1
f
Anno 119 - n. 6
11 febbraio 1983
L. 500
Sped. abbonamento postale
I gruppo bis/70
qììt. RUo
Via Ca ìuti
1006G TCH;^R
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGEUCHE VALDESI E METODISTE
UNA RIFLESSIONE BIBLICA PER IL 17 FEBBRAIO
Non è solo per il Patto di integrazione che noi Metodisti, come
gli altri evangelici d’Italia, consideriamo il 17 Febbraio una data
importante nella storia del protestantesimo italiano.
Sarebbe forse bello, infatti, immaginare un mondo nel quale le
Chiese potessero limitarsi a curare la loro attività « religiosa » e
ad approfondire i loro studi biblici e teologici in un clima che
permetta loro di guardare al
mondo in cui vivono con l’occhio
sereno di chi vede bensì la lotta
tra il bene e il male che caratterizza ogni vita mondana, ma la
contempla ccn la tranquilla coscienza di chi è fuori da una lotta, i cui limiti sono ancora accettabili; e non è quindi necessario prendere posizione su argomenti sostanzialmente secondari.
Ma purtroppo non era così prima
del 17 Febbraio e non è cosi oggi, come gli articoli ospitati su
questa stessa pagina dimostrano.
Il 17 Febbraio rappresenta
quindi il punto di arrivo di una
lotta durata secoli, durante la
quale i fratelli valdesi sono stati
impegnati, non solo con le preghiere ma anche con le armi,
per assicurare in un mondo ostile la sopravvivenza del Messaggio che erano chiamati a trasmetterci. Noi non crediamo che « il
fine giustifichi 1 mezzi », ma sappiamo che è dovere nostro, come
lo è stato per il popolo valdese,
sopravvivere come comunità impegnate nella predicazione di un
Messaggio che non può essere
tradito.
Ma il 17 Febbraio 1848 è stato
anche un punto di partenza per
un nuovo modo di vivere la vita
comunitaria. Non più costretti
alle armi, non più confinati nelle
loro Valli, i Valdesi hanno potuto tornare in tutta l’Italia a incontrare, nell’opera di evangelizzazione, la Chiesa Libera, i Metodisti, i Battisti, i Fratelli e tutti
gli altri che da quell’anno poterono iniziare e sviluppare l’opera
di evangelizzazione che ancora
sta davanti a noi.
E questo mi pare il significato
più importante del 17 Febbraio.
I Valdesi, trecento anni dopo aver accettato la Riforma, diventano Analmente una Chiesa riformata nel pieno delle sue possibilità e non sono più un piccolo
popolo, carico di gloria, ma Asicamente conAnato in un ghetto. Escono da tale ghetto e scendono nelle piazze d’Italia a svolgere l’opera di evangelizzazione
che è il compito primario di una
Chiesa, e che possono Analmente
svolgere, con gli altri, in un clima di maggior libertà. Non si
tratta di dimenticare la propria
storia, ma di svilupparla secondo nuove linee, più libere dai vincoli che la stcria stessa comporta.
Nuovi campi sono aperti per
Fecumenismo, per la testimonianza, per il dialogo con le altre fedi,
tutti campi ben distinti e validi,
ma soprattutto per la evangelizzazione. E in tali campi facile è
stato trovare la solidarietà e la
collaborazione di tutte le altre
denominazioni protestanti, ognuna con il suo speciAco e, magari,
differenziato apporto.
Solidarietà e collaborazione
che continueranno certo ancora
per molti 17 Febbraio, come vivamente auspichiamo.
Niso De Michelìs
Verità è la strada della libertà
L’esperienza quotidiana contraddice la promessa di libertà a chi dice la verità. Ma sul cammino doloroso di chi sottomette la verità al potere si intravvedono i segni della liberazione
Se rimanete ben radicati nella mia parola, siete veramente miei
discepoli. Così conoscerete la verità e la verità vi farà liberi.
(Giov. 8; 31)
Che strana promessa quella di
Gesù ai suoi discepoli: la verità
vi farà liberi. L’esperienza quotidiana contraddice questa promessa. Nelle lotte di liberazione
quello che conta è il potere, la
forza. Per invertire il processo
per cui i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre
più poveri, per rompere le catene dello sfruttamento, l’oppressione, la dittatura c’è bisogno di
forza, potere. Ben lo sanno quei
cristiani e tutti coloro che sono
impegnati nella lotta per il rispetto dei diritti umani. Che fare quindi di questa parola di
Gesù?
Certo non è la prima volta che
Gesù fa delle affermazioni così
sorprendenti. « Non preoccupatevi troppo per il domani... per
ogni giorno basta il suo affanno » (Mt. 6; 34) aveva detto in
un’altra occasione. Noi vorremmo essere d’accordo con questa
affermazione. Ma purtroppo proprio perché ogni giorno ha i suoi
propri affanni dobbiamo occuparci anche del domani, della
settimana prossima, del mese
prossimo e dell'anno prossimo.
Non possiamo assolutamente
permetterci di dimenticare il domani; per evitare i disastri del
domani dobbiamo preoccuparcene fin da oggi. Questa è la nostra
logica.
Ma Gesù ha una logica differente. Per lui la liberazione avverrà per mezzo della verità. Il
domani penserà a se stesso. Questa logica di Gesù è al tempo
stesso affascinante e perturbante.
Commuove e mette in discussione le nostre convinzioni. Vorremmo farla nostra, però al tempo
stesso ci preoccupa e ci fa sentire insicuri.
Stavo riflettendo sopra questo
rapporto tra liberazione e libertà quando tempo fa ho ricevuto
un messaggio del Movimento
Cristiano Studenti del Salvador.
Quel messaggio si riferiva appunto alle parole di Gesù; la verità
vi farà liberi. E i fratelli e sorelle salvadoregni notavano come la parola verità (aletheia)
non è niente di astratto, anzi è
terribilmente concreta. Indica
ciò che non è occulto, coperto,
chiuso, dimenticato. « Conoscere
la verità » significa scoprire le
Gran parte dell’America latina è
tari. Nella foto: sfilata della
cose, trarle alla luce, estrarle
dalla loro apparenza nascosta,
renderle reali, coscienti. E il messaggio diceva: « viviamo in una
situazione in cui le decisioni economiche, sociali e politiche sono ,
completamente nascoste al popolo; una situazione in cui il popolo è mantenuto nell’ignoranza e confusione. E tutto quello
che stiamo facendo è di mostrare questa realtà, aiutare il po
SENTENZA DEL ’’TRIBUNALE DEI POPOLI” SUL GUATEMALA
Rios Monti; è un genocida
« Popolo, ascoltami: sono inviato da Dio per salvarti ».
Sono le parole che il gen. Efrain Rios Montt ripete ogni domenica, dai 23 marzo 1982, alla
radio guatemalteca, per invitare, come rappresentante della
« Chiesa del Verbo » la gente ad
accettare il suo regime. Così in
una tragica mescolanza, i diritti
di Dio e quelli dell’uomo sono
egualmente violati in Guatemala,
dove un dittatore pretende di dominare un popolo, non solo con
le « solite » ragioni della necessità di «combattere il comuniSmo»,
ma perfino adducendo, come ragione fondamentale, un supposto
compito fondamentale ricevuto
dallo Spirito Santo.
Ê questa una delle drammatiche e documentate « scoperte »
che, ad un’opinione pubblica distratta e insensibile, ha inteso offrire il « Tribunale Permanente
dei Popoli » che dal 27 al 31 gennaio ha tenuto a Madrid una sessione sul Guatemala.
11 « Tribunale » — fondato nel
’79 da Lelio Basso — non ha nessuna autorità giuridica, ma solo
morale. Tra i « giudici » che hanno esaminato il caso Guatemala,
vi erano a Madrid il premio Nobel per la pace Adolfo Perez
Esquivel (Argentina), George
Wald, premio Nobel per la fisiologia (USA), il teologo battista
Harvey Cox (USA), il vescovo
cattolico messicano Sergio Men
dez Arceo, gli italiani Giulio Girardi, teologo, Salvatore Senese,
magistrato; Amar Bentoumi, algerino, segretario generale della
Associazione internazionale dei
giuristi democratici. Ma la semplice e nuda autorità morale del
« Tribunale » di Madrid potrebbe
avere effetti concreti in Guatemala se governi, chiese, partiti,
organismi democratici, sindacati
non lasceranno disperdere al vento le voci risonate nella capitale
spagnola.
50-100 mila assassini
Una cinquantina di relazioni,
testimonianze, interventi ufficiali,
hanno permesso al « Tribunale »
di redigere una « sentenza » che,
in 70 cartelle, riesce a riassumere
nei suoi elementi sostanziali la
tragedia del Guatemala. Tralasciando qui una storia dolorosa
che si inizia con la conquista spagnola (1534) ricorderemo che nel
1954 con l’intervento esplicito degli USA è stato rovesciato in Guatemala il governo democratico
di Jacopo Arbenz, che aveva avviato una profonda riforma agraria. Da allora si sono susseguiti nel paese centroamericano
vari presidenti, tutti eletti dall’esercito, 0 da elezioni manipolate
dalle forze armate che hanno il
controllo assoluto del paese
Guatemala. Il 23 marzo 1982 l’e
sercito, con un ennesimo golpe,
ha esautorato Lucas Garcia, per
mandare al potere un triumvirato che, dopo tre mesi, 6 stato ridotto al solo Rios Montt, l’attuale presidente. Il triumvirato prima, il gen. Efrain Rios Montt poi,
hanno promesso libertà, pace,
giustizia. Mai parole sono state più dissacrate. Se — si è
documentato a Madrid — in Guatemala dal 1954 ad oggi ci sono
stati dai 50 ai 100 mila assassinati
dall’esercito, nei soli 8 mesi che
vanno dal marzo all’ottobre
scorso gli assassinati sono stati
8.000. I fatti di tortura, le vessazioni, le « spedizioni », i « desaparecidos » non si contano. Basti
qui citare un fatto particolarmente tremendo (e ignorato dai più):
il 17 luglio dell’82 l’esercito ha
ucciso con metodi hitleriani 352
persone nel villaggio di San Francisco.
Perché accade questo? Perché
i regimi guatemaltechi sono ritenuti necessari da Washington,
per mantenere l’ordine in Centro America, « turbato », ora, da
esperienze come quella di Cuba
prima, del Nicaragua poi; perché
il Guatemala è ritenuto un paese
chiave della zona che « non si
può perdere »; perché vasti sono
gli interessi economici nordamericani (banane, miniere) in Guatemala e, infine, perché la gran
David Gabrielli
(continua a pag. 2)
nella stretta delle dittature miliGiunta militare dell’Honduras.
polo ad impegnarsi nella lotta
contro le forze occulte che attentano alla dignità umana, provocano la sofferenza della gente,
conducono il paese nel caos e,
in ultima analisi, negano la volontà di Dio. Siamo impegnati
ogni giorno di più nel compito
di diffondere la verità per servire il nostro popolo. La verità deve essere detta ad alta voce. Vogliamo saturare i potenti con la
verità delle sofferenze del nostro
popolo ».
Non è questo un compito che
dovrebbe essere fatto proprio
non solo dai cristiani ma da tutti
coloro che aspirano ad un mondo più giusto ed umano? Chi
vuole che regni la discriminazione, la ingiustizia, la falsità? Ma
coloro che detengono oggi il potere nel Salvador interpretano
questi nobili ideali in maniera
diversa. Essi vedono questo dire
la verità come una sfida al loro
potere. Vedono il comnito di vivere il discepolato di Cristo alla
luce della sua parola rivelatrice
come "una sfida al loro potere.
Perciò decidono di mettere a tacere la verità.
E questa è una storia ormai
familiare non solo nel Salvador
ma nella maggioranza dei paesi
dell’America Latina. Come conseguenza della loro fede in Gesù
numerosi cristiani si sentono
chiamati a « dire la verità ». Però la verità è il nemico principale di coloro che governano con
la forza e la violenza militare.
Non solo non si accontentano di
Emidio Campi
(continua a pag. 6)
SOMMARIO
□ Fare teologia in un
mondo diviso, di Gianna Sciclone, p. 3
□ Voci diverse sul dialogo col cattolicesimo,
p. 5
G Intervista al pastore
Carlos Delmonte, di
Eugenio Stretti, p. 7
2
2 fede e cultura
UN LIBRO DELLO STORICO DUBY
1000: dalla paura alle crociate
A colloquio con i lettori
Chi si aspetti di trovar confermate, con serietà scientifica,
le idee ricevute a proposito di
questo argomento, da questo libro^ rimarrà probabilmente deluso. Basterebbe ricordare una
famosa pagina carducciana:
« V'immaginate il levar del sole
nel primo giorno dell’anno mille?
Che stupore di gioia e che grido
salì al cielo dalle turbe raccolte
in gruppi silenziosi intorno ai
manieri feudali, accasciate e singhiozzanti nelle chiese tenebrose
e nei chiostri... quando il sole...
si levò trionfale la mattina dell’anno mille! ».
Ma niente di simile testimoniano i documenti del tempo e
soltanto è dato trovare qualcosa
nelle cronache e nelle storie scritte con qualche ambizione letteraria: qm appunto compaiono narrazioni di prodigi del Millenario,
corne segni del cielo (comete,
eclissi...), irregolarità biologiche
(mostri, epidemie...) ecc., con
una funzione non dissimile da
narrazioni analoghe che si trovano nella storiografia classica,
veri « luoghi » letterari, usati per
indicare il consenso o la disapprovazione degli dei nei riguardi
di certi eventi umani; ma adesso sembrano carichi di altro significato: si può dire che se non
proprio terrore, im sentimento
di attesa era annidato in seno alla coscienza collettiva.
L’autore di questo libro, G.
Duby, rifiutando l’esame della
realtà economica e sociale come
scopo esclusivo della ricerca storica, trae alla luce dalle pagine
di alcune storie e cronache del
Mille proprio quanto serve per
una storia degli atteggiamenti
mentali di un’epoca, in un elenco ordinato fatto di stralci di
testi del Mille opportunamente
commentati. Per il lettore comune sono molti i motivi di interesse, o anche solo di curiosità
del volume.
Potere crescente
Per cominciare, il millennio era
quello della nascita o quello della morte di Gesù,.mille o milletrentatre? Poi apprendiamo che è
nell’anno Mille che la Chiesa
d’Occidente accoglie le antichissime credenze nella sopravvivenza dei trapassati; è in questo periodo che sorge il culto delle relique che ricevono l’omaggio di
sovrani e di folle di poveri.* Segni della fine prossima, oltre a
quelli menzionati sopra, sono la
corruzione anche nell’ambito della Chiesa, la diffusione delle eresie, la devastazione del tempio
di Gerusalemme, la cui responsabilità morale viene fatta risalire al popolo ebraico, solito alleato di Satana... donde la giustificazione dei roghi di eretici e
streghe e dei pogrom, presentati come riti di purificazione.
Il peso crescente che va assumendo la Chiesa è dovuto soprattutto all’inefficienza del potere
politico, all’impotenza dei sovrani: è così che s’impongono il diritto d’asilo nei luoghi sacri, le
tregue di Dio, i giuramenti di pace a cavalieri rissosi e a feudatari prepotenti; cresce la potenza e la ricchezza dei monasteri,
per le generose donazioni di laici ricchi e di sovrani, alcuni dei
quali chiudono la vita tra quelle
mura protettrici, così come altri
vi cercano una possibilità di vita.
Cessata la paura della fine, Dio
stesso cambia volto e lascia posto all’umanità del Figlio; di lì
a poco diverrà necessario propagare la fede cristiana con le buone o con la forza: missioni e crociate saranno viste, ancora con
Una buona preghiera non è
lunga, ma frequente e ardente.
Nel nostro dubbio, nei nostri timori, nei nostri tremori dobbiamo forzarci a pregare. Lutero
ottica millenaristica, come mezzo
per affrettare il trionfo del Regno, senza più temere l’apocalisse.
Sembra opportuno riportare, a
conclusione, le parole dell’autore: « Che significa in verità
l’Anno Mille dell’Incarnazione e
della Redenzione?
L’inizio di una svolta importate, il passaggio da una religione rituale e liturgica... a una
religione d’azione e che s’incar
na... Nel seno di terrori e di fantasmi, una primissima intuizione di quella che è la dignità dell’uomo. Qui, in questa notte, in
questa indigenza tragica, in queste barbarie, cominciano, per secoli, le vittorie del pensiero europeo ».
Laura Maria Leone
LETTERA ALLA TEV
1 Georges Duby, L’anno mille - Einaudi Editore, Torino 1976-1981, pp.
196 - L. 8.000.
RIFLESSIONI DI FEDE PRATICA
Folla sempre più muta
Oltre al rifiuto cosciente delle
posizioni dei « conservatori testardi » o dei « rivoluzionari incoscienti», dei «fondamentalisti»
o dei « politicizzati », esiste anche im’involontaria ed inavvertita condanna al mutismo, che colpisce ima folla sempre più numerosa.
Insieme a tutte le altre differenze (forti-deboli, ricchi-poveri,
armati-inermi, sani-malati), si fa
sempre più profonda la separazione fra, diciamo, il 5% di gente che parla e il 95% di gente che
è costretta sempre e soltanto ad
ascoltare. Sì, è vero, ci sono sempre stati genitori, maestri, superiori, padroni, ma con delle persone vive il discorso non è mai
a senso muco e puoi anche rispondere o ribellarti quando proprio non ne puoi più; invece col
giornale, la radio, la televisione,
puoi solo stare attento o no a
quel che dicono, ma le tue possibilità di interloquire si riducono sempre più.
Nasce così una nuova forma di
analfabetismo. Oggi in Italia
quasi tutti in teoria sappiamo
leggere e scrivere, ascoltare e
parlare. In realtà però più o meno tutti adoperiamo pienamente
questi mezzi solo per le necessità
della vita quotidiana, ed anche
qui ce ne serviamo sempre meno. Sul lavoro come facendo la
spesa in un supermercato diminuiscono sempre le occasioni di
parlare e di scrivere: basta saper
leggere ed ascoltare. Così in
qualsiasi riimione ci sembra naturale lasciar fare i pochi competenti: solo gli « oratori» parlano, solo gli « scrittori » scrivono.
Ma, ammoniva nel 1967 il gruppo di Barbiana, nell’ormai quasi
dimenticata lettera ad una professoressa: ai Gianni muti corrispondono inevitabilmente i Pierini del dottore ciechi. Dove e
quando le persone che parlano
non riescono più a comunicare
con quelle che fanno, e ad ascoltarle, rischiano continuamente di
perdere il contatto con la realtà
e di prendere per cose quelle che
sono soltanto le loro vuote parole.
Anche con il nostro giornale
succede un po’ lo stesso: è sì il
giornale delle nostre chiese, ma è
soprattutto il giornale di pochi
che vi collaborano regolarmente,
di alcuni altri che gli scrivono
quando sono arrabbiati, di molti che lo leggono con un interesse
più o meno vivo, ma non è che
in minima parte il giornale dei
moltissimi che potrebbero dire
cose interessanti per tutti, ma
non lo fanno perché non sono
« scrittori ».
La rubrica di Magna Linota è
nata appunto dal tentativo di
dare uno spazio a chi di solito
parla solo quando si è in due o
tre, e non si sognerebbe mai di
mandare im articolo al giornale.
Magna Linota (tradotto in italiano zia Lina) non è lo pseudonimo di qualche membro della
redazione: è la voce di una vecchia contadina delle Valli valdesi.
Come in tempi di diffuso analfabetismo esistevano gli scrivani pubblici (che però quasi sempre non si limitavano a trascrivere le parole del cliente, ma le
traducevano nelle loro formule
convenzionali, che giudicavano
più eleganti) così io ho aiutato
rnagna Linota a vincere il suo
riserbo e a « parlare ad alta voce»; ma, come gli scrivani antichi, qualche volta non ho resistito alla tentazione di tradurre il
suo dialetto in forme im po’ troppo letterarie, e di censurare discorsi che forse sarebbero sembrati sentimentali, ingenui, terraterra, a chi è abituato al linguaggio e aUe idee dei parlatori di
mestiere.
Ne chiedo scusa sia a lei, sia
ai lettori, che però, mi pare, hanno capito il significato della rubrica. Difatti quasi tutte le persone che le hanno scritto non sono i soliti interlocutori del giornale.
Io spero sinceramente che questo dialogo, con o senza magna
Linota, si allarghi sempre più, in
modo che il giornale diventi realmente la voce di un gruppo consistente di evangelici italiani.
Marcella Gay
(Fine)
Cari fratelli,
non ci è sfuggito il vostro appunto a
proposito delle notizie della Assemblea
del XII Circuito a Palombaro. Il nostro
corrispondente è stato un po’ troppo
frettoloso e sommario nel suo resoconto. Mancano alcuni passaggi essenziali
dell'analisi che era stata fatta da Sergio Aquilante e che riproduciamo con
stralcio dal verbale per chiarire a voi
e a noi stessi quale sia il centro della
nostra predicazione:
« Nel '500 il problema della destinazione eterna dell'uomo era molto reale, la gente ne era come "ossessionata"; la predicazione della "giustificazione per sola grazia mediante la «fede" si
rapportava immediatamente a questo
problema reale e perciò veniva recepita, tanto ohe la gente ne era interessata, disputava se era giusta o no, se
era sufficiente e così via. Oggi il problema della "destinazione eterna" dell'uomo non sembra essere più un fatto
di massa, e anche là dove se ne percepisce la presenza non è più vissuto
con passione cerne aliora, saivo eccezioni, La predicazione della giustificazione per fede non può essere una ripetizione meccanica, pedissequa di quella
d’allora; né può essere svolta con gli
stessi moduli e schemi. La nostra situazione è diversa: è diversa anche dagli schemi e dai criteri dei nostri padri deH’800, perché anche noi siamo
diversi per formazione, "spiritualità".
Si tratta allora di elaborare nuovi metodi per svolgere una predicazione che
proponga la stessa "salvezza per sola
grazia mediante la fede”, ma in termini
comprensibili per l’uomo contemporaneo e in rapporto ai problemi reali, per
la "salvezza" dai/dei quali lotta e soffre. Per questo è necessaria una analisi
seria delle nostre situazioni per individuare i nodi, le questioni, da cui l’uomo è oggi travagliato, a livello dei singolo e della società nel suo insieme ».
