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Anno 125 - n. 11
17 marzo 1989
L. 900
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Gruppo 1 bis/70
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a : casella postale - 10066 Torre Pellice
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
PUNTI DI VISTA
IMPORTANTE DECISIONE DELLA CORTE COSTITUZIONALE
Una casa comune
per la pace
Le nuove trattative sul disarmo convenzionale e le prospettive per il futuro dell’Europa
L’alternativa
non è obbligo
Precedute da un grande ,incontro politico, che ha visto riuniti i ministri degli Esteri di 35
paesi (tutti quelli dell’Europa
continentale — Albania esclusa
— più gli USA ed il Canada)
sono incominciate U 9 marzo
scorso a Vienna le trattative
sul disarmo convenzionale in
Europa, che alimentano nuove
speranze di pace, già incoraggiate in precedenza dagli accordi
dello scorso autunno sugli euromìssili.
In realtà il negoziato è duplice. Al primo partecipano i già
ricordati 35 paesi aUo scopo di
accrescere la fiducia tra le parti, con l’adozione di provvedimenti che non solo rendano impossibile un attacco di sorpresa,
ma pongano anche in essere
una vera e propria trasparenza
delle reciproche attività mlUtari.
11 secondo riguarda 23 paesi,
e cioè i 16 della Nato ed i 7 del
Patto di Varsavia: la grossa novità di questo negoziato consiste nel fatto che per la prima,
volta le due Alleanze sono di
fronte al gran completo nelle
loro singole componenti. Esse,
comprendono infatti l’intero
schieramento che va dall’Atlantico (Portogallo) agli Urali (Russia europea).
Un’altra novità molto importante è data dal fatto che questa trattativa è stata preceduta
dall’annuncio da parte dì Gorbaciov (il quale ha ammesso
uno squilibrio a suo vantaggio)
di una serie di riduzioni unilaterali degli armamenti sovietici
nell’Europa est, cui hanno fatto
seguito analoghe misure da par
te dell’Ungheria, della Polonia,
della Germania est, della Cecoslovacchia e deUa Bulgaria.
Scopo di questo negoziato è,
oltre a ridurre i rispettivi arsenali bellici, quello di trasformare i grandi eserciti in schieramenti esclusivamente difensivi.
Non possiamo ovviamente esaminare qui gli aspetti tecnici
della questione: quello che ci pare di dover sottolineare è il fatto
che accanto aUe speranze per
mangono dubbi ed incertezze,
motivati in modo particolare
dal neopresidente degli USA,
Bush, e dal suo entourage i qua^
li danno l’impressione — rilevata in genere da tutta la stampa — di una insuflBciente preparazione e disponibilità di fronte
alle numerose e precise proposte della controparte.
Anche un certo atteggiamento « attendista » da parte USA e
di alcuni alleati europei (si aspetta sempre che sia « l’altro »
a fare qualcosa di più) non favorisce certamente le riforme
interne dell’URSS, ma rischia —
al contrario — di dare nuova
esca all’opposizione dei conservatori che osteggiano il leader
sovietico.
Concludiamo con l’augurio che
sia l’Europa ad essere essa stessa protagonista in prima persona ed in casa sua, nella « casa
comune ». Possa ,U Vecchio Continente — dopo decenni di egemonia delle superpotenze — assumere gradualmente una propria fisionomia autonoma, a tutto vantaggio di un miglior assetto mondiale.
Roberto Peyrot
Non esiste alcun obbligo di seguire le « attività alternative » all’insegnamento della religione
cattolica « assicurato » nelle scuole pubbliche. Lo
ha affermato la Corte costituzionale, anticipando
in un comunicato la sua sentenza circa la legittimità costituzionale « dell’art. 9 punto 2 della legge 25.3.1985 n. 121 e dell’art. 5 lettera h) n. 2 del
protocollo addizionale» (cioè la parte rigiuardante. l’insegnamento della religione cattolica [Ire]
nel nuovo Concordato) in riferimento agli articoli
2, 3 e 19 della nostra Costituzione.
Al termine di una lunga seduta in camera di
cons,iglio, i giudici costituzionali hanno fatto sapere, mercoledì 8 marzo, che il nuovo Concordato
« non consente robbligatorietà della frequenza di
insegnamenti alternativi per gli studenti che non
intendono avvalersi dell’insegnamento deUa religione cattolica ».
La Corte, costituzionale era stata investita della questione dal pretore di Firenze, il 30 marzo
1987, che aveva ritenuto che qualora le norme del
nuovo Concordato « non potessero legjittimare la
previsione, dell’insegnamento religioso come insegnamento meramente facoltativo, posto al di fuori dell’orario delle lezioni », queste sarebbero in
contrasto con gli articoli 2, 3 e 19 della Costituzione.
Dal punto di vista dell’applicazione concreta
del nuovo Concordato, il Ministro deUa Pubblica
Istruzione aveva optato per un concetto di opzionalìtà tra Ire e altre attività, non ben definite.,
e con una serie di circolari aveva escluso la possibilità, per chi non si avvale dell’insegnamento
religioso cattolico, di non frequentare alcuna attività.
Una serie di ricorsi, tra cui anche quello della Tavola valdese, aveva poi portato la questione davanti al TAR che, aveva stabilito la piena facoltatività dell’Irc che doveva essere considerato ima materia aggiuntiva, «un quid pluris », senza obblighi alternativi. Contro tale sentenza si era poi pronunciato il Consiglio di Stato, il 17 giugno scorso, il quale con poca aderenza
alla nostra Costituzione aveva accettato in pieno il principio deU’alternativa contro quello della facoltatività.
Oggi la sentenza della Corte costituzionale rimette le cose a posto: non c’è obbligo per le alternative proposte dal Ministro.
E adesso?
La decisione della Corte costituzionale di considerare pienamente facoltativi gli insegnamenti alternativi (e quindi sia le attività che lo studio individuale)
rende giustizia a quanti si sono
battuti nella scuola pubblica per
la concreta applicazione della
nostra Costituzione. Quest’anno
alcuni gruppi di genitori e di
studenti avevano deciso di fare
« obiezione di coscienza » all’imposizione ministeriale delle attività alternative e dello studio
individuale e, basandosi sulla Costituzione, avevano disertato le
une e l’altro.
Erano pronti a pagarne le con
seguenze, sia nel voto di condotta, sia di fronte ai giudici dove presidi e provveditori avevano deciso di rinviarli.
Adesso tutto questo non si potrà più fare. Nei confronti di
coloro che avevano disobbedito
alla circolare del ministro non
potrà essere preso alcun provvedimento. Semmai potrebbe avvenire il contrario; chi volesse
continuare a voler eseguire una
circolare ministeriale illegittima
costituzionalmente, potrebbe trovarsi nella condizione di doversi difendere davanti ai giudici.
Dopo questa sentenza alle autorità scolastiche sarà richiesto
LEGGE E ORDINE IN SUD AFRICA
Signor ministro,
da questa mattina mi sono unito ai detenuti ■ he hanno iniziato
lo sciopero della jame. La loro azione è drammatica, potrebbe avere delle conseguenze pesanti per
noi tutti in questa nazione, ma prima di tutto per essi stessi. In sé,
si tratta di uno straordinario atto
d’accusa nei confronti del vostro
governo e della sua politica, e in
particolare del vostro sistema di
detenzione senza giudizio. Che degli uomini siano costretti ad un
gesto così estremo per attirare l’attenzione sulla loro situazione la
dice lunga sulla crisi imposta dalle vostre misure, a loro e a milioni
di persone.
I nostri fratelli e sorelle in sciopero della fame hanno evidentetnente ragione. Sono stati gettati
nella morte della notte, imprigionati senza essere accusati. I dirit
ti umani più fondamentali sono
stati loro negati. Le visite dei loro avvocati, degli ecclesiastici e
delle famiglie sono state loro rifiutate. Il ricorso ai tribunali non
è possibile, gli avvocati non hanno
poteri, la leggo stessa è stata resa
inefficiente e messa da parte. Avete deciso che voi soli avete il diritto di dichiararli colpevoli di
reati che essi non conoscono, e che
noi non conosciamo. Avete dato
alla vostra polizia il potere di trattenerli in segreto per dei mesi e,
in molti casi, adesso, per degli
anni.
Voi e il vostro governo, così
come quelli che votano per voi,
avete creato un sistema di sfruttamento sistematico, di oppressione e di degradazione, su misura
dei vostri privilegi. Avete deliberatamente e duramente calpestato
i diritti e la dignità di milioni di
esseri umani, senza batter ciglio.
Avete elaborato delle leggi che si
fanno gioco delle leggi di Dio.
Quando abbiamo protestato ci avete minacciati, gasati, percossi,
imprigionali, sfiancati, arrestati e
uccisi. Avete dichiarato lo stato
d'assedio in base al quale avete
dato a voi stessi e al vostro sistema di sicurezza dei poteri pressocché illimitati. La battaglia ideologica per conquistare il cuore e
lo spirito del nostro popolo è stata un fallimento. Le vostre cosiddette riforme si sono rivelate delle misure di ’’cosmesi”, come un
tentativo patetico di conservare
ciò che potete dell’apartheid, più
a lungo che potete. Queste misure
sono state un fallimento. La brutalità del sistema che avete creato. la violenza a cui dovete far
ricorso per mantenere in vita il vostro regime, sono state un fallimento. E a noi fate portare il biasimo per questo fallimento. Per
questo il vostro governo mette la
museruola alla stampa e bandisce
alcuni giornali. Per questo la vostra polizia interrompe le funzioni religiose. Per questo arrestate
tanta gente senza processarla, compresi dei bambini. La detenzione
senza processo è uno degli strumenti a cui avete fatto ricorso costantemente per obbligarci alla
sottomissione, per spezzare la nostra giustificata resistenza. E in
tutto questo tempo avete cercato
di mascherare questo miserabile
fallimento, questa sinistra tragedia umana che è diventata l’apartheid.
Questa azione vi ricorda, a voi
e al mondo intero, una volta di
più. ciò che avete fatto.
Nel corso degli anni ci siamo
sollevali contro questo flagrante
abuso della legge. Degli uomini
di legge l’hanno denunciato, le
chiese l'hanno attaccato. La mia
chiesa, la Chiesa olandese riformata missionaria (Nederduitsé GeAllan A. Boesak
(continua a pag. 2)
di comportarsi con responsabilità di fronte alle eventuali richieste di genitori e studenti di non
frequentare né l’ora alternativa
né lo studio individuale. I diritti costituzionali infatti non si
esercitano solo all’inizio dell’anno scolastico, ma in qualunque
momento.
Il Parlamento poi non potrà
legiferare sulla proposta di rendere obbligatoria per legge l’attività alternativa. Dovrà tener
conto della sentenza della Corte.
La situazione è dunque da
riailrontare nel suo insieme, come ha osservato il past. Franco
Giampiccoli, moderatore delia
Tavola valdese, appena avuta notizia della sentenza.
« Durante l’ultimo anno molti,
nella scuola pubblica, hanno portato il peso di una sentenza del
Consiglio di Stato — che a suo
tempo avevamo qualificato come
vergognosa — che pretendeva di
rendere obbligatoria la frequenza o all'ora di religione o ad
attività alternative. L’importantissima decisione delta Corte costituzionale, appresa questa mattina, esclude questa obbligatorietà. Dalla sentenza, di cui aspettiamo il testo per un commento più approfondito, emerge più
chiaramente il carattere facoltativo dell’IRC. La Corte costituzionale dà quindi implicitamente ragione alle sentenze del TAR
Lazio che avevano affermato, in
modo molto argomentato, come
da un IRC facoltativo non possa
discendere alcun obbligo per chi
non sceglie di avvalersi deU’IRC
stesso.
Il ministro Galloni affermò a
suo tempo di aver fatto ricorso
al Consiglio di Stato per avere
la certezza del diritto. Nel nostro ordinamento non v'è maggior certezza di una sentenza della Corte costituzionale. Attendiamo ora che egli adegui a questa sentenza le disposizioni del
suo Ministero ».
Giorgio Gardiol
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commenti e dibattiti
17 marzo 1989
Signor ministro
(segue da pag. 1)
reformeerde Sendingkerk) ha fornito una testimonianza molto chiara in questo senso. Essa ha condannato a più riprese la detenzione senza processo, dichiarandola
contraria agli interessi della giustizia di Dio, antibiblica e disumana. In occasioni molto frequenti
questa chiesa e molte altre chiese cristiane vi hanno chiesto di
abbandonare questa pratica esecrabile. Dei genitori sono venuti
a presentarvi il loro caso, delle
mogli sono intervenute presso di
voi. Non avete mai ignorato la
sofferenza e la miseria provocate
da queste detenzioni senza processo. Adesso lo sciopero della fame vi costringe a riconoscere le
conseguenze funeste del disprezzo
che avete deliberatamente manifestato nei confronti di tutti questi
figli di Dio.
Perché ho deciso di unirmi a
loro? Perché io stesso sono stato
vittima di una detenzione arbitraria. Conosco per esperienza la sofferenza e l’incertezza causate dal
terrore della segregazione, così
come l’indegnità e la paura indescrivibile che essa provoca.
Perché la mia chiesa si è espressa con così tanta chiarezza e perché sento, nelle grida d’angoscia
che ora provengono dalle vostre
prigioni, la voce stessa di Dio che
chiama la sua chiesa a rispondere nella solidarietà, nell’amore e
nella testimonianza.
Perché la Confessione di Belhar
ci insegna a essere là dove è Dio,
a fianco di quelli che non hanno
voce, e che sono preda dell’ingiustizia. La testimonianza cristiana
senza (dolorosa) obbedienza si
priva della gioia che conosce il vero discepolo di Cristo.
Avete udito ciò che vi hanno
detto i detenuti: liberateci o rendeteci nota un’accusa! E’ loro diritto. E’ il minimo che possiate
fare. Mi unisco a loro nella speranza che ascolterete. E nella speranza che la mia azione possa rinforzare la loro richiesta. Spero anche che numerosi membri della
comunità cristiana si uniscano a
me. So che siete conosciuto per
non sottostare ai ’’ricatti”. Ma così voi stesso ammettete una cosa
stupefacente! L’appello a una vera
giustizia sarebbe un ricatto? La
volontà di sapere ciò che uno ha
fatto di male sarebbe un ricatto?
Qui c’è una questione più profonda. Voi siete Ministro della Legge
e dell’Ordine. Le vostre misure
di emergenza mettono nelle vostre
mani il destino di noi tutti. Potete decidere chi deve vivere e chi
morire. Siete pronto a questo?
Digiunare fino alla morte non
fa parte della mia tradizione religiosa o ecclesiastica, mi è stato
insegnato che è irresponsabile, da
parte mia, mettere deliberatamente la mia vita in pericolo. Forse
è vero. Ma non posso rimanere
senza far niente e semplicemente
osservare che coloro che lottano
per la giustizia in Sudafrica
muoiono di fame. Nessuno di noi
desidera di morire. Ma se questa
è la strada da seguire perché voi
e il vostro governo comprendiate
il carattere fallace delle vostre misure, noi la seguiremo. Non con
serenità, non per orgoglio, sicuramente con paura e con tremore.
Ma adesso so ciò che Dio desidera
da me. Posso solo sperare e pregare che anche voi scopriate ciò
che Dio desidera da voi. Perché
soprattutto, signor Ministro, mi
devo di essere fedele.
Non mi è stato facile arrivare a
questa decisione, ma adesso so ciò
che Dio mi chiede, e non posso
che sperare e pregare che anche
voi scopriate ciò che Dio chiede a
voi.
Sinceramente.
Alian A. Boesak
ULTIMA ORA — Avendo ottenuto precise garanzie riguardo
alle condizioni dei detenuti, il
pastore Alian Boesak ha successivamente interrotto lo sciopero
della fame.
UN VUOTO NEL MONDO DELLA CULTURA
Luigi Firpo
Una carriera intellettuale multiforme - Gli studi sulla storia del
pensiero politico - La partecipazione agli annuali convegni storici
La mattina del 2 marzo si è
sp>ento all'ospedale delle Molinette a Torino, dove era in cura
a seguito di un grave ictus che
10 aveva colpito il 15 gennaio,
11 professor Luigi Firpo, da pochi anni fuori ruolo (era nato
nel 1915) dopo aver tenuto per
quasi 40 anni l'insegnamento di
storia delle dottrine politiche
presso l’Università di Torino, dove era stato uno dei principali
promotori dello sviluppo della
Facoltà di scienze politiche, di
cui fu uno dei più autorevoli
esponenti.
Poiché ho avuto la fortuna di
essergli vicino per molti anni,
in relazione soprattutto alle mie
incombenze editoriali per la
« Storia delle idee politiche, economiche, sociali », vasta collana di durevole importanza da lui
diretta per la Utet, mi sia concesso di rievocarne anzitutto la
figura di uomo. Che era tale da
suscitare l’ammirazione e direi
lo stupore di chiunque lo avvicinasse, perché era impossibile
non percepire immediatamente
in lui qualità eccezionali che si
manifestavano nell’altezza dell’ingegno, nella memoria e nella sconfinata erudizione. Carattere forte e tenace fino alla caparbietà, era capace talvolta di
assumere posizioni durissime,
che potevano fargli sfidare senza timore l’impopolarità; ma sapeva sfidarla anche per le ragioni opposte, per difendere le persone a cui lo avvicinavano ragioni di affetto e di stima. Era un
parlatore affascinante, sia nelle
conversazioni private, sia in pubblico; ricordo l’intensa impressione che fece sulla gran folla
di studenti raccolta nell’aula magna di Palazzo Nuovo in occasione dell’« ultima lezione ». Riepilogò, non senza qualche accento malinconico, gli anni dell’insegnamento; ma immediatamente soggiunse che quel momento non significava per lui il venir meno in alcun modo al com
pito della ricerca e dell’insegnamento.
Di fatto, negli ultimi anni, la
sua attività crebbe piuttosto che
diminuire: svolse fra l’altro impegni pubblici, prima come consigliere di amministrazione della RAI, poi come parlamentare
repubblicano, e la sua attività
di saggista e giornalista si ampliò ancora in confronto agli anni precedenti.
Era partito nella sua giovinezza da studi severi sul pensiero
politico dell’epoca del Rinascimento e della Riforma; svolse
e pubblicò ricerche di definitiva
importanza su Bruno e Campanella, estendendosi al Seicento e
al Settecento, con Boterò e Beccarla.
Ma, come mi era dato constatare, sull’intera storia del pensiero politico la sua competenza
rivaleggiava con quella di specialisti dei singoli settori. Recentemente aveva dedicato molto
interesse al pensiero degli utopisti di ogni epoca. Con straordinaria versatilità poteva pubblicare un manuale di bridge e scrivere e discorrere di uomini e
cose del Piemonte, terra da lui
molto amata sebbene fosse discendente di liguri. Appassionato bibliofilo, aveva formato una
vasta e preziosa biblioteca, messa negli scorsi anni a disptosizione degli studiosi mediante una fondazione promossa dalla
città di Torino. Inutile dire che
la più vasta popolarità fra il
pubblico gli derivò dal giornalismo, a cui si era dedicato con
gusto da alcuni lustri; i lettori
dei « Cattivi pensieri » che andava pubblicando su « La Stampa » erano innumerevoli.
