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Anno 117 - N. 42
16 ottobre 1981 - L. 300
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_____________delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
DOPO LA CLAMOROSA DECISIONE DEL CEC
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Se su una carta geografica si
centra un compasso nell’estremo
confine settentrionale dell’Arabia
Saudita, là dove essa confina da
una parte con la Siria e dall’altra con l’Iraq, e si traccia un cerchio con un raggio pari ad alcune
centinaia di chilometri, s¿ racchiude in quel cerchio quello che
probabilmente è il più inestricabile nodo politico dell’intero globo terrestre: trovano luogo in
quel territorio così ristretto il
dramma dei palestinesi senza
terra, il martoriato suolo del Libano. la paura aggressiva di Israele, il revanscismo della Siria,
l’estenuante confronto tra Iraq e
Iran, la repressione montante in
Egitto sostituita ora, dopo la tragica fine di Sadat, da un immenso interrogativo che si allarga
su tutta la regione mediorientale. Appena al di fuori del cerchio,
minacciosi, guardano la Libia del
colonnello folle e l’Afghanistan,
per ora, dell’orso russo.
E d’altra parte, se si guarda a
quello stesso cerchio, non si può
non essere colpiti dal fatto che
il territorio del più inestricabile
nodo politico del presente è anche il crogiuolo da cui sono uscite le più grandi civiltà del passato: l’Egitto delle arti e dei misteri, la Babilonia degli astrologi e
dei legislatori, l’Ebraismo degli
storici e dei profeti, il Cristianesimo dei martiri e dei conquistatori, l’Islam degli scienziati e dei
pirati.
Certo non possiamo dimenticare che nella trama confusa del
nostro tempo vi sono altri nodi
politici, tesi fino a strappare il
tessuto umano non solo locale,
in Irlanda, nella Namibia, nel
Salvador; così come non irossiamo dimenticare che altre civiltà,
dalla Cina al Perù, non sono state meno grandi di quelle dei nostri antenati più diretti.
Eppure, forse in una nostra
distorsione ottica di occidentali,
è proprio in quel cerchio che
guardando attraverso i secoli vediamo risaltare le contraddizioni
così pesanti della nostra umanità, la sua grandezza e la sua miseria, in un miscuglio inscindibile.
Sono in fondo le stesse contraddizioni che si sono trovate
riassunte nella vita di un uomo
di quella regione che sabato tutto il mondo ha visto scender nella fossa in un cerimoniale freddo
e silenzioso: Sadat, l’uomo che
ha espresso un gesto di pace
inaudito e incredibile e l’uomo
che ha puntellato il suo isolamento col dispotismo e la repressione.
C’è da domandarsi che cosa
prevarrà nel cerchio mediorientale nel prossimo futuro: la grandezza o la miseria della nostra
umanità?
Abbiamo bisogno di raccogliere il meglio delle civiltà sorte da
quella culla della nostra umanità, non per un astratto sincretismo culturale, ma per avere
forze spirituali che consentano
di spingersi al di là del calcolo
politico a volte freddo, a volte
arroventato.
Se non riusciremo, può darsi
che in quel cerchio, proprio là
dove è nata e fiorita, la nostra
umanità, già sfiorita, cominci a
morire.
Franco Giampiccoli
Il prezzo della lotta airapartheid
La decisione del CEC di ritirare i suoi depositi da tre banche rilancia il dibattito sulla responsabilità dei cristiani di fronte al razzismo, e sulla necessaria coerenza tra il dire e il fare
La clamorosa decisione presa
dal Consiglio Ecumenico delle
Chiese di ritirare i suoi depositi
da tre banche che appoggiano il
regime razzista sud-africano, ha
avuto una vastissima eco nella
opinione pubblica mondiale. Delle tre banche in questione, due
sono fra le più potenti banche
svizzere e mondiali: l’U.B.S. (Union de Banques Suisses) e la
S.B.S. (S'ociété de Banque Suisse); ora, il fatto che il CEC abbia voluto rendere pubblica la
sua decisione aveva proprio lo
scopo di rilanciare il dibattito
sull’apartheid e di ribadire la
ferma posizione del CEC su questo problema. L’obiettivo sembra pienamente raggiunto.
Alla Conferenza-stampa data
il 15 settembre a Ginevra, di.
fronte a cinquanta giornalisti,
Philip Potter, segretario generale del CEC, ha spiegato le ragioni che hanno portato a questa
drastica decisione; l’origine risale all’Assemblea di Uppsala
nel 1968, la quale raccomandava
di porre fine agli investimenti
presso «istituzioni che perpetuano il razzismo ». Su questa base,
il Comitato centrale del CEC
adottava, nel 1972, una dichiarazione d’orientamento che innescava il meccanismo che avrebbe costretto le banche a chiarire
la loro politica di investimenti
in Sud-Africa. Così, già nel ’74,
il CEC annullava il proprio conto presso la Midland Bank ed otteneva l’assicurazione da parte
di due altre banche che avrebbero cessato di accordare prestiti al Sud-Africa. Nel 1980, sulla
base di nuove prove di investimenti crescenti e nascosti a fa
vore dell’apartheid, il Comitato
centrale chiedeva di intensificare gli sforzi a livello internazionale per porre fine ai prestiti bancari e « ad ogni partecipazione
finanziaria ad attività che appoggiano il regime dell’apartheid ».
Si arriva cosi al febbraio 1981
quando il Comitato esecutivo
stabilisce i cinque criteri in base
ai quali verrà deciso se mantenere o meno i fondi presso le
banche interessate. Infine, la recente decisione di ritirare i foridi, conseguenza logica di una linea di coerenza evangelica che,
nel passare dalle parole ai fatti,
si propone di ottenere, con la
non-violenza, cambiamenti nel
Sud-Africa. In una lettera indirizzata alle Chiese-membro, il pastore Philip Potter precisa che
il CEC non ha altra soluzione
per esprimere « l’appoggio totale che il Consiglio dà al SudAfrica nei suoi sforzi di liberazione nei confronti del sistema razzista incarnato nell’apartheid ».
Le reazioni
delle banche
Come hanno reagito le banche
interessate? Il settimanale svizzero «La Vie protestante» (del
2/10/’81) lo ha chiesto direttamente ai dirigenti dell’U.B.S. e
della S.B.S.; Marc Vittoz, del Servizio Informazione della S.B.S.,
ha dichiarato fra l’altro : « La nostra banca, in quanto impresa
commerciale, stabilisce l’importanza dei suoi impegni nei vari
paesi del mondo in funzione di
« Quando dite che i Neri soffriranno, cosa credete che succeda adesso? La nostra attuale sofferenza è una sofferenza senza speranza;
invece, se soffrissimo in vista di uno scopo, sarebbe_una sofferenza
che avrebbe un termine... »
criteri di rischi economici e finanziari, in base a principi di sana gestione destinati a salvaguardare gli interessi di coloro
i quali le hanno affidato il loro
denaro. Una banca non può permettersi di applicare altri criteri che equivarrebbero a discriminazioni in funzione del regime
politico, tanto meno che tali di
ROMANI 1: 16-17
La fede, una logica nuova
Il giusto vivrà attraverso la
fede. Questa affermazione è stata per secoli, ed è tuttora, il terreno di scontro di due diverse
idee della giustificazione: l'uomo
’giustificato’ diviene effettivamente un giusto o è solo detto tale,
accolto come tale dal Dio misericordioso? Le nostre opere guadagnano la salvezza o non ne
hanno assolutamente la forza?
Oggi abbiamo la percezione dell’importanza di quelle domande
e insieme la consapevolezza che
vi sono degli spostamenti di accento, che vi sono oggi modi diversi di porsi quelle domande.
Nell’anno 1900 il pastore G. Banchetti scriveva su 'La Rivista Cristiana’ un articolo sul valore delle opere buone indicando erronea la tesi cattolica, ma indicando pure la debolezza della tesi
protestante che 'dando alle opere un valore troppo piccolo recide il nervo della nostra santificazione e la rende tisica e sterile.
Il pastore Banchetti poteva così
spiegare la comprensione protestante della affermazione evangelica: il giusto vivrà attraverso la
fede. Abbiamo detto affermazione evangelica, perché Paolo altro non fa che condensare in una
frase l’insegnamento evangelico.
Scriveva il past. Banchetti: «Per
me la porta del cielo è chiusa
inesorabilmente in eterno ad
ogni giustizia umana dopo la ca
duta di Adamo. La chiave che
apre questa porta, è la fede in
Cristo e niente altro che la fede
forte, ferma, viva, ardente in Cristo Gesù, morto pei nostri peccati ». Facendo nostra questa testimonianza possiamo aggiungere che neppure al giorno d’oggi
vi è opera per la quale il cristiano possa reputare di ottenere
salvez.za. Non ci salva la lotta
per la giustizia, non la ricerca
della pace perché dò che salva
è, oggi come ieri, l’agape di Cristo, (cfr. I Cor. 13).
Ciò che oggi è più dibattuto è
la stessa idea di fede, la sua necessità. Si sente l’esigenza di rendere ragione del senso universale, cosmico della salvezza. L’annuncio evangelico non invita a
una fede qualsiasi, non si limita
a ripetere in linguaggio ’religioso’ ciò che l’esperienz.a insegna:
senza 'una fede’ non si dà perseveranza nella ricerca di giustizia. Si, credere alla gioia, in un
mondo che per essa non è affatto attrezzato, non può che essere atto di fede. Questa fede se
vuole sopravvivere dovrà radicarsi più nell’amore che nella ragione. La fede il cui buon annuncio ci invita, ci orienta a Gesù
Cristo, Lui è il buon annuncio.
In questa fede siamo ’giustificati’. L’evangelo di Gesù Cristo,
l’annuncio che nella sua morte e
resurrez.ione chiunque crede è
salvato, sia egli di una razza o
di un’altra, .sia colto o incolto,
ci offre un modo nuovo di guardare all’altro, al prossimo e al
lontano. La salvezza è per tutti
quelli che credono; la Parola vuole liberarci da ogni farisaismo,
vuole liberarci dalla presunzione
d’essere gli unici, i superstiti di
un colossale giudizio dal quale
usciamo .scagionati. Ciò che ci accade nel giudizio misericordioso
di Dio, il perdono, stabilisce un
criterio di solidarietà nella colpa
e nella Graz.ia capace di abbattere ogni nostro recinto, ogni razzismo spirituale, capace di fare
breccia nelle mille barriere che
erigiamo ira razza e razza, tra
cultura e cultura, tra popolo e
popola, tra chiesa e chiesa. Qui,
ove si è voluta isterilire questa
dichiarazione di salvezza universale, per farne il supremo destino di pochi, qui ove potentati religiosi hanno proclamato il 'nulla saliis’, nessuna salvezz.a fuori
dal proprio steccato, risuona la
prociamazione deU’evangelo che
condanna ogni pretesa di preclusione e sequestro della salvezza.
L’universale salvezza in Cristo è
la condanna d’ogni nostro particolarismo, ed è Grazia, perché ci
insegna a vivere la fratellanza
universale. Dalla fede nel Cristo
salvatore di tutti i credenti naAlfredo Berlendis
(continua a pag. 2)
(Vescovo Desmond Tutu)
scriminazioni non sarebbero più
in armonia con i rapporti economici e politici esistenti. Una banca non può ergersi a giudice. Ciò
sarebbe contrario ai principi di
neutralità e di non-ingerenza tradizionalmente applicati in un
paese demoeratico eome il nostro, sia in politica che negli
affari ». Come si vede, un modello di etica bancaria elvetica, ulteriormente confermato da quanto segue ; « ...gli investimenti realizzati in un paese vanno prima
di tutto a beneficio della popolazione di questo paese. Essi contribuiscono allo sviluppo economico il quale favorisce lo sviluppo materiale di una popolazione, questo permette a sua volta di acquisire un eerto livello
di vita, poi un’educazione che faciliterà il dialogo sociale e politico a più o meno breve scadenza ». E infine: «Noi consideriamo dunque i nostri investimenti ed i nostri prestiti in SudAfrica come altrove come un
contributo al progresso soeiale
di tali paesi ma assolutamente
non come un appoggio ai regimi
politici esistenti ».
Il contenuto della risposta di
Robert J. Favarger, direttore generale aggiunto deirU.B.S., non
è molto diverso : « Praticare il
boicottaggio del Sud-Africa avrebbe come inevitabile conseguenza di far calare il livello di
attività economica, provocando
nello stesso tempo la pauperizzazione c il sotto-impiego generalizzato. Gravi conflitti sociali
ne risulterebbero ». A questo tipo di argomentazioni ha replicato molto a proposito il vescovo
Desmond Tutu, del Consiglio
sud-africano delle Chiese : « Quando dite che i Neri soffriranno,
cosa credete che succeda adesso? La nostra attuale sofferenza
è una sofferenza senza speranza;
invece, se soffrissimo in vista di
uno scopo, sarebbe una sofferenza che avrebbe un termine... ».
Dialogo fra sordi? Senz’altro si
quando, come nel caso delle tre
banche prese di mira dal CEC,
Jean-Jacques Peyronel
(continua a pag. 10)
2
16 ottobre 1981
INTERVISTA A
PAOLO spANu Lg fede, una logica nuova
Un “Seminatore” per tutti
Ho sotto gli occhi un numero
de « Il Seminatore », nuova serie. Su carta abbastanza consistente, in forma di depliant a
tre ante, ciascuna pagina stampata a due colonne su un formato
quadrato, a due colori, si presenta molto bene, con un taglio moderno e, spezzato da molti titoletti, di facile lettura. È un numero dedicato ad un tema di
attualità: perché gli evangelici dicono « no » ai Testimoni di Geova. In queste sei pagine è detto,
tene, l’essenziale: l’origine, cosa
i Testimoni di Geova sostituirono al messaggio centrale delTEvangelo e ai principi della Riforma, la loro traduzione disinvolta della Bibbia, il sangue, il
nome di Dio, ecc. Ne parlo con
Paolo Spanu, pastore battista a
Rivoli.
—-Anzitutto, « il Seminatore » è
un nome che ha un passato.
— Certamente. E’ uno dei più
vecchi periodici evangelici, certa,
rnente il più antico in campo battista, tra quelli attualmente esistenti. Fu fondato a Roma dal
prof. Ludovico Paschetto nel 1907.
Dopo il 1917 vari furono i direttori che se ne occuparono; attualmente è diretto dal pastore Piero Suman.
— Che caratteristiche aveva?
— È sempre stato un periodico dedicato all’edificazione evangelica e spirituale delle persone,
spesso con numeri monografici.
Nei tempi in cui era molto corrente la polemica è servito anche
come foglio di rottura anti-cattolica. Nel tempo deH’emigrazione, soprattutto dal sud, ha avuto
la funzione di mantenere un collegamento tra gli emigrati e le
chiese di provenienza e insieme
è servito come strumento di evangelizzazione. Più recentemente « Il Seminatore » si è volto a
chiarire la posizione evangelica
nei confronti di sette e movimenti in espansione come Testimoni
di Geova, Mormoni, ecc. Una caratteristica costante è che « Il
Seminatore » ha sempre avuto
una diffusione non solo in campo battista ma anche tra evangelici di altre denominazioni.
— Come si configura l’attuale
nuova serie di cui fa parte questo depliant sui Testimoni di
Geova?
— Questa nuova serie è iniziata l’anno scorso quando « Il Seminatore », pur continuando ad
essere diretto dal pastore Suman,
è stato finalizzato in modo più
specifico al lavoro del Dipartimento dell’Evangelizzazione diretto dal pastore Saverio Guarna. Attualmente esce ogni due
mesi in numeri monografici. E’
stato particolarmente studiato
nel suo aspetto tipografico, in
modo per esempio da poter essere letto indifferentemente da
qualunque parte lo si apra.
— Quali sono gli argomenti di
questo strumento di evangelizzazione?
— Nel ciclo che copre un triennio (l’anno scorso, quest’anno e
l’anno prossimo) è stata programmata la cosiddetta « serie
blu » e cioè 5 numeri all’anno
con temi di evangelizzazione. Finora sono stati affrontati temi
come: peccato e perdono, la nuova nascita, la riconciliazione, ecc.