L’assemblea non ha preso decisioni
immediate sul tema della giornata
evangelistica, ma ne ha demandato lo
studio al Consiglio di Circuito dando
indicazioni di massima circa interventi
che riguardino tra l'altro i problemi della pace, rapporti stato e chiesa, religione nelle scuole e tutto il complesso
che chiamiamo « presenza evangelica
in rapporto alla riforma delio stato e
alla costruzione di una democrazia piu
Ríos Monti genocida
(segue da pag. 1}
parte, della terra è in mano a
latifondisti che si sentono protetti solo da regimi forti e dagli
amici americani. Contro i vari
regimi dei generali, si battono
le forze popolari. Spesso frantumate, ora stanno recuperando
una difficile unità, spinte anche
da una repressione che ha raggiunto livelli inauditi. Oltre agli
assassinati, infatti, il governo ha
fatto migliaia di profughi: gli
stessi militari parlano di 250.000,
ma altre fonti, tra cui vescovi
cattolici, parlano di 1 milione di
profughi, in un paese di 7 milioni
e mezzo di abitanti. Tra questi,
circa 200.000 sono scappati all’estero, per lo più in Messico, dove
vivono in condizioni inumane.
Sono soprattutto gli indios (il
50% della popolazione, per il resto composta da bianchi e meticci) a pagare il prezzo più duro
della repressione. L’esercito, e le
bande paramilitari infatti, distruggono molti villaggi indios
per intimorire la gente e sterminare i « terroristi ». La politica
della « terra bruciata » è, ormai,
all’ordine del giorno.
Le chiese
In questa situazione, che hanno fatto le chiese? Quelle non
cattoliche sono per lo più decisamente e coraggiosamente contro
il regime. Quella cattolica — maggioritaria — è divisa. Da una
parte i ricchi stanno con i mili
tari; sostanzialmente vicino al regime è il cardinale Mario Casariego, di Guatemala, che, si è detto a Madrid, ora è in rotta contro Ríos Montt non tanto per gli
eccidi che compie il generale,
quanto perché questi da cattolico si è fatto membro della « Chiesa del Verbo », una comunità fondamentalista di origine nordamericana. La Conferenza episcopale è divisa. Ha preso sia coraggiose posizioni contro Lucas García e Ríos Montt, sia atteggiamenti attendisti e timidi. Molti
preti, invece, si sono opposti
frontalmente al regime, ed alcuni
sono stati uccisi. Anche due vescovi (Gerardi e Mario Rios
Montt, fratello dell’attuale presidente) hanno dovuto lasciare il
paese. Ma è soprattutto tra la
gente più umile, tra i catechisti
o i « delegati della Parola » (sorta di guide delle comunità di base) che i cristiani hanno pagato
il più alto prezzo: molti sono
morti per aver difeso, insieme, il
loro popolo e il diritto di « tradurre in pratica » la Bibbia, che
parla di pace e di giustizia.
In questo Guatemala, tra poche
settimane, dovrebbe recarsi, «pellegrino» papa Wojtyla. Il « Tribunale » di Madrid ha inviato la
sua sentenza al pontefice perché
abbia ulteriori elementi di giudizio prima di atterrare a Guatemala, dove lo attende un generale che molta parte della coscienza del mondo ritiene colpevole
di genocidio.
David Gabrielli
ralista ». Come si vede da questo non
è affatto assente il discorso dell'Evangelo e della Riforma, anzi si sta facendo lo sforzo di coglierne le applicazioni più salienti sia per quel che riguarda
le persone, che la società in cui viviamo.
Inizialmente volevo rammaricarmi per
lo stile inquisitorio della nota della TEV,
che sembra cercare ogni sfumatura per
pesarne l’ortodossia, invece mi rendo
conto che è stata un'occasione utile
per approfondire la nostra ricerca e
chiarirla anche a noi stessi, nella nostra intenzione evangelistica. I fratelli
della TEV forse riconosceranno che anche il loro discorso è spesso « troppo
corto » e si limita ad una edificazione
interna senza nemmeno porsi l'obiettivo dell'annuncio ai cattolici e agli atei
del nostro paese; non possono quindi
illudersi di essere immuni da responsabilità quando fanno calcoli sulla consistenza delle nostre chiese.
Annunciare una salvezza che riguardi
solo « il privato » è come fermarsi a
metà del discorso e non porsi il problema di che società contribuiamo a
costruire. Vogliamo rassicurare i fratelli della TEV che non stiamo scegliendo di fare l'altra metà, saltando la prima: sappiamo bene che non è possibile nessuna >• riforma », se non passa
attraverso la nostra vita personale.
Con fraterni saluti
Gianna Sciclone
sovrint. XII circuito
CATARSI
La nota di Giulio Vicentini (Eco^Luce
n. 4/83) si commenta da sé. Tutt'al più
posso dire — come » uno che c’era » —
che i fatti di Bari non sono isolati. In
altri posti, iniziative simili a quella barese sono abortite sulla linea d'arrivo,
non per mancanza di organizzazione, ma
per malumori causati presso i nostri
fratelli cattolici dal documento sinodale suH’ecumenismo. Comunque, a Bari,
le cose non sono andate poi tanto male, almeno all'inizio: quella sera del 21
ottobre 1982, quando si fu certi che le
porte della sala sarebbero rimaste ermeticamente chiuse, i numerosi presenti poterono riunirsi in un bel salone
di una vicina chiesa cattolica, grazie
all'interessamento di un giovane sacerdote indubbiamente più coraggioso della media.
Ora, qual è il motivo degli incidenti
di percorso denunciati dal pastore Vicentini? Può darsi che, se non alla base, almeno ai vertici il mondo cattolico
reagisca proprio nel senso della « volontà egemonica di Roma », come bene
si esprime il documento sinodale (DE,
6.11). Se è vero — secondo DE 1 —
che « la volontà ecumenica » riaffermata dalle nostre comunità viene spesso
osteggiata sul terreno pratico da « ritardi, incoerenze, esitazioni e timori »,
di ohi è la colpa? A mio modo di vedere, la chiarezza con cui il DE tratta
delle differenze di fondo tra cattolicesimo e protestantesimo (6. 7-13) sta operando quella « catarsi » (purificazione)
ecumenica, da molti di noi sperata e
attesa. È indubbiamente un bene, convinti come siamo che l'esigenza di
fondo di ogni iniziativa ecumenica deve
ormai consistere nel ricercare insieme,
nel ravvedimento e nel rinnovamento
delle singole chiese, quella che ad ogni
livello dovrebbe essere la » vera chiesa
di Gesù Cristo ».
Giovanni Gönnet, Roma
tempi
di fraternità
mensile di attualità
ricerca e confronto
comunitario
Redazione: C.so Palermo 102
(l'V piano), 10154 Torino, tei.
011/238.994, c.c.p. 29466109
Abbonamenti : normale lire
8.000; sostenitore 15.000; Estero 11.000; Via aerea 13.0(K).
3
k
Il febbraio 1983
fede e cultura 3
INCONTRO ECUMENICO DI TEOLOGI DEL PRIMO E TERZO MONDO
Fare teologia
in un mondo diviso
A Ginevra dal 5 al 13 gennaio
1983 sono convenuti circa 80 teologi, uomini e donne, provenienti
da 19 paesi del Terzo Mondo e
da 13 paesi dell’Europa e dell’America del Nord. Tema del convegno era : « Fare teologia in un
mondo diviso ». Hanno tenuto
discorsi d’apertura il segretario
generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese Philip Potter e
il presidente dell’Associazione
Ecumenica dei Teologi del Terzo
Mondo (sigla ingl. EATWOT)
Emilio de Carvalho (Angola). Il
convegno si svolgeva su invito
dell’EATWOT, che esiste dal
1976, data di fondazione dell’associazione a Dar-el-Salaam (Tanzania). Altre riunioni di teologi,
uomini e donne, del Terzo Mondo si sono tenute negli anni scorsi ad Accra (Ghana), a Colombo
(Sri Lanka), Sao Paulo (Brasile) e a New Delhi (India). Caratteristiche di questi incontri
sono il superamento delle barriere confessionali, razziali, sessiste (si teorizza per es. numero
eguale di cattolici e protestanti, di uomini e di donne), l’analisi socio-politica delle diverse
realtà e il radicamento nelle lotte per la liberazione. A Ginevra
di fatto si notava qualche incongruenza nel reclutamento ; dall’Europa c’era soprattutto gente
PROGRAMMI
Manifestazioni
su Lutero
Durante la « Settimana della libertà » il prof. Paolo Ricca compie un giro di conferenze sul tema: « Come Lutero divenne Lutero ». Ecco il programma:
GENOVA — Mercoledì 16.2,
ore 18, Chiesa valdese di via Assarotti.
FIRENZE — Giovedì 17.2, ore
18, Centro Comunitario di via
Manzoni 21.
FORANO SABINO — Venerdì
18.2, ore 17, Chiesa valcjese di via
del Passeggio 8.
IVREA — Giovedì 17.2 alle ore 21, presso il Centro Congressi
« La Serra », il pastore Giorgio
Bouchard parlerà su « Martin
Lutero e la Riforma oggi ».
TARANTO — Ciclo su « Significato e attualità della Riforma
del XVI secolo » presso la Biblioteca valdese, via Generale Messina 71/a, ore 18:
sabato 12.2: «Chanforan 1532»;
mercoledì 23.2: « La giustificazione per sola grazia » ;
mercoledì 2.3: « L’autorità nella Chiesa »;
mercoledì 9.3: « Il sacerdozio
universale »;
mercoledì 16.3: « La libertà del
cristiano ».
MILANO — Ciclo di incontri
« Milano per voi », presso il Centro di Cultura Protestante, via
Sforza 12/a, ore 17.30 - 19.30:
5 marzo: « Lutero, l’uomo e i
suoi tempi» (prof. Ugo Gastaldi);
12 marzo: « Lutero: la sua lotta per la riforma della chiesa »
(prof. Salvatore Caponetto);
19 marzo: « La teologia di Lutero » (prof. Paolo Ricca);
26 marzo: « Lutero e la cultura occidentale» (prof. Mario
Miegge).
A conclusione una tavola rotonda con un interlocutore cattolico su « Lutero e la cristianità ».
che lavorava alla base, dagli
USA c’erano soprattutto cattedratici, sia pure di sinistra. Contributi teologici nel corso del
convegno sono venuti anche da
teologi europei, ma solo per rapide apparizioni (J. B. Metz e
D. Solle), Georges Casalis invece
ha partecipato con costante impegno a tutto rincontro; fra gli
americani hanno parlato soprattutto i rappresentanti delle minoranze etniche e le donne: James Cone, Rosemarie Radford
Ruether, Letty Russel, Sheila
Collins. Non abbastanza conosciuti in Europa sono teologi
africani e asiatici come E. Mveng
(Camerún) o Samuel Rayan (India), T. Balasuriya (Sri Lanka),
M. Katoppo (Indonesia). Molto
vivace era rapporto dell’America Latina con Julio de Santa
Ana, Sergio Torres, J. Pablo Richard, Clodovis BofI e altri.
Una deplorevole
’’specializzazione”
Una teologia della liberazione
è più chiara nei contenuti e nei
limiti quanto più è esplicita la
oppressione; da ciò si capisce
come l’iniziativa e la parte principale di questo confronto stia
nelle mani dei teologi del Terzo
Mondo, mentre gli europei cercano di definire una « teologia
della resistenza » ( Dorothee Scile), ulteriormente sviluppata da
Casalis in « resistenza e sovversione » (modificando un famoso
titolo di Bonhoeffer).
Il metodo doveva essere quello induttivo, che parte dall’analisi della propria situazione, precisando anche la collocazione
personale di ciascuno, nel lavoro dei gruppi, per poi passare
alle interrelazioni e alla scoperta di comuni denominatori che
consentano di sviluppare strategie di rifondazione della teologia
e della vita delle comunità. Non
è un lavoro facile! Bisogna poi
riconoscere che esiste una forma dì deplorevole « specializzazione » che non aiuta la costruzione di una teologia comune : le
donne teologhe americane intervengono quasi Solo sui problemi dell’oppressione maschilista;
i neri solo sull’aberrazione razziale; i cattolici europei occidentali quasi solo su fatti di repressione delle gerarchie ecclesiastiche; gli asiatici sui rapporti con
le grandi religioni del loro continente e così via. D’altronde questo costituisce anche la ricchezza straordinaria di questi incontri, anche se non produce nell’immediato frutti comuni. Di un
«comune denominatore» (qui si
potrebbe dire « dominatore »)
non si può che parlare per grandi linee. Il comunicato-stampa
così si esprime: «nel corso del
dialogo i teologi/e hanno compreso che i problemi maggiori
non erano separati o isolati, ma
integrati in un unico sistema
mondiale che promuove il razzismo, il sessismo, lo sfruttamento delle classi, l’imperialismo, il
militarismo e la distruzione dell’ambiente ». Occorre approfondirne l’analisi per comprenderne
il funzionamento al fine di lavorare effettivamente a cambiarlo.
C’è il riconoscimento di un
uso contraddittorio della Bibbia:
essa è spesso stata la fonte cui
si è attinto il coraggio di molti
esodi, e d’altra parte è stata
usata come strumento di dominazione per legittimare per es.
l’apartheid in Sud Africa o in
altri posti per giustificare il sessismo; da questa considerazione
si deduce la necessità di chiarire i criteri di lettura biblica.
5« CENTENARIO DEL RIFORMATORE
Lutero nel suo
e nel nostro tempo
Le ’’fedi viventi”
Un problema delicato è quello
dei rapporti con le altre religioni (le cosiddette « fedi viventi »:
Islam, Induismo, Buddismo),
che sono state a più riprese segnalate per i loro contenuti di
liberazione, espressi in miti antichissimi. Una mia domanda alla fine della conferenza di Samuel Rayan (India) sul perché
una grande liberazione di massa si sia verificata in Cina, prescindendo da qualsiasi religione
antica o moderna, non poteva
ricevere risposta. Tùttavìa il fascino di queste tradizioni, che
hanno un valore estetico del tutto sconosciuto al nostro razionalismo occidentale, non-ha mai
abbandonato il Convegno, che
più volte ha affermato la volontà di approfondire questo confronto. Nel comunicato-stampa
è addirittura « scivolata » una
formulazione molto , fastidiosa
per le nostre orecchie protestanti, dove si afferma che la Parola
di Dio non sarebbe contenuta
unicamente nella Bibbia, ma anche in altri scritti e tradizioni,
« nell’Induismo, il Buddismo e
l’Islam in Asia, nelle religioni
tradizionali in Africa, nella spiritualità delle popolazioni autoctone delle Americhe ».
Questa espressione è stata fortunatamente evitata nel documento finale, ma rappresenta un
po’ il vizio nascosto di questo
genere d’incontri: la tentazione
di « battezzare » tutto quello che
c’è di valido nel mondo.
Il grande assente
Il grande interlocutore assente era la teologia dei paesi socialisti. A questa carenza, più volte
segnalata, si dovrà ovviare in
prossimi incontri.
Un lungo documento finale
(più di 20 pagine) preparato da
un certo numero di specialisti,
pur contenendo buon materiale,
è stato criticato perché non del
tutto rispondente alla dinamica
dell’assemblea. Un gruppo di teologi sudamericani ne ha fatto un
buon riassunto con l’intento di
avere un testo « profetico », una
lettera da inviare alle chiese, che
serva a provocare (nel senso migliore) e a consolare, ad aggregare i tanti credenti-militanti in
ogni parte del mondo che combattono contro la « Bestia »
(Ap. 13).
Progetti per il futuro; si prevede di continuare il lavoro su
base « regionale », gruppi di lavoro internazionali, pubblicazione di documenti e libri di teologia del Terzo Mondo, continuare la pubblicazione del bollettino « Voices », che è l’organo di
collegamento della EATWOT,
promuovere il dialogo fra le teologhe, pianificare altri incontri
a livello internazionale.
L’associazione italiana che si
riunisce un paio di volte l’anno
a Roma, presso Idoc, dovrà scegliere se partecipare a tutti o
parte dei gruppi di lavoro che
la regione europea ha costituito
sui temi: 1. analisi socio-politica;
2. riappropriazione della Bibbia;
3. teologia femminista; 4. rinnovamento liturgico.
C’è da fare per tutti e l’invito
è esteso a uomini e donne, cattolici ed evangelici, dal Nord e dal
Sud: si tratta di fare della teologia a partire dalle comunità e
non dai vertici, è una scoperta
che non ci coglie impreparati,
ma che dobbiamo sempre rifare.
Gianna Sciclone
ROMA — Il ciclo di lezioni
pubbliche su Lutero si è aperto
con ampio concorso di pubblico,
alla Facoltà valdese di teologia,
con due conferenze dei professori Bruno Corsani e Paolo Ricca. Corsani, l’il gennaio, ha sottolineato come il movimento spirituale che ha dato l’avvio alla
Riforma è nato dalla riflessione
di uno specialista di Bibbia e in
modo particolare della lettera di
San Paolo ai Romani. Lutero si
è sempre presentato soltanto come « Dottore in Sacra Scrittura »
ed ha svolto fino alla fine corsi
regolari all’università di Wittenberg. Egli ha avuto quella capacità di porsi in modo partecipe
alla scuola del messaggio centrale di Paolo, come era avvenuto nel 4° secolo con Agostino e
negli anni 20 di questo secolo
con Karl Barth, ed ha rimesso
in luce l’affermazione che l’uomo viene salvato con una « giustizia » che è dono di Dio.
Paolo Ricca ha svolto il 18 gennaio il tema: « Lutero visto da
Lutero: la Riforma ». Lasciando
da parte le interpretazioni politiche, o economico-sociali, quelle
psicologiche o quelle relative alle controversie teologiche. Ricca
ha mostrato il Lutero preoccupato della fede della gente, di
quello che il popolo credeva realmente. Le sue convinzioni sono
nate sulla riflessione della Bibbia. Ma, ha aggiunto Ricca, la sua
decisione di uscire allo scoperto
e intervenire pubblicamente è
nata invece « nel confessionale »;
è nata cioè dall’aver constatato
in che modo la pratica delle indulgenze agiva in senso devastante sulle coscienze del popolo
proprio per l’interpretazione comune che se ne dava. La teoria
poteva essere correttissima, ma
era la pratica conseguenza che
andava denunciata.
VERCELLI — Il primo dibattito del ciclo di conferenze dedicate a Lutero ed alla Riforma,
tenutosi la sera del 21 gennaio
al Centro di incontro evangelico,
ha avuto quale relatore il prof.
Avonto, che ha approfondito in
diversi studi il periodo storico
interessato. Egli ha illustrato la
situazione politica, sociale e religiosa della Germania tra la fine del 1400 e gli inizi del 1500,
individuando alcuni nodi contraddittori e soprattutto più problematici qui che nel resto dell’Europa ed evidenziando come
l’arte e la cultura testimonino
anch’esse la particolarità della
situazione germanica del periodo. Lutero si colloca aU’interno
di questa realtà storica: unendo una notevole carica interiore, egli porta a maturazione esigenze di riforma sentite da tempo dal popolo e dai laici e m£ti
avvertite o capite dall’istituzione
ecclesiastica. All’inizio e fino alTaffissione delle 95 tesi (limite
propostosi dal relatore nel definire il suo campo di ricerca),
Lutero è ancora «un uomo inserito in un’istituzione, non si
sogna di arrivare ad una rivoluzione. Non vuole mettere in discussione la Chiesa, vuole solo
riformarla », a differenza di Erasmo che « la disconosceva » e
che quindi avrebbe dovuto a ragione apparire più pericoloso.
Infine il prof. Avonto ha citato gli ultimi studi su Lutero,
che ne ridimensionano il contributo rispetto alla nascita della
lingua tedesca e quelli su Mercurino Arborio di Gattinara, che
ne limitano il ruolo di mediatore
tra impero e luteranesimo, enfatizzato a quel tempo dai protestanti.
Il dibattito ha permesso di ritornare, approfondendoli, su alcuni punti della conferenza, che
è parsa particolarmente impegnativa ed ampia.
RDT: calendario
delle manifestazioni
A maggio iniziano le celebrazioni ufficiali del 5° centenario
della nascita di Martin Lutero
che si svolgono soprattutto nella
Repubblica democratica tedesca:
è infatti nei territori della Turingia e della Sassonia a Eisleben e
Eisenach, nel castello della Wartburg, a Erfurt e a Wittenberg
che il riformatore tedesco è nato ed ha svolto la sua attività;
con la sola eccezione di Worms,
dove egli comparve davanti all’imperatore Carlo V e alla Dieta
nel 1521.
Le celebrazioni — informa
l’agenzia stampa nev della Federazione Chiese Evangeliche in
Italia — si svolgeranno in parte
a cura della chiesa evangelica e
in parte dello stato, il quale curerà anche l’organizzazione dei
viaggi dei numerosissimi visitatori che si attendono da tutto il
mondo. Il calendario, reso noto
da tempo, prevede una serie di
celebrazioni in diverse località,
sette convegni di chiesa (Kirchentage) e una serie di incontri ecumenici. La prima manifestazione si svolgerà il 1° maggio: sarà un convegno e un
culto nel castello della Wartburg
presso Eisenach; il 7 maggio si
aprirà a Erfurt, nel convento
agostiniano, una mostra su Lute
ro organizzata dalla Federazione
delle chiese evangeliche della
RDT; la mostra resterà aperta
fino al 31 agosto. Incontri di studio sono previsti dal 14 al 20 agosto a Erfurt (incontro internazionale di studi su Lutero) e,
sempre a Erfurt, una serie di
conferenze e incontri dal 31 ottobre al 10 novembre, data della
'nascita di Lutero. Infine, dal 10
al 13 novembre, si svolgeranno
incontri di più ampio respiro,
internazionali ed ecumenici, a
Eisleben, Lipsia, Wittenberg. Sarà su questi ultimi che si concentrerà l’attenzione internazionale
delle chiese evangeliche, e non
evangeliche. Parallelamente correrà una serie di convegni di
chiesa, i « Kirchentage »: esclusa l’ipotesi di un convegno unico, di grandi proporzioni, per dare la possibilità di una partecipazione massima, gli incontri
vengono organizzati su base regionale, secondo il seguente calendario: dal 12 al 15 maggio a
Erfurt; il 4 e 5 giugno a Mansfeld; dal 10 al 12 giugno a Rostock; dal 17 al 19 giugno a Francoforte suirOder e a Eisleben;
dal 24 al 26 giugno a Magdeburgo, dal 7 al 10 luglio a Dresda e
infine, probabilmente il più importante, dal 22 al 25 settembre
a Wittenberg.
