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Anno 113 — N. 5
30 gennaio 1976 — L. 150
Spedizione in abbonamento postale
I Gruppo /70
BÌL i : LA
1U06G TO.mt; PEJlriOE
ddle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
Ciò che conta non é liberare
il sesso ma dargli un senso
Umberto Eco ha scritto sull’ultimo numero delFEspresso un lungo articolo in
riferimento al documento sull’etica sessuale emanato di recente dal Vaticano,
articolo sotto tutti gli aspetti molto interessante; già per la tesi di fondo. La
Chiesa ribadisce la sua linea sessuofobica,
cioè la sua battaglia contro il sesso, dice
Eco, perché si prepara ad una nuova
offensiva, ad una nuova crociata nella
vita politica italiana e spera di vincere
facendo leva, come ha sempre fatto, sulla
paura, i sospetti della gente in materia di
sesso. Un’interpretazione ne vale un’altra, possiamo anche accettare come valida questa.
L’articolo però è anche interessante
per un altro fatto; a scriverlo non è un
cattolico ma un « laico », che ha, come
tutti i laici italiani, la sua idea ben chiara di ciò che la chiesa romana è e deve
essere. « La Chiesa romana ha funzionato bene per 2.000 anni perché era così
com’era. Se cambia è finita ». Tesi di cui
gli evangelici italiani dovrebbero tenere
conto perché è assai diffusa ma che meriterebbe di essere studiata un po’ a fondo.
Il laico Umberto Eco infine, nota giustainente che la chiesa è sessuofoba ma
se si vanno a leggere i X comandamenti
nell’Esodo non appaiono come sono riformulati nel catechismo, il 6° proibisce
l’adulterio ed il 9° il desiderio della moglie altrui. Qui non ci siamo; l’affermazione è giusta ma la Bibbia non è andato
a rileggersela e gli avrebbe insegnato che
il 9° non parla per nulla di mogli altrui
ma di processi truccati. Potere deformante del catechismo studiato chissà dove e quando! Martellamento della « dottrina » con i suoi comandamenti falsificati. Anche questo è un punto che varrebbe la pena studiare: chi cattolico non
è e non vuol essere ha succhiato col latte materno quattro o einque idee di cui
non si libera più.
Un’altra frase dell’articolo ci interes
sa però in modo assai più immediato.
Tutti possono fare ironia sulla presa di
posizione del Vaticano, anche un ipotetico protestante che, dall’estero, guardasse a noi, ma farebbe bene a non ridere
troppo, dice Eco, perché « la Riforma ha
liberato l’interpretazione della Bibbia liia
non l’uso dègh organi riproduttivi ». Libertà di leggere la Scrittura sì, di farsi la
propria idea, di discutere dottrine e dogmi ma non di fare l’amore. Il Protestantesimo è andato avanti sulla cultura ma
è stato fermo sulla morale, ha concesso
e suscitato libertà di pensiero ma non di
vita. Così la pensano probabilmente in
molti, così non la pensiamo noi, per due
motivi.
Se è vero che in molti ambienti protestanti dei tempi recenti l’atteggiamento
nei confronti del sesso può dirsi « repressivo » e « sessuofobo », cioè represso, timoroso di parlarne, lo spirito della Ri
forma protestante è stato profondamente
liberatorio in questo campo. L’abohzione
dègh ordini monastici con tutta la loro
idealizzazione della verginità, la valutazione della responsabilità personale delle
scelte etiche, anche famihari, la riflessione dell’Antico Testamento, la soppressione del celibato del clero non sono stati
senza influenza ed hanno condotto ad una
revisione profonda del problema. Almeno due punti sono chiari per un protestante: il peccato non è il sesso ma un
atteggiamento interiore molto più profondo, l’orgoglio; il sesso non è il tutto
della vita, ma solo un aspetto della vita
morale, la « santificazione » del credente
è la vittoria sulla naturale tendenza alla
sopraffazione non l’astinenza.
G. Tourn
{continua a pag. 2)
NORD-IRLANDA
La guerra pii i lunga
Per stendere queste annotazioni relative alla situazione odierna del Nord Irlanda abbiamo voluto « rinfrescarci » un pochino la memoria, scorrendo i giornali
(compreso questo, che si è occupato a varie riprese della cosa) che nel corso di
questi anni hanno registrato i vari momenti della crisi di quella terra così travagliata. Leggere gli articoli di cinque anni fa o quelli dei giorni scorsi è quasi la
stessa cosa; cambiano alcuni nomi di governanti, e quelli dei morti, ma il resto
è pressoché uguale. In tutto questo arco
di tempo non solo non si è concluso
nulla die consentisse o facilitasse una soluzione della grave questione, ma la tensione e l’esasperazione (come dimostrano gli ultimi attentati terroristici) non lasciano presagire nulla di positivo in un
prossimo futuro.
IL CARDINALE WILLEBRANDS
Nuovo primate d'Olanda
Il cardinale Johannes Willebrands, presidente del segretariato romano per l’unità dei cristiani, braccio destro di Paolo
VI, è il nuovo arcivescovo di Utrecht..
Si conclude cosi, un periodo di viva attesa per la successione del cardinale Alfrlnk, dimissionario per raggiunti limiti
di età (75 anni), simbolo della linea aperta della chiesa olandese e che ha avuto,
in passato, non pòche frizioni con Roma.
Le dimissioni di Alfrink risalgono al luglio scorso ; il 20 dicembre la nuova nornina. Willebrands sarà installato ufHcialmente nella sua nuova carica ad
Utrecht il 21 febbraio prossimo.
Si dice non vi siano state battaglie per
la successione di Alfrink; la rivista «Informations catholiques internationales »
(15 gennaio’76) sostiene che il Consiglio
pastorale della diocesi di Utrecht « ha
voluto evitare di scontentare una volta
di più, le autorità romane, presentando
un ’’profilo” del successore ». La nomina
del cardinale Willebrands, dopo un periodo di attesa timorosa, sempre secondo
questa rivista, sarebbe stata accolta «da
un- concerto pressoché unanime di acclamazioni ».Rare invece le voci che hanno espresso la protesta per l’inusuale
procedura di nominare maa persona radicata fuori d’Olanda (pur essendo Willebrands d’origine olandese).
Una nomina dunque, quella di Willebrands, che accontenta un po’ tutti, perché non scontenta troppo nessuno.
Pare però che, per non smentirsi, Paolo VI abbia proceduto a questa nomina
senza tener conto alcuno delle indicazioni espresse dal capitolo di Utrecht. Se
forti cori di proteste non si sono sinora
espressi ciò è dovuto probabilmente al
fatto che ci si poteva aspettare una scelta ben più conservatrice. Con la nomina
di Willebrands, un uomo attivamente impegnato in campo ecumenico nonostante
certe sue posizioni conservatrici, è comunque assicurata la continuazione del
dialogo tra cattolici e riformati olandesi.
Una scelta, in fondo, che proibisce ai
conservatori di cantare vittoria, pur lasciando la bocca amara alla tendenza
progressista del cattolicesimo (e protestantesimo’* olandese.
Come è noto Willebrands è stato il
CQnfidente di Paolo VI, il suo primo consulente ecumenico, l’accompagnatore fedele in tutti ,i viaggi del papa (il che gli
è valso l’appellativo di «olandese volante »),
Dappertutto posti di blocco, soldati, rovine. La guerra continua, sempre più subdola, sempre più vile. Anzi, non si può
neppure chiamare guerra, anche se ormai le vittime, fra morti, feriti, disoccupati, emigrati, si annoverano a migliaia (i
soli morti, dal 1969, sono oltre 1500). Si
tratta di azioni a tradimento, che colpiscono alle spalle. E c’è ancora da « ringraziare » che, in parecchi casi — per via
di telefonate di preannuncio — si riesce a
disinnescare bombe e a' sgomberare palazzi in tempo utile. . ,
Dopo sette anni, e cioè da quando si
scatenò all’inizio del 1969 lo scontro fra
cattolici e protestanti, regnano solo scetticismo e paura: nessimo crede in una
possibilità di accordo e gli oltre 15 mila
soldati inglesi rischiano ormai di far parte, unitamente ai loro carri armati ed alle
autoblindo, in modo permanente del paesaggio.
iDa una parte, il governo centrale inglese dice: « siamo a un passo dal baratro,
potrebbe essere la fine della civiltà in
questa terra ». Dall’altro, i protestanti affermano: «ci saranno pochi sopravvissuti, il numero delle vittime sarà astronomico ma non possiamo ritirarci o cedere ».
Contro l’ultimo .appello del prerfiier inglese Wilson, secondo cui Londra non potrà mai accettare il fatto che la maggioranza protestante escluda la minoranza
cattolica dalla gestione dell’Ulster, l’Assemblea nazionale del Nord Irlanda ha
respinto la cogestione del potere: i protestanti hanno l’egemonia e intendono
conservarla. Non solo, ma il capo del governo «unionista» ha precisato: o il governo centrale (inglese) accetta il nostro documento o «deve prepararsi alla
battaglia finale. E se sarà una guerra civile non sarà solo nell'Ulster: metteremo
a fuoco tutto il Regno Unito ».
Intanto, le stragi continuano. Pochi
giorni fa è esplosa nella capitale Belfast
una bomba ad altissimo potenziale che
ha ucciso cinque persone e ne ha ferito
una. ventina: si tratta dell’attentato più
grave fin qui avvenuto in quella città. La
settimana precedente, nella contea meridionale di Armagh, undici operai protestanti, fatti scendere dal pulmino col quale tornavano dal lavoro, sono stati barbaramente trucidati.'
È prevista una nuova riunione dalla
Roberto Peyrot
(continua, a pag. 2)
Nei linguaggio
cristiano la morte
è sempre
dietro di noi,
davanti a noi
c’è i’amore
La prima volta che la Bibbia
parla di morte, si tratta di
un omicidio, di un modo di
togliere di mezzo il prossimo. Caino elimina Abele. In questa vecchia storia, ciò succede a causa
della violenza, personale, ma nel
nostro mondo tale violenza è diventata strutturale, anonima, irresistibile. Essa elimina la vita, la
rimuove, la scaccia, la distrugge.
Bertold Brecht ha scritto: « Ci
sono molti modi di uccidere. Si
può piantarvi un coltello nel ventre, privarvi del pane, rifiutare di
guarirvi da una malattia, ficcarvi
in un alloggio malsano, affaticarvi a rnorte sul lavoro, spingervi
al suicidio, portarvi alla guerra,
ecc. ».
Si potrebbe allungare la lista di
questi modi di uccidere. Così, si
può privare un bambino della
propria infanzia proibendogli di
muorversi e di fare rumore, si può
rinchiuderlo con quaranta altri
ed estirpargli per sempre il desiderio di imparare e la cuorisità di
conoscere qualcosa. Ci sono molti
modi di uccidere. Si possono costruire alloggi e pianifìcace città
in modo che, in uno spazio il piti
stretto possibile, la gente si incontri il meno possibile.
L’assenza di relazioni, che la
Bibbia definisce « morte », viene
comandata ed esercitata nel più
importante campo vitale, quello
del lavoro. Si impara a essere un
morto e si èjspinti a restarlo. La
framrhentàtiétà dèlia- vita ih sè^
tori arbitrari, facili da controllare e da dominare, è un’educazione
alla morte, che viene inculcata fin
dàll’infanzia. ■ ^
Noi tappiamo
che siamo passati
dalla morte alla vita,
perché
amiamo i nostri fratelli.
Chi non ama
rimane nella morte.
I Giovanni 3, 14
Dorothee Sòlie
ìn questo numero
■ La predicazione 2
■ Cristiani d’Indonesia
■ Dal Rio de la Piata
■ Tzigani evangelici
■ Cronaca delle Valli 6>
2
30 gennaio 1976
a colloquio
con I lettori
Il problema che sta al centro dell’attenzione def lettori sembra essere quello
della predicazione evangelica alla radio e
televisione, diamo nella rubrica “tribuna
libera spazio a due interventi, ci auguriamo che il dibattito prosegua, in termini fraterni e sintetici.
Da S. Remo Lino de Nicola, vecchio collaboratore, ci invia questo parere:
San Remo, 13 gennaio 1976
Caro direttore,
desidero manifestare tutto il mio cordiale consenso a quanto espriihe il pastore Giambarresi
nel n. 2 del nostro giornale : « Le regole del gio
co ». Quello che dice il past. Giambarresi è tut
to esatto: effettivamente noi giochiamo, nel no
stro comportamento, diciamo così, giuridico, se
condo le regole corrotte ed in gran parte orma
superate che ancora vigono nel mondo. Ancora
una volta la Chiesa — e non solo la nostra —
invece di insegnare al mondo, riesce solo ad esserne una contraffazione : anche qui, nei seguiamo, invece di precedere verso il Regno di Dio.
Anche in questo siamo impari al nostro compito,
e la causa è sempre la stessa: la nostra poca
fede.
Chiediamo dunque al nostro Signore che ce la
voglia aumentare; e, nell’attesa, ingegniamoci a
seguire gli esempi che ci dà la Scrittura. Per
esempio, nelle elezioni alle nostre molte e complicate cariche, perché le manovre di corridoio?
E perché le elezioni? La Bibbia non può darci
qualche ispirazione?...
Utopie? No, altrimenti tutta la Scrittura lo
sarebbe; ma provocazioni aUa fede. Proviamo una
buona volta, finché ne abbiamo il tempo, a
camminare per fede e non per visione. Saremo
m compagnia di milioni d’altri pazzi; e chissà
se, oltre a risolver meglio i nostri problemi, non
riusciremo a dare al mondo una bella scossa?
. »Cordialmente
' ’ -. - Lino de Nicola
dÌBlla prima
Cià che conta non è
liberare il sesso
ma dargli un senso
n motivo per cui la tesi di Eco non ci
persuade però è più profondo: liberalizzare l’uso degli organi genitali rappresenta veramente il termine ultimo della libertà evangelica? La libertà di Cristo,
annunziata e vissuta da lui nella dedizione di sé, e nell’amore, si traduce realmente nella possibilità di « far l’amore », come, dove, quando e con chi mi pare? Riteniamo di no. Il sesso, non è un tabù,
certo, è l’espressione di me stesso, sono
io, il problema non è di fruirne ma di dargli un senso. Il sesso ha da essere liberato, come ogni altra parte di me stesso, ma
attraverso il riferimento costante all’incamazione di Dio in desù Cristo. Liberato nel senso di restituito al suo significato non di esploso nell’assoluto della
licenza. «Il solito diverso», dirà qualcuno « né con i preti, né con i laici ».
Sarà, ma questa è ancora la strada su, cui
. crediamo doypar'csanitnmare.* . , ; n
Il onwni irià1|imi8
Convention (l’assemblea nordirlandese)
per il 3 febbraio prossimi: ancora una
volta sarà una responsabilità tutta protestante il trovare una soluzione che dà un
lato tenga conto delle giuste rivendicazioni cattoliche e dall’altro faccia tacere
le armi che f^no di tutto per « legittimare » la propria autorità.
La gravità, l’estensione e le origini di
questo dramma hanno fatto sovente parlare di « guerra di religione ». Sarebbe infatti assurdo negare la componente religiosa di questo secolare conflitto. Ma dove essere altrettanto chiaro che la «religione » è stata sovente strumentalizzata
dal partito governativo « unionista » ed
alla ricca borghesia protestante allo scopo di mantenere, con le leve del potere
tutti i privilegi, di ordine economico, pc>
litico e sociale.
Questa « guerra santa » è in sostanza
soprattutto una guerra di classe: mentre
di conseguenza la soluzione deve essere
trovata nel campo socio-politico c’è nel
contempo da snerare con tutto il cuore
che anche = il fattore « religioso » possa
svolgere un ruolo attivo.
Nessuna soluzione è pensàbile se _____
specie da parte protestante, cosi drammaticamente responsabile deU’attuale situazione— non viene fatta uria sincera autocritica anche alla luce della pfopria fedè
e si giunga a porre in tal mòdo'le basi
reali per-una giustizia miglibré, òhe pop
ti ad ùna vera pace.
Il ministero della parola
nèl pensiero della Riforma
Il predicatore è « un omiciattolo
emerso daUa polvere che parla nel
nome di Dio».
