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Anno 120 - n. 23
8 giugno 1984
L. 500
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Slg. PELLEGRINI Elio
Via Caiuti Liberta’ 3
1C066 TOxRRE PELLICE
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGEUCHE VALDESI E METODISTE
»
MESSAGGIO DI PENTECOSTE DEI PRESIDENTI DEL CONSIGLIO ECUMENICO
La frontiera è il simbolo della sovranità nazionale, la linea
che la circoscrive, la limita ma
anche la esprime. Fin lì un territorio, un ordinamento, una divisa, una lingua ; più in là, a
qualche decina di metri, un altro
territorio, un altro ordinamento,
un’altra divisa, quasi sempre
un’altra lingua. Nella Comunità
europea da anni le frontiere hanno perso una parte del loro valore con i trattati della libera
circolazione delle merci e della
manodopera. Per cui l’abolizione di frontiere e dogane tra due
paesi come Francia e Repubblica federale tedesca, appare come un gesto più simbolico cbe
sostanziale.
Ma appunto: questo gesto —
colto pienamente da Repubblica
che, tra la scarsa attenzione prestata dagli altri giornali a questo particolare, ha titolato vistosamente in prima pagina « Parigi-Bonn senza frontiere » — parla il linguaggio immediato e vivido dei simboli. Tornano in
mente la frontiera del ’14-18, martoriata, scavata da trincee aperte come ferite, quasi immobile
n©”iO spaventoso braccio di ferro tra le due potenze ; o la « linea
Maginot », ¡’orgogliosissima difesa insormontabile predisposta
dai francesi che nel 1940 volò via
come un fuscello sotto la pressione deU’invasione nazista... E’
possibile che tutto questo appartenga dawero ormai solo al passato, ad una storia resa irripetibile dalla cancellazione di quella frontiera?
Il simbolo rinvia al di là di
se stesso. L’abolizione della frontiera significa una scelta di sostanziale limitazione della sovranità nazionale come linea indicata da Mitterrand e Kohl agli
altri paesi europei. E’ probabilmente una scelta quasi obbligata, dato il fallitnento dell’Euro.^a delle sovraìinlà nazionàTi, Ina
e T'tìf'^éntpreTina^celtà'E il non
farla potrebbe essere l’autonegazione dell’Europa. Reinhold Ñiebhiir- iini^j^ei maggiori t^goT^
di questo secolo, ha applicato al
dísegñiTTRíi sorgere e decadere
delle civiltà tracciato dallo storico Arnold.^ Toynbee una delle
più note parole di Gesù (Marco 8: 35) intendendola come una
legge che nelle svolte storiche
pone spesso l’alternativa tra il
rinundare e salvarsi e l’irrigidirl sT e pérdersX"X!®si per esempio
I la nobiltà ha accettato di perde' re gran parte del suo potere in
Inghilterra e si è salvata, si è ir- |
j rigidità ed è stata spazzata via I
in Francia. J
Oggi si gioca il destino dell’Europa, forse proprio sulla volontà o sul rifiuto di una limitazione della sovranità nazionale
a cui può corrispondere la salvezza del progetto europeo o il
suo definitivo tramonto.
Al di là dei contenuti particolari, e discutibili, che Mitterrand
e Kohl hanno dato al loro incontro e al loro accordo per essere « motore dell’Europa », il
gesto da loro compiuto — tra
I’indiflerenza di paesi ripiegati
su Ipro'^essi e fazioni intBTessàte solo a~6ontarsi — costituisce un forte simbolo che fa appello alla nostra risposta.
Franco Giampiccoli
Proclamiamo la vita, dono di Dio
Preghiamo perché un po’ del miracolo della Pentecoste ci illumini e ci dia il coraggio di superare tutte le divisioni impegnandoci in una relazione con Dio, con gli altri, con la natura
Cari fratelli e care sorelle delle Chiese membro del Consiglio
Ecumenico delle Chiese,
Dieci mesi or sono, la sesta Assemblea del Consiglio Ecumenico delle Chiese vi mandava un
messaggio da Vancouver. Vorremmo ricordarne, qui con voi,
alcuni passi:
« Il nostro mondo, il mondo di
Dio, deve ora scegliere tra ”la
vita e la morte, la benedizione e
la maledizione”... Questa scelta
decisiva ci costringe oggi a proclamare che la vita è dono di Dio.
In tutta la sua pienezza essa è il
riflesso della comunità d’amore
di Dio Padre, Figlio e Spirito
Santo. Questo è il modello di ciò
che dev’essere la nostra vita, questo dono miracoloso e glorioso,
senza prezzo, fragile e insostituibile. La vita nella sua pienezza si
manifesta solo laddove ci apriamo ad una relazione con Dio, con
gli altri e con il mondo naturale».
Noi che leggiamo e sentiamo
queste parole oggi, in questa festa di Pentecoste abbiamo ancora
il dono della vita. Ma numerosi,
troppo numerosi sono coloro i
quali, nei mesi trascorsi, sono
morti, vittime della fame o della
violenza. La loro morte non ces
sa di sconvolgerci, tanto più che
abbiamo appena scoperto di nuovo quanto preziosa è la vita che
Dio dà ad ognuno di noi.
Il frutto dello Spirito
Qggi celebriamo la festa dello
Spirito Santo, non solo come una
festa del ricordo, ma come la festa deH’attesa della sua venuta.
L’apostolo Paolo ha descritto,
nella sua epistola ai Calati, ciò
che succede quando lo Spirito
Santo è presente.
« Ecco il frutto dello Spirito:
amore, allegrezza, pace, longanimità, benignità, bontà, fede, dolcezza, padronanza di sé » (Calati 5: 22-23).
Queste parole descrivono le verità più profonde della nostra
vita.
L’amore è risposta all’amore
di Dio per il mondo, manifestato nella vita, la morte e la risurrezione del suo figlio; è realizzazione di tutti i nostri doni: dedizione e sacrificio di sé, affetto
e tenerezza, apertura e tolleranza. L’amore è dare e ricevere sicurezza, è impegnarsi gli uni per
gli altri, è mostrarsi solidali con
le nostre sorelle e coi nostri fra
La vita è dono
di Dio,
senza prezzo,
fragile e
finsostituibile
telli nel mondo intero.'
Non è un caso che l’amore sia
il primo fra i doni citati da Paolo, perché l’amore è il fondamento di tutti i doni e perché tutti i
doni si riassumono in esso. Dall’amore derivano gli altri « frut
PENTECOSTE 1984
Stare insieme in preghiera
Atti 2: 1-13
Per il nostro tempo caratterizzato non solo da un mirabile
progresso tecnologico e scientifico, ma altresì da uno sfrenato
materialismo tendente a sopraffare ogni valore spirituale, che
senso vuò avere quel « stare insieme in perseverante preghiera »
dei primi 120 credenti radunati
là nella sala di Gerusalemme in
fiduciosa attesa del dono dello
Spirito santo promesso da Gesù? Dove sono oggi i cristiani
disposti, non dico a stare delle
settimane in continua orazione,
ma ad attendere con fiducia l'adempimento delle promesse di
Gesù? Eppure, se davvero aspiriamo a « nuovi cieli e a nuova
terra in cui abiti la giustizia »
(Il Pietro 3: 13); se davvero siamo sei-ìsibili alle urgenti necessità di pace, di giustizia e di libertà fra tutti i popoli; se davvero ci rendiamo conto dell'incombente pericolo di un olocausto nucleare che annienterebbe
la vita sul nostro pianeta, da autentici credenti in Cristo Gesù
noi dobbiamo mantenere salda
la nostra fiducia nella parola
del nostro Signore e nei suoi comandamenti. E quindi « stare insieme in perseverante preghiera »; vale a dire: uniti dal vincolo dell'amore fraterno e in
costante rapporto con Dio nella
assoluta fedeltà alla sua parola,
ascoltando ciò che lo Spirito dice alla chiesa.
Poi c’è il grosso "fatto" —
pur esso incompreso dalla men
te umana — della discesa dello
Spirito santo. Qui non si tratta
di trovare una spiegazione razionalistica, sarebbe cosa vana.
Qui ci troviamo dì fronte ad uno
di quei fatti che sono comprensibili solo se inquadrati nella
visione delle cose di Dio. Eppu-,
re in questa visione così apparentemente lontana dalla comprensione umana, vi sono delle
realtà di una potenza straordinaria e formidabile. Non è la
forma esteriore dell’avvenimento che ci deve impressionare,
ma la sostanza di esso coi suoi
meravigliosi effetti. E qual è questa meravigliosa sostanza?
In quel luogo — ci dice il nostro testo — erano radunate 120
persone: uomini, donne, apostoli, laici; quindi, tutta la chiesa.
Una chiesa senza alcun patrimonio storico se non i pochissimi anni vissuti al seguito di Gesù. Una chiesa senza una scuola
teologica se non la scuola dell'Evangelo. Una chiesa senza dottori, senza sacerdoti, senza riti,
senza alcuna massa di popolo
credente. Ma avente per Maestro
e Sommo Sacerdote Cristo Gesù, per rito l'agape fraterna a
ricordo del sacrificio di Cristo,
per massa di popolo credente
la folta schiera dei peccatori, dei
pubblicani, delle meretrici pentiti dei loro peccati e redenti dal
Redentore Gesù.
Ebbene, questa chiesa così povera e spregevole di fronte al
mondo, ma pur così ricca ed apprezzata al cospetto di Dio, deve
« andare per tutto il mondo a
predicare l’Evangelo ad ogni
creatura ».
Questa chiesa deve affrontare
il mondo: il mondo degli increduli, degli indifferenti, dei violenti: « Ecco, io vi mando come
agnelli in mezzo ai lupi », aveva
detto Gesù (Luca 10: 3).
Questa era ed è la chiesa di allora e di sempre; anche la chiesa di oggi, la quale deve affrontare le più terribili tentazioni.
Nel suo libro «Tempo di confessione e di rivoluzione », il
professore Vittorio Subilia scrive: « Per la prima volta nella
storia, siamo impegnati a predicare l'Evangelo in un mondo non
religioso ». È vorrei aggiungere:
« in un mondo di disperazione ».
Sì, il nostro tempo è tempo di
disperazione in cui i giovani cercano rifugio nella droga e i vecchi vegetano nello squallore della buia solitudine.
Ebbene, come la chiesa supererà oggi le dure prove? Come
saprà resistere? Con quale forza
e con quale arma essa potrà
combattere il « buon combattimento della fede »? Come riuscirà a predicare l’amore in un
mondo di odio, e la giustizia in
un mondo di soprusi? Vi è una
Sola arma data da Dio alla chiesa: « la spada dello Spirito, che
è la Parola di Dio » (Efes. 6: 17).
Ed è proprio questo il dono
ineffabile che il Signore offre alla chiesa in ogni tempo, come
una continua ed inesauribile
Pentecoste: il dono dello Snirito
Giuseppe Anziani
(continua a pag. 6}
ti dello Spirito »: la longanimità, che ci dà più discernimento
e più pazienza di quanto ne possediamo naturalmente; la dolcezza che ci impedisce di giudicare gli altri secondo i nostri propri criteri, dall’alto della nostra
superiorità; la padronanza di sé,
che ci trattiene dal mettere in
pratica tutto ciò che sarebbe tecnicamente possibile; la bontà e
la benignità, che ci permettono
di incontrare gli altri con fiducia
in un rapporto profondo; la fede,
che spera contro ogni speranza.
Cari fratelli e care sorelle, abbiamo bisogno di questi doni
quando, con tutta la nostra impazienza e il nostro fervore,
tendiamo verso una pace fondata sulla giustizia.
Alla prima Pentecoste, lo Spirito Santo ha riunito uomini e
donne dalle origini, lingue e culture diverse, e ha dato loro di
capirsi pienamente gli uni gli altri. Qgnuno sentiva parlare gli
altri nella sua lingua materna,
in un modo che gli era familiare, e si sentiva a casa sua. Era
come se tutti fossero stati membri di un solo popolo. Preghiamo dunque perché oggi un po’
di questo miracolo ci illumini e
ci dia il coraggio di superare
tutte le divisioni, di impegnarci
in « una relazione con Dio, con
gli altri e con il mondo naturale ». Allora i nostri cuori saranno riempiti di gioia, si rallegreranno del dono della vita fin
d’ora e per sempre.
In questa attesa vi salutiamo
tutti, sorelle e fratelli in Cristo.
INSERTO
Nell’anno in cui la nostra presenza evangelica nel Sud è stata proposta dal Sinodo all’attenzione delle chiese, pubblichiamo nel prossimo numero un inserto di 4 pagine
preparato dalla Commissione del
IV Distretto che potrà essere diffuso nelle chiese al di là della
cerchia degli abbonati. Costo L.
300 la copia. Ordinare urgentemente
telef. in redazione 011/655.278.
2
2 fede e cultura
ì
8 giugno 1984
TRA I LIBRI
La speranza messianica
Segnalazioni
Protestantesimo
Questo ìbel libro di Armido
Rizzi riassume in una sintesi magistrale il fenomeno del messianesimo, partendo da ima attenta
analisi dei testi biblici nella ricerca deirimmagine dei tempi,
delle figure dei profeti che hanno
incentrato il loro messaggio sulla
speranza messianica. L’opera si
divide in due parti: la prima sul
messianesimo biblico, sviscerando i grandi problemi della sapienza, della storia e del quotidiano nonché le strutture del
messianesimo. Segue Gesù, visto
nella sua dimensione apocalittica e profetica, la sequela, la croce e il pane. Inoltre la Comunità
attorno al Messia e la consapevolezza di essere il nuovo Israele.
La seconda parte, non sempre
facile, intitolata «La vita quotidiana e la ricerca del senso »
rende presente la fede nella storia e come il messianesimo, che
storicamente è stato inteso più
spesso in senso spiritualistico e
raramente nella sua dimensione
politica, di conseguenza, di fronte all’impossibilità di definire
la scadenza deiravvento del Regno, viene vissuto come anticipazione e parziale possesso dei beni messianici futuri, mentre dal
lato apposto viene sottolineata
l’urgenza al cambiamento repentino della società.
Si parla perciò del « messianesimo del quotidiano », cioè dello
spazio reale dove vivere la fecondità dello Spirito nella storia.
I
M. C.
Messianesimo nella vita quotidiana (Collana « Cronache teologiche ») 1981 - Casa Editrice
Marietti, Torino, pp. 260, lire
8.000.
I Salmi nello
specchio della
creazione
Prosegue in questo secondo libro l’itinerario del prof. Gianfranco Ravasi nel mondo poetico
dei Salmi: egli ci presenta infatti altre 47 liriche del Salterio,
corredate da splendide fotografie. I versi citati affrontano in un
primo momento il tema del dolore: l’uomo, assillato dalle ingiustizie sociali, dalla carestia affettiva, dalle malattie e dai problemi pratici, si rivolge a Dio senza
preamboli né diplomazia, invoca
il Suo intervento ora con fiducia,
ora con impazienza («Svegliati,
perché dormi, Signore! »).
Molte situazioni citate dai Salmi sono di sorprendente attualità: c’è Tamaro lamento di un
malato che si accorge di contare
sempre meno nella società dei
« sani »; il pianto di un esiliato;
la tragedia di chi vede un amore, un’ amicizia infrangersi nel
tradimento, il tutto espresso con
immagini spontanee, chiare, vigorose, dipinto coi colori accesi
tipici della poesia orientale.
Spesso all’ansia, agli interrogativi, allo strazio umano si contrappone il misterioso, esasperante silenzio divino, ma la preghiera non si spegne mai nella
disperazione; dono aver attraversato l’area dell’ira e della solitudine, il fedele ritrova la speranza e ricomincia a sognare un
mondo diverso, di serenità e di
pace: ecco allora gli inni, i carmi fiduciosi, gli annunci messianici carichi di entusiasmo.
« 1 Salmi nello specchio della
creazione n. II » è edito dalle edizioni Paoline, ha 153 pagine e costa L. 20.000.
E Johnny
prese il fucile
Questo libro, realistico e sconvolgente, è opera di Dalton Trumbo, im pacifista ante litteram:
venne pubblicato per la prima
volta nel 1939, negli Stati Uniti,
mentre infuriava un certo tipo di
patriottismo; fu messo ufficialmente al bando dopo Pearl Harbour e ristampato nel ’45.
Il messaggio di D. Trumbo purtroppo è ancora attuale, incombente più che mai; egli ci descrive con ricchezza di particolari
l’esperienza di un sopravvissuto,
ohe continua ad esistere nonostante le mutilazioni riportate in
battaglia. Un’esplosione ha privato Johnny delle gambe, delle
braccia, del volto, riducendolo a
un tronco senza autonomia, costretto a vegetare nel buio, in un
mondo angoscioso, senza immagini, né suòni; solo il cervello rimane lucido, pieno di ricordi, di
domande senza risposta.
Quanti soldati, si chiede l’Autore, perdono gli arti, o la ragione, o la vita, combattendo
guerre senza senso?
Credo che ci troviamo di fronte a un libro importante: meriterebbe di essere diffuso, soprat
tutto nelle scuole, perché i giovanissimi possano riflettere sugli
orrori della guerra, imparare a
odiarla e a evitarla prima che
sia troppo tardi.
L’opera è edita da Bompiani,
nella serie Tascabili, costa L.
6.000 e ha 252 pagine.
E. M.
Storie vere
di animali
Anita Simeoni ha sempre amato le bestie, tutta la sua vita è
stata popolata di amicizie a quattro zampe: in questo libro ci
propone i suoi ricordi più simpatici, significativi, divertenti. Si
tratta di racconti brevi, spigliati,
gentili: conosciamo così i cani
Pitagora e Messalina, la tartaruga Gelsomina, la gatta Cecetta,
rm veterinario altruista e parecchie altre figure indimenticabili.
Il libro si rivolge soprattutto
ai bambini molto piccoli, ma riscuoterà l’approvazione di tutti
coloro che amano la natura e le
cose genuine. I disegnini poetici
sono opera delTAutrice. « Storie
vere di animali » è edito da Lala,
costa L. 5.000 e ha 73 pagine.
E. M.
Prosegue sull'ultimo numero di Protestantesimo, il trimestrale della Facoltà valdese di teologia, la riflessione
su Lutero con tre ricchi contributi: Maron, delTUniversità di Kiel, interviene
su un singolare accostamento: « Lutero e Ignazio di Loyola », Giorgio Tourn
presenta un suo studio sul recente libro di Miegge dedicato alla Riforma
protestante e Subi Ila scrive su " La
cattolicizzazione di Lutero ». Da segnalare anche la rassegna di Gino Conte
su “ Letture di Giobbe » e un breve
saggio su «Ecumenismo e mariologia».
Una ventina di recensioni (opere teologiche e storiche) chiudono il fascicolo.
Protestantesimo 2/1984, Roma - Abbonamento 1984 L. 15.000 su c.c.p. n.
14013007 intestato a Libreria di cultura religiosa, Piazza Cavour 32
00193 Roma.
Vi sono poi le abituali recensioni
per adulti e bambini, la proposta di
due recite, lavori manuali e inni per
bambini.
Per maggiori dettagli e per abbonarsi rivolgersi a una delle librerie Claudiana di Milano, Torino e Torre Pellice
0 direttamente presso il Servizio Istruzione Educazione, Via della Signora 6,
20122 Milano.
Gioventù Evangelica
La Scuola Domenicale
« Il bambino sordo a scuola » di M.
Bein, « Proposte correrete per 1 bambini che bagnano il letto » di F. Rovetto, « Una scuola elementare nuova per
nuovi programmi » di M. A. Hugon,
« L'ora di religione evangelica nelle
scuole pubbliche del Canton Ticino »
di O. Rauch, questi sono i titoli di alcuni articoli apparsi sul n. 4 di aprile
della Rivista « La Scuola domenicale ».
Esso contiene inoltre la presentazione
del libro molto atteso « L’informatutto
biblico-storico » a cura di D. Garrone,
del « Cantiamo a Te » a cura di S. Dupré e del noto « La Bibbia raccontata
ai fanciulli » di E. Rivoir.
anno XXXIV - n. 86 - aprile 1984
editoriale: Lotte operaie nella ristrutturazione capitalistica, di Paolo Ferrerò
studio biblico: Il sale della terra, la
luce del mondo, di Silvia Rutigliano
TEOLOGIA
La fede nel crocifisso risuscitato: una
rivoluzione silenziosa, di Giorgio Girardet
PROTESTANTESIMO
Ulrico Zwingli e la riforma a Zurigo,
di Sergio flibet - La ricerca storica
moderna intorno a Zwingli
INTERVENTI
Le ambiguità della sinistra tra violenza e garantismo, di Francesco Ciafaloni . La guerra e la Bibbia, ovvero la pace esiste?, di Jean-Pierre
Molina
MATERIALI
Riflessione teologica sul problema dell'identità - Vita e destino, di Toti
Bouchard - Estate 1984: i programmi dei campi nei centri giovanili.
gioventù evangelica, via Luigi Porro
Lambertenghi 28 — 20159 Milano —
sottoscrizione per il 1984: annuale L.
12.000 - estero L. 15.000 - sostenitore
L. 20.000 - versamenti sul ccp 35917004
OBIETTIVO PRIMARIO
Caro direttore,
in merito agli interventi pubblicati
sul tuo giornale a proposito della « nota » che conclude il culto-radio domenicale, il Servizio stampa radio televisione della FCEI ritiene utile fornire
alcune precisazioni sulla linea seguita
nella programmazione radiofonica.
