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Settembre 1M2-XX
N. 36
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Riguardate alia rocela onde foste tagliati
(Isaia LI : 1)
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Spett. Biblioteca Valdese
TORRE PELLICE
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Nulla sia più forte della vostra fede!
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Italia e Impero
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Estero
Anno L. 15 - Semestre L. 8
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Direttore: Profr DINO,¡COSTABEL
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AMMINISTRAZIONE: Via Carlo Alberto, I bis * Tohrk-Psr-uc»
REDAZIONE: Via Arnaud, 27 - Torre Pbu.icb f
Ogni cambiamento d’indirizzo costa una lira
Cent. 30 la copia
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La prossima Sessione Sinodale s’aprirà, Dio volendo, lunedì 7 settembre alle ore 15,30 nel Tempio dL Torre Pellice^ con un culto presieduto dal pastore
Guido Comha, e seffuito dalla consacrazione al Santo Ministero del Candidato
sig. Gustavo Bouchard e dalla presentazione del pastore Aldo Shaffi alla Chiesa.
Tutti i membri del Sinodo, Ministri e
Delegati, sono convocati per le ore 15
precise nell’Aula Sinodale della Casa
Valdese per assistere alla firma della
Confessione di fede e per i preliminari
d’uso.
Il Moderatore:
Virgilio Sonunani
Audizioni di Musica Sacra
TORRE PELlICE
£a potenza d’nna Ptr ponalità
Domenica 6 settembre, alle ore 17,
avrà luogo nel Tempio Valde'se di Torre
Pellice un’audizione di Canti religiosi
e di Musica sacra.
Nel programma figurano interessanti
esecuzioni delle Corali di S. Giovanni
e di Torre Pellice.
E’ assicurato l’intervento del M° violoncellista Marco Peyrot, dell’Augusteo
di Roma.
Il pubblico è invitato ad intervenire
tgl e ^acxg _ ^
Donde vengono a Lui tutte
queste cose? Matt. 13: 56.
Ogni età ha avuto le sue decisioni per
■ Cristo. « Che farò dunque di Gesù, detto Cristo ?» : è stata una domanda di
tutti i tempi; essa è indirizzata ad ogni
generazione, e ad essa una risposta deve esser data. ,
E’ noto che Gesù non fu m.ai aggressivo: « Egli non contenderà, nè griderà,
nè alcuno udrà la Sua voce nelle piazze » dice S. Matteo. « Egli prese la forma d’un servo e divenne simile agli
uomini »; non impose i Suoi diritti, ma
non riputò rapina d’essere uguale a Dio.
La Sua personalità sfuggiva ai savii ed
intelligenti, ma colpiva le folle che L’udivano e vedevano le grandi cose ch’Egli faceva. La splendida testimonianza
di alcuni che «mai uòmo parlò come
Lui » non impedì ad altri la domanda:
« Donde vengano a Lui tutte queste cose ? non è questi il figliuol del falegname e sua madre non si chiama ella Maria ? ».
Il calice amaro che gli fu posto davanti quando, essendo venuto in casa
Sua, i Suoi non vollero riceverlo, trova il suo epìlogo in quelle paròle: « Gerusalemme^ Gerusalemme,... quante
volte ho voluto... e voi non avete voluto ! » Il Suo insegnamento, la Sua vita
pura e santa, tutto il bene ch’Egli faceva senza distinzione di casta, non arrestarono il grido: « Crocifiggi ! » Ai
rettori del popolo, Pietro, in quel suo
splendido discorso dichiarò: « La pietra
che è stata da voi, edificatori, sprezzata
è divenuta la pietra angolare ». Il Cristo crocifisso fronteggia il Sinedrio a
traverso i secoli; la Chiesa Lo dichiara
Suo Maestro e Signore; gli uomini Lo
rigettano oggi ancora a loro rischio e
pericolo e sovente se ne accorgono
troppo tardi; quelli invece che Faccettano trovano in Lui la chiave della vita.
Qual’è il segreto ? Perchè quei peccatori di Galilea seguirono Gesù ? Ñon
era per loro una cosa insignificante l’abbandonare la loro casa, i congiunti, i
hiezzi della loro stessa sussistenza.
