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ECO
DELLE miXT VALDESI
S|>6tt.
BXBLKI^A VALI^B
vmB I>et2»»;E
(Torino)
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XC — Num. 33 ABBONAMENTI 1 Eco: L. 1.300 per l’intemo Eco e La Luce: L. 2.(100 per Pintemo Spedir, abb. postale - I Gruppo 1 TORRE PELLICE — 12 Agosto 1960 I
Una copia Lire 30 1 L. 1.800 per Pesterò L. 2.800 per l’estero Cambio d’indirizzo Lire 50 1 Ammìn. Claudiana Torre Pellice ■ C.C.P. 2-1/557 |
POSSIBILITÀ’ DI LAVORO SOCIALE
Appello per Falerno
Da tempo, silenziosamente, un équipe ecumenica è al lavoro
a ì< ulema, per svolgervi un servizio sociale di solidarietà con gli
abitanti di una zona tipicamente ” depressa Si tratta di un set '
vizio fraterno scevro di ogni proselismo, di uno sforzo non solo per
aiutare ma per insegnare a fare, con una serietà che ha interessata
pure. rVniversità di Bari. Possano gli evangelici italiani mostrare
la loro comprensiva e grata solidarietà con qiirsta bella iniziativa
del C. E. C.
Nel nostro mondo evangelico italiano, non tutti sanno che
a Falerno (prov. di Catanzaro), non lontano da Guardia
Piemontese, è all’opera un
« team ecumenico » sotto la
direzione di un olandese. Fanno parte del « team » alcuni
giovani italiani, americani, un
rappresentante delle Filippipine, la moglie del direttore,
anch’essa olandese. L’opera
del « team » si è svolta finora
nel campo sociale, in uno dei
tipici villaggi del Sud, dove
mancano molte cose e dove ci
si può rendere utili al prossimo con una prestazione di lavoro. Sono stati costruiti numerosi porcili, un mattatoio,
dei servizi igienici; ci si occupa dei giovani avviandoli a
qualche artigianato, si insegna
alle donne un po’ di economia domestica e dei lavori di
maglia.
I membri del « team » sono
generalmente invitati dalle
Chiese in relazione con il Consiglio Ecumenico delle ChiC'
se; offrono un anno o due di
lavoro volontario, ricevono uii
« argent de poche », sono alloggiati, nutriti e curati molto
bene. Mi propongo di far conoscere prossimamente alle
Chiese Evangeliche l’opera
del « team » mediante una
pubblicazione in italiano.
Scopo di questo breve scritto è una richiesta urgente: si
cerca una giovane evangelica
disposta a prestar servizio a
Falerna nel campo dell’assistenza sociale. Si richiede: capacità di organizzare delle riunioni sociali per donne e ragazze, insegnando loro il cucito, il lavoro a maglia e un
po’ di economia domestica;
disposizione a dirigere questi
gruppi ed anche a dar loro un
po’ di ricreazione; possibilmente una modesta conoscenza dell’inglese e soprattutto
quel tanto di buona volontà e
di adattamento alla vita comunitaria che sono necessari alia
vita di un « team ».
La ricerca ha carattere di
urgenza e si vorrebbe trovare
una giovane italiana. Si tratta
di un’esperienza nuova, ma
che può essere ricca di soddisfazioni. Si tratta sopratutto di
un utile servizio, da compiersi
con gioia e con spirito cristiano.
C’è una giovane disposta ad
impegnarsi? Dirò che a Falcina c’è una Chiesa Valdese, e
che il villaggio non è lontano
dalla stazione di S. Eufemia,
su di un’altura, davanti alla
grande baia dello stesso nome,
sul mare Tirreno.
Rivolgersi all’indirizzo qui
sotto, presso Casa Valdese Torre Pellice (Torino).
Ermanno Rostan
Presidente
del Comitato Italiano
Servizio Sociale
delle Chiese in Italia
n giorno di Hiroshima 1960
Il :< giorno (VHiroshima 1960 », celebrato solennemente nella Hiroshima ricostruita. ma che non ha dimenticato, è stato ricordato, in modo più o meno discreto, qua
e là per il mondo. E’ triste pensare che i
100.000 morti e le migliaia e migliaia di
bruciati e contaminati offrono lo spunto a
demagogiche tirate, oppure non producono, spesso, che stanchi e poco convinti
appelli alla pace; anche le chiese sono così
incerte al riguardo, incapaci di assumere
una posizione decisa e serena. Lo deplora
The Christian Century, settimanale protestante degli USA. che ha dedicato un numero speciale (3 agosto) al giorno di Hiroshima 1960”. NelVeditoriale si afferma:
'’'Vivere quindici anni con il fuoco delVinferno nucleare sospeso sul capo, può bastare''. Troppi, anche fra le personalità ecclesiastiche e<l ecumeniche, accettano un
deplorevole stato di impreparazione e di
passività. Solo quando i cristiani avranno
rifiutato nettamente l'uso di armi atomiche. potranno ’’affrontare la questione centrale dell’età, nucleare: qual’è il disegno
di Dio che ha permesso all’uomo di .scoprire il mezzo di liberare l’energia delTatomo? ».
prire il mezzo
io? ». ,
Forse, il modo più giusto di ruordare
— e deve esser ricordato — il 6 agosto
1945, sarebbe quello di assistere al documentario di quei giorni atroci, programmato nel ’’museo” di Hiroshima (ne appaiono numerose riprese, impressionanti,
nel film di Alain Resnais, Hiroshima,
mon amour”). Guardare, tacere,
per il credente, ascoltare la voce del Signore della creazione, del Padre di lMti.
"Mia è la vita” — dice l’Eterno — Dov e
tuo fratello?'*
Le Missioni e la Chiesa
nel Congo inquieto
Non si ha, finora, notizia esatta deU’atteggiamento che il governo congolese e
la popolazione tutta assumono nei confronti delle chiese e delle missioni cristiane. Per quanto fosse preoccupante la
dichiarazione deH’attuale primo ministro
Lumumba, fatta davanti al re Baldovino,
in cui estendeva Taccusa di « colonialismo » alle missioni all’opera nel suo
paese, potrebbe trattarsi di una affermazione isolata e demagogica pronunciata in
un momento polemico. Non va d’altra
parte dimenticato che nella campagna elettorale svoltasi negli ultimi due anni, i
missionari cattolici hanno generalmente
sostenuto le liste dei Bangalas (moderati)
contro quelle dell’Abako di Lumumba
( più accesamente nazionalista), e non c’è
da stupirsi se questi non l’ha dimenticato.
Si ricorderà che il cattolicesimo congolese conta ventimila membri di chiesa,
sei vescovi, un piccolo esercito di sacerdoti e suore, numerose scuole, fino alla
Università.
Il protestantesimo congolese, frutto del
lavoro di ben 45 società missionarie in
324 stazioni (2.608 missionari, secondo una
statistica del 1959), raggiunge 2 dei 13
milioni di abitanti; sosteneva più di 12.000
scuole con oltre 400.000 alunni (un terzo
della popolazione scolastica totale); 282
ospedali, maternità, lebbrosari, ambulatori.
La maggior parte delle missioni protestanti hanno lavorato nell’interno; quella belga, la più numerosa, nel territorio del
Ruanda-Uriindi, ai confini del Tanganika:
una antica colonia tedesca posta nel 1919
sotto mandato belga e oggi ancora sotto
tutela belga: si pensa che, come sta avvenendo per il Katanga, tale regione terrà
ad affermare e conservare la propria indipendenza dalla nuova repubblica congolese. Le altre missioni protestanti operavano in modo particolare — anche se
non esclusivamente — nel Katanga, la regione più ricca e ptl^lata, se si escludono i porti verso la costa atlantica. Da
Salishury (Rhodesia del Sud) giunge notizia che un gruppo di 183 americani, formato da missionari protestanti con le mogli e i figlioli, è giunto, evacuato dal Congo: la maggior parte sono missionari presbiteriani e metodisti <-he lavoravano in
stazioni isolate del Katanga settentrionale
dove sono scoppiati disordini, il che ha
deciso il consolato americano a far loro
abbandonare questa zona pericolosa. Sono
stati raccolti e trasportati da un piccolo
aereo pilotato da un missionario presbiteriano. Non si hanno ancora notizie dei
missionari di altra nazionalità e del numero esatto di quelli che hanno lasciato il
Congo.
La situazione è dunque assai confusa;
nell’insurrezione nazionalista e nell’affrontarsi delle rivalità indigene, fra le
quali i politici belgi, americani, inglesi,
sovietici insinuano un gioco sottile e pericoloso di interessi e di influenze, il bianco non è ben visto al Congo, e l’ostilità
delle masse scatenate non fa riguardi di
persona. E’ auspicabile che, placatasi la
violenza di queste settimane, i missionari
riparati altrove possano tornare a fiancheggiare l’attività della Chiesa del Congo come « collaboratori fraterni ». Ma la
grande questione è soprattutto questa: se
la colonizzazione europea in forte misura
ha fallito, poiché nel momento in cui il
paese ha raggiunto l’indipendenza non
era pronto a sostenerla, la missione ha
saputo fare di più e avviare la chiesa indigena ad una vera indipendenza?
In una recente lettera pastorale letta in
tutte le chiese cattolico-romane del Belgio, l’episcopato belga pur comprendendo
la « legittima indignazione della jtopolazione belga », chiede ai fedeli di « non
giudicare i sentimenti della grande maggioranza della popolazione africana dagli
atti inqualificabili di pochi ». La pastorale
termina con un appello alla preghiera e
alla comunione, « affinchè il Belgio e la
Chiesa possano presto, nella pace ritro
vata, proseguire l’opera magnifica realiz
zata nel Congo ». Benché da parte cattoli
ca si sottolinei che la Chiesa non abbondo
nerà la sua attività nel Congo, stazioni
missionarie isolate hanno dovuto essere
evacuate. Nell’atteggiamento ufficiale cattolico non c’è dunque molto posto per un
esame di coscienza, contrariamente a quanto
avviene nella parte più sensibile del protestantesimo belga. Pubblichiamo qui sotto
un articolo del direttore del settimanale
protestante belga Paix et Liberté, Past. A.
