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Anno 128 - n. 22
29 maggio 1992
L. 1.200
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delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
IL DELITTO FALCONE
Servire,
fino in fondo
Sapeva di dovere morire dal
momento in cui aveva intrapreso quella che considerava la
« missione » deila sua vita: sconfiggere il sistema mafioso. Glielo aveva predetto Tommaso Bu<scetta dal quale aveva imparato la fredda e spietata razionalità di Cosa Nostra. Sapeva anche che U suo grande nemico,
contro il quale cercava di lottare ad pmi pari, avrebbe usato tutti i mezzi e sfruttato tutte le situazioni pur di raggiungere il suo scopo. Giovanni Falcone è stato eliminato in questo modo perché era l’uomo più
protetto d’Italia. Due mesi fa la
mafia usò una tecnica molto più
tradizionale per eliminare l’uomo più potente dell’isola, così
come aveva fatto, del resto, dieci anni prima per togliere di
mezzo il generale Dalla Chiesa.
L’« esemplarità » del delitto sta
nell’aver raggiunto l’obiettivo
più che nella tecnica utilizzata.
Diceva Falcone: « In genere si
ritiene che la mafia privilegi certe tecniche di omicidio rispetto
ad altre. E’ un errore. La mafia sceglie sempre ia via più breve e meno rischiosa» (dal libro
di Marcelle Padovani « Cose di
Cosa Nostra »).
Di fronte a questo ennesimo
— e quanto simbolico! — « cadavere eccellente», da più parti si torna a parlare del cosiddetto « terzo livello » della mafia (quello politico), una teoria
aUa quale lo stesso Falcone si
è sempre decisamente opposto.
Pariava solo di delitti di «terzo Uveilo », quelli di cui è ora
la vittima più illustre, il che non
vuol dire, beninteso, che la mafia non s’interessi alla politica.
Basta che il potere politico,
qualunque esso sia, si pieghi alle sue regole e le garantisca
l’impunità. Giovanni Falcone, come tutte le vittime del « terzo
livello », è morto per aver cercato — insieme a pochi altri —
di riaffermare la piena ed esclusiva legittimità del potere dello
stato democratico contro il sistema di potere illegittimo di
Cosa Nostra, che gode di estese e ramificate connessioni con
il potere politico e con la società civile (non solo in Sicilia,
come si è visto ultimamente).
In questa lotta per la democrazia, Giovanni Falcone ha svolto fino in fondo il proprio dovere di servitore dello stato, cosa per lui ovvia e doverosa, come dovrebbe esserlo per qualunque funzionario pubblico, per
qualunque politico e per qualunque semplice cittadino. Ma viviamo in un paese in cui questo è diventato un’eccezione
sempre più rara, sia nel Nord
che nel Sud. A differenza del
generale Dalla Chiesa, Giovanni
Falcone era un siciliano, nato a
Palermo, che ha opposto ai nemici dello stato la stessa loro
intelligenza, razionaiità, fantasia
e professionalità. Ha perso, come Rocco Chinnici, suo maestro,
perché «ia mafia si è dimostrata più abile e più forte di lui ».
Ma la via che aveva intrapresa
può portare a sconfiggere la mafia, a condizione che vi sia la
volontà politica di farlo. Non solo, ma la serietà etica con cui
ha portato avanti la sua « missione» è quella che occorre a
tutti per riscattare questo scombussolato paese.
Jean-Jacques Peyronel
CONFERENZA EUROPEA DEI CAPPELLANI DELLE CARCERI
I diritti deil’uomo dietro ie sbarre
Un settore dì cui forse non sempre le chiese si sono occupate come sarebbe stato necessario - Il cappellano deve essere libero di fungere da tramite fra i detenuti e la società
Sono alla stazione di Strasburgo in attesa del treno per Roma.
C’è anche un signore, un calabrese: è stato a visitare una figlia
sposata in Germania, ora torna
in Calabria. Si parla... Ahi im
convegno sulle carceri e i carcerati? Io, dice il signore, li ammazzerei tutti!
Il signore calabrese esprime un
parere ohe si va diffondendo
sempre di più e non solo in Italia
come reazione a una certa giustizia che non sembra sia eguale
per tutti, ma anche in tutti gli
altri paesi dell’Europa occidentale. Questa opinione pubblica
crescente non facilita certo la ricerca di im nuovo ordinamento
da dare al grosso problema dei
carcerati nel quadro della costruzione di una Europa unita e democratica, nella quale i diritti
umani non siano una parola vuota, ma pregnante in tutti i suoi
aspetti. In questa prospettiva ha
avuto luogo a Strasburgo la
« Conferenza europea dei cappellani cristiani delle carceri ».
Abbiamo avuto subito il senso
del cammino che si sta facendo
verso questa nuova Europa: i
partecipanti erano cappellani cat
tolici, ortodossi e protestanti delle varie chiese appartenenti al
Consiglio ecumenico, e provenivano da ben 27 paesi europei, fra
i quali 17 dall’Europa orientale.
Certo è difficile parlare dei diritti dell’uomo in riferimento ai
detenuti in prigione ai quali, tanto per cominciare, è stato tolto
uno dei diritti fondamentali,
quello della libertà. L’art. 3 della Dichiarazione universale dei
diritti dell’uomo dice: « Ogni individuo ha diritto alla vita, alla
libertà e alla sicurezza della sua
persona ». Qualcuno dirà: « Allora li mettiamo tutti fuori? ».
La sola strada
per la giustizia?
Certamente no, ma rimane un
altro interrogativo: è questo l'unico modo possibile di amministrare la giustizia? E si tratta di
vera giustizia? Talvolta sembra
che lo stato sia chiamato ad
esercitare la repressione e la vendetta, ma è questo il suo compito? I cappellani delle carceri hanno anche sottolineato il fatto che
l’attuale organizzazione carceraria è tale da creare al suo interno un continuo stato di conflittualità, che talvolta crea situazioni drammatiche, sia fra carcerieri e carcerati sia fra carcerati e
società esterna, sia nell’ambito
degli stessi carcerati: si tratta, in
una parola, di un sistema che
tende a distruggere e non a creare, che toglie speranza anziché ricostruirla in chi l’ha persa. Così
il mondo carcerario nel suo insieme è fra i settori più depressi
della nostra attuale società e,
dobbiamo riconoscerlo, fra i più
trascurati, anche dalle chiese.
^ A tutto questo va aggiunto che
l’esercizio della disciplina nei luoghi di detenzione è spesso lasciato troppo alla discrezionalità dei
direttori delle carceri. Non sempre essi sono consapevoli della
delicatezza del loro compito ed
applicano la disciplina con punizioni che incidono sulla dignità
della persona umana in modo
grave. A questo riguardo forse
pochi sanno che dal 1977 è stato
approvato e sottoscritto da molti
paesi delle Nazioni Unite, fra cui
l’Italia, un documento intitolato
« Insieme di regole minime per il
TRA PASQUA E PENTECOSTE
II
“sì”
di Dio su di noi
« Quante sono le promesse di Dio, tutte hanno
in Gesù il loro sì...» (II Corinzi 1: 20).
Questo — che va dalla Pasqua a Pentecoste —
è il periodo delle ammissioni nelle nostre comunità. E’ il momento in cui, attraverso il battesimo
0 la confermazione, i giovani delle nostre chiese e
un manipolo importante di credenti di origine cattolica dicono in piena consapevolezza il loro sì
al Signore, ad una impostazione di vita evangelica,
alla partecipazione attiva al lavoro della chiesa.
Se la decisione è seria sarà però una decisione
sofferta. Il sì ed il no nella nostra vita sono sempre
associati. Tutta la nostra esperienza umana si costruisce attorno ad una serie di sì e di no. Ogni
sistema filosofico e teologico ci porta a capire e a
sostenere che la verità si può esprimere solo attraverso dei sì e dei no. Solo il fanatismo non conosce
dei no accanto ai suoi sì.
Rispetto a Dio, il sì è ancora più difficile. E’ un
sì continuamente inficiato dal no, dalle nostre perplessità, dalle nostre domande che non trovano risposta, dai desideri e dalle preghiere che non vengono esaudite, dai tasselli che non si compongono
come vorremmo nel grande mosaico della vicenda
umana.
Probabilmente è bene che sia così. Ci insospettiscono le persone che hanno soltanto certezze
senza domande, senza incrinature, senza ombre, rispetto alla vita, alle proprie scelte e anche rispetto a Dio. E la fede che non permette domande
e dubbi è spesso una fede che non prende sul serio
1 no della nostra esperienza quotidiana; una fede
che non ci insegna a diventare uomini e donne, ma
che ci invita a fuggire dalla nostra dimensione umana. La serietà della nostra scelta di fede si vede,
invece, nel farci carico continuamente di tutti i no
che la vita e la storia comportano: dall'ingiustizia
del quotidiano al dolore senza ragione; dalla morte
che non rispetta confini ed età al senso di disorientamento e di disperazione che pesa sull’esistenza di molti nostri contemporanei.
D’altra parte l’apostolo Paolo non ci dice che
ogni cosa trova il suo sì nella nostra fede, ma che
Gesù Cristo è il sì; in lui tutte le promesse di Dio
trovano il loro sì. Ecco che cosa è importante cogliere: che il nostro sì è soltanto un’eco timida ed
ambigua al sì che Dio pronuncia sulla nostra vita e
sulla nostra morte. La croce di Gesù rimane il simbolo, in ogni tempo, del nostro no a Dio, del nostro
rifiuto di Dio. Il nostro sì a Dio, come sì autonomo,
che nasce da noi e dalla nostra fede, è impossibile.
Noi possiamo soltanto riconoscere e cercare di accettare il sì di Dio su di noi. Il sì è una particella
che fa parte del linguaggio di Dio, non del nostro
linguaggio.
Questo sì di Dio porta il nome di Gesù di Nazareth; per comprenderlo basta stare alla sua scuola, basta iniziare il lungo cammino della fede in sua
compagnia.
Questo dovremmo essere capaci di trasmettere
ai confermandi: che non bisogna avere paura del
carattere frammentario ed incrinato del nostro sì,
ma si deve cogliere con serietà il sì che Dìo dice ad
ognuno di noi in Gesù Cristo.
« Del vostro sì — dobbiamo dire loro — potete e sarete costretti a dubitare ogni giorno; del
sì di Dio siate certi, siatene fortemente e con gioia
convinti. Tenete stretto e tenetevi stretti al sì di
Dio. Molti di voi hanno circa ventanni. Questo significa che avete già in parte sperimentato quanto
sia difficile il mestiere di vivere, quanti no ci
creino inciampo sul nostro cammino. Ma vi auguriamo di sperimentare e di conoscere — come lo
auguriamo ad ognuno di noi — il sì di Dio che in
ogni circostanza ci tiene in piedi, ci sorregge, ci
rimette in cammino e ci apre alla speranza, anche
quando conosciamo l’angoscia del Getsemani e ci
troviamo ad attraversare l’esperienza della croce.
Anche lì, anzi, proprio lì, in quel rabbino di Nazareth crocifisso duemila anni fa e poi riconosciuto
da poche ed umili persone come Figlio di Dio nella
luce della resurrezione, sta il grande, forte, certo
sì di Dio su di voi, su tutti noi.
In ogni tempo e — paradossalmente — in ogni
circqstanza ».
Gianni Genre
trattamento dei detenuti ». Il documento tratta sia delle regole
concernenti l’amministrazione generale degli Istituti penitenziari,
sia delle regole applicabili a detenuti di diverse categorie con riferimento soprattutto ai giovani.
I paesi che hanno sottoscritto
questo documento accettano che
una commissione internazionale
visiti le carceri e prenda libere
informazioni e rediga ima relazione critica tesa a migliorare la
situazione carceraria ed a eliminare eventuali abusi di potere o
trattamenti contrari ai diritti dell’uomo. Questo è certo un bel
passo avanti, ma molta strada va
ancora percorsa, e si tratta di
affrontare questioni di fondo: i
cappellani riimiti a Strasburgo
erano piuttosto pessimisti per il
prossimo futuro, considerando la
crescente posizione negativa dell’opinione pubblica, la volontà
dei governi di spendere di meno
in questo settore, per cui vi sono
tuttora problemi di sovraffollamento, di mancanza di strutture
igieniche, di mancanza di personale preparato adeguatamente o
specializzato. Ma qual è la funzione del cappellano delle carceri?
Predicazione
e collegamento
Indubbiamente, prima di tutto,
quella della predicazione dell’Evangelo che qui forse più che altrove sottolinea il tema della riconciliazione di Dio in Cristo con
ogni creatura. Una predicazione
che in qualche modo si scontra
con la struttura stessa del carcere così come sopra l’abbiamo descritta. Per questo è importante
che il cappellano sia uomo libero,
non vincolato per situazioni particolari o per ideologia a nessuna
parte (c’è, per esempio, il problema dei cappellani-funzionari dello stato e pagati dallo stato). Rimane tuttavia il fatto che il cappellano rimane sempre in mezzo
alle tensioni di lotte ed inimicizie
che caratterizzano l’ambiente carcerario e deve fare attenzione di
non diventare strumento inconsapevole di quelle potenze occulte che spesso guidano prepotentemente la vita dei carcerati.
Ma, in seconda battuta (se così
si può dire) il cappellano funge
anche da collegamento fra carcere e società e fra carcere e chiesa: nei due sensi, portare nel
carcere le problematiche essenziali che la società sta dibattendo, ma portare alla società le
problematiche che il carcere deve porre. Così pure ed ancora di
più per quanto riguarda la chiesa: i cappellani sono mandati
dalla chiesa fra ouei derelitti di
cui parla l’Evangelo (annunziare
la libertà ai prigionieri, Luca 4:
18) ma spesso, poi, la chiesa si
dimentica e dei cappellani e dei
prigionieri.
Il problema dei cappellani delle carceri riguarda solo in parte
Franco Sommani
(continua a pag. 12)
2
fede e cultura
29 maggio 1992
UNA TESI DI LAUREA ALL’UNIVERSITÀ’ DI MILANO
Subilia e il problema
del cattolicesimo
Certezza della chiesa e problenriaticità della fede a confronto nel
lavoro di un giovane studioso - Quello che possiamo ancora imparare
Non è cosa frequente che in
una Facoltà universitaria italiana sia sostenuta una tesi di laurea sul pensiero di un teologo
protestante, contemporaneo e italiano per giunta. Segnaliamo
dimque con vivo piacere la tesi
che Antonio Sampietro ha presentato ultimamente presso la
Facoltà di lettere e filosofía dell’Università di Milano su II problema del cattolicesimo nell'opera di Vittorio Subilia, relatore il
prof. Attilio Agnoletto, correlatrice la prof. Susanna Peyronel
Rambaldi.
Sampietro ha letto tutto Subilia, e non è poco: dalle opere
maggiori ai numerosissimi scritti pubblicati su « Protestantesimo » (ma anche altrove) nel pluridecennale arco di tempo nel
quale il nostro teologo ha diretto la rivista; il giovane studioso ha penetrato il suo pensiero, ne ha colto le linee portanti
con lucidità e anche con intima
partecipazione, nello stupore e
nella gioia genuina di una scoperta inattesa di un piensiero cristiano forte, robusto, dialettico,
e anche di una realtà cattolica
compresa in profondità, come dice lui stesso nella premessa (p.
5): «Devo ammettere che io
stesso, di formazione cattolica,
ho incominciato a capire la realtà del cattolicesimo solo ora, studiando Subilia ». Sampietro inquadra opportunamente la sua
ricerca. Da un lato in tutto l’arco esistenziale della vita e dell’opera di Subilia, del quale riconosce l’interesse essenzialmente teologico, ma ben calato nella
concretezza storica. Dall’altro
nel contesto del dibattito contemporaneo sul cattolicesimo e
con il cattolicesimo.
Il problema del cattolicesimo:
« Subilia vede nella "problematicità” un aspetto inalienabile del
fatto cristiano e della sua storia:
potremmo subito dire che il problema del cattolicesimo è, per
il teologo, caratterizzato proprio
dal rifiuto cattolico della "problematicità" della fede, in nome
della certezza assoluta che la
chiesa è assistita dallo Spirito
Santo. Vedremo come l'autore evidenzi questo aspetto fondamentale del cattolicesimo esaminando la concezione cattolica della
chiesa, del magistero, del suo
rapporto con il mondo, del suo
biblicismo. La problematicità
del cristianesimo può essere elusa, secondo il teologo, solo per
mezzo di un atto autoritario che
sopisce i problemi, annullandoli,
ma senza risolverli. Questo atto
autoritario non è sempre di natura giuridica. E' proprio il Concilio (...) che mette in luce il
carattere più notevole del cattolicesimo contemporaneo. L'autoritarismo può avere anche il volto accattivante, mansueto, umile
del Concilio: mai, secondo Subilia, la Chiesa cattolica ha affermato la preminenza del magistero in modo così deciso come nel
Valicano II » (p. 4 ss.).
Di Subilia Sampietro ha colto
bene — e con gusto, si direbbe — « la lente di indagine » che
« è laica e teologica insieme, anzi è laica perché è teologica. Solo
agli occhi di una mentalità, come
la mia, formata in ambito cattolico questo può sembrare una
contraddizione. Subilia ci ha avvertito: il discorso su Dio, la teologia, non può, non deve essere
un discorso clericale, ecclesiastico. Le chiese, tutte le chiese hanno clericalizzato Dio... » (p. 187),
anche se in misura e modi diversi.
Questa « clericalizzazione » di
Dio è, nel cattolicesimo, radicale
e sistematizzata: la sua struttura portante, la sua anima sta
nel considerare la chiesa come
il prolungamento storico dell’incarnazione, nella sua mediazione sacramentale e quindi clericale, magisteriale e giuridica e
quindi gerarchica. Nel suo nocciolo, questa è l'intuizione/scoperta di Subilia, documentata e
verificata a profusione nel corso di una pluridecennale, seria,
scientifica indagine sui documenti e su una pubblicistica assai
vasta. Nel suo geniale tendere
alla « sintesi degli opposti » il
cattolicesimo prolunga nell’istituzione ecclesiastica quella fusione deirelemento divino e umano
che il Nuovo Testamento confessa in Cristo.
Rallegra e colpisce che un pur
lucido laureando abbia colto e
compreso in profondità ciò che
è sfuggito e sfugge spesso anche
a esponenti del mondo teologico
protestante che vanno per la
maggiore. Sampietro non è stato superficialmente colpito da
un’idea originale di cui si è innamorato: ha verificato, con
una lettura attenta di tante pagine dedicate al problema del
cattolicesimo, quanto la tesi di
Subilia « reggesse ». Il giovane
studioso insiste reiteratamente
sulla serietà documentaria dell’indagine e delle conclusioni di
Subilia; e demistifica i discorsi
che spesso si odono circa un preteso « tradimento del Concilio »
nella vita cattolica postconcihare: discorsi inconsistenti se ci
si prende la seria briga di leggere i documenti, che sono quelli che sono, senza processi alle
(o illusioni sulle) intenzioni. Il
Concilio ha espresso con forza
e singolare coerenza, nella globalità delle sue varie espressioni, la nuova, o ritrovata cattolicità del cattolicesimo, e questa
si va esprimendo negli sviluppi
che sono sotto gli occhi di tutti.
« Subilia scrive la storia dei "fat
ti", degli "esiti" del Concilio, ben
inquadrandoli nella tradizione
cattolica » (p. 189).
