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ECO
DELLE VALLI VALDESI
Spett.
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE PELLICE
(Torino)
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno xeni - Num. 48
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TORRE PELUCE. 6 Dicembre 1963
Anunìii. Claudiana T<wre Pellice - C.C.P. 2-17557
Avvento 1963
L'ATTESA
Nella delicata favola di SaintExupéry, il piccolo principe nel
corso delle sue peregrinazioni incontra una volpe selvaggia e al tempo stesso desiderosa di essere addomesticata, che gli chietle di tornare
ogni giorno alla stessa ora: « se, ad
esempio, vieni alle quattro del pomeriggio, già alle tre comincerò a
essere felice; più l’ora si avvicinerà, più mi sentirò felice; alle quattro sarò agitata e inquieta; scoprirò
il valore e il prezzo della felicità.
Ma se vieni in un momento qualunque, non saprò mai a che ora
prepararmi il cuore... ».
Qualcosa di simile chiedono al
loro Signore i cristiani di ogni epoca, dal giorno dell’Ascensione: dicci (piando verrai ! (almeno, così
cliii'doiM) i cristiani degni di questo
nome, che cioè credono nel ritorno
di Gesù Cristo). Ma fin da quel
giorno il Signor Gesù distingue in
quosla domanda, accanto alla dedizione della passione,.la passione del
po-sesso; sa che i suoi amici, ancor
j»iu gravemente dei suoi nemici,
vogliono mettergli le mani addosso. vogliono averlo in pugno, hanno ¡»aura di vivere per fede, in un
amore che soffre, crede, sjiera, sopporia nani cosa, perchè sa in chi ha
ci( (hiio, sa che Egli, quando e come (orrà. ritornerà. « Non sta a voi
sapere i tempi e i momenti che il
Padre ha riservato alla propria autorità «; vi basti sapere che mi rivedrete e che nesstino vi toglierà la
\o^lra allegrez-r.a.
Il Signore sa però che segretaniente siamo come vtdpi sehagge e
al tempo stesso desiderose di ess-?re
arldomesticate. di incontrarLo fac< ia a faccia e per semjire; e se non
})uò e non vuole offrire alla nostra
-mania di possesso, ai nostri ."alcoli
interessati una data, un punto definitivo nella parabola del tempo,
jìcrmette alla nostra fede e al nostro amore di fissare, neH’antico
anno solare, le tappe di un’attesa
i cui tempi si stringono sempre più;
e così egli riempie l’attesa del suo
Allento glorioso e definitivo con il
ricordo del suo Avvento umile e discusso, a cui si è contraddetto. Il
credente nutrito deH’Evangelo sa
che questi due Avventi sono la medesima realtà delEamore redentore
di Dio, anche se ora rimangono in
tensione insormontabile, come non
ci è dato di vedere contemporaneamente le due facce di una moneta,
o della luna. Il primo Avvento è
garanzia della realtà del secondo, il
secondo Avvento è proclamazione
della portata del primo.
Se non sappiamo a che ora del
mondo il Signore verrà nella gloria,
sappiamo a che ora egli è venuto
nell’abbassamento, « ai dì d’Erode,
re della Giudea ». Perciò prepararci a questo tempo d’Avvento e viverlo non è una fantasia, un vuoto
artificio sentimentale, se lascàamo
che la Parola di Dio lo riempia di
ciò di cui fu veramente pieno : l’attesa di tutte le età passate e avvenire, il gemito e la speranza della
creazione, l’anelito a un adempimento che sia definitivo, definitivamente buono. Noi cristiani sappiamo che tutto —. tutta l’attesa e tutta
la divina risposta — era già racchiuso- nella .piccola storia- di quella
famiglia ordinaria, di Zaccaria e di
Elisabetta, di Giuseppe e di Maria,
con i loro turbamenti e i loro cantici.
Prepararci il cuore al Natale, in
questo tempo d’Avvento, significa,
ricordando che Gesù è venuto, realizzare più a fondo, con più serietà
e con più gioia che siamo immersi
nel grande tempo dell’avvento del
Regno di Dio e pregare con la sposa, la chiesa dell’Apocalisse: Vieni,
Signor Gesù! Se sapremo guardarci
da un’artificiosa e sentimentale ricostruzione che considera il primo
Avvento, magari mitizzato, come
qualcosa di concluso in sè stesso, in
una poesia che è falsa perchè si brucia come una candela natalizia, se
sapremo cioè considerare l’Avvento
nella sua intera dimensione e nella
sua vera prospettiva bibliche, via
via che ci avvicineremo alla notte
di Natale ci si imporrà l’urgenza
del Regno che è alle porte; e quando l’ultima candela dell’ultimo abete si sarà spenta, si sarà rinnovata
e acuita nel nostro cuore l’attesa :
l’anelito a essere accolti nella perfetta comunione dell’Iddio vivente,
in un mondo rinnovato.
Se siamo come volpi selvagge che
anelano ad essere addomesticate...
Gino Conte
Quello che un crimine non potrà soffocare
Un testamento
11 Cattolicesimo
e Kierkegaard
Fra )e molte risposte, più o meno
fondate, più o meno documentate, che
si jKitevano dare alla domanda : « chi
è stato Soeren Kierkegaard? » posta
nel primo articolo scritto su K. in questo giornale (v. n. 45) non avevamo
menzionata questa: un credente che,
se avesse conosciuto meglio il Cattolicesimo, si sarebbe ad esso convertito.
Ci pare infatti essere le più assurda
e la meno dcciunentata possibile, anche se alcuni studiosi del pensatore
danese tentano di sostenerla, come C.
Fabro, Theodor Haecker, Ramano
Guardini, Erich Przywara Hoepding.
E’ veramente un po’ strana valere
fare di Kierkegaard rm cattolico... incosciente che solo per un caso fortuito non ha mai apertamente confessato il suo Cattolicesimo pur avendone
la forma mentis.
Coloro che sostengono questa tesi s)
basano su alcuni passi del « Diario » e
su’ fatto che Kierkegaard, come abbiamo visto, ha violentemente combattuto il Protestantesimo di Danimarca.
Presentare la polemica contro il Protestantesimo di Danimarca come un
punto in favore del CattolKìesiino, e
assurdo. Significa non comprenderne
il senso profondo. K. non combatte
certo contro sogni e chimere, si impegna {( in una battaglia contro lo spirito filisteo e parrocchiale, ina non
contro astrazioni, bens’, a visiera ca
lata, contro uomini e fatti, morti e vivi. Mynster e Martensen, gli uomini
rappresentativi dei luteranesimo danese. « L’Ora » mette in subbuglio e in
ansia Kepenhagen e la Danimarca:
nel paese della pianura era nata una
montagna», (dalla Prefazione di G. G.
a « L’Ora », nella trad. di A. B. voi.
1. Ed. Doxa, Milano - Roma 1931, pag.
5). Ma appunto il fatto che K. lotti
concretamente contro un nemico concreto .spiega che non vada a cercare
pcssibili nemici lontano (a Roma ad
es.) che non gli tagliano direttamente
la via.
La polemica di K. è diretta contro
tutta la cristianità, piuttosto che soltanto contro il Protestantesimo di Stato di Danimarca. Giustamente G. G.
parla di una lotta « contro lo spirito
filisteo e parrocchiale » che può sorgere in ogni tempo e dovunque, e non
soltanto in un Protestantesimo di Stato. Nella sua foga Kierkeg^rd vuole
abolire ogni forma di cristianità stabilita.
(continua a pag. 3)
Sulla nuova
frontiera
Quando, nel gennaio 1961, J. F. Kennedy assunse la pesante eredità di Eisenliowei* nella presidenza degli Stati Uniti, pubhlieammo (Ero delle Valli 27-l-’61) per
esteso il tes:o del messaggio programmatico del nuevo presidente, com co-mmentandolo: «è giunto iorae una parola viva e
diversa, come unc. squillo robusto di richiamo (...): ’amìei’ :e ’nemici’ non hanno
potuto non sentire una indubbia forza morale, una combattivHj chiaroveggenza, una
virile fiducia nelle juróle programmatiche
del più giovane presidente americano; e
noi siamo lieti di poter qui aggiungere che
in esse risuona, nella discnlibilità di ogni
presa di nosizione iiiqana, una fede cristiana che ci ha corroborali e rallegrati: la
Bibbia su cui ha giura!*» non pare essere
pei lui un oggetto di cancelleria. Ora, ce»to, lo attende con i suoi collaboratori la
durissima prova dei fatti... ».
Non sapevamo a che punto sarebbe stala dura. In questi anni, sinceramente, avevamo spesso dovuto i’impiangere la limpidezza di quel discorso programmatico sulla « nuova frontiera », di fronte a un’azione politica che spesso si manteneva così
al dì sotto di esso; discutibile ci sembra
lo sforzo di fare di lui, oggi, una sorta di
mistico apostolo del dialogo e della pace:
è stato aperlaniente un difensore delTomericnn wny of life^ secondo le vedute più
ai’ute di una élite moderna, è stato il capo di una grande nazione die non esitava
affermare il predominio della sua potenza
economica: per questo gli ideali erano sP^*‘
so posti in una line discutibile da questa
o quella presa di posizione del governo di
Washington; in particolare, il monopolio
«iilTAmerica — nord, centro e sud — in
base alla ’dottrina d;^ Monroe’ (l’America
agli Americani) è continualo, e soprattutto
ò continuato su una linea di imperialismo
ei onomico più die su quella di un’effettiva
difesa gelosa della libertà: sarebbe troppo
lungo elenv^are tutto dò die gli Stati Uniti
hanno fatto, ufficialmente o no, per sostenere iu molli casi nei Caraibi, nelle repubIdidiette del Centro-America, e nelle lotte
polilidie in corso nelle grandi repubbliche
sudamericane, governi o fazioni conservalori e retrivi, in base a un anticomunismo
Irivolta veramente panico. Anche la famosa crisi cubana, se ba segnalo un succes
so diplomatico del presidente Kennedy,
Ikì in realtà rappresentato un décalage del
livello morale della sua politica. Ma ora
al biamo viste comunque quali forze pren-evano contro la sua lotta ideale.
E’ caduto proprio là dove la sua «nuova frontiera » è stata e rimane veramente
tale: sulla linea della lotta antisegregazio
nìsta. In questo campo, specie ora che abbiamo potuto constatare la massiccia e sor
elida realtà di quello die è stalo chiamato
icasticamente « il letame bianco del Texas »
(e non del Texas soltanto), il suo impegno è 'tato mantenuto senza debolezze;
per due anni e mezzo ha lottato strenuamente, con i suoi collaboratori, in particolare il fratello Robert die dirise il Dìpariiiiienio della Giustizia, percliè si attuasse una vera giustizia: perche la Costituzione federale non continuasse a ricevere clamorose smentite da parte delle legislazioni particolari di vari Stati e soprattutto da un costume dì vita scandaloso
ovunque, e tanto più in una nazione che
si vuole paladina di libertà e di giustizia.
