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Anno 124 - n. 43
11 novembre 1988
L. 800
Sped. abbonamento postale
Gruppo 1 bis/70
In caso di mancato recapito rispedire
a; casella postale - 10066 Torre Pellice
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
LE ELEZIONI IN ISRAELE
La tragedia dell’aereo passeggeri precipitato il 27 giugno 1980
nel mare di Ustica con 81 persone a bordo (fra cui 13 bimbi)
tutte morte, continua a far parlare di sé. Non è il caso di dare
qui dei dettagli, esposti con dovizia dai mass media; vorremmo invece sottolineare che, a distanza di oltre otto anni, dopo
che sono state avanzate le più
svariate ipotesi, non si sa ancora chi o che cosa sia stato
il responsabile di questo abbattimento, La tesi, da più parti
prospettata, che tutto questo sia
la conseguenza di depistaggi, di
omertà e di complici silenzi —
ora ai'valorata da un ministro
in carica che ha parlato senza
mezzi termini di omissioni nelle
indagini — prende sempre maggior consistenza nei pensieri della gente. Che dire poi del dolore e dello sdegno dei parenti
delle viitime che hanno lanciato un appello ai governanti (pre-senti e passati) a « sentire il dovere, l’obbligo di contribuire all’accertamento della verità »?
Questo non è peraltro che uno
dei tanti casi in cui i governanti tendono a procrastinare, ad
occultare, col loro comportamento, del fatti e delle situazioni che
possono screditarli.
Penso aUa recente scoperta
delle gravissime, pluridecennali
perdite radioattive di alcune centrali nucleari militari americane
volutamente, nascoste in nome
(cito da un documento governativo ) della « missione di difendere la sicurezza nazionale, davanti alla quale anche eventuali
pericoli per la salute pubblica
passano in secondo piano ».
Penso all’incidente di Cernohyl, di cui in un primo tempo
venne nascosta e poi addirittura
smentita la notizia da parte del
governo sovietico.
Penso all’aifondamento della
nave eco-pacifista « Rainhow
Warrior » del movimento internazionale Greenpeace da parte
dei servizi segreti francesi mentre si apprestava a contrastare
gli esperimenti nucleari bellici;
aiffondamento prima decisamente negato e poi forzatamente ammesso dal governo... e gli esempi potrebbero continuare.
Il governo della cosa pubblica
tende a diventare ovunque, sempre più un potere anziché un
servizio amministrativo e sociale:
mentre esso richiede giustamente ai cittadini di essere leali ed
osservanti delle norme dettate
da una convivenza civile e responsabile, quante volte invece
calpesta queste norme trasformando il cittadino, da soggetto,
m un oggetto passivo e disarmato?
Per di più, in tre casi fra
quelli su esempliflcati, si tratta
di governanti che dicono di ispirarsi ai valori cristiani. Paolo,
nella sua lettera agli Efesini, raceomandava: « ...bandita la men2og;na, ognuno dica la verità al
suo prossimo, perché siamo
membra gli uni degli altri ».
Roberto Peyrot
Una pace sempre più lontana
II peso delle liste religiose in vista della formazione di un nuovo governo - La repressione si annuncia più aspra - Gli opposti irrigidimenti prolungheranno i tempi del conflitto
I numeri: il Likud del premier
Shamir ottiene una quarantina di
seggi, i laburisti 38, il movimento
pacifista Ratz 5, i comunisti 4.
, i Sul versante della destra, religiosa
ed estrema, invece, le varie liste
ottengono un successo con 18 seggi complessivi.
Un titolo di giornale: « Impazzano i religiosi ».
Lo scenario più probabile: una
coalizione tra Likud, liste della destra e liste dell’ortodossia ma, anche in questo caso, alle precise
condizioni che esse detterebbero.
Che cosa succede allora in Israele e che cosa sarà del Medio
Oriente? Sfumata l’ipotesi laburista di una conferenza internazionale con i palestinesi (che comunque avrebbe escluso l’OLP); sfumata l’ipotesi, ovviamente avversata dalle destre, di un parziale ritiro degli israeliani dai territori occupati, dal vincitore Shamir viene
ribadita la strategia dei pugno di
ferro, peraltro abbondantemente
praticata anche dal governo uscente. Segnali di questo inasprimento
sono la ventilata creazione di un
ministero « ad hoc » per la repressione della rivolta palestinese, la
proposta di espellere gli arabi residenti nei territori occupati, lo
smantellamento dei campi profughi e 1 trasferimenti di massa.
Le notizie, dunque, sono pessime per chi sperava non dico in
una soluzione di pace, ma in
qualche seppur minima possibilità
LA GIUSTIZIA DEI CREDENTI
U intoppo
« Non siate d’intoppo né ai Giudei, né ai Greci, né alla Chiesa
di Dio» (I Corinzi 10: 32).
L’immagine di Paolo, già Santo di Tarso, è stata rovesciata
dall’incontro sulla via di Damasco. Santo, rigido difensore delle
norme e del comportamento dei
Farisei, appare uomo afferrato da
un solo scrupolo: quello di non
essere sufficientemente ligio ad
una causa. Sembra di vederlo
pronto ad ogni battaglia, disposto a bloccare i tiepidi, a rincuorare gli stanchi, ad incoraggiare
i deboli affinché la legge sia difesa, affinché la sinagoga sia il
centro dell’incontro dei « puri ».
Lo vediamo dalla parte dei difensori delle « terre bibliche », accanto ai seguaci del Likud piuttosto che accanto ai laburisti...
Ma le ipotesi restano ipotesi.
La realtà di Paolo è la realtà
di una maturazione nelle comunità di Corinto, di Filippi, dei romani. E la maturazione lo ha portato ad avere un solo modello:
il Signore. Egli può dire ai corinzi: « Siate miei imitatori, come
io lo sono di Cristo ». Egli sa chi
sono i « greci », i « gentili », i
pagani, venuti da molti idoli all’Iddio vivente, dalla « sapienza »
alla conoscenza dell’Eterno, dalla
violenza alla mansuetudine, dall’odio alla riconciliazione, dalla
schiavitù alla libertà dei figli di
Dio: gli uomini non più separati
dal muro della divisione, ma uniti dal vincolo della pace.
Vi era la possibilità di vivere
nella contraddizione: schierarsi
con gl’intransigenti, con i sostenitori dei giusti davanti ai tribunali greci ed orientali accettando
l’astuzia raffinata degli avvocati
levantini, c’era la possibilità del
brillante rifiuto delle carni sacrificate agl’idoli come segno di coerenza « cristiana »... Ma Paolo è
diventato un altro uomo: uno che
teme di essere d’intoppo ai greci, ai giudei; un ostacolo sul loro cammino della fede, della maturazione della loro linea spirituale, della coscienza della loro
libertà di figli di Dio.
Paolo rijfìuta il metodo di una
giustizia segnata dalla costrizione e accetta la via di Colui che
esorta amici e nemici lungo la
salita al Calvario.
« Non siate d’intoppo alta chiesa di Dio »: non si tratta di esaltare la perenne bontà di una istituzione spirituale, ma di non impedire che la luce di Cristo penetri nel cuore e nel comportamento della chiesa, corpo di Cristo. La chiesa è chiamata a seguire il Suo Signore. Per ogni
credente si tratta di non essere
di scandalo al fratello e di ostacolo al cammino del prossimo.
La traduzione ecumenica francese recita: non siate per nessuno « occasione di caduta », neppure per la chiesa di Dio. La chiesa indica generalmente la comunità che, essendo dipendente da
Dio, viene rafforzata dalla grazia.
Ma ai credenti è richiesta una
linea di rettitudine, « affinché essi giudei, greci, la chiesa siano
salvati » superando ogni prova
per raggiungere, nella lealtà, la
corona del Regno di Dio.
Carlo Gay
di dialogo con il popolo palestinese.
Ma in che misura il conflitto ha
influenzato il voto degli israeliani?
Era possibile, anche per il cittadino più ostile al dialogo con la
controparte, considerare insufficienti le misure repressive adottate finora dal primo ministro ma
anche dal falco laburista Rabin,
ministro della difesa?
Un’impressione è che il conflitto abbia spinto più a destra un
Israele che già in questi mesi
vedeva andare in crisi il suo ordinamento democratico (il servizio militare dura tre anni; chi —
come le « donne in nero » — manifesta in favore della pace è oggetto di contromanifestazioni offensive; la repressione nei confronti della stampa, non importa
se israeliana, palestinese o internazionale, è sempre più aspra) e
stenta a ritrovare una sua identità.
Uno stato che, formatosi di abitanti arrivati in tempi e modi diversi (e soprattutto con storie e
tradizioni molto diverse alle spalle) si ricompatta nelle sue radici estreme, nella Bibbia ma anche nel radicalismo integralista.
Non a caso una delle condizioni
poste a Shamir dalle liste religiose
per un governo di coalizione è
quella di detenere il dicastero
dell’educazione. Non a caso una
di queste liste chiede l’introduzione della legge religiosa in campo
giudiziario. Le commistioni tra
stato e norma divina si fanno dunque più consistenti, e maggiori i
pericoli di integralismo. Che poi
rischierebbero di alimentare quello opposto, che già nei palestinesi
(tradizionalmente laici) sta trovando nuovi spazi.
Il pericolo, ancora una volta, è
che l’insorgere dei movimenti che
propugnano la teocrazia porti
con sé, e alimenti a dismisura,
la convinzione di essere nel giusto
agli occhi di una volontà superiore, e autorizzi alla maggiore
violenza, all’ esasperazione delle
lotte, alla sordità reciproca.
Alberto Gorsani
Nel
prossimo numero
un inserto
suli’Assemblea
della Federazione
delle Chiese
Evangeliche
in Italia
2
commenti e dibattiti
V
Il novembre 1988
MANIFESTARE PER
LA LIBERTA’
Egr. sig. Direttore,
leggo sul n. 37 del 30.9.'88 del giornale che la Commissione delle Chiese evangeliche per ì rapporti con lo
Stato ha chiesto un dibattito parlamentare sull’insegnamento della religione cattolica nelie scuole pubbliche,
denunciando aH'opinione pubbiica la
gravità della recente sentenza del consiglio di Stato.
Condivido In pieno il giudizio sulla
gravità per tutti i motivi che già conosciamo; tuttavia -mi chiedo se non
sia opportuno che le nostre Chiese,
insieme a tutte le forze interessate,
dimostrino quanto questo problema
sia realmente sentito con una manifestazione nazionale in cui vi 'sia la massima partecipazione possibile.
E’ vero che un diritto di libertà (peraltro già riconosciuto per legge, come
nel caso delle nostre Intese, in particolare dove si afferma che l’insegnamento religioso non possa aver luogo
in occasione deH’irrsegnamento di altre materie) non diventa più legittimo se rivendicato da molti, ma è già
legittimo di per se stesso, qualunque
sia la consistenza numerica delle minoranze che lo rivendicano: uno Stato
civile e democratico deve rispettare i
diritti delle minoranze e deve rispettare e far rispettare le leggi che si è
dato.
In ogni caso ritengo utile dimostrare quanto questo problema sia sentito,
quanto meno nell’ambito delle stesse
minoranze.
Fraterni saluti.
Aldo Cianci, Polizzi Generosa (PA)
VOTO PALESE
E MINORANZE
Signor Direttore,
La Stampa ha pubblicato il 14 ottobre
che nella votazione alla Camera per
il voto palese « alcuni voti sono
stati recuperati in extremis, come
quelli dei quattro rappresentanti delle
minoranze linguistiche ai quali è stato
concesso il mantenimento del voto
segreto sui problemi che loro più interessano ». Di che minoranze e di
quali deputati si parla? A me pare
che le minoranze abbiano da perdere
con il voto segreto che può permettere ai loro nemici di votare contro di
loro in contrasto con le belle e favorevoli dichiarazioni ufficiali dei loro
partiti.
Con i miei saluti.
Gustavo Malan, Torre Pel lice
L’ENTROPIA
ne utilizziamo una parte in maniera
diversa, -per esempio per produrre direttamente energia eiettrica o meccanica, ne resterà di meno per far crescere la vegetazione, per far evaporare l’acqua dei mari. In conseguenza
avremo, almeno tendenzialmente, meno piante, meno piogge, con le conseguenze immaginabili.
Sono invece d’accordo sulle conclusioni: per cercare di salvare il creato occorre smettere di consumare in
breve tempo il nostro patrimonio energetico di riserva, e tornare indietro
di alcuni secoli nella maniera di vivere e di consumare energia. Ma
nemmeno questo, a mio parere, proprio
in funzione di un concetto generalizzato
di entropia, -può avvenire senza pagare un prezzo. Forse si verificheranno
guerre tremende e massacri mostruosi -per la lotta alla conquista del poco
cibo disponibile; forse i virus, irrobustiti dalla selezione da noi provocata
negli ultimi decenni, determineranno
tremende epidemie; forse gli insetti,
anch’essi selezionati in torme più resistenti ed aggressive, provocheranno
tremende carestie. Comunque la vita
dell’uomo sarà molto diversa dalla
attuale e da quella che di solito viene immaginata nel futuro.
Ma, secondo me, l’insegnamento
fondamentale che dobbiamo ricavare da
questo discorso è che tutto, qualsiasi
cambiamento o ritorno, ha un prezzo
che deve essere pagato. Se di fronte
alle decisioni che ognuno di noi deve
prendere, o assecondare, quotidianamente acquisteremo l’abitudine di va.lutare sempre, con l’aiuto dello Spirito di Dio, il vero prezzo che dovremo pagare ed in conseguenza ci comporteremo « responsabilmente », senza
farci trascinare dal comodo conformismo, (ricordiamoci che Gesù era anticonformista per eccellenza) allora questo discorso sull’entropia non sarà stato inutile.