Mascaux, che dedica tutto il numero del
31 luglio al problema congolese, riconoscendo, senza demagogia, le carenze della
Chiesa. Vi torneremo.
A la recherche
d’une attitude chréHenne
Dans le débordement des passions
suscitées par les événements du Congo il est trop facile et très dangereux
de laisser entraîner nos pensées et
nos jugements sur les rives de la hai
ne, du mensonge et de la colère. Davantage encore faut-il nous garder, si
nous ne nous croyons pas directement concernés, de nous livrer à des
jeux d’humour, même si certaines si
tuations ne manquent pas de pittoresque. Chaque fait a sa signification
profonde, même celui qu’un sergent
congolais soit soudainement promu
chef d’état-major général (qui en esl
responsable?).
Notre premier mouvement est celui de la eompassion. Aux uns mê
me si leur jugement à leur égard est
dur, il faut rappeler que tous les rapatriés, quels qu’ils soient, ont droit,
parce qu’ils souffrent, à notre aide
fraternelle. Aux autres, il n’est pas
inutile de leur faire prendre conscience que des Congolais sont aussi dans
la peine, en particulier ceux qui portent avec douleur et dans la solida
rité, le poids des atrocités perpétrées
par leurs frères de race.
Nous sommes ensuite, tous, invités
à l’humiliation et à la repentance,
il est vain de rechercher les causes
du grand malheur qui frappe nos
deux peuples et de désigner trop
nommément des coupables, si nous
ne découvrons pas en nousimêmes
les racines profondes de l’inimitié.
Cette ivraie envahit aussi bien notre
champ belge que celui du Congo. Nos
Eglises ne doivent-elles pas évaluer
devant Dieu, et consciencieusement, la
qualité exacte de leur attitude à l’égard du prochain qui est, partout, un
tnfant aimé du Père?
Restons vigilants et prudents dans
la reeherche. laborieuse, de la vérité.
Moins que d’autres, avertis que nous
prétendons parfois être de la malice
du monde, nous pouvons être prêts
à accepter d’emblée comme véridiques tous les faits rapportés et tous
les jugements émis. Non qu’ils soient
nécessairement mensongers ou faux,
mais nous restons conscients de la
part d’intérêt personnel que comporte souvent une information qui fi'iui
être aussi propagande partisane. Résistons sagement à Tidôlatrie de l’imprimé et de la radio.
Faut il revenir, une fois encore, sur
notre responsabilité de chrétiens
dans la vie politique et sociale. Nous
l’avons tant de fois souligné dans ce
journal. Certes, la situation congolaise s’est pourrie dans le sol malsain
d’une discrimination raciale incompatible avec la foi chrétienne, mais
ne paraît on pas incrîmîner aussi —
un peu tard — la faute politique de
n’avoir pas initié nos frères congolais aux problèmes compliqués de la
vie moderne et du self-government?
Verra t-on maintenant plus nettement les conséquences catastroflques qui peuvent découler d’une telle incurie, qu’on tente trop souvent
de justifier sur Lj plan de la foi ou.
du moins, de la dogmatique chrétienne? Par quelle aberration continue-ton, généralement, en trop de milieux
chrétiens, à repousser la recherche
d'une éthique sociale et politique alors
qu’on y est si sévère et d’un puritanisme sî exigeant dans le domaine
de la morale personnelle et familia
le? Pouvons-nous imaginer le désarroi où nous avons plongé nos frères
congolais en leur ayant refusé une
préparation sérieuse à une existenee
inéluctable au sein du monde moderne, avec ses réalités sociales, finan
cières, internationales? Et nous-mêmes, sommes-nous aptes, maintenant,
à penser en chrétiens avertis, les problèmes congolais (celui de l’indépendance du Katanga, par exemple entre beaucoup d’autres, et celui de notre position belge en cette affaire).
Enfin, rappelons nous à la réalité
simple de l’exigence de Jésus-Christ
en ce qui concerne nos relations avec
le prochain. Ce n’est pas aller jusque
au bout des conséquences de la fol
(suite en 3'" pa-gcl
SETTE
GIORNI
GIOVEDÌ’ 4
Il Katanga, dove sono stanziate truppe
belghe, (hiede alTONU di rinviare Tintervento delle sue forze armate: la popolazione pare decisa a resistere ad ogni costo all’annessione al resto del Congo.
Un aviatore americano su un aerorazzo
conquista il record assoluto di velocità:
3.460 Km. orari.
VENERDÌ’ 5
La Camera concede la fiducia a Fanfani
con 310 sì, 96 astensioni e 156 no.
Osservatori deH’ONU sono costretti con
la forza a ripartire senza scendere dall’apparecchio a Elisabethville, capitale del
Katanga; Hammarskjneld sospende l’intervento delle truppe internazionali nella regione.
Si apprende che al Congresso sindacale
di Pechino si sono avute divergenze molto
aspre fra i rappresentanti russi e quelli
cinesi.
Il ministro francese Michelet dicliiara
che la libertà di stampa non sarà limitata :
intanto, però, il settimanale cattolico Témoignage chrétien — che aveva pubblicato
un articolo su .lean Le Meur, un professore cattolico obiettore di coscienza contro
la guerra algerina — è stato sequestrato a
Parigi.
Pochi giorni dopo il Dahomey e il Niger, anche l’Alto Volta ha ottenuto l’indipendenza dalla Francia.
SABATO 6
Malgrado la sospensione dell’intervento
deirONU (Hammarskjoeld propone una
paziente opera di convinzione nei confronti dei secessionisti), il Katanga continua la
mobilitazione.
DOMENICA 7
Fidel Castro — colto da malore durante
il discorso e sostituito dal fratello Raul
— annuncia la confisca di tutti i beni americani a Cuba.
Mentre Thsombe insiste nella secessione
katanghese, Lumumba torna a Léopoldville da New York, ricevendo promesse di
aiuto dal Ghana, dalla Guinea e appoggio
dalla RAU. La NATO invita il Belgio a
ritirare le sue truppe dal Katanga.
Si conclude a Monaco di Baviera il Congresso eucaristico: un milione di cattolici
riuniti sulla Theresienwiese.
LUNEDI’ 8
Dopo la drammatica relazione di Hammarskjoeld al Consiglio di sicurezza delrONU -— si tratta di questione di pace o
di guerra e non limitata al Congo — la
Tunisia e Ceylon presentano una mozione
in cui viene riconfermata la richiesta di
ritiro delle truppe belghe e l’intervento
di quelle dell’ONU. Intanto il Katanga
spinge altre regioni congolesi alla secessione.
In un messaggio straordinario al Congresso, Eisenhower annuncia alcune misure per rafforzare la difesa americana e
chiede aiuti economici per i paesi alleati
e i popoli bisognosi.
Dopo anni di polemiche, il governo ha
deciso la cancellazione delle scritte fasciste al Foro italico di Roma; i lavori —
che costeranno 10 milioni — potranno difficilmente essere completati prima delle
Olimpiadi.
Fidel Castro reagisce aspramente ad una
pastorale dei vescovi cubani in cui viene
denunciato il comunismo del governo, e
avverte che i cubani sono « religiosi ma
rivoluzionari » e che « se la Chiesa andrà
contro la rivoluzione, sarà sconfitta ».
MARTEDÌ’ 9
II Consiglio di sicurezza dell’ONU ap
prova con 9 voti favorevoli, nessuno contrario e 2 astensioni (Francia e Italia) la
mozione che invita il Belgio a ritirarsi dal
Congo; il Belgio obbtMiisce. Anche la regione diamantífera del Kasai si proclama
indipendente, mentre il Katanga si dichiara disposto ad accettare le forze dell’ONU
a condizione che sia evitata ogni ingerenza
nella politica interna.
Con un colpo di Stalo quasi incruento
un gruppo di militari si impadronisce del
potere nel Laos: si tratterebbe di « neutralisti » desiderosi di eliminare le basi
militari .straniere.
MERCOLEDÌ’ 10
In xin tumulto Ira opposte fazioni indigene (federaLsli e so.stenitori del governo
centrale), a Léopoldville, Lumumba è ferito, la polizia spara sulla folla.
Chiassate di missini, a Roma, per l’iniz)ata cancellazione delle scritte fasciste al
Foro Italico.
Macmillan e Adenauer si incontrano a
Bonn per discutere la situazione politica
ed economica eurexpea.
L’addetto aeronautico americano a Mosca è e,spulso dall’URSS per (tatti di spionaggio»: sarebbe stato sorpre.so a scattare
fotografie d’interesse strategico; egli aveva
compiuto un sopraluogo per esaminare i
rottami dell’Lì-2, in vista del prossimo
processo di F. G. Powers.
-fc A causa delle ferie l’Eco non uscirà
la settimana ventura: il prossimo numero
usdrà il 26 agosto. A tutti coloro che ne
fruiranno, un sereno periodo di riposo!
2
pag. 2
L’ECO DELLE VAUJ VALDESI
Uv‘’i^aiià|o artistico ¡padano poco noto
N. 33 — 12 agosto 1960
Se qualcuno, nei suoi va|àl>5ndaggi estivi, capiterà in Alsazia,- non
mancherà di godere di Colmar, l’antica cittadina pittoresca che si adagia
nella piana del Reno, ai piedi dei
Vosgi boscosi, con ^i angoli raccolti della « Petite Venise », sui canali,
e le vecchie case in legno, e mattoni... Nè mancherà di scoprire, nel
mus^ di Unterlinden, con il quieto
chiostro del XIII secolo, le opere vivissime di due maestri della pittura
tedesca della fine del ’400 e del principio del ’500 ; Martin Schongauer
e Mathias Grünewald.