Fu un formidabile organizzatore di cultura e l’opera sua di
tal genere si manifestò specialmente alla « Fondazione Einaudi » di Torino, al Centro di studi alfieriani di Asti, nella direzione di numerose collane di
Opera omnia e di studi di storia del pensiero politico, oltre
che di periodici scientifici.
A questo punto dobbiamo ricordare in modo del tutto particolare rimpKtrtanza che per la
vita culturale del nostro mondo
valdese ha avuto la sua simpatia per esso e la sua capacità
di realizzatore. Attraverso la sua
amicizia con Augusto Armand
Hugon e insieme a Giorgio Spini, diede impulso all’inizio dei
convegni annuali organizzati dalla Società di Studi Valdesi sulla storia della Riforma e dei movimenti religiosi in Italia, e ne
fu attivo frequentatore. Le sue
comunicazioni spesso potevano
dirsi il clou di questi convegni.
Vorrei ricordare a questo proposito, a esemplificazione della
sua qualità di straordinario parlatore prima accennata, due comunicazioni fatte in due successivi convegni su circostanze storiche da p>oco scoperte circa
una vicenda che in entrtimbi i
casi si chiariva nelle ultime parole, a sorpresa, come quella di
Giordano Bruno. In entrambi i
casi l’arte con cui era stata condotta l’esposizione strappò un
applauso — come si suol dire —■
« a scena aperta ».
Ma l’attenzione per il mondo
protestante di Luigi Firpo si è
manifestata anche nella direzione delle sezioni a lui affidate
dei « Classici » Utet (vi si vedano i testi di Lutero curati da
V. Vinay e di Calvino curati da
G. Toum, inoltre l’inserimento
del volume di scritti di Barth
curati da A. Moda). Fu anche
cortesemente disponibile a partecipare alle manifestazioni del
Centro evangelico di cultura di
Torino.
Ai familiari colpiti da un lutto così improvviso e doloroso,
e in particolare al prof. Massimo Firpo che da qualche anno
è a sua volta fra gli animatori
dei convegni di Torre Pellice,
pervenga da tutti noi l’espressione della più affettuosa partecipazione.
Augusto Comba
PROTESTANTESIMO IN TV
Non è forse ancora noto a
tutti che è maturata una grossa novità nel campo della nostra presenza televisiva (e di
quella ebraica, analogamente): la trasmissione della domenica sera verrà replicata il
lunedì mattina della settimana successiva intorno alle ore
10.30 (non quindi il giorno
dopo ma a distanza di otto
giorni). E’ chiaro che ciò
comporterà nuovi problemi ai
curatori della rubrica, che dovranno mettere a punto un
linguaggio ed uno « spettacolo » adatti a due fasce di telespettatori sicuramente molto diverse tra loro.
La trasmissione di domeni
lativamente breve, i valdesi
riescono ad impiantare piccole imprese e successivamente
a fare della zona un’area di
intenso sviluppo economico.
Parallelamente rimane viva
in loro l’esigenza di essere
chiesa di Gesù Cristo nella
nuova terra: si organizzano
assemblee generali della colonia, si inizia la costruzione
del tempio (che verrà inaugurato già nel 1897!) e ben
presto si provvede in loco ai
propri pastori.
La chiesa ha dunque mantenuto nel tempo il nome valdese (oltre alla tradizione degli inni in francese), ma contemporaneamente fa parte a
Valdese in USA
ca 5 marzo, a cura di R. Maiocchi, è dunque stata riproposta
questo lunedi mattina. Spero
che molti l’abbiano vista, approfittando della doppia possibilità, trattandosi a mio parere di uno dei numeri più
vivi e riusciti. Il tema ( « Dalle Alpi al nuovo mondo » )
concerneva l’emigrazione, nel
1893, di un gruppo di valdesi
guidati dal pastore Charles
Albert Tron, che portò alla
fondazione non solo di una
comunità evangelica italiana
nel sud degli Stati Uniti ma
addirittura di una città: « Valdese », che conta oggi 5.000
abitanti. Suggestivi e commoventi i numerosi spezzoni di
filmati dell’epoca: il 1848 è
ormai alle spalle, ma tanti
valdesi devono nuovamente
abbandonare le loro terre non
più incalzati dalla persecuzione ma dalla miseria, destino
che li accomuna questa volta a migliaia di altri italiani.
R. Maiocchi ha incontrato
alcuni esponenti della terza e
quarta generazione. I Michelin, i Bounous, ecc. gli hanno
rifatto la storia di questo
«trapianto» in terra americana (a 8.000 chilometri dalle
amate valli!) dove li attendevano 15.000 acri di foresta da
dissodare. Il progetto iniziale
di una grande proprietà collettiva non potè però essere
realizzato perché il carico finanziario era risultato insostenibile: non riuscivano neppure a far fronte al pagamento degli interessi. Si addivenne quindi alla restituzione di
una parte del terreno e alla
suddivisione del rimanente in
piccoli appezzamenti: i coloni tornavano ad essere, come
alle valli, piccoli proprietari,
ma era indispensabile trovare anche altre fonti di reddito. In effetti, in un tempo re
pieno titolo delle chiese presbiteriane, una scelta che ha
evitato il doppio pericolo della ghettizzazione e della integrazione indiscriminata. Dalle
interviste sull'oggi è emerso
l’impegno di questi credenti
nel sociale (particolare attenzione sembra rivolta ai problemi degli anziani), mentre
ben frequentate sono anche
le attività « interne »: i gruppi giovanili, i cori, le classi
di catechismo, ecc. La vecchia
scuola è stata donata allo stato che ne ha fatto un centro'
culturale molto frequentato.
A sua volta la città ha eretto
un importante monumento ai
valdesi coloni. I loro discendenti costituiscono oggi poco
più di un decimo degli abitanti. ma il loro attaccamen
to alle radici appare fortissimo. Ogni anno infatti ripropongono festeggiamenti e rappresentazioni teatrali della
storia valdese e in un grande museo (che appare un po’
sproporzionato per la .storia
di un centinaio di coloni) trova posto un album per ognu
na delle famiglie immigrate,
fino all’attuale generazione. R.
Maiocchi sembra un po’ pei'plesso in quanto il vero radicamento dei credenti risiede in Gesù Cristo...
Il problema del rapporto
fede-storia si ripresenta dunque anche in questa occasione. Si tratta, penso, di far vivere la fede nella storia e di
richiamarsi alla storia in funzione della fede.
Per concludere, un numero
da vedere e anche da ascoltare: non solo per l’interessante presentazione della vicenda, ma anche per le belle
e struggenti canzoni, tipiche
del luogo e dell’epoca, che
l’accompagnavano.
Mirella Argentieri Beln
BAUME & MERCIER
GENEVE
GioíeUería LAZZERO
Piazza Cavour, 18
PINEROLO
Tel. 0121-793775
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17 marzo 1989
chiese e stato
LE REAZIONE ALLA SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE
SCUOLA
Il ministro Giovanni Galloni ha dichiarato, appena appresa la
notizia della sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato
non obbligatorie le attività alternative: « La sentenza non è in contrasto con la mia circolare e neppure con il disegno di legge che
ho predisposto. Era stato il Consiglio di Stato ad estremizzare il
concetto parlando di obbligatorietà ».
Sorpresa
e paura della laicità
I primi commenti al pronunciamento giunto per alcuni versi inaspettato - Discordanti concezioni intorno al concetto di facoltatività
Non se l’aspettavano proprio,
una sentenza così esplicita e poco allineata al potere, i vescovi
della Conferenza episcopale italiana, il governo e Comunione
e Liberazione.
« Aria di golpe sull'ora », titola l’Avvenire di giovedì 9 marzo.
A fare il golpe sarebbero i
giudici costituzionali, sembra lasciare intendere il giornale vicino a CL, ed il fondo di Gianfranco Garancini è esplicito:
« ...La Costituz.ione aveva giocato la scommessa di conciliare
libertà ed eguaglianza, e di far
convergere in un superiore impegno di solidarietà le tante diversità della nostra esperienza
sociale. Quel patto che aveva reso possibile la Costituzione sembra ora venir meno, e non valere più. La Corte si è assunta
il non esaltante compito di sancire che questa Repubblica non
è più fondata sulla solidarietà,
e sulla ricerca pur faticosa di
una composizione in suo nome,
ma è fondata sulla libera ed un
po' selvaggia concorrenza di tanti individualismi. Con il rischio
di consolidare — anzi codificare — la divisione e il conflitto ».
E il cardinale Silvio Oddi trae
immediatamente le conseguenze
della situazione: « Guardi cosa
fanno i musulmani e come reagiscono nei confronti di chi disprezza la loro fede: i musulmani si difendono meglio ». Khomeini evidentemente fa scuola!
Se queste sono le reazioni più
dure, preoccupazione ha espresso anche la presidenza della Cei
che in un comunicato ha affermato che « ha destato profonda
sorpresa la comunicazione della
Corte costituzionale secondo la
quale l'articolo 9 dell'Accordo di
revisione del Concordato non
consentirebbe l'obbligatorietà della frequenza di insegnamenti alternativi per gli studenti che
non intendono avvalersi dell'Irc ». E conclude la Cei: « In
attesa di conoscere l'esatto dispositivo della sentenza, la Cei
non può non esprimere le più
ampie e motivate riserve, anche
in riferimento alla natura pattizia della normativa in questione ».
Dello stesso avviso della Cei
si è poi dichiarato il senatore
socialista Gennaro Acquaviva,
della segreteria del partito e autorevole esponente per i rapporti col mondo cattolico. Acquaviva. che del nuovo Concordato fu
uno dei protagonisti, ha detto:
« Se è facoltativa l'ora di religione, è ovviamente altrettanto facoltativa, o comunque non ob
bligatoria, la frequenza della cosiddetta ora alternativa, che, vorrei ricordarlo, non è prevista da
nessuna disposizione concordataria. Nel Concordato del '29 la religione era obbligatoria e gli esonerati, dunque, si potevano esimere dall'obbligo scolastico. Con il
nuovo Concordato le due opzioni
sono entrambe facoltative e tutti
sono dunque allo stesso piano. In
altre parole lo spirito e la lettera
del Concordato sarebbero palesemente contraddetti da una disparità di trattamento in cui sarebbero collocati coloro che hanno
deciso di avvalersi dell’Irc. Perché sarebbe disparità, se gli uni
stessero a scuola e gli altri fuori
a giocare a pallone ».
E’ la famosa questione dell’uguale tempo scuola e della curri
colarità dell’Irc (da cui, secondo
il senatore socialista, discenderebbe anche quella delle attività
alternative).
Per Aoquaviva in questa materia bisogna essere « seri » e « vale
innanzitutto il principio antico
del pacta sunt servanda »; osserva ancora che « l'accordo concordatario non oppone laicità e
religiosità, ma si propone di realizzare la più alta solidarietà per
la promozione dell'uomo e il bene
del paese ».
Peccato, senatore Acquaviva,
che finora abbiano fatto le spese
di questa solidarietà i ragazzi
che, in forza di un principio costituzionale, non vogliono avvalersi dell’ Ire.
Giorgio Gardiol
TASSE BENEDETTE
Defiscalizzazione delle
offerte alla chiesa cattolica
-<wwr
Il presidente della Corte costituzionale Francesco Saja.
E’ partita l’operazione tasse
per le parrocchie cattoliche italiane. Sulla base del nuovo Concordato, la Chiesa cattolica infatti dovrà provvedere direttamente al pagamento dei preti
e dei vescovi a partire dal 1”
gennaio del 1990. Per far questo l’episcopato italiano sta diffondendo in tutte le parrocchie
un volumetto : « Sovvenire alle
necessità della chiesa », che illustra le nuove modalità di finanziamento.
C’è innanzitutto l’offerta. Le offerte inviate (tramite un apposito conto corrente) all’Istituto
centrale per il sostentamento
del clero, fino ad un massimo di
2 milioni annui, potranno essere detratte dall’imponibile Irpef.
Saranno defiscalizzate.
Ciò è possibile a partire dalla
dichiarazione dei redditi del
1990, che si riferisce però ai redditi di quest’anno. Così il Ministero delle Finanze ha già emanato le norme (DM 18.12.88 sulla G.U. del 17.1.89) relative alla
documentazione necessaria. Basta allegare la fotocopia della
ricevuta del versamento postale.
Le parrocchie stanno inoltre
illustrando i benefici fiscali che
derivano ai contribuenti per le
Storie di ordinaria
discriminazione
7 diritti costituzionali della libertà di religione devono restare
fuori dei cancelli della scuola? E' quanto sembra, se esaminiamo i
dossier prodotti dai vari organismi di genitori e insegnanti circa
il trattamento riservato a coloro che non si avvalgono dell'insegnamento della, religione cattolica (Ire). Si tratta per ora di episodi
limitati (ma quanti non vengono riferiti?) che però — anche alla
luce della sentenza della Corte costituzionale — dovrebbero essere
eliminati subito onde evitare il loro proliferare.
Diamo qui una breve rassegna di casi avvenuti in Lombardia.
loro offerte. In alcuni casi una
offerta fa scattare aliquote inferiori di tasse da pagare.
Il secondo modo di finanziamento è quello dello 0,8% del
gettito Irpef. A partire dalla
dichiarazione dei redditi del ’90
saremo tutti chiamati a scegliere come destinare il gettito dello 0,8% deirirpef: se allo Stato,
o alla Cei, o alle chiese avventiste, o alle chiese pentecostali. Ma
attenzione, varranno in percentuale solo le scelte espresse. Ad
esempio, se su 100 contribuenti
soltanto 50 fanno la scelta, e di
questi 30 scelgono la Cei, 18 lo
Stato e 1 ciascuno gli avventisti e i pentecostali, alla Cei andrà il 60% dello 0,8% dell’Irpef,
allo Stato il 36% e agli avventisti e pentecostali il 2% ciascuno.
Il gettito deirirpef nel 1988 è
stato di circa 93.000 miliardi, il
gettito da dividere tra i beneficiari, secondo le percentuali
delle opzioni, dovrebbe aggirarsi
dunque sui 740 miliardi di lire.
Attualmente preti e vescovi
hanno una retribuzione parametrata che varia tra i 76 e i
123 punti; ad ogni punto corrispondono 13.100 lire. Hanno cioè
uno stipendio medio sul milione
mensile. G.G.
Sono stati circa una cinquantina i casi (ma probabilmente
il numero è assai maggiore) segnalati dal coordinamento genitori democratici, riguardanti
palesi infrazioni alla normativa
ministeriale che vieta il compimento di atti di culto durante
l’orario scolastico. Sul tavolo del
Provveditore si sono accumulati
sette esposti contro insegnanti e
presidi che hanno imposto messe, preghiere e benedizioni a scuola, in occasione delle festività
natalizie. E tutto questo nonostante la Curia stessa avesse preso posizione, invitando a non interrompere l’attività didattica
con atti di culto.
La maestra Magda Zanon, delle elementari di Asso (Como),
è stata costretta ad accompagnare i propri alunni in chiesa, con
l’unica concessione di attenderli
all’uscita senza assistere alla funzione. Alle medie Ascoli di Milano e al liceo classico di Rho,
alcuni genitori hanno tentato invano di contrapporsi all’obbligo
di santificare le feste. Malgrado
le proteste, presidi e direttori
hanno chiuso d’ufficio la scuola
con un giorno d’anticipo, dedicando alla messa l’ultima mattinata di lezione.
Al II liceo artistico di Milano,
l’insegnante di religione ha optato per una messa in orario di
lezione contro il parere del preside. Benedizioni in abbondanza
alle scuole Deledda e Rodar! di
S. Giorgio su Legnano, ad Abbiategrasso, Casalpusterlengo e
alle medie di Garbagnate.
Un caso ancor più significativo alla media Gemelli di Milano. L’unico ragazzo esonerato
dall’ora di religione è stato assegnato per l’attività alternativa
a un’insegnante che gli ha proposto lo studio di un libro intitolato « Il mondo, mia patria ».
Che, ad esempio, descrive il tossicodipendente come un soggetto dedito a furti e a depravazioni di varia natura. Inutili, c’era
da aspettarselo, le proteste dei
suoi genitori.
Il caso della maestra di Asso
è finito in Parlamento per una
interrogazione dei deputati Castagnetti e Medri. La risposta del
Ministro Galloni è stata la seguente: « ...Il Provveditore agli
studi di Como, sulla base degli
accertamenti ispettivi all’occorrenza disposti, ha riferito che il
comportamento tenuto dal direttore didattico del Circolo di Asso — nel consentire la partecipazione alla cerimonia di cui è
cenno nell'interrogazione e nel
chiedere ad una docente dissidente di accompagnare la scolaresca fino all'ingresso della chiesa — fu determinato, da un lato, dall'intento di assecondare
una consolidata tradizione locale e, dall'altro, dalla preoccupazione di evitare discriminazioni
nei confronti di quegli alunni
che sarebbero rimasti privi dell’assistenza del proprio insegnante.
Al riguardo, il Provveditore agli studi, pur avendo acquisito
la convinzione che il comportamento, come sopra tenuto, fu
ispirato a sostanziale buona fede, ha tuttavia ritenuto — con
decisione che questo Ministero
non ha mancato di condividere
— di inviare al suddetto direttore "una lettera di richiamo",
affinché per il futuro abbia a
considerare con maggiore ponderatezza le proprie decisioni.
Dal canto proprio, il Provveditore agli studi di Como ha precisato di essere venuto a conoscenza dell’episodio solo successivamente al suo verificarsi, tenuto anche conto che la docente (l’ins. Zanon), che in un primo tempo si era opposta all’invito del direttore didattico, preferì manifestare le proprie rimostranze ai ’’mass media” locali,
anziché al dirigente dell’Ufficio
scolastico provinciale.
Quest'ultimo, comunque, allo
scopo di evitare il ripetersi incontrollato di cerimonie, quali
quelle delle messe per tradizione, ha precisato di aver inviato
ai presidi ed ai direttori delle
dipendenti istituzioni scolastiche
specifiche istruzioni atte a garantire i diritti degli alunni, delle
famiglie e degli insegnanti ».
FONDO DI PREVIDENZA INPS
Contributi per 15 anni
Proposta di legge sul modello del settore
impiegatizio dello stato e degli enti locali
I pastori e gli altri iscritti al
fondo di previdenza INPS per il
clero, dovranno pagare almeno
per 15 anni i contributi per ottenere la pensione. E’ quanto dispone una proposta di legge governativa che vuole riformare il
sistema pensionistico italiano.
Attualmente gli iscritti al fondo
(che è previsto dalla legge 22-121973, n. 903) sono circa un migliaio e appartengono a tutte le
chiese evangeliche italiane. Essi
versano un contributo di lire
931.000 ogni anno, ed hanno diritto, all’età pensionabile, a
430.000 lire mensili di pensione se
hanno versato i contributi per al
meno 10 anni.