Malgrado questo rigore, o piuttosto proprio per questo, Subilia
è per Sampietro un teologo profondamente ecumenico, in più
sensi: sa ascoltare e cerca di capire l’altro nel suo intento più
profondo (non penso infatti che
alcun cattoheo serio possa dire
che Subilia faccia mai una caricatura del cattolicesimo); pur
nella lucidità delle analisi e nella
recisione dei giudizi, resta in dialogo.
Ciò è possibile perché « la sua
critica non è rivolta a una chiesa
"altra", "lontana” a una realtà
esterna; è una critica all'interno
del cristianesimo» (p. 205): infatti l’involuzione clericale che stempera il filo di rasoio del solus
Christus nei suoi più o meno
corposi prolungamenti ecclesiastici, se è sistematizzata nel cattolicesimo romano, non risparmia alcuna chiesa e non è certo assente nelle correnti ecumeniche: «Tutte le chiese hanno
clericalizzato Dio » (cit.).
Penso che Subilia si sarebbe
sentito capito a fondo, nella sua
passione teologica e di predicatore, in questo giudizio: « Subilia ha molto da insegnarci: nella storia il male, l'Anticristo non
si presenta sempre sotto la maschera satanica, o meglio la maschera satanica ha spesso un profilo alquanto rispettabile. Può
persino avere un volto religioso,
ecclesiale. Anche una chiesa sedicente cristiana può presentare
se stessa come un modello di
perfezione da raggiungere. Anch'essa, dunque, con i crismi della religiosità, può muoversi nel
segno dell’Anticristo » (p. 186).
In effetti, Subilia ha tuttora molto da insegnarci: con la sua bella ricerca Antonio Sampietro lo
ha opportunamente ricordato.
Gino Conte
PROTESTANTESIMO IN TV
Sul centro diaconale « La
Noce » di Palermo abbiamo
già avuto saltuariamente notizie nel quadro delle testimonianze sulla presenza evangelica nel meridione, ma la trasmissione di domenica 11
maggio ce ne ha offerto
un’idea completa, come .«i annunciava dal titolo: « Nel cuore della Noce ».
Dall’intervista di Giovanni
Ribet al pastore Sergio Aquilante, che ne è stato il direttore fino a pochi mesi fa, ciò
cologo, del logopedista, di
esperti in psicomotricità ecc.
Disadattamento: In un consultorio giovanile sorto negli
anni '10 si offre aiuto e consiglio a giovani in difficoltà,
per lo più provenienti da nuclei familiari disarmonici o
facenti capo a genitori fragili o assenti.
Immigrazione: Si è costituito pure un centro di prima
accoglienza per extracomunitari dove si cerca anche di
favorire l’integrazione con con
La Noce
che più colpisce è la multiforme attività di questo centro che ne fa — se non erro —
un caso unico nel panorama
della diaconia evangelica italiana., Si può dire infatti che
quasi tutti i problemi scottanti del nostro tempo e del
nostro paese, ad eccezione
del settore della terza età,
trovino qui attenzione specifica ed iniziative di intervento. Passiamoli in rassegna:
Scolarità: Nel centro funzionano quattro sezioni di
scuola materna accanto alla
scuola dell'obbligo per un totale di 300 alunni. La decisione di operare in questo campo, che risale al secolo scorso, fu ripresa dal pastore Pietro Valdo Panasela nel 1959
dopo un periodo di declino.
Criminalità giovanile: L’efficacia ancora oggi della presenza di una scuola sia pure
privata, nel contesto di cui
ci occupianto, si misura dal
nesso ampiamente verificato
tra basso tasso di scolarità e
azione criminosa. Su questo
fronte il centro si muove anche in modo più diretto con
la creazione dal 1989 di una
comunità che accoglie dei minori imputati per azioni delittuose, non certo per creare
« un piccolo carcere privato »
ma per modificare la loro visione della vita proponendo
modelli alternativi e occasioni
di formazione professionale.
Handicap: E' avviato un
programma per bambini disabili con il supporto dello psi
sigli ed aiuto per la conoscenza della nostra lingua e per
la regolarizzazione delle singole posizioni. Si nutre inoltre la speranza di dar vita
ad una cooperativa per un loro inserimento lavorativo dignitose). Il culto già vede la
partecipazione « integrata » di
questi nostri fratelli.
La presentazione che Aquilante fa di questa mole di
lavoro non è trionfalistica.
Parla di errori commessi, di
delusioni, di difficoltà ed il
riferimento biblico è in II Corinzi 12: 9: « La mia potenza si dimostra perfetta nella
debolezza ».
La descrizione del contesto
circostante al centro aggiunge ulteriori elementi alla comprensione della situazione. La
borgata « La Noce », in passato zona agricola, si trasformò successivamente in un insediamento di fabbriche poi
costrette alla chiusura: attualmente i residenti appartengono ai ceti medi. Ciò comporta
la mancanza di un passato comune e di comuni radici culturali.
E’ chiaro che un programma di così vasto respiro (che
sta per passare nelle mani del
nuovo direttore Marco Jourdan) presuppone un grosso
impegno e un notevole impiego di persone e di mezzi. Auguriamo che i molti semi gettati possano dare frutto e trovare la solidarietà di tutta la
chiesa.
Mirella Argentieri Bein
Il ladro di bambini
IL FILM ITALIANO PREMIATO A CANNES AppuntdniGntÌ
.IN
Una ragazzina di undici anni
viene scoperta dalla polizia mentre si prostituisce per sostentare la sua disgraziata famiglia.
Viene arrestata insieme alla madre e al fratello di nove anni
e la giustizia assegna lei ed il
piccolo ad un istituto per la
riabilitazione dei minori.
Un giovane carabiniere ha il
compito di accompagnare i due
ragazzini nel viaggio verso l’istituto, spostamento che inizia a
Milano e si concluderà in Sicilia. In questo tragitto il carabiniere si accorgerà che tutto quello di cui i due piccoli hanno
bisogno è affetto, comprensione
e la possibilità di vivere delle
esperienze adatte alla loro età.
Il ladro di bambini. Una storia
nostrana, narrata al ritmo della
vita in Italia: calda come il sole della Sicilia; dolce come il
sorriso di riconoscenza di un
bambino quando capisce che
può ricominciare a sperare in
una vita diversa; fredda come
l’indifferenza della burocrazia.
Gianni Amelio, con molta serenità ma anche con molta decisione, induce lo spettatore a
riflettere sull’inadeguatezza delle strutture e sullo scarso impegno di comprendere, da par
te della società, i veri problemi dei ragazzi, offrendo loro poche e fredde alternative. « Il ladro di bambini » è un lavoro accurato: una semplice e incisiva
descrizione di sentimenti, con il
chiaro intento di trasmettere
qualcosa di vero, di denunciare;
dolce e rabbioso allo stesso tempo, con un contorno di canzoni
italiane, simbolo del benessere
(ma di un benessere mal distribuito) che danno al film un tono quasi sfottente.
Valentina Scalici, di undici anni, e Giuseppe leracitano, di dieci, sono i due piccoli protagonisti del film. « Non sono stati reclutati in agenzie per giovani
attori — spiega Gianni Amelio
— ma cercati tra la gente comune, scelti tra coloro che la
vita di borgata l’hanno negli occhi ». Antonio, il giovane carabiniere del film, è Enrico Lo
Verso. Convincente nella sua interpretazione, per nulla viziata
da un quasi inevitabile trasporto verso i due piccoli sfortunati, efficace nel suo ruolo di tutore, anche se solo per la breve durata del viaggio.
Sono le 19,50 quando sullo
scarno palco del 45” Festival intemazionale del cinema di Cannes viene annunciato il nome
del film vincitore del Gran premio speciale della giuria. Un sincero applauso segue la proclamazione del film di Gianni Amelio, appunto « Il ladro di bambini ». Il film forse avrebbe meritato anche la Palma d’oro, ma
in fondo non era stato fatto per
accaparrarsi dei premi ma per
essere ammirato da un pubblico
competente come quello di Cannes, che ne ha compreso pienamente il messaggio.
Gianni Amelio, dopo essere
stato candidato all’Oscar con
« Porte aperte », lo scorso anno,
per il migliore film straniero, riceve ora il meritato premio alla sua valida attività.
Il cinema italiano esce così a
testa alta anche da questa manifestazione. Un quadretto quasi di famiglia, composto dal
regista Gianni Amelio, da Enrico Lo Verso e dai piccoli Valentina Scalici e Giuseppe leracitano, ha portato in Francia
un’immagine genuina e spontanea del cinema italiano, cinema
che ultimamente, da « Nuovo Cinema Paradiso » al « Ladro di
bambini », lega i suoi trionfi ad
un efficace ma tanto amaro realismo.
Antonio Ferri
1-6 giugno POGGIO UBERTINI
(FI): A cura dell'Llnione per la lettura della Bibbia si tiene II sesto convegno sul tema: La parola della riconciliazione.
Venerdi 5 giugno — VENEZIA: In
collaborazione con il SAE, l'istituto
ecumenico S. Bernardino, la Chiesa
luterana e la Commissione diocesana
per l’ecumenismo e il dialogo, si tiene alle ore 18, a palazzo Cavagnis,
una tavola rotonda con la partecipazione di Maria Vingiani e Paolo Ricca
sul tema: Le chiese e l'Europa: annuncio evangelico o rilancio deH'istituzione ecclesiastica?
Lunedi 8 giugno — TORINO: Presso il centro Valdocco, sala don Cocco (2° cortile, 1“ piano) in via Maria Ausiliatrice 32, si tiene con orario
20,30-22,30 un incontro sul tema: Informazione e Terzo Mondo, organizzato dal CISV con il Comitato collaborazione medica e con il Volontariato
internazionale per lo sviluppo. L’inco;tro fa parte del corso di orientamento al volontariato internazionale e ali'educazione allo sviluppo.
10-25 agosto: IMCTOUR organizza un
viaggio alla scoperta del Kenia, paese in cui coesistono nella tolleranza
un certo numero di religioni e credenze. I posti sono limitati a 30 persone, il costo è di L. 3.400.000. Per informazioni: Centro di animazione Missioni della Consolata, corso Ferrucci
14 - 10138 Torino. Tel. 011/441044.
3
29 maggio 1992
commenti e dibattiti
LETTERA APERTA
Ai parlamentari
protestanti
Ai pochi protestanti che
abbiamo in Parlamento
vorrei chiedere di riflettere, nella loro vigile coscienza critica, sulla liceità etica e politica di quella spessa selva di privilegi di ogni
genere (giuridici, fiscali,
«cononiici, pensionistici, assicurativi, previdenziali, sanitari, ecc. ecc.) che i parlamentari delle passate legislature pressoché all’unanimità si sono autolegiferati; così tanti da far uscire
alcuni neofiti della Lega
in frasi come: « Ma questa
è una vera pacchia! ».
Voci decise ad abolire la
« pacchia » dell'immunità
parlamentare se ne sono
levate diverse, ma per ora
nessuna per denimciare e
revisionare il molto grasso
che senza dubbio c’è nel
piatto del parlamentare italiano. Per una classe politica che in democrazia resta sempre, nel bene e nel
male, la testa del paese
(ed il pesce puzza sempre
dalla testa), ci sono due
rnaniere di tuffare le mani nel pubblico denaro.
Uno è quello più scoperto
e diffuso delle « tangenti »
(sorelle laiche delle indulgenze), che però può ancora aprire la via al carcere.
L’altro è quello di rendere
impunibile il prelievo moralrnente e politicamente
illecito mediante leggi che
il Parlamento stesso si vota addirittura all’unanimità, come avviene in Italia,
e con cui in pratica si legalizza il furto.
Questa seconda maniera
di rubare è — a mio giudizio di protestante — più
ignobile ed ipocrita della
prima. Sia perché si configura come il peggiore dei
misfatti, e cioè come tradimento ai danni di chi si
fida (l’elettore); sia perché
come prassi collettiva (la
coscienza del Parlamento)
riesce ad indebolire e spegnere la reazione morale
della singola coscienza,
specie in un contesto comunitario qual è il nostro,
poco educato e sollecitato
alla responsabilità personale ed al suo uso corag
gioso nel privato e nel pubblico, e piuttosto portato
alla genuflessione facile ed
al « bacio le mani voscenza », che del potere
accrescono solo l’arroganza.
Ai membri di questo
Parlarnento, che ha davanti a sé l’enorme problema
del dissesto dei conti dello
stato e quindi la necessità
oggettiva di meglio regolare anche spesa sanitaria
e previdenziale, è lecito
chiedere con quale autorità morale (leggi faccia di
bronzo) potranno chiedere
ai cittadini elettori politiche di rigore e sacrifici,
proprio loro parlamentari
gonfi di privilegi di ogni
tipo assai oltre le righe?
Ai parlamentari protestanti vorrei ricordare che
un loro antenato politico,
James Madison, faceva approvare dallo’ stato del
Maryland, il 19 dicembre
1789, un emendamento che
proibiva ai deputati di aumentarsi lo stipendio, perché « non possiamo permettere a nessuno di tuffare lìberamente le mani
nei fondi pubblici prendendo denaro e mettendolo
nelle proprie tasche ». L’episodio era riportato sabato 9 maggio in un articolo
del giornale « La Stampa »,
dove si diceva che sotto la
spinta dell’indignazione degli americani nei confronti dei membri del Congresso, i quali nel 1991 in una
« riunione di mezzanotte »
si erano aumentati lo stipendio annuo a 129 mila
dollari (150 milioni di lire),
molti stati hanno fatto
proprio l’emendamento Madison, per cui è quasi certo il suo inserimento nella
Costituzione degli Stati
Uniti.
Comimque e dovunque
il potere tende sempre a
prevaricare sulla collettività, mentre questa trova
nella robusta coscienza di
alcuni un mezzo a sua difesa e dimostra invece la
sua impotenza quando queste coscienze forti non ci
sono.
Aurelio Mauri Paolini
GIORGIO AGOSTI
Un nome che
si bisbigliava
Ho udito bisbigliare il
nome di Giorgio Agosti nel
febbraio 1945 in un alloggio umbratile, quasi lugubre, nel centro di 'Torino.
Vi entravano poche, misteriose persone. Fra gli altri
un certo dott. Lombardo,
biondo, che mi pareva di
aver già visto altrove. Si
scoperse poi tre mesi dopo
per Franchi Lo Bue. Ne
uscivano, con una certa
tremarella, consci che fra
poche settimane la situazione sarebbe diventata
calda, Clara Coisson e
Adolfo Comba: andavano
al comando tedesco a fare,
ufficialmente, gli interpreti; in realtà, le spie per
conto della Resistenza (D.
Gay Rochat, La Resistenza
nelle Valli valdesi, pp. 142
sg.). Ne usciva Miki Gersoni (ora Marina Jarre), che
portava nella borsetta cioc
colato autarchico per i poverelli delle casermette, e
volantini per i resistenti.
Il loro capo era il predetto Giorgio Agosti. La cui
parte decisiva per la fase
militare dell’antifascismo
piemontese è illustrata dai
libri di storia. Alla liberazione, quale esponente GL,
fu questore di Torino.
Lo vidi poi come manager stimato, infine a lungo
come presidente del Museo del Risorgimento di
Torino, che gestì appunto
da manager. Sempre poco
loquace, corretto, un po’
ingmgnato. Era amico fraterno del mio più fraterno
amico, ma ci siamo sempre dati, da torinesi (lui
del 1910, io del 1923) del
lei. Purtroppo, di quel genere lì, ne sono rimasti pochi.
Augusto Comba
CHIESE SICILIANE
La speranza nel
Signore della vita
Domenica 24 maggio. Ieri sera la strage di
Palermo. Poche ore dopo, nel centro di Riesi,
viene ammazzato l’ex sindaco Vincenzo Napolitano. L’assemblea del Circuito siciliano è visibilmente scossa. La Sicilia è ormai diventata un
teatro di violenza e di crimini inarrestabili. Nel
dibattito è prevalso, tra noi, il convincimento di
resistere, di continuare a lottare per lo sviluppo
della democrazia contro ogni cultura di morte.
Alla fine della riflessione sulla nostra situazione
che è anche rimbalzata nel culto, insieme, abbiamo approvato una presa di posizione. Non sono
solo parole ma la ricerca di una profonda unità
in un impegno che non è facile e che deve partire da ciascuno di noi. Anche nelle piccole cose
si tratta di non scendere a compromessi, né lasciarsi ingabbiare da ricatti e raggiri. In ogni
situazione occorre esprimere il massimo della
coerenza evangelica. Ecco il testo che abbiamo
sottoscritto: g. P.
Le comunità valdesi e metodiste siciliane,
riunite in assemblea a Riesi, esprimono profondo
sdegno per la strage che ha barbaramente spento
la vita del giudice Giovanni Falcone, di sua moglie, degli uomini della sua scorta e delle altre vittime.
Guardano con preoccupazione al quadro in cui
tale strage è stata perpetrata, nel momento di grave crisi delle istituzioni del nostro paese, con il
conseguente pericolo di spostare in senso autoritario gli equilibri sociali e le soluzioni politiche.
Impegnano le chiese a vigilare e a farsi promotrici di una cultura che bandisca ogni sentimento di rassegnazione e di impotenza e ponga le condizioni perché si reagisca a queste ed altre forme
di terrorismo mafioso attraverso azioni in cui si
esprima pubblicamente e con chiarezza la ferma
condanna ad ogni forma di violenza e la speranza
nel Signore della vita.
Fanno propria la seguente dichiarazione, elaborata dalla Chiesa valdese di Palermo:
Crediamo nel Dio
di cui ci ha parlato Gesù di Nazareth,
nel Dio
che sa sognare nuovi cieli e nuova terra,
che apprezza i semplici e ascolta i poveri,
che giudica i superbi e sostiene i mansueti.
Egli solo ci è Padre!
Con lui vogliamo resistere ai signori della morte
e crediamo che non esista solo la scelta
tra ammazzare o essere ammazzati,
ma che è possibile
lottare senza armi
e con luì resistere all’indifferenza.
Vogliamo resistere alla logica che sia solo possibile
avere paura o fare paura,
colpire o essere colpiti.
Con luì vogliamo credere che è possibile
avere coraggio e resistere
dare coraggio e persistere.
Crediamo che nell’ebreo Gesù,
umile falegname della Palestina
in cui ha abitato la pienezza di Dio,
che ha portato lo Spirito della verità e della giustizia,
abbiamo trovato la via.
Egli solo ci è Signore!
In lui ora sappiamo che dobbiamo lasciare
le vie tracciate da altri,
la vita soffocata dal desiderio di quieto vivere,
dal tornaconto e dall’ammirazione per i furbi.
Con lui vogliamo resistere ai maestri di morte
e crediamo che non esista solo la scelta
o noi o gli altri,
ma che è possibile
resistere al malvagio e sconfiggere la mafia,
non pagare tributi alla prevaricazione e alla morte,
e coìt lui osiamo sognare per vedere un giorno
tempi di giustizia e di pace,
tempi di fratellanza e di sazietà.
Crediamo nel dono dello Spirito di Dio,
reale presenza di Dio,
concreta forza della nostra resistenza,
vero sostegno nelle momentanee sconfitte,
coraggio nell’assumere posizioni chiare
contro ogni sopraffazione.
Egli solo ci è guida!
Per lui condanniamo
chi versa sangue e si fa giustizia da sé;
riteniamo colpevole chiunque usi violenza,
chiunque corrompa e chiunque si lasci corrompere.
Con lui vogliamo resistere ai giustizieri della morte
e crediamo che non esista solo la scelta
o l’omertà o la morte,
ma che è possibile
resistere alla paura dei ricatti e alla sfida delle lupare
persistendo nella giustizia.
