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ECO
DELLE VALLI VALDESI
Spett.
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE PELLICB
(Torino)
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno xeni - Num. 43
Una copia Lire 48
ABBONAMENTI
f beo: L. 2.(
\ L. 2.;
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800 per restio
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TORRE PELLICE — 1 novembre 1963
Ajnmin. dandiana Torre Pellice - C.C^. 2*17557
La possibilità
della Riforma
SUI LUOGHI DELLA GRANDE SCIAGURA
«Ma io sono in mezzo a, voi come colui
che serve». Luca 22:22'
Ai discepoli che questionavano tra
di loro per sapere chi fosse il maggiore, quindi il più autorevole, il capo,
Gesù contrappone la necessità di adoperare una misura completamente diversa nei loro rapporti vicendevoli e
nei confronti del mondo in cui saranno chiamati ad essere testimoni dell’Evangelo : non signoreggiare, avere
autorità, pretendere di essere ricono
scinti come benefattori; ma essere in
mezzo agii uomini come servitori, come i minimi fra tutti. Così, è stato
lui, che pure poteva sedere sulla cattedra deH’autorità indiscussa: «ma io
sono in mezzo a voi come colui che
serve ».
E’ r.ecessario, riprendendo' ogni anno i! *^eina della Riforma e riflettendo Eu; suo significato attuale, comprenrie:re che il fondamento di ess'a,
la su:ì possibilità, la sua attualità, risiede .■empire nella conformità della
della iihiesa al suo Signore. Non si
può re ttendere di essere di più di lui,
divei'e da lui; la Chiesa non può reciani i ve- per .se quello che il suo Sigrio:ir non ha preteso; non può fondare un > ecclesiologia del quieto vivere,
delle - agge strutture o della glonioisa
autor è. Deve, per essere Chiesa che
si la.fma riformare cositantemente dalla Pillola del SUO' Signore, accettare di
viver, in mezzo al mondo nella dimensione del servizio.
Pii iroppo anche queste parole, dimer^Gone missionaria o di servizio
dell' Chiesa, si co-nsumano raipida
3 novembre
Bamfinica della Riforma
’Golletta pro Società Biblica
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. diventano banali perchè ripesazietà, si afflosciano in pochi
■ piuttosto modesti, con cui ci si
volentieri di aver risposto alla
one « diaconale » della Chiesa,
stazione di essere soltanto dei
ittori o peggio di avere autorità
"■zzo agli uomini, esercitandola
laménte con un po' di bene di
; ai mali che non ci si sente di
tare, è un rischio sempre risor
gente. ki tratta invece di comprendere che il vivere in mezzo al mondo nella dimensione del servizio non è fare
delia beneficenza o dei buoni sermoni ; ovvero curare dei buoni istituti ed
essere molto amichevoli e comprensivi verso gli altri. Certo anche queste
cose sono necessarie, ma non esauriscono .affatto il signiflcato del servizio
di cui parla Gesù. Perchè si tratta invece del servizio di Cristo, di quello
che lui rende al mondo-, il servizio della croce; e questo deve diventare anche il modo di essere della Chiesa di
fronte al mondo. Un modo di essere
dunque che si lascia interamente determinare dall’urgenza deU'amore gratuito, dalla certezza dell’avvento del
Regno, dalla totale disponibilità.
Anche questo sono parole, evidentemente, e ci si può domandare che cosa c’entrino tali pie espressioni con
la celebrazione dèlia Riforma. Si dovrebbe parlare, più correttamente, della perennità e della attualità della
Riforma; si dovrebbe ricordare che
nulla si è perso o è passato in seconda
linea dei grandi temi, sola grazia, sola
Scrittura, giustificazione per fede; temi oggi più impegnativi che mai di
fronte al nuovo sincretismo cattolico
che cerca di conglobare tutto quanto
in una sintesi che oltrepassa il quadro
della fede cristiana. Ma il problema
di una nuova ecclesiologia fondata sulla dimensione del servizio c’entra proprio, nella celebrazione della Riforma,
come misura esatta della sua pierennità e della sua attualità: richiamarei
oggi ai grandi fatti del passato e ^udicarii più ohe mai attuali è valido
solo a condizione che questo sia un indizào di quella piena dispombilità per
il servizio che Cristo compie per mezzo della Chiesa: essere in me:^ agli
altri, nel mondO' delle competizioni e
dei conflitti, della speranza e della disperazione, una Chiesa che serve perchè il Regno di Dio, e non la società
cristiana con i suoi equivoci, sia riconosciuto.
Ed è a questo punto che si deve rilevare una crisi nelil’esistenza della
Chiesa oggi: perchè il rischio, la tentazione di essere « benefattrice » o di
« avere autorità » e « signoreggiare »
può significare riduzione della perennità della Riforma, conclamata e desiderata, ad un puro schema astratto
di pensiero, cui non corrisponda che
in misura troppo limitata una situazione concreta. Il rischio è quello tante volte denunciato della chiusura in
se stesse delle nostre chiese e del loro spirito di autodifesa, che le porta
ad essere preoccupate solo dei propri
interessi, della propria tradizione, del
proprio successo.
Si può esemplificare : ha perso la dimensione del servizio la Chiesa che
reclama solt.anto la propria edificazione e non accetta la necessità di disperdersi nel mondo, la Chiesa che si
rifiuta di pensare, di meditare teologicamente la propria fede, contentandosi di essere consolata; la Chiesa che
si considera gruppo etnico o spirituale chiuso, preoccupata del proprio benessere e interessata solo al mantenimento di quello che ha, invece di cs
sere pronta a vivere sotto la croce; la
Chiesa che si identifica con una determinata società e ha paura di fare
affermazioni decise sui piano dei fatti
e degli avvenimenti, perchè questo può
apparire una contaminazione con si
tuazioni sociali o politiche. Questa
Chiesa non è in mezzo al mondo come colei che serve, ma tutt’al piu,
quando non sia solo al servizio di se
stessa, 31 atteggia a benefattrice e reclama autorità, fino a voler essere
(esempio limite ben noto!) madre e
maestra.
Come essere allora nel mondo simile
al suo Signore che sta in mezzo a noi
:< come colui che serve », questo è il
problema della Riforma in atto; tutte
le questioni di rinnovamento della
Chiesa, di ministero, di laicato, di
« diaconia » della Parola tra gli uomini di oggi si ritrovane e si riassumo
no in questo interrogativo. Ma non
ci sono ricette miracolose, decisioni
conciliari o sinodaii, articoli di regolamento o ordini del giorno da proporre per rispondere degnamente; occorre essere, non fantasticare; donarsi,
ncn lamentarsi; rischiare, non essere
sempre troppo prudeniti. Le decisioni
pratiche e gli atteggiamenti da assumere nascono allora dalla esatta consapevolezza della situazione in cui le
Chiese si trovano a vivere e ad operare: bisogna saper leggere i segni dei
tempi e le indicaziond dei luoghi ; confrontarsi senza esitazioni con gli uomini e con i latti; non aver paura di
far brutta figura o di mettere a repentaglio la nostra tranquillità. Bisogna
soprattutto crederci davvero a questa
presenza nascosta del Regno di Dio
in mezzo agli uomini ed essere quindi
disponibili, gratuitamente.
Neri Giampiccoli
Soldati e macchine purgano le macerie.
Qui sorgeva la stazione ferroviaria.
Una vìsita a Longarone
Il rapporto del past. Alberto Ribet, inviato nel Cadore
dal Consiglio Federale delle Chiese Evangeliche d’Italia
Chi non ha visto una massaia intenta a<l eliminare immondizie dal
suolo afferrando tin secchio d’acqua
e scaraventandolo violentemente al
suolo? Il risultato di quel gesto casalingo che sfrutta la violenza di pochi litri d’acqua che cade da un metro di altezza ci aiuta a comprendere
quello che è accaduto a Longarone:
soltanto bisogna iportare le cose
nelle loro giuste proporzioni e pensare a milioni di metri cubi d’acqua
che irrompono, con breve corsa in
una gola incavata nel monte, con un
balzo di 400 metri ili altezza.
Ci precisava il funzionario che ci
accompagnava che devono essersi
succedute su Longarone tre ondate,
la prima fu la più violenta, ma
quando la massa d’acqua che aveva
risalito il pendio del monte su cui
si estende il paese di Longarone
spianando ogni cosa ridiscese verso
il greto del Piave, si urtò con la seconda ondata provocando un’immane cavallone che vangò profondamente sulle macerie stese dalla prima ondata e su tutto operò ancora,
per spianare ogni cosa, la terza ondata. L’acqua nel suo tragico rimurginio fu scaraventata in tutte le direzioni; ci diceva il funzionario che
tre o quattro chilometri a monte,
sul greto del Piave, si trovavano ancora suppellettili delle case di Longarone.
Ora, là dove vi era Longarone, vi
un’immenso, assurdo greto di fiume che risale la montagna fino ai
boschi che raggiungevano il limite
superiore del paese. Anche lassù si
vedono ancora pali della luce spezzati, alberi piegati dalla furia delle
acque : sulla cima del poggio che
separa Longarone da Pirago vi era
un bosco che fu sommerso dalle acque : di esso rimangono un gruppo
di alberi, piegati o spezzati, ma
La diga del Vajont, vista da Longarone.
illilililliimmimiiiiii
'mMiilllililliniiiiii
Cronaca de! Concilio
Una settimana di ricevimenti per gli Osservatori delegali
La settimana scorsa è stata una settimana di ricevimenti per gli Osservatori delegati e gli Ospiti del Segretariato per rUndone. Giovedì 17 sono
stati ricevuti dal papa, venerdì. 18 da
Bea, martedì 22 dal Consiglio Federale delle Chiese Evangeliche in Italia e giovedì 24, insieme ai cardinali,
dal principe romano signor Asprenio
Colonna. I due ricevimenti più significativi sono stati — già per il contrasto che essi rappresentano — quello
del papa e quello del Consiglio Federale.