Al centro di una cappella, domina
l’opera più famosa di quest’ultimo, la
pala d’altare dipinta nel 1513 per il
monastero degli Antoniti a Issenheim.
La figura del Grünewald, per quanto
molti elementi rimangano oscuri, si
presenta assai interessante. Pittore al
servizio di abati e dell’Arcivescovo
Elettore di Magonza, non si staccò
mai dal cattolicesimo, ma non rimase
senza sensibilità per la divampante
Riforma luterana: non lo dimostra solo il fatto che alla sua morte fra le
carte e i suoi libri furono trovate 27
prediche di Lutero e numerosi scritti
di netto orientamento luterano, ma
le sue stesse opere.
Anche lo stupendo polittico d’Issenheim - per non parlare degli influssi del tardo gotico francese e fiammingo e di presentimenti del paesaggio di un Dürer - mostra chiaramente
il carattere composito dell’ispirazione
del Grünewald; mentre alcune parti
sono espressione cattolica, quella centrale, la crocifissione di Cristo, mostra che i primi accenti del messaggio
della Riforma non sono giunti inascoltati al nostro pittore.
La riproduzione in bianco e nero
non può rendere tutta la forza dei
colori. Su imo sfondo di tenebra assoluta, campeggiano le figure essenziali : il dolore di Maria, esangue, circondata dal rosso manto dell’affetto
filiale di Giovanni, la Maddalena, ai
piedi del Cristo, quasi a coglierne lo
ultimo sguardo, le mani contratte nell’estrema distretta, con accanto il vaso d’olio odorifero, segno perenne di
un’ardente adorazione che pare ma
non è stata vana.
Al centro, il Crocifisso. Conosco
molte crocifissioni; nessuna, forse, ha
il realismo, l’intensità spoglia di questa; dalla rozza croce pende veramente un cadavere; le mani inchiodate
sono contratte nell’estremo atroce spasimo. tese al cielo come l’ultima invo
cazione; guardando il corpo di Gesù,
grà" minacciato dall’imputridimento,
non si può non ^nsare alla profezia;
« Molti, vedendolo, sono rimasti sbigottiti, tdnto era disfatto il suo semr
biante... non aveva forma nè bellezza
da attirare i nostri sguardi, nè apparenza, da farcelo desiderare. Disprezzato e abbandonato dagli uomini, uomo di dolore, familiare col patire...
era spregiato, e non ne facemmo stima alcuna. E, Nondimeno, erano le
nostre malattie ch’egli portava, erano
i nostri dolori quelli di cui si era caricato; e noi lo reputavamo colpito,
battuto da Dio e umiliato! Ma egli
è stato trafitto a causa delle nostre
trasgressioni, fiaccato a causa delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiamo pace, è stato su lui, e per le sue
lividure noi abbiamo avuto guarigione » (Is. 52 e 53). La croce è qui veramente il compimento del miracolo
misericordioso dell’incarnazione : lo
Emmanuele del Natale è fino alla
morte « Dio con noi ».
A rendere evidente questo carattere
della morte di Cristo, di fronte a lui,
si leva il Precursore. Più avanti, rispetto agli altri testimoni della Passione, in un atteggiamento calmo che
contrasta con il gruppo convulso che
gli sta di fronte, Giovanni Battista,
che ha in mano la Bibbia aperta alle
profezie, indica il Cristo, con un indice teso la cui sproporzione è voluta,
quasi che tutta la sua figura si concentri in quel gesto e vi trovi l’unica
ragion d’essere; l’agnello che porta la
croce, ai suoi piedi, rimanda alla testimonianza del Battista: «.Ecco l’Agnello di Dio che toglie il peccato del
mondo »; accanto, il calice della Cena, il segno del nuovo patto nel suo
sangue, sparso per la remissione dei
peccati.
Grünewald non ha esitato a riportare, accanto al Battista, una sua parola: « Oportet illum crescere, me
autem minui - Bisogna che egli cresca e che io diminuisca ». Con il suo
sguardo e il suo indice tesi al Cristo
crocifisso, radicato nella sua Bibbia,
è il « tipo » del testimone. Ogni cristiano non ha da essere altro che
quello sguardo e quell’indice: è il
suo sacerdozio regale. g. c.
* Il Dr. August Lindi, allo rommissario delle Nazioni Unite per. i rifugiati, che
ha preso viva parte all’Anno mondiale del
rifugiato, portando la sua responsabilità
con sensibilità cristiana, è stato nominato
ambasciatore elvetico presso gli S. U.
MEDITATIONS SUR L’EXODE - 2
La terre des morts
éxode 1; 8-14
Les débuts de notre histoire ne sauraient être plus sombres. C'est
en égypte que tout commence, en ce pays étrange qui selon plusieurs
peut symboliser la sagesse, la science, la religion, la civilisation humaine en somme, en sa forme parfaite. Mais celui qui nous a livré les
récits de l'exode a percé la splendeur de ces cultes et de ces cérémonies et il a su relever la cruelle mystification qui s'y cache: cette
terre d'Egypte n'est en réalité que la terre des morts, une civilisation
fétichiste et magicienne qui vit et meurt hantée par le souvenir des
morts, une civilisation qui bâtit des sépulcres.
Notre histoire et nos civilisations grisées de rêves et de souvenirs
ne sont-elles pas filles de cette égypte? Nos pharaons épris de gloire
ne sont-ils pas les descendants de ces anciens rois qui prétendaient
régir les destinées de la terre? l'égypte, telle que la bible nous en
parle, n'est pas une civilisation disparue, c'est aujourd'hui. C'est notre
terre? Comme l'ancienne terre du nil, nous ne savons que bâtir les
sépulcres de nos espoirs, de nos grands, de nos idéologies. Dominés
par le désir de bâtir et de contraindre les autres à bâtir pour nous,
comme les pharaons nous dressons vers le ciel les tombeaux de nos
momies.
C'est dans cette terre qu'israel vit depuis des siècles. Qu'est-il
devenu ce peuple de Dieu dans la terre des morts? Un peuples
d'esclaves irresponsables qui bâtit les pyramides et les temples sous
le fouet et la propagande. Voilà ce quest devenue l'église en égypte.
Et c'est en vain que nous cherchons la moindre lueur dans ces ténèbres: les fils de Dieu ont tout perdu, la patrie et la liberté et ce
qui est pire ils ont perdu toute capacité de se souvenir, de prier, de
rêver.
Qui se souvient encore des promesses de Dieu dans cette terre
sans horizons, à l'ombre des architectures monstrueuse? Qui saurait
encore se souvenir des pères et de leur foi : chacun pense à vivre,
à survivre; dans la vie il n'y a que la pensée des briques à cuire
et le fouet.
L'esclavage extérieur ne signifierait rien s'il ne s'accompagnait
de cette mort intérieure. L'égypte n'est pas seulement la terre qui a
réduit l'église en esclavage c'est la terre qui a su lui tuer son âme,
qui a su l'étouffer spirituellement. Qu'en est-il de notre église dans le
monde? Sommes-nous encore capables de souvenirs, d'espoir, de
rêves? Sommes-nous encore les messagers des promesses divines ou,
réduits à l'esclavage, sommes-nous devenus des bâtisseurs de sépulcres
avec et pour ce monde? giorgio tourn
La Crocifissione di Mathias Grünewald, dalla pala d’altare di Issenheim.
Collegio Valdese
Scuola Media Pareggiata
Le iscrizioni alle varie classi della
S. Media, in conformità alle disposizioni del Ministero della Pubblica
Istruzione, sono aperte durante il periodo estivo; l’uiBcio di segreteria è
aperto tutti i giorni dalie ore 10,30
alle 12, a pm-tire dal 22 agosto, per
informazioni ed accettazione della
domande. Il termine ultimo di accettazione delle domande, per disposizione ministeriale, è fissato al 25 settembre p. V. Il preside
T. Pons
Giornata del Collegio
Gli Amici del Collegio sono cordialmente invitati alla tradizionale Giornata del Collegio': il giorno 21 agostO' 1960. col seguente programma:
Ore 12,30: Riunione conviviale alla Foresteria Valdese (Torre Pellice);
prenotatevi con la cartolina che ri
coverete, ricordatevi del numero del
telefono: 9277 Torre Pellice.
Ore 14,30: Seduta sociale nell’aula
smodale; relazione morale e finanziaria; proposte; elezioni.
Ore 16,30: Ritrovo amichevole nei
Icoali del Convitto per la parte ricreativa: servizio di buffet; autopar
cheggio nel cortile del Collegio a partire dalle ore 11.
Non dimenticate: 21 agosto.
Il Comitato
Distretti o Presbiteri?
Mentre la funzione amministrativa compete alle singole comunità o agli organi centrali
della Chiesa, il controllo della vita spirituale, il coordinamento delle attività in comune
e 1 attività evangelistica, sonc, nelle Chiese presbiteriane, funzione dei «presbiteri»
Nel partecipare all’ Assemblea Generale
della Chiesa Presbiteriana d’Irlanda ed al
Sinodo della Chiesa Cristiana Missionaria
Belga mi sono naturalmente posto il problema se, nella esperienza ecclesiastica di
quelle Chiese Presbiteriane, non si potessero trovare elementi utili alla soluzione
di alcune nostre situazioni ecclesiasticlie.
