pieno succesao d: Saragat. Le recenti polemiche suscitate dai risultati del
congresso della socialdemocrazia tedesca a
Bad Godesberg (che hanno avuto uno strascico nglese: i laburisti si sono riuniti in
un congresso straordinario a Blackpool, in
CU! si sono affrontate la corrente di destra
di Gailskell e quella di sinistra di Bevan)
sono state naturalmente tenute presenti.
Non pare però che la posizione del P.S.D.I.
sia del Intlo chiarita. Mentre da una parte esso s' dichiara già al di qua della
(( conversione » (ma se. esso ha sempre rifiutato il « frontismo » — la causa comune
con il P.C.I. -- come copsidera il materiaiismo storico e la preminenza deU’economia che sono caratteri^iei del marxismo?),
d’altra parte Saragat, sia in dich arazioni
fatte nel corso delle polemiche sopraaceennate, sia anche nel discorso ufficiale al congresso di Roma, ha accentuato il fatf;o che
la situazione italiana .è ben differente da
quella di altre nazioni, e che se le nazionalizzazioni non hanno, altrove, dato sempre ottimi risultati, la nostra situazione
italiana impone che l’iniziativa privata (insostituibile) s’a non soffocata ma sollecitata
e in qualche modo diretta, sorvegliata dall’intervento dello Stato. (A questo proposito, il Consiglio del ministri ha esaminato e approvato un pi ogetto di legge che —
nelTambilo degli accordi del M.E.C.
tende a limitare la potenza dei monopoli.
Vi ritorneremo più diffusamente quando il
progetto di legge saiù esaminato dalle Camere). 11 Congress!! P.S.D.I. ha riaffe.rmato il netto distacco dal P.S.I., pur senza
chiudergli la porta in iace a; mentre .si è
dichiarato contrario da al governo monocolore attuale «la a.^ mi’eventuale rkostituzione del vet^chio quadripartito: sembra
piuttosto essere auspicala la foriiiazione d
un governo tripartito, con la D.C. e il
P.R.I. Un Congresso interessante e, pe;
una volta, senza grandi contrasti interni.
Ma i bei programmi non bastano, e il discorso onesto e coraggioso di Saragat attende la difficile prova dei fatti.
)l premio Lenin per la pace
a Danilo Dolci
AirAmbasciata sovietica dì Roma, alla
presenza di numerose personalità, lo scrittore russo Ilja Ehrenburg, in visita di conferenze in Italia, ha consegnato a Danilo
Dolci il Premio Lenin per la pace, ammontante a 16 milioni di lire, premio che
—ha detto lo scrittore russo — la giur a
ha deciso unanime di conferire a Dolci per
la sua azione a favore della pace e deba
amicizia fra i popoli. Ibiversi intervenutifra cui lo scrittore Carlo Lev:, hanno pronunciato brevi discorsi, e infine Danilo
Dolci ha letto alcune « testimonianze ». rac
colte fra la più umile gente della Sicilia.
La partecipazione ufficiale Maliana è stata
iìmilala a uomini di sinistra; non è intervenuto nessuno di coloro che rappresentano le formazioni polìtiche che hanno accusalo Dolci di infamare ‘I nostro paese...
La questione algerina
all'ONU
.Assenti i rapi»resentanti della Francia
che continua a sostenere che la questione algerina è una questione interna c te
esorbita dalle competenze delle Nazioni
Unite, si è aperto alTO.N.U. il dibatt to
su tale .questione, con la presenza di osservatori del governo provvisorio dei naziona'isti algerini. L’assemblea deUe Nazioni
Unite è chiamata a pronunc'arsi sui recenli sviluppi della situazione, specie dopo le
proposte di de GauUe, in ottobre, e la
risposta negativa dei nazionalisti.
Una nuova enciclica
Il Pontefice Giovanni XXIII ha diffuso
una nuova enciclica, « Princeps Pastorum »,
in cui tratta dei problemi della missione:
la gerarchia e il clero locale, )fea urgenze,
della formazione del clero locale; il valore
e la formazione del laicato in terra ny*®'
sionaria, le direttive per Tap0stolato laico
r.elle m'ssioni. Torneremo su questo documento importante.
Kruscev a Budapest
In occasione del primù’congresso conninista che si tiene in Ungheria dopo 1 insurrezione dell’ottobre 1956, Kruscev si e
recato a Budapest. Al Congresso il segretario del partito e presidente del Consiglio
magiaro, Kadar, ha dichiarato —
dendo a voci circolate sulla possibile diminuzione delle truppe russe in Ungheria:
«I soldati russi non se ne andranno hn
quando la situazione mondiale lo esigerà ».
Esaminando la situaziooe interna Kadar
ha affermato che l’attrito delle fazioni, sfociato nella ” controrivoluzione ” « ha provato che nelle condizioni ^gheresi un
sifileina pluripartito è impossibile e perciò
al suo posto abbiamo deciso di sviluppare,
sotto la guida del partito, il fronte patriottico popolare ». NuUa di nuovo, dunque.
-i- Segni e Polla sono stati alcuni giorni
a Londra, in visita ufficiale, per discutere
questioni economiche e politiche.
A poco a poco Topinione pubblica
italiana, toccata dalTiniziativa coraggiosa
di una parte della stampa, comincia aJ
agitarsi co-ntro le sofisticazioni alimeniari.
E’ necessaria una emnpagna di tutti, con
ogni energia.
-A- Il maltempo che imperversa in questi
giorni su tutta l’Italia ha devastato gravemente ampie zone specialmente nel meridione.
Notre Seigneur
LA PORTE
Uns V0C6 onôsta 6 franca
Per quanto sia già stato riportalo da La
Luce, teniatno a riprodurre questo articolo
comparso la scorsa settimana sul settimanale cattolico torinese II nostro tempo:
. non soltanto è doveroso ricordare quanto
di onesto e aperto sa pensare e dire il catlolicesimo nostranq, ma questo articola integra quaiuo abbiamo pubblicato nel nu
„.ero Lorso sul ” caso Rossi red.
Il magistrato non lia concesso Taulorizzazione a procedere contro lo
Ernesto Rossi, autore di un discorso e di
un articolo violentemente anticlericali, accusato di vilipendio al Capo dello Stato per
l^rè affermalo che egli « si fa fotografare per i rotocalchi inginocchiato davanti
al Papa ». Siamo fraiicamenli beli, e o
scriviamo su questo giornale cattolico,
che Ernesto Rossi sia andato Pro®r'olto
(così come abbiamo deplorato una specie
di perquisizione poliziesca operala m rasa
ma alla ricerca del testo incriminato). Lie1 nerchè evidentemente l’accusa non aveva^lenso; particolarmente beli, vorremmo
pa esiste, e la magistratura 1«
fC" - nemmeno una
S; r’J .ienò.. n.ir.r*ol, di
questo vecchio, onesto, accanito mangia
preti, che nella speranza di fare scandalo
e di suscitar reazione è andato a ristapare tutto il veleno svaporato dell anticlcricalesimo, e cita come testi sacri nientemeno che le opere di Garibaldi, il quale, come ognun sa, era assai più eroe che pensatore. Respingiamo con fermezza le sue
accuse, ma tanto più iniporlante ci sembra
che gli venga riconosciuto il diritto di prò
nuiiiiarle. . _ ».
La verità è questa (ripetiamola, perone
troppo spesso ce la scordiamo, amare^jiiali come siamo dalle cose d Italia), t e
o^gi nel nostro Paese si può,
analisi, dire e scrivere, protetti dalla legge, lutto quello che la libertà comune consente di dire e di scrivere; e non solo
contro il Governo, ma anche contro il senttimenlo della maggioranza degli italiani
Se troppo spesso, in pratica, la venta e taciuta, la colpa non è nè della
dei magistrati, ma soltanto di noi, che alla verità in fondo non crediamo, o ne abbiamo ancora paura.
Quando Vittorio Zincone, giorni fa, ha
riferito sul suo giornale una frase udita da
Gronciii, sui Concordali con la Chiesa che
non sono immutabili, esercitava semplicemente il suo diritto di informatore politico, (non ce ne voglia rotlimo Riccardo
Porle). Ma i capi della stampa italiana,
invece di difendere questo diritto che e il
loro prezioso bene comune, si sono affretlali a denunciarne l’irriverenza, a stracciarsi le vesti e presentare in massa le di
missioni. E per concludere, non ban trovato di meglio che inviare a Gronchi e a
Segni messaggi di ringraziamento e quasi
di espiazione per -Poniaggio da essi reso
in niù occasioni alla libertà di stampa,
come se questa libertà fosse un dono concesso graziosamente dall’alto e non un diritto sancito dalla Costituzione, che i reggitori dello Stato hanno il dovere stretto
dì difendere.
Quello che pesa quando si sfogliano molli giornali italiani (la stessa sensazione
die a volte rende soffocante 1 aria d Italia), non è soltanto l’abuso di cronaca nera (per cui i nostri quotidiani hanno il
primato nel mondo, e ogni straniero che
li apra la prima volta se ne stupisce); peggiore ancora è certo oscuro conformismo,
certi prudenti silenzi, dietro i quali si indovina un calcolo sottile di interesse, il
timore di non dispiacere al potente che
protegge, di non urtare quell altro potente die, chi sa mai, potrebbe aversene
a male. Un calcolo che sovente è masebe,-ato, — non lasciatevi trarre in inpnno, —
da un’apparente coraggiosa spregiudicatezza. In Italia oggi si ritiene di essere liberi, e moderni, e coraggiosi quando si difende la libertà di stampare i manifesti
pornografici. Ma quando poi, come nel caso di Zincone, entrano in gioco i veri valori della libertà di opinione, si vedono
quotidiani autorevoli, moderni e spregiudicali, minimizzare con prudenza 1 inci{continua in U poginai
C’était le temps de l’affliction de
Dieu. *
. .La .»iceLoiiceté de.A’hnP^» était
grande et toutes les pensées de son
coeur s’en cdlaient chaque jour vers
le mal. Dieu regarda. Toute créature
suivait sur la terre un chemin de
corruption. L’Eternel se repentit
d’avoir fait ce qu’il avait fait. Il
décida d’éffacer de la surface de la
terre l’homme et les hêtes qu il y
avait mis. Et ce fut le Jugement
premier.
Mais la justice et la grâce sont en
Dieu des compagnes inséparables.
