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ANNO LXXIII
Torre PelUce, t9 Giugno 1942-XX
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n. 25
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Spett. Biblioteca Valdese
TORBE PELLICE i
Riguardate aIl«i^oceia onde foste tagliati
KlsaislLl: 1)
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Sept€iawiapaaBal^i aleBll» |^e»l«l<
Nulla aia più forte delia vostra fede!
(Qianavello)
ABBOKAUINTI
Italia e Impero . . . » . Anno L. 15 — Semestre L. 8
Estero . . . . . » » 25 — • » 15
La forza deiraffrazione di Gesù
« Gesù se ne stava fuori in
luoghi deserti g da ogni parte la gente accorreva a Lui ».
S. Marco 1: 45.
Al principio del Suo ministeiio, il Signor Gesù godeiva d’una vasta popolarità. E’ detto che Egli stava fuori - in
luoghi deserti - eld era la giente che
accorreva. Egli cercava di fuggire la
folla e la folla Lo seguiva.
Oggi il predicatore deU’Evangelo cerca l’uditore, il cui orecchio è per lo più
indifferente e distratto.
Quale può essere la ragione di una
tale indifferenza ?
La predicazione di Gesù era accompagnata da fatti: atti potenti e meravigliosi; non -abbiamo che da percorrere
gli Evangeli per eselerne persuasi. Non
siamo dunque .stupiti se la « folla accorreva a Lui da ogni parte »,7perche
no» c e nulla al mondo di più eccitante
d'una religione che opera cose sopranaturah.
Noi siamo, malgrado la complessità
delle circostanze attuali, abituati ad una
lehgione la cui calma non è mai scossa
fatti .inusitati, si aspetta iayano.un.
risveglio '^ che abbia del tniraooloiso; il ;
mondo che ci attornia non vede nulla
in noi che lo stupisca e arresti, nè nei
latti, nè nelle nostre conversazioni; esso
attende di vedere, non una religione
iuefficace ed inerte, ma bensì il miracolo d una religione che opera cose inusitate. La prima cosa è sempre una vera
conversione necessaria; e la potenza sta
in Cristo e Cristo crocifÌBSo. Crediamo
eke quando la Croce è innalzata con potenza davanti agli occhi, gli] udnulni
devono (realizzare il meraviglioso ed infinito Suo sacrificio ed il miracolo si
ripeterà: « la gente verrà a Lui da ogni
parte ».
+
S. Marco nota che, le folle aacorrevano dalla Galilea, dalla Giudea e da
Gerusalemme, dal di là del Giordano e
da Tiro e Sidone.
Ciò vuol dire che da ogni punto della
Palestina, Giudei e Gentili venivano a
Lui. I Farisei dicevano: « Ecco, il mondo gli coire dietro », e Gesù stesso proclamò che « ne vemiainno d’oiriente e
d’occidente, da settentriotne e da mezzogiorno ». Questa Boüenne profezia cominciò ad avverarsi nella contrada di
Galilea e continuò a traverso i se(coli:
continua oggi e non avrà termine se
»on quando Egli sarà innalzato al di
sopra d’ogni autorità e potenza e trarrà tutti gli uomini a Sè.
4
La gente che da tutte le parti della Palestina veniva a Gesù, suggerisce l’idea
«he si può arrivare a Lui per vie diverse.
€’è chi crede che la propria è la sola
via che conduce a Gesù. Alcune chì^
storiche e sette si arrogano im tale» diritto. La Sacra Scrittura invece ci parla della Santa Città di Dio, la quale
ha 12 porte e per ognuna di esse i pellegrini trovano la via che li conduce
a Colui che è « il Desiderato delle nazioni ». *
Se ogni credente volesse riconoscere
ü sanplice fatto che sì può arrivare a
Cristo per diverse vie, l’unità della
Chiesa sareibbe un fatto compiuto -idealmente. Considerazione questa che non
annulla la importanza capitale della
conversione: la sola ed unica base su
cui riposa l’edificio diella vita cristiana:
«. Non meravigliarti se ti dico che se
uno non è nato di nuovo non può vedere
il regno di Dio ».
Ma la conversioine non è sempie e
solo subitanea ; una catastrofe nel senso
originario della parola, come nel casjj
dell’apostolo Paolo, ma ad ognuno, è
dato il momento della decisione,
quando la scelta si presenta tra
chi si vuol servire. « In quanto a me ed
alla casa mìa, serviremo all’Eterno »
Giosuè (24: 15).
Che n Signore diriga i cuori nostri
nella via che conduce a Lifi e indirizzi
i giovani a discernerla e poi a seguirla
con una ferma volontà, tenendo sempre
presente le-parole di Pietro: «Signore,
"a' chi ce ne andremmo noi ? Tu l\ai le
parole di vita eterna ». X.
Non dite...- - - -
, ■ ; Maffeo 6: 31-34.
Bisogna mangiare, bisogna bere, bisogna esser vestiti: il nostro Padre celeste sa chie aìsbiam bisogno di queste
cose; Gesù pure lo sa.
Gesù, però, mi chiede di ¡non farne la
mia primordiale ambizione: « Cerejate
prima il regno di Dio ». Non si tratta di
un disprezzo paradossale delle cose terrestri. Gesù le mette, semplicemente, al
loro posto. E’ su questa chiara attitudine che fisso, questa mattina, la mia
posizione.
Al principio di questa giornata, forse
ho già detto: che farò, chi vedrò, come
lavorerò, come mi divertirò ! Adesso,
tutti qiiei pensieri secondari, li metto ài
secando posto. Adesso, nel silenzio, cer—
00 Dio, la volontà di Dio, la presenza di
Dio, la parola di Dio.
Signore, te ne prego, insegnami "a
non dir più: cosa mangerò, cosa berrò,
di che mi vestirò !... affintchè oggi póssaceroEire anzitutto il tuo Regno e la tua
Giustizia I
(C. Cellérier trad. O Cerni).
Non siat« in sollecitudine
Maffeo 6 : 35-30.
Facilmente si -potrebbe dimostrare
che la sollecitudine è una vanità,
iròn serve a nulla, e che indebolisce"*la
nostra energia e compromette la nostra azione. A questo proposito si potrebbe fare una eccellente psicologia.