Il sesto numero dell’anno fa parte della « serie rossa » che affronta argomenti di confronto, come
per esempio questo numero sui
Testimoni di Geova.
— Qual è l’attuale tiratura?
— È di 7.000 copie così suddivise: 2.000 vengono trattenute dal
Dipartimento deH’Evangelizzazione per una successiva utilizzazione quando, alla fine del ciclo dei
tre anni, la serie potrà essere rilegata e formare un opuscoletto
più consistente. Delle restanti
5.000 copie, 400 vanno agli abbonati e il resto alle chiese che lo
ordinano in varia misura per il
lavoro di evangelizzazione spesso
a mezzo di abbonamenti cumulativi per un certo numero di copie per ogni numero. Con la nuova serie vi è stato un aumento
di abbonamenti del 50% per cui
attualmente « Il Seminatore » è
praticamente autosufflciente.
— Qual è il costo dell’abbonamento?
— L’abbonamento ad una singola copia costa 2.000 lire all’anno, ma come dicevo esistono abbonamenti cumulativi con sconti che aumentano in misura proporzionale al numero delle copie
sottoscritte.
Un ulteriore sconto viene praticato per ordinazioni in anticipo
di singoli numeri che le chiese
possono scegliere sulla base del
piano di pubblicazione.
Accordi in questo senso vanno
presi con l’amministrazione del
periodico che è in Piazza in Lucina 35, 00136 Roma.
— Per esempio, il prossimo
numero su quale tema sarà centrato?
— Sul sacerdozio universale
dei credenti.
Intervista a cura di
Franco Giampiccoli
{segue da pag 1)
sce l'inno di lode a Dio che ci
restituisce ogni lontano, ogni 'diverso', come sorella e fratello.
Comunità del Signore, dobbiamo noi pure, sempre di nuovo,
irnparare dalla Parola ad annunciare la salvezza di tutti e ad annunciare tutta la salvezza. La salvezza per il tempo presente, oltre che per il futuro. Che questo
annuncio sia di rilevante attualità, lo dicono le troppe divisioni che ancora lacerano l'umanità. Qui ove il colore, il censo, la
religione, la lingua, il sesso, sono
ancora pretesti per molte subordinazioni, c'è bisogno della fede
nella salvezza di tutti. Qui, ove la
parola 'salvezza' è stata usata
per conciliare l'oppresso con un
presunto divino destino c'è bisogno della fede in tutta la salvezza. La salvezza è per tutti, Cristo
è per tutti il Vincitore. Della sua
vittoria per Grazia possiamo vivere, anche se sempre sconfitti.
Questo buon annuncio non ha lo
scopo di rendere disponibile per
tutti un sogno innocuo, non determina una sorta di zona franca del desiderio, ove sperare è
lecito e per nessuno pericoloso.
Lo sappiano coloro che vantano
altre fedi, che deridono la nostra
fede nel Messia Gesù; nonostante le molte smentite è già accaduto che dalla convinzione della
universalità della grazia si sprigionasse una tale attenzione ai
minimi da trasformare non solo
i giudizi ma pure le situazioni
inìque. Lo dobbiamo ricordare
noi credenti che abbiamo il compito di vivere di questa fede facendola fermentare, crescere, trasformare il mondo come lievito
nella pasta.
Nell'annuncio che Cristo, l’ucciso, è stato risuscitato, si è manifestata la giustizia di Dio. La
fede in quel Messia ci offre ben
più che una qualche ragione per
tirare avanti, o un momento di
DALLE CHIESE
Verbania: il sindaco saluta il pastore
La mattina del 22 settembre
nel Palazzo Civico di Verbania
il Sindaco ed alcuni rappresentanti della Giunta Comunale hanno salutato il pastore Enos Mannelli che si accingeva a lasciare
la città per raggiungere l’Abruzzo.
Il Sindaco nel suo indirizzo
di saluto, usando uno stile sobrio ma autentico, ricordava le
tappe della collaborazione tra le
forze democratiche della sinistra
e la chiesa evangelica di Intra,
quali: i vari Pesti vals con lo
stand « La Claudiana », le manifestazioni di solidarietà con gli
operai del Verbano-Cusio-Ossola,
il Comitato per l’aiuto ai profughi vietnamiti, le conferenze pubbliche e rO.d.G. del Consiglio
Comunale per sollecitare la firma delle Intese. Egli ricordava
anche come la presenza del pastore non fosse mai stata « clericale » o volta ad interessi proselitistici, in mezzo a uomini che
rifiutavano un discorso « religioso ». Ma proprio questa caratteristica aveva reso accettabile il
dialogo e la presenza. Due magnifici libri, uno sulla Resistenza
in Piemonte e l’altro sulle bellezze del Lago Maggiore, venivano dati in omaggio al pastore
quale segno di amicizia. Il pastore, rispondendo brevemente
al primo cittadino di Verbania
nell esprimere la propria gioia
per il momento molto significativo che stavano vivendo sottolineava come la vita del credente in Cristo non dev’essere a due
scompartimenti, quello « religioso » e quello « politico », la politicizzazione e la setta religiosa
ma una esistenza intera vissuta
in ni6zzo all^umanità viv6ndo i
problemi di essa fino in fondo
così come ha fatto Gesù di Nazareth.
Anche il pastore faceva omaggio al Sindaco del libro: « L’altra
chiesa in Italia: gli evangelici »,
più alcuni numeri della rivista
« G. E. ».
L’incontro si chiudeva piutto
LA BIBBIA — L'inserto di questo numero è a disposizione delle chiese che
lo vogliano usare per gruppi di studio
biblico, catechismo, ecc. L. 100 la copia per un minimo di 20 copie.
Sto frettolosamente causa le chiamate che giungevano da alcune
zone allagate del Lago Maggiore.
Una esperienza preziosa, carica
di affetto che non dimenticheremo, certo, facilmente.
Forano e Terni
Dopo 25 anni la comunità di
Forano ha riascoltato la predicazione del past. Giorgio Bouchard,
venuto come moderatore della
Tavola Valdese per comunicare
la revoca di trasferimento del
past. Cappella che rimarrà a
Forano e Terni per ancora un
anno. Alcuni avvenimenti lieti
hanno scandito la vita della nostra chiesa: il piccolo Simone è
venuto a rallegrare Rina e Liberto Giachetti insieme a Sara figlia
di Rosella e Aliberto.
Presso la chiesa metodista di
Terni si sono uniti in matrimonio
Cinzia Immi e Moreno Ciccarelli
e a Forano, in Municipio, Daniela Scarinci (nostra monitrice) e
Marcello Pozzi. Infine, il 20 settembre, Pia e Rocco di Maulo
hanno manifestato al Signore,
nella chiesa di Forano, la propria riconoscenza per il 50" anniversario del loro matrimonio.
Attilio Cozzi
TRIESTE — Un doloroso vuoto si è verificato nella nostra
comunità: il fratello Attilio Cozzi
ci ha lasciati il 9 settembre all’età di 76 anni
Non è nostra consuetudine tessere elogi o fare dei panegirici
per coloro ai quali è giunta la
chiamata dal Padre, ma preferiamo attenerci alla reale identità
delle persone. Proprio per questo motivo non possiamo non
ricordare con accorato rimpianto
la limpida e semplice figura di
Attilio Cozzi che — come è stato detto dal pastore Claudio Martelli nella cappella gremita di fratelli in fede e di amici quando
gli abbiamo detto « arrivederci » — ha vissuto con coerenza
la sua fede durante gli oltre sessant’anni di appartenenza alla
Comunità Metodista di Trieste.
Membro di una numerosa fami
glia che ha rappresentato fin dai
primi anni del secolo uno dei
grandi nuclei di convertiti dalla
dinamica predicazione del pastore Felice Dardi, è stato una « colonna » della chiesa, fedele e assiduo, sempre disponibile assieme alla sua cara compagna Angelina che l’ha preceduto nella
Casa del Padre quattro anni fa.
Per moltissimi anni consigliere
di chiesa e cassiere, anche in
tempi diffìcili, ha testimoniato
soprattutto alle nuove generazioni la sua fede e il suo attaccamento alla Comunità di Scala
dei Giganti.
Possano essere d’esempio a chi
è rimasto la sua calma, il suo
sorridente ottimismo, la sua
comprensione per ogni problema umano, frutto di una fede
salda e profonda in Chi sa e può
più di noi.
Bernarda Ciabattoni
LA SPEZIA — Tra i suoi morti ricordati dall’assemblea di
chiesa dell’ll ottobre desideriamo far menzione di Ciabattoni
Bernarda, deceduta il 1° luglio
di quest’anno.
Moglie del colportore Sergiacomi Nazareno, ancora vivente,
convertitosi dal cattolicesimo dopo matura riflessione, accompagnò il marito nei giri di evangelizzazione, subendo con lui le
angherie dei preti e accettando
le precarie condizioni economiche. Attiva, operosa e silenziosa
in casa e nella chiesa lascia per
tutti un affettuoso ricordo e un
esempio di fede forte e schiva.
In breve
Toscana — Domenica 25.10 a
Pisa, via Derna 13, con inizio
ore 9.30, avrà luogo l’Assemblea
del X circuito comprendente il
culto con la comunità locale che
sarà presieduto dal past. Mario
Affuso. Al centro dei lavori i temi dell’evangelizzazione, dei rapporti Battisti Metodisti Valdesi,
e della pace.
MILANO — Domenica 25 ottobre alle ore 15 in via Porro
Lambertenghi 28, avrà luogo la
Assemblea del Centro Culturale
Protestante con la partecipazione di battisti, metodisti e valdesi per l’esame delle attività e
prospettive del Centro.
ECUMENE: dal 26/12 al 2/1 campo invernale
"L'Europa sceglie la pace"
Tema: « L’Europa sceglie la pace? », temi e iniziative per un rilancio della distensione internazionale.
— Il Campo si propone di analizzare le vecchie categorie che
interpretavano gli schieramenti
mondiali (imperialismo, politica
dei blocchi, paesi non allineati,
ecc.) e di valutare se esse sono
ancora sufficienti a comprendere i nuovi conflitti che mettono
in questione sempre più drammaticamente l’equilibrio internazionale.
— Si intende soprattutto promuovere una aggregazione inter
nazionale di forze intellettuali e
politiche, per ricevere il contributo di diverse realtà locali, e
per sollevare in maniera urgente
e drammatica, anche come cristiani evangelici, la questione
della pace e della guerra, in un
momento in cui si accelerano i
rischi di una catastrofe nucleare.
Il programma dettagliato è in
fase di elaborazione: verrà comunicato non appena possibile.
Per informazioni, fin da ora, rivolgersi a: Ornella Sbaffi, Via
Firenze, 38, 00184 ROMA - telef.
(06) 4743395.
esaltazione collettiva, piccola parentesi nel grigiore dei giorni
troppo piattamente identici; ci
offre ben più della consolazione
dell'ascolto collettivo dei profeti
della musica nuova, siano essi
Renato 7,ero o Bob Marley; non
ci insegna un nuovo bisogno né
ne ridesta uno antico soddisfando la moderna e vecchia esigenza di emozioni di massa, di emozioni in serie. Quella fede ci dice
che nel profeta di Nazareth rifiutato e ucciso .si è manifestata la
potenza e la sovranità di Dio
sul mondo. Si è manifestata insegnandoci una logica nuova,
quella del perdono gratuito, una
logica che ci libera dal ferreo
rapporto che la legge stabilisce
tra infrazione e castigo. Da quella fede noi sappiamo di poter
trarre la possibilità di sperare
nel futuro, proprio perché esso
sta ormai sotto il segno del Vivente, di Cristo Gesù, quel futuro
non è più ipotecato dalla morte
ma sta sotto il segno della vita
di cui Dio è donatore e garante.
Il concetto di rivelazione, usato da Paolo in questi versetti in
relazione àll'evangelo, non è esorbitante, non è eccessivo, non è
parola troppo grande. Perché non
vi sono altre notizie che hanno
la forza di riscattare il presente
liberando il futuro, promettendolo come esistenza ove gioia e
amore, che ne è sorgente, non
sono parole sgualcite, abusate, situazioni così rare e di così breve
durata che si stenta persino a
credere che siano vere. Non possiamo trarre quella notizia dai
fatti odierni, fatti che sembrano
preludere non a un lieto fine, ma
a un epilogo apocalittico. Una
'fine' che non manifesta la città
di Dio ma la distruzione della
città degli uomini, distruzione
decretata dall'auto giudizio dell'uomo e operata con strumenti
che, con testarda pazzia, andiamo nascondendo nella terra o
collocando nel cielo, un cielo ove
non c'è alcun Padre, ma solo potenze che si contendono il piccolo pianeta dell'uomo. Il mondo
non sarà perduto dalla follia degli uomini, poiché è salvato dalla pazzia della croce, questo è il
buon annuncio.
C'è da arrossire a proclamare
questo evangelo? Sì se ragioniamo secondo i dati della nostra
esperienza, se prescindiamo dalla esperienza di Cristo. L'apostolo Paolo faceva la sua confessione di fede, la sua predicazione
del lieto annuncio della giustificazione in Cristo Gesù dialogando con gli uomini, i problemi, la
cultura del suo tempo. Giudei e
greci non rinviano solo a razze
diverse, a religioni diverse, evocano attese diverse, domande e
inquietudini differenti. Ciò che
scandalizzava i Giudei era giudicato follia dai greci. Per gli uni
l'evangelo era una bestemmia,
per gli altri un insulto alla ragione. Se c'era ieri la prevalenza
della interrogazione sulle vie di
salvezza, quelle della legge e quelle del sentimento, sembra oggi
prevalere non la ricerca di risposte ma la rinuncia a porsi domande. L'areopago è pressoché
deserto, mentre si vanno popolando i luoghi ove le speranze
vengono sepolte. Se ieri c'era ragione, a criterio umano, di arrossire annunciando salvezza in Cristo, oggi si rischia di sapere ancora prima che non c’è né uditorio né tantomeno contraddittorio. In tempi di riscoperta del
'privato' come ultima spiaggia,
di riscoperta del ’personale' come riniegamento e segrecazione,
in tempi in cui anche nei piccoli
paesi ci .si deve preoccupare di
curare i tossicodipendenti, la salvezza non è più neppure degna
d’essere chiamata droga, appare
sovente solo una parola che proviene, sopravvissuta chissà come,
da un antico linguaggio in disuso. In questo tempo di apatia e
indifferentismo siamo chiamati
ad annunciare che in Cristo v'è
il contrario dello scoraggiamento
e della fuga, in Lui si esprime la
passione di Dio per gli uomini, la
passione per la comunione degli
uomini.
A. Berlendis
Nuovo indirizzo
Il pastore Antonio Adamo comunica che il ,suo nuovo indirizzo è: via Miiazzo, 25 - 26100 Cremona - Tel. 0372/25598.
3
16 ottobre 1981
DALLA ZONA RIOPLATENSE
VERONA
Un'esperienza tra i Toba iniziativa ecumenica
a livello accademico
Forse i giorni passati nel Chaco non hanno cambiato la vita di nessun Toba, ma senza dubbio hanno cambiato la vita di ciascuno di noi
Sono un giovane valdese di sedici anni della Chiesa di Montevideo, Uruguay. Quest’estate ho
avuto la possibilità di partecipare ad un campo di lavoro organizzato dal Movimento Giovanile
Interconfessionale Comunione e
Vita nel Chaco argentino, vicino
alla frontiera del Paraguay. In
questa provincia, nella zona dal
suolo secco e arenoso su cui non
crescono alberi, la cosiddetta
« pampa », vivono i Toba, una
nopolazione prima nomade e ora
dedita ad un artigianato povero
e al lavoro nei campi come braccianti avventizi. Sono organizzati in clan familiari. Tutte le figlie
del capo familiare vivono nella sua casa, con ì loro mariti, figli e nipoti. Col matrimonio l’uomo entra a far parte della famiglia della moglie. Ogni clan ha
un capo che ha un potere limitato, nel senso che tutte le decisioni importanti devono essere
prese dall’insieme delle famiglie,
sia dagli uomini che dalle donne.