« * 4
Nella biblioteca privata di Paolo VI,
teologo luterano danese K. E. Skyds
gaard ha rivolto ai papa, a nome de- nosce limiti ».
gli Osservatori e Ospiti, un breve mes- „„„ _i
saggio m cui, fra l’altro, ha auspicato
che i lavori del Concilio si ispirino a
« una teologia concreta e storica, cioè
nutrita di Bibbia e dell’insegnamento
dei Padri della Chiesa... una teologia
biblica che si concentri sullo studio
della storia deila salvezza nell’Antico
e nel Nuovo Testamento». Accennando al problema ecumenico, dopo essersi rallegrato « dei nuovo spirito ^umenico che si fa strada nel Concilio »,
Osservatori non condividono quell’« ecumenismo ingenuamente ottimista e
superficiale che lascia credere che l’unione visibile dei cristiani potrà es
sere realizzata in breve tempo». Egli
ha poi ricordato in primo luogo che
il cammino ecumenico è « un cammino di cui solo Dio conosce il termine »
e in secondo luogo che, percorrendolo
insieme « molto sarà richiesto da tutti
noi : chiarezza di testimonianza da
rendere all’Evangelo, pazienza e umil
tà: ogni ’trionfalismo’ sarà escluso».
Infine il portavoce degli Osservatori
ha detto che «nessuna divisione potrà impedirci di amarci gli uni gli altri, poiché l’amore di Cristo non co
Nella sua risposta Paolo VI ha ripreso alcuni spimti del suo discorso
inaugurale della 2» sessione: ha di
nuovo ringraziato gli Osservatori per
aver accettato l’invito a presenziare
al Concilio, ha riaffermato i sentimenti di lealtà, di stima e di rispetto che
egli nutre nei loro confronti, ed ha riproposto il tema dei perdono reciproco Pur contrapponendo « la Chiesa
cattolica » alle « altre confessioni [non
chiese!] cristiane», ha salutato i pre
il prof. Skydsgaard ha detto che gli senti come « cari fratelli in Gesù Cri
sto» ed ha affermato che «un vero
cristiano non conosce Timmobilismo » ;
ha inoltre espresso la sua ferma adesione al « graiide dialogo » in atto fra
le varie confessioni cristiane, precisando che, in esso, « la speranza è la Nostra guida, la preghiera la Nostra forza, l’amore il Nostro metodo, al servizio della verità divina che è la nostra
fede e la nostra speranza».
L'impressione che si ricava sia dal
discorso del prof. Skydsgaard sia da
quello del papa è, neH’insieme, positiva. Quella specie di sbandamento confessionale che era seguito alle inizia^
tive ecmneniche di papa Roncalli sembra in via di superamento. Sia da parte cattolica sia da parte ortodossa e
protestante ci si impone una maggiore disciplina: le diverse posizioni si
verificano in un confronta leale e verace, in cui le questioni controverse
non sono eluse e i motivi di divisione
non sono taciuti ; e d’altro lato la volontà del dialogo viene riaffermata,
come dev’esserlo, se è vero che l’impegno ecumenico non è una manìa
del XX secolo ma un imperativo del
la lede.
Paolo Ricca
(Continua a pag. 2)
quello che impressiona è che persino
la corteccia degli alberi è stata scappata dalla furia delle acque. La dove non giunse la furia delle acque,
giunse lo spostamento d’aria provocato dalla caduta della valanga melmosa ; mentre i cadaveri trovati nel
fango sono irriconoscibili, schiacciati dalle macerie, quelli degli uccisi
dal colpo d’aria sono d’aspetto sereno e sembrano dormire. In fondo
valle alcune rotaie che spuntano dal
greto, contorte come fuscelli da un
gioco di bimbi, ricordano che là
passava la linea ferroviaria fra due
muraglioni, che là vi era una stazione ferroviaria. Oggi tutto è solo
un’assurdo, innaturale, immenso
greto di fiume e per centinaia di metri si cammina su sabbia e ciotoli.
Su quella distesa ferve oggi il lavoro. Là vi sono grandi tende militari e file di automezzi militarmente
allineati, lassù sul poggio vi sono i
grandi proiettori militari che di notte illuminano senza tregua la diga
del Vajont, sul greto vi sono le grandi scavatrici al lavoro, gli autocarri
carichi di detriti e innumeri gruppi
di soldati, in tenuta da campagna,
col badile in mano intenti a scavare,
a scoprire le macerie, a cercare le
vittime : molto spesso accanto a loro
è posata una bara pronta a raccogliere il frutto delle loro ricerche e accanto a loro gli uomini della stazione di disinfezione, coi loro potenti
mezzi, sono intenti ad irrorare le
macerie con disinfettanti.
Li ho ammirati quei soldati che
passavano in lunghe file silenziosi,
che lavoravano in silenzio, con attenzione quasi materna quando vari
sintomi facevano loro presumere di
trovarsi in prossimità di qualche
vittima. Ed oggi ancora ripenso a
quei giovani ventenni posti così brutalmente in contatto della sventura
e della morte. Ma ora il loro compito è compito di carità e non di
odio ed ora come mai la loro opera
merita la nostra riconoscenza.
Eravamo appena entrati nell’atrio
del Municipio, che un signore mi si
avvicina e mi saluta : è un membro
di Chiesa di Trieste, venuto per cercare informazioni su certe famiglie
di conoscenti, che mi ha riconosciuto. Veniamo da parti opposte e lontane, ci troviamo casualmente, non
abbiamo parenti fra le vittime, ma
ci stringiamo la mano come se anche noi fossimo di Longarone perchè sentiamo che quel lutto immane è anche il nostro. _ ,
Fortunata preservazione è stata
quella del Municipio. La casa contigua è quasi interamente distrutta
( Continua a pag. 3)
2
pag. 2
1“ novembre 1963 — N. 43
Gli Osservatori e gli Ospiti del Vaticano II ricevuti
dal Consiglio Federale delle Chiese Evangeliche
Valore e vocazione
di una minoranza
Saluto del Past. Ermanno Rostan, Presidente del Consiglio
Federale delle Chiese Evangeliche e Moderatore della Chiesa
Valdese.
Per la seconda volta, da quando si è aperto il Concilio Vaticano II, abbiamo la gioia di ritrovarci in quest’Aula Magna della Facoltà Valdese di Teologia. Desidero rivolgervi. Signori, il più cordiale benvenuto a nome della Chiesa Valdese e specialmente a nome
del Consiglio Federale delle Chiese Evangeliche d’Italia. Vi auguriamo un buon soggiorno nella città di Roma, durante la seconda sessione del Concilio; ma soprattutto, poiché siete qui in qualità di osservatori delegati, rappresentanti di numerose chiese cristiane nel
mondo intero, vi auguriamo un tempo di benedizioni spirituali nei
vostri rapporti fraterni come nella confessione di fede in Gesù Cristo,
il quale è lo stesso ieri, oggi e in eterno.
Il Consiglio Federale delle Chiese Evangeliche che vi accoglie
questa sera non è una grande organizzazione ecclesiastica; rappresenta una minoranza religiosa, più o meno conosciuta in Italia, dove il
Protestantesimo, ad eccezione di alcune regioni, non ha una lunga
storia e si presenta con il carattere di una vera e propria ’’diaspora”.
Sappiamo del resto che dal punto di vista statistico la nostra presenza
in Italia può suscitare obiezioni; tuttavia non si tratta anzitutto di
statistiche, bensì di una vocazione che ci è stata rivolta per mezzo
delTEvangelo e che dobbiamo costantemente sottomettere non alla
autorità della lettera che uccide ma al soffio dello Spirito che vivifica, rendendoci attenti alla testimonianza che Dio esige da noi oggi.
Le Chiese Protestanti d’Italia non sono insensibili ai problemi
del nostro tempo, neppure nel campo dei rapporti ecumenici. Siamo
attenti — e con ragione — a ciò che avviene a Roma nei dibattiti del
Concilio e i nostri bollettini d’informazione sono letti con interesse
all’estero, da un numero considerevole di personalità del mondo ecclesiastico. Talvolta, nel dialogo con Roma, qualcuno potrebbe pensare che noi manteniamo un atteggiamento un po’ troppo intransigente. Vorrei semplicemente fare a questo proposito due osservazioni; se si parla d’intransigenza, mi sia permesso di affermare che non
si tratta qui delle nostre chiese ma delTonore di Dio e. dell’autorità
della Sua parola; e se si nutrono dubbi sulla possibilità di un dialogo
da parte delle nostre chiese, vorrei fugare totalmente questi dubbi,
poiché abbiamo avuto numerosi incontri con i nostri fratelli cattolici romani in uno spirito di fraternità al livello dello studio e del
confronto. In verità, noti é il dialogo che bisogna temere, poiché é
un’esigenza del nostro tempo e può anch’esso diventare una sorgente
di benedizioni; ciò che bisogna temere é la superficialità nel dialogo,
gli entusiasmi incontrollati, come pure i pessimismi ingiustificati.
