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Torre Pdllce, 12 Dicembre 1941-XX
M. 50
L’ECO DELLE
Rigruardale alla roccia onde foste tagliati 1
(Isaia Li, I)
S«tftinaan«al«
* Nulla sia più forte della vostra fedel
Qianavello)3
■ ■ -líSííte-.'-.,
ABBONAMENTI
Italia e Impero . . , . Anno L. 15 — Semestre L. 8
Estero ..... »___ 25 — » » 15
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AMMINISTRAZIONE: Via
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REDAZIONE: Via Arnaua, ^ ^
Ogni cambiamento d’indirizzo costa una Iii%"
(Dent. 30 la copia
COMUNICATO UFFICIALE
Si notifica che la Chiesa Valdese di
Firenze (Via Manzoni) avendo ottenuto la propria autonomìa, come da Art.
14 Atti del Sinodo 1941, è dichiarata
sede vacante.
La nomina del suo Pastore dovrà
farsi a norma degli Art. 14, 15 e 22
dei Regolamenti Organici.
Per la Tavola Valdese :
Virgilio Sommani, Moderatore.
Roma, 2 dicembre 1941-XX®.
Il 6 dicembre era da Dio chiamata
a salire ad una sfera di attività superiore con la più chiara, visione délVeterne verità dell’Evangelo, la signora Ada
M. Arias-Jahier, compagna di vita e
d’opera del pastore Valdese A. Arias,
al quale rivolgiamo, in una alle famiglie
Arias e Jahier, l’espressione della nostra cristiana simpatia.
Il Risveglio religioso dietro al quale
sospira l’anima dì tutta la Cristianità,
non è — occorre dirlo subito e chiaro
— il risultato di un’azione miracolo.sa
,di Dio. Simile al Regno dei cieli, di cui
Gesù diceva che non viene in modo da
attirar gli sguardi ma è dentro di noi,
il Risveglio nasce e cresce nel segreto
delle anime.
Ne risulta che esso non è unicamente, come molti se lo sognano, un dono
del beneplacito di Dio, una specie ói
manna che imbiancherà, un bel mattino, e a nostra insaputa, i nostri monti
e le nostre Valli.
No. Se è vero, com’è, che il Risveglio
è il risultato . detrazione dello Spirito
di Dio sull’uomo, ne consegue chejt più
l’uomo si pone sotto aH’ìnfluenza diretta di questi, più ne subirà la sua
azione.
Vi è dunque lì, per l’uomo, qualcosa
da fare.
Opera eminentemente divina, il Risveglio si fa in noi con la volontà e la
cooperazione dell’anima umana.
Nessun dubbio su ciò: L’uomo deve
andare incontro al suo Dio; deve, in
qualche modo, provocarlo. Per questa
santa provocazione, un’arma efficace
da usare è la preghiera. In ordine di
tempo, anzi, essa è la prima. E’ l’appello angoscioso dell’uomo a Dio onde
questo venga a proiettare la sua luce
fino nel profondo del suo cuore e rivelargli il vero suo stato.
Preghiera dunque, di umiliazione,
grima di tutto e sopratutto. Lavoro
preparatorio, atto a scoprire le situazioni dubbiose in cui si compiace il
|Cuore naturale dell’uomo; azione energica, poi, capace di rivelare tutti ■ gli
interdetti, di sconvolgere gli angoli più
•scuri della coscienza.
Preghiera che deve essere di umiliazione, di conversione e di santificazione personale e che dovrà, in seguito,
allargare il suo campo di azione e diventare preghiera di intercessione, in
favore di un Risveglio collettivo che
parta da quei di casa propria, si estenda a tutta la Chiesa e si faccia sentire
fino all’estremità della terra.
Per creare queUPondata di umiliazione, ognun vede quanto sia nece.ssaria la preghiera individuale, vera
cellula nel mondo dello spirito. Bisogna perciò che ognuno consenta a diventare quel primo focolare donde
partono le scintille incendiarie; bisogna che ognuno impari a saper lottare
per la salvezza delle anime nel silenzio e nella solitudine, ma, in im secondo tempo, anche a cercare la comunione dei fratelli onde lottare con loro e
provocare così l’incendio generale e
la propagazione del fuoco sacro.
Non si tratta di organizzare delle
riimioni ufficiali di preghiera..in cui
lo Spirito di Dìo manca per lo più all’appuntamento, ma di coltivare con
maggior zelo ed efficacia la preghiera
collettiva, fatta spontaneamente nell’intimità dei credenti, per la quale
Gesù ha una delle sue più belle promesse; « Se due di voi sulla terra s’accordano a domandare una cosa qualsiasi, quella sarà loro concessa dal Padre mio che è nei cieli ». (Matt. 18: 19).
Sono spesso stato stupito, leggendo
i dettagli pubblicati sopra taluni risvegli religiosi. — Si aveva l’impressione che essi erano stati provocati
senza alcuna causa apparente, il che,
probabilmente, ha contribuito a divulgare l’opinione che il Risveglio sia un
dono gratùito di Dio che sfugge alla
legge di tutte le relazioni umane di
cause ed effetti. Ma se le cause di quei
Risvegli rimangono ignorate ai più,
voi potete essere certi che di ciò è
stato causa o qualche solitario in sentinella sulla torre, come Gesù pregante
sul monte nel cuore della notte, o un
gruppo di credenti, perseveranti nella
supplicazione, come, a Refidim, il vecchio Mosè ed ì suoi compagni, fintantoché sia venuto l’esaudimento.
Comunque, di una cosa possiamo essere certi e dobbiamo essere compresi,
gli è che, senza le ardenti supplicazioni
nostre, il Risveglio non verrà mai a
scuotere l’inerzia delle nostre Chiese e
a darci la gioia di nuove dedizioni ed i
dolci frutti della nuova nascita.
Sì, sopratutto, preghiamo!
E. Tron.
Giovanni Rostagno
Predica
Lire 1
Questa predica, che dal suo letto di
dolore il prof. Rostagno dedica ai sofferenti, trioverà la vìa dei cuori.
N€»l E LA CHIESA
Per poter pensare e per poter pesare
il problema dei nostri rapporti cóh la
Chièsa dobbiamo partire da una der
finizione della Chiesa e della sua vocazione nel mondo. Diciamo dunque
che Dio vuole che tutti coloro che credono in Cristo Gesù siano uniti a lui
e uniti tra di loro da una comunione
spirituale. Questo vincolo che, crea la
Chieaà Universale di Cristo si esprime
e si manifesta con le Chiese storiche
particolari che cercano, con uno sforzo maggiore o minore di fed^tà, di
avvicinarsi all’ideale della chiesa di
Gristò. La vocazione della chiesa è di.
render testimonianza nel mondo al suo
C!apo e Signore Gesù Cristo, di adorare
Dio, di edificare i suoi membri nella
fede, di proclamare l’Evangelo, di promuovere in ogni modo l’amore e il servizio del prossimo e di vegliare e pregare per l’avvento del Regno di Dio.
