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30 maggio 1975 — L. 150
Anno 112 — N. 21
Soedìzione in abbonamento postale
1 Gruppo /70
BIBLIOTECA VALDESE
10066 TORRE PEIL ICE
delie valli valdesi
I compromessi sonoi inevitabili
ma qualcuno sempre li paga
L’Italia degli ultimi 50 anni è segnata dai patti: il Gentiioni, il Laterano - Lo spirito del potere non si esorcizza col calcolo politico - Sulle minoranze incombe sempre il pericolo
della merce di scambio
L’ottavo congresso del PCI ha adottato gli argomenti dell’on. Berlinguer ed ha
scelto la via del cosiddetto « compromesso storico ». Nella babele dei linguaggi
oscuri, o chiaramente vuoti, la proposta
comunista fa spicco per la sua impostazione lucida, tutta vòlta a concretezza, e
per la coerenza con cui prosegue (o persegue) un disegno pohtico-religioso che
si colloca in un quadro sopranazionale.
È comprensibile che subito l’argomento abbia polarizzato l’attenzione di persone e gruppi, da punti di vista diversi, eterogenei. É un peccato che dal resoconto
d’un convegno della FGEI a Ecumene
non possiamo ricavare, oltre al consenso,
informazioni più concrete su un modo
giovane e protestante di dibattere il compromesso storico.
Fede evangelica
e militanza politica
Si fa politica compiendo delle scelte
politiche, e non delle scelte religiose, naturalmente. D’altra parte, l’inerzia del
dato ’’religioso”, riprova un avanzato deterioramento del rapporto che il Signore
ha voluto stabilire con me dandomi un
prossimo. Sappiamo che liberazione e socialismo significano anche abolizione di
vecchie servitù sacralizzate, eclissi di potere nelle istituzioni religiose ed emergenza di forze secolarizzate. Questo processo creativo non inquieta, non allarma
quanto la possibilità che un protestante
abdichi all’impegno di verificare « da
protestante » anche le scelte politiche,
sempre di nuovo, come il navigante che
fa il punto della rotta ogni giorno.
Una verifica è inevitabile quando la
scelta concerne una proposta politico-re/igiosa, e che il compromesso storico sia
tale sembra evidente. Qui non è possibile
chiudere gli occhi, allinearsi disciplinatamente e accantonare la fede evangelica per
privilegiare la militanza politica. L’adesione acritica a un partito risponde alla
mentalità media del cattolico-romano,
ma la disponibilità del protestante è critica : egli è consapevole del fatto che ogni
scelta politica si confronta anche con una
fede che ha le sue implicazioni, le sue
conseguenze nella comunità credente.
Continuità del compromesso
Vogliamo compiere le scelte politiche
come se Dio non vi fosse, e va bene. Sappiamo che la politica è anche l’arte del
compromesso, e va bene. Ma non va bene questa pudibonderìa verbale con cui si
tenta di rendere più accettabile la compromissione : « storico », si dice, e la trovata è perfino tropno ingenua per chi fa
scuola di materialismo storico.
In questo sècolo ventesimo noi italiani siamo già stati presi d’infilata da
due compromessi (storici, naturalmente)
ed ogni volta si è trattato di pna scelta
politico-religiosa che ha avuto influenza
determinante nella vita del paese, anche
su noi protestanti. Nel 1913 fu varato
quel compromesso noto come « patto
Gentiioni », che apriva una collaborazione tra: liberal-moderati e cattolici; nel
1929 il fascismo trovò la via a un nuovo
compromesso storico con i Patti Lateranensi e il Concordato. In tutti e due i casi
« la pace religiosa » era considerata un
bene prezioso: leggete il discorso dell’on. Berlinguer aH’VIII congresso e la
ritroverete.
In sostanza le proposta odierna riconduce un grande partito di massa nell’alveo della tradizione politica post-unitaria: il trasformismo, la spartizione del
potere, e l’ipotesi del riformismo per calmare le paure dei piccolo-borghesi. Non
possiamo poi dimenticare che la sutura
tra il secondo e il terzo esperimento è
data da quel voto comunista all’art. 7 della Costituzione che non ha ancora finito
di piagare, a ben trenta anni di distanza,
la vita della nazione.
Ora, il protestante italiano non può
eludere dei problemi pratici, concreti:
1) il « compromesso » è un atteggiamento
tattico e psicologico che si addice a una
minoranza? 2) è buona, per la crescita
morale, intellettuale, del nostro popolo
la strada del trasformismo? 3) la sedicente « pace religiosa » non si risolve nella
tacitazione delle minoranzei bloccate nei
ghetti, sterilizzate? 4) in questa proposta
di compartecipazione/spartizione del potere, v’è uno spazio per la dissidenza religiosa, la libertà intellettuale? 5) come
in passato, sulla pelle di chi si realizzerebbe rincontro tra due istituzioni potentemente sagomate, disciplinate, senza
varchi per l’eresia ed il nonconformismo?
Per un cattolicesimo-romano ieri andavano bene i cortei fascisti capeggiati
dai preti-pompieri del regime, e può darsi che domani vadano bene le manifestazioni proletarie, pur che portino a piazza s. Pietro, e il giorno di s. Giuseppe la
voratore. Ma se questo rientra nella tradizionale strategìa di recupero delle tirasse da parte dell’istituzione romana, bisogna pur chiedersi se sia accettabile per
dei protestanti, che conseguenze potrà
avere per minoranze di credenti che vivono nella storia, nella realtà dei sistemi di
questo mondo.
Una fede ragionata
C’è anche fra noi deH’anticomunismo
irragionevole come una mattana, e va lasciato a chi pratica la religione come una
droga. E tanto poco ci piace, che diffidiamo anche degli appelli alla fede, quando essi vogliono portare acqua al mulino
della conservazione sociale. Minoranza
evangelica per vocazione, dobbiamo cercar di valutare il compromesso storico sia
sul piano di un nostro specifico contributo alla vita p>olitica del paese, sia su quello dei riflessi che potrebbe avere sulle comunità, la loro libertà. Si, la loro libertà,
fi- perché aneh® qui la'Ubwtà’ deh mstiano
è messa in questione, mentre si profila la
riduzione di confronti ideali, di dissidenza, ad accademie di sopravvissuti in quarantena.
In questo nostro difficile, e talvolta contradditorio, vivere una fede ragionata,
aderenti alle realtà secolari, cerchiamo
umilmente di non lasciarci chiudere nel
quadro segnato dalla pratica delle ideologie, ma apriamo dei varchi, portiamo lo
scandalo del dissenso, della minoranza,
quale frutto d’una esperienza di Cristo
che ci ha chiamati a libertà.
Luigi Santini
GINEVRA
Guidati dalie Spirito
Come ogni anno nell’epoca della Pentecoste, anche quest’anno i presidenti del
Consiglio Ecumenico delle Chiese hanno
rivolto alle chiese protestanti ed ortodos^
se membre del Consiglio un messaggio.
Lo hanno sottoscritto, oltre il past. W. A.
Visser’t Hooft presidente onorario, i sei
presidenti effettivi: la signora Kiyoko T.
Cibo, il patriarca Germano di Serbia, il
vescovo H. Lilje, i past. E. A. Payne e J.
C Smith ed il vescovo A. H. Zulu.
Il testo fa naturalmente riferimento
esplicito alla data della Pentecoste ma il
senso delVesortazione va ben oltre quella
ricorrenza e merita di esser tenuto presente nei mesi che ci separano dalle nosire assemblee ecclesiastiche confesstonali e da Nairobi.
« La quinta Assemblea del Consiglio
Ecumenico delle Chiese si terrà quest’anno a Nairobi. Il suo tema: "Gesù Cristo
libera ed unisce". In qualità di presidenti
del C.E.C. vi chiediamo di pregare con noi
affinché lo Spirito Santo ci guidi nella
preparazione e nei lavori di questa assiemblea.
Nel mondo in cui viviamo la tecnica
offre oggi agli uomini la possibilità di liberarsi dalle costrizioni di cui furono vittime in passato. I nostri problemi economici, però, ed il fatto che milioni di uomini soffrano la fame stanno a dimostrarci che siamo non padroni quanto
piuttosto schiavi delle realtà materiali.
Ci incontreremo in un continente che
ha visto negli ultimi 15 anni sopraggiungere la libertà politica per molti dei suoi
abitanti; ma vi sono ancora molti uomini
che di tale libertà non godono e sono privati dei diritti fondamentali dell’uomo.
Innumerevoli avvenimenti ci fanno prendere coscienza del fatto che l’umanità desidera l’unità ma non siamo in grado di
dominare le forze che provocano conflitti
e guerre.
Che significa tutto questo? Che messaggio ci dà Gesù Cristo in tema di unità e di libertà? Questi gli interrogativi cui
dovremo rispondere.
Gesù ha promesso ai suoi discepoli che
lo Spirito li condurrebbe in tutta la verità. Dobbiamo dunque conoscere gli strumenti di cui si serve lo Spirito. Quali insegnamenti possiamo trarre dal racconto
della Pentecoste?
Seguendo l’ordine di Gesù i discepoli
aspettavano a Gerusalemme. Avrebbero
avuto molte cose importanti da fare ma
ci viene detto che la loro preoccupazione
fondamentale fu la preghiera.
Quando lo Spirito venne su di loro diffusero la buona novella usando parole
che tutti erano in grado di comprendere.
Si sentivano spinti a comunicare la loro
fede e ricevettero la capacità di farlo.
Lo Spirito parlava loro mentre erano
riuniti. Ed essi lo udivano, costituendo
(continua a pag. 2)
,.,che è
• •
ipocrisia
(LUCA 12: 1).
Nell'antichità la parola « ipocrita » non aveva il senso negativo
che oggi le attribuiamo. « Ipocrita » era l'attore di teatro, che
« rappresentava », sulla scena, una
vita diversa da quella che conduceva in realtà. L'ipocrita è dunque
uno che finge, che fa credere al altri di essere ciò che in realtà
non è.
Nella Bibbia l'ipocrisia è il tentativo dell'uomo di condurre una
esistenza nascosta, segreta e contemporaneamente un'esistenza, alla luce del giorno, messa accuratamente in evidenza. L'uomo viene così a vivere due vite diverse:
una nota solo a Dio e una che egli
recita davanti a sé e davanti agli
altri uomini. La società diventa
così un teatro, in cui non si riesce
più a comprendere quale sia la
verità e quale sia la finzione. Le
conseguenze sociali e politiche di
un tale atteggiamento sono fin
troppo evidenti anche nella società italiana attuale, anche nella
campagna elettorale appena iniziata. Non vi è alcun settore della
vita pubblica e privata che possa
sfuggire a questa maledizione che
gli uomini si sono costruita e nella quale si compiacciono vivere.
Su una tale società sta, oggettivamente, il peso della maledizione di Dio. Non a caso Gesù usa
l'espressione « ipocrita » solo rivolta ai suoi avversari e mai ai discepoli. Chi vuole aiutarsi nella
sua vita con poca o con molta ipocrisia si mette fuori dalla comunione con Cristo.
Il Signore ci chiede di non vergognarci di essere uomini in carne ed ossa, che sbagliano e si pentono (come Pietro dopo il rinnegamento), che cadono e si rialzano, che cercano di trarsi indietro
e costantemente vengono dal Signore riportati nella mischia, uomini pieni di timore e tremore,
ma pure coraggiosamente coerenti con se stessi e con la loro fede.
I Farisei vovevano apparire « eroi della fede »: il Signore ci chie.de di essere uomini veri, autentici. Soprattutto di non coprire il
nostro peccato con una apparenza di religiosità.
Secondo Luca questo appare come il più importante degli avvertimenti di Gesù ai suoi discepoli,
collegato, a differenza di quel che
fa la Riveduta, non a quel che precede (sarebbe una ripetizione),
ma al discorso diretto: prima di
ogni altra cosa guardatevi dal lievito dei farisei, che è ipocrisia.
Dal rifuggire l'ipocrisia viene
una speranza per tutta la nostra
vita sociale. Lo sappia la chiesa e
lo sappia il mondo politico ed
economico.
Bruno Bellion
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a colloquio
con I leiiori
La lettera del past. Conte, di cui pubblichiamo ampi estratti, è sul nostro tavolo da qualche tempo, il problema sollevato ha perso della sua immediatezza
giornalistica ma non della sua attualità.
Si tratta di dare una valutazione obiettiva, equilibrata, non faziosa dei fatti politici, non sempre siamo in grado di farlo.
Non ci pare che il nostro sia stato un inno alla “liberazione” ma una valutazione
positiva di essa per quel che positivo può
essere nella storia umana. Quello che è
qui in gioco va però oltre la questione
Vietnam; sono presenti due pensieri in
noi non ancora chiari: diciamo che VEvangelo è criterio di valutazione di tutta
la storia e tutto è giudicato da Cristo (di
assoluto non c'è che la verità di Dio) ma
d’altra parte sappiamo che non tutto è
uguale nella vita; c’è del meglio e del
peggio anche in politica. Bisognerà tornare sull’argomento.
Caro direttore,
non per la storia, ma per la cronaca, vorrei
rimanesse documentato nel nostro settimanale .
che non tutti i valdesi concordano pienamente
sul modo in cui si è parlato su queste colonne
della fine del conflitto vietnamita. A scanso di
equivoci, ricordo che parecchi anni addietro il
nostro settimanale è stato il primo a pubblicare,
in ambiente evangelico italiano, e sono stato fra
i primi a scrivere contro l’intervento statunitense in Indocina, la sua prepotenza, i suoi metodi
talvolta atroci, il suo cieco appoggio a regimi
« forti » corrotti e corruttori, intrinsecamente
fallimentari; cosi come poi si è andati discutendo il ruolo dei cristiani, cattolici in particolare,
nel dramma vietnamita, e il risveglio della coscienza di una parte delle chiese, negli Stati Uniti in particolare. Da anni ero anch’io convinto,
con tanti altri, che la vicenda, specie nei termini in cui era impostata, non' poteva concludersi
diversamente da come si è conclusa : e così fosse
avvenuto prima, risparmiando tante sofferenze a
quel popolo infelice.
Detto questo, tuttavia, non mi sento di concordare con il coro che inneggia alla liberazione
del Sud Vietnam. Esso è stato, si, liberato dal
regime di Van Thieu, ma è stato conquistato da
quello di Hanoi. Il ruolo del Governo Rivoluzionario (già Provvisorio) è stato in passato e tanto
più neUa Blitzkrieg degli ultimi mesi nettamente
secondario rispetto alla formidabile macchina
bellica nordvietnamita. Non contesto certo l’esistenza nel Sud di un consistente movimento di
liberazione d’impostazione comunista, ma senza
il determinante appoggio militare nordvietnamita, dai giorni ormai lontani della pista di Ho CiMinh, non avrebbe avuto alcuna possibilità di
aÉFermarsi; né ha dimostrato, malgrado la consumata tattica della guerriglia, di saper guadagnare intimamente le popolazioni annamite e
cocincinesi alla propria causa. È chiaro: qualunque formula esteriore si troverà, il Sud sarà
una regione dell’unico Vietnam e la legge e l’ordine verranno da Hanoi; l’immediato cambio di
nome della capitale meridionale s significativo,
i comunisti nordvietnamiti si autoproclameranno
il gruppo guida — egemone, in gergo odierno •—
della nazione ricostituita.
Il regime di Hanoi vai più e meglio di quello
di Saigon e i vietnamiti, anche a sud, saranno
senza dubbio governati più seriamente da Hanoi
e dai suoi proconsoli e satelliti che da Saigon e
dai suoi fascisti : anche facendo la tara della propaganda, l’accurata preparazione risultata al mo
dalla prima
una comunità di uomini legati gli uni agli
altri dalia parola e dal sacramento.
Ascoltavano lo Spirito e si ascoltavano
l’un l’altro.
Furono condotti a spartirsi le risorse
materiali di cui disponevano e nessuno
nella comunità dei credenti ebbe più a
patire la fame.
A volte lo Spirito richiedeva loro azioni eccezionali ed imprevedibili. Si accorsero che, mediante lo Spirito, il Signore
suggeriva loro azioni piene di audacia e
di inventiva.
La comunità dei credenti ricevette i
diversi doni dello Spirito in modo tale che
i suoi membri diventarono testimoni efficaci in ogni tempo ed ogni luogo.
Condotta dallo Spirito la comunità riuscì a portare la sua testimonianza in Gerusalemme, in Giudea, Samaria e fino alle estremità della terra.
La strada era stata aperta dallo Spirito. Da tutto questo risulta dunque che
la vita la testimonianza, il servizio della
comunità, corpo di Cristo nella storia, dipendevano e dipendono ancora dall’invocazione costante dello Spirito Santo.