'Giovanni Calvino
Si suole accentuare la diversità del concetto di ministero nel luteranesimo e nel
protestantesimo riformato. Ciò è vero
nello sviluppo storico delle due confessioni, ma non alla loro origine. Il concetto di ministero in Lutero e Melàntone e
nei libri simbolici delle chiese evangeliche luterane non è dissimile da quanto
di esso dicono Calvino e le confessioni
di fede delle Chiese riformate. Lo sviluppo storico diversificato dei ministeri nei
due rami del protestantesimo è dovuto
alle differenti condizioni sociali e politiche dei paesi in cui essi si sono evoluti,
e in particolare al diverso rapporto fra
confessione di fede e organizzazione ecclesiastica.
Le confessioni di fede luterane indicano soltanto alcuni princìpi evangelici, che
devono ispirare gli ordinamenti ecclesiastici, ma lasciano poi grande libertà organizzativa. Questa libertà è stata molte
volte sfruttata dall’aatorità civile e politica per intervenire in maniera indebita
nella vita della chiesa. Cosi il sommoepiscopato del principe, «vescovo di necessità», è durato nelle Chiese evangeliche tedesche dal tempo di Lutero alla
Repubblica di Weimar del 1919.
Le confessioni riformate sono sempre
collegate intimamente con l’ordinamento
ecclesiastico (vedi la Confession de foy
e la Discipline ecclésiastique del 1559 dei
riformati di Francia) oppure forniscono
esse stesse abbondanti indicazioni concrete sul modo in cui la materia, nel nostro caso il ministero della parola, deve
essere disciplinata nella vita della chiesa
(cfr. Confessio helvética posterior cap.
XVIII). Naturalmente ciò non ha impedito all’autorità secolare d’intervenire,
quando voleva e poteva, anche nell’attività delle Chiese riformate.
Fra luterani e riformati ci sono all’origine numerosi pimti di contatto e di accordò sul ministero della parola. Luterò
fondava il ministero sul sacerdòzio universale dei credenti. Egli spiegava il valore fondamentale di questo sacerdozio
conferito a tutti i credenti in virtù del
battesimo : « Ciò avviene perché tutti abbiamo uno stesso battesimo, uno stesso
Vangelo, una stessa fede e siamo tutti
cristiani allo stesso modo. Il battesimo,
il Vangelo e la fede, infatti, ci fanno tutti religiosi e tutti cristiani. E la potestà
che è del papa o del vescovo, cioè di un
gere, ordinare, consacrare e vestirsi diversamente dai laici, può rendere uno
fariseo o prete consacrato, giammai però
serve a rendere uno cristiano o sacerdote.
Infatti tutti quanti siamo consacrati sacerdoti dal battesimo, come dice S. Pietro (I Pie. 2:9); Voi siete un regai sacerdozio e un regno sacro; e l’Apocalisse (5:10): Col tuo sangue ci hai fatti sacerdoti e re ».
Tanto i luterani quanto i riformati hanno disciplinato il rapporto fra sacerdozio universale dei credenti e ministero,
esigendo per l’esercizio del ministero regolare vocazione da parte della chiesa
(Confessione d’Augusta, XIV: rite vocatus) e il rifiuto di Calvino all’amministrazione dei sacramenti da parte dei laici.
Il ministero della parola è di istituzione divina e viene conferito dal Signore a
tutta la chiesa perché lo organizzi. La
partecipazione responsabile della comunità alla nomina di nuovi ministri non
significa che il ministero della parola è
una creazione della chiesa. La chiesa non
trasmette il ministero della parola ad alcuni suoi membri, ma semplicemente organizza il ministero che Dio le ha affidato. Il predicatore opera in nome e per
mandato di Dio; la sua autorità non viene dagli uomini, ma dal mandato divino.
E questo mandato ha promesse magnifiche: Il Vangelo è potenza di Dio per la
salvezza di ogni credente (Rom. 1;16), e
ancora: La mia parola uscita dalla mia
bocca non torna a me a vuoto... (Is. 55:
11). Dunque la chiesa ha il mandato di
costituire ministri della parola, e ciò è
cosa molto grata, perché sappiamo che
Dio approva il ministero ed è presente
in esso. (continua)
Valdo Vinay
La trasmissione questa volta verteva sulla comunità evangelica di Santangelo in Villa. Una comunità battista nata in un modo un po’ strano.
Per reazione ad una decisione dei vescovo, ritenuta arbitraria, circa miUe persone si sono rivolte aRa comunità battista loeale. Tutto
questo accadeva circa vent’anni _ fa.-., A questo
punto inizia la storia raccontata con la voce semplice della vita di una comunità che ha dovuto
subire ogni sorta di ricatti morali pur di poter
vivere la propria vocazione. Abbiamo ascoltato
una storia che riporta alla luce problemi di sempre. Questa comunità, che si è formata quasi per
dispetto, è uscita a poco a poco da questo dispetto, ed ha imparato a vivere la fede in un
contesto sociale ben preciso che richiede un costante impegno. Di fronte al problema del pendolarismo e della emigrazione, al problema deUa
paura di parlare di politica che, talvolta, è ancora più temuta della povertà.
La scuola domenicale rivela, in questo contesto, l’importanza di un insegnamento « particolare », che serve a formare i futuri quadri : la
realtà dell’Evangelo non disgiunta dalla realtà
che si vive; la necessità di un rapporto diverso
con gli « altri » fratelli; una diversa esperienza
di fede; a volte, la discussione politica; la coscienza politica.
Al confronto delle trasmissioni ascoltate in
precedenza si è potuto notare una spinta in avanti nella qualità della rubrica. Riteniamo che
questo tipo di presentazione del mondo protestante non possa che essere apprezzato. A sostegno
di ciò si potrebbe aggiungere che Cristo si è inserito neUa realtà di tutti i giorni in un modo
che ha suscitato reazioni talvolta brutali. Da
molti è stato definito un a rivoluzionario », e se
anche non vogliamo riconoscere a questa parola
il senso che oggi le viene normalmente attribuito, dobbiamo tuttavia ammettere che rivoluzionario è pur stato a modo suo. E quale rivoluzione ha portato! Tutto questo non ci dice proprio
nulla? U. Marietto
PROSSIMAMENTE
,, Giovedì 5 febbraio. Sarà oggetto di dibattito
il problèma delle chiese in Amèricà Latina.
In questo immenso continente le Chiese hanno fatto spesso da puntello a regimi autoritari,
ma è anche da questi ambienti che sono giunte
negli ultimi anni i più vivi fermenti di riflessione.
Saranno intervistati nel corso della trasmissione il vescovo luterano Helmut Frenz, che è stato
recentemente al centro di un grosso dibattito
dopo la sua espulsione dal Cile, ed un pastore
uruguayano.
TRIBUNA LIBERA
Predicazione alla radio-tv: due interventi
Torino, 22 gennaio 1967
Caro direttore,
leggo con vivo interesse, sul n. 4, la continuazione del dibattito suUa testimohianza. evangelica dia radio-tv. Ringrazio il past. Mario ,Sbi^ i
di ciò che scrive; chiunque ha. e|[etjiyp rapporto
con le nostre chiese sa che eìprìSè” un’opinióne “
diffusa, anche se questa non è t^terio di verità
evangelica. Due parole sui rilievi dì Renato
Maioechi :
—giornalisticamente a me pare che « faccia
notizia » il fatto che un numero consistente di
ascoltatori o telespettatori evangelici non si ritrovino in ciò che viene presentato anche a nome loro (e che sono invitali a finanziare). È oggettivamente difficile, a bruciapelo (il mezzo
radiotelevisivo è così rapido e fuggente), elaborare' una « critica argomentata ». Alcune settimane or sono ho tentato di formularne una, senza altro risultato che una tua nota esegetica sul
passo in questione (e te ne ringrazio).
— certo, è chi predica, chiunque sia, a portare la responsabilità di ciò che predica. Ma sono
i responsabili del Servizio radio-tv della Federazione a scegliere i predicatori.. Analizziamo la
selezione operata?
È certo giusto e sano riconoscere e Vivere un
certo pluralismo teologico (è veramente rispettato, però, nella politica del Servizio radio-tv?). Ma
oltre un certo limite, che a me pare non di rado
raggiunto e superato, affermo il dovere-diritto
evangelico del discernimento degli spiriti; il dovere-diritto triste e sofferto di dire anche a chi
apparentemente dovrebbe essermi più vicino ciò
che sento di dover dire a cattolici, ortodossi, settari ’’evangelici” : non riconosco nell’Evangelo
che ho creduto e al quale devo continuamente
riconvertirmi. Certo che non ho nessuna « investitura » a dir questo, nient’altro che l’esigenza
che mi è imposia dalla mia vocazione di cristiano qualunque.
Chi deliberatamente’si pone come « chièsa'alternativa »;' nèh pùò stupirsi di trovarsi di fronté
un’altra « alternativa ». In realtà, spesso si tratta a mio parere di alternative evangelicamente
insignificanti. Voglio dire che lo scontro fra trasformazione e conservazione si svolge, per cosi
dire, sempre sullo stesso versante della vera alfernativ'a : Dio - l’ùomo. Non sonò affattò per
conservare o frenare, né nella chiesa né ' nella
storia. Hu sete di nuovo, e desidero anch’io una
chiesa diversa, rinnovala; ma veramente diversa,
non solo aggiornata Una volta ancora conformisticamente alla mentalità dell’epoca ora in trasformazione e di essa succube; una chiesa che non
faccia dire a Dio quel che l’uomo sa e dice già
benissimo da sé, né taccia ciò che Dio dice e
fa, chiede e promette, e che l’uomo ignora e
spesso rifiuta; una chiesa che serbi chiara coscienza e sia testimone limpida della irridicibile diversità, fra il regno di Dio e i regni dell’uomo,
tutti. E cosi sia e viva pienamente nel mondo,
ma non del mondo, vecchio o nupvo che sia.
Gino Conte
Siamo preoccupati per la predicazione.
Non è facile trovare una predicazione
buona, che sappia edificare, e distruggere. In genere, abbiamo di fronte solo
predicazioni — o meglio pseudo predicazioni — che lasciano le cose come stanno. È per questò che’— anche se predichiamo in modo diverso — ci è parsa utile la predicazione che la FGEI campana
ha portato attraverso i culti radio del
periodo di avvento. La Parola di Dio —
ci è stato detto — non toma a vuoto. Ha
un criterio politico: è efficace. La crisi
della predicazione oggi è il più delle volte non nella banalità e nella ihsufficenza
della predicazione; ma nella sua inefficacia. Non vogliamo certo pensare alla
predicazione valutandola efficièntisticamenté' in base aUa pròduziohè : di conversioni, di miracoli; di Visioni; ma Ma
rno certi che la Parola si manifesta con
autorità e con atti potenti.
Siamo molto al di qua di questo, ne
siamo consapevoli. Ma le predicazioni
FGEI, nonostante tutto, hanno posto il
problema ; È ptMìcazioné la nostra?
È predicazione ^quella dei gmppi EGEI?
È predicazione quella (intimista, pietistapolitica, moderna, tradizionale), che portiamo alla radio? Questo è il problema
essenziale: pochi minuti a nostra disposizione; ne usiamo in modo degno?
Credo che nessuno possa dare una risposta trionfalista: la prima cosa che
possiamo fare è discutere insieme.
Il merito dei gruppi FGEI che hanno
predicato nóft -credo che sia un merito
« culturale », « ideologico » : da questo
punto di trista si poteva fare di più e di
meglio.
Il merito — e l’ingenuità, e la spiritualità — dei culti della FGEI campana sta
da un’altra parte; i nostri fratelli non
hanno cercato consensi, applausi, appoggi. I nostri fratelli hanno cercato di dire
quel che realmente credono. A questo
punto la parola non è restata ferma: ha
reato dissensi, dibattito, discussione.
Non voglio dire che questa sia prova
di verità: i fratelli campani sanno che
la verità è difficile a trovarsi. Ma credo
che si possa dire che finalmente la Parola — umana — dei nostri fratelli è stata
posta in discussione; la loro predicazione è stata approvata, contestata o fraintesa; questo, a mio parere, vuol dire che
la Parola, per quanto umana, non è inutile, non è solo teoria, non è solo ideologia; è anche prassi, azione, decisione.
E allora ben venga, anche se non dice
tutto quello o parte di quello che vorremmo, è parola che si fa carne, e forse,
alla fine, avrà qualcosa da dirci.
S. Rìbet
3
30 gennaio 1976
INDONESIA
Sette milioni di protestanti
in terra musulmana
Il cristianesimo indonesiano è stato al
centro deH’attenzione ecumenica durante
la fase di preparazione della V Assemblea del Consiglio Ecumenica delle Chiese. Allora era stata scelta come sede dell’assemblea proprio la capitale dell’Indonesia, Djakarta, che conta 4 milioni di
abitanti.
■ = : Ma, come si sa, la sede fu poi spostata
a Nairobi, capitale del Kenia. Sembra infatti che, se l’assemblea avesse avuto luogo a Djakarta, non avrebbe potuto evita, re di occuparsi dello spinoso problema
■;'i dei prigionieri politici (diverse decine di
fy- migliaia di comunisti veri o presunti sono
i ' in carcere senza processo dal 1965). Il
motivo ufficiale fu che non si volevano
1 creare delle complicazioni interne al go
'verno, visto che la maggioranza della po■((¡j polazione è musulmana.
' I cristiani di questo paese sembrano
; aver dimostrato comprensione per le dif
ficoltà del Consiglio Ecumenico. Superata
- la delusione per lo spostamento di sede,
si sono scrupolosamente preparati a Nairobi, invitando tra l’altro il professor
Christoph Barth, di Magonza, a tenere un
V ciclo di lezioni in diversi seminari e uni
’’ .' versità. Il terzo figlio di Karl Barth si
recò trentenne, nel 1947, in Indonesia, e
vi insegnò Antico Testamento fino al 1965.
Vi è tornato per quattro mesi, dall’ottobre 1974 al febbraio 1975. Dobbiamo a lui
alcune impressioni di viaggio, che ci informano sulla situazione attuale dei cristiani indonesiani.
. Essi rappresentano circa l’8% della po
polazione, che in totale è di 130 milioni;
;; ; vi sono 7 milioni di evangelici e 3 milioni
di cattolici.
L’inizio e respandersi delle missioni
, ; coincide con l’epoca coloniale, sotto il do
minio olandese. Tuttavia la predicazione
delTevangelo non si è identificata con ^)i
V interessi coloniali, ma ha saputo incar
nai;M;'nella ■ T ¿ristiàni
sono stati fra i,più’'atfivi;ìàutpfi'y^^^
pendenza, e dalla fohàaziòhé della Repubblica, nel 1950, partecipano intensamèntè
^ alla vita pubblica (stampa, scuola, assi
.k- stenza sanitaria, lavoro sociale, commer
'■j';-. ciò, esercito, amministrazione).
’ La situazione non è però senza contra
. sti, perché gli sviluppi in campo politico
ed economico mettono davanti a problemi e compiti nuovi.
NelTultimo decennio, il paese ha conosciuto uno Sviluppo senza precedenti.
: L’inflazione è stata quasi arrestata, la pro
duzione del riso, che resta la risorsa principale,. ha subito un fojte inerernento, e
posi ,|)tìre il prodottò 'nazlonale lordo.
'L’industrìalizzaziorté ha fatto nótevtili“
- - passi avanti, progressi si sonò avuti nel
k yji , campo deiristruzione e de.lTassistenza sanitaria. La 'réte stradale è stata arrlpliàta
e si sono creati huoi;l insediamenti itì téfre finora disabitate.
Ma per questo sviluppo, il paese ha- dovuto pagare uri prezzo politico non indif■ ì ferente: il limite alle libertà democrati
che e la dipendenza dal capitale occidentale.
Dopo il fallimento del tentativo dì Sukamò,; di tenere insieme le tre principali
forze pòlitiché, i nazionalisti, i partiti mu*
siiliriarii, e' i coiriitriiSti, è andato al potere
il gruppo di Suharto, che Ha sciolto i partiti, massacrato Topposizione comtìnista,
e che òggi goverria praticamente senza
' ' Opposizione. '
In questa situazióne, mentre i musulmani, sotto rinfluenza araba, aspirano, a
riprendere il potere, i cristiani sono costretti a rivedere le .loro forme di parte-.