Celui qui a ouvert les écluses des
{deux pour exterminer la création
jugée a ouvert aussi lu porte de
l’arche pour sauver la création graciée. Au flanc de l’arche, la porte de
la grâce est ouverte.
” Tu mettras la porte de l’arche
sur le côté ”.
Par cette porte passèrent Noé et
les siens, les animaux sauvages et
les animaux domestiques, les reptiles
et les oiseaux, deux à deux, toutes
hs espèces ayant .souffle de vie.
Mais quand jaillirent toutes les
sources du gratul abîme. Dieu ferma
la porte. Alors les gens du dehors
ont pleuré et grincé des dents. Le
temps du salut était clos. Un seuil
séparait le monde de la vie du monde de la mort. Une porte est autant
une barrière qu’une entrée.
* H: *
En vérité, en vérité, je vous le
déclare, je suis la porte des brebis”.
Quand les nuées du déluge ont
obscurci le ciel, les bêtes sont entrées dans l’arche comme les brebis,
le soir, pénètrent dans l’enclos de la
bergerie. C’est le même seuil et la
même porte, le seul chemin et l unique passage. Il n’y a pas d autre
salut pour les troupeaux dispersés
ça et là, que les mauvais bergers
abandonnent ou égarent.
Après la longue attente, errante et
menacée, le Berger d Israël a coupé
les eaux du Jourdain pour faire passer son peuple en Terre promise. Et
quand les temps furent accomplis, il
a ouvert pour son peuple nouveau la
porte de son Boyauine.
Au bout du chemin, il y a pour
nous une porte ouverte! C’est l’Evangile de Noël, annoncé à tous les désespérés du ciel vicier ou de I huiselos.
” Je suis la porte; si quelqu’un
entre par moi, il sera sauvé; il entrera et sortira, et il trouvera de la
pâture... Je suis venu, afin que mes
brebis aient la vie et qu’elles l’aient
en abondance ”,
^ ^ ¡1?
” Entrez par la porte
Quand les noces seront commen
cées, la porte sera fermée. Les vierges folles appelleront en vain. Noël
ne dure pas toujours et il est plus
tard que nous ne pensons. Nous sommes aux ’’derniers temps” de la
grâce. L’heure vient où le seuil s’élèvera comme une séparation. Le Sauveur reviendra pour juger et la porte
fermée barrera le chemin du salut
C’est ici le temps de Vinvitation.
Les bergers et les mages ont su discerner les signes. Ils ont obéi, ils ont
marché, ils ont franchi la porte de
l’étable de Bethléem. Autant que les
autres saisons de l’année ecclésiastique, celle-ci invite à la décision.
Le serviteur court par les rues et
les places de la ville, le long des
chemins et des haies. La table es!
dressée et la maison n’est pas pleine.
Tant cpie la porte est ouverte, l’Eglise servante, au nom du maître du
grand .souper, contraint les gens de
entrer. Elle convie les pauvres, les
estropiés, les aveugles et les boiteux.
Noël ouvre la porte à tous ceux
qui acceptent humblement la grâce,
pécheurs et péagers que ne retiennent pas la propre justice des pharisiens ni le scrupule des bonnes consciences. Le poète leur enjoint d’entrer dans le temple:
” Vous êtes mes hôtes, dit Dieu.
Vous êtes mes hôtes et mes enfants
qui venez dans mon temple.
Vous êtes mes hôtes et mes enfants
{¡ni venez dans ma nuit.
An seuil de mon temple, au seuil
de ma nuit, essuyez-vous les pieds et
(¡u’on n’en parle plus.
Il faut entrer une fois et ne pas
sortir et entrer tout le temps ”.
Albert Girardet
(La Vie protestante)
I protestanti di Monaco sono stati
invitati dalla loro Chiesa ad ospitare
le migliaia di cattolici che affluiranno in quella città per il 37» Congresso
Eucaristico nell’agosto del ’60. Questo
per ricambiare l’ospitalità data da
molti cattolici al protestanti che hanno partecipato al Kirchentag dello
scorso agosto. (S.OE.P.I.)
2
2 —
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
4 Dicembre 1959 — N. 48
'OT
Quando, nell’estate 1956, la morte
colse improvvisa Vittorio Calvino —
lo ricorda Ghigo de Chiara nella sua
bella introduzione alla raccolta di opere teatrali del commediografo — si
trovò sul suo tavolo di lavoro la traduzione di suo pugno di una pagina
de «Il ponte di b. Luis Rey» di rhornton Wilder: «Presto moriremo, ed
ogni memoria di costoro sarà scomparsa dalla terra, e noi stessi saremo
amati per breve tempio, e poi dimenticati. Ma l’amore sarà bastato: tutti
quei moti di amore ritornano aU’Amo.
re che li ha creati. Neppure la memoria è necessaria all’amore. C’è un
mondo dei viventi e un mondo dei
morti, e il ponte è l’amore, la sopravvivenza, il solo significato ».
E’ questo amore, questa calda simpatia umana, non sentimentaleggiante ma forte, non languorosa ma ricca
di humour sottile, che sempre ci avvince quando ascoltiamo o leggiamo
una scena, un dramma di Vittorio
Calvino. Con quanta gratitudine riceviamo. ora, il dono di questa bella edizione di una ricca scelta delle sue
opiere, curata dalla Compagna dello
Scomparso, dal critico teatrale Ghigo
de Chiara che le fa precedere una
p>enetrante ed affettuosa introduzione, e dall’editore Cappelli che alla
sua collana « Teatro », accanto ai nomi di Betti e di Gherardi, ha voluto
ora aggiungere quello di Calvino, in
n(^«>55«w f-*- TF»-_ - .■
Calvino parla ancora
una elegante, ariosa veste tipografica (1).
Auguriamo la massima diffusione a questa preziosa pubblicazione, e ci auguriamo che specialmente
nel nostro ambiente evangelico molti
terranno ad avere con sè il libro che
porterà loro ancora la voce amica e
profonda di Vittorio Calvino.
Altri han detto o potranno dire
meglio la validità drammatica, teatrale, dell’opera di Calvino, che del
resto anche un profano che l’abbia
seguito sulle scene o ai microfoni
della radio avverte molto nettamente. Qui vogliamo solo cercare di mettere in evidenza alcuni dei « temi »
calviniani: premettendo però subito
che nessuno dei suoi drammi è una
compMJ.sizione « a tema », artificiosa,
ma che ognuno dei suoi temi è, in
realtà, un uomo, uno come noi, uno
di noi.
Perciò la cosa migliore, in questa
semplice presentazione, sarà forse di
seguire le opere riunite nella raccolta. Ed ecco LA TORRE SUL POLLÀIO, la torre che con qualche pericolo del pollaio della vicina un piccolo
«travet» ha cominciato a costruire
sul proprio terrazzo, perchè ha sete
di Dio, e vuole salire a lui ed incontrarlo; non è una ripetizione della
titanica torre di Babele, è la sete dell’Iddio vero, dell’Iddio vivo, dell’Id
dio diverso dalla banalità quotidiana. Putiferio nel vicinato dove si aggrovigliano la nostra « ragionevolezza », la nostra curiosità senza amo
re, il nostro stupido pettegolezzo, il
nostro senso dell’interesse disposto a
far mercato di tutto; anche l’amore
dei più intimi non può, da solo, diventare la comunione della fede “
della speranza. E il Signore scende a
parlare con l’uomo che lo cerca, e a
« fargli giustizia » ; questi due « incontri», in un dialogo che è dei più
semplici, nel vivo linguaggio di tutt’
i giorni, hanno una risonanza che
credo si possa definire nettamente
biblica. Non ha la grandiosità di
Giobbe, questo piccolo Andrea Rossi,
è come noi, ma come lui è condotto
dall’infinita sapienza di Dio (con un
Ricortiate
...il 18 dicembre alle ore 21 la TV italiana metterà in onda la commedia in tre
atti « LA TORRE SUL POLLAIO » di V.
Calvino. Il cast di eccellenti autori fra '
quali Sergio Tofano e Carlo D’Angelo, annovera fra gli altri anche Daniela Calvino,
figlia del compianto commediografo.
... sempre in dicembre il volume « TEATRO di V. Calvino » sarà presentato nella
apposita rubri ea televisiva settimanale, alle
19,30, presentazione animata dalla collaborazione di attori.
tocco di humour sovrano) a ricono
scere che in questo mondo « che non
va » Lui è il Signore, e a guardarlo,
questo mondo « che non va », come
il Signore lo guarda, con amore. Que
ste scene, stupende, sono andate su
decine di palcoscenici, anche i maggiori: qui il teatro, rimanendo tale,
si fa predicazione nel senso lato di
annuncio al mondo dell’amore di Dio.
Annuncio che rimane perennemente
attuale anche se il mondo — ed è
questa la chiusa malinconica (o l’appello?) — fa per lo più di tutto per
soffocare la fede « anormale » di chi
cerca di prendere sul serio Dio. « ...è
diffìcile essere tuoi amici... ».
Ed ecco la lezione amara ma salutare di QUANDO ARRIVA DON GONZALO: alla fine di questa che è una
delle commedie più movimentate, tutta intessuta delle difficoltà della convivenza come sono oggi, il protagonista condensa così la « morale » : « bisognerebbe morire di tanto in tanto
per imparare a vivere... ».
In CREATURA UMANA, il dramma
che più risente delle ferite recenti
della guerra, e della guerra civile,
trionfa — ma non nella gloria e nella «felicità», bensì nel sacrificio —
la coscienza del valore unico, insostituibile della singola i^rsona urna
na, al di sopra delle divisioni delle
fazioni avverse; im medico «resistente», che nei giorni della rivoluzione ha accolto un nemico ferito
gravemente (è il figlio del dittatore),
e non solo l’ha guarito fisicamente,
ma con la nipote tenta amorosamente di aiutarlo a ricuperare la memoria perduta, così confessa nell’interrogatorio il suo amore per l’uomo :
« Non ha guardato mai con tristezza
e sgomento il corpo di un uomo che
muore... Quel mirabile organismo che
si ferma... Gli occhi... la bocca.., le
mani... Le mani. Mani intelligenti,
mani obbedienti. Forse non si è mai
sentito sbigottito davanti alle mani
immobili per sempre sul corpo di un
uomo morto... L’universo intero era
racchiuso in queUe mani quando era^
no vìve. E perchè fermarle? perchè
arrestare il loro moto, perchè troncare il filo che tessevano, fosse pure
il modesto filo di un’oscura esistenza? Perchè? In nome di quale principio, di quale convinzione, di quale
legge? In forza di quale diritto? Ecco
perchè io ho raccolto nella mia casa
il giovane ferito a morte, ho ridestato il suo cuore, gli ho ridato la vUa
anche a prezzo della mia ».