Con lui vogliamo sognare
che i fiori dei nostri campi,
e le strade dove giocano i nostri bambini
non saranno più bagnati
né da sangue innocente né da sangue colpevole,
perché l’ultima parola sarà data alla vita.
DI FRONTE ALLA MAFIA
Il dolore
e la preghiera
Un giorno dopo la strage che ha ucciso il giudice
Falcone, la moglie e la scorta, la Chiesa valdese di
Ivrea ha inteso riflettere su questa ennesima tragedia
nel documento che segue.
Alla Presidenza del
Senato della Repubblica
italiana
Alla Presidenza della
Camera dei deputati
Al Consiglio Superiore
della magistratura
La Chiesa valdese di
Ivrea, riunita in assemblea nella giornata di
domenica 24 maggio
1992,
— esprime il proprio
dolore e il proprio sdegno per il massacro di
stampo mafioso che è
costato la vita al giudice Falcone, alla signora
F aleone, agli uomini
della scorta e nel quale altre persone sono
state coinvolte. Massacro che è, in qualche
modo, collegato alla paralisi e all'impotenza
delle istituzioni dello
stato italiano,
— esprime il proprio
sdegno per aver dovuto
ancora una volta riconoscere il senso di isolamento politico in cui
lavorano sovente le forze dell’ordine e della
magistratura, mandate
allo sbaraglio da una
classe politica che ne
critica l’operato più di
quanto non ne sostenga
l’azione.
— chiede con umiltà,
ma anche con un profondo senso di rabbia,
che il Parlamento nato
dalla consultazione elettorale del 5-6 aprile
scorso sappia dare un
chiaro segno di inversione di marcia nella
lotta, alla criminalità organizzata, alla corruzione ed al malcostume
diffuso anche in una
parte della classe politica italiana,
— chiede e spera che
un giorno non lontano
chi porta responsabilità
di governo nel nostro
paese faccia piena luce
sui tanti momenti di
contiguità fra mafia e
politica, contiguità che
ha indebolito drammaticamente le istituzioni rendendo apparentemente imbattibile il sistema mafioso,
— si impegna a lavorare e chiede al Signore
di benedire il lavoro di
chi ancora crede — come il giudice Falcone e
molti altri servitori dello stato democratico nato dalla Resistenza — in
un futuro di democrazia e di giustizia per il
nostro paese, dove non
sia più la mafia a condizionare i momenti
"alti” della vita della
Repubblica.
SCUOLA
Lupo Alberto
resta fuori
H Lupo Alberto, un testo
a fumetti predisposto dal
ministero della Sanità per
la battaglia contro l’AIDS
nelle scuole, non potrà essere diffuso tra gli alunni.
Secondo notizie di stampa,
la motivazione ufficiale —
nelle parole del direttore
generale del ministero della Pubblica Istruzione,
Amedeo Lauria — è che
il testo non ha ricevuto
l’approvazione dei capi
d’istituto e degli organi
collegiali.
Non è difficile comprendere che lo stop burocratico è dovuto al fatto che
nel fumetto viene raccomandato il profilattico come uno dei metodi per
prevenire il contagio da
AIDS. E’ chiaro che questa decisione, come quella
riguardante le cerimonie
religiose nei locali scolastici e le visite dei vescovi alle scolaresche, evidenzia la pesante ingerenza
della cultura e della gerarchia cattolica nella scuola
di stato. Dunque la collaborazione tra Chiesa cattolica e istituzione scolastica.
prevista dal nuovo Concordato, si evidenzia nel bloccare un’iniziativa del ministero della Sanità con possibili pesanti conseguenze
per la salute dei giovani
e della società tutta. Con
questa forma di collaborazione (sic!) l’educazione
sessuale nelle scuole rimarrà una pia illusione. Eppure oggi più che mai la
scuola ha bisogno della
collaborazione di credenti — anche protestanti,
perché no? — per assolvere alla sua funzione
di educatrice alla legalità,
al pluralismo, alla pace,
al rispetto dell’ambiente,
alla democrazia. Invece, si
continua con TIRC che nulla dice sull’obiezione di
coscienza alle spese militari e al militare; che, c’è
da aspettarselo al seguito
di Ruini, educa a votare
DC; che perpetua l’attuale
sistema scolastico e sociale in cui, come nel campo
ecclesiastico, vige la raccomandazione (intercessione), la delega (chierici e
laici), l’autoritarismo.
Salvatore Rapisarda
4
4 vita delle chiese
29 maggio 1992
CHIAVARI
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Giornata
evangelistica
Brani musicali e letture bibliche: un invito
a ripensare oppure a scoprire la propria fede
I protestanti e l’Europa
Sabato e domenica 10 maggio
la Chiesa battista di Chiavari e
la Chiesa evangelica di Rapallo
hanno vissuto intensamente la
loro giornata di evangelizzazione
pubblica. Il sabato a Chiavari
neH’Auditorium comunale e la
domenica a Rapallo nella sala di
culto, il coro evangelico di Civitavecchia, diretto con grande
maestria da Miriam Strisciullo,
ha eseguito « Fede e canto: un
itinerario di fede attraverso il
canto ».
Il concerto era costituito da
sette momenti, che prevedevano
ciascuno una lettura biblica, una
breve introduzione di uno scrittore cristiano (J.T. Saemands D.
Bonhoeffer, G. Keplero, S. Veil,
M.L. King) e una serie di canti
tratti dalle diverse tradiz’oni cristiane. Così a Benedetto Marcello e a corali del periodo della
Riforma di J.S. Bach e J. Cruger
si sono alternati spirituals e soprattutto canti sudafricani. Pur
senza avere raggruppato i canti né in ordine storico né in
ordine geografico, è risultato un
tutto unico ben equilibrato e ben
collegato.
I sette momenti erano: « Annuncio dell’Evangelo; Consapevolezza del peccato e ravvedimento; Morte e resurrezione; Preghiera: richiesta di aiuto, ringraziamento e riconoscenza; Lode
e gioia; Impegno nella società:
giustizia e pace, denuncia e lotta;
Speranza e fiducia ». 11 coro, ben
armonizzato e ben unito nell’insieme, era composto da ventidue
elementi e da un suonatore di
bongo: dilettanti che cantano la
domenica nel culto della loro
chiesa a Civitavecchia. La direttrice, Miriam Strisciullo, ben conosciuta nell'ambiente battista,
è una giovane di grande personalità e impegno, che ha mostrato non solo la sua ormai nota
competenza musicale ma anche
capacità di espressione e correttezza d’impostazione teologica.
Pur non essendo del tipo di
quelli che si sentono nelle tende
e pur non contenendo un appello
finale all’americana il concerto,
senza perdere alcunché della sua
dignità culturale ed artistica, ha
significato per coloro che ascoltavano Un preciso richiamo a ripensare la propria fede, per i
già credenti, ed a porsi il problema del rapporto con Dio per
i non credenti. Non erano molti
gli ascoltatori estranei all’ambiente delle nostre chiese ma
erano molto attenti e seriamente colpiti da quanto udivano. Di
quei pochi, diversi si sono fermati chiedendo notizie, spiegazioni,
incoraggiamenti e aiuto. Certamente noi ci limitiamo a seminare: sta a Dio stabilire se e
come far crescere, a chi far raccogliere. Rimettiamo perciò a
Dio il futuro di questa semina.
F. S.
CASORATE PRIMO
Festa battesimale
Casorate Primo. Il momento del battesimo.
Dopo la festa in occasione dell'inaugurazione del tempio la comunità ha vissuto una domenica
(12 aprile) di esultanza spirituale
durante l’adunanza battesimale.
Sette credenti hanno fatto confessione di fede nel Signore Gesù Cristo alla presenza di una
numerosa assemblea di fratelli,
.sorelle e simpatizzanti.
Non pochi sono stati visti con
le lacrime agli occhi, mentre i
battezzandi uno dopo l’altro
scendevano nelle acque per es•sere battezzati nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito
Santo e mentre ad ogni battesimo avvenuto risuonava nel
tempio il canto della comunità:
« Sii fedele fino alla morte e la
corona di vita ti darò ».
I battezzati, tutti giovani, sono
fedeli al Signore ed impegnati
nella testimonianza. Ecco i nomi:
Carmela e Graziella Spezzacatena, l’omonima cugina Daniela, Filippa Parasole, Raffaele Scafuro,
Cheyne Jillian Marlin e Cristina
Fehr; quest’ultima, diciottenne
venuta da Zurigo coi genitori
Pietro ed Elisabetta, ha voluto
dare la sua testimonianza di fede ed essere battezzata a Casorate.
La comunità, da quando si
raduna nel tempio, si è sviluppata per la frequenza di nuovi simpatizzanti e per la partecipazione attiva ai culti da parte di
famiglie evangeliche provenienti dall’Africa (Zaire, Angola, Benin) e qualcuna proveniente dal
Nord Europa, tutti residenti
nei paesi attorno a Casorate.
Diamo gloria al Signore per il
fatto che la comunità, dal 1981
ad oggi, si è quintuplicata.
E’ una giovane chiesa molto
riconoscente al Signore per le
benedizioni che le ha elargito e
per il dono di un bel tempio,
che in tutta la zona è centro di
testimonianza cristiana e di predicazione del Vangelo di Gesù
Cristo.
SAN GERMANO CHISONE —
Venerdì 15 il past. Giorgio Tourn
ha parlato sul tema: I protestanti e l’Eiiropa. Dopo aver
esordito mostrando come l’idea
di Europa sia ancora tutt’altro
che definita, il past. Tourn ha
delineato gli atteggiamenti diversi assunti dalle tre maggiori
correnti del cristianesimo (cattolica, ortodossa e protestante)
di fronte agli avvenimenti di
questi ultimi anni e alla nuova parola d’ordine, evangelizzazione. Il past. Tourn ha notato
disinteresse presso gli ortodossi,
volontà operativa presso i cattolici e disorientamento presso
i protestanti. Nella seconda parte della sua esposizione, Giorgio
Tourn ha approfondito le ragioni di questi differenti atteggiarnenti, rilevando come il cattolicesimo parta favorito, in quanto disponibile ad accogliere nel
suo sistema di pensiero anche
elementi molto distanti e contraddittori tra loro, mentre il
protestantesimo tende a concentrarsi sull’essenziale; e ancora
che il cattolicesimo fa delTimmagine (elemento attraverso cui
oggi passa il messaggio) una
componente notevole della sua
espressione, mentre il protestantesimo rimane iegato fondamentalmente alla parola ed al libro.
• Domenica 17, durante il culto, è stato celebrato il matrimonio di Paola Ferrare e Walter
Charrier, e nel pomeriggio è
stato celebrato quello di Paola
Meynier e Claudio Micci. Alle
due coppie di sposi rinnoviamo
l’augurio sincero ed affettuoso
di ogni bene chiedendo al Signore di benedirle sempre abbondantemente e di concedere
loro una vita serena sotto il suo
sguardo.
• Silvio Peyronel è improvvisamente mancato, all’età di ottant’anni, presso l’Asilo. La comunità si è raccolta per l’estremo saluto giovedì 14. Alla sorella, che gli era tanto legata, rinnoviamo la nostra simpatia, nella certezza che la consolazione
vera viene dalla promessa della
resurrezione in Cristo.
Culto finale
PRALI — Domenica 17 maggio
abbiamo avuto il culto di fine
attività, con la partecipazione
della corale e di alcuni ragazzi
e ragazze della scuola domenicale e del catechismo.
Abbiamo avuto come ospite il
geom. Rostagno, di Pomaretto,
che ha presentato alcuni progetti per la costruzione di alcuni
garage di fronte al nuovo tempio, ma non siamo riusciti a
trovare una soluzione del tutto
convincente, per cui la questione è stata rimandata all’autunno, anche se il Concistoro valuterà alcune ipotesi maturate
in assemblea.
L’assemblea ha anche votato
i suoi deputati alla Conferenza
distrettuale e al Sinodo: alla
Conferenza sono risultate elette
Orietta Rostan e Lucetta Artus
(supplenti Elda Grill e Mariella
Richard); al Sinodo saremo rappresentati da Riccardo Ghigo
(supplente Emilio Ferrerò).
Lutti
POMARETTO — Per cinque
volte nel volgere di una settimana è stato annunciato l’Evangelo della resurrezione; si sono
infatti svolti i funerali di Attilio Pons, deceduto presso la sua
abitazione all’età di 87 anni; Filiberto Lageard, deceduto all’ospedale di Pinerolo all’età di
72 anni; Silvio Galliano, dei Clot
di Inverso Pinasca, di 78 anni;
Elda Baret ved. Comba di 84
anni e Giovanni Pietro Genre
Baret di 71 anni, gli ultimi due
deceduti presso l’Ospedale valdese di Pomaretto. Alle famiglie
nel dolore rinnoviamo la simpatia cristiana di tutta la comunità.
• Domenica 31 maggio il candidato al ministero pastorale
Donato Mazzarella presenterà il
suo sermone di prova in vista
della consacrazione; lo farà durante il culto che si svolgerà
alle ore 17 anziché alle 10. Il culto ai Clot di Inverso Pinasca
avrà regolarmente luogo alle 10
e sarà seguito dalla giornata comunitaria di fine attività.
• L’assemblea di chiesa si
svolgerà sabato 30 maggio, alle
ore 20,30, nei locali del teatro;
all’odg la relazione morale annua.
• Venerdì 29 maggio, alle ore
21, nel teatro, il gruppo giovani
propone una serata sul problema droga: « Ragioni contro ».
• L’Unione femminile organizza per il 10 giugno una gita ad
Ivrea e laghi con partenza dal
convitto in pullman; le prenotazioni si ricevono presso Elsa Lageard e Lisa Costabel.
Assemblea di chiesa
BOBBIO PELLICE — Dopo il
culto di domenica 31 maggio,
ore 10,30, si svolgerà Fassemblea
di chiesa con lettura della relazione annua.
• Il Concistoro è convocato
per le ore 20,30 di sabato 30
maggio, nella saletta.
Villa Olanda
TORRE PELLICE — Il 24 mag
gio l’assemblea di chiesa ha
ascoltato una relazione di Franca Coisson sulle ipotesi di utilizzo di Villa Olanda. Una parte dell’assemblea si è dichiarata favorevole a interventi di manutenzione in vista di un’utilizzazione per autosuffìcienti; altri
ritengono che si debba sondare
ulteriormente la possibilità di
realizzare una struttura mista,
per autosuffìcienti e per non autosufiìcienti; altri infine hanno
detto di preferire una struttura
di accoglienza per extracomunitari.
• Il 7 giugno, Pentecoste, avrà
luogo una giornata comunitaria,
che inizierà alle 10 nel tempio
con un culto con Santa Cena.
Seguirà un momento di incontro e, alle 12,30, il pranzo in Foresteria (L. 8.000; prenotarsi telefonando a uno dei numeri
91801-91305-91969-902513). Dalle
14 alle 16 alla Casa unionista,
esposizione e conoscenza delle
attività della chiesa. Nel tempio
alle 16 tutte le attività musicali
terranno un concerto, e alle 21
i giovani rappresenteranno 4
pezzi di argomento biblico.
• Un augurio a Paola Cavaliere e Salvatore Carfagno, che
si sono sposati domenica 24
maggio.
• La settimana scorsa è stato annunciato l’Evangelo della
risurrezione in occasione dei funerali di Carolina Barale e di
Susanna Simond ved. Martina.
Solidarietà
ANGROGNA — Si sono svolti
nel cimitero di Angrogna i funerali di Licia Micol Ricciarini,
spentasi dopo una lunga e dolorosa malattia vissuta in piena
consapevolezza e con una grande dignità. Siamo vicini con affetto e simpatia al marito Piero, al figlio, alla sorella Adriana e a tutti i suoi cari, nella
speranza che quel Dio al cui
amore Licia ha saputo far appello nella preghiera anche nei
momenti di crisi e di dubbio
sia per lei, nella fedeltà alle sue
promesse, il Dio della risurrezione e della vita eterna.
• Abbiamo saputo della scomparsa a Parigi, dove risiedeva
ormai da molti anni, di Valentine Gaydou, una credente ben
conosciuta nella nostra valle di
cui era originaria e con la quale aveva mantenuto un legame
estremamente stretto, che tornava a ravvivarsi tutte le estati
quando veniva per un periodo
ad abitare ai Bertot.
Alla figlia Aline, che vive a Parigi ed è molto impegnata nella Chiesa riformata di Francia,
va tutta la nostra solidarietà
nella condivisione della stessa
fede.
• Domenica 10 maggio il culto con Santa Cena nel tempio
del Serre è stato presieduto dal
fratello Umberto Rovara. Lo ringraziamo per la sua disponibilità così fraterna e per la bella
testimonianza di fede che sempre ci rende nella predicazione
dell’E vangelo.
• Domenica 31 maggio, con
inizio alle ore 14,30, si terrà
presso la Sala unionista del capoluogo Formai tradizionale bazar a cura delle sorelle dell’Unione femminile.
• Ancora domenica 31 maggio, nell’ambito del mercatino
biologico aperto tutto il giorno
sotto l’ala della piazza del capoluogo, vi sarà un banco libri
con pubblicazioni sulla fede e
sulla storia valdesi.
CONVOCAZIONI
Conferenze distrettuali
I DISTRETTO
La Conferenza del I distretto si tiene presso la Chiesa
valdese di Pinerolo nei giorni di sabato 13 e domenica 14
giugno, con inizio alle ore 9 del sabato. Il culto della domenica con la locale comunità sarà presieduto dal past. Franco
Davite.
II DISTRETTO
La Conferenza del II distretto si tiene sabato 13 e domenica 14 giugno presso la Chiesa metodista di Milano, via
Porro Lambertenghi 28, con inizio alle ore 10,30 di sabato.
Il predicatore d’ufficio, past. Renato Coisson, predicherà nella Chiesa metodista, e contemporaneamente alcuni pastori
assisteranno, nella Chiesa valdese di via F. Sforza 12/a, al
sermone di prova della candidata al ministero pastorale Ursel
Koenigsmann.
MI DISTRETTO
La Conferenza del III distretto si tiene sabato 13 e domenica 14 giugno presso il centro di Ecumene a Velletri. Il
culto di apertura, sabato alle ore 9,30, sarà tenuto dalla pastora Daniela Di Carlo.
IV DISTRETTO
La Conferenza del IV distretto si svolge venerdì 19, sabato 20 e domenica 21 giugno presso il centro di Bethel a
Taverna (CZ), con inizio il venerdì alle ore 17. Il culto di
apertura sarà presieduto dal past. Giuseppe Platone. I lavori
si concluderanno domenica alle 17.
Tutti i membri di chiesa possono assistere.
5
29 maggio 1992
vita delle chiese
SERVIZIO CRISTIANO DI RIESI
CORRISPONDENZE
Laboratorio ecumenico Assemblea
Inaugurato il corso di ingegneria del territorio: alla ricerca di una
nuova consapevolezza delle risorse - Un corso « non solo teorico »
« La Sicilia diventerà un’isola
di vecchi e la desertificazione di
molti territori farà il resto. E’
possibile invertire questa tendenza attraverso una nuova consapevolezza delle nostre risorse? ».
E’ questa una delle tante domande rimbalzate nell’incontro
pubblico di inaugurazione dei
corsi di ingegneria del territorio (IDT) svoltosi al Servizio
cristiano di Riesi, sabato 16
maggio. Presenti più di cento
persone nel salone rimesso a
nuovo dell’ex scuola meccanica
del Servizio cristiano il dibattito è stato introdotto da alcune brevi relazioni. « Il villaggio
del Servizio cristiano, il dibatdito il pastore Platone — può
diventare un laboratorio della
ricerca ecumenica su pace, giustizia e salvaguardia del creato.
