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Torre PelKce, 17 Aprilé. 1944-XXII
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Nulla sla più forte della vostra fede !
(Gianavello)
SETTIMANALE DELLA ‘ ,ÄS«?v c M I E S A- V A L D’E>-B
ABBONAMENTO
Italia e Impero ' . Anno L. 20 — Semestre L. 10
Estero ...... » 30W ' , ,15
Ogni cambiamento d’indirizzo costa una lira ~ La copia Cent. 40
R>Ä" Sp«t^. ^^SlCE
TOBRE
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Ulrvllor* I Prf^, <I1N»> COSI^EITI.
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AMMINISTRAZIONE e REDAZIONE:
■ ^ Carlo Alberto, I bis — TORRE PELLICE
Lfl Vmm DCLLfl
Nelle set Imane della Passione e della Risurrezione del nostro Signore Gesù
Cristo, voi avete fatto una promessa solenne e per la prima volta avete partecipato alla Santa Cena.
Eccovi ora membri Comunicanti ideila Ghiera Valdese. A tutti voi -che formate lina schiieira di 200-250 giovani e
giovinette vorrei dire due cose. Ecco
la prima:
,LA CHIESA HA BISOGNO DI VOI.
La Chiesa che vi ha accolti nei suo
seno col Battesimo, vi ha istruiti nelle
vie del Signore alla Scuola Domenicale
e al Catechismo, vi ha circondati colle
sue cure e le sue preghiere, ha svolto
verso di voi il suo ministerio di Madre
spirituale, fa ora asseignEimieinto su voi,
onde esercitiate tutta la pienezza dei
vostri diritti e dei vostri privilegi, e,
quali figliuoli ormai fatti grandi, consideriate la Chiesa come la vostra casa, la
prosperità della Chiesa come la vostra
stessa prosperità.
Perchè voi siete della Chiesa le forze
nuove sulle quali essa deve poter coritare per rinnovare i suoi quadri, colmare i vuoti, imprimere alEorganismo
sposso fiacco e tardo un ritmo di vita
più iSnergico, portare un po’ d’entusiasmo là dove vi è indifferenza, e dare lalle
anime intorpidite daU’egoismo e infangato dal peccato lo spettacolo di una
gioventù sana che vive per un ideale
più elevato e più bello dei meschini
idi ali di questa terra.
Voi dovete spezzare te catene di idee
comunemente accettate’che durante 50
anni e più hanno formato l’opinione
pubblica valdese le che .son state pestifere per le anime e 'per la Chiesa.
Che i^Catecumisni una volta presa la
prima Comunione s'jano emancipati di
fronte alla famiglia e alla Chiesa stessa, e si possano permettere ciò che prima non era loro permesso.
Questa bestemmia non deve più essere pronunciata e neppur pensata. La
Confermazione, se è il punto d’arràvo
della istruzione e della preparazione biblica è però il punto di partenlza della,
vita cristiana, del buon combattimento
della fede. •
Per anni e anni si son preparate^ le
a:rro;i che dovranno ancora essere completate perfezionate e affilate, ora si
tratta di combattere. E il combattimento dura sino all’ultimo respiro.
Che i giovani per essere veramente
uomini e le giovinette per esseri-e veramente signorine debbano segiére l’andazzo di questo mondo e violare la santità del corpo che è il tempio dello Spirito^ di Dio e insudiciare l’anima che
dev’essere conservata pura dalle contaminazioni del mondo.
L abbiamo detto e lo ripetiamo: un
giovane valdese, una giovane valdese
debbono giungere al matrimonio puri
nel corpo e nello spirito. Ciascuno sa
ciò che questo implichi.
Che la frequentazione regolare del
culto e la partecipazione attiva alla vita
della chiesa siano segni di debolezza di
carattere e pietismo esagerato.
Se vi erano uomini e donne di carattere d acciaio erano proprio gli antichi
valdesi che prendevano sul serio i loro
doveri religiosi e, anziché vergognairsiene, andavano fieri del loro attaccamento alle cose di Dio e alla Chiesa.
Anche per voi siano un vanto il leggere il vostro Nuovo Testamento, fre-'
quentare assiduamente il temilo, essere monitori della Scuola Domenicale,
membri della Corale, primi fra tutti
nelle attività giovanili e in tutte le manifestazioni religiose e valdesi.
Non abbiate paura d’apparire pietlsti,
purché siate sinceri. Per quanto grande, la vostra pietà non sarà miai esagerata.
Sostenete la vostra Chiesa, andatene
fieri, difendete il suo onore, la sua dignità. La Chiesa ha bisogno di voi... e
VOI AVETE BISOGNO
DELLA CHIESA.
