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ECO
fiorino)
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DE LEE VAILI VALDESI
'' Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Anno LXXXVI - Nam. 22
Una copia L* 30
ABBONAMENTI
[Eco: L. 1000 per rintemo 1 Eco e La Luce: L. 1500 per l’intemo Spediz. abb. postale U Grappo I TORRE PELLICE, 2 Nov^bre 19^
/ L. 1500 per l’estero | L. 2000 per l’estero | Cambio d’indirizzo Lire 40,— | Ammin. Claodiana Torre Pelbce ■ C.C.P. _|
Analfabetismo e Rifojirma La tragedia deir Ungheria
_______:______________________________i
In Italia la piaga dell^analfabeiismo non è ancora sanata - Il Protestal^slnto ò
sempre alPavanguartlia nel campo delPistruzione > Bisogna istruire^giovani
Lltimamente, ii quotidiano torinese « La Stampa » ha messo a fuoco un problema di particolare gravità 2>er la vita della nazione e che,
tuttavia, lascia più o meno indifferenti molte persone e non poche personalità dei nostro mondo politico
sociale.
In due coraggiosi e documentati articoli, Paolo Serini ha denunziato la
piaga deiranalfahetismo in Italia,
cosi lento a guarire per molte e varie ragioni, non ultime la scarsità
dei mezzi e la perplessità dei medici
addetti alla cura.
I risultati del censimento del 4 novembre 1951^ resi finalmente noti,
hanno offerto al giornalista lo spunto per alcune amare considerazioni,
degne di molta attenzione da parte
di chi occupa posti di responsabilità
nella nazione e che suggeriscono a
noi pure alcune riflessioni assai oj>])orlune in occasione della Commemorazione della Riforma Protestante.
Cinque milioni
di analfabeti
Dai dati ufficiali ilei censimento si
rileva, che nel 1951 gli analfabeti in
Italia erano 5.456.005, pari al 12,90
per cento della popolazione (42,3
milioni) in età superiore ai sei anni.
Oltre a ciò, occorre notare che ben
7.581.622 individui erano privi del
minimo titolo di studio della scuola
elementare (certificalo di proscioglimento); individui, perciò, che si
possono considerare praticamente
come semianalfabeti dopo alcuni anni di vita extra-scolastica.
La distribuzione dell’analfabetismo sul territorio nazionale varia da
regione a regione. Modesto il numero degli analfabeti nell’Italia Settentrionale (media 4%), specialmente nel Piemonte e nella Valle
d’Aosta (2,6%); più consistente nell’Italia Centrale (media 12%) e gravissimo e persistente nell’Italia Meridionale e insulare (media 24%)
con cifre che raggiungono il 29,1 in
Basilicata e il 31,8 in Calabria. In
94 Comuni del Mezzogiorno si toccano le punte massime, perchè mettendo insieme analfabeti e semianalfabeti si raggiunge addirittura il 75
per cento degli abitanti. Sempre riferendoci alla data del 1951, risulta
che nel Sud la percentuale degli
evasori all’obbligo scolastico resta
del 25 per cento e che (come ha recentemente dichiarato il relatore
del bilancio della Pubblica Istruzione al Senato) su cento bambini
che si iscrivono alla prima elementare soltanto trentasette giungono
alla quinta e solo diciannove proseguono gli studi fino al 14.o anno di
età, com’è prescritto dalla Costituzione.
Non v’è chi non sia colpito da
questa statistica che apre gli occhi
.su di una situazione di fatto ben triste e non senza riflessi sulla vita sociale, politica ed anche religiosa del
nostro popolo.
Non si può dire che dal 1951 ad
oggi la situazione sia rimasta stazionaria. Si sono fatti dei progressi, indubbiamente, ma ancora inadeguati
alle urgenti necessità. Dal 1945-46 al
1953-54 le scuole elementari sono
salite da 35.241 a 41.227 e gli insegnanti da 133 a 176 mila; si sono eostruite ed aperte molte scuole, si
sono itituiti 17.000 corsi di scuola
popolare per gli alunni analfabeti o
semianalfabeti. Un piano di emergenza predisposto dal Ministero
di P. I. ha cominciato a trovare at
tuazione in sei province « pilota »
e verrà esteso ad altre ancora; ma
un più vasto sforzo economico e sociale dev’essere compiuto dagli organi competenti e dev’esser sostenuto dall’opinione pubblica, troppo
abituata da decenni a considerare
l'analfabetismo nell’Italia Meridionale come una piaga del tutto inguaribile.
Riforma e
scuola elementare
Alcuni anni fa, l’attuale sindaco
de B'irenze Giorgio La Pira, democristiano, se ne usci con una Irase
cite fece sorridere i fiorentini: disse
cne quattro erano i « C » che doveV ano ngurare in primo luogo nel programma di qualsiasi governo: Case,
Cantieri, Chiese e Cimiteri.
Il Sindaco La Pira avrà anche pensato alle scuole, ma non 1© ha detto. Intanto milioni di analfabeti e
migliaia e migliaia di insegnanti disoccupati o in attesa di qualche sistemazione caratterizzano la situazione dell’istruzione pubblica in Italia. A molti, forse, questo problema non si pone in termini di urgente necessità. L’ignoranza s’addice ai
paternalismo, aUa docile e remissiva. ubbidienza, aUa limitazione delle libertà ed aR’oscinrantismo religioso.
La Riforma Protestante, sorta e
sviluppatasi per una profonda, iiisopiirimibile esigenza religiosa, non
ha negletto l’istruzione pubohea,
anzi rba favorita e potenziata in
tutti 1 paesi. Riforma religiosa e cu.tura sono e rimangono inseparabili;
jiercbè sono inconcepibili il risveglio della coscienza religiosa e le sue
ripercussioni in tutta la vita di un
individuo e di un popolo senza una
buona cultura popolare, estesa a tutte le classi sociali.
La Riforma Protestante è stata
fatta innanzi tutto mediante la Bib
bia; non mediante una Bibbia nascosta nelle sacrestie o affidata uni
camente alla classe sacerdotale, sola capace di interpretarla rettamente e di insegnarla, ma con la divulgazione della Parola di Dio letta c
compresa dal popolo. I Riformatori
del XVI secolo non furono soltanto
teologi e predicatori; furono anche
professori ed insegnanti, nelle loro
famiglie, nelle città e nelle campagne, aH’Accademia di Ginevra come nelle contrade della Germania.
Non si valuta tutta l’opera di Martino Lutero nella sua piena espansione, se si dimentica il pedagogo,
ii maestro sempre preoccupato di istruire i fanciulli per condurli alla
conoscenza della Parola di Dio.
In uno spirito
di libertà
\ncoF3 il Prolcstfliitcsiino
non teme l’istruzione e vuole che
essa si compia in uno spirito di libertà. La libertà favorisce la formazione delle coscienze e delle personalità, capaci di dire con San Paolo: «io so io ‘^i’i creduto
bivece di limitarsi a dire «credo ciò che mi si ordina di credere ». Essa ha i suoi rischi, indubbiamente; ma, fra una libertà con i
suoi rischi e l’autorità di un assolutismo dogmatico sempre pronto ad
adoperare la scomunica o il confino,
in campo politico e tanto più m
quello religioso, preferiamo la prima. Senza istruzione e senza libertà
è inutile parlare di vera democrazia e di vero progresso sociale.
Ed è per questo àie l’esigenza dell’istruzione popolare, oltre a quella
di alcuni ceti privilegiati, è indispensabile e fondamentale nei Paesi dove la Riforma Protestante ha
fatto sentire la "sua azione. Istruzione che non grava, come tante volte
accade in Italia, suUe deboli possibilità delle famiglie, ma è favorita
dallo Stato che ha tutto da guada
guare e nulla da perdere se non si
trascina dietro una popolazione di
analfabeti.
Nei Paesi a maggioranza protestante il problema dell’analfabetismo non esiste più. E il popolo Valdese, che per secoli ha dovuto far
da sè, è stato all’avanguardia in
fatto di istruzione elementare e superiore; non soltanto per amor di
« cultura », ma anche e sopratutto
per una profonda esigenza religiosa.
L’eredità del passato non venga
ora sciupata o venduta per spirito dj
pigii/ia o per tip piatto di lenticchie. .incora oggi il nostro compito
( (li vegliare c di operare affinchè le
nuove generazioni siano, sì, istruite
e preparate alla vita; ma abbiano
anche una coscienza religiosa desta
al senso preciso della realtà di Dio,
dell’Iddio vivente.