4
4 vita delle cMese
Il febbraio 1983
TORRE RELUCE: DIBATTITO ECUMENICO
I ministeri nella cristianità
Sul tappeto la Bibbia e il documento approvato a Lima lo
scorso anno su ’Battesimo, Eucarestia e Ministeri’ redatto dalla Commissione Fede e Costituzione del Consiglio Ecumenico.
Tra questi due poli tre tradizioni ecclesiastiche, ovvero tre sensibilità diverse che hanno illustrato il difficile tema dei ministeri nella chiesa cristiana. Anche questa volta il dibattito ecumenico, inteso come confronto
in presa diretta con qualificati
rappresentanti di singole confessiom, ha fatto centro: molto
pubblico, molte domande e soprattutto voglia di continuare e
chiarire. Ma vediamo un po’ come è andata. Lontana e per certi
versi anacronistica la posizione
di Timiadis, patriarca ortodosso
dalla barba fluente («oggi si
parla del ministero della donna
ma è una faccenda vostra, occidentale, non nostra ») che ha difeso, anche storicamente, il ministero episcopale. E non ha
mancato di dare una bacchettata sulle dita ai valdesi non allineati sugli ultimi dociunenti ecumenici di ’Fede e Costituzione’:
« Cercate di essere più comprensivi con lé tematiche ecumeniche e di superare i vostri condizionamenti storici». Viva e pro
blematica la posizione di Giachetti, vescovo a Pinerolo, che
si è rifatto sia al documento di
Lima sia alle ultime novità in
fatto di ministeri nella chiesa
cattolica. Ha parlato di processo
di declericalizzazione della chiesa romana e della necessità di
istituire accanto al ministero
classico del presbitero (una volta si diceva sacerdote) nuovi ministeri. « Tutta la chiesa — dice
Giachetti — è ministeriale: accanto all’episcopato, al presbiterato e al diaconato si stanno sviluppando nuovi servizi in una
grande varietà di forme e contenuti ». Insomma accanto alla
immutabilità di taluni ministeri
i cattolici oggi ammettono — così anche il nuovo codice canonico che entrerà in vigore a fine
novembre — dei servizi ’ecclesiali’ prima inediti, per non dire
impensabili. Ordinate dal vescovo anche le donne potranno condurre comunità, distribuire ostie
consacrate e svolgere nuove attività nelle parrocchie.
Per i valdesi ha rotto il ghiaccio Bellion, pastore a Luserna
San Giovanni, richiamandosi a
due esperienze chiave del protestantesimo : le « Ordonnances »
di Calvino e il famoso testo di
Bonhoeffer « Sequela » sostenen
do la centralità della trasmissione della Parola di Dio nella nostra visione dei ministeri : « Se
per i cattolici ministero può significare il dispensare il sacro,
per i protestanti è sempre questione di trasmettere la Parola ».
Qui Timiadis ha reagito accusando i protestanti (e questa
volta non si rivolgeva solo ai
valdesi) di voler assolutizzare la
parola predicata poiché: «nell’ambito della fede non tutto può
essere espresso con la parola ».
In conclusione: essenziale la
visione evangelica che concepisce il ministero come un servizio dentro o fuori la chiesa, collegato alla Parola di Dio. Complessa la tesi cattolica poiché da
un lato c’è il nodo della successione apostolica e dall’altra tutti i diversi livelli di ’ministerialità’ sullo sfondo della divisione
clero-laicato. Aperta invece a
nuovi sviluppi, purché costituisca un passo avanti nel cammino comune dei cristiani, la concezione dei ministeri nella chiesa ortodossa (peraltro strutturata gerarchicamente). Nel dibattito è emerso sovente il richiamo a classiche immagini bibliche come il « corpo e le membra » di Paolo e la « casa dalle
pietre viventi » di Pietro. Ma più
che la Bibbia è stato il documento di Lima a far la parte del
leone. Bisognerà tornarci sopra.
E avere il coraggio di dire, come abbiamo fatto con il documento di Accra, dove non ci riconosciamo. Certo è mancato il
tempo di approfondire ma quello che è emerso è stato sufficiente per afferrare quanto siano
ancora distanti le comprensioni
dei ministeri nella cristianità.
Un conto poi è la teologia, altro
conto è la pratica ecclesiastica
dove sovente il ministro si sente
investito di poteri esclusivi che
in realtà appartengono solo al
popolo di Dio. Porse il cammino ecumenico sta proprio nel sapere confrontare e portare avanti — notava Giorgio Tourn, infaticabile regista di questi incontri — le diverse ’letture’ nel pieno rispetto delle altre posizioni.
In marzo il dibattito ecumenico
metterà al centro Lutero. Fin
d’ora è prevedibile altrettanta
partecipazione, anche di giovani, come è appunto stato per la
questione dei ministeri.
Giuseppe Platone
6 MARZO 1983
Giornata
mondiale
di preghiera
Hanno collaborato a questo
numero: Pino Arcangelo, Olga Bragaglia, Salvatore Carco, Luisa Carrara, Pasquale
Consiglio, Giovanni Conte,
Ivana Costabel, Anna Maria
Musso, Claudio Pasquet, Roberto Peyrot, Paolo Ribet,
Sergio Ribet, Eugenio Rivoir,
Aldo Rutigliano, Florestana
Sfredda Piccoli, Dario Tron,
Giulio Vicentini.
La liturgia di quest’anno è
stata preparata dalle donne dei
Caraibi sul tema da loro stesse
scelto: «Nuove creature in Cristo» (Il Corinzi 5: 17-18).
Nel loro appello alla preghiera esse ci chiamano a condividere i loro problemi: pesante
eredità di schiavitù, diversità
delle loro origini e delle loro
isole, ma ricerca comune di una
identità per diventare « nuove
creature in Cristo ».
Questa giornata, promossa ed
organizzata ogni anno dalle donne di un paese diverso, è aperta
alla partecipazione di tutti. Da
varie decine di anni, questo incontro ci permette di essere in
comunione con le sorelle del
mondo intero.
La giornata si svolgerà nei seguenti luoghi:
I CIRCUITO
in collaborazione con l’Esercito della Salvezza, ad
Angrogna Capoluogo alle ore
14,30. Responsabile : Daniela Platone, tei. 94.41.44.
II CIRCUITO
San Secondo ore 14.30. Responsabile M.-L. Davite, tei. 500.132.
Ili CIRCUITO
Pomaretto ore 14,30. Responsabile M.-F. Coïsson, tel. 81.288.
ALLE VALLI VALDESI • IVREA
ore 10.30 : culto con la comu
Gli appuntamenti del XVII Febbraio
Mercoledì 16 febbraio alle ore
20, se le condizioni climatiche lo
permetteranno e cesserà l’attuale siccità, si accenderanno numerosi i tradizionali « falò » nelle
comunità valdesi. Il 17 le comunità si raccoglieranno per il culto seguito nella maggioranza dei
casi da un’agape fraterna. La
colletta di questo culto sarà devoluta alle Chiese valdesi del
Sud America per sostenere l’opera dei « campamentos ». Alla
porta del tempio si potrà acquistare 1’« opuscolo del XVII » che
quest’anno è stato scritto dal
past. Achille Deodato e tratta
delle « Vicende di un colportore
nella Sicilia di fine ’800» ed è
edito dalla Società di Studi vaidesi (prezzo lire 2.000).
tradizionale agape fraterna nei
locali del teatro. Alle ore 21:
spettacolo del gruppo giovanile.
Numerose anche le serate organizzate vuoi da gruppi filodrammatici vuoi da corali.
Passiamo ora in dettaglio le
singole iniziative tese a ricordare le passate e le presenti liberazioni che il Signore ha concesso
al popolo valdese.
TORRE PELLICE — La Commissione Ricevimenti, in collaborazione con la Foresteria, organizza il pranzo del 17 febbraio.
I biglietti sono in vendita presso il negozio Pellegrin a L. 8.0(X).
La sera avrà luogo una serata fraterna di canti della corale
e proiezioni sulla vita di Martin
Lutero di cui si ricorda la nascita quest’anno. La serata avrà
luogo nel tempio.
• Venerdì 18 alle ore 20.30 ai
Coppieri l’Unione Giovanile avrà
un incontro con Cesar Rodriguez, proveniente da Colonia
Vaidense in Uruguay. La serata
è aperta a tutti!
na in sala; ore 20.45: serata nel
tempio : « L’Eredità di Lutero ».
Sabato 19, ore 20.45: replica
della serata.
In occasione del 17 avremo il
piacere di accogliere in mezzo a
noi tre graditi ospiti: si tratta
del pastore Ugo « Pancho » Gönnet e della moglie Lily Artus e
del pastore Ruben Artus, di Piossasco, fratello di quest’ultima.
• Ricordiamo che vi sono 200
posti per l’agape e che le prenotazioni vanno effettuate presso
la farmacia Garrone e presso
la salumeria Bounous, versando
la somma di lire 8.000, e ritirando l’apposito tagliando numerato che darà la certezza di avere
un posto a tavola!
comunitario al Convitto; ore
20.30 Serata a cura della Filodrammatica, Domenica 20: ore
10 Culto al Teatro con Cesar Rodriguez del Centro Emmanuel
dell’Uruguay.
Avremo tra di noi il pastore
Gérard Cadier informatore regionale in Francia, ben conosciuto fra noi ed organizzatore del
nostro viaggio in Israele. Avremo inoltre gli amici svizzeri,
sempre benvenuti fra noi. Chi
può accogliere in casa sua qualcuno di questi amici?
nità preparato dalle sorelle di
Torino; ore 12: pranzo al sacco; un piatto caldo sarà offerto
dalla chiesa di Ivrea; ore 14: incontro con Lily Artus-Gonnet
(Uruguay).
Un pullman sarà organizzato
con partenza alle ore 7.45 da Pinerolo, davanti al tempio. Iscriversi presso Graziella Fornerone, Pinerolo, tei. 70.611, ore serali.
Ogni Unione è pregata di comunicare le adesioni alle Responsabili sopra indicate entro il 1"
marzo 1983.
ANGROGNA — Mercoledì 16,
alle ore 20, condizioni del tempo
permettendo, accensione dei falò.
Giovedì 17, il culto inizia alle 10,
con i bambini delle Scuole Domenicali, i Trombettieri, la Corale. I catecumeni rivolgeranno
domande a Giorgio Bouchard,
Moderatore della Tavola Valdese, che è nostro ospite. L’agape
inizia alle 12,30 (prenotarsi presso gli anziani o il pastore, costo
L. 7.000) ed è organizzata dalla
Unione Femminile. Verso le 14
Bouchard illustrerà problemi e
prospettive della nostra presenza in Italia. Alla sera, nella Sala, alle 20,30 la Corale presenta
una ricca rassegna di canti e nell’intervallo verranno proiettate
diapositive sui festeggiamenti di
Chanforan.
RORA’ — Per il 17 febbraio
sarà nostro ospite il pastore Renato Di Lorenzo, della chiesa metodista di Vercelli, che terrà il
culto. Sarà anche l’occasione per
definire una visita a Rorà della
comunità vercellese, in primavera.
Le iscrizioni al pranzo del 17
si raccolgono presso il pastore
o al negozio di Ada Paschetto,
entro domenica 13.
BOBBIO PELLICE — Domenica 13: culto di Santa Cena a
cui partecipa la Corale di Villar-Bobbio.
Mercoledì 16 : accensione dei
falò alle ore 20.
Giovedì 17: culto presieduto
dalla scuola domenicale e dal
precatechismo. Alle ore 12.30:
SAN GERMANO — In occasione del 5“ centenario della nascita di Lutero, un gruppo della
comunità ha preparato un programma che ha per titolo « L’eredità di Lutero » e che verrà presentato nel tempio il 17 febbraio
alle ore 20.45 e replicato sabato
19 febbraio alla stessa ora.
Si tratta di alcuni quadri per
recitazione e canto che delineano la figura del riformatore attraverso la sua vita ed il suo
pensiero. Daranno il loro contributo la Corale e un gruppo
strumentale della locale banda
musicale. A tutti un fraterno
invito a partecipare a questa manifestazione che avrà luogo nel
tempio.
• Ed ora ecco il programma
generale per il XVII: mercoledì, 16, alle ore 20, accensione dei
falò al suono delle campane ; giovedì 17, ore 9, corteo verso l’Asilo e canti con gli ospiti della
Casa; ore 10.30: culto di riconoscenza; ore 12.30: agape frater
P£RR£RO-MANIGLIA — Il
culto del XVII Febbraio si terrà quest’anno a Maniglia. L’appuntamento è per le ore 10 sulla
piazza di Chiabrano, da dove
partirà il corteo. Il culto inizierà alle ore 10,30 e sarà tenuto
dal past. Paolo Spanu, della
Chiesa battista. Il tradizionale
pranzo avrà inizio alle ore 12,30
e costerà L. 10.000, L. 5.000 per
i bambini fino ai 10 anni. Chi volesse prenotarsi è pregato di farlo entro il 13 febbraio presso la
sig.ra Alba Pascal o presso il
pastore, versando una caparra
di L. 5.000. Affrettarsi, perché i
posti sono limitati.
PRALI — Sera del 16 febbraio accensione dei falò (tempo permettendo); 17 febbraio ore 10.30 culto; ore 12.30 agape
nella sala.
Le prenotazioni per il pranzo
si riceveranno sino a domenica
13 col versamento di una caparra di L. 5.000 da versare agli anziani di quartiere.
VILLASECCA — Mere. 16 febbraio, ore 20: accensione dei falò al suono della campana. Giovedì, 17, ore 10: Culto con S. Cena nel tempio di Villasecca - Corale; ore 12.30: Agape ai Chiotti. Domenica 27, ore 10.30: Culto
ai Chiotti; ore 14.30: Pomeriggio
comunitario a Villasecca con la
rappresentazione del dramma
« Il figlio » e della farsa in un
atto «La lotteria di Francoforte».
I biglietti per l’agape sono reperibili presso gli Anziani. Prezzo: L. 8.500 adulti; L. 6.CKK) bambini fino età scolare. Termine ultimo per l’acquisto : domenica 13
febbraio,
II culto del XVII sarà presieduto da Cesar Rodriguez, Segretario Esecutivo del Centro Emmanuel di Colonia Vaidense e Direttore dell’Istituto Ecumenico
di Montevideo.
• LIGURIA
Venerdì 4 marzo 1983 a Genova presso la Chiesa Battista di
Via Vernazza 14, alle ore 15, in
occasione della Giornata Mondiale di Preghiera, sarà presente
Lily Artus-Gonnet (Uruguay).
Sabato 12 febbraio
n TELEPINEROLO
CANALE 56
Alle ore 19 va In onda la trasmissione « Confrontiamoci con l'Evangelo »
(a cura di Marco Ayassot, Attilio Fornerone e Paolo Ribet).
Domenica 13 febbraio
RODORETTO E MASSELLO
— Il 17 Febbraio il culto sarà tenuto dal past. Paolo Ribet ed
avremo ospite — come avviene
già da qualche anno — don Canal Brunet ed alcuni giovani.
PRAMOLLO — Il culto di Santa Cena del XVII Febbraio alle
ore 10 con la partecipazione della Corale sarà seguito da un
pranzo comunitario nella sala
delle attività alle ore 12.30. Chi
desidera partecipare può prenotarsi presso il pastore o presso
gli anziani entro domenica 13.
La Filodrammatica rappresenterà la commedia in 3 atti « Gli
alberi muoiono in piedi » alle
ore 20.30, con la replica sabato
19 c. m. alle ore 20.30.
□ RADIO KOALA
FM 96.700 • 90300 - 93700
Alle ore 12.45: Culto Evangelico a
cura delle Chiese Valdesi del II Circuito.
□ INCONTRO FCEI
COMUNITÀ’ DI BASE
PINEROLO — Con inizio alle ore 9.30
si tiene presso il convento dei Cappuccini a San Maurizio un incontro tra le
comunità di base del plnerolese e la
Fgei-valli. Tema: « I ministeri nella
chiesa ». Pranzo al sacco.
Lunedì 14 febbraio
POMARETTO — Mercoledì
16: ore 20 accensione falò (tempo permettendo). Giovedì 17:
ore 8.30 Cortei con le Bande Musicali; ore 10 Culto nel Tempio
con la Corale; ore 12.30 Pranzo
Ragioni di spazio ci hanno costretti a numerosi tagli sulle corrispondenze inviateci e a rinviare ad un prossimo numero alcune notizie. Ci scusiamo con corrispondenti e lettori.
n INCONTRO PASTORALE
Il prossimo incontro pastorale del 1°
Distretto avrà luogo presso la Chiesa
di San Germano con Inizio alle 9.30.
— 'Riflessione biblica (G. Conte);
— Tema della giornata: Comunità del
credenti e popolo valdese. (Introduce G. Tourn).
All’incontro parteciperanno il Moderatore e Cesar Rodriguez, segretario esecutivo del Centro Emmanuel e direttore
dell’Istituto Ecumenico di Montevideo.
j
5
11 febbraio 1983
vita delle chiese ^
DOPO LA SETTIMANA DI PREGHIERA PER L’UNITA’ DEI CRISTIANI
ALLA FIERA DEL LIBRO DI GENOVA
diverse sul dialogo
con ii cattolicesimo
L’angoiino
del colportore
Vancouver
BRESCIA — Invitato dai Filippini della Pace, il prof. Paolo
Ricca della Facoltà Valdese di
Teologia ha parlato nella nostra
chiesa giovedì, sera 20i gennaio
sul tema di Vancouver (che era
stato suggerito anche per la
Settimana di preghiere per l’Unità) : Gesù Cristo la vita del
mondo. Era presente un folto
pubblico, che rappresentava varie componenti del Cattolicesimo bresciano. Mai la nostra chiesa era stata così affollata.
Altro oratore è stato Don Felice Montagnini, professore di
S, Scritture al Seminario Diocesano ed alla Facoltà di Lingue
dell’Università Cattolica di Brescia.
Il prof. P. Ricca nella prima
parte, riferendosi ai temi delle
precedenti Assemblee del Consiglio Ecumenico delle Chiese, ha
messo in rilievo il fatto che i
temi sono sempre stati « tempestivi », cioè inseriti nelle situazioni, nei timori, nelle speranze,
nelle ricerche del mondo di oggi.
Il tema di Vancouver della prossima estate, si rivolge all’uomo
che, mentre sente un disperato
bisogno di vivere una vita diversa, ha però nelle mani la possibilità della propria autodistruzione. Nella seconda parte, ispirandosi a I Giovanni 1, ha rilevato come solo Gesù Cristo è la
ri,sposta, perché solo Lui è e
quindi può dare la vera Vita.
Il prof. Felice Montagnini ha
insistito sulla necessità di riportare all’ordine voluto da Dio
questo mondo, e non semplicemente recriminare sul suo disordine. Però soltanto il progetto
di Dio si rivela inatteso ed efficace. Bisogna progettare un
mondo migliore col coraggio di
guardare quello che abbiamo
sotto gli occhi.
Dio è Dio, perché trae il positivo dal negativo.
Sono seguite domande da parte di alcuni dei partecipanti, con
risposta del prof. Paolo Ricca.
L’incontro, a carattere ecumenico, era iniziato col canto di un
nostro inno, ed è terminato col
Padre Nostro ripetuto da tutti
i presenti (in grandissima parte
giovani).
E. C.
Tutto l’anno
ROVERE'rO — Dal 18 al 23
gennaio è stata di nuovo celebrata la Settimana di preghiera
per l’unità dei Cristiani.
Qualcosa di ripetitivo? Una
consuetudine ormai già tradizione? Crediamo fermamente di no
e neppure pensiamo ad un appuntamento unico nell’anno, che
si disperda poi nel quotidiano.
E’ piuttosto il momento focale
di tutta l’attività ecumenica, nel
rinnovarsi di un impegno che si
cala profondamente nella realtà
di ogni giorno.
Ogni primo martedì del mese
si riunisce infatti il gruppo biblico ecumenico (che trasmette
una rubrica radiofonica mensile) e ogni 3 settimane si incontra il gruppo ecumenico giovanile.
A Rovereto la settimana è iniziata la sera del 18 gennaio con
un breve incontro di preghiera
(gruppo S.A.E.) basato soprattutto sul tema e sulla lettura
centrale della Settimana : « Cristo, vita del mondo » (I Giov.
1: 1-4). E’ seguito giovedì, 20 rincontro del gruppo ecumenico
giovanile. Sabato 22 alle ore 18
nella chiesa della S. Famiglia
(dove di recente l’intero gruppo
ecumenico aveva collaborato alla Veglia per la Pace) si è svolta una celebrazione eucaristica
cui tutto il gruppo ha partecipato, presentando preghiere comunitarie. Il coro parrocchiale
ha reso un servizio profondamente ecumenico aggiungendo ai
canti cattolici corali protestanti e ortodossi. L’omelia è stata
incentrata sul tema dell’ecumenismo.
Domenica 23 presso il Centro
« Clesio-Rosmini » (messo come
sempre a disposizione da don
Silvio Franch, delegato diocesano per l’ecumenismo) si è svolto
un culto evangelico presieduto
dal pastore valdese Aldo Sbaffi
di Verona. La sala era gremita
di fratelli cattolici; fra gli evangelici, oltre ai fratelli di Rovereto e Trento, alcuni fratelli di
Verona. Ha validamente sostenuto i momenti salienti della celebrazione una rappresentanza
del coro parrocchiale di S. Marco, che nel canto ha espresso
l’intensa comunione di fede e di
spiriti vissuta da tutti.
Sia lodato il Signore per questi Suoi doni e ci spinga Egli
stesso gli uni verso gli altri, tutti insieme verso il Cristo, in quell’unità e quell’amore che procedono da Lui.
F.S.P.
Difficoltà
BARI — Gli incontri ecumenici della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani mostrano ancora una volta il loro
limite, anche in questa città. Alla fin fine succede qualcosa che
lascia perplessi. C’è chi rimane
deluso e c’è chi esce amareggiato.
O è perché la liturgia adottata dalla chiesa ospitante non tiene conto della fede degli altri
(come nel 1982), o è perché uno
schema liturgico unico, ripetitivo, non si addice alla mente di
tutti (come quest’anno), insomma non è chiaro se l’obiettivo di
questi incontri è Tindottrinamento oppure è la preghiera che
sia disponibilità a fare le cose
che chiediamo a Dio.