E chi è il CAVALIERE SENZA AR■ MATURA? Sullo sfondo comico — ma
pure triste — di un piccolo collegioconvitto privato scosso nel suo grigiore da una recita (autore, un insegnante) su I crociati (retroscena che
tutte le nostre quinte parrocchiali conoscono...), cui dovrebbe intervenire
anche l’augusto padre di un matricolato allievoi, ministro (uomo, padre
serio che preferisce poi la verità all’adulazione), su questo sfondo in cui
comicità e grigiore sono umanamente
dosati, appare l’umile protagonista,
l’insegnante schernito o commiserato perchè non è disposto a rinunciare
alla sua coscienza per « arrivare » ; e
questi di fronte alla ribellione del
figlio, che non può tollerare questa
umiltà del padre e che ribolle di tutta
la giovanile ansia di lottare, come i
paladini e i crociati, così si apre a
sua volta : « Come ti capisco ! Come
rivedo in te me stesso di allora...
Combattere! Alla tua età vorremmo
farlo davvero... Vorremmo davvero
partire per liberare il sepolcro di Cristo dagli infedeli. (...) Sarebbe bello!.., Poi col passare degli anni, ci accorgiamo che nessuna opportunità di
gloria ci sarà più offerta... Non si
muore più, ma bisogna vivere... Ed è
molto più diffìcile vivere che morire...
(...) Vivere vuol dire combattere ogni
giorno una battaglia oscura senza
premio e senza gloria... Non si part'>
più per grandi imprese, nessuno squillo di tromba ci chiama... Nessuna
bandiera sventola... E tuttavia ci si
logora e ci si consuma, giorno dopo
giorno, se si vuole serbare intatto e
ilifendere quel piccolo bene che è la
nostra coscienza... Non si muore più,
ma ugualmente si soffre, e il combattimento è altrettanto duro... ». Eccolo, il cavaliere senza armatura.
Nel radiodramma UN’ANIMA PER
GIULIA, nessuno, neppure il più disperato, il più povero, il più vecchio,
il condannato a morte, colui che ha
invocato la morte, nessuno è disposto
a dare la propria vita per un altro;
solo colui che ama Giulia, anch';
quando Giulia Tha respinto. La vita
è il possesso, la grazia più preziosa,
più grande; solo l’amore è ancora più
grande.
In quest’avvicinarsi di Natale, molti ricorderanno — e saranno felici di
rileggersi — LA COMETA SI FERMO’. il radiodramma in cui, nell’osteria affollata di Betlemme, il protagonista è il piccolo Assente, il piccolo
che è nato.
E come non ricordare l’Arciere di
MERENDA SULL’ERBA, strana apparizione che alla comitiva — assai
caratterizzata — salita sul colle della
« grande battaglia » ( di una o di cento?) per predisporre Tinaugurazione
di un orrido, pomposo, retorico monumento ai caduti, rifiuta quel campo, cimitero di caduti di tutti i seco
li : « Il dolore non ha bisogno di monumenti e di lapidi, di medaglie e di
musiche. Chi ha perduto il suo bene
ne porta la pena nel cuore finché vive e nulla può consolarlo. E del resto
quanto dura il dolore? Gli anni che
rimangono da vivere, il tempo di un
fiore che poi appassisce e secca. Allora se le parole sono destinate agli
uomini, ai vivi, scrivete soltanto questo: ’Morti per niente, presto dimenticati ’. Non occorre altro ».
E infine, COSI’ CE NE ANDREMO.
Senza ricordi, in una vita che sarà
nuova, ricreata. L’uomo che giimge al
posto di blocco al confine del cielo, recando con sè in una valigia il tesoro
dei suoi ricordi, è fermato dai celesti
doganieri : vietato introdurre merce
estranea. L’uomo si ribella, e l’angelo
più anziano, con celeste sapienza, finge di concedergli di portare con sè un
ricordo, uno solo. E l’uomo si affanna,
nel turbinare dei suoi ricordi, quelli
« piccoli » e quelli grandi, a cercare il
maggiore, il più vero, il più bello...
Non ci riesce. Tutto è ormai così distaccato, diverso. E al trillo della partenza, balza all’ultimo momento sulla
funicolare celeste, senza nulla, tutto
teso innanzi, avvolto nella luce in cui
va. Così ce ne andremo?«’Tu fai riiornare l’uomo in polvere e dici: Ritornate, o figlioli degli uomini...». Manca, qui, il senso dell’assolutezza tragica del peccato, e di quella triom
fante della redenzione; questa serena
meditazione della morte non è l’annuncio evangelico del giudizio e della
grazia.
4: Ni 4
Quel che mi piace tanto in V. Calvino è la sua assoluta mancanza di
retorica: si può dire che ogni frase
dei suoi dialoghi la possiamo pronunciare o Tabbiamo pronunciata nella
nostra vita quotidiana; c’è una com
pietà aderenza alla realtà, alla nostra vita di ogni giorno con le sue luci e le sue ombre, i suoi grandi mo
menti e le sue cento piccole cose...
Accanto a questo, e senza contraddi
zione, è così viva la fantasia del nostro scrittore, fantasia che non è pura inventiva, ma si radica appunto
in quel suo profondo senso umano,
in quella conoscenza piena di simpa
tia (che del resto non esclude il giudizio) di questa multiforme e pure
unica creatura umana; gli sconfinamenti nel mondo ultraterreno non
hanno nulla di «miracolistico», ma
sorgono da una fede che crede le
realtà invisibili accanto a quelle visibili. Infine c’è un senso morale vigile
in questi drammi, che non si fa ma’
moraleggiante, che spesso anzi si
esprime in bonaria ironia, cui non
manca una nota di affetto, un senso
morale che si esercita continuamente
contro l’arrivismo, il compromesso,
la mediocrità, il soffocamento dell’individuo; e che per lo più trova, nel
suo travaglio, una via d’uscita che è
la speranza della fede.
Possano molti ancora ascoltare la
voce di Vittorio Calvino che è rimasta documentata in queste belle pagine che oggi con gioia presentiamo.
Gino Conte
(1) VITTORIO CALVINO: Teatro.
Prefazione di Ghigo de Chiara, Edi
tore Cappelli, Bologna 1959, pp. 520,
edizione rilegata L. 3.800. Riportiamo
l’indice: La torre sul pwllaio - Quando arriva Don Gonzalo - Creatura
umana - Cavaliere senza armatura
I prigionieri del re - Un fiore cresce
nel deserto - Un’anima per Giulia
La cometa si fermò - Merenda sull’erba - Ancora addio - Così ce ne andremo.
Dopo una lunga malattia, che lo ha
duramente provato, è deceduto a Milano il prof. Bruno Revel, all’età di
64 anni. Figlio del past. Davide Revel,
che per molti anni fu pastore fra l’altro specialmente a Bergamo, ripetutamente a Milano, a Venezia e ultimamente a Como, il prof. Revel fu a
lungo docente di lingua e letteratura
francese alla « Bocconi » di Milano.
Egli era ben noto alle Valli, l’abbiamo avuto per molti anni quale
membro attivo del nostro Sinodo, di
cui assunse anche a più riprese la presidenza; ed era pure stato un assiduo
delle « giornate teologiche del Ciabas », cui aveva portato il suo autorevole contributo.
Il servizio funebre è stato celebrato
a Milano prima, dove il past. A. Ribet ha predicato la parola della Vita
e il capo-distretto past. N. Giampiccoli ha ricordato la valida presenza
del prof. Revel nella vita della nostra
Chiesa; e poi a S. Giovanni, dove la
predicazione deH’Evangelo della risurrezione è stata tenuta dal past. R.
Jahier, mentre il capo-distretto past.
A Ribet ha ricordato la figura dello
Scomparso quale Valdese rimasto
fortemente attaccato alle sue Valli.
Ricorderemo più diffusamente la
sua figura, la prossima settimana, ma
teniamo ad esprimere subito ai suoi
familiari il nostro grato ricordo e la
nostra più viva simpatia cristiana.
E’ deceduto a Torino, dopo una lunga malattia, il Sig. Eliezer Musso, direttore dell’Istituto Artigianelli Vaidesi. A tutti i suoi familiari esprimiamo in quest’ora di dura prova la nostra più viva simpatia cristiana.
Inaugurazione dell'anno accademico
alla Facoltà di Teologia
La Facoltà Valdese di Teologia è
giunta al suo CV<>. anno di lavoro. Le
lezioni hanno avuto inizio, dopo la
sessicne autunnale di esami, la mattina di Irmedi 2 novembre.
La cerimonia ufficiale e solenne dell’inaugurazione si è svolta nel pomeriggio di sabato 31 ottobre. Membri
delle diverse Coqiunità evangeliche
romàne occupavaiip tutte le file di sedie, disposte i’una dietro l’altra con
geometrica precisione. Solo la prima
fila, con le sedie disposte a semicerchio, era completamente libera: ad
occuparla entrarono, da una porta laterale, gli studenti, tutti quanti, l’uno
dopo l’altro, dal « praeses » alle « matricole ». Sulla pedana invece, dietro
il lunghissimo tavolo, sedevano i Professori e gli altri Membri del Consiglio della Facoltà; il Moderatore della Chiesa Valdese, pastore Ermanno
Rostan ; il Presidente della Chiesa
Metodista, pastore Mario Sbadì; il
Presidente delle Chiese Battiste in
Italia, pastore Manfredi Ronchi.
Il Moderatore àpriva la cerimonia
con un breve culto, durante il quale
si soffermava — in particolare rivolto
agli studenti — a parlare sui primi
versetti della 2a lettera a Timoteo,
cap. 4. Dopo aver ricordato i compiti
e le difficoltà inerenti al ministero
pastorale, egli concludeva esortando
gli studenti alla serietà nella preparazione ed all’impegno nello studio.
A ioro volta, il pastore SbafH e il
pastore Ronchi hanno rivolto a Ptofessori e studenti, a nome delle Chiese raporesentate, calde parole di saluto e di augurio. Poiché tale loro intervento si ripete ogni anno, molti
potrebbero pensare che ciò accada
soltanto per « ragioni di protocollo ».
