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DELLE mm mDESI
Spet t.
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE BELLreE
(Torino) ,
Settimanale
della Chiesa faldese
Anno XC — Num. 27 I ABBONAMENTI I Eco: L. 1.300 per l’interno N;, Eco e La Luce: L. 2.000 per Pinterno Spediz. abb. postale - 1 Grappo 1 TORRE PELLICE — 1 Luglio 1960
Una copia lire 30 ' L. 1.800 per l’estero L. 2,800 per Pesterò Cambio d’indirizzo Lire 50 1 Ammin. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
CENSURA
Ferve in Italia una polemica suscitata dal Ministro dello Spettacolo, on.
Tupini, che ha dichiarata la sua intenzione di « stringere i freni » in fat
to di censura cinematografica^ per
reagire alla marea montante della
pornografia.
Rispondendo alle numerose proteste levatesi, il ministro, in una seduta a Montecitorio, ha citato tutta
una serie di esempi tratti da « soggetti » cinematografici, di una volgarità rivoltante. Del resto, ai frequen
tatori abituali delle sale cinematografiche, tale volgarità piccante o
morbosa è ben nota. (Alberto Moravia notava alcune settimane or sono
sulEEspresso che questa volgarità, con
un’accentuata nota erotica, sta sempre più imperversando anche nei dO'
cumentari d’attualità, e purtroppo ri
scuotendo il poco nobile applauso di
larga parte del pubblico). Una riprova ancora che la situazione è effettivamente tale, viene dairesplicito riconoscimento di alcuni produttori cinematografici e registi, che di fronte
alle accuse di Tupini, hanno afferma
to che, preclusa dalla censura preventiva la rappresentazione di problemi sociali vivi nel nostro paese, ci
sj è precipitati per l’unica via libera :
l’erotismo; questo può essere una
spiegazione dell’involuzione di alcuni
uomini, dal vivo neorealismo del dopoguerra ad oggi mentre per molti
altri è comoda scusa,
in ogni caso, proprio per l’infiuenza fondamentale che il cinema ha su
masse enormi (nel 1959, in Italia, 748
milioni di spettatori paganti), è chiaro che un controllo deve e può essere esercitato : avremo tutti da guadagnare — ed il cinema per primo — se
potranno essere tenuti a bada i film
scurrili, morbosi e idioti (ma mentre
il ministro Tupini si preoccupa in
modo particolare del lato sessuale, mi
pare che meritino tale attenzione anche i soggetti di violenza, dai film
deirorrore a quelli della serie nera):
la più sana reazione sarebbe quella
di un pubblico che disertasse — e così giudicasse — tali spettacoli, ma sul
piano generale è un’utopia; è quindi
necessario un controllo, ma un controllo basato su una legge chiara ed
4esplicita, non sull’arbitrio di un mi'nistro 0 funzionario, come giustamente faceva notare un editoriale de La
Stampa ( 25 giugno ) : « La censura
non investe soltanto certi problemi
morali, ma vasti problemi politici;
lasciata alla discrezione di un unico
giudice, per quanto insospettabile, o
di giudici non vincolati da leggi precise, potrebbe diventare un’offesa alla libertà », « Alcuni fra i registi e i
produttori più seri lamentano 1 rigi
di divieti delle autorità^ quando si
sono proposti di affrontare temi sociali e anche storici. I censori, per
esempio, si sono mostrati particolarmente severi con film antifascisti o
antinazisti... Ugualmente sgraditi sono i soggetti che trattano argomenti
sociali come la disoccupazione e la
miseria ». Offesa al prestigio del paese... Ben diversa è la situazione in altri paesi.
Temo assai che la deteriore produzione cinematografica, accolta con relativo favore dal grande pubblico italiano sia un segno della povertà spirituale di questo nostro momento,
della nostra miseria interiore, e sa
rebbe troppo comodo darne tutta la
responsabilità ai padroni del vapore.
Ma non è certo con misure come la
sostituzione del Dr. Ammannati col
Dr. Lonero alla direzione del Festival
di Venezia — per citare un esempio
recente, singolo ma assai significativo — non è certo con un po’ di mo
ralismo bacchettone (che del resto
può piamente nascondere meno confessabili volontà d'imbrigliamento)
che si vivificherà il nostro cinema,
Tutt’altro.
Gino Conte
Ucciso un missionario
4 Dua^a. €n¡)Uale dei Camerún, giunto
recentemente airindipendenza il missionn’
rio francese Bernard Kopp. di 31 anni, e
stato vittima di un attentato. Dopo i suoi
studi teologici a Strasburgo, si era consacrato al servizio missionario e doveva fra
poco assumere la direzione del seminano
teologico della Chiesa evangelica del Camerún. sorta. dalVopera della Société des
Missions Evangéliques di Parigi. In pieno
giorno, nel corso di un attaçco di terroristi ad un negozio, il missionario fu ferito
con altri tre Europei; moriva poi per una
grave lesione a! capo, senza 4iver ripreso
conoscenza'.
S.OE.P.l.
j Una settimana straordinaria per VAfrica
Congo “belgsl,,: indipendenza lampo
Per il Congo è giunto il momento di uscire dal regime coloniale e di vivere come nazione indipendente. Si tratta di un avvenimento della massima
importanza non soltanto perchè giunge in un momento in cui l’anelito all’indipendenza dilaga sempre più fra i popoli africani, ma anche perchè pochi paesi
africani come il Congo ex-belga rappresentano un potenziale così ricco di
uomini, di materie prime, di territorio, forse nessun altro. Molto dipende naturalmente da come questo potenziale sarà utilizzato e sfruttato appieno. Se si
pensa che la superficie del Congo è quattro volte quella della Francia, che i
suoi abitanti sono all’incirca tredici milioni e che il suo sottosuolo racchiude
rame, cobalto, stagno e l’uranio, ric
chezza del nostro secolo, si vede facilmente quali possibilità di sviluppo
balenino agli occhi di coloro che
hanno lottato con decisione per ottenere una libertà fulmineamente concessa dalle autorità belghe.
Manr.ann i quadri
D’altra parte proprio la rapidità
con cui si è passati dai primi timidi
tentativi democratici del 1957 (elezioni municipali libere ma sorvegliate a
Léopoldville ed in altre due città) alla piena indipendenza di oggi ci lascia
veramente sconcertati. Come può un
popolo che finora è stato trattato in
modo umano, ma estremamente paternalistico, trovare d’un tratto la forza di prendere tutte le pesanti responsabilità che implica l’indipendenza?
Ancora una volta vediamo quanto sia
difficile voltare la pagina del colonialismo senza colpire, sia pure involontariamente, quanti ottengono l’emancipazione. Il programma del Belgio
nel Congo può essere riassunto in
queste significative parole di un corrispondente: « vegliare al benessere
dei neri e mantenere in mezzo a loro
un buono spirito ed una sana disciplina ». E’ già molto, ma è troppo
poco per preparare tutto un popolo
a raggiungere la maggiore età. Il governo belga ha ceduto in tempo per
evitare noie a se stesso ma non si è
forse preoccupato in tempo di seguire in modo intelligente la rapidissima
evoluzione congolese.
Mancano, a tutt’oggi, i quadri. Non
esistono nè medici nè ingegneri, i laureati indigeni saranno poco più di
una decina, nè si vede come in pochissimo tempo si possa ovviare a
questo gravissimo inconveniente. In
un paese a struttura ancora almeno
velatamente tribale in ogni suo settore, è necessario avere un insieme di
menti direttive onde non si cada nell’anarchia e nelle rivalità di clan. Non
va dimenticato, infatti, che vi sono
ben quattro razze principali congolesi e che questo non facilita certo le
cose. Tant’è vero che assistiamo in
questi giorni alla sorda lotta per il
potere tra i due capi politici più in
vista del paese: Lumumba e Kasa
vubu, ognuno dei quali rappresenta
un clan particolare.
Solo qualche giorno fa B. Costabel
su La Luce ricordava che sono ancora in piena esistènza le inquietanti
abitudini cannibalesche di determinate tribù dell’internó del Congo.
Come si vede il quadro non è decisamente tutto rosa e ben si comprende che moltissimi bianchi, sotto
la pressione anti-hianca che si fa
sempre più sentire, decidano di abbandonare il paese.
il iiosto della chiesa
La Chiesa Romana « parte » bene
nel Congo, raccogliendo i frutti di un
intenso e talora sanguinosissimo lavoro di molti anni. Ventimila membri di chiesa, sei vescovi, capaci di
rappresentare tutte le razze del paese, un vero piccolo esercito di sacerdoti e suore le danno molte possibilità di sviluppo. La lotta contro la
schiavitù, le malattie, gli sforzi per
razionalizzare la coltivazione della
terra e rallevamento del bestiame,
non sono stati vani. Ma soprattutto
le scuole di ogni ordine e grado (fino
all’università) danno molte possibilità
alla Chiesa.
Dobbiamo dire a questo punto che
ci dispiace che un giornale serio come
La Stampa non abbia dato alcun rilievo al fatto che la presenza protestante nel Congo è tutt’altro che trascurabile. Come risulta dalle cifre dello specchietto la popolazione protestante è di ben due milioni e le opere
assistenziali ed educative sono grandemente curate.
Nel complesso la Chiesa sembra
non aver « perso il treno » dell’indipendenza. Lo diciamo non pensando
ad una possibilità di dominio ma ad
una possibilità di servizio.
Auguriamoci che in questa terra
piena di promesse e di contrasti stridenti, in cui Simon Kibangui afferma
di essere il nuovo messia nero, la luce di Cristo illumini concretamente la
violenta crisi di crescenza di questo
popolo e prevenga ogni tragico slittamento in un razzismo antibianco e in
un’esplosione di rivalità tribali.
Giovanni Conte
Quattro Stati africani
indipendenti
E’, questa, una settimana storica per
l'Africa: 4 stati africani giungono all'indipendenza : il Madagascar, il Congo Belga
e la Somalia britannica e italiana.
Domenica 26 giugno è .stata proclamata
indipenden'r la Somalia britannica (600
mila abitanti), ed è stata proclamata la
Repubblica malgascia indipendente. Questa
ultima, grande due volte l'Italia, con una
popolazione di circa sei milioni di abitanti (di cui un milione cattolici e un milione protestanti) giunge all’indipendenza dopo una lotta lunga e sanguinosa, ed è incerto se prevarrà la parte "africana” che
desidera rimanere nella Comunità francese
o gli beva (la popolazione di origine asiatica) che vuole u.scirne.