E’ possibile che ogni anno succeda un incidente?
Otto incontri di fila, poi, sono
eccessivi per chiese di minoranza con pochi membri mentre le
numerose parrocchie cattoliche
si impegnano (quelle che lo fanno) per una sola volta. La riflessione ecumenica non ha bisogno
dell’immancabile pastore evangelico. C’è bisogno, piuttosto, di
mentalità ecumenica. La predica
del pastore — in un ambiente
che non è il suo, e che non è neppure la piazza o la strada, dove
ciascuno si sente a casa propria
— può risultare anche controproducente. Le differenze offendono. I consensi illudono e confondono.
Per il momento ecumenico che
stiamo vivendo, pochi e modesti
incontri di studio biblico servo
Incontri
MILANO — Venerdì 11 febbraio, ore
21, nei locali della Chiesa metodista di
via Porro Lambertenghi 28, dibattito sul
tema « Concordato e Scuola » con la
partecipazione, tra gli altri, deH'on.
Valdo Spini.
BRESSO (MI) — Presso il Centro
civico, via Bologna 38, prosegue un ciclo di tre incontri iniziato il 21 gennaio
sul tema del peccato: cos'è e quale
significato ha oggi. A cura del gruppo
locale valdese: Introduce Daniele Garrone. Prossimi incontri 25.2 e 18,3,
ore 21.
LA SPEZIA — il 5-6 marzo presso
la Chiesa battista. Collettivo teologico
ligure sul tema • L'uso del denaro »
(a cura della locale Chiesa battista),
no meglio di ogni altra cosa a
quel cammino delle chiese verso
Cristo, come intendiamo l’ecumenismo.
G. V.
Prima volta
SCIGLI — Martedì 25 gennaio
la Chiesa metodista e la Chiesa
cattolica per la prima volta in
occasione della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani
si sono incontrate presso la Chiesa Madre sul tema della gioia
della vita in comunione. L’incontro è stato introdotto dal pastore Pino che ha presentato il concetto dell’ecumenismo dal punto di vista storico e teologico.
Sono seguite letture e riflessioni bibliche di sacerdoti e laici
tra cui la più apprezzata quella
del parroco della Chiesa del
Carmine e le altre del dott. Mario Occhipinti di parte cattolica
e del dott. Giuseppe Zita di parte evangelica.
Rilevante è stata la presenza
dei cattolici e reciproca la espressa volontà ecumenica il cui cammino si spera possa progredire.
Non si è tuttavia celata la reciproca preoccupazione e perplessità sui momenti in cui, incontrandosi, si dovrà passare al piano della discussione di tutta la
problematica sorta e avanzata
nel tempo che oggi Analmente
andrebbe scandagliata e analizzata nel tentativo di trarne solidi risultati per un ecumenismo
reale che dica chiaramente alla
cristianità l’impellente opportunità di un autentico e sincero
comune andare a Cristo, Signore del mondo degli uomini e della storia.
P. A.
Lo spazio riservato agli Evangelici alla fiera del libro di Genova era molto modesto quest'anno: tre metri per uno, proprio un angolino. Eppure la vendita è aumentata notevolmente
nonostante la grossa crisi economica genovese: un centinaio
di Bibbie, molti altri libri del
Centro Vita, Claudiana ecc. La
novità di quest’anno è stata la
cartolina-intervista sulla lettura
della Bibbia; oltre cento cartoline compilate di cui una sessantina con l’indirizzo; ognuno degli intervistati ha ricevuto un
Nuovo Testamento in omaggio
ed una copia delle meditazioni
« per l’ora che passa »; le varie
comunità potranno prendere contatto con le persone intervistate
a seconda del quartiere della
città.
Una bella schiera di giovani ha
collaborato con la pattuglia degli « anziani » consentendo un
dialogo col mondo della scuola.
Le denominazioni erano quasi
tutte rappresentate, segno d’una
maggiore comprensione dello
scopo che ci deve accomunare:
la diffusione della Parola di Dio.
Val la pena di ricordare che due
giovani sposi, Myriam ed Enrico,
hanno rinunciato ad una settimana di ferie per dedicarle alla
bancarella del colportaggio; il
fratello Zotta, non più giovanissimo, ha montato e smontato
ogni giorno il banco per la durata delle tre settimane di fiera. I
turni erano coordinati da Carla
G. previo un incontro di preparazione e di preghiera in casa sua
e una simpatica agape. Soprattutto ricordiamo l’organizzatore
Sergio Rastello che da vari anni
si occupa della sezione evangelica alla fiera con vera passione,
promuovendo iniziative nuove e
sempre tendenti a stimolare le
chiese per una delle più belle
attività della chiesa di Gesù Cristo: il colportaggio.
Il dialogo còn la gente
Consultando il gruppo che s’è
impegnato alla fiera si ha l’impressione d’un maggiore interesse da parte del pubblico; i dialoghi non sono mancati; eccovi alcuni « flashes » di incontri. Un
gruppo di giovani s’avvicina e
dicono al colportore di turno:
siamo annoiati; non sappiamo
come passare la domenica; ci
consigli un libro; he scaturisce
una discussione vivace e ricca
di pensieri che sfocia nell’acquisto d’una Bibbia.: Un anziano signore s’avvicina e chiede: avete
un libro che mi spieghi chi ha
creato Dio? Dalla domanda scaturisce uno scambio di riflessioni ma quando l’uomo sente parlare della nuova creazione nel
cuore umano, il novello Nicodemo risponde: sono troppo vecchio, non posso nascere di nuovo... e scompare...
Parecchia gente s’è interessata ai libri religiosi seri, segno di
una ricerca che ci conforta nel
clima difficile che stiamo vivendo; molti si sono avvicinati con
titubanza nel timore di essere
coinvolti in oualche strana setta
come i Testimoni di Geova o i
Mormoni. L’impressione ricavata da Carla, la nostra intervistatrice dell’équipe, è molto positiva; soprattutto i « colportori »
sono stati lieti di aver potuto
dare testimonianza della propria
fede e di aver gettato un po’ di
« buon pane sulle acque » nella
fiducia che in qualche modo si
ritroverà.
Gustavo Bouchard
CORRISPONDENZE
Evangelici contro la camorra
NAPOLI — In vista della serrata di protesta contro la camorra che ha paralizzato là città nei
giorni 26-27 gennaio, rappresentanti dei Commercianti e Artigiani di Napoli hanno incontrato il
presidente del Consiglio delle Comunità evangeliche di Napoli per
sensibilizzare, informare e coinvolgere gli evangelici nella manifestazione. In conseguenza di
questo incontro la Giunta ha voluto esprimere un messaggio di
solidarietà con Commercianti e
Artigiani di Napoli e provincia
« nella lotta contro la malavita
organizzata nella nostra regione
che sta attraversando uno dei
momenti più tragici della sua storia ».
« Nella nostra umana fragilità
e fallibilità — prosegue il messaggio — ma anche nella certezza della nostra fede in Gesù Cristo e nella potenza trasformatrice del Suo Evangelo, siamo convinti che se comprenderemo rettamente e rettamente vivremo la
giusta relazione con Dio e con
tutti i nostri simili come ci ha
insegnato Gesù Cristo nel Suo
Evangelo, riusciremo un giorno
a ristabilire una pacifica, armoniosa convivenza e collaborazione tra tutti noi.
Saremo allora capaci di lottare
contro i germi della violenza in
tutte le sue manifestazioni storiche e sociali; germi che si possono annidare in ognuno di noi,
se la potenza di Dio non ci permette di controllare e dominare
la loro manifestazione concreta
nella vita quotidiana ».
Il messaggio termina ponendo
in relazione la solidarietà e la
lotta con la rinuncia ad ogni tentazione di « potere ’’sacro” elevato a sistema sociale ».
Settimana
della libertà
TORINO — La « settimana della libertà » non è centrata su Lutero (poiché si sta organizzando
un ciclo di conferenze e un seminario per l’autunno) ma non
per questo è meno densa di attività.
Martedì 15 i Valdesi partecipano all’assemblea che costituisce a Torino il « Comitato per la
laicità della scuola », un’associazione promossa da una decina di
Enti, tra cui il Concistoro della
Chiesa valdese. L’assemblea si
svolge presso la Scuola civica di
C.so Galileo Ferraris 11 alle ore
21.
Mercoledì 16 alle ore 20.30 al
Monte dei Cappuccini, inaugurazione della mostra di « Paolo Paschetto, pittore delle Valli Valdesi»; accensione del falò, partecipazione della Corale valdese-battista e del Coro del C.A.I.
Giovedì 17 ore 15 nella sala di
via Pio V 15 incontro dedicato
agli anziani con proiezione del
film sui Valdesi del 1924. Alle ore
20.45 nel salone di C.so Vittorio
23 prosegue la serie « Ecumeni
smo oggi » con « Interrogativi
alla Chiesa valdese » presentati
dal prof. Carlo Collo.
Domenica 20 àgape in via Pio
V' e alle ore 15 assemblea di
chiesa con intervento di Cesar
Rodriguez del Centro Emmanuel
in Uruguay e proiezione in anteprima dell’audiovisivo su Lutero
edito dalla Claudiana.
Violenza sessuale:
telegramma a N. Jotti
TARANTO — Il seguente telegramma è stato inviato il 28.1 al
Presidente delia Camera, On. Nilde lotti:
« Le donne della Chiesa Valdese di Taranto aderenti alla Federazione Donne Evangeliche in Italia protestano per la mancata
approvazione del primo articolo
della nuova legge contro la violenza sessuale. Denunciano all’opinione pubblica il comportamento della Democrazia Cristiana
che pur fregiandosi dell’aggettivo
’’cristiana” non esita a negare
alla donna che ha subito violenza di usufruire della stessa procedura che il codice italiano prevede per i delitti contro la persona. Ricordano che nella Bibbia è detto che uomo e donna
sono stati entrambi creati ad immagine di Dio e pertanto rifiutano la prassi approvata da alcuni
partiti della doppia morale che
colpevolizza comunque la donna
anche se è vittima e tende ad as- solvere l’uomo pur se colpevole ».
6
6 prospettive bìbliche
Il febbraio 1983
VARIAZIONI SU UNA SUGGESTIVA PAROLA DELLA BIBBIA |_3 Strada della libertà
I misteri deil'Arca
« E la terra era corrotta davanti a Dio; ed era piena di violenza.
E Dio disse a Noè: ’’Fatti un’arca
di legno; ed entrerai nell’arca, tu
con tutta la tua famiglia” ».
(Genesi 12).
1
Arca è nome di RACCOLTA.
Da ogni paese, da ogni censo, da
ogni epoca della storia, dai popoli morti come dai popoli vivi,
si raccolgono nei fianchi dell’Arca uomini e donne, giovani e vecchi, ricchi e poveri, sani e malati, esseri ragionevoli e poveri idioti, altruisti ed egoisti, spinti
tutti quanti dal bisogno di ritrovarsi insieme, finalmente al di
sopra, al di là e al di qua di tutte le barriere e di tutte le opzioni.
Con un unico intento: star raccolti insieme, formare una unità,
una comune, un blocco. Il blocco del genere umano.
L’Arca è un VESSILLO, una
BANDIERA DI VITA. Il vessillo
dell’Arca sventola alto sopra le
nebbie, sicuro sopra le acque
tempestose dell’abisso. Per coloro che non hanno più alcuna fiducia nel mondo e nelle sue atroci o ridicole macchinazioni, la
bandiera dell’Arca ispira un sentimento nuovo, una fiducia senza
pari, che non deriva più dall’uomo, questo essere che non si fida
neppur più delle sue stesse azioni, che mentisce a se stesso, che
non crede neppur più a sua madre, ma dal fatto che quella bandiera resiste a tutti i venti, a tutte le bufere, e passa intatta attraverso le nuvole grevi di lampi e
di tuoni.
La bandiera di vita dell’Arca
non si abbasserà mai, non può
ammainarla nessuno!
Arca è nome di RIFUGIO. Per
coloro che hanno paura, che sono incerti, che vivono nella esitazione e nel dubbio incessante;
ed anche per coloro che hanno
freddo, nel corpo come nell’anima, per coloro che hanno caldo,
troppo caldo, nella ricerca di una
vita sempre più intensa, per coloro che non hanno più né freddo né caldo, perché sono tiepidi,
fiaccati nella loro vita morale e
nel loro spirito, contestati e respinti e vomitati dal mondo; e
per coloro che sono insidiati, perseguitati, terrorizzati; e l’Arca li
raccoglie, li copre, li protegge, li
preserva. Li rinchiude al sicuro
in se stessa.
L’Arca è una PO'TENZA DI FEDE: una potenza che eleva colui
che l’accoglie al di sopra di tutti
gli uragani della terra, verso l’alto cielo ove risplende il sole della pace dell’Eterno.
Con quella potenza di fede, abbandonarsi all’Arca significa lasciarsi trasportare dalla volontà
di Dio fin verso i limiti estremi
dell’abisso — che è, come tutte
l’altre cose che esistono —• al servizio di Dio Onnipotente, e che,
se Dio glielo ordinerà, si rinchiuderà su di sé, si fermerà, e dileguerà. Significa cioè sapere che,
proprio sull’orlo dell’abisso, e
proprio all’ultimo istante — non
un secondo prima! — Iddio ci
prende, così, semplicemente, per
la mano, e non ci abbandonerà
mai.
Ed è pure, l’Arca, nel buon linguaggio del nostro popolo, TARGA DI PANE, ossia la madia capace, in cui la massaia e madre
di famiglia, ogni sesto giorno, impasta la farina che nel forno rustico si tramuterà in rotonde forme di pane simili a focacce lievitate, croccanti, fragranti. Del cibo per eccellenza, l’Arca è dunque la custode, e custode due volte. La prima, perché favorisce e
trattiene in sé la fatica umana
delTimpastare, con quel ritmico
moto lento, quasi suasivo, impresso alla farina, affinché con
l’acqua e con il sale essa diventi
il magma destinato alla cottura;
e la seconda volta, perché dopo
l’impasto ottenuto con il sudor
della fronte, quel magma in cui
è stato dis^rso il lievito è sottoposto al più straordinario miracolo che sia mai stato dato a
mani d’uomo di compiere sulla
materia: nell’ombra, ed anche
nell’immobilità, la lievitazione, al
termine della quale il magma non
è più pastoso, ma è già pane!
Sapersi nutrire di quanto offre l’Arca significa dunque poter
sempre disporre del suo cibo vitale; ma significa pure vedere
che lo sforzo umano per il sostentamento è stato necessariamente preceduto dalla effusione
della grazia, la quale fa di ogni
cibo un dono quotidiano, affinché viviamo e leviamo a Dio Padre l’inno della nostra gratitudine. Ma soprattutto significa, fuor
d’ogni dubbio, saper riconoscere
la realtà — che ci sovrasta — di
un nutrimento soprasostanziale,
che per fede è dato di ricevere,
appunto, da Colui, e con Colui
che volle chiamarsi il « pane della vita ».
Che di questo pane spirituale,
prima di ogni altro nutrimento,
Iddio ci conceda di nutrirci fino
all’ultimo giorno di nostra vita!
(continua) Teodoro Raima
(segue da pag. 1 )
avere il monopolio del potere:
chiedono anche il monopolio della ye,rità. Per essi non esiste la
verità, ma la loro verità. Non
esiste il potere, ma il loro potere. E considerano colpevoli tutti
coloro che mettono in dubbio la
loro verità o pretendono di controllare il loro potere. Per tali
governanti la verità deve servire
al potere stabilito, anche se si
tratta di un potere ingiusto, oppressore. E se la verità si oppone deve essere arrestata, processata, messa in prigione, torturata, assassinata. E’ il potere che
giudica, non la verità. Sono le
armi che hanno l’ultima parola,
non la verità. Questa è la situazione in Argentina, Uruguay, Cile, Paraguay, E1 Salvador, Guatemala.
Sentiamo la preghiera della
madre di un detenuto politico:
« Dio mio,_ da quando mio figlio è imprigionato la primavera è finita, l’estate si è tramutata Jn inverno gelido. Non posso
più contare le mie lacrime perché non ho modo di calmare il
dolore che ho in petto. A volte
cammino gridando a te dal fondo del mio cuore, o Dio. E quanto interminabili sono le notti che
passo chiedendo il tuo aiuto, o
Signore ».
Oppure, come può scrivere il
poeta nicaraguense E. Cardenal:
« Dio mio, Dio mio, perché mi
hai abbandonato? eccomi imprigionato dietro un filo spinato carico di elettricità. Tutti i giorni
mi chiamano con un numero che
hanno impresso sulla mia carne.
...Le mie ossa possono essere contate come in una radiografia.
Piango al posto^ di polizia, nel
cortile della prigione, nella camera di tortura ».
Certo tutto questo non è sconosciuto al cristiano. L’ombra
della sofferenza e della morte è
sempre vicina alla verità. L’episodio di Gesù davanti a Pilato
viene immediatamente alla memoria. A Pilato, il rappresentante del potere romano, Gesù dice:
« Io sono venuto nel mondo per
essere un testimone della verità » (Giov. 18: 37). E Pilato deve
aver capito che si trattava di
una verità importante. Per que
sto gli chiede: « Ma che cos’è la
verità? ». Per lo meno Pilato ha
fatto la domanda giusta, anche
se non conosce la risposta. Pilato non sa che la verità è Gesù.
Non sa vedere che Gesù è la verità. Perché la verità che Pilato
conosce è la verità del potere.
Per questo egli minaccia Gesù
dicendogli: « Non sai che io ho
il potere di liberarti e il potere
di farti crocifiggere? ». E in effetti egli realizza la sua minaccia permettendo che Gesù, la verità, sia crocifisso.
La croce potrebbe essere stato
il punto finale di tutto questo. E
lo fu per molti, anche per i discepoli più intimi di Gesù. Però
la croce non è l’ultimo atto di
questo dramma della verità. Da
essa scaturisce un tremendo potere liberatore che sconfigge il
potere della morte con il potere
della risurrezione. Come conseguenza della croce il potere della
vita e della verità si uniscono per
ispirare milioni e milioni di persone ad esprimere la fede in maniera nuova e creativa.
Sentiamo le parole di un prigioniero politico cileno:
«Ti ricordo. Cristo, amante
della liberazione, ti capisco. Cristo, perché hai conosciuto il tradimento e la disperazione, ma
anche perché, come te, ho detto
ai potenti che governano con voracità: Sono re e reclamo la mia
corona. Chiedo di essere padrone
della mia propria vita e desidero l'emancipazione per me e i
miei fratelli e sorelle. Chiedo
uno scettro per un ipovero ma
degno regno della libertà, costruito stàio comunione dell'amore e una comunità di uguali ».
Confessare oggi in America Latina Colui che è la verità è un
pellegrinaggio di fede. E’ un cammino tortuoso che si estende non
solo nel tempo degli uomini ma
dalla vecchia alla nuova creazione. E’ un cammino pieno di dolore, di lotte, di disillusioni e
sofferenze. Si possono intravedere soltanto dei segni della gioia
e della liberazione del mondo
nuovo di Dio. Ma il Signore della verità è già in marcia. Per
questo è possibile già oggi dire
con fede: Venceremos.
Emidio Campi
ESSERE UBERI - 1
«Fratelli, voi siete stati chiamati alla
libertà; soltanto non fate della libertà
un’occasione alla carne, ma per mezzo dell’amore servite gli uni gli altri ».
(Galati 5: 13).
Che vuol dire essere protestanti? Vuol
dire essere liberi. Lo dice Galati 5, lo dice l’intero Evangelo, la Bibbia intera. Essere cristiano vuol dire diventare un uo
mo libero. L’esperienza fondamentale del
la fede protestante è quella della libertà
« Conscientias liberare et certificare fide »
liberare le coscienze e dare loro, per fede,
la certezza — così Lutero ha riassunto
un giorno tutta la Riforma. Questa è stata
un grande movimento di liberazione. Lo
sono stati il cristianesimo apostolico e,
prima, il movimento di Gesù: un grande
movimento di liberazione. Essere protestante vuol dire assumere la responsabilità, il peso, il rischio e la gioia della libertà, in modo cosciente e coerente.
Libertà! Parola affascinante, che trova
in ogni uomo un’eco immediata e profonda; una parola che, per così dire, risveglia l’uomo. Si può facilmente spiegare
tutta la storia dell’umanità come la storia
dell’incessante lotta per la libertà. Libertà — una parola che fa la storia. Innumerevoli uomini sono morti con questa parola sulle labbra: la libertà valeva per loro più della vita. Ma qui appare una grossa contraddizione: da un lato la libertà è
la condizione fondamentale dell’essere e
del divenire uomo, dall’altra essa comporta responsabilità e doveri difficili da portare. La libertà corrisponde a un’esigenza
insopprimibile dell’uomo; gli è essenziale, vitale, ma non rende più facile la sua
vita. L’uomo è capace di lottare per la libertà e di conseguirla; non è però capac.e
di conservarla, di vivere con essa, di crescere in essa. Si potrebbe dire: l’uomo
non può vivere senza la libertà, ma non
sa vivere con la libertà. Accanto a un amo
a cura dì Gino Conte
L’Evangelischer Bund, l’Alleanza Protestante della Germania federale tiene annualmente un’assemblea generale; nel 1980 si era riunita a Hameln e il prof. Paolo Ricca era stato invitato a tenere gli studi biblici, in relazione al tema che era: « Essere
cristiani oggi: che vuol dire essere protestanti? » (evangelisch, in tedesco, corrisponde al nostro «protestante»). Gli atti dell’assemblea sono stati poi pubblicati in un
volumetto (Evangelisch sebi, Gottingen 1981); in questo numero e nel prossimi ne
riprendiamo gli studi biblici.
re per la libertà profondamente radicato
in lui, vi è nell’uomo anche una certa inadeguatezza ad essa. Ma il paradosso è anche maggiore: c’è nell’uomo un sìncero
amore per la libertà, ma anche un’inconfessata paura di essa. Sì, da un lato si ha
desiderio e nostalgia della libertà, dall’altro la si teme, in fondo. Per questo, dopo
una lotta più volte millenaria per la libertà, costata vittime innumerevoli, la libertà è così scarsa e precaria nel nostro
mondo. Domandiamo: dov’è l’uomo libero? Dov’è il mondo libero? Dov’è la chiesa libera? In questa distretta ci volgiamo
al testo biblico che per tre volte ci colmerà di stupore, perché il discorso biblico
della libertà è singolare e ciò che pensiamo sulla libertà non ne è soltanto arricchito, ma anche profondamente mutato.
