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Í0 LXXVII
Torre PelUce, .i9 Settembre 1941rXIX
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N. 38
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L’ECO DELLE
Rigfuardate alla roccia onde foste tagliati !
/ (Isaia LI, 1)
S^ttienanal^ d^llà Oleiessa ^al«l«9
Nulla sia più forte della vostra fede I
4 Qìanavello)
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ABBONAMENTI
Italia e Impero .... Anno L. 15 — Semestre L. 8
Parrocchie del Pri-^ÌfeWw^tej«i_.» , 12 — » » 7
Estero
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DiraHore : Prof. QINO COSTABBL
AMMINISTRAZIONE: Via Carlo Alberto, 1 bis - Tokke Pellice
REDAZIONE: Via Arnaud, 27 - Tohhk Peli.ICE
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Ogni cambiamento d’indirizzo costa una lira
Cent. 30 la copia
Messaggio del Moderatore alla Chiesa Valdese
« Grazia a voi e pace da Dio nostro Padre e dal Signor Gesù Cristo »
(Romani 1: 7). E’ il saluto apostolico alle Chiese della Cristianità nascente; il saluto ripetuto di secolo in secolo jra « quelli che in ogni luogo
invocano il Nome del Signor nostro Gesù Cristo; (1 Cor. 1 :2), il saluto che
porgo a Voi, cari membri della Chiesa Valdese, come quello che in ogni
tempo è atto ad invocare dal Signore i benefici che scaturiscono dall’immenso suo amore.
Durante il recente Smodo, più volte il nostro cuore si è rallegrato per
l'elevato senso di responsabilità, che ha mosso la maggior parte delle nostre Comunità ad affrontare e superare con spirito di sacrificio le difficoltà che si presentarono lo scorso anno. Ma più del senso di responsabilità
ci è parso vedere come un rifiorire di « primiero amore », e Vaccentuarsi
di un maggior spirito di consacrazione a Dio.
Avanti cosi, o Chiesa Valdese, sul sentiero che il Signore schiuderà
ai nostri passi. Prima del fare ci preoccupi l’essere. Essere per la grazia e
nella grazia di Dio quel che il carbone diviene per virtù di fùoco, quando
da nera opacità si avviva in fiamma, e divenendo fiamma opera in colore,
in luce, in forza. Così sarà, se cercheremo dal Signore la potenza del Suo
Spirito, che trasforma e vivifica.
Nel tempo- che stiamo attraversando, il cristiano non deve avere uno
spirito depresso. E’ necessario che s’approvigioni di forza e di consolazione
nel Signore, « affinchè, mediante la consolazione onde noi stessi siam da
Dio consolati, possiarno consolare quelli che si trovano in qualunque afflizione » (2 Cor. 1: 4). '
Non esiste ora che a noi appaia favorevole, 0 no, nella quale la grazia
di Dio non possa manifestarsi ed operare. Era notte quando fu dato agli
uomini l’annunzio ch’era nato un Redentore; e v’erano tenebre per tutto il
paese, nell’ora in cui quel Redentore, morendo sulla croce, schiudeva ai
peccatori redenti lo splendore dei cieli.
Il Signore Vi benedica, vi benedica ad uno ad uno secondo le vostre
comuni ed individuali necessità, e benedicendovi vi doni d’essere in benedizione.
E sia con voi, cari nostri militari, sparsi per ogni dove. State pur
certi che ovunque vi trovate, ivi vi cerca e segue il nostro affettuoso pensiero; state pur certi che la Chiesa prega per voi, nella certezza che il Signore vi darà di esperimentare come, nella calma e nella fiducia in Lui,
può trovare alimento la vostra forza.
Ci fortifichi il Signore tutti insieme nella fede. Ricordiamo che solo
in un credere che sappia sollevarsi al disopra di ogni realtà penosa, per
respirare nell’atmosfera delle certezze di Dio, l’anima nostra potrà ritemprarsi per servire fedelmente il Signore e servirlo con gioia.
IL Moderatore: Virgilio Sommani.
Crisiianesimo aposfolìco
Sono stato crocefisso con
Cristo e non son più io che
vivo, ma Cristo vive in me,
e la vita che vivo ora riella
carne la vivo per la fede del
Figliuol di Dio, il quale mi
ha amato ed ha dato sè stesso per me.
Ep. Galati 2: 20.
Queste parole che noi non osiamo apertamente appropriarci, stabiliscono
l’essenza del reale cristianesimo e fissano la base, dell’esperienza del credente. Esse proclamano quelle verità fonda. mentali senza le quali non c’è salvezza
I per rìndividuo, nè per la società, e se
non siamo noi stessi richiamati ad essa,
per riaffermare la nostra fede nelle cose che generalmente crediamo, ne siamo
di conseguenza trascinati lontano.
Il cristianesimo non è una serie di
dottrine da adottare, un codice dì mo' ralità da seguire 0 il fatto d’essere m,eml>ro d’una chiesa, ma una « Persona »
che si riceve e nella quale ci sì confida in un completo abbandono. Egli è il
Wlo fondamento, la sola interpretazione,
sola potenza, Feterno centro della
nostra relazione con Dio - Egli non sol*®nto ci dà la vita, proclama la verità e
ci addita la Via, ma è Egli stesso, la
Via, la Verità, e la Vita.
Il nuovo Testamento non ha altra risposta aU’infuori dell’affermazione della
fede in Colui che ci ha amati ed ha dato sè stesso per noi.
Perchè non ha il cristianesimo influenzato l’umanità più in là di quello
che attualmente governa la situazione
in cui essa vive?
Una delle cause è che in generale il
cristianesimo è conosciuto sotto una
forma distorta _ recclesiasticìsmo, il ritualismo, o qualsivoglia sacerdotalismo,
hanno soffocato grandemente la semplice religione del Nuovo Testamento.
E noi che crediamo implicitamente tutta
la Scrittura, abbiamo noi realizzato il
cristianesimo nella nostra vita d’ogni
giorno? Siamo noi certi d’aver afferrato
e ritenuto e agito secondo le; Verità dell’Evangelo per sentirci pienamente sicuri di comparire davanti al tribunale di
Cristó*?