Veramente non era un gran reddito
che lasciavano dietro di loro - ma era
tutto quel che avevano; eppure all’in
vito di Gesù non esitarono - Marco nel
suo incisivo linguaggio ci ' ricorda che ^
essi immediatamente lasciarono tutto e ®
Lo seguirono. Ancora una volta, perchè
seguirono Gesù ? •
S. Luca ci dà un’informazione assai
chiara nel cap. V del Suo vangelo: « Giusti, montato nella, barca di Pietro,
fiducia:
pregò di scostarsi dalla riva e dì getta
re le reti ed HI risultato fu una pesca
mirc^colosat. Allora Pietro si gettò ai
La personalità di Gesù gli apparve in
tutta la sua grazia; non ci fu uno spio-^.^cuore si è certi di trovare:
r me, voi tutti i travagliati ed aggravati »
1^ delFEvangelo. E questo invito non ha
jS alcun presupposto dottrinale: è condizionato ad un sentimento soltanto - la
'•ÿ'
Venite, venite al Signore,
Voi tutti dall’alme aggravate;
Voi tutti che pace desiate,
Venite fidenti a Gesfi.
La seconda strofa incalza nell’invito,
io rende più affettuoso, più caldo; piu
piedi di Gesù dicendo: dipartiti da me, fraterno. Dice quello che in Cristo non
Signore, perchè son uomo peccatore ». Jf|^"si trova. Die© quello che in Lui, nel ;suo
seno, nel suo cuore e soltanto nel suo
gamento di forza, nè un duro comando
ma un senso di paura aveva preso lui’
e quelli che erano con lui per la straordinaria pesca che avevano fatta.
Qualcuno obbietterà che il movente
fu il miracolo della pesca. Lasciamo 'da
parte il difficile problema del miracolo
argomento sul quale molto si potrebbe
dire. L’esistenza deH’uomo è sempre
stata un miracolo in tutti i tempi: affaticato e stanco di corpo e di mente ha
trovato riposo e paqe in Cristo. |
La gran tragedia della vita è questa. À
che mentre alcuni si sottomiettono alia I
Parola di un Salvatore vivente, altri :■
gli passano accanto: « Non è qwe.sti il :
figlio del falegname e sua Madre non ì
si chiama ella Maria? » s
Credenti! Ricordiamo che le parole
della Sua generazione furono: « Donde
vengono a Lui tutte queste cose? »; ma '
quelle del discepolo che segui il Mae-'
tro furono: « A tutti quelli che L’hanno
ricevuto, Egli ha dafo il diritto di diventar figliuoli di Dio». ' X.
Venite fidenti al Signore:
Non duolo, non lacrime amare.
Ma gioie ineffabili e care
‘ Sòl tràvansi in grembo a Gesù.
La terza strofa riprende il pensiero
della seconda e precisa mèglio ciò che
cristianamente - si debba intendere e
SI possa aspettare -in .fatto di « gioia »
dello Spirito: ed ecco il messaggio centrale delFEvangelo: quello dell’Amore:
Sol tfohansi in grembo al Signore,
Pel Core già stanco di pene.
Riposo e d’amore ogni bene:
Venite, v’accoglie Gesù.
L’ultima strofa ^orna, con .belFarmonia,_ all’invito oelFinizio e fa, del
« fatto cristiano » ciò eh’esso è veramente, nella sua più intima.
essenza:
un’espérienza personale. Non solo *xi
Gesù si trova FAmorwe la.- Pace; ma
Egli stesso aocogUe Fanima affranta
che viene à Lui; anzi Egli l’aspetta: v’è
della gioia in cielo per un peccatore che
si ravvede!
Venite, v’accoglie il Signore^
Le braccia amorose , vi tende,
O prodighi figli; v’attende: •
Venite, venite n Gesù!
■ G. E. Meille.
IL TESTAMENTO DI UN CAPPELLANO
J nostri cantici
« Venite, venite al Signore »..
E' il niunero 112 delFIuimrio Cristiano, di quella raccolta che rappresenta
forse l’unico risultato concreto, tangibile e positivo - l’unico risultato realistico - di quel « Congresso Evangelico
Nazionale » tenuto a Roma nelFapno
1920, che aveva destato tante, speranze
e che sembra non avere avuto altre
conseguenze.
La « Commissione » era composta di
E. Comba e V. Sommani per i Valdesi,
L. Paschetto per i Battisti, Filippini
per i Wesleyani, E. Taglialatela per gli
Episcopali. Appunto di Eduardo Taglialatela sono le parole del nostro N<^ 112,
mentre la musica è tratta da Paisielìo.
