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Biblioteca Valiese
(Torino)
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DELLE VALLI VALDESI
Quindicina!c
della Chiesa Valdese
" Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali ovete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Anne LXXXVI - Num. 2
Una copia L,
ABBONAMENTI
\Ecoi L. 700 per rintemo | Eco e La Lucei L. 1^00 per l’iDtemo Spediz. abb. postale li Groppo
/ L. 1200 per l’estero 1
L. UOO per l’estero j Cambio d’indirizzo Lire 40,—
TORRE PELLICE — 27 Gennaio 1956
Ammin. Glandiana Torre Pellice ■ C.C.P. 2-17557
Figliuoli, avete voi del pesce?
GIOVANNI 21: 1-14
non rivolgerete a me nessuna domanda ». Così, come Egli lo aveva annunziato, avviene... Ed Egli mangia
ancora con loro, senza parlare, per
non turbare quella intensa allegrezza.
Statistiche Religiose
— Figliuoli, avete voi del pesce?
La domanda è rivolta — in una
chiara alba, sulle rive del lago di Tiberiade — da una figura ritta sulla
riva ad un gruppo di pescatori che
tornano dal largo con la loro barca.
E’ una figura strana, dai contorni evanescenti che sembrano confondersi e
dissolversi nella luminosità deU’aria.
Chi è? Gli uomini della barca non lo
conoscono: è una voce...
— Figliuoli, avete voi del pesce? —
chiede quella voce.
No, essi non haimo del pesce. Nulla possono dare a quello sconosciuto
che chiede con così buona grazia. Tutta la notte hanno lavorato, hanno frugato il lago con le reti, ma non han
preso niente. Sembra un maleficio, come quello che ha riempito di una angoscia mortale i loro cuori alcuni giorni prima. No, non hanno pesce da dare a quello sconosciuto che li interpellava così affettuosamente, che sembra attendere proprio loro, lì ritto
sulla riva del lago. Forse avrà fame,
fame del loro pesce. —• Non avete
preso proprio nulla, o pescatori di Galilea? — No, non hanno preso nulla:
ritornano alla riva con la barca vuota, stanchi, sfiduciati.
— Gettate la rete dal lato destro
della barca e ne troverete.
I pescatori devono averlo guardato
meravigliati. Qualcuno avrà borbottatolo con ira, forse Andrea o forse Giacomo. — Chi è costui che si permette
di dare consigli a noi, pescatori dalla
nascita? — Essi lo sanno il loro mestiere anche se per qualche tempo lo
hanno trascurato per seguire un « profeta », un Rabbi che aveva riempito
il loro cuore di fiduciosa speranza...
E’ stata ima illusione, una bella illusione, ma ora sono tornati al loro lavoro, al loro lago. Costui non sembra del mestiere, non è un pescatore:
chi è?
Gesù è là, ritto nello sfondo luminoso dell’alba, ma non lo riconoscono.
Come lo potrebbero? Hanno ancora
negli occhi tristi la visione del loro
Rabbi crocifisso, sanguinante, morto.
Essi stessi, probabilmente, hanno aiu
Èk jippc
Passeggiando stamane alla periferia della città, mi sono lungamente fermato ad osservare il lavoro di un giardiniere. Armato d’un
enorme paio di cesoie maneggiaie a due mani, egli potava una grande
siepe lungo la strada. Sotto i colpi metallici, cadenzati che si succedevano con ritmo sonoro e regolare, la siepe diventava rapidamente un
muro verde, mentre tutti i piccoli ramoscelli, i virgulti, le foglie degli
ultimi germogli di primavera - - tutto ciò che, crescendo, aveva ” ol
trepassato ” una certa linea — era inesorabilmente soppresso. Questi
rimasugli formavano ormai al suolo un ammasso misero e confuso,
mentre il giardiniere — calpestandoli — continuava tranquillamente
il proprio lavoro...
« » «
Non occorreva altro per prospettare davanti alla mia mente il
problema di ” ciò che oltrepassa ”.
Su tutti i ” piani ” della nostra esistenza, la ” questione fondamentale è la questione della linea!
La vita stessa non si ferma dessa davanti ad una linea: quella della salute la cui insufficenza miete le creature di ogni età? la linea
dell’età stessa di cui un certo limite rion può essere impunemente oltrepassato: E non parliamo del clima ü quale — oltre un certo massimo di caldo o di freddo — diventa rapidamente micidiale.
Il problema economico e sociale — cosi urgente ai giorni nostri
— non è forse contenuto entro certe Jinee,^ Ciò che provoca tante agitazioni, tanti turbamenti, ciò che costituisce per eccellenza l’aspirazione irresistibile del tempo nostro — aspirazione profondamente umana verso la fraternità e la giustizia — non è appunto il ” troppo ” da
una parte e il ” troppo poco ” dall’altra? Gli uomini d’oggi si sforzano di far sparire l’estrema ricchezza; cercano di ristabilire l’equilibrio e l’armonia tra le classi eliminando ” ciò che oltrepassa ”.
E non si constata la medesima cosa prendendo in considerazione
la vita morale? Tutto ciò che noi chiamiamo ” male ” è semplicemente ” ciò che oltrepassa ” la linea del bene! I nostri difetti, le nostre colpe, i nostri vizi, i nostri peccati, ahimè! sono provocati tutti
quanti da un ” oltrepassare ”. Bisogna per forza, allora, che il celeste
Giardiniere — armato delle poderose cesoie ¿Iella sofferenza — poti
e ripoti tutti i virgulti, tutti i ramoscelli, tutte le foglie del continuo
prodotte dal nostro essere inferiore e ristabilisca ad ogni costo la linea
della rettitudine per restituirla alla sua funzione normale di guardiana
del nostro ” io ” migliore.
» * *
Mi provo a prolungare ancora il mio pensiero, a farlo salire sempre più in alto, per considerare ” tutto ciò che oltrepassa ” nel mondo dello Spirito.
O meraviglia! La Legge naturale appare qui completamente capovolta! Non occorre che la siepe sia riquadrata. Anzi! Più uno ” oltrepassa ” e meglio ” vale ”! Non si è mai abbastanza buoni, abbastanza umili, abbastanza generosi, abbastanza coraggiosi, abbastanza
puri. Non si fa mai abbastanza bene ai propri simili. Non si obbedisce mai abbastanza a Dio. Nel Regno dello Spirito, il ” troppo ” non
esiste, semplicemente perchè il limite che non si deve oltrepassare
non esiste.
Che cosa sto dicendo?
O meraviglia più grande ancora! Qualunque siano i nostri pensieri, le nostre parole, le nostre azioni al Suo servizio, l’amore di Dio
infinitamente ci ” oltrepassa " perchè è stato Lui ad amarci per il
primo.
Giovanni E. Meille.
tato Nicodemo a collocare il cadavere
nel sepolcro. Hanno aiutato a rotolarvi contro la pesante pietra. D loro
Rabbi, il loro ideale ?è là sotto.
Nemmeno Nicodemo potrebbe riconoscerlo, lui che sapeva che un uomo non può entrare una seconda volta
nel seno di sua madre e nascere!...
Nemmeno i loro compagni che sono
andati a Emmaus, i cui occhi erano
impediti si da non riconoscere colui
che camminava al loro fianco... Pensavano al morto ed ecco: il morto
era vivente!
? '
Eppure... vi è tanto autorità, tanta
forza di persuasione in quella voce:
— Gettate le reti dal lato destro...
Gettano le reti... il miracolo!... E’
lui, il Signore!
Credo che nessuna penna potrebbe
efficacemente descrivere il pathos di
quell’incontro del Risorto con i suoi.
Quanta delicatezza, quanta sollecitudine, quanto amore! Gesù conosce la
forza ed anche i pericoli della loro
missione. Ormai spno impegnati:
« Voi riceverete potenza quando lo
Spirito Santo verrà su di voi e mi sarete testimoni... ». Testimonio vuol dire martire!
Ma non ancora: ora è il momento
della misteriosa ed intima gioia della
comunione col Risorto.
« Come dunque furono smontati a
terra videro quivi della brace e del
pesce messovi su eidel pane ». Gesù
non aveva bisogno del loro pesce ma
« dei loro pesci ». Egli aveva preparato loro da mangiare. Egli che aveva
moltiplicato i pani ed i pesci!...
— Venite a far colazione... — a Gesù venne, e prese il pane e lo diede
loro; ed il pesce similmente... ».
a Io vi vedrò di nuovo e il vostro
cuore si rallegrerà e nessuno vi terrà
la vostra allegrezza. E in quel giorno
— Figliuoli, avete voi del pesce?
