1
2002
«I
i nel
irtire
anni
orare
'Sto a
li un
netta
: pie3rra».
lasfilello
One,
ione
dirii dercan;onle
È un
na le
;hele
e del
■fine)
to
: pròlatsijloro
nenti
Ita di
scar)
sono
1 per
colo0 eli
nir
mo».
D apndiali lotConitutcivile
stadi
edili'
liarpace
lonè
e re:hiale f<l3
on è
triotice e
lasi(enil
he
WWW
IliifoniwJo'iie
evanìeliea in rete
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGEUCHE BATTISTE, METODISTE, VALDESI
Spedizione in a. p. 45% ■ art. 2 comma 20/B legge 662/96 - Filiale di Torino
In caso di mancato recapito restituire al mittente presso l'Ufficio PT Torino CMP Nord
Euro 1,14
Anno IX - numero 25-21 giugno 2002
lEDITORIALEI
Ufodello unico di famìglia
di letizia TOMASSONE
'RIMOPiANOI
Sia pace a Gerusalemme: rapporto
della delegazione evangelica
ICHIESEI
Le Conferenze dei distretti delle
valli valdesi e dell'Italia centrale
■ BIBBIA E ATTUALITÀ ■
«SE TU FOSSI
STATO QUI»
«Signore, se tu fossi stato-qui, mio
fratello non sarebbe morto»
Giovanni 11,21
E inquietante l’osservazione di
Marta a Gesù in occasione della
morte di Lazzaro. È convinta che se
Gesù l’avesse assistito, se gli fosse stato vicino, avrebbe potuto evitargli la
morte. «Se tu fossi stato qui...». È lo
stesso lamento che da sempre l’umanità rivolge al cielo nella sua disperata ansia di giustizia e di protezione:
«Se tu esistessi non avresti permesso
l’olocausto»; «Se Dio ci fosse, non
permetterebbe il male»; «Perché la
guerra, l’ingiustizia, le sofferenze, se
esiste un Dio d’amore?». Marta ignora che Gesù volutamente ha ritardato
il suo arrivo. Non sa che ha atteso
due giorni prima di recarsi da Lazzaro. Dal punto di vista umano, l’indugio di Gesù può sorprenderci. Sarebbe stato ammirevole se, saputo della
malattia di Lazzaro, Gesù fosse accorso subito per portare a lui e alle
due sorelle se non altro il suo conforto. Invece Gesù ritarda il suo arrivo,
aspetta la morte del suo amico, contravviene a un elementare principio
di solidarietà umana. Perché Gesù si
trattiene due giorni in più? Perché si
presenta direttamente al sepolcro anziché al capezzale di Lazzaro?
CREDO che Gesù intenda correggere i! pensiero che Marta (e noi
con lei) ha di lui e della risurrezione.
Marta è convinta che Gesù possa- ottenere da Dio ogni cosa: «So che tutto quello che chiederai a Dio, Dio te,
lo darà»; è convinta anche della risurrezione di Lazzaro, un giorno,
quando Dio lo vorrà: «Lo so che risusciterà, nella risurrezione deU’ultitno giorno». Gesù non smentisce,
ma corregge le affermazioni di Marta; non nega il potere di Dio, ma dissente dall’uso strumentale che se ne
fa. La fede non è una sorta di «polizza assicurativa». Dio non è il garante
della salute, il tutore del nostro benessere, l’appiglio a cui aggrapparsi
nelle necessità: concetti umanamente comprensibili, forse, ma errati.
IL Dio biblico è altro. È il Dio di
Gesù Cristo, che nella carne del figlio vive, senza eliminarle, le inquietudini, le contraddizioni e le sofferenze di ogni persona e di tutto il genere umano. Gesù non nega l’assurdo, non vive al riparo dal male, lo
subisce anzi fino alle conseguenze
estreme, ma al cospetto di Dio, che
non abbandona neppure quando la
eondizione si fa disperata. Il Padre di
Gesù è più forte dell’assurdo e il suo
cruore per l’umanità non cessa di essere reale anche quando la morte
emana il suo potere. Lazzaro muore,
Gesù lo riporta alla vita, indice indubbio che Dio è più forte della
ttorte fisica. Gesù non nega la risurrezione finale, la richiama alla sua
persona, ne precorre gli effetti: «lo
sono la risurrezione e la vita; chi erette in me, anche se muore, vivrà; e
ehiunque vive e crede in me, non
tttorirà mai. Credi tu questo?». Creere in Gesù è una sorta di risurrezione, è passare dalla morte alla vita,
all incredulità di un’esistenza priva
' f^io alla fede di una vita al cospetu di Dio, contro ogni ragionevole
speranza. In ciò sta la risurrezione.
Per i vivi e per i morti.
Francesco Casanova
La visita ecumenica in Israele-Palestina della delegazione Fcei di evangelici italiani
Non lasciamoli soli
Israeliani e palestinesi si possono salvare dalla distruzione reciproca solo con un
forte intervento della comunità internazionale che riconosca i diritti di entrambi
EUGENIO BERNARDINI
GERUSALEMME è una città vuota di turisti. Per le stradine della
città vecchia, dove spesso si ha difficoltà a muoversi tanto è la calca di
gente, molti negozi sono chiusi, i vicoli e le piazzette sono vuote, i bar e
ristoranti sono vuoti, il Santo Sepolcro e gli altri <duoghi santi» sono
vuoti. Ritrovi la gente solo dove vivono i residenti, nei mercati o al
Muro del pianto, dove a tutte le ore
ci sono ebrei in preghiera. A Betlemme è lo stesso, a Nazareth è lo
stesso, cosi nel resto della Galilea e
al lago di Tiberiade. Non ci sono turisti. Non c’è la comunità internazionale. Israeliani e palestinesi sono
soli con il loro cinquantennale conflitto. E non ce la fanno più.
«La comunità internazionale deve
intervenire per far cessare la violenza e il terrorismo», dicono gli uni;
«La comunità deve intervenire per
far cessare l’occupazione e la violenza israeliana dei Territori palestinesi
(Cisgiordania e Gaza)», dicono gli altri. Posizioni diverse su quasi tutto;
sulla storia, sulle cause e sulle soluzioni del conflitto, su chi ha iniziato
e chi ha solo reagito, su chi attacca e
su chi si difende, su chi è colpevole e
chi innocente. Ma su una cosa sono
uniti: da soli non ce la possono fare.
Hanno bisogno di una comunità internazionale che li aiuti a trovare
una soluzione accettabile per entrambe le parti, che consenta a ciascun popolo di tornare a vivere, sperare e costruire un futuro per il loro
figli. La comunità internazionale
L'Assemblea delle chiese battiste delLUcebi
L'Evangelo nel nostro tempo
Si svolge dal 20 al 23 giugno a
Ciampino (Roma) la 37“ Assemblea
generale dell’Unione cristiana evangelica battista d’Italia (Ucebi). «Mutamenti di grossa rilevanza - scrive il
Comitato esecutivo nella relazione
che presenterà aH’Assemblea - hanno
contraddistinto gli ultimi due anni,
dall’ultima Assemblea generale»: le
tragiche conseguenze dell’11 settembre, la guerra in Afghanistan, l’acuirsi
del conflitto tra Israele e Palestina,
ma anche le conseguenze incontrollate di una globalizzazione estrema;
le chiese battiste italiane, circa 20.000
fedeli in un centinaio di comunità in
tutta Italia, si preparano a questa Assemblea generale (l’ultima si è svolta
nell’agosto 2000) senza trascurare gli
scenari politici e sociali in cui sono
chiamate a operare. L’ordine dei lavori prevede la discussione della relazione del Comitato esecutivo e di
quella del Collegio dei revisori, le ele
zioni dei vari organismi (Comitato
esecutivo, presidente, vicepresidente.
Collegio dei revisori e Collegio degli
anziani). Nel corso dell’ultimo biennio, si legge ancora nella relazione, in
varie situazioni in cui è stato necessario far risuonare «l’annuncio profetico dell’Evangelo, le chiese deU’Unione e il Comitato esecutivo sono stati
presenti». In questa direzione alcune
prese di posizione su vari temi: dalla
Dichiarazione vaticana «Dominus Jesus», alla più recente adesione alla
campagna per la difesa della legge
185/90 che regola e pone sotto controllo il commercio e l’esportazione
delle armi, alla ferma presa di posizione contro l’intervento militare in
Afghanistan. «11 terrorismo e la guerra
- scrive ancora il Comitato dell’Unione battista - sono inefficaci rispetto
ai mali che vogliono estirpare e producono odio e rabbia che si sedimentano 0 si diffondono». (nev)
sembra che sia al lavoro, e sarà tanto
più efficace se riuscirà a non prendere parte più per l’uno che per l’altro.
Ma, per il momento, israeliani e palestinesi sono soli. Soli con le loro
sofferenze, con i loro morti, con le
loro speranze deluse, con le loro
paure e sfiducia reciproca.
La delegazione promossa della Federazione delle chiese evangeliche
italiane ha visitato questa terra martoriata dal 7 al 13 giugno. Ha incontrato israeliani e palestinesi, coloni
israeliani e rifugiati palestinesi, il
maggior partito al governo in Israele,
il Likud, il partito di Sharon, e uno
dei pochi all’opposizione, il Meretz;
ha incontrato ebrei, musulmani e
cristiani; ha incontrato povera gente
Segue a pag. IO
Valli valdesi
Laicità e libertà
religiosa
È possibile parlare in Italia di «Stato
laico»? È la questione che si è posto il
Concistoro di Torre Pellice nell’organizzare una tavola rotonda in occasione dei festeggiamenti per i 150 anni dell’edificazione del tempio. All’incontro del 15 giugno hanno partecipato Domenico Maselli, pastore ed ex
parlamentare; l’ex presidente del Senato Nicola Mancino e il sen. Enrico
Pianetta. Se Mancino ha fatto rilevare
che la libertà religiosa è indispensabile perché possano essere garantite le
altre libertà dell’individuo. Pianetta
ha richiamato l’importanza del disegno di legge in corso d’esame in Parlamento; esso è identico a quello a
cui lavorò con grande passione, nella
scorsa legislatura, proprio Maselli.
A pag. 11
lECO DELLE VALLII
Una lezione di democrazia
di MARCO ROSTAN
^■1 L'OPINIONE mtm
LA VITTORIA
DI CHIRAC
Vittoria travolgente del nuovo partito presidenziale, Unione per la maggioranza presidenziale (Ump), creato dal
nulla all’indomani del primo turno delle elezioni presidenziali. Netta sconfitta
della «sinistra plurale» che ha governato la Francia negli ultimi cinque anni,
ma sostanziale tenuta del partito socialista che ne era il perno. La vittoria del
«partito del presidente» non deve meravigliare: essa è strettamente connessa aUa logica del sistema maggioritario
a due turiu che premia la coalizione o il
partito egemone dello schieramento
vincente. Anche nel giugno 1981, all’indomani della vittoria di Mitterrand, la
«gauche» aveva stravinto alle politiche.
Il dato più preoccupante di questa
tormentata tornata elettorale è il tasso
di astensionismo (39%), che supera
quello già altissimo registrato al primo turno delle presidenziali (36%):
meno di due elettori su tre si sono recati alle urne. Per la Francia, questo è
un dato nuovo che la avvicina alle
grande democrazie occidentali. Regno
Unito e Stati Uniti, in cui ormai la partecipazione elettorale è inferiore al
60%. Segno che la democrazia rappresentantiva sta attraversando ovunque
una grave crisi. Il fatto che Martine
Aubry, ex ministro del lavoro del governo'Jospin e autrice della famosa
legge sulle 35 ore lavorative, sia stata
sconfitta nel proprio feudo del Nord,
deve far riflettere. Questa legge infatti,
voluta per dare una risposta alla «frattura sociale» che ormai caratterizza
molte società occidentali, sembra aver
favorito soprattutto i ceti medio alti.
Nel 1995 Chirac era stato eletto presidente con la promessa di ridurre
questa «frattura sociale». Ci provò il
suo primo ministro di allora, Alain
Juppé, che due anni più tardi venne severamente sanzionato dal corpo elettorale. Ora, dietro alla vittoria dell’Ump ritroviamo lo stesso Alain
Juppé che è il vero regista politico di
questa vittoria, anche se per ora si nasconde dietro il faccione rassicurante
del nuovo primo ministro Jean-Pierre
Raffarin. Riuscirà ora il trio ChiracJuppé-Raffarin a fare ciò che non gli
riuscì sette anni fa? Per lo meno, non
avrà più la scusa della «coabitazione»
con un governo di segno opposto. Per
la prima volta infatti nella storia della
V Repubblica, grazie alla riduzione a
cinque anni del mandato presidenziale, voluta dal governo Jospin, non si
dovrebbe più verificare questa evidente contraddizione in un sistema semipresidenziale come quello francese.
Resta da vedere se, in Francia come
in tutti i paesi in cui è prevalsa in questi ultimi anni, la destra neoliberista
riuscirà a coniugare riforma del mercato del lavoro, lotta alla disoccupazione, giustizia sociale e sicurezza.
Questa è la questione di fondo rispetto
alla quale anche la sinistra nel suo insieme deve ripensare le proprie strategie. Un altro grande interrogativo riguarda la futura Europa allargata.
Mentre il centro-destra è ormai egemone in quasi tutti i paesi dell’Europa
occidentale, in quasi tutti quelli
dell’Est sono tornati governi di centrosinistra, con la ricomparsa dei vecchi
comunisti, segno che nell’altra Europa
la transizione caotica verso l’economia di mercato crea fenomeni di esclusione sociale ancora più marcati.
Il traguardo della piena integrazione
economica, sociale e politica europea
non sembra essere dietro l’angolo.
Jean-Jacques Peyronel
2
PAG. 2 RIFORMA
A Pai
«' Vi esorto dunque,
fratelli, per la
misericordia di
Dio, a presentare
i vostri corpi in
sacrificio vivente,
santo, gradito
a Dio; questo
è il vostro culto
spirituale. ^Non
conformatevi a
questo mondo, ma
siate trasformati
mediante il
rinnovamento
della vostra mente,
affinché conosciate
per esperienza
quale sia la
volontà di Dio,
la buona, gradita
e perfetta volontà.
(...) Benedite
quelli che vi
perseguitano.
Benedite
e non maledite.
'^Rallegratevi
con quelli che sono
allegri; piangete
con quelli
che piangono.
'^Abbiate tra di voi
un medesimo
sentimento. Non
aspirate alle cose
alte, ma lasciatevi
attrarre dalle
umili. Non vi
stimate saggi
da voi stessi...
'^Non rendete a
nessuno male per
male. Impegnatevi
a fare il bene
davanti a tutti gli
uomini.
'®Se è possibile, per
quanto dipende da
voi, vivete in pace
con tutti gli
uomini. "‘Non fate
le vostre vendette,
miei cari, ma
cedete il posto
all’ira di Dio;
poiché sta scritto:
“A me la vendetta;
io darò la
retribuzione”,
dice il Signore.
^°Anzi, “se il tuo
nemico ha fame,
dagli da mangiare;
se ha sete, dagli da
bere; poiché,
facendo così, tu
radunerai dei
carboni accesi
sul suo capo”.
^'Non lasciarti
vincere dal male,
ma vinci il male
con il bene»
(Romani 12,1-21)
«NON CONFORMATEVI...»
Per amore siamo chiamati a non conformarci, neppure alle nostre interpretazioni
più collaudate, per poter essere il più possibile conformi alla volontà di Dio
BRUNO CIACCONE
CONFORME o conformista?
Nella prima lettera di Giovanni leggiamo: «Noi ci rivolgiamo a Dio con fiducia, perché
egli ci ascolta, se gli chiediamo
qualcosa secondo la [conforme
alla] sua volontà» (1 Gv 5, 14).
Nella lettera ai Romani, invece,
l’apostolo Paolo ci esprta: «Non
conformatevi» (Rm 12,1-2).
tanto da combatterlo con un
comportamento apertamente
anticonformista e spesso apparentemente^ trasgressivo.
Gesù e là Legge
Conformarsi
alla volontà di Dio
Apparentemente ì due testi non pongono problemi
di interpretazione: Paolo ci
esorta a non conformarci a questo mondo, e Giovanni riprende
questa esortazione indicandoci
nel conformismo alla volontà di
Dio il giusto atteggiamento dei
discepoli e delle discepole'. Tutto ciò avvalora anche la tesi,
espressa su questa pagina la
scorsa settimana, secondo la
quale gli uomini e le donne non
possono essere liberi se non
mettendosi al servizio di Dio,
poiché o sono schiavi di Faraone (il mondo), o sono schiavi di
se stessi, o sono schiavi di Dio
che vuole solo il loro bene. Nonostante ciò, il pericolo di conformarci a questo mondo^ di
idolatrarlo e rendergli culto, rimane sempre attuale, nonostante le nostre più belle professioni di fede o di fedeltà. Anzi,
possiamo diventare molto conformisti rispetto al mondo anche in nome della nostra fede. 11
nostro Signore e maestro Gesù
conosceva bene questo rischio
Preghiamo
Padre nostro, che un giorno scendesti sul Sinai perché
avevi udito il lamento del popolo, fa’ che noi non abusiamo del tuo nome, dacci di essere testimoni del tuo regno di amore e che facciamo la tua volontà.
Fa’ che ogni giorno possiamo godere del necessario e
che nessuno e nessuna al mondo ne sia privato per nostra colpa o per nostra indifferenza. Fa’ che il nostro superfluo non significhi fame, guerra, sfruttamento e sofferenza per il nostro prossimo.
Perdona i nostri peccati, anche quello di confondere il
«debito» con il «credito», come facciamo spesso e volentieri con i paesi poveri. Perdonaci anche il peccato di
confondere il «nostro» con il «mio», come facciamo
spesso con i tuoi doni.
Non esporci alla tentazione della ricchezza, dell’arroganza, della presunzione e del prestigio, e fa’ che non ci
conformiamo ad essi e alle loro pretese: in essi si nasconde il maligno. Dacci la saggezza e il coraggio di sostenere che solo tuoi sono il regno, la potenza e la gloria,
per sempre. Amen
Tutti ricordiamo i vari episodi evangelici in cui Gesù
«sembra» trasgredire il comandamento riguardante il «sabato»,
in effetti egli si comporta in modo conforme alla volontà del Padre che non ha voluto mettere i
suoi figli e le sue figlie al servizio
di un comandamento ma, al
contrario, ha legiferato in favore
e per amore loro. Gesù resta fedele alla volontà del «Legislatore» denunciando con il suo comportamento anticonformista
l’ipocrisia di coloro che applicano la legge in modo spesso conforme all’interpretazione che di
volta in volta ne danno o che ritengono loro più conveniente.
Anche coloro per i quali non è
conveniente, spesso si comportano in modo conformista. Perché è più facile, più comodo, meno impegnativo^ Magari è dannoso, a lungo termine potrebbe
avere conseguenze irrimediabili,
ma il «si è sempre fatto cosi» riesce quasi sempre ad avere il sopravvento su un atteggiamento
più riflessivo e responsabile. Soprattutto quando la conseguenza
di maggiore riflessione e responsabilità rischia di urtare interessi
troppo grandi e molto suscettibili. E cosi che molti vanno in chiesa, lodano il Signore per i doni ricevuti, pregano per i poveri, ma
non si domandano perché sono
poveri, non si impegnano per
una maggiore giustizia sociale, e
preferiscono alimentare la guerra tra i poveri pur di salvaguardare il loro quieto vivere a fianco di
chi sfrutta i poveri.
Nelle chiese poi c’è sempre
chi è molto attento ad evitare
che qualcuno osi atteggiamenti
«non conformi»’ e pronunci parole «sconvenienti» come nel caso di Maria, che conversando
con sua cugina Elisabetta disse
molto chiaramente qual è l’intenzione del Signore. Ne era
tanto convinta da dirlo al passato come se fosse già accaduto,
come per dire che di lì non si
scappa: «...ha rovesciato dal trono i potenti, ha rialzato da terra
gli oppressi. Ha colmato i poveri
di beni, ha rimandato i ricchi a
mani vuote...» (Le 1, 52-53).
E suo figlio, colui che noi confessiamo come nostro Signore,
non fu da meno: alla folla che lo
stava ad ascoltare insegna che i
benedetti da Dio sono i poveri
che hanno fame e sete, anche di
giustizia, e che a loro Dio darà il
suo Regno. Per chi vive nella sazietà e non ha più fame né sete,
neanche di giustizia, mentre
due terzi dell’umanità manca
del necessario e non ha neanche
quel pane per oggi che Gesù ci
insegna a chiedere pregando,
c’è solo un inèquivocabile guai a
voi. Perché questo comportamento così anticonformista?
Perché Gesù è fedele (conforme)
alla volontà di Dio che per amore degli ultimi, dei poveri e degli
oppressi, scende sul monte Sinai determinato a liberarli dopo
aver udito il loro lamento.
Un Dio partigiano
PER amore degli ultimi, dei
poveri e degli oppressi, Dio
si rivela al mondo come un Dio
partigiano, schierato, non equidistante. In questo si rivela anche il suo amore per l’umanità,
un amore che non esclude nessuno ma che rimanda a compiere atti di giustizia coloro che
pensano di risolvere tutto con
qualche sacrificio o con una bella cerimonia (cfr. Isaia 1, 11-17),
Perché Dio, il nostro Dio, l’unico
Dio, è un Dio che ama il diritto e
la giustizia (Sai 33, 5). E ama anche lo straniero (Sai 146,9-10).
Ma la legge"... certo, la legge,
anche quella espressa nella Bibbia, anche nel migliore dei casi,
anche quando è stata emanata
con le migliori intenzioni, può
essere interpretata in senso contrario alla volontà del legislatore. Ne sono consapevoli il fariseo, maestro della legge, che domanda a Gesù qual è il più grande comandamento, e Gesù stesso che gli risponde: «Ama il Signore tuo Dio con tutto il cuore,
con tutta la tua anima, e con
tutta la tua mente. Questo è il
comandamento più grande e
più importante. Il secondo è
ugualmente importante: ama il
tuo prossimo come te stesso.
Tutta la legge di Mosè e tutto
l’insegnamento dei profeti dipendono da questi due comandamenti» (Mt 22, 24-40).
Ne consegue allora che ogni
interpretazione dei comandamenti deve avere come criterio
questi due, che a loro volta possiamo sintetizzare nel comandamento dell’amore. Per amore
siamo chiamati a non conformarci. neppure alle nostre interpretazioni, nemmeno a quelle
più collaudate, per poter essere
il più possibile conformi alla volontà di Dio. Ricercare questa
volontà di Dio attraverso un instancabile dialogo d’amore con
lui che riconosciamo nel volto,
nella carne, nelle sofferenze,
nelle speranze del nostro prossimo. Non conformarsi al mondo
non è certo facile per chi subisce
ogni giorno pesanti pressioni di
omologazione, ansiosi inviti a
uniformasi tutti da parte di chi
sostiene che «non ci sono altre
soluzioni»: Tunica soluzione ai
problemi sociali è l’economia di
mercato e il nemico, se non c’è,
bisogna inventarlo, affinché il
pensiero rimanga unico e il Pii
continui a crescere.
Io non ci sto. Non mi conformo. Per quanto ne so, da sempre
mi si ripetono le medesime cose,
e da sempre non viene preso in
considerazione che si può pensare in modo diverso, come ci
propone Dio. Non c’è un solo sistema economico possibile, basato solo sul profitto, che non si
fa scrupoli neppure di sfruttare i
bambini: c’è un’economia fondata sulla solidarietà, più conforme alla volontà di Dio che è
volontà di amore per il prossimo
e di carità evangelica, che è tutt’
altra cosa dall’elemosina: «Tutti i
credenti vivevano insieme e
mettevano in comune tutto
quello che possedevano. Vendevano le loro proprietà e i loro beni e distribuivano i soldi fra tutti,
secondo le necessità di ciascuno» (Atti 2. 44-45)
Ugualmente, non c’è un solo
modo per affrontare e risolvere i
conflitti tra i popoli, quello della
guerra o del controllo poliziesco
del mondo. C’è anche la proposta, senza dubbio anticonformista, certamente insensibile alle
esigenze delle industrie belliche
e degli interessi particolari di
grandi nazioni, ma più conforme alla volontà di Dio e all’insegnamento di Gesù: «Ama il tuo
nemico» (Mt 5,43-47). Troppo
difficile? Prendiamone almeno
atto. Prendiamo consapevolezza
della nostra difficoltà e incapacità ad essere discepoli e discepole di Gesù e di fare la volontà
di Dio, senza trasformare questi
nostri limiti in un facile e comodo alibi: anche così non ci si
conforma al mondo, secondo
l’esortazione dell’apostolo Paolo. Purché il male non ci vinca,
ma sia vinto con il bene.
(Seconda di ima serie
di tre meditazioni)
venerdì 21
Note
omiletiche
1) Bisogna stare atta
a non confondere
formismo» con ««„3 MO
torismo». Una ner ™ »
una pers^
conformista non è necte
riamente rnncQ,...,
riamente conservatrici
piuttosto una personal**
sulle posizioni maggioS «oso'
rie o cosiddette «coj Jpaura
(COSI fan tutti). E £osot
que un atteggiamento^ Ctati !
predilige le idee consoj Cines
sempre fatto così),
2) Ovviamente,
«mondo» non si intendi
trici perché non
sforzi di creatività (si
Itila I
e
¡¡iaesi tei
creazione che è ogge|
delTamore di Dio (.
ha tanto amato il mondT
ma tutto ciò che va coj
la buona e bella creazisL
(Gen. 1, 31) e si opponjnfctt*™
la volontà di Dio. ■
3) La trasgressioneJi"®*®'^“*'
tela loro
volte
ieino: 1
[jtaeliani.
jento del
50 senza a
aunanitr
Biliazioi
imp
jedeiTer
acce
ira stato u
fe truppe
una legge non signifi
necessariamente lan
negazione. A volte, coi
nel caso di Gesù, si risi
ta la legge trasgredeni
ne la norma applicatij
quando essa va contro
intenzioni del legislatoJiesi, a es
4) Sono molte le noi tendere p<
azioni quotidiane ti «tertrar
hanno un carattere coi centinaia
formista, nelle qualipj |j[aeliani
severiamo pur sapend „ormale
che CI sono dannose.) „olazio:
esempio banale è quel
de lo spreco dell’acj,
potabile: molti fannofj
ca a considerare l'acp» Letali
un bene prezioso; la coi oaus,
ferma della sua prezios
non CI viene solo dalle!
stimonianze di dii vi
con il problema della stì
sita di acqua potabile,
viene anche dalia teni
za di privatizzarne lefoi
da parte delle multine
naii che non si fanno sii
poli di trarre profitto! pdestines
che dai bisogni primi .»lare, de
dell'uomo e dai doni! l'Anp,in
Dio ha elargito per sài pstte fingi
sfarli. Se da un latobì Kttattatii
gna combattere ogni| iróare a
getto di rapina dei i anitre d;
che Dio ha fatto all'W itbbeimc
nità intera, che sono| ^attentai
tanto un diritto inaliei Ipalesti
bile di tutti, dall'altro II vece che 1
è veramente insopportai violenze è
le vedere un individuo^ (ireisrae
varsi i denti tenendo il» Irai pales
binetto aperto mentre|
li sta spazzolando, ivista: se
do che molta acqua sperazionc
vada persa rnentre mìlWijfu ^
di esseri muoiono di
5) Non di rado SI
no mugugni o
che una pi
ione
ritiene che
tica delTr
nacce quando nelle dr%j.,
si affrontano terni di sC«.
stizia sociale: nelle
«non si deve far \
dicono, ben sapendow Pun
anche tacendo sulle.iriffi i,
stizie sociali si fa poi® «
rischiando di farsi cori « ^tiul
sponsabili anche di crim<|«tare, ini
Sapendo anche cheojf
, cid
nostra azione porta in^tlopol¿ia
una scelta politica, se
che si occupa della cosa JMitare i¡
tutti. Facciamo poH^ Wtìco,ir
quando facciamo la sr Wisce pei
e privilegiamo pr
meno inquinanti, opp)
che non derivino da
tamento minorile. Dm'®
il regime fascista, nego!'
bar esponevano un ca .
lo con su scritto: «Qr®
si fa politica». Pet ^
fortuna, qualcuno ha
tinuato a far politica’^
che nelle chiese, come
insegna la storia
iJcota, i
•Ha ferin
botale ag
^'llenen
ligi
chiesa evangelica teo
con la sua esperienza
«chiesa confessante»6) Ci sono alcuni "n
tendono ad essere mo
intransigenti
sulle «legf ì''«ttare
I sesso
che riguardano n ’T' Hi
Bibbia SI pae
cui nella Bioma j
poco) e a spl'lf.''p'gnti
invece, quelle meren
rapporti sociali
Per
approfondii’®
- François
mondo ingiusto n
mondo sicuro, e
di Fraternità;
- Rob Van
Economia globsl
Claudiana, Torino
,ques
il
, *1 sono
[«'toristi
caso
’di,
0
Ili
?tupaz
Niana
,^'9 rito]
%nati
Aolaa
“lostes
ipazic
?dein,
all’isr
■eia
3
fRDi 21 GIUGNO 2002
Primo Piano
PAG. 3 RIFORMA
«conse^
3 persi
iè
I II rapporto della visita ecumenica (7-13 giugno) in Israele e nei Territori palestinesi
Sia pace a Gerusalemme
ffofjiossa dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia, la visita è stata ecumenica sia
¿la composizione dello delegazione sia nel programma di incontri con le parti in conflitto
>ersonarti Intuiti i colloqui abbiamo
Si alliJioneUe persone un granfaggio^ fsenso di sfiducia reciproca
- «'ON fdipaura. Gli ebrei israeliani
E comi ^„0 sotto l’incubo di nuovi
amento^ ùntati suicidi da parte dei
e consei» itinesi, che in un baleno
' üruegerebbero la propria
‘iyi'à (si e i propri figli. I palesi)- IS temono che si ripeta
Jaloro casa quello che tan."atendsH^lte è già accaduto a loro
®,°9ge«P.o’ l’arrivo dei soldati
Ìmin'isseliani- gli spari, l’abbatti
a op liosenza aver accertato un efnnnf “ Mivo coinvolgimento m ao^'^'"'*5Uristiche. Tra inostri
essione* »erlocutori palestinesi è stari signifi! ^unanime la denuncia delle
nte las! iiniliazioni continue e quoti'olte, J lane imposte alla popolazio,ù, si'rispi ne dei Territori e dai quali dosgredena «gli accordi di Oslo (1993) vi
iPPlicatl Astato un parziale ritiro dela conlrofl ¡(truppe israeliane. I palestiegislator« pesi, a esempio, devono atte le notti tendere per delle ore prima di
tiiaue cli| Mter transitare attraverso le
mere co^ (entínala di posti di blocco
' àuali pa ¡¡laeliani che impediscono la
r sapeni jormale circolazione della
innose.li popolazione; spesso, inoltre, i
® 91181 Alteri di passaggio appaiono
dellaqi jjijjtjari e vessatori,
fanno fai
ire l'acqii Lecause della violenza
oso; la co» cause e la responsabilità
! *^hT'*^* violenza sono oggetto di
h' ì contrapposte interpretazioni,
'.''il'™ Igoverno israeliano, ma anDotaWle' importante del
illa tenti pubblica di Israele,
me le fot “ causa dell esplo
multinaà “ biella violenza sia la polifannosj dea dell’Autorità nazionale
irofittoì palestinese (Ànp), e, in pattini primi colare, del presidente Arafat.
al doniti l'tap. in altre parole, da una
I per soi parte fingerebbe di voler apri1 lato bii Rtattative diplomatiche per
e ogni p» anirare a un accordo di pace
anatre dall’altra incoraggetebbel movimenti estremisti e
giattentatori suicidi.
1 palestinesi sostengono invece che la madre di tutte le
sopportai violenze è l’occupazione miliidividuole lare israeliana dei Territori,
lendoilit Ira i palestinesi, in proposito.
la dei do
to all'iJtii
e sono
:o inaliei»
ill'altrolati
ido, lascii
!«J
mentrey,|)i,ij^Q
registrato vari punti
: secondo alcuni è la di
miiy non vedere un fu
l"™'3 spingere dei giovani a
j I teiderare loro dovere «sacriaperte «1 patria»; altri inve
nelle cbi«| JP'^tton escludendo questa
emi di # ™®tprctazione, ci hanno ripeielle chieU "•b che gli attentatori suicidi
ir politidi ®ccano un danno gravissimo
ipendoÌ bttpparabile non solo a se
sulle calle loro vittime, ma alfa politi®“ctcssa causa palestinese.