Fraterni saluti
Reto Bonifazi, Terni
UN INVITO
Gentilissimo Direttore,
mi consenta una breve tiggiunta all’articolo sull’entropia apparso sul
n. 28 del giornale.
Premetto che non conosco il libro
di Rifkin né nella edizione italiana, né
tantomeno in quella originale; mi
sembra tuttavia un -po’ arbitrario che
si possa definire l’entropia come la
legge che dichiara che le trasformazioni possono avvenire • in una sola
direzione, cioè da uno stato utilizzabile a uno -stato inutilizzabile, da uno
stato disponibile a uno indisponibile, da uno stato di ordine a
uno di disordine ». Senza alcuna presunzione a me sembra che il concetto
di entropia possa più facilmente definirsi, naturalmente in senso divulgativo, come la impossibilità di trasformare l’energia da una forma ad un’altra integralmente; una parte va -persa. Potrebbe anche dirsi, in maniera
ancora più accessibile, che in ogni
trasformazione di energia c'è da pagare un certo prezzo a fondo perduto,
una tangente a favore della natura.
Un altro punto che mi sembra necessario chiarire meglio è quello delle energie rinnovabili. Sulla terra abbiamo le energie preesistenti o accumulatesi nei secoii sul pianeta, e
quelle che ci arrivano per irradiazione
dall’universo ed in particolare dal sole.
Le prime sono quantitativamente limitate e possono servire, come i gioielli della nonna, per superare un momento contingente; le altre (quelle
che chiamiamo rinnovabili) sono quelle che arrivano tutti i giorni. Se però
Caro Direttore,
da alcuni anni la nostra organizzazione ("United Reformed Church Waldensian Fellowship” d’Inghilterra)
visita le Valli con gruppi di membri delle nostre comunità di diverse
regioni. Abbiamo anche ricevuto alcuni gruppi valdesi e, nel 1984, un gruppo di 16 giovani. Quest’anno siamo andati con 29 persone in Sicilia; e
anche un piccolo gruppo di giovani
inglesi ha passato dieci giorni a Pramollo e Vallecrosia, guidato da Tom e
Lidia Noffke.
Tutte queste esperienze hanno aumentato i legami tra le nostre due
Chiese, con molte amicizie personali.
Il 1989 sarà un anno molto importante nella Chiesa valdese, e la Chiesa
Unita Riformata ha voluto fare qualcosa di diverso per celebrare quest’occasione storica.
Perciò abbiamo mandato alle Unioni femminili un invito a visitare
la Chiesa in Inghilterra durante l’estate
1989. L’invito è stato accettato con
gioia dal Consiglio, e molte comunità
Inglesi anticipano con gran piacere
questa visita. Scrivo perché è importante fare conoscere l’invito tra le
rfonne valdesi e metodfste che possono visitare l’Inghiterra con questo
gruppo. Parlare inglese non sarà essenziale!
Ruth Cowhig, Sale (GB)
GIOVANNI XXIII
E PAPA WOJTYLA
be, sempre secondo queste critiche,
perché è una politica concordataria,
che vuole l’ora di religione confessionale nelle scuole pubbliche e il finanziamento alle scuole private; in pratica queste critiche ribadirebbero (che
orrore...!) la separazione tra Stato e
Chiesa sancita dalla rivoluzione francese e dalle rivoluzioni liberali. Detto
questo, vorrei fare alcune considerazioni su Wojtyla: sembra che nella -sua
ventina di viaggi in ogni punto del
mondo abbia fatto una cosa come
600.060 chilometri, sedici volte circa
il giro del mondo; ma quello che è
più grave è che questi viaggi hanno
più che altro suscitato un boom
folkloristico », che ha -poco di religioso, da « divo » che riempie gli stadi;
per poi fare che? Pensiamo che ha
anche incontrato il famigerato Pinochet, che in Nicaragua ha ammonito severamente i ministri di una nazione iiberatasi dalla cinquantennale
tirannia di una famigiia, i Somoza,
che in Salvador è andato sulla tomba
di mons. Romero, vittima delle squadracce della morte, in via privata, quasi
per voler evidenziare il suo disaccordo con una certa testimonianza del
Vangelo. Durante tutti i suoi viaggi
sono morti nella calca suscitata dal
suo passaggio più di cento persone. A
mio modesto parere, tutte queste cose,
compreso il « contenuto » troppo «vago » e <■ generico » in un mondo che
ha bisogno di « segni dei tempi » e di
« profezie evangeliche », avrebbe potuto farle attraverso le focali conferenze episcopali; invece la sua è stata e continua ad essere una politica
in definitiva « accentratrice », « vaticanocentrica », tendente a uniformare
tutte le « diversità » (vedi Catechismo
olandese e teologia della liberazione).
Senza contare l’enormità della spesa
totale di questi viaggi che danno l’idea di una chiesa non proprio « povera ». Mi si permetta un parallelo.
Con pochissimi ma significativi viaggi, tutti in italia, e con messaggi che
toccavano il « cuore del mondo », e
con .« azioni profetiche », come la convocazione del Concilio ecumenico Vaticano M, Giovanni XXIIi ha cambiato
molto di più la chiesa e ii mondo in
6 anni di quanto Wojtyla ha fatto in
10.
Cordiali saluti.
Gabriele Canal, Pinerolo
EMERGENZA IN
NICARAGUA
CIRCOLARE DELLA TAVOLA VALDESE
Cambi di indirizzo
La Tavol-a valdese, nella sua
ultima circolare, comunica i cambiamenti di indirizzo dei seguenti pastori, professori, candidati;
— Daniele Garrone e Maria Bonafede - via Pietro Cossa 42 00193 Roma - tei. 06/3611947.
— John Hobbins - via S. Martino 7 - 96018 Pachino (SR) tei. 0931/846323.
— Arrigo Bonnes - via Divisione
Julia 42 - 33100 Udine.
— Arcangelo Pino ■ via Rismondo 10/A - 05100 Terni - tei.
0744/55314.
— Mario Berutti - via Gobetti
12 - 03013 Colleferro.
— Odoardo Lupi - via Vaccaro
20 - 80127 Napoli - tei. 081/
364263.
— Bruno Tron - via dei Mille 1 10064 Pinerolo - tei. 0121/76084.
— Giulio Vicentini - via Prato
Santo 4 - 37126 Verona - tei.
045/45172.
— Gianna Sciclone - via P. Mu
ciaccia 3 - 70125 Bari - tei.
080/225124.
— Daniele Bouchard e Daniela
Di Carlo - via Ciccarone 51 66054 Vasto - tei. 0873/55373
(numero provvisorio).
— Agostino Garufl - via Cipro 51
- 25100 Brescia - tei. 030/
2420800.
— Giovanni Carrari - corso Mameli 19 - 28044 Intra-Verbania - tei. 0323/42653.
— Enos Mannelli - via Gorizia
lA - 86100- Campobasso - tei.
0874/311589.
Erika Tomassone - chiesa valdese - 10060 Prarostino - tei.
0121/500765.
Gregorio Plescan - chiesa valdese - 10060 Prali - tei. 0121/
807519.
Ursel Koenigsmann - via P.
Lambertenghi 28 - 20159 Milano.
Su un settimanale del pinerolese ho
letto uno stralcio di un libro di Maria Antonietta Macciocchi, intellettuale
di sinistra, stralcio « intitolato » significativamente dal settimanale locale; • lo ammiro Wojtyla ». Ne sono rimasto letteralmente sconcertato. Sembra scritto da uno di Comunione e Liberazione. La Macciocchi infatti risponde aile critiche che soprattutto da parte non cattolica vengono rivolte a
papa Wojtyla.
Sarebbe infatti un papa che nei paesi del Terzo Mondo predica giustizia
e pace, farebbe quindi una politica
« giusta », mentre la politica che esercita nei paesi occidentali non andreb
Partecipazioni
personali
■ Massimo Aqullante - Borgo
Riccio 13 - 43100 Parma - tei.
0521/38551.
Francesca Cozzi - chiesa metodista - piazza Diaz - 17100
Savona.
- Teodora Tosatti - via delle
Acacie 15 - 00060 Sacrofano tei. 06/9084063.
- Hans-Eugen Bitzer - via Balziglia - 10060 Pomaretto (To).
- Renato Di Lorenzo - via Pedescallo 8 - 23100 Sondrio - tei.
0342/210729.
- Thomas Noffke - via Vinçon
12 - 10065 S. Germano Chisone - tei. 0121/58729.
- Vincenzo Sciclone - corso
Mazzini 27 - 70033 Corato - tei.
080/8984065.
- Carlo Gay - via Petrarca 23 10126 Torino - tei. 011/683949.
- Jan Alberto Soggin - via Ottaviano 32 - 00192 Roma.
- Pietro Santoro - via S. Ferdinando « Parco Ulivi » - 71t'42
Cerignola (Fg).
« Alla distruzione della guerra si è
aggiunto in questi giorni — denuncia
l’associazione Italia-Nicaragua di Torino — il devastante uragano « Joan »
che rischia di dare il colpo di grazia
ad una situazione economica e materiale già molto drammatica.
Le città del Nicaragua e le loro popolazioni -sono allo stremo delle forze.
L’aggressione militare degli Stati Uniti va bloccata e i finanziamenti da
loro destinati ad armare i « Contras »
devono andare alia ricostruzione.
Il Nicaragua, da solo, non ha i mezzi
per superare la duplice distruzione operata dalla guerra e dall’uragano ».
L’associazione rivolge perciò un appelio « ai circoli dell’associazione, aile organizzazioni sindacali, alie forze
politiche, al mondo dell’associazionismo e dei volontariato, agli uomini e
alle donne di buona volontà, a operare forti pressioni sul governo italiano
perché questo decreti con -urgenza immediati aiuti finanziari e stabilisca con
ii Nicaragua un ponte aereo per l’invio di derrate alimentari, coperte, tende, iatte in polvere, medicinali ».
L’associazione invita anche alla raccolta di fondi da versare, specificando la causale, sul C/C bancario n.
1180 intestato « Emergenza Nicaragua »
presso la Banca dell’Economia Cooperativa, via Pietramellara 41/3, Bologna.
Claudio Morbo, direttore della Corale valdese di Pinerolo ha nei giorni
scorsi, con ottima votazione, conseguito ii diploma in composizione presso il Conservatorio « G. Verdi » di
Milano. Felicitazioni vivissime.
delle valli valdesi
settimanale delle chiese valdesi e metodiste
Direttore: Giorgio Gardioi
Vicedirettore: Giuseppe Platone
Redattori: Alberto Corsani. Luciano Deodato, Roberto Giacone, Adriano
Longo, Piervaido Rostan ..u
Comitato di redazione: Mirella Argentieri Bein, Valdo Benecchr, Alberto
Bragaglia. Rosanna Ciappa Nltti. Gino Conte, Piera Egidi. Paolo Fiorio, Claudio Martelli, Roberto Peyrot, Sergio Ribet, Massimo Romeo, Mirella Scorsonelli, Liliana Viglielmo
Segreteria: Angelo Actis
Amministrazione: MItzl Menusan
Correzione bozze: Stello Armand-Hugon. Mariella Taglierò
Spedizione: Loris Bertot
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Registro nazionaie deila stampa: n. 00961 voi. 10 foglio 481
Il n. 42/’88 è stato consegnato agli Uffici postali di Torino e a quelli decentrati delle valli valdesi II 4 novembre 1988.
Hanno collaborato a questo numero: Enrico Fumerò, Dino Gardioi, Sauro
Gottardi, Vera Long, Giovanni Magnifico, Luigi Marchetti, Mauro
Meytre, Lucilla Peyrot, Erika Tomassone. Liliana Viglielmo
3
W:^
Il novembre 1988
diaconia
OSPEDALE VALDESE DI POMARETTO
Pomcretto: l’ospedale dopo il recente ampliamento.
« Nella storia dell’ospedale di
Pornaretto gli anni che terminano
con il numero otto sembrano essere quelli importanti. L’inizio
ufficiale dell’attività data dal 1”
gennaio 1828; nel 1838 viene costruii l’attuale parte centrale dell’edificio ed infine il 1948, il 1968
e a 1988 sono tappe significative
di ulteriori trasformazioni ». Con
qut'sie parole il pastore Taccia,
presidente della CIOV, portava il
suo saluto ai numerosi partecipami convenuti nel pomeriggio di
^MCONTRO TRA ASSISTENZA E RICERCA
La ricerca clinica medica
e gli abitanti delle valli
Durante il convegno pomeridiano il primario, professor Valerio Gai, ha trattato con l’ausilio di diapositive il tema « Il maialo in ospedale: momento di incontro tra assistenza e ricerca»
11 concetto di benessere, di essere in salute, come si sa, si è
notevolmente evoluto nel corso
dei secoli ed ha avuto ancora una
accelerazione particolare negli ultimi anni. L’attenzione dei ricercatori è rivolta a capire quali sono i fattori ambientali e sociali
che favoriscono l’espandersi di
una determinata malattia in una
zona, e da questi individuare i
modi non solo per combatterla,
ma per ridurne l’insorgenza. Abbiamo quindi chiesto al prof. Gai
che ci illustrasse quali sono le
malattie percentualmente più diffuse, rilevate dalle ricerche fatte dalla sua équipe, e che sappiarno essere state presentate a vari congressi internazionali.
« I problemi sanitari che abbiamo individuato sono i seguenti:
anzitutto quello della silicosi nei
minatori, problema da noi studiato lungo l’arco di 10 anni. Su
questo tema abbiamo rilevato
una grossa interazione tra fumo,
bronchite cronica e silicosi, mentre non abbiamo rilevato un rapporto tra silicosi e cancro polmonare. Altro grosso problema
evidenziato in valle è quello dell'etilismo; abbiamo potuto studiare solo la piccola frangia che
^i è presentata all’insorgere di
difficoltà, ma l’opera del medico
internista è solo una parte di ciò
che sarebbe necessario fare sul
territorio sul piano sociale, psicologico e psichiatrico. Non abbiamo trovato, come invece avremmo potuto aspettarci, molti
cirrotici; abbiamo invece rilevato molti cardiopatici fra gli etihsti e molti soggetti con gravi
aritmie, ed ancora, una grande
casistica di pancreatiti croniche
di tipo grave.