Questa mattina, inveice, ascolto Si voce di Dio. Non si tratta «fi misurare le
conseguen2se della mila apprensione!, si
tratta semplicemente di ascoltare una
voce divina: « Non siate con lajnsietà
"solleciti», non inquietatevi, Dio paria.
E’ un conforto udire quella voce. Non
è uno qualsiasi, un savio qrialunque,
quantunque fallibile, non è un amico,
forse male informato, è Dio che mi dice
questo, e Dio sa perchè mi parla in
quel modo.
Posso, perciò, iniziare con fiducia la
mia giornata. Con fiducia, se la comincio con Dio, col Padre, che solo può
dirci, perchè solo ha il diritto di d^elo
a causa della sua protezione: « Non siate
solleciti !»
(C. Céllerier trad. O. Cerni)
OIratter« : Prof. BINO COSTABBL
AMMINISTRAZIONI; Via Carlo Alberto, 1 bU - Torri Pkluc*
REDAZIONE: Via Arnaud, 27 - Torre Peli.tce
Oinl cambiamento d'indirizzo costa una lira
.. Cent. 30 la copia
■
Trai
luscro
if film va bene; la gentei è soddisfatta;
lé mamme commentano, per l’edificazione dei loro marmocchi; sono di scena
ijPromessi -Sposi. Tutti li riconoscono;
^ei quasi: tutti si riconoscono. C’è una
dek’aria di festai e di famiglia, di buona
e'saha famiglia rurale, H paesaggio, si
sftj^è^'un po’ diverso; ci sono i laghi, c’è
la’^pian.ura; ma gli uomini, su per giù,
qpelli non sono diversi: sono, su per
persane abbastanza simpatiche.
Perfino il nostro bravo avvocato Azzec
. . i'r .■■■ : , 4.
eàgarbugli non è poi un antipaticone: in
fondo, in fondo, dopo tutto i capponi li
fatti restituirà E tutto si spiega, e
tutto è umano; i marmocchi ascoltano
compunti la siemplice storia d’amore di
Rènzo e di Lucia,-come svolse, tiuiti
anni fa, nella quiete della pianura Ioni-barda. ■. ; ■ - ^ ' cm .
sf Ma ecco che « per u-na di quelle straducole toma bèl hello dalla passeggiata,
"verso casa, don Abbondilo ». E « al conciente delle due strade stanno due uomini: due bravi ». Ora la quiete del
paesaggio lombardo d’ìmprqwiso si
turba; corrono male parole, minacce,
imprecazioni, e il povero curato rimane
li « a bocca aperta, come incantato ».
Ha dovuto cedere ed ora se ne scende
a casa « mettendo innanzi a stento una
gamba dopo l’altra che parevano aggranchiate».
Ed i màrmoochi ridono: « Che fifone;
se c’ero io...! »
E le mamme approvano, soddisfatte;
« Mah! non è un cuor di leone, don Abbondio; però un po’ di coraggio dovrebbe averlo...! »
E lo spettacolo continua e continuano
i commenti; il pubblico, siamo in provincia!, applaude fra Cristoforo, apostrofa don Rodrigo.
Applaude ed apostrofa: cioè stima.
Esalta l’uomo inerme che affronta i
potenti, con la forza della sua fede e
della sua carità. Condanna il violento
che rapisce una fanciulla, ma pur nella condanna vi è un certo rispetto per
la forza brutale.
Ma don Abbondio...!
Oh! per lui -non vi sono urla, non vi
sono applausi.
Si ride: un riso a fior-di labbra, un
sorrisetto leggero, canzonatorio...
...certi uomini, ecco, proprio... non èi
si può neanche arrabbiare; sono uomini
forse?
Colpa del film che, forse involontariamente, ha deformato il personaggio,
lo ha reso comico, ridicolo...
...forse si ride volentieri perchè cosi
non si deve prenderlo sul serio.
L’amore di Renzo e Luicia, seinza rossetto e senza cipria, senza sdilinquimenti e senza baci in primo piano, senza smaincerie e senza vezzi, onesto e sano come Tarìa dei campi, lo riconoscono
le nonne e spiegano: « Già, così era una
volta; mamma sapeva tutto, e babbo
anche; ora invece...»
Ed anche la passione ardente di fra
Cristoforo, gli spettatori la sentono, e
intuiscono che bisogna" curvare la testa.
Ma con don Abbondio, è un’altra cosa.
' Chi lo può riconoscere?
Chi si può riconoscere in lui?
Un pusillo.
E si ride!
Eppure, in fondo . nualcuno, degli
spettaitorij forse; si potrebbe ricj^hoscere
in lui.
Non c’è infatti proprio nassilno, fra
tutti gli spettatori, che, come don Abbondio, non si sia accorto « prima quasi
di toccar gli anny della discrezione, di
essere (nella società) come un vaso di
terra cotta, costretto a viaggiare in
compagnia di molti vasi di ferro? »; e
non abbia dedotto, da questa sua esperienza, che « non bisogna comprarsi gli
impicci a contanti,.,, voler raddrizzar la
gambe ai cani? »
Non c’è proprio nessuno fra gli
spettatori che, còme don Abbondio, non
abbia condensato tutta la sua filosofia
morale nell’aurea sentenza che « a un
galantuomo, il quale badi a sè, e sfio nei
sudi panni, non accadon mai brutti incontri? »; e non abbia dedotto da questa sua dottrina... cristiana che non bisogna mischiare le cose sacre con le cose profane, la religione dom,enical© con
la vita quotidiana?
Non c’è proprio nessuno fra gli spettatori che, come don Abbondio non sia
« un rigido censore degli uomini che
non si regolano come lui, quando
però la censura possa esercitarsi, senza
alcuno, anche lontano pericolo? »: iMrava
gente che sta con le mani in tasca, alla
finestra, quando gli altri si battono «
muoiono, ed osservano, pudibondi,
« sem,pre però a quattr’occhi, o in un
piccolissimo crocchio... che il battuto era, almeno almeno, un imprudente;
Tammazzato sempre un uomo torbido!»
ilkn«:«»vai
...forse qualcimo si potrebbe più oltre
riconoscere.
« E il cappellano (dopo la conversione
deU’Inn sminato) ripresio il tono e la voce della carica, soggiunse: Sua Signoria
Ill.ma e Rev.ma (il Cardinal Federigo)
vtiole... il signor curato di ***.
Usci di mezzo alla folla un: - io ? strascicato, con un’intonazione di maraviglia.