Guardiamo alla testimonianza dell’apostolo Pàolo: « Io son crocefisso con
Cristo » , - « Cristo vive in me » - « Egli mi ha amato ed ha dato sè stesso per
me » .
La sua religione non fu mai « religione di procura », ma sempre personale
come se veramente Paolo di Tarso fosse il solo peccatore sulla terra, capace
di esperimentare la grazia redentrice di
Cristo.
Gii Apostoli ed i Martiri erano creature come noi, deboli e fallibili alle volte, ma Cristo in loro era la forza di resistenza, e senza alcun dubbio - se fosse
loro possibile parlarci - direbbero che
non eran loro che vivevano, ma Cristo
in loro, e della Sua Pienezza avevano
ricevuto grazia sopra grazia.
Se la nostra religione si riduce ad una
specie d’assicurazione contro la minaccia d’una finale perdizione, è ovvio che
noi cercheremo d’acquistarla al-più bassa prezzo possibile - cioè vivendo in accordo col mondo e un poco come cristÌEini, pur ritenendo superficialmente
una vaga speranza d’esSere ricevuti in
cielo alla fine del viaggio.
Quanto differente è la religione del
nostro testo. Dopo trent’anni di comunione con Cristo, esce dal cuore di Paolo l’esclamazione 1 « Oh! ch’io possa conoscere « Esso » Cristo e la potenza delia sua Risurrezione, e la comunione delle Sue sofferenze! »
E se Paolo parla così, cosa dobbiamo
noi dire? .
Il Signore ci chiama a quest’ora ad
una più profonda esperienza dì Lui e
per chi vuole ascoltare, la Sua Parola è
sempre la stessa: « Se alcuno vuole venire dietro a me, rinunzi a sè stesso,
prenda la sua croce e mi segua ».
Ridedichiamo la nostra vita al glorioso Redentore, « poiché a questo fine
Cristo è morto ed è tornato in vita per
essere Signore dei morti e dei viventi ».
X.
Il Centenario del Tempio di Maniglia
L’attuale tempio di Maniglia di cui
si è celebrato il centenario, domenica 7
settembre, non è il primo costruito in
quella località. Infatti Maniglia fu una
delle prime parrocchie valdesi organizzate e costruì il suo tempio contemporaneamente alle parrocchie del Val Pellice, del Chisohe e della Germanasca,
nel 1555-56.
Essa rimase unita,, tranne per brevi
periodi, alla parrocchia di Massello fino
al 1832 e comprendeva oltre ai tre quar
prile 1596 mentre il pastore Leonardo
Olivetto stava celebrando un battesimo
nel suddetto tempio, davanti ad una imponente assemblea, sopraggiunsero i
frati cappuccini di Perrero, i quali interrompendo bruscamente la cerimonia,
dichiararono con petulanza dì voler discutere sulla chiesa, una, santa ed apostolica. Mentre il Pastore, per nulla imbarazzato, stava animatamente discutendo con gli insoliti ospiti, una sentinella valdese venne ad avvertire che un
tieri di Chiabrano, Baissa e Lorenzo,
anche quello del Bessè con Pumeifrè. Il
Pastore ebbe la sua residenza a Maniglia fino al 18.67, anno in cui fu trasferito a Perrero dopo la costruzione del
presbiterio in quella località.
Del primo tempio abbiamo scarse notizie. Sappiamo che sorgeva ài Serre e
che nella sua semplicità rappresentava
un comodo ed inconsueto asilo contro
le intemperie. Il culto vi era celebrato
quattro volte per settimana.
Uno storico valdese narra che il 6 a
forte nucleo di soldati stava avvicinandosi. La popolazione afferrò le armi e
si ritirò prudentemente nelle roccie non
lontane, sventando così il trucco abilmente preparato dai frati di Ferrerò.
Quando i soldati lasciarono la zona,
senza essere riusciti nel loro intento^ le
funzioni religiose furono riprese, terminando innanzi tutto la cerimonia battesimale interrotta.
Il tempio del Serre, seguì le vicende
dei tempi. Parecchie volte incendiato e
distrutto durante le persecuzioni, venne
2
L’ECO DfflLLB VALLI
sempre ricostruito.^ Pare che dall’esilio
(1686) Maniglia sia rimasta senza tempio fino al 1711, aftno in cui si ricostruì
l'antico che durò fino all’S marzo 1838,
quando crollò sotto il peso di.un’abbondante nevicata. . La rovina fu tale"“ che
non .si pensò neppure a riparazioni: la
ricostruzione sì imponeva per non andare incontro ad altri forse più gravi inconvenienti.
Intanto i culti si tennero nella scuola,
insufficiente è vero per una popolazione
di 270 anime ma provvidenziale per le
circostanze. Una interessante lettera del
7 aprile 1838 del concistoro di Maniglia,
diretta a quello di Massello, domanda
l’autorizzazione a celebrare la S. Cena
in quel tempio finché non la si possa celebrare in un locale più decoroso cheja
scuola. E si partiva allora da Chiabrano,
da Maniglia, dal Bessè e da Pumeifrè
per celebrare la S. Cena a Massello nel
pomeriggio delle domeniche di comunione. Quantum mutatùr ab ilio!
Gli archivi del Concistoro di Maniglia
e quelli della Tavola ci forniscono i più
ampi dettagli sulla nuova costruzione
che sorse per volere unanime in una località più centrale e su un terreno più
solido in meno di tre anni.
Si trattava innanzi tutto di trovare i
fondi. La popolazione, assai povera, era disposta a contribuire nella più larga
misura possibile ma si trovava nell’impossibilità di fornire la somma necessaria senza ricorrere all’aiuto di altri.
I Comuni di Chiabrano e Maniglia contribuirono per una somma di L. 3062,
la Tavola per L. 1850, U Comitato Vallone per L. 400, la Legazione di Prussia a Torino-per L. 30; una colletta sollecitata dal pastore di Maniglia Luigi
Jalla a Neuchâtel, diede L. 1420. Inoltre
furono organizzate collette in tutte le
parrocchie. La somma totale raccolta fu
di L. 9160,28 e tali furono le spese, senza contare le 240 giornate di lavoro gratuito dei parrocchiani di Maniglia.