Come conseguenza di questo esame, nella
Conferenza del Secondo Distretto, ho lanciata l’idea di una revisione dei nostri organismi in senso tipicamente presbiteriano
e come conseguenza'di questo di sostituire
Commi.ssioni e Conferenze Distrettuali con
l’istituzione di veri e propri presbiteri anche se, per ragioni pratiche, potremmo
continuare a parlare di Distretti e di Conferenze Distrettuali.’'
Ho appreso con vivo interesse che una
proposta analoga è ’Itata presentata al Terzo Distretto e con vivo interesse ho letto
Particolo del sig. Lino De Nicola.
Episcopafo disfreffuóle?
Ho sempre considerato notevole per serietà ed impegno il lavoro compiuto dalla
Commissione Sinodale che ha riferito sul
problema del riordinamento dei Distretti:
non ho mai compreso molto bene come,
pur richiamandosi ripetutamente alle esigenze presbiteriane, nelle sue conclusioni
detta Commissione non abbia trovato nulla di meglio che proporre una soluzione
a tendenza nettamente episcopale: la creazione cioè di un « presidente della Commissione Distrettuale Esecutiva con funzioni 'di Capo Distretto ». Non è più un Membro della Tavola, Capodistretto, che diventa ex officio U Presidente di una Commissione Distrettuale, ma è il Presidente di
una Commissione Distrettuale esecutiva a
cui si riconosce il compito speciale Capo
Distretto. Mentre oggi la funzione di sovrintendenza viene attenuala dalla collegialità dell’opera della Tavola e dalla collaborazione della Commissione Distrettuale,
nello schema proposto essa verrebbe scissa
dalla responsabilità collegiale della Tavola
ed accentuata dalla nuova funzione esecutiva riconosciuta alla Commissione Distrettuale. Una vera e propria funzione episcopale attenuata appena dalla coHaborazionc
di una Conunissione di cui il Capodislretto
è presidente; non più quindi il controllo
collegiale della Tavola ad ogni seduta (chi
ha fatto parte della Tavola sa che il primo
punto aU’ordine del giorno è sempre la
relazione e relativa discussione sulla attività dei Sovrintendenti) non più il controllo annuo della Commissione di Esame e
del Sinodo e oltre a questo il controllo
più o meno efficace ma pur sempre reale
della Commissione Distrettuale e della
Conferenza Distrettuale, ma solo il controllo della Commissione Distrettuale (che
non sarà certo più efficace di quello attuale) e di Un Conferenza che nessuno ha
chiesto di potenziare (per esempio attraverso al lavoro preliminare di una Commissione di esame) nella sua funzionalità.
In altre parole se si parla oggi de! Sovrintendenti come dei « piccoli vescovi », noi
ce li ritroveremo domani altrettanto vescovi, ma liberati dai rigidi controlli di oggi
che ne attenuano fortemente l’autonomia,
quindi realmente e non solo di nome « vescovi »!
Funzioni amminisfrafive...
Nel nostro sistema eccIe.siaslico Valdese
la funzione amministrativa che comprende
la amministrazione di capitali, il reperimento e ramminislrazione dei fondi necessari per l’opera, la direzione del personale al .servizio della Chiesa è di competenza della Chiesa nel suo assieme e, in
parte, delle singole comunità. Abbiamo inlalti delle parroechie che sono ente giuridico e posseggono stabili; tutte le chiese
raccolgono ed amministrano fondi, molte
di esse hanno un personale dipendente (custodi, insegnanti ere.). La singola comunità
compie questa funzione amministrativa attraverso al -suo Consiglio di Chiesa, respon
sabile da un lato di fronte alla Assemblea
di Chiesa e daH’allro di fronte alle Assemblee superiori: Conferenze Distrettuali,
Sinodi. La funzione amministrativa della
Chiesa nella sua integralità è di competenza del Sinodo che la attua attraverso la
Tavola che agisce per sua delega e sotto
suo rigido controllo. Fino ad ora non è
riconosciuto carattere amministrativo a
enti intermedi fra Chiesa generale e Chiesa particolare. Il problema complesso sorto
per le Chiese del Sud America è stato risolto, da un lato attraverso un potenziamento della funzione amministrativa delle
singole Comunità (la forma giuridica della
Chiesa Valdese nel Sud America è quella
di una Federazione delle Chiese Valdesi)
e dalFaltro attraverso la delega di certe
funzioni Sinodali alla Conferenza Distrettuale <‘he assume la forma di un vero e
proprio « Sinodo Regionale » il quale a
•sua volta agisce amministrativamente a
mezzo di una Commissione Distrettuale
che diventa una Commissione Esecutiva.
A meno che non si voglia scindere la
Chiesa in tre tronconi (Valli, Evangelizzazione, Sud America) ma con tutti gli
inconveuienli che hanno imposto la eliminazione, al principio di questo secolo, del
Comitato di Evangelizzazione, non vi è
posto nella nostra Ulne,a per un sislenia
di Disti etti regionali, amministrativamente autonomi come si hanno per esempio
nella Chiesa Riformata di Francia che è
però circa venti volte maggiore della nostra piccola Chie.sa Valdese. Credo su
questo punto non vi sono discussioni serie.
...e "presbiferi.
Le Assemblee di Chiesa e le Conferenze Distrettuali pur nella grande maggioranza favorevoli alle proposte della Commissione Sinodale hanno però spesso epresso riserve quanto mai interessanti o
date precisazioni che alle volte meritano
una seria considerazione. Mollo giustamente, a mio avviso, la Conferenza del
Secondo Distretto ha precisato che la funzione distrettuale deve limitarsi al controllo della vita spirituale delle Chiese,
al coordinamento delle attività in comune
e al potenziamento della attività evangelistica in una data regione. E’ della massima importanza il ricordare che queste appunto sono le funzioni, nelle Chiese presbiteriane, dei « presbiteri »: la funzione
amministrativa compete alle singole comunità o agli organi centrali della Chiesa. E
questa funzione di controllo, di coordinamento e di potenziamento viene compiuta
efficacemente, .secondo le linee presbiteriane, attraverso alla collaborazione di
Anziani e Pastori nelle riunioni periodiche dei Presbiteri in cui si discutono tutte le questioni che riguardano la vita spirituale delle singole comunità, si organizzano attività in comune, si studiano tutti
i problemi che riguardano il potenziamento della vita etTlesiaslica. Tulli i Pastori
sono d ufficio Membri di questi Presbiteri,
ogni Consiglio di Chiesa nomina un suo
membro a farne jiarte; le riunioni si svolgono mensilmente o bisemestralmenle.
Nella collaborazione delle varie comunità
ciascuna di esse .sente la realtà della Chiesa che è controllo e ispirazione della attività di ciascuna. Io mi domando se non
troveremmo amile noi in questo la soluzione del nostro problema mi un reale potenziamento della nostra opera, soprattutto
un rinnovalo senso della realtà della Chiesa. Se i Pastori e delegali dei Consigli delle nostre Chiese si pote.s.scro ritrovare per
esempio quattro volle all’anno il» novembre, Epifania, 19 marzo, 2 giugno per avere date festive e non domenicali) per discutere assieme, deliberare a.ssieme, pregare assieme noi avremmo una organizzazione Disirelluale veramente efficiente. Tenendo conto della diminuzione del numero
dei delegali laici (ma aumentandone l’efficienza perchè liascuno di essi è respon-sabile della attività di una Chiesa del cui
Consiglio egli fa parte), lenendo conto del
fatto che in certi Distretti si tende ad avere due Conferenze annue, e che in ogni
Distretto si hanno delle riunioni pastorali,
la spesa di queste riunioni trimestrali non
inciderebbero economicamente in modo
molto più sensibile delle attuali spese imposteci dal nostro ordinamento Distrettuale.
Ed anche il problema del contano fra
questa attività Distrettuale e la Tavola sarebbe facilmeute risolto: i verbali delle
riunioni trasmessi d’ufficio alla Tavola la
terrebbero informala delle decisioni prese
e delle situazioni esaminate; in più un
Membro della Tavola sarebbe d’ufficio
Membro del Presbiterio colla funzione appunto di essere elemento di contatto fra
Tavola e Presbiterio. Questa funzione sarebbe logicamente affidata anche ai Membri.laici della Tavola. Del resto la prci'isa
divisione dei compiti renderebbero difficili
le possibilità di antitesi fra Tavola c organizzazione Distrettuale.
La divisione distreffuale
Il problema piu complesso da risolvere
non è quindi, come forse potrà apparire ad
alcuno, quello derivante da accresciute
■spese, che in realtà non ci saranno, bensì
invece quello di trovare la migliore divisione distrettuale. Se, come propone De
Nicola nel suo artìcolo, il Distretto si compone di poche Chiese, naturalmente si risolvono più facilmente i problemi delle distanze, ma si diminuisce anche la possibilità di collaborazione e vi è il pericolo
che le riunioni presbiteriali sì rivelino
presto poco impegnative quindi di scarsa
utilità; se invece i Distretti sono molto
grandi la collaborazione si rivela più difficile, le riunioni più costose e più pesanti
nel loro svolgimento. Forse in via .sperimentale sarebbe possibile suddividere losì
i Distretti: lo Valli Valdesi (centro Pinerolo); 2» Piemonte-Ligurìa (Centro Torino); 3^» Lombardo-Veneto (Centro Brescia
o Verona); 4o Toscana-Lazio-Campagna
(Centro Roma); 5« Calabria, Messina e Catania (Centro Reggio); 6o Sicilia occidentale (Centro Agrigento). Naturalmente sono solo indicazioni che dovrebbero essere
attentamente vagliale dai competenti delle
singole zone. Per quanto riguarda il Sud
America mentre dovrebbe essere conservata 1 attuale struttura del «Sinodo Regionale» potrebbero molto utilmente essere creati due Distretti uno Uruguaiano e Paltro
Argentino.
Questa soluzione rappi’esentereblie essa
per la nostra Chiesa un salto nel buio?