E questo non solo attraverso
riflessioni accademiche ma nel
lavoro quotidiano delle nostre
scuole, in quello sociale del consultorio, in quello culturale nella città per sviluppare la democrazia e in quello dell’agricoltura non tossica come nell’impegno verso la formazione di nuovi analisti del territorio ».
Secondo Luigi Germanetto, direttore generale del CSEA (la
società torinese che con la Regione Calabria gestisce i corsi
deiriDT) occorre che i giovani
meridionali acquistino, insieme
alla visione critica del territorio
in cui operano, anche una mentalità imprenditoriale senza la
quale si rischia di rimanere
schiacciati dalle logiche assistenzialiste.
Giovanni Papa, amico di antica data del Servizio cristiano,
ricordando le tappe della difficile elaborazione del progetto
dell’IDT, ha sottolineato come
anche a Riesi occorra avere una
visione globale del problema,
sempre più drammatico, dell’ambiente. Con un « taglio » più
tecnico l’architetto Claudio Capitanio ha spiegato come funzionano i corsi deiriDT attraverso gli « stage » di cinque settimane programmati in tre diverse località della Calabria, del
Piemonte e della Sicilia, dove accanto allo studio teorico si coniugano una serie di visite sul
campo ad industrie agro-alimentari.
Per una nuova
qualità della vita
All’inizio dei lavori l’on. Capodicasa, vicepresidente dell’Assemblea regionale siciliana
(PDS), ha manifestato il proprio interesse per questa nuova iniziativa. Anche la CGIL si
è dimostrata interessata verso i
corsi deiriDT e Franco Garufi
( segretario regionale della CGIL)
ha osservato come in un’isola
segnata da enormi disastri ambientali e territoriali sia importante riscoprire il rapporto tra
persona e ambiente. « Occorre
dar vita ad un circuito di idee
e fatti — dice Garufi — sui temi del territorio proprio come
si sta facendo a Riesi per promuovere una mentalità che sappia costruire la qualità della vita ».
L’amministrazione municipale
di Riesi, alcuni presidi di scuole medie superiori ed insegnanti sono intervenuti nel dibattito
chiedendo che il Servizio cristiano si renda disponibile a trasferire questa sua ricerca scientifica sull’ambiente anche nel
mondo della scuola.
Filippo Vitellaro, studente riesino del corso dell’IDT, ha chiesto se i programmi di studio potranno concludersi, come previsto, nel gennaio del ’93. L’assenza di un rappresentante della
Regione Calabria è stata notata
con una certa preoccupazione.
Riesi. II corso per l’ingegneria del territorio si è inaugurato nei locali (ristrutturati) un tempo sede della scuola meccanica.
Recentemente l’assessore alla
Formazione professionale della
Regione Calabria, Giuseppe Cristofaro, ha assicurato che il corso dell’IDT, iniziato in gennaio
e che raccoglie 40 studenti tra
i 19 e i 25 anni, si concluderà
come previsto. Speriamo bene.
Dopo questo primo corso è oggi difficile dire se e come continuerà quest’esperienza.
Intanto è positivo il fatto che
Riesi sia stata coinvolta in questa tematica ambientale. Occorrerebbe far di più, ovvero coinvolgere l’imprenditoria locale
per capire quali trasformazioni
occorrono oggi, come operare
per una nuova qualità del territorio. Intanto la ricerca conti
nua e nulla esclude che ci sia
una ricaduta positiva su Riesi.
Non per nulla il vicesindaco. Pistone, vuole sottoporre ai docenti e agli studenti ospiti al
Servizio cristiano il nuovo progetto della discarica pubblica
della città. Un problema di difficile soluzione, che non è il solo nel cuore della Sicilia.
« Nei corsi di studio sui problemi dell’ambiente non voglianio soltanto affrontare questioni teoriche — precisa l’arch.
Marco De Bettini, tutor del gruppo studentesco al Servizio cristiano — ma pratiche, legate alla ricerca di soluzioni concrete
a problemi ambientali locali ».
Giuseppe Platone
PONTICELLI
Nuovi membri di chiesa
Una giornata (di gran festa e (di riconoscenza;
I affetto (della comunità intorno ai giovani
I onticelli. La Santa Cena nella locale Chiesa metodista, dopo la
confermazione di quattro giovani membri di chiesa.
«... E il Signore aggiungeva ogni
giorno alla loro comunità quelli
che erano sulla via della salvazione » (Atti 2: 4,7). Queste parole, fra le altre, hanno caratterizzato una giornata di grande gioia
per la Chiesa metodista di Ponticelli, che domenica 10 maggio
si è stretta affettuosamente a
quattro nuovi membri.
Maria Morra, Annamaria Vitale, Pasquale Ciccarelli e Massimo
Toscani hanno fatto la loro professione di fede e sono entrati a
far parte della chiesa: il loro impegno peraltro è consolidato da
anni, avendo essi collaborato allo
staff del centro di Ecumene e
avendo prestato un bel servizio
al centro « Casa mia » di Ponticelli.
Dopo la predicazione del pastore Giovanni Anziani si sono
avuti il messaggio di Mirella Scorsoi! elli (anche a nome dell'OPCEMI) e PaiTettuoso augurio
da parte della comunità, espresso da Salvatore Cortini. Poi la
Santa Cena, per la quale il « cerchio » si è dovuto allargare notevolmente, data la presenza fraterna di membri delle comunità
di Napoli convenuti per significare la propria partecipazione a
questa giornata di festa e di lode.
GENOVA — Domenica 17
maggio l’assemblea della Chiesa
valdese di Genova (via Assarotti), dopo aver discusso la relazione morale per l’anno ecclesiastico 1991-’92, ha eletto quale
deputato al Sinodo Luciano Giuliani (supplente Gabriella Capellino) e due deputati alla Conferenza distrettuale del 13-14 giugno: Simone Caniglia, Nirvana
Sinnone (suppl. Giacomo Grasso, Iside Ralto).
L’assemblea ha preso inoltre
in esame il problema del futuro
di Villa Olanda, approvando all’unanimità la seguente mozione:
L'assemblea, seriamente preoccupata
per la repentina chiusura della gestione di Villa Olanda ritenuta contraria
alle indicazioni sinodali '91, e consapevole della presenza sempre più numerosa nelle nostre comunità di persone anziane ormai sole, auspica che
detta casa vada riportata immediatamente alla sua funzione originaria di
Casa comunitaria per anziani autosufficienti (vedi progetto presentato dal
« Comitato prò Villa Olanda » che ritiene di poter raggiungere la necessaria copertura finanziaria) per i seguenti motivi:
a) la gestione di una casa per au
tosufficienti è molto meno onerosa di
quanto non lo sia una casa per non
autosufficienti, come pure ovviamente
di una casa >• mista » per autosufficienti e non;
b) circondata da un parco secolare
la casa, già albergo, a cui nel corso
degli ultimi 20-25 anni sono state apportate numerose migliorie, dispone di
un numero rilevante di camere singole e doppie con servizi, oltre ad utili
locali di disimpegno. Si presta quindi
sia a preservare nell’individuo anziano un senso di autonomia, sia a incentivare nella comunità possibilità
d’incontro e attività singole o di gruppo;
c) di fronte alla dilagante <■ industria dell’anziano », Villa Olanda può
e deve continuare ad essere una testimonianza evangelica.
Un culto con
battesimo
TRAPANI — Giorno di gioia
e di lode domenica 10 maggio
a Trapani. Durante il culto è
stata battezzata Loredana D’Angelo di 24 anni. La comunità ringrazia il Signore e lo prega perché aiuti la nostra giovane sorella nella sua vita di fede.
RICORDO
ia De Leva Sbaffi
Gli anni di lavoro nel Consiglio della FDEI Il necessario impegno delle donne evangeliche
Con dolore ho appreso dal nostro giornale la notizia della dipartita di Grazia. Ci eravamo conosciute durante un congresso
femminile, non ricordo quale né
quando, e per anni abbiamo anche condiviso l’attività del Consiglio della FDEI. Poi, terminati i nostri mandati, ci eravamo
perse dì vista.
Avevo nuovamente incontrato
Grazia l’estate scorsa a Torre
Penice. Ricordo il suo caldo abbraccio e la sua schietta gioia
per esserci riviste ancora ima
volta. Non sapevo che sarebbe
stata l’ultima! Durante gli anni
di lavoro comune nella FDEI,
ho imparato a stimare e ad apprezzare Grazia. Non potevano
passare inosservati i suoi modi
gentili e affabili, la sua personaiità equilibrata, la grande disponibilità alla collaborazione. La
sua seria e puntuale professionalità era preziosa per il lavoro
del Consiglio. Nonostante l’impegno scolastico e le particolari
cure richieste dalla sua famiglia
in momenti difficili. Grazia trovava il tempo da dedicare all’impegno assunto nella FDEI. Era
sempre disposta a venire in aiuto per districare i problemi che
si verificavano nella nostra attività.
Ho riletto il volantino « Donne per la pace » da lei preparato per la FDEI. In questo
scritto, ancora tanto attuale.
Grazia afferma di credere nella
necessità dell’impegno delle
donne evangeliche per la giustizia, per la pace, per il rispetto
dei diritti e della dignità della
donna. E’ il messaggio di ima
donna, di una credente che ha
vissuto il « buon combattimento » e che ha coerentemente testimoniato la sua fede nell’impegno nella chiesa e nella società. Mi è sembrato il testamento spirituale che Grazia ha
lasciato alle dorme evangeliche,
specialmente, e che certo non
andrà perduto.
"Vera ’Velluto
PROTESTANTESIMO
IN TV
Domenica 31 maggio Protestantesimo non andrà in onda causa programmazione
straordinaria della rete DUE.
LUNEDI’ 8 GIUGNO
ore 9,30 circa - RAIDUE
L’ULTIMA PAROLA
ALLA VITA
In questo numero: Marcia
per Cristo (servizio filmato);
Gli evangelici e l’8 per mille; Raduno evangelico a Riesi (servizio filmato); «1-fl»,
la risposta alle lettere dei telespettatori.
______Venerdì 29 maggio
□ CONSULTAZIONE
METODISTA
ECUMENE — Nel pomeriggio ha inizio l’annuale consultazione delle Chiese metodiste in Italia indetta dall’OPCEMI. La consultazione a cui partecipano due delegati da ogni chiesa
metodista, i pastori, i diaconi e gli
studenti in teologia ha lo scopo di
discutere i problemi di interesse comune delle chiese metodiste ed i rapporti ecumenici ed internazionali del
metodisti. La consultazione termina
nel pomeriggio di domenica 31 maggio.
□ INCONTRO
ECUMENICO
MILANO — In occasione della visita dell’arcivescovo di Canterbury in
Italia, nel tempio anglicano di via Solferino alle ore 18 si tiene una celebrazione dei vespri anglicani. In precedenza il vescovo Carey incontra
(ore 15,45 in via Sforza) il Concistoro
valdese e (ore 17 al tempio anglicano) i rappresentanti di tutte le chiese evangeliche.
Domenica 7 giugno
□ AMICI DEL
LOMBARDINI
SAN GIOVANNI DI BELLAGIO —
Gli amici del Centro Lombardini di
Cinisello Balsamo si incontrano a Casa Gilbert (via Beneficienza 17 - tei.
0131/950374). L'incontro comunitario
inizia alle ore 9 con un culto. Informazioni e iscrizioni (non oltre il 4
giugno) al n. 02/660014.
6
6 prospettive bibliche
29 maggio 1992
ALL’ASCOLTO DELLA PAROLA
Le radici della nostra fede
Affermarsi protestanti
Non lo nascondo: sono felice di essere
protestante; sono profondamente legato alla storia, allo spirito e ai principi del protestantesimo. Una simile dichiarazione potrà stupire, e anche urtare. Oggi i protestanti danno a volte l’impressione di vergognarsi di essere tali. Per conto mio sono
profondamente convinto che i principi del
protestantesimo sono più che mai attuali.
La loro pertinenza, la loro forza e la loro
vita mi si impongono; non sono affatto
tentato di cercare altrove, nel cattolicesimo
o nell’ortodossia, ad esempio, di che alimentare o strutturare la mia fede.
Questa convinzione non mi allontana per
nulla dall’ecumenismo. Credo che il più
grande servizio che possiamo rendere alla
chiesa universale sia quello di ricordare e
di mantenere i principi protestanti; se questi dovessero essere dimenticati, qualcosa di
essenziale verrebbe a mancare al cristianesimo.
Voglio avere rispetto per gli altri ed essere attento a quello che dicono; ma non
penso che questo mi costringa a dimenticare o a perdere la mia identità. Non dico
che gli altri abbiano sempre torto o che
non abbiano nulla da darmi, ma dico che
il protestantesimo, anch’esso, ha qualcosa
da portare, qualcosa di essenziale da affermare e da difendere, e i protestanti devono
esserne consapevoli.
Perché
« protestantesimo »?
Vennero chiamati « protestanti » i principi che avevano firmato la « protesta » e,
di conseguenza, questo termine venne applicato a tutti i partigiani della Riforma.
Vorrei sottolineare tre aspetti sull’origine
storica della parola « protestantesimo » :
1) A volte si dice che, nella lingua del
XVI secolo, « protestare » significa sia « attestare, proclamare » sia « opporsi a ». E’
vero, ma storicamente la parola « protestante » è stata applicata ai partigiani della
Riforma perché essi si opponevano a Carlo
V e contestavano un decreto imperiale. Il
protestantesimo è iniziato con l’opporsi, nel
senso moderno del termine, anche se la sua
opposizione e il suo rifiuto sono la conseguenza di affermazioni e di convinzioni
positive. Il protestantesimo è il coraggio di
jdire « no » quando occorre.
2) I protestanti si sono opposti al potere imperiale e alla pretesa di quest’ultimo
di decidere in materia di fede. In questo
campo, solo Dio è sovrano; solo la sua Parola ha autorità. Lo stato, anche legittimo,
non ha il diritto di imporre convinzioni e
pratiche religiose. Non ha il diritto di ordinare cose che vanno contro Dio e contro
la coscienza. Questo gesto è di grande portata in quanto pone il principio della libertà religiosa e del rifiuto dell’ubbidienza per
motivi di coscienza.
3) La protesta di Spira non proviene
da teologi o da pastori, ma da laici. In
questo possiamo vedere un primo esempio
dell’importanza che avranno i laici nelle
chiese della Riforma: non si sono sottomessi ai « chierici » ma sono stati aiutati da
questi ultimi. I laici sono chiamati a comportarsi non da subordinati ma da responsabili.
L’autorità
della Scrittura
Che cosa caratterizza il protestantesimo
e lo distingue dalle altre confessioni cristiane? A questa domanda la maggior parte dei protestanti risponde: « Il protestantesimo si fonda unicamente sulla Bibbia;
si definisce con l’affermazione che solo le
Scritture hanno autorità in materia di fede». Questa risposta, diffusa, richiede una
precisazione: Gesù Cristo rappresenta il
solo fondamento della nostra fede e la sola
autorità suprema. La Bibbia non ha, agli
occhi di un protestante, lo stesso statuto
che il Corano ha agli occhi di un musulmano. Per l’Islam Dio si manifesta nel Corano
di cui Maometto è il servitore. Per il cristianesimo Dio si manifesta in Gesù Cristo,
di cui la Bibbia è lo strumento. La Bibbia
In questo articolo, pubblicato dal settimanale regionale francese « Le
Cep », il prof. André Gonnelle, professore di teologia sistematica alla
Facoltà protestante di Montpellier, riafferma con vigore i principi della
fede riformata, non in uno spirito di chiusura confessionale ma come contributo specifico alla testimonianza della chiesa universale oggi. Anche
la recente Assemblea protestante europea a Budapest ha sottolineato con
forza il modo protestante di intendere e di vivere la fede cristiana,
nel contesto della nuova Europa, coìì come ha fatto anche il Sinodo nazionale della Chiesa riformata di Francia all’inizio di questo mese. Lo
pubblichiamo come contributo alla nostra riflessione. (Red.)
ha autorità solo perché conduce a Gesù
Cristo e perché, in essa, egli ci incontra. Nel
suo « Commentario » ai Galati, Lutero lo
dice molto bene: la Scrittura è lo schiavo di cui Cristo è il maestro. L’autorità non
è la Bibbia, ma colui di cui parla la Bibbia
e che parla attraverso la Bibbia. Tuttavia
sono convinto che vi è un modo tipicamente protestante di comprendere l’autorità della Scrittura, e vorrei tentare di definirlo.
Scrittura e chiesa
Per molto tempo si è detto che il cattolicesimo del Medio Evo aveva dimenticato
la Bibbia e che il protestantesimo del XVI
secolo l’aveva riscoperta. Gggi sappiamo
che questo non è vero. La Bibbia era conosciuta e studiata nelle scuole e nelle università cattoliche. Decorre ricordare che il monaco Lutero era professore di Sacra Scrittura e che imparò all’interno di un convento a conoscere e ad amare la Bibbia? Nelle
dispute del tempo della Riforma le citazioni bibliche piovono da un lato come dall’altro.
Eppure esiste una grande differenza nel
loro modo di utilizzare la Bibbia. Per il
cattolicesimo classico la Bibbia viene sempre collegata all’insegnamento della chiesa.
Essa giunge al credente già spiegata, commentata, interpretata; vi è tutto un discorso ecclesiastico che la circonda, la porta e
le si appiccica. Usando immagini classiche
si potrebbe dire che la Bibbia appaia come
un tesoro che appartiene alla chiesa.
La grande rivoluzione dei riformatori
non è di avere affermato l’autorità della
Scrittura (anche i loro avversari la affermavano), ma quella di avere distinto la Scrittura dalla chiesa. Essi hanno chiesto alla
Scrittura non di fondare o di giustificare le
pratiche e gli insegnamenti ecclesiastici ma,
al contrario, di criticarli, di smuoverli e,
anche, di rovesciarli; hanno letto la Scrittura non per cercare in essa un accomodamento, ma « per sbattervi il naso », come
diceva Zwingli. La Bibbia non è stata per
loro solo un «fondamento», è stata anche e
soprattutto un giudice, un critico, un esaminatore che denuncia ciò che va male e indica ciò che deve essere cambiato.
Il protestantesimo ha visto nella Bibbia
una predicazione, o meglio una interpellazione che mette in questione e che interroga l’interprete abusivo che è la chiesa, per
costringerla a sempre riformarsi.
Scrittura e Spirito
Per i riformatori la Bibbia non basta.
11 libro non è in sé «Parola di Dio»; lo
diventa solo mediante l’azione dello Spirito
Santo nel nostro cuore. Si è parlato molto
de!l’ispirazione degli autori biblici. Bisognerebbe sottolineare allo stesso modo l’ispirazione del lettore della Bibbia; è grazie alla
potenza dello Spirito che, attraverso la lettura della Bibbia, si ascolta e si riceve una
parola proveniente da Dio. Nella tradizione
riformata prima di aprire la Bibbia si chiede sempre allo Spirito Santo di illuminare
e di vivificare il testo.
Se non mi confrontassi con un testo che
mi resiste e che nello stesso tempo mi insegna e mi arricchisce, sarei trascinato dalle
mie illusioni, dai miei desideri e dai miei
sogni; mi creerei una religione a mio uso e
consumo. Il protestante non è schiavo del
testo biblico; questo testo rappresenta lo
strumento di cui Dio si serve per parlargli.