Come ha scritto recentemente Albert Finet; ’’poiché sono protestante, e protestante profondamente attaccato al dialogo ecumenico, mi
pare che questo dialogo non può essere vero se, pur essendo fermamente attaccato alla particolare espressione della propria fede, non
si ammette pienamente, interamente la validità di un’altra espressione e non si confessa pienamente, interamente una comune infermità di fronte al mistero ineffabile rappresentato da Gesù Cristo”
Le nostre Chiese Protestanti in Italia, soprattutto quelle che sono
collegate nel Consiglio Federale, stanno preparando un Congresso
Naziormle delle Chiese Evangeliche allo scopo di ’’esprimere la loro
fondamentale unità e di studiare insieme i problemi vitali della testimonianza evangelica in Italia”. Alcuni pastori italiani, qui presenti,
sono appena rientrati da Leysin ove, in occasione della Conferenza
delle Chiese dei paesi latini, si é sottolineato il fatto che ’’ogni chiesa
cristiana costituisce oggi, davanti a Dio, una minoranza nel mondo,
quali che siano i suoi effettivi”; d’altra parte ci é pure stato chiaramente ricordato che la Chiesa minoritaria deve possedere la certezza
assoluta di essere, veramente, chiesa e che, in quanto tale, non può
Cronaca del Concilio
{Segue da pag. 1)
Al ricevimento offerto dal Consiglio
Federale, il portavoce degli Osserva
tori è stato un ortodosso armeno*, Tatchimandrita Terterian, di Cilicia. Il
Pastore E. Rostan, Moderatore della
Chiesa Valdese e Presidente del Consiglio Federale ha accolto gli ospiti
con un breve ed incisivo messaggio,
mentre il Prof. Vittorio Subilia li ha
salutati a nome della Facoltà Valdese
di Teologia nella cui Aula Magna s’è
svolto il ricevimento. Ha infine preso
la parola il Prof. J Miguez Bonino,
decano della Facoltà Evangelica di
Teologia di Buenos Aires e Osservatore metodista al Coricilio.
E’ la seconda volta che il gruppo degli Osservatori viene ricevuto dal Coirsiglio Federale delle Chiese Evangeliche in Italia. Questi ricevimenti non
sono casuali e neppure sono semplici
atti di cortesia. Con essi l’evangelismo italiano vuole riaffermare la sua
volontà di impegno e di presenza nella ricerca ecumenica del nostro tempo ed esprìmere la sua solidarietà con
il Consiglio Mondiale delie Chiese di
Ginevra. D’altra parte, la presenza degli Osservatori nell’Aula Magna della Facoltà Valdese di Teologia costituisce il necessario pendant alla loro
presenza neH’aula conciliare di S. Pietro. L’unità della Chiesa non si farà
senza la Chiesa cattolica, ma non si
farà nenpure senza le mmoranze evangeliche disseminate in terra cattolica.
ifg 1f li;
Il Prof. E. Schlink, Osservatore al
Concilio per cento della Chiesa Evan
evitare la responsabilità di annunciare il Regno di Dio e di servire
il popolo in mezzo al quale Dio l’ha posta.
Penso che, malgrado la loro piccolezza e la loro indegnità, le nostre Chiese devono camminare in questa direzione. Certo, come si
può leggere nel messaggio conclusivo della Conferenza di Leysin, ”la
tentazione della Chiesa minoritaria é quella di obiettare, come fecero
i discepoli : ’non abbiamo che cinque pani e due pesci’, cioè nulla.
Ma il Signore risponde: ’Dateli...’. Il miracolo, l’atto potente, é Lui
a compierlo, non noi. La chiesa primitiva testimoniava con la parola
e con atti potenti. Proprio in questa presenza operante del Signore
le Chiese minoritarie possono trovare la liberazione dai loro complessi di povertà e di piccolezza, così umani: non é il numero a far'la
forza, né il denaro a compiere l’opera del Signore. E’ chiesto loro di
essere strumenti del miracolo del Risorto e di non attendere mai, per
servire, che i cinque pani d’orzo si trasformino in tonnellate di pane
né i due pesciolini in balene”.
Cari Fratelli in Cristo, il Signore benedica le vostre Chiese e ci
aiuti ad ubbidire al suo comandamento; poiché questo é il suo comandamento: che crediamo nel nome del Suo Figlio, Gesù Cristo, e
che ci amiamo gli uni gli altri, secondo il comandamento che Egli ci
ha dato.
Scheggia evangelica
nella carne di Roma
Saluto del Prof. Vittorio Subilia, Decano della Facoltà Valdese di Teologia.
Vorrei rivolgere alcune parole agli Osservatori per dir loro che
considero in qualche modo simbolica la presenza di Oì todossi e Protestanti nell’yiala Magna della nostra Facoltà. Dal punto di vista storico l’origine della Chiesa Valdese si pone in effetti tra la separazione dell’Oriente cristiano e la separazione delTOccidente cristiano da
Roma. Né l’Ortodossia né la Riforma hanno potuto prender piede in
Italia. La Chiesa Valdese — e, accanto ad e.ssa e con essa le altre
Chiese .sorelle, a partire dal XIX secolo — è rimasta in Italia vicino
a Roma, per rappresentare non un fenomeno di conformismo o di
quello che Calvino chiama nicodemismo, ma piuttosto una scheggia
nel corpo della Chiesa di Roma. Una scheggia é sempre di piccole
proporzioni, ma la sua presenza é risentita da tutto il corpo. Questa
scheggia evangelica ha da otto secoli per la Chiesa di Roma il significato di un appello.
Le Chiese .sorte dalla Riforma, che all’origine volevano essere
semplicemente un appello profetico rivolto alla Chiesa universale
affinché si producesse in essa una nuova obbedienza all’Evangelo si
sono col tempo trasformate in Chiese separate, confessionali più che
confessanti, ripiegate in qualche misura su se stesse.
Le nostre Chiese, nella loro debolezza, molto spesso nel passato
con dei metodi discutibili di critica polemica, hanno coltivato malgrado tutto la coscienza della loro responsabilità di testimonianza nei
confronti della grande. Chiesa di Roma, hanno vissuto da secoli la
sofferenza della .separazione e dell’infedeltà all’unico Signore.
Il fatto che le Chiese che fanno parte del Consiglio Federale delle Chiese Evangeliche in Italia siano le uniche Chiese non romane
che abbiano esercitato e continuino a esercitare la loro vocazione
cristiana tra l’Oriente e l’Occidente in faccia a Roma, dà a queste
Chiese la loro fisionomia specifica. In nome di questo carisma particolare, che speriamo sempre più incorporato nella comunione della
Chiesa universale, e in modo tutto speciale in nome di questa Facoltà
che porta la pesante responsabilità di essere a Roma un centro ecumenico di osservazione e di riflessione teologica, esprimiamo agli Osservatori, che hanno avuto la bontà di accettare il no.stro invito di
questa sera, i nostri saluti molto amichevoli e i nostri sentimenti
molto fraterni.
ESEKITII DELLA SALVEZZA
Suovo (lenerale
Trentatre anni fa, gli uffìciali deirEsercito
della Salvezza si chiedevano chi fosse colui
che, con lo pseudonimo di « Alfiere » firmava certi articoli a puntale della rivista privaia •( L'Ufficiale », articoli che trattavano
delle attività quotidiane dei salutisti. I suoi
argomenti erano trattati con tale chiarezza e
talvolta con un senso cosi acuto deirumorismo, che era evidente il dono di comuni,
cativa dello scrittore.
Lo scrittore, introdotto dal redattore come
« un giovane ufficiale del Campo di Battaglia mollo promettente », era Talfiere Frederick Cou.tts. Alcuni anni prima lalfìere
F. Coutts per la prima volta, aveva contribuito alla stessa rivista con l’arlicolo: «Stabilire un punto di contatto con Tuomo della strada »: fu un articolo profetico perchè
attraverso gli .anni parve chiaro che lo scopo
essenziale de! futuro capo era proprio quello.
Il nome del giovane scrittore e le sue iniziali furono presto conosciuti da un folto
pubblico di lettori dei vari periodici salutisti.
TORIINO
geliica in Germania, ha tenuto, mercoledì 23 ottobre, una conferenzastampa in cui ha dato una valutazione protestante dello schema sulla
Chiesa, attualmente in discussione.
La sua valutazione è stata quanto di
meglio ci si potesse attendere. Una vera p?.rola evangelica, in tutti i sensi.
Finalmsiite.
* *
I lavcri del Concilio proseguono, un
nc’ in sordina, sul capitolo 3® dello
neh-ima sulla Chiesa, che concerne i
laici. Ccm’è avvenuto per tutte le questioni Añora discusse dai « padri conciliari », anche su quella del laicato,
del suo posto nella Chiesa, dei suoi
lapporti con la gerarchia, eoe. si sono
udite, in Concilio, delle affermazioni
chiaramente ispirate dalla Bibbia,
m.entre altri interventi hanno ribadito le tesi tradizionali della teologia
ca tclica su questo punto. Una tendenza a un certo progresso in senso
evangelico c’è : la difficoltà consiste
nel trovare il modo di esprimerla
senza negare le «verità» cattoliche
tradizionali. V’è anche chi pensa che
tutto il problema del laicato sia posto
niale. Un sacerdote giornalista spagnolo mi diceva in proposito ; « Il problema dei laicato cosv com’è presents 0 dalle schema è un falso problema
creato dal clericalismo catLolico ».
Vien fatto di pensare che non esiste
so^o il clericalismo cattobeo. Anche se
nella Chic’a di Roma esso è più evidente perchè è stato istituzionalizzate e dogmatizzato, è certo che nessi.u
no Chiesa cristiana può considerarsi
immune dalla tentazione clericale.
Paolo Ricca
Un ministero fra i giovani
Tutte le attività sono avviate. Il past.
Franco Giampiccoli ha iniziato il suo lavoro. Dopo uno scambio di idee in Consiglio di
Chiesa, a lui è stata affidata in modo particolare ed esclusivo la cura della gioventù,
intendendo con questo non soltanto TUnione
giovanile — che del resto ha i suoi quadri
efficienti e una larga autonomia — ma le
Scuole domenicali e in particolare i corsi di
catechismo, che saranno tutti svolti, salvo
eccezioni, dal past. Giampiccoli. Questo, per
dare un carattere più organico al lavoro di
preparazione dei futuri membri di chiesa e
al tempo stesso per una più razionale utilizzazione del tempo pastorale. Per renderlo più
Iil)ero per questo compito particolare, il past.