Una prima sorpresa
La prima sorpresa ci coglie appena iniziato il testo: « Voi, fratelli, siete chiamati alla libertà ». Perché dev’essere chiamato alla libertà, l’uomo? Non è forse libero?
Proprio questa è la prima cosa che il testo ci chiede: che consideriamo e viviamo
la libertà non come qualcosa di scontato,
ma come una domanda che c’interpella,
come un problema aperto. Io sono chia
mato alla libertà. Se così è, allora forse
non sono così libero come credo. Sono
libero nella società? In un dato senso sì,
perché in un certo senso la nostra società
è anche un mercato di tutte le libertà, dove mi posso comprare di tutto. Ma quelle
che vengono comprate sono per lo più libertà a buon mercato, scadenti. Ci sono,
infatti, libertà scadenti. Da Bonhoeffer in
poi abbiamo parlato molto della grazia
a buon mercato. Quando parleremo anche
della libertà a buon mercato? La nostra
società non è, spesso, il luogo delle libertà scadenti? Potremmo allungare la serie
delle domande. Sono libero, al mio posto
di lavoro, nella mia fabbrica, nel mio ufficio? Sono libero nel mio matrimonio,
nella mia famiglia? Sono libero nella chiesa? La chiesa è lo spazio in cui la libertà
si espande, o un luogo in cui essa viene
paralizzata, un luogo di ’’normalizzazione” e di conformismo? Altri uomini, grandi istituzioni, costituzioni statali, solenni
dichiarazioni internazionali mi dicono: Tu
sei libero! La Bibbia è più cauta e mi dice: Tu sei chiamato alla libertà. Non sei
ancora pienamente libero. La libertà è
ancora davanti a te, non in te. La libertà
è la tua parte, il tuo destino, non un tuo
carattere ereditario. È la tua mèta, il tuo
avvenire, il tuo compimento. È esterna a
te. Non è un avere, ma un diventare. Sei
chiamato alla libertà. E chi ti chiama alla libertà? Dio, dice la Bibbia. Anche questo ci sorprende, perché di solito Dio è
considerato il limite della libertà piuttosto che la sua sorgente. Dio ama la nostra
libertà più di quanto Tamiamo noi. Perché
egli è libero e desidera che lo seguiamo
come uomini liberi. Perciò ci chiama alla
libertà. È un appello, non un comando,
perché nessuno può essere forzato alla
libertà. Un appello, un invito, un pressante, divino invito a diventare liberi. Fratelli e sorelle, rispondere all’appello di Dio
alla libertà e riecheggiarlo — ecco che
vuol dire essere protestanti!
Libertà vigilata
o addormentata
Risuona, questo appello, nella chiesa di
oggi? Non sembra. Non certo nella Chiesa romana; lì regna l’appello all’ordine.
Senza soste si richiama all’ordine. « Ma
voi non siete chiamati all’ordine, bensì alla libertà ». La libertà della Chiesa cattolica — si pensa a Roma — dev’essere illimitata; ma la libertà dei cristiani cattolici
dev’essere accuratamente limitata. No,
nessun appello alla libertà parte da Roma.
Questa Chiesa ha dunque, in fondo, paura
della libertà? Perché evidenzia sempre i
rischi della libertà, anziché i suoi benefici?
È proprio così pericolosa, la libertà? Si
può aver paura della libertà. Ma non si
deve avere più paura della mancanza di
libertà? Se ora ci volgiamo alla Chiesa
protestante, forse non vi troviamo altrettanta paura della libertà; vi troviamo
piuttosto — per così dire — un addormentarsi della libertà. Quante libertà addormentate si possono scoprire, oggi, nella
Chiesa protestante! Sicché nella Chiesa
cattolica troviamo una libertà limitata e
temuta, in quella protestante una libertà
addormentata. L’appello alla libertà non è
superfluo. Essere protestanti vuol dire battere la via della libertà.
(continua) Paolo Ricca
7
11 febbraio 1983
obiettivo aperto 7
INTERVISTA AL PASTORE CARLOS DELMONTE
Colonia Vaidense;
la chiesa dei contadini
Una chiesa deH’area rioplatense tra la ricca storia del suo insediamento e un presente denso di attività, di problemi e di contatti
i
■■
‘X-
— Puoi raccontarci brevemente l’inizio e lo sviluppo
della colonizzazione valdese
in La Paz e Vaidense?
— I primi valdesi, come
sappiamo, si stabilirono nella zona di Florida e poi passarono alla zona di La Paz,
nel dipartimento di Colonia,
e di Vaidense (che è la prima colonia che essi formarono arrivando al Rio de la
Piata). Lo sviluppo del lavoro della chiesa e la integrazione dei valdesi nella società
uruguayana fu relativamente rapido. Nel 1860 arrivò il
primo pastore, Miguel Morel, e nel 1870 il secondo,
Juan Pedro Michelin Salomon che si fermò pochissimo tempo e nel 1875 partì
per gli Stati Uniti. Il pastore
Salomon fondò negli USA la
Colonia Monnet nel 1875; il
posto di pastore era pertanto rimasto vacante nella giovane colonia valdese rioplatense. Fu nel 1877 che arrivò il pastore Daniel Armand
Ugon, vero organizzatore della chiesa di Colonia Vaidense in particolare e della chiesa del Rio de la Piata in generale. L'opera e lo sviluppo
dell'impegno del pastore Armand Ugon meriterebbe un
capitolo a parte; si tratta di
tutto l'aspetto organizzativo,
sommamente importante per
la vita della chiesa. Il suo lavoro fu continuato prima da
Ernesto Tron e poi da Wilfrido Artus: arriviamo cosi
agli anni '60.
Ognuno di questi pastorati ebbe un'enfasi particolare: si potrebbe dire che la
caratteristica del pastorato
di Daniel Armand Ugon è l'inizio e il consolidamento della chiesa nella sua organizzazione interna e nelle sue relazioni con il paese (in particolare con il governo e con
la struttura politica uruguayana); la caratteristica
del pastore Ernesto Tron è
la sottolineatura della missione della chiesa (in quel
periodo la chiesa sapeva in
modo abbastanza chiaro che
cosa doveva fare qui: evangelizzare l'Uruguay era lo
scopo che questo pastorato
si era prefisso); con l'arrivo
del pastore Artus si apre una
nuova tappa per la chiesa
valdese, e in modo particolare per la chiesa di Colonia
Vaidense: la missione, la
evangelizzazione assume la
forma di un'attività concreta come è il servizio sociale
(promozione quindi delle diverse opere della chiesa). In
questo modo potrebbero essere indicati i tre periodi dello sviluppo della chiesa nel
corso della storia. Siccome
un tempo si mescola con
l'altro, ci fu naturalmente
anche nel periodo del pastore Tron una sottolineatura
delle opere sociali; abbiamo
però semplificato perché vorremmo che siano chiare le linee di azione.
Composizione sociale
— Qual è la composizione
sociale e quale attività svolge oggi la chiesa di Vaidense?
— La chiesa di Colonia
Vaidense è formata oggi da
16 sezioni, ognuna con un
suo anziano e con il suo diacono. Si può dire che la composizione sociale della chiesa è formata da circa 700
membri comunicanti, circa
2.000 battezzati (quelli che
indichiamo di solito come
popolazione valdese). I 700
sono quelli che mantengono
con la chiesa una relazione
più o meno attiva. I membri
di chiesa, nella maggioranza,
sono contadini: la nostra
chiesa sviluppa il suo lavoro
in un'area soprattutto rurale. Il lavoro che si svolgeva
prima in territorio urbano
ora si è separato: le persone
hanno formato altre comunità e non fan più parte della chiesa di Colonia Vaidense. A questo settore di agricoltori, che sono dunque la
maggioranza dei membri di
chiesa di Colonia Vaidense,
si possono aggiungere alcuni
professionisti (medici, veterinari, ecc.), che sono qui la
parte più lucida e più chiara
della chiesa. Bisogna aggiungere e sottolineare che nella
chiesa di Colonia Vaidense
la donna ha un ruolo preponderante. La donna è protagonista nella chiesa ed è incaricata, in molti sensi, di creare la coscienza e di mantener viva e attiva la relazione
della famiglia con la comunità cristiana.
Le opere
— Quale tipo di opere sociali sono sorte, in questi anni, nell’ambito dell’impegno
diaconale della comunità?
— In Colonia Vaidense si
sono sviluppate soprattutto
tre opere: il servizio sociale
E1 Pastoreo, situato nella città di Rosario (tutte queste
opere sono sorte per iniziativa della comunità di Colonia Vaidense, però poi passarono a far parte della chiesa del Rio de la Piata: voglio
dire che diventarono opere
dal livello locale al livello sinodale): il servizio di El Pastoreo è un aiuto che si offre a un quartiere periferico
della città di Rosario nel di
partimento di Colonia e che
è caratterizzato soprattutto
dal lavoro con bambini in
un asilo.
Il secondo istituto in ordine di importanza è l'istituto
El Sarandi', uno dei pochi
istituti per handicapnati che
si trovino aU'interno dell'Uruguay: è un'opera che mantiene 29 ospiti, con diversa
forma di gravità fisica e psichica, ed e diretta da un comitato direttivo formato praticamente da membri della
chiesa di Colonia Vaidense.
L'opera che storicamente ha
più importanza è l’asilo per
anziani con 110 anziani che,
senza distinzione di credo e
di razza e senza nessuna distinzione di altro genere, sono ricevuti e sono curati da
una équipe di 25 collaboratori; si può dire che in questo senso la chiesa valdese
di Colonia Val dense è 1'« industria » che offre il maggior
numero di posti di lavoro.
Mancano
i quadri giovanili
— E i giovani?
— Il problema della gioventù ci è stato posto da parecchi anni. Gli anni '60 videro la fine del lavoro tradizionale delle Unioni cristiane a livello locale e della
Federazione Giovanile Valdese a livello rioplatense. La
Federazione scomparve in
quel periodo (e tutti noi ci
eravamo formati nella Federazione, fino alla nostra generazione: la generazione dei
pastori che terminarono gli
studi negli anni ’60): nel '73,
una data molto importante
nella vita del paese, si creò
un gran vuoto nel lavoro
con la gioventù.
Questo vuoto fu colmato
dal lavoro con gli « intermedios », cioè con gli adolescenti, nelle varie chiese. Per
esempio, nella chiesa di Colonia Vaidense durante tutti questi anni di lavoro siamo riusciti a conservare un
gruppo di una trentina di
giovanetti che così partecipano alla vita della chiesa.
Questo lavoro è diretto fondamentalmente dai pastori;
noi abbiamo, a Colonia Vaidense, una carenza di dirigenti giovanili perché c’è tutta una generazione che non
c'è più: o è partita dal paese o sta a Montevideo (la
gente è andata nella capitale per studiare ed ottenere
un titolo professionale), perciò questa generazione che
sta in mezzo ha formato un
gran vuoto fino ad oggi.
Pertanto direi che il problema giovanile ha una rela
L’uscita dal culto a Colonia Vaidense
zione stretta prima di tutto
con la mancanza di quadri,
di dirigenti giovani; in secondo luogo con la crescita
anarchica di gruppi nuovi
che non hanno nessuna struttura che li unisca; in terzo
luogo nella mancanza di una
tematica a livello giovanile
che renda possibile l'inserimento di questa generazione
nella vita più piena della ^comunità. Nel caso di Colonia
Vaidense tutte queste carenze abbiamo cercato di coprirle con un lavoro di formazione che si sta facendo
con i monitori delle scuole
domenicali (è infatti interessante notare che tutti i settori giovanili sono stati attirati dal lavoro con i bambini: i maestri della scuola
domenicale sono persone che
si sono formate negli ultimi
anni, e così trovano il loro
campo di espressione nel
quadro della chiesa). Però
non esiste ancora una organizzazione giovanile né a livello di presbiterio (n.d.t.:
il nostro circuito), né a livello rioplatense. Non esiste
neppure a livello ecumenico
una organizzazione che potrebbe dare una struttura e
una colonna vertebrale a tutto questo movimento che
sta crescendo in forma un
po’ anarchica. Però non si
può dire che la gioventù sia
assente dalla chiesa: in verità bisogna dire che vi è
presente nei suoi modi e come può.
Il lavoro ecumenico
— Esistono rapporti ecumenici con altre chiese cristiane?
— Il lavoro ecumenico in
questa zona è concentrato
soprattutto sul Centro Emmanuel con le quattro denominazioni che fanno parte
del comitato direttivo (i
mennoniti, i valdesi, i meto
disti e i membri della chiesa
evangelica del Rio de la
Plata/IERP). Queste denominazioni hanno la responsabilità di portare avanti il
lavoro di formazione biblico-teologica di pastori e laici
— e qui le chiese si sono impegnate di più. Poi c'è un lavoro di contatti con la chiesa
cattolica di Nueva Helvecia:
c'è una relazione di tipo fraterno. Nel passato la festa
del Natale era realizzata insieme; dopo un po’ però ci
si rese conto che, trattandosi
dell’unica attività cosiddetta
ecumenica a livello zonale,
questo avrebbe potuto far
pensare che solo nel periodo
natalizio era importante aver
buoni rapporti con il fratello
(e che invece, nel resto dell’anno, cattolici e valdesi
avrebbero potuto lavorare
ognuno per proprio conto
senza tener nessun tipo di
contatti) — e cosi tutto fu
lasciato cadere. Esiste inoltre un rapporto molto stretto con la lERP, la cui comunità locale è affiliata al sinodo luterano, e con la congregazione mennonita. In realtà
la congregazione della chiesa
mennonita di Colonia Delta
(dipartimento di San José)
fu una scoperta che fece la
chiesa di Colonia Vaidense.
Qra esiste un contatto molto
stretto a livello giovanile e
a livello di unioni femminili, con visite e scambi durante i quali si è potuto parlare
dei problemi dei giovani in
area rurale. Per la sua stessa formazione, per essere
una chiesa che è venuta dall’Eurona (quando uno va a
Colonia Delta gli sembra di
stare in un pezzetto di Germania). ci sono state possibilità di una relazione migliore tra le due chiese, per
quel che concerne l’ecumenismo pratico.
A cura di
Eugenio Stretti
8
8 ecumenismo
Il febbraio 1&83
UN DIBATTITO NELL’EVANGELISMO ITALIANO
Discutiamo della White ma
non della nostra evangelicità
I PROTESTANTI NELLA STAMPA ITALIANA
Ancora su Lutero
Sut n. 52/82 abbiamo riportato un articolo di Massimo Rubboli pubblicato da « Credere e Comprendere » col titolo « Bancarotta finanziaria e crisi spirituale ». In esso l'autore riferiva
sul crack finanziario di un imprenditore avventista americano che ha scosso di riflesso la Chiesa Avventista e su un secondo scandalo che « potrebbe costare alla chiesa molto di
più » e cioè la documentazione pubblicata dal pastore Rea
relativa al plagio compiuto dalla profetessa Ellen White le cui
opere sarebbero piene di concetti e frasi prese da altri autori.
Sul numero di gennaio ’83 di « Credere e Comprendere »
risponde Giovanni Leonardi. Dopo aver precisato che il crack
finanziario di un avventista non è identificabile con una pretesa bancarotta della Chiesa Avventista, prosegue sullo «scandalo White ».
Ho letto i libri sia di D. Ford
che di W.T. Rea. Il primo mi
sembra che continui ad essere
un sostenitore deh’ ispirazione
della White, riducendosi, per lui,
il problema a ima diversa comprensione del come l’ispirazione
agisce. Rea sembra considerare
l’ispirazione divina una forza talmente preponderante da eliminare quasi totalmente l’elemento
umano dal processo di rivelazione della volontà di Dio. E’ da
notare che Rea era un sostenitore a dir poco entusiasta della
White. Fu proprio studiando i
suoi scritti per trame delle compilazioni su vari argomenti che
egli si accorse della loro somiglianza con altre opere. Questa
scoperta deve averlo fatto sentire quasi tradito nella fede e lo
spinse da una posizione di venerazione a quella di una decisa
opposizione.
Non mi sembra che la sua,
esperienza sia molto dissimile da
quelle di vari credenti che avvicinandosi alla Bibbia con ima
idea di ispirazione quasi letterale, si allontanano da essa quasi
con ripulsa dopo avere scoperto
l'impossibilità di accettarla secondo i canoni che loro, a priori,
avevano stabilito in relazione alla sua origine.
Che E. G. White abbia usato altre fonti per aiutarsi nella compilazione dei propri scritti resta
comunque accertato, anche se
l’estensione di quest’uso è ancora da definirsi definitivamente.
Non è vero però che la chiesa
stia « ammettendo » questo solo
dal luglio scorso, come potrebbe sembrare dalla lettura dell’articolo in discussione. La nostra
rivista ’’Ministry" presentava articoli sull’argomento nei numeri
di aprile e giugno 1980, e altri
scritti ufficiali sulla questione
esistevano ancora prima. L’ampiezza della polemica attuale sta
certo spingendo a chiarire maggiormente i limiti della questione ma che questo accada mi sembra del tutto normale. E’ spesso
dietro la pressione delle critiche
che ci si rende conto dei problemi e ci si sente spinti a trovare
soluzioni.
E’ vero comunque, come scrive il fr. Rubboli, che le conclusioni di Rea « sembrano essere un attacco definitivo all’ispirazione divina e all’integrità della White e dei suoi scritti »?
L’uso di altre fonti, per quanto
esteso esso sia, trasforma, di per
Il Nazareno
Un appuntamento bimestrale per chi si interessa dei fratelli Wesley e dei movimenti
sorti dal risveglio metodista.
Scritti storici e teologici wesleyani.
Abbonamenti 1983 L. 5.000
c.c.p. intestato a « Il Nazareno », via Fogazzaro 11, 00137
Roma.
sé la White in una scrittrice nient’affatto originale? Come dice
V.L. Ramik, un legale cattolico
americano, ciò non è affatto il caso: quello che conta è il modo
in cui le fonti sono usate e che il
risultato dell’opera della White
sia molto diverso dalla semplice
somma delle fonti usate, risulta
chiaro dalla loro lettura spassionata. C’è negli scritti deUa White un piano, una prospettiva, una
spiritualità, una comprensione
della realtà, perlomeno diversa
se non superiore a quelli presenti nelle sue fonti. Lei continua quindi ad avere una sua
grandezza, non forse letteraria,
ma certo umana e spirituale che
nessuno può negarle.
Tutto questo non costituisce
certo una prova di ispirazione
divina. Su ciò ognuno dovrebbe
farsi la sua opinione personale
esaminando i suoi scritti personalmente (I Tess. 5: 19-21), su
fonti di prima mano, e non giudicando solo in base a scritti dal
tono più o meno polemico che,
con tutta la loro buona volontà
per la ricerca della verità, restano in ogni caso degli .scritti parziali.
Costituisce allora la discussio
ne intorno alla White una « bancarotta spirituale » per la Chiesa Avventista come il titolo dell’articolo dice forse solo ricercando un effetto di tipo giornalistico? Mi sembra che la realtà sia
del tutto diversa. Che come Avventisti abbiamo bisogno di comprendere meglio la funzione della White e che intorno a ciò si
discuta non mi scandalizza affatto. Il dramma di una chiesa
non sta nell’avere dei problemi
e delle discussioni, ma nell’essere arrivata ad una condizione
di apatia che rende insensibili ai
problemi e che porta a una morte spirituale per orgoglio mal riposto o per qualunquismo.
Lo scritto di Leonardi prosegue con un acóorato appello a
Rubboli rivendicando lo spazio
evangelico per il dono della profezia (i pentecostali ne hanno a
migliaia, anche se non scrivono
testi) e d’altra parte invitandolo
a disgiungere l’eventuale critica
alla White dal giudizio sull’evangelicità degli Avventisti: « Se
vuoi, discutiamo della White, ma
non della nostra evangelicità ».
Nello stesso numero replica
Massimo Rubboli affermando che
il dono della profezia rivendicato dagli Avventisti per la White
non è quello indicato dalla Scrittura. Rubboli cita un sondaggio
di opinione svolto tra gli Avventisti (pubblicato dal « Messaggero Avventista ») secondo cui il
59% degli intervistati ritengono
i testi della White ispirati e il
44% ritiene che abbiano lo stesso
valore normativo della Bibbia.
E conclude, riguardo all’appello
di Leonardi a distinguere tra la
White e Vevangelicità degli Avventisti: « Purtroppo non riesco
a separarle ».
Il centenario di Lutero continua ad occupare spazio nella più
diversa stampa. Si conoscono ormai, e si apprezzano, i vari programmi di celebrazioni previsti
nelle due Germanie, che pare tendano, da una parte e dall’altra, a
ricordare soprattutto la forte influenza di Lutero nella costruzione della Patria germanica. La sua
opera di unificazione linguistica,
la sua richiesta di libertà (anche
politica) dai vincoli del papato,
la sua stessa posizione di oggettivo appoggio ai vari principi tedeschi anche nei confronti dell’Impero: sono tutti elementi in
vario modo sottolineati.
Più articolate le posizioni nella
stampa italiana, dove anche l’aspetto religioso assume un peso.
Da segnalare almeno due scritti.
Uno su Panorama che sottolinea
particolarmente la riabilitazione
da parte cattolica della persona
e dell’opera di Lutero; arrivando
ad affermare (meglio tardi che
mai!) come «tutti i cattolici e i
protestanti si sono accorti che
Lutero non ha mai voluto dividere, bensì riformare la Chiesa ».
L’altro del past. Platone che sul
Saviglianese riassume la situazione attuale degli studi su Lutero in Italia, anticipando, tra
l’altro, la notizia di un prossimo
libro della Claudiana sull’argomento.
Rientrano in qualche modo in
questo contesto, per riferimenti
diretti ed indiretti alla posizione papale, anche le recensioni apparse sul libro della Claudiana
« Come il papa divenne infallibile ». E. Severino sull’Europeo sostiene, non senza qualche ragione, che una chiesa gerarchica come quella cattolica ha bisogno
di un papa infallibile; A. Zarri
sul Manifesto è di parere esattamente opposto, forse perché spera in una chiesa cattolica che non
sia più gerarchica, ma diventi
« biblica » e democratica. S. Mag
giolini su Famiglia Cristiana trova un segno di « democratizzazione» della chiesa nei maggiori
poteri, non solo consultivi, dati
ai vescovi e ai loro Sinodi.