Dove potete trovare l’iatmosfera di
raccoglimento necessaria per la vostra
anima se non nel tempio? Dove sentire
che non siamo soli ma formiamo una
grande famiglia di fratelli che si sostenigono gli uni gli altri cplla preghiera? Dove avere il senso del corpo di Cristo, della nostra comunità che unita a
tutte le altre lontane e invisibili torma
il corpo di cui Cristo è il icapo?
Dove prepararci per le lotte della vita,
per la testimonianza cristiana, se non in
queU’ambiente nel quale siamo- cresciuti e nel quale abbiamo sentito l’affetto
e la guida della Madre comune?
Quali altre palestre abbiamo noi dove
le nostre facoltà spirituali si possano
esercitare e quale-ospedale in cui l’anima stanca ferita o malata possa tro-vare
riposo e guarigione?
L’idea che il giovane non abbia più
bisogno della Chiesa e possa vivere tutta la sua vita religiosa personale e sociale fuori della Chiesa, porta inevitabilmente all’orgoglio spirituale, a defviazioni del oaratter cristiano, alla dispersione delle forze di bene, nonché
all’impoverimento della Chiesa e alla
piroigressiva riduzione della sua influenza nel mondo.
.^S-Ma vi sono di quelli che dicono: -poi
‘■'vogliamo essere indipendefiti ! Solo nella libertà si può formtre la -no-ltra personaiità religiosa. Giustissimo ! E noi
oiiediamo che solo nella Chiesa il giovane valdese possa (godere (di quella libertà ch’egli ricerca, perchè la Chiesa
Vialdese non è una curia, non esercita
un dispotismo spirituale. La Chiesa è
l’ambiente in cui regna Ig Spirito del
Signore e « dov’è lo Spirito del Signore,
quivi è libertà ».
Ogni membro vivente della Chiesa
eìsiendo parte della Chiesa deve conGorrere a far trionf-aré in sè lo Spirito di
Cristo affinchè esso regni nella Chiesa.
Cairi Giovani !
Vi ho parlato- comie se fossimo nei
1938 anziché nel 1944, e come se tutto
fo3;ie calmo intorno a noi e in noi !
Ma Voi sapete qual’è la tragica realtà. Da cent’smni e forse più non v’è più
stata nella Chiesa Varese- una co:nfermazione di Catecumeni in tempi così
tristi.
Non dal Ciielo soltan'0 ma anche dalla terra sconvolta e dilaniata dal mate
e dalla sofferenza giung-e a voi il igrido:
Non abbandonate la Chiesa, non disertiate il vostro posto di combattimento.
La Ch'ìSsa ha bisogno di ciascuno di
voi. Il suo compito nell’ora attuale e
nei igiomi che verranno è immane. Essa
deve far trionfare nei cuori la giustizia,
l'amore, la pace: di Cristo.
E voi avete bisogno della Chiesa, perchè non vi è alcun’altra istituzione in
tutto il mondo che nel terrore dell’ora
presente e nei gravi problemi di domani
possa essere -per l’anima vostra un rifugio sicuro ed una guida ferma ed amorevole verso la realizzazione del Regno
di Dio ! Il c. g.
Il nostro Cappellano
Ricordo... settembre 1941. Una profonda valle montenegrina, con un tento
fiume a tratti inoassato tra alte pareti
roccii>se, un piccolo paese polveroso con
due snelli minareti. Dalle quote -circostanti, giù lungo i costoni che da queste scendono verso il fondo valle, piccole tende- di alpini dietro improvvisate
opere di difesa, cosi che le qua,ttr-o -case
calcinate dal sole e la stazioncina ferroviaria capolinea, .sono recinte come da
una vaste e completa rete. Dopo le non
1. evi fatiche, eistìve questa e la sede per
il (prossimo inverno assegnata agli alpini del battaglione P., ed essi lavorano
di buona lena per renderla più confortevole e sicura: la prima -neve -dovrà
trovare te baracche pronte e le opere
di -difesa effioenti.
Un sabato sera: mi chiamano al telefono alla tenda del comando di compagnia: una voce nuova mi parla all’altro capo del filo, dal comando battaglione, in paese: « Ciao... sono Rostain,
il vostro nuovo cappellano».
E’ dunque qui: lo aspettavam'>, noi
alpini ed ufficiali valdesi, da qualche
settimana ormài, tanto più che lui stesso ci aveva annunciato per iscritto la
sua ^^aziortó. Le pratiche per il passaggio (dia ufficiale di arma combattente a cappellano, il lungo viaggio da altra zona di operazioni, non molto lontana, ma difficilm-ente accsimbile a
questa, ne avevano ritardato Earrivó: e
il primo nostro cappellano in Balcania
aveva dovuto lasciarci subito, dopo rul
li mo duro rastrellamento estivo in Croazia, destinato ad altro incarico.
Il mattino seguente alle dieci: gli alpini scendono a gruppetti dalle tre quote sopra il comando, e salgono su dalle
postazioni dis’ocate verso il tondo valle.