Non lo credo.
Innanzi tutto è il sistema applicato con
buoni risultati nella Chiesa i)vangelica
Missionaria Belga, missionaria e presbiteriana come la nostra; in secondo luogo
e soprattutto è il sistema attualmente in
vigore, almeno parzialmente, nel Primo
Distretto dove tutte le attività in comune,
comprese le attività evangepstiebe, sono
stale coordinate nei « colloquii pastorali »
mensili; giustamente però è stalo rilevalo
queste erano riunioni
ufficiose e senza la partecipazione di rappresentanti di Concistori: trasformale queste riunioni in riunioni presbiteriali esse
sarebbero certamente immensamente potenziate.
Comunque il Sinodo decida in merito,
nelle sue prossime tornate, ho la certezza che una soluzione adeguala del nostro
pioblema si avra solo altraveriso una precisazione ideologica della nostra posizione
ecclesiastica, ed in questo come in altri
problemi della nostra vita ecclesiastica, ne
son convinto, la soluzione sì può trovare
unicamente in una più chiara e completa
applicazione dei principi presbiteriani.
Alberto Ribet
Direttore: Prof. Gino Costabel
Pubblicaz. autorizzata dal Tribunale
di Pinerolo con decreto del 1-1-1955.
3
12 agosto 1960 — N. 33
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
pag.
Le riunioni del XV Agosto
Per la Ual Pellìce
La riunione avrà luogo a TORRE PELLICE, in località Inverso Colletto (Bruni) (presso casa Paschetto-Monnet).
MATTINO - ore 10: Culto presieduto dal pastore Giorgio Toorn
(Massello). Parleranno i seguenti oratori:
pastore A. Taccia (Angrogna): (Annunzio della Parola);
pastore R. Nisbet .( Sampierdarena ) : «La responsabilità dei Vaidesi nel passato » ;
avv. E. Serafino: «La responsabilità dei Valdesi nel presente».
POMERIGGIO - ore 14: Messaggi di fratelli dell’estero; interverrà
un gruppo della Corale di Torre Pellice. L'assemblea si trasferirà quindi
alla Gianavella per una visita alla Casa rinnovata dalla Pro Valli.
Informazioni pratiche:
Vie d'accesso: Dal Ponte Blancio (20 minuti a piedi); dal Ponte Bertenga
(40 minuti a piedi); dal Colletto R.abl>i (5 minuti a piedi). Posteggio automezzi:
solo nei prati antistanti al ponte Blando vi e possibilità di posteggio per le auto.
Per le moto vi sarà un posteggio anche in prossimità del luogo di adunanza.
(Si provvederà ad apposite segnalazioni stradali). Funzionerà sul luogo un servizio di rinfreschi.
I*cr la l/al Chìsonc c bcrmanascii
La riunione avrà luogo all'INVERSO RINASCA in contrada Ruina
(nei pressi dei villaggi Clot e Reynaud). Sarà trattato il tema; Il Protestantesimo in Europa e nel campo Missionario.
Il programma della riunione è il seguente;
Ore 10: Culto presieduto dal Pastore Tullio Vinay.
Ore 10,45: Conversazione del Pastore dott. Elio Eynard (Zurigo)
su : « Il Protestantesimo in Europa ».
Ore 14,30: Conversazione del Missionario Giovanni Pons (di Marsiglia ma di famiglia originaria di Riclaretto) su ; « Il Protestantesimo
nel campo missionario ».
Un servizio di buffet sarà in efficienza a cura di un comitato locale.
PER TUTTI : Si raccomanda la massima puntualità.
Ricordatevi : non è una scampagnata, ma una adunata nel nome
del Signore.
Ci è stato chiesto che la solita colletta del 15 agosto sia quest'anno devoluta alle spese di arredamento del Convitto di Pinerolo che
sarà aperto il prossimo settembre. La raccomandiamo quindi vivamente.
Per la Commissione Distrettuale: Alberto Ribet
UN FEDELE
AMICO
E’ giunta in queste ultime settimane la
notizia deUa morte del Rev. Robert fT. Anthony, avvenuta a Hartford, negli Stali
Uniti, rS luglio u.s.
La Tavola e la Chiesa Valdese partecipano a questo lutto a causa dei profondi
legami cJie univano molti anni U Rev.
Anthony alla nostra opera in Italia. Egli fu
per noi e per le nostre Chiese un fedele
amico, dal cuore pieno di comprensione
e di affetto; molti, oggi, dalle Valli Vaidesi alla Sicilia, lo ricordano con riconoscenza e pensano alla sua famiglia con
simpatia cristiana.
Dal 1936 al 1940, il Rev. Roberto W. Anthony fu Segretario Generale della AWAS
a New York e svolse un lavoro molto utile per la nostra Chiesa. Dopo aver rassegnate le dimissioni da quell’incarico, egli
fu eletto membro del «Board of Directors»
nel 1941 e fu sempre membro del Comitato Esecutivo durante, gli ultimi dieci anni,
partecipando a tutte le iniziative prese in
favore della Chiesa Valdese. La sua vita si
è anche immedesimata in un fedele ministero pastorale nelle Chiese Presbiteriane
a Cleveland, Schenectady, Brooklyn e Manhattan in New York City.
Il Rev. Anthony conosceva molto bene
le nostre Chiese in Italia a causa dei viaggi da lui compiuti in diverse occasioni. Lo
ricordiamo subito dopo la fine della guerra, quand’egli visitò le nostre Chiese insieme con il Rev. Zaccara, per conoscere
le nostre maggiori necessità ed aiutarci a
superare le difficoltà del periodo immediatamente postbellico. Lo rivedemmo l’anno scorso a Roma, un po’ invecchiato col
volgere degli anni, ma sempre col volto
sorridente e con un costante interesse
per la nostra Chiesa. In una lettera recente, la Signora Anthony ci scriveva: « La
Chiesa Valdese ed i suoi membri erano
molto vicini al cuore di mio marito e, nel
mese di marzo e aprile, ancora speravamo
di poter andare in Italia e di partecipare al
vostro Sinodo... Posso essere riconoscente
per i 50 anni di vita trascorsi con mio marito, per la sua dedizione a tante persone
e per l’affetto da cui era circondato ».
Nell’ora del lutto, esprimiamo alla famiglia del Rev. Robert 'W. Anthony i nostri sentimenti di simpatia e di speranza
cristiana. Mentre ricordiamo quella figura
scomparsa, chiediamo a Dio di suscitare
per la nostra Chiesa altri amici, così costanti nel loro operare.
Ermanno Rostan
Ancora Losanna 1960
17 mila :
troppi o troppo pochi ?
Errore di compilatore^ errore di tipografo? Poco imporla; il fatto è, comunque^
che — come i nostri intelligenti lettori
uvmnno certamente notato — la cifra di
1,700, apparsa nello scorso numero delVEco ad indicare la folla dei partecipanti
alla Conferenza ecumenica giovanile di
LosannUf è stata involontariamente moltiplicata per dieci. Corretto l'errore va tuttavia detto che si è trattato di un felice
errore se consideriamo 17.000 come la cifra indicativa deWaarea di influenzai) dei
tuiri delegati di Losanna! Se diciasettemila giovani potessero essere immessi in modo attivo nello sforzo ecumenico che si è
inaugurato nel luglio scorso sarebbe segno
che qualcosa di nuovo sta veramente maturando nelle varie Chiese ed organizzazioni giovanili. In questo senso, anzi, 17.000
è una cifra di cui non dobbiamo accontentarci; Pensiamo sin d'ora, in vista della
prossima piena ripresa delle attività giovanili. a far sì che Losanna riviva ed operi
tra di noi in Italia. Giovanni Conte
rancesi e
VA Ig
’iena
— « Il paese intero (la Francia) e particolarmente i giovani, subiscono l’influenza
nefasta della violenza sotto tutte le forme
(attentati, torture, guerra) che ha per conseguenza: il disprezzo della persona umana, la delazione, la corruzione dei costumi, la degradazione dello spirito civico,
una incertezza crudele per quel che concerne l’avvenire e un turbamento profondo della coscienza nazionale che giunge
talvolta fino alla disperazione.
—Riteniamo oggi no-stro dovere di giovani cristiani francesi appartenenti a Chiese membre del Consiglio Ecumenico o a
degli organismi in contatto col Dipartimento della Gioventù del Consiglio stesso,
di fare appello agli altri cristiani di questa
comunità affinchè ci aiutino a riflettere ed
a trovare la via della nostra testimonianza
di fronte a questa situazione. Ci auguriamo che il governo francese riprenda i negoziati con i rappresentanti del F.L.N., in
vista della prossima fine delle ostilità e
dell’applicazione libera ed imparziale del
principio dell’autodeterminazione.
— Riceviamo con riconoscenza la testimonianza che rendono i nostri fratelli cristiani di Algeria, e li assicuriamo che intercediamo per loro ».
/ 132 delegati svizzeri
al loro paese
« Il divario ira pao«ì sottosviluppali e ad
alto livello di vita si va facendo sempre
più forte.
Il nostro paese gode nel suo insieme di
una prosperità senza precedenti. Perciò insistiamo sulPurgenza di un aiuto molto
più efficace e massiccio fondato sui principi seguenti:
1) Moltiplicare i doni, consentire prestiti a basso interesse.
2) Piazzare dei fondi in funzione dei
piani di sviluppo d,ei paesi ai quali essi
sono destinati.
3) Insistere affinchè la quotazione mondiale dei prodotti di oltremare sia tale da
assicurare un guadagno ai paesi produttori.
4) Incoraggiare i giovani a svolgere almeno tre anni di lavoro in un paese in
fase di sviluppo.
5} Sviluppare gli uffici di informazione
e di collocamento per quanti intendono
lavorare in quei paesi.