Ha lottalo strenuamente, senza paura; lo
lianno .abbattuto, e la cosa più grande che
sì è potuto dire dì lui è stata questa semplice frase: «E’ morto come Lincoln».
Ora la sua opera sembra sospesa, ma ci
auguriamo die sia ripresa e continuata, e
ha decisione del nuovo presidente Johnson,
di affidare al presidente della Suprema Corte Federale, Earl Warren — un vecchio
lottatore per la parità anche razziale —
un’indiies-a a fondo sul retroscena del*
l’assassinio di Kennedy, pare di buon auspicio: non si lascerà incancrenire nella
demagogia anticomunista quello die è uno
scandalo e un crìmine interno americano.
Rileggere ora il messaggio programmatico di John Kennedy è cosa che suscita
profonda conimozione; al di là di quel
che la sua volontà ha saputo reggere e realizzare, malgrado le sue limitazioni personaTi e quelle pesanti delTambienle in cui
ba dovuto spesso operare, un solco è stato tracciato, con vigore giovanile, con notevole lungimiranza, e noi redìamo omaggio alla memoria delTiiomo che ci aveva
detto: « ...che voi siate cittadini dell’America o del mondo, chiedeteci la stessa alta
misura di forza c di sacrificio che noi vi
chiederemo. Avendo una serena coseienza
come solo compenso, e la storia come ultimo giudice delle nostre azioni, procediamo a guidare il paese che amiamo, invocando la benedizione e l’aiuto divino, peraltro consapevoli che qui sulla terra l’opera di Dio deve veramente essere da noi
compiuta ». g. c.
spirituale
Così, la stampa e la radio di questi
ultimi giorni hanno definito le parole
pronunciate da John Fitzgerald Kennedy in uno dei suoi discorsi al popolo americano; discorsi che dovrebbero più esattamente chiamarsi colloqui, tanto apparivano semplici e privi di retorica, le espressioni che spesso sembravano ridursi ad un facile ed
umano conversare, per meglio raggiungere una mutua comprensione.
” Hanno valore soltanto quegli ideali
per cui l’uomo è pronto a vivere ed a
morire ”. Questo il più nobile fra ì
concetti da lui più volte espressi, per
chiarire i moventi che spingevano il
presidente degli Stati Uniti e l’uomo
John Kennedy a lottare per la pace,
per la giustizia sociale, per la solida
netà fra tutti i popoli della terra e
innanzi tutto, per la libertà largamente intesa dell’essere umano. Concetto
che dovrebbe trovare particolare risonanza fra i monti di questo piccolo
lembo d’Italia che chiamiamo le Vaili Valdesi. Non avremmo infatti che
da voltarci indietro nei secoli per ricordare le innumerevoli volte in cui.
agli ideali per i quali John Kennedy
reputava necessario esser pronti a morire, la gente di questa terra sacrificò
ia vita. Anche il giovane presidente
seppe mantenere la promessa fatta nel
giorno del suo insediamento alla Casa
Bianca. Le parole ’’Così Dio mi aiuP”, formula del giuramento costituzionale americano, deve averle pronunciate con la convinzione di una fede
solidamente ancorata, i brevi anni che
gli furono concessi ne sono stati la
prova migliore.
Non questo soltanto ci ha lasciato
John Kennedy. Tutti conoscevano il
lato felice della sua esistenza, il più
fortunato. Molti ignoravano, per lo
meno in gran parte, le gravi disgrazie
che avevano colpito la famiglia Kennedy da varii anni: la scomparsa del
figlio maggiore caduto in volo durante la guerra, la morte di una figlia, vittima di una .sciagura aviatoria, la menomazione senza rimedio di un’altra
figlia, infelice sin dall’infanzia, le lunghe, penosissime e deprimenti degenze dello stesso John Kennedy e la suo
ammirevole tenacia e forza d’animo
nel combatterle e nel superarle. La
gl ave malattia di suo padre, ormai semi-paralizzato, le difficili (■ spesso deluse maternità di Jacqueline Kennedy e poi, all’inizio dell’estate trascorsa, la perdita dell’ultimo nato. Certo
non son pochi gli esseri umani che la
sventura ripetutamente colpisce, ed a
questo proposito John Kennedy non
può considerarsi un’eccezione. Non
molti sono invece coloro che dalle
sventure riescono a non lasciarsi abbattere, che le sopportano con dignità. seppellendole se pur con profondo
dolore, ma con fermezza, in fondo aìl'anima; che non te ostentano al cospetto del mondo quasi ad esigerne un
dovuto riconoscimento, ma continuano a seguire il cammino sul quale si
.sono decisamente impegnati e che sanno ancora dialogare con gli altri, in
serenità di spirito; una serenità consapevole cresciuta nell’intimo coraggio degli uomini che hanno .saputo capire cosa debba veramente significare
la vita. L. Pennington de Jongh
UNA OFFERTA SPECIALE
Porto a conoscenza di tutte le Chiese Valdesi il seguente Ordine
del Giorno votato dall'ultimo Sinodo:
Art. 42 A.S. — Il Sinodo, convinto della necessità di aiutare
finanziariamente gli Istituti di beneficenza, rivolge un caldo appello a tutte le Chiese ed ai gruppi Valdesi dell'Estero affinchè offrano
il loro contributo in occasione di una Domenica scelta dalla Tavola,
alla realizzazione delle due seguenti iniziative : la costruzione di
un passaggio coperto presso il Rifugio Re Carlo Alberto e l'istituendo Asilo per gli Incurabili nel Distretto Rio Platense.
Il risultato della colletta verrà dedicato in parti uguali a queste due iniziative che il Sinodo raccomanda vivamente a tutte le
Comunità.
★
La Tavola Valdese ha pertanto deciso che la colletta del
CULTO DI NATALE
rivesta il carattere di un dono fatto a benefìcio di due Istituti Valdesi
che operano ed opereranno nel campo dell'assistenza agli incurabili :
il Rifugio Re Carlo Alberto di Luserna San Giovanni che ha in progetto
alcune opere di restauro e di adattamento, e l'istituenda Casa per Incurabili nel Distretto Rio Platense, che dovrebbe sorgere neH'Uruguay
per iniziativa e volontà delle Chiese Valdesi dell'America del Sud.
La Tavola Valdese raccomanda molto vivamente questa colletta a
tutte le Chiese ed ai gruppi Valdesi che risiedono all'estero. E' necessario che tutti i membri delle nostre Chiese facciano questo dono nel
giorno di Natale per i nostri Istituti e che i giovani Valdesi non si escludano dalla partecipazione all'offerta, lasciando tutta la responsabilità ai
loro genitori.
Questo è il tempo in cui Dio ci chiede di dare ed Egli mette alla
prova la nostra sensibilità e la nostra generosità. Il Signore sa che nella
popolazione Valdese ci sono oggi i mezzi per sostenere sempre meglio
i nostri Istituti e la nostra Chiesa. E lo sappiamo anche noi, ma siamo
poco propensi a trarne le conseguenze.
Ricordiamoci, pertanto, della offerta di Natale. Le offerte siano inviate alla Tavola Valdese — Via' IV Novembre 107 - Roma — C.C.P.
1/27855 nel più breve tempo possibile. La Tavola Valdese ripartirà la
somma globale fra i due Istituti indicati.
Ermanno Rostan
Moderatore della Tavola Valdese
2
ras. 2
N. 48 — 6 dicembre 1963
Campo invernale ad Agape
26 dicembre 1963 - 5 gennaio 1964
LA GRANDE SVOLTA
La teologia liberale ed il rinnovamento teologico
Ne abbiamo tutti sentito parlare, in un modo o nell’altro. Si parla dei « liberali »
e dei « barthiani », di teologia <c dialettica ». di un a rinnovamento teologico » che è
incominciato verso il 1920. Ma di che sì tratta veramente? Il campo invernale di
quest’anno si occupa di definire queste cose. Se c’è stato veramente un rinnovamento
teologico, in che cosa è consistito? Cosa pensavano quelli di prima, i grandi nomi
della teologia della fine del secolo fino alla prima guerra mondiale? Come vedevano il
compito della Chiesa nel mondo? E gli uomini nuovi, che dopo la guerra si sono
preoccupati della predicazione della Chiesa, da quali motivi erano mossi? Quali sono
state le loro principali scoperte? E non bisogna dimenticare che tutto questo avviene
in un momento in cui la storia è mossa da eventi che pongono Tuomo di fronte a
problemi nuovi.
Bisognerà vedere dunque « la grande svolta » anche sotto questa prospettiva più
generale.
Questo campo ci porterà quindi a chiarire molte cose di un passato più lontano
e più recente, che ha sempre su di noi una grande influenza. Molte idee ancora correnti sono l’eredità della teologia liberale e di quella che l’ha preceduta. Molte idee
le abbiamo assimilate, senza sapere che si son venute formando in seno al rinnovamento teologico degli anni venti.
Il campo dovrà chiarirci le idee
Avremo una presentazione degli intendimenti e delle visuali della teologia liberale, inserita nel suo tempo. Quindi vedremo nel secondo studio come si è arrivati a
questo, cioè cercheremo di coprire rapidamente i secoli che vanno dal grande periodo
della Riforma al secolo scorso. Vedremo quindi (3« studio) i teologi del rinnovamento
contestare la bontà di questo sviluppo. E negli studi 4» e 5*> vedremo quali sono stati
i punti di forza del rinnovamento, la riscoperta della a Parola di Dio » e il posto centrale della persona e dell’opera di Gesù Cristo.
Nei seminari invece esamineremo una predica che sia caratteristica per ogni periodo: perchè è proprio nelle prediche che viene espresso più evidentemente quel che
la Chiesa pensa in un dato periodo.
Il Campo invernale del 1962 aveva chiesto un tema di riflessione teologica ed
uno spazio mollo maggiore per il lavoro di gruppo. Speriamo così di aver risposto alla
domanda.
Programma del campo
27 V. Ore 16 precise partenza dei pullman da Torino, Via Pio V, 15.
Cena - Culto di apertura.
28 S. Prof. Mario Miegge: «Il protestantesimo liberale davanti ai suoi problemi^).
Seminàri. (I seminari si riferiscono sempre ad una predica dell’epoca trattata
nello studio).
29 D. Culto nella Chiesa di Prali.
Seminari.
30 L. Past. Franco Giampiccoli : «Lasciata la Riforma, la teologia protestante navi
gava tra ragione e sentimento ».
Seminari.
31 M. Past. Sergio Rostagno: « 1933: il grande momento della teologia nuova».
Serata di fine d’anno.
1 M. Culto nella Chiesa dì Prali.
Seminari.
2 G. Past. Giorgio Bouchard: «Punti di forza del rinnovamento', la Parola di Dio
e la Rivelazione ». Seminari.
3 V. Past. Giorgio Girardet: «Punti di forza del rinnovamento: la valutazione di
Cristo ».
Seminari.
4 S. Seminari.
Assemblea generale del campo.
Culto di chiusura con celebrazione della S. Cena.