E si sente subito - nella musica - l’ispirazione di un grande Maestro italiano; musica vivace, calda, musica che
rianima e trascina, musica se volete popolare; ma non musica saltellante... e
danzante come quella, purtroppo di
tanti noistri Inni venutici d’oltr’Alpe e
d’oltre mare.-Insomma, non musica profana; ma musica sacra.
C’è un filo conduttore da una strofa
all’altra, un pensiero unico espresso nei
quattro versetti e che li lega l’uno all’altro. Anzi, sono veramente quattro
anelli di una catena, poiché di ciascuno
il verso finale s’incastra nell’anellò .seguente. E così - per una volta tanto chi presiede •Fassemblpa è obbligato
a far cantare tutte le strofe, come si
dovrebbe far sempre e non - come avviene per comune malvezzo e per qua-si
tutti i nostri Inni - soltanto le strofe
1, 3 e 5, oppure le strofe 1, 2 e 4, per
guadagnare tre 0 quattro minuti. (Se
ciò è proprio necessario, basta abbre■viare di altrettanto il discorso, la cui
lunghezza effettiva non si misura, del
resto, con l’orologio, ma dipende da
vari altri elerrtenfi...). *
La prima strofa è un invito: un invito
a tutte le creature umane dolenti, affrante, sfiduciate: un’eco del « Venite a
Le righe che seguono furono rinvenute nella giubba di un cappellano evangelico al seguito delle truppe tedesche
operanti in Africa settentrionale, deceduto nel corso ài un’azione bellica il
giorno di Pasqua di quest’anrio. Questo
testamento spirituale, redatto la» vigilia
della morte, costituisce una proua esem' piare dì una cosciénza cristiana che non
vien meno neppure nell’imminenza della fine.
Il nome del cappellano non è stato reso fin..jqui noto,- m.a non importa. Il suo
testamento non ha carattere personale,
ma è wn’ultima predica di un pastore
d’anime, al quale, al di là della vita e
della morte può ben applicarsi il testo di
Ebrei XIII: 7: « Ricordatevi dei vostri
conduttori, i quali v’hanno annunziato
la parola di Dio; e considerando com’hanno finito lai oro carriera,- imitate
la loro fede ». r. b.
Il Signore mi ha chiamato a servire
i miei soldati per una via sconosciuta.
So che questa è la sua volontà; ma- non
so come la sua volontà si adempirà per
questa via. Per essa,. Egli mi può ricondurre ai miei cari; ma Egli può anche
richiamarmi a Sè. AlFuna ed all’altra
via sono pronto, con gioiti. Se io non dovessi mai ^iù vedere i miei cari nè parlar loro, siano queste parole il mio ultimo saluto terreno, il segno visìbile della mia gratitudine. Mà più che a tutti,
a Dio misericordioso sono riconoscente,
poich’Egli mi dà ogni cosa con abbondanza e mi guida per la sua via.
lo rendo grazie al mio‘ Signore, che
mi ha stimato degno di essere un servitore della sua Parola. Egli sa, che io
ho veramente volu1;o essere Pastore e
servitore della Parola. Io ho chiamato
a lui tutti gli uomini, particolarmente i
miei soldati, ai quali ho potuto dire, in
questo servizio, una parola di verità e
di vita. Quand’edo debole,, quando lavoravo erroneamente, quando cercavo
soltanto il mio onore, io sapevo ch’ero
portato sulle ali del perdono da Colui
che ha anche perdonato una volta n Pietro apostolo.
Io rendo grazie a Dio di avermi posto
al fianco mia moglie. Non ho mai considerato il matrimonio in nessun altro
modo che alla luce della guida divina.
Mia moglie mi ha compreso come nessuna altra creatura, nelle cose più intime e più gravi, nella fede e nel servìzio,
come coadiutrice e collaboratrice nelFo-.
pera della Parola; la sua preghiera quotidiana mi ha confortato nel mio lavoro.
Ma anche attraverso il suo profondo,
fedele amore, ho potuto vedere quale
grande forza Dio abbia poste nel cuore
della donna. Col ricordo del suo volto
nel mio cuore, io proseguo per la mia
via. Io le sono vicino, anemie se il Signo
re dovesse richiamarmi a sè, con qùell’amore che non può aver fine.