Una dichiarazione esplicita della Tavola stabilisce che i banchi, che costarono L. 566, sono di proprietà comune,
e che per conseguenza ognuno è libero
di sedersi dove gli pare e piace, tranne il
banco riservato al concistoro e il seggio del maestro-cantore.
La dedicazione del tempio ebbe luogo U mercoledì 8 settembre 1841. Essa
fu quanto mai solenne. La Tavola era
presente al completo; il corpo pastorale,
quasi al completo, composto di 21 pastori, tutti in toga (robe et rabat). Vi
erano inoltre dei rappresentanti laici di
tutte le chiese.
Fin dalle otto del mattino una gran
foUa stazionava nei pressi del tempio,
aspettando l’ingresso trionfale del corteo. La cerimonia ebbe inizio alle ore
nove e fu presieduta dal pastore di S.
Giovanni, G. P. Bonjour il quale, dopo
la preghiera e la lettura della Parola di
Dio fatta dal maestro Tron G. Giacomo
(1 Re 8, Matt. 18: 19-20, 1 Pietro 2: 110) e la confessione dei peccati, pronunciò il discorso di circostanza prendendo
come testo le parole dell’apostolo Paolo
nell’epistola agli Efesini 2: 19-22. Fu
un discorso commovente « vraiment
chrétien », dice il verbale redatto subito
dopo la consacrazione del tempio.
Seguì la consacrazione vera e propria
e la funzione terminò con la celebrazione della S. Cena a cui presero parte oltre alla Tavola, i pastori, i maestri, gli
studenti in teologìa, la maggior parte
dell’assemblea.
Un secondo culto ebbe luogp mezz’ora dopo, presieduto dal pastore G. P.
Revel di Prali il quale predicò sul Salmo 26: 6-8.
Nell’intervallo il maestro continuò a
leggere agli astanti brani della Parola '
di Dio. La cerimonia ebbe termine alle
tre pomeridiane. Di poi il tempio subì
delle importanti riparazioni; l’ultima
ebbe luogo nei 1931 per opera del pastore L. Micci.
Oreste Peyronel.
« * «
Il centenario del tempio fu celebrato,
'domenica 7 settembre con un 'culto
speciale, a cui presero parte vari pa-1;^l
stori e molti membri della parrocchia di^.
Perriero-Manìglia. Presiedeva il vice-’
moderatore dott. Enrico Tron, di Mi-4
lane. Nel suo discorso passò in rassegna operato- ciascuno deve studiarsi di
Chiarificazione
Il presente scritto vuol essere, più che
ima risposta all’articolo apparso nelFEco del 5 settembre, un tentativo di chiarificazione, poiché all’articolo stesso non
vi sarebbe nulla da obiettare se non l’inopportunità, se così possiamo esprimerci, del titolo, il quale fa pensare che
l’argpmento principalmente trattato sia
una delle solite accuse contro Teterna
Èva tentatrice. In realtà, questo soggetto
occupa solo una terza parte di tutto l'articolo ; ed é seguito da altre varie con-Ì
. Jfe: ■
siderazioni, a nostro parere, molto più
importanti. Prima fra tutte^ questa che
ci permettiamo di citare : « Vi é deficienza nella forza spirituale e nella resistenza morale al peccato ». Ecco ; qui,
sta il punto. Se noi vogliamo realmente individuare il male alla sua radice,
é di questo che dobbiamo parlare. Le
tentazioni, qui ed ora, come in tutti i
paesi e in tutti i tempi, possono essere
più 0 meno gravose ; non é questo che
conta : bensì |la constatazione penosa
che nei nostri giovani, oggi, manca sopraiutto la volontà di resistere al male.
La moda é quella che é, ed il seguirne
i dettami non costituisce una colpa se
a questo non si aggiunge l’atteggiamento provocante - sia esso voluto o no se non sì trascura di controllarsi nel
modo dì camminare, di gestire, di sedersi, di parlare. Dobbiamo poi riconoscere che fra le donne valdesi raramente si hanno a lamentare esempi di immodestia nel vestire. D’altra parte, l’immagine di una giovinetta moderna nel
suo abito succinto e quella della fanciulla classica nella tunica prolissa e
densa di pieghe possono agire sui-sensi del giovane in modo identico a ser
conda dello spirito che lo anima : a
seconda che egli la contempli con occhio puro, ovvero che la sua mente sia
guasta e annebbiata dalle letture malsane, dalle conversazioni libere o con frasario a doppio senso, dall’abitudine
purtroppo diffusa di trattare con leggerezza, anzi con tono di scherno, i
valori morali che formano il compendio della vita cristianamente sentita.
Senza contare altri fattori, come il fumo, il bere ed il gioco, anch’essi largamente diffusi fra la nostra gioventù maschile, che contribuiscono indubbiamente a indebolire le energie morali.
E’ inutile - e non é giusto - cercare
ai giovani delle attenuanti gettando la
maggior parte delle colpe sull’altro sesso : faremmo torto ai giovani stessi riducendoli così alla non dignitosa fun
zione di poveri fantocci inermi nelle
i mani'di creature, astute e peiverse.
La lotta contro le forze oscure del
male deve essere combattuta da ciascuno entro se stesso ; ciascuno deve sentire intera la responsabilità del proprio
gli avvenimenti importanti di cui fu Testimone il tempio di Maniglia nei suoi “
cento anni di vita. Il pastore locale sig.
O: Peyronel lesse i messaggi del moderatore, sig. Virgilio Sommani, del capo '
distretto dott. A. Ribet, della Società ^ „
di Studi Valdesi, del prof. Attilio Jalla''? ■
e del col. Giulio Martinat. ;
Dopo la rievocazione storica portarono i loro messaggi il pastore Enrico 5*
Tron a nome della chiesa di Massello e-’k
come ex pastore della parrocchia di j
Perrero-Maniglia e così fece il prof.
Luigi Micol. Il pastore R. Nisbet paiHò
a nome del distretto delle Valli.
Venne quindi celebrata la S. Cena a
cui partecipò un gran numero di per- .
sone.
