1
5RE 199g:
^ântinl
nani?'
ise.
ha bniá|,
andare via,
e delie ¿
ono qu^
11^ lineai
serba e la
'^organtini
issione fa.
se di pace
3 atteggia. ,
rispetto a
■Ila guerra
inza 0^0
anno dái'
;ani (deci-:;
lerantiri
ntingenti);
rbi stannòl
ropei. '
rajevo, la
perto úna
ite trasfothe trabocli beni. Ma
per la sua
■entata orai
iata. Alija
indiscusso
IO cambfe
rade, in^i
ggi dell’oc.^
\nchelradi simboli
)lore verà.
ipressioilai
forestiera' ’
la camj
o Sda, co
ai di doUa^
‘ Izetbegoii
spregiudi- *
ni statali a
do la Mot
de^ ac
da un larisultati
izia etni^jj
imposi
ìi k
tà e una
ino vuoano una
isabilitì,;
a guetófi
ina parte
gantinir
smo con
leggono
ex Jugoon Tipointerna1 impose
>alestina
ina con5 nia.
re che le
stina, Iron hanblemi di
1 meglio
anche se
arire comessa o
iza
liehe
V'
■ L
■K
Anno IV
numero 39
£}el 11 ottobre 1996
L. 2000
Spedizione in a. p. comma 26
art. 2 lega® 549/95 nr. 39/96 - Torino
in caso di mancato recapito
si prega restituire al mittente
presso l'Ufficio PT Torino CMP Nord.
L'Editore si impegna a
corrispondere il diritto di resa.
Bibbia e attualità
IMPARARE
A VEDERE
«Il mio orecchio aveva sentito parlare di te ma ora l'occhio mio ti ha visto.
Perciò mi ravvedo, mi pento sulla polvere e sulla cenere»
(Giobbe 42,5-61
SONO almeno quattro i racconti nel
Libro che ci aiutano a intravvedere
un mondo diverso, con occhi nuovi e
con mente meravigliosamente eccitata. Li ricordate certamente: il racconto
dell'asina di Balaam (Numeri 22), la
storia di Eliseo e del suo servo a Dotan
(2 Re 6, 15-17), nella prima parte del
Libro; Stefano in mezzo ai suoi persecutori (Atti 7, 55-56), gli apostoli nel
giorno dell’Ascensione (Atti 1, 9-10),
nella seconda parte del Libro. Il mondo si apre, la natura si trasforma togliendo gli ostacoli che impedivano di
vedere: tutto è diventato diverso. Que- •
ste pagine dicono in modo esplicito
quel che tutto il Libro racconta: credevi di vedere ed eri cieco.
CERTI giorni, quando i momenti di
contrasto e di forte tensione hanno
lasciato il posto a situazioni più calme,
più tranquille, mi viene da pensare alla mia vita (e naturalmente anche alla
gita degli altri) come a un lungo viaggio nella notte, senza neppure un po'
di chiarore lunare. Passo attraverso
boschi senza fine, o deserti sterminati:
mi accorgo del luogo dove sono soltanto per gli ostacoli che incontro o per il
terreno che calpesto. Non riesco a capire, non riesco a vedere. Dove sono? Dove vado? Siamo un gruppo di amici e
restiamo vicini, ci facciamo compagnia, ci aiutiamo ad andare. Ma intorno a noi che cosa c’è? Andiamo, andiamo, discutiamo sul cammino da percorrere: c’è chi è più audace, chi è più
prudente, chi addirittura vórfebbe fermarsi. È comprensibile che spesso si
abbia paura. Non capiamo niente perché non vediamo niente.
PROVO allora, dopo aver fatto sogni così strani, ad andare avanti
immaginando di vedere anche quando non vedo. In qualche modo dico
che mi devo fidare, e che posso ancora
rischiare. Lo capite bene: non sono che
tentativi, proposte da fare e da accettare. La nostra vita (e la vita degli altri) è così strana. Siamo diversi uno
dall’altro e diverse sono le nostre storie
e le nostre strade. Lo vediamo spesso
nelle nostre giornate. Premio un esempio delTinizio di ottobre. A Bari, dal
primo al 4 ottobre, un incontro ha riunito molte chiese sul tema «Mediterraneo, luogo di riconciliazione». Quali
diversità! Ma le chiese si permettono.
di sognare e di vedere dei, luoghi di riconciliazione; non sognano soltanto,
mettono insieme denaro, risorse e persone, dei tempi e degli spazi per cercare di vedere come andare avanti.
T A speranza di poter vedere, che poi
M.J vuol dire anche «poter capire». Lo
fanno, penso, perché credono che sia
possibile intravvedere un mondo promesso: non si sa bene com’è, ma si sa
che c’è. Le chiese cristiane, in modi
certamente diversi, prendono sul serio
fe parole dei visionari che hanno percorso la storia, le parole di Isaia e di
Ezechiele, le parole di Stefano e di
Paolo, e chiedono di poter vedere,
^olti interlocutori, stupefatti, si fermano a guardare, ascoltano i loro discorsi, scuotono la testa e dicono: non
capiamo. Eppure, nonostante la gerite
che scuote il capo, nonostante le incomprensioni e nonostante l’ironia
della gente che non li prende sul serio,
fi sono ancora degli uomini e delle^
donne del nostro tempo che cercano di
Vedere oltre, di pensare cioè a un do^ni diverso. E per questo domani diverso sognano e lavorano.
Eugenio Rivolr
\ )) ^/I
A.. ^{j 1.
SI'TTIMANALK DELIA: CHIESE EVANGELICHE. BATTI.STE, METODISTE, VALDESI
La politica del leader israeliano Netanyahu mette a dura prova il processo di pacé
Israeliani e palestinesi: la pace ha fretta
Gli opposti ma convergenti fondamenta!ismi ebraico e islamico sono riusciti a fermare la pace
ma non hanno ancora potuto eliminare le voci moderate né rilanciare le opposte guerre sante
PAOLO NASO
A GERUSALEMME, ancora una
volta, i simboli e Eìmmaginario hanno potuto di più delle ragioni del negoziato e della pace. Le
proteste seguite alla decisione del
governo israeliano di aprire al
pubblico un antico tunnel sotterraneo, per qualche giorno, ci hanno fatto credere che il processo di
pace fosse definitivamente concluso. Gli episodi di fine settembre, infatti, sono stati quanto di
peggio si potesse immaginare; il
premier Netanyahu che, unilateralmente, prende un provvedimento che altera lo status millenario di Gerusalemme, quindi i fuochi di una nuova intifadà, questa
volta combattuta con le armi automatiche invece che con le pietre;
poi la repressione israeUana, e infine l’ammissione, da parte dell’
Autorità nazionale palestinese, di
aver perso il pieno controllo delle
sue forze di polizia. Intanto sullo
sfondo, lugubri, le cantilene dei
muezzin di Hamos che chiamavano al Jihad, alla guerra santa e totale contro lo stato di Israele.
Nei giorni scorsi, a poco meno di
un anno dall’uccisione di Rabin, gli
opposti fondamentalismi ebraico e
islamico potevano vantare a pieno
diritto il raggiungimento del loro
obiettivo principale: fermare il processo di pace. Passi successivi dovevano essere l’emarginazione delle leadership moderate e la riproposizione delle proprie opposte
strategie: ridurre il principio dell’
autonomia palestinese a qualche
brandello di amministrazione di
servizi nel quadro di un rafforzamento delle colonizzazioni per gli
estremisti israeliani; tornare a suonare le antiche sirene della lotta
contro il nemico sionista per gli
islamisti radicali.
La pace ha fretta, non può essere
annunciata e poi congelata. Invece
il grave ritardo nell’applicazione
degli accordi di Oslo ha deluso
molte speranze: quella della sicurezza nella convivenza per gli
israeliani, quella dell’autodetermi
Una veduta di Nablus
nazione nazionale per i palestinesi. Hebron è ancora sotto il controllo dei militari israeliani, il governo di Gerusalemme ha varato
nuovi programmi perJ’mcremento
degli insediamenti nei territori deh
la Cisgiordania, in pochi mesi si
costruiscono strade e tunnel riservati ai coloni. Infine si interviene
sull’assetto di Gerusalemme, gettando una manciata di sale su una
ferita che poteva rimarghiarsi solo
con una polìtica di grande prudenza e di coraggio.
La decisione di aprire il famoso
tunnel non è stata improvvisata.
Essa esprime un’intenzione politica molto precisa: ribadire, sbattendo sul tavolo il pugno di ferro, che
nessun negoziato potrà mai aprirsi
su Gerusalemme. Un messaggio rivolto ai palestinesi e alla comunità
intemazionale, certo, ma anche a
quei settori del fondamentalismo
ebrtdco a cui «Bibi», come la stam
pa localè chiama il premier israeliano, deve in grande misura le sue
fortune elettorcdi. Chiudendo ogni
spazio di mediazione su Gerusalemme, Netanyahu potrebbe anche aprire qualche spiraglio neUe
trattative su Hebron: ma intende
presentare Ì1 ritiro israeliano dalla
«città dei patriarchi» come una
concessione e non come l’applicazione di un accordo solennemente
stipulato. Nella sua mvidità il messaggio è chiaro.
Ma non è detto che sia giusto U
càlcolo politico che lo giustifica.
Infatti gli opposti ma convergenti
fondamentalismi, quello ebraico e
quello islamico, ad oggi non sono
ancora riusciti a eliminare le voci
moderate né à rilanciare su grande
scala opposte guerre sante. Ampi
settori della società israeliana hanno mostrato di non condividere affatto la crudezza con cui i gruppi
più estremisti intendono ridimen
/. (foto E. Correnti)
stonare la portata del negoziato di
pace, e ancora una vòlta i grandi
intellettuali israeliani, quelli che
abbiamo imparato ad amare per i
loro racconti e la loro intensa spiritualità «laica», ci hanno messo
sull’avviso: Bibi fa la voce grossa,
ma non ha dietro di sé la coscienza
diffusa del popolo israeliano, ed
egli stesso potrebbe rimanere vittima dei radicalismi di alcuni componenti del suo governo.
Un discorso analogo vale per
Arafat e il partito della pace all’interno del movimento palestinese.
Sono quelli che rischiano maggiormente e la situazione si fa sempre
più difficile: eppure la settim^a
scorsa gli appelli al fihad lariciati
durante la preghiera del venerdì
dagli imam vicini ad Hamas sono
caduti nel vuoto. Il processo di pace è fenho ma non è finito. Uomini e donne che vogliono la pace
sono ancora al lavoro.
Mi Da Bari verso Graz
Il Mediterraneo Est
luogo di riconciliazione
«Intorno al Mediterraneo esiste una serie di
società non “unificate”
ma "riunite” in un immenso dramma storico
in cui, oltre a intrighi di
ogni sorta, i gruppi che vi
apparteiigono più che
confrontarsi si affrontano come fratelli nemici:
tutto li unisce e, proprio
per questa ragione, non
possono coesistere facilmente». La citazione è
tratta dal documento
conclusivo deU’Incontro
ecumenico internazionale, tenutosi a Bari dal 1”
al 4 ottobre, sul tema «Il
Mediterraneo Est: luogo
di riconciliazione», su cui
riferiremo ampiamente
sul prossimo numero. Il
convegno, convocato
dalla Conferenza delle
chiese europee (Kek) e
dal Consiglio delle conferenze episcopali europee (Ccee) su invito della
Federazione delle chiese
evangeliche di Puglia e
Lucania,, dell’arcivescovado di Bari-Bitonto e
dell’arcidiocesi greco-ortodossa d’Italia, ha costituito un’importante tappa del cammino verso la
II Assemblea ecumenica
europea che si terrà nel
giugno prossimo a Graz,
in Austria, e che si pone
in diretta continuità con
la I Assemblea di Basilea
dei maggio 1989.
■ Religione cattolica
Meno studenti nell'ora
di religione a scuola
È in lenta ma costante
crescita il numero di
quanti scelgono di non
avvalersi dell’insegnamento della religione
cattolica. Secondo i dati
dell’«Annuario Ire 1996»,
nell’anno scolastico ’9596 si è registrata una percentuale di non awalentisi pari al 6,1% nel complesso degli ordini e gradi scolastici, con un incremento di mezzo punto rispetto al 5,6% dell’anno precedente. Se
nel caso delle scuole materne ed elementari (con
un tasso di non awalen-,
tisi rispettivamente dei
3% e del 2,7%), le percentuali sono inferiori a
quelle dell’anno precedente, è invece di ben im
punto e mezzo l’aumento nelle scuole superiori,
con una percentuale di
non awalentisi dell’11,2
per cento. Notevole il
balzo del Lazio, che in
un solo anno è passato
dal 5,8 all’8,8%. Tra le
diocesi, se quella di Pinerolo presenta un taSso
del 45% sull’insieme delle scuole, molto elevate
sono anche le percentuali di non awalentisi
delle diocesi di Tarino
(27,4%), Firenze (26,3%),
Venezia (24%), seguite
da quelle di Livorno, Bologna, Aosta, Milano e
Roma. (adista)
Panorama
CAPPELLANI EVANGELICI ALL'AEREOPORTO DI FIUMICINO. Il 25 settembre il ministero dei Trasporti ha
concesso ai tre cappellani evangelici
(Adriana Gavina, battista; Alberto
Saggese, luterano, e Adelìo Pellegrini, awentista) presso l'aeroporto romano di Fiumicino l'autorizzazione a
svolgere il loro ministero in tutti gli
spazi dello scalo, compresa ¡'area di
transito, di dogana e di controllo alla
frontiera. Il servizio, che è iniziato il
30 settembre e che si spera di estendere agli scali di Milano e Palermo, è
coordinato dalla Federazione delle
chiese evangeliche in Italia. (nev)
ABORTO. QUESTIONE DI RESPONSABILITÀ. Il «Gruppo di lavoro sui problemi etici posti dalla scienza» nominato dalia Tavola valdese, dopo
quello sulla bioetica, ha prodotto un
importante documento di studio e riflessione sul tema deiTinterruzione
volontaria della gravidanza. Si tratta
di un tema che, come tutti quelli riguardanti la bioetica, pone seri problemi di coscienza a credenti e non
credenti. (pag. 4 e inserto)
2
PAG. 2 RIFORMA
che serve,
fratelli miei,
se uno dice di
aver fede ma non
ha opere?
Può la fede
salvarlo?
Se un fratello o
una sorella non
hanno vestiti e
mancano del
cibo quotidiano,
e uno di voi dice
loro: ^'Andate in
pace, scaldatevi
e saziatevi”,
ma non date loro
le cose necessarie
al corpo,
a che cosa serve?
Così è della fede;
se non ha opere,
è per se stessa
morta. Anzi uno
piuttosto dirà:
""Tu hai la fede,
e io ho le opere;
mostrami la tua
fede senza le tue
opere, e io con le
mie opere
ti mostrerò
la mia fede”.
Tu credi che c 'è
un solo Dio, e fai
bene; anche
i demoni
lo credono
e tremano.
Insensato!
Vuoi renderti
conto che la fede
senza le opere
non ha valore?
Abraamo,
nostro padre,
non fu forse
giustificato
per le opere
quando offrì
suo figlio Isacco
sulValtare? Tu
vedi che la fede
agiva insieme
alle sue opere
e che per le opere
la fede fri resa
completa; così
fu adempiuta
la Scrittura che
dice: “Abraamo
credette a Dio, e
ciò gli fu messo
in conto come
giustizia”;
e fu chiamato
amico di Dio.
Dunque vedete
che Vuomo è
giustificato per
opere, e non per
fede soltanto.
E così Raab,
la prostituta,
non fu anche lei
giustificata
per le opere
quando accolse
gli inviati e li fece
ripartire per
un'altra strada?
Infatti, come il
corpo senza lo
spirito è morto,
così anche
la fede
senza le opere
è morta»
(Giacomo 2,14-26)
All’Ascolto Della Parola
VENERDÌ 11 OTTQBRp y^NER
LA FEDE E LE OPERE
Sia per Paolo che per Lutero la salvezza è per sola ^razia mediante la fede
e non per le opere. Per Giacomo una fede vivente non può che essere attiva
VALDO BENECCHI
Questo brano delia circolare di Giacomo ci pone alcuni interrogativi che arrivano al
cuore della nostra vita cristiana:
«A che serve, fratelli miei, se uno
dice di aver fede, ma non ha
opere? Può la fede salvarlo?» (v.
14). A che serve, a che giova la
fede senza le opere? Che fede è
mai quella che non si traduce in
obbedienza alla Parola di Dio?
«La fede se non ha opere è per
se stessa morta» (v. 17). «Vuoi
renderti conto che la fede senza
le opere non ha valore?» (v. 20).
Abbiamo imparato prima da
Paolo e poi da Lutero che la salvezza è per la sola grazia mediante la fede e non per opere. È
per questa riscoperta che Lutero
ha appiccato in Europa il fuoco
della Riforma. Anche al v. 24 Giacomo sembra addirittura sostenere l’esatto opposto di Paolo.
Vorrei cercare, se possibile, di
capire questa contraddizione. A
chi sono ritjolte quelle domande?
dire che ogni cosa ci sarà perdonata. Questo è il mestiere di Dio.
Ma non è forse vero che Paolo
ha insegnato che la salvezza è
per sola grazia mediante la fede?
E vero. Solo due esempi classici;
«Sono giustificati gratuitamente
per la sua grazia mediante la redenzione che è in Cristo Gesù»'
(Romani 3, 24). Così Efesini 2, 8:
«È per grazia che siete stati salvati, mediante la fede»i
1
La fede è un evento
' UTTAVIA per Paolo la fede
non è un fatto intellettuale.
Fede senza opere?
SEMBRA che Giacomo polemizzi con quelle sorelle e
quei fratelli che si ritengono eredi di Paolo, ma che poi evidentemente fraintendono il suo
messaggio. L’importante è la fede in Dio, il resto non conta. E
così la loro vita resta esattamente come prima. Fede, credere
che c’è un solo Dio. Ma questo
lo fanno anche i demoni (v. 19).
Per loro la fede è forse un generico sentimento religioso che
non interferisce nelle scelte della vita quotidiana. Un Dio non
impegnativo, evanescente. Forse per loro la salvezza è solo un
fatto psicologico, intimistico.
Oppure, salvezza per grazia vuol
da tavolino, o solo interiore; non
è l’adesione a un dogma, ma un
evento che interferisce profondamente nella vita di ogni giorno. Suggerisco la lettura di Galati 5, 6: «Quello che vale è la fede
che opera per mezzo dell’amore». E ancora in II Tessalonicesi
2, 16-17: «Lo stesso Signore nostro Gesù Cristo e Dio nostro Padre che ci ha amati e ci ha dato
per la sua grazia una consolazione eterna e Una buona speranza,
consoli i vostri cuori e vi confermi in ogni opera buona e in ogni
buona parola». L’«opera buona»
non è l’acquisizione di meriti in
vista della salvezza, ma piuttosto è la conferma dell’adesione
della mia vita all’amore messo
in moto dalla grazia di Dio.
Per Paolo la fede è una fede
attiva, operosa, si configura come servizio di amore a Dio e al
prossimo, si esprime nel discepolato nella vita quotidiana. È
una fede dinamica, attiva, viva
quella di cui parla Paolo. Mentre
la pratica religiosa, ricorda Bonhoeffer, è sempre qualcosa di
parziale, la fede è qualcosa di totale, è un atto vitale. Karl Bardi,
nella «Dogmatica in sintesi»,
scrive; «Nella fede cristiana si
tratta nella maniera più assoluta
di un incontro». «Credo in, vuol
dire: io non sono solo. No} uomini, nella nostra gloria nella
nostra miseria, non siamo soli».
«Credere vuol dire: io mi fido».
«Una fede cristiana che non fosse essa stessa storia, non sarebbe una fede cristiana». «La fede
è obbedienza e non un’adesione
passiva. Quando si obbedisce,
avviene da parte dell’uomo anche una scelta». La «salvezza per
grazia mediante la fede»: un
evangelo che abbiamo spesso
trasformato in una bandiera
contro U cattolicesimo.
Non si tratta di una formula
dogmatica da contrapporre a
un’altra. Alcune volte pensiamo
di essere radicati nella Riforma
semplicemente perché ripetiamo la sua più grande scoperta
come una formula, come uno
slogan. Per Lutero, l’esperienza
della salvezza per grazia non è
un presupposto scontato. È la
gioiosa scoperta di chi si pone al
seguito di Cristo alla ricerca della volontà di Dio. Un percorso
spesso tormentato, tumulmoso.
Così è stato per Paolo, per Lutero. È il tesoro nascosto nel campo per amore del quale un uomo vende mtto ciò che ha e investe il ricavato per acquistare il
campo dove si trova il tesoro. La
perla preziosa per il cui acquisto
il commerciante è disposto a disfarsi di tutti i suoi beni.
ce», a coloro che non sanno dove andare o non hanno di che
vivere, è l’esempio di una fede
senza discernimento, una fede
morta. Giacomo riporta anche
due esempi biblici: Abraamo e
' Raab. Anche se il sentiero che
conduce Abraamo al luogo del
sacrificio del figlio Isacco è duro,
penoso, egli lo percorre fino in
fondo. Abraamo accetta di rimettere tutto in gioco, comprese le promesse di Dio e torna ad
attendere mtto di nuovo da Dio.
Raab, la prostimta, che apparirà
anche nella genealogia di Gesù,
accoglie i messaggeri inviati da
Giosuè, con grande rischio personale, pur di favorire la realizzazione della volontà di Dio.
Raab, la prostituta, è capace di
mettere in gioco la propria vita
per il progetto di Dio. Nei due
esempi c’è la fede al lavoro,
tdl’opera, una fede vivente.
Una sfida da raccogliere
Per una fede attiva
Freghiamo
Signore aiutaci a dirigere i nostri sguardi su ciò che è essen) ziale per la nostra vita spirituale e per la nostra testimonianza;
la fede in Gesù Cristo, morto e risorto. Fa' che non ci accontentiamo di una fede detta e non vissuta, solo verbale (talvolta
verbosa) e non concreta, non tradotta in un servizio di amore
a te e ^prossimo. „ - ■ r , , ? .
Ci sembra che alle volte la nostra stoltezza non abbia limiti.
Pensiamo per esempio. eJla nostra incapacità di accogliere i
doni deUa tua ^azia. Non siamo liberi di avere piena fiducia in
te ed inoltre si^o così impacciati quando si tratta di testimo-'
mare l'Evarffi^o alla città. Ridimensiona la nostra arroganza,
rendici pKi docili «1 obbedienti alla ma Parola. Amen. ; ;
.. T TUOI renderti conto che la
AA V fede senza le opere non
ha valore?» (v. 20). Nel testo greco si legge di una fede «arghé»:
una fede che non lavora, poltrona, inattiva, disattivata. Un concetto che viene ulteriormente illustrato nel V. 22: «Tu vedi che la
fede agiva insieme alle sue opere
e che per le opere la fede fu resa
completa». Agiva insieme, in sinergia, in stretta collabotazione.
Fede e opere sono come stretti
Cóllaboratori che lavorano allo
stesso progetto. Se i collaboratori si separano, il progetto fallisce. Fede e opere sono parte di
uno stesso evento che si esprime, che si attiva nelle nostre
scelte di vita conformi alla parola di Dio. Se vengono separate, si
inaridiscono, muoiono.
La fede di chi augura «saziatevi», «scaldatevi», «andate in pa
UN brano come questo di
Giacomo è per mtti noi una
sfida a cui è difficile sottrarci.
Una sfida a verificare il senso
della nostra fede, a verificare se
si tratta di una fede attiva, all’opera, o di una fede disattivata, disinnescata. «Il corpo senza
lo spirito è morto, così anche la
fede senza le opere è morta», (v.
26). Una fede disattivata è come
un pane che non nutre, un bicchiere d’acqua che non disseta,
del sale che non dà sapore, una
pioggia che scorre senza fecondare la terra. È una fede morta,
sterile, perché lì non c’è la grazia di Dio, lì non è attivo lo Spirito Santo.
Che significato può mai avere
la fede per Dio e per la vita se
non si traduce nell’obbedienza
alla parola di Dio e in una nuova
comprensione dell’esistenza?
Non basta aver creduto un giorno. Chi crede a scadenze non sa
che cosa sia la fede. Occorre una
fede attiva, consapevole, quotidiana, continuamente attraversata dalla disponibilità a farci
convertire ogni giorno dalla parola di Dio. Conversione vuol dire mettermi a disposizione, a-,
prire la mia vita all’unico Signore che mi può salvare e dare un
nuovo senso alla mia vita. Credere è la libertà di affidarmi a
lui, completamente.
Terzo di una serie di 4 articoli
Note
omiletichi
È utile ricordare
una volta che stiatC
seguendo la lettura '
circolare che GiacolliJ
via alla comunità
denti che vive nelhì
spora dell'impero,
rischia di farsi asJ
dalia sua religione 2
sua cultura e di r “
la propria identità
L'argomento centrali
questo brano della (¡j
lare è esposto nel i ^
14, 17, 20, 26 del
veis
2, dove Giacomo inta
ga la comunità sul™
..........u,
di una fede senza l«n re. Le espressioni ctiec
corno usa possonoli
sobbalzare perché lei '
tiamo in contrasto ¿(¡1 giietto
nostra ortodossia prò '-'.squattr
stante luterana. Ma, ¿^questa f
c'è una sfida da racc» ¿¿iponedi
re. Nel discorso di GÌ f ' Apper
mo ci sono delle ac, ài Point
tuazioni polemichCi- di stran
confronti di coloro i ® E
ritengono in qualch«i
do eredi della teolop ,
Paolo, ma che poi lafp
tendono. Paolo ha pj 8^^*’“
la dura alternativaì|, f
fede e le opere, itiaii!
ste sono le opere del ;‘.za, parla
galismo religioso die do.singc
scrimina, che dividi . sittattat
persone in pure e imm ;■ icana...)
È il giogo da cui 6a ; ,|flo me:
ha liberati. E importi " convegi
indagare per saperci ^dellaFu
cosa Paolo intendesse jeunión
fede. Lo si può ria(
da molti suoi intere
alcuni dei quali sono! ¿ .Pid’gren
ti nella meditazione. ' sui'35-4
Questa indaginedj s pacata
ta a concludere chete i nforza im
olo la fede è interpijj .tiay: «Ve
come un servizio dian ■ tdisse a Dio e al prossimo, si ¿.mette d
duce nei discepolaìpi 'mai,igi
de non è un còncei apreso l’s
stratto, ma un eventi '
vita nuova e di teài
nianza. È dunque neca
rio vegliare affinché li
munità riscoperta lui
na «salvezza per sola
zia» non si riduca da
parte a una formula
tata dalla sua teni^
spirituale e dall’alti
una contrapposizii ,
lamica fra fede eopeli j Vinay, i
Giacomo non patii iÉlenaro
una priorità delle op :):yolonta
rispetto alla feda,« l’tprovò c
una fede che deve ess f^cuinon
autenticata dalle pp« | " Durai
ma di una fede vivai 'haanerer
attiva, alFopera^^i pdl’inci
polemica e rivolta cod ..
una fede astratta, disi ir ,,
vata, senza storia. Non f:
sembra che in que^s f
so la concezione di Gì* i U Comi
mo sia in contrasto« S;deciso d
quella di Paolo. AGÍ* ^'Ihcurioi
mo preme accentuai^ « zio del
aspetto dell'evento fa ( 1947.1
cioè la sua concreta : brillanti
Anche perché una« | dament
evanescente, non aP i gteriosc
può a^volare q^J |:^embrc
cesso di omologazi® ^ W
che la comunità 51^
schiando nella dispai» ¡
ne dell'impero.
IIC
CIO
NA
est!
Per
approfondii j
'¡>30
- Ed. Thurneysen, ù
et les œuvres,
Niestlé, Neuchâtel,
- Franz Mussner,
tera di Giacomo,
Brescia, 1964. ^
- H. Balz e W.
Le lettere cattohem
deia, Brescia, 19?®'
, - R. U. G. Tasker,l3
stola di GiacomOr
Gbu, Claudiana, To'"* '
1982. I
“ François
épttre de Saint }> il 3.
1984.
- Gilberto ¡
lettera di Giacomo,
Roma, 1990.
- Giorgio BoüC
Epistola di
Nuovo Testamento^Ui
tato, voi.
Claudiana, Torino, ^
- Bruno riafO'i'*
stole cattoliche, «
in Introduzione ai pp
Testamento, y® ' fod
247-258, Claudian«'
no, 1975.
ipampo s
poiché
Gi^pori
ditto l’a
itituito
lances
ùv spe
Ilare le
iFqmieri
|Campi e
L'at
Pi'
Acos
dip
daquei
nandal
ha sem
suo lav
Collabo
me api
Wee, di
testimc
ili Tulli,
hUziare
e di tes
®unità
giàforr
dalla fi
feman
«comi
Questo
Abbi!
tsente
Sua co
scelta
dove es
StilHoi
aiuto c
petite
'ua.Avr,
I
3
PAG. 3 RIFORMA
te ;
iletiche
ricordare anj
'otturai Í
^munità da' ^
! vive nell
'impero
nella i ■
essi«
'■®l'gione,d,
e di par*
Identità. ^
'"to centrai,
■ano della d,
'Osto nei va«
26 delca^
iiacomo int»
luriità sull,
contrasto co,
todossia prò
terana. M,
ida da racco
scorso di GÌ
^o delle acci
Pplemichii
di coloro cl,
opere, map
le opere del
L'azione a favore degli ebrei, la costruzione del Centro di Agape e del Servizio cristiano di Riesi ..
Fernanda e Tullio Vinay: sempre insieme con amore e con fede
Alla base della loro lunga testimonianza evangelica c'è sempre stata la predicazione dell'amore di Dio in Cristo
, una vocazione che hanno espresso in modo originale/ attenti ai perseguitati, al giovani e ai più deboli
Il Centro di Agape: scuola di vita e di fede
flIORCIO BOUCHABD
f f NA domenica della tarda
U estate 1946 mio padre.
Hci ' tornando a casa dal culto, mi
ressS^l!? :iaisse:oggiaPomamttoc'èun
^ possisi -^tonvegno giovanile; se Imi
e perché le '“voglia di andarci ti pago il biglietto del tram. Studente
squattrinato, colsi al volo
questa possibilità d’una evalione di otto chilometri.
. Appena entrato nel tempio
.di Pomaretto notai qualcosa
di strano; non c’era il solito
pubblico a cui mi avevano
• a. . _ _ 1_^ ^
^abituato i grandi convegni del
chepoMaÌ -dopoguerra alle Valli: partiPaolo ha « giani, contadini, alcuni operai
Iternativa b ® qualche studente. Qui gli
studenti erano in maggioranza, parlavano l’italiano in mo
eligiosocliefc do„singolare (scoprii poi che
che dividi si trattava della pronuncia to1 pure e impi scaha...), parecchi erano per> da cui Gs |,tto meridionali. Non era un
importi l 'convegno: era il Congresso
per sapergli Federazione del
3 intend^ i le unioni giovanili valdesi.
suoi intervi I ^ ™ ?’
quali sono) l pio’gremito, si alzo un uomo
jditazione, ' *“135-40 anni, con una voce
indagine cii ^ pacata che conteneva una
udere che in /orza immensa; era Tullio Vie è interpri ■■•nay: «Vorrei raccomandarvi ervizio di aii k adisse - la causa delle caserprossimo,sij elette di Frali». Da anni, ordinai, i giovani valdesi avevano
■ prèso l’abitudine di tenere un
ièampo sotto tenda a Frali ma
poiché la sconfitta militare
comportava la liquidazione di
pitto l’apparato difensivo coitìtuito a ridosso del confine
ancese, il Comitato della
uv sperava di poter acquiitare le casermette di Praliipomieri, per farne la sede dei
ampi estivi: bisognava, disse
Vinay, raccogliere un po’ di
fidenaro e offrire molto lavoro
Volontario. Il Congresso apatia fede, oKlprovò con un entusiasmo a
che deve e^'cui non ero abituato,
ta dalle^ppfg Durante l’inverno venni a
3 fede K ^sapere die a causa dei misteri
' °rAmttà coi* dell’incipiente regime demo«tratta dial i le casermette di
a storia.' Non ( tion sarebbero state ce
e in que^*
azione di6i*
contrasto® t
Paolo. A Gi!i :
! accentuai
all'evento fe
a concrete*
rché una
ite, non atW
alare quelf
amologaziO
munità sta|
iella dispera
3ero.
discepolato,
un cónce!
la un eventi
a e di testi
dunque nece
e affinchè la
scoperta 1#
:za per soli
si riduca da
la formula
3 sua tensli
I e dall'alti
apposizii
fede e opei
o non parli
ità delle DI
rofondiK
jrneysen,h^
■es, Delach^
uchàtel,1955j.