Abbiamo analizzato anche l’aterosclerosi e l’ipertensione. Que^t’ultima ha una incidenza molto elevata rilevata nel 1974, poi
nel ’75 coi minatori e nell’87 con
I indagine condotta coi medici di
base. Sono in nostro possesso attualmente 2.280 cartelle tutte computerizzate. Nella media dei valori di colesterolo e trigliceridi
siamo pari agli standard americani, mentre nei valori di punta siamo di un terzo superiori; il
che significa che un 50% dei nostri bambini ha un colesterolo alto poiché la nostra popolazione,
al contrario delle aspettative, è
piuttosto sedentaria ed usa sovralimentarsi, andando in sovrappeso.
Abbiamo ancora rilevato una
percentuale fra le più alte delPiemonte di malattie delle coronarie; ci siamo quindi attrezzati
con gli strumenti che avete visto
per affrontare questi problemi e,
dal punto di vista terapeutico, ci
siamo collegati con altri centri
del nord Italia per scambiarci esperienze e pazienti, e con centri
all’estero per i trapianti.
Collegate all’aterosclerosi vi
sono delle malattie delle carotidi
e qui abbiamo rilevato che un
80% di coloro che presentano
placche carotidee sono affetti da
malattie cardio-vascolari ».
Ed ora una domanda alla signorina Angela Chambon, da 18
anni coordinatrice del personale
paramedico: come stiamo con
Tadeguamento degli organici, adesso che è stata approvata la
nuova pianta organica?
« Noi ci accontenteremmo — ci
risponde — di riuscire in questa
fase a ricoprire già i posti della
vecchia pianta organica; attualmente siamo sempre in ritardo
col reperimento di infermieri professionali, le scuole con il numero chiuso non riescono a coprire
il fabbisogno. Inoltre, si è visto
assottigliarsi quell’apporto di personale infermieristico estero che
è stato una costante negli anni
addietro e che ha permesso un
confronto culturale di notevole livello, contribuendo alla crescita e
all’aggiornamento del nostro personale. Non ci stancheremo mai
di sottolineare che per questo tipo di professione, sia nelle strutture che sul territorio, ci sarà per
il futuro una richiesta crescente ». A. L„
Maggior spazio
per curare e per guarire
Un miglioramento attraverso successive tappe - Un prezioso servizio:
il laboratorio di analisi - Quale legame fra struttura e credenti?
domenica 6 novembre al cinema
Edelweiss di Pornaretto. Che si
trattasse « non di una inaugurazione, ma di un importante lotto dei
lavori », lo abbiamo appreso dal
presidente del Comitato di gestione, Bruno Prelato, che ha presieduto gli interventi pomeridiani.
In che cosa consista questo ampliamento lo spiegano a turno ai
numerosi visitatori sia il responsabile sanitario, prof. Valerio Gai,
che gli altri medici dell’équipe e
responsabili dei vari settori.
Sul lato est del caseggiato è stata aggiunta un’altra ala che a livello del piano interrato è ormai
completa con la sala mensa, gli
spogliatoi per il personale e la camera mortuaria. A pianoterra la
zona di ricezione delle autoambulanze, gli ampi uffici di accettazione, le sale di visita e di prima
analisi equipaggiate con sofisticate apparecchiature in grado di dare una osservazione completa della persona che si sta ricoveranfio,
con possibilità di videoregistrazione dei dati, oltre ad apparecchiature di supporto per la rianimazione. AI primo piano stanze a
disposizione di malati infettivi e 4
letti monitorizzati, controllati da
un unico punto operativo, con possibilità di seguire sul video l’andamento degli altri tre pazienti quando l’operatore è in quel momento impegnato al capezzale del
quarto.
« Questa fase dell’ampliamento
non aumenta i 75 posti letto, ma
ci dà spazi maggiori ed una collocazione più funzionale ai diversi
settori che fino a ieri risultavano
troppo ristretti in proporzione alla mole di lavoro che si è andata
sviluppando», ci dice il dottor Diego Sappé accompagnandoci nella
visita ai piani.
Altro punto di forza della struttura è il laboratorio per le analisi,
che alla stessa stregua dell’accettazione è dotato di apparecchiature in grado di fare celermente
decine di analisi, fornendo quindi
al lavoro del medico un prezioso
quadro di riferimento.
Con queste attrezzature l’ospedale va pienamente ad occupare
quegli spazi che gli competono e
che il Piano Regionale gli ha affidato all’interno delle valli Chisone e Germanasca in riferimento
ad un certo numero di utenze sulle malattie cardiovascolari del pinerolese.
«Questo riconoscimento, che va
esteso anche all’ospedale di Torre
Pellice —- dice l’assessore regionale alla sanità Eugenio Maccari,
— dimostra che vent’anni or sono
fu fatta una scelta che in prospettiva si è rivelata giusta per la zona, anche se qualcuno non riteneva opportuno concentrare su Pinerolo la chirurgia e l’ostetriciaginecologia che prima erano presenti ». Accanto al discorso tecnico ed alla necessità di una ricerca scientifica che sia aggiornata
con i tempi, si è anche tentato di
vedere l’altro aspetto, quello del
coinvolgimento della comunità dei
credenti, che il secolo scorso ritenne di dover far sorgere nel suo
seno un piccolo servizio (erano 9
posti letto) e che ora si trova di
fronte ad un’opera imponente per
mezzi, per numero di addetti e
che spazia per la sua ricerca nei
consessi nazionali ed internazionali. Il rischio di uno scollamento,
di allentare i legami tra comunità
ed ospedali, sembra esistere: lo
ha detto Bruno Prelato, individuando nella giornata « un’occasione
per evidenziare che è importante
operare insieme ». Lo ha ripreso il
pastore Bruno Rostagno, ribadendo la necessità « di sentirci qualche cosa di più di semplici utenti»
e individuando «la priorità di un
amore fraterno nei confronti dei
malati, di un’attenzione verso chi
presta le cure e che non deve sentirsi servo, di un grosso sforzo di
coinvolgimento per realizzare una
informazione reciproca a tutti i
livelli ».
Questi interventi si collegavano idealmente al sermone tenuto
durante il culto mattutino dal pastore Taccia: «Sulla scorta di
una rinnovata presa di coscienza
del dono di Dio che ci ha raggiunti nella nostra vita, noi possiamo continuare ad operare, ricompattando in uno slancio di solidarietà la comunità civile e religiosa a cui questo servizio viene
offerto, nell’intercessione per chi
opera, per chi ha responsabilità
amministrative e sanitarie, e per
coloro che sono accolti, affinché il
dono ricevuto sia fatto valére per
tutti ».
Altro intervento che avrebbe
meritato uno spazio per l’approfondimento e il dibattito (ma si sa
che il tempo è sempre troppo poco) è stato quello del pastore Vito
Gardiol. Egli ha affrontato, a partire dal testo di Marco, cap. 2
(il paralitico che vuole vedere Gesù) il tema della vita e della morte: «Attraverso la Resurrezione,
noi possiamo prendere sul serio la
vita, la morte, i nostri limiti, le
nostre ansietà e questo proprio in
una società che fa di tutto per
non morire. Attraverso la Resurrezione noi possiamo ascoltare il
rifiuto della morte e l’uomo in rivolta contro di essa; possiamo
credere nella vita di tutti i giorni,
possiamo anche accettare di invecchiare. Questo lavoro sui nostri limiti noi dovremmo farlo lungo tutto l’arco della nostra vita,
prima ancora di avere bisogno
di usufruire dell’ospedale».
Adriano Longo
IL GIORNO DOPO.
Un ospedale verso il futuro
Importante il collegamento con la realtà locale - I progetti per il futuro, il day-hospital e un problema: l’assistenza post-ospe(Jaliera
Siamo andati « il giorno dopo »
a intervistare il past. Alberto
Taccia, presidente della CIOV, il
sig. Bruno Prelato, presidente del
comitato dell’ospedale, per ricavare da loro impressioni e valutazioni. Riportiamo qui di seguito un brano della conversazione
avuta con loro. (red.)
— Quale scopo vi siete pre^
fissi, nel celebrare la « giornata
deil’ospedale »?
— Lo scopo — dice Taccia —
ena quello di reinserire l’ospedale nella nostra realtà. Volevamo
sottolineare la solidarietà della
popolazione intorno a quest’opera.
— Che risposta avete avuto?
— Positiva, nel senso che c’è
stata una grossa partecipazione
sia al culto del mattino, sia
alla riunione del pomeriggio. Ma
noi avevamo anche un altro scopo; quello della informazione
Circa le cose che si fanno. Da
« giornata » infatti coincideva
con la conclusione di una parte
dei lavori che hanno dato all’ospedale un miglioramento globale, un ammodernamento e una
maggiore funzionalità. Sono stati
dati spazi maggiori allo sviluppo
delle attività ospedaliere, soprattutto quelle relative ai servizi. I
posti letto rimangono quelli che
sono, mentre si sviluppano le attività ambulatoriali e i servizi
« day-hospital ». Insomma, quei
servizi che riguardano i contatti
con la popolazione esterna.
— Ma se questa è una tappa,
quali sono i vostri prossimi obiettivi?
— Abbiamo il progetto della
sistemazione delle camere nel
corpo centrale del fabbricato,
che vorremmo realizzare nei
prossimi mesi, in modo che da
qui ad un anno possiamo presentare il vecchio ospedale definito in tutto quello che può
essere un progetto di miglioramento. Dopo di che ci fermeremo.
— Eppure vi sono in aria progetti che riguardano il futuro:
cosa si pensa in concreto? Il
raddoppio dell’ospedale, o altro?
— No, l’aumento dei posti letto — dice Prelato, presidente del
comitato — non è neanche in
discussione. Nel nostro piano futuro è previsto un ampliamento nel senso del « day-hospital »
e del servizio ambulatoriale. Altro punto, del quale però finora
non s’è parlato, è quello della
riabilitazione funzionale e dell’assistenza post-ospedaliera, che
oggi è un grosso problema. Molte volte posti letto vengono occupati da persone che non riescono a trovare al di fuori un’adeguata sistemazione per continuare le loro cure; oppure da malati
nella fase finale, che potrebbero
essere assistiti al di fuori di quella che è la funzione specifica
dell’ospedale per acuti.
Ma si tratta di progetti che
devono ancora essere definiti.
Per il momento intendiamo avere una bella palestra per la fisioterapia, maggior respiro negli
ambulatori, camere di degenza
nelle condizioni migliori, tutte
con servizi ed un numero ragionevole di letti.
— E i costi di questa operazione?
— Abbiamo fatto un progetto
dell’ordine di 3-5 miliardi, coperti in parte da un mutuo della
Regione, in parte attraverso la
USSL locale e in parte con la
percentuale tratta dal bilancio
ordinario per le spese di manutenzione ed ammodernamento.
Intervista a cura di
Luciano Deodato
4
4
ecumenismo
Il novembre 1988
1P
LA TEOLOGIA DELLA LIBERAZIONE E IL PAPA
Anniversari contro
Ventanni di teologia della liberazione e dieci del pontificato di
Wojtyla: due prospettive teologiche antitetiche che si fronteggiano
Piccolo di statura, porta scarpe
correttive a causa della poliomielite che l’ha colpito da piccolo.
Sessantenne, ricco di ’’humour”,
quando parla gesticola in continuazione mandando attraverso le
sue spesse lenti frecciate a destra
e a sinistra. Il peruviano Gustavo
Gutierrez, universalmente noto
come il pioniere della « teologia
della liberazione », ha festeggiato il ventennale di questa sua
intuizione teologica nel centro
cattolico statunitense di Maryknoll. Esso, situato a cinquanta
chilometri da New York, architettonicamente costruito durante il
boom missionario d’inizio secolo
quando si guardava aH’Oriente
da conquistare, è costruito con
una serie di pagode adagiate in
un immenso parco secolare. Oggi questo quartier generale della
« Catholic Foreign Mission Society of America » è semivuoto. Gli
studenti in teologia, futuri sacerdoti, sono mosche bianche. Nel
grande complesso vivono soprattutto missionari rientrati in patria per un periodo di riposo.
Maryknoll si distingue per le sue
coraggiose iniziative ecumeniche
ed anche per la sua casa editrice,
fondata nel 1970 da Miguel
d’Escoto (prete oggi sospeso perché ministro degU esteri in Nicaragua) con il nome di « Orbis
Books », specializzata nel pubblicare opere teologiche del Terzo Mondo in lingua inglese. Così
per esempio « A Theology of Liberation » di Gutierrez è stato
pubblicato in 100.000 copie. Per
festeggiare Tawenimento Gutierrez ha tenuto ima serie di lezioni
nella Congregazione di Maryknoll
proprio sul « futuro della teologia della liberazione ».
Per l’occasione erano presenti
molti teologi e intellettuali americani: dal metodista James Cone
(esponente della black theology)
al premio Nobel Elie Wiesel che
ha parlato soprattutto del recente
libro di Gutierrez su Giobbe.
Vent’anni dunque di battaglie, di
sofferenze, incomprensioni e condanne (si pensi alla penosa vicenda del francescano brasiliano
Leonardo Boif). Gutierrez, che insegna due ore alla settimana all’Università cattolica di Lima, ha
sinora evitato la sospensione da
parte della gerarchia perché non
insegna in corsi preparatori al
sacerdozio. Per lui non c’è stato
sinora il trattamento riservato
agli Hans Kiing o Charles Curran.
Nel centro cattolico statunitense di Maryknoll, presente il teologo
Gutierrez, si è celebrato il ventennale della nascita della teologia
della liberazione.