Il culto, che durò due ore, lasciò in
tutti i presenti un grato ricordo. In occasione dì questo centenario è stata
stampata una cartolina con la ri23i o- '
duzione del tempio di Maniglia e un calice per la S. Cena sarà prossimamenteacquistato con le offerte che si .stanno
raccogliendo.
co
sttuir-e al proprio spirito e ai propri
sensi la corazza che li protegga contro
il nemico esterno. Se é vero che alla
-donna spetta il dovere d’essere l’ispiratrice della purezza, é altrettanto doveroso da parte dell’uomo il dimostrare che dì questa purezza sente tutto
il valore ed il bisogno. E’ necessario
che fra i due sessi, dal momento che il
sistema di vita moderna li costringe
ad una continua promiscuità, sia eliminato quello spirito di sospetto e dì
...
antagonismo che informa troppo spes-1
“i so ì loro rapporti, per dar luogo a ten^^
4 tativi di comprensione e di aiuto reci-^
proco. Molte giovinette,‘che oggi si stu-i
- diano di rendersi interessanti agii oc-^
chi dei loro compagni con la loro eleganza, con la loro ostentazione di spregiudicatezza, col loro spirito di discutibile buon gusto, si dichiarerebbero fe^
lici se fosse una volta compreso e apprezzato il desiderio di semplicità e di’
sane virtù domestiche nascosto sotto
questi orpelli. Con l’aiuto di Dio e con i
un po’ di buona volontà da ambe le par-^
ti, uh'miglioramento è possibile e la-|
soddisfazione che se ne trarrà sarà lar-1
go compenso ad ogni jsforzo e ad ogni J
rinunzia. M. B.
U. V.
*<a
Al mattino, nel chiaro ed arioso tempio di Pinerolq, il pastore E. Rostan,
cappellano militare valdese, rivolge la
parola ai giovani, prendendo come testo
le forti parole del profeta Michea (cap.
4 ; 5) : « Mentre tutti i popoli camminano nel nome del loro Dio, noi cammineremo nel nome dell’Eterno, del nostyo
Dio in perpetuo ». I giovani Valdesi
sanno qual’é il loro Dio e da questa cer:ezza viene loro segnata là via da percorrere, vìa di fedeltà al servìzio del Signore, via diritta, che essi devono seguire non curandosi* del mondo che li
circonda.
Nel pomeriggio, dopo il pranzo rhe
ha riunito una ottantina di Congressisti, alle 14 essi si ritrovano, insieme con
una folla di giovani accorsi da ogni parte, nel tempio, per i lavori del Congresso. Verificati i mandati dei delegati,
un applauso unanime designa a presiedere l’assemblea il Moderatore, prof.
Ernesto Comba, (segretari: sig. F. Girardet - sig.na O. Bounous).
Il Moderatore rivolge un messaggio al
Congresso. Tre anni, egli dice, sono trascorsi dal primo Congresso di tutta la
gioventù Valdese, riunita sotto l’egida
ella Chiesa, anni difficili, in cui la F.
U .V. ha dimostrato la sua utilità, anzi,
la sua necessità per la Chiesa, e ad essa
il Moderatore esprime il compiacimento
della Tavola. Molte iniziative sono state
rimandate a causa dei tempi: é dovere
della Federazione essere pronta per il
giorno in cui potranno avere attuazione.
« Vegliate, state fermi nella fede, portatevi virilmente, fortificatevi ». (1 Cor.
16: 13). Questa esortazione dell’Apostolo
deve diventare il motto della Gioventù
Valdese in questi anni di attesa.
Il Moderatore termina il suo messaggio rivolgendo un saluto a tutti i giovani
delle nostre Unioni, in modo speciale a
quelli che vestono in questo momento
l’uniforme, inchinandosi dayanti alla
memoria dei giovani Unionisti caduti al
servizio della Patria.
Dopo le, parole del Moderatore, ascoltate con attenzione e riverenza dal pubblico, e la lettura dell’adesione del pastore Ignazio Rivera a nome del Movimento Giovanile della Chiesa Battista,
il Congresso inizia ì suoi lavori veri e
propri. Il pastore T. Vinay, Segretario
Generale, legge la Relazione del Comitato Nazionale sulla attività svolta dal
1938-39 ad oggi.
I primi tre anni di vita della F. U. V.
passano dinanzi a noi, evocati dalla voce del Segretario Generale. Anni che,
pur in mezzo a grandi difficoltà, sono
stati, quanto aU’attività della F. U. V.,
benedetti dal Signore. Se le circostanze
hanno imposto talune limitazioni di azìone, in ogni Chiesa la gioventù ha continuato ad essere, un centro di attività
e di entusiasmo. Il Campo Alpino nei
due ultimi anni ha dovuto essere sospeso, il Congresso sì è potuto tenere soltanto quest’anno, ma già sono pronte le
« tende », comprate con il generoso con
tributo delle Unioni, per l’attività futu-s
ra. Intanto grandi adunate estive ham
no raccolto nelle Valli la gioventù: iniziativa questa ehe sarà ancora sviluppata e perfezionata.
Passano nella relazione altri punti in- •'
teressanti: per la Pagina della Gioventù '
il Comitato richiede la sempre più gran- '
de collaborazione dei giovani. L’Innario "
Giovanile è sempre in preparazione: I
speriamo che esso diventi finalmente u-^
na realtà; l’Ufficio recito é in progresso?
ed è molto apprezzato. *
Non del tutto liete sono le considera-^
zioni che il pastore Vinay presenta sul-tj
la Alleanza Giovanile Evangelica. i
Troppe chiese o persone parlano mol-'
to di « fratellanza » o « unione » delle attività evangeliche in Italia, e si disinteressano di un’iniziativa sorta appunto con questo scopo. L’« Alleanza
rimane come una mano fraternamente
tesa; quando essa sarà stata stretta, si
potrà inaugurare una collaborazione ve-^
ramente efficace.
Ï
Quando é sorta la F. U. V. si potè-'
vano temere per Ì1 suo sviluppo la conseguenza delle lunghe discussioni sull’organizzazione della Gioventù: non è‘
stato invece cosi. Gli organi direttivi
della gioventù si sono inseriti senza interferenze nell’organismo della Chiesa^
collaborando utilmente, all’opera comune. Neirìnterno della F. U. V. é regnata la concordia, senza resti di vecchie
ruggini. Siano rese grazie a Dio che, cor
me ha permesso l’Unione della Gioventù'
Valdese proprio alla vigìlia di avvenimenti gravi e decisivi, così l’ha proietta
durante il suo cammino rafforzandola
e unendola sotto la guida dell’Unico
Salvatore. La fase organizzativa é ter'
minata: tutte le energie devono essere
volte a formare nella gioventù una salda coscienza protestante, garanzia
saldezza e di perseveranza in mezzo
ogni possibile bufera.