Ancora una volta il Risorto rivolge
la domanda alle Chiese Cristiane, alla sua Chiesa.
Chiesa Valdese, hai tu del pesce?
Chiese che avete celebrato il ricordo
della nascita di Colui che ha dato la
sua vita per il mondo, avete voi del
pesce? Credenti che siete stati strappati « dal vano modo di vivere del
mondo », avete voi del pesce?
Voi che siete stati fatti pescatori di
uomini, avete pescato? Dov’è il frutto della vostra pesca? Il Signore lo
attende. Vuole rallegrarsi con voi,
vuole fare festa : « Vi è tanta gioia
nel cielo per un solo peccatore che
si converte ». Venite, portate qui la
vostra pescagione, fossero anche due
soli pescetti: Egli li farà moltiplicare... Avete voi del pesce?
Oppure avete lavorato, faticato inutilmente non avendo nulla da portare
al Signore che vi attende!
Non dite che il terreno è duro, che
non può dare più nulla, che il tempo
della mietitura o della pesca è finito...
Gettate la rete dal lato destro della barca!
Non è la voce di un pescatore, di
un « tecnico » della pesca : è la voce
dello Spirito. Lo stesso che manda Filippo in una strada deserta.
Gettate, gettate le vostre reti a destra! Se la vostra fatica è stata vana;
se non avete nulla da portare al Signore, al Risorto che attende, non disperate: ascoltate la Sua voce e calate di nuovo le reti, dove dice Lui.
Egli compirà il miracolo!
A. Bensì
L’Istituto di statistica di Stuttgart ha recentemente pubblicato un lungo studio sull’appartenenza della popolazione mondiale
alle varie religioni. Tenuto conto del valore relativo delle statistiche specialmente per
quanto riguarda la religione, le conclusioni dell’Istituto di Stuttgart non sono prive
di interesse.
Su di una popolazione mondiale di miliardi 2,4 di persone, soltanto 840 milioni
sono cristiane e sono divise, grosso modo,
come segue-, cattolici romani 440 milioni,
protestanti 240 milioni, ortodossi 160 milioni.
Un altro gruppo religioso numericamente importante si trova in Asia e comprende
630 milioni di fedeli: 300 milioni di seguaci di Confucio, 290 milioni di buddisti,
40 milioni di Tcoisti. I maomettani sarebbero circa 372 milioni.
Più della metà dei cristiani si trovano
in Europa: 480 milioni, dei quali 215 milioni di cattolici, 130 milioni di protestanti
e 135 milioni di ortodossi. L’America conta 260 milioni di cristiani: 60 milioni di
protestanti, 25 milioni di cattolici, 5 milioni di ortodossi negli Stati Uniti; nell’America centrale 50 milioni di cattolici, 8
milioni di protestanti e T milioni di ortodossi; nell’America meridionale, 90 milioni di cattolici e 10 milioni di protestanti.
In Africa (200 milioni di abitanti) ci sono
soltanto 45 milioni di cristiani: 20 milioni
di cattolici, 17 milioni di protestanti e circa 8 milioni di ortodossi. In Asia ci sono
circa 35 milioni di cristiani: 13 milioni
di cattolici, 12 milioni di protestanti e 10
milioni di ortodossi.
32.575.702
197.310
4
34
170
46.970
32.394
Gesù disse loro: Venite a far colazione. E ninno dei discepoli ardiva
domandargli: Chi sei? sapendo che
era il Signore.
Sulla situazione del Cattolicesimo romano negli Stati Uniti conviene leggere quanto pubblicano le ’’Informations catholiques
intemationales” nel luglio elei 1955, citando dal ’’Catholic Directory” per il 1954:
Popolazione cattolica
Conversioni
Cardinali
Arcivescovi
V escavi
Preti
Seminaristi
Una nota precisa però (e i quotidiani italiani sempre pronti a parlarne di trionfi
del Cattolicesimo e di disgregazione del
Protestantesimo dovrebbero tenerne conto);
« Queste cifre possono dare un’impressione errala dovuta al fatto che, se la popolazione cattolica è aumentata in 15 anni
di 11 milioni, la popolazione totale degli
Stati Uniti è passata da 130 a 165 milioni,
di modo che oggi come prima della guerra i cattolici formauo circa il 18% deUa
popolazione »,
La nota è di fonte cattolica.
Istituto Ecumenico di Bossey
Tra le varie attività previste per
tutta la durata dell’anno in corso, le
seguenti quattro sono aperte alla partecipazione di coloro che lo desiderano; e sono manifestazioni ormai
tradizionali.
Programma 1956
Corso per pastori.
2.Ì maggio - 8 giugno.
. Il corso per pastori durerà 15 giorni ed avrà per tema : Pastore e laico
nel ministero della Chiesa. Questo
problema era già stato sollevato alla Conferenza di Amsterdam, 1948,
ed è stato ripreso ad Evanston, 1954.
In quella Assemblea si è insistito
sulla necessità di considerare il problema del ministero nella Chiesa,
come concernente tutta la Chiesa,
pastori e fedeli. Mediante conferenze appropriate e lo studio della Bibbia, si cercherà di determinare le
funzioni specifiche non solo di coloro il cui « mestiere » — e la cui vocazione — è di essere ministri della
Chiesa, ma ugualmente di tutti i
membri laici della Chiesa. Gran
parte del tempo sarà dedicata allo
studio hiblico in tiomune e alla discussione delle relazioni pastorali
che devono esistere tra il ministro
e i fedeli. Il prezzo del corso è di
Fr. sv. 10 al giorno, tutto compreso.
Le domande di ammissione devono
essere presentate all’Istituto entro
cato ai laici in generale, particolarmente a coloro che non hanno ancora avuto esperienze ecumeniche sul
j)iano internazionale. Lo scopo del
corso è di offrir loro l’occasione di
j)artecipare ad una comunità internazionale cristiana, e di render loro
possibile, attraverso lo studio biblico e il culto ecumenico, una iniziazione ai problemi di base del movimento ecumenico. Il prezzo è di Fr.
sv. 12 al giorno. Il numero dei posti
ò limitato, si prevede una grande affluenza di candidati, si raccomanda
di far pervenire le domande di ammissione all’Istituto entro il 31 mar
l’accento sulla responsabiìlità ecumenica della Chiesa e della comunità locale, e sul modo di rendere vivo recunienismo per i fedeli. Il prezzo del corso è di Fr. sv. 12 al giorno;
le domande devono essere inoltrate
entro il 31 marzo.
il 29 febbraio.
Corso di vacanze per laici.
10-20 luglio.
Vi saranno quest’anno due corsi
per laici; questo primo corso è dedi
Corso di vacanze per laici responsabili nella Chiesa o nelle parrocchie.
;!4 luglio - 1 agosto.
Questo secondo corso è concepito
nelle stesse linee generali che il precedente, ma è previsto in particolare
per tutti coloro che hanno una responsabilità nella vita della loro
Chiesa o nella loro parrocchia, membri di consigli di Chiesa o di consigli sinodali, anziani, diaconi, capi
di gruppi, aiuti volontari, insomma
tutti coloro che lavorano per la Chiesa a titolo non professionale. Compatibilmente al numero di posti saranno ammesse le assistenti di Chiesa, suore visitatrici, segretarie parrocchiali, o anche congiunti di partecipanti. Il programma metterà
Corso per studienti in teologia.
4-24 agosto.
11 corso avrà per tema, quest’anno : La Chiesa, la sua unità e le sue
divisioni. Gli studenti avranno l’occasione di familiarizzarsi col lavoro
che la Commissione per la Fede e la
Costituzione sta compiendo da lunghi anni, su questo argomento, e
forse di recare ad esso un modesto
contributo. Il problema sarà studiato alla luce della Bibbia e da vari
punti di vista confessionali. Lo stu
dio sarà inquadrato dai culti cele
brati secondo le varie tradizioni, e
dalla vita di »ma comunità, in cui
lavoro e svago sono condivisi da tut
ti. Inoltre il programma compren
derà lo studio di un autore contemporaneo di fama intemazionale.
Quest’anno è stato scelto Sartre.
L’opera e la sua interpretazione saranno considerate nella prospettiva
della fede cristiana. Il prezzo del
corso è di Fr. sv. 9 al giorno. Le domande di iscrizione devono essere
inoltrate entro il 31 marzo.
Per maggiori informazioni rivolgersi al rappresentante nazionale
dell’Istituto, Prof. Giovanni Miegge. Via Pietro Cossa, 42, Roma, a
cui vanno anche rivolte le domande
di iscrizione.