Come tutti i popoli cosiddetti
« primitivi », anche i Toba sono
profondamente religiosi, di una
religiosità legata alla natura, alla terra. I primi missionari cristiani che sono entrati in contatto con loro (dono gli Snapnoli
che non si occuparono di convertirli). sono stati i Pentecostali
poche decine di anni fa. Oggi ci
sono varie Chiese Toba: la Chiesa Pentecostale e la Chiesa Toba
Unita sono le niù importanti.
A .luan José Castelli, una piccola città ouasi al centro della
provincia, si trova una Missione
evangelica — l’Opera Medico-educativa — che lavora con gli indios Toba. Questa opera appartiene alla Giunta Unita delle Missioni (JUM) integrata dalla Chiesa dei Discepoli di Cristo, dalla
Chiesa Metodista Argentina, dalla Chiesa Evangelica del Rio de
la Piata e dalla Chiesa Valdese.
In viaggio
Durante il campo — che aveva
per scopo la risistemazione di
un centro della Missione a E1
Colchón (« il materasso ») presso
Bermejito — ci siamo divisi in
tre gruppi: uno rimaneva a Bermejito per cucinare (patate, carote, cipolle e pane; a volte anche riso e spaghetti ed eccezionalmente anche la carne). Gli altri due gruppi andavano a E1
Colchón a lavorare portandosi
dietro il cibo per la giornata. Il
trasporto avveniva col vecchio
camion che ci aveva trasportati
fino a Bermejito, il che significava arrivare completamente coperti di polvere.
Di notte, un’ora prima di andare a dormire, dovevamo mettere
una spirale contro le zanzare in
ogni tenda. Per la verità il problema grosso c’è stato con le formiche. Due volte hanno attraversato l’accampamento come un
esercito, camminando su tutto e
morsicandoci, tanto che ci siamo
dovuti allontanare e aspettare
che se ne andassero. Abbiamo
però continuato a incontrarle ancora nello zucchero, nel riso e
nella frutta.
Il campo è terminato in fretta,
anche troppo in fretta. Abbiamo
avuto poco contatto con i Toba
■ ::
anche se abbiamo parlato molto
di loro. Forse il nostro lavoro
non è stato così importante; forse la nostra presenza non è stata
così importante per i Toba; forse i giorni passati nel Chaco non
hanno cambiato la vita di nessun Toba, ma senza dubbio hanno cambiato la vita di ciascuno
di noi.
Alejandro Rodríguez Juele
Sono iniziati il 14 ottobre i
corsi dell’Istituto di Studi Ecumenici che è sorto a Verona,
presso lo Studio teologico S. Bernardino dei Frati Minori. L’iniziativa, nata sotto gli auspici di
Mons. Agresti, Presidente della
Commissione della CEI per l’Ecumenismo e il Dialogo, si propone di allargare a tutta la Chiesa cattolica in Italia l’esperienza
ecumenica che lo Studio teologico S. Bernardino sta portando
avanti da alcuni anni, in vista della formazione di una mentalità
e cultura ecumenica tra laici e
sacerdoti e in modo particolare
delegati diocesani per l’Ecumenismo.
L’Istituto si propone come finalità primaria di istituire un
biennio di studi a livello accademico di secondo grado per la
specializzazione in studi ecumenici.
Esso si propone inoltre di organizzare corsi e varie iniziative
in vista di un aggiornamento e
di una formazione ecumenica per
coloro che non sono in grado di
seguire corsi accademici.
lì piano di studi prevede una
parte introduttiva, di carattere
sia storico che teologico, all’Ecumenismo propriamente detto, all’Oriente cristiano e al Protestantesimo; prevede pure una parte
sistematica, nella quale vengono
presentati organicamente i temi
fondamentali della teologia con
metodo ecumenico; sono programmati, inoltre, corsi monografici a impostazione ecumenica;
la ricerca attiva degli studenti
si esplicherà soprattutto nei seminari e nelle esercitazioni scritte; si offrirà pure l’opportunità
di studiare alcune lingue dell’Oriente cristiano (russo e greco).
I docenti sono fra i più qualificati in materia.
Nell’anno 1981-82 insegneranno:
Altissimo C., Bertalot C., De La
Potterie /., Forte B., Fortino E.,
Galzignato M., Gargano L, Giraldo R; Gottardi G., Gugerotti
C., Joos A., Pattaro G., Ricca P.,
Rostagno S., Salachas D., Sartori L., Valdman T., Vetrati T., Vinay V.
Per iscrizioni e informazioni
rivolgersi alla Segreteria deF
l’Istituto di Studi Ecumenici
S. Bernardino, str. A. Provolo, 28 ,37123 Verona (tei. 045/591068 24652).
VICO EQUENSE
Visita prima
del convegno
ANGOLA sul terremoto
Chiese USA contro l’invasione
Partendo dal raduno fissato a
Resistencia, capoluogo della provincia, in sei ore abbiamo raggiunto Castelli. Pioveva e c’era
una temperatura di 40“. Acqua e
fango hanno così bloccato tutte
le strade costringendoci ad una
attesa di tre giorni prima di poter proseguire per Bermejito, sede del Campo di lavoro.
In quei tre giorni abbiamo visitato l’opera della missione. La
parte niù importante è il Policlinico, in cui si assistono soprattutto donne e bambini, e accanto ci sono casette in cui sono ricoverati i tubercolotici. Questo
settore dipende dall’Ospedale della Città. Vi è inoltre un laboratorio di artigianato che vende gli
oggetti che fanno le donne Toba
per guadagnarsi la vita nella stagione in cui non c’è lavoro. Fanno soprattutto reti e amache, coperte e ponchos. Fanno anche canestri e sombreri di paglia. Le
seicento donne che lavorano per
questo laboratorio continuano a
vivere nei loro villaggi e scambiano i loro prodotti con i viveri
che portano gli impiegati della
missione. Nella falegnameria si
fanno mobili di buona qualità
che sono venduti a buon prezzo
a Resistencia.
Nei vari incontri avuti nella
cittadina, ci ha particolarmente
impressionati quello col medico
che ci ha parlato del problema
della tubercolosi che è il più grave male che colpisce il 30-40%
della popolazione. C’è poi il problema dell’educazione all’igiene,
resa più difficile dalle difficili condizioni di vita.
C’è infine il problema della denutrizione; i Toba si nutrono di
alimenti che riescono a soddisfare la fame ma che non nutrono
a sufficienza.
Dal punto di vista sociale, i coloni (chiamati « russi »), di origine tedesca o slava, li disprezzano e a volte li sfruttano. Nonostante che i Toba vivano qui da
sempre, la terra appartiene al demanio. Gli indios che vogliono
comprarla devono rivolgersi allo
stato e pagarla a prezzi sempre
t;-oppo alti per loro.
New York — Il Comitato esecutivo del Consiglio nazionale
delle Chiese negli Stati Uniti —
informa il Service Protestant
Français de Presse et d’information — ha condannato l’il settembre l’invasione dell’Angola da
parte dell’Africa del Sud (23.8
u.s.) e in pari tempo il veto che
il governo americano ha opposto
ad una risoluzione del Consiglio
di sicurezza dell’ONU che condannava l’azione militare. Alla
unanimità i delegati delle 32 chiese membro del Consiglio nazionale delle Chiese (anglicani, protestanti, ortodossi) hanno approvato un o.d.g. che disapprova
fermamente l’invasione dell’Angola e « l’occupazione illegale
della Namibia » e qualifica il veto degli Stati Uniti come « un
sostegno al regime dell’apartheid ».
In una conferenza stampa al
termine dell’incontro, alcuni
esponenti ecclesiastici pur senza
parlare a nome del Consiglio
stesso, hanno chiesto che « i cittadini e le organizzazioni di questo paese protestino contro il sostegno del governo americano al
regime dell’apartheid e del potere della minoranza bianca; esigendo il ritiro immediato e definitivo delle truppe sudafricane
dall’Angola e dalla Namibia e la
ripresa dei negoziati che permettano di sfociare nella totale indipendenza della Namibia ».
« Riteniamo che, per ciò che
riguarda l’Africa del Sud siamo
di fronte ad una falsa tensione
Est-Ovest: il vero problema è la
lotta per l’autodeterminazione e
il principio maggioritario in Sud
Africa e Namibia (...). Per quanto il nostro governo si dichiari,
a parole, nemico dell’apartheid,
le accorda in pratica il suo appoggio », non foss’allro che con
la vendita di petrolio, camions,
prestiti bancari e vendita di calcolatori elettronici.
Il sig. B. N. Sequeira, del Ministero degli Esteri della Repubblica popolare dell’Angola, che
partecipava alla riunione, ha affermato che il regime del Sud
Africa resterà in piedi fintanto
che gli Stati Uniti lo sosterranno.
Per parte sua, il sig. Maxime Rafransoa, segretario generale della Conferenza delle chiese di tutta l’Africa (CETA), presente a
New York, ha sottolineato che la
condanna del Sud Africa si situava nella stessa linea della presa
di posizione della CETA, Testate
scorsa, e del Consiglio Ecumenico delle Chiese, a Dresda, in agosto; « ciò conferma — egli ha
detto — che i fratelli e le sorelle
cristiani del mondo intero sono,
nel loro insieme, contrari al regime dell’apartheid ».
La FCEI comunica che per i
partecipanti al convegno di Vico
Equense (30 ottobre - 1” novembre) che giungeranno a Napoli
nel primo mattino di venerdì. 30
ottobre è prevista una visita alle
zone di intervento della FCEI.
In particolare verranno visitate la zona di Portici dove è in
costruzione un villaggio e la zona di Avellino (Monteforte) dove è stata ultimata la costruzione di 30 case.
La visita avverrà mediante un
pullman.
Per informazioni ed iscrizioni
rivolgersi agli Uffici della Fcei,
via Firenze 38, 00184 Roma - tei.
06/47.55120 ■ 483768 - chiedendo di
Roberto Sbaffi o Donatella Sommani.
Inoltre la FCEI comunica che
THòtel Orientale di Vico Equense dove si svolgerà il convegno
è raggiungibile da Napoli con la
Ferrovia Circumvesuviana.
Si ricorda inoltre che i nominativi dei partecipanti al convegno vanno comunicati alla FCEI
entro il 15 ottobre.
In difesa
degli aborigeni
(SOEPI) — Un’équipe di 5 persone del Consiglio Ecumenico
delle Chiese che ha visitato l’Australia durante 17 giorni dietro
richiesta del Consiglio Australiano delle Chiese, ha pubblicato
una relazione sulla visita.
In essa afferma che « soltanto
la solidarietà internazionale può
esercitare la pressione necessaria » per migliorare la situazione
degli aborigeni australiani.
La critica si rivolge soprattutto al Queensland ed all’Australia occidentale, due dei cinque
stati australiani nei quali il gruppo ha incontrato delle comunità
di aborigeni. Questi stati — essi
dichiarano — « hamio sistematicamente fatto prova di ostilità e
di razzismo, impedendo agli aborigeni di acquistare terre o di
fare un passo verso l’autodeterminazione ».
Fra l’altro, gli autori del rapporto, chiedono al governo centrale « di fare ricorso ai propri
poteri costituzionali per condurre gli stati trasgressori a mettersi in regola... e di vegliare all’adozione di una legge fondiaria che
garantisca la giustizia e l’uguaglianza agli aborigeni ».
Nel 1967 gli australiani si erano
espressi per una presa in carica
da parte delle autorità federali
degli affari degli aborigeni. Considerando che « i diritti fondiari
¡echi dal mondo cristiano]
a cura dì RENATO COISSON
e l’autodeterminazione sono i due
aspetti essenziali dell’identità »,
l’équipe deplora che gli aborigeni vengano praticamente ignorati in Australia essendo solo Tl%
di una popolazione di 15 milioni
di abitanti.
Gli aborigeni vengono esortati a « lottare per sopravvivere
come popolo... nella sua dimensione non solo politica ed economica ma anche religiosa ». Esiste un profondo abisso fra la
maggioranza cristiana bianca e
gli aborigeni. Il rapporto invita
perciò a pronunziare «parole profetiche più audaci » e a compiere
« atti di rinuncia più tangibili, se
si vuole che TEvangelo goda di
una qualche credibilità in Australia ».
Vengono poi messi in evidenza
alcuni dati statistici ufficiali che
riflettono i problemi degli aborigeni: una speranza di vita media di 52 anni, cioè 20 anni di
meno dei bianchi; 3 aborigeni
su 8 disoccupati; negli ultimi due
secoli, dall’arrivo dei bianchi, soltanto 6 avvocati aborigeni e
nessun dottore e nessun dentista.
L’équipe era diretta da Anwar
Barkat, direttore del programma di lotta contro il razzismo
del COE e gli altri membri venivano da Gran Bretagna, Germania Orientale, Zaire e Costa
Rica.
Contro l’apartheid
SPP) — Il quartiere di Nyanga alla periferia di Città del Capo è stato evacuato di forza e
raso al suolo. Vi vegetavano 2.500
persone originarie soprattutto
del Transkei e del Ciskei, la maggioranza seriza autorizzazione di
soggiorno in questa zona dei
bianchi, perché solo chi ha un
contratto di lavoro vi può risiedere.
Dopo che il campo è stato distrutto gli abitanti si sono rifugiati nella vicina boscaglia alla
quale le truppe hanno dato fuoco. Alcuni preti e pastori di ogni
confessione hanno cercato di organizzare un’azione di soccorso
e di portare del cibo e dei vestiti nel campo. La polizia ha impe
dito Farri/o dei soccorsi e quando questi hanno voluto passare
da un’altra parte, la polizia ha
fatto uso di candelotti lacrimogeni.
Cercansi medici
(SPP) —- La Chiesa di Cristo
nello Zaire lancia un appello per
avere del personale medico per
creare tutta una serie di centri
comunitari urbani per la salute
a Kinshasa.
I servizi sanitari della Chiesa
di Cristo contano 60 ospedali e
50 fra dispensari e maternità
nelle campagne, ma dopo l’indipendenza del I960, le città si sono rapidamente ingrandite. In 20
anni la popolazione di Kinshasa
è passata da 400.000 a 2.500.000
abitanti. Saranno aperti 5 centri
a Kinshasa e due in ognuno degli 8 capoluoghi di regione, in
tutto 21 centri, e questo in collaborazione con lo stato.
Gli Zairesi hanno definito loro stessi i 3 principi che dovrebbero permettere un miglioramento della salute dei cittadini e che
verranno applicati nei centri comunitari di salute:
educare la popolazione a prevenire le malattie;
dare le cure necessarie di primo
intervento;
evangelizzare la popolazione per
mezzo delTattitudine e dell’azione del personale.
4
16 ottobre 1981
cronaca delle valli
ALLE VALLI OGGI
CATTOLICESIMO LOCALE
Privilegio Confronto sui ministeri
o
confronto
'< Non sembra essere secondo
il pensiero apostolico il fatto
che ogni tre anni i ministri della parola vengano trasferiti (...)
e bene che- i pastori restino con
le loro pecore ». Lo scrive Ecolampadio. nel 1530, ai valdesi Morjl e Masson. Siamo alla vigilia
dell adesione dei valdesi alla Rifornia. Da allora i “barba", questi infaticabili predicatori nomadi che coUegavano la diaspora
valdese di mezza Europa, si trasformeranno in pastori stabili
Ma non troppo. Trasferimenti paMorali sono stati sempre possibili nella storia della nostra chiesa purché — come ci ricorda la
confessione valdese di Chanforan
del 1532 — « sia grande utilità de
la chiesa » (art. 22).
Oggi i nostri regolamenti prevedonc) la permanenza di un pastore in una chiesa locale per un
massimo di quattordici anni. Ma
molti vanne) via prima o perché
la Tavola li nomina altrove o su
iniziativa dell’interessato o delle
chiese autonome. Movimenti pastorali, lo sappiamo, se ne registrano tutti gli anni. Anche quest (zutunno, qui alle Valli, la scacchiera pastorale si sta muovenj ^ Presto vedremo i risultati
“elie mosse”. Siamo però nel
I dfnbito di chiese autonome (par
ticolare importante) che possono — limitatam-ente alle condizioni previste dai regolamenti _
scegliere direttamente il loro pastore.