— Non è lei il signor curato, di ***? —
riprese il cappellano.
— Per l’appunto, mo... —
— Sua Signoria Ill.ma e Rev.ma vuole lei —-.
— Me ? - disse ancora quella voce,
significando chiaramente in quél monosillabo: come ci posso entrar io? »
Io ?! E che cosa ic’entro lo ? Chi mai
-può aver bìBOgno di me ? Oh ! no l Gli
spettatori non riderebbero così ! Essi
ridono perchè hanno capito, e vogliono
far finta di non aver capito; essi sì sono
riconosciuti, e vogliono far finta di non
essersi riconosciuti. Perchè sono loro,
proprio loro, ciascuno di loro, li all*
berlina: ciascuno di loro che alla voce
del Signore che chiama ha risposto e
risponde: « Io ? come <à posso entrare
io ? »
2
í-iVí >)',■ » - ' ■' A A M
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ji>*»i»ifi«* IvìpS^
■•.■■■■■nr-: ■■•'■■■ ■•■i: '■■ ■* . ■■■■■•••^,'! • .'••• ■■ ■ - ■ ■■■
Ed all’appello del suo superiore, don
Abbondio^se ne_viene avanti «con un
passo f orzato^'e con un viso tra Vattonito e il disgustato » Ed è profondamente
sincero nei suo stupore e /«el suo disgusto. Non ha mal seccato nessuno, si
è sempre ritirato nell’ombra, ha fatto il
possibile e l’impossibile pelr farsi dimenticare: ha inghiottito in silenzio i
bocconi amari, ed ora, ora proprio lui
si viene a tirar fuori dalla sua canonica...: C’è bisogno di lui !
Proprio di lui t
- * Per un’opera che soltanto lui può
compiere !
E don Abbondio non può capire che
in questo cozzar di grandi ci sia un’opera per lui !
E gli spettatori sogghignano; però
questi .steBsi spettatori sono quelle brave persone che, nei confronti di Dio
« sono disposte ad entrare in relazione
con Lui, fino ad un certo punto, e concedergli un posto nei loro sentimenti,
ma un posto soltanto ».
Brave persone: cioè religiose per cosi
dire, che non si distinguono, e non vogliono distinguersi. Ora, entrare in rapporto con Dio, seriamente, significa, inevitabilmente, farsi notare: uscire dalla
folla anonima, venire avanti, accettare
la lotta, come Giacobbe essere azzoppato. Perciò la gente ride: è più comodo
così.
Comodo sì;' ma forse, ancora forse
molti degli spettatori, in fondo al loro
riso potranno sentire l’eco di un altro
sogghigno amaro, il loro, quando hanno riposto, loro « Io ? Ma, Signore, c’è
tanta gente qui, che vale- più di me,
chiamane un altro ».
E il loro posto, davanti al Signore, è
rimasto vuoto.
Radiocronista.
Segnalazioni
Li BIBBIi IN ITALIA
Non passa giorno che, in modo più
o meno disoreto, con maggiore o minore benevoleiiza qualche voce non si alzi a parlare della Riforma in Italia,
delle sue origini, delle cause per cui
essa non attecchì, o meglio, dopo un
fiorente inizio, decadde.
Non passa giorno dicevamo che qualche scritto non alluda alla Riforma come qualche cosa di estraneo allo spirito
latino, e non si sforzi di pr^entarla come un artificioso tentativo destinato per
forza di cose, se non per virtù degli spiriti, ad avere la vita breve.
La realtà, per chiunque con intelletto d’amore si faccia ad esaminare il problema, appare per lo meno leggermente diversa; e siamo grati al prof. Giov^,
Luzzi per la sua ultima pubblicazione:
La Bibbia, in Italia *.
L’autore non si propone in alcun modo di trattare il problema cui abbiamo
accennato, che esorbiterebbe dal piano
deiropera che egli si è proposto; ma,
•ad una più serena ed obiettiva valutazione d: esso, egli porge un opportuno contributo.
Sono due studi, di cui uno letto m
una tornata della Reale Accademia Lucchese di Lettere scienze ed arti, con i
quali l’autore intende rivendicare U valore intrinseco ed i reali meriti della
traduzione Dìodatina.
Il I studio è come il quadro in cui si-tuare le varie monografie o saggi sulle
traduzioni della Bibbia, in Italia, che
ci auguriamo, e di cui il II è una felice
anticipazione.
La Riforma m Italia ha certo subito
qualche* influenza per l'apporto dei
« molti tedeschi che, valendo a studiare
nelle Università Italiane, portavan seco i germi delle nuove idee, e dei molti studenti itialiani che, frequentando le
Università tedesche, ne tornavano innamorati del movimento luterano
d’altra parte, le opere dei Riformatori,
^ sotto ' innumein travestimenti ebbero -i
grandissimi fortuna in Italia, ben pre-^^.
sto. Ma questa fortuna e questa influenza non si possono spiegane se non si co- "
nosce quanto il terreno, per intimo fermento di spirita e di idee, fosse pronto a questa spirituale azione, sì da of- ""
frire in breve volgere di anni "il fiorire
di numerosi centri di vita Riformata:
Venezia, Padova, Modena, Fenrara, Firenze...
Di uno di questi centri, .con agile pen- X,
na e sicurezza di informazione, tratteg
gia Tambiente il Luzzi, narrando dì
Lucca e dei suoi setaioli e del convento >
di San Frediano, e di Carlo Diodati.
, Ed aH’opera di Giov._ Diodati, ‘‘
versione della Bibbia, consacra quindi' “
la sua indagine l’autore. Come è noto
la versione Diodatina in|contrò fin dal
suo apparire giudizi entusiastici e criti-. .
che acerbe; sia per il .suo valore intrinseco, di fedeltà al testo ebraico e greco,
sia per la veste linguistica. « Giordani
,ne disse «ottima» la lingua che gli
parve addirittura del trecento; Monsignor Tiboni ne definì classica la lingua
diellai versione-e delle note; e Cesare
Cantù... pel primo scrisse che il Diodati
è testo di lingua citato dalla Crusca (àssersione questa infondata) ». Per N.