2
^ —
L-ECX) DELLE VALLI VALDESI
PER LE NOSTRE FAMIGLIE
R a g a XI! d^oggì
Un po' di disciplina!
"Ciao, Signor Pastore!”. Mi saluta così un bimbo di cinque anni,
tutte le volte che, incontrandolo, lo
saluto anch'io con lo stesso termine.
Il suo sorriso e l’immediatezza della sua espressione mi fanno pensare che egli mi dimostri così la sua
simpatia e la sua amicizia.
Ma questa volta la cosa non finisce così. +
Sorprendo uno sguardo tra lo stupito e lo scandalizzato sul volto del
signore che cammina accanto a me:
il padre di un mio catecumeno col
quale faccio la strada che conduce
al suo villaggio.
Lo incoraggio: ’’Questi giovani...!”. /Non sa se scherzo o se lo
voglio prendere in giro; ma poi si
apre.
”Eh già, ai nostri tempi, nessuno avrebbe osato dire ’’ciao” al Pastore, ed il Pastore non l’avrebbe
mai permesso”.
”Ma molte cose sono cambiate da
allora...”.
’’Già voi giovani (mi scusi Signor
Pastore) avete delle idee straordinarie. Oh, non solo i Pastori; anche a scuola se ne vedono delle belle. Più niente disciplina, i ragazzi
formo tutto quello che vogliono,
vanno a scuola per divertirsi! ».
”Ma non credo che si divertano
sempre, neppure oggi, anzi i programmi sono assai pesanti, pare più
di quanto non fossero ai nostri tempi”.
’’Non fa niente. Oggi non c’è più
disciplina,. Ecco quel che Le dico.
Per fortuna che a casa mia le cose
non vanno così! I mìei figli sanno
che cosa è la disciplina, glielo assicuro. C’è qualcuno che dice che
li tengo troppo duro; ma non me
ne importa. Devono venir su, come
sono venuto su io!”.
Mentre mi parla penso al figlio
che è fra i miei catecumeni: un ragazzo che sul principio mi ha creato parecchie preoccupazioni a causa
della sua vivacità e della sua marcata indisciplina e mi ha anche dato un po’ di filo da torcere. Oggi
è uno dei più affezionati e dei più
volenterosi. E’ cambiato quasi improvvisamente da quando, avendo
io compreso di trovarmi di fronte
ad un ragazzo che non poteva espandere e manifestare in modo
normale tutta la sua carica di vivacità e di vitalità a causa della ’’disciplina” paterna, gli ho dato un
po’ di ’’corda lunga”, come si dice, e gli ho lasciato passare qualche
irrequietezza ed ho cercato il modo
di permettergli di manifestare, entro limiti ragionevoli, la sua vivacità e vitalità compresse a casa. Di
tanto in tanto gliene scappa ancora
qualcuna ed è certo rimasto un ragazzo molto vivace; ma una occhiata normalmente mi basta per fargli
comprendere che il limite sta pet
essere raggiunto e, soprattutto, ha
accettato lui stesso la disciplina moderata e necessaria e non cerca dì
approfittare del fatto che non lo
sorveglio più strettamente e per tutto il tempo.
Intanto il padre continua: ’’Certo, e che questo sia il metodo buono ne sono sicuro. Ne ho anche le
prove”.
’’Sicuro?”
’’Sicurissimo!”
”Io lo sarei un po’ meno”.
Il passo regolare e cadenzato del
montanaro si ferma di botto. Mi
guarda fisso e mi chiede: ’’Qualche
cosa che non va al catechismo? Od
alla Scuola Domenicale? Me lo dica
pure, subito, senza fare dei complimenti, perchè se ha combinato uno
dei suoi soliti guai, questa sera si
sentirà le sue. Glielo garantisco.
Non vorrei per nulla al mondo che
Lei aves.se altre preoccupazioni oltre a quelle che ha, a causa di mio
figlio. E se ne ha avute. Le garantisco che non ne avrà più!”
Lo tranquillizzo: ”No. Non si tratta di suo figlio, ma della sua affermazione di prima. Lei crede che sia
necessaria una disciplina ”a bacchetta” e che i nostri sistemi odierni siano meno buoni dei vecchi”.
”Ad essere sinceri è proprio così.
D’altra parte Lei ne vede i risultati.
I bam.bini di oggi .sono impossibili
ed indisciplinati al massimo. Lo sa
anche Lei, come sa pure che una
volta, ancora ai suoi tempi ” i ragazzi filavano a dovere. Non crede?”
’’Senza dubbio, ma non sono tanto sicuro che la colpa sia dei nuovi
metodi di educare i ragazzi che, tra
l’altro, non sono ancora molto diffusi e che quindi non possono essere i responsabili di tutta questa
deprecata indisciplina”.
’’Per me è chiaro. Poi lo dicono
tutti ed ho sentito molte lamentele
sui nuovi metodi della maestra a
scuola”.
Il discorso sembra cadere lì. Chiedo notizie del suo lavoro e delle sue
attività sindacali. Di parola in parola e di frase in frase il discorso
avanza. Parliamo di vecchie e nuove condizioni di lavoro, contratti e
rivendicazioni operaie, speranze per
il futuro e miglioramenti che sarebbero necessari: tutti problemi di cui
si interessa direttamente ed- attivamente e veniamo a discorrere del
vecchio tipo di padrone dittatoriale contro il quale non c’era difesa
possibile.
’’Allora sì, che gli operai dovevano filare!”
’’Certo che una volta si filava!”,
mi risponde sorridendo, ”ma per
fortuna le cose cominciano a cambiare, anche se una gran strada rimane ancora da percorrere”.
Ma mentre comincia a ricordare
figure dittatoriali o paternalistiche
di imprenditori del passato, il Pastore si ferma di botto e, questa volta lui, lo guarda con una certa sorpresa.
”Ma se un momento fa, mi ha
detto esattamente il contrario”.
”Io? Impossibile! Lei non mi ha
capito!”
’’Perfettamente, invece. Mi riferisco a quel che mi diceva a proposito di suo figlio”.
”Ma questo non c’entra! I bambini sono bambini e gli operai non
lo sono più! Non si può fare il pa
ragone
”Si può perfettamente fare invece •
’’No, perchè i bambini non sanno
fare da soli e vanno comandati, per
il loro bene, s’intende”.
’’Esattamente quel che dicevano
i padroni di vecchio stampo che nè
io nè Lei approviamo. Non sanno
fare da soli! Ma per gli operai delle
fabbriche in cogestione e delle cooperative di produzione questo non
sembra più vero. Hanno imparato
a fare da soli, anche nelle cose delicate della direzione; perchè i nostri ragazzi non potrebbero imparare a fare da soli? Piano piano, sotto
la nostra direzione, s’intende; ma
fare loro, tentare senza troppi rischi ed allenarsi alla grande avventura ed alla grande responsabilità
della loro libertà e responsabUitu
nella vita”.
Ci siamo lasciati con l’intesa che
ci avrebbe pensato su. Credo che
l’abbia effettivamente fatto.
E credo che ne valga la pena!
Educare non è sinonimo di far obbedire, cioè di abituare i nostri ragazzi a non usare di quella libertà
e di quella responsabilità che dovranno accettare da grandi; un tale
metodo non preparerebbe nè dei
cristiani nè dei cittadini, ma dei
conformasti e degli schiavi, pronti
ad accettare qualsiasi totalitarismo
religioso o politico che sappia imporsi e ’’far filare”.
Educare significa condurre i barn
bini fuori dalla loro condizione di
minorenni fino a farne dei maggio
renni e dei responsabili. Non si trai
ta quindi tanto di comandare quan
to di insegnare a far uso della libertà nella scelta delle loro azioni e
delle loro decisioni di cui saranno
evidentemente responsabili. Occorre che, nel campo della propria esperienza infantile, del loro mondo
così diverso dal nostro essi abbiano
riconosciuti i loro diritti perchè
possano riconoscervi anche i doveri.
Bisogna che nei limiti della loro
età e del loro sviluppo intellettuale
e morale essi possano esprimere la
loro personalità, i loro gusti, le loro inclinazioni. E’ anche il modo
più efficace per gli educatori di riconoscere pregi e difetti che si manifesteranno più ¡Uberamente e incoraggiare i prinjri e aiutare a vincere i secondi.
In altre parole bisogna che i nostri bambini, sul piano della loro
vita infantile possano sfogare la loro vitalità e fare della loro infanzia una scuola per la vita che sta
loro dinnanzi ed una preparazione
concreta a diventare quegli adulti
che sognano di essere.