Il 1» luglio, oltre (d Congo Belga, .sarà
indipendente la Repubblica somala. La colonizzazione italiana sulla costa sonuila era
iniziata nel 1889. Nel 1950 l’ONU ne aveva affidato aU’ltalia l’amministrazione fiduciaria, che, a giudizio di autorevoli critici inglesi non poteva essere più oculata
per condurre il paese ad a.ssumere veramente l'indipendenza. Ora i .somali (1 milione .KÌll.flOi)) della zona ex-italiana (che
si uniranno subito a quelli della zona ex
britannica) dovranno affrontare da soli —
malgrado il promesso aiuto italo-angloamericana — i problemi di un popolo dedito quasi totalmente alla pastorizia, la cui
umea esportazione è que'la delle banane,
vivente ancora in gran parte allo stato tribale. ma agitato da soffi di nazionalismo
pansomalo (con rivendicazioni sulla Somalia francese, l'Ogaden etiopico, la zona
confinaria del Kenya).
Raduno di alpini
a Prali
Domenica 10 aprile avrà luogo a
Praii un raduno di Alpini. Per facilitare la partecipazione dei Valdesi in
tervenuti, il culto nel tempio di Prali, naturalmente insieme alla comunità locale, avrà luogo alle ore 9,30;
agli ospiti che converranno nella
conca, un fraterno inivito nel nostro
tempio.
Superficie: 2.345.40G
Kmq., cioè 4 volte quella della Francia.
Popolazione : 12.843.574
africani, 113.476 non
africani (al 1® gennaio 1958),
Storia : Scoperto soprattutto dal missionario protestante Li
vingstone, più tardi
da Stanley, il Congo
è divenuto proprietà
del re dei Belgi Leopoldo II, che l’ha lasciato per testamento
al Belgio, che ne ha
assicurato' il governo
dal 15-11-1908.
Governo : Pino ad oggi
regime coloniale ; il
governo del paese aveva sede a Bruxelles
ed era rappresentato in loco da un
governatore generale. Il re esercitava i poteri legislativo ed esecutivo,
coadiuvato dal ministro delle colonie. Nel Congo gli africani non erano associati al potere. Un principio,
di democratizzazione si è verificato
nel 1957 quando in tre grandi città
(Léopoldville, Elisabethville e Jar
dot ville) hanno avuto luogo per la,
prima volta delle elezioni municipali; tuttavia la scelta degli elettori doveva essere confermata dalle
autorità per divenire effettiva. Dal
1® luglio il paese è completamente
indipendente (sistema parlamentare) presièduto da Josepih Kasavubu,
mentre a capo del governo è stato
eletto Patrice Lumumba.
Situazione econtmffca: Piorraite, date
le immense ricchezze del sottosuolo :
rame, cobalto, stagno, uranio, ecc..
sfruttate da potenti società. Si ignora però in ohe misura il capitale
straniero rimarrà nel Congo.
Situazione sociale: 42% dei Congolesi
sanno leggere e scrivere. 38% degli
uomini sono dei salariati cui sono
garantiti ; salario minimo, pensione,
ferie retribuite, ecc. Ma 65% dei Baiati non guadagnano più del minimum vitale, del resto considerato
nettamente insufficiente da osservatori belga competenti.
Le Jdissioni protestanti: 45 società
missionarie lavorano nel Congo Belga in 324 stazioni. La popolazione
protestante ammonta ad oltre 2 mi
lioni. Vi sono 2.200 missionari;
12.135 scuole con 413.667 alunni (un
terzo della popolazieBe- secd-astica
totale) ; 282 ospedali, maternità, lebbrosari, ambulatori.
Sette giorni
GIOVEDÌ’ 23
Completata la procedura per la ratificazione del trattato nippo-americano, il premier Kìslii annuncia le sue dimissioni.
Dopo che il Consiglio di sicurezza delrONU ha condannalo la violazione del
lerritorio argentino, TArgentina « non ins’ste » per la restituzione di Eiclimann.
VENERDÌ’ 24
La Camera e i partiti, in particolare la
DC, disc.ulono la riforma elettorale.
Il Consiglio dei ministri approva un progetto di legge per cui a partire dal l» gennaio 1961 sarà abolita l’imposta comunale
sul bestiame; per compensare le casse comunali del minor gettilo, si prevede che
Ferario corrisponderà un’aliquota dell’IGE;
ma quale sarà?
Rientra a Parigi un inviato francese dopo aver incontrato a Tunisi il capo algerino Ferhat Abbas per gli ultimi accordi
in vista deirincontro di Parigi.
Attentato al presidente venezuelano.
SABATO 25
Giungono a Parigi tre delegali del FLN
algerino per avviare i negoziati con il Governo francese per il « cessale il fuoco ».
Mentre Kruscev ripete a Bucarest le sue
tesi distensive e relative alla necessità di
« ridimensionare », dopo Marx e Stalin,
anche Lenin, i cinesi lo accusano di temere una guerra atomica: si stanno affrontan
do due « ortodosisie » nel comuniSmo mondiale?
A Genova, dove il 2 luglio si deve tenere il congresso nazionale missino, manifésiazioni (non violente) contro il MSI sono
ostacolale dalla polizia: una ventina di
contusi.
DOMENICA 26
A Melun gli inviati algerini discutono
con personalità francesi per preparare l’incontro fra il governo di Ferhat Abbas e
quello parigino.
Nasce la Repubblica malgascia indipendente.
LUNEDI’ 27
A Palermo (città con 50.000 disoccupati)
manifestazioni contro la gravità della situazione econom’ea locale; una trentina di feriti in scontri fra diimostranti e polizia.
I sovietici abbandonano alFimprowiso
la conferenza dì Ginevra sul disarmo.
MARTEDÌ’ 28
Tornato a Mosca, Kruscev annuncia che
l’URSS potenzierà le sue forze armale, dopo aver condannalo a Bucarest il « bellicismo » cinese.
MERCOLEDÌ’ 29
Gli inviati del FLN algerino tornano a
Tunisi per r'ferire sulla loro missione, intorno al cui esito non è stalo fatto alcun
commento.
Obbedienza politica dei cattolici
Friburgo — Periodici caltoliei dei Pae-si
Bassi bamio manifestalo la loro disapprovazione per una nota deir«Osservalore Romano», in cui si affermava che la Cliicsa
ha il diritto e il dovere di intervenire nella i.ce’ta politica dei fedeli (u Punti fermi »).
Il settimanale domenicano olandese «De
Bazuin», nell’articolo consacrato a questa
nota, si domanda se si può sperare che il
suo autore « si eonverta finalmente alla
convinzione che l’opinione die difende
non poteva esser vissuta die nella società
clericale-feudale del medioevo?» Smentendo rafferniazione che le tesi del quotidiano valicano abbiano un valore generale
per i cattoliri di lutto il mondo, «De Bazuin» aggiunge die tale teoria non è accettala «nè teoricamente nè praticamente
da nessun cattolico al di qua delle Alpi».
Un altro commento (die l’agenzia cattolica internazionale d’informazione KIPA
considera più moderato), pubblicato nel
settimanale gesuita iieerlandese «De Linie»
rileva die «non si può sfuggire all’impressione die i laici debbano essere scaricati
di ogni responsabilità e die l’«Osservatore
Romano», nelle sue formule generali, afferma cose die visibilmente concernono la
situazione mollo particolare dell’Italia».
Facendo allusione alla candidatura alla
presidenza degli Stati Uniti del senatore
John Kennedy, il periodico si domanda se
la nota del giornale romano non complica
la situazione dei cattolici, « specie negli
Siati Uniti ».
In Francia il settimanale cattolico «Ténioignage Clirélien» scrive a sua volta: «Si
può difficilmente immaginare nel nostro
paese le superiori istanze di un movimento di azione cattolica che si abbandoni a
pubbliche dichiarazioni di questo genere,
per es. al momento del (Congresso del
M.R.P. a Evian. (B M.R.P. — Mouvement
Républicain Populaire — è il partito politico francese a cui i cattolici danno il loro
appoggio).
Accanto a queste notizie, fornite dal
S.OE.P.l., ricordiamo die pure in Italia
la sinistra democristiana aveva rec’sameiite risposto alPintervento vaticano, in un
corsivo pubblicato su « Politica ». L’Osservatore Romano (.25 giugno) in un corsivo
in ultima pagina riconferma le sue tesi
polemizzando con i giornali olandesi. Al
momento di andare in macchina apprendiamo che i giornali della « catena cattolica » del 29 giugno pubblicano un articolo
in cui si riprende la tesi del quotidiano
valicano: ci ritorneremo la settimana prossima.
2
pag. 2
L’EGO DELLE VALU VALDESI
N. 27 — 1» luglio 1960
r-LüH'CONFERENZA A MANTOVA
Ho partecipato con notevole interesse alla Conferenza Distrettuale del li Distretto,
tenutasi'in Mantova' il 15-16 giugno scoisi.
Prima di èsporre qualehe co'nsidèrazione
al riguardo, curò brevemente come si sono
svolti i lavori : la sera del 15, Culto di apertura presieduto dai past. A. Taccia, indi
elezione del Seggio, nelle persone del past.
taccia (presjdentej, dei past. G. Girardet
(vicepresidente) e delt’ing. C. Tagliabue
(segretario).
Indomani si è discusso ampiamente
la re,az one deaa Commissione Distrettuale, toccandone i punti principali. Così si è
panato ui ' « Presenza Cristiana v, che assume da quest’anno veste interdenominazionaiO, passando da Trieste a Roma, ponendo
l'àccenio sul carattere biblico, evangelistico' èd ecumenico die il periodico ha sempre avuto, e che da ora avrà anche nelle
respónsabilità direttive.
Ci si è detti lieti ddl’avvenuta costituzioIte di un gruppo vaMese a Pavia, con locale di' culto, si è ricordata l’opera per gli
emigrati che la ch.esa di Zurigo ed un apposito comitato locale svolgono, si è preso
atto con soddisfazione della divisione del
lavorò avvenuta nel Veneto orientale, dove
lin pastore valdese a Udine avrà cura della
locate Chiesa metodista e insieme della diaspora valdese (gruppi di Tramonti, Forni e
Poutebba) e do-ve un pastore metodista da
Gorizia assumerà la cura del gruppo valdese di Monfalcone, ed infine ci si è rallegrati per i contatti con le Chiese grigUmesi.
(gualche nota meno positiva nell’attività
eyangelistica : si è fatto notare da più parti
come le conferenze evangelistiche o il colpiortaggio non richiamino rattenzione nè
delle comunità nè degli ambienti verso i
quali ’queste iniziative sarebbero dirette.
; Qualche difficoltà anche per le due borse
di studio che R Distretto offre a favore di
due' studcntp deUa Facoltà: il carico maggiore è sostenuto da -una sola Chiesa del
Distretto, mentre molte comunità non sono
’’presenti” neanche simoolicamente.
Dòpo la lettura e la discussione delia relazione, approvata dalla Conferenza, si è
trattato il problema della riorganizzazione
distrettuale, con uno strappo al regolamento,- ma rispondendo /erto all’impaz'enza
dei delegali.. Segnò -quèstb 'delia responsabUilà e della sensibilità delle nostre Comunità, che hanno vivacemente discusso, e
sempre con risultati positivi, la relazione
della Commissione ad referendum.