Ermanno Rostan
Da alcuni giorni, gli sguardi di tutto
il mondo sono volti aU’Ungheria.
Mentre scriviamo queste righe, avvenimenti tragici stanno sconvolgendo quel paese; e, quando il giornale
giungerà ai lettori, altri avvenimenti
si saranno sovrapposti, aggiungendo
lutti ed orrori ai molti che già si sono
verificati.
La nazione ungherese è percorsa
da un fremito di rivolta contro un
sistema oppressivo e contro i funesti errori compiuti dai suoi governanti. Sentimenti e passioni a lungo
repressi sono sfociati in modo violento in un comprensibile anelito alla
libertà.
Le notizie giunte nei paesi occidentali sono in questo momento ancora
confuse, per quanto molto gravi. Non
si può conoscere l’esatta situazione
in cui si trova il paese, nè è possibile formulare previsioni su quello che
potrebbe accadere da un momento
all’altro. Non c’è però dubbio alcuno
sulle distruzioni operate, sul sangue
versato, sulle sofferenze e sulle lacrime della popolazione ungherese
in quest’ora grave della sua storia.
Gli insorti combattono contro altri
ungheresi e contro le truppe russe.
L’esercito russo è intervenuto
per soffocare l’insurrezione ed è stato
costretto a fare affluire rinforzi anche dalla Romania. Le fotografie
pubblicate dai giornali riproducono
scene di orrore e di lutto veramente strazianti. Le strade e le piazze
sono state coperte da migliaia di cadaveri. Gli ospedali sono pieni di feriti ed una colonna medica, guidata
dall’illustre prof. Dogliotti di Torino,
partirà in questi giorni per recar sollievo a quelle popolazioni, con un
atto di profonda solidarietà umana.
In attesa degli eventi, non possiamo fare altro che pensare con commozione alle sofferenze dell’Unghe-ria, dove ci sono anche molti nostri
fratelli in fede. Debrecen, uno dei
centri più importanti del Protestantesimo ungherese, è attualmente in
possesso degli insorti.
La loro sofferenza non abbia ad
esser vana per loro e per i loro compatrioti.
Cessi la violenza e voglia Iddio
che sulle rovine di oggi si possa ricostruire nel timor di Dio, sulla via
della giustizia sociale e della libertà.
11 Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha deciso di porre la questione ungherese all’ordine del giorno
con nove voti favorevoli contro il voto
contrario dell’Unione Sovietica. Il delegato sovietico, in apertura di seduta,
si è alzato per protestare contro l’iniziativa di convoare il Consiglio di sicurezza senz’aver prima consultato la
Russia.
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I
SAN
E’ tempo di crisantemi : l anfiteatro rorengo digradante verso il verdeggiante pianoro di San Nicoloio.
si è doviziosamente colorato di tinte, dalle sfumature più delicate^ che,
per una gemma pressocchè infinita
di colori, corre dal rosso vermiglio
al giallo oro, quasi ad esprimere il
festoso congedo dalla vita. A piè dei
monti, le bianche casette dell abita
IO, cui fanno corona orticelli e giardini, circondati da vetusti e cascanti muri, in prossimità dei quali occhieggiano i crisantemi.
Ho guardato u lungo l’ultimo
incomparabile fiore che Dio ci ha
donato prima della morta stagione;
il crisantemo. L’etimologia della
parola si collega, secondo la leggenda, alla prima pennellata divina che
aveva il color dell’oro; esso significa appunto: fiore d’oro. L’aneddottista provenzale Almera< paragona
la lunga teoria di fiori ad un Corteo
maestoso, dove le viole e le primule
aprono la marcia ed il crisantemo
la chiude. Eppure, annota ancora lo
scrittore francese^ questo fiore, così soffuso di delicata poesia è diventato un articolo di commercio, con
¡'etichetta, la tariffa, e poi destinato alla tomba, quasi a sostituire i
jiensieri di lutto, i sentimenti di dolore e di speranza che dovrebbero
nutrire i viventi.
Il fiore del cristuitemo è il fiore
dei ricordi : Ognissanti, commemorazione dei defunti, IV novembre
olezzano del profumo del crisantemo nei cimiteri, a piè delle lapidi,
.sulle tombe ignote. Il fiore novembrino ci fa sostare pensosi al cospetto di nomi, di date, di avvenimenti
consacrati alla storia della Chiesa,
della nazione e della famiglia. La sosta vuole essere per noi credenti
messaggera di rinnovati impegni e
di richiami urgenti al cospetto dei
VIVI.
La commemoi azione dei defunti
(2 Novembre) è d’origine pagana. I
Greci ed i Romani onoravano i loro morti con riti particolari^ che,
con l’andar del tempo s’inserirono
nel mondo cristiano, seppure modificati, a datare dal IV secolo. La
commemorazione ufficiale fu accettata dalla Chiesa d’occidente nel decimo secolo. Lo scopo della celebrazione è l’invocazione e la preghiera per i defunti, ancora rattenuti
nel purgatorio, perchè raggiungano
più rapidamente le sfere del cielo.
La data del IV novembre, ricca di
manifestazioni cimli e religiose,
comporta un evidente pericolo per
le comunità dove si celebra Un culto commemorativo, di interpretare
h manifestazione religiosa come un
culto in suffragio dei morti e di accantonare sempre più l’impegno col
Vivente, morto per tutti.
La festa dell'Ognissanti trae la
sua origine dal culto dei martiri della fede. L’ardita testimonianza dei
primi Cristiani indusse la Chiesa a
fissare una data precisa per la celebrazione del suo martirio; in prosieguo di tempo, ai martiri furono
as.sociati i confessori della fede, vescovi distintisi quali esempi luminosi di vita incorrotta e intemerata.
La ricerca di perfezione e di santità interiore comportò la ricerca di
esempi, di ” santi ”; si celebrò dapprima la festa dei martiri verso il
VI secolo, poi, nel secolo IX s introdusse la festa dell’Ognissanti che fu
fissata il l** novembre. La liturgia
canta la gloria degli eletti e si ispira alla stupenda visione di San Giovanni nell’Apocalisse e proclama la
gloriosa speranza cristiana.
L’annunzio di questa speranze
nel giorno d’Ognissanti è quanto
mai opportuna, alla sola condizione
che si ricordi la felicità dei .santi
nel senso etimologico della parola,
consacrati a Dio, credenti, e non secondo l’interpretazione cattolica.
La nota della speranza cristiana,
della certezza in Cristo illumina di
Una luce nuova le cupe ,melanconiche festività novembrine; i pellegrini del mondo ,nel cuore dei quali
si rinnovano i ricordi di ferite profonde, di lacerazioni interiori sono
confortati dalla visione dei redenti
che hanno lavato le loro vesti nel
sangue dell’Agnello, nonché dalla fiducia che « chiunque vive e crede in
Cristo non morrà mai ». Essi si staccheranno dal corteo dei vinti, dei
rivoltosi per innalzare a Dio un inìio' di benedizione, il quale « nella
sua gran misericordia ci ha fatti rinascere, mediante la risurrezione di
Gesù Cristo dai morti ad una speranza viva in vista d’una eredità incorruttibile^ immacolata ed immarcescibile.^ conservata nei cieli per
voi... nel che voi esultate, sebbene
ancora, per un po’ di tempo siate
afflitti da svariate prove
Il fiore del Crisantento non è quindi il fiore dei morti ma dei vivi; essu annunzia il concreto miracolo celeste che si rinnova là dove si avvertono i segni premonitori della
morte, d’un naufragio totale dell’umanità. Esso è messaggero della divina presenza, a mezzo dei credenti, nella paurosa sterpala umana dove il lupo divora ancora l’agnello,
dove la rottura con Dio comporta
la comunione con Satana e sfociatile
nella follia, nella passione omicida,
dove l’affetto, il rispetto, l’ubbl
dienza e l’umiltà sembrano accanto
nati per .sempre. Staccheremo per
( iò i fiori del crisanteme germinati
nel nostro cuore, per la grazia divi
na, e li consegneremo ai viventi^ ai
cittadini del nostro villaggio, della
città ammaliatrice perchè il profumo spirituale li possa inebriare e
dia loro di conoscere la celeste consolazione e l’ardente desiderio di
cercare « le cose di sopra dove Cristo è seduto alla destra di Dio ».