Giampiccoli è stato sollevato di un lato abbastanza impegnativo deirattività pastorale a
Torino : la cappellania negli ospedali psichiatrici, che ha fraternamente accettato di curare il past. Seiffredo Colucci, direttore di
« Villa Olanda ». Come si vede, un primo
passo in quella collaborazione 'presbiterale*
auspicata dairultìma Conferenza del nostro
Distretto e, pur timidamente, dalFultimo Sinodo.
Fra le « novità » di questa ripresa, Tistituzione di un corso di aggiornamento biblico
che sarà curato dal past. Ernesto Ayassol. il
sabato sera, dalle 21 alle 22. Il corso, che
inizierà il 2 novembre, comprende per le
prime lezioni i seguenti temi : « I vecchi manoscritti c le primitive traduzioni della Bibbia ». « Traduzioni e edizioni moderne della
Bibbia e loro studio nel Protestantesimo e
nel Cattolicesimo ». « Problemi di geografia
e di cronologia Iiibliche ». « Panorama storico dell Antieo Teslamenlo ». « 11 ])rriodo sto
Cam
rivono
I era
della
embre
re per
Sal
rico del Nuovo Teslamenlo », « La forma; ione del cunone dell*Antico Testamento »,
La formazione del canone del Nuovo Te.‘.lameiito ». Si giungerà così, con questa prima serie, al periodo natalizio.
Fra h. serate di studio organizzate dalVUnione giovanile, alcune, di particolare rilievo. saranno dedicale -AVEbraismo. e ad esse
sono invitati tutti i membri di chiesa. Le
prime due (Storia del popolo ebraico dalle
origini a Tito e dalla distruzione di Gerusalemino ai giorni nostri) avranno luogo i martedì 5 c 19 novembre; parleranno due studiosi ebrei.
Venerdì 2ó u. s. si è tenuta — con magrissima partecipazione, invero — FAsscmblea di chiesa della ripresa. Dopo il cordiale
saluto al past. Giampiccoli, è stata presentata
lai delegato al Sinodo, dr. Leopoldo Bertolè,
[a relazione sui lavori delFultima sessione sinodale. alla quale non seguiva una discussione troppo animata, salvo che su qualche
problema particolare (fra cui quello delle
finanze...). Presenziava alFassemblea il vicepresidente della Commissione distrettuale,
L-ig. Carlo Baiardi di Sampierdarena, il quale
leggeva prima il messaggio del Sinodo alle
diiese valdesi, e poi rivolgeva un appello a
prendere seriamente in considerazione la no
stra situazione contributiva, a cui è strettamente legata la condizione economica pastorale.
Domenica 27 la parte della comuniià che si
riunisce nel temolo di C. Vittorio ha avuto
la gioia di udire la vigorosa predicazione dei
Moderatore. ¡last. Ermanno Rostan, il quale
ha accettato di presiedervi il culto della domenica mattina.
¡I generale Frederick L. CoisUs.
Fu trasferito allora al Dipartimenti letterario del Q.G.I. dove, più tardi, divrnne il
redattore deila rivista « L'Lfficiale ». Ma hi
un certo senso non abbandonò mai i!
po di Battaglia » (i salutisti così d( le attività con le quali essi cercami di comunicare la loro fede alla gente può interessata aH'Evangelo). Dopo tutto e:
nato nella casa dì ufficiali deirEsercil
Salvezza a Kìrkcaldy (Scozia), nel '
del 1899 e. da bambino, spesso vìagi; bva da
un luogo alEaltro con i suoi genitori officiali,
familiarizzandosi con le condizioni dì vita
e di lavoro di numerose persone abiianti in
luoghi diversi. Dopo il servizio miliU.ve compiuto nell'Aeronautica nella prima guerra
mondiale, decise di seguire Eesenipio '’vi suoi
genitori.
Cosi ncirautuniio del 1929, lasciò la sua
casa per entrare nella Scuola Milif
diventare ufficiale delEEsercito d( ■
vezza.
II generale eletto è uno studioso, ia non
per questo ha perso contatto con EiuniU) della
strada e con i giovani, cercando ti interessarsi ai loro problemi.
Il suo modo di fare lo rese cos; caro ai
salutisti e al pubblico in generale. radl EstAustraha. dove per sei anni egli lia comandato EEsercito della Salvezza.
Nel 1952, accompagnato dalla signora
Coutts, il commissario tenne alcune conferenze negli Stati Uniti. Il commonlo di un
altro ufficiale che, per la prima volta, aveva
potuto udirlo, fu: «Ore meravigliosel Quale
insegnamento! E quali benedizioni e ispirazione ho ricevuto! » L’arte oratoria del commissario Coutts c ugualmente apprezzala nelle adunanze più ìntime, per esempio quelle
del movimento degli studenti universilari salutisti.
Dopo essere stato per dìciolto anni nel Dipartimento letterario e precedentemente ai
sei anni trascorsi in Australia come Capo,
il commissario diresse la Scuola Militare Internazionale di Londra per tre anni. Per dieci anni compilò la rivista pedagogica salutista destinata ad istruire dottrinalmente migliaia di bambini nel mondo. Negli ultimi
vent’anni, ha scritto diversi libri; ne citiamo alcuni : « In thè dinner Hour )), « The
timeless Prophets », « The Doctrine of Holiness ».
La signora Coutts, Bessi Lee prima del
matrimonio, di famiglia salutista, si laureo
all'Università di Manchester (B. se. Hons).
Ella sposò il commissario nel 1925. Uno dei
figli, il capitano John Coutts (B. A. Oxon;
BD, Lon.) è preside delle Scuole secondarie
salutiste di Akai nella Nigeria.
Alle mamme
particolarmente preoccupate di fare
delle Icro figliole (dai 13 ai 19 aniu)
delle perfette donne di casa, segnar
liamo la nostra Scuola Valdese di E^
nomia Domestica in Luserna S. Giovanni (TO), dove si impartiscono corsi teorici e pratici di cucina, di cura
della casa di cucito e confezione, di
francese e di contabilità oltre alla igi6"
ne e puericultura. A fine del corso "
che va dal 15 ottobre al 15 giugno
viene rilasciato un diploma.
Per maggiori ragguagli rivolgersi alla Direttrice della Scuola, Sig.na Ir®"
ne Cesan, L’Uliveto, Luserna S. Giovanna (To), o alla Sig.ra Linda Bert,
Via Pio V 15, Torino, tei. 60.304.
^ ^ ^ ^ -ir ^ ^ ^ ^ ^
3
Tf
]" novemore 1963
N. 43
pa*
Una visita a Lon^rone
CELEBRANDO LA RIFORMA
(Segue da pag. I )
e subito dopo comincia il greto del
fiume che livella tutto : la casa di
fronte al Municipio è quasi distrutta, ma dal Municipio a monte il paese è rimasto intatto. Appare deserto, vi sono finestre e porte scardinate dal risucchio delTaria, ma tutto è facilmente riparabile. E’ stata
una aera fortuna che l’archivio dello stato civile sia stato così salvato;
questo facilita il computo degli
scomparsi ed aiuta la ricerca dei superstiti.
Oggi nelle sale del Municipio vi
sono gli uffici <lella posta, gli uffici
del Commissariato Governativo, gli
uffici del telefono. E’ il segno della
volontà di ripresa della vita civile
in qviello che rimane del paese di
Longarone.
^
Tutti quelli che vengono a Longarone e transitano sulla strada statale. ritracciata provvisoriamente
sulle rovine, si fermano a guardare
in alto, nella stretta gola del Vajont
la diga, la famosa diga di cui hanno
jjarlato tutti i giornali del mondo.
Il nionte Toc non si vede, ma al di
là della diga, il funzionario che ci
accompagna ci fa vedere la collina
di terra rimossa che è la parte superiore della frana che ha riempito
il bacino artificiale. La guardiamo
tutti, la fotografiamo, quella diga
che ci appare lassù incastrata nella
bre\c gola e guardiamo il tracciato
( o dalla fiumana di acqua e
fan.'ti clic nel suo precipitare a valle ici divelto alberi, scavato la terra
iicuni punti per una profondità
raggiunge anche una decina di
i) quella fiumana che si è accacontro la natura prima di spaz' ia le case e le opere degli uo
A1 Prefetto di Belluno prima,
poi in un incontro col vice-Commissario governativo, prefetto Di Gennaro, a Longarone stessa è stata
espressa la viva simpatia non solo
del protestantesimo italiano, ma delle Chiese Protestanti e Ortodosse
aderenti al Consiglio ecumenico.
Nel pomeriggio, in una lunga conversazione coi due vice Commissari,
il dott. Williams ha cercato di precisare quale potrebbe essere l’aiuto
specifico che si potrebbe portare ai
superstiti. Si è parlato a lungo degli sfollati di Erto e Cassio attualmente radunati a Cimolais, si è parlato specialmente di quei 600 sfollati nelle colonie estive della zona e
per i quali sarebbe una bella soluzione poter costruire un villaggio
di case prefabbricate. Forse sin dalla prossima settimana potrebbe essere preparata una decina di case
prefabbricate e forse in pochi mesi
altre cinquanta potrebbe essere il
segno della simpatia ecumenica verso i sinistrati della frana del monte
Toc.
In questo gesto di simpatia delle
Chiese del Consiglio Ecumenico,
quale sarà la parte del Protestantesimo Italiano? Le prime notizie
giunteci sembrano dare buone speranze: saremo adeguatamente presenti. E questo sarà un segno che
non solo sappiamo ricevere, ma anche sappiamo, ed a costo di sacrifici, manifestare la realtà dell’opera
dell’Evangelo che crea anche in noi
una chiara esigenza di carità.
A. Ribet.
(II!
(•II.
IIIC!
Ilit,:
zaini il,!.