Anche in sede distrettuale è apparso chiaro l’orientamento delle comunità, che possiamo riassumere in questi punti: a) ì’attuàle ordinamento non soddisfa le esigenza attuali della nostra Chiesa, nè in campo amministrativo nè in campo evangelistlco; b) la linea di soluzione presentata
dalla Commissione ad referendum è da incoraggiare, pur tenendo conto delle difficoltà certamente presenti, e superabili, ma
che non possono, essere sottovalutate.
La Conferenza si è espressa chiaramente
con un ordine del giorno, che condivide
la linea segnata dalle quattro proposte della Commissione, precisando altresì che,
sempre a giudizio della Conferenza, il lavoro che sarà fatto in seguito dovrà svilup
parsi secondo due direttive ben precise, c
cioè: a) visita e controllo delle Chiese del
Distretto e impostazione delle attività in
comune; b) responsabilità evangelistica nella regione.
Si è passati quindi a trattare delle relazioni delle Chiese, forse troppo velocemente, e questo non sol« per limitatezza di
tempo, ma so.prattutto perchè nessuno aveva domande o chiarimenti da chiedere.
Quindi, tranne alcune notizie supplementari, ed una lunga dissertazione, che giustamente dovrebbe occupare un posto di preminenza, si è conclusa in poco tempo.
Sono seguite le elezioni, pr'ma quelle
relative alla Comm'.ssione distrettuale, che
è stata riconfermata, poi quelle dei sette
delegati della Conferenza al Sinodo.
Mentre gli scrutatori procedevano allo
spoglio delle schede, si è accennato al progetto di costituzione unitaria, sulla traccia
della comunicazione della apposita Commissione sinodale, a dire il vero piuttosto
complessa. Anche qui, e questa volta solo
per scarsità di tempo, Fesame è stato piuttosto affrettato.
A questo punto vorrei inserire qualche
considerazione personale. Anzitutto riguardo gli orari della Conferenza. La Conferenza si è aperta ufficialmente la sera del 15,
e alle 22 circa si è aggiornata al mattino
seguente. Questo -perchè una parte dei delegati non era giunta (abitudine questa alquanto diffusa, e massimamente deleteria),
e poi per una certa leggerezza dei presenti
che hanno accettato come scusa valida l’incompletezza della Conferenza. Ora, sappiamo tutti come il tempo per discutere i problemi delle nostre comunità sia scarso, ci
prepariamo a chiedere una maggiore autonomìa (cioè una maggiore responsabilità),
e poi, arriviamo tardi o addirittura con un
giorno di ritardo alla Conferenza, con scarsa coerenza con quelle tali pretese di maggiore libertà.
Altro punto un po’ oscuro, per lo meno
a me che partecipavo per la prima volta a
una Conferenza distrettuale, è la questione
finanziaria. Si sono chiesti, l’anno passato,
aumenti delle contribuzioni, in misura pre.
cisa (dieci per cento), ma senza esporre
chiaramente le necessità della Chiesa. Come si può chiedere alle Comunità un aumento dello sforzo finanziario, senza precisare quanta parte di questi aumenti finirà nella cassa culto, quanta per gli stabili
della Chiesa, e cosi via? Perché non dare
un fine preciso? Fino a ohe la Tavola prima, e le Conferenze distrettuali poi non si
pronnneeranno in modo chiaro su questi
punti, le comunità saranno sempre restie
ad aumentare il loro contributo, e quando
lo faranno, sarà per puro dovere e non per
amore dell’opera della Chiesa.
Vorrei finire queste note con un ringraziamento alla Comunità di Mantova, che
è stata presente a questa Conferenza con
vigile attenzione, con slancio fraterno per
tutte le piccole -ma importanti cose che hanno reso ai delegati estremamente piacevole questa rap’da visita a Mantova: tutto t
stato perfetto dal lato logistico, forse perchè dietro tutte le attenzioni ricevute abbiamo sentito l’affetto sincero di questi nostri fratelli. g- r.
Christianisme et nationalisme
Le Synode national de l’Eglise Réformée de France prend
position sur un problème que le conflit algérien rend brûlant
Les nations sont un fait, une manifestation de la grâce de Dieu. Dieu
n’exige pas des hommes qu’ils forment dès maintenant une seule
nation. L’amour de la nation, le patriotisme, est un sentiment dont
le chrétien n’a p.as plus à se défendre que de l’amour qu’U porte aux
siens. Cet amour fait partie de sa reconnaissance envers Dieu pour les
bienfaits que lui apporte son appartenance à une communauté nationale
Mais aucune nation ne peut prétendre, après Israël, à une élection particulière de la part de Dieu.
Le nationalisme doit être distingué
du patriotisme, quoique le glissement
de l’un à l’autre soit facile, et ait
souvent lieu de très bonne foi. Ce
qu’il peut y avoir en lui d’excès, d’orgueil, de manque de charité, a ses
racines dans la nature de l’homme,
qui est pécheresse. Aucune nation n’en
est exempte; aucun homme n’en est
exempt et ne peut prétendre s’en préserver par ses seules forces.
Il y a, dans le nationalisme, de très
graves périls pour le chrétien. Il tend
à faire de la nation une idole, en vio.
lation directe du premier commandement du Décalogue. Sous ses formes
violentes et persécutrices (racisme,
antisémitisme ), il va contre l’esprit de
l’Evangile, et toujours il implique une
méconnaissance de la loi d’amour
donnée par Jésus-Christ. Il introduit,
enfin dans la direction des affaires
publiques, la démesure et l’orgueil,
contre lesquels Dieu, par ses prophètes, a mis en garde les gouvernements
les peuples.
Tous les chrétiens ont le devoir de
être vigilants devant ces périls. La
vigilance s’impose, à l’heure actuelle,
avec une force particulière, aux chrétiens de France aussi bien qu’aux
chrétiens des pays qui, dans l’ancienne Union française, accèdent à l’inuè
pendance.
L’Eglise est, dans le temps des nations, le peuple prophétique du
Royaume de Dieu. Constituée d’hommes vivant dans telle ou telle nation,
elle a pris historiquement la forme
d’Eglises nationales. Mais, par delà
cette organisation elle reçoit du Seigneur la grâce de son unité et est
appelée à la manifester visiblement,
en particulier dans le labeur oecuménique. Tout en résistant à la tentation de devenir elle>-même une puissance de ce monde, un Etat au-dessus
des Etats, l’Eglise doit se libérer des
nationalismes qui brisent son universalité prophétique et la solidarité entre les peuples.
Le Synode national.
Attire l’attention des pasteurs et des Conseils presbytéraux sur la
nécessité d’un enseignement religieux relatif à la vie civique du
chrétien selon l’Ecriture Sainte, et leur rappelle l’importance de la pnère d’intercession pour toutes les autorités.
Il les met en garde contre la parti
cipation de l’Eglise à des fêtes nationales ou à des cérémonies patriotiques dont l’esprit ^rait incompatible avec les principes de la foi évangélique et contre la célébration des
cultes qui pourraient être interprétés
comme des cultes des morts.
lie Synode national reconnaît que,
s’il est souvent difficile à l’homme de
discerner les limites entre un patriotisme légitime et un nationalisme blâ.
mahle, l’Eglise n’a pas, néanmoins, à
élaborer une casuistique destinée à
préciser ces limites: elle n’a d’autre
vocation que de rappeler aux magistrats et aux citoyens, qui ont des décisions concrètes à prendre pour la
défense des intérêts nationaux, les
exigences bibliques fondamentales
que ces décisions lui semblent mettre
directement en cause.
Dans cet esprit, le Synode national, considérant les grandes questions
devant lesquelles la France se trouve
placée à l’heure actuelle, notamment
en ce qui concerne la bombe atomi
que et la guerre d’Algérie, ne peut
que répéter après l’Ecriture, que Dieu
juge les nations d’après leur justice,
non d’après leur volonté de puissance, et que tout chrétien a le devoir
d’aimer même son ennemi, c’est-à-dire, à tout les moins, de faire un effort sincère, sérieux et durable pour
le comprendre.
L’Eglise n’est pas habituée à arbitrer les options politiques de ses
membres, mais elle ne doit pas
chercher à préserver sa paix en écartant de Sa réflexion les questions politiques qui divisent les croyants corn*
me les incroyants. Elle a dans ce do.
inaine un double service à remplir,
l’un de réconciliation entre ses fidèles et dans toute la mesure du possible entre tous les hommes, l’autre de
discernement lorsqu’un événement
précis l’oblige à donner un enseignement sur ce point.
Actuellement, le drame algérien pè
se sur notre peuple, il sape son moral,
ébranle l’autorité de l’Etat menace
l’unité du pays.
Le Synode invite donc les parois
scs à étudier ce que signifie pour l’Eglise et pour le pays le conflit algérien, afin de chercher parmi les solutions possibles ce qui est compatible
avec les exigences de la Parole de
Dieu. Il charge le Conseil National
de faire procéder à cet examen par
l’Eglise Réformée de France et de
mobiliser à cette fin des fidèles qui
s’y consacreront.
Il rappelle aux fidèles ses déclarations antérieures concernant la praii
que des violences. l’utUisation de l’énergie atomique, l’objection de conscience, l’aide nécessaire à toutes les
victimes de l’injustice et de la guerre.
Il rappelle à tous les Français que
l’utilisation par des représentants de
la force publique de méthodes illégales ne peut être corrigée par la désertion ou par d’autres formes d’inci
visme, mais attire l’attention des autorités de ce pays sur la gravité de
telles méthodes qui obscurcissent
pour une partie des jeunes français
l’exigence de la solidarité nationale.
(Adopté unanimité)
Corriere delle Diaconesse
cmoüY DiacoiESSK
consacrate a Saint Loup
Mercoledì 15 Giugno il vallone di
Saint Loup appariva tutto rivestito
di fresca verdura di grazia e di fiori.
Nella cappella tutti i posti sono
occupati: cinque nuove diaconesse
stanno per essere consacrate.
x\i piedi della grande croce in legno chiaro, sugli scanni del podio si
dispongono vesti nere e leggere cuffie bianche. Grandi fasci di margherite mescolate a fiordalisi di un blu
intenso creano un elima di gioia. Al
suono dell’organo entrano le novizie condotte da Suor Cécile.
Giorno d’allegrezza, sottolinea il
Pastore Fonajllaz salutando l’assem
//
Fidèle jusqu’à la mori
//
(Apocalypse 2: 10)
On a souvent dit qu'il y eut au moment des Persécutions une sorte
de folie du martyre qui poussait les chrétiens à braver les autorités, à
sé dénoncer eux-mêmes, à se jeter au devant des bourreaux, surmontant, pat l'exaltation où ils étaient, la sensation phisique des tortures.