In un mondo che è in cerca di unità e
di libertà abbiamo bisogno di essere condotti dallo Spirito. Impegnamoci a pregare insieme ad essere attenti all’opera
sua, ad ascoltarlo ed ascoltarci l’un l’altro a testimoniare ed agire come lo Spirito lo vorrà e facendo fiducia per quanto concerne i risultati a Colui che apre
la via dinnanzi a noi... ».
mento della presa del potere lo dimostra, con
tanto maggior risalto a confronto con la dissoluzione vissuta e determinata dal vecchio regime
corrotto e corruttore. Penso che sarebbe stato
giusto che ai vietnamiti — anche a nord, ieri,
forse, sicuramente a sud, oggi — fosse riconosciuto il diritto effettivo a decidere di sé. Cosi
non è stato, è chiaro. Quella « terza forza », neutralista e pacifista, ieri oppressa dal fascismo con
il cieco appoggio statunitense, oggi emarginata o
strumentalizzata dai comunisti, esprime o mio
modesto avviso la più vera, originale forza popolare sudvietnamita : eppure non le sarà fatto che
uno spazio estremamente esiguo, subordinato, se
pur le sarà formalmente fatto. Il potere, anche
proletario, non solo passa per le canne dei mitra, ma ci resta attaccato.
A spese deU’autodeterminazione di queste popolazioni (il principio vale sempre, o no?), i contendenti di ieri magari finiranno anche per riannodare affari.
Aspetto con fiducia che si cominci a parlare,
anche fra noi, dell’imperialismo nordvietnamita,
che ha già in Cambogia un satellite maturo e
sta tiffrettando la maturazione di quello del Laos
e, a scadenza più distanziata (?), di quello thailandese. Hanoi è ormai, dopo la Cina, la maggiore potenza politico-militare dell’Estremo Oriente,
un nuovo Giappone, e qualcuno l’ha definita la
Prussia indocinese.
Ecco perché, infinitamente riconoscente per la
fine del conflitto (in Vietnam) e dello strazio pluridecennale che ha rappresentato, considero con
più freddezza, e tristezza, la forma di questa conclusione. Era per questo che molti hanno patito
l’inferno di Con Son e le gabbie di tigre?
Gino Conte
In tema di assistenza pubblichiamo la
lettera della sig.na Gay responsabile di
questo settore, non abbisogna di commenti...
rii marzo scorso avevo scritto a Roma, alla direzione generale dell’ONMI facendo presente che
i debiti deU’Ente verso i nostri convitti delle Valli, alcuni dei quali risalivano al II trimestre del
1973, ammontavano ormai a più di 18 milioni, e
che, in simile situazione, non sapevamo più come
fare a dar da mangiare ai ragazzi, a pagare gli
stipendi al personale e che eravamo sul punto di
chiudere.
Oggi, 26 maggio, ricevo questa lettera, datata
17 maggio 1975:
« In relazione alla nota dell’11 marzo c. a. si
fa presente che la precaria situazione finaziaria
del comitato provinciale di Torino non permette,
per il momento (!), di corrispondere regolarmente
(!) le rette dovute per i minori ricoverati nelle
istituzioni gestite dalla Tavola Valdese.
D’altra parte questa Amministrazione ha ripetutamente rappresentato, ed anche recentemente, la
difficile situazione finanziaria deU’Opera ai competenti Ministeri della Sanità e del Tesoro, auspicando tempestivi ed idonei interventi.
Si assicura, pertanto, che non appena saranno
disposte le necessarie integrazioni di bilancio (I),
l’Ente provvederà, tramite i propri Comitati Provinciali, a far fronte a tutti gli impegni assunti ».
Mi pare che qualsiasi commento sia superfluo,
a meno di ripetere il vecchio proverbio « Campa,
cavallo, che l’erba cresce ». Marcella Gay
Il Direttore
RAI-TV
SCHEDA BIBLICA
Vita, morte, risurrezione
1 - L'uomo, socondo rAotico Testamento
Dall’ultima circolare della Federazione
Evangelica ricaviamo queste notizie:
Offerte per il Servizio stampa-radio-televisione. Le spese di questo Servizio sono sostenute in gran parte da amici esteri, mentre l’appoggio finanziario delle comunità italiane è stato nello scorso anno
piuttosto ridotto. La testimonianza evangelica alla radio e alla televisione è uno
degli strumenti di evangelizzazione che
sono stati affidati agli evangelici italiani
e che essi in primo luogo devono sostenere. Ogni settimana sono 500.000 ascoltatori del culto-radio e 200.000 spettatori
della rubrica ’Protestantesimo’ che noi
possiamo raggiungere con un messaggio
evangelico. Occorrerà crescente impegno
per migliorare queste trasmissioni che
sono la più grande occasione di predicazione evangelica alla portata delle nostre
chiese. Per questo il Servizio ha bisogno
dell’appoggio, anche finanziario, di tutti
gli evangelici. Il Consiglio della Federazione suggerisce che ogni comunità dedichi la colletta di una domenica (o altra
forma di contributo a sua scelta) al lavoro dell’evangelizzazione radio-televisiva
condotto dalla Federazione.
AGAPE
CAMPO
29 giugno - 11 luglio:
Campo Cadetti (13-17 anni)
Quota L. 34.(X)0 (caparra L. 7.(KK))
Direzione : Riccardo Sensi, Floriana
Bleynat-Visco Gilardi, Lucilla Coisson
Rivoira, Claudio Pasquet, Paolo Ribet.
Tema : Mass Media e Controinformazione
Il tema è stato proposto dai cadetti del
campo di settembre e si propone di analizzare il processo di formazione delle notizie ed i fini che si propone la stampa
quotidiana, per tentare di permettere di
orientarsi nella massa di informazioni
che si ricevono ogni giorno e trasformare
il lettore in soggetto attivo di informazione.
Alcune settimane fa un lettore riproponeva, in una lettera al settimanale,
il problema: immortalità dell’anima o
risurrezione dei morti, nel messaggio
biblico e nella speranza cristiana? In
alcune ’’schede” cercheremo di condensare ciò che l’Antico e il Nuovo Testamento ci dicono dell’uomo, della
sua natura e del suo destino, traendone quindi le conseguenze riguardo al
problema posto.
Una visione primitiva,
e pur moderna
Ricercando nell’A.T. in quali termini
si parla dell’uomo, si deve anzitutto
tener conto che gli scritti di questa
raccolta si scaglionano su molti secoli
e riflettono quindi una lunga evoluzione culturale; ciò malgrado le linee di
fondo restano costanti, e sono da un
lato^ segnate dalla mentalità semitica,
dall’altro, e sopratutto, dalla rivelazione del Dio vivente e dal rapporto
con lui.
Le conoscenze scientifiche degli ebrei
erano forzatamente orimitive; come si
figuravano la terra in forma di focaccia, librata e fondata sul caos minaccioso delle ’’grandi acque”, con incurvata sopra, a difesa, la volta solida del
firmamento, e consideravano questa
terra il centro dell’universo intorno a
cui ruotavano tutti gli astri, così ignoravano i meccanismi della circolazione
del sangue, la rete del sistema nervoso, le funzioni del cervello come di altri organi: ad es. consideravano il
cuore, e non il cervello, come l’organo
centrale della personalità, la sede della riflessione e della decisione. Bisogna quindi stare molto attenti, nel ’’tradurre” testualmente le espressioni
ebraiche. Dicendo ad es., che qualcuno
è « duro di cuore », Tebreo non vuol
dire che è spietato, ma cieco e sordo
alla realtà (di Dio), incredulo, ribelle.
Solo ce si sa che le reni son considerate la sede della coscienza morale,
si capiscono veramente espressioni
come quelle in cuLsi dice che Dio prova e investiga le réni (Sai. 7, 9) o si annuncia a proposito del Messia che « la
giustizia sarà la cintura delle sue reni » Is. 11, 5). E solo ricordando che
« il sangue è la vita » (Deut- 12,23) si
comprendono tante espressioni e prescrizioni dell’A.T. Gli esempi potrebbero moltiplicarsi. Una difficoltà ulteriore, per la nostra comprensione odierna, è data dal fatto che alcuni dei termini più importanti esprimenti le funzioni delTuomo, i vari aspetti della
sua realtà — quelli che traduciamo
con anima, spirito, carne, vita, ma anche cuore, reni, visceri — hanno una
ricchezza di sfumature e anche di significati diversi, che a volte si ricoprono fra loro.
Questo è dovuto non a confusione di
linguaggio o di idee, ma ad una caratteristica fondamentale del pensiero e
della lingua d’Israele, che non sono
analitici, bensì sintetici: parlando di
una parte, di una funzione, di un aspetto dell’uomo, si parla in realtà di tutto
l’uomo (così come l’individuo è sempre considerato come parte della collettività, sia essa la tribù, il popolo o
l’umanità). In questo modo il ’’primitivo” israelita ha avuto, intuitivamente, una conoscenza estremamente moderna delTuomo, vedendo in lui sempre un’unità psicofisica: anche pensando alle funzioni più corporee e vegetative le mette sempre in relazione con
la vita spirituale della persona, e viceversa non dimentica mai, nel conderare quelli che chiamiamo gli aspetti spirituali dell’uomo e in particolare
la vita religiosa, la sua corporeità. In
questo modo il pensiero ebraico si differenzia nettamente da quello occidentale, plasmato da quello greco, a sua
volta determinato dalTimporsi della visione platonica: per Tebreo è inconcepibile la bipartizione in anima e corpo,
o la tripartizione in corpo, anima e spirito, intesi come realtà nettamente distinte e temporaneamente coesistenti.
Perciò l’uso dei termini, nel tradurre,
dev’essere molto attento e cauto. E’
chiaro quale importanza abbia questa caratteristica semitica, nelTaffrontare il problema da cui siamo partiti.
Creatura, che vive di vita riflessa,
donata
Vi è un altro pilastro da considerare, cercando che cosa TA.T. ci dice dell’uomo: il fatto che l’uomo è creatura.
Significativamente, non troviamo nei
libri veterotestamentari alcuna riflessione o speculazione sulTuomo in sé,
ma l’uomo è sempre visto come un
essere in relazione, e principalmente in
relazione con Dio, che lo ha creato come tutte le creature, anche se diverso
da tutte le altre. E’ caratteristico il
Salmo 8: proprio la domanda ’’filosofica” « che cos’è l’uomo? » è inquadrata e Si risolve in un canto di adorazione a Colui che Tha fatto.
Per quanto non manchino certo, nelTA.T., le ’’personalità” piccole e grandi,
anche fortemente caratterizzate, mai
l’uomo è considerato nella sua autosufficienza individualistica (l’Io e il superlo, a parte l’assenza ovvia di questi
termini, sono perversioni orgogliose
della vera umanità), bensì in relazione
con gli altri e sopratutto con l’Altro
che lo ha creato responsabile, capace
di ascolto e di risposta: questo è essenzialmente il significato della difficile e discussa espressione « a sua immagine » nel racconto sacerdotale della creazione (Gen. 1, 27). Al riguardo,
è stato notato che, fra gli organi della
percezione e della comunicazione, quelli di cui si parla di gran lunga di più,
nelTA.T., sono le orecchie e la bocca:
« non si deve disconoscere la preponderanza delTascolto e del linguaggio
per una comprensione autentica delTuomo » (H.W. Wolff). Anche gli animali vedono (e odono, certo); ma solo
l’uomo ascolta e parla, capisce e comunica. Prima che Paolo lo formulasse, già Israele sapeva che la fede, la
comunicazione con Dio viene dalTudire. Non per nulla il richiamo alla fede
non è: « Guarda, Israele », bensì « Ascolta, Israele » (Deut. 6, 4). La comunicazione della fede non è per altro automatica, si può essere duri d’orecchi,
si possono avere labbra impure (Is. 6).
L’uomo, comunque, è veramente se
stesso con Dio e con il prossimo.
■Paradossalmente, proprio TA.T., zep^
po com’è di antropomorfismi, cioè di
modi di dire che presentano Dio con
caratteristiche ed espressioni umane,
è una vigorosa testimonianza contro
l’andazzo attuale, anche teologico, che
vede in fondo Dio in funzione dell’uomo: l’uomo al centro e Dio, se non è
morto o superfluo, al servizio delle sue
esigenze. Certo, Gesù Cristo non è venuto per esser servito ma per servire;
ma il Figlio delTuomo, il nuovo Adamo ha vissuto in modo pieno, senza
margini di sicurezza, quel rapporto
con Dio che l’uomo delTA.T. conosce,
anche se mai vive pienamente, e TA.T.
annuncia come la via della vita: non
la mia volontà, ma la Tua, non le mie
vie, ma le tue, non i miei pensieri, ma
i Tuoi.
Gino Conte
VITTORIO SUBILIA
“ SOLA SCRIPTURA ”
autorità della Ribbia e libero esaoie
pp. 176, L. 2.400 (P.B.T.)
■ Il significato della dottrina della ispiràiione — necessità e limiti della critica
biblica — gli equivoci del « libero esame » — il cattolicesimo incipiente nel
Nuovo Testamento.
■ Il principio cardine della Riforma protestante è ancora valido oggi di fronte
alla sfida della moderna teologia cattolica?
■ Un libro da meditare in un tempo di disorientamenti.
NOVITÀ’
EDITRICE CLAUDIANA
Via Principe Tommaso, 1 - c.c.p. 2/21641 - 10125 Torino
ciau
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BONHOEFFER TRENT’ANNI DOPO
Perché tanto interesse?
Dio non è oltre i confini del mondo, ma nel cuore della realtà - L’uomo è chiamato a vivere senza rinnegare Cristo e senza rinnegare la storia
echi
Si mantiene vivo, anzi sta forse crescendo nel nostro paese l’interesse per
Dietrich Bonhoeffer, il pastore e martire della chiesa evangelica confessante di
cui ricorre quest'anno il 30° anniversario
della morte (9 aprile 1945). Si continuano
a pubblicare libri su di lui: l’ultimo è la
versione italiana della monumentale biografia scritta da Eberhard Bethge, l’amico al quale furono indii'izzate le celebri
lettere dal carcere che meritano di essere considerate, malgrado la loro frammentarietà (o forse proprio a motivo di
essa!), uno dei documenti fondamenli della coscienza e della testimonianza cristiana del nostro secolo. Ma accanto ai libri
su Bonhoeffer, eccone uno, il primo, forse, in Italia, a lui dedicato. Si tratta di
un’opera collettiva, pubblieata ultimamente dalla Claudiana, col titolo Una fede da reinventare, e dedicata « ...alla memoria del grande teologo luterano, una
delle poche voci profetiche che hanno indicato la via alla cristianità del nostro
tempo ».
Bonhoeffer è stato uomo ecumenico
nel senso più profondo del termine;
non solo favorisce rincontro tra credenti ma soprattutto induce al confronto credenti e non credenti. Molti nel nostro tempo sono stati aiutati, leggendolo,
a restare o a diventare o a ridiventare
cristiani. Credenti e non credenti trovano nelle sue pagine molti motivi di ripensamento; gli uni e gli altri sono sollecitati a superare una concezione tradizionale e convenzionale del cristianesimo,
e scoprire che il cristianesimo è forse
qualcosa di diverso da quello che essi
hanno sin qui accettato o rifiutato; gli
uni e gli altri perciò indotti a rivedere le
proprie aft’ermazioni e le proprie negazioni.
Teologo di frontiera
Così Bonhoeffer parla nello stesso tempo a molti e a persone tra loro molto diverse. Stupisce in questo teologo la vastità dell’udienza che ottiene ma anche,
e forse più, la varietà dell’uditorio. Credenti e non credenti, uomini religiosi e
uomini secolarizzati, pii membri di chiesa e cristiani senza chiesa, si sentono
tutti in qualche modo destinatari delle
« Lettere a un amico », ciascuno in fondo potrebbe essere quell’amico cui Bonhoeifer ha scritto, per motivi diversi ciascuno si sente interpellato e tenta di dare una risposta. Così Bonhoeffer è un vero teologo di frontiera sia perché ha spinto molto avanti la propria riflessione, e
senza fermarsi a metà ha modificato profondamente la comprensione corrente
della fede intendendola come un movimento non verso l’alto ma verso l’altro,
non verso l’infinitamente lontano ma verso l’immediatamente vicino, sia perché
ha parlato di Dio, del mondo e dell’uomo
in maniera tale da farsi ascoltare da credenti e non credenti, creando così nuove
occasioni di dialogo e di confronto.
Quali sono i motivi fondamentali che
fanno di Bonhoeffer una delle voci più
vive e ascoltate della nostra epoca e spiegano il vasto interesse che lo circonda?
Sostanzialmente sono due.