Li riuniiamo sotto un grande albero cui
l'-autunno non ingiallisce e accartoccia
ancora le -foglie; ista-nno tutti, seduti sulrorba, nella vasta zona d’ombra segnata
dai rami frondosi. Lui, Rostain, arriva
improvviso tra noi, alla sommità del
sentiero che si inerpica tra i piccoli lal'ci del -canalone aperto direttamiente
sul ipaese; non si può immaginare un incontro più semplice e più schietto: una
lunga stretta di mano, un « grazie »
"enza precisazioni inutili. Glj alpini
sono silenziosi: hanno, pur ned volti indurit' dalle fatiche e bruciati dal sole,
alcunché di timido, forse come la prima volta che la maidire li accompa-gnò,
nella chiesetta della valle natia, ai banchi della scuola domenicale. Son sempre così, in presenza di un estraneo,
tantopiù quando questi è in veste di superiore. Ma Lui si fa subito riconoscere, con un -orri'jo, una stretta di mano
a tutti e qualche parola. « Riconoscere »,
conoscere: è uno della nostra terra
che viene era fra noi. è uno di noi nel
dialetto, nel modo di’fare e parlare, nell’esprsssione, nello sguardo: -nessuno come Talpino sa intuire e riconosoere.
Il culto, il primo culto di Rostain la^
giù. ci unisce s ci affiata ancora dì più
con lui.
Natale.' Usciamo dalla bainacca dove
abbiamo celebrato il culto': fuori lera già
buio. Dietro i pioooli vetri di carta oleata scorgiamo ancora il tremolio delle ultime -candeline -del nostro povero albero
natalizio di 'soldati in guerra. Gli -al'pdni
stanno ritomandò ai loro posti: «-Tenni
devono scendere fino al fiume, risalire
l’iaiitro versante sino alla ¡stessa altezza.
Ma hanno Natale nel -cuore, hanno cantato « mon beau sapìn », hanno guardato l’Alibero, hanno avuto un piccolo
dono, come quando erano bambini: ed
ora nella notte -buia e sui sentieri ghiacciati -pensano di ritornare verso casa. La
felicità più grande: ritornare verso la
pròpria casa con una giòia nel cuore !
Scendo con Rostain per im tratto di
strada: non ci isi parla. E pure, nessim
coUoiquio avuto con lui ricardp così
piano di sentimenti, di parole buone e
benefiche, come qusl muto (oom-une andare lentamente, nient’altro sentendo
che lo sfrigolio della neve gelata sotto i
nos ri passi, il lontano mormorio del fiume e, di quando in quando, qualche, parola ripercossa dal silenzio della valle,
di alpini di (guardia nella notte ai centri di fuoco, stasera, come le altre sere.
* * *
La colonna di autocarri entra nel paese di K. Ne balzano giù gli alpini. La
dàvi'ta, il volto, l’elmetto, la penna le
almi, tutto è co-perto di polvere: siamo
partiti due giorni or sono da P. Due battaglioni della nostra divisione sono stati
duramente provati in combattimento sul
fium^ D. Il nemico, tagliati fuori alcuni nostri presidi, scende verso sud: una
delle località di possibile passaggio è
que-to tranquillo paesiino tra verdi montagne, bagnato daH’azzuriro T. Tre quoterells, una per -compaignia: si piantano
te tende e si segnano già te opere di difesa. Il sole è al tramonto. Sulla quota
di centro, tra i miei alpini, mi raggi'xmge Rostain: mi saluta « è Pasqua, oggi ».
SI, è Pasqua. So che cosa mi vuoi dire
con queste parole, so che cosa pensi:
quel che pensiamo noi, quel che pensano questi figli delle nostre montagrKe,
ch(E' stan già dando di piccone 0 traspKJirtando sù cassette di munizioni e
materiali, -;enza neppure essersi tolta
dai panni 0 dal volto la polvere del
lungo viaggio.
Ma santo che tu ci vuoi dtee che,
oggi, nonostante tutto, è e non può essere per noi altro e solamente che Pasqua: e rindomiaini ce rhai riidet-to, in
una mezz’ora di sosta dei lavori, celebrando, -se pur non nel i-uo (giorno, il
cul'o -di Pasqua e la Santa Cena.
* * *
Ti ho lasciato, Rostain, quando mi
son separato dal mio vecchio battaglione, -dai miei alpini -di Francia, d’Albania e di Balcania, per rientrare in Italia assegnato ad altro repiarto, pochi
giorni prima che la tragedia recente colpisse la nostra Patria. Eravamo, alla
fine li àgesto, nella , zona più torrida,
arida, seoca del Montenegro; andavamo
verso la costa.