Tommaseo invece questi giudizi sono
affatto immeritati. Tra questi giudizi
contrastanti il Luzzi con la ■ competenza
che gli viene dalla sua iphneparaziione
scientifica dalFamore per il bello seri- '
vere rivendica con sereno equilibrio i
meriti reali di traduzione fedele e vigorosa, per cui, anche ¡se la sua lingua
« è spesso dura, e qua e là infrancesa- ;
ta », essa rimane « un lavoro in cui palpita il cuore di un vere uomo di Dio,
per il quale la Bibbia è diventata « vital . j
nutrimento ».
•Giovanni Luzzi: La Bibbia in Italia (L’eco
• delia Riforma nella repubblica lucchese
Giovanni Dìodati e la sua versione italiana
^Ha Bibbia). (Libr. Ed. Claudiana - Torre
Pellice - 1 Voi. - 84 pagine - L. IO).
Al ministero della sofferenza ha consacrato una predica il pastore Guglielmo Del Pesco *. Non vi è certo ministero, servizio, di fronte al quale l’uomo
sia più difficilmente disposto a cercar
di capire che Dio è all’opera anche lì,
che di fronte alla sofferenza. E questa
predica, 'profondamente evangelica nel
contenuto, e nella forma, chiara e persuasiva, è un aiuto a comprendere.
Il ministero della sofferenza viene dal
predicatore esaminato non in abstracto,
per esporre, im sistema più o meno consolatorio, mia situato nella luce d^’evangelo, per sentire in tutti gli aspetti
della nostra vita, I’amore di Cristo, che,
come a Jairo, ed all’umile donna di Capernaum, oggi, anche a noi, dà il senso
assoluto della nostra impotenza, nel
mentre che suscita in noi il bisogno di
Gesù e la fede in Lui, ultima nostra
speranza, è ci mette cosi in grado di essere da l.ui aiutata e salvati.
•Gugi.ibl.mo Del Pksco : li ministero della sofferenza. Predica - 14 pag. - L. 1 - Libreria
Ed. Claudiana (Torre Pellice).
0. l.
Scrivono aU’^co...
Una noterella filologlea
Caro signor Direttore
La utile e pia meditazione « La nostra
conversazione» pubblicata nel N. 23
dell’Eco richiama in qualche modo l'ormai risolta questione delle versioni bibliche cosidette « moderne », meglio
chiamate « rivedute ».
La meditazione in parola, infatti, non
parte solo da ima « leggera differenza
di traduzione » di uno stessó versetto; il
che, invero, non sarebbe un gran nudo:
anche i predicatori sacri usano ritradurre talora i. testi dei loiro sermoni !
Essa, parte invece da una, equivoca
interpretarione della versioné Dìodati
na, à sua volta Jatìneggiante alla maniera della Vulgata.
' Il testo greco adopera il verbo « politéuo », che la nostra Riveduta e la versione del Dispenasatore traducono «com
portarsi », « condursi ». Letteralmente,
il vocabolo significheirebbe « agire da
cittadini»: Paolo vuol dire che il cristiano deve comportarsi da cittadino del
cielo. ' , , , ' : I
La Vulgata traduce“ il vocabolo greco
con il verbo « conversari » che vaie
« praticare », « usare », intransitivamente. Il sigmficato è fondamentalmente lo
stesso del « comportarsi » e del « condursi »• italiano.
Giovanni Diodafti, latineggiando, tradusse « conversate condegnamente alrEvangelo di Cristo ». In sostanza, egli
intendeva lo stesso significato dei vocaboli latino e greco. Traduzioni rimodernate dello stesso Diodati possono aver
m,odificato il testo diodatino in queirinfelice espressione che è alla base della
sopra lodata meditazione « la vostra
conversazione sia degna dell’Evangelo »,
che lascia suppone che si tratti di un
invito a parlar castigatamente, in modo
degno dell’Evangelo; mentre in realtà
il passo non dice niente affatto questo !
In uno spiritosissimo libro pubblicato
alcuni anni or sono dalla Morcelliana,
Giuseppe Ricciotti prendeva garbatamente in giro 1 suoi colleghi canonici e
predicatori che manipolavano i testi biblici a loro agio, senza avvedersi di certe grossolane papere (non saprei come
diversamene chiamarle) in cui si orendevano fiaschi per fischi, lucciole per
lanterne, ed altri abbagli del genere
(« Bibbia e noin Bibbia », Brescia, 1932).
Forse non sarebbe mutile raccogliere
del materiale per un libro dello stesso
genere anche fra noi ? ! Comunque, se è
vero-che non tutto'ciò che è moderno è
buono, è non meno vero che non tutto
ciò che è antico è eccellente: spesso è
soltanto ramitichità dell’errore ! E questo (oriterio deve applicarsi con altrettanta imparzialità e buon senso all’uso
delle versioni bibliche. La versione Riveduta non è perfetta, certo: ma è certamente una versione fedele, e soprattutto - quel che più monta - filologicamente accertata.
Cordiali saluti,
B. d. O.
Í.P.
La Colonia Marina .nella Casa Valdese di Borgìo Verezzi funzionerà quest’anno, Dio volendo, con due turni: il
primo dal 6 al 31 luglio per 1 ragazzi; il
secondò dal 4 al 29 agosto per le bambine.
Le iscrizioni sono pertanto aperte alle seguenti condizioni:
a) presentazione di tre certifipati: 1) subite vaccinazioni antivaiolose; 2) subite vaccinazioni antidifteriche; 3)
subita ì>acci nazione antitifoparatifoidea, obbligatoria, per i postulanti non
ancora vaccinata o che lo siano da oltre sei mesi.
b) Ogni colono porti con sé la divisa di
Balilla 0 di Piccola Italiana.
c) Ogni bimbo, o gruppo di bimbi pro venienti dallo stesso comune, deve
portare il certificato del rispettivo ufficiale sanitario attestante che il bimi>0( ,0 gruppo di bimbi, proviene da
zona immune da malattia infettive e
contagiose.
d) Non -saranno accolte domande di
bimbi, che non abbiano compiuti gli
anni sei o che abbiano superato il 14°
anno di età; la domanda deve pertan
, to essere corredata, dal certificato di
nascita in, carta semplice.
e) Non saranno ammessi i bimbi per i
quali, a giudizio del sanitario dell’Opera, la cura marina non sarà giudicata assolutamente indispensabile.
f) Le domande da inoltrarsi per il tramite e con la raccomandazione dei
Signori Pastori delle Parrocfchie de
vono'giungle al Presidente dell’O-i
pera entro il 27 giugno corr. mese.