Con la proposta governativa
questo periodo sarà aumentato a
15 anni, analogamente a quanto
previsto per il settore degli impiegati dello stato e degli enti locali.
L’annuncio di questa misura
per il settore pubblico ha provocato la domanda di pensionamento anticipato di migliaia di impiegati, medici, infermieri. Non
sembra essere successa la stessa
cosa per quanto riguarda pastori
e per altri dipendenti delle chiese
evangeliche! La pensione è evidentemente altra cosa...
G.G.
4
4 fede e cultura
17 marzo 1989
FORANO SABINO
CENTENARI
Arabella Angelini
Un’opera infaticabile al servizio della comunità - L’importanza del
settore educativo e scolastico - La singolare vicenda della campana
Il 23 aprile, con un culto presieduto dal pastore Franco Giampiccoli, moderatore della Tavola valdese, avranno inizio a Forano le celebrazioni per il centenario della Chiesa evangelica
valdese.
Fra le molte persone che hanno avuto ruoli importanti nella
testimonianza presso la comunità, ricordiamo qui Arabella, moglie del pastore Angelini.
Il pastore Angelini, vedovo, conobbe la signora Arabella Chapman a Firenze, dove lei — di
origine statunitense — frequentava dei corsi biblici nell’ambito della chiesa libera. Egli le
esternò i suoi sentimenti dicendole anche che aveva bisogno di
ima compagna per proseguire
l’opera di evangelizzazione iniziata a Forano. Ella, che era incerta tra lavorare per l'opera
del Signore in Italia oppure tornare negli USA e svolgere là
un’azione missionaria tra gli emigranti italiani (poiché parlava perfettamente la nostra lingua), decise — anche dopo un
colloquio di sua madre con il pastore Angelini — di sposarlo e
di venire a Forano.
Arabella Angelini fece numerosi viaggi negli Stati Uniti (si dice ben 33! ) e durante uno di
questi andò a far visita ai signori Mac-Komik, industriali di
macchine agricole che tuttora
esistono. A questi suoi amici
spiegò con dovizia di particolari il lavoro che lei e il marito
stavano svolgendo a Forano e
illustrò anche le difficoltà che
avevano nel portare a termine
le opere iniziate, il campanile,
la chiesa e l’edificio scolastico,
per mancanza di fondi. Spiegò
che suo marito desiderava che
tutti, cattolici e evangelici di Forano, potessero imparare a leggere la Bibbia, visto che fino ad
allora il paese viveva nella più
scura ignoranza.
I Mac-Kornik si interessarono
molto al racconto della signora
e promisero aiuto. All'epoca di
quell’incontro era presente anche la figlia sedicenne dei MacKornik, che perorò presso i
suoi genitori la causa degli Angelini. La giovinetta morì di lì
a poco e i Mac-Komik p>er ricordare la loro figliola Elisabetta mandarono gli aiuti promessi per far iniziare i lavori. Sul
frontespizio dell’edificio, sito sulla via principale del paese, a
lavori ultimati fu apposta una
lapide in memoria di Elisabeth
Mac-Kornik. Le scuole elementari p>er oltre 30 anni contribuirono ad istmire tanti bambini,
cattolici e protestanti; alcuni di
loro sono riusciti bene nella vita.
Le prime maestre furono fatte venire dalle valli valdesi, tra
loro le signore Costabel, Paschetto e Vicino, altre da Brescia e
Palermo e l’ultima era di Forano.
Durante il fascismo, con la
scusa che le scuole erano poco
igieniche, furono fatte chiudere.
Naturalmente ciò non era vero!
A quell’epoca i bambini ricevevano tutto il materiale didattico
gratuitamente, oltre alla refezione giornaliera; e di tutto questo
si occupava con amore e dedizione la signora Arabella Chapman Angelini. Lei stessa istituì
anche la scuola di tombolo e
merletti, affinché le ragazze del
posto potessero imparare un mestiere, che veniva insegnato dalla signorina Ines Bemporad.
I GIORNI DI DACHAU
Di là da quel cancello
I deportati italiani e la detenzione nei campi di concentramento
II ricordo di un’esperienza, ma soprattutto un monito per i giovani
Giovanni Melodia, con la sua
opera sull’universo concentrazionario dal titolo « Di là da quel
cancello », espone i fatti ed i problemi che ne costituirono gli elementi portanti ed emergenti, nel
loro inverarsi fra il carcere politico in Italia, la quarantena dei
deportati e la detenzione nel
campo di concentramento di Dachau, negli anni 193945.
A 50 anni dall’inizio del dramma personale e dalla tragedia
PROTESTANTESIMO
IN TV
Domenica 19 marzo - RAI 2
ore 23,30 circa
replica lunedì 27 - RAI 2
ore 10,30
L’apertura di questo numero presenta un servizio filmato sul recente convegno :
« L’Italia, l’Europa del ’92 e
l’immigrazione: quali scelte
politiche ». Segue un’intervista al vescovo ortodosso Pitirim e al prof. Paolo Ricca sulla situazione delle chiese in
URSS dopo la perestrojka.
Conclude l’«l-fl» con Giorgio Girardet che risponde alle
lettere dei telespettatori.
collettiva, europea e mondiale;
quando il mondo tende ad ignorare e la Glermania a dimenticare, coprire o giustificare la follia
sociale e bellica nazista; in un
momento in cui il pianeta Terra
rischia tragedie più vaste e senza
ritorno a causa dello sviluppo
tecnologico-militare senza neppure il supporto di alti ideali o
coinvolgenti ideologie, è bene che
risuoni nuovamente la voce di
un testimone sopravvissuto ai
campi di concentramento nazisti
quale monito contro fenomeni
politici che possono tradurle in
realtà.
L’uomo, che è capace di cose
grandi e meschine, di azioni sublimi o infami, deve per tempo,
studiando i suoi simili e la storia,
cercare di riconoscere i segnali
di allarme che provengono dalla
cronaca e prepararsi a rispondere nel modo più adeguato al rispetto della vita, ai problemi che
la mettono in forse.
Oggi la gamma delle risposte
possibili è vasta, e fra queste vi
è la prevenzione mediante l’informazione, la cultura, l’addestramento eco-pacifista; c’è l’intervento disarmato nelle zone di
conflitto, ci sono l’obiezione di coscienza e l’obiezione fiscale alle
spese militari; ci sono lo studio
e la sperimentazione della difesa
popolare nonviolenta...
Ma negli anni ’30-’40 poco di
tutto questo era a conoscenza
della gente ; le ideologie più coinvolgenti erano le une contro le
altre armate, e le democrazie occidentali facevano i loro giochi
grotteschi sulla pelle dei popoli.
Guerra e prigionia e deportazioni e genocidi ne furono la conseguenza, e le risposte furono tutte o deboli o violente.
Mille e mille pagine di genuino
valore furono scritte direttamente col sangue da altrettanti protagonisti, per essere dimenticate
e sepolte con loro. Come ciò accadeva, in quali incredibili situazioni — di fame, di miseria, di
orrore, di dolore — è con straordinaria partecipazione ed insieme lucida oggettività rappresentato nella testimonianza di Giovanni Melodia.
E’ una lettura che si trasforma
in lezione ed esperienza per chi
ha vissuto la guerra in un versante o nell’altro, ma soprattutto
per chi non l’ha vissuta, perché
non sia fuorviato dai suoi sostenitori, né deluso dai primi intoppi nel cammino della non violenza. I problemi ci sono: bisogna tenerne conto per tempo.
D. M.
Progetto ’89
Libertà, eguaglianza e fraternità sono una traduzione laica dei principi del cristianesimo?
La campagna merita un discorso a parte.
Durante uno dei loro viaggi i
coniugi Angelini si trovarono a
Cincinnati, dove esisteva una
grande fabbrica di campane. E
qui raccontarono della chiesa di
Forano, e notarono come seppure l’edificio fosse ormai completato, il campanile compreso,
mancava la campana i>er annunciare il culto. A questo discorso
prestò attenzione il proprietario
dell’emporio di campane e promise di fare qualcosa; infatti
ben presto dette incarico ad una
ditta di trasporti di consegnare
e far installare a sue spese una
campana di 12 quintali nel campanile della nostra chiesa di Forano.
In un’altra occasione la signora Angelini si occupò di far studiare presso i collegi valdesi nove tra ragazzi e ragazze del posto, per aiutare le famiglie povere di quei giovani.
Ecco, questi sono stati alcuni
dei momenti più significativi della vita della nostra comunità e
a raccontarmeli fu proprio la
signora Angelini.
L’evangelista Giuseppe Scarinci, che per oltre 30 anni predicò la Parola del Signore, ricordava come una volta, mentre si
trovava a studiare presso l’istituto Gould di Firenze, ricevette
l’invito della signora Angelini
per un viaggio in Belgio, dove
avrebbe potuto apprendere il
francese; a questa proposta, che
prevedeva un corso di studi di
ben quattro anni, Scarinci rispose con le parole del cantico; « E’
dolce al tuo servizio vivere o
Salvator! » e partì.
Rocco Giuliani
GIOVANNI MELODIA. Di là da quel
cancello, Varese, Mursia ed., 1988,
pag. 305, lire 25.000.
Liberté. Egalité. Fraternité.
Sono i princìpi dell’89, della Rivoluzione francese di cui si celebra il 2“ centenario. La rivoluzione fondata sui lumi della ragione, sui valori della borghesia
imprenditoriale emergente come
classe egemone.
Il caso fa coincidere i 200 anni della grande Rivoluzione francese con i 300 del rientro dei
valdesi in Italia. Quel « Rimpatrio » definito glorioso al pari
della contemporanea rivoluzione
inglese. Oltremanica, cento anni prima che in Francia, senza
troppo clamore, senza nessun
Terrore, attorno al trono di Guglielmo d’Orange, olandese, protestante, erano apparsi per la
prima volta i valori di una democrazia rappresentativa moderna, libera, tollerante.
Ma il nucleo normativo del nostro progetto di modernità sono
i princìpi dell’89. Si riconoscono
oggi in essi anche forze ideali
e politiche nate sulla spinta di
una pregiudiziale antiborghese.
Possiamo ancora ragionare su
libertà, eguaglianza, solidarietà
umana e sociale? Possiamo farlo in un’epoca come la nostra,
nella quale questo pare non essere più di moda? Possiamo pK)rre questi valori come riferimenti di un « Progetto ’89 », alle soglie del 2000, fondare su questo
nucleo di princìpi la nostra convivenza prossima ventura?
Se lo chiedono un filosofo (Salvatore Veca), un sociologo (Alberto Martinelli), un economista
(Michele Salvati) in un libro edito da II Saggiatore, dal titolo
di « Progetto ’89: tre saggi su
libertà, eguaglianza, fraternità ».
Credo che la concomitanza delle due celebrazioni, la Rivoluzione dell'89 ed il Rimpatrio valde-se, debba farci riflettere su questo interrogativo. Le idee forza
dell’89 non sono, in fondo, la versione diciamo laica, terrena dell’etica cristiana?
Hanno contribuito a dare formidabile impulso al mutamento
sociale. Ma, via via, hanno perso di tensione. E le trasformazioni ci pongono oggi pesanti dilemmi, vie bloccate, ci presentano un conto drammatico di
costi e benefici.
L’opinione che il libro veicola è che quei princìpi sono tuttora validi, che ci sia ancora
molto da lavorare attorno ad essi, che possano essere la bussola per orientare di nuovo l’azione pubblica, as.setti istituzionali
e disegni politici alternativi.
Il libro è denso, ricco di riferimenti al lavorìo che i tre princìpi dell’89 francese hanno fatto
sulle forme culturali, sulle vicende storiche dei nostri anni
moderni.
Ci sforzeremo di riassumerne
le conclusioni.
La libertà si connota prima
come libertà negativa: libertà di
poter fare ed essere come si sceglie, senza costrizioni.
Poi questo pluralismo di scelte si propone come libertà in
positivo. E’ la libertà, la nostra
identità di cittadini, membri della polis che dividono un destino
comune. E questa libertà positiva è molto vicina all’eguaglianza ed alla solidarietà verso gli
altri.
Qui sta la linea di confine fra
l’area della nostra moralità e
delle scelte private e l’arca dell’etica e delle scelte pubbliche.
Del resto, la società in cui viviamo alla fine del secondo millennio è molto più complessa di
quelle che storicamente l’hanno
preceduta e non tollera soluzioni semplificate; in una società
complessa, per esempio, un problema difficile sarà far quadrare i conti di eguaglianza ed efficienza. Ma economia e politica
non possono essere separate.
Alla molteplicità degli attori,
dei gruppi, degli interessi corrisponde un pluralismo di valori,
di comportamenti che esige tolleranza, rispetto della diversità,
rifiuto di ogni integralismo.
La separazione dei poteri, la
diversità è patrimonio su cui costruire, ma la complessità chiama anche una solidarietà di intenti universale, cooperazione,
dialogo tra culture e democrazie.
Il sogno di Kant, di « una società fatta di cittadini del mondo » è l’unica, vera realizzazione del processo moderno.
Sergio N. TurtuHci
Incontri 1
PADOVA — Sabato 1° aprile, a cura del gruppo « L'Incontro » (omosessuali credenti) nelle saie sociali della
comunità metodista, incontro con Pappe Ramina, presidente nazionale Lega
italiana lotta AIDS (LILA) sul tema:
AIDS - prevenzione e solidarietà. Inizio alle ore 16.30.
UDINE — Con il 1” aprile inizia il
XIII corso di studio ecumenico del
Centro ricerche e attività ecumeniche
(CRAE) condotto in collaborazione con
le chiese evangeliche locali. La prima conversazione sarà tenuta dai pastore Claudio H. Martelli e avrà per
tema: « Giustizia, pace, salvaguardia
del creato: un appello alle chiese
Sede del corso sarà l’auditorium « S.
Spirito » (v. Crispi 16, Udine). Salato
1° aprile, ore 15.30.
Per informazioni: CRAE, tei. 0432(
45036.
NAPOLI — BIBLIA, associazione
laica di cultura biblica, organizza un
convegno nazionale a Napoli il 23-30
aprile 1989, nell'Aula magna dell'Istituto navale, via Ammiraglio Acton 38,
sul tema: « Un libro, molte letture:
leggere la Bibbia oggi ».
I nuclei attorno a cui si articolerà
il convegno sono tre: l'esempio concreto di una lettura non di fede della
Scrittura (prof. S. Natoli), la lettura
di fede della Bibbia così come si presenta nelle tre tradizioni religiose
ebraica, cattolica e riformata (rav A.
Piattelli, don B. Forte, past. D. Garrone) ed infine la presenza della cultura biblica all'interno della scuola
italiana (prof. M. Pesce). Per favorire
un coinvolgimento il più possibile ampio dei partecipanti, il convegno è
stato impostato in modo tale da lasciare larghi spazi disponibili agli
interventi del pubblico.
L'invito a partecipare è rivolto a
tutti. Per informazioni dettagliate si
prega di scrivere o telefonare a BIBLIA, via A. da Settimello 129, 50040
Settimello (Fi), tei. 055/8825055.
POGGIO UBERTIN1 (FI) — Dal 24 al
27 marzo si svolge il « Colloquio di
Pasqua » sul tema « Per me vivere è
Cristo », Oratore N. A. Tarasiuk.
MOTTOLA (TA) — Nell'ambito degli incontri organizzati dalla chiesa
battista per il ciclo • Dio nella coscienza moderna », sabato 8 aprile
parla il prof. F. Gentiioni sui tema:
« Non nominare invano ».
Compro mobili e
oggetti della nonna.
Sgombero solai.
Massima serietà.
Telefonare ore pasti
(0121) 74036.
5
17 marzo 1989
ecumenismo
NOTE SUL TESTO PREPARATORIO DI BASILEA ’89
Educare politici e eiettori
Esigenze morali e ricerca del prossimo: chi potrà ascoltare la voce
dei cristiani? - Occorre praticare coerentemente queste proposte
Mi permetto innanzitutto una
osservazione fondamentale sulla forma di tali testi. Un testo
lungo, che deve essere approvato
da un’assemblea, necessita di un
intensivo lavoro contenutistico e
stilistico, se vuole ottenere l’effetto sperato. Quando fui pregato nel 1985 di partecipare ad un
appello per un Concilio della pace, ingenuamente considerai naturale che il Concilio dovesse durare dei mesi. Il Concilio Vaticano II, nei vari anni in cui si svolse, si riunì ogni volta per oltre un
mese; e nel frattempo il segretariato continuava a lavorare incessantemente. Forse le brevissime
Assemblee ora considerate, Basilea e Seoul, inducono a riconoscere che sarà ancora necessario un
processo di simile intensità.
Pertanto si dovrebbe forse proporre aH’Assemblea di Basilea la
pubblicazione di due, se non addirittura tre testi completamente
diversi per lunghezza e finalità.
Un lungo testo accuratamente
preparato, come è ancora possibile fare nei restanti mesi, potrebbe essere inviato alle chiese
europee e all’Assemblea mondiale di Seoul come catalogo di quesiti ben valorizzato per ulteriore
lavoro; dovrebbe essere un testo
accessibile al pubblico, ma non
con il pathos del grande annuncio. Una dichiarazione molto più
sintetica potrebbe comunicare al
pubblico di che si tratta. Un vero
appello ad agire rivolto ai cristiani e al mondo sarebbe tanto
più efficace se comprendesse solo poche pagine.
In questo mio contributo faccio solo alcune osservazioni sulle domande del 7” capitolo.
Oltre a sollecitare esigenze
morali, queste domande hanno
soprattutto il grande merito di
indurci a riflettere su come possiamo concretamente soddisfare
queste esigenze con il nostro
prossimo. Per ciascuno dei tre temi scelgo poche parole chiave.
Sulla giustìzia i temi: problema del debito pubblico, diritti
dell’ uomo, sistema economico
mondiale. Sul problema del debito pubblico la Dichiarazione di
Stuttgart ' contiene alcune riflessioni concrete alle quali facciamo brevemente riferimento come punto di partenza per ulteriori considerazioni. L’enumerazione degli accordi internazionali
sui diritti dell’uomo nel 7° capitolo della bozza esorta i cristiani a
partecipare con tutte le forze e
con impegno concreto a questa
istanza del nostro tempo; a ciò
deve andare il nostro deciso sostegno.
Più difficile è affrontare il concetto di sistema economico mondiale. Nel 4" capitolo la bozza definisce come una « struttura di
peccato la diseguale distribuzione delle ricchezze in un sistema
economico mondiale che procura
ricchezza ad una minoranza e
mette in pericolo la vita di milioni di uomini ».
La Dichiarazione di Stuttgart
dice (2.23): «Perciò è assolutamente necessario un cambiamento di questo sistema economico
mondiale. Lo scopo deve essere
quello di unire i vantaggi del libero scambio e gli accordi internazionali sulla protezione del
partner più debole e sul comune
sviluppo delle loro possibilità
economiche ». Qui, almeno, si fa
riferimento alla questione del
passi concreti da intraprendere.