La relazione é finita: si apre la discussione sui vari argomenti da essa.^?*
trattati; tutti possono esprimere la loro
approvazione o disapprovazione e dare
consigli sulla linea da seguire nell’avvenire.
Il pastore Subilia e e il dott. G. Peyrot insistono sulla necessità per ogni
singola Unione di preparare un pro-^
gramma omogeneo di attività, concentrato intorno ad alcuni argomenti. Nott'^
tutti sono d’accordo sulla questione (che.’
sarà prossimamente ripresa dagli stessi^
proponenti nella Pagina della Gioven-^
tù) e specialmente sul diritto del Co*^
mitato Nazionale ad intervenire con
programmi obbligatori nella vita particolare di ogni Unione.
Il problema dei dispersi e dei disse*^
minati - piccoli nuclei che in un am-*f4
Mente spesso ostile tengono viva la
fiaccola della fede evangelica - preoi
cupa l’assemblea. Ogni Unione dovre
be curare i membri isolati di una zo:
a lei assegnata ; il Congresso raccoman-*^
da al. futuro Comitato Nazionale di stu-^i
3
s
L’BCO DE .LE V ILU VALDESI
I
diare, d’accordo con la Tavola, il modo migliore pej: curare i membri isolati.
Nella discussione è trattato a volta a
volta il problema dell’Innario Giovanile
(è compito della F. U. V. occuparsi della traduzione di inrii degli « Psaumes et
Cantiques ?», del raccoglimento nelle adunate (giovanili o non) all’aperto, dei
contatti delle Unioni delle Valli con gli
altri gruppi 'evangelici del Piemonte che
dovrebbero essere invitati e accolti più
spesso dai giovani Valdesi.
Il tono della discussione è stato sempre elevato e sereno: molti sono stati
gli argomenti trattati. Più numerosi dovrebbero essere i giovani che prendono
la parola. dimostrando un interesse at;.tivo verso l’attività giovanile. Mentre
d’altro lato non sempre gli argomenti
su cui ci si sofferma a lungo ci sembrano avere una vera importanza ed aver trovata la loro vera sede di trattazione nel Congresso.
Ki
V Sono ormai le 16.45; i Congressisti rimandano eroicamente la merenda (preparata gentilmente dagli Unionisti Pi4 nerolesi) e proseguono i lavori esaminando le « proposte » presentate per
\ mezzo della apposita commissione prer
sieduta dal pastore R. Nisbet.
Jt'« Non vi è nessuna proposta a quanto
sem^bra, perchè la Commissione - non ne
ha ricevute: Ve ne è però lo stesso una...
^ Non possiamo spiegare come ciò sia avvenuto, non avendolo ben capito: ad altri risolvere il mistero!
Dopo una discussione abbastanza .animata si conclude infine raccomandan* do al prossimo Comitato Nazionale di
studiare e di raccogliere gli elementi per
i-"' giungere ad una redazione meno schematica ejpiù completa dello Statuto Re: gelamento della F. U. V., approvato dal
precedente Congresso.
Le elezioni concludono i lavori: il segretario generale pastore Tullio Vinay,
è riconfermato nella carica che ha tenuto con tanta passione e attività in
... questi ultimi anni, con una votazione
- pressoché unanime.
Il Comitato Nazionale è nominato co<me segue:
Pastore G. Bertin, Capo gruppo per
^ le Vaili - Pastore C. Gay, Capo gruppo
per l’Italia del Nord - Pastore P. Bosio,
-Capo gruppo per l’Italia Centrale - Pastore A. Miscia, Capo gruppo per le Puglie - Pastore T. Balma, Capogruppo per
la Sicilia - Pastore E. Rostan, ConsiglieI re - Sig. G. Peyrot, Consigliere - Rag.
A. Giocoli, Consigliere.
Al Capo gruppo della Sicilia, cav.
^ Seiffredo Colucci, che per molti anni ha
i militato in posti di responsabilità nelle
nostre file e che non ha potuto essere
j;. rieletto, va la riconoscenza dei giovani.
I Così pure va una parola di plauso e
I di ringraziamento al cassiere pastore
Arnaldo Comba per la sua opera solerte
i e fedele.
Il secondo Congresso della F. U. V. è
y finito: i congressisti si affrettano verso
ì i loro treni mentre nel tempio termina
I' lo spoglio delle schede di votazione: il
I tempo è ristretto e benvenuto sarà il
1^. giorno in cui il Congresso potrà occuI pare un’intera giornata.
I Seguito a tre anni di attività intensa
I e tranquilla, nonostante la bufera ester^ na, il Congresso ha riconfermato l’Unione e la concordia sostanziali che regnano ormai nella massa della Gioventù
Valdese. Da esso è venuto un plauso ed
un incoraggiamento all’opera del Segretario Generale e del Comitato Nazionale; da esso è venuto a tutti i presenti il sentimento che la Gioventù Valdese vive e lavora nella Chiesa e a favore della Chiesa con unità di intentile
fervore d’animo.
Speriamo che sempre meglio essa possa prepararsi e sopportare ogni prova,
f ogni tempesta : al lavoro dunque, e che
- il prossimo Congresso segni un ulteriore
s progresso in questa via, sotto la guida
i dell’unico nostro Signore, Gesù Cristo.
; ' Franco Bosio,
Il 7 settembre u. s., dopo lunga e penosa malattia, cessava di vivere in Ginevra la signora
ALICE BERTRAND NOERBEL.
Le Missioni fra i pagani e le Unioni
Cristiane delle Giovani perdono in Lei
un’amica fedelissima ed una preziosa
collaboratrice, che univa ad una fede
ardente un’azione instancabile di amore
Le Unioni Cristiane delle, quali fu vice presidente nazionale, ebbero da Lei
ispirazione, affetto ed aiuto per oltre un
trentennio. Quanti ebbero il privilegio
di conoscerla non dimenticheranno facilmente quell’eletta figura di gentildonna cristiana per la squisita grazia
con la quale accoglieva nella sua casa ospitale coloro che avevano bisogno di riposo fisico e morale, e per là mano fraterna che tendeva a chiunque ricorreva
a lei per consiglio ed incoraggiamento.