\4ussner,
icomo, Pai"“
54.
: e W. Schf^
cattolici ^
la, 1978.
i. Tasker,
GiacotriOi
diana
li
"Toril*
ides. Gin«**
dute alla Fuv: di conseguenza
tt'Comitato nazionale aveva
deciso di costruire in proprio.
^Incuriosito, partecipai all’inizio del campo di lavoro nel
;f947.1 risultati non furono
brillanti: una strada, e le fon.damenta di un grande e misterioso edificio. L’impresa
'^embrava fallita. Durante
l’inverno qualche bello spiri
to adattò malignamente una
nota canzone popolare: «A
travers le grillage/ je vois
monsieur Vinay/ qui est en
train de construiré/ le village
.d'Agapé (...). Et le vent sijfle et
sonne/ sur les ruines dAgapé,/
et l’ont volt pas l’autore/ du
jour qu 'il sera fait».
La cosa mi urtò, e decisi di
dedicare al campo di lavoro
Testate 1948: e fu qui che scoprii il Vinay capo carismatico.
La mattina veniva a svegliarci
nelle otto scuolette dove eravamo acquartierati, la sera
veniva a vedere se dormivamo. In mezzo predicava, costruiva, sceglieva la calce e le
pietre, tesseva mille rapporti
internazionali. Al centro della
sua predicazione stava un testo che il mio pur accurato
catechismo aveva qliasi ignorato: I Corinzi 13, l’inno alTamore, l’agape. Intanto quello
«strano edificio» prendeva
forma: era il bellissimo «caseggiato centrale» ideato da
Leonardo Ricci. Quelli della
canzonetta dicevano: non arriverete al tetto prima delTinverno. Invece quell’anno la
neve arrivò in ritardo e l’edificio fu completato. In compenso, durante la peggior crisi
finanziaria arrivarono 10.000
dollari della Chiesa presbiteriana del Sud degli Usa.
Poi piano piano, dal ’51 in
poi Agape cominciò a funzionare corbe luogo di incontri
di respiro mondiale, exorne
scuola di vita. Cresciuti, noi
giovani contestammo duramente Vinay nel ’56: avevamo
torto, e dopo poco tornammo
a collaborare. Salivàmo a
Agape come gli antichi ebrei
«salivano» al tempio: «Io alzo
gli occhi ai monti...». Tra i
mille episodi di quegli anni,
ne vorrei ricordare uno: nel
1961 il gruppo del Quaderni
rossi tenne a Agape un incontro di notevole livello. C’erano Panzieri, Tronti, Rieser.
Erano gli anni delle grandi
speranze marxiste. Gagarin
era appena salito in cielo, Castro aveva compiuto la svolta
socialista, la Cina destava
grandi speranze, anche se il
Muro di Berlino gettava un’
ombra (presto rimossa) sull’
Europa. Panzieri, poi, incarnava un marxismo libertario,
ateo ma non antireligioso:
una cosa affascinante.
La sera delle presentazioni,
un sostanziale «consensq
ateo» dominava la scena: solo
tre ó quattro evangelici e un
cattolico si dichiararono apertamente credenti. Uno dei
presenti, con poca cortesia e
nessuna preveggenza, li paragonò poi ai Baluba del Congo
(sic): un residuato preistorico.
La mattina dopo Vinay fece il
culto: lesse Gibvanni 20 (la
pietra rotolata dal sepolcro di
Gesù), chiuse la Bibbia, guardò tutti in faccia e disse:
«Questo è falso. Perché se fosse Vero noi potremmo amare,
perdonare, avere speranza:
e invece noi non vogliamo
amare, né perdonare, .né avere speranza. E allora, mettiamoci tutti insieme, rotoliamo
di nuovo la pietra, fe chiudia-,
mo il sepolcro. Anzi, sediamoci sopra per essere ben sicuri
che Gesù non abbia a risuscitare. E se abbiamo paura che
non sia sepolto abbastanza
bene, chiamiamq gli intellettuali: quelli riescono a seppellire tutto». Vinay guardò di
nuovo in faccia gli astanti, e
poi uscì. Panzieri diede subito
atto della potenza carismatica
delTuomo: ma c’era qualcosa
di più del carisma di un leader. C’era quello che ebbe a
dire in quei giorni Sergio Rostagno: «Questo è un uomo
formato dalla predicazione».
La predicazione, diciamolo
pure, del Cristo vivente.
Abbiamo incontrato Vinay,
con Fernanda, venti giorni
prima che morisse. Era magro, sfinito, ma la luce che
brillava negli occhi suoi e di
Fernanda era sempre quella
del ’48 e del ’61. «Non arrivo
all’autunno», cl disse, e poi si
mise di nuovo a parlare della
Risurrezione.
L'attivo ministero di Fernanda Vinay
IRENE WIQLEY
A così poca distanza dalla
dipartia di Tullio Vinay
<Ia questa vita terrena, Fernanda lo ha seguito, come lo
na sempre seguito in tutto il
®uo lavoro, non solo come
collaboratrice ma anche cojne apportatrice di nuove
Wee, di nuove possibilità di
«stimonianza. La decisiçne
Tullio di venire a Riesi per
nuziare un lavoro di servizio
c ni testimonianza della comunità di Agape, che si era
&a formata a Prali, ma anche
pila ferma convinzione di
, arnanda che sia Tullio che
a comunità erano chiamati a
°**^to nuovo servizio.
Abbiamo mtti sentito fortemente l’influenza di questa
convinzione. Ánche la
celta di Riesi come luogo
ve esprimere la propria tenmonianza e portare un
uto concreto è stata forteda A ^ sostenuta da Fernan• Avrebbe potuto vivere più
Fernanda e Tullio Vinay negli
anni ’30
tranquillamente in una zona
del Nord Italia da lei conosciuta e invece ha scelto, per
vocazione, di vivere insieme
alla sua famiglia e a quelle
persone che facevano parte
della comunità di Agape, in
una zona a lei sconosciuta,
piena di situazioni difficili,
per rendere le sua testimonianza a Cripto, per donare le
sue possibilità di servizio.
Fernanda aveva il dono di saper parlare con le persone, di
capire i loro problemi. Fin
daU’inizìo del nostro soggiorno a Riesi, ha fatto tante visite
a famiglie che avevano bisogno di aiuto e che ci venivano
indicate da fratelli e sorelle
della Chiesa valdese di Riesi.
Spesso Taccompagnavo in
queste visite e poi insieme,
cercavamo di capire la situazione delle famiglie visitate,
anche perché non sempre
riuscivamo a capire il dialetto.
Quando mi è rimasto più
difficile dseire con Fernanda
perché ero impegnata nella
scuola che avevamo aperto al
Servizio cristiano, Fernanda
ha continuato a mantenere il
suo contatto con molte famiglie in condizioni difficili, insieme ad alcune sorelle della
Chiesa valdeSe. Sia Tullio che
Fernanda hanno lasciato dei
segni concreti della loro presenza a Riesi, il risultato di
una téstìmonianza attiva.
Vinay con un gruppo di partecipanti a un campo di Agape nel 1954
(foto F. Corsani)
L'aiuto agli ebrei perseguitati dal fascismo
HULDA CAMPAGNANÖ
Gli inglesi erano in Italia
una piccola minoranza;
[mia suocera] pensava che
forse una minoranza sarebbe
stata disposta ad aiutarne
un’altra. Si recò dal pastore
degli inglesi; qi presentò,
espose le sue preoccupazioni, fece i nomi delle amiche
della sua gioventù. Il pastore,
dr. Tullio Vinay, conosceva i
loro nomi. Egli ascoltò, rispose, aiutò con tutte le sue e
nergie. In seguito venni a sapere che Vinay - uomo di chea trent’anni, simpatico e attivo - in quello stesso periodo aiutava molto, gli ebrei. A
volte permetteva '¡a intere famiglie di pernottare in casa
sua ed èra disposto, con sua
moglie, ad uscire dalla sua
stanza se ve n’era bisogno.
Aiutava molti ebrei a passare
in Svizzera, dove aveva buone relazioni. Anche a noi aveva proposto di provare a raggiungere la Svizzera, ma io
ero deU’awiso che una prova
come questa (attraversare
tutto il Centro e il Nord Italia
con vecchive bambini, per
non parlare poi del reale pericolo dell’attraversamento
della frontiera italo-svizzera)
fosse un compito superiore
alle mie forze.
Incontri, incontri: forse che
ogni volta che uscivamo di
casa avrebbe potuto presentarsi colui che ci avrebbe
venduti? Forse sì, forse no.
Conformemente alla nostra
natura, in uh mare d’isolamento, soltanto qualche volta il muro della solitudine era
rotto da incontri casuali. Ma
la sensazione di essere sempre più stretti tutt’intorno,
alimentata da quel che sentivamo e da quel che vedevamo, e la sensazione che la
nostra attesa di liberazione
Firenze bombardata dai nazisti
Dove c'era Tullio c'era anche Fernanda
MARCO ROSTAN
SEMBRA impossibile, a
volte, che il Signore, con
tutte le preoccupazioni che
gli dà il mondo, possa ricordarsi di tutti i singoli individui umani e anche dei particolari. Eppure è così. Nel caso di Fernanda Teodori Vinay, il Signore ha pensato
che probabilmente era meglio richiamarla insieme a
Tullio: almeno/così a me piace lecere la notizia della sua
morte che gli amici romani,
incontrati po9hi giorni or sono, mi avevano comunicato
come prossima. Questa coppia, legata per tanti anni da
un aflfetto profondo e da un
comune impegno per TEvangelo, Ttillio e Fernanda, ci ha
così lasciato insieme, come
insieme aveva vissuto.
ILSignpre ha certamente
pensato che non sarebbe
stato bene per Fernanda soffrire a lungo in un letto di
ospedale e neanche ritorna
re da sola nell’alloggio di via
Marianna Dionigi, troppo
vuoto senza il suo compagno
di tutta la vita. È stato bello
che, nei numerosi e commoventi ricordi di Tullio che
Riforma ha pubblicato, spesso Fernanda sia stata associata a Tullio: e forse è stata
una vera ispirazione il sermone che Paolo Ricca ha
pronunciato a piazzà Cavour
in occasione del funerale di
Tullio, rivolgendosi, proprio
all’inizio, a Fernanda: «Cara
-Fernanda - lo so che non c’è
perché purtroppo è all’ospedale e sta male, ma c'è lo
stesso perché dove c’è Tullio
c’è Fernanda, i giornali non
lo sarmo, parlano solo di Tullio, ma noi lo sappifunp che
dove c'è Tullio c’è Fèmanda,
dove c’è l’urto c’è l’altra».
E quanto fosse importante
questa presenza silenziosa
ben lo ricordo, nei miei.anni
giovanili ad Agape quando,
prendendo il coraggio a due
mani, decidevo di andare a
y
fosse vana ci opprimevano
anche quando eravamo fra
noi o incontravamo dei conoscenti.
Faceva eccezione soltanto
la visita da Vinay: con lui riuscivo a parlare anche di cose
diverse dalle mie preoccupazioni e dall’ansia che mi
sommergeva. Non volevo
però metterlo in pericolo e
mi recavo da lui in tempi
molto diradati. Egli, uomo
sensibile e abituato ad ascoltare il prossimo, capiva gli
interrogativi che mi rodevano il cervello, anche se non
salivano sulle mie labbra. In
imo di .questi nostri incontri,
Vinay mi donò un libro, una
traduzione italiana della Bibbia. A mo’ di dedica, scrisse:
«I miei pensieri non sono i
<^ostri pensieri, né le vostre
vie sono le mie vie, dice
l’Eterno» (Isaia 55, 8). Era il
tentativo di dare una risposta
ai miei taciti interrogativi?
Forse (...) ad ogni modo il
dopo ci fu molto prezioso,
perché in effetti con noi non
avevamo una Bibbia.
(da «Per la generazione che
non sa. Vicissitudini di upa giovane madre in un anno cruciale
della diaspora italiana». Gerusalemme, Qedem, 1981).
chiedere qualcosa al «grande
capo», seduto con i residenti
al primo tavolo e, arrivato lì,
mentre cominciavo timidamente a parlare, c’era lo
sguardo dolce di Fernanda
che ti incoraggiava ad andaÉre >
avanti. Tullio stesso, in una
pagina relativa alla costruzione di itope, parlava della capacità di lei di svolgere quelle
incombenze (come preparare
la cena per i lavoratori attardati) a cui nessunp pensava.
Grazie al Signore per averci dato, per. un tempo sufficientemente lungo, Tullio e
Fernanda, grazie a loro perché in un tempo, sia detto
un po’ scherzosamente, in
cui le «coppie di lunga durata» sembrano un po’ fuori
inoda oppure non adatte a
permettere a ciascuno Tespressìone piena dei propri
«desideri», l’esempio di
amore e di fede di Tufiìo e
Fernanda ci incoraggia a
perseverare, sia nelTamore
coniugale sia nella fede.
\
4
PAG. 4 RIFORMA
I.
Cultura
VENERDÌ 11 OTTQBREio^^
Documento del «Gruppo di lavoro sui problemi etici posti dalla scienza»
Aborto^ questione di responsabilità
Nelle parole diSergio Rostagho la consapevolezza che le chiese devono
confrontarsi con pensieri e sensibilità diversi e con atteggiamento laico
ALBEHTO CORSAMI
IL «Gruppo di lavoro sui
problemi etici posti dalla
scienza», nominato dalla Tavola valdese nel 1992 e ben
noto ormai per il suo documento del 1995 sulla bioetica, ha re^o noto il suo nuovo
coraggioso documento-suUa
interruzione volontaria della
gravidanza, più nota come
problema dell’aborto. Si sa
che la legge italiana permette
l’aborto volontario a certe
condizioni. D’altra parte la
stampa dà molto spazio alle
proteste degli antiabortisti,
che si servQno spesso di argomenti di tipo religioso. Il
Documento ora rèso pubblico cerca dj definire la questione. Abbiamo intervistato
in proposito il prof. Rostagno, della Facoltà yaldese di
teologia, che del Gruppo è
coordinatore.
- Qual è in sintesi la posizione del Documento?
«L’aborto non va proibito.
Disapprovare l’aborto è urta
cosa, proibirlo per legge un
altra. Il Documento si appoggia sui dati statistici per sostenere che la legge vigente
ha provocato una diminuzione del ricorso all'interruzione
volontaria della gravidanza,
anche se gli aborti clandesti. ni sono andbra oggi una piaga sociale da affrontare. Inoltre sollecita la scuola a includere nei programmi la conoscenza dèi proprio corpo e
della propria sessualità in
ogni suo aspetto.
Dove l’aborto esiste, esso
va affrontato con l’aumento
del livello dell’educazione
complessiva, l’informazione
esatta su come prevenire le
nascite indesiderate, l’assistenza medica e chirurgica
«normale» su semplice richiè^
sta dell’interessata. Questo,
in sintesi, U Documento. Stabilito che l’aborto non deve
essere considerato in nessun
modo un mezzo di limitazione delle nascite (vi è chi lo
considera così), il testo difende in ultima analisi la piena
consapevolezza e responsabilità della donna. È lei che,
scongiurate le costrizioni ambientali o familiari, deciderà
sul da farsi. Il Servizio sanitario nazionale deve, da parte
sua, in questo caso cosi come
per qualsiasi pratica medica o
chirurgica, fornire l’àssistenza necessaria. La decisione
della donna iappresenta l’ultima istanza in materia. Il Documento auspica tuttavia che
in tale sua determinazione, la
donna o le persone coinvckte
con lei nella decisione, possano sentire la ferma solidarietà
altrui, escluso ogni giudizio o
colpevolizzazione».
-Il Documento affronta anche la domanda se e da quale
momento l’embrione debba
essere considerato (e quindi
- protetto) alla stregua di un essere umano?
«Da un punto di vista
scientifico si-può soltanto dire che il frutto della fecondazione possiede tutte le caratteristiche atte a riprodurre un
individuo della nostra specie.
Di conseguenza l’interruzione volontaria della gravidan
Una cellula come appare al microscopio
za rimane un attp negativo,
ma non si può non pensare
anche aile altre esistenze
coinvolte nella decisione.
Non è quindi con i dogmi che
si potranno trovare soluzioni
ma soltanto con valutazioni
differenziate e complessive.
Del resto su questi temi non
vogliamo dare giudizi religiosi, ma soltanto etici».
-Perché nel Documento appare così poca teologia o etica
allo stato puro?
«Forse non appare, ma c’è.
Perché quello che diciamo, e
l’impostazione data al problema trattato, in definitiva
deriva proprio dalla nostra
etica e, più indietro, dalla nostra teologia. Sarebbe soltanto troppo lungo parlarne e ci
sono altri luoghi per farlo. I
dibattiti etici riempiono volumi. In breve, il profilo del Documento, nella sua semplicità, tiene conto anche del dibattito etico presente. In diversi punti si avvicina a tesi
sostenute anche nell’etica
laica, ma nel fondo è teologicamente corretto.
Affrontare ! problemi nei
fatti, senza farli diventare insolubili a forza di pregiudizi,
è un opzione teologica, che
deriva dalla fede. Il cristianesimo è, come sappiamo tutti,
la “buona novella”. La formula del cristianesimo è la
formula di una sostanziale
positività dell’esistenza, che
permette di farsi carico delle
difficoltà quando’e come si
presentano e che soprattutto non getta sulle spalle della gente fardelli pesanti e
schiaccianti. Gesù dice: “Il
mio giogo è leggero”. Abbiamo invece caricato spesso i
poveri peccatori di pesi che
poi noi per primi avevamo
imparato ad evitare. Strano
modo di annunciare l’Evangelo. Lo spirito del Documento è almeno altrettanto cristiano di quelli intessuti di
centinaia di citazioni bibliche. Il numero delle citazioni
non rende le cose più giuste
o la loro mancanza non le
rende più sbagliate. Quel che
conta è il motivo di fondo. E
questo è corretto».
-Ma non è tutto sornmato
un documento troppo “latto”
per essere espressione di un
gruppo che fa capo a una
chiesa?
«Lo è volutamente. Pensate che il campo etico, nella
P*r / vostri scquistì, p» gli sbbormtnentí al portodltí evangelici
¥
- ti
Librerie CLAUDIANA
■¿.-.MILANO: ' . TORmOt'V.l’“/:“
Pt^cesco Sforma: I2/A via Wndpe Tommaso, 1; /
litì. 02/76021518 ^ tei. 011/6692458 ^
_ .. jROMAi. ^ .....
; PELLICE: ^ ' Lilmaia di ailtura religiosa
l^lla Libertà, 7; fMazza Cavtmr, 32; .
>i£l/91422 ’ . ¿/ tei. 06/3225493
storia delle nostre società occidentali, non consiste nella
traduzione in leggvcivili di
una posizione definita da
una chiesa o gruppo religioso, ma è piuttosto definibile
come un terreno d’intesa,
necessariamente laico, nel
quale la società civile possa
ritrovarsi e possano convivere, se Io desiderano, diverse
culture e religioni, libero
ogmmo di esprimere la verità
a suo modo. Questo punto è
essenziale e non va dimenticato. Già qui le persone accorte notano la presenza di
una visione, se così ci piace
dire, “protestante”».
Sergio Rostagno
-Sono tutti protestanti i
membri del Gruppo?
«Direi di sì. Abbiamo anche
avuto apporti esterni molto
apprezzabili. Da noi però non
c’è l’uso di chiedere ad ognuno: credi? ma quanto credi?
ma credi credi? E così via...».
- Qual è stato il metodo di
lavóro del Gruppo?
«Il Gruppo di lavoro, ormai
ben rodato, è arrivato alle
proprie tesi dopo un lungo
dibattito. Il risultato è una
opera collettiva; ma il risultato è ottenuto partendo da posizioni diverse. I motivi dei
maschi non sono mai proprio
quelli delle donne. I dati
scientifici non quadrano mai
troppo alla svelta con le esigenze etiche. Ma tutte queste
difficoltà servono, alla fine, a
dipanare la matassa. La discussione è forse il migliore
risultato. Il Documento scritto può diventare, a sua volta,
il punto di partenza per una
nuova discussione. I risultati
del Documento sono elementi di studio, non decisioni
dall’alto. Quello che noi proponiamo è un valido metodo
di lavoro. È questo il primo
risultato della nostra azione. I
nostri documenti non sono
encicliche».
- Pensa che lo stesso metodo possa essere usato anche
altrove?
«Il Gruppo sarà soddisfatto
di aver indicato un metodo di
lavoro e una delle possibili
impostazioni del problema.
Si cresce, si dibatte, si cerca
insieme. Anche altri potrebbero farlo. Prendete, per
esempio, i giovani medici, i
farmacisti, insomma le persone interessate e non abbiate
paura di farle parlare del loro
lavoro. Costituite dei gruppi
secondo le competenze del
vostro ambiente; aggregate
persone di fuori, interessate
gente come voi agli stessi temi. Discutete, 'formatevi un
opinione. Sugli argomenti etici è utile cominciare così. Con
il tempo, può darsi che ^paiano orientamenti comuni
su diverse questioni e (persino) che prendiamo decisioni
insieme. Se però questo' non
dovesse succedere, poco ma^
le, non avremo perso niente.
Può darsi che rimanian^o di
idee diverse. Siamo favorevoli
ad un certo pluralismo. La
chiesa per noi comincia qui,
in questa ricerca, in cui ognuno è prima di tutto se stesso.
Ma ognuno è anche qualcosa
per gli altri. Forse le chiese
potrebbero riflettere spi metodo che noi, indirettamente,
proponiamo)^
- Lei crede che lo faranno?
«Molte nostre chiese sono
insoddisfatte, o addirittura
temoiio di cessare di esistere.
Il mondo ecclesiastico spesso
langue, perché il riferimento
non è più a se stessi come
soggetti, ma'soltanto ad altre
cose, altre realtà, spesso lontane. Si è persa l’arte di essere
protagonisti e decidere che
cosa fare o non fare, e di esistere come chiesa; quest’arte
sembra dimenticata. La storia
delle nostre chiese esprime
patriottica nostalgia dei bei
tempi passati, nonmn analisi
credibile di quel che è successo prima, per sapere quel che
succede adesso e può succedere domani. Il nostro luogo
è l’utopia, questo “non-luogo” per definizione, invece
del presente, l’“ora”, con le
responsabilità e i problemi
che ne derivano. Perciò anche un piccolo contributo come il nostro potrebbe essere
preso in considerazione sotto
questo profilo».
- Che cosa raccomanderebbe ai lettori singoli del Documento?
«Mettiamo il Documento
nelle mani di lettori consapevoli, sollecitando le loro critiche e le loro risposte. Forse
non scioglierà ogni loro dubbio; leggerlo, tuttavia, non
sarà tempo pèrduto».
-A quando un nuovo documento e su che cosa?
«Non posso dirlo. Aspettia-''
mo di sapere che cosa la gente pensa del lavoro fatto fin
qui».
Gli affreschi nel duomo di Orvieto
Luca Signorejli
fra apocalittica
escatologia
ELIO RINALDI
La raÿipresentaziqne esca
1 ‘ ■
tologica di Luca Signorelli
nel duomo di Orvieto (Cappella nuova, 0 di San Brizio,
1499-1504) ci appare come
un’audace e originale visualimazione delle apocalittiche
visioni minacciate per Firenze e l’Italia tutta nelle fosche
profezie del Savonarola che
fu poi, per iniqua sentenza,
messo a morte; correva l’anno 1498, precedente proprio
il grande ciclo degli affreschi
di Orvieto; come annota il
Vasari,. Signorelli «fece tutte
le storie della fine del mondo
con bizzarra e capricciosa invenzione: angeli, demoni, rovine, terremoti, fuochi, miracoli d’Anticristo (...) immaginandosi il terrore che sarà in
quello estremo e tremendo
giorno».
Di particolare interesse artistico-iconografico e storicoreligioso, nuovo nella tradizione italiana è indubbiamente il tema della predicazione di crimini e falsi dottori
delTAnticristo, nelle cui scene, come osserva il critico e
storico André Chastel, si riflettono 1 giudizi dei teologi
di Orvieto, legati alla corte
pontificia, e dello stesso Signorelli, i quali vedevano il
Savonarola come immagine
visibile dell’Anticristo.
Erano anni difficili quelli
sul finire del secolo XV; da
più parti si levavano inquietanti controversie di problematiche religiose che avrebbero condotto, a distanza di
pochi decenni", alla grande
Riforma luterana; Signorelli
interpretò pertanto il dramma deH’uiuanità dopo la necessaria catarsi: dipinse infatti, sulle pareti della cappella, con impetuoso tragico
realismo, lo spavento, le sofi^
ferenze e lo sgomento dei re
probi in un esacerbato pia«
cismo anatomico di
nudi, che sempre hanno
che se dannati, una lorofoì
morale insieme a una «eroi
cità» espressa come aniuiii
ciò della prossima «tertihi
lità» michelangiolesca.
Occorre ricordare cheli
storie dell’Anticristo, ispw
dai Vangeli apocrifi e sopii
tutto dalla Leggenda Aùrmà
Jacopo da Varagine sono ot.
chestrate con grande sen®
scenografico attravefso un,
vivacissima cromia e una he
schezza di episodi figurahjj
di forme quasi scultoree; nel.
la scena dei dannati è fainosj
la figurazione, ammirati^
Michelangelo, di un diavo|
che ha attanagliato e poraij
sulle sue spalle, in un tragic
volo, una peccatrice.
I temi degli altri affreschi,
cioè il destino finale del
umanità, il «Dies irae», sii.
velano degni della cultÙKe
della fantasia del Dante ddi
Divina Commedia e del M.
chelangelo della Cappella S
stina, dove, secondo il Vasi,
ri, «alcune cose del Divini
Giudizio furono da lui
gnorelli, ndr] gentilmm
tolte». Certo, la CappellaSai
Brizio resta geniale, olltre à
per gli argomenti trattati) è
vanno oltre gli ideali umati.
stici del mondo rinascima^
tale, anche e soprattutto ps
l’immagine dell’uomo visti
non per fini estetico-edoà
stici, ma per un etico
smo preludente la titanici
visione del mondo mieb
langiolesca. È giusto
che, dopo sette anni dire'
stauro, alla fine di settenftit
sia diventato di nuovo visibile ai visitatori l’intero cicli
del Giudizio universalest
gnorelliano, in cui ruoinai
presentato come «aninài
vente nata spiritualmènti
dal soffio divino».
«La resurrezione della carne» nella Cappella di San Brizio dei di»
mo di Orvieto
m
Corso di formazione per insegnanti
Miti delle origini e racconto
biblico della creazioné
È sempre stato immenso il
fascino delle parole con cui si
apre il testo biblico: «In principio...». Ogni cultura ha i
propri miti delle origini e
ogni civiltà si è interrogata a
modo suo sugli inizi della vita. Anche la Bibbia dunque
reca le tracce di questa esigenza di spiegazione tramite
il mito, e proprio al tema «In
principio Dio creò» (Genesi
1-3) è dedicato un corso di
aggiornamento per insegnanti organizzato dal <ìComitato Bibbia cultura scuola»
(cartello che comprende fra
gli altri soggetti l’associazione «Biblia», l’Amicizia ebraico-cristiana di Firenze, le riviste «Confronti», «Il foglio»,
«Qol»), che si svolgerà dal 7 al
9 novembre a Venezia, presso la Fondazione Cini (Isola
di San Giorgio).
Fra le comunicazioni previste, che indagheranno sui
rapporfi fra la tradizione biblica e altre tradizioni in merito al tema della creazione,
quelle di Gianni Cappelletto
(cattolico, esegeta), Peìio
Ponzatoli (studioso di Filologia semitica), del filosofo
Massimo Cacciati, di Roberto
Della Rocca, rabbino capo di
Venezia, Giovanni Filoramo,
storico delle religioni, e del
prof. Paolo Ricca.
La segreteria del Corso è
presso l’associazione «Biblia»,
via A. da Settimello 129,
50040 Settimello (Fi), tei. 0558825055; fax 055-8824704.
Torino
Un convegno
per festeggiare
Giorgio Spini
«Tradizione
ricerca storica - L’ii^P®L
intellettuale di Giorgio Sp^
è il titolo di una giornats
studio che si terrà vene: ”
novembre a Torino
Fondazione Luigi
casione è l’ottantesimo c®
pleanno dello storie® ^
giornata prevede
di Massimo Firpo,
Ricuperati, Emidio Ca^r
Cesare Vasoli, Ivo
to, Tiziano Bonazzi, 8
Bongiovànni,
! niello, oltre che otturai
te di Giorgio Spini,
riera verrà esaminata jj
versando idealmente i j jj
e le epoche a cui
con passione i propri '
/■
Spediz
artZK
mcasi
al mie
L’Edito
D
gan:
mur
so i:
la p
che
visii
ti d
Bec
prar
han
coir
sior
Pini
Vii
al
re|
II '
Pinei
manc
già rr
mersraie (
.amm
nove:
intan
me r
àppn
cune
tore I
gioni
di m
l’ami
re ah
appr
scors
che ]
nece
impe
mini
nitiv
regol
scere
magj
litàd
Tr;
e ap
soste
zioni
terzi;
richi
gion
pian
tutta
to il
è cei
poss
Regi
re a
ziali
la ri
cosa
poss
nost)
Ti
zion
dich
affé
l’aci
osse
dalli
rere
visii
tato
cazii
5
■\:
elogia
quW
idi
rizio (tei
Coedizione in a.p. comma 26
^2 legge 549/95 - nr. 39/96 - Torino
^atso di mancato recapito si prega restituire
jU ^utente presso l’Ufficio PT Torino CMP Nord.
L’Editore si impegna a corrispondere ii diritto di resa.
Fondato nel 1848
Dopo le iniziative estive in piazza. Radio Beckwith ha organizzato domenica scorsa una giornata di festa con la comunità di Lusema San Giovanni; il culto mattutino, trasmesso in diretta, si è svolto nel salone di Villa Olanda e ha visto
la partecipazione di persone di diverse comunità delle Valli
che hanno occupato tutti gli spazi disponibili. La successiva
visita agli studi dell’emittente evangelica ha permesso a molti di conoscere direttamente il lavoro svolto da Radio
Beckwith, anche sul piano strettamente tecnico. Dopo un
pranzo comunitario a San Giovanni, concerti dei gruppi «Les
harmonies» e del coretto valdese di Torre Pellice hanno accompagnato il pomeriggio dove non sono mancate le occasioni di incontro con la redazione e scambi di informazioni.
■ISIIll
Pinerolo
Via libera
al Piano
regolatore
>idin4jj
nalorofotji
a una «et()|,
annm.
ma «teftju
ilesca,.
•dare cheli
ispii^
Tin e sopi5(,
nda Aureal,
ine spr^ or.
rande sensj
raveiso un
tia e uìiafe
•di figurathi
:ultorìeéÌ!nel.
iati è fanioij
i.mmiratada
i un diavolo
Ito ,e portato
in un tragiai
ice.
ri affreschi,!
finale '
s irac», ij.
Ila cultura e
1 Dante del
lia e del
Cappellai
indo il Vaa.
del Divini
-) da lui\%
ientilmenin
liappellaM
ile, olbecl
i trattati^ cl
leali umaif
rinascirriei
trattutto
’uomo v..„
etico-edoni'
etico
j la titai
ndo mici
iusto
anni_____
di settenÉ!
movo visibiinterò-ddo
iversalesi
Il Consiglio comunale di
! «anintiunl Pinerolo vede scadere il suo
itualmeni mandato in questi giorni e ha
già molti dei suoi membri immersi nella campagna elettorale che porterà alle elezioni
amministrative del prossimo
novembre. Giovedì 4 ottobre
intanto, in una delle sue ultime riunioni, il Consiglio ha
approvato a maggioranza alcune varianti al Piano regolatore rispondendo così alla Regione Piemonte che un paio
di mesi fa aveva chiesto all’amministrazione di apportare alcune modifiche al piano
approntato e approvato lo
scorso anno. Queste modifiche potrebbero portare alta
necessaria ripubblicazione,
ipipedendo così a questa amministrazione di varare definitivamente il nuovo Piano
regolatore di Pinerolo, e «lascerebbe così la città - dibe la
maggioranza - senza possibilità di sviluppo».
Tra la modifiche apportate
e approvate giovedì, la più
sostanziale riguarda la riduzione dello spazio lasciato al
terziario: su questa specifica
richiesta di riduzione la Regione era stata tassativa. «Il
piano è stato approvato da
tutta la maggioranza - ha detto il vicesindaco, Rivò - e si
è cercato di accogliere il più
possibile le richieste della
Regione senza con ciò arrivate a delle modifiche sostanziali che avrebbero portato alla ripubblicazione del Piano,
cosa che ci sarebbe stata impossibile vista la scadenza del
nostro mandato».