• cipazione alla costruzione della -società.
7 'Mentre- essi non stentavano a- trovare
' il loro postò' nel sistema politico-religioso
che trovava espressione liellà' forririulà di
Sukarno, ■ delle cinque grandi colonne su
cui si deve reggere là nazióne (-réligiOrie,
unità nàziorialè; democrazia;-'giustizia so
sìtrasbUrgo
TI Consiglio di gestione dèlia facoltà
di; téologìà protestante (15 -professori e
8' stridenti ), in segùito ' 'álTacenSá ' rivóltà
à-professori è Studènti di « àttàccò àlla
moralità ‘ dell’esercitdw, hà 'Vótatò • uhà
mozione in cui, di fronte'à cèrfè- mispiè
che mettono in causa 1 diritti'd'eSpressiO;
rie tìel'eittadino, w riaSèrinanO Ìl^própfitì
attaccaménto a ’ quésti diriltr ésSeràialì ».
ut M. . ;<c . - Vi. ,srirt «U :
(Bip)
ciale, umanità), ora devono scegliere: essere solidali con un sistema oppressivo,
in cui la formula di Sukarno viene mantenuta per ragioni propagandistiche, ma
è svuotata di ogni contenuto, oppure
prendere la via della separazione della
Chiesa dallo Stato, che in questa situazione prende il sapore di un atto politico, e
trovare nuove forme per un contributo
alla maturazione popolare.
Questa scelta è resa difficile dalla situazione di minoranza. Nelle campagne visone comunità che vivono circondate da
un ambiente musulmano ostile, e la forte
crescita delle comunità in ambiente cittadino è costrobilanciata dalTestendersi
della secolarizzazione. Tuttavia la chiesa
evangelica sembra essere sufficientemente solida per avviarsi verso un ripensamento del proprio tipo di presenza: basti
pensare che sono in funzione più di 20
nel mondo
GIAPPONE: Nella chiesa unita di Cristo
ci si interroga sulla situazione delle donne pastori; ad un’inchiesta per corrispondenza alcune donne pastori hanno risposto « mi accontento di essere soltanto una
pastore capo delle grandi comunità — se
esercitano nelle comunità dove ci sono diversi pastori raramente predicano — sono spesso chiamate nelle comunità finanziariamente troppo deboli per pagare il
salario di un uomo — molte fanno opera
di pioniere — se marito e moglie sono pastori nella stessa comunità, solo il marito è considerato pastore e riceve un. salario:
L’altro problema è di sapere quel che
rappresenta il ministero e quello che fa
il pastore in generale uomo o donna.
GHANA: Il numero dei gruppi femminili presbiteriani aumenta ogni anno: 210
attualmente, con più di 6.000 membri. Un
nuovo tipo di puppo femminile « junior »
di studio biblico è stato creato in varie
comunità. Ci sono donne in quasi tutti
i comitati della chiesa. Si svolge, una
preparazione speciale per mogli di pastori. Per l’anno internazionale della donna sono stati organizzati dibattiti ecc...
''' '? , ^
MADAGASGì^ì ^ellk'dhie^ di Cristo è' Stato orgànirfzato ùn seminario per
formare delle donne « quadri » ; dura un
anno e si svolge su 3 punti:
— sviluppo- économicoi lavoro manuale, igiene, puericultura, agricoltura... ;
— sviluppo culturale: alfabetizzazione,
lettura di libri e giornali, studio del di- •
ritto...; ■'
sviluppo spirituale : studio biblico-,
come predicare, approfondire la propria
fede...
Ogni seminarista tornando nella propria località adopera le sue conoscenze
per aiutare le altre ad innalzare il loro livello.
Nel 1974 ha avuto luogo -runione delle
luterane con le donne della chiesa di Gesù Cristo. ■'
ZAIRE (presbiteriane): La proibizione deH’insegnamento della «.religione» in
tutte le scuole e la sua sostituzione con
Tinsegnafnento del <fmobutismo», il 25
dicembre dichiarato giorno feriale, danno alla chiesa la possibilità di approfondire più seriamente altri mezzi di testimonianza. Ora che la chiesa non è più
responsabile delle scuole —sono state
tutte..; nazionalizzate .V- diverse possibilità si offrono: .raggruppare i bambini
quando neri hanno scuola, ùnfòrzaie le
scuole domenicali,.' ridare resp<Misabilità
d’insegrramento alla famiglia, punto sul
quale si vorrebbe insistere molto. Si stanno effettuando 25 seminari per le donne,
anehe per Ifinsegnamenti: .ai bambini, con
aiuto èlle donne, che.non sanno leggere
ma <^e: hanno:- huona. ¡memoria . perché
esercitata, e con.cQrsiidi alfabetizzazionCi
: CORlDA ;, Le ‘donne, di- ¡5* àénoniit^ziofn
Si sono tfóvàte impegnate nelìà. vita';
i -problemi dello famìglié'der pfìgtón^ri.
Hanno aiiili^tp.ry'?'!'!,,casi;j,es. fia^nno pa-,
gato,.le ^^e di peitò per un bèbéi prematuro, natp„}\ ,gfqrno ,44, enj U njaritq.fù
condannàtq.^d',biprte,,,^òttb, l’acc\4se,-:.Vdi
avere partecipato a un, complotto comunista (trasformata poi in ..prigione a vita).
Molte partecipano a riunioni di preghiera
settimanali con famiglie di prigionieri, ed
è un incoraggiamento reciproco.
Hanno lottato per mantenere in vita il
loro solo giornale indipendente ; la pressione esercitata dal governo aveva portato la soppressione di quasi, tutte le «reclame » per paralizzare il giornale. Le
donne hanno partecipato alla campagna
di diversi gruppi che compravano nello
spazio nel giornale. La stessa cosa è steta Tgtta .gllaj,.radio,;,conaprando ,<( tempo,»
di:.antenna. .bi. ■
Dòpo là cónsacraziOrie dèlie donne autorizzata nel 1974, Si sono prodigate per
Tanno internazionale della donna, la chiesa presbiteriana essendo composta per i
2/3 di donne; vengono incoraggiate a
sbarazzarsi di complessi di inferiorità,
per diventare consigliere. Le donne hanno esaminato libri scolastici sottolineando tutti i termini che accentuano la discriminazione dei sessi, per farli' sopprimere, ed anche quelli anti-democratici.
Panno campagna per fare cambiare 10
punti nella legge delle famiglie che stabiliscono una discriminazione nei conftonti delle donne.
tra seminari, scuole teologiche, facoltà
per un totale di 2000 studenti.
Questo spirito di ricerca è dimostrato
dalTawio di un dialogo critico con cattolici e musulmani, e soprattutto dallo sforzo per liberarsi dagli schemi occidentali
di pensiero e per trovare una risposta
nuova, originale, al problema della testimonianza cristiana nel contesto indonesiano. Anche se si devono fare i conti con
la solita opposizione dei gruppi fondamentalisti di ispirazione americana o tedesco occidentale, tanto chiusi nelle loro
formule schematiche quanto acritici verso il governo, è indubbio che la chiesa
evangelica si stia avviando, anche confortata dàlTesempio africano, verso una
espressione locale della fede cristiana,
che sia anche un contributo alla liberazione dell’uomo.
Bruno Rostagno
dal mondo cristiano
QineñcCí
• Il vescovo di Minas mons. Quaglia
Martinez, in una lettera inviata al comandante militare della regione ha fatto presente che «i metodi arbitrari della polizia e dell’esercito, nella nostra diocesi,
non avevano mai raggiunto eccessi quali
è dato vedere oggi ». Egli protesta altresì
contro « l’irruzione, armi alla mano di
un battaglione di fanteria nei locali di
una parrocchia della sua diocesi, l’arresto di molti giovani e del prete locale, i
maltrattamenti di cui sono stati in seguito oggetto gli arrestati e contro le dichiarazioni estorte secondo le quali non è
stato fatto loro alcun male».
(Inf. Cathl. Inter.)
• Più della metà delle famiglie uru
guayane guadagnano meno dèlia metà
del necessario per vivere. Questa grave
situazione risulta dall’inchiesta effettuata
nel 1975 dalla Direzione di Statìstica e
pubblicata nel giornale «El Dia». Secondo le cifre ufficiali il reddito del 50%
delle famiglie non supera gli. 800 pesos
che vengono attualmente considerati, la
media necessaria per la sussistenza. di
una famiglia. ,
Lo stesso organo di stampa citata informa che nel circondario di Montevideo
solo 93.000 famiglie su 290.000 raggiungono e superano i 300 pesos. ,
a
■ Giovedì 22 gennaio si è syoltài*neì^gimdro*'deli’« ottava di preghiere -péft Sttàiià
dei cristiani » una cerimonia ecumenica
curiosa. Tl programma —:,co^e :^ri§tìlt|
dall’agenzia Ansa ' rivolto a’ìii'òteàtàfiti e ortodossi, era il- seguàitts ¡g-.QFe.-!|08i
raduno al n. 29 di- via ‘dellà* C&ciÌiÉciìbriiè
dove a ci^ps^jgsrteeipan|^|Vfr||^ djftì^
buito un libretto ai preghière* è‘ càritì"'ché
si faranno durante la celebrazione, Ore
16,30, partenza processionalmente per la
basilica Vaticana : si farà ima sosta dinnanzi alla tomba del principe degli apostoli per rinnovare le promesse battesimali e recitare il credo, indi verrà còricelebrata la messa. Al termine tutti si
recheranno alla tomba del Protettore San
Giuda Taddeo, sotto il cui patrocinio è
presa questa iniziativa ecumenica».
Un programma, quindi, a senso unico
che vorrebbe fare delTecumenismo una
marcia trionfale dell’«Aida» riconducendo tutti allo stesso ovile. Non rischia di
essere uh ecumenismo dà palcoscenico?
DairEuropg orientale
PRAGA
Gli anni 1973 e 1974 paiono esser stati
decisamente tristi per la chiesa evangelica dei fratelli cèchi. Da im lato, il Sinodo del 1973 ha ripreso (nel quadrò della «normalizzazione»?) l’esame d’un vecchio documento del 1969, intitolato « Appello al popolo». Le discussioni su questo documento avrebbero provocato delle gravi tensioni nel siriodo e ili seguito
nella chiesa. Dall’altro lato in seguito alTinterdizione d’esercitare il loro miriistero a 3 pastori, 22 studenti in teologia
hanno feclarhato presso le autorità statali ed ecclesiastiche.
Dopo alcune tensioni, 3 di loro sono
stati esclusi dalla Facoltà di teologia, e
2 altri, che. avevano terminato la.loro preparazione al ministero pastorale^non hanno ricevuto Tautorizzazione ad entrare in
carica, Inoltre durante H mese, di novembre 1974 è apparsa, su di una pubblicazione . cecoslovacca, una lista, composta
di 11 nominativi. A queste persone,, il Segretariato di Stato per gli. Affari Eoclesiastìci aveva interdetto l’esercizio del
ministero pastorale. . (B.I.P.)
UNGHERIA ■ .-IH- ■ ■
, È stata pubblicata^ idopo -,25: anni-i di- lavoro, la nuova traduzione;, biblica t in,. ungherese moderno„,a cura-,della .Società
Biblica ungherese.. L’edizione iprevede una
stampa, di 30.000 eopieifidi cui le prime
lO.OfX) sono già state-consegnatev . ! i- . i,- : '>
. . , . ‘r 'n Ì!') t -i >
. sinodQ pror
testante della chiesa protesiaptg,,, 4®Ìla
T,uringia (^X),.si,, èi^prononoiaip;.iii, ¿uestì..gionii,: contro l’einigrazipao.in
riià'Occ.' di quel pastori che chiedono, nella Germania Qrientaie, di essere esonéràti, per motivi morali e polìtici, delle loro
funzioni ecclesiastiche.
Il Sinodo, con questo pronunciamento,
ha così ribadito il punto di vista, espresso settimane or sono, dal Dott. Werner
Rrusche, vescovo luterano di Magdeburgo. Questa, presa di posizione ha valuto,
in parte, rispondère al diffuso disagio di
alcune comunità della RDT di fronte aìla
partenza per la Germania Òcc. di urià
ventina di pastori, accompàgnati dalle lóro famiglie, ai quali le autorità della Germania dell’est avevano, concesso l’autorizzazione d’espatrio.
Mustafa Dschemilew, 32 anni, Teadèr
tartaro della Crimea, imprigionato a
Qmok, si tròva in.imo stato critico (pesa
solo più 30 kg.) in se^to ad uno sciopero della fame iniziato in luglio per'protestare contro là sua prigionià causata
da false tóstirnòniànze. È stato iriiatti accusato di avere dìffàmato l’Unione Bovietica persino nel campo'di prigìòhia. L’accusa era cosi assur.da che lo stesso, tribunale del campo Tha rifiutata. Il prof.
A. ^echafov hà , tenuto in, dicembre, nel
suo àppàriAniièriip una, cqhfer^:^,. qpncerneritè .if/maèp, Dschptpil'ejy’, ,/tìÌ,’iqqbnT
trò, partecipo ¡.anche il,generale,,,Grigo
renkò ........... , ^
Dschemilew, .qrederite, ipupulpigi»,/^^^^
ta a|f|nchàX 'tàgtgri .(che, iqróoo pbhUgàtì
atì;,esphtriài;ei,'^tto il regime, di -Btoliri)
pos^ano,^ tojrnep, ih .Crimeà. .-^r^causa,. di
giò.;dà),/l9ró sq.jiyóya prigionierQ, Peri i!
mjc|mepto piilla Jasqia. sperare itìarta,
ri po§3ano,, ptteppre. più. che, ,ijj ;ÌG©>r «ileàder » chiede. ' / riBipi ■!
4
30 gennaio 1976
Riprendiamo ad occuparci con qualche ampiezza
delle chiese valdesi del Rio de la Piata. Già in precedenza
abbiamo fornito alcune indicazioni sulla loro situazione
ecclesiastica pubblicando due articoli sulle opere sociali
« El Sarandì » ed « El Pastoreo ». Di quest'ultima (vedi
n. 23 del 13 giugno), centro sociale aperto a Rosario, dianlo qui accanto una fotografìa recente.
Abbiartio utilizzato, tutte le fonti di informazione ed i
documenti in nostro possesso per illustrare la situazione
attuale in Uruguay ma è probabile che essa sia più grave
del quadro che ne possiamo tracciare. I dati schematici
sull'emigrazione e la crisi economica lasciano intuire il
dramma di un paese in sfacelo. I problemi di cui parla
H. Malan : rapporti ecumenici, ministeri, formazione dei
laici, presa di coscienza dei credenti nel cambiamento sociale ecc. mostrano però che i fratelli sud americani sono
ben coscienti della loro responsabilità nell'ora presente.
m
RIO DE LA PLATA
ROMPIAMO IL SILENZIO
Quella che fu una delle nazioni più avanzate del Sud America sull'orlo del collasso
Grosse responsabilità per le chiese neH’immediato futuro
La minuziosa indagine promossa dal
trib^ale Russel nel corso della sua 3*
sessione, conclusasi recentemente a Roma, sulla situazione politica d'eH'America
Latina, e di alcimi stati in particolare,
rappresenta im punto di riferimento essenziale per chi intenda conoscere la realtà di quelle nazioni.
Le testimonianze raccolte nelle giornate di dibattito hanno messo in chiara luce le responsabilità dell’ imperialismo
mondiale in quelle vicende, spesso tragiche. Non tutte le situazioni sudamericane
sono state esaminate e ad esempio TUruguay non è stato toccato che di sfuggita.
Questo non significa che qui la situazione sia mutata nel corso degli ultimi
mesi e che possa ritenersi oggi soddisfacente. Anzi, il silenzio che lentamente cade sul regime autoritario di Bordaberry
nell’avvicinarsi della scadenza del suo
mandato può essere un segno più inquietante ancora di una esplicita azione repressiva. Le dittature hanno sempre interesse a vivere nel silenzio e nell’oblio
deH’opinione pubblica.
Le tappe principali della presa di potere da parte dell’oligarchia militare di
Bordaberry sono note ma non vanno dimenticate.