5 D. Mattina : Partenza.
Direttore del Campo : Past. Sergio Rostagno.
Orario della giornata:
Ore 8.15 colazione, breve culto.
9.15 tonferenza.
12.15 Pranzo.
17 precise: seminari.
19.15 Cena - Culto con predicazione.
21 Serata in comune.
Iscriversi al più presto presso la Segreteria di Agape, inviando L. 1.600 per la
iscrizione. Non possiamo accettare iscrizioni se non per tutto il periodo indicato: nell'interesse dei partecipanti e del campo.
Quota del campo dal 27 sera al 5 mattina L. 13.050 (compreso riscaldamento).
Abbiamo dovuto aumentare la quota di soggiorno ed aggiungere una quota di riscaldamento. Desideriamo comunicare che siamo però in grado di fare delle riduzioni, a
chi lo richiedesse. Non vorremmo che qualcuno non venisse per ragioni finanziarie.
Ricordiamo che contemporaneamente al campo invernale abbiamo bisogno di un
piccolo campo di lavoro di ragazze che diano una mano per la cucina e la casa e che
saranno libere il pomeriggio fino alle 17.
Il pullman che partirà da Torino (Via Pio V, 15) alle ore 16 precise, fermerà
alle 16,40 a Pinerolo davanti alla stazione ferroviaria. Costo del viaggio L. 800 da
Torino. E' necessario avere con sè un documento di identificazione. Agape non provvede alla assicurazione contro eventuali incidenti.
Segreteria di Agape, Prali (Torino) - Tel. 8514.
Il Rifugio C. Alberto
Un antico focolarcf un istituto essenziala
Se 3Ì pensa agli inizi delle prime nostre
opere: Rifugio, Ospedali, Orfanotrofio di
Torre Fcllice, ci si rende conto che la causa
delle deficienze riscontrate attualmente negli stabili, risale alla situazione specialissima
in cui quegli istituti vennero fondati, per
iniziativa di operai fedeli, che di fronte a
necessita urgenti provvidero con slancio, con
fede, nel modo più semplice e con i mezzi
a disposizione.
Fermandoci a considerare il Rifugio Carlo Alberto, per cs., appare chiaro che si adattò allo scopo una casa di campagna, situata,
sì, in una località rìdente e soleggiata, ma
priva di quei servizi oggi ritenuti, ed a ragione, indispensabili per un istituto destinato ad accogliere malati, incurabili, vecchi
infermi. . eppure era cosi necessario poter
ricoverare in ambiente sano quelle persone
impossibilitate a lavorare! Essere accolti dal
sorriso fraterno di diaconesse capaci, coadiuvate da persone buone e devote, rappresentò
per molti una visione serena di pace, dì riposo, di benessere, di serenità.
Quel primo focolare che sorse per volere
ed a cura del pastore W. Meille, ben presto
si dimostrò insufficiente per le molte domande di ammissioni, per i molti casi bisognosi di ricovero e di assistenza. E, come
per altre nostre opere, sì continuò il lavoro
dì riattamento, dì ampliamento, di miglioramento, ma quasi sempre innestandoli sul
nucleo primitivo.
Un nuovo passo fu la costruzione del padiglione Arnaud, ma invece di collegarlo
con Fedificio preesistente, si volle dare l'impressione di un villino a sè (come si fece
pure per l’Asilo di S. Germano), non pre
Ricordando
Anita Bosio
Come il nostro giornale ha già annunziato, è cìeceduta a Torre Pellice
la Signora Anita Bosio nata Mosca.
Scompare con lei un’altra figura veramente particolare della generazione
che ci ha preceduti. In lei abbiamo
visto per molti anni la figura caratteristica della moglie di pastore che
condivide col marito il peso del ministerio pastorale con le sue diflìcoltà
le sue pene e le sue grandi gioie.
Nata in Engadina (a Sent) il 19 Lu
giio 1889 passò la sua gioventù a Firenze dove conobbe il Past. Paolo Bosiio allora studente alla Facoltà di
Teologia e ne divenne la fedele e preziosa compagna.
Dopo gli anni tormentosi della prma guerra mondiale iniziò il lungo e
fecondo cammino del loro ministerio
nella chiesa: prima a Torino poi per
lunghi anni a Roma, fin dopo la seconda guerra mondiale, pwri a Brescia
ed infine dinuovo a Torino (S. Donato). Una lieve sordità (che doveva poi
accentuarsi con gli anni) contratta
dal pa.st. Bosio durante la prima guerra mondiale intensificò notevolmente
la collaborazione della moglie nel suo
lavoro pastorale.
Durante la seconda guerra mondiale la famiglia Bosio fu colpita dal gran
dolore di perdere l’unico figlio, Fran
co. Questa grande prova nel dolore
un'-, ancor più i coniugi Bosio nel loro
servizio per la Chiesa compiuto con
sempre rinnovato entusiasmo e con
fedeltà.
Si erano ritirati da poco a Torre
Penice quando il Pastore Bosio improvvisamente decedeva. La signora
Bcsio si ritirava ben presto alla Casa
delle Diaconesse dove passava l’ultimo periodo della sua vita.
La fede trasparente e semplice che
appariva in lei dava subito un profondo senso di fiducia e molti, sia che
Tavessero conosciuta nel passato sia
che l’avessero conosciuta in questi ultimi tempi, trovavano nella sua compagnia incoraggiamento, consiglio e
sostegno. Si può dire che, malgrado
le infermità e la sua vita ormai limitata nel movimentc, essa ha continuato il suo compito pastorale fino al suo
ultimo giorno di vita.
Vogliamo ringraziare il Signore di
averci dato in Lei una testimonianza
cosi preziosa che ha potuto essere di
aiuto nella via della fede a tanti che
la ricordano con affetto e riconoscem
za F. S.
UN TEMPIO EVANGELICO ^ J\/(ADRID
la nnova ''Chiesa di Cesa”
A Pentecoste è stato inaugurato a Madrid
il nuovo edificio della « Chiesa di Gesù », centro di una delle comunità più antiche della
capitale spagnola. Secondo le leggi vigenti,
un tempio evangelico non deve apparire come tale verso la strada; è dunque stato costruito sulla parte anteriore del terreno un
edificio di sei piani per l'alloggio pastorale,
sale di riunioni, biblioteca e stanze per ospiti
0 ammalati che arrivano dalla provincia. Dietro, nel cortile, è stata riedificata la vecchia
chiesetta ingrandita, con una capienza per
500-700 persone. Ed il passaggio coperto tra
1 due edifici serve da luogo d’incontro per
la comunità dopo i culti. Lì leggiamo adesso
l'iscrizione una volta sopra l'altare nella vecchia cappella ; « Nel nome di Gesù si pieghi
ogni ginocchio ».
Come tutte le comunità spagnole anche la
u Chiesa di Gesù » a Madrid è povera. Ed
è stato un vero sacrificio per i suoi membri
arrivare alla meta proposta dal loro pastore
Juan l'lieder. adesso emerito, di 500.000 pesetas. Questa somma c stata anzi superata in
modo che il fondo costruzione è salito a 700
Nell’ Africa
del Sud
L’arcivescovo anglicano del Capo, Joost De
Blank, di cui abbiamo già reso note le dimissioni, dopo aver molte volte protestato contro
la politica d'apartheid nell'Unione sudafricana. ha rivolto una lettera d’addio ai suoi diocesani. Egli vi critica in modo speciale la
legislazione anticomunista in vigore in quella Repubblica: «C'è sempre della gente che
conduce una politica anche quando è formalmente condannata dai cristiani del mondo intero nonché dalla coscienza universale. Coloro che avrebbero dovuto andare in prigione, in virtù della legge sulla soppressione del
comunismo, non sono coluro che lottano per
la dignità umana, ma piuttosto coloro che
rendono il comunismo attraente per migliaia
di nostri fratelli, facendone Lequivalente. per
loro, della dignità umana e dell’onore ».
Per parte sua il ministro degli aiTari esteri
deirUnione sudafricana ha diffidato i vescovi
di tutte le confessioni di non intervenire più
negli affari politici sudafricani. Eric Louw
parlava, il 31 ottobre, agli elettori dì Williston, a 300 km. a nord del Capo e concludeva che « tutti i vescovi farebbero meglio di
occuparsi esclusivamente dei problemi spirituali dei loro fedeli » {soepi)
mila j>eselas. circa la decima parte dei costi
(8.000.000 di lire). Soltanto allora si è chiesto aiuto all'estero, e colle contribuzioni massiccie ricevute da vari organi in Germania
si è potuto erigere il bel complesso nuovo e
moderno di chiesa e di edificio parrocchiale.
Chi scrive queste righe è stata membro
della v< Chiesa di Gesù » undici anni or sono.
Allora si passava dalla calle Calatrava che
percorre un quartiere assai popolare, a un
cortile squallido tra case alte e vetuste, fino
alla chiesetta incassata tra due edifici mezzi
in rovina. Questi avevano servito una volta
da scuola e orfanotrofio ma adesso si arrivava appena attraverso le scale traballanti a
qualche saletta ancora utilizzabile per la scuola domenicale. Il tempio era già quasi caduto
addosso ai membri al tempo della prima
Guerra Mondiale, ma venne allora abilmente puntellato da colonne messe neU’interno.
La povertà di una gran parte della comunità
era evidente dal modo di vestirsi e di contribuire alle spese di culto. Ma quanto entusiasmo e calore umano emanava da quella
gente umile e oppressa dalle condizioni di
vita difficili per gli evangelici in Spagna!
Indimenticabili sono i culti di Pasqua, Pentecoste e della Riforma colle confermazioni
dei nuovi membri, in occasione dei quali tutte le colonne del tempio venivano ornate di
ghirlande di fiori.
Gli inizi di questa comunità però risalgono al secolo scorso e sono connesse con una
delle figure più significative della cosidetta
Seconda Riforma Spagnola. Francisco de
Paula Ruet. un giovane studente di canto,
aveva conosciuto l’Evangelo nella chiesa valdese dì Torino nei primi anni della seconda
metà del secolo scorso. Tornato in patria a
predicare, era stato condannato al rogo per
eresia, pena poi commutata neU'esilio a vita.
Un cambio di governo in Spagna gli permise
poi di stabilirsi a Madrid e fu il primo pastore della Chiesa di Gesù. Sotto la sua direzione si prese prima in affitto e poi si comprò il terreno nella calle Calatrava. sede d'allora in poi della chiesa. Nei primi tempi era
una sala da ballo che veniva ceduta agli
evangelici le mattine di domenica. — A* pastore Ruet seguirono Federico Fliedncr. inviato dalla missione tedesca- per revap;i,elìzzazione della Spagna, poi il figlio di iiursti,
Juan Hiedner, ormai quasi uno spagnolo, e
dal 1960 il giovane pastore spagnolo Aihcrlo
Araujo. Auguriamo alla comunità e a' suo
pastore, seppure in ritardo, un lavoro
detto nel loro nuovo tempio.