Ti ho salutato, alla vigilia della mia
partenza, ai margini di un campo presr
so la strada ancor bianca e infuocata
dell’ultimo sole: non ti avrò detto gran
che cosi come non fui capace di -parlare agli alpini quando mi separai da
teiTo.. e poi le parole sarebbero state
troppo povere per dirti un grazie sufficente. Ci siamo salutati con semplicità,
o-^me ouando ci incon'rammo l’altra vòlta, qu,asi un anno prima, al limlteire (del
pi-ccolo bosco di abeti, ma con tanto affetto e.fraterna simpatia.
«Arrivederci».,. Io ritornai adagio
verso il mio accampamemtoi, quello che
per quella s«»a, aneo«a e»a il « mio »
accampanieàto.
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L’ECO DELLE VALLI VALDESI
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« Ansvederci »; Si ! spesso ti rivedo
qùaiDdo il mio pensiero è laggiù, di
dove più iMJh aitomerai, quando inicordo gli alpini e le comuni vicende di tanti mesi, qiqaindo una fotoigrafìa,'' sun oggetto, xm Hlgnp^ qu^unque. rad riporta
ai ntoinefoti^^o^ntni sempre lieti e j sereni trascorsi ìiìsieKne ! Ma il tuo « aralvedarci^ è qualcosa di più: è rultima
parola di fede che mi hai detta cpme
espellano e come amico, ©d è quella
più piena di commossa certezza : la certezza di chi profondamente crede.
> S.
SoltoioiilMt pir la Iona li SMio
io Menoría tiel [appellano Tee. mfretfo Róstala
1° ELKNCX)
La tua mamma L. lOOO,—
Il nonno deiramato Alfredo », 500,—
Lina Peyrot, in memoria dell’amatiasimo nipote » 250,—
Ada Bounous, ricordando il rimpianto nipote » 250,—
Rivoira Giusei^. e Pierina » 30,—
Rivoira Adelina, Prarostino » 30,—
Ettore Serafino » 200,—
Guglielmo May, Torre Pellice » lOO,—
Enzo Purpura . » 50,—
Rag. Stefano Bertin » 50,—
G. e L. Bertin » 50,—
Rostan Ermanno ' » 100,—
CarJon J. » 50,—
Dott. Vinay Cornelio » '*50,—
Piero e Matilde Steiner, Bergamo » 2500,—
Nonostante la tristezza dei tempi la sottoscrizione è bene avviata. Tutte le Unioni hanno ricevuto dei fogli da distripuire. che spiegano lo scopo della Borsa. Nel 2o elenco speriamo di pubblicare le prime offerte raccolte
dalle Unioni Giovanili. g. b.
ALBO D’ONORE
RICO LUTJE’
Agli ultimi giorni di febbraio, sul fronte
di Cassino, faceva olocausto della sua vita il
nostro giovane fratello. Egli era un fedele
frequentatore del nostro Gruppo Giovanile,
aveva fatta la sua confermazione col pastore Giovanni Miegge ed aveva dimostrato una
riserbata serietà' di fede, non comune nella
gioventù. Egli scriveva al Pastore della sua
Chiesa, dai campi di battaglia: « Ricordo le
parale che venivano a darmi la benedizione
di Dio, nel superare la prova di questa nuova vita. E^ mia sp>eranza l’aver finora compiuto il mio dovere di uomo e di soldato e
spero con l’aiuto di Dio di compierlo sempre
e pienamente ». — Si, pienamente lo hai
compiuto, sino ai limiti delle terrine possibilità. Noi guardiamo a queste care giovani
vite, mietute con tanta tragica abbondanza
sui campi dei Regni umani, e pensiamo che
tanto generoso olocausto e tanta angoscia di
madri e di padri abbia un significato infinitamente più alto delle glorie e delle competizioni umane e sia quello della preparazione, prossima o lontana, non monta, di una
nuova umanità, che attraverso il mistero del
dolore riconosca il mistero della pietà di Dio,
che rende gli uomini fratelli. Ci è caro pensare, che per la serietà dell’animo tuo, tu
non sia stato solo nella tua morte, ma abbia
sentito presso di te, quel Dio di giustizia e
di pietà nel quale credevi. La Chiesa esprime alla famiglia del giovane caduto la sua
parola di amore e di speranza nel Creatore e
Padre di ogni vita.
fBolleftino dello Chiesa di Como). '
La Scuola Domenicale
Diciassettesima lezione - 23 aprile
SEPPELLIMENTO DI GESÙ’
Lettura: Matteo 27 : 57-68 e parali. - Imparare vers. 57-60 - Versetto centr.: v. 59-60.
Lezione breve, ma non povera di insegnamenti. Ricordiamo ai bambini qualche funerale, l’uso presente, i sentimenti che accompagnano, la grande speranza che illumina
queste meste cerimonie. La speranza che abbiamo nei funerali di oggi, si connette direttamente con gli avvenimenti che seguirono i
funerali di Gesù. Questi furemo brevi, affrettati, senza solennità. Alle ore sei del venerdì sera incominciava il grande sabato pasquale, in cui non doveva farsi nessun lavoro.