Autonomia significa dunque
condizione di privilegio rispetto
a quelle chiese che debbono invece affidarsi alla Tavola per la nomina di un pastore? Può esserlo
certamente se questa autonomia
viene usata indipendentemente
dal quadro generale in cui la nostra chiesa opera in Italia
. Ricordo che nel 1975, assistetti
in Smodo (sedevo ancora in tribuna), alla votazione di un atto
che in questo discorso cade a fagiolo e che costituisce, mi pare,
il giusto correttivo a pericolose
interpretazioni dell'autonomia eccczsiastica. La presa di posizione
invitava «le chiese autonome a
valersi in modo non individualistico della loro autonomia nei
pioblemi relativi alla permanenza o alla designazione dei pastori, ma ad inserire il loro problema nel contesto delle esigenze
generali dell’opera, in collaborazione con la Tavola e con le
Commissioni Distrettuali » (art.
II SI/75). E, s'intende, in collaborazione 'indie con i Consigli di
Circuito. Sono persuaso che una
chiesa autonoma che tenta di risolvere il problema della permanenza o del proprio vuoto pastorale senza rendere partecipi e
quindi promuovere un dibattito
allargato agli organismi responsabili imbocca la strada — benché possibile dal punto di vista
strettamente regolamentare _____
della paura. Paura del confronto.
Paura che altri possano immischiarsi e forse rivoluzionare un
piano di sistemazione già a lungo studiato (spesso nei minimi
dettagli).
Una soluzione che nasce soltanto dall'unico confronto bilatelale tra chiesa locale autonoma
e possibili candidati ad una sede
pastorale non avrà mai la forza
e la dignità di una soluzione nata invece all’insegna di una ricerca che tiene realmente conto delle esigenze e dei bisogni generali
della nostra testimonianza in Italia. Non per questo la chiesa autonoma perde la sua autonomia.
Anzi. La vive come servizio verso tutte le chiese e non come
momento privilegiato rispetto alle altre chiese. Noi: solo, ma in
sede di elez.ione o di conferma di
un pastore l’assemblea potrà votare serenamente sapendo di
aver ricevuto la massima infortnar.ione su tutte le possibilità.
In conclusione la questione, mi
pare, è questa: accettare il confronto o rinchiudersi in un’ottica
parrocchiale? C’è libertà di scelta. Ci pensino le chiese autonome.
G. Platone
Si è tenuto a Pinerolo un importante convegno delle comunità cattoliche della zona - Le mozioni approvate sui principali problemi
Da venerdì 2 a domenica 4 ottobre le comunità cattoliche del
pinerolese si sono date convegno
per analizzare la situazione sociale ed ecclesiastica del pinerolese e soprattutto per discutere
dei ministeri nella chiesa ed in
particolare del diaconato. Relatori don Morero che ha introdotto il convegno, e don Alberto
Alatana di Reggio Emilia che ha
tenuto una relazione sulla diaconia.
Al convegno ha partecipato anche una delegazione della chiesa valdese di Pinerolo, la cui valutazione sull’incontro sarà pubblicata in un prossimo numero
del nostro giornale.
Al termine sono state approvate una serie di mozioni, di alcune delle quali pubblichiamo degli stralci:
a) Problemi sociali del pinerolese
« (...) tre gravi fenomeni o problemi richiedono interventi urgeriti da parte delle Unità Sanitarie Locali (...) e delle nostre
Comunità ecclesiali (...):
1) il progressivo aumento
della popolazione anziana, che a
livello regionale ha già raggiunto il 19“o della popolazione totale, e il concomitante progressivo
deterioramento delle condizioni
di salute degli anziani (...);
2) la sempre più larga diffusione della droga tra i giovani
del Pinerolese (...);
3) la drammatica situazione
dei dimessi dagli Ospedali Psichiatrici residenti nel Comprensorio di Pinerolo: n. 581 nel
1980 (...), spesso abbandonati a
se stessi (...). Propongano che il
Consiglio Pastorale Diocesano
assuma tali problemi, per farne
oggetto di uno studio approfondito e promuovere opportuni interventi ».
b) La donna nella chiesa
« Si invita il Convegno a prendere sul serio il problema della
donna nella Chiesa; per lei infatti la porta d’accesso ai ministeri istituiti, e al diaconato, è
per ora chiusa, non per motivi
teologici, ma solo storici. Come
membri della chiesa pinerolese
proponiamo di risolvere questo
problema, non aspettando o pretendendo che le soluzioni calino
dajl’alto, ma impegnandoci ad aprire nuove strade, a percorrerle, a conquistarcele.
Parlando di « conquista » non
intendiamo fare nessuna crociata, ma semplicemente servire la
Chiesa (..,).
Alcuni servizi diaconali sono
già di fatto esercitati anche dalle
donne nelle nostre parrocchie:
il servizio della parola e della
carità. Ma manca, affinché questi servizi diventino ministeri, il
« mandato » da parte di chi presiede alla Chiesa locale, il vescovo. (...).
Operativamente la nostra proposta si articola in questi punti:
a) ammettere agli incontri
PER UN "PICCHETTO” DAVANTI ALLA RIV
Processo al sindacato
Quattro sindacalisti sono stati
processati dal tribunale di Pinerolo per un ’picchetto’ davanti
agli stabilimenti RIV durante gli
scioperi per il rinnovo de! contratto collettivo del 1979. Sul banco degli imputati sedevano Elvio
Troll, segretario della CGIL, Tonino Chiriotti, segretario della
CILS, Mauro Sorrentino e Giuseppe Marzella, delegati sindacali, ed inoltre anche Francesco
Pairone, operaio RIV.
L’accusa, che riguardava una
serie di reati quali la « violenza
privata », dipendeva da un rapporto che i carabinieri avevano
inviato alla magistratura circa il
picchetto che era avvenuto il 22
febbraio '79 davanti ai cancelli
della RIV.
Gli operai e i sindacalisti erano stati identificati dai numeri
di targa delle loro auto parcheggiate nei pressi dello stabilimento. Cosi tra gli imputati era finito anche l’operaio Pairone che
aveva parcheggiato la macchina
nel tentativo di recarsi al lavoro.
Durante il dibattimento i sindacalisti affermavano la leicità
del loro comportamento inteso a
far opera di convincimento per
aderire alle ragioni dello sciopero.
Poiché il rapporto dei carabinieri non parlava di specifici atti
di violenza, il Tribunale assolveva per insufficienza di prove
Troll, Sorrentino e Marzella, per
non aver commesso il fatto il
Pairone e invece condannava Chi
riotti a quattro mesi per aver
parcheggiato la propria auto davanti ad un cancello secondario
dello stabilimento RIV col chiaro intento di impedire l’accesso.
Chiriotti in sede di processo si
è difeso da questa accusa sostenendo che il cancello in questione è sempre chiuso e non viene
normalmente utilizzato.
La sentenza che condanna un
sindacalista è stata duramente
valutata tra gli operai delle fabbriche, infatti si osserva che non
vi erano accuse precise e che la
condanna porta pregiudizio alle
prossime lotte per il rinnovo dei
contratti in quanto « non potremo più farci vedere davanti alle
fabbriche perché questo può essere interpretato come un reato », come dicono i sindacalisti.
Contro la sentenza i sindacalisti hanno presentato appello.
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preparatori dei diaconi anche le
donne ritenute adatte a svolgere
questo ministero. Il ruolo di queste donne potrebbe essere quello di
b) affiancare i diaconi nel loro lavoro che, tra qualche anno,
nella nostra diocesi sarà anche
quello di animare le comunità
rimaste senza sacerdote;
c) aiutare le parrocchie a
portare avanti le proposte zonali;
d) aiutare le parrocchie che
hanno bisogno di una mano, quelle in cui tutto cade sulle spalle
di un povero prete, solo o anziano e stanco ».
c) La ricerca sui ministeri deve
essere ecumenica:
« Venga formata, a cura della
Giunta del Consiglio pastorale,
una Commissione per i ministeri che abbia compito di studio e
missionario. Si studi cosa oggi
è utile qui a Pinerolo. Si dia un
taglio ecumenico allo studio tenendo conto di studi e riflessioni sui ministeri svolte in ambito
ecumenico e presso i fratelli vaidesi. Entro la primavera dell’82
questa Commissione formuli una
relazione scritta da offrire alle
comunità perché riflettano. Alla
fine dell’82 un nuovo Convegno
potrebbe dare il via all’azione. (...) ».
d) Volontariato e obiezione di coscienza
« 1) La Caritas diocesana si
faccia carico e organizzi quelle
persone che desiderano agire in
campo caritativo e sociale.
2) Si faccia nelle comunità una
catechesi e un’informazione sul
volontariato, sul servizio civile
alternativo a quello militare e
sull’obiezione di coscienza alle
armi ».
TORRE PELLICE
Minoranze
linguistiche
Nel quarantesimo anniversario
del « Manifesto del Federalismo »
si è tenuto a Torre Pellice un
convegno sulle minoranze linguistiche in Piemonte, che si è concluso con un appello a favore del
bilinguismo italiano-lingua regionale in Piemonte e pluralinguismo con particolari forme di difesa dei « patois » locali nelle
zone delle minoranze linguistiche
ed etniche.
Nella sua relazione introduttiva, Roberto Gremmo, direttore
di « .Arnàssita Piemontèisa », ha
messo in rilievo il ruolo positivo
della lingua piemontese come
'parlata veicolare’ e di prestigio
di tutta la regione subalpina.
E’ stata inoltre data notizia
dell’iniziativa promossa dalla ’Società Reale di Studi' Svedese
che, oreoccupata per l’invadenza
dell’inglese, ha chiamato a raccolta le « letterature a piccola
diffusione » per un incontro, programmato per i prossimi mesi.
La letteratura in lingua (non dialetto!) piemontese sarà rappresentata a pieno diritto.
Il dott. Dacirio Ghizzi-Ghidorzi
ha portato il saluto del Partito
Federalista Europeo e, successivamente, sono intervenuti numerosi ricercatóri che hanno parlato delle loro particolari esperienze (specialmente in ambito scolastico) e studi.
Il dott. J. Ollivier del « Rassemblement Européenne » e il
dr. Roland Antinori di Nizza hanno messo in guardia dal cadere
in suffqestioni separatistiche e
hanno auspicato un impegno autenticamente federalista ed europeista.
Nelle sue conclusioni il prof.
Gremmo ha affermato che la rivista « Arnàssita Piemontèisa »,
organizzatrice del piccolo congresso, sta organizzando la raccolta di 15.000 firme per una proposta di legge d’iniziativa popolare per il bilinguismo italianolingua regionale.
______UNA INTERESSANTE INIZIATIVA
Autunno
in Val d’Angrogna
^ Il Comune di Angrogna con
l’adesione della Regione Piemonte, della Provincia di Torino, della Comunità Montana Val Pellice,
della Cooperativa Agricola Angrogna, del Gruppo Teatro Angrogna organizza l’Autunno in Val
d’Angrogna 1981, incontri, dibattiti, spettacoli nei quartieri, dal
17 ottobre al 1 novembre p.v.
Questo il calendario delle manifestazioni:
Sabato 17 ottobre, ore 20,30,
Sala Unionista del Capoluogo:
« Tanta gent, na storia sòia » recita del Collettivo Teatrale di Reietto.
Martedì 20 ottobre, ore 20,30,
Scuole Elementari di Chiot
dl’Aiga: Incontro-dibattito sul te.
ma « Iniziative cooperativistiche
per gli anni '80: la Cooperativa
di Consumo, il Macello e il Mulino di Chiot dl’Aiga ». Introdurrà
Giovanni Baridon, ex Assessore
alla Montagna della Provincia di
Torino.
Giovedì 22 ottobre, ore 14,30,
Foyer del Serre: Incontro tra
abitanti del quartiere, o.spiti del
Foyer e Amministratori comunali in vista dell’istituzione di una
Biblioteca pubblica.
Venerdì 23 ottobre, ore 20,30,
Palestra Scuole Elementari del
Capoluogo: Serata di diapositive
e film a cura dello Sport Club
Angrogna, che presenta l’attività
svolta nel settore promozionale
(escursionismo estivo).
Sabato 24 ottobre, ore 20,45,
Tempio Valdese del Serre: Concerto di canti popolari con il Coro Alpino Val Pellice.
Domenica 25 ottobre, ore 20,
Locanda della Pace, Pradeltorno:
1 Amministrazione Comunale presenta il progetto del « Centro di
documentazione sulla cultura
contadina ». Proiezione di diapositive sul tema « Il lavoro in Val
d’Angrogna », a cura del Gruppo
FGEI del Prassuit-Verné.
Martedì 27 ottobre, ore 20,30,
Scuola di Buonanotte: l’Amministrazione Comunale presenta il
progetto del « Centro di docurnentazione sulla cultura contadina ». Canti popolari con il
Gruppo Teatro Angrogna.
Sabato 31 ottobre, al Capoluogo, ore 14,30: Concerto in Piazza
della Banda Musicale di Torre
Pellice. Apertura della mostramercato dei prodotti agricoli e
dell'artigianato locale (Scuole
Elementari) e delle mostre:
«Mon Pays » (foto di Guido
Odin); « Bacias » (disegni di Muriella Calzi) e le sculture in legno di Raimond Trattner.
Ore 16,15: Sala Unionista valdese; tavola rotonda sul tema:
« Quale tipo di artigianato in Val
Pellice? ». Intervengono l'Ass. Regionale all’artigianato Marchesotti ed Amministratori della Provincia, del Comprensorio e della
Comunità Montana.
Ore 20,30: Sala Unionista Valdese: canti e musiche occitane
con il Gruppo provenzale « Lou
Bachas ».
Domenica 1 novembre, al Capoluogo ore 9-12 e 14-15 apertura
mostre; ore 15 castagnata e festa
in piazza.
L’ingresso agli spettacoli nell’arco della rassegna è gratuito.
5
16 ottobre 1981
CRONACA DELLE VALLI
PRIME PRESE DI POSIZIONE NEL PINEROLESE
Impegno per la pace e il disarmo
Numerosi gruppi politici, culturali ed ecclesiastici hanno dato vita al Comitato Pinerolese
di Coordinamento per la pace e il disarmo - Il documento costitutivo per l’impegno dei gruppi
Come già riferito dal nostro
giornale, si è costituito a Pinerolo con sede provvisoria presso
la CGIL — via Demo, 8 — il Comitato di coordinamento pinerolese per la pace e il disarmo che
ha elaborato una piattaforma
programmatica per i suoi lavori
che pubblichiamo qui di seguito.
Le organizzazioni o i sirigoli
che vogliono aderire al comitato
sono pregati di partecipare alla
riunione che si terrà venerdì 16
ottobre alle ore 21 nei locali del
Centro Sociale di San Lazzaro
(via dei Rochis 3, Pinerolo).
E’ possibile presentare anche
un documento in cui si spiegano
le proprie posizioni in merito.
Documento
costitutivo
il Comitato pinerolese
PREMESSA
Lottare contro ogni forma di
sopraffazione individuale e collettiva, impegnarsi per la liberazione e l’emancipazione dell’uomo
e dei popoli, mobilitarsi per un
mondo fondato sulla giustizia e
sulla coesistenza pacifica, battersi per la riduzione delle spese
militari, puntare al superamento
dell’inaccettabile squilibrio nordsud vuol dire costruire una pace vera e duratura.
Equivoco e mistificatorio è lottare per la pace senza salvaguardare principi inalienabili come il
diritto alla liberazione dal bisogno economico e culturale (sia
per i singoli che per le nazioni),
l’autodeterminazione dei popoli,
il superamento del razzismo e di
ogni discriminazione.
L’opzione per la pace esige un
impegno globale a partire dalla
propria condizione di vita, dal
proprio arrbiente, dal proprio
Paese, dal contesto socio-politico
ed economico in cui si opera.
Le scelte economiche, politiche,
di collocazione internazionale
neH’ambito delle alleanze e dei
rapporti tra le nazioni, sono tra
loro strettamente connesse.
L’aggravarsi della situazione
mondiale, le vicende di guerra e
sopraffazione presenti in varie
parti del mondo, le nuove decisioni di installazione di basi missilistiche nucleari e l’avvio della
costruzione della bomba N, impongono un grande rigore nella
« opzione per la pace » ed esigono azioni per invertire la tendenza alle armi e sostenere i popoli più minacciati.