Tutti i gruppi dell’opposizione, per parte loro, si sono
dichiarati contrari al Piano
affermando tra l’altro che
1 accettazione in loto delle
osservazioni che arrivavano
^la Regione, che a loro patere erano pienamente condi''isibili, non avrebbe comportato la necessità di ripubbli*
cazione dello stesso.
VENERDÌ 11 OTTOBRE 1996
ANNO 132 - N. 39
URE 2000
Ho grande rispetto per la
figura e il messaggio di
Francesco d’Assisi. Tra l’altro, pare che i recenti studi
storiografici tendano ad avvicinare l’azione di Francesco
a quella dell’«eretico» Valdo, anche se per me rimane
una differenza essenziale sul
punto della predicazione. Mi
suscitano minore entusiasmo
le celebrazioni che anche
quest’anno si sono svolte ad
Assisi dove, accanto alla
tomba di Francesco, c’è una
«Lampada Votiva» dei Comuni (per i cattolici Francesco è il patrono d’Italia) alimentata con olio portato di
volta in volta da una regione
italiana. Quest’anno, dopo
molto tempo, spettava al Piemonte che si è mobilitato con
ENTI PUBBLICI E LAICITÀ
OLIO D'ULIVO?
MARCO ROSTAN
la presidente della Provincia,
Mercedes Bresso, mentre il
sindaco di Torino, che è, anche presidente dell’Anci piemontese, ha invitato i vàri
sindaci a partecipare «su autobus messi gratuitamente a
disposizione». Giustamente il
sindaco di Angrogna lo ha richiamato alla laicità; altri
sindàci delle Valli hanno lasciato cadere Tinvito, ma non
àd esempio a Lusema e nep
pure a Villar Perosa, da dove
pare siano partiti addirittura
sindaco, vicesindaci, parroco
e gonfalone..i
Del restor a proposito di
sindaci, conosciamo lo zelo
di Castellani per T ostensione
della Sindone e quello di Rutelli,per il Giubileo! Ma qui
ci sono di mezzo anche i
quattrini: pochi o tanti non fa
. nessuna differenza. Povera
Italia, poveri noi sempre in
mezzo a questa brodaglia civil-religiosa alimentata dalla
tv che quando si riferisce alla
Chiesa cattolica parla sempre
di «Chiesa italiana»!
Capisco anche che per un
sindaco non sia sempre semplice adottare una linea limpida, pienamente rispettosa di
tutti i cittadini che lo hanno
eletto, a prescindere dalle loro convinzioni religiose. In
molti casi si preferisce «assecondare»; oggi l’olio a san
Francesco per compiacere i
cattolici, domani le fasciile al
falò del 17 per i valdesi? Ma
non sarebbe decisamente meglio che le istituzioni civili
evitassero di mescolarsi con
quelle religiose? Quanto al
Pds, secondo me il suo Ulivo
sa un po’ troppo di incenso.
Al via a Perosa Argentina la prima esperienza di integrazione scolastica
«Polo» unico nella scuola con Panno nuovo
.V . ■/
gno
giare
pini
otestante
L’intpeg®,“
i
-,
1
La legge 97 del 1994 sulla
montagna ha istituito i
cosiddetti «poli verticali», o
più appropriatamente gli istituti comprensivi di scuola
materna, elementare e media,
nell’ottica di una razionalizzazione della rete scolastica e
del mantenimento delle scuole all’interno della Comunità montana. «Alla fine dello
scorso anno scolastico - spiega il professor Renzo Furlan,
capo dell’istituto comprensivo «Gouthier» di Perosa Argentina - il Provveditorato
agli studi di Torino ha fatto
una proposta che prevedeva
in sintesi Vaccorpamento
della media “Marro" di Villar Perosa con la “Brignone” di Pinerolo, decretando
in questo modo la scomparsa
di una presidenza e Vunione
di due scuole presenti in
realtà locali molto diverse.
Proprio per questo è nata
all’interno del distretto, ed è
stata fatta propria dagli enti
locali, sentiti i capi d’istituto
delle valli Chisone e Germanasca, la proposta alternativa di creare il polo verticale
a Perosa. L’istituto comprensivo “Gouthier” dunque si
La scuola media «Gouthier» di Perosa
occupa di scuole materne,
elementari e medie da Pomaretto a Perosa, fino a Pragelato compreso».
Attualmente il polo verticale di Perosa ha al suo attivo
562 alunni, un qtentinaio di
docenti, sedici non docenti,
tra segreteria e ausiliari ed è
il primo a essere nato nella
provincia di Torino; ne esistono peraltro dodici in tutta
la regione, collocati prevalentemente in vai d’Ossola.
«.Non abbiamo grandi esperienze a cui attingere - dice
Renzo Furlan - e quindi ab
biamo a^uto sin dall’inizio
problemi organizzativi e logistici con i quali confrontarci
e da risolvere; attualmente,
per esempio, abbiamo deciso
di collocare tutta la segreteria presso l’ex direzione didattica e abbiamo chiesto la
collaborazione del Comune
per creare una rete di comunicazione interfono tra la segreteria appunto e la presidenza, che è invece rimasta
presso la scuola media. Ci
sono ovviamente anche problemi di coordinamento del
personale: abbiamo per e
sempio ausiliari dipendenti
statali e altri comunali, con
diverse abitudini e tradizioni,; da arini poi, per fare
un altro esempio, fili insegnanti delle elementari si riunivano al mercoledì mentre
quelli delle medie al martedì, per cui è necessario individuare dei giorni per i collegi plenari e per ritrovarsi
tra commissioni miste materna, elementari e medie. Abbiamo avuto poi una fase laboriosissima per la stesura
dei bilanci e nessuno, neanche il Provveditorato, all’inizio aveva indicazioni da darci trattandosi di un problema
. nuovo per tutti. Adesso, superata la fase iniziale, le cose si
stanno mettendo abbastanza
bene, grazie anche allá buona disponibilità di tutti gli insegnanti e alla competenza
del personale di segreteria
della scuola elementare».
Un’esperienza dunque che
sembra cominciare con il passo giusto e che potrebbe costituire un utile e positivo
punto di riferimento per quelle realtà montane del Pinerolese che si apprestano a realizzarla tra breve.
Quando l’economia era strettamente
legata all’agricoltura, e di conseguenza all’andamento delle stagioni, accadeva talvolta che una improvvisa grandinata o una siccità prolungata durante la
stagione estiva mettessero in seria difficoltà le popolazioni delle Valli. Il fatto, a
esempio, che i coloni introdotti durante il
periodo dell’esilio (1686-89) avessero
consumato per uso alimentare anche ciò
che era stato loro distribuito come seme,
non è necessariamente indizio di una cattiva gestione. È anche dovuto indubbiamente allo stato di devastazione in cui
essi trovarono le terre loro affidate per la
coltivazione. Buona parte degli alberi da
fiotto erano infatti stati tagliati durante la
campagna militare.
Nel 1840 la siccità fu particolarmente
forte allè Valli, soprattutto in vai San
Martino. Aveva allora da poco lasciato
la chiesa di Rodoretto, nel corèo proprio
di quell’estate senza pioggia, il pastore
Pietro Lantaret, molto stimato da Bec
IL FILO DEI GIORNI
SICCITÀ
___________BRUNO BBLLIOH______________
kwith. Egli ritenne di dover cercare
qualche soccorso per i suoi ex parrocchiani e perciò si rivolse al colonnello, il
quale indisse una colletta speciale che
fruttò 40 sterline.
La cosa interessante è che Beckwith,
da uomo pratico e decisionista qual era,
affidò l’incarico della distribuzione dei
soccorsi al pastore di Rodòretto, Giovanni Gay, precisando che essa dovesse^essere fatta sulla base di una lista predispt^
sta dal pastore Lantaret, in quanto migliore conoscitore della situazione. In
questa Usta si dovevano considerare circa
80 famiglie valdesi, più una ventina di
cattoliche: Rodoretto era dunque assai
popolata. E Beckwith precisa che non si
- devono distribqire denari, ma meliga e
patate, e senza che il Concistoro ci debba
entrare per nulla. Egli afferma che in
questo modo non si «dissipano le possibiUtà in miserabili elemosine che non otterrebbero nessun risultato!-), ma si opera
in maniera, efficace.
. Il moderatore non fu particolarmente
soddisfatto di questo intervento di
Beckwith a solo favore dei rodorinii E lo
segnalò al colonnello, che peraltro non si
lasciò affatto turbare e con parole piuttosto dure ribadisce di non poter prendere
su di sé un soccorso a favore di tutta la
vai San Martino, solo per evitare che il
pastore di Rodoretto diventi più popolare
degli altri che non hanno potuto fare nulla per la popolazione delle loro chiese.
Nelle altre chiese della vai San Martino,
sottoUnea, «c’è abbastanza gente dotata
di mezzi adeguati per poter aiutare i più
poveri, se avessero il cuore per farlo».
¡N Questo
Numero
Mafia
La mafia non è unTenorneno lontano o limitalo al
Mezzoigiòtaio d’Italia: ne
sono ben consapevoli anche i giovani che hanno
incontrato Nando Dalla
Chiesa a FUnerolo, in occasione dello spettacolo
«Non basta» tratto da un
testo di Luciano Violante.
Pagina II
Perrero
Il Consiglio comunale .si
è occupato nella .seduta del
.10 settembre del problema
della raccolta rifiuti e dell’
adeguaménto delle relative
tarilTe. Il problema specifico di Ferrerò è l’incremento del volume dei rifiuti
nel periodo estivo.
Pagina II
Ferrovia
I pendolari della tratta ;
Torino-Pincrolo-Torre Pel- ;
lijce ci scrivono lamentan- *
dò lo scarso interesse ri- ;
spetto ai problemi delle lo-i
ro condizioni di viaggio. IL
Piano regionale dei tra-|
sporti, fia l’altro, non inscurisce la tratta in questione
nel novero dei progetti di
pot^amento del servizio
e delle infrastrutture. ^
PAGlI
Identità valdese
^ I pastori del l distretto
affrontano il problema della cultura valdese nelle
fallir occórre promuovere
=%n modo di pfe^ntarst al
^restiero che non incen“^
l’attenzitHie sul splo as
io «museale» del teiri(
I%rendono a partire dal
14 ottobre ì corsi di aggkmaamento peu: insegnanti dd gruppo «Xetul».
' Pagina IV
6
' PAG. Il
POMARETTO: LAVORI ALLA RETE FOGNARIA —
Stanno proseguendo i lavori di ampliamento alla borgata
Lausa (foto) della rete fognaria; la scorsa settimana il traffico ha segnato diversi rallentamenti a causa dei lavori.
300 MILIONI PER LA TUTELA DEL CONSUMATORE
— In attuazione della legge 90 del 199Ì e del programma
triennale di attività in materia di difesa <iel consumatore approvato il mafzo_scorso dal Consiglio regionali la Regione
ha destinato 3(X) milioni agli enti locali e alle associazioni di
tutela del consumatore per l’attività dei vari sportelli in Piemonte. Nell’assegnazione dei contributi si è data la priorità
alle situazioni consolidate, come il Comune di Verbania, il
Movimento consumatori di Cuneo, quello di Torino é al progetto dell’Agenzia europea di informazione ai consumatori.
GLI ERRORI DELL’ORARIO FERROVIARIO — Nel riprodurre la scorsa settimana l’orario ferroviario abbiamo
commesso anche alcuni errori: il treno 10166 che parte alle
15,36 da Pinerolo arriva a Porta Susa e non Porta Nuova; il
treno 10158, in partenza da Pinerolo alle 12,15, arriva a Nichelino, Sangone e Torino Lingotto un’ora prima di quanto
indicato dall’orario e cioè rispettivamente alle 12,45, 12,48
e 12,53; l’orario è in vigore fino al 31 maggio e non fino al
21. Infine vale la pena di segnalare che l’autobus To 001,
in partenza da Pinerolo verso la v^ Pellice alle 0,12, è prosecuzione del treno 10177 partito da Torino alle 23,22 e
giunto a Pinerolo alle 0,04.
TORRE PELLICE; ARRIVANO I CASSONETTI w Dalla
prossima settimana (si inizia lunedì 14 ottobre) la raccolta
di rifiuti solidi urbani avverrà unicamente con i cassonetti.
Dopo il fallimento deUa Nuova Api e il passaggio della raccolta rifiuti all’Acea il cambiamento era stato già preannunciato: ora è una realtà. Un’ottantina di cassonetti sono stati
posti dal consorzio pinerolese del concentrico, tenendo conto del carico urbano delle singole parti del paese, ma anche
della difficoltà degli automezzi della ditta a muoversi in
spazi ristretti, nonché del tentativo di non occupare con i
cassonetti troppi parcheggi, a Torre già carenti. Nel frattempo sta per prendere avvio la nuova area di conferimento di
rifiuti ingombranti e raccolta differenziata accanto al depuratore: sarà aperta tutti i giorni e controllata, nella speranza
che anche i cittadini facciano la loro parte per incrementare
la raccolta differenziata e mantenere la città pulita.
INVERSO AMPLIA IL CIMITERO — Con una serie di atti
il Consiglio comunale di Inverso Pinasca ha deciso l’ampliamento del cimitero comunale in località Vivian; è stato
approvato il progetto preliminare (ci sarà anche uno spazio
per le urne cinerarie) e approvate le perizie per l’acquisizione dei terreni confinanti su cui sorgerà l’ampliamento.
DI PIETRO PROMETTE UN INTERVENTO PER L’AUTOSTRADA DI PINEROLCT— Durante l’incontro tenutosi in Regione la scorsa settimana, il ministro Di Pietro ha
promesso un intervento per il completamento dell’autostrada Torino-Pinerolo. Dallo stato arriveranno dei soldi, ma
occorrerà trovare la restante parte; l’ipotesi allo studio è un
prolungamento della concessione, che permetterebbe
all’Ativa di rinunciare alla barriera di Beinasco e venire incontro alle esigenze della Provincia e degli enti locali.
MUORE L’ASSESSORE BUFFA — Dopo una lunga malattia è morto la scorsa settimana l’assessore al Bilancio di
Pinerolo, Alessandro Buffa; dopo una lunga carriera nel
Pei e poi nel Pds, Buffa era approdato all’esecutivo con
l’ultima giunta guidata da Trombetto.
VitaNuova
#1
ASSICURAZIONI
Gruppo di Assicurazioni
la Basilese
^asileset
Società collegata con gruppo
Banca Carige
Agente
Maria Luisa POGGIO GÖNNET
Agenzia generale
via Raviolo, 10/A - Pinerolo
tei. 0121-794596-764Ó4
'^àLLf'^LDESI
venerdì 11 QTTOBREIqq^
Uno spettacolo e un incontro a Pinerolo
La mafia non è
un problema lontano
FEDERICA TOURN
In occasione della dedicazione alle vittime della mafia dell’Auditorium del Liceo
scientifico di Pinerolo, il 4 ottobre Nando Dalla Chiesa è
venuto a parlare con i ragazzi.
«Chi di mafia vive, chi di mafia muore» era il tema dell’incontro, prima occasione per
riflettere, a cui la sera ha fatto
poi seguito «Non basta», uno
spettacolo a cura del Teatro in
Cantiere liberamente ispirato
alla «Cantata per la festa dei
bambini morti di mafia» di
Luciano Violante. «La mafia
non è una questione lontana
da noi - ha esordito Nando
Dalla Chiesa - basti pensare
che la Lombardia è la quarta
regione a presenza mafiosa in
Italia e che in 2 anni nella sola provincia di Milano ci sono
stati 2.500 arrestati appartenenti alle cosche mafiose».
Così in Veneto, dove agisce
la mafia del Brenta, così anche sulla riviera romagnola,
dove le mafie si disputano
fette di turismo. È il segno di
un’enorme capacità di penetrazione nel territorio, oltre
che di una capillare organizzazione militare. Senza dimenticare la capacità di accu
mulazione di profitti, il forte
potere economico e di condizionamento politico, e la
spregiudicatezza con cui usa
l’omicidio per raggiungere i
suoi scopi. Per questo si muore di mafia. «Dì mafia poi,
non si vive - ha detto ancora
Dalla Chiesa -; l’hanno dimostrato i collaboratori di
giustizia che sono crollati appena è finita l’impunità e
hanno provato un po’ di carcere duro. Questo bisogna
mostrare ai ragazzi che vedevano in loro dei miti». E per i
ragazzi, presenti che cos’è la
mafia, come la conoscono?
«È un’organizzazione criminale, presente pure qui al
Nord, anche se magari è meno visibile»; risponde Erica,
16 anni. Ma su una tangibile
mafia nostrana, le raccomandazioni per avere un lavoro,
che cosa ne pensano? «Credo
che anche noi, se vorremo lavorare, dovrepio esser raccomandati» dice Corinna, 17 anni. «La raccomandazione è
molto importante anche qui ribadisce Stefano -; mia madre, anche se competente, non
ha trovato lavoro in un’azienda perché le^ono passate davanti donne^più giovani, inesperte ma raccomandate».
Consiglio comunale di Ferrerò,
più care
le tariffe dei rifiuti
LILIANA VICLIELMO
Una proposta di aggiornamento del regolamento
per la raccolta dei rifiuti, presentata dalla giunta, ha occupato un largo spazio della seduta del Consiglio comunale
di Ferrerò lunedì 30 settembre. Da agosto, lungo le strade delle borgate, fanno bella
mostra di sé i cassonetti forniti dall’Acea, il consorzio
che smaltisce i rifiuti solidi
urbani di tutto il Pinerolese e
che evitano il disgustoso
spettacolo delle spazzature
gettate nei canaloni del torrente. Ma, siccome tutto ha il
suo costo, è previsto un aumento delle tariffe per il
prossimo anno, in misura
considerevole.
Nella seduta, il sindaco Léger ha illustrato con alcuni
grafici la situazione del Comune di Ferrerò, che come
ormai tutti i Comuni montani
vede aumentare i propri abitanti nei mesi estivi, con un
conseguente aumento della
quantità di rifiuti da raccogliere. Dai dati Istat del censimento ’91, infatti, risultano
occupate per tutto l’anno soltanto 400 abitazioni circa su
1.100 presenti sul territorio.
Con l’attuale calcolo dellj
tassa basata sulla metratura,
chi non abitava che saltuanj
mente nel Comune poteva
chiedere 'una riduzione della
cifra da pagare e questo spie,
ga l’urgenza di modificare j
regolamento, adottando crite«
ri diversi, altrimenti il costo
del servizio, che si prevede
sui 100 milioni annui contioi
70 attuali, graverà quasi iute,
ramente sui residenti. Perdjt
il sindaco ha proposto di
sare dal calcolo delle superfi.
ci abitate alla determinazione;
della quantità di rifiuti prò.!
dotti ma, in questo caso, A'
mane il problema del metodo
da praticare per un accerta-,'
mento non semplice da eseguire. I provvedimenti da
prendere sono stati rinviati a
un prossimo Consiglio^che
dovrà aver luogo entro il ipe-i
se di ottobre.
Il sindaco ha ancora comunicato che la gara di appalto
per i lavori di metanizzazioni
è stata vinta da una ditta fi
Bologna e che l’asta perla
vendita delle scuole di BovikJ
San Martino e Faetto ha vid
una sola offerta per la scuol(
di Faetto e che quindi nelle
casse comunali entreranno,
meno fondi del previsto.
Una riflessione sui modi in'^Gui si sono indirizzate Te scelte delle zone da valorizzare
Borgate: è già stato deciso dove intervenire?
________MARCO ROSTAN_________
Nel corso di una recente
intervista a proposito del
«Frogetto borgate», l’assessore all’urbanistica della Comunità montana vai Fellice ha,
probabilmente in modo intempestivo e inopportuno,
fatto sapere che con una cospicua parte dei finanziamenti
ottenuti dal progetto la Comunità moicana prevede di
realizzare, insieme ai privati,
3 interventi di recupero a San
Bernardini di Bibiana, al Fis
la Rossa e alpeggio del Barbara (Bobbio) e la frazione
Fra del tomo di Rorà.
Come promotore dei due
convegni che il Centro culturale valdese ha dedicato alle
borgate di montagna e attivo
partecipante del grappo di lavoro costituito sullo stesso tema dall’assessore, ho l’impressione che comunicare alla
stampa l’impegno finanziàrio
della Comutìità montana verso siti già precisamente individuati, fra l’altro mentre sono in corso dei laboratori
qualificati che dovrebbero
precisare tutta la metodologia
del progetto borgate, rischi di
suscitare equivoci e compromettere le lodevoli intenzioni
dell’assessore ancor prima di
cominciare. Soprattutto di
non favorire la collaborazione
e il consenso fra le amministrazioni comunali e Comunità che, come è noto, è la base decisiva per lo sviluppo di
iniziative positive in valle.
Dalla ricerca che si sta sviluppando nei suddetti labora
tori, dove collaborano con
l’assessore vari docenti del
Folitecnico, emerge con forza
la necessità di pensare alla
pianificazione e alla gestione
del territorio in modo non settoriale ma complessivo, fortemente interdisciplinare, facendo interagire conoscenze e
risorse, progetti in atto o in
divenire con le potenzialità
ambientali, economiche, culturali, urbanistiche e architettoniche che si andranno progressivamente individuando.
Da questo punto di vista,
l’operazione di «recupero» e
di valorizzazione è, a mio avviso, soltanto la piccola parte
di un’operazione «edilizia».
Certo, l’intelligente ripristino
di tipologie e aspetti costruttivi tradizionali può costituire
una componente decisiva ma
il punto centrale è un altro,
cioè che il recupero di una
borgata dovrebbe essere voluto prima di tutto perché la
gente del posto possa continuare a viverci e ne abbia dei
morivi; dovrebbe essere voluto perché la montagna viva e
non solo perché i cittadini e i
turisti di turno possano visitarla con godimento estetico
o farci la seconda casa. Anche questo è un aspetto importante, ma guai a dimenticare l’altro. Forse allora è necessario che l’identificazione
■dei luoghi in cui intervenire
con la collaborazione fra pubblico e privati scaturisca da
un complesso lavoro interdisciplinare e integrato fra gli
assessorati, pur tenendo in
debito conto e in realismo
COLLEGIO VALDESE - Via Beckwith, 1 - 10066 Torre Pellice (To)
Corsi di inglese - tedesco - francese - spagnolo
Per tutti i livelli e tutte le età in piccoli gruppi. «
1-2 lezioni settimanali, in blocchi di 30 ore rinnovabili a £ 10.000 l’ora.
Iscrizioni entro il 31 ottobre 1996 presso la segreteria (anche tramite
telefono o fax)
Per informazioni telefonare in segreteria o lasciare un messaggio in segreteria
telefonica, +39-0121-91260 oppure scrivere via fax,- +39-0121-932272.
amministrativo le inevitabili
priorità che ogni Comune può
essere interessato a segnalare.
Infine altre due considerazioni. Nella riflessione che si
è sviluppata in questi due anni
a proposito del recupero delle
borgate, abbiamo ritenuto di
dover dare la priorità alle borgate di montagna non perché
àcuni borghi o cascine di pianura e di collina non siano
meritevoli di attenzione, ma
per dare una doverosa priorità
alla montagna e all’alta valle
e perché non si può fare tutto
con i soldi richiesti. Ora, tra i
luoghi che l’assessore Grand
ha indicato come probabili
non mi pare che rientrino fra
le borgate di montagna: né
San Bernardini di Bibiana,
per altro meritevole di valorizzazione, né il Fis la Rossa e
l’alpeggio del Barbara, che
per l’appunto è un alpeggio e
non una borgata.
In secondo luogo: stiamo
attenti agli interventi «esemplari» e ai soldi pubblici che
vi si impegnano. Non vorrei
che ottenessimo qualche «perfetto» recupero architettonico,
ovviamente interessante per i
professionisti che ne riceveranno l’incarico e soprattutto
le parcelle; assai di meno per
il bravo montanaro che, intenzionato a trasformare il suo
fienile per ricavarne qualche
posta letto da offrire ai turisti
di passaggio, a cui servire magari anche la colazione, non
ha tanto' bisogno di «esempi»
ma bensì di qualche semplice
norma, onnicomprensiva degli obblighi di legge, di poca
burocrazia, di due o tre ditd
tive in ordine ai materiali e a
criteri costruttivi e possM
mente di qualche agevol^
ne se seguirà i criteri indici
nella pianificazione di valle.
Mi auguro vivamente chei
«progetto borgate», con i finanziamenti che la ComumÉ
montana ha ottenuto, aiufi
procedere su questa strada|
aiuti ad affrontare speditimente i problemi che oggi
pongono per chi desideri «Kcuperare» in modo intelligrii’i
te e compatibile con l’ambiente, combatta il degrada
contrasti le tante «brutttre» realizzate sia dai propnctari che dai professioni^
dagli uffici tecnici, trasfofl»
in positiva collaborazione J
diffusa abitudine di far (i
ciascuno a modo suo, die®!::
do male degli altri. A ques
condizioni, anche qualche m
tervento «esemplare» ché»
Comunità montana potrebot]
realizzare, possibilmeflK
sull’insieme di una borgat'’
con l’aiuto dei proprietari
nel quadro di un piano complessivo per il territorio,
avere la sua validità.
L'Eco Delle Valli Valdesi .
Via dei Milie, 1 -10064 Pinewlo
tei. 0121-323422; fax 32^1
redazione Torre Pelli'J® „
tei. 0121-933290; fax 93240»
Sped. in abb. post./50
Pubblicazione unitaria con
non può esser© venduto separataft^
Reg. Trtounate di Pinerolo n. 17^
Resp, ai sensi di legge Piera Egwi
Stampa: La Ghisleriana Mondovl
Una copia L. 2.000
Usato garantito
Sviluppo e stampa
Strumenti scientifici
Facilitazioni di pagamento
Servizi fotografici per cerimonie
Apparecchi delle migliori marche
"““ak
foro
Via Bunivo 27 -10064 PINEROLO (TO) - Tel. Fox 0121
Mi
7
bre^
?
colo deil,
nietratuii,
e saltuaiij,
ne poteva
zione della
luesto spie,
edificare J
andò crite.
nti il costo
si prevede
nui conta)!'
quasi inte.
¡nd.-percl.
3StO di
die superi!,
rminaziojei
rifiuti pro.
to casQ, ridei metodo
in accerta-,
ice da ese
li nienti da,
ti rinviati a
isiglio,clie
;ntro il mé
cora cornil
anizzazioiie
na dittai
asta per k
e di Bovile;
tto ha vistoj
;r la scuoli
uindi nei' t
intreranio)
visto.
O g
o ^
> *s
D ^
\i
a
_ o
O (L
■3) .a
-o %
fi c
g 0)
£ ^
3 2
o o.
■0*5
(A
.r.-M
%
0 tre
ateriali e af
e possibi
agevolazitj
Ieri indid
; di valle,
lente che!
», con i fi- s
1 Comunik
Ito, aiuti a
sta stradaci
■e speditache opi si
esideii «itI intellig®
con l’affl'
I degrado f
e «brut«'
lai proptiC'
issionisti i
i, trasfoi?
irazione la
li far da s4
suo, diee^
; .'if:
. «Lttr
i
qualche tu’
ire» che h
ibiltnellK
la borgat*>
oprietari «
liano coni'
itorio,
à.
Valdesi '/nf'
54 Pinerdo t
1x323831
e Pollice „
fax 932409
)sf./50 '
on Rifonf®
aparatan«'*
k>n.175«0
Piera £#
aMondovI
:.ooo
E
CQ
' 1?
K Vi .rÌ>w''
S
(0
lU
■■ ; i.', ).
s
Ul
s
i2
I
o co
io K
C\J
C»4 Cm
Q ^
<D
k- iZ
0>
Q 2
co Q>
.£ «
1E 2
o >
'c. w ^ ^
o 2 co
o o5 iS
c« w —
o
o
IO
§
s
••¿a
i § § o o i
g i o O +
cu cu CM €0
S> ^
B 2
*2
ir
c M
-B o
0> 0)
cf> E
Q 0?
co co
§
§
E
■'/ ■ /
'■ ' s
K1 'O O Ul
.M r= it -j; cs
li
W VI A ^
g ^ = .5 00
« Q-tC g .
I = §■! F
c o s- •§ -E
I :b ®. I a
|S| o|
fe 2 [I g
Q f — m - <s co
.2 ■“ L S .a ^
X) — H 11
3 o c U
VI Z XI. , s ,
•'livift.
-5 |.|¿
#18 i JI :«1
í:
8
f^'íí'Jt^'''
V 'V
-C..S
^v./
- >-\ V í-'"' ,K< ■.
’V''. I
'v
■:Á'i^.'>\
‘^i'lH'f
,*i'
. ÄO'' ■
„ •• ,. ,
\N'- ■ s '
r-'”;r
(O
fea ST tr*
Q^ O (D
Q O
9r S**S
>-‘* <s> c;
I fe i
U
Ca5 o
S'
' § oa
5. o Q o
§■ i 3 o
-2 £5 « «
s «. sr » (5'
3 ST- PTti P
(O o bí y
3 «) T< (0 B>
3 g=Q §1 I iï
(§. g. ? fs-111:
§. ^O-D-g; o §•
§ J “ 8 « & 3
K-
® 8 _________
s
^3- 5^ “
§
(O
3.
■o
3 B | .§
3 -3 2 5 5. 3 ,
^ Ä i- Q 5 ® '
g-o &5rä 8 a
-, 'Ií;.,
a^
ro
,.l V.
tf)
ro
§.
a.
o
<tj
</)
T3
O
3
en
Oí
cr
cn to 1—J
ET z' cu r: (0 Í
XS *:3 ñ. ÏÏ g DJ
(0
N
cu
D>'
O
3
ro
(3
i. 2
-V^fíífi
S 3
5T S
3. SL
O ro
D
& i áv
Û) . 'S“
§•
g'
g*
o'
i
§
S
û
(Cl
((3
3
N
0)
(0
(0
DJ
â
D)
DJ
ry
O)
a
I
Í
O
O
1-^.
3
a
. V...
f
Q.
O
W .
■'■. V -rv.
O
3
(0
8,1 r
ill?
III?
S ^|.s
§■- B a
Q W § O
i-g;^ 3
rS^BLxj
■3 a. ® S
î=r § Bto
a 2. S'fg'
■gai I-,.
i-S'g I
S ssï*
3 s-3
„ O (0 ¡2-
a-s (0 3
s.
en
O
O
O 2
S a
a 0)
s'?
3 I
i i”
3 3
eu
S;
O
O
en
DJ
3
M
0>
c
I-Bi.'’"
O i“
5"
a
§ a
g af -M ,
a SL
I. ;
O 3
T3 3 0)
C S ro 1
3. a 00
i ST ™ O.
- S. 3 £2.
P
T3
5'
'ZoT
Q 3 ç
O ^ ST'SS ” O ô'
m 3" o_ I—1
a DI DI ^
,û
s
£2. ?
=>5
(0 ’S
CQ O
S- Q
Pïï
FS
la
0» TJ
a a
3 (0
(0 S
en —
<0
O
3
(0
CQ.
§.
Q.
eu
(D
eu
clS
O
eu
•N
a
<0
3
3'
8!
O
3
(D
(0
2T
cE
3
a
(0
3
ÍU
TJ
0
en
1
eu
O
eu
D-,
S'
■fCu
â
eu
(0
3
3
3.
(0
TJ
D)
CQ
Ö. ;;
eo
(0
(D
___ ,, O
Q. £ 3 ' 3"
ü? (0,
3- t±
T3 Q.
3 -3
<JN CTn . C7X CJl
CO 00
s: O
a
DJ
a, O 3 CQ
?^i.|
(0 s:i _ O
en Q-.
tCJl !
Q - w rj 01 < CL
S'^asD
5.. ex a Q. <0
O' "• 0) 2 en
— O 3- (3 (S
ro' g- 01 ™
'^■2 >
3
01
O
• O
. O
3
DJ
3
D
3
(D
i-i-T S'“*
Ä a ro (0 (Ö
2 i rn (Q
3^-3 e-CQ
S a 3 ■“•((>
“ .3 g O
a — aT
gcQ ®
ÏÏ B s- O _
I a s. ^ s
i
ti
H
il?
;S
■'S«.;'
.1
vi
,^^Peni
quasi ti
sulla iT
'' rnercat
Í cietà T(
'■ stato di
“ volte o
del cap
il... Era
' 'no!” ai
personi
■ pe, me
%adre/r
“...et
non
' ’ frate
,^: nella
Bere
[¡.?*fi.'.>.
■ ®0gg
'?"G0nda,
éietà. E
1 *f]huto a
Egli
: “grupp
cietà si
nato, a
getto d
■ co”, “il I
Non è Í
Il rappc
istituzic
$
it' ■
», Í
I
9
NOTIZIARIO DELLA FEDERAZIONE GIOVANILE EVANGELICA ITALIANA
SOLIDARIETÀ’E DEMOCRAZIA:
UN CONNUBIO PERFETTO?