L'obiettivo primario che abbiamo individuato è quello di ricercare le formule più idonee a caratterizzare la nostra predicazione complessiva, basandosi in questo caso su prese di posizione evangeliche su fatti di attualità.
E' un'impresa non facile per la quale
sono necessarie molte caratteristiche
riassunte nella stessa persona: idoneità al mezzo espressivo, grande capacità di sintesi, solida preparazione teologica, ottima capacità di divulgazione,
linguaggio comprensibile a tutti, grande disponibilità a dare continuità all'impegno assunto.
Su queste basi è stato impostato finora il nostro lavoro, e cosi continuerà in futuro con l'augurio che queste
doti e queste disponibilità possano essere messe a disposizione di questa
importante forma di testimonianza evangelica da parte del maggior numero possibile di persone.
Cogliamo quindi l'occasione per rivolgere un invito a quanti fossero disponibili per questo tipo di impegno
(volontario!) a mettersi in contatto con
il nostro Servizio.
Il notevole successo di ascolto ottenuto finora resta comunque un motivo
di incoraggiamento a proseguire in questa direzione e di gratitudine verso
chi finora se ne è occupato.
Il Servizio Stampa Radio Televisione della Federazione Chiese
Evangeliche in Italia
A coBoquio con i lettori
L’OROLOGIO DI DIO
E. M.
Desidero esprimere tutta la mia sincera e cristiana simpatia al fratello Elia
Boceara di Milano per i suoi molteplici articoli inerenti al problema ebraico
che io personalmente condivido in tutto e per tutto.
Se non tosse per questo fratello, mi
si permetta di dirlo, la Luce se ne
interessa molto poco; pagine e pagine
vengono dedicate ai vari problemi nel
mondo (che hanno il loro valore, non
lo metto in dubbio), ma argomenti quali la triste situazione medio-orientale
0 meglio la situazione del popolo ebraico e la storia d'Israele vengono vagamente accennati una volta ogni tanto.
Personalmente avendo anche una discreta conoscenza della Sacra Scrittura
e una volontà di leggerla e capirla meglio, sono più che mai convinto che
essa ci parla del popolo eletto di Dio,
e del futuro di esso cioè le benedizioni che l'Eterno ha in riserva per gli
Ebrei e nello stesso tempo il popolo
d'Israele è l'orologio profetico di Dio
e il campanello d'allarme per la chiesa
dei credenti ed un segno tangibile del
glorioso ritorno del Cristo.
Un altro argomento che desidero accennare molto velocemente, è la prossima visita che il capo della chiesa romana farà in Svizzera al Consiglio ecumenico delle chiese a Ginevra nel mese
di giugno. La radio di Lugano ha per
l'occasione dato la notizia che un forte gruppo di « protestanti attivi », sono parole sue, ha inoltrato una chiara
protesta al consiglio federale di Berna
poiché in questa sua seconda visita
nella terra della riforma il papa incontrerà il presidente della confederazione
Pierre Obert e ciò viene giudicato un
segno di favoreggiamento nei confronti
della Chiesa cattolica ed un riconoscimento di una autorità religiosa che è
contraria allo spirito evangelico riformato: questa è la protesta del movimento degli attivisti.
Ciò mi ha dato da riflettere ed è
molto rincuorante sapere che nel mondo non tutti gli Evangelici si sono lasciati attirare nelle braccia della chiesa
di Roma e affascinare dal movimento
ecumenico nel mondo, ma grazie a
Dio ci sono ancora dei credenti biblici
fedeli alla Sua Parola che rimangono
bene ancorati in Cristo anche se ciò
comporta sofferenze derisioni incomprensioni da parte dei fratelli.
La Parola di Dio ci assicura che la
vittoria sarà Sua; a noi non rimane altro da fare che rimanerGll fedeli fino
alla Sua venuta.
Cordialmente suo in Cristo
Ivo Blandino, S. Antonino di Susa
difficile ora del protestantesimo sotto il
nazismo erano magistralmente collegate dalla limpida testimonianza di Neri
Giampiccoli che ci ha aiutato a capire il passato e a riflettere sui nostri
compiti oggi. Abbiamo così scordato altre trasmissioni un po' piatte e non ci
siamo resi conto dell'era tarda: l'attesa è stata ampiamente ripagata.
Grazie e buon lavoro
Seguono le firme
IVE PONS
battendo due nemici viscidi, insidiosi:
il canoro e la solitudine... Si interrogava spesso sul significato della sofferenza fisica che la tormentava, certo essa
non poteva venire da Dio, da quel Dio
d'amore e di gioia in cui credeva con
tanta tenacia; intanto lottava per umanizzare le strutture ospedaliere. Era
un'anima libera, indipendente, ma a
volte i numerosi impegni sociali e religiosi non bastavano a motivarla, sola
nell'alloggetto torinese sentiva la mancanza di affetti costanti, consolatori,
profondi.
Ive lascia il ricordo di un'esistenza
coraggiosa, limpida, ci ha dimostrato
che anche soffrendo si può rimanere
attivi, sensibili alle necessità altrui, vivi nel senso più profondo della parola.
Edi Morini, Pomaretto
Fio conosciuto Ive mentre lavoravo
alla revisione de « Il nido dell'orso »: a
dispetto della differenza d'età, si era
stabilita tra noi una solida amicizia.
Credo di poter dire che Ive ha dedicato tutta la sua esistenza agli altri: è
stata insegnante elementare, monitrice,
femminista ante litteram, presente in
tutte le attività della chiesa, aperta al
dialogo e sempre pronta a battersi contro ingiustizie, clientelismo, fanatismi.
Non era ciò che si definisce una persona « comoda », diplomatica; cercava
la verità, la chiarezza, le soluzioni concrete, l'azione, anche a costo di scontri e polemiche non indifferenti. Amava la natura, gli animali, i bimbi, i sofferenti e gli indifesi in genere: molti
ricordano la sua disponibilità, la preziosa capacità di amare i meno amabili che la distingueva.
Ha trascorso i suoi ultimi anni com
Protestantesimo
in Tv
LUNEDI’ 11 GIUGNO
Ore 22.45 - II Rete
IL CEC RICEVE LA VISITA
DEL PAPA
La trasmissione chiarisce
agli spettatori la natura dell’interlocutore meno conosciuto (CEC). In studio Paolo Ricca e Giorgio Bouchard chiariranno le ragioni storiche,
ecclesiastiche, teologiche per
cui il protestantesimo italiano appare più esitante di altri al dialogo con la Chiesa
cattolica.
APPREZZAMENTO
Abbiamo apprezzato moltissimo l’ultima trasmissione di Protestantesimo in
TV dedicata al Sinodo di Barmen del
1934. Questa trasmissione è piaciuta
anche ad una quindicina di donne delle Valli valdesi impegnate nel lavoro
della chiesa, che hanno seguito con
grande interesse il servizio andato in
onda lunedì 28 maggio.
Le interviste ai protagonisti, la ricostruzione storica e teologica di quella
Collaboratori cercansi
Presso il CENTRO GIOVANILE PROTESTANTE (Gould)
sono disponibili i seguenti lavori;
— da giugno: un/a incaricato/a del servizio di foresteria con
compiti cura e pulizia dei locali e di accoglienza degli ospiti; un incaricato/a per il lavoro di segreteria;
— dal prossimo settembre: educatori/educatrici con conoscenze, eventualmente anche solo teoriche, nel settore educativo e disponibilità al lavoro di gruppo. Possibilità di
collegamenti esterni per il perfezionamento della professione. Le caratteristiche del lavoro lo rendono idoneo anche per una coppia. Si ritengono opportuni contatti e soggiorni preliminari orientativi presso la comunità.
Le assunzioni si effettuano in base alle normative in vigore e contemplano la possibilità di vitto e alloggio.
RIVOLGERSI al C.G.P. - Gould, via Serragli 49 - 50124
Firenze - tei. 055/21.25.76.
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8 giugno 1984
fede e cultura 3
« IL PROCESSO » E ALTRI ROMANZI
Attualità di Kafka
Nelle pagine dell’autore praghese, a cento anni di distanza, si riflettono angosce e speranze del nostro tempo - Una teologia in negativo?
A sentire l’altra sera in TV le
dichiarazioni di Enzo Tortora,
candidatosi per il Parlamento
europeo nel partito radicale, mi
è tornato alla mente un famoso
libro di Kafka; « Il processo ».
Ora io non so — e chi lo sa? —
se l'ex presentatore del popolare
programma televisivo « Portobello » è veramente implicato in
fatti di camorra oppure è innocente ed ha sinora ingiustamente
subito il carcere. E’ un argomento che appassiona gli italiani,
soprattutto quelli che tante volte si sono commossi davanti al
piccolo schermo quando Tortora
combinava incontri di dispersi,
dava spazio a piccole storie di
vita. ...—
Comunque sia non condivido
il suo stile, alla Toni Negri, di
avvalersi di una prossima immunità parlamentare per sottrarsi al verdetto della giustizia.
Ma il caso Tortora fa riflettere
su come la giustizia possa entrare in modo tremendo, improvviso nella tua vita e travolgerla. E
in quante case di innocenti la
giustizia è pesantemente entrata, segregando la persona in carcere per poi restituirla, mesi dopo, distrutta, alla vita normale.
Su questa questione e tutto ciò
che le sta intorno Kafka si presenta incredibilmente attuale.
L’angoscia, la paura che attra\ersano i suoi libri serpeggiano
anche nella nostra società: il
gran parlare di pace, di tenerezza, di futuro tradiscono la paura
nei confronti degli idoli di morte che ci circondano, il disgusto
per i rapporti umani freddi ed
apistici che esprimiamo e l'asscni^dT una prospettiva per cui
\alga la pena__di vivere.
Il ’’Processo”
tradotto da P. Levi
Alla fine del « Processo » Josef
K. muore sotto i colpi dei suoi
aguzzini, senza sapere perché.
Muore vergognandosi di far parte di un genere umano che uccide senza motivo. Prefigurazione
dell'antisemitismo e delle moderne dittature? Il tribunale del
« Processo » che giudica Josef K.
può essere la rappresentazione
di J^yé, può essere la stessa
malattia che, improvvisa, aggrediràTfafka, può essere qualsiasi
sistema politico che impazzisce
e ti dà la caccia sino alla morte.
L’intreccio dei motivi e delle riflessioni del « Processo » sono
stranamente attuali. Eppure il
libro ha più di 70 anni.
Esattamente un anno fa usciva, per i tipi dell’Einaudi, una
nuova traduzione de « Il processo » a cura di Primo Levi. Un
ebreo che traduce un altro ebreo,
ma si potrebbe anche dire un
uomo equilibrato che ha imparato ad amare la vita dal fondo
del "lager” nazista e che traduce, e quindi si confronta con il
dolore e l’irrazionalità, di Kafka.
É' ùrToperazione possiBìTe.-' « Si
— ammette Levi in un biglietto
che m’inviò all’uscita del volume — ma è un libro difficile e
terribile ».
Eppure un confronto con Kafka è sempre importante. In qualche modo lo ha anche sottolineato la serie interminabile di
simposi e seminari che si sono
tenuti lo scorso anno per il suo
centenario. C’è chi lo ha dipinto
come appare in molte fotografie,
vestito di nero con gli occhi febbricitanti, propagatore di un'etica e un’estetica dell’assurdo. C’è
chi ha riscoperto il Kafka “ricco
di « wiz » ebraico che sa ridere
sino alle lacrime anche dei suoi
scritti e della vita stessa. L’incontro con Kafka ha una sua dimensione teologica, anche se negativa. Egli dipinge — per dirla
con Camus — « il quotidiano
passaggio dalla speranza alla disperazione e dalla saggezza disperata alla cecità volontaria.
La sua opera è universale solo
in quanto vi viene rappresentato
il commovente aspetto delTuomo che fugge l’umanità, che'*aT^
tmge dalle sue contraddizioni le
ragioni per credere, e chiama
vita il terrificante noviziato della morte ».
Attesa messianica?
Con Kafka si va verso gli estremi confini del pensiero umano.
La disperazione, l’estraneità che
incontriamo nei libri di Kafka
sono in parte le nostre: anche
per noi il corpo può esserci
estraneo, e così anche il mondo
in cui viviamo e la giustizia che
può caderci addosso. Rimangono dunque soltanto desolazione
e morte? Forse nelle versioni
teatrali e cinematografiche di
Kafka sì (non è su quel terreno
che è nato l’aggettivo: ’kafkiano’ per designare l’assurdo e altre cose?) ma nei romanzi lo
sguardo di Kafka è molto più
penetrante. Esso è rivolto verso
un Messia, credo, che accenderà
finalmente la luce nel « Castello », giudicherà nel « Processo »
sulla base di una memoria esatta degli avvenimenti e riconcilierà la mente col corpo àbolen
dò ogni « ivietamorfusl ». _
Non è possibile leggere Kafka
prescindendo dalla sua conoscenza delle Scritture e dal suo amore per la tradizione ebraica. In
una lettera del 1921 Kafka ammette di sentirsi come un fiore
che guarda sì verso il sole — e
chi non lo farebbe? — ma « ...non
può curvarsi, scalzare il terreno
e controllare, ma deve fare come gli altri fiori e tenersi ritto,
pur con stanchezza ». Solo la fine del disordine della creazione^
annullerà il bisogno di andare
alla radice dell’esistenza, del male e della morte. Ma l’attesa di
questo momento non è l’attesa
del credente? L’impossibilità di
raggiungere con le proprie forze
la Grazia, Tessere succubi di potenti forze malvage spirituali e
di lottare contro di loro costituiscono il terreno su cui il credente misura le proprie forze.
Giuseppe Platone
VINTEBBIO
Il messaggio
di Fra Doicino
La sera del 4 maggio u.s., la
Comunità Metodista locale si è
fatta promotrice, presso l’Accademia di Cultura di Serravalle
Sesia, di una conferenza-dibattito sul tema « Fra Doicino: quale messaggio per l’uomo di oggi? ». Relatore appassionato è
stato il prof. Gustavo Buratti,
membro del « Centro studi dolciniani » di Biella, l’unico esistente in Italia. L’uditorio, numeroso e particolarmente attento ed
interessato, dapprima ha avuto
modo di assistere alla proiezione di una magnifica serie di diapositive, molto opportunamente
commentate, sui luoghi dell’Alto
Vercellese, Valsesia e Biellese,
che furono teatro della vicenda
coraggiosa quanto sfortunata
dell’« eretico » valsesiano. Successivamente, il conferenziere,
sulla scorta dei pochi documenti storici pervenutici — che purtroppo sono in massima parte
sospetti quanto ad attendibilità,
trattandosi di carte prodotte
dalla controparte, ossia dagli inquisitori ed aguzzini che infierirono su Doicino e gli Apostolici suoi seguaci — ha esposto
la sua interpretazione di quei
fatti tragici che all’inizio del secolo XIV insanguinarono le nostre montagne.
non ha dubbi in merito. Doicino è stato chiamato dai Valsesiani in aiuto contro la tirannide e l’arroganza del nuovo padrone, il vescovo di Vercelli, che
aveva rimpiazzato il conte di
Biandrate e che era altrettanto
inviso. Siamo dunque di fronte
ad un caso di lotta per la libertà
e la giustizia che, come spesso
è avvenuto e ancora oggi talvolta accade, deve essere combattuta contro le forze reazionarie
espressione del mai abbastanza
deprecato connubio trono-altare.
Il messaggio di Doicino? E’ essenzialmente quello evangelico,
che egli ha vissuto fino in fondo, senza timore alcuno per le
conseguenze, anche a costo di
perdere la propria vita attraverso la sublimazione del martirio;
amore per la giustizia, solidarietà col prossimo travagliato,
pressante invito alla comprensione ed alla tolleranza nei confronti di chi è diverso da noi.
C. D.
TARANTO
Testimonianze
su pace e disarmo
Si è testimoni di ciò che si vive e si parla di quello che si è
sperimentato.
E’ appunto ciò che hanno tentato di dimostrarci i due giovani evangelici Francis Rlvers del
Movimento Cristiano Studenti
degli U.S.A. e Imco Brouwfer del
Consiglio Interecclesiastico delle
Chiese Cattoliche e Protestanti
d’Olanda (I.K.V.), intervenendo
alla conferenza-dibattito indetta
dalla Chiesa Valdese di Taranto
T8 maggio u.s. sul tema « Esperienze e testimonianze per la pace e il disarmo».
.Dopo ima brevissima introdur
zione del past. Ricciardi, i due
hanno intavolato una vera e propria conversazione con il numeroso pubblico intervenuto, costituito quasi al SOAb da persone estranee al nostro ambiente.
Dal serrato scambio di dati,
notizie, programmi, idee, esperienze di vario genere, si è appreso che negli U.S.A. le chiese,
pur costituendo un grosso potere
di pressione nei confronti del governo, in realtà riescono ad incidere ben poco sulle decisioni dello stesso in materia di pace e disarmo, perché al loro interno sono divise sull’argomento ed i
grossi interessi in ballo non lasciano molto spazio di intervento. Si cerca, tuttavia, di coagulare intorno alla cosiddetta « sinistra democratica » americana il
maggior nximero possibile di movimenti, gruppi, uomini di spicco. per suscitare una vasta campagna di opinione pubblica, che
è la sola che possa riuscire a modificare l’attuale politica americana di corsa al riarmo.
Diversa, invece, la situazione
in Olanda, dove il movimento per
la pace raccoglie grossi consensi tra le istituzioni, ecclesiastiche
e non, e riesce a condizionare
pesantemente la stessa politica
dei partiti al governo, attraverso forti pressioni che vengono
esercitate sui rappresentanti in
parlamento.
L’I.K.V. da oltre 6 anni ha anche allacciato contatti coi fratel
li delle chiese dell’Europa dell’est, promuovendo azioni intese
a sensibilizzare le loro coscienze
contro l’educazione militare nelle
scuole e per l’obiezione di coscienza.
Entrambi i giovani, in Italia da
10 mesi, hanno valutato positivamente l’esperienza fatta a Comiso che ha visto gruppi di diversa
estrazione imiti finalmente su un
obiettivo, su im programma, e
non più su strategie politiche.
Critica, invece, la loro posizione
sul movimento per la pace italiano, che, lasciato a libere iniziative individuali e costituito in
prevalenza di piccoli gruppi di
base, non è mai riuscito a coinvolgere le istituzioni su un vero
e proprio programma per la pace e il disarmo. Tipica al riguardo la posizione della Chiesa cattolica che non ha mai assunto
un atteggiamento netto e deciso
e quando ha tentato di farlo ha
cercato di essere piuttosto morbida.
Nonostante i contenuti poco
incoraggianti del dibattito, non
usciamo delusi, ha concluso il
past. Ricciardi, ma con la consapevolezza che queste cose vanno
affrontate con sempre maggiore impegno e decisione se vogliamo sperare in un domani di vita
e non di morte.
E’ stata ima serata ben riuscita, anche se per un attimo è sembrato che tutto dovesse naufragare, quando alTultimo momento
TAmministrazione Comunale ha
comunicato che il Salone degli
Specchi del Palazzo di Città non
era più disponibile e si è dovuto
ripiegare sulla Sala della Biblioteca della nostra chiesa; c’è stato un momento di smarrimento,
ma poi un gruppo di volonterosi
si è prodigato per avvisare della
nuova situazione le persone in
precedenza raggiunte dai volantini ed a correggere le locandine
già affisse. Poi, grazie a Dio, la
nostra bella sala si è riempita
di tanta gente ed abbiamo tirato
un respiro di sollievo.
Pasquale Consiglio
L’adesione del nolitologo e salico’ Baget BOZZO
cerdqte cattolico Baget
alla linea del PSI quale candidato alle elezioni europee (con
Tinfuocato discorso al Congresso~di Verona m cui attribuiva al
socialismo il presente il futuro
e. Tetemo) non ha mancato di
Ostare reazioni nel mondo cattolico. L’agenzia stampa ADISTA ne dà ampia informazione
nel numero del 24-26 maggio.
Per l’Osservatore Romano, a
cui fa eco il card. Siri da cui
Baget Bozzo dipende, la candidatura in un partito politico è
in contrasto con le norme canoniche che vietano ai sacerdoti di
aver parte nei partiti politici e
ELEZIONI EUROPEE
Baget Bozzo e il PSI
Sbaglierebbe chi credesse che
il movimento di Fra Doicino (in
realtà egli non era frate) abbia
avuto semplicemente una connotazione religiosa. Per essere ben
capita, questa vicenda deve essere vista nella realtà storicosociale del nostro contado in
quel tempo. Il prof. Buratti, a
conclusione delle ricerche fatte.
1-4.7045
MIRAMARE
DI RIMIMI
VIA SARS»NA,A9
(OSAI)
32569
32548
A 50 metri dalla spiaggia — ambiente familiare — ottimi i
servizi e il trattamento.
nella guida di associazioni sindacali. I vescovi del Sud hanno
emesso un comunicato in cui
«dichiarano con sofferenza che
egli con ciò si pone fuori della
disciplina della chiesa».
Tra i commenti ADISTA riporta quello del politologo cattolico Ruggero Orfei che esprime perplessità ricordando che
nel 1960 Baget Bozzo « appoggiò
Tarnbroni arrivando a bollare di
eresia 'coloro che si preparavano ad allearsi con il PSI per il
nascente centrosinistra». Mons.
Clemente Riva, vescovo ausiliario di Roma, valuta la scelta di
Baget Bozzo come un regresso
verso un integralismo permeato
di medloevalismo e all’affermazione di Baget Bozzo ’Io lavoro
per il pio popolo’, ribatte: «E
gli altri allora, per chi lavorerebbero? ».