Oggi la guerra o la sua minaccia è assunta come criterio generale delle relazioni internazionali intese come sistema di relazione tra gli Stati, tra i campi economici, tra i blocchi militari, in
cui vi sono tutti gli ingredienti
della guerra, tranne la guerra
stessa.
L’umanità non può più accettare che le questioni sociali e
politiche siano risolte attraverso
l’uso della forza militare, con la
minaccia del ricatto atomico e
l’intensificazione della corsa al
riarmo.
A partire dal nostro Paese lottare per la pace oggi in Italia significa, oltre quanto sin qui affermato, prendere coscienza che
il blocco del sistema politico,
profondamente colpito nelle stesse fondamenta dagli scandali,
dalle rotture e dai traumi che
lo stanno contrassegnando, è un
prodotto riflesso dell’attuale
struttura dei rapporti internazionali e che la spiegazione di ciò
che è avvenuto in questi anni sta
nella dipendenza della crisi politica italiana dalla crisi internazionale.
Lo stesso terrorismo rinvia al
quadro internazionale nel senso
di una affinità sempre più visibile tra il grande terrorismo della
reciproca minaccia, vigente, nei
rapporti tra gli Stati e i popoli
ad essi soggetti, e il terrorismo
della eversione interna.
La pace dunque appare come
un bene indivisibile per cui è
illusorio cercare una soluzione
alla crisi italiana come se fosse
isolabile dalla crisi internazionale, anzi l’escalation del riarmo chiude gli spazi ai popoli per
la ricerca di vie « autonome » e
originali allo sviluppo economico-sociale, dalla Francia alla Polonia ed alla stessa Italia, ai processi di liberazione e indipendenza dei molti Paesi del Terzo
Mondo.
È venuto il tempo di una nuova assunzione di responsabilità
iniziando ad affrontare i problemi più urgenti poiché la guerra
non è inevitabile e pertanto respingiamo la strategia della dissuasione e combattiamo la teoria della guerra ad obiettivi determinati, detta guerra « di teatro ».
Di fronte all’inverosimile proliferazione delle armi nucleari va
avviata una campagna per il ripudio delle armi nucleari e delle
altre armi altrettanto micidiali e
distruttrici come quelle chimiche, biologiche e batteriologiche.
Gli obiettivi del blocco della
crescita degli armamenti, del disarmo nucleare generalizzato, di
una sostanziale inversione di tendenza nella folle e sempre più
sofisticata corsa agli armamenti
debbono essere perseguiti attraverso punti specifici;
1) Disarmo nucleare quale
obiettivo immediato. Questo può
essere perseguito in modo progressivo e bilanciato tra le grandi potenze mondiali così come
consentirebbero l’attuazione del
Salt 2.
2) Il disarmo nucleare richiede innanzitutto la rinuncia
all’installazione dei missili in Europa e a Comiso. È necessario
quindi riprendere con decisione
la lotta contro l’installazione dei
nuovi missili europei (sia i Pershing e Cruise sia gli SS 20) e
contro la costruzione della bomba N così come sta già avvenendo in Paesi quali Germania Ovest. Olanda, Inghilterra, attraverso un grande movimento unitario di giovani e di popolo.
Infatti l’assenso per l’installazione di questi missili nucleari
venne dato dai Paesi europei a
condizione che le trattative per
il disarmo venissero riprese.
Sia a livello europeo che italiano va riattivata, rilanciata e rinnovata la presa di coscienza e
mobilitazione popolare espressasi alla vigilia del Natale ’79.
3) È inoltre più che mai necessario che da parte dei Paesi
Europei si sviluppi una autonoma politica, non solo per il superamento dei blocchi ma per un
diverso ordine economico internazionale. Come ha rilevato il
rapporto Brandt è nelle contraddizioni nord-sud che occorre intervenire per non essere succubi
della logica suicida della contrapposizione est-ovest.
La pace viene garantita prima
di tutto da una politica di sostegno reciproco in nome della giustizia sociale e dell’indipendenza.
Il ripristino dei negoziati per il
disarmo e il rifiuto della bomba
N sostenuto da ampi movimenti
europei, sono la condizione per
svolgere una politica attiva per
la pace.
4) Limitando e controllando
con apposite misure di legge l’esportazione di armi anche da
parte dell’Italia che è il 4° paese
produttore nel mondo.
5) La riduzione nella costruzione di armi, pur nella salvaguardia dei livelli occupazionali,
attraverso proposte di lavoro alternative e processi di riconversione del cui costo economico la
CEE stessa dovrebbe farsi carico.
Essenziale è sollecitare gli USA
a ratificare il trattato Salt 2, la
NATO a riprendere immediatamente le trattative per la riduzione delle armi più micidiali,
l’URSS a compiere tutti gli atti
necessari tesi a facilitare il proseguimento e la conclusione positiva della Conferenza di Madrid, superando i tentativi di
strumentalizzazione messi in atto
da alcuni Paesi Occidentali ed in
particolare dagli USA.
Le persone di differente ispirazione ideale che si riconoscono
in questa piattaforma, aperta ad
ulteriori apporti ed approfondimenti, ritengono utile darsi uno
strumento di riferimento non
vincolante, per svolgere la più
ampia azione di informazione,
dibattito, confronto ed avviare
con le organizzazioni, gruppi,
partiti, associazioni, forze sociali,
culturali e religiose disponibili,
le iniziative di mobilitazione necessarie attorno agli obiettivi di
volta in volta da definire, legati
al tema della pace e del disarmo.
Documento
dei sindacati
CGIL - CISL - UIL
Nei giorni scorsi inoltre la Federazione CGIL, CISL, UIL ha
reso nota una sua presa di posizione sul tema della pace che riportiamo qui.
La ripresa della corsa al riarmo e la costante ricerca di allargare le aree d’influenza imperiali
da parte delle due superpotenze,
costituiscono oggi l’aspetto più
preoccupante della situazione internazionale.
Il dispiegamento dei missili
SS 20 nell’Europa orientale e la
conseguente decisione della Nato di installare i Cruise e i Pershing 2 in Europa e la costruzione della bomba al neutrone, decisa dal governo USA, rappresentano nuovi gravi passi nella
escalation verso la guerra e la
distruzione dell’umanità.
La teoria che sia possibile combattere una guerra limitata, anche convenzionale, in Europa
senza determinare la catastrofe
nucleare, oltre che cinica e disu
mana, è destituita di ogni fondamento.
La Federazione Unitaria CGILCISL-UIL, che da tempo sta portando avanti una campagna per
la riconversione nel civile della
industria bellica, ritiene oggi necessaria la mobilitazione per la
pace ed il disarmo, perché dai
lavoratori, dai cittadini, dai giovani europei venga un NO deciso a questa pericolosa ed insensata corsa agli armamenti ed al
tentativo anacronistico di ristabilire, in una situazione profondamente diversa, il cosiddetto assetto bipolare, messo pesantemente in crisi negli anni ’70 dalla volontà di emancipazione e di
indipendenza dei popoli.
Ciò passa necessariamente attraverso la definizione di un ruolo protagonista dell’Europa in
quanto tale ed all’interno della
NATO.
In questo quadro non possiamo non rilevare le gravissime
responsabilità del governo italiano che invece di svolgere un ruolo attivo per la ripresa immediata delle trattative Est-Ovest e
per la ratifica degli accordi Salt
2, si è limitato ad accettare e subire le decisioni degli USA.
Occorre quindi;
1) il superamento dei blocchi
ed un ruolo autonomo dei Paesi
Europei e dell’Italia;
2) un nuovo ordine economico internazionale come premessa ad uno sviluppo più equilibrato tra il Nord e il Sud del
mondo ;
3) il rovesciamento della lo.gica della corsa agli armamenti,
che pretende di trovare l’equilibrio al livello più alto possibile
degli arsenali e subordina a ciò
il negoziato;
4) la definizione del ruolo
autonomo dell’Europa e del suo
ruolo nella NATO;
5) il negoziato globale sui
problemi dello sviluppo, di cui
tratterà la Conferenza di ottobre
in Messico sui rapporti NordSud nel mondo.
Obiettivi primari ed immediati della mobilitazione e discussione con i lavoratori sono;
1) l’apertura immediata di
una trattativa per; lo smantellamento degli SS 20 sovietici e la
non installazione in Europa dei
Cruise e dei Pershing 2 americani ; un processo di disarmo graduale, controllato ed equilibrato, fino alla totale eliminazione
degli arsenali nucleari e convenzionali ;
2) la rinuncia del governo
americano alla costruzione della bomba N ed in ogni caso il rifiuto dei Paesi Europei ad ospitarla sul proprio territorio;
3) il rispetto dei diritti civili
ed il riconoscimento del diritto
alla autodeterminazione dei popoli senza interferenze esterne
(E1 Salvador, America Latina,
Polonia, Angola, Afghanistan,
ecc.) ;
4 ) riconversione produttiva
delle aziende belliche.
La Federazione Unitaria CGILCISL-UIL di Pinerolo;
impegna tutte le sue strutture all’iniziativa e alla mobilitazione per creare attorno agli
obiettivi sopra indicati la massima sensibilizzazione tra i lavoratori e l’unità tra tutte le forze
democratiche ;
ritiene urgente e necessaria
l’assunzione di iniziative concrete di massa sul piano nazionale,
europeo e internazionale;
decide, nello spirito del presente documento e nella consapevolezza dell’esigenza che la
lotta per la pace si sviluppi in
tutta l’Europa, ad Ovest come
ad Est, di operare concretamente
per l’avvio di un dialogo fruttuoso sui temi del disarmo, della pace e di un nuovo ordine economico internazionale, fra tutte le
forze sindacali europee ad Est
come ad Ovest, per poter così,
incidere anche sulle scelte politiche dei rispettivi governi.
PINEROLO
Crisi; sfiducia alla Giunta
La sezione di Pinerolo del Partito Liberale Italiano ha emesso
nella giornata di martedì 6 ottobre un comunicato che per l’importanza emergente pubblichiamo integralmente;
« La Direzione Pinerolese PLI,
riunita in seduta ordinaria, udita
la relazione del Presidente e del
Segretario Politico della Sezione, sentiti i vari interventi,
preso atto che, specie negli ultimi tempi, paiono insorte difficoltà e incomprensioni sia nel
merito che nei metodi di gestione dell’amministrazione comunale di Pinerolo;
considerata la necessità di avvicinare le forze laiche e socialiste al fine di poter coordinare
con maggior vigore e puntualità
la politica del Comune;
auspica che l’attuale maggioranza comunale si completi in
tempi brevi con il contributo
delle forze laiche e socialiste ora
all’opposizione ;
chiede ai partiti dell’area laica
e socialista, presenti in Comune,
un incontro per verificare al più
presto le possibilità di costituire, nel pieno rispetto della D.C.
quale partito di maggioranza relativa, un nuovo e più stabile governo della Città.
Il Segretario Politico P.L.I.
Giovanni Carosso »
Con questo documento, letto
chissà perché dal capogruppo
della Democrazia Cristiana al
Comune di Pinerolo, si è aperta
ufficialmente la crisi nella maggioranza che regge dalle elezioni dello scorso anno l’amministrazione del comune.
E’ una dichiarazione di crisi di
rapporti che da qualche mese
tutti davano per imminente. Infatti sin dall'inizio, questa amministrazione si era dichiarata
favorevole ad una formula politica, « il pentapartito », che comprendesse cioè DC. PSI, PRI,
PSDI, PLI.
A questa offerta di tipo politi
co, il PSI aveva opposto finora
un sostanziale rifiuto. Ragioni di
programma e di ruolo nella maggioranza erano i motivi di tale
atteggiamento.
Così in maggioranza erano rimasti solo i quattro partiti laici.
I partiti minori però erano molto condizionati dalla politica della DC., che spesso assumeva decisioni senza consultare gli alleati, cui praticamente imponeva
delle scelte.
Il partito repubblicano era il
primo a denunciare questo atteg.
giumento e qualche mese fa ritirava il proprio appoggio alla
giunta.
Il venir meno di una componente indeboliva ulteriormente i
partiti laici, che sempre più palesemente assumevano posizioni
di critica a determinati provvedimenti di alcuni assessori democristiani.
Culmine di questa fase critica
è stata la discussione su alcune
osservazioni al piano particolareggiato del centro storico, in cui
il provvedimento preparato dall'assessore Mercol (DC) non riuscendo ad ottenere i consensi necessari per la sua approvazione
finiva per dover essere ritirato.
Nel frattempo però il partito
socialista, resosi conto del malessere dei laici, aveva iniziato
una politica di serrata critica alla DC e di elaborazione di una
piattaforma programmatica alternativa a quella della maggioranza.
Questa iniziativa aveva un significato di pesante condizionamento della maggioranza che si
vedeva costretta a rinviare ogni
progetto qualificante e fare del/’« ordinaria amministrazione ».
Tra i possibili esiti della crisi
vi è quella del pentapartito, infatti i laici sono molto favorevoli all’ingresso in maggioranza del
PSI che garantirebbe un bilanciamento delle forze in giunta (si
parla di quattro assessori democristiani e di quattro laici e socialisti) e soprattutto servirebbe
per dare maggiore efficienza all'esecutivo.
La DC però condiziona questa
operazione ad un accordo che
coinvolga anche la conduzione
delle comunità montane in cui
attualmente la DC è all’opposizione, cioè in Val Chisone e in
Val Pellice.
A questo però si oppongono i
socialisti e i laici che obiettano
che occorre rivedere la distribuzione dei posti anche in quegli
enti dove la DC è maggioritaria
quali la Comunità Pedemontana
e l’USL 44 (Pinerolese).
A questo punto sarà decisivo
per la soluzione del problema politico il programma.
I socialisti ne hanno presentato
uno che prevede profonde modifiche — anche metodologiche —
nella conduzione amministrativa,
che .se attuate porterebbero ad
una modifica dell’attuale blocco
di interessi che ha retto finora il
comune. Modifica che vedrebbe
protagonisti nella gestione della
cosa pubblica un ceto medio, di
tipo progressista, che costituisce
l’elettorato socialista in citta,
dando di fatto l’egemonia gestionale al PSI.
Dunque una discussione che
sarà serrala ed aperta ad ogni
soluzione, anche al mantenimento dell’attuale situazione.
SS
a Telepinerolo
Canale 56
CONFRONTIAMOCI
CON L’EVANCELO
rubrica a cura di
Franco Davite
Attilio Fornerone
Marco Ayassot
Sabato 17 ottobre ore
19.30: Dibattito suH’Enciclica < Laborem exercens »
interventi di S. Ameduri, J.
J. Peyronel, G. Platone.
6
16 ottobre 1981
INCHIESTA SULLO SPORT ALLE VALLI - 4
Hockey: uno sport popolare
Nel corso di una breve conversazione con l’infaticabile presidente dell’Hockey Club Val Pelli,
ce, avv. Cotta Morandini, abbiamo cercato di fare il punto sulle
prospettive non tanto della squadra di serie A — per ciò rimandiamo alle cronache dei giornali
sportivi — quanto della pratica
di questo sport da parte dei giovani.
Per cominciare qualche breve
cenno di storia sulle origini dell’hockey in Val Pellice, poco diffuso in ftalia, ma che qui da noi
sembra godere di una buona popolarità, anche a livello di praticanti.
Negli anni trenta un piccolo
gruppo di appassionati pattinatori, sfogliando una rivista canadese che ne parlava, scopre resistenza del disco su ghiaccio. E’
allora che i giovani decidono di
farsi confezionare da un falegname locale delle mazze e dei dischi di legno e con una simile
attrezzatura, un po’ rudimentale,
iniziano a giocare.
L’attività ufficiale vera e propria risale al 1934 con la disputa
dei primi incontri; inutile dire
che si tratta di un inizio da pionieri. Alla mancanza di basi tecniche e di materiale si supplisce
con l’entusiasmo. Non mancano
gli episodi curiosi; ce ne vengorio ricordati alcuni: per esempio
l’acquisto di parastinchi da un
rigattiere di Torino, la presenza
pressoché totale di « occhialuti »
fra i giocatori (tutti locali).