Gustavo Bouchard.
2
ï —
L'EOO DELLE . VALU VALDESI
EaMlBLlE laLDESl ; QÜEST0 ARTICOLO E’ PER VOI !
Corsi di reiigione
lu questi giorni i nostri ragazzi
hanno' rimesso nella loro cartella.,
assieme agli altri libri, anche la loro Bibbia, il libro di religione o il
quaderno biblico.
Una cosa che succede tutti gli anni, a quest’epoca.
Ma questa ripresa ha qualche cosa di speciale, non solo per i ragazzi; ma anche per quel che riguarda il nostro impegno e la nostra responsabilità di Chiesa e di genitori.
I nuovi programmi proposti nel
1955 dalla circolare ministeriale Ermini sono entrati del tutto in vigore e per conseguenza tutto l’insegnamento viene impartito su nuove
basi. Anche quello della religione.
In due parole, ecco di che si tratta. Lo studio, tranne che per le prime classi, avverrà non più tanto seguendo Viirie materie distinte; ma a
cicli, cioè ad es. si parlerà per un
certo periodo della campagna o del
mare e si studierà tutto quello che
interessa questi argomenti : geografia ,storia, letture e poesie che parlano di questi argomenti ecc; ecc.
Anche la religione (cui rimangono
sempre dedicate due ore settimanali) sarà inserita nell’insegnamento
in questo modo, per cui se ne parlerà anche durante le lezioni non
impartite dal Pastore o dal Parroco.
Non desidero entrare oggi in questo argomento; ma non è difficile
vedere come — per quel che ci interessa — sia sempre meno possibile fare una distinzione fra religione
e storia o matematica.
La cosa può essere preoccupante
per il fatto che la circolare Ermini
cita espressamente l’art. 36 del Concordato con la Santa Sede che dice
« L’Italia considera fondamento e
coronamento della Istruzione pubblica l’insegrMmento della dottrina
cristiana secondo la forma ricevuta
dalla tradizione cattolica ». La porta per una completa clericalizzazione della scuola è quindi aperta.
II nostro ultimo Sinodo ha avvertito il pericolo, ed in un Ordine del
giorno « ...fortemente preoccupai^)
per ha crescente influenza del confessionalismo nella Scuola Statale
Italiana, quale si rivela fra l’altro
dai nuovi programmi delle Scuole
Elementari... invita la Tavola a presentare alle autorità scolastiche il
disagio in cui si trovano gli alunni
evangelici nelle Scuole Elementari
in seguito ai nuovi programmi, e n
chiedere che questi siano riveduti ».
(.A. S. 22). Ma anche su questo argomento varrà la pena di scrivere
più tardi.
Oggi dobbiamo domandarci: oltre
a quello che già è stato fatto.
Che cosa
possiamo fare ?
C’è Un impegno da prendere.
Da parte delle Chiese e dei Concistori, così come è stato additato
al Sinodo, occorre che sia esercitata
una certa vigilanza su quanto i nostri ragazzi ricevono in materia religiosa fuori delle due ore di « religione » impartita dai Pastori o dagli incaricati del Concistoro. Non
per fare della polemica a buon prezzo ma per completare e rettificare
quanto hanno ricevuto, affinchè non
debba più succedere ciò che è successo ultimamente ad un Pastore delle
Valli.
« Non sai il Padre Nostro? »
li No » risponde un bambino delle Elementari.
E quando pregili, che cosa dici,
allora? »
« L’Ave Maria ».
Questo è successo alle Valli nel 1956!
I' questa opera di controllo e di rettifica sarà certamente fatta.
Ma il fatto che ho citato non sarebbe avvenuto se la famiglia del
ragazzo avesse — almeno un poco —
collaborato con la Chiesa.
E questa è la cosa importante, di
cui dobbiamo renderci conto, con
grande chiarezza.
Nelle ore di religione si possono
istruire i bambini, ma non -educare
alla fede
E c’è una bella differenza fra le
due cose.
Come se un operaio imparasse
tutti i disegni della sua macchina,
fino a saperli a memoria, ma poi
quando lia da montarla non sapesse da che parte si prende una chiave inglese.
Oppure come se un contadino asquistasse un sacco di semente pre
giata (del grano Mont Calme, o delle patate olandesi, mettiamo) ma
poi non avesse un campo e seminasse sulle rocce.
Cosi anche dell’istruzione. A che
cosa serve se non siamo capaci di
mettere in pratica o se non sappiamo dove mettere in pratica quello
che abbiamo imparato?
A che cosa serve che un ragazzo
conosca la sua Bibbia se non lo aiutiamo a vedere come essa interessa
non Mosè e S. Paolo, ma lui stesso
e come fare per vivere nella ubbidienza al Signore che ha imparato
a conoscere?
E per questo la Scuola e la Scuola Domenicale non bastano.
Ci vuole la vita. Tutta la vita di
tutta la famiglia.
Mi diceva un Pastore delle alte
Valli, che gli succede ben di rado
di andare in una casa senza trovare
uno dei genitori che sorveglia ed
aiuta il figlio a studiare le .sue lezioni, anche quelle di religione. Quanti colleghi fanno la stessa esperienza
e, soprattutto, quanti ragazzi nelle
nostre Parrocchie?
Chi è Baal?
Certo questo richiede del tempo
e può mettere nell’imbarazzo. In
questo periodo molti genitori si saranno sentiti chiedere, per es. « Chi
è Baal? » dai loro ragazzi.
Immaginate questa scena. Il ragazzo pone la sua domanda ed il padre risponde : « Ah, si ! Baal, lo conosco bene! Diamine...! Dunque...
non sai chi era Baal?... Perdinci...
questo è grave... era... era un profeta! »
Non So se una cosa simile sia mai
successa. Ma certo non deve succedere.
Non abbiate paura di seguire i
vostri figli, pur di fari© con la Bibbia alla mano!
Essi non ci domandano di essere
infallibili ed onniscienti; ma di seguirli e lavorare con loro, se ne è il
caso. La presunzione del padre o
della madre che-sa-tutio, è molto
jdù nel nostro orgoglio che nella attesa di ragazzi che vanno a scuola.
Ma i vostri figli si aspettano da
voi qualche cosa di più importante
ed impegnativo che non sapere chi
era Baal.
Si attendono <^he voi diate loro
I esempio!
All’origine di molto disinteresse
o di molta incredulità vi è la constatazione, più o meno cosciente:
(i Mio padre non ha mai preso la
ATTENZIONE T
Dal prossimo mese di Dicembre ii nostro giornale
ridiventerà settimanale. L'abbonamento sarà di L. 1000
Famiglie valdesi, abbonatevi a
L'ECO DELLE VALLI VALDESI
Dalle
mane
Chi lo
singole
ad un
Chiese il giornale sarà inviato per alcune setticerto numero di famiglie a scopo di''propaganda.
riceve, faccia il possibile per abbonarsi ! ! !
Bibbia sul serio », oppure « Per
mia madre vi sono sempre state delle cose più impo]^nti della sua fede ».
Che ne direst^ di un padre che
dòpo aver detto g sua figlio che non
bisogna rubare, «si facesse vedere a
farlo o che chiedesse al figlio di aiutarlo a spennare la gallina di cui
ha alleggerito il yicino?
E dunque, che ne dite di quel padre o di quella imadre che impongono al figlio di, studiare la Bibbia
e di andare alla Scuola Domraiicale
e poi gli fanno vedere tutti i giorni
che per loro il denaro o il lavoro,
la pipata in pa^ ,o la lettura del
rotocalco sono #iù importanti che
la parola di Dio?
Questo è il p^to. E questa è la
via per superare le difficoltà di oggi.
Naturalmente è molto e molto impegnativo. Non si può far finta di
essere cristiani di fronte ai propri
figli.
Ed i nostri figli hanno la pretesa
ed il diritto di vedere che non li
prendiamo in gir© sui problemi della fede!
Pensate: i primi cristiani non avevano l’esenzione dalla religione per
i loro figli, e neppure i nostri padri.
Non ostante questo la fede, loro,
hanno saputo tramandarla ai loro
ragazzi.
E non perchè le situazioni difficili si risolvano più facilmente di quelle semplici, ma perchè questi credenti hanno saputo dare quello che
è necessario in ogni tempo.
Anche noi lo possiamo fare, perciò dobbiamo farlo!