La visita medica per la Valle del Pel- ^
lice awà,luogo in Torre Pellice, presso"
il Dr, Enrico Gardiol, viale T. Fuhrmann dal 20 al 25 coir., dalle ore 14 alle 16, e venerdì 26 dalle ore 8 alle 10.
A Pinerolo la visita si effettuerà dorpenica 21 corr., alle ©re 15, nei - locali del
Tempio Valdese, in Vìa dei Mille; a Pomaretto in data da stabilirsi. '■
Ogni colono dovrà portare con sè tutte le tessere alimentari; è assicurata ai
ragazzi la razione di pane stabilita dalla
GIL per tutte le colonie.
Agli interessati saranno comunicate
entro il ^30 giugno per il P turno e entro il 20 luglio per il II“ le ulteriori disposizioni per le accettazioni definitive,
per il gioirno, Torà e le modalità della
partenza.
I bimbi provvederanno a portare un
costume da spiaggia di lana, ed il minimo indispensabile di vestiario personale.
Considerate le difficoltà finanziane
I deirOpera, le famiglie e le Parrocchie
I sono pregate di accompagnare la doI manda con la precisa indicazione dell’oblazione che intendono fare a favore
deirOpera a titolo di partecipazione
alle spese generali.
Ai Signori Fasori è rivolta viva preghiera di dare la precedenza ai postulanti più bisognosi, ai figli di combattenti, agli orfani di guerra.
Torino, Via Pio V, 15
10 giugno 1942. XX
Il Presidente:
Elio Eynard.
F. U. V. - Gruppo Valli
Conv«gno Cenerale
alla BAISASSA (Lazzarà)
Domenica 21 corr. - ora 15
Argomento: Perchè sono e rimango
valdese
Post. Paolo Marauda: Quali sono i
principi della fede evangelica valdese
e per quali motivi son diventati i miei
principi.
Sigg. Teo Beri e Aldo Comba: Quali
sono i pericoli che minacciano la mia,
fede.
Post. Roberto Jahier: Perchè intendo
vivere e morire nella fede evangelica
valdese.
AVVERTENZE: Il culto a Pramollo'
ha luogo alle ore 10.30. Gli Unionisti
che salgono da quella parte, cerchino
di parteciparvi. Alle ore 11 avrà luogo
àUa Baisassa un breve culto presieduto
dal Pastore Janavel.
— In caso di tempo molto cattivo il
Convegno è rimandato alla domenica
seguente. In caso di nebbia fitta o tem'po poco favorevole il Convegno si terrà
nel tempio di Framollo.
StiÉ Min Piiiegylats laidi»
Gli esami di ammissioine .alla Scuola
Media Pareggiata Valdese hanno inizio
venerdì, 19 giugno 1942-XX alle ore 9.
DIARIO DELLE PROVE SCRITTE
Venerdì, 19 ore 9: Dettato - ore 10:
Disegno - Sàbato, 20 ore 9: Alritmetica
- Lunedi, 22 ore 9: Relazione scritta.
Dalla Presidenzxi, 16 giugno 1942-XX^
Il Preside
(Adolfo Tron)
Giansii-Llno Paiaoiiala laldiii
Gli esami di ammissione e di idoneità
del Ginnasio Liceo Pareggiato Valdese
hanno inizio venerdì, 19 giugno 1942XX“ alle ore 8.
DIARIO DELLE PROVE SCRITTE
Venerdì, 19 ore 8: Italiano - Sabato,
20 ore8; Versione dal latino - Lunedi, 22
ore 8: Versione in latino - Martedì, 23
ore 8: Greco - Martedì 23 ore 8: Lingua
straniera (Ammisdeme alla IV Ginnasio) - Mercoledi, 24 ore 8; Lingua stranièra (Ammissione ¡ai Liceo).
Dalla Presidenza, 16 giugno 1942-XX^*
Il Preside
(Adolfo Tron) ;
3
Wv,
t'- -■.
•ifc •4-\;^.. .¿'. -A-. • i-. ■■.'.-►^-T.>.’''-.'
arco DELU TALLI TALDESI
■ ^ - . ' / * r':/
«ON/IC/I V/ILDESE
"-ANGROGNA (Serre)
Giovedì 11 corr. nel tempio di Pradeltorao è stato celebrato il matrimonio
dèi Brigadiere Chiavia Gwvanni di Eli ?)
'(Pradeltorno) con la sig.na Elena Pia'van di Alessandro (Vacoera).
Sabato 13 corr. nel tempio del Serre,
abbiamo invòlcato la benedizione di Dio
sugli sposi Sappé Alfredo di Emilio
(Martel) e Ch'Mvia Lidia, di Giov. Da- '
vide (Odins).
Il Signore circondi ed accompagni
■con la Sua grazia qijesti nuovi focolari
che si sono formati.
— Domenica 14 corr. ha avuto luogo
la festa di chiusura della Scuola domenicale. Erano rappresentate le Scuole
domenicali del Serre, di Pradéltorno, di
Cacet-Rivoire® e quelle della Comunità
sorella 'del Capoluogo. I bambini si sono
ritrovati alla Barbotta dove hanno trascorso alcune ore di sana allegria. La
festa ha avuto termine con la premiazione dei più meritevoli quanto a fre^
•quenza ed a profitto.
— Domenica 28 giugno il culto alle
ore 10 avrà luogo nel tempio del Serre;
•quello delle ore 14,30 avrà luogo alrapei to, al Bagnoud. E. A.
LUSBRNA SAN QIOVANNI
Mercoledì 10 giugno hanno avuto luogo i funerali del sig. Ermanno Meynier
dei Bonnet, deceduto in seguito a grave
incidente stradale, airetà di anni 61.
Domenica 14 giugno si sono spenti
serenamente la sig.na Lidia Favout, del
Eric, in età di anni 73, ed il sig. Marco
.Pavarin, airOspedale Mauriziano, in ietà
di anni 72.
Alle persone provate da queste dipartenze inviamo l’espressione della nostra
Ij'viva simpatia.
PINEROLO
Fiori d’arancio. Giovedì 11 corr. ■ .si
■sono uniti in matrimoniò il nostro giovane fratello Grill Arturo, Impiegato
di Banca e la signorina Mariuccia Bleymat ex Segretaria della nostra Unione
'Giovanile, monitrice della Scuola domenicale e una delle attive dirigenti
dell Unione Cadetta. Ai felici sposi, che
-andranno a . stabilirsi a Torre Pellice;
rinnoviamo i nostri più fervidi auguri
di ogni celeste benedizione.