Farsi coipwti ultimi ci hanno fatto
e di crimif
e che oS*
porta in*
litica,««
Iella cosa*
IO politll
no la sp^,
0 prodof
Iti, opP*i
IO da sfa»]
ile. Durra, nega
D un cai
j: «Qui K»
Per nost»
ino ha co*
loliticaiO*
;e coinè*
cria del»
Ica tedes^
lerienz*
ante»
alcuni
che
sere m«
lile «Ic9f
il sesso
ia si pa’
tualizza;
¡nerei’t'
«(lire
»“•fi!
irirniV'
alee
IO.
eie"'
fede
La delegazione
La delegazione era composta dal post. Gianni Genre, moderatore della Tavola valdese; la post. Anna Maffei, vicepresidente
dell’Unione cristiana evangelica battista d'Italia; il doti Renato
Maiocchi, segretario esecutivo della federazione delle chiese
evangeliche in Italia; i projf. Paolo Ricca e Daniele Garrone, docenti alla Facoltà valdese di teologia; il past. Eugenio Bernardini, direttore di «Riforma»; il prof Brunetto Salvarani, teologo cattolico, direttore della rivista Qol; il giornalista Luigi Sandri, corrispondente dalTItalia dell'agenzia ecumenica internazionale Eni e redattore della rivista Confronti; il dott. Paolo Naso, direttore della rivista Confronti e della rubrica televisiva Protestantesimo (Raidue); /a dóff.ssa Lucia Cuocci, dell’Ujficio programmi della rivista «Confronti». La delegazione è stata seguita
anche da una troupe della rubrica televisiva Protestantesimo.
®fere, infatti, che ogni attenè pagato duramente dalla
Isolazione palestinese a cau,*oella soverchiarne reazione
yare israeliana; sul piano
litico, inoltre, ogni attentato
|Ce per rafforzare la politilei premier Sharon e per
tare dai palestinesi la soliictà internazionale. Altri
Cora, infine, esprimendo
jeerma critica politica e
„li attentati terroristitenendo che offendano la
•gnità della causa pale
Ruesto c}uadro, per molti
lesi o quasi i palesti
*990 terroristi, potenziali
listi 0 loro complici; in
la grande maggiotj. 9i essi sarebbe giunta,
•ccett ^°bi israeliani, ad
tare il terrorismo come
lazioni di amicizia e partnership con i paesi circostanti.
In campo palestinese, invece, anche quelli che non criticano il sostegno politico e religioso che alcuni movimenti
estremisti garantiscono agli
uomini bomba, rilevano come
sia altrettanto e ancora più
terroristica la politica del governo israeliano che, con il
pretesto di vendicare gli attentati, si abbatte implacabile anche sulla popolazione civile,
uccidendo, distruggendo case
e infrastrutture, sradicando
migliaia di alberi da frutto e
mettendo in ginocchio l’economia dei Territori.
L'uso di stereotipi
Abbiamo rilevato un uso
schematico e talora provocatorio di stereòtipi o comunque
definizioni improprie per «etichettare» la parte avversa. Così, a esempio, alcuni palestinesi dicono «ebrei» per intendere
«israeliani», arrivando quasi a
un’identificazione per cui tutti
gli ebrei del mondo sarebbero
israeliani. Sul fronte israeliano, abbiamo notato la tendenza a considerare tutti i palestinesi «musulmani», ignorando
così la piccola ma importante
minoranza cristiana, e tutti i
musulmani come potenziali
terroristi. Molti interlocutori
palestinesi, non solo musulmani, hanno denunciato il rischio che si alimenti una vera
e propria «islamofobia», sia tra
gli israeliani che nelTopinione
pubblica internazionale.
Tutti i nostri interlocutori ci
hanno parlato di attese tradite
rispetto al Processo di pace
avviato il 13 settembre 1993 a
Washington, con a firma degli
accordi preparati a Oslo fra
Israele e l’Organizzazione per
la Liberazione della Palestina (Olp). Gli israeliani, salvo
qualche rara eccezione, attribuiscono ai palestinesi la responsabilità per il fallimento
di quegli accordi; i palestinesi
ne danno la colpa agli israeliani. Nonostante queste accuse
speculari, diversi interlocutori
hanno pronunciato parole durissime contro i propri leader
politici, accusandoli di essere
essi stessi i responsabili del
fallimento degli accordi e della fine di tante speranze.
Abbiamo constatato che il
riferimento alle Scritture ebraiche, cristiane e musulmane è importante per molti; per
alcuni è anzi il punto di riferimento essenziale della propria vita. In tale contesto abbiamo preso maggiore coscienza dello scandalo costituito dai riferimenti al nome
di Dio per benedire la guerra o
la violenza. Ma allo stesso
tempo in diversi colloqui abbiamo anche rilevato la consapevolezza di questo scandalo e la consapevolezza che il
nome di Dio può essere invocato solo per promuovere la
pace, la giustizia e la riconciliazione. Se per alcuni la base
del conflitto israelo-palestinese è la religione, per altri questa è vista soltanto come un
mantello usato da molti per
coprire i nodi reali della contesa, e cioè la spartizione della
stessa terra rivendicata da due
popoli e i modi per giungere a
un possibile compromesso.
Gerusalemme
In campo cristiano, poi, abbiamo visto come sia complesso il rapporto che i cristiani arabi hanno con l’Antico
Testamento e cioè con i libri
sui quali molti ebrei fondano
la rivendicazione, in nome
delle promesse divine, di tutta
la terra di Israele (e cioè non
solo dell’attuale Stato di Israele ma anche dei Territori). Più
in generale, richiamando anche la nostra esperienze di
chiese occidentali, abbiamo
verificato quanto sia importante approfondire il legame
tra la chiesa e Israele e dunque tra l’esperienza cristiana e
le sue radici ebraiche.
Città simbolo per ebrei, cristiani e musulmani, Gerusalemme ci è apparsa come il
luogo di una contesa aspra,
drammatica e quasi insolubile.
Molti responsabili di chiese,
ma anche semplici cristiani, ci
hanno espresso il sentimento
di amarezza che li pervade
perché vivono un tempo di
grande solitudine. «Siamo la
chiesa madre, ma siamo la
chiesa dimenticata», ci ha detto il leader di una chiesa cristiana di Gerusalemme. Ma
proprio a Gerusalemme abbiamo incontrato testimonianze
ed esperienze di riconciliazione e di dialogo tra israeliani e
palestinesi che ci hanno dato
motivo di sperare per il futuro.
Il peso della memoria
In molti incontri abbiamo
constatato il peso della memoria. Senza consapevolezza
di quanto è accaduto in passato ai popoli in conflitto in
Medio Oriente è impossibile
comprendere aspetti fondamentali dell’aspra situazione
di oggi. D’altra parte, abbiamo
raccolto l’impressione di un
uso spesso retorico e ideologico della storia («abbiamo narrazioni diverse e inconciliabili
di quello che è accaduto» ci ha
detto una deputata israeliana)
che finisce per essere una gabbia che impedisce il confronto e il dialogo con le posizioni delTawersario. Visitando
Yad Vashem, memoriale della
Shoà, siamo stati invitati a riflettere sulla devastazione che
si può compiere quando si
perdono di vista i valori umani
fondamentali diventando prede cieche del razzismo, dell’odio etnico 0 dell’antisemitismo. 11 ricordo del passato va
tradotto in impegno costante
di vigilanza perché non risorga Tantisemitismo e per stroncare sul nascere ogni tentazione di razzismo, di presunta
superiorità culturale o etnica,
di disprezzo per gli altri.
In conclusione ci sembra di
poter dire che la situazione è
quanto mai drammatica. Eppure, da una parte e dalTaltra,
cresce il numero di chi ritiene
che il conflitto si possa risolvere solo con un pressante intervento della comunità internazionale che spinga verso
l’attuazione di principi ormai
da molti riconosciuti almeno
in linea generale, e cioè;
• il riaffermato riconoscimento dello Stato di Israele e
del suo diritto alla sicurezza;
• la creazione di un vero
Stato palestinese, egualmente
sicuro, il che significa fine
dell’occupazione dei Territori
e smantellamento degli insediamenti;
• Gerusalemme capitale dello Stato di Israele e dello Stato
di Palestina:
• un’equa soluzione del problema dei profughi.
Per perseguire con efficacia
questi obiettivi, ribadiamo che
ogni tipo di violenza, terrorismo, prepotenza non risolverà
nessuno dei problemi sul tappeto ma li aggraverà tutti.
Israeliani e palestinesi, pertanto, dovranno comprendere
che l’unica strada percorribile
è quella della trattativa diplomatica e politica. La nostra
volontà di individuare le vie
della pace nella giustizia è stata rafforzata da piccoli ma importanti segni che abbiamo
trovato, sia in Israele che nei
Territori: miziative di dialogo,
di ascolto reciproco, di aiuto
morale, spirituale e materiale
fra uomini e donne delle due
parti. Questi virgulti, talora tenerissimi, per crescere hanno
bisogno della nostra solidarietà e della nostra attenzione.
Che cosa possiamo fare
A partire da queste considerazioni auspichiamo che le
nostre chiese assumano la pace tra israeliani e palestinesi
come un aspetto importante
della loro vocazione e della loro testimonianza. Questo impegno, concretamente, può
esprimersi in forme diverse
che ciascuna comunità è chiamata a definire sulla base dei
suoi talenti, del contesto in cui
opera, delle proprie specifiche
sensibilità. Ci sembra utile,
tuttavia, indicare alcune strade da percorrere:
• La preghiera. Il destino del
Medio Oriente, dei popoli che
vi abitano, delle comunità di
fede che lì testimoniano (ebrei, cristiani e musulmani)
devono essere costantemente
presenti nelle nostre intercessioni davanti al Signore.
• Sostenere le iniziative ecumeniche tese a promuovere e
sostanziare l’unità dei cristiani
nel servizio alla giustizia e alla
pace in M. O. Ci sembrerebbe
significativo pertanto che la
Federazione delle chiese evangeliche in Italia, gli organismi
competenti della Conferenza
episcopale italiana, la Sacra arcidiocesi ortodossa d’Italia,
‘'^g'ttima di lotta contro
militare. Tutta
raccolto anche
»■teli di parte
idlj . a secondo cui la logica
Kjjj^i'torsione militare indiattacchi contro
|(,1q lazione civile palestinestesso prolungarsi dell’
lo,lentia militare offendatiitj j9'i9a di Israele» e la na(loMpUDiiratica dello stato;
lo 5|| tempo lo costringoHiHtj ’*9lamento nelTarea
9 sua politica dovreb9 tesa a consolidare re
di obiettivi della visita erano stati
espressi in una lettera dei responsabili
delle Chiese evangeliche italiane inviata
alle diverse comunità locali lo scorso 5
aprile (vedi Riforma del 12 aprile scorso):
«Esprimere solidarietà alle vittime israeliane e palestinesi; sostenere le fofze attivamente impegnate per la pace sia in
Israele che nei Territori palestinesi; invocare un immediato e completo cessate il
fuoco che fermi al tempo stesso le azioni
terroristiche e gli interventi militari; esprimere la fraterna solidarietà in Cristo alla
minoranza cristiana che vive in Israele e
nei Territori palestinesi».
Per realizzare questi obiettivi, la delegazione ha incontrato varie personalità politiche e religiose, sia israeliane che palestinesi: ha visitato familiari delle vittime
dell’una e dell’altra parte; si è recata, oltre
che nel territorio dello Stato di Israele, a
Gaza e in Cisgiordania; ha incontrato
gruppi e associazioni attivamente impegnati nel campo della pace; ha ascoltato
decine di testimonianze «sul campo».
Ricordiamo gii incontri con
• David Cassuto, membro del Likud, già vicesindaco di Gerusalemme e già presidente della comunità ebraica italiana di
Gerusalemme;
• Yehezkel e Dalia Landp, educatori di pa
ce alla Open House di Ramle;
Gli Incontri
• Naomi Chazan, deputato della Knesset,
partito Meretz (opposizione pacifista) ;
• Zeev Boim, deputato della Knesset, presidente dei gruppo del Likud;
• Yehuda Stolov, direttore dell’Associazione di incontro interreligioso;
• S. E. Miche! Sabbah, patriarca latino di
Gerusalemme
• H. G. Riah Abu El Assai, vescovo anglicano di Gerusalemme:
• R. R. Munib Younan, vescovo luterano di
(jemsalemme;
• S E. Swerios Malki Murad, vescovo siroortodosso di Gerusalemme;
• Prof. Bernard Sabella, responsabile
dell’ufficio rifugiati del Middle East
Council of Churches;
• Dott.ssa Claudette Habbash, direttrice
della Caritas di Gerusalemme;
• Prof. Manuel Hassasian, vicepresidente
deirOniversità di Betlemme e membro
della delegazione palestinese nominata
dairAutorità nazionale palestinese;
La deleganone ha anche incontrato
• Titzhak Frankental, dell’associazione Parent's Circle (genitori delle vittime), padre di una ragazza uccisa in un attentato
suicida palestinese a Gerusalemme;
• I genitori di Malki Roth, rimasta uccisa
durante un attentato suicida palestinese
a Gerusalemme;
• La moglie di Abu Halib, un giovane sor
. domuto ucciso a Gaza dai soldati israeliani per non essersi fermato a un «alt»;
• Rauhijneed, un giovane palestinese di
Gaza di 24 anni che ha perso una gamba
in seguito all’esplosione di un proiettile
israeliano:
• I responsabili della Society of Remediai
Education Center di Gaza, un’associazione senza fine di lucro che opera con i
bambini che hanno subito traumi;
• L’ospedale di Beit Jalla (Betlemme), visitando diversi feriti;
La delegazione ha anche visitato
• La chiesa luterana di Gerusalemme, partecipando al culto con santa cena di domenica 8 giugno;
• Le parrocchia cattolica di Gaza, incontrando il parroco p. Emanuel Musallam;
• La chiesa luterana e l’Intemational Center di Betlemme, incontrando il suo direttore, past. Mitri Raheb;
• La parrocchia cattolica di Santa Caterina
di Betlemme, incontrando il suo parroco, il francescano p. Amjad Sabbara;
• Il campo profughi di Aida, Betlemme;
•Yad Vashem;
• L’insediamento di Efrat vicino Betlemme.
che già hanno compiuto significativi passi comuni, includessero la questione mediorientale nella programmazione delle
loro prossime iniziative.
• Partecipare con la mente e
il cuore aperti alle iniziative di
dialogo cristiano ebraico.
• Promuovere con convinzione occasioni di incontro e
dialogo con le comunità islamiche in Italia, che si sentono
particolarmente vicine ai loro
fratelli palestinesi. In questa
linea auspichiamo che le nostre chiese considerino con attenzione la proposta di indire
una giornata del dialogo cristiano islamico.
• Impegnarsi a produrre e
pretendere un’informazione
accurata sulla questione mediorientale che assuma le paure e le speranze dei due popoli,
che eviti gli stereotipi che non
rendono conto delle differenze
e delle tensioni interne alle
due società; che favorisca la
crescita di un atteggiamento
non pregiudiziale e ideologicamente schierato a sostegno
degli israeliani o dei palestinesi e quindi automaticamente
contrario a questi o a quelli.
• Chiedere ai responsabili
delle nostre chiese di promuovere reti ecumeniche di monitoraggio della situazione in
Israele e nei Territori, di sostegno alle forze di pace, di solidarietà a tutte le vittime e soprattutto di forte pressione politica sulle parti in conflitto
perché tornino al negoziato. In
questo senso rivolgiamo un
appello al governo italiano e
alle istituzioni europee perché
assumano precisi impegni tesi
a facilitare la ripresa in tempi
brevissimi di un negoziato di
pace in cui l’Unione europea
possa svolgere un ruolo autorevole e riconosciuto da entrambe le parti in conflitto.
Partner essenziali di questa
strategia di pressione potranno essere il Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), la Conferenza delle chiese europee
(Kek), il Consiglio Conferenze
episcopali europee (Ccee).
• Vivere rincontro con questa terra carica di storia e di
valori spirituali come un’occasione per incontrare le «pietre
viventi» della comunità cristiana e i testimoni dell’ebraismo e dell’islamismo. Siamo
convinti che questa attenzione ai popoli e alle comunità di
oggi renderà ancora più significative esperienze come quelle dei pellegrinaggi e dei viaggi
di studio, sia per chi li compie
che per chi li accoglie.
• Promuovere iniziative di
scambio tra israeliani e palestinesi, rivolte soprattutto ai
giovani, da realizzarsi sia in
Medio Oriente che in Italia. Le
chiese potrebbero utilmente
assumere un impegno diretto,
anche finanziario e organizzativo, per la realizzazione di
progetti tesi a promuovere la
cultura della pace.
Nel perseguire questi obiettivi ci ispira e ci guida la promessa di Dio che «la terra diventerà un giardino, e il giardino una foresta, e in essi regneranno la giustizia e il diritto.
Poiché ognuno farà quel che è
giusto, ci sarà pace e sicurezza
per sempre» (Isaia 32,15-17).
Gerusalemme, 13 giugno 2002
4
PAG. 4 RIFORMA
............................................................................................................................................................................................:
Duisburg: incontro degli animatori di «culti per bambini» della Chiesa evangelica
Fare «scuola domenicale» in Germania
3.500 persone, molte delle quali giovanissime, hanno partecipato all'incontro che si è svolto
In un'acciaieria dismessa della Ruhr alla presenza del «praeses» dell'Ekd, Manfred Koch
MARCO CISOIA
OGNI quattro anni tutti gli
animatori e le animatrici
dei «culti per bambini» (attività equivalente alla nostra
scuola domenicale) delle
chiese evangeliche tedesche
sono invitati a un grande incontro in cui si alternano momenti di formazione a occasioni di scambio di esperienze, eventi culturali a momenti
di festa. Quest’anno 3.500
persone, molte giovanissime,
si sono date appuntamento a
Duisburg, in Renania, nella
zona delia Ruhr, nota per la
lavorazione del carbone, dal 9
al 12 maggio.
Un'acciaieria dismessa
Lo scenario dell’incontro è
infatti il sito di una enorme
acciaieria dismessa da alcuni
anni. L’acciaieria sorgeva in
mezzo al'verde e questo ha
dato l’idea alle autorità locali
di trasformare la zona in un
parco in cui fosse possibile
giocare, correre e andare in
bicicletta, ma anche in una
specie di museo all’aria aperta, dove le strutture dell’antica acciaieria sono rimaste come ricordo di una importante fase industriale, ma sono
anche state trasformate in
luoghi dove è possibile ospitare sedi di associazioni,
eventi culturali e spettacoli.
L’enorme capannone che
ospitava la centrale elettrica,
ora dotato di un grande palco, è l’unico luogo chiuso che
può ospitare tutti i partecipanti, che lo riempiono quasi
per intero. Qui si è svolta la
serata di apertura, in cui si
sono alternati momenti musicali e di spettacolo e i saluti
ufficiali degli organizzatori,
del praeses (presidente) della
Chiesa evangelica tedesca
(Ekd), past. Manfred Koch,
del sindaco di Duisburg e del
ministro per la Pubblica istruzione della Renania.
Sempre nell’ex centrale elettrica si sono tenuti il concerto dell’ultima serata e il culto
conclusivo della domenica
mattina. Il culto è stato molto
articolato: oltre alla predicazione del past. Koch sul racconto della guarigione del
paralitico presso la porta del
tempio da parte di Pietro e
Giovanni (Atti 3), abbiamo
assistito a una drammatizzazione sotto forma di monologo dello stesso brano e a due
pantomime sul tema, oltre a
molta musica e molti canti.
Programma nutritissimo
Ciascuno ha potuto partecipare solo a una piccola parte del nutritissimo programma che proponeva 7 studi biblici, 19 iniziative culturali,
20 relazioni di esperti e 76
gruppi di lavoro su vari temi
connessi al lavoro con i bambini nelle chiesa. I vari gruppi
delle diverse chiese che lo
desideravano hanno offerto
(e ricevuto), per un pomeriggio intero, esempi di lavori
pratici da fare con i bambini.
L’enorme salone, riempito di
, tavolini, brulicava di persone
che volevano vedere e provare i lavoretti proposti, dalla
colorazione della seta alla costruzione di scenari di storie
bibliche utilizzando diversi
materiali, alle ombre cinesi,
alla «Bibbia scritta a mano
dai bambini» di una comunità che, per scommessa,
hanno ricopiato a mano pagine e pagine della Bibbia
(ovviamente non tutta) corredandola dei loro disegni.
Non potevano mancare gli
stand dove case editrici, opere sociali, e soprattutto i gruppi che in ogni chiesa regionale sono responsabili dei «culti
per bambini» proponevano i
loro materiali. È stato incoraggiante trovare qui anche
qualcosa di italiano: sul banchetto della società biblica
tedesca è messo in evidenza,
tra le Bibbie e gli altri libri,
anche la traduzione tedesca
de «Il popolo della Bibbia», il
volume nato nell’ambito dei
Servizio istruzione e educazione (Sie) della Fcei dal lavoro di Silvia Gastaldi e Claire Musatti, in Italia edito da
Claudiana e Elladici.
Il «Kindergottesdienst»
Non è ovviamente possibile fare un resoconto dettagliato dell’incontro di Duisburg, ma gli scopi di questi
incontri e la visione del materiale utilizzato nei «culti per
bambini» possono stimolare
alcune riflessioni. Va detto
intanto che il «culto per bambini» (Kindergottesdienst)
delle chiese evangeliche tedesche è un po’ diverso dalla
nostra scuola domenicale.
Mentre i nostri incontri di
scuola domenicale hanno in
primo luogo lo scopo dello
studio biblico, ovviamente
«animato», «colorato» e «giocato» quanto basta, i Kindergottesdienste tedeschi sono
veri e propri culti, dove un
grande peso è dato alla liturgia, ai canti, alla preghiera,
anche se non manca il momento in cui ci si confronta
intorno a un testo biblico,
che fa parte di un programma stabilito. Bisogna considerare che in Germania si dà
per scontato che bambini e
ragazzi ricevano una formazione biblica anche a scuola,
dove sia la Chiesa evangelica
che quella cattolica hanno le
loro ore di religione. Si comprende quindi come la chiesa
senta maggiormente la necessità di offrire ai bambini
un momento di vero e proprio culto.
La scuola domenicale
La nostra situazione in Italia è senza dubbio diversa: la
scuola domenicale e poi il catechismo sono momenti unici e irrinunciabili in cui si ha
l’occasione di offrire ai bambini una formazione biblica
elementare, di base. Quando
poi questo non avvenga anche a casa, la scuola domeni
cale è l’unica occasione in cui
i bambini delle nostre chiese
prendono una Bibbia in mano e la leggono. Il confronto
con i Kindergottesdienste ci
porta a interrogarci sui ruolo
che la preghiera e la spiritualità in genere hanno nelle
scuole domenicali. Se è vero
che in molte scuole domenicali si usa cantare con i bambini, non sempre il momento
di studio è invece accompagnato da un momento di preghiera, da un momento «iiturgico». Spesso esso è demandato a quelle occasioni
in cui i bambini partecipano
al culto domenicale, cosa che
rappresenta però più l’eccezione che la regola. Forse,
senza rinunciare al suo scopo
principale, che è quello dello
studio biblico, gli incontri di
scuola domenicale potrebbero acquistare una valenza più
liturgica, dando più spazio
alla preghiera e a forme di
spiritualità.
Il compito dei monitori
Un’ulteriore e ultima riflessione è la seguente: dall’inizio
alla fine dell’incontro molte
persone diverse, a partire dal
praeses della Chiesa evangelica tedesca, past. Manfred Koch, hanno sottolineato come
Il logo dell’incontro di Duisburg
il compito degli animatori e
deile animatrici dei culti per
bambini sia importante, non
solo per la formazione biblica
dei bambini e ragazzi, ma anche per la loro formazione
umana e sociale. La Bibbia
non racconta solo belle storie
ma parla di libertà, giustizia,
responsabilità e amore dell’essere umano per l’essere
umano. La scuola domenicale è un’occasione data alle
chiese per formare non solo
dei membri di chiesa ma anche delle persone socialmente responsabili. Per quelle
3.000 persone e più i’incontro
di Duisburg non è stato solo
un incontro di formazione
ma anche un incontro di motivazione, il cui scopo era an
che quelio di donare
pevolezza e entusias:
quelli che noi chiamen
monitori e monitricliì
scuola domenicale. Forse
che su questo le nostre (ì
potrebbero fare di piìrt
Afei
così I
occas
lO ha
chiasE
0tiCÌ <
roi
;liieni
isoni
degli
il XV ai
loia di
coni
Oorgar
lento p
dire l’importanza della sa
domenicale e del minià
-"-Ila monitrice e del moj ,,
re, offrire a monitriciem
deila monitrice e del mojí ® ^
tori momenti di formai “
leeoni
rifugi'
lederaz
jngelich
il9
(alla quale non
nunciare) che siano
occasioni di motivazione
sostegno a coloro a cui è
rivolta questa vocazioni
Sie, che ringrazio perl’op]
tunità che mi ha datfe ,
prendere parte a questi i
C \
, e
azione, re
i|uello de.
meche a
leconii
inserire
ietàche
Il gruppo
contro, e ovviamente c
Í è nata I
mato a fare la sua parte,
- Remate
Sono presenti al controverso evento con un progetto che fa discutere e con varie interessanti iniziati m
La presenza delle chiese cristiane all'Esposizione nazionale svizzeri
PAOLO TOCNINA
EXPO 02 ha aperto i bat
t • ■ - ■
tenti a metà maggio e nel
giro di un mese vanta già oltre
un milione di visitatori. «Vogliamo offrire un’esposizione
pluridimensionale, capace di
diffondere gioia e far riflettere», ha dichiarato ia direttrice
Nelly Wenger. «L’Expo si prefigge di presentare una Svizzera composita e in movimento, alla ricerca di nuovi
orizzonti». È prematuro dire
se questo obiettivo sia stato
raggiunto o meno e se sulie
«arteplages» di Bienne, Morat,
Neuchâtel e Yverdon e sulla
«nave pirata» del Giura (una
chiatta che fa la spola tra le
quattro «arteplages» offrendo
spettacoli e animazioni di vario genere) si sia avviata una
discussione sulla realtà svizzera, ma si può già dire che le
proposte artistiche, culturali e
ludiche di Expo 02 hanno suscitato finora un notevole interesse tra il pubblico.
Gli inteilettuali e gli artisti
svizzeri, in tempi recenti sempre critici nei confronti di uno
stato che, ossessionato dal
pericolo comunista, negli anni della guerra fredda ha
schedato migliaia di cittadini,
sembrano indifferenti all’evento. Le polemiche, i proclami e le azioni di boicottaggio
registrati nel 1991, in occasione dei festeggiamenti per il
700“ anniversario del patto federale, sono lontani. È vero
che nella Svizzera romanda è
apparso un manifesto dal titolo provocatorio, «Comment
éviter Expo. 02?» e che il teologo evangelico e scrittore
Kurt Marti ha fatto sapere che
l’Expo al massimo potrà far riflettere sul fatto che «non vorremo più altre esposizioni nazionali», ma non ne è scaturito un dibattito pubblico.
Le chiese cristiane svizzere,
decise a dare il proprio contributo all’esposizione nazionale, hanno costituito un ampio
comitato in cui sono rappresentati la Federazione delle
chiese evangeliche (Fces), la
Conferenza episcopale cattolica, l’Associazione delle chie
Una delle sette «capanne» del percorso ideato dalle chiese
se evangeliche libere, i rappresentanti della chiesa vecchio-cattolica, l’Esercito della
Salvezza, i cristiani armeni, i
metodisti, i luterani, gli avventisti e gli ortodossi copti,
serbi e siriani. «È il caso di
parlare di un miracolo, quattordici tra chiese e organismi
ecclesiastici svizzeri sono presenti insieme all’Expo», ha
commentato il pastore Thomas Wipf, presidente della
Fces e del comitato ecumenico, denominato Ese. 02.
Una storia tormentata
La presenza delle chiese è
stata a lungo osteggiata dalla
direzione dell’Expo. «Ci sono
state in effetti diverse tappe in
questa storia tormentata»,
ammette oggi Danielle Nanchen, membro della direzione
artistica di Expo 02. «Le chiese
svizzere hanno partecipato al
concorso lanciato nel 1997
dall’allora direttrice dell’expo
Jacqueline Fendt, ma i loro
progetti sono stati respinti. Le
chiese sono state ferite da
quel rifiuto e c’è voluto del
tempo per ricucire lo strappo», conclude Nanchen che
ha seguito l’allestimento del
nuovo progetto delle chiese.
Le chiese hanno dato vita
al progetto «Un ange passe»,
un percorso suddiviso in sette tappe che si snoda sul lungolago di Morat, di fronte
all’immenso monolito color
ruggine, galleggiante sul lago.
che è un po’ il simbolo dell’esposizione nazionale. «L’ideatore del progetto è Gabriel de Montmollin, teologo
evangelico e direttore della
editrice Labor et Fides di Ginevra», dice Georg Schubert,
responsabile del progetto.
L’expo lo ha incaricato di sviluppare un progetto legato al
tema della spiritualità: spiega: «Ne è scaturito un percorso composto da sette “capanne” in cui sono esposte altrettante opere di artisti contemporanei che inviano a riflettere su diversi aspetti del
la fede e della trascendenza».
«La reazione del pubblico al
nostro progetto è positiva afferma Thomas Wipf-, la
gente lo osserva con curiosità, talvolta ne è irritata, il
più delle volte ne è colpita ed
è spinta a discuterne». La
presenza delle chiese non si
esaurisce nel progetto «Un
ange passe». Chiese e parrocchie della regione dei tre laghi, riunite nel coordinamento ecumenico Open. 02, hanno allestito un ricco programma di conferenze, animazioni
teatrali, concerti, workshops;
e un po’ ovunque luoghi di
culto sono stati aperti ai visitatori per momenti di riflessione e incontro.
limoniani
.enti, il
lafiche e
lei centri
inoalSer
anti per
senza delle chiese si espi f °
attraverso due giornate p ®
colari: quella di Pentecoi
quella del digiuno federi '
Pentecoste TExpo è stata ^ ^
cificamente invasa da J
ri cristiani provenienti da
ta la Svizzera. A YverdoPl »?
Bains e a Bienne si sonoc ^
brati i «vesperali», presif* . ^JJ *’
dal vescovo di Losaime
nevra, mons. Pierre Buri^
Due giornate particolari
«Il comitato Ese. 02 ha subito cercato il contatto con le
chiese di Open. 02 - precisa
Georg Schubert -, perché volevamo evitare che tra l’associazione nazionale delle chiese e questi organismi locali si
creasse un clima di concorrenza. Siamo riusciti nel nostro intento e abbiamo anche
creato una pagina web nella
quale presentiamo insieme
tutti i nostri progetti e manifestazioni (www.ese-02.ch)».
Un’ulteriore forma di pre
e dal pastore Thomas
su tutte le «arteplages» e
l’intera giornata, i cori hi
proposto, a un pubblico
ticolarmente numerosoli
80.000 persone), la ricci
della tradizione musicali
stiana. La seconda
delle chiese si terrà in
sione della giornata
giuno federale, a settei
«Creeremo tra l’altro
menti di incontro e ^
sione tra personalità svia ^
conosciute dal grande? idijjjj
mìr*r\ m r*i + t»arÌìnP 0 [j|’A |
■a il nrOI
blico e cittadine
che hanno dato vita aprf
ti innovatori nel campo
sviluppo sociale e politi®
paese - dice Thomas Wip ¡j.
le chiese assegneranno
giorno un “premio soci Qt«
2002”, dotato di SO.OOOfr “
chi, a un progetto che
lodib
ì stato g:
'edere Li
ISSO, di 1
diElke
ayi,cf
scuoli
interven
la Fcei,
sattoline
'¡ante p
idemigr
'i,eil|
(che (
toc.«
campo sociale si distile la,non 5
per originalità e novità», (adj
______________________________________________________________________________d ItiaZerbi
Era stato sequestrato insieme alla moglie nel maggio 2001|congr
Filippine: ucciso un missionario battisti «
^'iitige 1(
'Astata
Martin Burnham, il missionario battista
ucciso nelle Filippine durante un tentativo di
liberazione da parte delle forze di sicurezza,
era originario di Wichita (Kansas, Usa) ed era
stato sequestrato dal gruppo estremista «Abu
Sayyaf», con la moglie Gracia, insieme al californiano Guillermo Sobero e altri 17 filippini, nel maggio 2001, in un’isoletta al largo
dell’isola di Palawan, a sud-ovest del paese.
La sua è una storia drammatica in quanto
fu sottoposto, nel lungo periodo di prigionia,
a indicibili sofferenze fisiche e psicologiche.