Dal canto suo Gianni Baget
Bozzo afferma che nel momento
in cui si gioca il destino della nostra civiltà e della nostra cultura non si può assumere una posizione di neutralità e dichiara:
« La mia vita di uomo e di credente mi rende testimonianza
che non avrei compiuto im atto
singolare, ma non proibito da alcuna norma del codice di diritto
canonico, se non fossi stato certo di obbedire a una verità più
grande di me».
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4
4 vita delle chiese
8 giugno 1984
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A PRAMOLLO LA CONFERENZA DISTRETTUALE DEL 1» DISTRETTO
Una chiesa in analisi
La Conferenza del Primo Distretto si è riunita sabato e domenica, 2-3 giugno 1984, nei locali della Chiesa Valdese di Pramollo con circa 100 partecipanti
fra delegati delle chiese del Distretto, pastori, operai nelle chiese e negli istituti e le varie commissioni.
Il seggio provvisorio presieduto dal pastore Cipriano Tourn
e assistito dal dott. Paolo Ribet
e dal sig. Roberto Morel ha iniziato i lavori con la lettura della
Sacra Scrittura e il canto di un
inno. Il seggio definitivo è stato
poi eletto nelle persone del pastore Ermanno Genre, presidente; Silvana Marchetti Tron, vice
presidente; Daniela Libralon, Nora Ricca, Aldo Rutigliano e Franco Taglierò, segretari.
Dopo la lettura della relazione della Commissione d’Esame
composta dal pastore Renato
Coisson, Andrea Garrone (relatore) e Italo Pons, è stato deciso
di dividere la Conferenza in cinque gruppi di lavoro sulle sedenti tematiche: a) la pace; b)
il Dipartimento Diaconale; c)
matrimoni interconfessionali; d)
occupazione nel pinérolese e
e) pastorato: vocazione personale o di coppia (comunità delle
donne e degli uomini nella chiesa).
Durante Tintervallo è stato offerto dalla Comunità di Pramollo
un thè e im rinfresco e i partecipanti hanno avuto modo di
socializzare e passeggiare fuori
per godere l’aria di alta montagna (senza sole)! I lavori di
gruppo sono durati fino alla chiusura alle ore 19 con discussioni
sulle varie tematiche e la preparazione delle relazioni per la seduta plenaria del mattino dopo.
Domenica la pioggia ininterrotta ha ridotto al minimo il numero di persone che avrebbero
normalmente assistito ai lavori
della Conferenza e al culto. Così anche il bazar a prò della
Commissione di TeleKnerolo e
dell’Asilo dei Vecchi di San Germano ne ha sofferto. Nonostante
tutto però, il piccolo bazar ha
potuto finire di coprire i 3.000.000
promessi dalla FPEVM al Comitato che cura la trasmissione evangelica a TelePinerolo ed avere più di L. 250.000 per l’Asilo di
San Germano.
« Nel 1973, a metà cammino tra
la presa di coscienza del 1962 e
oggi esce il libro di G. TOURN,
Una chiesa in analisi, libro che
la CED vorrebbe proporre alla
lettura o rilettura dei membri di
chiesa; molte delle analisi di quel
testo rimangono valide, e rimane valido il metodo di lavoro che
vi viene proposto: far leva su
nuclei di credenti attivi e teologicamente preparati, concentrarsi su alcuni impegni essenziali
per la testimonianza della chiesa, spiegare e rendere comprensibili a tutti le scelte che si stanno facendo ».
Le relazioni dei gruppi sono
state discusse fino all’ora del
culto. Lasciamo i risultati di
questi lavori alla lettura degli
atti della Conferenza che saranno pubblicati in un prossimo numero dell’Eco-Luce. Da notare
come quanto segue dalla relazione della Commissione Esecutiva
Distrettuale è stato sullo sfondo
di molte delle discussioni della
giornata:
Al culto di Santa Cena presieduto dal pastore Bruno Bellion
erano presenti circa 150 persone.
I tre canti presentati durante il
culto dalla Corale « Croix de Camargue » diretta da A. Burnand,
sono stati apprezzati per la gioia di fede in essi contenuta e
per il diverso stile molto vivace
che li distingue dai canti nel nostro innario. La predicazione ha
messo in luce la responsabilità
della chiesa che risponde ai problemi del suo tempo in modi
sempre nuovi, rischiando di sbagliare ma trovando, nell’Evangelo, la forza di ricominciare.
Dopo il culto l’assemblea si è
trasferita nella sala delle attività
dove era stato preparato il pranzo. Purtroppo la corale ospite ha
dovuto riprendere la via del ritorno. Circa 90 persone hanno
partecipato al pranzo in comune preparato da un gruppo di
pramollini ai quali vanno i nostri ringraziamenti.
La seduta pomeridiana ha ripreso i suoi lavori alle ore 14.30
con la discussione sugli ordini
del giorno presentati dai vari
gruppi. Dopo il thè la Conferenza ha discusso su uno dei problemi centrali di quest’anno: il
progetto della ristrutturazione
dell’Asilo dei Vecchi di San Germano. Non si trattava di una
semplice approvazione o disapprovazione di un ennesimo progetto per i nostri istituti perché
dietro alle discussioni sta tutta
una serie di ragionamenti sul
futuro non soltanto di quest’opera, ma di tutta la nostra « cultura » assistenziale valdese. In
questi ultimi anni si sta compiendo una svolta nelle nostre chiese sul significato delle opere nella vita della chiesa — sono essenziali per la nostra testimonianza e per la nostra identità
come chiesa o sono un peso
troppo costoso? In quale direzione vogliamo camminare? In
tutto questo discorso il progetto
del Dipartimento Diaconale è
strettamente collegato, e le decisioni che saranno prese nelle
nostre prossime assemblee su
questo tema saranno cariche di
importanza e vanno prese con
molta serietà. I costi di mantenimento dei nostri istituti sono
sempre elevati ma sappiamo che
è possibile reperire i soldi per
il loro mantenimento. Più diffl
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Questionario: credenti e lavoro
La commissione « lavoro » della CED del 1“ distretto ha predisposto un questionario sul tema del rapporto col lavoro da
parte dei credenti. Tale questionario, che risponde ad una decisione della Conferenza Distrettuale dello scorso anno è stato
distribuito ai delegati della Conferenza di Pramollo che è riconvocata per domenica 10 giugno
alle ore 14,30.
Il seggio delia Conferenza Distrettuale prega tutti 1 delegati
di riconsegnare il questionario
debitamente compilato all’inizio
della riunione.
Ricorda che il questionario è
anonimo e che i risultati verranno pubblicati su questo giornale
nel prossimo mese di ottobre.
Predicano i laici
Amici deii’Ospedaie
LUSERNA S. GIOVANNI —
Paolo Gay e Erica Correnti hanno presieduto^il culto domenica
scorsa, essendo i pastori occupati nei lavori della Conferenza
Distrettuale.
Li ringraziamo per la loro disponibilità ed in modo particolare diciamo la nostra riconoscenza a Paolo Gay per la sua
convincente predicazione e per il
culto che ha presieduto anche
nella sala degli Airali.
• Le sorelle della Società di
Cucito stanno alacremente lavorando per preparare Tesposizione-vendita di lavori femminili in
occasione del Bazar che avrà
luogo sabato 23 c.m. alle ore 15
nei locali della Sala Albarin.
Dopo il pranzo, favoriti da
una schiarita, siamo saliti alla
Balziglia dove abbiamo visitato
il museo storico valdese.
Marco Ayassot ci ha spiegato
una pagina di storia dei Valdesi
che proprio alla Balziglia hanno
rischiato di essere annientati nel
1690.
Siamo riconoscenti a Dio di
averci dato questa bella occasione per stare insieme bambini, genitori e monitori.
zo e a Depetris Èva, unitisi in
matrimonio a Prarostino dove
fisseranno la loro residenza, nonché a Ricca Renato ed a Arduino Ornella, il cui matrimonio è
stato celebrato dal pastore Ernesto Ayassot, l’augurio di ogni
benedizione nel Signore.
• Sabato 16 c.m. alle ore 21
nel tempio il Coro alpino Val
Pl ’.ice darà un concerto. Tutti
sono invitati.
• Domenica 17 c.m. subito dopo il culto si terrà l’assemblea
di chiesa per la nomina di due
deputati al Sinodo.
Assemblea di chiesa
Culto sospeso
TORRE PEliLICE — Organizzato dagli Amici dell’Ospedale
Valdese di Torre Pollice, domenica 27 maggio nel Tempio dei
Coppieri ha avuto luogo un bellissimo pomeriggio musicale con
flauto dolce e ballo storico. Preparato con molta cura da Gisela
Lazier per i flauti, Helga Lavini
per i costumi e Paolo Lavini per
i balli per allievi di Bobbio, Villar e Torre Pellice, ha avuto un
grande e meritato successo. Tutto su musiche del ’500 e ’600, scelte con attenta raffinatezza ha alternato pezzi di insieme, trii e
dmjge.
Istruire questi giovani vuol dire preparare coralisti in grado di
leggere gli spartiti, far loro apprezzare la buona e classica musica: dobbiamo esser grati alla
signora Lazier per l’ottimo e paziente insegnamento, al dott. Lavini e alla signora Lavini per il
tempo che dedicano a questa
forma d’arte. Oli sproscianti ap/vrNfv-' plausi del pubblico numerosis* -jJtsimo hanno detto loro l’entusia' stico apprezzamento.
Bazar
PRAMOLLO — Il Bazar dell’Unione Femminile ha avuto anche quest’anno un buon successo, grazie alla collaborazione ed
ai doni di molti, compresi gli
amici di altre comunità. Un grazie particolare vogliamo esprimerlo al panettiere Italo Blanc
che ha messo a disposizione Tattrezzatura ed il forno per la cottura dei dolci, che sono riusciti
ottimamente.
• L’attività della Scuola Domenicale si è conclusa definitivamente con una simpatica cena, il 30 maggio, organizzata e
preparata da monitrici e bambini.
Gita alla Balziglia
w
>4 Ca
• Sono deceduti Albertina
Prassuit, Giuseppe Salvino, Enrico Danna, Ernesto Meynét. La
comunità esprime alle famiglie
nel lutto la sua simpatia fraterna.
PINEROLO — La Scuola Domenicale di Pinerolo ha concluso la sua attività con una gita
alla Balziglia.
Al mattino abbiamo partecipato al culto con la comunità
di Massello con il canto dell’inno « Io canto come David ».
Anche Edoardo (proveniente
dal Congo) ha cantato molto bene accompagnandosi con la chitarra « En chemin », iimo che sapevamo in italiano.
VILLAR PELLICE — La chiesa ringrazia Dino Gardiol e Beatrice Coppola per il messaggio
portato nei culti da loro presieduti.
• I bambini della Scuola Domenicale hanno effettuato una
passeggiata nel vallone di Subiasco per ricordare una pagina
di storia del popolo valdese e
domenica 20 maggio hanno terminato la loro attività recando
il loro contributo al culto col
canto di diversi inni preparati
sotto la guida di Lidia Frache.
• Il bazar, allestito dall’Unione Femminile ed organizzato domenica 20 e lunedì 21 maggio, ha
avuto esito discreto. Viva gratitudine a tutti coloro che hanno
collaborato in vario modo.
• L’Assemblea di Chiesa del
13 maggio ha eletto deputati alla Conferenza Distrettuale: Catalin Riccardo, Geymonat Roberto e Lazier Gisela; supplente: Pascal Paolo.
• L’Unione Femminile ha concluso le sue attività con una gita a Frali domenica 27 maggio.
Ha partecipato al culto con la
comunità locale, poi si è recata
ad Agape, dove ha consumato il
pranzo ed il pastore E. Genre
ha dato interessanti informazioni sulla storia passata e sul lavoro attuale del centro.
• La nostra solidarietà alle
famiglie Catalin Bonjour di Piantà e di Noie Canavese per la
separazione dal loro fratello avvenuta a Luserna S. Giovanni.
• A Michelin Salomon Fioren
PRALI — Domenica 10 giugno
il culto è sospeso. Vi sarà un
culto unico a Pomaretto per tutta la Val Germanasca, in occasione della giornata di Pentecoste; l’inizio è per le ore 10.
• Domenica 17 giugno avremo
il culto con S. Cena e l’assemblea
di chiesa; aH’ordine del giorno:
l’impegno finanziario per il 1985,
la relazione morale presentata
dal Concistoro, la situazione pastorale.
Riuscito bazar
Cile è il grosso impegno di testimonianza nel quale sono tutti
coinvolti. Il problema principale è sì il ricostruire l’Asilo per
i vecchi ma soprattutto il mantenere il nostro impegno come
chiese nella testimonianza attraverso questa istituzione. L’ordine del giorno votato dalla Conferenza con 8 astensioni in favore del progetto dell’Asilo di San
Germano non è l’ultimo voto decisivo. Saranno i membri' delle
nostre chiese che prima del 31
dicembre di quest’anno dovranno esprimere il loro voto su questa decisione con il loro impegno
o non impegno per raggiungere
un miliardo, la somma necessaria per poter iniziare i lavori.
Data l’importanza di questa
discussione, la seduta è stata
prolungata fino alle ore 19.30. La
Conferenza riprenderà il suo lavoro sabato prossimo nel tempio di Pramollo alle ore 14.30.
Thomas Noffke
Società
di Studi
Valdesi
Gita sociale
La passeggiata storica organizzata
dalla Società in vai di Susa la domenica 17 prossima avrà il seguente programma:
ore 8: partenza (Foresteria), Avigliana, S. Antonino di Ranverso, Susa;
ore 10: Culto con la comunità di
Susa;
ore 10.30: Visita guidata a Susa;
ore 12,30: Novalesa, pranzo e visita
all'abbazia;
ore 15,30: Visita all'alta vai Susa,
Exilles, Ulzio;
ore 17.30: Rientro ed arrivo a Torre
alle 19.
Le iscrizioni e prenotazioni vanno
fatte alla sig.ra Albertina Eynard, via
Guardia Piemontese 24 - tei. 91460.
La quota di partecipazione è di lire
8.000.
il pranzo alla Novalesa può essere
prenotato al prezzo di L. 12.000.
Sabato 9 giugno
a CONFERENZA
1° DISTRETTO
PRAMOLLO — Prosegue la Conferenza Distrettuale presso la Chiesa di
Pramollo per l'esame delle relazioni
degli istituti e della CIOV, sentita la
relazione della Commissione d'Esame
sull'operato della stessa. La seduta avrà inizio alle ore 14.30.
Alla Conferenza Distrettuale possono assistere tutti i membri di chiesa.
Lunedì 11 giugno
VILLASECCA — Il Bazar di
domenica 27 maggio ha dato risultati insperati sia come partecipazione di persone, sia come
incasso, che è stato devoluto a
favore degli stabili. Ringraziamo
molto sentitamente quanti hanno collaborato con offerte, doni
e lavoro.
• La comunità ha gioiosamente partecipato al battesimo di
Alex Sfragaro, primogenito di
Sebastiano e Marisa Peyronel.
La benedizione del Signore sia
sopra questa nuova famiglia.
• Enrico Bounous è improvvisamente passato nella gloria
del Signore. Rinnoviamo ai familiari la simpatia cristiana e la
certezza di fede nella resurrezione dei morti.
• Esprimiamo apprezzamento
e riconoscenza ad Elvio Peyronel ed Emilio Rostan per le loro
predicazioni ed a Mauro Rostan
per le sue partecipazioni alla liturgia dei culti.
□ INCONTRO PASTORALE
ANGROGNA — Alle ore 9.15 nel locali delle attività della chiesa si tiene
l'incontro mensile del corpo pastorale.
Tema della giornata: ZwingM.
Mercoledì 20 giugno
□ AMNESTY
INTERNATIONAL
TORRE PELLICE — In vista della
prossima creazione di un Gruppo di
adozione Amnesty, si terranno tre incontri, aperti a soci e amici, sui seguenti temi:
1) Adozione di prigionieri per motivi
di opinione;
2) Campagna per l'abolizione della tortura;
3) Struttura organizzativa di Amnesty
International.
Le riunioni avranno luogo presso il
Centro d'incontro (via Repubblica 1) di
mercoledì, rispettivamente il 20, il 27
giugno e il 4 luglio, alle ore 20.30.
1.)
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ili
■n
5
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8 giugno 1984
Vita delle ^Mese 5
VIAGGIO NEL SUD
Splendida esperienza
SI
»
« E’ stata una splendida esperienza! ». Questo il commento,
a caldo, di un membro della corale di Angroigna dopo il giro
negli insediamenti che la F.C.E.I.
ha realizzato nelle zone colpite
dal terremoto del 23 novembre
1980.
A quasi quattro anni dal sisma, i villaggi di Ponticelli e
Monteforte, le cooperative di Ruvo e Senerchia sono, forse, per
la maggior parte degli evangelici italiani, ormai un ricordo e
un episodio relegati in lontani
recessi di memoria. Così non è
per chi ci lavora, oggi, e per coloro che ci vivono. Il gruppo di
Angrogna ha visitato queste zone, in cui, da tempo, la vita ha
ripreso il suo corso quotidiano e
quotidianamente pone i problemi della ripresa economica e sociale e di una partecipazione gradualmente più responsabile e attiva, con uno spirito di attento
ascolto e privo di preconcetti.
Non è stata, perciò, una visita
come tante altre animate da curiosità per i « terremotati », in
cui spesso la carità si manifesta
nel suo aspetto più ambiguo.
Tutt’altro. E’ stato uno scambio,
ricco e significativo, di esperienze
di vita personali e di informazioni su chi si è, come si vive,
dove si vive.
In questo senso si è collocato
10 « spettacolo » che la corale ha
presentato nel centro sociale di
Ponticelli, nella Scuola dell’Infanzia a Monteforte, in una scuola di Ruvo del Monte. In tutte
le occasioni tanta gente, piccoli
e grandi, per ascoltare canti e
inni e vedere diapositive sulla
realtà angrognina, sul valdismo,
sulla presenza protestante, oggi,
in Italia e, inevitabilmente sui
rapporti con il cattolicesimo di
Wojtyla.
A Ponticelli, oltre ad alcune
persone del Villaggio (la grande
maggioranza stava festeggiando
11 lunedi di Pasqua con la tradizionale gita familiare fuori città) erano presenti membri delle
varie comunità evangeliche napoletane. I bei cori, lo scambio
di informazioni sui reciproci impegni nella chiesa e nella realtà
locale hanno creato una atmosfera di fraternità e solidarietà
che si è protratta fino al concludersi del pranzo offerto e preparato dai fratelli di Napoli nei
locali del Centro Sociale.
A Monteforte mai si erano riunite cosi tante persone (circa
130) per una qualsivoglia attività. E di più, per uno spettacolo
(pubblicizzato con manifesti ad
Avellino e Monteforte) in cui si
precisava, esplicitamente, che si
sarebbe parlato di protestanti o,
come si dice qua, di « evangelisti ».
Un grosso successo
Un grosso successo dunque,
certamente utile per il lavoro nel
villaggio, e di buon auspicio per
il coinvolgimento futuro degli
abitanti della zona nelle attività,
invero numerose, che si svolgono.
A Ruvo il grande atrio della
scuola messa a disposizione dal
comune per l’occasione brulicava
di bambini, di giovani, di abitanti
del paese incuriositi o in qualche modo già legati al lavoro
della cooperativa, di « notabili »
del paese venuti a « far presenza » per pochi minuti eoe. Era
un via vai continuo, allegro e rumoroso che poco si confaceva
forse all’ascolto del messaggio
che i fratelli di Angrogna cercavano di trasmettere con canti,
diapositive e commenti, ma che
esprimeva un’indubbia simpatia
e ammirazione, espresse peraltro
con calorosissimi applausi.
Anche i commenti dei giorni
successivi alla visita da Angrogna, che giravano nel paese erano
molto incoraggianti per chi la
vora da mesi o anni sul posto
cercando di portare qualcosa di
nuovo: molto di più di quanto
non potesse sembrare a prima
vista è « passato » nella testa e
nel cuore di queste persone così diverse come cultura e storia,
ma così vicine neli’ansia della
continua ricerca di una verità e
di una autenticità di rapporti.
In conclusione sembra importante riferire quanto detto dal
pastore Platone in varie occasioni, e cioè che il gruppo di Angrogna nell’esprimere tangibilmente una vicinanza, non solo a
parole, per il lavoro che qui si
svolge, si propone di essere una
cassa di risonanza, un amplificatore di notizie e informazioni, un
tramite per la crescita di una
sensibilità intensa ed efficace per
le prospettive (a lungo termine!)
della presenza evangelica in queste zone. E quando si parla di
sensibilità si vuol dire, in altre
parole, disponibilità personali,
partecipazione e coinvoligimento
attivo sul posto, vocazione.
Stavolta le distanze geografiche
si sono ridotte di molto.
Domani?
Stefano Meloni
CONVEGNO EGEI
Volontariato giovanile
Daini al 13 maggio si è svolto
a Monteforte Irpino presso il
Centro sociale del villaggio della FCEI un convegno indetto
dalla Federazione Giovanile Evangelica sul tema: « Il volontariato giovanile evangelico a 4
anni dal terremoto ».
Il convegno è nato dall’esigenza, rilevata già nell’ultimo congresso della EGEI nel dicembre
scorso, di affrontare nel profondo e più da vicino la questione
del lavoro dei giovani evangelici
nelle opere di testimonianza delle nostre chiese nelle zone terremotate nel momento in cui sempre più numerosi sono i giovani, in gran parte collegati con
la EGEI, che si avvicinano ad
esperienze di questo tipo.