SAN germano CHISONE
Domenica 31 maggio le Cadette hanno fatto la loro annua gita. Dopo di aver
partecipato al culto nel tempio di Pramollo, hanno consumato le loìro provviste alla fontana del Gaiet e ison salite
al Lazzarà cosparso di viole profumate.
Bella, giornata che ha dégnamente concluso un bell’anno di attività.
— Anche la Scuola domenicale s’è
messa in moto. Domenica scorsa un’ottantina di bimbi accompagnati dai loro
monitori e monitrici si dirigeva verso
Pra’ Martino, località incantevole a cavallo fra la valle del Lemina e del Chisone. I bimbi si sono molto divertiti a
dei giochi, e a cantare ed a contemplare
il magnifico- panorama. La pairte spirituale non è stata dimenticata. Un grazie
sincero ai nostri parrocchiani signoir Alberto Beux e signora, gestori deH’Albergo di Pra’ Martino, che ci hanno o■spitati nel grande refettorio e ci hanno
rifocillati con una squisita minestra.
— Il culto di domemca 14 in Villa è
stato presieduto dal Presidente della
Società Missionaria Pra del Torno, Aggiungendo qualcosa alla colletta, è stata
devoluta alle Missioni la somma di L,
100.
— Domenica prossima 21 coir, alle
ore 15, nella Sala delle Attività avrà
luogo il Saggio dell’Asilo Infantile. Tutto le persone che s’interessano a que«t’opora, sono cordialmente invitate.
TORRE PELLICE
r • 'ir.
Sabato scorso è stato celebrato nel
tempio il matrimonio del sig. Michelin
Salomon Salomone di ViUar Pellice con
la sig-na Maria Grani di Torre Pellice.
Rinnoviamo i nostri miglioiri auguri di
benedizioni divine agli sposi che fissano
la loro residenza a ViUar.
— Il culto di domenica protssima 21
corrente (alle ore 10.30) sarà presieduto
dal sig. Ernesto. Ayassot pastore di Venezia.
— La riunione pomeridiana dì domenica prossima, avrà luogo aUe ore 15,
alla Scuola deirinverso. ,
VILLASECCA
Cose che sono...
.Coso cho
notrebboro essoro
Ringraziamo il prof. Lombardini che
ha presieduto il culto dell’Ascensione
ai Chiotti.
— In seguito a breve malattia è deceduta alla « Giacoliera » Ferrier Enrichetta; alle figlie ed ai figli tutt’ora
sotto le, airmij -rinnoviamo l’espressione
della nostra simpatia.
Per un fulmineo attacco di appendicite, décedeva la giovane Clot Ilda del
Coulet, di .anni 17. Unanime rimpianto
ha destato la dipartenza di questa giovane da tutti amata ed apprezzata per
le doti dei isuo carattere. Noi la ricordiamo catecumena diligente e studiosa,
più tardi fedele monìtrioe della Scuola
domenicale e zelante uiniionista. Una
vera folla di amiche e conoscenti è intervenuta al funerale che ha avuto luogo l’8 corrente.
Alla famiglia, ed ai parenti tutti, esprimiamo ancora la nostra viva simpatia . I
— Si conferma come é già stalo annunziato, che D. V. domenica 21 corrente, verso le 11, avrà luogo un culto
sul Lazzarà.
Quando il pittore Hunt ebbe terminato il suo quadro; La luce del mondo,
domandò ad un artista suo amico di venirlo a vedere e di dargli un apprezzamento sincero.
Il quadro, assai conosciuto, rappresenta il Salvatore in piedi, con un lume
nella mano sinistra, che picchia gon
la destra ad una porta, tutta inquadrata nell’edera.
L’amico contemplò con grande, attenzione l’insieme, poi esaminò con occhio
d’intenditore i particolari esclamando:
« Ma, Hunt, voi avete commesso una
curiosa sbadataggine; non c’è la maniglia alla porta. Come potrebbe il Salvatore entrare, se non vi è una maniglia ?»
Hunt sorrise: « Non è dimenticanza,
perchè la manìglia c’è; soltanto è dalla
parte mterna, e non si vede. Il Salvatore non lentra se la porta non gli viene
aperta, di dentro ! »
Io sto alla porta e picchio; se qualcuno ascolta la mia voce ed apre la porta,
io entrerò... Dio ha fatto tutto per la
salvezza dell’uomo, ma una cosa l’uomo
deve fare: aprire la porta del suo cuore.
Dio ha dato tutto all’uomo; ma úna
cosa l’uomo deve fare: aprire le mani
per ricevere ed afferrare il dono della
grazia.
Un garzone di scuderia aveva la cattiva abitudine di bere più del necessario.
Un giorno che, dopo averli abbeverati riconduceva i cavalli alla scuderia, il
padrone gli disse:
«Riconduci i cavalli alla fontana,».
Il garzone guardò il padrone con sorpresa, ma l’ordine era preciso; non c’era
da replicare e, brontolando, condusse di
nuovo i cavalli ella fontana. Ma ne ritornò quasi subito.
« Hanno di nuovo bevuto ? » chiese il
padrone.
« Niente - brontolò il garzone - si sa
bene che i cavalli non bevono mai quando non hanno sete ».. - .
« Ebbene, ragazzo, ti consiglio di seguire l’esempio dei tuoi cavalli - soggiunse il padrone seriamente - e di ricordarti che un uomo che beve troppo
è meno ragionevole di im cavallo».
■Éi
xLa vedova ed i figli di
m
ë
ÌLuigi Tra¥ers
vivamente commossi per la dimostrazione di affetto e di simpatia ricevuta
in occasione della dipartita del loro caro, ringraziano di vivo cuore quanti hanno partecipato al loro lutto, sia intervenendo ai funerali, sia con l’invio di
scritti e fiori. In modo particolare ringraziano il doti. Gardiol per le affettuose cure prestate, gli inquilini ed i
vìQìni.
jLuserna San Giovanni (Bastia),
8 giugno 1942-XX.