Il grande
ricompattatore
Il ventennale della « teologia
della liberazione », con la sua fondamentale opzione per i poveri,
l’uso dell’analisi marxista per
comprendere e modificare _ la
realtà e la sua lettura politica
dell’Evangelo, s’intreccia con l’altro molto più eclatante anniversario aH’intemo del mondo
cattolico: il decennale del pontificato di Wojtyla.
Un anniversario contro l’altro.
Nel suo viaggio in Ecuador, Venezuela e Perù nel 1985, rivolgendosi ai teologi della Uberazione, il
papa aveva detto: « Si devono
condannare tutte le modificazioni
del Vangelo e della vera evangelizzazione, le falsità e i falsi profeti, le riletture del Vangelo in
chiave non ecclesiale ma adattate
ad interpretazioni ispirate alla
moda o a visioni socio-politiche.
Con questo si trasforma il servizio alla verità in servizio alla
confusione, quando non alla menzogna ». Instancabile missionario, il papa ha trascorso più di
un anno in viaggi intorno al
mondo per ricompattare l’unità
su scala planetaria, l’unità della
chiesa cattolica romana. Ma malgrado i tanti discorsi tenuti in
ogni parte del globo ed ispirati
alla ”libertà, l’e^aglianza e la
fraternità” in Cristo, il rispetto
dei diritti umani aU’intemo stesso della comunità ecclesiale lascia parecchio a desiderare. Anche il capitolo sulla donna, al di
là del fascinoso e progressivo linguaggio della « Mulieris dignitatem », è lungi dall’essere concretamente profetico. Il no alla donna prete è, e rimane sempre e
soltanto, un sì alla gerarchia maschile. Il grande ricompattatore,
con incredibile dinamismo e un
protagonismo fuori dal comune,
attraverso una predicazione che
parla di pace, di diritti umani, di
giustizia, di povertà, di fedeltà al
Vangelo, ha finito con l’enfatizzare al massimo il ruolo stesso del
pontificato. E’ un papa al superlativo. Tuttavia la realtà ecclesiale, sull’onda delle parole d’ordine del papa ricompattatore,
non sembra trasformarsi nel seriso di scoprire nuovi spazi di libertà, di rispetto dei diritti umani, di fedeltà al Vangelo. Anche
il dissenso di fronte a questo
rullo compressore segna il passo e perde di mordente.
Imperialismo
e conciliarità
opposte, si fronteggiano. La prima è quella che abbiamo visto
sugli schermi il 27 ottobre 1986
per la « giornata di preghiera per
la pace » di Assisi: tutti i capi religiosi intorno al grande pastore
universale che li ha convocati intorno a sé. La seconda è la visione collegiale. Ovvero il pluralismo ecclesiastico su un piano di
parità, il rispetto autentico per
l’altro, la scelta rinnovata di uomini e donne che facciano, in un
tempo determinato e non a vita,
un lavoro di traino teologico, di
riflessione e di spinta per l’azione
profetica delle chiese. Ma questa prospettiva trova di fronte a
sé il grande insormontabile ostacolo del regime pontificale con
i suoi orpelli di infallibilità e la
realtà del suo immenso potere
sociale e politico enfatizzato e
moltiplicato dai media.
I Riformatori del XVI secolo
avevano visto giusto nel considerare il papa il grande ostacolo
sulla via della riforma della chiesa. L’unico pastore al di sopra di
tutti è Gesù Cristo. Ma per chi
continua a vedere in papa Wojtyla l’unico pastore capace di
mantenere unito il gregge sarà
difficile accettare quella parziale riforma ecclesiale che vorrebbe vedere fortemente ridimensionato il ruolo del pontefice. L’affannosa corsa intercontinentale
del papa per rafforzare l’unità intorno a se stesso, paradossalmente, finisce anche per rinvigorire
le differenze e il bisogno di liberarsi da una sudditanza di sapore medioevale. Ci si può anche
commuovere di fronte al pastore
vestito di bianco che brandisce,
come un’arma dei crociati, il crocifisso d’oro gridando il suo amore per la chiesa e per Tumanità.
Il simbolo religioso via satellite
può anche avere successo. Altra
cosa è accettare nel concreto
dell’etica quotidiana l’insegnamento del capo religioso di un
regno che, sino a prova contraria,
è di questo mondo.
SETTIMANA ECUMENICA PER LA PACE
Torino:
il tempo stringe
Nella settimana tra il 16 e
il 24 ottobre si è svolta la prima assise regionale del Piemonte. e della Val d’Aosta per la
pace. Si è così conclusa una prima tappa di quel cammino per
un processo conciliare di cui
già più volte si è parlato anche
attraverso le pagine del nostro
giornale.
Il 4 aprile di quest’anno la
segreteria piemontese di « Beati
i costruttori di pace » aveva
pubblicato un documento base
dal titolo « Il tempo stringo; per
la giustizia, la pace e la salva'guardia della creazione: è iniziato un cammino ecumenico ».
Ecco in breve i momenti della
settimana:
— una tenda per la pace, a•perta per tutta la settimana in
Piazza Solferino a Torino, dove sono stati presenti gruppi,
associazioni, comunità impegnati nel lavoro di solidarietà dentro e fuori la città (obiettori di
coscienza, lavoro fra gli immigrati, solidarietà con varie situazioni del Terzo Mondo, obiettori alle spese militari, educazione alla pace, la giustizia dentro e
fuori le nostre mura, ecc.);
— la pubblicazione di un fascicolo («Vola, colomba bianca ») sui temi di questo cammino ecumenico, diffuso nella regione al prezzo di mille lire (alcuni titoli: La pace da costruire
nella cultura; ...e in parlamento;
La Val Bormida e la sua gente;
Odissea di una commissione comunale; Storia di un disimpegno; L’industria bellica in Piemonte; Obiezione di coscienza:
una libertà in costruzione; Stranieri tra noi, ma non estranei;
Voci da Assisi ’88; L’opinione della gente; Per una sapienza del
limite...);
— molti momenti di riflessione
e di incontro, nella tenda e in
altri luoghi della città di Torino
(ricordiamo fra gli altri: « Ogni
bimbo ha diritto al suo cibo »,
in occasio'ne della giornata mondiale dell’alimentazione; « Solidarietà è il nuovo nome dello
sviluppo »: lIAmerica, l’Africa, il
Medio Oriente e noi; « Incontro
con i parlamentari che avevano
sottoscritto l’appello del maggio ’87 per verificare i loro impegni sui temi della pace »; una
serata nella chiesa valdese di
Corso Vittorio sul terna « Oggi
nel Sud Africa » con la partecipazione della FGEI e dei suoi
bei canti sul Sud Africa d’oggi;
una « serata con testimoni di
Assisi ’88 », con audiovisivi, testimonianze, testi);
— molti momenti in altri luoghi della regione (ricordiamo
Asti e Ivrea)...
— infine un momento conclusivo di riflessione, digiuno e preghiera nella grande chiesa ai
San Filippo a Torino, con interventi di Adriana Zarri, Giuseppe
Ghiberti e Febe Rossi Cavazzutti sul tema della settimana, una
serie di brevi relazioni (Sergio
Ribet, Alvise Alba e Roberto
Granchi) su Assisi ’88, canti e
uno spazio di preghiera riflettendo sulla nostra situazione di
credenti che vorrebbero impegnarsi oggi. Alla fine deU’incontro una fiaccolata (con candele
prodotte dalla cooperativa Ukukhanya — « accendi un lume »
— di Soweto) ha percorso alcune vie della città e si è conclusa
davanti alla tenda della pace.
Due giovani sudafricani, esiliati, ci hanno detto la loro commozione e ci hanno chiesto di
continuare la lotta. La colletta della serata è stata destinata
al Consiglio delle chiese del Sud
Africa.
Naturalmente, ora si riprende
il cammino...
Eugenio Rivoir
Roma: forum sul
processo conciliare
Giuseppe Platone
Dal 16 al 24 ottobre si è svolta in Italia la quarta « Settimana
ecumenica per la pace », promossa da 28 organismi di ispirazione
religiosa: cattolici, protestanti,
ebraici, interreligiosi. Come gli
altri anni, in Italia sono state
scelte per inizio e fine di questa
settimana due date significative:
il 16 ottobre, anniversario della
deportazione degli ebrei italiani
e Giornata dell’alimentazione
della FAO, e il 24 ottobre, anniversario della fondazione delle
Nazioni Unite e Giornata mondiale per il disarmo.
La settim'ana è stata celebrata in molte città italiane. I gruppi promotori hanno organizzato
una serie di iniziative partico
lari a Roma, in cui sono stati
coinvolti i loro responsabili nazionali, sui temi del razzismo,
dell’obiezione di coscienza, dell’ecologia e della pace. Domenica
23 ottobre ha avuto luogo nel
tempio valdese di piazza Cavour
un Forum ecumenico sul « Processo conciliare verso l’Assemblea mondiale su giustizia, pace
e integrità del creato », al quale hanno partecipato i responsabili protestante e cattolico di
questo programma del Consiglio
ecumenico delle chiese. La stessa domenica numerose chiese
evangeliche italiane hanno ricordato i significati di questa settimana nel loro culto domenicale. (nev)
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La teologia della liberazione
contro cui il papa, soprattutto nei
viaggi latino-americani, ha lanciato diversi avvertimenti in nome di una nuova ’’civiltà cristiana” che eviti di « ridurre la missione salvifica della chiesa ad una
liberazione esclusivamente temporale », va nella linea opposta a
quella dell’imperialismo centralizzatore del pontefice, ovvero nella direzione del movimento conciliare che vuole far convivere le
differenze in forza di una comunione spirituale capace di guardare al di là dei rispettivi steccati.
Due prospettive diverse, quasi
in un mare di verde, in un’oasi di pace
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ji
5
11 novembre 1988
obiettivo aperto 5
UN DIALOGO SINGOLARE
Ateismo di stato e reiigione
Il posto della religione nella vita delle società - Le analisi materialistiche non possono spiegare il senso della
vita - Gli attuali sviluppi e i cambiamenti deM’Unione Sovietica - Il dialogo della Chiesa con il mondo d’oggi
In un appartamento tappezzato di libri, atto sopra i tetti di
Vienna, in cui Franz König vive da pensionato quando non è in
viaggio per il mondo a tenere conferenze, stanno seduti uno di
fronte all’altro Vottantaduenne cardinale, che per quindici anni guidò in Vaticano il « Segretariato per i non credenti » e che da mollo tempo si sforza di lanciare ponti verso l’oriente, ed il settantacinquenne professore Adam Schaff, ideologo capo dei comunisti
polacchi fino alla fine degli anni sessanta, espulso dal partito nel
1984 ma sempre ancora di casa tanto a Varsavia come a Vienna,
in contatto con influenti sostenitori della perestrojka a Mosca, e
■come essi convinto dell’« ideale », anche se non più tanto della realtà, del marxismo comunista.
Dopo aver letto il nuovo libro, in parte autobiografico, di Schaff
(«1 rospettive del socialisrno moderno », casa editrice Europa, Wien-Zurich)^ il cardinale König mi aveva proposto di partecipare al
colloquio a cui aveva invitato Schaff, e di registrarlo per il settimanale « Die Zeit ».
Ed ecco di fronte i due pensatori, venutisi incontro da grande
■distanza, dopo aver ormai lasciato i loro incarichi, divenuti più
saggi e rimasti credenti, ognuno a modo suo. Il teologo (che
non e ma^ stato un cardinale del tipo del grande inquisitore di
Dostoevskij) chiede all’ideologo, che si definisce filosofo: che senso ha dichiarare Dio morto e contemporaneamente combatterlo?
König: Gli atei — cioè quelli
che esplicitamente negano l’esistenza di Dio, e gli agnostici,
coloro ai quali è indifferente se
Dio esiste oppure no, sono sempre esistiti. Quello che invece è
nuovo nella storia è che uno Stato inserisca l'ateismo nella propria Costituzione. Io mi chiedo
— e lo chiedo a lei, professor
Schaff — se per il pensiero
marxista sia veramente indispensabile l'idea della dannosità sociale della religione, soprattutto
di quella cristiana, e se abbia anco)a senso che questa idea rimanga.
Schaff: 'Essa nasce dall’affermazione di principio di Marx,
condivisa anche da Engels e dai
neo-hegeliani, che la religione è
« l’oppio del popolo ». Si trattava in realtà di una affermazione
non propriamente filosofica ma
politica, conseguenza di ciò che
la religione — e soprattutto la
chiesa — era allora, di quello
che essa rappresentava nella politica e nella società.
M i io vorrei qui constatare che
la tesi che la religione sia un
ostacolo allo sviluppo della società è divenuta oggi priva di significato.
König: Ma questo non vale anche per il passato?
Schaff: No, per oggi! Perché la
situazione storica è cambiata. Si
vede per esempio nell’Islam
quanto la religione sia capace di
mobilitare politicamente...
Tra religione
e fanatismo
Zeit: ...un esempio non proprio
edificante...
Schaff: ...e dovremmo essere
prudenti nel giudicare negativamente il fanatismo rivoluzionario, perché anche noi abbiamo
avuto nel medioevo le crociate,
e perfino una crociata di bambini. Da questo punto di vista
l’IsIam si trova oggi ancora nel
medioevo. Tuttavia esso dimostra
che la religione può anche essere radicale socialmente, e progressista.
König: E a che punto stiamo
con l’estinzione della religione
profetizzata dal marxismo?
Schaff: Le nostre idee sulla religione sono cambiate. E perciò
è anche sbagliato sentirsi — come fanno alcune persone che conosco — cofne nemici personali
del buon Dio.
König: Ma la comprensione
che tali marxisti hanno della religione è veramente solo un malinteso? Io credo non soltanto
perché essi rinnegano l’intera di
mensione umana della religione.