Le attività ecumeniche harmo
avuto un rilancio in occasione
della settimana di preghiera per
l’Unità, il cui tema era quest’anno « Gesù Cristo vita del mondo ». Particolarmente attivi gli
incontri nel Veneto, con un articolo di introduzione su « L’Ecumenismo spirituale » a cura di
don G. Pattaro su Gente Veneta,
ed uno di P. Peruzzi su La difesa del popolo. Da segnalare anche rincontro di Torino tra vaidesi e cattolici; e la solita opposizione ad ogni ecumenismo, sul
Gazzettino, di don Innocenti,
sempre più persuaso che « extra
ecclesiam (cattolica) nulla salus ».
Scarsamente ecumenico anche
l’intervento del solito Baget Bozzo, il quale sottolineando il protestantesimo del presidente del
Guatemala (di cui abbiamo già
noi stessi ampiamente parlato)
ne trae l’invito al papa, in occasione del preannunciato viaggio
in quel paese, a rifiutare ogni
incontro con i « protestanti » in
generale.
E per finire l’annuncio apparso sul Corriere che il pastore metodista che ricopre la carica di
Presidente dello Zimbabwe, ha
superato con successo gli esami
di arbitro professionista di calcio. Forse è saggio prepararsi una attività di ricambio in paesi
di stabilità politica un poco incerta.
Niso De Michelis
9 Segnalazioni e ritagli per
questa rubrica vanno inviali
direttamente al curatore:
Niso De Michelis, via S. Marco 23, 20121 Milano.
Sviluppo dipartimento
missionario svizzero
(SPP) — Nuovi campi di lavoro per il Dipartimento Missionario della Svizzera Romanda
(DM) saranno la regione musulmana del Senegai orientale ed il
Brasile. Il Sinodo del DM ha infatti deciso di fare suo un progetto deiruflìcio Africano per lo
Sviluppo e la cooperazione (OFACED) volto a stimolare l’agricoltura durante la stagione secca e
ad offrire una migliore possibilità di vita alle popolazioni di
questa parte del Sahel. Un medico, Ezechias Rwabuhihi assumerà la responsabilità sanitaria del
progetto guidando in modo particolare la lotta contro le malattie endemiche, mentre sua moglie si occuperà dell’alfabetizzazione. Nel Brasile il DM appoggerà la creazione di un centro
ecumenico di servizio per una pastorale popolare, la cui animazione è stata affidata a Julio de Santa Ana, ex collaboratore del CEC,
ed a sua moglie. A San Paolo il
centro si sforzerà di coordinare
le diverse esperienze di pastorale
popolare del Brasile e dell’America Latina, formando i quadri
e sviluppando lo scambio di esperienze internazionali.
Conferenza donne
cristiane deil’Asia
(SPR) — La Settima Conferenza delle donne cristiane d’Asia ha riunito 130 delegate sul tema « Operiamo insieme in Cristo per il rinnovamento » partendo dalla domanda «cosa significa in concreto essere collaboratori uguali in Cristo».
I principali temi delle 4 sezioni di lavoro erano: il rinnova
Echi dal mondo
cristiano
a cura di Renato Ooiason
mento sociale; il rinnovamento
per la pace; il rinnovamento spirituale e donne cristiane nella
solidarietà internazionale.
A proposito del rinnovamento
sociale grande spazio ha avuto
lo studio del fenomeno della prostituzione e deU’influenza degradante del turismo nei paesi sottosviluppati. E’ questo un problema che dovrebbe coinvolgere
le donne di tutti i paesi. Insegnamento, creazione di posti di lavoro nei villaggi sono campi in
cui le chiese potrebbero svolgere un’azione utile. Si dovrebbero
lanciare appelli ai vari governi
per combattere il turismo pornografico. E’ stata anche studiata la possibilità di organizzare un mercato internazionale per
vendere i prodotti di artigianato delle zone povere. Si è anche
parlato della « comunità del soldino » ( The fellowship of thè
least coin) riconoscendo che essa rappresenta una rete mondiale di solidarietà femminile unica nel suo genere e rallegrandosi del suo sviluppo.
Camerún: giubileo
Chiesa presbiteriana
(SPR) — «Itinerari nella fede » è il titolo di un libro che
racconta la storia della Chiesa
presbiteriana del Camerún in oc
casione del 25° anniversario della sua costituzione in chiesa autonoma. Storicamente le origini
di questa chiesa risalgono al 1843
quando alcuni battisti inglesi
hanno cominciato a lavorare a
Fernando Poo poi a Donaba e
più tardi a Victoria. Nei suoi
venticinque anni di indipendenza la Chiesa presbiteriana del
Camerún si è sviluppata passando da 53.000 a 180.000 membri.
India: incontro
di quattro vescovi
(Soepi) — I vescovi di 4 chiese indiane: la chiesa unita del
Nord, la chiesa unita del Sud, la
chiesa Mar Thoma e la chiesa
metodista, si sono incontrati a
Bangalore.
In una dichiarazione alla stampa essi hanno messo in guardia
contro « le forze di divisione che
si sviluppano e minacciano l’integrità nazionale e l’intesa comune nel paese. La diversità fra
religioni, lingue e culture che
ha in passato arricchito la vita
comunitaria viene oggi utilizzata
con lo scopo di dividere ».
Essi hanno anche denunciato
« la quantità sproporzionata delle risorse nazionali destinata
agli armamenti » riferendosi al
fatto che un terzo del bilancio
nazionale è utilizzato per Tau
mento degli armamenti. Hanno
anche chiesto che sia smesso
l’accumulo di armamenti nucleari e lo scarico delle scorie nucleari nell’Oceano Pacifico.
Ricordando la condizione di
vita delle classi più deboli i vescovi hanno condannato « le
atrocità contro gli Harijan» e
«il trattamento disumano delle
donne» ed hanno esortato il governo « a prendere misure energiche contro coloro che maltrattano e sfruttano i gruppi degli
oppressi ». Essi hanno inoltre
condannato le limitazioni alla libertà di stampa.
In riferimento alla vita delle
chiese i vescovi hanno proposto
«uno scambio di personale fra
le chiese per favorire una migliore conoscenza reciproca ed
una cooperazione al servizio dell’Evangelo ». Hanno inoltre deciso di « proseguire i loro sforzi
per giungere ad un accordo sulle questioni di fede e di teologia
dando vita ad una commissione
comune di studio ».
Limite per studenti
in teologia rumeni
(SPR) — In Romania il governo impone il « numero chiuso »
rigido per gli studenti in teologia di tutte le confessioni eccetto la chiesa ortodossa. Questa
misura colpirà in modo particolare la chiesa cattolica romana,
ma anche le chiese protestanti
ne saranno toccate.
Per 1 milione e 600.000 cattolici romani soltanto 30 studenti
hanno potuto entrare in seminario. Luterani e riformati di lincia ungherese hanno potuto
iscrivere soltanto 3 studenti per
denominazione. Nessun studente è stato accordato agli Unitariani.
9
I
i
11 febbraio 1983
cronaca delle Valli 9
Nasce
• •
un
servizio
diaconale
VAL PELLICE
Vera Long
«Decentrati» i servizi
sociaii deila Comunità
Con il termine “diaconia" si è
intesa spesso l’elemosina: la moneta lasciata cadere nel cappello del povero davanti al maggior
numero possibile di spettatori.
Per fortuna però non è stato
sempre questo il senso dato alla
parola nelle nostre comunità,
che spesso hanno saputo esprimere la solidarietà fraterna, il
servizio.
Oggi, nello Stato "assistenziale”, molto di ciò che un tempo
era lasciato alla carità privata
è assicurato da enti ed organismi
pubblici. Ora l’assistenza al povero, al minimo, non è più tanto
questione di denaro quanto di
un aiuto offerto in altro modo,
insegnando, per esempio, come
districarsi nelle spire della moderna burocrazia.
Ma è importante che anche
questo tipo di aiuto sia fornito
senza ostentazione e soprattutto
senza creare una burocrazia collaterale, difficile da affrontare
quanto la burocrazia vera. In
questo senso intende andare l'iniziativa recentemente assunta
dalla « Commissione diaconia »
della chiesa di Pinerolo per mettere a disposizione di chiunque
ne abbia necessità un servizio di
consulenza in campo legale, medico, pensionistico.
Quello che si vuol fare è mettere in diretto contatto il fratello che ne ha bisogno con quello
che ha esperienza, competenza,
professionalità tali da poterlo
aiutare. Per la riuscita di questo
tentativo, che ha, per ora, carattere del tutto sperimentale, occorre, oltre alla disponibilità di
chi ha una competenza specifica da mettere al servizio dei fratelli e alla fiducia di chi vi deve
ricorrere, un’assoluta snellezza e
personalizzazione del rapporto,
per evitare che chi si trova a disagio con le strutture dell'INPS
o della SAUB si trovi davanti a
strutture “ecclesiastiche” altrettanto scoraggianti e difficili a
comprendersi.
Qui sta la difficoltà del tentativo: per fortuna non è poi così
difficile trovare consulenti volenterosi nelle diverse materie;
il difficile è riuscire ad andare
effettivamente incontro a chi
spesso è trattenuto da timidezza, complessi, difficoltà di esprimersi.
La garanzia della riservatezza
e discrezione è una componente
essenziale per questo servizio
che s'intende offrire e che vuole
non solo aiutare delle persone
che si trovano in difficoltà, ma
anche, possibilmente, contribuire a distruggere, con l’amicizia
che nasce dal risolvere insieme
un problema, quei “muri” che
spesso si elevano anche tra fratelli quando non ci si conosce
abbastanza.
Se un giorno qualcuno si rivolgerà alla « commissione diaconale » non solo per problemi
burocratici, ma semplicemente
per cercare un colloquio fraterno, lo scopo prefissosi dal comitato sarà raggiunto appieno.
La seduta del Consiglio della
Comunità del 31 gennaio è stata
dichiarata, a buon diritto, seduta
storica, per la decisione di decentramento di alcuni servizi sociali.
L’indirizzo unitario che in passato, bene o male, ha retto la
Comunità è stato spezzato.
Ciò è dovuto alle enormi difficoltà che la Comunità Montana
ha incontrato negli anni 1980-82?
O le rivalità « campanilistiche » e
di forze partitiche, arroccate su
concezioni di predominio, hanno
prevalso allorquando la Comunità Montana non ha più potuto
finanziare con la legge 1102 i servizi che non rientrano nel settore dell’assistenza?
Il finanziamento dei servizi socio-assistenziali si è ridotto progressivamente dal 1980 al 1982,
passando da lire 225.273.826 a
lire 143.306.496.
Per risolvere il grosso problema del contenzioso economico
« in fieri » fra la Comunità Montana Val Pellice e Comuni della
Valle, i Sindaci e le forze politiche sono giunti ad un accordo
dopo cinque incontri con la Giunta , che prevede la ripartizione
delle spese sostenute dalla Comunità Montana negli anni 19801982, il passaggio a gestione diretta dei Comuni di alcuni servizi e la modalità di finanziamento nel 1983.
Il Consigliere Celeste Martina
ha dato del fondamentale accordo una valutazione politica po
sitiva, ma ha sollevato le sue riserve sul contenuto della deliberazione che dice tutto e l’opposto di tutto e ciascuno può interpretarlo a modo suo. Per Bonansea di Bricherasio la deliberazione in esame doveva essere
sdoppiata nella parte che concerne la spesa del 1983 a carico differenziato dei Comuni la quale
richiede la preliminare approvazione dei Comuni. E, a tale scopo, ha presentato un emenda
mento.
P.C. Longo, già Presidente del
Consiglio di Valle e della Comunità Montana ha ripercorso alcune tappe dello sviluppo di questo
Ente che aveva come obiettivo il
coordinaménto unitario dei servizi e la programmazione sul territorio. Si sta invece delineando
im suo arresto, prosegue Longo.
Egli ribadisce positiva la fase iniziale promossa dalla Comunità
Montana caratterizzata dall’impostazione di alcuni servizi nei Comuni coordinati dalla stessa, ma
ha affermato che nell’impossibilità di conservare tale coordinamento i servizi da ora in poi potranno proseguire autonomamente. Al complesso atto che recepiva l’accordo Sindaci - Comunità
Montana, il Consiglio ha dedicato alcune ore in discussioni, dichiarazioni e modifiche, che accoglievano anche parzialmente
l'emendamento Bonansea, approvandolo infine anche con i voti
della minoranza. Da rilevare che
il Presidente della Comunità
Montana ha approvato la deliberazione in qualità di Sindaco di
Angrogna.
Ecco cosa ha deciso il Consiglio:
1) di fissare le percentuali di
spesa a carico dei Comuni per
gli anni 1981-1982 e, in modo differenziato, le percentuali di spesa per il 1983 per i servizi domiciliari e. centri di incontro; il Comune di Luserna assume a suo
carico la gestione dei centri d’incontro e l’onere per l’assistente
sociale;
2) la cessazione dal 1° febbraio dei servizi svolti da personale provvisorio nei Comuni di
Lusérna S. Giovanni e Torre Pellice e la possibilità per gli stessi di richiedere a spese loro servizi domiciliari;
3) di cessare i rapporti con
Enti Privati di Luserna S. Giovanni (Asilo Vecchi e Pro-Senectute) per l’espletamento del servizio dei centri di incontro che
il Comune regolerà direttamente.
La prof. Franca Coisson si è
compiaciuta di comunicare all’inizio che finalmente l’iter per
l’approvazione del Piano Regolatore intercomunale di Valle ha
superato l’ultimo scoglio avendo
ottenuto il parere favorevole del
Comitato Urbanistico Regionale.
Spetta ora alla Giunta Regionale
di ratificarlo e renderlo esecutivo per i Comuni delle Valli i
quali si dovranno uniformare ad
esso con i piani di attuazione.
Antonio Kovacs
PINEROLO: 3^ INCONTRO ECUMENICO
Timiadis: l’unità difficile
Nel terzo secolo dopo Cristo,
un cavaliere dell’esercito imperiale romano giunse un giorno in
Egitto, e, commosso dalla cordiale fraternità trovata in quelle
prime comunità, si convertì al
cristianesimo affermando: « Una
religione che cambia così gli uomini deve essere vera ».
Ben diversa dall’esperienza di
Pacemio è stata quella del metropolita Timiadis quando chiese ad un gruppo di giapponesi
se avevano trovato nei cristiani
qualcosa di diverso rispetto al
loro mondo: si sentì rispondere
che non c’era la minima diffe
renza. A Mosca poi im professore
universitario gli fece notare:
«Noi insegniamo il materialismo;
voi in occidente lo mettete in
pratica ».
Con questo ammonimento ad
essere prima di tutto cristiani
coerenti, l’ortodosso patriarca
Timiadis ha concluso, venerdì 4
febbraio a Pinerolo, una serie di
tre serate ecumeniche, che hanno visto una buona, anche se decrescente, affluenza di ascoltatori
attenti e partecipi.
Egli ha messo in guardia contro tre pericoli che minacciano
il cammino deH’ecumenismo.
AGAPE - 27 FEBBRAIO
Donne e uomini:
il rapporto con la Scrittura
Agape organizza una giornata
di studio su uno dei problemi
centrali per le nostre chiese oggi. L’incontro intende essere tm
momento di studio e di verifica
sull’argomento anche in riferimento alla commissione permanente nominata dal sinodo di
quest’anno.
Il programma della giornata
prevede al mattino (ore 9.30) una
breve discussione in gruppi o in
assemblea (a seconda del numero dei partecipanti) su quali temi affrontare durante la giornata, i diversi interessi ed esperienze.
In seguito Giovanna Fons, pastore valdese nella comunità di
lingua italiana di Zurigo, terrà
una relazione su : « Donne e uomini: il rapporto con la ScriU
tura ». Successivamente nuovamente lavoro di gruppo e discussione. Prima della chiusura (prevista per le ore 18) ci sarà un
momento di meditazione comune preparata dai gruppi.
L’incontro è stato limitato alla sola giornata di domenica per
consentire la massima partecipazione possibile. L’invito a partecipare è rivolto non soltanto
alle unioni femminili e alle donne in generale ma anche agli
uomini presenti nelle nostre
chiese.
Per partecipare all’incontro
telefonare ad Agape : 0121/841514
entro venerdì 25 febbraio.
Prima di tutto egli ha posto la
critica indiscriminata, il « processo » alle chiese storiche, nell’illusione di riscoprire un dialogo diretto con Dio fuori da qualsiasi comimità. « Unus christianus, nullus christianus » è un’antica affermazione sempre attuale: il cristiano che si isola dai
fratelli non è più cristiano.
Un secondo pericolo è stato indicato nel sincretismo, troppo a
misura d’uomo, che ricerca solo
l’unità nell’azione, trascurando
facilmente tutto quello che caratterizza il nostro essere credenti e diluendolo in una generica buona volontà.
La terza tentazione consiste
nella ricerca, anch’essa troppo
umana e talvolta diplomatica,
dell’unità fra le chiese prima della riunione con Dio, mentre la
divisione fra noi è inevitabilmente frutto della divisione da Lui.
Il metropolita ortodosso ci ha
infine ammoniti a non rassegnarci alle divisioni nella convinzione della nostra debolezza, dimenticando che con Dio diventiamo
forti.
Qualcuno pensa che sia difficile essere cristiani oggi: non è
mai stato facile, e ben lo sanno
le chiese ortodosse, con una lunga storia di persecuzioni, che
oggi non è certo terminata.
Dove la libertà manca, c’è voglia di darsi da fare, dove c’è
Tadoperiamo spesso solo per cercare la vita comoda, procurandoci una vita isterica e degradata.
E’ chiaro anche da questo schematico riassunto che l’oratore ha
parlato molto di cristianesimo e
poco di differenze confessionali.
Forse è il modo più corretto di
essere ecumenici.
SETTIMANA
DELLA LIBERTA’
Attualità
di Lutero
Il I Distretto in collaborazione con il centro sociale
protestante organizza per sabato 12 febbraio una serie di
iniziative per ricordare il 5°
centenario della nascita di
Lutero.
Nel pomeriggio, alle ore 16,
presso TAuditorium comunale di Pinerolo (Corso Piave):
— Conferenza-dibattito del
prof. Paolo Ricca della Facoltà Valdese di Teologia sul tema: «L’Attualità di Lutero».
La sera, alle ore 26.45 presso il Tempio Valdese:
— Concerto della Corale di
Villar-Bobbio Pellice sul tema: « Lutero teologo, musico
e poeta ».
Inoltre
— Mostra del libro su Lutero: ogni giorno dal 12 al 19
febbraio dalle ore 17.30 alle
ore 18.30 presso la Sala Valdese di Pinerolo (Via dei Mille, 1).
COMUNITÀ’ MONTANA
VAL PELLICE - USSL N. 43
Torre Pellice
E’ indetto avviso pubblico
per il conferimento d’incarico
temporaneo, in sostituzione
di dipendente assente per gravidanza e puerperio per copertura del seguente posto:
N. 1 posto di OPERATORE
PROFESSIONALE DI 2* CATEGORIA (Infermiere generico).
L’incarico suddetto sarà
conferito fino al perdurare
dell’assenza per gravidanza e
puerperio.
Gli interessati sono invitati
a presentare apposita domanda all’Ufficio Personale delTUSSL N. 43 - P.zza Muston 3,
Torre Pellice - entro le ore 12
del giorno 2012183.
Per o^i eventuale informazione rivolgersi al Servizio
Personale dell’U.S.S.L. N. 43 Tel. 0121/91514 - 91836.
IL PRESIDENTE
(Prof. Cotsson Franca)
M. G.
CASA VALDESE
DI RIO MARINA
Isola d’Elba
La casa offre ospitalità alle
famiglie che vogliano trascorrere un periodo al mare in un
ambiente di viva comunità
cristiana.
Essa è aperta dal 15 giugno
al 15 settembre.
Per informazioni e prenotazioni, rivolgersi a Roberto Romussi - Via del Passeggio n. 8 02044 Forano S. (RI) - Telefono 0765-5018.
Nel periodo di apertura della casa, indirizzare le richieste
in Piazza Mazzini n. 1 - 57038
Rio Marina (LI) - Tel. 0565 962141.
10
10 cronaca delle Valli
Il febbraio 1983
CONOSCERE LE NOSTRE VALLI
POESIA DI UN VALDESE DEGLI STATI UNITI
Il vallone di Rodoretto Souvenir d’enfance
Il vallone di Rodoretto è stato
quasi completamente sconosciuto fino a pochi anni fa. La conferma la troviamo in taluni storici del Medioevo che definivano
la Val Germanasca — Valle oscura. Quindi che dire dell’ultima
propaggine ai piedi del Pignerol?
Ad essa « ... si accede per 70 scalini (Eichaleiras) tracciati nella
roccia della gola... per incontrare
una popolazione della quale conviene diffidare... ». Un brivido corre limgo la schiena ed è comprensibile come qualcuno ancora ignori il bivio del Rivet e prosegua per Frali.
Serio e faceto forse si mescolano; comunque sia la verità è
che il vallone di Rodoretto è preferito da chi ama la montagna
nella sua purezza. Purezza fatta
di rocce incontaminate, di sentieri ripidi, di pendii scoscesi, di larici secolari (scarsi ormai), di
rododendri fioriti... e di un lenzuolo di cielo che comunque ci
dà l’idea deH’Infinito.
Le notizie scritte su Rodoretto
sono ridotte all’osso; ci si accontenta di tramandare qualcosa così a voce, senza pretese. L’angolo
remoto, nascosto, sembra abbia
accolto effettivamente individui
poco raccomandabili che cercavano un rifugio sicuro. Questi sarebbero stati i primi abitanti del
luogo.
Nella regione del Ciai c’era il
castello del signorotto; ancora
oggi il luogo è chiamato « palai ».
Il vallone non è stato risparmiato dalle lotte di religione.
Qui nel 1689 si pensò di passare
l’inverno prima di optare per la
Balziglia.
Il sistema di vita antico piano
piano si evolve anche quassù. Chi
è riuscito a raggranellare qualche
soldo ha la possibilità di acquistare altrettanti diritti in lire,
soldi, denari, punti ed atomi sull’alpe della Raima, prato dell’Orso, del Grasso. Gli appezzamenti
di terreno si riducono sempre
più alla dimensione di fazzoletti
ad ogni atto di successione perché le famiglie sono generalmente numerose ed è stato soppresso il diritto di primogenitura.