Nei primi anni sessanta, per
favorire l’attività agonistica, viene costruita una pista alla Sea di
Torre, ma la distanza e le difficoltà per fare il ghiaccio condizionano Tutilizzo dell’impianto. Durante il suo mandato di sindaco
a Torre, l’avvocato Cotta sollecita l’inizio e la portata a termine
dei lavori per la costruzione dell’attuale palazzetto del ghiaccio,
non solo in funzione della squadra, quanto piuttosto con la con.
sapevolezza che lo sport del
ghiaccio, grazie ad un impianto
veramente funzionante, può ave
re un ruolo trainante per il turismo locale. Il resto è ormai storia dei giorni nostri: la vittoria
nel campionato di serie B; le traversie nella serie maggiore; l’alluvione che distrugge il palazzetto e la successiva ricostruzione
dovuta anche all’aiuto della Regione Piemonte. Tutte cose note
e non solo in valle; perciò evitiamo di dilungarci. Meno conosciuto è un altro aspetto che va invece sottolineato: l’attività giovanile. Il nostro interlocutore è
un convinto sostenitore della necessità di creare e seguire intensamente un vivaio giovanile, dal
quale trarre giocatori per le diverse squadre. Per questo scopo
si è creata una scuola di pattinaggio e di tecnica hockeistica,
nella quale i ragazzi in età compresa tra i dieci e quindici anni
vengono affidati alle cure dei giocatori canadesi che militano nell’H.C.V.
Attualmente le persone coinvolte sono circa 40, l’obiettivo,
però, sarebbe di arrivare ad un
centinaio. « Per realizzare un simile progetto è auspicabile un
maggiore interessamento da parte della scuola e delle amministrazioni locali » •— aggiunge il
pres. Cotta. A loro soprattutto è
infatti lasciato il compito di avvicinare i ragazzi al ghiaccio,
mentre la società della Valpellicè, da parte sua, si ripromette di
venire incontro con istruttori e
materiale. Il Presidente è sicuro
che lo sport in generale abbia
una funzione sociale precisa e
ritiene ben spesi i soldi impiegati per costruire strutture sportive, sempreché queste siano utilizzate a tempo pieno e con discernimento. A tale proposito
egli auspica una copertura del
palazzo, così da permettere un
servizio più continuo dell’impianto, (senza contare che, togliendo
il ghiaccio, rimarrebbe a disposizione un’ampia area in grado
di ospitare mostre, convegni,
spettacoli).
a cura dì
Franco Bellion e Marco Borno
Notizie utili
Auto vecchie
I proprietari di auto vecchie hanno l’obbligo di sottoporre a
revisione tecnica le loro auto secondo il seguente calendario :
revisione da auto immatricolate
effettuarsi nell’anno
entro 1981 Ano al 1963
entro 1982 1964 - 1965 - 1966
entro 1983 1967 - 1968
entro 1984 1969 - 1970
Ogni anno devono essere sottoposte a revisione
entro il ultima cifra della targa
31 marzo 1-2-3
30 giugno 4-5-6
30 settembre 7-8-9
31 ottobre 0
Per effettuare la revisione occorre presentare domanda agli
uffici della Motorizzazione civile (su un apposito modulo) e versare la somma di L, 3.000 sul c.c.p. 9001 intestato alla Motorizzazione
e recarsi dopo la prenotazione presso un centro prova ed effettuare
l’esame tecnico.
In caso di esito sfavorevole l’auto può venire esclusa dalla circolazione (se le condizioni di manutenzione sono pessime) o deve
ripetere la prova entro il mese (dopo aver effettuato le riparazioni
necessarie).
Chi non adempie alTobbligo della revisione rischia una multa
e il ritiro delia carta di circolazione dell’auto.
Lettere altEco delle Valli
ROBA’ E LA SUA
CAMPANA
Caro Direltore.
volendo considerare questo anno come l’anno dei bronzi, .spero troverai
un po’ di spazio .sul giornale anche per
qualche mio rintocco, augurandomi
che gli ste.ssi non vengano interpretati
come belali, data la mia origine rorenga.
Per chi suona la campana di Rorà?
Coloro che sono caduti in letargo
hanno hi.sogno di ben altro suono per
svegliarsi! Coloro che hanno orecchi
solo per il rombo delle motociclette, gli
impianti stereo, il frusciare del de
naro, della campana non sanno proprio che farsene. Anche i « quattro
gatti di Rorà » attivi, presenti e fedeli
ehe vanno al culto ci vanno senza
<( miagolare » e senza <t belare » se la
campana non suona appunto perche
pecoroni non sono e non hanno bisogno di correre dietro il suono della
campana per recarsi al tempio ad adorare Dio insieme con altri fratelli. Che
suoni o non suoni la campana il risultato è quindi uguale. Quello che manca è un’operazione a fomlo di risveglio.
Che i « quattro gatti di Rorà » riescano
a svegliare il can che dorme? Me lo
auguro. Ricordiamoci però, Rorenghi,
che a Rorà. tra cani, gatti, e pecore,
c’è stato pure un leone!
Laura Gelso Tomassone
Un’azione di gioco sul campo dello Stadio del ghiaccio di Torre Pellice.
UN IMPEGNO PER LA CHIESA
Riprende il catechismo
Nel mese di ottobre riprenderanno nelle nostre comunità i
corsi di catechismo.
Riandando ai quasi dieci anni
del mio servizio di catechista con
i ragazzi del I e del li Anno, nello studio dell'Antico e del Nuovo
Testamento, espongo alcuni pensieri.
Per « legare bene » con i ragazzi non dobbiamo presentarci
né comportarci come degli « insegnanti specializzati » ma come
dei fratelli e sorelle della comunità che lavorano, cercano e sbagliano con loro. Bisogna porre
la collaborazione su base molto
chiara, sin dall'inizio. La base è
quella del rispetto reciproco: il
catechista rispetterà la personalità dei ragazzi e i ragazzi rispetteranno la personalità del catechista. La libertà degli uni finirà
dove inizia la libertà dell'altro e
viceversa, / giovanissimi sono
molto sensibili al senso della giustizia. Il mettere in chiaro questa base sin dal primo incontro,
facendo appello a tale senso, rappresenta una educazione morale
e per i ragazzi e per il catechista.
Rappresenta anche un aiuto in
casi particolarmente difficili. Inoltre favorisce il dialogo.
Il problema della fede è il punto centrale del catechismo. Affrontarlo, attenendoci fedelmente alla Parola di Dio e con un
dialogo aperto è certamente la
parte più importante ma anche
la più difficile — eppure tanto
bella — del catechismo.
Non aspettiamoci subito dei risultati ma «Getta il tuo pane
sulle acque perché dopo molto
tempo tu lo ritroverai » {Ecclesiaste 11: 1). Chi opera è Dio e
non noi.
Aggiungerei due parole per i
genitori, per le famiglie e per noi
che^ facciamo parte delle comunità. Siamo tutti responsabili di
fronte a questi giovanissirhi.
L’imvegno di un Pastore e di alcuni volonterosi non può supplire all'apatia di molti. Come potranno i nostri ragazzi convincersi che la fede è una cosa seria
se non riscontrano — nelle famiglie in primo luogo — e nelle comunità auell'impegno e quelle
certezze di fede che il catechismo
cerca di presentare?
Preghiamo per questi ragazziOffriamo loro una comunità viva dove i talenti di tutti sono
messi al servizio del Signore. Lavorando insieme cadono molti
preconcetti. Facciamo della Confermazione una affermazione di
fede e non solo una “festa" sproporzionatamente ricca di cose superflue e materiali.
E soprattutto abbiamo fiducia
nelle promesse del Signore:
« ...così è della mia Parola uscita
dalla mia bocca: — dice l’Eterno — essa non torna a me a vuoto, senz’aver compiuto quello
ch’io vopUo e menato a buon fine ciò per cui l'ho mandata »
{Isaia 55: 11).
Nelly Rostan
oggi e domani
In questa rubrica pubblichiamo gli avvisi inerenti ad iniziative di carattere
ecumenico, culturale e civile che ci pervengono in tipografia entro la ore 9
di ogni lunedi (tei. 0121/91.334).
CENTRO SOCIALE
PROTESTANTE
Pinerolo — Si terrà sabato 17 ottobre alle ore 21 nei locali di Via dei
Mille 1 (2” piano) l'Assemblea dei soci
del Cesp per discutere del programma
di attività, della ripresa dei gruppi di
■ lavoro, della situazione finanziaria.
L'assemblea è aperta a quanti sono
interessati.
MARCIA PER LA PACE
Pinerolo — Organizzata da alcuni
gruppi cattolici si svolgerà sabato 17
ottobre una marcia per la pace. Sul tema « Sulla strada della pace i cristiani si armano di perdono » parlerà il Vescovo di Ivrea, Luigi Bettazzi.
La marcia avrà inizio alle ore 20.30
da Piazza Marconi e si concluderà nella
chiesa di San Maurizio,
AGAPE
Il prossimo campo invernale di Agape sarà dedicato al tema del'impegno
per la pace e il disarmo. Per informazioni telefonare a! n. 0121/8514.
COLLETTIVO BIBLICO
ECUMENICO - Torre Pellice
Il Collettivo si è incontrato
giovedì 7 ottobre per fare un
bilancio dell’anno passato e per
stabilire il programma dell’anno ’81-’82. L’inizio dell’attività è
fissato per giovedì 22 ottobre, alle ore 20,45, presso il Centro di
Incontro di Torre Pellice (sotto
i portici). Il Collettivo si riunirà regolarmente ogni 15 giorni.
Tutte le persone interessate a
sttudiare insieme la Bibbia, sia
valdesi che cattolici, sono invitate ad unirsi alla trentina di
persone che già partecipano al
Collettivo.
Convegno
FGEI-Valli
Domenica 18 ottobre
avrà luogo a Rorà il Convegno di ripresa delle attività della FGEI-Valli. Inizio alle ore 10,30 con partecipazione al culto. Pranzo al sacco. Termine dei
lavori ; ore 18.
Tutti i gruppi EGEI e
»ruppi giovanili delle Valli
sono cordialmente invitati
a partecipare.
L’angolo di Magna Linota
Cara magna Linota,
che ne dici di questi governanti
che non riescono neanche a spiegarci questa faccenda dell’equo
canone? Io ci sto male. Da questa primavera mi domando se,
quando e quanto dovrò pagare;
leggo i giornali, chiedo alle per?one che ne sanno più di me, e
non mi datino mai la stessa risposta.
Bada bene che io sono pronto
a fare dei sacrifìci e capisco che
il mio padrone di casa non sta
molto meglio di me. L’alloggio è
vecchio e fra tasse e riparazioni
(con quel che costano oggi) lui
non si fa certo i soldi alle mie
spalle.
Quel che mi fa rabbia è non
sapere per dei mesi interi se con
il denaro che ho guadagnato in
agosto posso comprarmi la maglia di cui avrei bisogno o se devo tenerli da parte per poter pagare il nuovo affitto. Odio i debiti, non ne ho mai fatti e non
vorrei proprio comiv.ciare adesso!
G. Pons
Per magna Linota.
Ho una casa a due piani; da
quando sono rimasta vedova e i
figli se ne .sono andati a stare
per conto loro, ho affittato ad
Un pensionato il pianterreno con
un po’ di giardino. Per me ormai
la casa era troppo grande e faticosa, e poi avevo paura a rimaner lì tutta sola. Adesso sono
molto imbarazzata. Non riesco a
capire che aumento devo fare
per il fjtio e da quando. Chi mi
dice da agosto e chi da ottobre.
O forse raumento è da agosto e
hanno rimandato solo l’ISTAT?
Non capisco neppure perché l’aumento dev’essere proprio delf’8,24% (è così, vero?). Se avessero stabilito 8, 8,25 oppure 8,50,
pensavano che fosse troppo facile
fare i conti e vogliono aiutarci
a non dimenticare la tavola pitagorica? Allora io suggerirei per
la prossima volta un aumento
del 7,39, dato che le tahelline del
le del 9 sono sempre state le più
difficili da ricordare.
Io non voglio rubare la pensione del mio vicino, che è un hrav'tiomo e va perfino a farmi la
spesa quando sono malata; ma
non mi sembra di chiedere troppo quando voglio che mi dicano
subito quel che è giusto fare. Devo pur sapere, senza sì e no e ni,
aunnto posso spendere quando
vado a far le compere. Invece
siamo al 30 settembre e non ho
ancora capilo che cosa scrivere
su questa benedetta ricevuta.
zia Fanny
Onesti due sfoghi mi sono arrivati lo sle.sso giorno da due
città diverse: è strano che le lettere di due persone che potrebbero essere nemiche si assomiglino tanto. A me hanno fatto
l’efletto di essere state scritte da
.conte come quasi tutte le persone che conosco: gente che ha
sempre lavorato e che non chiede molto agli altri; in fondo solo
di poter fare il suo dovere vedendoci chiaro. Ho paura che i
signori che ci rannresentano a
Roma e che fanno le leggi, a furia di stare insieme e di parlare
fra loro, abbiano un po’ dimenticato come siamo fatti noi. Cosi
non sanno più parlare in modo
che possiamo capirli. Questo rattrista molto: ho già vissuto vent’anni di fascismo e non voglio
mai più vedere una dittatura, ma
mi piacerebbe tanto ebe la nostra Repubblica funzionasse un
po’ meglio. Non chiediamo la luna: vorremmo solo che tutti lavorassero per la giustizia, la liberi à e la pace. Siamo proprio
tropno ingenui e stupidi?
Per quel che riguarda il problema dei fitti, .siccome non ci
capisco nulla neanch’io, passo le
due lettere a « Chiedete e vi risponderemo », sperando che vi
possano aiutare.
Coraggio, e su con la vita!
Magna Linota
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9
16 ottobre 1981
CRONACA DELLE VALLI
UN RICORDO
PRAROSTINO
SAN GERMANO PERRERO-MANIGLIA
Edina Ribet Rostain
Con grande tristezza ci siamo
separate dalla nostra cara amica
Edina.
In questi ultimi tre anni l’avevamo seguita con il pensiero con
particolare affetto. Ci rendevamo conto di quanto profondo
fosse il suo dolore per la morte
del caro figliolo Giovanni e, consapevoli di dover « portare i pesi
gli uni degli altri », avremmo tanto voluto poterla aiutare in qualche modo. Ma chi può veramente entrare nella sofferenza di
un’altra persona per conoscerne
e condividerne l’intensità e la
profondità? Abbiamo capito che
era necessario soprattutto rispettare quel suo grande dolore e
che una nostra intrusione nel
dramma che stava vivendo non
sarebbe stata né lecita, né opportuna. Doveva anzitutto superare
da se stessa il suo travaglio interiore, ed è forse questo che la
faceva rifuggire dal ritrovarsi in
mezzo alla gente. E nondimeno
non aveva ceduto alla facile tentazione di rinchiudersi in se
stessa. Tutt’altro : aveva continuato a frequentare il culto domenicale, manifestando cosìi la
autenticità della sua fede non ridotta ad una realtà solo indivi
duale, ma vissuta nella comunione con la Comunità dei credenti.
Ne è testimonianza il versetto
da lei scelto per la partecipazione della sua morte ; « Dio asciugherà ogni iacrima dagli occhi
loro e la morte non sarà più; né
ci saran più cordoglio, né grido,
né dolore, poiché le cose di prima sono passate...» (Apoc. 21/4).
Siamo riconoscenti a Edina
per molte cose; per la preziosa
collaborazione nella Società
di cucito, specialmente in questi
ultimi anni, per la sua fattiva
partecipazione alle varie attività
femminili e per tutti quei bei
racconti scritti per i più giovani, ricchi sempre di un forte
messaggio di fede. E dobbiamo
in gran parte anche a Lei la realizzazione di quelle due belle piccole Foresterie, forse non ancora abbastanza conosciute, di Fra
del Torno e della Gianavella, dove insieme al marito ha lavorato
con tanto amore e competenza.
Ricordando Edina esprimiamo
ancora la nostra più affettuosa
simpatia al marito e a tutta la
famiglia nella certezza del dono
della vita eterna che è in Gesù
Cristo, nostro Risorto Signore.