Il 25 aprile 1975 con l’arresto di sindacalisti, operai, dirigenti del partito comunista, per^ prevenire la manifestazione del
1° maggio, prosegue più violenta in maggio contro il « Movimento di Liberazione
Nazionale», con l’arresto di venti tupamaros e l’assassinio di tre: la repressione colpisce poi tutta la gioventù politica
del paese. In Ottobre si raggiunge il massimo. Vengono arrestate centinaia di persone tra dirigenti, operai, personalità della scienza e della cultura, artisti, parlamentari, uomini e donne senza distinzione d’età. S’intensificano le torture. Tutto
ciò si somma ad una situazione di un regime che in poco tempo è riuscito a distruggere ogni forma d’istituzione democratica, ha dissolto il Parlamento, le giunte locali e regionali, e ponendo nell’illegahtà tutti i partiti politici proibisce ogni
forma d attività politica, Vengon sciolte
cosi la Confederazione nazionale dei Lavoratori e le organizzazioni studentesche
e popolari.
Tutti i mezzi di comunicazione vengon
severamente censurati. La crisi economica avanza. Con 1 industria e il commercio
paralizzati si assiste ad un inarrestabile
aumento del costo della vita. Il potere
d Hcquisto salariale ha già subito una
perdita secca del 50% mentre il 60% del
reddito nazionale è destinato al Ministero della Difesa e degli Interni.
La repressione non risparmia neppure
la Chiesa, 1 ultimo episodio concerne Tarcivescovo di Montevideo Monsignor Carlos Partelli che nella sua ’’Pastorale" aveva, in ottobre, parlato di ’’amnistia” per i
prigionieri politici. Le autorità militari
hanno voluto modificare il testo ufficiale
parlando « ...di liberare quelli
che sono in condizione di reintegrarsi nella vita laboriosa e pacifica del paese ».
Uno degli aspetti più impressionanti
della attuale situazione uruguayana è il
fatto che migliaia di persone hanno lasciato il paese cercando rifugio all’estero,
nella inaggioranza dei casi in Argentina.
Non si tratta soltanto, come potrebbe
supporre un lettore sprovveduto, di giovani compromessi con i movimenti di resistenza o di oppositori al regime, ma
molto spesso di operai qualificati, intellettuali, studenti;
Questo flusso m^ratorio ha raggiuntò
sino àff oggi la cifra considerevole di ol
tre 300.000 unità che diventa impressionate se si considera però che nella maggioranza dei casi si tratta di uomini fra i
18 ed i 40 anni, cioè la forze vive della nazione di oggi e di domani. Il paese che
queste migliaia di giovani si lasciano alle
spalle è destinato così a diventare nel volgere di pochi anni un paese di vecchi, senza promesse d’avvenire e senza prospettive.
Più impressionante ancora risulta questa cifra se si considera che rappresenta
il 30% della popolazione totale del paese.
Se in Italia si verificasse una situazione
analoga a quella uruguayana avremmo
nel volgere di pochi anni 18 milioni di
profughi che lasciano Tltalia nella magporanza dei casi esponenti delle classi
lavoratrici, professori, dirigenti, giornalisti.
L’Uruguay di domani perciò non è solo
destinato ad essere un paese dì vecchi ma
uh deserto culturale, sociale. Il paese rischia cioè di entrare in una fase irreversibile di decadimento politico ed economico, che lo condurrà ad una sempre mag
gior dipendenza dal suo gigantesco vicino il Brasile che già attualmente ne sta
condizionando la vita e la sopravvivenza.
Nel corso degli ultimi mesi le maggiori
forniture di carne sono state fatte al Brasile a prezzi di totale liquidazione non
trovandosi acquirenti sul mercato internazionale ad eccezione del Sud Africa.
Gli ultimi provvedimenti governativi in
materia fiscale che colpiscono in modo
massiccio la proprietà terriera stanno però mettendo in apprensione le classi sociali, che sino a questo momento avevano
dato un aperto o un tacito appoggio alla
politica governativa, e creano un primo
interrogativo aperto nel silenzio generale
di cui non si può prevedere gli sviluppi
così come non si possono prevedere gli
sviluppi delle tensioni esistenti airinterno
delle forze armate. Si tratta però solo di
sprazzi, come i lampi d’estate di cui non
si sa se sono annunzio di pioggia o solo
lampi di calore. La notte ed il silenzio avvolgono ancora la « Svizzera del Sud America » come era detta la Repubblica dell’Uruguay.
Dichiarazione
vaido-metodista
La dichiarazione che riproduciamo qui
sotto è stata pubblicata dal settimanale
della chiesa metodista argentina ed è sottoscritto dal moderatore della Mesa (la
Tavola sud americana) W. Artus e dal presidente della chiesa metodista uruguayana. Se ne deduce che il problema della
collaborazione fra le chiese evangeliche
sembra porsi in forma nuova anche nel
Rio de la Piata e tutto lascia prevedere
che vi saranno interessanti sviluppi in avvenire. Intervisteremo prossimamente al
riguardo il Moderador.
1) Gli organismi direttivi delle chiese
valdesi e metodisti nelTUruguay, considerando che l’intercambio, la collaborazione ed il dialogo reciproco sono una
realtà fra le due chiese sin dal momento
della loro origine, praticamente da un
secolo, considerano necessario riallacciare il filo di questa corrente stimolante,
affermando però che questo fatto non significa in alcun modo una forma di
esclusione di una collaborazione piena
con le chiese sorelle esistenti nel paese.
2) In riferimento a questo si ripromettono di seguire e incoraggiare tutte le
manifestazioni di cooperazione valdo-metodista esistenti o che si possano manifestare in futuro a livello tanto locale
quanto regionale o nazionale, ricercando
nello stesso tempo di scoprire nuove
espressioni di partecipazione comune.
3) Nel quadro di questo interesse si ripromettono di riallacciare il dialogo e lo
studio comune in particolar modo a livello dei rispettivi corpi pastorali stimolando nel contempo tutte le varie attività
in campo educativo, formativo e di servizio, come materiale per le Scuole domenicali, formazione del laicato, catechesi,
liturgia, opere sociali, diffusione della letteratura evangelica ecc.
4) Esprimono altresì, fermo convincimento che per realizzare un’attività come questa sia necessario riconoscere (valutare?) i cambiamenti di ogni genere
subiti o portati avanti dalle rispettive
chiese; questo significa che non è possibile affrontare tempi nuovi e nuove opportunità con una mentalità di altri
tempi.
CORPO PASTORALE
Le nuove responsabilità
in una situazione che cambia
Il.coipo pastorale della chiesa valdese
del Rio dela Piata si raduna due volte all’anno. Una prima durante i mesi di luglio o agosto, e l’altra due giorni prima
della sessione sinodale.
Durante i giorni 26 e 27 agosto dello
scorso anno si è avuta la riunione estiva
al Centro Emmanuel con la presenza di
quasi tutti gli operai della chiesa, incluse le assistenti di chiesa. Questa riunione
del corpo pastorale ha lo scopo di condurre insieme una riflessione su temi biblici, dottrinali o pratici sia del ministèro pastorale specifico che della chiesa nel
suo insieme.
Alla base dell’incontro vi fu uno studio
biblico su I Pietro 2: 9-10 diretto dal prof.
A. Ricciardi che fornì i dati per collocare
il testo non solo nel suo contesto scritturale ma anche per trarne la conseguenze
nell’opera della chiesa oggi. Le conclusioni di questo studio e dello scambio che ne
seguì si possono riassumere in alcuni
punti:
In contrasto con coloro che hanno respinto Te vangelo stanno coloro che lo
hanno accolto e nel caso specificò di I Pietro sono coloro che formano la comunità
cristiana.
— Questa circostanza fa sì che ai credenti si possano attribuire i titoli che appartenevano a Israele.
— Coloro che, nell’antico Israele, credono in Cristo, sono il vero Israele ed i pagani che accettano la loro chiamata sono
incorporati in questo popolo.
Non esiste altro popolo alTinfuori di
quello che è stato acquisito a Dio nella
morte vicaria di Cristo
Nei corso dei suoi lavori il corpo Pastorale affrontò i seguenti argomenti: Attualizzazione della liturgia battesimale,
leziónàrio di predicazione per Tanno 1975,
ministero femminile nella chiesa valdese.
ministero pastorale tradizionale e nuove
forme di ministero.
I temi trattati con maggior interesse
furono i due ultimi, che toccano il ministero pastorale nella chiesa. Sul tema del
ministero femminile si ebbe un ampio dibattito che si concluse con la richiesta alla Mesa di organizzare uno studio più approfondito per giungere ad una più precisa definizione dello stesso. Su questo
punto si è constatato che non esiste un
criterio orientativo né una chiara idea
delle sua implicazioni in campo pratico.
Il ministero femminile però, e questo è
risultato evidente, è viziato nelle sue premesse dalTidea di eguagliare la forma di
ministero pastorale attuata dall’uomo e
ne porta le conseguenze. In molti casi si
è così verificato il fatto che il ministero
femminile non esprime pienamente le
sue caratteristiche in quanto gli si sono
stati imposti schemi che nOn gli competono, senza rispettare le forme in cui
avrebbe invece potuto estrinsecarsi con
profitto per le comunità.
II problema delle forme tradizionali o
nuove di ministero è stato nella coscienza del contrasto che soggiace al dibattito
ma si è cercato di superare nella visione
della missione cristiana. È apparso chiaro
a tutti che la Chiesa esiste in funzione
della missione ma chi conduce questa
missione, chi la attua? Che posto occupa
in essa il ministero pastorale? È chiaro
che la Chiesa valdese è impegnata ad inserire il suo lavoro, le sue forme di vita e
tutta la sua impostazione in un tempo
« nuovo », un tempo che in America Latina esige definizioni e posizioni chiare. È
passato il tempo della tranquillità, della
mancanza di conflitti 'sociali e politici in
cui nulla metteva in questione la funzione e l’opera della chiesa. E evidente che
in questo contesto non è stato possibile
trovare una chiara definizione della fun
zione pastorale né in sede teologico-biblica né in sede pratica.
Un esempio di questa situazione di incertezza si ha nel fatto che non si può
dare una definizione più o meno chiara
ed accolta da tutti di quello che 'si intende parlando di ministero specializzato. Il
problema di fondo però risiede in una definizione delTattività e della diversa collaborazione del ministero pastorale nella
vita della chiesa.
Nel ministero tradizionale il pastore vive con tutto il suo tempo a disposizione
della comunità stessa, per una attività
alTinterno. £ pienamente assorbito dalle
problematiche interne. Qggi si comprende sempre meglio che il pastore è inserito
con la gente della comunità nella vita di
testimonianza e di servizio.
Quando abbiamo affrontato il problemà da questo punto di vista è risultato
chiaro che ci troviamo in presenza di comunità che non sono tutte ad uno stesso
livello di riflessione e che nello stesso
corpo pastorale vi sono livelli diversi determinanti dalle diversità di tempo in cui
si è venuto formando. Tutto questo ha
fatto sì che il problema non fosse risolto, ma si decidesse di riaffrontarlo ulteriormente nella sessione di febbraio, prima delTassemblea sinodale.
Un fatto emerge chiaro in questa volontà di incontro e di riflessione comune:
ci si rende conto della necessità di coordinare azioni diverse, evitare che le comunità siano disordiéntate da diversità
nell’azione nel metodo di lavoro e nella
strategia missionaria. Non è possibile
aspettarsi che le comunità debbano adattarsi al pastore; occorre avere una linea
di base un orientaménto generale in cui
si possano poi inserire i diversi contributi singoli. , ...
Hugo Malan
5
30 gennaio 1976
SAMPIERDARENA
Zingari in chiesa
Un gruppo di donne dalle vesti lunghe
e colori vivaci sono entrate in sacrestia
la domenica dopo Natale. Intuisco che
sono venute per il culto perché hanno
conosciuto il Signore ; m’avvicino e salutandole pronunzio i nomi di Vincenzo
Buso, Carlo Le Cossec, leader di tutto
il movimento mondiale tra gli Tzigani;
poi accenno alle melodie del risveglio e
subito il volto delle sorelle si illumina e
cantano con me; il clima di sospetto che
è comune per tutti di fronte agli «zingari » è fugato anche per i fedeli che entrano per il culto; certo è difficile credere al miracolo d’una nuova nascita, soprattutto per gli ultimi, per i più emarginati; eppure Gesù ha soprattutto amato quelli e ne ha fatto degli apostoli del
Regno.
In chiesa il pastore prega da solo; ma
questa volta anche gli tzigani si uniscono col dono delle lingue e forse non compresi dai presenti, abituati purtroppo al
soliloquio pastorale.
Nella « roulotte » tzigana
Sono andato a trovare le sorelle tzigane per una riunione in una «roulotte»;
dopo un lungo vagabondaggio scopro il
«villaggio» con tanti bambini; un ragazzo s’avvicina e gli dico; sono il pastore. Scompare nelle « roulotte » e riappare subito dopo con le sorelle convertite dal Signore e tanti « scugnizzi ». E gli
nomini? Alcuni lavorano come calderai
ed altri sono nelle bettole. Ci raduniamo
in una « roulotte » dove si canta, si raccontano le esperienze, le testimonianze
della conversione; vicino a me una ragazzina racconta come il Signore l’ha liberata da un male incurabile e dichiara :
l’Amore di Cristo mi ha presa malata e
mi ha rinnovata tutta, corpo e spirito ; sia
benedetto il suo nome.
Sono colpito dalla profondità del pensiero delle preghiere, alimentate dalla potenza del Signore. Eppure si tratta della
tribù dei Roms, la più rude e primitiva
e verso la quale Gesù si è mosso per
toccarne il cuore.
Do un’offerta da parte delle mie chiese ; una tzigana mi dice : grazie, servirà
per l’annunzio dell’Evangelo.
1 Roms
Ho sott’occhio un numero di « vie et
lumière », la rivista del movimento di risveglio tra gli Tzigani; vi si parla della
tribù dei Roms: il nome vuol dire: uomo, mentre la donna si chiama « romni » ;
sono suddivisi in vari gruppi e sono sparsi per tutto il mondo; si tratta di alcuni
milioni, quasi la metà di tutti gli Tzigani. Anche i Roms, come le altre tribù
sono stati duramente perseguitati sin dai
XV secolo quando giunsero in Europa;
basti ricordare che in regime nazista un
mezzo milione di tzigani è morto nei
campi di concentramento. I primi convertiti della tribù dei Roms risale al 1954
e da allora migliaia hanno accettato il
Signore e molti sono diventati predicatori dell’Evangelo. Una vita nuova è cominciata per 1 convertiti; l’abbandono del1 alcool, del fumo, uno stile di vita nuovo pur mantenendo riti e costumi che
non sono in contrasto con l’Evangelo.
Ho rubato una Bibbia
Nella rivista « vie et lumière » è ricordato l’episodio della conversione di un
giovane «rom»; nel 1963 questo tzigano
aveva saputo che un gruppo dei suoi aveva fondato una comunità e che molti frequentavano le adunanze; una sera volle
andare a vedere di che si trattava: alla
fine della riunione ha rubato una Bibbia ;
IX Circuito
Si è tenuta a Berna, il 16-11-1975, la
prima assemblea di circuito.
Costituita e rappresentata dalle comunità valdesi di Basilea, Ginevra, Losanna e Zurigo, con un totale di 20 membri
presenti, l’assemblea inizia con una meditazione del pastore Gianni Bogo di Zurigo.
Il dibattito è dapprima centrato sui
progetti di regolamento sulle Chiese locali e sulle persone nella Chiesa.
Si passa quindi alla discussione sui
problemi delle singole Chiese (creazione
di seminari per la formazione di predicatori laici: possibilità di dare uno statuto legale a certe chiese di fronte alle
autorità locali).
L’assemblea si conclude con le elezioni
del consiglio, che risulta composto da;
Christian Gysin, sovrintendente, Nella
Raymond, ètefano Deodato ed il pastore
Gianni Bogo.
la sera si è messo a leggerla con curiosità, poi con passione fino alle ore piccole e ne rimase sconvolto; il giorno dopo è ritornato all’adunanza e ha chiesto
al predicatore: poiché voi credete in un
Dio vivente che guarisce, venite a casa
mia e pregate per mia moglie, gravemente inferma; il gruppo pregò intensamente e la donna guarì.