Io ho cercato di onorare e di amare
mia moglie come il dono che Dio mi
ha fatto; è stata mia volontà di servirla
nella fede e nella purezza, e di proteggerla da ogni male... Se io non dovessi
più tornare a^ casa, essa proseguirà la
sua vìa nella fede e cercherà di continuarle da sola «quel servizio ch’era comune fra noi. TI più prezioso tesoro, che
lè affido, è mio.figlio. So che essa custodirà e proteggerà quel tesoro con tutta
la fedeltà ond’è capace; so anche che, al
di sopra ¿i tutte le preoccupazioni, essa
lo preparerà ad appartenere, al Signore.
Dio farà che ogni cosa avvenga per il
meglio. Io ringrazio Dio per questo fanciullo,' attraverso al , qu’sle Egli mi ha
dato molte gioie e molte prove della sua
misericordia. Io ho amato mio figlio soprattutto come dono suo, e così lo amerò, fintanto ch’io viva. Come avrei desiderato condurlo ad istruirlo io stesso !
Se questa non è la volontà di Dio, io so
allora che il Padre celeste lo condurrà
e lo istruirà meglio di quel che avrei
potuto fare io stesso; poiché Egli, è il
padre degli orfani, il consolatore delle
vedove. Mio figlio^dovrà essere educato
ad una fede chiaVa, consapevole, alla
verità ed alla sincerità, alla purezza del
corpo e dello spirito, alla vera gioia dello spirito che crede. La benedicente mano del Signore possa condurlo in tutte le
sue vie.
Io ringrazio il mio Signore per i miei
genitori. Io debbo a loro tutto ciò che
sono e tutto ciò che io possiedo. Il loro
inesauribile amore verso di me mi ha
spesse volte umiliato. Sono .stato felice
quando hò sperimentato che il loro amore si estendeva con la stesso profondità
su mia moglie e sulla mia creatura. Io
so che il loro amore rimarrà immutato,
anche quando io non avrò più bisogno
di alcun amore terreno, umano - cioè
rimarrà immutato per mia moglie e per
mio figlio.
Vi ha qualche cosa di sublime, nél
sentire Famore dei genitori e nel poter
contare su dì esso, come l’ho sperimentato nell^ mìa vita, fin da fanciullo.. Augurò a mio fratello di non mai dimenticar ciò. Ciò che più è stato fecondo
per me di benedizioni, è che essi mi
hanno con<iotto al Redentore, e coii
me sono stati e, stanno davanti a Lui.
Anche in quest’ora le loro preghiere mi
accompagnano, com’esse accompagnano
mio fratello, unito a me nella fede e nell’amore fraterno.
Desidero che nessun 'rimpianto negativo, nessun grido senza aiuto e senza
speranza rìsuonino per la mia morte, ma
che anche ih quella circostanza sia loHato il Signore, che conduce nel bene i
-4,.^
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Ss,
»'«ni. i.,g..;/ Sii'#,.*j^
e^suoi iigli, è'cosi "a^ùnto quando Egli li ii.
^«- richiama s sè. Sia duntqi» la «fede,^ÌJiù ? ■
V grande delle lagrime, 'la. speranza ^iiL,
iT'j;i «■ forte del dolore, poiché anche delle di-^
. partenze immature t-parla la. Scrittura;^
temere, io t’ho libe
|,^ii?9V rato... » Se io dovrò esser chiamato in ;*i
unUtìogo lontano dalla'mia terra, non si
^*^^^'\:,fpreocc^ino i miei parenti dedl’ultimo
liihgo in cui riposeranno le mie spoglie.
Sul mare in lontane^ regioni inospitali,
.' io sarò sempre affidato alle mani* del
■ mio Signore, ’ dalle quali nulla mi può
strappare, e nelle quali io mi ritroverò
, nel giorno della resurrezione in vita eterna. i ,
/■' qualcuno dovesse pensare a me,
.'j! nella cerchia dei miei amici e conoscenti, io li prego di non pensare in queU’ora alla mia persona, ma di pensare a colui che ha voluto aver misericordia di
uh uomo peccatore e costituirlo servitore dèlia sua Parola. In quella circostanza sarà forse bene che rileggano le
parole .dell’Apostolo: «Ferme, il vivere è Cristo, e il morire guadagno » (ai
Filippesi 1: 21), o agli Efesi 2: 4 o anche
2 Corinzi 4. Dei cantici preferisco « Senza timore nè tre:^re il credente sta fermo, dove Iddio* ha posto », e anche
« La mOTte non ci uccide... », o- ancora
«Anima mia. railegràti ! » Questi iiini
•dànno gioia anche di fronte alla rnorte.