DaH’analisi delle varie realtà
(cooperative zootecniche a Senerchia e a Ruvo del Monte e
centri sociali a Ponticelli e Monteforte) è innanzitutto emerso il
grande impegno profuso dai volontari in questi anni e il positivo andamento delle attività in
tutti i centri pur tra mille difficoltà.
In particolare ci si è soffermati sul problema della predicazione dell’Evangelo in queste realtà.
Essa è, e deve essere, si è detto, elemento essenziale e qualificante della nostra presenza ma
portare l’Evangelo nelle specifiche situazioni delle zone terremotate oggi significa soprattutto vivere la propria fede condividendo le sofferenze e affrontando le stesse difficoltà della
gente. Solo così la nostra testimonianza potrà essere credibile
e comprensibile.
Problemi
Oltre agli aspetti positivi sono
emersi anche dei problemi.
Innanzitutto nonostante la
sempre crescente esigenza di volontari « qualificati », persone
cioè capaci di dare specifici contributi nelle singole attività (animazione, scuola, cooperative,
centri sociali) non ci sono stati
spazi per fornire ai volontari e
agli obiettori di coscienza gli
strumenti per poter svolgere al
meglio il proprio lavoro con un
servizio d’informazioni sia sulla
realtà che si deve incontrare che
sulla tecnica delle mansioni da
svolgere. Ciò spesso ha portato
a problemi di incomprensione e
di frustrazione per i volontari e,
con l’impossibilità di seguire lo
sviluppo del progetto generale
in cui è inserito il singolo lavoro, si è privato i volontari stessi di ogni possibilità decisionale
sulle iniziative che andavano a
svolgere. _______
Sono inoltre mancati i collegamenti tra i volontari dei vari
centri che pur svolgendo attività analoghe non hanno avuto
momenti di confronto e di verifica.
Infine, salvo isolate eccezioni,
è rnancato un diretto e significativo coinvolgimento delle comunità locali nelle attività dei
centri, cosa che ha notevolmente aumentato le difficoltà degli
interventi riducendone l’incisività.
Anche se non si tratta di problemi di facile soluzione e che
andrebbero inquadrati in un più
generale dibattito sul senso stesso e le prospettive del volontariato sono state formulate queste proposte per l’immediato:
— garantire la formazione dei
volontari e di Quanti operano nelle zone terremotate mediante
corsi promossi dal SAS in collaborazione con l’AEV o con quante altre strutture si rendano disponibili;
— favorire i contatti e gli
scambi di esperienze tra i fratelli impegnati nelle varie esperienze in attività parallele;
— incentivare gli incontri con
le comunità.
Tullio Fiorio
Bandi di concorso
Regista televisivo
La Federazione Chiese Evangeliche in Italia intende assumere a partire da| 1” novembre un/a programmista-regista televisivo che opererà
neH'ambito del Servizio stampa radio e televisione.
Le mansioni previste — dopo il necessario periodo di tirocinio — attengono alla realizzazione della rubrica PROTESTANTESIiMO (ideazione, sceneggiatura, stesura testi, riprese e montaggio dei filmati e tutte le altre
attività complementari relative alla preparazione e messa in onda deila
rubrica stessa).
E' previsto un periodo di prova di 6 mesi.
Il trattamento economico e normativo sarà quello già in atto per gli
altri dipendenti a pieno tempo della Federazione.
Tenuto conto delle finalità generali indicate dalfo Statuto della FCEI e
degli scopi specifici del settore stampa-iradSo-televisione, che si riassumono nella predicazione deH'evangelo attraverso i mass media e nella
promozione della conoscenza della cultura protestante, ai candidati — da
reperire neU’ambito delle chiese evangeliche italiane — sì richiede anzitutto spirito vocazionale e di servizio.
Il candidati, di età preferibilmente non superiore ai 35 arati, dovranno
avere una cultura a livello universitario, una buona conoscenza di almeno
una lingua straniera, buone capacità giornalistiche e un particolare interesse per il lavoro nel campo delie comùnicazioni di massa, espresso possibilmente attraverso esperienze già compiute nel settore radio-televisivo.
Le candidature dovranno pervenire alla FCEI entro il 31.8.1984 corredate da un curriculum degli studi e delle esperienze compiute e da una
lettera di presentazione della propria comunità.
Contabile a metà tempo
La FOEI intende selezionare candidati in vista dell’assunzione di un/a
impiegato/a a metà tempo per l’ufficio contabile.
Le mansioni previste attengono alla tenuta della contabilità della Federazione.
E’ previsto un periodo di prova di tre mesi, eventualmente rinnovabili. Il trattamento economico e normativo sarà quello già in atto per gli
altri dipendenti a metà tempo della Federazione.
I candidati, di età preferibilmente non superiore agli anni 40, dovranno avere un titolo di studio adeguato alle mansioni richieste, una buona
esperienza di contabilità, pratica di dattilografia e, possibilmente, la conoscenza di una lingua straniera.
Le candidature dovranno pervenire agli uffici della FCEI entro il 31.8.
1984 corredate da un curriculum di studi e di esperienze compiute. Dovranno inoltre essere accompagnate da una lettera di present^ione della
comunità cui il/la candidato/a aimartiene.
FEDERAZIONE CHIESE EVANG^jICHE IN ITALIA
Via Firenze 38 — 00184 ROMA — Telef. 4755120
Direttore sanitario
Si rende necessario procedere alla nomina del Direttore Sanitario per
l’ospedale evangelico « Villa Betania » di Ponticelli (Napoli).
Chiunque ne abbia interesse e sìa in possesso dei requisiti stabiliti
dalla legge può rivolgere domanda in carta semplice.
Sarà gradito ricevere anche il « curriculum vitae » completo delle notizie accademiche, sociali e religiose.
Il Comitato Direttivo
delle Chiese Evangeliche di Napoli
OSPEDALE EVANGELICO « VILLA BETANIA »
Via Argine (Ponticelli) — 80147 NAPOLI — Tel. 7563001 - 7563002
CORRISPONDENZE
Comunione senza schemi
TRAMONTI — Martedì 1° maggio si è tenuto, presso il Centro
L. Menegon di Tramonti di Sopra, un Raduno delle Comunità
Evangeliche del Triveneto. L’adunanza, organizzata dalla locale
Federazione, è stata indetta per
offrire l’opportunità di un incontro fra tutti i membri delle Comunità evangeliche delle tre regioni, aderenti o non aderenti alla Federazione, e per trascorrere
ima giornata in comunione fraterna fuori dagli schemi dei convegni e delle assemblee che lasciano poco tempo ai momenti,
come si suol dire, di socializzazione.
Il tempo, inclemente fino alla
sera precedente, ha forse dissuaso qualcuno dal partecipare ma
« ringraziando il Cielo », ed in
questo caso l’espressione è ad
uopo, la Val Tramontina ha accolto i partecipanti al Raduno
con un sole radioso.
Erano presenti i fratelli delle
Comunità Battiate di Marghera
(i più numerosi), Pordenone e
Trieste, della Comimità Avventista di Trieste, della Comunità Luterana di Venezia, delle Comunità Metodiste di Udine e Padova
e della Comunità Valdese di Venezia-Mestre: in tutto una sessantina circa.
Una oretta, nella mattinata, è
stata dedicata ad una esposizione, con conseguente dibattito, dei
contenuti delle Intese Valdo-Metodiste e del nuovo Concordato
riveduto; quest’ultimo è stato descritto in maniera breve ma efficace dall’addetto ai rapporti ecumenici nella Diocesi di Pordenone Don Giosuè Tosoni, gradito
ospite assieme ad alcuni fratelli
cattolici del pordenonese, mentre
i contenuti salienti delle Intese
sono stati illustrati dal prof. A.
Donini.
Il dibattito, che è seguito alle
due relazioni-introduzioni, si è su.
bito incentrato sullo spinoso problema rappresentato dall’insegnamento religioso nella scuola
pubblica. Dal dibattito è uscita
una tendenza ad una revisione
totale dell’attuale sistema, prevedendo al contempo una sua sostituzione con un insegnamento
che coinvolga la sfera etica-morale dell’uomo. Questo in che modo? Qui le risposte sono state le
più varie: Storia delle Religioni, Storia del Cristianesimo, Etica,...
Dopo il pranzo in comune il
pomeriggio è stato ovviamente consumato in allegria con passeggiate, giochi e... pennichelle.
In conclusione una occasione utile e simpatica per rinsaldare vecchi e nuovi vincoli di fraterna
amicizia e di trascorrere una
giornata in allegria ed all’aria
aperta.
’Giornate della Bibbia’
LA SPEZIA — Il 15, 16, 17 giugno saranno « Giornate della
Bibbia » per gli evangelici spezzini. La manifestazione evangelistica organizzata dal Centro
evangelico avrà sede ai Giardini
pubblici presso il Centro Allende. Ecco il programma;
— venerdì 15, ore 21 : Concerto di spirituals della Big Band:
i testi saranno presentati dal
past. P. Ribet;
— sabato 16, ore 16.30: Proiezione del film « Il figlio della pace »;
ore 18; Il fumetto come divulgazione scientifica ; presentazione del libro di Umberto Stagnare « L’uomo di Wittenberg » alla presenza dell’autore;
ore 21 : Proiezione del film
« Profezia » ; seguirà dibattito su
tematiche pacifiste;
— domenica 17, ore 11: Culto
evangelico ;
ore 18: Culto di evar^elizzazione con predicazione del past.
M. Sinigaglia.
All’interno del Centro Allende
sarà pure un’esposizione di pannelli relativi al libro di Stagnaro e una mostra filatelica sul tema « La Riforma » curata dal
past. Paolo Sanfilippo.
6
6 bibliche
8 giugno 1984
Sì.
il:
DALLA TILG ANTICO TESTAMENTO
In principio Dio creò...
La settimana scorsa abbiamo pubblicato una presentazione della
Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente dell’Antico Testamento di prossima pubblicazione. Riportiamo ora a titolo di esempio, sempre dall’agenzia « nev » della Federazione Chiese Evangeliche,
la nuova traduzione delle notissime pagine iniziali della Genesi.
inno a Dio Creatore
1 In principio
Dio creò il cielo e la terra.
2 II mondo era vuoto e deserto,
le tenebre coprivano gli abissi
e un vento impetuoso soffiava su
3 Dio disse: [tutte le acque.
« Vi sia la luce! ».
E apparve la luce.
4 Dio vide che la luce era bella
e separò la luce dalle tenebre.
5 Dio chiamò la luce Giorno
e le tenebre Notte.
Venne la sera, poi venne il matprimo giorno. [tino:
6 Dio disse:
« Vi sia una grande volta!
Divida la massa delle acque ».
7 E cosi avvenne.
Dio fece una grande volta
e separò le acque di sotto
dalle acque di sopra.
8 Dio chiamò la grande volta
[Cielo.
Venne la sera poi venne il matsecondo giorno. [tino:
9 Dio disse:
« Siano raccolte in un sol luogo
RAVVEDIMENTO
ECCLESIASTICO
Non dobbiamo, però, ridurre l’evange.
lo a un principio, né l’appello al ravvedimento a Un messaggio generale e generico. Gesù ha sempre rivolto il suo annuncio del regno vicino e il suo appello a crederci e a "ravvedersi” in conseguenza, a
persone ben precise, in situazioni particolari, Il suo appello al ravvedimento è sempre molto personalizzato: potremmo quasi dire che è la sua forma particolarissima di cura d’anime, benché quest’espressione sia un po’ ambigua e molto "religiosa”.
Se ci scorrono davanti gli incontri di
Gesù, in un modo o nell’altro sono sempre annuncio e appello: al ricco e al povero; al tranquillo e sicuro, all’incerto,
all’inquieto, al disperato, allo scettico; al
sano e al malato; al "giusto” e al "peccatore”; al religioso e al secolarizzato, al
cre.dente e all’incredulo. Per ciascuno di
loro l’evangelo significa uno sconvolgimento, una rottura, ma molto diversi, proprio
perché li tocca nella loro situazione specifica, li mette in presenza del regno avvicinatosi in Gesù, preme per ri-orientarli in
relazione a questo fatto, a lui e, in lui,
a Dio.
Rottura anche sulla
via ecumenica?
L’evangelo dunque spezza i nostri itinerari di vita; anche quelli ecclesiastici. La
« riforma », la ri-creazione della fede, della chiesa, comunità di credenti sono il
frutto dell’evangelo — quello profetico e
tanto più quello apostolico — che non
"consacra” e non dà continuità alle vite,
alle istituzioni, ma vi incide, vi opera fratture (si pensi all'istituto del Tempio, alla
realtà della Nazione, della Terra promessa, all’istituto della stessa Legge — o di
ciò che ne aveva fatto la chiesa dell’antico Patto), le distrugge e, in certi casi, le
riplasma. Anche se non tutte le riforme
e i rinnovamenti e i risvegli della vita
della chiesa di Cristo hanno avuto le dimensioni e la radicalità della Riforma del
16° secolo sui suoi vari "fronti”, sono pur
state sempre rotture e ri-orientamenti,
per Turgere dell’evangelo del regno, risposte magari spesso maldestre, parziali,
persino errate all’appello al ravvedimento.
Si nuò parlare, oggi, di un appello al
ravvedimento ecumenico? In un certo senso, si, senz’altro. In un suo volumetto, alla vigilia dell’assemblea costituente del
Consiglio ecumenico delle Chiese (Amsterdam 1948), V. Subbia ' ne parlava
apertamente e presentava il movimento
ecumenico, nel suo spirito, come « la fine
del farisaismo delle chiese », di tutte le
chiese, di tutte le confessioni. Ecumenismo è riconversione di tutti a Cristo, all’evangelo del regno, avvicinatosi in lui.
le acque che sono sotto il cielo
e appaia l’asciutto ».
E cosi avvenne.
26 Dio disse:
« Facciamo l’uomo:
sia simile a noi, sia la nostra immagine.
Dominerà sui pesci del mare,
sugli uccelli del cielo,
sul bestiame,
sugli animali selvatici
e su quelli che strisciano al suo
[lo ».
27 Dio creò l’uomo simile a sé,
lo creò a immagine di Dio,
maschio e femmina li creò.
28 Li benedisse con queste pa
[role:
« Siate fecondi, diventate numepopolate la terra. [rosi.
Governatela e dominate sui pe[sci del mare,
sugli uccelli del cielo
e su tutti gli animali
che si muovono sulla terra ».
29 Dio disse:
« Vi do tutte le piante con il pro'[prio seme.
tutti gli alberi da frutta con il
[proprio seme.
Cosi avrete il vostro cibo.
30 Tutti gli animali selvatici,
tutti gli uccelli del cielo
e tutti gli altri viventi
che si muovono sulla terra
mangeranno l’erba tenera ».
E cosi avvenne.
31 E Dio vide che tutto quel che
[aveva fatto
era davvero molto bello.
Venne la sera, poi venne il matsesto giorno. [tino:
1 Cosi Dio completò
il cielo e la terra
e ciò che vi si trova:
tutto era in ordine.
2 II settimo giorno,
terminata la sua opera,
Dio si riposò.
Il settimo giorno
aveva finito il suo lavoro.
3 Dio benedisse il settimo giorno
e disse: « E’ mio! ».
Quel giorno si riposò dal suo latutto era creato. [voro:
4 Questo è il racconto
delle origini del cielo e della
[terra
quando Dio, il Signore, li creò.
Creazione deH’uomo
Quando Dio, il Signore, fece il
cielo e la terra, ^ sulla terra non
c’era ancora nemmeno un cespuglio e nei campi non germogliava l’erba. Dio, il Signore non
aveva ancora mandato la pioggia e non c’era l’uomo per lavorare la terra. ‘Vi era solamente
vapore che saliva dal suolo e ne
inumidiva tutta la superficie.
’Allora Dio, il Signore, prese
dal suolo un po’ di terra e, con
quella, plasmò l’uomo. Gli soffiò
nelle narici un alito vitale e l’uomo diventò una creatura vivente...
stare insieme
(segue da pag. 1)
santo manifestato come « lingua
di fuoco », cioè come potenza di
parola e di azione.
Infatti, ecco che da quel giorno, quella antica chiesa riesce
a parlare e farsi capire dal mondo. E riesce senza letterati, senza teologi, senza l’aiuto della
stampa né della televisione, ma
soltanto in forza dello Spirito di
Dio che ha riempito tutti i cuori e le menti di quei primi credenti.
Quanta differenza fra la chiesa di allora e l’attuale! Oggi, pur
con l’ausilio dei più sofisticati
moderni mezzi di propaganda.
non riusciamo a farci capire dalla gente! Oggi quelli che ci ascoltano non dicono più — come
dissero allora —: « Ecco, noi li
udiamo parlare delle cose grandi di Dio nelle nostre lingue ».
Il nostro linguaggio come chiesa è diventato "incomprensibile”. Perché? Spesso accusiamo il
mondo di sordità e di apatia neiriguardi delle “cose di Dio". Ciò
è anche vero. Tuttavia non possiamo escludere che la causa prima stia in noi, nella chiesa la^
quale ha lasciato spegnere in sé
il fuoco dello Spirito santo ed
ha preteso di sostituirlo con la
propria sapienza e le umane dot
trine, dimenticando che solta.nto lo Spirito di Dio è potenza che
purifica i cuori, illumina le menti e spinge il credente alla pratica dell’amore. Soltanto lo Spirito di Dio ci rende capaci di
parlare quel linguaggio che parte dal cuore che ama ed arriva
al cuore di chi soffre e dispera.
Ecco quindi l’urgente necessità per la chiesa e tutti i credenti
di restare « insieme in perseverante preghiera » implorando da
Dio il dono del suo Spirito santo. con la certezza assoluta, quindi, che quando saremo « ripieni
di' Spirito santo » potremo anche
noi — come Pietro e gli apostoli
in quel giorno — « levarci in piedi, alzare la voce e parlare al
mondo per annunciare Cristo
Gesù, Potenza e Sapienza di
Dio ». Giuseppe Anziani
V cura di Gino Conte
Concludiamo la riflessione su come Marco (1: 14-15) narra l’inizio della predicazione di Gesù e ne dà al tempo stesso una sintesi stupenda. Abbiamo visto che l’annuncio del "regno” vicino e l’appello al ravvedimento portano nelle nostre vite un
elemento critico costante, nei confronti di ogni nostra situazione e convinzione "assestata”: Tevangelo non è un fattore di armoniosa continuità, ma piuttosto di rottura.
Questo significa la fine, la rottura di ogni
settarismo: farisaico, appunto.
Ravvedimento e conversione ecumenici,
dunque: ma in che senso? Nel senso della
"conversione” propostaci dal BEM, ad esemnio? Sicuramente no. Parlare di "conversione” a proposito di questo documento sarebbe per lo meno improprio. Esso
chiede certe rinunce o ammissioni alle
varie chiese, ma in sostanza esso, malgrado i numerosi e sparsi riferimenti biblici, non chiede alle chiese di convertirsi all’evangelo. a Cristo, bensì di convertirsi le une alle altre, con dosati riconoscimenti reciproci, con silenzi significativi, con rinunce all’insegna del compromesso. Si dice: qualora accettasse il BEM,
nessuna chiesa sarebbe più quella che era.
Nessuna chiesa sarebbe comunque "spezzata”: tutte, debitamente vitaminizzate
dall’incontro con i "valori” spirituali delle altre, eviterebbero di fatto il confronto critico radicale con il « solo Cristo »,
con revangelo del regno; eluderebbero il
ravvedimento.
Non eludere
la rottura evangelica
La conversione di ciascuno e di tutti,
di tutte le chiese a Cristo e al suo evangelo del regno: questo è il senso originario e permanente del movimento ecumenico. il solo profeticamente ed evangelicamente valido. Se però confrontiamo non
solo (anche!) le nostre singole chiese, ma
la chiesa "ecmnenica” ipotizzata in questo triplice documento (Battesimo-eucaristia-ministero), la quale è un po’ il minimo común denominatore delle nostre
chiese, se la confrontiamo con il movimento e la comunità di Gesù Cristo quali
ce li rifiettono i documenti neotestamentari, come non restare sconvolti dall’abisso che c’è fra loro? Non voglio naturalmente fare un grossolano discorso antistorico; epnure, nella sostanza spirituale,
teologica, che rapporto c’è ancora tra la
predicazione e il movimento di Gesù, così laici (non laicisti), fra il suo chiaro
annuncio che finisce l’economia del Tempio (in chiave non razionalistico-anticlericale, ma messianico-escatologica), da un
lato, e le nostre chiese così clericali, che
dimostrano proprio in questo BEM, tutto
pesantemente centrato su questioni sacramentali e clericali, la loro narcisistica introversione ecclesiastica o ecclesiale che
dir si voglia?
Clericali e sacramentali
L’evangelo di Gesù ci pone con forza
benefica questa domanda sconcertante. E
la pone a noi tutti, perché se pure con
gradualità assai diverse, tutte le chiese e
le confessioni cristiane hanno ceduto attraverso i secoli e cedono oggi a questo
processo d’involuzione sacramentale e
clericale ’ e hanno cercato di sterilizzare,
al loro interno, ogni movimento che mettesse in discussione tale processo.
Vale la pena di rifiettere, molto seriamente, su auest’affermazione di Emil
Brunner, un teologo riformato zurighese,
uno zwingliano, in qualche modo, da rivalutare e riascoltare, tanto più in questo
5” centenario della nascita di Zwingli: « Il
concetto di sacramento era sconosciuto
alla testimonianza resa a Cristo dal Nuovo Testamento. Col sacramento penetra
nella chiesa dal mondo delle religioni il
sacro contrapposto al profano. Su questo punto anche la Riforma non ha del
tutto superato il Medioevo per raggiungere le fonti della fede neotestamentaria.