Di fronte a tutto questo che la Chiesa è, e che la Chiesa fa, la nostra gente
si divide in due parti; i credenti e gli
indifferenti. Quanto siano grandi in
rapporto l’una all’altra queste due partì non importa. Si tratta di due posizioni di fronte alla chiesa. Una posizione di approvazione, di appoggio, di
obbedienza e di fedeltà. L’altra posizione di reticenza, di opposizione, di
difficoltà, di disinteressamento.
Per gli uni la Chiesa esiste, vive, deve vivere e prosperare. Per gli altri la
Chiesa non interessa, non ha importanza, può anche diminuire o scomparire
senza danno o perdita alcuna. Ecco identificato l’ostacolo da rimuovere,
l’errore da combattere, la pietra che
pesa sulla vita della Chiesa e che la
' Chiesa vuole con l’aiuto di Dio e con uno sforzo delle sue energìe vive togliersi di dosso per vivere una vita più conforme alla sua vocazione. Perchè questa critica della Chiesa? Perchè questo abbandono della Chiesa da parte di
tanti che non vogliono lasciare la fede
ma lasciano la Chiesa?
La Chiesa è una società di uomini
Ecco una accusa assai diffusa. E’
fondata sul consenso dei suoi membri,
guidata da uomini fallibili e inadeguati
e ad essa non mi sento legato.
L’imperfezione dell^opera degli uomini è il limite dell’opera della Chiesa
e gli uomini che Dio ha chiamato al
ministero e all’opera della sua guida
sono deboli e insufficienti al compito.
Ma chi pronuncia questa accusa pecca
contro la Parola dì Dio che ci insegna
che la Chiesa non è opera di uomini
ma è il corpo di Cristo, colonna e fondamento della Verità. « Quelli che stimano, dice Calvino, che l’autorità della
Parola è annullata dal disprezzo e bassa condizione di coloro che l’annunciano, scoprono la loro ingratitudine visto che tra tanti doni eccellenti di cui
Dio ha ornato il genere umano, è una
prerogativa sovrana che Egli degni
consacrare le loro bocche e lingue al
suo servizio, affinchè la sua voce risuoni in esse ». Nell’umanità dei suoi
ranghi là chiesa testimonia la divinità
del suo Capo. E chi rompe il vincolo si
separa dalla grazia di Dio manifestata
nella Chiesa.
La Chiesi!. _
è un insieme di sedicenti cristiani
L’appartenenza alla chiesa è una cosa tutta esteriore. Vi appartiene anche
il disonesto e il malvagio. Più un cristiano è evoluto meno sente il bisogno
di unirsi a questa massa.
E adesione alla Chiesa è un atto esteriore, ma è un atto conosciuto e convalidato solo da Dio. Non chiunque dice: Signore, Signore! entrerà nel Rer
gno - dei cieli ma chiunque entra nel
Regno di Cristo si unisce a lui ed i fra-r
tejli. La Elezione di Dio non può trovare una espressione nella Chiesa visibile; ma chi vive una esperienza cristiana e dice: Credo nella Santa Chiesa Universale deve ricercare sulla terra la forma più fedele secondo la sua
coscienza all’ideale Chiesa di Cristo e
aderire ad essa.
La vita della Chiesa
non risponde alla sua missione
La Chiesa porta agli uomini un messaggio sublime e non dà un eseiinpio
altrettanto alto. La sua predicazione è
sempre quella ma la attività pratica,
la sua portata sociale, la sua attività
culturale, la sua influenza nel mondo
vanno diminuendo.
Qui bisogna vedere se la missione
della Chiesa è veramente una attività
pratica che ha una portata sociale o se
è l’annuncio esclusivo di una Parola di
Dio agli uomini dinnanzi al quale l’attività pratica viene determinata come
conseguenza e non come misura del
principio stesso. La misura della fedeltà della Chiesa, non sta nel successo
esteriore ma sta nella sua confessione
di fede cioè nella predica del Vangelo.
E chi si separa dalla Chiesa perchè la
Chiesa non ha ancora convinto il
mondo di peccato e raccolto la messe
del Regno pecca contro la confessione
di fede della Chiesa che non è altro che
Tobbedienza di oggi al comandamento
di Cristo (Matt. 28: 19).
Noi e la Chiesa
Non vi è nella critica del mondo alla
Chiesa una fondatezza che distrugga
la sua autorità, ma soltanto un richiamo all’umiltà e alla fedeltà. La Chiesa
è opera di Dio a cui siamo chiamati. La
Chiesa è testimonianza a cui dobbiamo
unire la nostra voce. La Chiesa è missione a cui dobbiamo unire le nostre
forze. La Chiesa non vince e non trionfa ma soffre e prega perchè non è il
Regno di Dio ma è l’attesa del Regno
di Dio. E nell’ansia della Chiesa e nella tribolazione della Chiesa è la promessa del Regno di Dio che viene.
R. C.
Giovanni Miegge
Il Piccolo Campanaro
Racconto per i ragazzi
Lire 1,50
Un rapido succedersi di fresche scene campestri, la vicenda di un simpatico ragazzo imldése e della sua famiglia
nell’agitato momento, presente. Graziosa copertina a due colori di R. Jahier.
Particolarmente adatto per Natale.
2
I - M.: .. .»'Ili. I 111 I . --
Si può si deve oggi parlare di risveglio?
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In un precedente articolo, trattando
della natura del risveglio che invochiamo per le nostre chiese, lò'abbiamo definito come «un risveglio dèlia coscienza individuale per opera deUo Spinto
di Dio, accompagnato dà una personale, S
inaosliituibile decisione da parte- dell’uomo».
Affermata così la sovranità di Dio nel
chiamare le anime ad una rinnovata e
più profonda vita cristiana, potremmo
fare un passo innanzi e domandarci in
qual modo Iddio p(^a condurre noi e
le nostre chièse verso il risveglio, di
quali mezzi Egli possa ancora oggi servirsi. *
Per rispondere ad una tale domanda,
non avremmo che da prendere in con- siderazione l’efficacia d’una fedele, ispirata e zelante predicazione della Parola di Dio « vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a due tagli, che ‘
penetra fino alla divisione dell’anima e
dello spirito, delle giunture e delle midolle » (Ep. Ebrei 4: 12), ma che è anche « potenza di Dio _per la salvezza di ■
ogni credente ». (Rom. 1: 16).
Chi potrà valutare di quali risvegli
individuali e collettivi, di quante conversioni a Cristo, sia stata la causa, o
meglio ancora, lo strumento, la Parola
di Dio, annunziata dall’alto di un pulpito oppure nell’intimità d’un casolare
di montagna, ma sempre permeata e vivificata dallo Spirito di Dio ? Basterebbe anche alludere alla potenza della
preghiera di coloro i quali, invocando
un nuovo battesimo dello Spirito Santo
sulla Chiesa, anelano a tempi di maggior fervore religioso e di più visibile
amor fraterno.