Ma sarebbero in errore : non si tratta
qui dì un cerimoniale solito e prestabilito. Il saluto annuale delle Chiese
Metodista e Battista ha im significato che trascende nettamente quello
dei semplici, formali, usuali, consumati convenevoli: significa che la Facoltà di Teologia non è al servizio
esciusivo della Chiesa Vaidese, ma al
servizio, ben più ampio, del Prete
stantesimo italiano tutto, che è unito,
malgrado ogni contraria apparenza,
da vincoli di amicizia, di affetto, di
collaborazione taii che i futuri pastori delle Chiese delle diverse denominazioni ricevono la loro preparazione
dalla stessa scuola.
L’interessante prolusione del Prtjf.
Vittorio Subilia, sul tema « Gesù Mae.
stro», trattava in particolare deH’interpretazione data dalla teologia degli ultimi 50 anni a questo particolare
aspetto della figura di Gesù. Non pos
TEMPO D' AVVENTO
L'incontro
Luca 1: 39-45
Maria si diresse verso le montagne di Giudea da Elisabetta sua
parente per incontrarsi con lei e parlare con lei di quanto era
accaduto nelle settimane precedenti.
Maria cerca una persona credente come lei a cui confidare la sua gioia
e la sua fede e da cui ricevere una parola di incoraggiamento.
Maria va da Elisabetta per dare e per ricevere, per parlare con un'altra
persona della stessa promessa divina e della stessa speranza.
Le due donne non si incontrano per scambiare notizie sulla vita cotidiana e tanto meno per conversare del più e del meno pettegolando, si
incontrano per parlare dell'opera di Dio, della sua volontà, della sua
chiesa, oel Signore.
Hanno da dirsi grandi notizie, hanno da farsi importanti confessioni.
Ma sono notizie e confessioni su Dio e sulle cose che ha fatto per
loro.
In questo incontro le due donne hanno ricevuto conforto e speranza,
Maria ha ricevuto da Elisabetta la prova che le parole dell'angelo erano
vere ed Elisabetta ha compreso che il figlio suo sarebbe veramente
diventato profeta dell'Altissimo.
E'" in quest'atmosfera di comunione e di fede che e stato preparato
Natale ed è in quest'atmosfera di comunione nella fede che è nata la
chiesa cristiana.
E la chiesa cristiana vive non nelle grandi assemblee e nelle manifestazioni eccezionali ma vive quando semplici credenti si incontrano per
parlare delle cose di Dio.
La nostra fede ha bisogno per vivere di incontri come quello tra Elisabetta e Maria, ha bisogno di trovare il conforto di una parola semplice
detta a tu per tu. Abbiamo bisogno nella nostra vita cristiana di incontrare altri fratelli che pensano come noi e come noi aspettano le promesse di Dio. Giorgio Tourn
siamo qui, per ovvie ragioni, riferire
estesamente del contenuto della lezione, per cui rimandiamo alla rivista
« Protestantesimo » tutti i lettori che
volessero essere messi a giorno circa
Targomento.
Che dire degli studenti? Non si può
passare sotto silenzio il fatto che essi
siano, quest’anno, piuttosto numerosi. Bisogna dirlo, perchè è una di
quelle notizie che non possono non
far piacere. E c’è anche un altro particolare notevole, che sfugge naturalmente a coloro che della Facoltà conoscono solo l’esistenza o non vi siano stati che di passaggio: è l’età degli studenti.
Venire in Facoltà ed incontrarvi dei
giovani tutti più o meno di 20 anni,
non desta alcuna meraviglia. A 20
anni la qualifica di studente è perfettamente normale, e non esce assolutamente fuori del comune il fatto che
gli studenti della Facoltà dividano il
loro tempo fra l’aula di lezioni e lo
studio personale, la meditazione e la
biblioteca. Ma è altrettanto fuori del
comune e del normale il fatto che tale, quest’aimo, sia anche l’attività di
persone che i 20 anni sono vicini a
doppiarli. E’ ben strano trovare sui
banchi di una scuola persone di '’-0
anni, uomini già maturi, già « sistemati ». già avviati per un’altra strada, quella che fino a ieri era stata la
loro strada, e che oggi hanno invece
preferito lasciare per seguirne un’altra tutta nuova: quella che Dio ha
loro indicata e che essi seguono anche se li obbliga a cominciare tutto
da capo.
Oltre agii studenti, tre uditori frequentano quest’anno regolarmente i
corsi. Neppur questo è avvenimento
di poco conto, giacché purtroppo non
siamo abituati a questi interessi teologici in persone che non hanno come meta il ministerio pastorale. Noi
ci auguriamo soltanto che lo Spirito
di Dio continui a destare tali interessi in numero sempre maggiore, perclie
cresca il numero di coloro che siano
preparati a servire, anche solo occasionalmente o parzialmente, il Signore in una forma particolare : quella
che è possibile in una Comunità cristiana.
Studenti giovani, studenti meno gio.
vani, semplici uditori: sono una categoria sola di persone; sono individui
come tutti gli altri. Non hanno niente di speciale. Fuiriano e leggono il
giornale, vanno al cinema e prendono
il tram, mangiano e camminano per
le strade, come chiunque, uomini tra
gli uomini, creature fra le creature.
Ma hanno qualcosa, dentro: la certezza della fedeltà e dell’amore di Dio.
la fiducia in Colui che li ha chiamati
e li guida perchè próclamino domani
la Sua Parola eterna di verità, il Suo
amore eternamente uguale ed eternamente nuovo a tutti quegli uomini
come loro, identici a loro, frapli come
loro: quelli appunto che si incontrano al bar e all’edicola, nel tram e al
cinema, per la strada e dovunque, tut.
uguali; ugualmente redenti, tutti
ti „
fratelli. In Cristo.
Salvatore Ricciardi
3
4 DicemLre 1959 — N. 48
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
— 3
Preti in cattedra:
Il titolo di questo articolo non è
originale; è preso di sana pianta da
un libro, di cui costituisce anche il
titolo, che vogliamo presentare ai nostri lettori (1).
Un libro polemico, fortemente; ma
documentato, seriamente. Non dovrebbe turbare il clima di « pace confessionale » in cui vive il buon valdese; dovrebbe soltanto aiutarlo ad
aprire gli occhi sulla realtà, in campo
specifico, quello della scuola, di cui
tanto si parla e poco si conosce.
Lna pasizionc negativa
Un libro interessante anzitutto come rivelazione di uno stato d’animo
assai diffuso in questa nostra cattolicissima Italia che, non avendo potuto
vivere l’esperienza della Riforma, non
conosce, praticamente, alcuna alternativa alla potenza del Vaticano, e si
rifugia quindi, per protesta, nella pura e semplice negazione : o cattolici, o
irreligiosi.
L’Italia, della quale ci esaltano il
privilegio di esser la sede naturale di
« quella onde Cristo è Romano », ha
anche il privilegio della più vivace e
combattiva tradizione anticlericale. Il
libro del Rodelli è uno dei documenti
più interessanti di questa posizione
che, naturalmente, ci lascia perplessi,
quando sembra disposto ad accettare
come ovvia l’uguaglianza cattolicesimo“Cristianesimo, o quando, cercando
di sui>erarla, non può vedere nel Sermone della Montagna se non un codice di « principi etici » (purezza morale dell’Evangelo).
E d’altra parte è ancora interessante notare come questa posizione negativa sia come illuminata da una luce
interiore spesso più vicina all’Evangelo che non l’ortodossia romana; illuminata e vivificata da una profonda
ispirazione di amore per il prossimo,
che si manifesta in un’appassionata
difesa della libertà, nella esaltazione
della tolleranza ed in una amara denunzia di ogni sopruso.
Fondamento
e coronamento
Tutti sanno come la legislazione scolastica italiana consideri «l’insegnamento religioso come fondamentale e
coronamento di tutta l’opera educativa». (Si tratta, naturalmente, di un
insegnamento confonne alla dottrina
della Chiesa Romana).
Il fondamento è quindi la preghiera
« La vita scolastica abbia quotidiana^
mente inizio con la preghiera che è
elevazione dell’animo a Dio... ».
Rinunziamo alla tent^one di divagare su questo congiuntivo esortativo,
imperativo del legislatore : « abbia »,
che seppellisce ogni spontaneità di
« elevazione » della preghiera infantile. Si deve pregare: è un obbligo! E
perchè non ci siano deviazioni, i sacri
bonzi della nostra educazione nazionale ci forniscono le preghiere pronte
per esser imparate e recitate a memoria dai bambini.
Accanto all’Ave Maria, per i più piccoli eccone una : « Angelo di Dio che
sei il mio custode, illumina, custodisci,
reggi e governa me che ti fui affidato
dalia pietà celeste. Così sia ».
Avremmo cattivo gusto se ci soffermassimo ad analizzare la teologia che
ispira questo sentimentalismo della
dottrina dell’Angelo Custode, tanto
più che essa porta in sè la sua condanna, anche se i nostri pii maestri
non sembrano rendersene conto !
Ci sia quindi concesso di ripetere qui
la storia di Gigetto, citata da! Rodelli.
illa che bravo Gigetto !
Gigetto è un ragazzo che ha imparato la preghiera dell’Angelo Custode ;
ora è cresciuto e bisogna pure spiegargli che l’Angelo c’è, ma non si vede
(donde una certa confusione tra
astratto e concreto che può turbare la
mente di un ragazzo anche più sveglio
di Gigetto). Perciò il libro di lettura
ecc. delle Scuole Elementari racconta
che, un giorno, fu spiegato a Gigetto,
per calmare i suoi dubbi che l’Angelo
Custode ha la sua sede a sinistra,
dalla parte del cuore, « e ti camminerà
sempre al fianco».
Un giorno Gigetto va a Messa; pio
ve; prende TombreUo e toma a casa
fradicio'. Sdegno della madre.
— Ma perchè non ti sei coperto bene con rombreUo?
— Perchè (risponde Gigetto) dalla
parte del cuore dovevo coprire anche l’Angelo Custode.
E c’è poco da scherzare, povero il
mio Gigetto, perchè i suoi libri non si
fermano lì; se il buon cuore non basta. arriva col miracolo la Paura!
Da un testo citato dal Rodelli, ecco cosa può apprendere Gigetto, se
non sarà bravo e non avrà « le buone
disposizioni » prescritte da S. Romana Chiesa... « Fra coloro che si accostarono a ricevere la S. Comunione
ve ne furono cinque che Dio castigò
pubblicamente perchè non erano ben
disposti; infatti avendo messo fuori
la lingua per ricevere la Santa Ostia
non poterono più ritirarla. _ Tre di
essi rimasero in quella posizione finché fu tolto loro di bocca il Sacramento ».