‘A parenti del compianto
Ermanno Heynier
semnparso tragicamente in seguito ad
tridente stradale, ringraziano la Direzfene deU’Ospedale Mauriziano di Luscrna,, il Maresciallo- dei RR. Carabinieri" il pastore sig. Lorenzo Rivoira, quanUm sono prestati nel trasportarlo alVOàpedale ed i convenuti al servizio funebre. '
^Luserna San Giovanni,
m 10 giugno 1942-XX.
I
lavoro e Preghiara
Un religioso uomo arrivò un giorno
in un convento del Sinai, retto dal celebre Silvano; come vide i monaci che
lavoravano, ne fu alquanto scandalizzato; « Perchè - osservò egli - lavorate
voi per degli alimenti corruttibili?».
L’abate, senza far motto, chiamò un
novizio gli additò l’ospite e disse:
« Dà un libro a questo fratello, poi
conducilo nellia cella, onde possa leggere senza che alcuno lo disturbi».
E così fu Mto.
Intanto le ore passavano: l’ospite,
stanco, depose il libro © guardava, caso
mai qualcuno venisse a chiamarlo per
la cena; attese a lungo. Infine perse la
pazienza e si recò dall’abate per sapere
qualcosa di preciso, intorno aH’ora dei
. pasti;
« L’ora della cena è da lungo trascorsa, gli rispose Silvano; ma ti consideravo un uomo cosi spirituale da non
isentire bisogno alcuno di corruttibili
alimenti. In quanto a noi, confessiamo
di non c!s.sere ancora giunti ad un così
elevato grado di spiritualità da poter
trascurare gli alimenti corruttibili. Perciò, non solo preghiamo, ma anche lavoriamo, poiché ben ricordiamo il detto dell’apostolo: Se qualcuno non vuol
lavorare, neppure deve mangiare (2 Tessa! onicesi 3: 10) »,
Ciò detto congedò il suo ospite.
Il segreto del successo
Un giorno un pastore passeggiava, a
lenti passi; lungo la strada moontrò un
opeaijado che, ia ginolochi, [spalccava le
pietre.
« Amico mio, - disse il vecchio pastore, - il tuo lavoro di tutti i giorni rassomiglia stranamente al mìo; ma le pietre che io devo rompere sono più dure
di queste: sembrano infrangibili. Eppure il mio martello, seppure non è di
ferro, è saldo; ma è invano che io mi
sforzo di infrangere i cuori dei peccatori; batto e ribatto: i cuori sono di granito: resistono sempre; si rompe il martello, riraiane il granito ».
« Per me - rispose l’operaio - quando le mie pietre sono troppo dure, lavoro in ginocchio e riesco a rompere
tutte le pietìre ».
Lavorare in ginocchio; il segreto del
successo. E. d. V.
« Se tu procedi nella via interiore, n<»i
darai gran peso a parole che volano.
Non è poca pnrienza il tacere nel
tempo delle contrarietà, e interiormente rivolgersi a me; senza turbarsi per
umano giudizio»
Dalla! Imitazione di Cristo.
■■ ■ . -d* "f" '
« Non dipenda la tua pace dalla bocca degli uomini: bene o male che costoro la intendano, non per questo tu sei
un altro uomo. Dove si trova vera pace
e vera gloria ? non è forse in Me ?
E chi non smania di piacere agli uomini, e non teme di dispiacere loro, godrà di molta pace.
Dall’amore disordinato e ¡dal vano
timore nasce tutta l’inquietudine del
cuore e il dissipamento dei sensi »
Dalla: imitatone di Cristo.
linia iiiiu [laiaia
OugrUaltno- Del Pesce
Il ministèro
della sofferenza
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IL NU^RIGOL
.Aü.
E’ ñato che rprogressi dejla'’chimica
Ü delle scienze biologiche appìlicafi al^fagricol<tiira haimo permesso la conqui
sta di sofcrpreadenti ivititoriie nei vari
ftampi della produzione e, cioè che vale
•opm ogni specifico risultato favorevole, hanno provocato il miglioramento
di tutta Teconomia agricola nella sua
unità organica e nelle sue interdipendmiti attività. Non solo la chimica e le
scienze biologiche, ma anche la meccanica e i motori a scoppio hanno partefcpato alla mirabile trasformazione delragricoltura, ch’era ancora presso di noi
in uno stato rudimentale cinquant’anni
•r sono, ed ora è avviata con sempre'
maggiore potenza alla false di una ra_ zinnale e sintetica industrializzazione.
Il merito dì questo trionfale processo
tecnico economico va dato agli scienzati
e agli agronomi innanzi tutto; poi agli
agricoltori che sugli inìzi resistevano,
la maggior parte, con l’ottuso misoneismo e con la diffidenza istintiva del rurale (contro le novità, e poi, idi mano in
mano, i più generosi e intelligienti trascinandosi dietro gli altri, si mossero
come im vasto esercito che vincendo si
getta avanti in una appaisBionata gara di
iniziative e di ^dimenti; infine Va dato
agli oscuri inventori - legione numero. siasima - che seppero adattare genialmente le energie di questa nuova coscienza scientica ed economica alla soluzione dei multiformi e complicafti problemi della nostra agricoltura.
E’ evidente, ad esempio, che ü metoda razionale e l’attenta cura delle colture foraggere ha permeo ad ogni
azienda agricola - piccola o grande - di
tenere ormai un numero di bovini supmore alle speranze di ogni più ardito
pioniere, mentre la quantità delle bestie da lavoro, da ingrasso e da alievan^to, è in rapporto diretto, per il preziosissimo letame, con quelle colture e
col raccolto dei cereali. Questa necessaria interdipendenza non si può arrestare in nessun modo, anzi bisogna favomia e svilupparla contìnuamente. Ormai non c’è agricoltore che non ri serva
anche della paglia, delle siramaglie,
delle cime, e di ogni altro residuo e
sottoprodotto, per mantenere un numero sempre ma^iore dì bestie, sebbene^
questo sforzo incessante e octdato abbia i suoi limiti nel potere nutritizio
di tutti questi mangimi inferiori. D’altm parte le tèrre d’Italia sono diversissime, nè è sempre possibile neutraHzzame le gravi deficenze con i concimi
•himici che gravano, fra l'altro, in modo
i:
rilevante sulla .economia dell’azienda
agricola,
, Ora, poioprió nella nostra città, Anni- ^
baie Sacci ha trovato 11 rnodo di daire **
direttamente al bestiame quello che non
si può trarre dal terreno. Mescolato col
fimo, il Nutricol, ch’egli ha saputo
creare, lo ìntegra e completa coi fosfati, ,
Cól calcio, con l’arsenico, col magnesio,'
con lo zolfo, e con tutti gli altri sali minerali che sono neoessari ad una perfetta alimentazione. Questo composto, mirabilmente equilibrato, permette agli
agricoltori e allevatori anche di trasformare in im mangime, tanto appetibile,
quanto assimilabile e nutriente, tutti
quei residui e sottoprodotti dei quali •
si è fatto cenno sopra, ed ai quali nessuno dei sali pastorizzati, in uso fra gli agricoltori,' potrebbe dare questo alto '
potere nutriente.