Per una comunità ecclesiastica i
cui membri provengono in parte
da paesi capitalistici e in parte
da paesi socialisti non sarà facile, inizialmente, eliminare l’opposizione politica delle due ideo
logie. Mi permetto di accennare
qui alla mia personale opinione
sul problema. Come già Marx sapeva, nella creazione di forze produttive il sistema di mercato è
più efficace di qualsiasi economia diretta da un piano statale.
Il mercato produce beni, ma non
li distribuisce uniformemente.
L’enciclica papale « Sollicitudo
rei socialis », che affronta l’argomento nella tradizione della dottrina sociale cattolica, merita qui
l’attenzione di tutti noi. Si contraddice la natura morale dell’uomo se questi viene considerato
solo nel suo interesse economico
o nell’obbedienza ad un programma dell’autorità. Egli ha bisogno dell’amore del prossimo.
Certo con questo appello non si
risolve il problema politico. Un
miglioramento delle condizioni
sociali potrebbe essere avviato
nei paesi capitalistici per via democratica secondo lo stato di diritto. Al mercato mondiale manca la cornice di un sistema vincolante pacifico, basato sullo stato
di diritto. Creare questa cornice
sarebbe il compito decisivo.
Così giungiamo al tema pace.
La Dichiarazione di Stuttgart nei
punti giustizia e creazione discute prevalentemente esigenze morali ; nel tema pace considera
molto accuratamente quello che
può essere realizzato oggi. Ma
essa esprime, come la bozza di
Basilea, l’esigenza fondamentale
di superare l’istituzione della
guerra. Nessuna delle grandi
chiese avrebbe osato, qualche decennio fa, considerare ciò come
concreto fine politico. La dottrina della « giusta guerra », cioè
l’esigenza di limitare la guerra a
scopi giusti con mezzi giusti, era
nelle chiese la dottrina morale
dominante e rispettabile; ma anche questa dottrina poteva raramente essere imposta realmente.
La tecnica moderna, e nel modo
più spaventoso la bomba atomica, ha cominciato ad insegnare che l’istituzione della guerra
non è compatibile con la nostra
sopravvivenza. Questo ci ricorda
che anche la profezia dell’Antico
Testamento e i discorsi di Gesù
hanno insegnato molto di più che
non il semplice limitarsi alla
« guerra giusta ».
Nella realtà, però, l’istituzione
della guerra non è stata superata. Dal 1945 non è stata combattuta alcuna guerra che sarebbe
potuta diventare nucleare. Questo è l’effetto positivo della « minaccia nucleare », una pausa per
riprendere fiato, finché non si
trova un’autentica soluzione politica. Dal punto di vista morale
la minaccia nucleare non può essere giustificata ; e allora dove
resta la giustificazione e la credibilità della semplice minaccia?
La lettera pastorale dei vescovi
cattolici americani del 1983 lo dice chiaramente.
Del tutto non risolto è il problema delle guerre non nucleari
nei paesi del sud. Un interesse
vitale dell’Europa rappresentata
a Basilea è anche la creazione di
un ordinamento mondiale giusto
e pacifico; l’Europa non sarà a
lungo un’isola pacifica in un
mondo senza pace.
Occorre dunque studiare e sollecitare i passi concreti: difesa
non armata, divieto di esportazione di armamenti e, appunto,
un ordinamento economico mondiale.
Il tema conservazione della
creazione esige concretamente
nella parte ricca dell’Europa un
regime di vita più austero; su
scala mondiale l’arresto dell’aumento della popolazione; forme
di energia « pulita » (e non « con
veniente », come è scritto nella
bozza). In questo campo occorre
molta competenza. La combustione di materiali fossili deve essere ridotta drasticamente se si
vuole evitare una catastrofe climatica (effetto serra a causa del
CO2). Come si ottiene questo politicamente? L’energia nucleare
in un mondo che non ha ancora
superato la guerra costituisce un
pericolo.
In conclusione un’osservazione
generale. Si sente dire che il
mondo non ascolterà queste esigenze sollevate dai cristiani. Due
sono le condizioni per esprimersi
in modo credibile: si dovrebbe
fare personalmente quello che si
afferma ; e dalle proprie dichiarazioni dovrebbe risultare evidente
che si parla con cognizione di
causa. Entrambi sono compiti ardui. Ma non è ammissibile attribuire la colpa di tutti i mali unicamente ai politici. I politici non
sono meno intelligenti e meno
onesti della maggioranza dei loro
elettori. Per questo è importante
educare l’opinione pubblica.
Cari Friedrich
von Weizsäcker
' Testo pubblicato dal forum « Giustizia e pace », convocato dalla Comunità di lavoro delle chiese cristiane
(AcK) nell’ottobre 1988.
TORINO
La pace: dimensione globale
L’assemblea di Basilea, se pure non avrà carattere deliberativo, sarà
tuttavia un evento fondamentale per il futuro comune dell’Europa
In occasione dei preparativi
dell’Assemblea ecumenica europea « Pace nella giustizia » che
si svolgerà a Basilea nella seconda metà di maggio, si è tenuto
nella sala valdese di Torino un
vivo e articolato dibattito sui
problemi, le incognite e le speranze che si accompagnano a
questo grande evento ecumenico. La nutrita e impegnativa rassegna di interventi ha trovato
un pubblico positivamente partecipe e interessato.
L’Europa — ha esordito il pastore Aldo Comba — si presenta aH’appuntamento del '92 culturalmente ed economicamente
divisa con in più un fardello di
responsabilità verso il terzo mondo addirittura schiacciante. Basilea deve dunque nascere in una
dimensione il più possibile globale. Un meccanismo economico
perverso e un degrado scoraggiante possono essere sconfitti
.solo se analizzati e motivati accuratamente: dire che siamo tutti colpevoli è come dire che non
si può fare nulla. Anche se l’a.ssemblca non avrà poteri deliberativi raggiungerà ugualmente un
rimarchevole risultato se sarà in
grado di lanciare un appello finalmente netto e chiaro ai fedeli
d’Europa e del mondo intero.
Nel suo intervento Luca Jahier,
della CISV, rilevando e criticando i discutibili tecnicismi del documento preparatorio aH’Assemblea, ha efficacemente sottolineato la prc.senza di ingiustizie nelle
chie.se prima ancora che tra le
chiese, verificando nel microcosmo confessionale il puntuale riprodursi delle tensioni e delle
discriminazioni presenti nella società. E’ utopico o, più semplicemente, ingenuo concepire un mutamento delle condizioni di ingiustizia sociale. Un superamento delle tensioni internazionali,
coltivando nel proprio orto la di
scriminazione e tollerando l’indifferenza.
« La natura è sacra? » si è chiesto nel suo energico intervento
Nanni Salio del centro di documentazione S. Regis. La triade
uomo-Dio-natura è andata in
frantumi, la cultura moderna, e
non solo nella componente laica, ha diviso l’uomo da Dio, la
natura dall’uomo, Dio dalla natura. La situazione è angosciante, le prospettive allarmanti, il
futuro è sul punto di essere compromes.so. Ogni impresa che consumi il proprio capitale è ine.sorabilmente votata al fallimento. E’ quello che sta facendo
l’umanità a ritmo frenetico nell'impresa di gestione della terra. Non tutto quello che è possibile fare si deve fare. Si può
affermare con tutta tranquillità
che ogni attività, che si svolge
per la conservazione e per una
razionale gestione delle risorse
naturali, rappresenta un investimento per il futuro, un’operazione strettamente economica e utilitaristica prima ancora che etica.
Enrico Peyretti, per i Beati costruttori di pace, e Margherita
Granerò per l’Associazione per la
pace, hanno da parte loro rivendicato la centralità e la necessità di un’autentica e duratura
pace hanno da parte loro rivensto indispensabile per l’attuazione degli altri due doni di Dio:
la giustizia e l’integrità del creato.
Maria Teresa Messidoro ha portato dal Salvador una drammatica testimonianza sulle condizioni di negazione dei tre valori
cardine su cui si appresta a discutere l’Assemblea di Basilea.
Il segno perdurante della conquista, della colonizzazione e della dominazione economica e culturale deH’Europa sul Centroamerica ci chiama in causa di
nanzi alla sofferenza e al dramma di un popolo ancora alla ricerca di una propria identità. Di
fronte alla violenza scoppiata
per le strade di Caracas, alle
battaglie della miseria e della
fame combattute nelle « favelas » di Santiago e Asuncion,
l’Occidente non può guardare
dall’altra parte con disinibita indifferenza quando gli interessi
imposti dalle sue banche stritolano le economie arretrate, avvelenando ogni forma di democrazia nascente. Il sistema economico internazionale non è una
realtà astratta; imparando a conoscerlo comprenderemo le nostre precise responsabilità.
Franco Barbero ha richiamato
la necessità e l’urgenza di un’azione concreta che porti all’abolizione dei cappellani militari e
di ogni forma di finanziamento
ad imprese produttrici di armi.
Gli interventi di Gianni Novelli
e Sergio Ribet hanno concluso la
serata. Ouest’ultimo, membro
della delegazione evangelica a
Basilea, ha sottolineato la potenziale, innovativa portata del messaggio che l’Assemblea ecumenica può suggerire anche ad un
ambiente e ad una sensibilità
di ispirazione laica. In anni di
tensioni e ideologie spesso sterilmente contrapposte, le chiese
hanno la responsabilità di avviare c facilitare il dialogo, tra la
gente e con la gente, in modo
da consentire un’intesa ormai
drammaticamente urgente,
L’Assemblea di Basilea rappresenta un’occasione irripetibile in
tal senso, un evento die. se adeguatamente interpretato, potrà
polarizzare l’attenzione e, speriamo, gli sforzi delle nuove generazioni per la costruzione dì
una « casa europea » senza divisioni interne e aperta agli altri
popoli.
Michele Vellano
6
obiettivo aperto
Il 22 dicembre scorso, raccordo che chiudevoi ^zidt
costituiva uno spiraglio di di^e nt
Internamente, invece, tutto aprimi
un momento economicamente difficile, si¡;e la
i di^i SOI
E la repressione non c
ha preso parte allo sciopero della fame in f^ei P
Amnesty International parla di 100 esecuzioni altìe un
pi
I commerci delVoro coàlia e
Il Sud Africa e al primo posto, a livello mondiale, per quanto riguarda la
disponibilità di risorse minerarie strategiche, a causa della sua abbondante pro^
dazione, del peso delle sue esportazioni e dell’importanza delle sue riserve. E’
al primo posto per la produzione di quattro minerali: vanadio (utilizzato per la
fabbricazione di oleodotti e in aeronautica); oro {oreficeria, lingotti, monete);
cromo (aeronautica, chimica, elettronica); andalusite.
Il Su<l Africa è secondo nella produzione di altri cinque minerali: platino
(auto, raffinerie, elettronica) ; manganese (siderurgia); vermiculite e titanio (aeronautica. sottomarini nucleari); uranio.
del Sud Africa
IMPORT-EXPORT
L'oro nero dell'Italia
Nel gennaio scorso si è tenuta a Vicenza la più importante rassegna fieristica dedicata alla produzione orafa.
Nell’occasione CGIL, CISL e
VIL hanno organizzato una
manifestazione per denunciare
pubblicamente il coinvolgimento italiano nell’esportazione dell’oro sudafricano.
Il testo che segue è parte
della relazione tenuta da Peter Robbins, ricercatore presso la Commissione mondiale
per l’oro dell’ONU.
L’Italia acquista probabilmente un terzo di tutto l’oro prodotto in Sud Africa, per un valore di circa 300 miliardi di lire.
Metà di quest’oro arriva direttamente dal Sud Africa, l’altra metà entra attraverso la Svizzera.
Le miniere svizzere non producono oro, ma le autorità doganali italiane non registrano il
paese d’origine- dell’oro quando
questo entra in Italia. Abbiamo
ragione di credere che la maggior parte dell’oro svizzero, se
non tutto, è in realtà oro sudafricano. Anche considerando
solo l’oro importato dall’Italia
direttamente dal Sud Africa, si
tratta della più grande fetta dell’esportazione aurifera sudafricana e fa dell’Italia, globalmente, il secondo partner commerciale del Sud Africa nel mondo,
dopo il Giappone.
L’importanza del Sud Africa
come produttore d’oro sta diminuendo nel mondo. Solo un
decennio fa produceva più della metà dell’oro mondiale, ora
ne produce un terzo. In questi
ultimi anni la produzione è stata spesso bloccata per molti
giorni dalle lotte dei minatori
neri contro il sistema dell’apartheid e ci si può aspettare che
i disordini civili e industriali
aumenteranno progressivamente. Gli Stati Uniti, che sono il
più grosso cliente straniero dell’oreficeria italiana, hanno adottato le sanzioni economiche
contro il Sud Africa più rigide
di quelle di ogni altra potenza
industriale. Le sue leggi prevedono ritorsioni contro le nazioni che violino, anche indirettamente, le sue sanzioni ricavandone vantaggi. Ciò significa che
se l’Italia continuerà ad acquistare oro dal Sud Africa, potrebbe non essere più in grado di
esportare i suoi prodotti di oreficeria sul mercato americano.
Sembra che gli orafi italiani
fino a poco tempo fa non fossero consapevoli del problema
e dell’esistenza di altre fonti di
approvvigionamento. L’industria
orafa italiana utilizza circa 200
tonnellate d’oro all’anno. Stati
Uniti, Australia, Brasile e altre
62 nazioni producono circa
1.100 tonnellate d’oro e, inoltre,
ogni anno vengono recuperate
dagli scarti 400 tonnellate d’oro.
Dato che l’industria orafa italiana è una delle più importanti
fonti di guadagno per l’esportazione italiana, ci si domanda
perché l’oro venga importato dal
Sud Africa e quasi niente dagli
altri paesi produttori. Perché
l’Italia corre questo rischio? Chi
decide di comprare l’oro esclusivamente dal Sud Africa? Può
questo commercio finire? Abbiamo incontrato i rappresentanti
dei lavoratori delle fabbriche
orafe, degli artigiani e degli industriali del settore, i ricercatori, i funzionari del governo e delle banche, e ci è stato confermato da tutti che non c’è una
ragione tecnica per non comprare oro da altre nazioni.
L’oro sudafricano è generalmente meno puro dell’oro di
altra provenienza, perché le attrezzature usate in Sud Africa
per raffinare l’oro sono vecchie
e il rand (la moneta sudafricana) è così debole da far risultare troppo gravoso l’acquisto
di nuove attrezzature.
La consegna dell’oro dal Sud
Africa non pone meno problemi di quelli per l’importazione
dell’oro da altre nazioni. Il Canada, che produce più di 150
toruiellate d’oro l’anno, e l’Unione Sovietica, che esporta circa
300 tonnellate l’anno, sono sicuramente più vicine del Sud Africa all’Italia. Sappiamo che
l’oro sudafricano non è a più
buon mercato di quello proveniente da altre fonti. Allora perché l’Italia favorisce il regime
dell’apartheid?
Il mercato dell’ero in Italia
è molto complicato e alcuni suoi
passaggi sono poco chiari. I
sudafricani stessi stimano che
fino al 25% dell’oro importato
in Italia viene introdotto nel
paese illegalmente, contrabbandandolo per evitare le tasse
d’importazione. Alcune fabbriche che lavorano l’oro usano
sistemi bancari al limite della
legalità, compilano documenti
falsi dove dichiarano che l’oro
deriva dal riciclaggio degli scarti, cosicché riducono artificiosamente i prefitti per evitare il pagamento delle tasse e per dare
l’impressione ai sindacati che
la compagnia ha un profitto minore di quello reale. Chi fa uso
d’oro è legalmente obbligato ad
acquistare il proprio fabbisogno ufficiale attraverso banche
autorizzate, che sono le stesse
che hanno finora i più grossi
investimenti in Sud Africa. Queste banche italiane, in genere,
comprano da banche svizzere.
Perché l’Italia, la più grande
utilizzatrice d’oro nel mondo,
debba comprare l’oro attraverso
banche d’un altro paese, resta
un mistero. Le banche svizzere
stesse hanno stretti collegamenti col Sud Africa, e sono in
prima linea nell’assistere il Sud
Africa con prestiti che il resto
del mondo si rifiuta di concedere. Molte compagnie sudafricane hanno la base in Svizzera
e utilizzano le banche svizzere.
Le autorità svizzere hanno investigato a proposito di una
banca svizzera, una delle più
importanti fornitrici d’oro all’Italia, che era implicata in
traffici di denaro sporco (droga
nella fattispecie), il cui direttore era il marito di un membro
del governo. Crediamo che il
Sud Africa stia preparandosi
ad utilizzare la Svizzera per violare le sanzioni adottate nei suoi
confronti dai paesi più progressisti del mondo.
I rappresentanti sudafricani
dell’oro hanno stretto relazioni
personali con gli esponenti dell’industria orafa e delle banche.
Un immenso ufficio vendite di
oro sudafricano ha operato a
Milano per tutti questi anni, e
i sudafricani sono a conoscenza di quanto importante sia questo mercato. Alcune leggi italiane relative all’oro non incoraggiano l’onestà del mercato. Il
contrabbando verrebbe senza
dubbio ridotto se anche il valore aggiunto sui prodotti orafi
venisse ridotto. Il modo semplicistico con cui alle frontiere italiane viene registrato il
paese d’origine dell’ero importato serve solo a mascherare le
vere dimensioni di questo commercio. Qualcuno sostiene che
la restrizione dei movimenti di
valuta estera incoraggerebbe la
disonestà. Per queste ed altre
ragioni le relazioni fra l’industria orafa e i fornitori d’oro
tendono verso la disonestà. Questo riduce le possibilità per i
compratori di trovare fornitori
nuovi ed in regola. Ciò significa che il mercato viene lasciato
ai sudafricani.
Peter Robbins
Iniziati
« Iniziativa agape »: è questo il nome dell'operazione
di gemellaggio che le chiese
battiste italiane stanno per
avviare con quelle del Sud
Africa. Il Z aprile prossimo
ogni chiesa organizzerà una
iniziativa a livello locale (predicazioni attinenti al problema, conferenze, uscite pubbliche, ecc.), in coincidenza
con la « domenica dei diritti umani ». L'organizzazione
di queste manifestazioni è
affidata al Dipartimento d’evangelizzazione, e la giornata della domenica si colloca
anche airinterno della « Settimana antiapartheid », organizzata dal Coordinamento
nazionale, un organismo italiano a cui aderiscono anche
le chiese evangeliche.
« La domenica dei diritti
umani — spiega Saverio
Guarna, responsabile del dipartimento — è stata istituita, per volere dell’Assemblea
generale dell’UCEBI, nella
prima domenica di aprile
per la sua prossimità con il
giorno 4 in cui, nel 1968, fu
ucciso Martin Luther King.
Inoltre, anche l’Alleanza mondiale battista, due anni fa,
chiese a tutte le unioni di
istituire questa scadenza. Te
nendo presente la ricchezza
del messaggio di King, che
è attuodizzabile in termini di
impegno pacifista, antirazzista e contro ogni forma di
emarginazione, ecco che trova un senso l’unificazione
delle iniziative ».