E perchè non dovremmo sottolineare,
oltre alla testimoiiianza dei veri credenti, l’azione così preziosa, e spesso così
facilmente attuabile, delle riunioni collettive di quanti sanno cercare, al di
sopra di ogni altra cosa, la comune edificazione e si sforzano di condurre a
Cristo le anime che ancora vivono lontano da Lui ? Quelle riunioni furono
appunto una delle caratteristiche del
Risveglio del 1825 nelle Valli, durante
e dopo la visita di Felice Neff, e ne favorirono lo sviluppo.
Potremmo ancora parlare della prova, delle difficoltà materiali, della persecuzione stessa, come di mezzi dei
quali lo Spirito di Dio si serve per risvegliare le coscienze assopite negli interessi e negli affetti di questo mondo,
perchè illimitata e libera è l’azione dello Spirito.
Ci sono però due condizioni che importa assolutamente di non perdere di
vista se oggi, con sincerità di cuore, noi.
Valdesi, vogliamo rivolgere alle nostre
comunità un energico appello in vista
del risveglio.
Queste due condizioni, io le pongo
di fronte alle coscienze di tutti; di noi
pastori e di voi membri di chiesa.
là
UNA ASSOLUTA NECESSITA’
Il risveglio che invochiamo è esso veramente ima necessita per il nostro
popolo, per la nostra amata Chiesa ?
E se lo è, siamo noi veramente disposti
ad entrare nella via in cui bisogna entrare, perchè il risveglio possa diventare una splendida realtà?
Le mie parole possono sembrare strane, la mia domanda ingiustificata. Ho
invece l’impressione che ci sia qualcosa
da dire a questo proposito; E’ vero che
da anni si va lamentando un affieyolimento della fede e della pietà cristiana, è vero che, assai spesso, si denunciano le piaghe di cui la nostra Chiesa
soffre nel campo morale, sociale, ecclesiàstico, nonché le colpe di cui esso si
rendè responsabile.
Tutto ciò è vero.
di un risveglio, insomma, anche se que
.‘■j
Ma siamo noi tanto convinti della
•' gravità del rpale che denunciamo da^
.sentire anche, con altrettanta convin-|'
zione, la necessità d’un cambiamento,]'
iV
sto risveglio dovesse costarci dei sa
crifizi ? Se, in altri termini, siamo con-y^
sapevoli di non essere ciò che dovrem-^
mo essere, abbiamo noi vivo, penetran- 4
te il senso di ciò che dovrem-^
mo fare perchè la nostra vita cristiana
si sforzi di essere tale, oppure non ci '!
limitiamo (noi .piuttosto a lamentarci ,
ed a piangere sui nostri mali, senza as- ]
sumere di fronte a Dio ed alla vita un]!
nuovo atteggiamento ? .1
Y’è certo molta dignità nel confessa- .
re umilmente il proprio peccato; ogni"
chiesa che si ricordi di essere giudicata
dalla Parola di Dio ha il dovere di farlo.
Ma dopo aver denunziato i nostri mali,
noìy Pdstarte^erhbri di thiésa, dobbiamo disporci a reagire, dobbiamo one
stamente metterci nella condizione di
* t
operare secondo lo Spirito, dicendo:' j
Eccomi, o Dio, per fare la Tua volontà !
Quanti genitori si lamentano dei prò- ^
pri figli e non fanno alcun sforzo reale
per esercitare su di essi una vera azione -f
morale rinnovatrice ! I
- Così può accadere anche a noi, pastori, anziani, diaconi, insegnanti, mem- 'ì
bri regolari delle nostre comunità, di
lamentarci dello stato in cui la nostra '•
Chiesa si trova, senza mai deciderci ad
assumere sul serio le nostre responsabilità, forse senza desiderare un capo- volgimento, dell’attuale situazione, per ^
continuare a vivere più o meno corno- ?
damente, per aver pace, per vegetare '
infine in un pernicioso quietismo.
Il risveglio è una necessità: lo sen
tiamo !
Il risveglio è anche una possibilità: io
invochiam.o !
UNA SICURA POSSIBILITÀ’
Abbiamo sin dal principio affermato
che la vita cristiana è prima di tutto
l’opera dello Spirito di Dio in noi. Perchè questa vita potesse manifestarsi,
S. Paolo ci ammonì, dicendo: « Non spegnete lo Spirito » (1 Tess. 5: 19).
Come non credere nella possibilità
di un risveglio, quando l’azione dello
Spirito di Dio trascende le nostre umane Limitazioni e supera le. nostre stesse speranze ?
Come non aver fede nella onnipotenza di Dio, capace di spezzare anche i
cuori più duri ? Come non pregare ed
esser certi, al tempo stesso, della divina
risposta, se onestamente ci mettiamo al
lavoro sotto lo sguardo del Signore ?
Eppure dobbiamo confessare che troppo spesso operiamo, ma senza vera fede; misuriamo Iddio con la debolezza
del nostro terrestre sguardo e non "gì
ricordiamo che il Suo è un braccio potente, anzi onnipotente: « Mettetemi alla prova, dice l’Eterno degli eserciti, e
vedrete s’io non apro le cateratte del
cielo e non riverso su voi tanta benedizione, che non vi sia più dove riporla ! (Malachia 3; 10).
Ci lasciamo fermare o scoraggiare
dalla fatica, dai piccoli risultati ottenuti, dalle delusioni, dal timore del mondo, dimentichi delle divine promesse e
ignari del valore che l’opera nostra avrà
quando, sia pure entro modesti limiti, essa avrà contribuito alla gloria di
Dio ed al bene di un’anima per la quale
Gesù Cristo è morto sulla croce.
Se un terreno è poco fertile o se vi
prosperano i .rovi e le spine, l’agricoltore non lo abbandonerà senza prima
aver cercato di trarre da esso qualche
frutto; e se i fiori di un albero, in primavera, sono più numerosi dei frutti,
in autunno, non per questo l’agricoltore, sfiduciato, lo trascurerà. Anche nel
l’ambito della nostra Chiesa dobbiamo
con costanza seminare ! i. ,,
« Bisogna seminare, scriveva Felice
Neff, e mettere la candela sul candeliere; perchè se si aspetta che il vento non
soffi più, la si terrà sempre nascosta e
Si,.cqntinug. a guardar le nubi, non
si - seminerà giammai'} » * '
Bisogna seminare, bisogna operare
con fede in vista del risveglio.
Nelle mani di Dio, il risveglio è una
possibilità !
Pastori, anziani, diaconi, insegnanti,
genitori, giovani e giovanotte 'Valdesi,
preghiamo ed operiamo!
NeH’ora da Lui voluta. Iddio rispon
derà !
E. Rostan.
r ' OE» n EHiiusiui
Culti Evangelici
in una Chiesa Cattolica.