Un popolo in cammino
Gli tzigani sono sempre in movimento; ed ora che hanno scoperto l’Evangelo sono in marcia in tutto il mondo per
far conoscere Cristo; l’anno scorso hanno rifatto in senso inverso la strada per
l’India che i loro antenati avevano percorso venendo in Europa; un gruppo guidato da Le Cossec, con due macchine, ha
vissuto un’esperienza spirituale indimenticabile, affrontando situazioni, ambienti, difficoltà enormi e dovunque anmmziando la buona notizia del Regno fino
in India.
Nelle nostre chiese, nei nostri centri
giovanili si parla di «presenza», di impegno politico e si accantona spesso l’annunzio per l’uomo disperato, per colui
che muore spiritualmente. Ringraziamo il
Signore che ha suscitato gli ultimi del
mondo per far conoscere le primizie del
Regno e ci richiamano alla nostra missione con urgenza. Ringraziamo il fratello Vincenzo Buso per l’opera che egli
svolge in Italia per questo popolo ed al
quale potete rivolgervi pe^l’abbonamento di « vie et lumière » all’indirizzo seguente: Vincenzo Buso, via A. Giatti, 8 10070 Venaria (Torino).
Gustavo Bouchard
FIRENZE
Serata memorabile quella del 9 gennaio, quando dietro proposta del « Centro Evangelico di Solidarietà » vi è stato un incontro in Via Manzoni per i pastori delle 16 comunità, i direttori
degli otto istituti, i membri del direttivo; e abbiamo visto pure fratelli interessati delle diverse denominazioni e una bella rappresentanza della Scuola di Via de’ Macci: oltre cinquanta presenti.
Si desiderava presentare il « Centro » a fratelli rimasti finora estranei, si desiderava ribadire l’importauza di esso e quindi dei rappresentanti le Comunità per consigliare, per aiutare
affinché tutti, possibilmente, prendano a cuore
e considerino con maggior impegno questo strumento di servizio e testimonianza collettiva degli evangelici fiorentini.
Per l’occasione e come pretesto per un discorso d’assieme, vi è stata la proposta per un’azione
socio-politica degli evangelici in vista dei Consigli di Quartiere. Dalla due relazioni e dalle conversazioni è risultato che è bene che i credenti
si interessino del mondo che li circonda, come
esso si muove e quali necessità manifesta: per
inserirsi con il cuore aperto, la mano tesa e la
testimonianza di Gesù Cristo che libera, guarisce, salva.
È stato chiarito che bisogna distinguersi dai
partiti anche se vi sono fratelli che militano in
qualcuno di essi; e ciò per non turbare e dividere inutilmente le comunità, e perché il Cristianesimo è al di sopra e offre il meglio per la soluzione dei problemi umani.
È emersa la necessità di conoscersi nella città
e specialmente nello stesso quartiere i membri
delle diverse denominazioni; è stato proposto di
incontrarsi le domeniche pomeriggio durante l’inverno a turno nei diversi luoghi di culto; forse
sarebbe utile una centrale evangelica. Si è saputo che l’Amministrazione Comunale ha desiderato prendere contatto e ascoltarci, ma vi è stato
un disguido e si chiederà un nuovo incontro con
tutte le rappresentanze delle 16 comunità e 8
istituti.
Una comunità di anziani
L’assemblea degli ospiti della Casa è
convocata frequentemente, ed ha spesso
da decidere su cose che riguaràano tutti;
ma Tassemblea più importante è sempre
quella dell’inizio dell’anno, quando si procede alla revisione del « regolamento interno ». Alcuni giorni fa abbiamo per la
quinta volta riveduto e completato questo
documento destinato a evolversi piuttosto che a ingabbiarsi nella sua rigidezza
immobile. L'innovazione di maggiore rilievo è stata la formazione di una « commissione » di cinque ospiti ai quali saranno in progresso di tempo affidati alcuni impegni importanti. Per ora alla
commissione si chiede di collaborare col
personale per la redazione della lista dei
cibi il pranzo e la cena, facendosi portavoce di quanto la comunità desidera. Ma
altri compiti si aggiungeranno, e dovremo
avere anche una rotazione dei membri del
comitato, in modo che chiunque può dia
una sua compartecipazione.
Fino a ora s’è cercato di organizzare dei
pomeriggi ’’culturali” su questi temi: relazioni di viaggi e diapositive; cori di
scuole, chiese, associazioni; incontri occasionali con persone ’’interessanti” per
quanto fanno. È adesso emersa una esigenza di grande valore: quella di ascoltare e dibattere problemi che impegnano
la città. Oggi, per capire quanto succede
e non trovarsi « fuori del mondo ». La richiesta più insistita concerne i problemi
urbanistici, le nuove strutture che la città propone.
Senza dubbio « il Gignoro » ha imboccato una strada, fatto delle scelte per le
quali non si pente, ma che sono irte di
difficoltà. Una anziana ospite protestava
un giorno: « qui ognuno fa quello che
vuole! », e nessun riconoscimento poteva
essere più ambito, perché rifiutiamo la
riduzione delle « persone » a « cose », a
ex-viventi. Però è difficile gestire la propria libertà, anche quando l’esperienza è
tanta, ed al personale è richiesto un impegno che sarebbe molto ridotto se l’anziano fosse istituzionalizzato, obbligato a un
regime di collegio.
Entrano a far parte della comunità
persone estremamente diverse — per carattere innanzi tutto, ma anche per esperienze vissute, risorse culturali, situazione familiare, economica, ecc. — ed ognuna ha fortemente marcate delle esigenze
che gli anni accentuano. Tutto questo è
vivo, autentico, ed il problema ouotidiano è di non soffocare le personalità, non
appesantire il fardello che talvolta per
l’anziano è già gravoso, e di non consentire di oltrepassare quel limite, (il « regolamento interno » stabilito insieme! ), oltre il quale la comunità non si autogestisce ma si disgrega.
TORINO
FIRENZE: IL GIGNORO
Cresce nella città il bisogno di dare un
assetto concreto ai « quartieri », e non
poche iniziative concernono gli anziani.
(In questi giorni aspettiamo una « Carta
dei diritti delTanziano » elaborata dal
Comune). Ci troviamo pienamente consenzienti con le scelte operate, accettiamo di essere coinvolti in un’azione buona,
lungimirante. Non ci nascondiamo che
certe posizioni sul problema degli anziani
sono avanguardistiche, mentre la polemica « contro » le case di riposo è dilettantesca: non si tratta di distruggere queste iniziative, ma di adeguarle — volenti
o nolenti — alle necessità, e di studiare
su tutti i piani la loro funzionalità nella
vita di un dato territorio. Quello che la
nostra società produce, ed è una vergogna, è una autentica « industria dei vecchi », una industria che rende ai medici,
ai farmaceutici, ai gestori di case di riposo, di cura, di riabilitazione, ecc. e — per
finire — rende anche ai parenti che si
fanno vivi quando il caro estinto è nella
cassa, a ritirare il soldo.
Attualmente al Gignoro vi sono 54 ospiti, durante i mesi scorsi alcune ospiti
hanno concluso il loro cammino; nella Casa. sono continui i lavori di manutenzione
e di miglioria per agevolare per quanto è
possibile la vita quotidiana. Dei membri
del Comitato, ma soprattutto il personale,
non risparmiano tempo ed energie. Sempre constatiamo un dato fondamentale,
che è valido per ogni età della vit: ogni
creatura « ha bisogno » di essere considerata ed amata. Se riconosce questo atteggiamento in chi le sta vicino — altri
ospiti, il personale, ecc. — non esita a donare il meglio di se stessa. E nella ]^rsona anziana vi sono talenti sepolti di saggezza, di capacità, di amore.
L. Santini
GENOVA
Domenica 1 febbraio, ore 16; Riunione
di Comunità (presso Chiesa Valdese). Sulla base del libretto testé edito dalla
Claudiana « A che punto siamo con la
obiezione di coscienza» (collana Attualità Protestante, L. 400), ci occuperemo di
questo problema che non sempre siamo
in grado di giudicare in modo esatto, o
prò o contro, per mancanza di adeguata
informazione, e che diviene attuale per
noi ora che quasi tutte le opere valdesi
hanno offerto di ospitare e dar lavoro
agli obiettori che facciano servizio civile
alternativo a quello militare.
Il gruppo giovanile ha ripreso, dopo le
vacanze natalizie, il proprio programma.
Attualmente è allo studio il tema della
liberazione della donna. Sabato 31 gennaio verrà affrontato l’aspetto politicosociale del problema; mentre sabato 7
febbraio verranno considerate le prospettive future. Nel mese di febbraio (21.2)
è previsto un incontro «cadetti» a Milano, presso i locali della chiesa valdese,
allargato a giovani evangelici anche di
altre città. Il gruppo giovanile evangelico torinese sta organizzando un ciclo di
studi sulla chiesa confessante in Germania che terminerà con un viaggio-studio
in Baviera nel periodo pasquale. Gli incontri inizieranno alla fine di febbraio.
Riferiremo per tempo sulle scadenze di
questo ciclo di studi. Infine ricordiamo
a tutti i giovani interessati che il gruppo
si ritrova nei locali di C.so P. Oddone 7,
ogni sabato a partire dalle 17,30.
• Giovedì 29 gennaio alle 21 in 0.so P.
Oddone 7, si avrà un incontro dei lettori e abbonati di COM-NUOVI TEMPI
con il direttore di questo settimanale, pastore Giorgio Girardet.
• Venerdì 30 gennaio alle 19,30 a Palazzo
Nuovo (Via S. Ottavio, 20) nell’Aula Magna di Magistero vi sarà un dibattito sul
libro dì Giorgio Girardet « Il Vangelo
della Liberazione» (lettura politica del
Vangelo di Luca), edito dalla Oaudiana.
L’iniziativa è stata promossa dalla redazione torinese di COM-NUOVI TEMPI,
dalla red. di « Torino-ACLl » e dalla red.
«La Luce». Introdurranno il dibattito:
don Franco Ardusso (teologo cattolico
della Facoltà di Teologia di Torino), Guido Braghieri (della commissione di Animazione AGLI), e l’autore del libro, past.
Gioito Girardet.
• Un gruppo di monitori della scuola domenicale di Torino organizza, a partire
da domenica 8 febbraio, pomeriggi ricreativi con gite e attività varie per ragazzi di età fra i nove e tredici anni. Primo appuntamento: domenica 8 febbraio
alle ore 15 presso il salone di Via Pio V,
n. 15.
SONDRIO
Nelle ultime settimane il Centro evangelico di cultura ha ospitato una serie di
conferenze. Mario Miegge ha parlato il
14 gennaio su: lo spirito del capitalismo;
Giovanni Pranzoni il 23 gennaio su;la parabola del ligliuol prodigo e su; la convivialità nel vangelo di Giovanni; Filippo (jentiloni su: l’ideologia borghese nella lettura della Bibbia, il 24 gennaio.
RIESI
La strada.
Molti amici ci domandano a che punto
sia la faccenda della strada che, secondo
il noto progetto, dovrebbe tagliare in due
parti il nostro Centro. Finora non possiamo ancora dire nulla di particolare
pur avendo piena speranza che in ima
maniera o nell’altra il Centro sarà salvato.
In città c’è stato gran chiasso per uno
studio fatto dalTANAS per una variante
a nord anziché quella prevista a sud della città. Da ima parte un certo numero
di proprietari che vogliono il primo progetto per valorizzare i loro terreni, dall’altra un grosso numero di agricoltori
che dal progetto stesso avrebbero rovinate le loro nuove piantagioni a vigna.
Sembra che la variante a nord (cioè quella che è attualmente allo studio) costi
di meno. Comunque noi avevamo chiesto
non un diverso tracciato della strada ma
semplicemente uno spostamento di quest’ultima più a valle nel nostro stesso
terreno. Non abbiamo cioè chiesto privilegi, ma di avere un danno minore, anche se ciò avesse dovuto sacrificare parte di quel che avevamo realizzato. E quest’ultimo spostamento, a dire di tecnici,
costerebbe di meno alTANAS.
Ringraziamo ancora gli amici che hanno scritto al Ministro e, nell’attesa di
una definitiva decisione, chiediamo a chi
non lo avesse ancora fatto di scrivere in
proposito al Ministro dei Lavori Pubblici a Roma.
(dal Notiziario di Riesi)
6
alle valli oggi
PERRERO
220 lire ^Q^sorzio Alpe Muret
per
scheda
«Elio P. non si interessa di politica,
frequenta le funzioni religiose e l’óratorio»... «Francesco S. ha il padre ex partigiano, attivista del PCI ». Due particolari delle circa 350 mila schedature illecite
compilate dagli agènti FIAT con Vaiuto di
® poliziotti vari negli anni
1955-65, gli anni d’oro (almeno per qualcuno) dell’industria italiana (FIAT in testa), il tempo di Valletta, di TogUattigrad,
in cui il padrone è sacro e l’operaio che
sciopera mascalzone e traditore della par
tria.
Lo^ spionàggio dùnque non è solo il mestieré della CIA (il servizio segreto americano^ aU’opèrd un po’ in tutto il mondo) di cui i giornali, anche «La Starhpa»
di Torino, hanno pubblicato nei giorni
passati homi e indirizzi; anche l’industria
italiana, la moderna FIAT, hd assunto e
pagato (TèlÌe spiè è, còme e facile immaginare, non per avvitarè bulloni né per
)vemfciare le 500, ma per ,sùhedare gli
operai, stabilendo dei criteri politici per
le assunzioni e i licenziamenti. ,
Sei di destra, non ti occupi di ’politica,
ti interessa solo gùadàgnaré soldi? Bètte
amico, entra-^da noi è ti t foyer ai bene. Tu
purtroppo sei di idèe di sinistra, ti occupi un po' troppo di politica, hai tabitudine di fare dìomutidey òsi pénscire troppò col tuo cervello, e pòi sei imparentato con qualchè ex resistente. Non possiamo assùmerti. Oppure: siamo costretti a
Itcenziarti, per cattiva condotta, per scarso rèndfmentò. ’
(Quèsth ih poche parole, i giudizi che
i piiotidiàni è le riviste dì' queste, ultime
settimane hanno' fatto' Cónoècefef aìl’opi
nipne pubblica dopò essére yéhiìtìi 'A cóhóscenza'Hèt-dossiér^. ptivatt 'deiWÌFÌAT,
dirà qualcuno: ma tristeffmwéfèfo. Lafa:b&rica di Agnéltthà flit:
to di queste cose. Per questo c’è un processo a carico di 52 fra i più grossi funzionari FIAT, responsabili di questa vasta, operazione-spionaggio.
Naturalmente che il nome di Agnelli
non figura fra gli imputati; lui con tutta
questa storta non c’entra, lui è soltanto
il padrone degli stabilimenti FIAT, lui
queste cose non le fa. Il nomè Agnelli,resterà legato, nella-storia, alla «Balilla»
e alla « 127 >>, alla Juventus, non certo allo spionaggio e alle schedature illecite di
migliaia di operai.
Stiano tranquilli gli abitanti della Val
Chisone. che l’avvocato continuerà ad arrivare in-elicotttero alla sua villa di Villar
Perosa...
Il processo però, che si è tentato di faff. in •-questù giomif è stato prontamente,
rinviato. Motivo;-. Virtfhienta di qualche
imputato (qualcun altro invece, per evitare grane, con sentenza giudiziaria, sì è
cercato un «tutoté» (la moglie), perché
-in. srado di tutelare i suoi interessi in prima persona). Naturalmente di
quésto Pfpcespo' sp ne deve,, parlar e poco, spttoypcei’per questo non lo si fa a
Tonno dovè ci sono troppi operai forse
ancora pn po’^^aprabpiati,. ma a. Napoli.