- - Si quelques âmes d'une ferveur ardente ont connu cette sorte de
fanatisme insensible aux souffrances, la généralité de ceux qui passèrent par l'épreuve terrible des persécutions gardait intacts l'instinct de
conservation, et l'horreur des tourments qui est dans notre nature: les
^martyrs avaient peur, les martyrs souffraient dans leur chair; et c'est
malgré cette peur, malgré cette souffrance, qu'ils demeuraient fermes:
ils savaient que la « couronne de vie » est réservée à ceux qui auront
été « fidèles jusqu'à la mort ».
Aujourd'hui on aime mieux, plutôt que de s'avouer lâche, trouver
ridicule cette soif de souffrir pour leur Maître qu'avaient les premiers
chrétiens et qui ne nous anime plus. On ne prend plus qu'au figuré les
paroles du Nouveau Testament; « sois fidèle » veut dire : « va au culte » ;
jusqu'à la mort veut dire: « pendant tout le cours de ta tranquille existence ».
Si tu veux pourtant te représenter le christianisme qu'ont prêché
lés apôtres, c'est un cadre autrement tragique que le tien qu'il te faut
imaginer; la foi alors impliquait une négation autrement réelle des biens
terrestres; « mourir à ce monde » n'était pas une simple façon de parler. Mais aussi comme la vie éternelle était alors une réalité plus vive!
Comme toutes les âmes étaient tendues alors que le Maître était venu
« jeter un feu sur la Terre! »
Philippe Vernier
(Avec le Maître)
bica a nome dell’Istituzione delle
Diaconesse. Dopo aver dato il benvenuto ai parenti, agli amici, agli
invitati venuti ad assistere alla cerimonia, egli dona la parola d’ordine a quelle che cominciano in questo giorno la loro missione: Fede
pura e carità abbondante.
Allieve e novizie cantano un coro. Il Pastore Wanner, cappellano
di Saint Loup legge alcuni passi di
circostanza e poi il Past. Gagnebin
pronuncia una bella allocuzione pa
ragonando quelle che stanno per essere consacrate alle « pietre levigate » unica arma scelta da Davide per
combattere il gigante. Certo, è Cri
sto ebe sceglie, adesso, delle semplici donne e che le lancia sul campo
di battaglia del mondo contro le forze del Male che si chiamano: malattia, miseria o vizio. La diaconessa è « levigata » essa pure perchè
non ha più asprezze, ciò che rischia
di farla deviare.
Le novizie si inginocchiano : è il
momento della consacrazione ad un
ministero che nessuno può rivestire
da solo, bisogna esservi chiamati. Il
tempo del noviziato è stato abbastanza lungo perchè la vocazione sia sicura. Essa è semplicemente confermata, in questo giorno, nel nome
del Signore. Il Pastore Taverney,
della chiesa libera, legge i passi biblici ebe si riferiscono ai diaconi ed
alle diaconesse poi il Pastore Gagnebin, assistito dai pastori Taver
ney e Wengler, procede alla imposizione delle mani....
Il Pastore Wengler ricorda ancora il passo meraviglioso: « La carità è paziente e benigna, non è invidiosa, sopporta ogni cosa ».
E’ sempre bello sentire il canto
gioioso delle diaconesse che accol
gono le loro nuove compagne. Cosi
termina questa cerimonia semplice
e commovente cosi importante per
i nostri ospedali per le nostre chiese e per tutto il popolo del Canton
di Vaud. {Dalla Vie Protestante)
I lettori ci scrivono
Sig. Redattore de « L’Eco »,
a proposito della ricerca della Verità
« oltre cortina » consiglierei a Cl. come
ai nostri nostalgici dell’oltre cortina di
leggere l’opera di Badell Smith « Tre anni a Mosca » e altre più recenti, prima di
lasciarsi incantare dalle sirene. Si sa oramai che la relativa libertà concessa alle
chiese dai regimi oltre cortina ha per
prezzo la loro trasformazione in organi
di propaganda dei regimi stessi. Se si accorda tanto credito alle affermazioni del
clero boemo, altrettanto se ne dovrebbe
accordare a quello colombiano che afferma essere pura invenzione la persecuzione contro i protestanti in quel paese!
Oh! santa ingenuità valdese! Si dovrebbe sapere' ormai per esperienza diretta
quale valore hanno i documenti provenienti dai paesi totalitari.
Ai nostalgici di cui sopra rivolgo una
sola domanda: Come si spiega il continuo imponente esodo di profughi da quei
felicissimi paesi, se vi sia tanto bene?
E ne abbiamo perfino a Torre Pellice. Nè
sono solo schifosi capitalisti o biechi borghesiy ma anche e in maggioranza nobili
proletari, onesti lavoratori e simili...
Il fatto che le Chiese vivano malgrado
tutto oltre cortina e che, per quanto in
tempo molto più breve, abbiano compiuto
l’evoluzione della chiesa primitiva dalla
fase eroica a quella delTadattamento, sta
solo a dimostrare la potenza del fattore
religioso e dell’idea cristiana anche contro un mondo materialista ma non può
costituire un titolo di merito per quel
mondo, allo stesso modo che non si loda
Un uomo semplicemente perchè tollera
che vivano anche gli altri uomini!!! Un
po meno di demagogia! non mi stanco
di ripetervelo. E resti tra noi.
In quanto poi alla fallacia di certi giudizi di ecclesiastici, accludo un ritaglio
abbastanza interessante. Noto che l’intervista è stala smentita dalla curia, ma riconfermata dal giornale.
M. Eynard,
P. S. - Sapreste dirmi, o cari para o filocomunisti, perchè milioni di cinesi lasciano il paradiso di Mao per Vinferno di
Hong-Kong, pur non ignorando a quale
terribile situazione vanno incontro?
Il ritaglio accluso dal nostro lettore è
un articolo comparso su II Messaggero di
Roma del 16 u. s. : un*intervista del Card.
Raffini, arcivescovo di Palermo, in cui
appaiono giudizi piuttosto stupefacenti e
semplicistici, per usare eufemismi, sulValtuale situazione siciliutw, con particolare
riferimento al delitto Tandoj; lo stesso
cronista non esita a negare recisamente la
validità di tali giudizi: e non si può certo
sospettare II Messaggero di tendenze a sinistra! Le **smentite**, poi, sembrano essere una caratteristica della curia palermitana, perchè le stesse smentite vennero
(ma rifiutate dal quotidiano) quando apparvero su La Stampa, un anno fa, le famose dichiarazioni del Cardinale ammiratore del regime franchista.
Quanto alle gratifiche di **nostalgici di
oltre cortina** e di **para o filocomuni
sti* {che del resto non sono di ordine diverso di quelle di **nostalgici d*oltre oceano** o di **para o filocapitalisti**, e sono
anch*esse demagogiche) noteremo alcune
cose, già altre volte esposte:
— i giudizi sul nostro atteggiamento sono assai contrastanti: due settimane fa un
lettore ci ha rimproverato **una facile polemica degna di certa stampa parrocchiale
cattolica**.
— non abbiamo mai taciuto che una
visione materialistica della storia, della
società, delVuomo, il primato dell*economia sono in contrasto con la rivelazione
cristiana, e che quando un **sistema” si
riduce a questo, in Oriente come in Occidente, in regime comunista come in regime capitalista, il cristiano deve stare
sul chi vive e cercare quale sia la testimonianza che Dio attende da lui.
— ma il Sig. M. Eynard e quelli che la
pensano come lui assumono proprio quell'atteggiamento manicheo (il bene di qua,
il male di là) che sta minacciando e lacerando il mondo, e contro cui cerchiamo
— secondo le nostre possibilità — di lottare. La vita dei popoli è oggi avvelenata
da questo antagonismo e il veleno della
propaganda a senso unico è operante al
di qua e al di là della cortina; sa la Chiesa portare il contravveleno dell*Evangelo?
— nessuno di noi è nostalgico d*oltre
cortina; ma non ci sentiamo **a casa** neppure in questa nostra società occidentale:
non soltanto come protestanti in un ambiente clericale, ma soprattutto come cristiani trascinati al conformismo con una
società scristianizzata.
—- proprio quest*anno abbiamo, a più
riprese, presentato il tremendo problema
dei profughi; quest’esodo doloroso è certo
un marchio rovente- sui regimi comunisti,
specie nei paesi **satelliti**; ma cerchiamo anche di non dimenticare quali immani problemi comporti la rapidissima trasformazione di immensi paesi, come la
URSS e la Cina, ancora alcuni decenni or
sono allo stato feudale, ed ora fortemente
industrializzati, in primo piano sulla scena mondiale. Quanto alla fobia antioccidentale, in particolare per quel che riguarda la Cina, gli Occidentali potrebbero
onestamente ricordare le loro responsabilità.
intendeva osannare al **paradiso d oltre cortina, ma reagire al facile
e comodo slogan della ’’Chiesa del silenzio . Sappiamo che la Chiesa cattolica come le Chiese evangeliche e ortodosse godono in regime comunista di una libertà
abbastanza precaria (con sfumature diverse seeoìulo i paesi); abbiamo dato spesso
notizia delle loro lotte per conservare la
libertà assoluUi di predicazione; è successo che certe prese di posizione favorevoli al regime comunista, in alcuni settori
cristiani della Germania Or., delVUngheria, della Cecoslovacchia ci abbiano lasciati perplessi ed incerti. Ma non si faccia della Chiesa del silenzio” un comodo slogan polemico e propagandistico.
3
lo luglio 1960 — N. 27
L’ECO DELLE VAUJ VALDESI
pag. 3
La pace... quanta pazienza!
« La paix, cette longué patience »
esclama R. de Montvallon in « Témoignage Chrétien » l’indomani del
fallimento della Conferenza al vertice.
Se si pensa a quanto s’è fatto non
si può che dargli ragione. Sul piano
politico viaggi su viaggi, discorsi, approcci, bambini e fiori, pranzi..! su
quello religioso incontri, scritti a fiumi, convegni, conferenze, tutto per
creare un’atmosfera di distensione e
dare anche ai grandi di questo mondo
un ambiente psicologicamente preparato, una dimostrazione che il popolo, il popolo di tutti i paesi, desidera
la pace, la concordia e la collaborazione.
Ricordo la conferenza di Dresda
dove eravamo pastori evangelici, preti cattolici ed ortodossi, e comunisti:
eravamo là proprio per creare una
atmosfera... e quanto desiderio di distensione e di pace fra gli intervenuti... E ciò tanto da quei di qua come
da quei di là della cortina di ferro,
tanto nei discorsi di un teologo come
il prof. Emil Fuchs di Lipsia, quanto
in quelli di una comunista come la
Dr. Greta Kuckhoff vice presidente
dei partigiani della pace.
Poi? pochi giorni dopo, la conferenza dei grandi era miseramente fallita. A distanza di alcune settimane
si vedon le cose più serenamente eppure credo che non sia facile discernere le ragioni specifiche del fallimento. Tante son le supposizioni fatte. Ma chi non sa che quello che la
stampa ripete non è che il lato propagandrstico degli affari internazionali?