Va detto, a questo proposito, che fin daU’Assemblea
generale straordinaria del
1985 i battisti italiani avevano concretizzato in vari ordini del giorno il loro impegno contro il regime di segregazione del Sud .Africa.
Ma a quale esigenza risponde il gemellaggio?
Una risposta
fraterna
« Cerchiamo di rispondere — continua il pastore
Guarna — alle difficoltà finanziarie della Convenzione
battista sudafricana, cioè delle chiese nere. In Sud Africa i battisti neri formano
dall’anno scorso una convenzione a sé stante, ma in realtà, fin dall’opera delle missioni, le chiese di bianchi e
di neri si sono formate autonomamente. La tendenza
era quella di formare una
JU.HÌI
Solidarietà con il oi
Il 2 aprile è anche la domenica dei diritti umani: fra i materiali del
Dipartimento d’evangelizzazione è importante il pernierò di Martin
Luther King.
7
r
obiettivo aperto
€vÀziatì Vindipendenza della Namibia
di^e nella politica estera del Sud Africa,
dio ¡prima, anzi: il paese sta attraversando
si^e possibilità di lavoro nelle miniere,
dkti sono ormai circa sei milioni e mezzo,
oninaa diminuire: il pastore Allan Boesak
in f^iei prigionieri detenuti senza processo;
altie un nuovo duro controllo si prospetta
j per le organizzazioni di opposizione.
> co0a e le iniziative dei battisti italiani.
Qpolo nero
L’IMPEGNO DELLE CHIESE BATTISTE
ti\.agape
chiesa per ogni gruppo etnico e così, nel secolo scorso,
nacque una chiesa bantu ad
opera dei missionari tedeschi. C'è sempre stato uno
stretto rapporto con i bianchi, più volte era stata ipotizzata un’unione, in altre
occasioni si sentiva più forte la distanza.
In realtà i problemi ci sono, dato il diverso atteggiamento nei confronti della
politica e del governo. Le
chiese battiste bianche con
UCEBI
0.d.g. '85
L’Assemblea generale dell’Unione cristiana evangelica
battista d’Italia, Santa Severa, 11-14 settembre 1985, a seguito dell’acuirsi delle tensioni sociali nel Sud Africa e
deU’inasprimento della repressione violenta e sang^uinosa della popolazione nera
da parte del regime, DELIBERA di dare la sua adesione al Coordinamento nazionale per la lotta contro l’apartheid in Sud Africa, di
aderire alla manifestazione
indetta dal Coordinamento
summenzionato a Roma il 17
settembre u.s., INVITA tutte
le chiese battiste aderenti a
farsi promotrici della sensibilizzazione dell’opinione pubblica italiana e ad esprimere
la loro solidarietà nelle maniere opportune al popolo
nero del Sud Africa e ai suol
leader civili e religiosi.
cepiscono Vimpegno sociale
come scelta dei singoli, mentre pei i neri un atteggiamento di questo genere significa accettare lo "status
ùuo”, caratterizzato dal reginte dell’apartheid.
Peraltro va detto che le
chiese nere non sono ’’interamente" nere, e viceversa;
vi è anzi un certo scambio
per cui, ad esempio, un pastore bianco presta il suo
servizio in una chiesa nera.
All’interno della Convenzione, che l’anno scorso è
stata accettata come membro a sé dell’Alleanza mondiale battista e che conta
all’incirca 260 chiese e 100
pastori locali, esiste poi la
"Fellowship of Concerned
Baptists", un’organizzazione
che è membro del Consiglio
delle chiese sudafricane, e
che è direttamente impegnata nella lotta contro l’apartheid. A causa dei controlli
dello stato, ed essendo ora
svincolate da quelle bianche,
le chiese nere hanno lanciato l’appello a cui cercheremo di rispondere ».
Il 2 aprile, dunque, le chiese italiane saranno invitate
a questa manifestazione di
solidarietà, che non si esaurirà, però, in quella giornata.
« A noi è stato chiesto di
aderire come chiese, gruppi,
o anche come singoli all’iniziativa di gemellaggio, ma di
convogliare i fondi raccolti
alla Convenzione battista:
starà a loro trovare le destinazioni più rispondenti alle
necessità (soprattutto relative alle pensioni, all’edilizia
per le chiese locali, a varie
situazioni di emergenza), fi 2
aprile avremo una colletta
mirata, e poi cercheremo di
individuare delle persone disponibili a proseguire periodicamente questo impegno
per 12 mesi. Il Dipartimento
d’evangelizzazione raccoglierà questi nominativi e farà
da collegamento tra chiese
italiane e sudafricane per
mantenere nel tempo un contatto fatto anche di corrispondenza, di .scambio di esperienzs. In questo modo il
gemellaggio si svincola dal
momento "tecnico” dell’aiuto finanziario ».
Alberto Corsani
SCHEDA
Una morte annunciata
Nel marzo 1988 il governo del Sud Africa ha presentato
al Parlamento un disegno di legge teso a controllare i fendi
stranieri versati ad organizzazioni sudafricane. Si trattava
di un esplicito attacco alle organizzazioni (e sono molte) che
in Sud Africa lottano contro l’apartheid e che sono, in tutto
o in parte, sostenute da alleati oltreoceano.
Le proteste sono state così numerose che il governo si
è visto costretto a ritirare, in im primo tempo, il proprio
disegno di legge che — dopo alcune modificazioni in peggio —
è stato recentemente ripresentato in Parlamento.
Il Consiglio delle chiese sudafricane (SAGO considera
il nuovo disegno di legge più insidioso del precedente e
molto pericoloso; « «Riteniamo questo disegno di legge come
un esplicito tentativo del governo sudafricano — dice il
Comitato esecutivo del SACC — di ostacolare il lavoro di
legittime organizzazioni che si oppongono alla politica dell’apartheid. Chiediamo di farvi interpreti di questa protesta
presso i vostri governi affinché s’induca il nostro governo a
ritirare un disegno di legge estremamente lesivo delle libertà internazionali ».
Tre clausole nel disegno di legge appaiono particolarmente gravi; la n. 4 prevede che le organizzazioni o le persone che ricevono, direttamente o indirettamente, soldi dal
di fuori del Sud Africa devono dichiarare all’ufficiale di stato civile la somma ricevuta, nome e indirizzo del donatore,
scopo e condizioni per le quali il donatore ha inviato la somma. La clausola n. 6 prevede che il funzionario di stato possa perquisire, anche senza mandato, quando e come vuole
le sedi di organizzazioni sospettate di ricevere soldi dall’estero
ed interrogare seduta stante persone la cui deposizione possa
tornare utile ai fini delle indagini. Infine la clausola n. 9
conferisce al funzionario di stato il potere di congelare i
fondi stranieri destinati ad organizzazioni sudafricane non
gradite all’attuale corso politico. Quest’ultima condizione altro non è che la « morte annunciata » di molte organizzazioni antiapartheid, oltre ad essere un oltraggio nei confronti
dì coloro che dall’estero sostengono con il proprio denaro
la costruzione di una nuova società sudafricana democratica che non conosca più le attuali forme di fascismo e razzismo istituzionalizzate. G. P.
ITALIA
« Mon temere, popolo! ». Un’immagine tipica di un ghetto nero del
Sud Africa dell’apartheid.
Cosa
possiamo
fare
\'arie sono le iniziative propo.ste dal Coordinamento nazionale antiapartheid. Possiamo
COSI riassumerle :
— Campagna per il disinvestimento bancario: si è costituito un « Coordinamento antiapartheid bancari », dotato di
telefono (06/7ß60ßll), ed è a
(lispo.sizione un fascicolo su
« he banche dell’apartheid ».
— Campagna per i bambini
vittime dell’apartheid: relativa anche a Namibia, Angola e
Mozandiico. K’ coordinata dal
CTTiS (organizzazione non governativa, via Palermo, 36 Roma - tei. 06/4716246).
— Campagna contro l’acquisto dell’oro in Sud Africa: prima manifestazione è stato un
convegno tenuto.si a Vicenza il
20 gennaio .scorso per l’organizzazione di CGIL-CISLÜIL, in contemporanea a « VIcenzaoro », la pili importante
esposizione fieristica mondiale
dell’oro. Tra gli altri ha partecipato al convegno anche Oliver Tambo. presidente dell’African National Congress.
— Campagna contro il car
bone sudafricano: momento
centrale sarà la ('Onferenza internazionale di Roma (12-14
maggio) in vista della (|uale,
essendo il carbone sudafricano
acquistato ]>re valentemente
dall’ENEL, si sono impegnate
le confederazioni sindacali unilaniente ai sindacali elettrici.
Il Coordinamento sfa lavorando anche ad un documento
per lanciare la [iroposta di una
legge di iniziativa popolare
per le sanzioni gloViali al Sud
Africa.
8
8 vita delle chiese
17 marzo 1989
T
TORINO
E venne
dalle stelle...
Torino. A colloquio con l’uomo... dello spazio, nel corso della serata organizzata dalla comunità di lingua inglese.
« Fish and chips », pesce e patatine fritte, è un tipico piatto
popolare inglese (un po' come
per noi la pizza). Ed è proprio
questo piatto che un giovane
cuoco anglicano, membro della
chiesa di lingua inglese di Torino (nonché co-preparatore atletico della Juventus ed ex giocatore della squadra calcistica
delTAston Villa) ha preparato sabato scorso per ravvivare una
bella serata comunitaria.
« E’ un party all’insegna della fraternità — dice il pastore
Kenneth Houghland, proveniente con la moglie Anna da Alexandria, presso Washington, per lavorare a Torino — organizzato
anche per raccogliere qualche
fondo per la nostra attività ecclesiastica ».
I locali sono quelli della chiesa valdese. Tutto fila okay, atmosfera simpatica e noi ce la
stiamo godendo dopo una faticosa giornata di riunione del comitato di redazione del nostro
giornale. In un angolo della sala,
portato lì da amici degli amici,
c’è anche un certo dottor Carr,
americano, che essendo di passaggio a Torino ha deciso di passare la serata in fraterna compagnia, malgrado le sue giornate
torinesi siano pienissime di appuntamenti e di conferenze. Parla che ti parla, ad un bel momento salta fuori che il dottor
Carr è stato tra il 1973 e il 1974
comandante dell’equipaggio dello Skylab 4 in una missione nello spazio che durò 84 giorni.
In questo mese è stato invitato daH’Aeritalia per mettere a
punto alcuni programmi di alta
tecnologia. Pilota d’aerei per 34
anni, con la missione nello spazio dello Skylab Carr ha coronato il sogno di una vita. Ma
cosa si prova a vivere per quasi tre mesi a 400 chilometri dalla terra?
« Il corpo, nei primi giorni, per
lo spostamento interno dei liquidi si gonfia. Vi scmo anche alterazioni nella produzione dei globuli rossi. Vi sono difficoltà dovute all’assenza di peso; nella
cabina vola tutto ed è anche difficile farsi la barba. Per le ardue condizioni in cui si opera,
emotivamente si diventa irritabili e anche un piccolo problema diventa enormemente grande. Uno dei relax migliori è quello di guardare fuori dall’astronave ».
Carr è un anziano della chiesa presbiteriana, attualmente vive in un paesino dell’Arkansas,
Huntsville. Anche se lassù non
ha visto gli angeli, non ha p>erso
la fede.
« Anzi — ribatte Carr — quell’esperienza nello spazio ha rafforzato la mia fede. Lassù ero
fortemente impressionato dall’ordine cosmico e ho capito quan
to la persona umana sia solo un'infinitesima parte del creato. Ero così affascinato dall’ordine del cosmo che sarei stato
tentato di chiamare quello stesso ordine: Dio. Ma credo che
Gesù Cristo, più che le stelle, ci
fa conoscere la presenza di Dio,
in ogni caso il grande viaggio
nello spazio ha reso ancor più
profonda la mia fede biblica ».
E non ha avuto paura?
« La paura deriva dalla ignoranza. Con i miei compagni di
missione ero a perfetta conoscenza dello Skylab che stavamo pilotando, non avevo molto
tempo per occuparmi di eventuali paure. Cera molto da fare
con gli strumenti di bordo ».
Carr è per la prima volta in
Italia ed è impressionato (!) dal
livello della nostra alta tecnologia, in particolare della Fiat Avio.
Riceve — chiediamo ancora a
Carr — molti inviti a parlare deJla sua esperienza?
« Sì certo, anche se sono ormai passati alcuni anni. Non è
però sempre possibile spiegare
fino in fondo i problemi tecnicoscientifici legati a una missione
nello spazio ».
Un’ultima domanda tutta italiana; cosa pensa di Galileo Galilei?
« Penso che fu un uomo — dice Carr — molto percettivo, fu
una vittima del tempo in cui il
sapere umano era condizionato
dal potere religioso. Ma noi sappiamo che il messaggio di Cristo non teme il confronto con
la ricerca scientifica. Certo occorre vigilare che la scienza lavori al servizio e non alla distruzione dell’uomo. Ogni chiesa può
esprimere nelle sue assemblee
istituzionali opinioni che ritiene
valide, l’importante è che ci sia
uno scambio democratico d’idee,
pericoloso è il sottomettersi tutti all’opinione di qualcuno che
detta le regole del gioco. In questo senso il "caso Galileo" per
me è sempre attuale ».
Grazie Carr, venuto dalle stelle in questa chiesa piemontese.
Stessa sala i] giorno dopo alle 14.30. Abbiamo appena finito
di pranzare e stiamo per riprendere i lavori, ormai quasi al termine, Al ritorno dal rituale caffè preso all’angolo e offertoci da
un direttore che ci vuole svegli
per la corsa finale, troviamo la
sala della chiesa invasa dai filippini. Oltre cento. Tutti a dr
scutere di come compilare certi
moduli per il permesso di soggiorno, per le tasse... Ieri sera
ali inglesi e gli americani, oggi
i filippini.
L’orizzonte Piemonte si allarga
c questa volta grazie alla disponibilità di una chiesa che sa aprirsi all’esterno in modo straordinario. E queste cose bisogna pur dirle! Giuseppe Platone
CORRISPONDENZE
Falò in Ciociaria
COLLEFERRO — IlXVIIfeb
braio in quest’anno di anniversario del rimpatrio ha voluto da un lato esprimere la fraternità e la voglia di stare assieme, vive nelle comunità del
basso Lazio, e dall’altro anche cogliere l’opportunità per riflettere
sulla nostra memoria storica.
Quest’anno il falò non è stato occasione di incontro con le
altre chiese del Lazio o di testimonianza pubblica come lo
scorso anno. Ci siamo però ritrovati a cantare il Giuro di Sibaud intorno a un grosso falò
proprio nelle campagne dove si
è svolta la prima predicazione
evangelica nel dopoguerra, allora con l’intervento delle guardie a cavallo, per proteggere la
libertà di culto. Tra il serio e il
faceto, qualcuno osservava che
oggi ci vorrebbero le guardie
a cavallo per portare la gente
al culto e fare osservare la Costituzione ai ministri della pubblica istruzione. Un valdese
« DOC » (Luca Natali) ci ha guidati in una riflessione sul senso della storia. Ovviamente una
folta delegazione ha partecipato
alla manifestazione romana sull'ora di religione.
Il centro delle nostre iniziative è stata una mirabile conferenza del proL Giovanni Gönnet che, dopo avere riflettuto
nel corso del culto sul testo di
Romani 13 sui rapporti con le
autorità, ci ha fatto toccare con
mano i documenti del rimpatrio.
Ne è risultata una conferenza
viva che ha affascinato i (non
troppo numerosi) uditori; abbiamo capito che se di « glorioso » si può parlare, esso va riferito sempre e solo all’agire di
Dio.
A conclusione della settimana
dedicata alla storia abbiamo appreso che un nostro fratello di
Ferentino, Gianni Musella, ha
conseguito il dottorato in storia all’Università di Firenze e anche ciò ci rallegra.
Il « chirurgo
del Rimpatrio »
ROMA (Via IV Novembre) —
Oltre ad aver partecipato compatta alla manifestazione del 18
febbraio, la nostra comunità ha
tenuto ad avere una serata dedicata in modo specifico al « 17 » e,
in particolare, al « glorioso rimpatrio ». La sera del 17 una quarantina di persone si è così ritrovata nei nostri locali per un’agape fraterna voluta ed organizzata
dalle sorelle dell’Unione, che teniamo a ringraziare. Oltre ad alcuni canti vi è stata la presentazione del libro della Claudiana
(quello scritto a più mani) da
parte del pastore Conte; Mario
Cignoni ha poi parlato di una
delle figure del « rimpatrio » : il
chirurgo della spedizione, Jean
Muston, che fu purtroppo catturato a Salbertrand e trascorse
ben 25 anni ai remi delle galere
del re di Francia. Il che non gli
diede voglia di piegarsi a chi gli
chiedeva di abiurare.
• I concistori della comunità
di lingua francese e di via IV
Novembre si sono riuniti per fissare alcune linee di condotta a
proposito delle attività da svolgere in comune (culti, agapi, sedute congiunte di concistori) e
dell’utilizzazione dei locali. Da
notare che già molto spesso
membri dell’una o dell’altra comunità partecipano alle attività
rispettive. In particolare alcuni
membri di lingua francese fanno
parte di corale, unione giovanile
e femminile, mentre altri frequentano a tratti il culto in francese.
• Abbiamo avuto la gioia di
accogliere tra noi, per il culto e l’agape di domenica 26 febbraio, quindici catecumeni di
San Germano Chisone, guidati
dal pastore P. Ribet. Hanno incontrato i nostri catecumeni,
partecipando poi al culto presieduto dal loro pastore. Infine hanno trascorso con noi ancora alcuni istanti durante l’agape fraterna prevista in occasione della
giornata comunitaria. La colletta
del culto del 26 sarà devoluta ai
lavori della Casa di riposo di San
Germano. Grazie per questa visita, cari amici!
• Siamo stati lieti di poter rispondere in modo assai concreto e tempestivo all’appello rivolto dalla Federazione a favore dei
terremotati armeni. Questo, naturalmente, senza dimenticare né
la CEVAA, né la Missione evangelica contro la lebbra, che hanno occupato la nostra attenzione
in questi tempi in modo del tutto
particolare.
Teologia del
Rimpatrio
CATANIA — I culti del 12 e
19 febbraio sono stati dedicati
al tema del ritorno dei valdesi
in Italia nel 1689, utilizzando
le note esegetico-omiletiche curate dai proff. Garrone e Rostagno. Sono stati presentati i testi editi dalla Claudiana sul rimpatrio.
Dopo il culto in comune con la
chiesa battista, la domenica 19
una quarantina di membri della
comunità si sono ritrovati a Nicolosi, in un ristorante locale,
per un pranzo comunitario.
Alla serata era ufficialmente
rappresentata anche la comunità
di lingua francese, cosa che ci ha
fatto particolarmente piacere. Il
pastore Edzavè era dal canto suo
alle valli, come del resto un bel
gruppetto di nostri membri, che
hanno partecipato alla giornata
del 17 con la comunità di Pramollo, grati per la fraterna accoglienza.