A ja Sog;.ìn
{Notizie riassunte da: Etoile du Matin.
Blätter aus Spanien, Calatrava, e informazioni private).
sentandosi allora quei problemi di lavoro a
cui quella soluzione avrebbe portato, sia per
Lassìsteaza. sia per il riscaldamento, la cucina, ccc. Allora le difficoltà di trovare personale sufficiente, non erano come oggi quasi insormontabili, le cure stesse erano ancora meno soggette a norme rigorose e vincolanti. Certo è che ci si trova ora neH'impossibililà di andare avanti cosi e varie soluzioni sono state prospettate e vagliate.
E’ indispensabile unificare i servizi, dar
modo a chi lavora di potersi trasferire da un
padiglione aU’allro senza uscire, occorre, in
una parola, costruire un collegamento fra la
casa centrale e il padiglione Arnaud.
Tra i vari suggerimenti è stato favorevolmente accolto dal Sinodo quello riguardante
la costruzione di un passaggio coperto; ma
se, invece che con una pensilina, fosse possibile agganciare con un’ala vera e propria
i due fabbricati attuali, il Rifugio potrebbe
ancora e di nuovo rispondere adeguatamente ai bisogni della popolazione valdese con
mezzi moderni, con risparmio di tempo, di
fatica, dì personale, di spese generali in relazione a’ rendimento.
Vald , i ed amici delle Valli, che cosa ci
suggerisce la coscienza davanti a una solu
zione che dobbiamo risolvere? Siamo ab
bienli? Ed allora s’impone un aiuto effi
ciente da parte nostra : pensiamo a chi deve
con o senza colpa, dipendere dal nostro spi
rito fraterno e dalla nostra generosità. Sia
mo, diciamolo pure, poveri? Vediamo se ci
riesce ugualmente di versare un obolo, come quello della vedova. G.
Spi "tu rp di attualità
L’orecchio
di Dionigi
Ogni domenica, chi ha la ventura d'imbattersi nella fiumana di gente che esce
dallo stadio, capisce subito, dal muso allungato o dai sorrisi luminosi, se la squadra del cuore e stata battuta o se ha vinto.
ÌSelVnn caso o nelValtro. moltissimi deambuìano come trasognati, tenendo accostata
alVorecchio con una mano, una microscopica radiolina; tutti vogliono conoscere il
risultato delle altre partite, importante agli
effetti della classifica generale.
Si narra che ateniesi, appassionati dialettici. ascoltassero avidamente / dibattiti che
i filosofi peripatetici intrecciavano intorno
ad una determinata dottrina. Doveva essere un lavoro alquanto pesante, quello di
seguire il cammino (e i discorsi) dei dotti
passeggiatori, mirabile esempio, se non
altro, di forza di gambe, di polmoni, di
di lingua e d’intelletto. Quale fatica per
seguire specialmente i giovani filosofi, che
invasati dalla passione, dovevano discutere
e camminare li buona lena!
Odino, sommo dio nella mitologia dei
popoli germanici, aveva tale udito da sen
tir crescere l’erba nei prati e la lana su!
dor.so delle pecore; i tifosi dei filosofi perijAìtetici, semplici uomini, aguzzavano bene gli orecchi per ascoltare, a riverente distanza, le diatribe dei maestri.
Invece Dionigi, tiranno di Siracusa, non
aveva inclinazione per i problemi dello spirito; si preoccupava soltanto di con.^iervare
il potere e faceva rinchiudere i suoi nemici in una grotta che aveva forma di orecchio. cosi che poteva ascoltare, dall’esterno,
i loro discorsi, anche se appena sussurrati.
Ma Dionigi, poverino, per colpa della tecnica di allora, non era che un dilettante.
Oggi, la radiolina n transistor è l’orecchio
di Dionigi perfezionato che permette di
ascoltare voci di nemici lontanissimi, che
sono poi i nemici della squadra locale. Anche il passante, per così dire neutrale, riesce a captare qualche frase: ” Cesare ha
passato il Rubicone... ” Pardon: ” Il terzino ha jHissato la palla... .
C’è un progresso, però, senza dubbio,
se non altro perchè Dionigi, i suoi nemici
li alfidava al boia, mentre i tifosi moderni.
*"tFal più. lanciano qualche sasso o qualbottigliettn (vuota) di gassosa sulla testa SII’arbitro. Alberto Guadalaxara
Le "giornate pastorali,,
della Facoltà di Buenos Aires
* Per ordine del governo tunisino la Missione nordafricana — società prote.stante interdenominazionale — ha dovuto sospendere
l'attività che esercitava in Tunisia dal 1885.
La storia comincia nel 1930, anzi alla fine
del ’29. Uscivano allora dalla Facoltà i primi quattro studenti che erano entrati se
condo il nuovo ordinamento della Facoltà
che esigeva la maturità argentina o urugua
vana agli iscritti di prim’anno erano i pasto
lì Carlos ]'. Gattinoni, Abel Jourdan. Gu
glieimo Staszeski e il sottoscritto. Il mai
dimenticato decano della Facoltà, B. Fostef
Stockwell, ci propose di ritrovarci una
volta all’anno a scopo di studio, per mantenerci aggiornati sugli argomenti interessanti il nostro lavoro pastorale. Così durante le vacanze nell'intervallo fra i due
semestri ci riunimmo noi quattro, più lo
attuale pastore Luis Villalpando che si licenziò l’anno seguente, e i nostri professori. studiando un tema di interesse generale. Lo stesso prof. Stockwell assegnava i
sotto-temi a ciascuno di noi. mandando per
tempo i libri che dovevano servire per pre
parare i rispettivi studi.
Avendo sentito parlare di questa inizia
tiva. gli ex studenti della Facoltà, usciti
negli anni precedenti, chiesero di essere
ammessi a nuesto piccolo circolo di studio
e la loro richiesta fu accolta con soddisfa
zione unanime. Così già nel 1931 eravamo
già. insieme ai nostri professori una ven
tina.
Ma la cerchia continuò ad allargarsi. Ai
pastori metodisti, valdesi, e della chiesa di
Cristo si aggiunsero quelli praticamente di
tutte le denominazioni evangeliche che fa
vorano in Argentina, specialmente a Bue
nos Aires, e anche in Uruguay. / presenta
tori degli studi non furono più i semplici
pastori di quelle prime o successive ”vo
lées” di studenti, ma pastori e professori
delle varie chiese {ruophitensi, particolar
mente preparati nelle varie materie. La par
tecipnzione raggiunse i 50, 60 e anche più
Nel 1951 avvenne un cambiamento orga
nizzativo, che aggiunse un sottotitolo ai no
stri incontri. Il prof. Stockwell, che cerca
va sempre di ampliare l'orizzonte della Fa
coltà. ricevette dalla sig.na C. J. Carnahan
una .sorella in fede degli Siati Uniti che si
era sempre molto interessata alla prepara
zione teologico delle Chiese in America La
tina, una donazione costituita in fondo che
ebbe il titolo di ’’Cattedra di Carnahan”
Questo fondo provvede i mezzi per finan
ziare la venuta di conferenzieri da vari*
j>arti del mondo evangelico. La prima ”cni
tedra Carnahan” fu occupata dal Or. H. A
Bosley, della Chiesa Metodista di Evanston
S IJ. Da allora si sono celebrate altre do
dici ’’Conferenze”, facendole coincidere
con le. ’’giornate pastorali” (e fra i con
ferenzieri ricordiamo John A. Mackay, D
T Niles. W. A. Vi.sser ’t Hooft. G. E
fi right V molle altre personalità di primo
piano • N. d. T.). Le ’’giornate” di queSi'anno sono le trentunesime della serir.
Felicemente queste ’’giornate” {in -<pagnuolo Instilutos de Pastoresi .sono aperte,
come abbiamo detto, agli operai di tuftp le
chiese alVopera nella regione, e cosniuiscono un incontro dal quale non solo si
riceva nuova luce per il nostro lavon* di
tutto l’anno, e... di tutta la vita, ma nel
quale si rinnovano o si creano amicizie fra
colleghi che non si vedono a volte per anni facendo sì che la chiesa di Cristo sia
sempre, più ’’una”, nelle sue diverse espressioni.
Abbiamo dimenticato di dire che è seni
pre la Facoltà Evangelica di Teologia che
patrocina queste riunioni, e. offre la sua nt
trezzatura per ospitare a condizioni favore
voli i partecipanti che vengono da [onta
no. Inoltre questo incontro diventa occa
siane per altre riunioni o attività di carat
tere interdenominazionale. Carlos Negrin
Culto Radio
ore 7.40
DOMENICA 8 DICEMBRE
Past. Paolo Spànu
(Chiesa battista di Bologna)
DOMENICA 15 DICEMBRE
Past. Valdo Vinay
(Facoltà valdese di teologia)
Il calendario delle visite
del Moderatore alle Valli
1 domenica : culto a S. Germano.
3 martedì : riunione a Pinerolo.
4 mercoledì : riunione a Pramollo.
5 giovedì: culto settimanale a Prali.
6 venerdì : riunione a Prarostino.
7 sabato: riunione a Villasecca (Chiotti).
8 domenica: S.D. e culto a Fontane.
pomerìggio e sera: Ferrerò.
9 lunedi : colloquio pastorale a Pinerolo,
h. 9,30.
11 mercoledì: riunione a S. Secondo.
12 giovedì : riunione a Villar Perosa.
13 venerdì: riunione a Pomaretto.
14 sabato : UGV e riunione a Massello.
15 domenica: culto a Pomaretto.
Riunione dei Concistori a Pomaretto
h. 15.
3
6 dicembre 1963 — N. 48
P*« 3
libri
Strenne
per i nostri
ragazzi
BOMPIANI e MONDADORI hanno
scoperto Kaestner e lo hanno introdotto in Italia. E’ stato un vantaggio
per i nostri ragazzi che si trovano nelle mani libri di uno scrittore grande
e noto. Non voglio dire cose retoriche,
parlare di mano maestra, di inesauribile brio, di inquadratura morale, pa^
role stonate per Kaestner che parla
ai ragazzi come se fosse uno di loro,
che racco.nta cose di tutti i giorni con
parole di tutti i giorni. Non è questa
la vera « fantasia »? Fantasticare su
cose irreali, che non avvengono mai,
lascia a volte molto freddi, ma saper
trasformare in gioia, in riso o in pathos le piccole cose della vita, può diventare alta poesia che commuove,
perchè la vita vera, in fondo, commuove sempre. E‘ questa comunque l’alta
poesia di Kaestner.
BOMPIANI, nella cclla.na « I delfini di acciaio », ha pubblicato, tradotti
magnificamente da Lavinia Mazzucchetti. Antonio e Virgoletta; La classe volante; Emilio e i tre gemelli;
Emilio e i detectivcs.
Sono indistintamente libri belli, che
i ragazzi leggeranno molto volentieri e che la.sceranno loro qualche cosa.