■ T
Pensiamoci bene: oggi neila nostra società
quasi tutti i rapporti tra le persone sono basati
sulla mediazione monetaria. Viviamo in un
mercato. Fino a qualche decennio fa la società resisteva al cristallizzarsi di un simile
stato di cose tramite i movimenti sociali, le rivolte operaie che lottavano contro il potere
del capitale per l’affermazione dei diritti sociali... Era una società viva, sensibile, che urlava
“no!” ai soprusi e ai tentativo di omologare la
• personalità di tutti gli uomini e di tutte le donne, mettendo in primo luogo l’individuo come
padre/madre, cittadino/a, lavoratore/trice.
“...che giustizia venga chiediamo:
non più servi, non più signor,
fratelli tutti esser vogliamo
nella famiglia del lavor...”
Bergeret (de “L’Internazionale”)
Oggi, dando uno sguardo a ciò che ci circonda, vediamo l’individuo scisso dalla società, Egli ha con essa un rapporto da contenuto a contenente. L’individuo pensa: “icf, “gli
■pltrì’.
Egli ha dimenticato quella dimensione
“gruppale” che lo ha portato a fondare la società stessa. “Il prossimo” diventa indeterminato, astratto,/)uasi irrangiungibiie; “Lui”, oggetto della solidarietà, non è altro che “il cieco”, “il povero africano”, “l’ammalato di Aids”...
Non è sentito come parte del proprio esistere.
Il rapporto con l’altro è costruito, filtrato dalle
istituzioni, basato su regole. Troppo spesso la
CHI L’HA CRISTO?
solidarietà diventa “una scrittura, un dovere,
un codice fatto”. Marx diceva: «la modernità
ha sciolto tutto ciò che teneva legato rindivi-^
duo, ha sciolto ogni vincolo, negando ogni legame sociale». Ma il legame sociale non può
essere negato, altrimenti cadrebbero i presupposti basilari su cui l’uomo e la donna costruiscono la propria personalità ed il proprio
carattere. In modo assurdo, la modernità pretende di basarsi su due presupposti:
a) l’autocostituzione dell’individuo, cioè
l’idea che l’individuo sia una specie di “prius”
che si istituisce a prescindere da ogni mediazione sociale.
b) mettere le emozioni e le passioni, e con
esse tutto ciò che riguarda l’affettività, sotto il
controllo della mente e della ragione.
Invece il processo di costituzione dell’individuo è “faticoso”, “doloroso”. «Il rapporto tra
la madre ed il bambino è un rapporto personale, affettivo; ma è anche un rapporto dentro
il quale parlano le generazioni, le tradizioni, le
culture; è un rapporto in cui il noi è in qualche
modo dentro e fuori, la società è presente e
assente, è incarnata nella madre ed è altrove». Una società totalmente permeata dall’individualismo e dal razionalismo potrebbe
esplodere in una crudele guerra di tutti contro
tutti. Per evitare una simile catastrofe è necessario che l’uomo e la donna riscoprano il
legame sociale come rapporto “fattuale”, basato sulla consapevolezza di essere parte di
una società, all’interno della quale ogni indivi
‘C
Assisi, Basilica di S.Francesco.
“...Bene signori, questa è la navata principale, in fondo alla quale potete védete un
', - tare marmoreo del Tintoretto con intarsi lignei di Giacomo da Lodì^ Sulle volte poliamo ',
■ ' ' ammirare la bellezza dei mosaici della scuola tridentina, compodìt pare da OderìsI da
; rf’ Gubbio, allievo di Cimabue, già noto miniaturista. ^
® Dal crocifisso, che dovreste vedere ßl centro del coro tf. —■"
y (nane soltanto la croce in ebano del Paraguay: proprio due
r essere penetrati all’Interno di questa pur sicurissima chiesa per por prelevare // Cristo /n
; iinissima ceramica biscuit sapientemente dipinta a mano da Paolo da Bobbio. '
V/ ricordo che nella cappella dì fianco al transetto potrete acquistare souvenir, eàrìtini,
^ '’"ricordini, posters, portachiavi, portafogli, matite, gomme, 'posacenere, bocce di vétro pon
\ la Maria Innevata e quadri di Gesù in croce che apre e chiude gli occhi.., " y
lo ero poco distante e mi ero sentita' l'esauiiente spiegazione delia signorina. ’A queste r
3. ; parole, però, tutti i partecipanti alla gita da 29.900 tire si erano fuMnesmente catapultati '
nella cappella di fianco al transetto, dove andai anch'io, ^ ,
' Tutti ammiravano^ i numerosi gadget^ ma quello che li (è mi) colpì maggiormente fu
un quadro fatto con una tecnica spedale, grazie alla quäle si vedeva if Cristo am gli oc*
chi al cielo, stando in piedi, itvginoGcbiandosi si vedeva-il Cristo spirare r^ìud^ido con
sofferenza gli occtà Quell’articolo andava letteralmente a tube 4^* ' ^ ■ .ìt
in fondo alla botteghina c'éra però uno strano ragazzo: lineamenti quasi... da bambo- t*
fa, pelle levigatissima, si massaggiava spesso le spalle come se gH dessero fastidio o gli
facessero male. Era vestito con indumenti che arrivavano da qualche discarica, si vedeva chiaramente. Aveva una strana luce in fondo agli ocdìi:’^- "f'
Dapprima si meravigliò nel vedere quei commerci, poi diventò seccato, irritato, indignato e infine sdegnato, l sudi occhi erano candii di rabbia e dì luce. Tutto successe^ %
molto rapidamente, spero di riuscire a spiegarmi. Per un animo la bottega si Illuminò ttì •
una luminosità strana, il ragazzo si avventò sul (panchetto e distrusse tutti I gadgets, / ; ;
venditori chiamanmo la sicurezza che arrivò cemàndo di menare il vandalo con mahgauelli che miracolosarnente sfuggivano alla volontà delle due guardie evitando li giovane eyA
infrangendo vetrinette e quadri. Lui scappò, ma si. fermò un attìmo 0iardandomi con il ^
suo sguardo protondo 6 luminoso e'mi disse: t.'ho già fatto ima volta, rha certa 9'^^ •
proprio non impara rtmL.I" ^
Dùe mentine dopo, il frate custode della chiesa trovò di nuovo II Crrstà in croce: non
dra una copie, non era rovinato, non era più Impolverato: era identico a prima.
“Mìracolol" gridò andando di corsa dai cónfratallL » ‘ jé r- ..J
^ Claudia fi »>- ■»
duo è responsabile della creazione dei significati fondamentali che lo portano avanti, che le
danno dei modus vivendi che non sono altro
che la prassi dello stare Insieme, cioè il fondamento della “gruppalità”. È così che solidarietà e democrazia si intersecano quali forme dèlio stare insieme, esprimendo runa la
dimensione reale, fattuale della gruppalità,
l’altra quella legale. La mancanza di questa
coscienza non può che produrre lo squallido
individualismo che impera nelle nostre città e
che alimenta la solitudine, l’incomprensione
tra i vicini e tra le diverse realtà, la violenza,
l’insofferenza.
La società con la sua vita frenetica non fa
altro che impegnare la mente delle persone
con gli obiettivi ch^' oggi appaiono essenziali
per il raggiungimento della felicità. Il consumismo ha preso il posto di una mentalità comunitaria che invece dovrebbere sofgere spontanea tra le persone che condividono gli stessi
spazi, che interagiscono tra loro. Ma questo
modo di vivere non soddisfa, anzi alimenta
questa èindrome’che sempre più imperversa
tra le persone, la sindrorne della infelicità,. la
sensazione di non riuscire mai ad ottenere
quello che veramente vuoi, 'o di non riuscire
ad essere come veramente vuoi. Tutto ciò alimenta un certo disinteresse per la gestione
deila società che è lasciata nelle mani degli
“esperti”. Per tutti questi mietivi ia società è in
contrasto con l’economia «che vuole affermare il primato del calcolò economico come unico calcolo razionale». Se per l’economia l’individuo rappresenta un numero, una statistica, nella democrazia l’individuo è il centro, il
punto di riferimento, e di emanazione aila
stesso tempo de diritto. È questa ia tesi di
Pietro Barceliona (“L’individuo sociale”) in merito alia condizione della solidarietà nella società di oggi. Egii crede che «ia solidarietà
non può esistere come diritto se non esiste
come fatto».
La possibilità di sentire la solidarietà come
coscienza della nostra Identità, della nostra
storia, secondo Barcellona, oggi cl è negata.
Spesso la solidarietà viene sbandierata durante le campagne elettorali come il principio
su cui poggiare i progetti del nostro futuro.
Essa inifatti dovrebbe essere il principio ispiratore deiie politiche che investono molti settori
della società; la sanità, la scuola, le garanzie
per gli anziani, le garanzie nel mondo del lavoro...
Ma ciò che è ahgosbiante é che si ha la
sensazione che la solidarietà sia un etichetta
appiccicata sopra i discórsi per renderli più
plausibili, più convincenti. In questo momento
di transizione, di cambiamento della scena
politica, è fondamentale capire quale sia il
ruolo della solidarietà nelle scelte politiche,
nella gestione della società. Ma non solo, bisogna valutare la possibilità di dover rimettere
in discussione anche noi stessi, cercando di
capire quanto il senso della “gruppalità” è vivo In noi, nel nostro interagire con gli aitri, nel- •
la nostra “presenza” nella società. Spesso mi
sono chiesta chi potrebbe fare quaicosa per
cambiare ciò che non va. Oggi sono sicura
che la mia presenza nella società insieme a
quella delle altre persone, chiunque esse sianò, ha un ruolo, li nostro ruolo è quello di
esprimere le nostre opinioni e di lavorare tutti
insieme per realizzare i nostri ideali. Non fasciamo che l’individualismo e l’indifferenza diventino la legge del nostro esistere.
Sara Grasso (Lentini)
-.'A
CORTOMETRAGGIO SULLA CROCIFISSIONE
■Visióne e^ada,’
periferia di una città ufi prato dove j
qvvicinan^si,,
■finché 61 va d sedere sul , ’
delia strada, df fronte al croci- '
fiàsp. ^o'^gua^da-in sitenzìq per un'.pò, poi dice; ■' ^ • •-..I
(convegno Egei Valli “Chi i’ha Cdsto” - Bobbio Pellica 27-28 gennaio ‘96)^.
Perché mi guardi con quatta tac-.
' daf ' ‘
... ■ A no? Non guardi (ne? E chi .
■ guardi aHofa?' -.ì‘
E va beh, anche se guardi qualcun altro, perché lo guardi con quq- *
. gli occhi incavati, con quella amorfía •
di dolore? Chò non lo sapevi che la
"[ morte è diffìcile, che la soffrire? Ti
: ' credevi di cavartela cól gesto sfm• - , bolìco “mudo anch'io come tutti vot,
cosi siamo sullo stesso piano’7 Eh
. no, caro mio, morire costa dolore.
Cosa 0CÍ? Sé lo Sapèitt ne ayre-^, ^
Usti fàtto é meno? ide guardò che’^’'
non è andata male in fin dei Sbnti.^t.
Questa trovata della vittoria nella
sSnfltta, dei Dio che si fa Umano,
H'' che soffre addirittura, è veramente
eversiva, destabttitzante, tìn'anti- "
ideologia elle riesce a fregare sempre tutti, amipr^ quelli che l'assutif mono come propria ideologia.
Va beh, visto che tí sei messo a
fissarmi continua: guardami negli %
occhi. Stai soffrendo, è vero, ma II
pensiero della grandezza di questa
taa morte non ti aiuta? D’suxordo, I
tuoi amid il hanno abbandonato, ma
quanti ti verranno detto proprio perdió sei morto, e sèi morto in questo
modo?
Come dici? Non te ne frega un
tubo?' '
Hai ragione, tu sei II che muori e
io vengo a menartela colla tedogia.
Hai ragione. Cosa vud che tí dica?''
Niente. Va bene,me ne sto zitto.
Lungo silenzio. Lacrime sul volto
di quello che parlava. Dopo molte
ore se ne va mogio e senza meta,
ma con un ché di risoluto.
mam
r n^6 Daniele
ottobre ' (convegno Egei Valli “Chi i’ha Cristo?” - Bobdo PeHice 27-26 genV 1996 y } haio ‘96)
10
\i..
HoPiziQriofgei
^7^
r
SARANNO M10S(
(¿ruppi alla ribalta J
/ CONVEGNI
ì
C’era una candelinà a Maggio
sulla torta di compleanno del Cpordinamento Giovani (CG), è difatti passato un
anno dalla nascita e dall’inizio delle attività di '
questo gruppo di lavoro, che cerca di amalgamare la disgregata realtà giovanile evangelica
della Lombardia.
nelle persone l’idea che, per dei giovani evan-•
gelici, sia bello ,e formativo incontrarsi sulla
base di una comune fede, o ricerca di fede, e
su questa base affrontare problemi comuni, riflettere, stringere amicizie, formare un grupRO.
Vista la difficoltà a coinvolgere tutti personalmente nella programmazione delle attività
e spesso nelle attività stesse, abbiamo subito
COORDINAMENTO GIOUANI p°=
Un anno lungo e appassionante per le persone, che sono state coinvolte e che si sono
lasciate coinvolgere da questo difficile lavoro.
All’inizio abbiamo dovuto raccogliere informazioni sui gruppi più o meno stabili, più o
meno formati, che eraho presenti in Lombardia. Ci siamo subito accorti con rammarico^
che di gruppi effettivi, fatta eccezione per
quelli di catechismo, ben pochi ce ne erano (e
purtroppo ce ne sonò). Questo è stato un
grosso problema, perché nei nostri progetti
ogni realtà giovanile avrebbe dovuto esprimere un suo 0 una sua rappreser\tante,
che partecipasse ai lavori del Coordinamento; in questo modo si sarebbe
assicurata una buona copertura territoriale, un’ottima circolazione delle notizie ed
una certa democraticità delle scelte. Non è e jnon vuole essere compito del CG quello di fare aggregazione aH’interno delle singole chiese, di andare cioè a formare gruppi giovanili
là dove non ci sono. Ci proponiamo invece di
offrire opportunità di incontro e scambio per i
gruppi già esistenti e momenti di aggregazione per tutti i giovani interessati. In questo modo riusciamo forse a stimolare indirettamente
re un foglio infor
mativo, che raggiungesse tutti coloro che avevano l’incredibile fortuna di rientrare ner'nostro mitico indirizzario.
E’ nato così i’Informagiovani, che è poi divenuto qualcosa di più di un semplice foglio di
informazioni. Grazie àj numerosi suggerimenti
e proposte di collaborazione si è arricchito di
veri e propri articoli di attualità, spettacolo, letteratura ed esperienze'personali; è stato possibile poi decorarlo con disegni e vignette ed
infine, ma non ultima si è potuta costituire una
redazione stabile, che si diverte come una
pazza a confezionare
f i A questo giornalino, do
LtÉWl*lLJrjril/irj nando il suo tempo e
le sue energie.
Fin dal luglio del 1995 abbiamo programmato dei momenti di incontro, cui invitare più
giovani possibile. Il primo si è tenuto in ottobre ed è servito di lancio per le attività del
coordinamento e per formare una redazione^
del giornalino, il secondo ha avuto luogo in
gennaio ed è stato organizzato insieme ai
giovani avventisti su un tema di attualità scelto di comune accordo.
L’incontro di, ottobre ha avuto una buona
partecipazione e si è svoito presso i locaii delia chiesa battista di via Pinamente in Milano.
Ci siamo ritrovati la mattinà della Domenica
per partecipare al culto, poi ci siamo riuniti nei
locali sociali per fare alcuni giochi di presentazione ed attendere, chiacchierando, l’ora del
pranzo. Dopo esserci ben rifocillati abbiamo
affrontato la parte più seria della giornata e ci
siamo raccontati le nostre diverse esperiènze
di giovani nelle comunità evangeliche della
Lombardia. Chi faceva parte di un gruppo ha
spiegato il suo lavoro, chi partecipava come
singolo ad altri momenti della vita comunitaria, come il catechismo, le assemblee, i culti
ecc. ci ha narrato le sue esperienze e le sue
aspettative rispetto alle eventuali attività'‘del
Coordinamento.
E’ stato da questo incontro che ha preso
vita rinformagiovani attraverso la costituzione
di una redazione e la raccolta di Idee e disponibilità a collaborare.
Il Coordinamento si è sempre tenuto in
contatto con l’analoga organizzazione awentista, attraverso la,partecipazione di un loro
rappresentante alle nostre riunioni e di uno
nòstro alle loro. Il momento più alto e significativo di questa collaborazione è stato il con
COORDtNAHIBtlTO GIOVANI
c/o Chi9s»'6uangp{ica Metodista
via Poro tambertenghi 28
20f 69 Milano
liÒijOAlilliAGIOVANi
via
. f-.tío. t&at>dlla Mica
inahionfadaVimercate 10
i ■ ¿0ÍI21 Milano
' tel.d2-€599603
UN PRETE OPERAIO A SANTA SEVERA
Un noto giornale d’avanguardia, «IL SABATO DEL VILLAGGIO», la cui vita è stata molto breve, ma intensa (un’unica copia, però
molto applaudita), ha pubblicato il resoconto,
assolutamente... PARZIALE del campo giovani tenutosi al Villaggio della Gioventù di
Santa Severa, dall’l al 13 agosto, sul tema:
COME I CAMBIAMENTI NEL MONDO DEL
LAVORO INTERROGANO IL MIO RAPPORTO
CON L’ALTRO/A.
Una folla di ragazze
e ragazzi, occupati e,
soprattutto, disoccupati
sono subito accorsi nella speranza di poter ottenere un buon posto di
lavoro ma, resisi presto
conto dell’errore nella
comprensione del titolo
del campo, rassegnatisi
alla loro situazione. Hanno saputo immergersi in
interessanti discussioni
e confronti su quello che
è uno dei grandi problemi del nostro tempo: IL LAVORO.
Il gruppo di staff, da parte sua, aveva in più
organizzato, per rendere più ricca l’analisi su
questo problema, l’intervento di alcuni ospiti
esterni, che hanno fatto del lavoro il luogo,
ma anche il mezzo, per testimoniare, da credenti o meno, il loro desiderio di cambiamento
sociale, economico, politico. Tra le relazioni,
tutte mólto interessanti, quella che più di tutte
mi ha colpita è stata quella che ci ha posti a
confronto con un prete operaio di Napoli,
Franco Brescia. Questi, con molta semplicità,
ci ha saputo trasmettere il grande impegno e
la caparbietà nell’affrontare i problemi che
nella vita gli si sono presentati ed il senso della lotta che ha intrapreso per salvaguardare i
diritti dei lavoratori non in quanto prete, ma in
quanto credente coinvolto nella ricerca della
dignità del lavoro. Franco Brescia, dopo esse
lui non si è presentato ai suoi colleghi come
sacerdote, per il timore di essere emarginato
o considerato una «quintq colonna del nemico». Questo fatto si è risaputo soltanto dopo
che lui si era esposto in molte occasioni di
scontro o durante manifestazioni e dopo che
aveva saputo conquistarsi la stima della gente con cui lavorava, in quanto persona e non
in quanto prete.
Alla domanda se lui in fabbrica avesse mai
predicato. Franco Brescia ha risposto suppergiù in questo modo: forse il più delle volte il nostro credere in Dio o in qualunque altro ideale,
viene recepito con più forza attraverso le nostre azioni piuttosto che attraverso lunghi ed
eruditi discorsi. Quest’uomo ha saputo indicarci una strada, forse non sempre semplice, per
non essere risucchiati o schiacciati dagli ingranaggi della nuova cultura del lavoro che produce alienazione e rampantismo, ed essere, invece, testimoni del desiderio di poterci riappropriare della nostra persona e di un tempo da
investire non in denaro ma nella conoscenza e
nella solidarietà verso chi ci circonda.
SerenaRibet (Pinerolo)
vegno a tema organizzato per gennaio,
biamo scelto di riflettere sul tema del lave ‘
che riguarda tutti quanti da vicino o pert
già lavoriamo oppure perché stiamo cercai^
un posto oppure perché ora studiamo, rrìa^
ma o poi dovremo confrontarci con
realtà.
Abbiamo deciso di costituire diverse èqui,
pe, che affrontassero il tema da punti di visij
diversi e che si prendessero cura di organi^,/
zare dei gruppi di lavoro per il giorno prestata
lito. Le coppie, che si sono Impegnate in qu^;
sta attività erano rigorosamente miste, formi
te cioè da un avventista e da una pèrsoi
BMV (battista, metodista o valdese). In qìi^
sto modo abbiamo potuto imparare a confi
farci più direttamente anche sui metodi d/ /a.'
voro e di gestione di un gruppo, nonché sui
idee politiche, religiose e sociali di ciascuno^
noi.
Domet
rato le pr<
iDunìtà di
Super
questa v£
opportun
jjàesagg
quanti si
' anctere a
, tóle'belle;
Ma pii
; all’Aleph
culto? Il fi
tó necess
IL GEMELLAGGIO
Ultimamente abbiamo poi gestito un
mellaggio con un gruppo di giovani della ct^
sa riformata di Parigi. Questi ragazzi ci han
contattato per poter avere uno scambio con
giovani evangelici italiani, ed hanno propo^
di venire prima loro a Milano tra il 27 ed il ‘
aprile. Sono stati ospitati dalle nostre chiese e
li abbiamo accompagnati a fare un pò di tuiismo in città. Abbiamo poi organizzato una'
bella festa per il sabato sera, durante la
abbiamo anche raccolto delle offerte per /’ai
pliamento dell’orfanotrofio di Fola (Croazia).'"
Sono stati anche questi momenti belila
formativi, ricchi di possibilità per conoscà
nuove e diverse realtà e per sperimentare
gioiosa collaborazione di molti giovani, chei
sono fatti in quattro per organizzare gite fuq
etiche, feste, dolci, musiche e divertimenti
ri.
Isabella Mica (Mili
;^el grupF
■ settimana
; di essi mi
' A fare
fellissimi
Sèynaud,
àie luogo
massellin
del grupp
iinverno, c
tè"
&
re stato sospeso dalla chiesa Cattolica, a causa del suo modo di predicare VEvangelo, forse, troppo poco ortodosso, non abbandonando di fatto la toga, ora gestisce, a Napoli, una
cooperativa per il recupero di tossicodipendenti Prima di intraprendere questa iniziativa,
per continuare la sua attività di predicatore e,
per sopravvivere, ha lavorato per alcuni anni
in fabbrica, vivendo di persona quelle che sono le tensioni tra gli operai e i padroni.
La cosa che ha colpito è stato il fatto che
posta^postai^postaS3posta®posta®posta&^postaE3post
DIO NON CI MALEDICE
fe
L’incor
Torino sa
^protone
nere cui i
bora Spir
dinamica,
na,'e sto
I# di far
in il pas
Ciò'Che 0
nute fir
ili.
Ho letto con interesse il denso articolo di prima pagina “Èva, il serpente... ", a firma di Lula Ai*'
ti, per le approfondite riflessioni teologiche ivi contenute (cfr. "Notiziario fgei” n.5). Ma c’è un
saggio che non mi ha proprio convinto, anzi direi: gravemente inesatto (al 3® ultimo para,
«Certo, Dio maledice l’uomo e la donna...»Ili
Dove?Quando?
Certo, Dio maledice il serpente, non Adamo ed Èva! Maledice il suolo a causa di “ish" e “isl^ .
non loro, anche se essi dovranno
re per guadagnarsi da vivere
do Redazione Riforma
via Pio V, 15 10125 Torino
tei. 011-655278
fax 011-657542
\
sudore della fronte». Ma questa non ^
una maledizione di Dio, è la con^ guenza di una scelta, della
esseri umani non vengono oiorosp^
sabilizzati! Cacciati dal giardino em :
no nel mondo di ieri e di oggi, .
esso li accompagnerà sempre le
sericordia e la grazia di Dio!
Salvo questo “incidente” ho app^^
zato il pezzo!
Cari saluti! j
Enos Mannnf
Jn un
un’ampia
dèi pass
tutte insii
destato I
itnesso ir
che prier
lare, con
tfieno, rii
una gene
arandosi
hdenza di
ftnatemitè
Sèntazior
I me di pai
Succe
<tèlla ricè
in gruppi
?ta.roma
doci sulle
•trimonio,
dei prota
f6. naturi
, i rboli di
racconta
®ullo spe
di uomini
aorte divi
'n® cond
postai^posta^posta®postai^postai^postai^posta^post3^F
Propri
/nppatal
'modo at
IPiamo c(
mo dei r
'.m®: abbi
® donne
'rie per p
11
*V vJ-èZ
HoPiJziarwfgei
■ r
^na/b. /ni^
ale/ /ai
' O percftf
>cen
lo, ma pi
on que.
srse équi.
nti di vishi
*' organiz.
3 Prestabt^
3fe in qug}
’te, ton
3 persi
')■ In que
a confi
^todidijè
nché sull$
■iascunodi
UN GRUPPO GIOVANILE
A MASSELLO
Domenica 8 settembre l’Aleph ha inaugufaio le proprie attività 1996-97 visitando la comunità di Massello, nelle valli Valdesi.
Superfluo soffermarsi sull’importanza di
Questa valle nella storia Valdese, é forse più
^portano parlare delle bellezze naturali e
paesaggistiche del luogo, suggerendo a
quanti si trovassero nei paraggi delle Valli, di
andare a vedere di persona in cosa consista
' late bellezza.
Ma piuttosto, che gli é venuto in mente
all’Aleph di salire ai circa 1300 m per fare un
culto? Il fatto é che per molti di essi non é stato necessario “salire”, in quanto buona parte
del gruppo é solita trascorrere qui qualché
'settimana della propria estate, essendo alcuni
di essi massellini o di origine, o per elezione.
A fare da cornice al culto, anzitutto una
. . . _ bellissima giornata (!), la sala della borgata
flèynaud, utilizzata a partire da settembre coamhin ^ l’immancabile comunità
massellina, che sembra aver gradito la visita
del gruppo, invitandolo a rifarsi vivo, magari in
Inverno, quando cioè la comunità si riduce al
Î/0
ito un ge
della etile
3mbio con
0 propoé,
?7 ed il
e chiese e
pò di turizzato uni
te la
e per l’am.
’Croazia},.:
rnti belile
conoscerli
ventare
ani, che i'
e gite turìj
timenti
:a (Milai
minimo, essendo i residenti fissi un po’ pochi.
Tuttavia si può parlare di un minimo relativo,
almeno a confronto con altre comunità della
pianura. Massello risulta una comunità piuttosto dinamica e frequentata.
L’idea dell’Aleph é stata la stessa che nella
scorsa primavera lo aveva portato qua e là
nel Piemonte a fare visita ad alcune comunità, ben sapendo quanto spesso è gradita
un’apparizione giovanile in quelle chiese in
cui vi sono pochi o per niente giovani, idea
che il gruppo intende seguire anche nell’anno
venturo, concedendosi, così, un’occasione in
più per esprimere la propria presenza di
gruppo nel proprio circuito o regione, presenza che sarebbe limitata se rimanesse neH’ambito della sola propria comunità.
Per finire un nuovo grazie alla comunità
massellina e uno in particolare a Daniela Li-,
bralon per averci aiutato nella scelta degli inni, e alla signora Bechis per il gustoso pranzo
che ci ha offerto.
Aleph-fgei (Torino)
STORIA DI GENERE
L’incontro di Cassiopea che ha avuto luogo a
[Torino sabato 11 maggio 96 è stato dedicato ad un
i^pprofondimento delle tematiche della storia di getiere cui ci aveva introdotte già in precedenza Debora Spini. Il gruppo di Roma ha organizzato una
dinamica, che è stata presentata da Simona Feci,
sülliodo in cui concretamente è possibile fare storia, ^e storia delle donne. L’obiettivo dell’iniziativa
ei^" di far fare un’esperienza personale di incontro
pn il passato e di ricostruzione, tenendo presente
ciò che ognuna di noi è e le tracce che sono permute fino a noi di persone e di avvenimenti lontani.
Il prossimo convegno di Cassiopea sarà a Roma il 16 e 17 novembre
1996. Continuiamo a lavorare sulla
storia di genere, occupandoci questa
volta di donne della Riforma.
SIETE TUTTE INVITATE!!!
Informazioni e iscrizioni:
' Silvia Rostagno 06-9910185
Il nuovo Consiglio si è riunito per la prima volta il 1-2 giugno a Roma, con una proficua riunione che ci ha visti impegnati e impegnate soprattutto nell’analisi dei mandati congrssuali. Tutto quanto riguarda il XII Congresso è stato pubblicato sul numero 4
del Notiziario, raccomando ai gruppi di fame attenta lettura e diffusione. Vprrei ringraziare la redazione e gli autori e autrici degiharticoli per la globalità e la profondità nel
riportare e valutare il lavoro svolto.
Come Fgei abbiamo partecipato all’Assemblea nazionale di Litqpra, che si teneva
a Trebbo, vicino Bologna, li 7/8 giugno, neH’ambito della Prima festa nazionale di Li-,
bera (1-10 giugno). La festa è stata molto frequentata, con dibattiti serali di alta qualità. Una delle mozioni del nostro Congresso invita i gruppi a collaborare con le realtà
locali che aderiscono a Libera, anche per riscoprire i legami een persone che nelle
nostre città si impegnano per la giustizia.
La segretaria ha seguito inoltre l’Assemblea dell’Ucebi che si è svolta a Santa Severa in giugno e il Sinodo delle chiese valdesi e metodiste in agosto.
Il Consiglio allargato è convocato per il 19-20 ottobre p. v. a Santa Severa.
Nella prima metà di settembre si è fatto un gran parlare del dio Po e delle rivendicazioni dei cittadini del Nord. In quel periodo mi è capitato di leggere questo brano (in
un libro che parla di tutt’altro) e ve lo vorrei proporre perché di fronte ad una situazio’ne assurda le sue parole monphe ed evocative mi sono sembrate ridare senso e proporzione. . '
«Capire: questa è una faccenda complicata e non sempre necessaria. Sentire:
questo è più importante. Sentire sotto la pelle, essere capaci di capire che oltre a me
stesso il mondo è abitato da altri. Il palcoscenico è per tutti. E ogngno ha la sua musica. - , '
Un posto dove i colori scuri e caldi sono più di casa. Un posto di qflori, odori forti
che popolano il mondai odori con la persistenza del sangue sotto la pelle.
Sud.
Il sud dipende da dove uno si trova. È una faccenda relativa, e su questa relatività
si è edificata un’intera storia di discriminazioni. [...] Basta osservare per capire che
non ha senso. Se ti metti con le spalle all’ultima città abitata del Marocco, quello che
hai davanti è il deserto.
Il deserto è il tuo sud personale, granelli frammentati di sud che cambiano posto
ad ogni tempesta. Un posto difficile da afferrare. Lo devi guardare a lungo e anche
così il senso ti sfugge perché un sènso non c’è. Il sènso è una costruzione sopra e dì
fianco e di lato, ma pensare che proceda in profondità è una sciocchezza senza radici. [...} .
Noi del sud non si riesce quasi mai a restare (vivi, cioè) nel posto in cui si è nati. E
dovete crederci, non ci piace per niente andarcene. Se riuscissimo a non morire di
fame, fisicamente o metaforicamente, resteremmo dove siamo, che almeno non dovremmo fare lo sforzo di cancellare o nascondere quello a cui apparteniamo. (...)
Non apparteniamo. E lo sforzo di non appartenere ci è talmente connaturato che
quando alla fine torniamo da dove siamo venuti ci accorgiamo di non appartenere più
neanche //. Il nostro universo si disfa, e noi, in qualche caso felici, ci rimaniamo inoperosi e flessibili in mezzo». (La fidanzata dì Zorro, Marcos /’Marcos 1996).
Silvia Rostagno
J
Chi è C
.;jS ^ r ■
■ii Lula Nil’
:’è un pai;
jarai
¡/7”0 “/s/w
nno fatitta’
tre «conii
esta non«
la cons«"',
ì quale ffl'
deresf^
Uno en^
ggi, ma )
\pre
ho
ts Man
inelii
ita®?
In un primo momento ognuna ha scelto, da
un’ampia raccolta di cartoline raffiguranti donne
■ del passato, un’immagine significativa e, riunite
tutte insieme, ha illustrato i motivi che ne avevano
destato l’interesse. Questo giro di interventi ha
■uresso in luce la diversità di approccio empatico
che prienta il rapporto con il passato e, in particolare,'con le donne del passato: identificandosi o
aleno, rintracciando somiglianze con antenate di
una genealogia reale (ad esempio, le nonne), mostrandosi sensibile ad aspetti della vita e dell’espehenza di queste altre donne, come il lavoro o la
ìuatemità, cogliendo tratti psicologici, nella rappressntazione figurativa, che suggerivano le loro forme di partecipazione al contesto.