I discepoli segreti. I funerali di GeSù sono
celebrati da due discepoli segreti, entrambi
influenti e membrr del Sinedrio: Giuseppe,
d’Arimateo (ebr. ^^mathaim, nel territorio
di Beniamino), e, secondo Giovanni, JVicodemo (V. Giov. 3:-l; 7: 50; 19: 39); essi non avevano osato dichiararsi apertamente per timore della tirannia del Sinedrio (cfr. Giov.
12: 42; 7: 13; 9: 22); ma al momento del
maggior pericolo, quando tutti gli altri discepoli fuggono nel loro smarrimento, essi si
fanno avanti, e gli rendMio un estremo omaggio, riscattando cosi la loro timidezza precedete.
La deposizione. I corpi dei condannati restavano di solito appesi alla croce, esposti all’aziee dell’aria e del sole e degli uccelli da
preda; salvochè fossero reclamati da parenti.
L’influenza di Giuseppe d’Arimatea ottenne
facilmente da Pilato il corpo di Gesù, che fu
deposto dalla croce e avvolto In un lenzuolo
di lino nuovo (puro). Nicodemo vi aggiunse
gli aromi d’uso.
II sepolcro. Giuseppe possedeva un sepolcro nuovo (quindi non tmeora contaminato,
secondo le awicezioni dei Giudei) stavate nel
la roccia vicino ài Calvario. Quest’ultima ragione dovette essere decisiva nella scelta: il
tempo era molto limitato. La grotta fu chiusa
con ttna grande pietra. -
Non lungi dal sepolcro, Maria di Magdala
(cfr. Luca 8: 2) e Maria di Cleopa, madre di
Giacomo e di lose (Mar. 15: 47; cfr. Mar. 15:
40; Giov. 19: 25) contemplano dolorosamente.
Le guardie al sepolcro. Mentre i discepoli
rendono un estremo omaggio a colui che considerano morto per sempre, i nemici, più chiaroveggenti, temono «il segno di Giona»
<(Matt. 12: 40). Essi sono forse i soli, che
quella sera abbiano pensato alla risurrezione. Ma questa non può essere per loro che
un « inganno », come tutto l’Evangelo (il «primo » inganno, v. 54). Essi suggellano Gesù
nel suo sepolcro. Ida non si può imprigionare la Verità, la Vita divina, la Parola fetta
canne !
Il Sabbato. Nel grande Sabbato pasquale,
Gesù riposa.
Cronaca Valdese
ANGROGNA (Serre)
Numerose assemblee di fratelli e sorelle
hanno partec ipato ai nostri due culti di Pasqua nei templi del Serre e di Pradeltornp.
Numerosi pure i partecipanti alla Santa Cina,
tra cui i catecumeni ammessi in Chiesa la
domenica delle Palme. Voglia il Signore benedire questi culti che gli abbiamo offerti e
custodirci tutti nel. Suo timore e nella Sua
grazia.
— Sabato 15 corrente nel tempio del Serre,
si univano in matrimonio Enrico Monastier
(Serre) e Serafina Caccianiga (Torino). La Corale eseguiva un inno di circostanza. Su que■sto nuovo focolare che si forma invochiamo
la grazia e le benedizioni del Signore.
— Domenica 16 corrente, nel corso del nostro culto nel temp o di Pradeltorno, veniva
posto il segno del Patto su! bimbo Edp Guido
Caydou di Alberto e di Nelly Buffa. Il Signore circondi ed accompagni con la Sua grazia il bambino ed i suoi genitori.
— Ringraziamo il pastore sig. Neri Giam
piccoli, il quale ha presieduto i nostri due
culti la domenica 16 corrente. e. a.
LUCERNA SAN GIOVANNI
Il 26 febbraio è stato celebrato nel nostro
tempio il matrimonio fra il sig. Albino Rivmra, di ROrà, e la sigma Ines Danna, della
Bordela. Agli sposi, i ' nostri migliori auguri
di felicità nel Signore.
— Il 14 marzo ha avuto luogo il funerale
della sig.ra Rachele Benecchio ved. Ambanelli, deceduta a Fonte Blancio in età di
anni 75; il 18 marzo si è spenta serenamente la sig.ra Susanna Negrin ved. Albarin; il
24 marzo il Signore ha richiamato a Sè Aldo
Bertalot, dopo lunga malattìa, in età di
anni 37, ai Benech; ed il 4 aprile è deceduta agli Airalì la sig.ra Margherita Tourn
nata Reynaud, dopo lunga infermità, in età
di anni 70.