Va ricordato che nel marzo scorso i ribelli di
«Abu Sayyaf» avevano diffuso un video, girato
probabilmente intorno alla metà dello scorso
gennaio, nel quale Burnham appariva drammaticamente costretto a leggere un documento nel quale venivano elencate le ragioni
per cui i ribelli avrebbero continuato a s^ tgliii^i^
strare cittadini statunitensi e altri 00010^^^
«a causa della “profanazione” del mondo'
bo da parte degli Stati Uniti e deirEutoP„l!Jiola
________„_____________
il sostegno degli occidentali al *'”0epr,
timo che occupa la Palestina e la Isione)
di Gerusalemme, per le continue sa
contro Iraq e Libia». , c
Composto da poche centinaia di no ^ prima
frammentato in bande, il movimento j ^
Sayyaf», attivo nel Sud delle FilipP'O^j
gato all’organizzazione terroristica^
di Osama bin Laden. Da alcuni mesi s ^
ti inviati nelle Filippine meridionali
tari statunitensi attualmente
esercitazioni congiunte con 1 osercit
mirate proprio ad annientare «Abu
(Misna, Missionary Service
dell
5
giugno 2002
E Chiese
PAG. 5 RIFORMA
Ricordati a Roma i quindici anni della scuola di italiano per immigrati
» La festa della scuola
JmUotiività è organizzato dal Coordinamento per l'immigrazione delle chiese evangeliche
fomone con il sostegno del Servizio rifugiati e migranti della Federazione delle chiese
^j^i^NUCCI ROCCO
La festa della scuola»,
(•osi è stata chiamata la
. occasione che sabato 1»
,no ha riunito nei locali
lacbiesa di Ponte Sant’Anjnùci e membri della coita romane, insegnanti
hi e nuovi, collaboratori
si sono avvicendati nel
¿0 degli anni. Si festeggia'iiXV anniversario della
ola di italiano (che in
Ita conta anche più di 15
i) organizzata dal Coordijiento per l’immigrazione
île chiese evangeliche roje con il sostegno del Serio rifugiati e migranti deifederazione delle chiese
ingeliche in Italia fin dal
itfflo 1984. È un’iniziativa
¡si è consolidata nel temlo'eche testimonia la vo
^ \ ‘1
nare coi
tusiasi
iamerei
dtricidi
d. Foi
lostrecl
di più:
della s(
d mlnij
■rici eSilà delle comunità romane
f ioffrire un servizio di inteK’ " Eione, fondamentale come
iaro®e! ¡¡elio della lingua, alle pervazinnì ne che arrivano nel nostro
j f lesecome primo strumento
Inserirsi nel tessuto della
ner ìm «tâche li accoglie,
ha Hai I>FPPO di P'"®'
“'“sitato la pubblicazione «Palle per...» che racconta coè nata la scuola e come si
jinodificata nel tempo, e racle materiale didattico, telonianze di insegnanti e
¡denti, indicazioni bibliolafiche e suggerimenti per
centri che spesso si rivolino al Servizio rifugiati e miiper avere un orientainto sulla creazione di iniitiye analoghe. 1 libri di tejft l’insegnamento della
pa Italiana agli stranieri
ìsono molti, ma all’inizio
iic’era granché e uno dei
della nostra scuola
«state le Unità didattiche,
impilate da due delle nostre
ìgnantl, Anna Paola ComlaPaolaRostan, e che costiiscono ancora oggi il nostro
Ho di battaglia,
stato grande il piacere di
«dere Lucilla Tron e Pina
ISSO, di ricevere il messag(d Elke HablitzeI e di Ingy
liayi, che si sono occupate
scuola per tanto tempo,
jtervenuto il presidente
™Fcei, Gianni Long, che
*ttolineato quanto sia im“ante per il Servizio rifu« migranti il settore della
«a, e 11 pastore Pieter Bou(che ospita le classi nei
i della comuhità metodifi lingua inglese Ponte
ilAngelo) che ha assicurafrsta preziosa ospitalità
®«per il futuro. È stato inassante ascoltare l’espe«za appassionata che una
nostre insegnati. Patrizia
.ara. ha fatto quest’anno
tto principianti,
distin j,, ^'■''l’Ulto alla buona riujvità». 1 riunione,
» /^nhinati che è l’attuale
riAiìl della scuola e
¿\}\! ^con grande professionaL ”80 le operazioni a essa
Foto di gruppo in occasione deiia festa
i questi
lente
parte,
liziati
[eri
i si espi|
imate
'enteci
) federi
I è stai
a da 121
lenti dì
Verdoi
ii sono
>, presi
sanna
re
omas
lages»
corife
ibblico
¡eroso
a rio
ì Biita
lUsicalÈI
dà
-rà in o(
lata
settei
’altro
0 e disi
lità s’
rande
e
taapi
ampo
politii
nas Wi|
ranno
rio soci
¡0.000 ■
1 cittafl
• É.d lile? operazioni a essa
'iCfj 2'^' possiamo non
JJlP^nare Annemarie Dupré
- iniziatrice di tutte
Vita del Coordinamento
ff‘"’migrati.
■|h ^ ® detto nella descristruttura della
importata nella pubbli‘«sin *^'^®®®ntata in questa
S lappa signifi
, ”ol corso dell’anno è
ua dalle feste di chiuE iitia delle vacanze inìin ®*^.®srive. In queste
lesi !” ri ®he tutti
*^undo si ritrovano
m,i^°sfera di allegra fraisip ^ fisuonano canti,
iiHl'i„.'”^siche dell’Africa,
Sayy3^'Jls!j®- dell’Est, del Nord,
terra. Alla chiu
toasi
occidei
nondo
juropa.
ime
Città Si
e sanz*'
li uoW'l
ito di*
ne, è
lAl
si so”®'’,.
Ii600>pì
-ito lof*
incontri è Roma: i ragazzi
vengono guidati ai Fori romani, al Campidoglio, a Castel
Sant’Angelo, a Piazza Navona, a tu per tu con alcune delle meraviglie della città che li
ospita. Quest’anno si è ripetuta la visita a Castel Sant’Angelo con la guida esperta di
una delle insegnanti della
classe intermedia, Alessia
Alaggi che ha condotto il folto
gruppo (più di 50 studenti)
attraverso le varie fasi ed epoche del monumento.
Una seconda pubblicazióne
è stata presentata durante la
«festa della scuola», quella
prodotta a conclusione del
corso di «Gestione e assistenza domestica» che si svolge
anch’esso da tanti anni a cura
del Coordinamento romano
in collaborazione con il servizio Rifugiati e migranti per le
donne immigrate, rifugiate e
profughe provenienti dai paesi più diversi. Comprende una
parte igienico-sanitaria e una
più strettamente culinaria; vi
sono raccolte ricette e norme
che costituiscono le competenze indispensabili per un
inserimento lavorativo. Con
gratitudine e rinnovato spirito
di servizio i convenuti si sono
dati appuntamento per il
prossimo ciclo scolastico con
fiducia nella validità di queste
iniziative. Chi volesse ricevere
copia del materiale presentato, può rivolgersi a Silvia Zerbinati, Servizio rifugiati e migranti. E-mail: srm@fcei.it.
Tel. 06-48905101.
Estiva
protagonista degli
In festa le chiese di Genova via-Assarotti e di Chiavari
Tito e Marisol, sposi evangelici
ERMINIO PODESTÀ
Tito Figueroa e Marisol
Rivas sono due giovani
peruviani che hanno iniziato
in Italia il loro cammino di fede alla Chiesa valdese di via
Assarotti. In seguito si sono
trasferiti alla Chiesa battista
di Chiavari dove per alcuni
anni hanno prestato un servizio musicale e missionario,
riuscendo così ad aggregare
parecchi ispanoamericani.
Successivamente, per motivi
di lavoro, sono passati alla
Chiesa battista di Genova, ne
sono divenuti membri e attualmente si impegnano attivamente nella musica e in altre varie attività. Proprio per
continuare a mantenere un
legame fraterno con la comunità di Chiavari di cui conservano un ottimo ricordo, hanno deciso di celebrare il matrimonio in quella chiesa. Naturalmente una cinquantina
di sorelle e fratelli di Genova
si sono trasferiti, per l’occasione, nella chiesa di Chiavari
per dimostrare agli sposi l’affetto che nutrono nei loro
confronti. Con i membri della
chiesa di Chiavari si può dire
che i presenti erano oltre 100.
Il pastore Franco Scaramuccia ha presieduto la liturgia e ha celebrato il rito del
matrimonio formulando a Tito e Marisol gli auguri più fervidi per un’unione all’insegna
dell’ubbidienza alla volontà
del Signore. La corale, il soprano coreano Manna Oh, la
cantante Natascia, tutti della
Chiesa battista di Genova,
hanno eseguito brani intonati
all’amore che si concretizza
con un «sì» reciproco il giorno del matrimonio. Anche i
giovani della comunità di
Chiavari hanno eseguito un
bel brano molto significativo.
La predicazione del pastore
Mark Ord, della Chiesa battista di Genova, prendendo lo
spunto dal brano della prima
lettera di Paolo ai Corinzi, capitolo 13, ha puntualizzato il
fatto che il matrimonio non è
una scelta facile ma quando si
persevera nel rapporto, quando il marito e la moglie si impegnano a superare gli ostacoli, ad affrontare i problemi
siamo di fronte a cose durature e a costruire una famiglia si
devono abbandonare i giochi
da bambino e bisogna impegnarsi in attività durature perché solo queste cose rimangano: la fede, la speranza e l’amore. Al termine della cerimonia i convenuti, durante
l’agape, hanno manifestato la
loro gioia e la loro partecipazione agli sposi e hanno dimostrato una bella intesa fra
queste due comunità.
Tito e Marisol
La legge sulla procreazione assistita
Le reazioni negative
neH'ambiente evangelico
La procreazione medicalmente assistita (Pma) è una
questione particolarmente
complessa, che investe la sfera della vita privata, della dignità della persona umana,
della solidarietà globale. Lo
afferma il prof. Ermanno
Genre, decano della Facoltà
valdese di teologia di Roma e
membro della Commissione
bioetica della Tavola valdese,
all’indomani dell’approvazione da parte della Camera
dei deputati del primo articolo della discussa legge sulla
Pma. Per il prof. Genre l’andamento della discussione in
Parlamento evidenzia un grave problema di fondo: «In
modo trasversale rispetto agli
schieramenti politici, sembra
prevalere il punto di vista
della morale cattolica. Ma
uno stato laico - spiega Genre - dovrebbe orientarsi ai
grandi principi umanitari;
non è possibile far passare
come “naturale” quello che è
in realtà un sistema morale
ispirato al cattolicesimo. Co
sì, a esempio, l’accesa discussione sui diritti del nascituro,
non deve tralasciare quella
sui diritti della madre».
Doriana Giudici, presidente della Federazione delle
donne evangeliche in Italia
(Fdei), valuta positivamente il
fatto che il Parlamento muova finalmente verso una regolamentazione di una materia
così complessa. «Preoccupa
però il difficile dibattito sui
diritti del nascituro - afferma
-, in particolare dal punto di
vista di tutte quelle donne
che si sono battute nel corso
degli anni a favore della legge
194 sull’aborto. Ritengo che si
debba dire no all’idea dell’embrione come essere umano: è una posizione inaccettabile, in primo luogo sotto il
profilo scientifico. Bisogna
invece dire sì al potenziamento dei diritti e della tutela
del bambino che nasce attraverso fecondazione assistita;
occorre rafforzare i suoi diritti, nel contesto familiare e
della società». (nev)
Torino: nnostra dell'artista evangelico
Il pittore Eugenio Bolley
al lavoro con i bambini
FEDERICA TOURN
Non solo numeri e abbecedari, chiavi di violino e
mangianuvole ma rubinetti,
antenne, ferri da stiro, colini,
attaccapanni, forconi, cucchiai die diventano eliche,
becchi, code, elicotteri, asini
addirittura. Per chi conosce
Bolley queste prime righe non
sono un elenco sconclusionato di parole e oggetti ma un
mondo prima osservato, poi
ricercato e ricreato dall’artista
in forme nuove: ed è anche
quello che si è visto nella succinta ma bellissima mostra allestita a Palazzo Bricherasio a
Torino, dal 1° al 15 giugno,
«Bolley: un artista per 100
bambini». Tre sole sale in cui
rievocare il percorso di Eugenio Bolley, dai primissimi
quadri figurativi (Il poeta matematico, Il domatore di pulci)
ai segni e ai «mangianuvole»
sulla vai di Susa, sua terra di
elezione, fino ad arrivare al
Bolley scultore che monta
macchine: «Automobili che
non corrono, robot che non
parlano, radar che non trasmettono», per usare le parole di Mario Rigoni Stem.
È questo che fa Bolley: va
nelle borgate di montagna a
cercare vecchi arnesi di lavoro, pezzi meccanici abbandonati, oggetti casalinghi buttati via e poi li assembla, li salda, li avvita inventando figure di ferro, ghisa, legno, ottone (tutto fuorché la plastica).
Nasce così la serie degli elicotteri, o quella degli urogalli, fantastici uccelli già incontrati ne II bosco degli urogalli
di Rigoni Stern, corpo slanciato e lungo becco, o anche
«uccelli rapaci sono-oziosi
galli-astuti lampi e luccicanti
animali introvabili», come li
definisce argutamente un
collage firmato da quattro
Uno degli Urogalli di Bolley
bambini, Arianna, Angela,
Alessandra e Anna.
La mostra non si è occupata solo di Bolley ma ha evidenziato i disegni, i collage, le
invenzioni e le sculture degli alunni della scuola dell’obbligo che hanno partecipato all’iniziativa «A. A. Amico Artista Cercasi». Bolley ha
così lavorato con i ragazzi
delle scuole piemontesi lungo
un intero anno scolastico: ne
sono venute fuori originali
combinazioni di parole e di
pezzi meccanici e ritratti a
quattro mani, per lo più dello
stesso Bolley, faccia rotonda e
occhiali di traverso.
La personale allestita a Palazzo Bricherasio durava appena due settimane: chi non
è riuscito a visitarla potrà comunque consolarsi con la
mostra che il Centro culturale
valdese di Torre Pellice inaugura il 27 luglio prossimo alle
17. In quell’occasione per la
prima volta saranno esposte
nella Sala Paschetto le 40
opere (china e acquarelli) che
Bolley ha realizzato durante il
soggiorno in Giappone nel
1987; la mostra rimarrà aperta fino al 1° settembre.
i
L’Italia delle religioni
Un viaggio attraverso le diverse tradizioni religiose presenti in Italia.
L’Italia è un paese sempre più variegato anche sotto il profilo religioso,
eppure di questo pluralismo di fedi, di tradizioni, di culture vi è scarsa
coscienza. Confronti organizza, per la seconda volta, questo seminario
itinerante, perché crediamo che soprattutto l’incontro diretto e personale con esponenti delle diverse comunità di fede possa aiutare a cogliere la complessità e la ricchezza del mosaico delle fedi in Italia. Il
gruppo sarà guidato da esperti qualificati.
Programma
Martedì 23 luglio
Visita della moschea di Roma
Partenza per Frasso Sabino; visita del monastero buddista theravada «Santacittarama» e incontro con i monaci
Cena e pernottamento a Firenze
Mercoledì 24 luglio
Visita della Sinagoga di Firenze e incontro con alcuni esponenti
della comunità ebraica
Trasferimento a Vallombrosa, visita dell’Abbazia e incontro
con monaci
Partenza per Modena
Trasferimento a Novellata: visita del tempio Sikh e incontro
con la comunità
Pernottamento a Modena
Giovedì 25 luglio
Partenza per Cercare (Savona)
Pranzo presso il monastero induista «Gitananda»
Visita del monastero e incontro con i monaci e le monache
Pernottamento in hotel a Cairo Montenotte
Venerdì 26 luglio
Trasferimento a Torre Pellice; visita del museo e di luoghi legati alla storia Valdese
Cena e pernottamento presso la foresteria di Torre Pellice
Sabato 27 luglio
Partenza per Torino
Incontro con la comunità ortodossa
Partenza per Roma
Ore 19.30 arrivo presunto a Roma
(Il programma non è definitivo e potrebbe subire variazioni)
La quota individuale di partecipazione è di 475 euro.
Per maggiori informazioni rivolgersi a Ufficio programmi di
Confronti; tei. 06-4820503 fax 06 4827901; e-mail; programmi@confronti.net
6
PAG. 6 RIFORMA
Vita
HIESE
VENERDÌ 21
GIUguo
Accoglienza di 10 giovani nella Chiesa valdese di Milano
Battesimi e confermazioni
Dalla scuola domenicale a! catechismo, il gruppo di giovani è
rimasto unito per 13 anni nel percorso di crescita in vista della fede
GIAMPIERO COMOLLI
Domenica 9 giugno la
comunità della Chiesa
valdese di Milano ha vissuto
la gioia e la grazia di poter accogliere come propri membri
ben dieci catecumeni e catc:
eumene. Ha infatti chiesto di
essere ammesso in chiesa, dichiarando la propria fede nel
Signore, un gruppo più che
mai affiatato di ragazzi e ragazze che avevano sempre
seguito tutti insieme il lungo
corso di catechesi. Come loro
stessi hanno dichiarato; «Formiamo un gruppo unito che
ha cominciato questo cammino all’età di quattro o cinque anni: ci siamo incontrati,
quindi, per tredici anni nei
quali abbiamo lavorato, e studiato, ma anche giocato e
scherzato, senza mai dimenticare il rapporto che esiste, e
che vogliamo che esista, tra
la nostra vita e Dio...».
Questa bella confessione di
fede è stata espressa da 9 ragazzi e ragazze: Matteo Bernardini, Michele Comba, Sara erotti, Lavinia Del Rojo,
Paola Geremia, Elena Labianca, Federico Milella, Andrea
Ravelli e Jacob Zucchi. Alla
loro voce si è poi aggiunta
quella di Alice Sophie Sarcinelli, che ha voluto leggere
una propria personale dichiarazione di fede. Come
mai? Perché Alice nell’ultimo
anno non aveva potuto seguire il corso di catechismo,
trovandosi in Norvegia per
motivi di studio. E da quel
lontano paese è tornata a Milano proprio per condividere
con i suoi vecchi compagni
questo momento per lei così
importante. Come tutta la
comunità ha potuto capire,
ascoltando le sue commoventi parole: «Ho vissuto nell’ultimo anno in una scuola
internazionale in Norvegia
con persone provenienti da
più di 80 paesi. Questa opportunità ha reso il mio cammino di fede più ricco tramite l’incontro di persone dalle
spiritualità più svariate, in
particolare con altri cristiani
da ogni continente. Esperienza che infine ha rafforzato la
mia identità valdese e mi ha
reso più consapevole di ciò in
cui credo. Esperienza che mi
porta a condividere con voi
oggi questo momento...».
Tutti i catecumeni e le catecumene hanno poi ricevuto il
battesimo tranne Elena Labianca, che ha confermato il
proprio, già ricevuto da bambina. Con un gesto toccante,
a ognuno di questi giovani è
stata poi consegnata una Bibbia dalle mani delle loro monitrici che per tanti anni li
avevano seguiti nella formazione catechetica: un dono a
cui ha fatto seguito il bellissimo inno «Signore ci hai chiamati», cantato dalla corale
della chiesa.
La riconoscenza della comunità è stata quindi espressa dal pastore Antonio Adamo. Dòpo aver letto Marco 4,
35-41 (l’episodio di Gesù che
dalla barca calma la tempesta) il pastore Adamo si è rivolto ai dieci giovani con parole appassionate: «Nella vostra vita attraverserete, come
tutti, tanti mari e tante tempeste, ma avrete anche sere
Chiesa battista di Casorate Primo
Primavera intensa
per tutta la comunità
BRUNO COLOMBU
PER la nostra comunità
l’arrivo della primavera
segna un periodo ricco di
tutte quelle attività che non
si possono svolgere in altro
periodo. Il 7 aprile infatti abbiamo avuto la visita di due
corali valdesi (San Secondo e
Prarostino): è stato uno dei
tanti culti gioiosi, non solo
per la condivisione della comunione fraterna con circa
50 fratelli e sorelle, ma anche
per il loro canto, per il tempo
trascorso consumando un
pasto freddo e scambiandoci
la gioia di stare insieme. I
fratelli delle Valli ci hanno
donato una bellissima croce
ugonotta in legno a ricordo
della loro gradita visita, e ci
siamo promessi di incontrarci nuovamente, questa volta
nelle valli valdesi.
Il 12 maggio abbiamo avuto la visita della pastora Gabriela Lio, presidente del Movimento femminile battista,
che ha predicato durante il
culto, al quale ha partecipato
una nutrita rappresentanza
dell’Unione femminile di Milano via Pinamonte. Nel pomeriggio, dopo aver consumato tutti insieme un ottimo
buffet freddo, c’è stato un
convegno di alcune Unioni
femminili della Lombardia, e
alle sorelle già presenti se ne
sono aggiunte altre.
Anche questa occasione è
stata ricca non solo di tante
informazioni recenti sull’attività e sugli impegni del Mfb a
livello nazionale e internazionale, sulla futura attività del
Centro di Rocca di Papa, su
quanto le nostre sorelle fan
no e possono fare nella chiesa e per la società. Molto impegno è stato profuso per
l’organizzazione degli incontri, prima a Varese (l’il maggio), dove la pastora Lio, accompagnata dalla segretaria
regionale Teresa Rubini di
Casorate Primo e dalla sorella
Tina Comparetti, ha fatto
una felice e fraterna visita alla locale Unione femminile e
alla pastora Helene Fontana.
Questo periodo ha avuto il
suo punto culminante domenica 19 maggio, Pentecoste.
Due fratelli, Antonino Croce
e Salvatore Visibile, hanno
dato la loro testimonianza di
fede tramite battesimo. Il fratello Croce è stato coinvolto
dall’opera di evangelizzazione ebe il fratello Antonio
Stella conduce nella città di
Vigevano, mentre Salvatore
Visibile è stato avvicinato
all’Evangelo da una famiglia
di Bereguardo, e si è poi avvicinato alla nostra comunità
trovandovi una buona accoglienza. I due fratelli hanno
seguito un corso di catechesi
per circa sei mesi, giungendo
al battesimo con buona preparazione biblica. Queste sono occasioni in cui si raccoglie quanto è stato seminato,
occasioni, anche, di evangelizzazione: la figlia di Salvatore, Marilena, frequenta la nostra comunità dal giorno del
battesimo del padre.
Il 2 giugno, infine, una parte della comunità si è incontrata per discutere un documento interno sul culto e la
liturgia. I nostri incontri continueranno fino al 14 luglio,
con la visita della Corale battista di Riverside (Usa).
ne traversate e godrete la
bellezza della vita. Non dobbiamo dimenticare che nella
barca della vita non siamo
soli: il Signore, sereno e sicuro, viaggia con noi, attraversa
con noi le nostre tempeste, ci
accompagna fra le onde della
vita ed è pronto e desto
quando la tempesta sembra
travolgerci. Soltanto lui sa
calmare la tempesta che c’è
nel nostro cuore e attorno a
noi. Ora non siete soli nella
barca, ci siamo anche noi,
con le nostre certezze e incertezze, con la nostra piccola 0 grande fede. Questa è la
grande differenza fra la solitudine e la comunione con
fratelli e sorelle e con il Signore...». Questo culto emozionante si è poi concluso
con un momento di festa
pervaso dalla consapevolezza lieta e serena che ci trovavamo tutti tra amici proprio
perché il Signore è con noi
ed è nostro amico.
Giornata edificante alla Chiesa battista di Varese
La gioia del battesimo nella fraternità
MARCO DELU PUHA
La domenica di Pentecoste
Í
abbiamo avuto la gioia di
avere cinque battesimi. Era
una bella giornata di sole,
cielo sereno dopo settimane
di pioggia: alle 10 la chiesa
era gremita anche grazie a
molti invitati e amici dei battezzandi, due fratelli (Antonio Sgarbossa con Dino Bianchi) e tre sorelle (Elisabetta
Lo Sardo, Milena Guggiari e
Paola Gianoli): un record per
la nostra chiesa.
Helene Fontana conduce il
culto con calma e serenità. Il
messaggio è chiaro, fresco e
preciso, senza fronzoli, ma
con sostanza. Si ripercorrono
con le sue parole le vicende
del battesimo dell’etiope,
ministro della regina Candace, che incontra Filippo, narrate negli Atti degli Apostoli.
Dopo il sermone si sono avute le testimonianze di ogni
catecumeno prima del battesimo: ognuno ha dichiarato
quanto sia cambiata la propria vita dopo l’incontro con
Gesù. Sembrano materializzarsi davanti a noi quei credenti che tanti secoli fa di
Milano: il gruppo giovani con il pastore Antonio Adamo
Scuole domenicali del Nord-Est
Una bella giornata
per potersi conoscere
ELENA BRACA
CHE cosa mi ricordo della
giornata di festa delle
scuole domenicali delle chiese evangeliche del Nord-Est
che si è svolta il 26 maggio a
Marghera? L’incontro è iniziato nella chiesa battista con il
culto preparato dalle diverse
scuole domenicali sul tema
«Costruiamo la pace». Prima
del pranzo c’è stata ancora la
premiazione della «Scuola domenicale più...»; così ci siamo
presentati, contati, tenendo
presente chi veniva per la prima volta, l’età del più giovane, il numero degli accompagnatori, eccetera.
Il premio è stato assegnato
ancora una seconda volta alla
scuola domenicale di Rovigo,
che è giunta con 31 bambini
e ragazzi fra i 4 e i 14 anni,
però con un piccolo colpo di
scena: dopo un piccolo «consiglio», è stato deciso dai ragazzi di Rovigo di lasciare il
titolo alla scuola domenicale
di Venezia, visto ebe era la
meno numerosa e con l’augurio che il prossimo anno
possano essere molti di più.
Dopo i festeggiamenti adulti e bambini si sono tuffati su
zaini e zainetti per la gioia di
un bel picnic nel bel prato
della chiesa. Non potevano
mancare i giochi «digestivi»
organizzati da alcuni monitori
fino al momento tanto atteso.
Già al mattino infatti era stata
annunciata una sorpresa; per
ogni bambino era disponibile
una maglietta da decorare in
ricordo della 9-'' giornata delle
scuole domenicali del Triveneto. Questa attività ha appassionato tutti e si è conclusa con una bella sfilata. Poi ai
bambini è stato lasciato il
tempo di correre e divertirsi
fino al momento della merenda e dei calorosi arrivederci.
La giornata ci ha senz’altro
arricchito nella conoscenza
reciproca e ha aiutato i bambini e i ragazzi a prendere coscienza che la pace è una
realtà raggiungibile, e che è
compito della singola persona
costruirla con gesti semplici
ed elementari che vanno nella
direzione delle parole pronunciate da Gesù; beati quelli
che diffondono la pace, loro
saranno chiamati figli di Dio.
Un momento dell’incontro di Marghera
chiararono la stessa fede sulle rive del Giordano.
La gioia e la commozione
sembrano le stesse; in quella
domenica di Pentecoste sembra di provare le stesse sensazioni e la stessa gioia di
2.000 anni fa. I bambini della
scuola domenicale si accovacciano a due centimetri
dall’acqua battesimale; alcuni di loro vedono mamma e
papà ricevere il battesimo e
sono incantati e meravigliati
al vedere lo stesso gesto raccontato loro tante volte dalle
monitrici alla scuola domenicale. La corale francese composta da fratelli africani dà il
meglio di sé con cinque canti
mentre all’organo Paolo Tron
allieta gli animi con la sua
musica. Sembra una festa
della musica: cinque inni per
il culto e la prima strofa di un
altro inno scelto da ogni catecumeno, accompagnati dall’
organo e dal sassofono di
Marco Della Putta. Molti pre
senti si commuovono ei
stra fede semhrq rint '
^ hnfo^
stra fede sembra
in questo giorno.
Molti ospiti, dappr^j
piti, poi domandano'^
do vi riunite la prossin^
ta?». Questa è la forzai,
monianza éd evangel
ne che porta il batte
pastore in emeritazio^
Masino aveva accom
sua moglie Anna in
dopo una lunga asse;
malattia, non avrebbe
tuto scegliere miglior
nica per ritornare inci
nità; erano felici e conn_
per l’accogiienza e petjl'jlpast'
tesimi e quasi non riusc» la®'
a parlare dalla gioia. AIm sempn
loro erano felici i presenj ia: Q"®
averli di nuovo in commi am'o
piccoli e grandi problemi («liegri
ci affliggono per quel^ .rivede
menica sono scompaij ,at)bi®
stata una festa per lo Sri |cicon'
Non ci dimenticherem
quella bella giornata^» E
comunità di Varese \
ÌJL15>
duna Í
jolito p<
¿{Ila eh
¿iZurií
¿elsorp
Tra Forano Sabino e Perugia
Gli interventi pubblici
del pastore Eugenio Rivo{
presso
osami
Campi,
di storia
sta Face
del dott
della dii
va non
infatti F
Sdpiont
storica c
NATALE FIORETTO
UN impegno costante,
quello del pastore Eugenio Rivoir che, dopo aver guidato per ancora due anni le
comunità di Forano e di Perugia, si accinge a entrare
davvero in emeritazione con
una serie di interventi tenuti
in diverse occasioni. L’ultimo
ha avuto luogo il 27 maggio al
Centro ecùmenico universitario di Perugia, ma la nutrita
serie di appuntamenti a cui il
pastore ha preso parte è iniziata nel gennaio scorso con
una riflessione corale su alcuni testi biblici tenutasi alla
cattedrale di Perugia a cui
hanno preso parte l’arcivescovo, mons. Giuseppe Chiaretti, padre Sebastian Matapally e Peter Hurd della Chiesa anglicana, il professor Gustavo Reichenbach della comunità ebraica e Abdel Qader, imam della comunità
musulmana dell’Umbria. Nel
suo commento il pastore Rivoir ha posto l’accento su come a noi uomini sia data una
capacità dinamica e costruttiva; parlare. Parlare di un
mondo nuovo, di un mondo
insperato, di un mondo che è
sorpresa, di un mondo che ci
è dato. Parlare è mettere in
comune, è cercare di condividere un codice e la condivisione può essere facilitata, se
ci mettiamo in movimento alla ricerca della pace, della
comprensione e, soprattutto,
alla ricerca dell’altro.
I temi deir«altro» e dell’
«incontro» sono stati in seguito ripresi e ampliati in una
singolare tavola rotonda imperniata sulle domande che
gli studenti dell’Istituto tecnico «Giordano Bruno» di Perugia, in un’atmosfera elettrizzante, hanno posto al pastore Rivoir e al preside dell’istituto, prof. Alberto Stella,
a un rappresentante della comunità ebraica di Firenze, al
rappresentante locale della
comunità musulmana e a
don Elio Bromuri, responsabile del Centro ecumenico
universitario. Ne è emerso un
quadro complessivo molto
frastagliato della realtà giovanile in cui i singoli, pur se
sorretti da slanci di generosità, avvertono, per dirla con
Cadi Luzzatto Voghera, «un
vuoto che nasce dal fastidio,
dalla noncuranza, dalla delega, dal pregiudizio».
Nel maggio scorso, nell’ambito del seminario sul tema «Laicità, religione, nonviolenza», organizzato dalla
natia N
nefleval
con mo
luitiat
Dalle
invi
Brej
Il past. Eugenio Rivoir
Associazione nazionaleaii wtecur
di Aldo Capitini, dal Noi «nzoL;
mento nonviolento e ddl «Rs) h
vimento internazionalei ®teda
nità il d
cammir
into'di
anni cb
una cor
riconciliazione, il pastol
voir aveva tenuto unS
vento dal titolo «Possoi
religioni e le chiese aOi
figli nonviolenti?». .
Nel corso di questo m 1®' (20 e
incontro il pastore RivoW ^'mtoqi
illustrato le tappe chelw®"?«
condotto airelaborazio®! c
documento che ha data* ■
gine alla Charta oecum ™lesc
mettendo in evidenza al® 'Nmes
punti che chiamano le® R i
a uno sforzo comune ffi !. ‘'"no
cettazione e awicinainW..®®''e
ceuaziuiie e awK-u*“**-; ij.
Cinque! momentienurf ara«,
dal pastore: apertura aÌ‘ |^®od
mani, accettazione
della*
ria, scoperta degii
perte e domande con-j ,
■ A qa*
questioni etiche.
queliti la' Charta offtejj Jj«o
valida base e uno «
ideale che si fonda sullo . es
collettivo evidenziato
zo
l’impegno che i firmatrf-^ ® ^el (
documento si assumono. , , i
Accettare la Charta
nica significa riconosce!
;ers>i
ciprocamente come
il che non accadeva in Eutf >er
impegno a ^¡0
di collaborazione, m ii«to ;;
ribadito frequentemen '
laCartaesottolineato^Ìfio
formazione «CI impegnjj^
che attraversa 1«^*° ‘Li tape!,
mento e che riprende | ^ P
ma caro al pa*‘f Po'tani
cioè del confronto.
tersi in marcia» -^tt? latten»
ricerca capace di ^ [j| %
anche gli smarrimen ,
ficoltà, senza però p
vista l’obiettivo ’j,sa|
dando che quando jj
piamo più dove ano
biamo sempre qual
chiedere aiuto
Motivo
iiusol
Dal 2:
svolte
dal XVI secolo. Riconosd ^ ptec
conduce inevitabilmen'J,
»comj
a®
ass
;»biar
^chi ;
Meloru;
jeen
^vte,
hte e
aiuti
7
21 GIUGNO 2002
Vita Delle Chiese
tà
•vonoeL
■arinfo/
«Pprinui
^ano:,Aj
^™ssiiiu7
forza dii,
angeli^,
battesi
¡1^
Un giorno speciale per la chiesa di lingua italiana di Zurigo
Chiese svizzere e italiane
¡¡dottorato in teologia del pastore Emanuele Fiume come occasione
" ner riconfermare una costante solidarietà e comunione fraterna
PAOLA BIATTMANN
itazioneij
:compa|^
na ine]
1 assei
«ebbi.,
ógliordl
ire ine,
i e COI
a e peri;
3n riusi
oia,Al
i Preseni]
n comi
problei
ir quelli
compa'
)er lo Si
ichereni
Ir 15 irraggio scorso è stata
una giornata diversa dal
solito per i fratelli e le sorelle
iella chiesa di lingua italiana
(iiZurigOi non solo a causa
de! sorprendente caldo estivo
uanto per il piacere che abhiaino avuto di riavere tra noi
jlpastore Emanuele Fiume,
[/visita di un caro amico è
sempre un occasione di gioia'questa volta però abbiamo
anito un motivo in più per
[allegrarci. Infatti, oltre che a
[¡vedere una persona cara,
abbiamo potuto congratularci con un neodottore in teolonel primo pomeriggio, in
rnataM 'W'' Emanuele ha sostenuto
^ ^ ___Cr»r»/-v1i"ò rrli
ese.