La liberazione dalTidea sacramentale è
una delle esigenze più pressanti per una
chiesa che vuole essere apostolica nel senso del Nuovo Testamento»' (la sottolineatura è nostra).
Ravvedetevi, convertitevi e credete alTevangelo vuol dire anche e forse anzitutto questo, sui nostri cammini ecumenici. Per quanto sconvolgente, è davvero
una « buona notizia ».
...ed è venuta la chiesa
Uno studioso del secolo scorso, il Renan, ha esnresso un giorno quest’osservazione penetrante: « Gesù ha annunciato il
regno di Dio, e che cos’è venuto? la chiesa: ». Comunque lo si interpreti, è un fatto, che trova un preciso riscontro nei documenti di cui disponiamo: negli evangeli, in tutti e quattro, Gesù non parla mai
della chiesa, con due scie eccezioni *; ai
discenoli si rivolge sempre in presa diretta: « Voi ».
E la cosa ci colpisce tanto più, in quanto i documenti che sappiamo più antichi
dei nostri evangeli nella loro attuale redazione. cioè le lettere delTapostolo Paolo, utilizzano invece molto spesso il termine e il concetto di « chiesa ». Colpisce
che, redigendo gli evangeli nella forma a
noi pervenuta, gli evangelisti che, dopo
la fase della predicazione orale, scrivevano nella chiesa e per la chiesa, non avevano praticamente alcun appiglio nella
predicazione di Gesù, né nella tradizione
orale su di essa, per attribuirgli alcun insegnamento sulla chiesa. Gesù, non ne ha
proprio parlato, « della » chiesa, anche se
di fatto aveva cominciato a raccogliersela intorno: essa non era, dunque, lo scopo della sua venuta, non comunque lo
scopo primo e ultimo; era ed è, per così
dire, uno strumento, sia pure non accessorio.
Convertitevi dalla
chiesa al regno
Invece quello di cui Gesù parla così
spesso (un po’ meno, nel 4° Evangelo),
anzi continuamente è il regno. Come abbiamo notato, l’evangelista Marco ha colto con acutezza particolare e originaria
la summa, il centro, il cuore pulsante, il
fine primo e ultimo di quei tre anni circa
di vita errabonda, movimentata, singolare, ora esaltante ora deludente, fitta di
incontri, di detti, di atti.
Per noi chiesa, e chiesa "praticante”,
questa predicazione di Gesù — questo annuncio che l’ora di Dio è scoccata e che
il suo regno ci si è avvicinato nella sua
vita, nella sua croce e nella sua risurrezione, con l’appello corrispondente a ravvederci e a credere a questa « buona notizia » — vuole dire, anche: convertitevi
dalla chiesa al regno. E per cominciare
mantenete chiare e nette le distanze fra
la chiesa e il regno di Dio, fra voi e me,
dice il Signore. Gino Conte
' V. Subilia, Il movimento ecumenico, Roma
1948, specie p. 41 ss.
’ Lo scorso agosto, il Corpo pastorale prima, il
Sinodo poi hanno preso atto con sconcerto che,
ad es., anche nei « Colloqui di Leuenberg », continuazione del confronto teologico fra luterani e
riformati dopo la Concordia di Leuenberg, le questioni sacramentali e del ministero avevano una
centrali;) e ricevevano un'impostazione non accettabili.
’ E. Brunner, Dogmatique, Genève 1967, Ili, p.
127, 161, citato in « Protestantesimo » 2/1983, p.
107, in onice a una rassegna di « Reazioni all'accordo ecumenico di Lima » intitolata Non possumus.
* Entrambe in Matteo: 16: 18 e 18: 17, due testi molto discussi, la cui redazione risente già
di una situazione ecclesiastica avanzata, difficilmente immaginabile, in quei termini, all'epoca
del ministero itinerante di Gesù, all'interno dei
gruppi di discepoli che costituivano il suo movimento: assai più « movimento », appunto, che compagine istituzionale ben strutturata.
>1»
7
i'-:'
,V:^':.
8 giugno 1984
(%
obi^tívD aperto 7
NON C’E’ VERA COMUNIONE SENZA PARITÀ’
La Comunità delle donne e degli uomini
Uno dei programmi del Consiglio Ecumenico delle Chiese maggiormente diffuso, tradotto in 13 lingue, riconfermato
all Assemblea di Vancouver, aspetta un seguito - L’attesa di una risposta da parte del Sinodo’ e delle chiese locali
Alcuni mesi fa il segretario generale del Consiglio ecumenico
delle chiese Philip Potter mandava alle chiese membro il rapporto del Colloquio internazionale di Sheffield su « Comunità delle donne e degli uomini nella
chiesa », con una lettera di accompagnamento che presentava
due obiezioni sollevate dagli ortodossi. La prima obiezione è
su una raccomandazione di
Sheffield:
« la metà dei membri delle
sezioni e dei comitati dei CEC
saranno donne ».
Questa frase ha dovuto essere
sostituita dal Comitato centrale
di Dresda dairaffermazione « che
il principio della partecipazione
nell’uguaglianza è un obiettivo
che dobbiamo sforzarci di raggiungere, incominciando col vi.silare alla composizione degli organi consultivi e decisionali...».
Il « Messaggio alle chiese » di
Sheffield’ è stato l’oggetto della
seconda obiezione, in particolare nel paragrafo seguente:
« Abbiamo scoperto... che molte donne e molti uomini sono
frustrati profondamente a causa
di una vita ecclesiastica domina^
ta da dirigenti maschi nella quale le donne si sentono chiamate
al ministero della Parola e dei
sacramenti ma non hanno accesso all’ordinazione e la ehiesa non
sa reagire all’evoluzione creatrice
della società ».
In linea di massima gli ortodossi hanno dichiarato di appoggiare la lotta delle donne contro
l’oppressione sociale. Però hanno
sottolineato che l’opposizione degli ortodossi all’ordinazione delle donne non è un semplice caso
di oppressione, ma è una convinzione teologica derivante dal concetto di chiesa e sacerdozio.
Philip Potter aggiunge che tutto ciò « ci ricorda ancora una
volta quanto è necessario rispettare insieme la convinzione profonda delle chiese membro che
ritengono il loro concetto teologico e ecclesiologico minacciato
da questo discorso, e l’aspirazione profonda che si esprime in
numerose chiese a una comunità
che includa tutti, fondata sulla
partecipazione delle donne e degli uomini ». E propone 3 osservazioni:
a) Non bisogna dimenticare
che il Colloquio di Sheffield si inquadra in un processo di studio
molto vasto. Non bisogna vedere
nelle idee che esprime questo
rapporto — per interessanti che
siano — delle conclusioni definitive, ma considerarle come un
elemento importante della discussione in atto sull’unità e il
rinnovamento che cerchiamo...
b) Il "Messaggio” di Sheffield
è una dichiarazione redatta e approvata da una conferenza, niente di più, ma niente di meno.
c) « La comunità delle donne e
degli uomini nella chiesa » non
solleva soltanto le questioni della rappresentanza e dell’ordinazione; va molto più lontano.
Se l’unità della chiesa « esige
che le donne possano utilizzare
i doni che hanno ricevuto da Dio
e compiere la loro vocazione, che
è di partecipare pienamente alla
vita e alla testimonianza della
chiesa », che cosa significa per
la nostra comunità di chiese? Come fare di questa esigenza una
realtà?
Il nostro sinodo italiano può
esprimersi su questi temi? Il dibattito è aperto.
‘ In attesa della prossima pubblicazione In Italiano del rapporto di Sheffield
sulla « Comunità delle donne e degli
uomini nella chiesa » (LDC-Claudiana)
per il messaggio (e altro materiale)
consultare Eco-Luce n. 44, ott, 1981,
Il punto
La commissione « Comunità delle
donne e degli uomini nella chiesa »,
nata per decisione del Sinodo 1982,
continua tenacemente, anche se fra
inevitabili difficoltà, Il suo lavoro
di riflessione e di ricerca di esperienze diverse.
A che punto siamo oggi nelle
nostre chiese? Come si sentono le
donne che fanno parte delle nostre
comunità? Qual è l’interpretazione
che gli uomini danno oggi sul ruolo
della donna nella chiesa? Questi
sono alcuni interrogativi le cui risposte, contrariamente a quanto
alcuni possono pensare, non sono
assolutamente scontate. Per questo
la Commissione chiede il vostro
aiuto, rubandovi un po’ di tempo
per rispondere ad un paio di domande. Le risposte potranno essere individuali o collettive (percbé
non inserirle nel programma d’incontri di gruppi femminili o giovanili?), di donne oppure di uomini.
1) Avete incontrato delle difficoltà
(di ordine morale, psicologico o
materiale) nel realizzare quelle
che erano le vostre idee e aspirazioni come impegno cristiano?
2) Quali cambiamenti proporreste
per il lavoro all’interno della
chiesa, o per la sua testimonianza all’esterno, affinché ognuno
possa esprimere meglio i propri doni?
Le risposte a queste domande e
altre eventuali riflessioni che ritenete potrebbero esserci utili dovranno essere inviate a:
Commissione Comunità Donne e
Uomini, c/o Marie-France Coisson,
Via Balziglia 44, 10060 Pomaretto
(Torino).
Il pastorato femminile
Queste note riassumono un documento preparato due anni fa
da Gianna Sciclone per incarico della Tavola Valdese.
Non si intravvedono grossi intralci al pastorato femminile dal
punto di vista amministrativo e
dei regolamenti. Le difficoltà tuttavia esistono e sono soprattutto di ordine pratico, simili a quelle incontrate da tutte le donne
che si inseriscono in una professione pubblica nella nostra società.
C’è in più il problema dei trasferimenti, che però si pone ormai egualmente per pastori uomini o donne: ad esempio il coniuge del pastore, che non sia
un lavoratore del pubblico impiego, è difficilmente spostabile
e reinseribile altrove, per almeno tre volte nella vita (ma potrebbe essere un numero di volte
ancora maggiore). Quando invece si sposa un altro pastore, è
la chiesa che può essere in difficoltà, perché dovrebbe impegnarsi a usare la coppia pastorale
nella stessa parrocchia o in chiese vicine, e questo non è sempre
facile nella situazione di chiese
di modeste dimensioni e in diaspora. La soluzione che più facilmente potrebbe presentarsi, in
caso di difficoltà, nascita di figli
ecc., è che la donna smetta di
fare il pastore. La soluzione di
un suo inquadramento nel pastorato locale non è giusta, perché
il pastorato locale ha senso nel
caso di persone, uomini o donne,
che svolgono un’altra professione, prestando un servizio gratuito, a tempo parziale nella chiesa e portando il contributo dell’esperienza in altri campi.
Ci sono poi molte mogli di pastore, che pur non avendo stu
diato teologia, hanno dedicato
e dedicano tutta la loro vita al
lavoro nella chiesa. La loro posizione non è dissimile da quella di altre sorelle che pur non
facendo parte di famiglie pastorali fanno altrettanto. E’ chiaro
che il volontariato è un punto
basilare su cui si regge gran
parte delle attività delle nostre
chiese, né vorremmo mai rinunciarvi! Ti ttavia non è neanche
giusto che mogli di pastore, delle
quali la comunità veda e richieda la competenza e dedizione in
molti servizi (catechismi, corali, unioni femminili ecc.), con lavoro che va dal metà tempo al
tempo pieno, infine debbano cercare fuori della chiesa un lavoro retribuito che dia loro un
minimo di indipendenza e personalità. Si potrebbe invece prevedere una loro qualificazione
quando esse lo desiderino e un
inipiego magari a tempo determinato. Lo stesso varrebbe ovviamente anche per i mariti delle pastoresse.
Il cambiamento profondo che
si sta creando nelle famiglie con
l’emergere del soggetto « donna » dovrà portare a nuovi sbocchi un po’ tutti gli aspetti della
vita della società, e di conseguenza anche la vita della chie
sa il pastorato e i nostri regolamenti.
Adtri casi, che possono verificarsi per il pastore in genere,
ma che impedirebbero particolarmente alla donna pastore l’esercizio delle sue funzioni possono essere quelli di figli molto
Nella nostra chiesa le
donne sono consacrate
al ministero pastorale.
Ma basta questo a dar
loro uno status
di effettiva parità
con gli uomini?
I ministeri e il cuito
Dal rapporto di Sheffield su Ministeri e culto nella nuova comunità riportiamo un ampio stralcio che illustra la direzione in cu:
si muove questo progetto.
piccoli o di parenti gravemente
ammalati o di bambini con gravi handicaps. Si dovrebbe pensare ad una aspettativa che non
si limiti ad un anno o a tre anni (come previsto dagli artt. 5657 dei Regolamenti), ma a seconda dei casi sia estendibile
anche fino a 10 anni (come ad
es. nella legislazione ecclesiastica tedesca). Tale aspettativa
non sarebbe retribuita dopo il
primo anno, ma non comporterebbe la cancellazione dai ruoli
e la perdita di anzianità. Questo
vuol dire continuare a mantenere con la chiesa un rapporto
abbastanza vivo che consenta
un rientro appena possibile.
Senza dubbio il problema del
pastorato femminile porta una
nota positiva nella nostra chiesa, aiutandola a mettere in discussione la figura del pastorato stesso, per abolirne le tendenze clericali, per la riscoperta
del ruolo dei laici, la discussione del principio d’autorità, la
gestione consiliare ed assembleare, i ministeri itineranti ecc.
Questa ricerca deve continuare; in questo momento non si
può dire ancora molto sui risultati, perché siamo appena agli
inizi. Essa si inquadra nella necessità di annunciare la realtà
in Cristo della « nuova creatura », che non conosce più distinzione gerarchica fra maschio e
femmina (Gal. 3: 28). Questa
predicazione è anche una testimonianza ecumenica che non
deve essere fatta passare in secondo piano, sottolineando la
differenza con la teologia e la
cultura cattoliche che sono ancora oggi molto lontane da queste scoperte.
A - Testimonianza e ministero
profetico. Le nostre chiese sono
disperse e divise, in società in
pieno cambiamento che soffrono della violenza politica e/o dello sfruttamento economico. Questi fenomeni caratterizzano il
Terzo Mondo ma s’incontrano
anche nella maggioranza delle
società urbane con le migrazioni, definitive o periodiche, di
operai, studenti, di confessioni,
religioni e culture differenti...
C’è un urgente bisogno di un ministero profetico che vada incontro a bisogni umani specifici. I
ministri e i responsabili nelle
nostre chiese devono correre il
rischio di denunciare tutte le
forme di oppressione, e specialmente quella delle donne. Hanno bisogno della collaborazione
dei laici, di altri gruppi sociali,
e di persone di altre fedi e ideologie. Bisogna cercare soluzioni
e impegnarsi in azioni. Le chiese, come ogni cristiano, devono
impegnarsi per la giustizia che
è il fondamento per una nuova
comunità di donne e uomini nella chiesa (Michea 6: 8).
B - Il ministero dei laici. Affermiamo che voi siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti
di Cristo.
Non ha più alcuna importanza Tessere ebreo o pagano, schiavo o libero, uomo o donna perché uniti a Gesù Cristo siete diventati un solo uomo (Gal. 3: 27).
Ogni persona ha ricevuto un
dono dello Spirito Santo al servizio del corpo intero, qualunque sia il sesso, la razza o la
classe. Fondandoci sulla nostra
comprensione della Scrittura e
sul ministerio di Gesù aspettiamo il tempo in cui tutti i membri del popolo di Dio saranno riconosciuti e sostenuti ugualmente dalle istituzioni della chiesa.
Auspichiamo:
— Un maggior coinvolgimento
dei laici nelle strutture della
chiesa, nella elaborazione teologica, nel culto e la liturgia. Sosteniamo le comunità dove, fin
da adesso, laici, pastori o preti
preparano assieme il sermone e
la liturgia domenicale.
— Ministeri alternativi di laici
nella società, eventualmente riconosciuti ufficialmente e sostenuti finanziariamente quando
questi laici contribuiscono a far
regnare la giustizia in seno alla
società.
— Una chiesa in cui tutti in
coraggino, sostengano moralmente e materialmente dei laici
che svolgano un ministero a pieno tempo (o per un tempo definito) nella chiesa.
— Una chiesa in cui tutti rispettino i doni e le funzioni necessarie perché il Regno di Dio
possa essere manifestato tra di
noi. Incoraggiamo uno studio
delle possibilità diverse di confermare questi ministeri (ordinazione, consacrazione, mandato). Confessiamo che la pratica
di numerose chiese nel mondo
non è pienamente in accordo
con TEvangelo.
Riconosciamo:
— che Tamministrazione e la
organizzazione delle nostre chiese sono inadeguate. In certe parti del mondo le donne laiche costituiscono la maggioranza dei
membri della chiesa, ma hanno
solo poche responsabilità negli
organi direttivi delle chiese.
Adempiono funzioni di collettrici di fondi cuoche, donne di servizio, decoratrici, educatrici, e
segretarie... Le donne fanno spesso l’esperienza di discriminazioni acute per quello che concerne
ad es. la pensione, la sicurezza
dell’impiego, i vantaggi e la mancanza di possibilità di avanzamento. Sono spesso utilizzate come manodopera a buon mercato o non retribuita;
— che i laici e le donne sono
limitati nel loro svilupno teologico dalla mancanza di formazione
adeguata e di possibilità d’impiego. Questo fa sì che i laici, e in
particolare le donne, esitino ad
accettare posizioni di responsabilità.
Raccomandiamo:
— che sia rivista la dimensione diaconale di tutti i ministeri,
soprattutto il diaconato e il posto delle donne e degli uomini
nei ministeri;
— che sia esplorata la varietà
dei modi di affermare o confermare i ministeri, per es. per
rnezzo di ordinazioni, consacrazioni, commissioni, mandati...;
— che siano organizzati incontri di responsabili di chiesa e di
donne che si sentono discriminate dalla chiesa:
— che i responsabili di chiesa
s’impegnino ad includere un nu
{continua a pag. 12)
Hanno collaborato: Liviana Maggiore, Silvana Marchetti, Marie France
Maurin, Gianna Sciclone,
8
8 ecumeiiimo
8 giugno 1984
IL NUOVO CODICE DI DIRITTO CANONICO - 1
cramento e rispetto della libertà
di tutti.
Il battesimo
Lo scorso novembre è entrato in vigore nella Chiesa cattolica
il nuovo Codice di Diritto Canonico. Per illustrare novità e continuità presentiamo una serie di articoli su temi tra noi dibattuti:
battesimo, eucaristia, ministero, matrimoni misti.
Dal Codice di Diritto Canonico
(CJC) di Benedetto XV promulgato nel 1917 al nuovo Codice
promulgato nel 1983 da Giovanni
Paolo II sono trascorsi 66 anni.
In questi decenni molte norme
del vecchio CJC erano state rivedute o cadute in disuso, ma
ciò che ha imposto la revisione
del precedente CJC è stato un
avvenimento fondamentale: ; la
celebrazione del Concilio Vaticano II. Nella introduzione al libro
IV del CJC 1983, nel quale si presentano anche i sacramenti è
scritto: « La teologia soggiacente
ai canoni sui singoli sacramenti
è di norma quella del Concilio
Vaticano II e della riforma liturgica » (p. 527). Il nuovo CJC desume dal Concilio una nuova definizione di sacramento, esso non
è più res = cosa-(CJC benedettino titolo del libro III e can. 726,
cfr. Tommaso: sacramentum est
signum rei sacrae...), termine
che può indurre a una comprensione isolata del gesto sacramentale, ma è "segno e mezzo” della funzione santificante della
Chiesa (CJC 1983 can. 834. 840).
Santificare significa "rendere santi” e insieme "glorificare colui
che è santo”. E’ così posta in primo piano la liturgia quale luogo
privilegiato per la celebrazione
del sacramento. Il sacramento
esalta così il proprio carattere
ecclesiale. Alla base c’è il Concilio: « Nondimeno la liturgia è il
culmine verso cui tende l’azione
della Chiesa e, insieme, la fonte
da cui promana tutta la sua
virtù » (Sacrosanctum Concilium
10). Osserviamo che nella teologia riformata la liturgia non è
culmine né tanto meno scaturigine da cui procede la "virtù” della
Chiesa. La Chiesa non "santifica"
(attivo) ma è santificata (passivo). Il CJC 1983 inserisce un
nuovo paragrafo ohe collega
strettamente sacramenti - evangelizzazione - formazione catechetica (can. 843/2). E’ il frutto
di un decennale dibattito sulla
relazione evangelizzazione e sacramenti e, come vedremo, ha
grandi conseguenze anche per i
canoni nuovi sul battesimo.
Porta dei sacramenti
l’uso delTacqua (17. 20.) e più
avanti ricorda la necessità di studiare la pratica di alcune chiese
africane che battezzano invocando lo Spirito Santo senza usare
l’acqua (21. c).
La -formula richiesta è quella
trinitaria, norma che ha la sua
radice nel 4f canone del Concilio
di Trento sui sacramenti. La formula « nel nome del Signore Gesù » (Atti 8/16 ecc.) non è ammessa. Questa rigidità sulla formula ha dei risvolti negativi circa il dialogo ecumenico per il reciproco riconoscimento del battesimo.
Ministro ordinario del battesimo è il Vescovo, il presbitero, il
diacono. Sparisce nel CJC 1983 la
decananza delle precedenze circa il battesimo conferito dal ministro straordinario quando manchi quello ordinario. La scala andava dal diacono al suddiacono,
dal chierico al laico, dall’uomo
alla donna (CJC 1917 can. 742/2).