I nobili sentimenti stanno da un lato
solo, e ognuno dichiara che vuole il
disarmo, la pace, ecc.! Temo che non
un incidente di spionaggio da una
parte e nemmeno l’onore di una nazione dall’altra abbiano procurato
l’insuccesso della conferenza, come
l’affare di Danzioa non ha scatenato
rultima guerra. C’è la mancanza di
volontà di pace, c’è il desiderio di
uno status quo pericolosissimo sì, ma
che è bilanciato da molti altri interessi. E, forse, questo non è dovuto
neppure agli uomini di primissimo
piano della conferenza, ma alla corte
che sta loro dietro. Questi uomini
possono esser le migliori persone,
l’uno calmo e compito, l’altro irascibile c scortese, ma son parte di macchine più grandi e sconosciute all’osservatore comune.
Se dipendesse solo da quei quattro
uomini ci verrebbe da dir loro « non
fate i capricci come fanno i bambini, per veder chi ha ragione e chi ha
torto, quando c’è di mezzo la sorte
di miliardi di persone... Non giuocate
al più forte, quando chi muore di
fame aspetta che le spade si trasformino in aratri! » Ma non dipende da
loro che in piccola parte, certamente.
Ed allora? Allora l’opera della pace va proseguita senza stancarci e
senza sosta finché si arrivi a raggiungere le radici del male per poterlo
vincere. Si sa che il male della guerra sta in una malattia molto grave
del- genere umano, malattia che si
chiama nazismo o fascismo, ma che
non si limita solo a queste due manifestazioni di virulenza nera, ma può
averne anche rossa o d’altro colore.
Sono i popoli che devon capire che
la violenza, lo spirito della violenza,
della sopraffazione, dello sfruttamento, dell’inganno, della parata che nasconde il marcio interiore, son malattie da cui occorre guarire, perchè
son malattie mortali, peggiori del tetano o del cancro. E non v’è rimedio
quando son scatenate.
La paix, longue patience! Riprendiamo dunque coraggio e ricominciamo di nuovo. Su questo terreno non
è lecito stancarci e tanto meno arrenderci. Non possiamo dire « fate quel
che volete e non me ne occupo più »!
No, questa è una lotta comune di
tutti gli uomini e per tutti gli uomini
e non si può cessare di esser solidali
con loro. Il mondo è malato, occorre
che guarisca. Non vogliamo esser millenaristi e dire « perisca questo mondo, tanto deve venire il Regno di Cristo ». No, proprio perchè deve venire
il Regno di Cristo, e la sua pace deve
esser rivelata, occorre che vi sia sosta
fra gli uomini per poter predicare e
per poter portare il pane a chi muore.
Non ci facciamo illusioni sulle difficoltà che questo mondo governato
da uno spirito di interesse e di dominio ha non solo a viver in pace, ma
pure a lavorare per la pace, o almeno
convivere in attesa di una possibile
pace... pure, malgrado tutto occorre
affaticarci per la pace, perchè è necessaria a questo mondo, anche se
esso deve {Tassare. Noi, certo preferiremmo, come dice S. Paolo, andarcene con Cristo, chè ciò è di gran lunga cosa migliore, ma è necessario ancora del tempo perchè si p>ossa predicare l’Evangelo e far conoscere la
vita vera in Cristo ad ogni creatura.
Quand’ero bambino mio padre mi
aveva insegnato una piccola e semplice preghiera che non ho mai scordato : « Signore, dammi un cuor nuovo e non farmi morire finché non sia
preparato a venire in cielo con te ».
Oggi è necessario pregare : « Signore, fa che questo mondo non perisca
finché non abbia conosciuto te, che
sei la Vita ». Ed a ciò occorre lavorare. Lavorare senza scoraggiarsi, malgrado le prove contrarie e le disillusioni. Chi prega per una cosa bisogna
che sia pronto ad esser strumento nel
le mani di Dio, per essa in ogni situazione, costi quel che costi. Le battaglie in cui l’Eterno combatte son
quelle che hanno la vittoria. In Lui
confidiamo, più che nei potenti, e
mettiamoci a disposizione di Lui.
Per quelli che muoiono di fame
ogni giorno, per quelli che son senza
speranza, per quelli che vivon nella
paura, occorre che la pace ci permetta
di portar loro Cristo e con Cristo una
spieranza nuova, non con parole solo
ma con atti di amore.
Pace, grande pazienza, sì, pazienza
fatta di fede che non vien meno, perchè questo mondo non è più sotto la
maledizione, ma sotto la croce di Colui che ci ha riconciliati morendo per
noi, ed è il vivente Signore non della
chiesa solo, ma di tutto il mondo.
Tullio Vinay.
Riproduciamo questo articolo comparso sull'ultimo numero delle Informazioni
d’Agape.
Commissioni d’esame
e lavori sinodali
Ho Ietto « l’appello fraterno » rivolto dal pastore Geymet ad intenzione
delle Commi^ioni d’esame (C. E.).
Ne condivido lo spirito che lo anima;
ad esso certamente non solo le C. E.,
ma tutti gli organi della Chiesa, perchè posti al servizio del Signore e a
conforto dei fratelli in fede, debbono
ispirarsi e attenersi nello svolgimento della loro opera. Non posso invece
approvare le osservazioni e specie i
suggerimenti che con il detto appello
vengono dati a quei delicati e determinati organismi che sono le C E. Es
se costituiscono un aspetto tutto pro
prio del nostro ordinamento ecclesiastico dove, in coerenza di principi, non
v’è attività ohe non sia sottoposta a
controllo; e a controllo collegiale.
Controllare evidentemente non vuol
dire « giudicare » con quel tipo di giudizio che Gesù ci ammonisce di non
far nostro perchè esula dalle nostre
competenze umane di credenti; ma
non significa neppure soltanto « incoraggiare » e preoccuparsi di non
Un«
rEAUL EUCK
Presentiamo la scrittrice di cui si è
presentata l’opera nel n.» scorso
Qualche tempo fa lessi in una rivista americana un articolo assai interessante relativo alla pubblicazione
Friend to Friend, preparata congiuntamente dalla scrittrice PEARL BÙCK
e CARLOS P. ROMULO, ambasciatore filippino negli S. U., che hanno entrambi vissuto metà della loro esistenza nel lontano Oriente. La critica
cortese, ma franca, che costituisce
questo tentativo di una Americana e
ai un Orientale di studiare le difficili
relazioni psicologiche tra gli S. U. e
il mondo afro-asiatico — e per la quale è vera raflèrmazione di un Cinese
riportata in detta pubblicazione: «liC
critiche di nemici possono non essere
prese in considerazione, ma quelle
fatteci da un amico colgono nel segno » — è sufficiente a spiegarci la
personalità della BUCK, creatura di
eccezione, tutta tesa nello sforzo di
riuscire a comprendere le altre creature, qualunque sia la loro razza, la
loro religione, la loro conidizione sociale.
PEARL BUCK, questa grande scrittrice contemporanea (ha ora 67 anni),
premio Nobel nel 1938, insieme coi
nostro E. FERMI, ebbe a dire in una
delle sue opere più affascinanti : i
miei vari mondi, che può considerarsi
come la sua autobiografìa ; « Sono sta
ta costretta a vivere intensamente,
non solo la mia vita privata, ma an
che la vita di molti popoli». Questa
è una giusta sintesi deU’esistenza di
questa, donna, nata in America, fra
le verdi pianure che han come sfondo
i monti Allegani, in Virginia, ma cresciuta nella Cina, che divenne il suo
vero mondo, mentre la patria fu quei_a dei sogni.
Figlia al due giovani intraprenden
ti ed ideal'sti, che si sentirono spinti
a stabilirsi in Cina come missionari,
e che non sospettarono mai che, mentre proclamavano la loro religione,
aiutavano ad accendere un fuoco ri
voluzionario di cui non si può ancora
prevedere la fine, fu presto imbevuta
di vita cinese. Il dottore di famiglia
era un Indiano, e Pearl imparò cosi
a conoscere anche l’India, come pure
la vita, i problemi degli altri popoli
che vivevano attorno alla Cina. Il
Giappone, dove passò a più riprese
lunghi periodi, divenne la sua terza
patria. Ebbe amici delle Filippine, del
iSiam, deirindonesia, della Birmania,
di Giava, della Corea, così che con
cepi un mondo di popoli cordiali ed
interessanti, di cui la Cina era il cen
tro. Malgrado i lebbrosi, i mendicanti e le eventuali carestie, era un monda felice per una bambina, sia pure
La parte dimenticata
della Chiesa
Uscirà prossimamente l’edizione italia
na (traduzione della Dr. Nella Greppi
dell’opera di H. Kraemer il cui titolo ori
ginale è « A Theology of thè Laity »
Quest’opera è attualmente tradotta in clan
dese e tedesco, oltre all’originale inglese
ed all’attuale traduzione italiana. E’ un
libro di punta, grido di allarme sulla situazione attuale della chiesa. Il progressivo clericalismo di questa l’Iia condotta
inevitabilmente ad essere introversa e
quindi non più aperta come dovrebbe a
quel mondo al quale pure è mandata da
Cristo, come corpo suo, per annunziare
la buona novella. La parte dimenticata,
il 99% d’essa, è il laicato che deve esser
riportato al suo pieno mandato, alla responsabilità ed alle promesse che sono
sul popolo di Dio nel suo insieme.
Il volume non è di difficile lettura, è
rivolto al pubblico delle nostre cbiesc.
Tutti dovrebbero leggerlo. Ordinazioni
per l’ftdizione italiana (il cui prezzo sarà
probabilmente sotto le 500 lire) posson
esser fatte alla casa editrice GLAUDIANA
di razza bianca. Come i piccoli cinesi,
imparò a dominarsi, a sapersi comporfare con qualsiasi persona delle
varie classi sociali, sicché la sua personalità si sviluppò, equilibrata e calma. fra adulti sereni e fiduciosi.
Eobe più tardi un tutore confuciano, serio e grave, il quale le insegnò
cne, per essere felice, non bisogna voler innalzare il capo al disopra di
quello dei vicino, e le predisse dolcemente che sarebbe venuto il tempo
in cui la tempesta sarebbe scoppiata,
ed ella avrebbe dovuto rifugiarsi in
America con tutti i suoi, per non più
ritornare, quando' le porte dell’Asia
fossero state sbarrate ai bianchi!