Non erano ancora scoccate le ore 10,
del 31 ottobre 1871 che la Chiesa di S. ,
Giuseppe, in Riesi, era al completo !
Il Sindaco, i Consiglieri Comunali, i
carabinieri ed alcuni bersaglieri erano
presenti ed occupavano i primi posti a
loro riservati. L’uditorio era composto,
verosimilmente, da. più di 300 uomini
. e 150 donne,che stavano in piedi ed occupavano tutta la vasta navata del tempio.
« Appena entrato, scrive il pastore
Augusto Malan, mi diressi con passo
sicuro, verso l’Altar Maggiore che si
trovava in fondo alla navata. Salii i
sette gradini che lo sopraelevavano dal
piano della Chiesa e mi preparai a parlare. Non sarei veritiero se dicessi che
ero perfettamente tranquillo, anzi ero
un po’ emozionato perchè sentivo immensa la mia responsabilità dinanzi a
Dio e dinanzi agli uomini essendo chiamato ad annunziare l’Evangelo in simili
circostanze.
Era la prima volta, in Italia, che un
Tempio Cattolico apriva le sue porte
ad un Pastore Protestante e che delle
campane benedette dai preti avevano
chiamato i fedeli per udire la lettura
della Parola di Dio. Non c’era, in quel
vasto uditorio, neppure una persona che
avesse assistito ad un culto in una delle nostre Chiese. La mattina, mentre le
campane suonavano a stormo i preti,
avevano fatto procedere alla rimozione
affrettata dell’ostia consacrata e dei pochi quadri che erano appesi alle pareti.
Io avevo accuratamente preparato un
grande discorso per la circostanza, ma
lo lasciai da parte. Dopo aver invocato
la presenza del Signore, recitai il Padre
Nostro ed il Simbolo Apostolico e, ottenuto il silenzio, lessi il 2 Cap. della 1°
Ep. ai Corinzi e presi come testo il versetto secondo parlando unicamente di
Cristo- e di Cristo crocifisso. Raccontai
loro molto semplicemente la vita di Gesù insistendo sul suo amore per noi poveri peccatori e sulle sue sofferenze per
la redenzione umana. Man mano che
parlavo il silenzio si faceva sempre più
grande. L’emozione s’impadronì dei miei
uditori; c’erano degli uomini e delle
donne che piangevano e che vennero a
dirmi: « parlate ancora ».
Rifiutai dì continuare e li convocai
per Tindomani. Mentre scendevo i gradini dell’Altare, ove mai sìmile messa
era stata recitata, il Sindaco e tutti ì
notabili del paese si affrettarono a
stringermi la mano, mentre alcune donne portavano alle loro labbra i lembi
della mia « redingote » e mi chiedevano
una grazia, cioè di... confessarle !
Non sapevo molto che cosa rispondere e, dopo qualche istante di riflessione, dissi loro che avremmo riparlato
della cosa un po’ più tardi, quando cioè
sarei stato in grado di comprendere il
loro dialetto e quindi la loro confessione. Si dimostrarono soddisfatte della
mia risposta e si allontanarono dicendo
fra di loro: « meschinu un capisce u sicilianu ».
L’indomani, giorno dei Santi, piover
va, cosicché fu impossibile agli uomini
di recarsi al lavoro dèi campi, e la Ghie*
sa fu di nuovo al completo. Parlai di
Dio il Padre, del suo amore per gli
uomini per i quali ha dato il suo Fi*
glimUnigenito, affinchè anche i più peccatoli possano divèhtàfè ' suoi figlioli.
Nessuna polemica in quei due primi discorsi ed in quelli che seguirono; non'
si trattava di demolire ma di costruirei’
Avrei desiderato prolungare il mia
soggiorno a Riesi almeno per tre settimane, ma dovetti accontentarmi di nove giorni invece di una Quaresima di"
40 giorni per la quale ero venuto.
Frattanto si era sparsa, anche nei'
paesi circonvicini, la notizia che c’en^
a Riesi un predicatore straordinario e
che tutti erano intenti a convertirsi alla sua religione ».
Una disputa andata a monte.
« L’Eco della 'Verità » in data 11 No-;
yembre 1871, pubblicava quanto segue;
« Fu per ragioni indipendenti dalla sua
volontà che," dopo 9 giorni di perma-;
nenza a Riesi, il nostro Quaresimalista
Evangelico fu costretto a partire. Quando i preti seppero che se ne andava,
un’ora soltanto prima della sua partenza, gli mandarono due signori per invitarlo ad una discussione privata sopra:
un-argomento che sarebbe stato .scelto,
di comune accordo. Essi erano certi che
la loro sfida non sarebbe stata raccolta,
e che avrebbero potuto cantare vittoria
per la fuga del loro avversario. Il Pa-;
store accettò la discussione a due condizioni: 1 - la discussione doveva essere“
pubblica. 2 - Le parti, come garanzia avrebbero dovuto depositare ognuna
100 lire nelle mani di un notaio.
Se il Pastore scappava perdeva le
cento lire che i preti avrebbero incassate; se restava e la disputa, per colpa loro, andava a monte, le loro cento lire
sarebbero andate a beneficio dei poveri
del Comune. Se la disputa aveva luogo
regolarmente le parti potevano ripren-dere il loro deposito.
I preti rifiutarono.
Tutto questo si svolgeva in presenza
di alcune centinaia di persone che si erano ammassate dinanzi all’alloggio del
Pastore. Quando seppero che i preti .si
ritiravano dopo aver dato il segnale 4
della battaglia, improvvisarono una
grande dimostrazione in onore del Pa-Ì
store che accompagnarono per tutta la
città gridando; « "Viva i Sindaco, viva il
Pastore e viva l’Evangelo predicato a
Riesi ».
(Continua). u. b.
Valli Jtostre 1942-XX
Il calendario, che vien fuori per la
terza volta, ed è ormai un ospite atteso da tutte le famiglie valdesi, si presenta ancora, una volta ìn una veste
migliorata, e sopratutto più ricca. Sono ben ventiseì fotografie di vari autori, oltre alla tricromia della copertina,
che fanno passare sotto i nostri sguardi località note e scene famìgliari vai
desi, tutte soffuse di serena poesia cam'
pestre. I versetti biblici, scelti con vero tatto, additano nelle cose e nei luoghi un significato spirituale sobrio e
generalmente felice; e l’associazione
della Parola e deU’immagine evocatrice ha un risultato edificante. Si deve
dar lode al pastore Jahier, che si è
specializzato in questo genere di predicazione, e all’Editore delle Arti Grafiche l’Alpina che non ha risparmiato nulla per la buona riuscita
di questa impresa, alla quale reca una
vera passione.
Il Calendario, montato su elegante
supporto in cartone con finestra e fustella, per avvolgervi i fogli senza staccarli, è offerto al prezzo non affatto
commerciale di L. 6, franco di porto.
Il prezzo dell’edizione senza supporto,
a fogli staccabili, è di L. 4,50, franco
di porto.