Come li erudisco il pupo
Il bambino è ancora cresciuto; intorno a lui non si parla più soltanto
di babbo, mamma e pappa.
Sente parlare (ha dieci anni oramai
e frequenta la Scuola Media) di presidi, sindaci, prefetti, e, naturalmente,
di parroci e Vescovi. L’Angelo Custode non sembra più sufficiente.
Ed allora l’illustrissimo signor Gesnaldo Nosengo ed altri (ancora citati dal Rodelli) spiegano autorevolmente al nostro Gigione che egli deve
valorizzare il metodo « attivo » e procedere con quello comparativo. Deve
insonuna aprir gli occhi. Così vedrà
delle ordinanze, all’albo della scuola,
con la firma del Preside; al Mimicipio vedrà ordinanze con la firma
del Sindaco... Se procederà oltre, arriverà a vedere che « le leggi evangeliche della carità verso Dio e verso
il prossimo e le Beatitudini sono decreti firmati da Gesù Cristo che li
affidò agli apostoli ». Chè se poi Gigione vuole proprio una firma autentica, sappia che « ci sono anche leggi
firmate dal Papa come Capo della
Chiesa e Vicario di Gesù Cristo : sono
i Precetti della Chiesa».
In un libro della Scuola Elementa
re dal titolo suggestivo: Cerchiamo
insieme (citato dal Rodelli) si vede
l’applicazione pratica: una firma del
preside, una firma del sindaco, il ritratto del Papa (Pio XII) con la didascalia : « Il Papa può far leggi ».
l/erso l’altn, iusieme !
E’ ima progressione impressionante. In basso, la scuola; poi, più in
alto, il municipio; poi, alto su tutti
«il Papa che fa le leggi»!
Il fondamento ed il coronamento
dell’educazione sono tutt’uno : si parte
da Roma, si ritorna a Roma. In fondo,
non si è mai usciti da Roma.
E per attuare questo processo involutivo, Roma ha forgiato gli strumenti
adeguati; con prudenza talvolta, spes.
so in tono sprezzante, senza rinunzia, anche quando ha dovuto segnare
il passo.
Lo sapevate che « in un sol giorno, il
22 maggio-1953, alla vigilia delle elezioni, furono emanati 350 decreti di concessione di ’’riconoscimenti legali” a
scuole private »?
Noi ci amareggiamo, parliamo di
prepKitenza clericale, di invadenza
confessionale. Linguaggio grossolano
il nostro! Oh! quanto più elegantemente osservava Pio XII ; « Il bene
comune richiede che lo Stato tuteli
c rispetti il diritto all’educazione appartenente alla famiglia ed alla Chiesa ».
Amarezza? Che diamine! Riconoscenza ci vuole! (e possibilmente
qualche miliardo non troppi alla
volta, perchè c’è pure, ancora, una Co.
stituzione — ma il Vaticano sa aspettare) (abbiamo appreso dalla stampa
che il Ministro della P. Istruzione ha
recentemente espresso questa riconoscenza e stanziato alcuni miliardi per
le Scuole Materne del Vaticano; o
meglio: della Chiesa di Roma).
Senza troppi scrnpoli
Naturalmente, ripetiamo, ci vogliono strumenti adeguati. Così un libro
di religione per le Scuole Medie Superiori ( ! ) parla dell’« inverecondo Lutero (che) dopo aver abbandonato
l’abito monastico, portava seco di notte dal monastero Caterina Bora....;
fu superstizioso ed empio, turpe e
violento nel linguàggio, amante di
osceni simposi, nella bettola dell’Orso
Nero ». Di Calvino apprendono i vari
Gigetti e Gigioni dltalia che « ...si
macchiò di delitti fin dall’infanzia;
(che) la sua vita fu suggellata da pessima morte in seguito a vergognosa
ed umiliante malattia».
Ma i libri non bastano! Ci vogliono
gli insegnanti.
Alcuni dati soltanto, che desumiamo ancora dal docjimentato libro del
Rodelli.
Nel 1952-53, circa un milione di bambini frequentano le Scuole Materne
(Asili infantili); di essi il 48“/o è
iscritto a scuole gestite da religiosi!
Questa cifra di 1.000.000 è salita nel
1956-57 a 2 milioni.
Su 35 scuole magistrali che preparano alle Scuole Materne, solo 5 erano statali (cioè aperte anche ai non
cattolici), fino a tempi assai recenti!
I Collegi femminili di ispirazione ecclesiastica erano, due anni or sono,
circa 600; cioè circa r85“/o di quelli
esistenti !
Tiri le somme il"solito candido lettore. ci.
(1) LUIGI RODELLI: Preti in cattedra, Ediz. Parenti, Collana « Chiesa
e Stato». L. 800
La Libreria Editrice Claudiana, 60 anni fa, a Firenze^ nell’Ufficio della Direzione (Palazzo Salviati, via dei Serragli), a destra il Direttore generale pastore Odoardo lolla,
che per 35 anni (1890-1925) consacrò le sue energie a questa Istituzione; ed a sinistra
il suo collega pastore Bartolomeo Pons, di-rettore de L’Italia Evan gelica ”.
Un lutto a Coazze
Dopo una breve e leggera malattia, all’età di 81 anni, è deceduto il Sig. Luigi
Martoglio. I funerali lianno avuto luogo
giovedì, 26 novembre u. s., alle ore 15,
con gran numero di intervenuti.
11 sig. Martoglio è stato una delle colonne della nostra comunità. Da quando
ha conosciuto il Signore, egli non si è
mai vergognato dell’Evangelo. Ed ha sempre tenuto in alto la propria chiesa, re
stando saldo come una roccia.
Nella vita della Comunità —• quale diacono, anziano e cassiere — ha compruio
per lunghi anni il suo mandato con pun
tualità e diligenza. E di fronte alla morte,
ci ha fatto conoscere la serenità, la pace
e la gioia che godono tutti quelli che confidano nell’Eterno e sanno accettare con
fede e sottomissione lutto quello che da
Lui ci viene. Per tutte queste cose, non
possiamo che ringraziarlo e benedire la
sua memoria.
Nè possiamo non esprimere la nostra riconoscenza, per il bene che ci ha fatto in
questa circostanza, alla signora Gioacchina
Martoglio. Con la sua umile sottomissione
e prontezza nell’accogliere (anche nel momento del lutto) con riconoscenza la parola d; promessa e di conforto del Signore
— essa ci ha mostrato quale deve essere
l’atteggiamento della Chiesa (di noi tutti)
davanti al Signore, e in ogni momento
della nostra vita.
Cosi, ben possiamo dire che il giorno
del lutto, è stato mutato per noi in giorno
di rivelazioni e di benedizioni, Sìa ringra,
ziato il Signore, che ci consola in ogni nostra afflizione! E die ha mutato e muta il
nostro pianto in canti di gioia.
A quanti sono nel lutto, ripetiamo ancora una volta le parole del Signore: « Tu
non temere, solo abbi fede ».
RORA’
Martedì 8 dicembre ore 19,30 culto di
famiglia al Peyret; mercoledì 9 ore 20 riunione quartierale alle Fucine.
La scuola nelle recenti dichiarazioni
della Conferenza Episcopale Italiana
Com’è stato reso noto, la recente Conferenza Episcopale Italiana nelle dichiarazioni conclusive si è soffermata sul problema
della scuola. Riteniamo utile riportare le
testuali parole:
« La Conferenza Episcopale Italiana ha
posto ancora la sua attenzione sulle scuole
e sullo sforzo che le autorità civili fanno
per dare una sempre maggiore istruzione e
sana educazione alla nostra gente; e in questo ampio quadro non dubita che le scuole
dipendenti dalla autorità ecclesiastica saranno tenute in quella considerazione che
esse meritano e per le benemerenze già acquisite e in rapporto al reale riconoscimento della libertà della scuola, la quale esige,
per essere effettiva, die le famiglie cattoliche non siano messe in condizione di non
poter scegliere per i propri figli la scuola
che preferiscono senza dover affrontare
nuovi oneri ».
In queste affermazioni, tre cose sembrano doversi sottolineare. Anzitutto il plauso
verso l’impegno che dimostrano e gli sforzi
die i-ompiono nel settore scolastii-o lo Stalo, i comuni e le province: il riconoscimento cioè di quanto si fa e si intende fare
non soltanto per debellare Tanalfabetismo,
ma per rendere effettivo e gratuito l’obbligo scolastico sino ai 14 anni, per lo sviluppo deU’istruzlone professionale, per dare
aiuti e mezzi ai capaci e meritevoli affinchè
possano raggiungere i più alti gradi della
(-ultura. Si riconosce Timpegno che le autorità civili si sono assunto, mettendo in
primo pian-o, tra i problemi nazionali, quello della scuola, che coinvolge provvidenze
di quadri di personale, di strutture, ed
anche di edifici ed attrezzature, oltre che
di aiuti particolari (borse di studio, patronati), e che investe tutti i gradi deU’istruzione, dalla materna all’universitaria. Ciò
richiederà notevoli mezzi economici ed una
relativa gradualità di applicazione.
In secondo luogo viene vigorosamente affermata la particolare considerazione in cui,
in questo quadro generale di rinnovamento e di sviluppo della scuola, devono essere tenute le scuole dipendenti dall’autorità
ecclesiastica. Non si tratta soltanto di un
generico appello in favore della libertà della scuola, una tra le fondamentali libertà
del vivere civile; ma si chiede anche che
vengano tenute nel debito conto le benemerenze che queste scuole hanno acquistate
per quello che hanno fatto e fanno tuttora. E’ in queste scuole che è nata buona
parte della cultura moderna; è sul modello di esse che si è strutturata l’attuale scuola italiana, anche dove essa si è laicizzata.
La legge Casati, che per quasi cent’anni ha
retto la scuola italiana, non è forse una
immediata derivazione delle scuole, soprattutto umanistiche, tenute da famiglie religiose? E, per citare un esempio più vicino
a noi, dove ritroviamo l’origine e il primo
sviluppo delle scuole professionali?