Sempre per sottolineare il significato del « glorioso rimpatrio », grazie all’intervento di un
nostro membro di chiesa, è stato
diffuso il bel calendario commemorativo in cinque lingue edito
dall’ editore Meynier, sempre
pronto a cogliere con tempismo
le occasioni di diffondere « segnali » protestanti in una vasta
zona.
dalle sorelle delle due comunità
e da Nunziatina Grasso, della
chiesa battista di Lentini.
• Tre incontri sul dialogo ebraicocristiano hanno invece
caratterizzato l’ultima settimana di febbraio; un primo incontro organizzato dal Cedip insieme al dipartimento Crpm della
università di Catania (Il monoteismo ebraico: ima base possibile per la pace?) ed altri due
nella chiesa dei santi Pietro e
Paolo sulle radici ebraiche della
fede cristiana. Ospite il past.
Martin Cunz della redazione della rivista ’’Judaica” di Zurigo ed
animatore dello Stift per il dialogo chiesa-ebraismo delle chiese
riformate svizzere. Gli incontri
sono stati seguiti da un buon
numero di persone sia delTuniversità che delle comunità locali (soprattutto cattoliche).
Culto di
rinnovo del Patto
VERCELLI — La prima domenica dell’anno è stato celebrato il culto di rinnovo del
Patto, secondo la consuetudine
della chiesa metodista; con questo culto, abbiamo rinnovato il
nostre impegno di fedeltà alla
Parola del Signore e solennemente abbiamo posto il nostro
vivere nelle sue mani e nel suo
amore. Il 6 gennaio poi ci siamo
ritrovati numerosi per il tradizionale appuntamento annuo
con il bazar e con la festa dei
bambini. Un vivo ringraziamento a tutte le sorelle che hanno
organizzato con cura e amore il
simpatico pomeriggio.
• Il 15 gennaio la commozione, la gioia, l’allegrezza ci sono
state fedeli amiche per tutta la
giornata. Infatti è stato celebrato, secondo il rito valdese,
valido anche agli effetti civili, il
matrimonio fra Ezia Ferrarlo e
Luciano GhUardi. Ezia e Luciano, con questa loro scelta, hanno
cosi offerto la possibilità di far
udire l’annuncio dell’Evangelo e
altresi di far conoscere la nostra
comunità a circa 40 persone provenienti da ambiente non evangelico. Terminato il culto siamo
stati tutti accolti, da Ezia e da
Luciano, per un rinfresco, nei
locali comunitari. Ci è stato cosi
possibile fraternizzare con i numerosi invitati e testimoniare
che cosa significhi per noi essere una comimità di credenti.
Un grazie particolare a Renata,
a Piera, a Gabriella e a Furio
per aver contribuito ad organizzare e a gestire lo splendido rinfresco. Ad Ezia e a Luciano vanno gli auguri, le felicitazioni e
il ringraziamento più vivo di
tutta la comunità.
XVII febbraio
SANREMO — Per il XVII febbraio abbiamo ricordato il tricentenario del rimpatrio.
Dopo il culto con S. Cena, si è
avuto un nutrito programma con
pranzo comunitario e subito dopo una riflessione del past. Carco
sulla celebrazione, una proiezione di diapositive di Sergio Nisbet
di un viaggio suo e della famiglia
in Africa, e alcune considerazioni
sulla condizione dei cristiani in
quelle regioni, seguite da una tazza di tè.
• Domenica 26 febbraio abbiamo avuto l’assemblea di
chiesa per discutere la proposta della Tavola valdese in merito alla provvista pastorale della comunitài a partire dal prossimo autunno; tema che è stato ripreso nell’incontro del Consiglio di chiesa con la delegata
della Tavola per il IV distretto,
past. G. Sciclone, lunedì 6 marzo
e poi con il Consiglio di chiesa della comunità battista. Ci
auguriamo ora che le idee presentate in questi incontri possano trovare una soluzione buona per tutti.
A Sanremo, ancora, si sono
avuti 2 interventi; uno di Umberto Rovara sui valdesi nel Sud
America, con la lettura di
due poesie di Ada Meille; e l’altro di Giacinto Renda che ha declamato una poesia di D’Annunzio (« Le mani delle donne ») e
una di Coppée («L’innamorato»).
La partecipazione è stata buona
sia dei membri che degli amici.
Un grazie all’Unione femminile
per l’ottima organizzazione e lode al Signore per la comunione
fraterna goduta.
A Vallecrosia vi è stata anche
la partecipazione del past. Jacques Galtier e signora con altri
della Chiesa riformata francese
di Mentone-Monte Carlo e il bazar-lotteria di beneficenza (grazie
all’aiuto di tante ospiti della Casa valdese, oltre all’impegno dell’Unione femminile, ha avuto un
buon successo).
• Il culto della domenica 5
marzo, celebrato insieme nella
sede battista, è stato presieduto
I bambini della Scuola domenicale di Bordighera hanno cantato tre inni per la celebrazione
del glorioso rimpatrio: uno in
italiano, uno in francese e uno
in un linguaggio africano.
9
17 marzo 1989
vita delle chiese
IVREA
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Dio esiste?
Capire ogni “storia
9J
Questo l'argomento della conferenza-dibattito tenuta dal prof.
Paolo Ricca sabato 25 febbraio
nei locali della chiesa di Ivrea,
che ha visto la partecipazione
attenta di un centinaio di persone. Il professore ha affrontato questo tema difficile partendo dal punto di vista dell'uomo
moderno e disincantato, senza
paure ma anche senza speranza,
che ignora la Bibbia e che studia la realtà che lo circonda.
Nella prima parte della sua
esposizione si è soffermato a riflettere sulle prove dell'esistenza di Dio secondo la critica filosofica (non ci sono prove dell'esistenza di Dio, ci sono soltanto prove dell'esistenza di
un'idea di Dio) e secondo la critica teologica (il Dio della rivelazione cristiana è il Dio della
fede e, in quanto tale, non ha
bisogno di essere dimostrato razionalmente).
Se non ci sono prove dell'esistenza di Dio, ci sono però alcune tracce, alcuni indizi importanti di tale esistenza.
1) Il carattere misterioso della realtà, per cui il segreto della
vita e dell'umanità sta fuori della vita e dell'umanità. Occorre
cercare la risposta al senso della vita fuori della vita stessa.
2) Il mistero della realtà rende in qualche modo la natura
e l'umanità trascendenti. La parola, la possibilità di comunicare malgrado le diversità di linguaggi indicano chiaramente la
struttura dialogica dell'essere
(creati per il dialogo).
3) « Il cielo stellato sopra di
me, la legge morale dentro di
me » (Kant). Armonia dell'universo e necessità di un’etica nelTuomo, l'unica creatura che può
essere responsabilizzata sul piano morale. L'etica non risponde
soltanto ad un criterio di necessità ma ad un criterio di verità,
di autenticità, di umanità.
Nella seconda parte dell'esposizione, il prof. Ricca ha proposto alcune considerazioni sull'esistenza della religione. La religione è il fenomeno umano più
diffuso, più resistente e persistente di tutta la storia dell'umanità e, anche se la sua fine è
stata annunziata tante volte, da
Lucrezio a Marx, la religione è
oggi più che mai vitale anche
nelle società più avanzate. Quindi esiste chiaramente una domanda intorno a Dio e, malgrado tutte le tragedie della storia
umana, la domanda ritorna.
Al termine della sua esposizione il professore ha illustrato la
sua testimonianza personale alla domanda: « Dio esiste? ». Nella Bibbia non ci si chiede se Dio
esiste, ma che cosa fa. E infatti
il Dio della Bibbia agisce, è presente nella storia degli uomini:
viene in Egitto, viene nella persona di Gesù, viene a Pentecoste, viene a giudicare i vivi e i
morti. E non viene mai solo:
viene con un prossimo e come
un prossimo, con un diverso e
come un diverso, non soltanto
per confermare l'esistenza individuale, ma per allargarla.
Il Dio della Bibbia parla e in
qualche modo risponde alla domanda sulla sua esistenza per
mezzo della sua parola. Il Dio
della Bibbia libera. Tutta la Bibbia è una storia di liberazioni,
fino alla liberazione dalla colpa
e dal bisogno. Se dunque l'esistenza è venire, rendersi presente, parlare, liberare, cioè soccorrere, allora io esisto? Tu esisti?
Con questa inquietante domanda
il prof. Ricca ha concluso la sua
conferenza.
Nel dibattito che è seguito è
emersa fortemente l'esigenza di
considerare anche i momenti in
cui Dio non viene, non parla,
non libera, perché l’esistenza di
Dio non può essere staccata dai
problemi della storia umana.
La domenica mattina il prof.
Ricca ha presieduto il culto con
una predicazione molto efficace
sul nome di Dio, ripercorrendo
alcuni episodi della Bibbia particolarmente significativi al riguardo, dalla lotta di Giacobbe
con l’angelo nella Genesi all’ultima rivelazione deH’Apocalisse:
« Avranno in fronte il suo nome ».
L’agape fraterna ha permesso
alla maggior parte dei membri
di chiesa di trascorrere ancora
qualche ora con il prof. Ricca
che, nel pomeriggio, ha illustrato la storia, il lavoro e i problemi della Facoltà di teologia.
Cinzia Garugati Vitali
CHIESA APOSTOLICA
Convegno
nazionale
GROSSETO — La Chiesa apostolica terrà il 37” Convegno nazionale, nella propria sede di via
del Commendone, nei giorni 2427 marzo, sul tema : « Un popolo
in cammino...» (Filippesi 3:
13-14). Il convegno si aprirà con
un culto introduttivo venerdì, 24
marzo, alle 18,30 e si chiuderà
con un culto missionario lunedì,
27 marzo, alle 16. Informazioni e
prenotazioni: tei. 0564/451.025.
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TORRE PELLICE — Per la
terza volta, negli illtimi anni, l’assemblea di chiesa è tornata ad
occuparsi del problema della
tossicodipendenza. Nel corso dell’incontro di domenica 12 marzo,
la presenza di alcuni componenti
l’équipe che nell’ ambito dell’USSL 43 si occupa di questo
settore e di don Franco Barbero,
che a Pinerolo segue da oltre 10
anni dei tossicodipendenti, ha
permesso di evidenziare alcuni
aspetti particolari del problema
che, se numericamente è in Val
Penice assai rilevante, ha probabilmente caratteristiche diverse rispetto alla realtà urbana, a
cominciare dallo spaccio che presumibilmente non è legato a persone fisiche ben definite ma piuttosto riguarda tutti i tossicodipendenti che diventano a loro
volta spacciatori per procurarsi
la « dose ».
Che fare, come credenti? Come
colmare quel vuoto che, a detta
di tutti gli intervenuti, sta alla
base dell’assunzione di droga?
Nessuno ha, ovviamente, una
soluzione universale al problema : ogni persona rappresenta
una storia a sé, un percorso diverso rispetto al quale bisogna
saper offrire almeno solidarietà.
Importanti diventano in particolare tutte quelle forme di attività che possono suscitare l’interesse dei giovani e rappresentare
vera e propria prevenzione.
Due esempi: a livello di valle,
la Consulta giovani promessa dalla Comunità Montana Val Penice ; a livello di chiesa locale, il nascente centro sportivo (ma quanto tempo ci è voluto perché potesse prendere l’avvio!). Infine
una volontà diffusa; proseguire
nelle prossime settimane il discorso appena avviato con l’ente pubblico e verificare come,
da parte della chiesa, possano
venire appoggi alle iniziative esistenti o da organizzare.
e Nel corso del culto di domenica 19, alle ore 10, verranno ammessi in chiesa i giovani che hanno concluso il loro corso di catechismo : Christian Agli, Franco
Agli, Ferdinando Avondet, Monica Benecchio, Fulvio Bolero, Raffaella Cavaliere, Roberto Danna,
Lorena Davit, Ornella Davit, Miriam Giordan, Patrizia Glionna,
Giorgio Malan, Andrea Morel,
Giuseppina Peyrot, Lorena Peyrot. Bruno Pons, Luca Ricca, Fabrizia Travers, Mlcbelina Tronnolone.
• Gli altri culti della settimana
santa avranno luogo: giovedì, 23
alle ore 21 al Centro; venerdì 24,
ore 10,30 agli Appiotti; venerdì
24, ore 21 ai Coppieri; il culto di
Pasqua si svolgerà al Centro alle ore 10 con celebrazione della
Cena del Signore.
Verso la Pasqua
PRAROSTINO — Domenica
delle Palme, 19 marzo, ore 10,
culto con partecipazione della
corale.
Confermeranno il loro battesimo o lo riceveranno i giovani
Barbara Bertorello, Patrizia
Pons, Giuliana Robert, Silvana
Soulier, Simone Bertalot, Fabrizio Godlno, Massimo Gönnet,
Marco Rivoiro.
L’Unione femminile invita i
giovani confermati con i loro
genitori a trascorrere il pomeriggio presso il presbiterio, dove verrà offerto il tè, per dare
loro il benvenuto nella comunità dove si impegnano a vivere
la loro fede e a rendere il loro
servizio.
• Domenica 26 marzo alle 10
culto di Pasqua con Santa Cena. Partecipa la corale.
LUSERNA SAN GIOVANNI —
I catecumeni che hanno frequentato il quarto corso di catechismo ed hanno chiesto di entrare
a far parte della chiesa come
membri adulti e responsabili,
ricevendo il battesimo o dichiarando di « riconoscere per sé »
il battesimo ricevuto da fanciulli, sono: Monica Boaglio, Anna
Bonnet, Fabio Bonnet, Rudy
Borno, Paola Bounous, Andrea
Cannariato, Karin Oappai, Gabriella Charbonnier, Eros Copetti, Gisella Favout, Simona
Gamba, Susanna Gardiol, Fabrizio Gaydou, Patrik Gaydou, Luca Girardon, Federica Giusiano,
Maurizio Leger, Paolo Malan,
Daniele Marchetti, Emidio Martina, Claudia Miegge, Massimo
Monnet, Gisella Odin, Christian
Peraldb, Elsa Ricca, Roberto Rostan, Deborah Sogni, Mauro
Toscano, Monica Viglianco.
Chiediamo al Signore di benedire questi giovani e di aiutarli ad avere in ogni circostanza la consapevolezza della loro
vocazione di credenti.
BOBBIO PELLICE — Sabato
18 marzo, alle ore 21, nel tempio, avrà luogo un concerto con
la partecipazione della corale
tedesca di Waldenstaerg, della
corale di Villar-Bobbio e del
gruppo flauti Val Pellice.
• Domenica 19, alle ore 10.30,
culto evangelico: per la prima
volta nessun giovane confermerà il suo battesimo o lo riceverà; venerdì 24 marzo, alle ore 21,
culto liturgico e domenica 26, alle ore 10 culto di Pasqua.
SAN SECONDO — Presentiamo il calendario delle attività
del periodo pasquale: domenica
19 marzo, alle ore 10.30, culto
con confermazione del battesimo da parte dei catecumeni:
Daniele Coucourde, Cristina
Fornerone, Michele Gay, Walter
Gardiol, Massimo Griglio, Stefano Malan, Patrizia Monnet,
Samanta Romano, Stefano Tron.
Giovedì 23 marzo, ore 20.30,
culto con Santa Cena; venerdì 24
marzo, culto ore 10.30; domenica di Pasqua, ore 10.30 culto
con celebrazione della Cena del
Signore.
VILLAR PEROSA — Nel cui
to della domenica delle Palme
4 giovani riceveranno il battesimo: Chiara Fraschia, Claudio
Montinone, Andrea Pacchierotti,
Laura Rochon; seguirà la confermazione di Cinzia Balmas, Darla
Barai, Enrico Peyrot, Tiziana Ribet, Livia Tron, Sabrina Vinçon.
• Lunedì 20 si concluderà lo
studio biblico sulla I Corinzi.
• Le prossime riunioni quartierali avranno luogo il 21 a Vivian; il 22 a Grange (fam. Chambón); il 23 a Dubbione (fam.
Vinçon).
• Venerdì Santo, alle 20.30,
culto al convitto.
• Pasqua, alle 10, nel tempio,
culto con Santa Cena.
Riunioni quartierali
PRALI — Le riunioni quartierali del mese di marzo avranno
come tema la Pasqua.
Il calendario delle riunioni è
il seguente: 16: Indiritti (ore
16.30); 21: Ùrgere (ore 19.30);
22: Malzat (ore 19.30); 23: Po
mieri (ore 19.30); 28: Ghigo iore 19.30).
• L’Unione femminile si riimirà giovedì 16 marzo alle ore 14,
presso il presbiterio. Proseguirà
lo studio del ruolo della donna
nella storia della Chiesa valdese: questa volta affronteremo il
'700. Come sempre rincontro sarà aperto da un breve studio
biblico.
ANGROGNA — Si concludono le riunioni quartierali del
mese, curate daU’Unione femminile, al Serre (lunedì 20), a Buonanotte (martedì 21) e al Prassuit-Vernè (mercoledì 22).
• Sabato 18 alle ore 15 i membri del concistoro incontrano gli
undici catecumeni che chiedono
di essere ammessi in chiesa.
Assemblea di chiesa
VILLASECCA — L’assemblea
di chiesa del 12 marzo ha discusso ed approvato la relazione finanziaria 1988; ha eletto
quali deputate alla prossima
Conferenza distrettuale del I
Distretto le sorelle Clodina Baima e Nella Tron e quale deputata al Sinodo Wanda Bufalo. Ha
inoltre eletto all’unanimità il
fratello Emidio Barus quale nuovo membro del concistoro. L’insediamento del neoeletto avverrà durante il culto di domenica 2 aprile.
• Il fratello Edwy Ferdinando Tron è improvvisamente mancato all’età di 52 anni. La nostra comunità rinnova ai familiari la propria simpatia cristiana e la comunione di fede
nella resurrezione dei morti in
Cristo, il Signore.
• Questi gli appuntamenti del
periodo pasquale:
domenica 19 marzo, ore 10, Chiotti: culto con confermazione
dei catecumeni e partecipazione della corale;
giovedì 23 marzo, ore 15, Bovile: culto con celebrazione della Cena del Signore;
venerdì 24 marzo, ore 10, Chiotti: culto liturgico;
domenica 26 marzo, ore 10, Chiotti: culto di Pasqua con celebrazione della Cena del Signore
e partecipazione della corale.
Culto dei giovani
PERRERO-MANIGLIA — Il
culto dei giovani di domenica 5
marzo ha avuto come tema tre
figure di donne nella Bibbia: Dina, figlia dì Giacobbe, Maria di
Betania e Lidia, convertita da
Paolo e Sila.
Il messaggio presentato dal
gruppo giovanile in forma vivace e accompagnato da canto
e chitarra si è espresso con una
riflessione su una particolare
condizione della donna: oggetto
di scambio, senza autonomia, in
una società patriarcale e maschilista, personalità riconosciuta come tale da Gesù e dagli
apostoli. Le donne oggi si riconoscono maggiormente in Maria e in Lidia, ma non mancano
pure vicino a noi gli esempi di
violenza e di barbarie che la
storia di Dina e dei suoi fratelli mette in evidenza.