Collaboriamo con la Chiesa; diamo l’esempio di una vita cristiana,
in cui « il fondamento ed il coronamento » siano l’ubbidienza alla parola di Dio ed in pratica avremo superato in partenza tutte le difficoltà
reali o immaginarie che possono venire da programmi o da circolari di
Ministri.
Franco Davite
La Parola della vita
Signore, e di Ini che ne sarà?
(Giovcmni 21: 21)
La domanda è di Pietro e riguarda il suo compagno Giovanni. L'episodio da cui è tratta si svolge sulle sponde del mare di Tiberiade, dopo
la risurrezione di Cristo. Pietro confessa ben tre volte il suo amore per
il Signore, dicendo: « Sì, Signore; tu sai che io t’amo ». Cristo gli affida
il compito di pascere le sue pecore (sebbene non a lui soltanto) e gli
preannunzia i giorni in cui « stenderai le mani, e un altro ti cingerà e ti
condurrà dove non vorresti », significando con qual morte egli glorificherebbe Iddio.
Ad un tratto, Pietro vede venirgli incontro il « discepolo che Gesù
amava; quello stesso che, durante la cena stava inclinato sul seno di
Gesù e aveva detto: « Signore, chi è che ti tradisce? » Allora egli si
volge verso il Maestro; forse non pensa più al proprio avvenire ed alle
parole che il Maestro gli ha rivolto, ma si preoccupa della sorte di Giovanni e domanda, con quali sentimenti nell’anima non lo sappiamo: « Signore, e di lui che ne sarà? » E Gesù gli risporule: « Se voglio che rimanga finch’io venga, che t’importa? Tu seguimi! »
Gesù non dice che Pietro non dovrà morire. Dice: « se voglio... »
e in tal modo afferma che le vite di Pietro e di Giovanni possono essere differenti ed anche la loro morte. Quella non dev’essere per Pietro
l’ora del tormento o della umana curiosità: « che t’importa? » gli risponde il Signore: « Tu seguimi ».
iti ^ Ufi
Nelle nostre relazioni familiari e pensando ai nostri fanciulli, quante volte abbiamo formulato anche noi la stessa domanda di Pietro, se
pure in un altro ordine di idee: « E di lui o di lei, che ne sarà? »
Noi, genitori, cerchiamo di dare una risposta e, più che altro, viviamo di speranze. GU uni sono ottimisti, altri sono pessimisti e battuti
in partenza. Probabilmente, molti dicono: «Mio figlio sarà quel che
Dio vorrà ». E sta bene; non è una cattiva risposta. Ma noi, genitori cristiani, ci rendiamo sempre conto di ciò che implica la conoscenza della
volontà di Dio e la nostra fede in Lui? Se parliamo di Dio ai nostri
figliuoli, non ne possiamo parlare in modo vago ed impreciso; dobbiamo
vivere nella fede in Lui e ricercare la Sua volontà. E allora, quando diciamo « mio figlio sarà quel che Dio vorrà », non pensate che dobbiamo
anche dire: « io, suo padre o sua madre, farò per lui ciò che Dio mi
dirà di fare? »
Sicuro, proprio cosi; esattamente come abbiamo promesso di fare
al momento del battesimo dei nostri figliuoli.
« E di lui, che ne sarà? » Non possiamo fare a meno di pensare al
suo avvenire e, nella nostra fragile umanità, ci pensiamo talvolta con
vera e propria agitazione, invece di affidarlo innanzi tutto in preghiera
alla benignità di Dio.
Però, la risposta di Gesù a Pietro ci rende attenti ai nostri limiti ed
alle nostre responsabilità. Il « tu seguimi » riguarda anche ed innanzi
tutto i genitori.
Potremo dire con maggior fiducia : « sarà quel che Dio vorrà », nella misura in cui avremo risposto all’invito di Cristo, per insegnare ai
nostri figliuoli a credere in Lui ed a camminare con Lui. e. r.
_^Pour le 2 novembre
LE COMPTE DE LA FOI
Voilà novembre avec ses brumes; la
nature semble en deuil, car désormais
les feuilles sont tombées et ta plus
grande partie des fleurs ont disparu
sous la morçure des premiers frimas.
Les chrysanthèmes cependant résistent;
on va en fleurir les tombes. La procession vers les cimetières continue pendant quelques jours, fin octobre, début de novembre. Ce sont les jours du
souvenir, c’est le moment où d’une façon toute particulière l’on se rappelle
les chers disparus et que l’on réalise la
communion des vivants et des morts.
Je voudrais que tous ceux qui ont
des personnes bienaimées dans les cimetières fussent animées de la même
foi qu’avait la fillette présentée par le
poète anglais Wordworth dans une touchante poésie intitulée « We are seven » (Nous sommes sept).
Le poète^ se demande: Une simple
enfant qui respire librement et qui sent
la vie dans tous ses membres que peutelle bien savoir de la mort? Il raconte
d’avoir rencontré une fillette âgée de
huit ans dont il brosse le sympathique
portrait en quelques lignes, sur lequel
nous glissons.
Ce qui nous intéresse c’est le dialogue que le poète a avec l’enfant.
Il demande: Combien de frères et
soeurs êtes-vous?
— Combien? sept en tout, répondelle, tout en regardant le poète émerveillée.
— Et où sont-ils? Veuillez bien me
le dire.
Elle répondit: Nous sommes sept;
deux de nous demeurent à C. et deux
sont marins embarqués. Deux de nous
gisent dans le cimetière — une soeur
et un frère — et moi qui habite tout
près d’ici avec ma mère.
— Mais, mon enfant, vous dites
que deux habitent à C., que deux sont
marins, et que cependant vous êtes
sept! Comment cela peut-il se faire?
Et la fille de répondre; Nous som
mes sept, garçons et filles; deux de
nous gisent dans le cimetière sous le
grand arbre.
— Vous, vous courez d’ici, de là,
vos membres sont vivants; mais si
deux sont dans la tombe il ne reste que
cinq de vous.
— Leurs tombes sont vertes, vous
pouvez les voir d’ici, répond l’enfant;
elles se trouvent à douze pas de la maison de ma mère, l’une à côté de l’autre.
Souvent là près je tricote mes bas,
j’ourle mes mouchoirs, je m’assieds
tout en leur chantant un cantique; souvent par les beaux soirs clairs et
chauds, je prends mon écuelle et je
vais manger mon souper là tout près.
La première qui mourout ce fut ma
soeur Jeanne et elle fut ensevelie dans
le cimetière, et quand l’herbe était sèche nous venions jouer, mon frère et
moi, autour de sa tombe. Puis quand
vint l’hiver, mon frère aussi dut partir, il gît à côté de ma soeur.
— Combien donc êtes-vous, s’il y
en a deux au ciel?
Prompte fut la réponse: Nous sommes sept!
— Mais deux sont morts, leurs esprits sont au ciel, ils ne comptent plus.
C’était peine perdue, puisque l’enfant voulait avoir raison et répétait
avec la conviction la plus sincère et la
plus profonde: NOUS SOMMES
SEPT!
Je pense en ce moment à tant de
foyers où un ou plusieurs membres
manquent, je pense à ceux qui ont vu
partir leurs bienaimés. Comme je voudrais que leur foi fût semblable à celle de l’enfant dont il est question dans
la poésie de Wordworth: nous sommes
sept, toujours sept, malgré la mort.
Tous ne vivent pas sur cette planète,
la mort est passée et a aminci bien des
rangs, mais la liaison entre les vivants
et les morts n’est pas interrompue.
Nous étions sept, nous sommes encore sept, malgré la mort et la séparation physique: c’est le compte de la
foi.
Puissions-nous tous en ces jours du
souvenir, avoir la foi de l’enfant qui a
inspiré le poète. L. M.
Benemerenza
Dai giornali ci è giunta notizia che il
Ministero della Pubblica Istruzione, su proposta dellTspettore Scolastico prof. Salvatore Bianchi (Pinerolo) ha conferito al Direttore Didattico del Circolo di Pinerolo
prof. Andrea Vignetta un assegno vitalizio
di benemerenza per la sua intensa attività
nel campo delPIstruzione e dell’educazione
deH’infanzia.
Ci rallegriamo col Prof. A. Vignetta per
l’attestato di benemerenza ricevuto che dà
diritto a fregiarsi della medaglia d’oro dei
benemeriti della Pubblica Istruzione.
La Chiesti è stata fondata non per proteggere dei cristiani malaticci e viziati dalle correnti d’aria fredda, ma per tmangelizzare la
razza umana.