Ed in realtà tutto ciò è molto meno in contrasto con quanto è stato
fatto nei nostri riguardi perchè le
autorità dei grandi è diventata per
molti un mito che non ha delle basi
reali, ma è un ”lo dicono tutti” od
una frase fatta come la bontà di un
certo dentifricio o la durata di un
certo tipo di tessuto.
Franco Davite
COLLOQUIO
Ancora sul padrinalo
« ...non sorto sposata, ma ho ben
cinque figliocci. Dopo aver letto sull’Eco l’articolo riguardante i padrini, mi son chiesta se non ho considerato UH po’ troppo alla leggera
il mio compito di madrina. Infatti,
pur essendo in condizioni finanziarie abbastanza buone, non potrei in
alcun modo sopportare l’aggravio
materiale che mi verrebbe dal fatto
di dover un giorno pensare al mantenimento o anche solo all’educazione di questi cinque figlioli ai quali,
pure, voglio tanto bene, ma che non
hanno con me alcun legame di sangue. Forse alcune nipoti, figlie di
un mio fratello, potrebbero accampare gli stessi diritti nei miei riguardi, non le pare? ».
Una... zia di tutti
Non credo sia un obbligo accettare tutti i padrinati che ci vengono
offerti. Più abbiamo figliocci, meno
possiamo prendere sul serio il nostro compito. I genitori sapranno
certamente capire un rifiuto comprensibile, e ci saranno anzi grati
per la nostra sincerità e lealtà.
In quanto ai parenti (nipoti, cugini ecc.) non penso debbano forza
tamente avere la precedenza sui figliocci. L’atto con il quale ci siamo
impegnati nei riguardi di un bimbo
il giorno del suo battesimo ci ha legati a lui, e quel legame è certametite altrettanto, se non più forte, di
quello del sangue.
★
« ...i genitori non vedrebbero di
buon occhio una nostra ingerenza
per quanto riguarda l’educazione
dei figli. Se, in tema di educazione,
c alle volte difficile andar d’accordo fra padre e madre, figuriamoci
se dovessero ancora interporsi il padrino e la madrina! Credo non ci
sia richiesto nulla di più di una semplice relazione di convenienza tradizionale. D’altronde, quanti sono
i figliocci che si ricordano dei padrini per chiedere un consiglio, un
suggerimento, e non solo perchè...
si facciano vivi al momento opportuno? ». X.
F.satto, questo scettico lealismo.
Ma non è api»unto perchè vengano
cambiati i tradizionali punti di vista che abbiamo sollevato il problema? a. t.
ESSERE CONTADINI
Chi non conosce la canzoncina
dal lieto ritornello: «... O campagnuola bella, tu sei la reginella... »
con quel che segue?
Si, sono belle, le nostre contadine, quando nel fiore dei loro venti
anni, sane nel corpo e nella mente,
portano con disinvoltura pesi non
lievi o con gesto sicuro ed abile guidano le bestie su per la scarpata.
All’ora vespertina del pascolo, o di
buon mattino, quando giù nella valle la nebbia stenta a diradarsi, la
loro voce rieccheggia fresca ed argentina per le gole ed i pianori in
un lieto succedersi di melodie, timida espressione del canto del loro
cuore...
E poi?
E poi viene il matrimonio, e con
esso l’ardua fatica di una casa di
campagna da governare, di figlioli
da allevare, di vecchi da assistere.
Tutto questo, talvolta, in condizioni economiche assai precarie.
Allora, insensibilmente, con lento
processo disgregatore, la volontà si
afiloscia, si spengono le energie. Sono sorti i primi dissapori familiari,
la salute si è ad un tratto rivelata
malferma, il lavoro non finisce mai,
non è mai possibile evadere, dimenticare, allontanarsi per alcuni giorni, benedetta assenza che permette
rebbe di tornare con le forze rinnovate...
E così si tira avanti alla meno
peggio, senza ambizioni e senza soddisfazioni, con crescente disamore
per la casa e per la terra, in attesa
del giorno in cui si potranno definitivamente serrare le porte...
Facciamo ii punto
Lungi da noi l’intenzione di dissuadere chicchessia dal migliorare
la propria situazione, per poco che
ne veda la possibilità. Chiediamoci
tuttavia: essere contadini, è proprio
l’ultimo dei mestieri? O questa amara constatazione non è forse dovuta ad un periodo di scoraggiamento, ben noto non solo agli agricoltori ma a tutti coloro che hanno una
responsabilità di lavoro?
i\on si può certamente ignorare
lo sforzo fisico intenso che è richiesto a chi deve lavorare una terra
che è spesso ingrata, esposta ai rischi flelle intemperie che non di rado compromettono la fatica di un
anno intero; a chi è, oggi ancora,
costretto il più delle volte a sbrogliarsela da solo, in condizioni tutt’altro che agevoli. E se lo spopolamento delle nostre montagne è
ormai un fatto acquisito, seppure
desolante, non è forse errato preve
dere che in un domani più o meno
lontano anche le nostre colline verranno abbandonate se nulla sarà stato fatto ]>er trattenervi gli abitanti.
Il lavoro dell’agricoltore si avvantaggerebbe molto di certi progressi
tecnici che tardano ad essere realizzati (costruzione di strade, impianti di acquedotti che portino la
acqua fin nelle case e liberino le
massaie dalla pesante incombenza
dei secchi pieni da trasportare, istituzione di cooperative, organizzazione dell’artigianato, mutue ecc.).
In iiiTepoca come la nostra di evoluzione assai rapida, a rendere più
arduo il mestiere di agricoltore è
proprio la mancanza di metodi razionali ai quali il contadino è non
di rado il primo a non volere (o a
non potere) aderire.
Aspetti positivi
Non sono di minima importanza,
e sarebbe sommamente rincrescevole che difficoltà d’ordine tecnico ce
li facessero perdere di vista.
Nella pacata serenità agreste, per
esempio, è certamente più facile serbare il seilso della famiglia. La compartecipazione dei coniugi ad una
stessa attività crea una comunità di
interessi che li spinge ad una stretta collaborazione. In campagna.
l’uomo non porta da solo il peso
del suo lavoro e la donna quello
della casa. Tutto è intimamente legato, tutto è pensato e calcolato insieme. D’altra parte, per poco che
marito e moglie sappiano essere
d’accordo sulla ripartizione del tempo che la donna deve spendere nei
lavori di campagna ed in quelli casalinghi, i figliuoli possono ancora
usufruire delle cure materne, cosa
non più possibile in certi altri ambienti. Appena grandicelli, quando
non vanno a scuola, vivono con i
loro genitori quella sana vita dei
campi, a tutto vantaggio della loro
salute fisica e fors’anche morale...
Accettare, non subire
Ogni condizione sociale, per evo- '
luta che sia, presenta un lato meno
bello, e può essere fonte di problemi angosciosi. Dio pone ognuno di
noi in un quadro di vita. Se ci ribelliamo contro la parte che ci è
stata assegnata, o se ci rassegnarne
passivamente, questa nostra vita diventa un inferno. Tra subire ed accettare v’è un abisso. La rassegnazione passiva genera amarezza, apatia, grigiore di volontà. L’accettare implica invece il nostro intimo
consenso, ci spinge a chiamare a raccolta le nostre energie migliori, in
(continua in 4* pagina)
3
Una seduta straordinaria
L’ECO DILLI VALU VALDESI
— s
(L autore suppone un’assemblea
generale di Satana ed i suoi servitori al principio delPinvemo. La
presidenza è tenuta da Satana stes
so).
Satana. — Amici! All’ordine del
giorno, la discussione sulle riunioni
di preghiera. Voi sapete, fin troppo, di cosa si tratta!
Spiriti maligni. — Sì, si!
Satana. — Il tempo fogge! La
chiesa cristiana sta per rientrare nel
periodo della sua più grande attività. Fino ad ora, è vero, non abbiamo avuto da soffrire molto per
le sue iniziative; ma noi lo dobbiamo, ricordatelo, alla continua
vigilanza che abbiamo spiegata contro queste riunioni di preghiera;
non c’è nulla ch’io detesti più di
queste riunioni di preghiera.
Sammael. —- Condivido pienamente il parere del nostro presidente: Morte alle riunioni di preghiera! Ma per bene compiere l’opera
nostra, bisogna che ognuno di noi
faccia il suo dovere. Io m’incarico,
per quel che mi concerne, di diminuire il numero delle presenze alle
riunioni.
Uno spirito. — Chè? non abbiamo noi raggiunto tutto quello che
era j)ossibile sperare?