Lo benemerenze di queste scuole, di antica o di nuova tradizione, si fondano principalmente su una impostazione — anche
sotto l’aspetto umano — profondamente educativa, e non soltanto nozionale, o peg
gio ancora ordinata al conseguimento di un
diploma. Es.se sono non soltanto scuole, ma
istituti di educazione; per questo sono ben
note e ricercate da coloro che, preoccupati
dell’educazione e istruzione dei loro figli,
liberamente ad esse li affidano, anche quando l’educazione impartita in scuole confessionali non è conforme al loro credo religioso o politico. I genitori, consapevoli delle loro respon.sabilità, sanno di trovare in
queste istituzioni — siatio esse soltanto scuole materne, o scuole secondarie — degli
educatori che per vocazione si applicano
al difficile e talora ingrato compito dell’educazione, con carità, con abnegazione,
con rinunzie, con prudenza.
In particolare queste scuole sono molto
apprezzate dai genitori veramente cristiani,
che vogliono tutelata la fede e la morale
dei propri figli. Da esse poi la Chiesa si
aspetta la preparazione di queirautenlico
filone di gioventù cristiana dalle idee forti,
chiare, sane, operanti; affinchè questo cristianesimo, al quale vengono affidate le sorti delle anime sia ancora nelle nuove generazioni un cristianesimo vivo, che porti
domani in mezzo alle famiglie, alle popolazioni, alle professioni, la sua testimonianza. In questa preoccupazione pastorale sta
la ragione dell’accorato appello che è possibile cogliere tra le righe del comunicato
dclLepiscopalo italiano: il timore che nello sviluppo della scuola nazionale venga
esclusa quella dipendente dall’autorità ecclesiastica, mutilando la libertà della scuola col riservare le provvidenze economiche
solo a quella di Stato.
Nulla vi è nella diehiarazione dei vescovi
contro la scuola direttamente gestita dallo
Stato: si riconosce (sic!) indirettamente
l’alto servizio die essa rende alla nazione,
ma nello stesso tempo si rivela che essa,
per la mancanza di principi informativi e
di omogeneità spirituale fra gli educatori,
presenta, dal punto di vista cristiano, delle
fondamentali carenze. In questa scuola, accanto all’insegnamento della religione,
quando sotto la specie della libertà d’insegnamento non vi sia da parte di qualcuno
esplicita affermazione di errati principi,
vi è nei casi migliori un pensiero che nel
delicato compito educativo si limita all’uomo ed alle realtà naturali e terrestri e si
organizza al di fuori della Rivelazione,
ignorando o negando le realtà soprannaturali. Fatalmente una tale scuola porterà i
più all’indifferenza, aU’agnosticismo, ad
una mancanza di principi cristiani; il che
fortemente preoccupa i pastori delle anime,
perchè senza principi non si vive, e non
bastano quelli soltanto ispirati ad un umanesimo terrestre: se mancano quelli buoni,
ineluttabilmente subentrano quelli meno
buoni e quelli deteriori. Vediamo proprio
in questi giorni ciò che procura alla gioventù questo sbandamento e questa mancanza di sani principi.
Affinchè non risulti così praticamente
esclusa la libertà d’insegnamento, intesa
come espressione della personalità del professore i vescovi chiedono una libera scuola, nella quale gli insegnanti possano pie
Accanto alla recensione de « I preti in cattedra » riportiamo dal quaderno della Civiltà Cattolica del 21 novembre una parte dell’articolo del p. Ferdinando
7 rossareUi S. J. sulle recenti dichiarazioni della Conferenza Episcopale Italiana in
merito al problema della scuola: ci siamo ¡termessi di sottolineare il testo, qua e là.
Il problema è grave; ed è, da parte cattolica, invertito, come se l’oppressa fosse
la scuola confessionale cattolica! Il Ministro Medici, concludendo al Senato il
dibattito sul piceno decennale per la scuola italiana, ha dichiarato: ” Lo stato democratico, per non degenerare verso forme autoritarie, deve garantire, nel suo interno, la vita degli enti intermedi, dalla famiglia alla regione, dal Comune alle
associazioni professionali, alla scuola non statale, che assicurano la difesa dell’individuo e quindi la sua libertà ”.
namente trovarsi a loro agio, senza offendere il diritto degli alunni e delle loro
famiglie. Pio XII così ebbe ad esprimersi
su tale argomento:
« La scuola, l’insegnamento impartito
giorno per giorno durante anni, agisce come una forza grandissima, lenta ma persistente, quasi invisibile, ma pertanto più
radicale. Non si dica che i maestri dovrebbero venir costretti ad accantonare le
convinzioni ideologiche personali durante
la loro attività nella scuola. Si chiederebbe ad essi di fare cosa impossibile, sia pure
nelle cosiddette materie « neutrali », per
non parlare delle altre discipline scolasti
che. Sarebbe però un’offesa ai più elemen
tari diritti dell’uomo, se si volessero co
stringere i genitori ad affidare i propri fi
gli aU’influsso di una scuola i cui maestri
hanno atteggiamento indifferente, negativo
e persino ostile nei confronti delle convinzioni religiose e morali professate nella casa paterna ».
Ne segue, anche se ciò possa sembrare
paradossale, che la scuola libera — quella
che spesso viene chiamata con l’appellativo di confessionale —, scelta cioè liberamente tanto dai professori quanto dalle
famiglie per un determinato tipo d’educazione. è l’unica che possa rispettare la
effettiva libertà d’insegnamento.
Nè si pretende di impedire lo sviluppo
della scuola statale (sic!), <die nel settore
secondario nel 1956-57 è aumentata in popolazione assoluta dell’86 per cento rispetto a quella del 1947-48, e con un incremento relativo sul totale per il medesimo
periodo del 6,5 per cento (passando da
76,3 per cento a 82,8 per cento). I vescovi
italiani domandano soltanto che la scuola
dipendente dall’autorità ecclesiastica non
venga gradualmente soffocata; essa che ha
avuto dal 1947-48 al 1956-57 un incremento
del solo 29 per cento, ed una diminuzione relativa del 3,5 per cento, passando dal
14,6 per cento del 1947-48 al 10,9 per cento
del 1956-57. Ed il fenomeno non cessa di
aggravarsi ancora rapidamente. In questo
anno scolastico 1959-60, co,n l’aumentato
numero della popolazione scolastica, contro mille nuove scuole statali, ai prospetta
la chiusura di una cinquantina di quelle
dipendenti dall’autorità ecclesiastica.
I vescovi italiani chiedono che questa
scuola, del resto così benemerita, possa
continuare a vivere, e proporzionatamente
svilupparsi, per i figli dei genitori che liberamente intendano affidarli ad essa, affinchè ricevano quei principi educativi che
sono per loro essenziali, e che la scuola
di Stato, pur così benemerita, non può
generalmente dare in maniera adeguata
per le deficienze da noi sopra segnalate.
Ciò in pratica esige queUo che in terzo
luogo viene chiaramente indicato nella dichiarazione dell’episcopato : e cioè che la
libera scelta della scuola, anche di quella
dipendente dall’autorità ecclesiastica, non
metta i genitori in condizioni di dover assumere nuovi oneri economici. Da quanto
si è detto, questa libera scelta s’impone alla coscienza del genitore cattolico, e d’altra parte, quello « di istruire ed educare
i figli » è un diritto riconosciutogli dall’art. 3() della Costituzione. La clausola
« senza oneri per lo Stato », dell’art. 33,
prescindendo per ora (e perchè? n. d. r.)
dall’interpretazione più restrittiva che vorrebbe mettere in dubbio la legittimità di
conferire aiuti economici alle scuole non
statali, non può colpire i genitori nella
loro legittima e fondamentale libertà.
Il problema è scottante ed attuale. Si
sta appunto discutendo in questi giorni
al Senato il piano decennale della scuola
che si prefigge di assicurare i mezzi economici per lo sviluppo della scuola italiana ; sono state presentate al Parlamento, o sono in avanzata preparazione, altri
importantissimi disegni di legge sulle strutture scolastiche. L’episcopato italiano ritiene che sarebbe non conforme a giustizia e lesivo degli intere.ssi dei genitori cattolici. se tali provvedimenti non dovessero tener conto dei diritti dei genitori —
anche .sotto l'aspetto economico —■ ad una
libera scelta della scuola; o si pensasse di
prenderli in considerazione quando tutte
le risorse economiche dello Stato fossero
già stale praticamente bloccale per un decennio. F. Trossarelli S. J.
Doni per Pradeltorno
Maddalena Bonnet, ricordando il Pastore Stefano Bonnet, L. 200 — In memoria di mio padre, il Pastore Stefano
Bonnet, Lidia Pons (Roma) L. 1.000
Roberto Revel (Luserna S. Giovanni)
L. 5.000 — Prof. Ernesto Bein (Torre
Pellice), per portare la luce elettrica a
Pradeltorno, L. 3.000.
Grazie! Ricordiamo che le offerte possono anche essere versate sul C. C. P.
N. 2/18502 intestato a Bruno Costabel.
Via Serre 8 - Angrogna - specificando la
causale del versamento.
4
Novità alla Claudiana!
SELMA LONGO
ACCADDE UNA NOTTE
DI NATALE (L. 150)
L'Eco dellè Valli Valdesi
Novità alla Claudiana!
VIRGILIO SOMMANI
PROFETI E PROFEZIE
h) DEaXA BIBBIA (L. 600)
Notizie idiaiie nostre Comumta
dIVIGROGIVIA (Serre!
Siamo grati al Pastore Giovanni Conte, di Rorà, membro del comitato della
F.U.V., per la simpatica ed istruttiva
serata che ci ha fatto trascorrere giovedì
26 novembre al Serre, con la proiezione
di diapositive sulla vita di Paolo e Gedeone.
Un grazie di cuore anche all’Insegnante Edgardo Paschetto di Torre Pellice per
avere presieduto il culto al Serre domenica 29 Novembre, in assenza del Pastore impegnato a Pradeltorno nella seduta
pomeridiana per la costituzione del consorzio dei futuri utenti energia elettrica
Alta Valle Angrogna.
TORRE PELLICE
Sabato 21 sera il Past. R. Jahier, a cui
esprimiamo tutta la nostra riconoscenza,
ha offerto al buon numero di intervenuti
nell’Aula Magna una nuova bella serie delle sue diapositive commentate;
l’obiettivo era sulle colonie valdesi della
Francia Meridionale e dèi Wiirtemberg.
Domenica 22 è stato battezzato Renzo
Bellion di Ermanno e di Olimpia Resiale.