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10
10 valli valdesi
17 marzo 1989
TORRE RELUCE
USSL,
se ci sei,
rispondi
Hanno chiesto per ben due
volte aU'USSL della vai Pellice
di essere informati sull’inquinamento originato dalla ditta Cartochimica di Luserna San Giovanni, ma nessuno si è presentato per dar loro una risposta.
Sono gli aderenti al Comitato
ambiente della vai Pellice. La
settimana scorsa avevano chiesto, sia pure informalmente, che
qualche tecnico dell’USSL fosse
presente ad una assemblèa pubblica per dar loro ' informazioni
sui reali rischi per la popolazione e per i lavoratori addetti circa le lavorazioni effettuate dallo stabilimento. La richiesta era
informale e quindi...
Era però venuto l’assessore Bellion, il quale aveva detto che alla VSSL i politici amministrano
in maniera trasparente e nell’interesse della popolazione. Era
quindi stata presentata una richiesta formale, per una riunione che si è svolta questo lunedì. Ma, anche così, nessuna risposta è venuta... nemmeno quella di dire grazie, non vengo, per
questo motivo, ecc.
Così cittadini che vogliono saperne di più, che vogliono magari essere tranquillizzati, dovranno ancora aspettare. E ciò,
nonostante le leggi sull’ambiente
facciano obbligo alle amministrazioni locali di fornire le informazioni richieste.
E’ un atteggiamento che non ci
saremmo aspettati da una USSL
come quella della vai Pellice, che
ha riempito migliaia di pagine
per parlare della necessità della
partecipazione degli utenti e dei
cittadini alla gestione della propria salute e del proprio territorio. Una USSL che sta svilu^
pando un programma di applicazione delle leggi sanitarie dal
titolo significativo di « far salute ». Iniziativa attentamente studiata anche all’estero, in sede
QMS, proprio per il suo tentativo di coinvolgere utenti, tecnici, cittadini e politici in un
progetto comune.
Non sappiamo i motivi che
hanno indotto la Giunta o il Presidente della USSL a non dar
corso alla richiesta di un gruppo di cittadini riuniti in una
associazione che raggruppa tutte le associazioni e i gruppi ambientalisti della valle (si noti: associazioni che le leggi di questa
repubblica riconoscono come legittimate a stare in giudizio contro i responsabili di inquinamenti, rappresentando esse interessi
generali diffusi, al pari degli enti
locali: CAI, Lega ambiente, Pro
Natura, Italia Nostra).
Non vorremmo che ci fosse il
tentativo di non riconoscere politicamente questa realtà, perché
dà fastidio e disturba il manovratore.
Allora parlare di partecipazione vorrebbe dire solo organizzare il consenso per gli applausi.
Ma questa non è democrazia, almeno nel senso culturale che si
dà a questa parola in vai Pellice da quarantanni ad oggi.
Giorgio Gardiol
PINEROLO — Con un concerto che si svolgerà sabato 18 marzo prossimo presso ¡1 centro culturale di via dei Mulini, alle ore
21, verrà in qualche modo «celebrata » la nascita di un gruppo
WWF ad Orbassano, cittadina in
cui, anche recentemente, i segni
preoccupanti di un degrado ambientale si sono fatti sentire.
Tasse ingiuste
e interventi necessari
Applicata la TASCAP - Si potenzieranno le strutture sportive
Due sono stati i settori di maggiore interesse che hanno occupato il Consiglio comunale del
28 febbraio. Una serie di interventi di ristrutturazione degli edifici comunali e delle strutture
sportive e l’individuazione delle
imposte, da quella per l’esercizio delle imprese, arti e professioni, al ritocco della tassa di
smaltimento rifiuti solidi urbani.
Nel primo settore continua
l’imjjegno dell’amministrazione
per l’eliminazione delle barriere
architettoniche, accedendo a mutui a totale carico dello stato.
Sono stati presentati i relativi
progetti che riguarderanno il palazzo comunale, le scuole elementari e le medie. In tutti e tre
è prevista la costruzione di un
ascensore che permetta, a chi è
obbligato a muoversi con sedia
a rotelle, di raggiungere i diversi uffici aperti al pubblico nel
palazzo comunale e i diversi piani nelle scuole. L’intervento prevede nel contempo l’inserimento di nuovi servizi igienici adat
ti ai disabili. La spesa preventivata per i tre interventi si aggira sui 500 milioni.
Sempre nel settore dei lavori
pubblici è stato deciso l’affidamento alla ditta Metalplast dell’esecuzione della copertura dei
campi da bocce e di tennis di
viale Dante con strutture geodetiche (reticolare ellittica a ragnatela). Con queste nuove strutture, che saranno illuminate e riscaldate, sarà quindi possibile
utilizzare gli impianti anche nella stagione invernale.
Per quanto riguarda la viabilità, l’amministrazione ha approvato i progetti per l’ampliamento di via Volta nel tratto da
viale Gilly a san Ciò. La sede
stradale verrà portata ad una
larghezza di 8 metri, di cui un
metro e mezzo di marciapiede.
Spesa preventivata lire 30 milioni.
Nel settore delle tariffe il Consiglio ha a lungo dibattuto l’applicazione della nuova imposta
ANGROGNA
Puniti i comuni montani
Mentre tutti i comuni stanno
recependo le nuove disposizioni
legislative sull’imposizione di tasse a favore dei comuni, praticamente ogni amministrazione sottolinea come queste misure non
tengano conto delle piccole realtà locali; nel contempo vengono
ulteriormente ridotti i trasferimenti statali ritenendosi proprio
la tassazione locale congrua copertura del buco che si viene a
creare.
Il comune di Angrogna, non
nuovo a prese di posizione che
stigmatizzano i continui depauperamenti cui sono da tempo
soggetti i comuni montani, esprime un chiaro «j’accuse», coinvolgendo nella ricerca di soluzioni tutti quegli organismi che hanno in qualche modo a che vedere
con la gestione degli enti locali.
In un docizmento si rileva in
particolare che il provvedimento
« si muove nella direzione di ridurre le possibilità di sopravvivenza dei piccoli comuni e di indurli, in concreto, a rinunciare
forzatamente, prima o poi, alla
propria esistenza e, con questo,
alla propria identità culturale, a
volte duramente e sanguinosamente conquistata e, in ultima
analisi, si inserisce nella imperante tendenza dello Stato, ma
non solo dello Stato, a ’’punire”
le popolazioni periferiche, come
dimostra la politica, falsamente
razionalizzatrice ma in realtà
accentratrice, volta a privare
sempre più dette popolazioni di
un sempre maggior numero di
servizi, con la conseguenza di accelerare i processi di emargina
zione e quindi di abbandono dei
relativi territori e giustificare ulteriormente l’allontanamento di
altri servizi e di altre risorse finanziarie in un circolo vizioso
determinato da un’ottica errata
e, di fatto, iniqua e demolitrice
di culture e risorse». L’auspicio
è dimque che gli organi centrali
dello Stato prendano coscienza
dei problemi sopra accennati,
rendendosi conto che le risorse
finanziarie da dirigere verso le
zone periferiche del paese (in
particolare verso le zone montane) e verso le piccole comunità,
non rappresentano uno « spreco » per il paese, bensì un investimento. P.V.R.
comunale per l’esercizio di imprese, arti e professioni (TASCAP)
istituita dal governo con D.L. n.
549 del 30-12-’88.
Nell’intenzione avrebbe dovuto
assolvere alle necessità delle amministrazioni nell’applicarla, individuando anche la percentuale di pressione fiscale (minima, mediana o massima) con
la contropartita della possibilità di istituire o migliorare i servizi per la popolazione.
Invece nulla di tutto questo.
Le amministrazioni si vedono costrette ad imporre una tassa nell’unica ottica di fare pareggiare un bilancio fortemente sperequato dai tagli previsti della
spesa pubblica.
Il dibattito ha anche evidenziato che questo modo di procedere, tassando le superfici, non
rende affatto giustizia, in quanto a seconda dei luoghi (montagna o città, periferia o centro
storico) si hanno dei redditi estremamente differenziati, a parità di Superfici. L’applicazione
della tassa, così come è stata
formulata, provocherà nuove
spinte all’abbandono F>m' quella
economia di piccola sussistenza
che risulterà troppo poco remunerativa per poter proseguire.
Quindi una difficoltà in più per
la gente che abita in montagna.
Pur essendo costretta ad applicare la tassa l’amministrazione ha deciso di inviare alTANCI
(Associazione Comuni d’Italia)
e alla Regione un ordine del giorno di protesta.
Sempre con lo stesso decreto
di fine anno il governo obbliga
i comuni a ricomprendere nella
tassa di smaltimento dei rifiuti
anche le spese per la pulizia delle strade; pertanto il nuovo costo che verrà addebitato sarà di
lire 1.050 al metro quadro. In
chiusura, l’amministrazione ha
ancora deliberato l’acquisto di
un trattore con rimorchio da
mettere a disposizione del servizio tecnico comunale. Spesa
preventivata 42 milioni.
Adriano Longo
VAL TRONCEA
Polemica sul parco
Al centro della polemica è, in
queste settimane, l’ampliamento
del parco della Val Troncea.
Mentre su giornali a tiratura
nazionale appaiono articoli in
cui si dà per scontato questo
ampliamento (che dovrebbe riguardare tra l’altro i comuni di
Massello, Frali e Salza), dopo
pochi giorni i sindaci, affermando di interpretare il sentimento
dei propri amministrati, si dichiarano contrari all’iniziativa;
tutto questo raccogliendo articoli su giornali.
E’ comunque chiaro che di
fronte a questa ipotesi vanno
valutati tutti gli aspetti, sia positivi che negativi, ma per far
ciò, si lamenta in alta valle, occorre conoscere a fondo il progetto e discuterlo con la gente.
Intanto, sabato 18 sera, il coiisiglio comunale di Massello discuterà della questione, così cc>
me affronterà i problemi derivati dalla richiesta di distribuzione dell’ormai famoso volume
« I valdesi e le loco valli » che,
nelle intenzioni di qualcuno, avrebbe dovuto coinvolgere direttamente i comuni.
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Verso il tripartito?
PINEROLO — La crisi è stata ufficializzata. Alcuni assessori
socialisti si sono dimessi dal loro incarico e il partito socialista
ha iniziato gli incontri con le altre forze politiche per dar vita ad
una nuova maggioranza che gestisca il comune per i 400 giorni
che mancano alle elezioni amministrative del 1990. Nel frattempo i muri della città sono stati tappezzati da un manifesto democristiano che accusa i socialisti di tenere, nella crisi, un atteggiamento pretestuoso.
Negli ambienti politici cittadini si parla inoltre di un ingresso
dell’ex liberale Giorgio Rivolo,
ora assessore indipendente, nel
gruppo democristiano. La qual
cosa permetterebbe alla DC di
fare una giunta coinvolgendo FRI
e FLI, lasciando alla opposizione
le sinistre (FSI, FCI e DP) e il
MSI. L’altro indipendente. Berti,
ex PSDI, starebbe per aderire
all’Uds. Insomma, siamo alle
grandi manovre di schieramento,
poi verrà il programma. Ma
l’ombra del commissario si avvicina: il bilancio, secondo la
legge, dovrà essere approvata
entro il 31 marzo.
I tagli nella scuola
PINEROLO — La riunione del.
Distretto scolastico ha approvato le proposte dei presidi delle
scuole medie circa la razionalizzazione dell’utenza delle scuole
medie. A Pinerolo si avranno —
se la proposta verrà condivisa
dal Ministero — solo tre presidenze contro le quattro attuali.
Non verrà jierciò sostituito il
preside Giovannelli della scuola
media Silvio Pellico, che va ir
pensione quest’anno. Le scuole
verranno così accorpate: la presidenza S. Lazzaro resterà corno
adesso ; presidenza Silvio Pellico: si occuperà, oltre che della
scuola media della Serena, anche
di quella delTAbbadia; la presidenza della Tabona si occuperà
anche della Brignone e della
scuola media di San Secondo.
Lo stesso consiglio di distretto
ha approvato anche l’accorpamento della scuola media di Villafranca con quella di Cavour.
Si è invece rinviato all’anno
prossimo il piano di razionalizzazione della scuola superiore.
Si è poi approvata la sperimentazione linguistica e pedagogica
(5 anni) all’Istituto magistrale.
Sindacato,
tagli e pensioni
VILLAR PEROSA — I rappresentanti sindacali della SKF,
in relazione ai ventilati tagli alla
spesa pubblica che toccherebbero anche pensioni e sanità, denunciano il peggioramento che
tale programma avrebbe sulle
condizioni dei lavoratori. In un
documento datato 9 marzo considerano « intangibile la pensione di anzianità a 35 anni e il
valore del 2% della retribuzione per ogni anno di anzianità
come sistema di calcolo della
pensione ».
11
r
17 marzo 1989
valli valdesi 11
cc I VALDESI E LE LORO VALLI »
E l'assessore decise
il regalo ai valdesi
Le tappe della vicenda, dal dicembre ’86 ad oggi - La delibera: dalla giunta alla ratifica, alla distribuzione dei libri nei comuni delle valli
Alcuni lettori ci sollecitano a
ricostruire la storia del « regalo » ai valdesi del volume « I vaidesi e le loro valli ». Lo facciamo volentieri sulla base della
documentazione e delle informazioni che abbiamo ottenuto.
1 ) Delle celebrazioni del « tricentenario del rimpatrio » si comincia a parlare in Provincia
nel dicembre 1986 quando la
Giunta provinciale approva « il
programma per gli interventi progettuali » dell’assessorato allo sviluppo sociale. In questo programma è contenuta l'ipotesi di una
ricerca dal titolo « Dai poveri di
Lione al Monte Sinai », una ricerca che avrebbe dovuto affrontare attraverso un convegno, una
mostra, una pubblicazione gli aspetti della cultura ebraica e
valdese nella Provincia. Della cosa discute brevemente il Consiglio provinciale nel marzo ’87 ed
alcuni consiglieri esternano le loro perplessità circa l’iniziativa
come era configurata, ma viene
approvata a maggioranza la delibera contenente il programma.
2) Nel frattempo presso l’assessore Emilio Trovati, titolare
della delega allo sviluppo sociale, si era riunito un gruppo di
lavoro per esaminare le proposte per le ceiebrazioni del tricentenario. Tra i partecipanti alle riunioni, oltre ai funzionari della Provincia, vi sono anche alcuni esponenti della cultura valdese: Giorgio Toum, Arturo Genre, Giorgio Rochat e ad una delle riunioni viene anche invitato
il consigliere di opposizione e
valdese Giorgio Gardiol. Nel corso di queste riunioni l’assessore
Trovati « si rende conto che l'ipotesi di lavoro individuata... rendeva necessario prevedere un investimento finanziario superiore
a quello ipotizzato » e che « occorre sviluppare un discorso che
porti ad una conoscenza diffusa delle testimonianze culturali
e religiose della Provincia ».
Inoltre l’assessore Trovati dichiara di non volere « sovrapporsi in alcun modo ad iniziative
già avviate o ad altri progetti
di lavoro » (7 maggio '87).
Vengono convocate e poi disdette altre riunioni, ma il gruppo di lavoro non si riunisce più
come tale.
3) Nella relazione al bilancio
per il 1988, l’assessore Trovati
parla di iniziative della Provincia a sostegno delle celebrazioni del tricentenario
L’assessore poi, ricevuta una
lettera il 21 marzo '88 dall’editore Daniela Piazza, propone al
Consiglio provinciale l’acquisto
di 1.500 copie del volume « I
valdesi e le loro valli », al prezzo scontato di 45.500 caduno.
La delibera in questione viene « bloccata » in Consiglio e, il
21 luglio ’88, quando il Consiglio
era ormai andato in ferie, l’assessore Trovati propone alla
Giunta di revocare la delibera
proposta al Consiglio e di adottarne un’altra identica, ai sensi
deil’articolo 148 dell.a legge comunale e provinciale, cioè una delibera urgente, che viene as.sunta « coi poteri del Consiglio ».
Questa delibera, che prevede una
spesa di 68.250.000 lire, destina i
1.500 volumi «agli impieghi di
tappresenfanza che le competono, oltre che alla cura della diffusione nelle principali biblioteche comunali della Provincia ».
La delibera d’urgenza, ormai
esecutiva, viene posta in votazione per la « ratifica » nel Consiglio del 10 ottobre ’88 dove viene approvata da 32 consiglieri,
su 39 intervenuti alla seduta
(dal verbale della riunione non
è possibile determinare esattamente chi l’abbia votata e chi
si sia allontanato dall’aula).
4) I volumi vengono stampati e consegnati nel gennaio ’89
alla Provincia. La Giunta decide
di presentare il volume alla stampa e convoca il 3 febbraio scorso una conferenza stampa (a cui
il nostro giornale non è stato invitato). Alla conferenza stampa
partecipa, come invitato, anche
il past. Giorgio Toum.
In quella sede l’assessore
Trovati comunica la decisione
di regalare ai valdesi residenti nelle valli una copia del
volume. La distribuzione è fatta
attraverso i Comuni. I volumi
però non bastano e la Giunta
provinciale si riunisce nuovamente il 23 febbraio ’89, per assumere una delibera di un ulteriore acquisto di 300 volumi (sempre per gli « impieghi di rappresentanza » e per le « biblioteche
comunali ») per un importo di
lire 14.196.000. In totale dunque
la Provincia ha acquistato 1.800
volumi per un importo di 82 milioni 446.000 lire.
5) Quando comincia la distribuzione nasce subito una polemica, e il past. Bruno Rostagno
prende posizione sull’iniziativa a
nome della Commissione esecutiva distrettuale.
Il prof. Claudio Tron, ricevuto il libro, lo invia alla biblioteca della scuola di cui è preside e scrive una lettera a tutti
i grappi consiliari della Provincia: « Ho inviato il libro alla biblioteca perché ritengo che il denaro pubblico debba essere speso per i servizi pubblici e non
per omaggi a privati, soprattut
LUSERNA SAN GIOVANNI
Un dono per la vita
Da circa cinque anni si è costituita in vai Pedice una sezione dell’AIDO (Ass. italiana donatori di organi); recentemente
a Luserna San Giovanni si è svolta l’assemblea annuale, al termine della quale abbiamo rivolto alcune domande al presidente uscente, Enrico Malan.
La prima riguarda l’attività nel
periodo trascorso.
« Devo dire che grazie alle campagne ed all’opera di sensibilizzazione di stampa e televisione
c’è una disponibilità sempre crescente: oggi sul territorio della
valle vi sono oltre 360 iscritti.
Questo malgrado i problemi legati all’esecuzione delle volontà
testamentarie che rimangono ancora molti.
Come gruppo locale uno degli
impegni maggiori è stato quello
di far circolare il massimo di
informazioni possibile sulla nostra attività ed è chiaro che ciò
non è Sempre facile visti gli impegni di lavoro di ciascuno dei
membri del consiglio.