Il 27 marzo un mesto corteo rendeva gli
ultimi doveri alla spoglia mortale della signorina Adele Arias, sorella del Pastore di
Pisa, deceduta nel suo 75° anno. Il suo ricordo rimarrà in benedizione per molti; con
gr£tnde amwe e consacrazione era stata l’apprezzata e venerata direttrice dell’Orfanotroflo di Torre per dodici anni. Un gruppo
di orfanelle commosse cantò un inno di fede
e di speranza. Su tutti coloro che sono provati dal lutto imploriamo le consolazioni del
Padre celeste.
— Abbiamo avuto il piacere di udire i messaggi da parta del Signore dei pastori professor Lodovico Paschetto e Girolamo Moggia, che ha presieduti ,i culti del 19 e 26
marzo. Li ringraziamo sentitamente.
— La domenica delle Palme abbiamo avuto il piacere di accogliere come membri di
Chiesa 29 catecumeni che hanno solennemente confermato i voti del loro battesimo.
Essi sono: Benech Emilia, Bertalot Vilma,
Bonjour Maddalena, Constantin Mirella, Geymet Mirella, Jon Scotta Lilia, Long Livia,
Malan Laura, Martinat Ines, Mourglia Elda,
Mura Rina, Pasque! Bianca, Revel Ada, Rivoire Eldina, Soulier Olga, Turin Matilde,
Balmas Giorgio, Bounous Aldo, Bonjour Giuseppe, Danna Valdo, Fattori Emilio, Gay
Franco, Giusiano Renato, Lapise Attilio. Meynier G no, Olivieri Ernesto, Pons Sergio, Rivoire Ernesto e Roman Piero. Iddio li aiuti
onde gli siano fedeli e li sostenga colla sua
grazia.
Siamo grati alla Corale per il suo valido
concorso al culto di Pasqua.
PRAMOLLO
Abbiamo ricevuto in chiesa i seguenti catecumeni: Beux Anita (Bosi), Bleynat Remigio (Rosi), Bounous Guido (Bosi), Long Ilda
(Ciotti), (jardiol Elsa (Tournim), Long Livio (Tournim), Bouchard Aldo (Ruata), Jahier Aldo (Ruata). Plavan Elena (Pomeano),
Plavan Ruggero (Pomeano), Ribet Rino (Pomeano), Plàvan Alberto (Pomeano), Bounous
Armando (Pomeano), Beupc Eli (Pellenchi),
Long Gustavo (Pellenchi), Long Valdo (Pellenchi), Peyronel Dante (Pellenchi).
Che il Signore li aiuti a mantenere con
fedeltà la promessa ch’essi hanno fatto solennemente dinnanzi a Lui ed alla Sua
Chièsa.
RORA’
La Settimana Santa ha segnato per noi
un periodo di riposo, di pace e di consolazione di cui non possiamo abbastanza ringraziare il Signore.
L’abblamo iniziata, la domenica delle Palme, ammettendo alla chiesa cinque nuovi fratelli e sorelle: Gelso Laura, Bruno Margherita, Rivoira Egidio, Durand Ercole, Tourn
Elda.
Dinanzi ad una numerosa assemblea, 1 confermandl confessarono ad uno ad uno la loro
fedp, prima di ricevere, singolarmente, l’imposizione delle mani. All’uscdta, allineati a
fianco del Pastore, vennero abbracciati e festegltiati caldamente dalla fratellanz».
Nei giorni seguenti, ogni sera, ebbe luogo
una riunione nel diversi quartieri, alle quali
,v il Pastore venne accompagnato dai catecuI meni ammessi.
Venerdì santo il pulpito venne tenuto dal*
nostro coadiutore lo studente teol. Cipriano
Tourn, appena reduce da una lunga assenza e dopo che la comunità era stata in gran.. de ansietà per lui.
j , U giorno di Pasqua, il nostro tempio ha
raccolto una delle assemblee più numerose*
viste in questi ultimi anni. Anche il numero
dei comunicanti è stato elevato. Più che mai
» abbiamo bisogno di Dio. « Come la cerva agogna I rivi deH’acqua, ' cosi Tanlma mia agogna te, o Dio ». / .
SAN GERMANO CHISONE
Il 10 corrente si è addormentata nel Signore Bettina Battaglia ved. Polibio, la più
anziana deH’Asilo dei Vecchi.
— La Confermazione dei Catecumeni ha
avuto luogo il venerdì santo anziché la donaenica delle Palme, per cause di forza maggire. Guardiamo ai 23 giovani che hanno
promesso di esser sempre fedeli al Salvatore,
colla speranza ch’essi saranno sempre, nella
parrocchia e ovunque, delle pietre viventi
della Chiesa e dei testimoni delia verità. Essi
sono: Bertalot Ilda, Bouchard Giovanna, Forneron Ida, Gallian Livletta, Meynier Mirella, Monnet Liliana, Paganone Bianca, Robert
Giovamna, Vinçon Elena, Baret Alfredo, Comba Alessio, Comba Attilio, Comba Gino, Gallian Valdo, Griot Remo, Long Alessandro,
Plavan Gino, Ribet Valdo, Rivoira Emilio,
Rostan Ezio, Sappé Ugo, Vinçon Ettore, Avondet Gino.