- Piw iri làf .ci sutà fórse, ^dato di sapere
se il processo si fara oppure se verrà definitivamente archiviato. I precedenti, per
questo tipo di procèssi, hOn mancano! ’
m' pagati
dalla FIAT a questi spioht (festa indicativo il fatto che molti fra questi provenissero dall arma dei carabinieri o comunque dalla polizia-),- anéhé se la ' stampa ci
informa che il sistema di schedatura era,
di tipo artigianale, a basso costo, 220 lire
circa la scheda, fossero stati usati per
im altro tipo di. schedatura, ad esempio,
delle schede mediche per gli operai, assumendo- medici e segretarie invece che
spie, promuovendo un discorso sulla salute degli operai nella fabbrica, sulla
prevenzione, degl) mfqrtuni sul lavoro...
■F.,£ùeHq -tipe, .da appi 1 ^^i^atf^cerpuno ai far capire ai padfom g, di governò.
Ma e come pàrlàfe a dèi sórdi. Per queste cose la FIAT e il governo tiialiana i
soldi non U,.trovano. Uà quelli
per fìnanziamgW-sf}im;*-1a^nalavita.
Qualèuno- >ha> scritto: « Bastai "Chef-fta
FIAT si rioòhosea tiotpevolei -rtmrcisca levittime, "fl che A&- 'Stato<^<foecia'- àrnmeridoi
dd.px,opzi'errqri}'\pu,niscst>\i suoi servitori
corrotlUiQualunquevStatohimd&mo e civile la farebbe:». Già, qualunquciSiato moderno e civile...
Molto tempo è trascorso da quando
avevamo dato notizia, da queste stesse
colonne, delle prime riunioni tra gli amministratori del comune di Ferrerò ed i
proprietari dei prati di montagna situati
nella zona del Muret in vista della costituzione di un consorzio volontario per
la valorizzazione agricola di circa 800 ettari di pascoli siti tra i 1400 e i 2200 mt.
circa. Molte ritmioni si sono tenute in
seguito, ad alcune sono intervenuti anche i tecnici della Regione Piemonte e
della Provincia di Torino per spiegare i
vantaggi deU’associazionismo soprattutto
nel campo agricolo, è stato costituito un
consiglio provvisorio che ha portato avanti riniziativa, il comune di Ferrerò ha
assunto le delibere di approvazione dello Statuto e di adesione al consorzio
stesso, nella stagione autunnale le ruspe
hanno aperto la strada di accesso agli alpeggi fin nei pressi della zona dove dovrà sorgere la seconda « bergeria ».
Tutto questo giustifica, almeno in parte, i lunghi mesi che sono trascorsi dalle prime riimioni per giungere fino alla
fase conclusiva di questo primo periodo
che si è chiuso felicemente domenica 25
gennaio con la firma, alla presenza del
notaio Poet di Pinerolo, dell’Atto costitutivo del. «Consorzio miglioramento
avicolo ALPE MURET», da parte del
sindaco Jahier, in rappresentanza del comune, e di numerosi proprietari che hanno aderito al nuovo consorzio. I proprietari che, per una qualunque ragione, non
abbiano potuto firmare l’Atto di adesione al consorzio, lo potranno fare in un
secondo tempo facendone richiesta al
consigliò direttivo che . verrà designato
nel corso della prima assemblea generale dei soci che si terrà il più presto possibile. La nascita di questo consorzio in
vai Germanasca rappresenta un avvenimento molto importante sulla via della
rivalorizzazione dei numerosi pascoli
niontani che, attualmente, stanno irrimediabilmente deteriorandosi.
Infatti il consorzio Alpe Muret si propone di sfruttare razionalmente una zona di pascolo ricchissimo, che è rimasto
per molti anni quasi abbandonato, riattivando i sentieri e gli abbeveratoi, costruendo nuovi ricoveri per i pastori e
per il bestiame che, quando il pascolo
sarà rimesso a posto, potrà superare le
200 unità. Inoltre a questa prima esperienza cooperativistica potranno seguirne altre come la raccolta del latte, la
vendita dei prodotti locali, l’acquisto di
mangimi e concimi, ecc.
È quello che ci auguriamo.
R. Genre
cronaca
Primo Circuito
L’assemblea di circuito ha dedicato almeno 3/4 dei suoi lavori all’esame degli
articoli proposti sulle persone nella chiesa. Le proposte di modifica saranno inviate alla Comm. Regolamenti. L’opinione generale è comunque quella di una
certa pesantezza di questi articoli innovatori, un punto a favore della burocratizzazione delle strutture ecclesiastiche.
Sul documento di Accra l’assemblea ha
aderito alla proposta di avere un incontro aperto lunedi 2 febbraio alle ore 20,30
presso la Sala unionista (ex Asilo) di
Torre Pellice. Sono invitati in modo particolare i delegati alla Conferenza distrettuale straordinaria che avrà luogo
a Pinerolo il 15 febbraio, in cui questo
documento sarà esaminato. Il Consiglio
di circuito ha provveduto a distribuire il
testo integrale del documento in questione; gli interessati che lo desiderano lo
richiedano al past. B. Bellion di Bobbio.
PRALt
Iniziative incoraggianti
I turisti che son saliti a Frali nel periodo festivo, hanno avuto la sorpresa di
trovare dei divieti di sosta su tutta la
piazza centrale di Ghigo. Ai contravventori, multe di 5.000 lire. Le proteste, naturalmente, non sono mancate : « non siamo mica nel centro di Torino », « è così
che incoraggiate il turismo ! », ecc.
I motivi addotti daH’amministraziOne
comunale per' spiegare il divieto sono
due : si tratta, come è ovvio, di assicurare
un rapido sgombero della neve nei mesi
invernali, ma soprat^tto si tratta di ricuperare la piazza dèi paese alla Sua vera funzione; quella di essere il punto d’incontro della popolazione, il luògo dove si
passeggia, si chiacchiera, si trascorre una
TORRE PELLICE: OSPEDALE
p ro spettiye non monoono -r—^ —
In aperta Còncorrènza con la /pàitità di
okey, domenica sera l’assòciazionè « Enrico Arnaud» di Torre Pellice ha tenuto
una pubblica seduta sul problema dell’O
spedale di Torre Pellice. La sala èra pie
na di attenti ascoltatori, oratore qualifi
cato il Prof. Dario Varese. Tema quanto
mai opportuno, infatti dalla notizia della
avvenuta classificazione della nostra infermeria in Ospedale per lungo degenti
e convalescenti dello scorso agosto, più
nulla si era saputo. Nel frattempo la
CIQV non ha dormito e già in settem'bre
era, pronta la pianta organica che prevede tra l’altro l’assunzioné dt sette medici
e porta a circa 64 il numero delle persone impiegate presso il futuro Ospedale.
Oltre alla pianta organica è stgta aijche
FGEI-ValU
fìF
Seminarili sulla sanità
Presso il convitto di Pomàrètto,"'
sabato 7 e domenica 8 febbraio/i
avrà luogo un incontrò sui problèmi sanitari soprattutto a livello-'
comprensoriale. L’incontro inizierà
■ alle ore 16 di sabato e si concludé-"
rà allè 17,30 di domenica.
■ Sabato sera alle ore 21, dibattito'’su; il sistema sanitario italiano, a *
’ cui è invitata tutta la popolazione ;
dornénica mattina, partecipazione
al culto con la comunità di Pomaretto ; pomeriggio, ore 15; li prof.
•iSchindler presenterà le linee sanitarie regionali e comprensoriali, ii,
segr. provinciale della CGÌL òsper
dalieri S. Pasetto presenterà il pimto di vista sindacale.
L’incontro è aperto a tutti gli interessati; si sollecita in modo particolare la partecipazione dei grup*
pi giovanili, PGEI e non.
Il convitto è a disposizione,- sia
per i pasti che per il pernottamento ; iscriversi entro il 4 febbraio
presso il convitto; tei. 81273.
^ Costo complessivo L, 2.0W.^
PfS’TRPTTUf]^,
tià CÓnféiefìza ■PtótréUuaÌe*''straòrdiriaria per- l’esame del ^documento ; scumenlQOi
di F^e e. CQsij.tuziQnp.è fissata per domenica 15 feldnalo o Pinerolo alle oro 1^ Ne
sono membri i deputati aUa.i(X)nfeBenza
di Homaretto, (jhe, pop. saranpo pertm^to
neójivo^ti' inè^gidiialm^nte/ .del
pióposta' 'Ìfr nuòvà ' retta che dalle attuali
13 mila viene portata alle 18.800 giornaliere. Il sindaóato ospedalieri, dopo oltre
4 mesi, ha approvato TOrganigramma che
passa Ora alla .Regione, la quale dovrà a
suà volta approvare là nuova retta, dopodiché, se tutto va bene, si bandiranno i
concorsi. Ma il discorso dèll’Ospedalé
non finisce qui. Quale sarà il territorio
che dovrà servire?* La sola zona della Comunità montana o un comprensorio più
vasto che giunga “fino a Vigone e oltre?
Inoltre, quale sarà la sorte delle numerose infermeiie dèi comuni della zona dòl
pinerolese finora non classificate e Che
per legge dovranno chiudere tra breve?
Se questa chiusura ci sarà avremo uria
notevole diminuzione di posti letto néllà
zona con una conseguente ’ aumentata
pressione sugli ospedali già èlassificati.' ^
abbiamo capito bene là CI0V non ha,
giustamente, Tintenzione eh; allargare il
servizio dell’Ospedale Tiltiè ì confini della CcMnunità Montana, defatigando pubi-'
bliche iniziative che altrove dovranno sorgere. L’esperienza di Pomaretto insegna
che la ristrutturazione dell’Gspedale e lo
allargamento dei servizi porterà -a un notevolissimo aumentò di -prestazioni sanitarie tale da saturare le possibilità senza
estenderne il servizio al di'fuori della
valle. Il dialogo con la Comunità montana e la ^polazione lòè'àle dafà'dimque
le indicazioni per il tipo di strutturazione
che si vuole realizzare, 1 servizi che saranno-ritenuti indispensabili (ivi compresi i
servizi apèrti, ambulatoriali, di medicina
sociale, il day'hospital ecc.). Anche qui
la CIOV ha già nel cassetto una serie di
progetti alternativi ognuno con i suoi
vantaggi e svantaggi ; semplice ristrutturazione dello stabile esistènte, uso dei. locali del Convitto Maschile, costruzione di
una nuova ala nell’area dell’attuale Ospedale. A ogni progetto è collegato un preventivo con una bella sfilza di 'milioni. Chi
li pagherà? Il discorso dùnque còntinua;
secondo le , indicazioni dèi Sinodo “ ci auguriamo che sia il più possibile « partecipato» e che/rincontro di domenica non
sia, che un inizio di un dialogo che dovrà
eésere continuatò, secondò le indicazioni
del Sinodo che, « ribadendo che l’assistenzà ospedaliera è/'èomp'ito ìsfiiuzionale
dello Stato, sollecilià'ia CÌfJA^'a pròmuóvere cori là 'Òómunìtà riiontàn'à è f comuni della Vallò incóntri pubblici a . livellò
parte del tempo libero, cosa resa del
tutto impossibile dalla presenza invadente delle automobili.
Il comune ha predisposto altri parcheggi non distanti dalla piazza.
NUOVO ACQUEDOTTO
Il Consiglio comunale ha approvato 1
due ultimi lotti dell’acquedotto. Il problema delia scarsità di acqua sembra dunque finalmente avviato a soluzione.
Nella stessa seduta del Ì7 gennaio è stato approvato il bilancio di previsione per
il 1976, che è in pàreggio.
Un problema ancora aperto è invece
quello determinato dalla vacanza del posto di segretario comunale. Il lavoro amministrativo procede dunque con notevole disagio.
LEZIONI DI FRANCESE E DI SCI
ALLE ELEMENTARI
Il Consiglio conìùriale ha pure deliberato di. riprèuderp le leziòpl di francese
rielle scuòle , elèmérita'ri, del/ qómim
cariéate sòno la Sigriòra"'Màrfeuà"m-"
chard-Peyrot per, Ghigo e Villa, è la Signora Breuza per la Qiànna.
Sono inoltre State istituite delle lèzioni di sci, in cpllàborazione con il Consiglio di Circolo e con lo Sci-club Frali.
Le lezioni non avranno carattere selettivo, ma dovranno servire allo sviluppo
fisico di tutti i ragazzi.
. La biblioteca comuriàle è stata ppten-,
ziata con l’acquisto di nuòvi vólùmi per
la somma di L, 500.060. \
COMMERCIO E TURISMO
È stata nominata^Vna commissione per
il commercio, formata da ràppreseritanti delle- categorie interessate; Il lavoro
della cornmissione dovrebbe perméttere
l’avvio di ufi: dlseòfso »organico' e razionale, legato alle nuove esigenze determinate dallo sviluppo, turistico.
PINEROLO
Incontro ocumonico
Erano circa Un centinaio i credenti, appartenenti a gruppi di studio biblico delle diverse comunità ;pinerolesi che hannopartecipato all’incontro, di sabato. Al centro della discussiori'e il testo di Marcò 12
esaminato dapjgrima. in,un dibattito generale; poi in.gruppi. Una volta di più si è.
Constatato quanto la meditazione biblica
sia impegnativa, ma anche viva ed appassionante. Nessuna stanchezza, e .delusione,
nei presenti, ma, partecipe' aitènzìone
simpatico e fraternò il pasto in comune,;
arricchito dal caffè che i padri, cappqccirii ospitali coinè senipre avevàrio préparato.' .• ‘
■ La settimana dell’unità dei cristiam cosi non è passata inosservata nella .nostra
zona, ma ha trovato uria sua .espressione*
di vita ricca di significato è di prospet-five.
Primo distretto
dòci^nti.ùwerrà pei’. gijippi, o^e npl
rulïima conferènza. ¡ ¡h
blepá, Òspedàjtiép ai,. Valle », fgrt. 50/SÏ/
«ey - ' .'.A . '
: , V/-' . -r-. .. •;*U
; Il Colloquio pastorale è convòcatò per;
fa sua seduta mensile Ipnedì 2 febbraio a‘
yUlar Perosa alle ore 9,30. Nella mattina-'
ta verrà iniziato lo studio dei problemi:
etici, già programijjato,scpn res^:]M;'ìdeli
tema della s^uàlità sulla seprta deiire-i
centi docuriienti della Còngfesazione ro->
pana e della Reapazione protestante dir
Francia. ' *''»•■ - »
Nel pomerìggio esame dei problèmi' at-i
finenti alla vita dèi Distretto. ;
La C. D. i
7
valli
RORA’
Un’ordinanza del sindaco invita i « proprietari dei fondi siti lungo le strade Comuni di provvedere entro il periodo massimo di giorni 30 dalla data della presente ordinanza, al taglio dei rami che si
protendono nel sedime stradale nel modo seguente: 1) piante di alto fusto - sino
ad una altezza di metri 4 dal livello stradale; 2) cespugli e piante di basso fustotaglio completo sino ad una distanza minima di metri 2 dal ciglio della strada. In
caso di inadempienza il taglio verrà eseguito a cura del Comune con conseguente aggravio delle spese incontrate a carico degli inadempienti ».
• Per la designazione del nuovo pastore
titolare abbiamo avuto la visita e i consigli della Commissione Distrettuale; domenica 25 corr. c’è già stata un’Assemblea di Chiesa informativa.
• Dei culti domenicali sono stati presieduti dal pastore Geymet e dall’anziano
Aldo Tourn che ringraziamo vivamente.
• Simpatizziamo e ci rallegriamo con i
coniugi Emilia e Aldo Tourn, Anziano,
dello scampato pericolo per causa di un
incendio notturno dei boschi che ha minacciato la loro casa molto da vicino;
ringraziamo tutti coloro che hanno collaborato allo spegnimento del fuoco.
TORRE PELLICE
XVII Febbraio.
Il pranzo tradizionale del XVII febbraio avrà luogo quest’anno presso la
Seggiovia (L. 2.000), in quanto la sede della Foresteria non è disponibile per vari
motivi.
Per coloro che non hanno mezzi di trasporto propri, saranno a disposizione
macchine di amici all’uscita del tempio
a mezzogiorno.
La serata che si svolgerà all’Aula Magna, è stata preparata a cura della Corale e degli studenti del Collegio. Ingresso
libero.