La grande affermazione
della Riforma
La salvezza per grazia costituisce la prima e la più fondamentale delle affermazio
nl della Riforma. Nel XVI secolo questa affermazione ebbe un impatto considerevole
e trasformò la vita di molte persone. In
quell’epoca infatti molti uomini e donne
erano terrorizzati dalla coscienza delle loro
colpe e dal timore di un castigo eterno,
per cui la gente moltiplicava le pratiche pie
e gli atti di devozione, sperando così di
meritare l’indulgenza di Dio,
Per lungo tempo Lutero condivise questa angoscia. Egli vedeva in Dio un giudice
spietato che non perdonava alcuna colpa
né alcun errore. Ma un giorno, studiando
l’Epistola ai Romani scoprì che, per il Nuovo Testamento, la salvezza è un dono di
Dio e non la ricompensa delle azioni degli
uomini. Non abbiamo da meritare il nostro
perdono, ciò di cui peraltro siamo incapaci: il perdono ci è dato da Cristo che è
venuto non per giudicare, ma per salvare;
non per condannare i colpevoli, ma per
liberarli. L’annuncio della salvezza gratuita
ha rappresentato, nel XVI secolo, un’autentica rivoluzione religiosa: all’angoscia subentrava la gioia, la riconoscenza a Dio
prendeva il posto della paura. Il messaggio della Riforma è risuonato come una notizia entusiasmante che cambiava le cose,
è stato davvero Evangelo (Evangelo vuol
dire « buona novella »).
Un’affermazione
pericolosa?
Non è pericoloso proclamare la gratuità
della salvezza? Non si rischia così di distruggere le regole morali, di favorire l’andazzo delle cose, di allontanare dall’azione?
A che giova fare sforzi e imporsi una
disciplina se Dio ci dà la salvezza senza
che dobbiamo meritarcela neanche un po’?
A questa obiezione fatta migliaia di volte
e respinta migliaia di volte, si possono dare
due risposte.
Prima di tutto si deve prendere atto che,
nei fatti, l’affermazione della salvezza gratuita non ha affatto avuto conseguenze di
questo genere. Al contrario il protestantesimo è stato molto morale, moralista perfino. Gli si è rimproverato a volte il suo
rigore e la sua austerità; inoltre è stato
estremamente intraprendente, e sarebbe
troppo lungo enumerare le azioni che ha
intrapreso e le opere che ha creato. Lungi
dal rammollirlo o dallo sterilizzarlo, la salvezza gratuita gli ha dato forza e dinamismo. Decorre poi rilevare che la salvezza
gratuita non porta alla pigrizia o al libertinismo, ma trasforma le motivazioni degli
atti e del comportamenti. Non si agisce per
essere salvati, perché si teme un castigo e
si vuole vincere un premio. Si agisce perché
si è salvati, per riconoscenza e per desiderio di servire questo Dio che ci ha tanto
amati. Si fa il bene perché è il bene, e non
per ottenere qualcosa. La vita cristiana autentica non si fonda sulla paura o su un calcolo interessato, ma sull’amore.
Vivere la salvezza gratuita
La salvezza gratuita non è una proposta
teorica senza conseguenze pratiche ma
segna e orienta l’esistenza concreta. Infatti
produce relazioni differenti con Dio, con
se stesso e con gli altri.
1) Prima di tutto con Dio perché, come Lutero, scopriamo che Dio non viene a
noi per giudicarci, per pesare le nostre azioni e i nostri pensieri o per rimproverarci i
nostri errori e le nostre debolezze. Dio viene per liberarci e per salvarci. Predicare
l’Evangelo non vuol dire schiacciare gli
uomini ricordando loro le loro colpe e le
loro mancanze, ma vuol dire annunciare lo
ro che Dio li ama, li accetta e li accoglie
così come sono (anche se li accetta perché
diventino altri).
L’Evangelo non è la brutta notizia della
colpevolezza degli uomini. E’ prima di
tutto e essenzialmente la buona notizia dell’amore e della grazia di Dio. La predicazione non deve accusare, bensì consolare,
incoraggiare, incutere gioia e ardore.
2) La salvezza gratuita ci libera da
ogni angoscia personale; ci toglie ogni
preoccupazione riguardo alla nostra sorte.
Per l’uomo riformato, la salvezza è un affare sistemato, concluso, e non deve più
preoccuparsene. Come scriveva il grande
predicatore del Risveglio, César Malan:
« E’ offendere Dio pregarlo per una salvezza che lui stesso afferma di aver già
compiuto ». Il credente non si preoccupa
di se stesso, il che porta una serenità e una
gioia profonde, che si trovano anche nei
protestanti più "seri”.
Il protestante sa che la sua salvezza non
dipende da ciò che egli è né da ciò che
egli fa, ma dipende solo da Dio, per cui
prende facilmente le distanze nei confronti
di se stesso. Non credo sia un caso se lo
« humour » (con il quale si prende in giro
se stessi) si è sviluppato molto nei paesi
anglosassoni la cui cultura è fortemente segnata dal protestantesimo.
3) Infine la salvezza gratuita, liberandoci dall’obbligo di guadagnare la nostra salvezza, liberandoci dalla preoccupazione di sé, rende molto disponibili per i
compiti che si presentano e molto aperti
agli altri. Nel XVI secolo la Riforma ha
liberato energie che venivano assorbite dalle pratiche pie o dai conventi e le ha orientate verso il mondo e verso l’azione nel
mondo. Non avendo più meriti da conquistare per proprio conto l’uomo può occuparsi maggiormente del suo prossimo. La
salvezza gratuita ci impedisce di concentrarci su noi stessi e di dimenticare ciò che
ci circonda.
Un’affermazione
sempre attuale?
La coscienza delle proprie colpe tormentava gli uomini del XVI secolo. Annunciando loro il perdono gratuito la Riforma
ha davvero portato loro il messaggio di cui
essi avevano bisogno. Questo messaggio ha
conservato la propria attualità? Tocca ancora gli uomini di oggi? Apparentemente,
il giudizio universale e le pene eterne non
li preoccupano molto; il loro maggiore
problema non sembra essere quello della
loro colpevolezza. Questo non toglie ogni
significato all’annuncio della salvezza gratuita?
Non credo. Gli uomini, oggi come ieri,
sono alle prese con disperazioni e angosce
profonde. A seconda dei periodi e delle culture, le angosce assumono forme diverse,
ma esistono sempre. Una volta si trattava
del sentimento della colpevolezza personale, cosa che oggi effettivamente sembra essere meno viva. Ma c’è anche l’angoscia
della morte, che esiste in ogni tempo; siamo
esseri fragili, effimeri e ne siamo consapevoli.
Annunciare la salvezza gratuita, in questo caso, vuol dire proclamare che in Gesù
Cristo la morte è vinta e che la vita trionfa; il che significa che l’uomo non è destinato al nulla e che l’umanità avrà un futuro. E, nel nostro secolo, vediamo sorgere
con forza una forma nuova di angoscia:
quello dell’assurdo. I significati e i valori
tradizionali crollano, senza che nulla li sostituisca.
Abbiamo sempre di più la sensazione di
vivere una vita da pazzi in un mondo scombussolato; in questa situazione si annuncia la salvezza gratuita proclamando che
Dio è luce, che Dio dà senso a quello che
siamo e a quello che facciamo. Non dobbiamo cercare disperatamente il senso; ci
è dato.
La salvezza gratuita non è solo il perdono delle nostre colpe. E’ anche dono della
vita e dono del senso. Tocca a noi saperlo
dire oggi con la stessa potenza e con la
stessa chiarezza dei riformatori ieri.
André Gonnelle
7
29 maggio 1992
RIFORMA.
TRE VOCI EVANGELICHE,
UN SOLO GIORNALE.
IL VOSTRO.
J^IFORMA E' IL SEITIMANALE DELLE CHIESE
EVANGELICHE BATTISTE, METODISTE E VALDESI,
PER FARLO CRESCERE IN FRETTA E' NECESSARIO IL CONTRIBUTO DI TUTTI VOI: SOSTENETE
LA REALIZZAZIONE DI RIFORMA UTILIZZANDO
IL C/C POSTALE N° 20936100 INTESTATO A:
ASSOCIAZIONE INFORMAZIONE PROTESTANTE
VIA SAN PIO V N° 15 10125 TORINO.
ORMA
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTISTE, METODISTE E VALDESI.
8
8
ecumenismo
29 maggio 1992
FGEI: SANTA SEVERA, 30 APRILE-3 MAGGIO
Un campo in dialogo
Le immagini di Dio fra i giovani: un’occasione per studiare il problema secondo prospettive e visuali nuove e niente affatto scontate
Riassumere in breve i tre giorni di campo a S. Severa per parlare di Dio non è certo cosa facile. Tanto più per un campo studi che si è caratterizzato per una
forte novità nel modo di affrontare i problemi nelle discussioni, in gruppo come nelle assemblee, nei tentativi, forse anche
riusciti, di rinnovare gesti ed immagini che siamo soliti usare
pensando, parlando, pregando
Dio.
Per ripercorrere le diverse fasi di questo campo, che a mio
parere ha raggiunto buoni livelli di approfondimento teologico,
cogliendo nella proposta del tema un malessere ampio e diffuso ed un disagio nei confronti
della chiesa e della tradizione,
che non sempre hanno trovato
nelle comunità tradizionali un'adeguata attenzione, malessere
che invece ha saputo trovare
tentativi di risposta articolati e
sovente spregiudicati nel lavoro
di alcune teologhe e teologi europei (come per esempio Drewermann, Jungel, Quinzio, Letizia
Tomassone, Jonas, Rostagno)
propongo un dialogo a più voci.
— Ti ricordi come abbiamo
iniziato il primo giorno di campo?
— C’era un gioco di animazione, un fotolinguaggio: dovevamo
scegliere una fotografia che rappresentasse la propria immagine
di Dio. Lello Volpe aveva scelto
un’immagine che rappresentava
delle orme sulla spiaggia, per
lui ciò significava che Dio mi
accompagna, subisce le mie trasformazioni e insieme abbiamo
un progetto da realizzare.
— Nel mio gruppo ha avuto
molto successo l’immagine del
mare e dello spazio aperto e
della donna che correva libera
sulla Spiaggia. Io per esempio
ho scelto l’immagine dell’uomo
stretto in un tunnel, mi sembrava rappresentativa del fatto che
la fede significa spesso un vicolo cieco, se non hai la possibilità
di confrontarla con altri.
— Che gruppo hai scelto tra
quelli proposti al carnpo? Quello del Dio di Auschwitz, del Dio
creatore, del Dio totalmente altro dell’Ecclesiaste?
— Il gruppo sull’Ecclesiaste
mi ha interessato perché il libro
non è dei più letti, mi sembrava
un libro interessante da capire
e conoscere per la sua sensibilità moderna.
Stanno arrivando altri partecipanti...
— Perché siete venuti ad un
campo sul problema di Dio?
— Volevo approfondire con
me stesso quanto credessi in Dio
e quale fosse il Dio in cui credere.
— Vi ha convinto la proposta
ernersa nel campo di un’immagine di un Dio debole e contraddittorio?
— Mi ha convinto Timmagine
di un Dio debole, anche se alcune delle interpretazioni date
non mi hanno soddisfatto.
— Più che convincermi mi è
piaciuta! Mi ha forse permesso
di vedere Dio in modo diverso
e più vicino a me.
— Anche a causa della mia
educazione avuta al catechismo
questa idea di Dio mi rimane
comunque distante; sì, mi interessa molto ma vedo il rischio
di una soluzione di comodo.
— L’ultimo giorno del campo
abbiamo cercato di creare nuove immagini di Dio per mezzo
STRASBURGO, 5-10 GIUGNO
L’incontro di Kairós Europa,
intitolato il « Parlamento della
gente », avrà luogo a Strasburgo dal 5 al 10 giugno prossimo.
L’incontro, organizzato da un ufficio internazionale di coordinamento con sede a Heidelberg
(Germania), si propone di dare
voce ai cittadini più deboli dell’Europa. Secondo Ferdinando
Siringo, del Coordinamento italiano, « a Strasburgo, le molte
centinaia di donne e uomini dell’Europa impegnati nei gruppi
di base e di soggetti deboli che
si auto-organizzano formeranno
un Parlamento un po’ particolare, autoconvocato ed aperto alla
gente, che farà sentire la sua
voce per un’Europa diversa da
quella disegnata dagli accordi di
Maastricht, più solidale e giusta ».
Il « Parlamento » si riunirà in
Claudiana editrice
NOVITÀ’
Nella « Piccola biblioteca teologica » è uscito il n. 27:
ELIZABETH GREEN
Dai silenzio alla parola
STORIE DI DONNE NELLA BIBBIA
pp. 80, L. 13.000
La Bibbia presenta figure splendide di donne che hanno
lottato a favore della giustizia, della pace e dell’integrità del
creato. Ma spesso restano come in ombra e sono dimenticate. Il libro della pastora battista italiana presenta 12 brevi
profili, fondati sul testo biblico, che ci consentono di scoprire, di ridare la parola a delle splendide figure femminili
del tutto dimenticate. Un libro per chi segue con partecipazione il cammino di liberazione della donna nella nostra società.
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Echi dal mondo
cristiano
di frasi, disegni e cartelloni. Quali frasi vi sono rimaste più impresse?
— Qualcuno aveva scritto « Dio
coincide con io »: mi è sembrato
un modo per evidenziare il fatto
che tutte le immagini di Dio
sono creazioni del nostro vissuto; per esempio l’immagine di
un Dio forte o debole rispecchia
un po’ la nostra sensibilità.
— A me ha colpito molto la
frase scritta da una ragazza siciliana da poco avvicinatasi alla
FGEI : « Non cercare Dio nel tramonto, nei fiori, nelle colline
verdeggianti; cercalo nel disordine dell’universo dove l’ordine
si ritira: quello è il tuo spazio,
io spazio aperto della vita, della
creazione, della libertà e del dolore. Lo spazio dove le donne e
gli uomini incontrano Dio. Non
cercarlo nelle parole della Bibbia, ma nelle urla, nei dubbi,
nel cammino e nelle inquietudini
di quelli che la scrissero ».
Manfredo Pavoni
Hanno partecipato alla discussione: Laura Baldassini, Davide
Donelli e Davide Rostan.
Il Parlamento della gente
« Kairós Europa »; un’occasione per dare voce
ai cittadini più deboli del nostro continente
cinque commissioni che lavoreranno sui seguenti temi:
— Alimentazione: nutrirsi e
mantenersi in buona salute
— Habitat: ambiente, sicurezza
e qualità della vita
— Lavoro: creatività, espressione di sé e gratificazione nelle attività quotidiane
— Mobilità: vivere nel luogo che
corrisponde meglio alla propria identità
— Storia, identità culturale: le
radici della nostra lingua, della nostra storia, della nostra
cultura.
Il martedì 9 ^ugno, alle 11,
è previsto un ricevimento ufficiale al Parlamento europeo, al
quale ogni commissione invierà
i propri rappresentanti. Nel pomeriggio dello stesso giorno avrà
luogo una conferenza stampa
congiunta con rappresentanti del
Parlamento europeo, seguita da
tavole rotonde tenute con politici europei, rappresentanti del
Consiglio d’Europa e della Commissione europea, sui seguenti
temi: donne, razzismo, struttura
economica e finanziaria, relazioni Est-Nord-Sud, giovani.
Per iscrizioni e informazioni
rivolgersi al più presto al coordinatore nazionale: Ferdinando
Siringo, c/o Centro per la riforma della politica, via Acciaioli,
7, 00186 Roma. Tel. e fax 06/
6832704.
Congresso di
teologìa pratica
SVIZZERA — Un importante
congresso internazionale, ecumenico e francofono avrà luogo a
Crèt-Bérard, vicino a Puidoux
(cantone di Vaud, Svizzera) dal
26 al 31 maggio. Organizzato
dall’Istituto romando di pastorale, che raggruppa i docenti di
teologia pratica delle Facoltà di
Ginevra, Neuchâtel e Losanna,
con la partecipazione della Facoltà di Friburgo, questo congresso riunirà per la prima volta i docenti di teologia pratica
francofoni, sia cattolici che protestanti, sia europei che americani. Il programma prevede la
fondazione di un’associazione internazionale di teologia pratica
•francofona.
Il congresso avrà per tema:
« La teologia pratica di lingua
francese oggi: statuti, metodi,
prospettive per il futuro ». E’
prevista la partecipazione di circa sessanta docenti e assistenti.
Quasi tutte le facoltà di teologia francofone saranno rappresentate. Vi saranno partecipanti
dall’Africa e dal Medio Qriente.
Per lungo tempo, la teologia
pratica è stata considerata come una disciplina prettamente
« applicativa »: essa doveva trovare ricette per fare passare nella pratica gli insegnamenti della dogmatica o delle scienze bibliche. Oppure era una specie
di preparazione professionale
ante litteram per i futuri preti
o pastori. In questo modo però
ci si dimenticava che ciò che avviene nel campo della vita concreta costringe spesso a rimettere in questione gli insegnamenti della teologia oppure arricchisce di prospettive nuove
tale scienza. D’altra parte ci si
dimenticava di prendere in considerazione la dimensione teologica di quanto avviene in questo specifico campo.
La teologia pratica rimaneva
una disciplina ausiliaria, ora è
diventata una disciplina a tutti
gli effetti. Ma qual è il suo ruolo fra le altre discipline della
teologia? Quali sono i suoi metodi specifici e le sue prospettive future? Il congresso dovrebbe permettere di fare il punto
su queste questioni.
L’incontro è finanziato dall’Università di Losanna, dal Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica, dal Dipartimento missionario delle chiese protestanti della Svizzera romanda, dall’Entraide protestante
(EPER), dalla Caritas e da un
Fondo caritativo del cattolicesimo francese.
(SPP)
Bartolomeo I
in vìsita a Roma
PARIGI — Di ritorno da Istanbul e da Ankara dove ha partecipato a due congressi sulla dottrina della chiesa, il cardinale
Etchegaray, presidente della
Commissione pontificia giustizia
e pace, ha dichiarato che il patriarca ecumenico Bartolomeo I
desidera recarsi a Roma per una
visita fraterna al papa non appena saranno concluse le sue visite pastorali alla Chiesa di Creta e ai patriarcati di Alessandria, di Antiochia e di Gerusalemme.
(BSS )
Dibattito pubblico
sull’immigrazione
FRANCIA — La Commissione
episcopale delle migrazioni e la
Cimade hanno deciso di lanciare un grande dibattito pubblico
sui problemi dell’immigrazione.
Sotto l’egida del Consiglio delle chiese cristiane in Francia le
due organizzazioni intendono.
con questa iniziativa, sensibilizzare l’opinione pubblica di fronte ai pericoli rappresentati dal
riemergere di tesi razziste e di
comportamenti discriminatori
nei confronti degli stranieri residenti in Francia.
« Bisogna — ritengono gli organizzatori — uscire dalla difensiva e osare intraprendere un
dibattito di fondo su ciò che significa accogliere lo straniero, a
livello teologico, economico, sosiale, etico, culturale e nei rapporti tra Nord e Sud ». E’ stato chiesto alle chiese e ai movimenti coinvolti di appoggiare
questa campagna, che è già stata accolta favorevolmente dal
Consiglio della Federazione protestante di Francia e dal Comitato permanente dell’episcopato.