IVOI
presso la Facoltà,teologica gli
esami di dottorato. Emidio
Campi, professore ordinario
di storia della chiesa in questa Facoltà, è stato il relatore
del dottorando. L’argomento
della dissertazione non poteva non essere che valdese, e
infatti Fiume ha discusso su
Sdpione Lentolo, nota figura
storica di pastore che lasciò la
natia Napoli per trasferirsi
neOe valli valdesi, dove operò
con molto zelo e impegno,
lui tra tante difficoltà.
Dalle Valli Lentolo venne
li inviato in Svizzera, nella
Bregaglia e più precisa
li past. Emanuele Fiume
mente a Chiavenna per curare la chiesa locale. La Brega-glia infatti era stata l’unica
regione di lingua italiana ad
aderire al movimento della
Riforma nel XVI secolo, e
proprio in questi giorni in
Bregaglia, è stata inaugurata
una mostra per celebrare il
450° anniversario dell’introduzione definitiva della
Riforma nella vallata.
Dai tempi remoti di Lentolo a oggi, c’è sempre stato un
rapporto proficuo di scambio
e arricchimento reciproco tra
le chiese protestanti italiane e
quelle svizzere e ancora oggi
le chiese valdesi del posto
continuano a svolgere questa
funzione di collegamento,
ponte tra due realtà simili ma
non identiche. Il fatto stesso
che un pastore italiano abbia
conseguito il dottorato a Zurigo è la prova tangibile di
questa collaborazione. E come gli scambi siano reciproci
10 dimostra il fatto che, dall’autunno prossimo, il titolare
della cattedra di Storia della
chiesa presso la Facoltà di
teologia a Roma sarà il prof.
Martin Hirzel, così come gli
studenti di teologia di Zurigo
qualche anno fa, hanno avuto
11 piacere di avere tra il corpo
insegnante, il pastore valdese
dott. Emidio Campi.
Viene spontaneo fare un
ringraziamento al Signore
per la grande gioia che ci ha
concesso di avere questi fratelli tra di noi, per aver dato
loro la possibilità di mettere a
frutto i loro talenti, di raggiungere dei bei risultati.
Nello stesso tempo vorrei
chiedergli di assisterli, così
come ha fatto finora, di modo che tutti possano continuare a svolgere i loro compiti con l’umiltà e l’amore
necessario, affinché il loro sia
un cammino sempre benedetto nel nome di Dio, onde
poter conseguire il dottorato
che vale più di tutti, quello
dell’amore.
I Nel corso di una bella giornata di festa a Pentecoste
lue confermazioni a Rio Marina
ELIANA FORMA
voir
OMENICA 19 maggio,
giorno di Pentecoste,
ibiamo avuto nella chiesa
valdese di Rio Marina la confermazione di due giovani
lionalea# catecumeni: Lisanna e Loi, dalbtì cenzoLambardi (fratello e sotto e dall cella) hanno voluto riafferdonale^ ®ace davanti a tutta la comuaità il desiderio di vivere nel
to unn®| cammino della fede con l’a«Posso» flato di Dio. Erano parecchi
ese alleilf anni che non si assisteva a
Ma confermazione di giovauestouW Mi(20 e 17 anni); avevamo
re Rivofl * avuto questa bella esperienza
e che hai fion persone adulte ma aveorazionei franto dimenticato la freha date® Mchezza di uno sguardo di
cecumM adolescente mentre fa una
lenza ptomessa al Signore e tutto
ino lecW Kaesto ci ha particolarmente
nunetW ,f?tttmosso. Per l’occasione
icinaffii
ti ena
rtura ai#
le deUa#
;li altri,*?
e conta#
e. A qui*
a offre«
no stii^
la sullo ®
enziaW.r
irmatatd
ijlaatina ha voluto indossare
JCMatteristico costume delle
affi ed è stato anche questo
“totivo di commozione. Il
culto
e stato coinvolgente e il
pastore Klaus Langeneck e il
'acono Massimo Long hanoreso la cerimonia più soone con brani di Mozart e
eh eseguiti al clavicembalo
ai flauto traverso. Al termici! a dopo le foto ri
urnono. 4 mo, un agape fraterna ha
irtaoicof ifccso la bella giornata,
inosceisf al 27 aprile al 1° maggio si
nn ciris^ . ''“Ito nella nostra chiesa
/ainEiw ifc„®®'^ccatino di solidarietà a
iconoa^ j. M dei bambini bielorussi
adun. Anche se è mancaire in SP“3 5 ?’frpletamente la parteci"Ì popolazione
□niente (tranne 7 lodevolissime
eato da»! ^«ezioni) la presenza di turin/:??Pbi della Casa valdese
mdeu''l
5 del“”^
i accem
ilcuno«^
ponte festivo ci
U„^®’^*^esso di raccogliere
gruzzolo. L’imqnj, è cominciare, fare
»atte tenere sveglia
verso il progetto
Hokj ®*^*nzione «Il sassoliche ormai da pakijl/* tritìi porta i bambini
Ho „p a Rio Marina. Siatajvr^' la prossima voljiofg^’frn un successo mag. c Potremo contare su
"amto
piu sostanzioso.
Comunione fraterna a Intra
Il nostro fratello Armand
GIUSEPPE ANZIANI
ARMAND, un giovane africano della Costa d’Avorio, è immigrato da alcuni anni a Intra, dove vive e lavora.
La moglie Marcelline frequenta la nostra comunità,
essendo fervente evangelica.
Armand è alla ricerca dello
scopo della propria vita, ed è
assiduo con la moglie ai culti
domenicali e agli studi biblici.
Poi viene per lui il momento
di dire: «Che cosa mi impedisce che io sia battezzato?».
Sabato 18 maggio, vigilia di
Pentecoste, la comunità ha
vissuto una grande festa spirituale per il suo battesimo;
tutta la comunità è stata
pronta per ricevere lo Spirito
del Signore. Il culto si è svoltò
in un’atmosfera di particolare devozione con preghiere e
canti, la presenza di un folto
gruppo di persone di colore
da Varese ha portato una nota festosa con i loro inni accompagnati da strumenti e
tamburelli. Commovente il
sermone della pastora Anne
Zeli, la quale dopo il rito
dell’acqua ha consegnato la
Bibbia in dono al commosso
Armand, che ha preso la pa
rola per testimoniare la propria fede ringraziando il Signore del dono dello Spirito
Santo. Il culto si è concluso
con la cena del Signore e ancora con canti spirituali africani e preghiere spontanee.
Si è poi festeggiato, nel salone dell’Istituto a fianco della chiesa, con un rinfresco per
tutti presenti e naturalmente
con molta gioia si è proseguito cantando e ballando al ritmo della musica spirituale
della Costa d’Avorio. •
Armand con la pastora Zeli
Genova
Una visita
gradita
Domenica 26 maggio la
Chiesa battista di Genova ha
vissuto una interessante e
gioiosa giornata, quando alcune sorelle e fratelli della
chiesa battista di Torino sono venuti a far visita alla nostra comunità. Al loro arrivo
sono stati simpaticamente
accolti dal canto di accoglienza che dice: «Non importa la chiesa che frequenti;
se il tuo cuore è come il mio,
fratello dammi la mano», e
nello stesso tempo si sono
scambiati il saluto con una
reciproca stretta di mano. La
corale ha eseguito un bellissimo inno di gloria, quindi il
pastore Franco Casanova ha
tenuto la sua predicazione
sul testo di Nehemia 12, 2743: «La gioia di Gerusalemme
si sentiva da lontano», dicendo che il canto rappresenta
gioia, solidarietà, ma anche
testimonianza perché se è
comunicato anche agli altri
acquista maggiore importanza agli occhi del Signore.
In conclusione di giornata
le due comunità hanno condiviso l’agape e hanno ancora
fraternizzato insieme. Poi alcuni, particolarmente i bambini, si sono recati all’Acquario; gli altri sono stati accompagnati a visitare i «carruggi»
della città e infine con la funicolare, dal Righi, hanno ammirato lo stupendo panorama di Genova, (e.p.)
Casa valdese
4” circuito
Assemblea
a Torino
MARIO RADAELLI
IL 18 maggio si è svolta nei
nuovi locali della Casa valdese di Torino in corso Vittorio l’Assemblea del 4° circuito, presenti rappresentanti
delle chiese di Aosta, Biella,
Chivasso, Coazze, Ivrea, Susa, Torino e Torrazza. È stata
un’occasione propizia per
incontrare i fratelli delle varie chiese e ascoltare le relazioni dell’attività svolta durante Tanno, tutte ricche di
impegno e vitalità.
Il Consiglio ha ricordato i
cambiamenti che hanno caratterizzato la vita delle chiese con il turnover dei pastori:
Elisabetta Ribet ad Aosta,
Marco Cisoia a Ivrea, Jonathan Torino a Chivasso e
Torrazza. Sono stati poi affrontati gli argomenti proposti in autunno che impegnavano le varie chiese a sviluppare tre punti: il progetto «Essere chiesa insieme», la diffusione del settimanale Riforma
e la raccolta delle monetine
delle vecchie lire per destinarle ad aiuti umanitari.
La giornata è stata caratterizzata da un intervallo importante: a metà mattina i
convenuti si sono recati al
Mastio della Cittadella per lo
scoprimento di una lapide a
ricordo dei valdesi imprigionati durante la stagione dell’esilio 1686-1687. Alla cerimonia, toccante per le belle
testimonianze presentate
dal pastore Giuseppe Platone e dallo storico Carlo Rapini, sono intervenute le autorità cittadine con il presidente del Consiglio comunale
Mauro Marino, i sindaci dei
Comuni delle valli valdesi
accompagnati da un buon
numero di fratelli in fede.
Era anche presente una delegazione arrivata dalla Germania. La nostra corale ha
sottolineato i momenti più
significativi della cerimonia.
PAG. 7 RIFORMA
AGENDA
TRIESTE — Nella basilica di San Silvestro, alle 17,30, per U ciclo « Laicità dello stato e religioni: le nuove conflittualità»,
Ton. Valdo Spini parla su «Laicità e religioni in Italia: gli interventi parlamentari»; organizzazione del Centro Schweitzer.
21-22 giugno
TREVIGLIO — Alle 20,45 del venerdì, alla parrocchia S^ta
Maria Annunciata (Conventino, viale della Pace 10), si tiene
una celebrazione della Parola con la presenza del professor
Paolo Ricca che, alle 14,45 del sabato, parla sul tema «La
“Charta cecumenica”: linee guida per la crescita della collaborazione tra le chiese in Europa».
22 giugno
MEANA DI SUSA — Alle 21,15, nella chiesa battista, si tiene
il secondo concerto della rassegna «Il giglio», promossa
dall’associazione «Amici della musica», con partecipazione
del Trio archi e pianoforte di Genova. Ingresso libero.
29 giugno
FIRENZE — Alle 18, al Centro culturale protestante «P. Martire Vermigli» (v. Manzoni 19/a-21), il prof. Paolo Ricca parla
sul tema «Il cristianesimo alTinizio del nuovo millennio, tra
incontri e scontri di civiltà». Modera il past. Raffaele Volpe.
30 giugno
MILANO — Dalle 18 alle 24 alTIdroPark in zona Tribune
Idroscalo (uscita tangenziale Est Linate) si tiene il primo Gospel Festival «Pane per Betlemme» con la partecipazione dei
migliori gruppi gospel italiani e stranieri, in solidartietà con
le zone della Terra Santa. Presenta Marco Baldini.
30 giugno - 8 luglio
REGGELLO (Fi) — A Casa Cares si tiene il campo cadetti
sul tema «“Survivors” - Isola di madre natura». Per informazioni tei. 055-8652001. E-mail; cares@centroin.it.
CRONACHE DALLE CHIESE
MIGLIONICO — La comunità battista è lieta di informare i
lettori di Riforma che nell’ambito del sito http://web.tiscali.it/miglionico, che presenta il piccolo paese della
Basilicata in provincia di Matera, è presente il link «Chiesa evangelica battista» che illustra la storia ultracentenaria della presenza battista a Miglionico e le sue attività.
AGRIGENTO-GROTTE — La nostra chiesa ha dato recentemente l’ultimo saluto alla sorella Sofia Mascalidu in Marzolle e al fratello Settimo La Mandola. La sorella Sofia era
di origine greca e di confessione ortodossa, tuttavia da
molti anni risiedeva ad Agrigento ed era diventata membro della Chiesa valdese, che ha frequentato con regolarità
finché una malattia glie lo impedì; nonostante ciò la sua
fede non è venuta meno e le è stata di conforto anche
quando è stata ricoverata. Settimo La Mandola risiedeva a
Grotte e da anni soffriva di una grave malattia, che negli
ultimi tempi non gli aveva più consentito di essere assistito in casa, ed era perciò stato ricoverato in un istituto di
Agrigento, trovando sempre nella fede un valido aiuto.
SAN SECONDO — È stato recentemente celebrato il matrimonio di Cinzia Grangetto e Paolo Paschetto. Agli sposi
auguriamo una vita serena e benedetta dal Signore.
• Il 6 giugno si sono svolti i funerali del fratello Ernesto
Romano. Rinnoviamo alla famiglia la nostra solidarietà.
SAN GERMANO — Il 12 e il 14 giugno abbiamo partecipato
ai funerali di Emma Balmas ved. Canone e di Emma Colonna ved. Rostagno. Ai familiari diciamo: «Abbiate sempre gioia; non cessate mai di pregare; in ogni cosa rendete grazie, perché questa è la volontà di Dio per voi».
TELEVISIONE
Protestantesimo
Rubrica televisiva di Raidue, a cura della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, trasmesse a domeniche alterne e, in replica, il lunedì seguente alle
ore 24 circa e alle ore 10 del lunedì successivo. Domenica 23
giugno, ore 24 circa, andrà in onda: «L’ombra del razzismo
sull'Europa», dibattito in studio con Moni Ovadia, Paolo
Ricca, Elena Bein e intervallata da interventi musicali del
gruppo «Ziringaglia». La replica sarà trasmessa lunedì 24 ■
giugno alle ore 24 e lunedì 1° luglio alle 10 circa.
OPERA PER LE CHIESE EVANGELICHE
METODISTE D'ITALIA
Vìa Firenze 38 - 00184 Roma -tei. 06-4743695
fax 06'47885308 - E-mail: metodismo@chiesavaklese.org
11 Comitato Permanente delPOPCEMI avvia una selezione in vista dell’assegnazione del seguente incarico:
Segretaria/o
dell’Ufficio di presidenza di Roma
Si richiede: buona pratica del computer,
conoscenza lingua inglese scritta e parlata,
conoscenza del mondo evangelico italiano.
Le domande, con allegato curriculum dettagliato, vanno indirizzate, entro il 30 Giugno 2002 a:
OPCEMl - Via Firenze 38 - 00184 Roma
8
PAG. 8 RIFORMA
Conferenza Del I Distretto
VENERDÌ 21 CIUGNn^
Si è tenuta a Rorà la Conferenza delle chiese del distretto delle valli valdesi
Resistere, resistere, resistere
Molti ritengono che quello attuale sia una situazione di crisi per le valli valdesi, sia a livello
di chiese che di società, con incertezze a livello ecumenico e con le difficoltà degli ospedali
I molti temi del dibattito
DAVIDE ROSSO
PARLARE della Conferenza
del 1 distretto, tenutasi l’8
e il 9 giugno scorso a Rorà,
senza parlare di «Chiesa e territorio», ospedali valdesi e Radio Beckwith è cosa praticamente impossibile. La situazione degli ospedali valdesi in
particolare ha tenuto banco
anche dal punto di vista emotivo nel corso della prima
giornata della Conferenza nel
corso della quale si sono affrontati anche la situazione di
Radio Beckwith e il punto
«Chiesa e territorio». Del resto questi tre argomenti, apparentemente distanti fra loro, parlavano di chiesa, del
suo rapporto con il mondo
esterno, di presenza e di messaggio, di scelte fatte e di scelte da fare. Temi caldi sotto
più punti di vista che non si
potevano né tralasciare né affrontare a cuor leggero.
Per i temi Chiesa e territorio e Radio Beckwith rimandiamo agli interventi di Massimo Gnone e Sabina Barai in
questa stessa pagina, per
quel che riguarda invece la
discussione sugli ospedali
questa è stata introdotta da
un intervento del presidente
della Ciov, Giancarlo Griot,
che ha presentato la situazione attuale e le «aspettative»
per il futuro. «La soluzione
alla situazione di crisi economica attuale - ha detto Griot
- è solo politica» e proprio da
qui e dai dati economici presentati è partita la discussione, che è poi continuata anche affrontato i temi del futuro meno prossimo degli ospedali con idee messe sul
tappeto e analisi critica delle
scelte fatte nel passato, e non
sono mancate considerazioni
sulTimpegno e sul rapporto
che la chiesa ha, o potrebbe
avere, con alcune strutture
sociali che le appartengono.
Ma la Conferenza ovviamente non è stata solo sugli
ospedali; i deputati si sono
confrontati anche sulla situazione di «sofferenza» di alcune chiese valligiane e sull’animazione giovanile, sulla
laicità e sul catechismo, per
fare alcuni esempi. Un Conferenza a tutto tondo insomma, nella convinzione di dover trovare la capacita di vivere i fatti storici che stanno
intorno alle chiese e non subirli passivamente.
Rimettersi in gioco
DANIELE BOUCHARD
Mentre cerco di indovinare la valle attraverso
gli scorci che gli spostamenti
delle nebbie mi presentano
di volta in volta, intuisco perché Gianavello era di Rorà: la
terra, e la roccia, che ci nutre
contribuisce a segnare il nostro destino. La citazione che
la commissione d’esame applica alla situazione della nostra chiesa, «resistere, resistere, resistere», non potrebbe
trovare cornice più adeguata.
E così il dibattito, che affronta la crisi delle valli valdesi,
nella vita delle chiese come
in quella della società, le incertezze sul terreno ecumenico, le difficoltà degli ospedali. Eppure, parallelamente,
il clima umano e spirituale, il
tono degli interventi, la fraternità delle relazioni rimandano alla bellezza del paese
che ci ospita e al calore accogliente del tempio in cui siamo riuniti.
Ci si interroga, certamente,
sul senso di quello che facciamo, sui segni di stanchezza, sulle difficoltà incontrate:
la Conferenza distrettuale
viene convocata anche per
questo, e la visita dell’équipe
che chiese sorelle della Cevaa
ci hanno inviato lo scorso autunno ci ha stimolato in questo senso. Ma si intravedono
anche occasioni di predicazione alla radio, fronti d’impegno sul territorio, buoni risultati nell’animazione giovanile e nella formazione
musicale. E, con l’apostolo
Paolo, durante il culto riaffermiamo che «facciamo tutto
per TEvangelo, al fine di esserne partecipi insieme ad altri» {1 Cor. 9, 23).
Tornando a casa sento risuonare l’inno con cui abbiamo chiuso la Conferenza;
«Han camminato lungo tempo verso la libertà, verso la
luce, per cercare sempre la
verità». Resistere, resistere,
resistere. «Ascolta, ascolta,
ma non fare alcun rumore;
marciamo nella notte ormai
da molte ore». Resistere. O rilanciare, rimettere in gioco i
nostri talenti lasciandoci
coinvolgere in una nuova fase dell’avventura che ci ha
portati fin qui? «Ascolta, ascolta i passi del tuo Signore:
cammina sulla strada, cammina insieme a te» (Innario
cristiano, 2000, inno 338).
Gestione deirambiente, assistenza, sanità pubblica, questione democratica
«Chiesa e territorio», un progetto: ecco le priorità
MASSIMO GNONE
Tutela delie acque.e del suolo, salute e sanità pubblica, partecipazione
democratica e salvaguardia delle differenze culturali. È certamente soltanto un
caso che l’approvaziorte da parte della
Conferenza del I distretto di un odg nel
quale si incoraggia le chiese delle Valli a
occuparsi di questi temi coincida con il
via a Roma del vertice Fao sull’alimentazione nel mondo. Eppure, dopo aver rilevato questa coincidenza, non si può fare
a meno di considerarne l’analogia.
Effettivamente, preoccuparsi del proprio territorio vorrà dire ancora una volta affrontare tematiche «globali» (che
tuttavia agiscono nel locale e sulle quali
diventa sempre più difficile che la popolazione «indigena» sia chiamata a pronunciarsi) e che in altre fette del pianeta
valgono la vita a milioni di persone, proprio a causa delTulteriore privatizzazione di beni e diritti riconosciuti (l’acqua.
la terra, quindi il turismo e la sanità sono soltanto degli esempi) come pubblici
e collettivi. Così, anche se di fronte a simili paragoni molti potrebbero (forse a
ragione) storcere il naso, se in molte zone del mondo, una su tutte il Medio
Oriente, il diritto a beneficiare dell’acqua è regolarmente negato e motivo di
guerra, anche le Valli conoscono esempi
di sviluppo basati sulla privatizzazione
di fontane e torrenti a vantaggio di pochi
e che suscitano l’evidente interesse di
società transnazionali.
Anche se il teorema della globalizzazione può non essere valido per tutti i
campi, è un fatto che la Conferenza di
quest’anno impegni le chiese perché
«l’assetto democratico della società civile sia salvaguardato dalle pericolose tendenze autoritarie»; parole pesanti e che
assomigliano alle rivendicazioni di chi
guarda con sospetto alle istituzioni globali (Fondo monetario internazionale,
Wto e Banca mondiale, per fare alcuni
esempi), chiedendone la riforma quando non la soppressione. È un fronte che
si sta allargando a chiese e movimenti
ecumenici. Un altro fatto è l’emorragia
di posti di lavoro subita dalle Valli in
questi anni dovuta alla crisi e alla ricollocazione di imprese un tempo floride:
un capitolo a sé saranno le conseguenze
del problema Fiat.
L’ampio dibattito su «chiese e territorio», iniziato nella Conferenza del 2001 e
svoltosi nei tre circuiti e nel convegno di
aprile a Pinerolo, è proseguito in questi
mesi sulle pagine di Riforma-l’Eco delle
valli valdesi (a tal proposito l’assemblea
ha giudicato favorevolmente l’attenzione dei nostri media, il giornale e Radio
Beckwith) e quindi nel corso della Conferenza. Le chiese, non solo attraverso i
loro organi esecutivi, ma soprattutto le
donne e gli uomini che ne fanno parte,
si trovano di fronte grandi sfide, sociali,
culturali e politiche, con le quali non potranno fare a meno di misurarsi.
Un piano di sviluppo per il salvataggio dell'emittente nata trentanni fa
Radio Beckwith, sempre più strumento di testimonianza
SABINA BARAI
Era il 1984 quando un piccolo gruppo di giovani
della Chiesa valdese di Torre
Pellice diede vita a Radio Beckwith, l’emittente comunitaria che ancora oggi, oltre a
mobilitare giovani e opinioni,
si mobilita per non soccombere dinanzi a una grave crisi
finanziaria che semb^ra volerla
destinare alla chiusura. Chi,
come me, ha conosciuto e intessuto relazioni con quel popolo di giovani e meno giovani che in questi anni hanno
gravitato e tuttora gravitano
intorno alla radio, sa bene come una sua chiusura significherebbe la cancellazione di
un importante luogo di aggregazione non solo giovanile
ma intergenerazionale. E per
le chiese vorrebbe dire la perdita di un tentativo prezioso
di predicazione fatto attraverso l’utilizzo di nuovi linguaggi
e tecnologie, certamente utile
per parlare al nostro tempo,
capace di evangelizzare e
creare una dimensione comunitaria in un momento storico
in cui fare gruppo, costruire
legami e stabilire relazioni attorno a progetti e all’elaborazione di contenuti pare sempre più difficile.
La Conferenza distrettuale
di quest’anno, dopo aver prestato ascolto alle difficoltà finanziarie, tecniche e umane
della radio, ha così ribadito
l’importanza della sua frequenza, per altro l’unica
provvista di autorizzazione
ministeriale a trasmettere sul
territorio. La radio è uno
strumento dal respiro evangelico, aperto e plurale, capace di rivolgersi a un uditorio
vasto e composito diffondendo informazioni sulla vita
delle chiese e sul territorio.
Tramite notizie, approfondimenti, interviste, dibattiti e
rubriche, oltre alla trasmissione dei culti, essa interagisce con enti e opere differenti
del panorama protestante,
attivi sia nelle Valli che in Italia. La Conferenza ha dunque
chiesto alle chiese di continuare il sostegno economico
all’emittente tramite il distretto invitando gli stessi
membri di chiesa a mettere i
propri doni al servizio della
radio tramite il lavoro volontario. La Conferenza ha poi
chiesto all’associazione «F.
Lo Bue», di cui la radio fa
parte, di produrre e presentare alla Tavola, alla Ced e al
Centro culturale valdese (con
cui è in programma una più
stretta collaborazione) un
piano di finanziamento e un
piano di sviluppo che illustri
quali possibilità vi siano di
giungere a un autofinanziamento in tempi medi.
Rimanendo in materia di
autofinanziamento, i collaboratori di Radio Beckwith si
stanno muovendo anche su
questo fronte. Del resto i contributi finanziari della Ced e
di alcuni progetti 8%o non sono sufficienti, soprattutto se si
intenderà consentire la ricezione anche nelle valli Chisone e Germanasca. Pertanto è
stata recentemente lanciata
una campagna di soci sostenitori. Interessante è poi ancora l’ipotesi di affitto dei tralicci e dei ripetitori per garantire un’ulteriore reddito.
Insomma la radio cerca in
tutti i modi di resistere nel
suo importante tentativo di
testimonianza e credo che oltre al prezioso contributo del
distretto, sia anche responsabilità dei singoli tentare sforzi
maggiori per un suo sostegno
sia finanziario che di inventiva. Lasciare che essa entri a
far parte di un network di radio che garantisca alla medesima alcune ore di programmazione indipendente, equivarrebbe con molta probabilità a una sua perdita di identità, quell’identità costituita
da idee, persone, voci assai
variegate al loro interno, capaci di prendere la parola, di
esprimersi, convinti che non
c’è miglior cosa che raccontare il mondo con la propria
voce, soprattutto in tempi di
omologazione culturale.
LE PRINCIPALI DECISIONI
Radio Beckwith
La Cd ribadisce che Radio Beckwith è un importante strum
di collegamento e di evangelizzazione,
invita le chiese a continuare il sostegno economico tramite'i
stretto; invita altresì le chiese a intensificare il sostegno ^
volontariato indicando ai membri di chiesa, soprattutto
giovani (anche attraverso i'opera degli animatori giovanili)
C+r\ crka-»ir» Wì-v\/« tr\r-\rry\^r\. J ^ :_____ . n
"1 . . ---- '--------............-.w.. s,.x^vann|i
sto spazio dove possono mettere a disposizione i propri doni
proprie capacità
propone all'associazione Lo Bue di informare con più atten/
ne ie chiese delle possibilità di collaborazione che possano vb?”
dai membri di chiesa
invita inoltre l'associazione Lo Bue a produrre e presentare ali
Tavola, al Centro culturale e alla Ced: 1) per l'immediato, un Dia!
di finanziamento che indichi le attese di sostegno economi!!
esterno; 2) un piano di sviluppo che indichi quali possibiiitàa
giungere a un autofinanziamento vi siano in tempi medi. ®
Corso per organisti
La Cd si railegra della buona riuscita che ha avuto il corsotf
perfezionamento per organisti, invita ia Commissione musica!
proseguire nei suo lavoro, approva il progetto 2002-2003 pre "
tato dalla Commissione stessa.
0olts
tri,
Minene
a del
)BOtO il
Laicità dello stato
Centro It£
¡jyorno, '
ìlarina, Si
lentino,
ftinpobai
La Cd, preoccupata dalla situazione italiana in cui gli spazi di lai icolanciai
cìtà sembrano ancora ridursi ulteriormente, preoccupata dal fa» riacomo,
che i mezzi di comunicazione privilegiano la confessione cattolbi 'Im San
ignorano o distorcono altri aspetti delia vita spirituale dell'umanM W ror
ribadisce la propria convinzione nel sostenere: 1) uno stato chesli H' ■
■¡SOettOSO delle convinzioni rplinìn«;^ Hi tutti i cnni "«our, m
rispettoso delle convinzioni religiose di tutti i suoi cittadini; 2) unfl ìì '
scuola pubblica aperta a tutti, in cui ia diversità religiosa sia vistaci ^ ^
. , , ------------------------ -----------
me ricchezza e non come fastidioso disturbo della «normalità»
invita i propri membri di chiesa a continuare rtell'impegno per
la difesa deila laicità in tutti i campi della vita associata
indica nell'associazione «31 ottobre» un luogo di riflessionee
confronto importante nel dibattito.
La Cevaa alle Valli
La Cd si rallegra del soggiorno dell'équipe Cevaa alle Valli e dei™ u.; ^
numerosi incontri avuti con Patricia David (Chiesa presbiteriani Umbre,
deil'lsola Mauritius), Ghysiaìne Lemaìre (Chiesa evangelica della „ri’altra
Polinesia Francese), Salomon Loko (pastore della Chiesa metodisti Larfp
del Togo), Leonardo Ricca (Chiesa valdese del Rio de la Piata) e Pa ™ u i
trick Stocco (I distretto delia Chiesa valdese) ^
invita le chiese a far tesoro delle valutazioni elaborate dall'i
quipe, osando nuove forme di incontro e di aggregazione tesei ^
coinvoigere in modo maggiore la popolazione delle nostre chiese'
Chiesa e territorio tedif
La Cd, dopo un anno di dibattito sul tema «Chiesa e territorio!
avvenuto a vari livelli della nostra realtà ecclesiastica litato. (
prende atto che i punti salienti sono i seguenti: uso del territO' litàdici
rio e dei suoli, uso delle acque, rapporto tra turismo ed economie iienon
tradizionali, cultura, assistenza e sanità, gestione democratica del- lerodi
ia società
invita le chiese a proseguire nella riflessione su questi temi e in , g „ù
coreggia tutti a impegnarsi affinché l'uso del territorio non vadai
detrimento delle attività tradizionaii ancora presenti ma, anzi, le ,
tuteli dalle possibili aggressioni motivate da effimere utilizzaziofii . !
prevalentemente ricreative a vantaggio dì pochi Eiisiti
l'uso delle acque avvenga nel quadro di un piano regoiatore
che tuteli la fisionomia globale degli alvei e delle loro adiacenze
ii turismo avvenga anche per interesse verso la cultura, l'anP R '
biente e le attività della popolazione iocale, la sanità e l'assistenza"
siano volte a rispondere alle necessità reali della zona
l'assetto democratico della società civile sia salvaguardato dall
pericolose tendenze autoritarie che possono manifestarsi non soli
a livello nazionale, ma anche nelle piccole realtà locali.
Invita ia Ced a ■fornire gli strumenti opportuni e a seguire ii dibattito.
Invita il settimanale Riforma e Radio Beckwith a continuare J
dare puntuale informazione su questi temi.
no nella i
;a le
ie,LaSpe
Sebastian
mo-Pesca
lina delle
le tre di 1
4co
Gli ospedali valdesi di Torre Pellice e Pomaretto «ne di
La Cd ribadisce la convinzione che gli ospedali valdesi di Torre
Pellice e Pomaretto svolgono un importantissimo servizio a tutta' ®etn
la popolazione e ritiene che ogni sforzo debba essere fatto per Jostr
permetterne la continuazione anche appoggiando eventuali mo»i Idesi <
bilitcìzioni che dovessero sorgere nel territorio. Serva
Sentita la relazione della Ciov nella persona del suo presidente tjvajesprime la propria solidarietà ai fratelli e alle sorelle impegnati; ¡¡(.jjjj
in questo difficile servizio illjpr
condivide le linee guida sul risanamento, esposte e riportate à
verbale j ‘
condivide altresì il percorso politico istituzionale che la Ciov in-'
tende percorrere.
Esprime inoltre la sua convinzione che le opere sociali, pur im*
portanti, non debbano diventare un peso tale da compromettere e eh
il futuro economico della chiesa stessa.
Invita la Ciov, la Csd e la Tavola a presentare al prossimo Sinodo
delle proposte che rendano possibile un pronunciamento chiaro in
vista di un risanamento della situazione.
Invita le chiese a far fronte con fiducia, speranza e volontà dj —iu^q
reagire alle inevitabili difficoltà che si incontreranno in questo;
cammino. ■
Animatori giovanili
La Cd invita gli animatori giovanili a proseguire nel loro prezio-; Htijf
so lavoro, anche a livello distrettuale, di coordinamento e di pro" Idei
posta di nuove possibilità di aggregazione, invita le chiese a lino,
intervenire i gruppi di attività scoutistiche durante gli incontri di
scuola domenicale e catechismo ivan
ringrazia la Tavola e la invita a rinnovare i contratti di collaW'■aiij
razione su progetti che abbraccino periodi di più lungo respiro.