Quel che occorre è un esercito, per vincere il mondo e il diavolo, e non una compagnia di sanità per trasportare qua e là in ambulanza dei cristiani pigri, i quali dovrebbero invece tenersi ben ritti
sulle proprie gambe. (Alleluia)
3
LTCO DELLE VALU VALDES!
- I
La giornata inaugurale
del Collegio di Terre Pellice
Chi non è di Torre Pellice suppone
probabilmente, che l’aula sinodale della Casa Valdese sia riservata esclusivamente al severo supremo consesso della nostra Chiesa, viceversa, almeno una volta all’anno, l’aula austera è occupata da una folla gaia e magari anche rumorosa di giovincelli. L’inaugurazione dell’anno scolastico del Collegio di Torre Pellice ci ha appunto offerto questo spettacolo lunedì 15 ottobre: attenti e composti durante la meditazione del Moderatore e la prolusione del prof. Attilio falla, gli alunni del
nostro Istituto di istruzione secondaria hanno manifestato a voce e con
battimani i propri sentimenti verso i
compagni che sono stati segnalati ai
primi posti della graduatoria di profitto o che hanno ricevuto diplomi e menzioni per la loro attività ginnico-sportiva. Facevano corona a questa gaia
compagnia da una parte le autorità
condotte dal Sindaco prof. Augusto
Armand Hugon ed il corpo insegnante, che occupavano l’emiciclo, e dall'altra un discreto pubblico sistemato
nelle gallerie.
All’inizio della cerimonia, il Moderatore, past. Achille Deodato, medita
l’esortazione biblica « Custodisci il tuo
cuore più d’ogni altra cosa » segnalando l’ampiezza e l’importanza del concetto di cuore nella Bibbia e indicando come questo cuore debba essere difeso particolarmente dall’ambizione,
dall’impurità e dalla disonestà.
Il prof. Attilio falla ricorda di aver
pronunciato la prima prolusione in simile circostanza ben 43 anni fa e dice
che questa sarà l’ultima. (Sappiamo però che questa non è stata la sua ultima attività come professore, perchè ancora per alcuni giorni egli supplirà un
collega assente). Egli traccia quindi un
breve schizzo biografico di tre professori che si distinsero al Collegio nella
prima metà di questo secolo: Davide
Jiihier, Giovanni Jalla e Mario Falchi,
tre diversi caratteri, docenti di diverse
discipline e con differenti interessi cullurali e sociali, ma tre personalità che,
entrate al Collegio sotto la trentina, vi
sono rimaste per più di quarant’anni
trovandovi non un mero e non certo esuberante « gagne-pain », ma l’occasione per esercitare una ben definita vocazione come credenti, come uomini
di cultura e come cittadini.
E’ certamente augurabile che parecchi degli attuali giovani membri del
corpo insegnante del Collegio sentano
che se il nostro Istituto non offre grande interesse dal punto di vista della
carriera, esso offre però impareggiabili
possibilità a chi voglia esercitare sull’ambiente valdese una influenza positiva in campo culturale, sociale ed anche economico.
La relazione sull’attività dell’Istituto è letta dal prof. Teofilo Pons e pone in luce diversi aspetti tecnici ed
amministrativi della vita del Collegio:
notiamo il numero degli alunni, 161,
di cui 44 in liceo; notiamo anche con
piacere che la società degli Amici del
Collegio sta provvedendo a rinnovare rimpianto di riscaldamento.
Un saluto speciale è rivolto al prof.
Luigi Micol che, dopo aver esercitato
il pastorato per alcuni anni, è stato per
più di un ventennio insegnante di francese al Collegio ed entra ora in emeritazione avendo battuto un primato
ben invidiabile: quello di non aver
fatto, in tutto quel tempo, una sola
assenza per malattia. Gli auguriamo
che la stessa salute lo accompagni per
lunghi anni permettendogli di godere
appieno del suo meritato riposo.
Si leggono ancora i messaggi di adesione del sindaco di Luserna S. Giovanni, avv. Creste, e del maresciallo
Mazzola; si procede alla consegna di
diplomi atletici ed infine, con la preghiera e la benedizione data dal Moderatore la cerimonia è chiusa. Crocchi di alunni e di ex alunni si scambiano ancora saluti e commenti nei
giardini e per la via.
a. c.
La Bibbia è offerta sulle piane
Perchè la "Società Biblica,,?
Lettera aperta al Direttore del giornale
Comunicato CIOV
La Commissione degli Istituti 0spitalieri Valdesi, nella sua seduta
del giorno 11 ottobre 1956 ha deliberato di istituire una borsa che copra interamente il pagamento della
retta mensile a favore di una giovane valdese cbe si iscriva presso una
Scuola Convitto per infermiere professionali.
Viene richiesto alla postulante un
impegno scritto per un servizio gratuito di 18 mesi in uno dei nostri
Ospedali.
Per ulteriori informazioni rivolgersi con cortese urgenza, all’Ufficio di Via Angrogna 12, Torre Pellice.
Esprimiamo fin da ora la nostra
più sentita riconoscenza, agli agricoltori delle Valli che in autimno,
all’epoca del raccolto, fanno pervenire ai nostri Istituti generose e gradite offerte di prodotti della campagna. jO Presidenza
Roma, 21 ottobre 1956
Lei mi ha ricordato, caro Signor Rostan, che la prima domenica di novembre è dedicata alla Riforma, e che, in
tale occasione, le Chiese Valdesi dedicano un aiuto materiale alla causa
della diffusione della Bibbia. Lei mi
ha anche chiesto di ricordare ai lettori di questo giornale la presenza della « Società Biblica » che, di tale aiuto, benefica. Mentre la ringrazio per il
pensiero gentile e opportuno, accetto
ben volentieri di ricordare ai suoi lettori cose che certamente per molti son
tutt’altro che nuove, e aggiungo alcune notizie sùl lavoro in Italia.
* ♦ ih
Lutero, nella sua Riforma, doveva
sostituire alla rinnegata autorità papale, un’altra autorità maggiore, e si appellò a quella della Bibbia; questo
"spiega la grande ed essenziale importanza di tale Sacro Volume per le Chiese Protestanti. D’altra parte, siccome
le Chiese Protestanti sono convinte della realtà del Sacerdozio Universale di
tutti i credenti, anche l’autorità della
Bibbia, base della fede, acquista per
i protestanti una caratteristica di cosa
indispensabile per chiunque voglia avvicinarsi a Dio.
Il lavoro di diffusione di questo Libro prende dunque un significato di necessità improrogabile ed assoluta. Non
possedere tale Volume equivale a una
povertà che non ha paragone. Possederlo, è un tesoro senza uguale.
Il giullare medioevale, valdese ed eretico, canterà nella ballata alla Signora Calabrese:
« Questo volume vai più d’una corona. noi lo chiamiamo la Parola di
Dio; è più splendente del sole al meriggio, più prezioso che le perle e l’oro ».
♦ * *
La necessità della diffusione della
Bibbia fa parte della mentalità protestante, come nessun altro aspetto. La
Bibbia è un libro che non è solo protestante, chi lo negherebbe? Come « la
Libertà » non è soltanto francese, chi
direbbe il contrario? Ma la diffusione
della Bibbia, sola ed ultima autorità
del pensiero protestante, ha preso per
i protestanti un senso di imperativo assoluto.
Essendo anche svincolata dall’imperativo ecclesiastico, tale diffusione si è
fatta anzitutto per iniziativa laica. Nel
1804 (centocinquantadue anni fa) nacque a Londra la « Società Biblica » di
cui stiamo parlando. Nacque, direttamente, per via del fatto accidentale che
una piccola contadina pia. Mary Jones (che altra Chiesa avrebbe forse beatificata) non riuscì a trovare subito una Bibbia completa nella sua lingua...
lingua che non era poi neanche l’inglese! Era il « gallese », una lingua parlata, tutto sommato, da ben poca gente, limitata nell’uso poco meno che nel
dialetto.
La generosità spirituale dei fondatori si tradì nella loro innocenza, quando, nel 1804, fondarono, col capitale
iniziale di poco più che... un milione di lire di oggi... una Società per
« portare la Bibbia a tutti i popoli della terra, a ognuno nella sua lingua ».