Mando un ^luto fraterno anché alla
comunità cristiana del mio paese, ed a
tutti gli uomini che mi furono e mi sono
uniti nell’amore.'
Così intraprendo ora la mia via, nella
piena coscienza delia liberazione, che il
messaggio di ieri, venerdì santo, ha portat|| a tutti noi; e nella gioia dell’annunzio pasquale che domani mattina risuonerà nei nostri cuori; il Signóre è veramente risuscitato! E secondo la sua Parola, là dov’è il Signore, ivi pure sarà
il servitore.
ìtiS':*
«...Non basta desiderare; bisiogna
agire. Il nostro Sinodo sarà quello che
l’avremo fatto; un sinodo ricco di benedizioni, se, convinti del carattere e
della missione di una tale assemblea
noi ci preoccupiamo di mandarvi, come membri, solo uomini compresi del
vero interesse della Chiesa, e capaci di
volerlo; un Sinodo non solo insignificante, ma disastroso, se, per jndifferenzo., o spinti da considerazioni puramente esteriori o personali, ne apriamo le
porte a uomirti privi di quelle qualità
che un « rappresentante della Chiesa »
deve possedere. Non si dica quello che
troppo spesso ci è accaduto di udire in
simili circostanze: « Ciò non mi concerne ».
Cert(^ questo non vi concerne, se,
membri della Chiesa Valdese solo per
noÉcita o per battesimo ricevuto da
bambini, non portate alcun interesse ai
suoi destini.:. Questo « affare » è « affare » vostro; un affare da trattarsi con
coscienza, con serietà e con molte preghiere ».
Quanto precede è, come hanno subito notato i nostri lettori, scritto con
uno stile alquanto duro ed insolito; imo
stile antiquato insomma.
Oh! essi hanno perfettamente ragione.
Il brano sopra riportato è stato scritto,
su questo stes,so foglio nell’anno 1848,
nel numero del 13 luglio ! Lo abbiamo
fotografato e ricondotto alla luce per la
particolare edificazione di coloro che si
interessano allo studio della Storia Valdese e delle sue istituzioni. I regolar,
menti ci sono, gli organi costitutivi ci
sono; e gli uomini anche ci sono e si affannano a discutere di regolamenti e di
istituzioni, a modificare, a distruggere
ed a ricostruire.'
Il solo inconveniente è che l’uomo,
lui, non si può cambiare: rimane sem- '
pre. lo stesser, con i suoi cavilli, con il
suo peccato.
Ma discute !
Ha sempre un: ma; sempre un: se;
sempre un: bisognerebbe vedere.
Gli piace l’uso del condizionale e della terz^ persona: bisognerebbe fare.
Ma desidera I
Ardentemente desidera il b^ne della
Chiesa e che il Sinodo riesca bene.
Lui però se ne disintere^a altamente; salvo naturalmente per indicare
quel che bisognerebbe fare.
E’ membro di chiesa, naturalmente. .
t i, ' ‘ . il fotografo. '
. Ist
Valdesi residenti a Ginevra e dintórni, riuniti intorno al monumento
irttomoit al .
del « Glorioso'Rimpatrio »'"dei loro avi,
inviano'ji aU’Edo, 'alla Venerabile Tavola, a tutti f confratelli alle Valli, il
loro commosso e. patriottico saluto. .^Uno
speciale, ed affettuosissimo pensiero ai
"Soldati Valdesi su tutti 1 fronti, A nome di tutti: «■ "
E. Benech - L. Gardìol - E, Pasquet.
FESTA DEL XÏAG0ST0
COLLE DELLE FONTANE.
La tradizionale festa del Colle delle
Fontane ha avuto luogo nel pomeriggio
della domenica 16 agosto. Il tempo
splendido ha permesso ad un numeroso
pùbblico, ove l’elemento giovanile era
largamente, rappresentato, di parteciparvi.
L'invocazione è fatta dal pastore A.