Anche qui troviamo un influsso
conciliare che dice: « ognuno
può battezzare i credenti » (Lumen Gentium 17).
Nelle maglie di una
rigida ecclesioiogia
Il primo canone sul battesimo
del CJC 1983, 849, riprende quello del 1917 (can. 737) e inserisce
il concetto di "carattere indelebile”, presente altrove nel vecchio CJC. Sia nel vecchio che nel
nuovo CJC il battesimo è detto
"ianua sacramentorum”, porta
dei sacramenti e dichiarato "necessario alla salvezza", di fatto
o almeno nel desiderio (in voto).
Il nuovo CJC evidenzia subito
che il battesimo "libera dai peccati”. Il CJC 1983 antepone ai
canoni sul ministro e sul battezzando i canoni sulla celebrazione. Dalla attenzione della Chiesa
odierna aH'impegno per l’evangelizzazione procede il canone 851
che menziona il catecumenato
per il battesimo degli adulti e la
istruzione per i genitori e i padrini per il pedobattesimo.
Materia del battesimo è l’acqua vera, acqua ohe deve essere
benedetta (CJC 1917 can. 737. 757;
CJC 1983 can. 849. 853). La modalità è l’immersione o l’aspersione. Circa la necessità dell’acqua si era espresso il Concilio
di Trento nel decreto sui sacramenti nel canone 1“ sul battesimo, sia contro chi non riteneva necessario l’uso dell’acqua, sia contro chi riteneva
adeguato tutto ciò che servisse per bagnare. Il documento
di Lima sul battesimo menziona
eludendo anche il figlio di cattolici, can. 868/2. Se ci si fosse
ispirati alla conciliare dichiarazione sulla libertà religiosa Dignitatis humanae, nuoti 2.10 e 3
specie: ’’l’uomo..; non si deve
quindi costringerlo ad agire contro la sua coscienza” questo canone avrebbe dovuto essere soppresso. E’ vero ohe il CJC 1983
affida recumenismo cattolico alla Gerarchia, la quale deve impartire norme pratiche per promuovere l’unità, can. 755, e ciò
chiarisce il carattere gerarchico
delTecumenismo cattolico, ma si
può parlare di ecumenismo accogliendo, a 18 anni dal Concilio
Vaticano II un canone che viola
la libertà? Comprendiamo che
la "liceità” di detto battesimo
contro la volontà e la libertà nasce dalla concezione del battesimo come necessario alla salvezza, ma proprio questi esiti debbono fare riflettere, cattolici e
non cattolici, sul valore di tale
concezione, sul rapporto tra sa
Rimane la pratica del padrinato, se ne alza l’età, lo si può essere non più a 14 anni ma a 16; il
padrino deve essere cattolico non
irretito da censure né scomunicato. Il non cattolico non può
essere padrino ma solo, con
un padrino cattolico, "testimone
del battesimo” (CJC 1983 can.
874/5/2).
Teologia inconciliabile
Abbiamo evidenziato le concordanze e discordanze tra i due
codici che ci sono parse più notevoli, indicando i rapporti con il
Vaticano II e con il documento
B di Lima. Nonostante la schematicità di questa introduzione,
possiamo concludere che, per
quanto attiene al rapporto tra la
teologia battesimale che i canoni
traducono e la corrispondente
teologia riformata, non ci sono
progressi decisivi. La teologia di
base rimane marcatamente inconciliabile.
dré Dumas rivolta al documento
di Lima sul battesimo, di non
avere approfondito Tinterrogazione sul battesimo come impegno di fede o infusione della grazia (cfr. Gratitude et questions,
Etudes Théologiques et Religieuses, 2/1983, pp. 148) può essere radicalizzata, quanto al nuovo Codice, dicendo che esso ignora tale domanda scegliendo decisamente il secondo significato.
Il cattolicesimo del CJC 1983,
che consiglia per la formazione
teologica la Bibbia, la Tradizione, il Magistero e S. Tommaso
(can. 252), resta all’interno del
concetto di necessità "ad salutem”, per la salvezza. E’ consequenziale che non ci sia traccia
nei nuovi canoni della ricezione
del dibattito mondiale tra battesimo dei bambini e dei credenti.
L’uso della Bibbia nel nuovo
rito battesimale e l’importanza
data alla liturgia non mettono in
discussione la nozione cattolica
di sacramento. La critica di An
Noi siamo convinti che il trattato sul battesimo vada dalle
chiese riscritto accogliendo il
suggerimento di K. Barth a lasciare il concetto stesso di "sacramento”. « Lo Spirito, col battesimo del quale comincia la vita
cristiana, è (secondo Galati Si
l’opera di Dio » (K. Barth, Il fondamento della vita cristiana). Occorre ripartire da qui.
Alfredo Berlendis
SEGRETARIATO ATTIVITÀ’ ECUMENICHE
La
ecumenica oggi
Soggetto del battesimo è ogni
uomo non battezzato. Scompare
la precisazione "viator" che indicava l’uomo ’’viatore’’ pellegrino, vivo, in polemica con chi
pensava alla opportunità del battesimo per i defunti (CJC 1917
745). Ovviamente è da battezzare chi ancora non lo è stato, il
battesimo va chiesto liberamente dall’adulto o dai genitori che
hanno l’obbligo di chiedere il battesimo entro le prime settimane
di vita del figlio (CJC 1983 can.
867). Occorre battezzare "senza
indugio” in pericolo di morte.
Ciò che il CJC prescriveva per il
figlio di infedeli eretici o scismatici — si può battezzare se esiste
la previsione che sia educato cattolicamente (can. 750 e 751) — è
detto dal nuovo CJC per qualunque infante. In caso che tale
speranza manchi del tutto si deve differire il battesimo (CJC
1983 868/2). Positivamente ciò
significa una maggiore attenzione al nesso fede-battesimo, negativamente ciò indica una concezione ecclesiologica chiusa. E’ del
resto la apertura e la chiusura
che troviamo nel decreto conciliare Unitatis Redintegratio, n.
22: il battesimo è vincolo sacramentale necessario ma non sufficiente di unità poiché esso è
orientato a quella pienezza di
unità che si esprime nella « piena inserzione nella comunione
eucaristica ». Il battesimo è così
stretto e impoverito nelle maglie
di una rigida ecclesiologia. Il documento sul battesimo di Lima,
più avanzato su questo punto,
almeno nel proposito, mantiene
tuttavia anch’esso il nesso unità
nella fede unità nel battesimo,
punto 6.
Dal 27 aprile al 1° maggio si è
svolto a Sestri Levante, presso
l’ospitale « Opera Madonnina del
Grappa », il Convegno ecumenico nazionale di primavera del
S.A.E. sul tema: « La credibilità
ecumenica oggi: impegno delle
Chiese e dei Cristiani ».
Come di consueto, il Convegno primaverile è un momento
di preparazione alla Sessione
estiva della Mendola. Si svolge
in località diverse (e qui ricordiamo rincontro di due anni fa
a Torre Pellice, particolarmente
ricco di significati e di implicazioni) per calare la realtà ecumenica del S.A.E. nelle varie situazioni ecclesiali italiane. Il
Convegno di quest’anno, che ha
visto la partecipazione di oltre
200 persone, si è rivelato carico
di stimoli. Aperto o^i mattina
da una riflessione biblica e da
un momento comunitario di preghiera, ha presentato scorci vivacissimi sul B.E.M. (il noto documento di Lima su Battesimo Eucaristia - Ministeri) e sulle
esperienze di dialogo ecumenico
in Italia.
Il battesimo di non cattolici è
valido, se può essere ritenuta valida l’intenzione e la forma. Già
la costituzione conciliare sulla
sacra liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 69, escludeva che si dovesse ribattezzare chi si converte
alla fede cattolica; lo si accoglie
con un rito ma non si ripete il
battesimo. Il CJC 1917 nel canone 750 indicava: « il bambino
di genitori non credenti (infidelium) anche contro la volontà dei
genitori è lecitamente battezzato
in pericolo di morte ». Il nuovo
CJC mantiene questa norma in
La prima mattina è stata aperta da una nutrita e limpida riflessione del pastore valdese Gino Conte, che ha denunciato ü
processo di involuzione sacramentale di tutte le Chiese e, citando Zwingli, ha invitato a una
scelta diversa nel sacramentalismo, sottolineando l’urgenza
della conversione come primo
passo nel cammino ecumenico.
Dopo un excursus storico del
past. Renzo Bertalot sulla credibilità ecumenica delle Chiese, in
cui si è puntato il dito sulla necessità di una rivoluzione copernicana che ponga Cristo, e non
la nostra specifica Chiesa, al centro del cammino cristiano, è seguita nel pomeriggio del primo
giorno una specie di tavola rotonda sul B.E.M., in cui si sono
alternate le voci del teologo valdese past. Thomas Soggin, del
teologo ortodosso rev. Traian
Valdman e del teologo cattolico
mons. André Joos, della Università Pontificia di Roma. E’ stato
riconosciuto nel B.E.M. un valido tentativo di porre le Chiese
davanti alle loro responsabilità:
pur con qualche riserva da parte valdese, il B.E.M. viene accoL
to come un possibile segno di
fratellanza delle Chiese e come
un notevole passo avanti nel travaglio della ricerca ecumenica.
Anche nel mondo laicale, è stato
detto, bisogna tener conto del
B.E.M. e utilizzarlo: è una nro
posta che ci mette in discussione con la nostra identità confessionale. Non si è d’altronde insieme « con » se non si è insieme « per »: insieme crescere e
ricevere, risorgendo dall’unico
Pane e dall’unico Calice.
Sulla capacità evangelica di
essere insieme era incentrata la
riflessione biblica della seconda
mattina, elaborata da mons. André Joos in un succedersi di citazioni neotestamentarie culminanti nel messaggio di Filippesi 2: 5-7: « Comportatevi come Cristo Gesù: Egli era come
Dio, ma non pensò di dover conservare gelosamente il fatto di
essere uguale a Dio. Rinunziò a
tutto; scelse di essere come servo e diventò uomo fra gli uomini. Tanto che essi Lo riconobbero come uno di loro ». Non afferrare dunque tutto per sé, ma
condividere con gli altri e per
gli altri. Seguiva una lezione dal
taglio storico del prof. Pier Giorgio Camaiani, ordinario di Storia Moderna alla Università di
Firenze, sul tema: « Popolo di
Dio e laicità in una prospettiva
ecumenica ». Qui la laicità veniva indicata come espressione del
sacerdozio universale, come momento di animazione all’interno
dell’evangelizzazione. Nel pomeriggio dello stesso giorno quattro inquietanti testimonianze del
dialogo ecumenico in Italia: il
dott. Gianni Marcheselli, laico
cattolico che vive con rigore e
limpidezza un’esperienza di coppia interconfessionale, la prof.
Maddalena Costabel, laica valdese moglie di pastore e sindaco
della cittadina in cui risiede, il
prof. Marco Nikiforos, laico ortodosso e la prof. Manuela Paggi, laica ebrea. Tutte testimonianze sofferte: le definiamo « inquietanti » per i problemi vivi e
vissuti che hanno posto a ciascuno di noi.
se. Impegno, missione, sei'vizio,
costituiscono A parametri dell’ecumenismo, nella certezza che
sarà il Signore a renderci una
cosa sola: in questa certezza saremo ecumenicamente credibili.
Successivamente la fondatrice
e presidente nazionale del S.A.E.,
prof. Maria Vingiani, con la ben
nota carica di coinvolgente entusiasmo e di fede, ha presentato la XXII Sessione di formazione ecumenica che avrà luogo alla Mendola tra il 28 luglio e il
5 agosto sul tema: « La credibilità ecumenica delle Chiese e il
B.E.M. ». Meditazioni e relazioni
verteranno sulla credibilità delle Chiese davanti alle innumeri
sfide del mondo d’oggi e sulle
tematiche insite nel B.E.M., visto come provocazione alla stessa credibilità ecumenica delle
Chiese. Dodici gruppi di studio
vedranno i corsisti, anche i più
giovani, impegnati su questo vasto fronte. Ci rendiamo conto
del lavoro immane che sta dietro il semplice foglio programmatico offertoci a Sestri Levan
te: un iavoro di cui siamo grati
Dalla confusione
alla comunione
La terza mattina è stata aperta da una riflessione del pastore
metodista Sergio Carile, teologo
e biblista, esperto di catechesi
ecumenica, che ha commentato
Giov. 21: «...che siano tutti una
cosa sola... così il mondo crederà ». L'uniformità è una tentazione per le Chiese, ha sottolineato il past. Carile, solo la pluralità è creatrice: la preghiera
cementa i legami che fanno un
solo Corpo delle membra spar
soprattutto a Maria Vingiani,
che ne sostiene il maggior carico.
A Sestri è poi seguita una carrellata delle attività svolte nei
singoli gruppi S.A.E., viste in
prospettiva dinamica.
Ogni giornata si è conclusa
con una celebrazione liturgica:
liturgia eucaristica cattolica presieduta da don Giovanni Caprile, direttore del Centro Intercoiv
fessionale per l’Ecumenismo di
Rapallo, Culto evangelico di Santa Cena con predicazione del
past. Sergio Carile, liturgia ecumenica della Parola guidata da
mons. Daniele Ferrari, vescovo di
Chiavari, dal rev. Nikitas Mandas, archimandrita greco-ortodosso di Genova e dal past. Renzo Bertalot, direttore dell’Alleanza Biblica Universale a Roma.
Martedì 1° maggio una gita comunitaria nella splendida località di Portovenere .concludeva il
Convegno, alla cui buona riuscita sul piano logistico e organizzativo ha fattivamente collaborato la dott. Itala Ricaldone di
Genova.
« L’ecumenismo è un movimento pasquale: il Risorto ci riporti dalla confusione alla comunione ». Sono parole di Maria
Vingiani: con queste parole di
luce e di speranza mi sia con.sentito chiudere questa breve relazione.
0
e
è ■
Florestana Sfredda Piccoli
-il i
9
8 giugno 1984
cronaca delleValli 9
Í»
FESTA DI CANTO A VERCELLI
Un gioioso incontro
Petizione COn lO Città
In breve
C’è una vecchia quercia nella
Chiesa Valdese alla cui ombra
cercano riparo i nuovi difensori
dell'ortodossia prófèSTimikr' NWi
dlludS~ànà~pmnhnitpim dell’aula^ sinodale. Penso piuttosto alle
più strette stanze dell’archivio
valdese dove, da qualche anno,
si danno convegno gli uomini
della "Testimonianza Evangelica
Valdese’’ (TEV) che stampano la
loro periodica circolare. « Noi
facciamo le nostre battaglie non
contro ma per amore della chiesa — precisa uno di loro, pregandomi di non fare il suo nome —
cerchiamo la coerenza con quello che la Bibbia afferma e poi
ciascuno prenda le proprie responsabilità ».
L'idtima battaglia della TEV,
in ordine di tempo, è contrg
Tomo sessualità: non c’è numero
dì tàrEéttino in cui non se ne parli. E alcuni di loro stanno raccogliendo nelle case, tra i villaggi
( e anche al capezzale dei malati
in ospedale) firme sotto una petizione che si intende presentare al
Sinodo. La petizione afferma:
« Profondamente turbati per i
nuovi principi etici che cercano
di affermarsi nella Chiesa in vista di giustificare certe deviazioni come l’omosessualità e~cTìÌ^i
risolverebbero nella negazione
della famiglia cristiana, fermamenic chiedono al Sinodo di diciiiarare che la Chiesa intende
mantenersi fedele nello spirito e
nella lettera all’insegnamento
d(dìa Scrittura, sulla padronanza
dei propri^Jslinti (I Tess. 4: 3-41
e sulla •¡nntifn'^pt tìjnrpln myityi-.
moniale (Mt. 19: 4-6) ».
"Tìì'iT.Tché la via maestra delle
assemblee ecclesiastiche la TEV
ha preferito imboccare, per la
seconda volta, il viottolo della
raccolta di firme individuali. Ci
sono molti modi per arrivare al
Sinodo, quest’ultimo è certamente il più discutibile. Ma rispetto
al passato, questa volta l'entusiasmo è calato. « La chiesa sem_pre più povera di gèìTte ~e dTTTtee
— confessa~imdramentè~lci veccliia quercia della TEV — corre
affannosamente dietro alle mode: ha paura del baratro che la
separa dal mondo. Ieri la politica, oggi l’omosessualità ». Insomma — conclude il mio anziano
interlocutore, dandomi un foglio
con 15 punti che riassumono il
pensiero TEV sull’argomento:
« lei sarebbe d’accordo che sua
figlia o figlio ricevesse una trasfusione di sangue di omosessuali? Intendiamoci: non condanniamo le persone omosessuali ma i
principi. La chiesa accolga i peccatori — e tutti lo siamo, ciascuno a modo suo — che riconoscono il loro peccato, ma la chiesa non può e non deve riconoscere come fratello un individuo che,
vivendo nel peccato, dà scandalo, dichiarando bene il male e
affermànào la~còesislènza tra la
fede che salva e il peccato che
rende schiavi ».
Sicché, per farla breve, oggi
nella nostra chiesa c’è chi, Bibbia alla mano, condanna senza
mezze misure l’omosessualità e
dall’altra c'è chi cerca di capire,
si ripromette di approfondire
l’argomento e che comunque non
accetta giudizi massicci e generici. A questo punto la domanda
è una sola: è possibile un dialogo tra due estremi così lontani?
Oppure lo spazio di libertà, di ricerca e di amore che la chiesa
garantisce deve trasformarsi in
un campo di battaglia con vinti e
vincitori? I proclami sulla morale e le patenti di scomunica lasciamoli ad altri. Cerchiamo piuttosto di seguire Cristo sul terreno rischioso dell’agape in un confronto aperto con i problemi del
nostro tempo.
Giuseppe Platone
Riuscita manifestazione delle corali valdesi in una città in cui gli evangelici hanno saputo inserirsi opportunamente nel dibattito sulla pace
Domenica 20 maggio, Festa di
Canto al Teatro Civico di Vercelli, così dicevano i numerosi
manifesti sparsi per la città.
Quella domenica mattina, li rileggevo ancora sotto una pioggia battente, mentre aspettavo i
vari pullman, per poterli dirottare al parcheggio prestabilito.
La pioggia continuava a scendere e il cielo, anziché schiarirsi,
si faceva via via sempre più cupo. Peccato, pensavo, 300 persone che arrivano a Vercelli da un
po’ tutte le Valli e sono accolte
da un vero diluvio!! Alle 9.30,
ecco arrivare il primo pullman,
seguito poco dopo dagli altri.
Gente che scendeva frettolosa,
un po’ intirizzita, che chiedeva
subito qual era il bar più vicino
per potersi riscaldare un po’ e
scacciare così momentaneamente
tutta quell’acqua e quell’umidità
che veramente entrava nelle ossa.
Così, con passo piuttosto deciso,
la lunga fila d’ombrelli s’incamminava verso il Teatro Civico,
luogo della nostra «Festa» (per
fortuna, non era stata organizzata all’aperto!). Strette di mano,
saluti, sorrisi tra i vari coralisti
e membri di altre Comunità quali
Vercelli, Biella, Vintebbio, Omegna, Novara. Il vocio di tutta
quella gente che gremiva l’atrio
del Teatro, era avvertito anche
in strada e non sono state poche le persone, che per pura curiosità soro entrate in Teatro per
vedere ciò che stava succedendo
in una mattinata così bagnata e
ancora avvolta dalla sonnolenza.
Poi finalmente alle 11 con un
Teatro che registrava ancora
qualche poltrona vuota, si è potuto dar inizio alla prima parte
della manifestazione, importante per noi, forse un po’ meno
per chi veniva da fuori.
A dare il benvenuto a Vercelli
ai trecento coralisti è stato il pastore di Vercelli Renato Di Lorenzo il quale ha ricordato ai nu
merosi Valdesi, il clima di gioia
e di libertà che in questa domenica potevano assaporare, a differenza di 4 secoli fa quando un
gruppo di Valdesi fu costretto,
proprio nel Duomo di Vercelli,
ad abiurare la propria fede.
Ha preso poi la parola, la
Dott.ssa Dina Cotto, Assessore
alla cultura del Comune di Vercelli, porgendo il suo personale
saluto e quello del Sindaco Dott.
Ezio Bobotti. La Dott.ssa Dina
Cotto ha ringraziato le Corali
Valdesi per aver accettato questo appuntamento vercellese,
passando successivamente a illustrare le iniziative del Centro
Evangelico «Pietro Maggi» ed ha
aggiunto: «è doveroso ringraziare
questa presenza evangelica nella
nostra città che si è saputa inserire con grande sensibilità e responsabilità, nel tessuto cittadino
e soprattutto per la sua chiara
e precisa posizione in favore della pace ». La presidente del Consiglio di Chiesa della Comunità
Metodista di Vercelli, Sig.ra
Esmeralda Tron, ha consegnato,
poi, a Dina Cotto, una piccola
medaglia d’oro quale ricordo
della manifestazione. Dopodiché
è seguita una breve parentesi liturgica, in cui il sovrintendente
del 6° circuito, Giuseppe Bernardini, ha tenuto ai presenti una
contenuta, ma chiara meditazione su Isaia 43: 10. Meditazione e
preghiera intervallate da alcuni
inni interpretati magistralmente
dalle Corali, breve assaggio di
ciò che sarebbe stato nel pomeriggio. Alle 12.30 ci si è divisi e
mentre alcuni si sono portati
presso un posto di ristoro, altri
per il pranzo al sacco, sono stati
ospitati presso i locali della Chiesa Metodista; locali forse poco
adatti ad ospitare un così gran
numero di persone, tuttavia seppur strettirò, e accampati con
mezzi di fortuna, si è potuto dar
vita ad un’agape fraterna di almeno un paio d’ore.