Successivamente ci siamo inoltrate nel terreno
della ricerca storica condotta sii documenti: divise
m sruppi abbiamo rioostruito la vicenda di una coppia romana vissuta alla fine del Settecento, basandoci sulle informazioni fornite, in vista del loro maWtnonio, dal parroco. La diversità socio-economica
dei protagonisti delia storia, unita a quella di gene[®. naturalmente, che connota in modo molto forte
' ’’doli di ognuno, ha consentito di, interrogarci poi,
'Accontando le storie prodotte da ogni gruppo, sia
Pullo spettro d’azione, e sulle motivazioni ad agire',
di Uomini e donne del passatò, organizzati da cateflcrie diverse dalle attuali, sià sul tipo di ricostruziocondotta da ciascun gryppo, unendo così la
■^Sgettività dell’oggetto d’indagine a quella della
E’ un Iiu)go cii doivie di arca prt
to a nia¿?io 1990 dal desideri©
nel qui^ilt' si produce pensic'ro, 5 ’
memoria da donna a donna e
tano pratiche politiche cÈ
ne. ■
A Cassiopea fanno rift
sia singole donne ^
ne. di prof
razioni e demo
una dcHJpin
- pi*nsart; 'il
re dalia difft.,.
- eóntrilìtriré .eátÜ
kì^donne
n«ila fede cristi®^,
protesi ai VhE*. . ’ ,
• iäo frappi
jtaUanèrre-1
da fi
‘Î
4 u'riente a rwiti
delNiMivimento deiproprhi radicamepto
segn.Jta ilali eredità
- la nostia ìieiM'alogia j>i<m‘stante, un ime*
ressi* nato rial confruniu ton ii fc^mtniniano .
lai( o itu* in die uni suoi titoni di rketta
piomosso la vaiori/ZcizioiK* (fi dojutc clip ^ ■
nel tt‘nt|Ki hànno osfìU> in mot li f:^V-ersi r*sst
stere/oi^iorsì hi patrian aio, alflpt.hè d.ii loro t oiaggiu e
tess&TW^^Eré
>¡: -•
• ''PÍ--Í ‘ ' soff
. ’ , 'anni
________ $ - Alcune 04101 hanno cóniribuifo ad organiz-.,
e in qu<*sti /au* diie incontri di donne" evahgelichei te
siati:- T nutisì a asevcra {i995>ea Roma t.f996> fi- ;
1_' n'ili-ys'.atì a /-'rtnfrrantarri .cinOnir- r*rt r>r<JanÌ7- '
•>'
Ï temi su fnjì ci siamo
softermattì:
sono
nostre Irnn
Dio;
■Vi ■
v‘ nalizzati a confrontarci -singole ed organizzazioni fcinminiii- sui jgrandi temi die biiì9s
ÌP/ - il nostro dhV^^*.ressano*il femminismo laico e/o religio^,
sta suirelalitìtKazione',-'’ -ipi siamo così preparate alia Conferenza!^
üoVO' i'del femmìtitiSMO delia",*' >ONli sulle donne di Pechino ed abbiamoci;
^ *’^differenaáj’'da cui è '-li ^costraito tin ponte fralq|uesto evento e Tas- -iscaturitai ìètinostra'■car-^ „'sembfeà ecumenica sulla riconciliazione
..........^fGraz.-l997M.. ■
ta cii identità* (Che;à^ventù evangelica ha.^^^^ r . -r rjrv
i>ubblicat<x,sul riuttifei'o l47/i48ide!ragt3Sto,i'\i?i:i' ‘* ..}i: •' ' si ì“
1994) nella quale mettevamo a fuoco le nt> ■- ....-j^ Ci .vediamo.2-3 volte all’anno per due giorni
in città diverse In modo da-Hneoraggiare
Proprio attorno a questo doppio registro si è sviPPata la discussione del pomeriggio: in particolar
^odo abbiamo considerato il rapporto che svilup^®nio con le donne del passato quando usufruia® dei risultati della ricerca e quando li produciate ri esaminato la differenza tra storia del
donne e storia di genere; abbiamo cercato delle
per proseguire una ricerca personale e di grup®tille donne e sulle donne evangeliche.
Simona Feci (Roma)
-r stre origini e la nostra pratica poBtica, cioè
le relazioni fra di noi; ' .y«, *
- la cristologia, anche in seguitp ai dibattito
.volta per volta i gruppi locali..L'organizzazione degli incrontri è affidata a
singole o gru{}pi e s» avvale dc^ contributo M
suscitato dàlie tesi di Letizia TOmassone.,!.;; singole o gru{}pi e si avvaic coniriputo
apparse sempre su Gioventù cvangeiica;, - di esperte se ritenuto utile per l^af^rofondi
■ appari^ ^mpre su Gioventù cvangeiica;, •.
- ^-twìr» rj
mento. '
► , V 1
—“» iT- ?** .Si »• » ' 4 ** rr . w
'*'’*’'* Í* Î. I ^ ^ ^ ■*: .^*i” *, fi" Í * * V *• ' * »
^ »P * *A4a, A ' A '<■ I«» *** ....
12
V ^ ^
HotiziQriofgeì
CUSTODI DEL CREATO
Incontro teologico su DIO, UOMO, NATURA
Skatafell (Islanda): 23 luglio-6 agosto ‘96
/
Dal 23 luglio al 6 agosto la Terra del
Ghiaccio, rislanda, ha accoito con un non
troppo “caldo” abbraccio, la permanenza di
tre giovani fgeini; Claudia Cardón, Beatrice
Passerini, Samuele Pigoni.
Immersi in spiendidi scenari e nature seducenti abbiamo partecipato-^l Seminario téoiogico organizzato dai CEGE (Consigiio Ecumenico Giovaniie in Europa). Il tema del Seminario sulia “Teoiogia deiia Natura ed implicazioni etiche” è stato affrontato in diverse reiezioni e non poteva essere diversamente, tenuto conto deli’anibiente.
Con uno sguardo all’ultimo decennio, non
possiamo rimanere indifferenti di fronte ai rinnovato interesse per l’ecolpgia e ia “salvaguardia dei Creato”; obiettivo per i partecipanti ai seminario era dunque queiio di riflettere
sul rapporto uomo-natura. In un contesto di
escursioni, iunghe passeggiate, visite ai iuoghi'più affascinanti deil’lslanda, abbiamo cercato, ognuno partendo dai proprio cammino
storico, culturale e spirituale, di analizzare ii
nostro rapporto con ia natura e cpn i’ecologia,
il nostro ruolo dunque nella “salvaguardia di
questo spiendido dono di Dio”.
Abbiamo seguito diverse tracce, diversi ap^
procci al. problema: quello filosofico, quello
teologico, queiio scientifico e queiio economico. Dal punto di vista filosofico, guidpti da
quelia che sarebbe stata anche la nostra “guida fisica” tra ghiacciai, vaile e deserti, sono
stati delineati due diversi modi di pensare ia
nostra reiazione convia natura: queiio “monistico” e quello “dualistico”.
Il primo approccio guarda l’uomo come ad
una parte di un TUTTO naturate su cui non
ha alcun privilegio, nei confronti del quale non
c’è alcun “stato d’eccezionaiità”. L’uomo non
ha dunque alcun diritto di usufruire della natura, nessuna “volontà di potenza” gli è consentita. Alla stregua di un albero e di un granello
di sabbia l’uomo si trova gettato nell’ambiente
che lo circonda e non può arrogarsi il diritto di
sfruttare, con la tecnica, nessuna risorsa.
L’unica relazione che può intessere con la
Natura è quella di ordine estetico- contemplativo; in breve: guardare ma non toccare. Pur
non negando il fascino di simile posizione
(che lascia spazio ai coinvolgimenti di tipo artistico e mistico), l’abbiamo ritenuta poco realistica e ci siamo trovati a condividere il secondo modo, quello dualistico.
La prospettiva “dualistica” infatti constata
che l’uomo è sì Natura ma per Ragione ed
Emozione trascende questa sua appàrtenenza. Appare chiaro come questo sentire apre
la strada alle possibilità tecniche di utilizzazione e manipojazione delle risorse, permettendo àll’uomo di considerarsi “superiore” alla
natura. Sfruttamento e distruzione dell’ecosistema però non sussistono se questo punto
di vista è integrato ad una visione cristiana
del problema. Dio ha creato la natura (Gen.1,
11-12) per l’uomo, affinché egli potesse beneficiarne (Gen.1, 26),'trarne vantaggio. L’uomo non deve però dimenticare mai che essa
è un “dono” e chi deve ringraziare per il beneficio che da essa ne trae non è l’uomo stesso
ma il suo Signore (Salmo 8). Nel Seminario la
riflessione filosofica si è completata con quella teologica.
Abbiamo poi avuto un esauriente esempio
di approccio scientifico all’ambiente durante
alcune “lezioni” di geologia tenute da uno studehte rumeno il quale si è avvalso della ricchezza di elementi contenuti dall’orizzonte circostante.
Infine non meno interessante è stato l’in' tervento di un ecologo-economista che ha
prospettato come unica via di salvezza dal dispendio di energie naturali, il riciclaggio, unica
formula di utilizzo che rispetta la ciclicità dei
ritmi naturali.
A conclusione dei lavori abbiamo cercato
di delineare quale sarebbe stato, una volta
(ornati nelle nostre città, il nostro ruolo di custodi del creato: non senza una vena di cinismo e di disillusione abbiamo affermato che
avremmo continuato, nel nostro piccolo, a
condurre uno stile di vita quanto più ecologico
possibile senza nessuna illusione però di
cambiare le cose, consci del fatto che a cambiare veramente le situazioni possono essere
solo “i signori della terra”.
Per concludere: il mio giudizio, quello di
Claudia e di Beatrice, non può che essere positivo; abbiamo incontrato persone splendide,
luoghi che rimarranno sempre nella nostra
memoria, vissuto-emozioni molto forti. Per
quanto riguarda l’organizzazione e l’ospitalità,
ci terrei a sottolineare l’impegno sempre generoso e la grande dimostrazione di affetto di
Haukur Ingi Jonasson che ha fatto di tutto per
“riscaldare” la nostra permanenza.
Samuele Pigoni (Codroipo)
VeVeVe c lxiA2A\xLcLy
a —
19-20 ottobre ‘96 —
Santa Severa 31 ottobre-3 novembre ‘96 ' •
Consiglio allargato AGAPE .
Campo donne e tecnologia
L’energia “in genere”
16-17 novembre ‘96 informazioni e iscrizioni: —
Roma Agape 0121-807514 ,
convegno di Cassiopea ' .
Donne della Riforma
informazioni e iscrizioni: 1
Silvia Rostagno 06-9910185 ' ■
17 novembre ‘96
Milano
30 novembre-1 dicembre ‘96 , convegno del coordinamento giovani -—.
Venezia (Foresteria Valdese) Riconciliazione, dono di Dio
convegno Fgei Triveneto e sorgente di vita nuova La preghiera informazioni e iscrizioni: _
informazioni e iscrizioni: Isabella Mica 02-6599603
Barbara Grill 041-5202285 -—~ *
,
31 ottobre - 3 novembre 1996
Week end teologico di AGAPE
CRISTIANESIMO E
ATEISMO:
Scontro frontale
o confronto dialettico?
Un convegno pensato anche da
fgeini e igeine per fgeini e igeine,
Tutti e tutte coloro che si sento. no almeno un pò (fistiane e/o
almeno un pò atei lono invitati/e a partecipare.
Arrivi entro le ore 19 etf ^ovedf 3l ottobre,
partenze dopo, jjrahzo d) domenica 3 no^ vembre. ^
: Per informazioni e iscrizioni rivolgersi ad
. Agape: 0121/8Cf|f14 .
I
TRA CIELO E TERRA: Dio, etica e sessualità
Dal 2 al 9 settèmbre una delegazione di
quattro italiane/i (Luciano Kovacs, Daniela e
Silvia Rapisarda e Giovanna Rostagno) si è
recata in una splendida villa di campagna nelle colline scozzesi tra Glasgow e Edimburgo
per partecipare a una conferenza del WSCF
(Movimento cristiano studenti) sul tema “Dio,
etica e sessualità“.
La settimana di lavoro è trascorsa serena
mente; la disponibilità
dei/delle partecipanti ha
permesso di dialogare e
di arricàhirsi evitando di
creare tensioni e spaccature, cosa non certo
facile considerando
l’eterogeneità delle persone (cattolici, ortodossi, riformati, luterani,
battisti) e il tema affrontato.
Le mie aspettative
erano di ricevere un
pacchetto preconfezionato di definizioni e di
informazioni sulla sessualità (come se fosse
facile!), ma nel corso
della settimana mi sono resa conto che sarebbe stata una grossa pretesa e soprattutto
che non sarebbe stato così costruttivo come
elaborare una posizione personale con l'aiuto
degli spunti fomiti e del confronto con gli/le altri/e.
Alcuni/e relatori/trici sono intervenuti per
guidarci in questa difficile ricerca: la teologa
Elisabeth Templeton ci ha aiutati a inquadrare
il tema della conferenza partendo dalle nostre
definizioni di sessualità, lo psicologo ortodosso Jamie Moran ci ha parlato di teologia e etica dell’eros, il cappellano universitario Donald
Reid ci ha proposto alcuni dilemmi etici, la
dottoressa Lesley Macdonald, del centro per
la teologia e i problemi sociali, ci ha raccontato del suo lavoro di sensibilizzazione delle
chiese riguardo al problema della violenza domestica e della violenza
sulle donne in genere.
Cosa rispondere allora
a chi mi chiede “cosa hai
imparato da questa tua prima esperienza nel WSCF
e in particolare da questa
conferenza?”
Ho imparato ancora una
volta a mettermi in gioco, a
confrontarmi, ad aprirmi a
nuove idee e a chi è diverso da me, a discutere, a
volte animatamente, per
difendere la mia identità di
donna e di valdese, a condividere con gli/le altri/e
esperienze, pensieri .e sentimenti. Ho impaci
to che nessuno può insegnarmi come viveri]
la mia sessualità, ma che il confronto è molto]
importante. Per questo spero di poter ap i
profondire questo tema in un futuro convegno]
della Fgei o in qualche altro incontro cfei]
WSCF, sicura di trovare altre persone ecc^\
zionali con le quali condividere nuove emozio-^
ni!
Giovanna Rostagno (Torre Pellicoj]
Bi- VI
REDAZIONE: a Torino C/o Riforma, via S.Pio V 15,10125 Torino (Fax 011/657542); a Napoli C/o Riforma, via Foria 93,80137 Napoli (tei 081/291185 Fax 081/2911751
REDATTORin-RICI: a Torino Michela Bellino, Cristina Ferrara, Bettina König (coordinatrice - tei 0121/543819), Manuela Molinari, Paolo Montesanto,Elia Piovano Simona Piovano i oreriana
Rechia, Pietro Romeo. A Napoli Deborah D’Auria, Marta D'Auria (coordinatrice-tei 081/273194), Lula Nitti ’ ’
HANNO COLLASORATO A QUES^ NUMERO; §jg|^na Feci, Sacrasse, Saínele Pigoni,^
CORRISPONDENTI REGIONAM^Pnstina Arcidiafpro, Laura^gi^mo, luri PalladRsi. SarahJ
ena Ribet, j
iinelli. Maria
vanna Rostag
zzarello, Gj
Isabella I
ica Puggio
]|ca. Silvia Rostagno,
}onatella^8tagno,Orian
Boullier, Paolo Testa.
13
M"
>
impara-m'.
e vivenW^'^
è molisi^: :
iter ap'M*'
jnvegnfl ;^ ( f Ku?
itro
le ecceJ
emozio-j
Pellicell
;i*:
W'M
<0
o
o
o
o
o
o
o
o
o
o
o
CSJ
(O
o
c
(0
c
<Ì)
o
5
•c
^ ;
HD (Ü
«3 g S iO ’G g 0 a a 0 a
E M-i </) fT3 M
Q) •c (0 O
-S 0 -4—1 -C •-E
(0 "Ml (fi D t« C T3 <0
'QJ 0 c «3
U 0 O
1 £ 'n D & CO 0
1 ^«3 1 o'* Ml -4—1 -4—1 (f) 0 =J CO «3 U 0 c
4S ro CJ C M .2
0 0) O S
' c 0 "Ml M 0 'S S 1
*Ñ iO O «J M-m »MU 2 2 -4-1 '5 ^0
.•==3
i|»|
o S c
^ ^ ki
^ OißK
« -S
-a ;o v13
g:2
.3 0, ^
- .'3 .S’ g?
Í8 I ^ J2
(0 .B
/-s ‘Cî
a^l i
s-s w O'
U .yU Ä
<0 o
i.ä|l
^ o ^
_ j2
SÍ5 'S 3
Û) T3 "O
ï'SSi
0) QJ ^
S3 S «
S’ 2 "O
.S 'n -I
£ c- P
age
“¡e 5
til
o
a Q
'
- JS '
(5'«■<3
2 i 8 'S
a-3,.S «
■S o-ü o
** co
gi (O 0) (A
S
.2 "O
^ t i -è
i § s-g
ao-g g g o
£ J2 -y a ^
8 £l
*= § Ä <2 c 0)
CT •= C
_ .— w .2 .2
tu P S’® N
c -S S "ti S
. +2 p. c S
g m g ii5
O ó 2
-■: -; m
?1
T3
■c -pS <5 T!
i §2 i lit
¥3 ^ ^ -P Æ '2 tu
= jg ^ .2 cg
^*12 .2
® W
o
O g .S S 2
•§ « -2 -cu ^ c
|S 50.
S'S g
^CJU •«
'1
1 § É
^ *r5
<i)
13
8?
tu .y 3
PC«
S)0 ^
2 S S’
^ § (t3
2 O —■
N
ro
'S "S
gora
o .2 e
■3 ’S o
r-f e t
O
-O
CL • —
^ u
D íJ
px r3
0) .9^
m3 o (tí
<T3 c¿2 >
fcj. ' o ^
8 sis’ g
o (5 P .ä
-2 O >- g
•c o o P
o
o o..
.h .Ë jri Qj
CJ Í8 '
s> 'S C
P Q)
0.2 B
1-* "T3 _r o
2 ^ 2 .p
o.^ Pl "u
«
'S, .2 .a.
e 2 Ö
g g cot
U tS ^ g
^ '-S « s
® <u
•S i^'g
' ■§ § .2
§ g-S’ë
:g E 1- (U
jS O 2 P
"05 o O..S
0) ^ *:5
a a s N
es^a g
^ f3 -•-* .Ä
t/) a S-*
3> ^ ^
I -Sà ^ O,
•eosâ
s -S 'O •t
.y C 3
^ 8 ag
•pi
^ S
2 T3 i; "O
5 .S ^ .S
' ' î
c o eu tu
“ '5, <0
S 2'“
fc C M
O
> _
0) ^ ^
CL 0, CO
J2
«3.00
Q> S "o ^
■g ^ S
§ 23,cri«
2 S’s J
s s
o !
S ê
P > o .2
o.§^ S
"o. o
.»—• ft)
P c
18
Ö .»•
0 2Í
■ tu c -P
P -c P
.2 a.«
S?l
Ili
Q>
«
0 s
3 S :5
« .2 ■£
§ .2
o- ' l
ll|
à|,§|
1 I i I
8-c^i
JS ' o «
S? J’g 3g
i^§S
? 2 S’ c
; g-a-2
Il 8-^
âpi
2 S-ë
0) 0)
i o
2gSgg|-ÔÎS
5" "0> .2 ’S ^ 0 o
Sïii=ï|l
£-2i:g
<0 -Cia“»..2,0 2
<0 ‘(/Ì
g 'S)^ 2 a ^<t5.2 c
,..3 9?^ £2*2.-t5 o ^
3a ?ds^9) ■m-S'^2.^ S-®
e ^jS’ÿ Ks c-t
I M ¿J-J , •« s r
in g) c -ffi 0, P
2 Ä -ô P = ^ ■
S .2 "55 a O (0
P 2 -P
cr c t3'
\
, \
, /
S’«
]
14
■4 ■' ■ I
■ ■ M - ■
CQ —-o sc
I s-’i-S
i 3 ®'3
’ ^ S <¿) w
§
3 » Sû.
c 5^
§ g"/§ 3 gr
3 e 03
(0 ^ (o_ o
SlS:®'Ì- ro So
3 3 9 3- S
I 'S. a g-1 §
o p g- ù> o
, S I. 3. ©
2. 3 3
3 S-iS O
• § ^ o
^”8 II
3 .g- (D (ts.
Q- y Ù>
à:i?|o
S, g- 5T/ D»
s- Il a. ~' SL
= W g Srgr«
rt b q s' «>
S. 3 8 3 I 3
g i 2 »
c=: 2. S. (t) 5 ^
» Äftsr-~ S
s. 2 2 u. 3 O
Ä 3 se 3 S 2
5T fi 0»' 2- S ° P
0" P >9
Sii.
S. S=Ì
sr^g Er|'
c s 2,r3 S' ö> a.
o> c >0 S5.
I 3-^
3 O) 2l i<5Trt
òr EÍ o
g- 3- & D.
- CL. $5. 2.
gj 3 Q- Q. 3- 3
§ O 5 C 0) 5
S- s «5 =• S. r
<t> O S“ S’ ^
^ Î-- * S- S. —
e. s § û> c 3
(0 " « g. S. I §
t- - «> I §• i B.
O 3 C Ä ' ‘
g cQ e.^
C/) ^
■e-ç8B§
2^ S
2. a*
á ÌTF^
oS
B(g
D. R' 3
g. g o. -g
0) .fl ro
^ Q- C ____
S. — 0) o)
ii li-si
.. «S ÎS-3- 1 fe g
8^3
3 O tO
O CQ »
N^. (0
Û- Î3 K‘
S ^ N
P ^ 0>
3. 3 5'
■ffi g |r
Ä rti (3" al
giO) a. )-N srS
3 -8 Q G. ex
T3 "O (0 (/) ro
l“^§^§-§
5^ 3. a r- 2
O» 3. m-so
5Tg^1 I & |
<i>. ° o TO 3? g
TO ^ 3 G. 3
'ì> 2 §■ 3 (T“
Q. !:;* ""t
TO 3,2.
a. c o'
ÎK
§ TO 'O)
2 fi 0,
o 0) s=
3 sr^
3-Ä TO
S ^ w
o) R ST
C/5TO &
a. Q) 3 ._.
S-T3 g e
iu 3- i
o S TO uà
3 3 ro 2
TO o P.,5.
9r r> " Q,
W 3"S. ~
a 3' §.
(X §. 0) S. (q‘
2 a- a. §• 3
m O 3 TO
*rt Cl
■'o 2 2
^ TO 9
■ -rt ‘3
ro ^ 0)
(/) a* o
■2 i §
'S 3 ■a ’S
. a fr! n Ä
-»m
S 3 TO l
“ 3 0, «
0- -1 Ö)
i “ S F
l'a o §
VÌ.§"|:
S g “
(0 cr Q)
“ ™ D- (U
■aojTOcr
3- 3 V TO g
9 g! § TO #
5* 5 ^ 3
13 <D (Í5
P TI
3-8" 2
2 TO a. ^
5T 'S a
3 TO 3
3 ro fì o>
g '22 TO
§" 2 °
&Q.O
^ 3
o'^-3o
_. o 3 Q
— 3 0) 3.
3 O.CQ
3' ër9r§
3 ro Q- '
C C/) OJ
2-1'"'S
0> VÎ c/>
(tì
3 C/5.Q
^ S ’S
2 2 5‘ 3.
TO
2™ R
3ÌS§ g
<■ c § ^ I
a. O' 3 & o
c 05
^ o t3 ^
gi§ £ R
2 g ä 3
^ î^^ 1? O)
P. ^P
ra ^ £3.
bi o 'S. £■ c
» 3 -o o
3 o S
a< §'
0 2“ 5' 2
jq 3 8; Q- i
Q. (0 P? Û) ^
^ 2 — 3
3 ►— P C D
?T 2 3 (0
3* 0> P v>
ïï^hî
2 TO cr°
a STO 9r Ä
TO S. (H “• se
as-s- a Ö
o> „ ^ “ -a
o 3 5
3 g 5- g. P
2. g 'S 2
in TO- 2 ">
C 3?“
•0 2"“
o a Q
a" g- tn a
ro 3 2. in. o
---23
_ o Xi ____
a §
o 3- CO 2 o
i-s
(0
C/î
C
3*
Sß D-S.
Ûi
8
3
■a
5 0 —. Oi
g. g (0
§ i-l
N 2 ^
“ 5T ?g
9r O
t/) O — .
rT 3
§1SS
2 5 3
oj a 8
O 3 g &a
o g ^ g- 5'
^ R-aa.a
3
U3
C
ro
P ,
S2. eu
2co g
a o
Ö 2. P (0
æ Û.T3
O g; w TO „
2 o TO Oi g
8.8 3 i;S
'I ^g sr|
3 e â -■
■|to 3 a 3.
g i f 5- §
a.. TO' .P en rs*
Siq-g 3 °
g ||8 &•
i.tl?|
iE|§s
^ O 3* rt
^ Q R
f ^ ° I
P c 3 ^ o
N </) a- Sü <n
“ i=ë 3 P
9r 0)
_ S R- Sr
.D e= c'* p’ ^
5Î' Q o> s.
"R F Q. Br 3
2 a 2. < TO
G S" O) TO
I = S 1’ I
a o s. TO s±
e c§ 2 2
O ST“
•g e
ûi G
2S3 —
g: O' Q g „
8- û. 8 ,.
<S. c TO • 0)
1 S-g=í¿?^
a S,^|.Sr
^ ° ^
aF°
TO
.. "T 5 c
9 5T» Ü« »•
& S o ^
il
L
;KS
1
ii
I CIRCI
Pellici
01 CIRI
stracc
Chioti
ogi
ìtta I
giovai
Gesù
l’acqu
cettan
gira ir
SCOUT
si pei
-nell’ai
perm.
valdes
gazzi
undici
(Prade
' cazior
o(Dai
ANGRO
tìvità I
menic
femm:
BOBBIO
' nìa le;
zione
alunni
catech
contre
13 al
densbi
visita
Torre
verrà i
ottobr
LUSER
sta d
baril
perv
bato
delle
pren
POMA
vità
• 12 a
IPERft]
Dal
FRALI
prin
' tutti
nic!
ned
ledi
re:
dell
!
JllAA
ned
torb
'
li’ Ro
; sto
co
VILL
'TLLASI
nefeiT
secom
14,30
15
11 OTTOBRE 1996
E ECD Delle Vai.o-Vaibfm
PAG,
III
Nelle
Chiese Valdesi
¡CIRCUITO — Alle 20,45, alla Casa unionista di Torre
pellice, assemblea autunnale del 1“ circuito (vai Pellice).
01 CIRCUITO — Dal 6 al 20 ottobre «Settimana degli
stracci»: nel garage piccolo della casa pastorale dei
Chiotti sarà possibile depositare stracci misti, vestiario
di ogni genere, scarpe, borse, materassi, cuscini di lanétta e simili. Il ricavato andrà al grappo delle attività
giovanili per iniziative di solidarietà con la chiesa di
Gesù Cristo in Madagascar; in particolare è in progetto
l’acquisto di una saldatrice. Per lo stesso scopo si accettano anche delle offerte; la somma occorrente si aggira intorno ai 4 milioni.
SCOUT I DISTRETTO — Per chiunque voglia ritrovarsi per parlare del progetto di attività scoutistica
jieirambito del I distrétto l’appuntamento è a Pinerolo
per martedì 15 ottobre alle 20,30 nei locali della chiesa
valdese. Il primo incontro per i grappi di bambini e ragazzi compresi tra gli otto e gli undici anni e oltre gli
undici anni avverrà il 19 e il 10 ottobre alla Rocciaglia
(Pradeltomo, Angrogna). Per informazioni e comuni' cazioni telefonare ore pasti a Massimo Long (953107)
0 (Dario Tron 81319).
angrogna — Sabato 12 ottobre alle 15 iniziano le attività della scuola domenicale e del precatechfsmo. Domenica 13 ottobre alle 15,30 il gruppo dell’Unione
femminile avrà il suo primo incontro al capoluogo.
BOBBIO PELLICE — Sabato 12 ottobre alle 14,30 prima lezione della scuola domenicale con la partecipazione del pastore. Alle 15 incontro al presbiterio degli
alunni del precatechismo e alle 15,30 degli alunni del
catechismo. Domenica 13 ottobre alle 14,30 primo incontro dell’Unione femminilè alla sala unionista. Dal
13 al 20 ottobre alcune famiglie della chiesa di Waldensberg, gemellata con quella di Bobbio, saranno in
, visita alle Valli; alloggeranno presso la Foresteria di
Torre Pellice e saranno presenti a Bobbio il 19, quando
verrà organizzata una serata comunitaria. Domenica 20
ottobre parteciperanno al culto.
LUSERN A SAN GIOVANNI — Domenica 13 ottobre Festa del raccolto: alle 10 culto di riconoscenza e ringraziamento al Ciabas; a partire dalle 14,30, nella sala Albarin, vendita dei prodotti offerti. Per chi volesse far
pervenire i propri prodotti la sala Albarin sarà aperta sa: bato 12 fino alle ore 19. A partire dalle 19 di domenica
marenda sinoira e al termine il pastore Davite parlerà
della Casa delle diaconesse. Prezzo della cena £ 15.000,
prenotazione presso i pastori Pasquet o Beratti o l’Asilo.
POMARETTO — La scuola domenicale riprende le attività venerdì 11 ottobre alle 17 all’Inverso Clot e sabato
12 alle 14,30 a Pomaretto. L’Unione femminile si ritrova
„ domenica 13 ottobre a Pomaretto e venerdì 18 a Inverso.
f PERRERO-MANIGLIA — Sabato 12 ottobre, alle 15, a
Perrero, sono convocati i catecumeni e le catecumene.
Dal 18 al 20 ottobre visita dei catecumeni di Losanna.
FRALI — Giovedì 10 ottobre, alle 20,30 al presbiterio,
primo incontro della corale: tutti sono invitati poiché
servono nuove voci. Venerdì 11 alle 20,30 incontro per
' tutti coloro che sono interessati a fare del teatro. Domeli nica 13 ottobre assemblea di chiesa per discutere lo
‘i: svolgimento del Sinodo 1996. Riunioni quartierali: lunedì 14 ottobre a Malzat, martedì 15 a Orgere, mercoledì 16 ai Pomieri-Giordano, sempre alle 19,30. Venerdì 18, alle 20,30, incontro al presbiterio per discutere insieme su come organizzare degli incontri di lettura
della Bibbia. Giovedì 17 alle 14,30 primo incontro
dell’Unione femminile.
-FRAMOLLO — Il primo incontro della corale si terrà lunedì 14 ottobre alle 20,30.
Torre pellice — venerdì 11 ottobre alle 14,30 precatechismo, alle 15,30 coretto dei medi, alle 16,30 co3 retto dei piccoli. Domenica 13 ottobre al centro culto di
apertura delle attività con la scuola domenicale e il pre; catechismo; alle 15 Unione femminile: il pastore Brano
Rostagno terrà una conversazione su «Karl Barth paI■ Store». Lunedì 14 secondo incontro per lo studio bibUco sul libro di Zaccmia alle 20,45 al presbiterio. Mercoledì 16 ottobre alle 15 società di cucito. Riunione
quartierale mercoledì 16 ai Chabriols, alle 20,30.
VILLAR PELLICE — Riunioni quartierali: venerdì 11 al
.Serre, mercoledì 16 al Centro (Miramonti). Sabato 12
ottobre alle 19 avrà luogo una bagna cauda organizzata
dal gruppo che ha fatto il viaggio in Francia, seguirà
' una proiezione delle diapositive sui luoghi visitati: tutti
' sono invitati a partecipare, prenotandosi presso Paola
Dalmas Pascal tei. 930944. Domenica 13 ottobre riprende l’attività l’Unione femminile con un incontro
con il pastore che terrà una breve meditazione biblica.
Mercoledì 16 ottobre alle 19,30 si ritrova l’Unione giovVanile, con il cineforam e l’attività di filodrammatica.