Sanunael. — Niente affatto! Sono
riuscito ad ottenere che in media
12 membri su 15 restino a casa loro; bisogna ridurre questo numero
a! punto da spingere i comitati
a so])primere le riunioni di pregi nera.
spiriti. — Bravo! Benissimo!
Appoggiato!
Una voce. — Come farai tu?
Sammael. ~ E’ semplicissimo:
suggerirò agli uni che il luogo di
riunione è i^iù lontano di quanto
supponessero; che il tempo è poco
favorevole: che la riunione stessa è
. di poca importanza. Mi sforzerò di
farla dimenticare.
Spirito di pigrizia. — Bravo! salii là per aiutarti.
Spirito del dubbio. — Farò pensare a qualcuno: « A che prò? »
Spirito di disordine. '— Io farò
sì che nelle famiglie i pasti siano
ritardati; che sorgano diflScoltà al!’ultimo momento e che, stanchi di
questi contrattempi, ciascuno resti
in casa col pretesto che si può servire lo stesso la volontà di Dio.
Sammael. — Sarà facilitarmi il
compito! Amici miei, conto su di
voi. Inoltre veglierò su colui che
presiede (movimento d’attenzione).
Sì, ho notato che se tenevo il presidente, tenevo tutta la riunione.
Satana. — E’ evidente, continua.
Sammael. — Prenderò tutte le
misure affinchè chi presiede prenda
il .suo pasto in fretta; ch’egli non
abbia un solo minuto per scegliere
i suoi testi biblici, i suoi cantici, i
suoi soggetti d’intercessione e soprattutto per cercare nel segreto le
forze COSI temibili dello Spirito San
to. Riempirò il suo animo di preoccupazioni diverse.
Spirito di disordine. — Io lascerei un poco di polvere sui banchi
e sui cantici; secondo le circostanze
farò che ci siano delle correnti d’aria, o sopprimerò la ventilazione...
Satana. — Benissimo! continua.
Spirito di disordine. —- Prenderò
tutte le precauzioni affinchè chi presiede stia lontano dall’a.«semblea, il
piu possibile, e che gl’intervenuti
siano lontani gli uni dagli altri, come se avessero la peste. (Ilarità generale).
Sammael. — Questi particolari
hanno la loro importanza, ma io
conto, per parte mia, di vegliare ai
nostri interessi in un ordine più elevato. Ci tengo assolutamente a che
essi si riuniscano senza alcun spirito di preghiera, senza gioia, senza fervore, senza carità...
Spirito del dubbio. — E soprattutto senza fede.
Sammael. — Darò agli uni la falsa vergogna, affinchè si tacciano...
Satana. — Non tutti, spero. Ci
tengo molto alle preghiere di alcuni; esse mi servono ad addormen
tare gli altri.
■ Sammael (un poco offeso). — Io
pensavo a quelli le cui preghiere
.sono in benedizione; bisogna assolutamente eh’essi abbiano la bocca
chiusa; chiusa al pimto da non pregare mai; da non suggerire mai un
cantico, da non citare mai im versetto, nè un argomentodi preghiera.
Gli spiriti. — Benissimo, benissimo! Questo basta; noi trionferemo!
(La seduta stava per essere tolta
quando un nuovo spirito sorse dall’abisso).
Nuovo spirito. — Trionfare? ! non
ancora. Ho appreso or ora una inquietante notizia : alcuni cristiani,
risoluti a vincerci, pregano già affinchè le riunioni d’inverno siano
benedette. Sono delle persone che
credono fermamente alle promesse
di Dio e che sono determinate a perseverare fino a che la nostra potenza sia scossa. (Movimento d’inquietudine).
Sammael. — Sono così pochi!
Spirito del dubbio. — Ma essi
credono, essi credono...
Satana. —- Essi credono, dite voi?
Ah! cari amici, voi mi scoraggiate!
Se essi credono, la resistenza è inutile; ve lo dico in nome della mia
vecchia esperienza: noi non possiamo nulla contro la loro fede...!
La nature est menacée
NOTIZIE DAL VASTO MONDO
— In Francia, gli ultimi cinque preti operai hanno lasciato il loro lavoro
per ordine della Santa Sede. Rimangono nelle officine alcuni religiosi non
sacerdoti e una trentina di preti operai i quali hanno rifiutato di sottomettersi alle decisioni del magistero romano. Mons. Montini, arcivescovo di
Milano, si è opposto recentemente alla creazione di squadre di preti operai
nell’Italia Settentrionale.
— Il Consiglio ecclesiastico dell’Unione della Vecchia Prussia constata
che i rapporti tra Chiesa e Stato nella
zona orientale della Germania sono
sempre più tesi. Nè il vescovo protestante Dibelius, nè il segretario generale del Kirchentag sono riusciti ad
ottenere il permesso di recarsi, in una
località della zona sovietica. La domanda di revisione delle pene inflitte
ai pastori Bobe e Braasch non ha avuto esito alcuno; anzi, due o tre altri
pastori sono stati condannati alla prigione.
— L’India conta attualmente 8 milioni 116.000 cristiani; di essi 3.670.000
appartengono alla Chiesa Romana,
gli altri alle Chiese Protestanti. I missionari europei sono 4.800 e lavorano
in 68 Società missionarie con più di
4.900 collaboratori indigeni. Vi sono
pure 666 ospedali cristiani, 49 lebbrosari, 43 collegi, 37 scuole di teologia
e 2.100 istituzioni cristiane. La Bibbia è tradotta in 102 lingue sulle 145
che sono in uso nell’India e nel Pakistan.
— In Colombia, una nuova ordi
nanza delle autorità governative ingiunge ai governatori ed ai sindaci
l’ordine di « punire in modo esemplare » ogni non cattolico che mancasse
di rispetto verso il cattolicesimo romano.
L’ordinanza è deH’ll ottobre 1955;
il 7 ottobre la gerarchia cattolica dichiarava in una lettera pastorale : « La
causa vera della terribde crisi morale
di cui soffre il popolo colombiano risiede soltanto ed esclusivamente nel
suo allontanamento da Dio. Si è separato da Lui, dai suoi comandamenti,
dal suo evangelo, dai suoi sacramenti, dalla sua grazia e dal suo amore;
non ha prestato attenzione alla voce
dei suoi pastori nè al pianto materno
della Chiesa e perciò ora soffre tali
calamità pubbliche e private».
/ vescovi stigmatizzano i tre grandi
mali che affliggono la Colombia:
”L’alcoolismo, l’omicidio e il furto, i
quali peccati, come il cancro fatale,
rovinano la vita del nostro popolo ».
E di tutto ciò, c’è da sperare, non è
causa la piccola minoranza protestante perseguitata.
Per la prima volta, dopo la Riforma, i vescovi cattolici dei paesi nordici « hanno avuto una conferenza generale. In quell’occasione haimo fatto
sapere che ci sono attualmente in
Scandinavia 52.000 cattolici, dei quali tre quarti sono d’origine straniera.
In Svezia ci sono 18.000 cattolici, in
Danimarca ve ne sono 27.000, in Norvegia 5.000 e in Finlandia 2.000
Dal Bollettino della Unione Internazionale per la Protezione della
Natura (U.I.P.N.) spigoliamo alcune notizie non prive d’interesse.
L'uomo contro la natura
D’après le professeur M. Fontaine, le plancton des rivières sortant
des centres atomiques américains est
dix mille fois plus radioactif qu’à
l’état normal — certains animaux
emmagasinent aussi cent fois plus de
radioactivité que l’eau dans laquelle
ils vivent. Deux espèces de poissons
ont déjà disparu du lac de White
Oak situé dans les environs de Oak
Ridge, d’autres connaissent des mutations tératologiques. Enfin le dépôt dans le fond des océans des résidus de piles atomiques, dont certains gardent leur propriété durant
des milliers d’années, pose des problèmes nouveaux et angoissants pour
l'humanité.
C’est d’ailleurs à la suite de la
communication faite par le professeur Fontaine que la 43*= Conférence du Conseil International pour
l’Exploration de la Mer, réunie a
Copenhague en octobre dernier,
prit une résolution recommandant
de manière urgente que ce sujet
fasse l’objet d’une étude internationale et que des spécialistes de la
jdiysique, chimie, biologie et géologie .‘ious-mariiie participent à toute commission chargée de disposer
des résidus atomiqties.