Credo che il pregio maggiore il Kaestner sia ai curare molto i suoi personaggi . c tutta gente molto ben deh
ma. cne rimane impressa, che ha un
posto iire.ciso nel racconto, dove si
muove. i:giie ponendosi al servizio del1 autu.v,’ per esprimere ai ragazzi quello che egli ria in mente di dire loro'.
Kac:'!ier e un tedesco di Berlino.
Ci piace m.cito poter dire di lui: è un
prot e no è infatti e ci sentiamo
mottn a nostro agio nell’ambiente che
egli ctea. cosi limpido e onesto. Ci
=p a re cne il problema di Dio,
quello Tipico del protestantesimo, non
‘ afl eh ira nei suoi libri. E’ cerne
nello londo. Chiaro' e dominante è il
problema, delia rettitudine, dell’autocom.roijo. del rispetto di tutto ciò che
conccme i rapporti degli uomini tra
loro K non e poca cosa.
Me; Ci LfADORI, in un cofanetto a sè,
pre.senea. Il satto con gli stivali; Il
paese «esli allocchi; Il barone di
iMuncnnausen; Le avventure di Till
Eulenspiegel.
Le note fiabe sono raccontate in una
maniera molto simpatica, più viva di
Guanto le narrino i vecchi testi, e l’erizione si presenta molto ricca di illustrazioni e bella nella presentazione. Forse è un no’ troppo di lusso nerebe possa raggiungere tutti gli amb'enti. Berta Subilia
1'.. e, - Antonio e l'ir^olpiia.
' La c/as.sc voìnntp.
■' » Emilio e i tre ^^ptnpììi
" » Emilio e i (ìpipclives,
Eè. Biimpiani, Coll, n 1 delfini di arl'ii'i i 'Il per 9-12 atvni; L. 600 rad.
F. k \ESTiNER - Il gatto con gli stivali.
n » Il pae.se degli allocchi.
i> M II barone di Miicbhau.sen.
I' o Le avventure di Till Eu
lenspiegel.
Ed. Mondadori, per 6-8 anni: L. 6.000
|•('(anett9 ecmpleto.
per i nostri
ABBONATI
Non lasciate accumularsi a fine d anno il
rinnovo di tulli i vostri abbonamenti! anclu le 1,V sono in larga misura ipotecate...
.\i nuovi abbonati per il 1964 rieordianiL (be versando .subito l’imporlo riceve,
ranno già il giornale in queste ultime seltimane del 1963. E non pensate che un abbonamento all’Eco o alla LUCE sia un
buon regalo per parenti e amici?
.4 tutti raccomandiamo la precisione e
U ( biarezza nel compilare i moduli di ver■samento sul nostro c. c. p. 2/17.S57, intestalo a Libreria Eiditrice Claudiana, Torre
Pellice iTo). Un poco di cura da parte di
tutti, moltiplicata per le migliaia di abbonamenti, signifieu per l’amministrazione un
grande .liuto. Ci permettiamo di raccomandare questa regola in tutti i casi : sono le
piccole cese che denotano una coscienza
civile.
Ringraziamo i lettori che non solo non
si sono lasciati scomporre dal forzato au.mento del canone di abbonamento, ma anche quest’anno ci hanno unito una loro offerta: piccola o gra.nde è per noi un grandi incoraggiamerilo, e qualche volta ■ fé
piccole’ offerte sono grandi, lo sappiamo:
grazie!
Non esitate a scrivere in redazione le vostre proteste, note e richieste.
Aiutateci nel nostro servizio non solo leggendo ma diffondendo il no.stro periodico.
■Aiufàteci, insoitima, a fare di più e meglio.
eco-luce
Il Caltolicesimo e Kierkegaard
{segue da pag. 1)
Apparentemente si i>uo avere mi
glior fortuna nel sostenere il cattolicesimo di Kierkegaard ricorrendo ad
alcune affermazioni che si trovano nel
V Diario », perchè infatti non se ne
trovano affatto nelle « opiere aperte ».
Sottolineiamo la differenza fra « ope
re apierie » e « Diario » messa in risalto dal Diem, già di per sè significativa, non perchè siano le une l’opposto
delle altre, ma perchè naturalmente
nelle «opere a^rte» K. ha dato alle
stampe il pensiero suo maggiormente
curato e sorvegliato, mentre nel « Diario » scriveva invece le impressioni
che gli venivano e le idee così come
gli balzavano in mente senza avere
avuto tempK) di sopiiesarne le conseguenze e di valutarle appieno. Ad es.
non si trova mai una critica a Lutero nelle « opera aperte », dove anzi
egli ne parla sempre con gran risi>etto, ma nel « Diario » sì. Sono rivolte al
Riformatore che, — secondo K. — non
aveva una mente molto dialettica, sicché non previde le conseguenze del
suo pensiero e delle sue azioni sulle
generazioni successive che non si sarebbero trovate nella sua stessa situa
zione e pierciò ne avrebbero latto cattivo uso, e che inoltre non sempre seppe, nelle prediche, tenere presenti insieme !e varie esigenze cristiane sicché una volta in unsermone accentuava una verità .senza accorgersi che poi
un’altra volta era costretto ad accentuarne un’altra, sicché le due sembravano in contraddizione, pur non essendolo.
Comunque anche quando la critica
diventa aspra, la persona di Lutero
viene salvata. Nel 1852 K. scrive nel
suo Diario : « Il Cristianesimo mette
ora la .sua causa nelle mani dei giudici; si dovrà risalire almeno fino a
Lutero»... (X* A 582 riportato nella
trad. It. di C. Fabro II, pag. 587 - Morcelliana, Brescia, 1949). Ma, come si
dice una rondine non fa primavera,
così noi non vogliamo basarci su questo passo soltanto per mettere in risalto il fatto che fondamentalmente
K. non ha rimpressione di dovere modificare la teologia del Riformatore.
Proprio i passi del Diario in cui K.
parla del Cattolicesimo e del Protestantesimo sostanzialmente confermano questa idea.
Leggiamo infatti nel Diario una teoria di K. piuttosto strana riguardante il Cattolicesimo ed il Protestantesimo. Il Protestantesimo è un « correttivo » del Cattolicesimo, ma un
« correttivo » che non può stare senza l’oggetto che corregge : « Cattolicesimo e Protestantesimo non si rapportano forse '■potrebbe sembrar strano
ma le cose stanno veramente così),
come quando nel mondo materiale un
edificio pericolante ha bisogno di un
barbacane il quale non può star da
solo, mentre il tutto può star anzi
molto saldo e fermo, quando quelli <=i
mettono insieme, l’edificio ed il barbacane che lo regge? In altre parole,
non è propriamente il Protestantesimo ovvero il Luteranesimo soltanto
un correttivo, e non si è creata una
grandei confusione quando il Protestantesimo è diventata la regola?
« Finché Lutero viveva la cosa non
si poteva veder bene, perchè egli stava sempre nella tensione della lotta
tutto preso dalla polem’ca » (...). «Finalmente viene la calma. E ora si de
ve vedere se il Protestantesimo può
reggersi da solo. Se lo possa o no, forse non è po'ssibile vederlo' in un paese
dove il Cattolicesimo vive accanto al
Protestantesimo, perchè anche se essi
non si combattono e ciascuno bada
ai fatti suoi, ci sarà però in molti modi un influsso reciproco. Per poter
giudicare .se e fino a che punto il Protestantesimo possa reggersi da solo,
sarebbe desiderabile vederlo in un
paese dove non c’è il Cattolicesimo.
Là si vedrà .se il Protestantesimo (supposto che esso degeneri) non porta ad
una corruzione a cui il Cattolicesimo
(supposto che esso degeneri) però non
porta, e se questo non sia un indizio
che il Protestantesimo non è fatto per
star da solo ». E sempre nello stesso
brano, più avanti, scrive: «Quando il
Cattolicesimo degenera, qual’è la forma di corruzione che allora probabilmente si vedrà? La risposta è facile ;
ipocrisia. Quando il Protestantesimo
clegenera, quale forma di corruzions
allora si vedrà? La risposta non è difficile: pretta mondanità. Mettiamo
pure che ipocrisia e pretta mondanità si bilancino: allora io sostengo ohe
nel Protestantesimo si vedrà pCT di
più una rafflnatezKa che non può verni- fuori nel Cattolicesimo, e questa
è la conseguenza del fatto che il Protestantesimo esige Un presupposto ».
E perchè, quando il Protestantesimo
degenera, può essere peggiore del Cattolicesimo? Perchè « Lutero ha stabilito il più alto principio spirituale: la
interiorità pura. Ma essa può diventare tanto pericolosa da farci cadere
nell’inflmo livello del paganesimo
(tant’è vero che gli estremi si toccano) dove il libertinaggio sensuale era
onorato per culto divino ; cosi nel Prrv
testantesimo si può giungere al risultato ohe la mondanità è onorata ed
apprezzata come religiosità. E questo,
io sostengo, non può accadere nel Cattolicesimo.
« Ma perchè non può succedere nel
Cattolicesimo? Per la ragione che il
Cattolicesimo ha in generale, per presupposto, che noi uomini siamo delle
canaglie. E perchè può succedere nel
Protestantesimo? Per la ragione che
i'. principio del Protestantesimo si rapporta ad un presupposto particolare:
il caso di un uomo che è in angoscia
mortale, in timore e tremore e molti
scrupoli, e di questi uomini in una
generazione non ce n’è molti. Non è
mia 'ntenzione con questo ristabilire
il chiostro, anche se lo potessi. Ho cercato unicamente di contribuire afflnchè noi ixT'ssiamo arrivare a im’inteS9 cori la verità per via di confessioni » ( X.V A 305 Cfr. op. cit. Ili 373375). Queste idee appaiono anche in
altri due passi del Diario (Cfr. XI' A
28; or» cit. Ili 88; e XP A 162, op. cit
II 325).
Perchè Kierkegaard ha potuto avere tale idea? La ragione è questa : se
egli non conosceva che il Cattolicesimo molto male, nenpure conosceva a
fondo Lutero, direttamente, dalle sue
onere. Pur essendo « stato formato nell’ambiente luterano, il suo primo contatto con Lutero risale soltanto a)
1847 e pare si limiti alla lettura della
Postilla (VII A 465) ». come sottolinea
giustamente il Fabro(op. cit.) nellTn
chivio di flJosofla» diretto da Enrico
Castelli, Roma 1953, pag. 237, nota 51 )
Procedendo di questo passo non è ditficile fare di ogni protestante che ab
bia una relazione con ima ragazza...
un appassionato mariologo. In quanto alla simpatia di Kierkegaard per
l’ordinamento monastico basta leggere le pagine della Postilla e molti
brani del Diario che sono compietamente contra rii ad esso.