Lillina Deodato
Il nostro fratello Virgilio Gay
del Ser ha terminato la sua
corsa terrena il 5 ottobre al Rifugio Carlo Alberto di Luserna
San Giovanni dove era stato ricoverato da alcuni mesi in seguito a lunga e penosa malattia,
all’età di 80 anni. È stato per lunghi anni membro attivo del Concistoro e varie volte deputato
al Sinodo e alle Conferenze distrettuali. I funerali hanno avuto
luogo martedì 6 ottobre nel Ternpio di San Bartolomeo. Ai familiari in lutto rinnoviamo la nostra simpatia cristiana nella luce
delle promesse divine.
O Sabato 26 settembre a Frossasco si sono uniti in matrimonio: Franco Monnet delle Cardune e Anna Ostorero di Frossasco. Agli sposi i nostri migliori
auguri.
• Ripresa delle attività. Sabato
17 riprendono i vari corsi di Catechismo: ore 15, il 1“ e il 2" anno insieme; ore 16, 3" e 4° anno
insieme. Il culto della Ripresa
della Scuola Domenicale e delle
varie attività avrà luogo domenica 18 ottobre alle ore 10.30 nel
Tennio di San Bartolomeo.
VILLAR PELLICE
CONVEGNO FCEI
SUL TERREMOTO
Al fine di verificare la possibilità di
organizzare un “ viaggio in comitiva »
da Torino a Napoli, con partenza da
Torino P.N. alle ore 21.10 di giovedì 29
ottobre e ritorno a Torino P.N alle ore
8.23 di lunedi 2 novembre [viaggio in
treno 11 classe con cuccetta), i sovraintendenti di circuito e I singoli partecipanti al convegno sono pregati di mettersi in contatto con la segieteria dell’Eco-Luce (tei. 011/655278) fornendo al
più presto il nomina’nvo, la data di nascita. e l'indirizzo.
TORRE PELLICE
COMUNITÀ’ MONTANA
VAL PELLICE
SERVIZIO
GUARDIA MEDICA
notturna - prefestiva - festiva
dal sabato ore 14 al lunedì ore 6
dalle ore 14 della viglila del giorno festivo infrasettimanale alle
B del giorno successivo presso
rOSPEDALE MAURIZIANO - Lusema San Giovanni • Tel. 90884.
Nella notte del giorni feriali, dalle ore 20 alle ore 8 (escluso sabato, domenica e vigilia dei festivi) presso l'OSPEDALE VALDESE - Torre Pedice - Tel. 932433.
GUARDIA FARMACEUTICA
festiva a notturna
DOMENICA 18 OTTOBRE
Luserna San Giovanni: FARMACIA SAVELLONI - Via F. Blando 4 - Luserna Alta - Tel. 90223.
CHIUSURE INFRASEDIMANALI
A Torre PeIMce: martedì chiusa
la farmacia Muston, giovedì chiusa la farmacia Internazionale.
A Luserna San Giovanni: mercoledì chiusa la farmacia Preti,
giovedì chiusa la farmacia Gaietto.
AUTOAMBULANZA
SERVIZI FERIALI E FESTIVI
Croce Rossa - Torre Pellice
Telef. 91.288.
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Torre Pellice: Tel. 91365 - 91300
Luserna S.G.: Tel. 90884 - 90205
COMUNITÀ’ MONTANA
VAL CHISONE-GERMANASCA
SERVIZIO
GUARDIA MEDICA
dal sabato ore 14 al lunedì ore 8,
dalle ore 14 della vigilia del
giorni festivi alle ore 8 dei giorni
successivi ai festivi
le notti dalle ore 20 alle 8.
Il recapito del servizio è presso
la CROCE VERDE di Porosa Argentina - Tel. 81.000.
GUARDIA FARMACEUTICA
festiva e notturna
DOMENICA 18 OTTOBRE
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FARMACIA DE PAOLI - Via Nationale, 29 - Tel. 51017.
AUTOAMBULANZA
Croce Verde Pìnerolo - Tel. 22664
Ccoce Verde Porte - Tel. 201454
Croce Verde Perosa - Tel. 81000
L’Assemblea di Chiesa ha udito
la relazione dei deputati al Sinodo; la relazione non ha provocato nessuna reazione neU’uditorio, anche perché molti temi sinodali andranno ripresi nelle altre assemblee invernali. Probabilmente questa tradizionale relazione, vista l’esauriente informazione che l’Eco delle Valli dà sempre sui lavori sinodali, è diventata superflua. La seconda parte
deU’ordine del giorno prevedeva
urn; discussione sulla relazione
annua presentata dal Concistoro
e dalle attività settoriali, in primavera; ma la mancanza di tempo non ha permesso di approfondire la discussione, che andrà ripresa, soprattutto sul tema della
situazione giovanile della nostra
chiesa come è presentata in tale
relazione.
* È deceduto Enrico Taglierò;
nel m.ese di settembre si sono
svolti i funerali delle sorelle Elisa Hugon e Ida Pilotti. Alle famiglie colpite dal lutto, la comunità rinnova i sensi della sua
simpatia cristiana.
SAN SECONDO
Sabato 10 è mancato Roberto
Rivoiro di 49 anni (Miradolo)
dopo una lotta contro la morte
durata quasi un mese nel reparto di rianimazione di un ospedale
torinese dove era stato ricoverato in seguito ad un gravissimo
incidente. Numerosi parenti ed
amici si sono riuniti nel tempio
di S. Secondo martedì 13 per udire l’annunzio della resurrezione
e testimoniare il proprio affetto
alla vedova, ai giovani Agli ed ai
genitori che erano già stati provati dalla perdita dell’altro figlio
anche in seguito ad un incidente.
A tutti rinnoviamo l’espressione
della nostra fraterna simpatia ed
affetto.
ANGROGNA
« E’ in distribuzione, tramite
gli anziani, la circolare («La
Sentinella») con il calendario
delle attività. Il Concistoro si incontra sabato 17, alle 20; sono
aperte le iscrizioni all’agape comunitaria del 25 ottobre organizzata dairUnione Femminile che
si riunisce domenica 18, alle ore
14,30, al Presbiterio.
Hanno collaborato per questo numero: Ernesto Ayassot, Emilio Canese, Chiesa
Metodista di Trieste, Claudia
Gardiol, Paolo Rihet, Giordano Senese, Franco Taglierò,
Cipriano Tourn, Eugenio Bernardini, Giovanni Conte.
Dopo l’ultima pubblicazione sono stati celebrati i seguenti atti
liturgici:
BATTESIMI: Alain Cogno di
Walter e Renata Stallé, Paolo
Bonjour di Roberto e Ivalda Cogno, Valentina Gallará di Ettore e Ombretta Davit, Paola Bounous di Luciano e Gabriella Davit, Michael Boris Valentino di
Gérard e Olga Cairus, Luca Fontana di Claudio e Renata Long.
Rinnoviamo i migliori auguri per
i bambini e chiediamo al Signore
di guidare i loro genitori nell’adempimento delle promesse solennemente pronunciate.
I MATRIMONI celebrati nell’ultimo periodo sono stati tre;
Piero Enrico Pasque! e Franca
Cristina Marletto, Renato Agostino Bertolino e Lorella Cordin,
Giorgio Vernè e Manuela Bouissa. Voglia Dio benedire questi
nuovi focolari che si sono formati sotto il Suo sguardo e rendere fedeli e felici gli sposi.
FUNERALI: purtroppo sono
state alquanto numerose le volte che abbiamo dovuto prendere
la via del Cimitero per accompagnarvi ben 7 fratelli o sorelle che ci hanno lasciato: Anna
Maria Mondon ved. Michelin Salomon di anni 91, Olga Mary Taimen ved. Silvano di anni 81, Giovanni Pietro Gaydim di anni 61,
Maria Grass in Allio di anni 70,
Alina Charbonnier ved. Charbonnier di anni 85 Emilio Monnet
di anni 74, Alberto Bouissa, per
lunghi anni Giudice Conciliatore
del Villar, di anni 84. Ripetiamo
alle famiglie dei cari scomparsi
il sentimento del nostro cordoglio alleviato dalla fede in Colui
che è « la risurrezione e la vita ».
BOBBIO PELLICE
Il Gruppo Giovanile ha iniziato
la sua attività esaminando la proposta di alcuni suoi membri di
aderire alla Federazione Giovanile Evangelica Italiana. La decisione, già maturata alle soglie
dell’estate, ma non ratificata perché ormai l’attività del gruppo
era al termine e molti giovani
erano occupati con il lavoro, è
stata presa, con la consapevolezza delle implicazioni che l’adesione alla EGEI comporta, dal punto di vista dei contenuti e dei temi da dibattere.
O Domenica 18 alle ore 9.30 si
incontrano i giovani del pre-catechismo e dei catechismo per fissare gli orari dei corsi. Alle 10.30,
al culto parteciperanno i bambini della Scuola Domenicale, che
inizieranno l’alcività normale sabato 24 alle 14.30.
• L’Assemblea di Chiesa è convocata anch’essa domenica 18 alle ore 10.30 per udire le comunicazioni del Concistoro circa la situazione pastorale.
® Il culto di domenica 11 ottobre è stato presieduto da Edgardo Paschetto. Con lui ringraziamo tutti i predicatori che si sono
alternati a Bobbio in questo tempo di vacanza pastorale.
Durante l’assenza del pastore
Conte, incaricato di partecipare
all’incontro per animatori teologici organizzato dalla CEvAA a
Sanary-sur-Mer (Marsiglia) ecco
come sarà organizzato il lavoro
della comunità.
La Scuola domenicale sarà gestita dai monitori: ogni domenica ore 9. Il culto dell’ll ottobre
sarà presieduto dall’anziano Aldo Garrone, quello del 18 ottobre, con Santa Cena, dal pastore
Alberto Ribet. Il pastore Genre
celebrerà, in quello stesso giorno, il matrimonio nel nostro tempio di Renzo Bounous e Renata
Giaime, che si stabiliscono al
centro ed ai quali facciamo sin
d’ora i nostri migliori auguri. Ricordiamo che, daini, i culti hanno inizio alle ore 10,30. I culti alla Casa di Riposo saranno presieduti dai pastori Noffke (9/10)
e Davite (16/10).
Gli eventuali funerali verranno affidati al pastore Cipriano
Tourn e, ove questi sia impossibilitato, al past. Teofllo Pons.
• La Corale ha ripreso la sua
attività e si riunisce, nel tempio,
ogni lunedì alle ore 20,30.
• I catecumeni hanno avuto un
primo incontro sabato 3 ottobre.
I corsi inizieranno sabato 17 ottobre. In quell’occasione i catecumeni di III e IV anno rifletteranno al problema del servizio
civile sotto la guida del candidato al ministero Daniele Garrone. Questi due anni si riuniranno dunque, eccezionalmente, congiuntamente alle ore 14,30.
• L’Unione Femminile inizierà i suoi incontri mercoledì 28
ottobre, ore 14,30.
• Martedì 27 ottobre, al centro, incontro con tutti gli inte
• Domenica 18 ottobre avrà
luogo a Penero, con inizio alle
ore 10, l’Assemblea di Chiesa di
inizio delle attività. L’ordine del
giorno prevede, dopo la relazione dei delegati alla Conferenza
distrettuale e al Sinodo, una discussione sul nostro essere comunità. Da tempo, infatti, nella
nostra comunità si dibatte questo problema e ci si pone la domanda se siamo veramente una
comunità, unita tanto da formare Un corpo unico.
Il tema è importante; si invitano tutti a partecipare per dare
il loro contributo. Un invito particolare è rivolto ai giovani.
RINGRAZIAMENTO
« Dio asciugherà ogni lacrima degli occhi loro e la morte non sarà
più, né ci saranno più cordoglio
né grido, né dolore, poiché le cose
di prima sono passate ».
(Apocalisse 21: 4)
Le famiglie Ribel e Rostain ringraziano commosse tutti i fratelli e gli
amici per le manifestazioni di stima e
di affetto alla loro cara
Edina Ribet Rostain
entrata nel riposo del Signore il 9 ottobre.
In modo particolare esprimono la loro vìva riconoscenza al Pastore Bruno
Bellion, al Doti. Enrico Pasque! per la
fraterna continua assistenza, alla cugina Luciana Bounous per le affettuose
cure, al Direttore e al personale tutto
deU’Asilo Valdese di Luserna S. Giovanni per il supporto paramedico, ai
Donatori di sangue FIDAS, alle Signore Esterina Gaydou, Jolanda Bellion,
Ivana Davit e ai vicini di casa, e in
tre, incontro con tutti gu ime- signore Mariuccia Ri
ressati per illustrare e discutere Bellion, che l’hanno
il programma di serate di studio ”
biblico e di riflessione su problemi di vita della nostra chiesa e
di attualità.
Alla piccola Ingrid, che ab
assistita e aiutata nel corso della lunga malattia.
biamo battezzato durante il culto del 4 ottobre, con la partecipazione di una buona assernblea
compatta, e ai suoi genitori Orley e Silvia Rivoira Bounous, facciamo i nostri più affettuosi auguri perché cresca bene aU’ombra del Signore che le ha teso la
mano come Lui solo sa fare.
• La permanenza di alcuni
ospiti svizzeri amici delle nostre
Scuole e della nostra Chiesa si è
chiusa con una bella serata nella
nostra Sala davvero accogliente.
Grazie a tutti coloro che si sono
adoperati per circondare '^uesti
fratelli che ci avevano dato tanti segni di affetto anche in passato.
LUSERNA
SAN GIOVANNI
Oltre un centinaio di membri
della nostra comunità, fra cui un
folto gruppo di giovani, riuniti
per una cena comunitaria, ha salutato, sabato sera, il pastore
Adamo e la sua famiglia in partenza per Cremona, la loro nuova
sede.
Alle parole del pastore Bcllion
che lo ha ringraziato esprimendogli la riconoscenza di tutti per
la dedizione con cui ha svolto il
suo ministero in mezzo a noi, il
pastore Adamo ha risposto commosso con parole di affetto e di
simpatia per questa nostra comunità in cui ha trovato sempre
collaborazione e comprensione.
Il Signore gli dia ogni grazia
ed ogni benedizione nel nuovo
ministero che lo attende.
® Domenica pomeriggio ha avulo luogo il servizio funebre
della sorella Edina Rostain in Rìbet. deceduta all’età di anni 66,
dopo un lungo periodo di sofferenze.
Molto conosciuta in mezzo a
noi per il sur impegno nelle attività di chiesa e per i suoi scritti
di testimonianza cristiana, essa
lascia in tutti un vasto rimpianto ed il ricordo di una persona
di fede vera e di grande bontà.
Al marito, membro del nostro
concistoro, alle figlie ed ai familiari tutti rinnoviamo la nostra
viva simoatia nella certezza che
il consolaste messaggio della resurrezione e della vita in Cristo
sarà loro di conforto in quest’ora
di dolore.
• Ricortliamo la tradizionale
FESTA DEL RACCOLTO che avrà
luogo domenica 18 c.m. alle ore
15 nella Sala Albarin.
Eventuali doni in memoria verranno devoluti alla Commissione Stabili
della Chiesa Valdese di Luserna S. Giovanni.
Luserna S. Giovanni, 12 ottobre 1981
RINGRAZIAMENTO
(t Meglio sperare nel Signore
che confidarsi negli uomini »
(Salmo 118:8)
Il 5 ottobre è deceduto
Virgilio Gay
all’età di 80 anni.
I familiari, commossi per le manifestazioni di simpatia ricevute, ringraziano quanti sono stati loro vicini in
questa circostanza ed in particolare tutto il personale del Rifugio Carlo Alberto per le cure prestate al loro congiunto.
Prarostìno, 7 ottobre 1981
Gesù ha detto: « Io son la risurrezione e la vita ».
(Giov. 11: 25)
L’il ottobre è mancata all’affetto
dei suoi
Valdesina Vinay
Nella speranza della risurrezione ne
danno ranmmeio i fratelli con le mogli: Valdo con Teresa, Tullio con Fernanda, Cornelio con Anna Maria e i
nipoti.
Roma, 11 ottobre 1981
ANNIVERSARIO
« Anima mia, acquetati in Dio
solo, perché <la lui viene la mia
speranza y> (Salmo 62: 5)
NeH'anniversarìo del tragieo ineideiite che spense la vita di
Bruno Caruso
alPelà di 18 anni, la famiglia lo ricorda con immutato affetto e ringra~
zia quanti le sono stati vicini nell’ora
del dolore.