Il progresso contro la natura
Il perfezionamento delle armi di
cui dispongono oggi i pescatori per
la pesca (o caccia) subacquea preoccupa i competenti. Scrive U succitato Bollettino:
Un article du Sunday Times de
I.ondres prétend que les braconniers
de Floride, qui emploient des lumières sous-marines et des fusils
harpons, peuvent prendre près de
500 Kg. de poisson en une nuit. Les
jioissons de roche qui échappent au
filet et au hameçon sont impuissants devant ce nouveau mode de
jioursuite. Les eaux des côtes, de
la Méditerrannée sont également ra^ âgées par la pratique de ce sport
à la mode qui lai.sse souvent deux
victimes blessées pour chaque capture.
Comme le dit le Sunday Times,
la fin du siècle dernier a vu l’homme exterminer de nombreuses esj)èces d’oiseaux; serait-ce le tour
des poissons?
Zone aride
Le Comité Consultatif de l’Unesco
poursuit l’étude des meillemres méthodes, et des plus rationnelles de la
mise en valeur des zones arides. La
pluspart des auteurs attribuent la
dégradation des terres arides à des
facteurs humains, dont, en premier
lieu, le surpâturage et le déboisejnent; bien des pays de civilisation
ancienne en sont des exemples frappants. Il est évident que la recherche de nouvelles terres cultivables
pose à l’humanité des problèmes aigus et constants. A titre documentaire citons le texte qui figure à l’exposition du Muséum National d’Histoire Naturelle à Paris.
Pour qu’en 1960 tous les hommes mangent à leur faim, il faudrait, d’après l’Organisation Mondiale pour l’Agriculture et l’Alimentation que la production mondiale augmente de 21% pour les
céréales; 27% pour les tubercules;
12% pour le sucre; 34% pour les
graisses et l’huile; 80% pour les légumes secs; 103% pour les légumes
verts; 46% pour la viande; 100%
pour le lait, ce qui reviendrait à
doubler cette production soit en élevant les rendements des cultiures,
soit en étendants les surfaces cultivées.
Or les superficies de sols cultivables sont limitées... A elles seules
les zones arides occupent actuellement près du tiers des terres émergées, soit: 43% du continent australien; 36% du continent africain;
29% du continent asiatique; 14% du
continent américain; 1,25% du continent européen.
Beaucoup ont été èt pourraient
encore être mises en valeur, mais
particulièrement instables et mal
traitées par l’Homme, elles ne cessent de s’accroître entraînant avec
elles le désert.
S. P. E. S.
Domenica 29 gennaio alle ore 15,30
ìiella Sala dell’U. G. V. di Pinerolo
avrà luogo l’Assemblea annuale della S.P.E.S. (Società Piemontese Erangelici Sportivi).
Nel corso dell’Assemblea saranno
premiati i migliori classificati nelle
gare del Convegno di Primavera.
PERSONALIA
Il 13 corrente si è imbarcato per
gli Stati Uniti, il Moderatore della
Chiesa Valdese pastore Achille Deodato, per una missione che lo terrà
impegnato durante alcuni mesi; lo
accompagnano le preghiere della
Chiesa.
* * *
Al prof. A. Donini docente di matematica e fisica nel nostro LiceoGinnasio che ha superato con esito
lusinghiero gli esami di abilitazione
all’insegnamento di matematica e fisica nei Licei, giungano le nostre vive felicitazioni.
BREVE SOMMARIO DI STORIA VALDESE
11
Correva l’anno scorso il quar___ to centenario della costruzione dei primi templi valdesi: dopo le
celebrazioni che se ne sono fatte,
non sarà necessario spendere molte
parole f>er ricordare gli avvenimenti.
Nell’estate e nell’autunno del 1555
sorgevano nella Val Pellice i quattro
primi templi Valdesi, costruzioni
molto semplici e rustiche, costruite
da quattro mura e da un tetto di paglia, senza pavimento, e col pulpito
sul lato destro di chi entrava, come
era d’uso nelle chiese riformate che
da luoghi di culto cattolici diventavano protestanti: lo scopo era semplicemente quello di mettere i fedeli
al riparo dalle intemperie e di trovarsi più raccolti. -E’ vero che in alcune parrocchie i Valdesi avrebbero
potuto occupare la chiesa cattolica,
dato che di cattolici non ve n’era più
alcuno: ma essi preferivano costruirsi un luogo di culto nuovo ed indipendente, e che fosse di proprietà
della comunità valdese.
Sorsero così in Angrogna due templi; il primo di essi, quello di S. Lorenzo, è anche il più antico tempio
protestante d’Italia e sorse in quello che è il centro naturale della parrocchia, il secondo, quello del Serre,
fu costruito per le popolazioni di
Pradeltorno e della parte più alta di
1 primi templi e i primi martiri
Angrogna. Sempre in territorio di
Angrogna, ma ai suoi estremi limiti
con S. Giovanni e destinato ai Valdesi di questa regione, .sorgeva pure
i! Ciabas, così importante nella successiva storia valdese. E come quei
di S. Giovanni costruivano il loro
tempio addirittura fuori del Comune, che forse non glie lo aveva permesso in loco, cosi quei di Torre,
Valdesi nella zona di campagna, costruivano il loro tempio ai Coppieri,
un po’ lontano dal borgo che era in
buona parte cattolico.
Seguirono nell’anno dopo altri
templi, tra cui quello di Frali, come
si legge ancora su una delle pietre
del muro, e in pochi anni tutti quelli delle varie parrocchie, le quali intanto si andavano anche ecclesiastit:amente organizzando.
Se la costruzione dei templi era il
segno visibile ed esteriore di una comunità vivente ed organizzata, era
nello stesso tempo una sfida all’ambiente circostante: non si deve infatti dimenticare che la Chiesa Cattolica si stava riorganizzando dai colpi
della Riforma e che il Concilio di
Trento andava proprio in quegli anni precisandone i dogmi e la disciplina. Era perciò da prevedere che
la professione aperta della dissidenza religiosa avrebbe portato con sè
anche la repressione violenta del
braccio secolare: nè oseremmo per
questo tacciare di imprudenza quei
semplici e rudi contadini valdesi che
si esponevano chiaramente alle ire
del sovrano e della Chiesa congitmte, ma dobbiamo ammirarne la fede
robusta, come poi si dimostrò nelle
lotte e sui roghi.
Segni premonitori della prima
guerra religiosa in Piemonte, furono
i processi e i roghi del 1556 e 1558,
con le prime vittime, o meglio martiri, perchè la libertà religiosa è un
ideale così alto e nobile che chi cade
per essa può ben essere chiamato
col nome di martire.
Parleremo di un colportore e di
un pastore.
Bartolomeo Hector era originario
di Poitiers, e una volta convertito al
Protestantesimo, si diede al colportaggio dei libri religiosi. Durante
uno dei suoi giri nelle Valli, nella
primavera del 1556, egli fu arrestato
presso Riclaretto, dai signori del luogo, i conti Truchietti, divenuti poi
famosi per la loro intransigenza.
Condotto a Pinerolo poi a Torino,
Hector fu sottoposto a svariate interrogatori, tra cui quello dell’inquisitore Giacomelli: l’accusa era di
aver predicato e parlato contro la
Chiesa ed i suoi dogmi. Egli non rinnegò la sua fede nè ritrattò alcuna
cosa di quanto aveva detto: e perciò
come eretico impenitente fu condannato ad essere arso sul rogo, con il
favore di essere prima strozzato per
non soffrire le fiamme. Bisogna ricordare a tale proposito che l’Inquisizione, nel passare i colpevoli al
braccio secolare per la punizione, ha
sempre avuto la delicatezza di raccomandare che non fosse sparso del
.sangue, ed è perciò che gli eretici
venivano impiccati o bruciati, o l’uno e l’altro assieme. Bartolomeo
Hector affrontava serenamente la
jnorte in Piazza Castello a Torino il
20 giugno 1556.
Due anni dopo, su quella stessa
piazza, una folla muta e commossa
assisteva al martirio di Gioffredo Varaglia. Era questi figlio di im antico
persecutore dei Valdesi, e già frate
cappuccino noto per la sua eloquenza in Italia: riparato nel 1557 a Ginevra, nello stesso anno fu rimandato alla parrocchia di S. Giovanni,
poiché al tempio del Ciabas accorrevano molti fedeli dalla pianura, e
bisognava loro predicare in italiano,
(..osi le volte del piccolo tempio risuonarono della sua fedele parola e
la sua fama si sparse rapidamente.
Nell’autunno, invitato ad un pubblico contradditorio a Dronero, vi si
recò; ma durante il ritorno, fu arrestato a Barge e tradotto a Torino. Le
|)ressioni per indurlo all’abiura furono vane, e su di lui si rinchiuse la
(lesante j)orta della prigione: le lettere che egli vi scrisse, conservateci
da Scipione Lentolo, sono una commovente testimonianza della sua fede.