Materiali didattici per il catechismo
La Cd, vista la mancanza di materiali per il catechismo e
ferare di tentativi catechetici in molte comunità
invita la Tavola, avvalendosi degli strumenti che riterrà piò
portuni, a verificare la situazione dei testi di catechismo esistent
nelle chiese in vista di produrre nuovi materiali per il catechiswp
da usare quale strumento di lavoro da parte di pastori e catechisti
*»ier(
proli- Ï»
HOr
GLI INCARICHI
La Ced del I distretto è composta da: Luciano Deodato, preside
te. Marco Bellora, vicepresidente. Paolo Corsani (segretario»
Ida Peyronel e Adriana Prochet (membri).
La Commissione d'esame per la prossima Conferenza è stata eie
npitp nprcnn«:» Hi* QaKìp«a Raral RouCnd'^'
y\[
........—.ivpiw V.» J./V.I lu I la v.v„>i 11 CI CI i.e.a &
nelle persone di: Sabina Barai (relatrice), Daniele Boud
Judith Elliot e Claudio Tron; supplenti Aldo Lausarot e R 9
gero Marchetti. Deputato al Sinodo è stato eletto Christi
-------- ■ - ' ............- - diFranci3
Geymonat. Delegati al Sinodo della Chiesa riformata di
della regione Centre-Alpes-Rhòne sono stati eletti Dario Tron
Umberto PoSt.
La Conferenza del 2003 si terrà a Villar Perosa.
Prédicatrice d'ufficio per la prossima Conferenza è stata no
la diacona Karola Stobàus.
irnina*®
Irtela
ioo
•ità.
>tco
‘J.1,
'»61:
^e|
'it.l
9
giugno 2002
■
Del III Distretto
PAG. 9 RIFORMA
Si è tenuta a Ecumene la Conferenza delle chiese del distretto dell'Italia centrale
I pastori e le comunità
° tfairiii
quelli
nilO.qu,
dorile^
atten%
venir,
fatare ai
un piai
-onotniq
sibilitài
^/npre più spesso un postore è al servizio di più di uno chiesa locolè, uno condivisione che
0olte comunità vedono in modo problematico. Le opere diaconali e gli immigrati evangelici
fBKT|NA SCATAMACCHIA
ìabato e domenica 8 e 9
j^gno si è tenuta a Velie
Centro giovanile di
{eumene;
l’annuale Confe
I corsodi
musica a
del III distretto. Come
{noto il III distretto com,rende le chiese valdesi del
iC T
'3 presa
¡Jjjtro Italia (Barga, Firenze,
Ijivorno, Viareggio, Pisa, Rio
darina, Siena, Colleferro, Ferentino, Forano, Perugia,
]ampobasso, Carunchio, Pe'azidilai, scolanciano, Guglionesi-San
dai fatta Giacomo, San Giovanni Li:attoiica, »ioni, San Salvo-Vasto e le tre
'umaniti ^ese romane di piazza Catour, di via IV Novembre e
iella comunità francofona),
paparte metodista, rientraegno DB medesima area geo^ plica le comunità di Firensioneedl »la Spezia, Terni, Villa San
Sebastiano, Palombara-Ferio-Pescara, le due di Carrara
i (lina delle quali è coreana) e
'alli edei ¡ette di Roma (via XX Setbiteriane lembre. Ponte Sant’Angelo e
lica delia m’altra comunità coreana),
netodisti fjpnrte dello stesso distretto
® indie la chiesa apostolica di
te dall'é; tratta di una
ie tesea variegata che
e chiese. ™vera chiese grandi e di
unga tradizione accanto ad
¡tre di formazione recente e
arritorioj ® un numero di membri liliitato. Ci sono infine comuil territd ita di credenti di lunga data,
iconomie le non avendo un alto nuatica del- nero di membri di chiesa, si
, , ODO «apparentate» tra di loemiein; o. E questo spiega il fatto
'"amila bielle chiese men
izzazióil portino due o tre no“■'■'i siti geografici.
golatore
acenze
ra, l’amssistenz^
ato dalli
non soldi
La presidenza della Conferenza. Da sin. Franco Pavone, Marilv
Scorsonelli, Marco Brachi
1 58 partecipanti alla Conferenza (deputati delle varie
chiese e numerosi pastori)
hanno ascoltato la relazione
della Commissione esecutiva distrettuale (Ced) sulla situazione delle varie comunità e la controrelazione della Commissione d’esame. È
stata poi aperta la discussione che ha portato all’approvazione dei diversi ordini del
giorno. I problemi sui quali la
Conferenza è stata chiamata
a esprimere un parere hanno
riguardato, in particolare,
r avvicendamento di diversi
pastori nelle varie comunità e
il pensionamento di altri. A
volte questi cambiamenti sono il risultato di vicende lega-,
te a situazioni locali, come
quella del Molise, mentre altre volte derivano semplicemente dal fatto che alcuni
pastori hanno raggiunto l’età
per andare in emeritazione.
Tuttavia nelle comunità più
piccole la partenza di questi
pastori viene spesso vissuta
con ansia, quasi come un segno di abbandono da parte
degli organi Centrali delle rispettive chiese.
Tali sentimenti probabilmente derivano dal timore di
non avere più diritto ad avere
un pastore solo per la propria
chiesa, ma a doverlo «condividere» con altre comunità. A
questo proposito la Conferenza ha approvato diversi
ordini del giorno nei quali si
raccomanda alla Ced di seguire nei prossimi mesi con
particolare attenzione la situazione di queste comunità,
cercando di far fronte alle
esigenze dei fratelli che ne
fanno parte e garantendo loro sostegno e solidarietà.
Il problema di come riuscire a «essere chiesa insieme»
non riguarda solo comunità
differenti che si «apparentano» ma anche, e principal
mente, la presenza di cittadini provenienti da altri paesi
che, essendo protestanti,
condividono le nostre chiese.
L’accoglienza di questi credenti porta frutti preziosi ma
crea spesso anche problemi
di non facile soluzione, dato
il diverso background culturale, etnico e religioso. La
Conferenza ha approfondito
questo argomento, come risulta nell’articolo di Eugenio
Stretti pubblicato qui a lato.
Un altro tema ampiamente
discusso ha riguardato alcune delle opere che rientrano
nel III distretto, come il Centro evangelico di servizio Villa San Sebastiano in provincia di L’Aquila, la Casa di Rio
Marina all’Isola d’Elba, e Casa Cares, vicino a Firenze. A
quest’ultima opera sono andati i complimenti particolari
dei deputati, visto che al contrario di tante altre opere delle chiese protestanti. Casa
Cares ha un bilancio in attivo
e non ha alcun problema legato alla gestione.
Durante i lavori della Conferenza distrettuale ci sono
stati anche due momenti di
culto. Nel primo caso si è
trattato del sermone di prova
di una candidata al ministero
pastorale, Birgit Welter, che
alla presenza di diciotto pastori ha predicato sul testo
Genesi 32, 23-33, ottenendo
un unanime parere favorevole. Nel secondo caso c’è stato
un culto con santa cena condotto dal pastore Bruno Rostagno, che ha predicato sul
testo I Corinzi 9,16-23.
Argomento forte dei lavori il rapporto con gli evangelici immigrati
i problematiche dell'«essere chiese insieme»
lire il di-l
EUGENIO STRETTI
inuarea
Ko
di Torre
) a tutti
atto per
uali mo“
'Ir
T Agióla dell’Evangelo
'Lcosì anni fa in una riu
idente
ipegnati
ortate i
Ciov in
pur iiH'
mettere
I Sinodo
hiaro in
lontà di
questo
prezio
di prose a fe(
ontri di
®e di sociologi venne defi
la presenza di comunità
Metiliche in Italia. Anche
nostre chiese, dalle valli
Idesi alla Sicilia, come ha
jorvato un noto storico
«evangelismo nostrano, si
Jjochiscono della fede e
“npietà di questi nostri
lelli poveri di beni ma
esto è veramente imporragli occhi del Signore)
eranti nella consapevoache il vero valore alle
® donato dall’ope'oficadi Gesù cristo.
, dazione della Commis«« esecutiva del 111 distret„ ““I^do da una situa, creatasi a Ro
individuato la
¿ fatica «essere chiesa
nell’attuale conteq.jjpaho paese. Tre sohoa ’ vanno sciolti,
gape, nella comune felollabo- Li,-1) la questione
Diro. Wp,® ® ^slla cultura; lo
ij,. ° "^ve parlare Titalia
li »ava la'r
proa 115 . a Commissione d’ek ' -’’‘In il noto antroODriro Todorov,
l-ein^ * nitri in noi steslo J^°niprensioni non
riano latinoamericano, coreano o africano vive in una
tensione evangelistica a noi
sconosciuta. Le sorelle e i fratelli coreani ogni mattina,
prima di andare al lavoro, anche in Italia celebrano il culto
evangelico; gli studenti africani, in accordo con i Gedeoni, distribuiscono copie del
Nuovo Testamento tra i loro
colleghi. Sono solo alcuni
esempi della ricchezza di fede che speriamo ci contagi
un pochino, vista la nostra
scarsa propensione all’evangelizzazione.
3) La questione delle teologie. Nei nostri locali ospitiamo spesso comunità etniche di chiara impostazione
fondamentalista; questo può
creare più confusione che
comunione. Le diversità teologiche vanno valorizzate,
aH’interno di un discorso di
pluralismo delle fedi. La presenza nel nostro paese di
chiese africane indipendenti
(cfr. gli atti del convegno
Dialogo senza paura, Franco
Angeli, ed. 2002) non può essere ignorata: ma bisogna
pur dire che quella testimonianza evangelica riflette
una teologia che non ci sentiamo di condividere. L’importanza del fondatore, nelle
liturgie, con preghiere di invocazione e stranezze nelle
pratiche di guarigione sono
elementi estranei alla pietà
evangelica.
Le nostre responsabilità,
come è emerso nella discussione, si manifesta nelTacco
glienza; in una società civile
europea dove avanza una destra xenofoba, le chiese evangeliche non possono non fare
propria, in preghiera, la richiesta delle nostre sorelle
africane dell’associazione
«Pellegrino della terra» di Palermo; «Io alzo gli occhi ai
monti, da dove mi verrà l’aiuto? Il mio aiuto viene dal Signore, che ha fatto il cielo e la
terra» (Salmo 121, 1-2). Sui
monti di Israele vi erano i
templi dedicati alle divinità
pagane Baal e Ashera; allora
come oggi per i credenti
l’aiuto vero non arriva dagli
idoli, nel nostro tempo successo, denaro e violenza; ma
dal Signore che porta a buon
fine la nostra testimonianza
all’Evangelo di Gesù Cristo.
più 0p~
bistenti
ichisnnp
echistl
%I ■'"‘«•iiciue unguiNaii devono pas
jsiden
ìtario)/
I elei*®
charA
e Rug■istia"
:randa
rron«
nina*®
'ileliàT* all’unica linÌ» (Atti 2)^’
ìlan ;•
liusa'lj^^flotie della pietà
là termine spiri^.la Bibbia usa il
-itco fj P'^tà evangelica»
»1,1’ ’ 1 Timoteo 6,
nfP^’^'^tiza dimostra
Cav la medesima
ecclesiastica
In modo diffeSenere un presbite
Prima del culto nella chiesa di Perugia
(foto G. Alabiso)
LE PRINCIPALI DECISIONI
Chiesa di Viareggio
La Cd, edotta della ripresa delle attività della chiesa in formazione di Viareggio, se ne rallegra; incoraggia i fratelli e le sorelle della
medesima a proseguire il cammino intrapreso con entusiasmo e dedizione.
Evangelizzazione a Viareggio
La Cd invita la Ced;
- a seguire con attenzione il lavoro di evangelizzazione che si
sta sviiuppando a Viareggio;
- ad appoggiare presso la Tavola la richiesta della chiesa di poter
disporre di locali adeguati per le proprie attività.
Chiesa di Rio Marina
Recepita la preoccupazione della chiesa di Rio Marina che ha
come unici locali, oltre al tempio, quelli della Casa valdese, che
però è formalmente di proprietà della Csd, la Cd pone all'attenzione della Tavola e della Csd la necessità di stipulare un atto formale che regoli i rapporti fra chiese e opere sul piano dell'utilizzo
dei patrimonio, in modo che la Csd tenga a mente le esigenze
delle chiese locali.
La Cd, informata deii'avvenuta cessazione del servizio di Ornella
Rovelli Green in qualità di direttrice della Casa valdese di Rio Marina, ia ringrazia per l'impegno profuso nel corso degli anni e le augura un sereno avvenire.
Chiesa del Molise
La Cd, dopo avere discusso ampiamente e con sofferta partecipazione sulla difficile situazione venutasi a creare nelle chiese dei Molise, e delia quale la decisione di sospendere la collaborazione territoriaie tra valdesi e battisti costituisce l'espressione più evidente,
pur comprendendo quaii motivi hanno indotto la Tavola valdese ad
assumere tale decisione con urgenza si rammarica che ia stessa non
abbia potuto rispettare il senso degli atti 18/S1/ 99 e 56/S1/99; raccomanda alia Ced di continuare a seguire con particolare attenzione l'evolversi della situazione; invoca il Signore deiia chiesa che
operi con ii suo Spirito su tutti noi e confida che le sorelle e i fratelli
delle chiese locali restino aperti alla speranza.
Gruppo giovanile bmv di Roma
La Cd ascolta una relazione sull'attività del gruppo giovanile bmv
di Roma e si raliegra della vivacità di questa realtà delle nostre
chiese. Augura a questi gruppi di trovare sempre più il modo di collaborare tra di ioro e di avere una presenza significativa all'interno
delle rispettive chiese di provenienza.
Emeritazione del pastore Valdo Benecchi
La Cd saluta e ringrazia il pastore Valdo Benecchi che va in emeritazione, ricorda il suo impegno quale presidente dell'Opcemi e
in particolare il servizio svolto durante il suo ministero e augura a
lui e aiia sua famigiia ogni benedizione.
Emeritazione dei professori Ricca e Rostagno
La Cd saluta e ringrazia i professori Paolo Ricca e Sergio Rostagno che lasciano l'insegnamento al termine dell'anno accademico
2001-02, dopo 26 anni di ininterrotta docenza alla Facoltà valdese di teoiogia di Roma e si augura che possano ancora mettere al
servizio deila chiesa i loro doni. Contemporaneamente porge un
caro benvenuto ai professori Fulvio Ferrario e Martin HirzeI chiamati a sostituirli.
Preventivo 2003 della Ced
La Cd ascolta la presentazione del preventivo per il 2003 della
Ced e lo approva all'unanimità.
Incontri dei cassieri
La Cd raccomanda alla Ced di organizzare degli incontri di cassieri a iivello circuitale per uno scambio di informazioni sulle problematiche finanziarie.
Essere chiesa insieme
La Cd rileva la grande difficoltà che fratelli e sorelle di etnie diverse hanno nel vivere e comunicare insieme la propria fede, per
ostacoli oggettivi posti da lingue e da spiritualità molto diverse.
Ritiene, tuttavia, che si debbano favorire iniziative che facilitino
una reciproca conoscenza e che portino a una identità di testimonianza.
Diaspora di Palombaro, Pescara e Fermo
La Cd dopo aver affrontato il tema della chiesa plurisede Palombaro-Pescara-Fermo constatata la situazione di estrema diaspora
nella quale essa vive si rallegra per l'opera svolta e ne auspica la
prosecuzione.
Centro di Villa San Sebastiano
La Cd ascolta una relazione sui Centro evangelico di servizi di
Villa San Sebastiano e sulla prospettiva di una ripresa di funzionalità e ne approva l'operato. Invita i responsabili del Centro ad attivarsi per presentare all'approvazione della Cd del prossimo anno il
nuovo statuto.
Grazie a Luigi Zarotti
La Cd si rammarica che per motivi di salute Luigi Zarotti non potrà proseguire il proprio impegno quale membro della Ced; nel
formulargli fraterni auguri per un pronto ristabilimento, lo ringrazia per la disponibilità mostrata nello svolgere il suo mandato.
I GLI INCARICHI I
La Conferenza ha eletto come presidente della Ced il past. Klaus
Langeneck.
La Conferenza ha eletto quali membri della Ced Laura Vezzosi, vicepresidente, Marco Scuderi, segretario, Rossella Luci e Rosalba Carco.
La Commissione d'esame per la prossima Conferenza distrettuale è
stata eletta nelle persone di Caterina Dupré, relatrice, Rina Di
Mauló e Giorgio Monti (supplenti Enos Manneiii, Natale Fioretto e Giovanni De Pasquale).
La Conferenza ha eletto come deputata al Sinodo Angelica Perres
(suppiente Aldo Visco Gilardi).
La Conferenza ha indicato quale sede per la prossima Conferenza
distrettuale il Centro giovanile evangelico di Ecumene (Velletri) e
ha designato come predicatore per la prossima Cd il pastore Luca Baratto (supplente il pastore Enos Mannelli).
jQÌri<y^^dìrmvnX<y acnmuo'J 50.coo ¿ 55.0cso
SosterrùXote. ÁJ\p.ocx> ÁÁma. iofua. i 5.500 oLcv '\zvt-soooe,
Mjí, CCP iTrtieôtoJto' ou ; EcUiíoní FtotesCtv»«ti.
L'omltcyde» Jjam-Ctu 021 -ZOlçg /midarno Mio. P. 28
10
PAG. 10 RIFORMA
liSft«
VENERDÌ 21
5GNO200J
MODELLO UNICO
DI FAMIGLIA
LETIZIA TOMASSONE
La legge sulla fecondazione
assistita è un ideale banco di
scambio con la Chiesa cattolica.
Così là dove sarebbe stato auspicabile un intervento legislativo leggero, che lasciasse ai medici la compilazione dei protocolli terapeutici, come avviene
per tutte le altre forme di cura,
lo stato assume funzioni etiche
e decide al posto dei cittadini e
delle cittadine.
Le decisioni riguardano per
ora almeno tre ordini di problemi: lo statuto della coppia che
desidera un figlio o una figlia; il
divieto della donazione eterologa; i diritti dell’embrione e i
suoi legami con i diritti di tutti
gli altri soggetti
coinvolti. I primi due punti riguardano il modello di famiglia
e di relazioni genitoriali che i
partiti oggi al
governo hanno
in mente e che
vogliono imporre alla società
italiana. Il terzo
punto invece è un attacco diretto alla legge 194 sull’interruzione di gravidanza perché crea
l’embrione come soletto, benché esso sussista solo se e in
quanto viene accolto e nutrito
dal corpo materno. Altra questione sul tappeto è la concessione alla morale cattolica che
assolutizza la vita: non si potranno produrre o conservare
più di tre embrioni per volta.
Questo però signifìca moltiplicare i bombardamenti ormonali
che provocano le ovulazioni
multiple necessarie alle tecniche. Paradossalmente, per difendere un principio astratto, si
rischia di far nascere una creatura da una madre la cui salute
e le cui speranze di vita sono
fortemente intaccate.
Poi la legge afferma che solo
una coppia eterosessuale e sposata o (se coppia di fatto) stabile, può accedere alle tecniche. Si
introduce così lo sguardo dello
stato nella vita di coppia (quali
sarebbero i criteri per definirla
«stabile»?) e si esclude di rispondere legalmente al desiderio di donne che non sono in
una coppia stabile. Eppure in
una società che ben poco fa per
costruire la consapevolezza paterna, quante donne vivono in
modo solitario la maternità pur
essendo in coppia! Non sarà certo questa prescrizione legislativa a rendere più padri i padri.
Inoltre la legge prevede ancora il divieto della fecondazione
Sulla procreazione
medicalmente
assistita
il Parlamento detta
l'etica familiare
zialmente le donne sterili, già
sofferenti, poiché oggi la fecondazione eterologa si pratica soprattutto attraverso il dono di
ovocita da donna a donna. La
dura argomentazione che sta intorno a queste restrizioni legislative ci riporta però ai legami
di sangue, a un’identità legata
alla biologia invece che alla nominazione e all’amore. A me
sembra che questa enfasi sul riconoscimento biologico abbia
oggi molto a che fare con la pretesa di distinguere tra cittadini
e estranei, con la costruzione di
un’identità occidentale cui sia
possibile ancorarsi, in modo oggettivo e persino scientifìco. Eppure proprio la
scienza biologica
ci ha mostrato
che l’essere umano europeo deve
il suo Dna in percentuali diverse
alVhomo sapiens
asiatico e a quello
africano. Senza
queste contaminazioni fra popoli
diversi il cosiddetto «uomo bianco» non sarebbe mai esistito. Anche la ricerca
sul Dna ci testimonia dunque la
mescolanza necessaria alla varietà dell’esistenza.
Siamo dunque di fronte a una
legge che propone un modello
unico e statico di famiglia, che
àncora l’identità alla purezza
biologica, che preferisce affermare il diritto astratto dell’embrione piuttosto che dar valore
al concreto e generoso corpo
materno e al gioco dell’amore
interno a una coppia. In Italia lo
scontro sulle leggi legate alla famiglia ha spesso fatto cadere chi
ha preteso di stringere troppo la
corda. Forse anche in questo caso stringere su un modello che
taglia fuori troppe coppie, troppe donne, troppe realtà concrete di sofferenza e desiderio, farà
esplodere il modello stesso e la
pretesa dello stato di farsi istanza etica. Di sicuro porterà a costose terapie mediche praticate
ai margini della legalità.
Certo è che noi evangelici seguitiamo ad affermare che non
esistono modelli etici assoluti,
perché l’etica è la risposta di
tutta una vita alla parola di Dio;
risposta che varia di volta in
volta, di luogo in luogo. Si impone qui per noi ancora per
l’ennesima volta una battaglia
per la laicità e il pluralismo dello stato. Perché lo stato etico
che ci viene proposto è in realtà
uno stato discriminante, teso a
difendere i diritti di pochi con
eterologa; colpisce così essen- tro la comune umanità.
REDAZIONE CENTRALE TORINO:
Via S. Pio V, 15 -10125 Torino, tei. 011/655278 - fax
011/657542 e-mail: redazione.torino@riforma.it;
REDAZIONE NAPOLI:
Via Foria, 93 - 80137 Napoli - tei. 081/291185
fax 081/291175, e-mail: zedazione.napoli@riforma.it;
REDAZIONE PINEROLO;
Via dei Mille, 1 -10064 Pinerolo, tei. 0121/371238
fax 0121/323831, e-mail: edipro@tpellice.it
DIRETTuHE: Eugenio Bernardini. VICEDIRETTORE PER IL CENTRO-SUD: Anna
Maffei. IN REDAZIONE: Alberto Corsani, Marta D’Auria, Massimo Gnone, Jean-Jacques Peyronel, Davide Rosso, Piervaldo Rostan, Federica Tourn.
COLLABORANO: Luca Benecchi, Alberto Bragaglia, Avernino Di Croce, Paolo Fabbri, Fulvio Ferrarlo, Giuseppe Ficara, Pawel Gajewski, Giorgio GardioI, Maurizio Girolami. Pasquale lacobino. Carmelina Maurizio, Luca Negro, Luisa Nitti, Nicola Pantaleo, Emmanuele Paschettb, Giuseppe Platone, Giovanna Pons, Gian Paolo Ricco,
Fulvio Rocco, Marco Rostan, Mirella Scorsonelli, Raffaele Volpe.
DIRETTORA RESPONSABILE Al SENSI DI LEGGE: Piera Egidi
REVISIONE EDITORIALE: Stello Armand-Hugon; GRAFICA: Pietro Romeo
AMMINISTRAZIONE: Ester Castangia; ABBONAMENTI: Daniela Actis.
STAMPA: La Ghisleriana s.n.c. Mondovì - tei. 0174-42590.
EDITORE: Edizioni Protestanti s.r.l. - via S. Pio V, 15 bis -10125Torino.
ABBONAMENTI sul c.c.p. n. 14548101 - intestalo: Edizioni Protestanti (vedi sopra)
Italia ordinarlo: euro 57,00; ridotto: euro 44,00; semestr: euro 30,00;
uBM tv sostenitore: euro 105,00.
Fatarn ordinario: euro 90,00; v. aerea: euro 105,00; semestr: euro 47,00;
1-^ sostenitore: euro 130,00.
Tariffe inserzioni pubblicitarie: a modulo (42,5x38 mm. Riforma - 37x45 mm, L'eco delle valli valdesi) euro 17,00. Partecipazioni: mm/colonna euro 1,00. Economici: a parola euro 0,60.
La testata Riforma è registrata dal Tribunale di Pinerolo con il numero 176/51.
Riforma-L’Eco delle valli valdesi è il nuovo titolo della testata
L’Eco delle valili valdesi registrata dal Tribunale di Pinerolo con il
n. 175/51 (modifiche registrate il 6 dicembre1999).
Il numero 24 del 14 giugno 2002 è stato spedito dairutficio CMP
Nord di Torino, via Cebrosa 5, mercoledì 12 giugno 2002.
2002
Associato alla
Unione stampa
psfkxltca italiana
DALLA PR
Non lasciamoli
soli
e i vertici di partiti, istituzioni
e chiese; e ha anche incontrato parenti delle vittime, da
una parte e dall’altra. E ha
sempre ascoltato, ascoltato,
ascoltato. A volte per un’ora
intera. E solo poi ha fatto domande, anche domande difficili. Proprio il contrario di
quanto succede normalmente, non solo nei telegiornali
ma anche nelle nostre conversazioni private: noi parliamo, parliamo, parliamo; suggeriamo questa o quella soluzione, sosteniamo gli uni
contro gli altri. Anche se sappiamo poco o male. Soprattutto, parliamo senza aver
prima ascoltato.
A pagina 3 di questo numero pubblichiamo il rapporto
della delegazione e sul prossimo completeremo l’informazione. Un’informazione
necessaria, che si può ricevere correttamente solo ascoltando le ragioni degli uni e
degli altri, se si vuole provare
a capire e sbrogliare uno dei
nodi più intricati ed esplosivi
a livello mondiale. Specie dopo 1’11 settembre.
Scuola nel campo profughi di Alda, Betlemme
La solitudine
dei cristiani
Molte sono le cose che ci
hanno colpito: Anna Maffei,
nell’articolo di prima pagina
dello scorso numero di Riforma, scritto solo alla fine del
secondo giorno di viaggio, ha
già scritto che lì le pietre parlano, e raccontano storie
spesso dolorose e polemiche;
pietre contese, adorate, insanguinate. Della solitudine
ho già scritto prima. Ma c’è
chi, nella solitudine, è ancora
più solo: i cristiani palestinesi, che vivono sia in Israele
che nei Territori palestinesi.
Solo l’l,5-2% della popolazione totale, con alle spalle
una storia antichissima, che
risale alla prima comunità di
Gerusalemme, e passa attraverso tutte, 0 quasi, le divisioni, le incomprensioni e i
conflitti della storia del cristianesimo. Con un presente
fatto di continue difficoltà,
ma che solo di recente li sta
portando a collaborare sempre di più mettendo da parte
differenze teologiche (a Ge
rusalemme risiedono 13 vescovi di chiese ortodosse,
cattolica romana e protestanti) e le molte competizioni
per accaparrarsi almeno un
pezzetto di «luogo santo».
«Gli ebrei hanno alle loro
spalle lo stato d’Israele, i musulmani gli stati arabi e l’Autorità palestinese, e noi? chi
abbiamo? Nessuno!», ci hanno ripetuto in molti, sottolineando anche una crescente
precarietà delle chiese dal
punto di vista giuridico. Vasi
di coccio tra vasi di ferro. E
così emigrano in Occidente.
Emigrano sempre di più e le
comunità sono sempre più
povere, anche di giovani, di
bambini. Cioè di futuro.
la causa della violenza. Finisce l’occupazione, finisce la
violenza». Ma il padre di un
giovane militare israeliano
ucciso in un attentato dice:
«Non basta, ci vuole anche la
riconciliazione tra i due popoli». E così ha fondato una
associazione dei parenti di
vittime della violenza che
cerca di fermare la guerra appellandosi a tutti: a Sharon,
ad Arafat, agli Stati Uniti, alla
comunità internazionale. Ne
fanno parte famiglie israeliane e famiglie palestinesi. Insieme, fianco a fianco, lavorano perché non si debba più
piangere la morte di un figlio
a causa della guerra, della
violenza, dell’odio.
Autocritica
Non manca neppure spirito critico e autocritico in
Israele e Palestina, né manca
chi continua a propugnare e
a vivere la nonviolenza e il
dialogo. «I politici hanno solo
fatto la guerra, non la pace»,
abbiamo sentito spesso. Oppure: «Hanno firmato trattati
ma non li hanno rispettati», e
anche: «Non hanno costruito
istituzioni per la pace e il dialogo, non abbiamo una leadership per la pace. Hanno
“giocato” alla pace, ma non
hanno creato le basi per fare
la pace». Molti palestinesi dicono: «È l’occupazione israeliana dei territori palestinesi
Per un'informazione
L'Insediamento musulmano a Efrat, vicino a Betlemme
più corretta
La delegazione evangelica,
di cui hanno fatto parte anche due cattolici, si è resa
conto che anche in Italia
dobbiamo e possiamo fare di
più sul piano dell’informazione corretta, della promozione del dialogo e della pace, del sostegno delle chiese
cristiane del Medio Oriente e
delle istituzioni locali che
promuovono la comprensione reciproca, la nonviolenza,
la giustizia. L’équipe della
Federazione delle chiese che
produce la rubrica di Raidue
«Protestantesimo» realizzerà
per dopo l’estate un video
che sarà a disposizione di
tutti. Il nostro giornale farà la
sua parte, cercando di evitare
pregiudizi e posizioni preconcette. I partecipanti della
delegazione sono a disposizione di chiese e gruppi per
rendere la loro testimonianza. Tutto, va fatto di tutto per
aiutare a risolvere presto una
grave situazione di sofferenza
e di rischio per tutti. Senza
dimenticare la preghiera:
perché anche in Israele e Palestina si compia il miracolo
del dialogo, della riconciliazione e della pace.
Eugenio Bernardini
IL «Fatto» questa settimana è quasi d’obbligo: la
fame nel mondo. Si è riunito
a Roma, in questi ultimi
giorni, il vertice della Fao,
l’enorme e complessa organizzazione delle Nazioni
Unite per combattere la fame nel mondo. A ogni telegiornale e giornale radio siamo stati bombardati da numeri che se anche in parte
conoscevamo ci hanno pur
sempre colpito profondamente. Sono più di 800 milioni le creature umane che
nel mondo soffrono la fame
(e spesso la sete). Molti non
ce la fanno a sopravvivere:
ogni anno ne muoiono circa
10 milioni e fra questi muore un bambino ogni 4 minuti. Una strage che a noi sembra impossibile: il diritto al
cibo e all’acqua è il diritto
fondamentale della creatura
udii' ”
PIERO bensì
umana. Tutti gli altri diritti,
di cui spesso si parla (libertà, democrazia, istruzione, casa) non hanno senso
per chi muore di fame.
Negli Anni 70 gli stati ricchi
si erano impegnati a versare
ri,2% del loro prodotto interno in favore della lotta
contro la fame. Non è mal
stato fatto e oggi l’Onu chiede un impegno di almeno lo
0,7% ma difficilmente si otterrà qualcosa, gli stati sono
troppo egoisti e preoccupati
del proprio benessere. La
Bibbia dice: «Il povero parla
supplicando, ma il ricco risponde con durezza». Mi auguro che questa accusa non
riguardi nessuno di noi personalmente, ma le cose stanno così nel mondo.
Ogni giorno arrivano con
la posta gli appelli di «Medici
senza frontiere», di «Save thè
children» e decine di altre or
IL FOGLIO
L'inquisitrice Isabella
Carlo Panella rievoca (2»
maggio) i legami di Isab*
di Castiglia con l’Inquisj.
zinne, mentre avanzali
processo di beatificazione
della sovrana spagnola a
cui si devono «l’espulsione
degli ebrei e la trasformazione dell’Inquisizione da
strumento vescovile in mi.
nistero di Stato». La regina
avocava a sé la nomina^
gli inquisitori, prima lascia,
ta ai vescovi. Ora, nel U82
Sisto IV aveva emesso «una
bolla contro gli eccessi in.
qulsitori di Isabella, matutto è inutile. Solo quando
deflagra la Riforma di Lutero - prosegue Panella-,Ro.
ma si ricrede: nel 1517, Carlo V nomina infatti a capo
dell’Inquisizione il proprio
istitutore, Adriano da Utrecht, grande umanista, che
da Grande Inquisitore, ne!
1522 diventa direttamente
papa. Attraverso di lui,Adriano VI, la Chiesa romana
conosce le infinite possibilità di contrastare la Riforma offerte dalla creatura di
Isabella: nasce l’Inquisizione romana». La pratica della regina Isabella peraltro
«non nasce per perseguitare gli ebrei o per combattere le eresie, ma solo per impedire che il regno sia inquinato da una doppia fede, per contrastare gli ebrd
che si sono convertiti al
Cristo ma che continuano a
credere nel loro Dio, per
debellcue i marrani».
i^^venire
Religione degli Usa
Un bell’articolo di Riccardo Maccioni presenta (28
maggio) il libro di Paolo Naso God bless America (Ed.