Carunchio, 17 ottobre 1981
AVVISI ECONOMICI
GIOVANI coniugi cercano in affitto,
per tutto l’anno, alloggetto o rustico,
anche ammobiliato, in Valli Valdesi.
Referenze. Tel. (011) 262.23.88 ore
serali.
10
8
perj^ma volta si parla di alleanza nippo-americana
Il Giappone guarda indietro
segna una tendenza'’Tina'scrta^^deM'
diia rinascita dell orgoglioso nazionalismo
16 ottobre 1981
Lotta ali’apartheid
Il 22 giugno 1980 il Partito Liberaldemocratico, al potere quasi irànterrottamente dalla fine
del secondo conflitto mondiale,
ha ottenuto nuovamente la maggioranza assoluta alla Camera
Bassa conquistando 284 seggi su
511. Da allora, e soprattutto negli
ultimi quattro mesi, una serie
di fatti politici inquietanti sembrano segnare un punto di svolta
nella vita del Giappone.
Il primo di questi fatti risale
al rnaggio scorso quando, a conclusione della visita negli Stati
Uniti dell’attuale primo ministro
Zenko Suzuki, il comunicato congiunto nippo-americano utilizzava per la prima volta il termine
di « alleanza » con riferimento
alle relazioni tra i due Paesi. A
conferma di ciò il presidente
Reagan dichiarava che tra le varie alleanze che gli USA hanno
stretto con altri paesi, quella
con il Giappone è di gran lunga
la più importante. Come noto, tra
i due Stati era stato stipulato un
trattato di sicurezza e difesa, ma
mai fino a quel giorno era stato
utilizzato il termine « alleanza ».
Le reazioni della stampa e dell’opinione pubblica, ancora estremamente sensibile a questi temi a motivo delle tragiche esperienze dell’ultimo conflitto, sono
state immediate. Un’alleanza non
può non comportare infatti un
impegno e delle responsabilità
anche di carattere militare da
parte dei contraenti e quindi nella fattispecie del Giappone, la
cui costituzione all’articolo 9, vogliamo qui ricordare, rifiuta il ricorso alla guerra e rinuncia a
disporre di proprie forze armate.
Il 17 maggio, il professor Reischauer, ex ambasciatore USA in
Giappone, dichiarava che il termine « introduzione » usato nel
testo dei «Tre principi antinucleari » (accordo nippo-americano a latere del già citato trattato di sicurezza, compendiantesi
in tre proposizioni negative con
riferimento al territorio giapponese: non fabbricare armi nucleari, non detenere armi nucleari,
non introdurre armi nucleari),’
include lo sbarco ed il deposito
di armi nucleari, ma non il passaggio nelle acque territoriali o
nello spazio aereo giapponese di
navi ^ aerei muniti di tali armi; di conseguenza esula da tale regola anche l’ingresso di tali
navi nei porti giapponesi.
C(^a può impedire di sospettare che tale sia l’attuale atteggiamento dell’amministrazione Reapn? E non c’è d’altronde chi afferma (e alcune fotografie lo
infermerebbero) che nella baia
di Iwakuni siano tuttora custodite delle testate nucleari?
Fin qui è possibile contestare
Cile la responsabilità di quanto
accaduto non ricade sul governo
giapponese. Ciò è vero, ma solo
ad un analisi superficiale. I fatti
successivi manifesteranno la lipa di fondo della politica liberaldemocratica.
I fatti successivi
A fine giugno infatti il governo rende pubblico un suo
piano di riforma dei libri di testo delle scuole superiori, che ne
investe radicalmente e violentemente il contenuto. Esso ha infatti richiesto alle singole case
editrici la revisione di alcune
parti che ne sconvolgono la sostanza. Senza volerne fare un
elenco dettagliato, queste possono psere cosi sintetizzate; eliminazione di ogni riferimento al1 atteggiamento antinucleare di
Ipga parte della popolazione
giapponese; eliminazione di ogni riferimento critico alle Forze di Autodifesa (forze armate
giapponesi), sostituito con la citazione della posizione del governo che ne nega l’anticostituzionahta (vedi riferimento più sopra), accentuazione dei doveri rispetto ai diritti del cittadino;
eliminazione di ogni riferimento e citazioni di aziende coinvolte in scandali o responsabili di
gravi forme di inquinamento con
danni anche mortali alle persone, eliminazione di ogni riferi
mento agli scandali politici; introduzione di una impostazione
nazionalistica
Infine si arriva al mese di agosto, mese pregno di significato
per il Giappone, poiché è il mese
m cui nel lontano 1945 non solo
e stata posta fine alla guerra,
ma in cui il popolo nipponico’
primo nella storia dell’umanità’
ha sperimentato la crudeltà di’
un bombardamento atomico.
Il tempio del
nazionalismo
A fronte delle numerose e significative manifestazioni per la
pace svoltesi sia a Hiroshima sia
a Nagasaki (v. articolo sul n. 38
de La Luce), il 15 agosto il Partito Liberaldemocratico ed il governo rinnovavano con maggior
impatto, nelle persone del primo ministro, dei membri del governo e di esponenti del partito
la visita a! tempio di Yasukuni’
dove sono « deificati » i caduti in
guerra (compresi 40 criminali di
perra condannati nel 1948 dal
tribunale alleato di Tokyo), il
cui rientro nell’amministrazióne
statale è stato ancora una volta
richiesto con forza. Nello stesso
giorno ma in altro luogo, si svolava, presieduta dall’imperatore
1 annuale cerimonia in onore dei’
caduti giapponesi di tutte le guerre, per la quale si è iniziato proprio ora a parlare di istituzionalizzazione.
Non è nnsKiViUQ ____, ,
rare i fatti più su riportati come
eventi staccati e solo per fortuita combinazione concentrati in
uno stesso arco di tempo. Nulla
può anzi impedire di sospettare
una trama unica ed obiettivi ben
precisi che li legano insieme.
La via è aperta verso un ritorno agli anni ’30. Il riconoscimento di Yasukuni significa l’inizio
della fine della libertà religiosa e,
dopo di essa, di tutte le libertà
individuali; il controllo da parte
del potere dei libri di testo e del1 insegnamento vuol dire l’irreggimentazione del pensiero e delle coscienze; l’incremento delle
forze armate e l’affermazione
dell amor di patria la chiusura
verso l’esterno e la rinascita di
un aggressivo orgoglio nazionale.
Non è lecito certo prevedere
per i prossimi anni un Giappone schiacciato sotto il giogo della destra militare e minacciante
il mondo con le sue armi, come
50 anni fa; ma è un fatto che un
processo in tale direzione si è
ormai avviato.
Le chiese cristiane, in particolare quelle evangeliche, meno
quella cattolica, sono impegnate,
malgrado la loro voce sia estremamente flebile, principalmente
sul problema del tempio di Yasukuni, ma si avverte il delinearsi di una tendenza ad affrontare
questi problemi nel loro insieme ed in modo più «politico».
Tuttavia la loro forza è minima
e scarsa la loro influenza nella
società.
(segue da pag. 1)
prevale il puro interesse economico che si nasconde più o meno esplicitamente dietro il preteso neutralismo politico e che
SI giustifica con l’ideologia dello
sviluppo. La risposta del CEC
alla posizione delle banche è stata molto ferma; John Bluck, direttore del dipartimento della
comunicazione, si è espresso in
questi termini ; « Alcuni credono
unilateralmente che il modello
di società capitalistica europea
sia il migliore per le popolazioni
nere, anche al prezzo dell’esclu^one, della creazione di ghetti.
Dare lavoro, rafforzare l’infrastruttura strategica del paese,
CIO da buona coscienza. Così, logicamente (lo dico senza ironia)
SI accresceranno gli investimenti nel Sud-Africa ».
Lotta al razzismo
Una decisione, quella del CEC
che non ha solo una grossa rilevanza etica, ma anche teologica
e politica,, e che è frutto di una
precisa linea di riflessione e di
impegno da parte delle Chiesemembro del CEC. In questo caso hanno avuto un peso determinante le Chiese nere le quali vivono sulla propria pelle la tragedia del razzismo e del neocolonialismo, e non è certo di
Doco conto, nell’economia della
Chiesa universale, constatare che
Il centro di gravità delle decisioni non è più soltanto l’espressione del punto di vista nord-occidentale. Lo stesso « Programma
di lotta contro il razzismo »
(PLR) la cui « politicità » ha provocato l’uscita dal CEC di alcune chiese europee ricche e benpensanti, è stato imposto alla
coscienza di tutte le Chiese-membro come un atto necessario di
solidarietà e di coerenza cristia
I primi commenti
« La Suisse »: « il CEC intende esprim.ere, con la sua decisione, la solidarietà dei cristiani con gli oppressi del SudAfrica ». « In realtà, ci si può
chiedere se l’obiettivo mirato, che è senz’altro lodevole,
verrà raggiunto. O se, invece,’
le vittime dell’apartheid non
sarebbero le prime a sopportare l’estendersi della disoccupazione, inevitabile in seguito ad un boicottaggio economico e finanziario del Sud-Africa ».
« Tribune de Lausanne »:
« Bravo. La decisione è coraggiosa ». Ma l’articolo termina così: « Per avere la coscienza... in pace, il CEC dovrebbe
sputare sugli interessi. E na
' scondere il suo denaro sotto
Il materasso. Amen ».
«Le Courrier» (cattolico);
« Sicuramente la decisione del
CEC provocherà reazioni nel
nostro paese. Probabilmente
più di quanto lo hanno fatto
decisioni anteriori simili. Eppure, non dovrebbe sorprendere nessuno, trattandosi solo
della conseguenza logica e attesa della riflessione che il
CEC porta avanti su questo
problema da un decennio a
questa parte.
„ .invocherà il carattere
politico” di questa decisione. Ma tutti coloro che hanno
seguito la questione da diversi anni sanno che questa
decisione è basata su un fon
damento teologico solido. Sintetizzata al massimo questa riflessione si può ridurre al sillogismo seguente; l’apartheid
è incompatibile con la concezione cristiana (in particolare) del rispetto della dignità
umana; i prestiti al Sud-Africa mantengono il regime di
dominazione razziale; dunque
sono inaccettabili, così come
è inaccettabile il deposito di
fondi presso una banca che
favorisce il mantenimento di
un tale regime.
Anche se l’esito di un tale
procedimento è raramente
soddisfacente, deve essere tentato. Credere alla conversione sempre possibile dell’interlocutore fa anche parte del rispetto della dignità umana ».
GIORNALE DEI GIORNALI
Ma quanti sono cattolici?
Nel numero del 28/9/’8] di “Panorama” è comparso un interessante articolo del politologo
(rtorgio Galli^ U quale analizza
I entità della presenza cattolica
in Italia alla luce degli ultimi
avvenimenti.
Panorama
« In un commento su 24 Ore
dopo il referendum suH'aborto
Luigi Pedrazzi, osservatore-partecipante tra i più attenti del
mondo cattolico, paragonò il 17
maggio 1981 al 20 settembre 1870:
una vittoria laica simile alla caduta del potere temporale del
papa. A quattro mesi di distanza,
a seguire l’interesse e la valutazione dei mass media sui cattolici del Movimento popolare e di
Comunione e liberazione, quella
sconfitta sembra trasformarsi in
una vittoria.
Ma. al di là di queste valuta
zioni e venendo all’esame dei
« nuovi cattolici » sotto il profilo
propriamente politico, la sconfitta del 17 maggio resta una sconfitta di ragguardevoli proporzioni e che consente di misurare in
termini precisi e validi il peso
della minoranza cattolica nella
società italiana. I militanti e i
propagandisti raccolti sotto le insegne del Movimento per la vita
dimostrano certamente il dinamismo e la vitalità di questa minoranza. Ma i numeri parlano
chiaro proprio allorché si c
frontano con il loro impegno,
loro parola d’ordine dopo il 1,
maggio è quella divenuta celebre
pei un titolo del loro settimanale, Il Sabato: « Partiamo dal 32
per cento ». Ma, come ho spesso
rilevato, oltre che alle percentuali occorre badare alle cifre assolute. I "sì” al Movimento per
la vita sono stati 10.153.414. Meno di un quarto .su 43 milioni di
aventi diritto al voto. E questo
confronto è più significativo di
quello col numero di voti validi.
con
fia
17
Infatti, il Movimento aveva sostenuto la battaglia sul principio
del "diritto alla vita", che ha avuto qualche consenso di laici autorevoli, ma che era fondamentalmente basato sulla concezione
cattolica in un argomento circa
il quale il non recarsi alle urne
significa rifiuto di seguire un insegnamento essenziale della Chiesa. Quindi .solo un italiano su
quattro (25%) può considerarsi
cattolico -secondo il senso dato
a questo termine dalla Chiesa e
dai seguaci di Casini, Buttiglione
e Formigoni.
Non è chi non veda la sproporzione tra questa percentuale e il
tono della nostra cultura ufficiale, di massa e di élite, che si comporta come se il 90 per cento de,gli italiani fossero davvero cattolici perché risultano anagraficamente battezzati. Sotto il profilo
politico, hanno pesantemente subito l’influenza di questa convinzione tutti i maggiori leaders della sinistra, da Menni e Togliatti a
Craxi e Berlinguer ».
ne. La recente decisione del CEC
è strettamente connessa a questo Programma che, dal 1970, ha
già distribuito 4.775.000 dollari a
vane organizzazioni promotrici
di attività umanitarie. Questi doni « sono destinati ad essere una
delie espressioni deli’impegno del
LR al servizio delia giustizia
Monomica, sociale e politica che
tali organizzazioni favoriscono».
Il 21 settembre scorso, il CEC
ha distribuito 587.000 dollari a 47
dollari allo
bHAPO, Organizzazione del popolo del Sud-Ovest africano • il
territorio più colpito dall’imperialismo bianco del Sud-Africa
Negare, come fanno l’U.B.S. e
la S.B.S., che gli investimenti in
bud Africa implicano un appoggio al regime dell’apartheid equivale a dire che « il denaro non
ha odore ». Questo è il punto dì
wsta ipocrita — o, nel migliore
dei casi, ingenuo — dei capitalisti bianchi europei. Ma cosa ne
pensano i diretti interessati, i
Neri del Sud-Africa? Lo diceva
ancora il vescovo Tutu nel marzo scorso : « Gii stranieri che investono in Sud-Africa devono sapere che i loro investimenti servono a consolidare uno dei sistemi più carichi di odio dopo il
nazismo ». Un sistema che — come lo dimostra un Rapporto delia « Banca dei regolamenti internazionali » (BRI) — era, nel giugno 1980, debitore nei confronti
delle banche estere di ben 7,3 mibardi di dollari e di 2.8 miliardi
di (tollari di crediti non impiegati. Dal 1978, le maggiori banche
impegnate sono di gran lunga
quelle tedesche e svizzere, e una
parte cospicua dei prestiti serve
a finanziare il programma militare Il cui bilancio è quadruplicato nell’ultimo decennio !
Bastano questi dati eloquenti
a dmostrare che tra la logica
del Capitale e la logica dell’Evangelo non vi può essere compatibilità. Gesù stesso lo diceva:
« Niuno può servire a due padroni... Voi non potete servire a Dio
e a Mammona» (Matteo 6: 2425). La decisione del CEC non è
altro che l’aver messo in pratica
quest’invito ; per questo appare
cosi radicale, ma si tratta della
radicalità che l’Evangelo ci richiede quando lo si prende sul
serio. Come dice John Bluck:
« Se questo dibattito interpellerà
Il mondo intero, è e sarà prima
di tutto un dibattito alTinterno
delle Chiese. E’ un dibattito difnelle ma non nuovo : in o^ni
tempo i cristiani impegnati nel
mondo sono stati confrontati a
questo tipo di problema in riferimento alla loro fede. Il CEC
ha_ voluto così mettere la propria casa in ordine ristabilendo
una certa coerenza tra il dire e
Il Adesso tocca ad ognuna
delle Chiese di prendere partito
e ad ogni cristiano di riflettere
e di agire ».
E se cominciassimo col vedere se la nostra casa valdo-metodista è in ordine?
Jean-Jacques Peyronel
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