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' L’tíLC LfELLE VALLI VALjDESI,
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Cowfro—ii
Non è certo una grande novità l’osiservare come ogni generazione propone
nel campo religioso soluzioni, discute
problemi ed ha l’impressione che la sua
soluzione sia l’unica 'possibile, e l’-im, postazione, quella definitiva. E questo
notiamo qui, non per biasimare quanti
^^^si occupano e preoccupano dei proble
M
« ■mi della nostra vita ecclesiastica, e li
W'. ripropongono alla nostra meditazione,
e neanche per il gusto di fare il laudator temporis acti, il lodatore del tempo
che fu! Ma lo notiamo solo perchè abbiamo talvolta l’impressione che l’espef rienza del passato, che potrebbe essére
g-un arricchimento della nostra, esperienza, sia lasciata alquanto in ombra, la
,j qual cosa produce poi non lievi inconvenienti. Infatti ci accade spesso di udire ripetere da molti: - Ma cosa ci si
viene ora a dire! Questi problemi li abbiamo già risolti per nostro conto 50
anni fa! Ma naturalmente quello che
noi abbiamo fatto per la Chiesa non
conta più niente; le pratiche si mettono
a dormire negli archivi della Gasa Valdese; le relazioni si coprono di polvere,
e quel che s’è fatto, s’è fatto e dimenticato.
Si crea cioè uno stato d’animo « disfattista » che è purtroppo molto diffuso nella nostra Chiesa; ogni novità,
ogni tentativo è guardato con sospetto,
con diffidenza, e magari boicottato.
.Qua.si tutti 1 nostri pastori delle Valli
lotrebbero dire qualche cosa in proposito, su più d’un argomento: basti accennare ai nuovi metodi di colletta, all’insegnamento del catechismo ecc. ecc.
Ho detto « disfattismo », ma ritengo,
per parte mia, che in molti casi questa
parola sia esagerata, o ingiusta. Molte
persone infatti, d'una certa età specialmente, hanno spesso l’impressione che
si dimentichi che ì problemi ecclesiastici e spirituali che ci tormentano, non
sono nuovi, nel senso cioè che non si
'siano mai presentati prima; ma che
p: sono nuove le condizioni, nuovi i punti
I di vista dottrinali, e questo forse in
modo molto relativo, alle Valli per lo
meno. Pertanto queste brave persone
osservano che. anche le soluzioni che
furono proposte per il passato, dovrebbero essere tenute presenti oggi, perchè hanno il loro valore; il volerle trascurare crea l’impressione che si voglia
giudicare, in blocco il passato e rifarei
ex novo; la qual cosa del resto non sarebbe neppur saggia, poiché l’esperienza formulata nella tradizione ha anche
il suo valore per una organizzazione ecclesiastica. E neppure crediamo che si
possa senz’altro risolvere ogni cosa,
dicendo: E’ sempre la solita storia della
nostra Chiesa; i giovani vogliono fare
a modo loro; e i vecchi devono imparare
e andare a scuola.
Credo per conto mio che si tratti da
noi di mancanza di organizzazione:
molte cose si fanno, e forse molto bene,
ma manca il collegamento; le esperieiv
ze di un Concistoro rimangono consacrate nei verbali del Concistoro, ed il
vicino ne sa si e no qualche cosa, di
modo che, quando si organizza qualche
^ Convegno di qualsiasi genere e le varie esperienze si possono comunicare
I’’ si hanno delle vere... rivelazioni, si scopre che quanto x. ha fatto non è più
una novità assoluta, ma una antichità
relativa. Non parliamo poi di certe quistioni che sembrano risorgere a scadenza fissa per essere riscoperte e ristudiate a scadenza fissa.
•Uno di questi problemi obbligati è
quello delle Scuole domenicali.
Quest’anno ecclesiastico lo ha rivisto
airordine del giorno; è un problema la
cui vastità ed importanza esce dagli
specifici compiti ed attribuzioni dell'Eca delle Valli Valdesi, perciò non intendiamo discuterlo. Desideriamo però
soltanto, come conclusione del nostro
preambolo, ricordare quanto, per il passato, si è fatto nelle, parrocchie del 1°
distretto, per destare 'l’interesse dei
bambini. E’ un tentativo, che fu ripetuto con successo, e poi... archiviato !
Sfogliando cioè le pagine del Témoin,
anno 1879, vi abbiamo trovato il bando
di 2 concorsi, fra alunni delle scuole
domenicali, firmati dal « Presidente »
Matteo Proeheit. E badate, si trattava
di cosa seria: anzitutto c’erano dei veri
premi, in danaro ed in libri! Poi c’erano
delle domande, 25, a cui bisognava rispondere, per iscritto, Bibbia alla mano: eccone alcune:
1) E’ lo Spirito Santo una Persona distinta dal Padre e dal Figlio?
2) La sua divinità è desso affermata
nella Bibbia?
6) Come provare, con la Bibbia, la
dottrina del peccato originale?
7) Quali passi affermano la completa
corruzione dell’uomo?
10) Quale è l’apostolo che sviluppò
più compiutamente la dottrina della
giustificazione per fede, ed in quale epistola?
[ 11) Dove Giovanni Battista è chia
I mato Elia?
!
14) Quali sono le tre donne pagane
menzionate nella genealogia di Gesù ?
17) Quale è la profezia che indica il
luogo di nascita di Gesù?
19) Di quanti Erode ci parlano le
Sacre Scritture?
21) Quante volte Dio ha Égli reso testimonianza a Gesù parlando dall’alto
dei Cieli?
25) Quale certezza abbiamo noi che
Gesù è presente ovunque?
E badate ! Il « Presidente » non
scherzava: leggete il bandò del concorso! Sono ammessi solo ì ragazzi e le ragazze al di sotto dei 15 anni; indicazione
dei capitoli, dei versetti, e trascrizione
del passo completo; inoltre ogni foglio
con le risposte doveva portare una dichiarazione del direttore della scuola
domenicale, il quale assicurasse che le
risposte erano uscite dal solo cervello
dei fanciulli, senza alcuna collaborazione dì zampino paterno o materno:
insomma un vero e proprio lavoro in
classe.
Dice la vecchia canzone che si è maligni, nel paesello; e certo qualcuno
sorriderà: « Già! e il risultato quale
fu? »
— Oh! gente di poca fede: ben 65 furono i ragazzi delle valli che risposero;
65 quaderni furono esaminati da Matteo Prochet e 23 premi furono dati! E
perchè nessun dubbio maligno rimanga,
vi riporteremo la graduatoria che il
« Presidente » formò così:
1 Costahel Alberto (S. Giovanni); 2
Goss Carlo (Torre Pellice); 3 Gay Elisa
(S. Giovanni); 4 Bertalot G. F. (Pramollo); 5 Sappè Eli (Pramollo); 6 Costabel
Maria (Torre Pellice); 7 Pons Giovanni
(Ródoretto); 8 Long G. L. (Pramollo);
9 Poèt Maria (Torre Pellice); 10 Poët
G. P. (Clos); 11 Pons Mad. di Ab. (Clos);
12 Long Felicita (S. Germano); 13 Peyronel Enrico (San Germano); 14 Rivoire
Davide (Pomaretto); 15 Grill Maddalena (Pramollo); 16 Vinçon Emilia (San
Germano); 17 Barus Tommaso (Clos);
18 Vinay Giacomo (Rodoretto); 19 Rivoire Luigia (Clos); 20 Rhodé Anna
(Torre Pellice); 21 Revel Fanny (S
Germano); 22 Revel Enrichetta (San
Giovanni); 23 Viglielmo Maigherita.