(SPP)
Per l’uguaglianza
tra uomini e donne
CANADA — I responsabili di
undici chiese cristiane in Canada hanno interpellato il governo canadese per chiedergli di
schierarsi più decisamente a favore dell’uguaglianza dei diritti
delle donne. « L’ingiustizia e la
violenza contro le donne sono
peccati. Esse violano il principio dell’uguaglianza di tutti gli
esseri umani », sottolinea il memorandum inviato al governo.
Facendo la propria autocritica,
le chiese spiegano che non sempre, in passato, sono state attente all’uguaglianza dei diritti
della donna. Esse affeimano la
loro volontà di lasciare alle
donne una maggiore responsabilità nella chiesa.
(SPP)
America centrale:
congresso luterano
LA PAZ — L’ottavo Congresso luterano delTAmerica latina
sarà un tempo di rifiessione e
di pentimento in occasione del
500° anniversario dell’arrivo degli europei in America. Sul tema « Spirito di libertà, libertà
per la vita », il congresso si svolgerà a La Paz dal 30 settembre
al 6 ottobre 1992. E’ stata scelta la Bolivia perché i membri
di questa Chiesa evangelica luterana sono autoctoni, per lo
più Aymaras. Solo qualche chiesa utilizza la lingua spagnola.
Ciò contrasta con la maggioranza delle chiese luterane in America latina, dove i membri sono o « mestizos » (di origine spagnola e autoctona) o europei.
Il numero di luterani in America latina e nei Caraibi è stimato a 1,25 milioni, di cui un
milione in Brasile.
(BIP)
Delegazione
battista in Albania
TIRANA — La Federazione
battista europea ha ricevuto dal
governo albanese il permesso di
iniziare un’attività in Albania.
E’ quanto ha dichiarato il segretario generale della Federazione, Karl-Heinz Walter, il 3
aprile scorso, dopo una visita
durante la quale ha incontrato
vari rappresentanti del governo.
Precedentemente John Keith,
rappresentante europeo dei battisti canadesi, aveva visitato il
paese e preso contatto con diverse persone.
Appena possibile Karl-Heinz
Walter presenterà al nuovo governo albanese un progetto in
cinque punti, che si propone di
venire incontro ai bisogni della
popolazione, di iniziare un’attività di testimonianza cristiana,
di fondare comunità battiate, di
attivare programmi di intervento sociale ed economico, in collaborazione con il governo.
9
29 maggio 1992
valli valdesi
9
LUSERNA SAN GIOVANNI
La
bicicletta
Cerchiamo una bicicletta per
un bambino di otto anni. Se ne
avete una che non usate più e
siete disposti a donarla, contattate i nostri operatori.
L’avviso è stato affisso nelle
sale di attesa dei Distretti sociosanitari deirUSSL e presso la sede circa due mesi or sono.
Abbiamo aspettato fino all’altro giorno riflettendo sul silenzio.
Finalmente una telefonata da
parte di un signore di Torre Pellice: aveva una bicicletta da darci. Quando però l’autista si è presentato per ritirare la bicicletta,
il signore ha chiesto per chi era
dicendo che se era per un bambino marocchino o albanese non
l’avrebbe data e non l’ha consegnata invitando l’autista ad informarsi. Essendo la bici destinata ad un bambino marocchino
ho creduto bene di non più telefonargli.
Ebbene davvero, davanti alla
sofferenza del mondo, alla prossima Europa unita (caso mai anche pensando a Gesù Cristo, per
cui ogni uomo è persona, pìccola o grande che sia, bianca o nera), non credevo, oggi, si potesse
arrivare a tanto!
Io sono vecchia e stanca come
operatore sociale al servizio dei
più deboli ma ho ancora dentro
la collera dei poveri e questo
episodio me la fa davvero aumentare, molto, tanto, a dismisura...
Come si può nei confronti di
un bambino-persona arrivare a
questo livello? Un bambino che
per puro caso non è magari il
proprio nipote perché nostro nipote ha avuto la fortuna (da noi
non certo determinata) di nascere e vivere in Piemonte.
Credevo che sul nostro territorio fosse più concreta la cultura
della solidarietà, che davanti ad
un bambino si pensasse al volergli bene, al farlo amare perché
cresca in modo equilibrato e sia
domani un adulto sano, che non
ha bisogno di compensazioni negative, che non promuove diversità, che non fa differenze tra le
persone nell’ambito di una cultura di pace, che non guarda « i
colori dell’infanzia ».
Ma la raccolta delle firme promossa a Torre Pellice a cosa serve? a provocare questi risultati?
No... spero di no... perché, mi è
stato detto (e spero di non illudermi), è dettata dalla volontà
di... « stare dalla parte dei bambini ». Ebbene, voglio crederci e
aspetto.
Ora la bicicletta l’abbiamo trovata, a Torino; qui ne avremmo
bisogno di un’altra, per un bimbo affetto da sindrome di Down.
Qualcuno la vorrà dare anche
Se il bambino è handicappato, e
non certo per colpa sua?
Chissà?
Di nuovo aria di crisi
Sarà anticipata la « staffetta » prevista a metà della legislatura? Le dimissioni dell’assessore Fedele - Varie le soluzioni ipotizzate
Non c’è pace per il Consiglio
comunale di Luserna San Giovanni; la giunta, uscita dopo lunghe trattative seguite alle elezioni del maggio '90, ha dovuto registrare nel suo cammino più di
Un incidente di percorso. Già la
prevista staffetta sulla poltrona
di sindaco a fine anno è parsa
fin dall'inizio in grado di creare qualche problema; le dimissioni prima del rappresentante
in Comunità montana, Gobello,
poi deH'assessore Canale sono
state in qualche modo assorbite, anche se già qualche mese or
sono il sindaco, Longo, ci aveva
anticipato l’intenzione di dimettersi dall’incarico prima del tempo.
Ora sono arrivate le dimissioni dell’assessore Fedele, unico
rappresentante della Lista indipendenti vai Pellice, ufficialmente per « motivi personali » ma,
a Luserna, c’è chi giura che vi
sia stata una polemica con i
democristiani: « E’ comunque
un ’’caso politico” > dice il sindaco Longo.
Quale sarà ora il ruolo in Consiglio del dott. Fedele?
E’ chiaro che DC (8 consilieri)
più PSI (5) mantengono la maggioranza, ma un rimpasto più
ampio appare possibile.
Nel frattempo anche il sindaco Longo ha rimesso il suo mandato nelle mani del partito: «Ho
creduto opportuno — ci ha detto — dare un taglio a questa situazione: non è in pochi mesi
che è possibile realizzare qualcosa di importante a Luserna ed
ASSOCIAZIONI
Aiutare le famiglie
TORRE PELLICE — L’attività
del DI.A.PSI.GRA., il gruppo impegnato per la difesa degli ammalati psichici gravi, si è arricchita di uno scambio di idee con
l’ANPFAS, l’associazione che lavora nel settore dell’handicap
coinvolgendo in particolare le
famiglie.
Il confronto fra esponenti delle due associazioni ha permesso
di riconoscere alcuni elementi
molto importanti: l’opportunità
che i familiari di portatori di
handicap fìsici, intellettivi o
mentali si uniscano in modo da
poter far sentire la propria voce; le difficoltà che incontrano
le famiglie nella vita quotidiana
in un rapporto spesso estenuante, sia sotto l’aspetto fisico che
psicologico; la necessità di veder considerate con la dovuta
attenzione e sollecitudine le esigenze dei portatori di handicap
intellettivi e mentali da parte
delle istituzioni, che invece tendono a scaricare il più possibi
le sulle famiglie gli oneri dell’assistenza.
Per contattare le due associazioni ci si può rivolgere per
l’ANFFAS al n. telefonico 0121/
91625 e per il DI.A.PSI.GRA. ai
numeri 91026, 91187, 933231, prefissati dallo 0121.
Il prossimo incontro del
DI.A.PSI.GRA. si svolgerà mercoledì 3 giugno alle ore 20,30,
presso il Centro d’incontro di
Torre Pellice.
allora tanto vale anticipare i
tempi della staffetta. Spero si
trovi fra i gruppi un buon accordo in modo da presentare solo successivamente le dimissioni
al Consiglio evitando così una
crisi che si trascini troppo a lungo ».
Molto « abbottonato » l’ex sindaco DC, Badariotti, che segnala
« l’esigenza di confrontarsi anzitutto con gli alleati socialisti, pur
non escludendo un possibile giro di confronto allargato a tutti i gruppi ».
« In giugno — promette Longo — ci sarà il Consìglio con le
spiegazioni e le novità che emergeranno ».
E le minoranze, come vivono
questo momento?
Secondo Gardiol (Verdi): «Si
guarda più alla conquista di una
poltrona che non alla, realizzazione di determinati progetti che
invece vanno avanti molto a rilento ». Dice Cecilia Pron (PDS):
« Ho l’impressione che all’iriterno dell’attuale giunta vi siano
tendenze abbastanza diverse; non
credo comunque che il cambio
sarà così indolore. A sentire
l’aria che tira sembra quasi che
la maggioranza tenga sostanzialmente per paura della Lega, cioè
voglia assolutamente evitare il
rischio di elezioni anticipate. Ci
saranno comunque difficoltà dopo il cambio alla guida della
giunta ».
Di diverso parere invece il consigliere della Lega Nord, Sandrone, « propenso a credere che non
cambierà sostanzialmente nulla ».
Piervaldo Rostan
TEATRO
La piazza in scena
cinema
TORRE PELLICE — Al cinema Trento sono in programma, venerdì 29, ore
21,15, «La belle nolseuse » (La bella
scontrosa), di J. Rivette, con M. Piccoli; sabato 30 e domenica 31, ore
20 e 22,10, e lunedì 1° giugno, ore
21,15: «Il principe delle maree».
PINEROLO — Il cinema Hollywood,
fino a mercoledì 3 giugno, propone
« Harley Davidson, Mariboro man »;
orario feriale, 20,15 e 22,30; domenica
ore 16,15, 18,15, 20,15, 22,30.
Al Ritz, fino a lunedì 1° giugno è
in programma « Il padre della sposa »
con orario feriale 20 e 22,15; domenica ore 16, 18, 20, 22,15. Martedì 2
e mercoledì 3, ore 20 e 22,15, « Barton Fink ».
Al cinema Italia prosegue la visione di « Fermati, o mamma spara »
(commedia con S. Stallone); feriali
ore 20,30 e 22,20; sabato ore 20,30
e 22,30; domenica ore 20,30 e 22,20.
Solo in caso di cattivo tempo anche
Mariena Scassellati Gaietti ore 14,30, 16,30, 18,30.
ONORANZE E TRASPORTI FUNEBRI
di
BERTOT TULLIO
Ufficio: c.so Gramsci, 5 - TORRE PELLICE
tei. 0337211111
Abitazione: via G. Modena, 8 - tei. (0121) 932153
« Il decoro, l’assistenza, il rispetto... sono vostri diritti.
Offrirverli è nostro dovere ».
« Il consiglio di Dio » è il titolo dello spettacolo che sabato 30
maggio verrà proposto, dal Teatro del Sole di Milano, alla palestra comunale di Luserna San
Giovanni alle ore 21,30. La serata è organizzata dal Gruppo
teatro Angrogna nell’ambito delle iniziative in occasione dei vent’anni del gruppo.
Milano, una casa-ringhiera,
panni stesi, due spaccati metropolitani, due uomini di razze diverse uniti da un rito antico:
la condivisione di una tazza di
CQifÌè
La « tazzulella » buona come
un liquore che ricorda Eduardo
e una tazza dall’aroma forte e
antico dell’infuso del « fagiolo di
Gaffa » (quella regione dell’Eritrea dove alcuni viaggiatori
« scopersero » l’uso del caffè).
E attraverso questo rito i due
raccontastorie evocano un’Africa di sole, di villaggio, donne,
bambini, animali — un’Africa
più ricordo che realtà.
Lo spazio si trasforma — ritmi, colori, oggetti, danza e gioco —; prendono corpo le due
leggende: « La ragazza e i sette
fidanzati», antica leggenda eritrea, metafora femminile, e « Il
_______PER L'ESTATE
Mercatino
biologico
ANGROGNA — Riprende domenica 31 maggio l’iniziativa di
proporre, per il periodo estivo,
il mercatino dei prodotti biologici sotto l’ala di S. Lorenzo.
L’appuntamento si rinnoverà
ogni ultima domenica del mese
fino ad ottobre, quando si svolgerà la giornata conclusiva dell’Autunno in vai d’Angrogna.
ragno Ananse e i racconti del
Dio del cielo», o il desiderio di
sapere.
Le storie — raccontate in due
lingue: tigrina-eritrea e italiana, — sono rappresentate da
un esplosivo gioco attorale; canti, filastrocche, ritmi accompagnano le continue trasformazioni degli attori in personaggi,
animali, ambienti.
Un palcoscenico come una
piazza. Una piazza come palcoscenico. Storie dal significato
eterno ed universale. Storie (fi
donne, uomini, dei e animali,
storie per ogni gente e ogni età
come le vere storie.
Auguri a
Jenny Robert
SAN GERMANO CHISONE —
Con una simpatica cerimonia,
venerdi 15 maggio sono stati festeggiati presso l’Asilo dei vecchi di San Germano elùsone i
cento anni di Jenny Robert. Nata a Prarostino nel 1892, la signora Robert è ospite dell’Asilo dal 1969 e in questi ventitré
anni ne è diventata una delle
figure caratteristiche. La comunità valdese di Prarostino ha voluto essere accanto a questa
sua sorella: il culto è stato tenuto dal past. Klaus Langeneck
che ha predicato sui salmi 111
e 112, la corale ha cantato due
inni e molte persone si sono
strette attorno a « magno » Jenny, sorpresa per tutto il trambusto, ma molto compresa nel
suo ruolo di persona festeggiata.
Accanto a lei erano il fratello, già anzianotto anche lui, ed
il figlio, che ha voluto ringraziare tutto il personale dell’Asilo
per la cura e l’affetto con cui
segue la madre, che negli ultimi anni ha visto la sua salute
decadere. Anche il sindaco di
Prarostino, Mario Mauro, accompagnato dagli assessori Marina
Parisa e Patrizia Giachero, ha
portato il saluto del Comune.
Dopo il culto, è stato offerto un
rinfresco per tutti i presenti sull’ampia terrazza.
Si spera che la festa, la prima che si ricordi nella ormai
lunga storia dell’Asilo, possa essere di buon auspicio per tutti
gli ospiti che hanno superato
i novant’anni, che sono addirittura sedici.
Italia-Nìcaragua
PINEROLO — Anche quest’anno, per rimdicesimo anno consecutivo, pur nella mutata realtà politica e sociale del paese
centroamericano, l’Associazione
nazionale Italia-Nicaragua organizza dei campi di lavoro in Nicaragua nei mesi di luglio ed
agosto.
La permanenza in Nicaragua e
di circa un mese: tre settimane
di campo di lavoro più una settimana autogestita.
Il costo complessivo, compietamente a carico dei partecipanti e
comprendente viaggio aereo (con
volo Aerofiot da Milano) più le
spese organizzative e di permanenza, è di circa L. 2.000.000 2.200.000.
Per informazioni telefonare o
alla sede di Torino (al giovedì
dalle 16,30 o al martedì dalle
20,45) o ad Alessandro di Torino
(tei. 011/783409, dopo le 20) o a
Carlo Bianco di Pinerolo (tei.
0121/321407).
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(di fronte alla caserma alpini)
esposizione e laboratorio:
via S. Secondo, 38 - @ 0121/201712
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10
10 valli valdesi
CORALE VALDESE DI TORRE PELLICE
29 maggio 1992
DUE GUIDE
Ottant’anni di canto Quattro passi
nella natura
Un attività di aggregazione, di testimonianza
e soprattutto servizio per la propria chiesa
Nel corso di quest’anno la corale valdese di Torre Pellice
compie 80 anni di vita. Prima
di essa, sul finire del secolo scorso, vi fu un gruppo volontario
di cantori diretti dal sig. Naïf
Toum; nel 1903 e per alcuni anni vi fu « L'Echo du Vallon » diretto dal maestro di scuola G.
Forneron; nel 1907 iniziò a cantare Un gruppo di volontari diretti dal maestro Alessandro
Rivoir. Ma il giornale « La sentinella valdese » accentua la necessità di una corale organizzata e tale accento è potenziato
negli anni che vanno dal 1909
al 1912 daH'allora pastore di Torre Pellice, Carlo Alberto Tron.
Ed è così che il 2 novembre
1912 la corale valdese di Torre
Pellice diventa una realtà. Sono
32 le persone che la fondano con
un regolare statuto il cui inizio
così recita: «Un Choeur mixte
est institué parmis les membres
d’Ëglise de la Paroisse de la
Tour, dans le but de cultiver le
chant en général et tout particulièrement le chant sacré... ».
Non abbiamo numerose né precise notizie dell'attività coralistica nei suoi primi 40 anni di
vita. Sappiamo che, pur nella
sua autonomia, la corale è stata
fedelmente al servizio della comunità e della chiesa, portando
il suo canto sacro e popolare
anche in valle e fuori. Diversi
direttori e direttrici si sono avvicendati nella guida della corale in tutti quegli anni ormai
lontani: dal m.o Alessandro
Rivoir alla signora Violetta Vinay; dalla signora Nancy Balma
alla signora Bianca Brofferio
Coïsson; dal pastore Eugenio
Revel alla figlia signora Dora
Revel Picot e poi ancora Valdo
Abate.
Centinaia di persone sono state coinvolte in questa nobile attività in tutti questi anni ormai
lontani e tante e tante altre ancora negli anni più vicini a noi.
Dalla direzione del m.o Ferruccio Corsani, iniziata nel 1955
e tuttora in atto, grazie ai precisi appunti presi dalla signorina Olga Jouve (che fra l’altro
quest’anno compie i suoi 65 anni di ininterrotta vita coralistica),
siamo in grado di esporre succintamente l’attività della nostra
corale negli ultimi 37 anni, e
cioè fino ad oggi. Vale la pena
di riportarne i punti più salienti: 96 trasferte (73 in Italia e 23
aH’éstero), 84 concerti, 66 partecipazioni a manifestazioni varie, 26 registrazioni per incisioni
di dischi e di cassette, partecipazione a 37 Feste di canto, 25
visite ai nostri istituti, 78 culti
speciali e riunioni varie, 61 presenze col canto a funerali di
stretti parenti di coralisti, 22
presenze col canto a matrimoni
di coralisti. Sotto la competente direzione del prof. Corsani,
che è anche ottimo ed apprezzato armonizzatore, e alcune volte con l'ausilio di collaboratori.
Sono state superate in questi 37
anni le 3.500 esecuzioni, e di ciò
siamo sinceramente riconoscenti
al Signore.
La corale valdese di Torre Pellice ha una sua struttura ben
precisa. Continuando la sua tradizione, ha annualmente un’assemblea ordinaria amministrativa che nomina un presidente, un
vicepresidente, un .segretario, un
cassiere, un archivista, un commissario gite e due consiglieri.
Nomina inoltre il direttore ed
il vicedirettore; tutto ciò in ossequio al suo regolamento interno.
Numerosi sono stati i contatti
che la nostra corale ha avuto
in tutti questi anni in varie parti
d’Italia e all’estero: in Francia,
in Svizzera e in Germania. Questi contatti ci hanno dato, oltre
che la gioia di un servizio, una
positiva possibilità di testimonianza.