Possa l’esempio d’una vita così nobilmente spesa esserci di incitamento per
un servìzio sempre più consacrato a Dio
e al prossimo.
Ai nipoti tutti le nostre più sentite
condoglianze accompagnate dalla fervida preghiera che Dio li conforti in
quest’ora di dolore.
E. M.
C esfimonianze
PAROLE AD UN GIOVANE.
Matteo 5 : 11-12.
Oh sì, disgraziatamente, c’è della
gente che tenta di diffamare la condotta
sincera, modesta, umile e pura di altri.
Ma tu, mia cara, non perdere coraggio,
sii forte e vigila sulle tue parole. Ricordati che Colui che scruta, le reni e i
cuori, conosce la nostra dirittm-a: è a
Lui che un giorno dovremo render conto e non agli uomini.
E poi quando si ha la coscienza pulita
si può alzar la fronte e guardar la gente
in faccia.
In alto il cuore! mia cara, mira sempre allo stesso Ideale,. La vita è una
lotta continua: combatti anche tu il
buon combattimento!
E’ col sudore sulla fronte che si ascendono le alte cime e che si giunge alla vittoria.
Sii sempre allegra, nonostante tutto...
Canta, prega e Dio ti esaudirà.
Susy,
ÇROÎWÇflVâLbESE
ANGROGNA. In pochissimi giorni è
stata tolta al l'iconoscente affetto del
marito e dei figliuoli Fanny Cto'issonConstantin, dopo una lunga vita di instancabile attività, in età di 82 anni.
Aveva avuto una numerosa famiglia,
ben 13 figliuoli; dei sette che le sopravivono quattro sono in America ed il
suo grande cruccio in questi ultimi mesi
era di non poterne più aver notizia. Fu
fedele compagna del marito nei 47 anni
ch’egli trascorse a Frali come maestro,
e lo circondò di vigili cure nei quindici
anni del suo ritiro ai Jourdans di Angrogna. Amava la sua chiesa e, nonostante l’età, era regolare ai culti, e si
interessava a tutte le attività ecclesiastiche.
— Pochi giorni fa terminava la sua
terrestre esistenza Fiorina Revel-CogruQ, a soli 35 anni. Nella sua lunga e
dolorosa malattia sopportata con cristiana pazienza essa ha cercato e trovato presso il suo Signore e Salvatore
l’aiuto di cui abbisognava. La testimonianza della sua fede ha fatto del bene
a chi le è stato vicino.
A tutte le famiglie colpite da questi
lutti esprimiamo la nostra cristiana
simpatia.
LUSERNA S. GIOVANNI. Domenica
scorsa, 14 corrente, ha avuto luogo il funerale della sig.ra Suscita Jourdan nata
Bonnet, di Angrogna, deceduta in età
di 90 anni, alla Rocca in casa del genero sig. A, Bonnet, anziano. Al marito, ai
figli ed ai parenti tutti rinnoviamo l’espressione della nostra profonda simpatia.
— Ringraziamo sentitamente il pastore sig. Aldo Sbaffi, che ha presieduto' il
culto pomeridiano del Ciabas, il 14 settembre.
PRAROSTINO. Si è spenta al Collaretto, il 6 c. m., Costantino Maria
iMisa nata Rivoir in età di 75 anni. Alla
famiglia afflitta esprimiamo la nostra
simpatia.
— La nostra ultima riunione estiva,
all’aria aperta, ha avuto luogo il 14 c.
m. alla Veirulera in comime con la parrocchia di Pinerolo. E’ stata presieduta
dal nuovo sovraintendente pastore R.
Nisbet con il concorso dei pastori L.
Marauda e U. Beri.
SAN GERMANO CHISONE. Battesimi; 1131 agosto: Long Marco di Augusto
e di Jahier Elena, della Ciabotà; il 14
settembre: Barai Gino Bartolomeo di
Renato e di Balme Ida dei Mondani.
Che Dio protegga questi bambini e
le loro famiglie.
— L’il corr. è stata tumulata nel cimitero dell’Inverso Porte la salma di
Long Caterina ved. Tron della Combina,
miseramente perita nelle acque di un
torrente.
— Per la domenica 6 ottobre tutti gli
abbonati alla Biblioteca Parrocchiale
devono restituire i libri che hanno in
lettura, per una verifica generale ed
una necessaria messa in ordine della
Biblioteca.
— Domenica prossima, 21 corrente,
alle ore 15 avrà luogo, Dio volendo, una riunione all’aperto ai Chiabrandi.
G. B.
TORRE PELLICE. Il culto di domenica prossima nel tempio Villa (ore
10.30) sarà presieduto dal pastore R. Nisbet.
COLLEGIO VALDESE
SESSIONE AUTUNNALE DI ESAMI
Ammessi alla prima classe di Scuola
Media :
Cesan Miehelina, Charbonnier Aldo,
Cubai Franco, Eynard Marco, Gaietto
Giuliana, Grand Ada, Poet Alfredo, Subilia Enrico, Valtolina Elio, De Magistris Ada, Peracchione Ferdinando, Rodi Clara, Sasso Uva.
Promossi alla seconda classe di Scuola
Media :
Calza Laura, Lehner Helmut SUvìo,
Malan Mirella, Merlo Germano,. Paltrinieri Lucio, Venegoni Augusto.
Promossi alla terza Ginnasio :
. Bertero Franca, Bomssa Silvio, Bounous Laura, Goss Paola, Pasquet Bruno,
Pons Elmo, Stefani Angelo.
Ammessi alla quarta Ginnasio :
Bouissa Renato, Charbonnier Ester,
Gay Franco, Odin Ezio, Reinaudo Giuseppe, Rqux Irma, Boero Anna Maria,
Bounous Gustavo, Viriglio Vittorio.
Promo>ssi alla quinta Ginnasio :
Cavagnero Pietro, Eynard Arnaldo,
Pasquet Franco, Ribet Roberto, Soggin
Settimio, Vingiano Maria, Peyrot Emilio.