La Santa Cena è stata celebrata il venerdì
santo e la domenica di Pasqua. Molti i confünicanti. Sante le impressioni e, speriamo,
anche le decisioni.
— ASILO DEI VECCHI. La scorsa settimana il pastore emerito signor Bartolomeo
Soulier, in un commosso messaggio, ha preso commiato dal nostro Istituto ch’egli ha diretto con valentia per quasi dieci anni, consacrando a quest’opera tutte le forze di una
valida vecchiezza. L’emozione di tutti e le.
forti strette di mano hanno detto al signor
Soulier l’affetto e la gratitudine della nostra
grande famiglia. Che il Signore conceda al
suo fedele servitore vita e salute onde' lo
possiamo vedere spesso fra di noi come amico e fratello !'
TORINO
Il 27 marzo si spegneva a Lugano, nella
venerata età di 87 anni, il sig. Emilio Wild,
noto industriale della nostra città. La Chiesa di Torino lo ricorda con gratitudine per
il suo costante interessamento a tutte le opere benefiche ed esprime alla famiglia in lutto ed in particolare alla figlia signora Elena
Cavallo-Wild, f sensi della sua profonda simpatia.
AU’Asilo di S, Giovanni, dove aveva trovato affettuosa accoglienza all’epoca dello
sfollamento di Torino, ha chiuso serenamente la sua giornata terrena la nostra sorella
Elide Talamazzi. I funerali hanno avuto luogo in Luserna San Giovanni il 12 aprile.
Dopo molti mesi di dolorose sofferenze, il
13 aprile saliva ad una vita più alta la nostra sorella Cesarina Goss-Rostain. La Chiesa perde in lei la. sua decana, collaboratrice
fedele e zelante, che per lunghi anni s! occupò con amore delle opere di beneficenza e
di missione, Anche nella prova dolorosa che.
offuscò gli ultimi giorni del suo terrestre pellegrinaggio, la sua fede non venne giammai
meno, perchè ella vedeva « Colui che è invisibile».
Uno stuolo commosso di congiunti e di amici ha accompagnato la sua spoglia mortale
all’ultima dimora il 15 corrente, in Luserna
San Giovanni,
Rinnoviamo ai nipoti ed ai parenti l’assicurazione della viva parte che prendiamo al
loro dolore.
VILLAR PELLICE
NOZZE. Sabato lo aprile, abbiamo avuto
la gioia di celebrare il matrimonio di Giovanni Janavel di Paolo, delle Rovine, con
Adelina Ricca fu Giov. Stefano, da Torre
Pellice. Alla giovane coppia, stabilitasi alla
Villa, dove ha assunto la gerenza della rivendita di generi di monopolio, i nostri rinnovati auguri di vera felicità.
— DIPARTENZE. La nostra comunità è
stata in queste ultime settimane nuovamente
provata dal lutto per la dipartenza di quattro cari fratelli:
Stefano Charbonnier fu Giacomo, che il
Signore ha richiamato a Sè, in età di 80 anni,
dopo lunghe sofferenze che ne hanno temprato la bella fede, al Ciarmis, il 19 marzo.
Giuseppe Garnier fu Giuseppe, di Cucuruc,
tolto tragicamente alla sua affezionata famiglia, ai {«trenti, ai molti amici, il 21 marzo,
in età di 53 anni.
Stefano Charbonnier di Giacomo, del Teynaud, deceduto dopo lunga malattia di cui nè
la giovane età nè i ripetuti interventi chirurgici hanno potuto aver ragione, il 30 marzo, a soli 39 anni.
Paolo Michelin Salomon fu Giovanni Pietro, dei Garniers, che il Signore ha serenamente richiamato a Sè nel suo 74o anno, il
6 aprile. Anziano del quartiere della Plantà
dal 1910 e da molti anni segretario del Concistoro, il nos.tro fratello lascia un grande
vuoto nella chiesa ch’egli ha servito con intelligente, fedele zelo per 34 anni. Il ricordo
della sua bella, diritta figura spirituale rimarrà a lungo in benedizione fra noi e in
tutta la popolazione che Io circondava di
unanime stima.
La Chiesa circonda queste care famiglie
della sua sincera simpatia nel dolore e nella
speranza.
— SETTIMANA SANTA. La sera di giovedì santo un buon numero di fratelli e di
catecumeni hanno pàrtecipato, nel tempio, ad
un benefico culto di preparazione, nella preghiera, alle celebrazioni pasquali.