Mentre da queste colonne ribadiamo la nostra riconoscenza al
Signore, vogliamo ringraziare il
nostro direttore Ferruccio Corsani per la sua dedizione e affermare che i coralisti tutti amano il canto, dal più giovane al
più anziano, poiché hanno, io
credo, compreso che cantare è
amare Dio. E desideriamo pure
ribadire che come 80 anni fa,
pur nella sua autonomia, la corale valdese di Torre Pellice si
riconosce oggi come ieri strumento di servizio, con il canto e
con tutte le sue attività, nella comunità dei credenti.
Edgardo Paschetto
Con la bella stagione ritorna
la voglia di passeggiate, di contatto con la natura, di conoscere
luoghi ed esperienze nuove.
Un’ora di treno dal capoluogo
regionale, sentieri ben tracciati,
aziende agrituristiche dove consumare pasti non troppo elaborati ma confezionati secondo antiche ricette, acquisto di prodotti locali, visite a luoghi storici:
questa una possibilità. Fra le
alternative c’è anche la gita in
qualche prato di una valle alpina,
in auto, con relativa ’’coda” per
il ritorno in città.
Per aiutarci nello scoprire le
bellezze naturali, imparare a conoscere un territorio, sapersi
anche confrontare con esso, non
sono poche le pubblicazioni usci
RICORDO
Giorgio Agosti
L aidesione al Partito (J’Azione, la Resistenza
e gli incarichi successivi alla Liberazione
Il 20 maggio ci ha lasciati Giorgio Agosti a 81 anni per una malattia di cui soffriva da temno.
Già qualche anno fa, a una compagna della Resistenza che aveva perso la mamma, scrisse che
stava aspettando di raggiungere
la sua.
La madre era stata molto importante in un’educazione che lo
aveva portato a soggiorni in Polonia e in Belgio. Il cugino Aldo
Garosci, l’intimo collaboratore
e poi biografo di Carlo Rosselli,
Iq aveva fatto entrare nel Moyirnento di Giustizia e Libertà
insieme a compagni della Facoltà di giurisprudenza dell’Università di Torino. Anni '30 e '40.
Era magistrato al Tribunale di
Torino quando aderì al nascente Partito d’Azione e, sfollato a
Torre Pellice in casa di Mario
Alberto Rollier, allora residente
a Milano, lo sostituì nel lavoro
di collegamento con gli antifascisti locali. Prima delT8 settembre chiese loro se in un prossimo
avvenire sarebbero stati d’accordo a fare i partigiani. L’avevano
già deciso, risposero. E la Resistenza fu da quel momento un
incontro fra quelli che erano già
in montagna e quelli che vi salirono. Giorgio Agosti ne fu il primo commissario politico. Con
lui stavano la moglie Nini e il
figlio nato da poco: Libero, me
lo annunciò chiamandolo così.
Poi lo raggiunse il cognato, Mino Castellani, venuto fortunosamente dalla Francia occupata
dagli italiani, passando dalla Valle d’Aosta dove fu ospite degli
autonomisti.
Erano tornati a casa i condannati politici e gli esuli. Il centro
del PdA per il Piemonte si trasferì provvisoriamente a Torre
Pellice. In questa piccola capitale, fra un ciabot e una stanza
ospitale, furono elaborate direttive politiche e militari che poi
si estesero a tutta l’Alta Italia.
Qui venne Leo Valiani, d’accordo
con Parri, per avere il nostro
consenso alla prima formazione
delle GL. Sarà la « Quinta » Divisione alpina Giustizia e Libertà. Giorgio A (per distinguerlo
da Giorgio D) continuò a fare
la spola con Torino, diventando
il commissario « politico » (poi
si chiamerà « di guerra ») regionale delle GL e fu, fino alla Liberazione, il principale organizzatore, forse di fatto il capo esecutivo, del Partito. I politici rifugiati in vai Pellice tornarono
nelle grandi città, Torino e Milano. Roberto Malan, precedentemente comandante militare, lo
sostituì come commissario della Divisione. La Resistenza era
in pieno sviluppo.
Dalla Liberazione fino al 1948
Giorgio Agosti fu il questore della provincia di Torino. Al tempo di Parri rifiutò di diventare
il capo della polizia italiana, ma
ebbe funzioni ispettive anche per
le altre province del Piemonte.
Diventò poi uno dei principali
dirigenti della Società Idroelettrica piemontese e portò la sua
efficienza nella ricostruzione con
il conseguente rilancio economico. Non gli bastava. Fin dal suo
inizio vicino alla FIAP (Federa7-ione italiana delle associazioni
partigjane), senza peraltro aderirvi, tornò agli studi e dette il
suo apporto essenziale all’associazione GL, al Centro Gobetti,
all’Istituto storico della Resistenza e alle loro pubblicazioni, al
Museo nazionale del Risorgimento italiano e alla Casa del Sole.
Torino lo ha fatto cittadino onorario.
Col tempo i suoi contatti con
le Valli valdesi si erano allentati.
Ma noi ricordiamo sempre il
compagno dei dolori e dei lutti
di allora, delle speranze sempre
attuali.
Gustavo Malan
' F. CHIARETTA - A. MOLINO, 52
escursioni a due passi da Torino. Cuneo, L'Arciere, 1991. pp. 189, L. 23.000.
^ S. CAMANNi - L. ROSSI - G. VALENTE, Animali e sentieri. Torino, CDA,
1991, pp. 239, L. 34.000.
te negli ultimi tempi; ne segnaliamo due.
A due passi da Torino ^ è il titolo di Un volume curato da Furio Chiaretta ed Aldo Molino
contenente 52 proposte di escursioni (una ogni fine settimana)
con moderati spostamenti da Torino. Ipotesi per ogni stagione,
dove la passeggiata si associa
all’uso di mezzi pubblici o anche della bicicletta.
Viaggi brevi dove scoprire angoli di natura intatta, piccole
borgate che potrebbero presto
anche scomparire. « In questo
senso — affermano gli autori —
il nostro libro è anche un invito
alle amministrazioni affinché
certi luoghi vengano salvati e
valorizzati ».
Le 52 escursioni, suddivise in
dieci capitoli con cinque o sei
itinerari ciascuno, sono poste a
raggiera intoimo a Torino; si va
dalla collina del capoluogo ai
Roeri, valli di Lanzo, vai di Susa,
monti del Canavese e colline moreniche fra Rivoli ed Avigliana;
Un capitolo è dedicato alle valli
valdesi e collina pinerolese, dove
accanto alle indispensabili indicazioni logistiche, vengono anche
riprese puntuali notizie di carattere storico: oltre al binomio
« treno più piedi », viene in sostanza proposta la possibile accoppiata « paesaggio più storia ».
Fauna di montagna
Un secondo testo, più specialistico, ma comunque alla portata
di tutti, è Animali e sentieri, 92
Itinerari e 40 schede per scoprire la fauna delle montagne italiane; gli autori, Stefano Camanni. Luca Rossi e Gianni Valente
propongono un approccio al turismo naturalistico partendo dall’osservazione degli animali della montagna, in particolare gli
ungulati (camoscio, muflone, cervo, capriolo, stambecco) presenti
sull’arco alpino.
Le regole da tener presenti
per poter sperare di vedere questi animali, il tipo di abljigliamento e di attrezzatura, le indicazioni tecniche sui percorsi, le
vie d’accesso, i problemi che si
possono incontrare, le caratteristiche degli animali stessi sono
ben espressi in questo interessantissimo volume.
Anche questo libro, come il
precedente, contiene riferimenti
al Pinerolese: mufloni in vai Pellice ed in vai Chisone, in quest’ultima anche cervi e caprioli.
« Potrà capitare ad alcuni —
dicono gli autori — di effettuare
gli itinerari descritti senza vedere neanche l'ombra di un animale, ma non per questo sentitevi traditi. I nostri consigli sono senz'altro utili però, fortunatamente, non escludono l’abilità,
la pazienza e la fortuna dell'osservatore. Sono queste le regole
del gioco ed è bello così ».
Piervaldo Rostan
Amnesty International
TORRE PELLICE — La riunione quindicinale del gruppo Italia 90 vai Pellice si tiene venerdì 29 maggio presso ia sede di via Repubbiica 3 bis, al
secondo piano.
Obiezione fiscale
PINEROLO — Mercoledì 3 giugno,
alle ore 21, presso il Centro sociale
di via Michele Bravo, si tiene un incontro sul tema: « I motivi ideali dell'obiezione di coscienza aiie spese militari ». Introduce Enrico Peyretti, direttore de « il foglio » di Torino. Aderiscono: Gruppo obiezione spese militari, ARCI, Comunità di base, FGEl,
PDS, Rete.
Mostre
POMARETTO — L'amministrazione
comunale e la scuola elementare propongono, dalle 15 alle 17 di mercoledì 3 e giovedì 4 giugno, una mostra: Aria-acqua; lavori di manipolazione. Proiezione video e canti.
Giovedì 4, alle ore 21, Maurizio Pallante presenterà il suo libro Dal dominio all'armonia, con la partecipazione del direttore didattico Franco Calvetti. Le manifestazioni si svolgeranno presso i locali della scuola elementare.
LUSERNA S. GIOVANNI — Resterà
aperta fino al 14 giugno, presso la
saletta mostre del Comune, la mostra dedicata a « cinque pittori contemporanei », (feriali 10-12 e 16-18, festivi: ore 17-19].
Incontri
PINEROLO — Venerdì 29 maggio,
alle ore 20,45, presso il Centro sociale di via Lequio, nell'ambito degli incontri sul fenomeno migratorio terzomondiale in Piemonte, il sindacalista
CISL Franco Agliodo interverrà sul tema: « Quale lavoro? ».
PEROSA ARGENTINA — Organizzato
dal Centro culturale valdese si svolgerà sabato 30 maggio, alle ore 17,
un incontro col prof. Renzo Tibaldo su
Scuola e sistema scolastico di un
tempo nelle valli Chisone e Germanasca; l'incontro, introdotto da Franco
Calvetti, si terrà alla sala Lombardini.
PINEROLO — Mentre è in corso
l'elaborazione dello Statuto comunale,
il PDS propone un incontro con la
popolazione per la sera di lunedì 1"
giugno, ore 21, presso la sede della
cooperativa 1° maggio in via S. Giuseppe 21.
Proiezioni
TORRE PELLICE — Organizzata dal
CAI si svolgerà, venerdì 29 maggio,
alle ore 21, presso la sede di piazza
Gianavello, una serata a cura di Carlo Piccinelli che presenterà con una
serie di diapositive il libro Madagascar, l'isola dai mille volti.
Teatro
TORRE PELLICE — Nell'ambito delle
iniziative proposte dal Gruppo teatro
Angrogna in occasione del ventennale, martedì 2 giugno, alle ore 21,15,
presso II cinema Trento è in programma una serata con il Teatro Harijan (India) che proporrà lo spettacolo
» Coolies & Komalis ■> e con lo stesso GTA che presenterà II suo spettacolo E mi chanto.
Cantavalli
PINASCA — Sabato 30 maggio, alle
ore 21, presso la pista comunale coperta, La Carampana presenterà musiche e danze tradizionali dell'Emilia
Romagna.
oreficeria - orologeria - argenteria croci ugonotte in oro e argento É^Vbcillc \ssicu razioni
di tesi & delmastro ARNALDO PROCHET
via trieste, 24 - tei. 793117 AGENTE GENERALE DI TORRE PELLICE
pinerolo (to) Via Repubblica 14 • tei. 0121/91820
11
29 maggio 1992
lettere 11
NON SERVE
DEMONIZZARE
In relazione aH'articolo a firma di
Carmelina Maurizio pubblicato sul numero 19 con il titolo « Chi ha votato Lega », vorrei esprimere la mia opinione sperando di contribuire al dibattito e alla chiarezza.
Mi si consenta una breve introduzione: molte volte non si trovano le
cose che si cercano perché non si
vogliono trovare, o peggio, volendo
sostenere una tesi, si evita accuratamente di analizzare ciò che porta alia negazione di quella tesi.
Sono dispiaciuto nel vedere che anche la redazione di questo giornale,
nella sua espressione « valligiana »,
sia allineata con i mass media che
devono rendere conto ai loro editori/
partiti che devono, a loro volta, difendere il potere.
Perché dico questo: perché si vuole sempre e solo vedere e attaccare
Il fenomeno Lega sui suoi difetti,
e ce ne sono molti, non lo nego.
E' troppo facile vedere i difetti in
ciascuno di noi! Ma demonizzare la
realtà politica non serve. Ben più difficile è trovare anche un solo pregio!
Ebbene, un grande pregio io credo che
la Lega ce l'abbia. Nella crisi degli
schieramenti politici, crollo del comunismo e conseguente inutilità della
Democrazia cristiana, mentre non esiste un progetto politico globale veramente innovativo, l’embrione, perché di
ciò si tratta, di stato federalista mi
sembra un’idea rivoluzionaria e di « sinistra ». Di questo però non si parla mai.
La Lega è razzista, conservatrice,
di destra, egoista, a difesa dei privilegi dei ricchi nordisti. Questa componente è senza dubbio presente, questi sono i difetti evidenti.
Ma perché invece non si lavora sull’idea federalista, seriamente, cercando di svilupparla, arricchendola del
contributo di altre forze politiche e
sociali?
Il federalismo è consolidato in molte nazioni: Svizzera, Germania, USA;
semplice è lo slogan: « Libertà nella
diversità ». Alla nazione Italia servono pochi progetti forti, in politica estera, nella strategia economica, nella
difesa. Massima autonomia locale invece nei servizi, nell’impresa, nell’am
ministrazione della cosa pubblica.
L’elemosina (leggasi leggi per il Mezzogiorno) non ha mai aiutato nessuno a crescere, ma serve solo a mettere in pace le coscienze di chi la
fa e a sviluppare la furbizia di chi
la riceve.
Il vero aiuto consiste nel fornire
esempi concreti e idee perché ciascuno, nella propria libertà, ne faccia tesoro. In un libero confronto tra
le culture ciascuno deve scoprire i
propri talenti e impiegarli di conseguenza, perché di questo ci verrà reso conto. Perché il Nord deve imporre i propri modelli di sviluppo al
Sud? Perché il Sud deve subire l’umiliazione delle proprie condizioni? Meglio essere poveri e dignitosi, guardando autonomamente a modelli di sviluppo e non dover vendere, perché
ricattati, il proprio voto o la propria
anima a politici corrotti e mafiosi.
Non esistono forse negli USA stati
fortemente industrializzati e immensi
allevamenti di bestiame popolati da
moderni cow-boy? Non esiste forse
una Ginevra crocevia mondiale della
politica e montanari sperduti nelle valli dei Grigioni? Sono realtà culturali
ed economiche profondamente diverse,
ma nessuno mette in dubbio che entrambi gli stati siano delle nazioni.
Il fatto che la gente abbia votato
o simpatizzi per la Lega e non lo
voglia, o non lo sappia spiegare, non
esclude che abbia saputo cogliere
« l’attimo fuggente » di una grandiosa opportunità di rinnovamento politico e morale.
Se la Lega a Milano non fosse il
primo partito il giudice Di Pietro farebbe, o potrebbe fare quello che sta
facendo?
Se verso un bimbo che cresce ci
si pone deridendolo o scimmiottandolo, questo sarà ostacolato nel suo sviluppo e rischia di crescere acido e
violento. Ma se lo si aiuta correggendolo, rispettandone la libertà dei tempi di crescita, allora si svilupperà sano ed equilibrato.
Così è per la Lega: dandole sempre e solo addosso si rischia di far
emergere solo il razzismo, l’odio e
l’egoismo.
Dibattiamo l’idea federalista e aiutiamoli a crescere. Forse sarà un’idea
perdente ma almeno ci si è confrontati su un progetto e non sugli atteggiamenti.
delle valli valdesi
settimanale delle chiese valdesi e metodiste
Redattori: Alberto Corsani, Luciano Deodato (vicedirettore), Giorgio Gardiol (direttore), Carmelina Maurizio, Jean-Jacques Peyronel, Piervaldo Rostan.
Comitato editoriale: Paolo T. Angeleri, Mirella Argentieri Bein, Claudio
Bo, Alberto Bragaglia, Franco Carri, Rosanna Ciappa Nitti, Piera Egidi,
Adriano Longo, Emmanuele Paschetto. Roberto Peyrot, Sergio Ribet,
Mirella Scorsonelll.
Collaboratori: Daniela Actis (segreteria), Mitzi Menusan (amministrazione), Stelio Armand-Hugon, Mariella Taglierò (revisione editoriale).
Stampa: Coup. Tipografica Subalpina • via Arnaud, 23 ■ 10066 Torre
Penice • telefono 0121/91334
Registrazione: Tribunale di Pinerolo n. 175. Respons. Franco Glampiccoll
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EDITORE: A.I.P. - via Pio V, 15 • 10125 Torino ■ c.c.p. 20936100
Consiglio di amministrazione: Roberto Peyrot (presidente), Domenico ’Tomasetto (vicepresidente). Paolo Gay, Silvio Revel, Franco Rivoira
(membri).
it,alia
Ordinario annuale
Semestrale
Costo reale
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ABBONAMENTI 1992
Estero
L. 52.000
L. 27.000
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Ordinario annuale
Ordinarlo (via aerea)
Sostenitore
Semestrale
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L. 170.000
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Ricerche lavoro: gratuite. Se ripetute, dalla seconda L. 500 ogni parola
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Prezzi non comprensivi dell’IVA
FONDO DI SOLIDARIETÀ’: c.c.p. n. 11234101 intestato a La Luce, via
Pio V, 15 - 10125 Torino
Amministrazione del fondo: Maria Luisa Barberis, Renato Coisson, Roberto Peyrot
Un esempio per tutti: il prof. Miglio si esprime a favore della pena
di morte, alla pari di Forlani e Ugo
La Malfa, e subito i giornali gridano
allo scandalo, ma quando la Lega
esprime la sua ferma posizione di opposizione per la pena capitale, ma
a favore della « certezza della pena »,
che è l’unico vero deterrente per il
crimine, allora silenzio stampa!
Con fraterna stima.
Elio Meggioiaro, RIesi
PREFERIREMMO
’’VITA PROTESTANTE”
Anche noi troviamo che, per la testata del nuovo giornale, andrebbe
molto bene « Vita protestante », perché
è un titolo che dice qualcosa e incoraggia gli estranei a conoscerci!
Eugenia Geyimet Gabella
Amalia Geymet Panerò
Torre Pellice
IL PERSONALE
DI VILLA OLANDA
Villa Olanda... che cosa non è già
stato detto di questa stupenda villa
antica? Vediamo un po', forse questo:
che il personale, 7 persone e il direttore, non hanno un posto di lavoro
dopo il 30 -giugno. Questo forse non
era ancora stato detto così francamente. Una sola persona è stata sistemata e sono stati offerti altri due
posti di lavoro stagionale, che non
sono stati accettati, appunto perché
solo stagionali. Si può dire volendo
che questo non è drammatico come
10 sarebbe il licenziamento di duemila persone, ma i drammi invece ci
sono singoli, vissuti in prima persona da chi vive sola o anche se sposata non ce la fa a tirare avanti con
11 solo stipendio del marito e i figli
da crescere, far studiare, ecc. E così
ci stiamo vivendo il nostro dramma
e ci teniamo a dire quella che è la
nostra situazione attuale, con molta
franchezza.
Il personale di Villa Olanda
Seguono sette firme
Abbiamo chiesto alla Tavola valdese
informazioni circa la situazione descri.tta in questa lettera. La Tavola ci ha
risposto quanto segue:
Una persona è stata sistemata in
un’opera perché ha accettato.