Riuniti) e illustra i legami
tra società Usa e fede: «Nej
vocabolario degli americaffl
la parola “laicità” non esiste. Fa invece parte del comune patrimonio genetico
una religiosità diffusa che
se non sempre si trasforma
in fede, viene comuriqoe
avvertita come senso di appartenenza al proprio gruppo, alla propria nazione. Io
qualche modo fa da tessuto
connettivo tra le mille anime del paese». E ancoraj
«Ogni domenica oltre«
50% degli statunitensi frequenta un luogo di culWi
tra i cristiani più di metà dichiara di leggere la Scritt^
almeno una volta la settimana. Percentuali diventate più alte aH’indotnau
dell’11 settembre».
chiamo di rispondere 0
que possibile con la ijo
solidarietà individuale
dobbiamo premere
governi facciano la 1°^/
sia con gli aiuti sia stabu
nuove leggi che
ai prodotti dei paesi pove*
fare libera concorrenz«
nostri prodotti. Se i P®® ¿ochi continuano a
nate i loro contadiiii p
possano vendere i ^
dotti a prezzi accetta^
^ di dazi p
mentre gravano ai
rosi i prodotti ^jia
Mondo non si vincerà n
fame. «Nel sentiero P
stizia sta la vita», dice
un
la Bibbia.
(Rubrica «Unfatfo,
mento» della inasmissn
diouno «Culto evangeu
dalla Federazione delle 0
ganizzazioni private; cer- onda domenica
evangeliche in
L
/
ini
TLCo
Idi T(
steggia;
fondazi
«Temp
dibatti!
laico, r
le? Pari
stenza
ni, ris]
crede, 1
fession
realizzò
roposs
affetto
mental
ni «del
propoi
sposta
person
scolta!
volta d
stione i
sono I
sensibi
ne in It
Il sei
no, già
nato, 1
«quanc
to alla
tutte le
più libi
so la pi
il radio
mental
della d
cando
esorciz
meno 1
la mod
Man
dato c(
8deUa
dell’ari
frutto
vergen:
all’Asse
Icontr
metto I
schier
alle si 1
dpi de
lo], no
(rovar
immed
thè la
liana, i
ho Vai
ntio]
^anta
tonsej
tiuesti
menta!
Chiesa
Preser
thedt
confes
tattoli
aere p,
tione (
l» moi
mterp,
M
precise
re che
11
rf^ERDÌ21 GIUGNO 2002
PAG. Il RIFORMA
voca (28
I Isabella
Inquisì,
fanza i|
icazione
‘gnolaa
pulsione
‘sformaiione da
le in mi'U regina
nina de‘a lascianel 1482
sso «una
cessi in.
-, matutqirando
■ di Iute
lla-,Ro
517, Calti a capo
1 proprio
da Utreista, che
tore, nel
tamente
ii lui, AI romana
possibila Riforeaturadi
quisizioitica delperaltro
rseguitaombatte3 per im0 sia inrppia fegli ebrei
■ertiti al
inuanoa
Dio, per
re
¡Usa
ii Riccarenta (28
'aoloNarica (Ed.
i legami
;de: «Nel
mericani
non esie del cogenetico
fusa che
rasforma
cnunque
so di aprio grupzione. in
a tessuto
lille aniancora:
oltre il
ensi fredi culto.
metà di
Scrittura
la settidiventa;
domani
ere ovi®'
la nosW
e pereti^
loropa^
5tabilen<l^
dpovej
rrenza*'
i paesi f
oweiini^
ini pere;
loropf^
cettabil*'
dazipa“'
lei Ter
eràmai.b
della
ice
unco’^'
curi^
0,
ione
elle cl»^.
andel“
pio)
rtii La Conferenza a Torre Pellice
Gli ospiti del II distretto
Da ormai qualche anno la Foresteria di Torre Pellice viene
scelta come sede della Conferenza del secondo distretto delle
chiese valdesi e metodiste. Da venerdì 14 a domenica 16 giugno deputati e pastori provenienti da tutto il Nord Italia e Svizzera si sono nuovamente dati appuntamento alle Valli per
l’annuale assemblea (atti e cronaca di questa e di quella del IV
distretto saranno pubblicati sul prossimo numero di Riforma).
Come d’abitudine i membri della Conferenza hanno partecipato al culto con la comunità di Torre Pellice. C’è stato anche
il tempo per incontrare amici e parenti vivendo un momento
speciale per la concomitanza della conferenza e dei festeggiamenti in occasione del ISOenario della fondazione del tempio.
■ Erbacce e sterpi sui binari a Luserna
La ferrovia abbandonata
Continuano ad arrivare rassicurazioni in merito ai tempi di
ricostruzione del ponte stradale ferroviario sul Chisone a Pinerolo trascinato via nelTalluvione del 2000. Il ponte dovrebbe
essere pronto nel 2004, dicono in Provincia e al Comune con i
bandi che dovrebbero partire a giorni. Al di là della ricostruzio-ne del ponte però, per altro indispensabile anche dal punto di
vista della ferrovia, preoccupa in vai Pellice anche la simazione
di abbandono della ferrovia. In alcuni tratti del tracciato ferroviario, come a Luserna (vedi foto), si fa fatica a vedere perfino
le rotaie coperte come sono dagli sterpi. Per discutere di ferrovia Torino-Pinerolo comunque lunedì 1” luglio a Pinerolo
alTHotel dei Cavalieri, alle 21, è previsto un incontro pubblico.
Í)
iU
ì <1
A
Fondato nel 1848
Torre Pellice: tavola rotonda in occasione dei festeggiannenti per i 150 anni del tempio
Laicità delio stato e libertà religiosa
¡senatoriMancino e Pianetta hanno discusso con Domenico Maselli un tema che coinvolge
in maniero particolare le minoranze: l'attenzione al fatto religioso e garanzia per la democrazia .
PAOLO GAY
IL Concistoro valdese
di Torre Pellice ha festeggiato i 150 anni dalla
fondazione del tempio (il
«Tempie neuf») con un
dibattito sul tema «Stato
laico, in Italia è possibile? Parità e diritto di esistenza di tutte le religioni, rispetto di chi non
crede, no a privilegi confessionali. Un sogno irrealizzabile o unico futuropossibile in un mondo
affetto da nuovi fondamentalismi?». Tre uomini «dello stato» hanno
proposto abbozzi di risposta al un centinaio di
persone presenti per ascoltare e reagire, una
volta di più, su una questione a cui le minoranze
sono particolarmente
sensibili, a maggio ragione in Italia.
Il sen. Nicola Mancino, già presidente del Senato, ha affermato che
«quando vi è un attentato alla libertà religiosa,
tutte le libertà non sono
più libertà», e ha espresso la preoccupazione per
il radicalizzarsi di fondamentalismi, spesso «figli
della disperazione» indicando come strada per
esorcizzare questo fenomeno una «strategia del3 niodcrazionc».
Slancino ha poi ricor
Da sinistra ii sen. Enrico Pianetta, ii sen. Miccia Mancino, ii past. Ciaudio Pasquet e ii prof. Domenico Maseiii
dato
come gli articoli 7 e
^ della Costituzione («figli
delTart. 3») siano stati il
tutto di una forte con''ergenza politica in seno
••Assemblea costituente
contrapposto, mi permetto di ricordare, a uno
ohieramento politico
0 si richiamava ai prin•Pi della laicità della sta1. norme che poterono
tovare attuazione non
^toediata, ma solo allorli to classe politica ita1 „ seguito al ConciVaticano II, si sentì
X^.^^fata |il termine
„ ‘0] da vincoli verso la
una delle
“^eguenze in Italia di
Jsto evento, fondatale per ogni dove la
patosa cattolica romana è
nel mondo, fu
cn»f Concilio le
caJ^?sioni religiose «asp°*‘^l‘e» poterono eszin» Pj^se in considerain°m^ ^allo stato italiano
in,^°^n diverso [ossia,
sen “ pensiero del
PrL'^^’iclno, nella loro
tosa Identità; devo di
to che
questa considera
zione, pur fatta dal sen.
Mancino per rilevare i
grandi passi avanti nella maturazione delle coscienze della classe politica italiana, mi lascia tuttavia una punta di amaro
in bocca...]. Il sen. Mancino ha quindi rilevato
l’importanza del disegno
di legge «sulla libertà religiosa» (diffuso da Riforma il mese scorso), dando atto a Domenico Maselli del gran lavoro fatto
nella legislatura precedente e di cui ora si stanno cogliendo i frutti, che
porterà, a iter legislativo
concluso, all’abrogazione
della legislazione fascista
del 1929-30 e a definire la
procedura per la stipula
delle Intese con le confessioni di minoranza
previste dall’art. 8 della
Costituzione.
Il sen. Enrico Pianetta,
coordinatore del partito
«Forza Italia» per il Piemonte (in sostituzione
del sen. Fiorello Proverà,
impossibilitato a partecipare), ha condiviso con il
sen. Mancino il rilievo di
importanza del disegno
di legge ora richiamato,
come pure il suo invito
alla moderazione come
strada per superare i rischi dei fondamentalismi, e ha ricordato l’importante sentenza della
Corte Costituzionale del
1989 in cui la Consulta
affermò definitivamente
che la Costituzione italiana è fondata sul prin
cipio della laicità dello
stato, decretando una
volta per tutte il superamento del confessionalismo che pervase lo stato
italiano legato ancora al
principio albertino di
«tolleranza» nei confronti delle confessioni religiose diverse dalla cattolica, ponendosi come base-per nuove aperture
verso una società multiculturale attenta allo sviluppo dei diritti umani.
Domenico Maselli, pastore evangelico, professore universitario di storia, già parlamentare, ha
difeso il disegno di legge
di cui fu relatore al Parlamento nella precedente
legislatura, ripresentatp
ora identico nella sostanza, teso a favorire una
maggiore conoscenza
delle religioni in Italia,
a velocizzare l’iter per
nuove intese con le confessioni religiose che le
richiedono ma anche a
tutelare quelle che non
possono o non vogliono
avvalersi di questo strumento pattizio per la regolazione dei loro rapporti con lo stato.
Domenico Maselli ha
invitato infine a fare attenzione ai pericoli per la
laicità dello stato derivanti dall’indifferenza
verso le religioni, sollecitando a un impegno per
il rispetto dell’altro, del
diverso da sé, in particolare nel suo rapporto con
Dio e con la coscienza.
1150 anni del tempio
Giornata di festa
comunitaria
Una giornata per festeggiare i 150 anni del
tempio valdese di Torre
Pellice, ma soprattutto
una splendida festa comunitaria. Grazie al consistente impegno dei volontari e delle volontarie,
che domenica e nei giorni
precedenti hanno lavorato a tempo pieno per Tallestimento delle strutture, oltre 200 persone hanno potuto godere del
pranzo, dell’esposizione
alla Casa unionista e delle
animazioni organizzate
nel pomeriggio. Anche il
tempo ha premiato gli
sforzi e la pioggia è arrivata a festa ormai conclu
sa. Al culto del mattino,
curato dai diversi gruppi
della comunità (la predicazione è stata di Claudio
Pasquet) e in un tempio
gremito, hanno partecipato i pastori che negli
ultimi anni sono stati impegnati (come titolari)
presso la chiesa di Torre
Pellice. Franco Sommani,
Giorgio Tourn e Bruno
Rostagno hanno raccontato alcuni simpatici aneddoti sulle rispettive esperienze. In seguito sono intervenuti il moderatore della Tavola valdese,
Gianni Genre, e il presidente della Ced del II distretto, Giuseppe Platone.
ICONTRAPPUNTOI
PER FAR VIVERE
LA DEMOCRAZIA
MARCO ROSTAN
La Conferenza del I distretto di un anno fa a Pomaretto aveva invitato le
chiese valdesi delle nostre
valli a dedicare tempo e
impegno a «questioni rilevanti per la testimonianza,
dalla sanità-servizi sociali,
alla scuola, alle prospettive
di sviluppo turistico, alla
occupazione, alla situazione dei Comuni —
e delle Comunità montane».
Nell’anno trascorso questo
filo conduttore «chiesa-territorio» ha coinvolto gruppi
locali, assemblee di circuito, ha prodot- —
to un convegno a Pinerolo e una buona
discussione nella recente
Conferenza distrettuale di
Rorà. Innanzitutto sugli
ospedali, con una informazione chiara e non reticente,
che permette di guardare
con lucidità a una situazione grave, ma non disperata, che costringe le chiese a
interrogarsi sul senso della loro diaconia in campo
sanitario, sui modi anche
nuovi che sono necessari
per assicurare il servizio sanitario alla popolazione.
Il dibattito in Conferenza
ha poi identificato una serie di punti; l’uso del territorio e dei suoli, l’uso delle
acque, il rapporto fra sviluppo turistico ed economie tradizionali, la cultura,
la democrazia. Non si tratta
certo di avere una posizione della chiesa a proposito
di scelte concrete, dall’azienda faunistica di Massello alle centraline idroelettriche, al funzionamento
dei Consigli comunali, alla
perdita di posti per insegnanti: si tratta però di partecipare di più, come singoli credenti, alla vita civile,
sociale, politica, di esprimere di nuovo un impegno
volto a migliorare la vita
nostra e dei nostri compaesani. È stato giustamente
fatto l’esempio di documenti che le nostre chiese
hanno condiviso a livello
ecumenico su pace, giustizia e integrità del creato e
di cui ci dovremmo ricordare quando nei Consigli
comunali si tratta di prendere decisioni sull’acqua o
sull’uso dei suoli. «L’uso
del territorio - ha detto la
Conferenza - non deve andare a detrimento delle attività tradizionali ancora
presenti: esse vanno tutelate dalle possibili aggressio
lizzazioni prevalentemente ricreative a vantaggio di
pochi». Chi ha orecchi per
intendere, capisce che qui
c’è la questione dei cinghiali e dei cervi immessi a
forza dalla lobby dei cacciatori, c’è la questione
delle riserve faunistiche
che potrebbero anche avere un senso se concordate
con le pópo
Le scelte locali
devono ispirarsi
ai «grandi principi»
affermati nelle
nostre assemblee
lazioni e volte a creare un
reddito per i
Comuni e dei
posti di lavoro. Ciò che è
inaccettabile
è che altri, da
fuori, mettano mani sul
nostro territorio 0 sui nostri torrenti; in quest’ultimo caso si rischia di far
scomparire interi tratti di
corsi d’acqua per una produzione irrisoria di energia
elettrica. Le tendenze autoritarie non si manifestano
soltanto a livello nazionale
ma anche a livello locale:
ecco allora che il richiamo
al costume assembleare
delle nostre chiese può tradursi in atti concreti, a volte in battaglie politiche.
Occorre partecipare prima di tutto all’interno; la vitalità delle nostre assemblee si nutre con la partecipazione al culto e con il
confronto con la Parola. Se
le chiese sono vive, anche la
democrazia vive al loro interno e i credenti saranno
in grado di farla vivere nella
società, quando essa è minacciata. E di far vivere l’accoglienza, la cultura, le atti•vità degli artigiani: la Conferenza ha affermato la necessità che il turismo «avvenga anche per interesse
verso le attmtà della popolazione e non solo per evasione dalle frustrazioni della vita cittadina».
È importante ora che i
deputati presenti alla Conferenza di Rorà diano alle
assemblee di chiesa un’informazione accurata. Come già hanno deciso alcune chiese, è bene che tale
informazione avvenga subito e non insieme a quella
sul Sinodo che inevitabilmente diventa più importante. E anche che durante
gli stessi culti, si preveda a
volte una breve informazione sui temi «caldi», in
modo che si arrivi alle assemblee di chiesa preparati e in grado di partecipare,
imparando di nuovo a esprimere le proprie opinioni in pubblico, e a mugu
ni motivate da effimere uti- gnare di meno in privato.
12
PAG. 12 RIFORMA
VANDALI A PIAN SINEIVE — Un atto vandalico; il
monumento ai caduti di un aereo della marina
americana a Pian Sineive, lungo il sentiero che
conduce al Granerò, è stato distrutto nel corso
deU’inverno. «Si vedono bene i segni dei colpi di
una mazza e di uno scalpello», dice Bepi Pividori
del Cai Valpellice che ha verificato il gesto nei
giorni scorsi. Le ipotesi fanno risalire a qualche
mese fa il gesto, al momento inspiegabile; le forti nevicate di febbraio e marzo avrebbero infatti
impedito la salita al monumento, coperto fino a
pochi giorni fa da una spessa coltre di neve. 11
monumento era stato eretto nel 1958 a ricordo
dell’incidente accaduto l’anno precedente in cui
perse la vita un gmppetto di aviatori americani.
FORTE DI FENESTRELLE: ADERISCE LA PROVINCIA — Martedì 11 giugno il Consiglio provinciale ha deliberato l’adesione della Provincia di Torino all’associazione Progetto San Carlo-forte di
Fenestrelle onlus come socio benemerito e approvato «intese per la collaborazione tecnica e
amministrativa per la gestione dei finanziamenti relativi al recupero funzionale ed alla ristrutturazione del forte e per la realizzazione degli
interventi ad essi inerenti».
CONCERTI AL PARCO MONTANO — Il progetto
giovani «Stazioniamo» della Comunità montana
vai Pollice, con l’associazione Amico Koliba e il
Comune di Rorà organizzano una rassegna musicale al parco montano di Rorà. La manifestazione inizia sabato 22 giugno alle 14 con uno
spettacolo di giocoleria e, a seguire, concerto dei
gruppi Wetonton didjeridu, More-gun-a, Trilo’ bita, Soud factory, Loskatarros, Skavalcavia e, in
chiusura. Radici nel cemento, gruppo reggae di
Roma; ingresso 5 euro. Domenica, dalle 15 la
rassegna riprende con gli Esprit libre, i Pongo,
Grande circo Barnum e Wah Companion.
UN GRUPPO DI LAVORO PER I TRASPORTI — La
pianificazione delle reti di trasporto dovrà rendere le Olimpiadi sicure anche sotto questo profilo, migliorando alcune infrastrutture e servizi.
Si è fin qui molto parlato di viabilità ma gli spostamenti dovrebbero avvenire a partire da una
utile rete dei trasporti collettivi. Perciò, pur in ritardo, si sta in questi giorni costituendo un
gruppo di lavoro fra tutti gli enti territoriali e il
Toroc per migliorare l’offerta di trasporto sul
territorio esterno all’area metropolitana. Inutile
aggiungere che la tratta Torino-Pinerolo-Torre
Pellice, con le sue proposte di raddoppio sul primo tratto e trasformazione in metropolitana
leggera sul secondo, si candida a giocare un ruolo rilevante e innovativo del settore.
MERLO: PRESTO GLI STATI GENERALI DELL’ULIVO — «L’affermazione elettorale del centro-sinistra in Piemonte esige una risposta politica immediata; occorre in sostanza organizzare l’Ulivo
a Torino e in Piemonte, rafforzando l’azione di
coordinamento politico». Merlo auspica pertanto che entro l’estate vengano convocati «gli Stati
generali dell’Ulivo piemontese per voltare pagine rispetto al passato e offrire una prima risposta politica alla richiesta che arriva dal’elettorato
riformista del Piemonte».
INCIDENTI MORTALI NEL PINEROLESE — Due
incidenti mortali nel Pinerolese nel giro di poche ore durante l’ultimo fine settimana. Sulla
statale verso Cavour, all’altezza del ponte sul
torrente Pellice, il guidatore di un’Alfa 164, Domenico Pinnolini di 55 anni è deceduto in un
violento frontale con una Bmv proveniente dalla
direzione opposta. Domenica mattina sulla statale del Sestriere a Roure un giovane motociclista di Bricherasio Andrea Granerò, in viaggio
con un’amica, è finito fuori strada. La caduta
sull’asfalto è stata fatale per il giovane centauro.
ANTENNA SULLA TORRE CIVICA: LA PROPOSTA DI
TIBALDO — Rispetto alla decisione presa dal Comune di acconsentire all’installazione di un’antenna sulla torre del municipio, secondo il consigliere di maggioranza, Lorenzo Tibaldo, «l’unica
soluzione possibile è che i comuni della vai Pellice definiscano alcuni siti, lontano dai centri abitati, nei quali istallare le antenne per la telefonia
mobile, facendone poi conseguire il divieto di accettare tali ripetitori nei centri abitati di tutta la
valle». In questo modo, prosegue Tibaldo nella
lettera indirizzata al presidente della Comunità
montana «non si potrà essere accusati di ostacolare un servizio di pubblica utilità garantendo la
massima sicurezza per la salute dei cittadini».
Valdesi e patuà
Sabato 29 giugno, alle ore 16, al teatro valdese di
Pomaretto incontro pubblico dal titolo «Valdesi, patuà e Statuto regionale». Interverranno i proff. Tavo
Burat e Tullio Telmon.
t Eco Delle "äldesi
VENERDÌ 21
La sanità si prepara per le prossime Olimpiadi
2006, medici in prima linea
Non verranno create nuove strutture durevoli ma si
utilizzerà l'esistente o, al massimo, organismi provvisori
DAVIDE ROSSO
DELLE olimpiadi di
Torino 2006 si è già
parlato molto. Si è discusso delle strutture
sportive, di immagine e
di ritorno economico, di
opere connesse e di altro
ancora. Poco si è detto
invece di un altro settore
che sarà toccato dall’evento olimpico: il sistema
sanitario e ospedaliero.
Al Toroc peraltro chiariscono che non esistono
risorse specifiche sugli
ospedali e che non è loro
compito quello di pensare alla sistemazione del
sistema sanitario cosa
che se mai tocca fare alla
Regione. «Come organizzatori - dice Giuseppe
Massazza, capo del Medicai officer del Toroc abbiamo per così dire degli obblighi contrattuali
legati agli aspetti sanitari
degli atleti e della famiglia olimpica. La scelta
che è stata fatta fin da subito per fare tutto questo
è stata quella di avvalersi
del sistema sanitario in
essere sul territorio concordando con la Regione
le necessarie migliorie e
valutando insieme dove
prevedere interventi». In
sostanza la logica è: il Toroc fa presente le necessità di servizi per le olimpiadi e la Regione mette
in campo quanto esiste.
Se serve un nuovo servizio questo potrà essere
ricavato o attraverso il
miglioramento di qualco
L’ospedale «Agnelli» di Pinerolo
sa di esistente oppure attraverso la creazione di
qualcosa di nuovo avendo presente che si deve
pensare anche al dopo
2006 e quindi a creare
strutture che possano
servire anche a olimpiadi
finite: «in caso contrario
si creeranno strutture
provvisorie». Questa logica ha portato a una stretta collaborazione tra Toroc e Regione dal punto
di vista sanitario-ospedaliero cosa che, dicono al
Toroc, dovrebbe garantire a evitare sprechi e
strutture inutili.
Come si sta muovendo
concretamente il Toroc?
«Abbiamo in questi mesi
passati condotto un monitoraggio sulle strutture
esistenti cercando di capire quale è la situazione
- dice Massazza -. Quello
che ne è emerso è una situazione tutto sommato
confortante con tutte le
strutture monitorate che
rispettavano i parametri
che avevamo richiesti, o
che quantomeno aveva
no già previsto interventi
che le avrebbero rese rispondenti alle caratteristiche necessarie».
Dal punto di vista ospedaliero poi, la pianificazione per il periodo
olimpico prevede che si
arrivi ad avere solo alcuni
centri di eccellenza come
il Cto di Torino che verranno affiancati da altri
ospedali attivi sul territorio come quelli di Susa e
di Pinerolo, per fare alcuni esempi. E gli ospedali
valdesi che ruolo giocheranno, se ne avranno uno,
nelle olimpiadi del 2006?
«Non spetta al Toroc dire questo - dice ancora
Massazza, che recentemente ha incontrato anche il presidente Ciov,
Giancarlo Griot -. Tutto
dipende dalle decisioni
che verranno prese a livello di politica regionale
sulla sanità. Sono comunque strutture che
funzionano bene e per le
quali ho una sensibilità
personale essendo originario di Sestriere».
Valorizzata la collocazione nei sentieri ambientali
La Gianavella sarà ristrutturata
MARCO ROSTAN
La Gianavella è uno
dei luoghi storici vaidesi più graditi per l’ospitalità a piccoli gruppi
in particolare provenienti dall’estero. Immersa
nella natura e facilmente
raggiungibile in auto, la
struttura consente un
soggiorno in vai Pellice
con un fascino particolare. Da tempo era necessaria una ristrutturazione e ora un dépliant curato dal Comitato per i
luoghi storici valdesi illustra il progetto la cui realizzazione è prevista nei
prossimi mesi.
Il luogo comprende tre
complessi; la foresteria
che avrà 10 posti letto, la
cucina e il refettorio; la
casa natale di Gianavello
che vi nacque nel 1617 e
vi abitò con la sua famiglia fino al 1655, quando
fu costretto a difendere
con le armi la vita sua e
dei suoi dalle persecuzioni scatenate dal duca
di Savoia, che pdtrà ospitare altre 4 persone oltre
al gestore, e la casa storica (quella più bassa) dove al pian terreno due locali diventeranno un piccolo spazio museale (i
pannelli sono stati esposti alla recente Conferenza distrettuale), al primo
piano l’attuale nucleo
abitativo resterà invariato, con una camera da
letto, una sala-biblioteca
e i servizi, mentre la vecchia stalla, con una bella
volta in pietra, diventerà
un salone per delle riunioni; sopra, dove si trovava il fienile, ci sarà una
camera con 4 Ietti a ca
La Gianavella in un disegno di Marco Rostan
stello e i servizi. Intorno
agli edifici ci sono 45.000
metri quadri di bosco: un
luogo ideale non solo per
conoscere un tratto significativo della storia
valdese, ma anche per
studiare l’ambiente, con
possibili escursioni lungo il sentiero naturalistico «La ghiandaia» e al
«Eric dei banditi».
L’insieme delle possibilità e la capienza sono
particolarmente adatti
per dei soggiorni di classi
scolastiche: anche i prezzi dovrebbero essere contenuti, intorno ai 10-15
euro per persona, comprensive della notte e
della prima colazione.
Naturalmente, come per
ogni progetto, ci sono dei
fondi assicurati dalla Regione e altri che vanno
trovati grazie alla generosità delle chiese e dei
sottoscrittori privati: il
costo previsto è di 260
mila euro, di cui 83.000
assicurati dalla Regione.
Per ogni altra informazione si può consultare il
sito www.valdesj.org, oppure scrivere a Paolo Gardiol, via Pecoul 5, 10062
Luserna San Giovanni, e
mail:gardiol@dag.it: le
sottoscrizioni a favore
della ristrutturazione
possono essere versate
sul ccp 19061183 intestato a Tavola valdese - Comitato per i luoghi storici
valdesi, oppure con bonifico sul conto corrente
bancario 13130/1 della
Banca Intesa, filiale di
Torre Pellice, Abi 06070,
Cab 31070. È un piccolo
progetto che merita di essere sostenuto.
giugno 2002
Inizia a luglio l'attività ricettiva
La Crumiere
apre al pubblico
MASSIMO CNONE
FINALMENTE ha una
data e un nome l’apertura del villaggio Crumière di Villar Pellice. Il
ristorante inizierà ufficialmente a servire i primi piatti agli inizi di luglio; negli stessi giorni
spalancherà le sue porte
anche la foresteria, con i
suoi 60 posti letto disponibili. L’occasione è di
quelle importanti e si
chiama «Festa delle montagne»; il variopinto collage di iniziative con il
quale la vai Pellice interpreta il 2002 come l’anno
delle montagne. Ma, ha
ricordato il presidente
dell’Agess Spa, Riccardo Lorenzino, durante la
conferenza stampa di
presentazione, il taccuino
degli appuntamenti non
termina qui: durante Testate l’ex feltrificio ospiterà fra l’altro i corsi di
perfezionamento musicale e alcuni appuntamenti di Festivalmontagna e Cinema in piazza.
Sabato 6 e domenica 7
luglio la Festa delle montagne sarà un appuntamento d’obbligo per gli
appassionati di arrampicata sportiva. In piazza
Jerwis sarà allestita una
parete artificiale alta 15
metri per la prima prova
della coppa Italia di arrampicata (I Trofeo Provincia di Torino e IV Trofeo Marco De Marchi): «È
un evento comparabile
al campionato nazionale
nel calcio», sottolinea
Marco Fraschia per il
Cai-Uget vai Pellice che
con l’associazione spot'
tiva La Pietra di Pinerok
è tra i promotori della
gara. Si prevede la parte,
cipazione di 70 atleti
suddivisi nelle speciali'
maschili e femminili, st
nior e giovanili.
Sabato 6 luglio inizia.
«La montagna dei sapo.
ri», con cena di degustazinne dei prodotti tipiii
si prosegue domenica?
con la mostra mercato di
prodotti della vai Pellice;
del Pinerolese, delle valli
di Cuneo e dell’Haute
Provenne, e il pranzo a
buffet. Sempre la Crii,
mière dal 30 giugno al 21
luglio ospiterà la mostri;
«Montagne d’argento. U
fotografie del territori|i
alpino 1853-1950». Oltre
a proiezioni di video e
spettacoli musicali, nell’ambito dell’anno inteis!
nazionale delle monta*
gne, la Carovana delle Alpi di Legambiente fari'
tappa nelle valli pinerok
/
lì/leri
ài
I es
dei vari
ino(?)ir
ne, Pro'
dilorin
scorso,
riniodul
il totale
nesso a:
350.0 0 0
verrannt
no centr
sto sarà
altri enti
lino in p
Per il
gnalala
j,6 milic
variante
da Lusei
realtà T;
die con
finanzi
funzion
immuta
venti co
ziament
della fei
Torino a
Frali. Di
resse la
la delle
Giochi c
be ricev
sostegnc
ijuedotti
lettori, c
nerolesi
benefic
Consiglio comunale a Bobbio
Arredo urbano
Nuova pavimentazione a blocchetti, allargamento del marciapiede
lungo via Maestra e parcheggio degli autobus di
linea spostato verso il
Pellice. Queste sono soltanto alcune delle novità
previste dal piano di arredo urbano approvato
lunedì 10 giugno dal
Consiglio comunale di
Bobbio Pellice. È un progetto particolarmente
ambizioso, che vale oltre
200 mila euro e attende
un finanziamento regionale che dovrebbe coprire oltre il 40% della spesa. Per il rimanente 60%
il Comune riceverebbe
un prestito dalla Regione, una cifra che dovrà
restituire con una serie
di rate da 25 milioni di lire Tanno. Principale caratteristica del piano è la
netta delimitazione fra
l’area della piazza e la
carreggiata stradale, con
la realizzazione di un
Farpa;
con essa
ma di sn
derata gì
iruppo
una stes
brano m
rispetto ]
per i ber
interpret
«salotto pedonale» da^,
vanti al municipio e la sistemazione di panchiM
e fioriere.
Una seconda novità riguarda il futuro dell'oai ne delle
si naturalistica delBa“ vedove
rant. Accantonata Tip® deveass;
tesi dell’azienda faunistf abilità, !
ca, la scelta è indirizzati ireciprc
verso quello che il Sindf considei
co, Aldo CharbonniiP unasinc
definisce un «consorzii sapevoh
di gestione ambientali titieper
dell’oasi», dove la caccS propriac
sarebbe soltanto uno de-- E il ca;
gli aspetti delTiniziatW desi; è il
«finalizzata alla manr di Torre
tenzione del territorio»!; novemb
Secondo le diverse ipot®
si delineate dal sindacò;
nel consorzio potrebbeR«,
confluire soggetti pubblici (lo stesso Comune,
Comunità montana e
Provincia) e priv^d'
proprietari dei fondi, ni
anche gli altri cittadiiu
Bohbio, i villeggianti, '
associazioni ambient
ste e venatorie). (m.gJ
Nel 2001 sono state prodotte 7.000 bottiglie
Buona annata per il Prustinenc
PIERVALDO ROSTAN
lido biglietto da visita del territorio
nd
E
di circa 7.000 bottiglie la cantina
del «Prustinenc» anno 2001.1 risultati dell’ultima vendemmia sono stati
presentati venerdì scorso in municipio
a Prarostino dal sindaco. Veltri, e dal
vinificatore. Dora di Frossasco. Si tratta
ancora di appezzamenti piccoli ma il
risultato, alla prova assaggio, è parso
buono. Certo è un’immagine commerciale su cui il Comune più che guadagnare, investe. Ma questo vino, come
altri citati dall’assessore provinciale
Bellion, possono rappresentare un va
suo complesso, con quella ncchez®
produzioni di qualità che rappr^®®^^g.
no anche importanti esperienze
nemiche e occasioni di
l’occasione della presentazione o j
no (rosso, rosé e robur) è
Uà
riaperto il museo della
paziente lavoro di numerosi
coordinati dal vicesindaco Giay
dato lustro a uno spazio
ressante e reso ancor più ricco
no, da parte di numerosi
della zona, di attrezzature utilizi
tempo dai viticultori della zona
b. Essai
gli ulti
ättiva
boviaitic
partee
^Varie,
anr
He alle fe
.‘per
[Jisissim
Né vagli;
gb inter
uioeur I
gei
‘‘^cese
lirismi
'3, se è
'»listi, è
Wae'
case
?”Cors
czion
ft r>.
tus
»1 pt
^•lca
?'àltip:
Ì'^ni ’
*»ili
%
Pro
fl, ^oion
̻ndo
""»1
'«He a,
13
iva
Ilice che,
ne spor.