Poi anch’egli dovette affrontare la
morte con l’impiccagione e il rogo;
ma la fermezza e la serenità del volto, la convinzione con cui egli parlò
alla gente per pochi minuti e la sua
confessione di fede commossero fino
alle lagrime coloro che affollavano
Piazza Castello per assistere al supplizio di un eretico. Era il 29 marzo
1558. Augusto Armand Hugon
4
4 —
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
RECENSIONI
Roland de Pure: Job ou Vhomme révolté
— Ediz. Labor et Fides - Genève —
Rivolgersi Claudiana • Torre Fellice.
Piccolo volume di una sessantina di pagine, in cui l’autore, già ben noto per
altre sue pubblicazioni, ha condensato molti pensieri veramente buoni ed utilissimi,
ed una sana comprensione del libro di
Giobbe.
jNon si tratta di un commentario vero
e proprio; l’autore non segue il testo passo dopo passo e non affronta alcuna difficoltà filologica o esegetica. Ma ci offre
Tessenziale per una buona lettura del libro di Giobbe, spesso incompreso dai P-ù,
anche perchè esso rimane uno dei libri
più straordinari e più drammatici di tutta
la Bibbia.
Roland de Pury ha il dono della chiarezza e della sintesi; desta la curiosità dei
lettori, li prende fin daU’inizìo e li guida
con sav-ezza lungo il corso di un’esperien.
za, come quella di Giobbe, alla quale ci
si avvicina sempre con la certezza che in
essa Dio è presente e ci parla.
Jean Calvin: L’Institution Chrétienne —
Editions Labor et Fides - Genève.
E’ il libro secondo della grande opera
del Riformatore ginevrino, pubblicata integralmente e con grande distinzione dalla
casa editrice Labor et Fides.
Abbiamo g,à parlato altre volte di questa nuova edizione intrapresa sotto gli
auspici deUa « Société Calviniste de France », al momento della pubblicaz.one del
primo volume. Confermiamo quanto già
è stato detto, sottolineando però la cm'u
e la presentazione del volume, in una
veste veramente nitida, elegante, ordinata,
che ne stimola la lettura o la consultaz.one. 11 secondo volume è in gran parte
dedicato al peccato dell’uomo, alla funzione della legge morale, all’opera mediatrice di Cristo.
Charles Ceilerier: La gioire de Dieu —
Editions Labor et Fides - Genève — Alla Claud-ana - Torre Pellice.
11 Pastore ginevrino, Ch. Cellérier, ha
raccolto in questo volume di più di 300
pagine una bella serie di brevissime meditazioni su brani della Parola di Dio,
riuniti sotto titoli diversi. Le meditazioni
sono semplici, aderenti al testo ed alla
realtà della vita quotidiana, arricchite dalla preziosa esperienza di un lungo ministero pastorale.
La prima meditazione offre il titolo a
tutto il volume: « Faites tout pour la
gloire de Dieu». E com'ncia: «D’autres
voix nous ont dit: Faites tout pour votre
bonheur, votre sécurité, votre succès... En
écoutant non plus les ” autres voix ” si
justes qu’elles puissent nous paraître, ma-s
sérieusement la voix de Dieu, nous nous
apercevons qu’elle nous oriente très différemment ».
Per la nostra campagna biblica, per il
culto di famiglia o individuale, questo libro è un ottimo strumento di lavoro. Ogni
meditazione è preceduta dall’indicazione
dei passi biblici da leggere. Ci si lamenta,
talvolta, della mancanza di libri adatti allo
sviluppo della pietà cristiana: questo è un
buon libro e chi sa leggere il francese farà
bene* a procurarselo.
Miracles et apparitions Cahiers « Le vent
souffle » — B. P. 62 —- Paris (12«) —
prezzo fr. fr. 250.
E’ il numero quarto della serie « Le
vent souffle » ed è in buona parte dedicato
alla esposizione ed allo studio critico dei
cosidetto miracolo della apparizione della
Vergine di Fatima, apparizione fondamentale nell’attuale esaltazione della figura di
Maria in seno al Cattolicesimo romano.
Le pagine dedicate a Fatima sono precedute da uno studio psicologico, esegetico e
dottrinale su « Satana e i demoni ». Gli
avvenimenti di Fatima sono esposti così
come sono creduti oggi, in un tempo in
cui il « prodigio solare » si è ancora rinno.
vato nei g'ardini del Vaticano (sempre secondo il pensiero cattolico). Seguono alcune osservazioni di carattere psicologico e
scientifico; poi alcnni documenti cattolici
romani sul « prodigio » di Fatima, tutt’altro che favorevoli, come quello della « Actualilé religieuse dans le monde ». (Si l’on
veut à toute force un miracle solaire, qu’on
le demande à la prière antique. Du Christ
elle a fait bien plus qu’un jongleur du
soleil: elle a fa t de Lui le vrai, le seul soleil, « Sol invictus », celui qui ne connaît
ni soir ni déclin).
La conclns'one dello studio è un richiamo alla piena sufficienza delle Sacre Scritture: « Nous vivons en un temps où, comme ce fut déjà bien souvent le cas en des
époques troublées de l’histoire, se déchaîne une « véritable épidémie » de phénomènes « mystiques », de v’sions, de révélations, de prophéties tapageuses... Plus que
jamais il appartient aux chrétiens d’être so.
bres et vigilants « solides dans la foi »
« transm se aux saints une fois pour toutes » ( Jude 3) ». e. r.
In vendita alla Claudiana
M. Searle Bates
La libertà religiosa
L. 1.500
Giorgio Peyrot
Le riunioni religiose e l’esercizio del culto
nelle norme attualmente vigenti in Italia
{Ediz. 1950).
L. 300
Giorgio FEyrot
La circolare Buffarini-Guidi e i Pentecostali
L. 100
Giorgio Peyrot
Il problema dell’insegnamento della religione nelle pubbliche scuole elementari in
relazione ai maestri ed agli, alunni evangelici.
L. 120
Consigl'o Federale delle Chiese Evangeliche
La libertà religiosa e la condizione dei
Protestanti in Italia
L. 100
Paolo Bosio
Gli obiettori di coscienza
L. 100
Paolo Bosio
I Valdesi e la Patria
L. 50
Enrico Bosio
La disciplina ecclesiastica
L. 50
Alberto Ribet
L’organizzazione ecclestiastica.
L. 5o
Ordinazioni alla Libreria Claudiana - Torre
Pellice (Torino) c.c.p. 2-17557
Corso di francese
a Pinerolo
Come abbiamo a suo tempo segnalato, a Pinerolo sono stati iniziati dei corsi di perfezionamento
della lìngua francese per gli insegnanti della Scuola elementare; titolare del corso, il prof. Ughetto, di
Pinerolo, sotto gli auspici dell’Associazione insegnanti cattolici. Il
suddetto corso è aperto a tutti gli
insegnanti, senza distinzione di credo religioso o politico. Sennonché
il corso stesso ha presto raggiunto
il numero massimo di iscrizioni consentito dalla vigente legislazione,
[ter cui si è resa necessaria .l’apertura di un corso parallelo a Torre
Pellice che ha accolto una ventina
d’iscritti. Questo corso è stato affi,
(lato al prof. L. Micol che ha già
dato inizio alle sue lezioni, in un’aula della Scuola Media Valdese di
Forre Pellice, gentilmente concessa.
Detto corso si svolge secondo le
direttive fi.ssate dalla Commissione
a .suo tempo nominata dal Provveditore agli Studi di Torino, in armonia col corso di Pinerolo, e gli
sono stati assicurati i benefici dei
corso uarallelo di Pinerolo.
noi stessi. Viviamola nella gioia della fede. Ed un giorno, sparito il pesante fardello che ci schiacciava, saremo stupiti di dover riconoscere
che in realtà siamo stati colmati di
beni. D. Bert
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dell’U. C. D. G.
Torre Pellice - Via Angrogna
Casa di riposo per
signore e signorine
anche anziane
A sistenza familiare
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lh)sÌAÌone soleggiata
Per inforDiazioDi rivol|ersi alla Uireiirice
signofioa Maria Elisa Proehet
La voce delle Comunità
Ospedale Valdese di Pomaretto
Abbiamo il piacere di comunicare che,
per venire incontro alle necessità delle popolazioni delle Valli del Chisone e della
Germanasca, è stato Istituito un servizio di
radiologia ogni giovedì alle ore 9 a partire
dal Q febbraio p. V.