SERVIZIO MEDICO
festivo e notturno
Comuni di ANGROGNA - TORRE PELLiCE LUSERNA S. GiOV. - LUSERNETTA . RORA'
Dal 31 gennaio al 6 febbraio
Doli. MARINARO
Viale De Amìcis 22 - Tel. 90036
FARMACIE DI TURNO
TORRE PELLICE
Domenica 1 febbraio
FARMACIA MUSTON (Dr. Manassero)
Via dèlia Repubblica, 25 - Tel. 91.328
Martedì 3 febbraio
FARMACIA INTERNAZIONALE (Dr. tmberti )
Via Arnaud, 5 - Tel. 91.374 - Torre Pellice
LUSERNA SAN GIOVANNI
Domenica 1 febbraio
FARMACIA DOTI. PRETI
Via Inversegni - Tel. 90060 - Luserna
AUTOAMBULANZA
Torre Pellice: Tel. 90.118 e 91.273
VIGILI DEL FUOCO
Torre Pellice: Tel. 91.365 * 91.300
Luserna S. Giovanni : Tel .90.084 - 90.205
ANGROGNA
VILLAR PELLICE
Due famiglie della Comunità sono state colpite dal lutto in questa ultima settimana. Venerdì 23 è deceduto Bertalot
Luigi, di Boulabert, e lunedì, 26, presso
l’ospedale di Pomaretto, Benech Cesare
delle Pouise.
La simpatìa fraterna di tutta la Comunità circonda queste due famiglie.
POMARETTO
Domenica 25 gennaio si è tenuta la
prevista Assemblea di chiesa per ascoltare la relazione del Concistoro relativa
al .lavoro svolto per la ricerca di un pastore titolare.
Il Concistoro ha riferito di aver interpellato diversi pastori, di cui uno solo
accetterebbe la candidatura. Di fronte
alla possibilità di rinunciare per questo
turno al diritto di designazione da parte
della chiesa rimettendo ogni decisione
alla Tavola Valdese oppure di continuare
la ricerca o di procedere alla convocazione della assemblea di chiesa per la designazione, l’Assemblea a.,grande maggioranza ha deciso procedere prossimamente alla designazione.
VAL GERMANASCÀ
ORARI DI AMBULATORIO
DEL DOTTOR VIVALDA
Ferrerò: lunedì ore 18.30-21, martedì 9-12; mercoledì 19.30-20.30 (riservalo ad artigiani e commercianti); giovedì 9-13; venerdì 18-19.30 (riservato a certificati, vaccin. edulti); sabato 9-13.
Frali: lunedi 14-16.30; venerdì 14-16.30.
Massello: mereoledì 14.30-15.30.
' Salsa: mercoledì 1.45-16.45.
I genitori dei bambini della scuola materna di Pomaretto si sono riuniti in assemblea giovedì: scorso per decidere il
progetto di refezione. L’amministrazione
comunale aveva proposto che la gestione
del servizio fosse lasciata ai genitori, sia
per gli approvvigionamenti che per l’incasso dei contributi e pagamento delle
forniture.
II comune interverrà per coprire le
spese generali fìsse (personale, gas, luce
e acqua, ammortamento attrezzature)
che costituiscono il 50% circa del totale). Il resto (acquisto dei prodotti) graverà sui bilanci familiari.
Si è tenuto a precisare che la ripartizione delle spese è transitoria ed i genitori hanno indicato come tendenza un
contributo maggiore da parte della amministrazione pubblica nel quadro di
scelte che diano alla scuola maggiori priorità di intervento. Sono stati discussi i
vari « menu » possibili, la loro opportunità, l’esigenza di una alimentazione più
equilibrata.
Alcuni genitori hanno confermato la
validità della refezione scolastica anche
dal punto di vista pedagogico. Si è espressa la necessità di indicazioni in tema di
educazione alimentare.
Quattro genitori; Lina, Elena, AngioUna, Rino si occuperanno più direttamente degli acquisti e dei pagamenti ai fornitori, in base alle informazioni fornite
dalla signora Elsa che lavora in cucina.
La refezione avrà inizio, salvo contrattempi, ai primi di febbraio.
• Dal 1" gennaio 1976 è stato trasferito
a Pinerolo rufHcio delle Imposte dirette e
Catasto di Perosa Argentina. Questa decisione è stata presa malgrado l’opposizione delle amministrazioni locali che a
suo tempo avevano trasmesso al ministero competente una mozione sottoscritta
da tutti i'Sindaei della zona.
• Orario delle cemmissioni di lavoro
di Pomaretto : Urbanistica e commercio :
Travers Carlo Alberto (martedì Ì8,15 •
19,30); Istruzione: Coutandin Giuliano
(venerdì 17-18); Assistenza, Servizi sociali, Occupazione: Morello Romildo (mercoledì 17118); Lavori pubblici, viabilità:
Tron Ettore (mercoledì 17-18); Sport,
Cultura, Tempo libero: Ribet Gino (lunedi 17,15-18).
Invitiamo quindi la popolazione Pomarìna con problemi riguardanti le suddette commissioni di recarsi nei locali comunali ove dato l’orario troveranno un
assessore a loro disposizione.
• Nei giorni 10-11-17-18 c. m. nelle seguenti località di Pomaretto: Chiabriera,
Masselli, Pons, Pomaretto scuole vecchie, si sono svolte le riunioni quartierali per discutere direttamente con gli anziani sulle iniziative proposte da essi in
una precedente indagine, svolta dalla Comunità Montana.
In questa indagine erano emerse come
necessità primarie: il centro, d’mcohtro,
la visita geriatrica e l’assistenza infermieristica domiciliare.
Per quanto riguarda la visita geriatrica possiamo sin da ora rassicurare gli mteressati che dal mese prossimo inizieranno le visite presso TCispedale Valdese.
Il centro d’incontro invece non è ancora
pronto, ma Tamministrazione ha messo
a disposizione per questa iniziativa i locali dell’ex municipio.
Borse di studio
Sono bandite Le seguenti borse di studio valide per l'anno scolastico 1975/76
per studenti della Media e del Ginnasio
Liceo di Torre Pellice e della Scuola Latina di Pomaretto :
Borsa di Studio Fontana Roux di L. 120
mila.
Borsa di Studio Arturo Long di L. 100
mila (con preferenza a studenti originari di Pramollo, Pinerolo, Rorà).
Borsa Anonima di L. 100.000 (solo per
studenti del Ginnasio Liceo).
Le borse saranno assegnate in base a
titoli di merito scolastico ed alle condizioni economiche della famiglia.
Le domande in carta libera vanno indirizzate al Preside del Liceo di Torre
Pellice entro il 28/2/1976 corredate dallo stato di famiglia e da una dichiarazione del pastore da cui risulti l'appartenenza alla Chiesa Valdese.
La commissione, composta dai Presidi
dei tre Istituti, assegnerà le borse di studio a suo insindacabile giudizio.
Il Moderatore Aldo SbafìFì
Roma, 19 gennaio 1976
SAN GERMANO
PERRERO
Si comunicano gli orari per il pubblico:
Il sindaco riceve nei giorni:
martedì, mere, e venerdì dalle 14.30 alle 15.30
Gli assessori sono a disposizione :
Augusto Gino (agricoltura e boschi) venerdì dàlie 18 alle 19;
Maggiorino Tron (viabilità e acquedotti) venerdì
dalle 18 alle 19;
Mario Tron (edilizia, ecologia e turismo) venerdì dalle 18 alle 19;
Nino Ghiado (servizi sociali) martedì dalle 19.30
alle 20.30.
Ì>RAÌd^l^
— La riunione per discutere con genitori ed
insegnanti sul problema delle lezioni di religione
a scuola è stpta frequentata da un’onesta percentuale degli interessati. È sempre peccato, tuttavia, che molti « lascino decidere agli altri ».
Dalla riunione è emerso quello che già sapevamo: cioè che per i più il sistema attuale, con
gli insegnanti valdesi, che coadiuvati dal pastore
ove necessario, assicurano un insegnamento biblico o di.storia valdese durante l’ora di religione cattolica per i nostri ragazzi può andar bene; questo naturalmente tenuto conto della situazione « confessionale » di fatto e di diritto
della scuola di stato.
Tuttavia un’insegnante ha sottolineato il suo
desiderio di non dare insegnamento religioso,
per ragioni di principio, nel quadro della scuola. Punto, di; vista che è, naturalmente, più che
rispettàbile. ‘
È stato sottolineato che, comunque, non "ài
tratta di impartire « lezioni di religione » ma
lezioni bibliche o di storia valdese.
In seguto ad una nutrita discussione i genitori hanno deciso quanto segue:
а) chiedere l’esonero dall’insegnamento religioso cattolico per i nostri ragazzi. Va da sé che,
per le Valli, si tratta di una questione formale,
deiraffermazione di un principio che aveva già
trovato attuazione ufficiosa da sempre;
б) chiedere agli inseganti che si sentono di
assumersi questa responsabilità di curare lezioni
bibliche o di storia valdese;
c) nel caso questi non ritengano opportuna
la soluzione di cui sopra i genitori domanderanno che i ragazzi possano uscire, ad esempio,
un’ora prima al sabato, mentre i loro compagni
seguono l’ora di religione cattolica. È stato infatti notato che, se si « contesta » Finsegnamento religioso a scuola bisogna andare fino in fondo
in tale direzione;
d) durante le « venti ore » supplettìve che il
parroco impartisce agli allievi cattolici gli insegnanti sono stati invitati ad insegnare il francese
o la storia valdese ai valdesi;
e) l'genitori si sonò iùflhe ' lìlchiarati conIfari, ,alFinlroduzione' del principio delle lezioni
supplettìve. Questo sia per .quanto al punto c, sia
per non introdurre noi. .una. discriminazione tra
ì ragazzi.
Tutto questo pone più che mai il vero problema : cosa fanno (o non fanno) molte famiglie
per la formazione spirituale dei ragazzi loro affidati? Qui non si tratta più dì principi ma di
fedeltà all’Evangelo.
— Il Comitato per il XVII si riunirà al presbiterio martedì 3 febbraio, alle ore 20.
I giovani dell’Associazione « Fra del
Torno » presiederanno due riunioni quartierali, rispettivamente il giovedì 6 febbraio ai Balmas e giovedì, 26 febbraio ai
Bert.
Nella riunione del Consiglio GjoiÀunaie ,"
tenutasi il 23 gennaio l’Amministrazione
di Prarostino ha preso visione dei seguenti punti ; ’ w ' •
1) Acquedotto comunale. Sono pervenuti al Comune di prarostino i progetti
dell’Ufficio Tecnico della Provincia, riguardanti la rete idrica completa del territorio di Prarostino. Il Consiglio Comunale sottoporrà questi ultimi alla valutazione della popolazione.
2) Sistemazione strade. È stato esaminato il progetto del geometra Arione riguardante l’asfaltatura e la sistemazione
delle strade comunali. Il Sindaco di Prarostino è stato eletto vicepresidente della pedemontana a rappresentanza dell’unico comune montano.
Ci auguriamo che i rappresentanti dei
vari comuni si interessino a questo organismo, per dare la possibilità allo stesso di recuperare il terreno perduto nei
confronti delle comunità montane della
Val Pellice e Germanasca.
Vorremmo appoggiare la proposta di
alcuni genitori, riguardante l’insegnamento di una lingua straniera nella scuola elementare. L’Amministrazione sarebbe grata di ricevere pareri circa il modo
di impostare e condurre questa iniziativa.
Un’altra proposta è giunta da alcuni
agricoltori riguardo la possibilità, nel
periodo estivo, di esporre e naturalmente
di vendere ai turisti e villeggianti i loro
prodotti agricoli. Lo spazio per una eventuale esposizione verrebbe concessa dalla Pro Loco in un’area del complesso
sportivo in costruzione.
La direzione della Pro Loco ricorda che
da sabato 31 gennaio, verranno ripresi i
lavori volontari per la costruzione del
Parco della Rimembranza e del complesso sportivo.
Venerdì 30, il direttivo dell’Alleanza
contadina si riunirà al Rocco per una
riunione informativa sugli assegni familiari per l’anno 1976 e contributi vari.
A cura dell’Amministrazione comunale
è stato pubblicato il bollettino di notizie
circa l’attività svolta dall’Amministrazione comunale. Tale pubblicazione verrà distribuita in settimana a tutti i gruppi familiari; per i non residenti nel comune
il bollettino sarà distribuito a cura del
gruppo Stampa P.G.E.I. a chiunque ne
faccia pervenire richiesta a questo indirizzo: Plavan Valdo, via S. Bartolomeo
n. 19; prarostino 10()60.
I nostri auguri a Nadia e Luciano Mpnnet unitisi'in matrimonio. , .
Film che verranno proiettati nel mese di febbraio :
1 - Giovinezza, giovinezza di Franco Rossi
8 - Bullitt di Peter Yates
15 - Il giorno della civetta di Damiano Damiani
22 - New York: ore 3 - l’ora dei vigliacchi Ai
Larry Peerce
29 - Galileo ài Liliana Càvàni
Le proiezioni hanno luogo normalmente la domenica sera alle oré 20, presso la scuola di Perrero. Eventliali variazioni di òiàrló e di ))rograTiJmà verranno comunicate tempestivamenté.
RINGRAZIAMENTO
Profondamente commossa per la dimostrazione di simpatia e d’affetto ricevuta per il lutto
che Fha colpita e nell’impossibilità di rispondere
a ciascuno, la famiglia di
Francesco Reynaud
ringrazia sinceramente il Dottor Bertolino per
le preziose cure.
Tutte le persone che con la loro presenza o
con scritti hanno preso parte al suo dolore trovino qui Tespressione di profonda riconoscenza.
San Germano Chisone, 31.12.1975
La Signora. Lillina Bert apre in memoria del
fratello Teo una sottoscrizione in favore delVAsilo
dei Vecchi di S. Germano nella speranza che altri seguano questo esempio per sostenere il lavoro di questa casa per anziani.
Inviare le offerte alla CIOV^ Torre Pellice,
ccp n. 2/27051.
AVVISI ECONOMICI
GIARDINIERE con moglie disposta lavori domestici durante la buona stagiohé, cercasi per
villa' Como. Scrivere:' Sìg.ra Gìulsarii - Ronca,
te ri - COMO. ; ’
SIGNORA afccudirébbe, bimbo/a liella propria
abitazione anche' a temjio pieno. Efrunà Sigót,
V. Castello di'Miradolé 1_- 10660^8. SèCìtodo
di Pinerolo (Torino). li ■
Esprimiamo le nostre scuse alla famiglia Reynaud per il ritardo di questa pubblicazione dovuta ad una nostra svista.
La Redazione
RINGRAZIAMENTO
I familiari del compianto
Eli Long
profondamente commesat per Fimponenté dimostrazione di simpatia espressa in occasione delFimprovvisa dipartenza del loro Caro sentitamente ringraziano quanti hanno preso parte al
loro grande dolore.
Un particolare grazie ai vicini di casa ed ai
compagni di lavoro della RIV-SKF di Villar
Perosa.
Pramollo, 11 gennaio 1976. ...
RINGRAZIAMENTO
I familiari della compianta
Breuza Irma in Altero
profondamente commossi per la dimostrazione dì
stima e di affetto ricevuta nella triste circostanza, ringraziano tutti coloro che con fiori, acritti,
parole di conforto e partecipazione al funerale
hanno preso parte al loro dolore.
Un grazie particolare al doti. Narcisi ed alla
Sig.ra Elena Micol per le premurose cure prestate.
Perosa Argentina, 17 gennaio 1976.
RINGRAZIAMENTO , •
La famiglia di
Orlando Richard
riconoscente ringrazia indistintamente chi prese
parte in qualsiasi modo al suo dolore per IHm*
provvisa ed immatura scomparsa del suo caro..
« StffJic allegri nella spefimià, pàiienti
nelVafflizione^ perseveranti nellà pre•\ ghiera^ (Romani 12; 12^
Pra]i,.,gean^o 197-5 *
8
8
FEDERAZIONE GIOVANILE EVANGELICA ITALIANA
FGEI: g che punto siamo
LIBANO
Una sigla impegnativa, per una realtà
forse ben più debole. Che senso ha, che
cosa fa oggi la FGEI?
A questa domanda vorrei cercare di
rispondere.
A mio parere oggi la FGEI ha due
compiti primari, molto importanti, da
mandare avanti.