6) Accogliere con larghezza nei nostri
istituti di alta cultura gli studenti di oltre
mare.
Inoltre ognuno dei delegati si impegna
a versare il 5% del proprio salario di agosto per Torganizzazione di aiuto per i paesi sottosviluppati ».
Questo
sono IO
per
VOI tutti
99
Era inevitabile, a Losanna, di porsi il
problema della Santa Cena. Non siamo
cerio flati i primi (anzi gli ultimi di una
lunga serie di credenti) a sentire che la
comunione che si stabilisce tra i vari partecipanti ad una Conferenza ecumenica
spinge ognuno a realizzare tutta l’urgenza
con la quale il Signore convoca !utti i credenti alla Sua unica mensa.
iNel corso della sua esposizione il professor Hoekendijk aveva detto : « Siale impazienti... fate l’impossibile per raggiungere il traguardo dell’inlercomunione delle vostre chie,se. Sono profondamente convinto che è attorno alla Men-sa del Signore
che dobbiamo fare l’impossibile ». E i
giovani hanno preso sul serio questa sfida
lanciata loro, anche se taluni ne sono stati
colpiti come da un’aperto invito a fare
piazza pulita delle nostre differenze confessionali, con le reazioni che si possono
facilmente immaginare.
Ci poteva essere un servizio di Santa
Cena comune? No, rispose il presidente
della Conferenza, Canon Patey, dal momento che la Conferenza si teneva sotto
gli auspici del Consiglio Ecumenico e che
« era stato stabilito mollo chiaramente che
certe confessioni non avrebbero mandato
alcun delegato a I.,osanna » se si fosse trattato di prevedere un culto con S. Cena nell’ambito della Conferenza. Lo scandalo ha
colpito tutti in modo violento: il Signore
stesso era causa di disunione. La nostra volontà di incontrare e ricevere Colui che ci
unisce era nello stesso tempo causa di se
parazione. Mai come allora sono risuonate
potentemente alle nostre orecchie le parole della Cena: «Questo sono io per voi
tutti ». Quale atto d’accusa e insieme quale parola di speranza! Il Signore non si
lascierà fermare dalla nostra incapacità di
riceverlo in comune.
Per esprimere in qualche modo questa
convinzione alcuni pastori, a nome delle
loro delegazioni, hanno voluto tenere un
culto di Santa Cena aperto a tutti coloro
che volevano parteciparvi, annunciandolo
con un « manifesto » che diceva, tra l’altro: «a causa delle divisioni tra le chiese
non è stalo possibile di prevedere un unico culto di Santa Cena patrocinato dalla
Conferenza stessa... Ma invitiamo coloro
che credono fermamente di dover accettare
un simile invito, a prender parte ad un
culto in comune. La nostra preghiera è
che coloro che non possono, in coscienza,
accostarsi alla Mensa del Signore saranno
tuttavia presenti come membri della comunità cristiana ».
Di fronte a questo stato di cose è necessario che tutti riaffermino soprattutto che
una cosa essenziale ci unisce: il Signore
è sempre veramente presente nella Santa
Cena. Come possiamo sottovalutarlo?
Dal 16 al 31 luglio ni sono riuniti a Strasburgo 700 studenti per il Congresso mondiale della FUACE. In attesa di darne più
ampia notizia notiamo che il congresso ha
approvato il testo di un telegramma inviato al segretario delVONU, Hammarskjoeld. assicurandogli l’appoggio della
FUACE "in tutti gli sforzi tendenti a metter fine agli atti di violenza e distruzione
nel Congo, a favorire la riconciliazione di
tutti i gruppi della popolazione, e ad aiutare per lo stabilirsi di una nuova società
libera, giusta e pacifica nella giovane Repubblica".
LA SANTA CENA
durante il Sinodo
Ogni anno durante il Sinodo si celebra la Santa Cena la quale riveste
allora tui significato particolare che
non c’è bLsogno di dimostrare. E’ un
atto quanto mai opportuno che conferma lo spirito di fratellanza, la solidarietà che unisce tutti quelli che
si sono intrattenuti della vita della
Chiesa, e di pari ccoisentimento stanno cercando il modo- dd servirla sempre meglio.
Atto importante dtmque, che non
ci sembra opportimo di compiere dopo la fine delle sedute, come sè fatto
in questi ultimi anni.
Una volta, si celebrava la S. Cena
di mattina, nell’atila sinodale, i^r i
soli membri del Sinodo. Riteniamo
che sia stata un’ottima decisione
quella presa parecchi anni fa di celebrarla nel Tempio e in modo pubblico. Ma non altrettanto felice è stata l’idea di rimandarla al termine.
Certo, v’è allora una magnifica assemblea di comunicanti. Bello in
modo particolare, il vedere dei Pastori che vanno alla Mensa con a fianco le loro Compare che hanno anch’esse una missione da compiere
nella Chiesa. Bello l’afllusso di molti
villeggianti provenienti da tante nostre Comunità, anche se non sono
membri del Sinodo. Tutto questo fa
un’ottima impressione.
Senonchè... v’è una lacuna molto
grave. Molti membri del Sinodo non
sono più presenti; e la loro assenza
è ben comprensibile. Molti laici han
sacrificato quasi una settimana di
lavoro. Specialmente scusabili i delegati delle nostre Valli. Scusabili anche alcuni Pastori che hanno anche
PRsì bisogno di tornare in sede il venerdì sera. Ed il treno parte verso le
ore 18. Mettiamoci al posto di quelli
che han bisogno di partire. E sono
molti. Quindi, passato il cancello della Casa Valdese, gli uni si avviano a
destra, verso il Tempio, e gli altri a
sinistra, verso la stazione. Fa pena!
Viene coà a mancare, almeno in parte il particolare sigi^cato racchiuso
nell'atto di celebrazione della S. Cena durante il Sinodo.
Non è una critica che intendiamo
fare, ma ima semplice costatazione,
coll’augurio che si trovi il modo di
celebrare la S. Cena in un momento più opportuno, per esempio al posto di uno dei soliti Culti mattutini,
alle 8 oppine alle 11, nel Tempio, con
tutti i membri del Sinodo presenti,
e quanti altri — fratelli e sorelle —
vorranno parteciparvi. Allora la S.
Cena avrà veramente il significato
particolare della sua celebrazione in
occasione del Sinodo.
G. Bertinatti
I lettori ci scrivono
Per un riconoscimento
de^li obiettori di coscienza
Egr. Sig. Direttore
L’anno scorso l’«Eco delle Valli» aveva
constatalo che: « lutti sono d’accordo nel
ritenere la guerra un male, il peggiore for•se dei mali... Tutti sono concordi nell’affermare che i credenti devono fare lutto il
loro possibile perchè questo male non avvenga... Secondo alcuni questa opera di
testimonianza deve però giungere sino al
rifiuto di ogni collaborazione con preparativi di guerra. Secondo altri la testimonianza e l’opera del credente nella società
deve sottomettersi ai doveri comuni della
convivenza nell’obbedienza a quelle autorità che Dio ha stabilite.
La discussione potrà riprendere utilmente quando si saranno esaminati i testi biblici dell’Antico e del Nuovo Testamento
su questa materia, ed è quanto ci sforzeremo di fare prossimamente ».
Di poi è venuto il processo dell’obiezione di coscienza ed abbiamo seguito con
vivo interesse lo svolgersi di esso nella
speranza che sarebbero finalmente venuti
alla luce i testi biblici promessi. Siamo
stali delusi!
E comprendiamo il verdetto del Collegio Giudicante, pure nella sua perplessità
per la nobiltà dell’assunto dell’obiettore.
Infine c’è stata la votazione di un o.d.g.
in cui si chiedeva che lo Stato abbia a promulgare una legge, che stabilisca l’esenzione dal servizio militare, agli obiettori
di coscienza.
Anche il Sinodo Valdese aveva in precedenza votato una richiesta analoga.
Da tutto questo si deduce che il problema resta aperto ed insoluto e tale rimarrà finché ci si limita alla votazione di
o.d.g. platonici, e finché si lasciano i giovani, chiamati alle armi, nella dolorosa,
ma perfettamente inutile, necessità di affrontare tribunali e condanne che compromettono la loro stessa esistenza di civili
produttori, stroncando carriere non più
consentanee alle condanne subite, ecc...,
senza neanche il conforto di un vittimismo
biblico -religioso.
O perchè non si radunano, questi obiettori, con simpatizzanti, per mettere insieme una richiesta, concreta e fattibile, di
un progetto di legge in cui si chieda aUo
Stalo, di riconoscere il diritto alla obiezione, offrendo le garanzie necessarie, atte
a procurare idonee prove, che questa non
è fruito di estemporaneo atteggiamento
anarcoide, e offrendo di compiere un ser
vizio che lo Stato gradisca e che la sua du
rata e serietà di impegno sia la dimostra
zione della perfetta buona fede dei richie
denti. Una tale richiesta potrà essere man
data al potere legislativo a mezzo di qual
che parlamentare simpatizzante. Solo così
potremo finalmente giungere alla soluzio
ne del problema.
E. A, Beux
Capirci fra italiani
Caro Sig. Beux
Sono vivamente spiacente che Lei sia
partito con la lancia in resta, se ho capito
bene, nella sua lettera « Chiarezza e confusione », per farmi notare che il sistema
sovietico non è la realizzazione del sociaLsmo — ma nemmeno Neimi mi pare irresponsabile sotto questo aspetto, nè, tanto
meno, a scanso di equivoci, Saragat —,
tesi che rappresentava esattamente lo scopo della mia precedente lettera: e ciò mi
pareva chiaro : rimprovero al Dott. Eynard
la confusione fra «filocomunisti e filorussi», cioè fra comuniSmo (inteso in senso
teorico e non in senso storico — il che appariva dal contesto) e sistema sovietico.