'^LASECCA — Giovedì 10 ottobre si riunisce l’Unione femminile, che come lo scorso anno si ritroverà ogni
secondo giovedì del mese. Martedì 15 ottobre alle
14,30 riunione quartierale a Bovile.
i
ifl
ia pubblicità su
Belle VALLI VALDESI ,
tei. 011 -655278, fax 011 -657542
I pastori delle Valli si interrogano sull'identità valdese
Oltre ì musei una realtà che vive
CLAUDIO TRON
Venticinque persone all’
incirca; alcuni già un po’
anzianotti ma ancora abbastanza arzilli; un paio di tede-,
schi (un uomo e una donna);
uno dal forte accento americano; una alle prese con un
giovane amico in preda a una
forte depressione; tutti discretamente spiritosi, a volte un
po’ caustici nelle loro battute ma nella sostanza pienamente rispettosi della dignità
del loro prossimo; nei ritagli
di tempo, indaffarati a scambiarsi delle corrispondenze e
delle circolari che le patrie
poste recapiterebbero forse in
ritardo, anche perché a volte
sono prodotte a ridosso della
prima scadenza di cui parlano; a tavola tutti autenticamente sensibili al pregio delle
portate; tutti impegnati con
serietà e compunzione a discutere se sia il caso di trasformare le valli del Pellice,
del basso Chispne e della
Germanasca in riserva di tipo
indiano: chi saranno? Sono i
pastori delle valli valdesi.
Scherzi a parte, ancora una
volta nelle accoglienti strutture della chiesa di Pramollo i
pastori delle Valli, stimolati
da un’introduzione di Giorgio
Toum, hanno discusso nel loro incontro del primo ottobre
scorso del progetto di vita ecclesiastica e di testimonianza
ipotizzabile nella situazione
socio-economica e culturale
maturata negli ultimi anni.
La chiesa di massa della
prima metà del nostro secolo
ha retto, in modo più o meno
solido, fino a tempi recenti,
ed era espressa non solo dalle
attività ecclesiastiche ma anche da tutto il tessuto sociale
che aveva in queste le sue radici, a cominciare dalla vita
delle nostre borgate per raggiungere il suo culmine nei
momenti assembleari. Un
contadino delle Valli era perfettamente in grado di presiedere un Consiglio comunale
Il tempio valdese di San Secondo
in qualità di sindaco, perché
nella sua chiesa aveva imparato come si svolge un’assemblea. Oggi, anche per il Centro culturale, le borgate da
centri di vita si sono trasformate in oggetto di studio.
Niente di male, sé non c’è più
vita, che le si studi almeno.
Ma la trasformazione va valutata e affrontata con lucidità.
La realtà valdese suscita
oggi interesse e curiosità.
Strutture privilegiate per rispondere alla curiosità sono
certamente i musei. È necessario però evitare che diventino testimonianze di un passato morto e che le Valli siano
ridotte a riserva indiana in
senso negativo, cioè ambiente
di pura ricreazione festiva e di
evasione. Oggi possiamo essere riserva indiana nel senso
di luogo in cui il passato fornisce stimoli che, se pure non
applicabili in modo meccanico, sono utilizzabili nelFoggi
e, speriamo, nel domani.
L’importante è che come
per la diaconia, non si affidi
questo compito esclusivamente alle strutture ma lo si senta
come responsabilità diffusa:
ci sia una proposta socio-culturale «pesante» nei musei ma
anche una «leggera» nelle
persone che vivono alle Valli.
E soprattutto apertura a ogni
tipo di fruizione da parte degli
altri, purché la finizione non
snaturi la testimonianza che
diamo o che vorremmo dare.
Come tradurre in pratica
tutto questo? Il discorso è
aperto e non può essere appannaggio del corpo pastorale. I pastori devono sentirsi
impegnati in prima persona,
ma il loro lavoro si svolge anche al di fuori dei progetti
esprimibili in un disegno globale: ci sono per esempio
problemi come quello della
risposta da dare a chi trasforma i nostri luoghi storici «laici» in santuari in cui^fanpo
collocati addobbi di tipo liturgico, oppure a chi sente l’esigenza esistenziale di una benedizione liturgica personale,
o ancora a chi è attratto da
culti segreti e da spiritualità
extracristiane. La marginalità
di certe situazioni non comporta necessariamente che esse vadano sottovalutate. I pastori stessi intendono però
continuare anche il dibattito e
nei limiti consentiti dal loro
ruolo attuare degli interventi
affinché il mondo valdese
delle Valh possa\)ffrire a chi
è interessato una proposta di
vita significativa e a chi vive
alle Valli un impegno che
consenta la prosecuzione della nostra storia, ed eviti l’èmigrazione come sbocco obbligato per i nostri giovani.
Per questo lo studio continua
e il dibattito è aperto.
;ta
[pendolari
scrivono
In questi giorni è stato redatto dalla Regione Piemonte
il 2° Piano regionale dei trasporti e delle comunicazioni
che attualmente è in discussione tra la Commissione consiliare trasporti della Regione
e le amministrazioni locali,
forze sociali e economiche.
Il Comitato pendolari della
linea Torino-Torre Pellice,
durante l’audizione avuta il 22
febbraio con la Commissione
regionale trasporti, forniva degli indicatori sull’importanza
della linea Torino-Torre Pellice (sesta linea in Piemonte come utenza e prima linea per
movimento passeggeri a carattere regionale, circa 6.000
pendolari quotidianamente
coinvolti) e, di conseguenza,
aveva formulato la richiesta di
un potenziamento sia strutturale (raddoppio selettivo nel
tratto Pinerolo-Candiolo) che
di materiali (mezzi idonei al
trasporto in tempi brevi, di
pendolari e viaggiatori da e
verso il Pinerolese).
Purtroppo il Piano non inserisce la nostra linea nell’ambito dei progetti (Reti e servizi
regionali e locali) di potenziamento del servizio e della rete
infrastrutturale ferroviaria.
Non riusciamo a comprendere
l’omissione in quanto lo stesso Piano regionale dei trasporti cita Pinerolo:
a) nel progetto per realizzare centri d’interscambio modale;
b) nel progetto di servizio
metropolitano urbano;
c) nell’indicazione dei nodi
di interscambio merci.
Riteniamo come utenti che,
secondo l’indicazione presente nel Piano regionale, dovrebbero assumere un ruolo
centrale di partnership tra gli
attori interessati al cambiamento, di far presente i fiunti:
1) le indicazioni contenute
nel piano per diventare progetti credibili ed efficaci presuppongono il rafforzamento
ONORANZE FUNEBRI-VALPELUCE
di Barale e Giaeptto
Servìzio
orario
ìOti
completo ovunque venga richiesto
rio continuato feriale e festivo
Via Tmaggio 8 - Luserna San Giovanni
Tel. e fax 0121/954340
della struttura ferroviaria
(doppio binario e dotazione
di materiali idonei);
2) in difetto del punto 1
sarà molto difficile abbassare
gli attuati tempi di percorrenza come indicati dal piano;
3) tati progetti devono prevedere un finanziamento definito nelle modalità e nei tempi e essere accompagnati da
un progetto tecnico definito;
4) le indicazioni qui elencate raccolgono esigenze storiche espresse in passato da altri enti sul nostro territorio. A
titolo esemplificativo:
I) il progetto Pinerolo redatto dall’Unione industriale
di Torino;
II) atti di conferenze economiche svoltesi nel Pinerolese.
HI) Piano regionale dei trasporti del 1978;
IV) la recente mozione approvata da sindaci e altre forze sociali neU’incoritro su'i
trasporti del 2 dicembre 1995
svoltosi a Pinerolo.
Chiediamo agli enti o a persone che si riconoscono nelle
nostre istanze di attivarsi concretamente e tempestivamente
per inserire la Torino-Torre
Pellice nell’ambito del progetto di potenziamento infrastrutturale. Solo in tal modo si potrà concretamente migliorare
la qualità della vita di pendolari e viaggiatori contribuendo
a far uscire dalla marginalizzazione il nostro territorio.
Coordinamento pendolari
linea Torino-Torre Pellice
Pinerolo
Trombotto
candidato
con Rivo
Colpo di scena nella scelta
del candidati a sindaco in vista delle prossime elezioni di
novembre a Pinerolo: l’attuale sindaco, Livio Trombotto,
confei;ma la sua incompatibilità con una lista che vede
al suo interno esponenti di An
e si chiama fuori dal listoné
che il Polo per le libertà, con
la regia dell’ex senatore
Claudio Bonansea e di Forza
Italia, voleva mettere in campo. Trombìatto sarà così il
candidato a sindaco, salvo
sorprese, della lista civica voluta dal vicesindaco, Rivò.^
Mentre Barbero, appoggiato da Pds e Rifondazione, e
Rostagno, appoggiato da Ppi
e Alternativa, stanno presentando alla popolazione i
propri programmi, l’ex repubblicano e ora leghista
Drago lancia Ìa propria campagna elettorale: potrebbe
proprio essere l’ex De Livio
Trombotto ad avvantaggiarsi
della situazione. Se, come pare probabile, al ballottaggio
andassero l’attuale sindaco e
Barbero che farebbero Popolari e Alternativa, oggi insieme nel sostenere Rostagno?
Potremmo anche assistere a
una ulteriore spaccatura (i Ppi
con Trombotto e l’Alternativa
con Barbero). E la Lega? e il
centro destra? È davvero certo che Ccd, Forza Italia e An
accettino così tranquillamente
le scelte di Trombotto? Il tira
e molla andrà ancora avanti
per una decina di giorni, poi
le rispettive macchine elettorati saranno messe in moto. '
Pomaretto
Insieme
per Bihac
Avviati i primi contatti
dall’evangelico Aldo Costantino, originario di Pomaretto
emigrato in Francia, i rapporti
fra Mirabel-et-Blacons in vista di un possibile gemellaggio, proseguono, pur con
qualche titubanza.
La presenza di una delegazione ridotta, rispetto alle
aspettative, dei francesi invitati per un fine settimana di
festa a Pomaretto, un serrato e
franco confronto fra le due
delegazioni su alcune iniziative, hanno fatto capire che nel
momento di passare da ana
fase più teorica a una concreta, forse alcuni aspetti andavano ancora approfonditi. Eppure a Pomaretto tutti i gruppi di
attività si sono fatti coinvolgere nell’organizzazione delie
due giornate di incontro e probabilmente alla fine anche la
delegazione francese ha me\glio colto il senso di quanto
messo in cantiere: un sostegno
concretò alla ricostruzione di
una scuola nella bosniaca
Bihac come coronamento di
uno spirito di pace e collaborazione che dovrebbe essere
alla base di un gemellaggio.
In sostanza la proposta partita
da Pomaretto era di unirsi fra
città dell’Europa ricca ma anche di cercare situazioni più
difficili nell’Europa meno ricca. Ógni iniziativa è stata organizzata allo scopo di raccogliere fondi per- il progetto
Rihac, dalle torte ai pranzi,
dal mercatino, alla corsa non
competitiva. Non c’è stata ancora la cerimonia ufficiale di
gemellaggio italofrancese ma
un altro passo di reciproca
conoscenza è stato fatto.
li,
16
-'f
PÀai
Riprende l'attività del gruppo «Lend»
straniere
Dopo un anno di rodaggio
soddisfacente il gruppo ^nd
(Lingua e nuova didattica) di
insegnanti di lingue straniere
del Pinerolese ripropone con
diverse novità il corso di aggiornamento culturale e didattico «La continuità nell’
educazione linguistica» aperto a tutti gli-insegnanti dell’area linguistica del territorio
a partire dal prossimo 14 ottobre. «L’esperienza positiva
del corso terminato lo scorso
giugno ci ha incoraggiati e
stimolati a pensare a un nuovo ciclo di incontri ~ spiega
Lucetta Geymonat, coordinatrice del gruppo e tra i suoi
fondatori nel 1995 - e, tenendo conto delle richieste dei
quaranta iscritti e partecipanti alle attività dello scorso
anno, abbiamo progettato il
corso di aggiornamento per
l'anno scolastico ’96-97, che
durerà dalla metà di ottobre
fino alla fine di maggio e che
ha ottenuto il riconoscimento
del Provveditorato agli Studi
di Torino».
La prima parte del corso
prevede sette incontri, tre a
cura della professoressa Graziella Pozzo, esperta nella
^ formazione e nell’aggioma' mento degli insegnanti di lingue, due con il professor Mario Ambel, del Cidi di Torino, e altri due con attività di
gruppo, tutti aperti non solo
agli insegnanti di lingue straniere ma anche ai docenti delle scuole di ogni grado dell’area linguistica. «In niolti
tra gli iscritti alla nostra associazione -T continua Lucetta
Geymonat - hanno espresso
l’esigenza di confrontarsi tra
insegnanti di lingua italiana
e di lingua straniera e proprio per questo il nospro corso quest’anno apre le porte a
tutti coloro che sono interessati al confronto; i temi presi
in considerazione saranno le
abilità nell’educazióne linguistica e la scrittura».
La prima parte del corso,
che si svolgerà il lunedì dalle
17 alle 19, terminerà il 24
febbraio 1997. La feconda
parte è dedicata all’approfondimento culturale e linguistico con conferenze in inglese
e francese a partire dal 3 marzo 1997; seguiranno altri due
incontri in francese e tre in
inglese. «L’altra novità di
quest’anno - spiega la ccordinatrice del Lend Pinerolese
- è la dislocazione del corso
su tre sedi: il Liceo europeo
di Torre Pellice, dove il corso
comincerà, la scuola media
San Lazzaro di Pinerolo e
l’istituto Gouthier di Perosa
Argentina. In questo modo
speriamo di coinvolgere un
numero maggiore di insegnanti e di offrire un servizio
culturale più ampio a livello
territoriale».
La durata del corso è di 28
ore, e il costo complessivo è
di lire 80.000. Per informazioni ci si può rivolgere alla
segreteria del Liceo europeo
a Torre Pelhce, in orario scolastico, tei. 0121-91260.
Associazione musicale «Divertimento»
L'organo e l'orchestra
WALTER GATTI
Inizia il 13 ottobre il secondo corso di interpretazione
organistica in vai Pellice, organizzato dall’associazione
musicale «Divertimento».
Dopo il successo della precedente edizione, svoltasi sullo
storico strumento della chiesa
parrocchiale di San Giovanni
a Lusema San Giovanni, sul
quale si è fatta luce interpretativa intorno ai tesori della musica antica italiana, è ora la
volta di sondare, nuovamente
sotto la guida attenta e esperta
di Letizia Romiti, quella parte
di repertorio che raramente è
dato di poter analizzare: l’organo con l’orchestra.
L’occasione unica e graditissima di avere come «sparring partner» l’orchestra da
camera dell’Università di
Bamberg, diretta dal maestro
Michael Goldbach, pone un
accento marcatamente internazionale sull’intero lavoro di
équipe, accento che curiosamente sancisce uno degli a
spetti fondamentali dell’arte
di uno dei compositori analizzati: Georg Friedrich Haendel, tedesco che fu profondamente influenzato dalla scuola italiana, tanto da fame sua
la calda cantabilità e l’estroversione formale dei suoi lavori. Verranno presi in considerazione i suoi concerti per
organo e orchestra n. 8, 10,
11, 13 oltre alle sonate da
chiesa di Wolfgang Amadeus
Mozart n. 6, 11, 17 e alla
sinfonia sulla cantata 146 di
Johann Sebastian Bach. Ben
sei le occasioni di ascoltare i
partecipanti al corso di cui tre
nel Pinerolese e tre nell’Alessandrino, oltre al concerto di
apertura della docente Letizia
Romiti, che si terrà nel tempio valdese di Villar Pellice
alle ore 21 di domenica 13 ottobre; seguirà il concerto di
apertura dei partecipanti al
corso giovedì 17, sempre alle
ore 21, nella chiesa parrocchiale di San Giacomo a Lusema San Giovanni; l’ingresso è libero.
aiello
antonio & c.
GASOLIO RISCALDAMENTO
GASOLIO AUTOTRAZIONE
PRODOTTI PETROLIFERI
SPURGO POZZI NERI
PULIZIE CISTERNE
DISOTTURAZIONE E PUUZIA FOGNATURE
tei. 0121-514479/51046 fax 0121-514415
via Nazionale, 41-10069 Villar Perosa (To)
E Eco ©ELLE VAT.I.I ^LDESI
Sport
PER IL PINEROLO BEL PAREGGIO IN TRASFERTA
— Una rete segnata quasi in apertura dal solito Mollica ha permesso al Pinerolo di conservare un prezioso vantaggio nella trasferta di Imperia. Rocciosi in difesa, i biancoblù hanno anche
tentato qualche sortita in Confropiede; a dieci minuti dal termine
un rigore consentiva alla squadra ligure di portarsi al pareggio.
Domenica prossima al Barbieri arriverà il Castelnuovo, capace
nell’ultimo turno di imporne un pesante 5 a 0 alla Fossanese.
Nella prima categoria Perosa e San Secondo muovono la classifica pareggiando fra loro per 2-2; pareggio anche per il Lusema,
lai con il Ferriera. Nel girone G 0 a 0 fra Barge e Pool Giovancalcio e sconfitta casalinga per il Cavour (2 a 4 dal Salsasio).
VOLLEY) MAGIC TRACO OK IN COPPA — Netto
successo per 3 a 0 del Mtfgio Traco a Chivasso nel secondo turno di Coppa Italia; ferma la Valenzana le pinerolesi si isolano
al comando del proprio girone.
Intanto la prossima settimana inizierà la fase provinciale dei
campionati federali riservati alle categorie Juniores e Ragazzi;
sono ben 120 le formazioni iscritte e fra di esse molte pinerolesi: nella Juniores maschile il Bpdy Sistem mentre fra i Ragazzi
spiccano le squadre 3S (A e B) oltre al Body Sistem. Fra le Juniores femminili ci sarà il 3S Nova Siria mentre nella categoria
Ragazze risultano iscritte Pap Piossasco, Jolly Vinovo, 3S Nova Siria, Iniziativa Airasca 90, Cart Cristina Perosa, Pap Pinerolo, Piscinese, Magic Traco, Cavour Maxisconto.
SKIROLL: CAMPIONATO DI GRAN FONDO — Con
un tempo non troppo favorevole domenica 6 ottobre, da Brossasco a Casteldelfino in vai Varaita, si è svolto il campionato
Gran fondo di skiroll. Pur in assenza di alcuni atleti, lo Sport
club Angrogna ha ottenuto buoni risultati e si è classificato al
secondo posto fra le società. Nella categoria Allieve, 20 km,
Antonella Chiavia ha conquistato la medaglia d’argento e negli
Allievi Luca Gay quella di bronzo. Negli Juniores (30 km) 5°
posto per Davide Coucourde; 9“ Andrea Bertin fra i Seniores;
nei Master 1 e 2, categoria unica, Enrico Coucourde ha ottenuto
un brillante 6° posto. Per quanto riguarda le categorie giovanili,
hon valide per il campionato Gran fondo, lo Se Angrogna ha ottenuto, grazie ai numerosi piazzamenti, il trofeo «Memorial
Emiliano Stella» per il terzo anno consecutivo. I migliori giovani valligiani sono stati Elena Volpe 1“ fra le Giovani con Astrid
Charbonnier 3“; Davide Ricca 1° e Davide Giusiano 2° fra i Giovani, Katia De Biasi 2“ e Federica Buenza 3“ fra le Esordienti,
Andrea Montanari 1° e Luca Montanari 3° fra gli Esordienti,
Elisa Godino 2° fra le Cadette e Marco Bonjour 6° fra i Cadetti.
NASCE LA SQUADRA COLLEGIO VALDESE — Il
c^po del Collegio valdese di Torre Pellice ospiterà quest’anno le partite di calcio della neonata squadra del Collegio valdese; la formazione disputerà il campionato amatoriale Aics a nove giocatori. Le partite avranno luogo ogni sabato con inizio alle 14 e alle 15,30. Nella prima giornata la partita fra Collegio e
Garzigliana (vincitore del campionato l’aimo scorso) è finita in
parità, 1-1. Quale iniziativa di autofinanziamento la squadra del
Collegio è disponibile per l’affissione sulla recinzione di striscioni o cartelloni; telefonare allo 0121-91500.
Astrofili «Urania»
Eclissi di Sole
ma riusciremo
a vederla?
Sabato 12 ottobre si svolge
la quarta giornata nazionale
sull’inquinamento luminoso.
L’associazione astrofili Urania di Lusema San Giovanni
aderisce all’iniziativa, prevedendo di accogliere alle ore
14, presso la sede sociale in
località Bric del Colletto 1, i
visitatori, che potranno seguire con telescopi fomiti di
filtri solari l’eclisse parziale
di sole prevista appunto per
quel giorno. Seguiranno conferenze su vari aspetti astronomici e sull’inquinamento
luminoso, con proiezione di
diapositive. SarLpossibile assistere allo spettacolo del cielo notturno sotto il Planetario
Goto Ex 3, uno dei pochissimi funzionanti in Piemonte.
Dalle 21 alle 24, con l’assistenza di alcuni astrofili di
Lusema, gli interessati potranno osservare il cielo: se le
condizioni meteorologiche
non consentiranno un’adeguata osservazione, continueranno comunque le informazioni nella sede di Urania.
Ovviamente chi si batte
'contro l’inquinamento luminoso, presente non solo in
città ma miche vicino a campi
sportivi, discoteche, ecc. per
l’eccessiva illuminazione,
non vuole eliminare le luci
necessarie ma chiede che il
loro uso sia razionalizzato
senza sprechi energetici e nel
rispetto della natura. Infatti il
cielo è di tutti e tutti debbono
poterlo osservare e ammirare.
Pinerolo
Festival
musicale
d'autunno
Sabato 12 ottobre si apre il
Festival musicale d’autunno,
quest’anno alla Sua terza edizione, organizzato dall’assessorato alla Cultura di Pinerolo. Ecco il programma della
prima settimana: il concerto
previsto per le ore 21 di sabato al Teatro incontro, propone
musiche di Beethoven, Schumann e Debussy eseguite al
pianoforte da Alfons Kontarsky, professore al Mozarteum
di Salisburgo; ingresso £
25.CKX). Domenica 13 ottobre,
alle ore 21 all’Auditorium del
Liceo scientifico, vengono
presentati cori da opere di
Verdi, Dortizetti, Bizet, Bellini e Mascagni, intonati dalla
Società corale «Giuseppe
Verdi»: direttore Enzo Consogno, Andrea Albedini al pianoforte e N. Palacios soprano;
ingresso £ 10.000. Da niércoledì 16 a sabato 19 ottobre è
prevista la Rassegna intemazionale dei giovani musicisti,
che si svolgerà dalle ore 9 alle
18 presso l’Istituto magistrale.
Alle ore 21 di ogni giorno, al
Circolo sociale si terrà il concerto dei vincitori di categoria; l’ingresso è libero. Venerdì 18 ottobre, alle ore 21 al
Teatro incontro è proposto un
concerto di Massimo Marin al
violino e Cristina Ariagno al
pianoforte, che eseguiranno
musiche di Bach, Debussy e
Ravel. Il concerto è in favore
della Fondazione piemontése
per la ricerca sul cancro; ingresso £ 25.000.
venerdì 11 OTTOBRE
10 ottobre, giovedì — PINEROLO: Alle 20, nella sala
dei Cavalieri dell’Apt, il consigliere regionale Pier Luigi Rubatto del gruppo consiliare
«Pensionati per l’Europa» presenta le sue due proposte di
legge su ospedalizzazione a domicilio, assistenza infermieristica domiciliare, riduzioni
utenze domestiche.
11 ottobre, venerdì — PINEROLO: Alle 21, presso
l’Istituto Murialdo, via Regis
34, presentazione del libro «Popolare nell’Ulivo» di Giorgio
Merlo, con la partecipazione
del senatore Elvio Passone, di
Vittorio Morero e dell’onorevole Franco Marini.
11 ottobre, venerdì — PINEROLO: Alle 21, nel tempio,
si esibirà il gruppo del Quebec
«V’ia l’Bon vent», diretto da
Marie Valier, solista e coreografa. Sàbato 12 il gruppo sarà,
alle 21, nel tempio di Torre.
11 ottobre, venerdì — PINEROLO: Alle 21, all’auditorium del liceo scientifico, nel
quadro della rassegna «Guardare, ascoltare, conoscere» il
Gruppo teatro Angrogna presenterà il compact disc «Se
canto: musiche di oggi per canzoni di ieri».
11- 13 ottobre — RORÀ: 3“
fiera della castagna a partire
dalle 19 di venerdì 11 con
apertura degli stand, cena e a
seguire canti popolari con il
gruppo «Mare-tèra». Sabato 12
si prosegue con la cena a cura
della Pro Loco e la castagnata.
Domenica 13 fiera delle castagne per le vie del paese, gara
del taglialegna e, nel pomeriggio, castagnata.
12 ottobre, sabato — TORRE PELLICE: Dalle 8 alle ore
17 mercatino biologico nell’area pedonale.
12 ottobre, sabato — ANGROGNA: Alle 14,30, presso
la bilbioteca comunale, apertura
della mostra «Pietre e rocce in
vai d’Angrogna». Alle 21, nella
chiesa cattolica di San Lorenzo
concerto del coro «La draia» e
del coro «La baita» di Piossasco; nell’intervallo presentazione del «Quaderno» del Centro
di documentazione «Pietre e
rocce della vai d’Angrogna».
12- 13 ottobre — TORRE
PELLICE: Alle 21, al teatro
dell’Opera gioventù, spettacolo
musicale degli Erranti.
13 ottobre,) domenica — S.
SECONDO: Castagnata d’autunno alla Fontana ferruginosa,
organizzata da «Equipe ’96».
13 ottobre, domenica — PINEROLO: Alle 14,30 alla parrocchia di S. Lazzaro riprendono gli incontri delle coppie interconfessionali. All’ordine del
giorno la discussione della bozza di un depliant informativo.
13 ottobre, domenica —
ANGROGNA: Festa di Barfè a
cura della locale azienda agrituristica: pomeriggio musicale.
13 ottobre, domenica —
PINEROLO: Presso il Teatroincontro di via Caprini sfilata
di moda autunno-inverno a cura delia Turris Eburnea. Ingresso libero.
13 ottobre, domenica —
SAN SECONDO: Ultimo appuntamento della stagione con
le escursioni di «Montagna insieme» con partenza alle 7 dal
piazzale del municipio per la
Punta Sea Bianca.
14 ottobre, lunedì — PEROSA ARGENTINA: Fiera e
rassegna zootecnica e sagra dei
prodotti della valle.
16 ottobre, mercoledì —
TORRE PELLICE: Alle 21,
al cinema Trento, il Coro alpino Valpellice presenta uno
spettacolo di musica, canto e
danza con il gruppo Argentina
Tango-Folk ’96 di Rafaela
(Santa Fé). Ingresso libero.
17 ottobre, giovedì — ANGROGNA: Alle 21, nella sala
valdese del capoluogo incontro
dibattito sul tema «Tra sogni e
realtà: tre progetti per lo sviluppo turistico e culturale delle
nostre Valli».
18 ottobre, venerdì
TORRE PELLICE: Alle ore
20,45, nella sala consiliare della Comunità montana, primj
conferenza a cura del greppo dj
studio «Val Lucerna»: parlerà
il professor Bruno Corsani su
«Ritrovare o ricostruire i documenti originali del Nuovo Testamento?».
18 ottobre, venerdì i.
TORRE PELLICE: Alle 21,
nella sala consiliare del muni^
cipio incontro sulla centrale
nucleare francese Superphénix
con il consigliere regionale
verde Pasquale Cavaliere e il
professor Gino Stradella.
18 ottobre, venerdì —
TORRE PELLICE; Alle
20,30,1 alla Foresteria valdese,
incontro aperto su «Il tempo
della canizie», libro presentato
dall’autore Renato Bottura, con
la partecipazione del vescovo
di Pinerolo, Pietro Giachetti, e
del past. Alberto Taccia, a cura
della Bottega del possibile.
venero
Muí
DOI
fie di
’etìon,_an
^inunità
haripropc
^bre, u
l^ffielìzza
e le piazze
dalpston
VALLI
CHiSONE- GERMAN.
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva;
Ospedale di Pomaretto, tei. 81154
Guardia farmaceutica:
DOMENiCA 13 OTTOBRE
Viilar Perosa: Farmacia De
Paoli, v. Nazionale 29, t. 51017
Ambuianze:
Croce Verde, Perosa: tei. 81000
fi^ppc
Ì^esi, uc
luti nel Si
!; iasione.
. Dopo ae
e sorelie 1
^dcoiitro
juoea con
iffetlaci
1 è riunite
domenica]
a cui ha fa
¿^fratern
incontro
;ììÌeBa setti]
\ ¿¡razione.
' lagiorn
va un moi
ìapiattina
igare e pro’
icenette t
'esterno
Si usciva p
ze del pai
ittipagna
lo e strum
i i'
Croce Verde, Porte ; tei. 201454 ttìistribueni
" Wéndoli
VAL PELLICE
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
telefono 932433
Guardia farmaceutica: '
DOMENICA 13 OTTOBRE
Bibiana: Farmacia Garella
Via Pinerolo 21, tei. 55733
Ambulanze:
CRI - Torre Pellice, tei. 953355
Croce V. - Bricherasio, tei. 598790
■m
dopo pran
ìjintamen
ente ii
si Concine
'festoso alti
rè la curio
tolesi hani
mani
timent
PINEROLO
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva;
Ospedale civile, tei. 2331
Ambulanza;
Croce Verde, tei. 322664
SERVIZIO INFERMIERIS
dalle ore 8 alle 17, presso le
sedi dei distretti.
BARGE — Il cinema Comunale ha in programma, giovedì 10 ottobre, Il rompiscatole; venerdì 11 Italiani: sabato
12, Rosso d’autunno; da domenica a giovedì Mission in|'
possible. Inizioore 21; domeni
ca 15, 17,19,21.
PINEROLO — La multìsala
Italia ha in programma, aila sala «2cento» L’eliminatore; feriali 20 e 22,20; sabato 20 e
22,30; domenica dalie 14,30,
spettacoli continuati. Alla sala
«5cento» verrà posto in visione
Independence day; feriali ore
19,40 e 22,20, sabato 19,40 e
22,30, domenica 14,15, 16,55,
19,40,22,20.
TORRE PELLICE — H cinema Trento ha in programma, giovedì 10, ore 21,15, L®
schermo velato; venerdì H»
ore 21,15 Sotto gli ulivi; sabato 12, ore 20 e 22,10 domenica
13 ore 16, 18, 20 e 22,10 e lunedì 14 e martedì 15, ore 21,1*
Mission impossible.
PRIVATO acquista iiiobili
vecchi-antichi j oggetti vart
preven
‘ tn
HualalB
wante all
tei 0121-40181.1
_ More
Telefon
17
yp?ÆiRDÎ 11 OTTOBRE 1996
rdi ^
ille ore
u-e de},
prima
iippodi
parlei^
sani su
i docu'vo Te
'di
die 21,
1 munisntrale
•phénix
donale
;re e il
•di ~
Aile
aldese,
tempo
sentato
ira, con
escovo
hetti, e
a cura
le.
Vita Delle Chiese
PAG. 5 RIFORMA
Campagna di evangelizzazione della comunità battista di Mortola
. In strada per la testimonianza
Musica^ scehette e mimi per avvicinare la cittadinanza e coinvolgerla attorno
all'Evangelo: un'iniziativa che rinnova la chiesa anche all'Interno
DOMENICO D’ELIA
istiva;
, 81154
>BRE
aia De
51017
51000
11454
Stiva;
CON grande partecipazione 01 tutti, giovanissimi
‘e non, anche quest’anno la
ioriitinità battista di Mortola
ha riproposto, dal 9 al 14 seti^bire, una cainpagna di e1 v^^elizzazione per le strade
"e le piazze del paese, guidata
dal pastore David Me Parlane
(missionario della Bms) e da
jjiti^ppo di dieci scozzesi e
^glesi, uomini e donne, veèuti nel Sud d’Italia per l’ociasione.
■ Dopo aver accolto i fratelli
e sorelle britannici, con un
incontro informale di reciproca conoscenza seguito da
buffet la comunità di Mortola
'sì è riunita con loro nel culto
domenicale dell’8 settembre,
a cui ha fatto seguito un’agape fraterna e un successivo
Incontro di pianificazione
della settimana di evangelizizazione.
La giornata «tipo» prevedeva un momento di incontro
la mattina in chiesa, per pregare e provare insieme mimi,
Genette e canti da portare
all’esterno; successivamente
■^ii usciva per le strade e piazVze del paese cantando, acliompagnati da chitarre, flauto e stmmenti a percussione,
distribuendo volantini e proponendo le scenette e i mimi;
dopo pranzo ci si ridava apìpuntamento per uscire nuovamente in città; la giornata
^si concludeva con un culto
festoso alle 19. Da sottolinearé la curiosità con cui i motitolesi hanno accolto l’iniziaiva manifestando via via
timenti contrastanti: im
Ì355
598790
à
stiva:
4
3TICQ
sso le
Per le strade di Mottota l’iniziativa evangeiistica guidata^ anche con
la chitarra, dai pastore Me Parlane
barazzo, partecipazione, interesse, indifferenza. Molti i
volti, conosciuti e non, ai
quali si è parlato di Gesù, della Bibbia, della fede; alcuni li
abbiamo rivisti ai culti serali.