L’istruzione è quella che è —
nel 1776 un atto del notaio Bertrand è sottoscritto con il « segno » di Tizio, Caio... finché giunge dall’Inghilterra il generale
Beckwith.
Ogni piccola borgata ha così
la sua scuoletta: dalle Coste, ultima borgata ai piedi del Truc
dë Pineirol fino a Serrevecchio,
Fontane.
I rudi montanari lavorano la
terra, strappano alle rocce metro
per metro, lo dissodano. Nella
stalla muggisce la mucca perché
la razione di fieno è stata scarsa.
I più poveri hanno una-due caprette che dovranno fare i conti
con la guardia forestale.
Nella seconda metà del secolo
scorso, nella zona di Fontane, si
scopre il talco ed allora, affrontando i rischi che si conoscono.
A SOSTEGNO DELL’ARTIGIANATO LOCALE
L’artigiancassa
L’Artigiancassa nel pinerolese
e particolarmente nella Val Pellice raccoglie un considerevole
numero di associati; recentemente ha avuto un incontro con le
autorità competenti per ottenere concreti finanziamenti onde
evitare che il medio e piccolo
artigianato muoiano a cagione
della pesante fiscalizzazione e
mancanza di sosterò bancario.
A Torino il Comitato tecnico
regionale ha avuto un incontro
con i responsabili degli Istituti
di credito e le organizzazioni sin-,
dacali dell'artigianato. E’ stato
fatto il punto sulla crisi del settore e sollevato l'annoso problema che ha segnato una svolta
con il provvedimento deciso dalla Regione il 17 giugno 1982 che
determina limiti e modalità per
la concessione di agevolazioni
creditizie ai sensi e le finalità
della legge 949 del 1952 che, malgrado le sollecitazioni della categoria, ad oggi ha strappato miseri risultati. A nessuno sfugge
l’utilità socio-economica del fatto
che Tartigianato sia validamente
sostenuto e favorito. L’assessore
della Giunta regionale della Commissione artigianato e commercio, Domenico Marchesotti, ha
comunicato che gli stanziamenti
assegnati al Piemonte in 65 miliardi e 394 milioni consentiran
no di coprire le 16.600 domande
di finanziamento che da tempo
sono state presentate all’Ufficio
regionale della Cassa. L'esame
delle domande è in corso, anzi
alcune migliaia di pratiche hanno di già ottenuto le debite accessioni.
Merita particolare rilievo il
fatto che la Cee ha proclamato
l'anno 1983 « anno delle piccole
e medie imprese », basandosi sulla rilevazione che le strutture
portanti dell’economia dei dieci
Paesi membri è costituita appunto dalla estesissima rete di
piccole e medie imprese dei tre
settori: primario, secondario e
terziario. Da qui tutta una serie
di convegni, manifestazioni e dibattiti per esaltare il ruolo primario della piccola e media impresa, dell’artigianato che, malgrado la soffocante situazione
generale, per la tenacia ed il sacrificio dei suoi imprenditori tira avanti e alla men peggio riesce a stare a galla.
Il nostro augurio è che posto
termine ai convegni ed alle infinite diagnosi si vada al sodo e
che il 1983 sia l’anno in cui l’Artigiancassa riesca ad operare in
concreto, per cui ci vien voglia
di considerarlo il buon samaritano della economia del Paese.
Domenico Abate
la vita migliorerà leggermente
tanto che le nutrici non lasceranno più i loro neonati per allattare bambini oltr’Alpe a Lione oppure a Marsiglia e gli uomini validi dimenticheranno (si fa per
dire) i lavori stagionali che li
hanno spinti pure oltre i confini
verso il Queyras e Abriès.
Nell’anno 1908 viene fondata la
« Società del bestiame » fra i proprietari di tutte le frazioni. Art.
2° del Regolamento: « La società ha lo scopo di garantire i
proprietari cóntro i danni della
mortalità del bestiame bovino ».
Ne è presidente Tron G. Pietro.
Il numero dei capi assicurati supera il centinaio. La Società si
estinguerà nel ’62 quando ci sarà
10 spopolamento in massa delle
frazioni. Oggi 1983, le mucche che
svernano a Rodoretto sono tre.
La popolazione, all’inizio di
questo secolo s’aggirava sulle 200
persone (cattolici e valdesi), oggi meno di dieci resistono lassù
tutto l’anno. L’unico alunno rimasto scende alla Gianna (Miniere)
dove confluiscono anche gli alunni di Fontane, Crosetto e Gardiola.
Per un certo periodo anche i
campi sono stati abbandonati;
ora si ritorna per fuggire il «profumo» delle fabbriche e respirare
11 buon profumo della terra le cui
zolle sono state bagnate dal sudore dei nostri Vecchi.
Enzo Tron
Teatro
LUSERNA S. GIOVANNI — Giovedì
17 febbraio, ore 20.45, ia fiiodrammatica vaidese di Luserna San Giovanni
propone, aila Saia Albarin, ii suo spettacoio: . Gli dei della mente ».
Mostre
PINEROLO — Dal 13 al 27 febbraio
si terrà, nel salone della Biblioteca Comunale, Via C. Battisti 11, la mostra
« Realismo magico; interpretazioni grafiche del mondo poetico della fiaba
russa 1. organizzata dalla Biblioteca in
collaborazione con la Fondazione » A.
Colonnetti » e l'Associazione ItaliaURSS di Torino,
La mostra presenta e vuol far conoscere, attraverso le illustrazioni di numerose opere in lingua ed edizioni originali e in traduzione, la diversa sensibilità di artisti sovietici ed europei nelI interpretare ed esprimere con moduli e
stili propri il ricco mondo poetico delle
fiabe russe e, in misura minore, di altri paesi.
La mostra rimarrà aperta dal lunedi
al sabato dalle ore 8 alle ore 19 e la
domenica dalle ore 10 alle 12.
TESSUTI
CONFEZIONI
ARREDAMENTO
Via Duca degli Abruzzi, 2 - PINEROLO (To) - (Telef. 0121/22671)
Me souvénou que da meinà
— que l’ehi fouse 'd néou ou pà —
lou tabouorn a la fèto,
per noü l'ero gran fèto.
Lou dèrset da mè de bile
non 'z anaven fin a Prie
per chanta ou èrsità
soc lou magistre nou fèzìo èmparà.
Cant la fèto ero funio
nou pilhavèn notro vio;
la cicoulatto e lou boun vin
nou rèndio un poc biriquin.
E se mè sbalhou pà
calque marminella la 'z ai pagà
per uno pèiro agué tirà
e lou tabouorn bouchà.
Ma euiro, a m’età maturo,
pènsou qu’i Van aguo duro;
notro vitto é pà da coumparà
a soc i Van dègù pasa.
De masacre e de battalha
sù notra bella mountanha,
e sè la fouse pà dè lour grande "foi”
la sè parlèrio papi dì "Vaudois".
Emile PonS
Pubblichiamo questa poesia in patois che l’autore residente a
Valdese (USA) ha scritto in ricordo dei suoi anni giovanili.
La grafia in qualche parte è stata léggermente modificata per
adattarla alla fonetica italiana da parte del nostro collaboratore
Enzo Tron.
VAL PELLICE: COMITATO PER LA PACE
Rilanciamo la lotta
Lettera aperta ad enti, associazioni, partiti, chiese, gruppi e singoli che hanno aderito al comitato per la pace
della Val Pellice.
A qualche anno dai fermenti che hanno portato alla nascita dei movimenti
per la pace, che hanno vissuto un momento di intensa partecipazione durante
gli anni 1981-1982, ci troviamo oggi di
fronte ad un momento di stasi ohe sta
provocando un certo disorientamento
aH’interno del comitato per la pace
stesso.
Il comitato della Val Pellice si era
« incamminato » con una buona dose
di idee, entusiasmo e partecipazione:
certamente non si poteva pretendere
che ciò sarebbe durato all'infinito, ma
a parte questa considerazione non sappiamo trovare il senso, l'origine, la
causa di questo momento di stasi.
Ha ancora senso oggi in Italia, in un
momento in cui problemi molto gravi
quali la disoccupazione, l'inflazione, la
crisi economica occupano gran parte
dei pensieri, parlare di PACE? Noi pensiamo di si, perché proprio ora ohe
l'interesse per questo argomento è assorbito da altri problemi, si stanno
prendendo gravi decisioni a livello nazionale e mondiale.
Che significato ha la parola PACE?
Non ha soltanto quello più immediato
di non volere guerre, ma anche quello
di contrastare la costruzione di basi
missilistiche, di diffondere l'obiezione
di coscienza, di sensibilizzare l'opinione
pubblica sulle servitù militari e la riconversione dell'industria bellica, ed
inoltre assume anche un significato di
giustizia sociale che vuol dire un posto di lavoro ed una casa per tutti,
delle strutture socio-sanitarie capaci di
assicurare l'assistenza, ecc.
Forse che chi ha aderito ai comitati si è già arreso di fronte alle difficoltà (di cui eravamo tutti ben consci)
che hanno accompagnato le nostre attività di informazione, sensibilizzazione,
protesta? Forse che chi si è armato
dell'effigie della pace per un giorno o
due, ha trovato già qualcos'altro di alternativo con cui ornarsi? Forse che chi
mosso da pii sentimenti religiosi o di
fede si è convinto che la vera pace che
il Signore ha promesso è completamente distaccata da questa meschina e
materiale per cui i comitati si battono?
Forse che il problema della pace
e del disarmo riguarda solo strateghi,
esperti e politici? Perché l'opinione
pubblica è tenuta all'oscuro o male
informata su molti temi riguardanti la
pace? Dobbiamo forse ammettere che
ha vinto l'offensiva del SILENZIO? Forse le risposte a queste domande le
conosciamo, ma spesso è più comodo
nascondersi dietro ai « non so » che agire.
Prendiamo l'esempio di Comiso dove
non ci sono soltanto interessi politici
che fanno tacere l'informazione e spingono la costruzione della base, ma anche grossi interessi mafiosi che cercano
(o ci sono già riusciti?) di accaparrarsi
l'appalto per la costruzione delle strutture che ospiteranno i militari,
E questo non riguarda solo la situazione italiana, ma notiamo il sempre
crescente contrasto tra le notizie « ufficiali » e le testimonianze di persone
che hanno vissuto le situazioni politiche di alcuni paesi come il Nicaragua,
il Salvador, la Polonia, l'Afghanistan.
Ed è nella direzione dell'informazione,
del dialogo, del dibattito che dobbiamo
ed intendiamo operare perché sia a
tutti possibile valutare qual è la reale
situazione in Italia e nel mondo.
Per questi motivi e perché ci interessa conoscere il vostro parere sui
problemi sopra esposti, ricordandoci
dell'Impegno da voi assunto, ed in particolare per conoscere le proposte del
Coordinamento Nazionale dei comitati
per la pace, vi invitiamo all'Incontro del
14.2 alle ore 21 presso il Centro d im
contro di Torre Pellice (Via Repubblica, 1).
Alcuni membri del Comitato
per ia pace Val Pellice
TAPPEZZERIE IN STOFFE - TENDAGGI
Vaglio Giacomo
• TAPPETI
• ARREDAMENTO IN GENERE
• PRODOTTI BASSETTI
10064 PINEROLO - P.zza S. Donato, 43 - Tel. 011/3716
11
11 febbraio 1983
cronaca delle Valli 11
PICCOLE STORIE
Un matrimonio difficiie
Mí
Asmara ha 27 anni; meridionale, si è trasferita alle valli dopo
aver sposato un agricoltore piemontese. Hanno 4 bambini.
— Come ti trovi qui?
— Beh, se devo essere franca
rimpiango spesso il mio paese:
le vostre vallate sono belle, ma
c’è una specie di salto come tradizioni, abitudini e cultura che
pesa molto per chi si stabilisce qui dopo essere cresciuto al
Sud. Mi viene spesso la nostalgia del sole di giù, del mare...
— Còme hai deciso di lasciare
la tua regione?
— Abitavo in una località marina, durante le ferie ci veniva
un mucchio di gente, e proprio lì
ho conosciuto mio marito: era
in vacanza con alcuni amici. Ci
siamo innamorati, lui ha continuato a venirmi a trovare ogni
tanto, col treno: gli volevo bene,
e non vedevo l'ora di sposarlo.
Oltre a questo l’idea di venire al
Nord mi attirava; vedi, la mia era
una famiglia davvero severa, ho
avuto una giovinezza senza divertimenti, noiosa, e pensavo al Piemonte come a un miraggio, convinta che qui le donne godessero
di grande libertà. Ero inesperta,
quasi infantile: persino l’idea
che il mio fidanzato avesse una
cascina piena di animali da accudire mi appariva romantica,
per me le cascine erano quelle
della televisione, che si vedono
durante la pubblicità, linde e ridenti con la massaia che canta.
Figurati che i miei genitori ave
vano una panetteria, e non avevo
mai quasi visto una mucca. Avevo tanti sogni in testa: sarei venuta su, avrei frequentato una
scuola serale, mi sarei fatta un
mucchio di amiche, avrei preparato manicaretti prelibati per
Oreste...
— Invece?
— Invece ho scoperto con amarezza che la condizione della donna non è tutta rose neppure qui.
Dopo le nozze siamo venuti subito alla fattoria, senza concederci
neppure una breve luna di miele: ho imparato a mie spese che
la vita in campagna è faticosa,
Oreste ha molte bestie e ne acquista sempre di nuove, c’è da
sgobbare dal mattino alla sera.
Inoltre vivono qui anche i miei
suoceri: abbiamo il nostro alloggio indipendente, ma nel medesimo edificio e spesso è una vicinanza difficile. Avevo sperato di
diventare amica di mia suocera,
ma non siamo mai riuscite a dialogare: è gelosa dell’unico figlio,
e poi abbiamo modi diversi di
cucinare, ricamare, tenere la casa, allevare i bambini. Due culture che si scontrano anziché
completarsi. Poi c’è la faccenda della religione: mio marito
e i suoi sono valdesi, io cattolica; avevano sperato che mi convertissi, volevano che lo facessi
subito e gli secca che ancora non
abbia preso questa decisione. In
fondo al Tempio non vanno quasi
mai, ma ne avevano fatto una
questione di principio; io invece
ci voglio pensare bene, cambiare
Chiesa è una cosa seria.
— Nessuno dei tuoi bei progetti si è realizzato?
— Qualcosa sì: mi sono fatta
diverse amiche nel paese qui vicino, vengono a trovarmi se non
ho troppo da fare e parliamo. A
volte nii portano dei giornali o
dei libri, leggere mi piace perché
si imparano tante cose.
— Che ricordo hai della nascita dei tuoi bimbi?
— Mica troppo bello; sono sposata da 7 anni e ho avuto sei
gravidanze, quattro si sono concluse bene e due si sono interrotte spontaneamente, forse perché lavoravo troppo. Ogni volta
mio marito mi ha accompagnata
in ospedale e mi ha piantata là,
sola con la mia valigia; dice che
ha lavoro, ima volta per il fieno,
una volta per la vendemmia, i
suoi sono anziani e non ce la fanno senza di lui... Insomma ricordo, oltre al dolore fisico, una
gran solitudine, e una specie di
imbarazzo, quasi di vergogna
perché mi ritrovavo ogni anno
nel reparto maternità, i bambini
sono meravigliosi ma ora non ne
vorrei più. Spesso ho parlato di
rivolgermi a un consultorio o a
un medico per la contraccezione,
ma in famiglia dicono che sono
storie: adesso però una mia amica mi fissa un appuntamento e
dal dottore mi ci accompagna lei.
— Sbaglio o il rapporto cori
Oreste si è deteriorato?
— Non posso dire che sia cattivo, questo no: lavora, è onesto,
non beve, ma è una persona chiusa, schiva, incapace di sensibili
tà, di gesti affettuosi e questo mi
manca. La sua dedizione per il
lavoro è quasi una mania: stiamo bene finanziariamente, non
avrebbe bisogno di affaticarsi così, senza contare che è avaro,
ammucchia il denaro e poi non
lo spende neppure quando sarebbe necessario: per acquistare
macchine moderne per la fattoria, per la salute dei bambini...
Inoltre ascolta molto sua madre,
che riesce sovente a farci litigare; se preparo un buon piatto
meridionale va a mangiare da
lei, dice che la cucina del Sud
non la sopporta.
— Hai mai pensato alla separazione?
— Ci penso spesso: non ne ho
mai fatto nulla perché in fondo
voglio ancora bene a mio marito, e poi ci sono i bambini, io
non ho un lavoro autonomo che
mi permetta di mantenerli e non
posso pensare di rinunciare a
loro.
se?
Torni ogni tanto al tuo pae
— Una volta all’anno, d’estate,
vado e vengo in treno coi piccoli;
su questo mi sono impuntata
perché è un mio diritto andare
a trovare la mia famiglia.
— Sanno dei tuoi problemi?
— No, credo che non capirebbero e poi non voglio angustiarli; erano abbastanza contrari all’idea che mi sposassi e i «te
l’avevo detto » pioverebbero dà
tutte le parti, se poi divorziassi
e avessi bisogno del loro aiuto
mi rinfaccerebbero i miei errori
vita naturai durante. Preferisco
dunque far finta che tutto va
bene e sperare nel futuro.
a cura di Edl Morìni
Pro Associazione Amici
deirOspedale Valdese
di Torre Pellice
{continua dal n. 4J
Doni pervenuti dal 1.11 al 31.12.32
L. 200.000; Scannavacca Valdo. Roma.
L. 160.000: Personale Ospedale Valdese di Torre Pellice, in memoria Mamma
della Signora Gregoretti.
USL 42 - VALLI
CHI80NE-CERMANA8GA
Guardia Medica:
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 81000 (Croce Verde),
Guardia Farmaceutica:
DOMENICA 13 FEBBRAIO 1983
Villar Perosa; FARMACIA DE PAOLI
Via Nazionale, 22 - Tel. 840707
Ambulanza:
Croce Verde Perosa: tei. 81.000
Croce Verde Porte: tei. 201454
USL 44- PINEROLESE
(Distretto di Pinerolo)
Guardia Medica:
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 74464 (Ospedale Civile),
Ambulanza:
Croce Verde Pinerolo: 22664,
USL 43 - VAL PELLICE
Guardia Medica:
Notturna: tei, 932433 (Ospedale Valdese) ,
Prefestiva-festiva: tei, 90884 (Ospedale Mauriziano).
Guardia Farmaceutica:
DOMENICA 13 FEBBRAIO 1983
Torre Pellice: FARMACIA INTERNAZIONALE - Via Arnaud, 8 - Telefono
91.374.
Ambulanza:
Croce Rossa Torre Pellice: telefono 91.288.
L. 157.500: Compagni di lavoro e Direzione Microtecnica, in memoria Stefano Gönnet, Bobbio Pellice.
L. IOO.OC‘3: Ernesto Trombotto, Pinerolo; Morel Silvio e famiglia, in mem.
Besson Enrichetta ved. Morel, Rorà.
L. 80.000: Dottoresse Beiforte e Magrizos. Torre Pellice, in memoria Prof,
B. Lo Bue.
L. 50.000'; Frida e Roberta Pellegrin,
in memoria Aldo Pellegrin, Torre Pellice;
Tagliaferro Maria, Torre Pellice, in memoria Tagliaferro Giuseppe; Carolina
Barale, Torre Pellice,
L. 25.000: Caterina Depetris, Luserha
San Giovanni.
L. 10.000: Battaglia Augusto, Torre
Pellice.
Totale: L. 982.500.
DONI IN NATURA
pervenuti dal 1° novembre al 31 die. '82
Coniugi Isabello e Barosso, Torino: n,
35 cuscini del valore di L. 500.000;
Ernesta Battaglia, Torre Pellice: 1 servizio posate per 12 persone:
Taricco Silvio, Torre Pellice: 1 rasoio
eiettrico,
Pro Collegio Valdese
e Scuola Latina
Fiori in memoria del Pastore Geymet
(3" elenco)
Gilda Geymet, 20 di, australiani
Emilia Tourn, 100 fr. sviz.
'Pastore H. Gutmann, D.M. 200
Coniugi Mast, L. it. 50.000
Fam. Schneider e DiehI, D.M. 300
Pro Associazione Amici
Asilo dei Vecchi
di San Germano
Doni pervenuti nel periodo 1° ottobre31 dicembre 1982
L. 220.000; Colletta serata col « Brio
Boucle ».
L. 150.000: I figli in memoria di Amedeo Bertalmio.
L. 133.000: Metà colletta culto serale
di Avvento del 23.12.
L. 100.000; Unione Femminile di Pramollo; Alice e Guido Meynier, ricordando i loro Cari in occasione delle nozze d'oro.
L. 68.000: I Condomini de « Le Betulle », fiori in memoria dei sig. Giovanni Stocco.
L. 65.000: I Condomini de «I Tigli »,
fiori in memoria del sig. Amedeo Bertalmio. !
L. 50.000: Temicou Bouchard, ricordando la cara Irma (11 novembre 197511 novembre '82); Famiglia Franco Bouchard, in memoria del « Nonno Bertalmio »; Livia Costabel Griglio (Pomaretto) e Elsa Costabel Long (Villar Perosa); Iris e Nadia Menusan (Pinerolo),
in memoria del loro padre; 'Paolo ricordando Nini Rossotto; Unione Femminile di Villar Perosa, in memoria di Evelina Coucourde; Vanda, Aldo e Gustavo, in memoria di lima Monnet; Amalia
Balmas Peyla, ricordando il caro fratello; Ines e Enrico Balmas, ricordando
tutti i nostri cari in occasione delle
nostre nozze d'oro.
L. 25.00D: Fiori per i nostri scomparsi, da due Amiche dell'Asilo; Irma Barai Breuza (Pinerolo); Céline Musso,
in memoria di Amedeo Bertalmio; Emanuele e Anglesina Coucourde, ricordando Renato e tutti i loro Cari.
L. 20.000: Amalia Balmas Peyla; Due
Amiche dell'Asilo, riconoscenti al Signore.
L. 15.000: Carlo e Elena Obialero,
in memoria dei loro Cari; Un fiore di
Anna Maria e Alberto, per Guido Boccassini.
L. lO.OC'O: Violetta Long e fam, (Pramollo), in memoria di Elena Bouchard;
Dio è Amore; Federico e Anita Ribet, in
ricordo della sig.a Evelina Coucourde;
Felice Bertinat (Verona): Bouchard Gilda Costabel, in mem. dei miei Cari;
Silvio e Livia Obialero, in mem. dei nostri Cari: Luciana e Marina Plavan, in
mem. di Tante llda; Mainardi Comba
Alda (Pinerolo), in memoria dei miei
Cari.