Il concerto
Alle 15.30 in punto, il concerto
vero e proprio. Diversi Vercellesi, probabilmente, hanno preferito il pomeriggio per occupare
quelle poltrone rimaste vuote
durante la mattinata e così con
il Teatro al gran completo, la
« Festa di canto » è entrata nel
vivo della sua manifestazione.
L’attento pubblico in sala, ha potuto in tal modo ascoltare i brani proposti dalle Corali, dagli
« spirituals » a inni prettamente
religiosi della Riforma Luterana.
Ci aspettiamo per la prossima
occasione anche alcuni brani
classici che le Corali sono certamente in grado di proporre...
vero? I numerosi applausi mi
hanno portato ad una considerazione: canti e applausi hanno
avuto un denominatore comune:
« la testimonianza ». Il canto è
anche e soprattutto « testimonianza » proprio perché attraverso il canto è possibile testimoniare la propria fede così come
l’applauso testimonia non solo
la bravura dei protagonisti, ma
anche che qualcosa è stato recepito, attraverso un semplice brano musicale.
Che dire infine delle Corali, se
non sottolineare ancora una volta la loro bravura, Tarmoniosità
delle voci, il loro impegno, la
loro meticolosità nel preparare
ogni brano? Sappiamo ormai che
grazie al loro vasto repertorio,
sono richieste in ogni parte d’Italia per i loro concerti, così come sappiamo che debbono far
fronte a numerosi impegni anche
all’estero, viste le recenti tournées in Francia, Svizzera, Germania. Nessuno è professionista e
forse per questo sono sempre
più apprezzate e stimate. In una
atmosfera di gioia e fraternità
si è conclusa questa domenica,
che probabilmente è stata un
qualche cosa in più di una festa di canto!
Sergio Margara
Sviluppo del
commercio
PEROSA ARGENTINA — Dopo gli operatori turistici, anche
i commercianti si sono riuniti
nella sede della Comunità Montana Chisone e Germanasca per
uno scambio di opinioni sulle
prospettive di questo settore nello spazio destinatogli dal piano
di sviluppo.
Di sviluppo, secondo il documento presentato nella riunione,
in realtà non si può parlare: salvo una lieve ripresa negli ultimi
anni, il settore commerciale, soprattutto nella parte alimentare,
ha registrato un forte calo di
esercizi nel decennio 1971-1981.
Confrontato con la diminuzione della popolazione nello stesso
periodo, il dato non è di per sé
negativo: vuol dire soltanto che
hanno resistito i negozi più frequentati che sono stati in qualche misura rimodernati, anche se
prevale sul territorio il tipo di
esercizio a conduzione familiare,
situato in locali poco spaziosi e
con scarsa specializzazione.
Il documento della Comunità
Montana, invece, dà per scontato che l’avvenire del commercio
si trova ormai nella grande distribuzione, ossia nei supermercati, con particolare riguardo per
il settore alimentare. Un esercizio
di questo tipo potrebbe essere
localizzato nell’area industriale
di Villar Perosa, oppure a Pinasca e dovrebbe essere concorrenziale nei confronti dei centri di
vendita già esistenti a Pinerolo.
Un’altra proposta è la creazione di un centro di esposizione e
di vendita dei prodotti locali agricoli e artigianali indirizzato
al turismo, oltre a punti di vendita di dimensioni più ridotte nei
Comuni ad elevata affluenza turistica (Prali e Pragelato),
In questo caso, il commercio,
invece di limitarsi alla vendita
di prodotti esterni, avrebbe il
compito di far da tramite tra due
attività egualmente importanti
per l’economia delle valli Chisone e Germanasca.
® Hanno collaborato a questo
numero: Tavo Burat, Michele
Campione, Mario Castellani, Renato Cóisson, Ivana Costabel,
Cornelio Deivecchio, Dino Gardiol, Ade Gardiol Theiler, Roberto Giacone, Edi Morini, Teofilo
Pons, Liliana Ribet, Aldo Rutigliano. Franco Scaramuccia, Franco Taglierò, Dario Tron.
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8 giugno 1984
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Pentecoste '84
« RESPONSABILI
IN CRISTO
DEL NOSTRO FUTURO >>
POM ARETTO, 9-10 GIUGNO
Festa delle comunità
Sabato sera con il Gruppo Teatro Angrogna e con una
veglia per i giovani e domenica con un programma vario per
tutto tl giorno, si terrà a Pomaretto la festa delle nostre comunità delle valli Chisone e Germanasca.
Dopo le belle esperienze di Ferrerò (Pentecoste ’80) e di
Frali (Pentecoste ’82) ci ritroveremo per la terza volta insieme per un momento di incontro nella gioia e nella riflessione.
Gioia perché, come già diceva il salmista, « quant’è bello
che fratelli dimorino insieme »! E’ la gioia dell’incontro dei
vecchi amici, della comunione nella fede ascoltando la Pal'ola^ del Signore, del cantare e del riflettere insieme, del sentirsi uniti. In una realtà in cui non riusciamo più a trovare
il tempo per incontrarci, perché sempre affannati a correre,
sempre agitati da mille preoccupazioni, riceviamo questa occasione come un dono da parte del Signore.
Ma anche riflessione. Non possiamo e non vogliamo dimenticare t problemi che incombono sulla nostra vita e sul
nostro mondo. La breve riflessione che abbiamo proposto
dalle pagine del nostro giornale su Uomo - Ambiente - Lavoro - Pace ha indicato in quale direzione vogliamo muoverci:
la nostra responsabilità di credenti nella costruzione del futuro nostro e dei nostri figli vuole essere una responsabilità
vissuta nel concreto dei problemi del nostro mondo con quel- la carica di speranza che ci viene dalla certezza che il Regno
di Dio non è una favola ma il futuro che Dio ci ha preparato
in Cristo.
«RESPONSABILI IN CRISTO DEL NOSTRO FUTURO;
II Signore è la mia guida,
in Lui ripongo la mia fiducia.
Ciò che mi è veramente
i[necessario
lo avrò sempre con Lui.
Tutto quello che mi procuro,
mi viene da Lui:
cibo e fratelli,
piaceri e lavoro.
Ciò di cui ho più sete.
Egli me lo assicura:
per Lui io sono qualcuno,
ha sempre una parola per me.
Mi dona un riposo,
dove mi sento bene.
In Lui io mi ricarico.
In Lui si ispira la mia azione,
io sono sulla buona strada.
Ci tiene molto
ad accompagnarmi
[misteriosamente.
Anche quando sono in fondo
[al pozzo,
quando vedo tutto nero
e sono sfiorato dalla morte
non ho paura;
Tu sei presente,
mi copri come un’ombra,
la tua mano è sulla mia
[spalla.
Eccomi rassicurato.
Alle volte sono circondato da
[nemici,
oppure mi sento diviso in me
[stesso.
Allora per ridarmi forza
mi inviti alla tua tavola.
Mi riconcilii
con me e con gli altri;
e subito è festa.
Sì, quello che tu vuoi è che
[io viva bene.
Sì, quello che è vero,
è che tu non ci abbandoni.
Il tuo amore è come una casa
e, cosa formidabile:
c’è un posto anche per me.
(Trascrizione per il nostro
tempo del Salmo 23, ad opera
di W. Jurgensen).
Foto BONARDO
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TEL. (0121 ) 75086
COLLEGIO VALDESE
T rasporti
allievi
Visto il crescente numero di
allievi provenienti da Pinerolo
ed immediati dintorni, il Collegio ha deciso di istituire dal
prossimo anno scolastico (settembre 1984) un servizio di autobus riservato agli studenti dei
suoi due istituti (Ginnasio-Liceo
Classico e Liceo Linguistico).
Partendo alle 8 da Pinerolo gli
allievi giimgeranno di fronte al
Collegio in tempo per le lezioni,
per essere di ritorno a Pinerolo
ogni giorno alle 13.30. Tale servizio dovrebbe anche facilitare la
frequenza del Liceo Classico o
Linguistico di Torre da parte di
studenti provenienti dalla Val
Chisone.
Il Liceo Linguistico è stato nel
frattempo legalmente riconosciuta con decreto ministeriale
del 2 maggio 1984. Questo sigmfìca che d’ora in poi, come già
avviene (dal 1898!) per il Classico, i suoi titoli saranno equipollenti a quelli statali e gli allievi non avranno necessità di
sostenere esami di idoneità presso altri istituti.
Tempo permettendo, anche
quest’anno il Collegio organizza
la giornata sportiva. Essa si svolgerà giovedì 14 giugno (ultimo
giorno di scuola...) nel corso dell’intera mattinata.
Ir rimluittiriL
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TORRE PELLICE
CONTRIBUTI
PER L’AGRICOLTURA
La Comunità Montana Val Peliice ha
destinato la somma di L. 19.000.000 ad
interventi atti a migliorare lo stato
produttivo dei castagni da frutto; L.
13.000.000 a recuperare i boschi degradati ed a ripristinare le piste forestali e di esbosco presenti sul territorio
della Valle; e la somma di lire 3.335.611
per interventi di divulgazione ed informazione sui problemi di natura ecologica, ciò con i fondi dei tesserini per
la raccolta funghi.
Al fine di attuare gli interventi sopra indicati la Comunità Montana intende concedere dei contributi finanziari, nel limite massimo di L. 1.000.000
prò capite a tutti coloro che sui fondi
di loro proprietà, intendano effettuare
uno 0 più dei seguenti interventi:
1) sostituzione di castagni malati con
giovani soggetti innestati (L. 20.000
per astone);
2) interventi di potatura di rimonda e
rigenerazione su castagni adulti colpiti da cancro o altre malattie (L.
37.500 per castagni inferiori ai 10 m.
di altezza e L. 60.000 per castagni
superiori ai 10 m. di altezza);
3) innesto su giovani selvatici di varietà pregiate (L. 3.000 per astone
innestato);
4) decespugliamento e pulizia di aree
boschive (sino a 1. 350.000 per ettaro di superficie ripulita);
5) pulizia e ripristino di piste forestali
e di esbosco (cifra da stabilirsi al
momento del sopraluogo).
Tutti i proprietari di boschi che intendono usufruire dei citati contributi devono presentarsi entro e non oltre il
31 luglio 1984 presso l’Ufficio Tecnico
della Comunità Montana Val Peliice Via Caduti per la Libertà 4 . Torre Pellice - tei. 932262, al fine di compilare
Tapposito modulo di richiesta del contributo.
Due giorni per ia pace
Con questo titolo la Commissione Pace della nostra Chiesa
Valdese, nei giorni dal 23 al 24
giugno nei giardini di piazza Muston. E’ un appuntamento con
la popolazione della valle.
La riflessione sulla « cultura
della pace » può far maturare
in tanti la centralità del pensiero sul disarmo, sulTotaiezione di
coscienza, sulla denuclearizzazione.
L’impegno degli evangelici nel
nostro paese, dalla Sicilia alla
nostra cittadina, in questo campo sarà sottolineato nel messaggio che Bruno Gabrielli (responsabile del Comitato Pace della
Federazione Chiese Evangeliche
della Sicilia e Calabria) rivolgerà in piazza Muston, la domenica pomeriggio del 24 giugno.
Ecco il programma:
Domenica 24 giugno al mattino si snoderà sulla collina una
corsa non competitiva aperta a
tutti. A questo incontro sportivo
hanno dato l’adesione gli Assessori allo sport e cultura della
Provincia, del Comune e della
Comunità Montana, nonché l’Associa.zione Commercianti e la
Pro Loco.
La serata di domenica sarà riservata alla musica con la partecipazione di gruppi canori e
cantautori per l’ascolto del lungo cammino dell’ideale di pace
attraverso il canto.
Partecipare agli appuntamenti segnalati è un’occasione da
non perdere per riflettere, dibattere e anche divertirsi.
Italo Pons
— Sabato pomeriggio 23 giugno
si tratteranno in quattro « laboratori di informazione e discussione » i seguenti argomenti:
1) « PACE. Badici della violenza
dell’uomo. Interpretazioni bibliche. Interrogativi storici ».
GRUPPO PER
L'ornitologia
2) «GIUSTIZIA. I confini della
giustizia di Dio. Impegno dei
credenti. La giustizia di Dio ».
3) «PARTECIPAZIONE. Sovranità popolare e interferenze estere. Il ruolo dei movimenti
di opinione ».
4) « NONVIOLENZA. La nonviolenza come metodo attivo alla
costruzione della pace ».
Sabato e domenica in vari
stand, montati in piazza Muston,
saranno in mostra aspetti dell’impegno per la pace dei gruppi
e associazioni operanti in valle
e fuori. In questi due giorni funzionerà un servizio buflet-bar.
La serata di sabato 23 giugno
vedrà l’organizzazione di una Ta-,
vola Rotonda con l’intervento di
personalità della cultura cattolica, protestante e laica sul tema: « Le Chiese e la pace. Incoerenze di ieri e impegno oggi ».
Nell'ambito delle ricerche sulTavifauna nidificante in Piemonte, condotte
dal G.P.S.O. (Gruppo Piemontese Studi
Ornitologici), è sorto un gruppo di
studio sui rapaci notturni per la zona
del Pinerolese e Valli Valdesi, I rapaci notturni (allocchi, civette, gufi, barbagianni) hanno da sempre stimolato
la fantasia popolare. Oggigiorno, accanto a chi li considera « nocivi » o annunciatori di sciagura, c'è chi li ritiene
utili, poiché mangiano quasi esclusivamente topi, ed hanno un proprio
ruolo neH'equilibrio naturale. Mentre
negli altri stati europei, sono state
condotte accurate ricerche sulla distribuzione e biologia di questa specie, in Italia la situazione è quasi sconosciuta.
Eventuali notizie su nidificazioni effettuate 0 in corso, ritrovamento di esemplari morti o di boli alimentari
possono essere inviate a: Museo di
Scienze Naturali di Pinerolo - Via Brignone 1 . 10064 Pinerolo, oppure per
la Val Peliice telefonare ore cena al
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8 giugno 1984
cronaca delleValli 11
LE TARIFFE DEL
NIDO A PINEROLO
Al Sig. Sindaco di Pinerolo,
Siamo un igruppo di genitori dei 3
nidi di Pineroio che hanno seguito la
vicenda degli aumenti delle tariffe, nel.
le sue varie tappe:
1) aumento di oitre il 30% al 1/9/1983
2) aumento del 20% al 1/5/1984
3) proposte di aumento di oltre il 100%
al 1/9/1984
4) proposte di aumento e soppressione delle fasce al 1/1/1985.
Non riteniamo che le scelte di aumento operate sulle tariffe dei servizi
eociali di primaria importanza, siano
giustificabili solo con esigenze di bilancio o con l'applicazione della legge
finanziaria (ii governo non si è impegnato a tenere entro ii 10% i’aumento
delle tariffe per l'intero anno 84?).
i nidi sono dei servizi indispensabili,
innanzitutto dal punto di vista educativo oitre ohe dal punto di vista assistenziale.
Le esperienze che il bambino vive
nei primi 3 anni incidono profondamente sulla formazione del suo carattere e della sua intelligenza. Per questo l'inserimento al nido va favorito dal.
la buona qualità del servizio e dall'applicazione di tariffe eque, per tutte le
fasce sociali.
A cosa tende dunque, questa iniqua
politica tariffaria del nostro Comune?
Si può avanzare qualche ipotesi:
— a rendere possibile l'accesso ai nidi solo a pochi ceti sociali; i più
garantiti;
— a sfoltire le presenze dei bambini,
magari chiudendo un altro nido (oltre Via Dante);
— a favorire i servizi privati che, a
conti fatti, costano meno di quelli
pubblici;
— a colmare, ogni 3-4 mesi, improvvisi « vuoti » del bilancio comunale,
a spese degli utenti.
Queste risposte sono giustificate se
solo si pensa alla poca sensibilità e
impegno dimostrati, daH'Amministrazione che Ella rapipresenta, nel settore
dell'infanzia e della scolarità dell'obbligo.
Non ci pare infatti di aver notato
particolare attenzione, né investimenti
per quella fascia di utenti ai quali va
garantito, secondo il dettato costituzionale, un « reale » diritto allo studio.
Chiediamo, pertanto, che vengano
riprese in esame le proposte formulate dai genitori, durante gli incontri
intercorsi con codesta Amministrazione, unificando il problema anche per
i servizi « mense scolastiche ■> per ciò
che riguarda la revisione.
In particolare le proposte per i nidi
sono le seguenti:
— che le attuali tariffe (-1- 50% dal
1/9/1983) rimangano invariate per
tutto il 1984:
naliera (quota di presenza -f quota
pasto) per poter detrarre da essa
« le spese vive », durante le assenze dei bambini;
— che l'Amministrazione promuova la
nascita di un Consorzio di Comuni
ai quali vengano offerti 1 posti-nido
disponibili e che contribuiscano alle spese sostenute dal nostro Comune.
In attesa di una risposta, distinti
saluti.
I genitori dei nidi di: Zona Serena,
San Lazzaro, Tabona
(Seguono oltre 100 firme)
P.S. - Venerdì 25 maggio fi consiglio
comunale di Pinerolo ha approvato le
nuove tariffe. I genitori promuovono
pertanto una manifestazione davanti al
comune sabato 9 giugno alle ore 10
nel tentativo di far modificare questa
decisione.
di vivere libero e sano in una comunità
che lavora, che fa festa, che cresce in
una gioiosa interazione con l'ambiente. Ci sarebbero i soldi per i servizi
sociali, per dare possibilità di Javoro
a tutti, per garantire ai nostri figli, ai
loro figli e ai figli dei loro figli un mondo vivibile, pulito e in pace.
Mi fermo qui; mi rendo conto che
non posso lasciarmi trascinare dai pensieri e dalle sensazioni; andrò a firmare con la consapevolezza che non è
tutto quello che posso fare per la pace e per quella cosa meravigliosa che
è la vita, ma che è comunque un atto
concreto, importante. Un dovere; per
me e per tutti.
Beppe Pavan
Sindacalista CiSL, Pinerolo
SONO D’ACCORDO
SULLE LEGGI
PER LA PACE
CERCASI
DOCUMENTI DEGLI
ANNI 1919-21
— che nel calcolo del reddito familiare pro-capite la quota del secondo
figlio sia uguale (e non minore) di
quella assegnata al primo figlio;
— che venga stabilita una quota glor
ie due proposte di legge di iniziativa popolare per il referendum sui missili nucleari e per la partecipazione
democratica alle scelte di politica militare ci pongono di fronte a problemi
enormi, drammaticamente attuali: vorrei illustrare brevemente alcune delle
motivazioni che mi spingono ad aderire
senza esitazioni a questa iniziativa.
1) La guerra rappresenta lo stato
infantile, di immaturità e di soggezione
in cui i gruppi dirigenti economici e
politici dei vari Paesi, e In particolare
dei due blocchi, vogliono mantenere
l'umanità: è io stadio delia prepotenza,
della soluzione dei problemi con la forza, del dominio attraverso l'oppressione, il colonialismo econoimico, il terrore, la distruzione di incaicoiabiii risorse naturali ed umane.
E' una logica perversa ed immorale
alla quale è giusto e doveroso opporsi
con tutti i mezzi che la nostra volontà
di pace e di vita sa escogitare.
E questo vale a maggior ragione di
fronte al pericolo di morte totale e definitiva rappresentato dagli armamenti
nucleari.
Firmare per queste due leggi è un
atto concreto delia lotta per riaffermare che la democrazia e la cooperazione sono l'unica strada efficace per far
raggiungere alle persone, ai piòpoll, all'umanità l'età adulta, la maturità, liberandoci tutti insieme dalia paura, dall'oppressione, dalla violenza del potere.
2) E poi c'è il problema delle risorse: la guerra, e la guerra atomica, rappresentano un supporto innegabile all'industria; e l'industria significa trasformazione di materie prime in beni
d'uso e consumo. Ma l'industria bellica
trasforma per distruggere: distrugge il
prodotto finito (le armi e i loro mezzi
di trasporto) e gli utenti del prodotto,
i consumatori; distribuisce la morte a
chi ha bisctno di mangiare, di istruirsi.
Il Centro di Documentazione di Angrogna ha iniziato in questi mesi una
ricerca sulle lotte operaie in Val Pellice negli anni '20. Più precisamente sul
modo di concepire, da parte degli imprenditori e degii operai, alcune tematiche di fondo: lavoro, libertà, lotte,
stato, ecc.
Una ricerca del genere richiede, per
la sua complessità, molto materiale documentale che, oggi, nelle biblioteche,
è raramente presente.
Infatti il fascismo ha distrutto, o obbligato a distruggere molti documenti
importanti (volantini, giornalini, eoo.)
di quegli anni.
Si richiede quindi ia cortese collaborazione di chi è in possesso di documenti degli anni 1919-20-21, o sa indicare dove questi possono essere reperiti.
Il Centro di Documentazione si impegna a consultare i documenti, fotocopiando quelli ritenuti utili, restituendoli, nel più breve tempo possibile.
■Gli interessati possono telefonare allo
0121/900926 (Renzo Tibaldo) o scrivere
al Centro di Documentazione Angrogna,
presso il Municipio.