(Clos). ^ '
Ed ancora aggiungeremo che il signor
Matteo Prochet si lamentò che la cassa
fòsse vuota, perchè quasi tutti i concorrenti avrebbero meritato un premio.
' I confronti sono odiosi, però sono
qualche volta istruttivi: sé domande di
quel genere, se^ un concorso di quel genere, a quelle condizioni, venisse fatto
oggi, ci sarebbero 65 quaderni di risposte sul tavolo del Moderatore? Abbiamo
la vaga impressione che qualcosa di simile fu tentato, tempo fa, da un comitato di gruppo di gioventù, ed abbiamo
la vaga impressione che le risposte non
furono nè 65, nè 23! Forse perchè il
concorso era per i giovani di più^di 15
anni, e non c’erano premi in danaro ? !
Comunque ci scusi il lettore di questa divagazione di un archivista il quale
ha ritenuto egoisticamente che la polvere delle ingiallite carte del passato
dovessero anche scendere sul suo prossimo: Cl.
jßSOOÜO lire di deficit!
Tutti i Valdesi, anche quelli che non
hanno figli al Collegio, sono direttam.ente interessati al nìantenimento del
culto nelle loro parrocchie.
..’^Ma se il Collegio si dovesse chiudere, la Tavola sarebbe tosto nell’impossibilità di procurarvi i Pastori di cui ayete bisogno, perchè è dal Collegio che
devono essere specialmente reclutati
gli studenti della Facoltà di Teologia,
c Valdesi, portate il vostro contributo
per diminuire il formidabile deficit del
Collegio!
La Commissione Distrettuale,
Società di Studi Valdesi
Il Seggio della Società di Studi Vaidesi, nella sua ultima seduta, ha commemorato il comm. Epaminonda Ayassot, che per ben 14 anni è stato suo Tesoriere, portandogli la sua preziosa collaborazione. A sostituirlo temporaneamente, fino alla prossima assemblea
annua, è stato designato il prof. Teofilo Pons. Si pregano quindi i soci e
gli amici d’inviare le quote sociali, le
offerte ed i contributi, riguardanti la
Società, allo stesso prof. Pons, preferibilmente giovandosi del Conto Corrente Postale al suo nome, n. 2 - 9034,
in Torre Pellice.
E’ stato pure deliberato, per evitare
equivoci, che l’anno finanziario della
Società s’inizia il 1° settembre. Coloro
che non hanno ancora versato la loro
quota per l’anno 1941-42, sono pregati d’aifrettarne l’invio.
CRON/iQ/1 V/ILDESE
ANGROGNA
Martedì notte, 2 corr., decedeva alla
Cammossera Caterina Monnet, di anni
84. Era la decana della nostra Comunità. Agli afflitti la nostra simpatia cristiana. e. a.
BOBBIO PELLICE
Il 19 novembre u. s; decedeva al Serre Maria Garnier in età di 71 anni.
Il 2 corrente un lunghissimo corteo
accompagnava al cimitero la spoglia
mortale di Giovanni Pietro Gönnet, deceduto a Sibaud in età di 78 anni, dopo breve malattia.
Agli afflitti la nostra vivissima simpatia. R.
LUSERNA SAN GIOVANNI
Asilo per i vecchi. Doni ricevuti; Emilio Ganz, in memoria di sua madre,
L. 50 - In memoria di Godino Carolina,
una nipote, 7 - Lascito comm. E. Ayas
sot, le figlie,TOO - Id., Emma Ricca,, 10
- In memoria del cav. uff. Adarrio Bagnali, 100 - Peranzoni, in memoria"
della zia C. Godino, 30. i
PERRERO-MANIGLIA
Un’intensa attività è stata svolta
nella nostra parrocchia la settimana;
scorsa in occasione della visita del 'sig.
Luigi Marauda, pastore a Pinerolo.
Quasi tutti i quartieri sono stati visitati e i membri di quelli non visitati
hanno potuto ugualmente ascoltare i
messaggi pieni di fede e nutriti di
esperienza del nostro visitatore, partecipando alle riunioni dei quartieri
viciniori.
Infatti il sìg. Marauda, accompagnato dal Pastore locale, si è recato con
passo giovanile senza lasciarsi menomamente spaventare dalle distanze...
e dalle salite, al Crosetto, al Bessè, alla Baissa, al Forengo, a Traverse ed
alle Grangette, dove sono stati visitati
i malati, i vecchi e le famiglie per
quanto il tempo lo abbia concesso.
Inoltre egli ha portato il suo messaggio all’Unione delle Madri e delle
Giovani, ai catecumeni, alla Scuola domenicale di Ferrerò e infine ha presieduto i due culti, a Ferrerò ed a Maniglia.
Le riunioni ed i culti sono stati ben
frequentati; e speriamo che la semenza che è stata largamente sparsa, possa
portare molto frutto per la gloria di
Dio.
Ancora attraverso a queste pagine
vogliamo far pervenire al sig. Marauda
l’espressione più viva del nostro sincero ringraziamento per la sua opera
molto apprezzata da tutti.
PINEROLO
Il nostro pastore sig. L. Marauda ha
trascorso la prima settimana di dicembre nella parrocchia di Perrero-Maniglia, invitato da quel Consiglio di
Chiesa a collaborare col pastore locale
nella preparazione alla campagna delle
riunioni di appello. Durante la sua assenza le lezioni di catechismo e della
Scuola domenicale furono tenute dall’anziano, maestro E. Balma e il culto
principale, della domenica 7 corrente
fu presieduto dal Sopraintendente del
primo Distretto, pastore R. Nisbet. La
nostra Comunità lo ringrazia sentitamente pel suo vibrante e ispirato messaggio.
— Mercoleiiì sera, 3 corrente, nella
scuola di S. Secondo, due studenti del
nostro Collegio, membri della: « Pra
del Torno » hanno presieduto, una riunione nella quale hanno perorato la
causa delle Missioni in terra pagana.
PRAROSTINO
Il 3 dicembre, dopo lunghi mesi di
grandi sofferenze, è deceduto, al Roc,
Cardon Giovanni^ di anni 76.
Pensiamo con simpatia ad uno dei figli dell’estinto che si trova in Grecia e
chiediamo al Signore di consolare gli
afflitti.