Genre di Frali che presiede l’adunanza;
dopo il canto di un inno egli legge i
'Salmi 121 e 122. Il pastore E. Tron di
Massello, rivolge quindi un forte messaggio, ispirato alla parola del profeta
Isaia XXI: 11; « Sentinella a che puhto
è la notte ?» La notte cupa ci parla di
peccato, di dolore, di prova, ma il cristiano sa che l’alba radiosa sta per sorgere.e quindi deve vegliare e prepararsi.
Il pastore, O. Peyronel, di Ferrerò ricorda il significato che il Fra del Torno,
oye ha avuto la grande adunata il giorno prima coll’iqaugurazione del restaurato Coulège dei Barbi, deve avere, per
ogni valdese. Fu un baluardo inespugnabile, teatro di lotte eroiche, fu là
che studiarono i Barbi: la nostra fede
sia forte, vittoriosa sempre alimentata
dalla Ferola di Dio perchè possiamo essere suoi testimoni fedeli.
Il pastore A. Ribet di Livorno porta il
saluto delle chiese del suo distretto e
pariti d'ell’opera che si compie fuori
delle Valli. Il Signore opera, là sua presenza si manifesta con abbondanza di
amore e di benedizioni anche nei m.omenti difficili. Ricorda i nostri militari
i nostri eroici caduti, ed invita i presenti ad essere attenti agli appelli di Dio
ed all opera che nel suo nome compiono
le nostre chiese.
PER ECO Al MILITARI
Benech Giovanna, L. 5 - Emma Bertalot, 5 - Buffa Edoardo, 10 _ Monnet
Emilio, 10 - Bertalot Luigi, 10 - Ribet
Giosuè, 10 - Grill Enrico, 3 - Servettaz
Sofia, 50 - Col. Martinat, 400 - Malvina
Besson, 10 - Gardiol Marta, 20 - C. B.,
2 - Long Evelina, 20 - Chiesa di Massello, 2° vers., 100 - Breuza Augusto,
anziano, 10 - G. Falanca, 5 - M. Grande,
10 - Morel Fiorina, 15 - Tourn Boncoeur
Giovanni, 15 - Chiesa di S. Germano
Chisone, 1000 - Olga e Odette Costabel,
20 - Davide Long, 15 - Chauvie Davide,
5 - Rivqir Nelly, 5 - Fons Levi, in memoria figlio caduto, 10 - Costantino Lidia, 15 - A. e Rag. B. Grill, 20 - Monnet
Adelina, 10 - Gardiol Aldo, 5j- Riunicme
Guttiliere, Riclaretto, 61 - Elena Geymonat, 15 - G. V., Bobbio Pellice, 5' Lina Tamietti, 15 - Maria Forneron, 5 Milite Maila.n Ernesto, 10 - Rivoira Enrico, 10 - Coisson Giuseppina, 5 - Monnet Lina, 5 - D.r Zanetti, 5 - Gönnet
Jenny, 5 - Ribet Emilia,'5 - Garrou'Emilio, 15 - C. Rivoiro Pellegrini, 15.
CROM/ÌC/1 ViiLDESE
AN6ROGNA <Serre)
Culti dcumenica 6 settembre : ore
10.30: Serre (Tempio), ore 15: Bagnoud.
— A Pradeltomo, sul luogo dell’adu-^
nanza del 15 agosto, è stato rinvenuto
un paio di occhiali montati in'osso. Chi
l’avesse smarrito è pregato rivolgersi
al Pastore. g. a.
POMARETTO
Mercoledì 19 agosto u. s. hanno avuto
luogo le esequie della nostra sorella Costantino-Tron Luigia deceduta in mamaniera quasi improvvisa in Perosa Argentina, all’età di 75 anni.
Rinnoviamo alla famiglia colpita da
questo lutto i sensi della nostra cristiana
simpatia.
— Per errore del copista nella crònaca di Pomaretto a proposito di un battesimo celebrato nel nostro tempio anziché Prochst Guido leggere Ribet Guido di Giosuè e di Bileynat Alma.
a.PRALÌ
%
Il 24 agosto, un. lungo corteo di'pa”1 renti e di amici accompaghava al camy dèi-riposo le spoglie mortali di Barus
^ Luigi, all’età di 74 anni/ Egli fu anzia'jl^no per oltre 20'anni. Consacrò tutte le
-;~sue energie al bene della sua famiglia e
mito della signora Elena Beux dei Gia
f al buon andamento della' sua chiesa che
tanto amava. Rimane in quanti l’hanno
* conosciuto il ricordo della sua grande
^ affebilità e generosità; la sua casa era
aperta a tutti i .passanti, ai quali offriva
sempre una cordiale ospitalità. Egli eb' be molto a soffrire per la morte di due
^'suoi figliouli, ma la sua fede incrolla^bile lo aiutò a sostenere le crudeli pro¡c^ve.