Il Signore conservi sempre nel Suo patto di
grazia questo piccolo che ha aggiunto al
Suo gregge. Il nostro augurio fraterno ai
genitori e ai familiari.
I giovani della « Pradeltorno » hanno
iniziato le loro riunioni anche nei nostri
quartieri, e siamo sempre lieti di vederli
giungere fra noi. Nei vari quartieri sono
pure stati portati i libri della Claudiana,
in occasione della « Settimana del libro
evangelico ». Ringraziamo pure vivamente
il Sig. A. Abate e il Sig. A. Farese che
hanno presieduto una riunione ai Coppieri e una ai Chabriols.
Sabato 28, aH’Unione Giovanile del Centro, il Prof. Ferruccio Corsani, con l’ausilio del magnetofono, ha presentato agl’
intervenuti (pochini, ma interessati) il lavoro della Commissione per la revisione
dell’Innario. Attraverso la sua vivace esposizione e gli esempi sonori c: .si è potuto
render conto sia di quanto va rinnovato
nell’Innario che, ristampato da vari decenni, è fortemente invecchiato, sia della complessità del lavoro di revisione. Ci rallegriamo di sapere che alla prossima ristampa del vecchio innario sarà aggiunto in
appendice un gruppo di quaranta nuovi
inni. E pensiamo che se il prof. Corsani o
altri membri della Commissione illustreranno nelle comunità il lavoro che svolgono, la cosa potrebbe essere assai utile.
Domenica 29 il culto in francese è stato
presieduto nel Tempio del Centro dal past.
Arnaldo Genre, e gli siamo vivamente grati per la sua efficace predicazione. Ai Coppieri, poi, il gruppo alquanto ridotto dei '
partecipanti al culto ha avuto la bella sor
presa di veder giungere una buona partidelia Corale, che, guidata dal prof. Corsani, non soltanto ha irrobustito il canto ma
ha arricchito il culto cantando il salmo
« Comme un cerf altere brame... ». Il tempo era pessimo, e tanto più siamo grati ai
membri della Corale per esser saliti ai
Coppieri; e ri auguriamo che non sia l’ultima volta!
Sabato 5, alle ore 21, all’U.G.V. del
Centro il Past. Conte presenterà il libro
di A. Goes: « Prima dell’alba ».
Ci rallegriamo di avere fra noi, domenica prossima, un gruppo d! sorelle praline, cui diamo già il più caldo benvenuto.
saw SECONDO
— 11 Culto di domenica 22 novembre
è stalo presieduto dal maestro Edgardo
Paschetto che ringraziamo sentitamente
per il messaggio rivoltoci.
Lo stesso giorno, nel tempio di Bobbio Pellice, il pastore Genre predicava
il suo sermone d’addio ai membri di
quella Chiesa da lui diretta per ben undici anni e dalla quale è stato festeggiato e salutato insieme alla sua famiglia
con parole commosse di augurio e di
arrivederci.
— Sabato pomeriggio è stato celebralo
il matrimonio di Codino Ettore della
Giacoulinera con Codino Pierina del
Ciabot Ras. Iddio benedica questa nuova unione coniugale e l’accompagni giorno dopo giorno con l’abbondanza delle
Sue grazie preziose.
— In occasione di scambio di pulpito
con Torre Pellice il Culto di domenica
scorsa è stato diretto dal pastore Franco
Sommani, che ha predicato un vibrante
messaggio di fede ispirato al Salmo 130,
il magnifico canto del pellegrino che dai
luoghi profondi invoca l’Eterno e attende con pazienza il Suo aiuto con la fede
sincera di chi sa che in Dio c’è perdono,
benignità e abbondanza di redenzione.
La comunità ringrazia caldamente il
pastore Sommani per la sua graditissima
visita.
— Il Santo Battesimo è stato amministrato alla piccola Bertalot Albertina Lidia di Daniele, anziano della nostra parrocchia, e di Paschetto Lidia.
A questo tenero fiore i nostri più sinceri auguri nel Signore che lo faccia crescere e prosperare nelle Sue vie. d. g.
LESERNA SAN GIOVANNI
Dipartenze. — Ricord'amo in silenziosa
meditazione i cari nomi dei compagni di
cammino che, in questi ultimi mesi, hanno ricevuto la chiamata del Signore: Caterina Elena Pons di Coslalunga in età di 73
anni; Margherita Ciordan in Malanot, ai
Malanot in età di 86 anni; Francesca Benecchio ved. Rivoira, agli Airali in età di
77 anni; Susanna Bonjour ved. Rostagnol.
ai Bellonatli, !n età di 83 anni; Margherita
Armand-Bosc in Cougn, alla Ciaperassa, in
età di 57 anni; Irma Don in Fornerone, originaria di S. Secondo, ma da II anni apprezzata insegnante nel nostro Comune:
Adolfo Benech, ai Bellonatti, in età di 61
anni; Alice Benecchio in Tourn, alla Maddalena, in età di 72 anni; Ciovanni Prospero Reymond, dei Bellonatti, in età di
55 anni; Fanny Buffa in Chiaria, di Angrogna, deceduta ai Nazzarotli in età di 69
anni; Edoardo Umberto Besson, dei Bes
son, in età di 70 anni. Lunedi scorso abbiamo accompagnato al loro ultimo riposo
terreno le spoglie mortali del prof. Bruno
Revel di Miravalle, deceduto a Milano in
età di 64 anni. Sulle famiglie provate da
queste dolorose separazioni scenda la pace
del Signore, nella assoluta fiducia nelle sue
promesse di vita.
Nuovi focolari. — Agli sposi novelli di
questi ultimi mesi, va il nostro costante augurale pensiero. Il 14 settembre abbiamo
celebralo nel nostro tempio 3 matrimoni:
Romano Buffa e Alfonsina Rivoire; Rinaldo Meynet e Margherita Meynet; Elio Ciovanni Peyrot e Ada Adriana Arnoulet e il
21 settembre abbiamo unito nel sacro vincolo Oreste Bomo di Torre Pellice con
Erica Margherita Stalle. Lo stesso giorno,
in Genova, il nostro ex presidente unionista Doti. Marco Gay si univa in matrimonio con la sig.na Ellen Koch di Pinerolo.
11 lo ottobre nel nostro tempio d: Torino
imploravamo la benedizione divina sugli
sposi Enrico Jahier e Silvana Miceliino.
Nozze d’oro. — 11 20 novembre nella
serena pace del loro alto villaggio i coniugi Francesco Mainn e Rosa Cecilia Tourn
di Mourcious hanno celebrato il mezzo secolo di vita insieme. La Comunità ha loro
espresso il suo affettuoso augurio nel Signore.
Vita Unionista. — L’Associazione Femminile come le Unioni Giovanili del Centro e dei Peyrot sono in pieno fervore di
attività. Queste ultime hanno ricevuto, sabato scorso, una gradita visita della consorella pinerolese accompagnata dal pastore
sig. Deodalo e dal presidente sig. Rivo’r,
Dopo lo scambio di messaggi dei Pastori
c dei Presidenti Rivo ir e Paolo Chiavia.
la nostra filodrammatica ha coronato il lieto incontro con un’applaudita produzione.
Anche la Corale, arricchita di nuovi elementi, sembra in netta ripresa dell’anf’c i
ottima fama. Guidata dal Pastore C. Tourn
e dal Direttore G. Albarin una quarantina
dei nostri bravi cantori hanno effettuato,
domenica 22 novembre, in gita autotrasportata, una visita alla Comunità di Ivrea che,
Incontro nel Messico
del Consiglio Mondiale dell’YWCA
Martedì 24 novembre, a Villa Elisa
(Torre Pellice), dinanzi a numerose intervenute, la doti. Margherita Gay Meynier, presidente nazionale dell’UCDG d’Italia, ha riferito sul suo viaggio a Cuernavaca (Messico), dove ha preso parte
nel Settembre u. s. al IS» Consiglio mondiale dell’YWCA che, per la prima volta, si è tenuto nell’America latina.
La conferenziera con la sua parola facile e eloquente ha trasportato l’uditorio
in un paese poco conosciuto, vario e pieno di fascino. Abbiamo così ammirato
anche noi i fiori lussureggianti, i prati
di un verde smagliante, i picchi nevosi
che si alternavano alFammirazione delle
250 delegale convenute a Cuemavaca da
54 paesi di tutti i continenti.
Abbiamo ascoltato con interesse la ricapitolazione della storia del Messico,
della sua civiltà distrutta dagli Spagnuoli
e la successiva indipendenza e riforma
sociale e politica per opera di uomini
illustri pieni di ardimento e di fede.
Specialmente numerose sono state a
questo Congresso le delegazioni delle
YWCA dell’America latina, dell’Asia e
dei paesi giovani dell’Africa come il Gha
na, dove le donne si sonò ultimamente
affermate con personalità di primo piano
Il Consiglio Mondiale è durato 15 gior
ni durante i quali sono state molto ap
prezzate conferenze di uomini di valore
come il doti. Rees del Consiglio Ecu
inenico delle Chiese, presidente del comitato internazionale per l’anno mondiale
del profugo.
Hanno rivolto messaggi augurali un
rappresentante dell’ONU (in seno al quale
l’Alleanza mondiale dell’YWCA ha voce
consultiva), Madeleine Barot del Consiglio
Ecumenico delle Chiese, un delegato delle
YMCA e uno della Federazione Cristiana
Studenti.
In riunioni plenarie, in commissioni, nei
gruppi di discussione e di studio si sono
esaminati e discussi argomenti vari, tutti
attinenti agli scopi che l’Associazione si
prefigge e al lavoro che essa intende svolgere con particolare riguardo ai principi
essenziali del movimento: il compito cristiano dell’YWCA nel mondo attuale.
La presidente mondiale, miss Isabel Catto, che ha diretto con molla capacità lutti
i lavori del Consiglio, ha precisato ai giornalisti intervenuti alla riunione di apertura che nei prossimi quattro anni l’Alleanza mondiale si propone di intensificare la
opera di assistenza ai profughi (già avviata da molti anni) attraverso le sue associazioni in tutti i paesi, e di perseverare con
forze rinnovale nella preparazione della
donna — senza alcuna distinzione di razza,
e di credo religioso o politico — alle sue
responsabilità nel mondo in cui viviamo
oggi, traendo l’ispirazione dall’Evangelo,
guida sicura per una continua riforma
individuale e sociale. m. t.
presieduta dal già nostro Pastore G’orgio
Bouchard e dalla sua gentile Signora, di
sangue un po’ nostrano, li ha ricevuti con
la più squisita generosità eporediese, procurando loro, nell’ìmtervallo fra l’agape
in comune e il sontuoso thè dell’arrivederci, una interessantissima visita agli Stabilimenti Olivetti e all’annesso stupendo giardino d’infanzia. Alla ospitale comunità di
Ivrea ancora da cpieste colonne un grato
fraterno saluto dalla comunità di L. San
Giovanni. r. j.