TORRE PELLICE
Iddio ha richiamato da questo mondo la sig.ra Rivoira Maria Carolina vedova Balmas (Viale Dante), all’età di
78 anni. Il Signore spanda la sua consolazione sulla famiglia in lutto.
Risvegliati tu che dormii
Vi sono Valdesi che dormono, sia
detto con rispetto delle loro persone.
La voce dell’Eterno tuona negli avvenimenti che incalzano. Non si dorme sull’orlo di wn vulcano. Non si deve dormire, quando Dio chiama a ravvedimento con, voce pari al ruggito dell’oceano scatenato.
4
L’SÍSa* DELLE VALLI VALDESI ^
SI'
Meditazioni preparate sui testi del
Lunedi
Martedì Lettma: Filipp. 2: 1-4; Ecci.
16 Dicem. ' 8.
In lei era la vita; e la vita era la
Voce degli uomini. (Giov. 1: 4).
"Giisto è là nostra vita. Cristo è la
nostra luce. Ma egli non lo sarebbe, se
non fosse in sè stesso, nel mistero della
sua preesistenza, vita e luce. Vita divina, per mezzo della quale ogni casa
è stata fatta, vita nella sua pura derivazione da Dio, nella sua perfetta comumone con Dio, nella sua profonda,
legittima rassomiglianza a Dio (Fil. 2:
6). Quella divina esistenza del Figlio è
la hicé primor^e, che avrebbe dovuto condurre gli uomini per vie di
felicità e dì giustizia, il tipo supremo
a cui avrebbero dovuto confermarsi
per vivere una vita di obbedienza e di
amore verso Dio. Ma gli uomini « hanno amato meglio le tenebre che la lu
ce... »
Mercoledì Lettura: Filipp 2- "i-ll'
17 Dicem. Eecl. 9: 1-12. ‘
ha parola di Cristo abiti in voi doviziosamente; ammaestrandovi ed ammonendovi gli uni gli altri con ogni
sapienza, cantando di cuore a Dio, sotto l impulso delia grazia, salmi inni e
cantici spirituali. (Coloss. 3: 16).
Cristo è la luce del mondo. Il nostro
versetto di oggi indica un aspetto di
quella grande verità. La parola di Cristo, nei cuori, è una sorgente doviziosa
di sapienza e di gioia. Quando dei cristiani ferventi si ammaestrano e ammoniscono gli uni gli altri secondo il
suo spirito, la parola di Cristo abbonda
nella Chiesa, corre di bocca in bocca, e
porta frutti. Ed anche gli inni, i salmi cantati di tutto cuore « sotto l’impulso della grazia », ripetono gli echi
della sua parola. Cosi la Chiesa vivente
ripete, di generazione in generazione,
la viva parola del Signore . Pensiamo:
quale altissima consacrazione della parola - della quale è così facile abusare... Dalle nostre labbra può parlare lo
Spirito del Signore e lo spirito del male. Abiti dunque in noi la parola di Cristo « doviziosamente » !
Giovedì Lettura: Filipp. 2: 12-18*
18 Dieein. Eccl. 9: 13 a 10: 20.
Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo
ricevuto, e grazia sopra grazia.
(Giov. 1: 16).
Gesù Cristo ha abitato tra noi pieno
di grazia e di verità; ed è di quella pienezza,! *che 'PApostiolo Giovanni dice:
Noi tutti abbiamo ricevuto. Dalla pienezza della sua verità abbiamo ricevu
» «ir
Calendario BiUieo della Chìeea Morava)
Eccl. 7: 15-29.
15 IMcem. Lettura: Salmi 18: 1-20;
Giovanni gli ha resa testimonianza,
ed’' ha esclamato dicendo: « Era di- questo che io dicevo: Colui che viene dietro
ditie mi ha precedisto, perchè era prima
dimdK (Giov. 1: 15).
In queet’ultimà settimàìia prima di
Natale, i testi del nostro calendario bíblico ci invitano a meditare su alcuni
aspetti della gloria dì Cristo, n versetto di oggi ci parla della sua preesistenza. Era prima di me, dice Giovanni
Battista, im un’altra occasione, Gesù
stesso ha dichiarato: Prima che Àbramo fosse nato, io sono (Giov. 8: 58).
Cristo è nato in una determinata ora
della storia, non sono ancora duemila
anni. Per migliaia di anni, prima di
allora, gli uomini non l’hanno conosciuto, Eppure egli era. Non è possibile
péìisare Dìo senza il suo amore; così
rtón è possibile pensare un momento
in eùi Cristo non sia, in Dio e con Dio,
Figlio diletto in cui' sì specchia la glòria-, la santità, la giustizia e Tambre
del Padre, esecutore predestinato ed
obbediente del piano di redenzione.
I profeti che lo « previdero » come
venturo, in realtà lo « videro » come
eternamente presente; e noi che ci
prepariamo a celebrare la sua nascita,
non ricordiamo l’apparizione . di un
personaggio del passato, che sorge e
scompare, ma l’avvento di colui che
era, è, e sarà, il contemporaneo di Abramo non meno che di Simon Pietro
e dei martiri Valdesi, colui che è sempre presente per quelli che lo invocano,
il Vivente.
^ Quella luce risorge, per noi, nel1 umile culla di Betleem, risplende
nelle tenebre del Venerdì Santo e nell’alba di Pasqua. Cristo è la luce del
mondo. Chi cammina nel raggio di
queste luce è condotto, per sentieri che
non ingannano, alla riconquista della *
Vita.
to il bene di contemplare la sua gloriai
dalla pienezza dèlia sUa grazia abbiamo ricevuto grazia sopra grazia. Ogni
^zia, difattì, ricevuta da lui, è più
^ande di quelle che Thanno preceduta:
alla grazia del perdono, segue quella
déll’adozione a figliuoli di Dio, a
Queste le grazie della santificazione, a
questa la glòria eterna. La via della
grazia è una via ascensionale, che ci
conduce dalla nostra situazione di ribelli appena sottomessi, alla pienezza
della comunione celeste. E tutto ciò abbiamo ricevuto dalla ricchezza esuberante di Colui, che s’è fatto povero
per noi. Noi tutti... Oh ! se rimanesse
qualchè dùbbio di non essere compresi
in questo plurale, non lasciamo passare l’ora che volge ! Veniamo a Gesù.
Venerdì Lettura: Filipp. 2: 19-30.
19 mccm. Eccl. 11: 1 a 12: 2.
Io e il Padre mio siamo uno.
(Giov. 10: 30).
La gloria di Cristo si riassume in
queste breve, insondabile dichiarazione: Egli è uno con Dio. Non soltanto
come possiamo essere riuniti a Lui dal
suo perdono, e imirci a Lui con la nostra volontà di obbedienza. Egli è uno,
come due esseri che ne fanno uno solo,
come un essere che si manifesta sotto due faccie diverse: Chi ha veduto
me ha veduto il Padre (Giov. 14: 9).