Ma poiché non è il caso di analizzare minutamente in queste colonne
le varie stramberie con le quali si tenta sostenere il cattolicesimo di Kierkegaard, ci accontenteremo di accennare al tentativo di Cornelio Fabro
appassionato studioso di Kierkegaard,
contribuisce grandemente alla conoscenza del pensiero kierkegaardiano
in Italia. Ha tradotto dal danese al
cune opere di Kierkegaard fra le qua
li il « Diario », ma non tralascia occa
sione per piegare Kierkegaard ai suoi
Ani, usando largamente dei metodi
suindicati. E ciò è fatto da lui con
molta arte e con estrema abilità. Leg
II ProleRtantesìmo è un «correttivo»
del nattnlicnsìuio ? - Contro Pincameranientn cattolico dì una «protesta» che
rimane essenzialmente protestante
dice dei termini, V. Lutero, pag. 522523). Di Lutero K. lesse però anche
molte prediche. Ora ecco che, dati
questi presupposti, il pensatore danese schematizza così le cose (o almeno
hti ragionato in questo modo al momento della stesura dei brani del Diario riferentisi a questo problema); Il
Cattolicesimo è tutto Legge, il Protestantesimo tutto Grazia. Il primo rende le coscienze angosciate, tormentate, addossa agli uomini duri gioghi spaventandoli con i pensieri della morte,
del giudizio e dell’Inferno. Il secondo
placa invece le coscienze cos'v travagliate, e fa bene, soltanto... « ha mai
senso di parlare di calmare le coscienze angosciate quando il presupposto,
cioè la coscienza angustiata, più non
esiste? Il Luteranesimo non diventa
allora senza senso? » (citaz. tratta ancora dal brano summenzionato). Ma
ragionare così non significa sistematizzare un po’ troppo semplicemente
le cose? Se Kierkegaard avesse conosciuto meglio come esse stanno « l’ambiguità della sua posizione di volersi
porre come terzo fra i due contendenti... — osserva giustamente il l'abro
— sarebbe svanita» (da una nota del
Fabro nella appendice al Diario voi.
Ili pag. 450). In questo siamo d’accordo con lui, soltanto non ci sentiamo
di condividere con tale studioso l’idea
che egli lascia intravedere, che cioè
un Kierkegaard meglio informato avrebbe abolito senz’altro il Protestantesimo in favore del Cattolicesimo.
Voler sostenere il Cattolicesimo di
Kierkegaard, basandosi su questi passi del Diario è certo diffìcile, ma sarebbe forse la cosa migliore da farsi,
per chi ha interesse. Soltanto non ve
diamo come si piotrebbe andare molto in là ! Tutt’al più ci sembra, in questo caso si può parlare di un volere
ritentare quanto Lutero aveva voluto
fare : correggere il Cristianesimo del
l’epoca senza operare uno scisma nel
la Chiesa... col risultato che tutti sap
piamo.
All’infuori di questi passi non vedia
mo come sia possibile parlare di un
cattolicesimo di K., ancorché siano
passi, come abbiamo visto, che non
possono essere che con moltissimo
sforzo usati per questo scopo.
Ma tant’è I Si sa che quando qual
che cosa di buono o di grande appare nel mondo, la Chiesa cattolica cerca di incamerarlo. Non succede così
oggi anche per rEcumenismo? Il sofferto dolore degli evangelici per le divisioni della Chiesa di Cristo e la loro
aspirazione all’unità (che non è affatto nostalgia verso l’unità nel senso di
un rientro nella « Santa Madre Chiesa» Romana) viene invece molte volte proprio interpretato in questo senso anche se noi esplicitamente affermiamo il contrario, ci vien detto che
questo desiderio è il « votum ecclesiae » e che non può essere altro che
desiderio inconscio di « Santa madre
Chiesa » !
Qualche cosa di analogo succede
nella interpretazione del pensatore
danese d-a parte cattolica. La polemica contro la cristianità stabilita di
Danimarca viene ipso facto conteggiata come un punto in favore del
Cattolicesimo, si mettono in risalto
le. critiche al Protestantesimo lasciando ccecientemente da parte quelle
fatte al Cattolicesimo, la critica alla
mancanza di dialettica di Lutero viene presentata in modo da lasciare nel
lettore l’impressione di una critica alla teologia del Riformatore, si va a
cercare qua e là « santi » cattolici, e
via dicendo.
C’è persino uno studioso cattolico, il
Przywara, il quale pone al centro della esperienza spirituale di Kierkegaard l’esperienza di Regina Olsen,
ma per vedere in essa il simbolo delle
sua immagine Maria, e per ritrovare
nella « mariologia » di Kierkegaard il
segreto della sua essenza spirituale:
l’esaltazione della verginità consacrata a Dio così come deirordinamento
medioevale monastico». (F. Lombardi in « Alcune osservazioni su Bìierkegaard ed altre poche cose » in « Ar
giamo, per es., le ultime righe del
Fabro in un articolo pubblicato su
« l’Osservatore romano » del 23 marzo c. a., « Filosofia e teologia in Kierkegaard ». In esse sono riportate molte critiche di K. alla « cristianità stabilita » cui naturalmente il Fabro aggiunge « del Protestantesimo » e poi
cita due frasi di simpatia del pensatore danese per il Cattolicesimo (il
Cattolicesimo « ha più spirito » del
Protestantesimo ed « ha sempre qualche cristiano in carattere»), che lasciano effettivamente l’impressione
voluta dal Fabro, salvo per chi conosce, per così dire, i retroscena e sa
che K., come risulta dai brani su riportati dai suo Diario, può dire che
proprio perchè il Cattolicesimo «considera gli uomini come canaglie » e
quindi è privo di un « alto principio
come il Protestantesimo » può avere
(Í sempre qualche cristiano in carattere». Sempre neH’articolo citato dal
Fabro la critica di K. alla mancanza
di dialettica di Lutero viene interpretata come accusa alla teologia del
Riformatore, nel senso indicato. Per
fortuna il Fabro è stato più corretto
nell’articolo « Attualità di Kierkegaard » pubblicato sull’ « Osservatore
romano » del 5 maggio (data di nascita del pensatore danese).
Ma seguire passo passo questo metodo di cattolicizzazione di Kierkegaard sarebbe impossibile da queste colonne e del resto poco profìcuo; bisognerebbe analizzare minutamente le
varie prefazioni alle opere del K. tradotte dal Fabro, i suoi vari articoli
e in ultima analisi ci si stancherebbe e si dovrebbe concludere che... si è
perso tempo come se ne perde generalmente quando si vuol convincere
un innamorato, tanto per usare una
immagine quasi kierkegaardiana, che
l’oggetto del suo amore è compieismente diverso da quello che egli crede. Era però giusto che accennassimo
a questo tentativo di cattolicizzare K.
proprio perchè capita spesso, in Italia, di trovare sostenuta questa teoria. Per fortuna è possibile leggere
anche altri giudizi meno tendenziosi
di altri .studiosi, anche italiani. Per
quanto riguarda ad es. l’interpretazione del pensatore danese fatta dal
Fabro, riportiamo questo giudizio di
Remo Cantoni che non possiamo che
condividere appieno : « Che proprio
Kierkegaard e Dostoevskij, due scrittori antiistituzionali e antieeclesiàstici, vengano ingenuamente esaltati da
critici cattolici nostrani dimostra soltanto l’incompetenza e la confusione
che regna nelle teste di alcuni di questi critici. In una recente edizione italiana del Diario kierkegaardiano, a
cura del Padre Cornelio Fabro, studioso diligente che diligentemente ha
studiato anche la lingua danese, si
possono leggere molte affermazioni
curiose. (Cfr. Diario, I, 1834 - 1848,
Brescia, 1948, pag. LXXX e sg.). Apprendiamo càie, a proposito di alenine teorie particolari, K. si accosta
quasi espressamente ai principi tomisti o si muove nel clima di esigenze
cattoliche ma la Summa Summanuu
delle stramberie, la vera perla, eccola qui : la sua stessa teoria del singolo, errata fin quando esclude la funzione della Chiesa visibile, è Vienna al
emneetto cattolico cii gerarchia che
culmina nell’ infallibilità personale
del Papa, jierchè anche K. non am
mette nella Chiesa « un governo di
popolo» (pag. LXXXII). Valeva la
pena di studiare diligentemente il. danese e di leggere con estrema diligenza tanti volumi di critica per deformare a tal punto la teoria kierkegaardiana del singolo! Non ripete, K.,
innumerevoli volte, soprattutto nella
Postilla, che tra il sìngolo e Dio non
VI è nessun terzo, nè la Chiesa, nè il
Papa, nè l’autorità dei testi? La polemica antiprotestante di Kierkegaard
non è un avvicinamento al Cattolicesimo, ma uno sprofondarsi in un’intimità religiosa che ha reciso i ponti
con il mondo istituzionale delle religioni positive. Dire, come fa il diligente Padre Fabro, che anche l’interiorità kierkegaardiana è cattolica nei
fondo, che K. aveva una sincera simpatta per il Cattolicesimo e congetturare che se K. fosse stato un pochino,
solo un pochino meglio informato di
quello che è il mondo cattolico, sarebbe stato di certo, o quasi di certo un
buon cattolico, dimostra come lo zelo
abbia fatto uscir di senno il buon
padre. A cosa giova citare tanti critici a proposito di questo e quel passo
particolare, quando sfugge il significato fondamentale dell’opera e della
piersonalità di Kierkegaard?». (Remo
Cantoni, in La coscienza inquieta Mondadori, Milano 1949 pagg.274).
Anche il Banfi, proprio riguardo allo spirito che anima Kierkegaard afferma che esso « si connette ad una
tradizione cui la nostra cultura è
estranea ».
Ma terminando siamo lieti di potere ancora citare un’affermazione delio stesso Kierkegaard che tronca ogni
discussione e mette la parola fine ad
ogni tentazione dì cattolicizzarne il
pensiero o le intenzioni... inconscie.
In un suo articolo del 20 marzo 1855
in « Faederlandet », « Perchè la cristianità è la putrefazione del Cristianesimo? », dopo avere criticato il Protestantesimo nel senso che sappiamo,
precisa però che questo non significa
che il Cattolicesimo sia migliore :
« Perciò l’entrare nella Chiesa Cattolica sarebbe un’avventatezza di cui io
non mi renderò colpevole, anche se la
si può aspettare da me... Poiché in
ultima analisi è proprio nel concetto
di Chiesa che si trova la confusione
fondamentale nella cristianità sia del
Protestantesimo che del Cattolice.s'mo; ovvero: sì trova nel concetto
di ’’Cristianità”». (S. V. XIV 47/48.
Angrif. 142, citato Hermann Diem in
« Die Existenzdialektak voh Soereii
Kierkegaard » Evang. Verlag AG. Zollikon - Zuerich 1950, pag. 176).
Bruno Costabel
PICCOLA BIBLIOORAFm
KIERKEBAAROIAAIA
Parecchie opere di Kierkegaard sono state pubblicate in versione italiana: le elenchiamo qui sotto nell’ordine cronologico di pubblicazione della
edizione originale danese (data fra parentesi).
Don Giovanni (1843). Denti, Milano
1945, esaur.
Il diario del seduttore (1843). Rizzoli,
Milano 1963', L. 200.
Aut-aut (1843). Mondadori, Milano
1963', L. 400.