Due persone avrebbero potuto essere
sistemate se avessero accettato: si trattava di un lavoro secondo il contratto
nazionale del turismo, con assunzione
dal J'® aprile 1992 e una interruzione
di alcuni mesi. Per questa interruzione
è previsto uno stipendio e dei contributi maggiorati durante il periodo lavorativo, ed è inoltre garantita la riassunzione.
Un altro lavoro in una delle nostre
opere è stato rifiutato.
Due persone sono in via di pensionamento e la pratica è attentamente
seguita dalVufJicio personale della Tavola.
Un’altra persona ha terminato il suo
perìodo di prova.
La Tavola continua ad attivarsi per
la sistemazione del rimanente personale.
FONDO DI SOLIDARIETÀ’
Il Centro di ’Ntolo
« Io mi sono rallegrato quando
m’iian detto: andiamo alla casa
dell’Eterno »
(Salmo 122: 1)
Ines Chambon con i figli ed i nipoti
annuncia che è mancato il marito
Attilio Pons
e lo ricorda a quanti lo hanno conosciuto e gli hanno voluto bene.
Pomaretto, 10 maggio 1992.
RINGRAZIAMENTO
La figlia di
Valentine Ribet ved. Gaydou
commossa e riconoscente per le numerose manifestazioni di stima e di
affetto ricevute in occasione della
scomparsa della sua mamma, ringrazia
sentitamente tutte le persone che le sono state vicine in questa triste circostanza.
Parigi, 22 maggio 1992.
'Ntolo, Camerum. Il centro sociale, gestito dalla locale Chiesa evangelica, per il quale ci siamo mobilitati.
Come già preannunciato in occasione della pubblicazione del
precedente elenco delle offerte,
comunichiamo di aver raggiunto
l’obiettivo dei dieci milioni di
lire da inviare al Consiglio delle chiese del Medio Oriente per
il suo lavoro a favore dei profughi della guerra del Golfo.
Provvediamo pertanto ad inviare detta cifra, che defalcheremo
poi dal prossimo conteggio quando ci verrà addebitata.
Con l’occasione ricordiamo
che è tuttora in corso la raccolta di fondi a sostegno del Centro sociale di ’Ntolo (Camerún,
Africa).
Come più volte abbiamo illustrato, si tratta di un Centro gestito dalla Chiesa evangelica del
Camerún, che ospita un centinaio di bambini in massima parte orfani, seguiti da educatori
e da volontari. Il Centro necessita di tante cose, anche a causa della grave situazione economica del paese: vestiti, medicine, materiale scolastico, attrezzature varie, ecc. e conta molto sul nostro apporto che è stato definito « vitale ».
Infine, proponiamo ai lettori
la costituzione di un fondo senza una specifica iniziativa, che
potremmo chiamare « fondo emergenza ». Purtroppo, quotidianamente, il nostro « viUaggio glo
Amici e conoscenti di
Yalentine Ribet Gaydou
desiderano ricordarla con una sottoscrizione in denaro per opere di bene,
che la figlia destinerà in memoria.
Rivolgersi a Giovanna Malan, tei.
93.31.38 - Torre Pellice, oppure a Jeanne Bertalot, tei. 94.41.46 - Angrogna,
entro il 30 giugno.
Giovanna ed Ernesto Malan sono vicini alla cugina Aline Gaydou per la
dipartenza della mamma.
Torre Pellice, 22 maggio 1992.
RINGRAZIAMENTO
« Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa,
ho serbata la fede »
(II Timoteo 4: 7)
La moglie, i figli e parenti tutti
del compianto
Stefano Malan (TIenin)
commossi e riconoscenti per la grande dimostrazione di stima e di affetto
ricevuti, neirianpossìbilità di farlo singolarmente, ringraziano tutti coloro
che con la presenza, fiori, scritti e par
role dì conforto si sono uniti nella triste circostanza.
In modo particolare ringraziano il
dott. Bevacqua, il past. Marchetti, la
famiglia Sandrino Odin, la cugina Linetta e le ancelle della Chiesa di
Brescia.
Angrogna, 29 maggio 1992.
AVVISI ECONOMICI
AFFITTASI 'Falfi valdesi Maniglia
(fraz. di Ferrerò) aUoggio ammobiliato periodi brevi; 4-5 posti letto,
da giugno. Tel. 0121/803134 oppure
808646 (ore serali).
ANTICHITÀ’, mobUì, oggetti vari,
privato acquista. Tel. (0121) 40181
TORRE PELLICE, luglio e/o agosto,
affittasi a signora ultraquarantenne
alloggio da condividere con signora.
Telefonare 'Figliano 011/6692838.
baie » è percorso da una serie
di calamità naturali o... umane:
terremoti, inondazioni, guerre,
profughi, fame, ecc.
Quante volte ci siamo sentiti
impotenti a fare subito qualcosa per aiutare e testimoniare
una nostra solidarietà? Pensiamo che una certa cifra accantonata a questo fine possa, seppure in misura infinitesimale consentire una più sollecita presenza e testimonianza; attendiamo
le vostre reazioni.
Ricordiamo che le offerte vanno inviate al conto corr. postale n. 11234101 intestato a La Luce - Fondo solidarietà - via Pio
'V, 15 - 10125 Torino, possibilmente indicando nella causale di
versamento « Camerún » oppure
« Emergenza ». In mancanza
provvederemo noi stessi a ripartire i doni.
Offerte pervenute in aprile
L. 200.000: Renata Pons in occasione della nascita del nipote Davide.
L. 100.000: Odette Balmas Eynard;
Olga Avondet; Delia Fontana; Mirella
Argentieri Bein; Leonardo Coviello.
L. 50.000: Claudia Pastorino.
L. 25.000: Pino Sacchelli; N. N. Unchio Verbania.
L. 15.000: Dick.
Totale L. 815.000.
Totale precedente L. 11.574.999.
In cassa L. 12.389.999.
USSL 42 - VALLI
CHISONE - GERMANASCA
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: presso Ospedale Valdese di Pomaretto - Tel. 81154.
Guardia farmaceutica :
DOMENICA 31 MAGGIO 1992
Perosa Argentina: FARMACIA Dott.
BAGLIANI - Piazza Marconi 6 Telef. 81261.
Ambulanza :
Croce Verde Perosa: Tel. 81.000.
Croce Verde Porte; Tel. 201454.
USSL 44 - PINEROLESE
(Distretto di Pinerolo)
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva; Telefono 2331 (Ospedale Civile).
Ambulanza :
Croce Verde Pinerolo: Tel. 22664.
USSL 43 - VAL PELLICE
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, (estiva: Telefono 932433.
Guardia farmaceutica ;
DOMENICA 31 MAGGIO 1992
Bibiana; FARMACIA GABELLA - Via
Pinerolo, 21 - Telef. 55733.
Ambulanza :
CRI Torre Pellice: Telefono 91.996.
Croce Verde Bricherasio; tei. 598790
SERVIZIO ATTIVO INFERMIERISTICO: ore 8-17, presso i distretti.
SERVIZIO ELIAMBULANZA, elicottero: tei. 116.
12
12 villaggio globale
29 maggio 1992
POZZUOLI
RIO DE JANEIRO, 3-14 GIUGNO
Le fermate
dell’autobus
Uno sciopero per chiedere un miglior funzionamento dei trasporti - Un diritto elementare
Nel novembre scorso i ragazzi della Chiesa battista di Pozzuoli dovevano programmare il
piano di attività. C’è da supporre che se fosse stato presente
qualche quadro della FGEI la
scelta del tema sarebbe ricaduta sulla pace, oppure sulla droga, probabilmente sull’emarginazione giovanile; più difficilmente
sulla camorra. Ma quella sera
c’erano soltanto i ragazzi di Pozzuoli che suila propria pelle hanno imparato cosa sono l’emarginazione, la disoccupazione, ia
violenza; e allora, alla domanda
« che facciamo? » la risposta è
stata: « Organizziamo imo sciopero per far funzionare gli autobus ».
E già: è vero che a qualche
chilometro dalla chiesa è dislocato im potenziale bellico degli
americani (o forse batte bandiera ONU?) che in qualche ora
potrebbe ridurre in cenere tutto il Nord Africa; comunque i
ragazzi hanno optato per migliorare i collegamenti tra Monteruscello ed il porto di Pozzuoli.
Il ghetto di
Monteruscello
Ovviamente lo sciopero non si
potè improvvisare, ma settimana
dopo settimana si sono raccolti
documenti e si è discusso tanto. Si è imparato che la FIAT
non è soltanto un’automobile
ma il « potere », si è capito perché dopo il bradisismo metà popolazione di Pozzuoli è stata deportata e ghettizzata a Monteruscelio (un disastro urbanistico
su cui a suo tempo anche la sinistra ha tessuto elogi). E’ emerso che la vera camorra non è
l’energumeno che controlla il
contrabbandiere e il parcheggiatore all’angolo della strada, ma
quella intrecciata con ii potere
politico.
E così, dopo un periodo di
studio, di riflessione e di tentativi di organizzazione, oggi si
può partire con una vertenza
per conquistare il diritto a muoversi da casa a scuola, al lavoro, al mercato, al limgomare. Si
è verificato, o per meglio dire
si ha avuto conferma, che il problema dei trasporti è molto sentito dalla gente. Le forme di mobilitazione che si stanno programmando dovrebbero riuscire; il problema è la controparte
rappresentata da un’amministrazione comunale inesistente che
si ricorda di essere in carica
soltanto quando è sollecitata a
deliberare da pressioni camorriste.
Il sostegno
della popolazione
Il gruppo giovanile ha trovato un grande sostegno nel Comitato popolare di Monteruscello, l’unica aggregazione politica
e sociale presente a Pozzuoli,
che non a caso si riunisce nei
locali della Chiesa battista.
Perché raccontare queste cose? E’ più facile e gratificante
fare un sermone sui giovani di
Verona o di Reggio Emiiia che
il sabato notte si massacrano
con le auto sulle strade all’uscita dalle discoteche.
Probabilmente, anzi sicuramente, i ragazzi della comunità
desiderano andare in discoteca,
anch’essi sognano un motorino e
poi un’auto migliore di quella di
famiglia acquistata di seconda
mano, con sacrifici e per necessità. Però avendo scelto di affrontare il problema dei trasporti (e con estrema chiarezza va
detto che la loro preoccupazione non era tanto arrivare in orario a scuola, ma poter rincasare la sera dopo le dieci), questi ragazzi hanno cominciato a
fare i conti con un modello di
vita alternativo, più umano. La
comunità li ha capiti e sa bene
che li attende un impegno difficile. Ha pregato per loro: ne
hanno bisogno perché rivendicare l’elementare diritto a prendere un autobus significa scontrarsi con il sistema di potere e,
soprattutto da queste parti, non
è difficile immaginare con chi si
ha a che fare.
Mimmo Guaragna
IMMOBILIARE
LA COLOMBA
s.n.c.
Per uno sviluppo
sostenibile
Le risorse sono limitate: occorre utilizzarle con oculatezza - Il
(degrado ambientale e i modi di produrre - Il dramma della povertà
Nel numero del 24 aprile scorso è già stata presentata || degrado boSChìVO
una riflessione generale in vista della Conferenza mondiale
delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo (CNUED),
che avrà luogo a Rio de Janeiro dal 3 al 14 giugno prossimi.
Riteniamo utile ora fornire alcuni dati e statistiche, essenzialmente ricavati da « Le Monde Diplomatique » e dalla
« Stampa-Tuttoscienze », che illustrano in quali condizioni
il nostro pianeta si sta per presentare a questo appun
tamento.
Il prossimo vertice di Rio, il
cui tema sarà il cosiddetto « sviluppo sostenibile » (la città brasiliana è stata scelta anche per
il valore simbolico, quasi a rappresentare una cerniera dei diffìcili rapporti fra Nord e Sud)
vedrà oltre mille partecipanti in
rappresentanza di 160 ntizioni e
— nella fase finale — una sessantina di capi di stato, contro i cento previsti.
I concetti di base per questo
incontro (arricchito dall'apporto
di vari gruppi di lavoro già da
tempo operanti) sono noti: le risorse della Terra non sono infinite e nessuno può permettersi
di usarle a piacere; il degrado
ambientale, strettamente collegato alle attività umane, è in continuo aumento; le responsabilità
di questa situazione sono da addebitare in massima parte ai paesi ricchi e quindi i costi non
possono essere ripartiti in percentuali uguali.
Lo squilibrio
mondiale
I
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in parte resid. e in parte artig. (Prezzo affare).
FIMAll
Partendo da quest’ultimo punto è più che mai evidente lo
squilibrio esistente fra paesi ricchi e paesi poveri. Mentre dai
primi vengono posti in evidenza
i problemi relativi all’effetto serra, al buco dell’ozono ed all’inquinamento generalizzato, i secondi parlano di bisogni essenziali, a cominciare dal diritto alla vita. Se i paesi ricchi pongono
l’accento sul freno alla crescita
demografica e suU’arresto della
deforestazione, quelli poveri chiedono le riforme fondiarie e l’aumento degli aiuti finanziari che
non hanno mai raggiunto lo 0,7
per cento del prodotto nazionale
lordo che i paesi industrializzati
si erano impegnati a versare.
Circa il degrado dell’ambiente è appurato che il 75 per cento
dell’anidride carbonica (che provoca l’effetto serra) e la totalità
deH’emissione dei clorofluorocarburi (responsabili del buco dell’ozono) sono prodotti dai paesi
dell’Occidente. In particolare, per
quanto concerne l’effetto serra,
la Comunità economica europea
ne è responsabile per il 14 per
cento, mentre gli Stati Uniti lo
sono addirittura per il 21%. Per
i paesi poveri citeremo l’India e
il Brasile, che contribuiscono per
un 4% ciascuno (si pensi alla
loro enorme estensione). Da parte loro gli Stati Uniti, attraverso
la voce del presidente Bush, hanno già affermato che la loro economia non può permettersi delle
limitazioni alle emissioni dei gas
di carbonio: è chiaro che Bush
non vuole urtare i gruppi di pressione del petrolio, del carbone e
della motorizzazione. Lo stesso
discorso vale anche per l’Europa
(alla pari con l’ex Urss).
Guardando però queste statistiche, un dato sorprende: lo
straindustrializzato ed esteso
Giappone contribuisce all’effetto
serra con appena un 6%: c’è modo dunque di controllare meglio
queste dannose emissioni. Ma
l’aspetto che più colpisce è che
i possibili gravi squilibri climatici dovuti all’effetto serra non ricadono solo sui diretti responsabili, ma vaimo ad intaccare ulteriormente le già disastrate economie dei paesi poveri, relativamente innocenti. Uno studio su
questo fenomeno condotto in
Indonesia, Malesia e Thailandia
prova che Teconomia di queste
vaste regioni subisce e subirà
enormi perdite per l’abbassamento delle rese agricole, per
l’innalzamento del livello dei mari, per Terosione dei suoli e per
l’accresciuta frequenza dei cicloni tropicali.
L’incremento
demografico
Ma, forse, la gravità di questo
problema risulterà più evidente
ancora pensando che la popolazione mondiale supererà gli otto
miliardi di persone verso la metà
del prossimo secolo. Attualmente
la produzione di anidride carbonica è di 1,45 tonnellate pro capite; quindi, solo per stabilizzare
la concentrazione nell’atmosfera,
essa dovrebbe scendere a 0,35
tonnellate pro capite. Di conseguenza occorre urgentemente sviluppare sistemi di produzione di
energia utilizzando fonti alternative e rinnovabili da un lato e
attuando, dall’altro, consistenti
risparmi energetici.
Anche la riduzione delle spese
militari (che ammontavano ad
oltre mille miliardi di dollari annui) dovrebbe dare maggior disponibilità a favore dell’ambiente, unitamente ad un’ampia destinazione di tecnologie ex belliche
verso settori civili.
Per quanto riguarda la deforestazione che danneggia l’ambiente in quanto sottrae ossigeno e
contribuisce all’erosione del suolo, essa è maggiormente associabile ai paesi poveri che procedono al taglio degli alberi per utilizzarne il legname, per dare
nuovi terreni airagricoltura, per
il pascolo. Quest’ultima pratica è
particolarmente sviluppata nelle
zone tropicali, dove costituisce il
45% circa del disboscamento. Anche in questo caso però è nota la
partecipazione di varie imprese
occidentali che si procurano così
particolari tipi di legni pregiati.
Ma sono tanti i temi che verranno trattati a Rio, troppi per
essere congruamente affrontati:
la salute, l’educazione, le scienze,
i mari, le biotecnologie, i rifiuti,
il tenore di vita, ecc. Ovviamente
non è questa la sede per approfondire ulteriormente. Quel che
si può affermare, concludendo, è
che questo summit non potrà
prescindere dal fatto che al mondo esistono circa due miliardi di
persone (e fra 40 anni saranno
quattro miliardi) sotto il livello
della povertà. Questo incontro
avrà un senso solamente se i
paesi ricchi aiuteranno in concreto quelli poveri, non solo finanziariamente ma con l’assistenza
ai progetti di risanamento ambientale, col trasferimento di tecnologie pulite e rispettose delle
culture locali, con adeguati programmi di formazione di tecnici.
Ma rincontro avrà ancora più
senso se indurrà i paesi ricchi a
rivedere i loro sistemi di sviluppo, i loro mercati, i loro modi di
consumo, l’immenso potere delle
multinazionali, la dittatura del
denaro. L’augurio che si può
esprimere è che il « nuovo ordine ecologico » non abbia le stesse caratteristiche del « nuovo
ordine mondiale » che sta sorgendo dopo gli avvenimenti politici e militari che hanno scosso
(e scuotono) il nositro pianeta.
Roberto Peyrot
I diritti dell’uomo
(segue da pag. 1)
le nostre chiese in Italia perché
noi non abbiamo pastori dedicati
a quest’unica attività. Ma quei
pastori che sono comunque chiamati a fare delle visite nelle carceri possono ben rendersi conto
dei problemi di cui abbiamo fin
qui parlato e possono anche capire le non poche difficoltà di un
ministerio dedicato compietamente al mondo carcerario.
Fra i molti problemi di cui si
potrebbe ancora parlare (per
esempio il reinserimento nella
società di chi esce dal carcere, i
problemi delle vittime innocenti
del sistema carcerario quali le
mogli ed i figli dei carcerati, i
problemi dei drogati o dei malati di Aids in carcere, ecc.), vorrei
sottolineare quello degli extracomunitari: in quasi tutti i paesi
dell’Europa occidentale essi raggiungono quasi il 50% della popolazione carceraria, quando addirittura non superano quel livello; molti di questi carcerati
non sono cristiani, ma finora non
ci sono cappellani di altre religioni nelle carceri europee così
rimane aperto il problema di
un sostegno spirituale di queste
persone, molte delle quali non sono nemmeno da considerare come delinquenti ma piuttosto vittime delle leggi poliziesche che
oggi ancora predominano nei nostri stati.
Per quanto riguarda l’Italia c’è
poi un problema che riguarda
proprio le nostre chiese; infatti
fra gli extracomunitari ve ne
sono anche di quelli che provengono da paesi nei quali le chiese protestanti sono presenti e numerose, e sappiamo che anche a
persone evangeliche capita di finire, per una ragione o per l’altra, nelle nostre prigioni, ma raramente riusciamo ad avere notizie esatte e di conseguenza possiamo dare loro quell’assistenza
che sarebbe doverosa e necessaria.
Forse in questo campo un maggiore collegamento non la cappellania cattolica, in spirito di collaborazione ecumenica, sarebbe
auspicabile e possibile.
Franco Sommani