Espressione del Suo carattere Cristo è
al tempo stesso la rivelazione e la garanzia dell’amore di Dio. Credere in
' Cristo, vuol dire sapere che Dio è amo' re; affidarci a Cristo, significa abbandonarci a Colui che è più grande di
tutti, e che gli ha dato le amme dei
riscattati; e nessuno può togliere dalla
Sua mano. Credere che Cristo è uno
con Dio, significa credere che Dio è
uno con Cristo, è con Cristo, è come
Cristo. Perciò la fede nella divinità di
Cristo" è la più confortante che si possa
pensare.
1-11;
Sabato Lettura: Filipp. 3:
20 Dicem. Deut. 18: 15 a 19.
Il Padre ama il Figliuolo, e gli ha
dato ogni cosu In marco. (Giov. 3: 35).
Celebriamo dunque la sovranità di
Cristo, in questi giorni che ricordano
la sua venuta in umiltà. Il Padre gli
ha dato ogni cosa m mano: gli ha sottoposto ogni cosa, precisa l’Apostolo
Paolo (1 Cor. 15: 27). Dio ha conferito
a Cristo il regno, la potenza, la gloria...
Cristo regna sui cuori, che lo seguono
con fede e con amore; regna sulTUniverso, che attende la liberazione dalla
servitù della corruzione (Rom. 8: 21);
regna sul mondo, che si ostina a non
riconoscerlo, fino al giorno in cui sarà
costretto a salutare la sua gloria. Regna, e dispensa a chi crede in luì la vita eterna, con lo stesso gesto sovrano
con cui abbandona chi lo rifiuta all’ira
di Dio che resta sopra lui (vers. 36).
Benediciamo Dio per il suo dono
ineffabiler E temiamo di trascurare una
così grande redenzione !
Giovanni Miegge
Non v’ingannate! Non si può farsi
beffe dì Dio I
Non è forse farsi beffe di Dio, pensare che possa contentarsi di una religione formale, senza vita, senza amore, senza zelo? Visitarlo una volta all’anno nel suo Tempio, come si fanno
gli miguri ad un padrone; dimenticarlo
gli altri trecento sessanta quattro giorni; e pretendere, poi, che Dio ci benedica... Non è farsi beffe dì Dio?
Coipra-ìnltta di opiii ti
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Id., id. S. Giovanni - Firenze 1888
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in 4° - Firenze 1899 L. 7,50
Enrico Bosio: Epistola ai Romani - Fifenze 1896 L. 5,—
Id.; Epistole ai Corinzi - Firenze 1901
L. 10,——
Enrico Meille: Note sull’Epistola ai Filippesi L. i,50
R. C. Trench: Note sui miracoli del Signore - 1 voi. in 8° - pp. 452 - Firenze 1879 L. 4,__
Alberto Revel: Il compagno della Bib
bia - 8°, pp. 296 leg. mezza pelle
Firenze 1872 L. 7,__
Id.': Grammatica ebraica autografata 8° - pp. 280 _ Firenze 1879 L. 5,—
Id.: Il Nuovo Testamento tradotto dall’originale - 1 voi. 8°, pp. 526 - legato pelle, e tela, taglio rosso - Firtìtìié 1881 L. 5,—
H ¿acro Concilio di Trento - Testo ita
liano e latino (Bulla indictionis, Sessiones, Constitutiones) - 8°, pp. 520
- Venezia 1800 L. 10,—
Emilio Comba: I nostri protestanti . 2
voi. 16° - di complessive pp. 1224
Firenze 1895-97 L. 7,_
Dizionario delle reliquie e dei santi Firenze 1871 l. 2,50
G. Moreno: Compendio di controversie
8° - pp. 208 - leg. mezzk tela - Firenze 1897 L. 4,_
Luigi De Sanctis: La Messa - Saggio
sulla salvazione - Due trattati legati
in un volume - mezza pelle - pp. 168
e 190 - Firenze 1864-67 L. 4,—
Id.: Cinque trattati (Messa, Purgatorio,
Papa - 2 tratt. - Confessione) - complessive pp. 724, 16° - Firenze 186494 L. 8,—
RICHIESTE:
Calvino: Commentario ai Salmi e alla
Genesi.
Enciclopedie e, dizionari di storia ecclesiastica, di teologia, di scienze bibliche (sia d’indirizzo cattolico che
protestante) e inoltre opere di storia
della Riforma (specialmente italiana) e
del movimento Giansenista, special
mente in Italia.
Rivolgere le domande e le offerte alla
LIBRERIA EDITRICE CLAUDIANA
Torre Pellice.
Quello che Tuotno avrà seminato
quello pure mieterà
A che cosa tendono i nostri sforzi ?
Alla prosperità, al benessere, ai successi mondani? Mieteremo, non dubitate.
Ma non raccoglieremo, da quelle semine, la pace dell’anima, la felicità inalterabile di coloro che hanno Dio come
supremo bene e il suo Regno come il
più prezioso possesso. Bisogna scegliere ! 0 quésto 0 quello.
SENTENZE BREVI
Citare le cattive azioni degli altri per
scusare le proprie, è come voler lavarsi
con del fango.
A
J
Le tenebre del cuore generano quelle- ■
delTintelletto.
Una grande cultura predispone alle
illusioni su sè stesso. O. Funcke.
Quando hai fatto il bene, dimenticalo
e fallo meglio ancora.
Il rumore nop fa del bene, e il bene
non fa rumore.
Meglio è render grazia per quanto si
possiede che scoraggiarsi per quanto
non si possiede.
Bisogna essere senza sembrare.
Lavater.
La mia più grande miseria è di conoscere le mie miserie, senza sentirle abbastanza, senza gemerne abbastanza.
Non cercare di essere un cristiano di '
cui si parli, ma un cristiano che il Si- *1
gnore approva.
La verità che non aumenta la carità
è utile a poco. A. Rochat..
La Famiglia del compianto
B. JOURDAN
ringrazia vivamente tutti quelli che da
lontano e da vicino o con scritti presero
parte al loro lutto, in particolar modo
il pastore signor Arnaldo Comba per le
confortevoli visite.
Angrogna (La Roccia),
2 dicembre 1941-XX..
La Famiglia del Compianto
GÖNNET GIOVANNI PIETRO
FU SALOMONE
grata per là dimostrazione di simpatia:
e di affetto tributata durante la bre- -I
ve malattia e la dipartenza del Caro
Scomparso, riconoscente ringrazia, tutti '
coloro che, con la loroi presenza e con
scritti, hanno partecipato al suo dolore.
Bobbio Pellice (Sibaud),
li 3 novembre 1941-XX°- ì
POMPE - FILTRI
par Acqua, Aceti, Vici, Liquori, Sciroppi,
OHI, Medicinali, Profumi, Colle.
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I
par Vini Spumanti, par Acque Qaaaqa*
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