Alla vedova ed ai figlioli rinnoviamo
^l’espressione della nostra solidarietà
cristiana nel loro grande dolore.
— Durante l’estate,' il pulpito venne
'i- occupato dai pastori sigg. Oreste Peyrojhel, Roberto Jahier, Umberto Beri e
-’ Carlo Gay.
vi Ancora li ringraziamo per i loro buo*
pi messaggi.
% — Sono stati presentati al S. Batte"simo: Grill Ersilia Susanna di Filippo
S ii 16 agosto; Baud Claudio Giovanni di
" Filippo il 30 u. s.
Le benedizioni di Dio riposino sopra
i quei bimbi ed aiuti i genitori a mantenere le loro promesse.
PRAROSTINO
Il 24 agosto si è spenta, ai Moisa,
Forneron Enrichetta nata Godino. di
anni 64. •
Minata dalla malattia da parecchi
metsi lavava continuato a compiere il
suo dovere’ in seno alla famiglia con
'•'non com,une forza di volontà. Nulla pe-^ rò lasciava supporre che se ne, sarebbe
.andata in modo così improvviso,
ri Agli afflitti esprimiamo la nostra simpatia.
SAN GERMANO CHISONE
, Morte di un soldato.
A pochi giorni di distanza dalla sepoltura del marinaio Gustavo Comba ci è
> giunta la notizia deirimprowisa morte
del soldato Gallian Arturo, avvenuta per
incidente a Varallo Sesia, domenica 23
corrente.
, Informato di questo dece^o il Cap’ pellano Militare Cap. E. Rostan che trovavasi a Pti-amollo in'meritato breve riposò, volle recarsi a "Varallo Sesia dove
presiedette il servizio funebre dinanzi
alla famiglia e alle, rappresentanze militari. , •
La salma essendo stata trasportata a
San Germano, giovedì mattina ebbe
luogo in chiesa la proclamazione della
Farola di Dio. Benché fosse mancato il
tempo di affiggere le participazioni, una
grande assemblea mesta e silenziosa si
raccolse intorno alla famiglia piangente
per circondarla di simpatia nell’ora tristissima del’estrema separazione.
Al padre Gallian Luigi dei Garossini,
alla madre, ai fratelli di cui due sono
sotto le armi, alle sorelle, ma in modo
particolare ala vedova Martinat Augusta esprimiamo le condoglianze di tutta la parrocchia. Nella giovane età di
30 anni Gallian Arturo ha dovuto lasciare i suoi cari, la sua moglie, la 'sua
bambina e il figliuoletto nato da poche settimane 'e ch’egli aveva visto pochi giorni prima.
Solenne risuona nella nostra coscienza Taffermazione dell’Apostolo: « Il salario del peccato è la morte, ma il dono
di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù,
nostro Signore,». La repentina ed inattesa morte dei nostri due giovani fratelli che pur non erano esposti ai pencoli del combattimento, deve farci riflettere sulla vicinanza della morte e
sulla possibilità che v’è per ciascuno di
noi di dover comparire da un momento all’altro dinanzi al tribunale di Dio.
E poiché la morte deU’anima, salario del
peccato, è più tremenda della morte del
corpo, oh ! accogliamo senza tardare il
dono di Dio, la Vita Eterna ! Gesti ce lo
offre, non abbiamo che da desiderarlo
e da volerlo. Lasciamo da parte la mormorazione contro Dio e’contro il pro.ssimo, asciughiamo il nostro volto, bagnato dalle lacrime del duolo e guardiamo al nostro Signore che ci dà la
certezza della Vita Eterna per noi e per
i nostri cari morti nella fede. L’Iddio
che è difensore delle vedove e padre
degli orfanelli prenda sotto la sua santa protezione la vedova e i figliuoletti
e conceda loro tutto ciò di cui hanno
bi^jgno per la vita temporale e spirituale ! I
Un altro disperso.