La gloriosa follia di questa santa innocenza da parte di un gruppetto di
pastori e di borghesucci, fu registrata
nel Cielo; e Dio stabilì che la cosa non
dovesse essere invano — non si spiegherebbe altrimenti il. rapido e grande successo di quest’opera, che ora può
vantare in cifre così ragguardevoli le
sue ultime tappe.
Mi permetta, signor direttore, di aggiungere a questa breve lettera degli
estratti di notizie recentemente da noi
pubblicate.
11 motivo definisce l’opera; e queste credo di averlo definito.
Sperando che Lei, Signor Rostan,
vorrà essere tanto gentile da accogliere almeno in parte queste note, le rivolgo il mio cordiale saluto.
Guido R. Miegge
Direttore della Società Biblica
La Bibbia o alcune sue parti sono tradotte in 1085 lingue. Più di
1.000 traduttori sono oggi occupati a tradurre la Bibbia in più di 200
altre lingue.
Le Società Bibliche mettono ogni anno in circolazione circa 23 milioni di volumi. Ogni anno si calcola che circa 25 milioni di bambini
imparano a leggere per la prima volta. Cioè tutto lo sforzo di distribuzione biblica non riesce a fornire un solo piccolo libro ad ognuno dei
fanciulli che lo potrebbe leggere. , ___________ _
La cifra indicata come compito aH’opera della distribuzione è ora
stabilita per un anno in ben
30 milioni
Quest’anno in Italia si sono raggiunte le cifre più alte del dopoguerra. Il numero dei volumi circolati è stato di oltre
150.000
Notizie deiia Società Bibiicà
GII uomini alPopera
Molli sono Olierai o contadini. Gli avvenimenti degli ultimi 10 anni li hanno fatti
passare attraverso esperienze personali talvolta dure e sfibranti. Qualcuno è tornato
da campi di prigionia o di concentramento.
Qualcuno ha avuto da compiere per la propria fede sacrifici non indifferenti riguardo
alla propria famiglia e alla propria posizione. Elsperienze dolorose vengono ancora
loro incontro nei giorni presenti.
Mentre uno di questi volontari aspetta un
autobus in una zona popolosa del Mezzogiorno viene fatto segno alla ostilità di un
gruppo di giovinastri che lo hanno identificato. I suoi libri e la sua borsa gli sono
strappati ed egli stesso scampa dalla violenza grazie a un gruppo di operai sopravvenuti che gli permettono di prendere un
autobus e di allontanarsi. La mattina dopo
egli torna sul posto e trova la sua borsa per
terra con una sola Bibbia, sulla prima pagina della quale sono state scritte parole
minacciose. Eppure egli, torna a vendere
proprio dove sa che lo minacciano, e dopo
qualche tempo i suoi stessi avversari vengono spontaneamente a rendergli i suoi libri
e ad unirsi al gruppetto di coloro che si
adunano per leggere la Scrittura.
Come ploooll fanciulli
La fede che accompagna questo spontaneo donare al eompito della diffusione biblica ore altrimenti di riposo e giornate
tolte ad altri inqiegni, è la fede più semplice che il mondo conosca. E’ la fede che
fa sentire come se si fosse nati di nuovo e
che dona i sensi della lontana fanciullezza
con la sua schietta gioia. Una semplice cartolina postale ci informa cbe una mezza
Per il teatro
dì lUatale
Come già è stato annunziato, sta per uscire un fascicolo della collezione a La Scena
e la Fede » interamente dedicato alle feste
natalizie, che presso le nostre Scuole domenicali, o presso i nostri circoli giovanili,
hanno sovente un aspetto recitativo.
Tale fascicolo, sotto diversi punti di vista,
costituirà una interessante novità.
Anzitutto la sua veste tipografica. Per
renderlo accessibile al nostro pubblico, in
vista particolarmente degli scopi che si prefigge l’editore e dei bisogni cui il fascicolo
stesso deve andar incontro, esso apparirà in
forma di piccolo album, contenente, in fascicoletti staccati, tutti i lavori drammatici in esso compresi. Là dove qualcuno di
questi lavori verrà adottato sarà cosi possibile farne uno strumento di lavoro senza
dover maneggiare un fascicolo, di mole. Naturalmente, il fascicolo intero verrà posto
in vendita completo, non potendosi accettare l’acquisto di parti staccate dì esso.
In secondo luogo, il fascicolo conterrà un
breve studio sul teatro religioso nell’ambiente della Chiesa, con particolare riguardo, evidentemente, alla Chiesa evangelica
in Italia. Com’è noto, all’estero, particolarmente in Germania e in Svizzera, esiste da
gran tempo una varia e bella produzione
di « misteri » o rappresentazioni religiose,
che in sostanza sono la trasposizione sulla
scena di pagine della Bibbia, di scene religiose che la Sacra Scrittura contiene — e
in verità ne contiene innumerevoli, e drammaticissime !
Ora, dopo alcuni decenni di tentativi
isolati, sembra che fra noi, sia per il particolare genio dell’fcomo italicus, sia per la
esiguità dei mezzi (in capacità d’uomini, in
coraggio di organizzazione), quei « misteri »
abbiano scarso successo; e ne abbiano invece avuto molto degli altri lavori drammatici, più conformi al genio italico, più vivaci; ma non meno istruttivi di quelli. Il
breve studio sul teatro religioso nell’ambiente della Chiesa evangelica in Italia chiarisce e puntualizza il problema.
Infine, il contenuto vero e proprio del
fascicolo. Sono raccolti diversi lavori, di
non grande lunghezza, di varia facilità, taluni inediti, altri in parte conosciuti, ma
rielaborati e riveduti accuratamente dai loro
autori, che, in un certo modo, segnano —
sul piano del riferimento storico •—una lìnea cronologica della visione dèi Natale,
dalle origini ad oggi. Anche questo — che
offre varietà di scelta a chi vi ha interesse
— e molteplici possibilità di messa in scena, a seconda delle necessità locali, anche
questo andava notato.
11 fascicolo sarà messo in vendita al più
presto presso le Librerie evangeliche, e
presso il dott. T. Balma, c.c.p. 2/34841.
dozzina di amici si riuniscono per leggere
la sera la Bibbia che, per loro, è una novità. « Nessuno è più giovane fra noi » —
scrive la cartolina — « ma ci sentiamo come tanti piccoli fanciulli... Lavoriamo tutta
la giornata ; la sera si legge .la Bibbia e si
prega ».
Una semplice cartolina... ma io vedo da
lontano le strane colline di un’isola piena
di sole e il lungo : tramonto attraverso il
quale essi tornano dai campi, questi uomini non più giovani, verso una casa dove
si raccoglieranno intorno a un libro, mentre la notte scende sul mare africano. Non
li conosco, non li ho mai veduti... Soltanto so che hanno un cuore sereno come i
piccoli fanciulli... e che il mondo dove vivono è più dolce e più chiaro perchè essi
ne fanno parte.
** Leggete questo libro
e sarete sempre allegri „
Vorrei essere io l’autore di questa frase,
mentre debbo limitarmi a darle pubblicità.
La dice un volontario mentre offre la Bibbia, e l’offre con un sorriso che io conosco, perchè mi ha mandato la sua fotografia. Questa parola è profondamente vera:
non è forse la Bibbia il Libro delle anime
serene e felici?
E notate con quanta accortezza il volontario aggiunge al suo invito unlaltra frase
ugualmente vera e profonda: « Questo Libro costa così poco che pagate solo la carta e la stampa; ma il contenuto è gratis! »
Il Messaggio di Dio non costa niente. E’
dato liberamente a tutti gli uomini. La Salvezza è un dono di Dio al mondo.
Chi non vorrebbe, per così poco avere un
dono così prezioso?
PERSONA LIA
Siamo a conoscenza che la prof.ssa
sig.na Ada flessone, della Chiesa ’Valdese di Pinerolo, ha vinte per concorso
il titolo di direttrice dell’Asilo d’infanzia annesso all’Istitute Magistrale di
Pinerolo.
Ci rallegriamo della buona notizia
e porgiamo alla sig.na flessone i nostri
cordiali auguri di buon lavoro e di
giusta soddisfazione.
Concorso Borse di Studio
“Willy Jervis,,
La Commissione nominata per l’assegnazione delle « Borse di Studio - Willy Jervis »,
COMUNICA:
è aperto per l’aimo 1956-57 il Concorso per
l’assegnazione di N. 2 borse di studio di
L. 4.500 (quattromilacinquecento) caduna,
per studenti delle scuole secondarie oriundi delle Valli Valdesi senza distinzione di
confessione religiosa, uno dei quali preferibilmente iscritto alla Scuola Magistrale e
l’altro al Collegio Valdese di Torre Pellice
o alla Scuola Latina di Pomaretto.