Darò una ripassatina, se Lei lo desidera,
alla Storia russa, ma cerchiamo prima di
tutto di comprenderci fra italiani, se è
vero, come mi fa cortesemente notare l’Ing.
Eynard, che ho interpretato male i suoi
pensieri, se ho capito bene la sua ultima
lettera, e se è vero che Lei ha esagerato i
miei, se ho capito bene i suoi.
Cordialmente. Claudio Tron
A la recherche
d’une attidude
chrétienne
(suite de la 1« page)
chrétienne en ce domaine que de tendre à la suppression de toute discrimination raciale. Cette démarche
n’est pas à repousser, certes, mais el
le reste négative comme la loi ellemême. La disposition chrétienne, authentique et foncière, reste celle du
service fraternel, total et gratuit. «Je
ne suis pas venu pour être servi, a
dit notre Maître, mais pour servir».
Une certaine mode actuelle en matière dogmatique, consiste, en pratique, à annoncer le Seigneur tout en
repoussant, comme trop moralisant,
l’exemple de sa vie. Position dangeurcuse, quand on n’y prend garde, qui
entraine presque irrémédiahlement la
fol vers une inteUectualité désincarnée.
Que Dieu, dans sa grâce, veuille
bien faire porter du fruit à sa parole, même quand elle sort de notre
bouche impure ou menteuse, c’est
Son afiaire à Lui. Mais notre vie
chrétienne ne peut être authentifiée
que dans la mesure où, dans un désintéressement total, une gratuité
absolue, sans attente de bénéfice,
d’honneur, ni même de reconnaissance. nous sommes serviteurs de nos
frères, étant esclaves de Christ. Ce
que Dieu exige du missionnaire au
Congo, il l’exige des chrétiens congolais. Mais d’abord de nous. Il est inutile de vouloir passer à côté de cet
obstacle barrant le chemin de notre
foi et de notre témoignage.
A. Mascaux.
(Paix et Liberté)
UN LUTTO
Domenica 7 una sciagura di montagna funestava una delle molte gite
che tanti giovani fanno in questi mesi : vi perdeva la vita il giovdne Mario
Renato Jahier, caduto in un canalone
mentre scendeva dal Boucle con alcuni compagni. Il giovane era figlio
del Dr. Mario Jahier, agente della
FIAT a Buenos Aires e sul punto di
rimpatriare in Piemonte, dov’era stato preceduto dcdla famiglia; e nipote
del Past. Roberto Jahier, di Luserna
S. Giovanni. La folla raccoltasi nel
Tempio di Torre Pellice per il servizio funebre ha voluto esprimere la sua
commossa solidarietà alla fa>7tiglia
così colpita, all’improvviso. Ci sentano uniti a foro con affettuosa simpatia e nella stessa ferma speranza che
ha dettato sulla loro partecipazione
funebre: "Nuda potrà separarci dall'amore di Dio manifestato in Cristo
Gesù".
Bollettino della Società
di Studi Valdesi
E’ uscito il fascicolo 107 del Bollettino
della Società di Studi Valdesi (giugno
1960i; eccone il sommario: la continuazione dello .studio del Prof. Arturo Pascal:
«Le Valli Valdesi negli anni del martirio
e della gloria (1685-16901»; la continuazione di quello del Prof. Luigi Firpo:
« Christian Francken anti-trinitario »; un
articolo del Prof. T. G. Pons: « L’ultimo
decennio della vita di Giovanni Léger e la
sua ’Storia’ »; ricerche del Prof. A. Armand-Uugon sull’Archivio dei Luserna
d’Angrogna alla Bibl. Reale di Torino.
4
pag. 4
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
N. 33 — 12 agosto 1960
I Commentari
di Giovanni Caivino
La Société Calviniste de France si è già
resa benemerita nella riedizione dell’/nstitution Chrétienne di Calvino (1955-1958),
in quattro volumi. Bieco che ora, continuando la sua pregevole e apprezzatissima fatica, essa ha iniziato la riedizione
dei Commentaires à VAncien et au Nouveau Testament. Per l’Antico Testamento
bisogna risalire nientemeno che al 1564
per trovarne un’edizione francese, e per
il Nuovo Testamento alla metà del secolo
scorso. E’ quindi con viva gioia e riconoscenza che abbiamo visto uscire in questi
giorni per le edizioni Labor et Fides il
quarto volume dei Commentari al N.T. :
l’EpUre aux Romains; e ci rallegriamo
che la Société Calviniste annunci la rapida prosecuzione della serie: il Commentaire sur la Genèse per il 1961, il Commentdire sur l’EvangUe selon saint Jean
per il 1962, ecc.
Il testo di questo Commentario ai Romani è stato accertato dal Past. JulesMarcel Nicole, con la collaborazione di
Pierre Marcel, Dr. theol. — seguendo le
stesse regole usate nell’accertare il testo
modernizzato dell’/nstitution, con la stessa
preoccupazione di chiarezza, di presentazione tipografica ariosa, di caratteri tipografici diversi, per facilitare la lettura e
la consultazione. Grazie alla sua conoscenza dei testi patristici e a pazienti ricerche il Past. Michel Réveillaud precisa,
in ricchi indici analitici, pure le referenze e le allusioni patristiche e letterarie
del testo di Calvino.
Siamo dunque ben lieti di presentare
questo bellissimo volume, rilegato a lettere d’oro, in cui si ritrova la nitidezza
e l’eleganza tradizionali deUa Casa editrice Labor et Fides, e in cui soprattutto
non solo i predicatori dell’Evangelo troveranno ricche e profonde indicazioni esegetiche e omiletiche, ma ogni credente
desideroso di approfondire la propria fede
sentirà quanto il ripensamento della Riforma sia scaturito veramente da uno studio instancabile della Bibbia, e in particolare di questa Epistola ai Romani.
Jean Calvin —• Commentaires sur le Nou
veau Testament, Tome IV: Epitre aux
Romains — Labor et Fides, Genève
1960, pp. 381.
La festa del XV Agosto
nell’alta Val Germanasca
La festa del XV agosto dell’alta Val
Germanasca ha avuto luogo al colle
delle Fontane secondo la tradizione,
ma la tradizione è stata dimenticata
per quanto concerne la data, infatti
si è svolta domenica scorsa e non la
domenica dopo il 15 come per il passato. L’anticipazione non è stata motivata dal desiderio di fare ima rivoluzione ma l’esperienza ha provato
che que.sta data è più propizia per
molti che da altre parrocchie hanno
desiderio di parteciparvi e spesso per
il tempo. Dopo il 15 il tempo è infatti sovente cattivo e freddo, quest’anno non è stato nemmeno troppo bello ma la nostra estate è tanto strana che si poteva aspettare di tutto.
Abbiamo visto con piacere molti amici delle parrocchie per cui la festa si
celebra RodorettO' Frali e Massello, a
dire il vero la distanza sembra ridurre la partecipazione dei pralinl e la
festa padronale di Rodoretto ha trattenuto molti anche dalle Fontane, E’
peccato perchè occasioni come quelle di domenica dovrebbero essere
sfruttate da tutti per vedere e sentire quanto di nuovo accade nel mondo della chiesa e per trarne ispirazione ed incoraggiamento. Un tempo
queste riunioni erano un po’ delle riunioni di risveglio, delle predicazioni
all’aperto, oggi sono diventate delle
Giusto riconoscimento
Apprendiamo che il sig. Léonce Fabre, di Marsiglia, ha ricevuto il titolo
di Lauréat de l’Académie Française
per il suo lavoro — pubblicato dalla
Claudiana con i tipi della Subalpina
— : «Alpes Cottiennes - Vallées Vau
doises ». Ci rallegriamo molto per R
conferimento di questa onorificenza
e ci auguriamo che l’opera ottenga
così una più ampia diffusione e faccia maggiormente conoscere la nostra
regione.
assemblee in cui si ha opportunità di
udire e vedere uomini diversi che lavorane in campi diversi della chiesa
ma lo scopo permane quello di rafforzare la nostra testimonianza cristiana. Non sarebbe bello che per delle
ragioni tutte personali o per dei motivi uinani qualcrmo si astenesse dal
partecipare. La tradizione non è la
Bibbia, si può cambiare senza che la
chiesa vada in rovina e se si cambia
è per ragioni di utilità e non jier
danneggiare nessuno.
Il past. Rivoira di Perrero ha introdotto la nostra riunione con una
breve meditazione Invitandoci a seguire l’esempio del Salmista e dei discepoli {^e hanno sul monte della trasfigurazione espresso il loro desiderio
di essere in comimioné con Gesù.
Hanno in seguito preso la parola il
past. Adolfo Peyronel, ohe ha rievocato con molto calore il suo ministerio a Rodoretto ed in alcune grandi
comunità francesi, dove tuttora si
trova all’opera, è stato con vero piacere che l’abbiamo rivisto fra noi e
che abbiamo rilevato la sua impressione che durante la sua assenza si è
molto trasformato nelle nostre Valli.
Dopo di lui il missionario Pons oriundo di Villasecca ha brevemente t|atteggiato l’opera missionaria attuale.
Ibirtroppo la minaccia della pioggia
che non è caduta, gli ha imposi»' una
certa brevità, le sue parole sono state però molto utili a tutti noi per
caratterizzare il problema delle missioni oggi. Ringraziamo questi amici
per i loro messaggi e ringraziamo in
modo del tutto particolare la corale
di Perrero che ha eseguito molto' occuratamente un inno scelto fra i 30
nuovi inni della raccolta italiana che
entreranno nel nuovo innario.
A tutti i partecipanti a questo incontro un fraterno arrivederci all’anno prossimo ed a quelli che non sono ancora venuti al colle delle Fontane un invito a venerei in questa
occasione.