Quand’ebbe otto anni, cominciò a
sentirsi chiamare spesso per via : « pio
cola diavola straniera», ad essere evitata dai compagni di gioco : fu colpita
da questa prima ingiustizia nella sua
vita, che presto diverme varia ed avventurosa. Per pocoi la famiglia di
Pearl non è massacrata al tempo del
la guerra dei Boxers; poi la giovanetta passa un anno in America, nella
casa materna. Tornata in Cina, vive
in mezzo a strani conflitti: gli eserciti bianchi avevan punito crudelmente la grande imperatrice Tzu-Hi (adorata ed odiata da milioni di sudditi),
saccheggiandone i palazzi e trafugandone gli incalcolabili ttisori: i Cinesi
seppero aspettare dieci anni la rivincita
La Buck, pur sentendo spesso intorno a sè odio e timore, seppe guar
dagnarsi la fiducia delle donne e l’affetto dei piccoli, condividere la loro
vita, i loro assillanti problemi. Poi fu
condotta in America con un lungo ed
interessante viaggio attraverso l’Asia
e TEuropa. Già allora sentiva in cuor
suo che un giorno sarebbe diventata
una scrittrice. Vinse gare scolastiche
di composizione, e certo sarebbe rimasta in America, se la madre non avesse contratto una grave malattia tre
pícale, di cui non si conosceva la cura. Malgrado l’imminenza della prima
guerra mondiale, tornò in Cina e si
dedicò alTammalata, senza purtrop
po riuscire a salvarla: sentendo il bisogno di tener vivo in sè il- ricordo
di lei, scrisse il suo primo libro: La
esiliata.
Intanto aveva sposato un giovani
americano, nè della sua mentalità, nè
della sua educazione e, per diciassette anni, visse nel mondo dei contadini cinesi, di cui ammirava la mera
vigliosa forza e bontà, spesso spostandosi in portantina col marito, i cui
metodi agricoli non avevano successo in un paese dove l’agricoltura era
fermamente tradizionale. Sapeva che
la maggiore delle sue bimbe non sarebbe vissuta a lungo, e di lei scrisse :
La bimba che non crebbe mai. E intanto inviava saggi ed articoli a riviste americane. Aveva preso con sè il
vecchio padre, la bella, serena figura
del quale. « simile a Lincoln », le ispirò il libro: Angelo guerriero, ritratto
di un’anima. In esso si legge : « La vita è così pietosamente breve, e gli anni passati coi genitori in modo particolare, che non dovremmo far cattivo uso neppure di un secondo».
Nel 1927 la famiglia della scrittrice
fu fatta prigioniera dalle guardie rivoluzionarie, e sarebbe certamente pe.
rita, se il comandante di una nave
americana non ne avesse trattato la
salvezza. Gli scampati si rifugiaro'no
in una cittadina giapponese, finché
non fu loro permesso di tornare a
Nankino. Ciang Kai Shek stava allora consolidando il suo governo, ma
l’educazione che egli aveva avuto non
l’aiutava certo a risolvere alcimi gravi
problemi, cui doveva far fronte; era
un soldato e non adatto al governo
di una repubblica. Pearl, che insegnava alTUniversìtà, simpatizzava coi
giovani nazionalisti, specialmente con
quelli educati negli S. U., sinceramen
te patriottici, ma che avevano dimenticato che il loro paese era anco'ra
troppo analfabeta e a struttura feudale. Fra gli studenti molti erano arrestati o messi a morte, perchè comunisti oppure perchè leggevano giornali liberali o criticavano il nuovo governo e, con questi atti di ingiustizia,
il governo nazionalista s’indeboliva
sempre più. Sin dal 1930 il popolo can..
tava segreti canti di rivolta.
Quando P. Buck lasciò finalmente
Nankino, viaggiò dapprima par alcune regioni della Cina che non aveva
ancora visitate, poi in Indocina, nel
Siam, in India ed in Indocina, per
rendersi conto di come vivessero quello popolazioni sotto il regime colonia
le.
Nel 1934 la troviamo in America, divorziata. Fu felice nel suo secondo
matrimonio, ebbe ima casa con molti bambini, poiché i coniugi, che già
avevano in una sera di Natale adottato un piccolo Americano, figlio di
un Indiano, accolsero altri quattro
bimbi per metà cinesi, circondandoli
di tenerezza, convinti ohe « TamoTe è
un rag^o di sole per im’anima in
pieno' sviluppo ». Inoltre fondarono la
« Welcome Mouse », dove sono accolti
i piccoli di sangue misto, finché non
vengono adottati da persone le quar
li comprendono che il sangue asiatico,
che scorre nelle vene di queste creature, non fa che aggiungere un dolce
lascino' ad un bimbo americano.
La Buck fondò pure, a New York, la
Associazione dell’Est e dell’Ovest : ne
fanno parte uomini e donne pronti a
viaggiare per tutto il paese in lungo
e in largo, per parlare della vita delle
più diverse genti, quale si svolge nel
loro paesi, delle loro abitudini e si>eranze, dei lo'ro piensieri, illustrando il
loro dire con costumi, proiezioni rapliresentazioni e concerti; sono insegnanti, studenti, tecnici, che son ricevuti nelle case americane, giocano coi
bambini, parlano con uomini d’affari, con predicatori, con insegnanti ed
cperai.
Attualmente P. Buck non ha più
contatti con la Cina, ove gli Americani sono mal visti (Lettera da Pechino documenta questo scavarsi di
un abisso fra la nuova Cina e l’Occidente )(1), e donde i suoi amici non
possono scriverle. Ella ha vissuto pie
naniente il suo periodo cinese, ma
non soffre di nostalgia, perchè « ovunque nel mondo ci sono dei cuori indomiti e dei fiori nascosti ».
Enrichetta Conte dalla
(1) Docuimentato in un altro bel romanzo, di un’eurasiatiica, Ham Suyn: « L’amore è nna co'sa meravi'glioisa ».
IN BREVE
* La Conferenza cristiana dell’Asia orientale ha deciso di intraprendere la composizione e l’edizione di un innario di cui
parole e musica siano asiatiche: tale raccolta servirà soprattutto per gli incontri
ecclesiastici internazionali in Asia.
* Varie organizzazioni religiose degli
USA desiderose di inviare missionari nel
Sudan, se ne son vista rifiutare l’autorizzazione, senza spiegazioni. Dal momento della nazionalizzazione delle scuole missionarie del paese (aprile 1957), il governo sudanese ha reso sempre più difficile l’attività dei missionari.
* Radio Pechino informa che la Sig.a
Bodil Koch, ministro degli affari ecclesiastici danese, è giunta nella Cina comunista per un soggiorno di tre settimane durante le quali visiterà i centri religiosi del
paese.
* « Lo spionaggio, come la guerra di cui
è insieme un frutto e un fermento, è fondamentalmente immorale e il giudizio che
i cristiani portano contro la guerra si applica ugualmente allo spionaggio », ha dichiarato Franklin Clark Fry, presidente
del comitato centrale del C.E.E.
crear « delusione e scoraggiamento ».
Le C. E. hanno un compito preciso
derivante dai R. O. (a. 84) che impongono loro di esaminare l’operato degli organi dell’amministrazione mediante l’esame di «t utti i loro verbali,
conti, documenti e corrispondenze».
Questo «esame» comporta una valutazione dell’operato della Tavola, del
Consiglio della Facoltà e rispettivamente della OIOV. Tale « esame »
coinvolge anche funzioni di revisione
dei conti (AS. 1950 a. 39) proprie del
mandato dei sindaci e, piaccia o meno all’autore dell’appello, tale compito deve essere svolto con lo scrupolo
professionale di competenza. Ed inoltre la valutazione, insita nell’esame
cne le C. E. sono chiamate a compiere, non può non esser critica, nel senso sano della parola, in quanto le
C. E. debbono illuminare il Sinodo
(cioè la Chiesa tutta) sull’operato
delle amministrazioni; e direi di più,
non tanto sull’operato (che risulta
già dai rapporti degli organi resixmsaoili) quanto sul modo con cui gii
organi stessi hanno svolto la loro
opera, sul come hanno assolto il mandato di responsabilità conferito loro
oal Sinodo precedente.
Certi appelli in nome di « un orientamento più rigorosamente evangelico», ma non ben definito e che si riduce ad un lassismo di costume così
oen inquadrabile nel noto e deprecato ritmo del ’’basta ch'a sia”, è veramente « deludente e scoraggiante ». E'
vero che siamo tutti credenti e ohe
ciò comporta una fiducia reciproca
gli fini negli altri, ma di fronte al Sinodo non si tratta di questo, ma di
vedere come un mandato è stato asbouo. IN Oli e certo un incitamento ad
una melensa bonomia fiduciaria, ma
li metodo della avvedutezza responsabile e della serietà dell’esame, ohe deve contraddistìnguere l’opera delle C.
E. Se Si seguissero certi appelli cosa
avverrebbe ad esempio nella deprecabile eventualità che in im dato anno
gli organi responsabili non abbiano
risposto alla attesa od intieramente
alla fiducia in loro riposta? La C. E.
dovrebbe illuminare il Sinodo proprio
in ordine alla «delusione» che risulterebbe da tal ordine di constatazioni. Sarebbe estremamente malsano e
non « rigorosamente evangelico » che.
presa da considerazioni di malintesa
iraternità cristiana, la C. E., per voler solo « incoraggiare » e non « produrre delusioni e scoraggiamenti »,
dicesse agli amministratori: «Bravi
e fedeli servitori... avete fatto quello
che avete potuto e saputo, avete sbagliato in molte cose; siate incoraggiati ad andare avanti, non deludiamo
la chiesa con crìtiche inopportune;
continuate a servire il Signore investiti di una responsabilità che avete
dimostrato di non potere o saper reggere e confidiamo, tutti insieme, che
l’anno prossimo voi sapx>iate far meglio»; od altro simile discorso! Non
basta infatti essere dei fedeli credenti per essere dei dirigenti provati, o
dei controrelatori validi. Le C. E. hanno il dovere di dire al Sinodo fraternamente la verità, qualunque essa
sia, senza offesa oíd esaltazione per
nessuno. In caso di positivo riscontro tra il mandato e l’operato delle
amministrazioni queste potranno esser state competenti, capaci, serie
nell’impegno assunto, ma diffiderei
del modo con cui una C. E. ha assolto
il suo mandato, ove, anche in tal caso, non avesse trovato nulla da rivedere, nulla da suggerire per migliorare le cose. Tutto infatti è perfettibile
« Sorvoli un poco la C. E. su tutto
l’apparato accademico che appesantisce i nostri Sinodi»; questo sì, lo sottoscrivo anch’io. La C. E. deve dire al
Sinodo nel dettaglio cosa hanno fatto e non fatto gli organi responsabili
con quali metodi hanno lavorato, con
quale visione delle cose e dei problemi. e quali direttive sono state impartite e seguite per lo svolgimento
deH’opera nei più diversi settori del
la vita ecclesiastica; e fame ima valutazione. Sia la controrelazione veramente integrativa della relazione
della Tavola! Da taluni anni invece
le C. E. che si sono susseguite sembra si siano prefisse piuttosto il fino
di presentare al Sinodo un programma di indirizzo per l’anno venturo.