E’ vero che anche il marxismo
si interessa dell’uomo, anzi lo pone tutto solo al centro, ma l’immagine dell’uomo è per i marxisti unidimensionale — un essere
materiale anche nei suoi processi spirituali. In realtà però l’uomo esiste in due dimensioni. Vivendo in questo mondo, il suo
anelito trascende questo mondo
con la domanda: da dove vengo,
che senso ha questa vita?
Schaff: Io non ho mai pensato che la fede religiosa sia un
malinteso. Essa nasoe da una determinata impostazione dell’uomo, per cui l’uno ce l’ha, l’altro
no, e questo non ha nulla a che
vedere con la cultura, come si
pensava in particular modo durante l’illuminismo. Le nostre ricerche empiriche di sociologia a
Varsavia hanno mostrato che fra
gli scienziati naturali ci sono non
meno credenti che fra gli studiosi di scienze umane. Mi impressiona molto la tesi teologica secondo cui per credere è necessaria la « gratia Dei », che proviene da Dio. Poiché essa mi manca, io non riesco a comprendere
che un uomo colto e intelligente possa essere credente, ma riesco a rispettarlo. D’altra parte
non riesco neanche a dimostrare
che la fede è falsa; e perciò capisco che molti credenti non riescano a comprendere come si
possa non credere.
Zeit: In tal caso non resterebbe per l’ateismo di origine marxista altro che la motivazione politica di cui lei, signor cardinale,
ha parlato e che lei, signor professore, ritiene superata. E’ allora possibile separare l’ateismo
dal marxismo?
Schaff: In un senso politico
certamente, ma come sistema di
pensiero il marxismo resta inestricabilmente collegato con la
sua filosofia e perciò anche con
l’ateismo. Marx ha iniziato come
filosofo.
König: Comunque la posizione
che lei espone non permette di
giustificare la politica religiosa
sovietica e di altri stati comunisti. Leggo in un dizionario per la
gioventù della RDT (edizione
1982) che uno degli scopi dello
stato è il « superamento di ogni
religione ». Inoltre c’è anche scritto che il contrasto con la religione è « insanabile ».
Schaff: Quello che sta scritto
in questo dizionario è insensato
e completamente superato.
Zeit: Se è veramente così superato, perché viene sempre ancora utilizzato per scopi politici?
Schaff: Possono anche esistere
falsi scopi. Non si è neanche vo
luta ammettere la problematica
deH’individuo umano; ed invece
esistono effettivamente due piani, e non solo quello materiale.
Per esempio non si riesce con
analisi materialistiche a rispondere alla domanda sul senso della vita. La religione ha tma risposta, che io come ateo non riesco a darmi; perciò lascio da parte questa domanda, ma naturalmente condivido con i credenti
la problematica del senso delle
cose.
König: Potrebbe lei con simili
idee essere membro di un governo sovietico?
Schaff: Non so se di uno sovietico, ma piuttosto di un governo polacco. Se in Polonia si
intendesse la problematica nel
modo in cui essa viene definita
dal dizionario della 'RDT, il partito polacco dovrebbe essere disciolto immediatamente, perché
il 90% dei suoi membri sono credenti, e spesso addirittura cattolici praticanti.
König: Se in Unione Sovietica
im cristiano praticante fa domanda per un posto di insegnante,
non lo ottiene.
Schaff: In Polonia sì. Può magari essere un po’ più difficile
se egli è un professore di filosofia, ma per questo abbiamo anche un’Università cattolica a Lublino.
Fede e politica
si conciliano?
Zeit: La Polonia non è tipica,
non è un caso che lei, professor
Schaff, venga da lì. La Polonia
è già sempre stata un sintomo
che l’ateismo non è utilizzabile
come elemento ideologico di uno
stato. Ma ci si chiede come mai
perfino ti esso venga ancora di
quando in quando sostenuto dall’amministrazione.
Schaff : A questo proposito i partiti comunisti non al governo sono più avanzati. Per esempio quello italiano già da tempo riconosce il fatto che la fede cattolica
si concilia con l’attività politica
nelle sue file...
Zeit: ...cosa che tuttavia non
piace alla Chiesa né al papa polacco. E’ possibile conciliare le
due cose, signor cardinale?
König: E’ difficile; quando si
cerca di conciliare cose inconciliabili nascono equivoci.
Schaff: Su questo punto io non
concordo con il papa, malgrado
io apprezzi tanto le sue encicliche. Ci sono nella Chiesa ambienti che pensano su queste cose allo stesso modo di ambienti del
movimento comunista: essi separano anche quello che potrebbe
essere comune.
König: Le istanze della Chiesa
sospettano che simili approcci
siano solo manovre tattiche per
convincere dei cattolici e così penetrare nel mondo cattolico. Ammetto che non è detto che le cose debbano stare così e che questo sospetto della Chiesa non è
sempre ed in ogni caso giustificato.
Schaff: Quando si parla di ecumene si intende soltanto quella
della fede? Non potrebbe anche
riguardare quei sistemi di valori
che condividono la preoccupazione per l’uomo?
König: Certo, ma resta la questione di quali siano le posizioni di principio da cui prende le
mosse Tuna parte e l’altra. Papa
Giovanni XXIII direbbe che le
posizioni di principio fissate per
iscritto sono immutabili, ma che
gli uomini non lo sono. Perciò
non è giusto partire sempre e
soltanto da quello che sta scritto — io sto soltanto citando.
Zeit: Tutte le istituzioni umane
si modificano nel corso della storia, anche le chiese. Oggi non si
accendono più roghi...
Schaff: Le abitudini di pensiero non si modificano così rapidamente come la realtà. Ma la
realtà ci investe rapidamente della responsabilità di fare qualcosa per gli uomini più sfortunati
di questa terra. Per questo propongo questa ecumene ampliata.
Zeit: Nella prassi politica la si
è sempre di nuovo cercata, a volte anche per puro opportunismo.
Perfino Stalin non disprezzo l’aiuto della Chiesa russo-ortodossa,
quando l’Unione Sovietica fu aggredita dalla Germania di Hitler.
Schaff: Qggi tutto ciò va molto più in profondità.
Zeit: Anche in Unione Sovietica? Non rimane lì preminente
l’ideologia, che viene coltivata
nel Cremlino?
König: ...nel Vaticano del
marxismo...
Schaff: Lì sono in corso cambiamenti fantastici, ma nello stesso tempo insufficienti. Il Cremlino oggi non è più il Vaticano
del movimento comunista. E’ vero che non sono ancora avvenuti
mutamenti di fondo, ma nelTUnione Sovietica vengono oggi
pronunciate verità terribili. Manca soltanto più il termine ohe io
ho creato per lo stalinismo: communoTascismo. Per la prima volta dalla Rivoluzione d’Ottobre la
festa di Pasqua della Chiesa ortodossa è stata trattata come un
normale avvenimento pubblico, e
mostrata perfino in televisione.
I custodi
dell’ortodossia
Zeit: Ma cambia qualcosa nelle teste dei custodi dell’ortodossia ideologica, molti dei quali lei
conosce da lungo tempo?
Schaff: Nella Bibbia Dio lascia
che il popolo eletto, che egli fa
condurre da Mosè verso la terra
promessa, vaghi prima per quarant’anni nel deserto... In questo racconto c’è una profonda
verità. Chi è vissuto all’epoca di Stalin, in quel sistema della paura, ne è rimasto segnato
e modifica solo lentamente il proprio pensiero. Allora avviene che
si sbatta con la testa da un muro all’altro e si dicano anche stupidaggini. Ma la nuova generazione pensa in modo diverso; la
maggioranza dei giovani è addirittura religiosa, nel senso del cristianesimo ortodosso.
König: Io credo addirittura che
in Decidente arriverà ad un certo punto un rinascimento religioso proveniente dalTQriente; perché è lì che, proprio a seguito
della repressione, l’interesse religioso è cresciuto in modo incredibile. Un po’ di tempo fa dissi — un po’ provocatoriamente —
ad un marxista: al posto vostro
io darei alla Chiesa tutti i privilegi possibili, perché ciò favorisce l’ateismo e la secolarizzazione molto meglio del vostro sistema attuale.
Schaff: Rinnovamento, illuminazione dalTQriente — insomma.
suona quasi come la profezia di
Fatima « ex Oriente lux »... Io
so che anche in Vaticano ci sono simili speranze. Quello che è
vero nel concreto è che in Occidente esiste una crisi della Chiesa, ad Oriente invece un maggiore fervore religioso. E riguardo
a questo esistono delle spiegazioni politico^psicologiohe che
vanno nella direzione di cui parlava lei. Eminenza...
Mosca e la Chiesa
ortodossa
Zeit: Si trarranno da ciò delle
conseguenze a Mosca?
Schaff: Vede, lì si ha soprattutto a che fare con la Chiesa ortodossa, che non proviene dalla tradizione romana ma da quella bizantina; nella storia della Russia essa è sempre stata un’alleata dello stato. Perciò il, problema
della politica ecclesiastica si pone di più nelle repubbliche baltiche, specie nella cattolica Lituania, e presso gli Uniati cattolici
dell’Ucraina.
König: In effetti la Chiesa russo-ortodossa qualifica se stessa
come una Chiesa anche nazionale.
Schaff: Vorrei dire addirittura
che essa è in un certo qual modo incorporata nel nazionalismo
della Grande Russia, il quale resta sempre ancora un fattore importante; da ciò conseguono automaticamente la sua lealtà allo
Stato — ed i limiti che le sono
posti.
König: Il sentimento nazionale
sembra essere diventato un sostituto per l’ideologia marxista.
Schaff: Sì, anche se questo non
è oggi cosi esplicito come per
esempio all’epoca della II guerra
mondiale. Ma se si parla ora con
giovani nell’Unione Sovietica ci
si accorge che il nazionalismo sta
di nuovo tornando; alcuni si dichiarano apertamente nazionalisti russi anche in senso culturale e religioso.
König: La cultura russa è improntata dtil cristianesimo ortodosso. Nella missiva che il papa
ha pubblicato in occasione dei
festeggiamenti del suo millennio
egli sorprendentemente non ricorda neanche con una parola la
repressione della religione e della Chiesa ortodossa, mentre richiama le radici comuni dell’Europa orientale e occidentale, che
sono come « i due polmoni di un
unico organismo ».
Schaff: L’immagine dei polmoni non è in realtà corretta. La
Chiesa ortodossa è tutto sommato completamente diversa.
Il futuro della Chiesa
König: Io ho chiesto una volta al papa dove egli veda il futuro della Chiesa ed egli rispose: certamente non nell'Europa
occidentale; piuttosto in Africa,
in Sud America, in India, in Asia,
perché l’Europa occidentale è
stanca, soffocata nel benessere.
Schaff: Nell’epoca delle macchine intelligenti che sta davanti
a noi avremo più che mai bisogno di un sistema umano di valori.. Anche la tecnica della quinta generazione di computer non
Hansjakob Stehle
(da Die Zeit - Amburgo,
traduzione di Franco Dupré)
(continua a pag. 8)
6
6 vita delle chiese
Il novembre 1988
REGGIO CALABRIA
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Per un Mediterraneo di pace Assemblea di circuito
Nei giorni 14-15-16 ottobre si è
svolta a Reggio Calabria la « Conferenza internazionale per la denuclearizzìazione del Mediterraneo », a cura del Consiglio Regionale della Calabria e del Segreriato internazionale degli enti locali denuclearizzati, che ha visto
la partecipazione dei vari comitati per la pace nazionali ed intemazionali e della Chiesa evangelica battista dì Reggio Calabria.
Le relazioni introduttive hanno rigimrdato il quadro politicostrategico, la presenza nucleare
e le relazioni tra Nord e Sud del
Mediterraneo.
Dopo le relazioni introduttive
molti interventi hanno ricordato
che questo piccolo mare stretto
tra Africa, Asia ed Europa, per
secoli perno della storia dell’uomo e culla di grandi civiltà, è
oggi al centro di forti tensioni e
di gravi pericoli.
Il perdurare di san^inosi conflitti, che rischiano di espandersi
in maniera incontrollabile, crea
forti diseguaglianze economiche
e sociali e un deterioramento
dell’ambiente.
I sindaci dei diversi paesi che
si 'affacciano sul Mediterraneo
hanno assunto l’impegno di consegnare alle generazioni future
un ambiente di pace, pulito e
vivibile, ma per fare questo bisogna superare molti ostacoli
che riguardano la proliferazione delle armi (nucleari e chimiche), che porterebbe ad una ca
Ciovedì 10 novembre
Sabato 19 novembre
Lunedì 14 novembre
n INCONTRO DEI
PASTORI
DEL 1« DISTRETTO
TORRE PELL'ICE — L'incontro avrà luogo alla Casa Unionista con inizio alle 9.45, col seguente programma:
mattino, meditazione a cura di Lucilla
Peyrot; discussione sul tema: « L’enciclica papale "Mulieris dignitatem” »
(introduce Erika Tomassone). Nel pomeriggio G. Platone parla della sua
esperienza negli USA.
PROTESTANTESIMO
IN TV
DOMENICA 13 NOVEMBRE
RAI 2 - Ore 23 circa
In questo numero: servizio
filmato suirvill assemblea
PCEI. Segue un’intervista in
studio al neoeletto presidente
della Federazione, past. Giorgio Bouchard.
Concludono: un servizio filmato sulla celebrazione del
ventennale dell’ospedale « Villa Betania » di Napoli-Ponticelli e 1’« uno più uno » con Giorgio Girardet che risponde alle lettere dei telespettatori.
tastrofe dalle proporzioni incontrollabili.
La stessa scelta di trasferire
in Italia la base dei cacciabombardieri nucleari F-16 che dovranno lasciare la Spagna entro
i prossimi tre anni ha sollevato
molte preoccupazioni.