Il primo è la capacità di Bonhoeffer di
tenere saldamente insieme la realtà di
Dio da un lato e la realtà del mondo e
della storia dall’altro. Dio è pensato non
ai margini del mondo, oltre i suoi confini, nell’infinito aldilà, ma nel cuore della
realtà, entro i suoi confini, nell’immediato aldiqua. Perciò credere in Dio e vivere
con Dio non significa allontanarsi dalla
realtà ma avvicinarsi ad essa; non significa essere meno presenti al mondo e alla storia ma più presenti. In questo modo Bonhoeffer ha messo in questione sia
la posizione di chi, credendo in Dio, si
sente esonerato da un impegno e una responsabilità nel mondo e per il mondo
(che tanto « passa via con la sua concupiscenza »), sia la posizione di chi, impegnandosi nella storia per una nuova società, si sente esonerato dalla fede in Dio
(che tanto « è inutile e forse anche ni>
civa »). L’interesse che nella chiesa c’è
oggi per Bonhoeffer dipende dal fatto
che egli ha affrontato e vissuto quello che
senza dubbio è il problema principale
dell’esistenza cristiana nel nostro tempo:
come vivere in Cristo senza evadere dalla storia e come vivere nella storia senza
evadere da Cristo.
Il secondo motivo dell’interesse per
Bonhoeffer è che egli ha veramente pre
so sul serio, tanto da farne l’interlocutore privilegiato del suo discorso di fede,
l’uomo del nostro tempo considerato come « uomo diventato adulto ». Questa formula, non priva di una certa ambiguità,
descrive un fatto innegabile, che moltissimi nostri contemporanei conoscono e vivono e di cui anche i credenti sono consapevoli e, sovente, partecipi: il fatto che
l’uomo è uscito dalla comprensione « religiosa » del mondo e della vita. È vero
che questa diagnosi sembra contraddetta: la religione non sta scomparendo e
neppure, complessivamente, deolinandci.
Forse sta solo cambiando forme. Pullulano, anche tra noi, nuove religioni o
pseudo-religioni (anche di natura laica),
surrogati della vecchia religione cristiana
ormai accantonata. C’è chi sostiene che
la religione è una costante dell’animo
umano, di cui l’uomo non può a lungo
fare a meno.
Interessante, a questo proposito, la parabola compiuta dal teologo americano
H. Cox, il quale dopo essere stato, dieci
anni fa, uno dei più convinti sostenitori
della necessità di una versione non-religiosa della fede cristiana (specialmente
con il suo libro diventato famoso « La
città secolare»), ha ora capovolto la sua
posizione e propone (nel suo ultimo libro
« La seduzione dello spirito ») una decisa
rivalutazione della religione e in particolare di quella popolare. « Abbiamo opposto — egli scrive — ’evangelo’ a 'religione’ vedendo nel primo la liberazione e
nella seconda la schiavitù. Ma ci sbagliavamo... ».
Bonhoeffer dal canto suo sostiene che
la religione appartiene all’immaturità del
mondo. L’uomo è « diventato adulto »
proprio nel senso che s’è accorto che può
anche fare a meno della religione, e ha
deciso di farlo. E vero che nascono, in
questo mondo secolarizzato, nuove forme di religiosità, ma si tratta di ricadute che riguardano più il passato che il
futuro dell’umanità.
Nuova possibilità di fede
L’interesse che fuori della chiesa c’è
oggi per Bonhoeffer dipende dal fatto
che egli ha rinunciato totalmente a innestare il discorso di fede sull’albero della
religione, ha delineato una posizione di
fede che non passa per una visioiie religiosa del mondo e della vita, ha intuito
che c’è un modo non religioso di essere
cristiani, per cui si può essere fino in
fondo « uomini adulti » (cioè non religic>
si) e nello stesso tempo credere in Gesù
Cristo. Così succede sotto i nostri occhi
un fatto nuovo e ad un tempo antico:
come ai tempi di Gesù i pubblicani, che
erano considerati o si consideravano
esclusi dal popolo di Dio, hanno ritrovato grazie all’evangelo la via della fede,
così oggi non pochi « secolarizzati », che
sono considerati o si considerano esclusi dal popolo di Dio, vedono dischiudersi, nella linea delle intuizioni e indicazioni di Bonhoeffer, una nuova e imprevista
possibilità di fede.
L’interesse per Bonhoeffer è probabilmente destinato a crescere, Si può prevedere che domani e dopodomani egli sarà
più attuale di oggi. Un suo interprete recente, il teologo olandese J. Sperna Weiland, si dice convinto che « non abbiamo
superato Bonhoeffer ma lo stiamo ancora rincorrendo ». Probabilmente, è proprio così.
Paolo Ricca
Trasmettere l’Evangelo
Il Sinodo Riformato nazionale della
Chiesa riformata di Francia, di cui abbiamo fatto menzione nel numero scorso,
ha raccolto il suo dibattito sul tema della
trasmissione dell'Evangelo in sei punti
che faranno oggetto di studio nel corso
dell’anno in tutte le comunità.
Si tratta di problemi che abbiamo già
affrontato anche noi in molte occasioni
e che tornano regolarmente nei nostri
dibattiti.
Riassumiamo qui il documento in questione perché costituisce una buona messa a punto della questione.
1. - Essenza della fede
Abbiamo cercato di formulare anzitutto ciò che, a nostro avviso, costituisce
il dato essenziale della fede evangelica.
Per noi l’evangelo significa prima di tutto il fatto che si incontra Cristo, il fatto
che la persona vivente di Cristo entra in
rapporto, in dialogo con noi, ci interpella
provoca, mette in crisi. Noi crediamo perché siamo stati incontrati da lui.
In questo incontro l’elemento specifico
è la persona di Gesù; egli deve dunque
essere identificato, individuato; in secondo luogo è il fatto che essa fa scaturire
in noi una potenza di vita, la potenza della risurrezione.
2. - Segni e conseguenze
Abbiamo in secondo luogo ferrnato la
nostra attenzione sugli effetti ed i segni
dell’evangelo. Effetti che sono suscitati
dalla sua potenza; segni che permettono
di identificarlo e lo rendono comunicativo e carico di significato per l’uomo.
L’evangelo è liberatore, libera l’uomo da
ciò che lo aliena, in particolare dai suoi
idoli. L’evangelo ci rivela a noi stessi e
rende possibile la riconciliazione, la solidarietà, l’incontro col prossimo...
3. - Vivere
Siamo chiamati però a vivere questo
evangelo. Quando non si è radicati nell’esistenza si può fare solo un discorso
vuoto. Si può trasmettere solo ciò che è
in noi, non si tratta di comunicare una
scienza, che può essere anche estranea
ma di vivere, sentirsi provocati, toccati.
dal mondo cristiano
Hca
Nairobi (soepi) — Dal 15 al 22 luglio
prossimo avrà luogo a Porto Novo, nel
Dahomey, la riunione del Comitato esecutivo della Conferenza delle Chiese di
tutta l’Africa (CCTA). Saranno discussi
vari temi, tra i quali, probabilmente, quello relativo all’aiuto della CCTA alle Chiese dei paesi in via di liberazione, e la
partecipazione delle comunità locali, delle facoltà e delle scuole di teologia ad
una nuova riflessione teologica. Sarà
inoltre posto il problema di una collaborazione maggiore tra cattolici e protestanti africani per quanto riguarda il
problema dello sviluppo nazionale.
Ci si può dunque aspettare che dalla
riunione di Porto Novo verranno nuovi
stimoli perché i cristiani africani portino
il loro contributo alle lotte di liberazione
del loro continente e allo sviluppo dei
loro rispettivi paesi.
Kinshasa (soepi) — Una grande campagna di evangelizzazione, condotta nello Zaire dalla Chiesa di Cristo, ha portato dei frutti insperati: in imdici giorni
sono state registrate più di 330 nuove conversioni.
Ìut&ha
CHIESA RIFORMATA DI FRANCIA
trasformati da questa potenza la cui sorgente è in Cristo. Trasmettere l’evangelo
non significa ripetere ima dottrina, una
tradizione, ma deve essere innovazione,
ricerca di novità. Vivere l’evangelo in questo clima di rinnovamento è possibile però solo per opera dello Spirito, perciò, in
un certo senso non dipende da noi.
4. • Ostacoli
Gli ostacoli che si frappongono alla trasmissione dell’Evangelo sono noti: c’è
l’involucro culturale in cui lo abbiamo
rinchiuso, ci sono le colpe della nostra
storia cristiana ecc. A questi elementi non
deve pierò essere dato peso eccessivo,
l’Evangelo ci dà la forza di spazzarli via.
La forza di farlo ci viene data e dobbiamo superare la fase di auto accusa, non
dobbiamo porci sotto la legge nuovamente ma andare innanzi...
5. - La Chiesa
Per quanto concerne la Chiesa già il
fatto che stia a riflettere sulla trasmissione delTevangelo non è buon segno. D^
ve essere cosciente del fatto che non è
una elaborazione di una nuova strategia
e la ricerca di nuovi metodi che le permetteranno di annunziare l’Evangelo ma
solo un rinnovamento totale, una profonda conversione. In secondo luogo va ricordato che la Chiesa non è depositaria
delTEvangelo, non lo possiede e neppure
è il solo strumento della sua diffusione.
Il suo compito, che è anche il suo privilegio, è forse solo quello di poter discernere l’azione deU’Evangelo e saperla individuare.
6. - Metodi
I metodi non sono perciò prirnordiali
anche se un certo numero di indicazioni
possono essere date in questo senso: la
dimensione individuale o comunitaria della fede sono complementarie, si integrano a vicenda hanno bisogno Tuna dell’altra. Il rispetto degli altri implica che si
rifiuti la manomissione delTaltro, e si eviti una coscienza di superiorità; abbiamo
tutti bisogno degli altri e dobbiamo saper sollecitare il loro aiuto. Tutti hanno
qualcosa da dire, occorre ascoltarli.
La trasmissione delTEvangelo non, può
avvenire che in clima di reciprocità.
Ginevra (soepi) — Le due parti impegnate nel conflitto medio-orientale hanno
espresso con ugual vigore il proprio desiderio di pace alla delegazione del CEC
che ha concluso pochi giorni fa una serie
d’incontri con responsabili politici e religiosi dell’Egitto, Giordania, Siria, Libano ed Israele.
La delegazione ha affermato al suo
rientro d’aver constatato in quasi tutte
le personalità incontrate un autentico
desiderio di pace fondato su di una giusta soluzione del problema palestinese e
sul mutuo riconoscimento del « popolo e
dello Stato » israeliano e palestinese.
La delegazione è stata sorpresa nel
vedere che le posizioni delle due parti
coincidevano spesso per quanto ritarda i diritti nazionali dei palestinesi, la
coesistenza degli arabi e dei giudei, la
questione di Gerusalemme, i giudei nel
mondo arabo e il dialogo tra cristiani,
giudei e mussulmani.
Il CEC ritiene pertanto utile e doveroso da parte sua continuare i propri
sforzi per gettare le basi per una comprensione ed una fiducia reciproca, affinché le parti impegnate nel conflitto
comincino a prestarsi reciproca attenzione.
Leningrado (soepi) — Delegati della
Chiesa ortodossa russa, dell’Unione cristiana evangelica battista, della Chiesa
ortodossa autocefala della Georgia e della Chiesa luterana in Lettonia si sono incontrati il mese scorso a Lenigrado con
alcuni rappresentanti del CEC, fra cui
L. Vischer, per studiare diversi temi della prossima assemblea di Nairobi.
Nel corso dell’incontro è stato affermato che fondamentale per la prossima
attività del CEC è la realizzazione dell’unità ecclesiale. Perciò dovrà essere fatto ogni sforzo per giungere ad un accordo teologico sui problemi dell’Eucaristia,
del battesimo e dei ministeri.
n^ia
Arabia Saudita (soepi) — La sorte di
Gerusalemme e la situazione in Medio
Oriente sono stati i temi al centro dei
colloqui tra una delegazione della Chiesa greco-ortodossa, guidata da Mons.
Elias IV, patriarca d’Antiochia, e Khaled ben Abdel Aziz, sovrano dell’Arabia
saudita. Dopo aver rilevato che Gerusalemme ha un’importanza particolare per
il mondo cristiano, e dopo aver preso atto della volontà araba che sia affermato
il carattere arabo della città, Mons Elias
ha proposto di avere un congresso cristiano in Medio Oriente per unificare le
posizioni delle diverse comunità religiose
in merito al problema della «arabità di
Gerusalemme ».
4
Le chiese evangeliche e l'impegno per i minori
E accaduto come per il buon samaritano
Dobbiamo essere riconoscenti a Gio“
vanni Conte per la lettera sul tema degli
Istituti per minori (Eco-Luce, n. 17).
Infatti le idee espresse in quella lettera
credo siano condivise da molti nell’ambito delle nostre chiese. È utile poterne vagliare il valore e la fondatezza.
Mi pare che la questione centrale sia
questa: nei nostri istituti, in questi ultimi anni, cè un « nuovo corso », ma questo
è avvenuto senza che le chiese potessero
esprimersi in merito.
Questa « nuova linea di lavoro », che
consiste essenzialmente nell’aver accolto
nelle nostre opere bambini provenienti
dalle periferie delle città e da situazioni
profondamente angoscianti, non è nata
tutto ad un tratto, ma si è sviluppata
nel corso di diversi anni. È successo ai
nostri istituti un po’ la stessa cosa che
successe al buon samaritano della parabola: questi « casi » di veri feriti dello
spirito si sono presentati con sempre maggior urgenza e sempre più numerosi.
Dobbiamo aggiungere che chi operava
nei nostri istituti, non ha mancato di informare le chiese di quanto accadeva, ma
anche ne ha atteso indicazióni e prese di
posizione che non sono venute. Sia nei
bollettini sia soprattutto nelle relazioni al
Sinodo questi problemi sono stati sottolineati da anni. Per es. « È in aumento il
numero dei “casi sociali’’... Vediamo in
continuo aumento le richieste per un servizio al quale, a nostro avviso, non dobbiamo sotttrarci ». (Rei. CV. Torre Pellice
1970) « L’Istituto ospita bambini e adolescenti di estrazione sociale diversa e situazioni familiari difficili, una parte modesta proviene dalla Val Germanasca e
Chisone la maggior parte proviene da altre zone compresa Pinerolo » (Rei. CV Pomaretto 1971). Sempre nel 1971 il Centro
Diaconale stendeva un’ampia relazione su
tutto il problema dei minori sottolineando la necessità di fare precise scelte. Ma
né le chiese né i Sinodi ritennero di soffermarsi su questi temi. Gli operatori negli istituti sono stati lasciati soli nelle
loro scelte. Non trovo giusto che ora se
ne faccia loro carico.
Sempre dalla lettura delle relazioni degli anni passati scaturiscono ampie risposte ai tre punti che Conte mette come
punti fondamentali per l’esistenza dei nostri istituti. Appare chiaro, per esempio,
che i ragazzi degli istituti ricevono la stessa educazione religiosa degli altri in quanto che, se evangelici, seguono la Scuola
domenicale e i corsi di catechismo della
Comunità nell’ambito della quale l’istituto si trova. Non solo, ma si sa che in quasi tutti i nostri istituti si cerca di compiere un lavoro a parte di formazione
evangelica. Tutte le relazioni del Convitto
di Torre Pellice parlavano ampiamente
della lettura biblica fatta più volte alla
settimana per tutti i ragazzi seguiti da discussioni ed attualizzazioni. C’è da domandarsi in quante famiglie evangeliche
succeda qualche cosa di simile.
Circa la composizione dei gruppi di lavoro pedagogico; richieste ed appelli cigni anno compaiono sui nostri giornali,
le risposte sono scarse ed insufficienti, da
parte evangelica; invece ci sono state
risposte da parte di altre persone spesso
dotate di forte caricai d’impegno e di
servizio.
Bisogna anche aggiungere che questa
presenza di « non credenti » se da una
parte ha creato molti problemi, d’altra
parte ha spesso aiutato le nostre opere
ad uscire per avere una visione più ampia ed autentica dei problemi. E accaduto
anche che gli evangelici convinti e praticanti hanno dato la loro testimonianza
soprattutto con parole, ma i non credenti
hanno compiuto atti squisitamente evangelici.
Questo problema è fra i più importanti, ma noti è detto, che un integralismo
confessionale sia la' migliore delle soluzioni.
Penso si possa dire, senza tema di
smentita, che in ogni tempo, sia pure con
quelle differenze di impostazione di vita
che erano date da una differente sensibilità della società in cui si è vissuti o si vive, nelle nostre opere c’è stata la costante
ricerca di creare un clima che facilitasse
la formazione di personalità libere e civili, io aggiungerei « e responsabili ».