Pinerolo,
3ri della
la parte0 atleti,
'Peci^ità
ainili, se
io, inizia
lei sapodegusta,
tti
GIUGNO 2002
L* Eco Delle Vai.i.i "Iàldesi
PAG. 13 RIFORMA
25 milioni di euro per le fogne del Pinerolese
Ancora opere connesse
l/lentre trascorrono i mesi si vanno modificando i settori
éi intervento. Dimezzata la variante Luserna-Bibiana
wMVAìPOBOSTAW
nenica 7,
lercatodi
*1 Penice,
ielle vali
ll’Haute
Pranzo a
' la Grugno al 21
a mostra,
gerito. Le
errltorioiO». Oltre,
i video e
:ali, nelno inten
; montaI delle Alante fari
pinerofe
I» elenco delle opere
I connesse, quegli interventi cioè legati stretainente all’evento olimjico del 2006, continua a
,%re modifiche suggerite da esigenze politiche
jei vari territori. Un ultijt„ (?) incontro fra Regioje, Provincia e Comune
ili Torino svoltosi lunedì
¡corso, ha parzialmente
ritnodulato gli interventi,
litorale delle opere conjesse-ammonta a circa
350.0 0 0 euro, di cui ne
verranno chiesti al governo centrale 245.000; il re¡to sarà cofinanziato da
altri enti, Provincia di Torino in particolare.
Per il Pinerolese si segnala la riduzione da 9 a
1,6 milioni di euro per la
variante della vai Pellice
da Luserna a Bibiana; in
realtà l’accordo prevede
che con le Olimpiadi si
finanzi un primo lotto
funzionale. Più o meno
immutati gli altri interventi con relativi finanziamenti, dal raddoppio
della ferrovia PineroloTorino ai 6,5 milioni per
Frali. Di particolare interesse la complessa partita delle acque che dai
Giochi olimpici dovrebbe ricevere un cospicuo
sostegno. Si tratta di acquedotti, fognature, collettori, depuratori. Il Pinerolese in particolare
beneficerà dei fondi
Il depuratore di Pinerolo
olimpici per i sistemi di
depurazione. Per il collettore fognario, più depuratore, della vai Pellice
si investiranno 9,3 milioni di euro: è un’opera attesa da anni, capace di
bypassare i singoli depuratori comunali, non
sempre ben funzionanti
e sempre in zona a rischio alluvione. Analoghe prospettive in vai
Chisone dove con 17,14
milioni di euro si realizzerà un unico sistema fognario con ampliamento
di alcuni depuratori,
compreso quello di Pinerolo. Il complesso degli
interventi sul ciclo integrato delle acque comporterà una richiesta al
governo di 46 milioni di
euro, di cui 28 nel Pinerolese. La tempistica dei
finanziamenti prevede
ora l’approvazione del
Toroc e la successiva delibera della giunta regionale: da lì in poi si attenderà il decreto del presi
dente Berlusconi. Dal
punto di vista della realizzazione delle opere,
secondo la legge dovrebbero essere collaudate
entro la fine del 2005; per
avviare fin da subito la
progettazione la proposta di gestione prevede
una convenzione fra
l’Agenzia per le Olimpiadi, titolare dei lavori,
l’Ato 3 (ovvero l’ente di
governo del sistema delle
acque) e le due realtà tecniche operanti in zona
nel settore, cioè la Smat
di Torino e TAcea di Pinerolo: alle due società
verranno affidate la progettazione e la realizzazione. Del resto proprio
queste due importati
realtà sembrano destinate a costituire una «Ati»
(associazione temporanea di impresa) per la gestione del sistema acque
in tutta la Provincia di
Torino. Il momento per
questo passaggio è fissato per fine novembre.
tei Valli Chisone e Germanasca
Centraline: sindaci
a porte chiuse
DAVIDE ROSSO
SULLA questione centraline idroelettriche
in vai Chisone e Germanasca le acque non sono
certo tranquille. Lunedì
scorso i sindaci dei Comuni valligiani si sono
riuniti a porte chiuse in
Comunità montana a Porosa per dibattere la questione della bozza di accordo preparata dalla
Provincia per la costruzione di alcune nuove
centrali in vai Chisone. La
proposta è stata avanzata
ormai alcuni anni fa dalla
società Idroval e a questo
punto, dopo la pausa di
riflessione seguita in un
certo senso all’alluvione
del 2000, la Provincia vorrebbe esprimersi in merito alle concessioni avendo però prima sentito il
parere, anche se solo con
valore consultivo, della
Comunità montana. In
materia però tra i sindaci
valligiani non c’è completa sintonia di vedute. La
Comunità montana ha
deciso di preparare intanto una nuova bozza di
accordo, che presenterà
ai vari Comuni interessati
probabilmente già nella
settimana in corso, che
integra quella della Provincia e che si pone come
obiettivo quello di vedere
la situazione della vai
Chisone da un ottica territoriale di insieme.
Per parte sua il comitato «per la salvaguardia del
torrente Chisone e dei
POSTA
bio
Í
lale» da)io e la sipanchine'
novità ri) dell'oa1 del Baata l’ipà’^
I faunisü^
idirizzai
; il SindP
bonnieE
onsorzi'
ibientalP
la
3 uno deiniziatW
a marni'’:
rritorio»,
rse ipote"
sindaca
3trebbete
ti pubbli"
mune.le
tana e le
) ri vati (i
nndi, tee
ttadinif
gianthle
ibientall'
(m.gJ
etic
itorio
chezzad'
presenta’
inze
oro. C®?
,e delj^toanch
Itura- fi"
volontaf*
reto
0 dal do,
»ricolto^
¡zzate
a.
un
190 anni di corale
Far parte di una corale e cantare
con essa è una cosa che, senza tema di smentita, può essere considerata gratificante. Fai parte di un
{tuppo di cantori che seguono
una stessa disciplina, che di un
brano musicale oltre all’assoluto
rispetto per il tempo, per i diesis e
per ¡bemolli, cercano la migliore
interpretazione, la migliore fusione delle voci. È un lavoro collettivo dove però ogni singolo cantore
deve assumersi la propria responsabilità. E fra i cantori nasce allora
d reciproco rispetto, la necessaria
considerazione che si sublima in
®a sincera amicizia e nella consapevolezza di fare qualcosa di
ntile per la propria chiesa e per la
'cppria comunità.
" il caso delle nostre corali valesti è il caso della corale valdese
"Torre Pellice che il prossimo
ovembre compirà 90 anni di viEssa ha avuto, particolarmente
e§lt ultimi 50 anni, una vita molafiiva. Riassumendo l’attività
sviamo numerosi concerti, molPartecipazioni a manifestaziontolte uscite dalla sede,
anno la fedele partecipazio. feste di canto e poi registrati! per dischi e cassette e numeU«ssime visite ai nostri istituti.
, fogliamo passare sotto silenzio
j, interscambi con lo svizzero
ie di Morges e infi
t 11 gemellaggio con la corale
ciese di Vandontcourt e Dasle.
j^nsultato di questa vita così at
Holto
n pur vero che lo si deve
denz ^ guida con pa
tito r ^ perseveranza, nel noal maestro prof. Ferruc■ prsani con i suoi 45 anni di
sttor^''^ n ultimamente al maeMaggi. Ma se è vero
% il gioia e soddisfazione
iitm .‘'®fito al culto domenicale o
niPj 'Particolari come ai natalizi,
p ai concerti e manifehii ' ^®rie, è pur vero, mi dicePfoT- Corsani, che una gioia
fife la si prova e la si sente
Sioni ^°rale partecipa alle
P>He " Tfinrtierali. Lì ci si sente
" casa propria, come in fa
miglia; fi c’è il vero contatto con il
fratello in fede poiché ti senti a lui
più vicino e lo senti partecipe dei
tuoi sentimenti: vi è una specie di
simbiosi che si realizza in un ambiente modesto come sono le nostre scuolette quartierali o le case
che ospitano la riunione. E allora
ti rendi conto che se hai avuto la
gioia di compiere un servizio portando a dei fratelli la parola di Dio
e il canto, hai pure la consapevole
gioia di avere ricevuto amicizia, affetto, calore e amore fraterno.
Edgardo Paschetto - Torre Pellice
M Contro l'Azienda
Abbiamo perso il ricorso contro
l’Azienda faunistica (Afv) di Massello. Ce ne duole, ma rispettiamo
il verdetto della magistratura.
Questo ci consente, comunque, di
fare alcune osservazioni a nostro
avviso importanti: 1) È chiaramente espresso con imbarazzo il
rigetto dell’obiezione contro l’inclusione dell’oasi Balmetta nelTAfv. Si sostiene che la norma regionale («Le Afv, qualora siano
contigue... ad oasi di protezione...
devono costituire lungo i confini
dei territori suddetti una zona di
rispetto di almeno 100 metri...»),
«non prevede alcun espresso divieto di includere una zona protetta nell’ambito di un’Afv». Insomma, se è fuori, ci deve essere il
corridoio di 100 metri di larghezza, ma se se la mangia per intero,
va tutto bene. 2) L’«eventuale, permanente inadempimento dell’obbligo di tabellare i confini dell’Azienda consegue l’effetto di revocabilità della concessione». Ma il
Tar lascia alla Regione il compito
dell’eventuale revoca. Quindi l’ente complice del trasgressore dovrebbe, in altre parole, reprimere
la trasgressione. Chi ruba la marmellata deve essere punito da chi
gliel’ha data. Ogni commento è superfluo. 3) Le spese sono compensate, cioè ognuno paga il suo (o i
suoi avvocati). Se il ricorso contro
l’Afv avesse torto marcio, (come affermato trionfalisticamente dalla
corrispondente de «L’Eco del Chisone») chi lo ha promosso dovrebbe pagare tutte le spese.
Che cosa faremo? Il ricorso era
giuridicamente fondato sulle violazioni delle norme generali; ma
l’opposizione è motivata da ragioni ben più profonde anche se non
rilevanti per la legge. Quella fondamentale è il fatto che l’Afv di Massello è gestita da un «amministratore unico», con esclusione della
popolazione, della stessa amministrazione comunale, di una qualsiasi ipotesi di organo collegiale
rappresentativo che concordi col
concessionario le misure di uso e
tutela dell’ambiente, delle attività
tradizionali, della popolazione. I
risultati si sono già visti con misure varie di sabotaggio delle attività,
della villeggiatura (la caccia si è
aperta il 1° agosto 2001, rendendo
il paese inospitale per chi vi passa
l’estate e per i pecorai sugli alpeggi). L’amministrazione che deve in
qualche modo adeguarsi ai desiderata del concessionario ha in progetto una pista di sci di fondo che
danneggerà le colture prative, assorbirà i proventi dell’Afv e in più
ha un debito programmato di 14
milioni di vecchie lire all’anno; ha
adottato un regolamento liberticida sulle affissioni; adotta continuamente misure vessatorie che
hanno il chiaro intento di confinare la pastorizia solo in alcune aree
gradite al concessionario; una recente ordinanza, sia pure poi revocata, limitava con argomenti pretestuosi le operazioni di transumanza a piedi alle ore notturne dei
giorni dal lunedì al venerdì, escludendo, quindi, la giornata tradizionale del sabato che era spesso
scelta per gli aiuti che gli amici
non impegnati in fabbrica potevano dare ai mandriani.
Cosa faremo? Continueremo a
lottare per la tutela delle attività
tradizionali, dell’ambiente, della
accoglienza del territorio verso
che vi trascorre le vacanze e, soprattutto, della libertà di espressione, anche mediante affissioni,
il cui diritto non può essere uno
ius singulare del concessionario
dell’Afv, che ha tappezzato alberi,
rocce e muri, anche in terreni non
concessi, dei segnali della sua presenza sul territorio.
Claudio Tron - Villasecca
suoi affluenti» sta andando avanti nella suà battaglia contro le centraline
sia in vai Chisone che in
vai Germanasca. Tra l’altro ancora recentemente
i membri del comitato
hanno chiesto una programmazione a livello regionale delle acque e a livello locale una visione
d’insieme della situazione che tenga conto sia
della realtà dei corsi d’acqua principali sia di quelli laterali. Prossimamente
intanto in vai Germanasca, dove è prevista la costruzione di una centrale
idroelettrica dell’Enel a
Ferrerò e un’altra nel vallone di Salza, dovrebbero
comparire anche i primi
striscioni contro le centrali «questo - spiegano al
comitato - per dar maggior visibilità alla nostra
iniziativa e suscitare anche la curiosità non solo
dei valligiani ma anche di
quanti visitano la valle e
rischiano in futuro di non
vederla più come è ora».
NELLE CHIESE VALDESI
CASA VALDESE DELLE DIACONESSE — Comincia
Venerdì 21 giugno la festa annuale della Casa
delle diaconesse a Torre Pellice, con la cena marocchina, alle 20. Venerdì 28, alle 20,30, si svolgerà una conferenza su «Le difficoltà dell’integrazione» con Giorgio Gardiol. Sabato 29 giugno, bazar interculturale, alle 14,30; si prosegue
con bancarelle e sottoscrizioni.
LUSERNA SAN GIOVANNI — Domenica 23 giugno
assemblea di chiesa, con all’odg la relazione dei
deputati alla Conferenza distrettuale.
MASSELLO — Prossima assemblea di chiesa, domenica 23 giugno, alle 11,15, nei locali della
chiesa di Reynaud.
POMARETTO — Il 26 giugno, alle 14,30 continua il
corso di bricolage.
FRALI — Domenica 30 giugno, dopo il culto, inuagurazione della mostra «Frali cent’anni di neve».
PINEROLO — Domenica 23 giugno, alle 10, culto
con assemblea di chiesa con alTodg relazione
sulla Conferenza distrettuale.
PRAROSTINO — Domenica 23 giugno, culto alle 9
al Roc, alle 10,30 a Roccapiatta.
RORÀ — Sabato 22 giugno, con partenza alle ore
8,30, visita allo Scopriminiera in vai Germanasca. La giornata prosegue con un picnic nei prati
di Balsiglia, tempo permettendo. Prenotarsi urgentemente da Dario Tron. Domenica 30 giugno, giornata comunitaria al Bric. Inizio con il
culto all’aperto, alle ore 10, pranzo comunitario
(prenotarsi da Valdesina, Olga o Dario Tron) e
pomeriggio di fraternità.
TORRE PELLICE — Martedì 25 giugno, giornata dell’Unione a Bobbio Pellice. Dopo il pranzo, incontro con Giulia D’Ursi che presenterà ¡fumetti di
Charlie Brown che raccontano l’Evangelo.
VILLASECCA — Domenica 23 giugno, alle 15, riunione a Bovile.
L'ECO
DELLE VALLI VALDESI della Chiesa Valdese
" Gettate lungi da voi tutte ie vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi \
r nuovo e uno spirito nuovo „
Riforma dei lavori del Sinodo: come
abbiamo detto nelTultima puntata di
questa rubrica, se ne discuteva già animatamente su L'eco delle valli valdesi
di mezzo secolo fa. Troppi argomenti e
troppo poco tempo, dice Gustavo Ribet, bisogna dunque lavorare in commissioni: «Mentre in assemblea non
può parlare che un oratore alla volta,
in dieci commissioni che lavorano
contemporaneamente, dieci persone
potrebbero parlare nel medesimo
istante». Inoltre «non tutti son nati oratori e molti si astengono dall’intervenire perché intimiditi sia dal pubblico
delle gallerie sia dal parlar forbito (talvolta eccessivamente forbito) di taluni
membri del Sinodo che, per la loro
maggiore preparazione culturale, anche se non sempre specificatamente
orientata ai problemi della chiesa, intervengono anche troppo sovente». Più
sobrietà: «Non sarebbe male se i deputati laici si chiamassero tra loro fratelli,
lasciando da parte per l’occasione i titoli di eccellenza, dottore, professore,
colonnello, avvocato, ecc.».
C’è il pericolo che il Sinodo «stia
perdendo il suo carattere di assemblea di popolo-chiesa, per diventare
un normale congresso guidato o
quantomeno troppo fortemente influenzato da un ristretto numero di
persone». Come si vede, sono considerazioni quanto mai attuali. Lino de
Nicola chiede una riforma radicale:
più decentramento verso le Conferenze distrettuali, che dovrebbero diventare dei Sinodi regionali, riuniti due
volte l’anno, per un paio di giorni. Il
Sinodo, oltre ad alcuni argomenti specifici, dovrebbe prendere atto delle
decisioni dei Distretti. I Sinodi regionali avrebbero come tema preminente il lavoro evangelistico nella regione.
Ermanno Rostan teme che così si trasformi il nostro ordinamento da presbiteriano in congregazionalista, ma
vede con favore una maggiore presenza di laici anche in funzioni direttive
generalmente occupate dai pastori.
Gustavo Comba sottolinea che non
è solo questione di procedure, ma di
riforma morale e spirituale; Paolo Bosio lamenta che i componenti del Sinodo sono troppi, Giovanni Gönnet
chiede la stampa delle relazioni, compresa quella della Commissione d’esame, e l’ordine dei lavori entro la prima
metà di agosto in modo che tutti si
possano preparare adeguatamente.
Ancora Gustavo Ribet raccomanda
che la Commissione d’esame si limiti
all’operato della Tavola e delle altre
amministrazioni e «non sconfini in
programmi di governo. Gli ordini del
giorno dovrebbero sgorgare dall’assemblea come conseguenza delle discussioni. La Commissione dovrebbe
fermarsi su due o tre argomenti, senza
sviscerarli tutti». Enrico Corsani e altri
chiedono maggiore disciplina nella
conduzione dei lavori, quindi un efficace Ufficio di presidenza (all’epoca il
presidente del Sinodo era normalmente il predicatore del culto di apertura, magari ottimo pastore ma inadatto a dirigere i lavori sinodali).
Passando ad altri argomenti, apprendiamo di una emissione di francobolli in Sud Africa, del 1949, per
commemorare il centenario dell’arrivo dei pionieri «che erano ugonotti,
fra i quali dei protestanti di Olanda e
di Francia, qualche tedesco e dei vaidesi italiani». Uno dei francobolli è un
trittico, con al centro il candeliere valdese sopra la Bibbia: non vi sono le
sette stelle ma al loro posto, tutt’intorno, gli scudi indigeni disposti a raggiera, in doppia fila. «Non sappiamo se
l’allegoria si riferisca all’omaggio indigeno tributato alla civiltà (raffigurabile nella luce) o ad una allusione di indipendenza locale...».
Infine ecco un precedente dell’attuale Università estiva organizzata dal
Centro culturale. Un avviso su L’eco
del maggio 1952 comunica che si terranno a Torre Pellice dei corsi di cultura religiosa aperti a tutti coloro che
svolgono qualche attività nelle chiese,
con ospitalità al convitto. Professori:
Francesco Lo Bue, Gino Costabel, Ernesto Ayassot e Alberto Ricca.
(a cura di Marco Rostan)
OSPEDALI DI POMARETTO E TORRE PELLICE
Nuovo orario di accesso al primo intervento
degli ospedali di Pomaretto e Torre Pellice
dal 1° GIUGNO 2002 il Primo Intervento negli
ospedali di Pomaretto e Torre Pellice svolgerà la sua
attività in orario diurno, tutti i giorni dalle 7 alle 20.
Dopo le 20, la gestione delle urgenze sanitarie è
assicurata su tutto il territorio della AsI 10 dal servizio di continuità assistenziale («guardia medica»),
dal 118 e dal dipartimento di Emergenza e Accettazione dell'ospedale civile E. Agnelli di Pinerolo.
14
PAG. 14 RIFORMA
E Eco Delle Valu ^ldesi
venerdì 21 GIUGNO
SPORT
PALLAVOLO
È Roberto Bonifetto il
nuovo tecnico della Volley Pinerolo di serie C:
cresciuto nel mondo della pallavolo pinerolese,
nella scorsa stagione ha
giocato nelle file del Busca, in serie Bl; continua
ad essere presente Davide Scali, che ha seguito la
squadra l’anno scorso,
che torna in campo nel
ruolo di palleggiatore e
che, oltre alla preparazione atletica dei giocatori
curerà il reclutamento
giovanile sia per il 3S Pinerolo, sia per la Volley
Pinerolo. Confermato 1’
organico dello scorso anno ad eccezione di Federico Castellucci, impegnato con il servizio militare; la formazione verrà
poi integrata con alcuni
atleti provenienti dalla
serie D del 3S Pinerolo.
Cambio di guardia anche per la serie C femminile, che sarà allenata da
Stefano Caire, proveniente dalle file della Pallavolo Chieri, che sostituirà Paolo Pignatelli.
La serie D maschile
continuerà invece ad essere allenata da Claudio
Mina, con l’aiuto di
Gianluca Giay e del dirigente Giorgio Colombo,
e saranno inseriti nell’organico della passata stagione alcuni giocatori
della sezione giovanile
seguita lo scorso anno da
Marco Gardiol.
La grande novità dell’anno prossimo sarà la
collaborazione tra il 3S e
la società pinerolese per
la serie D femminile: la
squadra vestirà i colori
del 3S, sarà allenata dal
tecnico Mario Picotto e
verrà integrata per circa
un terzo da atìete del 3S;
a Luserna continuerà poi
l’esperienza della prima
divisione femminile.
HOCKEY GHIACCIO
Il Valpellice ha chiesto
una proroga dei tempi di
iscrizione della prima
squadra alla prossima
serie A2 che si sta definendo in questi giorni.
«Ci siamo iscritti da alcune settimane r dichiara il
ds Barale - ma se non
potessimo avere fra le
nostre file i giovani ex
Valpe tesserati dall’All
stars Torino, ci verrebbe
a mancare un punto di
partenza determinante».
Andrea Muglia succede a Saverio Rocchetti
Nuovo sindaco per i guardioli
CESARE MILANESCHI
Guardia Piemontese (Cz), maggio
2002. Andrea Muglia, 43enne, di
antica famiglia guardiola, è il nuovo sindaco di Guardia Piemontese, eletto nella tornata del 26 maggio scorso. Succede nella carica al cav. Saverio Rocchetti,
che ha guidato il paese per la durata di
tre mandati consecutivi. Le origini della
famiglia Muglia risalgono all’antica
emigrazione valdese del secolo XIV, e
come tale è fra quelle più antiche del
paese. Andrea Muglia, dopo aver conse' güito la maturità scientifica, lavora
presso il Corpo forestale dello Stato come caposquadra. Candidatosi alla carica di sindaco nella lista civica «Alleanza
popolare», ha ottenuto 573 voti, superàndo la lista concorrente «Rinascita
democratica» che proponeva la candidatura a sindaco di Vincenzo Rocchetti
che ha ottenuto 509 voti. Un’altra lista
che faceva riferimento a Rifondazione
comunista, ha raccolto 44 voti. La nuova giunta comunale di Guardia Piemontese comprende, oltre al sindaco Muglia, il vicesindaco Vito Galateo e gli assessori Antonio Carnevale, Gaetano Cistaro e Franco Carnevale. Nel salutare il
sirrdaco uscente, Saverio Rocchetti, va
espresso il vivo ringraziamento per la
collaborazione prestata alle attività del
Centro culturale Gian Luigi Pascale e
per aver sostenuto il gemellaggio con
Torre Pellice. Fra l’altro è stato suo merito l’aver invitato a tenere a Guardia
Piemontese il prossimo convegno sulla
civiltà occitana (il quinto della serie)
che ogni anno promuove l’associazione
«Marcovaldo» di Caraglio. Nello stesso
tempo porgiamo il nostro augurio più
fervido ad Andrea Muglia e alla giunta
appena insediata affinché imbocchi la
via di uno sviluppo futuro che sappia
far tesoro del passato di Guardia Piemontese, la cui storia e cultura costituiscono una preziosa eredità.
I APPUNTAMENTI I
20 giugno, giovedì
PINEROLO: Alle 15, all’ospedale
Agnelli, reparto pediatria, teatrino Pulgarcito (Perù). Alle 21,15, alTExpo Fenulli; saltimbanchi dal Messico: «Juegos-Humanos, juegos mejicanos». Alle
22, alla Fenulli, Gianluca di Matteo
presenta: «Il matrimonio».
21 giugno, venerdì
PINEROLO: Alle 17,30 ai giardini De
Amicis, il Teatro Alegre presenta «Pulcinella, la poesia». Alle 21,15 all’Expo
Fenulli, i saltimbanchi dal Messico: alle
22 Svaria Katten (Svezia) presenta
«Perle di legno».
22 giugno, sabato
PINEROLO: Alle 15,30, all’Expo Fenulli, il Teatrino Pulgarcito presenta un
laboratorio di burattini. Dalle 21,15, in
via Principi d’Acaia, «no stop» di spettacoli teatrali.
SAN PIETRO VAL LEMINA: Nella
chiesa parrocchiale, concerto di musica classica. Ingresso libero.
22-23 giugno
BOBBIO PELLICE: Al Jervis, al Pra,
serata occitana «Nuit dans le refuge».
CANTALUPA: Saranno visitabili tre
mostre mercato: una di libri sulla storia
del pensiero religioso allestita nei giardini del Monastero, una sui documenti
storici nella villa comunale, una terza
che afi'ronta il tema «Nostra terra, storie, leggende, tradizioni».
23 giugno, domenica
TORRE PELLICE: Trofeo Amici di
Santa Margherita, gara regionale di
corsa in montagna, 12 chilometri.
SAN GERMANO CHISONE: Nel parco comunale, cerimonia e pranzo per il
45° anno di fondazione delì’Avis.
PINEROLO: Manifestazione di regolarità per auto storiche alle 11 in piazza
Vittorio Veneto.
INVERSO RINASCA: Alle 11,30, alla
Chiesa del Clot, il Comune in collaborazione con la Comunità montana e
l’Unione musicale e la parrocchia di
San Francesco di Sales organizza «Aperitivo sul sagrato», concerto musicale
con i «Brass studio quintet».
PINEROLO: Alla sala concerti Italo
Tayo, in via San Giuseppe, con inizio
alle ore 21,30, concerto di Giovanni
Battaglino e le Malecorde.
24 giugno, lunedì
PINEROLO: Dalle 17,30, all’Expo Fenulli Il Flauto magico, piccole note galleggianti; a seguire esibizione del coro
di voci bianche del Gorelli e, dopo cena, serata dedicata alla danza.
ROURE; Festa patronale a Villaretto.
25 giugno, martedì
PINEROLO: Alla chiesa di San Giuseppe, serata dedicata alla musica argentina e al jazz.
26 giugno, mercoledì
PINEROLO: All’Expo Fenulli, alle 17,
spettacolo su Cuba e la musica sua.
SAN PIETRO VAL LEMINA: Alle ore
21, nel Pala Lemina di piazza Piemonte, proiezione di diapositive su «Pinerolo sotterranea», a cura del gruppo
speleologico.
27 giugno, giovedì
PINEROLO: AlTExpo Fenulli, dalle
17, incontro con gli Africa Unite.
SAN PIETRO VAL LEMINA: Al Pala
Lerriina, concerto della filarmonica folcloristica Pinerolese, in occasione del
35° anniversario di fondazione.
28 giugno, venerdì
CUMIANA: Alle 19 si terrà la cerimonia di inaugurazione di «Cumiana a
tutta birra», con apertura degli stand
gastronomici. Alle 21, esibizione del
gruppo Danza Jazz. Si prosegue fino a
sabato 29.
29 giugno, sabato
TORRE PELLICE: Nel tempio valdese, alle ore 20,30, concerto della corale
mista «A coeur joie» di Vienne, Francia,
corale e organo, canti religiosi, del Rinascimento, canzoni della tradizione
popolare. Ingresso libero.
CANTALUPA: Nella struttura polivalente, concerto della Badia corale.
GUARDIA
notturna, prefesti^^
telefono 800-2331 lV
GUARDIA FAI
(turni festivi con
(CISO
ilc(
su
1 iorsoui
DOMENICA 23 giugno! Jtemet
Cavour: San Lorenzo.
Giolitti 93, tei. 69024
San Germano Chisong
Farmacia Tron, tei. 687755
Pinerolo: Ben - via Col
go 1, tei. 322950
SERVIZIO INFERMI
presso i
SERVIZIO ELIAM
telefono 118
CINEMA
TORRE PELLICE
Cinema Trento h
programma
ore 20,30, L’era
.palestin
Pi
^voredei
ine:
l^ftonte £
Uutnar
La lung
fcaltà, pu
liffere
formazi
non £
encati d
[jnoltiss
^ento c
Uasistf
iiljalladisa
giovedì al^jonflitti
È vero,1
venerdì 21, ore 21,15,» jelH
bato 22 ore 21,15, dor*
nica 23, ore 21,15, Im
24, ore 21,15, L’ora dii
ligione.
VILLAR PEROSANuovo cinema propij
martedì 25, ore 21,
L’ora di religione.
PINEROLO —Lap
risala Italia ha inp
gramma, alla sala «2(3
to». Long time ded,g
cano con la morte.H P'
sala «5cento» va in
ne Livo & Stich.
ECONOMICI
permanei
tirtirp77a
PRIVATO acquis paiitàch
mobili vecchi-anticn
. rmsiei
oggetti vari: telef. 012 CranBret
40181-338-7761147.
Per la vostr
pubblicità
tei. 011-655271
quel
IO. Riue
mento si
Jdl'Onu
glniziò
astemati'
OsaeUr
. ¡esic
«olio, di:
Mglob
no quindi
lo, al di 1
Ji’Asser
Mie dell
Ézazioni
anazii
fcentica
L’“UMIDO”: UHA NUOVA
CONSORZIO
SŒA
Vìa Vigorie, 42
Pinerolo (TO)
Tel. 0121.2361
RACCOLTA DIFFERENZIATA
I iiiftezzi
I Metà de
OpUf
verde
pisello
verde
bottiglia
verde
mela
Li produciamo proprio tutti noi?!?
Il consorzio Acea si occupa della raccolta e
smaltimento dei rifiuti in 47 comuni
dell'area del pinerolese: una popolazione
di 142.000 abitanti. Ogni cittadino produce
mediamente in un giorno 1,2 kg di rifiuti.
In un anno 438 kg che in volume equivalgono a 3,4 metri cubi. Il consorzio Acea deve quindi provvedere a trattare un volume
pari a 4500 autobus all'anno. In questa
area, dal 1996 al 2001, i rifiuti raccolti
dall'ACEA sono cresciuti del 30% circa: in
media 5,4% all'anno. E ciò che buttiamo
via continua ad aumentare! Con le raccolte
differenziate si separa oggi circa il 22%
delTimmondizia: non basta!
Verde sacchetto: una raccolta
comoda che inizia da casa i ’«sfnij
Rivoltato e riempito di materiale "umic
ben chiuso con due nodi prima di gettai
nel cassonetto, il sacchetto verde è
nuova raccolta differenziata. Attraverso !
lavorazioni nello stabilimento nuovo inr
struzione presso la tangenziale di Pine
si valorizza il materiale organico facenci
diveritare compost (terrìccio) da utili/
in agricoltura e altri usi, e biogas che pr
Obiettivi che devono diventare realtà
Tutte le norme e le leggi degli ultimi armi
dicono che:
• ogni area deve discutere e decidere come smaltire ciò che produce alTintemo
del proprio bacino
• la raccolte differenziate devono raggiungere il 35 % entro il 2003 (legge nazionale); il piano provinciale parla del
volume pari a
4500 X
Una quantità inaedibile di rifiuti ogni anno pari a 4500 autoboti
40%.
• i rifiuti destinati alla discarica, oggi il
78%, devono ridursi drasticamente e
VERDE
SACCHETTO
percorrere altre strade nel rispetto
dell'ambiente
La proposta ACEA
Che cosa buttiamo nei cassonetti stradali
dei rifiuti indifferenziati? Circa il 18 % di
carta; il 12% di plastica; il 20% di metalli e
il 40% di materiale organico, T"umido"; ed
altro ancora! 11 40% di "umido" (materiale
organico) può intanto essere una parte di
immondizia che viene separata e sottratta
alla discarica.
durrà energia elettrica per far funziop
le macchine di produzione. Lo stabilin
to tratta anche il materiale "secco
avrete gettato negli altri sacchetti ni
sottraendo Tumido; vengono valori
metalli, separandoli; mentre una pai^
venta combustìbile da cui ricavare
(fuori dal Bacmo Pinerolese).
verde
ramarro
Ma è essenziale la catUOm
dei cittadini
La proposta funziona se i cittadùii a i
loro, dividono i rifiuti: la raccolte '
zia te classiche da una parte e dell'a
nuova raccolta dell'Umido, separato j
Secco, grazie al sacchetto verde,
tonno bisognerà abituarsi!
m.
som
•ade
'a Ri
Eiioi
tìco
Antii
800-808055
tapp
entro il 2002 arrivo nelle vostre case: adottati
«ad
eils
15
pi 21 GIUGNO 2002
PAG. 15 RIFORMA
IZI
POSTA
Me
giugno
iMon spariamo
sull'Onu
\s. Riforma del 31 maggio
’rso un lettore critica pentemente l’azione dell’Onu
® il conflitto fra israeliani
S^^-^Sestinesi {accusandola di
pregiudizialmente a
ihisone;
iel.