Per partecipare al Concorso sono richiesti i seguenti documenti:
a) la pagella dell’ultimo anno scolastico
od un documento equivalente.
b) certificato in carta libera dell’Agente
delle Imposte.
c) ogni altro documento utile per la migliore classificazione del concorrente.
Ogni studente non può concorrere che ad
una sola borsa.
Domande e documenti devono essere indirizzati alla Commissione Borse di Studio
« Willy Jervis » presso l’Ing. Carlo Roland
— Torre Pellice (Torino) — nei quaranta
giorni successivi dalla data della presente.
Torre Pellice, 2 novembre 1956,
4
4 —
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
NOTIZIE DALLE CHIESE
Proli
I problemi agricoli delle alte valli sono
stati oggetto di im interessante scambio di
idee in una riunione organizzata dalla nostra Chiesa sabato 13 ottobre. 11 sig. Attilio
Merlo, direttore della Scuola Valdese di
Agricoltura, e il Dr. Emanuele Bosio erano
stati invitati a parlare sul tema specifico
della Scuola di Agricoltura, poi, naturalmente, dopo la loro interessante esposizione si venne a parlare dei diversi problemi
agricoli ed in particolare di quello di meccanizzare il lavoro dei campi: a questo
punto il Dr. Bosio menzionò le esperienze
che egli stesso ha realizzato a Pramollo dove, grazie ad un ingegnoso sistema, ha potuto arare a motore dei campi in forte pendenza e con minima spesa. Varrebbe la pena andare a osservare questo meccanismo
in funzione per rendersi conto se è possibile usare lo stesso sistema in altri punti
delle VaUi.
Alla riunione assistevano un certo numero di giovanissimi che speriamo siano futuri allievi della Scuola di Agricoltura; assistevano anche alcuni agricoltori, troppo
pochi però, data l’importanza dell’argomento; il Sindaco cav. E. Grill ha dato lustro alla riunione con la sua presenza.
Domenica 14 sono stati battezzati Dino
Rostan, di Stefano e di Lina Rostan, e Paola Grill di Oreste e di Livia Richard. La
Chiesa accompagna con le sue preghiere
questi fanciulli ed i loro genitori e padrini,
11 sig. Ugo Tomassone e Signora si sono
stabiliti a Torino; essi sono membri della
Comunità di Agape ed avevano soggiornato
tra noi in questi ultimi mesi, dopo il loro
ritorno dalla Sicilia dove avevano collaborato per due anni -aU’opera di aiuto e risanamento morale e sociale svolta da Danilo
Dolci. Auguriamo loro un’attività benedetta.
Nell’Assemblea di Chiesa di Domenica 14
sono stati eletti quali delegati aUa Conferenza Distrettuale d’autunno l’Anziano Ely
Genre (Malzat) ed il Diacono Silvio Garrou (Villa). ^
Domenica 4 novembre un Culto solenne
con Santa Cena segnerà la ripresa delle attività. La stessa mattina ci sarà la prima lezione alla Scuola Domenicale e in settimana si riuniranno i catecumeni. Nel corso
del mese riprenderanno anche le riunioni
quartierali.
Nella Sala dell’Unione si riuniranno Domenica 4 novembre nel pomerìggio i capì
famiglia di Ghigo per discutere dello spostamento di una strada comunale.
Ivrea
La nostra sorella in fede dott. Ada JaUa,
apprezzata direttrice deRa nostra Scuola
Domenicale, ha vinto recentemente ben due
concorsi: quello di materie letterarie nella
Scuola Media e quello per l’insegnamento
della lingua francese negli Istituti tecnici
superiori; le sono stati offerti due posti:
uno per le Scuole Medie di Biella, e uno
per l’Istituto Amedeo Avogadro di Torino;
la scelta è caduta su Torino.
Formuliamo aRa Dott. JaRa i nostri più
fervidi auguri per una carriera lungamente
benedetta dal Signore nell’importante servizio dell’insegnamento.
Deux amis des Vandois
En quelques semaines deux grands
amis de notre église et de nos Vallées,
à Marseille, nous ont soudainement
quittés.
Après le départ, le 10 septembre, à
Torre Pellice, de Mr. Daniel Rivoire,
l’inoubliable président de TUnion Vaudoise de Marseille, c’est notre collègue Mr. le pasteur Jacques Meyer de
l’Eglise Réformée à Marseille, qui
vient d’être rappelé par le Seigneur.
Obéissant à la vocation reçue, notre ami était en route, en uniforme d’aumônier militaire, vers son
poste à Coblenz en Allemagne, lorsque
une tragique rencontre d’autos, dans
le brouillard, à un croisement de routes, près de Héricourt l’a soudainement enlevé, dans la nuit du 5 octobre.
Sa compagne, qui était près de lui
dans la voiture qu’il guidait et qui a
été elle-même blessée, et dut être hospitalisée, nous écrit: « ..Le jeudi 4 octobre nous nous étions arrêtés,
pendant quelques heures, à Taizé où
tout est si beau, serein, spirituel.
Jacques s’est longuement recueilli dans
cette vieille église romane, si pure, devant laquelle son corps repose maintenant. Mon cher mari a été littéralement enlevé. C’est sur le coup qu’il
est mort, sans un cri... tandis que j’étais évanouie, blessée à la tête et très
commotionnée. Ceci m’a valu la grâce
de ne rien voir., et de ne garder aucune vision de cet horrible spectacle...
Faites part de ce départ aux amis
des Vallées qui connaissaient mon mari... ».
Nous étions bien loin de penser, en
quittant notre ami, si plein de vie et
d’enthousiasme, à la gare de Marseille,
le matin du l.er octobre, que c’était
un dernier au revoir et que son départ
était si proche.
Nous nous étions rencontrés la première fois à l’occasion d’un des derniers congrès de nos Unions Chrétiennes de Jeunes Gens à la « Châtaigneraie » du Villar, en 1933 où nous ébauchâmes le projet d’une libre rencontre (c’est à dire non ecclésiastiquement officielle) de la jeunesse protestante des Vallées du Queyras, où notre collègue était alors pasteur, et de
nos Vallées, au Col La Croix.
Jacques Meyer était un homme de
l’Eglise mais non un homme d’église,
sachant trop que tout cléricalisme est
une camisole de force de l’Eglise véritable. Il rêvait d’une Eglise servante de
l’Esprit, docile à ses ordres présents,
aussi reprochait-il aux églises ce qu’il
nommait leur « embourgeoisement ».
Voilà pourquoi il aimait à se plonger
de temps en temps dans l’atmosphère
sereine, simple et spirituelle de la communauté de Taizé. Et Dieu a voulu
JACQUES MEYER
J. DANIEL RIVOIRE
que notre ami terminât à Taizé son
fidèle service et qu’il y fût enseveli par
les frères de cette Communauté, devant la vieille église romane qu’il aimait tant.
A notre vue humaine, ce départ peut
paraître tragique et horrible, mais, en
réalité, n’est-ce pas la plus belle mort
que celle du serviteur soudainement
enlevé sans un cri, sur la route de l’obéissance et du service et sans que sa
compagne, près de lui, ait vu autre
chose qu’un enlèvement soudain?
Nous sommes en deuil. Nous ne
sommes pas tristes. Nous pensons à
notre ami à travers cette Béatitude
qu’il relisait souvent et qu’il il vivait:
« Heureux ceux qui ont faim et soif de
la Justice, car ils seront rassasiés ». Ce
futur de gloire est, désormais, son présent.
Sa compagne et ses trois chers enfants, Jacqueline, J. Paul, Etienne, tous
si courageux et forts dans la, rude épreuve, savent de quelle profonde sympathie tous « leurs amis des Vallées »
les entotirent.
r. Jahier
R 0 r à ,
' ^ f
L’attività estiva, particolarmente intensa
anche qnest’anno, ha segnito Formai tradizionale binario degli incontri con i fratelli déRa penisola, accorsi nnmerosi daRe
varie contrade d’ItaUa. Segnaliamo con
gioia le riunioni in montagna dove fratcRi
laici e Pastori hanno rivolto apprezzati messaggi: ricordiamo R Pastore Jourdan, seguito con appassionante interesse dai suoi
concittadini rorenghi, il prof. Armand Hugon illustratore competente deRa storia valdese, il Pastore Alessio rievocatore felice
musicale in chiesa sono stati benemeriti nell’estate, per cui ringraziamo CrazieRa Laurora, la signora Bissaldi, la Signora Nisbet,
nonché la voce apprezzata d’nn amico di
Torre PelRce.