Per raggiungere questo scopo
abbiamo anche organizzato delle tavole rotonde, momenti di
incontro con medici e personale
sanitario operante negli ospedali. C’è stato anche un impegno
particolare rispetto all’ospedale
civile di Pinerolo; da parte di
questa struttura c’è stata la richiesta di autorizzazione a prelevare i reni dai cadaveri; la richiesta è ancora in sospeso in
quanto la commissione del Ministero della Sanità, che ha ef
fettuato il sopralluogo, non ha
ritenuto idoneo l’ospedale per carenze nella rianimazione. Perciò
nel 1987 abbiamo raccolto oltre
3.000 firme per chiedere all’USSL
44 di provvedere in tal senso,
cioè dotando l’ospedale civile di
un reparto di rianimazione, con
un primario, consentendo così di
avere l’autorizzazione al prelievo
dei reni. Siamo ancora lontani
dalla realizzazione di quanto invece promessoci a suo tempo ».
Qual è la situazione delle strutture abilitate al prelievo e al
trapianto, nell’ambito regionale?
« Si tratta di due aspetti diversi: i centri per i trapianti sono pochi in assoluto ma è bene
che siano molto efficienti, per
quanto riguarda invece i prelievi, essi dovrebbero essere consentiti in tutti gli ospedali dolati di D.E.A. (Dipartimento Emergenza Accettazione); invece oggi
sono pochissimi i casi in cui esiste questa possibilità: strutture
anche di grosse dimen.sioni non
hanno neppure chiesto l’autorizzazione. In tutto il Piemonte sono circa una decina gli ospedali
in cui .si possono effettuare prelievi: in alcuni casi di cornee,
in altri di reni, in altri ancora
di entrambi ».
In chiusura ricordiamo che tutti coloro che fossero interessati
all’attività dell’AIDO, possono
prendere contatto con le varie
sezioni dei donatori di sangue
(FIDAS o AVIS) esistenti sul territorio.
Marco Gisola
Dibattiti
to poi se questi privati sono selezionati tra la popolazione in
base a criteri confessionali ».
La vicenda finisce anche su
« La Stampa » e sui giornali locali con lettere e articoli.
Citando Claudio Tron, il grappo PCI interroga l’assessore, che
sollecitamente risponde per iscritto: « ...Nel corso di numerosi incontri con gli esponenti di
questa comunità, non siamo riusciti a ricavare una iniziativa
gradita a tutti i partecipanti e
l’unica proposta, non contestata,
si è poi rivelata nella pubblicazione del libro "I valdesi e le
loro valli”... Circa la diffusione...
è sembrata logica una diffusione che tenesse conto del notevole interesse delle zone ad alta
■ percentuale valdese ed in misura più contenuta nelle altre zone... ».
Un altro assessore provinciale, Giorgio Cotta Morandini, pensa bene di offrire una dozzina
di copie, col suo biglietto, al pranzo del XVII febbraio di Torre
, Pedice. I volumi vengono estratti a sorte.
6) Fin qui la storia. Da essa
emerge chiaramente:
a) non esiste nessuna delibera che preveda l’omaggio alla
popolazione valdese, a meno di
non considerare un « impiego di
rappresentanza » tale distribuzione;
b) non esiste agli atti del
Consiglio provinciale alcun documento che preveda una prefazione al libro da parte dell’assessore Trovati. Si tratta infatti
di un libro acquistato, non appositamente commissionato.
red.
PEROSA ARGEMTINA — Venerdì 17
marzo, alle ore 20.30, presso il cinema
Piemont, si svolgerà un incontro dibattito sul tema « Il problema droga
sul territorio dell’USSL 42 e nella
scuola ».
Relatori il dott. Paolo Laurenti, coordinatore sanitario dell'USSL, e la dott.
Gabriella Carpegna, direttrice del circolo didattico di Villar Perosa; interverranno operatori ed ospiti della comunità terapeutica « il cenacolo » di
Saluzzo e genitori di tossicodipendenti.
Sindacato
LUSERNA SAN GIOVANNI — La
FLAI-CQIL invita tutte le lavoratrici ed
i lavoratori stagionai! della Caffarel
alla sede tNCA di via 1“ Maggio venerdì 17 marzo, a partire dalie ore
9 fino alle 12, per la compilazione delle domande di disoccupazione.
Cinema
TORRE PELLICE — Per ìi prossimo fine settimana il cinema Trento ha
in programma «Sur», venerdì 17, ore
21.10; «Cocktail», sabato 18 ore 20
e 22 e domenica 19, ore 16, 18, 20, 22.
Manifestazioni
PRAGELATO — Secondo appuntamento sabato 18 marzo con il « Cantavalli '89 »: presso la palestra comunale
della Ruà, alle ore 21, i «Suonatori
dì Ponte Caffaro » presenteranno musiche ed immagini dal carnevale del
bresciano.
Lega ambiente ~
TORRE PELLICE — La lega per l’ambiente Val Pellice avrà la sua riunione lunedì 20 marzo, alle ore 21, presso il Centro d'incontro di via Repubblica.
Segnalazioni
SALUZZO — In occasione del secondo centenario della nascita di Silvio Pellico, il comune ha costituito un
comitato tecnico per le iniziative da
prendersi. Il comitato ha sede presso
il comune, tei. 0175/4551 int. 45.
USSL 42 - VALLI
CHISONE - GERMANASCA
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: presso Ospedale Valdese di Pomaretto - Tel. 81154.
Guardia farmaceutica :
DOMENICA 19 MARZO 1989
Perosa Argentina: FARMACIA FORNERIS - Via Umberto I - Tel. 81205.
Ambulanza :
Croce Verde Perosa: Tel. 81.000.
Croce Verde Porte: Tel. 201454.
USSL 44 - PINEROLESE
(Distretto di Pinerolo)
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: Tele
fono 2331 (Ospedale Civile).
Ambulanza :
Croce Verde Pinerolo: Tel. 22664.
USSL 43 - VAL PELLICE
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: Telefono 932433 (Ospedale Valdese).
Guardia farmaceutica :
DOMENICA 19 MARZO 1989
Bibiana: FARMACIA GARELLA - Vie
Pinerolo, 21 - Telef. 55733.
Bobbio Pellice: FARMACIA - Via
Maestra 44 - Tel, 92744.
Ambulanza :
CRI Torre Pellice: Telefono 91.996.
Croce Verde Bricherasio: tei. 598790
RINGRAZIAMENTO
« ...ma... tu, non temere, perché
io sono con te; non ti smarrire,
perché io sono il tuo Dio... »
(Isaia 41: 10)
Edwy Ferdinando Tron
è improvvisamente mancato all’età di
52 anni.
I parenti tutti ringraziano sentitamente i moltissimi partecipanti che,
attraverso scritti e presenza personale,
hanno manifestato la propria solidarietà umana, la simpatia cristiana, la comunione di fede e di speranza nella
resurrezione dei morti in Cristo.
Ringraziano particolarmente, per
l’aiuto fraterno offerto, le famiglie
Luigi Ferro, Aldo Ferrerò, Renato
Tron, Valdo Tron, il dr. Rol e il past.
Rutigliano.
Villasecca, 10 marzo 1989.
RINGRAZIAMENTO
« Ecco, tu hai ridotto i miei
giorni alla lunghezza di qualche
palmo, e la mia durata è come
nulla dinanzi a te... »
(Salmo 39: 5)
Nel suo 88® anno è mancato
Giovanni Cambellotti
Lo annunciano il figlio Ezio con
Paola, figli e familiari.
Un ringraziamento a tutti coloro
che hanno manifestato solidarietà e
simpatia nell’ora della separazione, e
al Rifugio Carlo Alberto per l’assistenza prestata, dove potranno pure indirizzarsi eventuali offerte.
Torino/Luserna S. Giovanni^ 11.3.’89
RINGRAZIAMENTO
« Noi sappiamo infatti che se
questa tenda che e la nostra dimora terrena viene disfatta, noi
abbiamo da Dio un edificio, una
casa non fatta da mano d’uomo,
eterna, nei cieli »
(II Corinzi 5: 1)
1 cugini dì
Milca Sìondino
sentitamente ringraziano tutte le gentili persone che sono state vicine a loro
in questa triste circostanza, in modo
particolare i vicini di casa, la Comunità Montana ed il Comune di Inverso
Pinasca.
Inverso Pinasca, 17 marzo 1989.
« Il Signore è il mio pastore,
nulla mi mancherà »
(Salmo 23; 1)
Dopo una lunga vita dedicata al Signore, è mancata all’affetto dei suoi
cari e delTOpera evangelica in Italia
Maria Spangaro
vedova del pastore Manfredi Ronchi,
già presidente dell’U.C.E.B.I.
Roma. 19 gennaio 1989.
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12
12 scienza e fede
17 marzo 1989
LE TESI CHE EMERGONO DAL COLLOQUIO INTERNAZIONALE DI BOSSEY
Le tossicomanie:
ia responsabilità delle chiese
« Ogni cosa mi è lecita, ma non ogni cosa mi è utile » - Il corpo come persona: organismo e intelletto - La necessità del rispetto - Il fenomeno della dipendenza psicologica - Per un’azione sociale di assistenza e di prevenzione
Sotto gli auspici della «Commissione medica cristiana» del CEC,
e della ICFPADA (Federazione
cristiana internazionale per la prevenzione dell’alcoolismo e della
tossicomania) si è tenuto dal 14 al
18 marzo 1988 al castello di Bossey, Céligny (Svizzera) un « Colloquio sulle tossicomanie» (Le
tossicomanie: la responsabilità delle chiese), a cui erano stati invitati rappresentanti di molte chiese,
scelte in base alle azioni messe in
atto nelle rispettive aree geografiche per la lotta agli abusi di sostanze tossiche. La Chiesa valdese è stata presente con una breve
relazione scritta. Con alcuni mesi
di ritardo abbiamo ricevuto il documento finale del convegno, intitolato Dichiarazione del Colloquio
sulle tossicomanie.
Con due articoli cerchiamo di
rimettere a fuoco l’argomento per
le nostre chiese, dopo il lavoro di
una Commissione nominata dalla
Tavola alcuni anni fa, la presentazione al Sinodo e la pubblicazione
a cura della Commissione per la
diaconia del documento prodotto
dalla Commissione. Non si tratta
della esposizione dettagliata della
dichiarazione, ma piuttosto di una
riflessione, che prende le mosse
dal contenuto teologico di essa, e
riporta le più importanti conseguenze sul piano pratico, prese in
considerazione dal documento
stesso.
La tossicomania
alla luce dell’Evangelo
« Ogni cosa mi è lecita, ma non
ogni cosa è utile; ogni cosa mi è
lecita, ma io non mi lascerò dominare da nulla » (1 Cor. 6: 12).
Spesso abbiamo sentito parlare
dell’uso di sostanze stupefacenti
come di un’affermazione di libertà, di maturazione dell’uomo, diventato ormai maggiorenne, svincolato dai « tabù » di una società
repressiva, di una morale ormai
sorpassata. Alla stessa maniera un
certo femminismo male inteso ha
visto nel vizio del fumo una delle
manifestazioni AeWemancipazione
della donna.
Ma è vero esattamente il contrario, e le parole dell’apostolo
Paolo (ricordate qui sopra) esprimono con due frasi brevi, ma particolarmente incisive, la posizione
2
Ancora 2 numeri .saranno
inviati a coloro che non hanno rinnovato, né disdetto, il
loro abbonamento.
L’ultimo numero di marzo,
a coloro che non faranno sapere 1 loro intendimenti, sarà
inviato in contrassegno, gravato delle spese.
GU abbonamenti vanno rinnovati versando l’importo sul
ccp 209.36100 intestato ad
AIP ■ via Pio V, 1.5 ■ 10125
TORINO.
dell’Evangelo nei riguardi di ogni
abuso.
Ogni cosa mi è lecita, ma non
ogni cosa è utile. E’ Vaffermazione
della libertà, ma anche della responsabilità verso se stessi, che ci
deve portare a rifiutare ciò che
non è utile, pur senza farsi un tabù di alcuna cosa. E’ in questo atteggiamento responsabile (e non
nel libero uso e abuso di sostanze
nocive) che si rivela la maturazione dell’individuo, e il suo essere
diventato adulto nella fede. Il corpo è inteso da Paolo come l’unione di quanto fa di noi una persona, l’organismo come l’intelletto,
le funzioni e le capacità fisiche
come lo spirito (la volontà, gli affetti, i desideri, la capacità creativa, la capacità di godere del creato e del rapporto con gli altri):
questo corpo è il tempio dello Spirito Santo, in esso dobbiamo dar
gloria a Dio (1 Cor. 6). Non è un
caso che gli abusi di ogni genere,
e in particolare l’abuso di alcool e
l’assunzione di droghe, portino al
deterioramento della salute fisica e
spirituale, all’alterazione della personalità fino al suo annullamento.
« La vita è un bene sacro, affidato a ognuno di noi, perché lo
amiamo con tenerezza, lo manteniamo, lo proteggiamo e lo rispettiamo. In nome di questo rispetto,
siamo chiamati ad opporci alla distruzione della vita, provocata dall’alcool. dalla droga, dall’abuso di
sostanze tossiche e da ogni abitudine nociva alla salute. La tossicomania sotto tutte le sue forme è
contraria al disegno della creazione. e quindi contraria alla volontà
di Dio; e in ogni atto di tossicomania la creazione soffre » (dalla
dichiarazione del Colloquio di
Bossey).
La pienezza della vita, l’integrità della persona, non può esistere
senza la salute, non soltanto dello
spirito, ma anche del corpo. La
salute e la salvezza sono, secondo
la dichiarazione, nozioni gemelle.
E’ ben vero che non si può colpevolizzare nessuno per una infermità fisica, così come del resto nessuno di noi si può vantare di possedere la pienezza della vita in un
senso completo. E’ per il nostro
peccato (per il peccato di ognuno
di noi) che tutta la creazione è in
sofferenza, e di questa sofferenza
fa parte anche la patologia causata dalla tossicomania e dall’abuso di sostanze nocive. Ma siamo
chiamati a ricercare quello stato
di pienezza della vita che coinvolge il nostro spirito e il nostro corpo. Abbiamo tutti bisogno (tutti in
egual misura) del perdono e deiaiuto del Signore Gesù Cristo.
Asservimento
e sofferenza
Oltre al danno diretto dell’organismo, l’abuso di tossici comporta un deterioramento rilevante
dello spirito umano nel condizionamento della personalità. E’ il fenomeno della dipendenza, intesa
non solo in senso farmacologico,
ma soprattutto nel senso di una dipendenza psicologica, che porta a
un vero asservimento della persona. « Ogni cosa mi è lecita, ma io
non mi lascerò dominare da nulla»: l’Evangelo ci mette in guardia contro il rischio di perdere
quella libertà, così chiaramente
affermata dall’apostolo, proprio
mentre presumiamo di esercitarla.
L’asservimento a una sostanza tossica (come la schiavitù del peccato) è all’origine della disintegrazione della personalità umana, e
contribuisce ad accrescere la sofferenza di tutta la creazione di
Dio.
A Bossey erano presenti rappresentanti di chiese cristiane di tutto
il mondo. La chiesa si fa carico
del problema dell’alcoolismo e della droga. Proprio per le premesse
di ordine teologico che ho cercato di esporre in poche parole, la
chiesa di Cristo deve essere in prima linea nella lotta contro l’abuso
di tossici, piaga sociale che ha diverse dimensioni. Prenderemo in
esame in un prossimo articolo la
dimensione individuale (personale), che è argomento di scottante
attualità nel momento che viviamo oggi in Italia, quando il Parlamento sta per essere chiamato a
discutere e ad approvare una nuo
va legge in materia di tossicodipendenze.
Per ora vorrei sottolineare soltanto ciò che la chiesa deve fare
sul piano della predicazione, e su
quello dell’azione sociale.
La predicazione dell’Evangelo,
e quindi dell’amore di Cristo che
libera l’uomo da ogni condizionamento della volontà e da ogni impedimento all’esplicazione di una
vita piena (« ad esuberanza »
Giov. 10: 10), è il compito fondamentale della chiesa; ma l’azione
sociale rende credibile quella predicazione, e risponde all’urgenza
di fare qualcosa perché le sofferenze dell’umanità possano essere
alleviate, e i segni del Regno di
Dio che viene siano dati al mondo.
L’azione sociale si svolge in favore dei colpiti dalle varie forme
di dipendenza (attraverso istituti,
o strutture più leggere, o appoggiando quanto fanno organizzazioni e governi per lottare contro la
piaga sociale della tossicomania);
essa si deve svolgere anche a monte, con le pressioni sui governi e su
gli organismi internazionali perché
sia combattuto con più determinazione il grande traffico di stupefacenti, praticato da organizzazioni
criminali ma anche da certi governi, e sia impedito lo sfruttamento
dei paesi del terzo mondo, praticato dalle multinazionali incentivando presso quei popoli l’uso di
sostanze tossiche (quali l’alcool e
il tabacco), sia per trovare un mercato nuovo ai loro prodotti, nel
momento in cui si restringe quello
dei paesi sviluppati, sia per estendere su popolazioni indebolite dalla dipendenza il loro potere politico ed economico.
Il documento, che non possiamo riportare integralmente, fa appello a specifiche azioni da parte
degli organismi ecumenici, delle
chiese, dei governi, delle comunità
locali, dei centri di formazione degli operatori sanitari. Termina con
un « appello all’azione », che tiene conto delle particolari necessità
e possibilità esistenti nelle varie
aree geografiche.
Marco-TuUio Fiorio
delle valli valdesi
settimanale deUe cbiese valdesi e metodiste
Direttore: Giorgio GardioI
Vicedirettore: Giuseppe Platone
Redtittori: Alberto CorsanI, Luciano Deodato, Adriano Longo, Piervaldo
Rostan
Comitato di redazione: Mirella Argentieri Bein, Valdo Benecchi, Claudio
Bo, Alberto Bragaglia, Franco Chiarini, Rosanna Ciappa Nitti, Gino
Conte, Piera Egidi, Claudio Martelli. Emmanuele Paschetto, Roberto
Peyrot, Mirella Scorsonelli
Segreteria: Angelo Actis
Amministrazione: Mitzi Menusan
Revisione editoriale: Stello Armand-Hugon, Mariella Taglierò
Spedizione: Loris Bertot
Stampa: Coop. Tipografica Subalpina - via Arnaud, 23 - 10066 Torre
Pellice - telefono 0121/91334
Registrazione: Tribunale di Pinerolo n. 175. Respons, Franco Giampiccoli
ABBONAMENTI 1989
Italia Estero
Ordinario annuale L. 38.000 Ordinario annuale L. 70.000
Ordinario semestrale L. 20.000 Ordinario (via aerea) L. 100.000
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Sostenitore annuale L. 75.000 rea) L. 120.000
Da versare sul c.c.p. n. 20936100 intestato a A.I.P. - via Pio V, 15
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Il n. 10/'89 è stato consegnato agli Uffici postali di Torino l'8 marzo e
a quelli delle valli valdesi il 9 marzo 1989.