’rimore e tremore (1843). Comunità,
Milano 1963', L. 1.500.
La ripresa (1843). Comunità Milano
1963', L. 900.
Il concetto dell’angoscia (1844). Sansoni, Firenze 1942.
Briciole di filosofia e Postilla non
scientifica (1844 - 46). Zanichelli,
Bologna 1963, 2 voli., L. 3.800 43.800.'
Discorsi cristiani (1847). Boria, Torino 1963, L. 1.500.
Gli uccelli deU’aria e i gigli del campo
(1849). La Bussola, Roma 1945,
esaur.
La malattia mortale (1849). Comunità, Milano 1952', L. 1.5CK).
Scuola di Cristianesimo (1850). Comunità, Milano I960', L. 1.500.
Lo specchio della Parola (1851-52).
FAi.ssi, Firenze 1948, esaur.
L’Ora. Atti di accusa al cristianesimo
di Danimarca. (1855), Doxa, Roma 1931, 2 voli., esaur.
Diario, a cura di Cornelio Fabro. 3,
voli. Morcelliana, Brescia 1962',
L. 12.000.
Studi su Kierkegaard;
Vari: Studi Kierkegaardiani. Morcelliana, Brescia, L. 2.500.
M. Giliniault: Kierkegaard par luimême. Edit, du Seuil, Paris 1962,
L. 850.
Inno natalizio
Ricordiamo che le Comunità, le
Corali, le S<-uole Domenicali possono ordinare alla Claudiana (Via
Principe Tommaso 1, Torino; Piazza della Repubblica, Torre Pellice i
copie del foglio con la gtampa dell’inno natalizio pubblicato nel numero scorso (L. 10 la copia), foglio
che può essere agevolmente inserito nell’Innario.
AVVISO
Una volta ancora dobbiamo scusarci con molti collaboratori di essere costretti a rinviare i loro contributi.
4
p»g. *
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
N. 48 — 6 dicembre 1963
POMARETTO
— Domenica sera 8 dicembre rUnione
Giovanile riceverà la visita del Segretario
Generale pastore Giorgio Bouchard.
— Venerdì 13 dicembre alle ore 20,30
avrà luogo una riunione al dot Inverso
presieduta dal Moderatore.
— Domenica 15 dicembre U culto del
mattino sarà presieduto dal Moderatore. In
tale occasione sarà presente la nostra centenaria (he festeggerà il suo ingresso, Dio
volendo, nel 101“ anno
11 22 dicembre nel pomeriggio avrà
luogo un Bazar di Beneficenza per ¡ re
Mauri della Cappella di Perosa. Un gruppo
di giovani passerà nelle famiglie per ritirare offerte in denaro e in natura per tale
scopo.
VILLAR PELLICE
Sabato 7 dicembre avremo il privilegio
di ricevere la visita della Corale di S. Germano Chisone. Le diamo fin d'ora il nostro
più cordiale saluto di benvenuto.
Alle ore 9 di sera, nel tempio, essa — in
collaborazione con la nostra Corale _________ ci
offrirà una speciale serata musicale con esecuzione di brani di musica sacra ed altri.
Al termine verrà fatta una colletta il cui
provento andrà a beneficio del fondo « prò
armonium nuovo ». Tutti sono invitati.
BOBBIO PELLICE
— Ringraziamo il Pastore sig. Giovanni
Bertinatti che ha presieduto il culto la domenica 3 novembre dando alla comunità un
apprezzato messaggio.
Con la domenica 10 novembre tutte
le nostre attività ecclesiastiche hanno avuto
inizio con un culto con S. Cena cui molti
hanno partecipato. Abbiamo ricordato pure,
nel corso di quel culto il fatto della Riforma e gli insegnamenti attuali che esso ha
per noi impedendoci ogni confusione ed
Ogni compromesso forse umanamente allettante.
Scuola Domenicale, Corsi di istruzione biblica e di catechismo, iVii anno di catechismo, riunioni quartierali, Unione giovanile, Unione delle mamme, Corale svolgono
tutti una buona attività, tenendo conto deUo
spopolamento che lentamente, ma regolarmente continua. La Corale conta una trentina di voci tra cui scarseggiano fortissimamente le voci di uomini; le presenze alla
Unione Giovanile che ha luogo, come la
Corale, ogni sabato sera, si aggirano sulla
quarantina; una sessantina di catecumeni si
riunisce ogni domenica pomeriggio dalle 13
alle 17; assai ben frequentate le riunioni
quartierali come pure l’Unione delle mamme; la Scuola Domenicale annovera una
settantina di bambini. Domandiamo al Signore di guidarci ed ispirarci in ogni nostra
attività onde esse non siano un vano agitarci, ma l’occasione di incontrarLo veramente nella predicazione della Sua Parola,
nella comunione della Chiesa.
— La nostra scuola del quartiere di Cairus, che, se non andiamo errati, è la più
antica esistente attualmente in tutte le nostre Valli, poiché è stata costruita nel XVI»
secolo, ha dovuto essere sgomberata ultimamente poiché il suo tetto minacciava di
crollare. I suoi cinque alunni sono riuniti
dalla maestra signora Marta Poet-Mondon
in un locale di fortuna. Si son potute salvare le ardesie, ma tutta la parte in legname ed il vasto soffitto debbono essere rifatti;
i solerti muratori locali sono da tempo all’opera e speriamo di poter presto nuovaménte riunirci per le riunioni e riunire i
bambini per le lezioni scolastiche. La spesa
per la riparazione si aggirerà probabilmente, malgrado i preventivi... ottimisti, sul
mezzo milione! Speriamo di poter far fronte
a questo gravoso quanto imprevisto impegno : la scuola del Cairus fu costruita in
primo luogo per essere un tempio e così è
appunto chiamata negli antichi documenti;
inoltre, proprio perchè si tratta di un quartiere tra i più isolati, a più di 4 Km. da
Bobbio, è bene che la scuola vi sia mantenuta; infatti sarebbe impossibile ai bambini più piccoli di percorrere 8 Km. a piedi
ogni giorno per frequentare le scuole al capoluogo.
— Sabato sera 16 novembre, la nostra
Unione Giovanile ha ricevuto la gradita visita deU’UGV dell’Inverso di Villar Pellice
guidata dal suo Pastore. Ci siamo raccolti
insieme nello studio della Parola di Dio;
poi abbiamo trascorso alcune ore facendo
conoscenza e giocando insieme ed insieme
assaporando le gustose caldarroste preparate
con arte dai giovani di Bobbio. Agli Unionisti dell’Inverso di Villar Pellice ed al
loro Pastore un vivo grazie per la loro visita, augurandoci che tali utili e fecondi
contatti tra le nostre Comunità si moltiplichino per il bene di entrambe. e. a.
Nelle tre zone
della Comunità torinese
SAN SECONDO
Il nostro Moderatore, pastore Ermanno Rostan, che sta compiendo un primo turno di visite alle chiese delle Valli, sarà a
San Secondo, la sera dell’ll dicembre. Nel
dargli fin d’ora il più fraterno benvenuto,
invitiamo i membri della Comunità a non
mancare all’appuntamento nel nostro tempio, alle ore 20, dove il Moderatore presiederà il culto.
_ Ringraziamo il pastore Roberto Jahier
di Luserna S. Giovanni che, domenica 1®
dicembre, in occasione della riunione delle
madri, ci ha rallegrati con la proiezione di
un buon numero di stupende diapositive a
colori. Prima di accomiatarsi Egli ci ha
promesso di... presto ritornare.
Sabato, 7 dicembre, VUnione Giovanile riceverà la visita della consorella dei
Coppieri, I giovani sono pregati di non prendere altri impegni quella sera. Vi attendiamo numerosi!
\ Corso Vittorio, mentre il progettalo
corso di cultura religio-sa del sabato sera
ron è stato avviato per mancanza di ¡scritti, riscuote un buon interesse la serie di
meditazioni (il mercoledì sera) su « La vita
di Gesù nel Vangelo di Giovanni »; accanto a coloro che partecipano a questi culti,
un forle gruppo di evangelici, anche fuori della nostra comunità, segue queste meditazioni grazie al testo poligrafato e dif
fuso; la domenica pomeriggio, conclusa la
serie di conferenze sul Vaticano II, una
nuova serie permette di meglio verificare
1 affermazione dei discepoli di Cristo: «Tu
hai parole di vita eterna ». (La parola di
Cristo sul valore della vita, sul problema
delTe^istenza del male, sul mistero della
morte, suireternità); i culti d’Avvento della domenica mattina vertono sul tema centrale: Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e
in eterno — l’Evangelo annuncia di fronte
aM’angoscia deiruomo di oggi che Cristo è
la nostra salvezza, di fronte alla solitudine
deH’uomc di oggi che Cristo è nostro compagno, di fronte alla sfiducia delTuomo di
oggi che Cristo è nostra speranza, di fronte
alla svalutazione deU’uomo di oggi che Cristo è il nostro valore.
A Corso Oddone la Commissione ecclesiastica ha deciso che il testo poligrafalo
del sermone domenicale sia già pronto e
distribuito al culto del giovedì sera, in
modo rJic possa essere per la domenica in
mano a coloro che «ono impossibilitati a
partecipare materialmente al culto comunilario. La serie dei culti d’Awento vuol
rispondere alla domanda: Perchè Dio si
è fatto uomo? (Il ’peccato originale’ —^ Il
diluvio — La promessa dopo il diluvio —
La torre di Babele).
A Via Nomaglio è ancora viva l’eco della riuscitissima riunione evangelistiea del
3 novembre, con la partecipazione delle
Fanfarer.valdesi di .Villar Perosa e Po-maretto, guidate dai past. Gustavo BoUchard e
E. Geymet che Iranno pure rivolto il loro
messaggio; svolge ora la sua gradita attività un gruppo giovanile di canto, sotto la
guida del sig. Actis, l’organista. 1 culti di
Avvento (Tempi di Avvento — L’attesa —
Lo sconosciuto — La salvezza è vicina) porteranno al culto di Natale: « Un povero
di più? ».
Fra le attività d’insieme ricordiamo:
Corale: cambio nella direzione; dopo vari anni, il sig. Dino Cieseli non ha più potuto continuare ad assumere la direzione;
menare lo si ringrazia di cuore per la sua
valente e assai apprezzata attività, sì esprime l’augurio migliore, t già grato, al nuovo direttore, il prof. Eugenio Tron.
Lega femminile: buona riuscita della serata iniziale, con celebrazione della S. Cena presieduta dal past. Ayassot e con il
gradilo e fattivo intervento del magg. Calzi, delTEsercito della Salvezza, della sig.a
Bensì in rappresentanza dell’Unione Femminile Battista, e della sig,a Bounous delrUCDG.
Unione giovanile: riuscita, vivace gita a
^ allecrosia nei giorni festivi deH’inizio di
novembre; interessante avvio della serie di
studi sul Sermone sul monte, che suscitano
ottime discussioni, e di quelli suH’Ebraismo,
a cui partecipano pure diversi membri
adulti della comunità : particolarmente apprezzata ]a vivace conferenza del prof. Kopciowski, della Comunità israelitica di Milano.