Non è questo il loro compito. Le direttive, la politica della Chiesa — mi
si passi il termine — il precisare la
linea della condotta del lavoro, spetta
alla Tavola il farlo. Queste cose le si
vorre-bbero leggere ben chiare nella
relazione dell’amministrazione. E se
mai sarà nel corso delle discussioni
sinodali che queste linee protranno essere precisate e rettificate. La C; E.
deve fare il peso di ima situazione
trascorsa, di un bilancio morale e finanziario di un anno di lavoro.
Questo è quanto l’esperienza di alcuni Sinodi mi induce a pensare sull’argomento; e non vorrei dare alcun
suggerimento se non uno. Sarebbe
forse producente per l’orientamento
dei contrarelatori rileggere non solo
la controrelazione dell’anno precedente. ma anche una almeno di quelle
della seconda metà dello scorso secolo. Ne na^rebbero probabilmente degli spunti di raffronto assai interesGiorgio Peyrot
4
pag. 4
L’ECO DELLE VALU VALDESI
N. 27 — 1» luglio 1960
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
BOBBIO PELUCE
Sabato 25 giugno nel noatro Tempio abbiamo invocato la benedizione del Signore
sul matrimonio di Melli Giuseppe (Pidone) e Geymonat Erica (Via Beisilia).
11 Signore circondi ed accompagni costantemente con la sua grazia questo nuovo focolare fondato nel suo nome.
Riunioni alVaperto-, domenica 3 luglio,
ore 15: Pralappia; domenica 10 luglio, ore
15: Rostagni. In caso di cattivo tempo o
di tempo incerto, le riunioni sono sospese. e. a.
PRABOSTINO
Gita — 1 noistri giovani, accompagnât,
dal Pastore, hanno effettuato una gita a Ceresole Reale, nella alta Valle dell’Orso,
domenica 12 giugno. Una bella e buona
giornata è stata cosi trascorsa ai piedi dei
ghiacciai delle Levamne, in riva al grande
lago artificiale di Ceresole.
Ringraziamento — Ringraziamo vivamen.
te il Partore Em. Sig. Luigi Marauda, d'
Pinerolo, per avere presieduto il culto di
domenica 12 giuigno, rivolgendo alla Comunità un caldo messaggio.
Dipartenza — Venerdì 17, abbiamo accompagnato alla sua ultima dimora terrena il nostro fratello Pons Levy, del Verney
di Roecapiatta, deceduto, dopo lunghe sofferenze, aUa età di 80 anni. Che il Signore
consoli i cuori afflitti.
Battesimo — Domenica 19, nel corso del
culto, abbiamo posto il suggello del Nuovo Patto, della Grazia, sul capo della piccola Aurora Fornerone di Walter e di ArmeUino Lilia (Massera). Possa la piccola
crescere nella grazia del Signore e nella viva comunione deUa Qiiesa; i genitori e |
padrini, tener fede sempre alle promesse
che hanno fatto.
Matrimonio — Lunedi 20, nel vetusto
tempio di Roecapiatta (interamente restaurato l’anno scorso), abbiamo celebrato il
matrimonio di Ugo Roman (Baravaiera) c
Emma Fornerone (Losera). Ohe la loro
unione sia anche una alleanza fedele col
Signore.
Villeggianti — Cominciano ad arrivare,
alla Casa Valdese, e un po’ ovunque su per
la nostra bella collina di Prarostino, i primi gruppi villeggianti. Li accogliamo
fraternamente in mezzo a noi, angurandoc'i
di poter famigliarizzare sovente insieme, c
di averli con noi anche ai culti e alle riunioni.
LUSERNA S. GIOVANNI
Verso le rive eterne - 11 Signore ha ri«hiamato a Sè in queste ultime settimane
diversi membri anziani della comunità, alcuni dei quali lasciano un vuoto sensibile
nella vita della nostra famiglia spirituale,
ne ricordiamo i cari nomi: Susanne Margherita Goss il 17 maggio in età di 88 anni ; Emma Lassueur ved. Adani il 19 maggio in età di 75 anni; Maria Ester Milca
Prochet il 25 maggio in età di 86 anni ;
Francesco Stefano Giordan il 26 maggio in
età di 73 anni; Edoardo Gaydou, originario
di Angrogna, TU maggio in età di 89 anni;
Enrichetta Costabel ved. Beux, dei Bellonatti, il 12 g'ugno in età di 90 anni.
Alle famiglie provate dalla dolorosa separazione dai loro cari rinnoviamo l’espressione della nostra fraterna solidarietà nella
prova e nella radiosa speranza cristiana.
Nuovo focolare - Abbiamo avuto la gioia
di celebrare fraternamente il primo matrimonio deH’anno unendo nel sacro vincolo
due cari giovani della comunità Giorgio
Albarin e Silvana Bonnet ai quali rinnoviamo l’augurio di una lunga vita insieme
nella benedizione del Signore.
Il nostro Giardino d’infanzia - Ha coronato il suo 7» anno scolastico con un ben
riuscito saggio finale, al quale ha assistito
con visibile e grata soddisfazione una numerosa rappresentanza familiare dei nostri
28 scolaretti in erba la quale ha espresso
all’insegnante Sig.na F. Cougn i sensi della
sua viva riconoscenza.
Le nostre Scuole Domenicali hanno concluso la loro bella fatica invernale con
una lieta gita in autopullman e in motoscafo ai laghi della pianura, il 16 giugno.
Le nostre riunioni all’aperto per il mese
di luglio avranno luogo, tempo permettendo: Domenica 3 luglio, ore 15, a Mourcious — Domenica 10 luglio, alle ore 15,
contemporaneamente alla Ruà e a Fondo
S. Giovanni — Domenica 17 luglio, ore 15,
al Sarei — Domenica 22 luglio, ore 15, a
Casteliis.
l culti nel tempio del Ciabas: Domenica
3 luglio e Domenica 17 luglio alle ore 15.
j
RODORETTO
Mercoledì, 22 Giugno, ha avuto luogo
con larga partecipazione di amici e di conoscenti convenuti da varie località della
Valle, il serviz o funebre del nostro fratello Balma Giovanni deceduto nel suo
64o anno di età a Villa di Rodoretto. Alla
vedoya, ai figliuoli ed ai parenti tutti ridicamo ancora la nostra viva simpatia
cristiana.
DECIMA
MUSA
Due film russi
Giungono in Italia in queste settimane
due film russi, prodotti dalla « Mosfilm »
Due film di guerra.
Il primo, « Ballata di un soldato » di
G. Ciukhrai ha rappresentato l’URSS al
l’ultimo Festival di Cannes, con vivo sue
cesso. Si è parlato di un « Cuore » russo
C’è infatti una umanità cosi ricca di sen
timento in questa limpida storia di un
giovanissimo soldato dell’Armata rossa.
Eroe quasi senza accorgersene, ancora un
ragazzo, ottiene eccezionalmente una breve
licenza per correre a riabbracciare la madre e « aggiustarle il tetto che fa acqua ».
Ma nel lungo viaggio per raggiungere casa
dal fronte, la sua bontà, sempre pronta a
dare una mano a chi ha bisogno di aiuto,
gli fa perdere il tempo prezioso, riuscirà
soltanto a stringere ancora una volta la
madre, e il film si chiude come si era
aperto, sulla strada solitaria nella sterminata campagna russa, dov’è scomparso per
non più tornare. Un senso di rivolta per
l’assurdità tragica della guerra ci prende
« al pensiero di tutto quel che avrebbe
potuto fare e che non ha fatto, di tutto
l’amore che avrebbe potuto dare e che
non ha dato ». Veramente eccezionale, il
Il Professore
Paolo Baridon
E’ stato richiamato dal Signore Do
menica 26 Giugno, all’età di 85 anni
Quanti l’hanno conosciuto lo ricorde
ranno come un vero «uomo di Dio»
La sua fede era semplice e quindi
forte ed operante. Sempre ed ovunque fu un testimone dell’Evangelo
un assiduo seminatore di quella verità cristiana. Ecco un « laico » come
la Chiesa ne avrebbe gran bisogno. E
la sua fede non venne meno durante
i lunghi mesi di sofferenza. Non un
lamento, anzi, fino a quando ebbe un
fll di voce, chiedeva notizie di altri
malati e per loro pregava. Nel suo
amore per il Signore era il segreto
d’una squisita bontà, di un sincero
amor fraterno, del desiderio ardente
di far del bene attorno a sè, E certamente la sua memoria sarà per molti
in benedizione.
Le sue spoglie mortali sono state
depcste nel cimitero di Villar Pellice
suo paese natio. I funerali sono stati
presieduti nel Tempio dal Pastore E.
Geymet, e nel camposanto con la partecipazione del Pastore F. Sommani
e del sottoscritto.
Noj benediciamo Iddio per la preziosa missione Ch’Egli ha dato al nostro caro fratello di poter compiere.
E circondiamo con fraterna simpatia tutta la sua cara famiglia. Il Signore l’assista e la benedica.
G. Bertinatti
protagonista giovinetto. Vaiodia Ivasciov,
di una freschezza indescrivibile. Molto
bella la fotografia. Vien da ripensare a
c( Quando volano le cicogne », ma forse
l’opera del regista Ciukhrai riflette uno
stile più sicuro.
Il secondo film che presentiamo è più
aspro: all destino di un uomo» di
S. Bondarciuk, che ne è pure il protago
nista. E’ narrato, senza co-nipiacimento t
senza veli, il destino tragico di un sol
dato russo ; un mujik, come lo chiama pei
scherno il capo del lager in cui, prigio
niero, è costretto a lavorare dai tedeschi
in realtà, il film è proprio l’epopea, sobria e triste, della resistenza dell’uomo
della vecchia terra russa. E’ stato notato
che i tedeschi sono, nel film, « di maniera », e così le immagini delle crudeltà
naziste, nei lager e sui campi di lavoro
forzato: e forse è così; pure, una «maniera » che è stata fin troppo reale, e se il
film non nasconde un intento propagandistico antinazista, si tratta di una propaganda di alto livello umano. Indimenticabile l’alta ciminiera impennacchiata di fumo nero che giorno e notte domina la vita
del lager. Riuscito a fuggire, trova la sua
città rasa al suolo dai bombardamenti, e
nella rovina è perita tutta la sua famiglia ;
poco dopo anche l’ultimo figlio, al fronte,
cade; ed egli si ritrova solo. Un soffio di
speranza, un orfanello trovato fra le rovine a cui si dà a conoscere come il padre,
insperatamente tornato sano e salvo dal
fronte, e che prende con sè. Ma è una
speranza triste. Incisivo lo Sholokov di
S. Bondarciuk; anche qui assai curata la
fotografia; molti «esterni» di fronte a
cui si apre il cuore, abituati come siamo
ai dominanti « interni » di tanti nostri
fi’m cittad'n; e pseudorealisti.