Al culto di venerdì santo, circondati da
una bella assemblea, sono stati ammessi nella chiesa 21 catecumeni: Yvonne ArmandHugon, Amalia Bertin, Margherita Berton,
Anita Bouïssa, Enrica Eynard, Celina Garnier, Anna Grand, Delia Michelin-Salomon,
Elena Michelin-Salomon,' Ida Monnet, Anna
Maria Musset, Adelina Peyronel, Graziella
Roland, Amedeo .Berton, Paolo Catalin, Stefano Davit, Guido Frache, Alberto Garnier,
Paolo Geymet, Giovanni Michelin, Modesto
Town. Il Signore renda forti e fedeli questi
cari giovani, nel « buon combattimento » al
quale si sono impegnati.
L’annunzio della Risurrezione è stato rivolto ad una numerosissima e 'raccolta assemblea che si è avvicinata in gran parte
alla Cena del Si^ore. La Corale ha efficacemente contribuito alla edificazione del culto di Pasqua con l’ottima esecuzione di un
coro di' circostanza, preparato con ammirevole perseveranza in settimane assai difficili.
Detto culto si è concluso con un bell’atto di
solidarietà verso le chiese più provate dalla
guerra, espresso nell’offerta che ha raccolto
una somma non mai raggiunta fin qui.
Iddio voglia rendere durevoU, per ognuno
di noi, le impresBionf e le risoluzioni della
Settimana Santa.
— Il lunedì di Pasqua, con 16 rappresentanti della nostra « squadra volante:» slam
scesi verso il piano a visitare un caro gruppo di fratelli che tutta la comunità segue con
il suo affetto e le sue premiere costanti, ■ in
questi giorni difficili. „ j.
VILLASECCA
Con larga partecipazione di parenti ed amici ha avuto luogo, il 19 marzo, alla Bastia, il
funerale di Adelfina Peyret nata Grill. Alla
famiglia è assicurata la nostra simpatia fraterna.
DEL TORNO „
La Società Missionaria Studentesca « Pra
del Torno ».invita tutti i Membri Onorari che
non abbiano ancora versato la loro-.quota
annua di L. 10 di farlo sollecitamente. Tale
versamento potrà venire fatto presso il presidente Alberto Gabella o il cassiere Emilio
Peyrot o pure anche presso II Pastore della
parrocchia.
Ricordiamo ai nostri lettori che essi possono servirsi, per il versamento dell’importo
dell’abbonamento, del Conto corrente postale così intestato:
2|I7557 - Libreria Editrice Claudiana
Torre Pellice (Torino).
Il 13 aprile, dopo lunghe sofferenze, è mancata all’affetto dei suoi cari
Cesarina Rostain ved. Goss
Ne danno il doloroso annuncio la sorella
GIUSEPPINA MINERVINI (Napoli) e famiglia; la cognata ELENA ROSTAIN e figli; la
diletta nipote ELISABETTA BOIDO ROSTAIN e famiglia; e i parenti tutti.
« Il Signore disse: Io ti darò riposo ». Esodo 33: 14.
La famiglia del compianto
Giacomo Griglio
sentitamente ringrazia tutte le persone che
hanno assistito l’estinto durante la sita lunga malattia, quelle che sono state di largo
aiuto nella luttuosa circostanza, e tutti coloro che, in qualsiasi modo, hanno manifestato la loro simpatia.
Roccaplatta, 19 marzo 1944.
La famiglia di
Paolo Hicbelin Salomon
che il Signore ha richiamato a Sè il 6 aprile,
nel suo 74o anno, riiigrazia tutti coloro che,
in qualsiasi modo, hanno preso parte al suo
dolore.
« Beati i morti che muoiono nel
Signore». Apocalisse 14: 13.
Garniers di Villar Pellice, 12 aprile 1944.
In seguito a disgrazia sul lavoro obbligatorio degli italiani in Francia decedeva, il 26
febbraio, a Calais
Gnido Bertalot
d’anni 49.
Angosciati ne danno il triste annunzio: la
moglie YVONNE DUPUIS (Cannes); la mamma LIDIA BONNET, la sorella ANNA col
marito DANIELE BENECH e figlio RENZO.
« Il suo sole tramonta mentr’è giorno ancora». Geremia 15: 9,
Ciabot d’Angrogna.
ACQUISTASI pianoforte — Rivolgersi Giovo
- Via Vittorio Emanuele, 78 - Luserna San
Giovanni.
CERCASI allt^gk) 4 o 5 camere ammobigliate o vuote fe Torre o vicinanze — Scrivere al giornale.
Prof. Gino Costarbl, Direltore responsabile
Autorizzazione Min. Cultura Popolare N. 10
del 7 gennaio 1944-XXII
ARTI GRAFICHE “ L’ALPINA „ - Torre Pellice