La Presidenza
Rorà
Nel corso di questi ultimi mesi
abbiamo avuto la gradita visita dei
seguenti amici : prof. Gino Costabel, Archimede Bertolino, missionaria Anita Gay.
Siamo riconoscenti al prof. Costabel per il suo messaggio, al col
poltore Bertolino per le sue visite
e la sua predicazione, alla missionaria Gay per l’interesse ch’essa ha
suscitato per il campo delle missioni, specialmente per il lebbrosario
nel quale lavora. Bingraziamo pure
il nostro anziano Aldo Tourn per
la sua collaborazione sempre cosi
apprezzata da tutti. A tutti questi
fratelli e sorelle diciamo un grazie
di cuore.
Siamo dolenti di annunziare la dipartita del nostro anziano Morel Roberto, avvenuta recentemente. Il
Concistoro di Rorà perde in Roberto Morel un consigliere apprezzato
che per più di trent’ahni ha collaborato con i vari pastori succedutisi nella Chiesa di Rorà. Al funerale
era presente il Pastore Enrico Pascal e la signora nonché un largo
stuolo di amici e parenti.
Il Sindaco Morel Giacomo ed il
Pastore Pascal ricordarono la figura dell’estinto ed espressero con
messaggi e la preghiera la loro testimonianza. Esprimiamo alla vedova
Durand C. Albertina, al nipote Dario Gelso, cresciuto in casa sua, al
nostro amico e nipote dr. Roberto
Meynet nonché a tutti i parenti la
nostra profonda simpatia cristiana.
In memoria del caro scomparso s’è
aperta una simpatica sottoscrizione
intesa ad onorarne la memoria, auspice il Concistoro di Rorà. ^
Le celebrazioni natalizie sono state particolarmente seguite : degne di
nota le feste dell’albero nei tre quartieri del Centro, i'ucine e Rumè, dirette rispettivamente dalla signorina
Edda Toum, insegnante Ugolini Vittoria, insegnante Margiunti Laura.
La collaborazione delle madri è stata molto apprezzata per le varie ma
nifestazioni nei vari quartieri. Ri
cordiamo l’incontro e l’agape di fi
ne d’anno organizzata dalla gioven
tu e con l’aiuto prezioso della pre
sidente delle Madri del Centro, Mo
rei Mary, in collaborazione con la
presidente delle Madri delle Enei
ne Renecchio Ida. Un grazie di cuo
re a tutti i collaboratori e collabo
ratrici che si sono prodigati, tra cui
ricordiamo ancora per dovere di
cronaca Mourglia Roberto. Le corali
del Centro e dei Rumè sono state
molto apprezzate e meritano un vivo plauso.
Massel
I,e 25 septembre Mr. R. Debély
faisait ses adieux à la paroisse de
Massel, au terme de son ministère
quinquennal. Nous lui renouvelons
ici l’expression de notre reconnaissance pour l’oeuvre dévouée et fidèle qu’il a accomplie dans nos vallées et nous faisons nos voeux les
plus affectueux pour son futur travail en Suisse.
Les activités de paroisse, reprises
dès le début d’octobre se poursuivent régulièrement. Elles ont été
enrichies par la visite de la missionnaire M.lle A. Gay qui nous a donné, le 30 novembre une causerie,
illustrée par de belles prises de vue,
sur son travail au Gabon; et par Mr.
A. Nicod qui nous a adressé le 18
décembre un message fort apprécié.
C’est avec le plus vif plaisir que
nous avons participé aux soirées cinématographiques offertes par la
F.U.V. et surtout à celle du premier de l’an organisée par les jeunes de la paroisse.
Actes liturgiques: Le baptême a
été administré le 23 octobre à Milena Meytre du Milan et le 30 octobre à Bruno et Ugo Pons du Chabers. Que les bénédictions inyoquées
par l’Eglise reposent sur ces enfants
et les gardent.
Le 10 décembre a été béni le mariage de Eisa Giraud du Gros Passet et Arturo Ribet de St. Secondo.
Aux époux, établis à St. Secondo,
DOJtff RICEVUTI PER L'EGO DELLE VALLI
Flora Tourn 300; Gönnet Giovanni 300;
E. Pagello 400; Malan Lu'gi 100; Coiason
Augusto 300; Gay Gardiol Caterina 50; Pa.
scal Arturo 100; Lapise Nancy 300; Cairus
Lidia 100; Bertarione Bice 150; Tron Ema.
nnele 100; Pascal Augusto 100; Martina!
Luigi 150: Fant no Guido 150; Alberto
Mario Bonetti 400; Baret Guido 300; Albarin Amato 150; Vigne Giacomo 150; Alice Marauda 150; Bochat Renata 600; Couconrde Arturo 100; Costabello Dino 500;
Giorg'o Masi 1.550; Gay Elisa 250; Cardon
Ernestina 100; Long Ely 100; Pasqnet Clelia 100; Avondet Giovanni 100; Gardiol
Anna 100; Serafino Ettore 400; L. Pennington de Jongh 650; Artero Alfredo 100;
Gay Davide 300; Citernesi Paola 300; Tron
Luisa 150; Bertalot Margherita 300; Rivoira Paolina 100; Tron Laura 150; Durand
Cesarina 100; Paschetto Ugo 100; Tron Ermanno 300; Comba G. A. 900; Giorgi Giovanni 100; Castagneri Virginia 200; Fasulo Ines 150; Ferrar; Giovanni 100; J. Gouldbrandsen 150; Calvino Guido 400; Sommani Virgilio 300; Piazzani A. 1500; Geyme; Emilia 150; Garrou Giovanni 100; Per.
rou M.ildalena 300; Garrou Filiberto 150;
Monnet Alma 100; Rostagno Elena Lily
150; Tron Enrico 300; Peyronel Margherita 100; Grill Emanuele 150; Avondetto
Ferruccio 400; Meytre Oreste 100; Micol
Erne.=to 100; Berger F.Tippo 100; Masse!
Ettore 100; Bounous Caterina 100; Griglio
Stefano 300; Peyronel Albina 100; Giraud
Carlo 60; Bouchard Carlo 300; Bounous
Olga 300; Giordano Emilio 200; Jahier Alice 300; Revel Fanny 100; Rostan Nelly
300; Bouchard Giovanni 200; Ippolito Ma.
ria 200; Genre William 300; Giacone Giulio 100; Balmas Alice 300; Bertalot Luigi
150;Long Bounous Elen» 300; Long Silvio
300; Meynier Olimpia 300; Peyronel Francesco Enrico 100; Peyronel Elisa 100; Vinçon Bartolomeo 300; Lantelme Alberto 50;
Sappè Adolfo 300; Grill Giovanni 300;
Long Enrico 100; Beux Aldo 300; Balmas
Stefano 100; Costabel Giovanni 300; Bounous Costabel Eugenia 300; Campra Angela 300; Soulier Augusto 300; Coello Albertina 300; Rochon Venturi Irma 150;
Garrou Giovanni 100; Jalla Amato 100; Ce.
cilia Besozzi 150; Malan Rubina 100; Gior.
dano Long Lina 300; Calogero e Giuseppe
Selvaggio 400; Lino de Nicola 150; Revelli
Antonio 150; Julié Davit 200; Bassetto Mario 400; Bidinotto Mario 50; Viti Bruna
150; Letizia Tancredi 150; Sappè Irma 100;
Bartoletti Cornelio 150; Emilio Rostagno
300; Beux Clemente 300; Frangoli Marghe.
rila 100; Pagliano Bellion Matilde 200;
Costabel Aldo 150; Crespi Felice 150; Gar.
rou Emilio 300.
Direzione e Redazione
Prof. Gino Coslabel
Via G. Malan — Luserna S. Giovanni
Pubblicazione autorizzata dal Tribunale di Pinerolo con decreto del 19gennaio 1955.
Tipografia Subalpina S. t. A.
Torre Pellice (Torino)
nous adressons nos voeux fraternels.
Le 18 novembre est décédée à Ferrerò Maria Meytre née Pons, de Salse; que le Seigneur accorde sa consolation à ceux que son départ a
plongés dans . le deuil.
ESSERE CONTADINI
{segue dalla 2“ pagina)
una lotta che avrà certo dell’eroico,
ma che non potrà non portare i suoi
frutti benefici.
Forse, la condizione materiale e
sociale che non siamo riusciti a migliorare, la miglioreranno i nostri
figlioli, e ci saranno grati se potranno riandare il tempo della loro
infanzia come un periodo di coraggiosa e serena preparazione.
In attesa, viviamo la nostra condizione come se l’avessimo scelta
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