PINEROLO
Con la dipartenza del cav. Oscar Codino, la nostra Chiesa ha perduto uno dei
suoi membri più conosciuti e stimati; il
ricordo di lui rimane fra noi vivo ed in
benedizione. Rinnoviamo ai familiari la
assicurazione della nostra simpatia, come
pure ai parenti di Cardiol Daniele, deceduto in età di 70 anni nello stesso periodo di tempo.
Sono stati amministrati tre battesimi:
Vola Silvio, di Renato e di Alfano Fiorella; Francis Morris Jones, di W. H.
Morris Jones e di Genre Graziella; Trom
botto Franco Enrico, di Umberto e di
Godine Elda. Il Buon Pastore accompagni ognora con la Sua Grazia questi
agnelli del suo gregge.
A partire dal 18 ottobre è ricominciata
la Scuola Domenicale; poi, man mano,
sono state riprese tulle le Attività ecclesiastiche.
L’esperimento di abbinare in qualche
modo Scuola domenicale e culto si è dimostrato soddisfacente ed è stato generalmente gradito: i bambini, inquadrali
dalle loro monitrici, partecipano attivamente alla prima parte del culto, mentre
gli adulti ascoltano volentieri la breve
spiegazione della lezione; le due .Attività
proseguono quindi separate, permettendo
ai genitori e parenti di prendere con sè
i figlioli all’uscila. Felice soluzione del
problema — chiamiamolo « stradale » —
diventato, anche per Pinerolo, assai grave.
La Corale è risorta con islancio sotto
la direzione competente della prof. Elda
Turck. Nei vari Quartieri, le Riunioni
serali, tenute presso Fratelli i quali « accolgono la chiesa iit casa », sono oramai
intonale al messaggio delFAvvenlo.
Infine, già si sta pensando con impegno a preparare le prossime Celebrazioni
del Centenario. Il 29 giugno 1960, infatti, il Tempio valdese di Pinerolo avrà
cento anni di vita.
Così, in ispecie, là benemerita Unione
Femminile, sotto la direzione della signora Deodato assistita dal suo « Stalo
Maggiore », sta allestendo un grande Bazar per l’8 dicembre. Ma ben altre Opere
si profilano suU’ori/zonle, ideate dalla
apposita Commissione; di esse è stato
presentalo il progetto — tramite il Pastore — all’Assemblea di Chiesa tenutasi il 29 novembre. Sarebbe prematuro
addentrarci fin d’ora nella descrizione
particolareggiata di coleste opere — alcune delle quali già sono eseguile (impianto di riscaldamento centrale, ritocco e perfezionamento degli impianti elettrici, ripulitura di vari ambienti e delle
facciale esterne, ecc.i. Ma già segnaliamo, come essendo d’interesse generale,
l’apertura di un Convitto per Studenti,
la cui necessità è ovviamente molto sentila; e ci lu.singhiamo perciò che, anche
da fuori, ci pervengano al riguardo consensi ed aiuti...
La stessa Assemblea del 29 novembre
u. se. ha riconfermato con unanime applauso che suona riconoscimento della
apprezzata opera loro, i due Anziani la
cui nomina scadeva per compiuto quinquennio: i sigg. Vola Adolfo e Fornerone Valdo.
POMARETTO
Domenica 22 novembre è stato celebrato il servizio funebre di Corveglio
Fanny del dot Inverso, deceduta dopo
molte sofferenze. Un folto pubblico ha
preso parte alle esequie. Il Signore consoli la famiglia, in particolare quelli che
le erano più vicino.
Domenica 22 novembre il cullo è stato
presieduto dal Pastore Davite Franco. A
nome della Comunità lo ringraziamo di
cuore.
La domenica 13 dicembre la Comunità
è invitata a prendere parte all’assemblea
di chiesa per la elezione dei diaconi e
anziani designati dalle riunioni quarlierali.
miglio della Comunità per presentare e divulgare le opere della Editrice Claudiana.
Sviamo r’conoscenti a questi giovani che
sapendo sacrificare ore di riposo e di lavoro desiderano rendere un servizio alla
loro Chiesa. E’ pure in programma per il
prossimo mese la preparazione di una serata ricreativa e familiare.
La nostra unione delle madri è divisa in
due gruppi, il gruppo di Maniglia che ha
le sue regolari sedute ogni secondo mercoledì del mese e il gruppo di Ferrerò il
cui numero di presenti quest’anno è aumentato avendo spostato le nostre sedute
dal giovedì pomeriggio alla domenica. Le
sedute a Ferrerò si terranno ogni prima c
terza domenica e facciamo ancora un caldo invito a tutte le sorelle della Comunità
a voler intervenire e collaborare per la felice riuscita di un buon anno di lavoro in
comune.
Anche il gruppo corale ha ripreso le sue
ripetiz’on'i e notiamo con piacere la buona volontà di alcuni e desidereremmo che
altri ancora si aggiungessero al gruppo.
Si sono sposati nel nostro Tempio Ciòdina Raima (Traverse) e Aldo Clot (Chiollii il 17 ottobre; Irma Peyrot (Crosetto) e
Gino Griglio (Ch’otti inferiori) il 24 ottobre. Rinnoviamo a questi sposi i migliori
auguri di felicità e benedizione.
L’il novembre con larga partecipaz one
di parenti e conoscenti è stato celebrato
il funerale della nostra sorella Adelaide
Peyran ved. Ribet richiamata a Dio all’età
di 84 anni al Saretto di Maniglia. Alla famiglia, alle sorelle, al fratello ed ai parenti tutti l’espressione della nostra prorcnda simpatia.
Una voce onesta
e franca
(segue dalla 1“ pagina)
dente, calare cortine fumogene, scantonare svelti verso altri argomenti.
Basterebbe avere un briciolo di coraggio
e di franchezza, e tante cose si potrebbero
se non altro far sapere, e qualcuna cambierebbe, perchè l’opinione pubblica finisce per avere un certo peso anche in Italia. Son quindici anni che ci è stata ridonala la libertà, e molti italiani (non tulli
per fortuna!) ne hanno ancora paura. Ma
un cattolico, che crede nella Verità, perchè dovrebbe temere la libertà di parola,
anche quando la usano gli avversari? Siano rese grazie al magistrato che ha mandato assolto Ernesto Rossi, il buon vecchio
anticlericale. Luciano Guaraldo.
I AVVISI ECONOMICI \
1 RENTACl^QUENNE, capace, munito di
automezzo, rappresentante da vari anni
importante casa crema per calzature, e
pertanto introdotto clientela droghieri e
tabaccai, cerca altre Ditte alfine di ampliare propria attività. Per referenze rivolgersi Pastore G. E. Castiglione - Via
Saverio Costantino 8 - Bari.
Direttore: Prof. Gino Costabel
Prof. Or. Franco Operti
Libero Docente
in Clinica Ortopedica
Specialista in Ortopedia
Traumatologia e Chirurgia Plastica
Visite presso Ospedale Valdese di
Torino: Lunedì e Venerdì ore 16,30
Consulenze presso Ospedale Valdese
di Torre Pellice : previo appuntamento
Dottoressa
Iolanda De Carli Valerio
Medico Chirurgo
Specialista
in malattie dei bambini
Psicologia e pedagogia
Consultazioni presso l'Ospedale
Valdese di Pomaretto
primo e il terzo mercoledì del mese
Óre 14-16
« L’Eterno è il mio pastore,
nulla mi mancherà ».
(Salmo 23 . vers. 1)
E’ mancato all’affetto dei suoi cari :
Luigi Martoglio
Anziano della Chiesa Valdese di
Coazze
Ne danno il doloroso annunzio : la
moglie Gioacchina Rosa Brusin, la
sorella, i cognati, nipoti, e parenti
tutti.
Coazze 25 Novembre 1959
« Mon âme, bénis l’Eternel, ei
n’oublie aucun de ses bienfaits!» (Ps. 103: 21
Confiante dans l’Eternel, notre bienaimée mère et tante,
Jeanne
Lantaret Rostan
a quitté cette terre le 28 Novembre,
à l’âge de 90 ans.
L’annonce de son départ est donnée per sa fille Lydiette; ses nièces
Lina Fardel-Forneron avec son mari
Henri, Marguerite Paissa avec son
mari Piero et leur fille Isa, ainsi que
ses autres parents et amis, qui tou.“
en gardent le souvenir le plus af
fectueux.
Florence, le 28 novembre 1959
Pubblicaz. autorizzata dal Tribunale
di Pinerolo con decreto del 1-1-1955.
Redattore : Gino Conte
Coppieri - Torre Pellice
Tel. 94.76
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice • c.c.p. 2/17557
Tipografia Subalpina - s. p. a
Torre Pellice (Torno)
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Nous sommes heureux d’apprendre que
pour rinstant la situation seliolairç semble être réglée avec la « .supplenza » de
Claudio Tron.
Les jeunes ont nommé lors de leurs deux
dernières séanees le Seggio de l'Union:
président. Nino Tron: viee-président. Clandio Tron; secrétaire, Gabriella Pons
(Champ la Salse); eaissière, Gabriella Pon.-;
( Ayasse).
FERRERÒ = MANIliLia
Tutte le nostre attività hanno ripreso la
loro regolare vita verso la fine del mese
d’ ottobre e al principio di questo mese.
Iæ due scuole domenicali hanno ricoininc'a'o le regolari lezioni.
Accanto ad esse funziona una buona
unione cadetti. Ogni quindici giorni il giovedì pomer'ggio i no.stri cadetti si riuniscono non solo per un programma di studio e di giochi ma per preparare un banco di vendita per il prossimo Natale.
/ giovani, se pure sen.sihilmente ridotti
di numero quest’anno per ragion: militar
c di lavoro hanno ricomincialo le loro regolari sedute che ci auguriamo maggior
mente frequentate e seguile. Un gruppo
di volonterosi visita in questi giorni, n
occasione della settimana del libro, le fa
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