I rappresentanti dei movimenti
pacifisti calabresi, italiani ed europei, presenti alla conferenza,
hanno individuato negli enti locali denuclearizzati uno dei
principali interlocutori per conseguire risultati significativi sulla
via della pace, della non violenza e del disarmo, affermando
che gli armamenti rappresentano il pericolo più grave per la
umanità e al tempo stesso il
più intollerabile ed 'assurdo sperpero di risorse che mai si sia
verificato.
Alla politica di solidarietà e
cooperazione mai sviluppata si
sostituisce una politica dì forza
e di minaccia con cui garantire
il drenaggio di risorse dal Sud
del mondo.
Una scelta dell’Italia di ridiscutere la decisione presa, dichiarando la propria indisponibilità ad ospitare gli P-16, darebbe a questo paese il ruolo
di protagonista e costruttore di
pace, attivando processi di disarmo, e questo servirebbe da
stimolo e da proposta per una
nuova fase di trattativa.
Occorre infatti dispiegare volontà politica per incidere realmente sulla via della messa al
bando delle armi, intrecciando
insieme l’impegno e l’azione degli
enti e dei movimenti pacifisti,
far contare di più i cittadini ed
i popoli; occorre premere sui
governi affinché ciascimo di essi
faccia la propria parte distruggendo, smantellando e rifiutando gli ordigni dì morte.
Il pastore della Chiesa evangelica battista di Reggio Calabria, nel portare il saluto della
comunità ai partecipanti, diceva
che la conferenza è una tappa
importante, per l’Italia e per i
paesi del Mediterraneo, di quel
processo di sensibilizzazione per
la pace.
Dopo aver ricordato che lo
smantellamento dell’arsenale nucleare della base di Comiso è un
successo del movimento della
pace e delle lotte di tanti giovani, ha evidenziato il contributo che le chiese evangeliche hanno dato all’elaborazione di una
cultura di pace e di non violenza, e ha continuato 'affermando
che il messaggio di Cristo, con
i suoi « non uccidere » e « beati i costruttori di pace », ci
ha spinti alla ricerca di una strategia di rapporti umani non basati sulla guerra, ma su principi di solidarietà, di difesa dei
diritti dei popoli, specialmente
dei più deboli, e di fraternità di
cui Cristo è stato il portatore
e di cui ci possiamo appropriare nel discepolato cristiana.
Lino Mirotta
CORRISPONDENZE
□ COLLETTIVO BIBLICO
ECUMENICO
PINEROLO — Alle 20.45, presso la
comunità di S. Domenico (v.le Savorgnan d'Osoppo, 1) il past. S. Ribet introduce il tema • Le tappe principali
del processo conciliare. La riflessione
sulla conciliarità. Quale chiesa e quale rapporto tra le chiese ».
Obiezione alle
ore alternative
n CORSO DI ANIMAZIONE
BIBLICA FFEVM
TORRE PELL'ICE — Presso la foresteria ha luogo un corso di animazione biblica sul tema: « I credenti
di fronte al problema della violenza
nella famiglia ». L’incontro prosegue
domenica 20 novembre.
Per informazioni rivolgersi a Wanda
Rutigliano, Riclaretto: tei. 0121/808817.
SAVONA — Edo Cacciapuoti,
della chiesa metodista di Savona,
è insegnante di inglese nella più
grande scuola superiore di Savona, l’Istituto Tecnico Industriale
(170 insegnanti circa).
Degli studenti, 85-90 non si avvalgono dell’ora di religione cattolica ed alcuni rifiutano pure
l’attività alternativa.
Al collegio dei docenti del 20
ottobre, Edo ha sollevato la questione delTultima sentenza del
Consiglio di Stato, che ha reso
obbligatoria l’ora alternativa, dichiarando la sua obiezione di coscienza ad un servizio che, da facoltativo, diventa incomprensibilmente obbligatorio.
La riunione si è vivacizzata sul
ROMA
I movimenti
evangelici
problema e si è giunti ad una
votazione sulla seguente mozione: « A seguito della decisione
del Consiglio di Stato, che rende obbligatoria l’ora alternativa
all’ora di religione cattolica, il
collegio dei docenti dell’ITIS si
oppone a tale sentenza e chiede
che venga soppressa. Nel frattempo gli insegnanti chiedono la solidarietà democratica dei colleghi di religione cattolica perché
si astengano dal loro insegnamento, finché perduri il disagio
degli allievi che non se ne avvalgono ».
Il risultato ottenuto di 27 sì,
46 no e 93 astenuti era veramente impensabile di fronte all’indiiferenza e l’onacità che di solito. nella scuola, gravano sul
problema.
Un insegnante di religione cattolica ha dichiarato di sentirsi
in crisi per Questa situazione.
Naturalmente 1’« ora alternativa » si farà, ma viene così ridimensionato di molto il numero
di chi sarà disponibile a farla.
L’associazione Amici della biblioteca « Piero Guicciardini »,
con la Società di studi evangelici e la Società di studi valdesi,
organizza, presso la Facoltà di
teologia, un convegno sui movimenti evangelici in Italia dall’Unità ad oggi. Tra venerdì 11
e sabato 12 novembre, con inizio
il venerdì alle 15.30, si succederanno le relazioni di Giorgio Spini, Franco Chiarini, Lorenza Giorgi, Francesco Pitocco, Sergio Rostagno. Bruna Peyrot, Andrea
Mannucci, Domenico Maselli, Rosanna Ciappa Nitti e Cesare Milaneschi.
Saranno presentate recenti pubblicazioni sulla storia dei movimenti '3vangelici.
Insediato
il nuovo pastore
POMARETTO — L’assemblea
del III Circuito, nella seduta del
4 novembre, si è ancora occupata delle manifestazioni del terzo
centenario del Rimpatrio, con il
proposito di dedicare un po’ di
attenzione non solo agli aspetti
celebrativi, ma anche a situazioni attuali degne di riflessione.
Oltre al calendario già molto
fitto di incontri (il XV agosto a
Balsiglia sarà particolarmente
impegnativo), si è deciso di dedicare un ciclo di riunioni quartierali oppure la giornata del 17
febbraio a riflettere sui problemi
delle minoranze quali, ad esempio, gli immigrati di colore o
gli anziani, senza dimenticare le
donne, minoranza non nel numero, ma nel peso sociale. Anche il
gruppo giovanile che si riunisce
a Pomaretto porterà nelle comunità un suo spettacolo che vuole appunto mettere in luce la
dura esistenza di chi viene a cercare lavoro nei nostri ricchi
paesi.
La seconda parte della seduta
è stata dedicata alla stampa,
con l’invito a trovare nuovi collaboratori per le pagine valligiane dell’« Eco-Luce » e la ricerca
di un coordinatore per l’attività
di colportaggio.
Si è parlato, a questo proposito, della diffusione del libro
evangelico, in contatto con le librerie per l’aggiornamento dei
depositi e cogliendo tutte le occasioni (mostre, stagioni turistiche, festività), per invitare agli
acquisti.
• La corale di Crest sarà
nostra ospite dall’ll al 13 novembre. Sabato 12, alle 20.30 iiel
tempio, terrà un concerto insieme alla nostra corale, e domenica parteciperà alle ore 10 al
culto in francese, a cui collaborerà con tre canti.
Dopo il culto, alle ore 12.30,
avrà luogo un pranzo comunitario nella sala deH’Eicolo grando.
Proiezione
PINEROLO — Particolare interesse ha destato la serie di diapositive proiettate giovedì 3 u.s.
nella nostra saletta. Si tratta del
lavoro fatto da alcuni giovani:
Luciano Ribet, Sergio Refourn,
Samuele Montalbano e Pier Paolo Long che hanno ripercorso nel
luglio scorso, in dodici giorni,
l’itinerario del glorioso rimpatrio
e che hanno fermato con le foto
le tappe più importanti del loro
viaggio. Abbiamo ammirato le
loro diapositive e ci siamo rallegrati con loro per le fatiche
sopportate con tanto entusiasmo
e del loro affiatamento durante
le lunghe marce e le tappe sotto
la tenda.
• Ringraziamo il predicatore
locale Aldo Garrone che ha presieduto il culto del 9 ottobre.
• Dopo un lungo periodo di
sofferenza ci ha lasciato Renzo
Geymonat di 46 anni e dopo una
lunga vita Alessandro Jacumin.
Tutta la comunità si è stretta ai
familiari nell’ora del lutto.
Nuova culla
RORA’ — La comunità esprime i suoi auguri a Tatiana e
Vito Gardiol per la nascita di
Elisabetta Anna..
BARI —- Domenica 23 ottobre
il Consiglio del XIV Circuito
(Puglia e Lucania) al completo,
nelle persone di Anna Marinelli,
Eugenio Stretti e Giovanni Magnifico, ha visitato le comunità
di Bari e Corato, procedendo
aH’insediamento del past. Gianna
Sciclone.
Il culto, in ambedue le chiese,
è stato presieduto collegialmente dallo stesso Consiglio con liturgia curata dal past. Stretti.
Messaggi augurali per il nuovo
ministero pastorale di G. Sciclone sono venuti anche da parte
battista e dal gruppo ecumenico
di Bari.
Giovani
ca alle ore 20,30. I testi che leggiamo sono quelli concordati con
le chiese del 2® Circuito dal libro
del profeta Isaia (capitoli 1-39).
Studi biblici
TORRE PELLICE — Gli studi
biblici iniziati con la settimana
in corso avranno per oggetto una
riflessione sul tema «ministerio
degli anziani nella comunità cristiana evangelica ».
• Domenica 13 novembre alle
ore 15, alla casa unionista, l’unione femminile presenterà uno studio sul tema « la nuora, straniera e capostipite ».
• La corale terrà un concerto,
unitamente alla « Schola cantorum » della locale parrocchia cattolica, nella chiesa cattolica, alle
ore 20,45 di sabato 12 novembre, nell’ambito dei festeggiamenti per S. Martino.
Gradito ospite
ANGROGNA — Con una predicazione fortemente biblica,
orientata verso la speranza di
Cristo senza distogliere l’attenzione dai problemi reali del nostro tempo, il candidato in teologia Ruggero Marchetti, con la
moglie Carmelina e la piccola
Ester, ha spiritualmente arricchito il culto e l’agape comunit-aria del 6 novembre in cui lo stesso Marchetti, Franco Taglierò e
il past. Platone hanno rivolto
messaggi. Nel corso di tre intense giornate il candidato in teologia Marchetti, invitato dal
Concistoro a visitare la nostra
comunità e la cui consacrazione
al pastorato è prevista per il
Sinodo ’89, ha avuto alcuni incontri, ha visitato alcune realtà
della valle. Le riunioni proseguono al C'apoluogo (14), al Martel (15) e agli Odins-Bertot (17).
• Domenica 13 i culti al Capoluogo e al Serre (14,30) saranno
presieduti dall’Unione Femminile.
• Ci siamo raccolti intorno al
messaggio della risurrezione alcune volte nella scorsa settinrana, in occasione dei funerali di
Edoardo Monnet di anni 84 della Sarsa, di Maddalena Kston v.
Coisson di anni 87 degli Odin e
di Alice Jourdan Bertin di anni
76 della Plantà. Ai familiari rinnoviamo la nostra solidarietà
in Cristo.
Culto nella sala
BOBBIO PELLICE — A partire da domenica 13 novembre
il culto avrà luogo nella sala
unionista.
Ammissione
PIOSSASCO — Per fare qualcosa insieme, per non stare ognuno per conto proprio, abbiamo
pensato di organizzare im incontro dei giovani della chiesa di
Piossasco, sabato 12 novembre
a partire dalle ore 16, nella sala valdese a Piossasco. Giochi,
chiacchiere, spaghettata. L’incontro continuerà anche dopo cena.
• Il Concistoro si incontra
mercoledì 16 novembre alle ore
20,30 presso la sala.
• A mercoledì 'alterni, presso
la sala, incontro di lettura bibli
LUSERNA SAN GIOVANNI —
Durante il culto di domenica
scorsa è stato ammesso a far parte della nostra chiesa, quale membro comunicante, il signor Sergio N. Turtulici, residente a Villafranca Piemonte.
La comunità ha accolto con affetto e gioia questo fratello che
da oltre un anno frequenta assiduamente i nostri culti e che ora,
dopo un positivo incontro con il
concistoro, ha chiesto di fare la
sua pubblica confessione di fede
in Cristo.
Il Signore lo benedica e gli conceda di poter sempre vivere nello spirito della sua legge d’amore e di servizio.
Solidarietà
PERRERO-MANIGLIA — Nel
corso della settimana passata
due fratelli ci hanno lasciato:
Adelina Bounous ved. Ferrerò di
86 'anni di Balbencia, e Aldo Pons
di 63 anni di Bessé. Fiduciosi nel
Signore esprimiamo alle loro famiglie la nostra solidarietà nel
lutto.
7
.■á
11 novembre 1988
valli valdesi
Ale vali oggi IL CASO INDESIT
1700 senza lavoro ■ Oggi e domani
Hockey
e dintorni
« Nell’anno del Signore 1985,
addì 29 luglio, nella contea di Pinerolo e Valli, si unirono nel sacro vincolo matrimoniale il Principe del legno Nuccio Candeliere, il Conte della scuolaguida
ed eccellentissimo ristoratore
Valter Germano ed il Duce di
San Germano Gran Maestro di
corte Sergio Coppolino e diedero alla luce una splendida creatura, l’Associazione Ghiaccio
Sport Valpellice ».
Quanto scritto sopra, unitamente ad altre amenità, volle sottolineare, tre anni or sono, la
fondazione di un nuovo sodalizio
sportivo in grado di sostituire la
vecchia società « Hockey Club
Valpellice » che giusto l'anno prima aveva compiuto i suoi 50 anni.
Tutto ciò fu scritto in preda
acL un entusiasmo forse esageralo che doveva segnare l’apertura
allo spirito imprenditoriale di
marca pinerolese (lo stesso che
■altri vorrebbero proporre come
soluzione ai problemi occupazionar delle valli?) e resta ancor
oggi alla vista di tutti, in un locale pubblico di Luserna; è già
un reperto storico...