Due film pacifisti? Forse, anche questo;
indubbiamente, la guerra vi appare come
un tragico destino che stritola l’uomo e
gli affetti; ma le due opere sanno sollevarsi al disopra della propaganda ed esprimere una poesia di questo « destino » dell’uomo e dei suoi affetti, che colpisce c
commuove profondamente. (Penso, come
termine di (-enfronto, alla polemica rovente ma meno commovente del « Compagno P. » dell’immediato dopoguerra). E’
giusto che questi film (( di guerra » siano
veduti e <( sentiti ». Assistendovi, ho anche pensato che lo strazio della terra russa — espresso cosi sobriamente ma intensamente — avreblte potuto aiutarci a
comprendere meglio il timore russo verso
un rinas(-ente militarismo occidentale, tedes(-o in particolare. 11 canto di trionfo
dell’« Alexamlr Nevskji » di S. Eisenstein (1938) in cui la cacciata degli invasori teutoni(-i medioevali pareva quasi una
profezia ammonitrice della debacle nazifascista dopo Stalingrado, si la qui più
sommesso e accorato, e se Ciukhrai e
Bondarciuk non raggiungono certo la potenza espressiva di Eisenstein, hanno tuttavia molto da dire e lo dicono bene, con
tutto il cuore. g- c
TORRE PEUICE
Siamo assai grati ai Pastori E. Corsani e
L. Santini che hanno presieduto i culti di
domenica 19. Nel corso del culto di domenica 26, al Centro, sono stati insediati
quali Anziano e Diacono per il quartiere
degli Chabriols, il Sigg. Silvio Bellion e
Guido Poèt, eletti inell’ultima assemblea
di Chiesa: auguriamo loro forza e gioia
nella loro missione.
Non abbiamo ancora dato notizia della
bella serata che i giovani dei Coppieri
hanno dato sabato 11 e domenica 12, a favore della costruenda Scuola per maestri
evangelisti deH’Asmara. I bravi attori hanno presentato « L’angelo caporale » di V.
Calvino seguito da due farse divertenti e
a solo di fisarmonica. Grazie ai giovani dei
Coppieri, per la serata e per lo scopo per
cui l’hanno preparata.
Domenica 26, nel pomeriggio, si è riunita YAssemblea di Chiesa, che dopo aver
proceduto alla nomina del delegato al Sinodo (Dr. E. Bosio) e dei revisori dei conti (Prof. T. Pons e Sig. L. Jouve), ha ascoltato la informata e chiara esposizione del
Sig. L. Rossi sul problema del riordinamento distrettuale; dopo un’ampia discussione si è giunti al seguente odg:
L’Assemblea... riunita il 26-6-1960, in
merito alle proposte modifiche dell’organizzazione distrettuale esprime il seguente
parere :
1) che si debba addivenire ad una revisione della distribuzione dei distretti secondo le necessità dell’opera della Chiesa
Valdese in Italia;
2) che, per il bene della vita delle singole chiese, i Presidenti delle Commissioni distrettuali debbano essere nominati dalle Conferenze distrettuali e risiedere nel
distretto, non entrando in merito al problema del- rapporto fra Commissioni di
trettuali e Tavola, ritenendo sia utile addivenire a una soluzione del problema;
3) che sia utile che i singoli distretti abbiano fondi sufficienti per intensificare
l’opera di evangelizzazione nel proprio territorio.
Notiamo una cosa”: molti ottimi tortesi,
se leggessero sul giornale che soltanto
l’8% degli italiani hanno partecipato ad
elezioni politiche o amministrative, si scandalizzerebbero altamente. Bene: all’ultima
Assemblea di Chiesa i votanti erano 31, sì
e no l’8% dei nostri membri elettori, il
2% dei nostri membri comunicanti! In
tempi di rivalutazione del laicato, non c’è
male... Ci permettiamo di dirlo, anche se
comprendiamo che non è la stagione migliore per indire un’Assemblea.
Con il mese di luglio inizieranno i culti
pomeridiani all’aperto, alle ore 15: domenica 3, Simound e Inverso Rolandi; domenica 10, Chabriols, Ravadera e Inverso
Bruni; domenica 17, Sea; domenica 24,
Chiottin; domenica 31, Simound.
Si sono sposati Romano Mario Geymet e
Giovanna Adele Ayassot. Agli sposi, stabiliti a Torino, i nostri auguri migliori.
La noislra comunità è stata in queste settimane, colpita da alcuni lutti: Francesco
Giordan (Ravadera), Maddalena Ugolini v.
Caccianiga (Villa), Enrico Cesan (Ravadera), Paolo Baridon (Villa). La ferma speranza della risurrezione conforti tutte le
famiglie in lutto, a cui esprimiamo la nostra viva isimpatia cristiana.
roba
Domenica 3 luglio, alle ore 15, avrà luogo una riunione all’aperto al Muraglione
delle Fucine.
ita sulla omitti'iite
protestante internazionale’!
Sion (Vallese) — Dal 12 al 14 giu
gno si è tenuta a Sion l’assemblea
annua della Federazione delle Chiese protestanti elvetiche, che ha soprattutto ripreso la discussione dei
progetto di costruzione in Svizzera di
una stazione radiotrasmittente protestante intemazionale, che permetterebbe la diffusione quotidiana di
culti, réportages e conversazioni. La
Svizzera assumerebbe la maggior parte del carico finanziario, ma i promotori del progetto pensano di poter
contare sull’aiuto delle Chiese protestanti di altri paesi.
I delegati riuniti a Sion hanno
adottato all’unanimità una risoluzione che, riconoscendo l’importanza di
questo progetto — non esiste un’emittente protestante in Europa, mentre
gli altri continenti ne hanno già oltre quaranta — domanda alle Chiese
di studiarlo con cura, poi di pronunciarsi al riguardo: è quel che l’assemblea deH’anno prossimo farà, lo speriamo vivamente.
Mentre ci rallegriamo di questa
presa di posizione, che supera molte
esitazioni manifestatesi negli scorsi
anni, pensiamo che sia doveroso, da
parte di tutte le Chiese europee, e
quindi anche della nostra, di far sentire che l’emittente è veramente desiderata e il progetto concretamente
sostenuto da tutti i protestanti d’Eurcpa: per noi italiani, poi, non si può
sottolineare abbastanza quale importanza una simile stazione radio potrà avere.
Ci peimettiamo di ricordarvi, a
questo proposito, che offerte per questo scopo possono essere versate sul
c.c.p. 1/13986 intestato al Past. Guido
Comba, via IV Novembre 107, Roma,
indicando « Per Radiotrasmittente
Evangelica Internazionale (EPI) ».
Erich Kuby
ad Agape
Il noto giornalista e regista tedesco Erieh Kuby sarà ad Agape giovedì 7 luglio e parlerà nel pomeriggio
sul tema : « Indipendenza della stampa ». La conferenza di E. Kuby si inserisce nel programma del 1” campo
internazionale che tratterà il tema:
« La stampa e la libertà deH'uomo ».
Erich Kuby è noto per aver scritto
il romanzo: « Rosemarie, la figlia prediletta del "miracolo tedesco" », romanzo di ambiente sullo sfondo del
caso Rosemarie di cui parlano in questi giorni i giornali. Kuby è anche noto per la sua posizione indipendente
nei riguardi del regime di Adenauer,
Uomo spiritualmente libero, Kuby
ha le sue critiche da rivolgere anche
alla Chiesa. E noi vogliamo ascoltarlo.
Gl SCRIVONO,:,
Spe'l. Eco fieFe Valli Valdess
che slupendo edificante articolo quello
apparso nel N. 26 del 24 corr. mese:
Vieilles contumes de chez nous... et d’ailleurs.
I giovanotti e le ragazze Valdesi d’oggigiorno r'guardando ai loro santi padri e
sunte madri duna volta, devono dirsi: «Se
latito ardiv.ano i virtuosi nostri antenati,
che cosa non possiamo noi i ” bruc’acchiat’ del XX» secolo? ”».
Eco delle Valli, ricordati di Cristo e
del suo Vangelo; tutto il resto è zavorra.
Jone E. Carlon
In d.ata 6 maggio 1960, il vostro settimanale pubblicava una nota sul congresso
degl' Unionisti Valdesi a Napoli (24-25
aprile 1953) dove si lamentava che il giornale « Gioventù Evangelica » non è letto:
è quindi necessario renderlo interessante,
perchè i giovani leggano il loro settimanale, ipubbl'canido, nel medesimo, qualch»
nota sportiva in breve, così imre pubblicare qualche rebus a premi. Desidererei
che la presente venisse pubblicata nella
rubrica i Lettori ci scrivono. Grazie.
Nino Lod’
Lavoratore nella Svizzera Italiana
AVVISI ECONOMICI
CERC.4NS1 per Ludwigsburg, Wiirtenberg 5 o 6 ragazze italiane, preferibilmente evangeliche, per lavorare in un
Asilo di Vecchi. Buon salario, vitto ed
allogg'o. Nell’asilo si parla francese. Per
ulteriori informazioni rivolgersi alla
« Pro Valli » o al Pastore di Frali (Sig.
Aldo Comba).
Redattore ; Gino Conte
Coppieri - Torre Pellice
Tel. 94.76
Sede e Amministrazione
Editrice Ciaudiana
Torre Pellice - c.c.p. 2/17557
Tipografia Subalpina . s. p. a
Torre Pellice (Torino)
Convitto Maschile Valdese
. Torre Pellice
Dal 29 giugno al 20 settembre si accettano ragazzi dagli 8 ai 15 anni, sia
p;r le vacanze, sia per le ripetizioni
in vista degli esami di riparazione,
(Durata minima del soggiorno 20 gior.
ni).
Sono aperte le iscrizioni anche per
il prossimo anno scolastico. Vi saranno subito spediti prospetti illustrât’
con ogni dettaglio dietro semplice richiesta indirizzata a: Convitto Maschile Valdese - TORRE PELLICE
(Torino).
Direttore : Prof. Gino Costabcl
Pubblicaz. autorizzata dal Tribunalf
di Pinerolo con decreto del 1-1-19,5.5
La famiglia della compianta
Celina Robert
ved. Jahier
nell’impossibilità di farlo personalmente, ringrazia tutte le gentili persone che in qualsiasi modo si sono
adeperate per alleviare il suo dolore
nella triste circostanza.
« Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa,
ho serbato la fede ».
(2 Timeoteo 4: 7)
S. Germano Chisone, 15 Giugno' 1960
UntliD'cssa
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Medico Chirurgo
Via Alfieri, 1 - Telef. 9594
(vicino al Municipio)
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Riceve :
Tutti i giorni ore 17-19
Venerdì anche al mattino ore 11-13
Dottoressa
Iolanda De Carli llaiBrIo
Medico Chirurgo
Specialista
in malattie dei bambini
Psicologia e pedagogia
Consultazioni presso l'Ospedale
Valdese di Pomaretto
Il primo e il terzo mercoledì del mese
Ore 14 - 16
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