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
m
Domenica 31 lugUo il Prof. Gino Costabel ha visitato la nostra comunità rivolgendo un messaggio al tempio la mattina
ed alla presenza d’un folto numero di frateRi e sorelle; nel pomeriggio egli ha parlato alla riunione di Vivian ad un simpatico gruppo del quartiere, con la presenza
di altri frateUi e sorelle dei quartieri vicini. Ringraziamo di cuore il nostro visitatore per i due appropriati messaggi che
hanno lasciato viva impressione negli uditori.
Alla riunione di Combavilla era pure
presente la domenica precedente un gruppetto della Paiola.
Pure domenica 31 luglio abbiamo battezzato Renzo Gaydou di Ulisse e di Ribet Franca. Domandiamo al Signore di far
scendere le sue benedizioni sulla creatura
perchè possa un giorno essere fedele al
Salvatore Gesù Cristo.
Il lo agosto è stato celebrato il servizio
funebre di Enrichetta Ribet ved. Ribet di
anni 72 deceduta ai Paure. Una folla di parenti ed amici ha preso parte alle esequie
per testimoniare alla famiglia l’affetto verso la sorella in fede che sino all’ultimo
ha rivelato una grande serenità ed un abbandono fiducioso nelle mani del Padre
celeste.
Plusieurs baptêmes ont été célébrés ce
mois-ci: Tron Rita de Salse le dimanche
3 juillet, Baral Claudia et Baral Anita des
Portes, le 31, Pons Carlo dont la famille
originaire du Champ la Salse demeure actuellement en Suisse, dimanche passé. La
célébration de ces sacrements a rappelé à
chacun quels sont nos engagements et nos
devoirs pour ces enfants qui sont confiés
non seulement à leurs parents mais à toute
l’église en ce qui concerne leur éducation
chrétienne.
Les travaux au temple sont maintenant
terminés, chacun a pu s’en rendre compte
la souscription est ouverte pour ceux qui
voudraient nous aider à couvrir cette dépense; si tout le monde voulait faire une
petite offrande pour ce vieux temple la
somme serait vite couverte et nous aurions
tous témoigné notre attachement à Massel.
Quelques personnes ont commencé à la
faire et nous en publierons les noms prochainement.
Dimanche 14 aura lieu la réunion à la
Balcille à 14 heures 30. Plusieurs de nos
masselins à l’étranger et de nos amis villeggianti sont parmi nous cet été, nous
leurs souhaitons une saison de repos phisique et de renouveau spirituel.
RODORETTO
Sabato pomeriggio, 6 corr. m., a Fontane abbiamo accompagnato all’estrema
dimora terrena la spoglia mortale della
nostra sorella Breusa Albertina nota Pons,
che il Signore ha richiamalo a sè all’età
di 51 anni dopo una lunga e penosa malattia, per cui aveva dovuto essere ricoverata
nell’Ospedale Valdese di Pomaretto.
Il servizio funebre ha costituito una manifestazione veramente solidale di rimpianto e di simpatia da parte di una folla
commossa di amici e di conoscenti.
Al marito, ai figlioli ed ai parenti tutti,
così dolorosamente provati dall’afflizione,
rinnoviamo la nostra simpatìa cristiana ed
invochiamo su loro le promesse e le consolazioni del Signore nella certezza deUa
risurrezione, affinchè possano trovare nella
fede in Cristo forza e rifugio.
Il 27 KOSIO f LIISEIIIII SIS IIORWI
Secoiido Congresso Nazionale
della Federazione FemoiiDÌle Valdese
Sabato 27 agosto 1960 a Lusema S.
Giovanni (Torino) avrà luogo il II”
Congresso Nazionale della Federazione Femminile Valdese con il seguente programma:
Ore 9: Culto di apertura presieduto dal Moderatore, past. Ermanno
Rostan.
Ore 9,30 : Elezione del • seg^o. —Relazione morale e finanziaria del
Comitato Nazionale.. — Discussione
sulla Relazione. — Elezione del Comitato Nazionale.
Ore 12,30; Pranzo in comune net
locali della comunità di Lusema San
Giovanni.
Ore 14,30: Relazione sul tema; «I
Ministeri femminili ». Relatore past.
Neri Giampiccoli. Discussione con la
partecipazione di tutte le presenti al
Congresso.
Studi
sul cattolicesimo
politico
In bella veste litografica, questo fascìcolo raccoglie il risultato dei lavori del IH'’
Campo del Movimento Cristiano Studenti
svoltosi Io scorso agosto ad Agape. Esso
contiene la relazione di Giorgio Bouchard
su La politica della Chiesa cattolica dalla
Restaurazione alla seconda guerra mondiale; quella di Giovanni Miegge su La prospettiva ecclesiologica del cattolicesimo
contemporaneo; quella di Sergio Rostagno
su Gli aspetti politici del dogma cattolico
romano; quindi le relazioni dei seminari:
Sillabo (G. Bouchard), sulle Encicliche di
carattere politico e sociale di Leone XIll
(G. Rochal), su Chiesa cattolica, capitalismo e socialismo nelle encicliche di Pio
XI (V. Rieser).
Raccomandiamo vivamente a quanti desiderano comprendere veramente i presupposti del cattolicesimo politico (che tanto
peso ha sulla scena nazionale e mondiale)
questo quaderno documentato e vivo. Esso può essere ottenuto al prezzo di L. 300
richiedendolo a Gianni Rostan, Via S.
Marco 22, Milano.
Il Moderatore Sig. Ermanno Rostan,
giunto tra noi per una breve vacanza, ha
presieduto il culto di domenica 7 agosto.
Lo ringraziamo per il molto gradito messaggio portatoci e gli auguriamo, insieme
alla sua famiglia, un buon periodo di riposo.
Il culto di domenica prossima 14 agosto sarà presieduto, a D. p., dal Pastore
Alfonso Peyronel.
Un violento temporale si è abbattuto sopra il nostro vallone lunedì l» agosto. Verso le sette di sera, dopo una splendida
giornata di sole, dei densi, minacciosi nuvoloni improvvisamente oscuravano il cielo; poi dal piano incominciava anche a salire una densa nebbia che in breve avvolgeva ogni cosa. Era tanto oscuro che si
sarebbe detto che stesse per cadere la notte. Qualche minuto ed incominciava il
tanto temuto temporale: alcuni goccioloni
di pioggia prima e poi tosto dopo la grandine, certi chicchi grossi e fitti come, per
fortuna, di rado si vede.
Quando tutto finalmente era finito, si sarebbe detto di trovarsi in un paesaggio
invernale; tutto un largo tratto del nostro
vallone era bianco. La zona colpita è stata
quella compresa tra la Ruata e Poggio Pini
Quest’ultima località è rimasta imbianca
ta fino al pomeriggio del giorno seguente.
Il bestiame ha dovuto rimanere una giornata intera chiuso nella stalla.
I danni recati aOa campagna sono considerevoli, ma forse meno gravi di quanto
non fosse apparso in un primo tempo.
All’Ospedale di Pomaretto è deceduta
Long Luigia ved., nata Sappè, della Ruata.
Essa era inferma da parecchi anni, alla sua
infermità si è aggiunto anche ultimamente
un male inguaribile che l’ha portata
via in pochi giorni.
La sua spoglia mortale è stata trasportata a Pramollo e deposta nel cimitero della Ruata il giorno 5 agosto.
Ai fratelli e famiglie e ai parenti tutti
esprimiamo la nostra fraterna e cristiana
simpatia.
(Questa volta forse gli stessi accaniti cultori « de la esmarca » incomincieranno a
dubitare del loro valore. Infatti, malgrado
la luna vecchia e nuova, malgrado le tempora, le nuvole rosse di sera, malgrado....
agosto, il tempo continua ad essere imbroncialo. Qualche rara giornata di sole
ogni tanto, e poi dinuovo la nebbia, la
pioggia e — quel che è più straordinario
in questa stagione — un certo frescolino
che fa trovare piacevole il fuoco acceso di
sera. Si lamentano tutti: quelli che non
han niente e quelli che hanno troppo da
fare; lutti avrebbero piacere di un po’ di
caldo e di un po’ di sole. Eri invece il tempo continua a fare come vuole, e cioè ad
essere cattivo.
Speriamo però che, dopo lutto, finisca un
bel giorno per mettere un po’ di giudizio
e che, prima che torni quella che è per
definizione la cattiva stagione, possiamo
avere il piacere di un po’ di bel tempo e
di un po’ di sole.
Il culto del 14 corr. avrà luogo alle
ore 10, come di consueto, eontrariamente a quanto annunziato.
Congresso annuale
dell'A.I.C.E.
Tutti i soci e gli amici sono invitati a partecipare al Congresso annuale delFAsscciazione Insegnanti
Evangelici che si terrà D. v. il 26
agosto a Torre PelUce nella Sala unio.
nista, gentilmente concessa, con il seguente programma:
Ore 9,30: Culto di apertura.
Ore 10; Relazione morale e finanziaria del C. N. e delle sezioni sua
discussione; proposta di modifiche allo Statuto; elezioni del Comitato Nazionale.
Ore 12.30: Pranzo in comune.
Ore 14,30: Dibattito sul tema: Gh
insegnanti evangelici e la Scuola laica.
Redattore: Gino Conte
Coppieri . Torre Pellice
Tel. 94.76
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Penice . c.c.p. 2/17557
Tipografia Subalpina . s. p. a
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Medico Chirurgo
Via Alfieri, 1 - Telef. 9594
(vicino al Municipio) •
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Riceve:
Tutti i giorni ore 17-19
Venerdì anche al mattino ore 11-13
Dottoressa
Iolanda De Carli Valerio
Medico Chirurgo
Specialista
in malattie dei bambini
Psicologia e pedagogia
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Valdese di Pomaretto
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