I .1 diga che non ha ceduto rimane >me il segno della potenza creatri' ' dell’uomo, ma rimane anche
eoe,e il segno della debolezza delruiìino che costruisce cose meravigliose, ma poi non sa, non può, o
U( :ì vuole prevedere quali saranno
le reazioni della forza della natura
cl>e continua la sua opera, spesso
igi'orando quello che l’uomo desidera e teme.
Attualità delia lettura della Bibbia
In pieno XX secolo, è di nuovo sulla Parola di
Dio che dobbiamo centrare l’attuale confronto
Lo ricordiamo sempre che la nostra fede protestante è centrata in pri
mo luogo sulla lettura della Bibbia?
Lo ricordiamo ora, in mezzo al XX
secolo, il secolo del nostro esame di
coscienza?
NelTesame di coscienza del nostro
secolo, severo e rigoroso come lo facciamo sempre nei protestanti, ci chiediamo: abbiamo saputo intavolare a
dovere un colloquio col mondo, nei
secoli passati? Abbiamo saputo e voluto aprire un colloquio con tutte le altre Chiese cristiane? Siamo andati abbastanza incontro alle masse^
.Abbiamo abbastanza valutato la testimonianza del laicato? A tutto rispondiamo invariabilmente di no e il
mea maxima culpa grava pesante sulle nostre coscienze.
E’ bellissimo riconoscere le proprie coinè e, se questo secolo lo saprà
fare bene, sarà un secolo d’oro. Me
perchè Tesarne di coscienza abbia un
senso, deve evidentemente riferirsi a
Qualcuno di più grande della nostra
coscienza.
:(: « *
Quando Israele, sotto i re, era canuto nelT'idolatria e la sua decadenza spirituale aveva raggiunto il massimo, ci fu, al tempo del re Giosia, un
momento di ripresa della coscienza
Ricordate, gli evangelici italiani
si sono impegnati
ad offrire a una
famiglia di scampati una casa prefabbricata.
Che cosa rimane del paese?
d’Israele che coincise precisamente
con la riscoperta del Libro della Legge, ehe giaceva dimenticato e nascosto in un ripostiglio del Tempio
(II Re 22). Il confronto col Libro fu
per il re Giosia, per il sacerdote Hilkia, per tutto il popolo, il termometro della situazione. Il confronto diventò creatore di pentimento, di revisione, di riforma. Gli altari degli dei
vennero abbattuti e al posto dei culti
idolatrici si celebrò la Pasqua in onore delTEterno. Il popolo aveva ritrovato nel Libro della Legge il suo fondamento.
Quando la Chiesa cristiana, sia nel
Medioevo un po’ confuso e oscuro,
«ia nello splendore della cultura umanistica e rinascimentale, si è incontrata col Libro, l’incontro ha di nuovo
generato pentimento, riflessione e riforma. Ne sono uscite a volte le eresie che possono aver condotto i loro
seguaci a determinati sviamenti, ma
che comunque sono sempre indice di
ricerca di verità, in ultima analisi di
ricerca di Dio. Ne è uscita poi, nel
XVI secolo, la grande Riforma del
cristianesimo e in quel caso l’incontro
col Libro ha condotto alla revisione di
tutto il patrimonio cristiano.
Esami di coscienza, pentimenti, revisioni, ricerca, confronti si sono operati in tutti i tempi alla luce della Parola che Dio ci ha detta. Oggi, in pieno XX secolo, è di nuovo sulla Parola di Dio che dobbiamo centrare l’attuale confronto. E’ un lavorìo della
Chiesa, sì, ma è anche un lavorìo nostro. di ognuno di noi, se no con che
cosa confronteremo il nostro operare
e il nostro pensare? Non mi pare che
si possano incontrare gli uomini, le
Chiese, le masse, gli amici, i nemici se
non abbiamo incontrato prima Dio
nel solo luogo in cui lo si può incontrare; nella Parola che Egli ci ha rivolta. Oppure sì, li possiamo incontrare, ma che senso ha?
♦ sft *
Nella mia vita pastorale ho conosciuto una volta una donna, una semplice contadina analfabeta, che attra
verso la predicazione aveva conosciuto la fede e che aveva voluto imparare l’alfabeto per poter leggere la Parola di Dio. Non è un caso isolato,
direi che nella storia del protestantesimo è un caso tipico per la pietà protestante. E’ importante anzi che non
guardiamo isolatamente questi casi,
ma che li incorporiamo in tutta la nostra storia. Ecco cosa siamo noi: della gente a cui Dio rivolge il preciso
comandamento di sfamarci della sua
Parola che è la nostra manna quotidiana, l’acqua che scaturisce in viu
eterna.
Fare un colloquio col mondo, aprirci al mondo, oppure fare un colloquio
con le altre Chiese, col cattolicesimo
per esempio, e capire, amare, smussarsi e non so cos’altro fare, sono cose
bellissime, ma non significano chiudere il Libro per metterci a chiacchierare con gli altri. Significano, per noi
protestanti, andare verso di loro con
l’unica ricchezza che abbiamo, con tutta la ricchezza che abbiamo da dare
intorno a noi.
L’abbiamo?
E’ una ricchezza data, regalata, certo, ma non è stata data una volta per
sempre nel XII o nel XVI secolo. Noi
non siamo come i Tibetani a cui basta che le preghiere sventolino sulle
bandierine senza bisogno che il credente si dia da fare a formularle. A
noi non basta che la Bibbia sia un oggetto che c’è nelle nostre case. E’ un
Libro che vuol essere all’opera, che è
dinamico. Siamo tutti analfabeti e costa imparare a leggerlo, costa decifrarlo. E’ uno sforzo paziente, lungo, difficile, ma forse a Dio non garbano le
cose tanto semplici che non ci costano
proprio niente.
Ricordate due momenti importanti
del Valdismo? AlTinizio, intorno al
11(X), il primo atto di Valdo e dei suoi
(! poveri » : disfarsi dei propri beni e
impiegarli per la traduzione in provenzale di parte della Scrittura. A metà
strada, nel 1532, adesione alla Riforma europea e trasformazione del mo
(Continua a pag. 4) B. SllbiUa
I LETTORI CI SCRIVONO
[l’impegno polìtico
del cristiano
In ìrllore da .Aosta:
Caro Direttore,
ho letto sul n. 41 del giornale la
lettera a Lei indirizzata dal sig. Giorgio llochat e intitolata « L’impegno
politico del cristiano », e vorrei che
ili merito a quanto esposto dal sig.
Rochat Lei avesse la bontà di chiarire alcuni miei dubbi : è possibile ad
un I cristiano, convinto e desideroso di
attenersi scrupolosamente ai dettami
del divino Maestro, conciliare con tali
dettami Tapparlenenza ad un partito
¡lolitico e prestare a questo la propria attività? Quando Gesù disse di
dare a Cesare quello che gli apparteneva ma di dare a Dio ciò che è Suo,
non voleva forse dire che il cristiano
ha. si, il dovere di accettare con rassegnazione e di buon grado le leggi
emanate dalle autorità costituite sulla
terra, ma che Io spirito del cristiano
deve appartenere esclusivamente a
Dio? Considerando la questione in
questi termini, io mi domando se
conoscendo ormai tutti noi quali rapporti corrono tra gli obblighi incombenti agli iscritti ad un partito politico (di qualunque colore esso sia) con
i relativi compromessi inevitabili con
la propria coscienza, e la verità assoluta richiesta ad ogni cristiano vero
— se, dico, sia compatibile un simile
connubio. Io credo di no, ma... Lei
che ne pensa? Silvio Rossotti
Questo problema torna spesso sulle
nostre colonne come nelle nostre chiese: per forza di (ose non possiamo
sempre riprenderlo daccapo.
Non credo che il Signor Gesù Cristo. dicendoci di dare a Cesare
quello che è di Cesare e a Dio quello
che è di Dio. sia stato così modesto e
riservato come Lei pare pensare. C'è
un po' d'ironia, credo, nelle parole
di Cristo: Cesare e Dio, Vautorità stalale (anche la più assoluta e strapotente) e il Signore del cielo e della
terrei non sono in alcun modo paragonabili! Mi pare chiaro che la seconda ubbidienza abbraccia e determina
la prima ( Paolo parlerà di ubbidire
ad altri, alle autorità, "'come al Signore''. "nel Signore”^. Non credo
dunque affatto che il Signore ci chieda ’"il nostro spirito", "il nostro cuore*’, lasciando a Cesare, o a chi per
lui, i nostri soldi, le nostre decisioni
e responsabilità, la nostra vita sociale,
insomm(i, con tutti i suoi diritti e i
suoi doveri. Che cosa sarebbe il nostro
spirito, il nostro cuore, al di fuori di
tutto questo complesso che è la nostra
vita? Non è neppure concepibile. C'è
stata della gente, in passato, che ci
ha provato, è andata a cercare angoli
dimenticati e si è seppellita in grotte
0 in conventi, per non mescolarsi a
questo basso mondo che passa: la storia della chiesa antica ricorda anche
il caso — odorante di santità — di
un cristiano che trascorse anni appollaiato in cima ad una colonna (vivendo del resto della carità altrui). Ma
si tratta sempre di alibi, pur generosi, non di soluzioni. Non possiamo
astrarci da questo mondo: anche l'assenteismo, il disinteressarsi sono prese di posizione, che giocano attivamente nella vita degli uomini. L'ultima preghiera del Signor Gesù al Padre è stata non di toglierci dal mondo ma (nel mondo) di preservarci dal
maligno, cioè dal dimenticare che Egli
è il Signore, nei cieli e sulla terra,
dello "spirito" ma anche della "carne".