Ammessi al Liceo :
Andreone Emma, Gay Evelina, Lombardi Adriano,. Monti Carlo, Passerone
Carmen, Valerio Costanza, Comba Laurentia. Battaglia Francesca.
Promossi alla seconda Liceo :
Bonnet Anna, Monti Paolo, Roman
Emilia, Bensa Maurizio.
Promossi alla terza Liceo :
Bertalot Germana, Cavagnero Tommasina, Creste Giuseppe, Geymonat Daniele, Magrini Giorgio, Paltrinieri Gianni, Tron Mario.
PERSONALIA
I nostri migliori auguri di cristiana
felicità al sig. Gaspare Gandini ed alla
sig.na Ida Rostagno, figlia del pastore
sig. Luigi Rostagno che si sono uniti
in matrimonio a Milano, il 10 settembre.
Si cult€» di famigliai
(Meditazioni preparate sui testi del Calendario Biblico della Chiesa Morava)
Lunedì Lettura: Salmo 5: 1-9: 12:
22 Seltemb. 13_
Poiché dunque abbiamo queste promesse, diletti, purifichiamoci d’ogni
contaminazione di carne e di spirito,
compiendo la nostra santificazione nel
timor di Dio . 2 Cor. 7: 1.
Le promesse degli uomini spesso sono
fallaci; ma quantei sono le promesse
di Dio,» tutte hanno in Cristo Gesù il
loro «sì». (2 Cor.»1: 20). Dio promette
di accoglierci e di fare di noi ì suoi figliuoli e le sue figliuole. Se per essere
ricevuti da qualche importante personaggio vogliamo presentarci nel modo
più decoroso possibile; quanto maggiormente dobbiamo essere preparati quando colui che ci vuole accogliere è il Re
dei re e il Signore dei signo'ri. Dobbiamo purificarci d’ogni contaminazione di carne e di spirito. La carne è
contaminata se è strumento del vizio, e
lo spirito lo è a sua volta, quando cede
al male ed è preda di passioni quali
l’orgoglio, l’invidia, l’ira e Firriverenza
verso Dio stesso.
La nostra santificazione richiede tutta la nostra vita. Se abbiamo la fortuna
di aver fatto qualche felice esperienza
spirituale, non ci lasciamo ingannare,
come se avessimo già raggiunta la mèta.
Anzi, sempre più lottiamo contro il nostro orgoglio spirituale, e chiediamo a
Dio di poter compiere la nostra santificazione nel suo timore; ossia temendo
sempre di dispiacergli nelle nostre azioni, come nelle nostre parole e ì nostri pensieri.
ciò sia nei suoi sentimenti, sia nella sua
condotta esteriore, ed egli può anche
dire; « Io ho osservato i comandamenti
del Padre mio e dimoro nel suo amore ».
(Giov. 15: 10). Per questo motivo Gesù
sa di aver sempre la compagnia del Padre che è nei cieli. A nostra volta possiamo essere assicurati della presenza,
della compagnia del nostro Dio se vogliamo con tutto il nostro cuore fare
quello che Egli comanda. Non basta poter dire come il Fariseo: « Io digiuno...
io pago la decima... » poiché l’importante è che facciamo quello che piace a
Dio. E poiché ha accettato che fossimo
fatti suoi figliuoli mediante il sacrifizio
dell’Unigenito suo, egli richiede da noi,
non già l’obbedienza dello schiavo che
si sottomette per tema del castigo, nè
quella del mercenario che vuole meritare un premio; ma bensì l’obbedienza
filiale che si compie per piacere all’amoroso nostro Padre celeste.
Mercoledì Lettura: 2 Cor. 1: 12-14.
24 Settemb. j\ion esser vinto dal male;
ma vinci il male col bene.
Romani 12: 21.
Martedì Lettura: 2 Cor. 1: 8-11.
23 Settemb. Colui che mi ha mandato è
meco; Egli non mi ha lasciato solo perchè fa del continuo le cose che gli piacciono. Giov. 8: 29.
Gesù aveva coscienza, non soltanto di
non aver commesso nessuna trasgressione della legge di Dio, ma ancra di
non aver trascurato il minimo bene, e
Lo spirito di vendetta è ingenito nella nostra umana natura e soltanto lo
Spirito di Dio ci può rendere capaci di
sradicarlo. Non basta non rendere il
male per il male; la vera vittoria consiste nel rendere il bene per il male e un
tale miracolo è compiuto solamente da
chi può dire: « Io posso ogni cosa in Colui che mi fortifica ». (Fil. 4: 13).
In un paese di montagna, un giovane
è stato gravemente offeso nella sua onorabilità da una vedova madre di parecchi bambini. Egli torna a casa grandemente adirato, e raccontando il fatto al
suo fratello maggiore, che è anche il
suo confidente, gli chiede consiglio sul
modo di vendicarsi severamente. Il fratello dopo essersi fatto spiegare esattamente l’accaduto gli dice calmo calmo: « E’ un’offesa che merita davvero
4
% '
L’ECO VALLI VALDESI
castigo e ti voglio aiutare nella tua ven^ detta.. Quella donna ha ancora tutta la
sua legna d'aU’altra parte del torrente,
e s’avvicina Tinverno. Questa notte è
rischiarata dalla luna e Quando tutti
saranno a letto, andremo noi due, e in
cinque o sei volte, le trasporteremo la
legna a casa sua ». Detto, fatto! Quale
fu la confusione di quella povera vedova quando venne a sapere che la sua
y accusa era del tutto infondata, e chi era
stato a fare quel lavoro per lei tanto
necessario. «tSe il tuo nemico ha fame,
dagli da mangiare... tu rannerai dèi carboni accesi sul suo capo ».
Giovedì Lettura: 2 Cor. 3: 12-18.
85 Settemb. jp }^q combattuto il buon
combattimento, ho finito la corsa, ho
serbato la fede; del rimanente mi è riservata la corona di giustizia che tl Signore, il giusto giudice mi assegnerà in
quel giorno, e non solo a me, ma anche
a tutti quelli che avranno amato la sua
apparizione. 2 Tim. 4: 7-8.