Unione cadetta: pare bene avviata, con
la prima conversazione sulla storia recente d’Italia (sulla traccia del nuovo quaderno FUV) e con la proiezione di un film
sull’America; il seggio è risultato così composto: Enrico Pagliano presid., Paola Coisson segr., Mariella Gay cass.
Il Gruppo Missioni prepara per il 14 dicembre un tea-bazar prò missioni.
Si ricorda qui, rinnovandogli l’espressione della gratitudine di tutta la Chiesa,
Topera che il past. Seiffredo ColuccU direttore di ’Villa Olanda’, ha accettato di
Volgere assumendo la cajfpellania degli
Ospedali psichiatrici cittadini e del Sanatorio S. Luigi; egli si è messo all’opera con
slancio, e per le prossime feste sarà coadiuvato, come, di consueto, dal gruppo di
assistenza di C. Oddone.
* La Chiesa metodista dell’Africa del Sud
(circa 1.400.000 membri) ha nominato per
la prima volta, quale suo nuovo presidente,
un africano, il past. Seth M. Mokìtini.
PINERQLO
— Il Bazar di beneficenza allestito dalle
Signore della Unione Femminile avrà luogo,
a Dio piacendo. Domenica 8 Dicembre con
inizio alle ore 15. Vi sarà servizio di buffet.
Tutti sono cordialmente invitati.
La sera della stessa dbmenìca avrà luogo
alle ore 21 una serata famìUare a cura dei
giovani della Comunità.
— E’ stato amministrato il S. Battesimo a
Pipino Fabrizio, di Giorgio e di Jahier
Laura, e a Stoppa Claudio, di Giovanni e
di Fraschia Elba. Il Signore aiuti questi genitori a guidare questi fanciulli nella conoscenza della Sua grazia e del Suo amore.
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Le varie attività detta Chiesa di Milano
Educazione religiosa ■— Abbiamo avuto
una /riunione fra genitori e monitori la sera di martedì 6 novembre. I genitori non
erano molto numerosi, erano però in numero sufficiente per poter giusttilicare detta
riunione. E’ stato un incontro che ha messo in evidenza le possibilità ratxthiuse in
tal; riunioni; esse dovrebbero essere più
frequenti, ma anche molto più frequentate.
Cultura religiosa. — Abbiamo ripreso le
nostre riunioni di Cultura Religiosa la sera del 30 ottobre con una riunione di commemorazione della Riforma in cui ci siamo chiesti se in questo periodo di accentuato ecumenismo sia ancora logico celebrare la Festa della Riforma.
Per conto nostro abbiamo risposto che.
proprio oggi, per essere veramente ecumenici, dobbiamo ricordare con particolare
attenzione quello che o stato la Riforma e
la sua ragion d’essere. Siamo pienamente
convinli che se essa non ci fosse stata nel
XVI secolo, la chiesa di Cristo sarebbe passata attr-tverso una ben più grave crisi;
siamo convinti che la Riforma ci ricorda la
via in <ui bisogna camminare ancora oggic che il valore basilare di essa non deve
essere dimenticato se si vuole avere un vero ecumenismi». Se il vero ecumenismo ha
la sua ragion d’essere nel tendere risolnlainente a Cristo, al di sopra deUe barriere confessionali, non dimentichiamo che il
grande valore della Riforma fu appunto
questo: tendere a Cristo; la Riforma infatti si è mossa rivendicando come base di
autorità nella chiesa e come fonte di salvezza « solo Cristo ».
Nei venerdì seguenti abbiajno studiato i
primi capitoli del libro di Susanna Diéliicb: «li Piano di Dio». Molti di quelli
(he seguono le riunioni del venerdì si sono
(omperati quel volume e, ne siamo sicuri,
lo studio intrapreso sarà molto utile per
la nostra comprensione della Bibbia.
Unione Giovanile Valdese. — L’Unione
Giovanile Valdese continua regolare il suo
lavoro.
In questo periodo, secondo io schema già
adottato l’anno scorse, si ha una riunione
settimanale unica per le tre Unione Evangeliche della città c i giovani Metodisti e
Battisti si radunano coi giovani della nostra
Unione e aissieme studiano il proiblema
della emigrazione.
E’ certo bello vedere che i giovani delle
tre Unioni Evangeliche collaborano in bno
r.a armonia e che, pur mantenendo le prò
prie peculiari attività indipendenti, le no
sire Unioni sanno avere dei cicli d» riu
nioni in comune. L’unico velo di tristez
za è nel considerare l’esiguo numero dei
presenti ; possibile che quattro Chiese che
assieme superano i 1500 membri impegnati,
sappiano raccogliere nelle riunioni giovanili in roraune poco più di 30 giovani?
Lega femminile. — Domenica 1“ dicembre ¡1 bazar, per la cui preparazione le nostre sorelle si erano prodigate, ha avuto
un’ottima riuscita. Tanto lavoro e tanta cura sono stati ricompensati.
Ma le signore della Lega non si sono
solo occupate del Bazar nelle loro sedute,
esse hanno visto, in una riunione, alcune
diapositive che hanno dimostrato visibil
mente in cosa sia consistito il disastro del
V ajont e hanno udito, in una riunione particolare, la signorina Fiorella Comba che
ha parlato degli Istituti di beneficenza deifi! Chiesa Valdese e in modo particolare
dell’Asilo di S. Germano di cui essa è vicedirettrice.
L’interesse suscitato per quell’opera é
stato intenso e vogliamo ancora ringraziare
la .signorina Fiorella Comba per quanto essa ci ha detto.
Ricordiamo alle sorelle di Chiesa che nel
pomeriggio di lunedi 9 dicembre vi sarà la
consueta festa dell’Albero a cui tutte le signore della chiesa sono cordialmente invitate dalla Lega Femminile Valdese.
Le signore della Lega hanno organizzato
un servizio di « baby sitters ». Per chi non
Io sapesse le « baby sitters » sono delle
giovani che stanno coi bambini mentre i
parenti sono fuori di rasa, specialmente la
sera. L’uso, molto diffuso nei paesi più
progrediti, ®i sta estendendo anche da noi
e le nostre signore si sono preoccupate, da
un lato di poter rendere un servizio a genitori che altrimenti sarebbero tr.attenuti a
casa, e al tempo stesso di dare una utile
occupazione a delle giovani ragazze della
nostra chiesa.
Direttore resp. : Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a. - Torre Pellice (Toi
Congresso dell’Doioie Battista
Si è tenuto a Mosca il congresso deirCnione battista nell’Unione sovietica, che rìu,
niva 250 delegati e 200 invitati. Il .segretario generale, dr. Alexander Karev — membro del Comitato centrale della Conferenza
cristiana per la pace, che è stato nel settembre scorso pure ad Agape e a Torre Pellice
■— ha presentato il rapporto suirattività della Chiesa e sulle sue relazioni con l'esterno.
Un altro rapporto era consacrato aH’esame
della propaganda antireligiosa nell'U.R.S.S.
Il Consiglio dei battisti uniti e dei cristiani evangelici, formato nel 1944, al quale nel
1945 si sono uniti i pentecostali, ha modificato la sua costituzione in modo da dare
una maggiore autonomia alle comunità locali. Ricordiamo che la Chiesa battista è la
più importante del protestantesimo nel.
ru.R.s.s.
IIITTO A AAllifBOSIA
Il 22 novembre, a Ventimiglia, si è addormentata nel Signore la nostra venerata
sorella Ester Schaeffer ved. Jalla, alla grave
età di 91 anni. Era di origine svizzera, ma
nata a Torino il 6 febbraio 1872. A 21 anni
aveva sposato Teofilo Jalla, appartenente ad
una famiglia ben nota alle Valli Valdesi per
il gran numero di Pastori e missionari che
ha dato alla Chiesa. Con lui andò a stabilirsi a Carpi, nelLEmilia. In quella località
non esisteva nessuna Chiesa Evangelica, ma
essa non dimenticò la sua fede, ed educò
nella conoscenza dell’Evangelo i suoi numerosi figli. Ne ebbe infatti nove, sei dei quali
rimangono a piangere la scomparsa di una
così cara madre. Nel 1905 si era trasferita
con la famiglia a Bordighera, poi a Vallecrosia, dove era molto conosciuta per avere
esercitato l’insegnamento nelle scuole locali
per oltre 25 anni. E’ difficile dire in poche
parole quello che essa è stata per la comunità di Vallecrosia da 58 anni a oggi, sempre assidua ai culti, fin quando la salute
glielo permise, sempre pronta a collaborare
in ogni iniziativa.
Da cinque anni aveva perso la vista e
questa prova le parve più grave di ogni altra. La primavera scorsa cominciò a declinare, e ora ha concluso la sua vita terrena.
La famiglia ha bene scelto, per l’annunzio
funebre, come sintesi di questa lunga vita
di credente, la parola del Salmista : « O Eterno, tu sei la mia fiducia, fin dalla ..mia
fanciullezza » (Salmo 71 : 51).
Il ricordo di Ester Jalla rimarrà vivo anzitutto nella comunità di Vallecrosia, a cui
tanto essa era affezionata, e insieme ai parenti ringraziamo il Signore per la testimonianza di fedeltà cristiana che questa donna ha recato nella sua famìglia, nella chiesa
e nella società. R. N.
avvisi economici
EV ANGELICO offre due camere e cucina
in cambio custodia villa e manutenzione
giardino, zona Crimea, Torino. Scrivere:
J. S. V. A., Ca.sella Postale 51, Torino.
Profondamente commossa per !a
grande dimostrazione di simpatia, la
famiglia di
Giovanni Tourn
nell’impossibilità di farlo personalmente, ringrazia tutti coloro che si
sono associati al suo dolore.
Rorà (Barbose), 17 novembre 1963
Serenamente è mancata aU’afletto
dei suoi cari la
Prof.
Ester Schaeffer
ved. Jalla
Lo annunciano addolorati i figli :
Frida, Guglielmo con la mogli.; Lelia
Gay e figlio, Hermanno con la moglie
Hélène Bigando, Emma, Ottavia, Zelia col marito Carlo Pons e figli.
« Tu sei la mia speranza, o Signore, la mia fiducia fin dalla
mia fanciullezza ».
(Salmo 11: 5)
Ventimiglia, 22 novembre 1963
Nel pomeriggio del 25 novembre 1963
il Signore chiamava repentinamente
a sé
Giuseppe Marchi
di anni 86
Profondamente addolorati, ma sorretti dalla fede, ne danno l’annunzio la
moglie Èva Marchi, i figli Gina, Giovanni, Lino, Bruna ed Enrico con le
rispettive famiglie.
«Gesù disse: Io sono la via, la
verità, la vita... chi crede in me,
anche se muoia, vivrà ».
(Giovanni 14: 26; 11: 25)
Renaio di Barga, 27 novembre 1963
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