Circa la questione più ristretta e
precisa della liceità, per un cristiano,
di appartenere ad un partito, a mio
modo di vedere, non c'è una differenza sostanziale tra l'appartenere ad
un partito e il votare per quel partito: si tratta di una sfumatura, che
del resto io personalmente prendo in
considerazione: una sfumatura che
chiamerei "profetica" — e quindi non
richiesta ad ogni discepolo di Cristo
— in quanto esprime un limite alla
obbedienza ad un partito che pretenda di dominare totalitariamente il mio
pensiero e la mia volontà, che devono
essere prima in ascolto e (d servizio
di Cristo. In altre parole, mi pare che
per un cristiano — anche per quello
che milita in un partito — il partito
non può mai diventare un simbolo o
un idolo, ma deve veramente rimanere uno strumento del quale egli, in
lealtà di fronte al Signore e nella libertà che gli viene dall'appartenere a
Lui, pensa di potersi servire non per
stabilire il regno di Dio in terra (illusione e ipocrisia di ogni "partito cristiano") ma perchè sia attuata, nel
modo migliore possibile, giustizia in
libertà e pace. Mi pare quindi che il
cristiano non possa comunque inai
sentirsi troppo "a casa", nel "suo"
partito, poiché la sua cittadinanza è
nei cieli ed egli aspetta nuovi cielì e
lifiova terra, nei quali abiterà —
in modo stabile e totale — la giustizia. Ma la nostra non è l'attesa dello
struzzo, che nasconde la testa nella
sabbia per non guardarsi intorno., è
l'attesa di uomini che con tutta la
lucidità di giudizio e la sincerità di
cuore di cui sono capaci, cercano di
servire, servendosi degli strumenti che
loro sembrano più adatti; senza pretendere che "i partiti" — come ogni
struttura di questo ^inondo — apprezzino eccessivamente questa libertà del
cristiano; e con la salutare umiltà che
viene dal riconoscere che non di rado
i '"figlioli del presente secolo" vanno
avanti ai "figlioli della luce"...
Gino Conte
Dissentire, ma con rispetto
[a proposito dei Testimoni di Geova]
Un lettore, da Palermo :
Ho letto la lettera del Sig. Carlo
Antonioli pubblicata sul N. 39 della
Luce e vorrei dare il mìo giudizio.
Per formarmi un’idea della fede
degli appartenenti ai Testimoni di
Geova ho assistito diverse volte alle
loro cerimonie religiose.
Ho avuto l’impressione che in detta
Chiesa sì insegni soltanto il Vecchio
Testamento con pubblicazioni, di cui
la più importante « La Torre di Guardia ». Quando si riuniscono, Tanziano
fa delle domande ai fedeli i quali leggono la risposta sulla « Torre di Guardia ».
I fedeli sono addestrati ad andare
nelle famiglie a vendere le loro pubblicazioni ed invogliarle a frequentare la loro chiesa.
Non si fanno culti come da noi e
di Gesù Cristo si parla raramente,
quasi mai. (...) Insegnano a non mangiare carni di animali soffocati. S.
Paolo non fa proibizione dì sorta. Nella I Corinzi 10: 25 dice: Mangiate
di tutto quello che si vende al macello
senza fare inchieste per motivo di coscieza.
Io penso che la legge di Mose si è
compiuta con la venuta, la morte e la
resurrezione di Gesù Cristo. Gesù ha
modificato tante cose della legge di
Mose; per esempio la santificazione
del sabato. Matteo al 5: 38-39 dice :
Voi avete udito che fu detto: Occhio
per occhio, dente per dente; ma io vi
dico : non contrastate al malvagio, anzi se uno ti percuote sulla guancia
destra porgigli anche Laltra.
In quanto alla Trinità, Gesù dice;
Io e il Padre mio siamo uno. Come
può essere Gesù Cristo un sotto-Dio?
L'Eterno Gli ha dato potestà di ogni
cosa, egli siede alla sua destra. Come
si può amare Dio offuscando la gloria
del suo Figliolo? Tutta la cristianità
fa perno in Gesù Cristo perchè Egli ne
c al centro.
Fraterni saluti
Carlo Di Siasi
Pensiamo noi pure che i Testimoni
di Geova (errata trascrizione di Jahiveh
Buono anche se vaccinato
Un lettore, da Genova:
(...) Ho acquistato l'altro ieri « Il
piano di Dio » di S. de Dietrich, tradotto e pubblicato dalTeditore Boria.
E' veramente consolante che un'opera così saldamente bìblica possa essere diffusa da una casa editrice cattolica. Il libro può essere utilissimo
come aiuto per una prima lettura
della Bibbia, da dare a simpatizzanti,
ecc.
Tuttavia l'entusiasmo del primo
momento è stato un po’ smorzato
quando ho confrontato la traduzione
con l'originale pubblicato dalla Delachaux & Niestlé. Non che la traduzione sia infedele, anzi è molto accurata
anche se non sempre mantiene la sem
plicità del testo originale. E' però
molto sintomatico notare come, anche
nell'attuale clima ecumenico, ecc., ci
sono ancora dei termini chiaramente
biblici che sanno troppo di... protestante e vanno perciò mascherati accuratamente. Così « I Evangelo della
salvezza per Grazia » nell'originale
(pag. 201) diventa « il Vangelo della
grazia salvifica » (p. 189)! A prima
vista sembra una traduzione fedele.
Alcuni direbbero che la mia osserva
zione è un... bizantinismo linguistico!
Ma in realtà quale differenza fra l'affermazione chiara e profondamente biblica dell'Autrice e l'oscura formula
del traduttore!
Un altro esempio, meno grave, ma
sempre tipico di... oscuramento anti
protestante si trova a p. 193 della traduzione italiana (p. 205 del lesto originale): le parole «si comprende la
veemenza dell'Apostolo contro coloro
che(...) tendono a ristabilire, sotto
pretesto della fedeltà alla legge, una
religione delle opere » sono tradotte
« a ristabilire, sotto pretesto dell’obbedienza alla legge, una religione
pragmatistica ». E si potrebbe conti
nuare.
Pur così « vaccinato » il libro può
fare un gran bene ncILambiente cattolico (e anche nel nostro), ma è peccato che la casa editrice proprietaria
dei diritti e l'autrice stessa non sappiano vegliare perchè la traduzione
sia soddisfacente.
Carlo Papini
— l Eterno, nome personale dell'Iddio
d Israele) non abbiano compreso e accettato il " compiersi " dell'Antico Testamento (" la legge e i profeti ")
nella venuta, in carne, deWeterno Figlio di Dio; essi rappresentano quello che potremmo definire una setta
giudaizzante: della " setta " ha lo
slancio proselitistico, V intransigenza
dottrinale e la convinzione acritica dì
possedere la verità in modo totale ed
esclusivo; è " giudaizzante " in quanto
appunto interpreta — spesso spiritualisticamente — TAntico Testamento
senza tener conto di quello che è il
suo criterio determinante e il suo orizzonte: Gesù il Cristo (= il Messia). e scade in genere in un legalismo morale con fantasie escatologiche (relative alla ” fine ") del tutto
extrabibliche. Comunque — a parte
il fatto che ogni setta, con le sue escrescenze difformi per una prospettiva biblicamente cristiana, rappresenta sempre per la chiesa un richiamo
su determinati punti deboli della sua
vita (non della Bibbia) — dobbiamo
stare attenti. Registratori sensibili della opinione pubblica italiana hanno
notato, specie in occasione del recente
congresso dei "Testimoni" al Vigorelli di Milano, che questi stanno sostituendo Valdesi. Metodisti, Battisti.
Pentecostali quali oggetti dello sfogo
della latente intolleranza cattolica nel
nostro paese; si comincia col deridere
e si finisce con l'osteggiare in tutti i
modi, onde evitare che " l'Italia cattolica e romana " riceva ulteriori offese alla sua sacrosanta integrità...
Culto Radio
ORE 7,J0
DOMENICA 3 NOVEMBRE
Past. Paolo Ricca
DOMENICA 10 OTTOBRE
Past. Michele Foligno
4
pag. 4
!■’ novembre 1963
7
N. 43
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
CATANIA
NAPOLI (via dei Cimbri)
— Domenica 6 oittobre, presente una nn
merosa aissemblea, sono stati battezzati
(re figlioli del Prof. Elio Rinaldi: Lucia d
anni 10 e i due deliziosi gemelli di un an
no: Stefano e Elisabetta. Padrini e Madri
ne i genitori del Prof. Rinaldi, la signora
Blanohe De Filippis e il Dottore Teofilo
Santi deUa Chiesa Metodista di Portici. La
grazia e la benedizione dd Signore sia su
questi cari bambini e sulla loro famiglia. II
culto è stato seguito dalla S. Cena cui ha
preso parte la quasi totalità dei presenti.
— Un grave lutto ha colpito la Comunità
con l’immatura morte del professore Guido Botta, avvenuta il 14 ottobre. Aveva
solo 31 anni, da due anni faceva parte del
Concistoro di cui era Diacono e segretario,
aveva anche la carica di organista che disimpegnava con valentia e passione. Era
molto amato da tU'tta la Comunità per la
sua bontà, la sua cordialità, la sua semplicità, sempre pronto ad aiutare chi poteva
avere bisogno di lui. ÌNegli ultimi giorni
ha sopportato le sue atroci sofferenze con
grande forza d’animo, sorretto dalla sua fe
de. Lascia un grande vuoto nella Comunità che si stringe con affetto intorno alla
madre, alla moglie, aUe due figliolette e
alla sorella così gravemente provata.
Al funerale nn numeroso gruppo di parenti, fratelli jn fede e amici non evangelici ha ascoltato con commozione le parole
di speranza eristiana pronnnziale dal Past.
Cielo, che ha assistito il Diacono Botta fino alla fine e a cui il caro defunto ero molto affezionato. Al rito funebre al Cimitero
ha pairlato anche il Pastore Carco, cognato
del defunto, venuto da Livorno.
— Col mese d’ottobre tutte le attività
hanno ripreso il loro lavoro.