II Centro di Documentazione
dì Angrogna
CONTRO IL
PRESSAPOCHISMO
Sconcertati dal dirompente e, permetteteci, un tantino « ignobile » pressapoohismo del pennaiolo parafrasatore
di un apologo poco edificante, il signor Paolo Cerrato, vorremmo a lui,
ma soprattutto ai lettori dei giornale,
chiarire il nostro punto di vista.
Istintivamente diffidiamo dei fabulatori: vogliono di norma rappresentare una realtà deformata, rivisitata e
piegata ai loro scopi, paludata di falsità, rivolta a un « popolo » che non
può capire il linguaggio diretto della
verità (Menenio Agrippa insegna).
La prima domanda che ci siamo po
sti è dunque stata quella di chiederci
quale fine perseguiva il nostro illustre
detrattore.
Apparentemente la sua è una crociata (la storia ancora insegna a diffidare delle crociate!!) a favore degli ospiti di un nostro convitto frequentanti
queirorrida spelonca di malfattori ohe
è la scuola media di Torre PelUce; apparentemente quindi è questo un nobile scopo, soprattutto per chi ama
dividere dicotomicamente il mondo In
buoni e cattivi, per chi crede di avere
la verità in tasca e per chi ha il fanatismo necessario per volerla imporre
agli altri. In realtà questa beneimerita
opera di voler sensibilizzare l'opinione pubblica sui problemi dei nostri
convitti è stata attuata tramite la denigrazione dell'intero corpo docente della scuola media di Torre Pellice e ciò,
a discapito delie più elementari norme di correttezza, senza che mai il
signor Cerrato si sia preso la briga di
contattare alcun insegnante o la Preside per tentare di avere un'immagine
del problema più completa e meno superficiale. Stupisce ancora come dalla
narrazione emerga una visione distorta, immobilista e antesessantottesca
della pedagogia: la scuola (dai tempi
in cui la frequentava il nostro cantastorie) è cambiata; si sono inserite
nuove dinamiche che coinvolgono docenti, allievi e genitori. Il singolo non
è più valutato in rapporto agli altri discenti, ma individualmente, tenendo
conto del suo punto di partenza; esiste
una programmazione individualizzata,
ohe talvolta comporta un programma
d’esame assolutamente differenziato,
esiste il rispetto per ogni forma di espressione, ma si esige (ahimè, questa
parola farà sobbalzare il nostro amico
che la crederà vessillifera di un mai
sopito autoritarismo) si esige, dicevamo, anche il rispetto di regole comunitarie, che nell’assoluta libertà e considerazione della personalità di ognuno
permettano lo svolgimento di un lavoro (ebbene sì, signor Cerrato, a
scuola si deve lavorare!) serio e, proficuo per tutti. Certo non si ulula più,
né si grugnisce, ma si cerca di conquistare per tutti il dono della parola.
Ma tralasciamo queste argornentazioni, che crediamo suoneranno nuove alle orecchie del signor Cerrato, e affrontiamo ancora un problema: la scuola
pubblica non pretende certo di essere
un'isola felice in una società che felice non è, essa è anche lo specchio
di certe contraddizioni, ma sicuramente è il luogo dove si cerca di preparare
i cittadini di domani; la pluralità di insegnanti permette anche una pluralità
di' visioni e quindi favorisce la nascita
dello spirito critico dei ragazzi; non è
la nostra una scuola confessionale (anche se il Nuovo Concordato ben poco
ha mutato certe condizioni preesistenti); non vorremmo però che certo spirito vetero-Lateranense fosse portato
avanti dal signor Cerrato, soprattutto
ci amareggerebbe in un appartenente
ad una confessione religiosa diversa
da quella cattolica.
Pertanto vogliamo ricordare che il
« libera chiesa in libero stato » del Cavour è a nostro avviso pilastro fondamentale e che quindi il problema del
Convitto, in quanto tale, non può interferire con quelli della scuola, infatti in essa confluiscono molti ragazzi
portatori di emarginazionè (sociale,
economica, geografica, psicologica) è
Grande vendita al mobilificio
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per cambiamento proprietario
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L. 420.000 Settimanali L. 140.000
L. 1.590.000 Mobili letto L. 130.000
a tutti la scuola deve fornire la risposta più adeguata.
Insomma non sempre « porcellini » e
<■ lupacchiotti » sono tali, ma in ogni
ragazzo c’è un po' delTuno e dell’altro.
Considerando con ciò conclusa ogni
ulteriore e possibile polemica che a
nostro avviso risulterebbe sterile e
inopportuna, dichiarandoci però sempre pronti a colloquiare con chiunque
lo desideri, porgiamo al signor Cerrato
e a tutti i pazienti lettori il nostro saluto.
Cairus Esther, Boaglio Gemma,
Cariddi Mirella, Demarla Ugo,
Cesan MicheKna, Gravina Mwla
Antonietta, Lugano Patrizia, Maglione Marita, Raselli Paola, Ravìol Albina, Tarditi Mario, Valtolina Patrizia, Vaglino Silvio, Vola Luciana.
RINGRAZIAMENTO
La teniglia di
Lidia Rivoira ved. Mourglia
commossa e riconoscente ringrazia sentitamente quanti hanno preso parte al
suo dolore, in modo particolare le Diaconesse e le loro «>llaboratrici per le
amorevoli cure.
Lusema S. Giovanni, 31 maggio 1984
« Il dono di Dio è la vita eterna »
(Rom. 6: 23)
Il giorno dell’Ascensione, il Signore
ha chiamato a sé la nostra cara
Malvina Eynard Rivoir
Ricordandola con infinita riconoscenza
lo annunciano il marito Giancarlo Eyna^, i figli • Daniele con Alba e figli.
Laura e Davide; Valdo con Ketty e
figli Nicola, Michele e Lucia; Anna
Flora con lanosi Ginoulhiac e figli Luisa, Grazia e Cristina; la sorella Alma
Rivoir; cognati Arnaldo e Margherita
Eynard con i figli e i nipoti; Gabriella
Eynard Steiner con figli e nipoti; Elena Eynard.
Bergamo, 31 maggio 1984
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Guardia Medica :
Notturna, prefestiva, festiva; telefono 74464 (Ospedale Civile).
Ambulanza :
Croce Verde Pinerolo; 22664.
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Guardia Medica :
Notturna: tei. 932433 (Ospedale Valdese).
Prefestiva-festiva: tei. 90884 (Ospedale Mauriziano).
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Croce Rossa Torre Pellice: telefono 91.996.
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12 uomo e società
Quattro ricette per
liberarsi da un idolo
Il denaro oggi è potere economico: il potere più potente ma
anche più complesso del nostro
tempo.
Prendendo questo tema di riflessione per la campagna della
quaresima 1984, sviluppata recentemente in Svizzera da « Pane per il prossimo » e dall’« Azione della Quaresima » per raccogliere fondi per i progetti di
aiuto e sviluppo nel terzo mondo, si è voluto toccare la più
scottante attualità.
E’ noto che negli U.S.A. il 15%
della popolazione vive al di sotto del limite della povertà ed il
12% non arriva a sfamarsi. Un
quarto della popolazione mondiale consuma e spreca i tre
quarti delle ricchezze prodotte,
mentre la miseria uccide ogni
giorno milioni di persone.
Così André Bieler, teologo ed
economista svizzero, introduce il
problema.
Il dio tirannico
dell’economia
Si sono molto analizzate le
cause della miseria. Le si sono
trovate non tanto nella pigrizia
degli uni o nella cattiveria degli altri, quanto piuttosto nella
distorsione dei sistemi economici e finanziari. Su questo punto l’Evangelo è di una chiarezza
sfolgorante; ma i rimedi che
propone non sono facili, perché
toccpo le corde più sensibili
degli individui e dei gruppi sociali.
L’Evangelo di Matteo insegna
chiaramente che chiunque accorda nella sua vita privata ed
in quella della società la priorità aireconomia fa di questa un
dio tirannico. Ed il servizio di
questo dio è radicalmente incompatibile con il rispetto di
Dio che rende l’uomo libero e
solidale.
« L'Eco delle Valli Valdesi »: Reg.
Tribunale di Pinerolo N. 175.
Comitato di Redazione; Valdo Benecchi, Mario F. Berutti, Franco Carri,
Giorgio Gardioi, Marcella Gay, Adriano Longo, Claudio FI. Martelli,
Jean-Jacques Peyronel, Roberto Peyrot, Giuseppe Platone, Marco Rostan, Mirella Scorsonelli, Liliana VIglielmo.
Direttore Responsabile:
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delle Valli . La Luce » - Casella postale- 10066 Torre Pellice.
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Economici 200 e partecipazioni personali 350 per parola, I suddetti
prezzi si intendono esclusa IVA.
Fondo di solidarietà c.c.p. 11234101
intestato a « La Luce; fondo di solidarietà », Via Pio V. 15 • Torino.
Sttmipa: Cooperativa Tipografica
Subalpina - Torre Penice (Torino)
I problemi economici e finanziari non sono esclusivamente
materiali, essi sono innanzitutto etici, spirituali, religiosi. La
economia è fonte di vita soltanto quando stabilisce una certa
giustizia ma non un’uguaglianza
fra tutti. Si tratta dunque di
riabilitare il denaro, la vita economica e finanziaria riportandoli alla loro finalità originale.
Quattro ricette
3) Vegliare alla equità del fisco: la frode fiscale rappresenta
una delle forme più malefiche
della sovversione. Mina alla base
le istituzioni democratiche privandole di una parte importante delle loro legittime risorse.
4) Esaminare la legittimità
morale degli utili, degli interessi
professionali e politici. Gli interessi nazionali sono forse compa.
tibili con quelli delle nazioni più
deboli? Cosa fare per cambiare
orientamento?
Per raggiungere lo scopo ecco
quattro ricette:
1) Ognuno si deve allenare
alla disciplina personale del denaro e del consumo. Restaurando la pratica della « decima ».
La negligenza nella disciplina
spirituale del denaro porta inevitabili conseguenze in molteplici campi della vita della società.
2) Incoraffiiiare il risparmio ed
investire con discernimento. Evitare tutti i consumi ingiustificati
e tutti gli sprechi. Gli investimenti non devono servire né a creare prodotti di dubbia utilità, né
a favorire direttamente o indirettamente i regimi oppressori
o razzisti.
Sobri per se stessi,
generosi con gii altri
La vera libertà nei confronti
del denaro conduce ad essere sobri per se stessi e generosi verso gli altri. L’autentica carità è
attiva; comanda la riforma delle
strutture economiche e finanziarie della società locale ed internazionale. E’ intraprendente. Si
associa direttamente o indirettamente alle opere di sviluppo
là dove regna la miseria, vicino o
lontano, con la collaborazione
immediata degli interessati.
R. C.
Doni Eco-Luce
DONI DI L. 10.000
Alessandria: Datola Bianchi Vincenzlna — San Germano: Sappè Ugo —
Ostia: Cavalcante Giuseppe — Torre
Pellice: Cesan Bruno — Svizzera: Coucourde Nino, Aeschiimann Margrit, Ventrici Carmelo, Fasanari Violette, Giacometti Leonilde, Tierque Emilia, Se■madeni Guglielmo — Luserna S. Giovanni: Legger Malvina, Bonnet Franco
— Pinerolo: Balma Giulietta — Cefali:: Mocciaro Giuseppe — S. Germano:
Ribet Federico e Anita — Scicli: Perini
Anna Trovato in memoria della sorella
Stella — Olanda: Mittendorf — Pomaretto: Celli Anna — Napoli: Schade Ingrid,
DONI DI L. 50.000
Svizzera: Cornuz Paul — Biella: Chie
sa Valdese.
ALTRI DONI
DONI DI L. 14.0CO
San Germano Chisone: Jahier Bouvier
Rachele — Genova: Rastello Sergio —
Gavardo: Gloacchini Elva.
Foggia: Rutigliano Romeo L. 44.000
— Svizzera: Zanetti Kathrin 6.200,
Chiesa evang, lingua italiana di Basilea 66.840 — Francia: Long Gabriel
25.000 — Torino: Giardini Luciano 7.000
— Milano: Pistone Gioacchino 10.000
— Milano: De Ambrosi Sergio 29.000
— Genova: Rizzi Mario 59.000 — USA:
Canal Felix 13.000 — Germania: Mangiapane Stefano 8.700 — Collegno:
Maccarino Gioele 22.000 — S. Giovanni di Bellagio: Gibert Silvia 100.000.
SOSTENITORI 1984
DONI DI L. 15.000
Pescara: Trovarelli Giustino — Milano: Gay Margherita — Svizzera: Bolliger De Zoppa Luisa, KrahenbuhI Christian — Pietra Ligure: Frache Piero —
Campobasso: Vitale Pasquale — Pisa:
Barsotti Marcella, Cavazza Samuele —
Milano: PaglianI Adriano — Felonica
Po: Negri Tino.
DONi Di L. 20.000
Svizzera: Long Silvio — Germania:
Eber Gönnet Alberta.
DONI DI L. 21.000
Varese: Masino Luigi — Pino Torinese: Schellenbaum Franco — Bussoieno: Cammisa Antonio.
DONI DI L. 39.000
Loano: Pirazzini Raffaella
Falchi Franco,
Milano:
DONI DI L. 40.000
Susa: Vetta Clara — Svizzera: Bartschi Bertaccini Teresina.
Torre Pellice: Geymonat Gabriele,
De BettinI Ada — Luserna S. G.: Bellore Alberto, Balimas Odette, Girardon
Ferdinando — Bergamo: Giampiccoli
Gustavo, Gruppo FGEI — Milano: Ferrato Giovanni, Borsari Mirella, Manfredi Pier Francesco — Santeramo in
Colle: Martone Michele — Campobasso: Vitale Ferdinando — Savona: Chiesa Ev. Metodista — Svizzera: Sappè
Levi, Buttex Elda — Varese: Belloni
Luigi — Pavia: Nicolai Mario — Rovereto: Sfredda Emidio — Valtournanche: Long Bruno — Boscotrecase: Marullo Gaetano — Roma: Bounous Franco, Introna Ida, Gönnet Giovanni —
Venezia: Bensì Riccardo, Cacciari Rogo Evelina — Torino: Ricca Elsa, Monge Serafino Maria — Alte Ceccato:
Campbell Donald ~ Vicenza: Attività
Femm. Chiesa Metodista — Diano Marina: Volpi Elio — Napoli: Crociata del
Libro Cristiano — S. Agata due Golfi:
Ritter Elena — Cividate Camuno: Baj
Stampa Gaspare — Firenze: Costa Mirella — Cerignola: Magnifico Giovanni
— Salea di Albenga: Ricci Mingani Lisetta — Genova: Vera Arnoulet Darbesio.
A tutti gli abbonati cbe hanno espresso con i loro doni un concreto e prezioso sostegno al giornale va il nostro ringraziamento.
Come pure a tutti coloro che vorranno continuare in questa linea
anche con la promozione del giornale mediante Tutilizzazione delTabbonamento semestrale per una maggiore diffusione all’interno
e all’estemo delle nostre chiese.
ABBONAMENTO SEMESTRALE
SEMESTRALE CUMULATIVO
(riservato alle chiese, per almeno 4 abbonamenti)
L. 12.000
L. 11.000
8 giugno 1984
SVIZZERA
MINORANZE MINACCIATE
Massacro di
Indios coiombiani
Da molti anni gli Indios del
Sud-Ovest della Colombia subiscono una dura repressione. Per
conservare le terre loro riconosciute dalla legge alla fine del secolo scorso, hanno dovuto resistere ai latifondisti bianchi, alla
polizia ed aH'esercito, tutti tendenti ad espropriarli a vantaggio
di bianchi potenti. Negli anni ’70,
centinaia di Indios sono stati imprigionati e circa 40 dei loro rappresentanti massacrati, in seguito alle lotte per difendere la
terra. Se alcuni di loro sono stati uccisi dall’esercito o dalla polizia, la rnaggior parte è caduta
vittima di bande mercenarie, pagate dai proprietari terrieri per
spargere il terrore in tutta la regione. Anche la guerriglia comunista ha provocato vittime tra
gli Indios, per la pretesa di integrare le loro organizzazioni locali nello schema marxista-leninista. Questa situazione è sfociata nel massacro del 25 gennaio 1984. Cinque giorni prima,
300 Indiani, uomini, donne e
bambini, hanno occupato una terra rivendicata dall’azienda « Lopez Adentro » nel distretto di Caloto, ed iniziato la lavorazione
del terreno. Dopo tre giorni di lavoro, la polizia è intervenuta ed
ha chiesto agli Indios di abbandonare quei luoghi sino al 25
gennaio, quando si sarebbe dovuto tenere un incontro tra le
autorità, l’Istituto di Riforma
agraria e gli Indiani medesimi.
Ma quel giorno fissato, alle 15,30,
gli Indios attendevano la delegazione ufficiale, quando sono apparsi quattro camion di poliziotti
che hanno intimato ai presenti
di andarsene entro un quarto
d’ora. Gli Indiani hanno opposto
un rifiuto, domandando di incontrare le autorità preannunciate;
allora, la polizia ha lanciato bombe lacrimogene e quindi ha aper
to il fuoco sugli Indiani. Quattro uomini sono caduti uccisi, e
più di 18 persone sono state ferite, tra le quali donne e bambini; cinque donne sono state legate e percosse, due uomini sono
stati condotti via e poi scomparsi. Le case degli Indiani sono
state date alle fiamme, ed il loro
cibo avvelenato.
Il 2 febbraio 1984, 60 poliziotti
hanno attaccato un gruppo di 25
Indios che da 9 mesi lavorava
tranquillamente nell’azienda « E1
Cofre » del comune di Cajibio.
Due contadini sono rimasti uccisi, e due feriti. Quello stesso giorno, una pattuglia di polizia ha
preso d’assalto, tra Pescador e
Tunis, un corteo di Indiani che
protestavano contro il massacro
del 25 gennaio. Un capo indiano
e due suoi compagni sono stati
gravemente feriti. Le ultime notizie riferiscono che i caduti per
il massacro di « Lopez Adentro »
sono saliti a 7; tra le vittime, una
bambina di 1 anni. Almeno 40
Indiani arrestati in quell’occasione sono tuttora in carcere.
Il Consiglio regionale indiano
di Cauca (CRIC) fa appello a tutti gli Indios affinché « facciano
fronte unito contro questi assa.ssini bestiali. Se noi ci lasciamo
intimidire ora, i nostri nemici aumenteranno la loro offensiva ed
allora non saranno minacciali
soltanto i nostri più elementari
diritti, ma la nostra stessa esistenza fisica ».
Siirvival International invita a
scrivere lettere di protesta a;
— Dr. Rodrigo Lara Bonilla, Ministro de Justicia, Ministerio
de Justicia, calle 11 n. 9A-24,
Bogotá, Colombia.
— Dr. Gustavo Castro Guerrero,
Ministro de Agricultura, Ministerio de Agricultura, Carrera 10 n. 20-30, Bogotá, Colombia. T. B.
TORINO
La “Ligue" e i giovani
Dal 15 al 20 aprile 1984, la città di Torino ha ospitato 15 rappresentanti del « Secrétariat européen des Jeunes » della Ligue
internationale de l’Enseignement, de l’Education et de la
Culture populaire. Questi giovani belgi, francesi, lussemburghesi, portoghesi, spagnoli ed italiani, hanno scelto di studiare i
movimenti e la vita associativa
dei giovani in Italia e particolarmente a Torino. Attraverso l’impegno del settore “giovani” della
Ligue — scz. italiana — in particolare della responsabile prof.ssa
Silvana Rivoir, e con la collaborazione di ARCI e ENDAS, hanno così potuto prendere contatto
con alcune strutture cittadine ed
incontrarne i responsabili: Enti
locali, in particolare il «progetto Giovani » del Comune di ’Torino, il progetto « Ferrante Aporti », la Consulta giovanile, il
Centro d’incontro « Quartiere
Cenisia », il « Laboratorio della
Riforma » dell’Assessorato alla
Istruzione della Provincia, il Dipartimento Formazione professionale della Regione, ed Associazioni giovanili come la Gi.Q.C.,
il Gruppo Abele, gli obiettori di
coscienza della L.Q.C., ecc.
I giovani del S.E.J. si sono
mostrati estremamente interessati agli interventi concreti realizzati in Torino. Sono state così
poste le premesse di una stimolante riflessione all’interno delle
Leghe nazionali dei sei paesi rappresentati per una collaborazione più stretta fra i giovani europei. Tanto più significativa in
quanto le Associazioni straniere
che hanno partecipato all’iniziativa hanno un’ampia rilevanza
socio-culturale e capacità operative alTinterno delle rispettive
nazioni nel settore delTeducazione permanente laica e pubblica.
La chiusura del Convegno, svoltasi nella sede dell’YWCA di Torino alla presenza della prof.ssa
Frida Malan, vice-'presidente internazionale della Ligue de TEnseignement, della prof.ssa Caccia
e della sottoscritta rispettivamente per la Federazione nazionale
insegnanti Scuole Medie e l’Università di Torino, dei signori Dodi e Rampolla per TENDAS e
l’ARCI, ha chiaramente rivelato
il clima amichevole che si era
creato fra i partecipanti, a testimoniare delTimportanza del
ruolo degli incontri a livello europeo, sicura premessa per una
Europa migliore.
L. R.
I ministeri
(segue da pag. 7)
mero uguale di laici, specialmen
te di donne, negli organi direttivi (o strutture sinodali) nel corso dei prossimi anni;
— che si riuniscano studi di
casi sulle esperienze di laici nel
campo dell’ordinazione e delle
strutture gerarchiche e che ciò
costituisca una base per ulteriori
discussioni.
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