Vorrei infine dire qualche cosa sul paragrafo della lettera intitolato « Discutiamo insieme ». Premetto che non ho letto
il ciclostilato di cui si parla e lo conosco
soltanto nelle citazioni. Qui ci troviamo
però di fronte ad un problema grave e
delicato. Se, come sembra pensare Conte, c’è stato davvero un « sovrapporsi »
di idee di adulti sui pensieri spontanei
dei ragazzi, il fatto mi sembra grave. Ab
biamo tanto spesso rimproverato giustamente a certi istituti cattolici di influenzare in modo massiccio i bambini loro affidati e faremmo noi la stessa cosa. Credo che dovremmo opporci recisamente
ad un metodo del genere che non ha
niente a che fare con una posizione autenticamente evangelica.
Purtroppo però questi bambini, provenienti da situazioni incredibili, a 6-8 anni
hanno già una profonda esperienza della
vita e conoscono la nostra società nei suoi
aspetti più repressivi ed emarginanti senza che ci sia bisogno che nessuno si
« sovrapponga » a loro. Quello che è
scritto in modo massimalista nel ciclostilato su carabinieri e dottori, è purtroppo quello che essi hanno conosciuto della società. Né quello che è scritto su gli
insegnanti e sui compagni ci deve scandalizzare. Non è per niente facile per un
insegnante far camminare una classe nella quale siano inseriti quattro ò cinque
di questi ragazzi. Non tutti gli insegnanti
hanno una capacità di accettazione di situazioni del genere, la stessa cosa vale
per i compagni: non va da sé' accettare
compagni che hanno una estrazione sociale diversa con abitudini di vita e di linguaggio profondamente diversi.
Comunque sia questi ragazzi vivono
questo dramma di « sentirsi diversi », di
non capire la propria identità, di sentirsi
fuori posto e di reagire forse molto male
a tutto questo. Qccorre che intorno a loro non trovino indifferenza o antipatia o
commiserazione, ma occorre che trovino
una società che li accolga così come sono per aiutarli piano piano a ritrovare
se stessi.
Terminando vorrei dire che qui la Chie
sa "Valdese è chiamata a mostrare se è
vero per lei l’Evangelo che predica. E
chiaro che i ragazzi oggi ospitati dagli
istituti delle Valli non sono soltanto « un
problema » per chi lavora negli istituti,
ma anche per l’ambiente circostawte, la
scuola, le famiglie delle nostre chiese
ecc. Ma appunto qui è da vedere se la
nostra risposta è simile a quella del sacerdote e del levita della parabola o a
quella del samaritano.
Franco Sommani
Il problema dell’assistenza ai minori
sta entrando nella coscienza delle comunità evangeliche. Sino ad oggi lo si era
considerato marginale, rispetto ai problemi della chiesa, teorico, tale da interessare gli specialisti di questioni assistenziali, i membri dei Comitati o del Centro
Diaconale.
Oggi è diventato un problema "caldo”
e non solo sotto il profilo pratico, delle
finanze, del personale, degli stabili, tutti
elementi importanti che stanno di colpo
giugendo al pettine come tanti nodi, ma
soprattutto sotto il profilo spirituale. Iti
questa pagina raccogliamo due lettere, più
che lettere contributi di riflessione, ed
alcuni O.d.G. che mostrano come alcune
comunità hanno affrontato la tematica.
ORDINI DEL GIORNO
Pomaretto
L’assemblea della Chiesa valdese di Pomaretto,
riunita il giorno 11 maggio 1975 approva il seguente ordine del giorno :
La chiesa valdese di Pomaretto, che in ottemperanza all’art. 22 degli atti del Sinodo 1974 ha
esaminato la questione degli istituti per minori
nelle riunioni quartierali sulla base dei documenti predisposti dal Centro Diaconale e di colloqui
con i responsabili del locale Convitto, prende
posizione nel modo seguente :
Assistenza ai minori come servizio sociale. La
assistenza ai minori ai quali vengano a mancare
l’esempio e l’aiuto dei genitori naturali sia per
cause accidentali, sia (e più spesso) a causa dello
sviluppo disordinato della nostra società, deve
esser considerata un indispensabile servizio sociale.
Servizio, non beneficenza. Questo servizio non
può rientrare negli schemi tradizionali della beneficenza e dell’elemosina, ma deve essere fatto
Essere tetalmente disponibili
In seguito alle lettere riguardanti 1 Convitti pubblicate sui due ultimi numeri
dell’Eco-Luce, vorrei cercare, con serenità e senza nessun intento polemico, di
precisare la situazione attuale del Convitto di Via Angrogna e la nostra posizione
di fronte a questa specifica situazione.
E vero che la quasi totalità dei minori
attualmente ospitati non sono valdesi, ma
ciò non toglie che tutti, in quanto persone umane, sono in situazioni di estremo
bisogno di fronte alle quali non possiamo fare a meno di venire incontro, perché questi bambini sono comunque i nostri fratelli in Cristo.
E vero che le « équipe » attualmente
impegnate nel lavoro dei Convitti non sono espressioni dirette delle comunità locali (ed occorrerebbe interrogarsi seriamente sul perché). Sono gruppi di persone, credenti e non, che si trovano unite
da un lavoro comune che li coinvolge. Esse si trovano qui prima di tutto per venire incontro ai bisogni immediati di minori emarginati da questa società. Queste
persone non sono qui solo per fare le loro 8 ore di lavoro quotidiano, ma per essere totalmente disponibili nei confronti
di ragazzi che hanno un’immensa sete di
affetto e di sicurezza. Essere totalmente
disponibili vuol dire che ognuno di noi dà
a questi ragazzi tutto ciò che ha, col proprio bagaglio culturale, politico e di fede.
Se la nostra prima preoccupazione di
credenti impegnati nella storia è di venire incontro all’uomo, qualunque esso
sia, perché si trova nel bisogno, allora il
servizio sociale che rendiamo è già in sé
evangelico. Comunque, non tocca a noi,
peccatori come siamo, qualificare a priori di evangelico il nostro servizio. Solo
Dio può renderlo tale. In ogni caso, l’autenticità della nostra testimonianza non
scaturisce dalle nostre buone intenzioni
ma nasce dall’incontro tra la nostra disponibilità e i bisogni reali di questo
mondo (cf. Luca 10: 25-37; Matteo 25: 311
46). Solo Dio può trasformare il nostro
impegno, le nostre parole, le nostre azioni
in predicazione e testimonianza resa al
Suo Regno, anche se queste nostre parole e azioni non hanno formalmente nulla
di « religioso ».
11 rapnorto educativo, se è talé, è fondato sul dialogo, dialogo attraverso il
quale l’educatore e il ragazzo si scoprono
reciprocamente. In questo dialogo, è evidente, ha posto anche la fede del credente. Se essa è parte integrante della persona dell’educatore, non può fare a meno
di esnrimersi nella vita dell’individuo, e
si può esprimere in tanti modi, anche senza l’uso di linguaggio « religioso ». Fondamentale è che questa fede attinga alla
sostanza dell’Evangelo che è buona notizia, agape, liberazione, salvezza. Testimo
niare queste realtà vuol dire comunicarle e per poterle comunicare occorre viverle concretamente insierne al nostro
prossimo (in questo caso i minori), se
no, sono e rimangono astr^ioni che non
hanno riscontro nella realtà del ragazzo.
con altre visuali. La società, ispirandosi a dei
principi di uguaglianza e rispetto di tutte le persone, dovrebbe intervenire in aiuto di tutta la
popolazione con un insieme coordinato di servizi di medicina, psicologia dell’età evolutiva, cultura e sport: in questo quadro poi si dovrebbe
porre anche l’assistenza ai minori.
Il messaggio evangelico. La chiesa sente in
particolare la necessità dell’intervento a favore
dei minori, che Gesù ha posto addirittura come
esempio ai discepoli (Matteo 18) volendo con
questo significare che non è possibile una vera
fratellanza tra gli uomini se non si comincia col
cambiare radicalmente i nostri metri di giudizio.
La chiesa quindi in primo luogo prende la sua
parte di responsabilità nelle colpe di questa società. Senza questo pentimento sarebbe ipocrita
ogni altra azione. In secondo luogo la chiesa
si lascerà coinvolgere nel problema dei minori
e metterà a disposizione una parte delle sue forze per risolverlo.
La società non può scaricare sulla chiesa i costi ,la responsabilità. Va però precisato che la società non può scaricare sulle opere assistenziali
private (come vengono chiamate quelle gestite
dai credenti) i costi e la responsabilità dell’assistenza ai minori. Questo significherebbe che la
società rinuncia alla prospettiva di servizi aperti
ad ogni esigenza per ritornare ad amministrare
l’assistenza come beneficenza di tipo paternalistico, perpetuando una visione medievale dei rapporti tra deboli e forti nella società stessa. Né la
chiesa potrebbe aderire ad una simile prospettiva.
Testimonianza della chiesa. La posizione della
chiesa in conclusione dev’esser quella di non
fuggire davanti ad un problema presente. La
I ragazzi che attualmente ospitiamo so ______
no qui non per scelta ma costretti dalle chiesa cercherà di portare la testimonianza alle
condizioni sociali ed economiche in cui parole ed all’opera di Gesù Cristo operando nel
si trovano le loro famiglie, e diversi di contempo per un’evoluzione della società verso
loro sono stati portati via da casa dai ca- forme di maggiore giustizia ed uguaglianza nel
rabinieri (è sufficiente questa esperienza rispetto per il fondamentale diritto di o^m esse
traumatizzante per spiegare la loro visione della forza pubblica) e sbattuti in ogni
sorta di istituti, specie istituti in cui l’immagine della religione che hanno ricevuto
è quella delle Ave Maria, genuflessioni,
santi. Madonna e così via. Stando così le
cose, è chiaro che non basta presentare
la versione valdese della religione per superare il rifiuto istintivo (e quanto comprensibile!) di ogni discorso che sappia
di « religioso ».
Occorre dunque cercare un’altra via;
molto più lunga e difficile ma anche pm
corretta teologicamente, ed è quella di
partire dalla realtà vissuta dei ragazzi,
dalle loro condizioni materiali di esistenza (come faceva Gesù) perchè capiscarm
chi sono e perché lo sono (tutti sono figli di proletari, sotto-proletari e contadini poveri). L’unico modo, secondo noi, di
non manipolarli è di far loro prendere coscienza della loro emarginazione (senza
virgolette), perché questa è un dato di
fatto oggettivo. Infatti, per non essere ulteriori vittime di meccanismi d ingiustizia
sociale, devono imparare coscientemente
a guardare ben in faccia la realtà, per
cambiarla.
Allora si può proporre (e non sovrapporre) la persona di Cristo, emarginato
e rifiutato come loro, il loro simile, il loro fratello, il loro amico, « disprezzato e
abbandonato dagli uomini, uomo di dolore, familiare col patire, pari a colui dinanzi al quale ciascuno si nasconde la
faccia » (Isaia 53). Da questo emarginato
simile a loro viene la giustizia, la liberazione, la redenzione.
Solo così ci Dare di DOter realmente testimoniare il Cristo vivo, compagno dell’uomo, morto e risorto per la vita piena e intera dell’uomo, per la sua non rassegnazione, per il senso della sua vita.
re umano ad una vita piena, sia esso uomo, donna o bambino, tanto nei convitti come nelle famiglie.
San Secondo
« La Chiesa valdese di San Secondo,
dopo aver esaminato nelle riunioni quartierali ed in assemblea generale il problema degli Istituti per minori alle 'Valli, ritiene; a) che il lavoro svolto fra i ragazzi, anche di origine non valdese, che si
trovano in maggiori difficoltà a causa
dello sbandamento delle famiglie e della
situazione sociale generale è rispondente
alla nostra vocazione evangelica e pertanto è favorevole che i nostri Istituti
siano usati a tale scopo; b) invita i giovani della comunità a prendere in seria
considerazione un periodo di servizio in
questi Istituti; c) invita i membri della
chiesa valdese di San Secondo a sostenere queste opere con un’offerta annua non
inferiore alle 1.000 lire per membro comunicante ».
Luserna San Giovanni
L’assemblea della Chiesa di Luserna S.
Giovanni, riunita il 23 maggio 1975, preso
atto delle discussioni avvenute nelle riunioni di quartiere e durante il pranzo comunitario della domenica delle Palme,
sulla base della documentazione fornita
dal Centro Diaconale sul problema dei
minori:
a) considera l’opera di educazione e
di formazione come parte viva e attuale
della diaconia della Chiesa,
b) esprime solidarietà con coloro che
si sono impegnati in questo servizio in
vocazionale evangelica.
per la speranza certa di un mondo nuovo una prospettiva v u u •
di fratelli, di figlioli di Dio. c) auspica e si raccomanda che altri
Questa è la nostra posizione, la nostra giovani si affipchmo ad essi sviluppan
ricerca quotidiana a fianco di esseri umani con cui Dio ci dà di poter vivere semplicemente. Questa vita insieme a loro è
il contesto nel quale Cristo può servirsi
di noi come strumenti della sua testimonianza: in nessun caso, può esserne il
pretesto.
Jean-Jacques Peyronel
do l’azione di informazione e di sensibilizzazione a livello di classi di catechismo,
d) chiede di continuare ad essere tenuta informata sullo sviluppo dell’opera
tra i minori, dichiarando la propria dfi
sponibilità nello studio di utili forme di
collaborazione, tenendo presente in modo
particolare la situazione delle comunità.
5
Tutte le strade conducono a Roma
Il movimento neo-pentecostale dagli Stati Uniti giunge a Roma - Un
tentico 0 una febbre religiosa? Il discernimento degli spinti e la scoperta dello Spinto.
doni necessari più che mai
_ 5
Ivrea
Con il piglio giornalistico che gli è consueto il settimanale l'Espresso ha dato
ampio rilievo nel suo n. 20, del 18 maggio^
ad un avvenimento religioso.
Di che si tratta? Il papa, annunzia il
settimanale, riceve nei giorni 16-19 maggio in Vaticano una nutrita delegazione
di pentecostali guidati dal cardinale Suenens che si è fatto, da alcuni mesi interprete di questo movimento spirituale.
Questa notizia è vera ma è equivoca.
Il giornalista a cui si deve l’articolo,
Sandro Magister, è abbastanza addentro
ai problemi ecclesiastici da conoscere ciò
di cui parla eppure lascia adito nel suo
scritto a questo equivoco.
I dati di fatto reali sono che il cardinale Suenens, esponente importante del
movimento progressista cattolico, si è
convertito al pentecostalismo (su questo
tema ha scritto un libro “Una nuova Pentecoste", che in questi giorni ha presentato lui stesso a Torino) il movimento
spirituale del pentecostalismo, sta esplodendo in America nelle comunità cattoliche, in Italia si è affacciato da qualche
anno un movimento di tipo pentecostale
che ha in John Me Ternan il suo esponente principale e che ha già fatto parlare
non poco di sé.
L’equivoco nasce dal fatto che il termine “pentecostale" ha sin qui indicato il
movimento sorto in ambiente evangelico
americano e presente da noi in Italia nelle comunità pentecostali tradizionali.
Quello di cui parla oggi il nostro articolista come “pentecostalismo" è altro; è il
ìnovimento “neo-pentecostale”, che presenta sì caratteri spirituali e manifestazioni analoghe ma che ha motivazioni assai diverse.
Su questo problema la Claudiana ha
pubblicato di recente un piccolo saggio
a cura di M. Castiglione che merita di
essere letto.
La precisazione che pubblichiamo su
questa pagina ci viene dalle Assemblee di
Dio, cioè l’unione delle comunità pentecostali d’Italia, tanto più utile a chiarificare questa situazione di equivoci in
quanto ha carattere di posizione ufficiale.
Assemblee
di Dio in Italia
COMUNICATO
Le Assemblee di Dio in Italia, nell attuale momento di fioritura di numerosi movimenti neopentecostali, carismatici e, più genericamente, di
natura ecumenica e sincretistica, i quali sostengono di richiamarsi direttamente o indirettamente al risveglio pentecostale, sorto al principio di
questo secolo, formulano il presente comunicato,
non allo scopo di sostenere 'sterili polemiche, ma
per precisare i termini della loro posizione dottrinale e pratica, come parte del Movimento Cristiano Evangelico Pentecostale mondiale.