L’Apostolo ha combattuto per la causa della verità, per il regno di Dio e
per la salvezza degli uomini; per ottenere una corona imperitura ed ha quindi la certezza di riceverla perchè ha
compiuto fedelmente il ministerio ricevuto dal suo Signore che è di testimoniare sempre e dovunque deH’Evangelo.
Ha serbato la fede. Ciò non vuol dire
solo che ha mantenuto pura la verità
evangelica; ma specialmente che ha
messo in Dio per mezzo di Gesù Cristo,
tutta la sua fiducia, e che niente ne lo
può separare, nè la tribolazione, nè la
persecuzione, nè la fame, nè la spada.
E quante battiture e quante ferite sono
state la sua parte! Se la nostra fede è
cosi profondamente radicata, se siamo
cosi intimamente uniti al nostro Salvatore, anche in mezzo alle prove e alle
afflizioni che possono essere la nostra
parte, insieme a tutti coloro che hanno
« amato la sua apparizione », noi saremo « più che vincitori in virtù di colui
che ci ha amati ».
Venerdì Lettura: 2 Cor. 4: 1-6.
S6 Settemb. Gesù parlò di nuovo dicendo: Io sono la luce del mondo: chi mi seguita non camminerà nelle tenebre ma
avrà la luce della vita.
Giov. 8: 12.
Non sappiamo se Gesù faceva allusione alla luce dei lampadari che erano
sul tempio durante la festa dei tabernacoli; ma alla fine di quella che era la festa della riconoscenza e della gioia, davanti al popolo a cui si era dato come
la sorgente che disseta chiunque viene
a Lui, Gesù dice: « Io son la luce del
mondo. » I
Quante vie tenebrose incontriamo
nella nostra terrena esistenza! Gesù è
la luce Òhe illumina la nostra mente -e
il nostro spirito e purifica il nostro cuore. Se sei nell’incertezza, nel dubbio,
ascolta la nostra divina Guida: « Io son
la luce del mondo; chi mi seguita non
camminerà nelle tenebre. » Si tratta di
camminare il più possibile vicino a Gesù onde udire i suoi ammaestramenti
e fare la sua volontà. Di un solo discepolo, ci è detto che seguiva Gesù da
lungi. Quegli era Pietro, ma in procinto
di rinnegare il suo Maestro. Seguitiamo
umilmente e fedelmente Gesù per avere
il perdono e la pace colla luce della vita.
Sabato Lettura: 2 Cor. 4: 7-18.
27 Settemb. Poiché Dio ha rinchiuso
tutti nella disubbidienza per far misericordia a tutti. Rom. 11: 32.
Non c’è privilegio, non c’è distinzione
per questo o quell’altro personaggio:
tutti sono rinchiusi. E’ la figura offertaci da un ovile, o peggio, da un carcere, donde nessuno può uscire. E’ il
termine adoperato da S. Luca (5: 6) per
indicare la presa dei pesci alla pesca
miracolosa. Non c’è nessuna distinzione
fra i pesci d’una simile massa. Eppure
noi vorremmo essere separati almeno
dai grandi peccatori ed avere per noi
qualche diritto a distinzione. Ma Dio ha
rinchiusi tutti nella disubbidienza. Questa è la dottrina che dà di cozzo al nostro orgoglio; non ci par possibile di
non esser migliori di tanti altri. Ma
l’Apostolo ci dice: Non v’è distinzione;
difatti tutti hanno peccati e sono privi
della gloria di Dio (Rom. 3: 22, 23). Ma
cosa meravigliosa! Il Signore offre a
tutti senza eccezione alcuna la sua grazia a una sola condizione: che vogliamo
umilmente e con tutto il nostro cuore
accettare il suo perdono.
« A lui sia la gloria in eterno. Amen ».
P. C.
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Perchè la domenica devo andare al
culto anche se il tempo è Cattivo
1 - Perchè Dio ha santificato anche*
quel giorno. Infatti non ha eccettuate le
domeniche piovose .
2 - Perchè son sicuro.che il Pastore
c’è. Sarebbe bella che restasse a casa
perchè piove!
3 - Perchè la mia presenza è più utile
le domeniche nella quali c’è poca gente,
che in quelle nelle quali il tempio è
pieno.
4 - Perchè il tempo cattivo non m’impedisce di uscire se ho qualche cosa di
importante da fare, e la mia presenza
al tempio è cosa importante agli occhi di
Dio.
5 - Perchè non so quante domeniche •
Dio mi accorderà ancora, e sarebbe una
cattiva preparazione per la mia prima
domenica nel cielo, l’aver fatto poco caso della ultima domenica passata sulla
terra. e. C.
Segnalazioni
Per iniziativa della Commissione delle Pubblicazioni della Chiesa Valdese, è
uscito il primo volume del Nuovo Manuale d’istruzione religiosa, inteso a sostituire l’edizione del precedente che è
esaurita. Questo primo volume, che ha
per titolo:
Lezioni di Religione
ad usa delle [lassi eiemeutari
è destinato alla Prima Classa. La copertina già attrae l’attenzione per il suo
contenuto artistico, e questo si ritroverà
in tutto il volumetto, di 32 pagine, nelle quali figurano in relazione col testo
(redatto dal prof. Giovanni Miegge),
belle illustrazioni atte a fissare nella
mente degli alunni i fatti narrati.
Seguiranno fra breve i volumi delle
classi seconda e terza, informati al medesimo criterio.
E’ in vendita presso la Libreria Ed.
Claudiana al prezzo di
L. 2,50
Kuo Ve ?nHilkazioiif
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Protestantésimo
e Spiritualismo
Paggr. 48 - Lire 3
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Predica tenuta in occasione
dell’apertura del Sinodo
Pagg. 16 - L. 1
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TORRE l’ELLlCE
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1 - 1 I MPO DI GUERRA . . . L. 0,50
2 - PERI! ITA LETIZIA .... 0,70
3 - SII FEDELE ..... 0,70
4 - TIMIDI CREDENTI ...» 0,70
Serie arancione; Valli Vvidesi.
1 - L’EREDITA’ DEI PADRI . . . 0,.50
2 - SOTTO IL SOLE .... 0,80
3 - PROGRESSO . . , . > 0,80
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