JeP'
Lsere
5877]i|6vore
dei secondi), e lamenta
via Cottoli
LUCE
imporaneamente la supI inerzia dell'Onu stessa
konte alle violazioni dei dilli umani che avvengono in
La lunga serie di paesi. In
Utà, pur nella quasi totale
differenza dei mezzi di
¡rmazione, l’Onu si occunon solo dei problemi
ìncati dal lettore ma anche
jinoltissimi altri, dallo sfrutJjiento dei bambini alla viotaja sistematica sulle donne,
irto haljga discriminazione razziale
giovedì•conflitti interetnici,
ra glacldi Èvero, per altro, che l’azio® 21,15,» lodeirOnu ottiene risultati
1-15, do® igfjn lunga inferiori rispet1.15, luD( jj quelli che tutti vorremL’oradii ,o,Ricordiamo che il molento stesso della nascita
ROSA~l itll’Onu (1945) è quello in
a propoj liiiiiziò la contrapposizione
“ iistematica ed esasperata fra
OsaeUrss. Le due superposi contendevano il conI, diretto o indiretto, di
singolo metro quadrato
ed esclusero che
morte, il rOnù potesse porre dei limiti
va in vis politiche e mi
litari. Ciò fu reso possibile
dia loro qualità di membri
fermanenti del Consiglio di
scurezza con diritto di veto,
che mantengono tuttoiainsieme a Cina, Francia e
Gran Bretagna. Esse poteva0 quindi determinare di fati,aldi là delle risoluzioni
dcE'Assemhlea generale. Faine dell’Onu. Questa orgafcazione non potè dunque
«neppure avvicinarsi alla
Ma di diventare un’autorità
sowanazionale capace di far
fanticare la debolezza e le
iafttezze della progenitrice
Società delle Nazioni.
panorama politico è
ore 21
one.
-La
ha in pi
sala «2(j
e ded,
»MICI
acqui!
i-anticà
telef.
761147.
1
■m
radicalmente mutato ma le
prospettive, da questo punto
di vista, non sono migliorate.
Cessato l’antagonismo fra le
superpotenze, si estendono
nel mondo le «zone grigie», il
cui controllo non ha più motivazioni strategiche e la cui
stabilità non giustifica la spesa di un dollaro o la vita di un
soldato. Ormai il rito è consolidato: si esprime «viva
preoccupazione», si ritira il
personale di ambasciate e
consolati con rispettive famiglie e si lascia che i massacri
avvengano, tutt’al più diffondendo previsioni sul numero
delle vittime. Non dimentichiamo che l’Onu non dispone di truppe proprie né di
proprie risorse.
Attualmente il personale
che nel mondo intero lavora
per l’Onu e le organizzazioni
a essa collegate (Unesco, Fao,
Oms ecc.) è equivalente a
quello dell’amministrazione
comunale di una qualunque
città europea. Per di più,
l’Onu ha crediti verso i paesi
membri per circa 3 miliardi
di dollari, 1,8 dei quali sono
dovuti dagli Stati Uniti, che
sistematicamente rifiutano o
rinviano il pagamento delle
proprie quote, pur essendo
queste decise in base a una
serie di parametri concordati
unanimemente.
È perfettamente comprensibile, d’altro canto, che il lettore usi espressioni come
«nessuno si è accorto che
l’Onu si sia qualche volta scomodata...» o «nessuno ha sentito o letto che l’Onu si sia occupata...». In effetti i giornali
italiani preferiscono dedicare
pagine intere alle clamorose
quanto bizzarre esternazioni
della scrittrice Oriana Fallaci
(che usa la carta stampata come altri userebbe il lettino
della psicanalista), piuttosto
che a un’informazione puntuale e documentata sui problemi politici e sociali di questo nostro povero pianeta.
Enrico Fumerò
Torre Pellice
erso tej
> in cO'-i
nerdte
-■ndokrj
lizzare*
le pro-.y
CONVEGNO SULLA FECONDAZIONE ASSISTITA
^Centro culturale Palazzo Cavagnis (Venezia) è possibile riteiere gli atti del Convegno nazionale dell'aprile 2001 Fecondaione assistita, una questione aperta al prezzo di 15 euro a copia,
^versare su ccp. 4311/P intestato a Foresteria valdese, fondo di
terietà. Sono anche disponibili fascicoli dei convegni Omoseslità, società civile e coscienza religiosa e La concezione della
ità nell'attuale contesto multietnico.
Vi hanno aderito i rappresentanti delle principali realtà religiose della città
«Religioni per la pace» anche a Milano
Rappresentanti delle principali realtà
religiose di Milano, che in varie occasioni hanno espresso il loro comune impegno per la pace, hanno deciso di riunirsi
in associazione affinché le religioni possano essere testimonianza di pace e non
causa di divisione. Si è quindi costituita
la sezione milanese delle Religioni per
la pace. L’organizzazione «Religions for
peace», precedentemente denominata
World Conference on Religión and Peqce (Werp) è presente in ogni continente,
conta su un’organizzazione internazionale, regionale e nazionale. È riconosciuta come Ong dalle Nazioni Unite,
presso le quali svolge un ruolo consultivo per il Consiglio economico e sociale
(Ecsoc), l’Unescq e FUnicef.
La «Religions for peace» fonda il proprio impegno sul rispetto e la valorizzazione delle specificità esistenti tra le
diverse tradizioni religiose, facendo
propria la convinzione che, nella tensione verso un mondo pacificato, ciò
che unisce le religioni sia prioritario rispetto a ciò che le divide. Ispirandosi a
questi principi l’organizzazione promuove iniziative di cooperazione multireligiosa per la pace, che si esprimono
in progetti legati al disarmo, all’educazione alla pace, ai diritti umani, ai diritti delle donne; all’attenzione ai bambini e ai giovani; alla prevenzione e l’eliminazione delle discriminazioni razziali e sociali; all’ecologia; alla risoluzione dei problemi delle minoranze etniche e religiose; alla riconciliazione
nelle zone di conflitto; ad un nuovo ordine economico in grado di promuovere uno sviluppo sostenibile in tutti i
paesi; allo sviluppo spirituale.
La sezione di milanese allo stesso modo nasce con lo scopo di promuovere
una collaborazione interreligiosa, mantenendo un assoluto rispetto delle differenze, la sezione milanese delle «Religioni per la pace» in concreto si impegna a: [art. 3] a) identificare ed esaminare le questioni inerenti alla promozione
della pace; b) favorire la conoscenza reciproca e la condivisione di principi e
valori che possano contribuire alla costruzione della pace; c) incoraggiare e
sostenere comunità e organizzazioni religiose nell’impegno per la pace anche
all’interno delle proprie tradizioni; d)
promuovere iniziative concrete e programmi di collaborazione multireligiosa
per la costruzione della pace.
La sezione milanese riunisce singole
persone appartenenti alle diverse tradizioni religiose presenti a Milano. Tra
i soci che hanno formalizzato la costituzione, vi sono rappresentanti più autorevoli della comunità ebraica come il
Rav Giuseppe Laras, rabbino capo di
Milano; per i buddisti ci sono Elena
Ciocca, responsabile del gruppo zen di
Milano dell’Associazione zen internazionale; Maurizio Anshu Ferro, responsabile dell’associazione Shobogendo; il
venerabile Lama Gangchen Tulku Rinpoce, Cosy Back, Francesco Prevosti e
Carmen lodice del Centro Kunpen Lama Gangchen; il venerabile Lama
Paljin Tulku Rinpoce, del Mandala
Centro studi tibetani; il venerabile Carlo Tetsugen Serra, direttore spirituale
del monastero buddhista zen «Enso-ji
il cerchio», con Myoen Raya presidente
dell’omonima associazione.
Per i cristiani ci sono don Giampiero
Alberti, responsabile del dialogo con
l’Islam e don Augusto Casolo, presidente del Centro ambrosiano di documentazione per le religioni (Cadr); don
Gianfranco Bottoni, responsabile dell’ufficio per l’ecumenismo e il dialogo
interreligioso della diocesi di Milano e
coordinatore del Centro ecumenico europeo per la pace (Ceep); il vicedecano
Norbert Denecke e Lorenzo Vincentini
della Chiesa evangelica luterana; la pastora Lidia Maggi, della Chiesa evangelica battista; Paolo Siviero, membro del
comitato di coordinamento dell’associazione «Religioni per la pace nazionale» e neoeletto segretario della sezione
milanese; padre Traian Valdman, della
Chiesa ortodossa romena. Per la comunità islamica ci sono Mohamed Danova
e Anwar Jolani della casa della Cultura
islamica; Gabriel Mandel Khan, Kalyfa
della Confraternita Jerrahi Helveti, con
Paola Mandel e Andrea Zumino.
La sezione di Milano è per il momento presso il Centro ecumenico europeo
per la pace (Ceep) in via della Signora 3,
(per informazioni tei. 02-8556402; 027723252; fax: 02-8556357; e-mail: pace
Città di Genova
e giornate G8
C’è un aspetto, nei risultati
delle elezioni amministrative
del 26 maggio a Genova e in
Liguria, che stampa e televisioni filogovernative hanno
tenuto in ombra. Durante la
campagna elettorale le destre
hanno cercato di criminalizzare non solo il movimento
dei «no global» e le forze politiche che lo hanno appoggiato, ma anche il sindaco di Genova e la presidente della
Provincia, colpevoli di avere
concesso ampi spazi per l’accoglienza ai manifestanti che
contestavano il G8.
Queste accuse non hanno
fatto presa fra i genovesi che
si ricordano molto bene dello
svolgimento di quei fatti. Migliaia di testimoni diretti e di
immagini ce li hanno raccontati, ancor più di quelli del
Passatempo
(D. Mazzarella)
á
rwM
L V?"“"
]. *' tenne il Sinodo
1 n?®'°ne dei valdesi al1 g "'forma
J^orme mostro acquali nella Bibbia
lì, precettore
V elio greco esprime il
^JPPorto tra la lunghez.,Pi una circonferenza
13 J suo diametro
H; 'già di Udine
I gto che moltiplica
Climatico appello
17. E’ riportato in Esodo e in
Deuteronomio
20. Nome greco di Troia
21. Gesù ci invita a procurarci quelle che non invecchiano
23. Le nozioni elementari
24. Esercito Italiano
25. Pari in Melampo
26. Negazione
27. Quello dell’Apocalisse è
degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli
29. Demoni femminili della
mitologia classica
31. Compagnia aerea israeliana
32. Re di Israele ricordato
per la sua idolatria
Verticali
1. Pubblica testi di teologia protestante
2. Città che diede il nome
a uno dei più importanti
catechismi della Riforma
3. Associazione Volontariato Ospedaliero
4. Nel panino
5. Convinse Calvino a stabilire la Riforma a Ginevra
6. Metà di otto
7. L’ente con la televisione
di stato
8. Iniziali della poetessa
Negri
10. Uno di Gesù è stato Simon Pietro
12. Fiume italiano
14. Quello “de Agucar” è il
famoso monte brasiliano a forma di pan di
zucchero
15. Il compagno di Batman
16. Miriam lo era di Mosè
18. Mezza cicala
19. Iniziali del patriota
Oberdan
22. Saluto arabo
24. Il mare di Creta
27. Massiccio montuoso nel
deserto del Sahara
28. Eremo senza pari
30. Sigla di Pescara
marzo precedente a Napoli.
Genova democratica e antifascista, medaglia d’oro della
Resistenza, che il 30 giugno
1960 cacciò i fascisti del Msi
qui convenuti per il loro congresso e fece cadere il governo Tambroni, non ha dimenticato che le peggiori devastazioni la città le ha subite a
opera dei black-blokers lasciati liberi di agire da polizia
e carabinieri. In queste elezioni i signori della destra a
Genova non solo non sono
passati, ma addirittura duè
delle tre circoscrizioni da loro governate (sulle nove in
cui è divisa la città) sono passate alle sinistre.
Al sindaco Perico (che pure, per riconoscimento a posteriori dello stesso presidente del Consiglio, àveva bene
operato) la destra aveva anche rinfacciato, come prova
della sua collusione con i «no
global», di aver accettato l’invito del sindaco di Porto Alegre a partecipare al secondo
grande incontro internazionale dei movimenti che con
ispirazioni diverse si oppongono al mercato globale. Con
la sua partecipazione Perico
f Nuovo indirizzo
Il pastore emerito Renzo
Turinetto comunica il proprio nuovo indirizzo: via San
Pio V 15 bis, 10125 Torino;
tei. 011-6503217.
ha interpretato un sentimento diffuso nella città, che poi
si è manifestato nel voto, con
cui egli è stato riconfermato
al primo turno, a larga maggioranza. Le false versioni governative dei fatti del luglio
2001 non potevano ricevere
più eloquente smentita.
Nell’ anniversario di quei
fatti a Genova si manifesterà
per ricordare, non solo nel
cuore della ex zona rossa, davanti al Palazzo Ducale, dove
si sono incontrate nel più
inutile dei loro inutili incontri le delegazioni degli 8 paesi
più ricchi del mondo, ma in
tutta la città. Non ci sarà violenza, se non torneranno di
nuovo in servizio per l’occasione i black-blokers, ma si
leveranno canti di speranza e
di invocazione di pace e giustizia per il domani del mondo minacciato di distruzione.
Tale è insomma il senso profondo del voto di Genova e
della Liguria. Dire che «un altro mondo è possibile» è qui
più che altrove un’affermazione concreta.
Giocolilo Quartino
Genova Sampierdarena
La prima pagina
Vorrei esprimere alcune
considerazioni a riguardo del
giornale Riforma. Mi sembra
che l’articolo principale della
prima pagina sia, spesso, di
carattere non religioso. Ciò
mi ha sempre lasciato perplesso visto che il giornale è
definito come settimanale
delle chiese evangeliche battiste, metodiste, valdesi. Peraltro non trovo sbagliato che
il giornale tratti tematiche
non strettamente religiose.
Ma il punto è: che differenza
c’è tra un articolo, poniamo,
sulla questione della modifica dell’art. 18 dello statuto
dei lavoratori che troviamo
su Riforma e su un analogo
articolo che compare su un
qualsiasi altro giornale? A me
interessa il punto di vista
protestante sulle varie tematiche. In altre parole o un articolo riporta uno «specifico»
protestante oppure è un articolo che si può trovare in altri giornali. Mi sembra che
non sempre sia presente
questa caratteristica.
Antonio Tefia - Torino
Nev
notizie evangeliche
agenzia stampa della
Federazione delle Chiese
evangeliche in Italia
e-mail: nev(§)fcei.it
Abbonamenti
bollettino settimanale
e-mail: euro 15,50
bollettino mensile
su carta: euro 23,25
abbon. cumulativo
settimanale+mensile euro 31,(X)
Versamenti sul c.c.p. 82441007
intestato a:
nev-notizie evangeliche
via Firenze 38, 00184 Roma
tei. 06-4825120 fax. 06-4828728
abbonamenti
interno
estero
sostenitore
euro 5,00
euro 10,00
euro 10,00
PARTECIPAZIONI
RINGRAZIAMENTO
«In pace io mi coricherò e in pace dormirò perché tu solo,
o Eterno, mi fai abitare al sicuro»
Salmo 4, 8
I familiari di
Margherita Adeie Giraud
ved. Long
riconoscenti, ringraziano i parenti, gli amici e i conoscenti che
hanno partecipato al loro dolore.
Un ringraziamento particolare
al pastore Ribet, al medico curante dottor Rei, al personale
medico e infermieristico dell’Ospedale valdese di Pomaretto,
all’Anpi di Porosa e valli, all’Avis,
aH’amministrazione comunale,
alla Pro Loco, alla banda musicale di Pomaretto e alle amiche
che l’hanno assistita.
Pomaretto, 17 giugno 2002
RINGRAZIAMENTO
«Se dimorate in me e le mie
parole dimorano in voi
domandate quel che volete
e vi sarà fatto»
Giovanni 15, 7
Erica e i parenti di
Ernesto Romano
ringraziano tutti coloro che hanno preso parte al loro dolore. Un
ringraziamento particolare al
dott. Sari!, all’équipe Ucp e al
pastore Ruggero Marchetti.
San Secondo, 4 giugno 2002
RINGRAZIAMENTO
«Or la fede è certezza di cose
che si sperano, dimostrazione
di cose che non si vedono (...)
In fede morirono tutti costoro,
senza aver ricevuto le cose
promesse-, ma avendole vedute
e salutate da lontano, e avendo
confessato che erano forestieri
e pellegrini sulla terra»
Ebrei 11,1.13
All'età di 96 anni è deceduta a
San Germano Chisone (To)
Emma Colonna
ved. Rostagno
Ne danno l’annuncio I figli Sergio con Erica e Silvia; Bruno con
Laura, Giovanna e Sara; Piero
con Fiorella e le figlie Donatella
con Renato, e Roberta.
La famiglia esprime un vivo
ringraziamento al prof. Claudio
Tron e ai medici e al personale
dell’Asilo dei vecchi di San Germano, che hanno avuto in cura
la mamma nel suo ultimo periodo di vita. Inoltre, nell’lmpossibilità di farlo personalmente, ringrazia tutte le persone che con
scritti 0 parole hanno espresso
la partecipazione al suo dolore.
San Germano, 12 giugno 2002
I necrologi si accettano entro e non oltre le ore 9 del
lunedì. Telefonare
011-655278
fax 011-657542.
16
PAG. 16 RIFORMA
Villaggio Globade
A Bucarest, dal 31 maggio al 2 giugno, l'Assemblea annua di Eurodiaconia
Servire in un mondo che cambia
L'Assemblea, ospitata dal Patriarcato rumeno, ha discusso e approvato il programma che
Eurodiaconia intende attuare nei prossimi anni nel quadro dell'Integrazione sociale europea
JEAN-JACQUES PEYRONEL
.- Ç ERVIRE in un mondo
che cambia»: questo il
programma che intende attuare nei prossimi anni Eurodiaconia, la Federazione europea della diaconia che raggruppa le organizzazioni diaconali collegate alle chiese
protestanti, anglicane e ortodosse di 25 paesi europei.
L’Assemblea annuale della
Federazione si è svolta dal 31
maggio al 2 giugno a Bucarest, su invito del Patriarcato
ortodosso romeno e dell’organizzazione ecumenica «Aidrom», che riunisce le chiese
ortodosse, luterane e riformate del paese e che è membro di Eurodiaconia.
toso, anche se ormai sono
migliaia le imprese occidentali operanti nel paese, fra cui
moltissime italiane; è quello
infine dove il tasso di povertà
è uno dei più alti dell’intera
Europa e dove il salario mensile medio è inferiore ai 100
dollari. E fra i poverissimi
spiccano i Rom, che rappresentano circa il 10% della popolazione ma che non hanno
la cittadinanza romena.
estoso Palazzo del Patriarcato, era abbinata una Conferenza sul ruolo della diaconia
nel futuro dell’Europa, intitolata appunto «Servire in un
mondo che cambia», e sponsorizzata dalla Commissione
europea con un contributo di
24.000 euro.
Un ponte tra Est e Ovest
Nel panorama politico e religioso dell’Europa che cambia e che si va costruendo, la
Romania è un paese chiave
che, per la sua storia, rappresenta un vero e proprio ponte
tra l’Est e l’Ovest del continente: è il paese in cui l’ortodossia, fortemente legata
all’antica Bisanzio, è la religione in cui (a prescindere
dalla Transilvania ungherese,
riformata e cattolica) si identifica la maggioranza del popolo romeno; è l’unico paese
latino dell’area europea sudorientale; è quello in cui il
passaggio all’economia di
mercato è stato più difficol
I bambini di strada
Molte delle chiese membro
di Eurodiaconia, tra cui le
nostre chiese metodiste e
valdesi attraverso fondi dell’8%o, sono impegnate nei
numerosi progetti a favore
dei «bambini di strada» di
Bucarest, che vivono nei corridoi della metropolitana e
della rete fognaria della città.
Ufficialmente sono 3.000; in
realtà, secondo le Organizzazioni non governative, sono
almeno 7.000, e il loro numero tende a crescere. I membri
di Aidrom ci hanno portati a
visitare alcuni dei progetti in
atto a favore di questi bambini e di quelli che, senza tali
interventi, sarebbero già preda della strada. Davvero notevoli la dedizione, la serietà
e la professionalità del personale impegnato in questi servizi aperti dal lunedì al venerdì, dalle 8 del mattino alle
18. All’Assemblea di Eurodiaconia, che si è svolta nel ma
Bucarest: centro città
Il nuovo Ufficio di Bruxelles
In quest’ultimo anno vi è
stata una riorganizzazione
completa dell’Ufficio di Eurodiaconia a Bruxelles: Albert
Brandstàtter, luterano austriaco, è il nuovo segretario
generale a tempo pieno. A lui
si sono aggiunte di recente la
francese Myriam Bouillon,
come assistente e la finlandese Susanna Heinàsmaki, come responsabile del settore
«politiche sociali» della Ue.
Anche la sede dell’Ufficio è
cambiata: ora si trova in Rue
Joseph II, proprio di fronte al
Palazzo della Commissione
europea, in uno stabile in cui
ha sede anche l’ufficio della
Chiesa evangelica in Germania (Ekd). Con questo nuovo
ufficio, per ora formato di tre
persone a tempo pieno ma
che si spera di potenziare fino
a sette persone nei prossimi
anni, Eurodiaconia è ormai
pronta a mettere pienamente
in atto una delle sue principali ragioni di essere: fare da
portavoce presso le istituzioni dell’Ue di tutte le organizzazioni diaconali operanti
nei vari paesi europei, sia a
Ovest che a Est, e che tutte
sono impegnate in servizi rivolti alle persone più deboli
della società: bambini e adolescenti a rischio, anziani,
malati, handicappati, disoccupati, emarginati ed esclusi,
migranti, nuovi poveri.
Dalla parte dei più deboli
Eurodiaconia, in quanto
organismo paneuropeo presente a Bruxelles, intende
non solo favorire l’accesso ai
vari programmi dell’Ue in
campo sociale, sanitario e assistenziale, ma anche far sentire la propria voce nel concerto di tutte le organizzazioni della società civile, per
organizzazione paneuropea
di cui fanno parte anche le
organizzazioni diaconali dei
^ È stato istituito in Gran Bretagna ed è posto sotto il patronato di Desmond Tutu
Fondo per aiutare i coloni e i braccianti dello Zimbabwe
Desmond Tutu, ex arcivescovo anglicano di Città del
Capo e Premio Nobel della
pace, e diversi simpatizzanti
del Régno Unito, hanno creato un’organizzazione di beneficenza per venire in aiuto
ai coloni dello Zimbabwe e ai
loro parenti colpiti dalla controversa riforma agraria del
governo.
Un Fondo istituito
in Gran Bretagna
Questo Fondo di aiuto ai
coloni, denominato «Zimbabwe Agricultural Welfare
Trust», è stato istituito in
Gran Bretagna per coordinare il sostegno internazionale
ai coloni e ai lavoratori agricoli colpiti dal programma di
ridistribuzione delle terre imposto dal governo. II Fondo
dovrebbe rafforzare gli sforzi
delle chiese locali e delle organizzazioni non governative
che si sforzano di aiutare le
vittime di questo programma. «La nostra missione è di
alleviare le sofferenze e le
prove dei membri della comunità agricola nello Zimbabwe, in particolare dei coloni, dei lavoratori agricoli e
di altre persone che lavorano
in questo campo, e di tutti
coloro che sono stati direttamente coinvolti nell’agitazione civile», ha precisato Lào
Watson-Smith, amministratore del Fondo. Il Fondo è
posto sotto il patronato di
Desmond Tutu ed è presieduto da James Maberly, un
umanitario nato in Kenia che
ha trascorso l’infanzia nello
Zimbabwe.
Secondo il sindacato dei lavoratori agricoli dello Zimbabwe e il Forum dei diritti
della persona, dal febbraio
2000 almeno undici coloni e
sette lavoratori sono stati uccisi, migliaia sono stati aggrediti e circa un milione di lavoratori hanno dovuto allontanarsi insieme alle loro famiglie. Fin da quella data,
membri dell’Unione nazionale africana dello Zimbabwe-Fronte patriottico del
presidente Robert Mugabe,
ed ex combattenti della guerra di liberazione degli Anni
70 hanno cominciato a occupare fattorie appartenenti a
coloni bianchi. I militanti che
occupano le fattorie accusano i proprietari bianchi jdi
portare avanti una campagna
perché venga respinto un
progetto di costituzione elaborato da una commissione
nominata e scelta dal presi
dente Mugabe. Questo progetto di costituzione contiene una clausola che autorizza
il governo ad acquistare qualunque fattoria appartenente
a coloni bianchi senza versare compensazioni.
In aumento le occupazioni
di fattorie di coloni bianchi
Le occupazioni si sono intensificate alla fine dello
scorso anno e prima delle
elezioni presidenziali dello
scorso marzo. Il sindacato
dei coloni ritiene che dall’inizio delle occupazioni, circa
metà dei 4.000 coloni bianchi
sono stati cacciati dalle loro
proprietà da bande di militanti che li hanno lasciati privi di tutto lungo le strade. Alcuni coloni sono emigrati
verso il Mozambico vicino.
Secondo un’organizzazione
zimbabweana di aiuto ai lavoratori agricoli sfollati e alle
loro famiglie, «The Farm
Community Development
Trust of Zimbabwe», metà
dei lavoratori coinvolti sono
discendenti da lavoratori venuti dal Mozambico, dal Malawi e dallo Zambia: l’anno
scorso hanno perso la propria cittadinanza dopo l’adozione di una nuova legge da
parte del governo.
Per l’amministratore del
Fondo, Lao Watson-Smith, le
riforme brutali del governo
zimbabweano hanno provocato una tremenda crisi umanitaria. «Oltre a casi di torture nelle fattorie, molti lavoratori sono oggi senza casa,
senza lavoro e senza accesso
all’istruzione e alle cure sanitarie perché le fattorie sono
state abbandonate e le imprese sono state chiuse - dice
-. Ci impegniamo a dare il
nostro aiuto per rispondere
ai bisogni della comunità
agricola, sia a livello finanziario, sia a livello della salute fisica e mentale, dell’istruzione e delle condizioni di vita
in generale».
Verso una crisi umanitaria
Lo Zimbabwe è sull’orlo di
una crisi umanitaria dovuta
in parte alla carestia causata
dalle occupazioni che hanno
provocato la rovina dell’industria agricola, una volta
fiorente, e la distruzione della
produzione alimentare. Secondo vari rapporti di organizzazioni non governative,
oltre sette milioni di persone,
ossia il 54% della popolazione, avrebbero bisogno di aiuto alimentare entro la fine di
quest’anno. (eni)
venerdì 21
tentare, insieme ad altri (Caritas Europa, Croce Rossa internazionale, Commissione
chiesa e società della Kek,
Commissione migranti, ecc.)
di influire sulla formulazione
delle politiche sociali dell’Ue.
Per questo, in questi ultimi
mesi, l’ufficio di Bruxelles e il
Comitato di Eurodiaconia
hanno dedicato molto tempo
alla stesura di dichiarazioni,
autonome o in collaborazione con altri organismi affini,
da sottoporre all’attenzione
della Commissione europea,
del Parlamento europeo e
della Convenzione sul futuro
dell’Europa.
Un’attenzione particolare è
stata dedicata ai «Piani di
azione nazionale contro l’esclusione sociale», decisi al
Vertice europeo di Lisbona,
che hanno suscitato un grosso dibattito pubblico nei paesi del centro e del nord Europa (Austria, Francia, Germania, Olanda, Danimarca, Finlandia, Svezia), ma di cui
stranamente non si è quasi
mai parlato in Italia cbe pure,
secondo il «I Rapporto sulla
povertà in Europa» curato da
Caritas Europa, è il paese
dell’Unione europea con il
più alto tasso di povertà
(14,2%). O meglio, se ne sta
parlando proprio in questi
giorni, ma solo per la parte riguardante la politica per l’occupazione. Ora, come ha
spiegato lo svedese Jan Erik
Anders Olsson, membro del
«Comitato economico e sociale» delTUe nella sua relazione alla Conferenza, si tratta di affrontare contemporaneamente la politica occupazionale e la politica sociale,
sia nei paesi membri sia nei
paesi candidati. Questo è uno
dei punti sui quali insiste la
dichiarazione stilata congiuntamente da Caritas Europa e Eurodiaconia e che sarà
presentata all’incontro della
Convenzione con le organizzazioni della società civile i
24 e 25 giugno a Bruxelles.
Eurodiaconia, essendo una
Il palazzo del Patriarcato ortodosso dove si è svolta l’Assemblea
paesi dell’Est, può dare un
notevole contributo di esperienze in campo sociale, di
pratiche di condivisione e di
solidarietà a livello europeo,
nonché di riflessione teologica ed etica sul ruolo della diaconia cristiana nelle società
europee, consapevole del fatto che le chiese e le organizzazioni diaconali hanno un
ruolo specifico da svolgere
nel mantenimento o nella ricomposizione del legame sociale, che è uno degli aspetti
fondamentali di qualsiasi società, tanto più quando esse
attraversano, come in questa
fase, processi di profonda e
rapida trasformazione.
«Vision» e «mission»
di Eurodiaconia
L’Assemblea ha approvato
la strategia indicata dal Comitato di Eurodiaconia per far
«pesare» di più, presso la
Commissione Ue, il lavoro
svolto dalle sue organizzazioni membro nei rispettivi paesi. Tale strategia si articolerà
attraverso specifici gruppi di
lavoro («Project groups») die
si incontreranno periodica,
mente: un gruppo si occuperà
di teologia diaconale e di etica
sociale; un altro di politiche
sociali; un altro di «formazio.
ne e educazione» in riferì,
mento al problema dei bambini di strada e delle persone
anziane; un altro infine cure!
l’«immagine» pubblica di Eii.
rodiaconia attraverso il lane»
di un sito Web per un collegamento «in rete» a livello paneuropeo e per la ricercai
fondi attraverso la presenti
zione di progetti finanziai
dalla Commissione Ue.
Alla prossima riunione
Comitato, che si terrà al
tro diaconale di Palermo di
25 al 27 ottobre prossimii;
verranno dati gli ultimi ritoq
chi alla «vision» e alla «mii
sion» che Eurodiaconia i
tende perseguire per
proprio contributo alla C0‘
struzione di un’Europa democratica, trasparente e solidale in cui siano pienam®t(
garantiti i diritti fondamentali e la dignità di ogni persona.
dell
Ceni
liti
AU’uscita della Cattedrale ortodossa «Domnita Balasa» dove i
legati aH'Assemblea hanno partecipato alla Liturgia la domenica
Incontro annuale dell'Anrinnan Process
Immigrazione: combattere
le cause, non i migranti
«Per prendere sul serio la
questione dei diritti umani,
l’Unione europea dovrebbe
iniziare a combattere le cause profonde dell’immigrazione forzata, invece di combattere i migranti stessi, nei loro
tentativi di raggiungere i territori europei»: questa è una
delle principali conclusioni a
cui sono giunti i rappresentanti delle chiese del Sud Europa e del Medio Oriente, in
occasione dell’incontro annuale dell’Amman Process,
che si è svolto dal 23 al 25
maggio a Bruxelles, sui temi
dell’immigrazione e dell’asilo
nel Mediterraneo. L’Amman
Process esiste da sei anni e
ne fanno parte le chiese ortodosse, cattoliche e protestanti che formano il Consiglio
delle chiese del Medio Oriente (Mecc) e le chiese evangeliche e ortodosse del Sud Europa. Dall’Italia hanno partecipato Annemarie Dupré e
Franca Di Lecce, del Servizio
rifugiati e migranti della Fcei.
I partecipanti hanno incontrato fra l’altro vari rappresentanti del Parlamento
europeo e della presidenza
spagnola, per discutere del
l’approccio dell’Ue ai te®
della migrazione nei paesi
europei e per condividere 16
loro esperienze nel lavoro
quotidiano con i migranti e
rifugiati nelle regioni mediterranee. I partecipanti hanno espresso un generale apprezzamento per il lovotp
nalizzato all’armonizzazio
legislativa. Molti porò hanij^
espresso perplessità sull*
tendenza dell’Ue a limitar
iciiuciiz-d ucii .
possibilità di immigrazione
legale e a potenziare i co
bolli delle frontiere. ,
Particolare attenziop
stata rivolta a
crete con cui le chiese
no accrescere le loro
sabilità verso i i,«
gratori. Le chiese coinvo«
nell’Amman Process h
intenzione di creare
getto comune di
counselling», per » jn
mazioni su come emi^are
modo legale, da costruì
la base delle competen .
luppate in questi ^ . j
scambi e collaborazio
scambi e coliaooiaiprossimi passi saranno
UIU&M1JI1 jjaisai
in occasione del P''°®® ««5
contro dell’Amman Pt
Beirut nel maggio 2003
«Nc
nilen
r«
l^Sl
suo p
certez:
che pf
condi:
sa essi
tutte 1
chi eri
rato tt
sèmpt
preso,
tavole
chela
va da
dawe
mio p
mio t<
condi;
la fedi
del vi
feio n
ilman
Jh eh
Imdi;
G'
pover
'tieip
e con
re Sei
verna
profe
Babil(
sulsf
nante
deva I
occhi
chi, n
vano
non s
era a.
classe
più a
ciolo
zione
dee I
non 1
scagli
tosto
dizio
dalle
un so
Israel
dizio
ment
passa
lemir
esser
non I
colpi
era d
rimet
Volo.
Quar
mo n
loro
che g
tu da
«se» I
di or
Struz;
priva
fezia
doirn
di un
Ora s
uioni