Infatti cosa è successo?
Le vicende di Candeliere hanno riempito le cronache giudiziarie di molti giornali, il signor
Germano è tornato ad occuparsi
prevalentemente di autoscuole e
quanto a Coppolino, per quanto
riguarda lo sport più seguito in
vai Pellice, gli sono rimaste le
« veline » de « L’Eco del Chisone » che si è ben guardato dall’informare tempestivamente su
una situazione che, dalla scorsa
primavera,, è andata peggiorando
di settimana in settimana, fino
a mettere in dubbio la stessa sopravvivenza dell’hockey in vai
Pellice, un fenomeno che non è
soltanto sport agonistico ma anche qualcosa di più.
Intorno al mondo dello sport
del ghiaccio ruotano infatti da
tempo opportunità assai significative per il mondo giovanile, opportunità che si chiamano corsi
di avviamento al pattinaggio, occasioni per esprimere il bisogno
di attività, di incontro, di socializzazione dei giovani. Tutto questo è stato possibile anche, o forse soprattutto, sull’onda dell’attività della squadra di hockey, una
attività costosa che negli anni
scorsi ha vissuto spesso sul filo
del rasoio.
Così anche nell’ultima stagione
agonistica il deficit è salito, molti giocatori non hanno percepito
quanto era stato loro promesso,
le ingiunzioni hanno fatto seguito, ma poco o nulla si è saputo
ufficialmente su quanto stava accadendo. E’ passata l’estate (periodo in cui generalmente si imposta l’attività futura) ed è arrivato l’autunno senza che gli altri
responsabili della società sapessero nulla dal presidente dimissionario, finché — sono avvenimenti di poche settimane fa —
un gruppo di valligiani, da tempo vicini al mondo dell’hockey,
ha deciso di prendere in mano
la situazione dopo un’assemblea
pubblica inconcludente per la
mancanza del sig. CoppoUno.
La squadra ricomincerà da capo, dalle serie inferiori, da un
livello di puro dilettantismo dei
giocatori: com’è lontano quel 29
luglio 1985!
Piervaldo Rostan
Dopo anni di cassa integrazione il futuro dei dipendenti degli stabilimenti piemontesi rischia di essere quello della disoccupazione
La disoccupazione è vicina per
1.700 lavoratori della ex Indesit
del pinerolese. Dal 1980, dopo la
« fuga » dall’azienda del suo fondatore Campioni, l'Indesit — terzo produttore italiano di elettrodomestici, con stabilimenti nel
pinerolese (None e Orbassano) e
nella Campania (Teverola) — ayeva messo in cassa integrazione
i suoi 12.000 dipendenti ed era
entrata in amministrazione controllata.
Una parte della produzione, legata alla componentistica elettronica, era poi passata alla iRel e
da questa alla Seleco, mentre
il grosso della produzione era
continuato a ritmi ridotti, usufruendo della cassa integrazione
e della legge « Prodi ».
Nel dicembre 1987 il commissario Zunino raggiungeva un accordo con la ditta Ariston (gruppo Merloni) che si era impegnata ad assumere 2.000 dipendenti.
Fatti i conti e dedotti coloro che
si sono nel frattempo licenziati,
coloro che sono andati in pensione, quanti sono passati alla
Seleco, restano in forza all’Indesit 4.000 dipendenti, di cui 1.700
negli stabilimenti del pinerolese.
Per risolvere questo problema
il Governo vuole sperimentare,
proprio partendo dal caso Indesit, la « commissione grandi eccedenze », prevista dalle nuove normative riguardanti le industrie in
crisi. Si forma la commissione
con il commissario Zunino, i sindacati, il ministro dell’industria
Battaglia. Si fanno un paio di
riunioni per decidere come lavorare, poi più niente.
Però a giugno è scaduta la cassa integrazione, che a rigor di
legge non può più essere rinnovata essendo i dipendenti Indesit privi di stabilimenti produttivi, che sono stati venduti all’Ariston.
Dal mese di giugno quindi
l’INPS non paga più gli assegni
di cassa integrazione. Ed è un
dramma per almeno 500 famiglie
nel pinerolese che hanno come
unico reddito familiare quello
dell’assegno della cassa integrazione.
Così nel mese di ottobre i lavoratori Indesit fanno una serie
di manifestazioni; a Roma (il 14),
a Torino davanti alla Regione (il
17 e il 27) e davanti alla Prefettura e alla Rai (sempre il 27), a
Pinerolo (il 29) durante una riunione del PSI con Fon. La Ganga.
La lotta comincia a pagare. Da
Roma il ministro Battaglia fa
sapere di aver prolungato la cassa integrazione fino al 3 settembre, ma dopo ci sarà la disoccupazione. Ci saranno ancora assegni per qualche tempo (indennità speciale di disoccupazione),
poi più niente.
« Bisogna notare — dice Marisa Mottura della Fiom-Cgil —
che le più colpite sono le donne:
sono il 90% dei cassaintegrati.
La Costituzione parla di diritto
al lavoro, ma a noi questo diritto è negato ».
« Il problema è politico — osserva Enrico Lanza della FimCisl —. Dobbiamo riuscire ad af
fermare il principio della solidarietà. La Fiat oggi denuncia guadagni di 4 mila miliardi dopo
una ristrutturazione fatta coi soldi pubblici. E’ mai possibile che
non possa assumere qualche cassaintegrato Indesit? Se si vince
la battaglia con la Fiat, dopo anche gli altri potranno trovare ricollocazione in altre aziende. Bisogna vincere la posizione secondo cui i cassaintegrati non sono
idonei a lavorare in complessi
che tirano ».
Sulla questione sono fioccate le
interrogazioni in Regione e Provincia da parte di DP e PCI.
Giorgio GardioI
SANITÀ’
Sciopero nei servizi
Si discute, fra personale e responsabili politici deirUSSL 42,
del funzionamento dei distretti di
base.
Disagi sono stati riscontrati
sia da parte degli operatori che,
soprattutto, degli utenti.
Gli infermieri lamentano « che
l’attuale gestione dei distretti
tiene conto unicamente delle indicazioni mediche, non prevedendo una loro partecipazione attiva
volta all’individuazione dei bisogni dell’utente ed al loro soddisfacimento ».
Si pone poi l’accento, da parte del personale, sulla disomogeneità dei servizi erogati sul terri
ELEZIONI COMUNALI A BARGE E BAGNOLO
Dal bianco al rosa
Risultati largamente imprevisti quelli delle elezioni comunali di Barge e Bagnolo, due piccole cittadine ai confini delle valli
valdesi.
I due comuni avevano vissuto
una grande litigiosità della maggioranza di coalizione che reggeva i comuni, per risolvere la quale si è dovuti ricorrere anticipatamente alle urne.
A Barge la DC, che da sola
aveva nel 1985 quasi la maggioranza assoluta (49,7%) e 10 seggi,
perde il 16% dei voti e tre seggi.
Cala a tre consiglieri ,il PCI, che
perde 5 punti e 1 seggio. Del
calo democristiano e comunista
si avvantaggiano il PSI, che passa dal 14,6% al 33,1%, e da 3 a 7
seggi, e il PLI, che aumenta del
5,5% e passa da 2 a 3 seggi. Nessun risultato utile invece per le
due liste di Piemont che raccol
gono insieme il 3,8% e non ottengono nessun seggio.
A Bagnolo la DC perde l’ll%
e passa da 7 a 4 seggi, i liberali
rimangono stabili con 5 seggi, pur
perdendo un punto in percentuale. « L’Unione indipendenti », una
lista di orientamento socialista,
avanza di 2 pimti percentuali e
col 33,1% è il primo raggruppamento politico di Bagnolo con 7
seggi in consiglio, la lista civica
« Amici di Bagnolo » ottiene il
10% dei voti e 2 seggi, inalterato
il risultato della lista « Sinistra »
(PCI-DP) che ottiene 2 seggi che
vanno ad esponenti demoproletari (9,1%). Nessun seggio a Piemont (Gremmo) che ottiene però
il 3%.
Sia a Barge che a Bagnolo sono ora i socialisti gli arbitri
della situazione. La zona da bianca sta diventando rosa.
G. G.
torio e nelle strutture private
convenzionate.
Mentre gli infermieri hanno espnesso il loro « disappunto » agli
organismi superiori, anche 1’« attivo » dei delegati CGILCISL-UIL
comprensoriale ha espresso « la
necessità di un coinvolgimento
dei lavoratori e della popolazione per richiamare i politici e gli
organi di gestione alle proprie
responsabilità; di una maggiore
omogeneità di prestazione fra i
vari distretti dell’USSL e Case
private convenzionate e il miglioramento della qualità dell’assistenza che abbia come scopo la
soddisfazione più globale del bisogno dell’assistito evitando, dove possibile, il ricorso al ricovero
in ospedale o in Istituti per anziani ». Su questi problemi si è
svolto uno sciopero nella giornata di lunedì 7.
REGIONE
Il PCI per il
glorioso
rimpatrio
TORINO — Anche il gruppo
consiliare regionale del PCI è
intervenuto per sollecitare la
Regione a collaborare alle « celebrazioni del glorioso rimpatrio ».
In una proposta di ordine del
giorno per il Consiglio regionale
i comunisti vogliono impegnare
« la Giunta e l’Ufficio di Presidenza, per quanto di sua competenza, a sostenere le iniziative che
per dare adeguato rilievo e duratura incidenza a questa celebrazione verranno assunte dalle
associazioni culturali valdesi ».
Autunno in vai d’Angrogna
ANGROGNA — Nell'ambito della rassegna « Autunno in vai d'Angrogna ■>,
venerdì 11 novembre, alle ore 21, nel
tempio valdese di Pradeltorno avrà
luogo un concerto del Coro di Villar
Pellice diretto da Dino Ciesoh. Sabato 12 novembre, alle ore 21, nella sala valdese di S. Lorenzo, il gruppo
« Théâtre cuouronnais » di Cucuron
(Francia] presenterà « La savaterie prodigieuse » di F. G. Lorca. Mercoledì 16
novembre, alle ore 21, nella sala comunale dì S. Lorenzo verrà presentato
l’ottavo quaderno del centro di documentazione dal titolo »1 La penna e il calamaio ». '
Cinema
PO'MARETTO — Presso il cinema
Edelweiss, nell'ambito delia rassegna
di film intitolata « Attori, autori », alle
ore 21 di venerdì 11 novembre verrà
proposto il film « Lunga vita alla signora » di Olmi. E’ previsto, per l'intero ciclo di proiezioni che sì concluderà il 27 gennaio prossimo, un abbonamento di 20 mila lire.
TORRE PELLICE — Il cinema Trento
ha in programma: ven. 11, ore 21.15,
<> Blu iguana »; sab. 12 e dom. 13
« Leggenda del santo bevitore »; dom.
13, alle ore 16, « Heidi diventa principessa ».
Concerti
PINEROLO — Domenica 13 novembre,
alle ore 16, nel palazzetto dello sport
avrà luogo un concerto dei cori « La
Baita » di Piossasco, » La gerla » di
Torino e della « Corale liturgica » dì
Bagnolo.
Segnaiazioni
TORRE PELLICE — Lunedì 14 novembre avrà luogo la fiera autunnale.
TORRE PELLICE — Sabato 19 novembre, alle ore 20.30, presso la Sala
del consiglio della Comunità Montana,
verranno presentati gli atti del convegno su « L’azionismo nella storia d^ltalia 1946-1953». Il volume sarà presentato da Max Salvadori, curatore, e
da Lamberto Mercuri, unitamente al
saggio di quest'ultimo su « L'epurazione in Italia 1943-1948 ». Alla serata, organizzata dalla Comunità Montana Val Pellice in collaborazione con la
FIAP e la sezione ANPI di Torre Pellice, parteciperà il sen. Carlo Galante Garrone.
COLLEGIO VALDESE
Corsi
di tedesco
Il Collegio valdese organizza un
corso di lìngua tedesca per principianti, con inizio entro novembre. Le lezioni, della durata di 90 minuti, si
svolgeranno con cadenza settimanale
in orario preserale, il giorno deve ancora essere stabilito.
Il corso intende fornire 1 primi rudimenti per una conoscenza della lingua e per permettere una mìnima conversazione In tedesco: riuscirà utile
anche in previsione delle manifestazioni del centenario del Rimpatrio.
Il costo complessivo si aggirerà sulle L. 100.000 (libri esclusi).
Per informazioni rivolgersi al Collegio (ore 8.30-12 - tei. 91260).
« L’anima mia s’acqueta in Dio
solo; da lui viene la mia salvezza »
(Salmo 62)
Il giorno 3 novembre 1988 il Signore ha chiamato a sé
Adolfo ReveI
Maggiore degli Alpini in congedo
di anni 92
Lo annunciano addolorati, ma confortati dalla fede, i figli Alberto, Franco, Vanda, Aldo, la sorella Alice (in
Scozia) con le relative famiglie.
Trieste, 11 novembre 1988.
8
8 fatti e problemi
Il novembre 1988
La saga di John Hanrahan e
della sua famiglia ha inizio nel
1976, anno in cui la società farmaceutica americana Merck Sharp
& Dohme (MSD) apre uno stabilimento a Ballydine, una tranquilla località della contea irlandese di Tipperary dove non esistono praticamente altre attività
industriali, e dà avvio alla produzione di due farmaci usati nel trattamento dell’artrite: SuUndac e
Indocid. Prima ancora, però, che
l’azienda cominci a lavorare a
pieno ritmo, nel 1979, diversi abitanti protestano perché notano fenomeni insoliti e inquietanti: i
metalli arrugginiscono a vista
d’occhio; si sentono forti e sgradevoli odori; il bestiame ha gli
occhi che lacrimano in continuar
zione, si ammala facilmente e mostra la tendenza, in certe ore del
giorno, a dar segni di panico per
poi fuggire precipitosamente in
massa.