Le « Assemblee di Dio in Italia »
riaffermano la propria fedeltà unicamente e
totalmente alla Rivelazione divina, quale espressa nelle Sacre Scritture: La Bibbia;
ribadiscono la realtà e l’attualità dell’opera
dello Spirito Santo, come descritta nel Nuovo Testamento e sperimentata dalla primitiva Chiesa
Cristiana delTcra apostoliea, che include :
1. L’adorazione, « in spirito e verità », dell imico
vero Dio attraverso il solo Mediatore Gesù
Cristo; , •
2. Il riconoscimento del Signore Gesù Cristo, nei
secoli unico supremo Capo della Chiesa, che
governa direttamente, mediante lo Spirito Santo, la vita di ogni credente : della Sua nascita
verginale, della Sua opera redentrice, della
Sua resurrezione e ascensione;
3. L’unità della Chiesa, come corpo mistico di
Gesù Cristo, formata da tutti i credenti, rigenerati dallo Spirito Santo, che trascende ogni
chiesa o movimento, comunque organizzati,
in quanto nessuna struttura esistente sulla terra rappresenti unicamente ed appieno il corpo mistico di Cristo;
4. L’esperienza del ravvedimento e la Salvezza
per grazia mediante la sola fede in Cristo;
5. Il battesimo in acqua, cioè Timmersione dei
credenti, nel nome delle tre Persone divine :
Padre, Figliuolo e Spirito Santo;
6. Il battesimo nello Spirito Santo, che si manifesta col segno iniziale dello glossolalia (parlare in altre lingue) e, praticamente, con una
vita di progressiva santificazione, nell’ubbidienza a tutta la verità delle Sacre Scritture,
nella potenza per l’annuncio di tutto 1 Evangelo al mondo;
7. I carismi e le grazie dello Spirito Santo nella
vita dei cristiani che, nell’esercizio del sacerdozio universale dei credenti, si manifestano
per l’edificazione, l’esortazione e la consolazio
ne della Comunità cristana e, conseguentemente, della società umana;
8. I ministeri del Signore glorificato, quali strumenti d’insegnamento, di elevazione e di servizio nella Comunità cristiana, rifuggendo da
qualsiasi forma gerarchica;
9. L’annuncio del ritorno del Signore: la resurrezione dei credenti, la traslazione della Sua
Chiesa e l’instaurazione, con potenza e gloria,
del Suo Regno di Giustizia.
Le « Assemblee di Dio in Italia »
riconoscendo la vasta opera dello Spirito Santo
che oggi si manifesta nel mondo, certi che lo
Spirito di Dio « guiderà in tutta la verità » quanti ne consentiranno l’opera, ritengono di non poter condividere quanto non appare manifestamente biblico in dottrina, metodi e condotta;
ripongono la propria fiducia in Dio che adempirà il Suo piano secondo la Sua sapienza sovra
na e; ... r j
riaffermano la volontà di rimanere fedeli a
(c tutto l’Evangelo », evitando, tuttavia, gli estremi sia di un esclusivismo settario, sia di una posizione ecumenica che comprometta i sani e fondamentali principi dottrinali delle Sacre Scritture.
per le « Assemblee di Dio in Italia »
(Il Consiglio Generale delle Chiese)
Il giorno dell’Ascensione un gruppo di
eporediesi si sono recati a Viering in occasione del tradizionale convegno preparato dalle Comunità di Aosta e di Ivrea.
La casa valdese locale si rivela sempre
più utile per incontri di questo genere.
L’assemblea di chiesa ha eletto deputato al Sinodo la sorella in fede Ester
Girodo e alla prossima Conferenza distrettuale Giuseppe Longo, membro del
Consiglio di chiesa. _ „
■ Il pastore ha tenuto una sene di tre
predicazioni rievocative nel trentennale
della morte del pastore Bonhoeffer, nell’ordine seguente : , x, c
Domenica 11 maggio : Dietrich Bonhoetfer - pastore e testimone di Cristo sotto
la dittatura nazista. .
Domenica 18 maggio ; La costruzione di
un mondo nuovo, secondo gli scritti di
D. Bonhoeffer. , , ■ a
Domenica 25 maggio ; La teologia di
Bonhoeffer e le sue risonanze nel nostro
tempo.
S. Marzano
Trieste
Venerdì 2 maggio la vetusta Basilica di
S. Silvestro ha registrato il tutto esai^
rito in occasione del concerto d’organo e
canto del M.o Ferruccio Corsani e del
basso Carlo Arnoulet.
Il protestantesimo triestino era ben
rappresentato, ma più numerosi ancora,
erano gli amici che hanno accolto il nostro invito ed hanno poi manifestato la
loro gratitudine a questi nostri fratelli
che, con molta semplicità, mettono i loro
doni al servizio della chiesa.
I brani eseguiti all’organo, con la maestria che già avevamo avuto l’occasione
di apprezzare, hanno messo in risalto le
doti del nostro pur modesto strumento.
La profonda religiosità del canto è stata
particolarmente notata nell’« Anima inia,
sollevati » del Palestriha e nell’antica
complainte biblica valdese « Vision du
Golgotha » armonizzata dal M.o Corsani.
Questa nostra attività, iniziata lo scorno anno, ci permette di rendere una testimonianza e stabilire un contatto con
la città nella quale viviamo.
V. B.
MILANO
Convegno della
Federazione Femminile
Si è tenuto il 4 maggio nei locali della
Chiesa Metodista di Milano. Erano presenti circa 30 sorelle di Milano, Intra, Piacenza, Cremona e Pavia (molti gruppi interpellati non hanno risposto, solo la
Chiesa Battista di Milano ha partecipato
a parte del pomeriggio).
SulTargomento della 3“ età è emerso
che nelle piccole città è possibile testimoniare della Parola di Eho con un lavoro
che è di stimolo e di collaborazione con
le strutture sociali allo scopo di migliorare lo stato di disagio degli anziani. A
conoscenza di casi particolari, è stato possibile intervenire presso le amministrazioni di sinistra che hanno provveduto
in senso favorevole. Si collabora coi Comitati di quartiere ; purtroppo le necessità degli anziani, che non possono aspettare, sono inffnite mentre le possibilità
sono limitate.
Molto diversa appare la situazione nei
grandi centri. Qui è necessario conoscere
le iniziative esistenti e collaborare con
esse. Dalla ricerca fatta sulle iniziative
prese dai Comuni e dalle Regioni in ottemperanza a quanto richiede la Costituzione (art. 38), è risultato che molto è
già il lavoro che si fa specie nelle prestazioni domiciliari. Ma la situazione di molti dei 350.000 anziani che vivono con la
pensione minima, resta ancora precaria
sotto il profflo economico ma anche sotto quello umano.
È stato reso noto resistenza di un Comitato (C.I.P.A.) che sotto controllo regionale coordina i vari centri assistenziaìi; è parso utile ai gruppi milanesi collaborare con questo Centro.
I gruppi femminili milanesi svolgono
un’attività di servizio verso gli anziani
più nell’ambito delle proprie chiese che
esterno e ciò a causa del numero esiguo
delle persone addette ed anche a causa
delle difficoltà create dalle distanze; è
perciò emersa la necessità di coordinare
tra i vari gruppi tale servizio per renderlo più èfficace.
Ci è stato fatto notare come i nostri
fratelli di chiesà anziani affrontino meglio di altri i disagi e le difficoltà legati
alla loro età: e questo perché la vita
comunitaria, la lettufà della Bibbia é dei
nostri periodici, li tengono legati ai problemi, li interessano e li aiutano a dare
un senso alla propria vita.
Invitate ad esprimere il nostro parere
su una eventuale pubblicazione evangelica destinata agli anziani si è respinta
l’idea di un giornale particolare, ma si è
suggerito di chiedere ai nostri giornali di
dare notizie adatte ed utili agli anziani
(agevolazioni, case di riposo, ferie ecc.).
Si consiglia anche di regalare loro un abbonamento ai nostri giornali.
La proposta di una Federazione dei
movimenti femminili nazionali è stata
approvata. Riguardo ad una nostra adesione ai C.A.F. si è deciso di attendere la
conferma della costituzione della federazione (con relativo Statuto) per poter
agire a livello nazionale; anche qui la risposta è stata affermativa.
La Casa ha avuto la gioia di ospitare a
maggio 1974 giovani provenienti da Torino e che facevano parte della Scuola
domenicale delle Comunità Valdesi di
Corso Vittorio e di Corso Oddone e della Comunità Battista di via Passalacqua;
i giovani erano accompagnati dai loro
Pastori e Monitori; rincontro ha portato
una nota di gaiezza giovanile anche nella
vita della Comunità locale. La Casa ha
poi ripreso la propria attività il 28 giugno, con una nuova direzione, affidata al
fr. Aldo Chiara, amministratore della Comunità metodista di Alessandria, ed alla
Sua gentile Signora; la sessione estiva si
è conclusa il 24 agosto con 693 presenze.
Dai commenti raccolti e tra gli ospiti
e tra i Membri della locale Comunità
evangelica si può senz’altro affermare
che nella Casa si è vissuto un periodo di
riposo nella serenità e nell’armonia, nella
comunione fraterna tra persone provenienti da varie denominazioni evangeliche, in uno scambio reciproco di esperienze di testimonianza cristiana e nella
partecipazione comune al Culto ed allo
studio biblico settimanale.
Le felici esperienze vissute nell’anno
1974 convincono sempre di più della validità di quest’opera per una viva testimonianza evangelica nella zona e per la Comunità locale ; da notare inoltre che la
Casa è situata in una amena zona collinare del Piemonte, tipica per la produzione di frutta scelta e di vini pregiati, a
metri 301 sul livello del mare; la posizione è anche ventilata e permette un soggiorno salubre e distensivo.
VIERING
Dibattito sullo nonviolenzo
Torino
• L’assemblea di Chiesa ha riconfermato domenica scorsa il past. C. Gay quale
titolare della chiesa di Torino con una
elezione molto incoraggiante. Al pastore
Gay, che è stato indisposto nelle ultime
settimane, il nostro augurio di un lavoro
ricco e benedetto nel suo nuovo settennio
• Il concerto di musica bachiana tenutosi domenica pomeriggio ha avuto un lusinghiero successo a dimostrazione delle
possibilità di testimonianza che sono ancora offerte dal nostro patrimonio culturale protestante.
Il convegno di Viering ha avuto luogo
gioved’, 8 maggio, giorno dell’Ascensione,
ed ha visto riuniti una trentina di fratelli e sorelle delle chiese di Aosta e
Ivrea.
Il tempo piovoso ha certamente nociuto alla partecipazione. Ma se il numero
dei convenuti è stato, quest’anno, modesto, l’atmosfera di fraternità è stata ottima, c’è stata minor dispersione, più
raccoglimento e partecipazione.
Il culto del mattino è stato presieduto
dal pastore Peyrot che ha predicato sul
testo Atti 2: 36. Partendo dal discorso
dell’apostolo Pietro ha fatto una serie di
considerazioni per il nostro tempo. Un
discorso come quello dell’apostolo, oggi
non osiamo più farlo per timore che i
« saggi » della politica, dell’economia, della scienza e della cultura ne trovino il
contenuto troppo povero o scarso, non
idoneo alla soluzione dei gravi problemi
che travagliano l’umanità.
Eppure la verità fondamentale di quel
discorso rimane essenziale anche per la
nostra generazione.
Si parla molto, oggi, di strutture nuove. Ma se non sono « uomini nuovi » che
debbono servirsene, il più radicale cambiamento di strutture servirebbe a ben
poco. Per cambiare le strutture occorre
cambiare mentalità.
« Ravvedetevi... » ! Il discorso vecchio
eppure sempre nuovo dell’amore di Dio
incarnato in Cristo. O si accetta questo
« mondo nuovo » dell’amore, del dono, del
servizio, della ricerca dell’altro prima di
noi stessi, oppure si rimane sempre nel
« vecchio », con soluzioni provvisorie e
illusorie, come dimostra la storia.
A mezzogiorno la sala di culto si è trasformata in sala da pranzo ove i partecipanti hanno consumato il pranzo al
sacco in una atmosfera di autentica
« agape fraterna ».
Alle due ci si ritrova per la riunione
pomeridiana. Un gruppo di giovani di
Ivrea e il pastore Rostan introducono
l’argomento di studio e discussione ; la
violenza. Viene presentata una serie di
dati biblici e quindi, analizzando il problema, vengono fìssati alcuni punti.
Esiste una violenza armata, brutale, fìsica; c’è però anche una violenza insita
nelle strutture sociali di un sistema fondato essenzialmente sull’egoismo e lo
sfruttamento dell’uomo da parte dell’uomo (talvolta dello Stato sull’individuo).
C’è pure una violenza nella educazione
delle nuove generazioni (si pensi a certi
giuochi e giocattoli che sono messi in mano a ragazzi; il tipo di educazione che si
riceve a scuola ove vale il successo egoistico, per non parlare della discriminazione che avviene di fatto tra i ragazzi
appartenenti alle varie categorie sociali).
Ma la violenza è prima di tutto in ciascuno di noi. Siamo potenzialmente violenti. Perciò bisogna cominciare da sé
stessi e poi, allargando il campo, combatterla nella società e negli ambienti ove
siamo chiamati a vivere, partecipando là
dove è possibile all’opera che svolgono
associazioni che hanno come scopo la
(( non violenza » e la « riconciliazione »
fra gli uomini.
Alla base dell’azione del credente deve
esserci lo Spirito di Cristo, l’Uomo non
violento per eccellenza, che ci chiama anche oggi ad una azione non violenta a favore di tutti coloro che sono vittime della violenza altrui.
La discussione, animata e fraterna, si
è protratta per ben due ore. La giornata
è terminata con il thè generosamente offerto dal gruppo evangelico di 'Viering,
che ringraziamo.
Una giornata spiritualmente benedetta!
S- P-
6
alle valu oggi
Liberi
o servi
Il discorso avviato nel numero scorso
da E. Geme su questa stessa colonna poteva sembrare eccessivo ma non lo era
affatto e metteva il dito su un problema
che merita tutta la nostra attenzione: la
politica tocca ormai tutti i campi della
nostra vita ed entra anche nelle elezioni
comunali. Quello che egli diceva riguardo
agli indipendenti è indiscutibile, uno si
crede e si dice indipendente, cioè fuori
dal gioco dei partiti e delle correnti, libero dalla macchina politica, e forse ha anche tutte le intenzioni di esserlo, ma non
può esserlo perché fa sempre il gioco di
qualcuno; sta sempre da una qualche parte, se vota vota sempre qualcosa, se appoggia appoggia sempre qualcuno.
Quello che vorremmo oggi mettere in
evidenza è il fatto che ormai la politica
sta entrando anche nella vita dei nostri
comuni, anche le tradizionali e tranquille elezioni comunali non sono più quelle
di un tempo, cose fatte in famiglia, tra
gente che si conosce, sono piccole manovre in un quadro di politica generale. Come le pedine nel gioco degli scacchi. Sono i fanti, in prima fila; si possono anche
perdere, far mangiare dal cavallo o la torre, non decidono la partita ma sono però
il primo scalino, il primo passo.
Le liste comunali non sono più, come
erano un tempo, elenco di persone di
buon senso messe lì per fare il bene del
paese (come in quel comune delle nostre
valli dove hanno fatto un grande elenco
tirando poi a sorte chi doveva essere
nella lista I e chi nella II, così a caso
perché ci vogliono le due liste, ma tutti
amici e d'accordo) sono ormai messe in
un grande quadro, sono calcolate, studiate.
E questa infiltrazione della politica non
viene questa volta dalla sinistra ma da
quella fabbrica di invenzioni e di giochi
di prestigio che è la D.C.
Un esempio? Il caso del comune di Rorà. Sarà perché è il mio paese natio ma
la trovata di una terza lista, accanto alle
due tradizionali e democristiana per di
più non mi va giù. Liberi certo tutti, democristiani e perché no fascisti, di fare
le liste che vogliono e presentarle dove
vogliono ma in un comune che non ha
mai avuto Uste politiche vederne comparire una adesso fa pensare. E fa pensare
almeno a tre cose:
Prima di tutto chi sono gli uomini della lista? Nessuno del posto, è chiaro, ma
gente "di fuori” come si dice, gente che
ha qualche interesse, molto generico al
posto, tutt’al più la villetta, che non amministrerà, se viene eletta, per il comune,
per la popolazione ma per altri, per conto ed interesse di altri. Questo è un comportamento politico di tipo fascista, è il
principio del podestà, della colonia, è in
nome di tale principio che la DC si è
battuta per anni contro le Regioni e le
autonomie. Non educare e responsabilizzare ma colonizzare.
Il secondo punto da studiare è il perché di questa azione. Una ragione ci deve essere perché muovere il fante? Per
minacciare la torre; forse passare dal comune per arrivare alla Valle? Se infatti
la lista DC ottenesse un certo numero di
voti diventerebbe minoranza comunale
con il diritto ad un rappresentante in
Consiglio di Valle. Del comune di Rorà e
dei suoi abitanti, delle sue strade e scuole della sua vita o morte la DC non si interessa molto ma delle rappresentanze si
interessa certo, più in alto sta il potere.
Questa squallida politica di sotto governo
sta corrodendo l’Italia da decenni! Si
credeva attuata solo in Sicilia ma eccola
qui in casa.
Il terzo punto da valutare è ancor più
significativo. Chi, secondo i calcoli dei
segretari de dovrebbe votare quella lista?
Gente che vuole la crescita del suo comune? Che vuole partecipare alla sua gestione assumendone la responsabilità?
Ben lungi! Gente che spera di ottenere
qualcosa dal Potere. I feudatari romani,
quelli di Roma, avevano i loro schiavi ed
i loro clienti; gli schiavi lavoravano, i
clienti mendicavano il loro pane con saluti, inchini, adulazioni.