10 Concistoro ha tenuto la sua prima seduta l’il ottobre, l’Assemblea di Chiesa si
è riunita il 13 ottobre per ascoltare le relazioni sulla Conferenza Distrettuale di Orsara del 29 giugno e sui lavori del Sinodo
e per discutere sul programma delle attività per il 1963-64. Concistoro e Assemblea
sono oonsci delle nuove responsabilità che
ha loro portato l’ottenuta autonomia, accolta da tutti con grande soddisfazione e
gioia. E’ stata fissata per il 17 novembre la
convocazione dell"Assemblea per l’elezione del Pa~tore.
— L’U. F. si sta preparando alacremente
per il prossimo Bazar; alla prima riunione,
a cui è mtervenuto un buon numero di socie, è stato deciso un versamento mensile
per poter incrementare di più la nostra
Unione e concederle di poter lavorare meglio per il bene della Chiesa.
11 Signore benedica il nostro lavoro in
questo nuovo periodo di attività. F. F.
POMARETTO
— Giovedì sera 7 Novembre, avrà luogo
la riunione alla Cappella di Perosa alle 20.30.
— Le riunioni delle Madri avranno luogo
come segue; il 10 Novembre a Pomaretto;
il 17 Novembre al Clot Inverso.
— Alla Cappella del Clot ha luogo un
Culto mensile Tultima domenica di ogni
mese.
— Aspettiamo con ansia la restituzione
delle buste del mese dì Settembre.
Malattie
orecchio, naso e gola
Il dott.
Oskar Schindler
riceve per malattie di
orecchio, naso e gola
a POMARETTO (presso l’Ospedale Valdese) tutti 1 lunedì
daUe 14 alle 15,30.
a LUSERNA SAN GIOVANNI
(presso lo stadio del dott. Pelizzato) tutti 1 venerdì dalle
13,30 alle 15.
a TORINO (via Ristagno 30 •
S. Rita) martedì, giovedì e sabato dalle 14 alle 16.
LUSERNA S. GIOVANNI
Domenica 22 settenubre, la Comunità si è
riunita, per partecipare al Culto presieduto, per Pultiima volta dal Pastore Emirìeo
Corsara. E’ stato il Cullo dì commiato che
chiude il suo Ministerio nella nostra Comunità; e se da un punto di vista umano, c
motivo di dolore e di commozione in tutti,
perchè il Pastore fedele, l’Amico caro ci
lascia dopo 17 anni, dopo im quarto della
nostra vita passata insieme, pure cì chlnmmo alla saggezza dei nostri Regolamenti,
che riverbera il pensiero dell’Aipostolo Paolo. In questo spirito e con amore fraterno,
accogliamo fra noi il Pastore Pier Luigi
Jalla. Il isuo insediamento è avvenuto domenica 20 ottobre, perchè impegni prece*
dentemente assunti per conferenze all’estero, gli hanno impedito di gitmgere prima
nella sua nuova sede. Il Pastore Corsanì,
nella sua qualità dì Presidente deRa Commissione Distrettuale dd VI Distretto, è
ternato fra noi i>er presentare il nuovo Conduttore alla Comunità. Per tre settimane la
Chiesa è stata diretta dal Conisiglio di Chiesa ed i Culli sono stati presieduti, ndl’ordine, dal sig. Stefano Canfora, dal prof.
Salvatore Navarria e dall’Anziano sig. Antonio Carco, a cui va la gratitudine di noi
tutti, per i messaggi che ci hanno dato.
Iper Ipo
Saluto al Pastore Tourn. — Domenica 20
ottobre, nel tempio dei Bellonattì, davanti ad
una attenta assemblea, il pastore Cipriano
Tourn ha dato, in una forte predicazione sul
testo Ebrei 12: 1, il suo saluto alla Comunità di Luserna S. Giovanni. E la stessa sera,
nella grande sala Albarin una numerosa rappresentanza della parrocchia si ritrovava ancora per esprimere, anche in qualche tangibile modo, al pastore Tourn e alla gentile
signora Ruth Tourn-Wacker, la profonda riconoscenza e il fervido augurio della Comunità Sangiannina che li segue ora col pensiero e la preghiera nel nuovo campo di lavoro cui sono stati chiamati dalla Chiesa.
Dipartenze. — Due simpatiche figure di
vivaci vegliardi ci hanno ancora lasciati con
la dipartenza, serena, sul finire del suo 88°
anno del nostro fratello W^illiam Malanot dei
Malanot, il 18 ottobre e della nostra decana
Maddalena Fraschia ved. Priotto dei Nazzarotti il 28 ottobre nel mezzo del suo 97° anno.
Alle famiglie provate da queste inattese separazioni, la nostra profonda simpatia nella
riconoscenza e nella speranza
Nuovo Focolare. — Il 19 ottobre, nel nostro tempio, abbiamo avuto la gioia di unire
nel vincolo del matrimonio due cari giovani :
Claudio Pons di Angrogna con Anna Margherita Giuliana Baridon del Priorato. Agli sposi e alle due famiglie i nostri rinnovati auguri nel Signore.
Festa del Raccolto. — Favorita da uno
splendente sole, la 10®^ celebrazione di questa annua festa del lavo:^o e della riconoscenza ha avuto, domenica 27 u. s., e sotto
ogni aspetto, il più lusinghiero risultato. Le
pareti del grande Salone della Casa Valdese dei Bellonatti, adorne di dipinti, disegni,
fotografie, di tavoli coperti di ricchi manufatti dell’arte femminile, le lunghe teorie di
allineate cassettine colme di eccezionali campioni del vario prodotto agricolo hanno vivamente interessato i visitatori e generosi
acquirenti. I quali tutti hanno fatto poi onore al ben fornito Buffet.
Le Comunità Valdesi del Sud America, le
vere ispiratrici della nostra annua celebrazione, erano rappresentate domenica dal Pastore Emilio Ganz che ringraziamo per il suo
fedele incoraggiamento. •
Mentre ringraziamo l’efficiente Comitato
che, sotto la presidenza dell’Anziano Eugenio
Long, ha organizzato la bella mostra e i numerosissimi espositori e donatori, siamo lieti
di annunziare a tutti gli amici che, data la
eccezionale abbondanza dei doni ricevuti, la
Festà del Raccolto si concluderà Domenica
prossima 3 novembre alle ore 15, con l’esposizione e la vendita dì detti e altri prodotti.
Cordialissimo invito a tutti gli amici.
I nostri Culti della prima domenica del
mese, in lingua francese, avranno inizio domenica prossima 3 novembre con un culto
presieduto dal Pastore Gustavo Bertìn.
J.
PINEROLO
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Avviso
Si comunica che dal 3 Novembre,
per accordo delle Parrocchie di S. Giovanni, Angrog-na e Torre PeUice, i culti della domenica pomeriggio (ore 15)
sono sosi>esì al Ciabas e si effettueranno alla Cappella battista con la
partecipazione dei pastori delle tre
parrocchie.
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Domenica 27 corr. abbiamo avuto alle Fucine U culto con S. Cena. Vero è che abbiamo settimanalmente le riunioni ben frequentate, ma è anche vero che la Domenica è
sempre il giorno del Signore in cui in maniera particolare ogni credente è chiamato a
realizzare nella comunione dei fratelli la
realtà della Chiesa. Ma proprio la Domenica
pare che molti non abbiano tempo...
— Domenica prossima 3 novembre vi sarà
nel tempio un culto speciale dedicato alla
commemorazione della Riforma. In un tempo in cui si parla facilmente di un certo
ecumenismo è più che necessario ricordare
quel « No » pronunciato in tutti i tempi da
quanti non hanno voluto accettare ed hanno
rifiutato la Chiesa cattolica. Oggi ancora è
necessario dire che un ecumenismo in questo senso è molto rischioso e problematico.
La colletta sarà devoluta a favore della Società Biblica.
— Ancora domenica prossima le Madri dell’Unione del Centro sono gentilmente convocate alle ore 14,30 al Presbiterio. Tutte le
madri della Parrocchia sono invitate.
— Giovedì 31 corr. alle ore 20,30 tutti i
membri effettivi della Corale e quelli che ne
vogliono far parte sono convocati al Presbiterio per le prime esercitazioni.
— Alle ore 19,30 di martedì 29 corr.
avremo la riunione quartierale al Bosc presso il nostro anziano Aldo Tourn.
Durante il mese di luglio il Pastore è stato sostituito dal Cand. Theol. Bruno Bellion.
Il suo ministero è stato molto apprezzato.
Gli facciamo i migliori auguri per il completamento dei suoi studi in Germania.
Ci hanno rivolto il messaggio della Parola
nel corso dell’estate i Past. E. Ganz, Giorgio
Bouchard, Mod. Rostan, Aldo Sbaffi, Prof.
Valdo Viuay e Io studente Luciano Deodato.
Li ringraziamo.
Tra i numerosi visitatori, a gruppi o isolati, che hanno preso contatto con la nostra
Comunità, ricordiamo in modo praticolare il
Past. E. Blaser venuto tra noi per una settimana con un gruppo di 32 svizzeri del
Cantone di Berna, e la Sig.na Patricia Patterson che ha guidato un gruppo di 30 studenti dell’Università di Belfast.
Ambedue i gruppi ci hanno lasciato un
ottimo ricordo del loro soggiorno per via del
loro entusiasmo e dell’interesse vivo per la
storia e l’opera della Chiesa Valdese. Molto
gradite anche le visite del Past. svizzero Rebeaud, il cui figliolo è entrato per un determinato tempo a servizio della Chiesa Valdese, e del Past. tedesco Bundschuh. Quest’ultimo ci ha dato una interessante serata con
proiezioni luminose.
Tutte le attività sono in ripresa. Il Concistoro e il Comitato del Convitto hanno avuto
le loro riunioni programmatiche.
Domenica 3 novembre alle 10 avrà inizio
la Scuola Domenicale e alle 11 si riapriranno,
subito dopo il culto, i corsi di catechismo.