Fra coloro che protestano è
John Hanrahan, che ha cominciato a soffrire di disturbi respiratori e la cui azienda agricola
sembra essere la più colpita:
quando, nel febbraio 1980, il consiglio di contea si decide infine
ad ordinare una perizia, la famiglia ha già visto morire 70 capi
di bestiame, senza contare una
incidenza abnorme di vitelli nati
morti o deformi. L’indagine, effettuata da « An Foras Forbartha », un ente parastatale di ricerca, e pubblicata nell’autunno dello
stesso anno, sarà la prima di una
lunghissima serie di perizie e controperizie destinate a succedersi
nel corso degli anni; in essa, pur
affermando che non è provata
l’esistenza di un grave inquinamento atmosferico e che le fuoriuscite di vapori acidi si situano
entro i limiti consentiti dalla CEE,
gli esperti consigliano di tenere
sotto controllo la situazione e di
prendere sul serio eventuali altri
reclami.
Gli avvertimenti:
lettera morta
IRLANDA
Storia di un uomo
smesso di bere) e nella sua disponibilità ad avallare tutte le dichiarazioni rassicuranti dell’azienda.
coraggioso
Dopo una lunga serie di vicissitudini una sentenza che potrebbe costituire un precedente importante: chi inquina è costretto a pagare
Entrambe queste raccomandazioni resteranno lettera morta.
Non solo: quando, di fronte ad
una situazione sempre più catastrofica nella sua azienda agricola (nel 1981 muoiono 67 bestie, e
il veterinario effettua oltre trecento visite), John Hanrahan si
intestardisce ad esigere che sia
fatta luce su questi fenomeni, fino
ad intentare causa all’azienda
presso l’Alta Corte dello Stato
nel febbraio 1982, si intesse rapidamente una fitta rete di complicità e di connivenze tra MSD,
amministrazione locale, responsabili ministeriali a vari livelli. Alcuni esempi: il comitato speciale
di esperti promosso dal consiglio
di contea nel 1981, che avrebbe
dovuto studiare la situazione dal
punto di vista medico, veterinario
e agricolo, non ha mai visto la
luce; nello stesso periodo, un
ispettore dell’ufficio veterinario,
dopo aver esaminato le mucche
degli Hanrahan, afferma che soffrono semplicemente di brucellosi,
e che quindi non è il caso di allarmarsi; successivamente, il consiglio di contea manda uno dei
suoi veterinari a visitare le bestie, ma il rapporto da questi preparato resta negli archivi del consiglio e non viene mai reso pubblico. Ancora, quando John Hanrahan invia 26 carcasse per analisi
al laboratorio veterinario della vicina città di Kilkenny, gli viene
risposto che non è stato riscontrato nulla di anormale; il labora
torio m questione, pero, come
tutti gli altri esistenti in Irlanda,
non è attrezzato per rilevare la
eventuale presenza di sostanze tossiche; normalmente, in questi casi,
il ministero dell’agricoltura manda
ad analizzare i campioni all’este
ro. Per John Hanrahan questo non
è mai stato fatto.
Tra le varie perizie effettuate,
la più compromettente per l’azienda è quella affidata nel 1982 al
dipartimento di botanica dell’università di Dublino, in cui sono stati studiati campioni di foglie,
licheni, terra, foraggio e peli di
animali. Nelle conclusioni si conferma la presenza di composti
tossici e l’esistenza di « un problema potenzialmente grave di
inquinamento atmosferico dovuto
alla collocazione geografica della
fabbrica ». I funzionari del consiglio di contea e del ministero dell’agricoltura cercano dapprima di
impedire che la perizia venga resa pubblica poi, quando una copia viene passata clandestinamente
al quotidiano Irish Times, che ne
rende noti i risultati, interpretano in maniera distorta e parziale,
e in certi casi addirittura falsificano, ciò che è stato scritto dagli
esperti dell’università.
Intanto, i problemi continuano:
nella fattoria degli Hanrahan è una
vera ecatombe non solo di mucche e vitelli (alla fine del 1986, la
famiglia ne avrà perduti 225), ma
anche di conigli e ponies; il cane
muore di cancro nel 1982. E tra
gli abitanti della zona si conta un
numero insolitamente elevato di
decessi per attacchi cardiaci, o per
tumori normalmente associati all’uso di sostanze chimiche. Solo
John Hanrahan e i suoi, però, insistono a chiedere giustizia: dopo
un iter giuridico durato tre anni,
la causa viene infine portata davanti all’Alta Corte, senza — occorre sottolinearlo — che la famiglia abbia potuto prendere conoscenza dei risultati delle perizie
effettuate nel corso degli anni o
avere accesso alle informazioni
sui controlli attuati in proprio dall’MSD, tutti dati, questi, che le
autorità locali (consiglio di contea e ufficio d’igiene) posseggono,
ma si guardano bene dal mettere
a sua disposizione.
Quando, nell’agosto 1985, arriva la sentenza dell’Alta Corte, è
una mazzata: i giudici danno ragione all’MSD, sostengono che
John Hanrahan non è riuscito a
dimostrare che i suoi problemi
sono causati dalla fabbrica, e lo
condannano al pagamento delle
spese processuali, pari ad oltre un
milione di sterline (due miliardi
di lire). La famiglia, che da qualche tempo si è trasferita ad una
quindicina di chilometri di distanza dalla fattoria per difendere la
propria salute e salvare quel che
resta del bestiame, non si dà per
vinta e presenta subito ricorso alla
Corte Suprema, la massima istanza giudiziaria dello Stato.
I tre anni che seguono sono durissimi. Gli Hanrahan si trovano
costretti a vendere il bestiame e a
licenziare i loro dipendenti, perché lo stabilimento lattiero da loro
rifornito ha sospeso tutti i crediti;
nel luglio 1986 il consiglio di contea taglia l’acqua alla loro casa
per mancato pagamento delle imposte locali. E poi c’è la vendita
di molti beni di famiglia, necessaria a finanziare il ricorso alla
Corte Suprema, e soprattutto, l’incubo di una possibile sconfitta anche in quella sede, che vorrebbe
dire la rovina definitiva.
II 5 luglio 1988, però, la fami
Agricoltura e produzione industriale: una convivenza difficile e problematica.
glia ottiene finalmente giustizia:
con verdetto unanime, la Corte Suprema ricdnosce la colpevolezza
dell’MSD, responsabile sia degli
odori sgradevoli che gli Hanrahan
si sono dovuti sorbire per anni, sia
dei ben più gravi problemi di salute sofferti da persone ed animali, e condanna l’azienda al risarcimento dei danni nonché al
pagamento delle spese processuali
per entrambe le cause intentate. I
giudici ritengono infatti che la
spiegazione più ovvia e plausibile
dei fenomeni verificatisi nella fattoria sia da ricercarsi nella fuoriuscita di sostanze tossiche dalle
ciminiere della fabbrica, in particolare nel funzionamento insoddisfacente di un inceneritore usato per l’eliminazione delle scorie
chimiche, che per molti mesi all’anno ha funzionato a temperature inferiori a quella per la quale
era stato progettato e Inadeguate
a distruggere solventi pericolosi e
inquinanti; l’importanza della sentenza sta nel fatto che l’onere
della prova non è più addossato
al ricorrente, al contrario, il tribunale accetta come valida l’argomentazione più credibile: tocca
alla parte avversa refutarla.
l’azienda si è quindi trovata in
una posizione ideale per esercitare
pressioni in forme all’apparenza
benevole e addirittura caritatevoli:
le sue donazioni a scuole e istituzioni varie si contano in centinaia
di migliaia di sterline, e i suoi
dipendenti sono sempre stati trattati molto bene. I risultati di quest’accorta strategia di pubbliche
relazioni si sono visti non solo nell’atteggiamento dei pubblici poteri, ma anche nella partecipazione
attiva del sindacato alla campagna denigratoria nei confronti
degli Hanrahan (un funzionario
sindacale, intervistato nel 1983, dichiarava ridendo che i problemi di
salute di John Hanrahan si sarebbero forse attenuati se avesse
La fame di posti di lavoro, in
un paese ad alta disoccupazione
come l’Irlanda, rende molte comunità estremamente vulnerabili
di fronte al ricatto delle multinazionali: o ci lasciate avvelenare
l’ambiente, o non vi facciamo lavorare.
Certo è che gli Hanrahan non
sono stati i soli ad avere problemi, ma altri non hanno avuto la
forza di sfidare l’omertà e il silenzio. Senza contare il ricordo delle
forme più dirette di intimidazione
che una quindicina di anni fa entrarono in gioco quando la società
farmaceutica Schering annunciò
di voler costruire uno stabilimento in questa stessa zona: il numero di obiettori, che all’inizio
era di duecento, scese a otto
quando violenze fisiche e minacce
di ostracismo locale obbligaronomolti a desistere. Alla fine anche
gli ultimi otto furono costretti a
cedere e rilasciarono un comunicato stampa in cui dichiaravano
di rinunciare alla protesta perché
timorosi per l’incolumità delle loro famiglie. Il progetto era comunque caduto, perché di fronte
ai ritardi causati dalle obiezioni
l’azienda aveva infine deciso di
insediarsi a Portorico, dove presumibilmente i metodi di persuasione mafiosi hanno efficacia piti
immediata che in Irlanda, ma è
chiaro che la vicenda ha lascialo
il segno: molti agricoltori che
avrebbero potuto schierarsi con
gli Hanrahan hanno preferito
astenersi da ogni polemica, memori del trattamento riservato ai dissidenti nel caso Schering.
In una situazione così sconfortante, a sorreggere John Hanrahan sono stati il coraggio e la
consapevolezza di essere nel giusto. « In tutto questo tempo », ha
detto, « ho creduto nella giustizia;
sapevo di aver ragione, e sapevo
che nessuna azienda, per quanto
grande e per quanto potente, ha il
diritto di togliermi il lavoro che
mi dà da vivere, l’aria fresca, la
salute delle mie bestie, e anche il
giardino coltivato da mia madre ».
Cristina Cona
Ateismo di stato
(segue da pag. 5j
Implicazioni future
L’esito di questa causa ha riempito di soddisfazione l’opinione
pubblica irlandese, sia perché ha
premiato la tenacia e il coraggio,
sia per le implicazioni che la sentenza potrà avere in altri processi
futuri. Non sono però fuori luogo
alcune amare riflessioni. Scandaloso è innanzitutto che John Hanrahan e i suoi siano stati costretti
a lottare da soli, rischiando tutto
ciò che possedevano, senza alcun
aiuto da parte delle autorità pubbliche, le quali semmai, come si
è visto, hanno fatto di tutto per
mettergli il bastone tra le ruote.
L’amministrazione locale, in particolare, non ha mai contestato la
versione dei fatti fornita dall’MSD,
anzi, ha regolarmente basato la
sua politica sui dati comunicatile
da quest’ultima: naturale quindi
che rifiutasse di ammettere l’esistenza di problemi insoliti nella
zona, preferendo trattare quello
degli Hanrahan come un caso individuale, frutto di un carattere
« eccentrico » e « nervoso ».
Lo stabilimento di Merck Sharp
&Dohme dà lavoro a 250 persone,
molte per una contea rurale;
è disumana di -per sé, tutto dipende soltanto da che uso l'uomo ne faccia. Per questo è necessario trovare una sintesi fra
coloro che annettono più importanza a ciò che è materiale ed
economico e coloro che traggono
il loro sistema di valori dalla religione, ed io spero che ciò avvenga ad un livello più elevato
che non oggi. Non debbono cambiare soltanto gli stati comunisti, ma anche le chiese, venendosi incontro nel senso che ho detto.
König: Proprio questo è quello che la Chiesa cattolica ha iniziato nel secondo Concilio Vaticano, quando nella costituzione
pastorale sulla « Chiesa nel mondo di oggi » si è dichiarata pronta al dialogo con gli altri, anche
con gli atei. Essa non si può più
ritirare in una torre di avorio,
ma deve assumere come propri
i grandi problemi dell’umanità.
Schaff: Io però pongo maggiori attese nella religione in quanto tale che non nelle istituzioni
religiose, le quali possono cambiare. Senza il contributo di tutti quegli uomini che trovano il
senso della loro vita in una dimensione spirituale sarà difficile
venire a cano della crisi del nostro mondo. I marxisti debbono
capire ciò e offrire la mano ai
credenti, cercare con loro ciò che
li accomuna, anche se la fede
rimane loro incomprensibile.
König: Alla fin fine il fare il
passo verso la fede resta una libera decisione personale, non
esistono degli argomenti che costringano a farlo. Allo stesso modo non si può costringere a non
credere. E’ notevole che nel libra
di Gorbaciov, che ha attualmente un enorme successo negli Stati Uniti — dove sono appena stato — non viene trattato in alcun
modo il tema della religione. In
fin dei conti il tacere sul problema rivela quanto l’ateismo sia
superato come elemento costitutivo dello stato. Anche l'ottimismo scientifico del diciannovesimo secolo, che credeva di poter
senza Dio trasformare il mondo
in un paradiso, sta impallidendo
— malgrado il computer. Nello
stesso tempo però la critica alla
religione, compresa quella fatta
dal marxismo, è stata per le chiese una specie di cura brutale, che
ha portato ad un rinnovamento
religioso.
Zeit: Come può contribuire la
Chiesa cattolica a favorire il cambiamento ed il rinnovamento dell'altra parte?
König: Essa può collaborare evitando qualsiasi forma di apologetica violenta o di dura polemica. La Chiesa deve aiutare intelligentemente e abilmente affinché questo processo di rinnovamento arrivi in porto. A questo
mondo noi siamo tutti seduti nella stessa barca, e dobbiamo riconoscerd che possiamo soltanto viverci insieme o insieme andare
a fondo.
Hansjakob Stehle