Nei confronti del nostro ambiente, diventare il polo di aggregazione della sinistra protestante, con umiltà ma senza
sottovalutare le proprie forze.
Con umUtà: questo vuol dire sapere
che non siamo molti, che non siamo neppure i portatori di qualche parola originale, che possiamo anche sbagliare. Non
siamo molti, anche per colpa nostra, perché abbiamo lasciato che si pensasse
che per far parte della FGEI ci volesse
una cultura particolare, im impegno superiore, una dedizione speciale. Dobbiamo dire che non è coa’j: far parte della
^non è certo più difficile che essere
cnstiani oggi; ci basterebbe chiedere questo ^ nostri aderenti, anzi, se questo fosse l’impegno di tutti noi le cose andrebbero certo meglio.
Non slamo originali. Del resto non ci
serve di essere originali: ci basterebbe
non dire cose mistificanti, dire — e se
possibile fare — la verità.
E, più grave di tutto, possiamo anche
sbagliare.
È duro ammetterlo, specialmente per
un giovane, ma è cosi, : solo che il nostro errore in genere non è di essere
troppo radicali, ma di esserlo troppo poco; è in preghiera che chiediamo che
questo errore, di scarsa radicalità, ci venga perdonato : temiamo fortemente che
ogni esitazione nostra sia profondamente colpevole nei confronti di chi sta peggio di noi. D’altra parte non sottovalutiamo le nostre forze.
Certo vi sono altri protestanti che lavorano alla riforma della chiesa. Anzi,
siamo così, protestanti da essere ancora,
nonostante tutto, convinti, .che ogni protestante lavori, a suo modo, per la riforma della Chiesa.
Ci lavora CNT, ci lavora la PCEI, ci
lavora la nuova chiesa valdo-metodista,
ci lavora anche l’ala più” conservatrice
della nostra chiesa, che comunque non
accetta il clericalismo cattolico e l’ipocrisia del feudalesimo che si finge socialismo. Tuttavia abbiamo delle carte da
giocare che altri non hanno.
La nostra commissione politica, che
contesta ai Cristiani per il Socialismo,
Bibbia alla mano, fede e politica che non
siano evangelicamente laiche; la nostra
commissione Chiesa, che vuol rivalutare
il sacerdozio universale contestando l’uso diverso della parola che permettiamo
ai borghesi e ai proletari; la nostra commissione Bibbia, che cerca di superare la
settorialità e l’occasionalità delle varie
<( letture politiche » dell’evangelo, oggi di
moda, per proporre ima lettura di tutta
la Bibbia senza che ci si spaventi di fronte aU’impresa ; la ■ nostra eommlssiene
esteri che affronta sènza esitazione il
problema dell’ecumenismo e insieme
deU’intemazionalismo.
_ Certo sono coihpitì eccessivi, sproporzionati alle nostre forze, ma pure proporzionati al vigore che deve avere la nostra fede per affrontare il i)eriodo duro
e fertile che viviamo: per (piànto coscienti della nostra insufficienza, non ci tireremo indietro, perché simno certi che la
astensione e l’agnosticismo sono ancora
meno adeguati ai tempi che non la nostra
debolezza. , ^
■ Ghe- fare'-.
Parte qui il nostro secondo compito.
CemiUte. di ^•dazlen«i Bruno Bellion, Valdo BenecchI, Guatavo . Bouehard, Miao De
Michejia, Ermanno Genre, Roberto Peyrot,
Paolo Ricca, Giampaolo Ricco, Bruno Roataano, Giorgio Tourn, Tuliio Vioia.^ ,
Direttore : GIORGiO TOURN
Diréttorà reapenaabile : GINO CONTE
Amminiatràxiene : Casa Vaidese, 10066 Torre Peliice - c.c.p. 2/33094 intestato a L'Eco
delie Vaiii-La Luce - Torre Peliice
Abbobàmehtt:' Italia annuo ' t. 5.000
semestrale L. 2.500
estero annuo l. 7.500
Una copia L. 150, arretrata L. 200
Cambio di indirizzo L. 100
tnaerzieni : Prezzi per mm. di altezza, larghezza una coi.:,commerciali L. 100 - mortuari L. 150 - doni 50; economici L. 100
per parola.
Autorizr Tribunale di Pinerolo N. 176
25 marzo 19.60
Coop. Tipografica Subalpina - Torre Pellira
nei confronti dell’ambiente esterno al nostro. Noi portiamo l’istanza protestante
fuori dell’ambiente ristretto delle nostre
comunità, fuori del ghetto. Noi diciamo
ai Cristiani per il Socialismo, alle Comunità di Base, ai lettori di CNT, ai compagni delle organizzazioni della sinistra storica ed emergente, che a nostro parere
vale la pena di essere irriducibilmente
protestanti in questo paese cattolico.
Lottiamo per il socialismo, e siamo ben
coscienti che la fine della borghesia sarà anche la fine di un certo protestantesimo, coerentemente legato alla borghesia, assolutamente non interclassista ma
ben legato alla sua storia, alla sua borghesia.
Ma, politicamente certi che la fine della borghesia significa anche fine del protestantesimo, siamo anche noi, e forse
solo noi, in grado di riaffermare che la
fine del protestantesimo può essere vera
solo se si va oltre al protestantesimo, non
se si sta al di qua.
Per noi la Riforma è un punto che non
può essere ignorato : si può andare oltre alla Riforma, non si può restare al
di qua del sacerdozio universale, del sola scriptura, della salvezza per fede. Allora la nostra posizione, nel movimento
che c’è nel nostro paese, non è agnostica, non è presuntuosa, non è quella delle
mosche nocchiere; noi chiediamo che,
teologicamente, ci si avii finalmente anche da noi a comprendere la Riforma:
se possibile per superarla; ma non per
saltarla, pensando che si va avanti se si
torna profondamente indietro.
La politica al primo posto (la visione
proletaria che si va facendo strada), può
portarci a molte autocritiche : non a quella che ci chieda di essere più cattolici
(universali, obiettivi, imparziali...) e meno protestanti (partigiani, parziali, non
obiettivi) : e tanto meno ad una autocritica che ci chieda di essere meno evangelici: qualche cattolico riscopre che l’evangelo è antiautoritario, antiideologico,
umano, inutile per l’opportunismo dell’uomo moderno ma necessario per l’antiopportunismo del contestatore moderno: dovremo dimenticarci noi della nostra primogenitura?
S. Ribet
RAI-TV, il diritto d'accesso
Dall’immenso polverone sollevato in
sede di applicazione della riforma della
RAI-TV, emergono alcuni punti di interesse per tutte le minoranze culturali italiane (e quindi anche per noi) che vanno
ben chiariti per tirarne conclusioni operative.
Si tratta innanzitutto del «ciiritto di
accesso» riconosciuto a tutti coloro che
rappresentano qualcosa di valido nella
struttura del paese e che in pratica vuol
dire il riconoscimento del diritto di tali
entità ad usare del mezzo radiotelevisivo
per diffondere i loro messaggi ed esporre
le loro opinioni. Non è ben chiaro a chi
spetti la realizzazione pratica di tale diritto e cioè se là sua applicazione spetta
alla Commissione Parlamentare di Vigilanza o agli organi istituzionali della RAITV (Direttori dei vari programmi). Si
dovrebbe ritenere che, con la solita soluzione all’italiana, assisteremo ad uno scarico di responsabilità in ogni caso di particolare rilievo e quindi alla necessità di
Gli spioni
I servizi segreti americani in Europa
non sono più tanto segreti da quando,
a cominciare dal quotidiano « La Repubblica », poi « La Stampa » e « L’Espresso »
hannc) pubblicato nomi e cognomi degli
agenti CIA in Italia. La potente organizzazione americana di spionaggio, complice della penetrazione imperialista in
diversi paesi del mondo, sta assumendo
im volto preciso. Ventotto sono i nomi
degli agenti CIA in Italia che il settimanale «L’Espresso» ha rivelato con una
certa dovizia di particolari. Ma già tempo fa a Parigi, il quotidiano « Libération »
presentò ima lista di nomi di spie che
agivano, per conto dell’America, in Inghilterra, Germania, Medio Oriente. La
pubblicizzazione dei loro nomi (fatta da
im sociologo americano che per anni ha
studiato la potente. ..organizzazione) ha
già procurato le prime vittime ; R. Welch,
capo sezione CIA ad Atene, è stato ritrovato cadavere davanti alla porta di casa.
È sperabile che le rivelazioni di questi
nomi aiutino la scomparsa della ragnatela spionistica straniera dal nostro paese. Ma ciò, vorremmo credere, senza ulteriore spargimento di sangue.
FLASH
Il settimanale Com-Nuovi Tempi (n. 2, 1976)
riporta, in un artieolo dal titolo « I veri valdesi
sono nella chiesa cattolica? », la discussione, da
noi a suo tempo documentata (vedi n. 46, 1975)
tra il sacerdote pinerolese Franco, Trombotto e
il pastore Paolo Ricca. Cosi conclude l’articolo
a firma m. r.; « Qualcuno potrà forse pensare
che tutto sommato, si tratti di una vecchia diatriba^ religiosa, superata dai problemi di oggi...
Ma è proprio così? Oppure questo episodio supera ampiamente i confini di una polemica interconfessionale, e anche quelli della piccola zona
pinerolese, ed è un interessante sintomo di come,
nel suo tentativo di moderato recupero, Vistituzione cattolica non usi soltanto le crociate dei vedovi, ma spesso con maggior successo, e.tanto più
in ambito ecumenico, la sottile arma della persuasione fondata sull’equivoco ».
forti pressioni degli interessati per ottenere in pratica il riconoscimento del diritto che la legge assicura in teoria.
L’ultimo esempio del genere lo abbiamo avuto nella partecipazione degli esponenti radicali ad una discussione televisiva sull’aborto ottenuta solo dopo durissima lotta e, probabilmente solo per l’appoggio politico del P.S.I. in sede di Commissione Parlamentare di Vigilanza. Ed
è da sottolineare che tale diritto non può
considerarsi soddisfatto dalla concessione di tempi, più o meno brevi e più o'
meno ben situati, per trasmissioni dirette (per noi Culto Radio e Protestantesi-j
mo televisivo) ma può essere soddisfatto
solo quando noi, e gli altri, saremo regolarmente ammessi ad esprimere il nostro
parere su problemi di attualità (tavole
rotonde, discussioni generali, interviste e
simili).
È delle ultime settimane il rifiuto della RAI di mettere in onda un’intervista
chiesta al Moderatore Aldo Sbaffi sul
problema discusso a Nairobi della possibile partecipazione della Chiesa Cattolica al CEC 6 più generalmente sui risultati di quella importante sessione ecumenica. "È chiaro che cosìi non si riconosce,
ma si rifiuta col grossolano pretesto di
« motivi tecnici », il diritto di accesso assicurato dalla legge.
L’altro punto, per ora allo stato di progetto, è quello dell’organizzazione di programmi regionali. Valgono anche qui gli
stessi criteri del «• diritto di accesso »
con l’importante differenza che, mentre
in sede nazionale si avranno sempre grosse difficoltà data la media politico-culturale in tale sede, nell’ambito delle regioni dovrebbe essere possibile trovare orecchie più disposte ad ascoltare le nostre
richieste. Ci saranno forse Regioni qualificabili con un quoziente politico-culturale peggiore della media nazionale (per
quanto sembri difficile) ma ve ne sono
certamen té alcune per le quali tale coefficiente dovrèbbe essere sensibilmente
migliore.
Conclusioni?
Fermo rimanendo il principio che in
sede nazionale spetta alla Federazione
operare in modo da ottenere un più ampio riconoscimento del diritto riconosciuto dalla legge, pare necessario (die tale
operare sia afflncato in sede regionale da
tutti gli altri Enti che possono farlo. Dalle Federazioni regionali alle Comunità,
alle singole Chiese articolate nei loro Distretti od in qualunque altro raggruppamento.
Importante è sapere che non si tratta
di piatire privilegi o concessioni, ma di
esigere un diritto riconosciuto dniig legge a tutti e quindi anche a noi. E se crediamo di avere qualcosa da dire e da testimoniare cerchiamo di non perdere questa occasione. Né il «Mondo» è una rivista particolarmente rappresentativa, né
Mario Soldati ha un’autorità tale da poterla considerare assoluta, ma fa egualmente piacere leggere, come si è letto a
pag. Ili del n. 52 del die. 1975 un commento, che si può definire entusiastico,
ad una trasmissione di « Protestantesimo » centrata sulla predicazione del pastore Cappella. Ciò vuol dire che gli
ascoltatori ci sono e che è nostro dovere
dami da fare per raggiungerli.
Niso De Michelìs
Adesso una pausa
per spartire
Cristiani e musulmani hanno, almeno
per il momento, stipulato una tregua.
L’accordo, pur precario, interrompe la
lunga catena di morti di queste ultime
settimane. L’odio che regna fra i vari
gruppi contendenti non ha però respiro.
Ormai si va dritti verso la spartizione
del paese, attualmente controllato per i
suoi 3/4 (tra cui le zone agricole più ricche) dai Musulmani e per 1/4 dai cristiani. Beirut, la capitale, è tagliata in due
parti ; la zona occidentale in mano ai
Musulmani (compreso l’aeroporto), ai
cristiani la zona orientale (compresa la
zona portuale).
Secondo le statistiche dell’ultimo censimento, che risale al 1958, i vari gruppi
religiosi componenti la popolazione libanese, erano cosìi suddivisi: cattolici maroniti (comunità fondata agli inizi del V
secolo da S. Marone), 424.000; greco ortodossi, 150.000; cattolici di rito greco,
91.000, armeni di vari riti cristiani, 85.000;
musulmani sunniti (cioè gli ortodossi,
che riconoscono come legittimi successori di Maometto soltanto i primi quattro
califfi), 286.000'; musulmani sciiti (che riconoscono come califfii Ali; e i suoi discendenti in linea maschile, sorti come
partito politico nelle guerre islamiche del
VII secolo d.C.; dissentono dai sunniti
anche in campo dogmatico, rituale e giuridico), 250.000; drusi (musulmani semiti), 88.000. Infine i circa 250.000 profughi
palestinesi affluiti in Libano dopo le guerre arabo-israeliane del 1948 e 1967.
Ciò che attira l’attenzione è" che i cristiani rappresentano l’ala conservatrice,
mentre i musulmani l’ala progressista,
anche se non mancano, all’interno delle
chiese cristiane delle posizioni dissidenti
rispetto alle chiese ufficiali. Anche le chiese protestanti, insignificanti numericamente, rappresentano la parte conservatrice, legata al capitalismo occidentale.
Italia
paese autonomo
L’improvvisa « crisi » della lira con la
conseguente chiusura dei cambi, ha messo in luce un aspetto sconcertante ma
non nuovo delle possibilità-impossibilità
di un’autonomia politica del paese. Appena si è tentato di proporre un governo DC-PSI (con apertura a sinistra), ecco puntuale il ricatto economico internazionale. Senza il consenso americano e
del capitalismo occidentale (tedesco innanzitutto), l’Italia non tenti colpi di testa; la vicenda della lira è solo un piccolo avviso... che salva la DC, ma non
il paese.
Dieci regole
per demolire
un gruppo
1. Non partecipare mai alle riunioni del
gruppo.
2. Se ci andate vedete d’arrivare in ritardo.
3. Criticate il lavoro degli animatori e
dei membri.
4. Non accettate mica incarichi, è più
facile criticare che realizzare.-/ ;
5. Non partecipate ad alcuna manifestazione del Movimentò, ma non esitate
a dire che i rappresentanti non hanno saputo farci.
6. Se il coordinatore della riunione chiede la vostra opinione, rispondete che
non avete niente da dire. Dopo dite
a tutti che non avete appreso niente
di nuovo o meglio ancora dite come
si sarebbe dovuto fare.
7. Non fate assolutamente nulla, neppure l’indispensabile ma quando gli altri
sudano e si prodigano senza riserve
dite che l’organizzazione è diretta da
una consorteria.
8. Ritardate il più possibile il pagamento della vostra quota.
9. Non vi preoccupate di portare nuovi
membri.
10. Lamentatevi che non si pubblica niente di interessante, ma guardatevi be^
ne dallo scrivere un articolo.
(da «Satyagraha»)