In alcune grandi aziende agricole, si \
è usato il Nutricol anche nella forma- "
zione dei stlos, sia in quelli chiusi, sia
in quelli del tipo Falavigna con ottimi
multati, cospargendosi due chilogrammi di esso su ogni strato idi un quintale
di fieno, erba, cime, canne, e via dicen- .
do. Non solo in provincia di Cremona,
ma nell’Emilia, nel Piemonte, nel Veneto, e ormai in tutte le provìncie d’Ita- •
lia, le molteplici esperienze e i mirabili \
risultati otteputi sui bovini, sui maiali,
sui cavalli, hanno assicurato a questo ^
compoisto un nome e una fama che do- $
cumenta la utilità e la genialità sua. 1
Per comprendere l’efficacia ricosti- ""
tuente di questo prodotto basta, del re- ì.
sto, esperimentarlo sul bestiame depauperato ed esaurito dalle malattie, mentre è bene provato che usandolo motodicamente esso provoca anche per virtù ddlà sua azione stimolante e depu- ’
rante un’ottima assimilazione e im rapido assorbimento.
n Nutricol è.servito e serve specialmente ora, in Germania, nel Belgio, ih
Olanda, per l’alimentazione del bestiame con vegetali di così ^arso vaiare,
che nessuno dei nostri ^ricoltori avrebbe forse mai pensato di utilizzarli. Noi
viviamo combattendo una lotta che è
vinta militarmente e dev’essere vinta
economicamente, perchè il nemico, alrinfuori del blocco, non ha ormai altre
armi di offesa. L’industria dei sali alimentari per il bestiame, creata nella nostra città, costituisce tm nuovo baluardo
di difesa.
Noi siamo felici di rivolgere da queste
colonne ad Annibale Baòci le nostre felicitazioni e i nostri auguri.
AGRICOLTORI Í ALLEVATORI t „säte il
NUTRICOL
ini
ini
■» «B » l»nviniy a
Il NUTRICOL è una composizione di sali minerali ed altre sostanze
chimiche, da aggiungersi a qualsiasi mangime ; foraggio o pastone, ed è la
salute nelle stalle!
Il NUTRICOL accelera lo sviluppo degli animali, aumento del grasso, aumento della produzione del latte, economia di denaro!
CoU’aggiunta del NUTRICOL si aumenta di poco il costo del mangime, ma
si guadagina il 50 % del valore nutritivo.
MASSAIE! per l’allevamento dì qualsiasi animale da cortile usate
unicamente il
CARBOSAL
giova al pollame per aumentare la produzione delle,uova e serve ad ingrassare
polli, capponi, tacchini, conigli.
»1
N u€»S
sono prodotti preparati dalla « Industria Sali Alimentari per Bestiame, di Cremona *, costano poco e rendono molto.
La Ditta è a completa disposizione degli agricoltori e allevatori per tutti
quegli schiarimenti ed informazioni che potessero occorrere.
Concessionario per il Piemonte
ABBÀ Rag. GIUSEPPE
Via P. Clotilde, 44 - Torino
Unico Rappresentante
ATTILIO MOUROLIA
Litst Mia San Giovanni (Torino)
L'EImitoIo è un antisettico
efficace dei reni, della
vescica e delle vie urinarie.
b
ERCOLE MARELLI & C. - S. A. - MILANO
CORSO VENEZIA, 16
CASA V/ILDE5E DELLE DmCONESSE
Fondata nel 1901.
Ha per scopo la preparazione cH
giovani cristiane, che desiderano consacrare interamente la loro vita al
Signore, curando i sofferenti.
Si mantiene mediante offerte volontarie.
Diaconesse felici 1 Un’ideale lungramente<isosraato cbe si può attuare neH«
vita delle nostre griovani.
Per informazioni e offerte rivolger*!
ai Direttore delia Casa
SIG. PaST. ROBERTO NISBET
Convitto Valdese
TORRE PELUCE (T#ri«s|
POMPE-FILTRI
per Aesus. AesM, Vini, Ltsusrt,
OHI, Mtdieinsll, PratumI, CsHs.
IMPIANTI PER CANTINE
per vini Spsmantl, per Assm
s Mts • CsMIsgs «raMs.
BELLAVITA <• VM SAmM^ 1
su PiM SANIM (
La Ditta aw ka SaiMaMI aa rappiaaaalMil.
Indiriizi di Chiese Valdesi
I DISTRETTO:
Angrogna — Pastore : Arnaldo Comba,
Angrogna (Serre)
Alme.
Bobbio Pellice
Ricca.
Luserm San Giovanni — Pastore : Lorenzo Rivoira.
Pastore Edoardo
Pastore : Alberto
Massello — Pastore : Enrico Tron. ^
Perrero — Pastore : Oreste Peyrooel.
Pinerolo — Pastore : Lul^ Marauda.
Pomaretto — Pastore : Guido Mathieu.
Proli — Pastore: Arnaldo Genre.
Pramollo — Pastore : Paolo Marauda.
Prarostino — Pastore : Umberto Bert;
Riclaretto — Pastore : Alfredo Janavel.
Rodoretto — Pastore : Arnaldo Genrè.
fiord — Pastore : Enrico Geymet.
iSon Germano Chisone — Pastore : Gustavo Bertin.
Torre Pellice — Pastore : Giulio Tron.
Torino — Chiesa: Corso Vittorio Em.
II (angolo Via Principe Tommaso) Cappella: Corso Prìncipe Oddone, 73
- Pastori: Elio Eynard, Via Pio V, 15
- Roberto Còmba: Via Berthollet, 34.
Villar Pellice — Pastore : Roberto Ja
hìer.
li