Ricordiamo il culto conclusivo del 14 settembre, con il
tempio gremito all’inverosimile per assistere al momento centrale della confessione
di fede in Cristo tramite il
battesimo per immersione di
tre sorelle: Nuccia Lupoli,
Maria Lupoli e Margaret Me
Quade, che, dopo essersi con
vettita all’Evangelo due anni
fa,'aveva espressamente chiesto di poter dare la propria testimonianza battesimale a
Mortola. Quest’anno inoltre
si è avuta la possibilità di portare tale esperienza anche a
Martina Franca, sede di uria
piccola comunità battista, nel
pomeriggio del 12 settembre,
riscontrando un inatteso
coinvolgimento da parte della
popolazione locale.
È bene sottolineare l’importanza e il successo che tale iniziativa ha riscosso. Im
parare nuovi canti (la musica
e il canto svolgono un ruolo,
fondamentale in tali iniziative), nuovi modi di esprimere
la propria fede (tramite scenette, danze e mimi), riscoprire il modo di dare la propria testimonianza di fronte
al paese in cui si vive e nella
propria comunità di fratelli e
sorelle; se tutto ciò determina all’inizio un senso di
smarrimento, di perdita delle
proprie certezze sedimentate
in anni di «routine» ecclesiastica, in seguito ci si riscopre
una nuova creatura in Cristo,
con un rinnovato impegno
nella testimonianza dell’
Evangelo nella società e nella
propria comunità di fede.
Siamo riconoscenti a David
Me Farlane e agli altri fratelli
e sorelle per quanto ci hanno
dato in questa settimana.
Il 19 settembre abbiamo ricevuto la visita del pastore
battista Andrew Phillips di
Nottingham, che sta svolgendo un periodo sabbatico in
alcuni paesi tra cui l’Italia e
l’Albania, per studiare i metodi di evangelizzazione e la
nascita delle comunità battiste, Phillips ci ha condotti in
uno studio biblico su II Corinzi 5, focalizzando la propria attenzione sul ministero
della riconcUiazione e sui risvolti pratici che esso comporta. Molte e varie le domande seguite, soprattutto
sui vari aspetti teorici e pratici dell’evangelizzazione; grazie quindi ^a pastora Marylou Moore, che accompagnava il pastore Phillips e ha
svolto un impeccabile servizio di traduzione.
Ch iesa battista di Pistoia
jFerruccio Bina, credente
£.1 musicista riconosciuto
la Coa, gioiscatosabato
da doxn ini'
xraeni
iltisala
dia sare; fej 20 e
14,30,
la sala
dsione
ali ore
9,40 e
16,55,
- Il cigram15, LO
dì 11.
nenica
3elu
21.15
1
lobili
vari:
IL 21 settembre, dopo una
'lunga malattia, si è conclusa
la vita terrena di Ferruccio
fiina, all’età di 85 anni. Figlio
|el pastore Sismondo Bina, il
nostro caro fratello giunse a
irtstoia nel 1929, dove il padre
ara stato trasferito per la cura
l^torde della locale Chiesa
Metodista. Dopo aver consepito la licenza liceale classica al «Porteguerrì» di Pistoia
diploma al conservatorio
:*^|tstubini» di Firenze, fu
-Chiamato come insegnante
^a scuola comunale di mu®ea «Mabellini» di Pistoia e
® seguito ne divenne il pridirettore.
Da un’intervista apparsa
; ui quptidiano «Il Tirreno»
^ anno fa, leggiamo:
|=nuccio Bina ha un grosso
,™ficato per la città di Pi’019’ il suo insegnamento ha
‘jT’^Pagnato per lunghissi. 0 tempo numerosi illiJstri e
etio insigni concittadini
'"'■ Compositore d’eccezio, "^Jfvette il premio Raitre
Ninna nanna” e a San
«I, Brino Terme per la lirica
alpino". Dal 1963 al
diresse la corale "Giuyerdi” di Prato, con cui
ttuò circa 150 concerti in
a e all’estero. Numerosi e
THVSMMIII
prevenf/w a richiesta
tfosportl per
Rualalasriestmazlone
autoscala
^ante all esterno fino a 43 mt
Sala Giulio
f'.'’ipra 83 • Nichelino (TO)
•elfono 011/62.70.463
Adulare 0336-210807
prestigiosi furono i suoi incarichi, fra cui quello di presidente della Fondazione accademica musica italiana per
organo. Nel 1974 lo raggiunse
l’ambito conferimento della
Legion d’oro per l’operosità
nell’arte e l’anno successivo
ricevette la nomina di cavaliere della Repubblica».
I funerali si sono svolti nella chiesa battista di Pistoia lunedì 23, con due messaggi da
parte dei pastori Giacomo Pistone e Paolo SbafFi, alla presenza di un folto pubblico. Il
maestro Ferruccio Bina aveva
messo parte del proprio tempo al servizio del Signore e
della chiesa con gioia e consacrazione. Ha collaborato
nella parte musicale con la
commissione per la preparazione dell’Innario cristiano
del 1967. È stato organista per
molti anni, fino a che la saUite glielo ha permesso, prima
nella chiesa metodica di Firenze e poi nella chiesa battista di Pistoia, svolgendo con
amore un servizio molto apprezzato dalle due chiese.
Grati a Dio per il dono di questo caro fratello che abbiamo
amato, esprimiamo la nostr^
simpatia e solidarietà cristiana alla moglie Mady. (g.p.)
Bologna
Essere chiesa
insieme
ai filippini
Nella comunità metodista
di Bologna è presente un folto grrtppo di evangelici filippini, con cui è da anni in arto
un .cammino di profonda integrazione neL progetto «Essere chiesa insieme». I sfgni
di questo cammino di fratellanza sono visibili nel culto
della domenica pomeriggio,
che si tiene in più lingue, con
la partecipazione nori solo di
filippini ma anche di altri
evangelici di lingua inglese.
Domenica 22 settembre
un nuovo significativo passo
si è compiuto ÌI3 questo cammino comune. Durante il
culto del pomeriggio si è celebrato il battesimo di una
bambina, Sarah Evelin Paternoster, figlia di una coppia italo-filippina. Attorno a
questo evento si è raccolta
tutta la comunità. Il culto,
presieduto dal pastore Giovanni Anziani, si è svolto in
più lingue: predicazione in
italiano, letture bibliche in
inglese, canti,e preghiere
nella lingùa filippina. Dopo
il culto la giornata di festa e
di grandé comunione fraterna è proseguita con una ricca agape, con cibi filippini e
momenti di integrazione.
La comunità metodista
ospita 4a oltre, un anno anche un piccolo gruppo di
eviaiigelici eritfei, i quali in
quella stessa domenica hanno voluto, con alcuni rappresentanti, essere presenti al
culto per manifestare coinè
la diversità di lingua, di cultura e di tradizioni religiose
siano una ricchezza nella comune fede in Cristo Gesù.
Torino
Assemblea
dei battisti
piemontesi
Domenica 22 settembre,
nel tempio battista di via Viterbo a Torino si è svolta la
37* Assemblea dell’Associa-'
zione delle chiese battiste in
Ì’iemonte (Acbp). Nel corso
dei lavori sono state esaminate in particolare alcune
delle decisioni dell’Assemblea generale^deU’Unione
battista dello scòrso giugno,
che prevedono l’assunzione
di maggiori responsabilità da
parte delle associazioni regionali. In questo quadro i
delegati presenti hanno votato una mozione per il Comitato esecutivo dell’Unione in
cui si chiede di modificare il
numero dei pastori assegnati
all’area piemontese, portandolo da sei a sette.'vista la necessità di coprire 18 luoghi di
predicazione e di curare 14
chiese costituite. L’Assemblea ha sottolineato con forza
la necessità di intensificare la
preparazione di pastori locali, predicatori e altri ministri,
per coordinare meglio l’opera nella regione. Come presidente, dopo le dimissioni del
fratello Roberto Mollica, è
stato eletto il fratello Stefano
Sicardi di Mondovì. I consiglieri sono il pastore Adriano
Dorma di Sant’Antonino e
Susa, i fratelli Antonio Ruffolo (Asti), Domenico Ferro
(Torino), Eliseo Marzano
(èra). Natale Jannone (Venaria) e la sorella Victoria Munsey in rappresentanza del 4“
circuito della Chiesa valdese.
Confermati come revisori il
past. Antonio Cammisa e il
fratello Sergio Solimeno, entrambi di Bussoleno.
Chiesa battista di Sampierdarena
Il fratello Marco Sconfietti
esempio di fede per tutti
ERMINIO PODESTÀ
SABATO 21 settembre ha
terminato la sua vita terrea Marco Sconfietti; se ne è
andato in silenzio, senza disturbare nessuno, così come
era vissuto.
Esemplare e puntiglioso sul
lavoro, tanto da guadagnarsi
la stima dei suoi superiori che
lo avevano mandato spesso
all’estero per lavori di responsabilità; sempre presente, con la mamma, ai culti domenicali nella chiesa battista
di Sampierdarena; di poche
parole, sembrava quasi che
non fosse presente. Qualche
anno fa aveva cominciato a
leggere i brani della Bibbia ad
alta voce e a servire con il pastore. la cena del Signore e fu
quindi eletto all’unanimità membro del Consiglio di
chiesa; assunse questo incarico coscienziosamente e i suoi
insegnamenti, durante le riunioni, sono stati preziosi.
Purtròppo, colpito da male
gravissimo, fu costretto per
parecchi mesi a rimanere a
casa e il mese di settembre il
suo cal'vario si è intensificato
tanto da rendere necessario il
ricovero alTOspedale evangelico internazionale. Qualche
settimana fa il primario mi
disse: «Marco è un esempio
di fede e una testimonianza
di accettazione della sofferenza». Non disturbava mai
le infermiere e quando si andava a fargli visita Sorrideva
a tutti e diceva; «Nòh vedo
l’ora di ritornare in chiesa a
pregare con voi».
In chiesa è stato salutato il
23 settembre. Il pastore leggendo il brano di II Corinzi 5,
4 («Noi sappiamo infatti che i
se questa tenda ch’è la nostra
dimora terrena viene,disfatta, ^
noi àbbiamo da Dio un edificio, una casa non fatta da
mano d’uomo, eterna nei cieli») ha detto che qui noi sia-,
mo simili a pellegrini e zingari, .che vivono in uria fragile
casa, soggetti a malattie') dolori e pericoli ma alla morte
cambieremo questa tenda
cadente con una casa eterna ...
nei cieli. Questé parole sono
state di conforto soprattutto.
alla mamma, Emma, la più
anziana e fedele dei membri
della nostra chiesa.
Cronache
SAN GERMiMiO — Un grazie alla sorella Ileana Lanfranco Borre! e ai fratelli Renzo Bertalot, Andrea Garrone, Aldo Garrone e Luca Baratto che hanno presieduto i culti delle domeniche 14 e 28 luglio e 4,11 e 25 agosto. Il culto del 1“ settembre si è tenuto all’Asilo ed è stato preparato da un gruppo di ospiti dell’istituto in occasione dell’inaugurazione del
giardino. È stata una festa ben riuscita alla quale hanno
partecipato, oltre al numerosi sangerpianesi, anche tanti
fratelli e sorelle venuti da alfre comunità, i quali con la loro
presenza haimo manifestato vera simpatia verso quest’impofrante opera della nostra chiesa. Un grazie sincero a tutti
loro e a chi ha lavorato per l’organizzazione della festa.
• Domenica 8 settembre è stata battezzata la piccola Micaela Delia Bianciottù, di Walter e Qristinaj Roccia. Auguri
sinceri ai felici genitori di poter Sèmpre maritènere le loro
promesse e alla bimba di ogni bene dal Signore.
• Nel mese di agosto il nostro fratello Sandro Jahier, residente ornai da parecchi anni a Pinerolo, ci ha lasciati
'all’età di 52 anni. Alla vedova, alle figlie e ai parenti tutti,
' vada ancora la nostra paròla di cristiana simpatia. Il Signore li sostenga fri quest’ora ^ dura prova. i
SAN SECONDO — Durante l’estate diversi eventi si sono succeduti. Ricordiamo, fra le nuove nascite, Davide di Wilma Ribet e Eros Raserto. Sono stati battezzati Sabrina di Claudio
e Gladys Costantino, a Luca di Marco e Cristina Gardiol e
domenica 13 ottobre sarà battezzato il cuginetto Enrico, di
Giovanni e Grazia Bounous. Sono stati celebrati, in chiesa
valdese, i matrimoni di Lilia Costantino con Silvano
Allasia, Silvio Ricca cori Monica Fogliame, Nadia Long con
Erminio Dello lacovo; in chiesa cattolica i matrimoni di
Danilo Benech con Daniela Genta,\^uca Rlbet, con Daniela
Dapò. A questi fratelli e sorelle e alle loro famiglie vogliamo
esprimere la nostra gioia per i lieti eventi che li harmo coinvolti e augurare che sappiano sempre, a loro volta, esprimere la loro riconoscenza al Signore per tutti i suoi doni.
• Nel mese di settembre è mancato il nostro fratello Paoli- '
no Monnet; alla suà famiglià esprimiamo ancora il nostro
affetto e la nostra speranza, nella consapevolezza che «Dio
non ci ha destinati a ira, ma a ottenere salvezza per mezzo
del nostro Signore Gesù Cristo».
BRUSIO — Sabato 28 settembre alle ore 10,45 a Tirano, alla
chiesa di San Martino, è stato celebrato dal pastore Alfredo
Berlendis il funerale della sorella valdese Monica Pravettoni Moretti, di 40 aiìni. La comunità valtellinese porge le
condoglianze al marito Roberto Moretti, alla figlia Héloïse,
al figlio Raoul, alla madre Mariarosa Pobbiati, alla nonna
Germana Balmas e ai parenti di Torre PeUice. Invochiamo
^ la consolazione dello Spirito Sapto nella speranza della resurrezione di Cristo. ^
TORRE PELLICE — Il culto di domenica 29 settembre è stato
presieduto dal pastore Donato Mazzarella; la nostra comunità, manche in un momento di incontro dopo il culto, ha
avuto modo di salutarlo insieme alla sua signora e di augurare loro un periodo di servizio benedetto dal Signore nella
vicina chiesa di Bobbio. 1
•- Ringraziamo il predicatore Umberto Rovara e il pastore
Glorio Tourn che hanno presieduto recentemente due '
culti nel tempio del centro.
• I nostri auguri vanno a Luisa Ivol e Danilo Marcellino che
si sono sposati.
• L’Evangelo della resurrezione è stato annunciato in occasione dei funerali dei fratelli Federico Sarti e Sergio Codino. %
SANTA MARGHERITA LIGURE — La Federazione delle chiese
evangeliche della Liguria e del basso Piemonte organizza
nei locali del municipio una mostra della Bibbia che si
inaugura sabato 19 ottobre e resta aperta fino a sabato 26
con orario 8,30-17. Sempre sabato 19, alle ore 16,30, nell’
atrio del Palazzo comunale, si tiene una conferenza del
prof. Giorgio Girardet dal tìtolo «Bibbia perché?».
18
PAG. 6 BIFOîîMA
Vita Delle Chiese
venerdì 11 OTTOBfigi0f|.K ^nFR
Convegno del Comitato promotore delle iniziative evangeliche
Attualità deirevangelizzazione
Chiese dei Fratelli, metodisti e valdesi ripercorrono insieme le tappe della
testimonianza all Evangelo nel nostro paese e ne discutono le nuove strategie
MARIO ALBERIONE
Dal 20 al 22 settembre si
è svolto a Torre Pellice
un interessante convegno sul
tema «Storia, contenuti e forme dell’evangelizzazione»
indetto dal Comitato prombtore delle iniziative evangeliche (Cpie) formatosi alcuni
anni fa a Firenze per iniziativa della Chiesa dei Fratelli,
dei metodisti e dei valdesi,
neU’intento di far conoscere
meglio alle nostre realtà ecclesiali il significato dell’evangelizzazione nella storia
italiana e nella vita attuale
delle chiese, studiandone i
contenuti e le metodologie. Il
convegno si è apejto nel pomeriggio di venerdì còn la relazione di Marco Brunacci
sulla Chiesa dei Fratelli durante il sècolo scorso, che ha
visto come protagonisti anche due esponenti del Risorgimento italiano come Rossetti e il conte Guicciardini,
impegnati nel diffondere la
parola di Dio in Toscana sull’onda del Risveglio europeo e
americano e di un’evangelizzazione mirata a convertire
il cuore dell’uomo a Cristo,
con le implicite conseguenze
sul piano del miglioramento
dei rapporti sociali.
Nella serata di venerdì sì è
avuto un animatissimo dibattito sulla necessità impeliente di proseguire la missione
evangelistica in Italia, dove
sonò ben evidenti i segni di
declino spirituale e morale e
animosità egoistiche e seces
' T ;-i
Colportori evangelici entrano a Roma, dopo l’apertura della breccia
di Porta Pia, per diffondere la Bibbia
sionistiche. Si è ribadito che
in nessun caso le chiese debbono considerare questi fenomeni estranei a una mancanza di risveglio religioso e
di penetrazione del pensiero
della Riforma e dei contenuti
di fede della Bibbia.
Sabato sono proseguiti i
lavori con la relazione del
pastore, valdese Sommani sull’azione evangelistica degli
evangelici valdesi nella seconda metà dell’BOO e sui risultati ottenuti dall’operato
dei pastori, dagli evangelisti e
soprattutto dai colportori che
distribuivano Bibbie e trattati
riguardanti la realtà valdese e
il pensiero della Riforma nelle
piazze, nelle fiere, nei mercati
di paesi e città. Questi fi'atelli
avevano poca cultura e pochissimi mezzi finanziari ma
Chiesa valdese di Villasecca
Un'estate densa
di appuntamenti fraterni
L’estate della comunità di
Villasecca è segnata essenzialmente dalle visite, dal
campo dei bambini a Massello, dai culti estivi a Combagarino e dalle riunioni all’aperto. Per le visite di quest’estate
segnaliamo in particolare
quelle del gruppo della Cevaa
che ha p^ecipato alla chiusura del campo della scuola
domenicale, ha presieduto il
culto del 30 giugno e preso
conoscenza dei nostri luoghi
storici più interessanti. Abbiamo avuto le sempre gradite visite degli ex pastori di
Villasecca Ludwig Schneider
e Alfredo Janavel, che hanno
presieduto i culti e partecipato alle agapi fraterne dell’
estate. Flavio Micol, Sergio
Rostagno e Milena Martinat,
oltre ai nostri giovani del
gruppo culti, sono stati gli altri predicatori dell’estate, che
ringraziamo.
Il campo estivo si è svolto
regolarmente, con attività al
Roberso di Massello e visite
ai musei di Frali, di San Germano e Pramollo e a quello
dei modellini di Carlo Ferrerò
a Pomaretto. I culti a Combagarìno continuano ad essere
abbastanza ben frequentati
anche se lo slancio della novità dei primi anni si è un po’
affievolito. Uno di questi è
stato presieduto da Monica
Ferrerò, una giovane della
nostra comunità che già in
varie occasioni ha collaborato
Notizie evangeliche
agenzia stampa
abbonamento annuo L. 50.0ÒO
da versare sul ccp 82441007
intestato a Nev - Roma
con il «gruppo culti». Le riunioni estive hanno permesso
di riprendere in esame alcune pàgine della nostra storia
e i problemi delle nostre borgate, sulla scorta dei documenti pubblicati dal Centro
culturale.
La comunità si è riunita
nella gioia in occasione delle
nozze di Raniero Genre e Viima Genre Bert, il 25 maggio,
e di quelle di Franco Peyronel
e Marinella Barus il 24 agosto: ancora vivi auguri agli
sposi. Vivissimi auguri anche
a DanOo Guglielmet e Daniela Raimondo che si sono sposati a Prarostino il 20 luglio
1996. Vìvi auguri ancora a Alberto Ghigo e Elsa Guglielmét che invece sono sposati
da cinquant’anni e hanno festeggiato domenica 11 agosto
le loro nozze d’oro.
Vive condoglianze alle famiglie di Alessandro Giacomo
Massel dei Trossieri, di Enrico
Emilio Peyronel dal Serre
Giors e di Lidia Margherita
Pons ved. Genre, di Villasecca, ohe ci hanno lasciato nel
corso dell’estate.
Continuano i lavori agli
stabili. Segnaliamo i particolare il compimento del restauro della facciata del tempio del Combagarino, grazie
al kvoro sapiente di Eddy Benech. Ora si può riammirare
l’antico fregio con la scritta di
morale popolare: «Hama Dio
e nonfalire; fa pur bene e tasi
a dire». Segnaliamo che è
uscita la riedizione della Storia della Chiesa di Villasecca,
del pastore Luigi Marauda,
aggiornata per gli ultimi cinquant’anni, in vendita presso
il Centro culturale a Torre
Pellice o presso il pastore di
Villasecca a 5.000 lire.
erano animati da autentico
zelo missionario e amore per
il Vangelo. La terza relazione
è stata introdotta dal prof. Fares Marzone, attuale preside
dell’Istituto biblico evangelico, centro di formazione teologica della Chiesa dei fratelli,
sui problemi,! metodi, i progetti e ie prospettive dell’attività evangelistica di questa
chiesa in Italia e all’estero.
Marzone ha tenuto la relazione sull’attualità del Vangelo
con l’ausilio di un testo sul tema «La crescita della chiesa»
e la proiezione di lucidi con
schemi e diagrammi. Particolarmente interessante è stato
l’approccio alla questione
con l’aiuto delle scienze moderne come la sociologia, ia
demografia e la scienza statistica. Per ultima la relazione
del prof. Giancarlo Rinaldi,
incaricato déll’Istituto orientale di Napoli, attualmente
anche predicatore metodista,
sul tema della nascita e dello
sviluppo del metodismo
all’estero e in Itaha.
La serata di sabato si è conclusa con alcuni esempi,di
animazione e prassi evangelistica proposti dai componenti la Chiesa dei Fratelli di Piacetiza,'che hanno sottolineato come sia importanté Svolgere opere di evangelizzazione dirette ai bambini, nei
quartieri popolari della città
e negli istituti di riposo per
gli anziani; opere dedicate
principalmente alla conver-,
sione delle anime a Cristo.
Domenica mattina la conclusione del convegno si è
svolta con particolàri ringraziainenti da parte dei convenuti per l’alto tenore spirituale e il clima di fratellanza;
si è ribadito l’impegno a proseguire il lavoro di ricerca
per approfondire il tipo di
approccio al testo biblico: da
parte di valdesi e metodisti
secondo il metodo storico e
critico, mia con il conforto
dell’interpretazione spirituale e esistenziale della Chiesa
dei fratelli.
Nel culto di chiusura con
Santa Cena tenuto nel tèmpio valdese di Torre Pellice, il
fratello Fares Mazzone ha
predicato sull’epistola ai Romani accompagnato dai nuovi cantici preparati dalla corale della Chiesa dei Fratelli
di Sesto San Giovanni.
Il nuovo incarico presso l'Università
La comunità di Zurigo
saluta il pastore Campi
PAOLA BLATTMANN
Domenica 29 settembre
è stata certamente una
giornata particolare per la
comunità di Zurigo e per il
suo pastore, una giornata che
tutti aspettavamo e di cui da
tempo si parlava ma che nonostante tutto ci ha colti un
po’ di sorpresa perché non
pensavamo, 0 meglio non volevamo pensare che giungesse tanto presto. «Tempus fugit», dicevano i latini e avevano ben ragione, così in una
radiosa giornata autunnale ci
siamo riuniti per partecipare
al culto di commiato di Emidio Campi. È inutile negare
che in ognuno di noi si saranno avvicendati durante il culto una miriade di sentimenti,
dalla gioia profonda per essere di nuovo tutti insieme, alla
riconoscenza al Signore per
la possibilità concessaci di
accogliere nelia nostra comunità la piccola Sarah Di Stefano, e per il pastore Erhidio
Campi questo sarà stato certamente il più bello dei modi
di concludere il tuo pastorato
a Zurigo.
Il battesimo di un bambino è sempre un momento di
grande felicità molto significativo: è il simbolo della continuità nella vita di una comunità e mai come in questa
occasione ha rappresentato
il passaggio del testimonio
da una mano all’altra. Eppure questi momenti lieti sono
stati pervasi da uno sprazzo
di commozione e tristezza.
Non è un addio, si tratta di
un commiato, ma anche un
commiato prevede un distacco e per quanto breve esso sia, si tratta pur sempre di
una partenza che non può
lasciarci indifferenti. E stato
quasi sintomatico, durante il
culto,, rivivere come in un
film visto al rovescio alcuni
momenti vissuti insieme, dei
brevi flash-back del passato.
La prima immagine che mi
è venuta in mente risale al
nostro primo incontro con il
pastore Campi, quando in
un’uggiosa giornata di novembre venne a Nussbaumen come conferenziere in
occasione della giornata della Riforma e ci parlò di Bernardino Ochino. Da allora
Emidio Campi per molti di
noi divenne il pastore di Bèrnardino Ochino. Più tardi,
con la nomina a Zurigo, cominciò a curare il gruppo di
Winterthur. Pian piano imparammo a conoscerci e la
comunità cominciò ad affezionarsi a questo pastore up
po’ diverso da quelli che aveva avuto prima e che tra un
Bernardino Ochino e un Michelangelo, tra una conferenza e l’altra ci predicava
l’Evangelo con fervore e trasporto. Ricordiamo anche il
matrimonio con Irene, la nascita del bambino. Sembra
ieri eppure è oggi.
Oggi ci troviamo qui, ad
accomiatarci dal nostro pastore, neoeletto professore
ordinario presso al Facoltà
teologica di Zurigo. Vogliamo dire grazie per quello che
ha fatto per noi, come singoli
e come comunità, per l’impegno costante e quotidiano,
per le indiscutibili doti di diplomatico «tessitore» che
hanno permesso alla nostra
piccola comunità di intrecciare rapporti fecondi con altre comunità, di farsi conoscere in ambiente ecclesiastico e non.
Agenda
ulteriori informazioni telefonare allo 02-76002654.
TRIESTE — Per il ciclo «Ottobre organistico», organiz_
to dal Centro culturale elvetico valdese «A. Schweitzers
basilica di San Silvestro, piazza S. Silvestro 1, ore 20,30’I
organista Adriano Dallapè e il soprano Laura Fabris proponi
gono musiche di Bruhns. Informazioni allo 040-632770.
GENOVA — In occasione di «Esodo»J
XVI ciclo di incontri interreligiosi di culti,
e di formazione al dialogo proposto dal Sa
alle ore 17,30 a Palazzo Ducale, il rabbini
in Roma Alberto Sermoneta panierà i
«Esodo e tradizione ebraica». Per ulterioii
informazioni telefonare allo 010-566694 oppure 211473.
Manzoni e il cattolicesimo liberale dell’Ottocento».
stiane di base. Per informazioni tei. 011-6692838,
vista per le ore 17,30. Per informazioni tei. 0873-363173.
Alain, Lànglais, Messiaen. Informazioni allo 040-632770.
alla Facoltà teologica valdese di Roma.
TORINO — Per i concerti al tempio valdél
se della stagione 1996-97, nel tempio dij
corso Vittorio Emanuele 23, alle ore 2M
viene proposto «La musica del silenzio^
con i musicisti Sandro Picco e Alberto EZ'j
zu; ingresso lire 10.000. L’incasso sarà de
voluto alTiniziativa «Un organo bachiano a Torino».
FIRENZE — Nel tempio metodista di vài
Benci 9 alle ore 21 si tiene un concerto deHal
corale della Chiesa coreana metodista dii
Roma, in occasione dell’inaugurazione del.]
l’anno 1996-97 del Centro culturale prote-i
stante «Pietro Martire Vermigli».
MILANO —- Nella chiesa valdese di via|
Sforza 12a, alle ore 21, il Gruppo ecumeny
co «Gospel Singers», diretto da Omelia ^
sano, tiene un concerto di Spiritual e musici
nera. Il ricavato della serata andrà a favo,
della casa di accoglienza di via Ampola. P«
CICCIANO — Alle 19,30, nella sala con
renze delle suore francescane alcantarin^
(via San Francesco d’Assisi), il prof.
Raffaele Toscano, per l’organizzazione 1
Centro culturale «G. Diodati», parla sul té-^
ma: «Il sentimento religioso di Alessand
Tobil
BERGAMO — «Alle origini del federali^
smo moderno: Zwingli, Bullinger e la Rifor|
ma protestante» è il tema della prolusioni
dell’anno sociale 1996-97 del Centro culti
rale protestante, tenuta dal pastore Emitì
Campi alle ore 16 nell’ex sala consiliaré di}
via Tasso 4. Per informazioni tei. 035-238410.
TORINO — «Bibbia, -profezia e apocalittica» è il titolo dd|
dibattito che si tiene nel salone di corso Vittorio 23 alle oii|
15,15, con la partecipazione di Mario Miegge, Giulio '
rello e Giorgio Bouchard. Sarà presentato il libro di Mari^
Miegge, «Il sogno dei Re di Babilonia», Milano, Feltrinell
1995. L’incontro è proposto, fra gli altri, dal Centro evangeli
fico di cultura «Arturo Pascal», dal Sae e dalle comunità cni
VASTO — «L’esame degli atti del SinodJ
’96» è il punto centrale all’ordine del giomJ
dell’Assemblea ordinaria delle chiese valdesf
e metodiste del 12° circuito, che ha inizio dle ore 10 nella chièsa valdese di via Martiii
della Libertà 46. La chiusura dei lavori è piè
TRIESTE — Per il ciclo «Ottobre organisti|
co», organizzato dal Centro culturale elvetìd
co valdese «A. Schweitzer», nella basilica di
San Silvestro in piazza San Silvestro 1, ot^
20,30 l’organista Marcello Rosso eseguiti
musiche di Bach, Buxtehude, Mendelssohn!^
TORINO — «La riconciliazione nella Bih’
bia» è il tema della conferenza che si tieif
alle ore 21 presso il Seminario metropolita^
no di via XX Settembre 83. Partecipano
Paolo De Benedetti, docente di Antico Te?
stamento all’Università di Urbino e di Giw
daismo alla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale
Milano, e Bruno Corsani, prof, di Esegesi neotestamentariii
DAqi
aut
ideila Lei
nastrai
za civile
^dipende
’ iteressc
■mento a
¡difficile 1
i^uanto r
’spicco d
Ira aver
ledivi
to alla n(
iassione
lanendi
tire pre
il propoi
;bè non
il livello
stato. Ti
m
circa la
ideila Leg
i itraprer
irentemei
La lotti
ta alla ri
i'allaleggÈ
so. Sciita
ideilo stai
ie^ dell
¡¿scienza,
itala e for
¡dizioni n
mangani
promess
vere di d
¿dello sta
nere fede
iÈienza. :
stitto all’o
za. Per e
.diritto a
Scienza, i
Iella Lej
‘hiarire:
icoscienz.
spellarsi
piropria i
Ibecfire a
¡'Stato; b) ¡
ia dichìai
(propria 0
pa; c) se
pon sole
Ipreviste
pggi del
servare c
pi chi ha
ipiere un
malegitti
I* Nella p
pa gli ob
BendOno ;
pyamenti
pi dìsobh
prima coi
[disobbei
liàirire
fflnpagn
¿a. Intorr
piti dall
(ie organi
»onviole
S>lù nota
PRATO — Dalle ore 9 di sabato al pome-l
riggio di domenica si svolge una «Due gior;|
ni sulla cultura della pace» organizzata dall
sacerdoti del sacro Cuore di Gesù e da
Commissione dehoniana «Impegno socialel
giustizia e pace» presso la parrocchia delibi
Spirito Santo in via Silvestri 21. Per ulteriori informazio®|
telefonare alla Comunità dehoniana 0574-28137.
CULTO EVANGELICO: ogni domenica
mattina alle 7,27 sul primo programma
diofonico della Rai, predicazione e notiz**;
dal mondo evangelico italiano ed estero, ap'
puntamenti e commenti di attualità.
PROTESTANTESIMO: rubrica televisiva,
( di Raidue a cura della Federazione dell®?
chiese evangeliche in Italia, trasmessa a da'
meniche alterne alle 23,40 circa e, in reph^^
il lunedì della settimana seguente alle ^
r 8,30. Domenica 20 ottobre (in replica lun^.
28 ottobre): «Con Dio al nostro fianco: La destra religi<^
nelle prossime elezioni americane».
AVVERTENZA: chi desidera usufruire di questa rubri^
ve inviare i programmi, per lettera o fax, quindici
ni prima del venerdì di uscita del settimanale.