È triste pensare che dopo 20 secoli di
predicazione cristiana e 300 anni di rivoluzioni in Europa si pensi di governare
un paese riducendolo ad una massa di
clienti che mendicano il loro diritto, che
si vendono per un impiego, che parlano
dei consiglieri provinciali e regionali come di angeli benefattori.
Le prossime elezioni non sono da poco; ci diranno se e quanti di noi vogliono
diventare clienti prima e poi servi del
potere DC. G. Tourn
FESTE DI CANTO
In margine alle Feste di canto abbiamo
ricevuto due lettere; dalla corale di Luserna S. Giovanni, dal presidente della
Comm. Canto Sacro. Vorremmo poterle
pubblicare perché è prassi nostra-'dibattere i problemi apertamente ma non lo
facciamo per due motivi. Il primo di fondo: non riteniamo questa piccola polemica sul tema "festa di canto" di tale peso
da essere posta ulteriormente all'attenzione dei lettori. Ben altre sono le questioni
che urgono nella vita della chiesa! La seconda è di ordine pratico, lo spazio esorbita dalle nostre possibilità.
Il problema della Festa di Canto potrà
essere affrontato nella sua sede adeguata:
la Conferenza del 1° Distretto, al momendella nomina della commissione del Canto Sacro.
Ci limitiamo perciò a riassumere le due
lettere. I fratelli di S. Giovanni auspicano un dibattito in vista di una valorizzazione della festa, si dolgono del fatto che
a Villar la discussione non si sia sviluppata nel corso di un vero dibattito ma
solo nel corso del thè con carattere settòriale ed inconcludente.
Il past. Aime precisa: i) la lettera della
corale di S. Giovanni giunta alla Comm.
pochi giorni prima della festa non è stata
letta a Pramollo ma ne sono stati menzionati due capoversi solo come spunto per
una riflessione; 2) le feste di canto si sono
sempre tenute in tutte le località grandi e
piccole senza prevenzioni; 3) al momento attuale sono seguite dalla maggioranza
dei coralisti che hanno così dimostrato
di approvarne la formula; 4) la Comm.
lungi dal monopolizzare l’attività del canto ha sempre incoraggiato ogni altra manifestazione parallela. red.
S. GERMANO
Il giorno di Pentecoste il tempio di San
Germano ha visto affluire un numero
notevole di ragazzi delle Scuole Domenicali di Chiotti, Villar Perosa, San Secondo, Pramollo e San Germano, accompa
gnati da monitori e genitori. Ha diretto
l’incontro la Signora Rivoira. La ringraziamo e cogliamo l’opportunità per esprimere la nostra riconoscenza a tutti coloro che in un modo o nell’altro aiutano
i nostri bimbi a non diventare dei perfetti analfabeti in materia di canto. Gli
inni d’insieme hanno tutti avuto una buona tenuta; gli inni preparati in proprio
da ogni Scuola Domenicale erano assai
belli e ritmati. Forse si dovrebbe cercare
di riservare più spazio a nuovi inni del
nostro innario per abituare i ragazzi a
familiarizzarsi con esso.
Il pastore locale, nel breve intervallo,
ha commentato le parole dell’Inno n. 257
dell’Innario francese « Qui dit au soleil ».
Egli ha anche rivolto una parola di saluto al pastore Enrico Geymet.
Un bel pomeriggio riuscito, un canto
di lode al quale ci siamo tutti associati,
spiacenti soltanto di non aver con noi
i ragazzi di Pomaretto, di Prarostino, di
Pinerolo.
Al termine i gelati hanno rinfrescato
l’ugola dei cantori e ci siamo detti arrivederci a un altr’anno.
ANGROGNA
Domenica 18 maggio si è svolta a San
Lorenzo (Angrogna) la consueta festa di
canto delle Scuole Domenicali. Erano
presenti le Scuole Domenicali di Villar
Penice, di Torre Pellice Asilo, Appiotti e
Coppieri, di Angrogna capoluogo e Jourdan, e di Rorà.
Il programma è stato presentato dal
pastore Aime che ha anche diretto i ragazzi nei canti d’insieme. Nel breve intervallo il pastore Coisson ha raccontato ai
bambini la storia del tempio di San Lorenzo. Quindi ci siamo tutti ritrovati in
un piacevole rinfresco e i bambini grazie
alla splendida giornata hanno potuto giocare nei prati circostanti alla chiesa.
Cogliamo ancora l’occasione per ringraziare la comunità di Angrogna per la
sua calorosa accoglienza.
Vita scolastica
Torre Pellice
Sabato 17 u.s., si è svolto nell’Aula Sinodale un
saggio artistico degli studenti del Collegio, su inizìativav della « Associazione Amici del Collegio »,
diretta con passione ed entusiasmo dal Dr. Enrico
Gardiol.
Riteniamo che questo show, — scherzosamente
intitolare « stekka show » —, meriti alcune considerazioni in ordine alla perfetta organizzazione,
alla disciplina e al senso di misura degli oltre
250 giovani, alla preparazione artistica, in una parola allo stile, con il quale si è svolto. L’aula pur
stipata all’inverosimile, non ha potuto accogliere
che una parte del pubblico accorso ad applaudire
Dopo alcune parole del Dr. Enrico Gardiol, lo
spettacolo è stato preso in mano dagli studenti, con
la spigliatissima presentazione di Gianni Genre di
2® liceo. Sotto la direzione dell’insegnante di musica, Prof. Elda Travers e della signorina Dorina
Peyrot i « gagni » delle medie si sono prodigati in
canti e cori con l’aiuto di chitarre e hauti, intercalati con brevi scenette di tipo goliardico di
un compassato trio di studenti del Ginnasio-Liceo.
Esibizioni di danza classica del Lago dei cigni
di Cjaikosky sono state fornite dalla giovane Monique Rapetti, mentre la nota spirituale è stata portata dal trio dei fratelli Donini.
Le due parti del saggio sono state chiuse dal
Coretto del Collegio, che sotto la perfetta direzione di Carletto Arnoulet, ha raccolto gli applausi
del pubblico sempre entusiasta.
In sintesi si può dire che si è trattato di una se
rata condotta con brio serrato, con spirito giova
nile, con allegria studentesca alla quale con gran
de simpatia — e forse con nostalgia per gli anzia
ni — ha partecipato il pubblico di parenti e di
amici.
Abbiamo parlato di stile : basti dire ancora che
gentili alunne offrivano all’ingresso a tutte le Signore un mazzetto di fiori.
Il successo della serata è dovuto a tutto il corpo
insegnante e ai presidi che hanno saputo imprimere all’Istituto queUa linea di civica educazione,
tante volte carente in manifestazioni giovanili.
Oltre agli insegnanti già citati, meritano una
speciale segnalazione e un vivo ringraziamento i
« registi », Prof. Luciana Vola-Mathìeu e Prof.
Franco Taglierò.
La manifestazione deve essere citata non solo
ai fìni di cronaca cittadina.
Infatti molti fra i presentì hanno nuovamente
ravvisato nel vecchio Istituto un elemento insostituìbile della cultura della Valle, concretata senza
aiuti e appoggi statali per una volontà di autonomia spirituale.
Esemplifichiamo : E’ veramente notevole il numero di alunni che hanno una seria preparazione
musicale e sono in grado con disinvoltura di usare i più svariati strumenti.
È qualificante per l’Istituto il fatto che giovani
di qualsiasi estrazione possano esprimersi e cantare indifferentemente in italiano e in francese.
Certo ancora una volta si è potuto avere la chiara sensazione che il Collegio Valdese è una autonomìa locale che va difesa e potenziata. E questo
spiega perché all’interno e all’esterno si è forma
ta quella corrente di opinioni che ha voluto che
il Collegio viva.
È stato pertanto facile per il Dr. Enrico Gardiol,
che da anni e con immutato entusiasmo si affatica
« perché il Collegio viva », recepire questa corrente di simpatia e parlarne nel suo breve discorso
introduttivo alla manifestazione. T. O.
Pomaretto
Quest’anno, ai corsi di falegnameria,
cucina, tedesco ecc... del nostro doposcuola, si sono aggiunte alcune attività
nuove. Si tratta di un corso di igiene e
di educazione sessuale, svolto dal Prof.
Gay dell’ospedale di Pomaretto, che ringraziamo per averci dedicato tante ore
del suo tempo. Ogni lezione del corso
era eseguita da una libera discussione.
La sig.na Chambón, il dott. Baschera e le
infermiere sig.ne Stocco e Stella hanno
organizzato e svolto un corso di pronto
socorso per la II e la III classe; abbiamo seguito queste lezioni con vivo interesse, perché si trattava di cose completamente nuove.
Sempre nell’ambito del doposcuola, abbiamo allestito un piccolo studio fotografico nella ex cantina (già cucina). Certo, i risultati ottenuti non sono opere
d’arte, ma ci hanno dato l’occasione di
passare interi pomeriggi a fare qualcosa
di bello.
Anche alla Scuola Latina sono stati
introdotti gli organi collegiali previsti dai
decreti delegati. I Consigli di classe sono subito entrati in azione con una serie
di sedute e all’ultima ci è stato proposto
di partecipare anche noi.
Fin dallo scorso anno, gli alunni della
III erano stati invitati a lasciare i loro
libri di testo a disposizione della scuola.
Alcuni sono stati sensibili a questa richiesta e cos’i, quest’anno, grazie anche
ad un contributo della Regione, tutti hanno potuto avere gratuitamente i libri di
testo in prestito d’uso e si è acquistato
anche un certo numero di dizionari, atlanti e libri, che sono stati usati per il potenziamento delle biblioteche di classe
evitando spese supplementari alle famiglie.
In seguito alla visita del Pastore Grefe,
quest’anno è iniziata una simpatica corrispondenza tra il gruppo di tedesco della II e i catecumeni di Waldensberg; per
l’anno prossimo aspettiamo la loro visita
e poi... speriamo che ci invitino là!
Già da due anni abbiamo cominciato
la raccolta della carta per contribuire a
pagare le forti spese di luce e riscaldamento. Invitiamo, pertanto, i lettori a
collaborare con noi, anche solo avvertendoci di avere della carta e noi verremo
a prenderla.
Un gruppo dì allievi
della III Media
cronaca
Villar Perosa
Dipartenza — Il 17 maggio un mesto
corteo di auto provenienti da Torino, è
giunto al cimitero di Vivian recando le
spoglie del piccolo Davide, la cui venuta
aveva recato tanta gioia, ma che purtroppo è vissuto solo cinque giorni!
La sorellina e i cuginetti hanno trasportato la piccola bara nell’interno del
cimitero e il Pastore ha parlato di rassegnazione e di speranza.
Ai cari Emilio e Rosalia Rostagno
esprimiamo ancora la nostra solidarietà
nel dolore, invocando su di loro le consolazioni del Signore.
Visita Ceraie di Rohrbach — Comunità
valdese discendente dagli esuli di Roreto
Chisone, conta vari Lantelme, Perrot,
Bertalot, che hanno abbellito, coi loro
canti, il nostro culto di Pentecoste. L’ultima sera del loro soggiorno fra noi, abbiamo avuto un incontro fraterno al quale ha partecipato anche il Sindaco di Pinasca, sig. Richiardone (che è già stato
loro ospite) e il Pastore Pons che sono
stati lieti di conoscere come futuro conduttore della nostra comunità.
La serata si è svolta piacevolmente fra
messaggi e canti all’insegna della gioia e
della fraternità.
Incontro femminile 8 giugno — Ci rallegriamo per la venuta delle nostre Sorelle in fede. A partire dalle 9 le attendiamo al Convitto, ove potranno visitare i
iocali e verrà offerta loro una tazza di
caffè. Alle 10 nel tempio, avrà luogo il
culto.
Dalla Val Pellice sarà organizzato un
pullmann (a Torre Pellice davanti alla
Foresteria ore 8.30). Iscriversi presso
Mourglia Lillia, tei. 91.612.
Incontro Regionale
Femminile
DOMENICA 8 GIUGNO 1975
ore 9,45 - Appuntamento al Convitto
ore 10 - Culto nel tempio
ore 11 - Discussione su Progetto di fe
derazione. CAF.
ore 12,30 - Pranzo al sacco. Minestra offerta dall'Unione locale,
ore 14 - Introduzione sul tema «Terza
Età », e brevi relazioni delle
unioni. — Tavola rotonda con
persone impegnate al servizio
degli anziani. — Discussione,
ore 17,30 - Tè.
San Secondo
• S. Secondo è stato colpito da due disgrazie mortali in pochi giorni. Il 22 è
stato seppellito il fratello Oreste Gardiol
della Rivoira, morto all’età di 69 anni
per una caduta nel pozzo di casa. Il giorno precedente era stato sepolto il padre
della Sig.ra Elda Cesario in Balmas (Miradolo) deceduto in circostanze assai simili. Esprimiamo ancora alle famiglie
colpite da questi tragici lutti il nostro
affetto e solidarietà cristiani.
• Il culto del 18 maggio si è svolto con
la partecipazione dei ragazzi e dei monitori della Scuola Domenicale. Quattro
monitori hanno curato la liturgia, i ragazzi hanno partecipato con un canto e
con i’interludio eseguito all’armonium da
Renzo Chialvo.
• Al pomeriggio ragazzi e monitori hanno partecipato alla festa di canto a San
Germano; sempre a S. Germano, il pomeriggio del 25 la Corale ha visitato la
Casa di Riposo con canti e la proiezione
di alcune filmine.
• Nei giorni dall’8 all’ll maggio una quarantina di membri della Comunità ha
compiuto una gita all’Isola d’Elba. Questo giro ci ha permesso non solo di conoscere alcune delle zone più belle dell’Italia, ma ci ha messo in contatto con
la Casa Valdese e con il gruppo di evangelici di Rio Marina. Ringraziamo il pastore G. Vicentini per la calda ospitalità
che ci ha riservato.
• Il 24 il Gruppo Teatro Angrogna ha
presentato il lavoro « Quartomondo » davanti ad un pubblico abbastanza numeroso considerando il periodo di grande
lavoro che stiamo attraversando.
• Domenica 25 è stato amministrato il
battesimo a Stefano Malan di Marcello
e Graziella Bertin (Combe); dopo il culto si è riunita l’assemblea di chiesa per
ascoltare la relazione del Concistoro (che
sarà ripresa nella prima riunione quartierale) ed eleggere i deputati alla Conferenza Distrettuale ed al Sinodo. Alla
Conferenza andranno: Iris e Delio Paschetto e Daniele Ghigo; supplente Elvina Codino. Per il Sinodo sono stati eletti; Daniele Ghigo e Pietro Augusto Genre; supplente: Ernesto Aldo Godine.
Personalia
Il pastore Aldo Comba comunica che a partire
dal 10 giugno il telefono della propria abitazione
sarà (06) 65.60.478.
7
delle valli
Luserna S. Giovanni
• L’Assemblea di Chiesa riunitasi la sera del 23 maggio per discutere la proposta CIOV per il trasferimento dell’Ospedale di Torre Pellice presso i locali del
Convitto Maschile non è stata in grado
di esprimere un giudizio definitivo, malgrado che il problema fosse già stato ampiamente trattato in un’Assemblea precedente. Anche i tre o.d.g. formulati,
ognuno dei quali esprimeva un modo diverso di vedere la situazione, non hanno
potuto passare ai voti.
Nella stessa Assemblea il Cassiere ha
presentato un bilancio preventivo per il
1975-76 che prevede un aumento del 10%
sulla quota da versarsi alla Cassa Centrale (lo scorso anno era stato operato
un aumento di circa il 30% felicemente
raggiunto). Il preventivo è stato approvato all’unanimità.
Si è infine proceduto alla elezione di
tre delegati per la Coni. Distr. (Franca
Plavan, Paolo Gardiol, Luciana Chauvie)
e tre per il Sinodo (Dino Gardiol. Dino
Bellion, Fiammetta Gullo).
• Nella Sala Albarin ha avuto luogo la
Giornata della Scuola Domenicale tra le
Scuole di S. Giovanni e il Centro di Torre Pellice, con un culto in cui i bambini
hanno cantato e presentato in forma dialogata, mimata o recitata alcuni dei temi studiati durante l’anno. A mezzogiorno pranzo al sacco e pomeriggio ricreativo con gelato finale. Questa giornata costituisce una proposta alternativa alla
tradizionale festa di canto delle Scuole
Domenicali, già da alcuni anni attuata
con esito positivo.
• La famiglia dell’Asilo Valdese, ospiti e
personale esprime la più viva solidarietà con la propria cuoca Sig.ra Nelly
Bertin per il decesso della madre Chauvie Berta ved. Malan a 92 anni, anche essa già da diversi anni ospite del nostro
Asilo.