E’ giunta la comunicazione ufficiale
che il Maresciallo Petrone Ignazio, ma
'1
TORRE PELLICE
Il culto, domenica prossima, alle ore
10,30, sarà presieduto, Dio volendo, dal
signor Moderatore, pastore V. Sommanv
La famiglia dell’a/mato e compianto
Oustaiv«» Coanbai
profondamente commossa per la dimostrazione di simpatia tributatale dalla
popolazione San Germanese, nella luttuosa circostanza, ringrazia tutti quanti
hanno preso parte al suo grande dolore.
In modo particolare il Sig. Widemann
per il grande e diretto interessamento,
il Pastore, sig. Bertin per le confortanti
parole prodigate, la maestra signorina
Rivoir., ed i compagni dell’ospedale di
Pomaretto per le loro affettuose attenzioni.
San Germano Chisone (Martinat)
26-8-42 A XX°.
i
CERCASI signorina pratica di' casa
disposta occuparsi bimba piccola. Rivolgersi pastore Giampiccoli, Villa Decker - Torre Fellice.
CERCASI custode per la Chiesa Valdese di Torino e annessa portineria.
Fer informazioni rivolgersi al pastore Eynard - Via Fio V, 15 - Torino.
CERCASI, per Istituto Femminile Evangelico, personale di servizio, tuti,o
fare. Indirizzarsi alla Direzione del
giornale.
Prof. OINO CosTABBL, direttore responsabile
« ARTI GRAFICHE L’ALPINA “torre PelUce’
E’ uscito: ' ■ '
Valli Nofira 1943-XXl
Almanacco del focolare Valdese
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Arti Grafiche L’Alpina - Tórre Pellice
* diaperso ».'Egli si trovava
aq un mese fa a El Alamein ed aveva ^ partecìpiato alla, grand©' avanzata
d Egitto, *ï*aiociâmo salire per lui e per
, il marinaio “Vinçon Guido delle Gressine, disperso neH’azìone di Malta del- io .^orso anno, le nostre ardenti supplicazioni a Dio !- * '
' Dove sono i nostri 78 catecum^i ?
D’inverno li vediamo ai Corsi di Cate- :V ‘
chismo e alla Scuola domenicale, ma
d’estate ? Se la domenica mattina ci
mettessimo in cammino li scopriremmo
forse tutti, l’un dopo l’altro, intenti al
loro lavoro e ai loro giochi. Ma siccome
non possiamo fare questa gita domqnÌT««£»*
cale, desiderianio vederli tutti insième ‘
al culto, tantopiù''eh’essi (come i loro
genitori''e tutti gli altri parrocchiani)
hanno più bisogno della Parola di Dio
che di qualunque al’tra cosa. Speriamo
dunque di vederli d’ora innanzi regola ri^nte al culto delle ore 10,30, nei priM banchi. A ben poco servono i corsi
■ invernali di Catechismo se nell’estate, é
nell autunno e sempre, non sono seguiti
dalla santificazione delia domenica e
dalla frequentazione del culto.
Giornata Unionista. Il tempo abbastanza clemente ci ha permesso di seguire l’annunciato programma. Il culto
è stato presieduto dal Cav. Paolo Bo.sio.
L’assemiblea più numerosa del solito ha
ascoltato con raccoglimento redificante
e profondo messaggio del Pastore della
Chiesa di Piazza Cavour di Roma Nel
pomeriggio il'Parco della Sagna, indicatissimo per riunioni del genere, si è
popolato di gioventù. Hanno parlato i
dott. Carlo Gay e Oreste Peyronel sul
tema; « Il servizio nella Chiesa». Dopo
alcuni canti all’Asilo dei Vecchi gli
Unionisti si sono ritrovati in Villa per
qj>ntemplare bellissime vedute di scene di vita valdese, dovute alla maestria
fotografica del signor Guido Comba.
Bellissima giornata unionista, passata
però troppo presto. Avremmo voluto of frire della frutta ma i prezzi ci hanno consigliato di rinunciare a quella
forte spesa; d’altronde è stato deciso
di non offrir nulla nei Convegni, per la
durata della guerra ed è bene conformarsi alla regola.
■ ~ Al culto di domenica prossima
avremo il piaçero dl’udire il nuova. FaÌstore della Chiesa Valdese, il signor Aldo Sbaffi di Roma.
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