Mercoledì 7 novembre avranno inizio alle
ore 10 i corsi di religione per gli alunni
delle Scuole Elementari.
Il nostro Coiivitlo ha accolto quest’anno
34 studenti, il massimo consentito dai nostri
locali. Provengono da Prali, Massello, PramoUo, Inverso Pinasca, S. Germano, Prarostìno, Villar Pellice... Parecchie domande
purtroppo hanno dovuto essere respinte per
mancanza di posti. Sempre più ci rendiamo
conto della necessità di questa opera sociale,
sorta tempestivamente ad offrire una soluzione, sia pur parziale, ad un problema grave.
Domenica 27 ottobre il Pastore, per incarico della Commissione Distrettuale, si è recato a Prali per insediare il nuovo titolare
di quella Parrocchia, il Past. Franco Davite.
Il culto nella nostra Comunità è stato pertanto presieduto dal Past. em. Luigi Marauda. Dopo la lunga parentesi dovuta alle operazioni subite, egli ha ripreso cosi una gradita collaborazione di cui gli siamo riconoscenti.
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A Basilea
Sabato 12 ottobre la nostra comunità ha
avuto la grande gioia di potersi riunire per
inaugurare i locali destinati al « Centro
Evangelico Cristiano di assistenza )X.
Una ottantina di persone sono venute a
passare una serata insieme nello spirito di
fratellanza di Cristo.
La serata è stata iniziata con nn inno in
comune ed una preghiera di invocazione.
Poi abbiamo tutti rivolto il nostro pensiero
commosso agli alluvionati deUa zona di
Longarone in un minuto di silenzio. Il signor Quercioli, in quaUtà di presidente, ha
rivolto parole di benvenuto ai presenti ed
ha loro illustrato come è andato sorgendo
il Centro, che vuole essere di assistenza morale e pratica ai lavoratori italiani di Basilea e dintorni. Siamo grandemente riconoscenti al Kirehenrat di Basilea che ha messo a disposizione della nostra comnnità la
casa deBa Mittlerestr. 157 e mezzi, donandoci cosi la possibilità di avere un pastore
nella nostra città. E’ ormai trascorso nn
anno dacché il pastore Naso e la «na famiglia è venuto ad abitare a Basilea ed in
questo periodo il lavoro è andato aumentando. Vorremmo fare di più e meglio per
i nostri fratelli che hanno bisogno di noi,
j per questo scopo sono destinati i locali
al piano terra della casa Mittlerestr. 157.
Avevamo rivolto un appello ai nostri
amici e membri di Chiesa chiedendo loro
un aiuto finanziario e sia essi che alcune
ditte di Basilea ci hanno generosamente
aiutati. Con queste offerte abbiamo potuto
comperare quanto necessario per rimettere
j nuovo le stanze al piano terra e per comperare 40 sedie come pure tutto il necessario i>er la cucina in vista delle agapi. Mol'.i amici hanno pure pensato al Centro con
deni vari ; un dono tutto speciale è stato il
he! pianoforte ed i lampadari di ottimo gusto. Sotto la sapiente guida del signor Re
-•iato Bandini, dei giovani dell’Unione durante molte serale negli ultimi mesi hanno
rimesso a nuovo i locali che serviranno ora
alle varie attività della nostra comunità. Cosi avranno in essi luogo le riunioni deU’Unione Giovanile, della società deBe signore, le prove della corale, le lezioni di tedesco del martedì, gli studi biblici serali.
I/incnntro è stato di una vera frateBanza
anche perchè ci sono stati fra noi delegati
di comunità di lingua tedesca di Basilea.
Siamo stati particolarmente riconoscenti al
Dr. Buser che ci ha portato il saluto del
Kirchonrat, che segue con vivo interesse la
nostra opera. J1 pastore Tschudi, deBa vicina comunità di San Giovanni ed il signor
M. Erhardt, presidente della Chiesa, ci hanno portato non solo il saluto della loro comunità, ma anche un’offerta per il nostro
centro. Un vivo grazie! Siamo riconoscenti a questa comunità che ci ha fin dall’inizio accolti con tanto spirito fraterno e con
la quale avremo possibilità di più stretti
contatti: difatti per il mese di gennaio è
progettata una serata familiare in comune
fra le due comunità. 11 signor D. Osio, viceconsole di Basilea, ci ha portato il saluto
e l’augurio suo e del console d’Italia per
quanto è nelle nostre possibilità di fare per
i lavoratori italiani. Notavamo fra i presenti anche il signor Betsche della Soziale
Kommission che tante volte ci ha dato il
suo aiuto pratico, il signor Berger insegnante dì tedesco, il presidente deU’Unione Giovanile di Zurigo Loris Tommassini,
come pure i nostri amici pastore R. Hardmeier, M. Koelbing e Lienhard ed un bel
Direttore resp. : Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Lettura della Bibbi
la
(Segue da pag. 3)
vimento ereticale valdese in Chiesa riformata ; decisione di tradurre e stampare la Bibbia in francese e stanziamento di 500 scudi d’oro (oggi milioni) da parte di tutti i Valdesi per quest’opera portata poi a termine da Roberto Olivetano. Tra questi due momenti e tino a oggi, una lunga, mai
interrotta storia di passione per la conoscenza della Parola di Dio ha caratterizzato la nostra come tutte le altre Chiese della Riforma.
Noi oggi siamo fieri del nostro XX
secolo con tutte le sue scoperte e le
sue aperture a sinistra e talvolta a destra, in alto e in basso. E’ bello che ci
si apra, è estremamente bello, mà sole se è per portare intorno a noi, a sinistra e a destra, col massimo atto di
amore, la Parola del nostro Dio. Se
no, non è vera apertura, è solo un
chiacchiericcio inutile.
Ma la Parola non si porta senza
averla ricevuta, stando lì fermi. Bisogna lavorare la Bibbia, famigliarizzarsi con essa, con amore e con passione,
forse anche quando sembra di non
averne il tempo (i Protestanti lo hanno sempre trovato) e quando sembra
che le occupazioni della vita urgano
troppo intorno a noi. E’ la nostra vocazione e, direi, la nostra unica ricchezza. Lo vedete il Libro che, tutto
solo, adorna le nostre chiese? Non c’è
altro in esse. Ha costato scudi nei secoli passati e anche tanto sangue. Non
possiamo lasciarlo esulare dalle nostre vite, dalla nostra riflessione su che
cosa Dio vuole ancora oggi da noi.
* ♦ «
Nella mia vita alla Facoltà di i'eologia, ho assistito a un momento della
giornata dei nostri studenti che iorse
non è noto fuori della Facoltà c che
forse non si immagina dato che in generale si pensa alla categoria studenti
come a persone curve sui banchi o aggirantisi fra le scansie dei libri... Certo si può vederli sui banchi e a volte
anche fra i libri e a volte anche ntolto
allegri! Ma si può pure vederli raccolti intorno alla Parola di Dio per una
lettura quotidiana.
Noi speriamo che i nostri futuri pastori siano delle persone ben preparate, aperte, coltivate. Ma sappiamo anche che i nostri pastori presenti c futuri, come ogni laico, uomo o donna
che sia, ognuno di noi, riceviamo, dal
colloquio col suo Dio, dalla Parola che
Egli ci riv'olge attraverso il suo Libro,
la forza di riesaminarci, la capacità di
confrontarci e la gioia di mettejci ai
suoi ordini, ancora oggi in questo secolo travagliato e generoso, aperto e
scettico, ma pur sempre suo e quindi
illuminato di speranza.
Berta Subilia
avvisi economici
Dd Centro evangelico d'assistenza
gruppo di Pratteln col signor Valenti. Sono
stali letti vari messaggi di persone che non
sono potute venire, ma che erano presenti
fra noi col loro pensiero!
Il signor pastore Naso ha parlato dei problemi più scottanti che richiedono una soluzione al più presto: l’alloggio ed il lavoro per i lavoratori che vengono in Isvizzera. Se noi vogliamo essere veri cristiani
dobbiamo dimostrarlo con tutta la nostra
vita ed avere una mano tesa per ogni nostro fratello che ne ha bisogno. Ognuno
deve impegnarsi secondo i suoi doni
per la diffusione della parola di Dio,
occorre saper approfittare delle occasioni
offerteci ed il centro di assistenza deve essere inteso come una espressione della nostra vita di credenti al servizio del nostro
prossimo.
La serata è siala allietata da un vero concerto: brani di Bach, Haendel, Schubert,
Chopin sono stati presentati con somma
maestria dai maestri A. Colombo, A. Milesi e dalla signora C. Milese-Hiri che certamente hanno sentito il nostro entusiasmo
e ringraziamento nell’applauso che non voleva più finire. La corale ha presentato due
inni.
La serata è stata conclusa con un messaggio ed una preghiera del pastore Koelbing.
Che il Signore benèdica l’opera del Centro per il bene dei nostri frateUi italiani e
a lode del Suo nome. Lotti Schopj
ANZIANA SIGNORA sola, cerea evangelica mezza età capace cucina, cucito, piccole mansioni fiducia e compagnia. A^itto,
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La famiglia del compianto
Ettore Poët
ringrazia tutti quanti hanno prese
parte al suo dolore per l’improvvisa
e dolorosa dipartenza del suo caro.
Un rin^aziamento particolare ai Pastori Sigg. Ayassot, Eieodato, Marauda Luigi e Gustavo Bouchard.
Pinerolo 7-10-’63
Il Signore ha richiamato a Sè l’H
ottobre al Cairo (Egitto), dopo breve
malattia la sig.ra
Marta Romano
ved. Richard
Lo annunciano con dolore la sorella
Alice Peter-Romano e famiglia.
« Gesù le disse : Io sono la risurrezione e la vita: chi crede in
me, anche se muoia, vivrà»
(Giov. 11; 25)
Tip. .Subalpina s.p.a. - Torre Pellice (Tot