• È stato battezzato il piccolo Daniele
Stefano Bertin di Sergio e Laura Malan
dei Nazzarotti. Il Signore accompagni
con la Sua grazia questo bimbo ed aiuti
i genitori e padrini nell’impegno che hanno assunto.
Torre Pellice
Incontro dei catecumeni al Castagneto.
Accolti con la consueta cordialità dai signori Lazier 60 catecumeni dei 3 anni,
assieme ai sette catechisti, si sono trovati domenica 11 maggio al Castagneto
per una riflessione conclusiva sugli argomenti di studio dell’anno catechistico
che si chiude. Dopo il culto i catecumeni si sono divisi in gruppi per discutere
i vari argomenti proposti. Quelli del I
e II anno avevano svolto un programma
di Antico Testamento con una panoramica ' storico introduttiva, dalle origini
del popolo ebraico ai tempi precedenti
la nascita di Gesù. Si trattava di cogliere
dai momenti fondamentali di questa vicenda indicazioni valide per il credente
di oggi. Il lavoro di gruppo si è concluso con la discussione che ha messo in luce alcuni problemi di fondo: la conversione, l’impegno di fede del credente ecc.
Il III anno, che aveva studiato il messaggio dell’epistola ai Romani, ha rivolto il suo interesse in particolare ai temi
etici. Dalla discussione sono emerse interessanti indicazioni riguardo al programma dell’anno prossimo: Evangelo ed
ideologie moderne, in particolare il cattolicesimo, il marxismo, il capitalismo.
Massello
Angrogna
• L’Assemblea di Chiesa del 18 maggio ha deciso di continuare a tenere il
Culto domenicale nella Sala del Reynaud
ancora per tutto il mese di giugno.
In previsione della presenza di villeggianti durante l’estate, nei mesi di luglio
e di agosto il Culto avrà luogo nel Tempio.
• L’Assemblea ha inoltre eletto Tron
Edda Micci come Deputato al prossimo
Sinodo e Micci Emanuele alla Conf. Distrettuale.
• Dopo breve malattia è deceduta all’età di 87 anni Trcn Emilia ved. Pcns
del Por rende.
Il funerale ha avuto luogo il 20 maggio.
SERVIZIO MEDICO
fsstivo e notturno
Comuni di ANGROGNA - TORRE PELLICE
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Dal 31 maggio al 6 giugno
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Torre Pellice: Tel. 91.365 - 91.300
Luserna San Giovanni : Tei. 90.084 - 90.085
Perrero
Per le elezioni amministrative, sono
state presentate queste liste:
Capoluogo: Lista n. 1: Giuseppe Laupretre, Eraldo Tessore, Giacomino Barale, Michele Aglio.
Lista n. 2: Arturo Ghigo, Osvaldo Peyran. Guido Poét, Teodoro Ribet.
Lista n. 3: Nino Ghiado,, Gianfranco
Cianalino, Aldo Massel, Giorgio Montesanto.
Riclaretto-Faetto: Lista n. 1: Erminio
Guglielmet, Oreste Peyronel, Livio Giacomino, Linda Menusan Benech, Ferruccio Peyronel.
Lista n. 2: Gianni Jahier, Maggiorino
Tron, Ezio Costantino, Giancarlo Giraud,
Ettore Peyronel.
San Martino-Bovile-Traverse; Lista n.
1: Igino Gelato, Silvio Canale, Adriano
Bertalmio.
Lista n. 2: Valter Buniva, Valdo Peyrot, Mario Tron.
Chiabrano-Maniglia : Lista n. 1 : Augusto Gino, Attilio Barai.
Lista n. 2: Oreste Ribet, Renzo Pons.
Le liste presentate a Prali sono state
pubblicate sul nostro giornale nel n°
scorso.
Per quello che riguarda l’orientamento
dei due comuni più importanti della vai
Germanasca: Perrero e Prali si può osservare che nel primo caso si tratta di
liste a composizione geografica, senza un
preciso orientamento politico, né un programma ben definito.
La lista n” 1 di Perrero, invece, è d’indirizzo democristiano, o quanto meno parrocchiale, anche se non viene dichiarato
esplicitamente.
Anche per il Comune di Salza sono stsate presentate tre liste : una a Fontane e
due al Capoluogo: polemica, se non politica, una di queste ultime, che porta la
dicitura : « Giovani per Salza migliore ».
In tutta la valle si nota la partecipazione dei giovani: caratteristica a questo riguardo la lista n” 2 di Riclaretto, i cui
componenti non superano i 35 anni.
• L’Assemblea di Chiesa del 25 maggio
ha giudicato positivo l’esperimento avutosi durante l’inverno di tenere il Culto
domenicale nella Sala.
Si avvertono i membri di chiesa che,
a iniziare dalla Domenica 8 giugno, il
Culto si terrà nel Tempio.
• L’Assemblea di Chiesa ha eletto
Claudio Tron come Delegato al Sinodo
e Ada Poet Tron ed Edmondo Barai quali Deputati alla Conf. Distrettuale.
• Il tradizionale Bazar dell’Unione femminile avrà luogo Domenica 8 giugno.
S. Germano
• I ragazzi della Scuola Domenicale hanno avuto la loro annuale gita a Viering.
La partenza, avvenuta sotto la pioggia,
non lasciava presagire nulla di buono...
Per fortuna in prossimità di Viering, ha
fatto la sua apparizione un sia pur timido sole. Dopo il culto, il pasto, i giochi,
abbiamo visitato due famiglie della comunità (tra cui due anziani coniugi che
hanno ascoltato con piacere i nostri
canti).
Nel pomeriggio, il pastore Peyrot erba
fatto visitare lo stabile, che può ospitare
una trentina di persone per campi, « retraites » ecc. Prima di riprendere la strada del ritorno abbiamo visitato il castello di Issogne... dove i ragazzi sono stati
assai spiacenti di non poter vedere le camere di tortura ed altre simili piacevolezze situate nei sotterranei dell’edificio.
Un grazie di cuore ai monitori ed alle
monitrici che avevano egregiamente preparato la giornata ed agli amici di Viering per la loro accoglienza.
• Il gruppo di studio biblico ha dal canto suo presieduto il culto a San Germano, dopo aver preparato la liturgia e la
predicazione con un lavoro comunitario.
Rivolgiamo una parola di ringraziamento e di incoraggiamento a questi fratelli.
• Ricordiamo il nostro Bazar: domenica 1 giugno, ore 15. Nessuno manchi!
Curiosità e disappunto ha creato ad
Angrogna la lettera apparsa sull’Eco del
elùsone del 22.5 a firma Saccaggi Gianipiero, in cui vengono avanzate supposizioni e insinuazioni circa il lavoro svolto
dalle varie commissioni di lavoro della
lista n° 1 ed un’aperta difesa del parroco locale.
La Redazione dell’Eco del Chisone ha
ritenuto opportuno far credere ai lettori
che l’articolo redazionale apparso sul n.
20 fosse una lettera anonima, senza sentire la necessità di smentire le affermazioni del Saccaggi, del tutto fantasiose.
Abbiamo ricevuto copia della lettera
di protesta Inviata all’Eco del Chisone e
al Pellice da parte di A. Ricca, come precisazione dei fatti ; poiché a noi non è
pervenuta la lettera del Saccaggi che i
lettori quindi non conoscono, ci pare superfino pubblicare per esteso la lettera
di Ricca, in cui si precisa le responsabilità del parroco di formare una sua lista,
come risulta dalla seduta del 26 aprile,
iniziativa che è poi stata portata avanti
dal Saccaggi con la presentazione della
lista h° 2, formata in parte da democristiani.
• L’Assemblea di Chiesa dell’ll maggio
ha nominato deputati alla prossima Coriferenza distrettuale: Buffa Elvino e Rivoira Linette, ed al Sinodo: Sappé Alfredo e Sappé Jean-Louis.
• A Pentecoste al Serre è stata battezzata Benech Daniela di Renzo e Anita
del Ciabot, mentre, al Capoluogo, ha fatto la sua confermazione Benazzato Antonella che aveva seguito il catechismo a
Torino. La nostra Corale ha preso parte
al culto a Pradeltorno, volendo, con la
propria presenza, testimoniare la propria
solidarietà a questo gruppo molto isolato.
Nel pomeriggio al Capoluogo abbiamo
avuto la festa di canto delle Scuole Domenicali della Val Pellice.
• Domenica 25 maggio le Scuole Domenicali di Angrogna sono andate in visita
a Fontane-Rodoretto, mentre una esigua
rappresentanza dell’Unione Femminile
partecipava alla giornata delle madri ad
Agape. Il tempo poco favorevole non ci
ha impedito di trascorrere una buona
giornata incontrando al culto il gruppo
di Fontane e visitando Fontane, Serrevecchio e Rodoretto (molto interessante
il piccolo Museo di oggetti per la casa e
per la campagna allestito dal maestro
Tron).
• Sono decedute Benedetto Margherita
n. Rivoira del Ciabas e Chauvie Berthe
V. Malan dei Pons. Siamo vicini con la
nostra simpatia alle famiglie nel lutto.
• Durante il mese di maggio sono ospiti
di Casa Pons alcuni gruppi di alunni della scuola Ungaretti di Torino. È una
scuola a tempo pieno situata alla periferia nord della città in una zona sovraffollata abitata soprattutto da immigrati. Questi soggiorni in montagna sono
una continua fonte di scoperte per questi bambini abituati a vivere fra quattro
mura per la quasi mancanza di spazio
verde: si eccitano a vedere tutto ciò che
per noi è... normale amministrazione :
piante, mucche, pecore, capre (la prima
volta c’è chi le ha scambiate per camosci!) ecc. Trovano Angrogna bella e dispiace loro quando devono partire per
fare posto al gruppo successivo. Questa
iniziativa è voluta da un gruppo di maestri e portata avanti attraverso non poche difficoltà e senza aiuto da parte dei
superiori.
• Domenica prossima 1° giugno avrà luo
go il bazar organizzato dall’Unione femminile nella Sala UniOfUista del Capoluogo. Un cordiale invito è rivolto a tutti.
Ricordiamo che lo scopo per cui lavora
l’Unione femminile quest’anno è il minialloggio che dovrebbe servire per qualche anziano e isolato per l’inverno.____
Comunità Montana
Valli Cliiiono o Gormanasca
Anche per il 1975 sono previsti premi per gù
allevatori che portano il loro bestiame all alpeggio.
Gli agricoltori che lo desiderano possono comunicare alla Comunità Montana il numero dei
capi bovini che intendono monticare.
Le domande scadono il 30 giugno.
La Comunità Montana ha deliberato di concedere, agli apicoltori proprietari di arnie razionali, un contributo del 50% fino alla somma
massima di L. 20.000 per l’acquisto di api regine
selezionate e fogli cerei. Le api regine selezionate e i fogli cerei dovranno essere prenotati attraverso il servizio di assistenza tecnica agricola
della Comunità. • v
Gli interessati sono pregati di presentarsi agli
uffici della Comunità Montana per compilare la
domanda di contributo e il questionano per il
censimento apicolo. ,, ,, n
Il venerdì (dalle 9 olle 12) e il sabato (daUe 9
alle 11) è a disposizione un incaricato per aiutare a compilare le domande, che possono essere
compilate anche durante le riunioni che il tecnico della Comunità terrà nei vari comuni.
Venerdì 30 maggio: Perrero ore 8.15; Frali ore
9.30; Inverso P. ore 11.15.
Pramollo ore 14; Porte ore 16.
Giovedì 5 giugno: Pragelato ore 8.15; Usseaux
ore 10.
Fenestrelle ore 14; Roure ore 16.
Venerdì 6 giugno: Perosa ore 14; Pomaretto
ore 16; Villar Perosa ore 17.30.
Giovedì 12 giugno: Salza di P. ore 14; Massello ore 16.
San Germano ore 18.
Le domande vanno presentate al più presto
possibile.
Il Presidente :
Maccari Dr. Eugenio
RINGRAZIAMENTO
I familiari della Compianta
Margherita Riwoire in Benedetto
commossi per le dimostrazioni dì simpatia ricevute
in occasione della dipartita della loro Cara, ringraziano quanti hanno preso parte al loro dolore.
Un ringraziamento particolare ai pastori sigg.
Taccia e Cotsson, ai dott. Gardiol e Avanzi, al
personale deirOspedale Valdese ed i vicini di casa.
Angrogna (Ciabas), 20 maggio 1975.
I familiari del compianto
Enrico Giacomo Sappé
commossi per la prova d’affetto tributata al loro
Caro, ringraziano tutti coloro che si sono uniti
al loro dolore.
Un ringraziamento particolare ai dott.ri Enrico Gardiol e Emy Peyrot, alla direttrice Sig.ra
Rampa ed al personale dell’Ospedale Valdese di
Torre Pellice, alla C.R.I., agli amici della Corale
e del Coro Alpino Valpellice. al pastore Sig. Sonelli.
Torre Pellice, 25 maggio 1975. _________
Ospedale di Pomaretto _
L’assoluta necessità dì provvedere ai nuovi imDiantì dì riscaldamento, in sostituzione di quelli
attuali, usurati e non più sufficienti alle esigenze
odierne, unitamente alla nuova sede del reparto
radiologico, hanno rappresentato e rappr^entano
tuttora per l’Amministrazione un problema da
superare e da portare a termine entro 1 inizio
dell’autunno. I gravi inconvenienti vissuti quest’inverno e rappresentati da alcune interruzioni
dell’impianto termico non dovranno piu ripetersi
in futuro. ...
Mentre la nuova sede per la radiologia e già
stata terminata, i lavori per la sede delle caldaie,
degli impianti di condizionamento, della cabina
per l’energia elettrica della nuova sede dei servizi mortuari inizieranno tra breve.
Per ragioni di ordine economico si dovrà s(^
prassedere per ora al collegamento del nuovo edi&io con quello attuale e la CIOV non può iniziare alcun lavoro senza che le autorità di controllo rilascino la relativa autorizzazione che viene concessa solo se l’Ospedale dimostra le sue
possibilità economiche al riguardo.
È pertanto indispensabile che la sottoscrizione,
lanciata l’inverno scorso, continui e che venga
data possibilità aH’Ospedale di portare avanti la
realizzazione dei progetti.
Ringraziamo vivamente coloro che, sensibUi
alle difficoltà dell’Ospedale, hanno sinora contribuito ed invitiamo la popolazione e gli Enti a
rispondere al nostro appello.
Pubblichiamo le offerte giunte sino al 24 maggio 1975.
L. 15.000: , ^
N.N. (J.D.L.), S. Giovanni; Barai Edoardo, Inverso Pinasca; Pascal Maria Luisa,' Pomaretto;
Ferino Giuseppe, Campassi di Villar Perosa; Fumagalli Felice, Cumiana; Enrico Costantino,
Trossieri; Menusan Susanna, Prali; Maurino
(continua a pag. 8)
AVVISI ECONOMICI
FAMIGLIA residente collina torinese cerca ragazza tutto fare. Telef. ore pasti 011/694119.
TRASLOCHI e trasporti per qualsiasi destinazione, preventivi a richiesta; Sala Giulio, vìa Belfiore 85, Nichelino, tei. (011) 62.70.463.
Livio e Dina Gabello Jalla, ricordano con profondo affetto, la loro carissima amica e sorella
Vittoria Ugolini
serbando il Suo insegnamento aU’amore della Parola di Dio che fu il fine di tutta la Sua vita.
« L’anima mia si acqueta in Dio solo, da
lui viene la mia salvezza ».
(Salmo 62: 1).
Luserna San Giovanni, 23 maggio 1975.
RINGRAZIAMENTO
Le famiglie Malan e Bertin, ringraziano sentitamente tutti coloro che hanno preso parte al loro dolore per la dipartita della cara mamma e
nonna
Berthe Chauvie ved. Malan
di anni 92
Un ringraziamento particolare al past. Taccia e
signora, alla direzione, al personale e agli ospiti
dell’Asilo Valdese di Luserna San Giovanni.
Angrogna, 25 maggio 1975.
8
8
CRONACHE ANTIMILITARISTE
a cura di emìlio nìtti
DISOCCUPAZIONE
Antirazzismo aWitaliana
Si dice che vi sono segni di ripresa
economica e che il momento più grave
della crisi è in via di superamento. Ma il
numero dei disoccupati non tende a diminuire. Le statistiche, i dati ufficiali, che
ignorino questo dato, non monetario ma
umano, sono da respingere come ingannevoli. Non ci interessano i bilanci delle
entrate e delle uscite, se non si chiarisce
da dove escono i soldi e dove entrano.
Quanti sono coloro che non hanno entrate fisse, perché privi di fissa occupazione?
Il Ministro del Lavoro parla di un milione e 200 mila disoccupati, ma, come si
sa, a questa ciira ufficiale vanno aggiunte
centinaia di migliaia di giovani in cerca
di prima occupazione, di sottoccupati e
di precari. Un terzo del totale si trova in
Campania; 130 mila nella sola Napoli.