Quando non altrimenti indicato i donatori si intendono essere di San Germano, salvo qualche rara omissione di
indicazione della provenienza da parte
degli offerenti.
La sig.ra Franca Grill ha inoltre offerto il ferro da stiro a vapore vinto alla
Lotteria della Giornata dell'Asilo.
Pro Ospedale Valdese
di Pomaretto
(doni pervenuti alla CIOV)
Doni di dicembre 1982
L. 100.000: Frayria Giulio, Porte; Giacomino Dante, Perrero; Mattone Eldo,
S. Antonino di Susa; Alice e Guido Meynier, S. Germano, in occ, nozze d'oro
e ricordando i cari.
L. 84.000: Gaydou Franco, Perosa Arg.
L. 51.000: Le colleghe di lavoro di Milena, in mem. del papà Guido Boccassini,
L. 50.000; Peyronel Nerse Maria,
Chiotti; Giacomino Rosa e Pomo Alfredo, Prali; Allois Edmondo, Fenestrelle,
in mem. di Pons Maria; Peyronel Germana, S. Germano; Fam, Parisa, Prarostino, in mem. di Enzo Forneron.
L. 40.000: Fornerone Fanny, Prarostino, in mem. sorella Ernestina e nipote
Enzo.
L. 30.000: Long Silvio, Lugano; Chiesa Evangelica Valdese, Como; Giacom
Giorgina, San Germano.
L. 25.000; dot Giovanna e Alberto,
Chiotti; Margherita Grill Massel, Ferrerò; Emanuele e Anglesina Coucourde,
S. Germano, ricordando Renato e tutti i
cari.
L. 20.000: dot Lidia, Pomaretto; Poetto Donatella, Pomaretto; Niggiani Michele, Villar Perosa: Rivoira Lidia, S,
Germano, in mem. dei miei cari; Annelise, S. Germano en souvenir de son
cher onde Renato; Beux Clemente e
Noemi, Torino, in mem. di Paolo Zaninetti; Avondetto Bruno e Aurora, Prarostino, in mem. dei loro cari.
L. 15.000: Tron Giov. Enrico, Chiotti.
L. 10.000: Darriel Giuseppe, Fenestrelle; Peyronel Fanny, Chiotti; Grill Nicoletta, Milano; Dalla Vecchia Cristina,
Luserna S. Giovanni, in mem. Dalla Vecchia Remigio.
L. 5.000: Beux Silvio, Pomaretto.
Pro Ospedale Valdese
di Torre Pellice
(doni pervenuti alla CIOV]
Doni dì dicembre 1982
L. 150.000: La mamma e (e sorelle ricordando Guido Boccassini; I condomini
di Via Risso Pinerolo, ricordando Guido
Boccassini.
L. 100.000: Ferrara Elisa, Pinerolo, in
mem. del Dr. Guido Boccassini; Nora
Boccassini, Pinerolo, ricordando il suo
Guido.
L. 70.000: Florence Nieish Ossining.
U.S.A.
L. 50.000: Lillina Bert, San Germano,
ricordando il nipote Prof. Lo Bue; Gustavo e Zaira Bertin, Luserna S. Giovanni, in mem. di Guido Boccassini.
L. 20.000; Fiorella e Silvio Vola, Pinerolo, in ricordo del caro Guido.
L. 15.000: Fam. Pentenero Giovanni,
Pinerolo, in mem. di Guido Boccassini.
L. 5.000: Bianchi Isabella, Bergamo.
RINGRAZIAMENTO
(c II Signore è il mio pastore,
nulla mi mancherà »
(Salmo 23: 1)
I familiari deUa compianta
Alessandrina Long
neR’im'possibilità di farlo singolarmente, ringraziano tutti coloro che hanno
preso parte al loro grande dolore.
Un ringraziamento particolare al
medico curante dott. Lorenzo Vivalda,
al personale tutto deU’Ospedale valdese di Pomaretto, al personale del Reparto Medicina dell’Ospedale Civile di
Pinerolo, ai pastori Renato Coisson,
Ermanno Genre, Arnaldo Genre e aUa
sig.ra Mimi Matthieu.
Pomaretto, 29 gennaio 1983
RINGRAZIAMENTO
« Il Signore è il mio pastore,
nulla mi mancherà »
(Salmo 23; 1)
Cristianamente è maneata la cara zia
Mariannina Introna
anni 95
Laudice e Livio Mariani, nipoti, pronipoti e parenti tutti riconoscenti per
la dimostrazione di affetto e di cordoglio, neirimpossibilità di farlo personalmente ringraziano tutte le persone ohe hanno partecipato di loro dolore.
Torino, 5 febbraio 1983
RINGRAZIAMENTO
I familiari tutti del compianto
Piero Pons
commossi e riconoscenti per la grande
dimostrazione di stima e di affetto tributata al loro caro, nell’impossibilità
di farlo singolarmente, sentitamente
ringraziano tutti coloro che in qualsiasi modo hanno preso parte al loro
dolore.
Prarostino, 7 febbraio 1983
RINGRAZIAMENTO
«Vegliate dunque, perché non
sapete né il giorno né l’ora »
(Matteo 25: 13)
E’ mancato all’affetto dei suoi ■ cari
Erminio Bounous
I familiari riconoscenti ringraziano
tutti coloro ohe hanno preso parte al
loro dolore. Un grazie particolare ai
vicini di casa Lelia e Ivo Plavan e al
pastore Ayassot.
Porte, 5 febbraio 1983
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Valdese di Torino ricerca
personale. Rivolgersi per
informazioni alla direzione amministrativa, via
Berthollet n. 34, telefono
6509666.
12
12 uomo e società
Il febbraio 1983
ASSEMBLEA NAZIONALE DEI COMITATI PER LA PACE CONDANNA DEL TRIBUNALE DEI POPOLI
Il movimento cammina
« Il movimento per la pace
cammina»: era questo uno dei
commenti al termine dell’assemblea nazionale dei Comitati per
la pace tenutasi nei giorni 22 e
23 gennaio a Roma, nella Facoltà di Economia e Commercio.
Due giorni di confronto e di dibattito vivace, appassionato ; a
tratti anche difficile e confuso,
quasi a sottolineare le diversità
storiche, culturali, etiche, ideali
degli oltre 500 partecipanti, in
rappresentanza di più di 100 comitati provenienti da tutte le
regioni italiane.
Si è trattato del primo grande
confronto nazionale tra coloro
che lavorano e lottano per il disarmo nel nostro paese, a poco
più di un anno dalla grande manifestazione romana del 24 ottobre 1981, che ha segnato la rinascita e lo sviluppo a livello di
massa del movimento per la pace in Italia. In questi mesi sono
nati e cresciuti centinaia di comitati, sia nelle grandi città, che
nei piccoli paesi, fino a creare
ima rete composita di gruppi
territoriali, di momenti di impegno specifici aU’interno dei partiti, delle chiese, delle associazioni varie. Compito dell’assemblea era quello di mettere finalmente a confronto questo panorama molto variegato che va dal
piccolo gruppo locale nato sulla
proposta della denuclearizzazione del territorio o contro le servitù militari, al gruppo di fabbrica suH’industria bellica, ai
movimenti ed alle organizzazioni
pacifista storiche, ai settori dei
partiti della sinistra (escluso il
PSD e del sindacato più sensibili ai problemi della pace e del
disarmo.
La relazione introduttiva è
stata tenuta dal Comitato 24 ottobre (nato a Roma appunto per
organizzare quella manifestazione), ed ha fatto ima carrellata
sulla storia del movimento per
la pace italiano, sui suoi rapporti positivi con i movimenti
europei, sulle linee di marcia fin
qui abbozzate, centrando l’obiettivo su un grande impegno contro l’installazione dei missili a
Comiso, che dovrebbe avvenire
entro la fine del 1983, e proponendo una serie di temi da discutere in assemblea; non ultimo quello di im salto organizzativo, indispensabile per estende
• L’Eco delle Valli Valdesi Reg.
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J
re il movimento e per aumentarne l’efficacia. Dopo questa relazione, l’assemblea si è divisa
in gruppi di lavoro su sei temi:
il problema di Comiso; bilancio
e prospettive del movimento
per la pace in Italia; i movimenti in Europa; esercito, sicurezza, difesa; rapporto Nord-Sud;
disarmo ed autodeterminazione
dei popoli. Decine e decine di
interventi, proposte, richieste di
chiarificazione, hanno reso fondamentale questa parte dell’assemblea.
Quali proposte
Una larghissima maggioranza
si è dimostrata favorevole (anche se non si è giunti ad un voto
esplicito) ad una serie di mozioni raggruppate, che partivano da
questa premessa: la logica della
divisione in blocchi del mondo
è la causa centrale delle guerre;
esiste un diritto inalienabile che
è quello dell’autodeterminazione
dei popoU, al Nord come al Sud,.
all’Est come all’Ovest; nel mondo non può esservi pace, senza
giustizia e libertà per i popoli.
Per questo si chiede il riconoscimento deirOLP, il ritiro delle
truppe sovietiche dall’Afghanistan, si invitano i comitati a proseguire il sostegno alle lotte dei
popoli dove sono violate le libertà, dal Salvador alla Polonia, dal
Cile alla Turchia.
L’obiettivo generale è la distruzione degli arsenali nucleari ed il rifiuto della sperimentazione di qualsiasi materiale atomico; un passo in questo senso
può essere il congelamento attuale degli armamenti (freeze)
proposto da molti movimenti
americani e la creazione di zone
denuclearizzate in Europa e nel
Mediterraneo.
L’obiettivo immediato, in questo decisivo 1983, è quello di
bloccare l’installazione dei missili a Comiso e in Europa, all’Est come all’Ovest, che sottintende un no alla filosofia delle
trattative attuali a Ginevra; non
meno missili, quindi, ma nessun
missile.
Per Comiso si ribadisce che
deve essere decisivo e vincolante il pronunciamento popolare;
per questo il movimento fa propria la proposta della Sinistra
Indipendente di referendum,
preceduto da una modifica costituzionale. Si chiede l’immediata sospensione dei lavori a
Comiso e si lancia un appello a
tutti i parlamentari perché diano voce a milioni di persone,
quella voce che viene occultata
e travisata dai giornali, radio e
TV. Un’altra proposta è quella
di un referendum popolare autogestito su Comiso e di una serie
di referendum consultivi regionali, dove sono previsti dai rispettivi statuti. Per dare organizzazione e forza a questa lotta
contro gli euromissili in Italia
si decide di creare a Comiso una
struttura permanente, cioè un
centro di coordinamento politico
della mobilitazione e dell’« azione diretta nonviolenta ».
Altro obiettivo ritenuto importante per ampliare il movimento e radicarlo, è quello della
campagna per le zone denuclearizzate, a livello comunale, provinciale, regionale; sull’esempio
dei movimenti per la pace tedesco, inglese, olandese (l’intero
Galles è stato recentemente dichiarato zona denuclearizzata).
Un grosso sostegno all’obiezione di coscienza, oggi minacciata ; la lotta contro le servitù militari, contro il bilancio militare (su questo preciso scopo è
convocata una manifestazione il
5 marzo a Roma); la lotta ancora impari per la riconversione
dell’industria bellica e contro il
mercato delle armi; il lavoro
lungo ed impegnativo per l’educazione alla pace e per la crea
zione più in generale di una cultura della pace; sono tutti elementi centrali del lavoro che il
movimento per la pace si propone di affrontare nei prossimi
mesi ed anni.
A livello internazionale, si è dichiarata la piena adesione, con
la previsione di un grosso sforzo
organizzativo, alla Convenzione
di Berlino che si terrà nella primavera ’83, momento importante di confronto dei vari movimenti europei dell’Ovest e dell’Est. A questo proposito si respinge nettamente l’assurdo intervento di Yuri Zhukov, presidente del comitato per la pace
sovietico, che ha accusato i movimenti per la pace occidentali
di essere filo-reaganiani.
Altre scadenze importanti, un
Convegno a Perugia sull’industria bellica, un seminario a Palermo all’inizio dell’estate sulla
denuclearizzazione del Mediterraneo, una manifestazione nazionale il 10 aprile, col blocco « reale » della base di Comiso ed al- .
tre manifestazioni a Roma e 'Vicenza, un digiuno collettivo « per
la vita » il 6 agosto, anniversario
di Hiroshima. Ed infine una serie di grandi manifestazioni a livello mondiale il 23 ottobre 1983,
data vicina al momento fatidico
dell’installazione degli euromissili.
Per quanto riguarda l’organizzazione si è adottata una soluzione intermedia e prudente,
piuttosto criticata dall’ala nonviolenta ed antimilitarista del
movimento e dai radicali, che volevano accelerare i tempi verso
una struttura totalmente autonoma. A mio parere si è trattato
di una decisione attenta allo stato attuale del movimento e rispettosa delle diverse «linee»
che vi si confrontano: un’adesione individuale nelle varie sedi;
un coordinamento nazionale permanente che dovrà scaturire da
un’assemblea costituente dei, delegati; un bollettino di collegamento nazionale; l’autofinanziamento; la richiesta agli Enti Locali di « Case per la pace », luoghi fissi di aggregazione aperti a
tutti.
’’Signori della pace”
L’assemblea, nelle ultime battute, ha vissuto una certa confusione, alimentata ad arte dal
gruppo filosovietico « Lotta per
la pace », guidato dal generale
Pasti, che chiedeva, a gran voce
e con le vecchie forme strumentali di una politica che il movimento cerca di superare, una votazione su tutte le mozioni e un
pronunciamento sull’uscita dell’Italia dalla Nato, evidentemente al di là delle possibilità unitarie attuali. Ma questi fatti non
possono far dimenticare la ricchezza di questo movimento, la
sua grande crescita pur tumultuosa e difficile, perché avvenuta in tempi strettissimi rispetto
agli altri movimenti europei; un
movimento che dovrebbe correre, mentre non può che camminare. C’è molto da lavorare, anche nel modo di far politica:
non vogliamo i « signori della
guerra », ma neanche i « signori della pace » si è detto.
Rispetto a tutti questi problemi, credo che per noi evangelici
(a dire il vero un po’ assenti da
questa assemblea) si moltiplichino gli spazi di presenza e di intervento, immersi come tutti nel
movimento per quanto riguarda
le scelte politiche e di impegno,
ma anche con compiti specifici
di proposte etiche e di testimonianza: la serietà ed il rigore
lungo il cammino, la resistenza
nella lotta, il rispetto dell’altro
nel confronto, la speranza nell’azione, la fiducia e la gioia che
ci derivano dal messaggio e dalla
vita di Gesù Cristo.
Aldo Ferrerò
L’Afghanistan
come il Vietnam
Il Tribunale permanente dei
popoli, un organismo indipendente patrocinato da privati cittadini e derivato dai Tribunali
Russell sui crimini di guerra in
Vietnam, ha espresso la speranza che questa sentenza serva a
richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sulla reale situazione in Afghanistan, così come
a suo tempo fece appunto il Tribunale Russell per il Vietnam.
Il periodico indipendente « L’incontro », edito a Torino, ha pubblicato nell’ultimo numero ricevuto un articolo a tal proposito
di cui qui appresso diamo una
sintesi.
Il Tribunale permanente dei
popoli ha « condannato l’Unione
Sovietica per violazioni del codice di guerra » commesse durante l’occupazione dell’Afghanistan.
« Il rispetto dei diritti fondamentali dei popoli — afferma il
documento — è condizione essenziale per il rispetto dei valori
umani più elementari ».
La sentenza è stata emessa dopo quattro giorni di udienze, durante le quali sono state esaminate testimonianze oculari sulla
condotta delle truppe sovietiche
e del regime di Kabul nella guerra di Resistenza. La documentazione riguardava inoltre il trattamento riservato alla popolazione civile. Nella sentenza si
legge fra l’altro che « risulta che
le azioni terrestri ed aeree vanno investendo sempre più direttamente la popolazione civile
senza distinzione di sesso e di
età, la sua vita quotidiana ed i
suoi beni ». L’URSS deve assumersi la responsabilità di tutte
le violazioni delle quali esistono
prove dal momento che essa esercita « uno stretto e continuo controllo » sulle autorità sia civili
che militari dell’Afghanistan.
Il Tribunale osserva poi che le
violazioni verificatesi in Afgha
nistan « sono state perpetrate coscientemente dalle truppe sovietiche, e che il loro carattere persistente e sistematico aggrava le
già pesanti responsabilità delrURSS ». Nella sentenza inoltre
si condanna l’Unione Sovietica
per l’uso di proiettili avvelenati
e dei cosiddetti « dum-dum » che
esplodono all’impatto col bersaglio. La sentenza contiene pure
una condanna senza riserva sull’impiego di trappole esplosive
camuffate in modo da « mietere
vittime principalmente, se non
esclusivamente, fra i civili ».
In merito alle armi chimiche
e biologiche il Tribunale ha dichiarato che i pur « seri indizi »
di un loro impiego, non consentono di stabilire con certezza la
esistenza di questa inflazione
particolarmente grave del diritto internazionale. Un esponente
del Tribunale, il professore di
diritto costituzionale R. Baumlin, di nazionalità svizzera, non
ha escluso la possibilità che si
tenga una successiva sessione
destinata in modo particolare a
indagare sulle armi chimiche,
quando siano disponibili maggiori informazioni.
Il Tribunale ha stigmatizzato
altre pratiche perpetrate dalle
forze sovietiche e di Kabul in
violazione di « norme elementari » del codice di guerra, come
l’eliminazione dei feriti. Nella
sentenza si esprime una « energica condanna » della tortura,
dell’assassinio e di altre pratiche
applicate indiscriminatamente
per « spargere il terrore fra la
poDolazione civile ».
Il Tribunale intemazionale dei
popoli ha inoltre « energicamente deplorato » il rifiuto delrURSS di presentare giustificazioni e di collaborare alla ricerca della verità su quanto va accadendo in Afghanistan.
r. p.
Doni Eco-Luce
DONI DI L. 2.GO0
Roma: Pavone Maria, Jouvenal Michelle — Riclaretto: Rostan Jolanda, Bertocchio Rina, Massel Carlo, Rostan Luigi,
Barus Adolfo, Clot Enrichetta, Leger
Mirella — Sagrate: Partisetti Fiammetta — Torre Pellice: Rovara Enzo, Antonietti Paolo, Armand Hugon Adolfo,
Saragosi Pietro, Sibille Mario — Trana:
Pons Silvano — Venezia: Velo Giorgio
— Venosa: Lovecohio Angela — Villar
Pellice: Janavel Jacqueline — S. Germano Chisone: Roccione Silvano, Terrier Aldo, Balmas Amalia, Comba Emilio, Costabel Enrico, Long Meynier llda,
Bertalot Giovanni, Massel Ettore, Long
Duo Olga, Pons Alma e Nida, Long Florence, Long Renato, Meytre Oreste,
Meytre Arturo, Sappè Ugo, Sappè Enriohetta, Bounous Giancarlo, Beux Eli,
Bouchard Eli, Comba Luigi, Tron Enzo,
Peyronel Medina, Bounous Gustavo, Rostan Elio, Richard Renato, Long Eliana
— Inverso Rinasca: Castagna Emma —
Prali: Grill Giovanna, Grill Edoardo, Rostan Stefano Alberto. Grill Enrico, Genre Alessio — Luserna S. Giovanni: Coì'sson Bartolomeo, Benech Guido, Fraterrigo Violette, Gaydou Emma.
ABBONAMENTI SOSTENITORI
Albisola Sup.: Gottardi Sauro — Albino: Honegger Milly — Bolzano: Dattilo Maria — Bari: Castiglione E.mma,
Vigliano Evelina — Calosso: Tomassone
Maria — Angrogna: Coi'sson Elda — Como: Malacrida Giorgio — Aosta: Antonioli Carlo, Gönnet Arturo — Genova:
Ispodamia Bruno — Felónica Po: Negri
Norina, Barlera Livio — La Maddalena:
Lena Ottavia — Napoli: Nitti Anna, Famiglia Fiorio, Scorsonelli Mirella —
Grottaglie: Terranova Trani Maria —
Luserna S. Giovanni: Monti Emilia, Rivoir llda, Asilo Valdese, Gobello Livio,
Barbiani Maria, Bertin Ivo — Inverso
Rinasca: Giaiero Valdo, Baret Cesare —
Ivrea: Tamietti Corrado — Milano: De
Michelis Bruno, De Michelis Carlo, De
MIchelis Niso, Durand Pier Valdo, Bellini Roberto, Rostan Gianni — Moncalieri: Grandi Carlo — Pavia: Pintacuda
Fiorella, Sgorbiai Michele — Perrero:
Viglielmo Liliana, Poèt Enrico — Porosa Argentina: Micol Laura — Pramollo:
Sappè Ernesto — Pinerolo: Montaldo
Milena. Borno Emanuele, D'Urso Margherita, Codino Sergio — Pomaretto:
Garrou Silvio. Ribet Erminio, Jahier Vitale, Laetsch Giovanni — Reggio Emilia:
Beltrami Arrigo — S. Secondo: Paschetto Luisa, Paschetto Judith, Rivolto Adolfo, Longo Pietro Adriano — Taranto:
Ruceo Giuseppe — Torino: Balma Roberto, Rivolta Luciano, Cianci Aldo, Desana Mario, Crespi Felice, Gay Cornelio,
Botturi Guido, Ricca Elsa, Fiori Peyronel Margherita, Crespi Giorgio, Turchi
Laura, Gandolfo Sergio, Bert Lillina,
Mussano Irma, Malan Roberto, Cavaglià
Lido — Torre Pellice: Peyrot Roberto,
Longo Adriano, Bellion Valdo, Coisson
Roberto — Roma: Rapini Italo, Michelangeli France, Messina Giovanni, Scimone Panasela Virginia. Pons Flaminia,
Girardet Alberto — Ruta: Cielo Geremia — Venezia: Cacciati Bogo Evelina
— Rissi: Naso Francesca,..Scroppo Naso Angelica — Pavone Canavese: Bertarione Bice — Villar Perosa: Bessone
Ina — Treviso: Busetto Angelo — Villaricca: Magnifico Giovanni — Saluzzo:
Gay Lionello — Torri del Benaco: Kesselring Clara.