L’incontro finale tra le autorità civili ed
i villeggianti per la discussione dei problemi locali è stato quanto mai utile e siamo
fiduciosi che le autorità comunali benemerite nel passato per le opere compiute possano continuare suRa stessa via e condurre
a buon porto le cose promesse.
Nel corso dell’estate abbiamo avuto due
battesimi: Elio Town di Maurizio ed Edy
QUATTRO NOVEMBRE:
Domenica della Riforma
In tutte le Chiese si faccia la colletta a favore delia Società Biblica - Siate generosi!
deRa testimonianza deRe comunità della
penisola. Gli incontri del giovedì, particolarmente vari, ci hanno consentito di udire o di vedere proiettato suRo schermo e
ampiamente spiegate deRc filmine da parte
del prof. Armand Hngon, dell’avv. Bruno
Bissaldi, del Pastore Jahier, del Dr. Lawton, direttore della scuola battista di Rivoli e del prof. Ciampa, professore alla
scuola omonima. Sia i messaggi sia le proiezioni sono itati molto apprezzati e la discussione che ne è seguita è stata molto
preziosa per tutti. Le prediche domenicali
sono state rivolte da parte del vicemoderalore Nisbet, dal Pastore Alessio, Prof. Giorgio Peyronel, Vittorio Laurora, Aldo Tourn,
Giorgio Bouchard.
Le serate ricreative sono state preparate
dalle seguenti filodrammatiche: gU amici
fedeli dello scomparso amico Arturo Arnoulet, il gruppo sportivo di Angrogna, il
Carro di Tespi a tre riprese. La televisione
ha concorso notevolmente ad affratellare i
villeggianti di varie confessioni e la libreria
esposta nella sala è stata oggetto di interesse da parte di tutti.
Il museo è stato visitato da un cospicuo
numero di forestieri segnatamente dall’estero suscitando l’interesse di tutti i visitatori.
I tradizionali bazar delle fucine e del
Centro sono stati molto apprezzati ed hanno dato esito lusinghiero mercè la coRaborazione dei fucinesi per il quartiere omonimo e dei rorenghi e villeggianti al centro.
I coRaboratori per l’accompagnamento
per il quale invochiamo la benedizione del
Signore per il suo completo ristabilimento
in salute; Marco Bouchard battezzato da
Giorgio Bouchard, per il quale pure le nostre preghiere salgono presso il trono di
Dio.
Il matrimonio dell’appuntato Paolo Durand con la signorina Durand Giovanna è
stato occasione d’un culto benedetto cui
prese parte una massa di rorenghi e villeggianti. Sugli sposi invochiamo le divine
benedizioni.
La villeggiatura s’è chiusa con una nota
dolente: la morte dell’amico villeggiante
Mario Pecoraro. Alla famiglia inviamo un
pensiero rinnovato di profonda simpatia
cristiana.
Villasecca
Preparata dalla seduta del Concistoro del
21 u. s. l’Assemblea di Chiesa si è riunita
il 28 per ascoltare la relazione del Sinodo
e discutere delle attività invernali. Sono pure stati approvati alcuni ritocchi e migUoramenti all’arredamento del tempio dei Chiotti.
L’anziano Giosuè Ribet è stato delegato
alla Conferenza Distrettuale del 1 Novembre.
11 27 si sono uniti in matrimonio Guido
Guglielmet (Serre Giors) e Mafalda Clot.
Agli sposi, che risiederanno a Faetto giunga ancora l’augurio cristiano della loro Comunità.
Una nuova
pubblicazione
« Penna Nera » ha scritto un nuovo e più
ampio romanzo che si svolge nel periodo
della prima guerra mondiale.
Egli è convinto che sia necessario cerca
re di procurare alla gioventù, delle piace
voli letture di carattere evangelico, le quali
fissino l’attenzione del lettore su esempi di
persone che si sforzano, neRe varie circo
stanze della vita e nel difficile ambiente no
strano, di praticare la loro fede reRgiosa
Il nuovo romanzo - di pagine 224 - è in
titolato :
Il Sentiero della Pace
Facciamo assegnamento suRa volonterosa
collaborazione delle Unioni Giovanili e dei
pastori per la pronta diffusione del volume. Il prezzo di véndita è di L. 800.
Alle Librerie commerciali: sconto del
30% — Alle Unioni Giovanili, ai Pastori
ed ai depositi libri annessi alle Chiese:
per ordinazioni di almeno cinque copie:
sconto del 25%.
Segnaliamo inoltre ai privati la convenienza di ordinare contemporaneamente i
due volumi deRo stesso Autore: IL SENTIERO DELLA PACE - LA CAVERNA
DEL SASSO NERO, che verranno spediti,
franco di porto, al prezzo ridotto di L. 900
INDIRIZZARE LE ORDINAZIONI
alla LIBRERIA DI CULTURA RELIGIOSA - Piazza Cavour 32 - ROMA ovvero al
Pastore Paolo Bosio - Via Fabio Garelli 1 Genova-Pegli.
Per le Valli Valdesi avvertiamo che le
Unioni o i Pastori potranno ritirare (col
25% di sconto) le copie presso il Dott. Emanuele Bosio - Viale Dante - Torre PeRice il quale ne tiene un deposito a loro disposizione.
PETTINATRICE
Genre Rita
Via Balziglia 39 - Pomaretto
Direttore: Prof. Gino Costabel
Pubblicazione autorizzata dal Tribunale di
Pinerolo con decreto del 19 gennaio 1955.
DANTO SACRO
La Commissione deRe Scuole Domenicali sta facendo stampare due inni natalizi
(musica e parole) uno dei quali è stato assegnato dalla Commissione del Canto Sacro
aRo studio delle Scuole Domenicali per le
prossime feste di canto. I Pastori ed i Direttori deRe Scuole Domenicali sono pregati di inviare le loro prenotazioni ed ordinazioni al Pastore Bruno Corsani, via Pio
V, 15 - Torino. Il prezzo è quanto mai modico.
F. D. V. - Gruppo Falli
Sabato 10 e domenica 11 novembre
avrà luogo il Convegno Responsabili
del gruppo Valli.
Sono invitati tutti gli unionisti ed in
modo speciale i presidenti e coloro che
hanno nelle unioni incarichi e responsabilità. I lavori del convegno saranno
dedicati oltre che ai problemi organizzativi e alla nomina del comitato di
gruppo, ad un esame illustrativo di una serie di studi consigliati alle unioni
per il prossimo anno di attività.
Programma ed orari saranno inviati
alle singole unioni.
Il capogruppo.
Auguri, signor Corsani!
Il 1 Novembre, l’anziano evangelista emerito Enrico Corsani festeggerà
i suoi cento anni nella pace della sua
famiglia a Torre Pellice.
Insieme con i suoi congiunti, gli siamo vicini col pensiero e gli auguriamo una bella giornata di gioia e di serenità nella riconoscenza a Dio.
Il Signore sia con lui!
Redattole: Ermanno Rostan
Via dei Mille, 1 - Pinerolo
tei. 2009
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre PeRice - c.c.p. 2/17557
Tipografia Subalpina - s. p. a.
Torre Pellice (Torino)
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Costantino Alessandro - Ponte S. Martino - Pinerolo.
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a nuovo comprendente sei vani, bagno e
servizi, affittasi a famigUa valdese. Rivolgersi a Carlo Jahier - Torre PeRice.
I fratelli, la cognata, la matrigna, gli zii,
le zie ed i parenti tutti, commossi per le
testimonianze di simpatia ricevute in accasione dell’improvvisa dipartita del loro caro
Emanuele Pons
ringraziano quanti^ in vario modo^ da vicino e da lontano, hanno voluto prendere
parte al loro grande dolore ed accompagnare la salma alla sua ultima dimora.
Rivolgono un ringraziamento particolare
al presidente delVUnion Vaudoise e alle
famiglie Poet, Ferrier e Jourdan di Marsiglia, ai compagni di lavoro ed agli Unionisti.
Perrero (Bessè), 22 ottobre 1956
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