La manifestazione sindacale del 14 maggio scorso a Napoli sottolineava la gravità di questa situazione e indicava nella
soluzione delle vertenza Campania la via
obbligata per risolvere tale problema sul
piano nazionale.
Nei giorni scorsi l’inizio dei corsi abilitanti per l’insegnamento nella scuola
secondaria ha fornito altri interessanti
dati, relativi alla disoccupazione intellettuale. Circa 34 mila diplomati e laureati
chiedono l’abilitazione in Campania, più
della metà a Napoli; e un’analisi più particolareggiata rivela che un terzo del totale è costituito da diplomati (geometri,
periti meccanici, elettronici, chimici ecc.)
i quali evidentemente dovrebbero trovare il loro naturale sbocco occupazionale
in altre attività industriali e ripiegano
invece sulla lontana ipotesi di un insegnamento di Applicazioni tecniche nella
scuola media o di Stenografia o Dattilografia nell’Istituto Commerciale. Un altro terzo è costituito da laureati in lettere o in filosofia, destinati esclusivamente alla scuola italiana, e che resteranno
in parcheggio tra una supplenza e una
lezione privata ancora per molti anni.
A Napoli i disoccupati sono una necessità politica; senza soluzione di conti
nuità gli amministratori locali, da Lauro
a Gava, li hanno usati come massa di
manovra, oggetto di beneficenza elettorale (dal pacco di pasta al posto di lavoro). Ma dal colera in poi le capacità di
aggregazione sono cresciute, anche perché si sono realizzate situazioni obiettive in cui si son potuti maturare comuni
impegni di lotta. I cantieristi del Comune, i corsisti dei corsi professionali della
Regione non sono più degli individui isolati, ma dei gruppi sindacalizzati. È vero
che la loro condizione fa crescere in loro una rabbia che i sindacalisti stentano
talvolta a indirizzare nel modo più costruttivo, ma è tale comunque da sottrarli a quell’abbandono e a quella sfiducia che portano inevitabilmente alla malavita o al clientelismo o a tutti e due
assieme.
I gravi incidenti di venerdì 16 maggio
in Piazza Liante a Napoli hanno coinvolto dei disoccupati che, respingendo appunto la logica del clientelismo e della
raccomandazione, protestavano contro le
assunzioni per chiamata diretta e chiedevano che si tenesse conto delle liste di
collocamento. Avevano occupato pacificamente l’ufficio anagrafe, come nei giorni precedenti avevano pacificamente occupato per alcune ore il Policlinico e gli
Uffici della Regione. Si è detto che si temeva per i certificati elettorali e per questo si è fatta intervenire la forza pubblica. A noi sembra che si temeva per ben
altro.
La mattina del giorno dopo, sul posto
dove è caduto il vecchio pensionato dei
vigili del fuoco investito da un gippone
delle polizia, la gente si fermava a guardare il mucchio di fiori portato da un
corteo di giovani, a leggere il manifesto
di protesta dei sindacati, a fare commenti. Un uomo sulla trentina diceva; «Ci
sono stato anch’io alcuni mesi fa a fare
queste proteste... ho visto cos’è una carica della polizia... me la sono vista brutta!
Ma ora mi faccio i fatti miei, ho fatto le
carte, me ne vavdo in Australia ».
Il 26 maggio a Roma ed in alcune altre città italiane il gruppo romano « Impegno per la Nonviolenza » promuove
una serie di manifestazioni per sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema del
commercio delle armi. ■ Si tratta di un
problema grave e al tempo stesso delicato, carico di risvolti a livello internazionale come a livello sindacale. L’industria militare italiana è infatti una delle
più sviluppate a livello mondiale: con
esportazioni per una media annua di 75
rniliardi, e con alcune decine di migliaia
di dipendenti essa occupa il quinto posto, dopo gli USA, rURSS, la Gran Bretagna e la Francia.
Nel marzo si è celebrata in tutto il
mondo la « giornata internazionale contro il razzismo »: in questa ricorrenza il
ministro degli Esteri Rumor ha ritenuto
opportuno indirizzare al segretario generale delle Nazioni Unite un messaggio nel
quale si afferma tra l’altro che « occorre
agire sulle cause profonde della discriminazione razziale, che hanno le loro radici
nel pregiudizio coltivato ad arte, nell’ignoranza, nel privilegio e nelle ingiustizie
economiche, retaggio di epoche storiche
del tutto tramontate. (...) In coerenza con
i principi dettati dallo statuto delle Nazioni Unite e proclamati dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo il
governo e il popolo italiano intendono
portare il loro più sincero ed impegnato
contributo ».
Quale sia il contributo del governo italiano lo si vede dall’enorme quantità di
armi che l’Italia, dal 1968 ad oggi, ha fornito e continua a fornire al Sud-Africa
razzista. Secondo l’annuario dell’I.A.I.
(Istituto di Affari Internazionali), « L’Italia dopo la Francia è il maggiore fornitore di armi al Sud-Africa, contravvenendo così ad un precisa embargo dell’ONU ».
Così l'Aermacchi ha concesso al Sud-Africa la licenza di produzione di oltre duecento caccia leggeri a reazione MB 326; a
questo paese sono stati venduti 15 bimotori Piaggio P 166, 40 biposti leggeri armati AM3C dell’Aeritalia, monomotori
P64 e P66 « Oscar » della Partenavia di
Napoli, apparecchiature elettroniche militari della Selenia, ed infine un certo numero di Aermacchi-Lockeed 60S. Alcuni
la settimana internazionale
a cu ra di tul lio viola
Un presiden'te
PATERNALISTA
Lo si potrebbe anche chiamare « illuminato », nel senso di molti monarchi
europei del sec. XVIII. E’ Giscard d’Estaing, la cui presidenza alla Repubblica
francese ha compiuto un anno il 19.5 u.s.
((«Da questo giorno s’inizia una nuova
era della politica francese », disse allora
il neoeléfto giovane Presidente).
Ma p&hi giorni prima, precisamente
l’8.5, un altro compleanno ben più importante era scaduto: il 30° dalla fine della seconda guerra mondiale. E Giscard
d’Estaing si è consultato con alcune poche persone (a quanto ci risulta), ha preso la penna e ha scritto ai membri del
« Consiglio europeo dei Nove » la seguente lettera.
«La Francia commemora oggi l'anniversario della fine della seconda guerra,
durante la quale il suo popolo ha com
Comitalo di Redazione : Bruno Bellion, Valdo Benecchi, Gustavo Bouchard, Niso De
Michelis, Ermanno Genre, Roberto Peyrot,
Paolo Ricca, Giampaolo Ricco, Bruno Rostagno, Giorgio Tourn, Tullio Viola.
Direttore; GIORGIO TOURN
Direttore responsabile : GINO CONTE
Amministrazione; Casa Valdese, 10066 Torre Pellice - c.c.p. 2/33094 intestato a L'Eco
delle Valli-La Luce - Torre Pellice
Abbonamenti ; Italia annuo L. 5.000
semestrale L. 2.500
estero annuo l. 6.000
Una copia L. 100, arretrata L. 150
Cambio di indirizzo L. 100
Inserzioni ; Prezzi per mm. di altezza, larghezza una col.; commerciali L. 100 - mortuari L. 150 - doni 50; economici L. 100
per parola.
Reg. al Tribunale di Pinerolo N. 175
8 luglio 1960
Coop. Tipografica Subalpina - Torre Pellice
battuto insieme coi suoi alleati, per abbattere il dominio d’un regime crudele e
totalitario. Guerra fratricida per l’Europa^ nella quale ha fatto una montagna di
vittime e di rovine. L’aspirazione comune, nelle opinioni nostre, è che quella
guerra sia l’ultima di quelle che, invano
e da tanto tempo, hanno insanguinato il
suolo del nostro continente. Ciò ch’era, un
tempo, una semplice speranza, è infine diventato, dopo l’inizio dell’organizzazione
dell’Europa Unita, una certezza.
Per sottolineare una tale certezza, e
per mettere in evidenza la nostra volontà d’organizzare in comune il nostro pacifico avvenire, io ho deciso, insieme col
governo francese, di non commemorare
più, d’ora in poi, questo anniversario: la
odierna commemorazione sarà così la
trentesima e l’ultima.
Come membro del Consiglio d’Europa,
ho il dovere di comunicarvi questa mia
decisione. Tuttavia noi potremo, senza
dubbio, scegliere un giorno dell’anno per
commemorare, tutti insieme, la fondazione dell’Europa.
Certo ognuno di noi conserverà i propri ricordi individuati ed onorerà coloro
ai quali l’onore è dovuto. Ma è ormai
tempo d’aprir la via dell’avvenire e di rivolgere insieme i nostri pensieri verso le
cose che ci avvicinano e che ci possono
unire ».
Questa lettera ha naturalmente suscitato entusiasmo in Germania, e se ne sono avute molte testimonianze. Ad es. la
signora Beate Klars Feld ’, la celebre militante antinazista tedesca, amica della
Francia, ha dichiarato: « L’8 maggio '45
veniva celebrato come la sconfìtta d’una
ideologia mostruosa. (...) I tedeschi non
hanno interpretato l’iniziativa del presidente francese come un atto dì debolezza, né come l’intenzione di cancellare dalla storia le terribili cicatrici dell’esperienza hitleriana.
Aggiungiamo che Giscard d’Estaing, pur
appartenendo alla famiglia dei cristianodemocratici, ha dimostrato di seguire,
nei riguardi delia Germania, una politica
personale ed interventista, sostenendo in
modo evidente i social-democratici del
suo amico Helmut Schmidt. I social-democratici, che sono forza di progresso e
di pace, ne riceveranno così un maggior
appoggio elettorale per le elezioni del
1976 ». (Notizie tratte da « Le Monde » del
10 e del 16.5.’75).
Tutto bene, dunque? Niente affatto! È
profondamente scorretto che un presidente prenda un’iniziativa del genere, anche se buona e nobile, senza una preventiva ampia consultazione popolare; è poi
addirittura inqualificabile il fatto (se pur
sussiste!) che la prenda per appoggiare
11 partito « del suo amico H. Schmidt ». I
francesi, in grande maggioranza (tranne
ovviamente elementi della destra), l’hanno dolorosamente risentito.
INDIPENDENZA E LIBERTA’
Tir E, in tema di commemorazioni, ce
n’è una terza che non vogliamo passar
sotto silenzio: quella deH’85° anniversario della nascita di Ho Chi Minh. Quel
grand’uomo, padre della patria del Vietnam, verso il quale va la nostra personale, più profonda ammirazione, disse:
« Non c’è niente di più prezioso dell’indipendenza e della libertà ». Il suo straordiilario popolo se ne ricorda, e ribattezza col suo nome la grande città liberata.
Tiziano Terzani ha pubblicato su « L’Espresso » (del 18.5.’75) le sue impressioni
da quella città: primo articolo di un giornalista italiano dalla ex capitale del Vietnarn del Sud, dopo la fuga degli americani e la resa dei governativi alle forze
vietcong e nord-vietnamite. Ha, tra l’altro, potuto intervistare Ngueyen Nam
Loc, alto funzionario dei sindacati, che
gli ha detto testualmente: « Non siamo
venuti col desiderio di vendicarci contro
coloro che hanno collaborato col regime
di Thieu e con gli americani. Il passato
è dimenticato. Puniremo soltanto quelli
che^ in futuro, saboteranno il lavoro del
popolo ».
' Cfr. questo settimanale, nn. del 28.6.'74
e del 29.11.’74.
di questi ultimi velivoli sono stati impiegati contro la guerriglia in Rhodesia. Per
chi non lo sapesse, l’autorizzazione per la
vendita di armi all’estero viene concessa
da un apposito comitato (Comitato Armi) del Ministero, di quel ministero il cui
capo. Rumor, sembra si faccia alfiere della campagna anti-razzista.
A questo punto ci chiediamo se non
esista per i protestanti italiani, impegnati a contribuire alla campagna contro il
razzismo promossa dal Consiglio Ecumenico delle Chiese, un preciso compito di
denuncia di questi fatti. E una proposta
che lanciamo, confidando che venga raccolta, e ricordando che già in altri paesi
i protestanti hanno promosso iniziative
del genere (così in Francia, l’altro grande « partner militare » del Sud-Africa, dove la Federazione Protestante, in collaborazione con l’Episcopato cattolico, ha
pubblicato una significativa « Nota di riflessione sul commercio delle armi »).
Erika Tomassone e Luca Negro
Ospedale di Pomaretto
(segue da pag. 1)
Irma, Perosa; Balmas-Gardiol Elsa, vedova, S.
Grermano; Re Giacomo, Perosa; Blanc-Pastre Maria Rosa, ved. Ruà di Pragelato; Ribet Mario ed
Anita e Costabel Rinaldo, Pomaretto, in mem.
diCostabel Cesarina.
L. 20.000:
Annie, Norma, Mariella Genre, Pomaretto, in
mem. del nonno; Peyla-Balmas Amalia, S. Germano; Bonfiglio Jolanda, Perosa; Raima Giulietta ed Elsa, Pomaretto; Micol Valdo, Pomaretto;
Breuza Enrico ed Alina, Salza, in mem. dei genitori; Maria Castagno, Perosa; Tessore Fernanda, Perrero; Daviero Severina, Perosa; Giaiero
Ernesto, Perosa; Richiardone Vanda, Perosa;
Louisette Chanforan, T. Pellice; Tron Emanuele, Perosa; Carolina e Giuseppe Giouto, Pinerolo; Willielm Germano, Pomaretto; Juvenal Giovanni, Rinasca; N.N., Prali; Massel Amedeo,
Chiotti; Ughetto Ida, Perosa; Peyrot Olga, Pomaretto; Rìchard-Peyrot Alma, Villa di Prati, in
mem. del padre; Costabel Rino e famiglia, Vivian di Inv. Rinasca, in mem. dei genitori;
Eleonora Armand^Bosc, Rinasca; Sobrero Francesco, T. Pellice; Crivello-Faraudo Rosa, Cumiana; Willielm Germano, Pomaretto; Edmeusan
Sandra, Prali; Bleynat Alfonso, Pomaretto:
Gujot Maria, Perosa; Barcella Rosa, Perosa; Cordara Rosa, Perosa; Pascal Amandina, Pomaretto.
L. 25.000 :
Tron Ester, Pomaretto; Willielm Enrico,
Chiotti, in mem. della moglie; Genre Rita e
William Louisetta, Pomareteto; Baschera- Stabellini Ines vedova. Rivoli.
L. 26.900:
Véritier Giovanni, Villar Perosa.
L. 30.000 :
Massel Amedeo, Chiotti di Riclaretto; N.N.,
Pomaretto; Rivoira Amelia, Roc di Prarostino;
Poetto Maria, Perosa Arg.; Mourglia Umberto,
Grange di Inverso Rinasca; Damiano Franco.
Rinasca; Fiore Albina, Dubbione; Raima Elisa,
Clodina, Aldo, Chiotti di Riclaretto; Coucourde
Ariana, Clot di Inverso Rinasca; Rosa e Giovanni Bert, Villar Perosa.
L. 40.000:
Godino-Costantino Yvonne, Torino; CoissonChentre Assely, Perosa Arg.; Siccardi Cornelio
e Dante, Villar Perosa, in mem. della mamma.
L. 50.000:
Lega Femminile Valdese, Ivrea; N.N.; Gruppo
Colportaggio Chiesa Valdese di Pomaretto; Artuso Enrico e Leontina, Pomaretto; Gay Aldo, T.
Pellice; Alberto e Rita Bouchard, S. Germano:
Barai Attilio, Chiabrano di Perrero; Castagna
Caterina, S. Germano; Rossetto Dante, Pinerolo;
Zago Mario, Perosa Arg.; Compagnia Piemontese, Perosa Arg.; in mem. della zia Balma Elisa:
le nipoti Balma Giulietta ed Elsa, Pomaretto.
L. 60.000:
Castagno Mauro, Vivian dTnverso Rinasca anche a nome della Filodrammatica di S. Secondo
di Pinerolo.
L. 61.600:
Union Vaudoise de Marseille.
L. 80.000:
Giovanni e Margherita Laetsch, Pomaretto.
L. 100.000:
Chiesa Valdese di Pramollo.
L. 150.000:
dalla Chiesa Valdese di Bari; Comune di Salsa di Pinerolo.
L. 403.200:
Dott. Giovanni Agnelli, sindaco di Villar Perosa.
L. 500.000:
Fiat Sp.A.; Comune di Prali; Comune di Poriiaretto.
L. 530.000:
Anonimo benefattore, Torino.
L. 1.000.COO:
Pons Attilio e famiglia, Pomaretto; Mr. et
M. me Henri Poet, Marseille.