VlaP
ViaF
btREnoi
nuete Rasi
alia. Albert
ai aensi di
Milena
^®yronei, <
Co Rostan
4MMINIS1
abbonai
^TÓCOII
; Tariffe itu
: *lonl: milli
, —.la è I
!"-176de
^aumero ;
■®1CP Nord,
19
>BRE iQtyW ^/FNERDÌ 11 ottobre 1996
Commenti
PAG. 7 RIFORMA
sta di vij|
ertod(
«dista ÿ)
'ione del,[
de prote.!
se di vijj
ecumen
mella Pj.^
e musi«
a favo
ipola. Pd
k
Tgan
weitzeraj
20,30, rf
s propoft
2770,
ii'i
;Esodo»|
di culto
1 dal Sa
1 rabbiail
irlerà di|
ulterio
11473.
ila confo
::antarin^
of. Tota
zione I
la sulfo|
lessand
federali-!
la RifóS
■olusioa
tro culH
3 EmidìI
siliaré il
titolo dii
3 alle Olii
ulio GfoI
di Ma
eltrinell]
) evange-1
unità criJ
:1 Sinoda
el gioma
;e valde^
inizio !
a Martìd
ori èpfi|j
>3173.
organisti’
le elvetf
asilica di
ro 1, Q»i
eseguirà
ielssohaï
32770.
ella Bib-|
Ï si tieiià
ropolita*
tecipano
itico Te^
; di Giu^
lonale di
mentaiàf
io valdéi
mpio di
ore 2l>
ilenziót'
lerto Ez»:
sarà di-i
il pomei
)ue giot'l
'zata d®I
) socialil
lia dell®!
rmazio®!
omeoicài
rruna W'
; notizii?
tero, ap"
•levisivi
ne dell^
;sa a dp"
I repli
alle ot«1
;a lune»!
religiof*T
I
ici
La disobbedienza civile annunciata dalla Lega Nord suscita perplessità
Metodo gandhiano e responsabilità
Solo il contrasto tra le leggi dello stato e le leggi della coscienza può portare
a disobbedire, ma ciò deve avvenire esponendosi alle relative conseguenze
GIUSEPPE BABBIEHO*
Da qualche tempo diversi
autorevoli esponenti
ideila Lega Nord propongono
Ì*una strategia di disobbedien] za civile ispirata alla lotta infdipendentista di Gandhi. È
Interessante l’esplicito riferimento a Gandhi, sebbene sia
idifficile prenderlo sul serio in
¡¡quanto nessuno dei leader di
Impicco della Lega Nord semIbra aver finora adottato uno
Stile di vita gandhiano, ispiraito ¿la nonviolenza, alla compassione, al perdono. Ma, riaanendo alle intenzioni, ocarre prendere atto che esiste
I il proposito di usare «tecnijiche non violente» per alzare
I il livello dello scontro con lo
{stato. Tuttavia vi sono non
»pochi motivi di perplessità
|drca la possibilità da parte
ideila Lega Nord di riuscire ad
pitraprendere un’azione coeIrentemente gandhiana.
La lotta gandhiana è ispira| ta alla rigorosa obbedienza
r alla legge. Non è un parados|so. Soltanto quando le leggi
Ideilo stato contrastino con le
p della coscienza (una copdenza, diceva Gandhi, ispikrata e formata alle grandi tral’dizioni religiose) e non vi rimanga nessun spazio al com;|)romesso, allora si ha il dovere di disobbedire alla legge
dello stato per potere rimanere fedeli alla legge della co'Menza. Si esercita così il didtto all’obiezione di coscienza. Per esercitare il proprio
^diritto all’obiezione di coilcienza, i potenziali obiettori
mella Lega Nord dovrebbero
fehiarire; a) a quale legge di
pscienza essi intendano aptpellarsi per giustificare la
ipropria intenzione di disobbecfire a una o più leggi dello
stato; b) se essi siano disposti
a dichiarare apertamente la
propria obiezione di coscientea; c) se ritengano di poter
(Don solo sostenere le pene
Ìireviste per chi infrange le
aggi dello stato ma di conpservare anche l’animo forte
di chi ha coscienza di comvpiere un’azione non legale
fina legittima.
P Nella prospettiva gandhiaua gli obiettori di coscienza
Stendono a organizzarsi colletpyamente in una «campagna
di disobbedienza civile». Per
tfrima cosa una campagna di
psobbedienza civile deve
f^iàirire quali siano i propri
Sbiettivi, raggiunti i quali la
¡Spagna ufficialmente cesIntorno agli obiettivi stabiliti dalla canipagna occororganizzare la resistenza
‘Onviolenta, che è la parte
'più nota al grande pubblico
Gandhi a una manifestazione nei 1945
proprio perché vuole essere
una clamorosa dimostrazione
del proprio dissenso.
La resistenza nonviolenta
in tutte le sue forme (proteste, veglie, scioperi, boicottaggi, digiuni, azioni dirette,
ecc.) ha lo scopo di aprire una
relazione con la controparte
al fine di giungere a vere trattative. Contemporaneamente
è necessario dare corpo al
programma costruttivo, owe,ro a un programma che dimostri nei fatti che la proposta promossa dalla campagna
è moralmente e praticamente
superiore a quella attualmente in vigore con la legge alla
quale si obietta.
Per esempio gli obiettori di
coscienza alle spese militari
impiegano i soldi sottratti
all’erario in progetti per una
difesa civile non armata, per
dimostrare che la difesa armata non solo è pericolosa
(perché rende chi la pratica
automaticamente un potenziale aggressore) ma è inutile
ed è possibile sostituirla con
sistemi almeno altrettanto
efficaci e moralmente di sicuro superiori.
Proprio la campagna di
obiezione alle spese militari
rappresenta un buon esempio di campagna gandhiana.
Gli obiettori alle spese militari si oppongono alle leggi dello stato che servono a finanziare la preparazione della
guerra perché ritengono queste leggi contrarie alle proprie convinzioni di coscienza. Essi detraggono in vari
modi una quota fino al 5,5%
delle proprie tasse da pagare
e versano la sompia sottratta
in un fondo comune che, in
prima istanza, viene offerto
al presidente della Repubblica. Solo quando il Presidente
respinge la somma (come fa
invariabilmente da tredici
anni) questa viene impiegata
nel finanziare progetti di pace secondo le indicazioni fornite dall’Assemblea degli
obiettori stessi.
Nella loro dichiarazione
dei redditi, che per inciso deve essere perfetta, gli obiettori segnalano con grande evidenza la propria obiezione.
Attendono poi che la giustizia faccia il proprio corso fino
al pignoramento per una valore 3-5 volte il tributo iniziale. Gli obiettori si espongono
senza rancore all’azione repressiva dello stato: una serenità che deriva dall’operare
in concordia con i propri
principi e dalla convinzione
che i propri principi, messi
alla prova della lotta, emergeranno-ancora più forti e
puri.
Ritornando all’ipotetica
campagna di disobbedienza
civile progettata dalla Lega
Nord, i dirigenti dovrebbero
chiarire: a) quali siano gli
obiettivi della campagna, distinguendo quelli strategici
da quelli intermedi; b) se nel
caso fra gli obiettivi strategici
vi fosse la secessione, quale
sia il programma di obiettivi
intermedi che preparano
l’evento finale sehza che questo comprometta la natura
nonviolenta della lotta; c) come sia stata organizzata la resistenza nonviolenta e come
valutare il grado di affidabilità dei militanti di fonte
all’inevitabile reazione dello
stato che si difende applicando le sanzioni previste dalla
legge; d) quale sia il programma costruttivo che giustifica
e sostiene l’obiettivo.
In conclusione: per preparare, organizzare e sostenere
una campagna di disobbedienza civile nonviolenta di
ispirazione gandhiana occorre che vi sia un motivo assolutamente limpido, riconosciuto in una certa misura
come tale anche dalla controparte, e che gli obiettori
siano dotati di uno spessore
morale e di una forza d’animo piuttosto elevata per sostenere con il proprio sacrificio il peso della rivendicazione non riconosciuta. L’impressione è che la Lega Nord
sia attualmente lontana dagli
standard richiesti. Se questa
mia valutazione è vera, è
piuttosto facile prevedere che
alla prima difficoltà la campagna di disobbedienza civile
fallisca, o piegando a più miti
consigli i propugnatori, ovvero, nell’ipotesi peggiore, che
essa stessa diventi motivo di
scontri violenti.
* Movimento nonviolento
i No alle retribuzioni troppo alte dei dipendenti pubblici
Il valore simbolico e i sacrifici
MARCO ROSTAN
I
N tanti si sono esercitati
nell’esegesi della legge finanziaria presentata dal governo dell’Ulivo. Si tratta, come è noto, del documento
più importante per questo
governo, quello che, dopo le
promesse e i programmi elettorali, esprime le scelte
reali e anche i conflitti e i
E-Mail: Riforma @ Alpcom.it
Uri: http://www.alpcom.it/rlforma
Via Pio V, 15 -10125 Torino - tei. 011/655278 - fax 011/657542
Via Porla, 93 - 80137 Napoli - tei. 081/291185 - fax 081/291175
Via dei Mille, 1 -10064 Pinerolo - tei. 0121/323422 - fax 0121/323831
^^aiTORE; Eugenio Bernardini. VICEDIRETTORI: Luciano Deodato, Emma¡^ele Paschetto. REDATTORI: Stello Artnand-Hugon, Claudio Bo, Alberto Braga9ia, Alberto Corsani, Marta D’Auria, Avemino DI Croce, Piera Egidi (responsabile
«sensi di legge), Fulvio Ferrarlo, Giorgio GardioI, Maurizio GIrolami, Anna Mafp ’ Milena Martinat, Carmelina Maurizio, Luca Negro, LulSa Nitti, Jean-Jacques
^onel, Gian Paolo Ricco, Fulvio Rocco, Pietro Romeo, Marco Rostan, Pierval*) Rostan, Federica Toum, Florence Vinti, Raffaele Volpe.
^MINISTRAZIONE: Ester Castangia.
2™0NAMENTI: Daniela Actis.
^TOCOMPOSIZIONE: Aecs.r.l. Mondov) -tei. 0174-551919.
.Jo^PA: La Qhisleriana s.n.C. Mondovì - tei. 0174-42590.
'®TÓRE; Edizioni Protestanti s.r.l.-vla Pio V, 15 bis -10125Torino.
) può asMra wndUa sqpanaaimto
1 inserzioni pubblicitarie: a modulo (42,5x40 mm) £ 30.000. Parteclpa■ "W'I: niillimetro/colonna £ 1.800. Economici: a parola £ 1.000. i
I ^ nuòvo titolo della testata La Luce registrata dal Tribunale di Pinerolo con
I j 176 del 1 » gennaio 1951. Le modifiche sono state registrate il 5 marzo 1993.
J^mero 38 del 4 ottobre 1996 è stato consegnato per l’inoltro postale all’Ufficio
Jyr’ Nord, via Reiss Romoli 44/11 di Torino mercoledì 2 ottobre 1996. ■,
compromessi inevitabili in
una coalizione. Diventa a
questo punto poco interessante sapere se ha vinto Bertinotti, se Prodi ha ceduto
troppo 0 che cosa avrebbe
fatto D’Alema al suo posto.
Da una parte si è gridato
alla finanziaria «ressa», altrove si discute se sia meglio difendere a oltranza i baby
pensionati oppure pensare al
futuro dei giovani, mentre
un’amara vignetta di Elle
Kappa sulTt/«ii<à coglie «la
vera grande novità di questa
finanziaria: il fatto che, per la
prima vqlta, non sono gli
stessi a tassare!». Si è anche
mólto parlato del valore simbolico di una scelta o dell’altra: per Bertinotti o’wiamente aveva valore simbolico
non toccare le pensioni, per
altri dell’Ulivo invece una
modesta tassa sui pensionati
giovani, che spesso fanno un
diro lavoro, avrebbe avuto il
valore simbolico di un messaggio di rigore per i partner
europei.
Ritengo, per conto mio,
che difficilmente i sacrifici
presenti in questa legge sarebbero evitabili e non penso
che saranno gli ultiihi: so per
altro che, come al solito, un
governo di sinistra è costret*
to a richiederli perché i vari
governi Andreotti, Craxi e poi
Berlusconi hanno fatto i loro
comodi, alimentando Tangentopoli salvo poi annun
ciare un giorno sì e uno no in
tv che «la barca va». In realtà
andava a fondo, e adesso si
tratta di tirarla fuori. Ma una
parola vorrei dire anch’io sul
valore simbolico che certe
decisioni possono avere.
Purtroppo, nei passati decenni, sia i sindacati che i
partiti di sinistra sono soltanto riusciti, e meno male, a
difendere e a chiedere qualche aumento per i salari: mai
a chiedere che alcuni fossero
abbassati.
Ecco, a me pare che avrebbe un alto vcdore simbolico
per la sinistra se, in una
prossima manovra finanziaria, ci fosse un articolo che
dicesse più o meno così: «È
vietato a tutti i dipendenti
pubblici percepire uno stipendio mensile superiore a 5
milioni al mese [troppo?
troppo poco? vedete voi].
L’Amministrazione prowederà a trattenere le cifre che
superano tale tetto massimo», e naturalmente nel tetto
andrebbero conteggiati i vari
«benefit» goduti oltre allo stipendio monetario. Ho l’impressione che In questo mo»
do potrebbe essere facilmente coperta la «tassa per l’Europa» e si darebbe, da parte
dell’Ulivo, un messaggio simbolico certamente gradito da
tutti quei lavoratori, insegnanti, artigiani che nel corso
di svariatissime manovre e
manovrine «hanno già dato».
Nuovo Concordato, vecchie pratiche
Laicità, patròni
e lampade votive
EUGENIO BERNARDINI
LO so, siamo condannati
ad essere noiosi. Periodicamente dobbiamo ripetere sempre le stesse cose:
vorremmo che nelle istituzioni pubbliche tutti e ognuno, a prescindere dalla
propria posizione ideologica, culturale o religiosa, potesse sentirsi a casa propria
e non soltanto un «gradito
ospite». Che cosa è successo questa volta? Niente di
speciale, anzi qualcosa che
accade tutti gli anni dal
1939 (notate la datai): il 4
ottobre si festeggia (cioè i
cattolici festeggiano) San
Francesco «patrono d’Italia» (cioè per i cattolici patrono d’Italia). In questa occasione una regione italiana
a turno offre l’olio e riaccende la «Lampada votiva
dei Comuni» ^ì, avete letto
bene: «dei Comuni», quindi
anche di mtti voi che leggete) presso la tomba di San
Francesco ad Assisi.
Alle cerimonie, ci infor-^
mano i comunicati stampa
delle pubbliche ammini-,
strazioni, insieme a migliaia di fedeli provenienti
da tutto il mondo, partecipano il presidente della Repubblica italiana, il cardinale legato pontificio (e
quindi, se capisco bene, il
rappresentante di uno stato
estero: la Città del Vaticano), un ministro in rappresentanza del governo italiano, l’arcivescovo e i vescoin
della regione designata an
nualmente e poi i sindaci, i
presidenti delle Province,
della Giunta e del Consiglio
sempre della regione .designata annualmente, e infine, ovviamente, esponenti
e rappresentanti dell’Ordine francescano. I rappresentanti delle istituzioni civili si muovono, naturalmente, a spese della pubblica amministrazione, cioè
di tutti noi, quelli religiosi
non sappiamo.
Ora, noi apprezziamo
sinceramente la figura e il
messaggio di Francesco
d’Assisi, e sappiamo anche
che, per esempio, la presidente della Provincia di Torino (la Verde Mercedes
Bresso) ha fatto un bel discorso ecologista e di solidarietà verso tutte le creature proprio partendo dalla
tradizione francescana, ma
ci piacerebbe veramente
capire come le istituzioni
pubbliche e cattoliche possono consentire ancora
manifestazioni di questo
genere. Infatti, quella cattolica non è più «religione
dello stato» dato che nel testo di revisione del Concordato del 1984 è scritto: «Lo
Stato e la Chiesa cattolica
sono, ciascuno mel proprio
ordine, indipendenti e sovrani, impegnandosi al pieno rispetto di tale principio»
(il corsivo è nostro).
Lo so, nessuno ci risponderà, e se qualcuno di «lor;
signori/e» ci leggerà penserà: ma come sono noiosi
questi protestanti...
FACOLTÀ VALDESE DI TEOLOGIA
Inaugurazione del
142® Anno accademico
Sabato 12 ottobre 1996 ore 17,30
via Pietro Cassa, 40
Prolusion0
past. dr. Hans Ulrich
(EInsiedeIn, Sisara)
LEOHAiœ RAGAZ
E L'UTDPIA DEL SiXIAUSMO RELIGIOSO
Culto d’apartura
Domenica 13 ottobre, ore 10,45 .
Chiesa Valdese - piazza Cavour - Roma ,
predicazione cfoi prof. Salvatore Rapisaida >
Il Decano, prof. Ermanno Genre
Partecipazioni
«Questa è la vita eterna:
che conoscano te,
il solo vero Dio, e colui che tu
hai mandato, Gesù Cristo»
La comunità di Agape si asso- ;
eia al dolore per la morte di
Fernanda Teodori Vinay
nella riconoscenza e nella speranza.
Agape, 11 ottobre 1996
RINGRAZIAMENTO
«Miei cari, amiamoci
gli uni gli altri, perché
l'amore viene da Dio»
I Giovanni 4,7
I familiari del caro
Francesco Alessio Genie
di anni 90
commossi e riconoscenti per la
dimostrazione di stima e di affetto
tributata al loro caro, ringraziano
tutti coloro che in ogni modo hanno voluto essere vicini nella triste
circostanza. Un grazie particolare
ai pastorii Fiume e Noftke, alla
dott. Taraècio, alla cognata Yvonne, alla nipote Lilia e a tutti gli
abitanti di Orgere.
Prali, 11 settembre 1996
RINGRAZIAMENTO
Il marito e i parenti della cara
Pierina RIvoIrà AntonlettI
riconoscenti ringraziano quanti con presenza, scritti, parole di
conforto e fiori hanno partecipato
al loro dolore.
Un grazie particolare a tutto il
personale del Rifugio Carlo Alberto, al nipoti Enrico e Erica e ai pastorelDavite.
Lusema San Giovanni
3 ottobre 1996
RINGRAZIAMENTO
Il marito, i figli, la nuora e i familiari tutti della cara
Germana Berton Baridon '
riconoscenti, ringraziano tutte le
persone che hanno dimostrato il
loro affetto in questa dolorosa circostanza.
Rivolgono un particolare ringraziamento ai medici e a tutto il
personale dell’Ospedale valdese
di Torre Pellice, ai pastóri Berutti
e Mazzarella, alla Cri di Torre
Pellice e alle signorine Raffaella
e Sabrina.
Lusema San Giovanni
20 settembre 1996
20
PAG. 8 RIFORMA
Villaggio Globale
VENERDÌ 11 OTTOBRE 1996
È stato realizzato da «Beati i costruttori di pace» nei pressi di Sarajevo
Un progetto per produrre riconciliazione
Dal 28 luglio al 18 agosto 92 animatori hanno dato vita al progetto «Arcobaleno»
vicino a Sarajevo, sulla frontiera tra il territorio croato-musulmano e quello serbo
FEBE CAVAZZUTTI ROSSI
Dal 28 luglio al 18 agosto,
promosso dall’associazione «Beati i costruttori di
pace», 92 animatori, divisi in
due turni, hanno dato vita al
progetto «Duga» (arcobaleno): animazione ludica, musicale, teatrale e creativa per
bambini e adolescenti nei
pressi di Sarajevo, a Dobrinja
e Lukavica. Dobrinja, sotto il
Comune di Novigrad, è uno
dei quartieri più martoriati
dalla guerra. Lukavica, a ridosso dell'aeroporto di Sarajevo, è un’entità serba dove
i rifugiati, che hanno abbandonato le loro case a Grbavica e Iliza quando queste sono
passate aU’amministrazione
bosniaco-musulmana nel
marzo scorso, conducono la
loro vita precaria abitando
vecchie caserme disastrate.
Una grande festa
Il progetto «Duga» si è concluso con una grande festa. A
Dobrinja è cominciata con un
lungo corteo colorato di bambini e animatori in maschera,
sui trampoli, con strumenti
musicali, cantando e danzando, per raggiungere tutte le
piazze e via via raccogliere
sempre più bambini e adulti
e confluire poi tutti alla scuola Skender Kulenovic, dove
era allestita la mostra dei lavori prodotti. Le oltre 700
persone che vi sono giunte
hanno travolto tutto, in uno
scoppio di allegria, quasi una
catarsi. Infine il corteo si è ri
Un gruppo di bambirii che ha partecipato ai progetto «Arcobaleno»
composto e, gioiosamente, i
bambini sono stati restituiti
alle loro piazze e alle loro famiglie., A Lukavica la festa si è
svolta attorno al Centro culturale con giochi, con la presentazione alle famiglie dei
lavori realizzati dai bambini e
una caccia al tesoro che riproponeva i percorsi pedagogici del progetto. Le feste sono state presentate e supportate dai mezzi di comunica
H Come si è svolto il progetto
Novantadue animatori
con i bambini di Sarajevo
I 92 animatori, donne e
molti uomini, giovani e meno
giovani, sono stati coadiuvati
da alcune Volontarie che
hanno costituito un campo
base, per provvedere alle necessità del vivere quotidiano,
presso la scuola «Skender Kulenovic», in posizione centrale a Dobrinja. La guerra ha ridotto quell’edificio scolastico
a un triste scheletro di cemento armato: è stato ripulito dai detriti, vivacizzato con
edlegri murales, ed è quindi
diventato simbolo dell’incontro, della gioia e della pace.
Gli animatori si distribuivano
nelle cinque piazze centrali
di Dobrinja, già punto di incontro dei bambini del luogo,
a gruppi di sei o sette, dalle
dieci del mattino fino alle tre
del pomeriggio e articolavano il loro lavoro in tre grandi
momenti: prima musica,
canti e danze per attirare e
comunicare in modo gioioso;
una volta formato un gruppo,
che all’inizio era di una ventina di bimbi e alla fine era di
60-70, si passava ad attività
ludiche più dinamiche e coinvolgenti con un preciso
obiettivo educativo: la conoscenza e valorizzazione di sé
e degli altri, possibilità di
esprimersi liberamente, conquista della fiducia reciproca.
Le ore più calde erano dedicate alle attività manuali:
pittura su carta e su muro,
costruzione di bambole, maschere, collane, origami, con
materiale di recupero, per liberare la creatività dei bambini ed educarli all’uso responsabile e comunitario dei
materiali. Infine, sciolti i
gruppi, nel tardo pomeriggio
c'era un ritrovarsi anche con
adulti e genitori per sviluppa
re i rapporti interpersonali. I
pochissimi fra gli animatori
che sapevano la lingua si sono spesi per fare da interpreti, ma presto si è sviluppata
«la lingua del cuore» con la
quale tutti sono riusciti ad intendersi. Solo le donne addette alla cucina non l’hanno
potuta usare per fare la spesa
a mercatino, e hanno dovuto
imparare in tutta fretta termini e pronuncia.
Gli animatori impegnati a
Lukavica hanno potuto fare
sede nel Centro culturale locale, spazioso e attrezzato.
Lì, la timida partecipazione
iniziale di 5 bambini è tmdata rapidamente aumentando
fino a raggiungere oltre 170
bambini, con un grande coinvolgimento dei genitori: arrivavano anche da centri vicini, quali Kotorac, Kasindo,
Vojkovici, Toplik, molti a piedi per 4 o 5 km, altri in pullman. Grazie allo spazio chiuso e alla disponibilità di banchi, è stato più facUe sviluppare un programma conti-*
nuativo sia di laboratorio che
di recitazione e mimica.
La misura del successo dell’iniziativa si è avuta quando
rifor ha Ultimato agli animatori di non recarsi nella entità serba di Lukavica, a causa di pesanti tensioni politiche internazionali. Allora
una delegazione ha incontrato il direttore del Centro,
ponendo 11 problema e dando la propria disponibilità a
continuare, se le autorità civili in primo luogo, e le militari poi, avessero dato il loro
consenso. Il consenso è venuto e, da quel momento, la
stima, la fiducia, la collaborazione degli adulti sono cresciute grandemente, (¡fcrj
zione locali; ha presenziato
l’ambasciatore italiano a Sarajevo con autorità civili e militari dell’Ifor.
La realizzazione del progetto preseiitava non poche
incognite e difficoltà: in primo luogo perché non esiste
alcun rapporto tra il territorio^ croato-musulmano e
l’entità serba, e poi perché in
tutti domina l’idea ossessiva
di aggredito-aggressore. Dopo un inizio lento, carico di
silenzi e di sospetti da tutte
le parti, i familiari dei bambini hanno dimostrato la loro
gratitudine in mille modi:
con inviti a bere il caffè, a visitare la casa, a raccontarsi,
fino a stringere amicizie
commoventi le frasi ricorrenti erano: «Finalmente qualcuno si è accorto che non abbiamo bisogno solo di scatolette di cibo»; «Mio figlio, prima, giocava solo alla guerra...»; e una bimba: «Per la
prima volta gioco per due ore
in fila». Più difficile è stato il
recupero di alcuni adolescenti che restavano ai margini e sfogavano la loro aggressività disturbando i più
piccoli e cercando di distruggere i loro giochi ma aUa fine
anche loro sono entrati nella
grande festa finale.
Successo anche politico
C’è stato anche un successo politico: a Dobrinja il ministro cantonale per l’istruzione si è seduto al tavolo
della conferenza stampa
conclusiva accanto ad autorità civili della parte serba.
rallegrandosi per il successo
dell’esperienza. Organizzazioni internazionali che fanno capo al Cimic a Sarajevo
hanno lodato la novità metodologica del progetto al fine
di produrre riconciliazio
ne; dai responsabili della
Cooperazione italiana è stata
espressa la richiesta di un
progetto permanente di animazione, soprattutto per i
bambini in condizioni di grave disagio. A Lukavca genitori
e operatori culturali si sono
sentiti stimolati a creare una
scuola materna intitolata
«Beati i costruttori di pace»,
con un aiuto economico
esterno per le prime strutture
e con servizio volontario.
Alla fine, però, il bilancio
più ricco e positivo è stato per
gli animatori stessi; hanno
vissuto a contatto di gomito
in 130 metri quadri, con un
unico locale dove lavorare e
preparare le attività per il
giorno seguente, fino ad allora degli sconosciuti gli uni
agli altri che, di colpo, dovevano lavorare in sincronia e
affiatamento. Tanto alta era
la tensione nell’impegno che
ogni gruppo di lavoro si è trasformato in luogo di accoglienza delle differenze, di
amicizia e allegria. Nessuna
manifestazione o simbolo religioso è stato proposto all’
esterno o si è imposto all’interno; la preghiera serale o
domenicale ha raccolto chi
ne sentiva il bisogno. La decisione al momento di separarsi è stata di tornare a lavorare
insieme con progetti nuovi.
L'arcobalefiO
L'arcobaleno nat
e ama tutti i bt
da lassù ci chiama .
a giocare felici.
nel ciclo
Grazie a voi tutti
per i \rostri piccoli doni
vi porto nej cuore ,
e prego per voi.
Ci avete dato l'amore
e i colori dell'arcobateiìo;
ilros.soperlagioia
il verde per il profumo
il giallo per la pace.
rutti questi bambini
Vi amano BKdto.
Vetiiteim'atia volta
dolceciDrojpo^i:^ '
j •
(poesia di Netnanja Pehovic, bimbe di 10 anni)
Impressioni di un viaggio in Croazia
Ex Jugoslavia, il ritorno
problematico dei profughi
ENRICO BRADASCHIA
STAVO Di
Strada che dalla costa dalmata (in Croazia) si ipoltra
verso il confine con la Bosnia. La natura, a parte la bellezza della costa, non è stata
benevola con quella zona:
rocciosa, talvolta brulla, povera di bosco. Forse sarà stata la giornata precocemente
autunnale che mi rendeva
l’animo malinconico, forse
l’inoltrarsi in quella zona teatro di guerra che mi consigliava un atteggiamento cauto e guardingo; certamente
non era una gita domenicale.
Viaggiavano con me Jeleria,
la direttrice dell’orfanotrofio
di Selce, e Ratmila, una ragazza di 19 anni ospite di
quest’ultimo. Stavamo andando al paese natale di questa ragazza dove voleva «riprendere la sua vita». La strada era tortuosa e l’atmosfera
incupita da silenzi prolungati. Si capiva che anche perforo; per quanfo fossero «del
posto», il paesaggio non era
quello «normale».
Se è normale per noi percorrere le strade di un paese e
non incontrare anima viva,
specie in certe ore della giornata, non è normale percorrere le strade vuote di un paese «morto»: morto perché
nelle case non c’erano gli abitanti. Lo si capiva dalle case
senza finestre, senza porte,
vuote all’interno. Pur essendo
costruzioni relativamente recenti, le facciate presentavano delle «unghiate» inequivocabilmente fatte da proiettili.
Vedo anche una chiesa; l’aspetto esterno è quello di una
chiesa con il suo campanile,
però senza finestre, senza
porta, senza alcun arredo sacro aH’intemo, non potevano
esserci dubbi: quella zona ha
conosciuto le atrocità della
guerra e della pulizia etnica.
Traggo conferma di ciò dal
racconto della direttrice,la
quale mi spiega che quella era
una zona abitata prevalentemente da ortodossi (serbi).
Il paese di Ratmila è situato
su una collinetta. Prima della
guerra (mi riferisco a quella
avvenuta nella ex Jugoslavia)
contava 5.000 abitanti. Ora il
governo croato vuole ripopolare la zona e per il momento
ne conta 500. La casa di Ratmila è stata distrutta e le autorità statali le hanno assegnato un’altra che chiamerei
«una bella villetta» se avesse
le finestre, la porta, la luce, i
pavimenti, i sanitari, il riscaldamento, ecc. Manca tutto.
Non solamente a lei naturalmente; manca tutto a tutti.
Quello che viene chiamato
minimarket è una botteguccia di pochi metri quadrati
con i generi di prima necessità. L’assistenza sanitaria
non c’è, la scuola non c’è, la
chiesa non c’è. Per la verità la
chiesa non c’era nemmeno
prima; evidentemente il precedente regime comunista
non ha ritenuto necessario
un’assistenza spirituale.
Quantunque la giovane
Ratmila sìa di religione ortodossa, ha deciso di ritornarè
a vivere nel suo paese natale
sicuramente «pulito», anzi
«bianco che più bianco non
si può». La Federazione delle
chiese evangeliche in Italia
(Fcei), tramite i Servizio rifugiati e migranti, ha deciso di
contribuire con pochi mezzi
alla realizzazione di questoviaggio nel futuro di Ratmila,
Per intraprendere questo
viaggio, Ratmila dovrà far
ricorso a tanto coraggio e á
tanta fede. Una speranza perché possa formarsi una famiglia e vivere in pace.
Un’altra Immagine del progetto realizzato nei pressi di Sarajevo
Appello di 35 comunità argentine
Gli indigeni occupano la terra
L’organizzazione Lhaka
Hoithat (La nostra terra), associazione costituita da 35
comunità indigene del NordOvest dell’Argentina, ha chiesto un sostegno internazionale per l’occupazione dell’accesso al ponte sul Rio Pilcomayo (La Paz), al confine con
il Paraguay., avvenuta il 25
agosto, n ponte, che fa parte
di un progetto di collegaménto delle regioni del Mercosur, è situato accanto al villaggio indio di Mision La Paz.
Da anni ^i indigeni della zona stanno trattando con il
governo provinciale di Salta
(Argentina), per il riconoscimento giuridico della terra
che abitano nella zona di
confine dei tre paesi: Argentina, Bolivia, Paraguay. Nonostante siano state mandate
lettere, organizzate delle assemblee, promulgate nuove
leggi e decreti, da parte del,
governatore di Salta non è
giunta alcuna risposta concreta. Le comunità indigene
hanno dunque deciso di occupare pacificamente la terra
accanto al ponte. A livello locale il vescovo cattolico Cargnello, della diocesi di Nueva
Gran, e Maurizio Sinclair, vescovo anglicano della zona
Nord-Ovest dell’Argentina
hanno appoggiato l’occupazione da parte degli indios.
L’appello di queste comii*
nità indigene è stato accolto
anche da alcune comunità
evangeliche italiane, che
hanno espresso la loro solidarietà inviando lettere di sostegno al governatore di Salta. Intanto in seguito aU’occupazione sembrano esserci
alcuni segni incoraggianti'
l’inaugurazione del pontCì
prevista per il 3 settembri ®
stata rinviata e i lavori di costruzione sono sospesi.
«A
cate
deis
/N
se
zialn
la st
1944
non
deità
era u
dipe
dove
suo :
Inso
circo
giam
si sa,
Priel
ma c
spett
sto e,
ni. L
cata
più s
na, l
sotto
me 0
divhi
mo s
biani
mica